Le Esperienze Nei Piani Provinciali E Comunali 7 II PARTE I PARTE
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
III – Le esperienze nei piani provinciali e comunali 7 II PARTE I PARTE Tre casi campani: la VAS per il PUC dei comuni di Terzigno, San Marco Evangelista e Castiglione del Genovesi di Cristoforo Pacella Premessa Il presente contributo descrive la metodologia applicata e i risultati ottenuti dalle Valu- tazioni Ambientali Strategiche dei Piani Urbanistici Comunali (PUC) di Terzigno, San Marco Evangelista e Castiglione del Genovesi, comuni rispettivamente appartenenti alle province campane di Napoli, Caserta e Salerno e dotati rispettivamente di strumenti di pianificazione inefficaci sia perché datati (Programma di Fabbricazione per Terzigno risalente al 1977 e Piano Regolatore Generale per Castiglione del Genovesi risalente al 1990) e non più adeguati alle nuove esigenze di tutela delle aree sensibili e di riqualifi- cazione delle aree edificate in degrado, sia perché contenenti norme, in alcuni casi, di controversa applicazione (PRG di San Marco Evangelista). 1. Il quadro territoriale di riferimento Il Comune di Terzigno fa parte del comprensorio vesuviano orientale; più precisamen- te, di quella parte della conurbazione anulare ai piedi del vulcano che si proietta, da un lato, con Poggiomarino e Striano, verso l’agro Sarnese-Nocerino (saldando, attraverso il nodo di Sarno-Castel San Giorgio, l’armatura urbana provinciale di Napoli con la città lineare nocerina); dall’altro, con San Gennaro Vesuviano-Palma Campania-Carbonara di Nola, verso le propaggini irpine. Conta circa 16.000 residenti e il suo territorio si estende per 23,51 kmq. L’altimetria varia tra i 50 e i 750 m s.l.m. e il centro urbano è collocato a circa 150 m s.l.m. La condizione complessiva del territorio di Terzigno consente di distinguere una parte 414 Casi ed esperienze [Parte III] alta, compresa grosso modo tra i 300 e i 750 m s.l.m., con grado quasi nullo di antropiz- zazione, a sua volta divisibile in due fasce altimetriche: la prima, compresa tra i 750 e i 500 m s.l.m., presenta un’orografia accidentata, una forte pendenza e scarsa vegetazione; la seconda, tra i 500 e i 300 m s.l.m., ha minore pendenza ed è largamente boscata. Alle quote inferiori, dove sono diffusi i vigneti, il grado di antropizzazione è più evidente; la viabilità, il centro urbano, l’incerta distribuzione di attività produttive eterogenee, la presenza di vaste aree di cava caratterizzano i leggeri declivi e la piana a nord est. Emerge poi, a sud est del territorio comunale e nelle fasce contermini al centro edifica- to, l’ampiezza della “campagna urbanizzata”, cioè di vaste aree agricole punteggiate da un pulviscolo di case in prevalenza mono e bifamiliari, generalmente privo di qualità. Si tratta dell’effetto di una diffusione urbana che rende incerti i confini tra la città e la non città e che priva i luoghi di identità e connotazioni riconoscibili. Il comune di San Marco Evangelista si inserisce nel contesto della “conurbazione caser- tana” legata, assieme all’area metropolitana napoletana, dai mutamenti della geografia urbana partiti nella seconda metà degli anni ’60, quando, principalmente per effetto dell’intervento straordinario, si sono verificati: • l’allocazione e la crescita degli agglomerati industriali previsti dai Piani regolatori delle Aree di Sviluppo Industriale (ASI) di Napoli e di Caserta; • l’espansione a macchia d’olio dei centri urbani dovuta alla sostenuta domanda di abita- zioni derivante dall’urbanesimo1 e dal reddito mediamente crescente; • l’infittirsi delle infrastrutture viarie e ferroviarie successivo al terremoto del 1980. Si è così sovrapposta ad una struttura territoriale povera, fatta di centri abitati di preva- lente origine rurale, una seconda struttura “moderna” e di grande scala, fatta di fabbri- che e di infrastrutture di trasporto. I due contesti sono rimasti per molti aspetti estranei l’uno all’altro, conformando un territorio per così dire “a due velocità”: il primo in gran parte spontaneo e povero di servizi, con spiccata tendenza all’espansione; il secondo pianificato e “forzato” dai meccanismi dell’intervento straordinario. L’armatura urbana della provincia di Caserta può dirsi articolata in due principali co- nurbazioni, cui si aggiunge la dispersione di un certo numero di centri isolati nelle aree meno dense, soprattutto a nord del territorio provinciale. La prima e più vasta conurba- zione si snoda da Capua a Maddaloni passando per il capoluogo. La collana di poli ha come altro supporto la linea FS Roma-Caserta-Cancello. In posizione anomala rispetto allo sviluppo lineare si colloca il nodo Marcianise-Capodrise, lambito dal ramo FS Ca- serta-Aversa-Napoli. La seconda conurbazione è costituita dalla “città aversana”, caratterizzata dall’importan- te nodo FS di Aversa, che si distende lungo