Contrordine Guareschi! Guareschi nel mondo della comunicazione

1 Contrordine Guareschi! Guareschi nel mondo della comunicazione

Enrico Mannucci Claudio Carabba Luca Clerici e Bruno Falcetto Roberto Chiarini Erik Balzaretti Michele Serra

“Obbedienza cieca pronta e assoluta - Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull’Unità: ‘Ogni sezione mandi nei centri d’agitazione un compagno bene infornato contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: ‘…un compagno bene Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori infornato’.” «Candido» maggio 1954 Fondazione Il volume raccoglie i contributi Arnoldo e Alberto Mondadori del convegno omonimo organizzato Sommario via Riccione 8 dalla Fondazione Arnoldo 20156 Milano e Alberto Mondadori, Telefono 0239273061 in collaborazione con Regione Fax 0239273069 Lombardia e Rizzoli Rcs Libri, [email protected] presso la Sala Napoleonica www.fondazionemondadori.it dell’Università degli Studi 7 Contrordine, Guareschi di Milano nel marzo 2000. Enrico Mannucci Tutte le illustrazioni del volume sono tratte dal fondo Minardi- 13 Il giovane Guareschi In copertina Candido, acquistato dalla Regione (Storia di Giovannino) “Riforma scolastica Lombardia e depositato presso Claudio Carabba Durante l’intervallo un bambino la Fondazione Arnoldo e Alberto della seconda B ha cantato Mondadori, dove, catalogato 19 Uno scrittore di nome Guareschi ‘Fischia il sasso’.Allora è venuta e inventariato, è a disposizione la celere a cercare il sasso Luca Clerici e Bruno Falcetto e siccome non l’ha trovato degli studiosi. Si ringraziano ha denunciato tutta la classe la Regione Lombardia e Carlotta per apologia del passato regime e Alberto Guareschi per aver 29 La storia d’Italia vista dal «Candido» e per detenzione abusiva autorizzato la riproduzione. Roberto Chiarini di armi.” Il volume è stato realizzato grazie “Guareschi and daughter”, alla collaborazione di Tommaso «Candido» 2 marzo 1952 33 Giovannino Guareschi: Gorni, Anna Maria Grossi, Filippo tra immagini e immaginari In quarta di copertina Verzotto, Caterina Zodda. Erik Balzaretti “Vita scolastica 1952 Stamattina una bambina della seconda B ha messo una 41 Neanche un prete per chiacchierare puntina da disegno sulla sedia Michele Serra della maestra e allora è venuta la celere e ne ha arrestate quindici per attentato alla libertà di insegnamento.” «Candido» 24 febbraio 1952

© Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2003 4 5 Contrordine, Guareschi Enrico Mannucci

Titolo facile, direte voi, usando un inter- l’unico scrittore nazional-popolare italiano, calare del nostro autore. Obiezione vera, ve- se ne cercherebbe inutilmente traccia nei rissima, ma anche formula assolutamente ef- saggi di Alberto Asor Rosa) e marginalissimo ficace, funzionale al convegno che abbiamo il suo ruolo nelle ricostruzioni delle vicende organizzato. giornalistiche.Termini più o meno sprezzan- Perché il «contrordine» va in molte dire- ti nei suoi confronti accomunano interventi zioni,non solo,e non soprattutto,rispetto al- di differente peso: da Valerio Castronovo e l’ordine immobile del pianeta guareschiano. NicolaTranfaglia a Mario Sechi e Maria Lau- È un contrordine multiplo, in un certo senso: ra Rodotà, per citare esempi recenti. riguarda storici e critici, destra e sinistra, Del resto si può tornare anche a tempi mondo dei giornali e accademia. più lontani: Anna Radius lo trascura nella Fermiamoci un attimo a riassumere le sua galleria di personaggi del giornalismo a etichette che abitualmente si ritagliano ad- cavallo della guerra e Mario Missiroli, da di- dosso a Giovannino. Un isolato, naïf, selvag- rettore del «Corriere della sera», boicottava i gio, criptofascista a volte neanche tanto crip- suoi successi in libreria con tanta pervicacia tato, rozzo e letterariamente insignificante, che – a quel che tramandano le leggende fa- nonché un cocciuto ingenuo rovinatosi in un miliari – Guareschi, una volta, voleva partire pasticcio politico-spionistico di cui non af- da per Milano, armato di doppietta, ferrava i termini. Infine, peccato più grave di a regolare definitivamente il conto. E già qui tutti, un autore di successo sensazionale, - l’elenco delle correzioni – dei contrordini – è “Obbedienza cieca pronta assoluta polarissimo: insomma un antesignano della lungo. Intanto, toglierlo dall’isolamento. - Contrordine compagni! La frase pubblicata peggiore, e più seguita, Tv-spazzatura. Alcuni interventi del convegno (Carabba e sull’Unità: ‘Bisogna spiegare ai lavoratori il significato Un quadro desolante, e senza eccezioni. Clerici-Falcetto, ad esempio) puntano pro- delle manacce governative’ contiene un errore Rarissimo trovare il suo nome nelle storie prio a sottolineare affinità e legami di di stampa e pertanto va letto. ‘... Il significato delle minacce governative’.” letterarie del Novecento (anche se,di recente, Guareschi con aspetti importanti della cultu- «Candido» 28 marzo 1954 uno studioso inglese ha visto in Guareschi ra del secolo, a partire dalle radici letterarie

7 nel surrealismo umoristico che animò aspetti politici della figura guareschiana è in- ra facile del binomio Peppone-don Camillo – etica, politica e geo-politica, comprensibili «Bertoldo» e il gruppo cresciuto lì (e in cui serirli in un contesto dove la figura del nostro come un’anticipazione del compromesso e no – che calano un velo sul dramma degli Guareschi ebbe tanta parte). autore diventa il prototipo per tre tipi di pre- storico. Semmai, ci si ritrova la vena polemi- istriani, degli «insabbiati» delle ex-colonie, Ma non si trascura neppure la rilevanza e giudizi molto italiani e molto tipici della cul- ca contro la modernità metropolitana con i dei brevi eroi di una guerra sbagliata. A l’influenza, dal punto di vista prettamente tura nel secondo dopoguerra: contro l’umo- suoi odî che non prevedono pietà, mentre la Guareschi tutto ciò,a fior di pelle,non va giù. giornalistico-editoriale, dell’opera guare- rismo, contro la narrativa popolare e i suoi campagna – la Bassa Padana, nella fattispe- Darà spazio, energie e disinteressato impe- schiana. Ovvero, l’elaborazione di formule canoni, contro l’intellettuale (e sottolineia- cie, e, in generale, il piccolo mondo antico – è gno perché quei dimenticati trovino una che verranno riprese infinite volte (i tormen- mo il termine: quindi niente affatto rozzo) di capace di stemperare tutto. Qui la vena pole- sponda, un appoggio. A costo di bollare il toni, il collage, il coinvolgimento dei lettori, destra. Ragionando solo sull’ultimo elemen- mica trova linfa da parti numerose e diverse, paese che rinasce incapace di recuperarli con la posta, i falsi più veri del vero ecc.) a riprova to,come in genere è successo almeno per ma la politica si incrocia sempre con un ele- l’infamante appellativo di «Italia provviso- che chi li inventa non è un estroso ma insi- quanto riguarda Guareschi, si opera una mu- mento nostalgico pre-politico. La democra- ria». Ma la parabola politica non si esaurisce gnificante solista (d’altronde, il ruolo iniziale tilazione illegittima e, soprattutto, deviante. zia neonata e disastrata dalla sconfitta inclina qui. È un fatto che, su questo piano, i guai e i di Guareschi nel solito «Bertoldo» era pro- È un approccio, certo, indotto da Giovanni- inevitabilmente al compromesso interessato, dispiaceri maggiori per Giovannino vennero prio quello di uomo d’ordine redazionale...). no medesimo. Ad esempio quando scrive: di basso livello, tendenzialmente corrotto. Le da chi con lui aveva avuto momenti di gran- Accanto al titolo, infatti, va considerato «Qualcuno si ostina a voler trovare che poste repubblicane che non funzionano – un de ed efficacissima sintonia, la Dc e Alcide De anche il sottotitolo: Guareschi nel mondo del- “Candido”ha vaghe tendenze destrorse il che tema carissimo al «Candido» – cozza con la Gasperi. C’è pur sempre un corposo elemen- la comunicazione.Lo notava, commentando non è vero per niente in quanto “Candido” è mitologia dei «treni in orario». Ma forse si to di verità nella leggenda dei voti spostati nel l’acquisizione del fondo Minardi che offre di destra nel modo più deciso e inequivoca- sbaglierebbe a ridurre tutto all’apologia di 1948 dallo slogan guareschiano su Dio che spunto al convegno, l’assessore regionale bile. Può, quindi, essere letto tranquillamen- «Muss», come avrebbe detto Malaparte. nell’urna ti vede mentre Stalin e Togliatti no. Marzio Tremaglia, convinto promotore di te anche da chi è orientato a sinistra, perché, Piuttosto – ed è uno degli aspetti toccati Ora, non è questa la sede per riaprire la dia- quest’iniziativa: «Era un personaggio multi- essendo privo di ogni mimetizzazione e pre- dalla relazione di Chiarini – c’è l’ansiosa, triba sulle famose lettere di De Gasperi favo- mediale ante litteram. Scriveva, disegnava, sentandosi con la sua vera faccia, “Candido” quasi dolorosa, missione di non cancellare revoli al bombardamento di Roma che furo- creava libri e riviste, ci sapeva fare anche coi non gioca sull’equivoco, non usa armi ambi- aree della nazione, in quel momento ridotte no giudicate apocrife e che portarono film. Il nostro è un doveroso risarcimento, gue o opportunistiche e non tende tranelli al al silenzio. Se una cosa non si può imputare a Guareschi un anno in galera. Autorevoli te- anche perché,dal punto di vista istituzionale, lettore». Ma è un approccio limitato e limi- Guareschi è di non essere mai stato forte coi stimoni del tempo – come nei confronti di Guareschi c’è stato disinte- tante (e ai giochi di mascheramento predilet- deboli e l’opposto coi forti. Così – in una lo- – garantiscono la versione sancita dai tribu- resse, se non ostracismo». E qui si tocca un ti da Guareschi avremo modo di fare un ac- gica che si potrebbe anche definire, forzando nali. È vero anche che l’intero episodio – e, altro spunto di revisione.Alla base del conve- cenno fra poco). termini storiografici d’attualità, pre-revisio- soprattutto, i complessi retroscena – non gno non ci sono disegni di sdoganamento, Analizzare tutto ciò è un altro dei propo- nista – c’è l’attenzione ai settori davvero hanno ancora avuto una ricostruzione pie- recupero curiale o abbracci ecumenici come siti di questo convegno, e senza occulti dise- sconfitti dell’Italia sconfitta la quale però, ri- namente convincente. da qualche parte si è voluto scorgere. In real- gni per innalzare nuove bandiere sul nostro costruendosi, non vuole ritenersi tale. È una vicenda, d’altronde, che certifica tà, l’unica maniera per affrontare anche gli autore. Evitabile, ad esempio, ci pare la lettu- Accantoniamo un attimo le ragioni profonde assolutamente il fatto che l’ostracismo anti-

