L’ elaborato ha recepito le prescrizioni contenute nel parere di Regione Lombardia – Struttura pianificazione e programmazione di bacino e locale, Prot. N. Z1.2012.0004004 del 14.02.2012

ADOTTATO DAL CONSIGLIO COMUNALE CON DELIBERAZIONE N. ………… DEL …………………………………………… PUBBLICATO DAL ………………………………….. ………. AL ……………………………………

IL SINDACO IL SEGRETARIO IL RESPONSABILE DEL Carla Carosio Dott. Giovanni Genco PROCEDIMENTO Geom. Vincenzo Pria

Dott.Geol. LUIGI MEISINA Studio Geotecnico COMUNE DI CECIMA Via Campari, 10a – 27100

Tel.- Fax 0382 / 46.14.74 Provincia di Pavia e-mail : [email protected] PEC

[email protected] STUDIO GEOLOGICO PER LA DEFINIZIONE DELLA COMPONENTE SISMICA LOCALE E L’ADEGUAMENTO ALLE DIRETTIVE REGIONALI A SUPPORTO DEL P.G.T. - Piano delle Regole

L.R. 12/2005 e s.m.i. – art. 57 D.g.r. N. 8/1566 del 22.12.2005 integrata da d.g.r. N. 8/7374 del 28.05.2008 – Nuovi “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del P.G.T.” - All. 5 aggiornata da d.g.r. n IX/2616 del 30.11.2011 D.M. 14.01.2008 – Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni

DATA ELABORATO/ Febbraio 2003 ALLEGATO RELAZIONE GEOLOGICA

Revisione C00 GENERALE Febbraio 2012

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 0 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

I N D I C E

1. PREMESSE Pag. 1

2. RICERCA STORICA E SINTESI BIBLIOGRAFICA “ 2

3. CONDIZIONI GEOLOGICHE DEL TERRITORIO UNITA’ LITOSTRATIGRAFICHE AFFIORANTI " 3

4. ASSETTO TETTONICO “ 6

5. SISMICITA' DELL' AREA " 7

6. GEOMORFOLOGIA “ 9

7. CLIMATOLOGIA “ 10

8. IDROGEOLOGIA “ 11

9. CARATTERISTICHE DEI DISSESTI IDROGEOLOGICI “ 13

10. CONDIZIONI GEOLOGICHE DI DETTAGLIO “ 18

11. COMPORTAMENTO GEOTECNICO DEI PRINCIPALI TERRENI “ 26

12. BENI GEOLOGICI “ 29

13. VULNERABILITA’ IDROGEOLOGICA E SISTEMA IDROGRAFICO “ 29

14. DESCRIZIONE SCHEDE ANNESSE ALLO STUDIO GEOLOGICO 2002 " 32

Appendice A - Omessa (rifer. All. B/6.r – 2012)

Appendice B - INTERVENTI DI RIASSETTO PROPOSTI PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO - IDRAULICO

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 1 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

1. PREMESSE

Le note seguenti riproducono pressochè integralmente il testo della Relazione Geologica 2002 concernente lo studio geologico per la variante al PRG 1995, con esclusione della descrizione delle carte tematiche e dell’ Appendice A – Norme geologiche di Piano, per le quali si rimanda alla Relazione illustrativa 2011/2012 e alle Norme geologiche di Piano – allegato 6r /2012.

1.1. Generalità

Questa relazione concerne gli studi e le indagini geologico-tecniche svolte nell’ambito del territorio del Comune di CECIMA (PV) per la verifica di compatibilità idrogeologica e idraulica del Piano Regolatore Generale vigente (variante 1995), secondo due livelli conoscitivi e diagnostici, uno generale di inquadramento dell’intera superficie (km 2 13 circa - cartografia 1 : 10.000 ), l’altro di dettaglio limitato alle zone abitate e al loro immediato intorno ( ha 125 circa - cartografia 1 : 2.000 ) - rifer. Direttive d.g.r. n. 7/6645 del 29.10.2001 e d.g.r. n. 7/7365 del 11.12.2001.

La caratterizzazione geologico-tecnica dei terreni affioranti e di quelli immediatamente sottostanti è stata definita con la valutazione incrociata degli elementi geomorfologici, idrogeologici e geotecnici raccolti nel corso dell’indagine specifica ed integrati dalle conoscenze acquisite dallo stesso Professionista scrivente con precedenti studi e controlli per il progetto e l’esecuzione di opere di consolidamento di versanti instabili a ridosso della maggior parte degli abitati esistenti ( CMOP - , 1986 - 1990 ; Regione Lombardia - 1997-1998 ; Comune di Cecima, 2000-2001).

1.2. Documentazione di riferimento

La fotogeologia, i rilievi diretti e le elaborazioni grafiche hanno utilizzato la seguente cartografia di base :

• Carta Tecnica Regionale 1 : 10.000 (Carta geologica generale ) • Restituzione aerofotogrammetrica dei centri abitati 1 : 2000 ( Comunità Montana Oltrepo’ Pavese / Comune di Cecima, voli 1989 - 1990 - 1^ edizione 1990 ed integrazioni 1997-1998 ( Carte geomorfologiche e geologico-tecniche di dettaglio) • Carta geologica d’Italia 1 : 100.000 • Piano di riassetto territoriale e di sviluppo socio-economico, AQUATER 1986 • Foto aeree a colori ,volo 2.07.1980 Regione Lombardia • Foto aeree in bianco e nero, volo 12.05.1980 e 1994 Regione Lombardia • Foto aeree in bianco e nero, volo 1990 - CMOP/ Comune • Carte inventario delle frane 1 :10.000 (Provincia di Pavia - Regione Lombardia) • P.A.I.- Autorità di Bacino del F. Po : Atlante dei rischi idrogeologici e idraulici 1 :10.000 / 1 :25.000.

1.3. Vincoli esistenti

Sulla maggior parte del territorio comunale gravano i seguenti vincoli : • vincolo idrogeologico ( R.D. n. 3267 del 30.12.1923 ) Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 2 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

• vincolo di tutela ambientale ( ex Legge n 1497 del 29.06.1939 - aggiornamento 30.06.1984 , 7.06.1985 n.312 e 8.08.1985 n.431 ) relativamente ai corsi d’acqua pubblici e alle aree a bosco • vincolo di tutela delle sorgenti di monte e dei pozzi di fondovalle (D.Lgs. n. 258 del 18.08.2000 - “ Tutela delle acque dall’inquinamento “ ; d.g.r. n. 6/15137 del 27.06.1996 - Direttive per l’individuazione delle aree di salvaguardia delle captazioni di acque sotterranee destinate al consumo umano) • vincolo idraulico relativo al reticolo idrico principale e minore di cui alla d.g.r. n. 7/7868 del 25.01.2002 e normativa correlata. • vincoli P.A.I. per le aree in dissesto perimetrate e non perimetrate (frane attive, quiescenti e stabilizzate )

1.4 Presentazione degli elaborati

Tutti gli elaborati di sintesi ed i relativi dati raccolti sono stati predisposti su supporto informatico con le seguenti modalità : • relazione : Word per Windows ; • elaborati cartografici : Arcview • schede frane, conoidi e sorgenti : supporto informatico Regione Lombardia

2. RICERCA STORICA E SINTESI BIBLIOGRAFICA

L’ area di indagine rientra nel bacino idrografico del T. Staffora, oggetto di studi di dettaglio da parte della Regione Lombardia, nell’ ambito del “Progetto strategico T. Staffora”.

2.1 Ricerca storica

L’ analisi storica svolta dal CNR-IRPI di Torino nel bacino del T. Staffora , raccoglie le notizie storiche pregresse riguardanti eventi alluvionali, piene, fenomeni franosi e relativi danni verificatisi nel territorio del Comune di Cecima, registrando nel periodo dal 1928 al 1987 soprattutto movimenti franosi ed in minor misura piene e/o inondazioni del T. Staffora e dei suoi affluenti principali. I dati relativi sono riassunti anche nelle apposite schede per frane e conoidi ; le notizie sulle esondazioni storiche del T. Staffora sono riportate nella Relazione illustrativa dello studio idraulico del Prof. Ing. L. Natale.

2.2 Ricerca bibliografica

• Progetto Speciale Centri Abitati Instabili - Centri abitati instabili della Provincia di Pavia - CNR / GNDCI, 1997 • Studio idraulico e progettazione preliminare delle opere di sistemazione idraulica del T. Staffora da Casanova a Rivanazzano - Prof. Ing. L. Natale, 1998 • Carte inventario dei fenomeni franosi della zona dell’ Oltrepò Pavese in scala 1 : 10.000 - Regione Lombardia, 1998 • Carte della pericolosità da frana in scala 1 : 25.000 - Regione Lombardia Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 3 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

• Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e geomorfologico ai fini urbanistici - T. Staffora (PV) - Studio IReR + cartografie 1999

3. CONDIZIONI GEOLOGICHE DEL TERRITORIO ( rif. Tav. 001/2012) UNITA LITO-STRATIGRAFICHE AFFIORANTI

Il territorio di Cecima impegna un tratto di circa 2 km della Valle Staffora, tra Pontenizza e Godiasco ( ponte del Biagasco), con un maggior sviluppo in sinistra idrografica, dove il limite Ovest e quello Nord coincidono con il confine di provincia (PV / AL) e di regione (Lombardia / Piemonte), nonché in parte con la linea di crinale spartiacque tra i bacini idrografici dei torrenti Staffora e Curone ; in destra idrografica il limite Nord-orientale segue all’ incirca il crinale di M. Monsumà.

Dal punto di vista morfologico si evidenziano in sinistra idrografica del T. Staffora, la placca arenacea altimetricamente più rilevata (quote 670 - 750 m s.l.m. all’estremità Sud-ovest) e l’ ampio quadrilatero a Nord-ovest inciso dal reticolo idrografico dei Rii Cecima e Cimarola confluenti nel T. Staffora. In destra idrografica il territorio comunale corrisponde per la maggior parte al versante acclive meridionale del M. Monsumà, culminante fra le quote 370 e 505 circa.

In relazione a tale configurazione, alcune parti di versante sono attraversate dal reticolo di corsi d' acqua il cui bacino idrografico si sviluppa prevalentemente all'esterno del Comune in esame (T. Semola a Sud-est ; Rio San Vito a Est ; Rii minori afferenti nel T. Curone a Ovest).

Il territorio così definito è modellato nelle rocce che fanno parte delle unità tettonico- stratigrafiche dell’Appennino Settentrionale, qui suddivise in due blocchi strutturali principali dalla faglia subverticale sviluppata in direzione NE - SO poco a Sud dell’allineamento San Bartolomeo - Cecima.

In particolare nel blocco settentrionale si evidenziano a partire da Nord - le successioni terrigene torbiditiche ed emipelagiche (formazione delle Arenarie di Ranzano) e le successioni marnoso- calcaree emipelagiche ( “ Marne di M. Lumello”), queste ultime nettamente prevalenti in affioramento.

Il blocco meridionale è caratterizzato ancora da successioni terrigene marnoso-argillose (“Marne di M. Piano”), da successioni marnoso-calcaree (Calcari di Zebedassi, da successioni marnoso- sabbiose (Marne di Antognola) e da successioni terrigene-carbonatiche (“Arenarie di M. Vallassa”).

Di seguito vengono descritte in ordine cronologico, a partire dalle più antiche, le formazioni geologiche affioranti nel territorio comunale, indicando per ciascuna di esse i caratteri litologici, la morfologia degli affioramenti, le caratteristiche della coltre di alterazione e le proprietà del suolo agrario.

Successioni terrigene torbiditiche ( Miocene sup. - Eocene sup.)

Arenarie di Ranzano (RAN) Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 4 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Lo sviluppo areale di questa formazione,nettamente subordinato al margine settentrionale del territorio, ha una chiara evidenza geomorfologica per la maggiore acclività e resistenza del rilievo, associata alla prevalenza della facies arenaceo-conglomeratica - sabbiosa. La posizione dell’affioramento segue l’assetto tettonico della zona (allineamenti NE - SW), con bancate subverticali trasversali all’asse della Valle Staffora (su una di queste sui imposta la spalla destra del ponte di Biagasco .

La coltre di alterazione limoso-argillosa e/o limoso-sabbiosa è sviluppata irregolarmente lungo i versanti meno acclivi. Il suolo agrario è costituito da terreni limoso-argillosi o limoso-sabbiosi grigio-bruni, con spessore generalmente non elevato. La potenzialità di detto suolo è comunque mediocre con limitazioni per le colture. Nelle aree con arenarie e conglomerati prevale la copertura a bosco.

