GLI ESPERIMENTI POLITICO - AMMINISTRATIVI DELL’ESTATE ’44 NELLA ZONA LIBERA DELLE LANGHE

I primi gruppi di partigiani delle Langhe \ si formano già nei mesi invernali del ’43 e sono costituiti da elementi locali, raggruppati intorno ad alcuni ex-ufficiali, e ad elementi sbandati provenienti dalla IV a Armata e rifugiatisi in quella zona. Supe­ rati il primo inverno e i rastrellamenti della primavera succes­ siva, i gruppi di (c ribelli » delle Langhe si trasformano, sotto la direzione di esponenti inviati dai partiti e di ufficiali del vecchio esercito, in solide formazioni che, nell’estate ’44, controllano quasi totalmente un territorio di circa 200 km. di perimetro, situato in una posizione di notevole importanza strategica, proteso verso la Liguria e l’Alessandrino e quindi verso le strade di maggior traf­ fico con Savona e Genova. Ai primi di settembre le formazioni, suddivise in garibaldine e autonome e organizzate ormai in divisioni 1 2 occupano stabil­ mente tutta la zona compresa nell’arco del Tanaro, da sin dopo Alba, verso Asti. I garibaldini presidiano i paesi di La Mor­ ra, Serralunga, Castiglion Falletto, Barolo, Monforte (dove inse­ diano il comando), , , S. Benedetto, , Niella, Belbo, Mombarcaro'3; gli autonomi la zona di Carrù, Fa-

1 Questo studio costituisce il capitolo centrale di una tesi di laurea sul movimento di resistenza nelle Langhe, discussa all’Università di Torino, facoltà di Giurispru­ denza, corso di Scienze Politiche, nel marzo 1966. 3 Verso il 20 agosto ’44 si costituisce la 6a Divisione Garibaldi Langhe al comando di Giovanni Latiilla, ufficiale di cavalleria di Pinerolo, già partigiano di Barbato (Pompeo Colajanni) nella zona di Cavour; l’organico della divisione comprende la i6a Brigata « Gen. Perotti » che controlla la zona della valle Belbo, e la 48s Bri­ gata « Dante di Nanni » dislocata sulle colline di Monforte, Novello, Barolo e verso Alba. Nel luglio ’44, nell’ambito del i° Gruppo Divisioni Autonome, controllate dal magg. Mauri (ex ufficiale dello Stato Maggiore dell’esercito) si costituisce, nel­ l’alta Langa, la i a Divisione Langhe con a capo Mario Boglidlo e che si articola su 4 Brigate: Castellino, Mondovì, Langhe Ovest, Pedaggera; una 2a Divisio­ ne Langhe si forma nella zona della bassa valle Belbo su 3 Brigate: Belbo, Bor- mida, Asti. Ne diviene comandante Piero Balbo (che aveva, subito dopo l’8 set­ tembre, organizzato le bande nella zona). 3 Bollettino di guerra del mese di agosto-settembre del comando V Ia Divisione Ga­ ribaldi in Archivio Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, C i4 a. 6 Diana Carminati Marengo

rigliano, (sede del comandante magg. Mauri), Ciglié, l’alta vai Bormida e, spingendosi verso l’Astigiano e l’Albese, Ca- stino, Vesime, , , Mango, Barbaresco \ I problemi che si presentano ai capi partigiani sono nuovi, vasti e difficili. Dopo aver organizzato i gruppi di armati in un sistema di tipo militare, costituendo un vero e proprio esercito, sorge la necessità di costituire un organismo capace di presiedere al controllo dei rifornimenti alle formazioni, che nei primi tempi eseguivano spesso requisizioni poco oculate, suscitando spiacevoli contrasti con la popolazione rurale. La creazione di un ufficio di intendenza elimina molti degli abusi che si erano verificati quando mancava un efficiente sistema disciplinare. L ’ufficio riceve, smista e suddivide tutto quanto con' cerne il vettovagliamento, equipaggiamento e materiale vario, re- quisito per ordine del comando centrale. In ogni distaccamento poi si crea un deposito centrale e un deposito di riserva, in caso di spostamenti o di attacchi. Accanto ai problemi interni delle formazioni sussistono ora i problemi esterni, inerenti all’occupazione di un territorio abba­ stanza vasto, al rifornimento diretto di viveri, non solo per i par­ tigiani, ma anche per la popolazione della zona, che, causa il suo atteggiamento, era stata privata, con un bando della RSI, di tutti i generi di monopolio statale, quale tabacco, zucchero, sale. Inol­ tre giungono nelle Langhe, ad accrescere le difficoltà di riforni­ mento alla popolazione, una notevole massa di sfollati dalle città bombardate, soprattutto donne e bambini. Nei primi mesi tutto l’intenso lavoro di amministrazione pesa sui comandanti delle formazioni e, in via gerarchica, sui capi di brigata e di distaccamento, che devono provvedere a risolvere an­ che i numerosi problemi che giorno per giorno impone la vita . civile dei piccoli paesi. Essi, quali nuove autorità « legali », sono chiamati a dirimere ogni minima vertenza tra contadini e com­ battenti. Questo stato di cose non può durare a lungo perchè i comandanti vengono distolti dall’attività militare di difesa della zona, con grave pregiudiziale, sia per il movimento partigiano sia per la popolazione civile. 4

4 Enrico Martini (Mauri), Con la libertà e per la libertà, S. E. T., Torino, 1947, Gli esperimenti politico-amministrativi dell’estate ’44 7

Per far fronte alla nuova situazione vengono allora istituiti appositi organismi di collegamento che si dedicano esclusivamente all’organizzazione dei rifornimenti e sopraintendono ai rapporti tra popolazione e intendenza delle formazioni partigiane. Nelle formazioni autonome si chiameranno Uffici per gli Affari Civili, nelle formazioni garibaldine Delegazioni civili. La necessità di un Ufficio Affari Civili si palesa presto per il comando Mauri, sin dal mese di maggio (un primo esperi' mento era già stato fatto durante l’occupazione della valle Ca' sotto). La direzione dell’Ufficio viene affidata al maggiore in ser- vizio SPE Ferdinando Travaglio (maggiore Peschiera) che si dedica completamente all’organizzazione amministrativa in tutti i paesi della zona occupata dalle formazioni autonome di M auri5. L ’Ufficio centrale degli Affari Civili viene costituito a Mar' saglia, comune di 680 ab., a 57 km. da Alba, sulle colline dell’alta Langa verso Mondovi e Ceva, mentre vari uffici periferici sor' geranno più tardi presso le altre divisioni autonome della zona. Anche per i Garibaldini si costituisce, verso i primi di giu­ gno, a Monforte, comune di 2500 ab., posto ad una trentina di km. da Marsaglia, in una zona economicamente molto produt­ tiva, una delegazione civile, la direzione della quale viene affi­ data, per la bassa Langa, ad Ernesto Portonero6, e per l’alta Langa ad Arturo De Benedetti 7, coadiuvati da Sabino Grasso 89, e da Cosimo Rubro 3. Nei piccoli paesi l’amministrazione della vita ci­ vile viene svolta dai delegati di brigata 10. Il problema più importante ed impellente che si presenta è quello dell’alimentazione: per la qual cosa, sia nella zona occu­ pata dagli autonomi sia in quella dei garibaldini, vengono subito svolti i censimenti dei quantitativi di derrate alimentari conser-