8 9 guareschiano non si può etichettare a un’u- mo era privato. Era dotato di una capacità di privati e pubbliche vicende. Chi ha vissuto il mente sfaccettati e complicati. Un percorso nica parte politica. Riguarda l’Italia – la so- plasmare non solo le cose ma anche le parole mondo dei giornali difficilmente non avver- creativo, appunto, che attraversa quasi tutti i cietà,la politica,la cultura – nel suo comples- e le immagini. Una capacità che veniva da tirà un brivido scorrendo la lettera impres- campi della comunicazione moderna (dai so e, quindi, in una lettura critica di tutta la lontano. «In un certo senso – ha osservato sionante che il nostro autore scrive ai Rizzoli giornali al cinema, dalle vignette di satira alla parabola del nostro autore, non si può ridur- – è un involontario dono al momento di abbandonare la direzione di rivista, dalla propaganda alla radio), spesso re a logiche di fazione. Ma torniamo ancora del Fascismo. Quando il regime eliminò la «Candido» e che fa parte del fondo ora ac- rinnovandoli o trasformandoli. Una prima una volta al titolo. Il «contrordine» vale an- satira politica, ci si dovette concentrare su quisito dalla Regione e depositato alla crescita che fa riferimento ai filoni profondi che rispetto ad alcune etichette – maschere,si quella di costume. Guareschi si formò in Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori: dello Strapaese nazionale, che si incrocia, potrebbe quasi dire – maneggiate da Guare- quell’ambiente, al “Bertoldo”.E lì, ogni paro- «Milano, scomparso “Candido”, è ora com- poi, con i circoli metropolitani influenzati schi medesimo. Il gioco, a volte spericolato, la veniva studiata, sviscerata, prima di scri- pletamente liberata e conquista l’ambito ti- dalle avanguardie del Novecento, che ritor- con le contraddizioni non lo intimidì mai.Ce verla. Poi letta con altrettanta attenzione, alla tolo di “Capitale del conformismo italiano”. na,dopo,alle tappe iniziali rivisitate in chiave ne sono di banali, da pignoli certosini: il si- ricerca di tutti i significati possibili». Da qui, Come sono lontani i tempi meravigliosi del assolutamente personale. Per di più, caratte- gnificato di un termine entrato nel vocabola- quello che Del Buono definisce «un procede- 46-47-48, quando “Candido” – e questo è re forte e sanguigno, non ha mancato di ecci- rio politico del dopoguerra come «trinari- re da artista»: «La capacità di rendere molto grande e indimenticabile merito di Angelo tare analoghe passioni in chi l’ha interpretato ciuti» qual è? La terza narice serve ad aspirare importanti anche gli aspetti minimi, fissan- Rizzoli e del figlio Andrea – diceva ciò che o raccontato: a rischio, talvolta, di eccessi meglio gli ordini dal partito o a far uscire il do lì il senso di una nazione, un momento nessuno osava dire. Ora “Candido” tace, ep- agiografici, amarcord nostalgici, letture ba- fumo dal cervello? Ce ne sono altre più pro- che però è destinato a durare». Attenzione, pure i tempi sono peggiori di quelli di allora e nalmente attualizzate. Al di là di una vita vis- fonde, come il rapporto tra la provincia (ine- allora, a certe letture che esaltano in lui la Gianni Granzotto si appresta a innalzare sul suta in prima linea, però, obiettivo di questo vitabilmente si pensa all’epopea maccariana semplicità come valore assoluto, quella del pennone di via Civitavecchia la bandiera convegno è affrontare il personaggio e la sua dello Strapaese) e la metropoli: Guareschi cardinale Biffi, ad esempio, che trova analo- gialla del conformismo romano [il riferi- multiforme opera con un impianto critico canta la Bassa ma trova successo e fortuna a gie con la spontaneità genuina e quasi rozza mento va al progetto rizzoliano di un quoti- più approfondito, esplorando radici e in- Milano (e qui, scorrendo nel tempo, viene da del cristianesimo primitivo. Nelle scritte sui diano popolare che non vedrà mai la luce, fluenze, sapienze tecniche ed evoluzioni nel- pensare ad analogie con le storie di Giancarlo muri, anche i baschi dell’Eta mettono in glo- ndr]. Qualcosa di molto importante è rima- lo stile, alternanza di registri e intuizioni an- Fusco e Luciano Bianciardi). ria i poveri di spirito... sto nel palazzo di piazza Carlo Erba [la sede ticipatrici. Insomma, definire – almeno con Si è detto Guareschi nel mondo della co- Piuttosto, è giusto portare l’attenzione su precedente della Rizzoli, ndr]: qualcosa che una prima approssimazione – i campi di ri- municazione, quindi padrone di messaggi e una categoria ambigua e difficile da maneg- non è stato possibile trasferire nel palazzone cerca e lo stato degli studi su quello che resta suggestioni. Un’abilità assoluta, applicata a giare come quella della nostalgia. Spesso vie- di via Civitavecchia. Forse si tratta solo dei lo scrittore italiano più letto nel Novecento. 360 gradi. Anche nei ritagli di tempo recupe- ne demonizzata radicalmente, ma l’animo miei, dei suoi, dei nostri anni migliori...». rati in periodi di frenetica attività giornalisti- umano la conosce troppo bene per annichi- Certo, allora, Giovannino Guareschi è scrit- co-letteraria. Giovannino aveva uno studio lirla del tutto. Guareschi la esplora anche do- tore programmaticamente semplice – «Il pieno di cose costruite da sé: bric à brac da- lorosamente, incrociando – come sempre ac- mondo in duecento parole...» – ma ha avuto daisti se non fosse stato che il piacere massi- cade quando di nostalgia si parla – destini una carriera e un destino letterario enorme-

10 11 Il giovane Guareschi (Storia di Giovannino) Claudio Carabba

«Io a quei tempi ero un povero ragazzo e zioni del tempo e della prospettiva con cui si non scrivevo ancora sui giornali». Non senza guarda. Eppure resta la sensazione che, senza divertite varianti («Allora io ero un povero l’apprendistato nella grande scuola dell’umo- ragazzo, un’ingenua creatura di Dio, e fatica- rismo anni Trenta, non ci sarebbero mai stati vo a spiccicar due parole...»), Giovannino né don Camillo né il sindaco Peppone. Vale Guareschi presenta così il personaggio nar- dunque la pena, non solo per puntigliosa cu- rante de Il destino si chiama Clotilde,comico e riosità biografica, di cominciare dall’inizio. brillante romanzo di formazione, nonché av- I primi articoli di Giovanni (Giovannino venturosa ipotesi di un’autobiografia assolu- o meglio Nino per gli amici) escono sulla tamente immaginaria. Siamo nel 1942, e a «Voce di . Settimanale fascista del lu- questo punto della sua vita Guareschi (classe nedì» nel 1929. L’anno prima il ragazzo, che è 1908) ha superato i trent’anni, ha già una nato a Fontanelle, nella Bassa lombarda e ne brillante carriera alle spalle e una devastante va fiero, ha superato la maturità classica e ha esperienza (la guerra e la prigionia nel lager l’intenzione di fare lo scrittore; il gusto delle tedesco) davanti a sé. Quando, finito il con- belle lettere gli è presumibilmente venuto flitto mondiale, tornerà a casa, lo scrittore dalla mamma, la signora Lina, severa e ama- non sarà più lo stesso. L’aspro disincanto e la tissima maestra di scuola; e il piacere di rac- consapevole amarezza lo renderanno un nar- contare l’ha appreso durante le lunghe veglie ratore più bravo e maturo (il Mondo piccolo di nella campagna di Fontanelle con nonna don Camillo, successo chiave) e un giornali- Filomena (ribattezzata «nonna Giuseppina» sta assai originale, bellicoso e discusso (il fe- nelle future storie familiari). “Obbedienza cieca, pronta, assoluta roce anticomunismo e le battaglie incrociate Secondo Alessandro Gnocchi, uno dei - Contrordine compagni! La frase pubblicata dall’Unità: di «Candido»). È insomma negli anni trava- suoi biografi più minuziosi, Nino però mo- ‘Bisogna eliminare, nel trattamento dei lavoratori di gliati e duri del dopoguerra che Guareschi di- stra subito anche una forte vena di polemista. fabbrica, ogni ‘distinzione di cesso’, contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: ‘distinzione di sesso’.” venta Guareschi, un nome da amare odiare Con lo pseudonimo di «Michelaccio» pubbli- «Candido» 19 giugno 1960 cancellare rivalutare, a seconda delle oscilla- ca racconti, cronache, rubriche di costume e

13 xilografie, buttate giù con estro irruente, tutte scritto pagine molto informate e divertenti to numero fossero previste anche le vignette) rocrazia, però, Nino si confermerà davvero dedicate ai fatti minimi della vita di Parma. uno dei protagonisti dell’impresa, Carletto e naturalmente a trasferirsi a Milano, parteci- un eccezionale organizzatore, capace di Cose che i notabili della città non gradivano Manzoni, padre del sublime Signor Vene- pando a tutte le «sedute» della redazione, a «estorcere» ai più distratti disegni e pezzetti per niente. Ma è in questo periodo di appren- randa, nell’introduzione a una ben curata an- partire dal primo settembre del 1936. mancanti, e aggiungendo cose sue, quando distato e di educazione culturale (dal 1929 al tologia «postuma».1 Le prime discussioni sor- Intanto, dal 14 luglio di quell’anno, «Ber- era utile o necessario. Così «Bertoldo» vive la 1935 più o meno) che Guareschi, lavorando gono già per la scelta del nome.Zavattini pen- toldo» aveva cominciato le pubblicazioni. sua breve stagione di gloria, dalla spensiera- per i giornali del luogo e scrivendo le prime sa a una testata bisettimanale «Va là che vai L’editoriale del numero di apertura, una ful- tezza un po’ astratta delle prime annate alla novelle (Silvania, dolce terra segna il suo de- ben», ma poi litiga con i Rizzoli e se ne va minante parodia delle pigrizie e dei luoghi vena più cupa del periodo di guerra (l’ultimo butto narrativo nel giugno del 1929), fa ami- sbattendo la porta. Si cerca un altro titolo. Il comuni del giornalismo, indica quale sarà lo numero esce nel fatale settembre del 1943), cizia con amici e colleghi destinati a diventare nuovo tandem di direttori, formato da stile del bisettimanale: un umorismo surrea- quando la catastrofe è incombente e l’umori- importanti (Attilio Bertolucci, Egisto Corra- Giovanni Mosca e Vittorio Metz, su proposta le, lucidamente discosto dalla retorica impe- smo inevitabilmente amaro. I testi scritti so- di, Pietrino Bianchi, Alessando Minardi) e di Mario Brancacci, pensa di chiamare la rivi- rante, ma neppure dichiaratamente di fron- no integrati dalle vignette. Guareschi, in gar- specialmente si fa notare da un vivace giova- sta «Benissimo». L’editore pare d’accordo, ma da. Né pedantemente fascista, né tanto meno bata opposizione alle «signorine grandi fir- notto di Luzzara, di sei anni più grande di lui, a sorpresa cambia tutto e sceglie finalmente antifascista, ha ben sintetizzato Oreste Del me» che impazzano nei giornali dell’epoca, Cesare Zavattini. «Bertoldo». Dopo un iniziale sgomento, i re- Buono in C’è poco da ridere,2 una breve ma il- inventa la serie delle «Vedovone», grasse, gof- La svolta decisiva, la conquista di Milano, dattori si adeguano. Alla prima riunione del luminante storia della satira in Italia, dal- fe, indesiderabili, spose e madri di un’Italia avvenne nel 1936, con la fondazione di «Ber- giornale,ancora non apparso in edicola,ci so- l’«Asino» a «Linus». Piena di talenti indisci- lontana dalle carinerie da «grandi magazzini» toldo», il giornale umoristico che proprio no oltre a Mosca e a Metz, Rino Albertarelli, plinati, la redazione aspetta, con speranza o e dai «telefoni bianchi» trionfanti. Nel com- Zavattini aveva pensato per primo e Angelo Mario Bazzi, Mario Brancacci, Angelo Frat- timore, l’arrivo di Guareschi, annunciato co- plesso, col senno di poi, si può considerare Rizzoli editò, dopo molte incertezze, e non tini, Dino Falconi, Giuseppe Marotta, Mar- me un lavoratore instancabile dal pugno di «Bertoldo» come una sorta di laboratorio in senza furenti litigi. Nel decennio Trenta, il pe- cello Marchesi, Giaci Mondaini, Walter ferro. L’editore e i giornalisti litigano per il cui crescono alcuni dei maggiori narratori, riodo del massimo consenso al regime fasci- Molino, Ferdinando Palermo e naturalmente mancato rispetto dell’orario e per le eccessive non banalmente umoristici (oltre a Guare- sta, i giornali umoristici (non di satira politi- Carletto Manzoni. pause al caffè. Così «il Commenda» affida al schi, dovrebbero entrare nelle storie letterarie ca, per carità) andavano benissimo. Nel 1935 Manca Guareschi che sta facendo il servi- burbero Giovannino l’incarico di mettere in almeno Marotta, Mosca e Carletto Manzoni) la rivista egemone era il «Marc’Aurelio»; così zio militare (sottotenente) sull’Appennino riga tutti, fantasiosi direttori compresi. La del nostro Novecento. Eppure proprio l’otti- Angelo Rizzoli, detto «il Commenda», e suo emiliano. Ma su consiglio di Zavattini, Nino prima missione è convincere i redattori a fir- ma qualità della formazione ha provocato a figlio Andrea decidono di entrare alla grande era già stato messo da qualche mese sotto mare il cartellino. Guareschi annuisce e dà il volte stroncature furenti.Il più violento nel li- nel settore. Zavattini, che è appunto l’esperto contratto. Dopo un piacevole pranzo in una buon esempio andando all’orologio. Ma in- quidare quell’esperienza è stato lo storico incaricato di mettere a fuoco il progetto, è en- trattoria all’ombra di una pergola, il sottote- vece della sua firma, scrive una parola sola, Ugo Alfassio Grimaldi in un saggio, Dieci giu- tusiasta: «Faremo un giornale e la gente farà a nente aveva firmato. Per un compenso men- «culo». Il vecchio Rizzoli se ne va dalla stanza gno 1940. Il giorno della follia,3 dedicato all’in- pugni per comprarlo». Sulla movimentata sile di 700 lire il futuro redattore si impegnava scuotendo la testa, il nuovo arrivato è entrato gresso in guerra dell’Italia. «Il “Bertoldo” – formazione della squadra di «Bertoldo» ha a fare 27 pezzi al mese (si presume che nell’al- nel gruppo. Al di là della intolleranza alla bu- nota Grimaldi – era il giornale più intelligen-

