Confartigianato apre una consultazione Zona franca per il Dite la Vostra …….

Confartigianato imprese Belluno ha aderito al progetto di zona franca per il Comelico e Sappada, che potrebbe risolvere una situazione oggettivamente difficile per l'area in questione “al di là della galleria”, valutando positivamente lo studio proposto da due imprenditrici locali.

Certamente questo impegno non porta a tralasciare le altre necessità del territorio bellunese, che certamente dovranno trovare la necessaria attenzione dagli organi dello Stato. Si ritiene, però, improbabile che, come da informazione appresa, sia possibile comprendere in un’area franca tutto il territorio bellunese.

La consultazione che Confartigianato Belluno propone, dunque, ha lo scopo di dare più forza alla propria azione e, peraltro, risulta anche una modalità democratica e moderna per fare Associazione.

Al fine di una corretta valutazione del progetto e di una responsabile partecipazione alla consultazione, nel sito dell’Associazione è inserito il materiale informativo sul progetto, che si invita a consultare.

Chi vorrà dire la Sua, potrà farlo inviando il proprio commento con una mail alla Segreteria dell’Associazione all’indirizzo: [email protected] .

Belluno, 30 settembre 2016

INFO: Segreteria Confartigianato imprese Belluno – tel. 0437 933201

Confartigianato imprese Belluno – 32100 Belluno, p.le Resistenza 8 – tel. 0437 933201 Capitolo 1 Brevi cenni sul territorio del Comelico Sappada

I. Storia La storia del Comelico (valle ladina) Sappada (isola linguistica germanofona) è antica e tormentata. Per quanto riguarda il Comelico, pare che alcune località di confine settentrionale del (nell'attuale provincia di Belluno) fossero donate agli abati tirolesi di Scarniz (Diocesi di Frisinga e fondatori del monastero benedettino di San Candido Innichen, attuale provincia di ) dai duchi Tassilone II e Tassilone III di Baviera, intorno alla metà del 700. Le donazioni, poi, vennero riconfermate nel corso del tempo dagli imperatori tedeschi, tra cui Federico Barbarossa nel 1187. Si trattava di terre di confine la cui importanza stava nel fatto che consentivano transiti e commerci da una regione all'altra. Va ricordato un anno, il 965, quando Ottone II donò al Monastero di San Candido Innichen una sua proprietà denominata “Valdomenega” o anche (sulle carte) “Valcum Munega”. La prima componente è “val”, cioè “valico”, luogo di passaggio. Seconda componente, nel primo caso, è “domenega”, cioè “dominica” vale a dire “Valle del Dominio”, cioè “Valle del Re”. E tale era il Comelico. Nel secondo caso, bisognerebbe parlare di “Val Cummunega”, cioè di “valle comunicante”, ossia confinante con la Pusteria (da “Tra Val Comelico e Val Pusteria”, di Antonella Fornari). Per quanto riguarda Sappada, si tratta addirittura di un'isola linguistica germanofona di origine austriaca. Trattandosi di terra di confine, sottolineiamo quanto il Comelico Sappada abbia dato all'Italia durante la Grande Guerra (lo testimoniano peraltro tutte le celebrazioni in occasione del centenario). Infine, sempre perché terra di confine, ricordiamo la strage di Cima Vallona (località situata nel di San Nicolò di Comelico) del 25 giugno 1967, attentato da inserire nell'ambito del terrorismo per l'autodeterminazione dell'Alto Adige.

II. Geografia e vie d'accesso Il Comelico Sappada (sei comuni siti nella provincia montana di Belluno, con una superficie di 343 kmq per 8725 abitanti: , Danta, San Nicolò, Santo Stefano, San Pietro, Sappada) rappresenta l'estrema periferia del . Siamo l'unica valle incuneata fra ben due regioni che godono di regimi particolari ed uno stato florido: Venezia Giulia, regione autonoma; Alto Adige con la provincia autonoma di Bolzano; . Il territorio ha quattro sbocchi: il passo Monte Croce Comelico verso l'Alto Adige; la statale 52 Carnica verso il ; il Passo Sant'Antonio, verso ; la galleria Comelico, verso il resto della provincia (il secondo traforo più lungo del Veneto, ben 4 km, che per un periodo detenne il primato di galleria su strada statale più lunga d'Italia); infine, i sentieri che dal Comelico e da Sappada conducono in Carinzia, Austria, percorsi annualmente dalle nostre comunità per i pellegrinaggi di tradizione secolare al santuario di Maria Luggau, nel comune di Lesachtal). La galleria Comelico ha una notevole importanza: è l'unico collegamento diretto con il resto della provincia di Belluno, dal momento che dopo la sua apertura (1986) il vecchio tracciato lungo la valle del è stato completamente abbandonato. Il problema della viabilità continua a non essere preso seriamente in considerazione dalla politica, nemmeno a seguito dei recenti gravi episodi in cui siamo rimasti isolati causa frane (esempio eclatante, nel bel mezzo della stagione estiva 2014). Nonostante la precarietà della viabilità, il Comelico Sappada vanta una posizione geografica strategica per visitare tutto il meglio delle Dolomiti ed è infatti già un territorio di transito verso l'Alto Adige.

