All. 3

REGIONE Giunta Regionale

Dipartimento Opere Pubbliche, Governo del Territorio e Politiche Ambientali

PIANO DI G ESTIONE

RISCHIO A LLUVIONI Parte B – Misure di Protezione Civile

(Direttiva 2007/60/CE ‐ Decreto Legisl ativo 23 febbraio 2010 n. 49) ______REV N. 01 DEL 27/11/2015

Dipartimento Opere Pubbliche, Governo del Territorrio e Politiche Ambientali Il Direttoree, ing. Emidio Rocco Primavera

CENTRO FUNZIONALE D’ABRUZZO -SERVIZIO PROGRAMMAZIONE ATTIVITÀ DI PROTEZIONE CIVILE SERVIZIO PREVENZIONE DEI RISCHI DI PROTEZIONE CIVILE SERVIZIO DIFESA DEL SUOLO SERVIZIO GENIO CIVILE REGIONALE DI PESCARA – CHIETI SERVIZIO GENIO CIVILE REGIONALE DI L’AQUILA SERVIZIO GENIO CIVILE REGIONALE DI TERAMO Sommario CAPITOLO 1 - PREVISIONE, MONITORAGGIO, SORVEGLIANZA ED ALLERTAMENTO POSTI IN ESSERE ATTRAVERSO LA RETE DEI CENTRI FUNZIONALI ...... 4

1.1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO SUL SISTEMA DI ALLERTAMENTO ...... 4 1.1.1 NORMATIVA NAZIONALE ...... 4 1.1.2 NORMATIVA REGIONALE ...... 5 1.2 DEFINIZIONE DEGLI SCENARI IN TEMPO REALE ED ALLERTAMENTO ...... 5 1.3 IL SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE ...... 6 1.4 IL SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO E IDRAULICO ...... 7 1.4.1 ZONE DI ALLERTAMENTO ...... 7 1.4.2 SOGLIE DI ATTENZIONE E CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLO STATO DI CRITICITÀ ...... 8 1.4.3 LIVELLI DI CRITICITÀ E SCENARI ...... 8 1.4.4 LIVELLI DI ALLERTA E FASI OPERATIVE DEL SISTEMA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE ...... 10 1.5 DESCRIZIONE DEI DOCUMENTI DI ALLERTAMENTO ADOTTATI A LIVELLO REGIONALE IN RIFERIMENTO ALLA DIRETTIVA 27/02/2004 ...... 11 1.6 DESCRIZIONE DELLE PROCEDURE DI DIRAMAZIONE DELLE ALLERTE A LIVELLO REGIONALE ...... 11 1.7 DESCRIZIONE DELLA SENSORISTICA PRESENTE A LIVELLO REGIONALE ...... 12 1.7.1 RETE REGIONALE DI RILEVAMENTO IN TELEMISURA ...... 12 1.7.2 RETE RADAR METEOROLOGICA REGIONALE ...... 13 1.7.3 RICEVITORE SATELLITARE MSG ...... 14 CAPITOLO 2 – PRESIDIO TERRITORIALE IDRAULICO (ed idrogeologico) POSTO IN ESSERE ATTRAVERSO ADEGUATE STRUTTURE E SOGGETTI REGIONALI E PROVINCIALI ...... 15

2.1 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ...... 15 2.1.1 DIRETTIVA P.C.M. 27 FEBBRAIO 2004- INDIRIZZI OPERATIVI PER LA GESTIONE ORGANIZZATIVA E FUNZIONALE DEL SISTEMA DI ALLERTAMENTO NAZIONALE E REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO AI FINI DI PROTEZIONE CIVILE. (PUBBLICATA NELLA GAZZETTA UFFICIALE N. 59 DEL 11 MARZO 2004) ...... 15 2.2 DIRETTIVA 2007/60/CE RELATIVA ALLA VALUTAZIONE E ALLA GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI, RECEPITA NELL'ORDINAMENTO ITALIANO CON IL DECRETO LEGISLATIVO 23 FEBBRAIO 2010 N. 49...... 16 2.2.1 REGIONE ABRUZZO - DGR N°70 DEL 13/02/2012 ...... 16 2.3 REGIONE ABRUZZO – PREDISPOSIZIONE DI LINEE GUIDA IN MATERIA DI PRESIDI TERRITORIALI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI ...... 16 2.3.1 CRITERI PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE UNITÀ DI PRESIDIO TERRITORIALE IDRAULICO ED IDROGEOLOGICO E DELLE RELATIVE SEDI CON RIFERIMENTO AI BACINI IDROGRAFICI DELLA REGIONE ABRUZZO ...... 17 2.3.2 PROPOSTA PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE SEDI DEI PRESIDI TERRITORIALI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI ...... 17 2.3.3 PROPOSTA PER LA COSTITUZIONE DELLA STRUTTURA DEI PRESIDI TERRITORIALI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI ...... 18 2.3.4 IL RESPONSABILE DEL PRESIDIO ...... 18 2.3.5 UNITÀ OPERATIVA DI PRESIDIO ...... 18 2.3.6 UNITÀ TECNICA DI PRESIDIO ...... 18 2.3.7 ALTRE STRUTTURE A SUPPORTO ...... 19 2.3.8 PROPOSTA DI UN MODELLO DI INTERVENTO PER I PRESIDI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI ...... 19 2.3.9 ATTIVAZIONE DEI PRESIDI TERRITORIALI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI ...... 21 2.3.10 SEGNALAZIONI E MONITORAGGIO IN CASO DI ALLERTA ...... 21 2.3.11 SCHEDA RELAZIONE FINALE ...... 22

2 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B 2.4 SITUAZIONE POST – EVENTO ...... 23 2.4.1 GESTIONE DEL PRESIDIO IN TEMPO ORDINARIO ...... 23 2.5 INFORMATIZZAZIONE DEI PROCESSI ...... 24 2.5.1 PROPOSTA PER L’INDIVIDUAZIONE DI PRESIDI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE ABRUZZO ...... 25 CAPITOLO 3 – REGOLAZIONE DEI DEFLUSSI POSTI IN ESSERE ANCHE ATTRAVERSO I PIANI DI LAMINAZIONE ...... 28

3.1 ELENCO DELLE GRANDI DIGHE PRESENTI NEI BACINI IDROGRAFICI DELLA REGIONE ABRUZZO ...... 28 3.2 SINTESI DELLE CONSIDERAZIONI FINALI DEGLI STUDI SULL’INFLUENZA DEGLI INVASI ...... 29 3.3 SINTESI DEI PIANI DI LAMINAZIONE ...... 44 3.4 UNITÀ DI COMANDO E CONTROLLO ...... 44 CAPITOLO 4 – SUPPORTO ALL’ATTIVAZIONE DEI PIANI URGENTI DI EMERGENZA PREDISPOSTI DAGLI ORGANI DI PROTEZIONE CIVILE AI SENSI DELL’ART. 67, COMMA 5, DEL DECRETO LEGISLATIVO N.152 DEL 2006 E DELLA NORMATIVA PREVIGENTE ...... 45

4.1 CORRISPONDENZA TRA LIVELLI DI CRITICITA’ PREVISTI E/O IN ATTO, LIVELLI DI ALLERTA, E ASSOCIAZIONE DI TALI LIVELLI CON L’ATTIVAZIONE DELLE FASI OPERATIVE A LIVELLO REGIONALE ...... 45 4.2 SISTEMA DI ALLERTAMENTO E PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA NELL’AMBITO DEL RISCHIO IDRAULICO ...... 53 CAPITOLO 5 - SINTESI DEI CONTENUTI DEI PIANI URGENTI DI EMERGENZA PREDISPOSTI AI SENSI DELL'ARTICOLO 67, COMMA 5, DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 152 DEL 2006, NONCHÉ DELLA NORMATIVA PREVIGENTE ...... 72

CAPITOLO 6 - INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE GIA’ ADOTTATE E DI QUELLE PREVISTE NELLA PIANIFICAZIONE PER CONSEGUIRE GLI OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DELLA GESTIONE DELL’EMERGENZA ...... 72

ALLEGATI ...... 73

3 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B CAPITOLO 1 - PREVISIONE, MONITORAGGIO, SORVEGLIANZA ED ALLERTAMENTO POSTI IN ESSERE ATTRAVERSO LA RETE DEI CENTRI FUNZIONALI (Regione Abruzzo - Servizio Amministrativo dei LL.PP. e Protezione Civile – Centro Funzionale d’Abruzzo)

La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004 individua quali soggetti competenti per la gestione del sistema di allerta ai fini di Protezione Civile, oltre al Dipartimento nazionale della Protezione Civile e al Centro Funzionale centrale, i Centri Funzionali Decentrati istituiti a livello regionale a seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 gennaio 1998 e del progetto per la relativa realizzazione approvato nella seduta del 15 gennaio 2002 dal Comitato tecnico di cui alla legge 267/1998. La Regione Abruzzo ha formalmente istituito il Centro Funzionale d’Abruzzo quale struttura tecnico- scientifica a supporto delle attività del Servizio Regionale di Protezione Civile con la L.R. n. 34 del 1.10.2007 art. 22. Con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n.65 del 18 settembre 2014 il Centro Funzionale d’Abruzzo è stato dichiarato attivo ed operativo solo per le valutazioni relative al rischio idrogeologico ed idraulico. Rimangono in capo al Dipartimento di Protezione Civile le valutazioni meteo e l’emissione dell’avviso di condizioni meteorologiche avverse.

1.1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO SUL SISTEMA DI ALLERTAMENTO 1.1.1 NORMATIVA NAZIONALE  Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri recante indirizzi operativi inerenti la predisposizione della parte dei piani di gestione relativa al sistema di allertamento nazionale, statale e regionale, per il rischio idraulico ai fini di protezione civile di cui al decreto legislativo 23 febbraio 2010, n. 49 di recepimento della Direttiva 2007/60/CE.  Legge n. 225 del 24 febbraio 1992. – “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile.”  (aggiornato con il decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, coordinato con la legge di conversione 15 ottobre 2013, n. 119 e con il D.L. 15 maggio 2012, n. 59, coordinato con la legge di conversione 12 luglio 2012, n. 100).  Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112. – “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59”.  Direttiva del Presidente Consiglio dei Ministri 27.2.2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”.  Presidenza del Consiglio dei Ministri “Manuale Operativo per la predisposizione di un Piano Comunale o Intercomunale di Protezione Civile” – Ottobre 2007.  Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 16 Febbraio 2007 -Linee guida per l'informazione alla popolazione sul rischio industriale.  OPCM n. 4007 del 29 febbraio 2012: contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico per l'anno 2011.  OCDPC n. 171 del 19 giugno 2014: contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico per l’anno 2013.  Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile -Dossier “Risultati dell’indagine Piani di Emergenza comunali e disabilità” – Aprile 2014.  Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 relativa al “Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico”.  Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2014 – “Disposizioni per l'aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio”.

4 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B 1.1.2 NORMATIVA REGIONALE  Legge regionale 14 dicembre 1993, n. 72 – “Disciplina delle attività regionali di protezione civile”.  Legge regionale del 01 ottobre 2007, n. 34.– “Disposizioni di adeguamento normativo e per il funzionamento delle strutture” - art. 22 “Istituzione del Centro Funzionale d'Abruzzo”.  Delibera di Giunta Regionale n. 811 del 21/11/11 "Direttive tecniche circa l'individuazione delle specifiche dimensionali e grafiche della cartellonistica relativa alle aree di emergenza comunali e delle sedi C.O.C. e C.O.M.".  Delibera di Giunta Regionale n. 793/2013 – “Procedure finalizzate alla gestione operativa da parte delle strutture di P.C.”.  Delibera di Giunta Regionale n. 365 del 12/05/2014 (aggiornata con delibera di giunta regionale del 4 marzo 2015 n. 172) – “Dir. P.C.M. febbraio 2004 Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile. sistema di allertamento regionale multi rischio. Direttiva regionale per l'allertamento rischi idrogeologico-idraulico e incendi. Approvazione documento Sistema di allertamento regionale multirischio”.

1.2 DEFINIZIONE DEGLI SCENARI IN TEMPO REALE ED ALLERTAMENTO Il sistema di allertamento di protezione civile deve assicurare l’attivazione della catena decisionale ed operativa a tutti i livelli istituzionali al fine di consentire la mitigazione del rischio con azioni che si collocano, concettualmente e temporalmente, tra la Previsione e Prevenzione del rischio e l’Emergenza: l’allertamento rappresenta la fase operativa/applicata della prima e anticipa gli scenari della seconda. In termini generali il Rischio (R) è il risultato dell’impatto dei fenomeni naturali o indotti dall’uomo sull’ambiente naturale o antropizzato. La conoscenza delle zone in cui sono attivi detti fenomeni, della loro frequenza e della loro intensità permette di gestire le attività antropiche al fine di ridurre gli impatti e quindi il rischio. Il Rischio è legato alla Pericolosità, alla Vulnerabilità e al Valore esposto. La Pericolosità (P) è la probabilità che un evento di una certa intensità avvenga con un certo periodo di ritorno in un dato luogo. Un fenomeno è considerato pericoloso quando, in una determinata area, raggiunge un’intensità tale da produrre danni alle attività antropiche presenti o all’ambiente naturale. Ad esempio, un corso d’acqua diventa pericoloso quando aumenta la sua portata fino ad esondare, coinvolgendo il territorio antropizzato circostante distruggendo una strada. Sono per esempio “eventi pericolosi”: i terremoti, le alluvioni, i maremoti, le frane, la subsidenza, i fenomeni vulcanici, gli incendi boschivi. La Vulnerabilità (V) è l’attitudine di un determinato elemento a sopportare un evento di una certa intensità. La vulnerabilità delle attività antropiche può essere considerata sia direttamente, come strutture coinvolte, sia indirettamente, come funzionalità che forniscono. Ad esempio una strada è vulnerabile, in caso di un processo alluvionale, sia in quanto la struttura può essere distrutta, ma anche in quanto può essere compromessa la viabilità. La vulnerabilità è influenzata da una serie di fattori quali: la robustezza strutturale dell’oggetto in considerazione, intensità ed il tipo di urbanizzazione, l’uso del territorio, l’industrializzazione, la presenza di infrastrutture viarie, le opere di captazione di importanti sorgenti. Il Valore esposto (vl) è legato ai danni potenziali o reali che un evento di una certa intensità può produrre in termini socio-economici. Il valore può essere calcolato sia in base alla componente economica che a quella sociale. Ad esempio il valore della strada distrutta, a causa di un processo alluvionale, è rappresentato sia dal costo economico per la sua ricostruzione, sia da quello sociale che devono supportare gli utenti per la sua mancata utilizzazione. RISCHIO = P*V*vl / capacità di risposta

5 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B 1.3 IL SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE L’allertamento si realizza attraverso l’espletamento di attività sintetizzabili in tre funzioni:  la valutazione del pericolo;  la stima del rischio;  la diffusione di adeguate comunicazioni alle strutture ed amministrazioni competenti e, nel caso, ai cittadini.

La valutazione del pericolo è costituita da valutazioni previsionali di carattere tecnico-scientifico relative all’evento, formulate anche con il supporto di specifica modellistica fisico-matematica. La stima del rischio è il risultato dell’analisi delle interferenze fra lo scenario fisico/ ambientale previsto e l’ambiente antropizzato, finalizzato alla valutazione dell’impatto su determinati contesti territoriali e sociali. La diffusione delle comunicazioni è un processo pianificato con un coordinamento inter-organizzativo, verticale ed orizzontale, che deve efficacemente coinvolgere amministrazioni e strutture assicurando che tutti siano opportunamente informati e mobilitati, evitando ogni ridondanza delle comunicazioni o sovrapposizione fra le forze in campo. L’attività del sistema di allertamento si configura, pertanto, come uno strumento di supporto:  alle autorità preposte all’allertamento delle componenti del Servizio Nazionale di Protezione Civile, in merito alle decisioni da assumere e alle azioni da intraprendere;  alle fasi di gestione dell’emergenza in attuazione dei Piani di Emergenza di Protezione Civile, sia Provinciali che Comunali.

SISTEMA DI ALLERTAMENTO

REVISIONE SORVEGLIANZA P MONITORAGGIO

Tempo

La fase di previsione è articolata in tre funzioni: - la prima è relativa alla assimilazione dei dati osservati e/o all’elaborazione della previsione circa la natura e l’intensità degli eventi attesi; - la seconda è relativa alla previsione degli effetti che il manifestarsi di tali eventi può determinare sul dominio territoriale attribuito a ciascun Centro Funzionale Decentrato; - la terza è relativa alla valutazione del livello di criticità complessivamente atteso nelle zone d'allerta, ottenuto anche confrontando le previsioni elaborate con i valori delle soglie adottate. La prima funzione può essere assolta anche con il concorso di Centri di Competenza, ovvero soggetti che forniscono servizi, informazioni, dati, elaborazioni e contributi tecnico-scientifici in ambiti specifici ed altamente specialistici. La seconda e la terza funzione sono assolte da ogni Centro Funzionale, presso cui risiedono le necessarie competenze e le specifiche attività tecniche di supporto alle decisioni. La fase di monitoraggio e sorveglianza si realizza attraverso la trasmissione, la raccolta e la concentrazione nei Centri Funzionali dei dati rilevati dalle diverse tipologie di sensori, nonché tramite la raccolta di informazioni reperite localmente, ed ha lo scopo di elaborare gli scenari previsti e di aggiornarli in base all'evoluzione dell'evento in atto. L’attività di reperimento locale di informazioni è delegata ai Presidi Territoriali.

6 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B 1.4 IL SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO E IDRAULICO Nell’ambito dei rischi che caratterizzano il territorio della nostra Regione, il rischio idrogeologico è tra quelli che comporta un maggior impatto sociale ed economico, secondo solo a quello sismico. Il dissesto idrogeologico è stato definito per la prima volta come l'insieme di “quei processi che vanno dalle erosioni contenute e lente alle forme più consistenti della degradazione superficciale e sotto-superficiale dei versanti fino alle forme imponenti e gravi delle frane” (Commissione De Marrcchi, 1970). In modo più generale e secondo una concezione più modderna del termine esso può essere inteso come “qualsiasi situazione di squilibrio o di equilibrio instabile ddel suolo, del sottosuolo o di entrammbi”, ovvero “l'insieme di quei fenomeni connessi al rovinoso defluire delle acque libere in superficie e all'interno del suolo, producendo effetti che possono portare alla perdita di vite umane, ad alterazioni delle attività e delle opere dell'uomo e dell'ambiente fisico”. I fenomeni di dissesto idrogeologico sono fenomeni naturali che possono avvennire per cause strutturali (geomorfologiche) oppure per cause occasionali, che determinano in un dato momento l'alterazione degli equilibri esistenti. L’antropizzazione e la costruzione di nuove infrastrutture oltrre a mutare l'assetto del territorio, accrescendo la possibilità che si verififichino dissesti, hanno determinato una maggiore esposizione di persone e beni al rischio idrogeologico.

1.4.1 ZONE DI ALLERTAMENTO Al fine di rendere più efficiente e mirato il sistema di allertamento si è prrovveduto ad una lettura fisico/statistica dell’intero territorio che ha portato alla determinazione di Zone dii Allerta, cioè di ambiti territoriali simili per tipologia e severità degli eventi attesi e caratterizzati da risposta meteorologica e/o idrologica omogenea in occasione dell’insorgenza dei fenomeni meteorologici e/o idrologici. L’Abruzzo risulta pertanto suddiviso in 6 Zone di Allerta, denominate e individuate come di seguito: 1) Zona Abru-A: Bacini Tordino Vomano 2) Zona Abru-B: Bacino dell’Aterno 3) Zona Abru-C: Bacino del Pescara 4) Zona Abru-D1: Bacino Alto del 5) Zona Abru-D2: Bacino Basso del Sangro 6) Zona Abru-E: Marsica

7 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B 1.4.2 SOGLIE DI ATTENZIONE E CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLO STATO DI CRITICITÀ Dalle serie storiche delle osservazioni pluviometriche, attraverso metodi statistici, sono state individuate le soglie di attenzione pluviometriche, che possono contribuire alla valutazione degli eventi meteorologici previsti o in atto. Il Centro Funzionale, quotidianamente, confronta tali soglie con la quantità di piogge previste sulla base delle previsioni meteorologiche regionali e stabilisce il livello di criticità da adottare per le successive 12/36 h. Durante un evento in atto il Centro Funzionale d’Abruzzo confronta le piogge misurate dalla rete termo-idro-pluviometrica con le soglie di attenzione pluviometriche e aggiorna il livello di criticità relativo agli eventi in atto. Per quanto concerne il rischio idraulico, sono state individuate le soglie di attenzione per i livelli idrometrici dei corsi d’acqua monitorati dalla rete in telemisura regionale e in particolare sono stati individuati per ogni stazione idrometrica il livello di attenzione (m), livello di pre-allarme (m) e livello di allarme (m). Tali valori sono indicativi e possono variare nel corso nel tempo in relazione ai mutamenti dei luoghi (restringimento di alvei, occlusioni di arcate di ponti, interventi di manutenzione nell’alveo, arginature,…). Essi sono da ritenersi come generici indicatori di una situazione di rischio, in quanto non può escludersi che, anche per livelli idrometrici inferiori a quelli indicati, possano verificarsi modeste esondazioni in zone agricole, le quali non hanno dato luogo, in passato, a segnalazioni particolari.

1.4.3 LIVELLI DI CRITICITÀ E SCENARI Il Centro Funzionale stabilisce i livelli di criticità sulla base di fenomeni previsti o in corso e definisce lo scenario che prevede possa verificarsi sul territorio sulla base delle previsioni meteorologiche. Per gli Eventi Idrogeologici e Idraulici, sia previsti che in atto, si distinguono quattro livelli di criticità crescente:  Codice Verde (Assenza Di Fenomeni Significativi Prevedibili);  Codice Giallo (Criticità Ordinaria);  Codice Arancione (Criticità Moderata);  Codice Rosso (Criticità Elevata).

I livelli di criticità ordinaria, moderata ed elevata, corrispondono a scenari che il Centro Funzionale prevede possano verificarsi sul territorio. Tali livelli sono definiti sulla base delle previsioni meteorologiche, tenendo in considerazione gli scenari di rischio che possono verificarsi al superamento delle soglie di attenzione e alla possibile evoluzione degli eventi previsti. Tali valutazioni sono effettuate per zone di allerta. Si riporta di seguito la tabella degli scenari di criticità idrogeologica e idraulica.

8 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B Fenomeni Codice Criticità meteo- Scenario d'evento Effetti e danni colore idro

Assenza o bassa probabilità di fenomeni Assenti o significativi prevedibili (non si escludono fenomeni Danni puntuali e localizzati. localizzati imprevedibili come la caduta massi). VERDE Assente o poco probabile IDROGEO IDRAUL. Localizzati danni ad infrastrutture, edifici e attività antropiche interessati da frane, da colate rapide o dallo - Possibili isolati fenomeni di erosione, frane scorrimento superficiale delle acque.

O superficiali, colate rapide detritiche o di fango. Localizzati allagamenti di locali interrati e talvolta di - Possibili cadute massi. quelli posti a pian terreno prospicienti a vie potenzialmente interessate da deflussi idrici.

IDROGEOLOGIC Localizzate e temporanee interruzioni della viabilità in prossimità di piccoli impluvi, canali, zone depresse Ulteriori scenari rispetto al precedente (sottopassi, tunnel, avvallamenti stradali, ecc.) e a valle di IDROGEOLOG.: porzioni di versante interessate da fenomeni franosi. Localizzati danni alle coperture e alle strutture provvisorie Localizzati - Possibili isolati fenomeni di trasporto di materiale con trasporto di tegole a causa di forti raffiche di vento o e intensi legato ad intenso ruscellamento superficiale. - Limitati fenomeni di alluvionamento nei tratti possibili trombe d’aria.

montani dei bacini a regime torrentizio Rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento di pali, - Repentini innalzamenti dei livelli idrometrici dei segnaletica e impalcature con conseguenti effetti sulla corsi d’acqua minori (piccoli rii, canali artificiali, viabilità e sulle reti aeree di comunicazione e di torrenti) con limitati fenomeni di inondazione delle distribuzione servizi.

IDRAULICO aree limitrofe. Danni alle colture agricole, alle coperture di edifici e agli automezzi a causa di grandinate.

GIALLO - Fenomeni di rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche con tracimazione acque, Localizzate interruzioni dei servizi, innesco di incendi e

Ordinaria criticità scorrimento superficiale delle acque nelle sedi lesioni da fulminazione. stradali. Occasionale ferimento di persone e perdite incidentali di vite umane.

- Occasionali fenomeni franosi legati a condizioni idrogeologiche particolarmente fragili.

L. - Condizioni di rischio residuo per saturazione dei Diffusi, suoli, anche in assenza di forzante meteo. Ulteriori effetti e danni rispetto allo scenario precedente: non IDROGEO Localizzati danni ad infrastrutture, edifici e attività intensi, Ulteriori scenari rispetto al precedente antropiche interessati dai fenomeni franosi. anche IDROGEOLOG.: Localizzati e limitati danni alle opere idrauliche e di difesa persistenti - Incrementi dei livelli dei corsi d’acqua spondale e alle attività antropiche in alveo. generalmente contenuti all’interno dell’alveo. - Condizioni di rischio residuo per il transito dei IDRAULIC deflussi anche in assenza di forzante meteo. - Diffuse attivazioni di frane superficiali e di colate rapide detritiche o di fango. - Possibilità di Ulteriori effetti e danni rispetto allo scenario di codice attivazione/riattivazione/accelerazione di fenomeni giallo: CO di instabilità anche profonda di versante, in contesti Diffusi danni ed allagamenti a singoli edifici o piccoli

geologici particolarmente critici. centri abitati, reti infrastrutturali e attività antropiche interessati da frane o da colate rapide.

IDROGEOLOGI - Possibili cadute massi in più punti del territorio. Diffusi danni alle opere di contenimento, regimazione ed Diffusi, Ulteriori scenari rispetto al precedente attraversamento dei corsi d’acqua, alle attività agricole, ai intensi e/o IDROGEOL.: cantieri, agli insediamenti artigianali, industriali e abitativi persistenti - Significativi innalzamenti dei livelli idrometrici situati in aree inondabili. dei corsi d’acqua con fenomeni di inondazione Diffuse interruzioni della viabilità in prossimità di impluvi ARANCIONE delle aree limitrofe e delle zone golenali, Moderata criticità e a valle di frane e colate detritiche o in zone depresse in interessamento dei corpi arginali, diffusi fenomeni prossimità del reticolo idrografico. di erosione spondale, trasporto solido e divagazione Pericolo per la pubblica incolumità/possibili perdite di vite IDRAULICO dell’alveo. umane. - Possibili occlusioni, parziali o totali, delle luci dei ponti. - Numerosi ed estesi fenomeni di frane superficiali e di colate rapide detritiche o di fango. - Possibilità di Ulteriori effetti e danni rispetto allo scenario di codice attivazione/riattivazione/accelerazione di fenomeni arancione: Ingenti ed estesi danni ad edifici e centri abitati, alle GICO

di instabilità anche profonda di versante, anche di attività agricole e agli insediamenti civili e industriali, sia Diffusi, grandi dimensioni. IDROGEOLO IDROGEOLO prossimali sia distanti dai corsi d'acqua, o coinvolti da molto - Possibili cadute massi in più punti del territorio. frane o da colate rapide. intensi e Ulteriori scenari rispetto al precedente Ingenti ed estesi danni o distruzione di infrastrutture persistenti IDROGEOL.: ROSSO (rilevati ferroviari o stradali, opere di contenimento,

-Piene fluviali con intensi ed estesi fenomeni di regimazione o di attraversamento dei corsi d’acqua). Elevata criticità erosione e alluvionamento, con coinvolgimento di Ingenti danni a beni e servizi. aree anche distanti dai corsi d'acqua. Grave pericolo per la pubblica incolumità/possibili perdite - Possibili fenomeni di tracimazione, sifonamento o di vite umane.

