I Signori Di Morozzo Nei Secoli X-Xiv
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DEPUTAZIONE SUBALPINA DI STORIA PATRIA BIBLIOTECA STORICA SUBALPINA CCVI PAOLA GUGLIELMOTTI I SIGNORI DI MOROZZO NEI SECOLI X-XIV : UN PERCORSO POLITICO DEL PIEMONTE MERIDIONALE TORINO PALAZZO CARIGNANO 199 0 DEPUTAZIONE SUBALPINA DI STORIA PATRIA BIBLIOTECA STORICA SUBALPINA CCVI PAOLA GUGLIELMOTTI I SIGNORI DI MOROZZO NEI SECOLI X - XIV: UN PERCORSO POLITICO DEL PIEMONTE MERIDIONALE TORINO PALAZZO C ARIGNANO 1990 Alla stampa del volume ha partecipato con un contributo il Comune di Morozzo. INTRODUZIONE GENERALE Il panoram a delle ricerche dedicate alle aristocrazie che si sviluppano in Italia nei secoli centrali del medioevo ha conosciuto un notevole arric chimento negli ultimi due decenni 1. Il numero di queste ricerche, soprat tutto quando l’approccio privilegiato è quello prosopografico, si contrae inevitabilmente m an mano che esse si rivolgono anche al periodo prece dente il M ille: m a non è solo il contrarsi delle fonti disponibili che ha de term inato una netta preferenza per lo studio dell’aristocrazia maggiore, per quelle fam iglie che, con maggiore o minore continuità, abbiano espresso ti tolari di uffici regi. Un simile interesse è stato determinato dalla consape volezza che l’indagine di queste dinastie si rivela assai fruttuosa per affron tare un com plesso ambito problematico, quello inerente sia la trasforma zione delle form e di esercizio del potere a livello locale che si realizza in età postcarolingia, sia la successiva riorganizzazione di tali eterogenei pote ri entro m utati quadri territoriali. Per molteplicità di contatti, di interazioni 1 A titolo di esempio si possono citare, tra i contributi nati nell’ambito dell’insegna m ento di C . Violante, V. F u m a g a l l i, L e origini di una grande dinastia feudale: Adalberto- Atto di Canossa, Tubingen 1971 (Bibliothek des deutschen historischen Instituts in Rom, 35); P. C a m m a r o s a n o , L a famiglia dei Berardenghi. Contributo alla storia della società senese nei secoli XI-XUI, Spoleto 1974 (Biblioteca degli « Studi medievali », 6); si segnalano inoltre i la vori di R. B o r d o n e , R . M e r l o n e , G. M o r e l l o , G. S e r g i e A. T a rpino pubblicati nel « Bollettino storico-bibliografico subalpino »; i saggi raccolti negli atti del I Convegno del C om itato di studi sulla storia dei ceti dirigenti in Toscana, Firenze 2 dicembre 1978, con il titolo I ceti dirigenti in Toscana nell’età precomunale, Pisa 1981; quelli del Π Convegno, Firen ze 14-15 dicembre 1979, con il titolo I ceti dirigenti dell’età comunale nei secoli XII e ΧΙΠ, Pisa 1982; e quelli del IV Convegno, Firenze 12 dicembre 1981, con il titolo Nobiltà e ceti dirigen ti in Toscana nei secoli XI-XIII: strutture e concetti, Firenze 1982. In Famiglia e parentela nel l’Italia medievale, a cura di G . D u b y e J. L e G o f f , Bologna 1981, sono tradotti i contributi italiani di Famille et parenté dans l’Occident médiéval (Actes du colloque de Paris, 6-8 juin 1974), Roma 1977. 6 e di concorrenze con coloro che stanno trasformando in senso patrimonia le funzioni in origine pubbliche, secondo i propri peculiari progetti dinasti ci 2, sono tuttavia protagonisti del processo di sempre maggiore adesione del potere al territorio anche coloro che occupano livelli d’ufficio più bassi e più in generale coloro che appartengono all’aristocrazia militare minore, solitamente attestati, nelle fonti italiane, a partire dai secoli X-XI, già come detentori di fortezze. In questo germinare e affermarsi spesso spontaneo di eterogenei nuclei — di origine locale o anche di provenienza transalpma — il gruppo familiare con base a Morozzo, nell’estremo Piemonte meridiona le, si presenta sotto molti aspetti come un eccellente punto di osservazione di comportamenti e dinamiche di natura diversa. Ripercorriamo qui le vicende del raggruppamento familiare che da Morozzo trae precocemente predicato fino a quando, con il graduale tra sferimento nella vicina villa di Mondovì, retta a comune, e con la perdita del castello eponimo, nel 1319, esso finisce con il perdere anche i suoi ca ratteri — ancora abbastanza pronunciati — di nobiltà eminentemente rura e. e indaghiamo vicende che si dipanano per più di tre secoli e mezzo pur senza essere in grado, per il periodo iniziale della vita di questo nucleo, tracciare un profilo dinastico preciso. Possiamo però dimostrare con sicu rezza come alcuni personaggi che compaiono nella seconda metà del seco lo X, e già proprio nel 950-51, siano gli ascendenti di tutti coloro che via via hanno il centro del loro radicamento nel castello di Morozzo e da que sta località si denominano, cooptando poi anche estranei. Almeno per quanto riguarda l’area subalpina, ma probabilmente anche per altre regioni italiane, appare rara la possibilità di sostenere da una simile data una lunga continuità genealogica per un nucleo che va strutturandosi come aristocra 2 Cfr. G . S e r g i, Anscanci, Arduinici, Aleramici: elementi per una comparazione fra i nastie marchionali, in BSBS, 82 (1984), pp. 301-319, e l’ampia bibliografia qui citata. 