III. Economia L'economia del Comelico Sappada ha da sempre due grandi vocazioni, in linea con la specificità del nostro territorio: il legname ed il turismo. Per quanto riguarda il legname, già nel 1500, sotto il governo della Serenissima, si ebbe un periodo di relativa prosperità, grazie alla grande richiesta per le barche veneziane: molti trovarono infatti impiego nelle attività di disboscamento e trasporto. Anche il turismo in Comelico Sappada ha antiche radici: risalgono ad inizio '800 le prime strutture alberghiere, tra cui ricordiamo, a Santo Stefano, il Grand Hotel Aquila d'Oro, su 4 piani per un totale di quasi un centinaio di posti letto (sottolineiamo come Ortisei, oggi famosa località turistica, solo nel 1890 arrivava in tutto a 100 posti letto nelle varie pensioni), con servizio carrozze, che soddisfava i nobili e l'alta borghesia veneziana e trevigiana. Anche la Regina Margherita di Savoia ed il Principe di Napoli furono ospiti dell’hotel, il 3 settembre 1881. Inoltre, è importante evidenziare come le proprietà terapeutiche dell'acqua termale delle fonti di Valgrande (a Padola di Comelico Superiore) erano note fin dai tempi antichi. Il progetto di realizzare una struttura termale nacque agli inizi del XIX secolo, quando arrivarono le prime conferme scientifiche sulle proprietà curative dell'acqua. Il Comelico Sappada è un territorio naturalmente votato al turismo, a maggior ragione ai giorni nostri, in cui si è sempre più alla ricerca di luoghi di benessere, che offrono una qualità di vita elevata grazie a natura, sport, genuinità dei prodotti tipici, fascino di cultura e tradizioni.

IV. I giorni nostri Il Comelico Sappada sta subendo uno spopolamento allarmante, dovuto alla mancanza di opportunità lavorative: quello che fino a qualche decennio fa era un territorio florido, con una qualità di vita invidiabile, ha subito una discriminazione da parte dello Stato nel momento in cui l'Alto Adige è riuscito ad ottonere l'autonomia, grazie a cui la loro economia è cresciuta: è inevitabile che, a condizioni diverse, i risultati economici di territori contigui ed affini non possano essere gli stessi. Durante gli anni dello sviluppo del distretto dell'occhiale, anche in Comelico Sappada, grazie all'intraprendenza degli abitanti, erano sorte alcune realtà produttive relative a questo settore: tuttavia, si è trattato di una parentesi che ha solo tamponato il declino del nostro territorio, isolato e decentrato, dunque non idoneo ad uno sviluppo industriale. La vocazione del Comelico Sappada è certamente il turismo, con tutte le attività che possono ruotare attorno ad esso caratterizzandolo. Capitolo 2 Il declino del Comelico Sappada

I. Esempi del declino Purtroppo, gli esempi del declino del nostro territorio sono numerosi. Il più recente ed eclatante è rappresentato dal rischio della chiusura degli impianti di risalita di Sappada, che non hanno alcun tipo di sostegno economico pubblico, pur costituendo un elemento fondamentale per il turismo. Oltretutto, sono un'attrazione per le famiglie che possono assaporare il piacere del turismo lento anche in versione invernale, in una dimensione decisamente più tranquilla rispetto ai caroselli trafficati delle Dolomiti più conosciute. Un altro esempio, che dovrebbe costituire una vera e propia spina nel fianco di politici ed amministratori, sono le Terme di Valgrande, meglio conosciute come Terme delle Dolomiti: la struttura, inaugurata nel 2003 e costata 11 milioni di Euro alle tasche dei contribuenti, è ormai chiusa, abbandonata e dunque in degrado dal 2012. Ancora oggi, nonostante la sicurezza del collegamento sciistico con l'Alta Pusteria, non vi è l'ombra di un investitore, necessario per creare le condizioni non solo per la riapertura di una struttura con immense potenzialità, considerate le proprietà curative dell'acqua, ma anche per uno sviluppo intelligente dell'area (vi sono numerosi edifici storici abbandonati, ma di pregio, da poter ristrutturare, valorizzare e destinare ad attività turistiche). Oltretutto, le condizioni di disagio del territorio del Comelico Sappada sono già state ampiamente approfondite nel documento del Comitato Nazionale Aree Interne, “Rapporto di Istruttoria per la Selezione delle Aree Interne”, che lo identifica appunto come “Area Interna”.