IDRAULICO rottura delle opere arginali, sormonto delle opere di attraversamento, nonché salti di meandro. 9 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B

1.4.4 LIVELLI DI ALLERTA E FASI OPERATIVE DEL SISTEMA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE I Livelli di Allerta sono attivati dal Centro Funzionale attraverso l’emissione di Avvisi di Criticità e/o di segnalazioni di fenomeni imminenti o in atto. Il modello di intervento prevede una fase di normalità, una fase di preallerta e tre diverse fasi di allerta. Tali fasi attivano le azioni previste dai Piani di emergenza comunali o intercomunali ed, eventualmente, dai piani di emergenza provinciale. Di seguito lo schema dei Livelli di allerta e delle fasi per il rischio idrogeologico ed idraulico:

Nessuna criticità prevista sul territorio

regionale NORMALITA’

Bollettino con previsione di codice PREALLERTA giallo/criticità ordinaria conseguente alla possibilità di fasi temporalesche intense

Avviso di codice arancione/criticità

moderata – Avviso di avverse condizioni

ATTENZIONE FASI meteo

ALLERTA Avviso di codice rosso/criticità elevata

DI Evento in atto con codice

PREALLARME arancione/criticità moderata

LIVELLI Evento in atto con codice rosso/criticità ALLARME elevata

La fase di normalità si verifica quando non sono stati emessi e non sono in corso avvisi. La fase di preallerta si attiva in caso di emissione del Bollettino di criticità con previsione di criticità ordinaria anche conseguente alla possibilità di fenomeni temporaleschi intensi. La fase di allerta prevede:  fase di attenzione;  fase di preallarme;  fase di allarme. La fase di attenzione si attiva in caso di emissione dell’Avviso di Avverse Condizioni Meteo da parte del Dipartimento di Protezione civile, dell’Avviso di criticità moderata da parte del Centro Funzionale e/o al superamento delle soglie. Il Centro Funzionale definisce, secondo i propri strumenti, la valutazione degli effetti al suolo nel territorio dell’Abruzzo. La fase di preallarme si attiva in caso di Avviso di criticità elevata, al verificarsi di un evento con criticità moderata e/o all’aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali e/o al superamento di soglie. In particolare, la fase di preallarme viene dichiarata sulla base delle previsioni meteorologiche, delle indicazioni pluviometriche o idrometriche quando si verifichi il perdurare di eventi meteorici o i pluviometri della zona interessata indichino il perdurare delle precipitazioni con elevata intensità o i livelli idrometrici dei corsi d’acqua crescano sino a raggiungere il livello di preallarme. La fase di allarme si attiva al verificarsi di un evento con criticità elevata e/o all’aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali e/o al superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti.

10 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B In particolare la fase di allarme viene dichiarata quando le condizioni meteorologiche e le previsioni non facciano ritenere prossima la fine dell’evento meteorico, i pluviometri della zona interessata indichino il perdurare, con immutata intensità, delle precipitazioni, i livelli idrometrici dei corsi d’acqua crescano sino a raggiungere il livello di allarme. In queste situazioni, il Centro Funzionale provvede al monitoraggio e sorveglianza strumentale, di now-casting meteorologico, di collegamento costante con i Presidi Territoriali per verificare l’evoluzione in loco dei fenomeni in corso e aggiornare gli scenari in stretta collaborazione con la Sala Operativa. Lo stato di allarme cessa automaticamente alla data prevista per la fine dell’evento/criticità e dall’avviso di criticità. Eventuali cessazioni anticipate o posticipate verranno comunicate.

1.5 DESCRIZIONE DEI DOCUMENTI DI ALLERTAMENTO ADOTTATI A LIVELLO REGIONALE IN RIFERIMENTO ALLA DIRETTIVA 27/02/2004 Con la Delibera di giunta Regionale n.365 del 12/05/2014 (aggiornata con delibera di giunta regionale del 4 marzo 2015 n. 172) è stato approvato il documento relativo al “Sistema di allertamento regionale multirischio” che approva le procedure di redazione di avvisi e bollettini di criticità e diramazione degli stessi da parte del Centro Funzionale d’Abruzzo. Quotidianamente il CFA redige e pubblica il Bollettino di Criticità Idrogeologica Regionale e, qualora gli indicatori in uso segnalino superamento di soglie individuate o rialzo termico con conseguente fusione del manto nevoso, il CFA emette anche un avviso di criticità idrogeologica e/o idraulica conseguentemente alla valutazione dello scenario di rischio atteso. In caso di evento in atto vengono diramate specifiche informative sullo stato dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua monitorati. Si riportano negli allegati A.1 e A.2 rispettivamente il Bollettino di Criticità Idrogeologica/idraulica regionale e l’Avviso di Criticità Idrogeologica Regionale. Le Comunicazione di Evento in Atto per il Rischio Idraulico avvengono attraverso l’invio di pec, mail ed sms.

1.6 DESCRIZIONE DELLE PROCEDURE DI DIRAMAZIONE DELLE ALLERTE A LIVELLO REGIONALE La diffusione dell’Avviso di Avverse Condizioni Meteo e/o dell’Avviso di Criticità prevede l’attivazione di procedure particolari in grado di garantire la piena operatività del Centro Funzionale anche attraverso la predisposizione e trasmissione (con periodicità) dei bollettini di aggiornamento finché le condizioni meteo-idrologiche non ritornano entro livelli di normalità. Le procedure operative del sistema del Centro Funzionale prevedono tre fasi distinte: 1. Previsione (prima dell’evento) – fase di allertamento 2. Evento in corso (all’inizio di validità dell’Avviso Meteo–Criticità o all’insorgere di fenomeni idrometeorologici significativi non previsti) – fase di monitoraggio 3. Post evento (al termine di validità dell’avviso meteo-criticità e per le 48 ore successive o al termine delle condizioni di rischio) – fase di verifica. Si riporta di seguito lo schema riassuntivo delle procedure di diramazione delle allerte a livello regionale operata dal Centro Funzionale:

11 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B

1.7 DESCRIZIONE DELLA SENSORISTICA PRESENTE A LIVELLO REGIONALE La Regione Abruzzo è munita di una sistema di monitoraggio necessario per il preannuncio degli eventi di piena composto da:  rete in telemisura con stazioni a campo;  rete radar regionale attraverso i di Radar Monte Midia, Tortoreto, Tufillo (DPC);  ricevitore satellitare MSG.

1.7.1 RETE REGIONALE DI RILEVAMENTO IN TELEMISURA La rete regionale di rilevamento in telemisura consente di rilevare, tramite stazioni a campo, vari parametri idrometeorologici utili per l’elaborazione degli scenari propri per le attività di Protezione Civile. La rete in telemisura opera con due diverse tecnologie di trasmissione dati: - rete su ponte radio; - rete su canale di trasmissione in gsm/gprs. La rete in telemisura costituisce elemento informativo fondamentale per il Centtrro Funzionale Regionale di Protezione Civile; quest’ultimo, nella logica ispiratrice del programma generale dii realizzazione di cui alla Legge 267/98, deve costituire il centro di diffusione dati a livello nazionale, con essigenza di smistamento e reindirizzamento del flusso di dati verso gli altri centri periferici nazionali secondo le indicazioni riportate nella D.P.C.M. 27/02/2004 modificata dalla D.P.C.M. 25/02/2005 (Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile). I dati della rete di monitoraggio regionale vengono utilizzati dal Centro Fuunzionale d’Abruzzo per finalità di allertamento e di mitigazione del rischio idraulico ed idrogeologico per la popolazione nelle situazioni di preallerta, attenzione, preallarme, allarme ed emergenza idrometeorollogica. Tali dati, inoltre, concorrono a far si che il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile abbia in tempo reale la visione del territorio regionale. La rete di rilevamento in telemisura è costituita dai seguenti tipi di stazione:

12 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B  n. 139 stazioni termopluviometriche comprensive di stazioni multisensore;  n. 45 stazioni idrometriche con n. 17 postazioni attrezzate per effettuare misure di portata con teleferica;  n. 3 stazioni mareografiche.  n. 14 ripetitori di segnale radio;  n. 3 centrali di acquisizione dati dalle stazioni a campo.  n. 2 Centri Operativi (1 presso il Centro Funzionale, L’Aquila; 1 presso l’Ufficio Idrografico Pescara) per garantire la ridondanza del sistema anche in particolari condizioni meteoclimatiche ed ambientali. Ogni stazione in telemisura può essere dotata di sensori di diversa tipologia. Nella seguente tabella è riportato il dettaglio della sensoristica installata nelle varie stazioni:

sensore simbolo n. Pluviometro P 142 Termometro aria T 145 Idrometro Ie 45 Livello medio mare Mar 5 Barometro B 14 Direzione vento vett. Dv 25 Velocita' vento vett. Vv 25 Radiazione solare Rd 5 Igrometro U 23 Nivometro N 7 Portata Qtr 4 Velocita' Superficiale Vs 4

Termometro acqua Taq 3

tot 447

Attualmente, oltre vari sensori di controllo di stazione, si hanno oltre 540 sensori sparsi su tutto il territorio regionale.

1.7.2 RETE RADAR METEOROLOGICA REGIONALE Il radar meteorologico è uno strumento che, attraverso l’emissione di radiazione elettromagnetica, fornisce una stima della quantità e della consistenza delle idrometeore presenti nell’atmosfera. Il suo principale vantaggio è la possibilità di acquisire dati in tre dimensioni in aree estese fino a 240 km di distanza, con scansioni temporali di pochi minuti, fornendo quindi un monitoraggio quasi continuo di estese porzioni di territorio. Il radar meteorologico stima principalmente l’intensità e l’estensione delle precipitazioni in atto su vaste aree, con una risoluzione dell’ordine del chilometro, integrando il dato puntuale delle stazioni pluviometriche. I radar della Regione Abruzzo, attualmente operativi, sono radar doppler, ossia sono in grado di misurare, oltre che l’intensità della precipitazione, anche la velocità radiale della stessa. L’utilizzo di questa strumentazione è legata anche alla possibilità di fare previsioni a breve termine (nowcasting) in quanto, conoscendo la direzione e la velocità di spostamento del nucleo di precipitazione, si può individuare l’area che sarà interessata da precipitazioni con un anticipo anche di alcune ore. La rete radar regionale è costituita da n. 3 radar:  radar meteorologico doppler in banda C a singola polarizzazione, presente nel territorio del di (AQ), in località Monte Midia;

13 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B  radar meteorologico doppler in banda C a doppia polarizzazione, presente nel territorio del Comune di Tufillo (CH), in località Il Monte;  radar meteorologico doppler in banda X a doppia polarizzazione, presente nel territorio del Comune di Tortoreto (TE), presso la sede dell’ARIT.

1.7.3 RICEVITORE SATELLITARE MSG Il Centro Funzionale d’Abruzzo ha la disponibilità, nell’ambito della rete dei Centri Funzionali, di una stazione per la ricezione delle osservazioni meteorologiche provenienti dai canali del satellite geostazionario MSG (Meteosat Second Generation) di EUMETSAT, tramite un accordo con l’Aeronautica Militare. I canali a disposizione sono i seguenti: tre canali nel visibile (HRV, VIS0.6, VIS0.8), due canali di microfisica (NIR 1.6 e MIR3.9), tre canali nella finestra dell’infrarosso termico (IR8.7, IR10.8, IR12.0), quattro canali in assorbimento (WV 6.3, WV 7.3, IR 9.7, IR 13.4).

14 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B CAPITOLO 2 – PRESIDIO TERRITORIALE IDRAULICO (ed idrogeologico) POSTO IN ESSERE ATTRAVERSO ADEGUATE STRUTTURE E SOGGETTI REGIONALI E PROVINCIALI (Regione Abruzzo - Servizio Prevenzione dei Rischi di Protezione Civile) 2.1 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

2.1.1 DIRETTIVA P.C.M. 27 FEBBRAIO 2004- INDIRIZZI OPERATIVI PER LA GESTIONE ORGANIZZATIVA E FUNZIONALE DEL SISTEMA DI ALLERTAMENTO NAZIONALE E REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO AI FINI DI PROTEZIONE CIVILE. (PUBBLICATA NELLA GAZZETTA UFFICIALE N. 59 DEL 11 MARZO 2004)

Finalità e compiti generali La Direttiva 27/10/2004 ricorda che i Programmi regionali di previsione e prevenzione, oltre a recepire le funzioni, i compiti e l'organizzazione delle fasi di previsione, monitoraggio e sorveglianza, devono altresì promuovere l'organizzazione funzionale ed operativa del servizio di piena e di pronto intervento idraulico (R.D. n. 523/1904 e R.D. n. 2669/1937 e ss.mm.ii.) nell'ambito dei presidi territoriali. I Piani d'emergenza devono quindi collegarsi organicamente e funzionalmente ai Programmi di previsione e prevenzione, individuando le procedure per l'azione dei presidi territoriali anche a scala comunale.

Compiti, funzioni ed organizzazione della rete dei Centri Funzionali per le finalità di protezione civile e dei Centri di Competenza.

Ai presidi territoriali viene anche attribuita dalla Direttiva la specifica attività di reperimento delle informazioni anche non di carattere strumentale al fine di supportare la fase di monitoraggio e sorveglianza dei Centri Funzionali, consentendo altresì di formulare e/o di confermare gli scenari previsti che di aggiornarli a seguito dell'evoluzione dell'evento in atto.

Misure di previsione e prevenzione non strutturale finalizzate alla riduzione del rischio idrogeologico ed idraulico elevato e molto elevato ai sensi del decreto legge 11 giugno 1998, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto1998, n. 267, ed al governo delle piene.

Nell’ambito delle funzioni di competenza regionale relative al Governo delle piene il presidio territoriale idraulico, posto in essere attraverso adeguate strutture, concorre con i Centri Funzionali alle attività di monitoraggio e sorveglianza sul territorio. La Direttiva, pertanto, attribuisce al presidio territoriale idraulico il ruolo prevalentemente di monitoraggio osservativo e non strumentale nel tempo reale, nonchè di contrasto della pericolosità e degli effetti conseguenti al manifestarsi di un evento di piena che potrebbe dare origine ad un evento alluvionale. Complessivamente, il presidio territoriale idraulico, esteso alle aree classificate ad elevato e molto elevato rischio idrogeologico ed idraulico pertinenti il reticolo idrografico, consiste in attività di: - rilevamento, a scadenze prestabilite, dei livelli idrici del corso d'acqua agli idrometri regolatori, se non altrimenti e funzionalmente organizzato da parte del Centro Funzionale decentrato, al fine di rilevare il livello di criticità dell'evento di piena in atto; - osservazione e controllo dello stato delle arginature, se presenti, e ricognizione delle aree potenzialmente inondabili, soprattutto nei punti definiti preventivamente "idraulicamente critici", anche al fine di rilevare situazioni di impedimento al libero deflusso delle acque al fine di consentire, da parte delle Autorità idrauliche territorialmente competenti, azioni di pronto intervento idraulico ai sensi del R.D. n. 523/1904 e primi interventi urgenti ai sensi della legge n. 225/1992. La Direttiva, inoltre, indica le procedure di attivazione e funzionamento del Presidio Territoriale idraulico in funzione dei diversi livelli di allertamento attivati da parte del Centro Funzionale anche con riferimento alle attività di Governo delle Piene ove espressamente regolamentate dalla Regioni.

15 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B 2.2 DIRETTIVA 2007/60/CE RELATIVA ALLA VALUTAZIONE E ALLA GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI, RECEPITA NELL'ORDINAMENTO ITALIANO CON IL DECRETO LEGISLATIVO 23 FEBBRAIO 2010 N. 49.

Il Decreto Legislativo 23/02/2010, n° 49, all’art. 7 Contempla i “Piani di gestione del rischio da alluvioni” che riguardano tutti gli aspetti della gestione del rischio di alluvioni, in particolare la prevenzione, la protezione e la preparazione, comprese le previsioni di' alluvione e il sistema di allertamento nazionale e tengono conto delle caratteristiche del bacino idrografico o del sottobacino interessato. I piani di gestione possono anche comprendere la promozione di pratiche sostenibili di uso del suolo, il miglioramento delle azioni di ritenzione delle acque, nonchè l'inondazione controllata di certe aree in caso di fenomeno alluvionale.

Nei piani di gestione del rischio alluvioni, devono essere definiti gli obiettivi nelle zone a rischio idraulico per la riduzione delle potenziali conseguenze negative per la salute umana, il territorio, i beni, l'ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche e sociali, attraverso l'attuazione prioritaria di interventi non strutturali e di azioni per la riduzione della pericolosità.

I Presidi Territoriali idraulici, sono contemplati nel D.Lgs 49/2010 in particolare nell’art. 7 comma 3 lettera b, nell’ambito delle attività previste a carico delle Regioni, con il contributo del Dipartimento della Protezione civile, per la predisposizione della parte dei piani di gestione per il distretto idrografico di riferimento relativa al sistema di allertamento, nazionale, statale e regionale, per il rischio idraulico ai fini di protezione civile, di cui alla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 27 febbraio 2004, con particolare riferimento al governo delle piene.

2.2.1 REGIONE ABRUZZO - DGR N°70 DEL 13/02/2012 La Regione Abruzzo, con Delibera di Giunta DGR n°70 del 13/02/2012 – ha attivato uno “Studio sperimentale” per la definizione di un modello di Individuazione, Strutturazione ed Attivazione dei PRESIDI TERRITORIALI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI nell’ambito di un bacino campione, replicabile sugli altri bacini idrografici ricadenti nel territorio regionale. Detto Studio, concluso nel dicembre 2013 (det. 41/DC34 del 13/12/2013), ha consentito la definizione delle seguenti linee guida attuative necessarie anche ai fini degli adempimenti legislativi in materia di cui alla Direttiva alluvioni 2007/60/CE del Consiglio Europeo, recepita dall’Italia con Decreto Legislativo n. 49 del 2010 e ss.mm.ii..

2.3 REGIONE ABRUZZO – PREDISPOSIZIONE DI LINEE GUIDA IN MATERIA DI PRESIDI TERRITORIALI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI A seguito dello studio sperimentale di cui alla suddetta D.G.R. del 13/02/2012 n° 70, la Regione Abruzzo ha in corso di adozione apposite “Linee Guida” al fine di individuare, strutturare ed attivare sul territorio regionale i Presidi Territoriali idraulici ed idrogeologici, in accordo con i Sindaci, le Prefetture, le Province, i Geni Civili regionali e le altre Strutture regionali interessate per lo svolgimento delle seguenti attività di protezione civile di livello regionale: 1. Monitoraggio, sia in “tempo di pace” che in previsione o al manifestarsi di eventi, per situazioni di criticità negli ambiti territoriali di competenza, attraverso sopralluoghi mirati nelle aree individuate e classificate come potenzialmente pericolose per fenomeni franosi o di inondazione dalla cartografica e documentazione resa disponibile dalle Strutture competenti in materia; 2. Aggiornamento continuo sull’evoluzione dei fenomeni osservati al fine di supportare le autorità locali di protezione civile nel processo decisionale volto a favorire efficaci misure di salvaguardia della pubblica e privata incolumità, anche ed eventualmente supportando azioni di pronto intervento e primo soccorso, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente;

16 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B 3. Comunicazioni sull’evoluzione dei fenomeni osservati rivolte al Centro Funzionale regionale per le valutazioni di competenza in ordine alle attività di previsione - monitoraggio - allertamento, alla Sala Operativa Regionale per le fasi di gestione emergenziale e post-emergenziale, ai Servizi regionali di Protezione civile competenti per le relative valutazioni in ordine alle caratteristiche degli eventi calamitosi accaduti ed alla loro classificazione nell’ambito della L. 225/1992 e s.m.i.. Per quest’ultima attività si fa riferimento soprattutto ai processi di reingegnerizzazione delle procedure di protezione civile di cui alla Deliberazione di Giunta regionale dell’8 gennaio 2015, n° 4. 4. Collaborazione alla redazione degli strumenti programmatori e pianificatori in materia di protezione civile, con particolare riferimento alla formazione del personale afferente al Presidio ed ai processi di informazione della popolazione coinvolta in potenziali situazioni di pericolo legate a rischio idraulico ed idrogeologico, di esclusiva competenza delle Autorità locali. I contenuti di seguito riportati sono da intendersi come risultato finale del procedimento in atto relativo all’adozione da parte della Regione Abruzzo di apposite “Linee Guida” in tema di Presidi Territoriali idraulici e Idrogeologici:

2.3.1 CRITERI PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE UNITÀ DI PRESIDIO TERRITORIALE IDRAULICO ED IDROGEOLOGICO E DELLE RELATIVE SEDI CON RIFERIMENTO AI BACINI IDROGRAFICI DELLA REGIONE ABRUZZO L’ipotesi di base consiste nell’organizzare le attività dei Presidi territoriali nell’ambito dei diversi bacini idrografici della Regione Abruzzo che presentano, quindi, caratteristiche omogenee dal punto di vista idraulico ed idrogeologico. Rispetto alle aree individuate dalla cartografia e documentazione vigente come a potenziale rischio, la sede operativa del presidio deve risultare strategica sia per le attività di coordinamento che di intervento. Uno degli obiettivi che si intende perseguire è che i presidi operino, a fini preventivi, anche in tempo ordinario e che, radicandosi nel tempo sul territorio, diventino dei veri e propri centri per la gestione del multi - rischio nelle aree di competenza. La partecipazione degli altri Enti presenti sul territorio è da considerarsi di primaria importanza, specie per quanto riguarda gli aspetti legati alle attività di coordinamento, ed è da considerare determinante anche la collaborazione con gli Ordini professionali che, attraverso apposite convenzioni, possono fornire un apporto qualificato ai Presidi Territoriali. E’ da precisare che i destinatari degli avvisi di allertamento diramati ufficialmente dal Centro Funzionale regionale sono sempre i Sindaci nei rispettivi territori di competenza nello svolgimento del ruolo di Autorità locali di Protezione civile, ai sensi della L. 225/1992 e ss.mm.ii. che operano con proprio personale istituendo presidi locali sulla base dei rispettivi piani comunali di protezione civile.

2.3.2 PROPOSTA PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE SEDI DEI PRESIDI TERRITORIALI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI Si propone di individuare le sedi dei Presidi di diversa competenza territoriale nell’ambito dei Bacini idrografici di riferimento come di seguito indicato:  Sala Operativa Regionale: Coordinamento di livello regionale delle attività di presidio con il supporto delle Strutture regionali competenti in materia (Protezione civile, Difesa del Suolo, Geni Civili) – Responsabile: Dirigente Responsabile della Sala Operativa Regionale;  Sedi territoriali dei Geni civili regionali: Coordinamento di livello Provinciale delle attività di presidio con il supporto delle Strutture regionali competenti in materia di protezione civile e di Difesa del suolo - Responsabile: Dirigente Responsabile del Servizio del Genio Civile regionale interessato; 17 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B  Sedi COM (Centri Operativi Misti): Coordinamento intercomunale delle attività di presidio con il supporto dei comuni afferenti nelle rispettive sedi COC (Centri Operativi Comunali) – Responsabile: Responsabile del Centro Operativo Misto (COM) interessato che può essere individuato tra i Sindaci dei Comuni afferenti, con ruolo di coordinamento e di rappresentanza. Occorre precisare che le attività di presidio in dette sedi possono cooperare o lasciare il posto all’insediamento delle funzioni previste in caso attivazione anche del Centro Operativo Misto;  Sedi COC (Centri Operativi Comunali): Coordinamento comunale delle attività di presidio – Responsabile: Responsabile del Centro Operativo Comunale (COM) previsto nell’ambito del Piano comunale di emergenza di protezione civile. Possono fungere da “Centri di Supporto” ai presidi le sedi delle Associazioni di Volontariato e degli Ordini Professionali che prendono parte alle attività.

2.3.3 PROPOSTA PER LA COSTITUZIONE DELLA STRUTTURA DEI PRESIDI TERRITORIALI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI Si propone di comporre la Struttura di Presidio con le seguenti Figure/Unità: - Responsabile del Presidio; - Unità Operative; - Unità Tecniche oltre a Strutture di Supporto. 2.3.4 IL RESPONSABILE DEL PRESIDIO Il Responsabile del Presidio ne cura l’efficienza e la gestione tecnico – procedurale ed è il referente per l’attivazione della struttura sulla base degli avvisi di criticità emessi dal Centro Funzionale e delle disposizioni impartite dalla Sala Operativa regionale secondo il modello di allertamento/intervento previsto e di seguito illustrato. Il Responsabile del Presidio, nell’ambito di propria competenza, cura i rapporti e le comunicazioni con le Strutture regionali preposte alle attività di protezione civile: Centro Funzionale regionale, Sala Operativa regionale, Servizio Prevenzione dei rischi di protezione civile. Il Responsabile del Presidio si avvale di Unità Operative e di Unità Tecniche, rese disponibili su richiesta dalla Sala Operativa regionale con il supporto dei Servizi regionali competenti in materia di protezione civile. Il Presidio, pertanto, gestisce solo l’organizzazione di dette unità sul territorio. 2.3.5 UNITÀ OPERATIVA DI PRESIDIO Le Unità Operative di Presidio sono formate da squadre di Volontari appartenenti alle Associazioni di Volontario convenzionate con la Regione Abruzzo, la cui attivazione avviene sempre a carico della Sala Operativa regionale per competenza. Le Associazioni da assegnare al presidio verranno selezionate dalla Sala Operativa regionale sulla base della loro dislocazione territoriale e con riferimento alla specifica competenza dei propri componenti in materia di rischio idraulico e idrogeologico per dislocazione territoriale delle rispettive sedi e per capacità e qualifica di intervento in ordine alle attività richieste.

