26 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 27 metodico nelle sue abitudini; lindo, corretto nel già annunziata, di un'opera d'arte, che a torto vestire; di modi ugualmente affabili, cortesi con pretendevasi essere offensiva per la Persona Di- tutti; compiacente, conciliante, indulgente, benefico; vina dalla quale si intitolava. senza ostentazione. GLI ARCHITETTI Amante delle belle arti, si compiaceva circon- darsi di quadri di pregio; frequentava, anche nei suoi ultimi tempi, i teatri ed i concerti. Compro- Organismo sano, robusto, perfettamente equili- prietario del teatro Alfieri e per qualche tempo brato, Barnaba Panizza sopportò con ammirevole CARLO ED AMEDEO DI amministratore del , ebbe più volte oc- forza d'animo (che poteva fors'anche parere in-: E LO casione di provare, con sacrifizi personali, come differenza a chi di quell'animo non conoscesse la Egli non speculasse sull'arte, ma ne proteggesse gentilezza) le avversità della sorte, che gli rapi- i cultori. rono l'un dopo l'altro, quasi tutti i suoi cari; e SVILUPPO EDILIZIO DI TORINO NEL SECOLO XVII Il suo conversare era piacevole ed istruttivo; prima l'unico figlio maschio nella fiorente età di il suo modo di esprimersi semplice, piano, cor- 19 anni, poi la consorte nel 1868, indi le tre figlie retto, chiarissimo tanto nel parlare che nello scri- più giovani, ed i mariti di queste (tra i quali due vere; ed i suoi scritti avevano poi anche il pregio nostri colìeghi, Edoardo Pecco e Pietro Carrera); materiale, non , di essere vergati con belli tantochè Egli, già più che ottuagenario, si trovò MEMORIA e nitidi caratteri, che non variarono punto dai nella condizione di dover attendere all'amministra- letta la sera del 25 Gennaio 1895 dal Socio Ing. CAMILLO BOGGIO giorni della sua giovinezza. zione di tre famiglie ad all'educazione di nove mino- renni, che lo ebbero tutore o protutore di nome, secondo padre di fatto. (Con 11 figure). Ed Egli accettò con animo sereno questo nuovo Nato e cresciuto in un tempo, nel quale il sen- compito, e vi adempì fino all'ultimo, senza nulla timento religioso era ancor fortemente radicato in perdere della sua abituale calma di spirito, senza I. si consolidavano, i nobili, all'ombra della corte, tutte le classi, Egli si mantenne sempre fermo che mai gli si potesse leggere in volto, o intravve- acquistavano forza. Divenuti potenti sentirono il credente e rigido osservatore delle pratiche isti- dere negli atti, alcun segno delle interne non Torino, causa le calamità che afflissero per tanti bisogno d'imporre alle masse il concetto della tuite in onore della Divinità. poco fastidiose preoccupazioni, neppur quando i secoli le nostre contrade, poco avvertì quel soffio loro grandezza: quindi il meraviglioso, lo splen- Ma, pur rimanendo fedele a questo altissimo suoi interessi e quelli dei suoi pupilli trovaronsi potente di vita artistica e di rinnovamento ar- dore delle decorazioni, la stranezza degli ardi- obiettivo, seguì i progressi dei tempi nuovi, e nei impigliati nelle conseguenze di quella terribile chitettonico, che nel Rinascimento le aleggiava menti, tutto fu messo in opera a glorificazione rapporti civili fu di sensi liberali ed amante di crisi finanziaria, di cui furono vittime in Torino d'intorno. della chiesa trionfante e per far spiccare la ma- ogni provvida, matura innovazione; ma indipen- tante famiglie. Emanuele Filiberto, riacquistato l'avito dominio, gnificenza dei signori e dei re. dente dalle influenze di partito, schivo dalle lotte Nel cospetto di tanta costanza ed imperturba- chiamò bensì le arti e le scienze ad ingentilire i Ora, siccome nessun' arte come 1' architettura politiche. bilità d'animo, tornavano spontanei alla mente i suoi grandi concetti politici, ma dell'architettura può rendere un'esatta immagine del pensiero fon- Della sua indipendenza e fermezza di carattere versi di Orazio: dei suoi tempi poco o nulla rimase. Le opere di damentale di un'epoca, così il fasto ed il lusso do- diè ancora prova recentemente, quando, or son Lodovico De-Molini, di Pellegrino Tibaldi, quelle vevano riflettersi in un nuovo stile architettonico, pochi mesi, e già presentendo la sua prossima « Iustum et tenacem propositi virum, che voglionsi progettate dal Palladio, gli stessi e sorse lo stile barocco che caratterizza queste fine, Ei seppe resistere alle pressioni, che gli ven- » lavori d'architettura militare di Francesco Paciotto note salienti del seicento. nero fatte per indurlo ad impedire, col suo veto di » si fractus illabatur orbis, e di maestro Vittonetto o furono distrutte o de- Quei meravigliosi ingegni del Borromini e del proprietario del teatro Alfieri, la rappresentazione, » impavidum ferient ruinae ». vastate dai restauri posteriori. Il duomo, sola co- Bernini, sulle traccie di Michelangelo, furono i struzione che rimanga del cinquecento è così poca primi a tentarlo e la celebrità che questi due ar- cosa a confronto dei tanti e mirabili edifizi sôrti chitetti acquistaronsi in breve con la nuova ma- nelle altre città dell'Italia settentrionale e centrale, niera, loro trasse dietro una legione di scuolari e che non pare esagerazione l'affermare che Torino di seguaci, i quali, subita l'influenza delle nuove restò medioevale sino al seicento. tendenze, le abbracciarono con ardore e concor- L'èra nuova per l'architettura piemontese co- sero a portarle all'ultima loro espressione, ponendo mincia solo al tempo di Carlo Emanuele I. Sotto in non cale e manomettendo le stesse costruzioni il suo regno Torino prese quello speciale carattere romane antiche sulle quali avevano studiato e edilizio che si mantenne fino a quando tramontò, disprezzando tutta l'architettura medioevale che coll'impero francese, l'arte fantastica, bizzarra, chiamarono barbara. audace, per dar luogo alla scuola severa, inaugu- E così, quando Carlo Emanuele I iniziò in To- ratasi a Roma, dell'esclusiva adorazione delle tra- rino i primi sventramenti ed i primi ingrandi- dizioni italo-greche. menti, tanto già era diffuso questo nuovo stile; Quando Carlo Emanuele salì al trono, tanto in che gli architetti del suo tempo non seppero al- arte quanto in letteratura già era sôrto lo spirito trimenti concepire alcuna nuova costruzione nella di novità ; letterati ed artisti volevano battere trasformazione e nell'ampliamento di Torino che una via che non fosse ancora stata da nessuno non fosse barocca. calcata. Roma papale usciva vittoriosa dalla for- Gli architetti piemontesi però giacciono quasi midabile lotta col protestantesimo, le monarchie ignorati. Nè recherà meraviglia quando si pensi 28 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 29 che per barocco si ritenne per molto tempo una tetti di corte, col concorso della munificenza so- di Stato di Torino trovasi una lettera in data » per suo ordinario trattenimento e per dargli cosa mal fatta, sì che il Milizia la chiamava arte vrana, col denaro della nobiltà e del clero, fecero da Roma 25 ottobre 1575, di Latino Orsino (1), » più comodità d'attendere alle cose del disegno da pazzarelli ed il Ticozzi compiangeva le città sorgere delle costruzioni abbastanza importanti il quale, scrivendo ad Emanuele Filiberto, dice che » alle quali si va applicando». Al qual fine il che ebbero piuttosto la sventura che la sorte di nei nuovi isolati dei primi ingrandimenti di To- ebbe nuova dal conte Carlo Castellamonte della Duca ordinò « di assentarlo o porlo sopra il libro avere edifizi dell' immaginazione del Guarini. rino da essi progettati: cooperarono a rendere restituzione fatta al duca delle fortezze d'Asti e » o sia rollo di detti arcieri per detta somma Ond'è che le storie dell'architettura in generale, fortificato il Piemonte contro le nemiche aggres- Santhià, e se ne rallegra. » di scudi 18 ogni mese quali vogliamo essergli quando arrivano al seicento, terminano tutte con sioni e frammezzo ai maggiori lavori trovarono Parrebbe quindi che a quel tempo fosse a Roma » pagati ogni quartiere seben la compagnia non pochissimi cenni sul Guarini, sul Juvara e su ancora tempo ad apprestare scene ed apparecchi a perfezionarsi nell'arte sua, completando le co- » fosse pagata, discaricandolo d'apportare arme qualchedun altro per l'Italia, e su Mansart, Me- per funerali, giostre, rappresentazioni e balletti, gnizioni matematiche che forse aveva incominciato » nè cavalli alla mostra che si farà di detti ar- tezau, Debrosse, Lemercier, Holl e Wren per l'e- di cui si allietava la corte dei Duchi di Savoia ad apprendere in Torino da Francesco Ottonaio, » cieri » (1). stero. quando taceva il suono dell'armi. fiorentino, figlio del poeta Giambattista, già pro- Quantunque agli stipendi del Duca, egli lavo- Eppure il barocco dovrebbe avere la sua storia. Non presento due sommi maestri, ma due ar- fessore allo studio pisano e chiamato nel 1563 rava tuttavia per conto proprio, poiché, come ve- Se ha servito al fasto della sua epoca, è pure lo stile tisti originali. Ispirati ai grandi capolavori ar- ad insegnare matematica ed astronomia prima a dremo, fu nel 1604 dai Disciplinanti di S. Rocco che più d'ogni altro ha richiesto immaginazione chitettonici, non produssero nelle loro opere una Mondovì, poi a Torino. Ottonaio era ancora pro- incaricato della costruzione del loro oratorio (2). negli artisti, creato difficoltà statiche e che meglio accozzaglia di elementi qua e là ricavati e più o fessore nel 1586, e cedette poi il posto a Giambat- Applicavasi eziandio alle opere di fortificazioni, è riuscito a fondere fra loro negli edifizi archi- meno bene insieme collegati. Le loro creazioni tista Benedetti, che fu considerato come il precur- giacchè nel 1610, con Carlo Vanello e Guiserandi tettura, scultura e pittura, facendole concorrere ad furono lavori di getto ed il prodotto della propria sore di Galileo (2). andò a riconoscere le frontiere di Nizza (3). un'unità di concetto e di veduta, ove ciascun'arte immaginazione; sempre diversi nelle concezioni, L'architettura non era insegnata nell'università Sembra pertanto che ai servizi del Duca poco spicca quasi indipendente dall'altra pur rimanen- non mai oltremodo stravaganti e sregolati, pro- e conveniva impararla da un architetto; quindi, fosse attivo, poichè in diploma del 18 ottobre 1612 done soggetta. porzionati sempre, senza eccessivo sfoggio di deco- il Castellamonte, se cominciò a studiare in patria, col quale gli venne fissato uno stipendio annuo La fantasia regna sovrana in tutte le produ- razioni e con uno studio di ottenere ottimi effetti dovette apprenderla da Ascanio Vittozzi, il quale di scudi 400 da fiorini 16, Carlo Emanuele I così si zioni dell'epoca, fantasia talora eccessiva, ma artistici, impressionando per maestà e grandiosità. venne a Torino nel 1584. Se poi completò la sua esprime: « volendo provvedere al magnifico fedele sempre ideale ed appoggiata a lunghi studi e con La loro attività è talmente collegata collo svi- istruzione a Roma, colà già era morto Vignola, » vassallo ed ingegnere Carlo di Castellamonte d'un una profonda conoscenza della professione; l'arte luppo edilizio di Torino, per circa un secolo, che ma vi era nel 1579 lo Scamozzi, che studiava le » trattenimento ordinario col quale possi conti- potè traviare per eccesso di fantasia e d'audacia, dalla loro biografia scaturisce quasi intera la storia matematiche sotto il celebre padre Clavio e deli- » nuare a servirci e mantenersi conforme al me- ma l'esecutore, sia esso architetto, scultore, pit- della trasformazione della nostra città durante il neava le fabbriche dell'antichità; v'era Giacomo » rito di virtù congiunta a nobiltà di sangue antico tore, ebanista, fabbro od orefice, era sempre si- seicento. Della Porta, eppoi erano in fiore ed innalzavano » che in lui concorre e perchè la godi con parti- curo della sua mano. splendide costruzioni Domenico Fontana ed il fra- » colar sicurezza e comodità sua e questa dimo- Perciò noi dobbiamo augurarci che artisti ed am- II tello Giovanni, architetto meccanico, molto perito » strazione lo stimoli ad applicarsi d'hor avanti ministrazioni, che tanto fin qui si occuparono di mo- nell'idraulica. » con maggior animo di prima all'officio » (4). numenti romani e di edifizi medioevali, rivolgano I Conti di Castellamonte sono un ramo dei conti Ora, siccome ad un perfezionamento all'estero L'attività del nostro architetto manifestossi in- pure la loro attenzione ai monumenti architetto- del Canavese, i quali coi e coi S. Mar- non si va generalmente, anche ai nostri tempi, tera quando, morto il Vittozzi al 24 ottobre 1615 (5), nici seicentisti e settecentisti, e, come si compul- tino n'ebbero i feudi principali. I Castellamonte prima dei vent'anni, ed allora l'educazione intel- egli potè prendere il posto di ingegnere del duca. sarono documenti e si fecero rilievi per gli altri, usavano per loro insegna d'azzurro a tre monti lettuale curavasi molto tempo dopo l'educazione Fra le prime missioni della nuova carica, di cui così anche per questi si approfondiscano gli studi d'oro, ciascuno caricato di tre trifogli di verde, fisica, così nel 1575 Carlo doveva avere almeno abbiamo memoria, havvi quella della visita al Na- e si compiano le necessarie indagini per fornire rovesciati e sostenente un pappagallo, al natu- venti anni, epperciò dovrebbe essere nato nel viglio d' d'ordine del Principe, della quale una messe di materiali a complemento della storia rale, colla testa rivoltata. Cimiero: due colonne 1555 od in quel turno di tempo. Ciò sarebbe stampò una relazione (6). Egli aveva trovato che dell'architettura, principalmente per quanto riflette d'argento, accollate d'un breve d'argento, svolaz- anche avvalorato dal suo testamento fatto nel l'imbocco avrebbe dovuto essere stabilito a 17 la piemontese, la quale, oso dire, fu sinora affatto zante in fascia, scritto del motto : QUI . LA . DURE. 1638, nel quale dichiarasi in età cadente; difatti trabucchi al di sopra del ponte Canavese, per as- trascurata. Moltiplicandosi i conti di Castellamonte, ebbero in quest'anno sarebbe stato più che ottantenne. sicurare la presa; proponeva quindi di allargarne Il professore Promis ci diede bensì qualche no- vari cognomi dai paesi sui quali signoreggiavano Queste, del resto, non sono che presunzioni; per l'alveo per renderlo navigabile e fargli attraver- tizia sugli architetti militari; l'ingegnere Chiecchio e si chiamarono quindi De-Brosio, Cagna, Capris, avere notizie precise del nostro architetto bisogna sare il lago d' (7). Tale relazione è scritta scrisse la biografìa di Francesco Gallo, che elevò Cognenghi, De Dimitria, De Montalenghi, Della venire fino al 1598, in cui lo troviamo aiutante a sè stesso un grande monumento colla cupola signora Giulia Gratiani, D'Enrietto, De Iolii, De di Ascanio Vittozzi al santuario di Vico presso del Santuario di Mondovì; qualche cenno su altri Meruli, Aimoini, Magni, De Manfredo, De Lezulo, Mondovì (3). (1) Archivio camerale. architetti troviamo registrati nel tomo XXX della Della Porta, Del Preposito, di ed altri. Il principio della sua carriera al servizio del (2) CIBRARIO, Storia di Torino, vol. II, p. 175. (3) SALUCES, Histoire militaire du Piémont, vol. I, p. 428. Miscellanea di storia italiana per cura del ba- Gli architetti Carlo ed Amedeo Castellamonte Duca appare nel 1602 da un diploma del 26 aprile rone Claretta; ma tutto finisce qui. Eppure fra (4) Archivio camerale. appartengono al ramo Cognengo, il primo del col quale Carlo Emanuele I accorda al conte (5) Nel vestibolo della sacristia della chiesa della Trinità di gli architetti piemontesi emersero alcuni i quali, quale è un Oberto nel 1236, figlio di un Guglielmo Carlo Castellamonte « una piazza e mezza e su- Torino (via Garibaldi) trovasi la tomba del Vittozzi, con iscri- se non raggiunsero la celebrità dei grandi maestri, del ramo Capris vivente nel 1171. Da Oberto per » pernumeraria alla guardia d'arcieri che reviene zione e stemma. furono però, per i loro tempi e nel loro paese, fa- una discendenza non interrotta si arriva ad un » a scudi 18 da fiorini 10 ½ l'uno ogni mese (6) « Parere del signor Carlo dei conti di Castellamonte, in- mosi, tanto da non meritare l'oblio dei posteri. Cesare morto nel 1580, figlio ad un Giovanni gegnere di S. A. S., sopra la fabrica dell'imboccatura da farsi al Naviglio che scorre da Ivrea a Vercelli et relatione della vi- Epperò parvemi utile iniziare questo studio in- Antonio investito da Emanuele Filiberto nel 1561. sita da esso fatta, d'ordine del serenissimo Prencipe di Piemonte, cominciando dai due Castellamonte, di nobile fa- Da Cesare nacque l'architetto Carlo, padre del- (1) Latino Orsino, matematico, nel 1583 pose a stampa il suo sopra detto Naviglio li 12 gennaio 1616». Torino, Pizzamiglio, miglia Canavesana. Il conte Carlo fu il primo l'Amedeo. libro sull'istromento geodetico ed astronomico intitolato Il Radio 1616. (Biblioteca Reale, Statis. pat., N. 900). architetto seicentista piemontese; operò dopo il Non mi fu dato di rinvenire la data della na- latino, e di lui fa grande elogio il matematico Egnazio Danti da (7) Su questo argomento havvi eziandio un Discorso del padre Vittozzi, il quale era d'altra regione italiana. Gli Perugia. Fra Tomaso Bertone, domenicano, per assicurare per sempre scita del conte Carlo; ma credo che possa rite- l'imboccatura del Naviglio d'Ivrea. — Torino, Gio. Zauatta e tenne dietro il figlio Amedeo ed amendue, archi- (2) VALLAURI, Storia dell'Università di Torino. nersi tra il 1550 ed il 1560 perchè negli Archivi (3) DANNA, Storia artistica illustrata del Santuario di Mondovì. Gio. Domenico Gaiardo, 1633. (Bibl. Reale). 30 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 31 con profonda conoscenza della scienza idraulica, opera di fortificazione attorno alla prima amplia- Nel 1638 era già in età cadente, ed in Vigone, coniugi Dentis di Torino, d'età d'anni quindici, ed per cui sarei indotto a ritenere che il Castella- zione di Torino verso mezzogiorno. essendo probabilmente nella casa paterna della il medico Fiocchetto, come avo materno ed am- monte fosse stato allievo del Giovanni Fontana che La perizia nell'arte delle fortificazioni del conte moglie, alli 17 febbraio, nella sagrestia del con- ministratore dei beni della signorina Ippolita, era un eminente idraulico. Carlo era conosciuta anche fuori di Torino, città vento degli Agostiniani fece il suo testamento, assegnò, con atto 17 febbraio 1638, rogato Michele Creato in seguito Consigliere di Stato, postosi che ritenevasi avesse la migliore scuola che in col quale istituì erede con primogenitura il figlio Vernetti, alli Conte Carlo ed Amedeo padre e tutto a servizio del Duca, gli fu largo di pareri Italia esistesse di quanto si attiene alle arti guer- Amedeo e dispose di vari legati a favore delle figlio di Castellamonte, a nome e per causa di e di aiuti per i suoi vasti progetti. Egli fu quegli resche. Ed a lui ricorrevano quindi anche gli stra- figlie Anna Maria ed Eleonora (1). dote, la somma di lire seimila da ss. 8 l'una che tracciò il primo ingrandimento di Torino verso nieri, come vediamo dalla relazione fatta al Duca L'anno 1638 non fu l'ultimo di sua vita. Infatti e tutti li beni, censi, crediti, ecc., lasciati dal sud, di cui discorreremo più avanti, e progettò la di Modena da Fulvio Testi, nel 1635, quando andò nel 1639 quando Torino fu sorpresa dal principe padre Dentis in Torino, parrocchia di S. Maria piazza S. Carlo con facciata uniforme per tutte legato al Duca Carlo Emanuele I, dove si legge: Tommaso e Madama Reale Cristina di Francia, alla di Piazza, e beni sulle fini di . le case che la circondavano. Nel 1621 fu nomi- « Io gli mostrai (al duca) le due piante dei disegni quale il conte Carlo era rimasto fedele, dovette pre- È dichiarato inoltre nel contratto che, venendo a nato membro del magistrato delle fabbriche, delle » (della cittadella di Modena) e disse di considerarle cipitosamente, alle ore sette della notte dalli 26 morte il protomedico Fiocchetto, restava investito quali molte costrusse a servizio dei privati e del » e di farle ancora considerare dal conte Carlo Ca- al 27 luglio, rifugiarsi nella cittadella, noi troviamo del feudo di Bussolino il conte Amedeo di Castel- clero, avendo per aiutanti suo figlio Amedeo e » stellamonte il quale non solo era intendente del che il Principe notificava alli 22 agosto al Pasero, lamonte e la primogenitura rimaneva nella di- Maurizio Valperga della nobile famiglia dei conti » mestiere, ma aveva notizia del sito di Modena conte di Cervere, Segretario di Stato e poscia mi- scendenza degli sposi (1). Valperga nel Canavese. » ed era forse stato il primo a consigliare V. A. a nistro dei Principi, di aver fatto arrestare Carlo Con patenti 15 giugno 1638, il conte Amedeo Prima del 1700 gli architetti erano pure inge- » far la cittadella : che avrebbe poi messo in carta Castellamonte col Vanelli, col segretario Carron, fu investito di tutte le miniere d'oro, d'argento, gneri militari ed uffìziali d'artiglieria ed erano » quello che gli fosse paruto d'aggiungervi mentre Nocellino, Pastoris, fratelli Vibò ed altri, essen- rame, stagno, piombo, ferro, pietre preziose, chiamati alla fortificazione delle piazze, arte nella » ce ne fosse stata necessità, e che ci avrebbe dogli parso tenerli in sicuro sino a che, scriveva, marchisette, ed ogni altra sorte di minerali e quale, colla invenzione della polvere, venne rifor- » anche messe le ragioni e i fondamenti per li si abbi la volontà del signore Principe cardinale mezzi minerali esistenti nel feudo di Bussolino. mato tutto il sistema di difesa usato nel medio evo. » quali s'induceva a dire, la tale e tal cosa. Sup- mio fratello come quello che avrà facilmente Nel feudo di Castellamonte poi non trovasi altro Anche il conte Carlo fu ingegnere militare; ed il » plicai S. A. R. a presentare a V. A. qualche più notizia della lor vita di me (2). che la grazia di un molino, con sue ragioni e Della Chiesa, suo contemporaneo, lo dice così in- » soggetto che sopraintendesse alla fortificazione Con questa notizia cessa ogni altra memoria pertinenze, concesso con patenti 22 luglio 1643 gegnoso nel fabricar machine da guerra e così » e disse che molto volentieri, occorrendo, gli sul conte architetto Carlo Castellamonte, il quale da Cristina di Francia (2). eccellente nel indrizzare fortezze, che non ha » avrebbe mandato il medesimo conte Castella- quindi deve essere morto sul finire del 1639 o In Torino possedeva la casa paterna, costrutta forsi pari in tutt'Italia (1). Fin dal 1617 era stato » monte, del quale disse gran bene ». sul principio del 40 perchè a questo tempo cessano in città nuova, dopo che fu venduta l'altra alla spedito a sopraintendere alla costruzione delle for- In seguito poi nella stessa relazione scrive il nel registro dei tesorieri generali ogni rimborso reggente per costruirvi Santa Cristina; ma questa, tificazioni ed al governo di Verrua (2) in sostitu- Testi: « Feci istanza perchè mandasse a Modena di spesa o stipendi al suo nome ed appare invece col fratello Agostino, la vendette, nel 1642, a Mar- zione di Ercole Negri di S. Front, egli pure archi- » il conte Carlo Castellamonte, ma si scusò con quello del figlio Amedeo. tino Moglina (3); d'altro più non trovasi, fra i suoi tetto civile (3), e nel 1621 scriveva di avere spedito » dire che doveva mandarlo a Nizza avendo pen- possedimenti, fuorchè una pezza di terreno di circa un disegno per la riforma delle fortificazioni di una giornata, con una fontana in essa esistente, si- » siero di fortificare quella piazza e di ridurla in III. Nizza, altra volta fatte da Giuseppe Caresana col- » ottimo stato, come ha fatto quella di Momiliano, tuata nelle fini della città, concessagli in dono dalla l'aiuto del maestro Ferrante Vitelli che aveva reso » la quale mi ha detto di aver munita e presi- Del conte Amedeo Castellamonte, figlio di Carlo, reggente Cristina alli 30 agosto 1648, pezza già forte nel 1573 anche Mondovì e la sua cittadella » diata in ogni più isquisita maniera » (1). è pure sconosciuto il tempo della nascita. La prima goduta dal padre durante sua vita, in virtù di di cui fu poi governatore. Il conte Carlo Castellamonte possedeva in quel educazione gli fu probabilmente impartita dai ge- patenti 29 dicembre 1604 (4). Creato primo ingegnere sovrintendente delle sito ove ora sorge la chiesa di S. Cristina una suiti, ai quali erano affidati quasi tutti i fanciulli La vita artistica del conte Amedeo ha principio fortezze e luogotenente dell'artiglieria, progettò e casa con giardino e quattro botteghe verso la nobili, quando non crescevano sotto un pedagogo. solo nel 1646 colla costruzione della Chiesa di S. Sal- diresse i lavori per le fortificazioni di varie piazze piazza, attigua a quella degli eredi di Fiorenzo Frequentò poi l'Università e si addottorò in leggi(3). vario in Torino, e poscia tosto spicca, in quel me- del Piemonte, come risulta da una relazione in Forno, la quale con istrumento 4 ottobre 1638 La laurea in leggi era assai ricercata a quei tempi, desimo anno, per il Palazzo Reale che come ve- data 14 maggio 1637 (4). Compilò eziandio nel 1633 fu comprata dalla duchessa Cristina di Francia al siccome quella che era dotata di molti privilegi. dremo, progettò e di cui diresse i lavori. un progetto per il forte di Momiliano e nell'Ar- prezzo di 8000 ducatoni, per far luogo alla chiesa Ma pare che l'arte della sesta lo attraesse più Dopo il 1646, in quasi ogni fabbrica che ese- chivio di Stato trovasi una lettera 22 maggio ed al convento delle carmelitane che vennero a del codice, giacchê, messi tosto da parte i libri le- guivasi in Torino, tanto per conto del Duca quanto 1625 con un disegno autografo del forte di Ot- quel tempo introdotte in Torino (2). gali, nello studio del padre si applicò all'architet- per altri, trovasi nominato l'architetto Amedeo taggio. A Torino costrusse due bastioni verso Aveva condotta in moglie Ippolita Maria figlia tura, e nel 1637, con patenti delli 4 dicembre, la Castellamonte, e nella relazione a Madama Reale, Porta Palazzo, che il capitano Morello, anch'egli di Giovanni Francesco Fiocchetto di Vigone, conte, reggente Cristina di Francia gli assegnava, dietro 18 luglio 1653, sullo stato delle fabbriche (5), ve- architetto civile (5), non troppo amico del Castel- di Bussolino, primo medico di camera e protome- supplica del padre, il trattenimento delli scudi desi a quanti lavori, dei quali diremo in seguito, lamonte, trova che rendevano assai forte la città 1 dico generale di S. A., dalla quale ebbe quattro 833 /3 d'oro che il conte Carlo teneva sopra il egli attendesse. da quella parte. Vedremo poi l'importante sua figli: Cesare, Agostino, prete (che prima di avere tasso del luogo di Castellamonte per dar animo Dalle provvidenze e concessioni sovrane con- la tonsura ebbe un figlio Pietro Francesco), Carlo al conte figliuolo d'applicarsi al servizio del'A. tenute nei registri del Controllo di Finanze (6), ed Amedeo, e due figlie: Anna Maria, che sposò S. R. e nostro (A). risultano le sue nomine a sovrintendente generale (1) Relatione dello stato presente del Piemonte del sig. Don Francesco Agostino della Chiesa di Saluzzo, prot. apost. cosmo- Gian Giacomo S. Martino di ed Eleonora, Nel 1638 sposava in Vigone la signorina Ip- grafo et consigliere di S. A. R. — Torino, Vastameglio, 1635. che andò moglie a Giambattista Marenco da Do- polita Maria, delli defunti Antonio e Bernardina (2) Lettera nell'Archivio della Confraternita di S. Rocco, 3 gliani, donde originarono i Marenco di Castella- (1) Atto negli Archivi notarili di . luglio 1617. monte. (2) Archivio camerale. (3) Vedi biografìa di Ercole Negri di S. Front e di Morra nel (1) Archivio notarile di Pinerolo. (3) CLARETTA, Storia del regno di Carlo Emanuele II, t. II, TURLETTI, Storia di Savigliano, vol. III, p. 710. (2) Ordini e biglietti del Principe Tomaso. Archivio di Stato. p. 517. (4) Archivio di Stato. Lettere particolari. (3) Dottore in legge è qualificato nell'atto di matrimonio 17 (4) Archivio camerale. (5) Carlo Morello diede il disegno della chiesa di S. Nicolao a (1) , Fulvio Testi a Torino. febbraio 1638. Archivio notarile di Pinerolo. (5) Archivio di Stato. Lettere di particolari. nel Canavese, ampliata poi dal Vittone. (2) Archivio camerale. (4) GALLI, Cariche del Piemonte, vol. II, p. 259 e 296. (6) Archivio camerale. 32 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 33

