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Dedico questo libro a mia madre Adele, persona di amore e di intelligenza infinite, di cui desidero seguire le orme.

Paolo Crisafi

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La realizzazione di questo quaderno è stata possibile grazie al sodalizio tra Remind e il Parlamento Europeo Ufficio Italia e allo straordinario lavoro dei colleghi dei rispettivi uffici; in particolare: Elisabetta Tizzoni, Lucia Pecorario, Eugenio Gurnari, Paolo Crisafi, Carlo Corazza e Tommaso Accetta.

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INDICE INTRODUZIONE di Paolo Crisafi ...... 9 PREFAZIONE di Alberto Petrucci ...... 13 PRESENTAZIONE ...... 15 LA BELLEZZA SALVERA’ IL MONDO ...... 17 Messaggio del Santo Padre ...... 18 Promotori ...... 19 PAOLO CRISAFI ...... 19 CARLO CORAZZA ...... 21 Messaggio della Diocesi di Roma ...... 23 MONSIGNOR GIANPIERO PALMIERI ...... 23 Saluti Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali del Senato .. 30 RICCARDO NENCINI ...... 30 Saluti del Ministero della Cultura ...... 32 DARIO FRANCESCHINI ...... 32 Saluti della Presidenza del Consiglio dei Ministri ...... 33 GIUSEPPE MOLES ...... 33 Saluti di Roma Capitale e della Regione Lazio ...... 35 ...... 35 NICOLA ZINGARETTI ...... 36 Il Natale di Roma ...... 38 LORENZA FRUCI ...... 38 La Bellezza è Diversità ...... 39 MICHELE DE LUCCHI ...... 39 Presente e Futuro del Turismo ...... 41 MASSIMO GARAVAGLIA ...... 41 Tutte le Strade (del Turismo e della Cultura) Portano a Roma ...... 43 ANTONIO MARCELLINO ...... 43 LUCA BARBARESCHI ...... 46 MARIA ANTONELLA FERRI ...... 48 GIORGIO BISANTI ...... 51 5

GIORGIO PALMUCCI ...... 52 EKATERINA BAKANOVA ...... 54 Saluti ...... 56 ETTORE ROSATO ...... 56 PIERLUIGI BIONDI ...... 57 Buone Pratiche a Confronto ...... 58 LEONARDO BECCHETTI ...... 58 ANTONELLA FERRARA ...... 59 MARIA CARMELA COLAIACOVO ...... 61 MARIO SUGLIA ...... 62 FABIO DE STEFANO ...... 63 FRANCO ARMINIO ...... 64 ALESSANDRO D’ALATRI ...... 65 LORENZO LISI ...... 68 FRANCO COTANA ...... 70 MARIA LUISA CATONI ...... 71 I 10 COMANDAMENTI VERDI <> ...... 72 Promotori ...... 73 PAOLO CRISAFI ...... 73 CARLO CORAZZA ...... 76 Saluti ...... 78 ALESSIA ROTTA ...... 78 FRANCESCO COCCOPALMERIO ...... 80 Illustrazione dei Dieci Comandamenti Verdi ...... 81 DON JOSHTROM ISAAC KUREETHADAM ...... 81 Interventi ...... 83 PADRE GUSTAVO AGIN ...... 83 ANTONIO FRANCESCO CERTOMÀ ...... 85 LUCA DAL FABBRO ...... 86 MARCO MARI ...... 89 Conclusioni ...... 90 DON DAVIDE BANZATO ...... 90 POLITICHE INDUSTRIALI IN ARMONIA CON IL CREATO ...... 91 6

Politiche industriali per lo sviluppo e la messa in sicurezza dei territori e delle città per il benessere delle persone in armonia con il Creato . 91 EKATERINA BAKANOVA ...... 92 Giornate Remind della Bellezza & della Terra ...... 93 PAOLO CRISAFI ...... 93 Piattaforma <> ...... 95 MONSIGNOR FRANCESCO PESCE ...... 95 DON. JOSHTROM ISAAC KUREETHADAM SDB ...... 97 SILVIA CAMISASCA ...... 101 Politiche Industriali in Armonia con il Creato ...... 103 FABIO MASSIMO CASTALDO ...... 103 ETTORE ROSATO ...... 106 LUIGI DI MAIO ...... 108 MASSIMO GARAVAGLIA ...... 109 CLAUDIO DURIGON ...... 111 ALESSIA ROTTA ...... 112 ROBERTO ROSSO ...... 113 CARLO CORAZZA ...... 115 Il Benessere e la Salute delle Persone ...... 119 ANDREA GORI ...... 119 IVANO CINCINNATO ...... 120 ...... 123 GEN. GIUSEPPE VADALA’ ...... 126 FILIPPO REAN ...... 130 MICHELE DE LUCCHI ...... 131 Le Buone Pratiche delle Associazioni ...... 134 FRANCESCO BURRELLI ...... 134 ROBERTO FRANCESCO BRAMATI ...... 136 MASSIMO CIMATTI ...... 139 MARIA CARMELA COLAIACOVO ...... 140 ANGELICA DONATI ...... 142 GIOVANNI MAGGI ...... 143 GIANFRANCESCO RIZZUTI ...... 144 CLAUDIA SCARCELLA ...... 146

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TIZIANA STALLONE ...... 148 ALBERTO PETRUCCI ...... 149 ANTONIO MISIANI ...... 150 SABRINA ALFONSI ...... 155 GABRIELE SCICOLONE ...... 157 GIOVANNI SAVIO ...... 158 LEANDRO AGLIERI ...... 159 MAURIZIO VOLPES ...... 160 DANIELA FRANZOSI ...... 162 OSSERVATORIO PER LA CURA DELLA CASA COMUNE ...... 164 COMMENTO SUI “I 10 COMANDAMENTI VERDI” ...... 170 I 21 CANTIERI REMIND PER LE POLITICHE INDUSTRIALI IN ARMONIA CON IL CREATO ...... 184 LE 7 LINEE GUIDA PER IL RILANCIO DEL TURISMO ...... 200 POSTFAZIONE di Maria Antonella Ferri ...... 202 PARTECIPANTI ALLE GIORNATE REMIND ...... 207

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INTRODUZIONE Prof. Paolo Crisafi Presidente Remind & Comitato Editoriale NewsReminder Presidente Osservatorio per la Cura della Casa Comune

Sono stati elaborati “38 Filoni per la Ripresa Economica e Sociale”, frutto dei confronti all’interno dei think tank e degli incontri istituzionali portati avanti da Remind insieme alle istituzioni, agli operatori, manager, professionisti e lavoratori delle filiere della cultura, del turismo, della finanza e dell’immobiliare:

▪ 21 “Cantieri” ▪ 10 “Comandamenti Verdi” ▪ 7 Linee Guida per il Turismo.

Un working progress a più voci che individua e promuove le Buone Pratiche estere, nazionali e locali da applicare per migliorare le misure normative emanate e/o che saranno poste in essere.

In particolare, un focus è stato dedicato su come migliorare la vita delle persone, delle famiglie, dei lavoratori e degli imprenditori all’interno degli immobili, attraverso lo sviluppo e la messa in sicurezza dei boschi e delle coste, dei territori e delle città, degli immobili e dei relativi impianti.

L’obiettivo in questo contesto è quello di arrivare ad un testo unico per l’immobiliare anche nell’ottica di raccordo e semplificazione tra le diverse norme.

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Un esempio marcante riguarda la materia della sostenibilità in relazione alle possibili forme di incentivo.

Risulta necessario e prioritario avere un approccio nei confronti dell’immobile inteso come “sistema edificio” e non come mera somma di componenti. In questo senso, tutti gli attuali bonus in vigore valorizzano allo stesso modo azioni singole e azioni “integrate”; basti pensare all’attuale 110%, in cui interventi sulle singole facciate o su altri aspetti singoli corrono il rischio di limitare l’efficacia complessiva della portata innovativa della stessa norma.

Inoltre, pur apprezzando lo sforzo in tema di semplificazione nella stesura delle disposizioni in materia di sviluppo immobiliare, l’attuale formulazione delle zone A e dei centri storici, mentre può essere credibile per città medie, non lo è per altre città come Roma Capitale o altre metropoli; in queste ultime, infatti, le zone A sono molto estese e vi sono immobili sottoposti a vincoli puntuali.

Oggi in Italia la rigenerazione urbana trova un grande ostacolo nella farraginosità delle procedure, oltre che nella carenza di progettualità da parte della Pubblica Amministrazione. Moltissimi investitori sarebbero interessati ad operare nel settore ma il rischio urbanistico, la complessità delle modalità e l'incertezza dei tempi raffreddano l'interesse.

Vi è la necessità di tempi certi sugli iter autorizzativi e misure chiare per alimentare gli investimenti sul territorio.

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Le Soprintendenze territoriali sono oberate di lavoro e disperdono le loro forze anche a causa di una espansione eccessiva di aree e beni vincolati.

C’è bisogno di una “cassetta degli attrezzi” diversa da quella utile anni fa quando la città era in forte espansione. Oggi le realtà cittadine hanno bisogno di essere rigenerate e riqualificate. Occorre un sistema di “strategie generali” con visioni a medio e lungo termine, che consenta alle amministrazioni locali di definire le azioni, la loro effettiva realizzabilità al fine di valutarne la coerenza dei progetti presentati.

Un sistema più efficiente dovrebbe intercettare e favorire l’incontro tra “domanda” ed “offerta” ed in questa logica allocare le risorse pubbliche. È quindi necessario disporre le risorse con una visione allargata e non per assi specifici a seconda della istituzione erogatrice. In questo senso Remind può continuare a dare il proprio contributo per essere momento confronto e di raccordo fra tutte le parti, al fine di investire in maniera efficace e efficiente i primi 26 miliardi di euro del PNRR che saranno messi a breve nelle disponibilità.

In questa ottica, è fondamentale partire sempre più dalle eccellenze del nostro Paese: il turismo e la cultura, in tutte le loro forme, sono infatti i motori dell’economia.

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Il Paese deve ripartire da qui: dall’esaltazione e dalla valorizzazione del nostro heritage per ridare linfa vitale alle attività economiche, turistiche e culturali, al fine di rendere il “Bello” che ci contraddistingue nelle più variegate declinazioni, un driver fondamentale di crescita sostenibile e di sviluppo economico e sociale. In quest’ottica, per una ripartenza efficace e un miglioramento generale della qualità di vita, una particolare attenzione dovrà essere conferita all’attuale processo di digitalizzazione, per sfruttare al meglio le infinite possibilità che l’innovazione tecnologica ha da offrirci. Mettiamo a disposizione le nostre idee e competenze per trarre spunti per dare attuazione a politiche industriali per la messa in sicurezza e lo sviluppo in armonia con il Creato delle città e dei territori, dei boschi e delle coste, degli immobili e dei relativi impianti, per la tutela della persona ed il relativo benessere. A tal fine è stato costituito l’Osservatorio per la Cura della Casa Comune per la migliore gestione e valorizzazione dei Beni Pubblici, Privati e Ecclesiastici secondo le buone pratiche e perseguendo principalmente finalità sociali (student housing, social housing, senior living, co-working e co-living). La pubblicazione contiene l’importante apporto di Carlo Corazza, rappresentante del Parlamento Europeo in Italia con cui abbiamo realizzato questa iniziativa oltre che gli interventi dei partecipanti alle Giornate Remind della Bellezza, della Terra e dell’Ambiente e ai relativi ulteriori Giorni di Approfondimento che hanno portato alla realizzazione di questo Quaderno messo a disposizione dei Decisori e della Forze Politiche di Governo e di Opposizione.

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PREFAZIONE

POLITICHE INDUSTRIALI E RECOVERY FUND Prof. Alberto Petrucci – Presidente Comitato “Autori dell’Abitare” Remind

Nel PNRR del Governo Draghi, le politiche industriali sono concepite in maniera integrata e sistemica. Con l’obiettivo di promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, tali politiche, che costituiscono una parte del vasto programma di politica economica previsto dal Piano, abbracciano più ambiti d’influenza, valorizzando la tradizione culturale, turistica, economica e ambientale italiana.

Il grado di integrazione tra le diverse politiche del Piano è dimostrato dal fatto che, ad esempio, delle quattro grandi riforme di contesto, una delle quali riguarda direttamente la promozione della concorrenza, tre – quelle che interessano la Pubblica Amministrazione, la Giustizia e la Semplificazione legislativa – influenzano indirettamente il dinamismo dell’economia, la competitività delle imprese e la capacità di attrarre investimenti esteri.

Le politiche di promozione e tutela della concorrenza del Piano, rappresentative degli interventi di carattere industriale (in senso moderno), sono in grado di assicurare, insieme alla propulsione del sistema produttivo e a una più efficiente allocazione delle risorse, il perseguimento di molti altri obiettivi, tra cui quelli dell’equità, se la protezione sociale viene assicurata, e della sostenibilità, se vengono rispettati i requisiti della transizione ecologica. 13

Una maggiore concorrenza sui mercati, comprimendo i margini di profitto, riduce i prezzi dei beni e servizi prodotti (innalzandone, in alcuni casi, la qualità), accresce il potere d’acquisto dei lavoratori, aumenta l’occupazione, stimola l’innovazione di processo e/o prodotto delle imprese, attrae investimenti esteri e stimola quelli interni. Inoltre, la concorrenza, se opportunamente disciplinata, può, da un lato, migliorare la fornitura dei servizi pubblici e, dall’altro, potenziare il sistema delle nostre piccole e medie imprese, favorendo la diffusione del “made in ”.

Le politiche di promozione della concorrenza consentono, per i canali d’influenza diretta, il rispetto dei 21 Cantieri, delle 7 Linee Guida del Turismo e dei principali 10 Comandamenti “verdi” promossi dalla Filiera Immobiliare. Ad esempio, il Comandamento che riguarda la distribuzione del reddito e la lotta alla povertà, quello che concerne il grado di interdipendenza necessario per un’ecologia integrale e quello che richiede la promozione di una nuova economia e di una nuova cultura politica. Gli effetti delle politiche industriali sono così ampi che anche gli altri Comandamenti “verdi” ne vengono interessati, anche se in maniera meno diretta.

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PRESENTAZIONE

Dal 21 aprile al 5 giugno di ogni anno, durante le Giornate Remind della Bellezza, della Terra & dell’Ambiente organizzate dalla Associazione in collaborazione con del Parlamento Europeo – Ufficio Italia, è prevista la partecipazione delle principali forze politiche di governo e di opposizione, istituzioni ed organismi rappresentativi delle attività produttive e delle professioni, nonché di esponenti della Chiesa al fine di attivare un confronto sulle politiche industriali in armonia con il Creato.

Gli esiti degli incontri sono oggetto di approfondimenti sino al 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente, per realizzare un Quaderno con le voci dei principali esponenti Pubblici e Privati che viene messo a disposizione dei Decisori.

Il 24 maggio 2021, in coincidenza con la conclusione dell’anno <>, si è tenuto il convegno sulle “Politiche Industriali per lo Sviluppo e la Messa in Sicurezza dei Territori e delle Città per il Benessere delle Persone in Armonia con il Creato”. Hanno fatto seguito le Giornate di Approfondimento sino al 5 giugno per elaborare paper e predisporre un quaderno di sintesi degli interventi.

Per l’inaugurazione dei lavori delle Giornate della Bellezza, della Terra & dell’Ambiente, il Santo Padre ha inviato al Think Tank Remind una lettera augurandosi “un rinnovato e corresponsabile impegno nel riconoscere e preservare la bellezza del Creato, dono incomparabile di Dio, affinché ci sia un luogo abitabile per tutti”.

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Nell’ambito dell’iniziativa si è sottolineato l’importanza della Bellezza nel nostro mondo, per ripartire e lasciarci alle spalle questa drammatica crisi. Bellezza che ritroviamo nella nostra cultura, nei nostri valori, nelle nostre città e nei nostri territori.

Le giornate Remind della Bellezza, della Terra & dell’Ambiente hanno visto l’omaggio musicale “Cantico delle Creature” eseguito dalla Soprano Internazionale e Direttore Cultura Remind, Ekaterina Bakanova, accompagnata dalla Banda Musicale della Polizia di Stato.

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LA BELLEZZA SALVERA’ IL MONDO Turismo, Cultura e Istruzione per il Rilancio dell’Economia in Armonia con il Creato.

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Messaggio del Santo Padre

In occasione dell’incontro Remind “la bellezza salverà’ il mondo”, in collaborazione con il Parlamento Europeo – Ufficio Italia, promosso nel contesto della celebrazione del Natale di Roma, il Santo Padre Padre Francesco “rivolge agli organizzatori, ai relatori ed ai presenti tutti il suo beneaugurante pensiero, esprimendo apprezzamento per il significativo evento volto a favorire una ripresa economica e culturale animata da una autentica sensibilità ecologica”. Il Papa “auspica che l’iniziativa susciti un rinnovato e corresponsabile impegno nel riconoscere e preservare la bellezza del Creato, dono incomparabile di Dio, affinché sia un luogo abitabile per tutti. Egli accompagna tali voti con la preghiera e l’invio della benedizione apostolica”.

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Promotori

PAOLO CRISAFI Presidente di Remind & del Comitato Editoriale NewsReminder & dell’Osservatorio della Cura della Casa Comune <> il titolo che come Remind Filiera Immobiliare abbiamo scelto di dare a questo incontro, nel giorno del Natale di Roma, è per sottolineare quanto di bellezza il nostro mondo ha bisogno, per ripartire e lasciarci alle spalle questa drammatica crisi. Bellezza che ritroviamo nella nostra cultura, nei nostri valori, nei nostri paesaggi. Dobbiamo ripartire da qui, dall’esaltazione e dalla valorizzazione del nostro heritage per ridare linfa vitale alle nostre attività economiche, turistiche e culturali, al fine di ultimo di rendere il “Bello” che ci contraddistingue nelle più variegate declinazioni, un driver fondamentale della crescita “Paese”, di sviluppo sociale e sostenibile.

In questo senso, le voci di tutti voi presenti oggi e le esperienze guida che rappresentate, dalle istituzioni ai professionisti agli esponenti dei settori economia, turismo e cultura, sono un contributo imprescindibile per dare vita insieme a progetti costruttivi che tendono a questo obiettivo primario.

In quest’ottica, l’educazione ricopre un ruolo decisivo. Dobbiamo infatti ritornare a educare alla Bellezza, per preservarla, per farne un punto di forza, e per diffondere la consapevolezza che contro il progressivo declino della nostra società l’unica vera arma è la cultura stessa.

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Abbiamo messo a disposizione dei Decisori “21 cantieri” ricchi di idee e soluzioni per rimettere in moto l’economia e gli investimenti in armonia con il Creato come indicato dal Santo Padre Francesco nel Suo messaggio odierno e secondo gli input di bellezza materiale e immateriale e di gentilezza forniteci da Monsignor Gianpiero Palmieri, Vicegerente della Diocesi di Roma.

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CARLO CORAZZA Rappresentante del Parlamento Europeo in Italia Come Parlamento Europeo siamo convinti che la bellezza declinata come creatività, come bellezza del pianeta, del creato e della cultura, sia un fondamentale driver per uscire da questa crisi e per ripartire più forti di prima.

Come ho condiviso in più occasioni nell’ambito dei think tank Remind la creatività è un elemento qualificante dell’Unione Europea, che può essere intesa in quest’ottica come una superpotenza di bellezza creativa, come una vera e propria industria culturale; basti pensare che sul territorio europeo sono presenti la metà dei siti Unesco del mondo. Purtroppo, l’industria culturale, creativa e turistica è stata quella più colpita dalla crisi, con una perdita di fatturato di circa 200 miliardi tra il 2019 e il 2020, un vero dramma per l’economia dell’U.E, considerando anche che la sua attività produce attorno al 15% del pil europeo e raccoglie il 14% dell’intera occupazione.

Il Next Generation E.U. ha in questo senso delle priorità molto chiare. Il 37% delle risorse messe a disposizione dovranno andare infatti all’ambiente, ovvero alla tutela dell’ecosistema, alla lotta ai cambiamenti climatici e alla rigenerazione urbana, e quindi, in qualche modo, alla stessa “bellezza” alla base del nostro turismo. Il 20% dei fondi, invece, andrà al digitale, anch’essa componente fondamentale per lo sviluppo delle industrie culturali e creative. In ambito Remind si è consolidato l’orientamento che un altro 20% delle risorse disponibili vada in modo diretto proprio alle attività culturali e turistiche in senso lato.

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A livello concreto, questi fondi dovranno essere combinati con i prestiti della Bce e con i fondi regionali già nostra disposizione, al fine di ridare nuova linfa vitale alle iniziative legate al turismo e alla cultura, per portare nuova competitività e un rinnovato dinamismo economico.

C’è inoltre un grande bisogno di utilizzare nuove tecnologie per esprimere al massimo tutte le nostre potenzialità, cercando di sviluppare una buona dialettica tra nuovi strumenti tecnologici e valorizzazione delle bellezze del passato e del presente. In questo senso si potrebbe anche a pensare anche a un “digital bonus”, per rafforzare gli investimenti in questo campo.

Altri temi condivisi in ambito Remind, da una parte, la necessità di una riqualificazione ambientale ed energetica di tutti quegli immobili e relativi impianti fondamentali per le attività turistiche, dai ristoranti agli alberghi e ai musei, e, dall’altra, il bisogno di veicolare i fondi nella formazione del personale e nella stessa istruzione.

In conclusione, voglio ribadire il pieno sostegno del Parlamento Europeo in questa direzione, nella valorizzazione e nello sviluppo della cultura, del turismo, della bellezza, al fine di sfruttare questa grande opportunità del Next Generation E.U per lasciarci alle spalle questa crisi drammatica e per ripartire più forti insieme.

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Messaggio della Diocesi di Roma

MONSIGNOR GIANPIERO PALMIERI Vicegerente della Diocesi di Roma Distinte autorità, cari amici sono lieto di portare il saluto della diocesi di Roma a questo appuntamento, che viene celebrato nel giorno Natale dell’Urbe, e che intende rilanciare la speranza di una ripresa (non solo economica, ma anche economica) proiettata nel tempo che abbiamo davanti a noi, legandola alla bellezza. Roma è, in un certo senso, uno scrigno che racchiude molte bellezze: artistiche, paesaggistiche, storiche e – non da ultimo – umane.

Vorrei condividere con voi un paio riflessioni che spero non suonino soltanto come auguri di circostanza, ma come occasione per esprimere qualcosa di quella condivisione di vita, di esperienze e di valori che costituiscono la ragion d’essere della nostra cittadinanza, cioè del nostro reciproco appartenerci in quanto membri di una medesima comunità umana che vive in questo territorio.

La prima riguarda quel livello di bellezza che appare ai nostri sensi, e che potremmo definire una bellezza materiale, perché si manifesta immediatamente negli innumerevoli monumenti, nel clima particolare, nella storia millenaria di Roma. Chiunque vive, lavora o anche solo visita di passaggio il centro storico della nostra città lo sa: vedere Roma non lascia indifferenti, anzi: suscita attrazione, sorpresa, entusiasmo.

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La prima cosa che dobbiamo augurarci (e anzi volere tutti) è di sapere preservare e amare questa ricchezza che si è sedimentata nei secoli, rendendola sempre più parte integrata della nostra vita del ventunesimo secolo, e non soltanto un repertorio di opere del passato. Questo potrebbe significare, ad esempio, aver cura che il centro non si svuoti di abitanti, di famiglie, di bambini; che i suoi quartieri tornino ad essere popolati da cittadini che animano le strade, i negozi, le scuole; che il centro di Roma, insomma, non si riduca ad essere soltanto una sorta di Disneyland da offrire ai turisti, dove la vita concreta e reale è stata allontanata; o un punto geografico dove gli abitanti delle altre zone di Roma si danno appuntamento per i fine settimana, mentre la loro vera vita si svolge altrove e altrimenti.

Una cura del genere necessita di politiche di mobilità, di (re)insediamento, di investimenti … che siano mirate cioè certamente rispettose dell’identità storica della città, e che però abbiano anche come obiettivo di ravvivare l’amore dei romani per la loro città, senza che debbano sentire il rapporto con la loro storia e con l’eredità che essa vi ha lasciato come un peso o una limitazione della quale farebbero volentieri e meno.

Per questo serve che collaboriamo insieme: comunità civili, comunità religiose, imprenditoria, addetti al comparto della cultura, dell’arte e del turismo, educatori e insegnanti, operatori dei vari settori.

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Forse ci dobbiamo reciprocamente aiutare a non soltanto approfittare di quello che la storia di Roma ci offre come possibilità di sfruttamento turistico e commerciale, ma anche ad offrire noi stessi in questa storia come un nuovo anello di crescita e di sviluppo, così da lasciare anche noi – a quelli che verranno dopo di noi – un pezzo di bellezza in più da ammirare: quello che noi avremo saputo aggiungere a Roma per l’esistenza che vi avremo trascorso.

Una seconda riflessione che vorrei condividere riguarda quel livello della bellezza che potremmo definire immateriale. Titolando “La grande bellezza” il suo celebre film, Paolo Sorrentino per un verso constata un dato di fatto – e cioè che Roma è una grande bellezza – ma pone dall’altro anche una decisiva domanda. Ricordate? Ad un certo punto Jep Gambardella si chiede: «Mi chiedono perché non ho più scritto un libro. Ma guarda qua attorno. Queste facce. Questa città, questa gente. Questa è la mia vita: il nulla. Flaubert voleva scrivere un romanzo sul nulla e non ci è riuscito: dovrei riuscirci io?». Sembra quasi il segno di un fallimento durato un’intera vita: «Cercavo la grande bellezza ma non l’ho trovata» dice il protagonista.

Si può vivere a Roma e non trovare mai una bellezza grande, che riempia la vita.

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Il protagonista di quel film cerca una bellezza che non consiste in monumenti da ammirare (che comunque lo circondavano), in feste mondane a cui partecipare (alle quali non mancava), ma in relazioni autentiche da vivere: relazioni buone, significative, dove si giochi anche la dimensione affettiva, quella dimensione capace appunto di riempire un’esistenza e di volgerla a uno scopo.

Questa è una bellezza immateriale che fa parte del codice genetico dei romani (i quali continuano a rimanere gente de core), ma che rischia di sparire, laddove la vita sia fondata su cose da fare o da possedere, e non anche sulla natura spirituale dell’essere umano. È a questo livello che si incontrano la bellezza esterna e quella interiore, della quale dobbiamo avere ugualmente cura attraverso l’educazione, la cultura, le virtù civiche, la politica… ma anche attraverso la vita dell’anima, e cioè la fede religiosa, la vita interiore, la filosofia, la relazione con un Assoluto trascendente. La città di Roma porta segni evidenti e plurimi di questa vita religiosa non meno che di altre dimensioni dell’umano. Trascurarli, rimuoverli, ostacolarli, in un certo senso potrebbe costituire una violenza fatta alla città, oltre che alle persone che ci vivono, e che potrebbero ritrovarsi – proprio come Jep Gambardella – ad aver sprecato la grazia di vivere a Roma.

È proprio quel che si intuisce attraverso la bellezza dell’arte, o per la potenza semplice della natura, o indagando il mistero racchiuso nella religione o quello che costituisce la realtà stessa dell’uomo; è tutto questo a fare di un muscolo il cuore dell’uomo, di un organismo naturale una persona, di un sistema di energie e di dati fisici il creato.

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La bellezza trasfigura la materia e la corporeità; senza di lei saremmo solo cose tra le cose, bestie tra le altre bestie. La realtà e la vita non coincidono con la pura materia. Il corpo senza l’anima immateriale non sarebbe che un cadavere; la materia senza bellezza e senza l’uomo che ne subisce il fascino, non sarebbe che un ammasso di cose inerti. E l’uomo senza fede, amore e speranza sarebbe un animale. Peggio: negandole e togliendole, l’uomo diventa brutto – a volte, purtroppo, persino un bruto. Dunque, ed è la mia terza riflessione, che in realtà è una domanda: possiamo – per rilanciare la storia di questa nostra città – ritrovarci tutti a partire dal comune desiderio di vivere una vita bella? Non solo ciascuno di noi personalmente, per conto proprio, ma noi in quanto popolo di Roma – gente che ci vive da sette generazioni e gente che è venuta ad abitarci di recente? La sfida in fondo è questa: che tutti mettiamo in circolo i nostri beni, quelli materiali e quelli immateriali, riconoscendo in questa città benedetta l’ambiente che riuscirà a farne una felice sintesi, come in altri tornanti della sua storia è avvenuto. Perché questo avvenga dobbiamo poterci mettere tutti alla ricerca di questa “bellezza che salva il mondo”. L’espressione, come sapete, è presa da L’idiota di Dostoevskij, e nel racconto è una domanda decisamente provocatoria che l’ateo Ippolit rivolge al principe Myskin, quasi riassumendo tutte le domande che ciascuno di noi pone a se stesso e a Dio sul senso del tempo e della storia: “È vero, principe, che voi diceste un giorno che il mondo lo salverà la bellezza? Signori – gridò forte a tutti – il principe afferma che il mondo sarà salvato dalla bellezza… Quale bellezza salverà il mondo?”.

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Commentando in una sua lettera pastorale (che aveva lo stesso identico titolo del nostro incontro) questo passo del romanzo, il cardinale Martini scrisse: “Il principe non risponde alla domanda (come un giorno il Nazareno davanti a Pilato non aveva risposto che con la Sua presenza alla domanda: “Che cos’ è la verità?”). Sembrerebbe quasi che il silenzio di Myskin – che sta accanto con infinita compassione d’ amore al giovane che muore di tisi a diciotto anni – voglia dire che la bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore”.

Possiamo essere certi che questa bellezza salverà il mondo, e – nel mondo – Roma. Contare un nuovo anno di vita della nostra città ci aiuta a ritrovarci in un compito comune, che ricomincia ogni giorno, proprio in rapporto alla bellezza: il compito di contrastarne la sua negazione sottile e pervasiva nella vita di credenti e non credenti e che si riconosce per la mediocrità che avanza, il calcolo egoistico che prende il posto della generosità, l’abitudine ripetitiva e vuota che sostituisce la fedeltà vissuta come continua novità del cuore e della vita. Proprio perché amiamo Roma e la sua bellezza materiale e immateriale – il suo popolo, la sua gente – possiamo aiutarci a promuovere e a custodire tutto quello che ogni giorno suscita attrazione, sorpresa, dedizione, innamoramento, entusiasmo; ciò che l’amore scopre nelle persone che ama, in quelle persone che riconosciamo come degne del dono di noi stessi.