5 Testimonianza E. Martini (magg. Mauri). 6 Ernesto Portonero: muratore, antifascista di lunga data, condannato a 6 anni di carcere dal Tribunale Speciale nel 1937 per propaganda sovversiva, viene con­ finato nel 1943 a , da dove dopo i fatti dell’8 settembre raggiunge il (proprio paese natale, Monforte. 7 Arturo De Benedetti: commerciante di stoffe di Nizza Monferrato. 8 Sabino Grasso: ex ufficiale degli alpini, agricoltore possidente in Monforte, poi rappresentante del PCI nel primo CLN del paese sopracitato. 9 Cosimo Rubro: il suo vero nome è Terrazzani, maestro di scuola proveniente dal- ritadia meridionale, è ucciso dai fascisti a nei giorni dell’insunrezione. 10 Testimonianze Tino Ombra, Ernesto Portonero, Sabino Grasso. 8 Diana Carminati Marengo vati negli ammassi ordinati dai fascisti, e di quelli ancora presso i produttori. Si procede perciò al censimento di tutti i cereali, vino, legna da ardere, patate, fieno, uova, bestiame. Vengono così decretate le quantità che ogni contadino deve versare all’ammasso parti' giano, dietro rilascio di un buono ufficiale, valido e necessaria- mente riconosciuto anche dalle autorità fasciste n. Si procede poi alla distribuzione di queste derrate alle* for­ mazioni partigiane e alle popolazioni. Nel giugno vengono requi­ siti nell’ammasso di Monforte 4.000 quintali di grano: una parte di esso viene consegnato ai comandanti partigiani per il fabbi­ sogno degli uomini e come riserva, un’altra parte viene distribuito alla popolazione sia dietro pagamento di 300 lire al ql. sia gra­ tuitamente agli sfollati e agli indigeni poveri. Dieci ql. di farina e cinque ql. di grano vengono consegnati al locale orfanotrofio 1112. Nel luglio, quando la zona non è ancora completamente libera e si prevedono puntate nemiche, si impone una vera lotta per impedire che i contingenti di grano di nuova produzione fini­ scano nelle mani dei fascisti. Si attua così un piano di difesa della zona agricola, soprattutto nella bassa Langa di Monforte, Barolo, e verso la pianura fino a Carrù. Seguendo le direttive del Comitato centrale per la difesa dei contadini, in molte località si costituiscono comitati di contadini che inviano nelle zone di trebbiatura squadre volanti 13. Queste consigliano agli agricoltori di ritardare la trebbiatura del grano e, in caso di impossibilità, per i forzati controlli, di sabotare le ope­ razioni asportando cinghie, cilindri e carburante dalle macchine. Si cerca di stroncare alla base la campagna degli ammassi voluta dai fascisti, inviando piccoli nuclei partigiani anche nei vari mu- nicipii di paese per asportare e distruggere le cartoline annonarie e le liste degli agricoltori invitati alla consegna. In certi casi squa­ dre di armati presiedono alla trebbiatura, prevenendo gli inca­ ricati della RSI 14.

11 Testini. E. Martini {Mauri). 12 Testoni. Ernesto Portonero e rendiconto della Delegazione civile al distaccamento « Pmit » della i (r* Brigata « Gen. Perotti » in data 13 luglio 1944, in Carte Por- tonerò. 13 Circolare senza data (probabile giugnoduglio ’44) del Comitato centrale per la difesa dei contadini in Carte Portonero. 11 Testini. Erminio Sacco, Ernesto Portonero. Glt esperimenti politico'amministrativi dell’estate ’44 9

Con la liberazione della zona si stabiliscono nuove direttive. « Bisognerà costituire un organismo che dovrà sostituire Tappai rato finora esistente, e questo nuovo organismo avrà il compito di assistere e controllare la trebbiatura e distribuire equamente il grano alla popolazione che ne è sprovvista. 11 grano ai contadini sarà pagato L. 900 il ql. il grano tenero e L. xooo il ql. quello duro, come già si procede nell’Italia liberata. E questo pagamento dovrà essere effettuato a mezzo di buoni messi in circolazione dal- l’organismo costituito in ogni Comune » 15 16. Altre direttive particolari sulle modalità delle operazioni sta- biliscono che per ogni macchina, a cura dello stesso trebbiatore « si tenga aggiornato un registro in cui venga segnato nome, cognome di chi batte, con a fianco segnato il quantitativo rica' vato. » 16 . Viene pure stabilito il prezzo di trebbiatura medio da L. 30 a L. 60, tutto ciò per evitare abusi sia da una parte sia dall’ah tra I7. In alcune località si procede ad un controllo assoluto sul lavoro, rilasciando tre bollette diverse, una al conduttore della macchina, una al contadino, una al Comune 18 19. Si prendono poi provvedimenti contro gli accaparratori: « Ci risulta che qualche persona si è fatta consegnare a mezzo buono di prelevamento, quantitativi abbastanza rilevanti di grano: per esempio la famiglia A. F. residente in Monforte composta di due sole persone, proprietari e produttori in un comune limitrofo, con falso pietismo e altri argomenti che dimostrano la completa man- canza di coscienza, approfittando della buona fede di Lulù, si facevano rilasciare un buono di prelevamento di due ql. di grano senza pagamento » “ . Poiché tutti gli anni ad una certa data venivano effettuati da parte delle autorità fasciste i censimenti dei capi bovini, caprini ed equini onde procedere al blocco della carne da macello, le delegazioni civili operano uno strattagemma per evitare rappresaglie sul comune e sulla popolazione. Così non

