Norme Di Attuazione

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Norme Di Attuazione Assessorato all'Ambiente, Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Sviluppo della montagna, Foreste, Parchi, Protezione Civile Assessore Alberto Valmaggia Direzione Ambiente, Governo e Tutela del territorio Direttore Stefano Rigatelli Settore Pianificazione Territoriale e Paesaggistica Dirigente Giovanni Paludi La redazione del Piano paesaggistico regionale è avvenuta congiuntamente con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in attuazione del Protocollo d’intesa siglato il 28 marzo 2008 e del relativo Disciplinare Attuativo dell'11 luglio 2008, integrato con atto del 27 gennaio 2010. INDICE PARTE I – DISPOSIZIONI GENERALI 1 Art. 1. Finalità ed oggetto del Ppr 1 Art. 2. Caratteri delle disposizioni normative 2 Art. 3. Ruolo del Ppr e rapporti con i piani e i programmi territoriali 3 Art. 4. Elaborati del Ppr 6 Art. 5. Strumenti e procedure attuative 7 Art. 6. Valutazione ambientale strategica 8 PARTE II – QUADRO STRUTTURALE DEL TERRITORIO E OBIETTIVI DI QUALITÀ PAESAGGISTICA 10 Art. 7. Fattori strutturanti, caratterizzanti e qualificanti il territorio 10 Art. 8. Obiettivi generali, obiettivi specifici di qualità paesaggistica e linee di azione del Ppr 10 PARTE III – AMBITI E UNITÀ DI PAESAGGIO 12 Art. 9. Articolazione del territorio in ambiti e unità di paesaggio 12 Art. 10. Ambiti di paesaggio 12 Art. 11. Unità di paesaggio 13 PARTE IV – COMPONENTI E BENI PAESAGGISTICI 15 Art. 12. Coordinamento della disciplina delle componenti e dei beni paesaggistici 15 Art. 13. Aree di montagna 16 Art. 14. Sistema idrografico 19 Art. 15. Laghi e territori contermini 21 Art. 16. Territori coperti da foreste e da boschi 24 Art. 17. Aree ed elementi di specifico interesse geomorfologico e naturalistico 27 Art. 18. Aree naturali protette e altre aree di conservazione della biodiversità 29 Art. 19. Aree rurali di elevata biopermeabilità 30 Art. 20. Aree di elevato interesse agronomico 32 Art. 21. Disciplina generale delle componenti di interesse storico-culturale 34 Art. 22. Viabilità storica e patrimonio ferroviario 35 Art. 23. Zone d’interesse archeologico 36 Art. 24. Centri e nuclei storici 38 Art. 25. Patrimonio rurale storico 40 Art. 26. Ville, giardini e parchi, aree ed impianti per il loisir e il turismo 42 Art. 27. Aree ed impianti della produzione industriale ed energetica di interesse storico 44 Art. 28. Poli della religiosità 44 Art. 29. Sistemi di fortificazioni 45 Art. 30. Belvedere, bellezze panoramiche, siti di valore scenico ed estetico 46 Art. 31. Relazioni visive tra insediamento e contesto 48 Art. 32. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico 49 Art. 33. Luoghi ed elementi identitari 50 Art. 34. Disciplina generale delle componenti morfologico-insediative 54 Art. 35. Aree urbane consolidate 56 Art. 36. Tessuti discontinui suburbani 57 Art. 37. Insediamenti specialistici organizzati 58 Art. 38. Aree di dispersione insediativa 59 Art. 39. “Insule” specializzate e complessi infrastrutturali 60 Art. 40. Insediamenti rurali 62 Art. 41. Aree caratterizzate da elementi critici e con detrazioni visive 64 PARTE V – LE RETI 66 Art. 42. Rete di connessione paesaggistica 66 PARTE VI – PROGETTI E PROGRAMMI STRATEGICI 70 Art. 43. Copianificazione e coordinamento per l’attuazione del Ppr 70 Art. 44. Progetti e programmi strategici 70 PARTE VII – ATTUAZIONE DEL PPR E REGIME TRANSITORIO 72 Art. 45. Attuazione del Ppr e regime transitorio 72 Art. 46. Adeguamento al Ppr 73 Allegato A Sistema delle strategie e degli obiettivi del piano 75 Allegato B Obiettivi specifici di qualità paesaggistica per ambiti di paesaggio 85 Allegato C Delimitazione delle fasce di cui all’articolo 142, comma 1, lettere b) e c) del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs. 42/2004) 199 PARTE I – DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1. Finalità ed oggetto del Ppr [1]. Il Piano paesaggistico regionale (Ppr) disciplina attraverso le presenti norme la pianificazione del paesaggio e, unitamente al Piano territoriale regionale (Ptr), definisce gli indirizzi strategici per lo sviluppo sostenibile del territorio del Piemonte. [2]. Il Ppr è redatto in coerenza con le disposizioni contenute nella Convenzione europea del paesaggio (Cep), nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, di seguito denominato Codice, e nella legislazione nazionale e regionale vigente al fine di sottoporre a specifica normativa d’uso l’intero territorio regionale. [3]. Il Ppr costituisce atto di pianificazione generale regionale ed è improntato ai principi di sviluppo sostenibile, uso consapevole del territorio, minor consumo del suolo agronaturale, salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e costituisce atto di promozione dei valori paesaggistici coerentemente inseriti nei singoli contesti