14 15 te d’Italia»; e poi parte all’attacco: «Sotto la le tensioni e le contraddizioni del tempo. lui, che da tenente del regio esercito italiano, nestra in scatola. Per quello che mi riguarda, vernice intellettuale i giovani Mosca, Gua- Le prime opere di Giovannino escono nei bloccato nella caserma di Alessandria da un la storia è tutta qui». reschi (& C.) erano incapaci di un gesto giorni della guerra. La scoperta di Milano attacco di ulcera, non getta via la divisa, ma si La sbigottita ira dell’uomo qualunque umano, di un qualsiasi impegno, di un ri- (1941) segna l’inizio di un ciclo da diario fa- rifiuta di giurare fedeltà all’ex alleato tedesco. (non necessariamente qualunquista) umilia- schio anche minimo; dotati di notevole in- miliare (in cui la moglie, ribattezzata Mar- Così finisce in un campo di concentramento, to e offeso, troverà, come si è già accennato, telligenza, la usarono cinicamente; e fu il ci- gherita, e i figli Carlotta e Albertino hanno un prima in Polonia e poi in Germania, dove re- concreto sbocco nelle crociate giornalistiche nismo, questa nefasta virtù, che trasmisero ruolo determinante) un po’ tenero e un po’ sterà sino al settembre del 1945. L’esperienza, di «Candido». Ma il narratore, in qualche agli italiani». Sul giudizio, più ingiusto che sarcastico, che l’autore continuerà, con diver- che lo segnerà in profondo, è raccontata dal- modo maturato dalle delusioni e dalla cono- severo, di Grimaldi (applicando un simile si risultati, per tutta la vita. Si salta al fantasti- l’autore in Favola di Natale e più estesamente scenza diretta del dolore, inventerà la sua saga metro, massima parte della cultura italiana co surreale col gradevole Il marito in collegio nel vibrante Diario clandestino, una riflessio- più celebre, l’eterna sfida fra don Camillo e della prima metà del secolo scorso, andrebbe (1942) e specialmente con l’irresistibile Il de- ne dolorosa ma ben temperata da un’intelli- Peppone. Le storie di questo indimenticato gettata al macero) pesò forse l’approdo sulla stino si chiama Clotilde.In non casuale sinto- gente autoironia. Nella meditata introduzio- «mondo piccolo» non formano un presepio sponda destra del paese, di molti dei prota- nia con altri narratori ampiamente onorati ne, Giovannino propone la sua personale sin- di cartapesta com’è sembrato a qualcuno, né gonisti di «Bertoldo». Ma distinguere le ope- dalla critica accademica (Achille Campanile e tesi degli eventi troppo gravi che sono passati sono un’astuta anticipazione del compro- re e i periodi è lo sforzo che si chiede a un cri- Raymond Queneau) Guareschi lavora sul sulla sua testa: «Io, insomma, come milioni e messo storico come è parso ad altri, ma tutte tico (letterario o storico). Come lettore, tan- corpo del romanzo popolare e d’appendice, milioni di persone come me, migliori di me e insieme, almeno nei primi libri, costruiscono to per chiarire,provo ancora forte imbarazzo rinnovandolo con gag stravolgenti. La strut- peggiori di me,mi trovai invischiato in questa l’epopea, comica e accorata, di una stagione sfogliando le antiche collezioni di «Candi- tura avventurosa (il lungo viaggio attorno al guerra in qualità di italiano alleato dei tede- perduta. Restare là, sugli argini della Bassa, do». Le irriverenti invenzioni e i geniali «tor- mondo del gentiluomo Filimario Dublè e i schi all’inizio e in qualità di italiano prigio- era bello e istruttivo, ma l’età dell’innocenza mentoni» (l’ormai leggendario «Contror- suoi sventurati amici perseguitati dalla bizzo- niero dei tedeschi alla fine. Gli angloamerica- – Guareschi, col suo candido pessimismo lo dine compagni») sono appesantiti da una sa signorina Clotilde Troll) è spezzata da con- ni nel 1943 mi bombardarono la casa e nel sapeva bene – era finita, per sempre. specie di avvelenato rancore; la vena anar- tinue digressioni sulle tribolazioni dell’io 1945 mi vennero a liberare dalla prigionia e chica perde a poco a poco lucidità e si tra- narrante («Ero un povero ragazzo, un pescio- mi regalarono del latte condensato e della mi- sforma in rabbia reazionaria. Ma è innega- lino uncinato dalla lenza del destino...»). Fra bile che il Guareschi giornalista mostri una piacevoli invenzioni e divertiti colpi di scena, ardita propensione a correre i suoi rischi (si- alcuni passi (il dialogo col cavallo della pam- no alla galera, come si sa) e a pagare di per- pa argentina, la terribile notte del bandito sona (insomma il contrario di un cauto cini- Chico...) sfiorano il capolavoro. 1. Cfr. Carlo Manzoni, Gli anni verdi del Bertoldo. Un po’ smo). E in ogni caso il Guareschi narratore, Non è dato sapere se Guareschi avrebbe diario, un po’ antologia di sette anni di umorismo, nelle opere più riuscite, fa altro, costruisce continuato su questo sentiero,più aereo e leg- Milano, Rizzoli, 1964. candide novelle in cui si tracciano libere gero, senza gli eventi di guerra. L’8 settembre 2. Bari, De Donato, 1976. vie di fuga o al contrario in cui si riflettono del 1943, drammatico per tutti, è tragico per 3. Roma-Bari, Laterza, 1974.

16 17 Uno scrittore di nome Guareschi Luca Clerici e Bruno Falcetto

L’esilio di Guareschi dagli studi, pur- novecentesco-avanguardistica della scrittu- troppo, non è un caso isolato. La valutazione ra,per la quale i valori che contano di più so- della sua opera ha seguito il destino della let- no l’innovazione, l’originalità, il disorienta- teratura di genere, della paraletteratura, del- mento del lettore. Emerge così finalmente la letteratura di massa. Un destino scandito alla coscienza critica un continente librario a in tre fasi. Dapprima, un lungo periodo di lungo invisibile, anche se quest’approccio totale disinteresse sulla base di un aprioristi- tende a semplificare troppo l’effettiva fisio- co misconoscimento di letterarietà: un’in- nomia di testi certo non sofisticati, ma nep- differenza subita da moltissimi altri testi e da pure sprovvisti di una loro ricchezza. interi generi (rosa, giallo, fantascienza). In Con gli studi di Vittorio Spinazzola e le seguito, l’attenzione critica si rivolge alla let- indagini del Successo letterario (1985)2 si af- teratura di massa ma concentrandosi sui faccia una nuova prospettiva. Il testo para- suoi aspetti seriali: la ripetitività (e dunque letterario è riconosciuto come un oggetto di scelte espressive prevedibili), il carattere studio degno della stessa attenzione e stru- consolatorio, la rimozione dei conflitti. Nel mentazione critica utilizzata abitualmente saggio Le lacrime del Corsaro Nero, Umberto per i prodotti della cosiddetta letteratura al- Eco stila un prontuario della scrittura di ta-colta, ma a questo riconoscimento si uni- successo: una trama che «risolvendo i nodi, sce lo sforzo di analizzare i testi consideran- si consola e ci consola»; «caratteri prefabbri- doli nella loro irripetibile individualità. La cati, tanto più accettabili e graditi quanto prima ricognizione critica approfondita e “Obbedienza cieca, pronta, assoluta più noti, in ogni caso vergini di ogni pene- non prevenuta dell’opera di Guareschi si 3 - Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità trazione psicologica, come lo sono i perso- legge proprio in questo volume, insieme a ‘Non bisogna dimenticare di far propaganda anche naggi delle favole»; uno stile fatto di «solu- una serie di contributi dedicati ad altri auto- tra le suole sfruttando la loro ingenuità’ contiene zioni precostituite» e «iterazioni continue».1 ri premiati dal grande pubblico: Brunella un errore di stampa e pertanto va letta: ‘non bisogna dimenticare di far propaganda tra le suore…’.” In realtà, dietro questo tipo di interpretazio- Gasperini, Paolo Villaggio, Liala, Fruttero e «Candido» 14 giugno 1953 ne della paraletteratura s’intravede un’idea Lucentini, Scerbanenco, Montanelli, Biagi,