delle fabbriche e fortificazioni, a luogotenente di maschio, opera che venne poi commessa allo » i quali si hanno a far spese immense e tanto al torrente Grana, non che la relazione sul pro- artiglieria e consigliere di Stato, e le varie sue mis- scultore Tomaso Carlone da Rovaio (1). » meno le fabbriche istesse che venendo a disca- getto dell'architetto vercellese Simone Formento, sioni in Savoia e nelle città del Ducato per provve- Altre riparazioni alla Cittadella vennero in se- » pitare tirano seco, oltre la perdita del denaro, che aveva ideato di rendere navigabile la Dora dimenti edilizi e la costruzione di una strada nella guito progettate su disegno del Castellamonte e » la riputazione del principe, qual per lo più Riparia. valle di San Martino per la condotta dei marmi. deliberate il 15 settembre 1673 agli impresari » viene ricoperta con la disgrazia di chi la con- Essendogli morta la moglie Ippolita, passò in Vedremo come a lui ricorressero eziandio molti Pietro Sardi e Quirico Castelli (2). Il conte Amedeo » duce » (I). seconde nozze il 24 aprile 1667, sposando Lodo- privati, per avere il progetto dei loro palazzi, e progettò pure tutta la fortificazione del secondo E quanto gli dispiacesse non poter sempre sor- vica, figlia del conte Teodoro Duchi. come abbia posto mano al secondo ampliamento ampliamento di Torino, per cui si può conchiudere vegliare di persona tutte le sue costruzioni, ap- Nel libro sugli architetti militari in Piemonte, di Torino verso Po, circondandolo di fortificazioni, che, non meno di suo padre, egli era espertissimo pare da una lettera, scritta il 27 agosto 1666 da del professore Promis, e nella storia militare del sotto il regno di Carlo Emanuele II. nell'architettura militare, ed è a deplorarsi che, Momiliano mentre tracciava i lavori di quel forte, Piemonte del Saluces, è segnato come anno della Nell'architettura militare non ebbe minore abi- tutti i suoi disegni di fortificazioni, siano andati nella quale esprime il proprio dispiacere per aver morte del conte Amedeo il 1675. Però dai re- lità di suo padre. Con patenti 2 aprile 1659 venne perduti, come furono distrutte, dalle guerre suc- dovuto assentarsi dalla Venaria nel più bello della gistri dell' Archivio Camerale risulta che so- nominato sovrintendente delle fabbriche e forti- cessive, le varie sue opere di difesa. costruzione degli archi (2). pravvisse a quest' anno. Infatti alli 10 settembre ficazioni collo stipendio di lire 1200 oltre quello In ogni suo lavoro poneva somma cura e dili- Ci rimane di lui un' opera a stampa intito- 1675 la reggente Giovanna Battista gli confer- 1 di lire 2000 che già aveva come primo ingegnere. genza, non dimenticando mai come, chi eleva edifizi lata: La Venaria, real palazzo di piacere e di mava un trattenimento di scudi 533 /3; alli 7 Nel 1667, essendosi annullato il Consiglio delle di certa importanza ad essi appoggia la sua fama caccia, ideato dall' A. R. di Carlo Emanuele II luglio 1678 gli venivano rimborsate spese per gite fabbriche e fortificazioni, e la Direzione essendo ed il suo nome, e quindi, quand'anche talora facesse duca di Savoia, re di Cipro, disegnata e de- ad Alba per riparazioni al Tanaro, a Borgofranco passata al Consiglio delle finanze, restava sop- aspettare i disegni e le costruzioni procedessero scritta dal conte Amedeo di Castellamonte nel- d'Ivrea per ripari alla Dora Baltea, a Centallo pressa la carica di sovrintendente, e quindi Carlo lentamente, non era per negligenza nè trascu- l'anno 1672. per quelli al torrente Grana, ed a Ceva, Mondovì, Emanuele II « credette di non poter più degna- ratezza, ma perchè li rivedeva e sempre più li Quest' opera è fatta in forma di dialogo tra Villanova d'Asti, Cherasco ed Asti per le forti- » mente impiegare la persona ed abilità non or- studiava; nè si peritava di ribellarsi talora allo l'autore ed il Bernini. Amedeo fa da guida al Ber- ficazioni. » dinaria dell'istesso conte, particolarmente nelle stesso Duca quando veniva accusato di lentezza, nini; partendo da Torino in carrozza e gli fa am- Altra parcella di spesa gli si trova ancora pagata » cose militari, che nel conferirgli la carica di luo- come rilevasi da una sua lettera, nella quale mirare ogni particolare della Villa Reale, mo- nel 1680 per trasferte in val di Susa e ad Ivrea » gotenente generale dell'artiglieria, nella quale scrive: « ... non avendo avuto io altro in mira strandogliene tutti i disegni ed i quadri ed af- per la misura di lavori eseguiti al castello; l'ultima » si segnalò il fu conte Carlo, suo padre, nella » sinora che di incontrare le soddisfazioni di freschi che riproduce allegati al volume in 60 parcella riflette spese fatte nel 1682 e nel prin- » servitù che in essa li rese, durante molti anni, » V. A. R. qual sarà sempre la medesima sino tavole incise parte dal Tasniere e parte dal cipio del 1683. » aspettando, da qualche congiuntura più ade- » piacerà a V. A. R. valersi dell'opera mia e se De Piene (3). Dopo, il nome del conte Amedeo Castellamonte » guata, si somministri l'opportunità di mag- » in essa ho trascorso fu per proprio zelo del suo Perito eziandio era nella scienza idraulica, non trovasi più registrato e quindi tutto lascia » giormente ricompensare il suo merito e te- » real servizio, non sapendo ne anco ora accor- giacchè, dalle sue parcelle, risultano le varie sue supporre che sia morto nel 1683. » stimoniarli la stima particolare della persona » dare che si debbano passare quei disegni sopra gite per i ripari alla Dora Baltea, al Tanaro ed Non mi venne dato di trovare l'atto della sua » sua » (1). morte; ma in un mio esemplare dell'opera la Ve- Dai registri delle spese dei tesorieri generali e naria, è segnato con scrittura sincrona : « Amedeo dalle lettere conservate nell'Archivio di Stato (2), (1) Nell'Archivio camerale, registro degli ordini degli esecutori Castellamonte morì di apoplessia il 17 settembre risulta come l'Amedeo Castellamonte presiedette testamentari di M. R., si trova la seguente convenzione di To- (1) Archivio di Stato. Lettere di particolari. 1683 ». maso Carlone: alle fortificazioni di Momiliano, fece il disegno (2) Idem. Lasciò morendo due figlie: Antonia, che andò per il forte di Ceva, e nel 1674 ne incominciò «Torino, 20 agosto 1663. — Per la presente, io, Tomaso Car- (3) Riguardo alla stampa del volume La Venaria, piacemi qui sposa a Bernardino Carroccio, investito nel 1669 i lavori. Ci rimane una relazione, 28 luglio 1672, lone, scultore di marmi, in Torino residente, prometto e mi ob- riportare una lettera del Castellamonte esistente nell'Archivio di bligo di far l'ornamento e tavola dell'iscrizione comandata da del feudo di Bussolino per la primogenitura Fioc- Stato, lettere particolari : sullo stato dei forti e castelli di Zuccarello e Castel- M. R., da mettersi nella cittadella della presente città ed osser- chetto; Anna Maria, che divenne Suor Teodora, vecchio, dopo la presa di Zuccarello ed un pa- vare il disegno rimessomi dal signor conte Amedeo Castellamonte, « Altezza Reale, monaca lateranense del monastero di Santa Croce rere, 1° settembre 1675, sul quesito se sia più op- come segue: cioè il telaro di detta iscrizione in pietra di Gas- in Torino (1). sino, lavorato alla martellina politamente, con la cornice sopra portuno il demolire il castello d'Asti e fabbricarvi « Io non deuo più differire l'andarmene nella Valle di S. Mar- Si estinse così il ramo dei Castellamonte-Co- detto telaro della medesima pietra : la tavola dell'iscrittione potrà tino per vedere come abbino operato sin hora, e quello vi manca una cittadella in altro sito, oppure di lasciarlo sus- essere di quattro pezzi del marmore di Foresto e Venasca, ben gnengo, che vantava quattro secoli di esistenza sistere. per compimento di quella strada, e penso partir di mattina come giunti e connessi insieme con ogni politezza. Più di scrivere et ho promesso al conte Beccaria. Ma perchè parmi che V. A. R. si propria e discendeva da una nobile famiglia cana- Dalle varie parcelle di trasferte hassi notizia che intagliare le lettere di detta inscrittione conforme al composto e risolva che la sua si stampi qui in Torino, riso- diresse i lavori ai forti di nel 1655, misura delle lettere che si vedono in detto disegno e di riem- lutione buonissima, poichê si leva quel libro dalli accidenti che pirli di piombo fonduto in essa, e che sieno tagliate tutta squadra li possono occorrere nei viaggi e si havrà comodità di andarlo di Cherasco nel 1658, 1672, 1678, di Santhià, acciò si conservino: qual sudetta opera prometto e mi obbligo Verrua e Villanova nel 1658 e poi ancora nel polendo da quella ruggine che li sarà ancora restata e sortirà poi divider tra essi l'opera, che così si potrà hauere in meno di farla per il prezzo di ducatoni duecento, ossiano L. 900, e darla più corretto. Ho perciò, per auanzar tempo, cominciato a far prat- sei mesi et io lascierei il libro nelle sue mani se così V. A. R. 1678 e 1682 a Villanova, e riparazioni al castello finita per il prossimo mese di novembre, restando a carico di tica con due intagliatori che sono qui, cioè mons. Tasniere e Du- M. R. tutte le spese che faranno di bisogno per metterla in commanda, alla quale faccio hum.ma riv.sa. d'Ivrea nel 1674 e 1680. Piene separatamente, per saper da loro il prezzo e il tempo. Du- opera ». Attorno alla Cittadella di Torino, nel 1663, Piene chiama per la sua fattura dell'intaglio doppie 140, come « Torino, li 2 giugno 1673. Madama Reale fece eseguire alcuni lavori di ri- L'iscrizione era la seguente: vedrà dal dettaglio dell'inclusa lista, e Tasniere chiama a corpo « Hum.mo ser.re stauro ed ordinò ad Amedeo Castellamonte rin- doppie 150, e l'uno e l'altro un anno di tempo, e possi credere Emanuel Filibertus Sab. dux X che tra la stampa del carattere, le piastre di rame e la carta per « AMEDEO CASTELLAMONTE. » novasse, su suo disegno, l'antica iscrizione posta Variis post amissum a suis avitum solium laboribus exhantlatis 500 copie arrivarà alla spesa di duecento doppie. Ho parimenti da Emanuele Filiberto sulla porta esterna del Partâ tandem, Christi nomine, in Belgiis victoriâ trattato col stampator Zauatta per vedere s'egli voleva far questa (1) Monastero, soppresso nel 1800, che eravi nel sito ove ora Et Margaritâ, Francorum Regis sorore, in matrimonium ductâ spesa, e rendersi padrone del libro, ma non vole arisigarsi, te sta l'Ospedale Militare. Esiste ancora la chiesa ovale con cu- Receptis provinciis mendo che il libro non habbia essito (ma s'inganna). Sarei perciò pola disegnata dal Juvara e rinnovata col campanile da Gio. Batt. Hanc Arcem, publicae securitati, a fundamentis erexit di parere che V. A. R. commettesse, pendente la mia absenza Borra, con quadri di Gio. Batt. Brambilla (La Natività), di (1) Archivio camerale. Reg. controllo, 1666 in 1667, fol. 151. Anno MDLXV. per auanzar tempo, al General di Finanza Ferrario di far chia Claudio Francesco Beaumont (Deposizione), e del Moncalvo (2) Archivio di Stato. Fabbriche e fortificazioni, mazzo I. (2) Archivio camerale. mare li suddetti e stringerne il prezzo a quel manco si potrà e (S. Pietro in cattedra). Atti della Soc. degli Ing. ed Arch. — 5. 34 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 35

