COMUNE DI

Provincia di

PPI A NO DI GGOVERNO

DE L TTERRITORIO

Piano delle Regole

COMPONENTE COMMERCIALE modificata a seguito delle controdeduzioni alle osservazioni

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Componente commerciale PGT

Parte 1^

Analisi territorio popolazione e rete distributiva

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Premessa

Il commercio svolge un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana: la condiziona e condiziona le stesse funzioni delle città, i comportamenti singoli e collettivi e riveste un’indubbia forza equilibratrice di tutta la vita sociale delle città e dei centri minori. La viabilità, i trasporti, le relazioni sociali, gli orari e i servizi sono tutti condizionati ed interdipendenti dalle realtà commerciali locali. Il commercio crea interesse, vivacità, favorisce I’aggregazione, qualifica i contesti urbani, è volano e moltiplicatore per l’incontro e lo svago pur rispondendo ad una precisa esigenza primaria. Negli ultimi anni la rete distributiva si è modificata sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. Le diverse abitudini di acquisto indotte dal mutare delle abitudini di vita, hanno influito sulle caratteristiche strutturali della rete e sulle tecniche di vendita, determinando esigenze di riorganizzazione dell’impresa commerciale per l‘esercizio dell’attività con prodotti diversi, su spazi più ampi, in sedi diverse con orari di vendita più consoni ai tempi di acquisto dei consumatori. Vi è stato un progressivo ed inarrestabile spostamento dell’asse commerciale sia dal punto di vista geografico, dal centro alla periferia, che tipologico, dalla piccola alla grande superficie di vendita. Le nostre città, si stanno man mano trasformando e la crisi dei centri storici e del piccolo dettaglio si è fatta sempre più consistente, quasi irreversibile e così rischia di spezzarsi lo stretto e storicamente consolidato legame fra commercio e struttura urbana. La legge di riforma, di fronte all’inadeguatezza dei piani commerciali previsti dalla normativa precedente, ha ritenuto che la programmazione della funzione distributiva dovesse avvenire attraverso una considerazione più attenta dello sviluppo urbanistico dei comuni e delle destinazioni d’uso previste dagli strumenti urbanistici. Da quanto detto è evidente, pertanto, il compito di programmazione del che si concretizza nella necessità di adottare, o perlomeno di adeguare, i propri strumenti urbanistici e dotarsi di una adeguata programmazione commerciale qualitativa. Questa nuova metodologia deve, tuttavia, avere riguardo alla espansione degli abitati e le proposte di nuove aggregazioni commerciali possono anche creare una divaricazione nell’assetto produttivo: comunque deve essere garantito un equilibrio per gli interessi, le domande e le attività che gravano sui diversi contesti urbani limitati spazialmente. La vera svolta determinata dalla vigente legislazione commerciale risiede in una precisa scelta di politica urbanistica dove la pianificazione commerciale deve essere assunta quale parte integrante della stessa pianificazione territoriale. La stretta connessione tra qualità del commercio e qualità urbana, emergente dalle nuove disposizioni, evidenzia come la funzione commerciale, integrata alle altre funzioni terziarie, assuma un ruolo sempre più importante per la definizione degli standard urbanistici e, più in generale, nell’ambito della pianificazione urbanistica. La necessità di un’analisi particolareggiata del commercio presente nelle aree urbane, deriva dall’esigenza di conoscere i punti eccellenti nei quali indirizzare ed

3 organizzare il sistema distributivo periferico. Le aree periferiche risentono, in effetti, in misura considerevole delle modificazioni che il modello di sviluppo territoriale sta provocando nel commercio delle città. La polifunzionalità è alla base del nuovo assetto del territorio ed il nuovo modello emergente, denominato “policentrico”, comporta l’articolazione delle funzioni urbane secondo una rete composta da diversi punti di forza. Se il protagonista principale del processo di riqualificazione di un centro cittadino è il Comune, il secondo gruppo di attori è ravvisabile proprio negli operatori o, ancor meglio, nelle associazioni e nei consorzi costituiti dagli imprenditori operanti nelle aree di progetto. Diamo per acquisita che la vera centralità di ogni nucleo abitato sono i suoi cittadini.

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Oggetto della componente commerciale

Le leggi regionali di riforma del Governo del Territorio e di Sviluppo del Sistema distributivo commerciale chiedono all’ Amministrazione Comunale a procedere alla formulazione di una pianificazione urbanistica-commerciale che prenda in considerazione le indicazioni contenute nella legge di riforma del settore commerciale nonché dei criteri ed indirizzi in tal senso promanati dalla Regione Lombardia. In particolare il comune, mediante la pianificazione urbanistica e la conseguente programmazione qualitativa commerciale, individua: a) i criteri qualitativi per l'insediamento delle nuove attività commerciali, comprese quelle che somministrano alimenti e bevande, e delle attività di vendita delle imprese artigiane di prodotti alimentari di propria produzione per il consumo immediato nei locali dell'azienda, tenendo conto delle diverse caratteristiche del proprio territorio e della differente incidenza degli esercizi secondo il settore merceologico di appartenenza; b) le zone da sottoporre a tutela, tenendo conto delle caratteristiche urbanistiche e di destinazione d'uso dei locali, dei fattori di mobilità, traffico, inquinamento acustico e ambientale, aree verdi, parcheggi, nonché delle caratteristiche qualitative degli insediamenti, dell'armonica integrazione con le altre attività economiche, con le aree residenziali interessate e del corretto utilizzo degli spazi pubblici o di uso pubblico. Il PGT, pertanto, introduce precise scelte di carattere urbanistico che possono anche modificare in modo concreto l’assetto urbanistico vigente. L’intenzione diventa, di conseguenza, quella di sviluppare la localizzazione di un sistema distributivo che verrà elevato e corrispondente alle necessità dei cittadini attraverso una adeguata programmazione qualitativa commerciale; pertanto le scelte che si fanno in questo elaborato sono di tipo normativo mirate unicamente a disciplinare l’insediamento commerciale nei vari contesti urbanistici del territorio. Gli obiettivi che si intendono conseguire sono intesi a promuovere la libertà di iniziativa economica nei limiti di una evoluzione equilibrata dell'apparato distributivo ed a fornire un quadro di orientamenti ai soggetti interessati. A tale proposito, con questa localizzazione commerciale, si tende a favorire: a) una integrazione armonica degli insediamenti commerciali con il tessuto urbano esistente e previsto, nel rispetto dei valori architettonici ed ambientali e del contesto sociale; b) un adeguato livello di rinnovamento, di riqualificazione e di integrazione funzionale di tutte le attività commerciali presenti sul territorio; c) una integrazione delle attività commerciali con le altre attività lavorative al fine di garantire la presenza continuativa delle attività umane, attraverso la creazione di zone miste con funzioni produttive, funzioni di servizio, funzioni commerciali, funzioni direzionali, funzioni ricettive e di spettacolo, utilizzando le eventuali aree industriali dismesse; d) un equilibrato rapporto tra la rete viaria e gli insediamenti commerciali in modo da evitare fenomeni negativi sulla rete viaria esistente; e) la possibiltà di creare un centro aggregativo nel centro storico mediante una riqualificazione dell’attuale rete distributiva di vicinato anche con la possibile

5 realizzazione di una struttura che accorpi più negozi di vicinato già presenti nel centro storico.

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Quadro normativo di riferimento

Le definizioni delle diverse attività commerciali sono contenute nell'art. 4 del decreto legislativo 114/98; si tratta di definizioni di valore generale, poiché ricalcano le espressioni usate nelle direttive CEE in materia. La presente analisi riguarda specificamente le attività di commercio al dettaglio in sede fissa, cioè l'attività esercitata da chi acquista merci e le rivende direttamente al consumatore finale, cioè al pubblico in generale. Il d.lgs. 114/98 individua due soli settori merceologici, alimentare e non alimentare, mentre per quanto riguarda la suddivisione dei negozi in classi dimensionali per superficie di vendita si richiama a l’art. 1 del D.L. n. 1/2012 il quale dispone l’abrogazione delle disposizioni “di pianificazione e programmazione territoriale o temporale autoritativa con prevalente finalità economica o prevalente contenuto economico, che pongono limiti, programmi e controlli non ragionevoli, ovvero non adeguati ovvero non proporzionati rispetto alle finalità pubbliche dichiarate e che in particolare impediscono, condizionano o ritardano l’avvio di nuove attività economiche o l’ingresso di nuovi operatori economici ponendo un trattamento differenziato rispetto agli operatori già presenti sul mercato, operanti in contesti e condizioni analoghi, ovvero impediscono, limitano o condizionano l’offerta di prodotti e servizi al consumatore, nel tempo nello spazio o nelle modalità, ovvero alterano le condizioni di piena concorrenza fra gli operatori economici oppure limitano o condizionano le tutele dei consumatori nei loro confronti”. Da ciò risulta evidente che gli enti locali, negli atti programmatori, devono escludere ogni restrizione al libero esercizio delle attività, che non sia imposta da motivi imperativi di interesse generale, nonché limitazioni che appaiono, motivatamente, in contrasto con principi di ragionevolezza, adeguatezza e proporzionalità, dettati dal citato art. 1 del D.L. n. 1/2012. Pertanto anche eventuali restrizioni basate sul territorio e sulla popolazione residente, si ritiene debbano trovare giustificazione in relazione ai suddetti criteri; pertanto la classificazione degli esercizi di vendita al dettaglio devono intendersi come di seguito classificati salvo restrizioni programmatorie debitamente motivate:

.. -._ .. _-_ .. - ._-- Classe dimensionale Superficie di vendita

Esercizio di vicinato fino a 150 mq.

Media struttura da 151 mq. a 1.500 mq. di vendita

Grande struttura oltre 1.500 mq. di vendita

La Regione Lombardia ha articolato le grandi strutture di vendita in quattro sottocategorie: Classe dimensionale Superficie di vendita Grande struttura a rilevanza comunale da 1.501/2.501 mq. a 5.000 mq Grande struttura a rilevanza provinciale da 5.001 mq. a 10.000 mq. Grande struttura a rilevanza interprovinciale da 10.001 mq. a 15.000 mq. Grande struttura a rilevanza regionale oltre 15.000 mq.

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Medie e grandi strutture di vendita possono assumere la forma del centro commerciale, quando “più esercizi commerciali sono inseriti in una struttura a destinazione specifica e usufruiscono di infrastrutture comuni e spazi di servizio gestiti unitariamente" (D.Lgs. 114/98, art. 4, comma 1, lettera g). La Regione Lombardia nella programmazione pluriennale della grande distribuzione ha articolato la definizione del centro commerciale nelle seguenti tipologie esponendole come criteri per la programmazione comunale delle medie strutture di vendita: - Centro commerciale tradizionale - Centro commerciale multifunzionale - Factory outlet centre - Parco commerciale La disciplina "quadro" dettata dal d.lgs. 114/98 e dalla Legge Regionale n. 6/2010, è integrata e completata dal Programma Pluriennale per lo sviluppo del Settore Commerciale e dalle sue modalità applicative che pongono specifica attenzione agli elementi di programmazione commerciale, ai criteri di urbanistica commerciale, alle procedure per il rilascio delle autorizzazioni per le medie e grandi strutture di vendita. In particolare, nel Programma Pluriennale per lo Sviluppo del Settore Commerciale, allo scopo di consentire la razionalizzazione e la modernizzazione della rete distributiva, controllandone l'impatto territoriale, ambientale, sociale e commerciale, il territorio della Regione è stato suddiviso in ambiti territoriali, considerando la presenza di aree metropolitane omogenee e di aree sovracomunali configurabili come unico bacino d'utenza. Gli ambiti territoriali individuati sul territorio regionale sono i seguenti: - ambito commerciale metropolitano - ambito di addensamento commerciale metropolitano - ambito della pianura lombarda - ambito montano - ambito lacustre - ambito urbano dei capoluoghi. Per ciascun ambito sono individuati specifici indirizzi di sviluppo. In particolare, per il Comune di Trescore Balneario, compreso nell'ambito montano, gli indirizzi di riqualificazione e sviluppo sostenibile della rete sono i seguenti:  qualificazione dell’offerta nei poli di gravitazione commerciale di fondovalle, sia mediante la razionalizzazione di insediamenti commerciali già esistenti le cui dimensioni siano congruenti con l’assetto fisico del territorio, sia attraverso la valorizzazione delle attività integrate dei centri storici (anche a tutela del paesaggio e della biodiversità, e con le caratteristiche della domanda commerciale);  nessuna previsione di apertura di grandi strutture di vendita realizzate anche mediante l'utilizzo di superficie di vendita esistente;  disincentivo delle medie strutture di vendita di maggiore dimensione e valorizzazione di quelle strutture di vendita le cui dimensioni siano correlate e compatibili con i contesti locali e con la promozione di servizi di supporto ai centri minori;

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 integrazione delle strutture commerciali con i sistemi turistici locali e con l’artigianato delle valli;  individuazione, sperimentazione e promozione di nuovi modelli di punti di vendita, per le frazioni, i nuclei minori e le zone di minima densità insediativi, favorendo la cooperazione tra dettaglio tradizionale e GDO;  valorizzazione dell’offerta commerciale ambulante e della presenza di aree dedicate agli operatori ambulanti;  attenzione alla vendita di prodotti locali, tipici e caratteristici dell‟ambiente montano e integrazione con i sistemi produttivi e artigianali tipici locali, in particolare riferiti al comparto agro-alimentare;  ubicazione di nuovi punti di vendita di vicinato e della media distribuzione in aree abitate, comunque con attenzione alla valorizzazione del tessuto commerciale preesistente e alla conservazione dei caratteri ambientali;  possibilità di autorizzare, in un solo esercizio, l’attività commerciale e altre attività d’interesse collettivo.

Obiettivi di sviluppo commerciale del PTCP In Provincia di Bergamo il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) si raccorda con il Piano di Settore per il Commercio (PdSC) il quale si pone gli obiettivi generali che sono esito di tre fronti contestuali di riferimento. Il primo è da riferirsi al ruolo della Provincia, così come ad essa attribuito dal vigente quadro normativo nazionale e regionale. Il secondo è costituito da quanto definito dagli strumenti di programmazione regionale. Il terzo fronte, dal quale discendono gli obiettivi generali del PdSC, è più strettamente connesso alle risultanze del quadro analitico-interpretativo della situazione presente in Provincia di Bergamo. Nella seguente tabella sono formulati gli obiettivi del PdSC, articolati in:  obiettivi funzionali ai fattori commerciali, orientati quindi a perseguire obiettivi di miglioramento del sistema della rete commerciale;  obiettivi di integrazione con le politiche territoriali, strumentali a perseguire le necessarie coerenze tra le logiche proprie del sistema commerciale e quelle generali di assetto territoriale

Obiettivi funzionali ai fattori commerciali Obiettivi di integrazione con le politiche territoriali

1. ricerca di un equilibrio territoriale nella 1. indirizzare gli interventi di sviluppo e strutturazione della rete dei servizi qualificazione del sistema commerciale commerciali, con particolare attenzione della media e grande distribuzione in agli equilibri delle reti di trasporto; ambiti territoriali opportuni al fine del contenimento delle esternalità negative 2. la minimizzazione delle esternalità sul sistema territoriale, ambientale e negative, da ricondurre in particolare al infrastrutturale; contenimento del pendolarismo di spesa per gli abitanti dei diversi ambiti territoriali ; 2. sollecitare, attraverso la definizione di

specifici criteri insediativi, localizzativi

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3. la proposizione di procedure di e progettuali, un innalzamento della concertazione e accordo per la qualità progettuale degli interventi al condivisione, a livello interistituzionale, fine del contenimento delle esternalità delle scelte sul negative; sistema commerciale aventi carattere di sovracomunalità, 3. incentivare la costruzione di accordi come strumento di perequazione sovracomunali funzionali ad una equa territoriale; ripartizione delle esternalità (positive e negative) legate agli interventi di 4. il rilancio e la rivitalizzazione dei sviluppo e qualificazione del sistema centri storici e dei tessuti urbani, commerciale. assumendo la rete dei servizi commerciali come fattore rilevante nelle politiche di valorizzazione urbana;

5. il rilancio del commercio nelle aree più deboli - nel contesto bergamasco l'ambito montano e lacustre come misura di sostegno all'abitare, specie per alcune categorie sociali con scarsa possibilità/propensione allo spostamento con mezzo privato.

Gli obiettivi specifici del PdSC dettagliano gli obiettivi generali, da cui discendono, anche in ragione della rispondenza agli obiettivi del PTCP e coerentemente con il quadro di indirizzi regionale. , La definizione degli obiettivi specifici e degli indirizzi di piano permette di stabilire il passaggio tra gli orientamenti di principio e la loro applicazione, funzionale alla gestione e all'indirizzo delle dinamiche del sistema commerciale.

Nella tabella seguente sono riportati gli obiettivi specifici e gli indirizzi di piano, per il commercio:

Obiettivi specifici del PdSC Indirizzi e interventi di sviluppo e qualificazione del sistema commerciale

Ricercare un equilibrio territoriale nella Gli interventi dovranno rispondere a una strutturazione della rete dei servizi logica di equilibrio tra le diverse tipologie commerciali distributive e nella loro articolazione territoriale

Rilanciare e rivitalizzare i centri storici e i Gli interventi dovranno concorrere alla tessuti urbani, assumendo la rete dei rivitalizzazione e qualificazione dei centri servizi commerciali come fattore rilevante urbani nelle politiche di valorizzazione urbana

Rilanciare il commercio nelle aree più Gli interventi attuati nel contesto montano deboli come misura di sostegno o lacustre dovranno rispondere a criteri di all’abitare, specie per alcune categorie accessibilità pedonale con mezzo di per alcune categorie sociali con scarsa trasporto pubblico possibilità/propensione allo spostamento con mezzo privato

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Minimizzare le esternalità negative, da La localizzazione e la tipologia distributiva ricondurre in particolare al contenimento degli interventi dovrà concorrere al del pendolarismo di spesa per gli abitanti contenimento del pendolarismo di spesa dei diversi ambiti territoriali

Le proposte di localizzazione di GSV è programmata dal Comune attraverso la propria strumentazione urbanistica con il parere di compatibilità con il PTCP espresso dalla Provincia. Si ritiene che tale parere di compatibilità, relativamente alla localizzazione di aree per l'insediamento di GSV, possa essere espresso:  per le questione di ordine generale, con le NdA e le cartografie di PTCP;  per le questione di ordine commerciale, attraverso l'ausilio dei criteri che saranno individuati nelle Linee Guida per l'attuazione dei PTCP o ad altri strumenti attuativi dello stesso  di criteri, da elaborare relativamente all'espressione di parere in sede di conferenza di servizio per la verifica di congruità degli interventi proposti. Relativamente a quest'ultimo punto, stante il quadro normativo e procedurale vigente, si ritiene che la Provincia possa esprimere il livello di congruità delle proposte di intervento relative a GSV, in relazione a tre ambiti valutativi: a) indirizzi di sviluppo degli ambiti territoriali, che esprimeranno le scelte strategiche del piano in ordine agli obiettivi settoriali di equilibrio nella distribuzione del comparto commerciale b) criteri di congruità localizzativa, che esprimeranno le scelte strategiche del piano in ordine agli obiettivi di integrazione con i fattori di opportunità e di valorizzazione che il sistema territoriale esprime c) criteri di contestualizzazione, che esprimeranno le scelte tattiche del piano relative alla qualificazione delle modalità di inserimento urbanistico, ambientale e procedurale delle proposte di intervento. In termini dispositivi, il comune, nella richiesta del parere di compatibilità relativa allo strumento urbanistico generale o attuativo, espliciterà, in caso di previsioni commerciali, le tipologie e le superfici previste. Non fossero esplicitati questi dati è consentita esclusivamente la localizzazione di esercizi di vicinato.

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Indagine sul territorio e popolazione

Cenni storici e analisi del territorio comunale Trescore è oggi un importante centro amministrativo, commerciale e termale posto all'imbocco meridionale della Val Cavallina; attraversato da una storica ed importante arteria di comunicazione, la Statale n. 42 del Tonale, che mette in comunicazione la pianura padana con la regione alpina. Situato a soli 15 chilometri da Bergamo, è sempre stato il centro principale della bassa Val Cavallina e, lungo i secoli, capoluogo amministrativo. Nominato già in un documento del 996 con la forma Trescurium. In altri documenti e mappe, in prossimità al luogo dove sorge l'attuale paese esisteva un luogo di nome "Leuceris". Per questo motivo non si sa con esattezza la provenienza del nome e l'esatto nome dell'antico borgo che sorgeva negli stessi luoghi nell'antichità. Tradizionalmente si suddivide nelle contrade Piazza, Torre, Strada, Riva, Macina, Fornaci, Canton-Vallesse e Muratello. Oltre alla storica vocazione turistica, senz'altro sostenuta e amplificata dagli importanti stabilimenti termali (note in tutta Italia le sue acque sulfuree, già sfruttate in epoca romana), modernamente attrezzati (il primo che ristrutturò il complesso termale, dandone un importante impulso, fu nel 1470, il condottiero Bartolomeo Colleoni), alla felice posizione e alla presenza di un patrimonio artistico- architettonico, d’indubbio pregio, si è aggiunto nell'ultimo decennio il ruolo di centro amministrativo e finanziario e, più di recente, quello di polo scolastico. Alcuni reperti d’insediamenti stabili, collocabili nel Paleolitico medio (60.000 – 30.000 a.C), testimoniano che Trescore fu abitato sin dall'età preistorica. Inoltre, recentemente, in località Canton sono stati scoperti i resti di un antico villaggio, riferibili all'età del Rame (2.500-1.800 a.c). All'età Romana sono invece riferibili alcuni insediamenti fortificati; trovandosi allo sbocco naturale della valle e lungo la strada che conduceva a Bergamo, i Romani ne eressero uno sul colle del Niardo, nel luogo dove sorge attualmente l'omonimo castello, in una posizione strategica, ottima per dominare sia la strada, sia l'ingresso in valle. Per tutto il Medioevo, Trescore svolge la funzione di centro fortificato; in concomitanza col dominio veneto (1428-1797), alla funzione difensiva, subentrò quella economica e commerciale: il paese divenne lo sbocco naturale dell'intera valle, funzione che si espresse ben presto con la ripresa dell'antico mercato settimanale (che tuttora esiste). Dominio francese dal 1797 al 1815 e quindi austriaco fino al 1859, quando entra a far parte del neonato Regno d'Italia. Il paese ebbe poi risonanza nazionale proprio durante il periodo risorgimentale per il fallito tentativo garibaldino d'invadere il Trentino, noto con l'appellativo di “fatti di ”: nell'occasione Garibaldi fissò a Trescore il quartier generale per l'organizzazione della spedizione. A Trescore la storia s’intreccia meravigliosamente con l'arte: nella spaziosa piazza centrale, dallo schema regolare, troneggia la possente Torre Suardi del XIII (ripristinata nel Settecento nell'originale altezza). Proseguendo nella via principale,

12 s’incontra subito la parrocchia neoclassica dalla bella cupola, dove si conservano interessanti dipinti di artisti veneti, quali il Balestra ed il Ricci. Salendo al colle Niardo, si può ammirare l'omonimo castello. Il gioiello più luminoso (e conosciuto) di Trescore, è però senz'altro il ciclo di affreschi di Lorenzo Lotto che adorna la cappella Suardi, nel parco adiacente alla statale del Tonale. Gli affreschi sono dedicati alle storie di santa Barbara e santa Brigida e vennero realizzati dal Lotto nel 1524. Lungo la strada che conduce a , in località Canton, si trova l'imponente struttura di villa Terzi: una delle espressioni più complete e significative di architettura settecentesca dell'intera provincia. Numerose le chiese sussidiarie, alcune di epoca romanica, altre del periodo barocco, che conservano pregevoli opere d'arte. Conosciuti fin dall'epoca romana (sono stati trovati resti di una antica conduttura), i Bagni di Trescore sembra siano stati una prima volta restaurati nel secolo IX sotto Carlo Magno. Hanno un nuovo periodo di decadenza nell'alto medio evo, quando i locali vengono occupati dalle monache benedettine, dette di San Pancrazio, dal nome della chiesa ivi esistente, fino alla metà del Quattrocento. Pur con alterne vicende, ma con continui abbellimenti, scoperta di nuovi sorgenti, ingrandimento degli alberghi, le terme di Trescore sono diventate le più famose di Lombardia. Attualmente lo stabilimento termale è, per quanto riguarda le cure, tra i più attrezzati d'Europa. Aperte tutto l'anno, negli ultimi tempi hanno registrato uno sviluppo cospicuo sia per la frequenza, sia per il potenziamento delle strutture e delle apparecchiature.

