Inquadramento Generale Inquadramento Amministrativo

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Inquadramento Generale Inquadramento Amministrativo Inquadramento generale Inquadramento amministrativo 5. INQUADRAMENTO AMMINISTRATIVO In questo paragrafo sono riportati i principali stakeholder, ovvero gli Enti, Aziende, Istituti, Società, Organizzazioni etc, direttamente responsabili delle attività di protezione civile o che possano coadiuvare la Prefettura e la Provincia sia in fase di pianificazione, sia per la realizzazione di studi sulla previsione e prevenzione delle calamità naturali e delle catastrofi, sia per l’interpretazione fisica del fenomeno e del suo evolversi ed, infine, per la gestione dell’emergenza. In particolare sono stati acquisiti i dati essenziali utili i ai fini della gestione dell’emergenza. In calce ad ogni paragrafo vi è la sintesi delle funzioni nel tempo ordinario e nelle emergenze (ex comma 1b e 1c art. 2 Legge 225/92), nonché, ove possibile, sono riportate il numero delle tavole e/o tabelle corrispondenti. 5.01 Enti, Istituti, Agenzie sovraordinati etc Si tratta di quei gruppi nazionali o locali con specifiche finalità scientifiche in materia di previsione, quali Università, Istituti Superiori etc. che in caso di calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari possono coadiuvare il responsabile della funzione 1 (vedi paragrafo 3.02.03). Oltre ai centri di competenza utili alla rete dei centri funzionali del Dipartimento di Protezione Civile, quali ISPRA e INGV, C.N.R. etc (ex D.P.C.M. 20 luglio 2011), alle Università presenti nel territorio regionale (Benevento, Napoli e Salerno), che possono contribuire, in caso di eventi di particolare severità, alla comprensione del fenomeno in corso ed alla pianificazione degli interventi vi sono gli Istituti ed Enti che possono contribuire al superamento dell’emergenza con le specifiche conoscenze e competenze : la sede di Grottaminarda dell’Istituto Nazionale doi Geofisica e Vulcanologia (referente funzione 1 della S.O.C.U.P.) l’Agenzia Regionale protezione ambientale della Campania, l’A.R.P.A.C., con la sua sede provinciale presso il Comune di Atripalda (Av) (referente funzione 1 e 12 della S.O.C.U.P.) 5.02 Enti Territorialmente competenti In questa sezione sono riportati tutti gli Enti competenti sul territorio della Provincia di Avellino. Piano di emergenza provinciale | 32 Inquadramento generale Inquadramento amministrativo Per quanto attiene il Dipartimento di protezione civile, la Regione Campania, la Prefettura e la Provincia si rimanda al paragrafo 2. Per quanto attiene le strutture regionali, oltre a quanto riportato al paragrafo 2, particolare ruolo viene svolto: dalle Autorità di bacino regionali (vedi paragrafo 4.01.02.04) dai Settori Provinciali del Genio Civile (vedi tavola e tabella in allegato) attivati per il tramite del Settore Protezione Civile (delibere di G.R. n. 6932/01 e n. 854/03) prevalentemente per emergenze di ordine idrogeologico. dallo STAPF Settore Tecnico Amministrativo Provinciale Foreste che svolge, altresì, compiti di prevenzione, spegnimento degli incendi boschivi e coordinamento delle squadre antincendio boschivo. 5.02.01 Comuni Il territorio della Provincia di Avellino è suddiviso in 119 Comuni, (vedi relative Tabella e Tavola in allegato) ed ha una popolazione residente (dati ISTAT 2008 – censimento dicembre 2007) di 439.049 abitanti. Dei 119 Comuni, 17 hanno una popolazione residente inferiore a 1.000 abitanti, la maggior parte, 83 Comuni, ha una popolazione compresa tra i 1.000 ed i 5.000 abitanti, e solo due Comuni hanno una popolazione superiore a 20.000 abitanti: il Comune di Ariano, con 23.184 abitanti e la città capoluogo, Avellino, con 57.071 abitanti. La densità di abitanti per Kmq è bassa. Quasi tutti i Comuni presentano una densità inferiore a 1.000 abitanti per Kmq con l’estremo del Comune di Monteverde con 22,67 abitanti per Kmq. Solo due Comuni, Avellino ed Atripalda hanno una densità abitativa superiore ai 1.000 abitanti per Kmq. Funzione nel tempo Attuazione delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei ordinario rischi, stabilite dai programmi e piani statali, regionali e/o provinciali Predisposizione del Piano Comunale di emergenza Funzione in Attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi emergenza urgenti necessari a fronteggiare l'emergenza Attivazione del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) Attivazione del Centro Operativo Misto se Comune capo C.O.M. Attuazione del Piano di Emergenza Comunale Su richiesta della Prefettura, il Sindaco e/o suoi delegati, si recano presso il C.C.S., per coadiuvare i responsabili delle funzione 9, 11, 13, e/o presso il C.O.M. Tabella Comuni, abitanti, superficie, densità abitativa Tavola Comuni – Popolazione 2007 ‐ scala 1:300.000 Piano di emergenza