Comune Di Gradara

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Comune Di Gradara Comune di Gradara GRADARA )UD]LRQL66WHIDQR)DQDQR*UDQDUROD3LHYH9HFFKLD Annibale Olivieri Giordani, nelle Memorie di Gradara terre del contado di Pesaro, nar- ra le vicende del castello dal Ô200, anche se prima si pu˜ ipotizzare un villaggio e in VHJXLWRODVXDIRUWLÀFD]LRQH*UDGDUDqXQ luogo strategico posta sul promontorio na- WXUDOHLQSDUWHIRUWHPHQWHVFRVFHVRTXLQGL difendibile e a controllo della sottostante strada consolare Flaminia. Gradara assume anche punto di concentrazione difensiva della lunga costa fra Rimini e Pesaro, attra- verso i punti di osservazione e di controllo VXO PDUH $GULDWLFR TXDOL *DELFFH 0RQ - te, Casteldimezzo, Fiorenzuola di Focara e S.Marina. Solo Gabicce Monte fa parte del comune Gabicce Mare, mentre le altre VRQR IUD]LRQL GL 3HVDUR 3HU TXHVWL H DOWUL motivi come la posizione strategica fra i territori di Pesaro e Rimini, Gradara fu un castello conteso politicamente e punto di incontro culturale del Ô400, come si conve- niva al tempo nelle signorie di tutta Italia. Attorno al poderoso mastio della rocca si espande il primitivo villaggio di Gradara. $OODÀQHGHO¶HLSULPLGHO¶LOFD - stello rimane sotto il dominio dei Malatesta signori di Rimini. Nel 1284 circa inizia la costruzione della rocca inglobando la gran- de torre del Griffo. Nel 1324 sarˆ terminata la rocca e il perimetro della cinta muraria del castello, rendendo inespugnabile la ter- ra di Gradara. Nel Ô400 Gradara si sviluppa urbanisticamente, ebbe statuti propri con una sua magistratura e si erge a centro prin- cipale del territorio e dei castelli posti verso Pesaro e verso Rimini. Dal 1464 Gradara per volere del papa Pio II Piccolomini passa alla signoria degli Sforza signore di Pesaro. La rocca diviene nel tempo pi• che un luogo di difesa una residenza signorile. Nel 1513, dopo le alterne vicende stori- 13 Arcidiocesi di Pesaro_Le chiese dei Comuni che portano una nuova signoria a Gradara il castello passa sotto il dominio dello TXHOOD GHL 'HOOD 5RYHUH GXFKL GL 8UEL - 6WDWRGHOOD&KLHVDHTXLQGLDLGLUHWWLHQÀ - no. Il castello vista la stabilitˆ politica ed teuti di turno che si succedono a Gradara economica, vede nel 1564 la fondazione prevalentemente come residenza estiva. del convento dei cappuccini, nel 1597 la /·HQÀWXHWDSLHQFRPLDELOHIXLOPDUFKHVH erezione della chiesa del Ss.Sacramento e Carlo Mosca Barzi di Pesaro, che realizz˜ i la fondazione di confraternite volute dal- lavori alla rocca e alla chiesa di S.Giovanni la duchessa di Urbino Vittoria Farnese. battista, la chiesa • inglobata nelle seconda Nel Ô600 da un censimento parrocchia- FLQWDPXUDULD,OPDUFKHVHFKLHVHDOO·2OLYLH - le il territorio di Gradara contava 430 ri di redigere le Memorie di Gradara sopra persone, di cui si pensa circa duecento menzionate, stampato nel 1775. In seguito nel castello e il restante disseminato nel- Gradara e tutto il suo territorio seguirˆ le sor- le case coloniche e attorno il castello. WLGHOODFLWWjGL3HVDURHGHO5HJQRG·,WDOLD Alla scomparsa della duchessa nel 1641, 14 Comune di Gradara _S. GIOVANNI BATTISTA_ 1_Chiesa parrocchiale_Capoluogo castello_ La chiesa parrocchiale • posta a ridosso battista. Lo storico pesarese Olivieri asseri- della prima cerchia di mura attorno alla sce che, sulla base di documenti