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Vorrei concludere questo mio breve saluto citando un passo dall’enciclica Fratelli tutti di papa Francesco, che è papa in quanto vescovo di Roma, di questa città. Si trova al capitolo sesto, significativamente intitolato “Dialogo e amicizia sociale”, laddove propone la gentilezza come virtù sociale. Scrive dunque il Papa: La gentilezza è una liberazione dalla crudeltà che a volte penetra le relazioni umane, dall’ansietà che non ci lascia pensare agli altri, dall’urgenza distratta che ignora che anche gli altri hanno diritto a essere felici. Oggi raramente si trovano tempo ed energie disponibili per soffermarsi a trattare bene gli altri, a dire “permesso”, “scusa”, “grazie”. Eppure ogni tanto si presenta il miracolo di una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza. Questo sforzo, vissuto ogni giorno, è capace di creare quella convivenza sana che vince le incomprensioni e previene i conflitti. La pratica della gentilezza non è un particolare secondario né un atteggiamento superficiale o borghese. Dal momento che presuppone stima e rispetto, quando si fa cultura in una società trasforma profondamente lo stile di vita, i rapporti sociali, il modo di dibattere e di confrontare le idee. Facilita la ricerca di consensi e apre strade là dove l’esasperazione distrugge tutti i ponti (224).

Auguriamoci tutti di riaprire quotidianamente, ordinariamente, la strada alla bellezza che salva il mondo a partire da questa gentilezza, che è il principio di una relazione che trasforma lo sguardo e i gesti.

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Saluti Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali del Senato

RICCARDO NENCINI Presidente Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali del Senato La bellezza salverà il mondo è una frase di Dostoevskij che scrisse a Firenze dove stava lavorando a un suo romanzo. Aveva ragione lo scrittore russo: la bellezza nel senso di cultura e nel senso di conoscenza, proprio perchè, anche dal punto di vista economico, è vero che la cultura origina ricchezza e chi manipola, chi governa la conoscenza e quindi anche la cultura fissa i canoni della bellezza. Noi abbiamo provato a fissare un nuovo canone all’interno del Recovery Plan, insieme con il ministro Franceschini, da una parte intervenendo pesantemente per il recupero dei borghi storici, dall’altra lavorando sui cammini storico-religiosi, dall’altra ancora investendo profondamente nella digitalizzazione di un patrimonio storico-artistico e monumentale che è unico al mondo. Per proteggerlo e per valorizzarlo, bisogna prevedere nuove assunzioni di un mondo soprattutto di ragazze e ragazzi, diplomati, laureati, che affidino il loro futuro alla valorizzazione dei beni artistici e culturali da una parte e alla protezione e alla tutela dei beni anche paesaggistici dall’altra. Quando la pandemia verrà definitivamente sconfitta, ci saranno ancora flussi grandi di turisti che vorranno visitare Roma per il Colosseo, Venezia, Firenze per il magnifico cupolone del Brunelleschi, e però anche tutto ciò che è presenza sul territorio, che è diffuso sul territorio, quindi conoscenza di un mondo che prima era soltanto di nicchia, esploderà, come è già avvenuto nel corso dell’estate scorsa. 30

Questa è una delle ragioni per cui l’investimento in istruzione, cultura, beni artistici e culturali diventa assolutamente decisivo.

C’è una frase bellissima che il Vasari scrive all’inizio del’500, presente in un suo scritto, in cui si dice che ogni artigiano fiorentino la mattina quando va in mercato vecchio a vendere il suo prodotto deve porsi tre domande: venderlo al miglior prezzo possibile, vendere il miglior prodotto possibile, anche durevole, e terzo quel prodotto deve contenere la creatività, e quindi l’originalità. Ecco questi tre valori rimangono ancora oggi in una società profondamente cambiata, ed è a quei tre valori che la creatività italiana e la cultura italiana devono costantemente ispirarsi, sia spettacolo, sia teatro, sia museo, sia tutto ciò che vale come biglietto da visita, come carta d’identità dell’Italia nel mondo.

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Saluti del Ministero della Cultura

DARIO FRANCESCHINI Ministro della Cultura Il confronto tra molteplici protagonisti del mondo culturale e attori della filiera turistica della Capitale offre l’opportunità di analizzare i punti focali da affrontare in vista della riapertura e della successiva ripartenza, a cominciare dalla necessità di regolare gli ingenti flussi di visitatori che torneranno a godere dello straordinario patrimonio di Roma.

Nell’augurarvi pertanto ogni successo nella discussione odierna, resto in attesa di conoscerne le conclusioni, che saranno di sicuro interesse in vista delle prossime, imminenti sfide.

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Saluti della Presidenza del Consiglio dei Ministri

GIUSEPPE MOLES Sottosegretario di Stato per l’Informazione e per l’Editoria Sono lieto di poter portare il mio saluto al vostro webinar, iniziativa promossa da Remind Filiera Immobiliare in collaborazione con il Parlamento Europeo, in occasione del Natale di Roma. Nel titolo che avete scelto di dare al Think Tank “La bellezza salverà il mondo – Turismo, Cultura e Istruzione per il Rilancio dell’Economia in Armonia con il Creato”, vengono citate tre direttrici, turismo, cultura e istruzione, con le quali, e grazie alle quali, sono certo che il nostro Paese potrà risollevarsi dopo questa lunghissima epidemia, che ha privato i cittadini non solo della libertà, non solo degli affetti, ma anche della bellezza. Penso alla bellezza dei nostri musei, alla bellezza di assistere a un concerto, andare al teatro o al cinema, poter visitare una città sconosciuta.

Spero che potremo tornare presto a fare tutto questo. Ci avviciniamo infatti a un graduale ritorno alla normalità, per merito di una campagna vaccinale decisamente all’altezza e, grazie al coraggio di questo governo, di cui mi onoro di fare parte, che ha scelto di scommettere sul futuro, una scommessa assolutamente positiva.

Turismo, cultura e istruzione sono dunque tre parole chiave: il Turismo per un Paese come il nostro, non potrà che essere elemento trainante della ripresa economica;

33 la Cultura, uno sei settori più colpiti dalle chiusure, deve essere considerata un’industria vera e propria ed è a mio avviso da sostenere ancora di più; l’Istruzione è quanto mai necessaria per i nostri ragazzi, soprattutto dopo questo periodo di DAD e chiusure, perchè sulla loro preparazione si gioca il futuro dell’Italia.

Plaudo alla vostra iniziativa, vi auguro buon proseguimento in questa giornata particolare in cui i romani – io lo sono orami di adozione – festeggiano il Natale di Roma che vuole rappresentare simbolicamente la nascita della Città Eterna.

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Saluti di Roma Capitale e della Regione Lazio

VIRGINIA RAGGI Sindaca di Roma Capitale Buon pomeriggio a tutti, ringrazio Carlo Corazza (Rappresentante in Italia del Parlamento Europeo) e Paolo Crisafi (Presidente di Remind) per aver organizzato questo importante Think Tank in occasione del Natale di Roma. Saluto chiaramente chi interverrà dopo di me e chi ci sta seguendo in questo momento in streaming.

Dopo oltre un anno dall’inizio della pandemia abbiamo oggi una certezza: dobbiamo ripartire e trovare insieme nuove strade unendo le forze. Dobbiamo valorizzare le nostre eccellenze a partire dai beni culturali, i monumenti, i musei, che rappresentano la nostra storia e sono di fatto l’essenza della nostra identità. Il titolo che avete scelto è “La bellezza salverà il mondo”. Se questo è vero, e io lo credo, Roma gioca un ruolo fondamentale in questa idea di rinascita. Dalla nostra cultura possiamo partire per ragionare su una crescita che valorizzi il patrimonio unico di cui la nostra città dispone. Per superare l’emergenza economica, nata evidentemente da quella sanitaria, è però necessario condividere idee, progetti, ascoltarci, confrontarci, e trovare davvero insieme una strada nuova.

Sono certa che insieme ci riusciremo. Grazie a tutti e buon lavoro.

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NICOLA ZINGARETTI Presidente della Regione Lazio Carissimi, desidero porgere un saluto e un grande ringraziamento a tutti coloro che parteciperanno all’iniziativa “La bellezza salverà il mondo”, promossa da Remind in occasione della ricorrenza del Natale di Roma. Gli organizzatori di questo evento propongono infatti una preziosa chiave di lettura, per affrontare questo tempo incerto: la necessità di investire con coraggio nella bellezza, nella creatività e nella grande ricchezza del patrimonio turistico e culturale della Capitale e di tutto il territorio del Lazio.

Di fronte agli effetti devastanti dell’emergenza sociale ed economica generata dalla pandemia, è necessario immaginare un processo di rinascita e lavorare uniti per riprendere le attività. Remind, con questa iniziativa, ci ricorda come la storia, la cultura, le bellezze artistiche e naturali di cui dispongono i nostri territori, possano costituire un eccezionale volano per la ripresa economica e per la vita sociale delle nostre comunità. Sono settori su cui la Regione Lazio investe da anni con forza, ma che hanno in questo momento bisogno di segnali, impegni concreti, progetti di largo respiro.

Ora è quindi necessario procedere con la massima velocità nella campagna vaccinale, che è la grande speranza per uscire da questo incubo, ma allo stesso tempo è importante definire da subito azioni e investimenti per costruire un modello di sviluppo più forte e sostenibile di quello che c’era prima del Covid.

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Io sono convinto che la grande risorsa della bellezza e della cultura dovrà essere uno degli assi principali di questo processo di rinascita, da sostenere con adeguati finanziamenti e con un radicale processo di semplificazione delle procedure amministrative.

Per questo, desidero rinnovare il mio impegno personale e quello della Regione Lazio su questi temi strategici e porgo al Presidente di Remind Paolo Crisafi, al Rappresentante del Parlamento Europeo in Italia Carlo Corazza, a tutti gli ospiti istituzionali e ai partecipanti un sentito augurio per il miglior successo di questa iniziativa.

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Il Natale di Roma

LORENZA FRUCI Assessora alla Crescita Culturale di Roma Capitale In qualità di amministratori siamo chiamati a preservare la “grande bellezza” della nostra città e a creare sempre nuovi strumenti per fruirne al meglio e farla conoscere. Con le migliori forze economiche della Capitale dobbiamo progettare insieme nuovi spazi dove l’abitare sia il luogo della crescita e dell’attenzione al bello, avendo cura soprattutto per le nuove generazioni.

È per loro prima di tutto che dobbiamo progettare una ripartenza, ripensando completamente il post-Covid a partire da ciò che di straordinario offre la nostra città. In questa attività sono importanti think tank come questo organizzato da Remind dove cultura e turismo sono elementi fondamentali per una ripresa economica sostenibile.

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La Bellezza è Diversità

MICHELE DE LUCCHI Designer e Architetto Grazie per l’invito a partecipare a questo convegno, grazie a Paolo Crisafi che ha inventato questo titolo bellissimo. La bellezza salverà il mondo è una grande verità e ne sono convinto da architetto e da progettista e penso proprio che guardare avanti vuol dire soprattutto guardare alle bellezze che abbiamo intorno a noi e saperle valorizzare, saperle rendere disponibili a tutti quanti.

L’idea di bellezza è cambiata moltissimo nel tempo, ogni epoca ha avuto la sua idea di bellezza e certamente adesso non c’è più l’idea della bellezza classica, rinascimentale, la bellezza quella universale nella quale si potesse categorizzare con le regole della proporzione aurea o dell’armonia in generale. Quel tipo di bellezza è un qualcosa che attribuiamo al passato, oggi siamo convinti che la bellezza sia un bene di ciascuno, proprio dall’epoca illuminista e dall’epoca romantica l’uomo si è accorto che la bellezza è relativa alle emozioni, ai sentimenti, e quindi, chiaramente e giustamente, ognuno ha le sue emozioni e la sua maniera di percepire la meraviglia, percepire quello che ci viene davanti e che valorizza ed esalta tutti i nostri sensi e la nostra idea del mondo.

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Ecco direi proprio che la bellezza è sempre diversa e guai ad andare a distruggere questa diversità, proprio perché distruggere la diversità è un grande danno per il pianeta con tutte le distruzioni che stiamo continuamente, come uomini, esercitando sulla natura, sulle foreste, sui mari, sulla biodiversità in generale.

Dobbiamo assolutamente valorizzare questa diversità, e direi che il messaggio che mi sembra più attuale oggi sia quello che la bellezza è relativa alla diversità e che dobbiamo proprio anche far vedere la diversità di noi uomini, la diversità delle personalità, la diversità delle culture, le diversità di tutte le provenienze possibili: la bellezza che salverà il mondo è la bellezza della diversità.

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Presente e Futuro del Turismo

MASSIMO GARAVAGLIA Ministro del Turismo Sono tante le innovazioni che il Ministero sta attuando in questo periodo: questa crisi richiede un nuovo passo e dobbiamo essere rapidi, pragmatici e creativi per recuperare e costruire un’industria del turismo forte e sostenibile. Il turismo è una delle industrie più attraenti in Italia, da un lato un investitore considera l’Italia un’opportunità perchè è un naturale top del turismo mondiale, dall’altro gli investitori stranieri sono scoraggiati dalla frammentazione del settore e dalla complessità normativa amministrativa, problemi non nuovi che dobbiamo affrontare insieme. E’ noto che gli investitori stranieri considerano l’Italia un buon mercato, nonostante le complesse normative edilizie, il costo del lavoro, le tempistiche molto lunghe, le diverse norme regionali, la frammentazione del mercato. È importante favorire gli investimenti stranieri nel settore alberghiero, per esempio introducendo fondi immobiliari aperti e non dobbiamo mai dimenticare che l’industria immobiliare e il turismo in Italia sono strettamente collegate.

Se ci interroghiamo sul futuro la vera domanda è: c’è spazio in Italia per nuove possibilità di investimento? La risposta è sì ovviamente, perché il mercato non ha ancora raggiunto il suo pieno potenziale. Per molto tempo la qualità dei flussi turistici è stata subordinata alla quantità nonostante L’Italia poi è dotata di un patrimonio paesaggistico, naturalistico, culturale e artistico unico a livello mondiale.

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Questo patrimonio viene messo a rischio da volumi insostenibili o da un turismo meno accorto, poco rispettoso dei luoghi, della natura, delle persone, non distribuito tra grandi attrattori e destinatari minori, non alla ricerca di soluzioni sostenibili che portano a una ricchezza su tutto il territorio nazionale. Per preservare tutto ciò l’Italia ha bisogno di un turismo giusto. non di qualsiasi genere di flusso, e la stessa logica vale per gli investimenti stranieri nel settore: occorre selezionare e sostenere gli operatori che portano avanti operazioni equilibrate e sostenibili. Dobbiamo puntare a un ciclo virtuoso che si autoalimenti, a scelte ecosostenibili e organiche che promuovano il contatto con la natura incontaminata nei territori più affascinanti. Puntiamo su progetti belli e di qualità.

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Tutte le Strade (del Turismo e della Cultura) Portano a Roma

ANTONIO MARCELLINO Presidente Conservatorio di Musica Santa Cecilia La bellezza salverà il mondo”, ma cosa si sta facendo per salvare ora la bellezza? La pandemia ha bloccato, come in un fermo immagine, la progettualità e la spinta al rinnovamento. La cultura italiana, fulcro attrattivo della filiera turistica – ben redditizia per il bilancio italiano – vive spesso di iniziative personali o dell’attività di Istituzioni che si impegnano al di là delle risorse a disposizione.

Il Conservatorio Statale di Musica “Santa Cecilia” di Roma, che ho l’onore di presiedere da qualche mese, è un’Istituzione riconosciuta e apprezzata a livello mondiale ma, in questo momento così complesso, io credo non si debba abbassare la guardia ma anzi dobbiamo impegnarci sempre di più a implementare la fama di cui gode potenziando le sue tre Missioni: la formazione, la ricerca e l’interazione con la società e con il territorio.

Sul fronte della formazione, la preparazione musicale delle giovani generazioni è connaturata alla ragione originaria dell’Istituzione, che forma ottimi strumentisti, cantanti, compositori, perlopiù purtroppo destinati a cambiare lavoro o a far riconoscere all’estero le proprie eccellenze performative se non avverrà una inversione di tendenza che invece preservi e tuteli questo patrimonio, e se il Recovery Plan non rappresenterà un vero acceleratore culturale.

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Sul fronte della ricerca, pur essendo Accademie e Conservatori italiani tra i maggiori produttori anche di letteratura scientifica al riguardo, il legislatore non ha ancora varato la normativa relativa ai dottorati di ricerca, che nelle università sono da tempo fucina di giovani promesse. Il Conservatorio “Santa Cecilia”, a proposito di resilienza, per formare e avviare i giovani all’attività di ricerca in campo artistico, continuerà a fare di necessità virtù, proseguendo – anche autonomamente – sulla strada varata con il primo Master in Artistic Research in collaborazione con il più importante centro di ricerca artistica europeo, l’Orpheus Institut di Gent.Ma è sul fronte della ‘Terza Missione’ che il Conservatorio “Santa Cecilia” è riuscito negli ultimi anni a produrre risultati a mio parere incredibili, considerando la condizioni economiche e logistiche di partenza. “Santa Cecilia” ha anzitutto costruito una rete di collaborazioni con alcune delle più importanti realtà dell’Alta Formazione, come l’Accademia Nazionale di Danza, l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica e l’Accademia di Belle Arti, anch’esse famose nel mondo al pari del nostro Conservatorio, estendendo poi questa rete alle collaborazioni con Università, enti di produzione, teatri, musei ecc.

Questo ha tra l’altro portato a un potenziamento delle collaborazioni in termini di progettualità artistica e di disseminazione sul territorio di iniziative soprattutto concertistiche, e ha permesso di promuovere – in aggiunta alle stagioni realizzate all’interno della nostra prestigiosa Sala Accademica (un gioiello di acustica unico al mondo) – la conoscenza sul territorio della Capitale e della regione dei nostri migliori gruppi di studenti e diplomati. 44

Inoltre, last but not least, il Conservatorio “Santa Cecilia” si è interrogato su quanto la musica potesse fare anche in termini di apporto alle situazioni di diversa abilità.

A tal proposito, in questa delicata fase di ‘rilancio’, verranno potenziati i progetti che, anche avvalendosi dei nostri Laboratori di Liuteria e di Restauro, coinvolgono studenti non vedenti, studenti con sindrome di Asperger, e che in questi anni si sono spinti sino alle sperimentazioni nella cura delle patologie neonatali, grazie a veri e propri protocolli scientifici siglati con le maggiori realtà di ricerca medica di Roma, come l’Ospedale Bambin Gesù o il Campus Universitario Biomedico.

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LUCA BARBARESCHI Direttore Artistico Teatro Eliseo La pandemia è stata per me un’opportunità, un momento di riflessione e di formulazione di nuove strategie. Il Teatro Eliseo purtroppo ha dovuto bloccare le attività ma Eliseo Entertainment è un brand che ne racchiude di molteplici. Proprio per questo stiamo pianificando diverse soluzioni per i prossimi cinque anni: film per le generaliste, prodotti per piattaforme, film per il grande schermo e non ultima una nuova sezione dedicata all’intrattenimento leggere e ai docufilm.

Il concetto di bellezza è un ‘esperienza che coinvolge i sensi, che li eccita e – paradossalmente – li inibisce. Vorrei portare la mia riflessione sulle ali di un testo teatrale che ho avuto il piacere di interpretare all’Eliseo e che dal conflitto tra il bello e il brutto ha creato una tra le più belle storie d’amore e di libertà. Mi riferisco a Rostand e al suo capolavoro Cyrano de Bergerac. La trama è nota: Cyrano propone a Cristiano di unirsi per poter raggiungere l’inarrivabile Rossana, l’uno con la bellezza, l’altro con il genio.

Le parole di Cyrano rappresentano il potere della seduzione dell’arte. La bellezza dell’arte, del teatro, e della poesia rappresentano l’aspirazione alla felicità. Nella cosmogonia visionaria di Rostand, i nobili si trovano alla base della piramide umana mentre al vertice c’è la ‘creatura luminosa’ a cui dobbiamo aspirare. L’Arte, la bellezza, la poesia non sono solo concetti, sono un modo per narrare e percepire la realtà.

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Ed è questo il compito che spetta ad un artista – produttore, rendere fruibile per gli altri, magari attraverso la rappresentazione dei vizi e della mancanza di dignità, la bellezza, l’armonia, il senso di felicità da raggiungere, da emulare, da vivere.

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MARIA ANTONELLA FERRI Preside Universitas Mercatorum Roma La cultura ha la natura di bene pubblico, ma non in senso teorico o virtuale. La cultura è parte integrante dell’economia del nostro paese. La cultura può essere un acceleratore di crescita e un fattore di sviluppo, uno dei motori trainanti dell’economia italiana, una determinante che valorizza la qualità e la competitività del made in Italy.

Esiste una stretta relazione tra turismo e cultura e questo comprende il paesaggio litoraneo, montano e collinare, l’enogastronomia. Il turismo è parte integrante, anche in termini di valore prodotto, delle filiere culturali e di quella parte dell’economia che beneficia di cultura e creatività.

Tuttavia, la recente crisi pandemica ha fatto registrare i seguenti dati (Istat aprile 2021): I viaggi dei residenti in Italia nel 2020 toccano il loro minimo storico: sono 37 milioni e 527 mila (231 milioni e 197 mila pernottamenti), con una drastica flessione rispetto al 2019 che riguarda le vacanze (-44,8%) e ancora di più i viaggi di lavoro (-67,9%).Tra le vacanze di piacere e svago, la quota di quelle che includono almeno una visita a una città perde 13 punti (32,2%; era il 45,2% nel 2019), subendo più delle altre, quindi, i colpi della pandemia. Le restrizioni alle attività praticabili durante le vacanze causano la forte contrazione dei flussi vacanzieri finalizzati a visite al patrimonio culturale, alla partecipazione ad eventi e spettacoli, al turismo enogastronomico.

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Questo tipo di vacanze, in cui l’attività culturale è la motivazione principale, erano già in calo lo scorso anno e nel 2020 diminuisce ancora di più: la loro quota scende dal 16,9% del 2019 al 7% del 2020.

A fronte di tale scenario le principali strategia di ripresa per il sistema turistico italiano, ed in particolare per quello culturale, sono: agire sul fronte della domanda; potenziare le aree interne; investire nella formazione.

Le caratteristiche della “nuova” domanda turistica è influenzata da trend sociologici, fattori ambientali e cambiamenti tecnologici. Il modello di offerta turistica è cambiato: si basa su un concetto di “turismo senza fine” che, grazie all’integrazione tra identità territoriali e tecnologia digitale, coniuga soggiorni e esperienze ricreative e culturali acquisendo prodotti e servizi tipici (pre-post visita). Lo smartworging ha reso possibile ambienti turistici che si integrano con le attività lavorative.

L’altra sfida è la valorizzazione delle identità locali e dunque lo spostamento del viaggiare dalle aree metropolitane alle aree interne, potenziando una domanda turistica “artigianale”, meno massificata. Un approccio al viaggiare più “culturale” basato su località vicine (borghi, aree rurali, cittadine), alla ricerca anche di scambi attraverso ecomusei e cooperative di comunità.

Alla luce di tutto ciò è fondamentale la presenza di capitale umano qualificato.

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La formazione riveste un ruolo trainante; la conoscenza è un fattore produttivo primario in un capitalismo sempre più culturale. La fase pandemica che il mondo sta vivendo se da un lato si accompagna ad una rivoluzione digitale in tutti i processi produttivi e creativi, dall’altra recupera i valori della società della conoscenza, alla base della democratizzazione dei saperi.

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GIORGIO BISANTI Professore – Scultore e Pittore Vorrei iniziare soffermandomi sull’importanza del nostro impegno nella lotta ai cambiamenti climatici, per la salvaguardia e la tutela del nostro Pianeta. Una delle prime azioni da portare avanti in quest’ottica riguarda la riduzione del consumo non sostenibile delle risorse ambientali, per evitare conseguenze ancor più devastanti di quelle che già abbiamo toccato con mano. La politica, se competente, può avere in questo un ruolo guida fondamentale. Il nostro fine ultimo è quindi quello di salvare il mondo e, per farlo, dobbiamo preservare e valorizzare ciò che di bello questo mondo ha da offrirci, sia in termini ambientali che in termini culturali.

Bellezza che nella sua accezione di patrimonio culturale e artistico caratterizza in primis il nostro Paese, dove, ricordiamolo, è presente il 70% delle opere d’arte del mondo. Un immenso patrimonio, quindi, che purtroppo non è adeguatamente messo a frutto e valorizzato, e che, se messo a sistema e sfruttato al meglio, in modo sostenibile, può essere invece il principale volano per uno sviluppo economico e sociale. Ripartiamo quindi da qui, dalla nostra cultura, dalla nostra storia, dalla nostra bellezza, tenendo a mente che questa influenza anche i rapporti tra gli individui, posto l’assunto che vivere in posti belli migliori le relazioni umane.

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GIORGIO PALMUCCI Presidente Enit Ad integrazione di un concetto caro a Dostoevskij aggiungerei che la consapevolezza salverà il mondo, la sempre maggiore cognizione della portata artistica, culturale e valoriale dell’Italia è ciò che la spingerà sempre più lontano e a ritrovarsi dopo la bufera che ha colpito l’umanità. È stupefacente pensare come certe idee, certi valori e certe tradizioni che si susseguono da tempi precedenti al nostro, siano intramontabili e quindi sempre attuali e non smettano di appassionare i viaggiatori come un capitale a cielo aperto di insegnamenti perenni. Sta a noi “valorizzatori” di questa immensa grandezza predisporla ad essere colta. “La bellezza salverà il mondo” è una delle affermazioni che meglio descrivono ciò che si dovrebbe preservare e difendere, poiché solo difendendo il nostro patrimonio potremo continuare a sostenere la beltà. Anche per questo è fondamentale munire l’Italia di una sempre maggiore consapevolezza appunto della propria identità, approfittando proprio di questo momento di “smarrimento” delle direzioni per un ritorno ad un’autentica rivalutazione dei luoghi e delle professionalità che operano in uno dei settori più trainanti del Paese, il turismo che vale il 13 per cento del Pil, un comparto che proprio dalla drammaticità del momento può trarre nuova linfa vitale e approfittare per un processo di “rieducazione territoriale al bello”.

La bellezza, astrazione che di per sé contiene una gran mole di significati ma che si sostanzia in ciò che garantisce l’identità del nostro Paese, e di tutte le culture del mondo attraverso le espressioni diversificate delle esperienze che può offrire.

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Per questo appare centrale la creazione di itinerari alternativi che permettano di valorizzare la grande diversità che caratterizza l’Italia, prima al mondo per numero di siti dichiarati Patrimonio dell’Unesco, ben 55. A differenza di quello che si potrebbe credere, la bellezza può essere utile, e non futile come si potrebbe pensare. La bellezza infatti non ha solo un ruolo nell’arte o nella natura, ma anche nell’economia e un impatto nella vita quotidiana. Dagli studi Enit emerge che italiani e gli stranieri sono convinti di vivere nel Paese “più bello del mondo” e questo li rende un popolo cosciente della propria identità e quindi forte, capace di sconfiggere la crisi. Il patrimonio valoriale è la forza dell’Italia e il punto di partenza per rilanciare il Paese. Ben vengano, quindi, le iniziative di confronto come queste che Remind organizza con consuetudine per fornire contributi di idee su Decisori.

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EKATERINA BAKANOVA Direttore Remind e Soprano

Sono contenta di partecipare a questo importante Think Tank e di aver dato il mio contributo artistico nell’’organizzazione.

Oggi sono presenti le eccellenze italiane non soltanto dal mondo della cultura ma anche della politica, del turismo e della economia.

Provenendo dal mondo dell´arte, mi trovo fortemente d´accordo con l’assunto e l´opinione che la “bellezza“, nel senso di cultura ed esperienza artistica, sia una occasione ineguagliabile di sviluppo economico e di crescita civile e sociale.

Ritengo infatti sottolineare che l´educazione, la formazione e l´istruzione siano i principi ed obbiettivi fondamentali da cui ripartire per superare insieme questa crisi drammatica.

Condivido il punto di vista dell´Assessora della Cultura di Roma Lorenza Fruci che proprio i bambini sono un segmento della popolazione che necessita di una attenzione particolare; perché l´amore del bello porta in sé l’amore per il Creato, concetti fondamenti da insegnare e condividere con i giovani. L’educazione del “bello” dovrebbe essere uno dei pilastri più importanti ed essenziali della formazione di ogni persona.

Negli ultimi mesi della pandemia sono stata fortunata di poter continuare la mia attività artistica ed ho eseguito spettacoli per la maggior parte all’estero in Spagna ed in Svizzera da dove sono rientrata recentemente.

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Ho cantato nei teatri che sono riusciti nonostante delle restrizioni ad andare avanti con le produzioni e nel rispetto delle regole Covid.

Dalle ultime notizie sembra che presto sarà possibile la riapertura dei teatri anche per la mia adorata e amata ´Italia.

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Saluti

ETTORE ROSATO Vice Presidente della Camera dei Deputati L’Italia è il Paese del bello, la casa della cultura, del turismo e del sapere. La culla di civiltà antiche che hanno regalato capolavori al mondo intero. Ci viene riconosciuto ovunque, questo è il nostro principale tesoro. Non sempre valorizzato però, purtroppo. Le risorse europee rappresentano una grande opportunità che dobbiamo saper cogliere e sfruttare al meglio: rilanciamo investimenti e infrastrutture per rendere le nostre città, gli immobili e i relativi impianti più sicuri e sostenibili sotto un profilo energetico-ambientale, sosteniamo gli operatori del settore turistico che tanto hanno sofferto e stanno soffrendo gli effetti della crisi, sfoltendo la burocrazia, intervenendo con ristori adeguati e con misure di garanzia per il credito.

Il turismo e la filiera immobiliare sapranno essere elementi essenziali per la ripresa economica del Paese.

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PIERLUIGI BIONDI Sindaco L’Aquila L’esperienza aquilana dimostra che un processo complesso come quello della ricostruzione post sisma può essere accompagnato, oltre che dal principio centrale della sicurezza, da elementi qualificanti quali la bellezza e la valorizzazione di luoghi identitari per le comunità. Un cammino in cui sono altrettanto determinanti la promozione e il rilancio di un tessuto culturale effervescente, proprio di una terra ricca di esperienze nel campo delle arti, del teatro, della musica, della danza e del cinema.

Un modello scalabile e replicabile anche in realtà delle aree interne del Paese.

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Buone Pratiche a Confronto

LEONARDO BECCHETTI Professore Ordinario di Economia Politica Università Roma Tor Vergata La frontiera attuale degli studi delle scienze sociali indica come gli esseri umani siano essenzialmente cercatori di significato. La risposta a questa domanda di senso rappresenta dunque una delle attività più importanti dal punto di vista sociale ed economico. La cultura e la bellezza sono essenzialmente risposte alla domanda di significato e come tali destinate ad avere un ruolo sempre più centrale nell’economia e nella società del futuro.