2.3.6 UNITÀ TECNICA DI PRESIDIO Al fine di garantire un supporto tecnico-professionale ai Presidi Territoriali, di concerto con gli Ordini Professionali, si propone di individuare procedure per l’attivazione di tecnici volontari professionisti da dedicare, area per area, al monitoraggio ed all’analisi puntuale delle criticità secondo modalità operative e metodologiche da stabilire tramite la stipula di apposite convenzioni. A tal proposito, la Giunta regionale, su proposta di questo Servizio, con la Deliberazione n° 729 del 11/11/2014 ha già avviato le procedure per una collaborazione in forma sperimentale con l’Ordine dei Geologi della Regione Abruzzo che ha portato alla stipula di un’apposita convenzione con il medesimo Ordine

18 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B professionale. Durante la fase sperimentale è stato dato riscontro a n° 42 richieste di intervento pervenute da n.34 comuni per complessivi n. 162 sopralluoghi effettuati (74 uomini/giorno), consentendo di superare con puntuale competenza professionale i fabbisogni tecnici della gestione emergenziale che ha colpito la Regione Abruzzo nei mesi di febbraio e marzo 2015. Successivamente al suddetto periodo, altre attivazioni sono state disposte anche nelle fasi post-emergenziali per le necessarie valutazioni sulle situazioni di rischio residuo ancora presenti in diverse aree del territorio regionale. Recentemente, in occasione degli eventi meteorologici eccezionali che hanno colpito l’intera Valle Roveto e parte del territorio marsicano nei giorni 14-15 ottobre 2015 il contributo dei geologi è risultato immediatamente efficace come supporto tecnico alle fasi decisionali a carico delle diverse amministrazioni comunali interessate da emergenze con criticità di natura idraulica ed idrogeologica, anche al fine dell’attuazione delle procedure di richiesta dello “stato di emergenza”, ai sensi della Deliberazione di Giunta Regionale dell’ 8 gennaio 2015, n° 4. Ad oggi, risultano effettuati complessivamente n. 226 sopralluoghi con l’impiego di n. 108 uomini/giorno. Nello specifico, il Servizio regionale Prevenzione dei rischi di protezione civile, individuata quale Struttura regionale di riferimento per la disposizione delle attività tecniche di sopralluogo, ha proposto il rinnovo della suddetta convenzione anche per l’anno 2016 prevedendone l’attuazione soprattutto nell’ambito dei presidi territoriali idraulici ed idrogeologici che si andranno a costituire. Altra risorsa tecnico - professionale di supporto è rappresentata dai Geometri appartenenti dell’Associazione Nazionale Geometri volontari per la Protezione civile. I Tecnici, attivati su richiesta e coordinati dalla Sala Operativa regionale, possono effettuare sopralluoghi per le verifiche delle criticità, danni, fabbisogni nei diversi territori Comunali indicando in modo speditivo i livelli di danno e la stima presunta di ripristino. 2.3.7 ALTRE STRUTTURE A SUPPORTO Un ruolo importante nell’ambito delle attività dei Presidi Territoriali potrà essere attribuito al Corpo Forestale dello Stato le cui strutture operative, distribuite in modo capillare sul territorio, rappresentano già un modello efficiente di presidio e tutela del patrimonio ambientale. In ambito di rischio Idrogeologico ed idraulico e successivamente nel multi – rischio, attraverso apposite convenzioni, si possono pianificare collaborazioni tecnico – operative anche nel ruolo di coordinamento delle attività che consentiranno di pervenire ad una rapida e competente risposta alle situazioni emergenziali elevando notevolmente anche i livelli di resilienza del sistema territoriale coinvolto.

2.3.8 PROPOSTA DI UN MODELLO DI INTERVENTO PER I PRESIDI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI

Disposizioni Generali

a) In fase di previsione e prevenzione dei rischi idrogeologico e idraulico La presenza distribuita dei Presidi dovrà anche consentire la prevenzione di potenziali situazioni di pericolo nelle aree della Regione vulnerabili per rischio idraulico ed idrogeologico, attraverso il coordinamento di attività di controllo, monitoraggio e censimento di ambiti territoriali interessati da tali criticità. Ai fini di una pratica attuazione dei Presidi Territoriali, si delineano di seguito le azioni e le procedure di intervento da promuovere nelle aree a rischio elevato (R3) e rischio molto elevato (R4), originato sia da movimenti gravitativi di versante (rischio idrogeologico) che da eventi alluvionali (rischio idraulico) presenti nelle zone di allerta. Nelle aree a rischio idrogeologico ed idraulico elevato e molto elevato, per l’individuazione dei punti critici del territorio, la popolazione, le infrastrutture e gli insediamenti esposti a tali rischi, i Presidi faranno 19 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B riferimento sia alla documentazione (cartografia di settore) prodotta dalle competenti Autorità di Bacino sul territorio regionale (Rischio Idraulico: PSDA - Direttiva 2007/60 - D. Lgs. 49/2010; Rischio Idrogeologico: PAI) sia ai dati disponibili presso i Comuni raccolti dagli stessi nell’ambito delle attività di gestione del territorio e di pianificazione di Protezione civile. In tali aree dovrà essere organizzato un adeguato sistema di osservazione e di monitoraggio dei movimenti franosi e delle piene, attesi e/o in atto ed in particolare nei punti critici già identificati, valutati i necessari servizi di contrasto nel tempo reale, cioè di pronto intervento e prevenzione non strutturale. Gli scenari di rischio e la loro evoluzione nel tempo reale dovranno quindi, e per quanto possibile, essere formulati anche sulla base di specifiche e dettagliate osservazioni effettuate sul campo, le quali potranno essere opportunamente affidate ed organizzate anche nell'ambito dei piani comunali d'emergenza. In sintesi: 1. attività ricognitiva sul territorio al fine di raccogliere dati e informazioni per la redazione di data base utili a strumenti programmatori e pianificatori; 2. rilevamento e censimento preventivo di elementi, naturali o antropici, che interagiscono con i corsi d’acqua; 3. rilevamento e censimento preventivo di dissesti idrogeologici e di beni potenzialmente esposti; 4. monitoraggio idraulico, finalizzato alla osservazione sistematica e programmata sia qualitativa che quantitativa di parametri fisici dei processi in atto nel bacino; 5. supporto e concorso nella logistica alle attività di ricognizione e di sopralluogo e nella Pianificazione di P.C..

b) In fase di allertamento e gestione emergenze

1. attività locale di coordinamento, comando e controllo dell’ambito territoriale di riferimento; 2. adeguata attività di sorveglianza di ambiti territoriali, attraverso sopralluoghi mirati a supporto dei Sindaci dei Comuni interessati, con particolare attenzione in fase di osservazione dei tratti e dei punti preliminarmente individuati e classificati potenzialmente pericolosi per fenomeni franosi o di inondazione; 3. informazioni sull’evoluzione dei fenomeni osservati al fine di favorire efficaci misure di salvaguardia da parte delle autorità locali di protezione civile con azioni di pronto intervento secondo quanto stabilito dalla normativa vigente; 4. informazioni sull’evoluzione dei fenomeni osservati al fine della comunicazione al Centro Funzionale regionale ed alla Sala Operativa regionale per le valutazioni di competenza in ordine alle attività di previsione – monitoraggio – allertamento – gestione emergenziale; 5. supporto alle squadre operative durante le attività di gestione emergenziale.

c) In fase post-emergenza Attività ricognitiva sul territorio al fine di raccogliere dati e informazioni per la redazione di report sulle situazioni di rischio residuo che presentano elevata criticità. La Sala Operativa Regionale, acquisite le suddette informazioni / comunicazioni da parte dei Presidi Territoriali Attivi, oltre a porre in essere le azioni di propria competenza, fornisce un Report finale alle altre Strutture regionali di Protezione civile per l’attivazione delle conseguenti procedure di rispettiva competenza.

20 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B 2.3.9 ATTIVAZIONE DEI PRESIDI TERRITORIALI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI 1. Il Presidio Territoriale sarà attivato di norma con la dichiarazione della fase di Attenzione (avviso di criticità moderata emesso dal Centro Funzionale), ma potrà essere attivato anche in mancanza di essa, con livelli più bassi, qualora la previsione di criticità ed i precursori pluviometrici puntuali o areali abbiano superato i valori di soglia di riferimento o qualora le condizioni rilevate lo ritengano necessario. In particolare il Presidio dovrebbe essere attivato nella fase di Attenzione nel caso in cui sia attesa una criticità ordinaria conseguente ad eventi temporaleschi intensi e localizzati di difficile prevedibilità o, parimenti, quando la previsione del fenomeno alluvionale è difficoltosa, con eventi di piena che interessano corsi d’acqua a carattere torrentizio, non arginati, facenti parte di sub-bacini caratterizzati da tempi di corrivazione molto brevi, o del reticolo idrografico secondario e allorquando c’è una scarsa densità delle reti di monitoraggio. Eventuali attivazioni in situazioni diverse da quelle sopra descritte rientrano nelle competenze di gestione locale della Struttura. Le modalità per l’attivazione/disattivazione del Presidio sono proposte nell’ ALL. A.2 (ongoing construction). 2. I Comuni al verificarsi di un evento di protezione civile provvedono immediatamente a darne comunicazione al Presidio inviando la “Scheda di Segnalazione criticità”; le modalità per la comunicazione di criticità da parte dei Comuni al Presidio sono proposte nell’ALL. A.3 (ongoing construction). I Presidi, una volta allertati ed attivati, ricevute le segnalazioni dai Comuni afferenti, avviano in coordinamento con la Sala Operativa Regionale e i Servizi regionali competenti in materia di Protezione civile le attività di ricognizione e di sopralluogo attraverso le Unità Tecniche e Operative, disponibili per il territorio di competenza, con particolare attenzione alle aree esposte a rischio soprattutto molto elevato, attraverso l’osservazione a vista dei potenziali siti di esondazione e/o dei siti con problematiche idrauliche e/o al manifestarsi di movimenti franosi. Si procede, quindi, a: - approfondire gli elementi comunicati dai Comuni; - verificare la situazione in atto presso i Comuni limitrofi anche se non hanno effettuato segnalazioni; - implementare le informazioni tramite contatti con CFS, VVF, Prefettura, eventuali altri enti/strutture coinvolte (Consorzi di bonifica, CFS ecc.); - contattare le strutture coinvolte o comunque interessate per materia; - acquisire informazioni in caso di eventi idraulici e idrogeologici. Tali informazioni, come detto, vengono raccolte dalle Unità Tecniche con apposite schede relative sia al rischio idraulico che idrogeologico (All. A.4 (ongoing construction) e All. A.5 (ongoing construction)) che saranno rese disponibili in prima istanza ai Comuni direttamente interessati per l’attuazione delle misure di salvaguardia in caso di criticità e successivamente, attraverso il Presidio, saranno trasmesse alle Strutture tecniche e di protezione civile regionali per gli adempimenti di rispettiva competenza. 2.3.10 SEGNALAZIONI E MONITORAGGIO IN CASO DI ALLERTA Durante il periodo di validità dello stato di allerta, il sistema delle comunicazioni di cui ai precedenti punti si inserisce in un più generale procedimento di monitoraggio della situazione a carico dei Presidi, avviato indipendentemente dal verificarsi di situazioni di criticità, a partire dall’avvio del periodo di allerta con le seguenti modalità: a) se non sono state segnalate situazioni di criticità dai comuni o da altri soggetti (Prefetture, VVF, CFS, ecc.) i Presidi ne danno comunque comunicazione alla Sala Operativa Regionale; b) se sono state segnalate situazioni di criticità di minimo rilievo, d’intesa con i comuni interessati, i Presidi raccolgono le segnalazioni pervenute e le comunicano congiuntamente alla Sala Operativa regionale (S.O.R.) con l’invio della scheda di Report;

21 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B c) se sono state segnalate situazioni di criticità di rilievo ovvero soggette ad evoluzione, i Presidi provvedono alla comunicazione alla S.O.R. immediatamente; il monitoraggio delle situazioni segnalate prosegue in forma intensiva con la periodicità definita d’intesa tra i Presidi e la S.O.R., in rapporto alla situazione. Ove attivato il monitoraggio intensivo, il Presidio intensifica il flusso informativo con i comuni, eventualmente contattandoli anche ove non abbiano trasmesso la segnalazione di criticità. La procedura di monitoraggio intensivo termina al superamento dell’emergenza che l’aveva determinata, ferma restando la prosecuzione dell’attività di monitoraggio nella forma ordinaria. I report inviati dai Presidi relativi ad eventi meteo occorsi in periodo di allerta sono trasmessi da S.O.R. al Centro Funzionale regionale. La trasmissione avviene anche per eventuali report relativi alle situazioni di criticità ordinaria. Al rientro nelle condizioni ordinarie il Responsabile di Presidio, secondo quanto stabilito dai Sindaci afferenti al Presidio, provvederà a disattivare lo stesso mediante opportuna comunicazione agli enti preposti. 2.3.11 SCHEDA RELAZIONE FINALE Gli esiti dell’attività di verifica di cui al precedente punto risultano dalle schede “Relazione Finale” elaborate dai comuni e dal Presidio e trasmesse alla Sala Operativa Regionale ed ai Competenti Servizi regionali di protezione civile entro 48 ore dalla chiusura dell’attività di monitoraggio e dalla trasmissione della relativa segnalazione alla Sala Operativa Regionale (S.O.R.) – ALL. A.6 (ongoing construction). Per le comunicazioni relative all’attività di verifica si seguono le modalità circa il flusso delle informazioni richiamate nei punti precedenti. Nel caso i Comuni non trasmettano la relazione al Presidio nel termine stabilito quest’ultimo provvede di iniziativa a contattare i Comuni interessati. Il rispetto del termine costituisce un elemento fondamentale per assicurare il corretto svolgimento delle procedure conseguenti, in particolare per: a) consentire alla Regione di avviare eventuali attività di pronto intervento, ove necessario, attraverso le proprie strutture tecniche; b) consentire l’assenso della Regione al finanziamento degli interventi di soccorso. c) consentire alla Regione, attraverso il competente Servizio Previsione e Prevenzione dei rischi di protezione civile, la valutazione speditiva dello scenario dei danni, criticità e fabbisogni al fine della eventuale richiesta di dichiarazione di stato di emergenza ai competenti organi di Governo; Nei casi in cui sussistano criticità residue significative e/o sussistano i presupposti per l’avvio di una procedura di contributi per i privati danneggiati, è indispensabile anche una diretta presa di conoscenza da parte del Presidio della situazione di fatto conseguente l’evento, attraverso un’attività di sopralluogo congiunto alle situazioni di criticità più significative. Nella “relazione finale” sono evidenziati i seguenti diversi esiti della prima verifica speditiva compiuta dagli enti locali: a) non ci sono criticità residue né i presupposti per interventi finanziari a favore dei comuni colpiti; b) non ci sono criticità residue, ma sussistono i presupposti per il rimborso delle spese di soccorso sostenute dai comuni attraverso la valutazione della rilevanza locale dell’evento; c) sussistono criticità residue da approfondire in raccordo tra Regione ed Enti Locali al fine di individuare il percorso ottimale per risolverle e/o sussistono i presupposti per l’avvio di una procedura di contributi per i privati danneggiati ed è quindi necessario concordare con la Regione la procedura di segnalazione ed accertamento dei danni medesimi.

22 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B La redazione della comunicazione di cui al presente punto presuppone necessariamente un raccordo tra il Presidio e i comuni interessati, più diretto e incisivo della mera ricezione delle informazioni tramite la scheda riepilogativa. 2.4 SITUAZIONE POST – EVENTO Di fondamentale importanza ai fini scientifici e di miglioramento del Sistema di Allertamento sarà l’attività post-evento del presidio. L’Unità Tecnica di Presidio, Coordinata dal Responsabile del Presidio e dalle Strutture Tecniche Regionali, compilerà le schede del “Rischio Residuo” (All. A.7) (ongoing construction) che saranno quindi rese disponibili per gli eventuali seguiti di competenza a tutte le strutture tecniche e di protezione civile regionali. Le procedure di valutazione di un evento calamitoso rilevante in ambito di protezione civile costituisce il presupposto necessario ed indispensabile per l’avvio degli adempimenti amministrativi e finanziari previsti dalla normativa vigente per: a) la dichiarazione di “stato di emergenza regionale” da parte del Presidente della Giunta Regionale; b) la richiesta di “stato di emergenza nazionale” da parte del Presidente della Giunta regionale ai competenti organi dello Stato e la formulazione dell’intesa sul conseguente decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri; c) la valutazione della rilevanza locale dell’evento al fine dell’eventuale attivazione degli strumenti finanziari ad essa conseguenti. La valutazione, in sede tecnica, è di competenza del Settore Regionale della Protezione Civile che provvede a: - adottare la comunicazione di esclusione della rilevanza regionale per l’avvio della procedura di cui al punto c); - proporre al Presidente della Giunta Regionale gli atti di competenza nei casi di cui ai punti a) e b). La valutazione della rilevanza dell’evento è effettuata dal Servizio Regionale competente sulla base delle informazioni pervenute dagli enti locali e con riferimento ai seguenti parametri: - ambito territoriale e popolazione interessata; - risorse operative, tecniche, scientifiche impiegate; - entità complessiva dei danni prodotti e dei conseguenti interventi per il superamento dell’emergenza; - straordinarietà dell’evento misurata con riferimento alla frequenza di accadimento nota.

2.4.1 GESTIONE DEL PRESIDIO IN TEMPO ORDINARIO Nella gestione dell’ordinario il Presidio Territoriale, compatibilmente con le risorse a disposizione, potrebbero svolgere azioni concrete volte alla capillare prevenzione sul territorio fornendo valido supporto alle attività degli uffici comunali di protezione civile dei Comuni ad esso afferenti anche in relazione ad un eventuale coinvolgimento di personale volontario tecnico specializzato (Ordini professionali). In particolare: - Attività di ricognizione e sorveglianza tratti fluviali segnalati come potenzialmente pericolosi, controllo delle Condizioni delle rete idrografica soprattutto in relazione alla viabilità, stato delle arginature, eventuale presenza di ostruzioni nei punti critici del reticolo idrografico da segnalare ai Sindaci per la rimozione. (Volontari + volontari tecnici (o.p.)); - Monitoraggio sulle criticità delle rete idrografica minore per cui non sono stati individuati mediante appositi provvedimenti normativi gli enti competenti. (Volontari - volontari tecnici (o.p.)); 23 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B - Incentivazione e supporto nei confronti degli Enti Locali per la prevenzione del rischio idrogeologico (es. segnalazioni ai Comuni afferenti al Presidio sugli interventi di manutenzione del territorio comunale da eseguire) (Volontari - volontari tecnici); - Partecipazione alle attività di manutenzione del territorio anche (Volontari); - Attività di raccordo con gli enti preposti al fine di fissare e aggiornare obiettivi e procedure condivise anche favorendo periodiche esercitazioni (TECNICI COMUNALI F1-Volontari); - Supporto alla pianificazione mediante Relazioni dettagliate da trasmettere ai competenti uffici regionali sui potenziali pericoli rilevati anche in relazione al modificarsi delle caratteristiche del territorio, rilievi e segnalazioni sullo stato del territorio nei punti singolari a rischio rilevati a seguito di sopralluoghi. (es. Aggiornamenti al PAI che dovrebbe essere visto come un elemento dinamico in continuo aggiornamento) - Attività volta all’aggiornamento dei Piani di Emergenza mediante “Censimento” periodico della popolazione soggetta a potenziale rischio o presenza di strutture sensibili (case di cura, scuole), aggiornamento inventario mezzi disponibili e necessari in eventuali emergenze (elenco gestori), volontariato, presenza di attività produttive in zone soggette a rischio che, in via preventiva o in caso di emergenza potrebbero essere oggetto di specifiche azioni di mitigazione del rischio mediante. Report da trasmettere a scadenze fissate a Regione e Prefettura secondo eventuale disciplinare. (Referente Presidio -Volontariato); - Supporto ad Attività di informazione e formazione particolarmente orientata ai cittadini esposti a rischio più elevato (zone esondabili); organizzazione in collaborazione con i competenti uffici comunali e provinciali di incontri con cittadini, scuole almeno un incontro all’anno sui contenuti del piano comunale di emergenza con particolare attenzione al rischio idrogeologico fine di illustrare ed ai comportamenti da tenere (vedi Circolare del 17/10/2011) (Volontariato - Volontari tecnici). Le attività in tempo ordinario potrebbero essere programmate dagli uffici di protezione civile comunale e svolte, secondo necessità dalle associazioni di volontariato afferenti ai Presidi e dai tecnici volontari che potrebbero fornire il loro contributo anche nel coordinamento di dette attività. Il Personale Comunale e Provinciale costituito dai referenti indicati nel Piano di emergenza come F1 – nell’ordinario si rapporta a scadenze fissate (1 o 2 volte l’anno) con i rappresentanti degli enti preposti al fine di stabilire ed aggiornare obiettivi e procedure condivise. Enti con competenze sulle attività del presidio (Genio Civile – Autorità di Bacino - Vigili del Fuoco – Corpo Forestale – Guardie Provinciali - Prefettura) individuano i nomi dei referenti, presidio per presidio da coinvolgere nella programmazione delle attività ed a cui fare riferimento in caso di emergenza per un coinvolgimento più immediato e coordinato. 2.5 INFORMATIZZAZIONE DEI PROCESSI A tal proposito, occorre evidenziare che ai sensi della Deliberazione di Giunta regionale dell’8 gennaio 2015, n° 4, tutte le attività di comunicazione attraverso specifiche schede di supporto saranno informatizzate e gestite esclusivamente attraverso una piattaforma informatica implementata ed operante presso il Centro Funzionale regionale. Tale Piattaforma informatica è stata utilizzata con successo nell’ambito della gestione emergenziale in occasione degli ultimi eventi calamitosi e potrà essere ulteriormente implementata per recepire la modulistica proposta con il presente documento nell’ambito delle attività inerenti i presidi territoriali idraulici ed idrogeologici. Pertanto, tutta la modulistica proposta in allegato al presente documento è da intendersi quale rappresentazione di contenuti o percorsi metodologici la cui reale applicazione sarà ricondotta inevitabilmente a processi di informatizzazione.

24 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B

2.5.1 PROPOSTA PER L’INDIVIDUAZIONE DI PRESIDI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE ABRUZZO Nell’Allegato ALL. A.3 (ongoing construction) sono riportati i Bacini Idrografici della Regione Abruzzo:

Bacini Idrografici Analizzati

25 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B

Dati Analizzati per ogni bacino Idrografico Il Bacino Idrografico è stato individuato quale Unità Territoriale invariante nel tempo e nello spazio alla quale fare riferimento nell’ambito delle attività dei Presidi Territoriali Idraulici ed Idrogeologici. E’ stata condotta un’analisi di dettaglio sui Bacini Idrografici della Regione Abruzzo finalizzata alla successiva localizzazione e strutturazione operativa dei Presidi Territoriali Idraulici ed Idrogeologici; lo studio di evidente complessità è in corso di completamento per alcuni ambiti con caratteristiche morfologiche ed idrografiche che richiedono ulteriore definizione ed approfondimento. L’analisi prevede l’individuazione delle componenti di seguito sinteticamente elencate: - Denominazione del Bacino Idrografico; - Elenco delle Carte del rischio Idraulico delle competenti Autorità di Bacino disponibili nell’area di studio elaborate dalle competenti Autorità di Bacino ai sensi della Direttiva alluvioni 2007/60/CE del Consiglio Europeo, recepita dall’Italia con Decreto Legislativo n. 49 del 2010 e ss.mm.ii. - Comuni interessati ricompresi nell’ambito del Bacino Idrografico; - Zone di Allerta ricomprese nell’ambito del Bacino Idrografico - Le zone di allerta sono ambiti territoriali omogenei rispetto al tipo e all’intensità dei fenomeni meteo-idro che si possono verificare e dei loro effetti sul territorio; - Sedi Centri di Coordinamento Soccorsi (CCS) – Sono individuati su base provinciale e coincidono con gli Uffici Territoriali del Governo (Prefetture); - Sedi Centri Operativi Misti (COM) – Individuabili come sedi di presidio Territoriale idraulico ed idrogeologico di livello intercomunale; - Sedi dei Geni Civili Regionali - Autorità Idrauliche individuabili come sedi di Presidio Idraulico ed Idrogeologico di livello provinciale; - Sedi dei Comandi dei Vigili del Fuoco; - Sedi Comandi Stazione del Corpo Forestale dello Stato; - Associazioni di Volontariato di Protezione Civile (denominazione e sede) – Individuabili come Unità Operative dei Presidi Idraulici ed Idrogeologici; - Stazioni di Monitoraggio strumentale presenti nel Bacino Idrografico – Fornite dall’ Ufficio Idrografico e Mareografico della Regione Abruzzo; - Punti di monitoraggio idraulico proposti per i corsi d’acqua principali del Bacino Idrografico con indicazione delle coordinate di localizzazione – Siti di osservazione individuati prevalentemente su ponti di attraversamento dei fiumi che consentono un efficace monitoraggio visivo in condizioni di sicurezza soprattutto nelle aree censite come a rischio alluvionale elevato; - Localizzazione di Dighe di competenza Nazionale e Regionale con indicazione della denominazione, competenza, localizzazione – coordinate, comuni interessati da eventuali fenomeni di inondazione nelle aree sottese allo sbarramento, popolazione, attività produttive ed addetti potenzialmente colpiti da inondazione; - Numero, superfici e categorie delle aree a rischio idrogeologico come desunte da Piani Stralcio Assetto Idrogeologico (DCRA 39/5-2010); - Censimento dei comuni appartenenti al Bacino idrografico interessati da recenti eventi alluvionali per i quali è stato formalmente riconosciuto lo Stato di Emergenza.

