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SOMMARIO 1 PREMESSA ...... 6 2 IL SIGNIFICATO DELLA VAS ...... 8 3 IL PERCORSO DELLA VAS ...... 9 3.1Quadro Normativo di Riferimento ...... 9 3.2Fasi Procedurali ...... 11 3.2.1 Fase di preparazione ...... 11 3.2.2 Fase di Orientamento e Impostazione ...... 12 3.2.3 Fase di elaborazione e redazione ...... 15 3.2.4 Fase di decisione ed approvazione dell'ipotesi di AdP ...... 18 3.2.5 Fase di attuazione e gestione ...... 19 4 SINTESI DEL QUADRO PROGETTUALE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA PER L'AMPLIAMENTO E IL POTENZIAMENTO DEL COMPRENSORIO SCIISTICO PRESOLANA - MONTE PORA ...... 21 4.1Bacini raccolta delle acque ...... 23 4.2Campo da golf ...... 26 4.3Bike park ...... 28 4.4Impianto di risalita ...... 32 4.5Pista da sci di fondo ...... 34 4.6Percorsi agrosilvo pastorali ...... 36 4.7Modifiche demanio sciabile ...... 38 5 ANALISI PRELIMINARE DEL CONTESTO E AMBITO DI INFLUENZA DEL PIANO DI PROGRAMMA ...... 41 5.1Inquadramento Geografico ...... 41 6 QUADRO DI RIFERIMENTO PIANIFICATORIO E PROGRAMMATICO 46 6.1PTR - Piano Territoriale Regionale ...... 47 6.2PTCP - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ...... 49 6.2.1 E1 Suolo e Acque - Elementi di pericolosità e di criticità: compatibilità con gli interventi di trasformazione del territorio ...... 50 6.2.2 E2.1 Paesaggio e Ambiente: ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio ...... 52 6.2.3 E2.2 Paesaggio e Ambiente: tutela, riqualificazione e valorizzazione ambientale del territorio ...... 53 6.2.4 E3 Infrastrutture per la Mobilità: Quadro integrato delle reti e dei sistemi ...... 54 6.2.5 E4 Organizzazione del Territorio e Sistemi Insediativi: Quadro strutturale ...... 55 6.2.6 E5.3 Allegati: Elementi e ambiti oggetto di tutela ai sensi del D.LGS

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490/99 ...... 56 6.2.7 E5.4 Allegati: Ambiti ed elementi di rilevanza paesistica ...... 57 6.2.8 E5.5 Allegati: Rete ecologica provinciale a valenza paesistico - ambientale...... 58 6.2.9 E5.6 Allegati: Centri e nuclei storici - elementi storico architettonici ..... 59 6.3PGT - Piano di Governo del Territorio (L. 12/2005), PAI, Carta di fattibilità ...... 60 6.3.1 Carta del dissesto con legenda uniformata PAI ...... 60 6.3.2 Carta della fattibilità ...... 60 6.3.3 Carta dei Vincoli ...... 61 6.4Vincolo Idrogeologico ...... 62 6.5SIRVAL ...... 63 6.6Siti rete Natura 2000 (Sic e Zps) ...... 64 6.7RER - Rete Ecologica Regionale ...... 65 6.8Piano Faunistico venatorio ...... 66 6.9Localizzazione nel quadro delle Aree Protette regionali ...... 67 6.10 Piano di Indirizzo Forestale ...... 68 6.11 PTUA...... 78 6.12 Note esplicative sul quadro di riferimento pianificatorio e programmatico ...... 79 7 CRITICITÀ E POTENZIALITÀ DEL CONTESTO AMBIENTALE ...... 80 7.1Analisi degli aspetti ambientali ...... 80 7.1.1 Inquadramento geologico e geomorfologico ...... 82 7.1.2 Inquadramento idrografico e idrogeologico ...... 89 7.1.3 Aspetti climatologici ...... 92 7.1.4 Flora ...... 94 7.1.4.1 Habitat seminaturali e biodiversità: il caso dei prati - pascolo montani ...... 97 7.1.5 Fauna e biodiversità ...... 100 7.1.5.1 Fauna vertebrata ...... 100 7.1.5.2 Fauna invertebrata ...... 102 7.1.6 Paesaggio e beni culturali ...... 104 7.1.7 Agronomia ...... 108 7.1.8 Aria ...... 111 7.1.9 Rumore ...... 115 7.1.10Radiazioni ...... 116 7.1.11Rifiuti ...... 117 7.1.12Energia ...... 119 7.1.13Mobilità e trasporti ...... 120 8 IMPATTI POTENZIALI SULLE COMPONENTI AMBIENTALI ...... 125 8.1Formazione bacini artificiali per innevamento ...... 126 8.1.1 Confronto tra neve naturale e neve artificiale ...... 126

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8.1.1.1 La neve naturale ...... 126 8.1.1.2 La neve artificiale ...... 127 8.1.1.3 Caratteristiche fisiche della neve naturale e della neve artificiale ...... 128 8.1.1.4 Inquinamento acustico ...... 130 8.1.1.5 Modifiche all'ambiente e alle modalità di utilizzo delle aree montane ...... 131 8.1.2 Geologia e morfologia ...... 132 8.1.3 Idrogeologia ...... 133 8.1.4 Climatologia ...... 134 8.1.5 Paesaggio e beni culturali ...... 135 8.1.6 Agronomia ...... 136 8.1.7 Insediamenti ...... 137 8.1.8 Aria ...... 137 8.1.9 Mobilità e trasporti ...... 138 8.1.10Rifiuti ...... 138 8.1.11Energia ...... 139 8.2Campo da golf ...... 140 8.2.1 Geologia e morfologia ...... 141 8.2.2 Idrogeologia ...... 142 8.2.3 Climatologia ...... 143 8.2.4 Paesaggio e beni culturali ...... 144 8.2.5 Agronomia ...... 145 8.2.6 Insediamenti ...... 146 8.2.7 Aria ...... 146 8.2.8 Mobilità e trasporti ...... 147 8.2.9 Rifiuti ...... 147 8.2.10Energia ...... 148 8.3Bike park ...... 149 8.3.1 Geologia e morfologia ...... 150 8.3.2 Idrogeologia ...... 151 8.3.3 Climatologia ...... 152 8.3.4 Paesaggio e beni culturali ...... 153 8.3.5 Agronomia ...... 154 8.3.6 Insediamenti ...... 154 8.3.7 Aria ...... 155 8.3.8 Mobilità e trasporti ...... 155 8.3.9 Rifiuti ...... 156 8.3.10Energia ...... 156 8.4Impianto di risalita ...... 157 8.4.1 Geologia e morfologia ...... 157 8.4.2 Idrogeologia ...... 158 8.4.3 Climatologia ...... 159 8.4.4 Paesaggio e beni culturali ...... 160 8.4.5 Agronomia ...... 161 8.4.6 Insediamenti ...... 161 8.4.7 Aria ...... 162 8.4.8 Mobilità e trasporti ...... 162 8.4.9 Rifiuti ...... 163 8.4.10Energia ...... 163

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8.5Pista da Fondo ...... 164 8.5.1 Geologia e morfologia ...... 165 8.5.2 Idrogeologia ...... 166 8.5.3 Climatologia ...... 167 8.5.4 Paesaggio e beni culturali ...... 168 8.5.5 Agronomia ...... 169 8.5.6 Insediamenti ...... 170 8.5.7 Aria ...... 170 8.5.8 Mobilità e trasporti ...... 171 8.5.9 Rifiuti ...... 171 8.5.10Energia ...... 172 8.6Strada agrosilvo - pastorale ...... 173 8.6.1 Geologia e morfologia ...... 173 8.6.2 Idrogeologia ...... 174 8.6.3 Climatologia ...... 175 8.6.4 Paesaggio e beni culturali ...... 176 8.6.5 176 8.6.6 Agronomia ...... 177 8.6.7 Insediamenti ...... 177 8.6.8 Aria ...... 178 8.6.9 Mobilità e trasporti ...... 178 8.6.10Rifiuti ...... 179 8.6.11Energia ...... 179 8.7Ampliamento dei demani sciabili...... 180 8.7.1 Geologia e morfologia ...... 181 8.7.2 Idrogeologia ...... 182 8.7.3 Climatologia ...... 183 8.7.4 Paesaggio e beni culturali ...... 184 8.7.5 Agronomia ...... 185 8.7.6 Insediamenti ...... 186 8.7.7 Aria ...... 187 8.7.8 Mobilità e trasporti ...... 188 8.7.9 Rifiuti ...... 189 8.7.10Energia ...... 190 9 IMPATTI POTENZIALI RELATIVI ALLA FAUNA E ALLA FLORA PER LE OPERE (LAGHETTI ARTIFICIALI, CAMPO DA GOLF, BIKE PARK, TAPIS ROULANT, PISTA DA SCI DI FONDO, MODIFICHE DEMANIO) ...... 191 9.1Fauna ...... 192 9.2Flora ...... 193 10 ALTERNATIVE DI INTERVENTO ...... 195 10.1 Opzione Zero ...... 195 10.2 Opzione attuazione del Piano ...... 195 11 APPROFONDIMENTI E CONTENUTI DA PRODURRE NEL RAPPORTO AMBIENTALE ...... 196

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12 MANUTENZIONE DELLE OPERE E MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI ...... 200 12.1 Prime proposte di risarcimento e compensazioni ambientali . 201 13 VALUTAZIONE DEGLI INTERVENTI IN RIFERIMENTO ALLA L.R. 5/2010 ...... 202

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1 PREMESSA

Il Presidente della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, il Presidente della Comunità Montana della Valle Seriana, insieme ai Sindaci dei Comuni di Castione della Presolana, , , hanno presentato istanza datata 11 aprile 2014 al Presidente della Regione Lombardia con la quale si chiede l'attivazione di un Accordo di Programma finalizzato all'ampliamento e potenziamento del comprensorio sciistico della Presolana e del Monte Pora. Viene altresì comunicata con la medesima istanza la manifestazione di interesse a partecipare all'Accordo con risorse finanziare proprie da parte delle società I.R.T.A. S.p.a., Neve S.r.l., Monti del Sole S.r.l..

La Regione Lombardia, con D.G.R. 10 novembre 2014 - n. 10 / 2478 delibera di promuovere l'Accordo di Programma per l'Ampliamento ed il Potenziamento del Comprensorio Sciistico Presolana - Monte Pora. I soggetti individuati sono: x Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi x Comunità Montana della Valle Seriana x Comune di Castione della Presolana x Comune di Costa Volpino x Comune di Rogno x Comune di Songavazzo x I.R.T.A. S.p.a. x Neve S.r.l. x Monti del Sole S.r.l.

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Parallelamente è stata avviata, ai sensi della L.R. n. 12/05, la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), atta ad orientare e verificare che le scelte operate dal Programma siano sostenibili da parte di tutte le componenti ambientali che caratterizzano l’ambito di futuro intervento. In altre parole lo scopo della VAS è di verificare ed indirizzare le azioni previste da un Piano/Programma in modo da salvaguardare, proteggere e migliorare la qualità dell’ambiente, tutelare la salute umana e promuovere un utilizzo sostenibile delle risorse naturali.

La VAS inoltre deve individuare le eventuali alternative e le misure di mitigazione/compensazione da recepire nel Piano/Programma. Il presente elaborato costituisce il Documento di Scoping, parte integrante del procedimento di VAS, nel quale si vuole rendere un inquadramento generale dell’area di intervento allo stato di fatto.

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2 IL SIGNIFICATO DELLA VAS

La VAS fa riferimento ad una specifica Direttiva Europea, la n. 2001/42/CE, e non riguarda le opere, come nella nota Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), ma i Piani e Programmi. La VAS, nata concettualmente alla fine degli anni ‘80, è un processo sistematico di valutazione delle conseguenze ambientali di proposte pianificatorie, finalizzato ad assicurare che queste vengano incluse in modo completo e considerate in modo appropriato, alla pari degli elementi economici e sociali all’interno dei modelli di “sviluppo sostenibile”, a partire dalle prime fasi del processo decisionale. La VAS riguarda i processi di formazione dei piani più che i piani in senso stretto. Si tratta quindi di uno strumento di aiuto alla decisione più che un processo decisionale in se stesso.

La VAS consiste in un processo di giudizio strategico degli effetti ambientali prodotti dal Piano/Programma, ed il suo scopo è quello di assicurare che le considerazioni di carattere ambientale siano integrate nel processo decisionale fin dall’inizio, orientandole verso criteri di sostenibilità. Pertanto la VAS interfacciandosi con il Piano/Programma ne diventa elemento costruttivo, valutativo, gestionale e di monitoraggio.

La VAS ha tra i suoi fini principali quello di mostrare le conseguenze delle azioni previste, dando pertanto importanti informazione ai decisori e al pubblico e rappresentando quindi un rafforzamento del processo di pianificazione partecipata.

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3 IL PERCORSO DELLA VAS

3.1 Quadro Normativo di Riferimento

La legge regionale dell’11 marzo 2005, n. 12 “Legge per il Governo del Territorio”, in accordo con la Direttiva Europea 2001/42/CE e s.m.i., tratta esplicitamente la VAS all’art 4, modificato dalla LR n. 3 del 21 febbraio 2011: “Sono sottoposti alla valutazione di cui al comma 1 il piano territoriale regionale, i piani territoriali regionali d’area e i piani territoriali di coordinamento provinciali, il Documento di Piano di cui all’articolo 8, nonché le varianti agli stessi. La valutazione ambientale di cui al presente articolo è effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avvio della relativa procedura di approvazione”.

Gli “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi” approvati dal Consiglio Regionale (Deliberazione n. VIII/351 del 13 marzo 2007 e s.m.i.) hanno ulteriormente precisato che “È effettuata una valutazione ambientale per tutti i Piani/Programmi, fra cui gli elaborati per i settori: x agricolo x forestale x della pesca x energetico x industriale x dei trasporti x della gestione dei rifiuti e delle acque x delle telecomunicazioni x turistico

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x della pianificazione territoriale x della destinazione dei suoli che definiscono il quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della Direttiva 85/337/CEE, come pure per i Piani/Programmi per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7 della Direttiva 92/43/CEE (Siti Rete Natura 2000)”.

Ad ulteriore specificazione della disciplina in materia, la D.g.r. n. VIII/6420 del 27 dicembre 2007 la Regione Lombardia ha definito i modelli metodologici, procedurali ed organizzativi per la valutazione ambientale delle diverse tipologie di atti programmatici, ivi compresi i Programmi Integrati d’Intervento e gli Accordi di Programma. In relazione ai piani e programmi che determinano l’utilizzo di piccole aree a livello locale e le modifiche minori, le norme regionali prevedono la possibilità di valutare in via preliminare l’effettiva esigenza di applicare la VAS attraverso una procedura di Verifica di Esclusione o Screening.

A seguito di tale verifica preliminare si è constatato che l’Accordo di Programma in esame è soggetto a procedura di Valutazione Ambientale Strategica.

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3.2 Fasi Procedurali

Il percorso di valutazione di seguito descritto, si rifà al modello metodologico procedurale e organizzativo riportato nell’allegato 1.l della già citata Dgr VIII/6420 del 27 dicembre 2007; la procedura prevista dal modello è stata in parte modificata (ultima modifica eseguita con la DGR n. 2789 del 22 dicembre 2011), in seguito ad opportuna validazione da parte della Segreteria Tecnica dell’AdP, per renderla conforme alle disposizioni del Dlgs 4/2008.

Le fasi procedurali, così modificate, vengono di seguito descritte.

3.2.1 Fase di preparazione

La Valutazione Ambientale Strategica è avviata mediante pubblicazione dell’avvio del procedimento da parte del soggetto promotore dell’AdP (Regione Lombardia) sul BURL (Burl Serie Ordinaria n. 42 del 16 ottobre 2014 ). Contestualmente all’avvio del procedimento viene individuata l’Autorità competente per la VAS.

La Regione Lombardia, con D.G.R.. n. X/2478 del 10 Ottobre 2014 ha provveduto, infatti, a deliberare la promozione Regionale dell’Accordo di Programma per l'ampliamento ed il potenziamento del comprensorio sciistico Presolana - Monte Pora e I’avvio del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica.

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3.2.2 Fase di Orientamento e Impostazione

Contestualmente all’avvio del procedimento, momento sostanziale del percorso di valutazione è stata l’identificazione dei diversi soggetti con specifiche competenze e funzioni, che interverranno nei differenti momenti del percorso valutativo, e poi la costruzione di una struttura di dati e informazioni relativi alla struttura del territorio, alle dinamiche sociali ed economiche che lo interessano.

Autorità proponente: - Sig. Mauro Pezzoli, Sindaco del Comune di Castione della Presolana.

Autorità procedente: - Ing. Claudio Merati dello STER di Bergamo.

Autorità competente: - Arch. Maria Maggi dell'Unità Organizzativa Programmazione Integrata e Pianificazione Territoriale - Struttura Strumenti per la Pianificazione del Territorio, con la delibera n. X/2478 del 10/10/2014.

Soggetti competenti in materia ambientale: - Regione Lombardia: Sede Territoriale di Bergamo; - Regione Lombardia DC Programmazione Integrata; - Regione Lombardia DD.GG componenti del nucleo VAS; - Autorità competente in materia di VIA; - Autorità competente in materia di VIC; - Autorità di bacino; - Parco delle Orobie Bergamasche; - PLIS Monte Varro; - Consorzio Forestale Presolana;

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- Arpa Lombardia Milano; - Arpa Dipartimento di Bergamo; - ASL sede di Bergamo; - Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la Lombardia; - Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le Province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza - Brianza, Pavia, Sondrio e Varese; - Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brescia, Cremona e Mantova; - Soprintendenza Archeologica della Lombardia; - Consorzio Autorità di Ambito della Provincia di Bergamo; - ERSAF.

Enti Territorialmente Interessati - Provincia di Bergamo Settore Ambiente; Settore Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Grandi Infrastrutture; Settore Attività produttive e turismo; - Provincia di Brescia; - Provincia di Sondrio; - Provincia di Lecco; - Provincia di Milano; - Provincia di Monza Brianza; - Provincia di Cremona; - Comuni di Castione della Presolana, Costa Volpino, Rogno, Songavazzo, , , , , (BS), (BS), , , (BS), (BS), (BS); - Comunità Montana Valle Seriana; - Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi; - Comunità Montana Valle Camonica; - Comunità Montana Sebino Bresciano.

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Altri Soggetti Interessati all'Iter Decisionale - CCIAA di Bergamo; - Vigili del Fuoco; - Anas; - CAI di Bergamo; - UniAcque S.p.a. - A2A S.p.a.; - Setco srl; - Italgen - Italcementi Group; - FISI; - Valle Camonica Servizi Spa; - Telecom Italia Spa; - Valcavallina Servizi Srl; - Corpo Nazionale Soccorso Alpino.

Pubblico Interessato: - ENPA; - ASCOM Bergamo; - Cooraltur; - Promoserio; - Orobievive; - Italia Nostra; - WWF; - Legambiente; - Confesercenti Bergamo; - Confindustria Bergamo; - Associazione artigiani Bergamo; - CNA Bergamo;

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- Unione artigiani Bergamo; - Confagricoltura Bergamo; - Coldiretti Bergamo; - CIA Bergamo; - CGIL Bergamo; - CISL Bergamo; - UIL Bergamo.

L’Autorità procedente, in accordo con l’Autorità competente, può riconoscere altre forme associate di cittadini quali portatori di interessi generali e rilevanti nel processo valutativo. Si svolgeranno altresì azioni di comunicazione, di pubblicizzazione e di sollecitazione della partecipazione attiva della cittadinanza, al fine di incentivare la collaborazione di chiunque fosse interessato, per presentare suggerimenti e proposte.

3.2.3 Fase di elaborazione e redazione

Una volta avviato il procedimento di Valutazione e individuati i soggetti interessati, l’Autorità competente collabora con I’Autorità procedente nella definizione dell’Ambito di Influenza del Programma, della portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale, e della verifica delle interferenze con i Siti di Rete Natura 2000 (SIC e ZPS); a tal proposito viene predisposto il presente Documento di Scoping, da inviare ai soggetti individuati e interessati dal processo di VAS preliminarmente alla Prima Conferenza di valutazione.

Questa prima conferenza di tipo introduttivo, costituisce di fatto I’avvio del confronto tra le parti coinvolte nella costruzione del Programma e nella valutazione dello stesso; è volta ad illustrare il documento di Scoping e ad accogliere osservazioni, pareri e suggerimenti di modifica e integrazione alla proposta del percorso di VAS.

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La convocazione della conferenza è affidata all’Autorità procedente in accordo con l’Autorità competente per la VAS.

Successivamente alla prima conferenza di valutazione viene redatto un Rapporto Ambientale, elaborato coerentemente a quanto previsto nell’Allegato I della Direttiva 2001/42/CE. Il Rapporto Ambientale è il documento cardine della Valutazione Ambientale Strategica: è elaborato dall’Autorità procedente d’intesa con l’Autorità competente, ed in esso devono essere individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del Programma potrebbe avere sull’ambiente, nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale in cui agisce il Programma. Il Rapporto Ambientale è accompagnato da una sintesi dello stesso (Sintesi non Tecnica), la quale ha lo scopo di illustrare sinteticamente i principali riferimenti metodologici, il quadro conoscitivo ambientale e l’esito degli effetti sull’ambiente delle azioni previste dall’AdP. La sintesi non tecnica deve essere redatta con un tono il più possibile semplice e divulgativo, tale da consentire la comprensione di tali effetti anche da parte di soggetti che non possiedono competenze specialistiche.

Secondo lo schema adottato dalla Regione Lombardia, il Rapporto Ambientale deve essere redatto nella seconda fase del processo di VAS e la sua redazione deve avvenire contestualmente e parallelamente all’elaborazione dell’ipotesi di AdP: il Rapporto Ambientale è, infatti, parte integrante dell’AdP e deve essere approvato assieme a questo.

Durante la fase di elaborazione dell’AdP, quale ulteriore indice di integrazione tra pianificazione territoriale e valutazione ambientale, dovrà essere approntato un sistema di monitoraggio, il quale fungerà nel tempo da strumento di controllo sia ambientale che gestionale in quanto permetterà di verificare periodicamente sia gli

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impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del Programma sia l’effettuazione delle azioni e degli interventi previsti dal Programma stesso.

Tipicamente un piano di monitoraggio dovrà: ƒ individuare gli obiettivi che si intendono monitorare; ƒ definire un “core-set” di indicatori; ƒ strutturare le attività di monitoraggio; ƒ prevedere le tempistiche e le modalità dei rapporti periodici; ƒ definire le procedure di raccolta dei dati; ƒ evidenziare gli effetti positivi o negativi sul territorio dell’attuazione di quanto sottoposto a valutazione.

Un indicatore ambientale è uno strumento sintetico, quantificabile sia qualitativamente che quantitativamente, atto alla rappresentazione dei vari contesti o processi ambientali indagati. Il piano di monitoraggio dovrà essere contenuto all’interno del Rapporto Ambientale.

Una volta redatto, il Rapporto Ambientale assieme a Sintesi non Tecnica, variante urbanistica ed eventuale ipotesi di AdP, viene messo a disposizione per 60 giorni e viene dato avviso della messa a disposizione sul BURL e sul sito web Regionale. Entro il termine di 60 giorni dalla pubblicazione, chiunque può prendere visione della documentazione e presentare osservazioni.

Durante questo periodo l’Autorità competente in materia di VAS, d’intesa con l’Autorità procedente, convoca la Seconda Conferenza di valutazione. In questo secondo momento di confronto si valuta la proposta di variante urbanistica, il Rapporto Ambientale e l’eventuale prima ipotesi di AdP.

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3.2.4 Fase di decisione ed approvazione dell'ipotesi di AdP

Una volta conclusosi il periodo di deposito e raccolta osservazioni, l’Autorità procedente d’intesa con l’Autorità competente, esamina e controdeduce le osservazioni pervenute nella precedente fase. Successivamente l’Autorità competente, d’intesa con la procedente, formula il Parere Motivato sull’ipotesi di AdP e sul Rapporto Ambientale, mediante un atto riconoscibile reso pubblico. Il Parere Motivato può essere condizionato all’adozione di specifiche modifiche ed integrazioni della proposta di AdP valutato.

In caso di parere motivato positivo ed a seguito dell’esame delle osservazioni presentate, il Comitato dell’AdP, su proposta della Segreteria Tecnica formula una proposta di “ipotesi di AdP” che comprende il Rapporto Ambientale e la dichiarazione di sintesi, previa acquisizione del parere di compatibilità provinciale. La dichiarazione di sintesi, predisposta dall’Autorità procedente, è volta ad illustrare il processo decisionale seguito, a esplicitare in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel programma e ad illustrare gli obiettivi ambientali, la scelta dell’alternativa di Programma, gli effetti attesi e il sistema di monitoraggio.