Pandolfo I, URFFDTXLQGLGLUHWWDPHQWHLQJOREDWDDOFD - IHFHXQFRVSLFXRUHVWDXURLQTXDQWRODFKLH - stello e non al borgo medievale circondato sa era mal ridotta. Gradara passata alla si- dalla seconda cerchia muraria. Si entra in gnoria degli Sforza di Pesaro, specialmente uno spazio antistante la torre della porta VRWWR*LRYDQQLDEEHOOuOD5RFFDHLOFRQWUR - alla rocca e che funge anche da sagrato. VRIÀWWRGHOODFKLHVD,QIDWWLQHOODWUDYDWXUD Fu probabilmente fondata prima del 1290, VL OHJJHYD O·LVFUL]LRQH 4XHVWR ODYRUR IX SRLFKpqFLWDWDQHOOH 5DWLRQHV'HFLPDUXP HVHJXLWR VRWWR LO FRQWUROOR GHOO·LQWHJHUUL - e il rettore nel 1297 chiedeva contributi per PRPDVWUR*XLGR3LFFLRQLJHUHQWH9LFDULR il suo restauro, facendo presumere che giˆ SHU O·,OOPR 3ULQFLSH GL 3HVDUR *LRYDQQL potesse essere stata fondata alcuni secoli Sforza di Aragonia, nellÕanno 1490 . Il mar- SULPD1RQULVXOWDQRGRFXPHQWLG·DUFKLYLR chese Carlo Barzi Mosca, port˜ avanti un LQTXDQWRDQGDWLSHUGXWLFKHWHVWLPRQLDQR ennesimo restauro e nel 1775, in seguito GD FKL H TXDQGR VLD VWDWD FRQVDFUDWD 1HO DL IHVWHJJLDPHQWL GHOO·DSHUWXUD GRQz DOOD Ô400 Pandolfo I Malatesta, dopo la morte comunitˆ parrocchiale una tela di scuo- del padre (1312), per dodici anni port˜ a ter- OD VSDJQROD SRVWD QHOO·DEVLGH UDIÀJXUDQWH mine la costruzione della rocca, delle mura O·$VVXQ]LRQHGL0DULD9HUJLQHDOFLHOR$O GLFLQWDHULHGLÀFzODFKLHVDGL6*LRYDQQL VXRLQWHUQRqSUHVHQWHDQFKHXQFURFHÀVVR 15 Arcidiocesi di Pesaro_Le chiese dei Comuni 16 Comune di Gradara 17 Arcidiocesi di Pesaro_Le chiese dei Comuni OLJQHR GHO¶ SURYHQLHQWH GDOO·RUDWRULR della rocca per richiesta dalla stessa Comu- QLWjHQHOTXLIXWUDVIHULWR/·DWWRGL GRQD]LRQHGHOFURFHÀVVRGHOPDUFKHVH0R - sca, fu formalizzato dal notaio, e celebrato con una cerimonia dal vescovo di Rimini. Nel lato destro della chiesa, proprio sulle mura castellane, antistante il sagrato, vi • la WRUUHFDPSDQDULDDEDVHTXDGUDWDFRQFHO - la campanaria a serliana. Il prospetto • di dichiara matrice settecentesca, con paraste che sostengono il timpano modanato a rile- YR8QSRUWDOHFRQULOHYRVXSHULRUHULTXDGUD O·XQLFRLQJUHVVRDOODFKLHVD&RPSOHWDQROD IDFFLDWDGXHPRGHVWHÀQHVWUHDPRQRIRUD $OO·LQWHUQRODFKLHVDqDSLDQWDUHWWDQJRODUH con sviluppo in lunghezza e terminante con abside semicircolare nel presbiterio realiz- zato nel 1930 dopo il terremoto. Ai lati due FDSSHOOHÀQHVWUDWHTXHOODDGHVWUDRVSLWDLO IDPRVR FURFHÀVVR OLJQHR GHO ¶ ,O FUR - FHÀVVROLJQHRSROLFURPRqVWDWRVFROSLWRH dipinto da fra Innocenzo da Petralia (1591- 1648), caratteristica del Cristo, sono le tre espressioni del volto, evidenti ponendosi a sinistra, al centro e a destra, rispettivamente Cristo Morto, Cristo Agonizzante e Cristo Sofferente. Nelle due cappelle laterali sono presenti due bugie con grata, a denunciare non certo la presenza di monache di clausu- ra, ma che i signori della rocca, attraverso un percorso esterno esclusivo, entravano al piano superiore della chiesa e potevano as- sistere alle funzioni liturgiche senza essere osservati. Caratteristica architettonica della FKLHVDqODFURFLHUDDOO·LQWHUQRFRQFRORQQH DQJRODULSRVWHDOO·LQWHUVH]LRQHIUDODQDYD - WD H OH FDSSHOOH ODWHUDOL PHQWUH DOO·HVWHU - QR VL HOHYD XQ WLEXULR D EDVH TXDGUDWD %LEOLRJUDÀD CHPS_281-282; FRAMM 11_17-33; GRACSF_58-87; GRAD_37; MUGRA_54; VPDS_312(417)-323. 18.
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