ambientali. [4]. Il Ppr definisce modalità e regole volte a garantire che il paesaggio sia adeguatamente conosciuto, tutelato, valorizzato e regolato. A tale scopo promuove la salvaguardia, la gestione e il recupero dei beni paesaggistici e la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati. [5]. Il Ppr comprende: a. la ricognizione del territorio regionale mediante l’analisi delle sue caratteristiche paesaggistiche impresse dalla natura, dalla storia umana e dalle reciproche interrelazioni; b. la ricognizione degli immobili e delle aree dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi degli articoli 136 e 157 del Codice, la loro delimitazione e rappresentazione in scala idonea alla loro identificazione, nonché la determinazione delle specifiche prescrizioni d’uso ai sensi del comma 1, dell’articolo 138, del Codice, fatto salvo quanto disposto dagli articoli 140, comma 2, e 141 bis del Codice stesso; c. la ricognizione delle aree di cui all’articolo 142, comma 1, del Codice, la loro delimitazione e rappresentazione in scala idonea alla loro identificazione, nonché la determinazione delle prescrizioni d’uso intese ad assicurarne la conservazione dei caratteri distintivi e, compatibilmente con essi, la loro valorizzazione; d. l’individuazione di diversi ambiti di paesaggio e dei relativi obiettivi di qualità; e. l’individuazione di ulteriori contesti, diversi da quelli indicati dall’articolo 134 del Codice, da sottoporre a specifiche misure di salvaguardia e di utilizzazione; f. l’analisi delle dinamiche di trasformazione del territorio ai fini dell’individuazione dei fattori di rischio e degli elementi di vulnerabilità del paesaggio, la comparazione con gli altri atti di programmazione, di pianificazione e di difesa del suolo vigenti; 1 g. l’individuazione degli interventi di recupero e di riqualificazione delle aree significativamente compromesse o degradate e degli interventi per la loro valorizzazione; h. l’individuazione delle misure necessarie al corretto inserimento degli interventi di trasformazione del territorio nel contesto paesaggistico, che dovranno costituire riferimento per le azioni finalizzate allo sviluppo sostenibile delle aree interessate; i. la definizione degli obiettivi di sostenibilità ambientale e paesaggistica in riferimento alle azioni prefigurate e dei criteri di valutazione per verificarne la corretta applicazione nei piani e nei programmi alle diverse scale; j. la definizione delle linee di azioni strategiche, integrate con quelle del Ptr, per la valorizzazione delle risorse paesaggistiche, la difesa dall’abbandono e il ripristino dei valori e dei fattori strutturali; k. la definizione dei criteri di adeguamento dei piani e dei programmi vigenti all’atto di approvazione del Ppr. Art. 2. Caratteri delle disposizioni normative [1]. In attuazione delle finalità di cui all’articolo 1 e per sottoporre a specifica normativa d’uso e valorizzazione il territorio regionale, il Ppr detta previsioni costituite da indirizzi, direttive, prescrizioni e specifiche prescrizioni d’uso per i beni paesaggistici di cui agli articoli 134, comma 1, lettere a. e c., e 157 del Codice, nonché obiettivi di qualità paesaggistica, che nel loro insieme costituiscono le norme del Ppr. [2]. Per indirizzi si intendono le previsioni di orientamento e i criteri per il governo del territorio e del paesaggio rivolti alla pianificazione settoriale, territoriale e urbanistica alle diverse scale; agli enti territoriali competenti è riconosciuta la potestà, nel rispetto degli indirizzi stessi, di esercitare una motivata discrezionalità nelle modalità di recepimento, purché in coerenza con le finalità e gli obiettivi individuati dal Ppr. [3]. Per direttive si intendono le previsioni che devono essere obbligatoriamente osservate nella elaborazione dei piani settoriali, dei piani territoriali e dei piani urbanistici alle diverse scale, previa puntuale verifica; eventuali scostamenti devono essere argomentati e motivati tecnicamente. [4]. Per prescrizioni e specifiche prescrizioni d’uso si intendono le previsioni cogenti e immediatamente prevalenti ai sensi dell’articolo 143, comma 9, del Codice, con diretta efficacia conformativa sul regime giuridico dei beni oggetto del piano, che regolano gli usi ammissibili e disciplinano le trasformazioni consentite; le prescrizioni sono vincolanti e presuppongono immediata applicazione e osservanza da parte di tutti i soggetti pubblici e privati titolari di potestà territoriali o di diritti di proprietà e prevalgono sulle disposizioni eventualmente incompatibili contenute nei vigenti strumenti di pianificazione settoriale, territoriale e urbanistica e nei relativi strumenti di attuazione; in base all’articolo 145, comma 4, del Codice, i limiti alla proprietà eventualmente derivanti da tali prescrizioni non sono
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