Alcuni dati generali del territorio

Altitudine Superfice 13,31 kmq altezza su livello del mare espressa in Classificazione sismicità bassa metri Sismica Casa Comunale 305 Latitudine 45°41'50"64 N Minima 235 Longitudine 09°50'36"96 E Massima 861 Gradi Decimali 45,6974; 9,8436 Escursione Altim. 626 Zona Altimetrica collina interna

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Trescore Balneario - Comuni Limitrofi

Pos Comune Distanza Residenti CAP

1 (BG) 1,5 2.746 24060

2 (BG) 1,8 3.463 24069

3 Cenate Sopra (BG) 2,9 2.524 24060

4 (BG) 3,3 5.062 24060

5 (BG) 3,6 1.887 24060

6 (BG) 3,7 4.619 24060

7 San Paolo d'Argon (BG) 4,6 5.435 24060

8 Montello (BG) 4,9 3.253 24060

9 (BG) 5,0 868 24069

10 (BG) 5,1 5.861 24060

11 (BG) 6,0 1.134 24060

12 (BG) 6,6 3.369 24060

13 (BG) 6,6 1.527 24060

14 (BG) 6,8 1.260 24060

15 (BG) 7,2 1.309 24060

16 (BG) 7,5 5.698 24060

17 (BG) 7,5 7.360 24064

18 (BG) 7,5 4.847 24060

19 (BG) 7,9 4.190 24060

20 (BG) 8,1 931 24060

21 Albano Sant'Alessandro (BG) 8,1 8.075 24061

22 Grone (BG) 8,1 934 24060

23 (BG) 8,6 3.151 24060

24 (BG) 8,6 4.593 24020

25 Torre de' Roveri (BG) 8,8 2.326 24060

Scuole a Trescore Balneario

Scuole Statali Trescore Balneario Scuola materna (dell'infanzia) Via Leopardi (Trescore Balneario) - Cap: 24069 Telefono: 035 944950; Codice Meccanografico: Trescore Balneario Scuola elementare (primaria) Via Lorenzo Lotto (Trescore Balneario) - Cap: 24069 Telefono: 035 940086; Fax: 945451 Codice Meccanografico: I.C. Trescore Balneario Istituto comprensivo (materna, elementare e media) Via Lorenzo Lotto (Trescore Balneario) - Cap: 24069 Telefono: 035 940086; Fax: 945451

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Codice Meccanografico: BGIC883005 S.M.S.Leonardo da Vinci Trescore Scuola media (secondaria di I grado) - Sezione Associata Via Damiano Chiesa 18 - Cap: 24069 Telefono: 035 940247; Codice Meccanografico: BGMM883016 Lorenzo Federici Istituto d'istruzione secondaria superiore Via dell'Albarotto (Trescore Balneario) - Cap: 24069 Telefono: 035 4258726; Fax: 4258463 Codice Meccanografico: BGIS02400D Lorenzo Lotto Istituto d'istruzione secondaria superiore Via dell'Albarotto (Trescore Balneario) - Cap: 24069 Telefono: 035 944782; Fax: 944220 Codice Meccanografico: BGIS01400V L. Lotto Trescore B.Rio Scuola Superiore: Istituto Tecnico Commerciale - Sezione Associata Via dell'Albarotto (Trescore Balneario) - Cap: 24069 Telefono: 035 944782; Fax: 944220 Codice Meccanografico: BGTD014015 Lorenzo Federici Scuola Superiore: Liceo Scientifico - Sezione Associata Via dell'Albarotto (Trescore Balneario) - Cap: 24069 Telefono: 035 4258743; Fax: 4258463 Codice Meccanografico: BGPS02401X Lorenzo Federici Scuola Superiore: Ex-Istituto e Scuola Magistrale - Sezione Associata Via dell'Albarotto (Trescore Balneario) - Cap: 24069 Telefono: 035 4258726; Fax: 4258463 Codice Meccanografico: BGPM024011 Lorenzo Federici Scuola Superiore: Liceo Classico - Sezione Associata Via dell'Albarotto (Trescore Balneario) - Cap: 20469 Telefono: 035 4258726; Fax: 4258463 Codice Meccanografico: BGPC02401R Lotto Trescore Balneario Scuola Superiore: Istituto Professionale per i Servizi Commerciali - Sezione Associata Via dell'Albarotto - Cap: 24069 Telefono: 035 941135; Codice Meccanografico: BGRC01401T Scuole Private Scuola Maternasanta Bartolomea Capitanio Scuola materna (dell'infanzia) - Paritaria Via Nazario Sauro, n.3 - Cap: 24069 Telefono: 035 940002; Codice Meccanografico: BG1A204008

Farmacie Trescore Balneario

Farmacia Grande Raffaele Via Suardi, 10

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Codice: 18279 Farmacia Mazzoleni Ursula Piazza Cavour, 1 Telefono: 035-940047; Codice: 1710; Partita Iva: 2319300162 Parafarmacie - vendita farmaci senza ricetta medica Biopharma Di Caruso Rossella Via Locatelli, 136 Codice: 006810; Partità Iva: 3693690160

Banche Trescore Balneario

Banca di Credito Cooperativo Orobica di e Cologno Alserio Via Locatelli, 23/F - 24069 ABI: 08499 - CAB: 53630 Banca Monte dei Paschi di Siena SpA (MPS) Via Nazionale, 31 - 24069 ABI: 01030 - CAB: 53630 Telefono: 035-4258259; Fax: 035-993606 Banca Piccolo Credito Valtellinese, Società Cooperativa Via Nazario Sauro, 40 - 24069 ABI: 05216 - CAB: 53630 Banca Popolare di Bergamo SpA Via Locatelli, 45 - 24069 ABI: 05428 - CAB: 53630 Banca Popolare di Bergamo SpA Piazza Salvo D'Acquisto, 12 - 24069 ABI: 05428 - CAB: 53635 Banca Popolare di Milano Scarl Via Marconi, 5 - 24069 ABI: 05584 - CAB: 53630 Banco di Brescia San Paolo Cab SpA Via Lorenzo Lotto, 6/A - 24069 ABI: 03500 - CAB: 53630 Banco di Desio e Della Brianza SpA Via Locatelli, 2 - 24069 ABI: 03440 - CAB: 53630 Credito Bergamasco SpA Via A. Locatelli, 98 - 24069 ABI: 03336 - CAB: 53630 Intesa Sanpaolo SpA Piazza Cavour, 16 - 24069 ABI: 03069 - CAB: 53630 Telefono: 035-940205; Fax: 035-944945 Unicredit SpA Via Locatelli, 35 - 24069 ABI: 02008 - CAB: 53630

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Aspetto demografico Preliminarmente alle analisi più specificatamente economica/commerciale relative alla domanda di consumo ed alla conseguente offerta di servizi, è opportuno effettuare osservazioni di ordine demografico al fine di disporre di elementari, ma essenziali, punti di riferimento sulle caratteristiche della popolazione. Si tratta pertanto di analisi di tipo dinamico tese ad individuare le tendenze, passate ed in atto, riscontrabili nell’evoluzione della popolazione residente. L’individuazione di tali tendenze consente di poter stimare le previsioni di evoluzione della popolazione al fine di sviluppare ipotesi di dimensionamento del settore distributivo commerciale, della somministrazione di alimenti ebevande, dell’editoria e di altri servizi. I dati statistici a disposizione, in sviluppo dei dati indicati nella relazione introduttiva del PGT, comprendono il periodo 2001–2010, e sono sufficienti per sviluppare adeguate ipotesi deduttive sulla dinamica demografica. Il quadro anagrafico di Trescore Balneario risulta essere il seguente:

Componenti Anno Residenti Variazione Famiglie %Maschi Famiglia 2001 8.303

2002 8.508 2,5% 49,8%

2003 8.702 2,3% 3.407 2,55 50,0% 2004 8.857 1,8% 3.454 2,56 50,3% 2005 8.902 0,5% 3.518 2,53 50,1% 2006 8.963 0,7% 3.576 2,51 49,9% 2007 9.205 2,7% 3.624 2,54 50,0% 2008 9.398 2,1% 3.709 2,53 50,0% 2009 9.486 0,9% 3.745 2,53 49,9% 2010 9.685 2,1% 3.785 2,55 49,8% 2011 9.806 1,2% 3.828 2,56 49,8% % Trend Popolazione 2001-2011

Un primo elemento, che emerge dalla lettura dei dati, è la costante crescita dei nuclei familiari negli anni di riferimento; in particolare, nel 2011, si rileva un incremento di 121 abitanti in ragione di 43 nuove famiglie.

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Bilancio Demografico Trescore Balneario

Tassi (calcolati su mille abitanti)

Popolazione Crescita Migratorio Crescita Anno Natalità Mortalità Media Naturale Totale Totale

2002 8.406 9,2 7,3 1,9 22,5 24,4

2003 8.605 11,4 7,1 4,3 18,2 22,5

2004 8.780 15,1 6,7 8,4 9,2 17,7

2005 8.880 12,5 7,4 5,1 0,0 5,1

2006 8.933 12,4 5,9 6,5 0,3 6,8

2007 9.084 12,1 6,6 5,5 21,1 26,6

2008 9.302 14,1 9,1 4,9 15,8 20,7

2009 9.442 12,9 6,8 6,1 3,2 9,3

2010 9.586 13,5 8,6 4,9 15,9 20,8

Variazioni

Saldo Per variazioni Popolazione al Anno Saldo Naturale Saldo Totale Migratorio territoriali 31/12 2002 16 189 205 8.508

2003 37 157 0 194 8.702 2004 74 81 0 155 8.857 2005 45 0 45 8.902

2006 58 3 0 61 8.963 2007 50 192 0 242 9.205 2008 46 147 0 193 9.398 2009 58 30 0 88 9.486 2010 47 152 0 199 9.685

Dettaglio Bilancio Demografico

Iscritti da Cancellati Iscritti Altri Cancellati Altri Anno Nati Morti altri per altri dall'estero iscritti per l'estero cancellati comuni comuni 2002 77 61 330 92 17 243 6 1 2003 98 61 264 189 8 269 13 22 2004 133 59 280 179 8 342 20 24 2005 111 66 302 119 19 378 0 62 2006 111 53 312 97 11 366 6 45 2007 110 60 317 201 15 291 21 29 2008 131 85 321 175 28 349 6 22 2009 122 64 252 152 11 328 9 48 2010 129 82 340 167 7 275 8 79

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Popolazione per Età

Anno % 0-14 % 15-64 % 65+ Abitanti Indice Età Media Vecchiaia

2007 16,5% 67,4% 16,2% 8.963 98,1% 39,7 2008 16,2% 67,6% 16,2% 9.205 99,7% 39,7 2009 16,5% 67,5% 16,0% 9.398 97,2% 39,6 2010 16,6% 67,2% 16,2% 9.486 97,6% 39,8 2011 17,0% 67,0% 16,0% 9.685 93,9% 39,7

Di questa tabella analizziamo gli indici di vecchiaia in rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e quella più giovane (0-14 anni) con riferimento agli anni 2010 e 2011.

Popolazione per Età - anno 2010 Età Maschi Femmine Totale %Totale %Maschi 0-4 304 284 588 6,2% 51,7% 5-9 235 269 504 5,3% 46,6% 10-14 221 262 483 5,1% 45,8% 15-19 276 246 522 5,5% 52,9% 20-24 285 237 522 5,5% 54,6% 25-29 293 288 581 6,1% 50,4% 30-34 370 335 705 7,4% 52,5% 35-39 436 381 817 8,6% 53,4% 40-44 435 404 839 8,8% 51,8% 45-49 430 366 796 8,4% 54,0% 50-54 309 292 601 6,3% 51,4% 55-59 277 236 513 5,4% 54,0% 60-64 226 252 478 5,0% 47,3% 65-69 214 210 424 4,5% 50,5% 70-74 176 234 410 4,3% 42,9% 75-79 118 172 290 3,1% 40,7% 80-84 85 151 236 2,5% 36,0% 85-89 33 88 121 1,3% 27,3% 90-94 3 38 41 0,4% 7,3% 95-99 5 7 12 0,1% 41,7% 100+ 0 3 3 0,0% 0,0% Totale 4.731 4.755 9.486

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Popolazione per Età - anno 2011 Età Maschi Femmine Totale %Totale %Maschi 0-4 304 284 588 6,2% 51,7% 5-9 235 269 504 5,3% 46,6% 10-14 221 262 483 5,1% 45,8% 15-19 276 246 522 5,5% 52,9% 20-24 285 237 522 5,5% 54,6% 25-29 293 288 581 6,1% 50,4% 30-34 370 335 705 7,4% 52,5% 35-39 436 381 817 8,6% 53,4% 40-44 435 404 839 8,8% 51,8% 45-49 430 366 796 8,4% 54,0% 50-54 309 292 601 6,3% 51,4% 55-59 277 236 513 5,4% 54,0% 60-64 226 252 478 5,0% 47,3% 65-69 214 210 424 4,5% 50,5% 70-74 176 234 410 4,3% 42,9% 75-79 118 172 290 3,1% 40,7% 80-84 85 151 236 2,5% 36,0% 85-89 33 88 121 1,3% 27,3% 90-94 3 38 41 0,4% 7,3% 95-99 5 7 12 0,1% 41,7% 100+ 0 3 3 0,0% 0,0% Totale 4.731 4.755 9.486

Coniugati e non Anno Celibi Coniugati Divorziati Vedovi/e Totale % % Divorziati Nubili Coniugat Divorziate Coniugati e 2007 3.809 4.381 173 600 8.963 48,9% 1,9%

2008 3.929 4.473 190 613 9.205 48,6% 2,1%

2009 4.037 4.532 206 623 9.398 48,2% 2,2%

2010 4.075 4.563 223 625 9.486 48,1% 2,4%

2011 4.205 4.591 263 626 9.685 47,4% 2,7%

Di questa tabella analizziamo l’anno 2011 per meglio comprendere le percentuali finali

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Maschi (2011) Stato Civile Quanti Percentuale Celibi 2.268 47,1% Coniugati 2.308 47,9% Divorziati 126 2,6%

Vedovi 117 2,4% Celibi 2.268 47,1%

Femmine (2011) Stato Civile Quanti Percentuale Nubili 1.937 39,8% Coniugate 2.283 46,9% Divorziate 137 2,8%

Vedove 509 10,5% Totale 4.866

Totale (2011) Stato Civile Quanti Percentuale Celibi/Nubili 4.205 43,4% Coniugati/e 4.591 47,4% Divorziati/e 263 2,7%

Vedovi/e 626 6,5% Totale 9.685

Cittadini Stranieri

Famiglie con Famiglie con Nati Residenti Residenti % % Anno Minorenni almeno capofamiglia in Stranieri Totale Stranieri Maschi uno straniero Italia straniero

2005 1.031 8.902 11,6% 263 61,9%

2006 1.116 8.963 12,5% 284 144 59,0%

2007 1.328 9.205 14,4% 338 477 430 166 58,7%

2008 1.526 9.398 16,2% 402 513 498 159 58,5%

2009 1.647 9.486 17,4% 424 602 482 199 56,8%

2010 1.764 9.685 18,2% 54,9%

Tra gli stranieri maggiormente presenti nel comune di Trescore Balneario ci sono:

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Residenti Stranieri per Nazionalità (2010) Var. Pos Nazione Residenti %Maschi Anno Prec.

1 India 377 59,2% 13,9%

2 Romania 351 53,6% 9,3%

3 Marocco 206 52,4% -5,9%

4 Pakistan 175 66,9% 15,9%

5 Albania 129 51,9% -3,0%

6 Senegal 105 78,1% 9,4%

7 Kosovo 58 55,2% 11,5%

8 Macedonia 46 54,3% 2,2%

9 Moldova 32 34,4% 68,4%

10 Burkina Faso (ex Alto Volta) 32 62,5% 0,0%

11 Tunisia 27 70,4% 3,8%

12 Ucraina 21 9,5% 40,0%

13 Repubblica Popolare Cinese (Cina) 21 57,1% -16,0%

14 Ghana 19 47,4% 0,0%

15 Serbia 16 50,0% -30,4%

16 Brasile 14 7,1% -12,5%

17 Bolivia 14 14,3% 100,0%

18 Filippine 13 46,2% 8,3%

19 Perù 11 45,5% 0,0%

20 Polonia 8 25,0% -20,0%

21 Nigeria 7 42,9% 0,0%

22 Croazia 6 33,3% 0,0%

23 Germania 6 66,7% 0,0%

24 Bangladesh 5 40,0% 0,0%

25 Togo 5 80,0% 66,7%

26 Danimarca 5 40,0% 0,0%

27 Svizzera 5 40,0% 66,7%

28 Guinea Bissau 4 25,0% 300,0%

29 Thailandia 4 0,0% 0,0%

30 Costa d'Avorio 4 50,0% 0,0%

31 Indonesia 3 0,0% 0,0%

32 Belgio 3 0,0% 0,0%

33 Paraguay 3 0,0% 0,0%

34 Lituania 2 0,0% 100,0%

35 Regno Unito 2 100,0% 0,0%

22

36 Colombia 2 50,0% 0,0%

37 Federazione Russa (Russia) 2 0,0% 0,0%

38 Spagna 2 0,0% 100,0%

39 Mauritania 2 50,0% 100,0%

40 Paesi Bassi (Olanda) 2 0,0% 0,0%

41 Austria 2 50,0% 0,0%

42 Grecia 2 50,0% 0,0%

43 Congo 1 0,0%

Repubblica democratica del Congo (ex 44 1 0,0%

Zaire)

45 Vietnam 1 0,0% 0,0%

46 Repubblica Dominicana 1 0,0% 0,0%

47 Venezuela 1 0,0%

48 Nicaragua 1 100,0% 0,0%

49 Capo Verde 1 0,0% 0,0%

50 Ungheria 1 0,0%

51 Bulgaria 1 0,0% -50,0%

52 Francia 1 0,0% 0,0%

53 Portogallo 1 100,0% 0,0%

Cittadini Stranieri in Lombardia

Famiglie Famiglie con % con Residenti Residenti capofami Nati % Anno Stranier Minori almeno Stranieri Totale glia in Italia Maschi i uno

straniero straniero

2009 982.225 9.826.141 10,0% 240.835 447.230 357.977 155.753 51,3%

2010 1.064.447 9.917.714 10,7% 50,5%

Provincia di Bergamo - Cittadini Stranieri

Famiglie Famiglie con con Residenti Residenti % Nati in % Anno Minori almeno capofami Stranieri Totale Stranieri Italia Maschi uno glia straniero straniero

2009 111.083 1.087.204 10,2% 29.917 44.371 36.153 18.442 53,8%

2010 120.807 1.098.740 11,0% 52,6%

Come può rilevarsi la percentuale di stranieri in Trescore Balneario nel biennio di riferimento 2009 e 2010 è stata decisamente superiore al valore medio percentuale registrato dall’ISTAT in provincia di Bergamo ed in Lombardia:

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Si tratta di un valore non elevato corrispondente ad un numero limitato di nuclei familiari tali da non configurare in prima istanza una domanda concentrata che possa giustificare socialmente ed economicamente un’offerta di servizi tipici delle diverse estrazioni etniche. Sulla base delle esposte rilevazioni demografiche si può elaborare una previsione di sviluppo della popolazione che costituisce uno dei principali punti di riferimento nell'analisi induttiva per il dimensionamento del mercato teorico e conseguentemente della struttura dell'offerta commerciale. Ne consegue quindi che le previsioni effettuate, consentono di disporre di indicazioni significative sull'entità della popolazione nel 2016, qualora la linea di tendenza demografica (legata ai saldi migratori e naturali) si mantenga sui livelli riscontrati effettivamente nell'arco temporale considerato nell'analisi.

STIMA POPOLAZIONE TRA 4 ANNI: Popolazione al 01/01/2013 Abitanti 9.923 Numero anni di valenza del piano 4 anni fino al 31/12/2016 % di incremento annuo 1,2 Popolazione al 31/12/2016 Abitanti 10.407

Per sviluppare detto convincimento, in fase di programmazione, occorre fare la scelta di cogliere innanzitutto il parere del consumatore al quale deve essere posta la nostra attenzione principale cercando di dargli il migliore servizio distributivo che corrisponda il più possibile alle sue esigenze in termini di qualità. La valutazione derivata è di comprendere quanta evasione attualmente in atto si riesce a fermare mediante un ammodernamento della rete distributiva cittadina. La risposta non può essere ricercata che nelle abitudini di acquisto dei cittadini e nella loro propensione a preferire certe strutture distributive anziché altre. In altri termini coloro che attualmente utilizzano i negozi di vicinato di Trescore Balneario continueranno ad utilizzarli, mentre ciò che a noi interessa è dimensionare ed analizzare il fenomeno dell’attrazione esercitata dalla nostra rete distributiva nei confronti dell’utenza esterna al sistema distributivo in relazione anche alla disponibilità dei mezzi di trasporto autonomi.