15 Circolare s. d. del Comitato centrale dei contadini della provincia di Cuneo, io Carte Portonero. 16 Circolare in data 22 luglio 1944 del distaccamento « Prut » in Archivio Istituto Storico della Resistenza in Piemonte (d’ora in avanti AISRP), C 15 a. 17 Ivi. 18 Relazione s. d. alla ifc Brigata « Gen. Perotti » del delegato civile della zona di -, in AISRP, C i 4 b . 19 Relazione in data 13 luglio 1944 del delegato civile di Monforte, in AISRP C 15 a. IO Diana Carminati Marengo appena il censimento è effettuato vengono sequestrate le liste com- plete con i nominativi dei contadini. Lo stesso avviene per gli avvisi di pagamento delle tasse comunali2°. Nei mesi di luglio e agosto gli organismi per gli affari civili cercano di venire incontro alle esigenze delle popolazioni alle quali sono stati tolti i viveri tesserati del monopolio. Si stabili­ scono perciò delle zone franche come Carrù, Saliceto, ed altre nelle quali avvengono degli scambi con i trafficanti: si forma così una specie di mercato nero 2!. In altri casi si procede a distribuzioni di viveri. « Circa l’as­ sistenza alla popolazione si è provveduto, specialmente nei paesi dove l’assegnazione da parte della Prefettura repubblichina dei viveri contingentati è venuta meno per la presenza dei patrioti, a distribuzione di carne, formaggio, burro, vino e legna, a prezzi modici » ~. Si cerca anche di stabilire contatti con gli uffici co­ munali situati nei paesi non occupati militarmente dalle forma­ zioni partigiane per effettuarvi requisizioni di derrate alimentari, che scarseggiano nella zona occupata, facendo in modo che gli uffici comunali locali riconoscano ai buoni di requisizione parti­ giani, validità ed efficacia pari a quella dei documenti consimili rilasciati dagli organi repubblichini 20212223 24. Per quanto riguarda il genere più richiesto, il sale, vengono stabiliti dal comando di Mauri, contatti con i responsabili di alcune raffinerie clandestine della Liguria, e il prezioso alimento riesce ad affluire così in discreta quantità nelle Langhe 2*. D ’altra parte però occorre evitare le esportazioni clandesti­ ne; sono allora stabiliti per ogni distaccamento diversi posti di blocco, onde effettuare un rigoroso controllo del traffico e punire i borsari neri con severe multe. « Con la costituzione dei posti di blocco nei punti di maggior transito dei commercianti in borsa nera (, , Bastia, Niella Tanaro) si è potuto in linea di massima impedire l’uscita, dalla zona di giurisdizione delle formazioni, di bestiame e di derrate alimentari, sorprendendo

20 Testim. Ernesto Portonero. 21 Testim. E. Martini (Mauri). 22 Relazione generale s. d. dell’addetto sottoten. Walter dell'Ufficio Affari Civili, in AISRP B 45 h. 23 Testim. E. Martini (Mauri). 24 Testim. E. Martini (Mauri). Gli esperimenti politico'amministrativi dell*estate ’44 ii parecchi trasgressori delle norme per la esportazione delle derrate, emanate dall’Ufficio Affari Civili » Si effettua inoltre, nei paesi in cui la disponibilità degli uomini è sufficiente, un servizio di polizia annonaria che serve a far riscontrare irregolarità qualora, dopo aver proceduto ad un sopraluogo, si accerti che le derrate alimentari in giacenza presso i singoli non rispondano alle quantità denunciate: « Ho stabilito un servizio annonario composto di 6 persone nel tratto di Cor- temilia, esclusa la città, fino a Saliceto e precisamente, due per- sone nel tratto Saliceto-Monesiglio, due nel tratto Monesiglio- e due tra Torre Bormida e » Il servizio di polizia controlla le quantità prodotte, quelle da consegnare all’ammasso e la conseguente distribuzione alle for' mazioni partigiane e alla popolazione civile. « Dopo la consegna all’ammasso del grano che è servito a coprire il fabbisogno delle formazioni e in parte quello della popolazione civile, si è riseon- trato nei comuni di Benevagienna e ancora una notevole quantità che potrà servire come riserva per l’approvvigionamento della divisione e del comune di , la cui situazione è preoccupante. Controllando poi la produzione e la lavorazione dei caseifici e con l’aumento nel conferimento del latte, l’intendenza dispone settimanalmente di kg. 35 di burro in più del quantità- tivo prelevato nel mese scorso. A Farigliano si è distribuita così una razione straordinaria di gr. 25 alla popolazione civile » 252627. D ’altra parte i responsabili dell’organizzazione si preoccu­ pano anche del buon funzionamento del sistema di rifornimento, soprattutto per evitare sperequazioni, possibilità di arbitrii, spe­ culazioni che possano incidere sul morale della popolazione già provata e incrinare i rapporti fra questa e il movimento partigiano. Vengono perciò emanate circolari di proibizione assoluta di re­ quisizioni arbitrarie, non controllate ed eccessive. Ma la vastità del territorio occupato non permette ai co­ mandi un controllo particolareggiato sull’attività dei vari gruppi: « si segnalano spesso requisizioni di materiale che non sempre

25 Relazione dell’addetto sottoten. Walter dell’ufficio Affari Civili, in AISRP B 45 h. 26 Relazione del delegato civile della i6a Brigata « Gen. Peroni », s. d., in Carte Portonero. 27 Relazione dell’addetto all’Uffioio Affari Civili sottoten. Walter, s. d., in AISRP B 45 h- 12 Diana Carminati Marengo corrispondono alle reali necessità delle formazioni. E ’ necessario intervenire per far cessare ogni requisizione non controllata o furti da parte di formazioni o gruppi irregolari che abusano del titolo di patrioti e screditano il movimento partigiano. Stessa indisci- piina e stessi abusi avvengono nel campo di richieste in denaro a ditte o individui singoli, accompagnati, dalla minaccia di sabo- taggio degli impianti o di rappresaglie. E ’ necessario esercitare un severo e rigoroso controllo » 2S. Si prendono perciò provvedimenti per disciplinare le requisizioni: « tutte le requisizioni devono es­ sere fatte solo dai comandanti di distaccamento o dai commissari politici. I buoni dovranno essere formati di tre parti, di cui una va all’interessato, una al comando di brigata e la terza rimane al distaccamento che ha rilasciato il buono » 2>. I trasgressori ven­ gono severamente puniti e deferiti ai Tribunali partigiani di zona che sorgono a poco a poco presso le formazioni. Tutto questo sforzo per migliorare sempre più l’organizza­ zione e rendere autonoma la zona dimostra che il movimento par­ tigiano è ormai maturo per affrontare il problema centrale, che già i partiti si erano posti, quello di dare un’apertura democratica alle popolazioni, di rieducarle politicamente, avviandole all’auto­ governo amministrativo. E ’ un’esigenza politica, e già dal giugno si erano date le direttive per costituire in ogni paese Giunte po­ polari comunali 28*30, ma è anche un’esigenza pratica perchè ad un certo punto ci si rende conto che è necessario svincolare l’apparato amministrativo da quello militare, alleggerendo il lavoro delle de­ legazioni civili con la costituzione di giunte comunali alle quali viene affidata l’opera di amministrazione civile della zona e di rifornimento alle popolazioni. Ovviamente l’esigenza politica è maggiormente sentita dai comandi delle formazioni garibaldine, che curano subito, sin dal­ l’agosto, la costituzione delle prime giunte: « Occorre riportare la vita civile delle popolazioni delle zone libere al concetto e alla pratica della libertà amministrativa sulla base della democrazia popolare progressiva; e ciò entro il tempo che precederà il ripri­

