44 NELLA ZONA LIBERA DELLE LANGHE I Primi Gruppi Di Partigiani
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
GLI ESPERIMENTI POLITICO - AMMINISTRATIVI DELL’ESTATE ’44 NELLA ZONA LIBERA DELLE LANGHE I primi gruppi di partigiani delle Langhe \ si formano già nei mesi invernali del ’43 e sono costituiti da elementi locali, raggruppati intorno ad alcuni ex-ufficiali, e ad elementi sbandati provenienti dalla IV a Armata e rifugiatisi in quella zona. Supe rati il primo inverno e i rastrellamenti della primavera succes siva, i gruppi di (c ribelli » delle Langhe si trasformano, sotto la direzione di esponenti inviati dai partiti e di ufficiali del vecchio esercito, in solide formazioni che, nell’estate ’44, controllano quasi totalmente un territorio di circa 200 km. di perimetro, situato in una posizione di notevole importanza strategica, proteso verso la Liguria e l’Alessandrino e quindi verso le strade di maggior traf fico con Savona e Genova. Ai primi di settembre le formazioni, suddivise in garibaldine e autonome e organizzate ormai in divisioni 1 2 occupano stabil mente tutta la zona compresa nell’arco del Tanaro, da Ceva sin dopo Alba, verso Asti. I garibaldini presidiano i paesi di La Mor ra, Serralunga, Castiglion Falletto, Barolo, Monforte (dove inse diano il comando), Dogliani, Bossolasco, S. Benedetto, Cravanzana, Niella, Belbo, Mombarcaro'3; gli autonomi la zona di Carrù, Fa- 1 Questo studio costituisce il capitolo centrale di una tesi di laurea sul movimento di resistenza nelle Langhe, discussa all’Università di Torino, facoltà di Giurispru denza, corso di Scienze Politiche, nel marzo 1966. 3 Verso il 20 agosto ’44 si costituisce la 6a Divisione Garibaldi Langhe al comando di Giovanni Latiilla, ufficiale di cavalleria di Pinerolo, già partigiano di Barbato (Pompeo Colajanni) nella zona di Cavour; l’organico della divisione comprende la i6a Brigata « Gen. Perotti » che controlla la zona della valle Belbo, e la 48s Bri gata « Dante di Nanni » dislocata sulle colline di Monforte, Novello, Barolo e verso Alba. Nel luglio ’44, nell’ambito del i° Gruppo Divisioni Autonome, controllate dal magg. Mauri (ex ufficiale dello Stato Maggiore dell’esercito) si costituisce, nel l’alta Langa, la i a Divisione Langhe con a capo Mario Boglidlo e che si articola su 4 Brigate: Castellino, Mondovì, Langhe Ovest, Pedaggera; una 2a Divisio ne Langhe si forma nella zona della bassa valle Belbo su 3 Brigate: Belbo, Bor- mida, Asti. Ne diviene comandante Piero Balbo (che aveva, subito dopo l’8 set tembre, organizzato le bande nella zona). 3 Bollettino di guerra del mese di agosto-settembre del comando V Ia Divisione Ga ribaldi in Archivio Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, C i4 a. 6 Diana Carminati Marengo rigliano, Marsaglia (sede del comandante magg. Mauri), Ciglié, l’alta vai Bormida e, spingendosi verso l’Astigiano e l’Albese, Ca- stino, Vesime, Neviglie, Neive, Mango, Barbaresco \ I problemi che si presentano ai capi partigiani sono nuovi, vasti e difficili. Dopo aver organizzato i gruppi di armati in un sistema di tipo militare, costituendo un vero e proprio esercito, sorge la necessità di costituire un organismo capace di presiedere al controllo dei rifornimenti alle formazioni, che nei primi tempi eseguivano spesso requisizioni poco oculate, suscitando spiacevoli contrasti con la popolazione rurale. La creazione di un ufficio di intendenza elimina molti degli abusi che si erano verificati quando mancava un efficiente sistema disciplinare. L ’ufficio riceve, smista e suddivide tutto quanto con' cerne il vettovagliamento, equipaggiamento e materiale vario, re- quisito per ordine del comando centrale. In ogni distaccamento poi si crea un deposito centrale e un deposito di riserva, in caso di spostamenti o di attacchi. Accanto ai problemi interni delle formazioni sussistono ora i problemi esterni, inerenti all’occupazione di un territorio abba stanza vasto, al rifornimento diretto di viveri, non solo per i par tigiani, ma anche per la popolazione della zona, che, causa il suo atteggiamento, era stata privata, con un bando della RSI, di tutti i generi di monopolio statale, quale tabacco, zucchero, sale. Inol tre giungono nelle Langhe, ad accrescere le difficoltà di riforni mento alla popolazione, una notevole massa di sfollati dalle città bombardate, soprattutto donne e bambini. Nei primi mesi tutto l’intenso lavoro di amministrazione pesa sui comandanti delle formazioni e, in via gerarchica, sui capi di brigata e di distaccamento, che devono provvedere a risolvere an che i numerosi problemi che giorno per giorno impone la vita . civile dei piccoli paesi. Essi, quali nuove autorità « legali », sono chiamati a dirimere ogni minima vertenza tra contadini e com battenti. Questo stato di cose non può durare a lungo perchè i comandanti vengono distolti dall’attività militare di difesa della zona, con grave pregiudiziale, sia per il movimento partigiano sia per la popolazione civile. 