Parco Veicolare Trescore Balneario

Auto per mille Anno Auto Moto Bus Auto Veicoli Trattori Totale abitanti carri Speciali e Altri 2004 4.919 660 13 935 281 78 6.886 555 2005 4.980 732 14 940 292 82 7.040 559 2006 5.047 800 14 927 309 108 7.205 563 2007 5.092 824 13 877 322 80 7.208 553 2008 5.227 848 13 888 317 53 7.346 556 2009 5.191 856 14 873 201 49 7.184 547

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Produttività del servizio Un elemento, non certamente determinante per la pianificazione localizzativa delle attività economiche, è quello dato dalla valutazione reddituale della popolazione residente e consumi teorici nei diversi ambiti di servizio sulla base dei quali si forma la produttività teorica del sistema distributivo. I dati relativi al reddito unitamente ai dati relativi ai consumi delle famiglie nel 2009 (con riferimento ai dati pubblicati dall’ISTAT per la zona Nord Ovest Italia) permettono l’analisi teorica distribuita sui diversi servizi.

Trescore Balneario - Redditi Irpef

Anno Dichiaranti Popolazione %pop Importo Media/Dich. Media/Pop.

2005 4.802 8.902 53,9% 103.394.583 21.532 11.615

2006 5.045 8.963 56,3% 112.018.928 22.204 12.498

2007 5.022 9.205 54,6% 121.542.678 24.202 13.204

2008 5.136 9.398 54,6% 121.443.157 23.645 12.922

2009 5.034 9.486 53,1% 119.400.081 23.719 12.587

2010 4.994 9.685 51,6% 117.757.208 23.580 12.159

Trescore Balneario - Redditi Irpef 2010

Classe di Reddito Numero % Importo % Dichiaranti Dichiaranti Complessivo Importo fino a 1.000 73 1,5% 32.853 0,0% da 1.000 a 2.000 46 0,9% 60.767 0,1% da 2.000 a 3.000 47 0,9% 109.565 0,1% da 3.000 a 4.000 30 0,6% 97.679 0,1% da 4.000 a 5.000 31 0,6% 133.504 0,1% da 5.000 a 6.000 33 0,7% 165.853 0,1% da 6.000 a 7.500 62 1,2% 413.600 0,4% da 7.500 a 10.000 285 5,7% 2.457.839 2,1% da 10.000 a 15.000 837 16,8% 10.355.888 8,8% da 15.000 a 20.000 1.166 23,3% 19.797.221 16,8% da 20.000 a 26.000 1.052 21,1% 23.063.495 19,6% da 26.000 a 33.500 572 11,5% 15.998.189 13,6% da 33.500 a 40.000 239 4,8% 8.071.189 6,9% da 40.000 a 50.000 165 3,3% 6.807.241 5,8% da 50.000 a 60.000 117 2,3% 6.049.287 5,1% da 60.000 a 70.000 73 1,5% 4.358.581 3,7% da 70.000 a 100.000 90 1,8% 7.150.791 6,1% oltre 100.000 76 1,5% 12.633.666 10,7% Totale 4.994 117.757.208

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Confronto dati Trescore Balneario con Provincia/Regione/Italia

Importo Reddito Nome Dichiaranti Popolazione %pop Media/Pop. Complessivo Medio Trescore 4.994 9.685 51,6% 117.757.208 23.580 12.159 Balneario Provincia di 613.516 1.098.740 55,8% 14.549.707.506 23.715 13.242 Bergamo Lombardia 5.731.702 9.917.714 57,8% 148.009.430.551 25.823 14.924 Italia 30.748.297 60.626.442 50,7% 714.615.396.506 23.241 11.787

Trescore Balneario: Posizione nelle Classifiche

Pos. Pos. Pos. Tipo Classifica Valore Nazionale Regionale Provinciale Popolazione maggiore 1.258° 197° 18° 9.685 Densità Popolazione 791° 391° 74° 727,6 abitanti/kmq Superficie più estesa 5.560° 571° 61° 13,31 kmq Reddito Medio per Popolazione 2.543° 858° 106° € 12.159 più alto Percentuale Dichiaranti IRPEF 4.697° 1.352° 202° 51,6% più alta Percentuale Cittadini Stranieri 118° 54° 14° 18,2% più alta Tasso di Natalità più alto 69° 30° 11° 13,5 (comuni>5.000) Età Media più alta 2.063° 406° 55° " (comuni>5.000) Età Media più bassa 615° 170° 60° " Percentuale Coniugati più alta 2.254° 434° 74° 47,4% (comuni>5.000) Percentuale Coniugati più bassa 156° 25° 3° " (comuni>5.000) Percentuale Divorziati più alta 278° 37° 2° 2,7% (comuni>5.000) Percentuale Divorziati più bassa 2.131° 422° 75° " (comuni>5.000) Situati più a Nord (casa latitudine: 1.592° 648° 149° comunale) 45,6974

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Spesa media mensile familiare per categoria di consumo Anno 2010

Categoria di consumo Entità media mensile Prodotti alimentari e bevande 1.033,5 Tabacchi 14,5 Abbigliamento e calzature 121,0 Combustibili ed energia 118,6 Mobili, elettrod. servizi per la casa 130,7 Trasporti 368,0 Comunicazioni 46,0 Tempo libero, cultura e giochi 116,2 Altri beni e servizi 278,5 Totale non alimentari 1.193,5 Pasti e consumazioni fuori casa 239,4 SPESA MEDIA MENSILE 2.466,4

In una nota redazionale del 12/07/2011 l’ISTAT informa che nel 2010 la spesa media mensile risulta ferma, tenendo conto della dinamica inflazionistica (+1,5%) e dell'errore campionario. L’ISTAT conferma che la spesa media in valori correnti per generi alimentari e bevande non mostra variazioni significative rispetto al 2009. La quota di spesa per alimentari e bevande rimane costante fra le famiglie del nord. La spesa non alimentare, analogamente a quella alimentare, risulta pari. In diminuzione, rispetto al 2009, la spesa per combustibili ed energia e quella per altri beni e servizi. La Lombardia è la regione con la spesa media mensile più alta.

La C.C.I.A.A. di Bergamo comunica le seguenti variazioni rispetto agli stessi mesi del 2010:

 Giugno 2011 - variazione + 2,7%

 Maggio 2011 - variazione +2,6%

 Aprile 2011 - variazione +2,6%

 Marzo 2011 - variazione +2,5%

 Febbraio 2011 - variazione +2,3%

 Gennaio 2011 - Variazione +2,2%

Degli esposti ambiti di consumo quelli che interessano alla nostra valutazione sono le voci afferenti gli acquisti commerciali, al consumo di pasti fuori abitazione e al tempo libero effettuato dalla componente sociale di maggiore presenza nel contesto cittadino Poiché i valori statistici sono calcolati sulla media di 2.6 componenti, emerge che il

27 valore mensile per singolo componente è uguale all’ indice di riferimento diviso al valore medio dei componenti il nucleo familiare come precedentemente indicato, si procede alla formulazione di una produttività media sulla spesa mensile e sui componenti. Pertanto la produttività teorica è così data:

Produttività teorica

Categoria di consumo Valori Totali

Media componenti 2,6 Acquisto prodotti alimentari 1.033,5 Spesa media mensile procapite 1.033,5 : 2,6 397,50 Spesa media annuale procapite 397,50 x 12 4.770,00 Produttività teorica 1/1/2013 4.770 x 9.923 47.332.710,00 Produttività teorica al 31/12/2016 4.770 x 10.407 49.641.390,00

Acquisto prodotti non alimentari 1.193,5 Spesa media mensile procapite 1.193,5 : 2,6 459,03 Spesa media annuale procapite 459,03 x 12 5.508,36 Produttività teorica 1/1/2013 5.508,36 x 9.923 54.659.456,28 Produttività teorica al 31/12/2016 5.508,36 x 10.407 57.325.502,52

Pasti e consumazioni fuori casa 239,4 Spesa media mensile procapite 239,4 : 2,6 92,08 Spesa media annuale procapite 92,08 x 12 1.104,96 Produttività teorica 1/1/2013 1.104,96 x 9.923 10.964.518,08 Produttività teorica al 31/12/2016 1.104,96 x 10.407 11.499.318,72

Utilizzando i dati forniti dall’osservatorio regionale ed afferenti l’anno 2011, coniugandoli con le nuove disposizioni legislative esposte all’inizio del presente elaborato nel “quadro legislativo di riferimento”, la potenziale produttività di settore risulta composta dalle seguenti medie strutture di vendita (> 250 mq): mq. Società Ubicazione mq. alim. mq. totali non alim. ZERBIMARK SPA Via Nazionale, 43 360 550 910 VALLI MAURIZIO Via Nazionale, 50 0 280 280 TREBICAR SNC Via Fornaci, 38/40 0 416 416 PARIMBELLI SRL Via Resistenza, 5/A 0 904 904 ONDEI 2000 SRL Via Locatelli, 33/37 0 618 618 FACCHINETTI SERGIO Via Pasinetti, 30 0 265 265 BONOMELLI GIANFRANCO Via Torre, 13/15 0 622 622 BONOMELLI ARTURO DI BONOMELLI Via S. Ambrogio, 59 0 500 500 OSCAR & C. SNC Totali 360 4.155 4.515

8 medie strutture di vendita, 134 esercizi di vicinato, ci dà un quadro di produttività

28 media teorica per esercizio di: Acquisto prodotti alimentari e non alimentari € 101.992.166,28 : 142 = € 718.254,69

E’ evidente che la valutazione è sviluppata in ragione dell’incremento demografico e potenzialmente è posta in commistione tra attività che presentano concetti di servizio e distribuzione molto diversi tra loro. L’analisi per settore merceologico presenta il seguente quadro reddituale: Acquisto prodotti alimentari € 47.332.710,00 : 33 = € 1.434.324,54

Acquisti prodotti non alimentari € 54.659.456,28 : 109 = € 501.462,90

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Analisi dell’offerta

Per quanto attiene l’aspetto imprenditoriale l’analisi è un po’ più complessa in quanto su di essa agiscono fattori esterni all’economia commerciale che, se non considerati, portano a valutazioni falsate. L'analisi della rete distributiva al dettaglio fisso compiuta ai fini del presente piano, pone in evidenza i due momenti più direttamente coinvolti dal piano stesso: 1. i caratteri strutturali ed organizzativi della rete stessa, vista quindi essenzialmente sotto un profilo economico aziendale; 2. i caratteri territoriali della rete, vista nel rapporto con la distribuzione della popolazione residente o con i caratteri urbanistici delle aree di studio in cui si è diviso il territorio comunale e le strutture commerciali. Si tratta, come evidente, di aspetti tra loro strettamente legati, che possono essere separati solo per comodità d'analisi.

Consistenza e dinamica della rete distributiva Occorre premettere che Trescore Balneario alla data del 1 gennaio 2012, aveva una densità residenziale di 9.806 persone costituenti 3.828 nuclei familiari. In ragione della predetta densità abitativa la valutazione, in osservanza all’articolo 4 del DLgs 114/98, come adeguato a seguito dei recenti decreti legge, è stata fatta sulla base del seguente rapporto di superficie di vendita:  Vicinato da 1 fino a 150 mq.  Media struttura da 151 fino a 1.500 mq.  Grande struttura oltre 1.500 Da questa considerazione la rete distributiva al dettaglio di Trescore Balneario attualmente è composta da 133 punti di vendita con dimensioni di esercizio di vicinato, da 8 medie strutture di vendita. Gli addetti occupati nel sistema distributivo di vendita al dettaglio sono complessivamente 312 addetti compresi i titolari delle aziende piccole. Per quanto attiene la rete distributiva di Trescore Balneario, in quest'ultimo quadriennio, ha presentato un mantenimento al numero di esercizi ed addetti al commercio al dettaglio. Per altro, nei comuni similari della Provincia, la densità commerciale risulta in diminuzione a causa di una dinamica della popolazione superiore a quella degli addetti al commercio al dettaglio. Ha indubbiamente contribuito a tenere bassa quest'ultima dinamica la presenza della media e grande distribuzione. Gli effetti diretti ed indiretti della grande distribuzione sorta nei comuni viciniori impone precise conseguenze dinamiche di riconsiderazione ed ammodernamento della rete distributiva di Trescore Balneario con l’apertura di alcune nuove medie strutture di vendita, ma che coincidano per tipologia con il preciso interesse dei consumatori e che producano un minimo concorrenziale.

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I settori merceologici Per comodità d'indagine e per rilevare con maggiore accuratezza alcuni caratteri fondamentali della rete distributiva, si è proceduto alla suddivisione dei punti di vendita di Trescore Balneario in due settori: alimentari e non alimentari. L'analisi della presenza dei settori considerati nella rete distributiva di Trescore Balneario permette di individuare nel settore non alimentare la componente più rilevante.

I 142 esercizi risultano così ripartiti: Per settore merceologico

17 16

settore alimentare non alimentare settore alim. e non alim.

109

Confermando una caratteristica presente in tutte le altre realtà comunali, la rete distributiva presenta la maggioranza degli esercizi di vendita abilitati al settore non alimentare.

Per tipo di esercizio nel settore alimentare 1

vicinato media

32

Per tipo di esercizio nel settore non alimentare

7

vicinato media

102

Come può rilevarsi dalle precedenti due esposizioni grafiche, i 33 esercizi rilevati a

31 tipologia merceologica alimentare, di fatto solo 1 è collocato in media struttura di vendita autonoma rilevando carenza del minimo concorrenziale a garanzia del contenimento dei prezzi.

La grande distribuzione Il territorio di Trescore Balneario non ha sviluppato nel tempo una vocazione urbanistica squisitamente commerciale ponendosi quale porta all’imbocco della Valle Cavallina e pertanto non ha mai sviluppato particolare interesse all’insediamento della grande struttura di vendita. Allo sviluppo dell’attrattività termale del Comune non è stata corrisposta la dovuta attenzione commerciale permettendo il consolidarsi di un sistema precario che, attualmente, presenta grosse difficoltà ad affrontare la concorrenza insediatasi nel frattempo attorno a Bergamo.

Le superfici di vendita La superficie totale di vendita di mq. 14.298 ripartita in: mq. 9.783 esercizi di vicianto; mq. 4.515 medie strutture di vendita. Se rapportata al numero degli addetti è pari a mq. 46 per addetto, mentre rispetto al numero degli abitanti si rileva un valore di mq. 1,45 ogni residente.

4.515

mq. vicinato mq. medie strutture

9.783

Il dato ribadisce che la maggior parte della superficie di vendita rilevata è utilizzata dal commercio di vicinato ed all’interno dei singoli tipi di esercizio la superficie di vendita risulta essere così ripartita: alimentari mq. 3.830

1.369 1.551

mq. vicinato alimentare mq. media mq. vicinato Al. e non Al.

910

Non alimentari mq. 10.468

32

3.605

mq. vicinato mq. media

6.863

Il valore medio delle superfici nei tipi di esercizio risulta essere il seguente: alimentare

91

mq. vicinato alimentare mq. media

910

non alimentare

67

mq. vicinato mq. media

515

Risulta evidente che il settore non alimentare dispone di esercizi con una superficie di vendita rilevante poiché il tipo di prodotto venduto richiede superfici piuttosto ampie, mentre il valore del settore alimentare presenta superfici adeguate al servizio solo nella media.

Le tecniche di vendita L'analisi delle tecniche di vendita considera gli elementi organizzativi che, grazie al progresso avvenuto negli ultimi anni nel campo delle forme distributive e delle nuove tecnologie di conservazione e confezionamento dei prodotti, consentono di porre il compratore in diretto contatto con i prodotti che servono, oltre che a stimolare l'acquisto con la suggestione visiva ed a permettere economie sui costi di gestione.

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A Trescore Balneario la maggioranza dei punti di vendita distribuiscono i prodotti adottando le tecniche più avanzate a dimostrazione di quanto si sia adeguato l'attuale sistema distributivo cittadino.

Le attrezzature d'esercizio Con attrezzature d'esercizio si intendono tutti i mezzi tecnici che contribuiscono ad una più efficiente organizzazione ed a una più valida razionalizzazione del servizio di vendita. Rientrano in questo quadro tutti gli apparecchi e gli impianti che servono alla organizzazione amministrativa, alla conservazione ed alla distribuzione dei prodotti ed ai collegamenti dell'azienda con i fornitori ed i clienti. Tuttavia, per alcune attrezzature, come i telefoni ed i computer, risulta difficile stabilire il limite d'uso fra l'esigenza familiare e quella strettamente legata alla vita dell'azienda. Per quanto riguarda i registratori di cassa tutti gli esercizi risultano dotati di tale attrezzatura; le attrezzature frigorifere che si compongono di armadi, celle e banchi frigoriferi, sono presenti, ovviamente, solo nel settore alimentare. I banchi frigoriferi rappresentano l'attrezzatura più evoluta; essi permettono una maggiore utilizzazione dello spazio nell'ambito del negozio, offrono la possibilità di esporre i prodotti ed il loro incremento è dovuto in gran parte allo sviluppo della tecnica di conservazione dei prodotti anche surgelati.

Analisi finale dell’offerta Si può affermare che il sistema distributivo di Trescore Balneario, nell’attuale momento economico, risponde alle esigenze ed abitudini di consumo della domanda. Tuttavia, in una pensabile ripresa economica, esso soffre di una mancata trasformazione dei negozi tradizionali in un contesto di centro urbano aggregativo con rilevanza commerciale caratterizzata anche dalla presenza di medie strutture di vendita che consentono la trasformazione in shopping center in risposta alla elevata utenza termale ed a fronte della elevata attrattività della media e grande distribuzione sorta attorno a Bergamo.

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Contesto sovracomunale E’ fuori di dubbio che quanto emerso dall’indagine deve necessariamente essere calata nel contesto geografico che vede il comune di Trescore Balneario posto all’ingresso della Valle Cavallina. E’ rilevante tenere in considerazione l’assetto viabilistico del territorio, caratterizzato dall’attraversamento da Sud-Ovest a Nord-Est, e viceversa, di tutto il territorio dalle due arterie principali di traffico: la SS42 del Tonale e la SP 89 che mettono in collegamento la fascia della pianura bergamasca con l’ambito montano. Altre due Strade Provinciali, mediante percorsi montani, mettono in collegamento diretto il territorio rispettivamente: con la Valle Seriana (SP65) mediante il percorso Cenate Sopra-Gavarno-; con mediante il percorso Cenate Sotto- . E’ evidente che la situazione viabilistica della SS42 e SP 89 genera la maggiore fluidità d’entrata ed uscita dalla Valle Cavallina e facilita la comunicazione della popolazione della Valle con le aree maggiormente servite dai centri commerciali periferici al capoluogo di Bergamo, aumentando di conseguenza l’evasione commerciale. La proposta di prevedere uno sviluppo di medie superfici di vendita in ambiti urbanistici strategici, posti lungo il predetto assetto viabilistico sovracomunale, se da un lato può generare comprensibili, ma non motivate, paure da parte dei piccoli negozianti, di fatto porta un triplice beneficio: 1. quello più evidente, di rispondere alle richieste del consumatore dando un servizio distributivo in termini di vicinaza a beneficio di tutto il territorio; 2. quello di ridurre la movimentazione di veicoli verso centri commerciali esterni o verso il capoluogo contribuendo al risparmio energetico e al mantenimento del tasso d’inquinamento; 3. quello di permettere alla rete distributiva di Trescore Balneario di beneficiare della grande evasione di ricchezza della Valle Cavallina e di crescere in termini concorrenziali mediante lo sviluppo di una rete distributiva centrale di alta qualità. Ciò ci porta a considerare che la pianificazione urbanistica e la programmazione commerciale sono l’occasione per attuare questo quadro progettuale di sviluppo dell’attrattività poiché, diversamente, si lascerebbe la disponibilità insediativa e concorrenziale ad altre realtà territoriali limitrofe.

Rilevanza sovra locale delle medie strutture In osservanza alle direttive regionali il comune di Trescore Balneario è chiamato a verificare se l’apertura di una nuova media struttura di vendita si pone con rilevanza sovra locale per le dimensioni e/o per la particolare allocazione territoriale. La misurazione del peso insediativo della nuova struttura è valutato seguendo le indicazione che la stessa Regione ha fornito ovvero: Calcolare se il rapporto tra residenti e addetti e superfici di vendita sia uguale o inferiore a 1,5.

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Il predetto peso insediativo è dato dalla somma dei residenti (9.806) ed addetti occupati nelle unità locali (44) in relazione alla superficie di vendita richiesta e a quelle di media struttura già esistenti. Esempio di calcolo per l’apertura di una nuova media struttura di vendita di 750 mq.: Abitanti 9806 + Dipendenti medie strutture 44 = Totale 9850 Superficie medie strutture esistenti mq. 4515 + Nuova superficie da attivare mq. 750 = Totale superficie mq. 5265 Peso insediativo 9806 : 5265 = 1,86 In tal caso, per l’attivazione della nuova media struttura di vendita in posizioni confinanti o non prevista dallo strumento urbanistico, il Comune non deve acquisire il parere dei Comuni contermini. Occorre precisare che gli indirizzi regionali non chiariscono se la valutazione debba essere fatta in termini generali o per settori merceologici.

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Rete distributiva nell’ambito montano

Al fine di meglio far comprendere la necessità di un riordino amministrativo e di riqualificazione urbanistica del settore distributivo di seguito si espone il quadro dell’ambito montano della provincia di Bergamo così come pubblicato dalla Regione Lombardia.