Formazione delle Marne di M. Piano (MMP)

Compare in una ristretta fascia a ridosso della faglia NE-SO, tra San Bartolomeo e il Rio Albarolo, con marne e marne argillose grigie, argille varicolori e rari straterelli calcareo organogeni. La massa si presenta sia stratificata che a struttura caotica ed poco permeabile o impermeabile. Il suolo agrario, poco profondo, è costituito da terreni limoso-argillosi grigio-bruni. La potenzialità di detto suolo è comunque mediocre con limitazioni per le colture agricole.

Formazione dei Calcari di Zebedassi (ZEB)

Si estende da Serra del Monte fino al capoluogo in contatto stratigrafico e tettonico sia con le Marne di M. Lumello che con le Marne di M. Piano, in essa sono incise le valli dei Rii Serra e Arbarolo a decorso Sud-Nord. La formazione è costituita da alternanze di marne argillose-siltose e argille con straterelli arenacei e calcarei che nella parte inferiore assumono spessori di strato maggiori.

Il suolo agrario,di media profondità, è costituito da terreni prevalentemente-argillosi grigio-bruni con una subordinata frazione detritica. La potenzialità di detto suolo è buona, con sviluppo delle colture agricole a seminativo.

Formazione delle Marne di Antognola ( ANT)

Contorna quasi in continuo la base della placca arenacea meridionale (zona di C.na Entrovalle - C.na Carloccina, a Sud-est) e il rilievo marnoso-calcareo che costituisce la culminazione dei versante di M. Monsumà, in contatto sia tettonico che stratigrafico. La formazione è costituita da marne grigio-verdastre straterellate con sottili intercalazioni arenacee e masse sabbiose. La coltre di alterazione ed il suolo agrario hanno caratteristiche fisiche e potenzialità molto simili a quelle della precedente formazione delle Arenarie di Ranzano.

Formazione delle Marne di M. Lumello ( LUM )

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 5 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Prevale in estensione rispetto alle altre formazioni, occupando in continuo un’ampia fascia del territorio comunale (quadrilatero San Bartolomeo/Colletta-M.Monsumà-Campalbino-Cecima capoluogo, definito a Sud dal contatto tettonico citato). Compare inoltre più a Sud in lembi ristretti e discontinui al contorno della soprastante placca arenacea di M. Vallassa.

La formazione è caratterizzata da marne calcaree grigio-biancastre con livelli cineritici e tripolacei, da marne sabbiose e arenarie grigio-verdastre. Sul versante a Nord di Case Cucchi è stata aperta una cava per marna da cemento,ora dismessa. La coltre di alterazione, prevalentemente limoso-argillosa e di colore grigio-biancastro, ha spessore variabile e suolo agra rio poco sviluppato (destinazione d’uso : colture agricole e bosco)

Formazione delle Arena rie di M. Vallassa ( BIS )

Costituisce il rilievo principale ( altrimenti noto come “ Placca arenacea del Monte Vallassa” ) che separa le Valli Curone e Staffora e che per le sue caratteristiche litologiche e strutturali, per le condizioni di giacitura (sovrapposizione a formazioni poco permeabili o praticamente impermeabili) e per l’estensione, riveste una notevole importanza idrogeologica.

Occorre rilevare al riguardo che tale significato coinvolge anche il territorio occidentale adiacente, relativo al bacino idrografico del T. Curone dove l’affioramento roccioso si estende oltre il limite comunale.

La successione litostratigrafica comprende, dal basso all’alto: marne sabbiose grigie poco permeabili; intercalazioni marnoso-arenacee; arenarie grigio-brune più o meno cementate,talora passanti a brecciole e microconglomerati, generalmente stratificate,localmente a stratificazione incrociata o massicce.

La coltre di alterazione (limo sabbioso con detrito) ha sviluppo irregolare in relazione alla morfologia e alle condizioni di affioramento. Il suolo agrario ha una maggiore potenzialità nelle conche e sui ripiani (limi argilloso-sabbiosi giallo-rossastri) dove si realizzano discrete condizioni per le colture agricole. Sulla maggior parte dell’affioramento , che occupa il 23 % circa del territorio comunale, prevale la copertura a bosco.

Coperture quaternarie

Depositi alluvionali quaternari ( aa - ar - at )

Sono presenti soprattutto nel fondovalle del T. Staffora con forme terrazzate del tipo convergente e si differenziano in : alluvioni oloceniche attuali (alveo attivo - aa ) e recenti (fascia adiacente all' alveo attivo - ar ) ; alluvioni antiche riferibili al fluviale recente - at . I terrazzi impostati nel fluviale recente hanno sviluppo molto limitato e discontinuo : in sponda destra si evidenzia la fascia da Pontenizza a Cà Zanrè; in sinistra idrografica costituiscono il ripiano continuo da San Ponzo fino al confine settentrionale del territorio comunale. Lembi di alluvioni più antiche riferibili al Fluviale medio sono presenti sui ripiani di Cecima capoluogo, Campopiano e Cà d’ Anna.

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 6 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Nell' alveo attivo i depositi alluvionali (a) sono costituiti da ghiaie e ciottoli poligenici localmente frammisti a limo e sabbia ( massa allo stato sciolto e molto permeabile per porosità) . Le alluvioni recenti (ar) hanno analoga composizione ed una copertura limoso-argillosa di spessore da qualche decimetro al metro. Il Fluviale recente (aa) comprende depositi limoso- sabbiosi consolidati e livelli ghiaioso- ciottolosi intercalati, prevalenti alla base a contatto del substrato marnoso- argilloso. In superficie prevalgono limi e argille di colore bruno- rossastro, alterate ed in parte pedogenizzate.

In corrispondenza dello sbocco delle incisioni laterali nella valle principale, si evidenziano conoidi per lo più inattivi e sospesi sui terrazzi alluvionali antichi, tra i quali ha maggiore sviluppo quello di Cà Zanrè (in destra idrografica)

Il suolo di queste aree alluvionali è in generale evoluto e con buone caratteristiche agronomiche che favoriscono lo sviluppo di colture agricole anche intensive.

Coltri detritiche (de) - Depositi colluviali (col) e di conoide (co)

Al perimetro dei fronti arenacei del M. Vallassa compaiono depositi detritici a matrice limoso- sabbiosa e limosa comprendenti il detrito di falda propriamente detto e accumuli colluviali derivati dal rimaneggiamento del precedente. Le aree di maggiore estensione e potenza sono in corrispondenza della fascia settentrionale di Serra del Monte e in alcuni tratti di fondovalle delle incisioni relative al T. Semola.

Ugualmente importante per estensione e potenza è la copertura colluviale (col) sviluppata alla base dei versanti (fondovalle e ripiani intermedi) modellati nella formazione marnoso-calcarea (LUM). Essa è costituita da detriti marnosi a spigoli vivi e di dimensione centimetrica immersi in una matrice limoso-argillosa in percentuale prevalente. I depositi di conoide (co), maggiormente evidenti nell’ area di Cà Zanrè, sono assimilabili per composizione ai suddetti depositi colluviali.

Riporti ( r )

Questo tipo di depositi, di origine antropica, ha estensione molto limitata nel fondovalle ed è costituito da materiale eterogeneo proveniente da attività di cava ora sospesa (discarica di cava a Case Cucchi), dalle alluvioni del T. Staffora (rilevato ex ferrovia -Varzi, ex-SS n.461 e strada provinciale n.62 a ridosso del ponte) e da altri materiali di risulta di scavi e di abbattimenti di murature (piazzole di servizio a Serra del Monte e Busanca).

4. ASSETTO TETTONICO

L’assetto del territorio in esame, posto al margine meridionale del bacino oligo-mio-pliocenico pavese, è influenzato dalla linea tettonica Villalvernia - Varzi che separa il primo dal Bacino Terziario Piemontese.

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 7 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Gli elementi strutturali sono per la massima parte orientati secondo le direttrici NE-SW e NW- SE che controllano la morfologia dei fronti arenacei, il reticolo idrografico minore e l’ andamento del T. Staffora. Meritano di essere ricordati il contatto tettonico che delimita a Sud la Formazione delle Marne di M. Lumello (fascia centro-settentrionale dell’area studiata) e le numerose faglie che interessano il margine e le parti interne della placca arenacea di Monte Vallassa. Queste discontinuità tettoniche favoriscono la circolazione delle acque sotterranee con locale intensificazione dei processi di degradazione delle rocce. Alla scala locale le numerose pieghe e dislocazioni decimetriche-metriche presenti nell’ammasso roccioso determinano frequenti variazioni di giacitura della stratificazione sui versanti e controllano di fatto sia le condizioni idrogeologiche che l’assetto geostatico.

In grande scala si evidenziano le blande sinclinali anche fagliate a Sud di Serra del Monte, con asse a direzione Est - Ovest (placca arenacea di M. Vallassa) e a Nord-ovest di Cecima, con asse NE-SW e struttura asimmetrica (Formazione delle Marne di M. Lumello).

5. SISMICITA' DELL' AREA

Il territorio comunale di Cecima nel 2002 non era classificato sismico. L' analisi storica dei terremoti (catalogo ENEL 1000-1975, carta dei volumi focali CNR, catalogo Osservatorio geofisico di Pavia 1945-1975) evidenziava tuttavia il ripetersi di eventi sismici con epicentro nella Valle Staffora.

I terremoti di maggiore intensità relativi all' area in esame si sono verificati nel 1828 e nel 1945 : i primi hanno interessato la zona tra Godiasco e Varzi con epicentro intorno a ; quelli più recenti hanno colpito le località comprese tra Pontenizza-San Ponzo e Ponte Crenna - Varzi con epicentro a e con intensità pari al grado VII - VIII della scala Mercalli.

La posizione degli epicentri presenta una certa correlazione con le strutture tettoniche principali del territorio; inoltre le condizioni geomorfologiche e idrogeologiche dei versanti ( suscettibilità elevata al dissesto, diverso grado di saturazione delle coperture detritiche e delle coltri eluviali) possono accentuare gli effetti di un evento sismico. Le fasce di contatto tettonico al margine della placca arenacea di M. Vallassa e del rilievo marnoso-calcareo emergente più a Nord, sono pertanto più sensibili all'azione dinamica, in un contesto geomorfologico già critico.

Lo studio svolto dalla Regione Lombardia in collaborazione con il CNR - IRRS (1998 - Valutazione della stabilità dei versanti in condizioni statiche e dinamiche nella zona campione dell’ Oltrepò Pavese - Bacino del T. Staffora e Tidone ) evidenzia le seguenti situazioni generali e specifiche per il territorio comunale di Cecima :

Analisi statistiche : Prevalgono frane di scorrimento-traslazione e di scivolamento-colata per lo più allo stato quiescente e coinvolgenti terreni di copertura limoso-argillosi a bassa plasticità su formazione a dominante marnoso-argillosa.

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 8 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Analisi probabilistiche La franosità è influenzata principalmente dalla litologia e acclività (frane di colamento) e da litologia-acclività- distanza da linee tettoniche (frane di scivolamento-traslazione e miste scivolamento-colata)

Analisi deterministica ( in condizioni statiche e pseudostatiche per pendio indefinito) Il fattore di sicurezza alla stabilità (FS) si riduce con la saturazione del terreno ed aumentano le aree con FS < 1,00. Nelle aree già instabili il coefficiente di accelerazione orizzontale critica (Kc) è inferiore a 0,01 ; con la saturazione del terreno le aree con Kc< 0,01 aumentano considerevolmente.

Analisi in condizioni dinamiche ( rischio diretto) La combinazione delle azioni dinamiche, analizzate per la sola condizione non satura, può produrre : • destabilizzazione di alcune aree ricadente nella placca arenacea a Sud di Serra del Monte e nella fascia marnoso-calcarea settentrionale ; • spostamenti significativi nella fascia a ridosso di Serra del Monte e al contorno dei nuclei abitati di Cecima-capoluogo e di San Bartolomeo

Analisi in termini di influenza alle infrastrutture ( rischio indiretto ) Risultano danneggiabili alcuni tratti di strade provinciali e comunali posti su dorsali strette o in prossimità di scarpate.

Le suddette analisi hanno come input i seguenti parametri sismici riferiti a un tempo di ritorno Tr = 500 anni e relativi alla porzione di territorio posta a Sud del contatto tettonico San Bartolomeo - Cecima :

Picco di accelerazione sismica Pga = 1,21 - 1,40 m / s 2 Intensità di Arias Ia = 0,29 - 0,40 m / s

L’ O.P.C.M. n. 3274 del 20.03.2003 e s.m. e i. e la d.g.r. n. 7/14964 del 7.11.2003 classificano il territorio comunale di Cecima in Zona 3, con i seguenti parametri : • ag = 0,15 g • valori soglia di Fa (fattore di amplificazione sismica) per periodo compreso tra 0,5 e 1,5 s : 1,5 (sottosuolo di fondazione B); 1,9 (sottosuolo C); 2,3 (sottosuolo D); 2,0 (sottosuolo E)

Con la vigenza definitiva al 1.07.2009 del D.M. 14.01.2008 – Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, i riferimenti per la valutazione dell’azione sismica di base del sito di progetto (punti del reticolo di riferimento che più si approssimano ad esso) sono quelli forniti dall’ INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) in termini di accelerazione orizzontale massima del suolo e relative forme spettrali per diverse probabilità di superamento in 50 anni e/o diversi periodi di ritorno Tr tra 30 e 2475 anni.