L’ipotesi di AdP è approvata dalla Giunta Regionale con atto deliberativo. Entro 30 giorni deve essere sottoscritta dagli Enti interessati, quindi i Comuni interessati dalla variante urbanistica ratificano l’AdP e controdeducono le osservazioni eventualmente pervenute in merito alla variante.

Infine, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale, l’Accordo di Programma comprensivo di Rapporto Ambientale e di dichiarazione di sintesi finale, viene approvato in via definitiva.

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Il Decreto verrà quindi pubblicato sul BURL ed ha valore di dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza e determina le eventuali conseguenti variazioni degli strumenti urbanistici. Il provvedimento è pubblicato sul sito web Regionale SIVAS.

3.2.5 Fase di attuazione e gestione

Dall’atto di approvazione definitiva dell’AdP da parte della Giunta Regionale ha inizio la fase di attuazione e gestione, caratterizzata dall’attività di monitoraggio. Come già anticipato, il programma di monitoraggio ha il compito di fornire le informazioni necessarie alla valutazione dei possibili effetti negativi prodotti dalle azioni dell’AdP e relativa variante urbanistica, permettendo di conseguenza di individuare le eventuali misure correttive necessarie.

Il piano di monitoraggio produce periodicamente dei report, consistenti in un’elaborazione dei dati ottenuti dalle analisi condotte sugli indicatori individuati in precedenza e nella loro valutazione quantitativa.

Da ultimo è opportuno che il piano di monitoraggio individui non soltanto gli indicatori, ma anche i soggetti destinati a produrre, rielaborare e reperire i dati necessari alla costruzione degli indicatori stessi, in modo da rendere più efficace ed automatico il meccanismo di aggiornamento periodico.

Riassumendo quando scritto fin’ora, il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica può essere sintetizzato come segue:

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ƒ Avviso di avvio del procedimento; ƒ Individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e comunicazione; ƒ Elaborazione del Documento di Scoping e Conferenza di valutazione introduttiva; ƒ Elaborazione e redazione del Rapporto Ambientale; ƒ Deposito e messa a disposizione del pubblico; ƒ Convocazione seconda Conferenza di valutazione; ƒ Formulazione Parere Motivato; ƒ Formulazione ipotesi di AdP e dichiarazione di sintesi; ƒ Approvazione dell’ipotesi di AdP, comprensiva di Rapporto Ambientale e Dichiarazione di sintesi ƒ Sottoscrizione degli Enti e ratifica da parte del Consiglio Comunale; ƒ Approvazione definitiva e pubblicazione su BURL e sito web; ƒ Gestione e monitoraggio.

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4 SINTESI DEL QUADRO PROGETTUALE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA PER L'AMPLIAMENTO E IL POTENZIAMENTO DEL COMPRENSORIO SCIISTICO PRESOLANA - MONTE PORA

Di seguito vengono riportate sinteticamente le proposte progettuali contenute nel Piano Strategico Territoriale del Monte Pora e del Passo della Presolana a cura dello Studio di Ingegneria Visinoni Ing. Giuliano, alla quale si rimanda per una più dettagliata descrizione.

Il piano strategico parte da un’analisi delle potenzialità delle aree coinvolte, non solo dal punto di vista di ciò che esiste in quota (rifugi, impianti, piste), ma anche dall'analisi di quell'insieme di risorse (strutture e infrastrutture) che i Comuni coinvolti sono già in grado di offrire, cercando di comprendere nell'analisi una serie di parametri che tengono conto in maniera più estesa di tutta una serie di condizioni al contorno quali:

1. L'occupazione 2. La struttura demografica della popolazione; 3. Le strutture ricettive; 4. La viabilità; 5. L'andamento delle imprese e dell'occupazione; 6. Il turismo montano; 7. L'ambiente.

La strategia d'intervento mira al rilancio del sistema turistico ponendo come base di questo rilancio l'esistente. Da questa base, il progetto prevede un insieme sistematico di azioni, tra loro sinergiche e per alcuni versi complementari che mirano, integrandosi con l'esistente ad implementare l'offerta turistica ed in alcuni casi a

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creare un modo nuovo e innovativo per utilizzare le risorse esistenti.

Il piano si compone di 6 livelli d'intervento e comprende infrastrutture e strutture che si pongono come obiettivo il potenziamento dell'offerta turistica a 360°. Tale potenziamento si otterrebbe in primis con il miglioramento dell'innevamento programmato attuabile con la riqualificazione di una serie di bacini esistenti (oggi piccoli laghetti per l'abbeveraggio degli animali) dislocati sul comune di Castione della Presolana e Rogno. Il secondo intervento riguarda la realizzazione di un campo da golf in quota (anch’esso sui medesimi comuni), che si realizzerà senza notevoli interventi di movimento terra essendo l’orografia del contesto già funzionale per tale tipologia di sport; a questa nuova dotazione dell’offerta turistica sportiva estiva si affianca la previsione di realizzazione del bike park con piste per biciclette per tre discipline diverse Freeride, Downhill e Four – cross. Nell’ambito dell’offerta invernale, rientra la quarta azione consistente nella realizzazione di un nuovo tapis roulant sul comune di Rogno che consente di infrastrutturare in modo adeguato l’ambito di avvicinamento al Pian de la Palù. Con valenza sia estiva sia invernale sono previsti anche interventi per la realizzazione di un percorso funzionale sia alla costruzione di una pista da fondo (azione n. 5) sia ad un collegamento di carattere agrosilvo pastorale (azione n. 6) sempre sul comune di Rogno.

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4.1 Bacini raccolta delle acque

La volontà di realizzare i bacini per l'innevamento programmato (azione n. 1) nasce da diverse necessità. In primo luogo c'è il mantenimento e il pieno utilizzo degli impianti turistici anche in stagioni o periodi poco favorevoli, questo intervento permetterebbe positive ricadute sull'economia delle zone interessate.

Da sottolineare come i bacini sarebbero realizzati utilizzando risorse idriche già esistenti e in zone dove tali risorse sono disponibili, inoltre, più che nuove realizzazioni si tratta di ampliamenti e riqualificazioni di piccoli laghetti esistenti e attualmente utilizzati per l'abbeveraggio degli animali.

È utile descrivere brevemente le opere di captazione che concorrono ad alimentare i bacini di raccolta delle acque .da utilizzare per l'innevamento artificiale. Questa risorsa verrà drenata , dai versanti, dai sentieri e dalle strade sterrate che presentano idonee caratteristiche. A tale scopo lungo i lati di monte delle strade sterrate e i sentieri saranno predisposti sistemi di intercettazione delle acque di scolo dei versanti costituiti da canalette superficiali e/o sistemi di drenaggio più complessi (Gabbiodrain). L'acqua raccolta verrà convogliata nei bacini di innevamento per tutto il periodo necessario al loro riempimento. A bacino pieno l'acqua sarà opportunamente restituita al reticolo idrico di competenza ricostruendo così il suo deflusso naturale.

I laghetti collegati tra loro da tubazioni sotterranee, quindi con impatto ambientale nullo permetterebbero durante i periodi invernali di ottimizzare il sistema di innevamento artificiale mentre durante il periodo estivo garantirebbero un più regolare approvvigionamento idrico dei bacini (in modo da ottenere la piena efficienza delle pozze per abbeverata) al servizio delle malghe, considerando lo sviluppo degli alpeggi già presenti, nel comune di Castione i pascoli sono

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prevalentemente occupati da ovini, a differenza dei Comuni di Rogno e Angolo Terme dove pascolano prevalentemente bovini. A questa lodevole iniziativa si potrebbe altresì associare la creazione di aree umide che favoriscano lo sviluppo dei rettili e degli anfibi.

I bacini da realizzare così come riportato nell'allegato n. 05 -" Inquadramento generale, situazione finale generale" sono 7 con una capienza complessiva di 165.000 m³. Questa volumetria sarà necessaria per coprire il fabbisogno del comprensorio sciistico tenuto conto di un ampliamento futuro del demanio sciabile in direzione sud: si precisa che questa disponibilità tiene conto della dotazione di 30.000 m³ dei due laghetti individuati con i numeri 1.3 e 1.4, per i quali è in corso un iter autorizzativo parallelo mediante Tavolo Interistituzionale tra la Provincia di Bergamo ed i Comuni di Castione della Presolana e Rogno (in questa sede vengono comunque riportati per le necessarie verifiche cumulative sul piano ambientale).

Codice Nome Note 1.1 Bacino Pian de l'Asen Volume idrico 10.000 m3 1.2 Bacino metà Cima Pora Volume idrico 10.000 m3 1.3 Bacino Malga Pora Volume idrico 5.000 m3 1.4 Bacino Termen Volume idrico 25.000 m3 1.5 Bacino Case del Termen Volume idrico 15.000 m3 1.6 Bacino Pian de la Palù Volume idrico 80.000 m3 1.7 Bacino Malga Valzelli Volume idrico 20.000 m3

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Figura 1 -Esempio di laghetto artificiale realizzato in altura.

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4.2 Campo da golf

La volontà di realizzare un campo da golf in quota (2.1) parte dalla volontà di migliorare un’offerta turistica di qualità per il periodo estivo. La possibilità di raggiungere comodamente attraverso le seggiovie esistenti un ambiente caratterizzato da una grande qualità ambientale, immerso nel verde e nella frescura estiva garantirebbe un servizio di qualità in grado di attirare un importante numero di turisti, e data la capacità attrattiva di un’ attività così esclusiva farebbe da volano per l'economia dell’intero comprensorio. L’opera non dovrà comportare significativi movimenti terra (è prevista una movimentazione, sterri e riporti compresi, di 5.000 m3 di materiale) quindi non produrrà modifiche all’andamento orografico del territorio, ed al contrario si sfrutteranno proprio le pendenze esistenti per caratterizzare il campo, che sarà inerbito con essenze autoctone.

Il campo da golf sarà costituito da 9 buche, per una lunghezza complessiva di 4.422 m, la superficie complessiva (intesa come la superficie all'interno della linea che definisce il limite esterno del campo) è pari a 280.000 m2. Nelle seguenti figure viene rappresentata la corretta ubicazione del campo da golf all'interno dell'area in analisi:

A livello urbanistico, l'infrastruttura appena descritta è già prevista all’interno del Piano dei Servizi del PGT di Castione della Presolana.

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Figura 2 - Ubicazione indicativa del progetto del campo di golf

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4.3 Bike park

Si prevede la realizzazione di una serie di attività differenti in modo da coinvolgere il maggior numero possibile di utenti, dall'esperto a chi si vuole approcciare alla mountain bike per la prima volta.

Le discipline per le quali è prevista la realizzazione di specifici tracciati o semplicemente l'attrezzatura delle seggiovie esistenti per permettere l'utilizzo degli impianti di risalita sono tre: ƒ Piste di Freeride: Riguarda la discesa su sentieri a bassa pendenza, dove non viene ricercata la velocità, bensì un maggior contatto con la natura, spazi ampi e liberi. Di primaria importanza per chi si avvicina a questa disciplina è la possibilità di condividere l’esperienza con altre persone (famiglia, amici, gruppi), rendendo secondario l’aspetto agonistico e competitivo dell’attività fisica. Per tale disciplina si utilizzeranno sentieri già esistenti in quanto è possibile la convivenza con altre tipologie di utenti (ad es. runner).

ƒ Downhill: abbreviato dagli addetti al lavori come DH, consiste in un percorso completamente in discesa, su tracciati di differente grado di lunghezza e difficoltà. Questa disciplina, molto diffusa e particolarmente seguita dagli sportivi, è oggetto di competizioni a livello mondiale, rientrando nel calendario dell'Unione Ciclistica Internazionale (UCI,) della Coppa del Mondo. E' pertanto ipotizzabile che, realizzando piste dedicate al downhill con specifiche caratteristiche ed uno sviluppo adeguato l'area del comprensorio del Monte Pora possa entrare nel circuito delle gare di questa specialità.

ƒ Four - cross: Consiste in una competizione ad eliminazione tra quattro bikers, in tracciati brevi, quasi completamente artificiali e ricchi di salti ed ostacoli. una disciplina riconosciuta dall'U.C.I. e si avvicina, per le caratteristiche, sia al

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Downhill, sia al BMX (Bicycle Motocross), anche se le particolarità della stessa derivano dallo Skicross e dallo Snowboard cross. Per tal disciplina (che comporta la maggiore alterazione dei luoghi) è previsto l’allestimento di un solo breve tratto di pista da 810 m.

La lunghezza totale delle nuove piste è di 22.300 m, si evidenzia che i volumi di terra movimentati, compresi di sterri e riporti, sono di 600 m3. Ulteriori informazioni sono presenti nella seguente tabella:

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Figura 3 - Ubicazione delle piste di downhill e 4 cross

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4.4 Impianto di risalita

Il piano prevede la realizzazione di 1 nuovo tapis roulant da realizzare in località Palù. La partenza di tale impianto si trova nelle immediate vicinanze del rifugio omonimo, di proprietà comunale. In tal modo si verrebbe a creare un incremento nell’attività del rifugio. Questo è l’ambito in cui maggiormente si faranno sentire i benefici di infrastrutturazione per le attività invernali, in quanto quest’opera consentirà di fatto un opportuno collegamento del Pian de la Palù alle restanti attrezzature sciistiche.

Localizzazione Monte Pora Denominazione Tapis roulant "Palù - Magnolini" Altezza [m s.l.m.] Da 1550 a 1610 Lunghezza [m] 200

Nella seguente figura viene correttamente ubicata l'opera all'interno dell'area di studio:

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Figura 4 - Ubicazione indicativa dell'impianto di risalita all'interno dell'area di studio.

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4.5 Pista da sci di fondo

Per incrementare l’offerta turistica, si prevede la realizzazione di un percorso per lo sci di fondo, da realizzare tra la località Pian del Termen e la località Magnolini, passando per il Pian de la Palù; la lunghezza della pista è di 5000 m ed è realizzata alla quota media di 1630 m s.l.m. Si precisa che la pista non avrà finalità competitive, quindi non si tratterà di una pista omologata: ne consegue che non saranno rispettate le rigorose prescrizioni dimensionali della zona partenze, così come i tratti con pendenza obbligata, evitando così l’alterazione dei luoghi per la realizzazione del tracciato, che invece sarà realizzato in parte su viabilità esistente o di progetto ed in parte liberamente su piano innevato secondo l’orografia dei luoghi.

La realizzazione di questa infrastruttura amplierebbe l’offerta che oggi la località offre al turista, richiamando un maggior numero di sportivi che troverebbero alternative solamente in Val di Scalve oppure a o sul Monte Farno.

Nella seguente figura viene rappresentata la pista da sci di fondo all'interno dell'area di studio:

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Figura 5 - Ubicazione indicativa della pista da sci di fondo.

Figura 6 Descrizione del progetto della pista da sci di fondo

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4.6 Percorsi agrosilvo pastorali

Ai fini di meglio collegare la località Pian de la Palù con Magnolini, si realizzerà un percorso sterrato che potrà essere utilizzato, nella stagione invernale, come continuazione della pista di sci di fondo di cui al paragrafo precedente. Nel periodo estivo invece, questa infrastruttura, consentirà di creare un anello per passeggiate all’interno della natura, evidenziando le peculiarità naturalistiche, paesaggistiche e agrosilvo pastorali, anche con l'ausilio di guide illustrative, cartellonistiche e percorsi didattici. Si ricorda che attualmente non esiste un percorso ben definito, pertanto al momento esiste una occupazione selvaggia delle aree prative con mezzi di diversa natura e dimensione, riportando danni sia alle colture erbacee che agli elementi di tipo naturalistico - ambientale. Nelle seguenti tabelle sono indicate le caratteristiche dei due sentieri da realizzare:

Codice 6.1 Localizzazione Monte Pora Denominazione Sentiero Palù - Magnolini Altezza [m s.l.m.] Da 1550 a 1580 Lunghezza [m] 600

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Nella seguente figura è rappresentata l'ubicazione della strada all'interno dell'area di studio:

Figura 7 - Ubicazione indicativa della prevista strada agrosilvo pastorale.

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4.7 Modifiche demanio sciabile

Il piano prevede l'ampliamento del demanio sciabile esistente all'interno di tutta l'area di studio, questo ampliamento comporterà un possibile futuro ampliamento delle piste e un potenziamento degli impianti di risalita degli impianti del Passo della Presolana e del Monte Pora. Si tiene a precisare che: il suddetto intervento non prevederà in alcun modo strutture ricettive aggiuntive, in quanto le stesse sono già presenti e previste da PGT. Gli ampliamenti riguardano piccole aree nella zona del Passo della Presolana, un'area sul Monte Scanapà, un'area appena a nord della località Malga Alta di Sopra, un'area ad est rispetto alla località Malga Alta di Sotto, tutte queste modifiche sono da realizzare all'interno del comune di Castione della Presolana. All'interno del comune di Rogno e quello di Costa Volpino l'area dove si vuole ampliare il demanio sciabile riguarda una porzione di Pian del Termen, parte del Pian della Palù e una porzione del versante sud del Monte Alto, fino alla frazione Ceratello del comune di Costa Volpino.

La modifica del demanio sciabile nell’ambito del passo della Presolana (località Donico) e del Monte Scanapà si rende necessaria per ottimizzare gli spazi a servizio delle piste esistenti e per consentire una compiuta realizzazione degli interventi, già previsti dal PGT vigente, relativi al potenziamento dell’infrastrutturazione a servizio delle stesse piste; in altre parole le modifiche consistono in puntuali e limitate rettifiche dell’area demaniale secondo l’andamento reale dei luoghi e delle dotazioni esistenti e di progetto a servizi degli impianti.

Viene ora rappresentata l'area dove modificare il demanio sciabile.

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Figura 8 - Proposta di modifica del demanio sciabile all'interno dei Comuni di Castione della Presolana, Songavazzo, Rogno e Costa Volpino.

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Il percorso proprio della VAS deve assumere un valore strategico che si sostanzia nel saper superare quella che ad oggi è una visione dualista del concetto di sviluppo dell'ambito montano. In tale senso si ritiene utile produrre una sinergia tra i due estremi dei soggetti sociali interessati alle sorti delle condizioni socio - territoriali della area di indagine: si pensi al rischio di una conflittualità, già evidenziata in altri contesti del tutto analoghi, tra (agli estremi):  posizioni più "sviluppiste" che vedono nell'infrastutturazione "hard" (ad esempio piste, impianti di risalita) il fattore competitivo di tenuta del tessuto economico e sociale  posizioni più "ambientaliste"1 che tendono ad una opzione di "sostenibilità" basata su una tutela delle risorse fisico - naturali che si oppone alle altre forme di progettualità

L'intenzione di questa VAS quindi è quella di porsi come strumento utile alla costruzione di una visione complessa della situazione, del contesto, delle parti in causa all'interno della situazione sotto analisi. Questa volontà è quindi quella di perseguire gli aspetti fondativi del percorso in atto, esprimendo con chiarezza gli obiettivi: ƒ integrazione dei demani sciabili e formazione di un comprensorio sciistico in grado di offrire un'offerta competitiva ƒ la contestuale adozione di opportune misure di compensazione tali per cui il bilancio complessivo degli interventi risulti positivo dal punto di vista della naturalità dei luoghi e attestarne la compatibilità e la fattibilità.

1 I termini "sviluppista" e "ambientalista" vengono qui utilizzati nella loro accezione semplificatrice, a significare la possibilità di posizioni che radicalizzino le differenti opzioni di sviluppo.

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5 ANALISI PRELIMINARE DEL CONTESTO E AMBITO DI INFLUENZA DEL PIANO DI PROGRAMMA

5.1 Inquadramento Geografico

Il comprensorio della Presolana e del monte Pora, considerato a ragione un'attrattività turistica di grande rilievo per l'intera area, è situato a cavallo tra le provincie di Bergamo e di Brescia.

L'area oggetto dell'intervento è sita nei comuni di Castione della Presolana, Costa Volpino, Songavazzo e Rogno, comuni facente parte della Provincia di Bergamo e situati nella porzione nord orientale, in prossimità del confine con la Provincia di Brescia. Viene ora indicata l'ubicazione dei comuni all'interno della Provincia di Bergamo

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Figura 9 - Ubicazione dei comuni interessati allo studio (indicati in rosso) all'interno della provincia di Bergamo.

Il comune di Castione della Presolana confina a nord con i comuni di Colere e di Rovetta; ad est con il comune di Angolo Terme; a sud con i comuni di Rogno, Songavazzo ed Onore; ad ovest con i comuni di Onore, Fino del Monte e Rovetta. Castione della Presolana è da sempre nota come località sciistica invernale, infatti può annoverare la realizzazione in ordine di tempo del secondo impianto di risalita in Italia. Il passo della Presolana, ricco di alberghi e posto a pochi chilometri dal centro abitato

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è una delle prime mete turistiche del turismo invernale lombardo d'èlite del primo novecento, testimoniato dalla presenza di ville progettate da noti architetti milanesi, primo su tutti il Portalupi. Numerosissime sono le seconde case, basti pensare che su un totale di 7.384 case ben 6.102 sono seconde case. Il centro storico del paese è posto a 870 m s.l.m. e conta due frazioni Bratto posta a 3 km dal capoluogo comunale a 1.006 m s.l.m. è ricca di alberghi e seconde case e Dorga a 978 m s.l.m. è collegata a Bratto senza soluzione di continuità ed è situata a valle della strada per il Monte Pora. Il paese conta 3.455 abitanti al censimento del 2011, raggiunge nei periodi estivi fino a 30.000 residenti, attratti dalla possibilità di escursioni sulle numerose montagne delle Prealpi Orobiche, in primo sul massiccio della Presolana e dalle numerose attività commerciali che caratterizzano i centri storici del paese e delle due frazioni.

Il comune di Rogno confina a nord con i comuni di Castione della Presolana e Pian Camuno; ad est con i comuni di Angolo Terme, Darfo Boario Terme e Pian Camuno; a sud con i comuni di Costa Volpino e Pian Camuno; ad ovest con i comuni di Costa Volpino e Songavazzo. Rogno è l'ultimo paese dell'alto Sebino ed il primo della Valle Camonica e si colloca lungo la sponda destra del fiume che rappresenta anche il confine con la provincia di Brescia.

Il comune di Costa Volpino confina a nord con il comune di Songavazzo; ad ovest con i comuni di Bossico e Lovere; ad est con i comuni di Rogno e Pian Camuno; a sud-est con il comune di Pisogne. Costa Volpino è posto in prossimità della punta nord del lago di Iseo e conta 9.194 abitanti al censimento del 2011. Il comune, posto al confine con la Provincia di Brescia a 248 m s.l.m. ha sempre avuto una vocazione industriale, numerose le attività industriali ed artigianali, mentre è ridotta l'attività turistica, anche dovuta al fatto che il paese si sviluppa più all'interno rispetto al lago con il quale confina solo

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per un piccolo tratto a sud.

Il comune di Songavazzo confina a nord con i comuni di Fino del Monte, Onore e Castione della Presolana, a est con il comune di Rogno, a sud con i comuni di Costa Volpino, Bossico e ; a est con il comune di Rovetta. Il paese si trova ad un'altezza di 565 metri sul livello del mare, ben soleggiato e protetto dalle correnti fredde della Presolana e dal Monte Falecchio, conta attualmente una popolazione di 702 abitanti e, grazie ad un recente intenso sviluppo turistico il numero di residenti cresce sensibilmente nei periodi estivi. L’abitato è attraversato dalla Strada Provinciale n. 57 che prosegue in direzione del paese di Cerete Alto, si ricollega con la S.P. n. 53 in direzione del lago di Iseo.

L'area oggetto di studio ha come confine nella porzione nord dalla zona del Passo della Presolana; nella zona centrale è presente il Monte Scanapà, il Monte Lantana, il Monte Pora; nella porzione sud è presente il Monte Alto, il limite meridionale dell'area in analisi è posto nelle vicinanze della frazione Ceratello del comune di Costa Volpino.

Nella seguente figura viene inquadrata territorialmente l'area oggetto di studio:

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Figura 10 - Inquadramento territoriale dell'area di studio.

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6 QUADRO DI RIFERIMENTO PIANIFICATORIO E PROGRAMMATICO

La disamina di vari atti di pianificazione locale e sovralocale, ha consentito di individuare le strategie di evoluzione del territorio comunale di Castione della Presolana, Costa Volpino, Songavazzo, Rogno, e di individuare particolari vincoli normativi presenti sull'area di studio oggetto del piano strategico territoriale.