Per questo motivo mi preme mettere in evidenza come sia possibile costruire su questa base circoli virtuosi tra tutela del genius loci dei territori, sostenibilità ambientale e valore turistico ed economico in grado di realizzare circuiti di creazione di valore sostenibile.

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ANTONELLA FERRARA Fondatrice Taormina International Book Festival Con gioia ho raccolto l’invito a prendere parte al prestigioso Convegno “La Bellezza salverà il mondo”, con una piena e totale adesione all’indirizzo tematico che fa da cornice ai lavori, ovvero l’imprescindibile interrelazione tra turismo e cultura in un’ottica di rilancio dell’economia. Non è infatti un caso che il Festival internazionale del libro Taobuk trovi la sua radice in un luogo unico al mondo, presidio internazionale del turismo e della letteratura, raccogliendo la tradizione di Taormina quale capitale cosmopolita delle arti, essendo al contempo una destinazione amata e ricercata da viaggiatori di ogni parte del mondo e in ogni epoca.

Nella consapevolezza che un contesto di antiche stratificazioni culturali come Taormina continui ad alimentarsi di tanta Bellezza, eleggere la città a sede del Festival ha voluto rappresentare, innanzitutto, il desiderio di ricollegarsi ad una storia fatta di dialoghi e incroci di civiltà.

Far questo attraverso la programmazione di un evento internazionale significa organizzare e potenziare l’offerta culturale del territorio nell’ottica della sua internazionalizzazione, con uno sguardo dinamico alla creazione di reti e sinergie progettuali e un’attenzione speciale alla legacy e alle ricadute, anche in termini di attrazione turistica e indotto.

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Oggi più che mai il desiderio di essere comunità è un’istanza primaria e cara a noi tutti, così come quello di comunicare al di là del confine sottile rappresentato da una mascherina, mentre il nostro modo di leggere l’altro si arricchisce continuamente di nuove sfumature. La bellezza che salverà il mondo, per dirla con Dostoevskij, è quella che spinge a guardare oltre, come si fa tra le pagine di un libro, riappropriandosi di un cammino, di una strada, di una prospettiva che oggi più che mai ci rende cittadini attivi, rafforzando la rete tra operatori della cultura, imprenditori, istituzioni, nella tutela e nella difesa di uno dei fondamenti della nostra civiltà: lo spazio della condivisione e del libero confronto di idee.

Oggi più che mai, portare avanti questa idea di Bellezza che ha alimentato il mio sogno e mi ha condotta, nel 2011, a fondare il Festival Taobuk, assume un valore paradigmatico, etico e civile: significa rinnovare in questo patto tra il Festival e il suo pubblico l’impegno a voler essere comunità pensante, lasciando che prevalga la spinta al ritrovarsi insieme per guardare alla costruzione di un futuro responsabile e solidale.

In un momento come quello che viviamo, dunque, possiamo affermare con coraggio e convinzione che ‘la bellezza salverà il mondo, giacché è da questa che ripartiremo per costruire il futuro, salvaguardando il senso della condivisione e la gioia di ritrovarsi.

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MARIA CARMELA COLAIACOVO Hotel dei Cappuccini di Gubbio e AICA Con il Park Hotel ai Cappuccini abbiamo lavorato ad una valorizzazione che partisse dall’edificio originale, un convento del XVII secolo rispettando il forte legame con la storia, il territorio, le realtà locali, l’arte, l’artigianato, la cucina. Un dialogo che abbiamo voluto aperto e che dura tutt’ora, capace di rinnovarsi con interventi che di anno in anno hanno saputo rendere sempre attuale la proposta dei Cappuccini. Un processo importante anche per il territorio in un difficile equilibrio tra tradizioni e capacità di innovazione, ma che costituisce uno dei principali punti di forza dell’offerta italiana.

Il lascito di questa crisi che stiamo vivendo, rischia di essere un blocco degli interventi nei prossimi anni. Questo non può e non deve accadere. Accanto alle misure emergenziali per la salvaguardia delle imprese, è necessario costruire anche un percorso a sostegno degli investimenti nel medio e lungo termine, per proseguire quel percorso di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio che il turismo ha attivato in tante parti del Paese, contribuendo anche alla crescita competitiva dell’Italia nel quadro del turismo internazionale.

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MARIO SUGLIA Partner e General Manager di Inarea Identity Design La bellezza salverà il mondo? Sicuramente si. Ciò che è generato dalla bellezza è un bene. E solo un bene può portare all’armonia del Creato. La bellezza e il design: espressione dell’essenza, dell’anima dell’oggetto o dell’organizzazione (azienda, territorio, comunità).

Design e bellezza sono strettamente legati al concetto di identità. Il brand design è espressione sensoriale dell’identità, quindi della base valoriale e del significato dell’oggetto “osservato”. Nella sua pluralità il brand è identity design. Il brand disegna le relazioni, genera contatti.

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FABIO DE STEFANO Esperto di Immagine e Creatore della Linea Show Make Up La chiusura degli esercizi commerciali a causa del covid-19 ha chiaramente trasformato il concept di lavoro aziendale. Le vendite dirette tramite rete commerciale del mio marchio di make-up improvvisamente sono rallentate e in alcuni casi si sono addirittura fermate, così ho deciso di affiancare il mio brand ad una piattaforma che si occupa di vendita on-line.

Ho considerato anche, in questo periodo di fermo commerciale, di tornare alla mia grande passione, che è quella del cinema, pertanto questo ultimo anno mi ha visto impegnato in prima linea come make-up artist su ben tre set cinematografici. Attualmente la cosa più importante che sto seguendo è un progetto richiesto dal Medio Oriente che prevede di portare la cinematografia a livello accademico in quasi tutti i Paesi arabi. Proprio in virtù anche di questo mio ultimo impegno lavorativo estero, mi sento di concludere con grande soddisfazione dicendo che sono sempre più convinto che il Made in Italy, se supportato, non tramonterà mai.

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FRANCO ARMINIO Poeta e Paesologo Io penso che oggi sia importante pensare a un nuovo modo di concepire la bellezza. L’idea è di considerare l’intero mondo esterno un capolavoro e quando non ci appare tale vuol dire che non siamo stati abbastanza attenti.

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ALESSANDRO D’ALATRI Sceneggiatore e Regista Questo anno, quasi anno e mezzo ormai di disastro pandemico, è stato problematico per tutto il mondo dello spettacolo come anche per il mondo delle persone normali diciamo: viviamo tutti la stessa condizione. I cinema sono chiusi, i teatri sono chiusi, quello che hanno reso possibile ancora per qualcuno, fortunatamente per me è stato così, a lavorare è stata la televisione. La nuova sostituzione purtroppo del cinema è la piattaforma. È quello che possiamo vedere noi con i computer, tutto quello chiaramente che non passa più per la sala, e quindi la socializzazione dello spettacolo. E questo già è un problema, una cosa brutta, perché siamo tutti abituati e cresciuti con questo modo.

D’altra parte però è anche vero che queste sono le nuove offerte che vengono fatte di spettacolo, e quindi secondo me è anche stimolante cercare di pensare a un nuovo modo. La curiosità, il dubbio adesso è se riusciremo a ritornare ai valori pre-covid, pre- pandemia. Adesso sento che il 26 aprile si potrà ricominciare a fare spettacolo all’aperto, le arene, e quindi ci riavvicineremo a una normalità, però è anche vero che bisogna vedere se siamo pronti, se saremo pronti, a ricostruire quell’approccio con il cinema che abbiamo sempre avuto.

Il cinema è stata la mia vita, io l’ho scoperto da bambino nella parrocchia dell’oratorio, sto parlando di un’epoca in cui neanche le televisioni stavano in casa, le vedevamo dalla vicina o al bar con la famiglia.

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Il cinema è stato quella finestra sul mondo, quella finestra meravigliosa sulla fantasia, è stato quel momento di grande evasione ma anche di grande crescita nel vedere i capolavori che venivano da tutto il mondo. I miei giochi da bambino sono stati influenzati dal cinema, i western, i film storici, la commedia, tutta la storia del cinema italiano che è una storia meravigliosa, a cominciare dal neorealismo per arrivare fino poi alla commedia e al cinema autoriale contemporaneo.

Allora diciamo che il cinema è uno strumento straordinario polivalente, nel senso che poi non esiste un cinema, ma il cinema con le sue varie sfaccettature, perchè c’è il cinema commerciale che ha la sua ragione di esistere, come esiste un cinema d’artista che ha un’altra ragione, oppure c’è anche quel cinema che io preferisco che fa le due cose insieme, che riesce a combinare il gusto per l’intrattenimento ma pieno di contenuto.

La bellezza salverà il mondo è una bellissima frase di Dostoevskij. La domanda vera che oggi mi sto ponendo è questa: chi salverà la bellezza? All’epoca di Dostoevskij c’era un concetto di bellezza, ma oggi detto forse in modo un po’ semplicistico, abbiamo perso il concetto di questa bellezza. Viviamo una società in cui tutto è diventato liquido, tutto è possibile, tutto è reale, tutto è falso, tutto è vero. Quella sottile membrana tra menzogna e realtà in qualche modo è andata completamente a scomparire; oggi tutto è diventato reale e irreale allo stesso tempo.

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Sempre Dostoevskij diceva che chiunque voglia sinceramente la verità è sempre spaventosamente forte, e questa mi sembra una ricerca importante, quella della ricerca della verità. Se noi oggi vogliamo ricostruire un rapporto veritiero con i grandi temi della vita dobbiamo interrogarci su questo e in particolare su come il senso di fratellanza è venuto a mancare negli ultimi tempi.

Il senso di fraternità è una delle tre grandi parole chiave di quella rivoluzione che ha modificato l’assetto dell’Europa e forse di tutto l’Occidente. La rivoluzione francese ci ha consegnato una libertà, un’uguaglianza che un po’ soffre di una reale libertà e in qualche modo una fratellanza che non può essere imposta per legge. La fratellanza deve scaturire necessariamente dalle nostre coscienze ed è lì che andiamo a riconfrontarci con il tema della bellezza. Secondo me sono le nostre coscienze che devono essere in qualche modo preparate e ricostruite per riconoscere la bellezza. Quindi questo momento, per vedere il bicchiere mezzo pieno, rappresenta un momento di grande lavoro per tutti gli uomini di buona volontà. La società dovrà ricostruirsi per una più rapida rinascita, e questa potrebbe essere l’occasione per riscrivere una nuova pagina della nostra storia, della nostra civiltà, che è nuova perché è globale. Siamo diventati un’unica coscienza collettiva, e su questo secondo me ci sono i presupposti per stabilire quel patto di fratellanza non soltanto tra esseri umani, ma anche con la natura, con gli animali, con tutto ciò che ci circonda, con l’universo, con il cosmo. Ristabilire un equilibrio che va ridisegnato completamente. Il cinema ha una grande occasione, come tutta l’arte, per farsi protagonista e interprete di questo nuovo percorso.

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LORENZO LISI Amministratore Ristorante Pierluigi in Roma Capitale La nostra storia comincia negli anni’70 in una Roma tutta da vivere e da scoprire con mio padre che, scappato dalla Ciociaria sua terra natia, iniziò a trovare i primi lavori remunerativi nella ristorazione. Dopo anni formativi alla Casina Valadier, nel 1980 investì in un piccolo ristorante a gestione familiare a Piazza de Ricci: aveva solo ventott’anni quando acquistò il ristorante Pierluigi. Al tempo il locale si presentava con la cucina a carbone e due piccole salette, ma era già una meta molto conosciuta nella città e mio padre, Roberto Lisi, fu in grado di accrescerne la fama e il valore con un mix puro di dedizione e sacrificio accompagnato dal rispetto e dalla conoscenza.

Con il passare degli anni e la costante crescita e il continuo cambiamento della città e del settore del turismo, mio padre ha deciso di trasformare la cucina da tradizionalmente romana in uno dei primi ristoranti di pesce della Capitale. Oggi sembra quasi nulla, ma negli anni’90 procedere in questa direzione a Roma era un qualcosa da veri visionari. Il percorso evolutivo è poi proseguito nell’arco degli anni fino ad arrivare a me, che nel 2010 ho rilevato questa struttura perfettamente funzionante e produttiva e ho iniziato a scrivere un nuovo capitolo fatto di internazionalità, di professionisti e soprattutto di piaceri, sempre però mantenendo un’identità italiana e romana, dedicando a quest’ultima un piatto speciale creato ad hoc: la gricia di pesce, con guanciale di tonno, pecorino, polpo e fave.

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Oggi rappresentiamo una delle destinazioni più conosciute della città a livello internazionale e ne siamo veramente orgogliosi. Dall’inizio della pandemia abbiamo cercato di far lavorare il più possibile i nostri dipendenti, che in qualche modo sono una vera e propria estensione della nostra famiglia e abbiamo aiutato diverse famiglie bisognose, quasi duecento, fornendo loro beni di prima necessità. Ho inoltre fondato la prima associazione indipendente dei ristoranti a Roma, la ARCS (associazione ristoranti centro storico) e sono felice che oggi tra i nostri iscritti figurino i nomi più rappresentativi della Capitale. Sono convinto che insieme, unendo le forze, riusciremo a trovare l’equilibrio perfetto tra la valorizzazione della nostra città e il miglioramento qualitativo del nostro lavoro.

Per quanto riguarda il concetto di bellezza, per noi indubbiamente può essere declinato in diversi modi: sono le risate e il brusio di Piazza de Ricci colma di clienti festosi e compiaciuti, è alzare lo sguardo e ammirare gli affreschi di Polidoro da Caravaggio sulla facciata di Palazzo Ricci del XV secolo (restauro del 2018 finanziato da noi), è il profondo cielo stellato di Roma che non manca mai di farci da cornice.

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FRANCO COTANA Coordinatore Dottorato Internazionale di Ricerca Energia e Sviluppo Sostenibile UNIPG Il recupero e il restauro degli edifici storici per renderli NZEB è una sfida tecnologica e una opportunità. Una buona pratica è stata implementata presso le ex scuderie della rocca Benedettina di S. Apollinare (Marsciano PG) grazie al Protocollo Energetico Ambientale GBC Historic Building. Non solo gli aspetti energetici sono stati affrontati e risolti con tecnologie integrate (ventilazione meccanica, tetto fresco con coppi anticati dotati ingobbio ad Elevato albedo, elevato isolamento termico, impianto a Pavimento, geotermia a bassa entalpia, recupero acqua piovana etc) ma anche il consolidamento statico con fibre in acciaio inox ha consentito di ottenere una struttura antisismica e resiliente.

Le quattro colonne dove venivamo legati i cavalli nella attuale sala riunioni e altre testimonianze storiche sono state restaurate per creare un ambiente unico, accogliente e Bello.

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MARIA LUISA CATONI Prof. Storia dell’Arte-Archeologia LUISS e Scuola IMT Lucca. La bellezza del Patrimonio Culturale italiano può perdere voce e senso: ce lo insegna in modo inequivocabile la sua storia. Sta alla nostra responsabilità continuare a preservarne la fisicità e la capacità di parlare al presente, di continuare a rivelare le costellazioni di rapporti, storie, pratiche e valori che ogni singolo oggetto, frammento, collezione, paesaggio o monumento incarna. Il patrimonio culturale italiano e la sua complessità possono essere un motore e un terreno straordinari per la ricerca, la formazione e l’innovazione nel nostro Paese, collocando peraltro l’Italia in una posizione di grande vantaggio nel contesto internazionale.

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I 10 COMANDAMENTI VERDI <>

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Promotori

PAOLO CRISAFI Presidente di Remind & del Comitato Editoriale NewsReminder & dell’Osservatorio della Cura della Casa Comune In collaborazione con il Parlamento Europeo – Ufficio Italia, Remind ha attivato le Giornate della Bellezza e della Terra, un percorso valoriale di confronto, analisi, studio e crescita iniziato il 21 e 22 aprile e che si concluderà il 5 giugno 2021.

In occasione dell’incontro “La bellezza salverà il mondo” promosso nel contesto della celebrazione Remind del Natale di Roma il 21 aprile 2021, il Santo Padre Francesco ha rivolto agli organizzatori, ai relatori ed ai presenti tutti il suo beneaugurante pensiero, esprimendo “apprezzamento per il significativo evento volto a favorire una ripresa economica e culturale animata da una autentica sensibilità ecologica”. Il Papa ha inoltre auspicato “un rinnovato e corresponsabile impegno nel riconoscere e preservare la bellezza del Creato, dono incomparabile di Dio, affinché sia un luogo abitabile per tutti”

Sono proseguiti i lavori con la Giornata della Terra il 22 Aprile con gli approfondimenti sui temi della natura e dell’ecologia sostenibile.

Il 7 maggio 2021 in apertura dei lavori vi è stato il saluto del Cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente Emerito Pontificio del Consiglio per i Testi Legislativi.

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Accogliamo la proposta del Cardinale Francesco Coccopalmerio rivolta al Santo Padre, circa l’introduzione di un canone per l’ecologia che riguardi il dovere di tutelare e promuovere l’ambiente. A tal fine, Remind Filiera Immobiliare approfondirà la materia all’interno del Comitato “Autori dell’Abitare”, in collaborazione con l’Osservatorio per la Cura della Casa Comune e il Settore Ecologia e Creato del Vaticano.

Sono stati presentati “I 10 Comandamenti Verdi della ” a cura di Don Joshtrom Isaac Kureethadam, Coordinatore Settore “Ecologia & Creato” & Membro Commissione Covid 19 del Vaticano.

A tal proposito, i Comandamenti “ecologici” delineati da Don Josh sono considerati linee guida di riferimento per lo sviluppo e la messa in sicurezza dei Territori e delle Città, delle Foreste e delle Coste, degli Immobili e degli Impianti, e per una crescita economica e sociale finalizzata al superamento della crisi pandemica.

In tale occasione, ha commentato e condiviso il messaggio contenuto nei 10 Comandamenti Verdi la Presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera, Alessia Rotta, il cui intervento è stato particolarmente apprezzato da tutti i partecipanti costituendo un punto d’incontro delle varie competenze interessate al rendere il nostro Pianeta più vivibile e funzionale per noi e le generazioni future.

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Ringrazio per il loro contributo ai lavori:

Padre Gustavo Agin, Membro dell’Osservatorio della Cura della Casa Comune, Superiore Generale Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram, Antonio Francesco Certomà, Direttore Area Legale Ambiente e Presidente Rotary e-club Roma, Luca Dal Fabbro, Membro dell’Osservatorio della Cura della Casa Comune, Presidente Istituto Europeo ESG, Vicepresidente Circular Economy Network, Marco Mari, Membro dell’Osservatorio della Cura della Casa Comune, Consigliere Delegato Sostenibilità Ambiente Costruito Remind, – Presidente Gbc Italia e Don Davide Banzato, Sacerdote Missionario della Misericordia, Scrittore e Conduttore Televisivo, con il suo messaggio conclusivo.

Le attività proseguiranno fino al 24 maggio, in coincidenza con la conclusione dell’anno , giorno del Think Tank Remind con le principali forze politiche, istituzioni e associazioni rappresentative “Le Politiche Industriali per lo Sviluppo e la Messa in Sicurezza dei Territori e delle Città per il Benessere delle Persone in Armonia con il Creato. Seguiranno poi le Giornate di approfondimento sino al 5 giugno.

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CARLO CORAZZA Rappresentante del Parlamento Europeo in Italia Ritengo che i 10 comandamenti della <> siano pienamente in linea con il Green Deal europeo, con le politiche sull’economia circolare promosse dall’U.E., il cui principale obiettivo è tradurre questi fondamentali concetti in azioni concrete, al fine ultimo di far cambiare rotta a una nave alla deriva.

La drammatica crisi che stiamo vivendo è stata colta in questo senso dall’Europa come un’importante opportunità, per unirci e affrontare le grandi questioni del nostro tempo, in primis, appunto, quella ambientale e climatica. In questa direzione vanno appunto i fondi del Next Generation E.U.

È nostro compito lasciare un pianeta migliore per le future generazioni, scongiurando gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici, preservando la nostra grande biodiversità e adattando il lavoro e l’economia a questi obiettivi, per creare nuove prospettive e possibilità di occupazione.

Altro punto imprescindibile risiede, in questo senso, nello sfruttare al meglio le nostre importanti possibilità diplomatiche. Ricordiamoci infatti che per raggiungere la meta finale di una neutralità climatica entro il 2050 è fondamentale che tutti i paesi del mondo facciano la loro parte. Possiamo e dobbiamo dettare le regole, per portare i maggiori inquinatori a rispettare il loro impegno assunto in occasione dell’accordo sul clima di Parigi del 2015.

Ognuno può contribuire a questa grande sfida, ed è nostro dovere, come istituzione e classe dirigente, insieme a Remind, fare il possibile per includere attivamente i cittadini, per farli nuovamente appassionare al sogno europeo. 76

È il momento della responsabilità, una responsabilità che si potrebbe tradurre facendo riferimento al famoso mito di Prometeo: usiamo il fuoco che abbiamo a disposizione, non per distruggere ciò che abbiamo intorno, ma per illuminare la notte, per mostrare la via di una rinascita e di una ripresa comune.

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Saluti

ALESSIA ROTTA Presidente della Commissione Ambiente – Territorio e Lavori Pubblici della Camera Cardinale L’enciclica di Papa Francesco rappresenta una ineludibile sollecitazione etica e morale, per i non credenti, e religiosa, per i credenti, che chiama tutti ad una prova di responsabilità concreta nei confronti del nostro pianeta, e che si deve fondare sulla consapevolezza profonda del rapporto di reciprocità ed interconnessione non solo tra uomini e uomini, ma anche tra uomini e natura. L’evoluzione biologica che si è realizzata ed affinata nel corso di milioni e milioni di anni viene messa a rischio da egoismi voraci e visioni a breve o brevissimo termine, danneggiando il diritto delle future generazioni a vivere in un pianeta prospero come noi lo abbiamo conosciuto.

La politica ha chiaramente una enorme responsabilità, da molti punti di vista. Siamo tutti ormai consapevoli che la terra è la nostra casa comune e prendersene cura non è più una scelta, una possibilità, ma una strada obbligata, l’unica strada che abbiamo davanti a noi.

Ecco, la politica a mio avviso deve intervenire in due ambiti, strettamente collegati tra loro. Da una parte deve disegnare un modello diverso di abitare questa nostra casa comune, e lo deve fare avendo una visione complessiva e tenendo bene a mente l’interconnessione di cui parlavo prima.

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Ma la visione da sola non basta, si deve tradurre in scelte concrete, nella stesura di leggi, norme e disposizioni, tenendo bene a mente che la cura del nostro pianeta è un aspetto trasversale che viene tirato in ballo sempre, basta volerlo vedere.

L’altro aspetto su cui la politica ha una enorme responsabilità, è quello della educazione, come viene riportato anche nell’ottavo comandamento “verde” dell’enciclica. Educare la cittadinanza non in senso paternalistico o didascalico, ma nel senso etimologico del termine, “tirando fuori” la consapevolezza che ogni essere umano ha dentro di sé, la consapevolezza di appartenere ad una famiglia umana che ha bisogno di essere curata e rispettata.

La collaborazione con Remind e il Settore Ecologia & Creato del Vaticano continuerà per monitorare l’applicazione dei 10 comandamenti Verdi nella economia reale anche dopo la conclusione dell’anno <>, il 24 maggio. Per chiudere il mio saluto mi permetto di citare Papa Francesco, le cui parole condivido profondamente: “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”.

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FRANCESCO COCCOPALMERIO Presidente Emerito Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi Nel codice di diritto canonico non c’è nessun canone per l’ecologia, niente che riguardi il dovere di tutelare e promuovere l’ambiente.

La mia proposta in questo senso al Legislatore, ovvero al Papa, è che si istituisca una norma a colmare questo vuoto. Potrebbe essere idealmente formulata in due paragrafi distinti: una prima sezione potrebbe affermare che tutti i fedeli, ciascuno nelle sue condizioni, hanno il dovere e il corrispondente intangibile diritto di tutelare e promuovere l’ambiente naturale nel quale si vive, considerandolo casa comune, anche al fine di tramandarlo integro e accresciuto alle nuove generazioni.

Un secondo paragrafo verterebbe invece sul diritto di promuovere iniziative al fine di attuare ancora più efficacemente la tutela e la promozione del creato.

Sarebbe bello infatti che i fedeli, leggendo le linee guida che dovrebbero in teoria indirizzare il loro modo di vivere come cristiani, potessero attingere ad indicazioni anche su questa materia.

Questa è la mia proposta, il saluto che lascio a tutti voi di Remind e ai gentili ospiti, insieme ad una preghiera. Grazie ancora per quest’incontro ricco di iniziative e d’affetto.

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Illustrazione dei Dieci Comandamenti Verdi

DON JOSHTROM ISAAC KUREETHADAM Coordinatore del Settore “Ecologia e Creato” – Vaticano e Autore della pubblicazione Dalla Laudato si’, la lettera enciclica di papa Francesco sulla cura della casa comune, si possono desumere «dieci comandamenti verdi». I primi tre riguardano il vedere; i successivi tre il giudicare; gli altri l’agire.

1. La Terra, nostra casa comune è in pericolo: prendiamocene cura. 2. I poveri sono le vittime sproporzionate della crisi della nostra casa comune: ascoltiamo il loro grido. 3. Il degrado ecologico è sintomatico di una crisi profondamente spirituale: riscopriamo una visione teologica del mondo naturale. 4. Ammettere che l’abuso sulla creazione è peccato ecologico. 5. Riconoscere le più profonde radici umane della crisi della nostra casa comune. 6. Siamo tutti inter-relazionati e interdipendenti: sviluppiamo una ecologia integrale. 7. Abitare in nuovo modo nella nostra casa comune e gestirla in modo più responsabile attraverso una nuova economia e una nuova cultura politica. 8. Educare alla cittadinanza ecologica attraverso il cambiamento di stili di vita. 9. Abbracciare una spiritualità ecologica che porti alla comunione con tutte le creature di Dio.

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10. Coltivare le virtù ecologiche della lode, gratitudine, cura, giustizia, lavoro, sobrietà e umiltà.

La sinergia sorta con Remind Filiera Immobiliare e il Parlamento Europeo – Ufficio Italia in occasione delle “Giornate Remind della Bellezza e della Terra” ben si inquadra nelle attività di condivisione e promozione dei 10 Comandamenti Verdi della <>. Su tale scia, la collaborazione con l’Osservatorio per la Cura della Casa Comune costituisce una ulteriore tappa del percorso valoriale di confronto, analisi, studio, crescita e attuazione di queste linee guida “sostenibili”, condivise e portate avanti da Paolo Crisafi nelle politiche industriali per il benessere delle persone in armonia con il Creato.

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Interventi

PADRE GUSTAVO AGIN Membro dell’Osservatorio della Cura della Casa Comune, Superiore Generale Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram Tutti coinvolti • La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. Soprattutto I giovani esigono da noi un cambiamento. (LS 13)

Dalle radici umane della crisi a una nuova impostazione • E’ possibile allargare nuovamente lo sguardo, e la libertà umana è capace di limitare la tecnica, di orientarla, e di metterla al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale. (LS 112) Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. (Papa Francesco)”

Partecipo ai lavori di Remind e dell’Osservatorio della Cura della Casa Comune condividendo e promuovendo i valori portati avanti all’interno delle iniziative per il benessere delle persone e per lo sviluppo economico in armonia con il Creato.

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Come Remind e come Rotary partecipiamo all’Osservatorio per la Cura della Casa Comune per promuove i contenuti oggi condivisi; sono pronto a recepire i vari spunti che sono pervenuti e perverranno per perfezionare i 21 Cantieri Remind per partecipare con il Governo e il Parlamento alle Politiche Industriali del Paese.

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ANTONIO FRANCESCO CERTOMÀ Direttore Legale Ambiente Remind e Presidente Rotary e-club Roma. Come Remind e come Rotary partecipiamo all’Osservatorio per la Cura della Casa Comune per promuove i contenuti oggi condivisi; sono pronto a recepire i vari spunti che sono pervenuti e perverranno per perfezionare i 21 Cantieri Remind per partecipare con il Governo e il Parlamento alle Politiche Industriali del Paese.

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LUCA DAL FABBRO Membro dell’Osservatorio della Cura della Casa Comune, Europeo ESG, Vicepresidente Circular Economy Network Presidente Istituto La portata e la gravità di eventi imprevedibili, generati da un pianeta non più in equilibrio, impongono all’economia mondiale di rivedere gli schemi tradizionali di difesa nazionale, sovranazionale e dello spazio. Abbiamo eserciti che presidiano i confini, truppe cibernetiche a protezione del cyberspace e alcuni paesi con corpi militari speciali per lo spazio: qualcuno sta pensando ad un ente o un’alleanza, una sorta di Nato dell’ambiente, non transatlantica, ma globale a tutela del pianeta, dotata di mezzi, risorse e tecnologie proporzionate alla minaccia da fronteggiare? La sfida intellettuale e culturale imposta dalla palese insostenibilità dei modelli consumistici attuali è impegnativa, ma le soluzioni esistono. Il Green Deal europeo è una opportunità per convertire un’economia sprecona e consumistica in una circolare e rigenerativa, lungo la traiettoria balistica di medio periodo del ripristino progressivo degli equilibri naturali.

Dall’illusione di essere i soli ad abitare il pianeta e disporre di risorse illimitate dobbiamo passare alla consapevolezza di convivere interconnessi in un habitat in cui quanto a disposizione si preserva e condivide. L’uomo interconnesso vibra in risonanza con l’ambiente, con madre natura. L’aria, l’acqua, la flora e la fauna ne diventano il suo liquido amniotico. Sostituire la cultura dello scarto, nei riguardi del cibo, o parimenti degli anziani, o degli emarginati, ghettizzati e accantonati in una “discarica sociale”, con quella della salvaguardia e valorizzazione di funzioni e ruoli, sarebbe rivoluzionario.

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Senza una virata drastica l’attuale modo di produrre e consumare è destinato a fallire, come dimostrato dall’insostenibilità della gestione dei rifiuti a livello mondiale, ma, in particolare, nei paesi in via di sviluppo, meno attrezzati ad affrontare sfide immani come la gestione dei rifiuti o delle acque reflue, con 4,5 miliardi di persone prive di servizi sanitari sicuri e l’80 per cento di acque reflue che ritorna nell’ambiente. Per scongiurare un disastro ambientale, occorre porre rimedio subito con ingenti investimenti. Oltre alla crescita esponenziale degli “scarti”, il cambiamento climatico metterà a rischio la copertura nevosa e i ghiacciai, dunque, l’approvvigionamento di acqua dolce. Conseguentemente saremo più esposti alle inondazioni, che comprometteranno qualità e resa della produzione agricola. Le economie più deboli inevitabilmente pagheranno il prezzo maggiore.