II. Esempi di successo dei territori circostanti Iniziamo da Auronzo di Cadore, il territorio a noi più vicino, eppur così lontano in termini di sviluppo turistico: questo grazie alle , conosciute in tutto il mondo (addirittura il gruppo musicale dei Coldplay le ha inserite nel video del loro ultimo singolo), che garantiscono al comune un'entrata annuale di circa un milione e mezzo di Euro, attraverso il pedaggio. Proseguendo si arriva a Cortina, anch'essa famosa in tutto il mondo, che ha appena ottenuto i Mondiali di Sci 2021. L'intera Valle del (da fino a ) beneficia della notorietà della “Perla delle Dolomiti”. Non ha bisogno di presentazione nemmeno la vicina Val Pusteria, tantomeno la Carinzia. Per quanto riguarda il Cadore, è passato dal turismo all'industria dell'occhiale già da parecchi decenni e, dopo aver superato la crisi, si è ripreso e può contare su di un numero comunque importante di aziende del settore. Rimanendo nell'ambito dell'industria dell'occhiale, ricordiamo che , pur essendo stata anch'essa individuata come “Area Interna”, ospita nientepopodimeno che la sede storica della , uno stabilimento da oltre 3000 dipendenti (Agordo è un comune di poco più di 4000 abitanti). Pertanto, chi cerca ancora di sopravvivere in Comelico Sappada, è costretto nella maggior parte dei casi a macinare kilometri per recarsi al lavoro in queste località, con tutti i disagi che ciò comporta, considerata la situazione critica della viabilità che ci collega al resto del mondo.

III. Eccezione alla regola: l'investimento di Franz Senfter negli impianti Alta Val Comelico per il collegamento sciistico con l'Alta Val Pusteria Il Sig. Franz Senfter ci ha dato la preziosa opportunità di incontrarlo per esporgli le nostre idee circa l'istituzione di una zona franca in Comelico Sappada: abbiamo infatti ritenuto opportuno chiedere il suo autorevole parere di imprenditore1, profondamente legato al suo territorio, come dimostra l'impegno che ha sempre profuso per lo sviluppo del turismo in Alta Val Pusteria. A maggior ragione poiché è solo grazie all'investimento del Sig. Senfter se gli impianti di risalita di Padola Alta Val Comelico non solo non hanno rischiato la chiusura (come si era temuto alcuni anni fa), ma sono prossimi al collegamento con quelli dell'Alta Val Pusteria, creando un comprensorio sciistico di notevole importanza nel panorama del Dolomiti Superski. Il Sig. Senfter, consapevole dei tempi che richiede lo sviluppo turistico, anche in una realtà agevolata come quella dell'Alto Adige, si è espresso in maniera molto positiva riguardo alla possibilità di fare del Comelico Sappada una zona franca: l'ha definita una “favolosa opportunità” per bloccare il declino della nostra vallata, che egli stesso ha avuto modo di registrare nel corso degli anni (ha raccontato, tra l'altro, come il Comelico Sappada, agli inizi della sua attività, fosse il suo secondo mercato, dopo San Candido Innichen). In particolare, egli ha sottolineato come la defiscalizzazione sia lo strumento più equo ed efficace per lanciare e sostenere l'economia, poiché incentiva l'iniziativa privata, ovvero il motore dello sviluppo: non a caso, è grazie all'applicazione di strumenti di defiscalizzazione che i paesi asiatici hanno registrato uno sviluppo significativo e duraturo. I fondi, infatti, come nel caso del collegamento Alta Val Pusteria Alta Val Comelico, servono per tamponare quelle che saranno le inevitabili perdite dei primi anni, considerato l'ingente costo della struttura. La defiscalizzazione, invece, riuscirebbe ad innescare un virtuoso processo di sviluppo che, parallelamente alla creazione del comprensorio Alta Val Pusteria Alta Val Comelico, creerebbe le condizioni per ridare una dinamica di vitalità ai nostri paesi, a beneficio dei residenti, ma rendendoli attraenti anche ad un numero sempre maggiore di turisti, grazie ai servizi offerti e, dunque, non più solo alle bellezze e ricchezze naturali.