L’ azione sismica di progetto viene ricavata da quella di base in funzione delle condizioni stratigrafiche e topografiche locali (pericolosità sismica locale), della tipologia e vita nominale della costruzione, come previsto dalle NTC (rifer. sito del Consiglio Superiore LL.PP.; programma di calcolo Geostru srl) Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 9 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Ai fini della pianificazione territoriale P.G.T. la definizione della pericolosità sismica locale è attuata con l’ analisi di 1° livello per tutto il territorio comunale e di 2° livello limitatamente alle aree interessate da edifici o opere infrastrutturali strategici e rilevanti così come definiti dalla Normativa nazionale e regionale di cui sopra (rifer. Allegato 5 delle Direttive dgr 7374/2008).

Ai fini della progettazione antisismica le azioni sismiche di progetto devono essere definite a partire dalla “pericolosità sismica di base”, riferita alle coordinate geografiche del sito di costruzione e non più alla “zona sismica” di appartenenza.

6. GEOMORFOLOGIA

Il territorio comunale interessa la media Valle Staffora chiusa intorno a quota 235 m s.m.(ponte del Biagasco) e culminante sul rilievo di M. Monsumà (501,3) in destra idrografica ; di M. Vallassa (748 ), San Bartolomeo-Colletta (465,00 - 527,00) in sinistra idrografica. I limiti amministrativi seguono in parte le linee spartiacque ed in parte le incisioni dei corsi d’acqua.

La distribuzione delle unità litologiche a comportamento differenziato e l’assetto strutturale delle stesse hanno determinato la conformazione asimmetrica - sia planimetrica che altimetrica - dei versanti, con un minor sviluppo di quello in destra idrografica. Da questo deriva la maggiore energia dei rilievi in sinistra (placca arenacea e rilievi calcareo- marnosi) e dei relativi corsi d’acqua.

Il reticolo idrografico ha un’impostazione prevalentemente strutturale con diversa densità di drenaggio, in rapporto alla distribuzione dei litotipi e al loro assetto. Nella placca arenacea meridionale le principali incisioni afferenti al T. Semola hanno uno sviluppo lineare poco ramificato, secondo le direzioni NE-SW e NW-SE, ed il profilo di fondo raggiunge quasi ovunque l’orizzonte marnoso-sabbioso di base - meno permeabile - mantenendo una posizione “sospesa” rispetto alla fascia di versante sottostante modellata nei terreni marnoso- argillosi. Nei rilievi marnoso-calcarei settentrionali il reticolo idrografico ha sviluppo lineare (Rio Cimarola , incisioni sul versante sud-ovest di M. Monsumà, Rio San Vito) o più ramificato secondo gli assi strutturali dominanti ( Rio di Cecima). Nella zona collinare intermedia le principali incisioni confluenti nel Rio di Cecima hanno sviluppo pressoché lineare con direzione prevalente N-S.

Tale configurazione influisce sulla diversa intensità e durata di insolazione dei versanti opposti e quindi sui processi di degradazione fisica che risultano più accentuati su quello destro meglio esposto al sole.

L’ampiezza del fondovalle principale (T. Staffora), definito dai depositi alluvionali attuali-recenti che ricoprono le formazioni del substrato, si restringe progressivamente verso valle passando dai 600-700 m di Pontenizza, a 400-450 m al ponte e a 200-150 m prima del ponte di Biagasco.

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 10 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

L’alveo inciso presenta una direzione media NW - SE , più lineare a monte del ponte di Cecima, più sinuoso per motivi strutturali nel tratto seguente a valle. La sua larghezza varia da 250-150 m a 30-50 m rispettivamente negli stessi tratti sopra differenziati In sinistra idrografica è presente una roggia che deriva l’acqua dall’ alveo del torrente poco a monte del confine comunale per scopi irrigui (un tempo alimentava anche il Molino dei Torti).

L’analisi morfometrica del bacino idrografico evidenzia per la parte di specifico interesse i seguenti elementi : • copertura a bosco diffusa nella placca arenacea e sulle pendici marnoso-calcaree più acclivi ( ...... % dell’intera superficie) • prevalente sviluppo longitudinale dei sottobacini • profilo longitudinale dei corsi d’acqua laterali molto acclive ed irregolare, con fenomeni di erosione e di trasporto solido • energia di rilievo elevata

7. CLIMATOLOGIA

Le condizioni climatiche del territorio vengono definite sulla base dei dati pluviometrici e di temperatura rilevati nel cinquantennio 1921 - 1970 alle stazioni di Varzi ( 409 m s.l.m ) e Pizzocorno ( 478 ) - (Rossetti e Ottone, 1979). Un ulteriore riferimento è costituito dalla stazione di Voghera e da quella di Rivanazzano attivata nell’ ultimo decennio.

Pluviometria

Gli istogrammi delle precipitazioni medie mensili della stazione di Varzi evidenziano la presenza di due massimi e di due minimi ben marcati che caratterizzano la distribuzione delle precipitazioni nell’anno medio 1. Dei massimi il principale cade a novembre, il secondario a maggio. I minimi sono posizionati nei mesi di gennaio e luglio. La quantità di pioggia che cade mediamente nel mese più piovoso dell’anno è circa 2,5 - 2,7 volte quella del mese più asciutto. La d istribuzione delle precipitazioni indica un regime pluviometrico di tipo appenninico. Le precipitazioni medie annue crescono progressivamente in funzione dell’altitudine, con riferimento ai 752 mm di Varzi.. Nello stesso periodo di riferimento le precipitazioni critiche giornaliere sono comprese tra 100 e 120 mm

Temperatura

La distribuzione delle condizioni termiche medie può essere suddivisa, dal punto di vista altimetrico, in due fasce : la prima comprende le aree fino a 600 m di quota, la seconda fascia parte da 600 m ed arriva fino a 800 m; nel primo caso le temperature medie annue hanno un valore medio di 11,5°C.

1 E’ stato assunto come periodo di riferimento il cinquantennio che si estende dal 1921 al 1970, la cui durata implica una maggiore probabilità che gli eventi critici più significativi abbiano potuto verificarsi. Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 11 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Nella seconda fascia altimetrica si hanno condizioni meno regolari, fortemente influenzate dall’esposizione delle varie località : le medie annue sono intorno ai 10°C . Tali condizioni interessano comunque un’ estensione molto limitata dell’ intero territorio comunale ( M. Vallassa)

Nell’ ultimo decennio l’ analisi dei dati evidenzia una variazione della distribuzione delle precipitazioni e una maggiore estensione temporale dei periodi a deficit idrico marcato.

8. IDROGEOLOGIA

La zona esaminata presenta una successione in cui si alternano unità litologiche permeabili e impermeabili, caratteristica questa che favorisce la formazione di falde acquifere. L’alimentazione di queste falde avviene esclusivamente ad opera delle precipitazioni per cui, oltre ai dati pluviometrici influiscono le temperature e quindi le perdite per evapotraspirazione.

Le unità litologiche in grado di assorbire importanti quantitativi di acqua piovana e di restituirla poi in parte in superficie attraverso le sorgenti, sono essenzialmente :

• Facies clastiche grossolane delle “Arenarie di Ranzano” permeabili per porosità ( marginali al territorio comunale) ; • Placca arenacea di M. Vallassa : permeabilità per porosità e per fessurazione (fitto reticolo di fratture che suddivide l’ammasso roccioso stratificato). Si hanno falde acquifere con potenzialità medio-alta, in relazione allo sviluppo verticale (da 150 a 200 m circa) e areale del complesso medio-superiore, più permeabile e all’entità delle precipitazioni sul rilievo ( 800 - 850 mm / anno )

Le suddette condizioni sono confermate dalla distribuzione e dall’entità delle sorgenti che alimentano principalmente gli acquedotti comunali ed in minor misura quelli privati (rifer. Tav. 1 - Carta geologica generale 1 : 10.000 ) La maggior parte di esse drena le falde acquifere impostate nella placca descritta ed è ubicata nella fascia superiore del bacino idrografico del T. Semola ( N. 7 sorgenti in località Predamoglia e Fontanazza, tra le quote 570 e 500, captate dall’acquedotto comunale). Al bordo occidentale della stessa placca, tra Serra del Monte e Mola - all’ esterno del territorio comunale (quota 500 - 550) - sono presenti altre tre sorgenti minori, di cui quella più a Sud è captata dall’ acquedotto comunale che serve la frazione di San Bartolomeo.

Di minore entità sono le manifestazioni acquifere presenti nella facies prevalentemente arenacea delle “ Arenarie di Ranzano” e nella formazione delle “Marne di M. Lumello”. In quest’ ultima l’ assetto strutturale (sinclinali asimmetriche e monoclinali fagliate - fratturate) e la presenza di intercalazioni sabbioso-arenacee favorisce localmente la circolazione idrica in profondità e la formazione di falde acquifere significative, come verificato sul versante di Busanca - C.na Allegrina e in minor misura alla base del versante di M. Monsumà.

L’emergenza delle falde acquifere avviene sia da fratture, sia in corrispondenza di barriere impermeabili per contatto tettonico o stratigrafico tra formazioni o facies di formazione a diversa permeabilità. Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 12 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Le sorgenti della placca arenacea di M. Vallassa presentano un discreta protezione naturale, in rapporto alla loro posizione in quota e in aree prevalentemente a bosco ,comunque non sottese a zone con insediamenti agricoli ed industriali particolarmente inquinanti. Gli acquiferi risultano tuttavia piuttosto vulnerabili, per la mancanza di una protezione impermeabile adeguata sul rilievo e in relazione alle condizioni litologico-strutturali del complesso arenaceo superiore più esposto, che favoriscono la diffusione in tempi brevi di eventuali inquinanti (velocità di filtrazione effettiva elevata ) e rendono difficile se non impossibile il controllo della circolazione sotterranea dei medesimi. Analoghe considerazioni possono essere fatte per i corpi idrici presenti nella formazione marnoso-calcarea (LUM), con la differenza che le corrispondenti aree sono prevalentemente interessate dalle attività agricole (seminativi e frutteti).

Nel fondovalle del T. Staffora i depositi alluvionali raccolgono parte dei deflussi superficiali del corso d' acqua principale ed inoltre quelli delle incisioni laterali , nonché l’infiltrazione delle piogge efficaci. Essi sono quindi sede di una falda acquifera subalvea sostenuta dal substrato prevalentemente marnoso-argilloso e praticamente impermeabile . La potenzialità di questa non è comunque elevata, in rapporto al ridotto spessore dello strato ghiaioso-ciottoloso permeabile (da pochi metri alla decina di metri) e al regime idraulico dei corsi d’acqua ,caratterizzato da portate molto variabili e soprattutto basse nel periodo estivo ( Q min = 1 - 2 m 3 / s )

Questo acquifero presenta inoltre una ridotta protezione principalmente per i seguenti motivi : • alimentazione prevalente da parte del corso d’acqua ; • limitato spessore e geometria discontinua della copertura limoso-argillosa, in relazione anche allo stato d’ uso del suolo (seminativo e frutteto in prevalenza) • soggiacenza ridotta o nulla in funzione dell’andamento delle precipitazioni e della portata del corso d’acqua. In essa sono perforati i pozzi comunali di Molino dei Torti e di Scossonasso.

I pozzi privati sono utilizzati in modo discontinuo e per uso irriguo. Gli acquedotti pubblici gestiti dal Comune, sono alimentati in parte dalle portate delle sorgenti ubicate nella placca arenacea ( M. Vallassa 0,5 - 1,0 l/s) ed in parte da N. 3 pozzi trivellati nel fondovalle in prossimità della sponda sinistra del T. Staffora (rifer. Tav. 3 e 4.1)

Per tutti gli acquiferi esaminati, principale risorsa idrica nel territorio comunale, le zone di protezione assoluta (raggio di 10 m intorno all’ opera di captazione) e di rispetto ( raggio 200 m dall’ opera di captazione) sono definite con il criterio geometrico fissato dal D.Lgs. n. 258 del 18.08.2001, anche se ciò appare in più casi inadeguato. In particolare per la placca arenacea, pur considerando la capacità autodepurante del complesso arenaceo-sabbioso non saturo, si impone il controllo generale su tutta l’area di affioramento (quindi anche all’esterno del territorio comunale in esame) delle attività agricole-agrituristiche e urbanistiche per evitare il rilascio di sostanze inquinanti dal punto di vista batteriologico e chimico.