Gli atti di pianificazione comunale e sovracomunale presi come riferimento nell'elaborazione del presente documento di scoping sono:

 Piano Territoriale Regionale (PTR)  Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)  Piani di Governo del Territorio dei Comuni di Castione della Presolana, Costa Volpino, Songavazzo, Rogno (PGT)  Carta del Vincolo Idrogeologico  Sistema Informativo Regionale Valanghe (SIRVAL)  Siti Rete Natura 2000 (aree SIC e ZPS)  Rete Ecologica Regionale (RER)  Piano Faunistico Venatorio  Piano di Indirizzo Forestale (PIF)  Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA)

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6.1 PTR - Piano Territoriale Regionale

Lo scopo del PTR è quello di indicare i principali obiettivi di sviluppo socio-economico del territorio regionale, di illustrare le iniziative volte allo sviluppo del quadro viabilistico ed infrastrutturale di interesse regionale e nazionale, e di dettare i criteri per la salvaguardia del suolo.

Con questo strumento, inoltre, la Regione definisce le linee orientative di assetto territoriale, gli indirizzi generali per la prevenzione del rischio geologico, idrogeologico e sismico, gli indirizzi per la programmazione territoriale di comuni e province e gli obiettivi prioritari di interesse regionale.

Adottato il 30 luglio 2009 con DGR n. 874, quale principale strumento di pianificazione regionale, è stato approvato, con DCR n. VIII/951 del 19 gennaio 2010.

L'area in oggetto si inserisce nell'Ambito geografico delle Valli Bergamasche, appartiene all'Unità tipologica Fascia Prealpina e, più precisamente, al paesaggio della montagna e delle dorsali.

Analizzando quanto riportato nelle diverse tavole, vengono riconosciuti in cartografia, nelle vicinanze dell'area di progetto, la strada panoramica SP ex SS 671, la porzione da Bratto a Dezzo di Scalve; il Geosito sezione - tipo Calcare di Camorelli. Una parte dell'area oggetto di studio è confinante con la ZPS Val di Scalve, dalla Tavola D Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale l'area ricade nell'Ambito di elevata naturalità (art. 17), tuttavia la elevata scala della tavola non permette una accurata valutazione dei limiti esatti dell'Ambito.

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Figura 11 - Stralcio della Tavola A Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio del PTR della Regione Lombardia, localizzata in blu l'area di studio.

Figura 12 - Stralcio della Tavola D Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale del PTR della Regione Lombardia, in blu è localizzata indicativamente l'area di studio.

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6.2 PTCP - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Il PTCP, approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n.40 del 22.04.2004, è uno strumento urbanistico a scala provinciale che definisce gli obiettivi di sviluppo sostenibile del territorio, indirizza la programmazione socio-economica provinciale ed ha valore di piano paesaggistico ambientale.

Esso si propone quindi come piano strategico ad ampia scala avendo come ambito progettuale l’intero territorio provinciale, rapportandosi con il più vasto territorio lombardo.

Il PTCP si pone come obiettivo fondamentale la compatibilità tra i sistemi ambientale, naturale e antropico, da raggiungere mediante la salvaguardia e la valorizzazione di tutte le componenti ambientali che devono essere tutelate in armonia con le necessarie trasformazioni del territorio.

Gli stralci delle tavole del PTCP sono visibili all'interno dell'Elaborato UR_DIS01 P.T.C.P. - Provincia di Bergamo.

Vengono ora esaminate brevemente le tavole costituenti il PTCP con l'obiettivo di descrivere eventuali criticità all'interno dell'area oggetto di studio.

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6.2.1 E1 Suolo e Acque - Elementi di pericolosità e di criticità: compatibilità con gli interventi di trasformazione del territorio

Figura 13 - Stralcio dell'Elaborato UR_DIS01, in rosso è indicata la tavola del PTCP analizzata.

Nell'area oggetto di studio sono presenti:

Aree che non consentono trasformazioni territoriali a causa di gravi situazioni dovute alla presenza di ambiti a forte rischio

idrogeologico (frana/esondazioni) (art. 43). Aree prevalentemente inedificate nelle quali la compatibilità degli interventi di trasformazione territoriale è condizionata ad approfondimenti e studi di dettaglio di carattere idrogeologico ed idraulico che accertino la propensione dell'area

all'intervento proposto; ambiti urbani che per particolari condizioni geomorfologiche o idrogeologiche richiedono verifica delle condizioni al contorno e specifica attenzione negli

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interventi di modificazione edilizia e di nuova costruzione (art. 43). Aree nelle quali gli interventi di trasformazione territoriale sono ammissibili previ approfondimenti finalizzati alla miglior definizione delle condizioni al contorno e delle caratteristiche geotecniche dei terreni (art. 43). Aree di possibile fragilità nelle quali gli interventi sono ammessi solo previe verifiche di tipo geotecnico (art 43). Aree ad elevata vulnerabilità per le risorse idriche sotterranee (art 37).

Mentre per il Demanio sciabile saranno necessari approfonditi rilievi geologici ed indagini geotecniche, per riconoscere nel dettaglio le aree che possono essere destinate alla realizzazione degli impianti sia invernali che estivi, nell’ambito propriamente di interesse più prossimo al rifugio, sono presenti senza dubbio meno situazioni di criticità dal punto di vista geologico anche se in rapporto alle opere da eseguire saranno necessari approfondimenti di carattere geologico. .

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6.2.2 E2.1 Paesaggio e Ambiente: ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio

Figura 14 - Stralcio dell'Elaborato UR_DIS01, in rosso è indicata la tavola del PTCP analizzata.

L'area di studio è inserita all'interno dell'unità tipologica di paesaggio (art 49) fascia prealpina. Nello specifico sono presenti paesaggi della montagna e delle dorsali prealpine, paesaggi delle valli prealpine (sezioni intermedie).

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6.2.3 E2.2 Paesaggio e Ambiente: tutela, riqualificazione e valorizzazione ambientale del territorio

Figura 15 - Stralcio dell'Elaborato UR_DIS01, in rosso è indicata la tavola del PTCP analizzata.

Nell'area oggetto di studio sono presenti:

Sistema delle aree culminali (art. 55).

Pascoli d'alta quota (art. 56).

Versanti boscati (art. 57).

Aree di elevata naturalità di cui all'art. 17 del P.T.P.R. (art. 53).

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6.2.4 E3 Infrastrutture per la Mobilità: Quadro integrato delle reti e dei sistemi

Figura 16 - Stralcio dell'Elaborato UR_DIS01, in rosso è indicata la tavola del PTCP analizzata.

Nell'area di studio e nelle immediate vicinanza sono presenti: Per quanto riguarda la rete locale (Categoria F) è presente una strada locale (corrispondente al limite nord) e una strada (via Monte Pora) che collega la frazione Dorga agli impianti sciistici del Monte Pora. Sono presenti anche una strada locale di previsione che collega gli impianti del Monte Pora al rifugio Magnolini (attualmente è presente una strada sterrata) e una funivia di previsione che collega il paese di Costa Volpino con il rifugio Magnolini.

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6.2.5 E4 Organizzazione del Territorio e Sistemi Insediativi: Quadro strutturale

Figura 17 - Stralcio dell'Elaborato UR_DIS01, in rosso è indicata la tavola del PTCP analizzata.

Nell'area sono presenti versanti boscati (art. 57), aree montane di alta quota (art. 55,56), aree con paesaggio montano antropizzato con sparsi insediamenti (art. 58).

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6.2.6 E5.3 Allegati: Elementi e ambiti oggetto di tutela ai sensi del D.LGS 490/99

Figura 18 - dell'Elaborato UR_DIS01, in rosso è indicata la tavola del PTCP analizzata.

Valutando il D. Lgs 490/99, nello specifico dell'articolo 145 all'interno dell'area di studio sono presenti: piccoli tratti terminali del reticolo idrico minore (lett. b,c); aree superiori a 1600 m (lett. d); boschi e foreste (lett. g). Limitatamente alle aree in cui si concentrano i principali interventi (Pista di fondo, Laghetti, ecc.) non sono presenti né alvei di corsi d’acqua , né boschi e foreste, in quanto si collocano sulla sommità di energie del rilievo arrotondate e caratterizzate dalla presenza di prati pascoli.

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6.2.7 E5.4 Allegati: Ambiti ed elementi di rilevanza paesistica

Figura 19 - dell'Elaborato UR_DIS01, in rosso è indicata la tavola del PTCP analizzata.

Nell'area di studio sono presenti i seguenti paesaggi della naturalità:

Aree di alta quota rupestri e piani vegetali culminali. Pascoli d'alta quota posti sopra i limiti della vegetazione arborea e pascoli montani. Versanti boscati del piano montano con praterie e cespuglieti, anche con forti affioramenti litoidi.

Altri corsi d'acqua secondari, canali artificiali. Principali punti panoramici, emergenze

percettive di particolare significato paesistico.

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6.2.8 E5.5 Allegati: Rete ecologica provinciale a valenza paesistico - ambientale

Figura 20 - dell'Elaborato UR_DIS01, in rosso è indicata la tavola del PTCP analizzata.

Nell'area di studio rientra completamente nell’area “rete ecologica a valenza paesaggistica”.

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6.2.9 E5.6 Allegati: Centri e nuclei storici - elementi storico architettonici

Figura 21 - dell'Elaborato UR_DIS01, in rosso è indicata la tavola del PTCP analizzata.

All'interno dell'area di studio sono presenti: x 1 rifugio x 12 nuclei rurali a carattere permanente, malghe, cascine

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6.3 PGT - Piano di Governo del Territorio (L. 12/2005), PAI, Carta di fattibilità

Per valutare il grado di rischio geologico presente sull’area di studio sono state analizzate le carte del dissesto PAI, le carte di fattibilità e le carte dei vincoli contenute nei PGT dei comuni interessati.

6.3.1 Carta del dissesto con legenda uniformata PAI

Per le aree interessate dall'ampliamento del demanio sciabile si osserva una distribuzione di aree a vario tipo di rischio tipica dell’alta valle montana, dovuta ai processi esogeni che la natura e il clima generano. (frane, valanghe, fenomeni alluvionali). Nella stesura del Rapporto Ambientale questi fenomeni andranno puntualmente cartografati e "incrociati" con le scelte progettuali proposte. Gli ambiti in cui sono presenti la maggior parte delle iniziative dell’Accordo di Programma, sono invece , dal punto di vista geologico, meno problematiche.

6.3.2 Carta della fattibilità

Per le aree interessate dall'ampliamento del demanio sciabile si osserva una distribuzione di aree a varia fattibilità, situazione tipica del contesto oggetto di analisi (aree montane). Durante la stesura del Rapporto Ambientale queste aree devono essere cartografate e "incrociate" con le scelte progettuali previste. Nell'area in cui sono localizzate le altre opere previste dal Piano, si è osservata una discrepanza tra la porzione ricadente nel Comune di Castione della Presolana rispetto alla porzione del Comune di Rogno, questa discrepanza è dovuta alla differente valutazione eseguita dai professionisti che hanno realizzato la componente

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geologica dei PGT. All'interno del Rapporto Ambientale è necessaria una valutazione dell'area in relazione alle caratteristiche progettuali previste.

6.3.3 Carta dei Vincoli

Per l'area interessata all'ampliamento del demanio sciabile si osserva una distribuzione di aree a vario tipo di rischio (frane, valanghe, fenomeni alluvionali, ), si è verificata la presenza di zone di tutela assoluta, zone di salvaguardia delle sorgenti; inoltre sono stati individuati geositi di interesse geologico - paleontologico. La carta dei vincoli contiene inoltre le fasce di rispetto del reticolo idrico principale e minore.

In fase di Rapporto Ambientale è necessario considerare queste zone e valutare le proposte progettuali presentate.

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6.4 Vincolo Idrogeologico

Dalla carta del vincolo idrogeologico, l'intera area oggetto di studio ricade all'interno del vincolo idrogeologico definito dal R.D. 3267/23 pertanto nell’approvazione dei singoli progetti bisognerà tenere conto del suddetto vincolo. Viene ora rappresentato lo stralcio della carta del vincolo idrogeologico rappresentante l'area oggetto del nostro studio.

Figura 22 - Stralcio della carta del vincolo idrogeologico, in blu è evidenziata indicativamente l'area oggetto di studio (fonte Siter, Provincia di Bergamo).

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6.5 SIRVAL

Il Sistema Informativo Regionale Valanghe fornisce un quadro di massima sull’esposizione al pericolo delle valanghe del territorio montano della Regione Lombardia. Costituisce uno strumento valido di programmazione di indagini e interventi a livello regionale e può essere utilizzato dagli organi istituzionali e dai tecnici del settore per avere una rappresentazione anche se preliminare, del fenomeno delle valanghe. Esso rappresenta un documento valido in quanto descrive i fatti oggettivi noti ad un determinato istante (data di rilevamento), tratti da osservazioni dirette, dati storici e testimonianze orali, ma non può essere utilizzato per fare previsioni sulle variazioni future dei limiti dei siti valanghivi attualmente noti, dal momento che non è possibile prevedere l’andamento di eventuali fenomeni eccezionali.

All'interno della nostra area del potenziale futuro demanio sciabile , sono presenti alcune aree valanghive, di cui si dovrà necessariamente tenere conto nella fase di progettazione e trasformazione dell’area stessa. Mentre ad una prima osservazione tutte le aree oggetto degli interventi più specifici sono esenti da tali vincoli.

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6.6 Siti rete Natura 2000 (Sic e Zps)

Tutte le aree interessate dal presente piano ricadono esternamente ai confini di istituti di tutela facenti parte del sistema di conservazione Natura2000, definito a livello comunitario in seno alle Direttive 92/43/CEE "Habitat" e 2009/147/CE "Uccelli".

Il sito Natura 2000 più prossimo all’area di intervento è la Zona di Protezione Speciale ZPS “Val di Scalve” IT2060304, avente come soggetto gestore l’Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste ERSAF.

Nella sua porzione più settentrionale il piano di intervento lambisce i confini del Sito di Importanza Comunitaria SIC “Val Sedornia - Val Zurio - Pizzo della Presolana”, codice IT2060005 e la Zona di Protezione Speciale ZPS “Parco Regionale Orobie Bergamasche", codice IT2060401, entrambi gestiti dal Parco Regionale delle Orobie Bergamasche.

In relazione a questo sistema comunitario di tutela ambientale si sottolinea come le Direttive CEE prevedano la necessità di sottoporre a Valutazione di Incidenza qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nei siti Natura 2000 (habitat e/o specie animali e vegetali), sia che questi piani o progetti ricadano direttamente all'interno dei confini di SIC e ZPS, sia che si sviluppino esternamente ai confini di detti istituti.

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6.7 RER - Rete Ecologica Regionale

L’intero territorio di progetto ricade entro Elementi primari e secondari del quadro di aree facenti capo al sistema Rete Ecologica Regionale (RER), riconosciuto come infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale.

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6.8 Piano Faunistico venatorio

Il Piano Faunistico Venatorio, approvato con D.C.P. numero 79 il 10 luglio 2013, è lo strumento programmatico per una efficace e corretta politica di tutela e conservazione della fauna selvatica, unitamente e coerentemente correlata ad un esercizio venatorio ecologicamente sostenibile. La priorità della conservazione del patrimonio faunistico provinciale deve potere coesistere con l'attività venatoria come pure con le restanti attività antropiche, segnatamente quelle produttive presenti sul territorio connesse con lo sviluppo economico e sociale. Il piano costituisce la base programmatica che definisce la destinazione d'uso del territorio a fini faunistici al quale dovranno fare riferimento gli istituti gestionali di caccia previsti dalla normativa.

All'interno dell'area di indagine la porzione adiacente al Passo della Presolana cade all'interno della zona A di maggior tutela, dove è ubicato il Valico Montano Presolana. La porzione centro - occidentale dell'area di studio, all'interno del comune di Songavazzo, confina con l'Oasi di Protezione Val Tede. In fase progettuale è importante tenere conto delle indicazioni recepite dalla cartografia del Piano faunistico venatorio.

Si terrà ampliamente conto di tale situazione nelle relazioni specialistiche che accompagnano il presente documento.

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6.9 Localizzazione nel quadro delle Aree Protette regionali

Il sito di progetto si colloca esternamente a istituti di tutela a Parco regionale, lambendo nella parte settentrionale il confine del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche.

Il settore sud - orientale dell’ambito di intervento ricade invece entro i confini del Parco Locale di Interesse Sovracomunale PLIS dell'Alto Sebino, ed al limitare del confine del PLIS del Monte Varro.

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6.10 Piano di Indirizzo Forestale

Il PIF preso in considerazione è quello che riguarda l'Alto Sebino, adottato dall'assemblea con deliberazione n. 6 del 27/01/2014, nel piano sono considerate le porzioni della nostra area di studio comprese all'interno dei comuni di Costa Volpino e Rogno. Per quanto riguarda il PIF dei comuni di Castione della Presolana, Cerete, Fino del monte, Onore, Songavazzo, Rovetta non è stato preso in considerazione in quanto il Piano è in fase di approvazione.

Dalla tavola 1 Carta degli usi del suolo si osserva che l'area investigata è costituito da prati, pascoli, boschi e vegetazione naturale.

Figura 23 - Stralcio della Tavola 1 Carta degli usi del suolo, in blu è rappresentata l'indicativa porzione dell'area oggetto di studio compresa nel Piano di Indirizzo Forestale dell'Alto Sebino.

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Dalla tavola 2 Carta delle tipologie forestali le unità forestali presenti nell'area sono: Pecceta secondaria montana, Pecceta secondaria montana variante Altimontana, Orno - Ostrieto e Castagneti. Dalla tavola 3 Carta delle categorie forestali l'area oggetto del nostro studio è caratterizzata dalla presenza di Pecceti, Orno - Ostrieti e Castagneti.

Dalla tavola 6 Carta dei piani di assestamento esistenti si osserva che parte dell'area di studio ricade nel Piano di Assestamento di Costa Volpino (validità del piano dal 2006 al 2015).

Dalla tavola 7A Carta dell'attitudine protettiva le aree comprese all'interno della nostra analisi vanno da attitudine di livello 0 a livello 3.

Figura 24 - Stralcio della tavola 7A Carta dell'attitudine protettiva, in giallo è rappresentata l'indicativa porzione dell'area oggetto di studio compresa nel Piano di Indirizzo Forestale dell'Alto Sebino.

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Dalla tavola 7B Carta dell'attitudine naturalistica le aree interne al nostro studio vanno hanno come range da 0 a 2.

Figura 25 - Stralcio della tavola 7B Carta dell'attitudine naturalistica, in giallo è rappresentata l'indicativa porzione dell'area oggetto di studio compresa nel Piano di Indirizzo Forestale dell'Alto Sebino.

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Dalla tavola 7C Carta dell'attitudine produttiva le aree all'interno della nostra indagine ha valori che vanno da attitudine 0 ad attitudine 4.

Figura 26 - Stralcio della tavola 7C Carta dell'attitudine produttiva, in giallo è rappresentata l'indicativa porzione dell'area oggetto di studio compresa nel Piano di Indirizzo Forestale dell'Alto Sebino.

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Dalla tavola 7D Carta dell'attitudine paesaggistica all'interno dell'area di studio le attitudini paesaggistiche vanno da valori nulli ad attitudine di livello 4.

Figura 27 - Stralcio della tavola 7D Carta dell'attitudine paesaggistica, in giallo è rappresentata l'indicativa porzione dell'area oggetto di studio compresa nel Piano di Indirizzo Forestale dell'Alto Sebino.

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Dalla carta 7E Carta dell'attitudine turistico - ricreativo e didattica le aree interessate all'interno dell'area di studio hanno attitudine di livello 1.

Figura 28 Stralcio della tavola 7E Carta dell'attitudine turistico - ricreativo e didattica, in rosso è rappresentata l'indicativa porzione dell'area oggetto di studio compresa nel Piano di Indirizzo Forestale dell'Alto Sebino.

Dalla tavola 8 Carta dei dissesti e delle infrastrutture si osserva che all'interno dell'area di studio sono presenti:

Viabilità AgroSilvo Pastorale

I - Autocarri II - Trattori con rimorchio III - Trattori di piccole dimensioni IV - Piccoli automezzi

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Dissesti

Aree soggette a crolli e sprofondamenti

Aree franose

Figura 29 - Stralcio della tavola 8 Carta dei dissesti e delle infrastrutture, in azzurro è rappresentata l'indicativa porzione dell'area oggetto di studio compresa nel Piano di Indirizzo Forestale dell'Alto Sebino.

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Dalla tavola 10 Carta delle destinazioni selvicolturali l'area oggetto di studio si divide tra zone a destinazione multifunzionale e zone a destinazione protettiva come visibile nella seguente figura:

Figura 30 - Stralcio della tavola 10 Carta delle destinazioni selvicolturali, in azzurro è rappresentata l'indicativa porzione dell'area oggetto di studio compresa nel Piano di Indirizzo Forestale dell'Alto Sebino.

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Dalla tavola 11 Carta delle destinazioni selvicolturali l'area oggetto di studio si divide tra zone a destinazione multifunzionale e zone a destinazione protettiva come visibile nella seguente figura:

Figura 31 - Stralcio della tavola 11 Carta delle trasformazioni, in giallo è rappresentata l'indicativa porzione dell'area oggetto di studio compresa nel Piano di Indirizzo Forestale dell'Alto Sebino.

Dalla tavola 12A Carta delle azioni a sostegno delle attività selvicolturali, pastorali e della filiera bosco legno all'interno dell'area di studio sono presenti zone dove è prevista la valorizzazione dei pascoli, zone di recupero dei castagneti ed zone dove effettuare la valorizzazione della viabilità agrosilvo pastorale.

Dalla tavola 12B Carta delle azioni per la difesa del suolo e la tutela delle risorse idriche, si osserva, nelle fasce di rispetto del reticolo minore all'interno dell'area di studio, la manutenzione delle aree boscate; sono presenti anche piccole aree dove deve essere valorizzata la capacità protettiva delle aree boscate a destinazione selvicolturale protettiva.

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Dalla tavola 12D Carta delle azioni per il recupero del paesaggio e della cultura rurale nell'area oggetto di studio sono presenti zone dove è previsto il recupero di ex aree prative o pascolive, zone dove si deve mantenere e valorizzare i prati pascoli.

Dalla tavola 12E Carta delle azioni per la fruizione e l'escursionismo nelle aree boscate si osserva nell'area oggetto di studio la presenza della rete sentieristica secondaria.

La porzione dell'area di studio contenuta nel PIF dell'Alto Sebino riguarda per la quasi totalità zone interessate dalle modifiche del demanio sciabile; la porzione del Pian de la Palù ricadente nel Comune di Rogno è la parte più meridionale interessata dalle opere in progetto (pista da fondo, bike park, laghetti, ecc.)

Si rileva come negli ambiti del Piano Strategico, ad esclusione del su menzionato Dominio sciabile, tutti gli interventi si collocano esternamente agli ambiti boscati, che verranno come presi come riferimento per gli interventi compensativi e per gli aspetti ecologici e ambientali complessivi.

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6.11 PTUA

Il Programma di Tutela e Uso delle Acque è stato adottato con Deliberazione n. 1083 del 16 novembre 2005 e s.m.i., è lo strumento utilizzato per la pianificazione della tutela qualitativa e quantitativa delle acque.

Dalla Tavola 7 Individuazione della aree sensibili ai sensi della Direttiva 91/271/CEE l'area di studio ricade all'interno del bacino drenante sensibile del lago Iseo. Dalla Tavola 8 Individuazione delle zone vulnerabili ai sensi della Direttiva 91/676/CEE l'area analizzata non è interessata da zone vulnerabili ai sensi della direttiva 91/676/CEE.

Nell’ambito del contesto analizzato non sono state individuati ambiti ad elevata vulnerabilità della falda, anche se si terrà comunque conto, nel Rapporto Ambientale, del diffuso fenomeno carsico presente.

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6.12 Note esplicative sul quadro di riferimento pianificatorio e programmatico

Il quadro programmatico esaminato, evidenzia certamente delle criticità a livello di individuazione del demanio sciabile, anche perché si tratta di un’area piuttosto vasta. Tali criticità potranno essere superate nella scelta del posizionamento degli interventi di supporto allo sviluppo turistico sportivo dell’area , assumendo tutte le conoscenze e precauzioni del caso e cercando di mantenere il più inalterato possibile il quadro di riferimento ambientale e paesaggistico.

Per quanto attiene invece agli interventi da sviluppare nelle aree già infrastrutturate (Laghetti, Campo da golf, Pista di fondo ecc.), il quadro di riferimento normativo presenta situazioni decisamente più chiare e favorevoli, senza sottovalutare la necessità di realizzare le opere in perfetta sintonia con i caratteri geologici, idrogeologici ed idrologici locali e garantendo il mantenimento delle valenze naturalistiche e paesaggistiche. Tali obiettivi saranno raggiunti nel Rapporto Ambientale.

