Comune di Gazzuolo (MN) Verifica di assoggettabilità a VAS SUAP Balzanelli Srl in Variante al PGT RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE

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INDICE

1. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ...... 3 2. PREMESSA ...... 5 3. LA PROPOSTA DI VARIANTE ...... 7 3.1 Il Proponente ...... 8 3.2 Il progetto di ampliamento - premessa ...... 8 4. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO...... 12 4.1 PGT comune di Gazzuolo – Piano delle Regole...... 12 4.2 PTCP provincia di Mantova 2010 - Indirizzi normativi ...... 14 4.3 Rete Ecologica regionale ...... 16 5. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ...... 18 5.1 Analisi preliminare del territorio comunale ...... 18 5.1.1 Aria e clima acustico ...... 18 5.1.2 Suolo e sottosuolo e Ambiente idrico ...... 24 5.1.3 Vegetazione ed ecosistemi ...... 30 5.1.4 Sistema rurale ...... 34 5.1.5 Sistema economico ...... 36 5.1.6 Sistema della mobilità ...... 37 5.1.7 Sistema paesaggio e patrimonio storico-culturale ...... 39 6. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ATTESI ...... 44 6.1 Coerenza della variante rispetto ai principi di sostenibilità ambientale ...... 44 6.2 Problemi ambientali pertinenti la variante ...... 45 6.3 Descrizione dei potenziali effetti attesi in relazione alle sensibilità ambientali esistenti ...... 46 6.3.1 Aria ed ambiente acustico ...... 46 6.3.2 Acque superficiali e sotterranee ...... 46 6.3.3 Flora, Fauna, Rete Ecologica e Rete Natura 2000 ...... 46 6.3.4 Sistema insediativo e mobilità ...... 48 6.3.5 Sistema Paesaggio...... 48 6.4 Conclusioni e Proposte mitigative ...... 49

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1. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

La verifica di esclusione di un Piano/programma da procedura di VAS è oggi regolata dal D.Lgs 4/2008 e s.m.i, che dispone quanto segue: “per i piani e programmi (…) che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al comma 2, la valutazione ambientale è necessaria qualora l’autorità competente valuti che possano avere effetti significativi sull’ambiente, secondo le disposizioni di cui all’art. 12.2”.

A livello regionale sono state assunte ulteriori determinazioni di dettaglio in merito all’iter procedurale ed alle analisi necessarie al fine di accertare l’insussistenza di effetti significativi sull’ambiente, in particolare per i SUAP (DGR 761/2010 all. 1r). Questo allegato definisce che:

Lo Sportello è soggetto a Valutazione ambientale – VAS allorché ricadono le seguenti condizioni:

a) ricade nel “Settore della destinazione dei suoli” (PTC Parco, Piano Cave provinciale, Programma triennale per lo sviluppo del settore Commerciale) e definisce il quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE;

b) si ritiene che abbia effetti ambientali significativi su uno o più siti, ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 3 della Direttiva 92/43/CEE;

La Verifica di assoggettabilità alla valutazione ambientale si applica alle seguenti fattispecie:

a) SUAP ricompresi nel paragrafo 2 dell’articolo 3 della direttiva che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e le modifiche minori (punto 4.6 – Indirizzi generali);

b) SUAP non ricompresi nel paragrafo 2 dell’articolo 3 della direttiva che definiscono il quadro di riferimento per l’autorizzazione di progetti

Per i piani e i programmi che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi, la valutazione ambientale e' necessaria qualora l'autorità competente valuti che producano impatti significativi sull’ambiente, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 del D.lgs. e tenuto conto del diverso livello di sensibilità ambientale dell’area oggetto di intervento.

Nel caso in esame Il progetto di SUAP non si inserisce fra i casi soggetti a VAS completa, unitamente al Rapporto preliminare è infatti stato predisposto anche specifico studio semplificato di incidenza finalizzato ad evidenziare non solo la mancanza di effetti significativi su siti tutelati dalla Direttiva 92/43/CEE, ma la mancanza di effetti in genere anche sul sito più prossimo. Il SUAP in esame essendo finalizzato ad un ampliamento di un attività esistente si configura come SUAP che definisce il quadro di riferimento per l’autorizzazione di progetti.

Ciò premesso, in rispondenza anche con quanto previsto dalla Direttiva comunitaria, il presente documento analizzerà:

- in quale misura il SUAP stabilisce una quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative;

- in quale misura il piano influenza altri piani/programmi , inclusi quelli gerarchicamente ordinati;

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- pertinenza del piano per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile;

- problemi ambientali pertinenti al piano,

- rilevanza del piano per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore dell’ambiente;

Caratteristiche degli effetti e delle aree che possono essere interessate:

- probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli effetti;

- carattere cumulativo degli effetti;

- natura transfrontaliera degli effetti;

- rischi per la salute umana o per l’ambiente;

- entità ed estensione degli effetti;

- valore e vulnerabilità dell’area;

- caratteristiche naturali o del patrimonio culturale;

- superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite;

- utilizzo intensivo del suolo;

- effetti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale.

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2. PREMESSA

Il presente Rapporto Preliminare è stato predisposto in conformità con quanto previsto dalla DCR 351/2007, dalla DGR 761/2010 e della DGR 3686/2012 “Determinazione della procedura di Valutazione Ambientale di piani e programmi – VAS (art.4 l.r. n 12/2005; d.c.r. 351/2007) – Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) SPORTELLO UNICO DELLE ATTIVITA PRODUTTIVE. Tale documento ha la finalità di analizzare le potenziali ricadute ambientali correlate alla variante proposta al Piano di Governo del Territorio del Comune di Gazzuolo.

Di seguito si propone un’immagine corografica su ortofoto su cui è localizzata l’area interessata dalla Variante in esame.

Figura 3.1-1 – Corografia generale

La Procedura di Verifica di Assoggettabilità alla VAS seguirà la procedura dettata dalle citate delibere regionali e descritta nello schema seguente.

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In Relazione alla verifica delle interferenze con i Siti della Rete Natura 2000, come già detto, è stato predisposto uno specifico elaborato “Studio di incidenza” per piani che interessano il sito di Rete Natura 2000 “ZPS IT20B0401” Ente Gestore – Parco Regionale dell’Oglio Sud, e ciò non tanto in relazione all’interessamento di singoli siti ma piuttosto di un corridoio di unione di cui al progetto di Rete Ecologica Regionale (RER).

Il presente Rapporto Preliminare sarà messo a disposizione e pubblicato su web per 30 giorni a seguito dei quali l’autorità competente, d’intesa con l’autorità procedente, assumerà la decisione di assoggettare o meno la variante alla Valutazione ambientale.