Al margine occidentale della placca arenacea ricadente nel territorio comunale, si evidenzia l’ interferenza dell’area di rispetto relativa a due sorgenti ubicate sul versante sottostante, in territorio della provincia di Alessandria .

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 13 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Per i pozzi comunali trivellati in prossimità del T. Staffora (margine Nord-est del territorio comunale) la fascia di protezione, definita come sopra o con il criterio del tempo di sicurezza, in funzione della direzione di flusso della falda subalvea e delle caratteristiche dell' acquifero, coinvolge arealmente anche l’ alveo del corso d’acqua adiacente dal cui regime idraulico risulta di fatto influenzata (rif. piene alluvionali di una certa entità e ad elevata torbidità)

9. CARATTERIST ICHE DEI DISSESTI IDROGEOLOGICI

Gli elaborati geologici allegati rappresentano lo stato di dissesto aggiornato dal punto di vista della perimetrazione, della tipologia e del grado di evoluzione. Il confronto di tale situazione con la cartografia ufficiale evidenzia quanto segue :

Cartografia P.A.I. 1 : 25.000 : sono perimetrate solo alcune frane classificate attive ( settore Ovest ricadente nella Valle Curone ; fascia a Nord di C.na Allegrina) e individuate - ma non perimetrate - altre frane attive corrispondenti in generale ad alcune di quelle cartografate con l’ indagine attuale. Nel complesso risulta un quadro di dissesto nettamente inferiore a quello reale.

Carta inventario Regione Lombardia 1 : 25.000 : le frane individuate si differenziano in parte per perimetrazione, suddivisione e stato di attività rispetto al quadro di dissesto più recente che evidenzia un maggior numero di frane e per contro uno stato di prevalente quiescenza, giustificato dai numerosi interventi di consolidamento effettuati nell’ ultimo ventennio. Discordanze di lettura geomorfologica del dissesto si rilevano nell’ ambito della formazione marnoso-calcarea (bacini Rio Cimarola e Cecima - in parte) dove l’indagine attuale riconosce un minor numero di corpi di frana o una diversa classificazione.

9.1. Versanti

La cartografia tematica ( Tavv. 2 e 4.1-4.2-4.3) evidenzia come già detto il notevole sviluppo del dissesto idrogeologico soprattutto nelle unità litologiche a prevalente componente argillosa (principalmente formazioni dei Calcari di Zebedassi e delle Marne di Antognola ; in subordine Marne di M. Lumello). In particolare nella fasce di versante seguenti a Nord del rilievo arenaceo resistente di M. Vallassa (sottobacini idrografici dei Rii Cecima, Serra e Arbarolo) e nel bacino del Rio San Vito, si rilevano numerosi movimenti franosi anche estesi e profondi, impostati sul substrato o talora più superficiali e coinvolgenti prevalentemente la coltre di alterazione e/o colluviale (spessori da 1,0 a 6 m circa) In relazione alla dinamica di movimento, alla morfologia del corpo di frana e al grado di evoluzione, si distinguono :

• frane di scivolamento rotazionale - traslazionale caratterizzate da marcate nicchie di distacco e da accumuli a morfologia irregolare , con profondità fino a 5 - 6 m • frane superficiali (smottamenti nella coltre di alterazione) con profondità ridotta a 1 - 2,0 m • aree franose alla testata dei bacini idrografici laterali, con erosione diffusa, smottamenti e frane più estese confluenti nel tratto inferiore in vere e proprie colate a diverso grado di attività (C.na Carloccina - margine Sud-Est del territorio comunale)

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 14 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

• fenomeni di disgregazione-crollo da pareti rocciose fratturate della placca arenacea (versante Nord sopra l’ abitato di Serra del Monte ; pareti strutturali allo sbocco delle incisioni o lungo le stesse (bacino T. Semola) • forme calanchive di erosione in lenta evoluzione sui pendii acclivi modellati nelle Marne di Antognola (fascia a Ovest di C.na Entrovalle, sotto la strada provinciale n. 62) e nelle Marne di M. Lumello (porzioni di versante a Sud-ovest di San Bartolomeo ; pareti delle incisioni profonde relative ai Rii Cimarola e Cecima ; alcuni settori del versante di M. Monsumà)

Alcuni movimenti di scivolamento si estendono anche all’ esterno del territorio comunale : essi riguardano la fascia di versante ricadente nel bacino idrografico del T. Curone (Provincia di Alessandria) tra Serra del Monte e San Bartolomeo e quella a Est di C.na Carloccina relativa al Comune di Pontenizza (Provincia di Pavia).

I movimenti di scivolamento si presentano allo stato attuale in condizioni di prevalente quiescenza, ma in alcuni casi la loro ulteriore evoluzione non può essere esclusa a priori in relazione all’aumento dell’abbandono del territorio (minore controllo) e alla scarsa manutenzione a livello puntuale, anche se nell’ultimo ventennio sono stati eseguiti numerosi interventi di consolidamento mediante sistemi drenanti profondi .

Le frane tuttora in evoluzione interessano le aree acclivi e con insufficiente drenaggio appartenenti al versante in destra idrografica del T. Curone (C.na Guadagnina) e più localmente scarpate a margine della strada provinciale n. 62 (quota 440 e 360). La loro attività è stata esaltata dalle intense precipitazioni occorse nell’autunno 2000 e nella primavera 2002.

All’esame fotogeologico e topografico si evidenziano anche frane di grande dimensione e profondità avvenute in epoca geologica e prevalentemente stabilizzate (paleofrane). Fra queste si segnalano i seguenti accumuli :

• Versanti a Nord-est di Busanca e di San Bartolomeo ; Versanti dei Rii Serra e Arbarolo

Ugualmente importanti per i riflessi negativi sulla sicurezza delle abitazioni sottostanti, sono i fenomeni di disgregazione - crollo associati al ruscellamento concentrato che si manifestano con la discesa di blocchi e detrito sul versante di Serra del Monte modellato nella formazione arenacea del M. Vallassa. L' arretramento del ciglio di stacco di movimenti franosi e la sua influenza sulla stabilità di insediamenti ed infrastrutture soprastanti è particolarmente evidente sul lato Ovest di Serra del Monte, nella conca a Est di Cecima - capoluogo e sulla dorsale in cui è impostata la strada provinciale n. 62 che porta a Serra del Monte.

In definitiva i processi di degradazione dei versanti risultano così differenziati :

• I pendii modellati nelle formazioni a matrice argillosa (Marne di M. Piano, , Calcare di Zebedassi), hanno conformazione ondulata e talora irregolare, con acclività variabile dal 20 al 30 %. La degradazione è più marcata nelle fasce caratterizzate da maggiore acclività, da condizioni strutturali e geomeccaniche sfavorevoli e da un maggior spessore della coltre argilloso-detritica eluvio-colluviale.

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 15 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Essi sono frequentemente coinvolti da scivolamenti multipli estesi fino al piede del versante (sottobacini già citati). Le restanti zone sono in larga parte interessate da coltivazioni agricole e subordinatamente da copertura vegetale di invasione. • Le aree di affioramento della formazione arenacea (VAL) presentano acclività anche molto elevata con fenomeni di disgregazione - crollo prevalenti al bordo del rilievo e sui fronti più ripidi delle incisioni. La restante superficie è ricoperta da bosco con subordinate aree a seminativo. • Le aree modellate nelle formazioni arenaceo-marnose ( RAN - ANT) hanno morfologia molto irregolare in relazione alle variazioni litologiche e strutturali. I fenomeni di degradazione sono maggiormente concentrati nei settori a dominante marnosa e lungo i contatti tettonici.

9.2. Fondovalle T. Staffora

Il fondovalle alluvionale di maggiore evidenza e continuità è quello relativo al T. Staffora ,con una larghezza da 100 a 400 m circa, riferita al limite delle alluvioni recenti-attuali . Esso comprende la fascia di deflusso di piena costituita dall' alveo attivo o inciso ( a ) del corso d' acqua con forme fluviali in continua evoluzione e la fascia di esondazione per Q ≥200 anni corrispondente in tutto o in parte ai ripiani alluvionali recenti laterali ( a2 ). La morfologia di tale zona, essenzialmente pianeggiante e poco terrazzata, è influenzata dalla dinamica fluviale, cioè dai fenomeni di erosione di sponda e di fondo e da quelli di esondazione / al luvionamento che modificano la geometria dell’alveo, delle sponde e delle superfici laterali. L’alveo attivo delimitato dalle sponde del ripiano alluvionale recente ha - come già detto - un'ampiezza complessiva variabile da 30 a 200 m ; esso risulta nel tratto a monte del ponte prevalentemente suddiviso in canali del tipo "braided" e "wandering" che ne aumentano l' indice di sinuosità ma che sono continuamente modificati dalle piene. Nel tratto a valle prevale il canale monocursale stretto e incassato nella formazione marnoso-calcarea di base.

Il profilo di fondo è fissato in più punti dallo stesso substrato marnoso-calcareo le cui testate di strato, oblique al corso d’ acqua, determinano soglie naturali, salti e rapide soprattutto a valle del ponte per Cecima. In questa zona le alluvioni in alveo hanno pertanto spessore molto esiguo ed irregolare per il subaffioramento del basamento. Al ponte di Biagasco il canale di scorrimento corrispondente alla luce complessiva del manufatto intaglia la barra arenaceo-conglomeratica subverticale che emerge trasversalmente alla valle in prosecuzione dell’ affioramento posto a Est dell’abitato di Costiola ( Comune di Godiasco).

Le fasce di possibile esondazione delle portate di massima piena con ricorrenza 200 e 500 anni, definite dallo studio idraulico 1997-1998 del Prof. Ing. L. Natale (Regione Lombardia - Progetto strategico T. Staffora) e trasferite graficamente alla scala 1 :2000 con ragguaglio delle quote assolute dei livelli idrici a punti fissi quotati (ponte Cecima), hanno ampiezza molto variabile, in relazione alla sinuosità del tracciato attuale del corso d' acqua e alla morfologia sopra descritta. Il corrispondente limite si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno superano i livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento (piede del versante o scarpata di terrazzo, argine artificiale/difesa di sponda) – Tavv. 1r-2r/2012

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 16 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Le suddette fasce non interessano tuttavia insediamenti, ne infrastrutture, ad eccezione dei ponti stradali di Cecima e di Biagasco che presentano una sezione sufficiente per i deflussi di massima piena stimati dal citato studio idraulico. A monte del ponte di Cecima, in sinistra idrografica, il nucleo di Molino dei Torti risulta infatti esterno a tali limiti di esondazione.

9.3 Conoidi - Incisioni minori

Sul terrazzo alluvionale antico di Cà Zanrè si evidenzia un conoide torrentizio attualmente inattivo, formato dagli apporti detritici dell’ incisione che dal rilievo di M. Monsumà scende a ridosso dell’ insediamento (bacino idrografico sotteso di superficie intorno a 8,50 ha ). A partire dal piede del versante, l’ asta terminale dell’ incisione è incanalata ed in parte tombinata in corrispondenza dell’ attraversamento di alcune aree edificate (tubi di diametro 0,80 m). Le sezioni idrauliche di deflusso libere sono molto irregolari per la scarsa manutenzione. Il possibile apporto solido (detriti marnoso-calcarei in matrice limosa), favorito dall’ acclività del pendio e dall’erodibilità della coltre detritica di alterazione, può determinare un’ ulteriore riduzione delle sezioni in condotto e quindi la parziale esondazione delle portate di massima piena nella parte apicale del conoide (su entrambi i lati). L’ attraversamento della statale n.461 e dell’ ex-ferrovia Voghera - Varzi presentano invece sezioni libere ampie (rettangolare il primo 2,0 x 3,0 m ca. ; semicircolare il secondo, diametro 1,90 m )

Il conoide del Rio Cimarola ( bacino imbrifero 112 ha circa) , pure segnalato nelle carte inventario della Regione Lombardia, non appare di grande portata ed inoltre riattivabile, in considerazione della distanza che lo separa dal punto di sbocco dell’ incisione dal rilievo collinare (tratto di 300 m a monte della strada comunale per con profilo di fondo a debole pendenza, ≅ 5 %).

Le incisioni che scendono dal versante Nord del rilievo arenaceo di M. Vallassa con elevata energia di rilievo , attraversano in almeno tre punti l’ abitato di Serra del Monte, sia in canale a cielo aperto che in condotto sotterraneo. Tale situazione ha determinato in passato frequenti problemi di esondazione per ostruzione dei condotti ad opera del trasporto solido (detriti arenacei in matrice limoso-sabbiosa, elementi vegetali). Recentemente (Regione Lombardia - OM. N. 2544 /1997) in tali incisioni sono stati eseguiti interventi di ripristino e di adeguamento delle sezioni idrauliche che garantiscono in condizioni di sicurezza il deflusso delle acque di ruscellamento intercettate dal versante sotteso all’ abitato.