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7 CRITICITÀ E POTENZIALITÀ DEL CONTESTO AMBIENTALE

7.1 Analisi degli aspetti ambientali

In allegato al piano strategico territoriale del Monte Pora e del Passo della Presolana, si è operata una analisi puntuale della caratterizzazione delle componenti ambientali e fisico - naturali dell'ambito territoriale interessato dal piano.

In questo documento di scoping si vuole: ƒ rappresentare una prima gerarchia dei problemi ambientali rilevanti ai fini di sviluppare eventuali ulteriori analisi ƒ riconoscere le caratteristiche delle diverse componenti ambientali che possono offrire potenzialità di migliore utilizzo e valorizzazione, utile a fornire spunti ed elementi di valutazione nell'orientamento delle strategie generali di piano ƒ verificare l'esistenza e la disponibilità delle informazioni necessarie ad affrontare i problemi rilevanti, mettendo in luce le eventuali carenze informative.

Le componenti ambientali trattate nel documento vengono qui elencate e nei paragrafi successivi analizzate:

 Geologia, geomorfologia  Idrologia e idrogeologia  Climatologia  Flora  Fauna e biodiversità

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 Paesaggio e beni culturali  Agronomia  Aria  Rumore  Rifiuti  Energia  Mobilità e trasporti

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7.1.1 Inquadramento geologico e geomorfologico

L'ambito per cui si richiede l'istituzione del demanio sciabile che va dalla zona del Passo della Presolana fino alla porzione orientale di Songavazzo e alla porzione nord del territorio di Costa Volpino, all'interno della quale sono affioranti per la grande maggioranza litotipi carbonatici della serie Triassica, minore è l'area dove affiorano litotipi quaternari (il Complesso di Bratto e il Complesso di Castione, datati Pleistocene Inferiore - Medio) nella porzione nord dell'area di studio, per la precisione nei pressi dell'area del Passo della Presolana.

Le morfologie visibili nell'area sono spesso dovute a processi legati al concorso ed alla sovrapposizione di diversi agenti morfologici la cui attività è determinata sia da fattori geologici, relativi alle condizioni litologiche e strutturali dei materiali coinvolti, sia da fattori climatici che possono accentuare di volta in volta l'importanza relativa di ciascun agente. I processi morfogenetici più significativi che hanno determinato il modellamento del paesaggio di questo comparto territoriale sono essenzialmente legati alla dinamica di versante, carsica, glaciale e fluvioglaciale. La dinamica di versante è la responsabile del modellamento generale del paesaggio, nonché dei dissesti che costellano i pendii. Il carsismo si è sviluppato a fasi alterne, sviluppandosi sia nel substrato a prevalenza calcarea sia nei depositi quaternari, all'interno dei quali la componente carbonatica è prevalente. I processi glaciali, fluvioglaciali ed alluvionali antichi si sono succeduti in questo comparto territoriale secondo numerose e complicate fasi, dando luogo di volta in volta ad erosioni e sedimentazioni. Il versante bergamasco del Monte Pora, l'area di Pian del Termen e il Pian della Palù sono caratterizzati da pendenze lievi, con la presenza da ampie aree pianeggiante dove si è osservata la presenza di evidenze carsiche. L'area del Monte Lantana, del Monte Scanapà sono presenti creste più marcate, si è quindi in presenza di pendenze più marcate.

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Vengono ora descritte brevemente le litologie affioranti nell'area in analisi: Calcare di Angolo (14): Inferiormente calcari grigio scuri in strati decimetrici e banchi, superiormente dolomie peritidali. Nei settori occidentali sono intercalati sottili orizzonti di arenarie fini quarzoso feldspatiche e siltiti micacee. Anisico Inferiore - Medio (?). Calcare di Prezzo (16): Calcari micritici, marnosi da grigio scuri a nerastri, con ammoniti e lamellibranchi pelagici, alternati a marne bruno - nerastre. Anisico Superiore. Formazione di Buchenstein (17): Calcari grigio nerastri micritici con radiolari, localmente calcareniti e tufiti intercalate, con liste e noduli di selce nera. Anisico Superiore - Ladinico Inferiore. Calcare di Esino (21): Calcari , calcari dolomitici e localmente dolomie di colore grigio o nocciola chiaro. Le facies di piattaforma marginale biocostruita sono massive, le facies subtidali e peritidali sono stratificate in grossi banchi con gasteropodi, alghe dasycladacee e stromatoliti. Anisico Superiore - Ladinico. Formazione di Breno (23): Calcari e calcari dolomitici peritidali in strati e banchi di colore grigio chiaro o nocciola. Locali orizzonti a tepee, livelletti tufitici e tasche mineralizzate a solfuri di Pb, Zn e fluorite e barite. Carnico Inferiore - Medio. Calcare Metallifero Bergamasco (24): Calcari ben stratificati grigio scuri, con stromatoliti, fenestrae, calcareniti oolitiche, superiormente liste di selce nera. Locali tasche con mineralizzazioni a solfuri di Pb, Zn e fluorite. Carnico Inferiore. Arenaria di Val Sabbia (25): Litareniti vulcano - clastiche e siltiti da grigio verdi a rossastre, a stratificazione da planare a lenticolare; sono diffuse concrezioni e solfuri di ferro diagenetici. Carnico Inferiore. Formazione di (26): Calcari, calcari marnosi e marne grigio scure con strati di spessore da decimetrico a metrico; lamellibranchi diffusi. Carnico Inferiore. Formazione di (27): Litareniti medio fini, siltiti marnoso dolomitiche e argilliti, grigio verdi, raramente rosse. Superiormente calcari dolomitici,

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dolomie ocracee, calcari marnosi e rare calcareniti, bioclastiche con intercalazioni di marne e argilliti grigie e verdi. Carnico Superiore. Formazione di Castro (28): Brecce carbonatiche intraformazionali a clasti centimetrici calcarei e calcareo dolomitici. Localmente contengono facies pedogenizzate con cementi calcarei a matrice calcareo marnosa giallastra e rossiccia. Si presentano frequentemente tettonizzate. Carnico Superiore. Complesso di Bratto (99): Conglomerati costituiti da depositi di versante, alluvionali e di conoide. Depositi lacustri. Cementazione buona. Superficie limite superiore: profilo di alterazione raramente osservabile ad organi geologici e morfologie solo parzialmente conservate. Comprensivo di: Unità di Lantana, Unità di Ombregno, Unità del Seminario di . Pleistocene Inferiore. Complesso di Castione (100): Conglomerati costituiti da depositi di versante, alluvionali e di conoide. Depositi lacustri. Clasti di provenienza locale; cementazione variabile. Superficie limite superiore : morfologie conservate, coperture policicliche di loess pedogenizzato. Comprensivo di: Unità di Fino del Monte, Unità di Valeggia, Unità di Cerete Alto, Unità di Rusio. Pleistocene Inferiore - Medio. Unità della valle di Tede (114): Depositi alluvionali e di versante. Clasti carbonatici di provenienza locale. Superficie limite superiore: morfologie ben conservate, talora in erosione, alterazione nulla. Pleistocene Superiore. Unità Post - Glaciale (119): Depositi di versante (119a).

Nella seguente immagine è rappresentato lo stralcio della Carta Geologica della Provincia di Bergamo indicante l'area interessata dalle modifiche al demanio sciabile:

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Figura 32 - Stralcio della Carta Geologica della Provincia di Bergamo, in azzurro è ubicata a livello indicativo l'area interessata a modifiche del demanio sciabile.

L'area dove devono essere eseguite le opere descritte nel capitolo 4 (all'interno dei paragrafi da 4.1 a 4.6) è caratterizzata esclusivamente da litologie carbonatiche del Triassico, ovvero l'Arenaria di Val Sabbia (25), la Formazione di Gorno (26) e la Formazione di San Giovanni Bianco (27); Nella quasi totalità dell'area di studio questi litotipi non sono affioranti, ma sono coperti da depositi eluviali. All'interno dell'area sono presenti due lineamenti tettonici subparalleli aventi

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andamento Nord Ovest - Sud Est.

Figura 33 - Stralcio della Carta Geologica della Provincia di Bergamo, indicata in blu l'area indicativa dove verranno realizzate le opere.

Dall'allegato 4 Sezioni Geologiche e Stratigrafiche del P.G.T. del comune di Castione della Presolana (a cura dello Studio EcoGeo, 2002) la sezione stratigrafica 13 sita ad est della località Malga Alta di Sopra evidenzia 7 m di depositi eluviali sopra il substrato roccioso. Viene rappresentato nella seguente immagine lo stralcio della Carta delle Sezioni Geologiche e Stratigrafiche:

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Figura 34 - Stralcio dell'Allegato 4 Carta delle sezioni geologiche e stratigrafiche del P.G.T. del Comune di Castione della Presolana (a cura dello studio EcoGeo, 2002).

La morfologia tipica dell'area è quella di versanti con lievi pendenze e ampie aree subpianeggianti (Pian del Termen, Piano de la Palù). Sono presenti all'interno della area in indagine evidenze carsiche (cavità carsiche, vuoti sotterranei).

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Tutti gli aspetti geologici fin qui illustrati saranno approfonditi durante la fase di stesura del Rapporto Ambientale.

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7.1.2 Inquadramento idrografico e idrogeologico

Nella regione analizzata i corsi d'acqua nelle vicinanze sono il torrente Gera e il Torrente Supine.

Le sorgenti del torrente Gera sono ubicate sulle pendici del Monte Pora, scorre in direzione sud - ovest attraverso gli abitati di Castione della Presolana, Onore e San Lorenzo di Rovetta, cambia direzione verso sud - est immettendosi nella valle Borlezza, passando gli abitati di Cerete, , fino ad immettersi nel Lago d'Iseo presso Castro. La particolarità del Torrente è la variazione della denominazione tra la sorgente e la sua immissione nel lago d’Iseo. Nel primo tratto, compreso tra la sorgente e la confluenza con la Valle Righenzolo, si chiama Gera; in posizione mediana fino alla confluenza con il torrente Trebes viene denominato Valleggia e nell’ultimo tratto è indicato come Borlezza.

Il Torrente Supine scorre completamente sul territorio di Costa Volpino. Caratterizzato da una certa stagionalità, il torrente trae origine dai rilievi del Monte Alto – Monte Pora a circa 1420 m s.l.m. di quota e sfocia nell’Oglio all’altezza del centro storico di Costa Volpino dopo aver formato un ampio conoide. La lunghezza complessiva del torrente è pari a circa 7 km.

Le risorse idriche potenzialmente interessabili dalle opere progettate (realizzazione di: bacini di raccolta delle acque, campi da golf, piste per bici, impianto di risalita, nuova pista da sci di fondo, nuovi percorsi agrosilvo - pastorali) sono state sintetizzate in questo modo: per quanto riguarda il comune di Songavazzo dalla Relazione Illustrativa del P.G.T. realizzato nel 2012 dallo Studio ATOSH di a cura del Dott. Geol. Mariantonia Ferracin si è osservata la presenza di 7 sorgenti di cui 2 ad uso idropotabile all'interno del territorio comunale. Nessuna delle sorgenti utilizzate dal sistema acquedottistico comunale (sorgente Moia e

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Trebes) ricade nelle vicinanze dell'area in indagine. Nel comune di Rogno sono presenti 3 sorgenti ad uso idropotabile e 1 pozzo ad uso idropotabile, queste informazioni sono state raccolte dalla Relazione Illustrativa del P.G.T. del comune di Rogno, redatta nel febbraio 2008 dallo Studio Geo.Te.C. di Darfo Boario Terme a cura del Dott. Geol. Fabio Alberti. Le sorgenti Acque Fredde, di Mezzo e Merse sono ubicate nelle vicinanze dell'area di studio, la portata delle tre sorgenti è di 6,5 l/s ed è necessario un approfondimento e una valutazione in fase di Rapporto Ambientale sulle potenziali interferenze fra la creazione dei laghetti di innevamento ed il bacino idrogeologico di alimentazione delle sorgenti. Nel comune di Costa Volpino sono presenti 12 sorgenti e 1 pozzo ad uso idropotabile, informazioni reperite dalla Relazione Tecnica del P.G.T. del comune di Costa Volpino, realizzata nel 2008 dallo Studio G.E.A. di a cura del Dott. Geol. Sergio Ghilardi. Le sorgenti indicate all'interno dell'Allegato Captazioni presente nell'adeguamento della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, realizzato nel giugno 2008 dallo Studio G.E.A., a cura del Dott. Geol. Sergio Ghilardi) non sono ubicate all'interno o nelle immediate vicinanze dell'area in indagine. Nel Comune di Castione della Presolana sono presenti 22 sorgenti ad uso idropotabile, dato reperito dalla Carta Idrogeologica redatta nel settembre 2002 dallo Studio EcoGeo di Bergamo a cura del Dott. Geol. Diego Marsetti. Le sorgenti Pora 1, Pora 2, Fontanino Freddo e Sola, ubicate a nord - ovest rispetto alla località Malga Alta di Sopra, sono poste all'interno dell'area di studio o nelle immediate vicinanze.

Per quanto riguarda la permeabilità dei suoli, nell'area indagata all'interno del comune di Castione della Presolana la Carta Idrogeologica del P.G.T. (Studio EcoGeo, 2002) evidenzia terreni con permeabilità da buona a media (10-2 cm / s < K < 10-4 cm / s), rocce con permeabilità da media a scarsa (10-4 cm / s < K < 10-6 cm / s), rocce impermeabili (K < 10-6 cm / s). Nel comune di Rogno la Carta Idrogeologica e del Sistema Idrografico (Geo.Te.C.,

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2006) mostra nell'area sotto indagine terreni aventi permeabilità scarsa (10-5 cm / s < K < 10-8 cm / s), rocce con permeabilità scarsa (10-6 cm / s < K < 10-7 cm / s), rocce praticamente impermeabili (K < 10-7 cm / s). Nel comune di Songavazzo la Carta dei Lineamenti Idrogeologici e Idrografici (Dott. Geol. Mariantonia Ferracin, 2012) l'area sotto indagine è costituita da terreni e rocce con permeabilità ridotta e terreni e rocce con permeabilità medio - ridotta.

Gli aspetti inerenti la correlazione fra le aree di intervento, interessati dalla presenza di diffuso carsismo e la posizione delle sorgenti alimentanti la rete acquedottistica dei centri abitati verranno ampiamente analizzate in fase di redazione del Rapporto Ambientale.

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7.1.3 Aspetti climatologici

Si parla in continuazione di cambiamenti climatici a livello planetario spesso con scenari apocalittici. Scopo della ricerca effettuata è quello di verificare la situazione locale in quanto presenta grande rilevanza ai fini della fattibilità (soprattutto per la stima dei giorni di innevamento superficiale e quindi “utili”). I dati relativi all’area in studio non hanno permesso una ricostruzione temporale sufficientemente estesa da definire degli andamenti climatici locali. Per tracciare un quadro attendibile si è cercato quindi di estrapolare le informazioni riferite a stazioni con serie temporali abbastanza estese e/o con forti analogie all’area indagata. Tutti i dati reperiti concordano in un aumento delle temperature medie anche per il periodo autunno - inverno - primavera e più precisamente nei mesi di novembre - dicembre - gennaio - febbraio - marzo - aprile. Si registra altresì una tendenza alla diminuzione delle precipitazioni sia a livello annuale ma soprattutto per i mesi invernali. In merito ai cambiamenti climatici, si ritiene opportuno porre all’attenzione alcuni recenti studi che sottolineano la vulnerabilità delle strutture turistiche invernali alle variazioni climatiche (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi 2002; Berrittella, 2006; Organization for Econonomic Co-operation and Development, 2007). Al fine di prevenire l’impatto di tali variazioni sulle attività economiche, numerose località turistiche sin da ora stanno attuando misure di adattamento, quali ad es. diversificazione delle attività turistiche, costruzione di impianti per la produzione artificiale di neve, ricorso ad assicurazioni ed a strumenti finanziari a copertura dei mancati introiti.

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Tabella descrittiva delle potenzialità riguardante la componente geologica, idrogeologica, climatologica:

Potenzialità Problematiche Assenza di criticità geologiche rilevanti. Carenza di risorse idriche

Struttura geologica semplice, copertura terrigena presente, ma limitata.

Pochi o nulli affioramenti rocciosi, buoni caratteri morfologici. Opportunità Possibili minacce Le varietà di forme e paesaggi si presta per Interventi che comportano alterazione diversificate forme di offerta turistica, non irreversibile di vaste aree del territorio. solo invernale. Interventi ad elevato impatto paesistico. La bassa presenza di strutture antropiche ne fa uno dei lembi orobici a forte carattere di Potenziale rottura di equilibri idrogeologici. naturalità Possibile compromissione qualitativa del bacino idrogeologico

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7.1.4 Flora

La morfologia dell’area sommitale del Monte Pora, definita da estesi altopiani e forme arrotondate, ha permesso lo sviluppo di estese aree d’alpeggio. Tali superfici sono in larga parte dominate dai pascoli acidofili a Nardus stricta, una graminacea bassa e formante un cotico molto denso che non si presta allo sfalcio.

Si tratta di ampie superfici adatte al pascolamento bovino che non mostrano particolare abbondanza di flora nitrofila, a testimonianza di un carico di pascolamento mantenutosi entro livelli ben tollerabili dal cotico erboso. Volendo fornire alcuni cenni floristici si ricorda la significativa presenza di Viola calcarata ssp. culminis, mentre fra le essenze a valore pabulare abbondano Festuca gr. ovina, Agrostis tenuis e Phleum alpinum.

Figura 35 - Estesi nardeti alpigeni sulla sommità del Monte Pora (G. Agazzi, luglio 2015).

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In corrispondenza delle aree meno pascolate aumentano le coperture di arbusti nani e il nardeto sfuma verso formazioni aperte a Rhododendron ferrugineum e Picea excelsa, contesti particolarmente importanti per l’avifauna e i mesomammiferi.

Figura 36 - Formazioni arboreo – arbustive aperte sommitali (G. Agazzi, luglio 2015).

La collocazione periferica del Monte Pora, prospiciente al Lago d’Iseo, permette l’insediamento presso le pozze di vegetazioni acquatiche dominate da specie acquatiche tipiche di quote minori e legate agli ambienti lacustri e acquitrinosi.

Presso il Rifugio Magnolini si osservano infatti delle pozze di abbeverata dominate da Sparganium erectum, seguito da Callitriche stagnalis, Alopecurus geniculatus e macrofite acquatiche di ambiente alpino del genere Eleocharis e Juncus. La presenza di Sparganium erectum, i cui frutti sono appetiti dagli Uccelli, testimonia l’importanza e la capacità attrattiva delle zone umide nei riguardi dell’avifauna: tale specie è infatti giunta a queste quote grazie al trasporto da parte dell’avifauna che gravita intorno al bacino del Lago d’Iseo.

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Figura 37 - Estesi popolamenti di Sparganium erectum nei pressi del Rifugio Magnolini (G. Agazzi, luglio 2015).

In altre pozze è stata inoltre osservata l’idrofita acquatica Potamogeton pusillus, anch’essa legata ad ambienti di quote inferiori. Dove le praterie a Nardo sfumano verso le superfici adibite alla pratica dello sci, si osserva una copertura vegetale di natura artificiale, in cui abbondano essenze graminoidi di grossa taglia del genere Phleum, Festuca, Dactylis e Poa, seguite da un semplificato corteggio di specie di ambiente alpino, di taglia assai minore, testimoni dell’originaria copertura vegetale formata dai nardeti alpigeni. Alle quote minori, nelle vallecole poste fra le piste, si estendono ambiti ecotonali che richiamano i cespuglieti aperti sommitali sopra citati; tali fasce di transizione precedono altitudinalmente le estese formazioni ad Abete rosso e i boschi freschi a latifoglie montane degli orizzonti inferiori.

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Nel complesso si possono pertanto individuare le seguenti tipologie vegetazionali, che saranno oggetto di rappresentazione cartografica, analisi floristiche e inquadramento fitosociologico di dettaglio in fase di rapporto ambientale:  nardeti alpigeni;  vegetazioni acquatiche delle pozze e delle zone umide;  prati da inerbimento;  cespuglieti a rododendro ferrugineo;  boschi ad abete rosso;  boschi a latifoglie montane.

7.1.4.1 Habitat seminaturali e biodiversità: il caso dei prati - pascolo montani

È idea comune che il valore di un ambiente naturale sia tanto più elevato quanto più questo sia vergine rispetto alla presenza dell’uomo. Questa considerazione, valida in termini assoluti, non è tuttavia veritiera in ambiti quali la nostra provincia, in cui ormai da millenni la presenza dell’uomo ha profondamente alterato le dinamiche naturali, modificando in maniera sostanziale anche l’evoluzione degli ambienti a maggiore naturalità. In questi contesti assumono un valore strategico gli habitat seminaturali, vale a dire quegli ambienti in cui è proprio la presenza di attività umane a garantire la conservazione di determinate condizioni ecologiche. Nel corso dei secoli, questi ambienti di origine antropica, hanno infatti surrogato la presenza dei corrispettivi biotopi di formazione naturale, vincolando alla loro presenza la conservazione di una ricca biodiversità. È il caso di aree aperte quali prati e pascoli, il cui mantenimento, in origine legato al verificarsi di imponenti fenomeni naturali (come grandi alluvioni, incendi spontanei ecc.) e alla presenza di elevate densità di erbivori selvatici, è stato progressivamente mutuato nel corso della storia dalla pastorizia e dall’agricoltura.

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Infatti, in assenza di gestione, naturale o artificiale, gli habitat prativi dei settori medio montani sono destinati alle nostre latitudini ad una progressiva trasformazione, secondo un processo denominato successione ecologica, che porta alla spontanea evoluzione dell’ecosistema prato - pascolo prima ad arbusteto e poi a bosco.

Figura 38 - Vista panoramica su Pian della Palù, sullo sfondo il Rifugio Magnolini (Mazzoleni A. Luglio 2015).

Agli ambienti di media montagna del complesso del Monte Pora è associata una ricca biodiversità, la cui tutela non può prescindere dalla conservazione del delicato equilibrio tra uomo e natura che ne ha plasmato nei secoli l’identità, costituita da elementi quali prati - pascolo, pozze d’abbeverata del bestiame, piccole torbiere e prati discontinui con presenza di arbusti e formazioni arboree a prevalenza di conifere. Queste realtà, minacciata dall’evoluzione delle attività antropiche tradizionali sui versanti montani, legate all’abbandono della pastorizia estensiva e alla meccanizzazione e industrializzazione dei processi produttivi e gestionali del

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territorio, potrà trovare un rinnovato sostegno entro il piano di rilancio del Monte Pora, cui spetterà il delicato compito di riconoscere le valenze ecologiche di questo ambito e garantirne un corretto indirizzo di gestione e valorizzazione in sinergia con gli aspetti turistici e fruizionali.

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7.1.5 Fauna e biodiversità

7.1.5.1 Fauna vertebrata

Il mosaico ambientale osservabile entro il complesso del monte Pora ospita una interessante componente faunistica, entro cui spiccano specie di rilevante interesse conservazionistico su scala regionale o nazionale, diverse delle quali elencate entro gli allegati II e IV della Direttive Habitat (specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione e specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa) o entro l’allegato I della Direttiva Uccelli (specie per le quali sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat, per garantire la sopravvivenza e la riproduzione). Gli estesi habitat a prato-pascolo costituiscono potenziali ambienti riproduttivi per numerose specie di avifauna, quali piccoli passeriformi migratori come l’Allodola, lo Stiaccino e l’Averla piccola, oltre che aree di foraggiamento per rapaci diurni come il Gheppio.

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Figura 39 - Gheppio Falco tinnunculus, fotografato presso Pian del Termen (Mazzoleni A. Luglio 2015).

Anche i settori a copertura discontinua, come arbusteti radi e pascoli alberati sono caratterizzati dalla presenza di specie di interesse conservazionistico per l’avifauna, quali piccoli passeriformi, galliformi e rapaci diurni e notturni. Nei medesimi ambienti è diffusa la presenza di mammalofauna, rappresentata per lo più da piccoli carnivori e ungulati. Significative anche le comunità faunistiche presenti nelle formazioni forestali a prevalenza di conifere, e nei boschi misti d’alta quota, in cui si rinvengono uccelli quali rapaci diurni e notturni, corvidi, picidi, oltre a meso e micro mammiferi.

Rilevante anche la componente erpetologica, per la quale si segnala la presenza potenziale di interessanti popolazioni di rettili ed anfibi, in particolare in associazione all’articolato sistema di piccole aree umide seminaturali che caratterizza l’altopiano del Monte Alto adiacente la vetta del monte Pora.