Nel dramma della pandemia abbiamo realizzato che il riscaldamento globale, l’inquinamento delle città, la plastica negli oceani hanno un fattore comune: non esistono frontiere, non conoscono confini. Abbiamo scoperto di essere tutti — dalle bidonville sul Gange agli attici di Manhattan, dagli atolli del Pacifico alle piattaforme artiche — inesorabilmente legati ad un destino comune. L’uomo interconnesso, differentemente dall’homo sapiens, deve fare i conti con il fatto che i fluidi dell’ecosistema, come aria ed acqua, come i virus pandemici, o come gli attacchi informatici nel cyberspace, viaggiano da un capo all’altro dei continenti, senza fermarsi alle frontiere o di fronte alle barriere geografiche di montagne o fiumi.

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Tutto ciò, se c’era bisogno, ha “magicamente” socializzato il problema, lo ha reso prossimo, rendendoci consapevoli che, nell’era della sharing economy, la medaglia dello sharing globale ha anche un volto negativo e incontrollabile. Ora sul tappeto c’è un problema globale, innescato dal mondo occidentale ed accelerato, ed oggi aggravato da quello in via di sviluppo, all’inseguimento dei nostri standard di vita.

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MARCO MARI Membro dell’Osservatorio della Cura della Casa Comune, Consigliere Delegato Sostenibilità Ambiente Costruito Remind, – Presidente Gbc Italia Siamo di fronte ad un grande cambiamento del modo di progettare, costruire e gestire i luoghi in cui viviamo. La consapevolezza di un approccio integrato al “sistema edificio” che coniughi al contempo aspetti di resilienza, sostenibilità e salubrità, sta modificando drasticamente la cultura dell’abitare e l’economia delle filiere edilizia e immobiliare.

Non dobbiamo scegliere tra salute pubblica, minor impatto ambientale e un’economia sana, perché il futuro ci impone soluzioni più eque, inclusive e innovative per garantire la fiducia delle persone nel sentirsi al sicuro e in salute negli spazi in cui vivono, lavorano, apprendono e giocano.

Siamo oggi nella necessità di muovere passi avanti concreti partendo dalle migliori esperienze nazionali e internazionali, in questo l’Italia può giocare un ruolo leader in Europa, ad esempio, partendo dalla riqualificazione e restauro sostenibile degli edifici storici, completando in modo autentico il paradigma anglosassone della riqualificazione energetico-ambientale con la valenza culturale dell’edilizia storica.

Plaudiamo al contributo fornito dal think tank di Remind perchè riteniamo che la sfida che ci attende potremo vincerla solo assieme. Uno sforzo corale al quale siamo lieti e orgogliosi di poter contribuire.

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Conclusioni

DON DAVIDE BANZATO Sacerdote Missionario della Misericordia, Scrittore e Conduttore Televisivo C’è un legame fondamentale tra l’individuo e l’ambiente che prescinde dalla cultura e dalla religione, e che è per noi fondativo. Questo rapporto è al centro dell’enciclica della <> del Santo Padre, ineliminabile presupposto di un patto educativo globale a cui, sia i credenti che i non credenti, possano aderire per lo sviluppo di un’etica condivisa.

Siamo tutti uguali, abbiamo gli stessi bisogni, gli stessi diritti, ma anche gli stessi doveri.

Tutti noi abitiamo in una “casa comune”, di cui non siamo proprietari ma solamente amministratori e, rispetto alla cui cura e amministrazione, un giorno, dovremo rispondere.

Penso quindi che sia principalmente questo rapporto inscindibile con l’ambiente che ci circonda, con il “fratello” e la “sorella”, che ci debba richiamare alla responsabilità di costruire un mondo nuovo, un mondo migliore, in armonia con il Creato.

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POLITICHE INDUSTRIALI IN ARMONIA CON IL CREATO Politiche industriali per lo sviluppo e la messa in sicurezza dei territori e delle città per il benessere delle persone in armonia con il Creato

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EKATERINA BAKANOVA Soprano e Direttore Area Cultura Remind Noi ci ritroviamo in un’epoca che impone al mondo intero, ma in particolare all'Italia e all'Europa, scelte radicalmente diverse da quelle compiute in passato: lontane dal modello produttivo tradizionale, dirette verso un nuovo modello di economia che rispetti l'ambiente, orientate ad una società che non produca rifiuti ma sappia creare ricchezza e benessere con il riutilizzo e la rigenerazione delle risorse.

Perché questo accada, è necessario un profondo cambio di mentalità che coinvolga le istituzioni, le imprese e le singole persone. Spesso invece di considerare la tecnologia, la produttività e la crescita come fini ultimi, forse è più efficace concentrarsi sui bisogni specifici delle persone che ne aumentano il benessere.

E questa nuova consapevolezza nazionale non può che iniziare dalle scuole e dagli studenti, di tutte le età. Soprattutto dai più giovani, una generazione che nella quotidianità dei comportamenti trova già come prospettiva naturale il rispetto dell'ambiente in cui vive.

Mi piacerebbe tantissimo se noi riuscissimo trovare una strategia per rendere la città così bella e preziosa come Roma più pulita, se creassimo delle regole che verrebbero accettate e rispettate da i tutti cittadini per poter migliorare l'ambiente e la città dove viviamo. Educare gli italiani, i nostri figli e noi stessi alla sostenibilità significa attivare i processi di cambiamento complessivo dei comportamenti e degli stili di vita. 92

Giornate Remind della Bellezza & della Terra

PAOLO CRISAFI Presidente Remind Filiera Immobiliare & del Comitato Editoriale NewsReminder, Presidente dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune Obiettivo primario dell’Osservatorio è di osservare, narrare e dare voce all’anima dell’individuo che abita la realtà immobiliare, descrivere il suo rapporto con essa e porre questa nuova visione di uomo e di immobile come base ineliminabile per ogni futuro progetto. Una cultura dell’abitare, ovvero, all’insegna della sostenibilità, all’insegna di una spiritualità, laica o religiosa, che si condensa, a seconda dell’ambito professionale e/o personale di riferimento, in modi differenti, ma che risulta essere sempre tratteggiata dallo stesso motivo di fondo: quello di creare un abitare diverso, da rimodellare sui bisogni dell’individuo e sul suo intrinseco desiderio di relazionalità. Gli elementi valoriali fondanti della enciclica sono la sostenibilità sociale, economica, energetica - ambientale e sono stati ben sintetizzati ne << i 10 comandamenti verdi della Laudato si’ >> da Don Josh, Direttore dell’Istituto di Scienze Sociali e Politiche presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma e Coordinatore del Settore “Ecologia & Creato” - Vaticano.

A conclusione dell’anno <>, il 24 maggio 2021, e il 25 maggio, con il lancio della relativa Piattaforma, i valori e messaggi restano universali e per sempre.

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Per dare vita a un abitare più a misura d’uomo, passo fondamentale è quello di condividere idee, progetti, esperienza di vita e lavorative, il comune senso di amore e rispetto per nostra madre terra, al fine di promuovere e sviluppare uno spirito di solidarietà e di collaborazione proficua. Sarà cura dei consiglieri dell’Osservatorio, con cadenza periodica, condividere le esperienze dirette o di altri, nei propri ambiti di competenza, per poi darne voce.

Ciò per dare contributi di idee per migliorare i 21 “Cantieri” Remind Messi a disposizione dei Decisori per trarre spunti per dare attuazione a politiche industriali per la messa in sicurezza e lo sviluppo in armonia con il Creato delle città, dei territori, dei boschi e delle coste, degli immobili e dei relativi impianti, della tutela della persona e dell’individuo per il relativo benessere. Il know-how dei partecipanti dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune è più in generale ai Think Tank Remind è messo a disposizione anche per la migliore gestione e valorizzazione dei Beni Ecclesiastici secondo le Buone Pratiche e perseguendo principalmente finalità sociali (student housing, social housing, senior living, co-working e co-living).

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Piattaforma <>

MONSIGNOR FRANCESCO PESCE Assistente Ecclesiastico Roma Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, Incaricato Servizio Pastorale, Sociale e del Lavoro – Diocesi di Roma, Consigliere Onorario dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune Grazie per avermi invitato a questo importante Think Tank Remind. Avete dato vita a un bellissimo dibattito, a cui vorrei apportare qualche riflessione generale. In particolare, secondo me, ciò che dobbiamo chiederci, in questo momento drammatico, è: in che tipo di mondo vogliamo vivere? Che tipo di persone, di cittadini vogliamo essere? Come vogliamo vivere il rapporto tra pubblico e privato e la stessa globalizzazione? La quale di per sé è positiva, ma che, come dice anche lo stesso Santo Padre, non può essere in alcun modo quella dell’indifferenza; e infine, quale vogliamo che sia il nostro contributo al bene comune?

Sono domande difficili, che esprimono a pieno la complessità della questione dei valori che vogliamo perseguire, parola spesso male usata, abusata, legata a interessi parziali, e che è invece rappresentata nell’Enciclica del Santo Padre come irriducibilmente legata al bene comune.

Ricordiamoci sempre che per essere felici dobbiamo vivere il Creato come casa comune, e lo possiamo essere solo se viviamo in armonia col mondo. In quest’ottica, la stessa Enciclica contiene numerosi spunti tramite cui poter orientare la nostra quotidianità.

Ben venga, quindi, l’Osservatorio per la Cura della Casa Comune promosso da Paolo Crisafi.

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Fondamentale, inoltre, soprattutto in questo periodo difficile, vedere il bene che esiste e che resiste; per orientarci meglio al buio, infatti, dobbiamo prima scorgere la luce. Su tale scia, è importante affidarsi a un clima basato sul dialogo, sull’inclusività e sulla fraternità, frontiera del cristianesimo e dell’umanità intera. Siamo infatti tutti sulla stessa barca e solo con un sentimento fraterno e con una volontà di pace potremo risolvere i conflitti e le sfide della nostra contemporaneità, tra cui in primis, quella ambientale, sociale e culturale.

In conclusione, in linea con quella che è la lettura francescana della vita, dobbiamo fare il possibile per trasformare le nostre sofferenze in uno stimolo ad essere sensibili, solidali, per aiutare chi ne ha più bisogno e rendere ogni giorno il mondo che abbiamo un luogo migliore per tutti.

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DON. JOSHTROM ISAAC KUREETHADAM SDB Direttore dell’Istituto di Scienze Sociali e Politiche – Università Pontificia Salesiana Roma, Coordinatore Settore "Ecologia & Creato" & Membro Commissione Covid 19 – Vaticano, Consigliere Onorario dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune L'incontro odierno è provvidenziale perché proprio in questo giorno si chiude l'anno Laudato Sì, con questo evento, e oggi in Vaticano ci sarà una conferenza stampa dove verrà lanciata la piattaforma Laudato Sì, che è forse la cosa più importante di questo anno Laudato Sì.

Allora sono anche lieto di anticiparvi la piattaforma in questa sede. Se i 10 comandamenti verdi sintetizzano la visione dell'Enciclica, questa piattaforma ci offrirà la missione: come mettere Laudato Sì in pratica.

A questo punto vorrei condividere con voi semplicemente tre cose, partendo dal perché di questa piattaforma, e perché Papa Francesco ci dice che questo grido della Terra e dei poveri sta diventando sempre più forte. Anzi noi in Vaticano abbiamo cominciato a lavorare su questa piattaforma quasi tre anni fa, dal 2018, quando era uscito il rapporto governativo sui cambiamenti climatici, che diceva che per restare entro la soglia di 1,5°, ci restavano 12 anni, oggi nel 2021 ce ne rimangono meno di dieci. Sappiamo quanto sia importante non superare quella soglia, perché l'Artico si sta sciogliendo come la Groenlandia, che da sola può sollevare il livello del mare di 6/7 metri. Se restiamo entro gli 1,5°, quello avverrà in migliaia di anni. Appena oltrepasseremo i 2° già a fine secolo potremo constatare l'innalzamento del livello del mare.

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Questi punti di non ritorno preoccupano gli scienziati, anche perché questi punti di non ritorno sono tutti collegati: con l'Artico che si scoglie entrerà più acqua fredda nella corrente del Golfo che farà inaridire ulteriormente l'Amazzonia, che cambierà le piogge monsoniche dall'Africa e dall'India, che porterà più caldo all'emisfero sud, facendo diventare l'Antartide più instabile. Tutte queste urgenze poi incidono sulla sicurezza alimentare in tante parti del mondo, la siccità causa la fame e incide sulla salute e causa la migrazione. Il mese scorso abbiamo pubblicato un documento sulla migrazione e sulla crisi climatica, dove emerge che i rifugiati climatici adesso sono molti di più di tutti gli altri rifugiati. Ormai il fattore principale della migrazione è la crisi climatica legata alla crisi ecologica.

Allora questa situazione il Covid l'ha evidenziato, questo grido della Terra, e chi ne paga il prezzo? Soprattutto i poveri. Io vengo dall'India e abbiamo visto proprio come questa situazione e la crisi pandemica abbia messo in ginocchio quel Paese. Come ha messo in luce Papa Francesco però questo grido non è solo della Terra, dei poveri ma anche dei bambini; dobbiamo chiederci che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi: questo è il perché autentico della nascita della piattaforma.

Il secondo punto è: che cos'è la piattaforma? È un progetto rivolto a tutte le comunità del mondo per diventare sostenibili riunendo tutti.

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Abbiamo pensato a un programma di sette anni cominciando dalle nostre famiglie, parrocchie, diocesi, scuole, università, ospedali, centri di cura sanitaria, l'economia che è molto importante in cui sicuramente gli interlocutori di oggi potranno dare il loro contributo, lavoratori, imprese, cooperative, imprese agricole o organizzazioni, enti, fondazioni, movimenti, ordini religiosi. Coinvolgendo tutti ma nello spirito dell'ecologia integrale, a tal proposito quindi i Dieci Comandamenti Verdi vengono sintetizzati ulteriormente in 7 obiettivi, come i 7 obiettivi per lo sviluppo sostenibile.

Rispondiamo al grido della Terra con l'energia rinnovabile, l'acqua, la biodiversità, e conserviamo gli scarti. L'Enciclica Laudato Sì parla 54 volte dei poveri e 14 volte del clima. Cambiamo il paradigma economico, dove investiamo, cambiamo i nostri stili di vita e poi i due pilastri dell'educazione e della spiritualità, facendo tutto questo come comunità.

Terzo e ultimo punto che vorrei condividere con voi è: come riusciamo a fare questo? La strada è quella delle partnership, creando alleanze, quello che stiamo facendo noi questo pomeriggio, collaborando con tutti noi siamo riusciti ormai a creare quasi 200 partnership in ogni settore. Nei prossimi anni, lavorando insieme in 7 anni, il cammino si articolerà in questo modo: il primo anno per creare alleanze per articolare e per progettare questo cammino; cinque anni di azione e poi il settimo anno, l'anno sabbatico. Questa è la strada intrapresa della Chiesa, una visione sinodale che cammina insieme con la sua comunità.

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Da oggi il sito della piattaforma Laudato Sì è aperto, sito che siamo riusciti a creare sempre in collaborazione in 9 lingue proprio per far sì che ci si possa iscrivere da qualsiasi parte del mondo; una volta chiuse le iscrizioni il 4 ottobre, si formerà un primo gruppo di partecipanti che inizierà questo cammino di 7 anni, poi nel 2022 si inizierà col secondo gruppo, e così via di anno in anno con l'obiettivo di crescere in modo esponenziale.

Tutto questo perché vogliamo creare la massa critica, i sociologi infatti ci dicono che per ogni trasformazione c'è bisogno della massa critica che noi speriamo di raggiungere in pochi anni e di poter così mettere in pratica l'azione Laudato Sì tramite la piattaforma.

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SILVIA CAMISASCA Fisica e Giornalista “Avvenire” e “L’Osservatore Romano” Un grazie sentito a Paolo Crisafi per l’invito a questa bellissima giornata di lavoro. Colgo l'occasione per complimentarmi con lui per il grande impegno che sta portando avanti come Remind nell’approfondimento del tema ambientale e dello sviluppo sostenibile.

Proprio la scorsa settimana ho avuto modo di partecipare ad una tavola rotonda organizzata dall'Unione dei giovani imprenditori e manager della Lombardia, da cui sono emersi alcuni dati molti interessanti, che attestano un aumento del 20% nel nostro Paese negli ultimi 5 anni delle imprese che operano nel settore green. In particolare, queste sono promosse da giovani imprenditori, proprio a testimonianza della crescente sensibilità, soprattutto tra la fascia giovane della popolazione, legata ai temi della sensibilità ambientale.

Tematiche ambientali che sono strettamente correlate inoltre alle questioni sociali, come afferma anche la stessa Enclica Laudato Sì del Santo Padre, dove la parola “povero” compare all’incirca sessanta volte. In questo senso è fondamentale porci tanto l’obiettivo della de-carbonizzazione e dell’approvvigionamento energetico sostenibile, quanto quello dell’estensione dell’accessibilità alle fonti di energie a tutta la popolazione mondiale. La stessa pandemia ha rimarcato come la questione ambientale e climatica e quella sociale siano due lati della stessa medaglia e come, soltanto attraverso un accordo, un patto globale per la tutela della natura e dei più fragili, si possano superare le grandi sfide collettive che ci attendono. 101

Uniamoci tutti quindi per prenderci cura della Madre Terra e per combattere e risolvere, allo stesso tempo, il sempre più profondo divario tra ricchi e poveri nel mondo, supportando coloro che si trovano maggiormente in uno stato di difficoltà.

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Politiche Industriali in Armonia con il Creato

FABIO MASSIMO CASTALDO Vice Presidente Parlamento Europeo È importantissimo che Remind abbia organizzato, in collaborazione con la sede italiana del Parlamento Europeo, un appuntamento di così grande interesse sulle politiche industriali; un appuntamento che serva a metterle sempre più al servizio della sicurezza dei territori e delle città, degli immobili e di tutti i relativi impianti.

La sinergia su temi così attuali coglie un momento davvero particolare nel nostro impegno istituzionale: non può sussistere una vera ripresa economica, non si possono definire delle efficaci politiche industriali, non possiamo pensare in alcun modo a misure di sicurezza produttive e concrete senza che al loro interno ci sia un fortissimo riferimento ai valori più autentici della nostra convivenza.

Valori che sono riferibili certamente alla qualità della vita, ai concetti di sostenibilità ambientale, di difesa e di tutela dei territori, ma anche all'affermazione di una visione completa, integrale, della persona, dell'essere umano, di una umanità immersa nel Creato che la circonda e quindi in un contesto di ampio respiro anche, e soprattutto, spirituale.

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Questa è proprio la concezione integrale della società e dell'economia che Remind vuole ricordarci, riprendendo proprio la grande attualità del messaggio di Sua Santità e in particolare i Dieci Comandamenti Verdi del Laudato Sì, elaborati da Don Josh e condivisi dall'intera filiera immobiliare.

Politiche industriali al servizio di uomini e donne, di lavoratrici e lavoratori, di famiglie che vanno poste sempre di più al centro del nostro impegno verso piani e occasioni di sviluppo che l'Europa sta mettendo a disposizione di tutti gli Stati membri per raggiungere gli obiettivi fissati dal Green New Deal.

Recentemente la commissione europea ha lanciato infatti la Renovation Wave, una strategia considerata essenziale per la ripresa post corona virus. Questa strategia avrà come centro l'edilizia sostenibile e le ristrutturazioni green, proprio con l'obiettivo di promuovere la ristrutturazione di ben 35 milioni di edifici entro il 2030 e di creare fino a 160 mila posti di lavoro in più all'interno del settore delle costruzioni.

Ringrazio quindi Remind e il presidente Crisafi, per questa bellissima iniziativa delle giornate sulla bellezza e sulla Terra, cui desidero rinnovare ancora il mio personale auspicio affinché il dibattito odierno continui ad alimentare e a sostenere questa visione integrale, complessiva, olistica di processi economici e sociali che sono originati dal messaggio di grande spiritualità di grande profondità che Sua Santità Papa Francesco ha dedicato a Remind e a tutti quanti noi.

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Una sfida da vincere, una sfida da vincere insieme, per ritrovarci e riscoprirci sempre di più una comunità di grandi valori terreni, ma soprattutto di grandi valori spirituali, con un orizzonte che possa pienamente realizzare questa ambizione e pienamente rendere concreti quegli auspici che Sua Santità ha voluto condividere con noi.

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ETTORE ROSATO Vice Presidente Camera Nell'ottica di un incremento dell'operatività della pubblica amministrazione, una delle priorità, per l'Italia e la stessa Europa, è rivolta senz'altro all'attuazione della transizione ecologica, attuazione che risponde alla richiesta della società civile di un mondo più pulito e sano.

A questo richiamo bisogna far corrispondere una politica concreta e non banale, che sappia intercettare questa rinnovata sensibilità ecologica e ambientale, al fine di dare vita a una nuova armonia e sinergia tra l'uomo e la natura. In questo senso, il ruolo delle istituzioni è, ora più che mai, fondamentale. E devo dire che accolgo con piacere l'importante consapevolezza che ruota attorno al tema della salvaguardia del nostro Pianeta portato avanti da Remind con i 10 comandamenti verdi e che ormai riguarda trasversalmente tutte le forze politiche.

Salvaguardia del Pianeta e cambiamenti climatici che vanno di pari passo con la questione migratoria, con quella delle diseguaglianze e della povertà mondiale, e verso cui dobbiamo presentarci uniti.

Su questo tale scia, ritengo che non si possa prescindere da un'alleanza internazionale sempre più marcata, con un focus particolare sullo sviluppo di una sinergia in particolare tra Comunità Europea ed Africa, per una collaborazione proficua e concreta.

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Nel complesso, il mondo deve puntare a un'economia sana e green e perseguire quei modelli di buone pratiche che si fondano su un rapporto armonico con l'ambiente e con la società moderna.

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LUIGI DI MAIO Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale È un piacere portare i miei saluti in occasione dell'iniziativa di Remind, un evento che affronta uno dei temi cardine del nostro presente e soprattutto del nostro futuro: la consapevolezza che si possono, e si devono coniugare, sviluppo e rispetto delle risorse del Creato.

Le parole chiave che devono accompagnare la crescita economica a livello planetario devono essere proprio quelle che ispirano questo evento: la bellezza e la Terra. Il paradigma di rispetto del nostro Pianeta diventa sempre più urgente anche alla luce del periodo di emergenza pandemica, ed è nostro preciso dovere sostenerlo e applicarlo in ogni ambito delle attività umane: dai bisogni basilari, come quello della casa, al modo in cui produciamo, ci spostiamo e, non da ultimo, ciò che esportiamo come Sistema Italia nel mondo.

Ringraziando Remind per la lodevole iniziativa, auguro a tutti i convenuti buon lavoro, che sia foriero di nuove riflessioni e attività.

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MASSIMO GARAVAGLIA Ministro del Turismo Proprio oggi si è tenuta una cabina di regia su come gestire la cabina per il Recovery e devo dire che l'organizzazione è semplicissima: da una parte Palazzo Chigi e dall'altra due comitati ministeriali, uno per il digitale e uno per la transizione ecologica. Recentemente, inoltre, si è tenuto a Roma il G20 del Turismo, da cui sono uscite 7 linee guida concrete (mobilità sicura, gestione della crisi nel turismo, resilienza, inclusività della società e nella società del turismo, transizione verde e digitale) che, insieme ai 10 comandamenti della Laudato Sì promossi da Remind, indicano la direzione di cambiamento verso cui il mondo intero si sta muovendo. Un cambiamento a cui ognuno, nella propria area di competenza, può dare un importante contributo. Da questo punto di vista, ritengo che il turismo possa e debba essere un settore di fondamentale rilevanza.

A tal riguardo, per quanto concerne l’immediato, sicuramente, la nostra principale preoccupazione è quella di far tornare i flussi turistici. Al contempo, tuttavia, il nostro impegno è verso un cambiamento delle stesse modalità di turismo nel nostro Paese, per avere una fruizione turistica completa che tenga conto, da una parte, dell’etica, dell’arte e, per chi è credente, della religione e, dall’altra, dell’integrazione tra le grandi città, i grandi attrattori e le realtà locali.

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Dobbiamo puntare in questo senso non più a un turismo del “mordi e fuggi”, ma a un turismo più lento, sostenibile e riflessivo, che si fondi sulla qualità e non sulla quantità, che sviluppi in sè i fondamentali concetti di resilienza e di inclusività e che valorizzi la cultura e il territorio italiano.

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CLAUDIO DURIGON Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Non è un momento oggi di pensare ad un equilibrio di finanze e quindi tassare gli Italiani. È un momento per dare il supporto in modo che si possa riattivare l'economia", ha detto il Sottosegretario citando e condividendo pienamente la posizione del Presidente di Consiglio Mario Draghi.

Durigon ha sottolineato la visione e la strategia dello sviluppo d'Italia secondo il Premier volta a capire dove e come deve andare avanti il Paese".

Ha parlato delle riforme PNNR dalla semplificazione che ci serve per gestire la fase dell'impegno della spesa fino alla riforma fiscale con la legge delega dalla parte del Parlamento e della riforma della stessa giustizia che ci serve per avvicinare e ravvicinate gli investitori sia nazionali sia stranieri.

Il Sottosegretario ha ribadito il fatto che "non si può pensare di alzare la tassazione essendo arrivato in questa crisi economica e che non è assolutamente la volontà di questo governo.

Secondo Durigon " il governo sta giocando una grande partita" e sarà in breve un punto saliente per l'Italia che già ora è piena dei tantissimi annunci di impegno di spesa e di opera. L'obbiettivo principale dell’esecutivo è di spendere in maniera giusta i finanziamenti di recovery plan entro il 2026 per "riattivare l'economia, trovare le risorse che servono per ripartire il Paese e la crescita interna basata sulla riforma fiscale adeguata.

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ALESSIA ROTTA Presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici – Camera Siamo chiamati oggi a una grande responsabilità, quella di salvare un pianeta che ha la febbre, da tanti punti di vista. Ricordavamo l’altra volta insieme, durante il Think Tank Remind di approfondimento dei 10 comandamenti verdi, il grande valore dell'educazione, un’educazione che deve coinvolgere tutti noi sotto un fine comune, quello di dare vita a un’alleanza tra uomini, istituzioni e imprese per improntare il nostro modello produttivo al valore della sostenibilità. Sostenibilità, appunto, insieme a transizione ecologica ed a economia circolare, le direttrici lungo cui costruire questa alleanza. In questo senso, lo spirito di collaborazione promosso da incontri come questo da Remind in collaborazione con il Parlamento Europeo e il Vaticano è qualcosa da cui non possiamo prescindere.

La sfida, a livello economico, è la conversione a fonti di approvvigionamento e di energia rinnovabili; verifichiamo in quest’ottica strade ancora non battute come quella dell'idrogeno o quella del bio-metano e ragioniamo su come l'innovazione possa entrare attraverso il digitale nelle nostre case e nel nostro stesso modo di abitare.

Abbiamo davanti un cammino lungo, dobbiamo tenere duro, per creare un’alleanza sinergica e forte che possa fare fronte a questa grande sfida e per sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione. Come ha ricordato il Papa, infatti, “peggio di questa crisi c'è solo il dramma di sprecarla.

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ROBERTO ROSSO Responsabile Casa Tra gli interventi che mi hanno preceduto, mi hanno particolarmente colpito gli interventi di Monsignor Pesce e di Don Josh, che ci hanno invitato a riflettere sulla domanda di quale sia il mondo che vorremmo e hanno indicato i dieci comandamenti verdi da perseguire. Ecco, io risponderei dicendo che vorrei avere ancora un mondo in cui vivere, e per avere questo dobbiamo sicuramente cambiare molte cose.

Per quanto riguarda il mondo della casa, questo Governo ha realizzato due grandi novità per il rispetto del nostro mondo, in primis l'ecobonus del 110%, misura etica, ambientale ed equa. Molti interpretano il 110% come misura dedicata al rilancio dell'economia e del settore edile, ma in profondità tale novità è vero e proprio modo per rilanciare l'ambiente. Le grandi città hanno un grandissimo problema legato all'inquinamento dovuto non solo al traffico urbano, ma anche, soprattutto nel periodo invernale, al riscaldamento casalingo. Con questo bonus tutti i condomini o le case unifamiliari avranno fino al 30% di risparmio di energia per potersi scaldare, il che vuol dire inquinare il 30% in meno, e, quindi, la creazione di un vero e proprio beneficio ambientale. Tale strumento poi è una misura per tutti, una sorta di redistribuzione del reddito, che non dà vantaggi solo ai proprietari di casa, ma di cui possono beneficiare in prima persona gli stessi inquilini. Il Governo si è concentrato molto su tale provvedimento, attualmente prorogato fino al 2022; l'auspicio è che venga ulteriormente prorogato, anche perchè più lo si stabilizzerà più saremo incentivati a investire. 113

Altra grande novità del settore casa è l'uso del suolo. Finalmente in Italia si sta andando verso il NO definitivo all'uso del nuovo suolo, ma si procede nella direzione del recupero del suolo esistente, verso la rigenerazione urbana, verso la riqualificazione di quello che abbiamo, soprattutto nelle nostre periferie. Come responsabile della casa di Forza Italia, un altro problema che mi sta particolarmente a cuore, che tra pochi mesi dovremmo affrontare, sarà rappresentato dal blocco degli sfratti che a breve verrà meno. Assisteremo quindi a decine di migliaia di famiglie che saranno sfrattate, e per ovviare questo problema imminente sarà necessario fare un progetto consistente. Da un punto di vista politico noi stiamo già lavorando, ma ci vorrà una grande gara di solidarietà verso queste persone anche generando nuovi posti di lavoro. In tal senso, i Think Tank Remind costituiscono un luogo di ascolto e di confronto utile per le politiche industriali immobiliari del Paese.

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CARLO CORAZZA Rappresentante del Parlamento Europeo – Ufficio Italia Il Parlamento Europeo si trova perfettamente in linea con l'Enciclica Laudato Sì e naturalmente anche con i Dieci Comandamenti Verdi illustrati da Don Joshtrom, questo perché non solo riteniamo indispensabile salvare il pianeta ma anche farlo senza lasciare indietro nessuno, senza creare disoccupazione ma anzi creando nuove opportunità lavorative. Per questo è importante porre l'accento sulle politiche industriali come appunto fa già nel titolo l'evento di oggi organizzato da Remind e dal suo presidente Paolo Crisafi, e il Green Deal Europeo, se vogliamo semplificare, non è altro che una strategia di politica industriale con cui da un lato vogliamo uscire da questa terribile crisi e dall'altro salvare il pianeta con un cambiamento profondo, non soltanto nel modo di produrre ma anche nel modo di consumare, nell'approccio culturale generale. Questo cambiamento profondo però non potrà avvenire se non siamo in grado di spiegarlo alla comunità e soprattutto di spiegare che è un cambiamento che crea nuove opportunità di crescita e di lavoro. Il primo punto di questa strategia è quello degli investimenti, il Green Deal non sarebbe stato possibile se l'Unione Europea non avesse capito con questa crisi che la strategia dell'austerità ci stava portando in un vicolo cieco. Noi con la crisi abbiamo accettato di fare debito, il famoso concetto di debito buono molto caro al nostro Primo Ministro, e il debito buono è quello che si fa per cambiare profondamente l'industria, l'economia e la società, perché senza gli investimenti, la commissione stima in almeno 220 miliardi di investimenti l'anno da qui al 2050 che sono indispensabili per raggiungere i target climatici, senza questi soldi non potremmo mobilitare gli investimenti. 115

Quindi il primo punto sono le risorse, Next Generation è il nuovo bilancio, stiamo parlando in totale di 1840 miliardi nei prossimi anni oltre alla linea di credito da 200 miliardi della Banca Europea di investimento e di questi buona parte sono legati al Green Deal che prevede infatti da programma la lotta contro i cambiamenti climatici, incentiva la sostenibilità ambientale e l'adeguamento tecnologico.