19 Rocco e Antonia, e Granzotto. fotografica) hanno interagito funzional- stente. Eppure, negli anni Cinquanta, non ci conservare la memoria dello scrittore e dif- Si tratta di una prospettiva che discende da mente. È da qui che Guareschi è partito per fu in Europa e forse nel mondo scrittore ita- fondere la conoscenza dei suoi testi. Si pensi una diversa concezione del mondo dei testi, stilizzare nei suoi racconti gli antagonismi liano popolare come lui. Se poi parliamo alla meritoria attività del «Club dei Venti- visto come un sistema articolato e dinamico. che percorrevano la mentalità collettiva, la della notorietà mondiale dei suoi personaggi tré», animato dagli infaticabili figli Alberto e In una società moderna, le opere letterarie si vita politica e sociale del presente. don Camillo e Peppone, il solo confronto Carlotta, e ai siti web dedicati allo scrittore. dispongono infatti su diversi livelli a secon- La tradizione specifica sullo sfondo della possibile è quello con Pinocchio, benché le Il sito del Club (www.giovanninoguare- da della tipologia di lettori ai quali lo scritto- quale va riportata l’esperienza di Mondo pic- fiabe di don Camillo siano state tradotte an- schi.com; 14.333 accessi al 31 luglio 2001) è re intende rivolgersi, e dunque in relazione colo è quella della critica di costume, e in che in giapponese e Pinocchio no. Rispetto a infatti il centro di una piccola rete che ne alle diverse strategie espressive messe in atto. particolare del giornalismo umoristico-sati- don Camillo e Peppone, Renzo e Lucia sono comprende altri, in Italia, Inghilterra, India e Si va dalla letteratura sperimentale, di alta rico,nei suoi due versanti, vignettistico e soltanto insegne di ristoranti lacustri».4 An- Germania. ricerca espressiva, indirizzata a pochi lettori narrativo (si pensi ad autori come Giovanni cora nel 1991, in una delle più importanti e Affidare la riflessione sull’opera di Gua- esperti, fino alle opere popolari destinate a Mosca, Carlo Manzoni, Marcello Marchesi, diffuse storie della letteratura italiana, reschi solo alla grande famiglia dei lettori ap- un pubblico provvisto di una modesta com- Anton Germano Rossi). Ma studiare per af- Giulio Ferroni dedica a Guareschi solo po- passionati rischia però di non rendere del petenza letteraria (il rosa e il fumetto). finità e per contrasto il lavoro narrativo di che e sbrigative righe: «Il duro scontro in at- tutto giustizia alla sua letteratura. La scarsa Quanto al valore estetico, sarebbe troppo Guareschi sullo sfondo delle altre esperienze to nel paese e nel mondo trova però talvolta distanza critica e l’eccesso di entusiasmo pos- facile se corrispondesse meccanicamente al- dell’umorismo degli anni Trenta e Quaranta nella vita della provincia esiti di respiro mol- sono generare scherzi prospettici, indurre al- la posizione dell’opera nel sistema letterario: è un compito che attende ancora di essere to limitato, orizzonti ristretti e meschini (di la facile apologia. Così, invece del Guareschi esistono opere sperimentali «brutte» e testi svolto. cui forniscono un’immagine rivelatrice, an- geniale giornalista, ecco il «Dante della popolari «belli». Proprio come i racconti di Nonostante la crescita di attenzione per i che se di scarso valore letterario, i facili ro- Bassa» e il grande filosofo, originale maestro Mondo piccolo. prodotti della cultura di massa, ancora oggi manzi su Don Camillo di Giovanni Guare- di vita (parola di Alessandro Gnocchi).7 Ma la La prima mossa da compiere per un’e- sono troppo pochi gli studiosi professionisti schi)».5 Nonostante l’apprezzamento mani- critica amatoriale ha dovuto anche assumersi quilibrata considerazione critica dell’opera che si sono dedicati con rigore all’opera di festato da scrittori come Tondelli, Baricco, l’onere della curatela e della pubblicazione di Guareschi consiste nel ricondurla al suo Guareschi. Tanto più tenendo presente un Serra,6 la tradizione critica resta occasionale dell’opera dello scrittore. contesto più proprio, il giornalismo. In una principio di carattere oggettivo: vendere mi- e sporadica. In un primo tempo alcuni titoli postumi società letteraria stratificata come quella che lioni di copie ed essere tradotto in tutto il In effetti, la storia della ricezione dei libri sono stati costruiti con un recupero e un già andava configurandosi negli anni Trenta mondo non è di per sé un segno di valore let- di Guareschi è sempre stata segnata da una «montaggio» di testi non sempre trasparen- e Quaranta, il giornalismo è stato un luogo terario, ma certo è il segnale indiscutibile di forte discrepanza tra le opinioni dei colti e il te, corredati di apparati un po’ approssima- di intersezione produttiva in cui si sono spe- un «caso» degno di essere analizzato per la giudizio del pubblico. Proprio dai lettori più tivi. A volte non sono stati descritti i criteri rimentate varie forme di contaminazione fra sua eccezionalità. La situazione non è molto affezionati la sua opera ha ricevuto un’atten- di selezione dei testi antologizzati (Mondo riflessione, narrazione e cronaca. Ma anche cambiata da quando nel 1977 Gian Franco zione crescente. A partire dalla famiglia e da candido 1946-1948),8 oppure gli inediti pub- un laboratorio in cui il linguaggio scritto e Venè scriveva: «Per i professionisti della cul- un gruppo di fan sparsi per il mondo che blicati non risultano ben identificabili (i quello iconico (dalla vignetta all’immagine tura Giovanni Guareschi è un autore inesi- hanno promosso una serie di iniziative per Documenti 1900 del Breviario di don Camil-

20 21 lo),9 o ancora i sussidi bio-bibliografici sono Russia; un indice tematico complessivo) co- interessi della collettività, l’azione invece ac- «Il piccolo mondo del Mondo piccolo»14 è disomogenei e non esaurienti, come nel caso stituiscono insieme un corredo critico e una comuna pienamente il sindaco e il parroco: uno spazio particolare, concreto e astratto, dell’elenco delle fonti e della bibliografia es- specie di vademecum per il piccolo mondo Peppone porge all’oratore liberale il proprio localizzato e insieme emblematico. È anche senziale di Chi sogna nuovi gerani?10 In qual- di Mondo piccolo,con tanto di icone che di- fazzoletto rosso per ripulirsi dal pomodoro un luogo dell’infanzia con il quale Guareschi che occasione poi, la presentazione editoria- stinguono il tipo di notizie fornite: le forbici che gli è stato tirato in faccia: «Bravo riprende contatto, nella fase di incubazione le attribuisce a Guareschi la paternità di un indicano le varianti, la mucca gli animali do- Peppone! – Urlò una voce tonante da una fi- della sua saga, grazie a «un bellissimo repor- testo in effetti assemblato da altri (l’autobio- mestici presenti nel racconto,la casa le abita- nestra del primo piano di una casa vicina. – tage» (il giudizio è di Tondelli) intitolato Un grafia, inserita nella collana delle opere). zioni dei personaggi, una mano con l’indice Non ho bisogno dell’approvazione del clero giretto in bicicletta e lungo 1.200 chilometri, Nel 1998 escono come sempre presso puntato i temi ricorrenti. Un terzo volume –, rispose fierissimo Peppone, mentre don apparso sul «Corriere della sera» a partire Rizzoli i tre volumi di Tutto don Camillo. pensato insomma quasi come un Giovanni Camillo si mordeva la lingua arrabbiatissimo dal luglio del 1941. Mondo piccolo è in una Mondo piccolo,11 due di racconti e il terzo di Guareschi Companion,una guida per il lettore di essersi lasciato scappare il grido».12 Morale: zona ben identificata della Bassa (lo dimo- apparati. È un evento importante nella sto- appassionato all’autore e al mondo dei suoi della dignità umana non si discute. In certe strano i frequentissimi toponimi), ma insie- ria testuale di Guareschi, una svolta signifi- libri, come quelle dedicate nella cultura an- occasioni emerge dunque un sistema di valori me in uno spazio stilizzato come una quinta cativa. Si tratta di un interessante e singolare glosassone a scrittori di culto come Stephen condiviso senza riserve da entrambi i perso- teatrale: la parrocchia, il comune, la sede del esempio di «edizione critica» per non spe- King o J.R.R. Tolkien. naggi,quello rappresentato nel modo più alto partito, le abitazioni dei protagonisti. Il va- cialisti. Alberto e Carlotta Guareschi pubbli- e nobile dalla figura del Cristo. Alla politica lore emblematico di questo spazio geografi- cano un Don Camillo integrale, riprendendo Per individuare la formula vincente di contingente (verso la quale Guareschi non co deriva da alcuni caratteri antropologici e un’idea del padre: «Ho intenzione di fare Mondo piccolo conviene soffermarsi innanzi mostra nessuna simpatia) subentrano valori morali che identificano in generale la men- una raccolta completa dei racconti, una spe- tutto su tre aspetti fondamentali del testo, i etici assoluti come l’onestà, la sincerità, la talità e gli abitanti di «questa fetta» del cie di “Tutto don Camillo”». Nel terzo volu- personaggi, lo spazio e il linguaggio. spontaneità, la capacità di amare, il senso del «Paese del melodramma»: un’ipersensibilità me i curatori non solo esplicitano corretta- Al centro della saga di Mondo piccolo so- bene collettivo, il rispetto per i deboli e una facilmente eccitabile, una tendenza alla rea- mente i criteri di edizione, ma per ogni testo no, si sa, tre figure: don Camillo, Peppone e il religiosità istintiva,radicata nella coscienza di zione violenta e parossistica, una religiosità forniscono le varianti e una notevole quanti- Cristo. A un primo livello, i loro rapporti so- tutti: «Don Camillo, chi insegna il nuoto ai radicata e a volte superstiziosa, una grande tà di informazioni. Qualche dubbio invece no antagonistici o, per meglio dire, fra pesciolini? È istinto. La coscienza non si inse- determinazione personale, una certa fanta- può suscitare la decisione di riprodurre i Peppone e don Camillo c’è un conflitto co- gna, la coscienza è istinto, don Camillo»,13 di- sia. Tutti elementi del carattere e della men- racconti nella loro versione in rivista, anche stante e il Cristo svolge la funzione di «aiutan- ce il Cristo. Alla dialettica dei tre protagonisti talità condivisi in vario modo dalla folla dei dove esiste una lezione successiva modifica- te critico» del parroco. È il piano su cui si ma- si accompagna una loro sostanziale organici- personaggi che fanno corona ai tre protago- ta dall’autore per la pubblicazione nei quat- nifesta l’immancabile brio dei racconti, la vi- tà, tanto che si potrebbe parlare di un perso- nisti. Il popolo di Mondo piccolo viene rap- tro libri di don Camillo che tutti conoscono. vacità di questa piccola comédie humaine pa- naggio unico «tripartito», una specie di trini- presentato secondo i criteri di una psicolo- Le note e i diversi indici (Il borgo virtuale: dana; ed è anche il piano della contesa politica tà pragmatica in cui la dimensione mentale, gia comportamentistica: nessuna concessio- piazza, canonica ecc.; Il Mondo piccolo vir- di tutti i giorni. A un secondo livello, quando di riflessione e di testimonianza interiore, ri- ne all’introspezione psicologica, invece as- tuale: da Territori e confini al Viaggio in cioè entrano in gioco valori fondamentali o mane affidata al Crocefisso. soluta centralità dei gesti e delle azioni,come