1Franz Senfter ha saputo trasformare la macelleria artigianale di famiglia, fondata a San Cadido Innichen (BZ) nel 1857, nell'attuale Senfter Holding AG, un'azienda specializzata nella produzione di speck e salumi, ma impegnata anche in altri settori, tra cui quello finanziario, l'immobiliare ed il turismo (da sottolineare, in particolare, la 3 Zinnen Spa). Nel 2005, a seguito della fusione con Unibon, viene costituita Grandi Salumifici Italiani Spa e nel 2006 inizia l'esportazione di speck verso gli Stati Uniti. Nel 2007 il Sig. Senfter, insieme alla moglie, fa nascere la fondazione Onlus Harpfe, per lo studio, la conservazione e la promozione del significato culturale, spesso sottovalutato, degli essicatoi per il foraggio, che da sempre contraddistinguono il paesaggio agricolo della Val Pusteria. Capitolo 3 La soluzione per sviluppare le nostre potenzialità: Comelico Sappada Zona Franca

I. Generalità sulle zone franche È zona extradoganale (o zona franca) la parte di una nazione in cui i beni in vendita non sono gravati da Iva e/o da altre tasse, imposte ed accise. I requisiti fondamentali per la concessione delle agevolazioni previste dalla zona franca sono isolamento, spopolamento e potenzialità di sviluppo: caratteristiche che, come abbiamo illustrato, il Comelico Sappada possiede. Le zone extradoganali sono accessibili generalmente attraverso posti di controllo doganali, nei quali viene verificato a campione che i viaggiatori non trasportino con sé merci eccedenti le quantità consentite. Il Comelico Sappada è predisposto per avere quattro dogane.

II. Esempio calzante e vincente: Livigno Livigno è un comune sito nella provincia montana di Sondrio (superficie 227 kmq; abitanti 6348) che confina con la Svizzera; ha tre sbocchi e, dunque, tre dogane. Come opportunamente argomentato nel Disegno di legge N. 1882 della XVI Legislatura, l'origine storica delle peculiarità fiscali di Livigno ed il loro sviluppo fino all'entrata in vigore della legge 17 luglio 1910, n. 516, hanno trovato piena conferma anche nella legislazione nazionale e comunitaria successive: si è sempre ritenuto opportuno e/o necessario che dette peculiarità venissero mantenute, indipendentemente dalla persistenza o meno delle specifiche ragioni che avevano portato nel 1910 a dichiarare Livigno territorio extra-doganale. In particolare: - il decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 («Istituzione e disciplina dell'imposta sul valore aggiunto»), all'articolo 7 ha escluso Livigno dal territorio soggetto a detta imposta; - la legge 1º novembre 1973, n. 762 («Istituzione a favore dei comuni di Gorizia, Savogna d'Isonzo e Livigno di un diritto speciale sui generi che fruiscono di particolari agevolazioni fiscali»), ha dato al comune di Livigno il potere di applicare un diritto speciale su alcuni generi introdotti nel suo territorio; - il regolamento (CEE) n. 2913/92 del Consiglio, del 12 ottobre 1992, istitutivo del «codice doganale comunitario», all'articolo 3 ha escluso Livigno dal territorio doganale della Comunità; - la direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006, relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto, all'articolo 6 ha previsto l'esclusione del territorio di Livigno dall'applicazione dell'imposta disciplinata dalla direttiva stessa; - il regolamento (CE) n. 450/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2008, recante il «codice doganale comunitario aggiornato», abrogando il precedente regolamento (CEE) n. 2913/92, all'articolo 3 ha ribadito l'esclusione di Livigno dal territorio doganale della Comunità. Il legislatore ha evidentemente considerato gli effetti che il regime extra-doganale di Livigno ha creato per l’economia, non solo dei suoi abitanti, ma anche della popolazione dell'intera provincia di Sondrio. Non si vede quali gravi conseguenze