Naturalmente non bastano i fondi, la strategia europea si basa su un rafforzamento del nostro mercato interno, noi abbiamo il primo mercato al mondo e abbiamo bisogno che questo mercato, a cominciare da quello dell'energia, funzioni bene ad esempio rafforzando la nostra produzione di energie rinnovabili; ci serve un mercato in cui poter dare degli standard che dovranno diventare quelli di riferimento affinchè l'Europa non resti sola nella sua leadership ma obblighi Cina, Stati Uniti, India, tutti gli altri grandi attori globali a seguirla.

Altro elemento fondamentale della nostra strategia è la legislazione, abbiamo bisogno di un quadro di regole sulle energie rinnovabili, sull'efficienza energetica, sulla tassazione dell'energia, sull'emissione di CO2 dei veicoli e anche sull'efficienza energetica degli edifici che sia all'avanguardia, senza penalizzare la nostra industria o la nostra economia, ma fare in modo che l'asticella si alzi a quel livello tale da rafforzare la competitività.

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Poi c'è il macro tema di dove concentrare gli investimenti. Si è parlato molto dell'edilizia, ecco quest'ultima è sicuramente il settore su cui bisogna investire di più perché il target al 2030 che prevede il taglio delle emissioni al 55%, si dovrà raggiungere in buona parte con l'edilizia, dove al momento c'è il consumo di almeno il 40% dell'energia. Noi siamo importatori di gas e di petrolio, e quindi investire nell'energia, nell'edilizia e nella riqualificazione degli edifici e dei centri storici è il classico esempio di debito buono.

Ce lo ripagheremo in un dato numero di anni, diminuiremmo la nostra dipendenza energetica e quindi aumenteremmo la nostra sicurezza energetica creando allo stesso tempo lavoro in un settore fondamentale. Io trovo che il 110% sia una misura che va proprio nella direzione tracciata dall'Unione Europea, la stessa presidente nel suo discorso sullo stato dell'Unione ha parlato di 'ondata di ristrutturazioni', ecco questa ondata di ristrutturazioni sarà possibile solo con misure di questo tipo, e l'auspicio del Parlamento Europeo è che questa misura continui e venga estesa a settori strategici come quello del turismo, della ristorazione, dove c'è tanto da fare per aumentare l'efficienza energetica degli edifici. Altro settore chiave naturalmente sono i trasporti, però in questi ultimi i costi per tagliare le emissioni e le tecnologie disponibili sono molto più alti, pensiamo soltanto a quanti investimenti serviranno per spostare tutto il traffico su gomma, su ferrovia, o quanto ancora siamo lontani da soluzioni sostenibili per il trasporto aereo che in questo momento non si profilano all'orizzonte.

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L'ultimo punto fondamentale per far sì che la strategia del Green New Deal abbia successo è la sua diplomazia. Non possiamo essere gli unici a farci carico dei problemi del pianeta, intanto perché spingeremmo la nostra industria a produrre in Cina, in India o altrove aggravando ulteriormente i problemi del pianeta invece di risolverli, e poi perché non ci possiamo permettere di perdere la nostra industria che è la chiave per risolvere i problemi legati ai cambiamenti climatici: senza industria, senza sviluppo tecnologico, senza ricerca non risolveremo alcun problema legato ai cambiamenti climatici.

Quindi è assolutamente imperativo frenare il dumping ambientale che è una realtà, e a tal fine una misura importantissima è il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera attraverso una tassa per importatori da Paesi terzi che andrà a finanziare la Next Generation, perché è una delle risorse proprie fortemente voluta dal Parlamento per finanziare il piano di ripartenza europeo.

In conclusione penso che il Parlamento Europeo continuerà a chiedere target sempre più ambiziosi e realistici, e sarà sempre in prima linea affinché si trovino le risorse giuste in modo tale da far avvenire la tanto agognata transizione energetica tenendo sempre in primo piano la giustizia sociale, i posti di lavoro e l'industria.

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Il Benessere e la Salute delle Persone

ANDREA GORI Infettivologo & Direttore Unità Operativa Complessa Policlinico Milano, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico Remind, Consigliere Osservatorio per la Cura della Casa Comune È molto stimolante per me, che ho vissuto un po' in trincea quest'anno, parlare di che cosa deve essere rispettato maggiormente, il rispetto del mondo, del pianeta e dell'ambiente, con l'emergenza di Covid 19, ciascuna persona a suo modo ha imparato quanto e quanto velocemente il mondo sia cambiato. Io amo definire la prima epidemia nell'era della globalizzazione, che ha cambiato irreversibilmente il nostro modo di vivere e adesso è chiaro a tutti quali possano essere i pericoli associati al cambiamento del nostro modo di vivere.

Abbiamo assistito a molti cambiamenti, e tutto viaggia in modo frenetico, oggi più che mai abbiamo capito quanto la nostra salute, concetto non solo medico ma molto più olistico, il nostro benessere è molto fragile e a queste cose dobbiamo adattarci e imparare, prepararci.

È il momento oggi di prepararci, sars, mers e terza sars cov 2, una delle cose che è emersa in maniera molto netta e chiara, fatto che abbiamo capito che problemi vanno affrontati in rete e connessioni che diventano prioritarie, importante trans-disciplinarietà.

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IVANO CINCINNATO Psicologo & Psicoterapeuta, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico Remind, Consigliere Osservatorio per la Cura della Casa Comune Buongiorno a tutti, ringrazio innanzitutto Paolo Crisafi per aver voluto anche oggi il mio contributo in questa occasione speciale.

In poche battute, da professionista nel mondo della psicologia, quello che posso dirvi è che ci troviamo in un periodo storico, com'è ben noto, molto particolare oltre la crisi legata alla pandemia. Molto particolare perché per la prima volta nella storia, se ci pensiamo bene, le due macro cellule deputate alla costituzione, alla costruzione dei valori, dei principi all'interno degli esseri umani, costituenti a loro volta una società, ovvero la famiglia da un lato e la scuola dall'altro, si trovano come mai prima nella storia, appunto, a dialogare tra di loro in maniera molto profonda e, a mio avviso, anche pericolosa.

Il lavoro che si fa tutti insieme, per questo ringrazio sempre Paolo per i suoi contributi preziosi, è quello di cercare di remare, di muoverci in maniera allineata in un'unica direzione. Ecco a volte purtroppo questi tentativi risultano fallimentari, basti pensare che grazie alla tecnologia oggi queste due macro cellule, famiglia e scuola, si trovano a dialogare con una frequenza altissima, talmente alta che diventa a sua volta un generatore di rischi, come quello ad esempio di sovrapporre dei ruoli che in realtà dovrebbero rimanere ben distinti e separati.

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Se ci pensate bene, grazie ad alcune applicazioni oggi gli insegnanti si trovano costantemente a delegare la loro delega, ricevuta dalla famiglia a loro volta, ai genitori, quindi a restituire in realtà ciò che gli era stato dato come impegno, ovvero quello di provvedere ad educare, in maniera costante, puntuale, da un punto di vista non solo formativo, ma anche psicologico se vogliamo, soprattutto sociale, tutti quei ragazzi che da piccoli, fino a diventare adulti poi, dovranno confrontarsi non solo con i loro pari, ma anche con gli adulti. Per cui il ruolo del docente, del professore, è molto più delicato del semplice formatore che deve trasmettere delle informazioni. Dovendo restituire la delega ai genitori, capite bene che questo genera una sorta di conflitto ma paradossale, perché i genitori a loro volta, non essendo educati a fare gli insegnanti, si trovano a doversi confrontare costantemente con grande ansia anche con professionisti del settore come me, chiedendomi le istruzioni per l'uso letteralmente: non so come fare questa cosa visto che i professori mi hanno avvisato attraverso questa app che mio figlio, ad esempio, non sta studiando in un modo corretto. Quindi questo tipo di comunicazione anziché agevolare lo sviluppo di dinamiche sempre più utili ai ragazzi, ha creato ancora più confusione, per cui credo che a mio avviso oggi, dopo 30 anni di riforme della scuola, e dopo anni e anni, secoli direi, dalla notte dei tempi in cui la famiglia ha subito profonde trasformazioni, e se vogliamo oggi più che mai, ecco questi due elementi dovrebbero trovare un dialogo, una modalità comunicativa più convincente, soprattutto in termini di funzioni di ruoli, perché si sa bene, se i ruoli all'interno di una istituzione, all'interno anche di un semplice gruppo, non sono ben definiti le funzioni ad esse correlate chiaramente non possono essere svolte.

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La comunicazione diventa un motivo, o diventa addirittura, uno strumento chiave per poter far sì che queste funzioni possano essere svolte in maniera più appropriata.

Ecco io lo faccio costantemente, questo è il mio piccolo contributo se vogliamo da vent'anni, nel cercare di aiutare le famiglie a dialogare di più e soprattutto, come dicevamo prima, ad aiutare anche le istituzioni, come la scuola, a dialogare ancora meglio con i genitori, perché costantemente la domanda di aiuto nei miei confronti da parte dei più giovani, gli adolescenti, di ragazzi che vanno soprattutto dai 12 ai 17/18 anni, sta aumentando in maniera preoccupante e mi trovo a dover coinvolgere costantemente le famiglie di questi adolescenti, perché chiaramente mi arrivano informazioni completamente opposte, sia dal ragazzo sia da uno o da entrambi i genitori, sia dalla scuola che avvisa me o avvisa i genitori, del fatto che ci siano delle carenze.

Ecco questa confusione non sta facendo altro che creare sempre più dubbi nei ragazzi, ma soprattutto quello che riscontro costantemente, è sempre più difficoltà nell'essere capaci di gestire le componenti emotive che si generano nel momento in cui si interagisce col mondo esterno. A questo il Covid chiaramente come abbiamo detto già mille altre volte non ha fatto altro che dare un contributo in negativo, quindi ad amplificare, se vogliamo, le difficoltà di gestione delle emozioni, l'angoscia è quella principale, insieme all'ansia e alle paure da contatto sociale, addirittura, a volte, vere e proprie fobie.

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MARIO OCCHIUTO Presidente Fondazione Patrimonio Comune – Anci, Sindaco di Cosenza, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico Remind

Riallacciandomi a quanto detto nei precedenti interventi che facevano riferimento alla bellezza del Creato e alla necessità di avviare un nuovo corso, penso alle nostre città. Come sindaco di Cosenza ma anche come Delegato Nazionale di Anci per quanto concerne l'urbanistica, credo che la città sia il luogo più interessante da questo punto di vista. Quando pensiamo alla bellezza spesso ci riferiamo al Creato e alla natura, ma se pensiamo ai valori, anche i Dieci Comandamenti Verdi elaborati da Don Josh e che insieme a Remind promuoviamo, vediamo che il valore più importante è quello della vita.

La città è il luogo della vita, quindi ne contiene tutte le contraddizioni, e fondamentalmente è il luogo dove le persone dimorano e vogliono stare insieme. Le persone hanno creato le città non per avere una casa, una dimora, ma perché hanno questa esigenza innata di stare insieme, come esseri sociali, e adesso, in qualche misura, questa emergenza sanitaria del Covid ha minato alla base questo senso innato dell'uomo dello stare insieme.

Noi, soprattutto come sindaci, abbiamo il compito di riportare le città a quelle che erano prima, un dovere soprattutto verso le nuove generazioni, verso i giovani che hanno vissuto questo momento non solo come privazione della libertà, ma anche di questa bellezza di cui si parlava, dello stare insieme.

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Quindi dobbiamo immaginarci delle città dotate di spazi liberi aperti più ampi, luoghi di incontro, parchi, città che siano più orientate verso la sostenibilità.

Parlando di esigenze, alcune riguardano la Filiera Immobiliare ma altre riguardano anche la vivibilità e le città, che dovranno essere sempre più democratiche, più belle, più attrattive, dove si concentrano gli investimenti e quindi città più ricche, dove c'è più turismo e dove ci sono più opportunità di lavoro per i giovani. Il tema della sostenibilità si allaccia al tema dell'altruismo, privarsi anche delle cattive abitudini per un bene comunitario e sociale, spingendo le persone anche a mutare stile di vita magari più legato al benessere e alla salute proprio al fine di rendere le città più vivibili e di qualità, quindi auspicando a un periodo diverso di ritrovato senso del benessere comunitario appunto.

Oltre tutto stimolare le persone a condurre uno stile di vita più salubre, incentivando a passeggiare e a praticare attività fisica all'aperto, ad esempio nei parchi, porta a una riduzione dell'insorgenza di alcune malattie come quelle cardiovascolari e quindi ad un aumento dell'aspettativa di vita. Questa è una delle direzioni da intraprendere, ovvero creare una rete di città 'health', di città del benessere.

Sempre diciamo inerente al tema della salute cittadina, è il tema dell'efficientamento energetico, consumando meno energia e inquinando di meno, che sfocia poi in quella che, a mio avviso, è la necessità più importante e impellente: quella della rigenerazione urbana.

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Le città sono i luoghi della bellezza, perchè la vita degli uomini è bella, e questa bellezza dobbiamo andare a ricercarla anche nei quartieri più degradati, nelle periferie. Per rigenerazione non intendiamo il recupero, la riqualificazione, che sono sicuramente tutte cose positive, ma non è rigenerazione. Rigenerare significa immettere un genere nuovo, quindi laddove c'era un'area degradata, dismessa, abbandonata, o in precedenza adibita a funzioni diverse come una fabbrica, creare le premesse per uno spazio ad esempio polivalente, che spinga i cittadini alla creatività, al benessere.

Non solo, ma anche i famosi piani della mobilità sostenibile, piani urbanistici che tendono a tenere fuori le direttrici urbane più densamente popolate verso percorsi alternativi.

Il mio auspicio quindi è che questa idea della rigenerazione possa essere finalmente compresa e diventare una direttrice di crescita, non soltanto legata alla vivibilità, e quindi alla sostenibilità della città, ma anche all'economia, perché la bellezza rende le città più ricche di lavoro, di turismo, di possibilità soprattutto per i giovani. Questi valori e buone pratiche porteremo avanti come Fondazione Patrimonio Comune - Anci insieme a Remind.

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GEN. GIUSEPPE VADALA’ Commissario Unico per realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle bonifiche abusive presenti sul territorio nazionale

Il costante impegno del Governo e dell’Arma dei Carabinieri per la bonifica delle discariche abusive insieme alla preziosa collaborazione di altre istituzioni ed enti di ricerca sta dando frutti preziosi per l’ambiente che faranno risparmiare anche molto denaro pubblico.

La questione della bonifica delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale che sono oggetto della Sentenza dell’Unione Europea del 2 dicembre 2014 ha origine negli anni ‘80 ed è una vicenda di tutela e sostenibilità ambientale che l’Italia nel suo complesso sta avviando a soluzione insieme all’apporto della Commissione Europea. E’ in quegli anni che nel nostro Paese, a seguito della continua spinta produttiva, si manifestano in modo chiaro i problemi connessi alla sovra utilizzazione delle risorse ambientali e territoriali, analogamente a quanto verificatisi in Europa ma anche nelle altre Aree mondiali a più intensa produzione economica. La Sentenza comminata dalla Corte di Giustizia Europea all’Italia il 2 dicembre 2014, ma la cui apertura d’infrazione era già in atto dal 2003, è stata originata perché in quel periodo, a volte, si smaltivano i rifiuti diremmo “per necessità”, in modo irregolare e in siti non idonei, che oggi devono essere confinati definitivamente e chiusi completamente, restituendo questi territori alla collettività e chiudendo per sempre una vicenda non più ripetibile che ha già provocato ingenti danni ambientali e economici al nostro Paese.

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IL CONTRIBUTO DEI CARABINIERI Oggi l’impegno continua nel rinnovato impiego di risorse che il Governo, attraverso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha realizzato con l’Arma dei Carabinieri, prevedendo ad hoc per questa missione una figura specifica di impulso e coordinamento delle attività, quale il Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale. Il Commissario si avvale di una struttura altamente specializzata composta da dieci militari dell’Arma e collocata per gli aspetti logistico amministrativi presso il Comando Unità Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare di Roma (CUFAA); il compito è quello di eseguire i lavori di bonifica con i fondi assegnati al Commissario attraverso la Contabilità speciale appositamente attivata per gli 81 siti assegnati di cui 51 ad oggi bonificati. L’impegno dell’Arma attraverso il Commissario Straordinario di Governo ha il significato di riaffermare questo principio: non è possibile smaltire i rifiuti “per necessità”. L’opera di esecuzione dei lavori è attuata di pari passo alle azioni poste in atto per assicurare elevati standard di sicurezza e di legittimità della spesa in un settore, come quello dei rifiuti, particolarmente delicato, a causa delle infiltrazioni della criminalità organizzata.

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A seguito della Sentenza il nostro Paese ha già riconosciuto all’Unione Europea una somma di 40 milioni di euro, quale penalità iniziale forfettaria, e 42,8 milioni di euro per ogni semestre di ritardo nell'attuazione delle misure necessarie a dare piena esecuzione alla Sentenza, oggi divenuti progressivamente per le successive bonifiche e dopo l’esame della 12° semestralità del 2 dicembre 2021, 6.600.000 di euro, con un numero di discariche da bonificare che oggi sono 30 rispetto al numero iniziale di 200.

L’ATTIVITA’ Sono stati stipulati, ai fini degli aspetti della sicurezza, il Protocollo di collaborazione con la Procura di Benevento, ed è in via di completamento il Protocollo di Legalità con il Ministero dell’Interno per l’attivazione degli Uffici Territoriali di Governo per le verifiche delle imprese impegnate nei lavori e sono stati avviati i contatti per la collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia (DNA); per l’esecuzione dei lavori di bonifica con le sei centrali di committenza previste, tra le altre, dalla norma sono stati predisposti tre distinti Protocolli con i Provveditori alle Opere Pubbliche, rispettivamente, di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, un altro con il Provveditore di Lazio, Abruzzo e Sardegna e un altro ancora con quello di Sicilia e Calabria, due protocolli con le Società a capitale pubblico Invitalia e Sogesid, quello con l’Associazione Nazionale Consorzi di Bonifica (ANBI) ed è in atto la collaborazione con l’Agenzia Nazionale Anti Contraffazione (ANAC) per l’istituto della vigilanza collaborativa su tre grandi appalti;

128 per le attività di monitoraggio e caratterizzazione dei siti sono in fase di predisposizione i Protocolli con l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e con il Centro Nazionale delle Ricerche – Istituto per la Ricerca Sulle Acque (CNR-IRSA). Si sta mettendo a punto inoltre il sito web del Commissario grazie all’intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri ma già ora è stato attivato nella rete della Presidenza un sito transitorio nell’area “trasparenza”. Il metodo, diremmo, l’unico metodo possibile da applicare e utilizzare per il conseguimento degli ambiziosi obiettivi dati al Commissario, è quello della collaborazione e contributo istituzionale, intensi e continui fra tutti gli attori della complessa questione (Enti Territoriali, Ministeri, Magistratura, Associazioni, Cittadini, Enti di Ricerca), solo in tal modo si arricchisce il processo decisionale di tutti gli elementi necessari e si mettono insieme tutte le forze a servizio del nostro Paese per la risoluzione di questo importante dossier.

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FILIPPO REAN Direttore Fiera Mondiale Immobiliare – Mipim, Consigliere Comitato T. Scientifico Remind, Consigliere dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura, perché la crisi porta progressi"

Questa famosa frase di Albert Einstein descrive al massimo l’impegno costante di Remind e sono lieto di partecipare alle relative attività quale Consigliere del Comitato Tecnico Scientifico Remind e Consigliere dell'Osservatorio per la Cura della Casa Comune. Sottolineo che “i grandi danni della pandemia portano con sé non soltanto i danni devastanti della crisi ma anche prerequisiti per uno sviluppo e accelerazione della economia sostenibile, dei certi processi che erano già in movimento e la politica di GREEN DEAL. Analizzando i 10 comandamenti verdi elaborati da don Josh, Remind ha riassunto ed ha “gemellato” gli aspetti fondamentali agli elementi principali di sostenibilità contenuti nel programma GREEN DEAL:

1. Eccellenze tecnologiche e tecniche; 2. La capacità di coniugare la parte tecnica e tecnologica; 3. La cura ed attenzione all'individuo 4. La cura ed intenzione alla qualità di vita; 5. La capacità di coniugare le esigenze di sostenibilità.

Nelle prossime edizioni del Mipim saranno temi che porteremo all’attenzione.

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MICHELE DE LUCCHI Architetto e Design, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico Remind, Consigliere dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune Innanzitutto ringrazio per questa occasione di confronto e di dare un contributo. Io credo che si possa fare molto, anzi moltissimo, perché si può, proprio partendo dalle cose molto vicine a noi, trovare nuovi comportamenti, nuove immagini, nuove ambizioni da far diventare le ambizioni, i desideri e i sogni di tutti quanti noi.

Ne abbiamo bisogno, perché i vecchi sogni, le vecchie ambizioni, non vanno più bene. Dobbiamo trovare proprio quello che si adatta in maniera totale, e oramai urgente, all'unico grande problema che è quello della sostenibilità perché non c'è verso: difronte alla probabile estinzione, tutti dobbiamo contribuire a far sì che ciò non succeda.

Io sono un architetto, e sono veramente e fieramente convinto che quando, io da architetto ma tutti gli architetti miei colleghi, quando progettiamo qualche cosa, non progettiamo solamente le forme, i muri, le finestre, le porte, ma progettiamo i comportamenti delle persone che vivranno e che utilizzeranno quegli spazi dentro quei muri, che cammineranno attraverso quelle porte e che si affacceranno a quelle finestre.

Per cui è fondamentale che anche chi come me fa il progettista, progetti sapendo che quello che sta facendo non è solamente una forma, un ingombro in più sulla superficie di questo pianeta, ma è un incitamento ai comportamenti migliori.

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Si incomincia proprio sulle cose più semplici, i comportamenti migliori li realizziamo fin da subito, con noi stessi e con gli esempi che diamo attraverso il nostro comportamento. Sono convinto che per raggiungere questa unanimità di accordo sul tema della sostenibilità, dobbiamo partire da noi e da chi abbiamo vicino.

Dobbiamo partire proprio dalle persone che contiamo, con le quali viviamo, con le quali ci interfacciamo, e con le quali proprio ci scambiamo un saluto con gli occhi, tutti i giorni e tutti i momenti della giornata. Io mi sono lanciato in una serie di progetti che non sono progetti di case, o di costruzioni da realizzare subito per degli investimenti immediati che rispondono alle necessità concrete di oggi, ma che rispondono a una necessità molto più concreta di domani.

Penso soprattutto a quello che la mia generazione di architetti lascia alla prossima generazione di architetti; penso soprattutto a quello che le nuove generazioni imparano da noi, dopo che noi abbiamo imparato così tanto da loro, perché le cose più straordinarie le vediamo proprio nel comportamento dei giovani, nel comportamento di quelli che si dedicano con passione a questo grande unico tema della natura e della sostenibilità.

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Questo progetto visionario che ho fatto per rigenerazioni che saranno attive negli anni 2030, 2040, 2050, quando anche io non ci sarò più, si chiamano Earth Station, si chiamano stazioni, perché in questo momento di così totale trasformazione, di una trasformazione che è in atto ma che dobbiamo rendere ancora più travolgente proprio per le ragioni che dicevo, dobbiamo trovare una stazione, dobbiamo trovare un posto dove fermarci un attimo e decidere qual è la nostra destinazione, che poi è quella la nostra destinazione non molto lontana da quello che dicevo, ma che ha bisogno di un attimo di scegliere il treno giusto, e di trovare proprio la direzione giusta verso la quale incamminarsi. Queste stazioni che ho disegnato sono di tanti tipi, ma riguardano molto la nostra capacità di inter relazionarci, la nostra capacità di entrare in contatto gli uni con gli altri, e di mettere a profitto le buone, straordinarie, intenzioni che molti di noi hanno e che molti di noi devono poter, in qualche maniera, trasmettere e iniettare dentro gli altri.

Spero poi, come ho cercato di fare con voi oggi, di poter dare un piccolo contributo anche ad altri, con l'inaugurazione appena avvenuta del padiglione a Venezia, perché bastano veramente pochi millimetri per cambiare il senso del passo che stai facendo.

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Le Buone Pratiche delle Associazioni

FRANCESCO BURRELLI Vice Presidente Remind, Presidente Anaci – Amministratori di Condominio Tre sono le priorità che abbiamo individuato come Remind per le politiche industriali immobiliari in armonia con il Creato.

La prima priorità da portare avanti è sicuramente la messa in sicurezza del patrimonio italiano, degli immobili e degli impianti, patrimonio di cui buona parte rientra nella tutela dell’UNESCO. In questo senso, è nostro compito oggi sfruttare al meglio la grande opportunità del superbonus per efficientare gli impianti e migliorare le condizioni statiche degli edifici.

La seconda priorità su cui porre l’attenzione è la facilitazione dell’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese, che devono poter avere in quest’ottica le stesse possibilità dei grandi stakeholder.

Come terza priorità, vi è la sburocratizzazione, che deve andare di pari passo con il processo di digitalizzazione, al fine di rendere sempre più semplici il reperimento di documenti e l’accesso alle pratiche.

Nel complesso, è fondamentale, ora più che mai, attuare importanti operazioni di valorizzazione e di riqualificazione, al fine di rendere il nostro patrimonio immobiliare, unico al mondo, una garanzia del nostro vivere comune.

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Su tale scia, è necessario pensare a un piano a lungo termine, un vero e proprio “piano Marshall”, per far si che le risorse messe a disposizione dal PNRR arrivino equamente in tutti i territori del nostro Paese, con un’attenzione speciale verso le regioni italiane colpite dal sisma e da altre calamità.

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ROBERTO FRANCESCO BRAMATI Vice Presidente Cncc – Centri Commerciali, Presidente Spazio Futuro Group Per il mondo dei centri commerciali siamo l'associazione di riferimento poiché abbiamo un migliaio di siti commerciali, un fatturato pari a 139 miliardi pari a 4 punti di PIL, 200 mila lavoratori diretti e 800 mila indiretti.

Conosciamo bene i Dieci Comandamenti Verdi, li abbiamo letti, li abbiamo studiati, li abbiamo analizzati e devo dire che li stiamo applicando, nel senso che i centri commerciali che sono nati molti anni fa come grossi scatoloni, oggi stanno decisamente cambiando e stanno adottandosi dotandosi di tante cose per far sì che diventino delle scatole diverse, dei contenitori che siano meno energivori, ma soprattutto usino materiali più compatibili e adottino tutto ciò che è possibile per essere certificati nell'ambito della certificazione verde, tale per cui permette di far sì che un centro possa essere considerato un centro in linea con queste procedure che ci portano verso centri nuovi.

I centri commerciali nel 2016 hanno avuto un'innovazione importante con ARESE, un progetto del professor Michele De Lucchi, un centro che ha scavalcato quelli che sono stati i centri di prima generazione, aprendosi sull'esterno con porticati, con grandi vetrate, molto luminosi, con materiali ecologici, con illuminazioni a led, con molto verde, sia internamente che esternamente, e quindi sicuramente un grande passo avanti nell'innovazione dei centri commerciali.

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Questo esempio poi è stato ripreso, e continuerà nei centri che verranno, ad esempio avremo a Cinisello un centro che sarà il più grande d'Europa che quando sarà realizzato la copertura sarà un bosco, con prati e con attrezzature tali per cui ci saranno le condizioni per avere del ludico e della ristorazione inserita in un grande contesto ecologico.

Questo sistema di innovazioni è già partito, sta continuando anche con un rinnovamento di quelle che erano i normali negozi nell'ambito dei centri commerciali: oggi all'interno stanno trovando spazio anche centri medici, dentistici, terapeutici e centri benessere che fino a qualche anno fa erano solo delle idee e adesso invece rappresentano delle grandi realtà che sono ormai entrate di fatto all'interno di questo mondo.

Oggi il centro commerciale ambisce a diventare un punto di incontro che sia in linea con le aspettative di tutti a livello di abbattimento delle barriere, dei consumi, ponendo la dovuta attenzione sugli aspetti più ecologici e meno impattanti.

In ambito pre-Covid i centri commerciali si erano già mossi anche con campagne tipo quella della Croce Rossa, raccogliendo cifre importanti da donare appunto a questa organizzazione, e sempre negli scorsi anni il centro commerciale a livello locale si è impegnato per il finanziamento di opere nel territorio di prossimità, facendo investimenti e donazioni per la ristrutturazione di chiese, di scuole, di monumenti e di quanto potesse servire alla collettività attorno al centro.

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Oggi che siamo in era Covid abbiamo fin da subito offerto degli spazi per le vaccinazioni e anche nell'ottica più ampia che diventino ricoveri e che possano essere addirittura pensati e trasformati in seguito ad eventi catastrofici e quindi utilizzati per esigenze diverse. Ci saranno infatti prossime progettazioni in cui le parti comune dei centri commerciali saranno studiate e pianificate proprio in questa direzione.

In conclusione mi sento di dire che i Dieci Comandamenti Verdi ci insegnano l'educazione profonda nei confronti della Terra che non è nostra, ma è di tutti e quindi dobbiamo, come comunità, averne maggiore rispetto, per far sì che quegli sprechi, tutti quei comportamenti erronei perpetuati fin adesso si fermino e si pensi di iniziare un nuovo percorso virtuoso, e noi come centri commerciali locali questo percorso lo abbiamo iniziato e lo stiamo portando avanti con orgoglio e soddisfazione.

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MASSIMO CIMATTI Consigliere Delegato al Turismo Culturale Remind, Presidente Onorario Agedi Quando parliamo di bellezza mi piace pensare alla speranza, al rispetto, al lavorare e remare insieme per uscire dalla crisi. Milano è stata capace di mettere in mostra la propria bellezza, adesso dobbiamo continuare ad alimentare un’unità di intenti che si muova con tenacia, determinazione e spiritualità.