26 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B

ALLEGATI DELLE LINEE GUIDA SUI PRESIDI TERRITORIALI IDRAULICI ED IDROGEOLOGICI

Allegato A.1: modulo per dati e recapiti riferiti ai singoli presidi ed ai relativi componenti; (ongoing construction) Allegato A.2: modulo attivazione / disattivazione Presidio; (ongoing construction) Allegato A.3: modulo relazione finale Comune – Presidio; (ongoing construction) Allegato A.4: modulo per il rilevamento e censimento preventivo di elementi, naturali o antropici, che interagiscono con i corsi d’acqua; (ongoing construction) Allegato A.5: modulo per il rilevamento e censimento preventivo di dissesti idrogeologici e di beni potenzialmente esposti; (ongoing construction) Allegato A.6: modulo relazione finale Presidio – S.O.R. (Sala Operativa Regionale); (ongoing construction) Allegato A.7: modulo-scheda Rischio Residuo; (ongoing construction) Allegato A.8: Proposta per l’individuazione di Presidi Territoriali Idraulici ed Idrogeologici nella Regione Abruzzo; (ongoing construction)

27 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B CAPITOLO 3 – REGOLAZIONE DEI DEFLUSSI POSTI IN ESSERE ANCHE ATTRAVERSO I PIANI DI LAMINAZIONE (Regione Abruzzo – Servizio Difesa del Suolo e Geni Civili Regionali) 3.1 ELENCO DELLE GRANDI DIGHE PRESENTI NEI BACINI IDROGRAFICI DELLA REGIONE ABRUZZODi seguito è riportato l’elenco delle grandi dighe come definito dalla normativa vigente (h 15 m , V invaso superiore a 1 milione di mc ). Il seguente elenco, disponibile presso il Servizio Nazionale Dighe Uffici Periferici di Perugia e Napoli, è stato implementato con l’elenco dei comuni interessati a valle dei medesimi sbarramenti anche per fini di pianificazione di protezione civile.

altezza volume quota max L.584/94 L.584/94 regolazion DIGA prov. condizione fiume uso classifica (m) (mil. mc) e (m.s.m.) concessionariocomuni interessati Esercizio Enel Green Alanno, Rosciano, Cepagatti, Spoltore, Manoppello, Chieti, 1. Diga di Alanno PE normale PESCARA IDROELETTRICO TERRA CON MANTO 16,45 0,57 124 Power S. Giovanni Teatino, Pescara Consorzio di Penne, Loreto, Aprutino, Pianella, Moscufo, Collecorvino, 2. Diga di Penne Esercizio TERRA E/O PIETRAME CON Bonifica Cappelle sul Tavo, Città S. Angelo PE normale TAVO IRRIGUO NUCLEO VERTICALE 35,7 9,2 256 Centro Crognaleto, Fano Adriano, Montorio al Vomano, Teramo, Enel Canzano, Castellalto, Notaresco, Morro d'Oro, Roseto degli 3. Diga di Sella Pedicate Esercizio VALLONE S. GRAVITÀ ORDINARIA IN Produzione - Abruzzi, basciano, Penna S. andrea, Cellino Attanasio, Atri, AQ normale GIOV. IDROELETTRICO CALCESTRUZZO 20,75 UBH Centro Pineto Crognaleto, Fano Adriano, Montorio al Vomano, Teramo, Enel Canzano, Castellalto, Notaresco, Morro d'Oro, Roseto degli 4. Diga di Rio Fucino Esercizio GRAVITÀ ORDINARIA IN Produzione - Abruzzi, basciano, Penna S. andrea, Cellino Attanasio, Atri, AQ normale FUCIN0 IDROELETTRICO CALCESTRUZZO 36,7 218 1317,5 UBH Centro Pineto Enel Crognaleto, Fano Adriano, Montorio al Vomano, Teramo, 5. Diga di Provvidenza Esercizio Produzione - Canzano, Castellalto, Notaresco, Morro d'Oro, Roseto degli AQ normale VOMANO IDROELETTRICO ARCO SEMPLICE 46,2 2,4 1060 UBH Centro Abruzzi, basciano, Penna S. andrea, Cellino Attanasio, Atri, Enel Crognaleto, Fano Adriano, Montorio al Vomano, Teramo, 6. Diga di Piaganini Esercizio Produzione - Canzano, Castellalto, Notaresco, Morro d'Oro, Roseto degli TE normale VOMANO IDROELETTRICO ARCO GRAVITÀ 43,5 1,4 397 UBH Centro Abruzzi, basciano, Penna S. andrea, Cellino Attanasio, Atri, Enel e comuni del fiume Tronto 7. Diga di Poggio Cancelli Esercizio RIO TERRA E/O PIETRAME CON Produzione - AQ normale CASTELLANO IDROELETTRICO NUCLEO VERTICALE 27,3 UBH Centro Enel , , , Prezza, Pratola 8. Diga di San Domenico al Sagittario Esercizio VOLTE SOSTENUTE DA Produzione - Peligna, , , AQ normale SAGITTARIO IDROELETTRICO CONTRAFFORTI 28,9 1,16 806,5 UBH Centro , , , , Ateleta, 9. Diga di Barrea Esercizio Enel Green gamberale, Pizzoferrato, Quadri, Borrello, Civitaluparella, AQ normale SANGRO IDROELETTRICO CUPOLA 33,6 24,3 973 Power Fallo, villa S. Maria Bomba, Roccascalegna, Altiino, Archi, Perano, S. eusanio 10. Diga di Bomba Esercizio TERRA E/O PIETRAME CON sul Sangro, Lanciano, Mozzagrogna, Fossacesia, Atessa, CH normale SANGRO IDROELETTRICO NUCLEO INCLINATO 57,5 83,3 255 A.C.E.A. Spa Paglieta, Torino di Sangro Esercizio Casoli, Altino 11. Diga di Casoli CH normale AVENTINO IDROELETTRICO GRAVITÀ A SPERONI PIENI 47 21 255 A.C.E.A. Spa Enel Alfedena, Scontrone, Castel di Sangro, Ateleta, Gamberale, 12. Diga di Montagna Spaccata 1 Esercizio Produzione - Pizzoferrato, Quadri, Borrello, Civitaluparella, Fallo, Villa S. AQ normale RIO TORTO IDROELETTRICO CUPOLA 71 9,05 1068 UBH Sud Maria Enel Alfedena, Scontrone, Castel di Sangro, Ateleta, Gamberale, 13. Diga di Montagna Spaccata 2 Esercizio Produzione - Pizzoferrato, Quadri, Borrello, Civitaluparella, Fallo, Villa S. AQ normale RIO TORTO IDROELETTRICO GRAVITÀ A SPERONI PIENI 14,4 UBH Sud Maria Enel Alfedena, Scontrone, Castel di Sangro, Ateleta, Gamberale, 14. Diga di Montagna Spaccata 3 Esercizio Produzione - Pizzoferrato, Quadri, Borrello, Civitaluparella, Fallo, Villa S. AQ normale RIO TORTO IDROELETTRICO PIETRAME CON MANTO 16,45 UBH Sud Maria

La Regione Abruzzo inoltre ha effettuato nel corso del 2008 un censimento delle dighe di competenza regionale ad oggi implementato ed in corso di aggiornamento anche ai sensi della vigente L.R. n. 18 del 27/06/2013 “Disciplina degli sbarramenti di ritenuta e degli invasi idrici di competenza regionale”.

28 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B 3.2 SINTESI DELLE CONSIDERAZIONI FINALI DEGLI STUDI SULL’INFLUENZA DEGLI INVASI Al fine della determinazione dell’influenza degli invasi di competenza nazionale sul territorio regionale esposto sono state avviate da parte della Regione le seguenti attività:

1. Ricognizione, a cura del Servizio Idrografico e Mareografico della Regione Abruzzo dei Progetti/Piani di Gestione degli invasi redatti dai Gestori ai sensi dell’art. 40 del D.Lgs. 152/1999 e del D.M. 30/06/2004 del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio, nell’ambito delle attività competenti al Servizio regionale Qualità delle Acque; 2. Acquisizione, a cura del Servizio Regionale del Genio Civile di Pescara, Ufficio Tecnico per le dighe, invasi e l'assetto idraulico, dei Documenti di Protezione Civile ai sensi delle Circolari Ministeriali dei LL.PP. 352/87 e del 19/03/1996 DSTN/2/7019, redatti dai competenti Uffici del Servizio Nazionale Dighe.

L’esito della ricognizione di cui al punto 2 è di seguito riportata:

1- Prot. 22060 del 06/11/2014 - Enel Green Power - Diga di Alanno 2 - Prot. 11577 del 18/11/2014 - Consorzio di Bonifica Centro - Diga di Penne 3 - Prot. 45239 del 07/11/2014 - Enel Produzione - Diga di Sella Pedicate 4 - Prot. 45239 del 07/11/2014 - Enel Produzione - Diga di Rio Fucino 5 - Prot. 45239 del 07/11/2014 - Enel Produzione - Diga di Provvidenza 6 - Prot. 45239 del 07/11/2014 - Enel Produzione - Diga di Piaganini 7 - Prot. 45239 del 07/11/2014 - Enel Produzione - Diga di Poggio Cancelli 8 - Prot. 45239 del 07/11/2014 - Enel Produzione - Diga di San Domenico al Sagittario 9 -Prot. 22060 del 06/11/2014 - Enel Green Power - Diga di Barrea 10 – Prot. 599 del 13/11/2014 - Acea - Diga di Bomba 11 – Prot. 599 del 13/11/2014 - Acea - Diga di Casoli 12, 13, 14 - Prot. 45141 del 07/11/2014 - Enel Produzione - Dighe di Montagna Spaccata .

Da tali documenti è possibile desumere in particolare, come previsto dalla normativa vigente, i dati salienti per le attivazioni delle fasi di allerta, riportati nelle schede seguenti compilate per singola diga

 Quota di massimo invaso  Quota di regolazione  Volume di laminazione  Portata esitata con il livello nel serbatoio alla quota di massimo invaso : dallo scarico di superficie e dallo scarico di fondo.

29 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 1. Diga di Alanno Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Perugia Cod. S.N.D. 151 Tipologia costruttiva in terra - zonata

Anno 1930 Gestore Enel Green Power uso idroelettrico latitudine longitudine Bacino imbrifero sotteso (Kmq) altezza della diga (m) volume max invaso (m3) 0,57 x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 124 Quota max regolazione (m s.l.m.) 124 Quota di coronamento (m s.l.m.) …. Superficie specchio liquido max (Kmq) Volume di laminazione (m3) ….. portata di max piena di progetto (m3/s) ….. Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) 1800,00 Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) …. Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) …. quota di preallerta - vigilanza ordinaria Sup. della quota max regolaz quota di allerta - vigilanza rinforzata quota tra max regolaz. e max invaso quota di allerta - pericolo sup. della quota max invaso fiume Pescara comune Scafa provincia Pescara Alanno, Rosciano, Cepagatti, Spoltore, Manoppello, Chieti, S. Giovanni Teatino, Pescara

comuni interessati il bacino di Alanno è soggetto ad interrimento con una capcità attuale pari 100.000 mc.

note

30 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 2. Diga di Penne Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Perugia Cod. S.N.D. 687 Tipologia costruttiva tipo in terra formato con rinfianchi di monte e di valle in ghiaia sabbiosa e con nucleo di tenuta in sabbia limosa intestato con taglione nel terreno di fondazione

Anno 1969 Gestore Consorzio di Bonifica Centro uso irriguo latitudine 42°26'19" longitudine 1°27'29" Bacino imbrifero sotteso (Kmq) 184 altezza della diga (m) 35,70 volume max invaso (m3) 9,2 x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 257,50 Quota max regolazione (m s.l.m.) 256,00 Quota di coronamento (m s.l.m.) 259,50 Superficie specchio liquido max (Kmq) 0,85 Volume di laminazione (m3) 1,24 x106 portata di max piena di progetto (m3/s) 450 Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) 312,00 Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) - Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) 138,00 quota di preallerta - vigilanza ordinaria Sup. della quota max regolaz quota di allerta - vigilanza rinforzata quota tra max regolaz. e max invaso quota di allerta - pericolo sup. della quota max invaso fiume Tavo comune Penne provincia Pescara Penne, Loreto, Aprutino, Pianella, Moscufo, Collecorvino, Cappelle sul Tavo, Città S. Angelo

comuni interessati

note

31 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 3. Diga di Sella Pedicate Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Perugia Cod. S.N.D. 392 C Tipologia costruttiva materiali sciolti, di terra zonata con nucleo di terra per la tenuta; muraria, a gravità ordinaria

Anno 1971 Gestore Enel Produzione - UBH Centro uso idroelettrico latitudine longitudine Bacino imbrifero sotteso (Kmq) altezza della diga (m) volume max invaso (m3) 224x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 1318,25 Quota max regolazione (m s.l.m.) 1317,50 Quota di coronamento (m s.l.m.) Superficie specchio liquido max (Kmq) Volume di laminazione (m3) 6,00x106 portata di max piena di progetto (m3/s) Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) scarichi non presenti Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) - Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) scarichi non presenti quota di preallerta - vigilanza ordinaria non previste (scarichi assenti) quota di allerta - vigilanza rinforzata quota di allerta - pericolo fiume Vallone S. Giovanni comune Campotosto provincia L'Aquila Crognaleto, Fano Adriano, Montorio al Vomano, Teramo, Canzano, Castellalto, Notaresco, Morro d'Oro, Roseto degli Abruzzi, basciano, Penna S. andrea, Cellino Attanasio, Atri, Pineto comuni interessati

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32 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 4. Diga di Rio Fucino Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Perugia Cod. S.N.D. 392 B Tipologia costruttiva muraria; a gravità ordinaria in cls

Anno 1971 Gestore Enel Produzione - UBH Centro uso idroelettrico latitudine longitudine Bacino imbrifero sotteso (Kmq) altezza della diga (m) volume max invaso (m3) 224x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 1318,25 Quota max regolazione (m s.l.m.) 1317,50 Quota di coronamento (m s.l.m.) Superficie specchio liquido max (Kmq) Volume di laminazione (m3) 6,00x106 portata di max piena di progetto (m3/s) Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) 55,48 Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) 27,70 quota di preallerta - vigilanza ordinaria Sup. della quota max regolaz quota di allerta - vigilanza rinforzata quota tra max regolaz. e max invaso quota di allerta - pericolo sup. della quota max invaso fiume Rio Fucino comune Campotosto provincia L'Aquila Crognaleto, Fano Adriano, Montorio al Vomano, Teramo, Canzano, Castellalto, Notaresco, Morro d'Oro, Roseto degli Abruzzi, basciano, Penna S. andrea, Cellino Attanasio, Atri, Pineto comuni interessati

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33 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 5. Diga di Provvidenza Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Perugia Cod. S.N.D. 252 Tipologia costruttiva muraria, ad arco

Anno 1947 Gestore Enel Produzione - UBH Centro uso idroelettrico latitudine longitudine Bacino imbrifero sotteso (Kmq) altezza della diga (m) volume max invaso (m3) 2,76x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 1062,20 Quota max regolazione (m s.l.m.) 1060,00 Quota di coronamento (m s.l.m.) Superficie specchio liquido max (Kmq) Volume di laminazione (m3) 0,36 x106 portata di max piena di progetto (m3/s) Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) 335,00 Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) 20,00 quota di preallerta - vigilanza ordinaria Sup. della quota max regolaz quota di allerta - vigilanza rinforzata quota tra max regolaz. e max invaso quota di allerta - pericolo sup. della quota max invaso fiume Vomano comune L'Aquila provincia L'Aquila Crognaleto, Fano Adriano, Montorio al Vomano, Teramo, Canzano, Castellalto, Notaresco, Morro d'Oro, Roseto degli Abruzzi, basciano, Penna S. andrea, Cellino Attanasio, Atri, Pineto comuni interessati

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34 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 6. Diga di Piaganini Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Perugia Cod. S.N.D. 651 Tipologia costruttiva muraria, ad arco-gravità

Anno 1955 Gestore Enel Produzione - UBH Centro uso idroelettrico latitudine longitudine Bacino imbrifero sotteso (Kmq) altezza della diga (m) volume max invaso (m3) 1,45x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 397,50 Quota max regolazione (m s.l.m.) 397,00 Quota di coronamento (m s.l.m.) Superficie specchio liquido max (Kmq) Volume di laminazione (m3) 0,05x106 portata di max piena di progetto (m3/s) Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) 600,00 Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) 65,00 quota di preallerta - vigilanza ordinaria Sup. della quota max regolaz quota di allerta - vigilanza rinforzata quota tra max regolaz. e max invaso quota di allerta - pericolo sup. della quota max invaso fiume Vomano comune Fano Adriano provincia Teramo Crognaleto, Fano Adriano, Montorio al Vomano, Teramo, Canzano, Castellalto, Notaresco, Morro d'Oro, Roseto degli Abruzzi, basciano, Penna S. andrea, Cellino Attanasio, Atri, Pineto comuni interessati

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35 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 7. Diga di Poggio Cancelli Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Perugia Cod. S.N.D. 392 A Tipologia costruttiva materiali sciolti, di terra zonata con nucleo di terra per la tenuta; muraria, a gravità ordinaria

Anno 1969 Gestore Enel Produzione - UBH Centro uso idroelettrico latitudine longitudine Bacino imbrifero sotteso (Kmq) altezza della diga (m) volume max invaso (m3) 224x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 1318,25 Quota max regolazione (m s.l.m.) 1317,50 Quota di coronamento (m s.l.m.) Superficie specchio liquido max (Kmq) Volume di laminazione (m3) 6,00x106 portata di max piena di progetto (m3/s) Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) scarichi non presenti Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) - Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) scarichi non presenti quota di preallerta - vigilanza ordinaria non previste (scarichi assenti) quota di allerta - vigilanza rinforzata quota di allerta - pericolo fiume Rio Castellano comune Campotosto provincia L'Aquila Campotosto e comuni del fiume Tronto

comuni interessati scarico di esaurimento portata max 5 mc/s (probabimente non più attivabile)

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36 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B 8. Diga di San Domenico al DIGA Sagittario Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Perugia Cod. S.N.D. 81 Tipologia costruttiva muraria a volta sostenuta da contrafforti e lateralmente a gravità

Anno 1928 Gestore Enel Produzione - UBH Centro uso idroelettrico latitudine longitudine Bacino imbrifero sotteso (Kmq) altezza della diga (m) volume max invaso (m3) 1,25x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 807,40 Quota max regolazione (m s.l.m.) 806,50 Quota di coronamento (m s.l.m.) Superficie specchio liquido max (Kmq) Volume di laminazione (m3) 0,09x106 portata di max piena di progetto (m3/s) Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) 57,00+12,70 Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) 14,00 quota di preallerta - vigilanza ordinaria Sup. della quota max regolaz quota di allerta - vigilanza rinforzata quota tra max regolaz. e max invaso quota di allerta - pericolo sup. della quota max invaso fiume Sagittario comune Villalago provincia L'Aquila Villalago, Anversa degli Abruzzi, Bugnara, Prezza, , Sulmona, Roccacasale, Corfinio

comuni interessati

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37 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 9. Diga di Barrea Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Napoli Cod. S.N.D. 169 A Tipologia costruttiva a volta a doppia curvatura

Anno 1951 Gestore Enel Green Power uso idroelettrico latitudine longitudine Bacino imbrifero sotteso (Kmq) altezza della diga (m) volume max invaso (m3) 24,3 x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 975 Quota max regolazione (m s.l.m.) 973 Quota di coronamento (m s.l.m.) 976 Superficie specchio liquido max (Kmq) Volume di laminazione (m3) ….. portata di max piena di progetto (m3/s) ….. Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) 493,00 Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) …. Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) 64,00 quota di preallerta - vigilanza ordinaria Sup. della quota max regolaz quota di allerta - vigilanza rinforzata quota tra max regolaz. e max invaso quota di allerta - pericolo sup. della quota max invaso fiume Sangro comune provincia L'Aquila Barrea, Alfedena, Scontrone, Castel di Sangro, Ateleta, gamberale, Pizzoferrato, Quadri, Borrello, Civitaluparella, Fallo, villa S. Maria

comuni interessati

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38 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 10. Diga di Bomba Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Napoli Cod. S.N.D. 715 Tipologia costruttiva

terra e/o pietrame con nucleo inclinato Anno Gestore Acea uso latitudine longitudine Bacino imbrifero sotteso (Kmq) altezza della diga (m) volume max invaso (m3) x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 257,4 Quota max regolazione (m s.l.m.) 255 Quota di coronamento (m s.l.m.) 259,5 Superficie specchio liquido max (Kmq) Volume di laminazione (m3) x106 portata di max piena di progetto (m3/s) Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) quota di preallerta - vigilanza ordinaria Sup. della quota max regolaz quota di allerta - vigilanza rinforzata quota tra max regolaz. e max invaso quota di allerta - pericolo sup. della quota max invaso fiume Sangro comune Bomba, Pennadomo provincia Chieti Bomba, Roccascalegna, Altiino, Archi, Perano, S. eusanio sul Sangro, Lanciano, Mozzagrogna, Fossacesia, Atessa, Paglieta, Torino di Sangro

comuni interessati

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39 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 11. Diga di Casoli Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Napoli Cod. S.N.D. 716 Tipologia costruttiva Diga muraria in cls. A gravità, a speroni a vani interni

Anno Gestore A.C.E.A. uso idroelettrico latitudine 42° 05' 45" longitudine 1° 48' 27" Bacino imbrifero sotteso (Kmq) 232 altezza della diga (m) 54 volume max invaso (m3) 25,0 x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 257,50 Quota max regolazione (m s.l.m.) 255,00 Quota di coronamento (m s.l.m.) 258,00 Superficie specchio liquido max (Kmq) 2,645 Volume di laminazione (m3) 4,20 x106 portata di max piena di progetto (m3/s) 630 Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) 535,00 Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) 300,00 Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) quota di preallerta - vigilanza ordinaria Sup. della quota max regolaz quota di allerta - vigilanza rinforzata quota tra max regolaz. e max invaso quota di allerta - pericolo sup. della quota max invaso fiume Aventino comune Casoli provincia Chieti Casoli, Altino

comuni interessati Regolazione stagionale delle portate del fiume Aventino per produzione di energia elettrica nella centrale di S. Angelo (Selva d'Altino - CH)

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40 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 12. Diga di Montagna Spaccata 1 Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Napoli Cod. S.N.D. 658 C-D-E Tipologia costruttiva muraria a cupola

Anno 1959 Gestore Enel Produzione - UBH Sud uso idroelettrico latitudine longitudine Bacino imbrifero sotteso (Kmq) altezza della diga (m) volume max invaso (m3) 9,82 x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 1069,73 Quota max regolazione (m s.l.m.) 1068 Quota di coronamento (m s.l.m.) 1071 Superficie specchio liquido max (Kmq) Volume di laminazione (m3) 0,94 x106 portata di max piena di progetto (m3/s) Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) 126,00 Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) 76,00 Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) 12,00 quota di preallerta - vigilanza ordinaria Sup. della quota max regolaz quota di allerta - vigilanza rinforzata quota tra max regolaz. e max invaso quota di allerta - pericolo sup. della quota max invaso fiume Rio Torto comune Alfedena provincia L'Aquila Alfedena, Scontrone, Castel di Sangro, Ateleta, Gamberale, Pizzoferrato, Quadri, Borrello, Civitaluparella, Fallo, Villa S. Maria

comuni interessati

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41 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 13. Diga di Montagna Spaccata 2 Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Napoli Cod. S.N.D. 658 C-D-E Tipologia costruttiva muraria in cls a gravità, a speroni nella parte centrale, ordinaria nelle parte laterali

Anno 1959 Gestore Enel Produzione - UBH Sud uso idroelettrico latitudine longitudine Bacino imbrifero sotteso (Kmq) altezza della diga (m) volume max invaso (m3) 9,82 x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 1069,73 Quota max regolazione (m s.l.m.) 1068 Quota di coronamento (m s.l.m.) 1071 Superficie specchio liquido max (Kmq) Volume di laminazione (m3) 0,94 x106 portata di max piena di progetto (m3/s) Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) assente Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) assente Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) assente quota di preallerta - vigilanza ordinaria Sup. della quota max regolaz quota di allerta - vigilanza rinforzata quota tra max regolaz. e max invaso quota di allerta - pericolo sup. della quota max invaso fiume Rio Torto comune Alfedena provincia L'Aquila Alfedena, Scontrone, Castel di Sangro, Ateleta, Gamberale, Pizzoferrato, Quadri, Borrello, Civitaluparella, Fallo, Villa S. Maria

comuni interessati

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42 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B DIGA 14. Diga di Montagna Spaccata 3 Servizio Nazionale Dighe - Ufficio Periferico Napoli Cod. S.N.D. 658 C-D-E Tipologia costruttiva materiali sciolti, di muratura di pietrame secco con manto di tenuta di materiali artificiali

Anno 1959 Gestore Enel Produzione - UBH Sud uso idroelettrico latitudine longitudine Bacino imbrifero sotteso (Kmq) altezza della diga (m) volume max invaso (m3) 9,82 x106 Quota max invaso (m s.l.m.) 1069,73 Quota max regolazione (m s.l.m.) 1068 Quota di coronamento (m s.l.m.) 1071 Superficie specchio liquido max (Kmq) Volume di laminazione (m3) 0,94 x106 portata di max piena di progetto (m3/s) Portata scarico di superficie max invaso (m3/s) assente Portata scarico di mezzo fondo a max invaso (m3/s) assente Portata scarico di fondo a max invaso (m3/s) assente quota di preallerta - vigilanza ordinaria Sup. della quota max regolaz quota di allerta - vigilanza rinforzata quota tra max regolaz. e max invaso quota di allerta - pericolo sup. della quota max invaso fiume Rio Torto comune Alfedena provincia L'Aquila Alfedena, Scontrone, Castel di Sangro, Ateleta, Gamberale, Pizzoferrato, Quadri, Borrello, Civitaluparella, Fallo, Villa S. Maria

comuni interessati

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43 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B 3.3 SINTESI DEI PIANI DI LAMINAZIONE La Regione Abruzzo allo stato attuale non si è ancora dotata di specifici piani o programmi di laminazione in quanto è in corso di verifica l’effettiva capacità di laminazione efficace ai fini di Protezione Civile degli sbarramenti di competenza sia nazionale che regionale.

In esito alle suddette verifiche, la Regione procederà alla definizione dei possibili piani di laminazione sia ai sensi della recente Direttiva 8 luglio 2014 del Presidente del Consiglio dei Ministri “Indirizzi operativi inerenti l'attività di protezione civile nell'ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe” per le dighe di competenza nazionale che della Legge Regionale del 27/06/2013 n. 18 “Disciplina degli sbarramenti di ritenuta e degli invasi idrici di competenza regionale” per quelle di competenza regionale.

3.4 UNITÀ DI COMANDO E CONTROLLO La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004 prevede testualmente che “Tenuto conto che nei bacini dichiarati di interesse interregionale e nazionale ai sensi della legge 18 maggio 1989, n. 183, in cui siano presenti opere di ritenuta iscritte nel Registro italiano dighe, il governo e la gestione dei deflussi durante un evento di piena comporta il concorso di molte amministrazioni statali, regionali e locali afferenti al bacino, e che tale evento, per i possibili e conseguenti effetti, è altresì da ritenersi di livello nazionale, il Dipartimento, le Regioni interessate costituiranno una Unità di comando e controllo che si rappresenterà come l'Autorità di protezione civile per il governo delle piene”.

La Regione Abruzzo allo stato attuale non ha ancora costituito specifiche Unità di comando di controllo per le motivazione connesse a quanto indicato in merito ai piani di laminazione.

In esito alla definizione dei piani di laminazione, la Regione procederà alla costituzione delle Unità di comando di controllo sia ai sensi della recente Direttiva 8 luglio 2014 del Presidente del Consiglio dei Ministri che della L.R. 27/06/2013 n. 18.