possano derivare all'erario dal regime extra-doganale di Livigno: l'esenzione da determinate imposte è ampiamente compensata da un forte incremento delle imposte dirette, originato dalla possibilità per gli operatori economici di Livigno di vendere e di fornire una quantità rilevante di prodotti e servizi agevolati, aumentando in modo esponenziale i loro ricavi e di conseguenza il loro imponibile. Peraltro, la forte presenza di turisti stranieri, che rappresentano il 60 per cento della clientela, apporta capitali rilevanti, con effetti altamente positivi anche per lo Stato nel rapporto importazioni/esportazioni. In ogni caso, quegli eventuali introiti delle imposte indirette che potrebbero spettare allo Stato sono in parte, per volontà dello Stato medesimo, espressa nella legge n. 762 del 1973, devoluti al comune di Livigno, che da essi trae le risorse per realizzare opere e servizi necessari per mantenere il paese una delle stazioni turistiche più prestigiose e conosciute dell'arco alpino. Livigno ha ormai consolidato un tessuto economico commerciale e turistico di notevoli dimensioni: vi lavorano oltre 6.500 persone quali dipendenti dei diversi settori dell’industria turistica in generale e del commercio, oltre a più di 6.000 persone che lavorano nell'indotto e che coinvolgono imprese di produzione e di servizi che operano sull’intero territorio nazionale. L'abolizione del regime extra-doganale di Livigno provocherebbe danni immensi per l'economia del paese, mandando in dissesto gli operatori commerciali, gran parte degli operatori del settore alberghiero, lo stesso comune di Livigno che perderebbe i proventi oggi garantiti dall'applicazione dei diritti speciali. Inoltre, i benefìci del regime extra-doganale di Livigno sono stati estesi all’intera provincia di Sondrio: il comune di Livigno nel 2005 ha stabilito di riconoscere annualmente alla provincia il 5% dei diritti speciali introitati. Infine, occorre evidenziare che il potere, riconosciuto dalla legge n. 762 del 1973 a Livigno, di determinare annualmente la misura del diritto speciale sui prodotti soggetti al diritto stesso, consente al comune di valutare ogni anno le proprie esigenze economiche strettamente legate all’applicazione dei diritti speciali, con la necessità di tutelare il territorio ed il suo ambiente, al fine di poter soddisfare la vocazione turistica e di attrazione naturale. In tale ottica, il comune di Livigno, negli ultimi anni, per contenere l'afflusso degli automezzi e soprattutto degli autocarri che convergono a Livigno per rifornirsi di carburanti, ha riequilibrato il prezzo del gasolio mediante l'applicazione di diritti speciali in misure diverse, a seconda della destinazione a riscaldamento o ad autotrazione. Ciò ha ridotto sensibilmente il traffico degli autocarri, con benefìci per la salvaguardia dell'ambiente e per la circolazione stradale. Il regime extra-doganale di Livigno è già stato più volte oggetto di interpellanza e/o interrogazione parlamentare, sia a livello nazionale che comunitario: ogni volta è stato riconosciuto che detto regime meritava di essere mantenuto. In particolare, l’interpellanza n. 147/91 posta da un parlamentare italiano alla Commissione CEE, chiedeva di includere Livigno nel territorio doganale della Comunità, modificando a tal fine il citato regolamento (CEE) n. 2151/84: la Commissione ha risposto affermando che per ragioni storiche e geografiche la Comunità aveva riconosciuto la particolare situazione di Livigno, escludendolo dal territorio doganale della Comunità. La stessa Commissione ha riconosciuto: - che il regime extra-doganale di Livigno ha delle conseguenze minime sulle risorse comunitarie; - che sul piano della concorrenza detto regime non crea distorsioni significative. (Dal Disegno di legge N. 1882 della XVI Legislatura). Capitolo 4 Conclusioni