È la bellezza che dobbiamo perseguire, a maggior ragione trovandoci nel Paese che è padre e madre della bellezza mondiale, per riscoprire i valori e le virtù dell’umanità.

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MARIA CARMELA COLAIACOVO Vice Presidente Aica – Confindustria Alberghi La crisi pandemica ha impresso un rapido cambiamento legato anche al settore alberghiero consentendo una visione più attenta a ciò che interviene nella società e nel l’interazione di questa con la natura e l’ambiente circostante.

Un momento storico che ha impresso in ognuno di noi forti mutamenti, modificando abitudini e consentendoci di percepire con ancora più urgenza quanto sia importante mantenere quell’equilibrio che lega l’azienda al territorio e il territorio stesso alla sua comunità.

Per il turismo e per il settore alberghiero in particolare è fondamentale, oggi più che mai, ricreare ambienti dove turisti, visitatori e cittadini siano nella possibilità di vivere le esperienze sul territorio senza distruggere o peggiorare ciò che li circonda.

Questo il motivo principale che ci induce a mantenere quel giusto e sano equilibrio di sostenibilità in ambito sociale, ambientale ed economico.

Un’attenzione che trova ampio spazio nell’attività di riqualificazione e rigenerazione, che incide positivamente sulla competitività turistica ma, che soprattutto ha un forte impatto in termini di sostenibilità e risparmio energetico, e può contribuire ad una vera e propria rinascita dei territori oltre naturalmente alla salvaguardia e valorizzazione di beni artistici, culturali e paesaggistici.

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Ed è proprio grazie alla rigenerazione urbana che il mondo alberghiero sempre più spesso riesce, attraverso il recupero di quanto già esistente, ad innescare meccanismi virtuosi che incidono positivamente sull’ambiente, impreziosiscono il territorio, restituendo anche una migliore qualità di vita agli abitanti del luogo.

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ANGELICA DONATI Presidente Ance Lazio Giovani, Head of Business Development Donati Spa Le imprese del settore costruzione considerano gli obiettivi di sostenibilità un valore aggiunto ormai fondamentale, parte delle strategie di sviluppo.

Nella stessa direzione sono orientate agevolazioni fiscali come il Superbonus e il Sisma Bonus al 110%, pensate dal Governo per l’attuazione della transizione ecologica, oggetto del secondo pilastro del Recovery Fund.

Secondo le stime di Ance, queste misure possono generare un forte ritorno economico e maggiori entrate per lo Stato, oltre a un risparmio per le famiglie e per l’ambiente in termini di consumi energetici.

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GIOVANNI MAGGI Presidente Assofondipensione, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico Remind Grazie a Remind e al Parlamento Europeo - Ufficio Italia per questo invito. In questo importante convegno, mi preme parlare di un progetto di sistema, che come Assofondipensione abbiamo sviluppato con l'obiettivo di coinvolgere risorse importanti dai fondi pensionistici nazionali a supporto del sistema paese e delle piccole e medie imprese.

Il progetto, che si fonda su un’interazione proficua tra pubblica e privato è nato all'inizio del 2019 e con l’arrivo della pandemia ha assunto una grande valenza sociale. Ricordiamo infatti che l’avvento pandemico ha creato grossi problemi ad alcune filiere, in primis a quella del turismo, dell'immobiliare - infrastrutture, del commercio e della ristorazione. Riteniamo infatti estremamente importante in quest'ottica veicolare risorse dal nostro mondo a supporto delle imprese.

Nel complesso, abbiamo rivolto grande attenzione alle tematiche ambientali e sociali, consapevoli che questi investimenti potranno essere di grande aiuto in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, al fine di aumentare l’occupazione e l’attrattività del nostro Paese all’estero. In tale ottica, vedo con favore le iniziative di Remind in collaborazione con gli altri pilastri quali le Casse di Previdenza, le Banche, le Assicurazioni e le altre organizzazioni produttive.

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GIANFRANCESCO RIZZUTI Direttore Operativo Febaf – Federazione Banche, Assicurazioni e Finanze Ritengo che i Dieci Comandamenti “verdi” vadano letti congiuntamente. Il settimo -imparare un nuovo modello di abitare della nostra casa comune e gestirla in modo più responsabile attraverso una nuova economia e nuova cultura politica – fa espresso riferimento all’economia e alla sua responsabilità. La crisi sanitaria, sociale, economica dalla quale stiamo faticosamente uscendo in tutto il mondo sta lì a rammentarci quanto questo sia da tenere a mente, così come è da tenere a mente l’importanza del secondo comandamento, che invita ad ascoltare il grido dei poveri.

Un periodo di rinascita e ricostruzione come quello che si auspica sarà il periodo post-Covid è chiamato a tener conto dei principi dell’economia e della finanza sostenibile, che mettono nel debito conto delle scelte di sviluppo e investimento gli aspetti ambientali, sociali e della governance (c.d. ESG). Sarà necessaria la collaborazione tra settori della società civile, tra la sfera pubblica e quella privata. La parola “partnership” sarà protagonista delle scelte d’indirizzo politico a livello nazionale e globale. In questo senso ritengo importante la collaborazione con Remind.

Il mondo finanziario è al centro di questo paradigma, che sarà sempre di più necessario in futuro. Come FeBAF – Federazione Banche Assicurazioni e Finanza – lavoriamo molto sulla finanza sostenibile, insieme alle nostre associate.

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Lo facciamo da tempo in Europa e in Italia, collaborando con le istituzioni ed altre associazioni per diffondere cultura, consapevolezza e buone pratiche della sostenibilità. In Italia, in particolare, lavoriamo insieme ad Asvis e alle sue componenti della società civile, al Forum per la finanza sostenibile, a Borsa, ad altre organizzazioni attive in questo campo. Siamo parte anche della Feduf, la Fondazione per l’educazione finanziaria promossa dal settore bancario, perché riteniamo che sostenibilità ed educazione finanziaria vadano di pari passo e sono – insieme all’innovazione- tra le principali sfide di policy del presente e del prossimo futuro a favore delle prossime generazioni.

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CLAUDIA SCARCELLA Responsabile Rics Italia – The Royal Institution of Chartered Surveyors RICS -The Royal Institution of Chartered Surveyors - è un organismo professionale globale, con una storia di oltre 150 anni, che promuove e applica i più elevati standard internazionali nella valutazione, gestione e sviluppo di terreni, immobili, costruzioni e infrastrutture. Conta ad oggi 134.000 membri in 148 Paesi, operanti in tutti i settori della filiera Real Estate. In Italia si contano ad oggi circa 600 membri in 20 settori di specializzazione.

La missione di RICS è di operare nell’ interesse pubblico ed assicurare che i mercati lavorino nel migliore interesse della società per generare un un cambiamento positivo e affrontare le sfide principali che oggi si pongono nell’ ambiente costruito e naturale. Questo attraverso la creazione di standard di settore, etici e comportamentali globali, le proprie certificazioni professionali di elevata qualità, la messa a disposizione di tutta la comunità mondiale di approfondimenti, ricerche e studi estremamente affidabili.

I valori, la missione e l’impegno di RICS per l’ambiente costruito e naturale si inquadrano perfettamente nelle attività di condivisione e promozione dei 10 Comandamenti della “Laudato Si” e nelle politiche industriali promosse da Remind per lo sviluppo, la sicurezza e dei territori e delle città per il benessere delle persone e del Creato.

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La dimensione globale e l’impegno collegiale di RICS può rispondere alle sfide della crisi socio-ambientale presentate in tutti e tre gli ambiti della “Laudato SI” : Comprendere la dimensione della crisi della Casa Comune, determinarne e riconoscerne le cause profonde, definire i nuovi paradigmi del vivere e dell’abitare, del progresso tecnologico e della finanza sostenibile, ma in particolare agire per concorrere a creare e diffondere una cultura profonda a difesa delle “ricchezze culturali dell’umanità” rappresentati dall’ambiente urbano, gli spazi pubblici e le abitazioni, le infrastrutture fisiche e digitali per una migliore qualità della vita umana e a tutela delle future generazioni.

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TIZIANA STALLONE Presidente Enpab – Vice Presidente Adepp – Casse di Previdenza Grazie per l’invito, trovo di grande interesse questa iniziativa perché essendo io stessa un’amante e della vita e una biologa, mi sono sempre resa conto dell'importanza dell'integrazione dell'uomo nel creato e della necessità di un’armonia tra l’uomo e la natura, focus che i 10 comandamenti verdi della Laudato sì, al centro delle Giornate Remind, esprimono appieno.

Come Casse di previdenza dei biologi e in generale nell’ambito dell’intero sistema previdenziale, stiamo portando avanti numerosissime iniziative. Il nostro patrimonio, che ammonta a oltre 100 miliardi, è un patrimonio che ha nella sostenibilità una linea guida fondamentale, sostenibilità che, da una parte, si compie attraverso investimenti mirati e, dall’altra, si esprime nella specifica tutela dei nostri professionisti.

In questo senso, sentiamo la forte responsabilità di non agire mai in maniera speculativa e solo per dei proventi ma, soprattutto, sul tema per esempio dell’ambiente, con il fine ultimo di rivalorizzare la natura e la bellezza che ci circondano.

Nel complesso, la nostra azione si esprime attraverso investimenti che guardano allo sviluppo ecologico, alla rappresentatività delle minoranze di genere, ai valori dell’uguaglianza sociale, alla riqualificazione energetica e alla sostenibilità delle piccole e medie imprese.

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ALBERTO PETRUCCI Economista, Presidente Comitato Tecnico Scientifico “Autori dell’Abitare” Remind Il mio compito è quello di collegare le politiche industriali dal PNRR italiano ai dieci comandamenti verdi, entrambe aventi come obiettivo ultimo la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva.

Il nostro piano italiano porta con sè un'importante filosofia integrata per lo sviluppo economico, valorizzando la nostra tradizione culturale e ambientale, collegandosi a dei valori spirituali del nostro Paese, una riforma integrata e completa. Politiche industriali adesso hanno a che vedere col dinamismo delle imprese, e sulla promozione della concorrenza, raggiungendo alcuni comandamenti.

Innanzitutto promuovere significa promuovere un'equità sociale, per le generazioni correnti e future. Questo può avvenire se le politiche sono interventi coadiuvati, ma come si può promuovere la concorrenza? Il pnrr parla di tantissime azioni, interessante rilevare che cercar di promuovere le piccole e medie imprese italiane, vero tessuto italiano portante. Gli investimenti aumentano più del PIL.

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ANTONIO MISIANI Responsabile Economico PD Stiamo attraversando una fase storica eccezionale, come hanno sottolineato tanti interlocutori in queste Giornate Remind della Bellezza e della Terra; la pandemia globale ha portato con sè un carico di dolore, di perdite umane senza precedenti, ce lo dicono i numeri che ci vengono raccontati giorno dopo giorno; ma ha portato anche un crollo economico che non ha precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale, è calato il PIL a livello globale, nei Paesi avanzati, nell'Europa e l'Italia ha subito un crollo dell8,9% che non ha precedenti dal 1944.

Questo crollo economico, le sue conseguenze sociali e occupazionali ci chiamano ancora una volta a riflettere sul modello di sviluppo, perché l'Italia e l'Europa sono entrate in questa pandemia con una condizione complessa dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Il nostro modello di sviluppo era insostenibile già prima della pandemia, e già nella fase precedente era aperta una riflessione, decisioni politiche, strategie economiche che andavano nella direzione della decarbonizzazione, di un nuovo modello di sviluppo che facesse i conti con il cambiamento climatico, col riscaldamento globale e la necessità di affrontare queste problematiche e di porre rimedio ai danni che sono stati inferti al patrimonio naturale in decenni e decenni di sviluppo incontrollato.

L'Europa è stata l'epicentro della pandemia, è stata colpita duramente dal un punto di vista sanitario e ha avuto danni dal punto di vista economico, sociale e occupazionale.

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E questa Europa che nella fase iniziale, all'inizio del 2020, era sembrata andare in ordine sparso, è riuscita nelle settimane e nei mesi successivi a recuperare il senso di un'azione comune, della necessità di uno sforzo condiviso e collettivo, perché da questa emergenza, questa è la consapevolezza che si è affermata, non era possibile uscire in ordine sparso, era necessario uscire insieme con uno sforzo condiviso e le scelte che sono state maturate, da aprile in avanti, sono andate in questa direzione.

Con la sospensione del patto di stabilità e di crescita, e quindi con la fine di una stagione di austerità che aveva allontanato i Paesi del sud Europa da quelli più avanzati, e con la flessibilizzazione delle regole sugli aiuti di Stato che ha permesso di non bloccare il flusso di credito e di aiutare centinaia di migliaia di imprese, l'Europa ha finanziato gli interventi per il lavoro con il programma 'Sure', finanziato con l'indebitamento comune. La stessa Europa, quella di una ritrovata solidarietà e responsabilità, ha varato la Next Generation Europe, sicuramente il programma più importante contro la crisi messo in campo in questi mesi, che rappresenta per molti versi una netta discontinuità rispetto all'Europa che avevamo conosciuto negli ultimi dieci anni.

È in discontinuità per la sua dimensione, 350 miliardi di euro, è in discontinuità per la governance, perché queste risorse verranno gestite prevalentemente dalle istituzioni comunitarie, più che dai capi di Stato e di Governo, si passa da una logica intergovernativa ad una governance comunitaria.

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I 750 miliardi verranno reperiti sui mercati finanziari con un'emissione di titoli europei, si supera il tabù degli eurobond e si va verso un'Europa che si presenta unita sui mercati finanziari e proprio in virtù di questa unità riesce a spuntare condizioni eccezionalmente favorevoli. Questi 750 miliardi sono e saranno ripartiti secondo logiche solidaristiche, all'Italia ne verranno attribuiti 205, alla Germania 30 o 40 miliardi.

Questo programma Next Generation Eu non è soltanto un programma di investimenti e di riforme, ma ha l'esplicito obiettivo di mettere l'interno continente, e l'Italia, in un nuovo sentiero di sviluppo equo, sostenibile da un punto di vista ambientale e inclusivo da un punto di vista sociale e la ripartizione di queste risorse nella testimonianza perché l'Unione Europea ha stabilito che almeno il 37% di questi 750 miliardi dovranno andare a investimenti e riforme per lo sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, il 20% come soglia minima per la digitalizzazione e Next Generation Eu servirà a finanziare interventi per ridurre le diseguaglianze sociali, di genere, intergenerazionali e territoriali che si sono e che si erano aggravate già nella fase precedente alla pandemia e che quest'ultima ha ulteriormente acuito.

Next Generation Eu, quello che noi in Italia chiamiamo Recovery Fund, va chiamato col suo vero nome, ovvero un programma per la prossima generazione di europei e di italiani, è una sfida formidabile per il nostro Paese.

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Lo è perché noi dovremmo spendere questi 205 miliardi in 5 anni e mezzo, e questo avverrà in un Paese che ordinariamente impiega 16 anni per realizzare grandi infrastrutture. Questo ci chiama a uno sforzo straordinario di modernizzazione della pubblica amministrazione, di semplificazione delle procedure, di accelerazione dei processi amministrativi di modernizzazione del sistema Paese nel suo insieme.

È una grande opportunità ma anche una grande responsabilità per il nostro Paese perché quello che accadrà in Italia da qui al 2026 non avrà una rilevanza enorme solo per il nostro Paese, ma lo avrà anche per il resto d'Europa. Se in Italia Next Generation Eu sarà un successo, non solo per farci recuperare quanto perso nell' 'annus horribilis' 2020 ma per aver messo il nostro Paese su un sentiero di sviluppo sostenuto e sostenibile, se questo accadrà allora la svolta storica che è maturata in questi mesi in Europa si consoliderà e avremo la forza politica di chiedere all'Europa di fare ulteriori passi in avanti, per chiedere che Next Generation Eu diventi uno strumento permanente, per completare l'unione bancaria e per continuare il processo che noi utopisti vogliamo che vada nella direzione degli Stati Uniti d'Europa e che va costruito però passo dopo passo facendo i conti con le condizioni storiche che abbiamo di fronte a noi. Se invece questo non accadrà e l'Italia ricadrà nei vecchi vizi, utilizzerà male queste risorse, non riuscirà a spenderle o lo farà dove non sarebbe utile investirle, allora questa non sarà soltanto un'occasione irrepetibile perduta e sprecata, forse l'ultima occasione che abbiamo per riagganciare le altre economie avanzate, ma sarà una battuta d'arresto per la nuova Europa.

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Questa è la posta in gioco, dobbiamo esserne tutti consapevoli, è una sfida che riguarda la politica e le istituzioni ma anche il Paese nel suo insieme, la classe dirigente, le forze economiche, le forze sociali, il mondo della cultura, quello della ricerca: è una vera e propria sfida al sistema Pase.

Io sono convinto che ce la possiamo fare, che abbiamo tutte le energie per vincere questa sfida, naturalmente dobbiamo tutti metterci al lavoro, stringerci attorno al Governo, al Presidente Draghi, alle scelte che via via vengono assunte in queste settimane che sono cruciali non solo per l'immediato futuro, ma per i prossimi 20 anni del nostro Paese e del continente europeo.

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SABRINA ALFONSI PresidenteⅠMunicipio di Roma Capitale Innanzitutto, ringrazio Remind e il Parlamento Europeo – Ufficio Italia per aver organizzato questo incontro, momento di confronto e di dialogo sulla più grande sfida collettiva del futuro, quella ambientale.

Non esiste infatti un pianeta di riserva, ce lo hanno ricordato a gran voce i ragazzi scesi in piazza in tutto il mondo con il movimento Fridays for future, e ce lo ha ricordato il Santo Padre con la sua Enciclica, dirompente per la sua profondità e limpidezza. L'ecologia integrale deve diventare in questo senso un nuovo paradigma di giustizia, in linea con l’assunto che l’ambiente non è una mera cornice della vita umana, ma è, come bene dice la stessa Enciclica Papa Francesco, un dono collettivo, patrimonio di tutta l'umanità, eredità comune da amministrare e non da distruggere.

La salvaguardia della Terra, quindi, come il punto base da cui ripartire; piantiamo adesso semi che diventeranno nel prossimo futuro alberi di valore. Iniziamo dalle nostre comunità, dalle nostre città; a Roma, per esempio, è necessario porre l’attenzione sulla gestione del verde, dei rifiuti, dell’agricoltura e delle campagne. Dobbiamo curare l'ambiente per prenderci cura delle persone e dobbiamo farlo da amministratori responsabili, ponendoci come obiettivo primario quello di essere in tutto e per tutto ecosostenibili, ad esempio, orientando le politiche industriali ad essere altrettanto responsabili. Teniamo a mente sempre, inoltre, che prendersi cura della natura e dei più fragili è prendersi cura l'uno dell'altro; temi fondamentali per vivere in pace e in sintonia con il mondo circostante.

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Sfruttiamo quindi queste giornate di lavori indette da Remind come momenti di elaborazione collettiva, e impegniamoci, ognuno nella propria area di competenza, per affrontare e vincere insieme queste grandi sfide che ci attendono.

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GABRIELE SCICOLONE Presidente Oice – Ingegneria e Consulenza, C.D. ai Rapporti con Roma Capitale Remind, Consigliere dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune Roma Capitale, Caput Mundi, recita il titolo del Panel, e proprio da quello voglio partire. Viviamo la città universalmente conosciuta con tale allocuzione. Una città che è stata il centro del mondo o dell’universo in un universo che è stato per millenni terra-centrico ed un mondo che è stato mediterraneo-centrico.

Non possiamo pensare che oggi Roma possa essere quello che è stato, ma resta sempre, nell’immaginario dell’umanità la “Città Eterna”. Roma, oggi, ha bisogno di ritrovare la propria “vocazione”, che la emancipi dai problemi che l’hanno afflitta negli ultimi decenni per tornare, con altra accezione – la “Caput Mundi”.

E lo deve fare seguendo il filone degli investimenti sostenibili ed in piena sintonia con i 10 comandamenti versi e con i dettami della Laudato Sì.

Progetti di Rigenerazione Urbana che siano coraggiosi, armoniosi, sostenibili, rispettosi della natura nella quale la nostra città è immersa (una città che è anche colline, campagna, pastorizia, ha detto recentemente un architetto italiano) ma che in tutto ciò può e deve tornare ad essere un centro di business internazionale, una nuova Capitale del South Europe / EMEA. Ci vorrà lungimiranza e coraggio da parte della nuova classe politica e dell’imprenditoria. Gli investitori stranieri sono pronti a puntare sulla nostra Capitale, dobbiamo essere pronti ad accoglierli con progetti che intercettino la necessità di sviluppo e di sostenibilità.

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GIOVANNI SAVIO Global CEO Planet Smart City, C.D. all’Innovazione e alla Digitalizzazione Remind Fondata nel 2015 da Giovanni Savio e Susanna Marchionni, esperti nel settore immobiliare, e presieduta dal fisico e imprenditore Stefano Buono, Planet Smart City ha un obiettivo: offrire a tutti l’opportunità di vivere in case migliori con servizi innovativi. Planet Smart City collabora con costruttori di tutto il mondo per rivitalizzare le comunità esistenti attraverso tecnologie intelligenti e opera anche in paesi con grande deficit abitativo. A livello globale, Planet Smart City diffonde il proprio know-how, rispettando e mantenendo la cultura e le esigenze locali, disegnando progetti che creano comunità e favoriscono le relazioni umane.

In Italia, a Torino, Planet Smart City ha il proprio centro di competenza per le tecnologie intelligenti e la loro applicazione ai progetti: Planet Idea, completamente dedicato alla ricerca e alla pianificazione di città e quartieri intelligenti.

Concepito per dare una risposta organica alla richiesta di progetti smart, il competence center è un osservatorio, che monitora costantemente il mercato, cercando prodotti, servizi e best practice con un elevato TRL (technology readiness level), cioè immediatamente disponibili e affidabili. Il catalogo di soluzioni smart ad oggi ha più di 200 soluzioni in quattro macro aree (ambiente, pianificazione e architettura, sistemi tecnologici, innovazione sociale) che vengono applicate in base alle esigenze di ciascun progetto e delle comunità, da un team di oltre 200 professionisti, con una visione a 360°, per affrontare in modo olistico il tema Smart City. 158

LEANDRO AGLIERI Presidente Laboratorio Smart City Forum Innovazione Roma Capitale Con il rilancio da parte della Sindaca Virginia Raggi del Laboratorio Smart City di Roma Capitale cittadini, associazioni, imprese, università e Amministrazione Capitolina hanno finalmente un luogo dove contribuire attivamente ai progetti che cambieranno il volto della Capitale.

Il Piano Roma Smart City di cui ci siamo dotati è un punto di inizio, oltre che un punto di arrivo. Abbiamo condiviso con la sindaca questo importantissimo passaggio che apre una nuova fase di collaborazione con l’attuale vertice del Campidoglio per un Laboratorio multi-stakeholder inclusivo della società civile per il benessere dei cittadini romani.

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MAURIZIO VOLPES Amministratore I.SI. Engineering La cosa più difficile e complicata (non complessa) per un Operatore Economico, è doversi districare nel clima di incertezza dovuta all’eccesso legislativo ordinario e di emergenza.

È abitudine consolidata il proliferare di norme, regolamenti, decreti, leggi, ecc. che, pur accavallandosi tra di loro, non costituiscono la reale modifica della norma originaria, bensì si inseriscono nella babele di provvedimenti dei quali “provare” a tener conto durante la vita produttiva.

In questo le cd. Semplificazioni, introdotte durante il COVID, hanno generato delle mostruosità del tipo: “gare di progettazione per importi > 800.000 € affidate al massimo ribasso …”

Al macero i criteri di efficacia, efficienza ….

Si sono poi aggiunte fantasiose ipotesi di generalizzazione del massimo ribasso e di eliminazione di qualsivoglia limite al subappalto

Al macero il criterio della lotta alle infiltrazioni criminali

Dopo di che, grande frenata, ma la revisione del Codice dei Contratti (D.lgs. 50/2016) è ancora una pia speranza.

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Confidiamo, ancora, nel Presidente Draghi, affinché si metta mano definitivamente alle norme sugli appalti, inclusa anche la qualificazione delle Stazioni Appaltanti prevista dall'art. 38 del d.lgs. 50/2016, che non può essere attestata dalla stessa Stazione Appaltante, per un evidente conflitto di interessi, ma, immagino, dovrebbe essere attestata da un ente terzo e ciò a valere anche per le anche le centrali di committenza.

Attualmente, ai sensi dell’art. 216 comma 10 del Codice, fino alla data di entrata in vigore del nuovo sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, i requisiti di qualificazione sono soddisfatti mediante l’iscrizione all’Anagrafe Unica delle Stazioni Appaltanti (AUSA).

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DANIELA FRANZOSI Partner Mpartner Il periodo lavorativo che stiamo vivendo è quanto meno schizofrenico e pieno di paradossi.

Da un lato il mondo dell’immobiliare milanese è ricco di fermento per le operazioni immobiliari di ampio respiro e di qualità. Dall’altro tali sviluppi entrano in difficoltà per necessità di revisione di criteri funzionali (il mondo è cambiato), per incertezze interpretative delle procedure autorizzative, e per l’aumento dei costi di costruzione, impazziti per differenti ragioni (dal mercato mondiale delle materie prime, all’impennata di alcuni prodotti largamente usati per il Superbonus).

E i Business Plan devono faticosamente essere rivisti e i progetti con essi, mettendo in difficolta la redditività per imprese e comparto ingegneria, ove non l’investitore che rimanda l’operazione. Dall’altro il mondo del Superbonus, che ha sicuramente dato una spinta enorme al comparto della microimpresa e della professione diffusa, ma che troppe volte viene gestito senza la qualità e serietà necessaria, lascando troppi balzelli sulla strada. E il paradosso è che sta creando difficoltà agli equilibri dei progetti di largo respiro. Più in generale una riflessione potrebbe essere di prevedere percorsi differenti di selezione e formazione del personale preposto al rilascio delle autorizzazioni, al fine di perseguire l’obiettivo della competenza e anche quello della responsabilità sia verso il bene pubblico che verso l’interlocutore privato al quale è obbligo dare risposte non secondo interpretazioni, ma secondo regole e tempi certi. 162

Per gestire al meglio le opportunità future credo sia auspicabile sia una sinergia fra pubblico e privato che una semplificazione, all’interno della quale però vengano perseguite cose davvero semplici ma rivoluzionarie che ci portino a dialogare meglio a livello globale.

Banalizzando faccio un esempio: l’unità di misura della superficie. Comune che vai unità di misura che trovi. Abbiamo grosse difficoltà quindi a interpretare realmente i dati e spesso a renderli realmente comparabili. Come sarebbe più facile se in questa Babele di linguaggi alla domanda quanto è grande la tua casa o quanto costa la tua casa, si potesse con chiarezza rispondere, senza invece ribattere:

- Dipende, rispetto a quale tipo di superficie? E tutti noi nel mondo dell’immobiliare passiamo ore e ore a ricontare le stesse superfici secondo regole diverse, o a ricomporre i valori del costo di costruzione rispetto alle differenti superfici. Un tempo lo chiamavano Esperanto, il sogno di un linguaggio comune…

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OSSERVATORIO PER LA CURA DELLA CASA COMUNE

Obiettivo primario dell’Osservatorio è di osservare, narrare e dare voce all’anima dell’individuo che abita la realtà immobiliare, descrivere il suo rapporto con essa e porre questa nuova visione di uomo e di immobile come base ineliminabile per ogni futuro progetto.

Una cultura dell’abitare, ovvero, all’insegna della sostenibilità, all’insegna di una spiritualità, laica o religiosa, che si condensa, a seconda dell’ambito professionale e/o personale di riferimento, in modi differenti, ma che risulta essere sempre tratteggiata dallo stesso motivo di fondo: quello di creare un abitare diverso, da rimodellare sui bisogni dell’individuo e sul suo intrinseco desiderio di relazionalità.

Gli elementi valoriali fondanti della enciclica sono la sostenibilità sociale, economica, energetica - ambientale e sono stati ben sintetizzati ne << I 10 comandamenti verdi della <> da Don Josh, Direttore dell’Istituto di Scienze Sociali e Politiche presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma e Coordinatore del Settore “Ecologia & Creato” -Vaticano:

1) La Terra, nostra casa comune, è in pericolo. Prendersene cura. 2) Ascoltare il grido dei poveri che sono le vittime sproporzionate della crisi della nostra casa comune.

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3) Riscoprire una visione teologica del mondo naturale, dato che il degrado ecologico è sintomatico di una crisi profondamente spirituale. 4) Ammettere che l’abuso sulla creazione è peccato ecologico. 5) Riconoscere le piu’ profonde radici umane della crisi della nostra casa comune. 6) Sviluppare una ecologia integrale perché siamo tutti inter- relazionati e interdipendenti. 7) Imparare un nuovo modello di abitare della nostra casa comune e gestirla in modo più responsabile attraverso una nuova economia e nuova cultura politica. 8) Educare alla cittadinanza ecologica attraverso il cambiamento di stili di vita. 9) Abbracciare una spiritualità ecologica che porti alla comunione con tutte le creature di Dio. 10) Coltivare le virtù ecologiche di lode, gratitudine, cura giustizia, lavoro, sobrietà e umiltà.

A conclusione dell’anno Laudato si’, il 24 maggio 2021, i valori e messaggi restano universali e per sempre.

Per dare vita a un abitare più a misura d’uomo, passo fondamentale è quello di condividere idee, progetti, esperienza di vita e lavorative, il comune senso di amore e rispetto per nostra madre terra, al fine di promuovere e sviluppare uno spirito di solidarietà e di collaborazione proficua.

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Sarà cura dei consiglieri dell’Osservatorio, con cadenza periodica semestrale, condividere le esperienze dirette o di altri, nei propri ambiti di competenza, per poi darne voce.