22 23 indicatori degli stati d’animo e della qualità usurato (paragoni spenti e diffusi nel lin- «mondo artificiale» semplice ma organico e un’idea di scrittura intesa come «professio- delle relazioni individuali (di amicizia, di guaggio quotidiano, tipo: «solo come un ca- articolato, un mondo possibile che conferi- ne», come servizio rivolto a un pubblico te- ostilità, di sospetto e così via). ne»;17 «arrancare come un ossesso»18) oppu- sce ai suoi abitanti e alle loro storie un’evi- nuto sempre ben presente. Segno di indub- Un mondo immaginario con questi ca- re riferito alla campagna e alla natura, prota- denza e una memorabilità peculiari. Lo spa- bia modernità è anche la presenza nella sua ratteri strutturali, concepito all’insegna del- goniste di questo universo narrativo («vene zio, da teatro della vicenda, diventa così una narrativa – quanto mai attenta ai meccani- l’essenzialità, richiede scelte di linguaggio del collo»; «pali di gaggia»).19 E poi una sin- sorta di «protagonista» aggiunto di sfondo, smi della stilizzazione e della serialità – del adeguate: «L’umorismo è semplificazione», tassi spezzata fatta di brevi frasi, legate so- uno degli elementi forti dell’identità del te- modello fumettistico e vignettistico. scrive Guareschi in Italia provvisoria.15 prattutto da nessi coordinanti, dialoghi co- sto e della riconoscibilità del suo autore. La Per una più corretta collocazione dell’o- Un’altra affermazione è diventata giusta- stituiti da veloci sequenze di battute, un to- seconda invenzione è quella del personaggio pera di Guareschi è significativo infine il suo mente celebre: «Io, nel mio vocabolario, no perentorio e asseverativo del narratore. «tripartito» Peppone-don Camillo-Cristo, tacito rapporto con il neorealismo: da una avrò sì e no duecento parole […] quindi originale rivisitazione del topos dei «gemelli prospettiva ideologicamente diversa e su un niente letteratura o altra mercanzia del ge- Fra i primi presupposti della poetica di rivali» di ascendenza classica, ma anche altro livello del sistema letterario egli affron- nere».16 Che cosa c’è di vero in questa affer- Guareschi c’è la ricerca della più ampia co- strumento efficace per alludere alle tensioni ta alcune questioni decisive anche per gli mazione? In effetti, il progetto di disinvolta e municatività possibile, del dialogo con un politiche e ideologiche che percorrevano scrittori neorealisti: l’attenzione per una stilizzata mimesi di un parlato popolare- pubblico molto largo, non quello dei tradi- l’Italia del secondo dopoguerra opponendo i realtà locale, con il radicamento dell’inven- contadino ostentatamente antiletterario zionali lettori di libri, ma quello ben più due grandi partiti di massa, Dc e Pci. zione narrativa in una delle tante Italie di cui messo in opera da Guareschi in Mondo pic- esteso dei lettori di giornale. Per raggiungere Riletto oggi, il ciclo di Mondo piccolo è fatta la nuova nazione; l’elaborazione di colo prevede un lessico davvero ristretto, in lo scopo egli utilizza una serie di tecniche continua a convincere appunto per l’origi- uno strumento comunicativo adatto a collo- cui spiccano alcune parole chiave ricorrenti: tutte ispirate a un principio di «efficace po- nalità dell’impostazione letteraria, non cer- quiare con un pubblico rinnovato, extralet- «roba», «maledetto», «porco», «dannato» vertà»: Mondo piccolo è una costruzione ot- to per gli aspetti contenutistici, per il mes- terario (un’aspirazione realizzata solo molto (con l’eloquente prevalenza di un registro tenuta grazie all’abile fusione di materiali saggio ideologico. Più delle idee gridate, più parzialmente dagli scrittori del neoreali- umile). Lo stile «della Bassa» mostra poi al- poveri combinati con limpida forza inventi- delle preoccupazioni politiche e morali, più smo); un’idea di impegno letterario che dia tre caratteristiche specifiche: un diffuso im- va e notevole organicità funzionale. delle intenzioni didattiche, colpiscono l’effi- voce alle epocali esperienze della collettività piego degli alterati (diminutivi, vezzeggiati- Guareschi decide di porsi dei vincoli cacia della scrittura di Guareschi e alcune nel dopoguerra. vi,accrescitivi, dispregiativi), la centralità espressivi piuttosto rigidi: estrema brevità contraddizioni produttive della sua figura del verbo come parte del discorso dinamica del racconto (sempre di poche pagine), tea- intellettuale, a partire proprio da quella fra La lunga fedeltà del pubblico e l’assiduità che sintetizza in sé una somma di determi- tro unitario dell’azione, ferreo (e sintetico) la moderna spregiudicatezza comunicativa e dell’impegno editoriale dei figli hanno ga- nazioni (oltre al significato, l’indicazione assunto antipsicologistico, vocabolario di la critica ipertradizionalista al progresso. Per rantito all’opera di Guareschi una felice so- della persona, del tempo, del modo di porge- duecento parole. la varietà dei generi non solo letterari prati- pravvivenza nell’affollato orizzonte librario re). Poche le figure retoriche, soprattutto Lavorando con questa grammatica ele- cati, si potrebbe considerare Guareschi co- contemporaneo. Così, tramontate le feroci paragoni e similitudini (rare le metafore). mentare, Guareschi elabora due notevoli in- me un vero e proprio «operatore» della co- polemiche di carattere politico degli anni Guareschi ricorre a un materiale semantico venzioni icastiche. Mondo piccolo è un municazione, un lavoratore della parola con Quaranta e Cinquanta, superato l’aprioristi-

24 25 co silenzio critico su un non-scrittore, pur un’arte molto difficile e simile a quella del 1. , Le lacrime del Corsaro Nero (1971), in Il 10. Giovanni Guareschi, Chi sogna nuovi gerani?,Milano, fra alcune prese di posizione eccessivamente falegname, mi sento vicino a Guareschi per superuomo di massa,Milano, Cooperativa Scrittori, 1976, Rizzoli, 1993. pp. 13-24. apologetiche, sembra giunto il momento le sue qualità narrative. Lui era un narratore 11. Giovanni Guareschi, Tutto don Camillo. Mondo picco- 2. Il successo letterario,a c. di Vittorio Spinazzola, Milano, lo,a cura di Carlotta e Alberto Guareschi, Milano, Rizzoli, per una considerazione finalmente equili- vero, che scriveva novelle in sei cartelle ma Unicopli, 1985. 1998, voll. 3. brata del «fenomeno Guareschi». Le parole poi sbagliava i finali per volerci mettere sem- 3. Luca Clerici, Bruno Falcetto, Il mondo in duecento paro- 12. Giovanni Guareschi, Mondo piccolo. Don Camillo, del trentenne Guido Conti, finalista al pre la morale, anche se questo nulla toglie al- le di Guareschi, in Il successo letterario, cit., pp. 71-96. Milano, Rizzoli, 1980, p. 190. Campiello nel 1999 con I cieli di vetro, sanno la sua grande capacità narrativa».20 Alcune delle osservazioni che seguono hanno origine in 13. Giovanni Guareschi, Mondo piccolo. Gente così, essere insieme appassionate e critiche: questo articolo. Milano, Rizzoli, 1981, p. 121. «Nell’arte artigianale del narrare, che è 4. Gian Franco Venè, Don Camillo, Peppone e il compro- 14. Giovanni Guareschi, Mondo piccolo. Don Camillo, cit., messo storico,Milano, SugarCo 1977, pp. 22-23. p. 9. 5. Giulio Ferroni, Storia della letteratura italiana. Il 15. Giovanni Guareschi, Italia provvisoria. Album del do- Novecento,Milano, Einaudi scuola, 1991, p. 364. poguerra,Milano, Rizzoli, 1983, p. 31. 6. Cfr. Pier Vittorio Tondelli, Navigazioni in bicicletta 16. Giovanni Guareschi, Mondo piccolo. Don Camillo, cit., (1990), in Un weekend post moderno. Cronache dagli anni p. 5. ottanta,Milano,Bompiani,1990,pp.502-506;Alessandro Baricco, Guareschi, petardi d’autore sotto le poltrone dei 17. Giovanni Guareschi, Mondo piccolo. Don Camillo e il critici, in «La Stampa», 17 giugno 1993, p. 20; Michele suo gregge,Milano, Rizzoli, 1981, p. 76. Serra, E tutto ritornerà terra, introduzione a Giovannino 18. Giovanni Guareschi, Mondo piccolo. Don Camillo, cit., Guareschi, Don Camillo,supplemento a «Cuore», n. 186, p. 55. 27 agosto 1994, pp. 3-6. 19. Giovanni Guareschi, Mondo piccolo. Don Camillo, cit., 7. Alessandro Gnocchi, Giovannino Guareschi. Una storia pp. 55 e 134. italiana,Milano, Rizzoli, 1998, p. 34. 20. Fulvio Panzeri, Senza rete. Conversazioni sulla “nuo- 8. Giovanni Guareschi, Mondo candido 1946-1948, va” narrativa italiana,Ancona, PeQuod, 1999, p. 129. Milano, Rizzoli, 1991. 9. Giovanni Guareschi, Il breviario di don Camillo, Milano, Rizzoli, 1994.

26 27 La storia d’Italia vista dal «Candido» Roberto Chiarini

La storia entra sempre nel repertorio ar- mondo di pazzi, i più pazzi furono vinti dai gomentativo di un pubblicista politico. più pazzi”» – questo è, inutile dirlo, in forma Cambia solo, a seconda dei casi, lo spesso- epigraficamente sarcastica, il succo della sto- re della riflessione storiografica. Questa può ria per Guareschi. Altro che storicismo finali- essere episodica e strumentale al discorso po- stico. L’insensatezza pare essere la vera e unica litico o viceversa assurgere a pensiero formal- cifra della storia.Si capisce a questo punto an- mente organizzato e compiuto. In Guareschi che perché il direttore di «Candido» riservi è scontato l’interesse prevalente per la politi- così poche energie alla riflessione sul passato ca.Non si vuol dire con ciò che nei suoi scritti, e, tanto meno, si avventuri a organizzare un e segnatamente sul suo foglio di battaglia pensiero coerente su ciò che coerente – e sen- – «Candido» –, latiti la storia. Si vuol solo af- sato – non può essere. Nessuna trattazione fermare che è fatica inutile cercare nei suoi in- distesa sulla storia in generale ma pochissime terventi giornalistici, e nemmeno nelle sue considerazioni anche sulla storia recente. opere di più largo respiro,una considerazione Il Fascismo. Il giudizio sul «regime» è ne- ampia, argomentata, organica della «politica gativo, e questo non sorprende per chi, tra al passato». Abbiamo anzi un andamento ac- l’altro, fascista non è mai stato. Quel che me- celerato dal disinteresse più pieno all’interes- rita attenzione è la motivazione della sua con- se dominante, mano a mano che si passa dal danna. Il Fascismo non è rifiutato tanto sulla tempo lontano al tempo presente. Insomma, base dei valori da esso incarnati ma, assai più, nessuna considerazione d’insieme e nemme- per il fatto che esso rappresenta il trionfo del- “Obbedienza cieca, pronta, assoluta no un giudizio minimamente svolto in ma- la politica: la politica elevata a levatrice del- - Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: niera approfondita, ma solo massime o, addi- l’«uomo nuovo», una politica senza freni né ‘Bisogna fare opera di rieducazione dei compagni rittura, battute tra il polemico, il lapidario, il argini e, per di più, accompagnata dalla mas- insetti’, contiene un errore di stampa e pertanto sarcastico e il paradossale. «Lo storico obietti- sificazione dell’individuo. Il Fascismo come va letta: ‘Bisogna fare opera di rieducazione dei compagni inetti’.” vo che voglia fare oggettivamente della storia età delle «folle disciplinate»,del «partito mac- «Candido» 31 gennaio 1954 onesta dovrebbe limitarsi a scrivere “In un china» che rende gli uomini «pecore»: arche-