Grazie alla zona franca, Livigno negli ultimi 50 anni si è potuta sviluppare ed oggi è una località turistica di alto livello, oltre ad essere il più popolato dei comuni italiani oltre i 1500 metri d'altitudine. Senza zona franca, oggi presumibilmente sarebbe completamente disabitato. L'istituzione di una zona franca dovrebbe sembrare a tutti la soluzione più indicata per il Comelico Sappada, come lo appare a noi dopo attento paragone con la situazione di Livigno: non si tratta di modificare confini ed accontenterebbe tutti senza scontentare nessuno, in tempi presumibilmente più brevi. Inoltre, la recente istituzione delle zone franche urbane, dovrebbe rendere ancora più naturale l'applicazione di un provvedimento concettualmente simile al nostro territorio montano, estrema periferia del Veneto. Se l'intera provincia di Belluno, o addirittura il Veneto, richiedono l'autonomia, bisogna sottolineare che in Comelico Sappada questo non basta: da noi non c'è la Luxottica, non abbiamo la fama di Cortina e delle Tre Cime di Lavaredo. Noi per lavorare ci dobbiamo spostare ogni giorno in Pusteria (si parla di 400 pendolari, esclusi gli stagionali), oppure in Cadore e fino a per raggiungere le occhialerie; senza contare tutti i giovani, laureati e non, che si trasferiscono in città più o meno vicine, sempre meno spesso per scelta. Il Comelico Sappada è una terra meravigliosa, che potrebbe vivere di turismo e di tutte le attività che ruotano attorno ad esso, ma che, allo stato attuale delle cose, non è in grado di competere con le realtà confinanti. Il paragone con Livigno è a maggior ragione calzante in considerazione della legge Delrio, che riconosce la specificità delle province con territorio interamente montano e confinanti con Paesi stranieri: dunque, come Sondrio ha la sua zona franca a Livigno, secondo logica ed opportunità anche Belluno dovrebbe avere la sua zona franca nel Comelico Sappada (che - ribadiamo - ha le caratteristiche che lo individuano oggettivamente come idoneo, ovvero isolamento, spopolamento, potenzialità di sviluppo), beneficiandone esattamente come avviene per la provincia di Sondrio con Livigno. Altrimenti, lo Stato italiano sarebbe autore dell'ennesima discriminazione: oltre che nel diverso trattamento tra la nostra valle e quelle del confinante Alto Adige, anche nel trattamento fra province di cui ha riconosciuto la specificità. Dopo altre esperienze di lavoro, noi abbiamo deciso di tornare qui perché è qui che desideriamo continuare a vivere e vogliamo rivendicare questo diritto. Dal nostro punto di vista, possiamo affermare che il denaro dato da istituzioni ad altre istituzioni non è in grado di far girare l’economia come liquidità disponibile direttamente per le imprese, ovvero il fatturato e gli utili derivanti dall'attività commerciale di una zona franca: gli acquisti in loco aumenterebbero, sia da parte dei residenti (che troverebbero convenienza rispetto a recarsi altrove - Belluno, , oppure Austria - per le spese), sia da parte dei vicini, che dei turisti; senza l'Iva calerebbero gli introiti delle imposte indirette, ma aumenterebbero quelle che sono le imposte dirette sulle dichiarazioni dei redditi, che sarebbero maggiori per tutti gli abitanti; i soldi dallo Stato centrale non servirebbero più. L'istituzione di una zona franca avrebbe un costo irrisorio rispetto alla concessione di fondi: il costo di istituzione di una zona franca è infatti rappresentato dalla rinuncia ad incassare Iva, dazi, accise e non compare a bilancio, come invece comparirebbero eventuali fondi o stanziamenti. L'Iva che attualmente versa il Comelico Sappada si aggira intorno ai 10 milioni di Euro, cifra che verrebbe più che compensata dalla rinuncia a fondi una tantum. Un evidente vantaggio sarebbe inoltre quello di portare in Italia il consumo di combustibile che già da tempo viene effettuato in Austria appena dopo il confine. Inoltre, beneficerebbero della zona franca in Comelico Sappada anche i territori a noi circostanti: la ed il Cadore potrebbero vedere incrementato il passaggio; la Val Pusteria avrebbe uno sfogo per un flusso turistico sempre più intenso e quindi di difficile gestione per un territorio montano. Noi proprio non abbiamo più tempo: il Comelico Sappada sta infatti subendo uno spopolamento vertiginoso e le attività continuano a chiudere, senza che vengano sostituite da nuove imprese, costringendo le persone a percorrere kilometri anche per gli acquisti più banali. La desertificazione dei nostri paesi è davvero preoccupante e non può lasciare ancora indifferente la politica: abbiamo diritto di continuare a vivere dignitosamente dove siamo nati, perché, in uno Stato di diritto, trasferirsi deve poter essere una scelta, non l'unica alternativa. Soprattutto quando stiamo parlando di un territorio dalle immense potenzialità, come riconosciuto anche da un importante imprenditore della vicina Val Pusteria, ovvero Franz Senfter, il quale ha deciso di investire (nonostante le difficoltà riscontrate) negli impianti di risalita dell'Alta Val Comelico. Desideriamo che questo documento sia la base per una proposta di legge che istituisca in Comelico Sappada una zona franca, l'unica reale soluzione ai problemi del nostro territorio, montano, isolato, spopolato ed incuneato fra regimi agevolati: un atto dovuto dall'Italia, per la situazione di discriminazione che ha creato con la vicina Val Pusteria, vera e propria beffa dopo il prezzo pagato durante la Grande Guerra. Il nostro territorio è delicato proprio perché di confine, ma non è mai stato considerato dalla politica: abbiamo pagato durante il Primo Conflitto Mondiale, nonostante fino ad allora i nostri rapporti, sia commerciali che umani, con i vicini austriaci fossero ottimi; abbiamo pagato l'autonomia dell'Alto Adige, poiché l'Italia ci ha messo nella condizione di non poter competere con i nostri vicini. Fino ad oggi abbiamo solo subito le conseguenze di decisioni prese dall'Italia nel corso della storia: è venuto il momento che la politica si assuma la responsabilità di risolvere la grave situazione che ha creato e che non abbiamo più intenzione di subire.