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3. LA PROPOSTA DI VARIANTE

La tipologia di variante in esame è riferibile a Sportello Unico Attività produttive (SUAP) che comporta variante al Piano di Governo del Territorio.

La variante comporta unicamente modificazione cartografica relativa alla tavola di progetto con ampliamento dell’area produttiva, così come riportato nelle figure successive:

PDR STRALCIO TAVOLA VIGENTE PDR STRALCIO TAVOLA DI VARIANTE

Figura 3.1-1 – stralcio comparativo della variante

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3.1 Il Proponente

La ditta Balzanelli SRL, con sede legale ed operativa nel comune di Gazzuolo in via Marsala 78, si occupa da anni di recuperare diverse tipologie di materiali non pericolosi al fine di valorizzarne le diverse componenti merceologiche. Al momento è in corso la Valutazione di Verifica di Assoggettabilità alla Via, in quanto l’azienda ha necessità di passare in procedura ordinaria ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs 152/2006 e s.m.i.

La principale attività dell’azienda, oggi è il recupero di materiale cartaceo ai sensi del DM 5/2/98 e smi, ed in particolare in base alla tipologia 1.1 dell’allegato 1, suballlegato 1; entra il materiale in impianto come rifiuto, viene separato, selezionato ed infine imballato per tipologia merceologica al fine poter trasformare il rifiuto iniziale in una materia prima secondaria e rivendere il materiale con DDT. Pertanto, al fine di ottimizzare la lavorazione e la logistica aziendale c’è la necessità di avere ulteriore spazio, funzionalmente collegato alla ditta ad oggi esistente per:

- migliorare ulteriormente la sicurezza in funzione della viabilità interna

- ottimizzare il deposito dei materiali stoccandoli sotto un nuovo capannone che è già in progetto.

Infine occorre sottolineare che l’attuale procedura di verifica di assoggettabilità a VAS riguarda unicamente la modificazione indotta alla pianificazione urbanistica locale e ciò, pur trattandosi di un Suap, è in relazione al fatto che sono ancora stati prodotti gli eventuali approfondimenti necessari per la successiva procedura autorizzativa di Sportello unico (es. Relazione previsionale di impatto acustico, studio idraulico di gestione delle acque, VV.FF. ecc.)

3.2 Il progetto di ampliamento - premessa

Il presente progetto prevede la costruzione di nuovo magazzino per il deposito delle materie prime e secondarie derivanti alla separazione delle tipologie dei materiali ( carta, cartone, plastica ecc. ) previa riduzione volumetrica e di nuovo piazzale in cemento per il deposito in parte dei container e in parte materie prime e secondarie .

La nuova costruzione sarà realizzata in aderenza al magazzino esistente e verrà realizzata con:

- n°11 pilastri prefabbricati in cemento armato della sezione di cm. 50x50 e altezza utile m. 8,50;

- n° 10 travi in cemento armato a doppia pendenza;

- tegoli in cemento armato, materassino di lana minerale e manto di copertura in alluminio naturale;

- pannelli di tamponamento in cemento armato da realizzarsi nel prospetto nord-est;

- pavimento in battuto di calcestruzzo tipo industriale su vespaio in materiale reciclato;

- finestratura a nastro con vetri u-glass ed apertura tipo “naco.

Il nuovo piazzale verrà realizzato previo sbancamento del terreno esistente con materiale reciclato dello spessore cm 30-35 e superiore pavimentazione industriale impermeabile in cemento completa di corazzutura al quarzo.

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Verranno inoltre realizzate nuove fognature con tubazioni in P.V.C e pozzetti in cemento con caditoie in ghisa allacciate alla rete esistente. Verrà inoltre installata nuova vasca raccolta acqua in adiacenza a quella esistente al fine di raccogliere i primi 5 mm di prima pioggia del piazzale di nuova costruzione.

DATI PLANOVOLUMETRICI

Area del Lotto Fg. 5 n° 101-102-104-176-206. di complessivi mq. 22.250 .

Superficie coperta ammessa

Mq. 22.250x 0,70 = mq. 15.505

Utilizzazione fondiaria massima

Mq. 22.250 x 0,60 = mq. 13.350

Superficie coperta esistente

Magazzino 26,50x22,30 =mq. 590,95

Magazzino 19,80x20,40 =mq. 403,92

Magazzino 45,50x41,00 =mq. 1865,50

Magazzino 47,05x22,00 =mq.1035,10

Magazzino 3,37x2,88 =mq. 9,71

Uffici servizi (6,20x5,25)-(1,25x3,45) =mq. 38,74

Cabina elettrica 2,40x2,40 =mq. 5,76

Macchinario pressa 4,55x2,75 =mq. 12,51

Servizi loc. contatori 11,00x2,75 =mq. 30,25

Tettoia 11,00x12,00 =mq. 264,00

Tettoia (24,40x12,80)+(45.50x4,15 =mq. 501,14

Uffici (8,30x9,05)-mq 38,74 =mq. 36,38

Pensilina 9,05x1,10 =mq. 9,96

------

mq.4803,92

Magazzino n.c 38,00x40,85 mq.1552,30

------

totale superficie coperta mq.6356.22

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Slp esistente

Magazzino 26,10x21,90 =mq. 571,59

Magazzino 19,40x20,00 =mq. 388,00

Magazzino 45,10x40,60 =mq. 1831,06

Magazzino 46,65x21,60 =mq.1007,64

Magazzino 2,97x2,68 =mq. 7,96

Uffici servizi =mq. 30,05

Cabina elettrica 2,00x2,00 =mq. 4,00

Macchinario pressa 4,15x2,55 =mq. 10,58

Servizi loc. contatori 10,50x2,5 0 =mq. 26,25

Tettoia 11,00x12,00 =mq. 264,00

Tettoia (24,40x12,80)+(45.50x4,15 =mq. 501,14

Uffici PT e 1P =mq. 94,02

Pensilina 9,05x1,10 =mq. 9,96

------

mq. 4746,25

Magazzino n.c 38,00x40,85 mq.1552,30

Totale slp mq. 4642,27+1552,30 =mq. 6194.57

Figura 3.2-1 – Prospetto generale

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Figura 3.2-2 – Prospetto N-O

Figura 3.2-3 - Schema strutturale dell’impianto

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4. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

Il Comune di Gazzuolo, è dotato di Piano di Governo dl Territorio (PGT) approvato con Del. C.C. n.4 del 11.02.2011. Successivamente a tale approvazione sono state approvate 3 varianti. La presente variante agli strumenti urbanistici risponde ad alcune esigenze produttive emerse recentemente che hanno portato all’attivazione dello Sportello Unico Attività Produttive (SUAP). La destinazione dell’area in cui viene proposto l’intervento è quella prevista nell’articolato delle Norme di Attuazione del PdR del PGT vigente nel Comune di Gazzuolo ed individuata in parte come “Campagna priurbana” di cui all’art. 23.7 delle norme, la porzione ovest dell’ampliamento inoltre interessa aree classificate come a rischio archeologico di cui all’art. 29 delle NTA, infine parte dell’area di ampliamento rientra fra i corridoi primari della RER. L’area infine ricade in fascia C del PAI. Delle principali norme riferite a tali zone si riporta integralmente il testo:

Figura 3.2-1 – Stralcio della tavola delle previsioni del Documento di Piano Vigente

4.1 PGT comune di Gazzuolo – Piano delle Regole

ART. 23 - Aree agricole

…………………………..

