Villa Damecuta Innesti E Permanenze Tra Memoria E Archeologia
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Villa Damecuta Innesti e permanenze tra memoria e archeologia SCUOLA DI ARCHITETTURA URBANISTICA INGEGNERIA DELLE COSTRUZIONI A.A. 2015/2016 RELATORE: Prof. Emilio Faroldi STUDENTI: Beatrice Canonaco Arianna Guarducci Livia Siciliano Grazie al professor Emilio Faroldi, che con amore e passione per l’architettura ci ha condotte al raggiungimento di questo risultato. ABSTARCT illa Damecuta è un complesso archeologico romano di e recinto, definisce la leggibilità del palazzo Vspettacolare bellezza sito sull’isola di Capri e costruito romano e degli innesti ricettivi e museali, tra per volere di Tiberio. La sua posizione strategica, ai il rigoglio della natura mediterranea e della piedi di Anacapri e al di sopra delle rocce che giungono maestosa pineta. L’approccio progettuale a picco sul mare alla Grotta dell’Arcera e alla Grotta concepisce la trasformazione da monumento Azzurra, permette di ammirare l’unicità del paesaggio a luogo di fruizione e percezione collettiva: la caprese. L’obiettivo del progetto è quello di valorizzare il sopravvivenza sua e delle rovine valorizzano sito oggi abbandonato: l’incuria di una natura rigogliosa l’identità del luogo sia morfologicamente sia nega la lettura dell’impianto delle sostruzioni. L’assenza metaforicamente. di un supporto museale, amministrativo e ricettivo incide negativamente sulla gestione del luogo: da tale assenza nasce il progetto, con la volontà di restituire una fruizione contemporanea alla Villa. Innesti e permanenze costituiscono elementi integrati e uniti da un "nastro’’ che porta ad osservare la Villa da punto di vista privilegiato. Declinandosi in percorso INDICE INTRODUZIONE p. 8 2.INTERGRAZIONE DELLE LACUNE SENZA p. 41 MIMETISMI PARTE I. CAPRI, UN PATRIMONIO DI TESORI p.10 2.1. Giorgio Grassi, Teatro Romano Sagunto p. 41 2.2. Rafel Moneo, Museo Nazionale di Merida p. 46 1. LUOGO: LA CAMPANIA FELIX p. 11 1.1. Morfologia p. 13 3.RICOMPOSIZIONE CRITICA 3.1 Minissi, Villa Romana del Casale Piazza Armerina p. 50 2. STORIA 3.2. Ignacio Garcia Pedrosa e Angela Garcia Paredes, p. 52 p. 15 Copertura area archeologica Olmeda 2.1. Preistoria p. 16 2.2. Capri greca e romana p. 18 4.INTEGRAZIONE TRA NUOVO E REPERTO p. 58 2.3. Settecento, secolo aureo dell’archeolgia caprese p. 20 4.1. Alvaro Siza Vieira, Eduardo Souto de Moura, Stazione 2.4. Ottocento, fra ricerca e mito p. 21 Municipio a Napoli p. 58 3. VILLE ROMANE p. 22 5.PROTEZIONE DEL REPERTO ARCHEOLOGICO 3.1. Villa Jovis p. 26 p. 62 3.2. Palazzo a Mare p. 31 5.1. Richard Maier, Ara Pacis p. 62 4.ARTE DEL GIARDINO NELLA VILLA ROMANA p. 33 6.RECUPERO E MUSEILIZAZZIONE DELLE p. 66 SPAZIALITÀ DEL SITO ARCHEOLOGICO 6.1.Joao Luis Carillho da Graca, Parca Nova de Castelo p. 66 PARTE II. INTERVENIRE SULLE ROVINE p.37 6.2.Rafael Mone, Museo Archeologico di Cartegna p. 70 1. RAPPORTO TRA STORIA, CONSERVAZIONE E p.40 COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA 1.2. Moderna estetica della rovina p.40 PARTE III. IL PROGETTO p. 74 1. VILLA DAMECUTA p. 75 2.PROGETTO p. 80 2.1 Individuazione dell’area di progetto p. 80 2.2 Il rapporto con la natura p. 82 3.PRINCIPI E INTENTI DEL PROGETTO p. 85 3.1. Concept p. 85 3.2. Sviluppo progettuale p. 88 MEMORIA NEL FUTURO p. 92 BIBLIOGRAFIA p. 94 APPENDICE TECNICA Inquadramento territoriale p. 97 Inquadramento storico: siti archeologici p. 99 Concept p. 101 Planivolumetrico p. 103 Piano terra p. 105 Piano ipogeo p. 107 Approfondimento: Museo Villa Damecuta p. 109 Approfondimento: Bar e Bookshop p. 111 INTRODUZIONE l territorio italiano è tra i paesaggi più noti e passivo e inappropriato questo processo di anche alla ricerca e alla comunicazione di Icelebri del mondo per l’importante relazione e “museificazione” territoriale. Nuovi modelli nuove conoscenze. L’Italia mira a un restauro sintesi tra natura e storia, attirando da sempre attivi di tutela e valorizzazione partono anche dal di tipo conservativo, che risulta essere spesso e specialmente in epoca moderna, l’attenzione superamento della partizione delle competenze passivo rispetto alle esigenze contemporanee di viaggiatori e artisti che lo hanno descritto e fra Stato ed enti territoriali, rinnovando la del pubblico fruitore, il quale necessita di una ritratto, generando una multiforme immagine gestione del patrimonio culturale attraverso nuove partecipazione sempre più attiva e sperimentale di grande bellezza. Di questo patrimonio figure private, di associazioni e volontariato, in nei confronti della cultura. Questo comporta una territoriale, che denota l’Italia come un grande grado di raccontare il territorio investigandone svalorizzazione del patrimonio culturale, che museo diffuso a cielo aperto, siamo responsabili le contemporanee capacità attrattive e di dovrebbe invece essere linfa