Elisa Bergagnin, Francesca Dellamore

PROPOSTA DI LEGGE PER L’ISTITUZIONE DI UNA “ZONA FRANCA” EXTRA-DOGANALE PER I COMUNI DI COMELICO SUPERIORE, DANTA, SAN NICOLÒ DI COMELICO, E SAPPADA

- I - Brevi premesse. Ci sono ragioni economiche e sociali che impongono la creazione di una zona-franca per il territorio dell’Unione Montana del Comelico e Sappada, che comprende i comuni di Comelico Superiore, Danta, San Nicolò, San Pietro, Santo Stefano e Sappada. Eloquente il quadro recentemente delineato dal “Rapporto del Comitato nazionale per le aree interne”, dal quale si è preso spunto, offrendone un’elaborazione adatta alla finalità qui perseguita. L’area Comelico – Sappada è situata in una posizione di confine tra il Veneto, la provincia di Udine, la provincia di Bolzano e Austria. È costituita da 6 comuni, tutti classificati come aree interne, che stanno subendo un processo di spopolamento di lungo corso: dal 1971 ad oggi la popolazione è diminuita del 22 %; dal 2001 ad oggi i dati dimostrano una perdita del 6,4 % con una significativa diminuzione del -18,3% della popolazione giovane (14-20 anni). Sul piano delle attività produttive, il censimento ISTAT 2011 registra una caduta dell’industria del 51% e del manifatturiero del 66%. Tali dati sono strettamente legati alla crisi del settore dell’occhialeria. Gli effetti negativi del declino di tale settore sono stati solo in parte contenuti dalle opportunità di lavoro offerte dalla confinante Alta Pusteria, in Alto Adige. - 2 -

Le imprese presenti sul territorio sono di medio/piccola dimensione, prevalentemente legate alla produzione artigiana, con un basso livello di innovazione ed una limitata propensione all’export. Vi sono imprese turistiche, che tuttavia non possono competere con le strutture delle regioni limitrofe, spesso beneficiarie di ricchi contributi per il rinnovo delle strutture. Circa il 60 % del territorio è coperto da superfici boschive, il 22% da prati e pascoli; si consideri che sull’area incidono quattro Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS); trattasi di fatto di vincoli imposti alla popolazione e non certo di opportunità di sviluppo. Quanto ai servizi alla popolazione, l’offerta è decisamente carente e la situazione, negli ultimi anni, è peggiorata decisamente. Non vi sono stazioni ferroviarie nell’area e l’accesso all’autostrada dista mediamente oltre 60 Km dai 6 comuni. Il sistema di collegamenti, sia verso il Cadore che in direzione Alto Adige e Carnia, risente delle criticità dovute alla natura montuosa del territorio, soprattutto in periodi invernali. La scuola primaria presenta un’elevata percentuale di pluriclassi (16%) e di classi con un numero massimo di 15 alunni (72%). La mobilità dei docenti è il dato più allarmante relativo alla scuola secondaria di primo grado. Essa è legata alla notevole percentuale di docenti a tempo determinato (51,9% nella secondaria di primo grado, 59,3% nella secondaria di secondo grado). I dirigenti scolastici del territorio pongono tale situazione come un problema di diritto allo studio, in quanto i tempi relativi al cambio dei docenti non garantiscono una regolare attività didattica per circa un mese all’anno. - 3 -

L’ospedale di riferimento è quello di , che è distante circa 23 km da Santo Stefano e circa 25 Km dai comuni periferici Sappada e Comelico Superiore; mancato altri presidi ospedalieri ed è presente una sola residenza per anziani. I medici di medicina generale sono sei e manca un pediatria di libera scelta. Il numero delle prestazioni relative all’attività clinica e di diagnostica strumentale e per immagini erogate nell’anno da strutture ambulatoriali pubbliche e private è estremamente basso. Il tasso di ospedalizzazione della popolazione ultrasettantacinquenne (339,5) è in linea con il valore regionale e nazionale; il tasso di ospedalizzazione evitabile (patologie che possono essere adeguatamente trattate a livello extra ospedaliero) è superiore sia al valore nazionale, che alla media nazionale aree interne, mentre la percentuale di anziani trattati in ADI (16,1) è di gran lunga superiore rispetto al dato regionale, aree interne (10,1), sia rispetto alla media nazionale aree interne (4,0). Manca la risposta per la semi residenzialità. Il tempo medio di arrivo del primo soccorso è di 22 minuti, leggermente superiore alla media nazionale per le aree interne. In ambito sanitario, risulta essere di fondamentale importanza la componente del volontariato. C’è un unico presidio di Pubblica Sicurezza (Stazione Carabinieri di Santo Stefano), mentre fino a pochi anni or sono ve n’erano tre. La percentuale di popolazione raggiunta da banda larga su rete fissa maggior di 2 mbps e inferiore a 20mbps è del 21,1%, mentre la percentuale di popolazione raggiunta da banda larga su rete fissa non inferiore a 20mgps è del 13,7%. Entrambi i valori sono tra i più bassi tra le aree selezionate e risulta un gap elevato anche rispetto alle medie regionali aree interne (32,9 - 4 -

e 38,3) e nazionali aree interne (36,8 e 46,4). Questo viene percepito dal territorio come un problema di competitività delle imprese in termini di diseguaglianza che spinge le aziende verso altre realtà. La descritta situazione, esposta con obiettività, è indegna di un paese civile. Nonostante ciò sussiste ancora una forte radicamento della popolazione, un’identità marcata accompagnata da una vocazione imprenditoriale ancora presente. È questo spirito che la proposta di legge vuole assecondare, affinché la zona del Comelico Sappada, nel giro di qualche anno, non entri definitivamente a far parte dei territori abbandonati delle Alpi.