Contestualmente sono stati messi in opera dispositivi di contenimento e di protezione dei fronti rocciosi suscettibili di fenomeni di disgregazione e crollo di massi a ridosso delle costruzioni e della strada comunale del Fornetto che sale a C.na Monte.

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 17 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

La dinamica idraulica degli altri corsi d’acqua minori già citati (Rii di Cecima, Serra, Arbarolo e Cimarola) non interferisce direttamente con insediamenti , ma l’ azione erosiva di sponda e di fondo ha determinato in passato fenomeni di scalzamento del pendio e l’ innesco o la riattivazione dei movimenti franosi sopra descritti.

I recenti e diffusi interventi di sistemazione idraulica realizzati dal Comune di Cecima nei Rii Cecima, Serra e Arbarolo (2000-2001) hanno ripristinato i manufatti di attraversamento e di difesa esistenti ed inoltre inserito ulteriori opere di protezione ( briglie e difese di sponda) per il controllo dei fenomeni di erosione, a favore anche della stabilizzazione dei versanti sottesi.

9.4 Abitati e infrastrutture

I fenomeni franosi di vario tipo interferiscono direttamente o indirettamente sull’assetto statico di diversi insediamenti e delle strade di collegamento. La posizione dei nuclei abitati su ripiani e dorsali contornati da pendii acclivi e instabili fa si che i fabbricati più prossimi al ciglio subiscano l’effetto negativo dei fenomeni di rilascio e di deformazione lenta del pendio, specie nel caso di fondazioni insufficienti e di vecchie costruzioni poco connesse dal punto di vista strutturale (abitati di Cecima capoluogo, Cà d’ Anna, Serra del Monte - C.na Carloccina, San Bartolomeo e Colletta) In altri casi il dissesto idrogeologico coinvolge direttamente gli abitati che sottostanno a movimenti franosi ampi e profondi (Busanca)

Le scadenti caratteristiche geotecniche dei terreni di fondazione, influenzate anche dalle variazioni stagionali di umidità (fenomeni di ritiro e di rigonfiamento) sono l’ulteriore causa di dissesto di diversi fabbricati posti sui versanti e in fondovalle.

Nella località di Serra del Monte l’insufficiente difesa di fronti rocciosi molto ripidi determina situazioni di pericolo per le costruzioni sottostanti, specie in occasione di precipitazioni intense (crollo di blocchi, discesa di detrito).

Per quanto riguarda la viabilità il dissesto ha coinvolto principalmente e in più tratti tutte le strade comunali sviluppate sulle dorsali, a mezza costa o in fondovalle. Tali strutture, impostate prevalentemente sulle coltri argilloso-detritiche di alterazione, presentano dissesti connessi all’interferenza diretta delle frane e all’alterazione dello strato di sottofondo.

Anche i servizi a rete (acquedotti, gas) hanno subito danni con rotture locali e/ deformazioni che incidono sul regolare esercizio delle medesime.

Gli interventi di consolidamento eseguiti in questo ultimo decennio (opere di drenaggio e di sostegno, opere di difesa idraulica) hanno migliorato le condizioni geostatiche dei versanti riducendo il pericolo di dissesto per le infrastrutture e gli insediamenti adiacenti.

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 18 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

10. CONDIZIONI GEOLOGICHE DI DETTAGLIO

L’indagine alla scala 1:2000 ha ricostruito per quanto possibile le condizioni litologiche, strutturali, geomorfologiche e idrogeologiche delle aree abitate e dell’immediato intorno . In particolare sono stati valutati i fattori di maggiore influenza sull’assetto geostatico del pendio e sul pericolo idrauli co connesso al corso d' acqua principale e ai suoi tributari, e cioè :

• composizione e spessore delle coltri eluvio-colluviali , detritiche ed alluvionali ; • caratteristiche litologiche e giacitura del substrato ; • acclività del pendio • grado di evoluzione dei movimenti franosi in atto e riconoscibili • condizioni idrauliche del fondovalle • dissesti negli edifici e nelle infrastrutture

Le suddette condizioni di dettaglio vengono esaminate per zone omogenee con riferimento alla carta 1 : 10.000 / 2012.

Abitato di Serra del Monte, al margine Nord della placca arenacea di M. Vallassa

Questo abitato, costituito da fabbricati per lo più di epoca storica, è addossato alle pendici Nord del rilievo arenaceo culminante nel M. Vallassa, tra le quote 490 e 540, su ripiani e pendii, modellati sia nella coltre detritica che nelle formazioni di base (Calcari di Zebedassi, Marne di Antognola , Marne di M. Lumello)

Il pendio soprastante l' abitato, con culminazione intorno alle quote 570 - 580 ed inclinazione variabile da 30° a 40° rospetto all’ orizzontale , è costituito dall’ammasso roccioso arenaceo stratificato o massiccio, in genere molto fratturato secondo due sistemi principali a direzione NE-SW e NW-SE che controllano la morfologia dei fronti subverticali principali. La stratificazione presenta una giacitura prevalente verso W -WSW con inclinazione di 20° - 30°, quindi condizioni anche di parziale franapoggio.

L' intersezione delle suddette discontinuità definisce blocchi rocciosi di varia forma e volume, favorendo i fenomeni di decompressione parietale e di disgregazione - crollo di massi anche di dimensione importante (volumi da 5 a 50 dm 3) . In relazione alla struttura descritta, i suddetti fenomeni interessano principalmente le pareti laterali delle incisioni che solcano il pendio e in minor misura direttamente il pendio affacciato sull’ abitato.

Gli eventi passati indicano due zone principali di pericolo, una a Ovest - con un fronte di 50 m circa - in corrispondenza del tratto iniziale della strada comunale del Fornetto, l' altra più a Est, tra le due incisioni che intagliano il versante.

A protezione dell' abitato sono state realizzate di recente (1998-1999) barriere paramassi in struttura metallica nella prima zona, in legno nella seconda, la cui messa in opera è stata preceduta da operazioni di riprofilatura e/o di disgaggio del fronte roccioso alterato. Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 19 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Dal punto di vista idrogeologico la fratturazione e la porosità dell'ammasso arenaceo superiore favoriscono la circolazione idrica verticale (orizzonte non saturo) e quindi lungo strato (marne sabbiose grigio-azzurre alla base) con “versamento” sul pendio sottostante in corrispondenza delle coltri detritiche di maggiore consistenza e delle coperture eluvio-colluviali a matrice limoso-argillosa potenzialmente instabili..

I fabbricati di varia età di costruzione sono impostati in parte nei terreni limoso-argillosi-detritici di copertura ed in parte direttamente nel substrato arenaceo o in quello marnoso-argilloso. L' assetto statico delle relative strutture è influenzato dal comportamento geotecnico di tali terreni, connesso da un lato alle variazioni stagionali di umidità (per gli strati a componente argillosa), dall' altro all' evoluzione dei movimenti franosi sottostanti (fenomeni deformativi di pendio ed arretramento del ciglio di stacco). Il versante sottostante, modellato nelle Marne di Antognola (ANT) e nei Calcari di Zebedassi (ZEB), presenta due conche morfologiche sviluppate rispettivamente alla testata dei bacini idrografici del Rio Arbarolo (a Est) e Serra (a Ovest). Tali conche sono separate da una dorsale a direzione all’ incirca Nord-sud sulla quale si snoda la strada prov. n. 62. La prima conca si chiude contro il ripiano morfologico di quota 510-520, compreso tra l’abitato principale e C.na Carloccina. Le inclinazioni topografiche del versante così conformato variano da 8° a 14°.

Le formazioni marnoso-argillose e marnoso-calcaree che costituiscono la struttura di questa fascia, sono in genere mascherate da una copertura eluvio-colluviale di colore grigio-bruno, a matrice limoso-argillosa e di spessore variabile da 1,0 a 6,0 m, con i valori maggiori in corrispondenza delle citate conche morfologiche. Nella fascia a ridosso del rilievo arenaceo e sul ripiano di quota 510-520 è presente una coltre limoso-detritica di colore giallo-rossastro con spessore fino a 3-4 m.

A valle dell’ abitato di Serra e della strada comunale per C.na Carloccina, il versante è stato interessato da numerose frane di scivolamento-traslazione che ora si trovano per lo più allo stato quiescente, in relazione agli interventi di consolidamento già attuati (drenaggi 1986 - 1998) In condizioni di prevalente attività si trovano invece i movimenti di scivolamento sviluppati sul fianco occidentale dell’ abitato di Serra del Monte (versante destro della Valle Curone) e su quello orientale di C.na Carloccina.

I suddetti movimenti interessano prevalentemente la coltre eluvio-colluviale e in minor misura la parte di substrato a contatto, maggiormente alterato e con struttura geologica sfavorevole.

Abitato di Cecima capoluogo

Il nucleo storico, sede del palazzo municipale, sorge sul ristretto altopiano modellato nella formazione delle Marne di M. Lumello (LUM) e ricoperto in parte da una coltre di depositi alluvionali riferibili al Fluviale antico ( culminazione tra le quote 330 e 345)

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 20 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

La morfologia acclive dei fianchi del rilievo ed il suo passaggio verso Nord-Ovest a forme più piatte, derivano dalla particolare struttura a sinclinale asimmetrica con fianco Est più ripido (effetto della faglia a direzione NE-SW che delimita a Sud lo stesso altopiano). L’ inclinazione degli strati varia infatti da 45° W sul lato Est (zona Chiesa parrocchiale) a 10°- 15° W verso Ovest (ripiano affacciato sulla valle del Rio di Cecima - campo sportivo).

La fratturazione e l’ alterazione dell’ ammasso marnoso-calcareo nella fascia corticale, come rilevato in diversi scavi per opere di fondazione (fabbricati e muri di sostegno) e nella stessa incisione del Rio di Cecima, possono influire nel lungo termine sull’ assetto statico dei fabbricati ivi ubicati. Situazioni di dissesto riferibili a fenomeni deformativi della coltre eluvio-colluviale e dello stesso substrato, si evidenziano sul lato Est (condizione di giacitura a reggipoggio) nella struttura della Chiesa e nel complesso annesso al Municipio, mentre al margine Ovest gli stessi fenomeni interessano alcuni fabbricati rurali e/o di abitazione più prossimi al ciglio della scarpata perimetrale. Per la struttura della Chiesa sono previsti nuovi interventi di consolidamento, in aggiunta a quelli già eseguiti nell’ ultimo decennio (sottofondazione con micropali trivellati e tirantature).

Sui versanti che contornano l’ altopiano si riconosco le evidenze morfologiche di fenomeni di scivolamento che hanno interessato lo strato di copertura (spessore 2-4 m) coinvolgendo la SP n.62 (fronte Nord), le conche morfologiche a Est e a Sud dell’ abitato, nonché il fianco Ovest dove corre la vecchia strada vicinale di Circonvallazione. I suddetti movimenti franosi sono allo stato attuale quiescenti o stabilizzati, sia per processi naturali, sia per interventi specifici di consolidamento ( strutture di sostegno a fondazione diretta o su pali ; trincee drenanti).

Dorsale di Ca d’ Anna

L’ambito geologico è costituito da un tratto della dorsale Cecima - Serra del Monte ,delimitata a Est dal versante idrografico sinistro del T. Staffora e a Ovest da quello afferente al Rio Scarate. Tale struttura è modellata principalmente nella formazione delle Marne di Antognola (ANT) con una propaggine a Sud-Est in cui compare fra le quote 380 e 390 un lembo di alluvioni antiche ghiaioso-ciottolose - argillose sovrapposte alle marne calcaree (ZEB ?) L’inclinazione topografica è di 4 - 6° verso Nord sull’asse della dorsale, mentre sui versanti Est e Ovest ha valori compresi fra 10 e 14°, con prevalenza sul primo di quelli più elevati.

Il substrato marnoso-argilloso-arenaceo è generalmente ricoperto da una coltre argillosa di origine eluvio-colluviale il cui spessore varia da 1,0 a 4,0 m ed è maggiore nelle conche morfologiche sovente interessate da movimenti franosi. Tale situazione rende difficile la ricostruzione stratimetrica della formazione per la quale sono state riconosciute solo localmente (scavi per trincee drenanti) le seguenti giaciture con componente a franapoggio : 65° SE sul fianco Est ; 15 - 20° SE sulla dorsale (scarpa ta della strada provinciale,intorno a quota 390)

Il substrato è praticamente impermeabile o poco permeabile , ad eccezione della fascia superiore,più fratturata e decompressa e degli interstrati arenaceo-sabbiosi dove è possibile una modesta circolazione idrica stagionale.

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 21 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

La copertura argilloso-detritica può ugualmente presentare livelli relativamente più permeabili per porosità e struttura poliedrica minuta, ma la circolazione idrica in essi riscontrabile ha solo un significato geotecnico per l’influenza sulla stabilità del pendio (gradienti idraulici critici in occasione di precipitazioni intense) e si manifesta con emergenze acquifere stagionali.