Negozi di Vicinato nell’ambito montano (fonte regione Lombardia)

N. Sup. N. non Sup. non Comune N. misti Sup. misti Alimentari Alimentari alimentari alimentari

ADRARA SAN MARTINO 2 80 6 353 0 0 3 221 0 0 1 70 ALBINO 20 1.444 163 13.103 25 1.837 1 31 2 35 3 107 13 685 40 2.712 6 405 7 244 30 1.895 3 194 14 431 89 4.295 7 411 5 215 26 1.748 4 245 0 0 0 0 1 28 0 0 1 5 2 90 0 0 0 0 1 96 6 421 7 450 2 51 0 0 1 50 0 0 3 189 14 1.116 5 348 BERZO SAN FERMO 0 0 0 0 1 98 0 0 0 0 1 60 0 0 0 0 1 40 BORGO DI TERZO 3 70 6 405 3 168 8 149 2 46 6 324 0 0 1 12 3 101 5 126 6 368 1 100 6 376 20 1.474 6 270 0 0 0 0 1 40 4 400 6 400 4 350 10 60 2 100 0 0 2 46 9 518 3 265 CARONA 0 0 1 165 6 334 11 656 46 3.421 7 635 6 525 25 1.439 8 530 1 27 0 0 0 0 24 1.262 67 4.482 19 1.421 CAZZANO SANT'ANDREA 2 233 3 377 2 56 CENATE SOPRA 1 22 5 264 4 331 CENE 6 360 16 866 8 484 0 0 7 420 4 250 19 886 49 2.674 5 301

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CLUSONE 26 1.156 247 16.281 11 657 4 225 7 332 0 0 3 207 6 498 4 198 1 71 2 145 3 187 1 0 0 0 1 52 0 0 2 99 5 288 0 0 2 56 4 227 2 93 17 953 9 322 CUSIO 0 0 0 0 1 52 0 0 6 746 3 288 10 515 28 2.536 4 318 ENTRATICO 1 120 1 45 4 417 2 155 2 55 0 0 3 222 22 2.220 3 177 2 90 0 0 0 0 1 12 7 284 4 241 FORESTO SPARSO 5 239 8 331 2 155 0 0 1 80 2 200 0 0 0 0 4 369 15 548 47 3.265 6 399 GANDOSSO 4 416 0 0 0 0 GAVERINA TERME 0 0 0 0 2 100 14 706 55 3.101 7 285 0 0 0 0 1 65 5 490 11 1.479 2 200 1 90 16 877 6 214 GRONE 0 0 0 0 2 190 0 0 3 160 3 208 LEFFE 11 435 41 2.713 21 1.056 LENNA 3 154 4 118 0 0 0 0 5 485 3 327 LUZZANA 0 0 8 659 1 50 1 16 0 0 1 220 MOIO DE' CALVI 0 0 0 0 1 78 0 0 0 0 2 55 NEMBRO 22 1.362 106 6.638 10 764 OLMO AL 2 70 5 332 3 216 11 656 10 702 0 0 0 0 0 0 0 0 ONETA 0 0 2 30 2 124 1 20 5 431 1 190 0 0 0 0 3 115 3 125 18 1.176 3 257 1 40 16 1.188 5 446 5 291 5 927 0 0 5 160 4 595 1 70 2 50 2 109 0 0

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PIAZZA BREMBANA 10 542 23 1.325 2 97 2 119 4 178 4 357 0 0 0 0 1 50 10 360 40 3.100 3 310 5 117 19 1.827 3 285 PRADALUNGA 8 239 15 953 6 439 2 150 2 215 0 0 12 708 45 2.858 9 443 2 97 3 205 1 55 4 203 25 2.084 4 226 0 0 1 20 3 135 2 49 1 70 5 272 ROTA D'IMAGNA 3 160 2 150 1 45 23 1.265 48 2.783 4 209 8 321 45 2.817 11 502 SAN PELLEGRINO TERME 16 510 60 3.380 6 360 SANTA BRIGIDA 4 208 3 365 2 106 SANT'OMOBONO TERME 15 735 31 2.130 1 71 11 555 17 1.364 0 0 3 126 15 1.005 2 196 10 327 53 2.985 8 560 SERINA 15 619 35 1.804 8 669 0 0 7 571 1 75 8 526 20 1.189 2 128 2 19 2 60 0 0 0 0 8 758 1 99 TALEGGIO 9 130 5 320 1 60 TRESCORE BALNEARIO 16 1.551 97 5.913 15 1.183 1 45 1 36 3 238 2 147 6 233 13 643 0 0 0 0 1 69 0 0 2 33 1 45 0 0 1 16 1 98 VALSECCA 2 35 0 0 0 0 VALTORTA 0 0 0 0 2 80 0 0 0 0 1 52 13 533 39 2.943 5 232 2 83 0 0 0 0 VIGANO SAN MARTINO 1 45 8 603 3 295 0 0 2 24 3 65 VILLA D'ALME' 20 909 51 3.466 10 544 6 318 24 1.201 1 16 VILLA D'OGNA 2 65 12 458 4 370 21 815 56 4.061 6 280 1 20 5 200 6 400 ZANDOBBIO 0 0 4 119 5 187 18 681 83 5.443 19 1.059

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La media struttura nell’ambito montano nella provincia di Bergamo (fonte regione Lombardia) Sup. Sup. Sup. Comune Titolare non alimentari Totale alimentari CAPOFERRI MASSIMO 200 0 200 ALBINO WEN ZHOU SNC 0 370 370 ALBINO SUPERMEDIA SRL 0 1.168 1.168 ALBINO RIALTO SRL 1.800 700 2.500 ALBINO PEZZOLI SHOP SPA 10 1.021 1.031 ALBINO PEZZOLI CLAUDIO LA FENICE SNC 0 285 285 ALBINO PALAZZI ABBIGLIAMENTO SNC DI PALAZZI 0 255 255 NICOLI SUPERMARKET SCARPE E ALBINO PELLETTERIA SNC 0 2.500 2.500 ALBINO MAGLIERIA GIPSY SPA 0 384 384 ALBINO LOMBARDINI DISCOUNT LD SPA 587 100 687 ALBINO LIN JIANFEN 0 782 782 ALBINO HI-FI MORONI SNC 0 315 315 ALBINO GRUPPO CARREFOUR SPA 1.170 300 1.470 ALBINO EREDI PIANTONI SRL 0 716 716 ALBINO DIAL SRL 600 150 750 ALBINO COMPRABENE SPA 439 860 1.299 ALBINO CENTRO EDILIZIA SRL 0 633 633 ALBINO CARRARA MICHELE 0 615 615 ALBINO BUTTINONI GIUSEPPE & FIGLI SNC 0 260 260 ALBINO B.F.A. DI BALERI ARREDAMENTI SRL 0 350 350 ALBINO ARREDAMENTI CAROTTI SNC 0 282 282 ALBINO ANDREANI CARLO 0 353 353 ALMENNO SAN BARTOLOMEO PENTAS SRL 117 1.177 1.294

ALMENNO SAN BARTOLOMEO COMPRABENE SPA 950 400 1.350 ALMENNO SAN SALVATORE LIVING BOX S.R.L. 0 310 310 ALMENNO SAN SALVATORE FR ARREDAMENTI S.R.L. 0 620 620 ALMENNO SAN SALVATORE EMMECI S.R.L. 700 74 774 ALMENNO SAN SALVATORE C.E.F. S.N.C. 0 251 251 ALMENNO SAN SALVATORE CAVA S. SALVATORE S.R.L. 0 218 218 ALMENNO SAN SALVATORE ANDE S.R.L. 0 410 410 ALZANO LOMBARDO TIRONI SPA 1.300 1.200 2.500 ALZANO LOMBARDO SCARPELLINI ASV SPA 0 1.760 1.760 ALZANO LOMBARDO OMAR S.R.L. (EX A&O) 250 63 313 ALZANO LOMBARDO DIAL SRL 600 84 684 AZIENDA FLORICOLA ZANCHI DI ZANCHI ALZANO LOMBARDO MARIA ANTONIA 0 440 440 ALZANO LOMBARDO AMBROSINI SRL 126 232 358 ARDESIO ZANOLETTI & BIGONI S.N.C. 0 300 300 ARDESIO TUTTAUTO DI FORNONI GIUSEPPE E C. SNC 0 478 478 ARDESIO ELEFAR S.R.L. 0 182 182 ARDESIO EDILCERAMICHE DI PASINI S.R.L. 0 175 175 ARDESIO COOPERATIVA DI CONSUMO A.R.L. 285 0 285 BARZANA MAZZOLENI ARCANGELO 0 200 200 BORGO DI TERZO F.LLI COLONETTI SNC 0 200 200 BORGO DI TERZO ARREDO CORALLO SRL 0 180 180 BRANZI MONACI WALTER & C. SNC 223 0 223 BRANZI AMBROSIONI & MIDALI 156 0 156 BREMBILLA MARY SAS DI LAZZARONI ROBERTA E C. 130 30 160 BREMBILLA COOPERATIVA CONSUMO LAVORATORI 239 160 399 ROTA CLODOVEO DI ROTA EUGENIO CAPIZZONE GIOVANNI & C. SNC 200 50 250 CAPRINO BERGAMASCO MAZZOLENI FILIPPO 227 80 307 CASAZZA SUPERMERCATO 7 P SRL 300 380 680 CASAZZA SOLEMANIA DI BERETTA LUCA 0 154 154 CASAZZA SANTANDER DISTRIBUZIONE MODA SNC 0 430 430 CASAZZA OROMOBIL SRL 0 600 600 CASAZZA OROMOBIL SRL 0 1.340 1.340 CASAZZA NUOVO SUPERSHOPPING SRL 650 150 800 CASAZZA NUOVO SUPERSHOPPING 715 550 1.265 CASAZZA NICOLI UMBERTO SNC 0 450 450 CASAZZA INTERMOBIL SNC 0 168 168 CASAZZA EGON SRL 0 400 400 CASAZZA ARREDO CI DI CORTESI GIANNINO 0 210 210

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CASAZZA AMAGLIO TERSILLA & C. SNC 0 320 320 CASIRATE D'ADDA CENTRO SPESA CERVI S.R.L. 150 80 230 CASNIGO RUGGERI PIERA MARIA 0 188 188 CASNIGO PAGANESSI AUTO SRL 0 440 440 CASNIGO LOMBARDINI DISCOUNT SPA 900 124 1.024 CASNIGO DIAL SRL 590 27 617 CASNIGO COSTON BEACH SRL 0 166 166 CASNIGO CONSORZIO AGRARIO DI BERGAMO 386 61 447 CASNIGO BONINI D. & MAFFEIS M.A. SNC 340 34 374 CASNIGO AUTOSTAR DI CAMPANA EDOARDO E C. 0 281 281 TOMASONI ARREDAMENTI SNC DI CASTIONE DELLA PRESOLANA TOMASONI GIOVANNI & C. 0 220 220 LA BOTTEGA VERZEROLI DI PEZZOLI CASTIONE DELLA PRESOLANA MAURO &C. SNC 0 160 160 GIANNI SPORT DI TOMASONI CAMILLO & CASTIONE DELLA PRESOLANA C. SNC 0 330 330 CENE COOPERATIVA LEGLER 254 455 709 CICLI MOTO BAZZANA SAS DI BAZZANA W. CENE E G. 0 300 300 FACCHINETTI WILLIAM - SUPERMERCATO CERETE FACCHINETTI WILLIAM 105 135 240 CHIGNOLO D'ISOLA VERZENI DANTE 156 9 165 CISANO BERGAMASCO IMPRESA COMOLLI S.A.S. 0 200 200 CISANO BERGAMASCO HU MAIYAN 0 280 280

CISANO BERGAMASCO FERRAMENTA ADDA 0 343 343 CISANO BERGAMASCO EMMECI S.R.L. 320 80 400 CISANO BERGAMASCO DOLCIFRUTTI SNC 367 0 367 CISANO BERGAMASCO COOP 300 100 400 CISANO BERGAMASCO COLOMBO BAMBINA 0 153 153 AGROALIMENTARE DI BONAITI DOSOLINA CISANO BERGAMASCO &C. S.A.S. 150 90 240 SUPERMERCATO TESTMARK SRL 700 700 1.400 CLUSONE SERMARK SPA 200 100 300 CLUSONE MODA & MODA SNC DI COMINELLI 0 174 174 CLUSONE MERLETTI MARIO & C. SNC 0 353 353 CLUSONE MEGABAZAR S.R.L. 0 650 650 CLUSONE MAGAZZINO BIS SNC DI SAVOLDELLI E C. 0 219 219 CLUSONE LIDL ITALIA SRL 500 383 883 CLUSONE LA LINEA CASA SRL 0 194 194 CLUSONE IPERAL SPA 661 157 818 CLUSONE GRANSOFA' SRL 0 510 510 CLUSONE GIUDICI GIACOMINO 0 400 400 CLUSONE BENZONI MARIA GIOVANNA 221 200 421 CLUSONE ANGELI FABIO 0 359 359 COLERE COOP. DI CONSUMO A R.L. 130 67 197 COLERE BETTINESCHI ALDO 0 190 190 COLZATE ZANINONI MARIA 0 400 400 COLZATE GULMINI FRANCESCO 140 40 180 CORNA IMAGNA ALIMENTARE SALVI GREGORIO & C. SNC 132 72 204 CREDARO RADICI ITALO &. C. SRL 0 300 300 CREDARO CANCELLI FLORIANA 130 40 170 ENDINE GAIANO VITALI MARCO 233 0 233 ENDINE GAIANO SPORT CARS & C. SNC DI PONI DARIO 0 276 276 ENDINE GAIANO SOC. PACE SRL 466 1.033 1.499 ENDINE GAIANO LEGNO S.R.L. DI VITALI 0 802 802 ENDINE GAIANO BETTONI CORRADO & C. S.A.S.. 0 346 346 ENTRATICO AMBROSINI CARLO 900 100 1.000 FIORANO AL SERIO SANT'ANGELO S.R.L. 570 30 600 FIORANO AL SERIO LIDL ITALIA 991 50 1.041 FORESTO SPARSO FRATELLI SCABURRI 158 232 390 FORESTO SPARSO FRATELLI PEDEMONTI 50 108 158 GANDINO ZENONI PIETRO & C. SNC 0 430 430 GANDINO GAICO SRL 0 199 199 GANDINO FRESCO MIO GANDINO SRL 220 260 480 GANDINO BUELLI GIACOMO 300 150 450 GANDINO ASTORI GIULIO 0 219 219 GANDINO ARREDAMENTI VALGANDINO 0 167 167 GANDINO ALBERT SNC 0 160 160 GAZZANIGA WEN ZHOU SNC DI JI PINGE E JI ZHIPIN 359 0 359 GAZZANIGA ONGARO GIOVANNI 170 0 170

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GAZZANIGA MONTICELLI E PIROVANO SNC 0 257 257 GAZZANIGA MESSINA E C. SRL 0 1.222 1.222 LA SERIANA MARMI E GRANITI DI GUERINI GAZZANIGA E C. SNC 0 242 242 GAZZANIGA F.LLI MASSERINI SRL 0 200 200 GAZZANIGA CORTINOVIS ADELIO E C. SNC 0 180 180 GAZZANIGA CORTINOVIS ADELIO E C. SNC 0 188 188 CARBERT 2000 SAS DI CARRARA ARNALDO GAZZANIGA E C. 400 220 620 GAZZANIGA ASSOLARI LUIGI, ACHILLE ED IPPOLITO SNC 0 218 218 GAZZANIGA AL PORTICO SRL 0 680 680 GROMO MINI MARKET ZENONI ANGELA & C. SNC 145 25 170 GROMO EDILCOM SRL 0 200 200 GROMO ARREDO LEGNO SNC 0 600 600 LEFFE ZENONI IVANA 0 160 160 LEFFE MABER CASA S.R.L. 0 226 226 LEFFE LOMBARDINI ANDREA 900 210 1.110 LEFFE GENNARI SNC DI GENNARI A.G. & C. 0 180 180 LEFFE FRANCHINA SHEYLA 0 168 168 EREDI DI PEZZOLI ANDREA SNC DI LEFFE FRANCHINA CATERINA 882 294 1.176 LEFFE COMPRABENE SPA 422 60 482 LEFFE BEARINGS SRL 0 190 190 LEFFE BARGEGIA DI PICINALI Q. E C. SNC 0 245 245 NEMBRO UNES MAXI SPA 758 418 1.176 NEMBRO ROTA GIANFRANCO SRL 0 1.207 1.207 NEMBRO LOMBARDINI DISCOUNT SPA 627 100 727 NEMBRO COMPRABENE SPA 693 492 1.185 NEMBRO ALEXANDER SRL 0 2.499 2.499 ONORE EMMECI SRL 659 225 884 ONORE EAST SRL 0 1.150 1.150 PALAZZAGO VISCONTI CLEMENTINA 150 20 170 PALAZZAGO RMD SRL 134 108 242 PALAZZAGO ORIGGI AURELIO 0 750 750 PALAZZAGO LECA BETON SPA 0 250 250 PALAZZAGO IL NEGOZIO DI CAROLINA S.A.S. 0 170 170 PALAZZAGO EMMECI SRL 440 110 550 PALAZZAGO CAR SPORT S.R.L. 0 500 500 PARRE PAGNONCELLI PAOLO 0 182 182 PARRE COSSALI ROMUALDO 0 233 233 PARRE COSSALI PIETRO 388 112 500 PARRE CICERI FABIO 0 220 220 PARRE BALDUZZI LUIGI 0 196 196 MILESI EREDI S.N.C. 0 180 180 PIAZZA BREMBANA DAMIANI SPORT DEI F.LLI DAMIANI S.N.C. 0 250 250 SUPERMERCATO DEL TESSILE SNC. DI PONTE NOSSA COSSALI FORTUNATO E C. 0 665 665 S.N.C. RIPAMONTI DI RIPAMONTI DANIELE PONTE NOSSA E C. 0 166 166 PONTE NOSSA GERVASONI MAURO 0 200 200 PONTE NOSSA FINETTI GIANCARLO 184 50 234 PONTE NOSSA BOSIO PIETRO SRL. 0 283 283 PONTE NOSSA ARTIGIANLEGNO DEI F.LLI CARIBONI SNC 0 228 228 AL PALAZZETTO ARREDAMENTI SNC DI PONTE NOSSA MISTRI ANTONIO 0 450 450 PONTIDA RAM SRL - MOBILI 15 1.285 1.300 PONTIDA PAREDI & ROTA SNC 0 370 370 PONTIDA MATTAVELLI SABRINA 13 139 152 PONTIDA F.LLI RAVASIO FU RAFFAELE 0 510 510 PONTIDA FEDIMEC R. LOCATELLI SRL 0 1.300 1.300 BILLA AKTIENGESELLSCHAFT - PENNY PONTIDA MARKET ITALIA 500 100 600 PONTIDA ARREDAMENTI DELL'ORTO SAS 0 220 220 PRADALUNGA SOCIETÀ CARRARA MARIO & FIGLI SRL 0 202 202 PRADALUNGA FALEGNAMERIA F.LLI CARRARA 0 228 228 RANICA TOMASONI SRL 0 448 448 RANICA SERMOBIL DEI FRATELLI GABBIADINI SRL 0 1.466 1.466 RANICA SEMAUTO SRL 0 251 251 RANICA SALA ARREDAMENTI SAS DI G.B. SALA E C. 0 380 380 RANICA NORIS MARIO & C. SNC 0 186 186

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RANICA GRUPPO G.M.P. SRL 0 167 167 RANICA FERRAMENTA VALSERIANA SRL 0 165 165 RANICA EMMETI AUTOMOBILI SRL 0 276 276 RANICA EMMECI SRL 260 40 300 RANICA CARRARA MICHELE 180 0 180

RANZANICO SUPERMERCATO 7P SRL 276 6 282 ROGNO ORIENTE SRL 0 1.490 1.490

ROGNO NUOVO MADA SNC 0 304 304 ROGNO NUOVA ELETTRICA SRL 0 290 290 ROGNO MININI CERAMICHE SRL 0 212 212 MAXI SPORT DI POLETTI DOMENICO E C. ROGNO SNC 0 510 510 ROGNO LOMBARDINI DISCAUNT SPA 520 79 599 ROGNO LIU JIANZHONG 0 447 447 ROGNO HAO DUO DI LIU ZHENG & C. SAS 0 537 537 ROGNO G.B. 2 SRL 0 350 350 ROGNO GAMMA DARFO SRL 0 490 490 ROGNO FARDELLI GIULIANO SAS 0 645 645 ROGNO FARDELLI ERNESTO E C. SAS 0 1.200 1.200 ROGNO DELEIDI GIAMPIETRO 0 300 300 ROGNO DARITEX SPORTS WEAR SRL 0 296 296 ROGNO BRICOVAL SRL 0 1.500 1.500 ROGNO BARCELLA ELETTROFORNITURE SPA 0 173 173 ROGNO ANTINFORTUNISTICA INDUSTRIALE SAS 0 200 200 ALIMENTARI POLETTI DI BALZARINI ELDA & ROGNO C. SNC 162 88 250 ABBIGLIAMENTO BOSIO DI BOSIO E. & C. ROGNO SNC 0 616 616 ROVETTA WINTERSPORT SRL 0 179 179 ROVETTA MOBILIFICIO ROVETTESE 0 800 800 ROVETTA MESSINA E C SRL 0 200 200 ROVETTA BRASI SPORT 0 200 200 ROVETTA AUTODELTA SNC 0 200 200 SAN GIOVANNI BIANCO MIGROSS S.P.A. 650 200 850 SAN GIOVANNI BIANCO COMPRABENE S.P.A. 529 150 679 SAN PELLEGRINO TERME LOMBARDINI DISCOUNT SPA 352 170 522 SAN PELLEGRINO TERME GALIZZI GRAZIELLA 160 20 180 SAN PELLEGRINO TERME CO.GER.SRL 390 379 769 SAN PELLEGRINO TERME CO.GER.SRL 100 90 190 BERNARDO DI GHERARDI ANGELO E FIGLIO SAN PELLEGRINO TERME SNC 0 160 160 SAN PELLEGRINO TERME AL BOTTEGONE SRL 0 396 396 SANT'OMOBONO TERME P.M. DI PERSONENI MASSIMO E C. SNC 0 253 253 SANT'OMOBONO TERME OL CONSORZIO DI DOLCI DARIO E C.SNC 40 120 160 SANT'OMOBONO TERME LOCATELLI ALDA 158 0 158 SANT'OMOBONO TERME GOTTARDO SPA 0 320 320 SANT'OMOBONO TERME FROSIO ARREDAMENTI SNC 0 378 378