provinciale | 33 Inquadramento generale Inquadramento amministrativo 5.02.02 Comunità Montane Le Comunità Montane sono state istituite con la Legge del 3 dicembre 1971 n. 1.102, costituite in Campania con la Legge Regionale n. 6/98 e ridefinite con la Legge Regionale n. 12 del 30 settembre 2008. Svolgono la funzione di difesa suolo e dell’ambiente attraverso la realizzazione di opere pubbliche e di bonifica montana atte a prevenire fenomeni di alterazione naturale del suolo e danni al patrimonio boschivo. Le Comunità Montane, altresì, attraverso l’attuazione dei piani pluriennali di sviluppo, dei programmi annuali operativi e di progetti integrati di intervento speciale per la montagna e nel quadro della programmazione di sviluppo provinciale e regionale, promuovono lo sviluppo socio‐economico del proprio territorio, perseguono l’armonico riequilibrio delle condizioni di esistenza delle popolazioni montane, anche garantendo, d’intesa con altri enti operanti sul territorio, adeguati servizi capaci di incidere positivamente sulla qualità della vita. Inoltre, concorrono, nell’ambito della legislazione vigente, alla valorizzazione della cultura locale e favoriscono l’elevazione culturale e professionale delle popolazioni montane. Esercitano le funzioni amministrative ad essa delegate dai comuni di riferimento ai fini dell’esercizio in forma associata. Esercitano altresì ogni altra funzione conferita dalle province e dalla regione, in particolare quelle di cui alla legge regionale 4 novembre 1998, n. 17. Nella Tabella e Tavola, in allegato, si riportano le Comunità Montane della Provincia di Avellino con i relativi ambiti territoriali. Funzione nel tempo Attuazione delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione ordinario dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali Funzione in emergenza Attivazione Piano A.I.B. Su richiesta della Prefettura si reca presso il C.C.S. per coadiuvare il responsabile della funzione 11 della Sala Operativa Tabella Comunità Montane ‐ Comuni afferenti Tavola Comunità Montane – Competenza territoriale ‐ scala 1:300.000 5.01.02.03 Autorità di Bacino Sono state istituite con la Legge del 18 maggio 1989, n. 183, e successive integrazioni e modificazioni, con la quale sono state dettate le: “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”. In particolare, con tale norma venivano individuati i bacini di rilievo nazionale e venivano date indicazioni alle Regioni per la delimitazione dei bacini interregionali e regionali. Piano di emergenza provinciale | 34 Inquadramento generale Inquadramento amministrativo La Regione Campania con la Legge 7 febbraio 1994, n. 8, recante “Norme in materia di difesa del suolo ‐ Attuazione Legge 18 maggio 1989 n. 183 e successive modificazioni ed integrazioni”, ha istituito le Autorità di Bacino Regionali: Destra Sele, Nord Occidentale della Campania, Sarno e Sinistra Sele per i quali si applica il disposto dell’ art. 20, comma 2 della citata legge 18 maggio 1989, n. 183. Per quanto attiene i bacini interregionali sono state attivate le Intese Interregionali, in attuazione dell’art. 15 della legge 18 maggio 1989, n. 183, per la: Costituzione dell’Autorità di bacino del fiume Fortore; Costituzione dell’Autorità di bacino del fiume Ofanto (ndr ora Puglia unitamente ai Bacini del Calaggio e del Cervaro); Costituzione dell’Autorità di bacino del fiume Sele approvate, per proprio ambito territoriale di competenza: dalla Regione Puglia, con le delibere di Giunta Regionale nn. 109 e 110 del 18 dicembre 1991; dalla Regione Basilicata, con delibera del Consiglio Regionale n. 307 del 3 luglio 1991; dalla Regione Molise, con delibera del Consiglio Regionale n. 173 del 10 settembre 1992; dalla Regione Campania, con Delibera di Giunta Regionale n. 306 del 2 febbraio 1993. Allo stato l’assetto territoriale delle Autorità di Bacino, rilevabile dalla tabella e tavola 3, in allegato, è stato rivisto dal decreto legislativo 152/2006 che prevede, per l’Italia Meridionale, inclusa la Campania un unico Bacino Distrettuale. Comunque detto assetto non è stato ancora attuato e pertanto in Regione Campania, con delibera di Giunta n. 663 del 19 maggio 2006 è stata istituita una fase transitoria (n.d.r. nelle more della costituzione dell’Autorità di Bacino Distrettuale) di continuità amministrativa delle Autorità di Bacino preesistenti e delle quali ricadono nel territorio della Provincia di Avellino: Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri‐Garigliano e Volturno; Autorità di Bacino Interregionali del Fiume Sele; Autorità di Bacino Interregionali della Puglia; Autorità di Bacino Regionale Destra Sele; Autorità di Bacino Regionale del Sarno; Autorità di Bacino Regionale Nord Occidentale. Con legge regionale 15 marzo 2011, n. 4, all’art.1, comma
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