Il Riconoscimento Tardivo

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Il Riconoscimento Tardivo Il riconoscimento tardivo Idee, pratiche e immagini dell’obiezione di coscienza al servizio militare in Italia con una comparazione con la Repubblica Federale Tedesca (1945-1972) Elena Iorio Thesis submitted for assessment with a view to obtaining the degree of Doctor of History and Civilization of the European University Institute Florence, 9 December, 2014 European University Institute Department of History and Civilization Il riconoscimento tardivo Idee, pratiche e immagini dell’obiezione di coscienza al servizio militare in Italia in Italia con una comparazione con la Repubblica Federale Tedesca (1945-1972) Elena Iorio Thesis submitted for assessment with a view to obtaining the degree of Doctor of History and Civilization of the European University Institute Examining Board Prof. Heinz-Gerhard Haupt, European University Institute (EUI Supervisor) Prof. Federico Romero, European University Institute Prof., Stefano Cavazza, Università di Bologna Prof.sa Petra Terhöven, Georg-August Universität Göttingen © Elena Iorio, 2014 No part of this thesis may be copied, reproduced or transmitted without prior permission of the author Abstract Questa tesi si concentra sulla storia dell’obiezione di coscienza al servizio militare (odc) in Italia, nel periodo 1945-1972 (anno del riconoscimento del diritto), svolgendo un paragone con quanto accaduto nella Repubblica Federale tedesca (dove il diritto fu inscritto nella Grundgesetz del 1949). L’odc è un tema ancora trascurato dalla storiografia perché considerato marginale (almeno in ambito europeo, dove la questione, in sostanza, è storicamente chiusa). Questo lavoro parte invece dall’idea che lo studio del diritto all’odc permetta di illuminare molteplici contesti (dinamica dei rapporti tra Stato e cittadini, ruolo delle minoranze, guerra fredda, processo di costruzione europea, ecc.) in una prospettiva transnazionale. In particolare, l’odc può offrire un punto di accesso originale alla comprensione di alcuni cambiamenti culturali intervenuti dopo il 1945: è uno dei segni più evidenti dell’opposizione individuale al militarismo e allo stesso tempo indica una precisa presa di posizione nel dibattito sul ruolo dei cittadini all’interno dello Stato e sul monopolio della violenza; pertanto può essere inteso anche come un indicatore del rapporto tra sfera normativa e sfera morale individuale e una delle tracce più evidenti del rinnovamento culturale in materia di pace e, di riflesso, di guerra avvenuto nel periodo postbellico. I due paesi in esame, pur partendo da situazioni per molti versi analoghe, si confrontarono con la questione dell’odc con due approcci che portarono a esiti a lungo divergenti. La tesi mostrerà i percorsi italiano e tedesco (concentrandosi maggiormente sul primo e utilizzando il secondo in chiave comparativa) mettendo in luce principalmente tre aspetti: l’elaborazione teorica del rifiuto delle armi (analizzando le varie posizioni storiche, dall’antimilitarismo del movimento operaio al pacifismo integrale, basato su un’etica religiosa o laica) e la sua pratica dal XIX secolo alla seconda guerra mondiale; le pratiche e i modelli culturali degli obiettori del secondo dopoguerra e il contesto in cui agirono (reti di relazioni, ruolo degli intellettuali e dell’opinione pubblica, ecc.); l’iter giuridico che portò al riconoscimento del diritto. Sommario INTRODUZIONE 5 1. PERCHÉ STUDIARE L’OBIEZIONE DI COSCIENZA AL SERVIZIO MILITARE 5 2. LA SCELTA DEI DUE CASE STUDIES 9 