SANT'OMOBONO TERME EMMECI SRL 574 191 765 SANT'OMOBONO TERME CHEN XIAOYING 0 234 234 SANT'OMOBONO TERME BAZAR FROSIO SNC 0 198 198 SANT'OMOBONO TERME AMBROSINI SUPERMERCATI SRL 600 151 751 SEDRINA PESENTI GIAM PIETRO 0 540 540 SEDRINA GHISALBERTI LUCA 98 100 198 SEDRINA GHISALBERTI ITALO & FIGLI S.N.C. 106 200 306 SEDRINA FER-EDIL S.R.L. DI ZANETTI FULVIO 0 348 348 SELVINO GRIGIS MARIO E ANTONIETTA SNC 0 207 207 SELVINO EDILSELVINO DI SONZOGNI E C. SNC 0 259 259 SELVINO DENTELLA RICCARDO 160 43 203 SELVINO CAMOZZI MASSIMO 0 191 191 SERINA GUERINO S.R.L. 0 876 876 SOVERE ZOPPETTI GIUSEPPE & C. S.N.C. 0 1.450 1.450 F.LLI SCALMANA & C. S.N.C. DI SCALMANA SOVERE UGO & MAURIZIO 200 90 290 ARREDAMENTI GIURINI DI GIURINI LETIZIA SOVERE & C. S.N.C. 0 228 228 SOVERE ALIMENTARI BARONI S.N.C. 90 83 173 ABBIGLIAMENTO BOSIO DI BOSIO ELIO & C. SOVERE S.N.C. 0 651 651

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STROZZA SAMANTHA FOOD 600 100 700 STROZZA EMMECI SRL 262 75 337 STROZZA BOFFETTI FABIO 210 0 210 VERTOVA TIRELLI ANTONIO 215 86 301 VERTOVA RINALDI MASSIMILIANO & C. S.A.S 0 152 152 VERTOVA PICINALI Q, PICINALI L. & C. SNC 0 168 168 VERTOVA PAGANONI ISAIA & C. SNC 0 768 768 VERTOVA PAGANONI & C. 154 5 159 VERTOVA F.LLI GRAZIOLI & C. 0 717 717 VIGANO SAN MARTINO TRUSSARDI TECH DI VERGA LORENA 0 300 300 VIGANO SAN MARTINO PATELLI ALBERTO 0 250 250

La Grande distribuzione in provincia di Bergamo (fonte regione Lombardia) Sup. non Comune Titolare Sup. Alimentari Sup. Totale alimentari ALBANO SANT'ALESSANDRO AWG OUTLETS BERGAMO S.R.L. 2.658,50 13.341,50 16.000,00 ALMENNO SAN SALVATORE MIGROSS SPA 566 1.254,00 1.820,00 VAL SAN MARTINO SRL 0 4.950,00 4.950,00 INIZIATIVA 13 SRL 9.000,00 14.000,00 23.000,00 FINSER S.P.A. 5.000,00 44.000,00 49.000,00 BERGAMO COIN S.P.A. 50 4.400,00 4.450,00 BERGAMO ESSELUNGA SPA 2.302,00 1.349,00 3.651,00 BERGAMO OVIESSE S.R.L. 1.147,00 2.803,00 3.950,00 BERGAMO S.P.A. AUCHAN 5.000,00 6.651,00 11.651,00 IL GIGATE S.P.A. 3.500,00 11.200,00 14.700,00 IPER MONTEBELLO SPA 4.350,00 5.124,00 9.474,00 BARCELLA ARREDAMENTI SAS 0 2.350,00 2.350,00 CARAVAGGIO PADANA SUPERIORE S.P.A 610 2.406,00 3.016,00 NUOVO SUPERSHOPPING SRL 1.171,00 781 1.952,00 CASTELLI CALEPIO ZERBINI B & G SRL 3.990,00 11.000,00 14.990,00 CISANO BERGAMASCO RUGIADA 1.500,00 3.500,00 5.000,00 TECNOCOVERING SRL 1.700,00 650 2.350,00 PEDRONIIMOBILI SRL 5.835,00 23.241,00 29.076,00 CISALFA SPORT SPA 0 2.288,00 2.288,00 CURNO LEROY MERLIN ITALIA SRL 0 10.099,00 10.099,00 CURNO SELF G5 SRL 0 4.788,00 4.788,00 CURNO ESSELUNGA SPA 1.907,00 2.169,00 4.076,00 EUROCOMMERCIAL PROPERTIES CURNO ITALIA SRL 5.313,00 18.657,00 23.970,00 GORLE ITALFRUTTA S.P.A. 2.170,00 1.090,00 3.260,00 GRUMELLO DEL MONTE ZERBIMARK SPA 1.219,00 896 2.115,00 VIRGILIO SPA 4.500,00 10.490,00 14.990,00 GRAN MERCATO DEI COLLI 2.504,00 2.080,00 4.584,00 NEMBRO DOSS S.P.A 3.500,00 5.000,00 8.500,00 NEMBRO ESSELUNGA SPA 1.960,00 2.315,00 4.275,00 FINSER S.P.A. 13.688,00 35.616,00 49.304,00 L'ARTIGIANA DEL MOBILE 2000 SRL 0 2.300,00 2.300,00 ROGNO GIORI SRL 0 3.665,00 3.665,00 ROGNO FAMILI MARKET SRL 2.600,00 3.214,00 5.814,00 ZERBIMARK SPA- BENNET SPA 4.000,00 17.950,00 21.950,00 SAN PELLEGRINO TERME SVILUPPO SAN PELLEGRINO SRL 2.500,00 4.530,00 7.030,00 SARNICO ITALFRUTTA S.P.A. 1.000,00 670 1.670,00 SERIATE LEROY MERLIN ITALIA SRL 0 10.000,00 10.000,00 SERIATE IPER MONTEBELLO SPA 6.520,00 11.702,00 18.222,00 SEMERARO CASA & FAMIGLIA SPA 0 8.937,00 8.937,00 STEZZANO ALTACERRO S.R.L. 3.100,00 17.990,00 21.090,00 LOMBARDINI REZZATO SRL 2.991,00 4.590,00 7.581,00 EDIL COFFETTI S.R.L. 0 1.800,00 1.800,00 URGNANO PALAZZO DELLA MODA S.R.L. 0 1.800,00 1.800,00 CENTRO COMMERCIALE 1.033,00 7.629,00 8.662,00

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Aspetto viabilistico Un altro degli adempimenti previsti dalla legge regionale sul commercio, per predisporre una pianificazione urbanistica e relativa programmazione commerciale è l’aspetto viabilistico. Infatti la domanda per il rilascio dell’autorizzazione deve essere corredata da uno studio che verifichi l’impatto territoriale ed ambientale delle grandi strutture commerciali, fatto comunque salvo quanto previsto dalla vigente legislazione in materia di valutazione di impatto ambientale. L’analisi si concretizza nella valutazione del grado di accessibilità del territorio con previsione dei regimi veicolari indotti e stimati in base a quanto verificato in analoghe situazioni commerciali, nella valutazione delle ricadute potenziali sulla circolazione stradale, anche alla luce degli interventi infrastrutturali effettuati sulla viabilità di livello sovracomunale.

Accessibilità di livello sovracomunale ed urbana E’ possibile ipotizzare che lungo la SS 42 del Tonale e la SP 89 possa sorgere una forte richiesta commerciale di medie dimensioni che garantisca adeguata attrazione con livelli di accessibilità e sfogo sull’attuale sistema viabilistico extraurbano: infatti la viabilità esterna consente di garantire anche al traffico urbano valide alternative di tracciato.

Stima del traffico indotto dall’intervento di pianificazione Sulla base della conoscenza dei livelli di utenza in analoghe reti commerciali ed in funzione di parametri empirici di previsione dell’indotto legati alle scelte di insediamento commerciale ipotizzato, si può stimare il traffico potenzialmente indotto dalla realizzazione del piano. Il periodo che si pensa possa essere il più affollato è quello compreso tra le 16.00 e le 20.00 del sabato, con un’utenza oraria stimata in circa 1400 veicoli ora. Agli stessi risultati si perviene utilizzando la consueta parametrizzazione dei generatori di mobilità, per la stima del traffico indotto, che ipotizza:  che tutti gli spostamenti origine/destinazione per il punto commerciale avvengano con l’auto privata;  che gli addetti raggiungono con auto propria il posto di lavoro, mentre la clientela utilizza due auto ogni tre utenti (coefficiente medio di occupazione pari a 1,5);  che nell’ora di punta 13.00 – 15.00 esista un traffico dovuto al cambio turno, pari al 20% degli addetti, e un flusso all’uscita dalla rete commerciale di una parte dell’utenza delle fasce orarie precedenti, pari convenzionalmente al 20% della clientela della fascia più carica. In sintesi si ottiene che, nel periodo di massima affluenza risulta essere il sabato sera, tra le 16.00 e le 20.00, il traffico veicolare potenzialmente indotto dalla rete commerciale cittadina è pari a 800 veicoli ora (attratti) e in uscita di 600 (generati), per una mobilità complessiva indotta di 1400 veicoli ora (potenziali).

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Componente commerciale PGT

Parte 2^

Disciplina Urbanistica

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Disciplina urbanistica commerciale

Art. 1 – Norme di riferimento 1. In materia di urbanistica commerciale gli indirizzi di sviluppo e di raccordo tra la pianificazione comunale e quella sovra locale, nonché gli indirizzi generali per la valutazione ambientale sono quelli stabiliti dalla Regione con i rispettivi atti di programmazione. 2. Dette disposizioni, applicate alla previsione di nuovi insediamenti commerciali, permettono di individuare nel PGT:  le aree da ritenersi sature rispetto alla possibilità di localizzarvi nuovi insediamenti in considerazione delle condizioni di sostenibilità ambientale, infrastrutturale, logistica e di mobilità relative a specifici ambiti territoriali;  le aree di localizzazione delle medie e grandi strutture di vendita, ivi compresi i centri commerciali;  le prescrizioni cui devono uniformarsi gli insediamenti commerciali in relazione alla tutela dei beni artistici, culturali ed ambientali, nonché all’arredo urbano, nei centri storici e nelle località di particolare interesse artistico e naturale;  le misure per una corretta integrazione tra strutture commerciali e servizi ed attrezzature pubbliche;  le prescrizioni e gli indirizzi di natura urbanistica ed in particolare quelle inerenti alla disponibilità di spazi pubblici o di uso pubblico e le quantità minime di spazi per parcheggi, relativi alle diverse strutture di vendita. 3. Le determinazioni di cui al comma 2, sono utilizzate, anche nella programmazione commerciale, in modo differenziato in relazione a singole parti del territorio comunale o zone ed alla tipologia degli esercizi commerciali.

Art. 2 – Ambito montano 1. Come già indicato nella prima parte, il territorio è collocato in ambito montano e gli obiettivi da perseguire nella realtà territoriale di Trescore Balneario si ritiene debbano essere i seguenti :  nessuna previsione di apertura di grandi strutture di vendita realizzate anche mediante l'utilizzo di superfici di vendita esistente;  integrazione delle strutture commerciali con il sistema turistico - termale locale e con l’artigianato delle valli;  attenzione alla vendita di prodotti locali, tipici e caratteristici dell’ambiente termale e integrazione con i sistemi produttivi e artigianali tipici locali, in particolare riferiti al comparto agro-alimentare;  qualificazione dell’offerta nel polo urbano centrale in modo da generare una gravitazione commerciale: sia col possibile insediamento di medie strutture altamente qualificanti; sia attraverso la valorizzazione delle attività esistenti nel centro storico;

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 consentire l’attivazione delle medie strutture di vendita di maggiore dimensione solo per la commercializzazione di prodotti dequalificanti in ambiti produttivi;  valorizzazione la viabilità principale d’attraversamento del territorio con medie strutture di vendita da insediarsi in modo convenzionato con attenzione all’accessibilità ed alla qualità distributiva;  ubicazione di nuovi punti di vendita di vicinato e della media distribuzione con particolare attenzione qualitativa mirata alla valorizzazione del tessuto commerciale preesistente e alla esaltazione del carattere turistico – termale dell’ambito urbano centrale.

Art. 3 – Criteri generali di programmazione qualitativa 1. Al fine di migliorare la funzionalità e la produttività del sistema dei servizi concernenti le attività economiche, nonché consentire uno sviluppo sostenibile, valutate le caratteristiche della distribuzione commerciale e dei servizi ed in coerenza con gli indirizzi regionali, si dispone che, gli insediamenti economici, comunque denominati, sottostanno alla disciplina speciale di programmazione qualitativa predisposta per i rispettivi settori economici tenendo conto delle diverse caratteristiche del territorio e della differente incidenza degli esercizi secondo il settore e la tipologia di appartenenza. Detta disciplina programmatoria si basa sui motivi imperativi di interesse generale connessi a ragioni non altrimenti risolvibili di sostenibilità ambientale, sociale e di viabilità che rendano impossibile consentire ulteriori flussi di pubblico nella zona senza incidere in modo gravemente negativo sui meccanismi di controllo, in particolare, per il consumo di alcolici e per il contrasto al degrado urbano, e senza ledere il diritto dei residenti alla vivibilità del territorio e alla normale mobilità e tenendo conto delle caratteristiche urbanistiche e di destinazione d'uso dei locali, dei fattori di mobilità, traffico, inquinamento acustico e ambientale, aree verdi, parcheggi, delle caratteristiche qualitative degli insediamenti, dell'armonica integrazione con le altre attività economiche e con le aree residenziali interessate e del corretto utilizzo degli spazi pubblici o di uso pubblico. 2. I predetti criteri hanno valore generale di programmazione, pertanto ogni regolamento di Settore può disporre ulteriori criteri specifici alla materia trattata. 3. In osservanza alle esclusioni e divieti posti dallo strumento urbanistico vigente, ai fini della programmazione dei diversi settori, il territorio può essere ripartito in apposite aree o zone osservando la localizzazione degli insediamenti di media struttura di vendita con rilevanza sovracomunale.

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Art. 4 – Ambiti insediativi delle medie strutture di vendita 1. Lungo il percorso della SS42 del Tonale e della SP 89, fatte salve le esclusioni disposte dal PGT, sono insediabili medie strutture di vendita solo in esecuzione di interventi edilizi convenzionati e non possono riferirsi alla vendita di prodotti dequalificanti. 2. Nelle aree a destinazione produttiva, la vendita diretta dei beni di produzione è assentita nei limiti percentuali disposti dal PGT; in assenza dei predetti limiti la superficie di vendita dei propri prodotti è comunque limitata a mq. 250. 3. Nelle predette aree produttive sono sempre insediabili le attività di vendita al dettaglio in media struttura di vendita per la sola vendita di prodotti dequalificanti come indicati nella parte 3^ della presente componente commerciale. 4. L’abbattimento ad 1/8 della slp per la vendita esclusivamente di merci ingombranti, non immediatamente amovibili ed a consegna differita (mobili, autoveicoli, legnami, materiale edile, e simili) è applicabile solo se prevista dalla programmazione qualitativa o disposta mediante convenzione edificatoria. 5. Le aree urbanisticamente indicate come ambiti specifici per l’insediamento delle medie strutture di vendita sono le seguenti:

TCM (Town Center Management)

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Come indicato nel documento di piano l’area TCM accorpa il centro di Trescore Balneario con l’obiettivo di un rilancio qualitativo, pertanto nell’area in questione sono attivabili solo attività commerciali e di servizio qualificanti. Oltre ai negozi di vicinato sono attivabili medie strutture di vendita con superfici di vendita non eccedenti i 450 mq. purché appartenenti al settore merceologico non alimentare e, qualora configuranti strutture unitarie, non possono eccedere mq. 2.500. Dette attività commerciali non sono attivabili con l’abbattimento della superficie di vendita e non possono riguardare la vendita di prodotti dequalificanti. Nell’intero ambito è esclusa la grande distribuzione di vendita al dettaglio. La scelta del TCM è dettata dall’importanza del centro urbano e dalla necessità di mantenere alta la sua attrattività. Negli ultimi anni, questa area ha subito un calo di attrattività nei confronti della popolazione e delle attività economiche, per cause complesse che coinvolgono una pluralità di fattori economici, sociali e territoriali. Quest’area è stata tradizionalmente il punto fondamentale e l’espressione massima di vitalità sociale, ed è in questa “area centrale” che si sono concentrati una moltitudine di attività e funzioni di tipo commerciale, culturale e amministrativo. Attualmente, una serie di fattori economici, demografici, sociali e culturali hanno modificato il suo ruolo chiave nella città, senza migliorare la qualità di vita dei suoi residenti, e portando dei mutamenti che preoccupano Associazioni, Amministrazioni e altri diversi Stakeholders. Il tema della rivitalizzazione commerciale del centro storico e delle aree urbane non investe solo Trescore Balneario, ma in genere tutti i paesi interessati da intensi sviluppi di nuove forme di distribuzione commerciale di grande dimensione, che hanno delle logiche e delle esigenze di ubicazione e localizzazione diverse rispetto alle forme del commercio tradizionale. Da questa problematica, in Italia, si sono sviluppate diverse iniziative come quella di Montecatini Terme (analoga realtà) che ha istituito un consorzio "Centro Commerciale Naturale Città di Montecatini Terme", riconosciuto dalla Regione Toscana e dall' Amministrazione Comunale ed è nato nel Giugno 2006 dalla volontà di Confesercenti, Confcommercio e Ascom Montecatini, con lo scopo di:  coordinare l'attività delle imprese consorziate in unico sistema,  creare un sistema per promuovere il commercio di vicinato e per trovare nuove strade per concorrere con la grande distribuzione,  favorire e incrementare lo sviluppo economico commerciale, turistico e valorizzare il centro termale. Nella concretezza dell’intervento ci si deve anche porre alcune domande: Cos`è il TCM?  Il Centro Commerciale Naturale (TCM) è l’aggregazione di negozi, pubblici esercizi e operatori culturali e sociali che si trovano nella stessa area urbana del centro storico.  L`insieme dei singoli esercizi che si trasforma così in un vero e proprio «Centro Commerciale Naturale» e gli operatori si associano per: sviluppare strategie comuni organizzare eventi coordinare promozioni che li rendono, agli occhi dei cittadini e dei visitatori, un posto ideale per lo shopping

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vivere meglio la città, con una dotazione di servizi di qualità, come e più di un centro commerciale tradizionale.  Un Centro commerciale a «cielo aperto», costituito dagli esercizi storicamente presenti nel centro storico, e riuniti in un´unica realtà per valorizzare la propria attività e promuoverla secondo la logica del "fare sistema». Quali opportunità può creare?  Il TCM può ricevere incentivi, sia economici che di supporto tecnico, dalla Regione, dall'Unione europea, dagli altri enti locali e territoriali, con i quali stipula accordi per il perseguimento delle loro finalità, elaborando e realizzando iniziative per un comune marketing territoriale.  Può organizzare, fra l'altro, eventi, creazione e registrazione del marchio, realizzazione delle vetrofanie, pieghevoli, calendari fotografici, registrazione del dominio internet, feste in occasione del Natale e di altre occasioni religiose e civili ed in particolare: attività di animazione; attività promozionali con diretta ricaduta sulle attività economiche; attività di comunicazione come informazione, editoria, pubblicità, propaganda, pubbliche relazioni sui media cartacei radio-televisivi e telematici; servizi di supporto e assistenza ai consumi e allo shopping; progetti di arredo urbano; attivazione di strutture di servizio aperte al pubblico, quali punti di contatto e di assistenza agli acquisti e alla fruizione del TCM; accordi con enti di promozione turistica del territorio per l'offerta di pacchetti turistici integrati con l'offerta commerciale ed artigianale; iniziative con il sistema economico e finanziario al fine di sponsorizzare iniziative del TCM; accordi con la proprietà immobiliare su eventuali progetti di riconversione funzionale di immobili inutilizzati; partecipazione a bandi di finanziamento pubblico rivolti alle imprese commerciali di vicinato per lo sviluppo delle strategie di marketing; gestione di finanziamenti inerenti la sicurezza e il controllo, per la realizzazione di impianti collettivi per la video sorveglianza esteso a tutto il territorio del TCM; organizzare gruppi di lavoro su problemi legati alle attività economiche dell'area di sedime del TCM; organizzare manifestazioni culturali, convegni, dibattiti, seminari per il raggiungimento e la diffusione dei propri obiettivi, nonché attività di formazione per i titolari e per gli addetti.

Quali risultati attesi? creare una struttura, giuridicamente ed economicamente autonoma, per la gestione e la promozione del TCM;

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creare una nuova domanda turistica e residenziale, con aumento misurabile del giro d`affari delle attività commerciali e il ritorno d`immagine per le altre attività coinvolte; ridurre i costi individualmente sostenuti (o da sostenere) per la comunicazione e la promo - commercializzazione delle attività coinvolte; aumentare la qualità della vita del quartiere, con miglioramento misurabile dei servizi per le attività commerciali, turistiche e quelli per la persona; incrementare la fidelizzazione dei visitatori, turisti e consumatori.

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Ambito di riqualificazione urbana – ARU 1

L’ambito si colloca nella zona meridionale del territorio comunale, inserendosi in un contesto già urbanizzato, interessando una superficie di circa 10.839 mq. L’attuale accesso all’ambito avviene tramite la viabilità esistente, da nord da via Brescia-via Roma, da sud da via A. Gramsci e da via Don Mazzolari.

La destinazione principale è residenziale, ma sono assentiti insediamenti commerciali di vicinato o medie strutture di vendita per complessivi 1.094 mq. di superficie lorda di pavimento, di cui 450 mq di media superficie di vendita. La media struttura di vendita può concretizzarsi in centro servizi inglobante attività di terziario/direzionale, comprendente anche attività di somministrazione alimenti e bevande, attività di servizio alle persone dalle caratteristiche dimensionali cadauno non eccedenti i 250 mq. ed in accessorietà alla destinazione prevalentemente residenziale dell’ambito. Sono escluse le attività: agricola e produttiva industriale/artigianale caratterizzate dalla produzione di beni.

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Ambito di trasformazione produttiva ATP1

L’ambito si colloca nella zona meridionale del territorio comunale, estendendosi su una superficie di circa 39.564 mq a sud di un’area produttiva consolidata. L’attuale accesso all’ambito avviene da sud tramite via G. Galilei, da est da via E. Fermi e da nord mediante via G. Matteotti. Sono assentiti attività di intrattenimento e di spettacolo (bar, locali notturni, sale giochi, palestre, spa e attività ludiche varie) Intervento soggetto a realizzazione di standard qualitativi e/o compensativi da utilizzarsi per l’attuazione del Piano dei Servizi. L'ATP1 potrà essere attuato mediante lo strumento urbanistico attuativo "Schema Urbanistico Strategico".