Entrambi i fianchi della dorsale sono stati interessati da movimenti franosi multipli che hanno coinvolto la coltre argillosa di alterazione e localmente il substrato alterato, con superficie di scivolamento generalmente coincidente con il tetto del substrato, quindi a profondità variabile da 2 a 4 m circa. La maggior parte di questi ha sviluppo allungato sul pendio, in relazione alla morfologia delle aree meno resistenti (conche morfologiche) e raggiunge il culmine della dorsale o vi si approssima.

Nell’ ultimo decennio sono stati eseguiti interventi di consolidamento con drenaggi a gravità (progetti CMOP e Amministrazione Provinciale) e la maggior parte di queste aree si presenta allo stato attuale relativamente stabile. Il mantenimento di adeguate condizioni di equilibrio dipende molto dall’efficenza nel tempo del sistema di drenaggio superficiale che presiede al controllo delle acque di ruscellamento sui pendii.

Con le piogge dell’ autunno 2000 si è prodotta la rottura della scarpata di valle del tornante di quota 360 della strada provinciale n. 62 (testata di un fronte di frana quiescente).

Dal punto di vista geotecnico la prevalenza della facies argillosa accentua i fenomeni di ritiro- rigonfiamento conseguenti alla variazione stagionale del contenuto d’acqua nello strato superficiale. La resistenza al taglio della massa argillosa è controllata dalla caratteristiche di plasticità (medio-alte ) e dalla struttura (reticolo di discontinuità a sviluppo irregolare). La portanza degli strati argillosi è strettamente connessa al fattore stabilità,in relazione alla geometria del pendio e delle sup erfici di separazione fra copertura e formazione di base.

Abitati sul terrazzo alluvionale recente ( Cà Zanrè - Case Cucchi - Case Lucchelli) -

La fascia alluvionale su cui insistono questi nuclei abitati, la strada statale n.461 e la sede dell’ ex-ferrovia Voghera-Varzi, è riferibile al Fluviale recente (aa) ; essa si sviluppa tra le quote 250 e 270, quindi 10 m circa sul fondovalle (piano delle alluvioni recenti ar) ed è delimitata verso il torrente da scarpate poligeniche ripide.

La copertura alluvionale ha spessore di 4-5 m e a ridosso del versante è commista ai depositi colluviali a matrice limoso-argillosa. Nella situazione stratigrafica ricorrente si rileva un orizzonte superiore costituito da strati limoso-argillosi di medio-alta plasticità, anche induriti per sovraconsolidamento da essicamento (spessore complessivo 2,50 - 3,00 m) ed uno inferiore ghiaioso-ciottoloso a matrice limosa rossastra, a contatto diretto con il basamento marnoso- calcareo.

Quest’ultimo risulta stratificato e fessurato, con fenomeni di alteraziorne fisico-meccanica nella zona di contatto con i depositi alluvionali di copertura. La giacitura degli strati è caratterizzata da un’ inclinazione di 30°-40° verso WSW. Tale struttura determina condizioni di media permeabilità e quindi la possibilità di circolazione idrica con la formazione di una falda acquifera a carattere prevalentemente stagionale. Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 22 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

L’ area per la sua morfologia pianeggiante è stabile e solo localmente soggetta al rischio idraulico (conoide del Rio che scende sull’ abitato di Case Zanrè). Il versante su di essa incombente, a morfologia acclive, non presenta segni di dissesto in atto, se non limitati e corticali fenomeni di disgregazione-erosione.

Nell’ area dell’ ex cava per marna da cemento si evidenzia la vecchia parete di scavo modellata sulla superficie di strato ed ancora soggetta a fenomeni di disgregazione e di scivolamento di placche rocciose che rimangono comunque contenuti all’ interno del vecchio piazzale. Associata a questa vi è l’ accumulo del materiale di scarto, che dal piede del versante si protende fino alla SS n.461 con un’altezza di circa 10 m sul piano campagna originario.

L’ abitato di Case Cucchi, nella sua estensione a valle della SS n.461 fino al rilevato dell’ ex- ferrovia (nucleo storico) , si sviluppa sul declivio di raccordo tra il terrazzo descritto ed il ripiano alluvionale recente sottostante, tra un canale secondario (a Ovest) e il Rio San Vito ( a Est) A monte della strada statale si rilevano fabbricati a ridosso del suddetto riporto di cava, del versante e del ciglio di sponda destra del Rio citato.

L’ abitato di Case Zanrè, sviluppato dal piede del versante alla SS.n.461, interessa il conoide non attivo percorso dall’ asta terminale del rio omonimo, parte all’ aperto e parte in sotterraneo.

Infine i fabbricati di Case Lucchelli sono in parte a ridosso della scarpata poligenica che delimita l’ alveo del T. Staffora.

Le costruzioni dei tre insediamenti, prevalentemente di vecchia data, non presentano dissesti statici significativi.

Insediamenti sottoposti a pendii instabili o potenzialmente tali (Busanca)

Nel contesto geomorfologico generale gli insediamenti, tutti di vecchia data e solo in parte ristrutturati, si collocano nella fascia di scarpata che interrompe tra le quote 340 e 370 la continuità del versante sviluppato in sinistra idrografica del Rio Scarate.

Tale conformazione, presente a Est e a Ovest dell’ abitato, è ricollegabile allo sviluppo di litologie più resistenti (Marne di M. Lumello in facies marnoso - calcarea impregnate di silice) Questo elemento morfologico indica anche la presenza di una struttura stratificata con giacitura suborizzontale, a reggipoggio o poco inclinata verso valle A monte dell’abitato è evidente, sia dall’osservazione sul terreno che dall’analisi di foto aeree (voli 1980, 1990 e 1994) la nicchia di distacco della frana antica e l'accumulo sottostante, entrambi desumibili anche dalle carte topografiche 1:2000 di recente restituzione aerofotogrammetrica.

Il fronte corrispondente, sovrapposto in parte all’originaria morfologia, raggiunge inclinazioni intorno ai 25°, modificate nel settore sud-ovest da interventi antropici connessi alla presenza di fabbricati e delle relative strutture di servizio. A monte della strada vicinale l’accumulo di frana è caratterizzato da pendenza molto ridotte, localmente nulle o negative. Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 23 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

La paleofrana descritta ha subito riattivazioni parziali in tempi recenti ( intorno al 1980) ed ora si trova in condizione di quiescenza e/o stabilizzazione in corso dopo gli interventi di drenaggio profondo eseguiti nel 1987 e nel 1998-1999. Il pendio che contorna la frana principale ha inclinazione media compresa tra 20° e 30° e raggiunge i 35°-40° nella fascia intermedia a maggior resistenza sopra descritta. La vallecola aperta ad ovest dell’abitato ha una probabile impostazione strutturale, in relazione all’andamento lineare e alla profondità dell’ incisione. A questo riguardo nel corso dello scavo di una trincea drenante profonda sul fianco Ovest della paleofrana (1998-1999) è stata rilevata una faglia subverticale a direzione Nord-sud. Una frana minore ha coinvolto la scarpata ad est dell’abitato tra le quote 340-365 : essa risulta allo stato attuale quiescente.

Il versante è interamente modellato nella formazione delle Marne di Monte Lumello, rappresentata da marne calcareo argillose con subordinate intercalazioni arenacee e facies calcareo-marnose miste a silice nella struttura stratificata sopra descritta. La diversa alterabilità delle litofacies costituenti influisce sulla morfologia del versante (variazioni di pendenza) e sullo spessore sia della coltre eluvio-colluviale che del substrato fratturato e decompresso sottostante.

Le coperture eluvio - colluviali , generate dall’alterazione del substrato e localmente da movimenti di frana, sono costituite prevalentemente da limi, limi argillosi, argille limose; con subordinati clasti marnoso-calcarei . Il loro spessore è generalmente ridotto sui dossi (0,5-1,0 m.), più elevato in corrispondenza delle depressioni morfologiche ( 2 - 6 m , testata frana e area abitato). Il passaggio tra la copertura eluvio-colluviale e la roccia in posto appare graduale, come indicato sia dalle prove penetrometriche e dalle prospezioni sismiche, sia dalle trincee geognostiche e dagli scavi per l’ esecuzione di trincee drenanti.

La formazione marnoso-calcarea ammette a priori una circolazione idrica di strato o di massa, in relazione rispettivamente, alla presenza di intercalazioni porose (sabbie, arenarie) e al grado di fratturazione - decompressione.

Nell’orizzonte fratturato e decompresso subaffiorante o con ridotta copertura, l’aumento di permeabilità per fessurazione favorisce la percolazione dell’acqua meteorica e/o la dispersione della circolazione di strato più profonda. Si formano così falde acquifere con flusso prevalente subparallelo al pendio e con livelli piezometrici molto variabili (a piano campagna o soggiacente di qualche metro). La copertura limoso-argillosa poco permeabile può costituire se di spessore metrico, una barriera al drenaggio verso l’esterno della stessa falda con riflessi negativi sulla stabilità del pendio.

Il vecchio pozzo comunale posto a monte dell’ abitato, che ha servito la frazione prima con prelievo diretto, poi alimentandone l’acquedotto, sfrutta una falda acquifera di strato a 5-6 metri di profondità livelli marnoso-calcarei fessurati e sabbiosi più o meno cementati), alimentata in parte anche dalle percolazioni temporanee più superficiali.

A valle della frana (area abitato) la copertura limoso-argillosa consolidata su spessori di 4-5 metri si può considerare poco permeabile (rifer. Precedenti accertamenti del professionista in una cantina a –2,50 metri dalla superficie). Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 24 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Sul versante circostante la frana, caratterizzato da una ridotta copertura di alterazione (da 0,5 a 1,5 m.), lo strato superficiale può essere ritenuto relativamente permeabile per la sua struttura “soffice” e per la presenza del sottostante substrato molto fratturato e decompresso. Una conferma di tale deduzione viene dall’assenza di fenomeni di instabilità in tali aree.

Abitati su conoidi torrentizi non attivi ( Cà Zanrè, in destra idrografica)

Il rilievo marnoso-calcareo culminante sul M. Monsumà è solcato da diverse incisioni minori di cui la principale ha determinato allo sbocco nel fondovalle la formazione di una conoide relativamente ampia, ora inattiva, percorsa dall' asta terminale per lo più canalizzata in sezioni strette.

Il canale ha argini in terra ed è attraversato da manufatti (ponticelli e tombini) non sempre di sezione idraulica adeguata o comunque di efficienza certa. Il conoide di cui sopra è praticamente inattivo da almeno un ventennio.

I problemi di deflusso di eventuali piene con portate al colmo elevate si pongono sia all' apice del conoide, sia in posizione intermedia per la presenza di strozzature artificiali che possono provocare il deposito di detriti e quindi l' interrimento progressivo della sezione di deflusso, nonché l’ esondazione di una parte delle portate di piena con ricorrenza centenaria o superiore.

Analoga situazione si riscontra allo sbocco di alcuni fossi sempre per la presenza di tombini di sezione idraulica ridotta e/o ostruibile. In relazione alle sezioni idrauliche attuali che consentono in genere il passaggio di portate di piena al colmo con Tr > 50 anni, tali fasce si possono ritenere a moderata - bassa probabilità di esondazione (elementi migliorativi sono la manutenzione e l' adeguamento delle opere di difesa esistenti)

I depositi alluvionali relativi al conoide descritto sono costituiti da limi argillosi di colore giallastro con intercalazione di livelletti decimetrici prevalentemente detritici (frammenti marnoso-calcare a spigoli vivi) e con la probabile presenza di strati ghiaiosi a contatti con il substrato. più frequenti alla base. Essi sono quindi buoni terreni di fondazione ma possono essere interessati da circolazione idrica temporanea in relazione al regime idraulico del corso d'acqua. Le stesse aree non sono suscettibili di instabilità per scivolamento gravitativo a causa anche della loro ridotta pendenza topografica (dal 3,0 al 8,0 % circa)

Insediamenti di fondovalle nelle fasce alluvionali recenti (Molino dei Torti, in sinistra idrografica del T. Staffora)

Questa zona, poco rilevata rispetto alla quota di fondo dell' alveo attivo del T. Staffora ( m 2,00- 2,50), è costituita dalle alluvioni recenti prevalentemente ghiaioso-ciottolose ricoperte da uno strato limoso di spessore molto ridotto (0,50 - 1,0 m) Essa risulta in parte sottoposta a pericolo idraulico per portate di piena al colmo con tempo di ricorrenza Tr = 200 anni (rif. Studio idraulico Regione Lombardia) a causa delle seguenti azioni distinte o combinate :

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 25 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

• esondazione del torrente all' esterno dell' alveo inciso, per rottura degli argini o per superamento dell' altezza di sponda ; conseguenti fenomeni di alluvionamento e sommersione temporanea ; • risalita della falda subalvea impostata negli strati ghiaiosi permeabili per il carico idraulico elevato, fino al superamento della superficie topografica e alla sommersione parziale o totale dell' area.