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Figura 40 - Giovani rane montane, Rana temporaria, fotografate presso una pozza d’abbeverata sul Monte Pora (Mazzoleni A. Luglio 2015)

L’intera area, in particolare in corrispondenza del valico definito dalla sella di Pian del Termen, si presenta inoltre come un ambito potenzialmente interessato da importanti flussi ornitologici migratori, la cui presenza è confermata dall’esistenza di diversi appostamenti fissi per la caccia.

7.1.5.2 Fauna invertebrata

Anche la fauna invertebrata è ben rappresentata entro l’ambito di progetto. Alle più appariscenti comunità di insetti epigei (quali odonati, coleotteri e lepidotteri), fanno potenzialmente fronte importanti taxa di fauna specializzata epigea, legata agli ambienti della lettiera del suolo e del sottosuolo, che potrebbero includere alcune delle entità stenoendemiche censite presso il vicino complesso montuoso del Pizzo della Presolana.

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Figura 41 - Accoppiamento di Aeshna juncea, libellula tipica delle raccolte d’acqua montane che caratterizzano Pian della Palù (Mazzoleni A. Luglio 2015)

In fase di redazione del Rapporto Ambientale verrà preso in considerazione il contenuto del Piano Faunistico Venatorio 2015 attualmente in fase di approvazione.

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7.1.6 Paesaggio e beni culturali

Il territorio in esame si caratterizza per una valenza estetica e paesaggistica legata intrinsecamente agli aspetti visuali e di percezione dell’energia del rilievo proprio per la sua posizione di spartiacque fra l’alta Valle Seriana (Castione , Bratto , Presolana) e l’Alto Sebino ( Costa Volpino, Rogno e bassa Valcamonica).

Si tratta di un paesaggio caratterizzato da energie molto dolci costituite prevalentemente da prati e prati pascoli adeguatamente utilizzati anche se qualche volta sovraccaricati con le conseguenze meglio espresse nei capitoli di competenza (agronomia, geologia). Questo paesaggio morfologicamente ondulato e piacevole, è intervallato dalla presenza di laghetti e pozze d’acqua per l’abbeverata dei bovini, che aggiungono, dal punto di vista paesaggistico un upgrade al già piacevole contorno.

Gli ambiti boscati fanno da cornice a queste energie nella loro parte inferiore contornandole, mentre linee arbustive, si insinuano con apparati vegetali legati agli ambienti più umidi, lungo la parte sommitale delle aste fluviali che risalgono in prossimità delle vette. Dal punto di vista percettivo il bosco costituisce una vera e propria barriera fisica percettiva dall’alto verso il basso, impedendo in alcuni casi, in modo piacevole, la percezione del fondovalle.

L’economia bergamasca, fino a pochi decenni orsono era legata, soprattutto in questi ambiti, alla pratica della zootecnica, che è andata verso un minore sfruttamento di tale attività, ma per contro ha assunto livelli qualitativi di eccellenza che hanno favorito la promozione dei prodotti locali e la diffusione dell’Agriturismo, inserendosi correttamente nello sviluppo turistico che mano a mano progrediva nel tempo. L’alpeggio costituisce un ambito territoriale ed economico che rappresenta un

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elemento di grande interesse, anche se la sua sopravvivenza dipende dal mantenimento della funzione produttiva, sarà pertanto necessaria trovare le sinergie opportune al fine di mantenere il suddetto equilibrio.

Bisogna dire che nell’area oggetto di studio , tali attività sono presenti ma non di così rilevante entità, anche come residuo delle attività pregresse, in quanto l’attività turistica ha limitato in modo sensibile lo sviluppo del settore agricolo.

Il Bosco costituisce una piacevole cornice all’ambito di interesse e negli ultimi decenni, anche nel rispetto delle nuove politiche conservazionistiche e per motivi di convenienza economica, è sempre meno sfruttato, garantendo, in questo modo il raggiungimento di risultati soddisfacenti dal punto di vista paesaggistico.

Gli elementi antropici e culturali che caratterizzano l’ambito sono rappresentati dalle cascine storiche, e dai rifugi in quota, tracciati di sentieri storici di collegamento intervallivo, oltre che la presenza degli impianti e delle strutture legate alla pratica dello sci invernale, con tutti i contorni che essa comporta, e pertanto parcheggi, edifici e strutture ricettive.

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Tabella descrittiva delle potenzialità inerenti all'ambito paesaggistico e dei beni culturali:

Potenzialità Problematiche Territorio con elevato potenziale Attività agrarie residuali ed attrattivo per il contesto metropolitano. economicamente deboli, con conseguente abbandono anche del Presenza diffusa di testimonianze del costruito storico agricolo. costruito storico al servizio delle attività produttive tradizionali (stalle, cascine). Attività didattiche - ricreative ricettive Insufficienti. Presenza di una rete viaria minore storica (sentieri, mulattiere) utilizzata per Assenza di interventi di manutenzione e il servizio del trasporto delle merci e di sistemazione dei percorsi storici legati ai luoghi del lavoro. ancora esistenti.

Presenza di elementi storico-paesistici Inadeguata strategia di marketing come muretti a secco, pozze per integrato dei sistemi turistici. l'abbeverata, cisterne, fontane, etc

Opportunità Possibili minacce Politiche integrate di salvaguardia e Progressiva perdita dell'identità valorizzazione degli elementi di rilevanze paesistica attraverso la trasformazione paesistico - ambientale, attraverso il loro e antropizzazione degli spazi esterni. reinserimento nelle pratiche di presidio territorio e di fruizione turistica. Modifica della morfologia del terreno, opere di sbancamento e riporto terreno, Attività di promozione, sostegno e recinzione e privatizzazione dello controllo delle attività di gestione del spazio. pascolo attraverso il coinvolgimento degli attori locali presenti sul territorio. Progressiva marginalizzazione delle attività agrarie e abbandono delle Misure coordinate di incentivazione attività presenti. all’utilizzo dei pascoli soggetti ad abbandono con incentivazione di Abbandono della trama viaria storica pratiche pastorali come per esempio e/o mancata ricostruzione, “pascolo gratis per difendere i monti” sistemazione, manutenzione della (pascoli ceduti gratis utilizzati anche da pavimentazione specifica dei sentieri pastori “stranieri”) per il mantenimento storici e/o mulattiere attraverso del verde, della natura e dei luoghi. interventi di bioingegneria naturalistica.

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Incentivazione di progetti opzionali legati Progressivo abbandono della funzione all’alpicoltura come per esempio produttiva, ambientale, paesaggistica, “alpeggio tutto l’anno” attraverso l’utilizzo turistica e storico - culturale che gli delle baite montane come “strutture alpeggi e i pascoli montani turistiche” (piccoli bed e breakfast, punti rappresentano. vendita di prodotti dell’alpeggio, luoghi di degustazione di ricette popolari).

Valorizzazione delle malghe e dei rifugi in quota con predisposizione di programmi atti al mantenimento delle strutture che si trovano già in buono stato di conservazione.

Valorizzazione paesaggistica dei laghetti per l'innevamento artificiale.

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7.1.7 Agronomia

In quest’ambito l’attività agricola zootecnica insieme all’attività turistica rappresenta una delle azioni economiche più importanti.

La presenza di prati pascoli a queste quote rappresenta, oltre che un’usanza tradizionale, un ruolo preciso nel sistema foraggero della montagna e di completamento nello svolgimento delle funzioni zootecniche a sostegno anche delle analoghe della pianura, di fondovalle e dei versanti. Tale attività, come già riferito, assume una rilevante valenza paesaggistica in quanto mantiene aperto ed esteticamente ordinato il paesaggio contrastando l’avanzamento del degrado del pascolo mediante infestazione da cespugli (rododendri, juniperus, ecc.).

Rilevante è anche la funzione legata alla biodiversità sia vegetazionale che faunistica, meglio esplicitata nei relativi capitoli con particolare riferimento all’avifauna, entomofauna e anfibi, presenti soprattutto in prossimità delle pozze per l’abbeverata.

L’alpeggio inoltre favorisce la stabilità idrogeologica sia del terreno che della coltre nevosa e previene la diffusione degli incendi sempre difficili da controllare in alta quota. I pascoli in questione godono inoltre di una discreta disponibilità di risorsa idrica che limita gli effetti dei fenomeni carsici comunque presenti in loco. Considerando che l’abbandono dei pascoli è dovuto anche alla cronica carenza d’acqua causata dalle condizioni carsiche dei luoghi che favoriscono la percolazione e la formazione di cavità sotterranee, tutti gli alpeggi accusano una serie di problematiche relative alla scarsità d’acqua , sia di quella necessaria alle esigenze della malga ( Acqua potabile , servizi igienici, cucina), sia di quella indispensabile per

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l’abbeverata del bestiame. La creazione di laghetti per l’innevamento potrà favorire il bilancio idrico locale , con la creazione di nuove e più funzionali pozze per l’abbeverata , la realizzazione di nicchie di grande significato ecologico oltre che, essere utilizzati come vasche di approvvigionamento per affrontare l’emergenza incendio.

L’evidente degrado presente negli alpeggi è dovuto alla diffusione delle specie ammoniacali o alla rottura del cotico erboso per sovraccarico da pascolo.

L’alpeggio si rivela fonte e produttore di servizi , di cui quello più monetizzabile è il turismo. Dal punto di vista delle potenzialità turistiche , spicca la sinergia tra alpeggio e presenza di impianti sciistici e/o attrazioni estive in quota, associati ovviamente a percorsi per l’escursionismo. Si deve pertanto dedurre che la pratica agricola deve essere mantenuta e il suo abbandono contrastato attraverso miglioramenti di tipo agronomico e fondiario, incrementando la formazione professionale la difesa del suolo, dell’ambiente e del paesaggio. Tutto ciò potrà essere perseguito nella riscoperta della ruralità e nel mantenimento di un giusto equilibrio tra innovazione e tradizione.

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Tabella descrittiva delle potenzialità inerenti all'ambito agronomico:

Potenzialità Problematiche L’esercizio agricolo - zootecnico: Presenza di aree soggette a degrado -Rappresenta una delle più importanti dovuto principalmente alla diffusione di attività economiche in essere. specie ammoniacali o a scalzo del -Rappresenta un patrimonio storico - cotico erboso per l’eccessivo calpestio. culturale secolare frutto di secoli di sacrifici ed esperienza umana dove Fenomeni di abbandono e di degrado in l’equilibrio ecologico si è mantenuto seguito ai cambiamenti sociali, allo grazie all’utilizzo razionale delle risorse scarso reddito prodotto e alla modifica naturali. del sistema di allevamento degli -Possiede un’importante funzione animali. paesaggistica perché mantiene aperto, ordinato ed esteticamente piacevole il Carenza di acqua a causa delle paesaggio contrastando l’avanzamento particolari condizioni geologiche e dei cespugli e del bosco. morfologiche dell’area. -Ha una funzione protettiva poiché il cotico erboso pascolato stabilizza il suolo e previene processi di dissesto idrogeologico (ad es. frane).

Opportunità Possibili minacce Interventi di miglioramenti di tipo Ulteriore progressivo abbandono delle agronomico e fondiario. attività agro-zootecniche.

Predisposizione di misure di sostegno al Utilizzo improprio dei fabbricati rurali presidio dell’agricoltura in ambito storici e dalla compromissione delle montano, sviluppando la formazione strutture annesse. professionale. Potenziale conflittualità tra attività Economia alpina come partecipe della agropastorale e trasformazioni ad uso filiera di offerta turistica. sciistico.

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7.1.8 Aria

La zonizzazione del territorio regionale è prevista dal D. Lgs. 13 agosto 2010, n. 155 -“Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa”; La Regione Lombardia con la D.G.R. 30.11.2011, n. 2605 ha messo in atto tale adeguamento della zonizzazione.

Per quanto riguarda tutti gli inquinanti ad esclusione dell'ozono i comuni di Castione della Presolana, Songavazzo ricadono nella zona "C" - Montagna, i comuni di Rogno e Costa Volpino ricadono nella zona "CD" - Montagna e Fondovalle. L'area C per quanto riguarda la caratterizzazione dell'ozono è ulteriormente suddivisa in "C1" - Zona prealpina e appenninica e "C2" - zona di montagna.

La Zona "C" montagna è caratterizzata da: x minore densità di emissioni di PM10 primario, NOx, COV antropico e NH3; x importanti emissioni di COV biogeniche; - orografia montana; x situazione meteorologica più favorevole alla dispersione degli inquinanti; x bassa densità abitativa; e costituita, relativamente alla classificazione riferita all’ozono, da: x Zona "C1"- zona prealpina e appenninica: fascia prealpina ed appenninica dell’Oltrepò Pavese, più esposta al trasporto di inquinanti provenienti dalla pianura, in particolare dei precursori dell’ozono; x Zona "C2" - zona alpina: fascia alpina, meno esposta al trasporto di inquinanti provenienti dalla pianura. La Zona "D "- fondovalle è caratterizzata da: x porzioni di territorio dei Comuni ricadenti nelle principali vallate delle zone C ed A poste ad una quota sul livello del mare inferiore ai 500 m (Valtellina, Val Chiavenna, , Val Seriana e ); x situazione meteorologica avversa per la dispersione degli inquinanti (frequenti

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casi di inversione termica).

Viene ora rappresentata la suddivisione in zone realizzata grazie al D.G.R. 30.11.2011, n. 2605:

Figura 42 -Zonizzazione del territorio regionale in termine di inquinamento atmosferico (escluso il valore di ozono) ai sensi della D.G.R. 30.11.2011, n. 2605, in rosso indicata l'area di studio (Fonte ARPA Lombardia)

Viene ora effettuata una descrizione delle emissioni atmosferiche inerenti ai quattro comuni interessati. I valori sono stati desunti dall’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera INEMAR riferiti all’anno 2012, e rappresentati nelle seguenti tabelle:

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Castione Costa Macrosettore Songavazzo Rogno della Presolana Volpino [t] [t] [t] [t] [t] Combustione

Emissioni NoX 0.513 0.232 2.983 44.414 nell'industria Combustione 5.799 1.244 10.586 8.998 non industriale Trasporto su 0.021 0.004 0.014 0.041 strada

Castione Costa Songavazzo Rogno Macrosettore della Presolana Volpino [t] [t] [t] [t] Combustione Emissioni PM10 0.123 0.051 0.214 2.705 nell'industria Combustione 8.682 2.850 8.470 15.288 non industriale Trasporto su 0.001 0.004 0.000 0.001 strada

I valori disponibili sono stati suddivisi in macrosettori. È importante osservare che le emissioni più considerevoli (come ad esempio le emissioni dovute a combustione nell'industria riguardanti il comune di Rogno e Costa Volpino) sono inerenti a zone di fondovalle distanti dalla zona di studio, sono quindi valori non molto significativi all'interno del nostro ambito di indagine.

Per quanto riguarda il particolato la preponderante parte delle emissioni è da imputare all'utilizzo della legna come combustibile per il riscaldamento domestico, soprattutto a carico dei comuni di Castione della Presolana e Costa Volpino.

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Sebbene in maniera diretta il progetto non comporta forti pressioni sulla componente aria, a livello indiretto l’aumento dell’afflusso turistico comporta un aumento dei flussi veicolari lungo le direttrici di accesso e un aumento degli insediamenti turistici di tipo residenziale, provocando quindi un possibile aumento dei carichi emissivi, è importante quindi valutare i possibili carichi aggiuntivi potenzialmente prodotti dall'aumento della ricettività turistica.

Tabella descrittiva inerente alla componente aria:

Potenzialità Problematiche Livelli non critici di qualità dell'aria. Emissioni atmosferiche di particolato (valori non all'interno di livelli critici) dovuti all'utilizzo della legna come combustibile per il riscaldamento domestico. Opportunità Possibili minacce Miglioramento della qualità dell'aria Potenziale aumento del quadro attraverso una ottimizzazione di consumi emissivo in ragione dell'aumento del e il potenziamento di fonti energetiche carico antropico (attività residenziali, alternative. traffico indotto per raggiungere le strutture).

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7.1.9 Rumore

Nell'ambito di studio si può ipotizzare un incremento delle emissioni sonore dovuto soprattutto ad incremento traffico veicolare indotto dalla promozione turistica del territorio; da valutare eventuali disturbi alle specie animali soprattutto durante le fasi di cantierizzazione delle opere.

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7.1.10 Radiazioni

Si ritiene il che potenziale effetto della attività previste, che non comporteranno la realizzazione di impianti emissivi di radiazioni significative, possano essere considerati trascurabili.

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7.1.11 Rifiuti

La provincia di Bergamo (dati 2013) produce 471Ú362 tonnellate di rifiuti urbani all’anno di cui 276Ú894 tonnellate (cioè il 58.74%) da raccolta differenziata destinata al recupero. La produzione di rifiuti procapite annua è di 1.16 kg/abitante giorno e la raccolta differenziata procapite è di 0.68 kg/abitante giorno.

Nella seguente tabella vengono mostrati i valori inerenti all'anno 2013 (reperiti dal Rapporto annuale dell'Osservatorio rifiuti sulla produzione di rifiuti solidi urbani e andamento delle raccolte differenziate della provincia di Bergamo) utili all'analisi dei 4 comuni interessati al nostro studio:

Totale Totale Raccolta Totale Procapite Differenziata % Raccolta [kg anno] [kg/abitante [kg anno] Differenziata giorno] Castione della 2Ú951Ú887 2.35 1Ú032Ú647 34.98 Presolana Costa Volpino 4Ú992Ú840 1.47 1Ú465Ú600 29.35 Rogno 1Ú334Ú750 0.92 69Ú184 51.83 Songavazzo 380Ú807 1.43 133Ú287 35 Provincia di 471Ú362Ú342Ú000 1.16 276Ú894Ú379Ú000 58.74 Bergamo

Dai valori presenti nella tabella risulta evidente come i comuni di Castione della Presolana, Costa Volpino, Songavazzo hanno totale procapite di rifiuti prodotti maggiore rispetto ai valori medi della Provincia di Bergamo, a differenza del comune di Rogno (con 0,92 kg / abitante giorno rispetto alla media di 1.16 kg / abitante giorno). Le percentuali inerenti alla raccolta differenziata per tutti i comuni indagati sono inferiori alla media provinciale anche se esistono grosse differenze tra Songavazzo,

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Costa Volpino e Castione della Presolana dove si hanno percentuali del 30 % - 35% rispetto al comune di Rogno con oltre il 51% di raccolta differenziata.

Sebbene non sia possibile evidenziare una netta correlazione tra produzione di rifiuti e ricettività turistica, sono da valutare gli effetti indotti da un potenziamento dell’economia turistica, che potrebbe comportare un aumento della produzione di rifiuti e peggiorare ulteriormente le percentuali di raccolta differenziata comunale, tutto ciò renderebbe ancora più difficoltoso il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata previsti dalla normativa di settore. Utile a questo scopo una maggiore sensibilità dei residenti dei comuni interessati e una strategia più efficace improntata ad un maggiore sviluppo della raccolta differenziata.

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7.1.12 Energia

In termini di consumi energetici si presume che il progetto preveda un consistente impiego di elettricità per il funzionamento degli impianti di risalita e per il pompaggio dell' acqua necessario al corretto funzionamento dei laghetti artificiali utili all'innevamento artificiale e alla fornitura idrica per i pascoli.

L'analisi della dotazione infrastrutturale locale evidenzia la presenza di elettrodotti che probabilmente già servono gli impianti esistenti. Considerata la tipologia delle azioni da svolgere si suppone quindi che l'allacciamento dei nuovi impianti non debba prevedere considerevoli interventi in termini di opere di elettrificazione.

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7.1.13 Mobilità e trasporti

La facilità di raggiungere una determinata località rappresenta un fattore fondamentale nella valutazione della sua competitività turistica e una rete di collegamenti ben articolata sull'intero territorio e di un trasporto pubblico efficiente, rappresenta un evidente elemento di forza e un importante elemento aggiunto. La valle Seriana è caratterizzata, come tutti i territori montani, da una rete stradale storica di fondovalle attorno alla quale in molti casi si sono sviluppati i nuclei abitati, oggetto di successivi adeguamenti nel corso del tempo e delle ramificazioni laterali in direzione di insediamenti di mezza costa e delle convalli.

Il sistema che ha sempre creato una certa fragilità, essendo esposto a rischio di congestione in caso di interruzione in qualsiasi punto, è stato nel corso degli anni oggetto di adeguamenti e miglioramenti con l'obbiettivo di rendere più scorrevole la viabilità, cercando di allontanare la strada dai nuclei abitati per ridurre le possibili interferenze. L'ultima fase di questa evoluzione è stata la realizzazione della Strada Provinciale n. 671 (SP ex SS 671) inaugurata il 1 giugno del 2007. La nuova strada con una lunghezza di circa 20 chilometri collega , comune alle porte di Bergamo a comune della media Valle Seriana; realizzata sfruttando tre gallerie per ridurre al minimo l'impatto con il territorio densamente edificato, smista il traffico con una serie di uscite in prossimità di tutti i comuni posti lungo questo tratto iniziale di valle. È importante segnalare anche la variante dell’abitato di Clusone che consente un agevole superamento stradale dell’abitato (e un conseguente innalzamento del livello funzionale di servizio dell’asta stradale).

Questa strada va ad affiancare la strada provinciale SP35 Bergamo - aiutando la decongestione del traffico tipica di un fondovalle fortemente urbanizzato.

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La Valle di Scalve presenta una direttrice di collegamento tradizionalmente di rilievo verso la Valle Camonica (Darfo Boario), che presenta una condizione aggiuntiva ma di valenza strategica meno interessante.

Nella seguente immagine viene rappresentata la Carta delle principali infrastrutture di mobilitò della provincia di Bergamo:

Figura 43 - Carta delle principali infrastrutture di mobilitò della provincia di Bergamo (fonte SITer, Provincia di Bergamo), in rosa indicate le autostrade, in rosso le strade statali, in giallo le strade provinciali. Il cerchio blu evidenzia indicativamente l'area di studio.

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Nel quadro generale dell'offerta di mobilità presente sul territorio, è necessario riservare una analisi più dettagliata all'enorme portata, in termini di sviluppo territoriale, che sta assumendo sempre di più l'aeroporto di , divenuto il quarto aeroporto nazionale per numero di passeggeri.

Nell'ultimo decennio, l'aeroporto di Orio si è progressivamente imposto sul panorama italiano grazie a una decisa politica di apertura e di potenziamento del proprio piano di collegamenti nazionali ed esteri. Il set di connessioni aree è, ad oggi, ampio e diversificato, non solo in ragione della numerosità delle mete raggiunte, ma anche dalla disponibilità di alternative di servizio indirizzate a specifiche categorie di utenti: low cost, charter e cargo. Tale ventaglio di possibilità, unito alla posizione strategica dell'aeroporto sul territorio regionale, ha determinato in progressivo aumento dei passeggeri, che, nel 2008, hanno raggiunto quota 6.482.593, registrando un aumento del 12.9% rispetto all'anno precedente e del 50.7% relativamente al 2005. Il dato del 2009, attestandosi su 7.160.0008 utenti, conferma il trend di crescita, individuato nello scalo bergamasco uno straordinario volano per tutte le attività economiche legate all'imprenditorialità turistica, produttiva e commerciale. Da un indagine effettuata dal gruppo Clas, secondo cui nel 2004 i passeggeri incoming di Orio al Serio, dunque i turisti, che hanno pernottato in Lombardia sono stati circa 850.000, l'80% di essi ha sostenuto un costo medio quantificato il 63 euro pro capite giornalieri. Una cifra contenuta, che conferma l'ampia incidenza dei voli low cost, alla ricerca non solo di volo, ma di alloggi economici.

Occorre infine sottolineare come dal 2004 ad oggi, siano stati fatti diversi passi avanti dal punto di vista dell'accoglienza turistica e della promozione del territorio, grazie soprattutto all'istituzione presso l'aeroporto di uno IAT totalmente dedicato all'informazione turistica.

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Anche i collegamenti con l'aeroporto sono oggi numerosi, ma occorre ancora ottimizzare la gestione e l'organizzazione coinvolgendo una vasta componente provinciale, organizzata con specifiche offerte di soggiorno.

La presenza dell'aeroporto avente potenziale ruolo di connettore fondamentale con il sistema turistico dell’ambito territoriale, presenta opportunità di programmazione di un’offerta di trasporto (mediante lo sviluppo di pacchetti viaggio - soggiorno) capace di offrire elevati livelli di servizio e di razionalizzare l’utilizzo delle infrastrutture (e più in generale il dispendio energetico connesso).

Un ulteriore aspetto, rivolto in particolare all’utenza privata, riguarda la valutazione di un adeguato sistema di gestione degli automezzi nelle località turistiche. Tale attenzione potrebbe opportunamente fare emergere misure di organizzazione dei parcheggi (posti in luoghi idonei) serviti con sistemi - navetta, per quanto concerne sia le località turistiche principali sia le partenze degli impianti di risalita (specie rivolta al turismo bianco), capaci di limitare la pressione sugli abitati montani e sui piazzali delle partenze, già oggi in sofferenza e difficilmente ampliabili (spesso anche con costi ambientali rilevanti).