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Art. 5 – Superficie di vendita, di somministrazione e di esercizio 1. La superficie di vendita di un esercizio commerciale è l’area, interna ed esterna, destinata all’esercizio della vendita al dettaglio. Essa non è da confondersi con la Slp dell’area urbanisticamente destinata all’insediamento dell’attività commerciale. 2. Per superficie delle attività di somministrazione si deve intendere l’area o i locali sulla cui superficie si svolge la vendita di alimenti e bevande ed è attrezzata con mezzi e strumenti finalizzati a consentire il consumo servito sul posto ivi compresi i piani d’appoggio e le stoviglie riutilizzabili costruite in qualsiasi materiale e ritenute igienicamente idonee. 3. Per superficie di esercizio di attività complementare, accessorio e/o compatibile, per la fornitura di beni o servizi, si intende la superficie degli spazi liberamente accessibili al pubblico durante le operazioni per le quali tipicamente il pubblico accede all’esercizio.

Art. 6 –Tipologia degli insediamenti 1. La localizzazione degli esercizi commerciale è attivata nel rispetto della seguente classificazione dimensionale in relazione alla superficie di vendita:  Esercizio di vicinato V) con superficie di vendita fino a 150 mq.  Media struttura di vendita M) con superficie di vendita da 151 mq. fino a 1.500 mq.  Grande struttura di vendita G) con superficie di vendita oltre 1.500 mq.  Centro commerciale o forma unitaria di vendita C1) con superficie di vendita da 151 mq. fino a 1.500 mq. C2) con superficie di vendita oltre 1.500 mq. La programmazione di settore può ulteriormente ripartite qualitativamente gli insediamenti per dimensione di superficie di vendita le predette tipologie M) e C1). 2. La specifica previsione commerciale, secondo le categorie delle strutture di vendita sopra richiamate, costituisce condizione necessaria per il rilascio degli atti abilitativi urbanistico-edilizi e commerciali; la generica previsione commerciale, senza specificazione della tipologia di struttura, ammette esclusivamente gli esercizi di vicinato. 3. L’insediamento della media struttura di vendita o grande struttura di vendita deve trovare la specifica destinazione urbanistica. 4. Il centro commerciale, o le strutture unitarie di vendita, possono collocarsi in media o grande struttura di vendita realizzate con destinazione d’uso specifica di centro commerciale o parco commerciale. 5. La tipologia degli esecizi di somministrazione di alimenti e bevande è unica, ma l’attività può essere esercitata nei limiti dimensionali e tipologici fissati dalla specifica programmazione qualitativa di settore 6. Le tipologie delle attività analoghe, complementari, accessorie e/o compatibili, di fornitura di beni o servizi sono insediabili nei limiti percentuali indicati dal PGT e nei limiti qualitativi previsti dalla specifica programmazione di settore.

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Art. 7 – Criteri per le grandi strutture di vendita 1. Il Programma regionale non fornisce alcun obiettivo di sviluppo della grande distribuzione, esprimendo l'esigenza di una crescita ad impatto zero delle grandi strutture di vendita, tenuto conto anche del forte incremento registrato dalla stessa negli anni più recenti in relazione ai livelli di presenza ormai prossimi a quelli europei. Tale indirizzo si coniuga con la priorità attribuita alla razionalizzazione e alla riqualificazione delle strutture già esistenti, ferma restando, sempre ed in ogni caso, l'esclusione di qualsiasi automatismo autorizzativo e/o atto dovuto. 2. L'assenza di obiettivi di sviluppo comporta una valutazione negativa delle domande di apertura delle grandi strutture che richiedono nuova superficie di vendita pertanto, in relazione agli indirizzi specifici forniti dalla programmazione regionale, vengono individuati anche i seguenti obiettivi per orientare lo sviluppo di questa tipologia di vendita:  priorità e agevolazione di interventi che non richiedono nuova superficie di vendita e sono finalizzati alla razionalizzazione della rete distributiva esistente;  attenzione alla sostenibilità socio-economica, ambientale e territoriale degli insediamenti della grande distribuzione;  attenzione agli effetti differenziati delle diverse tipologie distributive, in particolare le medie strutture di vendita e gli insediamenti che per la loro allocazione si configurano come strutture unitarie di vendita. 3. L’apertura di nuovi insediamenti commerciali di grande distribuzione è esclusa in qualunque ambito del territorio se non rientrante nell'ambito di strumenti di programmazione negoziata che affrontino l'insediamento in una logica di progettualità integrata e nell'ottica di una complessiva riqualificazione del contesto economico, insediativo ed urbano di riferimento con particolare attenzione al recupero di aree industriali dismesse e di riqualificazione urbanistica delle aree già consolidatesi come parchi commerciali naturali. 4. In particolare per l'impatto socio-economico (e quindi relativamente alla compatibilità dell'insediamento) il giudizio dovrà essere operato tenendo conto del reale valore aggiunto che l'intervento potrà apportare all'economia del territorio comunale e dell'effettivo servizio arrecato al consumatore dalla nuova struttura rispetto agli eventuali effetti negativi sull'occupazione nell'area interessata e sulla rete distributiva esistente. 5. Eventuali piani o programmi d’intervento, in attuazione del presente strumento urbanistico, che consentono l’insediamento di grandi strutture di vendita, devono prevedere che tali aree di vendita siano dotate di attrezzature pubbliche o di uso pubblico almeno nella misura del 200% della superficie lorda di pavimento degli edifici previsti, di cui almeno la metà destinata a parcheggi di uso pubblico; a causa del rilevante impatto territoriale che tali strutture producono, è da considerarsi vincolante il reperimento in loco dei suddetti spazi pubblici o di uso pubblico. 6. Nei casi di strutture unitarie di vendita, la dotazione di cui al comma precedente è calcolata in riferimento alle sole superfici commerciali; in riferimento agli spazi per i quali si prevedano destinazioni diverse si applica la dotazione di standard prevista per dette destinazioni 7. Può essere concessa la cessione di standard qualitativi o in subordine la monetizzazione parziale, nella misura massima del 20%, di aree ed attrezzature pubbliche o di uso pubblico non cedute al Comune da definirsi in apposita convenzione, a condizione che la monetizzazione: a) sia riferita esclusivamente ai casi di apertura o ampliamento di una grande struttura di vendita: 59

 per concentrazione o accorpamento di più esercizi di vicinato esistenti (ex art 24 L.426/71);  per concentrazione di medie strutture di vendita;  per concentrazione di medie strutture di vendita con esercizi di vicinato esistenti (ex art 24 L.426/71);  per accorpamento di medie strutture di vendita;  per ampliamenti non superiori al 20% della superficie di vendita esistente; b) sia finalizzata alla realizzazione di attrezzature funzionali all'insediamento commerciale localizzate in aree esterne al perimetro dell'ambito d'intervento, purché ne sia garantita l'accessibilità e la piena fruibilità; in ogni caso, la dotazione di parcheggi pubblici e di uso pubblico deve essere assicurata in aree a diretto servizio dell'ambito commerciale. 8. In caso di attivazione di grandi superfici di vendita che per loro tipologia commerciale non presentino grosse concentrazioni d’utenza, o richiedano il beneficio dell’abbattimento della superficie di vendita, la cessione di standard qualitativi o in subordine la monetizzazione parziale è ammessa nella misura del 50%.

Art. 8 – Gli strumenti di programmazione negoziata 1. Gli strumenti di programmazione negoziata (Programmi Integrati di Intervento e Accordi di Programma, etc.) sono da utilizzare obbligatoriamente per gli insediamenti della grande distribuzione in presenza del significativo ruolo relazionale che lo strumento svolge nella concertazione tra il Comune e gli operatori privati. Detti strumenti dovranno essere preferibilmente utilizzati anche per l’attivazione delle medie strutture di vendita 2. L'azione comunale deve essere responsabilmente esercitata con l'applicazione di idonee modalità di valutazione del contesto urbanistico locale e, di norma, anche intercomunale prestando massima attenzione:  alla congruità dell'insediamento commerciale con le caratteristiche urbanistiche e socio-demografiche generali del comune e del suo contesto territoriale più ampio;  alle caratteristiche di accessibilità e di funzionalità dell'ambito urbano interessato dall'insediamento e le potenzialità di qualificazione locale generate dalla localizzazione di nuovi servizi commerciali;  al riutilizzo di aree degradate o comunque già interessate da precedenti trasformazioni urbanistiche, evitando in assoluto nuovo consumo di suolo, valutando come consumo di territorio anche gli effetti di sconfinamento, separazione, interclusione di aree derivanti dalla localizzazione dell'insediamento e dalle infrastrutture relative, ma anche il riutilizzo di aree in cui i valori di concentrazione per l'inquinamento di suolo, sottosuolo, acque superficiali e acque sotterranee superino quelli limite accettabili, così come stabiliti dalla normativa ambientale vigente;  alla presenza di funzioni diverse da quella commerciale con la creazione di servizi commerciali polifunzionali, privilegiando destinazioni d'uso quali funzioni di servizio pubbliche e private, attrezzature collettive;  all'equilibrato rapporto tra le reti viarie e l'insediamento commerciale, favorendo soluzioni che risolvano situazioni di criticità pregressa e garantiscano livelli di accessibilità pubblica;

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 all'inserimento del manufatto nel contesto territoriale e paesaggistico -ambientale, non limitando la valutazione alla struttura edilizia in sé, ma ricercando soluzioni di qualità urbana;  alla possibilità di articolazione tipologica delle attività di vendita quale fattore di diversificazione dell'offerta commerciale e di miglioramento complessivo della qualità urbana. 3. In questo senso si ritiene che le attivazioni di grandi strutture di vendita debbano generare condizioni negoziate di miglioramento nell'integrazione col tessuto commerciale esistente attraverso:  l'adozione di meccanismi di sostegno/incentivo economico agli esercizi di prossimità nel centro storico e urbano, prevedendo un concorso delle grandi strutture di vendita alla realizzazione di piani e programmi per lo sviluppo delle piccole imprese commerciali;  il ricorso a procedure di concertazione sovracomunale, valutando l'opportunità di assicurare la realizzazione di opere di urbanizzazione, finalizzate a garantire una adeguata infrastrutturazione territoriale.

Art. 9 – Criteri per le medie strutture di vendita 1. In osservanza alla localizzazione urbanistica, la programmazione di Settore dovrà promuovere lo sviluppo delle medie strutture di vendita mediante un’attenta disciplina qualitativa all’interno del tessuto urbano consolidato. 2. Nella predetta disciplina qualitativa degli insediamenti commerciali occorre dare preferenza agli interventi di razionalizzazione, ammodernamento o ampliamento degli esercizi della rete distributiva esistente. 3. Ai fini insediativi sono valorizzati gli interventi di configurazione di medie strutture di vendita in ampliamento degli esercizi di vicinato esistenti, come modalità di sostegno e crescita della piccola imprenditoria. 4. L’attivazione di nuove medie strutture di vendita la cui realizzazione sia, o non sia, subordinata ad interventi edilizi, è da realizzarsi possibilmente mediante procedure attuative negoziate. E’ in ogni caso preferibile che gli interventi sulle medie strutture di vendita siano realizzati attraverso progetti di riqualificazione complessiva del contesto territoriale in cui sono inserite ed in stretto raccordo con lo sviluppo della rete commerciale esistente o di nuovo insediamento. 5. Dovrà essere data priorità agli insediamenti allocati in aree urbane dismesse o sotto utilizzate o in aree oggetto di interventi di riqualificazione urbanistica. 6. Per l’apertura o l’ampliamento di medie strutture di vendita, ove ammesse, si dispone che la programmazione di Settore possa prevedere uno standard qualitativo di parcheggi in aggiunta allo standard insediativo previsto dal vigente strumento urbanistico. 7. La dotazione minima di parcheggi previsti per l’attivazione delle medie strutture di vendita, ed indicata nello strumento urbanistico vigente, deve essere calcolata con esclusione delle corsie di viabilità. Di detta superficie a parcheggio, il 50% deve essere assentita all’uso pubblico. 8. Per l’ammissibilità dell’apertura o dell’ampliamento di medie strutture di vendita all’interno del tessuto urbano consolidato deve essere sempre valutata ed accertata la presenza delle seguenti caratteristiche:

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 l’apporto alla riqualificazione del tessuto urbano anche mediante misure di pedonalizzazione;  la disponibilità, in accordo con quanto sopra previsto, di spazi di sosta attrezzati in aree limitrofe all’insediamento commerciale;  la concentrazione di negozi di vicinato esistenti (ex art 24 L.426/71). 9. Può essere concesso, nel caso di accertata ammissibilità delle medie strutture di vendita, la cessione di standard qualitativi, o in subordine la monetizzazione parziale, nella misura massima del 50% di aree ed attrezzature pubbliche o di uso pubblico non cedute al Comune da definirsi in sede di convenzione o di atto unilaterale d'obbligo; in ogni caso, la dotazione di parcheggi pubblici o di uso pubblico viene assicurata in aree a diretto servizio dell'ambito commerciale oppure mediante la realizzazione di standard qualitativi concordati con l’amministrazione comunale.

Art. 10 – Criteri per i negozi di vicinato 1. Salva diversa indicazione disposta dalla programmazione di Settore, si dispone che la generica destinazione d’uso ad attività di tipo “terziario” o di mancata esclusione o generica indicazione “commerciale” riportata negli atti di pianificazione urbanistica consente l’insediamento dei soli negozi di vendita al dettaglio di vicinato ivi comprese le rivendite di quotidiani e periodici. 2. Poiché l’attivazione di attività produttive, commerciali o di servizio non devono gravare nel contesto viabilistico dell’area d’insediamento, si dispone che la programmazione di Settore possa prevedere uno standard qualitativo di parcheggi in aggiunta allo standard insediativo previsto dal vigente strumento urbanistico.

Art. 11 - Ampliamenti 1. Gli ampliamenti dei negozi di vicinato sono sempre ammessi per il raggiungimento del limite massimo di superficie. 2. L’ampliamento di medie strutture di vendita, qualora puntualmente indicata in azzonamento e ferma restando la superficie massima di zona indicata nelle presenti norme, inferiore al 40% della superficie di vendita esistente non è soggetta a piano attuativo ma ad una verifica della dotazione di standard. Ampliamenti superiori sono soggetti al relativo piano attuativo. 3. Le medie strutture di vendita esistenti alla data di adozione del presente piano possono essere ampliate secondo la prevista procedura di zona.

Art. 12 – Criteri per le altre attività commerciali o di servizio 1. I regolamenti di Settore afferenti l’insediamento di attività commerciali al dettaglio diverse da quelle indicate negli articoli precedenti, nonché le diverse attività produttive di beni o servizi, possono prevedere un allineamento dello standard urbanistico a quello previsto per i negozi di vicinato o medie strutture di vendita per quanto applicabili alla dimensione dell’attività economica insediabile ed in ragione della tutela urbana dell’ambito territoriale. 2. Alle attività di commercio all’ingrosso, in ragione della loro tipologia distributiva, si applicano i seguenti standard:

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 ingrosso con consegna differita: standard urbanistico come previsto per arttività di logistica o terziario;  ingrosso cash and carry: standard come medie strutture di vendita.  ingrosso e dettaglio in unico punto di vendita: standard urbanistico come previsto per attività di logistica o terziario per il 50% della slp; per il restante 50% deve essere prodotto uno standard come medie o grande strutture di vendita. 3. La vendita diretta di prodotti non alimentari effettuata nei luoghi di produzione o locali ad essi attigui e la realizzazione di spacci interni possono essere attivati osservando le stesse disposizioni dei negozi di vicinato. 4. La vendita diretta di prodotti alimentari effettuata presso i laboratori di produzione o in locali ad essi attigui e la realizzazione di spacci interni possono essere attivati osservando le stesse disposizioni dei negozi di vicinato ad eccezione di quei laboratori che dispongono la possibilità del consumo sul posto mediante la predisposizione di piani d’appoggio e la fornitura di stoviglie usa e getta che sottostanno, per analogia distributiva, alle disposizioni previste per la somministrazione di alimenti e bevande. 5. La cessione di propri prodotti da parte delle imprese agricole effettuata presso il luogo di produzione non è soggetto ad alcun limite, ma se effettuata fuori dalla sede dell’impresa deve osservare le disposizioni previste per i negozi di vicinato. La vendita di prodotti non derivanti dall’impresa agricola, può avvenire solo presso la sede dell’impresa e su una superficie massima di 200 mq. 6. Le presenti previsioni di standard integrano e meglio specificano quelle contenute nelle norme urbanistiche di zona.

Art. 13 – Criteri per le attività di somministrazione 1. Ferma restando l’esigenza di garantire sia l’interesse della collettività inteso come fruizione di un servizio adeguato sia quello dell’imprenditore al libero esercizio dell’attività, e al fine di assicurare un corretto sviluppo del settore, sulla base dell’azzonamento individuato dall’articolo 4 del presente elaborato, la programmazione di settore individua quali zone o ambiti delle stesse sono da sottoporre a tutela e i provvedimenti di regolamentazione delle aperture degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico. La regolamentazione non può prevedere criteri legati alla verifica di natura economica o fondati sulla prova dell’esistenza di un bisogno economico o sulla prova di una domanda di mercato, quali entità delle vendite di alimenti e bevande e presenza di altri esercizi di somministrazione. Detti criteri si applicano anche in caso di trasferimento di sede, per le zone soggette alla programmazione, delle attività di somministrazione da una zona non sottoposta a tutela ad una soggetta a specifica tutela. 2. L’attività di somministrazione di alimenti è bevande deve essere gestita come attività di servizio pubblico e come tale non può cogliere abbinamenti con attività che ne alterino la finalità. La programmazione di settore può prevedere definizioni limitative delle attività abbinabili, dotazioni aggiunte di parcheggio, limiti dimensionali di superficie e distanze a tutela della quiete da determinati ambiti di cura o per ragioni di sicurezza in generale. 3. La loro localizzazione può essere disposta per aree nel cui interno lo sviluppo imprenditoriale può essere condizionato all’osservanza di ben definite forme di somministrazione. 4. Nella regolamentazione e programmazione di settore devono essere comprese anche le attività di cui al precedente articolo 12, 4° comma, e si deve tenere conto della popolazione residente e fluttuante, dei flussi turistici e delle diverse caratteristiche del 63 territorio al fine di assicurare la migliore funzionalità e produttività del servizio di somministrazione di alimenti e bevande.

Art. 14 – Criteri per il nuovo sistema della centralità e luoghi urbani di pregio 1. In coerenza con le disposizioni di cui all’articolo 3 del presente elaborato, previa valutazione delle problematiche della distribuzione commerciale e dei servizi nell’ambito indicato dal PGT quale nuovo sistema della centralità e delle interrelazioni esistenti con le altre componenti territoriali, economiche e sociali, le diverse programmazioni di settore, promuovono: 1. la crescita, il ricambio e la diversificazione delle attività, in raccordo con il vigente strumento urbanistico; 2. la permanenza degli esercizi storici e tradizionali, ivi compresi quelli artigianali, con particolare attenzione alle merceologie scarsamente presenti, anche mediante incentivi ed apposite misure di tutela; 3. l'individuazione di porzioni di territorio ubicate in aree limitrofe funzionalmente collegate con il nuovo sistema della centralità; 4. la valorizzazione e la salvaguardia delle aree o degli edifici aventi valore storico, archeologico, artistico e ambientale disponendo interventi mirati alla valorizzazione delle attività commerciali e di servizio storicamente presenti negli ambiti urbani in questione prevedendone anche la tipicità merceologica insediativa. 2. Per le finalità di cui al comma 1, i regolamenti di settore possono: 1. differenziare le attività commerciali e di servizio con riferimento a specifiche classificazioni di carattere dimensionale, merceologico e qualitativo per contribuire ad un ampliamento di opportunità di insediamento nel nuovo sistema della centralità; 2. disporre il divieto di vendita di determinate merceologie o di prestazione di servizi, qualora questa costituisca un contrasto con la tutela di valori artistici, storici o ambientali; 3. limitare nel nuovo sistema della centralità e zone limitrofe l'insediamento di attività che non siano tradizionali o qualitativamente rapportabili ai caratteri storici, architettonici e urbanistici della centralità; 4. adottare, nell'ambito della programmazione settoriale, norme di tutela delle attività tradizionali in zone omogenee, che consentano, in caso di cessazione delle attività tutelate nelle predette zone localizzate, la sola attivazione, per un arco temporale fino a cinque anni, di una o più delle medesime attività appartenenti allo stesso settore alimentare o non alimentare. 3. Le disposizioni di cui al comma 2 possono essere applicate, per le finalità di cui al comma 1, anche in relazione a zone del territorio, differenti dall’ambito del nuovo sistema della centralità, che la programmazione di settore considera di pregio e comunque interessate da motivate ragioni di utilità sociale derivanti dall'esigenza di garantire la riqualificazione e valorizzazione del tessuto urbano attraverso uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile delle attività economiche, nonché la permanenza di una offerta variegata di beni e servizi. 4. Si considera ambito del nuovo sistema della centralità quella parte del territorio comunale tale indicato dal vigente strumento urbanistico, dove l'esercizio del commercio, attività produttive e di servizio possono essere sottoposte a particolari condizioni ai fini della salvaguardia dell'ambiente originario, quale testimonianza della cultura locale.

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5. A tal fine gli interventi insediativi di rilevanza economica negli ambiti di cui ai commi 3 e 4, non devono alterare i caratteri, gli elementi connotativi e le relazioni tra le diverse parti del tessuto storico o di pregio meritevoli di conservazione e tutelati, pertanto in detti ambiti urbanistici è esclusa ogni possibilità d’insediamento di attività commerciali, produttive e di servizio che non siano espressione della tipicità locale consolidatasi nel contesto storico, artistico o di pregio in cui si vanno ad insediare. 6. Nei predetti ambiti urbani è esclusa la possibilità d’insediamento di sale giochi o scommesse di qualunque specie. 7. Il riattamento funzionale di unità edilizie esistenti, al fine di insediare le attività economiche, deve essere coerente con gli elementi tipo-morfologici e strutturali dell'organismo edilizio da trasformare. 8. Il rapporto tra l'organismo commerciale-produttivo, gli spazi pubblici circostanti e il contesto urbano deve essere calibrato in modo tale da preservare le peculiarità identificative del luogo storico, evitando l’inserimento di attività contrastanti con l’elemento storico del luogo e l'eccessiva caratterizzazione economica mediante insegne pubblicitarie di forte impatto, arredi urbani omologanti, cromatismi eccessivi o estranei al contesto. 9. I piani particolareggiati o di recupero dovranno raccordarsi, oltre che con gli aspetti predetti, anche con i seguenti elementi tesi a favorire la conservazione nonché l'insediamento di nuovi esercizi commerciali, capaci di ricreare particolari attività e luoghi tradizionali del centro storico, individuando contestualmente idonee misure per l'accessibilità e la fruibilità dei medesimi, quali parcheggi, zone pedonali, trasporti pubblici, arredi urbani, e simili.