28 Circolare s. d. del Comando Generale al comando V Ia Div. Garibaldi in AISRP C 15 a. 23 Ivi. 30 Circolare in data 11 giugno 1944 del CLN di Torino, in Carte Portonero. Gli esperimenti politico-amministrativi dell’estate ’44 13 stino degli organi politico amministrativi dello Stato, nella forma e nell’espressione giuridica che il popolo Italiano darà ad essa » 31. Il programma immediato è quindi quello di istituire le GPC in ogni comune « a mezzo della consultazione più diretta e più larga possibile delle popolazioni interessate » 3\ Si progetta di estendere l’istituzione delle giunte anzitutto nelle zone controllate dalla 6a divisione garibaldina sino alla saturazione: indi passare « ove questo lavoro non sia ancora stato fatto, alle limitrofe zone controllate da formazioni di diversa organizzazione, previa intesa con i comandi di esse » 33 34. Si definiscono i compiti delle GPC che sono quelli di « rap­ presentare gli interessi della popolazione locale in sostituzione degli attuali funzionari, regolare gli interessi della popolazione a seconda del loro bisogno, delle loro necessità, delle loro aspira­ zioni, subordinandole alle attuali condizioni » 3i. Si precisano le modalità di costituzione delle giunte, che devono contare da tre a sette membri, in rapporto al numero degli abitanti; la persona­ lità dei membri, che devono godere della fiducia della popola­ zione e non avere avuto in precedenza cariche fasciste. Si ag­ giunge, e questa è la preoccupazione maggiore, « ove sia possibile, procedere all’elezione sotto forma di comizio, in modo che ne risulti l’eleggibilità libera, nella vera forma democratica » 35. Certamente il lavoro per le elezioni nei vari comuni della zona, si presenta difficile e faticoso; i venti anni di fascismo hanno reso completamente inerte la già scarsa sensibilità politica delle popolazioni. Tuttavia si nota in questo periodo, da parte di tutti, un gran desiderio di agire, di riconquistare una coscienza politica. Occorre notare che le autorità dei vari comuni della Langa collaborano in ogni modo con le formazioni partigiane e se vi è ancora qualche maggiorente ex fascista, non è visto di buon occhio

31 Piano di attività della Delegazione civile delle Lunghe in Costituzione e attività degli organi del potere democratico nelle Zone liberate, a cura dell’Ufficio Storico per la guerra di Liberazione, Presidenza del Consiglio, Roma 1945, p. 15. 32 Ivi., p. 15 33 Ivi., p. 15 34 Circolare del comando V la Div. Garibaldi alle Brigate dipendenti, in data 19 ago­ sto 1944, in AISRP C14C. 35 Circolare del commissario politico della i6a Brigata Garibaldi « Gen. Peroni » in data 19 agosto 1944 in Archivio ANPI Asti. 14 Diana Carminati Marengo e, pur vivendo isolato da tutto il resto della popolazione, non per questo dà noie con delazioni alle nuove autorità « repubblichine ». I contatti più importanti per la riforma amministrativa si svolgono con i segretari comunali che contribuiscono alla lotta partigiana all’interno dei municipii, sottraendo gli elenchi dei con- tribuenti delle tasse fasciste, le liste dei chiamati alla leva repub' blichina, intercettando le comunicazioni che le autorità di Cuneo indirizzano ai presidi delle varie località. In tutti i paesi, dalla fine di agosto sino al mese di ottobre, vengono indette libere elezioni per la creazione delle GPC; rior' dinate le liste elettorali vengono stampate le schede da una tipo- grafia di Dogliani. Si procede poi alla designazione dei candidati e alle votazioni. Il lavoro di preparazione delle giunte è affidato ai più anziani che ricordano ancora il sistema elettorale prefascista. La composizione dei membri della giunta è varia e dimostra la preoccupazione per un’ampia partecipazione popolare: il 26 set' tembre 1944 si procede alla elezione della GPC di Serralunga. Vengono eletti: un rappresentante della categoria intellettuali (non è meglio specificato), tre rappresentanti di contadini proprietari, due rappresentanti di contadini mezzadri, un rappresentante degli operai (sfollati), un rappresentante degli artigiani 36. Così a Rod' dino il 24 settembre 1944 vengono eletti: due rappresentanti dei piccoli proprietari, uno dei commercianti, uno dei braccianti agri' coli, uno degli artigiani e operai, uno delle formazioni partigiane, uno degli sfollati 37. Prima delle elezioni il terreno viene preparato dagli stessi delegati civili che già avevano lavorato accanitamente per la rior' ganizzazione economica della zona: Ernesto Portonero, Cosimo Rubro e tutti gli altri. I comizi avvengono di solito nella piazza centrale del paese, più spesso sul sagrato delle chiese, subito dopo le funzioni par- rocchiali. Occorre mettere in rilievo la notevole partecipazione dei parroci dei paesi, che presentano personalmente gli oratori all’e' lettorato, aiutando moralmente, con la loro influenza, l’attività di questi.

36 Relazione della Delegazione civile delle Langhe, in Piano di attività della Dele- gazione ecc., cit., >p. 36. 37 Relazione sulla costituzione delle G.P.C. delle Langhe in data 24 settembre 1944, in Piano di attività della Delegazione ecc., cit., p. 36. Gli esperimenti politico^amministrativi dell’estate *44 15

Per la costituzione della GPC a , il parroco « dice che è anche disposto a ritardare l’inizio della messa pur di met- terci in condizione di svolgere con tranquillità il nostro lavoro » 38. Così il parroco di Serralunga « ricevette in sacrestia ancora rive­ stito dei paramenti sacri. E anche qui ci assicurò il suo appoggio»39. Nei comizi gli oratori trattano gli argomenti e i problemi maggiormente sentiti anche tra la popolazione: tracciano in brevi linee il quadro della situazione presente dell’Italia occupata, insi­ stono sulla necessità di unificare le forze antifasciste per intensi­ ficare la lotta per la liberazione del paese e la ricostruzione di una nazione libera e democratica. Sottolineano l’esigenza di una rina­ scita delle istituzioni comunali mediante la libera elezione popo­ lare a suffragio universale; il primo passo su questa via viene effettuato proprio dalle GPC, che hanno non solo il compito di risolvere i problemi pratici più assillanti del momento, ma anche di « dettare le basi educative e programmatiche per la ripresa della vita nazionale » 40. Auspicano infine una profonda e armo­ nica collaborazione tra popolazione e partigiani. I comizi sono seguiti con vivo interesse dagli abitanti della zona che, tendenzialmente diffidenti, si sentono per la prima volta stimolati proprio perchè sono chiamati a partecipare alPammini- strazione pubblica, direttamente. Le elezioni avvengono dapprima per alzata di mano e, poi­ ché il metodo può parere poco rigoroso nell’indicare la volontà genuina degli elettori, esso viene ripetuto e controllato; poi, per­ fezionatosi l’organizzazione, si procede con le votazioni segrete a mezzo di schede scrutinate alla presenza del pubblico. Partecipano alle elezioni, per la prima volta, anche le donne, e anche questo è un segno della preoccupazione che gli organiz­ zatori, che si ispirano alla giurisprudenza più avanzata sull’ugua­ glianza dei cittadini, hanno per una vasta partecipazione popolare. Durante il lavoro di organizzazione delle giunte si rende necessario attivare nuove amministrazioni comunali dove prima non esistevano o che il regime fascista aveva soppresso, contro la vo­

