Bagnoli Irpino E Le Sue Opere D'arte
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BELISABIO BUCCI Ispettore Onorario dei Monumenti BAGNOLI IRPINO E LE SUE OPERE D'ARTE GUIDA corredata da notizie storiche e piante ed illustrazioni originali dell'Autore Biblioteca Provinciale S.e G C ipone P;:ov,le Tip. B. COPPINI & C. Firenze'. Via del Serragli, 19 1947 AVELLINO BELISARIO BUCCI 12 Luglio 1873 - 2 giugno 1947 « .... Con la sua dipartita si chiude quella schiera di uma- nisti, tutti presi da una febbrile ansia di conoscere il pensiero e l' intuizione dei maggiori, che onorano la terra che aveva già dato i natali a Leonardo Di Capua. « Con lui scompare quell'ultima generazione che aveva sa- puto unire alla profondità del sapere una naturale, quasi fan- ciullesca, modestia, al culto del vero e dell'onesto una serietà di pensiero e di azione, all'esaltazione e all'ammirazione del- l'Italia una vita tutta dedita alla celebrazione del genio italiano. «Se superiorità, d'ingegno pone gli individui nell'aristo- crazia dell'intelletto, egli fu tra questi; l'ingegno unito ad una tenace ed indomabile volontà seppe accendere in lui grandi pas- sioni che lo portarono a ricerche, talvolta avventurose, sempre af- fannose, di manoscritti sepolti nella polvere delle biblioteche per- ché potessero illuminare di nuova luce uomini e fatti della sua terra, alla celebrazione della quale aveva dedicato un modesto ma intesessante lavoro storico, che avrebbe dovuto veder luce tra giorni. « Cultore delle scienze astronomiche e matematiche, nelle — 4 — sue limpidi e geniali meditazioni, contro le ardite concezioni metafisiche, riconobbe i limiti della scienza nella vita spirituale dell'uomo; nella meravigliosa semplicità e regolarità delle leggi naturali giunse alla conciliazione tra scienza e fede con la con- vinzione profonda e sincera del suo pensiero di cattolico e della sua lealtà di scienziato. « Egli, nel divenire incessante della vita, sopravvive, so- pravviverà nella celebrazione dello spirito, celebrazione che gli amici compiranno nell'intimo della coscienza, ogni qualvolta un ricordo, un pensiero, scaturiti dai suoi dotti conversari, si riaccenderanno nel fondo imperscrutabile dell' anima. » Benevento, 20 Giugno 1947 RAFFAELE LENZI ABBREVIAZIONI (A) = Altorilievo ; a.~anno; alt, — altare ; (B)~Bassorilievo ; e. = circa; dest. ~ destra-o ; Int. ~ Intagliatore ; man.to = mano- scritto; n.rrnato; P. = Pittore; S. — Scultore; se e . — secolo ; sin. ~ sinistra-o. Alla memoria dell'indimenticabile amico GUSTAVO TRILLO PREFAZIONE Fra tutte le opere dell'ingegno umano, quelle relative alle arti belle sono state sempre considerate come l'indice più sicuro e chiaro della civiltà di un popolo. Bagnoli Irpino, fra tutti i comuni dell' Italia meridionale, così ricca di opere e di tradizioni artistiche, può, con giusto orgoglio, annoverarsi fra i primi, per la copia e l'eccellenza di tali opere che adornano le sue chiese ed i suoi palazzi pubblici e privati, tanto più che esse, per la maggior parte, son dovute al genio dei suoi figli, che in ogni secolo, dal Rinascimento ad oggi, han lasciato tracce indelebili sia nella loro patria che altrove. Queste opere noi qui cercheremo di illustrare ed elencare, con la maggior esattezza possibile, completando l'arida descrizione con opportune notizie storielle, sia per farle tener sempre presenti alla mente dei nostri concittadini, e spronarli ad emulare i nostri grandi, sia per dar modo ai visitatori amanti del bello di conoscerle, di ammirarle e di studiarle, per la maggior gloria di questa nostra cara Patria, che vorremmo divenisse sempre più grande e sempre più bella, degna delle sue tradizioni, mai smentite in tutta la sua breve ma gloriosa storia. Bagnoli Irpino, gennaio 1947. CENNI STORICI Sic te Balneoli aurei recessus Ament, Balneoli, domus deorum. (GIANO ANISIO) Le origini di Bagnoli risalgono, per quanto si può desumere dai documenti finora conosciuti, al tempo della dominazione dei longobardi nel Ducato di Benevento, cioè qualche secolo prima del mille. Infatti, un locus Balneoli (locus è equivalente al vicus dei romani, cioè ad un piccolo a casale») si riscontra in un documento del 1001. Dalla tradizione e dagli Statuti Capitolini conservati nella Chiesa madre, si sa poi che, anteriormente al sec. XIII, esistevano diversi « Casali », tra i quali, molto- antico quello di San Lorenzo, e che gli abitanti di essi, per sfuggire alle incursioni dei Saraceni e di altri invasori, si raggrupparono al principio di quel secolo intorno ad una antica chiesetta dedicata a Santa Maria che sorgeva sul luogo dell'attuale Chiesa madre di fronte al poggio sul quale verso la fine del sec. VIII, i longobardi eressero un fortilizio, o castellum, allora già quasi in rovina. Fino a che Bagnoli non venne eretta a Ducato nel 1611, nei primi tempi faceva parte del Gastaldato di Montella, poi per circa due secoli ne fu divisa ed in seguito incor- porata nella Contea di detta cittadina. Numerosi e non