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B I O G R A F I A

NEIL DIAMOND

UNA LEGGENDA LUNGA QUARANT’ANNI

NEIL DIAMOND UNA LEGGENDA LUNGA QUARANT’ANNI

DALLA RIVISTA SM 44

Nato a Brooklyn il 24 gennaio 1941 , Neil Diamond esordisce sulla scena musicale non ancora ventenne in coppia con Jack Parker . Dopo essersi iscritto all’università, nel 1962 decide di abbandonare gli studi per dedicarsi a ciò che veramente ama: la musica.

Come interprete e autore di canzoni ottiene ben presto i primi riconoscimenti , ma è dall’incontro con Jeff Barry ed Ellie Greenwich – disposti a prenderlo sotto la loro tutela procurandogli un prestigioso contratto con la Bang – che per Neil inizia l’ascesa verso la celebrità.

Nel 1966 il primo singolo Solitary man occupa subito un buon piazzamento in classifica, seguito da Cherry cherry che fa da apripista all’ di debutto The feel of Neil Diamond . Da questo momento la produzione del songwriter newyorchese è impressionante.

Con i Monkees spicca il volo grazie a I’m a believer , oltre tre milioni di copie solo in America, dominando le classifiche per sette settimane consecutive. Nel 1967 si replica con A little bit of me , a little bit of you , mentre l’anno seguente rompe con la Bang e si trasferisce a Los Angeles con un nuovo contratto discografico. Pot smoker’s song , brano “conservatore” che denuncia l’abuso delle droghe leggere suscita un certo scalpore, seguito da (1969) e da Cracklin’ Rosie (1970). L’album , uscito nel 1970 , rivela da parte di Neil nuove ambizioni artistiche in virtù di una “African trilogy” che vuole rendere omaggio alle radici nere della musica statunitense.

Gli inizi degli anni Settanta portano con sé altri ottimi brani quali I am... I said e , oltre all’ esibizione live del doppio . Il 1973 è la volta di Jonathan Livingston Seagull , colonna sonora dell’omonimo film , grandissimo successo per il quale firma un contratto da cinque milioni di dollari. La sua voce grave e solenne è ormai davvero inconfondibile.

Con l’album del 1976 supera il milione di copie, mentre nel 1979 esce You don’t bring me flowers , splendido duetto con Barbra Streisand , seguito a breve distanza da The jazz singer , altra colonna sonora per un film che lo vede vestire anche i panni dell’attore nel ruolo del protagonista.

Con i singoli September morn e America si chiude la stagione migliore.

Negli anni successivi continuerà a pubblicare dischi e a richiamare grandi folle ai suoi concerti : vanno perlomeno menzionati gli album Primitive (1984), (1986), anche se il lavoro più riuscito del periodo è sicuramente Up on the roof (1993), a cui segue nel 1996 il cd country Tennesse Moon .

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Dopo anni difficili , Neil sembra riuscire a prendersi una rivincita nei confronti di chi lo dava per finito e sforna un nuovo album , 12 songs (2006), un disco bello e profondo che esplode in tutta la sua forza nella strepitosa Delirious love . Bentornato nella leggenda, Diamond .

Tra i cantanti italiani che hanno interpretato i grandi successi di Neil Diamond ricordiamo perlomeno Caterina Caselli con Sono bugiarda (I’m a believer) e Gianni Morandi con Se perdo anche a te (Solitary man).

Realizzata il 15 febbraio 2007 Edizione Mondolibri S.p.A., Milano www.mondolibri.it

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