38 Relazione salila costituzione delle GPC delle tLanghe in data 24 settembre 1944, in Piano di attività della Delegazione ecc., cit., p. 34. 39 Ivi, p. 35. 40 Relazione della Delegazione civile delle Langhe in data i° ottobre 1944, in Piano di attività della Delegazione ecc., cit., p. 39. i6 Diana Carminati Marengo lontà degli abitanti, con lo scopo di concentrare i municipii nelle mani di pochi podestà, ed eliminare tradizioni locali e solidarietà popolare. Viene attuato cosi un riordino « territoriale », che ri- stabilisce i naturali confini di ogni comunità di paese. Per es., il 22 ottobre 1944 si costituisce una GPC a Gallo d’Alba che, prima dell’annessione dei comuni minori, ordinata dal fascismo, era un municipio del circondario 41 e cosi avviene più tardi, nel gen­ naio ’45 a Mombarcaro che, fino allora dipendente dall’ammini- strazione di Monesiglio, costituisce una GPC. propria 42. Nella zona controllata dalle formazioni autonome di Mauri viene invece scarsamente sentita l’esigenza di procedere a elezioni nella nuova forma democratica. Il Luraghi afferma: «Certo nocque la scarsa politicizzazione delle formazioni autonome che impedì di dare alla ripresa democratica l’apertura che seppero altrove dare le unità garibaldine o GL » 43 44. Si può aggiungere che nella zona per­ mangono vaghi i concetti di autogoverno amministrativo, proprio perchè l’organizzazione degli autonomi non si preoccupa di dare al territorio un’impronta politica democratica. Queste formazioni non si pongono alcun problema di rinnovamento popolare, proprio per la loro natura di forze conservatrici, impegnate a « conte­ nere » ogni movimento che possa in qualche modo rivoluzionare il sistema. Pertanto gli Uffici Affari Civili continuano il loro lavoro sia verso le formazioni sia verso la popolazione e si può senz’altro par­ lare di un governo dall’alto. Tuttavia in diverse località si prov­ vede alla nomina, in luogo dei podestà, di sindaci e segretari co­ munali, ritornando così ai vecchi sistemi prefascisti. Molti podestà e commissari prefettizi che danno serie ga­ ranzie di non collaborazione con la RSI vengono riconfermati in carica 4i. E ’ rilevante notare che qualche volta si prendono contatti con le delegazioni civili garibaldine e si addiviene addirittura ad un’amministrazione mista tra le due formazioni, come a Corte-

41 Relazione della Delegazione civile delle Langhe in data 22 ottobre 1944, in Piano di attività della Delegazione ecc., cit., pp. 41-42. 42 Relazione della Delegazione civile, in data 30 gennaio 1945, in AISRP C 17 b. 43 R. L uraghi, Le Amministrazioni Comunali Libere nelle Langhe ne « Il Movi­ mento di Liberazione in Italia », n. 56, luglio-settembre 1959, p. g. 44 Testim. E. Martini (Mauri). Gli esperimenti politico^amministrativi dell*estate ’44 17 milia, dove si costituisce, il 27 settembre 1944, una GPC, pre- senti il delegato autonomo magg. Peschiera e il delegato gari­ baldino di zona 45. Viene stabilito, per quanto riguarda il ricavato delle tasse erariali, che « l’esattore, se necessita, dovrà versarne 1/4 agli autonomi e 3/4 ai garibaldini, presenti le due parti » “ . Questo è tuttavia uno dei pochi casi di accordo pacifico fra le due formazioni. Nell’esposizione dei programmi delle giunte, oltre ai pro­ blemi pratici e contingenti, vengono trattati anche altri argo­ menti di interesse sociale; si rende necessaria, in vista della pros­ sima apertura delle scuole, una riforma scolastica, l’istituzione di una scuola popolare e la costituzione dei Fronti della gioventù. L ’esigenza di riforme nell’ambito delle scuole e un’opera di rieducazione politica dei giovani si fa particolarmente sentire, per­ chè proprio la scuola è stato l’ambiente più avvelenato dalla pro­ paganda fascista. Nell’ambito delle formazioni autonome il compito viene af­ fidato al prof. Berra che conosce bene la zona. Egli forma a Mu- razzano un consiglio scolastico, rinnova i programmi, nomina, previo un accordo indiretto con il Provveditorato di Cuneo, nuovi insegnanti più adatti a svolgere i futuri corsi 4'. I garibaldini da parte loro convocano gli insegnanti che più mostrano di voler partecipare alla riforma per un insegnamento libero: « Ha avuto luogo a Gorzegno su invito del delegato civile della V Ia divisione garibaldina il primo convegno dei maestri e delle maestre dei circoli didattici di Cortemilia e di Monesiglio. V i intervennero anche insegnanti di Torre Bormida, Cravanzana, , Mombarcaro, . V i prese parte anche il diret­ tore didattico di Cortemilia. L ’argomento del convegno fu Diret­ tine didattiche e pedagogiche per la scuola del popolo nell’ora presente, e ricerca delle direttive necessarie alla scuola nell’Italia di domani. Nella discussione si fa presente che la scuola di do­ mani e con essa tutta l’opera educativa, deve essere umana ma non più individualista, nazionale ma non più nazionalista, reli­ giosa ma non clericale » 43. 45*4748

45 Relazione al comando Vla divisione Garibaldi in data 28 settembre 1944 in AISRP C 14 c. « Ivi. 47 E. Martini Mauri, op. cit., p. 143. 48 Relazione del delegato civile di zona in data 12 novembre 1944, in AISRP C 15 b. i8 Diana Carminati Marengo