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Figura 44 - Stralcio della distribuzione della rete viaria (fonte SITer Provincia di Bergamo), in rosa indicate le autostrade, in rosso le strade statali, in giallo le strade provinciali. Il cerchio blu evidenzia indicativamente l'area di studio.

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8 IMPATTI POTENZIALI SULLE COMPONENTI AMBIENTALI

Di seguito, per ogni azione prevista dall’Accordo di Programma , vengono verificati e valutati i potenziali impatti tra la pianificazione, le opere previste e le componenti ambientali precedentemente descritte. Per ogni parametro ambientale riconosciuto e descritto vengono definiti: x I livelli di fragilità; x Gli impatti potenziali che lo specifico intervento produce; x La temporalità dell’impatto individuato;

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8.1 Formazione bacini artificiali per innevamento

Vengono in questa sezione valutati i potenziali impatti indotti dalla proposta di realizzazione di 5 bacini artificiali all’interno dei quali sarà raccolta l’acqua da utilizzare per l’innevamento. Prima di procedere alla descrizione degli impatti si ritiene utile fare qualche considerazione sulla differenza tra neve naturale e artificiale, in modo da comprendere già, in prima battuta, le differenze e le ricadute.

8.1.1 Confronto tra neve naturale e neve artificiale

8.1.1.1 La neve naturale

La vita di un cristallo di neve inizia all'interno dell'atmosfera. Questa contiene spesso umidità, cioè molecole di acqua in sospensione nell'aria. In questo caso si parla di vapore acqueo, cioè di acqua in forma di gas. Se la temperatura si abbassa queste molecole si condensano (cioè si raccolgono in una certa quantità) su piccole particelle chiamate nuclei di condensazione (sali, pollini o polveri presenti nell'atmosfera), aventi un diametro medio di circa 1 ȝm, formando piccole goccioline di acqua. Se la temperatura dell'aria è al di sotto di 0 °C, è possibile che invece di acqua liquida si formino minuscoli cristalli di ghiaccio. Perché questo avvenga sono necessari dei nuclei di congelamento, simili a quelli di condensazione. Non tutte le particelle che fungono da nuclei di condensazione possono anche essere nuclei di congelamento, ma il loro numero aumenta con il diminuire della temperatura dell’aria, e diventa molto più facile la formazione per congelamento dei cristalli di ghiaccio. La dimensione dei cristalli di ghiaccio aumenta, quindi aumenta pure la loro massa e,

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cominciano a subire l'azione della forza di gravità, iniziando a cadere. La forma finale del cristallo di neve dipende da una serie di variabili, come la temperatura, la velocità di caduta e l'umidità dell'aria incontrata. La velocità con cui un cristallo aumenta la sua massa dipende dalla temperatura. I cristalli che passano attraverso un’atmosfera più fredda sono più piccoli di quelli passati attraverso un’atmosfera più calda. Inoltre una atmosfera più calda può contenere più umidità e quindi dare luogo a nevicate più abbondanti.

Una volta caduto al suolo il cristallo di neve subisce una serie di trasformazioni (metamorfismi), che ne modificano la forma iniziale e le caratteristiche fisiche. La trasformazione della neve dipende dalla temperatura all'interno del manto nevoso (legata alla temperatura dell’aria) ed dal contenuto di acqua della neve (che dipende dalla sua origine). Il metamorfismo modifica la densità del manto nevoso che può variare da un minimo di 50 a un massimo di 200 kg / m² subito dopo una nevicata. La densità della neve a sua volta influisce sulla stabilità e compattezza del manto nevoso stesso, e quindi sulla sicurezza dell'ambiente.

8.1.1.2 La neve artificiale

La neve artificiale viene prodotta con un processo che imita quello naturale. Il cannone sparaneve pompa e nebulizza l'acqua liquida in ingresso e questa, sotto forma di piccolissime goccioline d'acqua, ghiaccia quasi istantaneamente al contatto con l'aria a diversi gradi centigradi sottozero (tipicamente al di sotto dei - 6 °C, - 7 °C) formando così cristalli di ghiaccio. Combinando quindi acqua e aria compressa nelle giuste proporzioni e refrigerando opportunamente è possibile ottenere prima i nuclei di congelamento e poi lo sviluppo del cristallo di neve. In questa miscela si immette ancora acqua vaporizzata e si ricrea ciò che avviene in

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natura. Attorno ai nuclei di congelamento si deposita l'acqua e si formano i cristalli di neve, che per effetto della gravità si depositano al suolo. Un cannone per la produzione di neve quindi non fa altro che ripetere più velocemente ciò che avviene in natura. Occorre però che la temperatura e l'umidità dell'aria siano nelle condizioni ideali, e tanto più bassa è l'umidità tanto maggiore sarà l'efficienza di trasformazione dell’acqua in neve. La struttura delle particelle gelate così prodotte tuttavia appare più compatta e sferica di quelle naturali, quindi la neve artificiale presenta alcune caratteristiche fisiche diverse da quella naturale, che comportano una sua maggiore densità. Alcune sostanze possono catalizzare e facilitare la formazione di nuclei di congelamento, come ad esempio l'utilizzo di una proteina prodotta per fermentazione in ambiente controllato dal batterio Pseudomonas syringae. In passato si è fatto uso di tale metodo, oggi però il controllo del diametro degli spruzzatori dei cannoni da innevamento rende inutili tali additivi, e l'analisi chimica non evidenzia quasi mai differenze tra la neve prodotta dai cannoni e quella naturale. Ovviamente condizione necessaria per l'innevamento artificiale è, oltre alle temperature suddette, anche l'assenza di vento.

8.1.1.3 Caratteristiche fisiche della neve naturale e della neve artificiale

La neve naturale al suolo dopo la sua caduta va incontro ad una serie di trasformazioni (metamorfismi) che ne alterano la struttura originale in dipendenza delle particolari condizioni ambientali. Questi metamorfismi sono i responsabili delle caratteristiche meccaniche e fisiche del manto nevoso. La densità della neve naturale dopo un certo periodo di tempo dalla caduta, se non viene trattata con mezzi meccanici, (ad esempio macchine battipista),

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è valutata attorno ai 200 – 300 kg / m³. La neve artificiale si deposita al suolo con valori di densità superiori a quelli della neve naturale metamorfosata, attorno cioè a 400 – 500 kg / m³. Questa differenza dipende dal metodo di produzione e solitamente è inferiore quando la neve è prodotta con generatori a ventola multi ugello.

La struttura fisica della neve artificiale differisce dunque dalla neve naturale e questo comporta aumento di carichi sul terreno. La neve artificiale consente di isolare il terreno dal gelo che, in assenza di precipitazioni nevose, potrebbe penetrare a fondo nella cotica erbosa (permafrost), ma tale isolamento è meno efficace di quello prodotto dalla neve naturale. Inoltre la neve artificiale prodotta a stagione avanzata ritarda l'inizio dell'attività vegetativa. Effetti e conseguenze dell'innevamento artificiale Sono: x il consumo delle risorse; x l'inquinamento acustico; x le modifiche all'ambiente ; x le modalità di utilizzo delle aree montane.

Le risorse in gioco sono quella idrica e quella energetica. Per quanto riguarda le risorse idriche, occorre capire che i cambiamenti climatici in atto stanno modificando la distribuzione delle precipitazioni nel corso delle stagioni con, in particolare, un minore apporto di acqua nella stagione primaverile ed autunnale e una maggiore frequenza di eventi estremi tra l’estate e l’autunno. Le minori precipitazioni nevose innescano poi un processo che porta ad una accentuata siccità primaverile, con scarsi apporti idrici proprio quando l’acqua servirebbe maggiormente. D'altro canto gli impianti di innevamento artificiale hanno bisogno di acqua per funzionare e spesso necessitano di bacini di raccolta dell’acqua per tali

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esigenze. Questi bacini si riempiono durante tutto l’anno grazie alle precipitazioni naturali e consentono anzi di ridurre il rischio di inondazioni dovute a fenomeni molto intensi e limitati nel tempo. Inoltre questi bacini sono utilizzati da specie animali e vegetali che, in assenza di un ciclo idrologico normale, rischierebbero rapidamente di scomparire dalle nostre montagne. L’innevamento artificiale durante la stagione invernale sopperisce quindi alla carenza di precipitazioni invernali e garantisce una riserva d’acqua per il periodo primaverile, sempre più secco. Il consumo di acqua degli impianti di innevamento quindi è solo apparente, perché in realtà tende a ripristinare gli equilibri del ciclo idrologico. La costruzione del bacino di raccolta, di contro, può avere un impatto ambientale notevole, a causa del grande sbancamento di terreno e degli eventuali alberi tagliati. Per quanto riguarda le risorse energetiche occorre considerare che gli impianti di innevamento, come ogni altro impianto tecnologico, utilizzano energia elettrica per funzionare, ma entrano in funzione nelle ore serali e notturne, quando i picchi di consumo elettrico sono inferiori e la produzione energetica presenta surplus altrimenti non utilizzati. Migliorando l’efficienza di questi impianti, il costo in kWh per la produzione della neve diminuisce progressivamente, anche grazie all’utilizzo di strumenti tecnologici come gli inverter per l’ottimizzazione del consumo elettrico in relazione alle effettive esigenze.

8.1.1.4 Inquinamento acustico

Il rumore dei generatori di neve varia notevolmente in relazione alla tecnologia più o meno recente dei macchinari utilizzati, e va da un minimo dei generatori ad asta in impianti con aria centralizzata ad un massimo dei generatori di neve a ventola di grande potenza. Attualmente sul mercato sono presenti sistemi brevettati per l’insonorizzazione delle macchine più rumorose con notevole riduzione del rumore, che rimane così al di sotto della soglia considerata critica. Un aspetto negativo del

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rumore prodotto è che il fenomeno avviene durante le ore notturne, e quindi è maggiormente avvertibile dalla popolazione.

8.1.1.5 Modifiche all'ambiente e alle modalità di utilizzo delle aree montane

Le principali modifiche ambientali legate alla produzione di neve artificiale si sommano a quelle dovute allo sfruttamento della montagna per gli sport invernali e sono: x Lo sbancamento di aree destinate a bacini artificiali di raccolta per l'acqua. x L'abbattimento di enormi superfici boschive per la creazione delle piste (non previste per questo Piano Strategico). x L'installazione di impianti di risalita e di costruzioni dove prima la montagna era più naturale. Tuttavia anche il costante abbandono della montagna da parte delle popolazioni autoctone ha creato grossi problemi ambientali legati alla fragilità dei versanti, non più curati dalle comunità alpine.

Pertanto si registrano anche conseguenze positive in seguito a tali interventi: x Sono occasione per opere di sistemazione ambientale che preservano le aree oggetto di intervento da possibili dissesti idrogeologici. x Permettono il rilancio economico di aree ed il recupero del tessuto sociale. x Le aree disboscate in estate possono essere utilizzate per l'alpeggio dei bovini.

Si è voluto illustrare il concetto di neve artificiale e di bacino artificiale per far meglio comprendere le problematiche ad essi associate e prevenire i concetti radicati nei non addetti ai lavori.

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8.1.2 Geologia e morfologia

Fragilità

La fragilità è da ricercarsi sugli importanti sbancamenti che sono necessari per l’approntamento delle aree, e sull’utilizzo dei prodotti, anche alloctoni, necessari alla impermeabilizzazione e protezione del bacino.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Gli interventi funzionali alla realizzazione dei bacini artificiali per l’innevamento potranno presentare impatti negativi nella fase di realizzazione delle opere, sotto forma di rimodellamento dei versanti (significativi movimenti di terra). Tali impatti saranno ovviamente proporzionati alla dimensione del bacino ed alla morfologia dei luoghi. Geologia e morfologia Geologia e Temporalità Laghetti artificiali per innevamento Gli impatti sulla componente geologica potranno essere:  molto rilevanti nella fase di cantiere;  poco rilevanti nella fase di esercizio degli impianti.

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8.1.3 Idrogeologia

Fragilità

Elevato utilizzo della risorsa idrica, talvolta destinata anche all’uso potabile. Per contro la raccolta delle acque di ruscellamento superficiale riduce l’effetto delle piene laminando a monte gli eventi climatici eccezionali.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Gli interventi potranno provocare impatti negativi limitati soprattutto al consumo della risorsa suolo, per contro impatti positivi per la disponibilità di acqua, sia per il

Idrogeologia bestiame che per il controllo degli incendi boschivi.

Temporalità Gli impatti sulle condizioni idrogeologiche possono manifestarsi a lungo termine

Laghetti artificiali per innevamento per questo hanno bisogno di costanti interventi di manutenzione e di monitoraggio delle componenti ambientali al contorno.

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8.1.4 Climatologia

Fragilità

La fragilità del sistema è legata all’imprevedibilità e alla tendenza meteorologica dell’ultimo decennio che alterna periodi freddi e nevosi ad altri più caldi e piovosi, abbreviando di fatto la stagione turistica invernale e rendendo altresì poco fruibile quella estiva. La creazione di bacini artificiali ha lo scopo di superare tali carenze creando una condizione di equilibrio climatico artificiale che favorirà lo sviluppo del turismo in alta quota allungando la fruibilità delle strutture ricettive nella stagione invernale.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Sono da considerasi minimi in quanto i bacini sopperiscono ai capricci ed alle carenze Climatologia Climatologia di carattere climatologico. Va evidenziato comunque che, l’utilizzo dell’innevamento nei periodi primaverili, può ritardare la ripresa della vegetazione con qualche danno indotto all’agricoltura locale.

Laghetti artificiali per innevamento Temporalità

Non può essere valutato in termini temporali in quanto l’obiettivo è quello di sopperire a lungo termine alla variazioni climatiche che si sono manifestate nell’ultimo decennio.

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8.1.5 Paesaggio e beni culturali

Fragilità

Se si esclude la fase di cantiere in cui i processi e le alterazioni visuali potranno anche essere pesanti, gli interventi previsti , se ben eseguiti ed inseriti correttamente nel paesaggio circostante, dovrebbero portare un elevato beneficio in termini di percezione visiva (panoramicità) e fruibilità.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

I potenziali impatti degli interventi previsti sono da riferirsi: x alle modifiche delle morfologie del terreno, che alterano le tessere paesistiche preesistenti, alle opere di sbancamento; x agli stoccaggi del terreno e tutte le fasi di preparazione dei bacini.

A completamento delle opere tale fenomeno da negativo si trasformerà in elemento di pregio paesistico e ambientale.

Paesaggio e beni culturali Temporalità Laghetti artificiali per innevamento

Gli impatti sulle condizioni paesistiche potranno avere pesanti ripercussioni nella fase di cantiere (breve termine) e risultare positivi a medio e lungo termine. Un tema importante sarà quello di creare sempre condizioni di presenza d’acqua anche se non sui livelli di colmo in modo da non creare maleodoranti ed inutili pozze.

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8.1.6 Agronomia

Fragilità

Gli elementi di fragilità legati alla perdita del pascolo sono direttamente proporzionali alla dimensione del bacino con effetti pesanti durante la fase di cantiere. Successivamente, potrà invece diventare una risorsa in termini di garanzia di approvvigionamento idrico, condizione fondamentale per la sopravvivenza dell’economia agricola di montagna.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Saranno pesanti durante la fase di cantiere, più ridotti successivamente, anche se

Agronomia bisognerà tenere conto comunque di una perdita di SAU (Superficie Agricola Utilizzabile).

Temporalità Laghetti artificiali per innevamento

Gli impatti sul sistema agronomico sono perenni a lavoro concluso ma compensati dalla disponibilità di risorsa idrica.

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8.1.7 Insediamenti

Non sussistono correlazioni possibili fra questo intervento e gli insediamenti, si può solo pensare che rispetto agli insediamenti presenti in quota e sul fondovalle, l’intervento diventi un centro di attrazione soprattutto nel periodo estivo. Insediamenti Laghetti artificiali per innevamento

8.1.8 Aria

La realizzazione dei laghetti artificiali e il loro corretto utilizzo permette l'allungamento della stagione sciistica, ovvero la sicurezza di poter utilizzare le piste anche in caso di scarse precipitazioni nevose, conseguentemente nel periodo invernale è prevedibile un maggior afflusso di fruitori degli impianti, quindi è presumibile una diminuzione della

Aria qualità dell'aria nelle vicinanze delle strade di accesso e dei parcheggi posti in prossimità della stazione sciistica. Laghetti artificiali per innevamento

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8.1.9 Mobilità e trasporti

Nessuna interferenza se non quella legata alla fase del cantiere che prevederà certamente la mobilitazione di autocarri e macchine operatrici. Mobilità e trasporti Laghetti artificiali per innevamento

8.1.10 Rifiuti

Non vi sono relazioni di sorta se non quello di provvedere al mantenimento ed alla pulizia dei bacini, magari sporcati dall’inciviltà degli escursionisti. Rifiuti Laghetti artificiali per innevamento

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8.1.11 Energia

Capitolo importante in quanto la gestione dei bacini idrici può diventare elemento che assorbe una grande quantità di energia se i bacini vengono riempiti attraverso il pompaggio di acque che si trovano a quote inferiori; può diventare invece fonte di energia se si instaura un circolo virtuoso di carico naturale e scarico sul quale pensare

Energia a produzione di elettricità. Laghetti artificiali per innevamento

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8.2 Campo da golf

Si tratta di realizzare un campo da golf sulla sommità del crinale limitando allo stretto necessario la modificazione dell’assetto geologico e geomorfologico. Le forme del versante e la poca pendenza consentono di individuare un percorso di limitato impatto ambientale. Potrà essere necessario scoticare superficialmente le aree interessate per sostituire le attuali essenze erbacee con essenze, sempre autoctone, ma più specifiche e resistenti per l’utilizzo come campo da golf. Saranno da valutare attentamente gli aspetti legati agli interventi di manutenzione dei green soprattutto in termini di approvvigionamento idrico, in tal caso, la realizzazione dei laghetti in quota potrà fornire le risorse necessarie per ottenere condizioni di eccellenza sullo stato dei tappeti erbosi. In sede di VAS verranno scelti i miscugli più idonei per la formazione di un tappeto erbaceo resistente agli eventi ed agenti atmosferici che si alterneranno durante le stagioni. Andranno poi valutati attentamente i mutui rapporti fra la pratica del suddetto sport e la fruibilità pubblica turistica e agronomica dell’area, andando anche a valutare la tipologia di delimitazione più idonea e meno impattante per un campo di golf in altura.

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8.2.1 Geologia e morfologia

Fragilità

La fragilità è da ricercarsi nella fase di preparazione dei campetti e dei green in prossimità delle buche, comunque tenendo conto che non sono previste modificazioni dell’assetto morfologico rilevanti dal punto di vista geomorfologico.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Gli interventi funzionali alla realizzazione del campo da golf potrà presentare impatti mediamente negativi nella fase di realizzazione delle opere, sotto forma di rimozione del cotico erboso, con potenziale esposizione agli agenti esogeni in tale periodo, in quanto viene a mancare la protezione dall’acqua battente e dilavante esercitata dalla Campo da golf presenza del prato.

Geologia e morfologia Geologia e Temporalità

Limitata al periodo di realizzazione, nel tempo si dovrebbe generare un assetto complessivo consolidante.

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8.2.2 Idrogeologia

Fragilità

Utilizzo della risorsa idrica, talvolta destinata anche all’uso potabile. Necessità di eseguire corretti sistemi di drenaggio a protezione dei green.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Gli interventi potranno provocare impatti negativi limitati legati soprattutto al consumo di risorsa suolo. Idrogeologia Campo da golf

Temporalità

Limitata al periodo di formazione degli impianti (Campi verdi).

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8.2.3 Climatologia

Fragilità

La fragilità del sistema è legata alla necessità di esercitare un controllo sugli eventi meteorici soprattutto di carattere eccezionale, con riferimento ai fenomeni temporaleschi estivi, e alle fasi di disgelo dopo i lunghi periodi invernali. Pertanto in questo senso rispetto a questi interventi il clima la fa da padrone.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Sono da considerarsi rilevanti in funzione degli effetti provocati dagli eventi meteorici eccezionali, che inducono a fenomeni di erosione significativi e/o a ruscellamenti diffusi che possono compromettere l’opera realizzata. È chiaro comunque che l’effetto di tali Climatologia Climatologia

Campo da golf fenomeni non genera un problema ambientale in senso lato, ma un maggior costo nella gestione dell’impianto.

Temporalità

Non può essere valutato in termini temporali in quanto l’obiettivo è quello di sopperire a lungo termine alla variazioni climatiche che si sono manifestate nell’ultimo decennio.

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8.2.4 Paesaggio e beni culturali

Fragilità

Gli interventi previsti, ad esclusione della fase di cantiere, in cui i processi e le alterazioni visuali potranno anche essere significativi, se ben eseguiti ed inseriti correttamente nel paesaggio circostante dovrebbero portare un elevato beneficio in termini di percezione godibilità e panoramicità.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

I potenziali impatti degli interventi previsti sono da riferirsi alle alterazioni momentanee del verde e, forse, al differente cromatismo dello stesso dovuto ad esempio al contrasto fra aree ben curate e tagliate ed aree con vegetazione erbacea piuttosto alta e di composizione erbacea differente. Campo da golf A completamento delle opere l’effetto complessivo potrebbe trasformarsi in elemento di pregio paesistico e ambientale. Paesaggio e beni culturali

Temporalità

Gli impatti sulle condizioni paesistiche potranno avere pesanti ripercussioni nella fase di cantiere (breve termine) e risultare positivi a medio e lungo termine.

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8.2.5 Agronomia

Fragilità

Gli elementi di fragilità legati alla perdita del pascolo sono direttamente proporzionali alla dimensione delle aree coinvolte per l’esercizio della pratica del golf. È chiaro che sarà necessario eseguire un bilancio in termini di SAU tra le aree occupate dai laghetti artificiali e dai campi da golf, che non potranno più essere dedicati né alla pastorizia né alla fienagione. Comunque, mentre per i laghetti in secondo ordine è possibile ricavare qualche beneficio, per l’agricoltura il campo da golf diventa sicuramente un fattore limitante.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Saranno pesanti durante la fase di cantiere , più ridotti successivamente, anche se

Agronomia bisognerà tenere conto comunque di una perdita di SAU, che va aggiunta a quella già Campo da golf individuata per la formazione dei laghetti. Sarà anche fondamentale comprendere se tali aree saranno, per tutto il periodo estivo, riservate ai praticanti del Golf o se potranno essere usufruite anche dal pubblico in genere, rispettando comunque alcune regole imposte.

Temporalità

Gli impatti sul sistema agronomico saranno di lungo termine.

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8.2.6 Insediamenti

Non sussistono correlazioni possibili fra questo intervento e gli insediamenti, si può solo pensare che rispetto agli insediamenti presenti in quota e sul fondovalle l’intervento diventi un centro di attrazione soprattutto nel periodo estivo. Insediamenti Campo da golf

8.2.7 Aria

Nella stagione estiva è possibile un incremento di transito veicolare verso l'area in analisi dovuto all'apertura dei campi da golf, è quindi possibile una diminuzione della qualità dell'aria nelle vicinanze delle strade di accesso e dei parcheggi posti in prossimità della stazione. Durante la stagione invernale i campi non sono utilizzabili, quindi per questo periodo Aria dell'anno non si determina nessun impatto inerente la qualità dell'aria per l'azione di cui

Campo da golf trattasi.

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8.2.8 Mobilità e trasporti

Nessuna interferenza se non quella legata al successo dell’iniziativa che, durante il periodo estivo, potrebbe attrarre un maggior numero di turisti con conseguente aumento di traffico sulle arterie principali e di collegamento intervallivo. Campo da golf Mobilità e trasporti

8.2.9 Rifiuti

Non vi sono relazioni di sorta se non quello di provvedere al mantenimento ed alla pulizia dei campi verdi. Rifiuti Campo da golf

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8.2.10 Energia

Bisognerà attivare qualche pompa per l’irrigazione dei green ma con consumo energetico limitato. Energia Campo da golf

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8.3 Bike park

È prevista la realizzazione di una serie di percorsi diversificati che possano soddisfare un’ampia varietà di fruitori, dal principiante allo sportivo estremo. In tal senso sono state individuate le seguenti discipline:

x Freeride x Downhill x Four Cross

Freeride

Letteralmente guidare liberi, riguarda la discesa su sentieri facili ed accessibili a tutti, dove non viene ricercata la velocità ma un maggior contatto con la natura e pertanto con l’osservazione della stessa. Tale esperienza è stata concepita per essere condivisa con altre persone (amici, familiari, gruppi) mettendo in secondo ordine l’aspetto competitivo e agonistico.