L’ area degli insediamenti, più arretrata e rilevata rispetto all' alveo del T. Staffora, risulta esterna alla fascia fluviale di esondazione, ma può essere interessata negli strati di fondazione dai fenomeni di risalita della falda acquifera subalvea.

Dal punto di vista geotecnico le alluvioni ghiaiose subaffioranti presentano in genere buone condizioni per l’imposta di costruzioni ma la loro portanza è influenzata dall’eterogeneità granulometrica, dalle oscillazioni della falda acquifera e dallo spessore, connesso alla presenza del basamento marnoso-calcareo a ridotta profondità.

Abitati di San Bartolomeo e Colletta

Entrambi gli insediamenti sono ubicati in prossimità del crinale spartiacque tra i bacini del T. Staffora e del T. Curone, su litologie relativamente resistenti (formazione delle Marne di M. Lumello) ma alla sommità di versanti instabili o potenzialmente tali per fattori geologico- strutturali sfavorevoli (giacitura del substrato a franapoggio). Le conche morfologiche adiacenti sono infatti interessate da diversi movimenti franosi per lo più quiescenti o stabilizzati, coinvolgenti la coltre eluvio-colluviale a matrice limoso-argillosa (spessori 1,0 - 4,0 m) e talora anche il substrato marnoso-argilloso-calcareo alterato.

La continuità del pendio a Nord-ovest di San Bartolomeo è interrotta a più livelli da scarpate di altezza fino a 2,50 - 3,0 m, connesse probabilmente ad antiche opere di sistemazione agraria (terrazzamenti)

La struttura del substrato è caratterizzata da una stratificazione marcata e prevalentemente a franapoggio, con inclinazione di 10°-20° verso Est (quindi subparallela al pendio o localmente più inclinata. Tale assetto condiziona la morfologia del versante opposto (fascia sommitale della Valle Curone) che risulta molto acclive e resistente (strati a reggipoggio) anche se soggetto a fenomeni di disgregazione corticale del substrato alterato/alterabile.

I fabbricati di abitazione e produttivi, per lo più di antica data e solo in parte ristrutturati, sono concentrati su pianori sommitali (San Bartolomeo) o intermedi (Colletta). Alcune strutture portanti, in muratura di mattoni e pietrame, presentano lesioni e dissesti riferibili in parte a problemi in elevazione ed in parte a fenomeni di alterazione-deformazione dei terreni di fondazione. Questi fenomeni sono soprattutto evidenti a Colletta dove almeno il 50 % dei fabbricati risulta coinvolto dal dissesto statico.

Negli scavi eseguiti nell’ area fino a profondità di 4-5 m, in occasione di interventi di difesa del suolo attuati nell’ultimo decennio, sono state rilevate localmente manifestazioni acquifere di portata limitata e temporanea (versante a Sud-est di San Bartolomeo). Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 26 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Le caratteristiche litologiche e strutturali del substrato possono favorire infatti la formazione di falde acquifere di strato a carattere stagionale, in stretta connessione con il regime pluviometrico del territorio.

Abitato di Costiola

Il nucleo abitato, costituito da fabbricati di abitazione e da strutture produttive di vecchia data, è compreso tra la strada statale n. 461 e la base del versante modellato nella formazione arenaceo- conglomeratica (RAN), in parte a quota strada, in parte al livello inferiore (ripiano alluvionale del T. Staffora ). In posizione più arretrata e isolata, al piede del versante di M. Monsumà) è sorto in tempi più recenti un fabbricato di abitazione con annesse pertinenze.

Gli insediamenti insistono quindi in parte direttamente sulla formazione arenacea ed in parte sui terreni di copertura (depositi alluvionali e copertura eluvio-colluviale).

Il versante sotteso, per la sua acclività elevata, è soggetto a fenomeni di ruscellamento concentrato che possono raggiungere il ripiano inferiore con trasporto limitato di detrito. La stabilità complessiva del pendio è comunque soddisfacente. I depositi alluvionali ghiaioso-ciottolosi sono sede di una falda acquifera il cui livello piezometrico è strettamente connesso al regime idraulico del torrente Staffora e agli apporti dal versante.

11 . COMPORTAMENTO GEOTECNICO DEI PRINCIPALI TERRENI

I litotipi affioranti nel territorio in esame ed i relativi prodotti di alterazione sono caratterizzati da proprietà geotecniche differenziate e variabili che vengono di seguito riassunte in forma qualitativa, con riferimento agli elementi geologici sopra elencati e ai dati geognostici-geotecnici disponibili.

Depositi alluvionali

Le alluvioni recenti - attuali si presentano in genere poco gradate con composizione granulometrica nel campo delle ghiaie miste a ciottoli - blocchi e a una frazione fine variabile. La massa è allo stato sciolto o poco addensato, con permeabilità e resistenza al taglio medio-alte.

Sui ripiani recenti è presente quasi ovunque uno strato di copertura limoso-argilloso normalmente consolidato o lievemente preconsolidato per essicamento e con spessore variabile da 0,5 a 2,0 m circa. La portanza di questi terreni è influenzata dall’eterogeneità granulometrica e dalle oscillazioni della falda acquifera (soggiacenza variabile), nonchè dai possibili fenomeni di erosione sotterranea in presenza di gradienti idraulici critici.

In relazione alla suddetta eterogeneità granulometrica sono improbabili o comunque di limitata azione i fenomeni di "liquefazione" sotto l' azione dinamica di un eventuale sisma. Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 27 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Le alluvioni antiche (fluviale recente) sono costituite in prevalenza da limi sabbiosi e limi argillosi consolidati o preconsolidati, le cui caratteristiche migliorano con la profondità per l' aumento della frazione clastica e per la presenza del basamento marnoso-argilloso molto compatto.

Coltri prevalentemente argillose

I prodotti di disfacimento e rimaneggiamento delle formazioni del substrato (complessi marnoso- arenacei, marnoso-argillosi- calcarei e marnoso-calcarei) sono costituiti da limi argillosi e argille inglobanti una frazione detritica più o meno importante. Il comportamento geotecnico della massa è controllato comunque dalla frazione fine e dai seguenti elementi :

• materiali di medio-alta plasticità suscettibili di ritiro e rigonfiamento in relazione al grado di saturazione e addensamento. • strato superficiale con proprietà geotecniche scadenti e variabili per l' influenza degli agenti atmosferici e dello stato di fessurazione da ritiro (spessore della zona attiva fino a 1,50 - 1,80 m ) • orizzonte intermedio allo stato permanentemente saturo, consolidato o lievemente preconsolidato per oscillazione della superficie piezometrica e con discrete caratteristiche di resistenza al taglio non drenata e drenata, talora influenzata da un reticolo irregolare di discontinuità connesse alla struttura poliedrica - scagliosa ( Cu = 10 - 12 t /m 2 ; C’ = 0 , φ ‘ = 20 - 25° ) • parte inferiore a contatto con il substrato, satura, di ridotta consistenza e resistenza al taglio - zona di possibile scivolamento - ( Cu = 6 - 8 t/m 2 ; attrito residuo φ r = 12 - 15 ° )

I materiali di frana attiva o recente sono assimilabili agli orizzonti con caratteristiche più scadenti : le condizioni di drenaggio e quindi l’efficacia degli interventi di consolidamento dipendono dalla permeabilità della massa rimaneggiata (generalmente eterogenea) e dalle caratteristiche del substrato riconducibile principalmente a due schemi : struttura stratificata con livelli più permeabili per fratturazione e porosità (formazioni arenaceo-marnose a dominante arenacea flhysch marnoso-calcarei) ; struttura praticamente impermeabile o poco permeabile ( complessi a dominante argillosa, formazioni marnoso-argillose) La stabilità delle coltri argillose così caratterizzate può essere influenzata inoltre dall' azione dinamica di possibili eventi sismici di intensità medio-alta.

Coltri detritiche

Gli accumuli derivati dalla disgregazione delle scarpate al bordo della placca arenaceo-marnosa (BIS) sono costituiti da una frazione detritica importante (blocchi e frammenti arenacei di varia dimensione e poco elaborati) con materiale limoso-sabbioso di intasamento. In relazione a tale composizione granulometrica questi terreni sono caratterizzati da una permeabilità medio-alta e da buone caratteristiche di resistenza al taglio, espresse prevalentemente da un angolo di attrito medio-alto (materiali incoerenti o poco co esivi)

La stabilità globale può essere tuttavia condizionata dalle condizioni di appoggio sul substrato e dalla circolazione idrica locale, nonché dalle eventua li azioni dinamiche .

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 28 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Complessi arenaceo-marnosi (BIS-ANT-RAN) e marnoso-calcarei (ZEB)

Il comportamento geotecnico è controllato dalla struttura ( giacitura degli strati e fratturazione), dalla frequenza e spessore delle alternanze litologiche differenziate e dal grado di alterazione della massa.

In ammassi poco fratturati prevale il comportamento anisotropo-ortotropo con resistenza al taglio minore lungo strato, specie se in presenza di intercalazioni marnose e argillose alterabili (valori anche prossimi al residuo ) e maggiore attraverso strato. A questo è essenzialmente dovuta l’evoluzione differenziale dei versanti e la marcata asimmetria delle valli incise lungo direzione di strato o secondo un sistema di fratture estese. L’intensificazione del reticolo di fratture attenua tale differenziazione e riporta i parametri di resistenza al taglio a valori medi anche prossimi alla condizione di detrito sciolto.

Nella placca arenacea (BIS) i fenomeni di disgregazione progressiva con crollo di detrito e massi, su diverse pareti molto ripide e con struttura a reggipoggio, esprimono tale comportamento fino a presentare situazione di collasso generale secondo superfici di rottura irregolari e profonde.

Nel complesso marnoso-calcareo-argilloso (ZEB) le proprietà geotecniche sono fortemente condizionate dagli interstrati marnoso-argillosi e dalla presenza di un fitto reticolo di fratture che conferiscono all’ ammasso una struttura a blocchi o poliedrica più fitta. Sul versante sinistro del Rio Arbarolo ed in altri settori dell’ area di affioramento, gli scavi in trincea fino a profondità di 5-6 m hanno evidenziato la presenza di sistemi di discontinuità subverticali a direzione prevalente N-S / NNE-SSW che controllano la distribuzione, la profondità e le direttrici di movimento delle frane ivi sviluppate.

Marne calcaree di M. Lumello (LUM)

L’ orizzonte superficiale si presenta alterato e molto fessurato, quindi con caratteristiche geotecniche medie espresse da un angolo di attrito intorno a 30° e da coesione nulla (disgregazione progressiva della massa) In profondità (a partire da 2,0 - 3,0 m dal piano campagna) i fenomeni di alterazione si attenuano, il reticolo di fratture diventa meno denso e la matrice rocciosa si fa più consistente: le proprietà meccaniche aumentano quindi progressivamente sulla verticale.

Tuttavia nella maggior parte dell’ area di affioramento la giacitura a “franapoggio” o con componente verso pendio condiziona la morfologia e le condizioni di stabilità dei versanti (bacini del Rio Scarate e Cimarola). Le proprietà geomeccaniche del substrato sono in tal caso caratterizzate dai valori minimi, propri delle superfici di discontinuità preesistenti (stratificazione, fratture).

A questa situazione sono riferibili le frane presenti nell’area di affioramento, generalmente profonde, estese e di volume significativo.

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 29 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Marne di M. Piano ( MMP )

Il complesso marnoso-argilloso, addossato in una ristretta fascia alla linea tettonica San Bartolomeo-Cecima capoluogo, si presenta a struttura irregolare, poco permeabile e quindi con caratteristiche geomeccaniche da mediocri a scadenti.

Analoghe proprietà sono attribuibili alla coltre eluvio-colluviale che ricopre in genere la formazione. A questi fattori strutturali e geotecnici sono riferibili i numerosi movimenti franosi, concentrati soprattutto sui fianchi della dorsale di San Bartolomeo.

12. BENI GEOLOGICI

La carta di sintesi 1 :10.000 riporta anche la perimetrazione delle aree di interesse geologico - naturalistico ubicate principalmente nel settore meridionale della placca arenacea di M. Vallassa, a cavallo dei Comuni di Cecima - Pontenizza ( PV) e di ( AL).

Le evidenze di carattere paleontologico sono contenute nei depositi marini della formazione arenacea - fronte Sud di C.na Monte (macrofaune con terebratule, echinidi e lamellibranchi, soprattutto pettinidi della specie Chlamys e Pecten ) e nei terreni di copertura del Quaternario antico - area a Sud-est di C.na Monte (resti di mammiferi dell’ epoca glaciale).