Viene decisa anche la costituzione dei Fronti della gioventù per i giovani delle scuole medie superiori e per gli universitari. Si cerca così di interessare i più giovani, i più incerti e di educarli politicamente, contando su di essi per la ricostruzione futura del paese. Si tratta poi di avviare i più solleciti a svolgere un’attività di propaganda delle idee fra i giovani contadini. E ’, naturalmente per le formazioni garibaldine, un’opera di conquista di una zona fino allora politicamente amorfa. Relazioni della Delegazione civile delle Langhe annunciano la creazione dei Fronti della gioventù già il 27 settembre 1944 nel comune di Monforte e il i° ottobre 1944 nel comune di Piozzo *9. Ma l’attività più importante che le giunte appena elette ab frontano con slancio e decisione è quello di porre un calmiere dei prezzi, che continuano a salire a causa della scarsa disponibilità dei rifornimenti e del conseguente mercato dei profittatori. La situazione si era fatta preoccupante sin dai primi di ago- sto: « I panettieri locali intendono portare il prezzo del pane a L. 3 il kg. giustificandosi con il fatto che l’ammasso della legna da ardere non funziona e devono pagare per questo prodotto prezzi molto alti. Anche i prezzi della carne sono molto alti; solo le persone abbienti possono acquistarla mentre una parte della popolazione che è sprovvista di tutto non può averne » 4950. La giunta di Monforte, la prima a costituirsi in zona, forse già verso il 20 di agosto, cerca subito di venire incontro ai bisogni della popolazione, dapprima facendo distribuzione di prodotti ali' mentari, ricevuti dalle formazioni, alle famiglie più bisognose del paese, ai malati e al locale orfanotrofio5l, poi disciplinando l’ap- prowigionamento e la vendita delle derrate in modo da ottenere prezzi assolutamente alla portata di tutti. Per quanto riguarda la carne, si dispone la proibizione asso- luta per i macellai e commercianti non autorizzati, di contrattare

49 Relazione della Delegazione civile delle Langhe in data 27 settembre 1944 e Re­ lazione della Delegazione civile delle Langhe in data i° ottobre 1944, in Piano di attività della Delegazione ecc., cit., p. 43 e p. 44. 50 Circolare della Delegazione civile, in data 8 agosto 1944, in Carte Portanero. 51 Relazione dettagliata della GPC di Monforte al comando V Ia Div. Garibaldi in data 24 agosto 1944, in Carte Portonero. Gli esperimenti politico-amministrativi dell’estate ’44 19 capi bovini, pena severi provvedimenti e multe 3\ indi si fissano i prezzi sia per i bovini, che devono essere pagati all’allevatore in ragione di L. 30/40 al kg. vivi, sia per la carne al minuto che non deve superare il doppio del prezzo di vendita del bo- vino. Viene ragionevolmente ridotto a 3 il numero dei capi ma­ cellabili settimanalmente, precisando i giorni fissi di apertura delle macellerie 53 52 54*. Anche le altre giunte cercano di adeguarsi per un più rigo­ roso controllo dei prezzi della carne. A si procede all’approvvigionamento per la popolazione con un nuovo censimento dei capi macellabili, fissando i prezzi al minuto da L. 70 a L. 90 per le parti più pregiate 5‘; a La Morra si cerca di rimanere nel limite di prezzo praticato da altri comuni limitrofi e cioè da un minimo di L. 50 ad un massimo di L. 70 ,D. Tutti prezzi assolutamente inferiori a quelli delle vicine zone control­ late dalle autorità fasciste, dove la carne viene pagata L. 210 al kg. 56. Infine si compiono nuovi censimenti dei vitelli onde im­ pedirne il contrabbando sul mercato nero 57. Questi provvedimenti di politica economica presi dai parti­ giani e dalle GPC presentano notevoli contraddizioni, dovute non tanto a inesperienza o incompetenza degli amministratori, ma alla situazione oggettiva. Infatti la contraddizione insanabile era l’avvenuta rottura del flusso mercantile, dalle zone urbane, esportatrici di manufatti e generi alimentari di monopolio statale, alle zone rurali impossi­ bilitate, per il controllo partigiano, a convogliare la sopraprodu- zione locale (vino e grano) verso i mercati di consumo. Le misure economiche delle Giunte della zona libera sono dunque dei pal­ liativi temporanei che non possono essere risolutivi della situa­ zione se non nella prospettiva di un ritorno ad un funzionante

52 Disposizione della GPC di Monforte in data 26 agosto 1944, in Ca/rte Portonero. 53 Verbale di deliberazione n. 1 della GPC di Monforte in data 13 settembre 1944, in Piano di attività della Delegazione ecc., cit., p. 21. 54 Verbale di assemblea della GPC di Castiglione Falletto in data io settembre 1944, in Carte Portonero. 35 Lettera dal comando 48a Brigata Gar. « Dante di Nanni » alla GPC di La Morra in data 21 settembre 1944, in Carte Portonero. 56 R. Luraghi, Le Amministrazioni Libere ecc., cit., p. 13. 37 Delibera della GPC di Castiglione Falletto in data 20 settembre 1944, in Piano di attività della Delegazione ecc., cit., p. 27. 20 Diana Carminati Marengo rapporto di scambio tra città e campagna. Sul piano soggettivo il calmiere dei prezzi, se da una parte, data la prevalenza dei produttori, finisce per creare malcontenti e disapprovazioni, con' tribuisce però a rendere meno gravi le condizioni di approwi' gionamento per gli strati meno abbienti della popolazione (con' tadini poveri e sfollati). Ad esempio, poiché si sta avvicinando la stagione fredda, la GPC di Monforte dispone per il riforni' mento della legna da ardere alla popolazione: ordina perciò ai maggiori produttori del comune e soprattutto a coloro che non avevano compiuto nelle scorse annate alcun conferimento, di met' tere a disposizione del comune i loro quantitativi, dietro paga' mento di L. 5 al mg. per la legna dolce e di L. 7 per la legna forte. I quantitativi conferiti sono poi messi a disposizione delle famiglie povere del comune e di quelle sfollate, in proporzione di mg. 500 per famiglia, e degli Enti pubblici, in proporzione di: mg. 1500 al Municipio, mg. 3000 all’Opera Pia Boeri (orfano' trofio), mg. 3000 alle scuole elementari e mg. 500 all’ospedale “s. La giunta prende altri provvedimenti nei riguardi di alcune famiglie di sinistrati alle quali conferisce alloggi rimasti vuoti 5S. Viene preso atto anche che gli stipendi e i salari degli impiegati e operai comunali sono inadeguati alle esigenze e al costo della vita. Così, « poiché sono giacenti presso la locale tesoreria comu- naie fondi dell’ex fascio per circa L. 12.000, la giunta delibera di erogare ad ogni dipendente comunale la somma di L. 1000 per acconto dei futuri aumenti salariali » 585960. Anche la giunta di Serralunga svolge opera assistenziale, non solo verso il locale orfanotrofio che era già stato in precedenza rifornito di grano, farina, miele, zucchero per i piccoli ospitati 61, ma anche verso un gruppo di operai occupati in una fabbrica sfob lata da Torino, ai quali non viene più pagato il salario per man' canza di lavoro e di fondi62. La GPC tratta con le parti per la