44 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B CAPITOLO 4 – SUPPORTO ALL’ATTIVAZIONE DEI PIANI URGENTI DI EMERGENZA PREDISPOSTI DAGLI ORGANI DI PROTEZIONE CIVILE AI SENSI DELL’ART. 67, COMMA 5, DEL DECRETO LEGISLATIVO N.152 DEL 2006 E DELLA NORMATIVA PREVIGENTE (Regione Abruzzo - Servizio Programmazione Attività di Protezionne Civile – Centro Funzionale d’Abruzzo)

4.1 CORRISPONDENZA TRA LIVELLI DI CRITICITA’ PREVISTI E/O IN ATTO, LIVELLI DI ALLERTA, E ASSOCIAZIONE DI TALI LIVELLI CON L’ATTIVAZIONE DELLE FASI OPEERATIVE A LIVELLO REGIONALE I Livellli di Allerta sono attivati dal Centro Funzionale attraverso l’emissione di Avvisi di Criticità e/o di segnalazioni di fenomeni imminenti o in atto. Il modello di intervento in caso di rischio idrogeologico prevede una fase di normalità, una fase di preallerta e tre diverse fasi di allerta. Tali fasi, che attivano le azioni previste dai Piani di emergenza comunali o intercomunali ed, eventualmente, dai piani di emergenza provinciale, corrispondono ai livelli di allerta secondo il seguente schema:

La fase di normalità si verifica quando non sono stati emessi e non sono in corso avvisi. Anche nella fase di normalità il Centro Funzionale d’Abruzzo garantisce il servizio di reperibilità h24 con un proprio funzionario reperibile tramite telefono cellulare. La fase di preallerta si attiva in caso di emissione del Bollettino di criiticità con previsione di criticità ordinaria conseguente alla possibilità di fasi temporalesche intense, in considerazione del possibile passaggio dall’allertamento al manifestarsi dell’evento. Il Centro Funzionale garanttisce il servizio h24 con un proprio funzionario reperibile tramite cellulare. La fase di allerta prevede:  fase di attenzione;  fase di preallarme;  fase di allarme. La fase di attenzione si attiva in caso di emissione dell’Avviso di Avveerrse Condizioni Meteo e dell’Avviso di codice arancione/criticità moderata, al verificarsi di un evento con codice giallo/criticità

45 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B ordinaria e/o all’aggravarsi della situazione nei punti critici di bacini a carattere torrentizio monitorati a vista dai Presidi Territoriali attivati dal Centro Funzionale attraverso la Sala Operativa della Regione e/o al superamento di soglie riferite a sistemi di allertamento locale, ove presenti. Il Centro Funzionale definisce, secondo i propri strumenti, la valutazione degli effetti al suolo nel territorio dell’Abruzzo (modellistica idrologico-idraulica, set di soglie idropluviometriche, individuazione preliminare della vulnerabilità e quindi del corrispondente livello di rischio atteso, ecc..), e stabilisce la necessità di attivare il Centro Funzionale per tutto l’arco delle 24 ore. Ciò a valere per l’intero periodo di validità dell’avviso stesso e per le 24 ore successive all’evento idro-pluviometrico (oppure sino a quando non valuti autonomamente cessate le condizioni di rischio). La fase di preallarme si attiva in caso di Avviso di codice rosso/criticità elevata, al verificarsi di un evento con codice arancione/criticità moderata e/o all’aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali e/o al superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. In particolare, la fase di preallarme viene dichiarata sulla base delle previsioni meteorologiche, delle indicazioni pluviometriche e, soprattutto, idrometriche, quando:  le condizioni meteorologiche e le previsioni non facciano ritenere prossima la fine dell’evento meteorico;  i pluviometri della zona interessata indichino il perdurare delle precipitazioni con elevata intensità;  i livelli idrometrici dei corsi d’acqua crescano sino a raggiungere il livello di preallarme. Il CF si attiva h24, secondo proprie procedure, provvede a monitorare e a sorvegliare l’evolversi dell’evento ed effettua il nowcasting attraverso il radar meteorologico. La fase di allarme si attiva al verificarsi di un evento con codice rosso/criticità elevata e/o all’aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali e/o al superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. In particolare la fase di allarme viene dichiarata quando:  le condizioni meteorologiche e le previsioni non facciano ritenere prossima la fine dell’evento meteorico;  i pluviometri della zona interessata indichino il perdurare, con immutata intensità, delle precipitazioni;  i livelli idrometrici dei corsi d’acqua crescano sino a raggiungere il livello di allarme. Il Centro Funzionale, già attivo h24, prosegue l’attività di monitoraggio e sorveglianza strumentale, di nowcasting meteorologico, di collegamento costante con i Presidi Territoriali per verificare l’evoluzione in loco dei fenomeni in corso e aggiornare gli scenari. Mantiene, inoltre, uno stretto contatto con la SOUR (Sala Operativa Unica Regionale), anche per mezzo di un suo funzionario presente in sala. Lo stato di allarme cessa automaticamente alla data prevista per la fine dell’evento/criticità e dall’avviso di criticità. Eventuali cessazioni anticipate o posticipate verranno comunicate. Di seguito è riportato lo schema riassuntivo per il sistema di allertamento per il rischio idrogeologico e idraulico.

46 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B

L’emmanazione, da parte del Centro Funzionale d’Abruzzo, dell’Avviso di Criticità prevede l’attivazione di procedure particolari in grado di garantire la piena operatività (su tutto l’arco delle 24 ore e nei giorni festivi) dello stesso Centro. Inoltre, saranno anche predisposti e trasmessi (con periodicità) i bollettini di aggiornamento della situazione oogni qualvolta il Centro Funzionale sarà in grado di effettuare delle valutazioni, finché le condizioni meteo-idrologiche non ritornano entrro livelli di normalità. Data l’importanza e la delicatezza delle procedure relative all’Allertamento Regionale, ed al fine di garantire il corretto e completo flusso informativo, il Centro Funzionale deve dialogare con tutti i soggetti coinvolti. A tale scopo, sarà premura di ciascun Ente ed Amministrazione destinatarrii dell’Avviso di Criticità garantire l’operatività delle proprie strutture sullla base del proprio assetto organizzatiivo e funzionale anche, e soprattutto, al di fuori del normale orario di ufficio, nelle ore notturne e nei giorni festivi. Le procedure operative del sistema del Centro Funzionale prevedono tre fasi distinte:: 2. Previsione (prima dell’evento) – fase di allertamento 3. Evento in corso (all’inizio di validità dell’Avviso di Criticità o all’iinsorgere di fenomeni idrometeorologici significativi non previsti) – fase di monitoraggio 4. Post evento (al termine di validità dell’avviso meteo-criticità e per le 48 ore successive o al termine delle condizioni di rischio) – fase di verifica. A conclusione di ciascun evento (significativo previsto o imprevisto, previsto significativo tramite avviso criticità ma non rivelatosi tale) il CF elabora un rapporto di evento contenente: a. rapporto di evento sugli eventi meteorologici e i relativi effetti al suolo, sia come dati misurati, che come effetti realmente accaduti; b. breve descrizione tecnica dell’evento con indicazione delle aree interessate e delle grandezze massime raggiunte comparate, se possibile, con eventi già accaduti. Descrizione degli effetti conseguenti; c. breve descrizione delle informazioni raccolte delle attività di protezione civile e degli effetti sulla popollazione al fine di approfondire le valutazioni del rischio ed i relativi livellii di criticità; d. sintesi di eventuali problemi emersi nelle fasi di allertamento e gestione delll’evento con particolare riferimento alla rispondenza delle previsioni, del sistema a soglie, della circolazione delle 47 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B informazioni, della funzionalità tecnica delle apparecchiature, del rapporto con gli Enti, di aspetti che impongono una modifica migliorativa delle procedure. e. diario delle attività riportante tutta la cronologia dell’evento.

Di seguito si riportano gli schemi relativi ai processi di comunicazione tra Centro Funzionale e gli Enti coinvolti nella gestione delle allerte:

Modello di processo per la gestione dell’Avviso di Avverse Condizioni Meteo tra il Centro Funzionale e le Prefetture – UTG (protocollo intesa del 12-03-2015) TIPO DI AVVISO: AVVISO DI AVVERSE CONDIZIONI METEO SOGGETTI E RISPETTIVE ATTIVITA’ MODALITA’ DI ATTUAZIONE

Gli Uffici Territoriali del Governo:

1. ricevono e diramano l’Avviso Meteo emesso dal DPC e Con immediatezza, secondo le diramato dal Centro Funzionale alle forze dell’ordine, ai proprie procedure interne VVF e tutti i soggetti indicati nell’Allegato C1, nelle zone ivi indicate. A completamento dell’attività 2. ne danno conferma al Centro Funzionale, segnalando precedente o al riscontro di anomalie eventuali anomalie rispetto alla completezza nella lista di diramazione di competenza. Al verificarsi dell’evento

Gli Uffici Territoriali del Governo:

1. sentiti i rispettivi soggetti gestori, verificano la Con immediatezza funzionalità di servizi alternativi di fornitura dei servizi essenziali.

Modello di processo per la gestione del Avviso di Codice arancione/rosso - Criticità Moderata/Elevata tra il Centro Funzionale e le Prefetture - UTG (protocollo intesa del 12-03-2015)

TIPO DI AVVISO: BOLLETTINO/AVVISO DI CRITICITA’ RELATIVO ALLO SCENARIO livello di CODICE ARANCIONE/ROSSO ‐ CRITICITA’ MODERATA/ELEVATA SOGGETTI E RISPETTIVE ATTIVITA’ MODALITA’ DI ATTUAZIONE

Gli Uffici Territoriali del Governo:

1. ricevuto l’Avviso di criticità regionale da parte del Centro Con immediatezza, secondo le Funzionale regionale, pongono in stato di pre-allerta le forze proprie procedure interne dell’ordine, i VVF e tutti i soggetti indicati nell’Allegato C1, nelle zone ivi indicate. 2. si mantengono in contatto con il CF Con immediatezza e continuità secondo le proprie procedure interne

48 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B Modello di processo per la gestione dell’avviso per eventi imprevisti o in atto per rischio idrogeologico da parte delle Prefetture - UTG (protocollo intesa del 12-03-2015)

TIPO DI AVVISO: COMUNICAZIONE DI SUPERAMENTO DEL LIVELLO DI PREALLARME PER RISCHIO IDRAULICO MODALITA’ DI SOGGETTI E RISPETTIVE ATTIVITA’ ATTUAZIONE Le Prefetture - UTG in caso di superamento della soglia di preallarme, ricevuta l’informativa dal Centro Funzionale: 1. entrano nella fase di preallarme Le Prefetture - UTG nella fase di preallarme:

1. pongono in stato di attenzione la Questura, il Comando Con i tempi ed i modi Provinciale Carabinieri, il Corpo Forestale dello Stato, il stabiliti dalle proprie Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, la Capitaneria di Porto se necessario, le Polizie Municipali dei Comuni interessati; procedure interne 2. informano il servizio del 118; 3. mantengono i contatti con il Centro Funzionale d’Abruzzo e/o il personale regionale in reperibilità, e con le Polizie Municipali e i Sindaci dei Comuni interessati; 4. se ritenuto necessario convocano il C.C.S. e la Sala Operativa; 5. valutano la situazione e su disposizione del Prefetto informano il Dipartimento della Protezione Civile ed il Ministero dell’Interno (Gabinetto, Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile). Le Prefetture - UTG si trovano nella fase di cessato preallarme quando: 1° caso - I valori degli indicatori di rischio tornano alla normalità, cessano gli avvisi e non sussistono motivo di ulteriore preoccupazione: fine della procedura. La comunicazione viene data a tutti gli Enti ed Uffici attivati in precedenza; 2° caso – Si aggiungono nuovi avvisi, crescono i valori degli indicatori di rischio e sussistono motivi di ulteriore preoccupazione: passaggio alla fase di Allarme. Le Prefetture - UTG nella fase di allarme: 1. dispongono l’attivazione delle procedure di emergenza interne; 2. tengono informati il DPC, Ministero dell’Interno (Gabinetto, Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile) sugli sviluppi dell’emergenza; 3. attivano i primi eventuali interventi ritenuti necessari; 4. mantengono contatti con il Centro Funzionale d’Abruzzo, il personale regionale responsabile dei volontari di Protezione Civile e con i Comuni coinvolti o interessati alla situazione in atto; 5. adottano tutti i provvedimenti a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, e della pubblica e privata incolumità. Le Prefetture - UTG si trovano nella fase di cessato –allarme quando i valori degli indicatori di rischio tornano alla normalità, cessano gli avvisi e non sussistono motivo di ulteriore preoccupazione: fine della procedura. La comunicazione viene data a tutti gli Enti ed Uffici attivati in precedenza.

49 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B Modello di processo per la gestione dell’Avviso di Avverse Condizioni Meteo tra il Centro Funzionale e i Comuni TIPO DI AVVISO: AVVISO DI AVVERSE CONDIZIONI METEO

SOGGETTI E RISPETTIVE ATTIVITA’ MODALITA’ DI ATTUAZIONE

I Comuni:

1. ricevono l’Avviso Meteo regionale emesso dal DPC e Con immediatezza diramato dal Centro Funzionale e danno conferma dell’avvenuta ricezione;

2. attivano tutte le corrispondenti attività previste dal Piano Con immediatezza Comunale di Protezione Civile.

Attività di gestione dell’Avviso di Codice Arancione/Criticità Moderata di competenza dei Comuni TIPO DI AVVISO: AVVISO DI CRITICITA’ RELATIVO ALLO SCENARIO CODICE ARANCIONE/ CRITICITA’ MODERATA SOGGETTI E RISPETTIVE ATTIVITA’ MODALITA’ DI ATTUAZIONE

I Comuni:

1. ricevono l’Avviso di criticità regionale emesso dal Centro Con immediatezza Funzionale e danno conferma dell’avvenuta ricezione; 2. attivano tutte le corrispondenti attività previste dal Piano Con immediatezza Comunale di Protezione Civile.

Attività di gestione dell’Avviso di Codice rosso/ Criticità Elevata tra di competenza dei Comuni TIPO DI AVVISO: AVVISO DI CRITICITA’ RELATIVO ALLO SCENARIO CODICE ROSSO/CRITICITA’ ELEVATA MODALITA’ DI RESPONSABILI E RISPETTIVE ATTIVITA’ ATTUAZIONE

I Comuni:

1. ricevono l’Avviso di criticità regionale emesso dal Centro Con immediatezza Funzionale e danno conferma dell’avvenuta ricezione; 2. attivano tutte le corrispondenti attività previste dal Piano Comunale di Protezione Civile. Con immediatezza

50 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B Attività di gestione dell’Avviso di Avverse Condizioni Meteo di competenza delle Strutture e i Servizi Regionali TIPO DI AVVISO: AVVISO DI AVVERSE CONDIZIONI METEO

MODALITA’ DI RESPONSABILI E RISPETTIVE ATTIVITA’ ATTUAZIONE L’ Ufficio Rischi Infrastrutture a rete, Idrografico e Attrezzature, Tecnologie: 1. riceve l’Avviso Meteo regionale emesso del DPC e diramato Con immediatezza dal Centro Funzionale; 2. il proprio personale reperibile attiva interlocuzione diretta e Con immediatezza continuativa con il Centro Funzionale; 3. attiva il monitoraggio e la sorveglianza. Con immediatezza La Struttura regionale di Protezione civile: 1. pone in stato di attenzione la Sala Operativa Regionale ed il Con immediatezza proprio personale reperibile. La Sala Operativa SOUR: 1. invia alle associazioni di volontariato di Protezione Civile Con immediatezza l’Avviso Meteo Regionale In caso di evento in atto Il Dipartimento Regionale competente in materia di Protezione Civile Con immediatezza 1. mette in pratica le attività previste dalle proprie procedure interne, ponendo particolare cura alle attività di salvaguardia della popolazione.

Attività di gestione dell’Avviso di Codice arancione/ Criticità Moderata tra il Centro Funzionale e le Strutture e i Servizi Regionali interessati TIPO DI AVVISO: AVVISO DI CRITICITA’ RELATIVO ALLO SCENARIO CODICE ARANCIONE/CRITICITA’ MODERATA RESPONSABILI E RISPETTIVE ATTIVITA’ MODALITA’ DI ATTUAZIONE L’ Ufficio Rischi Infrastrutture a rete, Idrografico e Attrezzature, Tecnologie: 1. riceve l’Avviso di Criticità emesso dal Centro Funzionale; Con immediatezza 2. preallerta il proprio personale reperibile e attiva interlocuzione Con immediatezza diretta e continuativa con il Centro Funzionale; 3. attiva il monitoraggio e la sorveglianza. Con immediatezza Il Servizio Emergenza di Protezione Civile: 1. pone in stato di pre-allerta la Sala Operativa Regionale e il Con immediatezza proprio personale reperibile.

51 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B Attività di gestione dell’Avviso di Codice rosso/ Criticità Elevata tra il Centro Funzionale e le Strutture e i Servizi Regionali interessati TIPO DI AVVISO: AVVISO DI CRITICITA’ RELATIVO ALLO SCENARIO CODICE ROSSO/CRITICITA’ ELEVATA MODALITA’ DI RESPONSABILI E RISPETTIVE ATTIVITA’ ATTUAZIONE L’ Ufficio Rischi Infrastrutture a rete, Idrografico e Attrezzature, Tecnologie: 1. riceve l’Avviso di Criticità emesso dal Centro Funzionale; 2. preallerta il proprio personale reperibile e attiva interlocuzione Con immediatezza diretta e continuativa con il Centro Funzionale; 3. attiva e rafforza il monitoraggio e la sorveglianza.

Il Servizio Emergenza di Protezione Civile: 1. attiva la Sala Operativa regionale secondo la configurazione Con immediatezza h24; 2. attiva interlocuzione con le associazioni di volontariato di Con immediatezza Protezione Civile.

52 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B 4.2 SISTEMA DI ALLERTAMENTO E PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA NELL’AMBITO DEL RISCHIO IDRAULICO

Il Sistema di Protezione Civile è strutturato in modo che ad ogni livello di allerta, comunicato dal Centro Funzionale d’Abruzzo o attivato in seguito a segnalazioni di fenomeni imminenti o in atto, corrisponda una fase di allertamento che il Sindaco, in qualità di Autorità Comunale di Protezione Civile, deve attivare. Pertanto, per ogni fase di allertamento, il Sindaco svolge delle azioni che garantiscono una pronta risposta al verificarsi degli eventi. Il modello di intervento, descritto in maniera più dettagliata all’interno delle procedure “Sistema di Allertamento regionale Multirischio” in caso di rischio idrogeologico e/o idraulico prevede una fase di normalità, una fase di preallerta e tre diverse fasi di allerta. Tali fasi, che attivano le azioni previste dai Piani di emergenza comunali o intercomunali di protezione civile, corrispondono ai livelli di allerta secondo il seguente schema:

Nessuna criticità prevista sul territorio regionale NORMALITA’

Bollettino con previsione di codice PREALLERTA giallo/criticità ordinaria conseguente alla possibilità di fasi temporalesche intense

Avviso di codice arancione/criticità moderata – Avviso di avverse condizioni ATTENZIONE FASI meteo

Avviso di codice rosso/criticità elevata Evento in atto con codice PREALLARME arancione/criticità moderata

LIVELLI DI ALLERTA Evento in atto con codice rosso/criticità ALLARME elevata

Le informative meteo ed idrogeologiche sono quotidianamente pubblicate sul sito della Regione Abruzzo www.regione.abruzzo.it, nella sezione dedicata al Centro Funzionale d’Abruzzo e sul sito http://allarmeteo.regione.abruzzo.it/. La fase di normalità si attiva quando non sono stati emessi e non sono in corso avvisi. La fase di preallerta si attiva in caso di emissione del Bollettino di criticità con previsione di CODICE GIALLO (CRITICITA’ ORDINARIA), conseguente alla possibilità di fasi temporalesche intense, in considerazione del possibile passaggio dall’allertamento al manifestarsi dell’evento. La fase di allerta prevede: ‐ fase di attenzione; ‐ fase di preallarme; ‐ fase di allarme.

Il Sindaco può attivare la fase di attenzione venuto a conoscenza:  del ricevimento dell’Avviso di Avverse Condizioni Meteo e/o dell’Avviso di CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;

53 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B  verificarsi di un evento con CODICE GIALLO/CRITICITÀ ORDINARIA;  all’aggravarsi della situazione nei punti critici di bacini a carattere torrentizio monitorati a vista dai Presidi Territoriali attivati dal Centro Funzionale attraverso la Sala Operativa Unificata Regionale;  del superamento di soglie riferite a sistemi di allertamento locale, ove presenti.

Il Sindaco può attivare la fase di preallarme venuto a conoscenza:  Avviso di CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  del verificarsi di un evento con CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  dell’aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali;  del superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti.

Il Sindaco può attivare la fase di allarme venuto a conoscenza:  del verificarsi di un evento con CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  dell’aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai presidi territoriali;  del superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti.

Lo stato di allarme cessa automaticamente alla data prevista per la fine dell’evento/criticità e dall’avviso di criticità.

Il Centro Funzionale d’Abruzzo, sulla base delle Procedure “Sistema di Allertamento regionale multirischio”

provvede ad emettere quotidianamente un Bollettino di Criticità Idrogeologica Regionale, on line sul sito

www.regione.abruzzo.it nella sezione dedicata al Centro Funzionale e sul sito http://allarmeteo.regione.abruzzo.it/.

Il bollettino di criticità idrogeologica regionale riporta la valutazione dei possibili effetti al suolo previsti nelle zone di allerta dell'Abruzzo (Abru A, Abru B, Abru C, Abru D1, Abru D2, Abru E) a seguito di fenomeni meteorologici e idrologici (CRITICITA’ ASSENTE, ORDINARIA/CODICE GIALLO, MODERATA/CODICE ARANCIONE, ELEVATA/CODICE ROSSO).

54 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B MODELLO D’ INTERVENTO

SINDACO FASE di NORMALITA’

 non sono stati emessi né sono in corso avvisi FA SOGGETTO AZIONE SOGGETTI DA RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE Controlla quotidianamente la pubblicazione del Bollettino di criticità sulla Home page del sito istituzionale della Regione Abruzzo (www.regione.abruzzo.it), nella sezione dedicata al CFA, sul sito http://allarmeteo.regione.abruzzo.it/. e contestualmente verifica il ricevimento di eventuali Avvisi da parte del Centro Funzionale d’Abruzzo.

Centro SINDACO Funzionale Comunica al Centro Funzionale d’Abruzzo eventuali D’Abruzzo variazioni di recapiti telefonici e indirizzi utili.

FASE di NORMALITA’

SINDACO FASE di PREALLERTA

 emissione del Bollettino di criticità con previsione di CODICE GIALLO (CRITICITA’ ORDINARIA), conseguente alla possibilità di fasi temporalesche intense, in considerazione del possibile passaggio dall’allertamento al manifestarsi dell’evento AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE

Contatta il Responsabile del C.O.C. per comunicare Responsabile del Assicurarsi del la possibilità di fenomeni intensi temporaleschi C.O.C. pronto intervento della struttura operativa i caso di necessità

SINDACO Contatta i referenti del presidio territoriale per Referente del Assicurarsi del verificarne l’effettiva disponibilità. presidio pronto intervento territoriale della struttura operativa i caso di FASE di PREALLERTA necessità

55 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B SINDACO FASE di ATTENZIONE

 del ricevimento dell’Avviso di Avverse Condizioni Meteo e/o dell’Avviso di CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  verificarsi di un evento con CODICE GIALLO/CRITICITÀ ORDINARIA  all’aggravarsi della situazione nei punti critici di bacini a carattere torrentizio monitorati a vista dai Presidi Territoriali attivati dal Centro Funzionale attraverso la Sala Operativa Unificata Regionale  del superamento di soglie riferite a sistemi di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE Contatta il Responsabile del C.O.C. per comunicare Responsabile del Assicurarsi del la possibilità di fenomeni intensi temporaleschi C.O.C. pronto intervento della struttura operativa i caso di

necessità

Attiva i Presidi Territoriali sentita la Sala Operativa Referente del Monitoraggio e Unificata Regionale, al fine di procedere al presidio sorveglianza del monitoraggio visivo nei punti critici in particolare dei territoriale territorio bacini a carattere torrentizio Sala Operativa SINDACO Unificata Regionale (S.O.U.R.)

FASE di ATTENZIONE

56 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B SINDACO FASE di PREALLARME

 Avviso di CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  verificarsi di un evento con CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali;  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE

Contatta il responsabile del COC per procedere Responsabile del Attivazione del all’attivazione del Centro Operativo Comunale C.O.C C.O.C.

Comunica alla Prefettura l’entità di eventuali danni a Prefettura Assistenza alla persone o cose sulla base delle informazioni ricevute popolazione dalla funzione “Censimento danni persone o cose Regione Creare un efficace (F6)”. coordinamento Provincia Comunica l’attivazione del C.O.C. alla Prefettura, operativo locale. alla Regione ed alla Provincia

Verifica con il supporto del Responsabile della Responsabile della Informazione ed Funzione Tecnica e Pianificazione la necessità di Funzione Tecnica assistenza alla allertare le popolazione in particolare quella presente e Pianificazione F1 popolazione

nelle aree a rischio Se necessario provvede ad emettere ordinanze per Mettere in atto le interventi di somma urgenza e/o evacuazione della misure di popolazione presente nelle aree a rischio salvaguardia della popolazione SINDACO Se ancora non attivi, attiva i Presidi Territoriali Referente del Monitoraggio e sentita la Sala Operativa Unificata Regionale, al fine presidio sorveglianza del di procedere al monitoraggio visivo nei punti critici. territoriale territorio

FASE di PREALLARME Sala Operativa Unificata Regionale (S.O.U.R.) Verifica con il Responsabile della Funzione Materiali Responsabile della Predisposizione e Mezzi le reali disponibilità in funzione dell’evento Funzione Materia delle risorse e in atto. e Mezzi F4 mezzi necessari a Richiede se necessario delle risorse ulteriori alla Prefettura fronteggiare Prefettura l’evento

57 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B SINDACO FASE di ALLARME

 verificarsi di un evento con CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai presidi territoriali  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE

Qualora il COC non fosse stato ancora attivato, Responsabile del Attivazione del contatta il responsabile del COC per procedere C.O.C C.O.C. all’attivazione nel più breve tempo possibile.

Comunica l’attivazione del C.O.C. le Funzioni Prefettura Creare un efficace attivate alla Prefettura, alla Regione ed alla Provincia. Regione coordinamento operativo locale Provincia Mantiene i contatti con la Regione, la Prefettura –

UTG, la Provincia, al fine di avere un quadro sempre aggiornato della situazione in atto

Comunica alla Prefettura l’entità di eventuali danni a Prefettura Assistenza alla persone o cose sulla base delle informazioni ricevute popolazione dalla funzione “Censimento danni persone o cose (F6)”.

Verifica con il supporto del Responsabile della Responsabile della Informazione ed Funzione Tecnica e Pianificazione la necessità di Funzione Tecnica assistenza alla allertare le popolazione in particolare quella presente e Pianificazione F1 popolazione nelle aree a rischio Se necessario provvede ad emettere ordinanze per Mettere in atto le

SINDACO interventi di somma urgenza e/o evacuazione della misure di popolazione presente nelle aree a rischio salvaguardia della popolazione FASE di ALLARME Se ancora non attivi, attiva i Presidi Territoriali Referente del Monitoraggio e sentita la Sala Operativa Unificata Regionale, al fine presidio sorveglianza del di procedere al monitoraggio visivo nei punti critici. territoriale territorio Sala Operativa Unificata Regionale (S.O.U.R.) Verifica con il Responsabile della Funzione Materiali Responsabile della Predisposizione e Mezzi le reali disponibilità in funzione dell’evento Funzione Materia delle risorse e in atto. e Mezzi F4 mezzi necessari a Richiede se necessario delle risorse ulteriori alla Prefettura fronteggiare Prefettura l’evento

58 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B IL REFERENTE DEL PRESIDIO FASE di ATTENZIONE TERRITORIALE  del ricevimento dell’Avviso di Avverse Condizioni Meteo e/o dell’Avviso di CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  verificarsi di un evento con CODICE GIALLO/CRITICITÀ ORDINARIA  all’aggravarsi della situazione nei punti critici di bacini a carattere torrentizio monitorati a vista dai Presidi Territoriali attivati dal Centro Funzionale attraverso la Sala Operativa Unificata Regionale;  del superamento di soglie riferite a sistemi di allertamento locale, ove presenti. SOGGETTI AZIONE DA SOGGETTO FASE RISCHIO IDRAULICO COINVOLGE OBIETTIVI RE

Sindaco Predisporre le

Comunica al Sindaco le informazioni raccolte sul territorio e lo tiene aggiornato sull’evolversi della adeguate misure di situazione nei punti monitorati. salvaguardia della popolazione e del territorio IL REFERENTE DEL FASE di ATTENZIONE PRESIDIO TERRITORIALE

RESPONSABILE del C.O.C. FASE di PREALLARME  Avviso di CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  verificarsi di un evento con CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali;  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. SOGGETTI AZIONE DA SOGGETTO FASE OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO COINVOLGE RE

Convoca i responsabili delle Funzioni di Supporto Responsabili Creare un efficace ritenute necessarie. delle Funzioni coordinamento di Supporto operativo locale Sindaco Conferma al Sindaco l’avvenuta attivazione del COC.