L’ area di Guardamonte (estremità Sud-orientale del territorio comunale) è interessata dal vincolo archeologico (D.M. 13.03.1995), in relazione alla presenza di tracce di insediamenti di età pre-protostorica. Un’ altra area di interesse archeologico è segnalata nella fascia pedecollinare in sinistra idrografica del Rio Scocconazzo dove nel 1982 durante scavi è stata rinvenuta una struttura abitativa del Neolitico Antico. Tale area ed il suo intorno sono classificabili come “zona a rischio archeologico”.

13. VULNERABILITÀ IDROGEOLOGICA E SISTEMA IDROGRAFICO

Le zone a diversa vulnerabilità idrogeologica sono in stretta relazione con la differenziazione di permeabilità dei litotipi affioranti aventi distribuzione ed estensione pressoché analoghe.

La zonazione di permeabilità e con essa quella di vulnerabilità idrogeologica, definita sulla base della distribuzione dei litotipi affioranti o subaffioranti e dei dati idrogeologici, evidenzia due aree di maggior significato idrogeologico per la presenza di corpi idrici più o meno importanti, afferenti rispettivamente alla placca arenacea di Monte Vallassa - Monte Penola ( Formazione delle Arenarie di Monte Vallassa ), e ai rilievi modellati nel complesso marnoso-calcareo ( formazione delle Marne di M. Lumello ), la prima nel settore meridionale del territorio comunale, sopra quota 500, la seconda nella parte settentrionale con sviluppo prevalente in sinistra idrografica del T. Staffora.

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 30 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Le suddette aree impegnano rispettivamente il 18 e il 37 % circa della superficie complessiva del territorio comunale ( km 2 11,3 )

Il fondovalle del T. Staffora - da Sud-est a Nord-ovest - è segnato da una fascia a permeabilità media in cui i depositi alluvionali più permeabili (ghiaie e sabbie con limo) affiorano nell’ alveo attivo del corso d’acqua o sono in parte ricoperti sui ripiani laterali da uno strato limoso-argilloso di spessore variabile ma in genere ridotto.

Assimilabili a questa fascia sono alcune zone sviluppate al margine della placca arenacea e corrispondenti al detrito di falda / colluvio detritico (incidenza complessiva 14 % della superficie totale )

Le restanti fasce di versante corrispondono alle formazioni con alternanze litologiche a permeabilità differenziata di strato ( 15 % ) e quelle a dominante argillosa, poco permeabili o praticamente impermeabili in cui è particolarmente sviluppato il dissesto idrogeologico ( 12 % del totale )

Nettamente subordinate risultano le zone maggiormente permeabili per porosità e fessurazione (fascia d’alveo del T. Staffora e fronti rocciosi esposti)

Le sorgenti captate per uso potabile e alimentanti gli acquedotti comunali sono localizzate nelle incisioni della placca arenacea (Predamoglia e Fontanazza) o al suo contorno (Burrone) e rientrano nelle emergenze acquifere del tipo di trabocco o di versamento (per limite o soglia di permeabilità), in relazione alla struttura geologica locale (sinclinali e anticlinali fagliate in piccola scala )

Le portate di queste sorgenti, dell’ ordine di 2 - 5 l/min, sono integrate dagli emungimenti della falda acquifera di fondovalle attraverso i pozzi trivellati in prossimità della sponda sinistra del T. Staffora ( Molino dei Torti e Scocconazzo).

Per tutti i punti di captazione sono riportate le aree di salvaguardia definite da un cerchio o da un insieme di cerchi di raggio pari a 200 m : alcune di queste coinvolgono in parte il territorio di un Comune limitrofo (Pontenizza - PV, pozzo Scocconazzo P3 ; Gremiasco - AL, sorgente n. B3 - Burrone). Al tempo stesso l’ area di salvaguardia di due sorgenti ubicate in prossimità della frazione Burrone - Comune di Gremiasco (AL), arriva ad interessare, se pur marginalmente, il territorio del Comune di Cecima a Sud-ovest dell’ abitato di Serra del Monte.

La Carta Idrogeologica riporta inoltre i seguenti temi :

• serbatoi di accumulo - distribuzione per gli acquedotti comunali ; • impianti di depurazione delle acque reflue ; • derivazioni da corso d’acqua per uso irriguo ; • punti con deflusso idraulico difficile per sezione inadeguata ; • fasce di esondazione ( T. Staffora) e di possibile sommersione ; • difese di sponda e briglie nei principali corsi d’ acqua ; • Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 31 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

• reticolo idraulico principale e minore, con i rispettivi bacini idrografici sottesi alla sezione di confluenza nel T. Staffora.

I fenomeni connessi alla dinamica torrentizia sono rappresentati nella forma (conoide di Cà Zanrè) e nell’ estensione (fasce fluviali e di rispetto per il T. Staffora e per i corsi d’ acqua minori)

Nel corso d’ acqua principale (T. Staffora) i limiti della fascia di deflusso di piena (alveo inciso) e delle fasce di esondazione per tempi di ritorno Tr = 200 e 500 anni sono quelli desunti dallo studio idraulico 1997-1998.

Nella cartografia 1 : 2000 gli stessi limiti sono stati adattati alla topografia di dettaglio, partendo dai livelli di massima piena espressi in quote assolute. A questo riguardo si precisa che la trasposizione grafica di tali livelli è stata preceduta, come già detto, dal controllo ed eventuale correzione delle quote riportate nelle Tabelle 5.1 - 5.2 del citato studio,con riferimento a punti fissi quotati nella restituzione aerofotogrammetrica 1:2000 del 1990 (ponte di Cecima)-rif. Tab. 1

Nel reticolo idraulico minore ( tratti intermedi significativi per morfologia del fondovalle e aste terminali dei Rii Arbarolo, Serra-Tabacca, Scarate-Cecima e Cimarola) le fasce di rispetto sono in parte definite su base geomorfologica ed in parte desunte dai calcoli idraulici che hanno accompagnato diversi progetti di sistemazione idraulica attuati nel periodo dal 1997 al 2001.

Tab. 1 - Quote assolute di massima piena idraulica per Tr = 200 e 500 anni riportate alla quota del ponte di Cecima 256,60 (da rilievo aerofotogrammetrico 1990) Differenza da quota studio idraulico 1997-1998 ∆ = 256,60 - 256,11 = 0,49 m

Sezione di riferimento Quota assoluta m s.l.m. N. Q 200 Q 500 iniziale corretta iniziale corretta 65 257,03 257,52 257,15 257,64 66 254,73 255,22 254,87 255,36 67 251,32 251,81 251,55 252,04 68 249,78 250,27 250,08 250,57 68m 249,49 249,98 249,78 250,27 68p Asse ponte Cecima 249,38 249,87 249,53 250,02 68v 249,14 249,63 249,35 249,84 69 248,92 249,41 249,20 249,69 70 246,71 247,20 246,96 247,45 71 241,92 242,41 242,09 242,58

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 32 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

14. DESCRIZIONE SCHEDE ANNESSE ALLO STUDIO GEOLOGICO 2002

Schede per il censimento delle frane ( all. C/002 )

Le frane maggiormente rappresentative per tipologia e grado di pericolosità sono descritte nelle corrispondenti schede elaborate secondo il modello predisposto dalla Struttura Geologia per l’ Urbanistica della Regione Lombardia e con identificativo corrispondente al numero riportato nella Carta di Sintesi 1 : 10.000 (Tav. 2 )

Ciascuna delle suddette frane è descritta dai seguenti elementi : 1. Dati generali (ubicazione amministrativa, coordinate geografiche,località minacciate ) ; 2. Dati morfometrici (geometria del corpo di frana nelle diverse parti, superficie, volume ) 3. Tipo di materiale (terreno, roccia ) 4. Tipo di movimento (crollo, scivolamento, vincoli al contorno) 5. Presenza di acqua 6. Stato di attività ( attiva, quiescente, stabilizzata ) 7. Probabile evoluzione 8. Danni a elementi del territorio e a persone (accertati, potenziali) 9. Opere di intervento eseguite o proposte 10. Strumentazione di monitoraggio esistente o proposta 11. Stato delle conoscenze ( dati storici, geologici, geotecnici ; studi pregressi) 12. Note - Riferimenti bibliografici - Eventuali allegati

Le frane che si pongono all’ attenzione per la loro criticità e la loro influenza diretta sulla sicurezza di insediamenti e infrastrutture sono le seguenti : a. N. 075-076-077 : frane di scivolamento-traslazione alla testata del versante destro del T. Curone (fascia occidentale del territorio comunale tra Serra del Monte e San Bartolomeo) per il loro stato di prevalente attività in relazione alla distribuzione parziale degli interventi di consolidanmento già eseguiti ; b. N. 024 frane di scivolamento-traslazione passante a colata in evoluzione a ridosso di C.na Carloccina (settore Est con estensione al territporio del Comune di Pontenizza (PV) ; c. N. 002-003 frane di crollo incombenti sull’ abitato di Serra del Monte per la disgregazione e crollo / ribaltamento di masse rocciose dalle incisioni non ancora interessate da interventi di protezione ; d. N. 038-083 frane di scivolamento rotazionale di scarpata, con dissesto della sede stradale in più punti del tracciato della SP n.62.

Scheda conoide ( All. C/003 )

Riguarda il conoide inattivo di Cà Zanrè per il quale oltre alle caratteristiche geometriche sono indicale le condizioni geomorfologiche e idrauliche del bacino idrografico sotteso, le problematiche presenti in fondovalle per la ridotta sezione idraulica e la tombinatura di parte dell’ asta terminale.

Schede pozzi ( All. C/004 )

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 33 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Si riferiscono ai pozzi trivellati per uso idropotabile comunali (Molino del Torti e Scocconazzo, in sinistra del T. Staffora) e privati ( ripiano di C. na Alegrina)

Schede sorgenti ( All. C/004)

Descrivono le condizioni idrogeologiche delle 8 sorgenti captate ad uso idropotabile per l’ alimentazione degli acquedotti comunali, di cui N. 7 ubicate nel territorio di Cecima (testata bacino T. Semola) e l’ ottava all’ esterno, al margine occidentale della placca arenacea del M. Vallassa ( Burrone)

Pavia, Novembre 2002 Revisione Febbraio 2012

Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 34 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)

Appendice A omessa e sostituita da All. B_6r/2012

Appendice B

INTERVENTI PROPOSTI PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO E LA VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE

L’ indagine geologica ha evidenziato nel territorio comunale la presenza di elementi sia di criticità, costituiti dal rischio idrogeologico e idraulico, sia di valorizzazione naturale rappresentati dalla risorsa idrica e da altri beni geologici (aree di interesse archeologico e paleontologico).

B.1 Elementi di criticità

La pericolosità idrogeologica e idraulica di alcune zone condiziona in modo importante la sicurezza e la possibilità di utilizzo ai fini urbanistici delle stesse ( v. Relazione illustrativa B/00 - 2012)

B.2 Risorse idriche

La falda subalvea di fondovalle del T. Staffora, attualmente utilizzata per uso idropotabile con i pozzi in esercizio di Mulino dei Torti e Scocconazzo, presenta una elevata vulnerabilità , in relazione alla scarsa protezione superficiale (assenza di una copertura impermeabile di spessore significativo) e alla stretta connessione con il regime idraulico del corso d’ acqua (quindi rapido ingresso di eventuali inquinanti trasportati dalla corrente in alveo ; torbidità dell’ acqua in occasione di piene alluvionali).

Le disponibilità idriche del rilievo arenaceo di M. Vallassa, attualmente derivate localmente dalle sorgenti captate di Predamoglia e di Fontanazza, sono per contro più interessanti per il minore rischio di inquinamento e la posizione altimetrica dominante rispetto ai centri abitati del territorio circostante.

In questo contesto si ritiene pertanto opportuno valutare più in dettaglio con studi idrogeologici e progetti di fattibilità la potenzialità del suddetto acquifero ed i sistemi per un più razionale sfruttamento della risorsa ad uso potabile, lasciando le acque di fondovalle disponibili per usi irrigui e produttivi. Detti studi e verifiche dovrebbero considerare anche la possibilità di un utilizzo energetico delle acque defluenti nelle incisioni (piccole centrali idroelettriche)

B. 3 Beni geologici

I recuperi archeologici e paleontologici già attuati in particolare sui ripiani di Cascina Monte - Guardamonte suggeriscono la possibilità di valorizzare detti beni ai fini turistico - culturali e didattici, con la conservazione delle aree più significative e la creazione sia di percorsi guidati, sia di punti attrezzati di sosta. Dott.Geol.LUIGI MEISINA – Pavia 35 Comune di Cecima (PV) – Studio geologico PGT – RELAZIONE GEOLOGICA (stralcio ed. 2002)