3. L’OBIEZIONE DI COSCIENZA: UN TERRENO POCO ESPLORATO 11 3.1 IL QUADRO GENERALE 11 3.2 IL CASO ITALIANO 14 3.3 IL CASO TEDESCO 17 3. ALCUNE PRECISAZIONI TERMINOLOGICHE E CONCETTUALI 18 4. I MATERIALI DELLA RICERCA: LE FONTI PRIMARIE 23 RINGRAZIAMENTI 26 CAPITOLO 1. INTRODUZIONE ALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA: STORIA, DEFINIZIONE, FORME E RAPPORTO CON LO STATO NEI PAESI EUROPEI E NEL MONDO 29 1.1 IL RIFIUTO DELL’USO DELLE ARMI IN OCCIDENTE E IL CRISTIANESIMO: TRADIZIONI, INFLUENZA, LEGITTIMITÀ 29 1.1.1 LE ORIGINI 29 1.1.2 L’ESEMPIO MODERNO DEI TESTIMONI DI GEOVA 33 1.1.3 LE RAGIONI POLITICHE PER RIFIUTARE L’USO DELLE ARMI IN OCCIDENTE: SOCIALISTI E ANARCHICI 37 1.1.4 L’OBIEZIONE DI COSCIENZA TRA I PENSATORI CONTEMPORANEI E I MODELLI CITATI DAGLI OBIETTORI: TOLSTOJ E GANDHI IN EUROPA 39 1.1.5. UNA PROPOSTA PER CATALOGARE I VARI TIPI DI RIFIUTO 55 1.2 STATO MODERNO, ESERCITO E RIFIUTO: LA COSCRIZIONE OBBLIGATORIA, I REFRATTARI E LA NASCITA DELL’OBIEZIONE DI COSCIENZA 57 1.2.1 LA DIFFUSIONE DEL DIRITTO GIURIDICO ALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA NEL NOVECENTO IN EUROPA 63 CAPITOLO 2. IL RIFIUTO DELLE ARMI IN ITALIA: DALL’UNITÀ ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE 71 2.1. LE PROTESTE CONTRO LA GUERRA E I PRIMI OBIETTORI ITALIANI DEL NOVECENTO 71 2.1.1 LE PROTESTE CONTRO LA GUERRA E I PRIMI OBIETTORI: DALL’UNITÀ D’ITALIA ALLA FINE DEL SECOLO 71 2.1.2 LE PROTESTE CONTRO LA GUERRA E I PRIMI OBIETTORI: DALLA GUERRA DI LIBIA AL 1945 77 2.2 NON SOLO UOMINI DAVANTI ALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA: LE DONNE E IL RIFIUTO DELLE ARMI 88 2.2.1 LE DONNE E L’EDUCAZIONE ALLA PACE 91 2.2.2 IN PUBBLICO: LE DONNE NELLE PIAZZE E NELLE ASSEMBLEE 94 CAPITOLO 3. GLI OBIETTORI DI COSCIENZA IN ITALIA (1945-1972) 101 3.1 L’OBIEZIONE DI COSCIENZA NEGLI ANNI CINQUANTA 101 3.1.1 I TEORICI DEL PACIFISMO ITALIANO: ALDO CAPITINI ED EDMONDO MARCUCCI 101 3.1.2 GLI OBIETTORI DEGLI ANNI CINQUANTA: IL “PERIODO PINNA” 107 3.2 GLI ANNI SESSANTA: L’ARRIVO DEI CATTOLICI 143 3.2.1 I TEORICI: “L’OBBEDIENZA NON È ORMAI PIÙ UNA VIRTÙ, MA LA PIÙ SUBDOLA DELLE TENTAZIONI” 143 3.2.2 ENTRA NEL DIBATTITO ANCHE L’ARTE: IL CINEMA PRIMA DI TUTTO 154 3.2.3 GLI OBIETTORI CATTOLICI DEGLI ANNI SESSANTA 158 3.3 L’ULTIMA ONDATA DI OBIEZIONI. IL ’68 E LE OBIEZIONI COLLETTIVE: LA TEORIA È PRATICA 161 CAPITOLO 4. “L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA”? PACE, GUERRA E OBIEZIONE: SOCIETÀ, POLITICA E GIURISPRUDENZA 165 4.1 COME SI CAMBIA UNA SOCIETÀ? IL RUOLO DELLE MINORANZE: DISCUSSIONI SU GUERRA E COSTITUZIONE 165 4.1.1 GUERRA, ESERCITO E SPESE MILITARI SU UNA RIVISTA DELLA “TERZA FORZA” (“IL PONTE”, 1949- 1955) 165 4.1.2 SCELTE INDIVIDUALI E DIRITTI 172 4.2 “L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA”: LA COSTITUZIONE ITALIANA E LA BATTAGLIA GIURIDICA PER IL RICONOSCIMENTO ALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA AL SERVIZIO MILITARE 177 4.2.1 LA DISCUSSIONE SU GUERRA E PACE NELLA COSTITUENTE 177 4.2.2 DAI PROGETTI DI LEGGE SULL’OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLA LEGGE DEL 1972 184 4.2.3 L’OBIEZIONE DOPO IL 1972 193 CAPITOLO 5. L’OBIEZIONE DI COSCIENZA IN GERMANIA 197 5.1 ESPERIENZE PACIFISTE IN GERMANIA, DALL’OTTOCENTO ALLA CESURA DEL 1945 198 5.1.1 PACIFISMO E OBIEZIONE NELL’OTTOCENTO E NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE 198 5.1.2 PACIFISMO E OBIEZIONE DA WEIMAR AL 1945 203 5.2 IL SECONDO DOPOGUERRA: MEMORIA, RIARMO E OBIEZIONE DI COSCIENZA 206 5.2.1 LA CESURA DEL 1945 E LA MEMORIA DELLA GUERRA 206 5.2.2 IL DIBATTITO