vitale del nostro individualmente e collettivamente per la sua tutela. I musei non dovrebbero più essere solo Paese. Il concetto stesso di restauro è comunque protezione, conservazione e valorizzazione. presidi territoriali, ma anche centri culturali di ambiguo se lo si intende come un atto puramente La cronica carenza di risorse economiche, interpretazione del paesaggio italiano, ampliando critico ossia come un cauto intervento sulla investimenti, e figure competenti, rende spesso il loro ruolo, non solo alla conservazione, ma materia dell’antica testimonianza, volto a 8 mantenerla e a tramandarla nella sua integrità del tema “costruire sulla storia” come processo si opera attraverso sovrapposizioni di layers. che non deve necessariamente né essere riportata per avviare una rivitalizzazione del territorio. Il Il complesso, rivolto verso il mar Tirreno, è allo stato originale, né apparire falsamente progetto ha come soggetto Villa Damecuta, una costruito attorno alle mura originarie ancora nuova, oppure come sinonimo di “ripristino” delle dodici ville romane site nell’isola di Capri. riconoscibili, instaurando in tal modo, un ossia, letteralmente, di restituzione originale che La Villa si presenta in condizioni di degrado e rapporto tra la nuova costruzione, resti, storia dovrebbe ottenersi reintegrando nel manufatto abbandono, pur avendo delle potenzialità elevate e paesaggio. Il progetto non vuole essere un artistico le parti danneggiate attraverso un sia dal punto di vista paesaggistico che di polo facile e non meno vincolante rinnovamento del processo “creativo” più che critico. Considerando turistico. L’intervento mira a una riqualificazione sito, tramite l’abbattimento del vecchio impianto, l’importanza del patrimonio culturale connesso dell’area, intesa come addizione di funzioni ma nemmeno vuole dare alle rovine un ruolo al territorio, l’indagine progettuale vuole partire contemporanee in grado di asservire alle richieste marginale e puramente decorativo all’interno da questa tematica. La Campania, esempio di un di un potenziale pubblico eterogeneo. Partendo del complesso architettonico. La scelta è quella processo di svalutazione delle risorse artictiche, dal principio di non intaccare la preesistenza e di di creare un nastro, una traccia tra le due si presta a essere il luogo ideale per la ricerca non tentare un ripristino al suo stato originario, strutture, integrandole a vicenda. 9 Parte I CAPRI, UN PATRIMONIO DI TESORI 10 1. Luogo: La Campania felix ’isola di Capri, nel Mar Tirreno è la più della vicina penisola sorrentina, di cui Capri era Lmeridionale del gruppo delle isole Partenopee, probabilmente la prosecuzione verso occidente, le quali incorniciano il meraviglioso paesaggio del rappresentando quindi un frammento separato Golfo di Napoli costituendone una delle maggiori dalla massa continentale in seguito a fratture attrattive. Capri dispone tra le più ricercate e a depressione della zona interposta. I terreni bellezze naturali ed ha panorami di grande mesozoici dell’isola di Capri, come nella sezione bellezza ed è per questo motivo, una località occidentale della penisola sorrentina, sono turistica di prim’ordine; ad essa si attribuisce ricoperti, specie nella parte centrale dell’isola, da l’appellativo di “perla del Golfo di Napoli” e quello strati calcarei e per vaste aree da tufi vulcanici, di “isola delle Sirene”. A differenza delle altre isole questi ultimi provenienti da materiali lanciati del gruppo partenopeo, tutte di origine vulcanica, dagli apparati eruttivi dei Flegrei e del Vesuvio Capri ha origine sedimentaria, e i terreni che la e trascinati poi dal vento. L’isola emerge dal costituiscono, sono della stessa natura dei terreni mare con ripidissime fiancate, che sono le Atlante Geografico del Regno di Napoli a cura di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni 11 facce di frattura lungo le quali si è effettuato il sollevamento; su queste fiancate l’azione delle onde, ha scavato molte grotte, alcune d’insuperabile bellezza (Grotta Azzurra, Grotta dell’Arcera, Grotta Verde, Grotta Bianca,) e ha contribuito a staccare imponenti pilastri rocciosi, che come grandi scogli adornano specialmente la parte meridionale dell’isola. Negli ultimi millenni il suolo di Capri dall’epoca romana ai nostri giorni si è abbassato pare di 6 metri, come può rilevarsi dalla presenza di opere murarie romane lungo la costa al di sotto del livello del mare. Panorama rivolto ai Faraglioni dal Monte Solaro 12 1.1 Morfologia isola, che ha una forma pressapoco ad est, in tre zone: l’occidentale, la centrale e L’ rettangolare, con i vertici nelle punte l’orientale. La zona occidentale è più massiccia, MARINA GRANDE Vitareta, Carena, Tragara e Capo, presenta una con pareti ripidissime quasi da ogni parte; sia, larga insenatura nella costa settentrionale, a cui cioè, verso il mare,