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Consiglieri dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune

Partecipano a titolo personale:

• Paolo Crisafi, Presidente di Remind & del Comitato Editoriale NewsReminder & dell’Osservatorio della Cura della Casa Comune • Carlo Corazza, Rappresentante del Parlamento Europeo in Italia • Padre Gustavo Agin, Superiore Generale della Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bètharram • Stefano Abitante, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico “Autori dell’Abitare” Remind, voce e tromba The Scoop Jazz Band • Mirko Annibali, Avvocato • Stefano Baduini, Generale della Guardia di Finanza • Pierluigi Bartolomei, Direttore Generale Elis • Carlo Boffi, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico “Autori dell’Abitare” Remind, Prefetto • Ivano Cincinnato, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico “Autori dell’Abitare” Remind, Psicologo – Psicoterapeuta • Fabrizio Cola, Direttore Area Sisma e Altre Calamità Remind, President of Firtech The Culture of Innovation - Istitutional Relations Manager presso Tema Sistemi • Franco Cotana, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico “Autori dell’Abitare” Remind, Membro Comitato Scientifico G20 Ambiente presso Ministero della transizione ecologica MITE, Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Energia e Sviluppo Sostenibile Università di Perugia 167

• Laura de Benedetti, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico “Autori dell’Abitare” Remind, Generale dei Carabinieri • Michele de Lucchi, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico “Autori dell’Abitare” Remind, Designer e Architetto • Luca Dal Fabbro, Managing Partner Fondo Italiano per l’Economia Circolare, Vp Fondazione Snam • Andrea Gori, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico “Autori dell’Abitare” Remind, Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Milano, Direttore di Unità Operativa Complessa Policlinico di Milano • Antonino Marcellino, Presidente del Conservatorio di Santa Cecilia - Roma • Roberto Massucci, Questore • Marco Mari, Consigliere Delegato Sostenibilità Ambiente Costruito Remind, Presidente Gbc Italia • Franco Mencarelli, Consigliere della Corte dei Conti • Giorgio Palmucci, Presidente Enit • Fabio Pisano, Barbiere • Fabrizio Piscopo, Fotografo • Filippo Rean, Direttore Fiera Mondiale Immobiliare – Mipim • Paolo Saluzzi, Direttore Area Patrimoni e Beni Ecclesiastici Remind, Vice presidente Accademia Romana delle Arti • Giuseppe Sopranzetti, Consigliere Comitato Tecnico- Scientifico “Autori dell’Abitare” Remind, già Funzionario Generale della Banca d’Italia • Gabriele Scicolone, Consigliere Delegato ai Rapporti con Roma Capitale Remind, Presidente Oice

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• Elisabetta Tizzoni, Direttore Area Cultural Project Management Remind, Pianista e Cofondatrice Musica a Margutta

Partecipano a titolo onorario:

• Monsignor Francesco Pesce, Assistente Ecclesiastico Roma Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, Incaricato Servizio Pastorale, Sociale e del Lavoro – Diocesi di Roma

• Don. Joshtrom Isaac Kureethadam SDB, Direttore dell’Istituto di Scienze Sociali e Politiche – Università Pontificia Salesiana Roma, Coordinatore Settore "Ecologia & Creato" & Membro Commissione Covid 19 – Vaticano

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COMMENTO SUI “I 10 COMANDAMENTI VERDI”

Nella tappa del 7 maggio Remind ha preso atto e si è riconosciuta nelle linee guida e negli elementi valoriali fondanti della enciclica <> che sono stati sintetizzati da Don. Joshtrom Isaac Kureethadam SDB (Direttore dell'Istituto di Scienze Sociali e Politiche - Università Pontificia Salesiana di Roma, Coordinatore Settore "Ecologia & Creato" & Membro della Commissione Covid 19 - Vaticano e Consigliere Onorario dell'Osservatorio per la Cura della Casa Comune) nei “10 Comandamenti Verdi”: Di seguito sono stati sviluppati i concetti dei 10 comandamenti verdi che costituiscono le politiche immobiliari in materia di sostenibilità:

1) La Terra, nostra casa comune, è in pericolo. Prendersene cura. Il mondo intero deve impegnarsi concretamente per affrontare le principali questioni ambientali, economiche e sociali, cercando di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Serve un nuovo patto verde, inclusivo e generativo, che integri gli obiettivi energetico-ambientali con quelli economici e sociali per uno sviluppo equo e giusto del Creato, con un’economia sostenibile e un impatto ambientale pari a zero in tutti i Paesi, iniziando dal nostro. Le città in cui abitiamo sono grandi strutture inefficienti che consumano in eccesso acqua, materiali, energia, inquinano l’aria che reprimo e generano distanze sociali.

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Troppo spesso servizi adeguati e spazi verdi ben curati sono solo appannaggio di alcune aree “sicure” delle città ma non sono proprie delle periferie, delle zone e degli abitanti “scartati della società”. Molte sono le variabili in gioco da considerare nel progetto di un edificio, di un quartiere, tali processi devono essere pensate e realizzate facendo ricorso al contributo di tante e diverse discipline. Tra queste, il considerare come fine solo la logica dei profitti delle imprese non è più possibile. Serve finalizzare gli sforzi per una nuova Cultura dell’Abitare, basata sul concetto di sviluppo sostenibile, coniugando al contempo obiettivi ambientali, sociali ed economici traguardando benefici a medio e lungo termine. Siamo ormai grandemente consapevoli de “i costi economici e sociali derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni (vanno) riconosciuti in maniera trasparente e (vanno) pienamente supportati da coloro che ne usufruiscono e non da altre popolazioni o dalle generazioni future” e che è necessario “un approccio integrale, includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisi”.

2) Ascoltare il grido dei poveri che sono le vittime sproporzionate Della crisi della nostra casa comune Non è un segreto che i più vulnerabili tra noi sentono maggiormente gli impatti più gravi delle crisi. Le condizionalità ambientali, visto che la base della prosperità è sempre la natura, sono indispensabili, per un Green Deal equo e generativo.

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Uno sviluppo equo e giusto, è basato su un programma di rigenerazione urbana che, ad iniziare dalla edilizia sociale, contrasti le tante disuguaglianze sociali che la recente pandemia ha reso ancora più evidenti: povertà energetica, marcate differenze nella disponibilità di ambienti sani e resilienti, disponibilità di aree adibite al benessere sociale, ma anche di paesaggi costruiti e di infrastrutture verdi che hanno la capacità di proteggere e persino rigenerare i sistemi naturali, aumentando così i servizi ecosistemici che forniscono, etc. Siamo consapevoli del valore e della dignità di ogni persona, le nostre azioni dovranno quindi essere orientate alla progettazione e sviluppo di luoghi altrettanto dignitosi, in modo da prevenire il degrado, anche e soprattutto coinvolgendo le persone nel partecipare alla progettazione ed alla gestione delle città secondo logiche di inclusione e partecipazione attiva; la progettazione urbana e le necessarie opere di rigenerazione devono porre al centro la vita e la dignità delle persone ed il loro benessere globale, favorendo il superamento degli errori pregressi legati alla formulazione delle politiche territoriali e urbane, al fine di misurare, non solo economicamente, il valore del progetto e del profitto.

3) Riscoprire una visione teologica del mondo naturale, dato che il degrado ecologico è sintomatico di una crisi profondamente spirituale. “La vita delle persone (bambini, giovani, adulti, anziani) si svolge all’interno di luoghi che dovrebbero essere progettati per accogliere in armonia il valore dei singoli e delle comunità ed esaltare le doti più positive di ciascuno.

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Per questo motivo città e piccoli centri, nuclei storici e periferie, dovrebbero tendere alla sostenibilità e perseguire obiettivi di bellezza ed inclusione, proponendosi quali catalizzatori delle migliori qualità di ogni uomo e di ogni donna”. Per superare la crisi che pervade i nostri luoghi e avvolge noi stessi è necessario promuovere un impegno autentico che ribadisca l’importanza del bene comune, “che non è somma di interessi individuali, ma insieme di valori condivisi e attuati secondo una visione nobile, alta ed inclusiva, riferita al presente e al futuro” (Manifesto “la casa comune” CEI 2015). Ma non esiste crisi di valori che non coinvolga in larga parte anche le scelte della politica, cui spetta il primato di definire le strategie economiche per traghettare le popolazioni fuori dai periodi bui. In tal senso, in periodo di crisi, l’incertezza e il crollo dei redditi hanno una azione depressiva sulla domanda, l’offerta a sua volta viene messa in crisi a causa del crollo degli ordini ma soprattutto, in periodi in cui non esistono valori chiari, l’offerta ha difficoltà ad orientarsi ad altro se non all’immediato profitto e tende sempre più a frammentarsi basandosi su catene del valore disarticolate. La cura del Creato diviene un valore imprescindibile da articolare da parte delle filiere dell’edilizia e dell’immobiliare traguardando un risultato comune.

4) Ammettere che l’abuso sulla creazione è peccato ecologico. Le più illuminate logiche europee prevedono e sanciscono la responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale (Direttiva 2004/35/CE), sancendo il principio “chi inquina paga”.

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Ciò significa che un soggetto che provoca un danno ambientale ne è responsabile e deve farsi carico di intraprendere le necessarie azioni di prevenzione o di riparazione e di sostenere tutti i costi relativi. La direttiva definisce in modo chiaro il danno ambientale come un danno che incide significativamente sullo stato ambientale (ecologico, chimico o quantitativo) sulle risorse acquatiche, sul terreno e o sulle specie e habitat naturali protetti e sulla loro conservazione.

Tale logica deve essere estesa e affiancata una opportuna strategia che preveda non solo obblighi ma anche incentivi a ciò che è bene, incentivando le attività di rendicontazione ambientale. Serve passare dalla logica dell’emergenza, basata sulla sfiducia nelle persone, ad una strategia positiva, richiedendo ed al contempo riconoscendo ai professionisti e alle imprese i necessari “oneri di rendicontazione ambientale”, estendendo a tali aspetti pari benefici, incentivi e regolamentazione già previsti per oneri inerenti la sicurezza dei luoghi di lavoro. D’altronde, se la sicurezza dei lavoratori e dunque della persona è un valore fondamentale ed ineludibile, è sicuramente altrettanto fondamentale per la cura dell’ambiente e dunque per il rispetto del Creato. Sono, quindi, necessarie prassi di rendicontazione ambientale in fase progettuale, in fase realizzativa ed in fase di esercizio.

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5) Riconoscere le più profonde radici umane della crisi della nostra casa comune L’attuale crisi ha messo ancora più in luce le attuali fragilità, imponendoci di sperimentare chiare conseguenze sull'economia, sulle persone e sul nostro modo di vivere. Quanto sta accadendo ci insegna che problemi complessi non possono più essere approcciati con soluzioni parziali e ci impone di prevedere una strategia che possa avvalersi di soluzioni integrate e coerenti, perché la necessaria ripartenza dell’economia sia agganciata ad uno sviluppo sostenibile.

Gli edifici utilizzano circa il 40% dell'energia mondiale, il 25% di acqua globale, il 40% delle risorse globali, ed emettono circa 1/3 delle emissioni di gas serra - dichiara l'UNEP (United Nations Environment Programme environment for development). Inoltre, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’incremento delle patologie allergiche e dell’asma è direttamente correlabile a fenomeni di urbanizzazione ed alla crescente tendenza delle popolazioni occidentali a vivere oltre il 90% del tempo in ambienti chiusi. Secondo dati ISTAT del 2009 in Italia le malattie respiratorie, dopo le malattie cardiovascolari e neoplastiche, rappresentano la terza causa di morte.

Non a caso l’Europa ci ha ricordato con la “Renovation Wave” la centralità della Rigenerazione Urbana e con il “Taxonomy Report” anche la finanza diventa una leva efficace.

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Soprattutto in Italia tale necessità è al contempo una incredibile opportunità, considerato che oltre il 74% degli edifici residenziali è stato costruito prima del 1980 e oltre il 70% di questi sono in classe energetica G o F, recuperare questo immenso patrimonio immobiliare in chiave sostenibile significa risparmiare suolo e tagliare le emissioni di carbonio che si avrebbero costruendo da zero. Un corretto approccio alla rigenerazione urbana consiste nel preservare anche il valore storico-testimoniale e culturale che edifici e borghi storici rappresentano, soprattutto in Italia si tratta di un patrimonio identitario inestimabile che il mondo ci invidia, anche per la rinascita delle are interne e dei territori montani e dei Piccoli Comuni.

6) Sviluppare una ecologia integrale perché siamo tutti inter- relazionati e interdipendenti Nei settori edilizia e immobiliare il termine “azioni integrate e coerenti” si traduce in un approccio all’edificio, ai quartieri e alle comunità visti singolarmente come sistemi ma tra di loro interagenti e non come somma di pezzi. Dunque, “sistemi che interagiscono con i propri abitanti” e, come in ogni sistema, agire solo su alcune variabili e non su altre può avere conseguenze dirette, in sintesi, si corre il rischio di sbilanciare il sistema.

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Ad esempio, si pensi da un lato all’involucro di un edificio e dall’altro al tema della qualità ambientale interna, ovvero, se agiamo solo su una variabile, ottenendo un involucro ben coibentato ed ermetico, avremo una potenziale riduzione del consumo di energia primaria di un edificio, ma agendo su unicamente sull’involucro, la qualità dell’aria che respiriamo se non opportunamente trattata potrebbe avere un deterioramento. Considerato che da decenni l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci indica che la terza causa di morte sono le malattie respiratorie e la principale causa viene imputata alla “sindrome da edificio malato”, aspetto che oggi con la pandemia diventa ancora più centrale. è facile comprendere che serve agire sull’intero sistema che a sua volta non riguarderà solo energia e salubrità, manche su consumi di acqua, economia circolare e così via. Per poter operare su un sistema complesso serve dunque ribadire, ancora più oggi, la centralità del progetto.

Non affrontare la complessità necessaria, ma focalizzarci solo su alcune variabili o prestazioni di un sistema edificio (siano queste i soli consumi energetici, la sola capacità sismica, la sola economia circolare, etc.), ci allontana dagli obiettivi ambientali, sociali ed economici richiesti dall’Europa, genera minore quantità di impatti positivi sull’ambiente e anche sull’economia.

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7) Imparare un nuovo modello di abitare della nostra casa comune e gestirla in modo più responsabile attraverso una nuova economia e nuova cultura politica La pandemia ci ha insegnato quanto sia necessario vivere in maniera diversa, rispetto al passato, serve incentivare una nuova cultura dell’abitare basata sul rispetto delle persone e sull’equilibrio con l’ambiente. Una concezione architettonica più equa e sostenibile. L’Europa ci esorta a procedere in tale direzione, in tal modo si creerà un volano formidabile in una filiera fondamentale per l'economia locale e per quella nazionale.

Nelle periferie delle grandi città, così come nell’immenso valore delle aree interne non ci si può più permettere edifici che non rispettino le necessarie prestazioni energetico-ambientali e che in assenza di bellezza producano degrado sociale. Bisogna ripensare l'edilizia popolare, le scuole, le infrastrutture sportive, gli edifici pubblici e privati, non dimenticando gli immobili turistici-storici e l’edilizia di culto. Registriamo una urgente necessità di rigenerare gli spazi per colmare anche la differenza sociale e influenzare lo sviluppo successivo delle nostre città e delle comunità. Non solo è necessario recuperare e rigenerare il patrimonio edilizio e immobiliare, ma anche intere aree delle città con una visione sistemica. La finanza gioca un ruolo centrale in tutto questo, e come già delineato nel recente Taxonomy Report UE, tutto ciò fungerà da leva positiva per un virtuoso processo economico, producendo al contempo lavoro qualificato a operatori tecnici e imprese.

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Riqualificare e rigenerare intere porzioni di città è piccole comunità, potrà permettere tanti e ulteriori vantaggi, attraendo capitali e rigenerando l'interesse per attività commerciali, generando infine conseguentemente quel movimento economico complessivo di cui tanto ha bisogno il rilancio del nostro Paese. Va in tal senso avviata una profonda attività di promozione di principi, cultura e prassi della sostenibilità nella filiera industriale e manifatturiera immobiliare, identificando metodi per promuove ed esortare l'adozione dei protocolli energetico-ambientali (rating system) nazionali o internazionali coerenti agli obiettivi di rendicontazione europea e al nuovo reporting system realizzato dalla DG Ambiente EU, denominato LEVEL(s), incentivando in tal modo, da un lato una maggiore qualità edilizia, dall’altro l’aggiornamento e internazionalizzazione dei saperi e delle competenze distintive.

8) Educare alla cittadinanza ecologica attraverso il cambiamento di stili di vita Vanno identificate nuove modalità didattiche e formative dedicate alle giovani generazioni, al contempo riqualificando i luoghi in cui vivono, studiano, giocano, ecc. Anche le nuove politiche per il lavoro dei giovani vanno supportate e riprogettate con insegnamento sul campo delle professionalità e dei mestieri prendendo ad esempio i “cantieri bottega”, prevedendo la riduzione degli oneri amministrativi e fiscali a carico dei giovani professionisti affinché siano in grado di affrontare la grande sfida della trasformazione e competizione che si sta realizzando in direzione della sostenibilità.

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Vanno altresì introdotte misure a sostegno del turismo e della cultura, considerato che l’Italia dispone di circa 5000 Musei (dati ISTAT 2018) di cui 282 aree archeologiche, 537 complessi monumentali e oltre 110.000 i beni immobili di valore culturale, abbandonati o non utilizzati. Oltre a ciò abbiamo circa 37.000 luoghi sotto tutela ambientale e culturale privati (dati FAI, Fondo ambiente italiano 2020). La preservazione delle radici culturali rappresentate dai tanti immobili storico-testimoniali, comprese chiese, monasteri, abbazie e più in generale luoghi di culto che necessitano di opere di recupero e rigenerazione, potrebbe essere uno dei volani di sviluppo dell’Italia aiutando, con una sinergia pubblico-privato, da una parte gli investimenti, e dall’altra il loro riutilizzo in modo da produrre valore aggiunto economico-sociale-storico nonchéé bellezza. Tutte eccellenze del made in Italy che possono vivere una forte accelerazione della ripresa sulla spinta della domanda che può arrivare dal settore turistico culturale. Un volano per la ripartenza e per l’occupazione, ma anche l’opportunità di diffusione di una nuova cultura e di una nuova sensibilità ambientale nel Paese;

9) Abbracciare una spiritualità ecologica che porti alla comunione con tutte le creature di Dio. Non sacrificare la bellezza al profitto. Il diritto inalienabile alla bellezza, presuppone anche il dovere alla sua custodia e serve a tale fine rendere pienamente consapevoli le attuali e le future generazioni di dover contribuire con il proprio comportamento a non degradare i luoghi in cui abitano e ad esaltarne la vivibilità, il decoro e la dignità.

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Vanno promosse idee e azioni tese a valorizzare il patrimonio esistente anche reinterpretandolo attraverso i linguaggi della contemporaneità. Una nuova spiritualità che parta dall'educazione estetica e “si apra a riconoscere la dimensione simbolica dei luoghi e degli oggetti, persuasi che non la bellezza effimera è da perseguire ma la piena e armonica integrazione tra ambiente, città, e persone, per restituire dignità ad ognuno ovunque viva ed operi” (Manifesto “la casa comune” CEI 2015). Occorre portare bellezza nei territori come parte integrante del proprio mandato diffondendo un approccio da applicare sistematicamente e non solo relegato ad isole di bellezza, ma implementandolo anche dove più vi è la necessità, nelle aree desolate. Una missione che veda nel recupero e nella valorizzazione delle periferie, dei centri storici, delle aree interne e delle terre lontane una straordinaria occasione di riqualificazione culturale, sociale, ambientale, economica e morale.

10) Coltivare le virtù ecologiche di lode, gratitudine, cura giustizia, lavoro, sobrietà e umiltà. Sono oltre 16 i milioni di metri quadri di edifici che in ambito privato utilizzano protocolli energetico-ambientali (es. LEED- GBC, BREEAM ed ulteriori) e molte le prassi di innovazione collegate. Anche nell’ambito del Green Public Procurement con l’adozione dei Criteri Ambientali Minimi per l’Edilizia (CAM Edilizia) la strada è tracciata.

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Non ultimo, i recenti segnali provenienti dai Commissari Straordinari (come ad esempio per il sisma 2016 o per il progetto Ventotene) sono di profondo allineamento prefigurando incredibili laboratori per testare nuove regole che vedano semplificazione a fronte di concrete garanzie sulla sostenibilità degli interventi di ricostruzione. Ora serve un costructo articolato che ne permetta una applicazione su larga scala e che con umiltà e spirito di servizio dovrà essere promossa e divulgata. Tale azione deve però essere riportata coerentemente in un “piano integrato” che possa prendere giovamento dalle migliori competenze del paese, infondere fiducia e soprattutto fornire una direzione chiara alle tante risorse imprenditoriali, sociali e professionali che sono già pronte a seguire. Tale piano dovrà essere definito utilizzando un dialogo inclusivo con le parti sociali e definire responsabilitàà, tempi, azioni e risultati raggiungibili nel breve, medio e lungo periodo interfacciandomi con obiettivi e risorse individuate ancor a livello europeo. Com'è noto, fra numerose attività che l'Unione Europea promuove in difesa del clima e dell'ambiente vi è quella dell’edilizia sostenibile progettata e realizzata con protocolli energetico-ambientali (rating system) che sono definiti e promossi da associazioni no profit secondo principi di sussidiarietàà e inclusività. Nel merito, tra i vari protocolli energetico-ambientali (rating system) rappresentati e ampiamente applicati nel nostro il protocollo denominato “GBC Historic Building” primo strumento a livello mondiale a coniugare “Heritage & Sustainability”, restauro e riqualificazione sostenibile degli edifici con valenza storico-testimoniale sviluppato anche in collaborazione con MIBACT.

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Un ulteriore protocollo di particolare interesse su più ampia scala è anche “GBC Quartieri” che è applicabile alla riqualificazione di aree urbane. Tra i progetti di prossima produzione (attualmente in bozza) il protocollo “GBC Borghi Storici” che deriva dalla sintesi logica dei precedenti per valorizzare l’immenso patrimonio culturale delle nostre Aree Interne. Tale consapevolezza ci impone un approccio integrato al “sistema edificio” che coniughi al contempo aspetti di resilienza, sostenibilità e salubrità, e dunque di adottare le buone pratiche della cultura dell’abitar, ovvero i 21 Cantieri Remind per le politiche industriali in armonia con il Creato e, in particolare, per lo sviluppo e la messa in sicurezza dei territori e delle città, dei boschi e delle coste, degli immobili e dei relativi impianti. Questa è la sfida che attende la comunità che si riconosce nei dieci comandamenti verdi e che con passione ne muove l’azione.

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I 21 CANTIERI REMIND PER LE POLITICHE INDUSTRIALI IN ARMONIA CON IL CREATO

Alla luce degli approfondimenti svolti sino al 25 maggio 2021 sono stati rimodulati i 21 Cantieri Remind per attivare politiche industriali in armonia con il Creato:

1) a valutare l’opportunità di adottare iniziative volte a sostenere gli investimenti per la messa in sicurezza degli immobili e dei relativi impianti (in particolare per ascensori, antisismica e per antincendio) con materiali, metodologie e protocolli energetico- ambientali – rating system;

2) ad adeguare, attraverso opportuni strumenti di incentivazione, l’aggiornamento dei requisiti di sicurezza degli ascensori installati in edifici esistenti (cogliendo attraverso questo impegno l’opportunità per adeguare un parco installato obsoleto e favorendo la digitalizzazione degli impianti elevatori – connettività 24h e monitoraggio da remoto – per migliorare accessibilità, efficienza energetica e sicurezza degli utilizzatori);

3) ad approfondire gli impatti positivi derivanti sia da una possibile modifica della disciplina delle SIIQ (Società di Investimento Immobiliare Quotate) al fine di consentire l’accesso allo strumento anche agli equivalenti soggetti esteri, sia dall’introduzione di un nuovo strumento di investimento, il Fondo immobiliare aperto, al fine di allineare l’ordinamento agli altri Paesi e di rendere più competitiva l’offerta da parte dei gestori italiani. 184

4) Attrazione degli investitori esteri nei fondi immobiliari. La disposizione è diretta ad attrare capitali esteri favorendo gli investimenti nei FIA immobiliari italiani da parte di investitori esteri mediante la previsione dell’esenzione da imposizione sui proventi derivanti dalla partecipazione a FIA immobiliari istituiti in Italia percepiti dai soggetti non residenti in Stati e territori che consentono un adeguato scambio di informazioni di cui all’art. 6 del D.Lgs. n. 239/1996. La novella ha lo scopo di favorire, attraverso la leva fiscale, l’attrattività dei capitali esteri nei Fondi e/o Sicaf immobiliari quali strumenti di investimento e gestione professionale di iniziative di riqualificazione e rigenerazione urbana.

5) maggiore sicurezza, specie nel periodo Covid-19, grazie al supporto alle forze di polizia, con progetti che vedano il coinvolgimento degli amministratori di condomini e delle guardie giurate;

6) efficientamento energetico-ambientale e messa in sicurezza degli immobili locati alla PA. Indispensabile è quindi la ricerca, l’innovazione tecnologica ed il trasferimento delle conoscenze al mondo dell’industria specializzata ed ai professionisti. Tale evoluzione deve essere accompagnata dall’impiego, sempre più diffuso, della progettazione di prevenzione incendi di tipo prestazionale, l’unica in grado di attuare completamente la filosofia del Codice di Prevenzione Incendi nell’ambito della tutela dei beni dai gravi danni per il patrimonio pubblico e privato dal punto di vista economico e culturale;

185 fondamentale la gestione dei danni da catastrofi naturali con sistema strutturato e con partecipazione assicurativa.

7) semplificazione legislativa e regolamentare, testi unici a cominciare da immobiliare pubblico, utilizzo delle banche dati per censimenti immobiliari, bilanci ad hoc per le grandi città con una governance specifica delle città metropolitane come la stessa Roma Capitale;

8) revisione della normativa appalti tenendo conto anche del modello ponte Morandi – nato però su una emergenza - attivando 100 cantieri; in tale attività capacità di stimare e gestire i costi di intervento (Logica Total Cost Management), con programmi seri di avanzamento costi e reportistica riconosciuta a livello internazionale; capacità di gestire, in ottica di Project e Program Management (riferimenti principi PMI, IPMA etc) in supporto ai RUP o Stazioni appaltante l’avanzamento progetti; conseguente rimodulazione delle forme assicurative;

9) innovazione, tecnologia e trasformazione digitale per Città e Territori Smart; con particolare attenzione ad una messa a sistema degli ecosistemi di innovazione a livello territoriale (incubatori e acceleratori accademici e privati, centri di ricerca pubblici o privati, etc.);

10) sistema di accelerazione della formazione con più investimenti nella ricerca e con nuove modalità didattiche, discorso che andrebbe ampliato con edilizia scolastica e universitaria statale e non, servizi per studenti fuori sede, insegnanti e docenti ecc.

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Politiche per il lavoro dei giovani con insegnamento sul campo delle professionalità e dei mestieri su esempio del cd apprendistato da riproporre con dovute modifiche; riduzione degli oneri amministrativi e fiscali a carico dei giovani professionisti affinché siano in grado di affrontare la grande sfida della trasformazione che si sta realizzando sui servizi professionali. Inoltre, a fianco delle misure attive per le Università Statali, sarebbe importante porre in essere politiche per le Università non statali legalmente riconosciute del Sud: a) la detrazione delle tasse di iscrizione per le famiglie; b) lo sgravio dei contributi Inps/Irpef/ Irap per il personale docente e non; c) il recupero sotto forma di credito fiscale dell’IVA ai fornitori su fatture ricevute;

11) introdurre misure a sostegno della cultura, del turismo e dell’accoglienza. Come è noto l’Italia ha il più grande patrimonio culturale del Mondo. Sono circa 110.000 i beni immobili di valore turistico- culturale, abbandonati o non utilizzati. Tali immobili devono essere prioritariamente riqualificati e rigenerati secondo le principali logiche di “restauro sostenibile”, già in uso sia per immobili pubblici (vedi il recente gruppo di lavoro interministeriale MATTM-MIBAC per la specializzazione dei CAM Edilizia alle opere di restauro edilizio) sia per immobili privati, mediante la applicazione sistematica di protocolli internazionali globali energetico-ambientale per il restauro sostenibile.

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Grande opportunità per l’Italia e per le Filiere Edilizia e Immobiliare di reclamare una leadership internazionale nelle pratiche di restauro sostenibile. Oltre a ciò, abbiamo circa 37.000 luoghi sotto tutela ambientale e culturale privati (dati FAI, Fondo ambiente italiano 2020). La rigenerazione di questi edifici potrebbe essere uno dei volani di sviluppo dell’Italia, aiutando, con una sinergia pubblico-privato, da una parte gli investimenti e dall’altra il loro riutilizzo in modo da produrre valore aggiunto a livello turistico-economico-sociale-storico.

È necessario un credito fiscale “rinforzato”, analogo a quello previsto dal Superbonus al 110%, che sia immediatamente cedibile. In tal modo le imprese del settore potranno operare in questa fase investendo per farsi trovare pronti alla ripartenza con una aumentata capacità competitiva e anche del Paese. Un intervento rilevante non solo per il settore turistico - alberghiero, ma anche per gli altri segmenti delle filiere immobiliare e edilizia, tutte eccellenze del made in Italy che possono vivere una forte accelerazione della ripresa sulla spinta della domanda che può arrivare dal settore turistico-culturale.

12) in materia di infrastrutture sportive è oltremodo necessario ridurre il divario esistente con gli altri Paesi europei: nel decennio 2009-2019 sono stati realizzati ad esempio 160 nuovi stadi di calcio, di cui solamente tre in Italia, con un investimento complessivo di oltre 20 miliardi di euro.

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Un discorso analogo, con numeri ovviamente differenti, può essere effettuato anche per altre discipline sportive, quali ad esempio la pallacanestro e la pallavolo. In tale ambito sarebbe opportuno procedere con un adeguamento della normativa vigente, al fine di ovviare a quei problemi che si sono progressivamente manifestati per alcuni dei nuovi progetti attualmente in corso di sviluppo.

Il nuovo modello di complesso sportivo, multidisciplinare e polifunzionale, ispirato alle buone pratiche internazionali, aperto 7 giorni su 7, può quindi rappresentare sia lo strumento per un efficace connubio tra società sportive e investitori privati, sia, in alcuni casi, il driver per virtuosi percorsi di rigenerazione urbana;

13) consentire lo svolgersi delle attività artistiche con particolare riguardo dei cinema e dei teatri di prosa e lirici e ciò anche per favorire la ripresa psicofisica in questo protrarsi dello Stato di emergenza per il Covid-19, oltre che per attivare azioni a sostegno dei lavoratori del comparto turistico-culturale. In particolare, si sottolinea la priorità di apertura immediata dei teatri con presenza del pubblico, vista la messa in sicurezza sia per i lavoratori del teatro sia per il pubblico delle strutture dei teatri lirici, che sono risultate adempienti ai controlli e per i quali un documento dell’ANFOLS (Associazione Nazionale Fondazioni Lirico Sinfoniche) ha certificato la bassa possibilità di contagio all’interno dei suddetti. Numeri simili arrivano anche dalla Francia e dalla Spagna, dove i teatri continuano ad essere aperti al pubblico, al 50% della capacità della sala.