SUL RIARMO, LA COSTITUZIONE DEL 1949 E LA QUESTIONE DELLA COSCRIZIONE 210 5.2.3 LA DISERZIONE COME ULTIMA FORMA DI OBIEZIONE 219 5.3 IL PRIMO ESERCITO DELLA REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA E IL REGOLAMENTO SULL’OBIEZIONE 221 5.3.1 IL DIRITTO ALL’OBIEZIONE NELLA BUNDESWEHR: MODI E NUMERI DI ACCESSO 224 5.4 ALCUNI ESEMPI DI OBIEZIONE DI COSCIENZA 226 5.5 IMMAGINI DI OBIETTORI E DI OBIEZIONI NELL’ARTE: LA LETTERATURA 241 5.6 PER UNA COMPARAZIONE ANCORA DA FARE: LA REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA E L’AUSTRIA 249 5.6.1 LA REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA 249 5.6.2 L’AUSTRIA 251 2 CONCLUSIONI 255 1. PER UN CONFRONTO DELL’OBIEZIONE DI COSCIENZA IN ITALIA E NELLA REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA: IL CONTESTO E I MOVIMENTI DI SUPPORTO 256 2. PER UN CONFRONTO DELL’OBIEZIONE DI COSCIENZA IN ITALIA E REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA. GLI OBIETTORI DI COSCIENZA: CHI E PERCHÉ 259 2.1 LA QUESTIONE DEGLI IMMAGINARI E DELLE “RADICI” CULTURALI 264 3. PER UNA LETTURA SULLA LUNGA DURATA DELLA LOTTA PER IL DIRITTO DI OBIEZIONE DI COSCIENZA: POSSIBILI SVILUPPI GEOGRAFICI E CRONOLOGICI 268 ELENCO DELLE OPERE CITATE 273 MONOGRAFIE 273 ARTICOLI 290 ELENCO SOMMARIO DELLE FONTI 292 FONTI INEDITE 292 FONTI EDITE 293 3 Introduzione 1. Perché studiare l’obiezione di coscienza al servizio militare Questa tesi intende contribuire allo studio dei cambiamenti culturali, sociali e politici del secondo dopoguerra italiano ed europeo. La ricerca si concentra su un aspetto specifico: il problema del diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare in un paese, l’Italia, appena uscito sconfitto dalla seconda guerra mondiale; un paese che aveva vissuto l’esperienza del fascismo e dove gli esiti disastrosi della guerra erano ancora ben visibili nelle macerie e presenti nei lutti. La comparazione con un altro paese, la Repubblica Federale Tedesca, che partiva da condizioni simili ma avrebbe conosciuto esiti diversi, permetterà di verificare le ipotesi proposte per l’Italia e di individuare tendenze e andamenti comuni o divergenti. L’obiezione di coscienza al servizio militare rappresenta il segno più evidente dell’opposizione individuale al militarismo e allo stesso tempo indica una precisa presa di posizione nel dibattito sul ruolo dei cittadini all’interno dello Stato e sul monopolio della violenza; pertanto può essere intesa anche come un indicatore del rapporto tra sfera normativa e sfera morale individuale e una delle tracce più evidenti del rinnovamento culturale del secondo dopoguerra in materia di pace (e, di riflesso, di guerra). La cesura del 1945 viene interpretata come l’inizio di un grande cambiamento nel mondo culturale, molto più che in quello politico-istituzionale, e come momento di elaborazione e diffusione di quella che verrà poi definita “cultura di pace”. Il passato e le molteplici memorie delle dittature e della guerra – intendendo in questo caso la memoria privata dei singoli sopravvissuti alla guerra, più che una memoria collettiva che, per lungo tempo, faticò a crearsi e a essere riconosciuta nello spazio pubblico1 – portarono nei paesi 1 Sulla questione della memoria collettiva e della memoria pubblica degli eventi della seconda guerra esiste una lunga bibliografia che rispecchia il dibattito storiografico che si è iniziato a svolgere negli ultimi decenni attorno ai temi dei bombardamenti, della guerra civile e dei processi di rimozione dei crimini di guerra.
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