vesana che ripete la sua (probabile) origine da Ar- Tale era la topografia di Torino e dei suoi din- Ed eccoci così arrivati al regno di Carlo Ema- Le case che vi erano di dietro non essendo al- duino marchese d'Ivrea (1). torni, sui quali dovevano praticarsi i successivi nuele I, col quale incominciano i primi veri ingran- lineate e tutte disformi nelle altezze dei piani, ingrandimenti. dimenti di Torino e le riforme dell'abitato com- furono tagliate dimezzando le stanze e si applicò loro un disegno del Vittozzi, a costo di circondare Già nel medio evo le mura romane erano state preso nella cerchia antica. IV. con grandi incorniciature finestrelle piccolissime, rese più valide coll'aggiunta di nuove fortifica- Carlo Emanuele I aveva, sul principio del suo far riuscire a metà delle luci frontoni e davanzali L'Impero romano lasciò Torino cinta da mura, zioni. Nel secolo IX esse erano munite con den- regno, ai suoi servizi Ascanio Vittozzi. Il Duca, fin e persino il cornicione terminale. su d'un'area rettangolare di lati m. 720 da mat- sissime torri, e girava tutto attorno una comoda dal 1584, gli aveva fatto studiare un disegno uni- tina a sera, cioè dalla fronte occidentale del Ca- galleria sopra la quale ergevansi forti opere di forme con ampio porticale, per piazza Castello. Con La facciata di queste case si vede ancora at- stello ad una ventina di metri dalla strada della difesa, distrutte poi in gran parte dal vescovo Patenti 16 giugno 1606 ordinò ai padroni delle case tualmente per la massima parte nei piani superiori ; Consolata, e m. 670 dalla strada Giulio a notte, Amolo (1). Nel secolo XIV furono costrutti bar- di rifabbricarle, con facoltà di occupare gratui- della parte al pian terreno si ha traccia nella por- a circa venti metri da quella di Santa Teresa a bacani. Nel 1410, il Comune pagava a Giorgio tamente per i portici parte della piazza, oppure zione dell'isolato S. Damiano, presso l'angolo di giorno. Fasello il rivellino costruito a Porta Tibellina o di vendere le case a chi pigliasse l'obbligo di ri- via Finanze. Se ne ha poi un disegno al vol. 753, La campagna circostante era piana a mezzo- Fibellona. Nel 1461 vennero eretti due bastioni fabbricarle secondo il disegno (1). pag. 110 del Vicariato nell'Archivio municipale. giorno, ma solcata, parallelamente alle mura, all'angolo sud-est ed un terzo avanti il Castello, Impaziente, vedendo che le opere procedevano Nel 1619 venne aperta la via del Palazzo di da rivi e fossi scaricantisi nel Po. Eravi il val- sui disegni di Canale Michele, ingegnere fioren- con lentezza, due anni dopo, in occasione delle Città. Finalmente dopo lo sventramento e l'abbel- lone della Rocca, altro dove sorge ora il ca- tino, professore a Torino (2), di cui parla l'Annoni feste che rallegrarono il carnevale di quell'anno, limento interno, il Duca pensò all'ampliamento stello del Valentino; più a giorno, oltre San Sal- nella prefazione al Trattato di architettura mili- già fatto solenne dal doppio matrimonio delle due della città, la quale, come si esprime nell'Editto vario ed il Valentino, stavano il vallone di Val- tare. Altre furono prescritte nel 1467 da Claudio infanti maggiori, Margherita ed Isabella, costrusse 1621, « era senza dubbio troppo angusta rispetto torta, altro con foce nel Po alla Molinetta, altro di Seyssel, maresciallo di Savoia. egli stesso attorno a piazza Castello, innanzi alle » al gran concorso delle persone che tratte dalla » residenza della nostra Corte e dei magistrati a S. Cosimo ed altro alle Fontane. A mattina, Ne risultò così il primo completo regolare re- case, un giro di portici sormontato da un terrazzo, » della giustizia e da altre cagioni degli uffizi e scendendo parallelamente al corso del Po, sboc- cinto medioevale, con le porte del Castello di Po che donò per Patenti 26 marzo 1612 ai padroni » dei negozi vi vengono giornalmente ad abitare ». cava nella Dora un vallone detto la valletta di a Levante, la Turranica o Segusina a ponente, degli edifizi retrostanti, con obbligo di elevare su Po, ed innalzavasi in essa un monticello alto presso all'intersezione odierna delle vie Garibaldi quelli almeno due piani fra sei anni, con le fine- Nel 1615 era morto Ascanio Vittozzi ed eragli circa sette metri, spianato poscia colle fortifica- e della Consolata, la Marmorea o la Pusterla, di stre, poggioli et ornamenti, che saranno desi- sottentrato come ingegnere del Duca il conte Carlo zioni. Parallelo al Po e da esso distante oltre un S. Martiniano o di S. Pietro a mezzodì, presso gnati et ordinati dall'ingegnere capitano Ascanio di Castellamonte. Egli progettava un ampliamento chilometro, andava un ciglione elevato che co- l'incrocicchio di via S. Tomaso e di Santa Teresa Vittozzi (2). Ed allo stesso Vittozzi poi donò un verso il sud, non toccando le mura romane e te- stituiva la sponda sinistra dell'alveo primitivo, e finalmente la Paladina, o di Palazzo a setten- sito all'imbocco dell'attuale via Roma, con che nendosi anzi ad una certa distanza da esse. L'in- sul quale stava la città (2). trione, ove sonvi le torri di Porta Palatina (3). però fabbricasse in esso sito li portici et altre grandimento fu tracciato fra le attuali vie dell'O- fabbriche corrispondenti alla facciata delle altre spedale ed Alfieri e le vie Carrozzai ed Andrea Nel medio evo vennero costrutti i sobborghi di La fortificazione per resistere alle artiglierie vi verso la piazza (3); ma quegli per la sua morte Doria, chiuso lateralmente verso levante dalle linee Porta Palazzo o del Pallone, di Po (che già aveva fece la sua prima comparsa sotto i Francesi nel non potè costrurlo. occupate ora da parte della via S. Francesco da una lunga serie di portici), dei Marmi o di Porta 1537 e forse allora sorse davvero il primo bastione Paola e verso ponente da parte di via dell'Arse- Marmorea, verso Porta Nuova, di Porta Susina. alla moderna, che s'intitolò degli Angeli, poi di Sul tratto delle mura romane che chiudevano nale. Quest'area doveva essere divisa in dieci iso- Nei sobborghi eranvi tredici templi e, nell'angolo Santa Giustina e quindi di S. Lorenzo, a nord-est la piazza verso levante il Duca fece innalzare lati che sono gli attuali Santa Elisabetta, S. Carlo, sud-ovest di piazza S. Carlo, l'antico anfiteatro della città, al quale non si aveva accesso che dal Ca- una grande galleria che faceva capo al lato nord Santa Cristina, Sant'Eufemia, L'Annunciata, Ma- romano. I detti sobborghi furono gravemente dan- stello. Si ricostrusse anche il bastione di S. Giorgio del castello, e venne dipinta verso il 1606 da Fe- donna degli Angeli, Sant'Agnese, Sant'Antonio, neggiati nel 1536 (3). o della Consolata, detto poi di Santa Maria, nel derico Zuccaro, Niccolò Ventura, Guglielmo Caccia Santa Maria Maddalena e S. Francesco di Sales. 1555, e dopo che furono eseguite le ultime opere detto Moncalvo e Giovanni Crosio. Questa galleria Tale ingrandimento doveva essere racchiuso da verso Santa Giustina, nel gennaio del 1559, maestro fu distrutta da un incendio nel 1667 e rifatta solo una zona di cinque bastioni, con progetto stato (1) Dai documenti ho potuto così formare la genealogia dei Vittonetto, figliuolo di Bernardo, fece la grande più tardi collegandola col palazzo reale. studiato prima dall'architetto militare Ercole Negri Castellamonte-Cognengo : Oberto, 1236, figlio di Guglielmo Capris piattaforma di Porta Susina. In seguito, nel 1615, il Duca fa tagliare l'isolato di S. Front (1) e modificato dal Castellamonte. vivente nel 1173 — Filippo, 1292 — Aimonetto, 1329 — Gio- Emanuele Filiberto, entrato solennemente in che stendevasi dalla via Viotti, allora dell'Anello vanni, 1361 — Pietro, 1376 — Oberto, 1438 — Antonio-Oberto Torino con la consorte Margherita alli 7 di feb- d'oro, dall'osteria di tal nome, sino alle mura che Il Cibrario ed altri dicono che questi bastioni con Catterina della Torre, 1473 — Obertino, 1527 — Giovan An- furono costrutti all'epoca del matrimonio di Vit- tonio, 1557 — da cui: braio del 1563, dopo che i Francesi n'uscirono il 2 si prolungavano dal Castello verso il sud, ed aprì dicembre 1562, voltassi ad assicurare la sua capi- così la via Nuova, ora via Roma, atterrando le torio Amedeo I con Cristina di Francia. Dovevano tale dalle esterne aggressioni, nel quale intento fece case che facevano impedimento, e tra le altre quella essere collegati da una parte con quelli della Cit- rompere le mura all'angolo occidentale e demolire del Nicotto, cameriere di S. A, che confinava a le- tadella, tra il bastione di S. Lazzaro e quello del- uno dei forti bastioni, detto di S. Pietro, che eravi vante con Antonio Parentani, pittore, a ponente da quel lato della città, per innalzarvi la citta- col palazzo Martinengo, al nord colla piazza ed al della sui disegni di Francesco Paciotto. Costrusse sud col Trincotto di Madama Caterina Meraviglia, ossia Verintiana, figlia naturale di Carlo Ema- (1) Ercole Negri, conte di S. Front e Morra, nato a Centallo, ancora tre altri bastioni, uno sulla destra di Porta ebbe la cittadinanza di Savigliano l'8 gennaio 1601, dove fu go- Susa e due ai lati di una nuova Porta detta Do- nuele I (4). vernatore dal 1600 al 1604, e poi dal 1619 al 1622. Ivi, oltre reana, che aprì a notte, chiudendo invece la Porta alle opere di fortificazione della città, disegnò la fronte meridio- Palatina. nale del palazzo storico in via Jerusalem, dove morì Carlo Ema- nuele I; diede il disegno decorativo della chiesa di S. Pietro, (1) DUBOIN, Baccolta di leggi, tom. 13, p. 910. onde ridurla dallo stile lombardo al barocco, e quello primitivo (2) DUBOIN, Raccolta di leggi, tom. 13, p. 912. della chiesa di S. Giuseppe e di Santa Croce, ed infine la cap- pella della Compagnia dei Suffragi e del Corpus Domini, nella (2) PROMIS, Storia dell'antica Torino. (1) CIBRARIO, Storia di Torino. (3) MANNO, in Atti dell'Accademia delle Scienze, vol. XIV, parrocchia della Madonna della Pieve. Morì l'8 dicembre 1622 e (3) THESAURO e FERRERO DI LAVRIANO, Storia di Torino, parte (2) VALLAURI, Storia dell'Università di Torino. pag. 181. a fu tumulato nel coro della chiesa di S. Pietro. 2 , p. 688. Torino, 1712. (3) SALUCES, Histoire militaire du Piémont, tom. V. (4) Archivio camerale. Registro contratti, LXXI, fol. 19. 36 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 37