23.7. Campagna periurbana e aree agricole soggette a trasformazione (queste ultime sono considerate ambito di interazione tra funzioni del sistema insediativo e del sistema agricolo art. 68.3 del P.T.C.P. di Mantova)

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Comprende i terreni agricoli adiacenti al tessuto urbano esistente sia del capoluogo che delle frazioni per una fascia stabilita dalla cartografia di piano.

Nella campagna periurbana è vietata la nuova costruzione di edifici da adibire ad allevamento zootecnico di qualunque tipo.

E’ consentito un ampliamento del 10% degli allevamenti esistenti al fine di permettere l’adeguamento funzionale delle strutture alle disposizioni del regolamento di igiene locale e dell’ASL competente e senza aumento del numero dei capi che dovrà essere asseverato dal proprietario dell’allevamento in conformità col numero capi contenuto nei registri dei distretti sanitari - veterinari di riferimento. In assenza di asseverazione la nuova costruzione non potrà essere agibilizzata.

Sono consentite demolizioni e ricostruzioni a parità di SLP esistente dei fabbricati destinati ad allevamenti zootecnici posti all’interno della campagna periurbana purché finalizzati ad aumentare la distanza fra le zone residenziali e le strutture aziendali.

Destinazioni ammesse :

Nella campagna periurbana sono ammissibili le abitazioni rurali strettamente connesse all’attività agricola, nonché tutti gli edifici di servizio all’attività stessa, Fienili, barchesse, ricoveri attrezzi ecc.

ART. 29 - Ambiti di salvaguardia archeologica

1. Definizione:

Sono le aree sulle quali la Soprintendenza Archeologica per la Lombardia ha segnalato il rinvenimento di reperti archeologici. I Nuclei di Antica Formazione come delimitati dagli elaborati grafici del Piano delle Regole sono zone a rischio archeologico.

2. Obiettivi del Piano delle Regole:

Le finalità del Piano delle Regole in tale ambito sono le seguenti:

· Evitare la distruzione di reperti archeologici;

3. Destinazioni d’uso:

La destinazione d’uso prevalente è quella dell’ambito in cui sono collocati.

4. Prescrizioni particolari:

Nelle zone individuate con apposita cartografia ogni pratica che porti alla movimentazione del terreno superficiale dovrà essere preventivamente segnalato alla competente Soprintendenza Archeologica ed eseguito solo previo consenso della stessa.

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4.2 PTCP provincia di Mantova 2010 - Indirizzi normativi

Di seguito la lo stralcio cartografico della Tavola 2 del PTCP e la relativa sezione normativa dedicata agli ambiti agricoli così come classificati all’interno delle aree oggetto di ampliamento.

Figura 4.2-1 Stralcio della Tavola 2 del PTCP

Art.68 Articolazione del territorio rurale in ambiti agricoli

Il PTCP, in relazione alle caratteristiche, alle risorse e alle funzioni, sulla base delle proposte dei comuni e in conformità ai criteri di cui alla DGR 19 settembre 2008, n. 8/8059, articola il territorio rurale in ambiti agricoli diversificati, in particolare: a) Ambiti agricoli strategici ad elevata caratterizzazione produttiva, b) Ambiti agricoli strategici ad elevata valenza paesaggistica, c) Ambiti agricoli di interazione tra il sistema insediativo ed il sistema agricolo, d) Aree agricole soggette a trasformazione.

2. Gli Ambiti agricoli strategici ad elevata caratterizzazione produttiva e gli Ambiti agricoli strategici ad elevata valenza paesaggistica, definiscono e individuano gli Ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico di cui all’art. 15, comma 4 della LR12/05, che assumono efficacia prescrittiva e prevalente ai sensi dell’art. 18 della LR12/05.

3. Il PTCP, ai sensi della DGR 19 settembre 2008, n. 8/8059, persegue il riconoscimento della particolare rilevanza dell’attività agricola nel contesto provinciale e riconosce come valore strategico l’estensione e la continuità territoriale degli ambiti di cui al precedente comma.

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68.1 Ambiti agricoli strategici ad elevata caratterizzazione produttiva

1. Il PTCP individua gli Ambiti agricoli strategici ad elevata caratterizzazione produttiva quali Ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico, ovvero quelle parti del territorio rurale particolarmente idonee, per tradizione, vocazione e specializzazione, allo svolgimento di attività di produzione di beni agro-alimentari ad alta intensità e concentrazione; in tali ambiti possono essere presenti limitate aree di valore naturale e ambientale.

2. Gli indirizzi del PTCP da assumere come riferimento per il recepimento degli Ambiti agricoli strategici ad elevata caratterizzazione produttiva nei PGT sono: a) favorire la diffusione e il potenziamento dell'azienda produttiva specializzata, strutturata e competitiva, orientata al prodotto, con metodiche e tecnologie ad elevata compatibilità ambientale e con pratiche colturali rivolte al miglioramento della qualità merceologica, della salubrità e della sicurezza alimentare dei prodotti; b) tutelare le aziende multifunzionali, ovvero le aziende orientate all'offerta di servizi agro ambientali e ricreativi, spesso localizzate in collegamento a specifici beni di interesse naturalistico o storico culturale, ancorché le stesse non assumano un ruolo preminente a livello di produzione e diffusione territoriale; c) conservare il sistema dei suoli agricoli produttivi escludendone la compromissione a causa dell'insediamento di attività, non strettamente connesse con la produzione agricola, non di interesse pubblico.