58 Verbale di deliberazione n. 2 della GPC di Monforte del 27 agosto 1944, in Carte Portonero. 59 Ivi, anche verbale della GPC di Monforte in data 13 settembre 1944, in Piano di attività della Delegazione ecc., cit., p. 22. 60 Verbale n. 4 della GPC di Monforte in data 17 settembre 1944, in Carte Por- tonerò. 61 Ricevuta della direttrice dell'orfanotrofio « Maddalena Ferrerò » di Serralunga in data 30 agosto 1944, in Carte Portonero. 62 Relazione della Delegazione civile delle Langhe in data 26 settembre 1944, in Piano di attività della Delegazione ecc., cit., p. 37. Gli esperimenti politico^amministrativi dell’estate '44 21 soluzione della vertenza richiedendo il pagamento intiero delle mensilità. Il delicato problema finanziario che riguarda la riscossione delle imposte di consumo viene discusso ancora dalla giunta di Monforte, che, essendo la decana, dà in un certo senso le direttive alle giunte dei comuni vicini. Dopo la discussione dell’argomento, scartata la gestione in appalto delle tasse, che serve per i profitti delle ditte appaltataci, si decide di costituire una commissione di tassazione composta dai rappresentanti di tutte le frazioni del comune e di tutte le cate- gorie lavoratrici. La commissione ha il compito di allestire in breve tempo l’elenco di imposte che ogni famiglia dovrà versare. E ’ interessante notare una ulteriore disposizione: « L ’elenco pubbli' cato sulla piazza sarà esaminato da tutta la popolazione che sarà pregata di criticare l’operato della commissione. Rimediate le even' tuali manchevolezze, il ruolo sarà posto in esazione » 63. Ma i problemi più grossi rimangono ancora quelli del vino e del grano. Per la zona, prettamente vinicola, il problema delle uve è certamente il più importante. Già il 27 agosto 1944, in una delle sue prime riunioni, la giunta di Monforte, in previsione della vendemmia, vista l’impossibilità del trasporto delle uve ai mercati dei centri urbani e la necessità d’altra parte, per i pro' duttori, di procedere alla vinificazione, ordina la completa dispo­ nibilità di tutti i vasi vinari e botti e dispone provvedimenti a carico dei negozianti, possessori di botti vuote, che temporeggiano nell’acquisto delle partite per costringere i produttori, timorosi di veder danneggiato il raccolto, a vendere a basso costo 6i. Analoghe preoccupazioni si riscontrano nella riunione del 21 settembre 1944: la giunta si prodiga in ogni modo perchè i contadini produttori realizzino nella vendita delle uve i prezzi più alti possibili e ne stabilisce perciò il mercato libero. Ribadisce ancora la disposizione per i negozianti di tener vuote il maggior numero di botti, minacciando di far occupare le grandi cantine del paese se gli ordini non saranno rispettati. Si studiano vari accorgimenti per far salire ancora il prezzo delle uve 6Ù

63 Verbale n. 2 della GPC di Monforte in data 27 agosto 1944, in Carte Portonero. 64 Verbale di deliberazione n. 5 della GPC di Monforte in data 21 settembre 1944, in Carte Portonero. 65 Ivi. 22 Diana Carminati Marengo

Nel convegno delle giunte popolari comunali delle Langhe, che si radunano a Monforte il 22 settembre, si delinea persino la possibilità di costruire uno speciale traghetto sul Tanaro, che uni­ rebbe la zona di produzione con i paesi consumatori, favorendo una maggior vendita e un maggiore profitto. Il progetto raccoglie unanimi consensi da parte dei rappresentanti delle giunte riunite. Dopo aver ricevuto l’approvazione del comandante militare parti­ giano (sussiste il pericolo che il traghetto possa in seguito servire ai nazifascisti per le loro operazioni), viene nominata una com­ missione composta da due esperti di Monforte e due di Mon- chiero per lo studio e la realizzazione del progetto. Si decide che la spesa per la costruzione del traghetto venga affrontata con « i contributi delle singole giunte e con il ricavato di una tassa di pedaggio da istituirsi per i carri transitanti sul traghetto » 66. La commissione nominata non perde tempo e già il giorno seguente, 23 settembre, stende una relazione sugli studi effet­ tuati: premesso che vi sono alcune difficoltà per le interruzioni della strada e per la scarsità del materiale occorrente, si prevede la costruzione del traghetto (che sarebbe stato posto tra e Lequio) con tavole di legno appoggiate su bidoni vuoti di ben­ zina agganciate da un cavo di acciaio. Il preventivo della spesa si aggira intorno alle 80.000 lire da ripartirsi proporzionalmente tra i paesi benéficiarii. Il progetto viene approvato da tutte le giunte67, ma non ha poi pratica attuazione per i rastrellamenti dei mesi successivi. Per quanto riguarda il grano, il problema si orienta soprat­ tutto sulla distribuzione alla popolazione e alle formazioni parti­ giano. Si tratta in questo caso di proibirne il versamento agli ammassi fascisti. S’invitano perciò tutti i produttori ad operare il conferi­ mento del grano nei limiti delle quote stabilite dalle Giunte, incominciando dalle aziende maggiormente produttrici e per que­ sto più esposte al pericolo di prelievi da parte dei fascisti. Si prov­ vede quindi alla distribuzione del grano alle famiglie non ap­ provvigionate, che dovranno versare L. 270 per quintale. Ai con-

66 Relazione del convegno delle GPC delle Langhe a Monforte in data 22 settem­ bre 1944, in Carte Portonero. 67 Relazione della Commissione nominata dalle Giunte popolari comunali per la co­ struzione di un traghetto sul Tanaro in data 23 settembre 1944, in Carte Portonero. Gli esperimenti politico^amministrativi dell’estate *44 23 tadini conferenti, il grano verrà pagato L. 350/370 il quintale, mentre per la differenza con il prezzo stabilito nell’Italia liberata, viene rilasciato apposito buono da riscuotersi a liberazione av­ venuta 6869. Il convegno di Monforte del 22 settembre 1944, dimostra la grande preoccupazione che varie giunte sentono di uniformare le proprie disposizioni in modo tale che il territorio liberato possa equamente essere amministrato senza discriminazioni da una zona all’altra. Il problema è importante sia per le popolazioni, che risen­ tono i benefìci di una attività uniforme, sia perchè è un segno di maturità e un nuovo passo verso la costituzione di una Giunta centrale di governo. Durante i mesi di intenso lavoro delle amministrazioni co­ munali, non mancano infatti attriti, contrasti, critiche sull’operato di questa o di quella giunta. Ogni minimo fatto, ogni vertenza fra la popolazione devono essere controllati e risolti sempre « con la massima sollecitudine dalle GPC » m. I membri di queste si trovano così dinanzi, tutti i giorni, un immenso lavoro da sbri­ gare, e nel miglior modo possibile, per non èsser sottoposti alle critiche degli osservatori. I vari ispettori, inviati dai partiti per stendere relazioni sull’attività delle giunte e delle delegazioni civili, rilevano talune lacune o difetti: « tutti si sono dati a creare giunte, i membri di esse sono sette sia a Rodino, con poco più di 900 abitanti, sia a Monforte e a Dogliani, con 5.607 abitanti. Ciò crea equivoci e disordini... Ora capita ancora che le requisi­ zioni sono fatte in modo arbitrario e talvolta ingiusto; vi è chi ha nella stalla un solo vitello e se lo vede portar via, mentre chi ne ha parecchi sfugge alla requisizione » 70. In altri casi, nonostante le severe disposizioni delle giunte, i prezzi per le requisizioni risultano ancora troppo bassi e « la co­ siddetta lotta contro il mercato nero ha un carattere vessatorio. Perchè s’impone ai contadini di vendere le uova a tre lire e la carne a 15 lire al chilo! Devono essere consultati gli interessati,