3 L’invito a condurre indagini prosopografiche sui personaggi giunti in Italia da altre re gioni dell’impero carolingio è stato fatto anche da un autorevole esponente della medievistica di lingua tedesca, Gerd Tellenbach; cfr. ad esempio Der grossfrdnkiscbe Adel und &ie y f - gierung Italiens in der Bliitezeit des Karolingerreiches, in Studien und Vorarbeiten zur Geschtc te des grossfrankischen und fruhdeutschen Adels, a cura di Id., Freiburg im Breisgau 1957 (For schungen zur oberrheinischen Landesgeschichte, 4), in particolare alle pp. 40-43. Un Prl™° repertorio di questi personaggi si deve a un suo allievo, E. H l a w i t s c h k a , Franken, Ale- mannen, Bayem und Burgunder in Oberitalien (774-962), Freiburg im Breisgau I960 (For- schungen zur oberrheinischen Landesgeschichte, 8). 7 zia locale 4, m entre più frequenti, all’incirca nello stesso periodo, sono le attestazioni di singoli individui in una analoga posizione di partenza e di cui, tuttavia, non è più rintracciabile la discendenza 5. I limiti cronologici di questa ricerca sono determinati sia, come è ov vio, da una situazione documentaria che ha offerto consistenti spunti anche per il periodo più antico, sia proprio dall’inserimento della famiglia e poi dei signori « de M orocio » in un contesto complessivo che reca fin dall’ini zio — e m antiene a lungo — tratti assai peculiari. Si sono infatti voluti valo rizzare quanto possibile, anche in una prospettiva soprattutto prosopografi- ca, i m olteplici aspetti di una specifica collocazione. In prim o luogo, forte attenzione è stata costantemente rivolta al terri torio in cui si inscrivono gran parte delle iniziative dei Morozzo. Questo vasto territorio, un notevole settore delPattuale estesissima provincia di C uneo, non ha una conformazione che suggerisca con evidenza una « na turale » vocazione: i suoi confini appaiono disegnati all’inizio del secolo X da un intervento imperiale. Tra due corsi d’acqua di discreta importanza, T anaro e Stura, resta compresa un’area abbastanza pianeggiante, chiusa a sud dal profon do tratto delle Alpi Marittime. All’intemo del territorio l’o rografia, oltre al contrasto pianura-montagna, non propone marcate diffe renze nel valore dei suoli; sono piuttosto le strisce di terra a ridosso del m edio e dell’alto corso dei due fiumi a essere suscettibili di una interpreta zione in senso strategico, dal momento che esse recano ai valichi verso Provenza e Liguria più percorribili della regione. Vedremo in quale misura contino m an m ano il controllo e la fruibilità dei passi alpini — da parte dei poteri qui coinvolti — nella storia di questo territorio, che fin dalle prime 4 Agli anni ’60 del secolo ΧΠ risalgono le prime menzioni del gruppo signorile indaga to da R . B o r d o n e , L ’aristocrazia militare del territorio di Asti: i signori di Garzano, in BSBS, 69 (1971), pp. 357-447 e in BSBS, 70 (1972), pp. 489-544; negli anni ’70 del secolo ΧΠΙ figu rano i prim i personaggi sicuramente appartenenti al nucleo recante il predicato «de Plozasco », studiato da G. M o r e l l o , D a l « custos castri Plociasci» alla consorteria signorile di Piossasco e Scalenghe (secoli XI-XIII), in BSBS, 71 (1973), pp. 5-87. Più precoci, degli anni ’20, sono le attestazioni dei signori di Bra: A. M a r c ia , Domini de Brayda, homines de Bray- d a. A ttiv ità sign orile e affermazione comunale alla confluenza di Tanaro e Stura, in BSBS, 71 (1973), pp. 89-146. 5 C fr . ad esem pio le valutazioni di P. C a m m a r o sa n o a proposito dell’aristocrazia mi litare del Senese, in L a nobiltà del Senese d al secolo Vili agli inizi del secolo XII, in « Bulletti- no Senese di Storia P atria», 86 (1978), in particolare p. 10. menzioni del raggruppamento aristocratico morotino si presenta particolar mente apeno alle sperimentazioni e all’intervento dell’uomo. Per territorio, tuttavia, non si è voluta intendere solo un’entità geogra fica, più o meno condizionante grazie ai suoi elementi fisici: di volta in volta la subregione che in una sua parte ospita i possessi dei « de Moro- cio » o l’area più circoscritta in cui essi esercitano il proprio potere. Terri torio deve essere il quadro in cui compiere quelle analisi coordinate dei di versi sviluppi istituzionali e sociali che la recente medievistica sta sempre più valorizzando e che possano dare ragione, nel nostro caso, del percorso del gruppo aristocratico con base a Morozzo, del suo contributo a quegli sviluppi e della sua stessa struttura interna 6.