3. Il Comune nei propri atti di pianificazione: a) verifica e integra a scala di maggior dettaglio il perimetro degli Ambiti agricoli strategici ad elevata caratterizzazione produttiva individuati dal PTCP nonché le parti del territorio ed i beni che presentano significative relazioni con gli stessi, dettando disposizioni volte ad indirizzare e controllare le eventuali trasformazioni ed a prescrivere il corretto inserimento degli interventi edilizi ammessi; b) procede, sulla base di oggettive risultanze riferite alla scala comunale, ad apportare modifiche agli Ambiti agricoli strategici ad elevata caratterizzazione produttiva del PTCP, quali rettifiche (intendendosi per tali le correzioni di errori e le variazioni compatibili), precisazioni (intendendosi per tali le eventuali indicazioni integrative in relazione all’uso concreto ed effettivo di singole aree ovvero alla presenza di risorse, di manufatti, di impianti che siano valutati come compatibili con il mantenimento degli stessi negli ambiti agricoli) e miglioramenti (intendendosi per tali le eventuali modifiche e integrazioni degli ambiti suddetti che meglio garantiscano il conseguimento degli obiettivi di cui al precedente articolo 66). c) assicura la continuità delle aree agricole e dei sistemi agroforestali, anche con riferimento ad analoghi usi e destinazioni nei Comuni confinanti nonchè in relazione alla presenza dei corridoi ecologici provinciali e all’esigenza di contrastare fenomeni di conurbazione e di saldatura degli insediamenti urbani; d) determina politiche di intervento per le attività produttive agricole anche disincentivando i processi di frammentazione del sistema poderale delle aziende agricole, prestando particolare attenzione al disegno delle infrastrutture stradali di competenza comunale.

4. La Provincia, nell’ambito della procedura di valutazione di compatibilità, verifica la documentazione prodotta, valuta ed eventualmente conferma tali indicazioni. L’espressione favorevole alle modifiche e integrazioni proposte è da intendere quale correzione e aggiornamento del PTCP ai sensi dell’articolo 9.1.

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Rispetto alla Tavola 1, dedicata alle tematiche ambientali l’area in esame appare priva di particolari criticità.

Figura 4.2-2 stralcio della Tavola 1 del PTCP

4.3 Rete Ecologica regionale

Il Piano Territoriale della Regione Lombardia (D.G.R. del 16 gennaio 2008, n. 8/6447) prevede al punto 1.5.1 del suo Documento di Piano la realizzazione della Rete Ecologica Regionale (RER), riconosciuta come infrastruttura Prioritaria per la Lombardia inquadrandola, insieme alla Rete Verde Regionale (P.T.R. – Piano Paesaggistico, norme art. 24) negli Ambiti D dei “sistemi a rete”. la RER si pone la triplice finalità di:

• tutela; ovvero salvaguardia delle rilevanze esistenti, per quanto riguarda biodiversità e funzionalità ecosistemiche, ancora presenti sul territorio lombardo;

• valorizzazione; ovvero consolidamento delle rilevanze esistenti, aumentandone la capacità di servizio ecosistemico al territorio e la fruibilità da parte delle popolazioni umane senza che sia intaccato il livello della risorsa;

• ricostruzione; ovvero incremento attivo del patrimonio di naturalità e di biodiversità esistente, attraverso nuovi interventi di rinaturazione polivalente in grado di aumentarne le capacità di servizio per uno sviluppo sostenibile.

L’area oggetto di ampliamento si colloca all’interno di un corridoio primario a bassa e moderata antropizzazione, in prossimità del suo limite nord.

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Figura 4.3-1 Stralcio della tavoletta 176 del progetto RER.

L’indirizzo dato dalla Regione in materia di corridoi regionali primari è schematizzato nella tabella successiva:

Tabella 4.3-1 – Previsioni del PTR per i corridoi primari della RER.

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5. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE

5.1 Analisi preliminare del territorio comunale

Il territorio del comune di Gazzuolo si estende per 22,33 Kmq al limite occidentale della provincia di Mantova. IL confine comunale est per oltre 7 Km è costituito dal corso del fiume Oglio inserito nell’omonimo Parco Regionale dell’Oglio Sud.

Gli abitanti sono 2.259 (dato al 2017) per una densità di 101,2 ab./km².

Il comune oltre al capoluogo è composto dalle frazioni di Belforte, Pomara e Nocegrossa.

I comuni contigui sono: (MN), Viadana (MN), (MN), (CR), San Martino dell’Argine (MN).

L’intervento in esame ricade a sud ovest della frazione di Belforte e comprende il tratto di campagna compresa fra il consolidato della frazione e le omonime torbiere, e trattandosi di una variante allo strumento urbanistico conseguente ad un SUAP, quindi localizzata, verrà fornito per quanto possibile il quadro ambientale generale in forma sintetica, e con particolare attenzione ad integrazioni rispetto all’originale Rapporto Ambientale del PGT vigente, in modo dettagliato per le singole componenti e sempre per quanto possibile riferibile invece al contesto nel quale si inserisce il progetto di SUAP e relativa variante urbanistica, rimandando invece al Rapporto Ambientale dell’originario PGT per una definizione esaustiva di ogni tema su tutto l’ambito comunale.

5.1.1 Aria e clima acustico

5.1.1.1 Aria

Per fornire un quadro generale delle emissioni in comune di Gazzuolo si è fatto riferimento alla banca dati INEMAR, utilizzando i dati dell’aggiornamento 2010 proposti dal PGT vigente (VAS), quindi, solo in termini percentuali per confronto, quelli dell’aultimo aggiornamento 2014. INEMAR (INventario EMissioni ARia), è un database progettato per realizzare l'inventario delle emissioni in atmosfera, ovvero stimare le emissioni a livello comunale dei diversi inquinanti, per ogni attività della classificazione Corinair e tipo di combustibile. Le informazioni raccolte nel sistema INEMAR sono le variabili necessarie per la stima delle emissioni: indicatori di attività (consumo di combustibili, consumo di vernici, quantità incenerita, ed in generale qualsiasi parametro che traccia l'attività dell'emissione), fattori di emissione, dati statistici necessari per la disaggregazione spaziale e temporale delle emissioni.

Nel caso in esame i dati sono stati scaricati in modo cumulato per i vari macrosettori ma con evidenziazione del tipo di combustibile. Occorre ricordare tuttavia che per emissione si intende la quantità di sostanza inquinante introdotta in atmosfera, da una certa fonte inquinante e in un determinato arco di tempo, generalmente essa viene espressa in tonnellate/anno. Nelle elaborazioni successive, si propongono anzitutto i dati grezzi, descritti in base al macrosettore e al combustibili interessato, quindi i medesimi dati in termini percentuali, ed infine i dati percentuali per ogni macrosettore indipendentemente dal combustibile ove per comodità si evidenziano, per ogni inquinante, quelli che contribuiscono in percentuale superiore almeno al 10%. Da questi dati emerge come il contributo dato dalle attività di trattamento e smaltimento rifiuti in ambito comunale siano largamente trascurabili rispetto ad altre fonti.