68 Verbale di deliberazione n. 4 dedla GPC di Monforte in data 17 settembre 1944, in Carte Portonero. 69 Relazione sull’ispezione nelle Langhe del 21-25 settembre 1944, in Piano di atti­ vità della Delegazione ecc., cit., p. 33. 70 Ivi., p. 33. 24 Diana Carminati Marengo produttori e consumatori, e deve essere raggiunto con essi un accordo su un prezzo equo » “. Gli ispettori rilevano poi in certi casi un eccesso di autorità delle Delegazioni civili sulle giunte appena costituite, fatto che pregiudica enormemente il lavoro di democratizzazione fino al­ lora svolto: « Le giunte una volta elette devono avere autono­ mia. Molte volte però non essendovi candidati in numero suffi­ ciente il lavoro viene diretto dai commissari politici. Si inter­ venga di imperio solo in casi di imprescindibili urgenti necessità militari, ma anche in questo caso si faccia poi opera di chiari­ mento » 73. Naturalmente, all’inizio e dopo anni di inattività po­ litica, il lavoro di riorganizzazione amministrativa presenta sempre più difficoltà e manchevolezze. Si rende perciò necessaria, proprio a questo punto, un’opera di riunificazione e di centralizzazione di tutti gli organismi comunali. Ma a questo non si giunge. Occupata Alba nell’ottobre e formato così un territorio li­ bero con una capitale, non si raggiunge più alcun risultato e anzi si retrocede presto con i grandi rastrellamenti del novembre. Solo a distanza di anni si può dare un giudizio sui fatti e le condizioni che impedirono l’unificazione attraverso una Giunta centrale di Governo. Se si considera il problema dal punto di vista degli espo­ nenti maggiori del movimento, degli animatori dell’organizza- zione civile, si vede che questi sono troppo intensamente occupati dalle esigenze quotidiane per poter formulare progetti che esulino dalle loro specifiche attività. Ma le ragioni più profonde vanno ricercate nella partecipa­ zione delle masse contadine. Le popolazioni delle Langhe sono state, nel corso dei secoli, sempre trascurate e mantenute in con­ dizioni di estremo isolamento, di ignoranza, di miseria, che le hanno spinte ad assumere, nei confronti degli organismi statali, atteggiamenti di sfiducia, di diffidenza, di odio. Il movimento di resistenza in zona non vede i contadini partecipare subito attivamente alla lotta, ma li vede però, subito, 71*

71 Relazione s. d. sull’operato della Delegazione civile delle Langhe, in Archivio AN!PI di Asti. Glt esperimenti politico-amministrativi dell’estate ’44 25 far causa comune con i combattenti aiutandoli e nascondendoli ai rastrellamenti dei tedeschi ed alle truppe del nuovo governo di Salò. Durante i mesi di lotta, questi contadini si risvegliano dal loro assenteismo e, da sentimenti di diffidenza nei riguardi degli avvenimenti esterni, passano, con l’opera di lenta persua- sione e sollecitazione dei delegati civili, ad un’attiva partecipa­ zione diretta alla riorganizzazione degli organismi amministrativi su una più larga base democratica. Nella composizione delle liste delle GPC dei paesi della zona troviamo infatti in maggioranza rurali, coltivatori diretti o mezzadri, che, anche se sono sempre stati considerati per tradizione come forze conservatrici, lo sono stati perchè non hanno mai avuto la possibilità di partecipare direttamente alla « cosa » pubblica e di rappresentare una classe attiva e cosciente della propria forza. La rivoluzione operata dalle Delegazioni civili è perciò accolta molto favorevolmente dalle po­ polazioni. Proprio una diretta partecipazione alla costituzione di organismi decentrati, che possono essere controllati personalmente, le porta a vivere fino in fondo questa esperienza amministrativa e politica. Così quando si intrawede la necessità di centralizzare l’or­ ganizzazione, burocratizzandola, esse, memori del passato, rifiu­ tano questa soluzione perchè temono di perdere la possibilità di agire direttamente. Un C LN di coordinamento si costituisce tuttavia il 26 otto­ bre a Monforte 73. Esso ha lo scopo di controllare la zona occupata, dare le direttive ai C LN comunali, coordinare ed uniformare l’azione delle GPC già costituite, collaborare con le formazioni partigiane per i bisogni della popolazione civile. Il C LN prevede anche la costituzione del periodico « Langa libera » come organo ufficiale, che servirà per « discutere i pro­ blemi di vita politica ed economica della zona promuovendo in tal modo la maturazione politica delle formazioni » I rappresentanti dei cinque partiti, Sabino Grasso (per il PCI), Erminio Sacco (per il PdA), Mario Nada (per il PSI), Giuseppe

73 Verbale di costituzione del CLN delle Langhe costituitosi in Monforte in data 26 ottobre 1944, in Piano di attività della Delegazione ecc., cit., p. 49. 2Ó Diana Carminati Marengo

Gallizio (per la DC), Sicco (per il PLI) iniziano subito la loro attività 75. Ma questa risulterà molto limitata, non solo per i rastrella' menti e la crisi invernale, ma anche per la rinnovata diffidenza dell’elemento contadino, che, con un atteggiamento di non col' laborazione, contribuirà a soffocare ogni ulteriore sforzo della Giunta centralizzata. La popolazione continuerà la sua parted' pazione diretta all’amministrazione pubblica nelle giunte comu- nali che, infatti, nonostante la crisi militare dell’inverno, funzio' neranno regolarmente durante il 1945.

Diana Carminati Marengo.

75 Sabino Grasso: vedi nota a p. 3. Erminio Sacco: segretario comunale di Monforte, esponente da lunga data del PdA, fonma i primi collegamenti con i partigiani G L del Cuneese e costi- tuisce agli inizi del 1944, con Sabino Grasso, il primo CLiN della zona a Monforte. Mario N ada: è nelle file del Partito socialista già dagli esordi di questo nella zona. Svolge per lungo tempo l’attività di barbiere ad Alba. Giuseppe Gallizio: rappresentante della D C,, sfollato da Alba.