DON LUCA PASSI (Prossimo Beato) E PICCININI CRISTIN (Prossimoe PICCININI PASSI Beato) LUCA DON Pichècc, Fitadùre E Venaroli
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Comune di Pradalunga Provincia di Bergamo DON LUCA PASSI (prossimo Beato) E PICCININI CRISTINO (suo cognato) Il 29 giugno e il 27 agosto 2012, L’ECO DI BERGAMO dà notizia che il prete bergamasco don Luca Pas- si (1789 -1866) verrà dichiarato BEATO, un titolo che la chiesa cattolica riconosce soltanto a chi, per meriti particolari acquisiti in vita, viene elevato all’onore degli altari e proposto quindi alla venerazione dei credenti. Fondatore delle Suore di S. Dorotea, don Luca Passi fu una figura di spicco del cattolicesimo bergamasco nella prima metà dell’Ottocento. La cerimonia di beatificazione si svolgerà nella basilica di San Marco e sarà presieduta dal Patriarca di Venezia. Oltre che la comunità dei credenti, l’importante evento interessa in modo particolare le istituzioni da lui promosse ed, in qualche misura, anche la popolazione di Pradalunga. Eccone il motivo. Luca Passi nasce a Bergamo il 22 gennaio 1789. Il padre è il conte Enrico Passi (BG – 1766), mentre la madre è la nobile Cattarina Corner (VE - 1760), imparentata con i Dogi veneti e perfino con la regina di Cipro, Caterina Cornaro. Ordinato sacerdote, don Luca si dedicò ben presto alla predicazione, all’apostolato ed alle opere sociali soprattutto in favore degli emarginati. Operò a lungo in Venezia dove fondò l’istituto delle Suore Dorotee. Qui morì il 18 aprile 1866 e venne sepolto nel cimitero S. Michele. Don Luca aveva cinque fratelli e cinque sorelle. Una di queste sorelle (di nome Maria - n. 23.02.1800) in data 16 ottobre 1823 si sposa con Cristino Picci- nini (nato a Pradalunga il 4 maggio 1783) figlio di Giacomo Piccinini e Giulia Basini. Il “fatale” incontro fra l’attempato Cristino e la contessina Maria, di 17 anni più giovane di lui, si presume sia avvenuto tra i salotti cittadini che il dovizioso (danaroso) Cristino frequentava e dove poteva fare sfog- gio delle sue ricchezze e delle sue altolocate relazioni. Il matrimonio è stato celebrato dal parroco di Calcinate dove i Passi possedevano la villa di campagna e una vasta tenuta agricola. Dal matrimonio nascono cinque figli; nel frattempo i coniugi Piccinini/Passi si trasferiscono ad Albino dove il padre di Cristino, Giacomo Piccinini di Pradalunga, da tempo operava come produttore e mercante di pietre coti. All’inizio dell’Ottocento Giacomo Piccinini occupava nei suoi laboratori – v. Archivio CCIA – oltre 150 dipendenti tra pichècc, fitadùre e venaroli. Risultava inoltre proprietario di ben tre levigatrici idrauliche: una a Nembro in loc. Molini, una al Quarter in Albino sul torrente Albina e una terza a Pradalunga in loc. Sedume. Negli anni 1809/1810, sempre in Albino, aveva avviato anche una filanda nell’ex monastero di S. Anna da lui acquistato dal demanio dopo la confisca dei beni ecclesiastici disposta da Napoleone con una legge del Comune di Pradalunga Provincia di Bergamo 1798. Cristino Piccinini doveva conoscere piuttosto bene il cognato don Luca perché questi frequentava spesso la casa della sorella Maria, generosa sostenitrice delle sue opere, una generosità consentitale e dalle condi- zioni agiate della famiglia d’origine e dai notevoli cespiti derivanti dal commercio delle coti prodotte nei laboratori che i Piccinini possedevano nel triangolo Nembro – Albino - Pradalunga. Non è da escludere che don Luca Passi sia capitato qualche volta anche a Pradalunga, se non altro per i suoi stretti legami di parentela con i Piccinini, all’epoca la famiglia più ricca e rinomata del paese (e non solo). Personaggio di spicco della società d’allora, Cristino godeva della stima e della fiducia della popolazione; tra il 1827 e il 1835 esercitò infatti l’incarico di fabbriciere di Albino e di deputato dell’antico comune di Bondo. Era anche persona generosa; dai registri parrocchiali risulta infatti che nel luglio 1828 ha lasciato in ere- dità casa e orto al vice parroco di Pradalunga con l’obbligo di … ”recitare ogni sera il rosario per lui…” Una condizione che denota la sua particolare devozione per la Madonna. Munito dei santi sacramenti, Cristino muore di colera il 13 luglio 1836 in S. Caterina (BG), all’età di 53 anni. Come allora si costumava, la sepoltura è avvenuta di notte e senza clero per timore di contagio col terribi- le “cholera morbus”. In data 25 agosto 1836 viene celebrato in Albino un “officio solenne pro domino Cristino Piccinini con celebra- zione di ottanta messe...” Nelle carte d’archivio compaiono anche altri due episodi in cui il nostro Cristino si presenta in veste da protagonista. Il primo riguarda un ex voto per grazia ricevuta esposto presso il santuario della Forcella e che reca la se- guente epigrafe: ”Piccinini Cristino trovandosi in questi paraccoli (!) di Pradalunga nel 1793 fu assalito da spa- ventoso serpente (lo scörs) che per intercessione della B. Vergine della Forcella fu miracolosamente salvo”. Ma Cristino Piccinini risulterebbe al centro anche di un’altra meno edificante vicenda. In un anonimo appunto conservato nell’archivio parrocchiale di Bondo (Albino) si legge che “con decreto 1^ marzo 1833 Andrea Azzola detto Bettì di Vall’Alta, venne dichiarato decaduto della patria potestà sulle figlie Gio- vanna e Maddalena, avute con Maria Azzola sua moglie e il sig. Cristino Piccinini”. Conclusione: a seguito del matrimonio con Maria Passi, Cristino Piccinini è diventato cognato di don Luca Passi (fratello della sposa e prossimo Beato) nonché membro a tutti gli effetti della nobile famiglia Passi. Più che legittima quindi appare la soddisfazione dei conterranei, credenti e non, per questo importante riconoscimento che vede al centro un personaggio col quale la nostra comunità può vantare di aver intrat- tenuto, sia pure in forma indiretta, familiarità di rapporti e comunanza di interessi non solo religiosi. Non è di tutti né di tutti i giorni “trovarsi in casa” un Beato. Ecco il perché l’evento merita di essere ricordato e sottolineato anche a Pradalunga. (MV) .