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Tabella 5.1-1 – Dati INEMAR 2010

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Tabella 5.1-2 – Dati INEMAR 2010 – valori percentuali

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IPA- SOST CO2_e PREC_ SO2 PM10 EC OC BkF BaP BbF IcdP N2O NH3 PTS NOx COV PM2.5 CO CO2 CLTRP _AC q OZ % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % Combustione nell'industria 6 15 5 7 2 7 1 5 8 4 1 0 4 2 2 2 5 2 1 2 Uso di solventi 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 4 0 16 3 10 0 0 Trasporto su strada 2 5 11 22 4 3 13 1 2 2 3 1 14 41 46 3 9 16 18 58 Agricoltura 0 0 1 0 0 0 71 0 0 0 88 98 3 21 2 66 0 44 0 0 Combustione non industriale 91 73 71 51 88 88 3 93 90 93 6 1 67 19 9 9 74 13 75 24 Altre sorgenti mobili e macchinari 1 7 8 19 5 1 12 0 1 1 1 0 7 12 42 2 8 13 6 17 Altre sorgenti e assorbimenti 0 0 1 1 2 0 0 0 0 0 0 0 1 -1 0 0 1 0 0 -1 Processi produttivi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 1 0 0 Trattamento e smaltimento rifiuti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Estrazione e distribuzione combustibili 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 1 0 0 0 0

Figura 5.1-1 Dati Inemar 2014 del comune di Gazzuolo

Come è possibile verificare la situazione non appare mutata e il trattamento di rifiuti, a livello comunale, non risulta come attività con incidenza sulla qualità dell’aria locale.

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5.1.1.2 Clima acustico

Il Comune di Gazzuolo è dotato di un Piano di Zonizzazione acustica risalente al 2004.

La zonizzazione acustica rappresenta uno strumento di governo del territorio la cui finalità è quella di perseguire, attraverso il coordinamento con gli altri strumenti urbanistici vigenti, un miglioramento della qualità acustica delle aree urbane e, più in generale, di tutti gli spazi fruiti dalla popolazione.

La zonizzazione consiste nella regolamentazione dei livelli di inquinamento acustico in funzione dell’uso del territorio, con l’obiettivo di garantire la salute e la qualità della vita dei cittadini e favorire, in modo organico, una normale evoluzione delle attività economico-produttive.

I criteri adottati per la suddivisione del territorio comunale in zone acustiche e le modalità di attribuzione delle classi acustiche sono quelli indicati dalla Delibera Regionale n. VII/9776.

CLASSE I - Aree particolarmente protette

Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, aree scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali e di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.

CLASSE II - Aree Prevalentemente residenziali

Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione e limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali ed artigianali.

CLASSE III - Aree di tipo misto

Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali e di uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali, aree rurali che impiegano macchine operatrici.

CLASSE IV - Aree di intensa attività umana

Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.

CLASSE V - Aree prevalentemente industriali

Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.

CLASSE VI - Aree esclusivamente industriali

Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.

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Figura 5.1-2 Stralcio della Tavola della Zonizzazione acustica di Gazzuolo (2004)

Già al momento attuale quindi gran parte dell’area dell’attuale impianto è inserita in classe V, ovvero aree prevalentemente industriali con limite diurno di 65 dB e notturno di 55 dB, mentre le aree adiacenti risultano essere in classe III, quindi con valori soglia diurni di 55 dB e notturni di 45 dB. Peraltro il monitoraggio fonometrico propedeutico alla redazione del Piano di Zonizzazione acustica prevedeva la presenza di un punto di misura al limite nord est del comparto (16) . Il rilievo effettuato alle ore 22, ovvero nel momento di passaggio dal periodo diurno al notturno, ha evidenziato un livello di rumore pari a un Leq di 29,4 dB, ovvero ampiamente sotto i valori soglia. A tal proposito, considerando che la rilevazione è stata effettuata non in periodo lavorativo, si riporta una delle conclusioni del piano di monitoraggio citato.

I risultati dei rilevi fonometrici hanno evidenziato:

- valori piuttosto elevati nella zona adiacente la viabilità principale

- valori normalmente compatibili con le destinazioni d’uso negli altri punti del territorio.

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I superi, in quasi tutti i casi di lieve entità sono da attribuirsi pressoché totalmente al traffico veicolare.

Da una ricognizione basata quindi sulla verifica degli elaborati connessi al vigente PGT (Rapporto Ambientale, Studio di Incidenza, Piano di Zonizzazione acustica, ecc.), non si rilevano situazioni particolarmente critiche dal punto di vista acustico ne nell’area oggetto del presente lavoro ne in generale in ambito comunale, eccettuate le adiacenze alle principali vie di comunicazione.

5.1.2 Suolo e sottosuolo e Ambiente idrico

5.1.2.1 Schema idrogeologico locale

L’assetto idrogeologico del territorio studiato è quello di un monostrato variamente compartimentato dalla presenza di orizzonti impermeabili, discontinui sia in senso areale che verticale. Il particolare tipo di deposizione lenticolare dei sedimenti fluviali determina, infatti, soluzioni di continuità tra depositi permeabili e depositi poco permeabili o impermeabili dando luogo ad un sistema di falde sovrapposte.

A causa del particolare ambiente deposizionale tali litotipi sono costituiti da un’alternanza di orizzonti sabbiosi e localmente ghiaiosi fini (ma sempre associati ad abbondante frazione sabbiosa e limosa) permeabili e di livelli o lenti limoso-argillose e argillose da poco permeabili ad impermeabili.

Nel complesso i corpi sabbiosi appaiono prevalenti e tra loro intercomunicanti; i livelli a bassa permeabilità (argille e limi argillosi) sono discontinui e molto spesso eteropici a limi e sabbie fini.

La falda ospitata nel primo orizzonte acquifero risulta, generalmente, in pressione sul livello fondamentale della pianura, mentre diviene a pelo libero sui terrazzi in prossimità dei corsi d’acqua.

Si tratta, nel complesso, di un sistema globale acquifero/fiume costituito da un acquifero in alluvioni in intercomunicazione con il fiume Oglio. Nei periodi di abbassamento delle quote idrometriche il fiume rappresenta un’asse di drenaggio, per cui si ha un flusso dalla falda al fiume. In occasione degli eventi di piana si assiste all’inversione del flusso.

L’esame delle stratigrafie (Falde Acquifere della Provincia di Mantova) confermano la presenza in diverse zone di una prima falda ospitata in un livello di sabbie medio-fini, talora grossolane. Tale acquifero che si estende sino a 20 m di profondità, appoggia su un orizzonte piuttosto continuo di argille compatte dello spessore di circa 2 m, queste costituiscono il tetto di una seconda falda, di tipo confinato, che ha sede in un livello di sabbie medie e grossolane di colore chiaro. Lo spessore di questo secondo acquifero è di circa 50 m.

