36^ Lezione Di Rock (6^ Anno 2017/2018)
36^ LEZIONE DI ROCK (6^ ANNO 2017/2018) Continuiamo il nostro percorso dedicato a Giorgio Gaber, del quale nella precedente lezione avevamo tracciato le coordinate, partendo dalla Milano degli anni ’60, con i sapori di un pezzo della nostra cultura popolare, e non dimenticando la formazione “jazzistica”, maturata come chitarrista, sulle orme di grandi quali Barney Kessel, Tal Farlow, Billy Bauer, ed ascoltando la musica nei locali, quali la “Taverna Messicana”, in cui si esibiva Franco Cerri. Dagli scantinati al “Santa Tecla”, locale milanese nei pressi di piazza del Duomo, in cui Gaber ha la possibilità di esibirsi, con Paolo Tomelleri e Luigi Tenco al sax, Enzo Jannacci al pianoforte, e Gian Franco Reverberi alla chitarra. Impazza il “Rock And Roll”, e grazie al fatto di essere assoldato nel gruppo di Celentano, come chitarrista, nascono le prime opportunità, ampiamente documentate, che porteranno Gaber ad essere, prima uno dei protagonisti dei sabato sera televisivi, e poi, in un processo di maturazione graduale, culminato con la scelta di abbandonare la conduzione di spettacoli TV, pur dall’ampio riscontro commerciale, a progettare e realizzare, con Sandro Luporini, il “Teatro Canzone”, in cui, in una formula espressiva, a lui ancor più congeniale, venivano alternati monologhi e canzoni dal sapore “dolce-amaro”, con spunti che venivano offerti dalla politica, dal “movimento” di quegli anni, ma anche dal privato, dalla crisi di coppia, dalla “malattia” del mondo borghese, che contamina gli individui, e li massifica, drenando ogni capacità critica. Nascono prima “Il Signor G” (1970-1971), “Storie Vecchie e Nuove Del Signor G”(1971-1972), “Dialogo Fra Un Impegnato E Un Non So” (1972-1973), “Far Finta Di Essere Sani” (1973-1974), che riscuotono un crescente successo di critica e di pubblico, e dove l’ironia, l’umorismo, la rabbia, la malinconia, la “vita”, vengono descritti con puntualità e profondità unici, creando sintonia e disagio, ma anche domande e riflessioni, in un legame profondo, che avvolge l’artista ed il suo pubblico.
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