sempre ben noti furono i Signori di questa Terra che si successero fino al 1445 : indicheremo solo i principali e quelli che si resero benemeriti per le loro iniziative o per le loro concessioni. Durante il periodo degli Svevi furono feudatari di Montella i D' Aquino, Conti di Acerra, dei quali, Riccardo, nel 1171, cedette alla Badia di Montevergine il Casale di San Lorenzo, gli abitanti di esso con tutti i loro diritti, il castagneto di «Giovanni Calvo» (l'attuale « Ponticiello »), il latifondo « Bisselita o Visciglieta » (comprendente gran parte dell'attuale « Bosco mezzane », « Fonta- navulli », « Rossolino » ecc), con l'obbligo, fra l'altro, di riedifi- care la Cappella diruta di San Sebastiano che ivi esisteva, ed il mo- lino della « Pollentina ». Col tempo tutti questi beni passarono a Bagnoli o al Capitolo, e poi ai cittadini bagnolesi. I Gianvilla o Janvilla, Conti di S. Angelo Lombardi, che suc- cessero ai D' Aquino, dominarono per tutto il sec. XIV. Di essi, il Avvertenza — Non sarà fatto cenno, in questa Guida, delle opere di Scarso valore artistico o di nessun interesse storico per Bagnoli. — 7 conte Filippo nel 1312 ottenne di non far pagare ai bagnolesi i pedaggi per le mandrie di ovini e di bovini transumanti per Mon- tuori, per la Capitanata e la Basilicata, ciò che dimostra che in quel tempo era a Bagnoli fiorente la pastorizia, industria mai ces- sata, favorita dall'abbondanza dei pascoli esistenti nell'esteso terri- torio montagnoso. Nel 1445, Re Alfonso I D'Aragona, che si era impadronito del Reame, concesse ad un suo prode guerriero, lo spagnolo Garzici Cavaniglia, che lo aveva validamente aiutato nella conquista, per 11 mila ducati il feudo di Montella con Bagnoli e Cassano, subito elevato a Contea. La famiglia dei « Cavaniglia » è stata quella che ha arrecato i più notevoli benefici a Bagnoli, governando con Tro- iano I, Diego I e II, Troiano II, e Garzia II per circa un secolo e mezzo. Garzia I morì in guerra e così pure Diego I per ferite ri- portate nell'assedio di Otranto; quest'ultimo venne sepolto in una bellissima tomba marmorea nella Sagrestia di « San. Francesco a Folloni » in Montella. Suo Figlio Troiano I, valoroso, colto, diffuse nei suoi feudi idee di progresso e di rinnovamento. A Bagnoli, che egli sempre predilesse, fece migliorare la fabbricazione dei tessuti di lana che già esisteva da tempo, impiantò una tintoria nel suo palazzo, detto perciò della Tenta, l' attuale palazzo comunale, ed una conceria, e per favorire la bachicoltura e l'industria della seta fece diffondere la piantagione dei gelsi. Invitò, verso il 1500, molti accademici Pontaniani nel suo Castello, i quali visitarono spesso Bagnoli, da essi chiamato Domus Deorum, per le tante sue bellezze. Per questi convegni diamo più estese notizie nel Capitolo sul « Castello » e nella nota n. 6. Il maggior beneficio che questa arrecò a Bagnoli, fu la costruzione della Chiesa e del Convento di S. Domenico per opera delle Contesse Giulia Caracciolo e Marghe- rita Orsini, rispettivamente nonna e madre di Troiano I, tra la fine del sec. XV ed il principio del XVI. Assecondate dall'entu- siasmo dei bagnolesi e dall' opera fattiva del nostro Ambrogio Sal- vio, che vi contribuì con oltre ventimila ducati, venne annesso al Convento uno Studentato che divenne un superbo centro di cultura ed un semenzaio di uomini illustri nelle lettere, nelle scien- ze e nelle arti che nei sec. XVII e XVIII tanto onorarono Bagnoli, movimento intellettuale parallelo a quello che si era sviluppato nelle rimanenti regioni d'Italia. Ad esso non fu estraneo il concorso, per quanto in minor misura, delle scuole del convento di S. Sebastiano e S. Rocco, fondato dai Verginiani nel sec. XVI, per adempiere agli obblighi da essi contratti per la donazione di Riccardo I D' A- quino. L'ultimo dei Cavaniglia, Garzia II, vendè il feudo nel 1589 a Giovanni Caputo. Si susseguirono in pochi anni diversi possessori, fra i quali da segnalare Allegra de Tassis che concesse nuovi Ca- pitoli alla Bagliva nel 1592, concessione tanto importante che i suoi feudatari erano costretti ad accettare con giuramento nel prendere possesso del feudo. Per pochi anni Bagnoli divenne anche Terra demaniale, finché passò allo spagnolo Bernardo de Quisos e da questi, che mori nel 1607, alla vedova Beatrice Mayorga, finché con privilegio del Re di Spagna Filippo II, del 6 Luglio 1611, il feudo venne eretto a Ducato. Primo Duca fu il figlio della, Mayorga, Ferdinando, che, essendo allora minorenne, fu sotto tutela della madre fino al 1623. Imparentatasi questa famiglia, nel 1644, con l'altra pure nobile degli Strozzi di Firenze, i Duchi Mayorga - Strozzi tennero il Ducato fino al 1806, quando Giuseppe Bonaparte abolì la feudalità nel Regno Napoletano. Di questi Duchi, G. Battista nel 1687 concesse ai cittadini ba- gnolesi alcuni terreni alle « Coste » per farvi sorgere dei Casta- gneti, e Filippo Maria, nel 1761, concesse i diritti di « fida » e « diffida » della montagna Laceno.