l'Infante, detto poi di Madama, e dall'altra col ba- vanti S. Carlo e dava facoltà di fare fornaci per sione senza che fossero ammessi ed approvati per segni del conte Carlo Castellamonte, e di cui ci stione di Santa Margherita all'angolo dove ora laterizi (1). Con altro successivo editto del 25 ot- abili dal molto magnifico Consigliere di Stato, rimane il disegno nel Theatrum Statuum Regiae sorge il palazzo dell'Accademia delle scienze presso tobre stesso anno confermò il primo ed aggiunse sovrintendente di fortezze e generale luogote- Celsitudinis Sabaudiae (1). S. Filippo. Vedremo però che a questa fortifica- nuove facilitazioni affine di favorire la costruzione nente dell'artiglieria Carlo Castellamonte, primo Verso la via Roma, gli isolati che la fronteg- zione non si pose mano che nel 1632. di case, rinnovando l'obbligo ai proprietari di ven- ingegnere (1). giavano dovevano pure avere una facciata uni- Dai documenti non risulta che al tempo di Carlo dere tutti o parte dei terreni a chi intendeva Intanto nel 1632 i dieci isolati che formavano forme, con pianterreno a botteghe, un primo piano Emanuele I siansi tosto innalzati edifizi di qualche fabbricare, prescrivendo ai costruttori di attenersi la città nuova non erano ancora chiusi da forti- a finestre con stipiti e cappello frastagliato a ma- importanza in quei dieci isolati, sebbene molte ca- ai disegni del Conte di Castellamonte e fissando ficazioni. Desse erano state appena incominciate, scheroni centrali, un secondo con finestre ornate sette con botteghe vi avessero costrutte varii pro- pene per i contravventori (2). Per sopraintendere poi, fin dal principio tralasciate: solo in cotest'anno a cartocci, ed un terzo sormontato da semplice prietari, come appare da atti di vendita posteriori. alle costruzioni private per quanto ne riguardava venne deciso di riprenderne la costruzione ed ulti- cornicione. Di queste facciate se ne veggono an- Solo il Duca, alla memoria di S. Carlo Borromeo, l'abbellimento, il 10 marzo 1621 creò un magi- marle. Infatti ai 13 dicembre 1632 fu deliberata ad cora dei tratti negli attuali isolati. che ch'egli aveva conosciuto di persona quando da strato delle fabbriche, che doveva anche dirigere Andrea Muschio e Francesco Quadrupani l'im- Durante il regno di Vittorio Amedeo I, sorse Milano era venuto a Torino a piedi nell'ottobre del le costruzioni dipendenti dal patrimonio ducale. presa delle fortificazioni della città nuova pella nella città nuova, isolato della Madonna degli An- 1578 per visitare la Santa Sindone, fece edificare Questo consiglio teneva le sue adunanze in una cavatura dei fossi e fabbrica delle muraglie (2). geli, il convento dei Riformati, la cui prima pietra la chiesa di S. Carlo, alla quale deputò ad uffi- camera del palazzo ducale od in quello del prin- Leggesi nel capitotato: « I fossi saranno della fu posta il 13 luglio 1631 da monsignor Giovanni ziarla gli Agostiniani scalzi, che prima avevano la cipe, ed era obbligo di riunirsi ogni settimana ed » forma già cominciata, cioè due trabucchi di pro- Ferrero-Ponsiglione. Nel 1632 il Duca, per rendere Cappella delle quattro vergini al Parco. La pietra i giorni che dalla necessità del servizio richie- » fondita, ed in larghezza sette trabucchi nel fondo grazie a Dio della fecondità conceduta a Cristina fondamentale fu collocata il 12 settembre 1619. devasi. Dovevano intervenirvi per titolati del Con- » avanti la faccia dei baluardi, e per scontro alle di Francia, sua moglie, chiamava sei monache tur- Sebbene sia provato che Carlo Castellamonte ne siglio e corpo di esso, il conte di S. Front, generale » cortine nella stessa profondità, ma nella larghezza chine dalla Borgogna, assegnando alle medesime abbia fabbricato il convento, non risulta che il pro- d'artiglieria, il conte Valdengo, consigliere di » si porterà il disegno che dall'ingegniere sarà dote sufficiente per mantenersi, ed esse costrussero getto della chiesa sia opera sua, quantunque tutto Stato, li mastri auditori Nicolis, dottor Lodi e Pre- » sopra il luogo terminato; la terra che si caverà a loro spese un convento nell'isolato dell'Annun- induca a credernelo l'autore. Furono citati invece il cipio, gli ingegneri Carlo di Castellamonte e Carlo » da detti fossi sarà portata in dentro per formare ziata. padre Andrea Costaguta ed il Galleani di Venti- Vanelli, l'auditore Gabetti, il controllore della » il terrapieno e fuori per formare l'argine e le Vittorio Amedeo moriva alli 7 ottobre 1637, la- miglia, originario di Bologna, che fu poscia Conte casa ducale Isoardi, l'ingegnere capitano De-Marchi » mezze lune. Le muraglie per baluardi e cortine sciando erede al trono in età minore Carlo Ema- di Barbaresco, il quale si crede abbia introdotta e il controllore delle fabbriche ducali Vugliengo (3). » saranno in altezza circa tre trabucchi dal suo nuele II, sotto la reggenza di Madama Reale, Cri- e perfezionata in Piemonte l'arte di torcere la seta. Sul finire del suo regno, Carlo Emanuele fece » fondamento in cima, di grossezza nel fondo di stina di Francia. La Reggente trovò la città quale Altri invece vogliono autore del progetto il ancora costrurre i portici di piazza S. Giovanni, » piedi liprandi tre ed in cima di piedi liprandi risulta da una pianta di Torino, delineata dal ca- Valperga Maurizio, ma nulla si sa di preciso. privilegiando chi fabbricasse secondo il disegno » due, fatta a scarpa, incamiciati al di fuori da pitano Agostino Perentari ed incisa da Gio. Paolo Certo si è che alli 4 novembre del 1620 la chiesa uniforme di suo gusto, fatto studiare verso il 1622 » mattoni ben cotti e staggionati con i suoi corsi Bianchi (2), colle fortificazioni per difesa nella vi si potè già uffiziare, sebbene non avesse ancora dal conte Carlo di Castellamonte ed offrendo le » a livello con poca calcina e rigati detti corsi guerra civile del 1640, il cui assedio vien de- l'altar maggiore, terminato solo nel 1655, e fosse colonne di marmo bianco su cui dovevano reggersi » con la punta della cazzuola, et il rimanente della scritto dal conte Tesauro. senza la facciata, costrutta solo dietro concorso pub- gli archi (4). Finalmente aveva intenzione di col- » grossezza di detta muraglia al di dentro sarà Madama Reale,poichè ebbe composte le discordie blicato dal Municipio il 20 maggio 1824, sul pro- legare la città nuova coll'antica mediante una » fatto di mattoni e pietre in tal maniera che in coi Principi suoi cognati, volse l'animo a comple- getto dell'architetto Grossi. grandiosa piazza, al quale fine ordinò a Carlo Ca- » altezza di ciascun trabucco siano sette corsi di tare l'idea del marito riguardo all'ampliamento, Ma i proprietari andavano troppo a rilento nel stellamonte lo studio del progetto per la facciata » mattoni tutti compiti per la grossezza di detta e prima d'ogni cosa pensò alla formazione della fare case nuove nell' ingrandimento. Per dare delle case che dovevano circondarla. » muraglia». piazza S. Carlo, che allora venne chiamata Reale, impulso alla fabbricazione, il Duca, con editto 12 Per la sua morte avvenuta in Savigliano il 26 A sovraintendere a detta fortificazione il Duca ordinando che tutte le case che circondavano la agosto 1621, concesse a chi avesse costrutto: e- luglio 1630 non potè il Duca dare effetto al suo nominò un nuovo Consiglio di sorveglianza e dire- piazza fossero fabbricate sovra una medesima ar- senzione del carico della milizia nuova sino alla disegno e la stupenda piazza, che divenne poi la zione dei lavori, composto dei signori marchese chitettura e colla facciata progettata dal conte Carlo terza generazione; inibizione di molestie perso- piazza S. Carlo d'oggidì, ebbe a soffrire un ritardo Filippo Forno, M.° di campo, Consigliere di Stato Castellamonte (3). nali per debiti; escluso ogni atto esecutivo sulle di qualche anno alla sua formazione. e Governatore della città e provincia, Lelio Caudo- Le varie porzioni di terreno che l'attorniavano fabbriche; qualora per debiti della città si avessero Nel breve suo regno, Vittorio Amedeo I non tra- veadore, generale della milizia, secondo Presidente, furono concessi al banchiere Gio. Antonio Turinetto, a registrare e collcttare le case od anche per or- scurò l'edilizia: fissò il prezzo dei materiali da Giovanni Battista Gabaleone di Baldichieri, Camillo al marchese di Voghera Don Francesco Dalpozzo, dine sovrano, quelle della città nuova non potes- costruzione (5); col parere del conte Carlo Castel- Richelmi, terzo Presidente, conte Carlo Castella- generale d'artiglieria, a Gaspare Graneri, all'audi- sero essere registrate e poste a contribuzione per lamonte compilò il regolamento per la misura monte, primo ingegnere; e Carlo Baronis, audi- tore Benedetto, al segretario Giovannini, al gene- 25 anni; a coloro che fabbricassero era fatta delle fabbriche (6) (primo regolamento d'ornato, tore (3). grazia di ogni contravvenzione in cui fossero in- in data 11 giugno 1633, approvato li 8 luglio stesso La città nuova, fuori delle antiche mura non corsi; ai fuorusciti che fabbricassero case o le anno); inibì ai capi mastri che servivano negli ancora demolite, rimase così chiusa da fortifica- (1) Sul frontone della porta eravi questa iscrizione: acquistassero ed abitassero si concedeva salva- Stati al di qua dei monti di esercitare la profes- zioni ed all'estremità della via Nuova fu eretta in Carolo Emaniteli Sab. duci condotto perpetuo conche non fossero convinti di marmo la Porta Nuova, che era stata solo co- Quod libertate armis vindicata lesa maestà, ed ai forestieri si concedeva la cit- strutta in legno e tela dipinta nel 1620, sui di- Pace bello parta securitate publica tadinanza (1). Favoriva poi lo sviluppo del com- Victoris Amedei f. et Christianae (1) DUBOIN, tom. 15, p. 924. Christianiss. coniugio firmata mercio con privilegio ai negozianti, trasportava (2) BORELLI, p. 929. In eorum adventu il mercato dalla piazza di S. Tomaso a quella da- (3) DUBOIN, tom. 15, p. 913. (1) Editto 20 maggio 1633. Novam urbem instituit et (4) Archivio camerale, reg. Patenti, vol. 55, fol. 3, 2. — Queste (2) Dai registri delle Sessioni degli ill.mi ed ecc.mi signori De- Antiquam illustravit colonne, minacciando rovina, furono poi rinchiuse nei pilastrini legati di S. A. S. sovra le fabbriche delle fortificazioni della città S. P. Q. T. A. MDCXX. (progetto Carlo Gabetti, 4 marzo 1840). di Torino, tenuto da Michelangelo Golzio, segretario di S. A. S., (1) BORELLI, Editti antichi e nuovi dei Sovrani e Principi (5) DUBOIN, tom. 15, p. 920. 1632, fol. 29. (2) Bibl. del Duca di Genova. di Real Casa di Savoia, p. 927. (6) DUBOIN, tom. 15, p. 926. (3) Registri citati, 1663, fol. 37. (3) DUBOIN, tom. 13, p. 936. 38 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 39 rale Gonteri, al marchese d'Agliè ed al Marchese notato ai tempi del Juvara, il quale, quando nel anno, pose mano al tracciamento della città Guido di Villa (1), e più tardi una parte al conte Usciva frattanto di minorità Carlo Emanuele II, 1718 progettò la facciata delle due Chiese, aveva nuova (1). Federigo Tana, marchese d'Entraque e conte di ed assunse le redini del governo il 20 giugno immaginato sul cornicione per nascondere il tetto Sul registro delle Sessioni degli ill.mi ed ecc.mi Limone e di . 1648, quantunque Madama Reale, insin che visse, una di quelle eleganti balaustrate (1), delle quali signori Delegati di S. A. R. sovra le fabbriche Nello stesso tempo cominciavano pure ad ab- egli era tanto amante, e che già aveva applicato abbia sempre serbato l'imperio sotto il nome del figlio. delle fortificazioni della città di Torino, tenuto da battersi le antiche fortificazioni in quel tratto, sul palazzo Madama e sulla casa d'Ormea in piazza Michelangelo Golzio, segretario di S. A., trovasi ornai diventato centralissimo, che correva paral- Carlina. Sotto il di lui regno Torino ebbe una seconda re- golare ampliazione con cinta fortificata, verso il che in seduta 23 settembre 1673 del Consiglio, lelo all'odierna via Santa Teresa, e la concessione composto del conte Trucchi, presidente, generale al marchese Villa (1642) donavagli pure i mate- Po. Il capitano Carlo Morello di Pavia, al servizio del Duca, ne aveva già studiato un progetto (1), delle Finanze Ferrari, auditori Gina e Marelli, con- riali del bastione Santa Margherita, che si trovava trollore generale Gallinati, patrimoniale Angiono col quale i bastioni si spingevano sino al fiume; all' incrocicchio delle attuali vie Lagrange e Maria e segretario Buonfilio, riferisce il consigliere au- ma, a questo progetto non si diede esecuzione, ed Vittoria, solo per quella quantità però che era ne- ditore Gina che l'impresa delle muraglie, cavi et invece fu adottato quello del conte Amedeo di Ca- cessaria alla costruzione del suo palazzo, e gli era esportatione di terra in ordine all' ingrandi- stellamonte. Tale ampliamento, raccordandosi al data facoltà di fare un giardino sopra il bastione mento di questa città, da farsi conforme al di- bastione che si trovava dietro l'isolato che com- del canale, vicino al bastione del Principe, ed altro segno ed istruzioni del signor conte e primo prende la chiesa della Madonna degli Angeli, detto nella cortina che correva dal bastione di Santa Mar- ingegniere Amedeo di Castellamonte, in seguito a di Santa Cristina e poi di S. Lazzaro, dirigevasi gherita alla Porta Castello, irrigabile con un'oncia tiletti pubblicati in diversi luoghi del Piemonte, d'acqua da estrarsi dal canale (bialera della città) verso Po con una linea che passava dietro gli Oneglia e Valle d'Aosta, e successivi incanti, venne che scorreva in capo alla nuova piazza; il tutto isolati ove sorgono l'ospedale di S. Giovanni e la deliberata ai capimastri Pietro Laurenti di Ca- senza pregiudizio della fortificazione e passaggio Maternità, sino al così detto rondò di piazza Vittorio rabia Luganese, Carlo Siuale fu Bernardo di delle ronde e cannoni. Emanuele I; poscia piegava obliquamente verso Graglia, Giacomo Mosso fu Francesco di Muz- Madama Reale comprò ancora la casa del conte notte e veniva a raccordarsi cogli antichi bastioni zano, Francesco Bariffo di Domenico di Mussagno Carlo Castellamonte per demolirla, ed ivi fece co- nel giardino Reale, secondo una linea parallela al Luganese, Michele Mossino fu Giacomo di Loggia strurre, sui disegni dello stesso Castellamonte, il corso S. Maurizio. Valsolda Milanese, e Giacomo Bovero fu Matteo convento e la chiesa sotto l'invocazione di Santa Fin dal 1669 il Duca già accarezzava l'idea Cristina per le monache Carmelite. di questo ingrandimento, e lo rammenta nel suo Rimase così completata la piazza S. Carlo a Memoriale autografo, esistente negli Archivi di perfetto rettangolo, lungo m. 168.15 e largo 76.20. Stato (2). Egli narra che vi era spinto per l'au- (1) Nota di quello ho speso io sottoscritto per servitio di S. A. R. Essa, fra le più belle che esistano, basterebbe . da mento della popolazione, per nobilitare Torino nell'anno hora scorso 1673 nel trassamento della nuova città sola a formare la fama di Carlo Castellamonte. I colla costruzione di accademie, collegi di nobili, di Po: palazzi che la fiancheggiano, lunghi m. 146.70 e e per l'esercizio delle virtù nobili affine di at- Per il trassamento primo in giornate N. 21 di lavo- d'un'altezza media di m. 18, sono di uniforme ed ele- tirarvi artefici, negozianti, banchieri ed altri ranti in far le prime trasse e prouedere paletti o boine gante architettura, con buona proporzione fra la virtuosi forestieri, rendendola celebre; e final- a s.s. 15 il giorno L. 15.15 Più in straforsino » 2.2 loro altezza e le dimensioni dell'area racchiusa, mente, per renderla maggiormente forte verso Più in una donzena e meza trauetti di rovere. . » 13.5 con piano terreno a portici, che si innalza di circa Il collegamento della nuova piazza con Torino il Po. Per farli resigare e portarli » 4.5 m. 7.50, un piano nobile alto 6 metri ed un se- antica venne eseguito nel 1648, trovandosi un or- Il presidente Truchi di Levaldiggi encomiava Salveguardie di tola N. 36 a s.s. 5 caduna ...» 9 condo piano, tutti a finestre ben proporzionate, dine di S. A. R., in data 2 luglio, per la « livel- questo divisamento del Duca, ed il 23 aprile di Più in chiodi . . .. » 0.7 Più in aver fatto un fessale tutto attorno la for- senza balconi, che nei portici sono sempre a de- » lazione della contrada tra piazza Castello e piazza quell'anno scrivevagli : « L'aggrandimento di co- » testa città è un'impresa degna della di lei gran- tifficatione d'ordine di S. A. R., largo un piede li- trimento della curvatura dell'arco; il tutto con » Reale, abbassare, sternire ed esportare la terra prando e proffondo onc. 6, e l'accordio soldo uno e un sobria ornamentazione a modanature sentite, senza » soverchia, ciascuno per quanto s'estende il sito » d'anima, tanto facile a perfezionare come a dar quarto di trabucco e per trab. 815 » 51.3 quelle cincischiature dell'epoca che finiscono per » avanti sua casa, osservandosi il livello ed ordini » principio ai suoi disegni, e può senza dubbio a Più al figliuolo del fu agrimensore Mazzucchi, che nuocere alla maestà delle facciate. » che ne darà il conte Amedeo Castellamonte con » voci d'immortalità pubblicare il suo nome oltre ha trauagliato a tutte le operazioni con li trab. e Gran peccato che, per rimediare alla mancanza » intervento del lettore delle matematiche, Fran- » il limite d'Europa ». squadre per giorni 15 » 30.0 L'esecuzione di un tale progetto incontrava Più ad un lavorante ch'a trauagliato giorni due con di resistenza delle pietre adoperate, siasi dovuto, » cesco Rolando, e del capitano Torazza ». li misuratori alla misura dei beni » 2.0 già sul finire del regno di Carlo Emanuele II, e Sotto la reggenza di Madama Cristina sorse, non pochi contrasti: il Municipio stesso dimo- Più per altri giornali di lauoranti in far altre trasse poi, nel 1773, da Vittorio Amedeo III, riempire di oltre il convento di Santa Cristina accennato, nell'i- stravasi alieno dal contribuire per una quota, de fossi, mezzelune e spalti tutto attorno la fortificat- muratura gli spazi compresi fra le colonne binate solato Santa Elisabetta, dove eravi prima la casa salvo che gli si. concedesse facoltà di nuove tione » 27.5 Più doppo la rifforma del dissegno fatto un nuovo reggenti gli archi dei portici, e sostituire gli attuali di Antonio Casella (2), quello delle Cappuccine, imposizioni. Finalmente, sul principio dell' anno 1673, tutte le difficoltà furono dileguate, ed fessale dal bastione di S. Victor a quello della Ma- trofei a chiusura degli occhi circolari sovrapposti! con chiesa. Per cura di Donna Matilde di Savoia, donna degli Angeli » 14.0 In tal modo venne scemata la leggiadria del por- Santa Giovanna Fremiot di Chantal fondò, nel 1638, il conte Amedeo di Castellamonte, nello stesso tico e ne derivò che la finestra che stava sopra Lire 166.2 nell'isolato S. Francesco di Sales, il Monastero Sott° AMEDEO CASTELLAMONTE. l'intercolonnio rimase sull'asse di un pilastro. della Visitazione, del quale il Lanfranchi progettò È pure sfortuna che siano sôrte sul tetto quelle poi la chiesa nel. 1661. Nell'anno seguente 1674 troviamo ancora lire 78.15 pagate a misere soffitte, che deturpano l'aspetto grandioso (1) CARLO MORELLO, Avvertimenti sopra le fortezze diS, A. R. Gio. Michele Bertero e Gio. Matteo Bertollo, capi cavaterra, per aver fatto tutte le piccole traccie del ripartimento delle strade del luogo. Questo inconveniente era già stato nel 1656 (Manoscritto Biblioteca Reale). L'ingegnere Morello fu sepolto nella chiesa della Madonna degli Angeli il 4 gen- e piazze della nuova città, e lire 125.15 a Gio. Domenico, che ingrandì le traccie ad un piede liprando di larghezza e di pro- naio 1665. (1) Vedi incisione del Juvara, 20 febbraio 1721. Roma, presso fondità oncie 6 e per trab. 3019, come da misura delli 27 no- (2) Questo Memoriale fu pubblicato dal barone GAUDENZIO CLA- Filippo Vescovo. vembre 1674 del signor Martinetto Pietro Francesco. — Archivi (1) DUBOIN, tom. 13 e 15. RETTA nel tomo III della Storia del regno e dei tempi di Carlo (2) Archivio camerale. Reg. Contratti, fol. 83, n. 87. camerali. Registri controllo, 1673 1674. Emanuele II. 40 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 41 di Pavia. Le muraglie vennero accollate a lire se- Carlo Emanuele, oltre all'ampliazione della città, gente che cosi cagionava incomodità a chi volesse SS. Sudario, S. Marco, Sant'Antonio Abate, S. Mau- dici, soldi dieci il trabucco, escluso il parapetto, ne rinnovò pure l'abbellimento e volse anche le fabbricare, la ridusse a rettangolare, prescrivendo rizio, San Pietro d'Alcantara, San Guglielmo e che si pagava per muraglia di mattoni in ragione sue cure all'assicurazione delle case; al quale però che le case che l'attorniavano dovessero es- S. Luca (1). In tal modo il castello (Palazzo Ma- d'oncie sei ed i cavi a lire sette, soldi dieci. Le fine fece venire dalla Svizzera Marco Spet di sere tutte uniformi nel disegno esteriore, con- dama), che prima era estremo limite della città mura dal Bastion Verde a quello di Sant'Antonio, S. Gallo, idraulico distinto, che con patente data forme al disegno del conte Amedeo Castella- verso levante, ne diventò quasi il centro, come prima della Porta di Po, dovevano essere com- dalla Venaria il 3 ottobre 1673, eleggeva maestro monte. Questo disegno uniforme però non venne diventò il centro della piazza a cui diede il nome, pite nell'aprile 1674, e tutta la fortificazione essere d'ingegni, con incarico di studiare i progetti per poi mantenuto, e venne osservato per la sola fac- la quale con uniforme disegno e colla medesima ultimata nel 1676 (1). fontane e di costrurre tre macchine marine atte ciata orientale della casa via Maria Vittoria, N. 26. misura venne fabbricata ad oriente, quale già si Il 23 ottobre 1673, alle ore 10 di Francia, si ad estinguere il fuoco nell'evenienza d'incendio. Nel 1678 si fabbricarono sulla piazza quattro tettoie vedeva al ponente del castello ideata dal Vittozzi; procedette al solenne collocamento della pietra L'ampliazione e gli abbellimenti di Torino, che in cui si dovevano trasportare i mercati, e parti- il che per altro non potè compirsi che nel 1739, fondamentale della nuova cinta murale. Dopo formarono una delle cure principali di Carlo Ema- colarmente quello del vino, che prima era sulla quando, per ordine di Carlo Emanuele III, fu una messa solenne celebrata nella cappella della nuele II, furono anche l'ultima cosa a cui rivolse piazza della cittadella. innalzato il palazzo che ora comprende la Prefet- Sindone, monsignor Beggiamo, le loro AA. RR. lo sguardo prima di morire. Un martedì, 4 giugno Così verso la fine del 1600 questa seconda tura ed il Teatro Regio. col seguito ed i Sindaci della città incammina- 1675, fece una visita alla nuova circonvallazione, grande ampliazione era tutta cinta da mura, ed Durante la reggenza di Madama Reale, i Ge- ronsi a piedi fuori della Porta del Castello, nel- ed al ritorno si sentì colpito da forti brividi, che il Guarini vi innalzava la Porta di Po, magnifico suiti costrussero per collegio di nobili, affinchè i l'angolo della nuova fortificazione verso la Dora i medici definirono febbre terzana doppia acuta, arco a segmento di circolo con due angoli spor- giovani patrizi non fossero più obbligati a cercare o della Porta del Soccorso. Procedendo fra due la quale in breve si aggravò e lo trasse alla genti a sei colonne con iscrizione (1). educazione nel collegio di Parma ed in altre città, ali di truppa schierata, arrivarono ad un padi- tomba il 12 giugno, quando per pochi giorni non La traccia di questo ingrandimento è ben se- quel sontuoso palazzo progettato dal Guarini, dove glione, sotto al quale ergevasi un altare, e su di compieva che 42 anni. Il figlio, Vittorio Amedeo II, gnata da una specie di triangolo, i cui lati sono ora ha sede l'Accademia delle Scienze. Sono di esso stava la prima pietra. L'arcivescovo la bene- aveva poco più di nove anni: quindi assunse la reg- la via Andrea Doria sin quasi alla via dell'Ospe- quell'epoca, pure disegno del Guarini, la chiesa di disse e benedisse la campagna sulla quale dove- genza dello Stato la vedova Maria Giovanna Battista. dale verso Sud, e dall'altra la linea che partendo S. Lorenzo, il palazzo Carignano, la chiesa della vano sorgere i sei baluardi, dedicati a S. Lorenzo, La Reggente seguitò a favorire la fabbricazione dall'estremità di via Po va a raccordarsi ai ba- Concezione, ora chiesa arcivescovile, il palazzo dei S. Vittorio, S. Carlo, S. Antonio, S. Gio. Battista negli ampliamenti: il 16 dicembre 1675 permet- stioni esistenti nel giardino reale, mentre verso Conti di (via Santa Teresa, 20), e la e Santa Adelaide. Poscia il marchese di S. Ger- teva a quelli che avrebbero elevato delle costruzioni notte si appoggia al primo ingrandimento di Carlo Santa Sindone. Il palazzo dei marchesi Graneri mano, D. Ottaviano S. Martino d'Agliè, governatore di fare le case con gli ornamenti che avessero vo- Emanuele I ed alla città antica mediante la via della Roccia, ora Gerbaix De Sonnaz, ove ha sede della città, presentò a S. A. R. una tavola di me- luto, con che però i fabbricati fossero almeno di tre Lagrange. Erano isolati perimetrali di questo in- il Circolo degli Artisti, su disegno di Francesco tallo su cui era scolpita un'iscrizione ricordante il piani e verso le strade pubbliche non si lascias- grandimento, cominciando dall'incrocicchio di via Baroncelli, si elevò pure sul finire della reggenza, fatto e due grandi medaglie, una d'oro coll'effigie sero giardini o muraglie più basse delle sud- Carlo Alberto e via Andrea Doria e girandovi at- nel 1683. Anche sotto la reggenza di Maria Gio- del Duca, ed una di argento col simbolo impresso dette di tre piani (1). Ed il 22 gennaio 1678 (2), torno, dirigendosi verso Po e di là verso Porta vanna Battista, alli 5 agosto 1680, si pose la pietra di un baluardo con torre in mezzo, sulla quale era per facilitare le costruzioni, a parziale deroga di Palazzo, i seguenti: Madonna degli Angeli, il Cro- fondamentale dell' Ospedale di San Giovanni, sui issato uno stendardo collo stemma della Real Casa precedente patente, la Reggente permette che si co- cifisso, S. Giovanni, Santa Croce, Santa Pelagia, disegni di Amedeo di Castellamonte. ed il motto arcet et auget. S. A. R. prese la tavola struiscano case, almeno negli angoli delle vie stesse. Colla reggenza di Madama Reale Giovanna Bat- di metallo coll'iscrizione. e la consegnò all'ill.mo Consente pure che si alzino le case anche a soli tista si può dire che cessa il seicento architetto- signor Balbiano, commendatore gerosolimitano, due piani, eccettuata da questi privilegi la strada nico di Torino. La fabbricazione dei progettati iso- intendente generale delle fortificazioni degli Stati, che dalla cittadella passa in capo la piazza (1) II disegno di questa porta ci rimane nella tavola I del- lati andò molto a rilento, nè valevano ad animarla e questi la rimise a sua volta all'architetto Amedeo l'Architettura civile del padre D. GUARINO GUARINI, chierico re- Reale e tramedia la, nuova piazza Carlina, (via gli editti del 1685, del 1701 e del 1703, coi quali Castellamonte, che la collocò nelle fondazioni colla golare. Opera postuma dedicata a S. S. R. Maestà. Torino, 1736, Santa Teresa e via Maria Vittoria), dovendo rie- si prescrivevano termini perentorii alle costru- pietra fondamentale e le medaglie al suon di mu- appresso Gian Francesco Mairesse, all'insegna di Santa Teresa di scire più ragguardevole. La piazza Carlina era Gesù. — V'ha pure un disegno a carte 30 del Novum Theatrum zioni. I tempi volgevano d'altra parte poco pro- siche, salve di moschetti della fanteria e delle progettata di pianta ottagonale con fontana mo- Pedemontii et Sabaudiae, 1726. pizii per Torino e per tutto il Piemonte. Lo Stato bombarde e sparo di duecento mortaretti (2). numentale nel centro (3); considerando la Reg- L'iscrizione era la seguente: disordinato, le finanze stremate, lo straniero ac- campato in mezzo ai dominii del duca Vittorio Augustam ad Eridani portam Amedeo II ed arbitro della sua politica, gli eser- A Carolo Emanuele II (1) Archivio camerale. Registro Sessioni, fabbriche e fortifica- II. Urbe intra annum septem propugnacul. citi di Catinat e di Vendôme che mettevano tutto zioni, 1672 in 1673, fol. 165 e 170. Primarii lapidis inscriptio et adversum inchoatam a ferro ed a fuoco, non potevano favorire lo svi- Numisma aureum cum R. celsitudinis effigie (2) Atto del Municipio di Torino. Maria Joanna Baptista a Sabaudia luppo edilizio, e gli architetti Baroncelli, succes- Carolus Emanuel II Allobrogum dux Cypri rex Ut, quam mors coniugi rapuit gloria sore del Castellamonte, e Planteri, era ventura Le iscrizioni sono le seguenti: coetera ditione fides artibus communita Undequaque absolvebat ipsum ditionis cor ad sui cordis exemplum se avevano da riparare gli edifìzi guasti dalle MDCLXXVI I. non solum munit sed ampliat Augusta Taurinorum bombe di Luigi XIV. Tempi migliori erano neces- nam qui tua securus possidet e venne poi trasformata in quest'altra : sari perchè sorgessero nuove costruzioni. Non Triumphali Caesaris augusti magnificentia hostilia securus invadet maximis Italiae urbibus aequatam et amplior quo pressior Ambitum urbis potè aver fine questa miseranda condizione del tum diro Gothorum saeculo saepe dirutam infestos infestabit Ad Eridani ripas ampliorem Piemonte e di Torino, fuorchè sul finire del 1713, semperque augustiori specie renatam die XXIII octobris MDCLXXIII. ad pristinam augusti nominis amplitudinem restituere Carolus Emanuel II col trattato di Utrecht. Vittorio Amedeo II, cin- Carolus Emanuel I voluit Dum vitam et regnum clauderet incohavit (1) BORELLI, p. 932. gendo il reale diadema, inaugurò un'êra novella Victor Amedeus magna ex parte potuit Maria Joanna Baptista di benessere per i suoi Stati, e Filippo Juvara, Carolus Emanuel secundus (2) BORELLI, p. 933. Dum filius regno adolesceret auxit magni avi cogitatum et maximi genitoris inceptum (3) Nella tav. 146 dell'opera di FER, Introduction à la for- Victor Amedeus non degeneri animo explecturus tification, Paris, 1690, havvi una pianta di Torino con la piazza Dum regnum iniret absolvit aspirantibus deiparae virginis auspiciis Carlina segnata ottagonale, e così pure è segnata ottagonale con Alterno trium principum beneficio auguralem hanc lapidem iecit un monumento progettato in mezzo sulla piccola pianta che vi Aeternum monumentum grata civitas posuit (1) Vedi pianta di Gio. Abbiati del 1680. — Biblioteca del Duca die 23 octobris anno a virgineo parto MDCLXXIII. ha nel frontispizio della Storia di Torino del Thesauro. Anno MDCLXXX. di Genova.