Si assicura dell’operatività della Segreteria di Segreteria di Affidabilità e coordinamento continuità delle C.O.C. coordinamento per garantire i rapporti e le comunicazioni con Prefettura e Regione. FASE di comunicazioni formali

PREALLARME RESPONSABILE del

59 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B RESPONSABILE del C.O.C. FASE di ALLARME

 verificarsi di un evento con CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai presidi territoriali  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. SOGGETTI AZIONE DA SOGGETTO FASE OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO COINVOLGE RE

Convoca i responsabili delle Funzioni di Supporto Responsabili Creare un efficace ritenute necessarie. delle Funzioni coordinamento di Supporto operativo locale

Conferma al Sindaco l’avvenuta attivazione del COC. Sindaco

Si assicura dell’operatività della Segreteria di Segreteria di Affidabilità e C.O.C. coordinamento continuità delle

coordinamento per garantire i rapporti e le FASE di comunicazioni comunicazioni con Prefettura e Regione. ALLARME formali

RESPONSABILE del

60 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B RESPONSABILE FUNZIONE TECNICA DI FASE di PREALLARME VALUTAZIONE E PIANIFICAZIONE (F1)

 Avviso di CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  verificarsi di un evento con CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali;  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE

Si accerta della presenza sul luogo dell’evento delle Creare un efficace strutture preposte al soccorso tecnico urgente. coordinamento operativo locale

Si informa sull’evoluzione delle condizioni Centro Funzionale Migliorare il livello metereologiche. d’Abruzzo di conoscenza dello scenario meteorologico a breve-medio

termine Affianca il Responsabile della Funzione Censimento Responsabile della Predisporre le danni per la verifica sul territorio di possibili effetti Funzione misure di indotti Censimento danni mitigazione del F6 rischio e salvaguardia della popolazione e del territorio Valuta la necessità di allertare la popolazione con il Sindaco Informazione ed supporto della Funzione Volontariato F3 sulla base assistenza alla dell’evolversi dell’evento e lo comunica al Sindaco popolazione PIANIFICAZIONE (F1) Allerta gli operai reperibili e le ditte di fiducia per gli Referente della Verificare la eventuali interventi, in base alla necessità, sentito il FASE di PREALLARME Funzione disponibilità operai Referente della Funzione Materiali e Mezzi F4 Materiali e Mezzi e mezzi F4 Ditte convenzionate

Attività di gestione del traffico ed eventuale Referente della Fluidità e continuità organizzazione della viabilità alternativa. Funzione del traffico RESPONSABILE FUNZIONE TECNICA DI VALUTAZIONE E Strutture Operative F7

61 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B RESPONSABILE FUNZIONE TECNICA DI FASE di ALLARME VALUTAZIONE E PIANIFICAZIONE (F1)

 verificarsi di un evento con CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai presidi territoriali  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE

Si accerta della presenza sul luogo dell’evento delle Creare un efficace strutture preposte al soccorso tecnico urgente. coordinamento operativo locale Si informa sull’evoluzione delle condizioni Centro Funzionale Migliorare il livello metereologiche. d’Abruzzo di conoscenza dello scenario meteorologico a breve-medio termine Affianca il Responsabile della Funzione Censimento Responsabile della Predisporre le

danni per la verifica sul territorio di possibili effetti Funzione misure di indotti Censimento danni mitigazione del F6 rischio e salvaguardia della popolazione e del territorio Valuta la necessità di allertare la popolazione con il Sindaco Informazione ed supporto della Funzione Volontariato F3 sulla base assistenza alla dell’evolversi dell’evento e lo comunica al Sindaco popolazione FASE di ALLARME PIANIFICAZIONE (F1) Allerta gli operai reperibili e le ditte di fiducia per gli Referente della Verificare la eventuali interventi, in base alla necessità, sentito il Funzione disponibilità operai Referente della Funzione Materiali e Mezzi F4 Materiali e Mezzi e mezzi F4 Ditte convenzionate

Attività di gestione del traffico ed eventuale Referente della Fluidità e continuità organizzazione della viabilità alternativa. Funzione del traffico Strutture RESPONSABILE FUNZIONE TECNICA DI VALUTAZIONE E Operative F7

62 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B RESPONSABILE FUNZIONE SANITA’, ASSISTENZA FASE di PREALLARME SOCIALE E VETERINARIA (F2)

 Avviso di CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  verificarsi di un evento con CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali;  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE

Strutture sanitarie Assistenza sanitaria Se esistono strutture sanitarie nelle vicinanze, le contatta per provvedere al successivo trasferimento deputate ad – censimento delle persone fragili evacuate a seguito dell’evento accogliere i strutture a rischio. (sulla base del censimento effettuato vedi scheda pazienti in CB4) ed eventuali persone rimaste colpite trasferimento dall’evento, con passaggio alla fase di allarme.

Richiede alla Funzione Volontariato F3 di allertare le Responsabile Assistenza sanitaria (F2) associazioni di volontariato con carattere socio- Funzione sanitarie al fine di fornire supporto alle componenti Volontariato F3 Sanitarie intervenute. SANITA’, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA FASE di PREALLARME RESPONSABILE FUNZIONE

RESPONSABILE FUNZIONE SANITA’, ASSISTENZA FASE di ALLARME SOCIALE E VETERINARIA (F2)

 verificarsi di un evento con CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai presidi territoriali  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE

Se esistono strutture sanitarie nelle vicinanze, le Strutture sanitarie Assistenza sanitaria contatta per provvedere al successivo deputate ad – censimento

trasferimento delle persone fragili evacuate a accogliere i strutture a rischio. seguito dell’evento (sulla base del censimento pazienti in effettuato vedi scheda CB4) ed eventuali trasferimento persone rimaste colpite dall’evento.

Richiede alla Funzione Volontariato F3 di Responsabile Assistenza sanitaria (F2) allertare le associazioni di volontariato con Funzione carattere socio-sanitarie al fine di fornire Volontariato F3 supporto alle componenti Sanitarie intervenute. FASE di ALLARME SANITA’, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA RESPONSABILE FUNZIONE

63 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B RESPONSABILE FUNZIONE VOLONTARIATO (F3) FASE di PREALLARME

 Avviso di CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  verificarsi di un evento con CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali;  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE OBIETTIVI

Raccorda le attività con le organizzazioni di Responsabili delle Assistenza alla volontariato e le strutture operative per attivarsi in Squadre/Associazi popolazione – caso necessità. Mette in stato di preallerta le squadre oni di volontariato Predisposizione di volontariato. misure di salvaguardia.

Attiva le organizzazioni di volontariato specializzate Organizzazioni di Assicurare il pronto in radio comunicazione di emergenza ed emergenza volontariato intervento e la sanitaria, sentito il Responsabile della Funzione Referente della continuità delle Sanità Funzione Sanità comunicazioni in F2 emergenza tra gli operatori ed il

Attiva le squadre di supporto al presidio territoriale centro di se necessario Referente della coordinamento. Funzione VOLONTARIATO (F3) Telecomunicazioni FASE di PREALLARME RESPONSABILE FUNZIONE F8

RESPONSABILE FUNZIONE VOLONTARIATO (F3) FASE di ALLARME

 verificarsi di un evento con CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai presidi territoriali  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE

Dispone dei volontari per il supporto della polizia Responsabili delle Assistenza alla Associazioni di popolazione municipale e delle altre strutture operative, al fine di provvede anche l’allontanamento delle persone volontariato presenti nelle aree colpite

Invia il personale necessario ad assicurare Responsabili delle Informazione ed l’assistenza alla popolazione evacuata presso le aree Squadre/Associazi assistenza alla di attesa. oni di volontariato popolazione

Monitoraggio e Attiva le squadre di supporto al presidio territoriale sorveglianza del se necessario VOLONTARIATO F3 territorio FASE di ALLARME RESPONSABILE FUNZIONE

64 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B RESPONSABILE FUNZIONE MATERIALI e MEZZI FASE di PREALLARME (F4)

 Avviso di CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  verificarsi di un evento con CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali;  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. SOGGETTI DA AZIONE FA SOGGETTO COINVOLGERE OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE

Contatta il Responsabile della Funzione F1 per Responsabili Aggiornamento conoscere l’evoluzione delle condizioni Funzione Tecnica sulla situazione in meteorologiche. Qualora fosse previsto un di Valutazione e atto per assistenza peggioramento, verifica l’effettiva disponibilità delle Pianificazione F1 alla popolazione e aree di emergenza con particolare riguardo alle aree predisposizione dei di accoglienza per la popolazione. mezzi necessari

Stabilisce i collegamenti con le imprese Imprese presenti Disponibilità di preventivamente individuate per assicurare il pronto nel territorio materiali e mezzi. intervento.

Informa il Sindaco circa la necessità di ulteriori Sindaco Richiedere il mezzi e materiali supporto degli Enti MATERIALI e MEZZI (F4)

FASE di PREALLARME competenti RESPONSABILE FUNZIONE

RESPONSABILE FUNZIONE MATERIALI e MEZZI FASE di ALLARME (F4)

 verificarsi di un evento con CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai presidi territoriali  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE

Invia i materiali e i mezzi necessari ad assicurare Informazione ed l’assistenza alla popolazione presso le aree di attesa e assistenza alla se evacuata, presso le aree di accoglienza. popolazione

Mobilita le imprese preventivamente individuate per Imprese presenti Assistenza alla assicurare il pronto intervento. nel territorio popolazione - Disponibilità di materiali e mezzi.

Coordina la sistemazione presso le aree di Responsabile Predisposizione del accoglienza dei materiali forniti dalla Regione, dalla funzione materiale per Prefettura – UTG e dalla Provincia, unitamente al Volontariato F3 l’assistenza della Responsabile della Funzione Volontariato F3. popolazione FASE di ALLARME MATERIALI e MEZZI (F4) RESPONSABILE FUNZIONE

65 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B RESPONSABILE FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI (F5) FASE di PREALLARME  Avviso di CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  verificarsi di un evento con CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali;  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE Individua gli elementi a rischio (reti idriche, Responsabile della Individuare le elettriche, gas, ecc.) che possono essere coinvolti Funzione Tecnica infrastrutture per i nell’evento in corso. e Pianificazione F1 servizi essenziali potenzialmente interessate dall’evento.

Mantiene i contatti con i rappresentanti degli enti e Responsabile della Verifica delle società erogatrici dei servizi primari, per l’invio Funzione Tecnica funzionalità delle sul territorio di tecnici e maestranze per verificare la e Pianificazione F1 infrastrutture per i funzionalità e la messa in sicurezza delle reti dei servizi essenziali interessate servizi comunali, coordinato dal responsabile delle Enti Gestori reti Funzione Tecnica e Pianificazione F1, qualora dall’evento.

ritenuto necessario, con passaggio alla fase di allarme Allertamento dei referenti per gli elementi a rischio. ESSENZIALI (F5) Fornisce alle aziende erogatrici dei servizi essenziali Enti Gestori reti Garantire la l’elenco degli edifici strategici nonché delle aree continuità di FASE di PREALLARME adibite all’accoglienza della popolazione per i quali è funzionamento dei necessario garantire la continuità dei servizi stessi. servizi essenziali

RESPONSABILE FUNZIONE SERVIZI degli edifici strategici e delle aree di emergenza.

RESPONSABILE FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI (F5) FASE di ALLARME  verificarsi di un evento con CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai presidi territoriali  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVI RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE Ripristino degli elementi a rischio (reti idriche, Garantire i servizi essenziali interessate elettriche, gas, ecc.) coinvolti nell’evento in corso. dall’evento.

Mantiene i contatti con i rappresentanti degli enti e Responsabile della Verifica funzionalità delle società erogatrici dei servizi primari, per l’invio Funzione Tecnica delle infrastrutture per e Pianificazione F1 i servizi essenziali sul territorio di tecnici e maestranze per verificare la interessate funzionalità e la messa in sicurezza delle reti dei dall’evento. servizi comunali, coordinato dal responsabile delle Enti Gestori reti Allertamento dei Funzione Tecnica e Pianificazione F1 referenti per gli

elementi a rischio.

Contatta le aziende erogatrici dei servizi essenziali Enti Gestori reti Garantire la continuità per garantire la continuità dei servizi presso edifici di funzionamento dei servizi essenziali strategici e le aree adibite all’accoglienza della FASE di ALLARME degli edifici strategici

SERVIZI ESSENZIALI (F5 ) popolazione. RESPONSABILE FUNZIONE e delle aree di emergenza.

66 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B RESPONSABILE FUNZIONE CENSIMENTO DANNI FASE di PREALLARME PERSONE E COSE (F6)

 Avviso di CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  verificarsi di un evento con CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali;  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVO RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE

Dispone i sopralluoghi nelle aree interessate dagli Responsabile della Predisporre le eventi idrogeologici, anche per verificare il possibile Funzione Tecnica misure di manifestarsi di ischi indotti, con il supporto del e Pianificazione F1 mitigazione del Responsabile della Funzione Tecnica e Pianificazione rischio e F1 salvaguardia della popolazione e del

territorio Esegue un censimento dei danni riferito a: Sindaco Individuare e  persone censire eventuali  edifici pubblici e privati danni  impianti industriali COSE (F6)  servizi essenziali  attività produttive  opere di interesse culturale  infrastrutture pubbliche FASE di PREALLARME RESPONSABILE FUNZIONE  agricoltura e zootecnica e lo comunica al Sindaco CENSIMENTO DANNI PERSONE E

RESPONSABILE FUNZIONE CENSIMENTO DANNI FASE di ALLARME PERSONE E COSE (F6)

 verificarsi di un evento con CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai presidi territoriali  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO OBIETTIVO RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE

Dispone i sopralluoghi nelle aree interessate dagli Responsabile della Predisporre le eventi idrogeologici, anche per verificare il possibile Funzione Tecnica misure di manifestarsi di ischi indotti, con il supporto del e Pianificazione F1 mitigazione del Responsabile della Funzione Tecnica e Pianificazione rischio e F1 salvaguardia della popolazione e del

territorio Esegue un censimento dei danni riferito a: Sindaco Individuare e  persone censire eventuali  edifici pubblici e privati danni  impianti industriali COSE (F6)  servizi essenziali  attività produttive

 opere di interesse culturale FASE di ALLARME  infrastrutture pubbliche RESPONSABILE FUNZIONE  agricoltura e zootecnica

CENSIMENTO DANNI PERSONE E e lo comunica al Sindaco

67 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B RESPONSABILE FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE FASE di PREALLARME (F7)

 Avviso di CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  verificarsi di un evento con CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali;  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE OBIETTIVI

Verifica la disponibilità delle strutture operative Polizia Municipale individuate per il perseguimento degli obiettivi di piano.

Verifica la percorribilità delle infrastrutture viarie in Responsabile Garantire la base allo scenario ipotizzato dal Referente della Funzione Tecnica percorribilità delle

Funzione Tecnica e Pianificazione F1 e Pianificazione F1 infrastrutture viarie (F7) Predispone ed effettua il posizionamento degli Polizia Municipale Garantire la uomini e dei mezzi per assicurare il controllo salvaguardia della popolazione permanente dei cancelli e del traffico da e per le zone Responsabile interessate dagli eventi previsti o già in atto inviando funzione volontari e/o Polizia locale, con passaggio alla fase di Volontariato F3 STRUTTURE OPERATIVE

allarme. FASE di PREALLARME RESPONSABILE FUNZIONE

RESPONSABILE FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE FASE di ALLARME (F7)

 verificarsi di un evento con CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai presidi territoriali  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE OBIETTIVI

Posiziona uomini e mezzi presso i cancelli individuati Polizia Municipale Garantire la percorribilità delle

per controllare il deflusso della popolazione. infrastrutture viarie Accerta l’avvenuta completa evacuazione delle aree a Responsabile

rischio. funzione Volontariato F3 Garantire la Predispone le squadre per la vigilanza degli edifici salvaguardia della che possono essere evacuati anche per limitare i popolazione fenomeni di sciacallaggio. FUNZIONE

STRUTTURE In base allo scenario dell’evento in atto, verifica la RESPONSABILE OPERATIVE (F7) percorribilità delle infrastrutture viarie. FASE di ALLARME

68 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B RESPONSABILE FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI FASE di PREALLARME (F8)

 Avviso di CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  verificarsi di un evento con CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali;  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE OBIETTIVI

Attiva il contatto con i referenti locali degli Enti Enti Gestori dei Garantire la gestori dei servizi di telecomunicazione e delle servizi di TLC continuità delle associazioni di Radioamatori, sentito il Responsabile Comunicazioni tra gli operatori di della Funzione Volontariato F3 Referente della emergenza ed il Funzione centro di Volontariato F3 coordinamento

Predispone le dotazioni per il mantenimento delle Referente della Garantire il comunicazioni in emergenza Funzione mantenimento delle Volontariato F3 comunicazioni

Verifica il funzionamento del sistema di Garantire il comunicazioni adottato. mantenimento delle comunicazioni

Se del caso richiede l’intervento di altre Garantire il

FASE di PREALLARME mantenimento delle

RESPONSABILE FUNZIONE Prefettura TELECOMUNICAZIONI (F8) Amministrazioni in possesso di risorse strumentali per le telecomunicazioni, con passaggio alla fase di Provincia comunicazioni allarme

RESPONSABILE FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI FASE di ALLARME (F8)

 verificarsi di un evento con CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai presidi territoriali  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE OBIETTIVI

Mantiene il contatto con i referenti locali degli Enti Enti Gestori dei Garantire la gestori dei servizi di telecomunicazione e dei servizi di TLC continuità delle radioamatori e con le squadre di volontari inviate sul Comunicazioni tra gli operatori di territorio. Referente della emergenza ed il Funzione centro di Volontariato F3 coordinamento

Verifica il funzionamento del sistema di Garantire il comunicazioni adottato. mantenimento delle comunicazioni

Se del caso richiede l’intervento di altre Prefettura Garantire il Amministrazioni in possesso di risorse strumentali FASE di ALLARME Provincia mantenimento delle comunicazioni RESPONSABILE FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI (F8) per le telecomunicazioni

69 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B RESPONSABILE FUNZIONE ASSISTENZA ALLA FASE di PREALLARME POPOLAZIONE (F9)

 Avviso di CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA;  verificarsi di un evento con CODICE ARANCIONE/CRITICITÀ MODERATA;  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai Presidi Territoriali;  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE OBIETTIVI

Verifica il censimento della popolazione presente Responsabili Calibrazione del nelle aree a rischio, con particolare riferimento ai Funzione: modello di soggetti fragili. -Volontariato F3; intervento e delle azioni da -Sanità, assistenza intraprendere. sociale F2 Verifica Si assicura della reale disponibilità di alloggio presso Centri e Aree di i centri e le aree di accoglienza individuate nel piano. accoglienza dell’adeguatezza della capacità di Nominativi e contatti da Allegato risposta. CM1 – Accoglienza

Effettua un censimento presso le principali strutture Principali Verifica ricettive nella zona per accertarne l’effettiva strutture ricettive dell’adeguatezza disponibilità. della zona della capacità di risposta e l’assistenza della popolazione.

POPOLAZIONE (F9) Verifica la funzionalità dei sistemi di allarme Responsabile Informazione alla predisposti per gli avvisi alla popolazione qualora Funzione popolazione. presenti. FASE di PREALLARME Materiali e Mezzi

Allerta le squadre individuate per la diramazione dei Responsabili Informazione alla messaggi di allarme alla popolazione con il supporto Funzioni: popolazione. delle squadre di volontariato -Volontariato F3 RESPONSABILE FUNZIONE ASSISTENZA ALLA -Strutture Operative F7

70 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B RESPONSABILE FUNZIONE ASSISTENZA ALLA FASE di ALLARME POPOLAZIONE (F9)

 verificarsi di un evento con CODICE ROSSO/CRITICITÀ ELEVATA  aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dai presidi territoriali  superamento di soglie riferite al sistema di allertamento locale, ove presenti. AZIONE FA SOGGETTI DA SOGGETTO RISCHIO IDRAULICO SE COINVOLGERE OBIETTIVI

Assistenza alla Provvede ad attivare il sistema di allarme PREVIA Responsabile Funzione popolazione – PRECISA INDICAZIONE DEL SINDACO Volontariato F3

Coordina le attività di evacuazione della popolazione Responsabili delle aree a rischio. Funzioni: Attuazione misure -Sanità F2 di salvaguardia ed -Volontariato F3 assistenza alla popolazione -Strutture evacuata. Operative F7

Provvede al censimento della popolazione evacuata Responsabile evidenziando l’eventuale presenza di stranieri Funzione specificandone la nazionalità. Volontariato F3

ZA ALLA POPOLAZIONE (F9) Responsabili Garantisce la prima assistenza e le informazioni nelle Funzioni: aree di attesa. -Sanità F2 -Volontariato F3

Garantisce il trasporto e l’assistenza continua della Responsabili popolazione verso le aree di accoglienza. Funzioni: FASE di ALLARME -Volontariato F3 -Materiali e Mezzi F4

Provvede al ricongiungimento delle famiglie. Responsabile Funzione Volontariato F3

Garantisce la diffusione delle norme di Responsabile Funzione

RESPONSABILE FUNZIONE ASSISTEN comportamento in relazione alla situazione in atto. Volontariato F3

71 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B CAPITOLO 5 - SINTESI DEI CONTENUTI DEI PIANI URGENTI DI EMERGENZA PREDISPOSTI AI SENSI DELL'ARTICOLO 67, COMMA 5, DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 152 DEL 2006, NONCHÉ DELLA NORMATIVA PREVIGENTE

LE NORMATIVE REGIONALI, L’INDIVIDUAZIONE POSSIBILI SCENARI E RELATIVO IMPATTO SUL TERRITORIO LA DESCRIZIONE GENERALE DEGLI ELEMENTI DEL SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE RILEVANTI AI FINI DELLA GESTIONE DI UN EVENTO IDRAULICO ED ALLA DEFINIZIONE DEL MODELLO DI INTERVENTO sono già state trattate nel CAPITOLO 4.

CAPITOLO 6 - INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE GIA’ ADOTTATE E DI QUELLE PREVISTE NELLA PIANIFICAZIONE PER CONSEGUIRE GLI OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DELLA GESTIONE DELL’EMERGENZA

Il Piano riassume tutti gli aspetti della gestione del rischio di alluvioni: la prevenzione, la protezione e la preparazione, comprese le previsioni di alluvione e i sistemi di allertamento, tenendo conto delle caratteristiche del bacino idrografico o del sottobacino interessato. E’ composto da due parti, tra loro strettamente complementari, coordinate e sinergiche: ‐ le misure che occorre adottare in “tempo differito” come l’analisi dei processi fisici in atto, l’individuazione delle criticità, l’indicazione dei rimedi da declinarsi in interventi strutturali (opere di difesa intensive od estensive) e non strutturali, questi ultimi ritenuti prioritari, come le norme per governare la gestione del suolo e delle acque, le previsioni di sviluppo e l’uso del territorio, la conservazione della natura, la navigazione, ecc. (art. 7, c. 3, lett. a D.Lgs. 49/2010). Tale componente è da ricondurre alla pianificazione di bacino; ‐ le misure che occorre predisporre per la gestione in “tempo reale” dell’evento, proprie dei piani di protezione civile che contemplano: la previsione e il monitoraggio idrometeorologico, il sistema di allertamento per il rischio idraulico e l’intervento di soccorso, la sorveglianza idraulica, anche attraverso l’istituzione di Presidi Territoriali Idraulici, e la regolazione dei deflussi. Competenza della Protezione Civile sono le misure di Preparazione (Misure M4) che riguardano le attività volte a incrementare la capacità di gestire e reagire agli eventi, a evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi. Si riporta di seguito uno schema riassuntivo delle misure previste dal presente piano e si rimanda agli allegati B.1 e B.2 per ulteriori dettagli.

M isure per la progettazione, predisposizione, ampliamento dei sistemi di monitoraggio strumentale, Sistemi di allarme On-Going dei sistemi di comunicazione ridondanti (dati, fonia, Prot.Civ. previsionale Construction radio, satellitare), dei sistemi di supporto alle M4.1 decisioni. M isure per la progettazione, la predisposizione, On-Going l'ottimizzazione dei sistemi di allertamento. Construction Misure per l'organizzazione e la gestione Risposta capacità in dei presidi territoriali per il controllo diretto On-Going Prot.Civ. emergenza immediatamente prima e durante gli eventi Construction M4.2 calamitosi. Misure per la predisposizione, l'applicazione On-Going Prot.Civ. e l'aggiornamento dei piani di protezione Construction civile ai vari livelli istituzionali. PREPARAZIONE M4 Protocolli operativi per la gestione in fase di Not started Prot.Civ. evento della regolazione volumi. M igliorare preparazione Campagne di informazione ed educazione pubblica Planning On-Going Prot.Civ. M4.3 evento su rischio idraulico Misure per la predisposizione di una piattaforma di Altre misure di comunicazione e diffusione ad accesso pubblico per Planning On-Going Prot.Civ. preparazione M4.4 la gestione del rischio di alluvione. Misure finalizzate all'aggiornamento del catasto degli Planning On-Going Prot.Civ. eventi

72 Piano di Gestione Rischio Alluvioni – Parte B

ALLEGATI

ALLEGATO A.1

30/11/2015 Bollettino di criticità del giorno 26 novembre 2015­AllarMeteo

Bollettino di criticità del giorno 26 novembre 2015

Emesso Alle Ore 13:40 RIF. DIRETTIVA PRESIDENZA CONSIGLIO DEI MINISTRI 27-2-2004. INDIRIZZI OPERATIVI PER LA GESTIONE ORGANIZZATIVA E FUNZIONALE DEL SISTEMA DI ALLERTAMENTO NAZIONALE E REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO E IDRAULICO AI FINI DI PROTEZIONE CIVILE; L. 225/1992 e s.m.i. (ART. 3 BIS) “SISTEMA DI ALLERTA NAZIONALE PER IL RISCHIO METEO IDROGEOLOGICO E IDRAULICO”

Premesso che è in corso l'Avviso di Condizioni Meteo Avverse N. 15134 PROT. DPC RIA/58408 DEL 25 novembre 2015 ed è stato emesso l'Avviso di criticità n. 16/2015 prot. n. RA/298311 del 26 novembre 2015

SULLA BASE DELLE PREVISIONI SINOTTICHE E DELLE VALUTAZIONI METEO DEL CFC

TENUTO CONTO CHE NELLE ULTIME 24 ORE SULL'ABRUZZO SONO STATE REGISTRATE PRECIPITAZIONI DEBOLI, PUNTUALMENTE MODERATE

IL CENTRO FUNZIONALE D’ABRUZZO VALUTA:

Dalle ore 14:00 alle ore 24:00 di GIOVEDÌ 26 NOVEMBRE 2015

ZONA DI ALLERTA CODICE COLORE (LIVELLO DI CRITICITÀ) TIPOLOGIA DI RISCHIO

Zona Abru-A CODICE GIALLO (CRITICITÀ ORDINARIA) Idrogeologico Localizzato

Zona Abru-B CODICE GIALLO (CRITICITÀ ORDINARIA) Idrogeologico Localizzato

Zona Abru-C CODICE GIALLO (CRITICITÀ ORDINARIA) Idrogeologico Localizzato

Zona Abru-D1 CODICE GIALLO (CRITICITÀ ORDINARIA) Idrogeologico Localizzato

Zona Abru-D2 CODICE GIALLO (CRITICITÀ ORDINARIA) Idrogeologico Localizzato

Zona Abru-E CODICE GIALLO (CRITICITÀ ORDINARIA) Idrogeologico Localizzato

Centro Funzionale – Regione Abruzzo – Uso pubblico

Il Sistema Qualità del Centro Funzionale DATA EMISSIONE MODULO NUMERO DI PREVISIONE PAGINA CODICE Mod_B_I d’Abruzzo è certificato conforme 26 Novembre 2015 1.2 1 alla norma ISO 9001:2008

http://allarmeteo.regione.abruzzo.it/bollettini/724/bollettino­di­criticita­del­giorno­26­novembre­2015 1/4 30/11/2015 Bollettino di criticità del giorno 26 novembre 2015­AllarMeteo

Dalle ore 00:00 alle ore 24:00 di VENERDÌ 27 NOVEMBRE 2015

ZONA DI ALLERTA CODICE COLORE (LIVELLO DI CRITICITÀ) TIPOLOGIA DI RISCHIO

Zona Abru-A CODICE ARANCIONE (CRITICITÀ MODERATA) Idraulico Diffuso

Zona Abru-B CODICE ARANCIONE (CRITICITÀ MODERATA) Idrogeologico Localizzato

Zona Abru-C CODICE ARANCIONE (CRITICITÀ MODERATA) Idraulico Diffuso

Zona Abru-D1 CODICE ARANCIONE (CRITICITÀ MODERATA) Idrogeologico Localizzato

Zona Abru-D2 CODICE ARANCIONE (CRITICITÀ MODERATA) Idraulico Diffuso

Zona Abru-E CODICE ARANCIONE (CRITICITÀ MODERATA) Idrogeologico Localizzato

N.B. Nello scenario del rischio idraulico è ricompreso anche quello del rischio idrogeologico. Si precisa, inoltre, che il Centro Funzionale d’Abruzzo è attivo solo per le valutazioni relative al rischio idrogeologico ed idraulico. Rimangono in capo al Dipartimento di Protezione Civile le valutazioni meteo e l’emissione dell’avviso di condizioni meteorologiche avverse.