29 tipo,in una parola,del male assoluto della po- lità fra gli Italiani e gli Italiani» in un quadro né ladri né briganti, purché graditi al Duce», coli,anche se,lungi dal trarne una lezione sul- litica, il totalitarismo. «Il regime fascista altro d’insieme che vede subentrare «le vecchie in epoca repubblicana «tutti gli uomini poli- la irrimediabile futilità delle loro passioni po- non era che l’edizione latina del totalitarismo mummie della politica» che «pettegolano di tici, mentre i più pavidi si dividono le nostre litiche, continueranno a litigare per un com- russo» non esita a sentenziare Guareschi. Un politica al sud, mentre al nord i giovani avve- spoglie, creano le loro conventicole». pito appunto inutile. giudizio netto che è anche un precetto politi- lenati dalla politica si scannano al piano e al Della politica democratica Guareschi bol- Nulla ci insegna la storia, tanto meno essa co: «Un autentico democratico» argomenta monte». Con la liberazione poi, «la gente» la in particolare l’inclinazione pedagogica, la ci trasmette valori. Parimenti di nessun aiuto «deve essere per forza fiero avversario di ogni non fa che continuare a litigare «per mettersi vocazione all’indottrinamento, la concessio- ci può essere la politica. I Valori al maiuscolo forza di dittatura». d’accordo su chi ha vinto e su chi ha perso, su ne all’intolleranza spinta spesso sino alla per- sono prodotti, sono esercitabili, sono da ulti- La Resistenza.Lungi dall’ergersi come chi aveva torto e su chi aveva ragione». La po- secuzione e anche ad atti di vera e propria mo destinati a trovare il loro pieno corona- esperienza esaltante di un «popolo in lotta» litica resta, come si vede, sempre declinata al violenza. Lo chiama «il fascismo dell’antifa- mento fuori e contro la politica. Sono, in una per il proprio riscatto, la Resistenza è presen- negativo. L’unico metro di giudizio valido per scismo». Anche questo, come il precedente, parola, eminentemente meta-storici e meta- tata più prosaicamente come un impasto di giudicare anche la dimensione collettiva re- chiede l’«obbedienza pronta, cieca, assoluta». politici. Siamo insomma in presenza dell’elo- vissuti contrastanti. In essa si ritrovano la sta, sempre e solo, l’etica privata. Cambia solo che prima «la dittatura» era gio dell’impoliticità. Decidete voi se il suo sia soddisfazione per l’avvenuta liberazione dal- La Repubblica. Lungi dal riconoscere il esercitata da un solo partito e che dopo la li- un pensiero reazionario nostalgico di un l’oppressione totalitaria e insieme la soffe- nuovo regime come la premessa, e la promes- berazione i partiti sono molti; ciò non impe- mondo scomparso sotto l’urto della moder- renza per le ferite subite, nonché la prostra- sa, di una convivenza democratica avviata, disce che di regime si tratti,il «regime dei par- nità in cammino, come hanno sostenuto i zione per l’umiliazione inflitta alla patria e sotto la guida dei partiti dell’arco costituzio- titi di massa». suoi critici ai tempi d’oro di «Candido», o allo stato a seguito dal tradimento delle al- nale, verso la conquista di mete sempre più Nulla ci viene dalla storia così come nulla piuttosto una provocazione post-moderna, leanze e della guerra civile intervenuta. All’i- avanzate di progresso civile e di libertà politi- ci può venire dalla politica. Lo scetticismo tutta proiettata su un futuro post-ideologico, taliano fascista l’inventore di «Candido» non ca, Guareschi declassa la «Repubblica, nata sulla costruttività dell’agire politico è assolu- negli anni Cinquanta di là da venire. ha un anti-italiano antifascista da contrap- dalla Resistenza» – per riprendere la formula to.Molto più che dalla storia è dalla geografia porre, ma solo un’umanità sofferente ben fis- tanto celebrata dai nuovi governanti – in che si possono derivare utili ammaestramen- sata nell’immagine del «mondo piccolo» da «Repubblica busterellare italiana». Anche in ti. Più che dai tanti discorsi dei politici, si può lui celebrato in tanti affreschi. Nessun mito questo caso il metro di giudizio adottato non imparare dal semplice ciclo della vita dell’a- da agitare, tutt’al più l’anti-mito del rifiuto è politico, ma – per così dire – privato, quale mato Po. Gli uomini – sembra ammonirci della politica. può essere adottato dal cosiddetto «uomo l’autore di Mondo piccolo – possono prodi- La Liberazione. Né l’8 settembre né il 25 della strada», il quale non giudica sulla base garsi fin che vogliono per correggere, modifi- aprile meritano di essere ricordati, l’uno co- dei valori sbandierati dai partiti ma dei fatti care, stravolgere il corso del grande fiume, me fine di un incubo e l’altro come alba di un che cadono dentro la sua ristretta cerchia del- possono anche litigare tra loro fino a straziar- nuovo inizio. Semplicemente, per Guareschi, le esperienze vissute. Fascismo o Repubblica, si, ma esso prima o poi si incarica di cancella- con l’armistizio «cessano le ostilità fra gli la politica resta sempre uguale a se stessa. «Al re tutto il loro gran da fare con una delle sue Italiani e gli angloamericani e iniziano le osti- tempo dei fascisti […] non mancavano certo inarrestabili piene e gli uomini tornano pic-

30 31 Giovannino Guareschi: tra immagini e immaginari Erik Balzaretti

L’avventura artistica e professionale di me Sergio Tofano, che occupavano la scena Guareschi è sempre stata considerata dalla artistico-narrativa tra illustrazione, letteratu- critica, sia letteraria, cinematografica e arti- ra,teatro e cinema sino alla metà del secolo stica, uno strumento funzionale all’afferma- scorso, per marcare fortemente la transizione zione della personalità umana e delle idee di tra la rappresentazione dell’immagine di una un protagonista assoluto della vita politico- società a una società dell’immagine, dello sociale dell’Italia del dopoguerra. spettacolo, della rappresentazione, dominata Solo negli ultimi anni si è trovata la sere- dalla comunicazione. nità per affrontare il «moloch» Guareschi, Guareschi incarna questa transizione cul- cercando di limitarne, quando possibile, gli turale italiana più di molti altri suoi contem- impatti di ordine politico (la venerazione di poranei; una transizione, si badi bene, che un popolo di incrollabili quanto onesti se- inizia sulle pagine dei periodici umoristico- guaci e una discreta parte della critica poco satirici degli anni Trenta, passa attraverso il propensa a valutare positivamente il successo teatro leggero, il cinema tra neorealismo e popolare di un uomo non arruolato a sini- commedia all’italiana per chiudersi con stra) per concentrarsi finalmente sulle opere, Carosello negli anni Sessanta, dove gli intrecci non già per trovare riscontri per l’una o l’altra tra commedia e tragedia, passato e futuro, cit- causa bensì per investigare sulle ragioni pri- tà e campagna, il singolo e la massa sociale si me di un successo ottenuto grazie alle grandi fanno strettissimi. Emergono figure di riferi- abilità sviluppate nell’ambito della narrazio- mento fortemente ideologiche e assoluta- ne e della narrazione visiva. mente individualiste come Mino Maccari, “Obbedienza cieca, pronta, assoluta Questo Guareschi comunicatore a tutto Ennio Flaiano, Leo Longanesi, Cesare Zavat- - Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: campo, scrittore e illustratore, vignettista e tini e, appunto, Guareschi. D’altro canto sia ‘Gli attivisti devono dedicare la gita al partito’ satirico, soggettista cinematografico e cartel- l’esperienza neorealista, sia il teatro leggero e contiene un errore di stampa e per tanto va letta: ‘Gli attivisti devono dedicare la vita al Partito!’” lonista politico, si discosta dalla grande mag- il varietà, sia l’avvento del media televisivo, «Candido» 14 marzo 1954 gioranza degli artisti, anche i più eclettici co- per strade diverse ma confluenti, traghettano

33 l’italiano medio verso un continuo gioco di costume non più genericamente indirizzata lizzato si direbbe ora: questo avviene prima D’altro canto è noto che quando venne specchi dove la fantasia del reale rinsalda il alle mode, all’esteriorità degli atteggiamenti attraverso l’esperienza surrealista e destruttu- richiesto a Guareschi, illustratore e umori- rapporto tra realtà del moderno e tradizione sociali bensì indirizzata agli aspetti più pro- rante di «Bertoldo» per approdare, dopo la sta, di rappresentare su «Bertoldo» immagi- popolare, che non solo non collidono ma fondi e moralmente discutibili dell’essere so- scelta nobile della prigionia, a un dopoguerra ni di signorine poco vestite e di forme ab- partecipano alla formazione di una società ciale borghese, fornendone un ritratto reali- dominato da continui e più che realistici slan- bondanti, alla moda di Mameli Barbara sul costantemente bisognosa di rappresentarsi. stico ma al tempo assolutamente fantastico e ci anticomunisti costruiti attorno a un perio- «Marc’Aurelio» e poi di Boccasile con «Le La formula vincente, se si pensa al successo di enorme impatto sull’immaginario sociale dico propriamente satirico ed erede della Signorine Grandi Firme», dopo i primi mo- letterario ma principalmente visivo e cine- che ne sarebbe seguito. La messa in piazza grande tradizione europea dell’antagonismo desti tentavi, egli rispose con l’indimenticabi- matografico,di Guareschi si trova in un reali- delle anime oltre che dei corpi diventa subito disegnato quale si dimostrerà «Candido». Si le serie di vignette, realizzate con stile espres- smo fantastico dominato dai valori della tra- teatro e poi cinema,perché la formula è appli- equilibra infine nella saga di don Camillo e sionista e caricaturale, dedicate alle racchissi- dizione più popolare e di comunità e percor- cabile anche alle classi sociali popolari che ri- Peppone,in maggior misura attraverso le ver- me,enormi Vedovone.Questo a dimostrazio- so da una forte corrente di ambivalenza posi- cercano una loro rappresentanza e una loro sioni cinematografiche che non già attraverso ne che le sue corde non «vedevano» giovani tiva e negativa nei confronti dei cambiamen- rappresentazione nell’ambito della comuni- i racconti di Mondo piccolo. ragazze discinte, ma tremende megere, virago ti sociali provocati dalle spinte della società cazione prima e nella società poi. Su questo il In questo senso emerge la grande capacità di quella piccola borghesia che trovava nelle industrializzata. In questa dinamica, a parti- movimento neorealista lavorerà molto, sban- di Guareschi di scegliere di volta in volta gli angherie della moglie – in versione iperreali- re dalla metà degli anni Trenta, complici le dando tra l’idea della commedia, poi divenu- strumenti, preferibilmente iconico-visivi, che sta – nei confronti del piccolo marito un to- leggi sulla stampa del 1925, sino agli anni ta un vero e proprio genere, e quella della tra- si evidenziano con forza innanzitutto nella pos classico della commedia popolare e dia- Sessanta, il ruolo degli specialisti della comu- gedia che la guerra impone per un lungo pe- scrittura, figlia di un immaginario scenogra- lettale. Qui, in realtà, non si intravede quella nicazione viene amplificato e stravolto: da riodo. Lo stesso teatro dialettale, spesso poi fico e tipologico mutuato dalla tradizione po- satira di costume tollerata dal regime fascista una vocazione suddivisa tra impegno sociale divenuto nazionale, lavora su questo versan- polare e dalle scene dell’altrettanto popolare con cui si è spesso liquidata l’esperienza di (la satira politica illustrata, strumento che te: si pensi a Pirandello, ai De Filippo e al ge- teatro dialettale, da utilizzarsi con maggiore «Bertoldo», del quale Guareschi sarà colonna Guareschi utilizzerà con spietatezza dalle pa- novese Govi. In questo ambito Guareschi, in efficacia per incidere nella percezione e nelle e caporedattore da poco dopo la nascita nel gine di «Candido») e assoluto disimpegno veste di tormentato soggettista e sceneggiato- valutazioni dell’opinione pubblica frastorna- 1936 sino al 1943, ma un tentativo, ai tempi (l’umorismo più becero dei periodici illu- re, produrrà, forse suo malgrado, un vero e ta dalla guerra e dal dopoguerra. veramente rivoluzionario dal punto di vista strati normalizzati dal regime) si approda a proprio capolavoro attraverso l’esperienza ci- Può sembrare assurdo ma, in questa pro- mediale, di spettacolarizzare rimodernando, una satira di costume costantemente in feed- nematografica della tragicommedia con fina- spettiva, diviene di relativa importanza stabi- con stile dada-surreal-espressionista, la quo- back con la società reale. le ottimista dei duellanti di Mondo piccolo: lire se in Guareschi queste capacità fossero tidianità più oleografica e più significativa dal Il vero padre di questa lucida ma forte- don Camillo e Peppone. sempre istintuali oppure a volte frutto di una punto di vista del riconoscimento sociale. Un mente spettacolarizzata tendenza non può La vicenda umana di Guareschi, mai di- strategia finalizzata: risulta, infatti, chiara l’o- passo avanti al popolaresco «Marc’Aurelio» e non essere Giuseppe Novello, il quale negli sgiunta dalla vicenda artistica e professionale, smosi tra l’idea e l’immagine di essa che l’au- un passo indietro a Novello, vero padre della anni Trenta, attraverso le sue illustrazioni al si esplicita nei dettami del Mondo piccolo,evi- tore riesce a rendere dove la scelta tecnica è spettacolarizzazione delle miserie umane del- tratto, inaugura in Italia proprio una satira di dentemente verso un mondo grande, globa- già parte della traduzione visiva. la borghesia italiana del Ventennio e incredi-