Sulla base delle correlazioni delle stratigrafie è possibile osservare nel sottosuolo indagato la presenza di un tipico acquifero compartimentato, di tipo multi-strato, contraddistinto dalla presenza di alternanze di orizzonti sabbiosi a permeabilità media e di livelli a prevalente componente argillosa-limosa dotati di ampia estensione areale

5.1.2.2 Lineamenti geomorfologici locali

Il territorio di Gazzuolo si inserisce nel contesto morfologico della pianura centropadana e presenta un’evoluzione legata alle variazioni idrografiche del fiume Oglio.

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L’intera superficie studiata è situata in destra idrografica rispetto al fiume Oglio, alcuni chilometri a nord-ovest della confluenza fra questo e il fiume Po.

Si tratta di un territorio con quote comprese fra i 22 e i 20 m s.l.m., presenta una generalizzata debole pendenza orientata da nord-ovest verso sud-est e che si è formato ad opera delle alluvioni dei paleoalvei dell’Oglio, del Po e di altri corsi minori.

La morfologia pianeggiante è contrassegnata da numerosi dossi, ondulazioni ed orli di scarpata, che rappresentano strutture tipiche della pianura alluvionale in corrispondenza della quale i corsi d’acqua erano liberi di divagare.

Nel corso degli anni sono state realizzate opere di difesa arginale, sia per il fiume Oglio che per il Po, che hanno impedito tali esondazioni.

Una scarpata alta 2-3 m raccorda il livello fondamentale della pianura con i terreni posti all’interno della valle dell’Oglio, la cui composizione litologica è prevalentemente limoso-argillosa e talvolta torbosa in corrispondenza di meandri abbandonati dal fiume.

Il territorio comunale presenta una linea morfologica che raccorda dislivelli intorno a 5 m e si sviluppa da , S. Martino dall’Argine, Belforte a Gazzuolo, presenta un decorso molto irregolare.

Tra le scarpate e l’alveo arginato dell’Oglio si individuano evidenti tracce che segnano l’evoluzione Olocenica del corso d’acqua, che nel suo stadio di maturità si è poi assestato in prossimità delle scarpate in sinistra Oglio a monte di Gazzuolo e nelle vicinanze di quella opposta a valle dell’abitato di Gazzuolo.

Altre tracce sempre ricollegabili al sistema paleoidrografico dell’Oglio sono quelle ben evidenti a sud delle valli di Belforte.

La presenza di laghetti, sia lungo il corso del fiume Oglio sia ad ovest di Gazzuolo, sono riconducibili all’attività estrattiva dell’argilla, generalmente impiegata dalle fornaci per la produzione di laterizi.

L’assetto altimetrico del territorio appare abbastanza monotono e le discontinuità morfologiche più importanti sono rappresentate da leggere depressioni entro cui scorrono gli elementi del reticolo idrografico superficiale e della struttura arginale dell’Oglio.

Nell’ambito del territorio considerato, l’Oglio rappresenta l’elemento di maggiore valenza dal punto di vista naturalistico e paesaggistico; il suo corso e la zona perifluviale fanno parte del Parco dell’Oglio Sud.

5.1.2.3 Analisi piezometrica e idrografia

Il campo di moto degli acquiferi presenti nelle zone indagate è diretto da nord a sud, verso la valle del fiume Oglio che costituisce un importante asse di drenaggio e richiama acqua sotterranea dalle zone circostanti.

La piezometria varia da 21 a nord a 20 metri a sud del territorio comunale.

Attualmente l’idrografia naturale risulta regimata con corsi d’acqua naturali in alvei obbligati affiancati da una rete di canali artificiali che costituiscono il sistema di fossalazione in grado di drenare e/o provvedere all’irrigazione dei terreni agricoli.

La rete idrografica principale e consorziale è rappresentata dai seguenti corsi d’acqua:

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Fiume Oglio, Canale Acque Alte, Canale Cavamento, Riglio, Principale Regona d’Oglio, Ranetta, Renza, Chiavichetto, Cavata Vecchio, Fosso delle Margonare, Motte, Malfrassina, Rampini I, Rampini II, Gardino, Riglio Vecchio in sinistra, Canale secondario di Gazzuolo.

Tutti i corsi d’acqua che attraversano il territorio di Gazzuolo sono vincolati ai sensi del R.D. n°523 del 1904 e L. n° 368 del 1904, mentre per quanto riguarda il fiume Oglio, Canale Acque Alte, Canale Principale di Reganodoglio, Canale Gardino, Malfrassinae Rampini I e II presentano il vincolo ex Galasso.

Va segnalata la presenza, lungo un allineamento che costeggia l’argine maestro, in coincidenza delle piene dell’Oglio, di emergenze d’acqua.

Per quanto riguarda lo stato qualitativo locale delle acque superficiali si riportano i dati di Arpa Mantova riferiti al Canale Acque alte e al rilevamento del 2012, così come proposti nel Rapporto sullo stato delle acque superficiali in provincia di Mantova:

5.1.2.4 Tutela e uso delle acque sotterranee (PTUA)

La classificazione quantitativa PTUA dei corpi idrici sotterranei avviene attraverso quattro classi “A, B, C, D” ad impatto antropico crescente. Il comune di Gazzuolo è classificato in Classe B con le seguenti caratteristiche: impatto antropico ridotto con modeste condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, senza che tuttavia ciò produca una condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso della risorsa sostenibile sul lungo periodo.

5.1.2.5 Classificazione qualitativa dei corpi idrici sotterranei

La classificazione qualitativa PTUA dei corpi idrici sotterranei avviene attraverso cinque classi “1, 2, 3, 4, 0” ad impatto antropico crescente. Il comune di Gazzuolo si inserisce in Classe 0 con le seguenti caratteristiche:

- Classe 0: impatto antropico nullo o trascurabile, ma con particolari facies idrochimiche naturali in concentrazioni al di sopra del valore della Classe 3.

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Classificazione Stato ambientale (quali-quantitativo) dei corpi idrici sotterranei

La classificazione PTUA dello “Stato Ambientale” dei corpi idrici sotterranei viene definito valutando lo stato quantitativo dell’acquifero e lo stato qualitativo definito sulla base della determinazione di parametri chimici principali e addizionali. Lo stato ambientale può essere: elevato, buono, sufficiente, scadente, particolare. Il comune di Gazzuolo è classificato come: Particolare.

5.1.2.6 Vulnerabilità degli acquiferi

Il territorio comunale di Gazzuolo è stato oggetto di una indagine idrogeologia grazie alla quale si è potuto redigere una carta della vulnerabilità degli acquiferi, che indica il grado di attitudine degli stessi a diffondere e disperdere un inquinante liquido o veicolato dall’acqua, in funzione delle caratteristiche litologiche del territorio e delle condizioni idrogeologiche locali.