4 4 Enrico Martini (Mauri), Con la libertà e per la libertà, S. E. T., Torino, 1947, Gli esperimenti politico-amministrativi dell’estate ’44 7 Per far fronte alla nuova situazione vengono allora istituiti appositi organismi di collegamento che si dedicano esclusivamente all’organizzazione dei rifornimenti e sopraintendono ai rapporti tra popolazione e intendenza delle formazioni partigiane. Nelle formazioni autonome si chiameranno Uffici per gli Affari Civili, nelle formazioni garibaldine Delegazioni civili. La necessità di un Ufficio Affari Civili si palesa presto per il comando Mauri, sin dal mese di maggio (un primo esperi' mento era già stato fatto durante l’occupazione della valle Ca' sotto). La direzione dell’Ufficio viene affidata al maggiore in ser- vizio SPE Ferdinando Travaglio (maggiore Peschiera) che si dedica completamente all’organizzazione amministrativa in tutti i paesi della zona occupata dalle formazioni autonome di M auri5. L ’Ufficio centrale degli Affari Civili viene costituito a Mar' saglia, comune di 680 ab., a 57 km. da Alba, sulle colline dell’alta Langa verso Mondovi e Ceva, mentre vari uffici periferici sor' geranno più tardi presso le altre divisioni autonome della zona. Anche per i Garibaldini si costituisce, verso i primi di giu gno, a Monforte, comune di 2500 ab., posto ad una trentina di km. da Marsaglia, in una zona economicamente molto produt tiva, una delegazione civile, la direzione della quale viene affi data, per la bassa Langa, ad Ernesto Portonero6, e per l’alta Langa ad Arturo De Benedetti 7, coadiuvati da Sabino Grasso 8 9, e da Cosimo Rubro 3. Nei piccoli paesi l’amministrazione della vita ci vile viene svolta dai delegati di brigata 10. Il problema più importante ed impellente che si presenta è quello dell’alimentazione: per la qual cosa, sia nella zona occu pata dagli autonomi sia in quella dei garibaldini, vengono subito svolti i censimenti dei quantitativi di derrate alimentari conser- 5 Testimonianza E. Martini (magg. Mauri). 6 Ernesto Portonero: muratore, antifascista di lunga data, condannato a 6 anni di carcere dal Tribunale Speciale nel 1937 per propaganda sovversiva, viene con finato nel 1943 a Niella Tanaro, da dove dopo i fatti dell’8 settembre raggiunge il (proprio paese natale, Monforte. 7 Arturo De Benedetti: commerciante di stoffe di Nizza Monferrato. 8 Sabino Grasso: ex ufficiale degli alpini, agricoltore possidente in Monforte, poi rappresentante del PCI nel primo CLN del paese sopracitato. 9 Cosimo Rubro: il suo vero nome è Terrazzani, maestro di scuola proveniente dal- ritadia meridionale, è ucciso dai fascisti a Cuneo nei giorni dell’insunrezione. 10 Testimonianze Tino Ombra, Ernesto Portonero, Sabino Grasso. 8 Diana Carminati Marengo vati negli ammassi ordinati dai fascisti, e di quelli ancora presso i produttori. Si procede perciò al censimento di tutti i cereali, vino, legna da ardere, patate, fieno, uova, bestiame. Vengono così decretate le quantità che ogni contadino deve versare all’ammasso parti' giano, dietro rilascio di un buono ufficiale, valido e necessaria- mente riconosciuto anche dalle autorità fasciste n. Si procede poi alla distribuzione di queste derrate alle* for mazioni partigiane e alle popolazioni. Nel giugno vengono requi siti nell’ammasso di Monforte 4.000 quintali di grano: una parte di esso viene consegnato ai comandanti partigiani per il fabbi sogno degli uomini e come riserva, un’altra parte viene distribuito alla popolazione sia dietro pagamento di 300 lire al ql. sia gra tuitamente agli sfollati e agli indigeni poveri. Dieci ql. di farina e cinque ql. di grano vengono consegnati al locale orfanotrofio 11 12. Nel luglio, quando la zona non è ancora completamente libera e si prevedono puntate nemiche, si impone una vera lotta per impedire che i contingenti di grano di nuova produzione fini scano nelle mani dei fascisti. Si attua così un piano di difesa della zona agricola, soprattutto nella bassa Langa di Monforte, Barolo, La Morra e verso la pianura fino a Carrù. Seguendo le direttive del Comitato centrale per la difesa dei contadini, in molte località si costituiscono comitati di contadini che inviano nelle zone di trebbiatura squadre volanti 13. Queste consigliano agli agricoltori di ritardare la trebbiatura del grano e, in caso di impossibilità, per i forzati controlli, di sabotare le ope razioni asportando cinghie, cilindri e carburante dalle macchine. Si cerca di stroncare alla base la campagna degli ammassi voluta dai fascisti, inviando piccoli nuclei partigiani anche nei vari mu- nicipii di paese per asportare e distruggere le cartoline annonarie e le liste degli agricoltori invitati alla consegna. In certi casi squa dre di armati