34 35 bilmente compagno di Guareschi nei giorni per La favola di Natale, scritta durante l’inter- ciuti» nella serie Obbedienza cieca pronta as- film dal titolo Gente così,dedicato alla figura della prigionia nel lager di Beniaminovo. namento a Sandbostel e pubblicata nel 1945, soluta.Sarà per l’asprezza della battaglia poli- di don Alessandro Parenti, parroco di Tre- Con questa particolare sensibilità Guare- Guareschi rovescia le regole classiche della tica, prima anticomunista poi antidemocri- palle in Valtellina, conosciuto qualche anno schi, insieme a Giovanni Mosca e a Carlo rappresentazione iconografica: realizza con stiana e antistatalista, ma «Candido» appare prima,il prototipo morale dell’uomo e del re- Manzoni, sarà l’anima di «Bertoldo», con le segno espressionista e caricaturale vignette l’operazione più razionale e tutto sommato ligioso proveniente dalla città, capace di ca- Vedovone, gli Stati piccolissimi e i Soldati di dal contenuto molto leggero o, viceversa, al- tradizionale di Guareschi: la «vecchia» satira larsi nella realtà di una piccola comunità fino carillon. Di fustigare comportamenti e costu- leggerisce, attraverso uno stile che salda il tar- barricadera di tradizione risorgimentale, tut- a divenirne un punto di riferimento. Il film mi non se ne parla affatto, proprio perché non do decò con le prime italianissime versioni ta proiettata a colpire più che un regime tutto non ebbe successo, forse a causa del troppo si vuole fustigare assolutamente nessuno, del «Topolino» mondadoriano di Angelo ciò che può potenzialmente snaturare le re- verismo e della relativa notorietà del regista, nemmeno il famoso «tigrotto di Gallarate».Le Bioletto, i temi tragici della prigionia, come al gole morali e la sopravvivenza del Mondo pic- Fernando Cerchio, e degli attori protagonisti, vignette di Guareschi, proprio come le avven- solito narrati privilegiando il sentimento e colo.Per difenderlo Guareschi si inventerà an- Vivi Gioi, Camillo Pilotto e Adriano Rimoldi; ture dell’opera di G. C. Croce, ricercano una la speranza all’effettiva drammaticità degli che comunicatore politico e cartellonista- l’idea di un religioso saldo nei principi ma morale semplice ma fondante, quella morale eventi. L’atmosfera di La vita è bella, il film di illustratore per le elezioni politiche del 1948; moderno e anticonformista si trovava solo popolare che esige sempre un finale dove, Cerami e Benigni, vincitore di un Oscar, ri- qui utilizzerà un segno di grande impatto vi- nelle pagine di G. K. Chesterton. La rappre- nonostante l’apparente confusione, le cose si corda molto l’opera di Guareschi, quasi a vo- sivo e grande forza espressiva, in sintonia con sentazione teatrale, ancor prima che cinema- rimettano a posto, all’interno di un sistema ler dimostrare che quel realismo fantastico la veemenza dei contenuti: una versione su- tografica, del dopoguerra italiano che si svol- sociale che si autoregola, rinnovandosi nella continua ad avere una grande presa sul pub- per popolare ed estremamente efficace della ge a , nella Bassa, non racconta della tradizione. blico. propaganda nazi-fascista di un Boccasile. guerra, se non marginalmente, né della rico- Dal punto di vista squisitamente tecnico Segno e contenuto ritrovano una forte «Candido» diventerà per alcuni anni un struzione morale e civile del Paese, ma si con- già si intravede,fra tratti sostenuti,volti forte- omogeneità sulle pagine del battagliero punto di riferimento politico di grande im- centra su una quotidianità scandita dalla tra- mente caricati, l’uso inquietante dei colori, «Candido», organo personalissimo di Gua- portanza in Italia, grazie all’enorme successo dizione, messa in pericolo non dagli uomini collages, interventi grafici su fotografia e reschi, nato nel 1945, e a cui collaborarono di vendite, facendo di Guareschi un vero e ma dall’ideologia che porta all’estremismo. chiaroscuri esili alla Dubout, la naturale in- buona parte dei vecchi sodali di «Bertoldo», proprio opinion leader. Le travagliate vicissi- Non una parola sulle ragioni alla base di tale clinazione alla costruzione scenica della vi- ma con spirito assai diverso. Guareschi domi- tudini e gli infortuni quasi naturali per un ideologia, perché il «mondo piccolo» è l’uni- gnetta, con inquadrature ancora inusuali per na il giornale, ancora edito da Rizzoli, sia sul giornale così fortemente polemico, pagati da co mondo possibile che valga la pena di salva- l’umorismo disegnato e la messa in atto di at- versante letterario con rubriche e racconti, Guareschi sempre personalmente al limite re.Sicuramente questa visione incontrò i fa- mosfere volutamente, per contrasto, cariche vedi Mondo piccolo, sia e soprattutto sul ver- del martirio, favorirono il concretizzarsi an- vori di buona parte del pubblico ideologizza- di pathos. Il segno di Guareschi illustratore sante visivo, realizzando copertine, vignette e che dell’esperienza cinematografica, ancora to e non, anche grazie alle figure principali non risulta mai monocorde ma sembra mo- illustrazioni interne con uno stile volutamen- prodotta da Rizzoli, basata sui racconti ospi- che costituivano da sole i problemi e le solu- dellarsi, di volta in volta, giocando sempre te satirico. Il segno è appesantito sino al limi- tati sul periodico milanese. Prima della con- zioni, chiudendo con l’umano buon senso le sulla regola del contrasto. Sia su «Bertoldo» te della sgradevolezza, ma senza rinunciare a troversa avventura della serie di Don Camillo, diatribe, concordando sui valori più profondi sia, ad esempio, nelle illustrazioni datate 1950 invenzioni sublimi quale quella dei «trinari- nel 1950, Guareschi firmerà il soggetto per un e fondanti, pietre angolari della vita comuni-

36 37 taria. Le figure di e Gino Cervi ri- boom economico. Ma il lavoro di conteni- gliando le sue caustiche e aggressive illustra- Guareschi ci ha raccontato un’Italia che non sultano la vera chiave del successo assai più mento e di alleggerimento del claustrofobico zioni satiriche, forse non ci si imbatte in uno c’era più, e forse non c’era mai stata, metten- che le claudicanti soluzioni e adattamenti di Guareschi, che nasceva dall’equivoco dell’an- specchio fedele della realtà del lungo dopo- do in scena lo spettacolo della gente, quella vari registi: ,per Don Camillo e ticomunismo militante e dalla paura del bot- guerra italiano, ma sicuramente, ancora una gente che non era già più un popolo, rappre- Il ritorno di Don Camillo,rispettivamente del teghino, ci rende intatta l’ossatura di una pic- volta, ci si trova dinanzi a come vorremmo sentandola e convincendola di essere, in fon- 1952 e del 1953, Carmine Gallone, con Don cola Italia capace di sopravvivere alla «grande fosse stata. Per questo si è parlato di una forte do, meglio di quello che credeva. Un neorea- Camillo e l’Onorevole Peppone del 1955 e Don Storia» opponendole valori forti fatti in casa, componente di comunicazione, di una scel- lismo fantastico dove la rappresentazione Camillo Monsignore... ma non troppo del talmente forti da favorire un incontro, una ta, di un taglio di prospettiva che privilegias- della società, i suoi strumenti mediali e i suoi 1961,e Luigi Comencini,con Il compagno don convivenza possibile tra cristiani e socialisti, se una forte conflittualità solo superficiale, interpreti più aggressivi sono i veri protago- Camillo del 1965, ultimo film girato con in quanto figli della stessa comunità e soprat- pacificata da un’unità sostanziale, patriotti- nisti non solo della Storia ma anche,e soprat- Guareschi in vita e interpretato dalla famosa tutto in quanto uomini. Il pubblico che vide ca. Non a caso Guareschi visse nel mito mo- tutto, delle sue immagini e del suo immagi- coppia di attori. La scelta degli attori princi- allora questi film si vide rappresentato e vide narchico-risorgimentale e avversò l’indeci- nario. pali e dei rispettivi physique du rôle fu solo la rappresentare un mondo proprio come frabile e democratica Repubblica borghese. prima di una lunga serie di incomprensioni avrebbe voluto che fosse realmente: una bra- tra il soggettista e i professionisti della mac- va persona con i propri difetti,aperta alla vita china da presa. Guareschi si sentì sempre tra- e al futuro, in un mondo senza ingiustizie go- dito dai registi, dagli sceneggiatori ma soprat- vernato dal buon senso e dal buon Dio. tutto dalla produzione: la Cineriz dell’im- Ancora una volta emergono i sentimenti po- mancabile Commendator Rizzoli. Guareschi polari di Guareschi,quando non diventa esso non amava essere interpretato, e pensava a un stesso vittima del suo gioco preferito, ovvero cinema specchio fedele della scrittura: una quel visto da destra e visto da sinistra, nato su sorta di illustrazione in movimento. Infatti, le «Candido», che non permette di scindere la traduzioni grafiche del don Camillo, prima e parodia dalla reale radicalità delle idee. in assenza della visione del film, appaiono ri- Come nel caso di La rabbia,documentario in baltate nella caratterizzazione dei personaggi. due parti, girato nel 1963 e curato da Pasolini Guareschi sposava l’opinione che i contrasti, e Guareschi, dove i due autori, forse perché anche quelli a fine umoristico, dovessero es- presero troppo sul serio la richiesta di rap- sere forti perché emergessero i valori e i disva- presentare a modo loro la storia allora con- lori. In questo senso i film realizzati dai suoi temporanea, si propongono come antidoto soggetti, e poi anche dal lavoro di sceneggia- al veleno della politica lontana dal popolo e tore,sono tecnicamente più poveri della me- delle ideologie totalizzanti. Rivedendo le pel- dia del cinema italiano tra dopoguerra e licole tratte dai racconti di Guareschi e sfo-