La metodologia di valutazione della vulnerabilità adottata dagli autori, è quella proposta dal GNDCI-CNR, che tiene conto dei seguenti fattori:

tipo e grado di permeabilità dei depositi; tipo e spessore di eventuali coperture a granulometria fine e con bassa permeabilità; presenza di livelli ghiaiosi sotterranei; soggiacenza della superficie piezometrica dell’acquifero; condizioni geomorfologiche particolari, quali la presenza di importanti paleoalvei o di terrazzi fluviali.

Infine, nella valutazione finale, vengono considerati i fattori antropici poiché rappresentano elemento di rischio, quali:

impianti zootecnici e trattamento con fitofarmaci in aree agricole; aree artigianali, cimiteri, reti fognarie e discariche; attività estrattiva di inerti.

Dalla elaborazione di tutti i fattori elencati sono emerse diverse zone omogenee, che presentano il seguente grado di vulnerabilità, l’area in esame ricade in classe di media vulnerabilità:

VULNERABILITÀ BASSA: Le zone individuate in questa classe ricadono a nord-est e a nord-ovest di Belforte.

VULNERABILITÀ MEDIA: Buona parte del territorio comunale ricade in questa classe sia per le loro caratteristiche tessiturali che strutturali dei depositi.

VULNERABILIÀ ALTA: In questa classe ricadono le aree che costeggiano il fiume Oglio ed una zona ai confini con il Comune di Spineda.

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VULNERABILIÀ ELEVATA: Le aree con caratteristiche di vulnerabilità elevata vengono individuate solo all’interno dell’argine maestro dell’Oglio.

Figura 5.1-3 - Vulnerabilità degli acquiferi – prov. di Mantova

5.1.2.7 Fattibilità geologica il PGT inserisce l’area di ampliamento in “classe 2” di fattibilità geologica, questa classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate modeste limitazioni all'utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d'uso, che possono essere superate mediante approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico-costruttivi e senza l'esecuzione di opere di difesa.

In questa classe sono comprese le zone ove sono state rilevate condizioni limitative, anche se di lieve entità, all’edificabilità. Si tratta di aree pianeggianti ove le informazioni a disposizione indicano la probabile presenza di un immediato sottosuolo contraddistinto da caratteristiche geotecniche non ottimali per la soggiacenza della falda, a causa delle escursioni della piezometrica.

Per le aree ricadenti in questa classe, l’edificabilità può comunque essere generalmente attuata con l’adozione di normali accorgimenti costruttivi e/o di preventiva salvaguardia idrogeologica o geotecnica, opportunamente dimensionati sulla base delle risultanze di indagini geognostiche, idrogeologiche e geotecniche puntuali che dovranno valutare le condizioni limitative caratteristiche di questa classe.

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Figura 5.1-4 – Stralcio della carta della fattibilità geologica del PGT

5.1.2.8 Sismicità

L'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20/03/2003, entrata in vigore il 23/10/2005 contestualmente al Decreto Ministeriale 14/09/2005 "Norme tecniche per le costruzioni", individuava in prima applicazione le zone sismiche del territorio nazionale.

La Regione Lombardia, con D.G.R. n. 14964 del 7/11/2003, ha preso atto e confermato la classificazione fornita dalla suddetta ordinanza; successivamente, con D.d.u.o. n. 19904 del 21/11/2003 ha stabilito l'elenco degli edifici e opere infrastrutturali e il programma delle verifiche di cui all'art. 2 dell'O.P.C.M. n. 3274.

In tale contesto il territorio del Comune di Gazzuolo è stato classificato in zona 4, indicando pertanto condizioni di "sismicità bassa" (S = 6).

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5.1.3 Vegetazione ed ecosistemi Secondo la caratterizzazione del Dusaf 2.0, le parti delle aree oggetto di analisi che non rientrano fra aree edificate sono classificate come seminativi semplici, ne con presenza diffusa di filari ne con presenza rada di filari.

Figura 5.1-5 – Stralcio del Dusaf 2.0

L’ambito oggetto di analisi ricade inoltre in un contesto agricolo marginale ormai privo di elementi di integrazione del paesaggio.

Sono assenti infatti sia sistemi di siepi che filari o anche macchie arboreo arbustive.

Unici elementi presenti sono le alberature che caratterizzano l’attuale ambito produttivo oggetto del presente ampliamento che anche nella fase iniziale, come in quella attuale, ha saputo coniugare lo sviluppo industriale con quello ambientale delle aree limitrofe.

L’immagine successiva evidenzia la situazione descritta.

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Figura 5.1-6 – Elementi ambientali presenti.

Come già detto in precedenza l’area in esame ricade fra gli elementi della Rete ecologica regionale (primo livello) (corridoio primario del canale Acque alte) e appena esterno ai corridoi di secondo livello tutelati dal PTCP (corridoio del canale Acque alte), ambito che ha la funzione di connettere la campagna cremonese posta a ovest con l’ambito dell’Oglio.

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Figura 5.1-7 – Rete Verde sovraordinata

Fra gli elaborati del PGT inoltre era presente uno specifico approfondimento che aveva funzione di verificare le interferenze sul sistema di rete e la idoneità delle diverse aree nel sostenere dei collegamenti ecologici. La prima elaborazione individuava nella zona una struttura territoriale scarsamente permeabile, con elementi di compromissione dati appunto dai nuclei residenziali e produttivi. L’immagine successiva evidenzia la struttura descritta:

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Figura 5.1-8 – Permeabilità locale (estratto DdP) La seconda elaborazione invece tendeva a descrivere, su una base di celle omogenee, le dotazioni territoriali, intese come uso del suolo, presenza di strutture vegetazionali e/o habitat acquatici , utili nel sostenere la permeabilità faunistica e quindi la funzionalità di un eventuale connessione ecologica, anche in questo caso un immagine definisce la situazione locale.

Figura 5.1-9 Indice di idoneità ambientale (estratto DdP) La cella in esame risulta scarsamente dotata di elementi di connessione e necessitante di interventi di riqualificazione per la ricostruzione di strutture utili al sostegno della rete ecologica.

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5.1.4 Sistema rurale

5.1.4.1 Il sistema agricolo comunale

L’agricoltura gazzolese (ISTAT 2000) occupa una quota molto ampia della superficie comunale (87,6%), maggiore rispetto alla media della provincia. Contrariamente a quanto avvenuto nel resto del mantovano (come pure in Lombardia e in Italia), Gazzuolo non ha registrato riduzioni dei suoli coltivati. Infatti fra il 1990 e il 2000 (ISTAT) si è avuto un incremento delle superfici coltivate del 2,5% (SAU), a conferma di una forte vocazione agricola che ha consentito negli ultimi decenni una complessiva tenuta del sistema.