Atti della Soc. degli Ing. ed Arch. — 6. 43 42 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO

ingresso trionfale in Torino, e la costruzione del- che seco aveva condotto dalla Sicilia, iniziò quel dide costruzioni più sopra accennate. Accrebbero Altra chiesa costrutta sui disegni del Castella- l'attuale castello, o riforma ed ampliamento del- barocco del settecento, che caratterizza la nostra invece lustro a Torino nel seicento, colle loro co- monte, a cui il Juvara aggiunse poi la facciata, l'antico edifizio, fu solo cominciata nel 1633. città del secolo scorso con quella specie di dignità struzioni, Maurizio Valperga coi figli Andrea ed è quella di Santa Cristina. Madama Reale ne or- edilizia e quella uniformità per cui il Nicolis di Antonio Maurizio; il padre Andrea Costaguta, con- dinava nel 1635 la costruzione, con annesso mo- Carlo Castellamonte era a quel tempo architetto Robilant, il Castelli, Vittone, Borra, Birago di sigliere e teologo di Carlo Emanuele II, aveva, con nastero, nel quale, con breve del 1637, derogandosi del duca, ed era addetto alla direzione dei lavori, Borgaro e Dell'Ala di si direbbero allievi Carlo Morello, elevato sui colli di Torino la villa al rigore della disciplina comune, le era permesso il Della-Chiesa anzi dice il Valentino parto del della stessa scuola che servissero lo stesso padrone. di Madama Reale, ora villa Prever; diede pure di pernottare colle dame di seguito, e dove fu poi suo raro ingegno (1); quindi potrebbe benissimo Ma del settecento non è più il luogo di parlare, il disegno della chiesa di S. Teresa (meno la fac- sepolta. darsi che Carlo, per espressa volontà di Madama e le opere di questi architetti, il rettilineo di via ciata, che fu solo costrutta nel 1674 con progetto Disegno del Castellamonte era pure il convento Reale, ed in vista della inclinazione verso l'archi- Milano e di via Doragrossa, quello parziale di via dell'architetto Aliberti); quello del Santuario del- di S. Carlo, come lo attesta il di lui figlio nell'atto tettura francese a tetti accuminati, si fosse adat- del Palazzo di Città e l'ampliamento verso Porta l'Annunziata a , ed adorno di giardini il ca- dell'acquisto fatto dal conte Truchi di parte del tato a farne il progetto sotto i suoi suggerimenti, Susa dalla via della Consolata sino al corso Pa- stello di . Gian Francesco Baroncelli giardino appartenente ai Padri di San Carlo (1), o secondo disegni o modelli fatti venire di Francia, lestro, non si possono più comprendere nello svi- elevò il palazzo Barolo (via Orfane, 9) e credesi ed un progetto di facciata per la chiesa dello Spi- e forse dallo stesso Francesco Mansard che fioriva luppo edilizio di Torino nel secolo XVII. anche quello dei marchesi Graneri della Rocca rito Santo, che chiamavasi S. Silvestro, e della in quell'epoca. (via Bogino, 9), con salone ornato poi dal Dell'Ala quale egli rifece l'altare maggiore nel 1628 ed Ad ogni modo non ne potrebbe essere l'autore di Beinasco; Francesco Lanfranchi progettò e fece il campanile nell'anno seguente. È pure costrutto l'Amedeo Castellamonte, come osserva Luca Bel- V. costrurre la chiesa della Visitazione; quella at- sui suoi disegni, nel 1635, l'altare della Madonna trami nella illustrazione al disegno da lui donato tuale di S. Rocco ; la Basilica magistrale, rico- del Popolo nella cappella a sinistra della chiesa alla R. Deputazione di storia patria e che conser- La riforma di Torino antica e gli ingrandimenti strutta nel 1679 nel luogo in cui sorgeva la ca- della Trinità, e la porta marmorea della chiesa vasi in Torino, giacchè nel 1638 già vi dimorava del seicento offersero un campo d'azione agli ar- dente chiesa di S. Paolo (1), il Palazzo di Città, di S. Nicola da Tolentino a Vigone (2). la Corte, la quale vi si era trasferita per festeg- chitetti di quel secolo, per esercitare la loro fan- la cui pietra fondamentale fu posta il 6 giugno Un architetto come Carlo Castellamonte era na- giare la nascita di Francesco Giacinto, e non si tasia nell'ornare la città di cospicui edifizi. Queste 1659; e la chiesa delle monache dell'Annunziata, turale che fosse ricercato anche da privati per la ha notizia di servizi prestati al Duca da Amedeo costruzioni, erano favorite dagli antichi e nuovi della quale altro non ci rimane che l'esterno del costruzione dei loro palazzi, ed il Paroletti e la Castellamonte prima del 1640. gentiluomini, tutti nocche e fronzoli, che volevano tamburo della cupola sui tetti, all'angolo tra via guida Derossi ne citano diversi; ma di questi,troppo I lavori attorno al castello furono sospesi dalla scialarla in lusso, imitando servilmente la moda Ospedale e via Carlo Alberto. trasformati o scomparsi e senza documenti pre- guerra civile e non ripigliati fuorchè dopo; quindi spagnuola, come più tardi servilmente imitarono cisi da provare l'autenticità dell'architetto, è inu- l'Amedeo potrebbe solo aver ideato le opere de- le mode francesi, tanto nel vestire come nell'abi- Ma non sui lavori di questi architetti secen- tile ora occuparsi. Il solo palazzo già del mar- corative, o presieduto ai lavori di finimento, ma tazione. Il fervore religioso inoltre promuoveva tisti, incidentalmente citati, noi dobbiamo fer- chese di Caraglio (via Basilica, 9) ha l'esterno non può aver avuto parte nel primitivo concetto la fabbricazione di nuovi e splendidi edifizi desti- marci; la nostra attenzione deve concentrarsi su ancora abbastanza nel primitivo stato, e la sua architettonico. nati al culto, ed in tal guisa, vuoi per uno, vuoi quelli dei Castellamonte, dei quali il più antico architettura ci può lasciar supporre che veramente Fuori Torino il conte Carlo intraprese certa- per un altro motivo, novello splendore acquistava di cui s'abbia memoria risale al 1604, sia costrutto sui suoi disegni. mente molte costruzioni, e lo accenna il Della- nel seicento la capitale degli Stati Sabaudi. I disciplinanti di S. Rocco, risorti in Torino il 7 Chiesa ; ma di esse non mi riuscì raccogliere alcun settembre 1598, con approvazione del Senato, dopo Il nostro architetto presiedette pure alla costru- Già abbiamo accennato come Ascanio Vittozzi cenno. Potei però accertarmi che la chiesa del- la peste che travagliò Torino, si accordarono con zione del Valentino. Di questo castello è ignoto avesse progettata e sul suo disegno si fosse co- l'Arciconfraternita del SS. Sudario dei Piemontesi Pietro Francesco Broglia, gentiluomo di bocca di l'autore del progetto. Si posero innanzi i nomi di strutta la parte occidentale e meridionale della in Roma sorse su suoi disegni nel 1604, dietro S. A. e patrono della cappella della Madonna delle Antonio Bobba e di Giovenale Boetto. Ma dai conti piazza Castello, davanti all'attuale Palazzo Madama, incarico a lui affidato dal duca Carlo Ema- Grazie, dove essi uffiziavano, annessa alla chiesa, del tesoriere Carlo Carasso, dal 1633 al 1638, l'An- e come egli avesse pure dato il disegno per le fac- nuele I (2). Questa chiesa fu poi allungata con con cimitero di S. Gregorio, per ampliare il loro tonio Bobba non risulta che governatore del Va- ciate delle case di via Nuova (oggi Roma), da piazza applicazione di una nuova facciata dall'architetto angusto oratorio, e ne diedero incarico all'archi- lentino, il quale spediva i mandati per i pagamenti; Castello a piazza S. Carlo. Diede ancora il disegno Carlo Rainaldi nel 1660, e subì altri restauri in tetto Carlo Castellamonte. Egli progettò e fece co- il Boetto, quantunque abbia avuto da Vittorio della chiesa della Trinità (nella quale il Juvara ag- seguito con applicazione di ricche ornamentazioni. strurre due chiesuole, una accanto all'altra, aventi Amedeo I il titolo d'architetto ed abbia dato il di- giunse dei rivestimenti) ; di quella del Corpus Do- Ritiene poi il Turletti (3) che il palazzo dei conti una facciata comune con due porte, una che cor- segno della Madonna del Rosario di Bra nel 1646, mini, (che ha stucchi ed ornati introdotti poi dall'Al- poi marchesi Taffini d'Acceglio in Savigliano siasi rispondeva all'altare di S. Gregorio con sopra la ed abbia fatti varii ed importanti lavori alla Cer- fieri), eretta in sostituzione dell'oratorio demolito costrutto nel 1637 da Madama Reale Cristina di statua del santo, e l'altra in corrispondenza del- tosa di Val di Pesio ed alla chiesa dei Gesuiti a nel 1607, che il comune di Torino aveva innalzato Francia, sui disegni del conte Carlo Castellamonte, l'altare delle Grazie con la statua della Madonna (2). Mondovì, era, più che altro, decoratore ed inci- nel 1528 su disegno di Maestro Matteo da S. Michele che contemporaneamente restaurava le mura della Passata la Confraternita per varie vicende, che qui sore, e trovandolo impiegato ad eseguire lavori veronese (1) a ricordo del miracolo del SS. Sacra- città. Grandiosa e robusta ne è la costruzione; con- non è il luogo di riferire, nel 1667 avvisò di con- sotto la direzione di altri ingegneri, pare poco mento; della chiesa dello Spirito Santo, della chiesa tiene un'aula amplissima e sale a ricchi soffitti vertire le due chiese in una sola, più capace e più probabile che a lui venisse affidato lo studio di del Monte dei Cappuccini e dell'Eremo dei Carnal- cogli affreschi del saviglianese Giovanni Antonio bella, e distrutte le chiese del Castellamonte, fu un progetto di tale importanza quale è quello del dolesi (2). Molineri. elevata l'attuale, su disegno di Francesco Lan- Valentino. Ma il Vittozzi, morto nel 1615, quasi non può franchi, che in questi ultimi anni venne tagliata Degno successore del padre e con non minor annoverarsi fra gli architetti del secolo XVII, come In quel luogo già esistevano altre costruzioni, nella parte anteriore per l'ampliamento di via numero d'importanti costruzioni fu il figlio conte non possiamo annoverare fra i piemontesi il Gua- perchè, come vedremo parlando delle feste, gli Genova. Amedeo. rini, che, giunto a Torino nel 1668, innalzò le splen- sposi Vittorio Amedeo I e Cristina di Francia al- loggiarono al Valentino nel 1619, prima del loro

(1) Relatione dello stato presente del Piemonte, citata. (1) MAROCCO, La Basilica Magistrale della Sacra religione (2) CROSET-MOUCHET, La chiesa ed Arciconfraternita del (1) PROMIS CARLO, nella Miscellanea di storia italiana, vo- ed ordine militare dei SS. Maurizio e Lazzaro, Torino, Eredi SS. Sudario dei Piemontesi in Roma. Pinerolo, Tip. Lobetti- lume XIII. VESME. MATTEO SANMICHELI, nell'Archivio storico Botta, 1860, pag. 56. La facciata della Basilica le fu applicata, (1) Archivio d'insinuazione. Atto 29 marzo 1673. Bodoni, 1870. dell'arte, serie II, anno I, fasc. IV. solo nel 1834, su disegno dell'arch. Bernardo Mosca. (2) BONINO, Vita di Fiocchetto, nella Biografia medica pie- (3) Storia di Savigliano. (2) Vita di Ascanio Vittozzi, di CASIMIRO DANNA. (2) Archivio della Confraternita di S. Rocco. montese. 44 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO I ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 45

Egli iniziò la sua carriera artistica con un edi- lodi nelle quali l'entusiastico scrittore si espande, Gio. Antonio Garabello di Biella. In una lettera renti di Lugano, capimastri, per darvi esecuzione, fizio religioso: la chiesa di S. Salvario in via Nizza, giacchè se ammirevole è lo slancio della cupola, per poi delli 18 luglio 1653 a Madama Reale, scriveva ma conviene siano sôrte difficoltà, perchè non fu costrutta nel 1646 per ordine di Maria Cristina, farle contrasto l'architetto ha lasciato quegli spazi che fra breve il convento delle monache Carme- costrutta, e quella attualmente esistente non vi fu e solennemente consacrata alla presenza della Reg- attorno, che devonsi evitare nelle costruzioni chie- lite sarebbe a compimento, che alla chiesa della applicata, come si disse, che nel 1694 su disegno gente, del cardinale Barberino e di illustri perso- sastiche, perché separano sempre alcuna parte Madonna degli Angeli fra otto giorni verrebbe dell'architetto Alberti. naggi. La pianta generale della chiesa è rettan- dei divoti dal resto dei fedeli, e quasi servono di messo in opera l'altare di S. Antonio da Padova, Merito poi dell'architetto Amedeo è quello di golare. L'ambiente centrale è un rettangolo di lati congreghe speciali o di nascondigli, e inoltre poco e che aveva dato ordine per la pittura della vôlta; avere assegnato degna sede alla SS. Sindone in m. 6 per 9, a spigoli smussati, semplicemente de- in vista rimane il santuario. Tuttavia, trattandosi che parimenti lavoravasi alla cava delle pietre per capo al duomo di Torino coi due scaloni che vi corato con lesene a capitelli ionici e cornicione, di uno dei primi lavori di Amedeo Castellamonte, l'altare maggiore della chiesa di S. Carlo, che fu danno accesso. La SS. Sindone, portata nel se- colo XIV dall'Oriente, dopo essere stata trasferita in vari luoghi, fu per ordine di Emanuele Filiberto portata a Torino, ed il Duca, nel 1578, nel castello di Lucento, la ricevette a fianco di S. Carlo Borro- meo (1). Carlo Emanuele I fecela collocare nel- l'oratorio del suo palazzo di S. Giovanni, poi fu deposta nel duomo, nella cappella dei Santi Ste- fano e Caterina, che era in capo ad una delle navi laterali, ove oggidì è praticato uno degli scaloni d'accesso alla SS. Sindone. Ma il Duca aveva ognora in animo di erigere un tempio che fosse degna sede del Sudario, ed aveva ordinato al conte Carlo Castellamonte di studiare un progetto, al quale però mai potè dare esecuzione. Quando salì al trono Carlo Emanuele II, il principe cardinale Maurizio ritornò sull'idea, ne discorse molto nel 1655 coll'architetto Amedeo Castellamonte, intavolò al riguardo una corri- spondenza col Duca, e finalmente, alli 4 settembre 1656, scrivevagli che il conte Amedeo aveva ese- guito il progetto e recavasi a mostrarglielo, spe- rando nella sua approvazione, e che ne avrebbe ordinata l'esecuzione, in guisa che in cinque anni l'opera sarebbe stata compiuta (2). Carlo Ema- nuele era animatissimo dallo stesso desiderio, ma nacquero altre difficoltà; le quali appianate, i la- vori poterono finalmente principiarsi. Venuto poi a Torino il padre Guarino Guarini, sul quale si eleva il tamburo liscio di base alla gliene va data lode, siccome quello che già spiega solo terminato nel 1655, e frattanto si facevano il Duca volle impiegarlo nella direzione dei lavori; cupola, che si sviluppa essa pure rettangolare con nell'artista le sue idee nuove ed originali, e lo gli stucchi della vôlta. Riferiva pure che non erasi ma il Guarini che sempre male adattavasi a cam- spigoli smussati, troncata alla sommità da un po- preconizzava architetto di vaglia per l'avvenire. posto ancora mano all'altare di S. Francesco da minare sulle orme altrui, pur ritenendo la dispo- ligono simile alla base e senza cupolino. Tre dei Suo è pure il disegno della chiesa di Lucento, Paola per mancanza del fondo di Pinerolo desti- sizione progettata, sostituì ai disegni ornamentali lati del corpo centrale, mediante aperture archeg- anch'essa a pianta rettangolare con portico e- nato ad un tal fine e per altri lavori. Trovasi poi primitivi uno quasi nuovo, e coprì la cappella giate, comunicano con un ambulacro perimetrale sterno, deliberata nel 1654 agli impresari del Va- una dichiara 6 dicembre 1665 di Amedeo Castel- con quella stupenda vôlta a trafori, nella quale largo m. 2,50, coperto da volta a livello del primo lentino, loro dando per compagno Domenico Ber- lamonte, colla quale certifica che Tommaso Car- non so se più sia da ammirarsi l'alto slancio ordine decorativo della chiesa; il quarto lato lascia nardi, affittavolo dei redditi di Lucento (1); e venne lone, scultore, aveva compito l'altare di S. Fran- dell' artista o la profonda scienza del matema- aperta la comunicazione al protendimento, nel pure costrutta su progetto suo, nel 1678, la chiesa cesco da Paola, avendo osservato esattamente il tico (3). quale havvi il presbiterio ed il coro. Il padre Carlo di S. Martiniano, ora demolita, in via Genova, della disegno da lui compilato, e che quindi gli si pote- Il duca di Savoia aveva pure ordinato nel 1672 Barberis, che assistette alla consacrazione della quale il barone Andrea Pallavicino faceva eseguire vano pagare i 4500 ducatoni convenuti per l'esecu- al conte Amedeo un vasto progetto di fabbricato, chiesa, col suo stile ampolloso la chiama degna ad intiere sue spese le opere di stucco (2). zione, e ducatoni duecento per la messa in opera (1). di essere per meraviglia trasportata a Roma (1). destinato per carceri senatorie e sede dei tribunali, Dal forte di S. Maria della Torre, il 26 settembre Aveva eziandio compilato il progetto per la fac- Questa è una delle solite esagerazioni degli scrit- del quale però ne venne eseguita solo una parte, 1655, il Castellamonte scriveva che appena sarebbe ciata della chiesa di S. Teresa, costrutta sui disegni tori secentisti, ma l'edifizio non merita tutte le trasformata poi con progetti di Juvara, di Bene- a Torino avrebbe spedito il disegno per la santa Cap- del padre Costaguta, poichè in data delli 20 maggio detto Alfieri, degli architetti Feroggio e Piacenza, pella di Chambéry (3), attorno alla quale lavorò pure 1667 havvi una promessa e sottomissione di Do- menico Bernardi da Costigliole e di Pietro Lau- (1) Diporti spirituali per i servi e le serve di Maria Ver- gine Addolorata, introdotti sotto gli auspici di Madama Reale (1) Lettera di Amedeo Castellamonte, 16 agosto 1654. Arch.. (1) BARUFFI, Passeggiata 13a nei dintorni di Torino, p. 87. di Savoia nella regia chiesa del Santissimo Salvatore dal P. M. di Stato. (2) Lettere del cardinale Maurizio, 26 giugno, 23 settembre e CARLO BARBERIS, priore dei servi e consultore del Santo Uffizio (2) Gazzetta letteraria di Torino, p. 138. Roux e Favale, 1891. (1) Arch. camerali. Registro degli ordini degli esecutori testa- 12 novembre 1655 e 4 settembre 1656. e teologo dell'A. R. Torino, Zavatta, 1660. (3) Arch. di Stato. Lettere particolari. mentari di M. R. (3) Vedi disegni nell'Architettura del GUARINI citata, tav. 2 e 3. 46 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 47