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14) maggiore attenzione a Benessere e Salubrità. Considerando il corretto approccio al sistema edificio e che la nostra generazione passa oltre il 90% del proprio tempo all’interno di ambienti confinati, vanno previsti, all’interno delle strategie nazionali premianti, gli aspetti inerenti la qualità ambientale interna degli edifici, introducendo opportuni set di indicatori di salubrità dell’edificio come già avviene per le prestazioni energetiche. La priorità di azione dovrà essere data ad un piano di riqualificazione degli edifici scolastici oltre a quelli turistici-culturali.

15) applicazione di prassi validate in risposta alla attuale pandemia. Considerata la pandemia in corso, per impianti sportivi, cinema, teatri e più in generale per tutti gli edifici con ampia presenza di pubblico come aeroporti, stazioni e grandi infrastrutture dedicate alla accoglienza di persone (come ad esempio hotel, scuole, ministeri, etc.) potranno essere definiti opportuni incentivi per le organizzazioni (e relative infrastrutture) che garantiscono minor rischio COVID. E ciò mediante prassi internazionalmente validate e che prevedono certificazione terza degli edifici. Ad esempio, in tale ambito recentemente spicca il Processo internazionale di certificazione degli edifici denominato FITWEL e più precisamente la specifica applicazione creata in risposta alla attuale pandemia, denominata Modulo Viral Response (MDR), o similari, comunque finalizzati alla prevenzione dei rischi connessi alla qualità dell’aria negli edifici, problema già da anni segnalato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità e recentemente ancora più centrale nella lotta alle pandemie.

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Agli edifici che garantiranno applicazione verificata di tali misure potrà essere data una maggiore elasticità nell’utilizzo rispetto alle vigenti restrizioni COVID.

16) maggiore attenzione ai temi dell’economia circolare, strutturando un contesto normativo e regolatorio:

- favorevole al reimpiego di componenti provenienti dai processi di decostruzione selettiva di edifici esistenti e l’utilizzo di materiali per la costrizione con elevate percentuali di riciclato; - che agevoli la creazione di piattaforme di scambio di dati e componenti per favorire la dismissione di edifici, nella specie di banca materiali (BAMB - Building as Material Bank); - che incentivi sin dalle fasi di progettazione di nuovi edifici o riqualificazioni profonde, la definizione di piani di disassemblaggio e decostruzione selettiva; - che consenta una maggiore trasparenza del mercato immobiliare: deducibilità della commissione dell’agente immobiliare (pari al 100 per cento di un tetto massimo di 4 mila euro) per l'acquirente della abitazione principale, con il conseguente aumento del gettito Irpef che ne scaturirà;

17) Trasformazione dell’ecobonus 110% come parte di una più ampia e completa strategia energetico-ambientale-tecnologica che veda due aspetti prioritari:

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- da un lato, una maggiore (o comunque più omogenea) premialità ad interventi e/o ambiti integrati del “sistema edificio” (e di converso meno premiati interventi su miglioramenti parziali o su singoli aspetti) anche mediante la cumulabilità di differenti forme di incentivo, chiedendo in contropartita la corretta applicazione di processi di certificazione in conformità a protocolli energetico- ambientali (rating system) come già previsto e riconosciuto dall’attuale decreto CAM Edilizia; - dall’altro lato, la possibilità di estensione delle politiche immobiliari energetico-ambientali ai settori che attualmente non possono usufruire dell’agevolazione (es. immobili strumentali, merce e patrimonio e interventi di adeguamento di impianti prendendo con particolare riguardo soluzioni per l’emergenza abitativa e per gli immobili turistico-culturali).

In particolare, per l’emergenza abitativa, la proposta normativa estende il cd “superbonus” agli interventi effettuati su immobili ad uso abitativo e destinati alla locazione a canone calmierato a favore di soggetti o famiglie in stato di disagio abitativo, ivi incluso il periodo di occupazione dell’immobile successiva alla cessazione della relativa detenzione, posseduti o detenuti da persone fisiche titolari di reddito d’impresa o da società o enti commerciali di cui al D.P.R. n. 917/1986 (TUIR). Vi è la necessità di stabili e omogenee aliquote incentivanti sui differenti pacchetti tecnologici. Bisogna premiare gli ambiti integrati (per esempio mobilità sostenibile – accessibilità, digitalizzazione efficienza energetica, ecc.).

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Remind, in collaborazione con gli Organismi, gli Operatori e i Professionisti che partecipano alle attività, raccoglie le criticità operative/normative per trovare soluzioni con le Istituzioni competenti e/o mediante interpelli con l’Agenzia delle Entrate e/o altre Istituzioni.

Bisognerebbe intervenire a livello normativo in principal modo per: a) chiarire che, adempiendo alle sanzioni, si regolarizza la situazione/stato di legittimità dell’immobile;

b) emanare una norma interpretativa autentica sugli ambiti di applicazione della norma del Superbonus e, in particolare, chiarire che, superati i 30 giorni dalla presentazione della richiesta, se il comune non risponde, ex lege, si considera legale quanto risulta oggi (istituto di diritto amministrativo del “silenzio significativo”;

c) consentire accordi tra enti locali e professionisti/operatori per collaborazione gratuita al fine di smaltire le numerose pratiche considerato l’esiguità della forza organica in materia e tenuto conto delle attuali modalità lavorative di smart- working.

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In quest’ottica Remind sta mobilitando le migliori professionalità della filiera immobiliare, a partire dalle professioni tecniche, amministrative, le associazioni fino alle imprese esecutrici e ai fornitori dei materiali da costruzione, per dare fare in modo che il Superbonus e i bonus siano “per tutti” ovvero siano effettivamente un importante driver per l’abbattimento dei consumi energetici inquinanti e per la crescita e lo sviluppo economico del Paese; e che con questi incentivi si riesca nell’obiettivo di semplificare i lunghi procedimenti dei lavori di manutenzione e di miglioramento del nostro patrimonio edilizio e immobiliare.

18) Superbonus per interventi di eliminazione delle barriere architettoniche

Importante provvedere nei tempi più brevi alla emanazione di un decreto che introduca i requisiti minimi e i relativi criteri di asseverazione per gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche previsti per l’accesso alla detrazione del 110%. In particolare con la definizione del “Manifesto per la sostenibilità” dei centri commerciali, il Cncc intende confermare e divulgare il proprio impegno per la realizzazione di Immobili Accessibili oltre che di obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dalle Nazioni Unite. Nel rispetto dell’estensione del beneficio fiscale anche alle opere effettuate in favore di persone di età superiore a sessantacinque anni, tale provvedimento deve prevedere l’ammissibilità degli interventi che contribuiscono all’eliminazione delle barriere architettoniche o al miglioramento dell’accessibilità, compatibilmente con i vincoli strutturali esistenti.

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A tale proposito, si fa presente che ogni eventuale riferimento ai soli requisiti tecnici e dimensionali di cui al D.M. 236/1989 sarebbe riduttivo in quanto tali requisiti – peraltro per la maggior parte non più aderenti alla corrente regola dell’arte – non è compatibile con i vincoli posti dagli elementi strutturali dell’ambiente costruito e precluderebbe una molteplicità di opere di miglioramento dell’accessibilità effettuate in favore di persone di età superiore a sessantacinque anni.

È importante che si provveda affinché il suddetto D.M. 236/1989 sia allineato alla legislazione europea che disciplina i mezzi di sollevamento e trasporto di persone e cose (Direttiva Macchine 2006/42/CE e Direttiva Ascensori 2014/42/UE).

Analogamente ai singoli interventi di efficientamento energetico, l’Amministrazione finanziaria chiarisca i limiti di spesa per le opere finalizzate all’abbattimento delle barriere architettoniche.

L’Agenzia delle Entrate intervenga, infine, sul modello di comunicazione per la cessione del credito, integrando codici e campi relativi alle opere per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

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19) Centralità della persona ed equilibrio con il Creato

È fondamentale riconoscere ai professionisti e alle piccole-medie imprese, oltre che alle grandi società, le necessarie prassi di rendicontazione ambientale, estendendo a tali aspetti pari benefici, incentivi e regolamentazione già previsti per le prassi inerenti la sicurezza dei luoghi di lavoro.

Fondamentale, inoltre, per le persone e le famiglie, specie per i giovani, che si trovino in difficoltà nel sostenere le spese vive (mutui e/o affitti e/o bollette) attivare misure volte alla sospensione dei pagamenti e/o di finanza agevolata (con rate a tasso minimo e fisso).

20) Supporto psicologico e supporto psicoterapeutico per le situazioni più gravi in epoca di Covid-19 per masse crescenti di persone quali adolescenti, anziani, lavoratori, famiglie e coppie indebolite dalla crisi pandemica. È necessario introdurre programmi formativi che vadano oltre l’educazione civica e che insegnino l’amore, i sentimenti e le relazioni sin dalle scuole elementari: solo così avremo adulti più consapevoli ed emotivamente stabili.

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21) misure di emergenza strettamente inerenti alla fiscalità e finanza d’impresa:

Fiscalità Immobiliare

Canoni di locazione Occorre intervenire con disposizioni, sussidi e/o crediti d’imposta che, senza penalizzare pesantemente i proprietari dei locali, che finora non sono stati alleviati – almeno parzialmente – dell’IMU, possano permettere agli affittuari, di saldare i debiti accumulati per canoni non pagati. Riteniamo che i dati principali da prendere a base del sostegno debbano essere i costi fissi. Riteniamo, inoltre, che una equa riduzione, compensata da un credito di imposta a favore dei proprietari possa essere fino al 70% per i mesi di chiusura totale e al 50% per i 12 mesi successivi che dovranno essere destinati al riavviamento delle aziende.

Bisogna assolutamente evitare che operatori del commercio, del turismo, della cultura, dello sport e dei pubblici esercizi subiscano lo sfratto dai proprietari con conseguente perdita di tutto l’avviamento commerciale e degli investimenti effettuati nei locali.

Esecuzione degli sfratti L’attuale blocco della “esecuzione degli sfratti” non è pienamente efficace, mentre più funzionale sarebbe la convalida degli sfratti, fatta eccezione naturalmente, per quelli motivati da finita locazione.

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Diversamente, gli imprenditori affittuari non potrebbero far fronte al debito sempre crescente, mese dopo mese, e sarebbero costretti al fallimento o, ancor peggio, potrebbero finire nelle fauci di speculatori, provvisti forse di capitali di dubbia provenienza, forti di poter attendere tempi migliori e nel frattempo magari anche pronti ad accaparrarsi le migliori aziende.

Fiscalità societaria Imposte Si ritiene che non serva ipotizzare un "condono totale". I "debitori", quali sono attualmente gli imprenditori ed i lavoratori autonomi nei confronti dello Stato, dovrebbero essere solo in parte agevolati e principalmente si dovrebbe concedere loro il tempo necessario per adempiere:

-allo azzeramento delle sanzioni ed interessi già poste a carico dei contribuenti; -alla possibilità di saldare il proprio debito fiscale da 20 a 30 anni (a seconda dei casi) con il minimo aggravio di interessi o aggi esattoriali.

Rivalutazioni Probabilmente, nonostante tutti i possibili sostegni e sussidi che lo Stato potrà fornire, molti imprenditori che ancora non abbiano cessato l’attività, saranno costretti a cedere le proprie aziende o peggio i beni aziendali. Occorre che questo estremo sacrificio non diventi ancora più doloroso a causa della nota e criticabile pressione fiscale.

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Secondo le buone pratiche internazionali (partendo ad esempio dai criteri Rics) il sistema dovrebbe reiterare, in forma evoluta, la possibilità di rivalutazione gratuita dei beni di impresa e delle partecipazioni, ivi compresi gli immobili costituenti immobilizzazioni materiali ed anche beni merce, almeno fino a tutto il 2022.

Finanza di Impresa Liquidità Si chiede di permettere alle aziende una auspicabile ripartenza fornendole anche dei necessari mezzi finanziari, attraverso ad esempio l’elevazione ad un ammontare pari almeno al 40% del fatturato 2019, l’importo dei finanziamenti concedibili "obbligatoriamente" dagli Istituti Bancari, con garanzia 100% dello Stato, a tasso minimo e fisso, rimborsabili in 20 anni. In alternativa consentire alle Aziende di beneficiare di un credito di imposta cedibile pari al 50% del fatturato del 2019. Tale credito di imposta potrà essere attivato dalle Aziende in materia autonoma con autodichiarazione e ceduto agli istituti di credito per la liquidità o utilizzato per la compensazione relativa all’F24.

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LE 7 LINEE GUIDA PER IL RILANCIO DEL TURISMO

Si condividono le 7 linee guida concrete elaborate durante il G20 Turismo a Roma; nello specifico:

- Mobilità sicura sviluppando un quadro di fiducia per una mobilità internazionale che ci permetta di sostenere, integrare e coordinare le iniziative internazionali di mobilità sicura; - Gestione delle crisi riducendo al minimo l’impatto delle crisi future sul turismo; - Resilienza garantendo un settore turistico solido e stabile in tempi incerti; - Inclusività ampliando l’impegno della comunità e i benefici del turismo; - Trasformazione verde gestendo il turismo per sostenere gli ambienti globali e locali; - Transizione digitale consentendo a tutti gli operatori del turismo di beneficiare pienamente delle opportunità digitali; - Investimenti e infrastrutture concentrando le risorse su un futuro sostenibile per il turismo e accogliendo con favore le Raccomandazioni per la transizione verso un’economia verde dei viaggi e del turismo presentate dall’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite (Unwto) promuovendo le destinazioni sostenibili come asset strategici per bilanciare le esigenze delle persone, del pianeta e della prosperità, e per assicurare un’economia turistica post-Covid resiliente e inclusiva.

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Questi 7 punti, insieme ai 10 comandamenti della Laudato Sì e ai 21 Cantieri, indicano la direzione di cambiamento verso cui il mondo intero si sta muovendo. Un cambiamento a cui ognuno, nella propria area di competenza, può dare un importante contributo.

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POSTFAZIONE Prof. Maria Antonella Ferri

Il 9 marzo 2020 l’Italia è stato il primo Paese in Europa ad entrare in lockdown, da quel momento il distanziamento ha colpito il sistema culturale: musei, cinema, teatri, sale da concerto, librerie, spazi culturali e creativi di ogni sorta hanno chiuso. Quando sembrava che la pandemia stesse vincendo anche sulle attività culturali, la filiera ha mostrato una resistenza culturale, con l’obiettivo di rinsaldare i legami tra il mondo della cultura e della creatività e i mondi della produzione, della scienza e della tecnologia e per guidare la transizione ecologica indicata dal Next Generation EU.

Volgendo lo sguardo al passato, la spinta della cultura e della creatività è stato il motore di rinnovamento per superare le crisi, rappresentando quel tratto connotativo della nostra storia ed identità nazionale e, al tempo stesso, quel patrimonio strategico il cui valore è riconosciuto in tutto il mondo. La cultura è dunque un acceleratore di crescita e un fattore di sviluppo, uno dei motori trainanti dell’economia italiana, una determinante che valorizza la qualità e la competitività del made in Italy. Il sistema delle filiere culturali/turistiche e creative, seppur tra le più colpite dalle misure di contenimento e distanziamento del Covid e dall’intera emergenza sanitaria, ha saputo adottare approcci e strumenti nuovi: una cultura più aperta, anche meno prevedibile, gestita in modo meno burocratico, flessibile nel riconvertire i propri servizi, integrata con altri linguaggi e altri settori, finalmente capace di non avere come unico obiettivo quello di fare audience, ma di produrre contenuti. 202

È capace di rinunciare ad approcci assistenziali, elitari, ideologici, ma di giocare un ruolo nel rilancio del paese, a partire dalla sua immagine. Così, dall’indomani del lockdown le reazioni si sono moltiplicate, con vere e proprie imprese creative, animate dall’obiettivo di portare arte e bellezza (e inevitabilmente luoghi, città, paesaggi e comunità) sul desktop di chi ha dovuto rinunciarvi per il momento, e magari allettando nuovi possibili viaggiatori che finora nessuno era riuscito a incuriosire abbastanza. La partecipazione culturale è cresciuta.

Quella dei beni culturali, della musica, del cinema, delle arti visive, della letteratura e dei fumetti, ma anche quella contenuta e veicolata attraverso il made in Italy delle nostre produzioni è il punto di ripartenza per ridisegnare il futuro dell’Italia, indirizzando le risorse verso il superamento delle criticità che la pandemia ha fatto emergere.

Il ruolo del patrimonio culturale è in evoluzione, entrando in una stretta relazione con la società ed integrandosi con l’economia. Ciò dipende anche dalle innovazioni tecnologiche, che insieme ad una maggior efficacia nell’informazione, stanno portando alla formazione di reti di collaborazione e alla dotazione di strumenti digitali in molte forme nei luoghi della cultura.

Tutti aspetti emersi ad esempio nella risposta che musei e luoghi del patrimonio hanno dato al presentarsi dell’emergenza COVID, che li ha spinti a rivedere l’offerta in chiave virtuale e a promuovere uno straordinario lavoro di dialogo con i propri pubblici, ma anche a iniziare a ripensare alle loro strategie.

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È altrettanto prevedibile che quando saremo tornati alla normalità la combinazione tra analogico e digitale sarà la regola, e che musei e teatri, così come città e quartieri, dovranno porsi il problema di generare valore in entrambe le dimensioni, non ponendole più in contrapposizione e comprendendo finalmente che ognuno di noi sa porre in sequenza logica informazioni e fruizioni passando da una dimensione all’altra in base alle circostanze. Ciò mostra l’allungamento e l’espansione del viaggiare, in un modo che fino a poco tempo fa appariva inimmaginabile. Cultura e creatività dovranno sempre più essere al centro dei processi di rigenerazione individuale, imprenditoriale, istituzionale e territoriale. Per favorire l’innovazione di processo, la filiera è chiamata a riposizionare il fruitore al centro, per coinvolgerlo sempre più attivamente nei processi di produzione culturale, rafforzando la coesione sociale e il senso di comunità attraverso pratiche di coproduzione che mettano in relazione soggetti diversi — per identità, abilità, età, appartenenza sociale — riconnettendo ambiti tradizionalmente separati: educazione, economia, cura della persona. Non è possibile negare gli effetti della crisi conseguente all’epidemia Covid-19 che ha messo in luce le debolezze e le vulnerabilità già in atto nell’intero settore culturale. Al tempo stesso l’opportunità oggi risiede nell’occasione di realizzare un nuovo approccio sistemico connesso ad un’idea attuale, moderna ed al tempo stesso innovativa e sostenibile di cultura, affrontando le criticità del settore, anche rispetto alla scarsa valorizzazione del capitale umano ed alla mancanza di alcune competenze, come ad esempio quella proprie del management e quelle digitali.

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Questa visione può migliorare la qualità dell’offerta culturale. Le competenze presenti nel sistema della cultura e della creatività possono estendersi e diffondersi al resto dell’economia, superando l’approccio settoriale, ponendo le basi per la ripartenza e il recupero del benessere di una società innovativa e coesa. Il turismo, ad esempio, sarebbe il primo comparto che può beneficiare di tale ‘contaminazione’ con la cultura, per la sua capacità di dialogare con essa, vero comune denominatore dell’intera offerta turistica dell’Italia.

Questo genera la necessità di investire sulla diffusione della conoscenza, dell’apprendimento, della cultura imprenditoriale per colmare i gap conoscitivi a livello territoriale: esistono rivelanti differenze nelle singole province che richiedono politiche di attivazioni locali. Tutto ciò nell’ottica delle alleanze per il sapere tra: governo, istituzioni, università, centri di ricerca e imprese.

Non basta investire nell’innovazione se questo genera un processo che rimane nella mente di chi lo scopre, ma occorrono azioni sistemiche volte a diffondere la cultura nei territori, anche in chiave imprenditoriale. Mettere al centro l’esperienza è il primo passaggio, non procrastinabile, per la ridefinizione del prodotto culturale e dell’offerta complessiva: individuare le funzioni strategiche ed i nuovi servizi, utilizzare al meglio il potenziale delle innovazioni di prodotto, di processo ed organizzativo, costruire un prodotto culturale variegato e poliedrico, cogliere tendenze e dinamiche dei futuri scenari della domanda, definire le strategie e le politiche per implementare azioni efficaci ed efficienti per il turismo rispetto all’intera economia del Paese.

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Superata la fase emergenziale della pandemia, le regole del gioco saranno diverse e mutevoli: il sistema Italia dovrà giocare da protagonista con un modello di sviluppo culturale basato sulla tutela ed utilizzo del complesso del patrimonio, considerato nel suo complesso, anche rispetto ai prodotti tipici, alla capacità di fare rete e di condivisione, e sulla relazione fra innovazione e prodotto, coinvolgendo ogni angolo del Paese, aree interne comprese, valorizzandone le eccellenze conosciute e non. La cultura rappresenta il veicolo lungo il quale si può sviluppare il modello in un contesto in cui la promozione e la funzione relazionale rappresentano le variabili-componenti territoriali come quella identitaria, anche rispetto ai 17 Sustainable Goals di Agenda 2030.

La cultura può rappresentare il collante fra il programma ONU, il PNRR e Next Generation EU. Il Piano di Rilancio del Governo è costruito intorno a tre linee strategiche: Modernizzazione del Paese; Transizione ecologica; Inclusione sociale e territoriale, parità di genere. La prima è modernizzare il Paese; ciò significa, non solo di disporre di una Pubblica Amministrazione efficiente, digitalizzata, o creare un ambiente favorevole all’innovazione, ma anche investire nella “bellezza” dell’Italia, quel capillare intreccio di storia, arte, cultura e paesaggio, che costituisce il tessuto connettivo del Paese. A tal fine è necessario rafforzare la tutela dell’immenso patrimonio artistico, culturale e naturale e, nello stesso tempo, promuoverne la fruizione, consolidandone le potenzialità e la capacità di attrazione di flussi turistici.

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PARTECIPANTI ALLE GIORNATE REMIND

• Cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente Emerito Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi; • Monsignor Gianpiero Palmieri, Vicegerente della Diocesi di Roma; • Monsignor Francesco Pesce Assistente Ecclesiastico Roma Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, Incaricato Servizio Pastorale, Sociale e del Lavoro – Diocesi di Roma, Consigliere Onorario dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune; • Don. Joshtrom Isaac Kureethadam SDB, Direttore dell’Istituto di Scienze Sociali e Politiche – Università Pontificia Salesiana Roma, Coordinatore Settore "Ecologia & Creato" & Membro Commissione Covid 19 – Vaticano; • Padre Gustavo Agin, Membro dell’Osservatorio della Cura della Casa Comune, Superiore Generale Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram;

• Fabio Massimo Castaldo, Vice Presidente Parlamento Europeo; • Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; • Claudio Durigon, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze • Massimo Garavaglia, Ministro del Turismo; • Antonio Misiani, Responsabile Economico PD; • Giuseppe Moles, Sottosegretario di Stato per l’Informazione e per l’Editoria; 207

• Riccardo Nencini, Presidente Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali del Senato; • Ettore Rosato, Vice Presidente della Camera dei Deputati; • Roberto Rosso, Responsabile Casa Forza Italia; • Alessia Rotta, Presidente della Commissione Ambiente - Territorio e Lavori Pubblici della Camera; • Sabrina Alfonsi, Presidente Ⅰ Municipio di Roma Capitale; • Pierluigi Biondi, Sindaco L’Aquila; • Lorenza Fruci, Assessora alla Crescita Culturale di Roma Capitale; • Filomena Maggino, Presidente della Cabina di Regia Benessere Italia – Palazzo Chigi; • Mario Occhiuto, Presidente Fondazione Patrimonio Comune – Anci, Sindaco di Cosenza, Consigliere Comitato Tecnico- Scientifico Remind; • Giorgio Palmucci, Presidente Enit; • , Sindaco di Cagliari; • Gen. Giuseppe Vadalà, Commissario Unico per le bonifiche presenti sul territorio nazionale;

• Leandro Aglieri, Presidente Laboratorio Smart City Forum Innovazione Roma Capitale; • Franco Arminio, Poeta e Paesologo; • Luca Barbareschi, Direttore Artistico Teatro Eliseo; • Bruno Barel, Avvocato e Professore Universitario; • Leonardo Becchetti, Prof. Ord. Economia Politica Università Roma Tor Vergata; • Giorgio Bisanti, Professore – Scultore e Pittore;

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• Roberto Francesco Bramati, Vice Presidente Cncc – Centri Commerciali, Presidente Spazio Futuro; • Silvia Camisasca, Fisica e Giornalista “Avvenire” e “L’Osservatore Romano”; • Maria Luisa Catoni, Prof. Storia dell’Arte-Archeologia LUISS e Scuola IMT Lucca; • Ivano Cincinnato, Psicologo & Psicoterapeuta, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico Remind, Consigliere Osservatorio per la Cura della Casa Comune; • Maria Carmela Colaiacovo, Hotel dei Cappuccini di Gubbio e AICA; • Dario Castiglia, Presidente ReMax Italia; • Franco Cotana, Coordinatore D.I. Ricerca Energia Sviluppo Sostenibile UNIPG; • Giancarlo Cremonesi, Presidente Nova RE Siiq; • Luca Dal Fabbro, Presidente Istituto Europeo ESG, Vicepresidente Circular Economy Network e Consigliere dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune; • Alessandro D’Alatri, Sceneggiatore e Regista; • Emanuele Degennaro, Prof. - Presidente del Consiglio di Amministrazione Università Lum; • Michele De Lucchi, Designer & Architetto, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico Remind, Consigliere dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune; • Fabio De Stefano, Esperto di Immagine e Creatore della Linea Show Make Up; • Angelica Donati, Presidente Ance Lazio Giovani, Head of Business Development Donati Spa;

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• Antonella Ferrara, Fondatrice Taormina International Book Festival; • Maria Antonella Ferri, Preside Universitas Mercatorum Roma; • Dario Focarelli, Direttore Generale Ania - Assicurazioni; • Daniela Franzosi, Partner Mpartner; • Angelo Fumagalli, Presidente AssoAscensori; • Tania Garuti, Managing Partner K2 Real; • Andrea Gori, Infettivologo & Direttore Unità Operativa Complessa Policlinico Milano, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico Remind, Consigliere Osservatorio per la Cura della Casa Comune • Lorenzo Lisi, Amministratore Ristorante Pierluigi in Roma Capitale; • Giovanni Maggi, Presidente Assofondipensione, Consigliere Comitato Tecnico-Scientifico Remind; • Antonio Marcellino, Presidente Conservatorio di Musica Santa Cecilia; • Valter Menetti, Presidente Sorgente Group; • Alberto Petrucci, Economista, Presidente Comitato T. Scientifico “Autori dell’Abitare” Remind; • Filippo Rean, Direttore Fiera Mondiale Immobiliare – Mipim, Consigliere Comitato T. Scientifico Remind, Consigliere dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune; • Gianfrancesco Rizzuti, Direttore Operativo Febaf – Federazione Banche, Assicurazioni e Finanze; • Paola Santarelli, Cavaliere del Lavoro;

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• Claudia Scarcella, Responsabile Rics Italia – The Royal Institution of Chartered Surveyors; • Tiziana Stallone, Presidente Enpab – Vice Presidente Adepp – Casse di Previdenza; • Mario Suglia, Partner e General Manager di Inarea Identity Design; • Gianfranco Torriero, Vice Direttore Generale Abi - Banche; • Maurizio Volpes, Amministratore I.SI. Engineering s.r.l.; • Banda Musicale della Polizia di Stato; • The Scoop Jazz Band.

Hanno, inoltre, alimentato i lavori gli Organi Remind e i Consiglieri dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune.

ORGANI REMIND • Presidente Paolo Crisafi, Principal Comitato Editoriale NewsReminder, Presidente dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune • Vice Presidente Francesco Burrelli, Presidente Anaci – Amministratori di Condomini • Consigliere Presidenza Massimo Santucci, Direttore NewsReminder (già Direttore Polizia Moderna)

Consiglieri Delegati • Carla Cappiello (Presidente Ordine Ingegneri di Roma) alle Valutazioni Immobiliari e alla Formazione Specialistica;

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• Massimo Cimatti (Presidente Agedi) al Turismo Culturale e Consigliere dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune; • Vittorio Colucci (Gen. e già Direttore Generale Demanio della Difesa) alla Difesa; • Giulio Gravina (Co-Fondatore G. Italpol) alla Sicurezza; • Alfredo Ingletti (Co-Founder & Chairman 3TI Progetti) alla Internazionalizzazione; • Marco Mari (Presidente Gbc Italia) alla Sostenibilità dell’Ambiente Costruito e Consigliere dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune; • Franco Mencarelli (Consigliere della Corte dei Conti) ai Rapporti con le PA; • Roberto Nardella (Presidente Confimea Imprese) alle Piccole e Medie Imprese; • Giovanni Savio (Global CEO Planet Smart City) alla Innovazione e alla Digitalizzazione; • Gabriele Scicolone (Presidente Oice) ai Rapporti con Roma Capitale e Consigliere dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune;

Direttori Area • Tommaso Accetta, Direttore Area IT- Sviluppo Prodotto; • Ekaterina Bakanova, Direttore Area Cultura, Soprano; • Carmine Bruno, Direttore Area Legale Infrastruttura Sanitaria; • Antonio Francesco Certomà, Direttore Area Legale Ambiente; • Francesco Capitta, Direttore Area Tax; 212

• Marco Cerritelli, Direttore Area Legale Infrastruttura per lo Sport; • Fabrizio Cola, Direttore Area Sisma e altre Calamità Naturali; • Gaetano Crisafi, Direttore Area Territoriale Vicenza; • Francesco Di Ciommo, Direttore Area Legale d’Impresa; • Daniele D’Orazio, Direttore Area Sviluppo; • Alessandro Di Virgilio, Direttore Insurance Area Appalti; • Carmine Esposito, Direttore Area Facility Management; • Ruggero Giannini, Direttore Area Urbanistica; • Biagio Giliberti, Direttore Area Legale Amministrativa; • Eugenio Gurnari, Direttore Social & Public Affairs; • Antonella Illuminati, Direttore Area Legale Domini Collettivi e Beni Comuni; • Serena La Torre, Direttore Coordinamento Accesso al Credito e Politiche Creditizie; • Francesco Manfredi, Direttore Area Turismo; • Francesco Napolitano, Direttore Area Legale Assicurativa; • Giuseppe Pinelli, Direttore Rapporti Internazionali – Italia / Sud America; • Antonella Rago, Direttore Area Legale Università Private; • Francesca Rosetti, Direttore Area Legale Coordinamento Tecnico; • Paolo Saluzzi, Direttore Area Patrimoni e Beni Ecclesiastici; • Nicola Luigi Serravalle, Direttore Area Immobiliare Logistica; • Marco Sonnino, Direttore Area Legale Commerciale e Fallimentare;

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• Elisabetta Tizzoni, Direttore Area Cultural Project Management; • Valerio Vallefuoco, Direttore Area Legale Compliance e Antiriciclaggio; • Vincenzo Valentini, Direttore Area Legale Antitrust.

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