Downhill

È un tracciato di pura discesa molto di moda ultimamente con un buon numero di praticanti. E comunque rivolto ad atleti o sportivi che necessitano, oltre che di una specifica preparazione fisica, anche di attrezzature specifiche, sia per la pratica (bicicletta) sia per la protezione fisica. Ovviamente tali attrezzature hanno un costo e per questo interessano un bacino di utenza più ridotto e fortemente specializzato.

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Four Cross

Consiste in una competizione ad eliminazione fra 4 bikers in tracciati brevi, quasi completamente artificiali e ricchi di salti ed ostacoli. Tale attività può comportare la movimentazione di ingenti volumi di terreno, e può trovare giustificazione solo se associata alla presenza di morfologie artificiali generate per la pratica dello snowboard.

8.3.1 Geologia e morfologia

Fragilità

La fragilità è da ricercarsi nei solchi che possono essere provocati da un uso eccessivo di questi percorsi, infatti l’erosione provocata dal continuo transito delle ruote può trasformarsi in canali di ruscellamento con relativo trasporto solido e manifestazione di fenomeni erosivi lineari e accelerati.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Gli impatti consistono in una alterazione del drenaggio delle aree interessate con

Bike park coinvolgimento potenziale delle aree limitrofe e distribuzione di materiale alluvionale sui versanti, soprattutto in concomitanza di eventi meteorici eccezionali. Geologia e morfologia Geologia e Temporalità

Se gli interventi non saranno eseguiti a regola d’arte o sfruttando la presenza di substrato roccioso affiorante , il fenomeno potrebbe prolungarsi nel tempo.

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8.3.2 Idrogeologia

Fragilità

Il percorso potrebbe trasformarsi in modo del tutto indesiderato in un piccolo alveo fluviale.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Dal punto di vista idrogeologico e idrologico, gli impatti potranno essere generati dalla cattiva realizzazione dell’opera che potrebbe provocare indesiderate raccolte d’acqua e ruscellamenti concentrati, oltre che il franamento di piccole porzioni di versante. Bike park Idrogeologia Temporalità

Gli impatti sulle condizioni idrogeologiche andranno controllati in quanto potranno manifestarsi anche a lungo termine, quando verrà meno l’attenzione e l’efficacia delle opere realizzate.

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8.3.3 Climatologia

Fragilità

Da riferirsi soprattutto al manifestarsi, sempre più frequentemente di eventi meteorici violenti (Bombe d’acqua) che mettono sempre a dura prova la resistenza di tali opere.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Come accennato sopra l’effetto di una climatologia “capricciosa” rende obbligatoria l’esecuzione di opere che ne garantiscano l’integrità, la stabilità e la durabilità . Bike park Climatologia Climatologia Temporalità

Gli effetti si potranno manifestare nel medio e lungo periodo, sarà pertanto importante dare atto ad interventi spinti di monitoraggio e manutenzione delle opere

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8.3.4 Paesaggio e beni culturali

Fragilità

Relativamente all’aspetto paesaggistico questi interventi possono essere considerati poco rilevanti. Più significativi per quanto attiene alla pista Four Cross in cui potrebbe essere prevista una significativa azione di modifica delle naturali morfologie.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

I potenziali impatti degli interventi previsti sono da riferirsi alle modifiche delle morfologie del terreno, che alterano i quadri paesistici presenti, le opere di Bike park sbancamento, gli stoccaggi del terreno e tutte le fasi di preparazione dei tracciati i quali risultano fortemente impattanti. Paesaggio e beni culturali Temporalità

Gli impatti sulle condizioni paesistiche potranno avere pesanti ripercussioni nella fase di cantiere (breve termine) e risultare neutri nel medio e lungo termine.

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8.3.5 Agronomia

Fragilità

Gli elementi di fragilità non sono tanto riferibili alle opere di per se, ma agli effetti secondari che queste opere possono avere sugli ambiti boscati o sui versanti prativi in genere.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Bike park Saranno pesanti durante la fase di cantiere, e più accentuati successivamente, se gli Agronomia interventi non verranno eseguiti a regola d’arte.

Temporalità Gli impatti sul sistema agronomico sono solo di breve termine.

8.3.6 Insediamenti

Non sussistono correlazioni possibili fra questo intervento e gli insediamenti, si può solo pensare che rispetto agli insediamenti presenti in quota e sul fondovalle l’intervento diventi un ulteriore centro di attrazione soprattutto nel periodo estivo. Bike park Insediamenti

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8.3.7 Aria

Nella stagione estiva è possibile un incremento di transito veicolare verso l'area in analisi dovuto all'apertura del bike park, è quindi possibile una lieve diminuzione della qualità dell'aria nelle vicinanze delle strade di accesso e dei parcheggi posti in prossimità della struttura ricreativa.

Aria Durante la stagione invernale le piste non sono utilizzabili, quindi non si prevedono Bike park impatti inerenti la qualità dell'aria nel periodo invernale.

8.3.8 Mobilità e trasporti

Nessuna interferenza se non quella legata alla fase del cantiere che prevederà certamente la mobilitazione di autocarri e macchine operatrici ed un auspicato aumento dei fruitori con conseguente aumento del traffico. Bike park Mobilità e trasporti

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8.3.9 Rifiuti

Non vi sono relazioni di sorta se non quello di provvedere al mantenimento ed alla pulizia mediante posa di idonei raccoglitori lungo il percorso. Particolare attenzione andrà fatta nei punti di noleggio o di stoccaggio e riparazione

Rifiuti delle biciclette dove potranno essere prodotti rifiuti di carattere industriale. Bike park

8.3.10 Energia

Non sono necessari input energetici particolari per la realizzazione dell’opera. Energia Bike park

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8.4 Impianto di risalita

È prevista la realizzazione di un impianto di risalita (tapis roulant) per facilitare il collegamento del rifugio comunale Pian de la Palù alle opere in progetto all'interno del Piano Strategico durante la stagione invernale.

8.4.1 Geologia e morfologia

Fragilità

Non sono presenti fragilità di tipo geomorfologico in quanto non vengono realizzate modifiche morfologiche. Sarà opportuno evitare il posizionamento delle strutture nell'intorno di evidenze carsiche.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Gli interventi funzionali alla realizzazione possono presentare impatti negativi nella fase di realizzazione delle opere, dovuti alla posa delle infrastrutture tecniche.

Temporalità Impianto di risalita risalita Impianto di

Geologia e morfologia Geologia e Gli impatti sulla componente geologica potranno essere:

 rilevanti nella fase di cantiere,  poco rilevanti nella fase di esercizio dell'impianto a condizione che il tutto venga realizzato a regola d’arte.

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8.4.2 Idrogeologia

Fragilità

Non si ravvisano particolari fragilità in tal senso, fatto salvo di evitare cavità carsiche o elementi con caratteristiche naturalistiche spiccate. (Es. Aree umide).

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Dal punto di vista idrogeologico e idrologico, gli impatti potranno essere generati dalla cattiva realizzazione dell’opera.

Idrogeologia Temporalità Impianto di risalita risalita Impianto di Gli impatti sulle condizioni idrogeologiche andranno controllati in quanto potranno manifestarsi anche a lungo termine , quando verrà meno l’attenzione e l’efficacia delle opere realizzate.

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8.4.3 Climatologia

Fragilità

La fragilità del sistema è legata all’imprevedibilità e alla tendenza meteorologica dell’ultimo decennio che alterna periodi freddi e nevosi ad altri più caldi e piovosi. Altra fragilità possibile sono eventi meteorici violenti (bombe d’acqua) che potrebbero mettere a dura prova la resistenza di tali opere.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Come accennato sopra l’effetto di una climatologia “capricciosa” rende obbligatoria , Climatologia Climatologia una esecuzione delle opere che garantisca la loro integrità, stabilità e durabilità . Impianto di risalita risalita Impianto di

Temporalità Non può essere valutato in termini temporali in quanto l’obbiettivo è quello di sopperire a lungo termine alla variazioni climatiche che si sono manifestate nell’ultimo decennio.

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8.4.4 Paesaggio e beni culturali

Fragilità

Nella fase di cantiere i processi e le alterazioni visuali potranno anche essere pesanti, tuttavia gli interventi previsti, se ben eseguiti ed inseriti correttamente nel paesaggio circostante, dovrebbero portare a impatti paesaggistici poco marcati in fase di esercizio.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Gli impatti provocati dagli interventi sono da considerarsi lievi in quanto l'opera è di dimensioni contenute.

Impianto di risalita risalita Impianto di Temporalità Paesaggio e beni culturali Gli impatti sulle condizioni paesistiche potranno avere ripercussioni nella fase di cantiere (breve termine) e, se l'opera viene realizzata a regola d'arte, minimizzare l'impatto visivo dell'opera nel medio e lungo termine.

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8.4.5 Agronomia

Fragilità

Gli elementi di fragilità legati alla perdita del pascolo (perdita di SAU) sono mitigati dalla dimensione contenuta del tapis roulant.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Si dovrà tenere conto di una perdita di SAU (Superficie Agricola Utilizzabile), nella fase di esercizio valutare le possibili interferenze con le movimentazioni del bestiame. Agronomia Impianto di risalita risalita Impianto di Temporalità Gli impatti sul sistema agronomico sono perenni.

8.4.6 Insediamenti

Non sussistono correlazioni possibili fra questo intervento e gli insediamenti. Insediamenti Impianto di risalita risalita Impianto di

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8.4.7 Aria

L'opera non comporta direttamente variazioni della qualità dell'aria, ad esclusione della fase di cantiere dove la movimentazione di macchine può temporaneamente peggiorare la qualità dell'aria nelle immediate vicinanze del cantiere. Aria Impianto di risalita risalita Impianto di

8.4.8 Mobilità e trasporti

Nessuna interferenza se non quella legata alla fase del cantiere che prevederà certamente la mobilitazione di autocarri e macchine operatrici. Impianto di risalita risalita Impianto di Mobilità e trasporti

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8.4.9 Rifiuti

Non vi sono relazioni di sorta se non quello di provvedere al mantenimento ed alla pulizia mediante posa di idonei raccoglitori nell'intorno dell'opera. Rifiuti Impianto di risalita risalita Impianto di

8.4.10 Energia

L’analisi della dotazione infrastrutturale locale evidenzia la presenza di elettrodotti che già servono gli impianti esistenti.

Potenziali impatti degli interventi

Si presume che il progetto preveda l'impiego di elettricità per il funzionamento dell'impianto di risalita.

Energia Temporalità Impianto di risalita risalita Impianto di Nel tempo gli impatti potrebbero essere ridotti e/o annullati con l’adozione di fonti di energia alternative.

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8.5 Pista da Fondo

Fra gli interventi del Piano Strategico è prevista la realizzazione di una pista di fondo per la pratica dello sci. Tale pista ha una doppia valenza, in quanto può diventare un elemento attrattivo nel periodo invernale, ma nello stesso tempo un percorso attrezzato in quota per il periodo estivo, con elementi di percezione naturalistica e paesaggistica molto rilevanti. La pista sarà adibita alla pratica dello sport amatoriale quindi non dovrà rispettare vincoli per la realizzazione della pista (dimensioni della zona di partenza della pista, determinate pendenze) quindi l'entità delle volumetrie di materiale movimentato sarà limitato , la pista avrà una lunghezza complessiva di 5.000 m.

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8.5.1 Geologia e morfologia

Fragilità

La fragilità è da ricercarsi sull’entità degli sbancamenti che saranno necessari per l’approntamento delle aree, e sugli interventi, rigorosamente di carattere naturalistico che saranno necessari per la realizzazione delle opere di drenaggio e consolidamento.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Gli interventi funzionali alla realizzazione possono presentare impatti negativi nella fase di realizzazione delle opere, sia sotto forma di rimodellamento dei versanti (significativi movimenti di terra) ovviamente proporzionati alla dimensione della pista ed alla morfologia dei luoghi, sia per la posa delle infrastrutture tecniche. Tali impatti (provvisori) dovranno fortemente essere mitigati con efficaci interventi di recupero ambientale (Opere di consolidamento, rinverdimenti, drenaggi, ecc.) Pista da fondo

Temporalità Geologia e morfologia Geologia e

Gli impatti sulla componente geologica potranno essere:

 molto rilevanti nella fase di cantiere  poco rilevanti o nulli nella fase di esercizio degli impianti a condizione che il tutto venga realizzato a regola d’arte

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8.5.2 Idrogeologia

Fragilità

Non si ravvisano particolari fragilità in tal senso, fatto salvo di aggirare con il tracciato cavità carsiche o elementi con caratteristiche naturalistiche spiccate. (Es. Aree umide, poste alla testata delle vallecole).

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Dal punto di vista idrogeologico e idrologico, gli impatti potranno essere generati dalla cattiva realizzazione dell’opera che potrebbe provocare indesiderate raccolte d’acqua e ruscellamenti concentrati, oltre che il franamento di piccole porzioni di versante. Idrogeologia Pista da fondo

Temporalità

Gli impatti sulle condizioni idrogeologiche andranno controllati in quanto potranno manifestarsi anche a lungo termine, ovvero quando verrà meno l’attenzione e l’efficacia delle opere realizzate.

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8.5.3 Climatologia

Fragilità

La fragilità del sistema è legata all’imprevedibilità e alla tendenza meteorologica dell’ultimo decennio che alterna periodi freddi e nevosi ad altri più caldi e piovosi, abbreviando di fatto la stagione turistica invernale e rendendo altresì poco fruibile quella estiva. Ma soprattutto al manifestarsi, sempre più frequentemente, di eventi meteorici violenti (Bombe d’acqua) che mettono sempre a dura prova la resistenza di tali opere.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Climatologia Climatologia Come accennato sopra l’effetto di una climatologia “capricciosa” rende obbligatoria, Pista da fondo una esecuzione delle opere che garantisca la loro integrità, stabilità e durabilità .

Temporalità

Non può essere valutato in termini temporali in quanto l’obbiettivo è quello di sopperire a lungo termine alla variazioni climatiche che si sono manifestate nell’ultimo decennio.

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8.5.4 Paesaggio e beni culturali

Fragilità

Se si esclude la fase di cantiere in cui i processi e le alterazioni visuali potranno anche essere pesanti, gli interventi previsti, se ben eseguiti ed inseriti correttamente nel paesaggio circostante, dovrebbero portare qualche beneficio in termini di percezione, fruibilità e panoramicità.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

I potenziali impatti degli interventi previsti sono da riferirsi: alle modifiche delle morfologie del terreno, che alterano sensibilmente le tessere paesaggistiche presenti, alle opere di sbancamento, agli stoccaggi del terreno e tutte le fasi di preparazione della pista di fondo. Mentre a completamento delle opere tale fenomeno da negativo si trasformerà in elemento di pregio paesistico e ambientale. Un tema importante sarà quello di creare un percorso che abbia non solo finalità Pista da fondo sportive e ricreative ma anche valenze culturali nell’osservazione del mondo circostante sia in termini naturalistici che paesaggistici diventando, a tutti gli effetti, un Paesaggio e beni culturali percorso didattico.

Temporalità

Gli impatti sulle condizioni paesistiche potranno avere pesanti ripercussioni nella fase di cantiere (breve termine) e risultare positivi a medio e lungo termine.

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8.5.5 Agronomia

Fragilità

Gli elementi di fragilità legati alla perdita del pascolo sono direttamente proporzionali alla dimensione della pista con effetti pesanti durante la fase di cantiere. Successivamente tali aree potranno comunque essere mantenute e falciate anche per l’uso agricolo, o diventare dei percorsi controllati per la transumanza locale.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Saranno pesanti durante la fase di cantiere per la perdita di suolo agrario, più ridotti

Agronomia successivamente, anche se bisognerà tenere conto comunque di una parziale perdita Pista da fondo di SAU (Superficie Agricola Utilizzabile).

Temporalità

Gli impatti sul sistema agronomico sono solo di breve termine.

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8.5.6 Insediamenti

Non sussistono correlazioni possibili fra questo intervento e gli insediamenti, si può solo pensare che rispetto agli insediamenti presenti in quota e sul fondovalle, l’intervento diventi un ulteriore centro di attrazione soprattutto nel periodo estivo. Insediamenti Pista da fondo

8.5.7 Aria

L'apertura della pista di fondo è potenzialmente un fattore di incremento dell'afflusso di persone e, indirettamente, provoca un aumento del traffico verso la stazione sciistica, sia in periodo estivo che invernale andando a peggiorare la qualità dell'aria nelle

Aria vicinanze delle strade di accesso e dei parcheggi posti nelle prossimità della pista. Pista da fondo

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8.5.8 Mobilità e trasporti

Nessuna interferenza se non quella legata alla fase del cantiere che prevederà certamente la mobilitazione di autocarri e macchine operatrici; durante la fase di esercizio un auspicato aumento dei visitatori con conseguente aumento del traffico. Pista da fondo Mobilità e trasporti

8.5.9 Rifiuti

Non vi sono relazioni di sorta se non quello di provvedere al mantenimento ed alla pulizia mediante posa di idonei raccoglitori lungo il percorso. Rifiuti Pista da fondo

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8.5.10 Energia

Non sono necessari input energetici particolari per la realizzazione dell’opera. Energia Pista da fondo

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8.6 Strada agrosilvo - pastorale

Fra gli interventi del Piano Strategico è prevista la realizzazione di un nuovo tratto di strada agrosilvo - pastorale per il collegamento del rifugio comunale Pian de la Palù. La strada ha una lunghezza complessiva di 600 m ed una larghezza di 3 m. La realizzazione di questa strada permette la regolazione del transito verso il Rifugio che avviene in maniera disordinata sui prati adiacenti la struttura.

8.6.1 Geologia e morfologia

Fragilità

La fragilità è da ricercarsi sull’entità degli sbancamenti che saranno necessari per l’approntamento delle aree, e sugli interventi, rigorosamente di carattere naturalistico che saranno necessari per la realizzazione delle opere di drenaggio e consolidamento.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Gli interventi funzionali alla realizzazione possono presentare impatti negativi nella fase di realizzazione delle opere, sotto forma di rimodellamento dei versanti (movimenti di terra) ovviamente proporzionati alla dimensione della pista ed alla morfologia dei luoghi. Tali impatti (provvisori) dovranno fortemente essere mitigati con efficaci interventi di recupero ambientale (Opere di consolidamento, rinverdimenti, drenaggi, da realizzare preferibilmente con tecniche di ingegneria naturalistica, ecc.)

Geologia e morfologia Geologia e Temporalità Strada agrosilvo - pastorale

Gli impatti sulla componente geologica potranno essere:

 molto rilevanti nella fase di cantiere  poco rilevanti o nulli nella fase di esercizio degli impianti a condizione che il tutto venga realizzato a regola d’arte

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8.6.2 Idrogeologia

Fragilità

Non si ravvisano particolari fragilità in tal senso, fatto salvo di aggirare con il tracciato cavità carsiche o elementi con caratteristiche naturalistiche spiccate. (Es. Aree umide, poste alla testata delle vallecole) evitando, comunque, l'interruzione del reticolo idrico superficiale.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Dal punto di vista idrogeologico e idrologico, gli impatti potranno essere generati dalla cattiva realizzazione dell’opera che potrebbe provocare indesiderate raccolte d’acqua e ruscellamenti concentrati, oltre che il franamento di piccole porzioni di versante. Idrogeologia

Temporalità Strada agrosilvo - pastorale Gli impatti sulle condizioni idrogeologiche andranno controllati in quanto potranno manifestarsi anche a lungo termine, ovvero quando verrà meno l’attenzione e l’efficacia delle opere realizzate.

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8.6.3 Climatologia

Fragilità

La fragilità del sistema è legata all’imprevedibilità e tendenza meteorologica dell’ultimo decennio che alterna periodi freddi e nevosi ad altri più caldi e piovosi, abbreviando di fatto la stagione turistica invernale e rendendo altresì poco fruibile quella estiva. Ma soprattutto al manifestarsi, sempre più frequentemente, di eventi meteorici violenti (Bombe d’acqua) che mettono sempre a dura prova la resistenza di tali opere.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Come accennato sopra l’effetto di una climatologia “capricciosa” rende obbligatoria,

Climatologia Climatologia una esecuzione delle opere che garantisca la loro integrità, stabilità e durabilità .

Temporalità Strada agrosilvo - pastorale Strada agrosilvo - pastorale

Non può essere valutato in termini temporali in quanto l’obbiettivo è quello di sopperire a lungo termine alla variazioni climatiche che si sono manifestate nell’ultimo decennio.

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8.6.4 Paesaggio e beni culturali

Fragilità

Se si esclude la fase di cantiere in cui i processi e le alterazioni visuali potranno anche essere pesanti, gli interventi previsti, se ben eseguiti ed inseriti correttamente nel paesaggio circostante, dovrebbero portare benefici in termini di fruibilità dell'area.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

I potenziali impatti degli interventi previsti sono da riferirsi alle modifiche, anche se con volumetrie non importanti, della morfologia del terreno. Mentre a completamento delle opere tale fenomeno da negativo si trasformerà in elemento di pregio paesistico e ambientale.

Paesaggio e beni culturali

Strada agrosilvo - pastorale Strada agrosilvo - pastorale Temporalità

Gli impatti sulle condizioni paesistiche potranno avere pesanti ripercussioni nella fase di cantiere (breve termine) e risultare positivi a medio e lungo termine.

8.6.5

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8.6.6 Agronomia

Fragilità

Gli elementi di fragilità legati alla perdita del pascolo sono direttamente proporzionali alla dimensione della pista con effetti pesanti durante la fase di cantiere.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Bisogna tenere conto di una perdita di SAU (Superficie Agricola Utilizzabile) direttamente proporzionale alle dimensioni della strada da realizzare. Agronomia

Temporalità

Strada agrosilvo - pastorale Strada agrosilvo - pastorale Gli impatti sul sistema agronomico sono perenni.

8.6.7 Insediamenti

Non sussistono correlazioni possibili fra questo intervento e gli insediamenti. Insediamenti Strada agrosilvo - pastorale

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8.6.8 Aria

Nella stagione estiva la realizzazione di una strada agro - silvo pastorale permette il transito di mezzi da e verso il Rifugio, il passaggio può lievemente peggiorare la qualità dell'aria nelle immediate vicinanze del tracciato stradale. Si può affermare che il numero di mezzi che transiteranno sulla strada di futura realizzazione è comunque

Aria limitato, le emissioni saranno conseguentemente contenute.

Strada agrosilvo - pastorale Strada agrosilvo - pastorale

8.6.9 Mobilità e trasporti

Nessuna interferenza se non quella legata alla fase del cantiere che prevederà certamente la mobilitazione di autocarri e macchine operatrici; durante la fase di esercizio si regolerà il transito da e verso il Rifugio Pian de la Palù, che ad oggi avviene in maniera non regolamentata in quanto non è presente un tracciato definito. Mobilità e trasporti Strada agrosilvo - pastorale

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8.6.10 Rifiuti

Non vi sono particolari relazioni di sorta Rifiuti Strada agrosilvo - pastorale

8.6.11 Energia

Non sono necessari input energetici particolari per la realizzazione dell’opera. Energia Strada agrosilvo - pastorale

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8.7 Ampliamento dei demani sciabili

Vengono in questa sezione valutati i potenziali impatti indotti dall’attuazione degli interventi di potenziamento del demanio sciabile, considerando quindi le opere necessarie per la realizzazione e l’esercizio di piste, impianti ed accessori ad essi connessi.

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8.7.1 Geologia e morfologia

Fragilità

La presenza di fenomeni carsici, può influenzare negativamente sia le caratteristiche geotecniche dei suoli sia i valori di permeabilità dei terreni, a seguito della presenza di potenziali cavità o di elevato grado di fratturazione del substrato roccioso.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Gli interventi funzionali alla realizzazione delle infrastrutture per la pratica dello sci potranno presentare impatti negativi nella fase di realizzazione delle opere, sia sotto forma di rimodellamento dei versanti (piste), sia per la posa delle infrastrutture tecniche.

Temporalità Demanio sciabile

Geologia e morfologia Geologia e Gli impatti sulla componente geologica potranno essere:

 molto rilevanti nella fase di cantiere,  poco rilevanti nella fase di esercizio degli impianti,  mediamente rilevanti in relazione ai fenomeni indotti dall’ampliamento del demanio, in ragione della necessità di realizzare attrezzature complementari e all’aumento dei fruitori del comprensorio.