la linea FS Villa Literno-Aversa-Napoli ed è fortemente integrata con la densa area a nord di Napoli anche per effetto del sistema infrastrutturale già ricordato. Il territorio comunale di San Marco Evangelista è strettamente integrato in questo con- 1. La Circolare del 9.3.1961 del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno ai Consorzi ASI sui “Criteri e direttive per la redazione dei Piani Regolatori Territoriali delle Aree di sviluppo industriale e dei Nuclei di industrializzazione” raccomandava di considerare nei piani il passaggio di importanti aliquote di popolazione dal- l’agricoltura all’industria e ai servizi, con conseguenti aumenti di redditi e relativi spostamenti nei consumi. Le esperienze nei piani provinciali e comunali [III,7] 415 testo di sistema; esso si qualifica come nodo importante che, nonostante la modestia dell’estensione, è fortemente caratterizzato dalla stretta integrazione nel comprensorio urbano industriale che da Caivano si estende fino a Caserta passando per Marcianise, San Nicola la Strada e il capoluogo di provincia con l’agglomerato ASI di Ponteselice. Il nodo è conseguentemente interessato dai tracciati e dai nodi di un sistema viario che comprende tratti autostradali (A1 Napoli-Roma e A30 Caserta-Salerno), tratti di strade extraurbane principali (Asse di supporto), strade statali e provinciali (la SS 87 – Viale Carlo III di Borbone – lambisce ad ovest il territorio comunale). Il comune di Castiglione del Genovesi si inserisce nell’armatura urbana del compren- sorio picentino, a cavallo tra le province di Salerno e Avellino, essenzialmente povera: piccoli centri punteggiano vaste estensioni preappenniniche e appenniniche a basso gra- do di antropizzazione, capisaldi di un sistema economico produttivo per buona parte limitato all’autoconsumo. La sostanziale emarginazione di questo territorio dai circuiti economicamente più vitali – pur sempre entro i limiti che caratterizzano le aree del Mezzogiorno (semi)interno – ha però consentito la conservazione dei suoi valori paesistici e ambientali, che rappresen- tano oggi una risorsa da utilizzare con rispetto al fine di cogliere tutte le opportunità per uno sviluppo compatibile con le finalità istituzionali del Parco regionale dei Monti Picentini. Le alture del comprensorio sovrastano la valle dell’Irno, che corre ad ovest, segnata dal fascio infrastrutturale viario e ferroviario. Le due testate provinciali del sistema sono: a sud il capoluogo e a nord il sistema costituito dai due poli universitari di Baronissi- Fisciano, l’agglomerato ASI di Fisciano-Mercato San Severino e i tre centri urbani dai quali i campus e l’agglomerato prendono il nome. Tra le due testate corrono i tracciati della superstrada Salerno-Avellino, con l’innesto a sud sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, e della ferrovia destinata a costituire la “Circumsalernitana”, cioè il collega- mento circolare su linea FS che, partendo da Salerno, tocca le stazioni di Irno, Fratte, Baronissi, Fisciano e Mercato San Severino, per poi piegare a ovest con Castel San Giorgio, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Cava de’ Tirreni e Vietri sul Mare e quindi chiudersi a Salerno. La testata nord del sistema lineare vallivo apre la connessione con l’avellinese e la valle del Sabato; la testata sud si connette da un lato, con Vietri, al sistema turistico della co- stiera amalfitana, e dall’altro, con Cava de’ Tirreni, alla collana di poli urbani dell’agro sarnese nocerino supportata dall’autostrada Napoli-Salerno. L’asse vallivo dell’Irno comprende quindi gran parte delle infrastrutture della mobilità, delle dotazioni di servizi anche rari e delle attività produttive del comparto della trasfor- mazione, concentrate negli agglomerati ASI di Salerno-Fuorni e di Fisciano-Mercato San Severino. Tra il sistema lineare ad ovest e il comprensorio picentino è riconoscibile una potenziale complementarietà secondo la quale il primo si qualifica come supporto di concentrazione delle funzioni produttive e di servizio di livello interprovinciale e il secondo come area dotata di valori paesistici e ambientali. L’unica strada di collegamento intercomunale è la SP 24 bis che attraversa il territorio comunale in direzione nord-sud passando per il centro abitato, del quale lambisce il nu- 41 Casi ed esperienze [Parte III] cleo antico. Gli svincoli autostradali più vicini sono quelli di Salerno e di Pontecagnano. Ma è in costruzione quello di San Mango Piemonte, che accorcerà di molto il collega- mento autostradale di Castiglione. Il territorio comunale, che si estende per 10,75 kmq, confina a nord ovest con Fisciano e Baronissi, a sud con San Mango Piemonte, a sud est con San Cipriano Picentino e a nord est con Giffoni Sei Casali. La giacitura, notevolmente articolata, comprende a nord le acclività del Monte Monna (1.196 m) e a sud quelle