38 39 Neanche un prete per chiacchierare Michele Serra

Spero di non essere stato invitato qui in nista. Oggi rischia di venire consacrato scrit- rappresentanza della sinistra. Non ne ho la ti- tore ri-nato soltanto perché la sinistra intel- tolarità. Rappresento a malapena me stesso. lettuale e accademica lo spregiava, e saremmo Non ho ricevuto e tanto meno richiesto,in ta- daccapo. Protagonista dell’intera vicenda le senso, alcun mandato ufficiale. Né mi risul- continuerebbe a essere non la scrittura di ta esistere, quand’anche fosse esistito in pas- Guareschi, ma la disputa politica sulle sue sato, un Sant’Uffizio del culturalmente cor- spoglie. retto. Quando si legge un libro, sempre che lo si Non posso né desidero essere l’esecutore voglia davvero leggere, ci si deve aprire a quel- o anche solo il testimone di una riabilitazione le parole e a quella storia. È necessario farlo postuma che rischia di avere la freddezza di con l’ingenuità necessaria – che non sarà mai un atto notarile. Riabilitazione, poi, è una pa- pari all’ingenuità totale e spesso dolorosa di rola che mi fa venire in mente più la fisiotera- chi scrive, ma può almeno tentare di ricom- pia che la cultura. pensarla. Ho avuto la fortuna di poter leggere Spero di essere stato invitato qui solo co- Guareschi con il massimo dell’ingenuità con- me lettore di uno scrittore. sentita. Perché non ero ancora diventato di si- Come lettore di Giovannino Guareschi. nistra. Di più, non ero ancora diventato pro- Quando si legge un libro, si legge un libro. prio niente.Avevo undici anni. Ci si consegna a un testo, non a un contesto: anche se è solo il contesto, ahimè, quello che Devo l’incontro con Mondo piccolo a mio “Obbedienza cieca, pronta, assoluta ormai schiude le porte ai dibattiti sui giornali nonno, Guido Errante. Alla sua libreria ben - Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: e spesso perfino all’attenzione dei critici, che munita. E alla mia noia estiva. ‘In ogni paese bisogna organizzare una grande fetta pure soprattutto del testo dovrebbero avere Avevo appena finito il mio ultimo Salgari, dell’Unità’, contiene un errore e pertanto va letta: cura. Non è cambiato molto, in questo senso, probabilmente uno degli stiracchiati romanzi ‘In ogni paese bisogna organizzare una grande festa dell’unità’.” dai tempi in cui Guareschi veniva bollato co- esotici della vecchiaia, e non sapevo come am- «Candido» 14 ottobre 1951 me «scrittore mai nato» perché era anticomu- mazzare il tempo, il lungo tempo di una va-

41 canza estiva in Liguria. Tutto molto azzurro, e le sue tigri alla Bassa con le sue zanzare. Dal averne poi autorevole e altissima conferma da antiche, di lettore vergine, ho recuperato e ri- neanche un prete per chiacchierare… kriss da infilare a tradimento nel cuore, al pa- Rabelais e Sterne, che l’umorismo può com- adattato l’idea che la tanto vituperata «facili- La televisione, allora, aveva un solo canale lo di gaggìa da calare sul groppone. Armi di- prendere e descrivere la vita umana con la tà» di Guareschi non fosse faciloneria di scrit- che apriva le trasmissioni alle cinque del po- verse per selvaggi diversi. Familiarizzai con stessa efficacia dello stile tragico. Con più pu- tura, ma urgenza di narrare, di raccontare meriggio. Erano i meravigliosi tempi bui del popolazioni sconosciute, nomi mai sentiti: dore, però. storie. Se Guareschi non fu di certo uno scrit- monopolio, che univa alla prepotenza di farci dopo i cingalesi, incontrai i comunisti. Tenevo per don Camillo perché nessun tore letterato, fu però uno scrittore potente, vedere solo quello che voleva lui, anche la de- Probabilmente da grande diventai comunista buon lettore di avventure può permettersi di proprio nel senso, oggi quasi perduto, del do- licatezza di non farci vedere proprio nulla per perché non potevo diventare cingalese. disobbedire all’autore, e all’ordine dramma- minio della narrazione come sola, autentica moltissime ore al giorno. Gliene siamo anco- I preti li conoscevo già. Ma mi erano noti tico che egli ha stabilito: questo è l’eroe, questo via per la conquista emotiva del lettore. ra grati. come una schiatta esangue, che parlava a bas- il suo avversario. Il nonno, dopo avere studiato per un bel sa voce e aveva una stretta di mano debole e Ma Guareschi sapeva dare ai suoi «catti- Quanto alla mia primitiva simpatia per pezzo che cosa potesse essere adatto a un ra- fredda. Don Camillo ribaltò il mio immagi- vi» la patina coinvolgente dell’umanità. Una Peppone, posso confermare la piena corre- gazzino, estrasse dalla libreria due volumi. nario curiale.Che idea geniale fare di un prete co-umanità così ben tratteggiata, all’inter- sponsabilità di Guareschi.Il vero pericolo,per Rilegati in tela verde scuro, come quasi tutti i un uomo d’azione, una specie di supereroe no del comune campo di battaglia e di vita, Guareschi, non era e non poteva essere inter- suoi libri. Erano Mondo piccolo di Guareschi e più intrigante di Richelieu, più curioso di che le sconfitte di Peppone mi diedero pena no al «mondo piccolo». Era fuori di esso. Lessico famigliare di Natalia Ginzburg.Vicini Padre Brown, più manesco del frate Tuck tanto quanto la sventura dei troiani. O la Se è indiscutibile che il vero buono è don di scaffale per via dell’ordine alfabetico, vici- di Sherwood, più animoso dei Templari di disfatta degli apache. Camillo, il vero cattivo non è Peppone. Sono nissimi nella mia memoria perché furono i Walter Scott. Con tanto di ultrapoteri confe- gli uomini che arrivano dalla città a scompa- miei due primi libri «veri». Lontanissimi per ritigli direttamente dal suo nume. Da grande, ovviamente, fu un’altra storia. ginare i ritmi e i valori della campagna, della genere, stile letterario e autore. Uno scrittore Dei comunisti, invece, non sapevo nulla. La conoscenza più smaliziata di Guareschi, famiglia patriarcale,del tempo circolare,eter- di destra, una scrittrice di sinistra. Un celebre Mi piacque parecchio la parola.Produceva un però, non è mai riuscita a sovrapporsi del tut- no e ripetitivo, che regola le stagioni e fa cre- marginale del mondo letterario e un’inquilina suono acuminato e affascinante, lo stesso che to alla forte impronta epico-avventurosa della scere, insieme al grano, anche i pali di gaggìa di rango di casa Einaudi. Un contadino rea- cominciavo a sentire echeggiare nelle conver- lettura fatta da ragazzo,quando nulla sapevo e da calarsi sul groppone. zionario e una borghese comunista. Ma tutto sazioni dei grandi. In attesa di saperne di più, capivo di politica e tanto meno di letteratura. Il populista Guareschi si servì dell’ideolo- questo, per fortuna, lo seppi parecchio tempo mi adattai a considerarli alla stregua di una Ho riletto, prima di venire qui, l’introdu- gia di Peppone per sbugiardarla, ma contava dopo.Mio nonno si guardò bene dal rendermi banda, la banda rivale di quella di don zione a Mondo piccolo che scrissi nel 1994, molto su Peppone. Per il solo fatto di essere edotto della sua istintiva par condicio e mi la- Camillo. Dopo gli achei e i troiani, i cristiani e quando decisi di ripubblicare il libro come al- un uomo della Bassa, il compagno sindaco sciò solo, in santa pace, con i due libri. i mori, i cow-boys e gli indiani, ora mi veniva legato a «Cuore». Bottazzi non poteva davvero tradire l’ethnos Fu così che passai direttamente da Salgari regalato un nuovo antagonismo avventuroso, Mi ha fatto felice scoprire che la mia ri- e i suoi valori antichi. a Guareschi, da Sandokan a don Camillo. quello tra preti e comunisti. flessione adulta non si è sovrapposta con Credo che Guareschi, se fosse sopravvis- Passaggio che risultò naturalissimo: da un li- Divorai il libro e mi divertii, appunto, co- troppa malagrazia al felice ricordo del mio suto ai suoi tempi trascinandosi fino ai nostri, bro d’avventure a un altro. Dalla Malesia con me un ragazzino. Scoprii, molto prima di Guareschi da spiaggia. Da quelle suggestioni sarebbe in questo senso annichilito dall’ango-

42 43 scia. Penso alle biotecnologie, al mercato dei- L’accostamento sarà magari stravagante o ficato, al virtuale come sbocco estremo dello blasfemo, ma il gioco delle similitudini e dei snaturamento, come tradimento definitivo contrasti è sempre utile quando serve a scom- dell’onestà materiale del lavoro, della fatica, paginare le nostre pigre certezze in fatto di del campare la vita. schieramenti ideologici ed etichettature poli- Scriveva Guareschi nella sua prefazione tiche. Alla stessa stregua, non vedrei male uno alla prima edizione rizzoliana di Don Camil- studio o una tesi di laurea che contrapponesse lo: «Gli uomini cercano di correggere la geo- l’antiborghese Guareschi al borghese Longa- grafia bucando le montagne e deviando i fiu- nesi, tanto per dire quante destre l’Italia abbia mi e,così facendo,si illudono di dare un corso avuto, e quanto differenti tra loro. diverso alla storia. Ma non modificano un bel niente, perché un bel giorno tutto andrà a ca- Poiché mi ero riproposto di non parlare tafascio. E le acque ingoieranno i ponti, e affatto di destra e sinistra, e invece almeno un romperanno le dighe, e riempiranno le mi- poco l’ho fatto, concludo arretrando, e pa- niere. Crolleranno le case e i palazzi e le cata- gando il mio secondo debito con Giovannino pecchie, e l’erba crescerà sulle macerie e tutto Guareschi, dopo quello di avermi iniziato alla ritornerà terra». lettura. Per suo merito e in sua memoria, ho Se è vero che l’amore per il territorio, il trascorso una bella e commovente giornata a suo fiume, i suoi alberi, la sua gente, è il vero Roncole di Busseto, parlando di lui con i suoi spirito che ha abitato la vita e la penna di due figli. Chi non è mai stato a Roncole di Giovannino Guareschi, forse è il caso di mo- Busseto, specie in un pomeriggio canicolare dificare sostanzialmente il contesto nel quale di piena estate, in quel silenzio immobile, si è oggi usiamo discutere di lui (e di molto altro). perso uno spicchio d’Italia decisivo, minu- Il dualismo destra/sinistra descrive a malape- scolo e intenso quanto Venezia o Firenze o na, e con continue e reciproche invasioni di Roma sono immense e spettacolari. campo, il vero grande scontro di valori e di Parlammo sotto la pergola piantata, molti sentimenti che ha segnato il secondo Nove- anni fa, da Giovannino. A pochi metri dalla cento italiano: quello fra Tradizione e Mo- casa natale di Giuseppe Verdi. La terra profu- dernità. Tanto che, ripubblicando il Mondo mava, e per qualche ora ebbi la fragile certez- piccolo nel 1994, mi permisi di tirare in ballo za che non è affatto necessario che tutto ritor- un altro grande e diversissimo populista rea- ni terra, perché in realtà niente ha mai smes- zionario come Pasolini. so, neppure per un attimo, di essere terra.

44 La Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori è un centro studi per la storia e la cultura editoriale che da anni opera in stretta collaborazione con le autorità che si occupano della salvaguardia della memoria del lavoro editoriale. Gli archivi editoriali, infatti, a metà strada fra archivi letterari e archivi d’impresa, rappresentano uno straordinario patrimonio non solo per ricercatori di storia della letteratura, storici d’impresa, sociologi, semiologi, biblioteconomi, studiosi di storia della grafica e dell’illustrazione. Tra i principali fondi conservati presso la Fondazione, ricordiamo l’archivio storico della Arnoldo Mondadori Editore e del gruppo Saggiatore, il fondo Linder, la collezione Minardi, il fondo Bottai, il fondo Testori, il fondo Manzini, il fondo Mazzucchetti. Questo volume è stato stampato per conto della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori presso Galli Thierry nel luglio 2003