Prodromo Della Flora Provincia Di Prato.Pdf
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InFoRmAToRe BoTAnICo ITAlIAno, 45 (2) 233-298, 2013 233 Prodromo della Flora vascolare della Provincia di Prato (Toscana, Italia centrale)* C. RICCeRI ABsTRACT - Vascular Flora of the Prato Province (Tuscany, Central Italy). Prodrome -.This bibliographical research on spontaneous vascular Flora of Prato Province from botanical literature between 1848 and 2011 has produced 1845 spe- cific and infraspecific taxa belonging to 140 families. Key words: Flora, plant biodiversity, Province of Prato, Tuscany Ricevuto il 30 Gennaio 2013 Accettato il 7 Novembre 2013 InTRoduzIone In un territorio altamente antropizzato come la Questi territori, per le loro diverse caratteristiche Provincia di Prato, dove giorno dopo giorno viene ambientali, si presentano ora con particolare vocazio- erosa una parte non indifferente all’ambiente natura- ne naturalistica, quale la dorsale dei monti della le, abbiamo ritenuto opportuno riunire le numerose Calvana e le foreste dell’alta valle del Fiume Bisenzio, conoscenze botaniche in un elenco Floristico a futu- ora con fruizione turistico-ricreativa (Colline del ra memoria. montalbano) o turistico-naturalitica come il monte l’elenco si riferisce agli studi che sono stati pubbli- Ferrato. Quest’ultimo, per la natura inospitale delle cati nel corso degli anni sia da Istituti universitari rocce ofiolitiche ed il manto vegetale degradato, porta come analisi scientifica del manto verde, sia da esper- a nascondere l’interessante flora e con essa il nutrito ti della materia come monografie di aree di partico- contingente di piante endemiche che ospita. Piante lare interesse floristico-vegetazionale. quest’ultime rare ed esclusive che nell’arco dei millen- In merito è utile ricordare che il nostro territorio, ni hanno mutato, a differenza di alcune consorelle sotto l’aspetto geomorfologico e climatico, si presen- presenti nella biodiversità dei suoli limitrofi a diversa ta molto vario tanto da essere occupato verso sud da matrice, il loro patrimonio genetico a seguito dei una vegetazione mediterranea composta per buona metalli pesanti contenuti negli elementi litologici. parte da piante sempreverdi, vedi i boschi di leccio e gli ericeti del montalbano. A fronte di ciò, la vegeta- AReA dI sTudIo zione posta a nord e alle più elevate quote dei monti Il territorio provinciale pratese confina a nord con la si sviluppa in una successione di fasce climatiche Provincia di Bologna, ad ovest con quella di Pistoia, occupate dalle latifoglie decidue. Infatti, dalle pendi- mentre ad est ed a sud con quella di Firenze. dal ci collinari a clima termoxerico occupate dalla rove- punto di vista geografico, si distinguono quattro dif- rella si passa gradualmente a quella mesica del casta- ferenti sottoaree. gno e del cerro per arrivare poi alle zone prossime ai Il settore appenninico, compreso fra la valle della crinali, posti al confine con la provincia di Bologna, limentra orientale ad occidente e la conca del occupate da una vegetazione di tipo boreale: le fag- mugello ad oriente, si colloca in media sopra i 500 m gete. A tutto questo debbono essere aggiunte le pra- d’altitudine con un’escursione altitudinale che varia terie secondarie presenti sui monti della Calvana, di tra un minimo di circa 150 m del fondovalle ed un montepiano e dell’Alpe di Cavarzano. massimo di 1219 m di monte Bucciana. * Pubblicazione realizzata con il contributo della Provincia di Prato, Via B. Ricasoli 25, 59100 Prato. 234 RICCeRI un settore preappenninico formato dai monti della unità di Castiglion dei Pepoli, unità di Cervarola- Calvana e dal sistema collinare a nord della pianura Falterona, unità della Falda Toscana e unità di pratese. monte morello. di queste: un settore centrale formato dalla pianura alluvionale * nell’area appenninica sono presenti l’unità di pratese. Castiglion dei Pepoli e l’unità di Cervarola- un settore collinare meridionale, segnato in parte dal Falterona, costituite da flysch arenacei esterni in cui Corso del Fiume Arno, in parte dalla dorsale del si alternano arenarie, siltiti, argilliti e marne con oli- montalbano, che presenta un intervallo altitudinale stostromi originatesi tra l’oligocene superiore e il compreso tra i ca. 35 m di Poggio a Caiano ed i 634 miocene inferiore. m del colle “la Cupola” (Fig. 1). * nella dorsale dei monti della Calvana le rocce sono formate da unità della Falda Toscana e unità di monte morello. Tali unità sono costituite da flysch terziari ad elmintoidi con calcari e da marne e arena- rie con olistostromi del Paleocene-eocene medio. Questi tipici ammassi rocciosi sono conosciuti anche sotto il nome di Alberese. sempre di questa successione sedimentaria fanno parte le unità ofiolitiche del monte Ferrato (perido- titi, gabbri, basalti, ecc.). Il