Art. 15 – Criteri per l’insediamento dei distributori di carburanti 1. Gli impianti di distribuzione carburanti non sono attivabili fuori dalla localizzazione disposta dalla programmazione di Settore e comunque non possono attivarsi in ambiti agricoli e o di tutela ambientale. 2. Sulle aree di distribuzione carburanti sono esercitabili servizi accessori all’utente i quali non sono trasferibili autonomamente e sono esercitabili per una slp massima di 150 mq. 3. Dette attività sono complementari all’attività principale di distribuzione e, pertanto, sono correlate alla programmazione di settore afferente la distribuzione di carburanti. 4. E’ escluso l’esercizio di funzioni complementari non attinenti con la destinazione principale così come definite dalla LR n. 6/2010.

Art. 16 - Particolari criteri con rilevanza viabilistica Parcheggi - Nella realizzazione della dotazione di parcheggi indicate negli articoli precedenti, oltre all’aspetto quantitativo, deve essere data preferenza a soluzioni di parcheggio armonicamente inserite nel paesaggio urbano, preferibilmente sotterranei, anziché a raso (è considerata ottimale la realizzazione di parcheggi interrati ed è preferibile la limitazione dei parcheggi a raso entro il 30% del totale di quelli previsti). Viabilità - In caso di realizzazione di edifici destinati ad ospitare strutture economiche- commerciali con superficie superiore ai 150 mq, deve essere garantito che detti nuovi insediamenti abbiano accesso e uscita dalla viabilità ordinaria senza che l'accumulo di traffico diretto e proveniente dal parcheggio di pertinenza dell'attività crei intralcio alla circolazione; a tal fine, se necessarie, dovranno essere previste apposite opere di

65 raccordo alla viabilità ordinaria, insistenti su aree comprese nel comparto di intervento. In particolare, per gli insediamenti commerciali di medie e grandi strutture di vendita, consentiti dalla programmazione, la realizzazione di efficaci soluzioni di accesso e uscita per i clienti ed i fornitori, che non compromettano la fluidità del traffico sulla viabilità esistente, costituisce condizione imprescindibile per l'ammissibilità del nuovo insediamento commerciale. Pubblicità - E’ fatto obbligo dell’uso della lingua italiana nelle insegne d’esercizio, in ogni altra forma di pubblicità, nei prezzi, nei menù, nelle indicazioni dei prodotti e loro ingredienti. Sono consentiti termini stranieri o derivanti da lingue straniere che sono ormai d’uso corrente nella lingua italiana ed il cui significato è comunemente noto.

Art. 17 – indicazioni sulla destinazione d'uso 1. Le disposizioni riferite alle destinazioni d’uso di aree o immobili utilizzate per l’insediamento delle diverse attività economiche trattate nei precedenti articoli, salvo espressi divieti o esclusioni indicati dal PdR, sono da considerarsi nel seguente modo:  Le attività devono essere confrontate ed interpretate come dal vigente codice ATECO.  Uso principale: si intendono tutte le modalità di utilizzazione di spazi costruiti o aperti per l'alienazione al dettaglio o all'ingrosso di merci, la somministrazione o la prestazione di servizi a condizione che gli spazi stessi siano in grado di consentire costantemente: - la presenza del personale addetto alla vendita o al servizio (salvo in caso di uso di distributori automatici); - lo stoccaggio, anche in quantità limitata, delle merci poste in vendita o somministrate nell'esercizio o utilizzate per l’espletamento dei servizi; - l'accesso al pubblico. Sono considerati come destinazioni d'uso principali anche tutti gli spazi accessori e strumentali all'attività quali i servizi igienici, magazzini, uffici, spogliatoi, locali di preconfezionamento e simili, locali espositivi, ecc., purché funzionalmente e/o strutturalmente collegati alla superficie dell’attività. Qualora l'attività si sviluppi in spazi o strutture espositive che non prevedano la presenza diretta del pubblico, le stesse potranno essere classificate come uffici (ad esempio nel caso di vendita per corrispondenza, commercio elettronico, ecc.), come magazzini, o se utilizzate allo stoccaggio di prodotti dequalificanti. Non si considerano a tipologia specifica quei locali in cui l'attività ha un ruolo puramente complementare e strumentale ad altra attività principale (spaccio aziendale per la vendita di prodotti propri ai soli dipendenti).

 Uso accessorio e/o compatibile: quando l'attività, anche se svolta all'interno di strutture aventi altro tipo di destinazione principale, ha una sua configurazione e natura autonoma, richiedente specifica autorizzazione, licenza, dichiarazione di inizio di attività e/o comunicazione al sensi di specifiche norme di legge o regolamenti, (es.: vendita diretta al pubblico degli industriali e agricoltori, spacci aziendali per i dipendenti non limitati ai prodotti dell'azienda. ecc.). In questi casi si considererà commerciale solo la parte di edificio direttamente adibito alla commercializzazione (con i relativi spazi accessori) e non quella relativa alla produzione, trasformazione e stoccaggio delle merci. In detti casi, se non specificatamente indicato nella programmazione di Settore, l’attività di vendita è limitata alla superficie di vendita prevista per l’attivazione di un negozio di vicinato.

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 Attività complementari: indipendentemente dalla forma giuridica in cui sono esercitate tutte quelle attività di servizio e/o di produzione per il consumo immediato caratterizzate da una fruizione da parte del pubblico analoga a quelle delle attività commerciali vere e proprie, e che quindi abbiano: - la presenza del personale addetto alle lavorazioni e/o alla prestazione dei servizi (salvo che non si tratti di unità locali senza addetti - tipo bancomat, distributori automatici, ecc.); - l'accesso diretto del pubblico nei locali dove avvengano le lavorazioni o l'erogazione dei servizi e/o in locali ad essi adiacenti; - non risultano inquinanti, rumorose o nocive. 2. Al fine della programmazione qualitativa delle diverse attività economiche, le destinazioni d’uso come sopra indicate rappresentano un approfondimento speciale al fine di consentire l’esercizio delle stesse laddove le norme urbanistiche non escludano espressamente l’insediamento e comunque l’applicazione delle stesse non concorre a costituire variante urbanistica.

Art. 18 – Disposizioni finali 1. Sono comunque fatte salve le previsioni relative a comparti già interessati da piani attuativi approvati dall'Amministrazione Comunale alla data di entrata in vigore delle presenti norme.

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Componente commerciale PGT

Parte 3^

Procedure attività commerciali in sede fissa

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Commercio al dettaglio in sede fissa

Capo I – Disposizioni generali

Art. 1 – Oggetto e competenze 1. In osservanza alla pianificazione urbanistica localizzativa, le presenti norme disciplinano la procedura per il rilascio delle autorizzazioni concernenti l’insediamento delle attività commerciali al dettaglio in sede fissa su aree private in attuazione della legislazione nazionale e regionale vigente ed i relativi criteri ed indirizzi in materia. 2. La competenza procedurale è affidata al Responsabile SUAP e le autorizzazioni sono rilasciate a firma dello stesso. 3. La firma è posta congiuntamente con il responsabile dell’ufficio tecnico comunale qualora l’insediamento commerciale sia attivato contestualmente con l’esecuzione di opere edilizie soggette a SCIA o permesso di costruire come di seguito meglio specificato.

Art. 2 – Tipologia degli esercizi commerciali 1. Per l’esercizio del commercio al dettaglio di vicinato non è previsto il rilascio di nessuna autorizzazione, ma occorre presentare la dovuta segnalazione come prescritto nelle disposizioni che seguono. 2. L’autorizzazione allo svolgimento dell’attività commerciale deve essere richiesta, qualora si configuri una media o una grande struttura di vendita, per l’apertura o per la modificazione di un esercizio commerciale esistente. 3. Gli esercizi commerciali sono classificati, in relazione alle superfici di vendita,  Esercizio di vicinato V) con superficie di vendita fino a 150 mq.  Media struttura di vendita M) con superficie di vendita da 151 mq. fino a 1500 mq.  Grande struttura di vendita G1) con superficie di vendita oltre 1.500 mq.  Struttura di vendita organizzata in forma unitaria C1) con superficie di vendita da 151 mq. fino a 1.500 mq. C2) con superficie di vendita oltre 1.500 mq. 4. Per struttura di vendita organizzata in forma unitaria è da intendersi una media o una grande struttura di vendita nella quale due o più esercizi commerciali siano inseriti in un insediamento edilizio o in un complesso urbanistico-edilizio organizzato in uno o più edifici, nella medesima area o in aree contigue, destinato in tutto o in parte alle attività commerciali, anche composto da più edifici aventi spazi di distribuzione funzionali all’accesso ai singoli esercizi e con spazi e servizi gestiti anche unitariamente. 5. Alla predetta tipologia sono riconducibili:

69 a) il centro commerciale costituito da una media o da una grande struttura che si caratterizza, in tutto o in parte, per l’unicità della struttura o dell’insediamento commerciale, la destinazione specifica o prevalente della struttura, gli spazi di servizio gestiti unitariamente e le infrastrutture comuni. In questa definizione sono compresi anche: a1) il centro commerciale tradizionale, inteso quale complesso commerciale costituito da una aggregazione, nella medesima area, di più edifici, anche contigui e collegati funzionalmente da percorsi pedonali su suolo privato con accessibilità ad un insieme di esercizi commerciali con servizi comuni fruibili dall’intero complesso; a2) il centro commerciale multifunzionale, inteso quale complesso commerciale, con le caratteristiche di cui sopra, concepito e organizzato per svolgere una molteplicità di funzioni (culturali, di intrattenimento, di svago, di spettacolo, di benessere o di divertimento) complementari a quella commerciale; a3) il “Factory Outlet Centre”, costituito da una media o da una grande struttura, localizzata in luogo diverso da quello di produzione, in cui più aziende produttrici, direttamente o indirettamente, effettuano la vendita di prodotti appartenenti al settore merceologico non alimentare al fine di vendere prevalentemente prodotti invenduti, di fine serie, collezioni di anni precedenti, prodotti campionari e prodotti con piccoli difetti di produzione non nascosti alla clientela (cd. prodotti “fallati”). b) il parco commerciale, inteso quale complesso commerciale costituito da una aggregazione, in aree commerciali contigue, di almeno due medie o grandi strutture di vendita localizzate anche sul medesimo asse viario e con un sistema di accessibilità comune. 6. Il ricorrere degli elementi che possono costituire una struttura unitaria ai sensi del comma precedente deve essere verificato in ogni caso quale che sia la formula o la dizione commerciale adottata. 7. Fatto salvo quanto stabilito ai commi precedenti non è considerato struttura organizzata in forma unitaria l’insieme degli esercizi e di altre attività di servizio che si affacciano su vie e piazze pubbliche che si caratterizzano come «centri commerciali naturali» compresi i mercati su aree pubbliche. 8. E’ considerata dequalificante del sistema distributivo la vendita al dettaglio di prodotti che necessitano di ampi superfici a deposito e che a titolo non esaustivo di seguito si indicano: - Carbone e legna combustibile; - Carburanti e lubrificanti in genere; - Legnami; materiale edile e di cantieristica; - Sabbie e materiali arenari, cementi, laterizzi, piastrelle, ecc.; - Macchinari di movimentazione ed attrezzature tecniche produttive; - Materiale siderurgico; - Materiale usato e/o di recupero; - Altri materiali che la Giunta Comunale ritenga d’inserire nell’elenco. 9. L’attivazione delle tipologie commerciali indicate nel presente articolo è subordinata alla condizione che sia rispondente alle indicazioni riportate nei criteri urbanistici di cui alla parte 2^ della presente componente commerciale del PGT. 10. In mancanza di indicazione specifica, la generica destinazione commerciale eventualmente riportata nello strumento urbanistico ammette l’insediamento dei soli esercizi di vicinato.

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Art. 3 – Definizioni 1. Ai fini del presente regolamento si intende per: - settore merceologico: l’ambito commerciale riferito ai prodotti alimentari o non alimentari; - apertura: la costituzione di un esercizio commerciale al dettaglio realizzata mediante una nuova superficie di vendita; - modificazione: la variazione di un esercizio commerciale al dettaglio esistente mediante variazione del settore merceologico, ampliamento, accorpamento, concentrazione, trasferimento e rilocalizzazione; - variazione del settore merceologico: la trasformazione di parte del settore merceologico alimentare in quello non alimentare e viceversa ferma restando la superficie complessivamente autorizzata; - ampliamento: l’aumento della superficie di vendita di un esercizio commerciale al dettaglio esistente mediante l’aggiunta di nuova superficie di vendita; - ampliamento eccessivo: l’aumento della superficie di vendita di un esercizio commerciale al dettaglio esistente mediante l’aggiunta di nuova superficie di vendita in misura superiore al doppio della stessa; - accorpamento: l’aumento della superficie di vendita di un esercizio commerciale al dettaglio mediante aggiunta di superficie di vendita esistente; - concentrazione: la costituzione di un esercizio commerciale al dettaglio mediante utilizzo di superficie di vendita esistente in una sede diversa da quelle degli esercizi oggetto di concentrazione; - trasferimento: il cambiamento di sede di un esercizio commerciale al dettaglio nell’ambito del medesimo Comune; - rilocalizzazione: il cambiamento di sede di un esercizio commerciale al dettaglio in un ambito sovracomunale. - Preposto o delegato: colui che dispone dei requisiti professionali in caso di persone giuridiche o fisiche. Art. 4 – Requisiti di onorabilità 1. Non possono esercitare l’attività commerciale di vendita e di somministrazione coloro che: a) sono stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza, salvo che abbiano ottenuto la riabilitazione; b) hanno riportato una condanna, con sentenza passata in giudicato, per delitto non colposo, per il quale è prevista una pena detentiva non inferiore nel minimo a tre anni, sempre che sia stata applicata, in concreto, una pena superiore al minimo edittale; c) hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna a pena detentiva per uno dei delitti di cui al libro II, Titolo VIII, capo II del codice penale, ovvero per ricettazione, riciclaggio, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, rapina, delitti contro la persona commessi con violenza, estorsione; d) hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna per reati contro l’igiene e la sanità pubblica, compresi i delitti di cui al libro II, Titolo VI, capo II del codice

71 penale; e) hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, due o più condanne, nel quinquennio precedente all’inizio dell’esercizio dell’attività, per delitti di frode nella preparazione e nel commercio degli alimenti previsti da leggi speciali; f) sono sottoposti a una delle misure di prevenzione di cui alla legge 27 dicembre 1956, n. 1423 o nei cui confronti sia stata applicata una delle misure previste dalla legge 31 maggio 1965, n. 575,ovvero a misure di sicurezza. 2. Non possono esercitare l'attività di somministrazione di alimenti e bevande coloro che si trovano nelle condizioni di cui al comma 1, o hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna per reati contro la moralità pubblica e il buon costume, per delitti commessi in stato di ubriachezza o in stato di intossicazione da stupefacenti; per reati concernenti la prevenzione dell'alcolismo, le sostanze stupefacenti o psicotrope, il gioco d'azzardo, le scommesse clandestine, nonché per reati relativi ad infrazioni alle norme sui giochi. 3. Il divieto di esercizio dell'attività, ai sensi del comma 1, lettere b), c), d), e) ed f), e ai sensi del comma 2, permane per la durata di cinque anni a decorrere dal giorno in cui la pena è stata scontata. Qualora la pena si sia estinta in altro modo, il termine di cinque anni decorre dal giorno del passaggio in giudicato della sentenza, salvo riabilitazione. 4. Il divieto di esercizio dell’attività non si applica qualora, con sentenza passata in giudicato, sia stata concessa la sospensione condizionale della pena sempre che non intervengano circostanze idonee a incidere sulla revoca della sospensione. 5. In caso di società, associazioni od organismi collettivi i requisiti di cui al comma 1 devono essere posseduti dal legale rappresentante, da altra persona preposta all’attività commerciale e da tutti i seguenti soggetti individuati ai sensi dall’articolo 2, comma 3, del DPR n. 252/98:  per le società di capitali anche consortili ai sensi dell'articolo 2615-ter del codice civile, per le società cooperative, di consorzi cooperativi, per i consorzi di cui al libro V, titolo X, capo II, sezione II, del codice civile, al legale rappresentante e agli eventuali altri componenti l'organo di amministrazione, nonché a ciascuno dei consorziati che nei consorzi e nelle società consortili detenga una partecipazione superiore al 10 per cento, ed ai soci o consorziati per conto dei quali le società consortili o i consorzi operino in modo esclusivo nei confronti della pubblica amministrazione;  per i consorzi di cui all'articolo 2602 del codice civile, a chi ne ha la rappresentanza e agli imprenditori o società consorziate;  per le società in nome collettivo, a tutti i soci;  per le società in accomandita semplice, ai soci accomandatari;  per le società di cui all'articolo 2506 del codice civile, a coloro che le rappresentano stabilmente nel territorio dello Stato. 6. In caso di impresa individuale i requisiti di cui ai commi 1 e 2 devono essere posseduti dal titolare e dall'eventuale altra persona preposta all'attività commerciale.

Art. 5 – Requisiti professionali 1. L’esercizio, in qualsiasi forma e limitatamente all’alimentazione umana, di un’attività di commercio relativa al settore merceologico alimentare e di un’attività di somministrazione di alimenti e bevande è consentito a chi è in possesso di uno dei seguenti requisiti

72 professionali: a. avere frequentato con esito positivo un corso professionale per il commercio, la preparazione o la somministrazione degli alimenti, istituito o riconosciuto dalle regioni o dalle province autonome di Trento e di Bolzano; b. avere, per almeno due anni, anche non continuativi, nel quinquennio precedente, esercitato in proprio attività d'impresa nel settore alimentare o nel settore della somministrazione di alimenti e bevande o avere prestato la propria opera, presso tali imprese, in qualità di dipendente qualificato, addetto alla vendita o all'amministrazione o alla preparazione degli alimenti, o in qualità di socio lavoratore o in altre posizioni equivalenti o, se trattasi di coniuge, parente o affine, entro il terzo grado, dell'imprenditore, in qualità di coadiutore familiare, comprovata dalla iscrizione all'Istituto nazionale per la previdenza sociale e dalla certificazione degli adempimenti contributivi minimi previsti; c. essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di laurea, anche triennale, o di altra scuola ad indirizzo professionale, purchè nel corso di studi siano previste materie attinenti al commercio, alla preparazione o alla somministrazione degli alimenti. 2. Sia per le imprese individuali che in caso di società, associazioni od organismi collettivi, i requisiti professionali di cui al comma 1 devono essere posseduti dal titolare o rappresentante legale, ovvero, in alternativa, dall'eventuale persona preposta all'attività commerciale.

Art. 6 – Requisiti per i soggetti stranieri 1. Il SUAP, quando viene richiesto il rilascio dell'autorizzazione per l'esercizio del commercio al dettaglio, accerta il possesso dei requisiti di cui agli articoli 4 e 5 anche per il periodo di residenza in Italia dei: a. cittadini e delle società dei Paesi non appartenenti all'Unione europea (UE) che possono esercitare l'attività del commercio al dettaglio nel rispetto delle normative internazionali e degli indirizzi di programmazione di settore. Nel caso di società l'accertamento dei requisiti è esteso a tutti i membri del consiglio di amministrazione; b. cittadini degli Stati membri dell'UE e società costituite in conformità con la legislazione di uno Stato membro dell'UE ed aventi la sede sociale, l'amministrazione centrale o il centro di attività principale all'interno dell'UE, a condizione che, se hanno soltanto la sede sociale all'interno dell'UE, la loro attività presenti un legame effettivo e continuato con l'economia di uno Stato membro dell'UE, secondo le modalità previste dal decreto legislativo del 9 novembre 2007, n. 206 (Attuazione della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, nonché della direttiva 2006/100/CE che adegua determinate direttive sulla libera circolazione delle persone a seguito dell'adesione di Bulgaria e Romania). 2. Per le verifiche di cui al comma 1, il SUAP può avvalersi della CCIAA sulla base di convenzione appositamente stipulata. Per i cittadini di paesi membri dell’Unione europea, l’accertamento del possesso dei requisiti di cui al comma 1 è effettuato dal comune sulla base delle disposizioni di cui al decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206. 3. Tutte le informazioni commerciali, compresi i prezzi delle merci, esposte agli utenti devono essere rese anche in lingua italiana. Qualora le indicazioni siano apposte in più lingue, devono avere tutte i medesimi caratteri di visibilità e leggibilità. Sono consentiti

73 termini stranieri o derivanti da lingue straniere che sono ormai di uso corrente nella lingua italiana ed il cui significato è comunemente noto.

Art. 7 – Superficie di vendita 1. La superficie di vendita di un esercizio commerciale al dettaglio è l’area, interna ed esterna, destinata all’esercizio della vendita sulla quale l’acquirente può liberamente muoversi per visionare il prodotto, compresa quella occupata da banchi, scaffalature e simili utilizzati per l’esposizione. 2. E’ considerata superficie di vendita anche l’area espositiva annessa all’esercizio commerciale anche se su di essa non vengono effettuate le operazioni di contrattazione, ordinazione o fatturazione, e l’area dove i prodotti esposti sono quelli realmente ceduti all’acquirente. 3. Non costituisce superficie di vendita quella destinata a magazzini, depositi, locali di lavorazione, uffici e servizi, aree a disposizione dei consumatori (quali gallerie, scale mobili, ascensori, nastri trasportatori, aree di sosta degli automezzi, anche se coperte ed i relativi corselli di manovra); è parimenti non considerata superficie di vendita l’area espositiva non direttamente accessibile dal punto di vendita purché sul posto non vengono effettuate le operazioni di contrattazione, ordinazione o fatturazione. 4. L’area di vendita del singolo esercizio commerciale al dettaglio è circoscritta, separata e distinta da quella di altri punti di vendita anche se contigui. 5. Ogni variazione della superficie di vendita deve essere preventivamente comunicata e qualora comporti il passaggio da una all’altra delle singole classi, di cui all’articolo 3 precedente, è soggetta ad autorizzazione da rilasciarsi in osservanza delle presenti norme. 6. Ai soli fini della valutazione della domanda, la superficie di vendita delle grandi strutture, che presentano una superficie lorda di pavimentazione superiore al doppio della superficie di vendita oggetto di richiesta di autorizzazione, viene incrementata di una quantità pari al 50% della superficie lorda di pavimentazione eccedente il predetto rapporto. 7. Al fine della possibile compatibilità insediativa, e su esplicita richiesta da parte degli interessati, la superficie di vendita degli esercizi che hanno per oggetto esclusivamente la vendita di merci ingombranti, non immediatamente amovibili ed a consegna differita (mobili, autoveicoli, legnami, materiale edile, e simili) è computata nella misura di 1/8 della Superficie Lorda di Pavimentazione (slp) e comunque nel rispetto della superficie commerciale insediabile e prevista dalle norme urbanistiche. 8. Detta possibilità può essere attivata anche in strutture di vendita organizzate in forma unitaria e/o per singoli reparti di vendita. In quest’ultimo caso, la supericie dichiarata non può accogliere altri prodotti neanche in modo espositivo. 9. Nei predetti esercizi non possono essere introdotte o vendute merci diverse da quelle aventi le caratteristiche sopra tassativamente indicate. Nei casi di vendita non autorizzata di merci diverse, è applicata la sanzione di cui all'art. 22 del DLgs 114/98. 10. In attuazione della presente disposizione il SUAP, disporrà una verifica generale delle autorizzazioni in essere e/o rilasciate ex art. 24 della L. 426/71, classificando gli esercizi esistenti in base alle tipologie di cui al precedente articolo 3.