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8.7.2 Idrogeologia

Fragilità

La permeabilità primaria del substrato che da luogo alla presenza del carsismo, impone l’adozione di massima cautela, sia durante la fase di realizzazione delle opere, sia nella gestione delle stesse e soprattutto nel controllo dei reflui e dei rifiuti prodotti.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Gli interventi potranno provocare impatti negativi nell’alterazione delle condizioni idrogeologiche, sia a scala puntuale (ambiti interessati dagli impianti) sia alla scala più vasta, in ragione dell’aumentato livello di antropizzazione. Si ricorda comunque che le aree sono regolarmente pascolate senza che, fino ad ora, siano emerse condizioni di

Idrogeologia inquinamento batteriologico delle sorgenti, non è stato ancora dimostrato il nesso

Demanio sciabile idrogeologico tra la zona carsica e le sorgenti captate dai vari comuni.

Temporalità

Gli impatti sulle condizioni idrogeologiche potranno essere sempre molto rilevanti nelle fasi di cantiere (necessità di approvvigionamento idrico), meno rilevanti nella fase di esercizio degli impianti.

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8.7.3 Climatologia

Fragilità

La fragilità del sistema è legata all’imprevedibilità e tendenza meteorologica dell’ultimo decennio che alterna periodi freddi e nevosi ad altri più caldi e piovosi, abbreviando di fatto la stagione turistica invernale e rendendo altresì poco fruibile quella estiva.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Da relazionarsi alla necessità di realizzare impianti di innevamento artificiale, che possono modificare il sistema idrologico locale se non esiste una risorsa sufficiente, ma nel contempo aumentare la stagionalità del turismo.

Climatologia Climatologia Temporalità Demanio sciabile

I potenziali impatti di condizioni climatiche non favorevoli sono da riferirsi da un lato ad una contrazione delle attività, sino alla dismissione degli impianti e delle attrezzature connesse (si veda il vicino caso, a quote più basse, di Valcanale), dall’altro alla necessità di forzare l’innevamento artificiale, con i connessi consumi idrici comunque gli effetti si riscontreranno su un periodo medio lungo.

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8.7.4 Paesaggio e beni culturali

Fragilità

Il territorio in esame risulta avere un buon valore estetico e storico paesaggistico, tipico delle zone sommitali caratterizzate da energie del rilievo dolci, percettibili e vivibili. L'alpeggio è un ambito territoriale ed economico che rappresenta un elemento di grande interesse, sebbene la sua sopravvivenza dipenda proprio dal mantenimento della funzione produttiva, che in secoli di attività ha trasformato il paesaggio di montagna e dato solide radici alle economie ed alla cultura delle popolazioni montane. Le attività previste andranno inserite perfettamente in questo contesto piacevole e dovranno garantire la percettività degli elementi al contorno e la peculiarità dei luoghi.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Non essendo previste sostanziali modifiche del terreno in quanto il demanio richiesto è già ben strutturato gli impatti dovrebbero essere del tutto contenuti e contestualizzati Demanio sciabile con quanto già presente al contorno. Paesaggio e beni culturali Temporalità

Gli impatti sulle condizioni paesistiche dovrebbero rimanere inalterati nel tempo non essendo previste strutture ed o azioni che alterano le vedute, gli scorci ed i panorami in s.l..

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8.7.5 Agronomia

Fragilità

Gli elementi di fragilità legati alla perdita del pascolo sono limitati al periodo di formazione delle piste e degli impianti, ma se saranno eseguiti i rinverdimenti in modo corretto (fiorume di fieno, ecc. ) si potranno successivamente riutilizzare le suddette superfici a scopo zootecnico. Ovviamente operando in modo tale da rendere compatibile l’alpeggio con la funzionalità della pista, cioè evitando il sovraccarico da pascolo.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Gli elementi di conflittualità tra la gestione agricola e l’attività turistica estiva e invernale

Agronomia possono essere superati utilizzando le cascine come strutture ricettive anche nel

Demanio sciabile periodo invernale (Albergo diffuso) e valorizzando l’economia di montagna con l’apertura di agriturismi e vendita di prodotti locali nel periodo estivo.

Temporalità

Gli impatti sul sistema agronomico sono di medio - lungo termine.

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8.7.6 Insediamenti

Fragilità

Non sono presenti elementi di fragilità anche perché il potenziale demanio ha già raggiunto un suo equilibrio in termine di infrastrutturazione insediativa e non sono previsti ulteriori incrementi in tal senso, tra l’altro vietati dalle più recenti normative in termini di tutela delle aree agricole.

Potenziali impatti degli interventi

L’afflusso turistico, per quanto ad oggi prevalentemente orientato alla presenza

Insediamenti giornaliera, potrebbe indurre un caricamento eccessivo sulla debole rete di servizi.

Demanio sciabile Temporalità

Gli impatti sul sistema insediativo sono di medio - lungo termine.

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8.7.7 Aria

Fragilità

I livelli di qualità dell’aria non manifestano elementi di particolare sensibilità.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Sebbene in maniera diretta il progetto non comporti pressioni sulla componente aria, a livello indiretto l’aumento dell’afflusso turistico comporta un aumento dei flussi veicolari lungo le direttrici di accesso e un aumento degli insediamenti turistici a valle, Aria generando quindi un aumento dei carichi emissivi che andrà ovviamente controllato. Demanio sciabile Temporalità

Gli impatti sulla componente aria si osservano sul medio e lungo termine, sono dovuti all’aumento dei carichi emissivi legati al sistema insediativo.

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8.7.8 Mobilità e trasporti

Fragilità

La rete stradale di adduzione manifesta elementi di fragilità legati alle non ottimali condizioni geologiche del tracciato, il quale presenta, in più punti, rischi di franosità dovuti alla instabilità degli ammassi rocciosi ed agli attraversamenti, non del tutto corretti, del reticolo idrico minore.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

I potenziale impatti degli interventi previsti dal progetto sono legati all’aumento dei flussi veicolari di adduzione alla stazione invernale che, con l’attuazione del piano, possono aumentare anche nella stagione estiva, di norma non così fortemente interessata dal fenomeno. Pertanto la sicurezza di tracciati stradali e la garanzia della Demanio sciabile

Mobilità e trasporti loro percorrenza dovrà essere un elemento cardine della pianificazione del progetto.

Temporalità

Gli impatti sul sistema della mobilità sono di medio e breve termine sia per quanto concerne i possibili effetti di aumento della congestione sia in relazione alle opere di potenziamento dei parcheggi.

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8.7.9 Rifiuti

Fragilità

Il livello di raccolta differenziata comunale è logisticamente difficoltoso nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata già raggiunti invece sul fondovalle.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Sebbene non sia possibile evidenziare una netta correlazione tra produzione di rifiuti e ricettività turistica, sono da valutare gli effetti indotti da un potenziamento dell’economia

Rifiuti turistica, che potrebbe comportare anche un aumento della produzione di rifiuti.

Demanio sciabile Temporalità

Gli impatti sulla componente rifiuti sono sul medio e lungo termine, legati all’aumento dei volumi previsti, mentre sul breve termine sono riferibili al trattamento puntuale dei rifiuti prodotti in quota.

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8.7.10 Energia

Fragilità

L’analisi della dotazione infrastrutturale locale evidenzia la presenza di elettrodotti che già servono gli impianti esistenti.

Potenziali impatti degli interventi

Si presume che il progetto preveda un consistente impiego di elettricità per il

Energia funzionamento degli impianti di risalita e per l’eventuale pompaggio di acqua.

Demanio sciabile Temporalità

Nel tempo gli impatti potrebbero essere ridotti e / o annullati con l’adozione di fonti di energia alternative.

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9 IMPATTI POTENZIALI RELATIVI ALLA FAUNA E ALLA FLORA PER LE OPERE (LAGHETTI ARTIFICIALI, CAMPO DA GOLF, BIKE PARK, TAPIS ROULANT, PISTA DA SCI DI FONDO, MODIFICHE DEMANIO)

Come si nota in tutte le analisi d'impatto sopra eseguite non è stato preso in considerazione l'aspetto relativo alla flora e alla fauna.

Rivestendo la fauna e la flora un grande interesse di carattere ambientale, per questi specifici aspetti è stato prodotto uno specifico capitolo, che analizza i singoli interventi in modo complessivo e si spera esaustivo per il documento di scoping.

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9.1 Fauna

Fragilità

Le importanti comunità faunistiche, presenti nel territorio in esame, risultano associate ad habitat seminaturali la cui origine e conservazione è strettamente correlata al mantenimento delle attività antropiche pastorizie di stampo tradizionale, che da secoli interessano questi versanti montuosi.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Le principali criticità legate alla proposta di intervento riguardano la sottrazione di habitat di grande valenza faunistica (in particolare per avifauna, erpetofauna e invertebrati), quali il sistema dei prato-pascoli e le pozze d’abbeverata, oltre alla possibile alterazione delle tradizionali pratiche di gestione di questi biotopi. Anche l’aumento della fruizione del territorio potrebbe determinare un impoverimento delle

Fauna comunità faunistiche su scala locale, generando molteplici elementi di perturbazione dell’ambiente naturale (inquinamento acustico, luminoso, disturbo diretto, ecc.).

Temporalità

Le azioni a coefficiente di impatto potenziale più elevato sulla fauna sono connesse alla fase di cantierizzazione delle opere, per le quali andranno individuate opportune misure di compensazione. Le criticità legate alla fase di esercizio avranno invece carattere più modesto, sebbene, risultando quali fonti di impatto sostanzialmente permanente, necessiteranno di attente misure di controllo e mitigazione.

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9.2 Flora

Fragilità

Le fitocenosi seminaturali presenti nel territorio in esame, costituite in larga parte da prati pascolo originatisi grazie alle pratiche colturali e zootecniche legate alla pastorizia, risultano minacciate in maggior misura da potenziali interventi che prevedano la rimozione del cotico. Riguardo le zone di cespuglieto aperto legate alla diminuzione del carico di pascolo, si potranno prevedere interventi di gestione volti al mantenimento di questi particolari habitat e al contenimento dell’evoluzione verso formazioni arboree chiuse. Tale gestione mirerebbe al mantenimento delle tipologie vegetazionali a cespuglieto, di preferenza frequentate dai galliformi montani e alpini.

Potenziali impatti provocati dagli interventi

Le principali criticità per la vegetazione legate alla proposta di intervento riguardano la sottrazione di habitat per attività di scotico, di deposito temporaneo di materiali terrosi e

Flora di rimodellamento. In secondo luogo possono verificarsi alterazione e semplificazione locale della composizione floristica del cotico erboso e, di particolare importanza, si segnala la possibile immissione di specie vegetali esotiche, potenzialmente capaci di diffondersi ampiamente sulle superfici di suolo scoperto prodotte dal cantiere e in tutti quei contesti dove le attività umane rendono disponibile del suolo libero (bordi di piste pastorali, sentieri, nicchie di erosione, ecc). Particolare attenzione andrà posta alla scelta di miscele di sementi per eventuali interventi di inerbimento, evitando essenze fuori areale e caratterizzate da fenotipi di ambienti planiziali, in contrasto con la locale florula erbacea subalpina. Riguardo le vegetazioni acquatiche legate agli ambienti umidi delle pozze, si dovranno valutare attentamente in fase progettuale tutti gli accorgimenti necessari a limitare o evitare gli impatti, promuovendone il mantenimento e il potenziamento.

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Temporalità

Le azioni potenzialmente significative per gli impatti sulla vegetazione sono connesse sia alla fase di cantierizzazione delle opere che alla successiva fase di messa in opera. Per tali criticità andranno individuate opportune misure di mitigazione e

Flora compensazione, oltre che piani di biomonitoraggio per il controllo delle specie esotiche e del buon attecchimento di nuovi manti erbosi derivanti da inerbimento e interventi di miglioramento floristico.

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10 ALTERNATIVE DI INTERVENTO

Questa sezione del documento è funzionale ad una valutazione della sostenibilità ambientale del progetto e delle alternative che si potrebbero attivare.

10.1 Opzione Zero

L'opzione zero è quella che consiste nel non intervenire con alcun piano o progetto, lasciando quindi che si dispieghino le dinamiche in atto e rimangano in essere gli indirizzi e le prescrizioni attualmente vigenti, che implicano consistenti elementi di salvaguardia dei caratteri di naturalità dei luoghi.

10.2 Opzione attuazione del Piano

L'opzione attuazione del Piano Strategico oggetto della presente richiesta costituisce il passaggio necessario per il raggiungimento degli obiettivi di potenziamento invernale ed estivo del comprensorio sciistico Presolana - Monte Pora.

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11 APPROFONDIMENTI E CONTENUTI DA PRODURRE NEL RAPPORTO AMBIENTALE

Il Rapporto Ambientale è il documento cardine della Valutazione Ambientale Strategica.

Per valutare compiutamente i potenziali effetti significativi delle azioni di Programma sull’ambiente è necessario capire, oltre allo stato attuale, descritto nell’analisi del contesto del Rapporto Ambientale, anche l’evoluzione probabile del contesto stesso in cui vengono inserite ed in cui andranno ad operare tali azioni.

Ognuna di esse verrà ampiamente approfondita nel Rapporto Ambientale, potrà anche essere ripresa come spunto per la fase di monitoraggio.

Nella tabella sottostante, vengono riportati punto per punto gli approfondimenti e le azioni che dovranno essere sviluppate nel documento di Rapporto Ambientale. Costituisce pertanto una linea guida ai successivi approfondimenti, anche se con maggiori definizioni dei contenuti progettuali, sarà possibile orientare meglio tali studi così da raggiungere una completa valutazione di carattere ambientale dell'Accordo di Programma.

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Demanio Laghetti Campo da Pista di Bike park Tapis Roulant sciabile innevamento golf fondo

Verifica della Ricerca dei Esecuzione di Valutazioni di Verifiche compatibilità tracciati in cui

Geologia rilievi di carattere geotecniche del tracciato possano dettaglio e litostratigrafico Posizionamento sulla stabilità con il quadro essere più verifica delle per definire gli dell'opera nel delle scarpate e dissesti, ridotti i compatibilità spessori della luogo più idoneo dei rilevati del analisi processi con il quadro copertura contenitore geotecnica del erosivi dei dissesti superficiale tracciato potenziali Valutazione Valutazione del Evitare Evitare Idrogeologia Prevedere Evitare la delle bilancio idrico in interferenze interferenze con sistemi di formazione di interferenze termini di con tracciati di tracciati di corsi drenaggio erosione fra il grado di approvvigionam- corsi d’acqua d’acqua idonei alla lineari o solchi permeabilità ento e superficiali e/o superficiali e/o conservazione dovuti dei suoli e le restituzione aree umide aree umide dei green ruscellamento azioni previste delle acque (Pozze) (Pozze) L’esecuzione Valutare l’entità

Climatologia delle opere dei potenziali Considerare Evitare Controllo degli dovrà tenere apporti idrici Controllo degli gli effetti del l’innesco di effetti delle sotto controllo naturali in effetti delle clima sui fenomeni precipitazioni l’effetto degli funzione di un precipitazioni nuovi spazi a erosivi e di brevi ed eventi ridotto consumo brevi ed intense verde dissesto intense meteorici di acqua estremi potabile Verificare il Creazione e livello di Verifica degli salvaguardia di Trasformare la disturbo

Fauna effetti sulla Mantenimento nuove aree pista anche in indotto da tale Non vi sono fauna alla delle aree umide (pozze) un percorso attività sulla relazioni creazione di umide per il didattico - fauna in particolari nuovi sistemi mantenimento naturalistico genere al fine di verde della biodiversità di ridurne gli effetti

Mantenimento Creazione e Scelta delle Creazione di e salvaguardia di Valutazione specie percorsi Flora potenziamento nuove aree degli effetti Non vi sono erbacee più naturalistici di della umide (pozze) soprattutto relazioni idonee per la carattere biodiversità per il negli ambiti particolari formazione dei didattico - floristica e mantenimento boscati campi divulgativo vegetazionale della biodiversità

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Demanio Laghetti Campo da Pista di Bike park Tapis Roulant sciabile innevamento golf fondo

Controllare il Valutare gli Definire forme Rendere il mantenimento effetti Evitare di dei laghetti che percorso delle tessere cromatici lascare tracce Paesaggio siano poco anche Realizzare paesaggistiche dovuti al significative , artificiali ma che elemento di l'opera a regola caratteristiche cambio delle (solchi lineari si inseriscano in osservazione d'arte in modo dei luoghi essenze accentuati), in modo armonioso e da minimizzare senza erbacee per ambiti con nel contesto in riqualificazione l'impatto visivo alterazioni non creare buona visualità cui vengono del paesaggio delle visualità impatti visivi e panoramicità realizzati circostante e dei contesti sgradevoli

Irrilevante Irrilevante sull’aspetto Rendere sull’aspetto Definire le economico e

Agronomia compatibile Calcolare la Rendere economico e compatibilità sociale , l’attività perdita di SAU e fruibili, anche sociale, purché ed i limiti di purché non agronomica definire le dal punto di non diventi un tale attività in diventino con tutto il contropartite vista elemento rapporto agli elementi contesto economiche e agronomico barriera che attuali utilizzi barriera che oggetto sociali tali spazi impedisca il agronomici impediscono il d’intervento trasferimento del trasferimento bestiame del bestiame

Non sono previsti nuovi insediamenti nell’area, le Insediamenti infrastrutture a servizio delle Non vi sono Non vi sono Non vi sono Non vi sono Non vi sono attività relazioni relazioni relazioni relazioni relazioni dovranno particolari particolari particolari particolari particolari essere realizzate in sintonia con i caratteri dei luoghi

Aria Non vi sono Non vi sono Non vi sono Non vi sono Non vi sono Non vi sono relazioni relazioni relazioni relazioni relazioni relazioni particolari particolari particolari particolari particolari particolari

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Demanio Laghetti Campo da Pista di Bike park Tapis Roulant sciabile innevamento golf fondo

Mobilità e trasporti Verificare attentamente la sicurezza dal punto di Non vi sono Non vi sono Non vi sono Non vi sono Non vi sono vista geologico relazioni relazioni relazioni relazioni relazioni delle strada di particolari particolari particolari particolari particolari accesso ai comparti turistici

Eseguire Dotare le aree di Dotare le aree Dotare le aree Dotare le aree Dotare le aree di valutazioni sui appositi di appositi di appositi di appositi appositi potenziali contenitori per la contenitori per contenitori per contenitori per contenitori per la

Rifiuti carichi indotti raccolta dei la raccolta dei la raccolta dei la raccolta dei raccolta dei da rifiuti, al fine di rifiuti, al fine di rifiuti, al fine di rifiuti, al fine di rifiuti, al fine di potenziamento ridurre ai minimi ridurre ai ridurre ai ridurre ai ridurre ai minimi dell’attività e termini la minimi termini minimi termini minimi termini termini la potenziare la dispersione la dispersione la dispersione la dispersione dispersione raccolta degli stessi degli stessi degli stessi degli stessi degli stessi differenziata nell’ambiente nell’ambiente nell’ambiente nell’ambiente nell’ambiente

Sfruttare la

Energia Potenziare lo risorsa per Potenziare lo sviluppo di valutare la sviluppo di fonti Non rilevante Non rilevante Non rilevante fonti di energia potenziale di energia alternativi produzione di alternativi energia

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12 MANUTENZIONE DELLE OPERE E MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI

In considerazione delle opere da eseguire e della loro sensibilità rispetto al contesto, sarà necessario programmare interventi di manutenzione così da mettere in atto, sia durante la fase esecutiva che durante la fase gestionale. Ciò consentirà di verificare se i risultati auspicati in sede di VAS possono essere raggiunti, o se sono necessari interventi correttivi di aggiustamento. Si fa riferimento soprattutto agli elementi più sensibili come quelli che riguardano la sfera degli aspetti naturalistici, per i quali andrà posta maggiore attenzione.

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12.1 Prime proposte di risarcimento e compensazioni ambientali

Prendendo come riferimento quanto già riportato nelle relazioni specifiche, di seguito si elencano una serie di proposte relative ad alcuni risarcimenti e/o compensazioni ambientali. Tale elenco non è assolutamente da considerarsi definitivo ed esaustivo, ma costituisce solo nel documento di scoping una prima d'atto delle più significative tematiche emerse.

Pertanto saranno senz'altro da proporre:

 Mantenimento e potenziamento delle aree umide e delle pozze di abbeverata a servizio degli alpeggi in quota  Creazione di nuovi percorsi ricreativi, naturalistici - didattici  Recupero delle Malghe e potenziamento dell'agriturismo in quota  Sviluppo quali - quantitativo dei prodotti agricoli locali promuovendo campagne di conoscenza e di vendita.

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13 VALUTAZIONE DEGLI INTERVENTI IN RIFERIMENTO ALLA L.R. 5/2010

Si è ritenuto opportuno, per ognuno degli interventi previsti dall'Accordo di Programma, valutare la necessità o meno di espletare le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) o di assoggettabilità a V.I.A..

A livello regionale, la L.R. n. 5/2010 “Norme un materia di valutazione di impatto ambientale” disciplina le procedure di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) e di verifica di assoggettabilità a V.I.A. relative ai progetti di cui agli allegati A e B, di competenza della Regione, delle province e dei comuni. L'insieme delle opere soggette a V.I.A. nazionale, V.I.A. regionale, Verifica regionale, provinciale o comunale è organizzato secondo una classificazione su quattro livelli: settore, sottosettore, categoria, definizione normativa. Per ogni categoria d'opera sono indicate le soglie dimensionali, il tipo di procedura (V.I.A. o Verifica), l'autorità competente e il riferimento normativo di settore.

La valutazione eseguita è stata inserita nella seguente tabella, con l'obiettivo di facilitarne la consultazione.

Dall’esame degli interventi risulta che un’opera ricade in verifica di assoggettabilità (Pista di sci da fondo) e altri ricadono in verifica di V.I.A. per gli impatti cumulativi (Bacinii per l’innevamento).

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V.I.A. / Tipologia Opera Riferimento L.R. 5/2010 Valutazione Assoggettabilità V.I.A "Dighe ed altri impianti destinati a I singoli bacini hanno volumetrie inferiori a 100.000 m3. trattenere, regolare o accumulare le acque Tenendo comunque in considerazione di valutare Allegato A in modo durevole, ai fini non energetici, di l'impatto cumulativo di tutti i bacini (per una volumetria Bacini per l’innevamento Si t.2) altezza superiore a 10 m (e fino a 15 m) complessiva pari a 165.000 m³), si ritiene quindi che e/o di capacità superiore a 100.000 m³ (e tale valutazione sia da effettuare tramite procedura di fino a 1.000.000 di m³)." V.I.A. (Allegato A t.2)). La realizzazione del campo da golf non è soggetta alle procedure di V.I.A. né di assoggettabilità a V.I.A., in Campo da golf \ \ No quanto non ricade nelle tipologie di opere di cui alla L.R. 5/2010 Allegato A e B. La realizzazione del bike park non è soggetta alle procedure di V.I.A. né di assoggettabilità a V.I.A., in Bike park \ \ No quanto non ricade nelle tipologie di opere di cui alla L.R. 5/2010 Allegato A e B. "Piste da sci di lunghezza superiore a 1,5 km o che impegnano una superficie Allegato B superiore a 5 ettari nonché impianti Il tapis roulant ha una portata oraria massima inferiore Impianto di risalita 7.Progetti di meccanici di risalita, escluse le sciovie e le a 1800 persone, di conseguenza non è soggetto alle No (tapis roulant) infrastrutture monofuni a collegamento permanente procedure di V.I.A. né di assoggettabilità di V.I.A.. c) aventi lunghezza inclinata non superiore a Inoltre è un'opera di tipo temporaneo. 500 metri, con portata oraria massima superiore a 1.800 persone."

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V.I.A. / Tipologia Opera Riferimento L.R. 5/2010 Valutazione Assoggettabilità V.I.A "Piste da sci di lunghezza superiore a 1,5 km o che impegnano una superficie Allegato B superiore a 5 ettari nonché impianti Si La lunghezza della pista da sci di fondo (5 km) 7.Progetti di meccanici di risalita, escluse le sciovie e le Pista da sci di fondo Assoggettabilità a determina la verifica di assoggettabilità di V.I.A. infrastrutture monofuni a collegamento permanente V.I.A. (Allegato B, 7.Progetti di infrastrutture c)) c) aventi lunghezza inclinata non superiore a 500 metri, con portata oraria massima superiore a 1.800 persone." La realizzazione del percorso agrosilvo pastorale non è soggetta alle procedure di V.I.A. né di assoggettabilità a Percorso agrosilvo pastorale \ \ No V.I.A., in quanto non ricade nelle tipologie di opere di cui alla L.R. 5/2010 Allegato A e B. La modifica del demanio sciabile non è soggetta alle procedure di V.I.A. né di assoggettabilità a V.I.A., in Modifica del demanio sciabile \ \ No quanto non ricade nelle tipologie di opere di cui alla L.R. 5/2010 Allegato A e B.

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Onore, 14/03/2016

I Professionisti

Ing. Giuliano Visinoni Geol. Sergiog Ghilardi

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