finchè diede compimento alla Curia maxima l'in- alli 29 marzo 1673 i frati vendettero al Duca, che Postasi la pietra fondamentale il 12 giugno parte di levante e protendevasi verso il sito oc- gegnere Ignazio Michela d'Agliè (1). le cedeva al conte Truchi, purchè le pagasse col 1675 (1), in breve il palazzo fu ultimato, ad an- cupato attualmente dal palazzo reale. A Valdieri il Castellamonte fabbricò e fece co- proprio denaro, tavole 45 e piedi 11 di parte del golo smussato, nel quale apresi l'entrata princi- Il principe Lodovico d'Acaia aveva fatto allar- strurre i bagni (2). In Torino ampliò la villa del loro orto e giardino, che faceva angolo da una pale con elegante portone a due battenti stu- gare ed abbellire questa piazza in guisa che più cardinale Maurizio, detta la villa della Regina, il parte verso la Piazza Reale e dall'altra verso la pendamente intagliato in legno (2). L'interno collo gradito riesciva l'aspetto di quella parte della cui primo progetto era del Vittozzi, riformata poi strada pubblica, al prezzo di doppie 850, metà di scalone è completamente riformato ; del suo esterno, città. dall'architetto conte di Tavigliano con facciata Spagna e metà d'Italia, più per elemosina cro- offrendo un saggio della facciata, mi dispenso dal Quando Lodovico sposò in Ciamberì, il 24 di Paolo Antonio Masazza conte di Valmadonna sassi 200, ed il Duca rimetteva al conte ogni ra- fare una descrizione. luglio 1403, Bona di Savoia, figlia del conte nel 1779, e dieci anni dopo, dall'architetto Mo- gione che potesse derivargli con la stipulazione L'edifizio più importante rimastoci in Torino, Amedeo VII, temevano i sapienti del Consiglio, raris, a tenore dell'istruzione datagli dal conte del contratto (1). costrutto sui disegni dell'architetto Amedeo di che il Principe intendesse di introdurre novità Giuseppe Novellone di Scandaluzza (3). A lui ri- Castellamonte, è il Palazzo Reale, innalzato per nella piazza e forse ridurla al primitivo stato for- correvano pure molti privati per fare costrurre incarico del duca Carlo Emanuele II. tificando il castello, epperciò lo supplicarono di i loro palazzi. Il marchese Doria del Maro ordi- Anticamente i Duchi di Savoia risiedevano al conservarla. navagli il progetto del suo palazzo nell'isolato di là delle Alpi. Divisi nel 1235 dal ramo princi- Rispose il Principe al vicario, che nessuna in- S. Aimo, il conte di il suo in via S. Te- pale, i Principi d'Acaia si stabilirono a Pinerolo e novazione sarebbe praticata intorno alla piazza, resa, il marchese d'Ormea faceva sui suoi disegni di là governarono fino a che si riunirono di nuovo che anzi era suo volere, che ad essa se ne ag- innalzare il famoso palazzo in via Arsenale, dive- i due rami sotto Amedeo VIII, nel 1418. giungesse un'altra, la quale servir dovesse per nuto poi proprietà del conte Balbiano di Viale e Nelle brevi soste che i Duchi facevano a Torino celebrare giostre e tornei, e particolarmente nel quindi della Banca d'Italia; vuolsi che il Castella- avevano l'ordinaria loro abitazione nel castello. prossimo arrivo in Torino della sposa. monte abbia anche concepito il disegno del palazzo Questo era verso la porta detta Palatina. Avanti al A mente di questo suo volere emanò il Principe del conte Giambattista Beggiamo, ora del Banco castello eravi una piazza che si estendeva dalla gli ordini opportuni, ed il vicario eseguendoli Sconto, che fu poi ampliato e restaurato sui disegni fece far l'estimo delle case che si dovevano di- del Dell'Ala di Beinasco. Ma del primitivo aspetto strarre, per far luogo alla nuova piazza, e dando di questi palazzi privati quasi non esiste più traccia, od altre case in cambio, o pagandone il prezzo perchè tutti furono più o meno riformati; il solo (2) Nei Regi Archivi si trova una Narratione succinta a ri- con danaro si tennero i proprietari indennizzati (1). meglio conservato, almeno per la parte esterna, guardo alla vendita di gran parte del giardino per fabbricarvi Questa piazza, perchè posta avanti al castello, è quello in via XX Settembre, n. 40, costrutto per il palazzo: ivi si legge: fu chiamata fin d'allora platea castri, nome di il conte Truchi di Levaldiggi ed ora di proprietà « Alli 12 giugno, giorno di lunedì, a mezzogiorno, il presidente piazza Castello, che ancora conserva oggidì. del barone Leon De Margherita. » Trucchi pose la pietra fondamentale del suo palazzo nel 1673 » colla seguente epigrafe: Sulle antiche mura romane elevò poi il castello Giambattista Truchi di Levaldiggi, presidente 1NVICTM0 CAROLO EMANUELE 11 ET 10ANNA BAPTA C0N1UGE delle quattro torri, il quale, perchè ordinato in generale delle Finanze, aveva già fatto della Gene- Feliciter auspicantibus occasione delle nozze del Principe e dell'arrivo rala, ora divenuta casa di detenzione di giovani D. IOES Baptista TRUCCHIUS della sposa a Torino, fin d'allora fu chiamato for- discoli, una suntuosa villa. Il duca Carlo Ema- S. Michaelis comes tezza nostre domine, di Madama, nome che si dà nuele II voleva che egli edificasse un palazzo alla Mauritianae militiae magnae crucis eques et commendatarius ancora oggidì al palazzo che le fu surrogato. Tale Veneria, ma egli preferiva averlo in Torino. Fu Regii aerarii primarius praeses et consilii caput palatium hoc regio iussu et ingenio dispositum fortezza fu cominciata nel 1403 e proseguita nella scelto perciò l'angolo del giardino dei padri di sibi suisque moliturus primavera del 1404 (2), ma non dovette essere S. Carlo, che avevano il convento accanto alla primarium hunc lapidem ultimata che sotto il duca Amedeo VIII, giacchè chiesa e tutto il resto dell'isolato solo chiuso da aeternum humillimi obsequii et grati animi testem gli scrittori di cose patrie ne attribuiscono a lui muro di cinta. Pareva poco conveniente al Duca posuit la costruzione. nonis junii anno reparatae salutis 1673. che più della metà di quell'isolato, in una loca- Quando Emanuele Filiberto pose in Torino la lità prossima alla nuova piazza, rimanesse solo a La costruzione del suo palazzo ispirava al contemporaneo Pietro sede del Governo scelse per sua dimora il palazzo giardino, e quindi fece istanza al papa Clemente X Antonio Arnaldo il seguente sonetto, che trovasi nel volume in- del vescovo, situato nei paraggi ove eravi il de- per ottenere ai frati l'autorizzazione di poter ven- Il conte Amedeo Castellamonte fece il progetto titolato Giardino del Piemonte: del palazzo, e per l'intiera sua esecuzione fu ancora molito palazzo del Principe Eugenio di Carignano derne una parte. In seguito a tale concessione, Che veggio! in un balen nati e cresciuti a ponente del giardino reale con dipendenze che necessario acquistare altre 10 tavole e piedi 11 Trovo Tetti giganti in Grembo à Fiori con atto 29 maggio 1673, al prezzo di doppie 203, Forsi, ò Truchi, al tuo piè Giunone, e Clori si spingevano sino alla via Porta Palatina. Questo ed altre tavole 15 al prezzo di doppie 277 ½ Hanno anch'esse voluto offrir tributi. palazzo venne solo acquistato da Carlo Emanuele I con atto 5 settembre 1673, per cui tavole 71 e Sì, ch'i Giardini ancor più alpestri, e muti con atto 2 febbraio 1583 per 1500 scudi d'oro; (1) MIGHELA, Descrizione e disegni del palazzo dei magistrati piedi 10 vennero a costare lire 20700 dei giorni S'inchinan riverenti a' Tuoi Splendori ma egli lo trovava poco conveniente per una supremi di Torino. nostri, il che vuol dire che nel 1673, in via Sì, che suonano à pro de Tuoi Lavori reggia e si accinse a costrurne un nuovo, atter- (2) In lettera 16 giugno 1668, inviando la pianta pei bagni Di Regale Anfion gli Aurei Liuti. rando le case del capitolo e dei canonici, e sorse di Vaudier, scrive: « Se V. A. R., dopo aver veduta la pianta, si XX Settembre, sull'angolo di via Alfieri il terreno Vivi dunque, o Gran Truchi, e Tue dimore così il palazzo detto di S. Giovanni di fianco al compiacerà comandare qualche mutatione, resti servita farlo quanto già si valutava a circa lire 7,60 al metro qua- Fonda pure nell'Horto a te vicino prima, acciò non si getti la spesa e il tempo, che è il più. Si era drato. Sarai nell'Horto un animato Fiore. Duomo. Desso non era molto ampio né sontuoso disegnato di fare al di là del Ges un corpo di alloggiamenti di all'esterno, ma conteneva ricchi appartamenti, dei O Fortunato Carli Heroe divino 20 o 25 camere in un poco di ripiano dentro il bosco, che ser- quali ci resta nel Museo Civico un tratto di soffitto, virà per li cavalieri, non essendovi luogo a proposito della porta Che se un Carlo t'abbraccia entro il suo cuore dei bagni con varii piani l'uno nell'altro, a seconda dell'inclina- Un San Carlo t'alloggia entro un giardino. zione della ripa ». (Archivio di Stato. Lettere particolari). (1) Atto 29 marzo 1673, rogato Gio. Batt. Paperoni, notaio (1) Tav. XXXII delle Porte piemontesi dal XV al XIX se- (3) Manoscritto del VERNAZZA, Miscellanea di storia patria. apostolico e ducale e segretario episcopale di Torino, gentilmente colo, raccolte ed illustrate da RICCARDO BRAYDA. Libreria e foto- (1) Ordinati dalla città di Torino. Archivio di Stato. comunicatomi dal barone De Margherita. grafia artistica A. Charvet-Grassi. (2) Id., e DATTA, Storia dei Principi d'Acaja. 48 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 49 ed un inventario del sec. XVII ci indica conte- nestre verso la piazza. Questo salone è largo metri nesse varie tappezzerie ed una in cuoio dipinta 15,20, lungo 23,90 ed alto 15,90. dal Tiziano, rappresentante l'Amore degli Dei (1). Dal salone d'entrata, dopo tre altre sale, che Per la parte architettonica vi lavorarono Lodovico sul principio del secolo servivano per le guardie de Molini, archiatro del Duca, Ascanio Vittozzi, del corpo, gli staffieri ed i paggi, si arrivava alla Maurizio Valperga, il padre Antonio Costaguta, sala del trono. Queste sale avevano di dietro, verso Giovenale Boetto e finalmente negli ultimi tempi il cortile, la sala da ballo e la sala del trono della Carlo ed Amedeo Castellamonte, sempre aggiun- regina. Nell'angolo sud-est eranvi gli appartamenti gendo e riformando. privati, e siccome grande è lo spessore del fabbri- L'assedio del 1640 lo danneggiò grandemente, cato e nel centro rimaneva una parte priva di luce, in guisa che quando Madama Cristina ottenne la ivi si collocò la cappella privata e la guardaroba. pace ed il di lei figlio Carlo Emanele II fece il È noto come lo scalone sia stato rifatto nel 1864-65 suo solenne ingresso in Torino nel 1645, fu ob- per ordine di re Vittorio Emanuele; come il Ju- bligato a prendere di nuovo stanza nel castello. vara abbia costrutta la scala detta delle forbici Si fu allora che sorse l'idea di costrurre il nuovo che serviva di comunicazione tra il piano nobile ed Palazzo Reale. il piano superiore e come varie riforme nella parte Dai conti particolari della fabbrica del nuovo decorativa abbia introdotto nella prima metà del palazzo esistenti negli Archivi camerali risulta che secolo il bolognese Pelagio Palagi, preposto nel se ne principiarono i lavori nel 1646 dai capimastri 1835 ai ristauri del palazzo. Questi, invaso dalla Antonio Antoniotto ed Antonio Piscina, si rallen- smania di tutto innovare col classico stile greco, tarono nel 1648, si ripigliarono nel 1654, e nel dopo di avere interamente modificato le decorazioni 1658 si pose mano alla facciata il cui disegno lodevolissime che al teatro Regio aveva fatto usciva dallo studio di Amedeo di Castellamonte, l'Alfieri, intendeva di fare altrettanto nel Reale Pa- finchè nel 1659 dopo la pace dei Pirenei, si pro- lazzo, cosi che nel salone degli Svizzeri già aveva cedette con ardore alla ultimazione, distrutto un vecchio soffitto ricchissimo d'intagli Sul principio dei lavori non si dice chi abbia ornamentali in legno, con cinque grandi dipinti dato il piano generale dell'edifizio, ma è provato del Dauphin, per sostituirvi lavori di carta pesta che dell'Amedeo Castellamonte è la facciata, ora e pitture dei suoi discepoli; egual sorte toccò i tecnici facilmente comprendono che sono così ad altre sale, ma alla fine si pose termine a tanto connessi colla facciata tanto la pianta quanto le vandalismo e nel salone degli Svizzeri ci rimane sezioni di un fabbricato che si vuol costrurre a ancora l'affresco del fregio conforme al disegno nuovo, che conviene conchiudere che anche la di- di Giovenale Boetto, sull'invenzione fattane dal- stribuzione interna del Palazzo Reale deve essere l'abate Thesauro, ed il lambrisio e sfondo secondo d'Amedeo Castellamonte, se non altro per la parte il disegno di Carlo Morello, il tutto dipinto da che prospetta piazza Castello, tanto più che a Giovanni Francesco ed Antonio Fea di Chieri, al quell'epoca egli era già ingegnere ducale. prezzo di ducatoni 600 da fr. 4 caduno d'argento Durante la sua vita però fu costrutta la sola come da mandato 28 maggio 1660. parte che prospetta la piazza Castello; di quella Del secolo XVII ci rimane pure nel primitivo che risvolta nel braccio di levante, non si fece stato, nella sala degli staffieri, il soffitto progettato che il tratto comprendente la camera detta del- dall'ingegnere Carlo Morello, con pitture di Claudio l'alcova, ove dormiva Carlo Emanuele II, ed i ga- Dauphin ed intagli e sculture cominciate da Ema- binetti retrostanti, i quali poi erano collegati col nuele Dagar e compite da Bartolomeo Botto e castello (palazzo Madama) per mezzo della gran Luigi Tolfo. Notevoli in questa sala sono pure galleria costrutta da Carlo Emanuele I. gli sguanci delle finestre, alcuni dipinti a colori Nel 1665, quando Carlo Emanuele II passò a lumeggiati in oro eseguiti da Secondo e Giovanni seconde nozze con Maria Gio. Batt., ricevette già Battista Grattapaglia. la sposa nel nuovo palazzo ed ivi prese dimora. Sono ancora del seicento il soffitto della sala Nel braccio verso la piazza stavano le sale dei paggi e quello della sala del trono, colla porta principali, alle quali si arrivava dallo scalone, posto di sicurezza, lavoro di Secondo Antonio Botto; all'estremità di ponente. A differenza degli altri quello all'angolo sud-est vicino al gabinetto chi- principali palazzi di Torino, nei quali lo scalone nese, la decorazione della camera dove dormiva faceva capo ad una galleria, qui lo scalone ter- Carlo Emanuele II, fatta su progetto di Carlo Mo- minava con un ripiano dal quale si entrava nel rello, un dipinto di Bartolomeo Caravoglia ed il grande salone della guardia svizzera, che abbrac- soffitto e fregio della sala del trono della regina ciava tutto lo spessore del fabbricato, con tre fi- detta altra volta sala delle Grazie (1).

(1) Curiosità e ricerche di storia subalpina, tom. III, p. 641. (1) Questi soffitti si trovano nella Raccolta di soffitti piemon- — Miscellanea di storia patria, tom. XIX, p. 329. tesi, editi da Alberto Charvet.

Atti della Soc. degli Ing. ed Arch. — 7. 50 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 51

Sebbene quasi tutte le sale siano coperte da Carlo Emanuele II aveva ancora progettato un come loro era indispensabile, per la costruzione pletano l'altro lato dell'isolato, abbracciano le co- solaio in legno, tuttavia il Castellamonte diede un vasto ingrandimento degli edifizi palatini verso della nuova fabbrica. struzioni successive. Maestosa e superba ne è la tale spessore ai muri (metri 2 e 2,80 nella gabbia levante. Voleva costrurre una nuova galleria nel Il conte Amedeo di Castellamonte ebbe l'inca- facciata, con grandioso portone (1), vestibolo e dello scalone) che certo non si adotterebbe og- sito dove oggidì havvi la Prefettura; al termine rico di studiare il progetto, e questo essendo scalone. Alla magnificenza esterna corrisponde gidì, nonostante la grande altezza che ha il fab- di essa doveva sorgere un grandioso teatro (1) stato approvato, si metteva mano all'opera nella l'interna. L'edifizio è di due piani: il primo, per bricato; ma era uso di quei tempi l'abbondare ed un vasto edifizio ad uso di accademia, dove primavera del 1680 e Madama Reale, trasferitasi gli uomini, sollevato da terra m. 2, in media, alto piuttosto nelle dimensioni delle strutture murarie, voleva alloggiare, com'egli scriveva nel suo me- il 5 agosto sul luogo, con grande apparato ne allo- m. 10,80 da piano a piano; il superiore, per le principalmente perchè i radiciamenti in ferro poco moriale, la nobile gioventù della corte e fore- gava la pietra fondamentale consistente in una donne, alto m. 8,60 da piano a piano. Le infermerie erano usati nei palazzi e tutte le spinte elimina- stieri, e per ammaestrarli in ogni sorta d'arma, pietra di marmo bianco di S. Martino intagliata sono sei per piano, quattro disposte a croce greca vansi e la stabilità si assicurava mediante la dei cavalli, della danza, delle matematiche e con iscrizione ed altra pietra di Sarizzo con lo e due normali alle estremità dei bracci paralleli robustezza dei piedritti. delle belle lettere. stemma dell'Ospedale. alla facciata. Esse sono larghe m. 10, e conten- Il Palazzo Reale si impone, più che per la Fece fare il progetto di queste opere dall'ar- I lavori proseguironsi per lo spazio di nove anni gono in bell'ordine e distanza i letti degli amma- moltiplicità dell' ornamentazione, per la gran- chitetto Amedeo Castellamonte, ma nel 1669 so- continui prima sotto la direzione del Castellamonte lati. Nel centro della croce havvi un elegante altare diosità delle forme e per le colossali dimensioni lamente si diede principio alla costruzione dell'Ac- e poi, per la sua morte, sotto quella del Baroncelli visibile da tutti gli ammalati, i quali possono così di caduna delle parti. La facciata, della lun- cademia militare; quanto alle altre costruzioni che ch'era suo aiutante. anche dal proprio letto partecipare alla celebra- ghezza di metri 107, dei quali 87 formano un la collegano al Palazzo Reale furono introdotte tali In questo frattempo il duca Vittorio Amedeo II, zione dei divini uffizi. lato della Piazza Reale, ha le finestre di luce larga modificazioni al progetto, che del loro disegno non dietro supplica degli stessi Direttori, donava an- metri 1,80 spaziate a metri 5,25 l'ima dall'altra. può più ritenersi per autore il Castellamonte. cora all'Ospedale, a titolo di elemosina, con un Il corpo di mezzo, dell'altezza di m. 30 circa, di- Un altro edifizio monumentale superstite, che viglietto del 10 ottobre 1688, ridotto in istrumento viso in due parti da un cornicione che seguita a Torino deve ad Amedeo Castellamonte, è l'Ospe- giudiciale addì 9 dicembre successivo, al rogito coronamento del braccio ov'è la Reale Armeria, dale di S. Giovanni. Non è qui il luogo di tessere Vacca, un sito di tav. 36,10 in attiguità del giar- non ha che un pian terreno, un piano nobile ed la storia di questa umanitaria istituzione, le bene- dino della nuova fabbrica, per la costruzione del- un secondo piano con ammezzati; il solo piano fiche influenze della quale appaiono da documenti l'implorato cimitero, della cappella e camera mor- nobile, dove havvi l'appartamento d'onore, è alto fin da oltre il XIII secolo ; d'altra parte l'avvocato tuaria ad uso e servizio dell'Ospedale. metri 9,25. I due padiglioni laterali poi hanno l'al- Stefano Rovere, nel 1876, ne stese una accurata Nell'anno 1689, condotta a termine la massima tezza di m. 35,50. relazione dedicata a S. A. R. Maria Vittoria du- parte del nuovo edifizio, vi si trasferiva tutta quanta La facciata, nel secolo XVII, prospettava su una chessa d'Aosta. la famiglia, ed a misura che l'Ospedale era in specie di cortile chiuso, avente a destra, ossia a Qui solo rammenterò come verso la metà del grado di far delle spese, proseguivasi poi la co- ponente, il palazzo della principessa Lodovica, ve- secolo XVII non essendo più possibile ampliare gli struzione. Negli anni 1701 e 1702 venne eretta dova del principe Maurizio, ora palazzo del Duca antichi locali, la Direzione dell'Ospedale Maggiore la cappella sotto il titolo del SS. Sacramento, in di Genova, ed a levante una galleria che si pro- di S. Giovanni e della Città di Torino ricorreva capo dell'infermeria degli uomini incurabili, e quindi lungava sino al palazzo Madama; davanti poi a S. A. la duchessa Maria Giovanna Battista, af- non si tralasciò,perpiuannisuccessivi, di continuare separavalo dalla piazza Castello una loggia sco- finchè le fosse concesso un sito nell'ingrandimento il perfezionamento dei lavori già incominciati, sì perta al di sopra e fatta sotto a portici, demolita del quartiere di Po, per innalzarvi un edificio, che che venne totalmente completato il progetto del Ca- dai francesi al principio del secolo, e sostituita per vastità allontanasse ogni timore di futura insuf- stellamonte, aggiuntovi poi un teatro anatomico sul più tardi dall'attuale cancellata sui disegni di ficienza, e per robusta costruzione potesse resistere disegno di Bernardo Vittone (1). Pelagio Palagi, colle due statue di Castore e alle ingiurie del tempo. A riforma della cappella del SS. Sacramento, Polluce dello scultore Sangiorgio. , dice S. A. R., secondando le lodevoli intenzioni della ritenuta troppo angusta, nel 1763 se ne costrusse il Castiglioni (1), racchiudeva tutto il cortile Direzione, le faceva dono, con patenti del 10 agosto un'altra sotto il titolo di S. Giovanni Battista, sui esterno e sotto di essa eravi il corpo ordinario 1678, interinate con rescritto camerale dell'8 marzo disegni del Castelli, che fu ultimata nel 1768, colla di guardia del reggimento Guardie. Nel centro, di successivo, di un sito di tavole 176,7,8, metà di spesa di L. 80,000. Finalmente si fece un nuovo Le molteplici sale componenti il grandioso brac- fronte alla via Nuova, stava il portone con una un'isola del suddetto ingrandimento, vicino al teatro anatomico, in surrogazione dell'antico, sui cio, a notte, verso via Ospedale, sono destinate costruzione ottangolare che rimase solo a piano monastero del Crocefisso ed alle fortificazioni, col- disegni degli architetti Panizza e Talucchi, in se- per l'officina e per i laboratori della farmacia, per terreno. Sovr'esso erigevasi un padiglione del l'obbligo di fabbricarvi il nuovo Spedale dei sa- guito a dono avuto dalla città di Torino nel 1835 gli uffizi di segreteria; di economato e per l'al- quale vedesi il disegno in alcune incisioni dell'e- nabili e degli incurabili. di tav. 35 di terreno, in occasione della nuova loggio della massima parte del personale. poca, per esporre al popolo la SS. Sindone. Questo I Direttori poi si davano premura di comprare foggia data ai ripari in giardino pubblico, ora de- In attiguità alle dette sale esistonvi opportuni padiglione, in occasione delle nozze di Carlo Ema- dalle Finanze, con istromento del 24 febbraio 1680, moliti. corridoi e scale interne comunicanti coi sotterranei, nuele II con Madamigella de Valois, fu effettiva- rogato Pillatone, l'altra metà del sito fabbricabile, In questi ultimi tempi poi fu prolungato ancora destinati per tutti gli usi domestici dell'istituto. mente costrutto in legno, tela e stucchi, acciò, ottenuto che ebbero dal Sommo Pontefice la per- il braccio verso via Accademia Albertina, su pro- Colla disposizione dei bracci dell'Ospedale, il scrive il Castiglioni, servisse con doppio uso missione di alienare stabili, contrarre debiti, sic- getto dell'ing. Prinetti. Castellamonte lasciò lo spazio a quattro ariosi cor- d'arco trionfale all'entrata e di sacro appoggio II fabbricato dell'Ospedale, sorto su progetto del tili abbelliti da ampie gallerie di comunicazione, il giorno seguente (15 maggio 1663) per l'osten- Castellamonte, comprendeva un'area rettangolare sione del S. Sudario. (1) II Cibrario, nelle note al capo VII, lib. III, del volume II di lati m. 119 verso la via dell'Ospedale e m. 86 della Storia di Torino, dice però che da lettere-patenti in favore circa normalmente; i rimanenti m. 51, che com- (1) Sopra la gran porta d'ingresso leggesi la stupenda iscrizione del mastro auditore Giovanni Pietro Quadro, pare che sorgesse del Thesauro : già un teatro delle feste nel 1669, presso a poco nel sito ove pre- Saluti (1) Le feste nuziali delle Regie Altezze di Savoia (Carlo sentemente sta il Teatro Regio, architettato da Benedetto Alfieri Pauperum temporali Emanuele II e Francesca Borbone di Valois), descritte dal- nel 1738-39; ma in nessuna pianta dell'epoca questo teatro è se- (1) VITTONE, Istruzioni diverse concernenti l'officio dell'ar- Divitum aeternæ: l'abate Don VALERIANO CASTIGLIONJ, benedettino, 1663. gnato, e solo trovasi accennata l'esistenza dell'Accademia. chitetto civile, tavola 42. Apertum. 52 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 53 sostenute da proporzionato ordine di colonne e con un cervo di bronzo sulla sommità ed una balaustri in pietra, ed a due ameni giardini a ri- iscrizione del conte Emanuele Thesauro. Oltrepas- creazione dei convalescenti. sato il portone chiuso da un cancello, che si vede La totale costruzione primitiva fu eseguita ad tuttora, lavorato dal serragliere di Corte Giov. economia; ond'è che l'Ospedale, facendo ne' suoi Ant. Lombardo nel 1668 al prezzo di L. 400 (1), poderi fornaci, e servendosi delle ivi esistenti piante si entrava in un cortile a portici da tre lati, con d'alto fusto, l'importo della spesa si avvicinò ad un piano superiore a galleria aperta. un milione di lire, cui faceva fronte e colle do- Il braccio di destra, che in parte ancora sus- nazioni al proposito fatte da persone benefattrici siste, conteneva una sala, tre anticamere con e con alienare varii stabili, contrarre debiti e ce- camera da letto ed un gabinetto, che servirono dere perfino la nomina de' suoi letti d'incurabili, per qualche tempo di abitazione del Duca, più che era devoluta alla Direzione (1). altre camere per i cavalieri e servi. Degna emula del Palazzo Reale, elevata d'or- Nel braccio di sinistra eravi la cappella col corpo dine di Carlo Emanuele II, su progetto d'Amedeo di S. Uberto in ricchissima cassa d'argento, poi le Castellamonte, è la Venaria Reale. cucine e dipendenze, con cortile proprio. Il Duca, ad imitazione dei suoi antenati, volle A giorno si spiegavano i fabbricati delle scu- anch'egli fabbricarsi una villa. Già vi erano il ca- derie, capaci di cento cavalli, ed i canili, che po- stello di Mirafiori, il Valentino e tra essi il ca- tevano capire duecento cani, collocati attorno ad stello di Moncalieri; poco lontano, la Vigna fab- altro ampio cortile con portici, sopra dei quali bricata da Madama Cristina, sua madre, e quindi erano gli alloggi dei gentiluomini della caccia, il Parco. Egli pensò di rivolgersi a settentrione cacciatori e guardiani dei cani. e di costruire una villa in capo ad un piccolo Un terrazzo con balaustrata, statue, vasi di Na- borgo, altre volte detto Altessano Superiore, la ransel, separavano il cortile d'ingresso dal cortile quale dovesse offrire tutti i comodi per abitazione d'onore, amplissimo, ripartito in quattro aiuole, con sua e come castello da caccia, essendo vicina a nel mezzo una capricciosa fontana rappresentante boschi e colli. la caccia del cervo. Questo cortile dava adito al L'antica terra di Altessano Superiore era feudo palazzo detto la Reggia di Diana; il quale aveva un della torinese famiglia Scaravelli. Carlo Emanuele, terrazzo davanti, sollevato di quattro gradini, e rivoltosi al signore del luogo, Pier Paolo Scaravelli, sopra di esso quattro statue oltre il vero, ese- gliela comprò con atto 13 luglio 1658, per 120 scudi guite dal gennaio alla Pasqua 1669, dallo scul- d'oro del sole. Demolite e riformate le case rustiche tore Bernardo Falconi, al prezzo di cento du- preesistenti, eresse tosto un'osteria, un corpo di catoni caduna, da L. 4, soldi 10, come da con- fabbrica con scuderie, rimesse, cortile e camere dei venzione 19 gennaio 1669. Queste statue rappre- servi, che donò poi alla principessa Ludovica, sua sentavano degli schiavi mori recanti un vaso di sorella; fece erigere un arco trionfale d'ingresso bronzo sulle spalle. La parte nuda era di pietra ed una piazza ornata all'intorno di portici, sulla nera di Ginevra; la casacca, a cappuccio cadente quale dovevano sorgere due chiese, l'una dirim- sulla schiena, di pietra ars colorita, con le risvolte petto all'altra, aventi ciascuna una colonna da- alle maniche e la zimarra in marmo a colori; la vanti, sorreggenti l'una l'Angelo Gabriele e l'altra sottoveste era della suddetta pietra, ma listata di la Vergine Annunziata. Queste due statue, che do- marmo giallo; gli alamari, di metallo dorato. vevano essere dell'altezza, grossezza e qualità Il palazzo era composto di un piano sotterraneo, portate dall'istrutione del signor conte e primo che riceveva luce dal primo ordine di finestre, che ingegnere Amedeo Castellamonte e del marmore girava attorno al basamento. Eravi poi il pianter- di S. Martino, bello e bianco e senza tasselli, reno, rialzato di 15 gradini, sul quale si innalza- furono costrutte da Giovanni Giuseppe e Giovan vano altri due piani. Sovrastava poi ancora un Domenico Cartone, figlio di Tomaso, al prezzo di terzo nella sola parte centrale, detto il Belvedere. ducatoni 90 caduno con convenzione 5 agosto La pianta era un rettangolo lungo due volte la 1678 (2). sua larghezza, con quattro padiglioni agli angoli Venne pure costrutto un convento capace di racchiudenti caduno un piccolo cortile. Nel centro dodici religiosi, ed a capo della via si fece una eravi il salone principale ed ai lati gli apparta- piazza, sulla quale fronteggiava il castello proget- menti reali; ai piani superiori, ai quali accedevasi tato da Amedeo Castellamonte. per due scale, stavano altri alloggi, con numero L'ingresso era costituito da un maestoso portale assai grande di camere. ornato di statue, piramidi e balaustre di marmo, La Venaria conteneva poi ancora una citroniera, la fagianeria ed un grande giardino chiuso, con