monte Ferrato è un rilie- vo collinare ubicato nella parte nord-occidentale della piana pratese. Questo, oltre che per essere cono- sciuto per l’interessante aspetto geologico, viene ricordato per la presenza di alcune piante endemiche meritevoli di conservazione. modesti affioramenti di tale unità sono da segnalare nei pressi di Bacchereto per la presenza di brecce e conglomerati poligenici con elementi di ofioliti, cal- cari, diaspri, ecc. riconducibili ai periodi Cretacico- eocene. l’area planiziaria è una vasta superficie posta a sud della città, parzialmente urbanizzata, nella quale scorrono il torrente ombrone ed il fiume Bisenzio. Il substrato è formato essenzialmente da depositi allu- vionali continentali del Pleistocene inf.-olocene come: sabbie, ciottoli e limo. l’area del montalbano è invece caratterizzata dall’al- ternarsi di diverse formazioni geologiche (CARmI- GnAnI, lAzzARoTTo, 2004) così stratificate: - la parte sommitale delle pendici sono costituite da flysch arenacei interni con siltiti, arenarie della Falda Toscana (macigno) e arenarie con olistostromi di monte modino, - lungo il versante nord-est sono presenti sia flysch terziari ad elmintoidi in alternanza a calcari, “defini- ti Alberese” e riferibili alla Formazione di monte morello, sia argilliti, marne e arenarie con olistostro- mi, conglomerati di origine più antica (Cretacico ed Fig. 1 eocene) quali: arenarie di ostia, arenarie di Carta della Provincia di Prato (da: A.T.P. Prato, storia scabiazza, ecc. Arte Territorio, modificata). map of the Prato Province (from: A.T.P. Prato, History ClImA Art Territory, modified). dai dati raccolti nelle varie stazioni pluviometriche dell’area, si evince che il picco massimo delle precipi- tazioni è raggiunto nella stagione tardo autunnale ed GeoloGIA invernale, mentre il picco minimo si verifica nel mese una chiave di lettura della geologia della Provincia di di luglio. Prato (Fig. 2) è fornita sia dalla “Carta Geologica merita evidenziare che i valori medi più elevati, ine- della Toscana” in scala 1:250.000 (CARmIGnAnI, renti la piovosità annuale, sono di 1834 mm per il lAzzARoTTo, 2004) che da moRellI, PAndelI periodo autunnale e di 1745 mm per quello inverna- (2010). le; valori che sono stati rilevati nelle stazioni pluvio- le rocce che, a grandi linee, caratterizzano questo metriche appenniniche di Gavigno e Cantagallo. territorio possono essere sintetizzate come segue: Valori che definiscono un tipo di clima temperato Prodromo della Flora della Provincia di Prato 235 Fig. 2 Carta dei suoli della Provincia di Prato (da: ufficio Cartografico Provincia di Prato). soil map of the Prato Province (from: cartographic office of the Prato Province). 236 RICCeRI umido, caratterizzato da abbondanti piogge in tutto Pseudotsuga menziesii, Picea abies e Abies alba. l’arco dell’anno, la cui aridità estiva non si presenta In ambito fitosociologico, i castagneti sono attribui- mai particolarmente marcata. bili al Teucrio scorodoniae-Castanetum sativae I dati pluviometrici dell’area del montalbano, sono Arrigoni et Viciani (1998), le cerrete al Teucrio- stati prelevati dalle stazioni di Rogea presso Poggio a Castanetum sativae quercetosum cerridis Arrigoni et Caiano, Vinci e spicchio presso lamporecchio, loca- Viciani (1998), i robinieti al Sambuco nigrae- lità ubicate in entrambi i versanti del rilievo mon- Robinietum pseudacaciae Arrigoni (1997), mentre i tuoso. Rispetto all’area appenninica i valori medi boschi misti di latifoglie decidue, per le loro peculia- della piovosità annuale sono nettamente inferiori, ri esigenze ecologiche, sono difficilmente riferibili a rispettivamente 1037 mm, 977 mm e 1010 mm, specifici syntaxa (ARRIGonI et al., 2002). soprattutto a causa del diverso contesto geografico ed le aree prative oppure gli ex-pascoli risultano rari in orografico (minori altitudini) che caratterizzano il ambito provinciale, eccezion fatta per i monti della rilievo. A fronte di ciò, anche il periodo di aridità Calvana. In genere, si tratta di superfici in via d’ab- estiva mostra valori medi delle precipitazioni più bandono, dove sono in corso dinamiche di coloniz- bassi rispetto a quelli appenninici, tanto da poter zazione da parte dei numerosi arbusti che nei suoli definire il clima dell’area del tipo sub-mediterraneo. acidi si presentano a dominanza di Cytisus scoparius o Per quanto concerne la pianura pratese è da eviden- di dense cenosi, quasi monospecifiche, a Pteridium ziare che il totale delle precipitazioni annue (1079 aquilinum, mentre nei suoli basici della Calvana mm) non si discostano significativamente da quelle sono costituiti soprattutto da Spartium junceum, rilevate nell’area del montalbano. Prunus spinosa e Rosa sp.pl. In questi ultimi luoghi il nella realizzazione della formula climatica delle substrato geologico e