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Art. 8 – Subingresso e gestione di reparto 1. Il subentrante per atto tra vivi in un’attività commerciale ha facoltà di iniziare immediatamente l’esercizio dell’attività purché sia in possesso dei requisiti morali e professionali e abbia trasmesso la comunicazione di subingresso unitamente alla copia di acquisizione dell’azienda entro sette giorni lavorativi dall’avvenuto subentro. 2. Il subentrante per causa di morte, entro 15 giorni dal decesso del dante causa, deve comunicare la continuazione o la sospensione dell’attività commerciale chè può svolgersi qualora si trovi in possesso dei requisiti morali di cui all’articolo 4 e con la condizione che entro un anno dal decesso sia in possesso dei requisiti di cui all’articolo 5. Tale termine è prorogato dal responsabile SUAP quando il ritardo non risulti imputabile all’interessato. In ogni altro caso il Responsabile SUAP ordina la cessazione dell’attività ed il subentrante decade dal diritto alla continuazione dell’attività. 3. Il titolare di un esercizio organizzato in più reparti in relazione alla gamma merceologica dei prodotti trattati o alle tecniche di prestazione del servizio può affidare uno o più reparti a terzi in possesso dei requisiti soggettivi morali e professionali perché li gestiscano in proprio, previa comunicazione al SUAP. 4. L’affido di un reparto deve avvenire tramite contratto scritto che ne definisca le caratteristiche e la durata. Da tale contratto non può derivare la realizzazione di un esercizio separato e/o con accessi autonomi. 5. Le comunicazione di cui al presente articolo devono essere effettuate utilizzando il modulo SCIA B) con gli allegati di cui sopra e quelli indicati nelle seguenti procedure.

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Capo II - Disposizioni merceologiche

Art. 9 – Settori merceologici 1. L’attività di vendita al dettaglio è esercitata in relazione a due settori:  ALIMENTARE  NON ALIMENTARE.

Art. 10 – Commercio all’ingrosso 1. Al fine di perseguire un’utilità sociale di alta qualità distributiva si dispone che resta esclusa la possibilità dell’esercizio congiunto all’ingrosso ed al dettaglio sulla stessa superficie di vendita con esclusione della vendita dei seguenti prodotti:  Macchine, attrezzature ed articoli tecnici per l’agricoltura, l’industria, il commercio e l’artigianato;  Materiale elettrico;  Colori e vernici, carte da parati;  Ferramenta ed utensileria;  Articoli per impianti idraulici, a gas ed igienici;  Articoli per il riscaldamento;  Strumenti scientifici e di misura;  Macchine per ufficio;  Auto – moto – cicli e relativi accessori e parti di ricambio;  Combustibili;  Legnami;  Materiali per l’edilizia. 2. Nel caso di esercizio promiscuo nello stesso locale dell'attività di vendita all'ingrosso e al dettaglio dei predetti prodotti, l'intera superficie di vendita è presa in considerazione ai fini dell'applicazione di entrambe le discipline per le due tipologie di attività. La superficie di vendita è calcolata nella misura del 50% della superficie lorda di pavimentazione complessivamente utilizzata. 3. Nei predetti esercizi di vendita non possono essere introdotte o vendute merci diverse da quelle tassativamente indicate nel primo comma, salvo che si chiedano ed ottengano le autorizzazioni di vendita di cui all’articolo 3 delle presenti disposizioni procedurali. 4. L'esercizio dell'attività di commercio all'ingrosso, ivi compreso quello relativo ai prodotti alimentari e, in particolare, ai prodotti ortoflorofrutticoli, carnei ed ittici, è subordinato alla presentazione della SCIA ed al possesso dei soli requisiti morali di cui all’articolo 4 del presente regolamento. 5. Le segnalazioni per l’attivazione, la modifica della superficie di vendita ed il trasferimento dell’attività di solo commercio all’ingrosso devono essere presentate, possibilmente, in modo informatico tramite lo sportello SUAP e mediante l’utilizzo del modulo SCIA A) + schede 2, 4 (solo alimentari) e 5 di autocertificazione, e le successive comunicazioni inerenti il subingresso per cessione o gestione dell’azienda, la cessazione dell’attività, la sospensione e/o ripresa dell’attività, nonchè il cambiamento della ragione sociale ed il cambiamento del preposto, devono essere comunicate, entro sette giorni dall’evento, utilizzando il modulo SCIA B) + schede 2 e 5, con gli allegati di cui all’articolo

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8 per i casi in esso descritti. Non è ammesso l’uso di altri moduli, pertanto le comunicazioni diverse devono essere riformulate utilizzando i predetti moduli. 6. Le attività di cui al comma 1 possono essere iniziate il giorno dopo il ricevimento della SCIA da parte del SUAP. 7. La compatibilità insediativa e la tipologia d’esercizio del commercio all’ingrosso sono disciplinate nell’elaborato di programmazione.

Art. 11 – Tabella speciale monopoli 1. Per i soggetti in possesso delle tabelle speciali riservate ai soggetti titolari di rivendite di generi di monopolio di cui all'articolo 1 del D.M. 17 settembre 1996, n. 561 del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, è rimasta in vigore le seguente tabella speciale: Tabella speciale per i titolari di rivendite di generi di monopolio  Articoli per fumatori;  Francobolli da collezione e articoli filatelici;  Moduli e stampati in genere, per comunicazioni e richieste ad enti vari, moduli per contratti;  Tessere prepagate per servizi vari;  Articoli di cancelleria e cartoleria (compresi materiali di consumo per computer e fax);  Articoli di bigiotteria (articoli prodotti ad imitazione della gioielleria per l'abbigliamento e l'ornamento della persona in metallo o pietra non preziosi) quali spille, fermagli, braccialetti, catene, ciondoli, collane, bracciali, anelli, perle, pietre e vetri colorati, orecchini, bottoni da collo e da polso, gemelli da polso, fermacravatta, portachiavi e simili.  Pellicole fotocinematografiche, compact disc, musicassette e videocassette da registrare;  Lampadine, torce elettriche, pile, prese e spine (elettriche e telefoniche);  Articoli per la cura e l'igiene della persona, nonché prodotti cosmetici e di profumeria;  Articoli di pelletteria (escluse calzature, valigerie e borsetteria);  Articoli di chincaglieria purché realizzati in materiali non preziosi (a titolo di esempio: pietre e vetri colorati, bottoni, temperini, portachiavi ecc.);  Pastigliaggi vari (caramelle, confetti, cioccolatini, gomme americane e simili);  Fazzoletti, piatti, posate, bicchieri " usa e getta " e simili;  Detersivi, insetticidi in confezioni originali, deodoranti;  Articoli sportivi (esclusi capi di abbigliamento e calzature) inclusi gli articoli da pesca per dilettanti, distintivi sportivi;  Articoli ricordo (esclusi gli articoli di oreficeria);  Carte geografiche stradali, mappe e guide turistiche su qualsiasi supporto realizzati;  Giocattoli (escluse le biciclette), articoli per festività o ricorrenze a carattere civile e/o religioso, articoli per feste, giochi di società, giochi pirici;  Fiori e piante artificiali;  Articoli per la cura e la manutenzione delle calzature;  Callifughi, cerotti, garze, siringhe, profilattici, assorbenti igienici, pannolini per bambini, cotone idrofilo, disinfettanti (alcool denaturato, acqua ossigenata, tintura di iodio e simili);  Orologi a batteria in materiali non preziosi;  Articoli per il cucito, il richiamo ed i lavori a maglia.

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Art. 12 – Tabella speciale farmacie 1. Per i soggetti in possesso delle tabelle speciali riservate ai titolari di farmacie di cui all'allegato 9 del decreto ministeriale 4 agosto 1988, n. 375, è rimasta in vigore la seguente tabella speciale riferita alle farmacie: Tabella speciale per i titolari di farmacie  Prodotti dietetici per l'infanzia, gli anziani e gli ammalati;  Articoli per l'igiene della persona;  Articoli di puericultura, quali biberon, scalda-biberon, bagnetti, spargitalco, ciambelle lavatesta, accessori per il bagno, spugne, termometri, accappatoi per neonati, pannolini e tutine assorbenti, vasini ortopedici, indumenti per neonati e per la prima infanzia di speciale tessuto filtrante e anallergico, lenzuolini di gomma o filtranti per neonati;  Apparecchi propedeutici allo sviluppo dell'attività sensoriale e visiva del bambino parzialmente ritardato, quali attrezzature montessoriane;  Articoli per la sicurezza e la custodia del bambino nella deambulazione e nel riposo, quali bretelle sostenitrici e prime attrezzature per la custodia del bambino, tipo infantseat;  Bilance per neonati e per adulti;  Busti, guaine, pancere, correttivi e curativi, calze collants elastici contenitrici per varici, preventivi e curativi;  Cinti, cavigliere, ginocchiere, polsini elastici, guanti di gomma per la casa;  Indumenti e biancheria dimagranti preparati esclusivamente a tale scopo;  Indumenti terapeutici antireumatici in lana termica creati allo scopo;  Massaggiatori, articoli di masso-terapia;  Prodotti per la cura del capello: lozioni, creme, shampoo medicato (e mezzi per il loro impiego: spazzole e pettini) ed altri cosmetici destinati ad essere messi a contatto con la pelle o con le mucose, con esclusione dei concentrati e delle essenze;  Amari, liquori, vini e pastigliaggi medicati;  Polveri per acque da tavola;  Alimenti per piccoli animali;  Disinfettanti, disinfettanti per uso animale e per ambienti; insetticidi per uso umano e per uso veterinario e prodotti chimici in genere non di uso farmaceutico.

Art. 13 – Tabella speciale distributori 1. Per quanto attiene la vendita al dettaglio presso i distributori di carburanti, la legge dispone che i titolari dell’autorizzazione per l’esercizio della distribuzione di carburanti a uso autotrazione hanno titolo di porre in vendita tutti i prodotti relativi al settore merceologico alimentare e non alimentare. Le condizioni poste sono:  il possesso dei requisiti soggettivi e professionali;  l’attivazione di appositi locali igienicamente idonei;  il consumo immediato dei prodotti alimentari è consentito con esclusione del servizio;  la superficie di vendita non deve essere superiore a quella prevista per i negozi di vicinato in ragione della dimensione demografica del Comune.

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Art. 14 - Vendita di armi 1. La vendita di armi, oltre alle disposizioni afferenti la disciplina della vendita al dettaglio in sede fissa, è soggetta alle disposizioni speciali contenute nel TULPS di cui si richiamano i seguenti aspetti:  Per armi si intendono: 1. le armi proprie, cioè quelle da sparo e tutte le altre la cui destinazione naturale è l'offesa alla persona; 2. le bombe, qualsiasi macchina o involucro contenente materie esplodenti, ovvero i gas asfissianti o accecanti.  Non si possono porle comunque in vendita, senza licenza del Questore.  La licenza non può essere ceduta ed è valida per i locali in essa indicati.  E’ ammessa la rappresentanza nella conduzione.  Il commerciante non può trasportare armi fuori del proprio negozio senza preventivo avviso all'autorità di pubblica sicurezza.  Il commerciante è obbligato a tenere un registro delle operazioni giornaliere, nel quale devono essere indicate le generalità delle persone con cui le operazioni stesse sono compiute.  I commercianti di armi devono altresì comunicare mensilmente all'ufficio di polizia competente per territorio le generalità delle persone e delle ditte che hanno acquistato o venduto loro le armi, la specie e la quantità delle armi vendute o acquistate e gli estremi dei titoli abilitativi all'acquisto esibiti dagli interessati.

Art. 15 - Vendita materiale esplodente 1. La vendita di materiali esplodenti, oltre alle disposizioni afferenti la disciplina della vendita al dettaglio, è soggetta alle disposizioni speciali contenute nel TULPS di cui si richiamano i seguenti aspetti:  Senza licenza del Ministro dell'interno è vietato vendere dinamite e prodotti affini negli effetti esplosivi, fulminati, picrati, artifici contenenti miscele detonanti, ovvero elementi solidi e liquidi destinati alla composizione di esplosivi nel momento dell'impiego.  Senza licenza del Prefetto è vietato vendere polveri piriche o qualsiasi altro esplosivo diverso da quelli indicati nel punto precedente, compresi i fuochi artificiali e i prodotti affini, ovvero materie e sostanze atte alla composizione o fabbricazione di prodotti esplodenti.  È vietato senza licenza del Prefetto, vendere polveri senza fumo a base di nitrocellulosa o nitroglicerina.  Le licenze per la vendita delle materie stesse durano fino al 31 dicembre dell'anno in cui furono rilasciate e sono valide esclusivamente per i locali in esse indicati.  È consentita la rappresentanza.  È vietato vendere, prodotti esplodenti che non siano stati riconosciuti e classificati dal Ministro dell'interno  Gli esercenti le rivendite di esplodenti di qualsiasi specie sono obbligati a tenere un registro delle operazioni giornaliere, in cui saranno indicate le generalità delle persone con le quali le operazioni stesse sono compiute.  I rivenditori di materie esplodenti devono altresì comunicare mensilmente all'ufficio di polizia competente per territorio le generalità delle persone e delle ditte che hanno acquistato munizioni ed esplosivi, la specie, i contrassegni e la quantità delle munizioni e degli esplosivi venduti e gli estremi dei titoli abilitativi all'acquisto esibiti dagli interessati. 79

 È vietato vendere o in qualsiasi altro modo cedere materie esplodenti di Iª, IIª, IIIª, IVª e Vª categoria, gruppo A e gruppo B, a privati che non siano muniti di permesso di porto d'armi ovvero di nulla osta rilasciato dal Questore, nonché materie esplodenti di Vª categoria, gruppo C, a privati che non siano maggiorenni e che non esibiscano un documento di identità in corso di validità. Il nulla osta non può essere rilasciato a minori; ha la validità di un mese ed è esente da ogni tributo. La domanda è redatta in carta libera.  Gli obblighi di registrazione delle operazioni giornaliere e di comunicazione mensile all'ufficio di polizia non si applicano alle materie esplodenti di Vª categoria, gruppo D e gruppo E.

Art. 16 - Vendita o noleggio audiovisivi 1. La vendita, il noleggio o la cessione a qualsiasi titolo di audiovisivi, oltre alle disposizioni afferenti la disciplina della vendita al dettaglio, è soggetta alle disposizioni speciali contenute nel TULPS di cui si richiamano i seguenti aspetti:  Chiunque intenda esercitare, a fini di lucro, attività di vendita, di noleggio o di cessione i qualsiasi titolo di nastri, dischi, videocassette, musicassette o altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in movimento, ovvero intenda detenere tali oggetti ai fini dello svolgimento delle attività anzidette, deve darne preventivo avviso al questore che ne rilascia ricevuta, attestando l'eseguita iscrizione in apposito registro.

Art. 17 - Vendita cose antiche o usate 1. La vendita di cose antiche o usate, oltre alle disposizioni afferenti la disciplina della vendita al dettaglio, è soggetta alle disposizioni speciali contenute nel TULPS di cui si richiamano i seguenti aspetti:  Non può esercitarsi il commercio di cose antiche o usate senza averne fatta dichiarazione preventiva al Sindaco.  La dichiarazione disposta con apposito modulo comunale contiene l'indicazione della sede dell'esercizio e della specie del commercio, precisando se si tratti di commercio di oggetti aventi valore storico od artistico oppure di commercio di oggetti usati di nessun pregio (valore inferiore ad € 500,00).  In caso di trasferimento o di trapasso dell'azienda, la dichiarazione deve essere rinnovata.  I commercianti, non possono compiere operazioni su cose antiche o usate se non con le persone provviste della carta di identità di altro documento munito di fotografia, proveniente dall'amministrazione dello Stato.  Essi devono tenere un registro delle operazioni che compiono giornalmente, in cui sono annotate le generalità di coloro con i quali le operazioni stesse sono compiute. Il registro deve indicare, di seguito e senza spazi in bianco, il nome, cognome e domicilio dei venditori e dei compratori, la data dell'operazione, la specie della merce comprata o venduta ed il prezzo pattuito.  Tale registro deve essere esibito agli ufficiali ed agenti di pubblica sicurezza, ad ogni loro richiesta.  Le persone che compiono operazioni di compravendita con commercianti di cose antiche o usate, sono tenute a dimostrare la propria identità nei modi prescritti.

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 Fatte salve le disposizioni di legge in materia di prevenzione del riciclaggio, le disposizioni sopra riportate si applicano al commercio di cose usate quali gli oggetti d'arte e le cose antiche, di pregio o preziose, nonché al commercio ed alla detenzione da parte delle imprese del settore, comprese quelle artigiane, di oggetti preziosi o in metalli preziosi o recanti pietre preziose, anche usati. 2. La registrazione delle operazioni di commercio di cose usate non si applica per la commercializzazione delle cose aventi valore esiguo qui determinato nel max di € 500,00. 3.. Il Responsabile SUAP, accertato il possesso dei titoli per esercitare l’attività, provvederà all’iscrizione nell’apposito registro e al rilascio della contestuale presa d’atto indicando se, nell'esercizio, si faccia commercio di oggetti aventi valore storico od artistico, oppure di oggetti usati con valore esiguo.

Art. 18 - Vendita oggetti preziosi 1. La vendita di oggetti preziosi, oltre alle disposizioni afferenti la disciplina del commercio al dettaglio in sede fissa, è soggetta alle disposizioni speciali contenute nel TULPS di cui si richiamano i seguenti aspetti:  I commercianti di oggetti preziosi, hanno l'obbligo di munirsi di licenza del Questore.  La licenza dura fino al 31 dicembre dell'anno in cui è stata rilasciata.  L'obbligo di munirsi della licenza incombe ai commercianti, tanto se lavorino o negozino abitualmente, quanto occasionalmente.  Non ricorre l'obbligo della licenza per gli institori e i rappresentanti di commercio, i quali devono, tuttavia, munirsi di copia della licenza concessa alla ditta rappresentata. Tale copia è rilasciata dal Questore e deve indicare il nome, il cognome, la paternità e la qualifica dell'institore o del rappresentante di commercio. Detta disposizione non si applica agli institori e ai rappresentanti di case estere.  Devono munirsi della licenza i fabbricanti ed i commercianti di articoli con montature o guarnizioni in metalli preziosi, come, ad esempio, i cartolai, gli ombrellai, gli ottici, i chincaglieri e simili. Non sono tenuti a munirsi della licenza i fabbricanti o commercianti di penne stilografiche nelle quali l'impiego dei metalli preziosi sia limitato al pennino.  La licenza è valida per tutti gli esercizi di vendita di oggetti preziosi, appartenenti alla medesima persona od alla medesima ditta, ancorché siti in località diverse. In ogni esercizio deve, tuttavia, essere conservata copia della licenza, rilasciata dal Questore. Nella copia deve essere annotata la sede dell'esercizio per la quale è rilasciata.  Ove si tratti di succursali non comprese nella giurisdizione del Questore che rilascia la licenza, la copia deve essere vistata dal Questore nella cui giurisdizione si trova la succursale dell'esercizio.  La licenza e le copie si rinnovano ogni anno, mediante vidimazione.  I commercianti non possono compiere operazioni su cose preziose antiche o usate se non con le persone provviste della carta di identità di altro documento munito di fotografia, proveniente dall'amministrazione dello Stato.  Essi devono tenere un registro delle operazioni che compiono giornalmente, in cui sono annotate le generalità di coloro con i quali le operazioni stesse sono compiute. Il registro deve indicare, di seguito e senza spazi in bianco, il nome, cognome e domicilio dei venditori e dei compratori, la data dell'operazione, la specie della merce comprata o venduta ed il prezzo pattuito.  Fatte salve le disposizioni di legge in materia di prevenzione del riciclaggio, le disposizioni si applica al commercio ed alla detenzione da parte delle imprese del 81

settore, comprese quelle artigiane, di oggetti preziosi o in metalli preziosi o recanti pietre preziose, anche usati.  Tale registro deve essere esibito agli ufficiali ed agenti di pubblica sicurezza, ad ogni loro richiesta.  Le persone che compiono operazioni di compravendita con commercianti di cose preziose antiche o usate, sono tenute a dimostrare la propria identità nei modi prescritti.  L'esercente, che ha comprato cose preziose usate, non può alterarle o alienarle se non dieci giorni dopo l'acquisto, tranne che si tratti di oggetti comprati presso i fondachieri o all'asta pubblica.

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Disposizioni finali

Art. 19 – Norme finali 1. Le presenti norme e procedure sottendono all’applicazione delle disposizioni legislative rientranti nella competenza del SUAP e sostituiscono ed abrogano ogni altra disposizione comunale con esse in contrasto. 2. Si pongono come norme per la programmazione di settore in osservanza dei criteri indicati nelle disposizioni generali della componente commerciale del PGT, da utilizzare nei procedimenti per il commercio al dettaglio in sede fissa ed altre forme di vendita, e che unitamente si pongono in termini speciali nei confronti delle altre disposizioni regolamentari, pertanto hanno validità normativa prioritaria, e la loro inosservanza sottostà alle sanzioni previste per la fattispecie applicabile dal presente regolamento. 3. Per quanto non espressamente previsto dalle presenti norme, è fatto obbligo di osservare le disposizioni Regionali e delle altre leggi e decreti che disciplinano la materia, nonché‚ i regolamenti comunali vigenti di polizia urbana e d’igiene. 4. Eventuali nuove norme statali o regionali che modificano o incidono sulle presenti norme regolamentari si intendono automaticamente recepite e la Giunta Comunale è autorizzata ad opporre immediatamente le opportune modifiche dando comunicazione al Consiglio Comunale in occasione della prima convocazione.

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