Legenda

Codice Verde - assenza di fenomeni significativi prevedibili

Codice giallo idrogeologico – criticità ordinaria per rischio idrogeologico localizzato

Codice giallo idraulico – criticità ordinaria per rischio idraulico diffuso

Codice arancione idrogeologico – criticità moderata per rischio idrogeologico localizzato

Codice arancione idraulico – criticità moderata per rischio idraulico diffuso

Codice rosso idrogeologico – criticità elevata per rischio idrogeologico localizzato

Codice rosso idraulico – criticità elevata per rischio idraulico diffuso

Centro Funzionale – Regione Abruzzo – Uso pubblico

DATA EMISSIONE Il Sistema Qualità del Centro Funzionale NUMERO DI PREVISIONE PAGINA CODICE Mod_B_I MODULO d’Abruzzo è certificato conforme 1.2 2 26 Novembre 2015 alla norma ISO 9001:2008

http://allarmeteo.regione.abruzzo.it/bollettini/724/bollettino­di­criticita­del­giorno­26­novembre­2015 2/4 30/11/2015 Bollettino di criticità del giorno 26 novembre 2015­AllarMeteo

SCENARI DI CRITICITÀ IDROGEOLOGICA E IDRAULICA

Codice Criticità Fenomeni Scenario d'evento Effetti e Danni Colore Meteo-Idro

Verde Assente o poco Idrogeologico Assenza o bassa probabilità di fenomeni significativi prevedibili (non si escludono Danni puntuali e localizzati. probabile Idraulico fenomeni imprevedibili come la caduta massi).

Giallo Ordinaria Localizzati ed Idrogeologico 1)Possibili isolati fenomeni di erosione, frane superficiali, colate rapide Localizzati danni ad infrastrutture, edifici e attività antropiche interessati criticità Intensi. detritiche o di fango. da frane, da colate rapide o dallo scorrimento superficiale delle acque. 2)Possibili cadute massi. Localizzati allagamenti di locali interrati e talvolta di quelli posti a pian terreno prospicienti a vie potenzialmente interessate da deflussi idrici. Localizzate e temporanee interruzioni della viabilità in prossimità di piccoli impluvi, canali, zone depresse (sottopassi, tunnel, avvallamenti Idraulico Ulteriori scenari rispetto al precedente IDROGEOLOGICO stradali, ecc.) e a valle di porzioni di versante interessate da fenomeni 1)Possibili isolati fenomeni di trasporto di materiale legato ad intenso ruscellamento franosi. Localizzati danni alle coperture e alle strutture provvisorie con superficiale. trasporto di tegole a causa di forti raffiche di vento o possibili trombe 2)Limitati fenomeni di alluvionamento nei tratti montani dei bacini a regime torrentizio. d’aria. Rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento di pali, segnaletica 3)Repentini innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua minori (piccoli rii, canali e impalcature con conseguenti effetti sulla viabilità e sulle reti aeree di artificiali, torrenti) con limitati fenomeni di inondazione delle aree limitrofe. comunicazione e di distribuzione servizi. Danni alle colture agricole, alle 4)Fenomeni di rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche con coperture di edifici e agli automezzi a causa di grandinate. Localizzate tracimazione acque, scorrimento superficiale delle acque nelle sedi stradali. interruzioni dei servizi, innesco di incendi e lesioni da fulminazione. Occasionale ferimento di persone e perdite incidentali di vite umane.

Diffusi, non Idrogeologico Ulteriori effetti e danni rispetto allo scenario precedente: Localizzati intensi, anche 1)Occasionali fenomeni franosi legati a condizioni idrogeologiche particolarmente fragili. danni ad infrastrutture, edifici e attività antropiche interessati dai persistenti. 2)Condizioni di rischio residuo per saturazione dei suoli, anche in assenza di forzante fenomeni franosi. Localizzati e limitati danni alle opere idrauliche e di meteo. difesa spondale e alle attività antropiche in alveo.

Idraulico Ulteriori scenari rispetto al precedente IDROGEOLOGICO 1)Possibili isolati fenomeni di trasporto di materiale legato ad intenso ruscellamento superficiale. 2)Limitati fenomeni di alluvionamento nei tratti montani dei bacini a regime torrentizio. 3)Repentini innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua minori (piccoli rii, canali artificiali, torrenti) con limitati fenomeni di inondazione delle aree limitrofe. 4)Fenomeni di rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche con tracimazione acque, scorrimento superficiale delle acque nelle sedi stradali.

Arancione Moderata Diffusi, intensi Idrogeologico 1)Diffuse attivazioni di frane superficiali e di colate rapide detritiche o di Ulteriori effetti e danni rispetto allo scenario di codice giallo: Diffusi criticità e/o persistenti fango. danni ed allagamenti a singoli edifici o piccoli centri abitati, reti 2)Possibilità di attivazione/riattivazione/accelerazione di fenomeni di instabilità anche infrastrutturali e attività antropiche interessati da frane o da colate profonda di versante, in contesti geologici particolarmente critici. rapide. Diffusi danni alle opere di contenimento, regimazione ed 3)Possibili cadute massi in più punti del territorio. attraversamento dei corsi d’acqua, alle attività agricole, ai cantieri, agli insediamenti artigianali, industriali e abitativi situati in aree inondabili. Diffuse interruzioni della viabilità in prossimità di impluvi e a valle di Idraulico Ulteriori scenari rispetto al precedente IDROGEOLOGICO: frane e colate detritiche o in zone depresse in prossimità del reticolo 1)Significativi innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua con fenomeni di idrografico. Pericolo per la pubblica incolumità/possibili perdite di vite inondazione delle aree limitrofe e delle zone golenali, interessamento dei corpi arginali, umane. diffusi fenomeni di erosione spondale, trasporto solido e divagazione dell’alveo. 2)Possibili occlusioni, parziali o totali, delle luci dei ponti.

Rosso Elevata criticità Diffusi, molto Idrogeologico 1)Numerosi ed estesi fenomeni di frane superficiali e di colate rapide Ulteriori effetti e danni rispetto allo scenario di codice arancione: Ingenti intensi e detritiche o di fango. ed estesi danni ad edifici e centri abitati, alle attività agricole e agli persistenti 2)Possibilità di attivazione/riattivazione/accelerazione di fenomeni di instabilità anche insediamenti civili e industriali, sia prossimali sia distanti dai corsi profonda di versante, anche di grandi dimensioni. d'acqua, o coinvolti da frane o da colate rapide. Ingenti ed estesi danni o 3)Possibili cadute massi in più punti del territorio. distruzione di infrastrutture (rilevati ferroviari o stradali, opere di contenimento, regimazione o di attraversamento dei corsi d’acqua). Ingenti danni a beni e servizi. Grave pericolo per la pubblica Idraulico Ulteriori scenari rispetto al precedente IDROGEOLOGICO: incolumità/possibili perdite di vite umane. 1)Piene fluviali con intensi ed estesi fenomeni di erosione e alluvionamento, con coinvolgimento di aree anche distanti dai corsi d'acqua. 2)Possibili fenomeni di tracimazione, sifonamento o rottura delle opere arginali, sormonto delle opere di attraversamento, nonchè salti di meandro.

Centro Funzionale – Regione Abruzzo – Uso pubblico

DATA EMISSIONE Il Sistema Qualità del Centro Funzionale NUMERO DI PREVISIONE PAGINA CODICE Mod_B_I MODULO d’Abruzzo è certificato conforme 1.2 3 26 Novembre 2015 alla norma ISO 9001:2008

http://allarmeteo.regione.abruzzo.it/bollettini/724/bollettino­di­criticita­del­giorno­26­novembre­2015 3/4 30/11/2015 Bollettino di criticità del giorno 26 novembre 2015­AllarMeteo

ZONE DI ALLERTA Zona Abru-A: Bacini Tordino Vomano

Alba Adriatica, Ancarano, Atri, Basciano, Bellante, Campli, Canzano, Castel Castagna, Castellalto, Castelli, Cellino Attanasio, Cermignano, Civitella Del Tronto, Colledara, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Giulianova, Isola Del Gran Sasso, Martinsicuro, Morro D'oro, Mosciano S. Angelo, Nereto, Notaresco, Penna S. Andrea, Pineto, Roseto, S. Egidio Alla Vibrata, S. Omero, Silvi, Torano Nuovo, Tortoreto, Tossicia , Cortino, Crognaleto, Fano Adriano, Montorio Al Vomano, Pietracamela, Rocca S. Maria, Teramo, Torricella Sicura, Valle Castellana

Zona Abru-B: Bacino dell'Aterno

Acciano, Anversa Degli Abruzzi, , , Bugnara, , , , Campotosto, , , , , , Castel Del Monte, , , , , , Corfinio, Fagnano, , Fossa, , , L'aquila, , , Montereale, , , , , , , , Prata D'ansidonia, Pratola Peligna, Prezza, , , , , Roccacasale, S. Benedetto In Perillis, S. Eusanio Forconese, S. Demetrio Ne Vestini, S. Pio Delle Camere, Santo Stefano Di Sessanio, Scanno, , , Sulmona, , , Villa S. Lucia, Villa S. Angelo, Villalago,

Zona Abru-C: Bacino del Pescara

Alanno, Ari, Arielli, Arsita, Bisenti, Brittoli, Bucchianico, Bussi Sul Tirino, Canosa Sannita, Cappelle Sul Tavo, Carpineto Nella Nora, Casacanditella, Casalincontrada, Castel Frentano, Castiglione A Casauria, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Catignano, Cepagatti, Chieti, Citta S. Angelo, Civitaquana, Civitella Casanova, Collecorvino, Corvara, Crecchio, Cugnoli, Elice, Fara Filiorum Petri, Farindola, Filetto, Fossacesia, Francavilla Al Mare, Frisa, Giuliano Teatino, Guardiagrele, Lanciano, Loreto Aprutino, Manoppello, Miglianico, Montebello Di Bertona, Montefino, Montesilvano, Moscufo, Mozzagrogna, Nocciano, Orsogna, Ortona, Penne, Pescara, Pescosansonesco, Pianella, Picciano, Pietranico, Poggiofiorito, Popoli, Pretoro, Rapino, Ripa Teatina, Rocca S. Giovanni, Roccamontepiano, Rosciano, S. Giovanni Teatino, S. Maria Imbaro, S. Martino Sulla Marrucina, S. Vito Chietino, Serramonacesca, Spoltore, Tocco Da Casauria, Tollo, Torre De Passeri, Torrevecchia Teatina, Treglio, Vacri, Vicoli, Villa Celiera, Villamagna, Abbateggio, Bolognano, Caramanico Terme, Lettomanoppello, Roccamorice, S. Eufemia A Maiella, Salle, S. Valentino In Abruzzo Citeriore, Scafa, Turrivalignani

Zona Abru-D1: Bacino Alto del Sangro

Alfedena, Altino, Archi, Ateleta, Barrea, Bomba, Borrello, Carunchio , Casoli, Castel Di Sangro, Castelguidone, Castiglione Messer Marino, Celenza Sul Trigno, Civitaluparella, , Civitella Messer Raimondo, Colledimacine, Colledimezzo, Dogliola, Fallo, Fara San Martino, Fraine, Gamberale, Gessopalena, Lama Dei Peligni, Lettopalena, Liscia, Montazzoli, Montebello Sul Sangro, Monteferrante, Montelapiano, Montenerodomo, Opi, Palena, Palmoli, Palombaro, Pennadomo, Pennapiedimonte, Perano, , , Pietraferrazzana, Pizzoferrato, Quadri, , , Roccascalegna, Roccaspinalveti, Roio Del Sangro, Rosello, S. Eusanio Del Sangro, S.Giovanni Lipioni, Schiavi D'abruzzo, Scontrone, Taranta Peligna, Torrebruna, Torricella Peligna, Tufillo, Villa S. Maria, Villetta Barrea

Zona Abru-D2: Bacino Basso del Sangro

Atessa, Carpineto Sinello, Casalanguida, Casalbordino, Cupello, Fresagrandinaria, Furci, Gissi, Guilmi, Lentella, Monteodorisio, Paglieta, Pollutri, S. Buono, S. Salvo, Scerni, Torino Di Sangro, Tornareccio, Vasto, Villalfonsina

Zona Abru-E: Marsica

Carsoli, Magliano Dei Marsi, Massa D'albe, , Pereto, , , ,, , , , , , , Cappadocia, , , , Civita D'antino, , , , , , Lecce Dei Marsi, , , , , , , S. Benedetto Dei Marsi, S.Vincenzo Valle Roveto, ,

Centro Funzionale – Regione Abruzzo – Uso pubblico

DATA EMISSIONE Il Sistema Qualità del Centro Funzionale NUMERO DI PREVISIONE PAGINA CODICE Mod_B_I MODULO d’Abruzzo è certificato conforme 1.2 4 26 Novembre 2015 alla norma ISO 9001:2008

http://allarmeteo.regione.abruzzo.it/bollettini/724/bollettino­di­criticita­del­giorno­26­novembre­2015 4/4

ALLEGATO A.2

ALLEGATO B.1

Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Voltturno, Regione Abruzzo, Regione Bassilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia www.ildistrettoidroograficodellappenninomeridionale.it ______

PROGETTO DI PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI

(2007/60/CE – D.Lgs. n 49/2010 – D.Lgs. n.219/2010)

Format Schede Progetto di Piano R.4.i.FF_i.i

Novembre 2015 Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno, Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it ______

Nella fase attuale sono state predisposte le seguenti schede:

 La prima relativa a ciascuna UoM, che definisce strategie e obiettivi perseguibili a livello bacino e tipologia di misure da adottare;  Una seconda per UA, che contiene la sintesi delle informazioni utili alla definizione del quadro delle criticità idrauliche per specifici ambiti al fine di dare indicazioni sulla strategia di azione e tipologia di misure da adottare;  La terza per la definizione delle singole misure;

Si chiarisce che, le schede relative ai primi due livelli non vanno intese espressamente come schede della singola misura ma hanno carattere di inquadramento finalizzato alla comprensione a piccola scala delle problematiche di bacino‐sottobacino. Il modello di scheda relativa alla descrizione della singola misura è quella proposta per le ARS ed utilizzabile a prescindere dalla scala/ambito.

N.B. Le misure di seguito riportate sono state individuate coerentemente con quanto pianificato per il Distretto dell’Appennino Centrale.

Si riporta di seguito una tabella esplicativa relativa alle fasi ed ai cicli a cui si fa riferimento nelle schede di seguito riportate.

AMBITO TEMPORALE DI APPLICAZIONE 1° fase (2015 - 2020) 2° fase (2021 - 2026)

1° ciclo 2° ciclo 1° ciclo 2°ciclo oltre

Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Voltturno, Regione Abruzzo, Regione Bassilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia www.ildistrettoidroograficodellappenninomeridionale.it ______

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(2007/60/CE – D.Lgs. n 49/2010 – D.Lgs. n.219/2010)

Scheda di inquadrammento per UoM R.4.i.FF__1.i

Novembre 2015 Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno, Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it ______

UNIT OF MANAGEMENT Codice e nome della Unit of Management INQUADRAMENTO Stralcio cartografico della UoM TERRITORIALE SINTESI DELLE CRITICITA’ Descrizione sintetica delle criticità della UoM Sintesi OBIETTIVI di cui all’art. 7.2 della Direttiva 2007/60. Deve essere inclusa una descrizione di come gli obiettivi sono legati agli impatti sugli elementi OBIETTIVI DI GESTIONE esposti, del processo di definizione degli obiettivi e del processo di selezione e priorizzazione delle misure per raggiungere gli obiettivi. Sintesi ASPETTI della gestione di cui all’art. 7.3 della Direttiva 2007/60. Descrizione di come tutti gli aspetti della gestione del rischio inondazione, con ASPETTI PRINCIPALE particolare rilievo per la prevenzione, protezione e preparazione inclusi previsioni di piena e sistemi di allertamento sono stati presi in considerazione nel piano. Sintesi ESTENSIONE DELL’INONDAZIONE di cui all’art. 7.3 della Direttiva 2007/60 (Mappe di pericolosità e rischio). Descrizione di come sono state prese in considerazione l’estensione e le vie di deflusso dell’inondazione, le aree con capacità di espansione delle piene quali, ad es., le piane inondabili naturali; se ESTENSIONE rilevante inserire la descrizione: (1) di come sono stati inclusi la promozione di DELL’INONDAZIONE pratiche di uso del suolo sostenibili, il miglioramento delle capacità di ritenzione delle acque e, in caso di eventi alluvionali, l’inondazione controllata di determinate aree; (2) di come si è tenuto conto di: gestione delle acque, gestione e uso del suolo, pianificazione del territorio, conservazione della natura, navigazione e infrastrutture portuali. Sintesi SVILUPPI di cui all’art. 7.3 e all’art.9 della Direttiva 2007/60. Descrizione dei passi fatti per coordinare lo sviluppo e l’attuazione dei piani di gestione delle SVILUPPI alluvioni e acque, includendo una descrizione di come gli obiettivi ambientali del PGA siano stati presi in considerazione nel PGRA. Sintesi COORDINAMENTO art. 7.1, 7.4 e 8 della Direttiva 2007/60. Descrivere se e COORDINAMENTO come è stato raggiunto il coordinamento per un la stesura del PGRA tra le varie UoM e a livello di Distretto. Sintesi CONSULTAZIONE di cui all’art. 9 e 10 della Direttiva 2007/60. Descrizione di come è stata effettuata l’informazione e la consultazione pubblica e di come CONSULTAZIONE sia stato incoraggiato il coinvolgimento dei soggetti interessati nello sviluppo del PGRA. Elenco sintetico delle misure individuate a livello di UoM. N.B. L’elenco delle misure a cui si fa riferimento sono quelle relative alla gestione SINTESI DELLE MISURE delle UoM che possono o meno ricomprendere misure specifiche individuate a livello di UA/ARS (differenza sui prodotti della misura – vedi Elenco possibili misure). Sintesi PROGRESSI di cui all’Allegato AII.1 del D.lgs. 49/2010. Descrizione di come PROGRESSI si intende monitorare i progressi verso l’implementazione delle misure identificate. N.B. La scheda si ripete per ogni UoM

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Scheda di inquadramento per UA R.4.ii..F_2.i

Novembre 2015 Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno, Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it ______

UOM Unit of Management di riferimento UNITA’ DI ANALISI Nome della UA CODICE DELLA UA Codice della UA INQUADRAMENTO Stralcio cartografico della UA TERRITORIALE REGIONI Regioni ricadenti nella UA PROVINCE Province ricadenti nella UA COMUNI Comuni ricadenti nella UA SUPERFICIE (KM2) Estensione territoriale della UA AMBITI PERIMETRATI Elenco/Descrizione degli ambiti morfologici perimetrali (fiumi, coste, etc…) CRITICITÀ Descrizione generale delle criticità fluviali e marittimo/costiere per ambiti FLUVIALI/COSTIERE morfologici perimetrali (fiumi, coste, etc…) suddivise per singolo ambito. ULTERIORI AMBITI Indicazione di eventuali ambiti di estensione e/o approfondimento degli studi SIGNIFICATIVI NON sulla base di valutazioni preliminari ( giudizio esperto) del rischio di alluvioni. MAPPATE GRANDI SISTEMI Descrizione/elencazione dei sistemi arginali presenti nella UA ARGINALI GRANDI DIGHE Descrizione/elencazione delle grandi dighe presenti nella UA OPERE IDRAULICHE Descrizione/elencazione delle grandi dighe presenti nei singoli ambiti della UA SIGNIFICATIVE PUNTI DI CRITICITA’ Elencazione/descrizione dei punti di criticità idraulica riportati nelle mappa di INDICATI NELLA MAPPE pericolosità e rischio. LIVELLO DI Indicare ove possibile gli ambiti di interferenza tra processi di versante e processi INTERFERENZA CON di alluvioni. PROCESSI DI VERSANTE AREE PROTETTE (PARCHI, Descrizione delle aree protette per gli ambiti (fiumi, coste) presenti nella UA. RISERVE, Z.UMIDE, IBA) BENI CULTURALI Descrizione dei beni culturali per gli ambiti (fiumi, coste) presenti nella UA. (L.1089/39, L.1497/39, MIBAC) AREE LIBERE (Agricole Elencazione delle aree libere per gli ambiti (fiumi, coste) presenti nella UA. Specializzate) ALTRI ELEMENTI DI Descrizione di ulteriori elementi collegati ai fenomeni di alluvione (fiume/coste) INTERESSE ed alla individuazione delle misure. ALLUVIOI/MAREGGIATE Elencazione/descrizione dei principali eventi alluvionali storicamente noti. SIGNIFICATIVE Elenco delle ree dei ricettori specifici del rischio con indicazione dei comuni ed ELENCO ARS ambiti interessati nella UA. Descrizione delle strategie di azioni per contrastare i fenomeni alluvionali in relazione agli obiettivi di gestione specificando laddove possibile le azioni STRATEGIA DI AZIONI specifiche per ridurre le conseguenze negative su tutti i beni esposti (parchi, beni culturali, etc….). SINTESI DELLE MISURE Elenco delle possibili misure collegate alle criticità e strategie della UA. N.B. La scheda si ripete per ogni UA Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Voltturno, Regione Abruzzo, Regione Bassilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia www.ildistrettoidroograficodellappenninomeridionale.it ______

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(2007/60/CE – D.Lgs. n 49/2010 – D.Lgs. n.219/2010)

Scheda singola misura R.4.i.F_3.i

Novembre 2015 Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno, Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it ______UNIT OF MANAGEMENT ITN005_Liri‐Garigliano‐Volturno UNITA’ DI ANALISI UA09_Alto Liri 1‐Telespazio ARS 2‐Civitella Roveto 3‐Morino TIPO DI MISURA M4.1 PREVISIONE PIENE E ALLERTAMENTO CODICE UNIVOCO MISURA ITN005_FD_M4.1 M4.1.1: Misure per la progettazione, predisposizione, ampliamento dei sistemi di monitoraggio strumentale, dei sistemi di comunicazione ridondanti (dati, DESCRIZIONE MISURA fonia, radio, satellitare), dei sistemi di supporto alle decisioni. M4.1.2: Misure per la progettazione, la predisposizione, l'ottimizzazione dei sistemi di allertamento. M4.1.1: ‐ realizzazione modelli idrologici‐idraulici per la previsione delle piene sulle aste fluviali principali; ‐ potenziamento rete in telemisura per il monitoraggio strumentale; ASPETTI DELLA MISURA ‐ ammodernamento della rete radar; ‐ adeguamento del sistema di ricezione satellitare al nuovo formato di dati. M4.1.2: ‐ potenziamento piattaforma multicanale in uso al centro funzionale d’Abruzzo finalizzata all’allertamento. M4.1.1: tali strumenti sono di fondamentale importanza per il supporto alle decisioni del sistema di protezione civile. In particolare le modellazioni idrologico‐idrauliche permettono un preannuncio degli eventi di piena con anticipo di 24 ore, funzionale all’allertamento. Il monitoraggio strumentale è fondamentale per conoscere in real time il livello idrometrico e procedere OBIETTIVO DELLA MISURA all’allertamento qualora tale livello superi le soglie di allerta stabilite. Attraverso la rete radar ed il ricevitore satellitare è possibile monitorare l’evoluzione nello spazio e nel tempo delle perturbazioni e dei fenomeni ad esse connessi. M4.1.2: finalizzata all’allertamento in modo rapido ed efficace anche attraverso lo sviluppo di app per smartphone per arrivare direttamente al cittadino. LOCALIZZAZIONE MISURA Regione Abruzzo STRALCIO CARTOGRAFICO TAVOLE PGRA Fase M4.1.1: 1° fase PRIORITA’ DI temporale M4.1.2: 1° fase ATTUAZIONE M4.1.1: very high Priorità M4.1.2: very high M4.1.1: Centro Funzionale d’Abruzzo AUTORITA’ RESPONSABILE M4.1.2: Centro Funzionale d’Abruzzo PROCESSO DI M4.1.1: On‐Going Construction IMPLEMENTAZIONE M4.1.2: On‐Going Construction M4.1.1: € 2.450.000 STIMA DEI COSTI M4.1.2: € 30.000

Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno, Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it ______

UNIT OF MANAGEMENT ITN005_Liri‐Garigliano‐Volturno UNITA’ DI ANALISI UA09_Alto Liri 1‐Telespazio ARS 2‐Civitella Roveto 3‐Morino M4.2 PIANIFICAZIONE DELL’EMERGENZA E DELLA RISPOSTA DURANTE TIPO DI MISURA L’EVENTO CODICE UNIVOCO MISURA ITN005_FD_M4.2 M4.2.1: Misure per l'organizzazione e la gestione dei presidi territoriali per il controllo diretto immediatamente prima e durante gli eventi calamitosi. M4.2.2: Misure per la predisposizione, l'applicazione e l'aggiornamento dei DESCRIZIONE MISURA piani di protezione civile ai vari livelli istituzionali. M4.2.3: Protocolli operativi per la gestione in fase di evento della regolazione volumi. M4.2.1: Miglioramento della gestione delle attività di protezione civile attraverso la strutturazione e l’attivazione dei Presidi Territoriali attuando, presso le competenti strutture regionali e locali, misure non strutturali per la salvaguardia dei territori interessati. M4.2.2: redazione/aggiornamento di piani di emergenza ASPETTI DELLA MISURA comunali/intercomunali per le zone esposte a rischio alluvione. M4.2.3: sarà condotto uno studio per l’individuazione degli invasi con dighe di competenza nazionale (grandi dighe) o regionali che hanno capacità di laminazione per le quali i Gestori, in coordinamento con le competenti Autorità Idrauliche, procederanno alla predisposizione dei relativi piani di laminazione. M4.2.1: L’obiettivo della Misura è di pervenire, attraverso i Presidi Territoriali Idraulici ed Idrogeologici ad una gestione delle attività di protezione civile sia in tempo di pace che in emergenza attraverso un sistema territoriale razionale ed efficace che preveda la collaborazione degli enti e strutture preposte, del mondo del volontariato, delle professionalità tecniche presenti sul territorio e dei cittadini. Le fasi di attuazione previste sono: 1) Definizione ed approvazione linee guida; 2) Relazione sullo stato di consistenza dei presidi previsti; 3) Proposte di omogeneizzazione dei protocolli di Presidi Territoriali; OBIETTIVO DELLA MISURA 4) Formazione dei presidianti – Informazione popolazione; 5) Strutturazione ed attivazione Presidi Territoriali; 6) Relazione sullo stato di consistenza dei presidi attivati; 7) Verifica funzionamento presidi attivati. M4.2.2: un piano di emergenza è di fondamentale importanza perché contiene tutte le attività coordinate e le procedure da mettere in atto in caso di evento calamitoso. M4.2.3: individuazione degli invasi con dighe di competenza nazionale (grandi dighe) o regionali con capacità di laminazione e predisposizione dei relativi piani di laminazione.

Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno, Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it ______LOCALIZZAZIONE MISURA Regione Abruzzo STRALCIO CARTOGRAFICO TAVOLE PGRA M4.2.1: 1) Definizione ed approvazione linee guida (1° fase ‐ 1° Ciclo) 2) Relazione sullo stato di consistenza dei presidi previsti (1° fase ‐ 1° Ciclo); 3) Proposte di omogeneizzazione dei protocolli di Presidi Territoriali (1° fase ‐ 1° Ciclo); Fase 4) Formazione dei presidianti ‐ Informazione popolazione (1° fase ‐ 1° Ciclo); PRIORITA’ DI temporale 5) Strutturazione ed attivazione Presidi Territoriali (1° fase ‐ 2° Ciclo); ATTUAZIONE 6) Relazione sullo stato di consistenza dei presidi attivati (2° fase ‐ 1°‐2° Ciclo); 7) Verifica funzionamento presidi attivati (2° fase ‐ 1°‐2° Ciclo).

M4.2.2: 1° fase M4.2.1: high Priorità M4.2.2: very high M4.2.1: Servizio Prevenzione Dei Rischi Di Protezione Civile. AUTORITA’ RESPONSABILE M4.2.2: Centro Funzionale d’Abruzzo. M4.2.3: Competenti Autorità Idrauliche e Gestori delle dighe interessate. M4.2.1: On‐Going Construction. PROCESSO DI M4.2.2: On‐Going Construction. IMPLEMENTAZIONE M4.2.3: Not Started. M4.2.1: € 1.000.000,00 STIMA DEI COSTI M4.2.2: € 5.000.000,00

UNIT OF MANAGEMENT ITN005_Liri‐Garigliano‐Volturno UNITA’ DI ANALISI UA09_Alto Liri 1‐Telespazio ARS 2‐Civitella Roveto 3‐Morino TIPO DI MISURA M4.3 PREPARAZIONE E CONSAPEVOLEZZA PUBBLICA CODICE UNIVOCO MISURA ITN005_FD_M4.3 M4.3.1: Misure di informazione, formazione e comunicazione per fare acquisire, incrementare e/o mantenere una sufficiente consapevolezza collettiva in DESCRIZIONE MISURA merito al rischio possibile e alle azioni di autoprotezione e di protezione civile da poter applicare, incoraggiando la partecipazione attiva dei cittadini. L’azione comprende l’informazione sulle mappe della pericolosità e del rischio alluvione. M4.3.1: ‐ corsi di formazione e sensibilizzazione ai volontari e agli ordini professionali; ASPETTI DELLA MISURA ‐ esercitazioni di protezione civile; ‐ sensibilizzazione della popolazione anche attraverso brochure.

Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno, Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it ______M4.3.1: riduzione del rischio attraverso l’informazione. OBIETTIVO DELLA MISURA

LOCALIZZAZIONE MISURA Regione Abruzzo STRALCIO CARTOGRAFICO TAVOLE PGRA Fase M4.3.1: 1° fase PRIORITA’ DI temporale ATTUAZIONE Priorità M4.3.1: very high AUTORITA’ RESPONSABILE M4.3.1: Servizio Programmazione Attività Di Protezione Civile. PROCESSO DI M4.3.1: Planning On‐Going IMPLEMENTAZIONE STIMA DEI COSTI M4.3.1: € 1.000.000

UNIT OF MANAGEMENT ITN005_Liri‐Garigliano‐Volturno UNITA’ DI ANALISI UA09_Alto Liri 1‐Telespazio ARS 2‐Civitella Roveto 3‐Morino TIPO DI MISURA M4.4 ALTRE TIPOLOGIE CODICE UNIVOCO MISURA ITN005_FD_M4.4 M4.4.1: Misure per la predisposizione di una piattaforma di comunicazione e DESCRIZIONE MISURA diffusione ad accesso pubblico per la gestione del rischio di alluvione. M4.4.2: Misure finalizzate all'aggiornamento del catasto degli eventi. M4.4.1: predisposizione di una piattaforma web‐gis per la comunicazione e ASPETTI DELLA MISURA diffusione relativa al rischio alluvione accessibile al cittadino; M4.4.2: predisposizione/aggiornamento catasto eventi. M4.4.1: la piattaforma webGIS consente di accedere ad una banca dati di eventi alluvionali georeferenziati con particolare rilevanza e ad una serie di contenuti tematici ed approfondimenti specifici, secondo un approccio orientato ai case OBIETTIVO DELLA MISURA histories. M4.4.2: Nel catasto saranno censiti gli eventi alluvionali estremi. Esso fornirà un quadro complessivo degli eventi alluvionali utile per il calcolo dei tempi di ritorno e della pericolosità. LOCALIZZAZIONE MISURA Regione Abruzzo STRALCIO CARTOGRAFICO TAVOLE PGRA Fase M4.4.1: 1° fase PRIORITA’ DI temporale M4.4.2: 1° fase ATTUAZIONE M4.4.1: high Priorità M4.4.2: high M4.4.1: Servizio Difesa del Suolo. AUTORITA’ RESPONSABILE M4.4.2: Servizio Difesa del Suolo.

Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno, Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it ______PROCESSO DI M4.4.1: Not started . IMPLEMENTAZIONE M4.4.2: Not started . M4.4.1: € 50.000 STIMA DEI COSTI M4.4.2: € 30.000

N.B. La scheda si ripete per ogni misura

ALLEGATO B.2 Distretto Idrografico dell’Appennino Centrale Autorità di Bacino Nazionale del Fiume Tevere Regione Abruzzo, Regione Emmilia Romagnna, Regione Lazio, Regione Marche, Regione Molise, Regione Toscana, Regione Umbria ______

PROGETTO DI PIANO DI GESTIONEDEL RISCHIO DI ALLUVIONI (2007/60/CE – D.Lgs. n 49/2010 – D.Lgs. n.219/2010)

Format Schede Progetto di Piano

R.4.i.F_i.

Novembre 2015 Distretto Idrografico dell’Appennino Centrale Autorità di Bacino Nazionale del Fiume Tevere Regione Abruzzo, Regione Emilia Romagna, Regione Lazio, Regione Marche, Regione Molise, Regione Toscana, Regione Umbria ______

Nella fase attuale sono state predisposte le seguenti schede:

 La prima relativa a ciascuna UoM, che definisce strategie e obiettivi perseguibili a livello bacino e tipologia di misure da adottare;  Una seconda per UA, che contiene la sintesi delle informazioni utili alla definizione del quadro delle criticità idrauliche per specifici ambiti al fine di dare indicazioni sulla strategia di azione e tipologia di misure da adottare;  La terza per la definizione delle singole misure;

Si chiarisce che, le schede relative ai primi due livelli non vanno intese espressamente come schede della singola misura ma hanno carattere di inquadramento finalizzato alla comprensione a piccola scala delle problematiche di bacino‐sottobacino. Il modello di scheda relativa alla descrizione della singola misura è quella proposta per le ARS ed utilizzabile a prescindere dalla scala/ambito.

N.B. Le misure di seguito riportate sono state individuate coerentemente con quanto pianificato per il Distretto dell’Appennino Meridionale.

Si riporta di seguito una tabella esplicativa relativa alle fasi ed ai cicli a cui si fa riferimento nelle schede di seguito riportate.

AMBITO TEMPORALE DI APPLICAZIONE 1° fase (2015 - 2020) 2° fase (2021 - 2026)

1° ciclo 2° ciclo 1° ciclo 2°ciclo oltre Distretto Idrografico dell’Appennino Centrale Autorità di Bacino Nazionale del Fiume Tevere Regione Abruzzo, Regione Emmilia Romagnna, Regione Lazio, Regione Marche, Regione Molise, Regione Toscana, Regione Umbria ______

PROGETTO DI PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI

(2007/60/CE – D.Lgs. n 49/2010 – D.Lgs. n.219/2010)

Scheda di inqquadramento per UoM

R.4.i.F_1.i Novembre 2015 Distretto Idrografico dell’Appennino Centrale Autorità di Bacino Nazionale del Fiume Tevere Regione Abruzzo, Regione Emilia Romagna, Regione Lazio, Regione Marche, Regione Molise, Regione Toscana, Regione Umbria ______

UNIT OF MANAGEMENT Codice e nome della Unit of Management INQUADRAMENTO Stralcio cartografico della UoM TERRITORIALE SINTESI DELLE CRITICITA’ Descrizione sintetica delle criticità della UoM Sintesi OBIETTIVI di cui all’art. 7.2 della Direttiva 2007/60. Deve essere inclusa una descrizione di come gli obiettivi sono legati agli impatti sugli elementi OBIETTIVI DI GESTIONE esposti, del processo di definizione degli obiettivi e del processo di selezione e priorizzazione delle misure per raggiungere gli obiettivi. Sintesi ASPETTI della gestione di cui all’art. 7.3 della Direttiva 2007/60. Descrizione di come tutti gli aspetti della gestione del rischio inondazione, con ASPETTI PRINCIPALE particolare rilievo per la prevenzione, protezione e preparazione inclusi previsioni di piena e sistemi di allertamento sono stati presi in considerazione nel piano. Sintesi ESTENSIONE DELL’INONDAZIONE di cui all’art. 7.3 della Direttiva 2007/60 (Mappe di pericolosità e rischio). Descrizione di come sono state prese in considerazione l’estensione e le vie di deflusso dell’inondazione, le aree con capacità di espansione delle piene quali, ad es., le piane inondabili naturali; se ESTENSIONE rilevante inserire la descrizione: (1) di come sono stati inclusi la promozione di DELL’INONDAZIONE pratiche di uso del suolo sostenibili, il miglioramento delle capacità di ritenzione delle acque e, in caso di eventi alluvionali, l’inondazione controllata di determinate aree; (2) di come si è tenuto conto di: gestione delle acque, gestione e uso del suolo, pianificazione del territorio, conservazione della natura, navigazione e infrastrutture portuali. Sintesi SVILUPPI di cui all’art. 7.3 e all’art.9 della Direttiva 2007/60. Descrizione dei passi fatti per coordinare lo sviluppo e l’attuazione dei piani di gestione delle SVILUPPI alluvioni e acque, includendo una descrizione di come gli obiettivi ambientali del PGA siano stati presi in considerazione nel PGRA. Sintesi COORDINAMENTO art. 7.1, 7.4 e 8 della Direttiva 2007/60. Descrivere se e COORDINAMENTO come è stato raggiunto il coordinamento per un la stesura del PGRA tra le varie UoM e a livello di Distretto. Sintesi CONSULTAZIONE di cui all’art. 9 e 10 della Direttiva 2007/60. Descrizione di come è stata effettuata l’informazione e la consultazione pubblica e di come CONSULTAZIONE sia stato incoraggiato il coinvolgimento dei soggetti interessati nello sviluppo del PGRA. Elenco sintetico delle misure individuate a livello di UoM. N.B. L’elenco delle misure a cui si fa riferimento sono quelle relative alla gestione SINTESI DELLE MISURE delle UoM che possono o meno ricomprendere misure specifiche individuate a livello di UA/ARS (differenza sui prodotti della misura – vedi Elenco possibili misure). Sintesi PROGRESSI di cui all’Allegato AII.1 del D.lgs. 49/2010. Descrizione di come PROGRESSI si intende monitorare i progressi verso l’implementazione delle misure identificate.

N.B. La scheda si ripete per ogni UoM

Distretto Idrografico dell’Appennino Centrale Autorità di Bacino Nazionale del Fiume Tevere Regione Abruzzo, Regione Emmilia Romagnna, Regione Lazio, Regione Marche, Regione Molise, Regione Toscana, Regione Umbria ______

PROGETTO DI PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI

(2007/60/CE – D.Lgs. n 49/2010 – D.Lgs. n.219/2010)

Scheda di inquadramento per UA R.4.i.F_2.i

Novembre 2015

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UOM Unit of Management di riferimento UNITA’ DI ANALISI Nome della UA CODICE DELLA UA Codice della UA INQUADRAMENTO Stralcio cartografico della UA TERRITORIALE REGIONI Regioni ricadenti nella UA PROVINCE Province ricadenti nella UA COMUNI Comuni ricadenti nella UA SUPERFICIE (KM2) Estensione territoriale della UA AMBITI PERIMETRATI Elenco/Descrizione degli ambiti morfologici perimetrali (fiumi, coste, etc…) CRITICITÀ Descrizione generale delle criticità fluviali e marittimo/costiere per ambiti FLUVIALI/COSTIERE morfologici perimetrali (fiumi, coste, etc…) suddivise per singolo ambito. ULTERIORI AMBITI Indicazione di eventuali ambiti di estensione e/o approfondimento degli studi SIGNIFICATIVI NON sulla base di valutazioni preliminari ( giudizio esperto) del rischio di alluvioni. MAPPATE GRANDI SISTEMI Descrizione/elencazione dei sistemi arginali presenti nella UA ARGINALI GRANDI DIGHE Descrizione/elencazione delle grandi dighe presenti nella UA OPERE IDRAULICHE Descrizione/elencazione delle grandi dighe presenti nei singoli ambiti della UA SIGNIFICATIVE PUNTI DI CRITICITA’ Elencazione/descrizione dei punti di criticità idraulica riportati nelle mappa di INDICATI NELLA MAPPE pericolosità e rischio. LIVELLO DI Indicare ove possibile gli ambiti di interferenza tra processi di versante e processi INTERFERENZA CON di alluvioni. PROCESSI DI VERSANTE AREE PROTETTE (PARCHI, Descrizione delle aree protette per gli ambiti (fiumi, coste) presenti nella UA. RISERVE, Z.UMIDE, IBA) BENI CULTURALI Descrizione dei beni culturali per gli ambiti (fiumi, coste) presenti nella UA. (L.1089/39, L.1497/39, MIBAC) AREE LIBERE (Agricole Elencazione delle aree libere per gli ambiti (fiumi, coste) presenti nella UA. Specializzate) ALTRI ELEMENTI DI Descrizione di ulteriori elementi collegati ai fenomeni di alluvione (fiume/coste) INTERESSE ed alla individuazione delle misure. ALLUVIOI/MAREGGIATE Elencazione/descrizione dei principali eventi alluvionali storicamente noti. SIGNIFICATIVE Elenco delle ree dei ricettori specifici del rischio con indicazione dei comuni ed ELENCO ARS ambiti interessati nella UA. Descrizione delle strategie di azioni per contrastare i fenomeni alluvionali in relazione agli obiettivi di gestione specificando laddove possibile le azioni STRATEGIA DI AZIONI specifiche per ridurre le conseguenze negative su tutti i beni esposti (parchi, beni culturali, etc….). SINTESI DELLE MISURE Elenco delle possibili misure collegate alle criticità e strategie della UA. N.B. La scheda si ripete per ogni UA

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PROGETTO DI PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI

(2007/60/CE – D.Lgs. n 49/2010 – D.Lgs. n.219/2010)

Scheda singola misura R.4.i.F_3.i

Novembre 2015

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UNIT OF MANAGEMENT UNITA’ DI ANALISI ARS TIPO DI MISURA M4.1 SISTEMI DI ALLARME PREVISIONALE CODICE UNIVOCO MISURA ITN005_FD_M4.1 M4.1.1: Misure per la progettazione, predisposizione, ampliamento dei sistemi di monitoraggio strumentale, dei sistemi di comunicazione ridondanti (dati, DESCRIZIONE MISURA fonia, radio, satellitare), dei sistemi di supporto alle decisioni. M4.1.2: Misure per la progettazione, la predisposizione, l'ottimizzazione dei sistemi di allertamento. M4.1.1: ‐ realizzazione modelli idrologici‐idraulici per la previsione delle piene sulle aste fluviali principali; ‐ potenziamento rete in telemisura per il monitoraggio strumentale; ASPETTI DELLA MISURA ‐ ammodernamento della rete radar; ‐ adeguamento del sistema di ricezione satellitare al nuovo formato di dati. M4.1.2: ‐ potenziamento piattaforma multicanale in uso al centro funzionale d’Abruzzo finalizzata all’allertamento. M4.1.1: tali strumenti sono di fondamentale importanza per il supporto alle decisioni del sistema di protezione civile. In particolare le modellazioni idrologico‐idrauliche permettono un preannuncio degli eventi di piena con anticipo di 24 ore, funzionale all’allertamento. Il monitoraggio strumentale è fondamentale per conoscere in real time il livello idrometrico e procedere OBIETTIVO DELLA MISURA all’allertamento qualora tale livello superi le soglie di allerta stabilite. Attraverso la rete radar ed il ricevitore satellitare è possibile monitorare l’evoluzione nello spazio e nel tempo delle perturbazioni e dei fenomeni ad esse connessi. M4.1.2: finalizzata all’allertamento in modo rapido ed efficace anche attraverso lo sviluppo di app per smartphone per arrivare direttamente al cittadino. LOCALIZZAZIONE MISURA Regione Abruzzo STRALCIO CARTOGRAFICO TAVOLE PGRA Fase M4.1.1: 1° fase PRIORITA’ DI temporale M4.1.2: 1° fase ATTUAZIONE M4.1.1: very high Priorità M4.1.2: very high M4.1.1: Centro Funzionale d’Abruzzo AUTORITA’ RESPONSABILE M4.1.2: Centro Funzionale d’Abruzzo PROCESSO DI M4.1.1: On‐Going Construction IMPLEMENTAZIONE M4.1.2: On‐Going Construction M4.1.1: € 2.450.000 STIMA DEI COSTI M4.1.2: € 30.000

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UNIT OF MANAGEMENT UNITA’ DI ANALISI ARS TIPO DI MISURA M4.2 RISPOSTA CAPACITÀ IN EMERGENZA CODICE UNIVOCO MISURA ITN005_FD_M4.2 M4.2.1: Misure per l'organizzazione e la gestione dei presidi territoriali per il controllo diretto immediatamente prima e durante gli eventi calamitosi. M4.2.2: Misure per la predisposizione, l'applicazione e l'aggiornamento dei DESCRIZIONE MISURA piani di protezione civile ai vari livelli istituzionali. M4.2.3: Protocolli operativi per la gestione in fase di evento della regolazione volumi. M4.2.1: Miglioramento della gestione delle attività di protezione civile attraverso la strutturazione e l’attivazione dei Presidi Territoriali attuando, presso le competenti strutture regionali e locali, misure non strutturali per la salvaguardia dei territori interessati. M4.2.2: redazione/aggiornamento di piani di emergenza ASPETTI DELLA MISURA comunali/intercomunali per le zone esposte a rischio alluvione. M4.2.3: sarà condotto uno studio per l’individuazione degli invasi con dighe di competenza nazionale (grandi dighe) o regionali che hanno capacità di laminazione per le quali i Gestori, in coordinamento con le competenti Autorità Idrauliche, procederanno alla predisposizione dei relativi piani di laminazione. M4.2.1: L’obiettivo della Misura è di pervenire, attraverso i Presidi Territoriali Idraulici ed Idrogeologici ad una gestione delle attività di protezione civile sia in tempo di pace che in emergenza attraverso un sistema territoriale razionale ed efficace che preveda la collaborazione degli enti e strutture preposte, del mondo del volontariato, delle professionalità tecniche presenti sul territorio e dei cittadini. Le fasi di attuazione previste sono: 1) Definizione ed approvazione linee guida; 2) Relazione sullo stato di consistenza dei presidi previsti; 3) Proposte di omogeneizzazione dei protocolli di Presidi Territoriali; OBIETTIVO DELLA MISURA 4) Formazione dei presidianti – Informazione popolazione; 5) Strutturazione ed attivazione Presidi Territoriali; 6) Relazione sullo stato di consistenza dei presidi attivati; 7) Verifica funzionamento presidi attivati. M4.2.2: un piano di emergenza è di fondamentale importanza perché contiene tutte le attività coordinate e le procedure da mettere in atto in caso di evento calamitoso. M4.2.3: individuazione degli invasi con dighe di competenza nazionale (grandi dighe) o regionali con capacità di laminazione e predisposizione dei relativi piani di laminazione. LOCALIZZAZIONE MISURA Regione Abruzzo STRALCIO CARTOGRAFICO TAVOLE PGRA PRIORITA’ DI Fase M4.2.1:

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ATTUAZIONE temporale 1) Definizione ed approvazione linee guida (1° fase ‐ 1° Ciclo) 2) Relazione sullo stato di consistenza dei presidi previsti (1° fase ‐ 1° Ciclo); 3) Proposte di omogeneizzazione dei protocolli di Presidi Territoriali (1° fase ‐ 1° Ciclo); 4) Formazione dei presidianti ‐ Informazione popolazione (1° fase ‐ 1° Ciclo); 5) Strutturazione ed attivazione Presidi Territoriali (1° fase ‐ 2° Ciclo); 6) Relazione sullo stato di consistenza dei presidi attivati (2° fase ‐ 1°‐2° Ciclo); 7) Verifica funzionamento presidi attivati (2° fase ‐ 1°‐2° Ciclo).

M4.2.2: 1° fase M4.2.1: high Priorità M4.2.2: very high M4.2.1: Servizio Prevenzione Dei Rischi Di Protezione Civile. AUTORITA’ RESPONSABILE M4.2.2: Centro Funzionale d’Abruzzo. M4.2.3: Competenti Autorità Idrauliche e Gestori delle dighe interessate. M4.2.1: On‐Going Construction. PROCESSO DI M4.2.2: On‐Going Construction. IMPLEMENTAZIONE M4.2.3: Not Started. M4.2.1: € 1.000.000,00 STIMA DEI COSTI M4.2.2: € 5.000.000,00

UNIT OF MANAGEMENT UNITA’ DI ANALISI ARS M4.3 CAMPAGNA DI INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE PUBBLICA SU RISCHIO TIPO DI MISURA IDRAULICO CODICE UNIVOCO MISURA ITN005_FD_M4.3 M4.3.1: Misure di informazione, formazione e comunicazione per fare acquisire, incrementare e/o mantenere una sufficiente consapevolezza collettiva in DESCRIZIONE MISURA merito al rischio possibile e alle azioni di autoprotezione e di protezione civile da poter applicare, incoraggiando la partecipazione attiva dei cittadini. L’azione comprende l’informazione sulle mappe della pericolosità e del rischio alluvione. M4.3.1: ‐ corsi di formazione e sensibilizzazione ai volontari e agli ordini professionali; ASPETTI DELLA MISURA ‐ esercitazioni di protezione civile; ‐ sensibilizzazione della popolazione anche attraverso brochure.

M4.3.1: riduzione del rischio attraverso l’informazione. OBIETTIVO DELLA MISURA

LOCALIZZAZIONE MISURA Regione Abruzzo STRALCIO CARTOGRAFICO TAVOLE PGRA

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Fase M4.3.1: 1° fase PRIORITA’ DI temporale ATTUAZIONE Priorità M4.3.1: very high AUTORITA’ RESPONSABILE M4.3.1: Servizio Programmazione Attività Di Protezione Civile. PROCESSO DI M4.3.1: Planning On‐Going IMPLEMENTAZIONE STIMA DEI COSTI M4.3.1: € 1.000.000

UNIT OF MANAGEMENT UNITA’ DI ANALISI ARS TIPO DI MISURA M4.4 ALTRE MISURE DI PREPARAZIONE CODICE UNIVOCO MISURA ITN005_FD_M4.4 M4.4.1: Misure per la predisposizione di una piattaforma di comunicazione e DESCRIZIONE MISURA diffusione ad accesso pubblico per la gestione del rischio di alluvione. M4.4.2: Misure finalizzate all'aggiornamento del catasto degli eventi. M4.4.1: predisposizione di una piattaforma web‐gis per la comunicazione e ASPETTI DELLA MISURA diffusione relativa al rischio alluvione accessibile al cittadino; M4.4.2: predisposizione/aggiornamento catasto eventi. M4.4.1: la piattaforma webGIS consente di accedere ad una banca dati di eventi alluvionali georeferenziati con particolare rilevanza e ad una serie di contenuti tematici ed approfondimenti specifici, secondo un approccio orientato ai case OBIETTIVO DELLA MISURA histories. M4.4.2: Nel catasto saranno censiti gli eventi alluvionali estremi. Esso fornirà un quadro complessivo degli eventi alluvionali utile per il calcolo dei tempi di ritorno e della pericolosità. LOCALIZZAZIONE MISURA Regione Abruzzo STRALCIO CARTOGRAFICO TAVOLE PGRA Fase M4.4.1: 1° fase PRIORITA’ DI temporale M4.4.2: 1° fase ATTUAZIONE M4.4.1: high Priorità M4.4.2: high M4.4.1: Servizio Difesa del Suolo. AUTORITA’ RESPONSABILE M4.4.2: Servizio Difesa del Suolo. PROCESSO DI M4.4.1: Not started . IMPLEMENTAZIONE M4.4.2: Not started . M4.4.1: € 50.000 STIMA DEI COSTI M4.4.2: € 30.000

Hanno collaborato alla stesura del Progetto di Piano GRA le seguenti strutture della REGIONE ABRUZZO - Dipartimento Opere Pubbliche, Governo del Territorio e Politiche Ambientali:

IL DIRETTORE ing. Emidio Rocco Primavera

CENTRO FUNZIONALE D’ABRUZZO – SERVIZIO PROGRAMMAZIONE ATTIVITÀ DI PROTEZIONE CIVILE Dirigente dott. Antonio Iovino; ing. Maria Cristina Beccia, ing. Francesco Luigi Rossi

SERVIZIO PREVENZIONE DEI RISCHI DI PROTEZIONE CIVILE Dirigente ing. Carlo Giovani; ing. Domenico Macrini

SERVIZIO DIFESA DEL SUOLO Dirigente dott. Luigi Del Sordo, ing. Stefania Cofini

SERVIZIO GENIO CIVILE REGIONALE DI PESCARA - CHIETI Dirigente ing. Vittorio Di Biase; ing. Silvio Iervese

SERVIZIO GENIO CIVILE REGIONALE DI L’AQUILA Dirigente ing. ing. Carlo Giovani

SERVIZIO GENIO CIVILE REGIONALE DI TERAMO Dirigente ing. Giancarlo Misantoni