- II – Considerazioni economiche, giuridiche e modello di riferimento. - DATI ECONOMICI (GETTITO IVA, ECC.); - BREVE CENNO “PERCHE’ COMELICO - SAPPADA SI’, MA NON DI PIU’ … (NON PROVINCIA) - CONSIDERAZIONI GIURIDICHE - MODELLO LIVIGNO. - CARTINA - CONVENIENZA ECONOMICA E SOCIALE DELLA PROPOSTA

- III - Proposta di legge - 5 -

Bozza di DDL di iniziativa dell’on. ______- Istituzione della zona franca per i territori del Comelico e Sappada1. * * * Disegno di legge.

Art. 1. Il territorio dei comuni di Comelico Superiore, Danta, San Nicolò, San Pietro, Santo Stefano e Sappada costituisce territorio extra-doganale ai sensi dell’art. 2 del testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43. Il territorio dei comuni di Comelico Superiore, Danta, San Nicolò, San Pietro, Santo Stefano e Sappada costituisce altresì territorio extra-doganale della Comunità europea ai sensi dell’art. 4 del regolamento n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 ottobre 2013.

Art. 2. Nel territorio dei comuni di Comelico Superiore, Danta, San Nicolò, San Pietro, Santo Stefano e Sappada è istituito un diritto speciale di prelievo

1 Premessa: l’istituzione di una Zona franca impone l’adozione di provvedimento legislativi non solo nazionali, ma anche comunitari. Si tratta, infatti, quantomeno di modificare il Regolamento 9.10.2013 n. 952. A tal proposito il DDL prevede che la disciplina diventi efficace allorquando saranno intervenute le prescritte modifiche nella legislazione europea.

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2 sui seguenti generi ivi introdotti in esenzione da imposta sul valore aggiunto (IVA) e da accisa: benzina, gasolio, tabacchi lavorati, alcool etilico 3.

Art. 3. L’ammontare del diritto speciale di prelievo sui generi di cui all’art. 2 è determinato dal Ministero dell’economia e delle Finanze, sentiti i comuni interessati, con decreto avente validità annuale e non può eccedere il 50 per cento delle aliquote di accisa relative ai generi medesimi, vigenti nel territorio nazionale alla data di adozione del provvedimento.

Art. 4. Il diritto speciale è dovuto, in solido, da chiunque introduca i generi di cui all’art. 2 nel territorio extra doganale dei comuni di Comelico Superiore, Danta, San Nicolò, San Pietro, Santo Stefano e Sappada, nonché dagli operatori economici che li acquistano per l’immissione al consumo4. I soggetti passivi di cui al comma 1 sono tenuti a presentare apposita dichiarazione al competente ufficio, non oltre il quindicesimo giorno dall’introduzione delle merci. Il diritto speciale è corrisposto in un’unica soluzione all’atto della presentazione della dichiarazione.

2 ALTERNATIVA: … un diritto speciale di prelievo su tutti i prodotti introdotti in esenzione da imposta sul valore aggiunto. 3 ALTERNATIVA: indicare altri prodotti, es. articoli sportivi. 4 Se il diritto speciale di prelievo riguardasse tutte le merci o comunque generi suscettibili di introduzione anche da parte di privati, allora potrebbe porsi un serio problema di controllo e verifica. - 7 -

Art. 5. L’accertamento e la riscossione del diritto speciale sono di competenza dei comuni di Comelico Superiore, Danta, San Nicolò, San Pietro, Santo Stefano e Sappada, i quali provvedono, con regolamento unitario approvato a maggioranza a disciplinarne l’applicazione. La rettifica della dichiarazione, l’accertamento d’ufficio, il provvedimento esecutivo e la prescrizione sono disciplinati dalle disposizioni di cui all’art. 1, commi da 161 a 164, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, in quanto compatibili. Il contenzioso nelle materie di cui al presente articolo è disciplinato dalle disposizioni di cui al decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546. Si applicano le sanzioni di cui al decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472. Il saggio degli interessi dovuti e determinato nella misura legale.

Art. 6. Le somme provenienti dalla riscossione dei diritti speciali di cui alla presente legge sono di competenza dei comuni di Comelico Superiore, Danta, San Nicolò, San Pietro, Santo Stefano e Sappada e confluiscono in un fondo unico. I Comuni provvedono alla ripartizione proporzionalmente alla popolazione residente 5.

Art. 7.

5 Può essere indicato anche un criterio diverso, come ad esempio il comune in cui è presentata la dichiarazione o sulla base dell’estensione territoriale, ecc.. - 8 -

La presente legge, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, entra in vigore il primo giorno del mese successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea dell’adeguamento da parte del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’art. 4 del regolamento n. 952 del 9 ottobre 2013.