(1) ROVERE, Relazione storica citata. (2) Archivio camerale. (1) Archivio camerale. 54 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 5 5 fontane e padiglioni, ed aveva in fondo ad un viale del cervo, la morte del cervo, la caccia dell'orso, simo del figlio Carlo Emanuele (1). Altra festa porta fatta, su progetto di Carlo Castellamonte, una loggia in forma di teatro, con statue, delle la caccia del cinghiale, la caccia della volpe, la si fece nel 1585 per il matrimonio dello stesso Carlo in legname con stucchi e tele dipinte e cimata sul quali cose lo stesso Castellamonte ci lasciò i di- caccia della lepre, l'andare al bosco, l'assemblea, Emanuele (2); ma qui si passeranno in rassegna frontone degli stemmi degli augusti sposi. segni nella sua opera già citata sulla Venaria. il lasciar correre e la curea, dei quali l'assemblea le sole feste alle quali vennero chiamati i Castel- Questa porta, più tardi, sorse, come si disse, Se ho data brevemente la descrizione di questo e la curea sono attualmente nello scalone della lamonte nel 600. marmorea, a ricordo del primo ampliamento di castello, è perchè, poco o nulla essendoci rimasto, R. Pinacoteca di Torino e gli altri, meno la caccia E prime fra tutte sono quelle che ebbero luogo Torino fatto da Carlo Emanuele I. Fuori della porta, era nato in molti il dubbio che esso non fosse della volpe ed il lasciar correre, sono in un nel 1619-1620 in occasione delle nozze del duca sullo stradone che vi dava accesso eranvi trenta- stato costrutto che in piccola parte. Invece, con- magazzino nel castello di Moncalieri. I campi Vittorio Amedeo con Cristina di Francia (3). due grandi statue di gesso rappresentanti i fiumi sultando i registri delle spese negli Archivi, tro- minori contenevano ritratti della famiglia ducale Grandi furono le feste in questa circostanza in principali degli Stati ducali, che gettavano acqua. vasi effettivamente che la Venaria ebbe il com- dipinti da Teodoro Matham, Dauphin, Spirito tutto il viaggio degli sposi da Parigi a Torino Nel 1632 nacque il principe Francesco Giacinto. pimento quale risulta nel libro pubblicato dal e Monbasilio, alcuni dei quali sono al castello di nelle città che attraversavano, ma singolare fu il Per solennizzare tale avvenimento venne ideata dal Castellamonte (1). Moncalieri. torneo che ebbe luogo al Moncenisio alli 9 no- conte Filippo d'Agliè una festa in Piazza Castello La Venaria venne bruciata dalle truppe del ma- A notte del salone di Diana si hanno ancora al- vembre 1619 rappresentante La presa di Rodi intitolata II Trionfo delle allegrezze del mondo. resciallo Catinat nel 1693. Il fuoco, incominciato cune camere con dipinti sulle vôlte e sui fregi, fatta da Amedeo IV (4). Per alloggiare gli sposi La piazza fu trasformata in elegante arena, che dal Belvedere, passò al Teatro della Commedia, sotto ai quali pendevano nel 600 degli arazzi di- ed il loro seguito, Carlo Castellamonte, architetto alla sera fu splendidamente illuminata con fuochi poscia alla grande scuderia, al fienile ed alla ci- pinti da Gio. Paolo Rechi, comasco, e Gio. An- del duca elevò in fretta un palazzo in legname artificiali; havendo, come si esprime l'anonimo troniera, e non era spento che il 2 ottobre 1693. tonio, suo nipote, e da Giacomo e Gioanni cugini a due piani il quale, oltre alle camere d'alloggio, relatore della festa, immediatamente sopra inteso L'incendio è fedelmente descritto in una lettera Casella, di Lugano. conteneva un portico con colonne e sale decorate et ordinato le inventioni d'architettura et inge- di certo Fabrizio Maulandi, fidatissimo aiutante a dipinti ed oro con iscrizioni e tappeti ed un gneri il signor conte di Castellamonte (Carlo), di camera di Vittorio Amedeo II, pubblicata in loggiato chiuso a vetri donde gli sposi poterono che come supera ogni altro in questi studi: così, una monografìa del castello della Venaria Reale, VI. col loro seguito, riparati dal freddo, godere della data la scarsezza del tempo ha superato l'aspet- del conte Vittorio Enrico Gianazzo di Pampa- festa che si svolgeva sul lago. tativa (1). rato (2). Fra i molteplici lavori d'architettura civile, mi- Giunto il corteo nuziale a Torino, gli sposi, in Morto Vittorio Amedeo I, Madama Reale gli fece Vittorio Amedeo II fece rifabbricare in parte il litare e religiosa, erano ancora affidati da Casa attesa che si preparassero le feste per il solenne apprestare solenni funerali, descrittici con disegni castello su progetto del Juvara, dal 1719 al 1724. Savoia ai Castellamonte progetti di costruzioni ingresso trionfale, presero alloggio al Valentino, dal gesuita P. Luigi Giuglaris (2). Il duomo di Del progetto del Juvara si costrusse tutta la parte temporanee in occasione di matrimoni, genetliaci, che però non era ancora il fabbricato attuale Torino venne tutto decorato internamente e sor- a sinistra, verso mezzogiorno, e la chiesa; i funerali, divertimenti carnevaleschi. Tali costru- ordinato solo da Cristina di Francia nel 1633. geva nel mezzo un gran catafalco, che finiva in disegni originali esistono negli Archivi di Stato zioni riescivano veri lavori architettonici e non Tuttavia il 18 febbraio già erano venuti in città un'alta piramide, sulla quale stava la statua del e sono riprodotti in fototipia nella suddetta pub- erano, come oggidì, in tela dipinta applicata su ad assistere al Torneo, con illumuiazioni e fuochi Duca a cavallo ed altre otto statue stavano alla blicazione del Pamparato. armature, ma in legname, stucchi e statue, e la d'artifizio che ebbe luogo in piazza Castello in base. Esternamente al duomo fu applicata una Delle costruzioni del Castellamonte non sussiste tela non era adoperata che per i fondi e per i occasione del genetliaco di Madama Reale. La facciata artificiale. Tutto l'apparato fu preparato che parte della Reggia di Diana, quale risulta dal dipinti. piazza era stata trasformata in giardino chiuso in due mesi e per le scolture furono applicati il disegno. Antichissimo è l'uso delle feste pubbliche in da siepi, con pini e piramidi, limoni ed aranci in padre e il figlio Bianchi e per l'architettura il Internamente è ancora ben conservato il salone Italia, nelle quali si innalzavano artistici apparati vasi di bronzo, ed aveva nel centro una fontana conte Carlo Castellamonte che il Giuglaris dice detto di Diana, con stucchi di Bernardino Quadri, scenici; e nello splendido cinquecento, ai sontuosi monumentale circondata da statue su piedestalli (5). « conosciuto per uno dei maggiori ingegneri del a lui affidati con capitolazione 26 giugno 1669, spettacoli non isdegnavano concorrere coll'opera Al 15 marzo 1620, finalmente, gli sposi entra- » nostro secolo, a cui fu per toccare la sorte di coi dipinti della vôlta, fatti da Jean Miel. Nei campi i più celebri artisti. Basti fra tanti citare le feste rono solennemente in Torino, passando sotto una » lasciar la vita che tante volte havea esposto per laterali maggiori delle pareti eranvi dieci quadri del 1515, organizzate a Firenze allorchè papa » il suo Prencipe mentre ne honorava la morte, ad olio, pure del Miel, rappresentanti la caccia Leone X venne a visitare la sua patria, nelle quali » se il desiderio di sopravivere a favori ricevuti Antonio da San Gallo fece un tempio ottagono » di fresco da Madama Reale, non avesse avuto sulla piazza dei Signori; Granaccio ed Aristotile (1) II magnifico et eccelente apparato fatto in Torino per » più forza per mantenerlo che o la gravezza il battigiamento dell'illustrissimo prencipe Charles, figliuolo del » degli anni o la malignità delle febbri per at- da San Gallo eressero un arco di trionfo, e serenissimo Emanuel Filiberto duca di Savoia l'anno 1567, (1) Giuseppe Maria Carlone e Francesco Pozzo, scultori, fecero Santa Maria del Fiore ebbe la sua facciata tutta alli 9 marzo (Bibl. Reale). » terrarlo ». i sedici busti per il teatro della Venaria al prezzo di ducatoni 18 in legno con sculture e dipinti, per opera di Andrea (2) Relatione degli apparati et feste fatte nell'arrivo del se- Quando nel 1650 ebbero luogo le nozze di Enri- da lire 4, soldi 10 caduno, come da scrittura 13 giugno 1668, e del Sarto e di Jacopo Sansovino. renissimo duca di Savoia con la serenissima infante sua con- chetta Adelaide di Savoia, sorella del duca Carlo E- furono terminati il 15 agosto 1668. sorte in Nizza, nel passaggio del suo Stato e finalmente nella manuele II, con Ferdinando Maria di Baviera e si fece Bernardino Quadri per ducatoni 150 fece la statua di Diana Quando i duchi di Savoia vennero a fissare la entrata in Torino. Torino, erede del Bevilacqua, 1585. in marmo di Frabosa per il teatro, come da quitanza 6 ottobre loro dimora a Torino, inaugurarono nella capitale (3) Memorie delle cose d'allegrezza che sono state fatte nelle in piazza Castello la festa ideata dal conte Filippo 1668, più per lire 2160 fece quattro statue e sedici busti per or- sabauda quella serie di pubbliche feste, che ancora nozze di S. A. R. il duca Vittorio Amedeo di Savoia, re di S. Martino d'Agliè (3), intitolata Gli Ercoli doma- nare i quattro rondò del grande giardino. oggidì, forse troppo spesso, ma con minor fasto, Cipro, con M. R. Christiana, figlia del christianissimo Hen- Bernardo Falcone eseguì la statua d'Ercole con clava e pelle si van ripetendo. rico di Borbone, re di Francia, e di Maria, figlia di Rodolfo di leone in bronzo, come risulta da capitolazione 16 giugno 1669. de Medici, Gran duca di Fiorenza, la qual fu sposata li 10 Simone Boucheron d'Orléans fece- il cervo in bronzo che cimava Allo allestimento scenico di tali spettacoli i Duchi febbraio 1619, descritte da CARLO EM. ROFFREDO. Pubblicate da (1) Racconto delle pubbliche allegrezze fatte in Torino per l'ingresso principale, per il quale riceveva il 5 gennaio 1665 non chiamavano semplici scenografi o dilettanti, P. A. Paravia nel 1842. la felice nascita del prencipe di Piemonte Francesco Giacinto. lire 166, e fondeva dodici piccoli pezzi d'artiglieria della portata ma i loro primi ingegneri: i pittori, gli scultori, (4) Festa al Moncenisio alli 9 novembre 1619. Torino, Piz- Torino, Federico Cavaleri, 1632. di otto oncie circa di palle per caduno. i decoratori dipendevano dagli architetti ed a zamiglio, 1619. (2) Funerale fatto nel duomo di Torino alla gloriosa me- Risulta poi che nel 1661 arrivarono 26 casse di conchiglie per questi soli spettava la responsabilità della riuscita (5) Relatione della festa nella solennità del Natale di ma- moria dell'invittissimo e potentissimo prencipe Vittorio Amedeo. ornare la fontana d'Ercole ed i padiglioni. dell'apparato affidato alla loro direzione. dama Serenissima, fatta in Torino li 18 febbraro 1630. To- Torino, eredi Tarino, 1638. (2) II castello della Venaria Reale. Cenni storico-artistici, con rino, presso Pizzamiglio, 1620. (3) II conte Filippo S. Martino d'Agliè fu lungo tempo prin- note, documenti e tavole illustrative. Torino, Stamperia Reale Già Emanuele Filiberto aveva fatto nel 1567 Questa festa è riprodotta in un'incisione del Tempesta, esistente cipal ministro e favorito di Cristina di Francia e venne sepolto della Ditta G. B. Paravia e Comp. di I. Vigliardi, 1888. una festa, di cui ci rimane memoria, per il batte- nella Biblioteca Reale. nella chiesa del Monte il 19 luglio 1667. 56 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 57

tori dei mostri et Amor domator degli Ercoli, il spese per questa festa lire 18000 e vi furono appli- lebratosi per la morte di Carlo Emanuele II, racchiudeva un ampio cortile circondato da tre tempio d'Ercole Ercinio fu disegnato da Francesco cati gli intagliatori Bosio Pietro, fu Bartolomeo, avvenuta il 4 giugno 1675. Anche allora venne parti da portici: nella parte anteriore restava Lanfranchi, e fu disegno di Amedeo Castellamonte, Emanuele Dugex e Gio. Batta Broerio ed i pittori decorato l'interno del duomo di Torino e si ap- chiuso da una balaustrata, la quale lasciava nel il tempio quadrato dell'Ercole Alpino e Gallico, Ant. e Gio. Fea di Chieri, per la costruzione dei plicò una facciata all'esterno; sontuoso poi era mezzo l'ingresso principale al palazzo. mirabile per colonnati ed ornati, di cui il Ca- quattro archi trionfali; Antonio Botto costruì la ba- il catafalco. I disegni di tutti questi apparati ci Questo cortile doveva rappresentare una specie stiglione scrisse: « l'alpina macchina sì bene di- laustrata che racchiudeva l'area ed il palco reale; rimasero in incisioni di G. Tasniere, nel volume di porta come il Pireo. All'estremità dei due bracci » segnò, eresse e rappresentò con naturalezza che Quirico Castelli di Lugano e Gio. Ant. del fu del P. Vasco che ce ne lasciò la descrizione (1). del palazzo normali al Po e nel centro di quella » dubitarono gli occhi tra il finto ed il vero » (1). Giorgio Botto eseguirono i quattro carri trionfali che li collegava sorgeva sopra i portici un primo di Savoia, di Firenze, di Francia e di Parma; gli piano. Fra questi padiglioni correvano due ter- scultori Tomaso Carlone, Gio. Batta Casella e Gio. razze laterali, le quali, col resto del palazzo misu- Corbellino, tutti di Lugano, modellarono le sedici ravano 38 trabucchi di larghezza. Coronava tutto statue, Francesco Minore, minusiere di S. A. as- l'edifizio un cornicione che sosteneva una balau- sunse l'impresa delle quattro torri in legno a due strata, nei pilastrini della quale stavano diverse ordini; il pittore Grattapaglia costrusse la grande statue rappresentanti i più illustri eroi dei secoli barca e le quattro navi; ed all'imbocco di Dora- passati. Nel mezzo d'ogni arcata dei portici eranvi grossa sorse poi il tempio di Flora, costrutto dai poi altrettante statue raffiguranti i più celebri pittori Simone Formento di Vercelli ed Alessandro letterati della Grecia. Ivi ebbero luogo le feste del fu Guglielmino Pistone. Nella stessa occasione nautiche colle navi di Minerva e di Nettuno ar- sui disegni del Castellamonte, lo scultore Bernar- tisticamente decorate. dino Quadri costrusse un teatro nel salone del palazzo di S. Giovanni per lo spettacolo datosi sotto la direzione del conte Filippo d'Agliè, per cui furono spese altre 10500 lire (1). Allorchè Carlo Emanuele II sposò nel 1663 Francesca Borbone di Valois, incaricò il conte Amedeo di Castellamonte di progettare un appa- rato pel solenne ricevimento degli sposi. L'archi- tetto fece fuori Porta Nuova elevare un trono con un palco per circa seicento persone con otto statue ed otto trofei ed indi adornò tutta la strada sino alla chiesa di S. Salvario con statue, piramidi e fiori (2). La duchessa Francesca visse col marito solo Decorazione della facciata del Duomo di Torino in occasione Decorazione della facciata del Duomo di Torino in occasione del funerale di Carlo Emanuele II. del funerale di Vittorio Amedeo I. nove mesi e passò da questa vita alle quattro ore di notte del 25 gennaio 1664. Il mese prima, a Tutta opera del conte Amedeo Castellamonte mezz'ora di notte del 27 dicembre 1663, era morta Il conte Amedeo Castellamonte doveva poi ter- furono le feste di Torino fatte nel 1660 in occa- pure la suocera Cristina di Francia. Il Duca volle minare la serie dei suoi apparati per pubbliche sione delle nozze della principessa Violante Marghe- allestire alle due Duchesse solenni funerali per manifestazioni della Corte di Savoia con due feste rita di Savoia col duca Ranieri di Parma e Piacenza. il 23 febbraio 1664, ed incaricò il conte Amedeo liete, ed amendue in occasioni di genetliaci. I disegni delle macchine e delle feste, carri e co- Castellamonte dell'apparato funebre. Questi progettò Madama Reale, nel 1678, volendo solennizzare il stumi formano un prezioso codice esistente nella una facciata artificiale esterna al duomo, con por- giorno della nascita del figlio Vittorio Amedeo II, biblioteca del Duca di Genova in Torino (2). Furono tale in legno colorato in nero ed argento con diede incarico al conte Filiberto di di scheletri e statue. I pilastri interni furono ri- allestire pubblici spettacoli ad un tal fine. Egli vestiti di tela dipinta con capitelli e basi di legno combinò un'azione sulla riva destra del Po di Mole rappresentante il Tempio della Virtù. (1) Li reali Himenei de serenissimi principi sposi Henriette argentato, e cornici di legno nero con profilature fronte al Valentino, intitolata: I Portici di Atene. Adelaide di Savoia e Ferdinando Maria di Baviera, descritti e dentelli pure argentati. Il catafalco era eretto Il conte Castellamonte ne progettò l'apparato di Nello stesso anno, volendo il duca Vittorio dall'abate Don VALERIANO CASTIGLIONE, historico delle Altezze sopra un palco di sei gradini, spaziati tre a tre sotto Amedeo II solennizzare il natalizio di sua madre, Reali di Savoia. Torino, Cavalleri, 1651.— PROMIS VINCENZO, Le cui ci rimane il disegno in un'incisione di Gio. auguste alleanze fra le Case di Savoia e di Baviera nei se- la cupola, con scheletri, dodici statue, quattro putti, Abbiati (2). Esso consisteva in un fabbricato in incaricò lo stesso conte Filiberto di Piossasco di coli XV, XVII, XVIII. Documenti e memorie. Torino, Bona, quattro angeli e candellieri, il tutto contornato da legno, stucchi e dipinti inoltrantesi nel Po, che organizzare una festa. Egli fece innalzare davanti 1883. una balaustra e coperto da una gran corona reale al Palazzo Reale una gran mole rappresentante (2) Le glorie delle Corone delle Margherite. Festa a cavallo II Tempio della Virtù, su disegno del conte di per le nozze della serenissima madama Margherita di Savoia in legno argentato (3). Castellamonte (1). Era questo tempio alto 8 trab. e del serenissimo Ranuccio Farnese, duca di Parma e Pia- Ad altro funerale doveva circa dieci anni dopo cenza. Torino, 1660. Raccolta di disegni a penna, parte in nero e parte aquerellati un po' grossolanamente, con alcune pagine di applicarsi Amedeo Castellamonte, fu quello ce- (1) Del funerale celebrato nel duomo di Torino all'Altezza testo contornate di bellissimi fregi pure a penna. Vi si osservano Reale di Carlo Emanitele II. Racconto del P. GIULIO VASCO, vedute di piazza Castello e piazza S. Carlo addobbate a festa, e della Compagnia di Gesù. Torino, Zappata. quadriglie di cavalieri e di donzelli. Nei fregi ai fogli 48, 70, (2) I portici d'Atene. Festa di giuochi di gioia celebrati da (1) II tempio della Virtù. Festa di giuochi di gioia cele- 96, 121, si leggono i nomi dei cavalieri che ebbero parte alla (1) Archivio camerale. Registro 5°. Sessioni, atti e scritture del Madama Reale su la riva del Po al Valentino nel giorno brata in piazza Castello nel giorno della natività di M. R. Consiglio sovra le fabbriche e fortificazioni, fol. 51 e seg. festa, ed a carte 49 havvi il ritratto di Carlo Emanuele II, la- della nascita di S. A. R. Torino, Zappata, 1678. (Bibl. Reale, da S. A. R. li 11 aprile 1678. Torino, Zappata, 1678. (Bibl. voro della medesima penna che disegnò le altre figure. (2) Archivio camerale. Registro citato, fol. 90-93. Reale, Feste patrie, Cartella 2, N. 2384). (3) Archivio camerale. Registro citato, fol. 96. Feste patrie, vol. II, N. 2383). Atti della Soc. degli Ing. ed Arch. — 8. 58 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 59

e partito in tre ordini architettonici con molte un monumento e neppure un epitaffio; solo P. Nuvoli, per riconoscere la possibilità di valersi Il Socio Gonella propone poi di stabilire all'ar- statue e stemmi e coperto da cupola sulla som- A. Arnaldo nel suo libro l'Anfiteatro del valore, del fondo in questione senza pregiudizio di altri ticolo 3°, che quando il numero degli Ingegneri mità della quale ergevasi una grande statua raf- edito nel 1673, stampò quattro sonetti in onore enti, vorrebbe si esaminasse se i Congressi degli inscritti nella circoscrizione di un Tribunale sia figurante Madama Reale con regio manto e co- di Amedeo. I Castellamonte però seppero sollevarsi Ingegneri sinora avvenuti hanno reso i conti da inferiore a 10, vengano riuniti alla sezione di altro ronata di stelle. Tutta questa macchina venne in alto da sè colle loro opere, vero documento uno all'altro e se il fondo stesso non figura in Tribunale. alla sera sfarzosamente illuminata. ed il più importante per l'artista, senza preoccu- questi conti. Si approva. parsi del plauso della folla. Le loro opere ci in- Il Presidente ritiene che per il fatto di non aver dicano com'essi, in alta stima presso la Corte e il Congresso di Palermo dato alcuna importanza La proposta di legge, colle varianti introdotte presso i privati, furono ingegni solidi e vigorosi, a questo residuo che venne messo a sua disposi- dalla nostra Società, rimane così approvata nei dai vasti concetti, fecero dell'arte severa, senza zione, la Società è autorizzata a disporne. Osserva seguenti articoli : I documenti rinvenuti non offrono altra notizia. mai abbassarla al livello della volgarità e deb- che la Sezione di Architettura del Circolo degli La vita privata dei Castellamonte è sconosciuta: bono, a buon diritto, occupare un posto emi- Artisti sarebbe soddisfatta anche con un concorso non abbiamo nè una biografia, nè un ritratto, nè nente nella storia dell'architettura piemontese. da parte nostra di sole 200 lire. Progetto di legge proposto dalla Società Toscana Amoretti appoggia la proposta di valersi di questa degli Ingegneri ed Architetti. somma, ma desidera che non la si frazioni troppo. Caselli è dello stesso avviso, e per la buona riu- scita dell'Esposizione propone di portare il concorso ART. 1. Ogni Corte d'Appello del Regno avrà Verbale dell'adunanza del 4 Novembre 1895 della Società a L. 400, osservando che l'incorag- un Albo di Ingegneri e di Architetti. giamento agli studi dell'antico si riverbera anche ART. 2. Nell'Albo hanno diritto di farsi iscrivere sull'arte moderna che da quelli dipende. soltanto coloro che, secondo gli attuali ordinamenti ORDINE DEL GIORNO : Quagliotti ing. Augusto, proposto dal socio Donghi, rilevando che nel programma della della pubblica istruzione del Regno, conseguirono Reycend; Esposizione si parla esplicitamente anche di Arte il diploma di abilitazione all'esercizio della profes- 1. Votazione per l'ammissione di nuovi Soci. moderna, vorrebbe che anche per questa vi fosse sione d'Ingegnere o d'Architetto. 2. Votazione per l'inserzione negli Atti della Memoria del socio Alvarez ing. Emilio, proposto dai soci Sol- dati V. e Decugis; un premio distinto. Corradini: Sulla distribuzione dell'acqua potabile nell'in- ART. 3. L'Albo sarà diviso in tante sezioni quanti Jadanza dott. Nicodemo, presentato dal socio Il Presidente osserva che la domanda rivolta terno delle abitazioni. sono i Tribunali dipendenti dalla Corte d'Appello. 3. Proposta di stabilire un premio in denaro per la Sezione di Reycend. alla Società è esplicita, di un premio cioè per In ciascuna sezione saranno iscritti gli Ingegneri Architettura della Esposizione di Belle Arti del 1896. Indi, messa ai voti l'inserzione negli Atti della rilievi d'Arte antica. Lo scopo del premio è quello ed Architetti che hanno residenza sotto la giurisdi- 4. Proposta di legge per la istituzione dei Consigli d'Ordine degli Memoria del socio Corradini : Sulla distribuzione di compensare le spese del rilievo, e può conser- Ingegneri ed Architetti. zione del rispettivo Tribunale. 5. Comunicazioni della Presidenza. dell'acqua potabile nell'interno delle abitazioni, varsi così in limiti ristretti, che non sarebbero più riesce approvata. compatibili quando si trattasse di assegnare un ART. 4. Gli Ingegneri ed Architetti iscritti in Presidenza REYCEND. Il Presidente fa dar lettura della lettera del premio per l'Arte moderna. Trova quindi meno uno degli Albi, sono i soli ai quali spetta il diritto Presidente della Sezione di Architettura del Circolo opportuno condizionare il nostro concorso. di essere adibiti nelle perizie giudiziarie di loro Sono presenti i Soci residenti: degli Artisti che domanda il concorso della Società Sacheri, in vista appunto che la domanda che competenza, dalle Corti d'Appello del Regno e da Amoretti Gonella per un premio in denaro, essenzialmente per i ri- ci viene fatta è di un semplice concorso, trova tutti i Tribunali dipendenti dalle stesse. Bellia Guastalla lievi di edifizi, onde dar maggior lustro alla Sezione che non convenga dare una somma tanto grossa. Bertoglio Guidi ART. 5. Le Amministrazioni governative, pro- di Architettura della Mostra triennale di Belle Arti Caselli osserva, che colla sua proposta delle 400 Bolzon Levi vinciali e comunali, e gli Enti morali tutelati dalle che avrà luogo nel 1896. Spiega lo scopo della lire, intendeva venisse costituito un premio spe- Candellero Losio dette Amministrazioni, non possono valersi, per Cappa Marcenati Sezione di Architettura del Circolo degli Artisti, ciale della nostra Società, ciò che produrrebbe ad operazioni in ogni ramo di Ingegneria ed Architet- Caselli C. Mussa ed osserva che il Comitato ha pensato di ricorrere essa un non lieve vantaggio morale. tura, che degli Ingegneri e degli Architetti iscritti Cornetti Nicolello al residuo fondo del V Congresso degli Ingegneri Vicarj propone si porti il premio a L. 250. Corradini in un Albo. Nuvoli del 1884, che ammonta a circa 700 lire, per co- Dallola Pagani Giuseppe Amoretti propone invece di mettere a disposi- Decugis Porro stituire il premio richiesto. zione tutto il fondo che si ha disponibile per co- ART. 6. I progetti tecnici e gli atti peritali di Dogliotti P. M. Reycend Corradini ricorda che nel 1896 vi sarà un Con- stituire un premio speciale della Società. esclusiva spettanza di Ingegneri e di Architetti, Donghi Sacheri gresso di Ingegneri a Genova, il quale potrà forse Messa ai voti la proposta Amoretti, non è ap- che debbono essere sottoposti all'approvazione delle Fadda Sbarbaro vantare dei diritti su questo residuo fondo, e non provata. Autorità governative, provinciali o comunali o degli Fiorini Vicarj Enti morali da esse tutelati, ovvero presentati alle Giovara Zerboglio sa così se ora se ne può disporre liberamente. Come pure non riesce approvata la proposta Girola Zuppinger Sacheri, pur dichiarandosi favorevole a con- Caselli di un concorso in lire 400. Autorità giudiziarie, debbono essere redatti da In- ed il Socio corrispondente cedere un premio in denaro per l'Architettura, Ottiene invece l'approvazione dell'Assemblea la gegneri od Architetti iscritti in un Albo. L'esecu- Durandi. esprime il desiderio che non siano dimenticati gli proposta Vicarj, di stabilire il premio in L. 250 da zione delle opere cui i detti progetti si riferiscono, altri rami dell'Ingegneria. Previene che l'anno prelevarsi dal residuo fondo del V Congresso degli deve essere diretta da un Ingegnere o da un Ar- Letto ed approvato il verbale dell'ultima adu- venturo vi sarà un'Esposizione di motori a com- Ingegneri del 1884. chitetto iscritto in un Albo. nanza, il Presidente con elevate parole comme- bustibili liquidi, ed anche a questa si dovrebbe Si passa in seguito alla discussione della pro- ART. 7. Gli iscritti in ciascuna sezione nominano mora il socio comm. Erba, professore di meccanica, dedicare un nostro premio. Come pure sarebbe posta di legge per l'istituzione dei Consigli d'Or- la propria rappresentanza, che assumerà il nome di deceduto qui in Torino il 1° novembre. opportuno che la Società stabilisse dei premi per dine degli Ingegneri ed Architetti colle varianti Consiglio d'Ordine. Si procede in seguito alla votazione per l'am- le Memorie importanti che si pubblicano; per cui suggerite dal nostro Comitato al progetto presen- missione di nuovi Soci, e riescono eletti all'una- sarebbe d'avviso che si nominasse una Commis- tato dalla Società Toscana. ART. 8. I componenti il Consiglio d'Ordine sa- nimità a Soci effettivi i signori: sione coll'incarico di ripartire il fondo che si ha Data lettura dei vari articoli, riescono approvati ranno in numero di 5 per gli Albi contenenti, fino Testa ing. Giacomo, proposto dal socio Boggio; disponibile. senza discussione. a 30 iscritti; saranno 7 per gli Albi fino a 50 in- 61 60 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO

dine, secondo le modalità specificate agli arti- scritti; 9 per quelli fino a 100 ed 11 per quelli mag- Modificazioni proposte dal Comitato della Società Disposizioni transitorie. coli 7, 8 e 9 della presente legge. giori di 100. degli Ingegneri e degli Architetti in Torino ed ART. 9. Il Consiglio eleggerà nel suo seno il approvate nell'Adunanza del 4 novembre 1895. Durante un anno dalla data di promulgazione Il Presidente partecipa che l'Albo fondato dalla Presidente. Il Segretario ed il Cassiere possono della presente legge, saranno inscritti d'ufficio nostra Società venne già preso in considerazione essere nominati fra gl'iscritti nell'Albo. ART. 3. in ogni Albo tutti coloro che notoriamente eserci- dall'Autorità giudiziaria, che incaricò il Consiglio ART. 10. I membri del Consiglio d'Ordine re- tano la professione di Ingegnere o di Architetto. di pronunziarsi nella vertenza tra gli ingegneri stano in ufficio 4 anni. Alla fine del 2° anno, dopo Nel caso in cui il numero degli iscritti ad una Una Commissione di Ingegneri e di Architetti Fantini e Marchesi contro l'impresario Mossotto l'elezione generale, cessano dal farne parte 5 Con- sezione risulti inferiore a 10, questa sezione potrà nominata dal Presidente di ogni Corte d'Appello, per questione di onorari. siglieri estratti a sorte nei Consigli di 11 membri, aggregarsi a quella del Capoluogo. esaminerà le liste e deciderà sulla legittimità di Comunica infine la costituzione del Collegio queste iscrizioni fatte in via provvisoria. La degli Ingegneri e Architetti di Como e quello della 4 in quelli di 9, 3 in quelli di 7 e 2 in quelli ART. 5. Le Amministrazioni governative, pro- Commissione fisserà quindi per ogni Albo la Sardegna, cui si mandarono auguri. composti di 5. vinciali e comunali, le Camere di Commercio e prima lista degli Ingegneri ed Architetti che In seguito di che la seduta è sciolta. I Consiglieri mancanti per morte, traslocamento gli Enti morali, ecc. o dimissione, si avranno come sorteggiati. hanno diritto ad essere inscritti nell'Albo. Pub- blicata questa lista, il Presidente della Corte di I Consiglieri uscenti possono essere rieletti. ART. 6. I progetti tecnici e gli atti peritali di Il Segretario Il Presidente esclusiva spettanza di Ingegneri ed Architetti, che Appello convocherà gli inscritti perché proce- ART. 11. Le deliberazioni del Consiglio d'Ordine debbono essere sottoposti all'approvazione delle dano alla nomina del primo Consiglio dell'Or- Ing. C. GIOVARA. Ing. REYCEND. saranno valide, con l'intervento della maggioranza Autorità governative, provinciali o comunali o assoluta dei suoi componenti. delle Camere di Commercio o degli Enti mo- Il Segretario ed il Cassiere, se scelti fuori rali, ecc. del Consiglio, non hanno voto nelle delibera- zioni. ART. 8. I componenti il Consiglio dell'Ordine saranno in numero di cinque per le sezioni con- ART. 12. Gli iscritti nell'Albo dovranno pagare tenenti fino a 30 inscritti ; saranno sette per le una tassa annua per le spese occorrenti al funzio- sezioni fino a 50 inscritti ; nove per quelle sino namento del Consiglio d'Ordine. a 100 ed undici per quelle maggiori di 100. I ART. 13. Il Consiglio d'Ordine ART. 10, comma 3°. a) dà il suo parere consultivo e gratuito sulla I Consiglieri uscenti non potranno essere rie- determinazione dei compensi dovuti agli Ingegneri letti se non dopo trascorsi due anni. ed agli Architetti, per incarichi delle Autorità giu- diziarie, le quali, prima di pronunziarsi, dovranno ART. 13. Il Consiglio dell'Ordine è il rappre- richiedere siffatto parere al Consiglio della città sentante legale di tutti gli inscritti dell'Albo, tanto in cui hanno sede; ed in mancanza di questo, al presso le Autorità che presso le Amministrazioni Consiglio della città più vicina; pubbliche e private. Il Consiglio dell' Ordine esamina le domande di b) a richiesta di pubbliche Amministrazioni o ammessione di nuovi Soci nell'Albo e decide sulle di privati, emette il suo parere consultivo per medesime. In caso di rifiuto e qualora il richie- competenze professionali. In questi casi il com- dente non lo credesse giustificato, potrà ricorrere penso dovuto al Consiglio d'Ordine sarà deter- al Presidente della Corte d'Appello presso la quale minato da una speciale tariffa allegata al Rego- l'Albo è istituito, il quale deciderà definitivamente lamento. in ultima istanza. ART. 14. Gli inscritti nell'Albo hanno diritto al ART. 13, che sarà il 14. parere e patrocinio gratuito del Consiglio d'Ordine Il Consiglio dell'Ordine è tenuto a prestarsi: per questioni professionali che individualmente li Alle richieste dell'Autorità giudiziaria sulla riguardino. più opportuna scelta dei periti giudiziari ed a dare il suo parere sulla determinazione dei com- Disposizione transitoria. pensi dovuti agli Ingegneri ed agli Architetti per gli incarichi ricevuti dalle Autorità giudiziarie, dalle pubbliche Amministrazioni e dai privati. Durante un anno dalla promulgazione della pre- sente legge, saranno inscritti nell'Albo coloro che Questo parere sarà sempre richiesto dall'Au- notoriamente e lodevolmente esercitino la profes- torità giudiziaria prima di pronunziarsi in sione d'Ingegnere e di Architetto fin dall'anno merito. 1875. Le modalità per l'esecuzione delle incombenze affidate al Consiglio dell'Ordine, saranno stabi- Una Commissione di Ingegneri e di Architetti lite dal Regolamento. laureati, nominata da ciascuna Corte d'Appello, deciderà sulla legittimità di queste iscrizioni in via I pareri saranno gratuiti; solo verranno rim- transitoria. borsate le spese effettivamente sostenute. ART. 14. Annullato.