1990 2000 variaz. % 1990-2000

SUP TERR. SUP. AGR. SUP. AGR. SAT/ST SAT/ST SAT SAT/ST TOTALE TOTALE

ha ha % ha % ha % GAZZUOLO 2.233 1.963 87,91% 1.956 87,60% -7 -0,31% Mantova 233.884 196.942 84,20% 190.394 81,40% -6.548 -2,8%

SAU COMUNALE 1990 2000 variaz. %

GAZZUOLO 1.616 1.657 2,5% Mantova 171.051 166.840 -2,5%

5.1.4.2 Consumo di suolo

Il tema del consumo di suolo è strettamente legato alla riduzione delle aree agricole e alla diminuzione delle superfici produttive. Il principale fattore di trasformazione dei suoli coincide con le espansioni urbane e l’agenzia ambientale europea (EEA) definisce “incontrollata quella espansione urbana che si verifica quando il tasso di trasformazione e di consumo di suolo supera quello di crescita della popolazione”. Il consumo di suolo è in realtà un indicatore di un più ampio e generale modello di sviluppo non sostenibile dove le questioni ambientali e territoriali non assumono rilevanza rispetto ad altre. La limitazione del consumo di suolo (inteso come utilizzazione di suolo extraurbano, agricolo o naturale per nuovi usi insediativi) è una delle scelte strategiche per un effettiva sostenibilità urbanistica1.

A Gazzuolo, i dati dei censimenti dell’agricoltura dell’ISTAT evidenziano che fra il 1990 e il 2000 l’agricoltura ha perso circa 7 ettari di superficie agricola totale (SAT), mentre come si è visto la superficie netta coltivata è aumentata. Altre elaborazioni di dati della Provincia di Mantova mostrano come nel 1889 l’area urbanizzata del comune era di 43,2 ha e 100 anni dopo (1989) di 102,9 ha (aumento medio di 0,6 ha all’anno). Fra il 1989 e il 2001 (dodici anni) le aree urbanizzate sono invece incrementate di 1,2 ha (+ 1,1%) con un tasso medio annuo di 0,1 ha/anno. Infine, nei cinque anni successivi e più recenti (dal 2001 al 2006) l’aumento di aree urbanizzate è stato di 2,5 ha, ovvero del 2,4% in più, con un tasso medio di 0,5 ha/anno. I dati sono riassunti nella tabella seguente.

1 F Oliva, Presidente Istituto Nazionale di Urbanistica, in Il Sole 24 Ore del 21/01/08.

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Superficie Variazioni negli intervalli variazione variazione rispetto al urbanizzata2 (indicatore LAND UPTAKE) media annua 1989

ha ha % ha/anno ha % 1889 43,2 1989 102,9 59,7 138,4% 0,6 0 2001 104,1 1,2 1,1% 0,1 1,2 1,1% 2006 106,6 2,5 2,4% 0,5 3,7 3,6%

La densità delle espansioni urbane può essere descritta attraverso la superficie urbanizzata disponibile per ogni abitante. Così a Gazzuolo si è passati da circa 397 m2/abitante del 1989 ai 438 m2/ab. del 2006, con un aumento del 10%.

superficie Sup. variazione variazione rispetto al anno abitanti urbanizzata per Urbanizzata nell'intervallo 1989 abitante

m2 n. m2/ab. % % 3 1989 1.028.979 2.590 397,3 0 0 2001 1.040.728 2.462 422,7 6,4% 6,4% 2006 1.066.212 2.432 438,4 3,7% 10,4%

2 Sono escluse le superfici delle infrastrutture 3 Abitanti al 1991

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5.1.5 Sistema economico

Oltre al fenomeno della frammentazione sul territorio delle attività di recupero e riciclaggio, nel comune insistono quattro siti industriali di una certa rilevanza. Il maggiore è quello localizzato in frazione di Pomara, è nato per iniziativa pubblica e si è esteso sempre per iniziativa dell’ente pubblico. E’ il sito meglio ubicato in quanto servito da viabilità provinciale e sufficientemente distanziato dagli agglomerati urbani per non arrecare molestie. E’ la situazione su cui il PGT dovrebbe insistere per un consolidamento-rafforzamento della struttura.

Gli altri siti sono ubicati ai margini sud dell’abitato di Gazzuolo a sinistra e a destra della provinciale per - Viadana e rappresentano un aggregati di piccole imprese artigiane ed una grossa realtà industriale nel campo dell’arredamento. Questi ultimi due siti sembrano aver assolto la loro funzione e non necessitano di ulteriori incrementi che , del resto, attiverebbero la problematica della contiguità con l’abitato di Gazzuolo.

L’ultimo sito è ubicato a nord est dell’abitato di Belforte ed è rappresentato da un piano di lottizzazione di medie dimensioni che ha praticamente raggiunto la saturazione. Anche tale sito presenta problematiche relative alla contiguità con ambiti di pregio ambientale.

Figura 5.1-10 – localizzazione delle aree descritte

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5.1.5.1 Le aree produttive

Il bilancio della situazione occupazionale tende sempre più ad interessare livelli territoriali sovracomunali, rendendo sempre più elastico il rapporto tra i posti di lavoro locali e la crescita demografica.

Coerentemente con quanto accade a livello nazionale, regionale e provinciale, anche nel Comune di Gazzuolo si assiste storicamente ad una progressiva diminuzione della popolazione attiva.

5.1.5.2 Il settore primario

Il Comune di Gazzuolo è stato un comune rurale e tutt’oggi il settore agricolo conserva, in seno all’economia, un ruolo rilevante.

La massiccia contrazione avutasi negli ultimi quarant’anni fra gli attivi del settore, che ha provocato un ribaltamento degli indici occupazionali a favore dell’industria, ha solo in parte alterato la struttura socio-economica del territorio, concorrendo in misura ridotta all’incremento del settore industriale locale.

5.1.6 Sistema della mobilità

Per quanto riguarda la viabilità ordinaria, il capoluogo è adagiato sul tracciato della S.S. 420 “Sabbionetana” che congiunge Mantova con Parma, da cui si diramano la S.P. 59 per Viadana, la S.P. 58 verso S. Martino dall’Argine; un’altra arteria principale è la S.S. 10, che collega Mantova a Cremona.

Per le provinciali n. 9 e 61, che congiungono Gazzuolo con direttrici statali che proseguono in direzione di Cremona, è stato deliberato un accordo di programma tra sei comuni attraversati e le Province di Mantova e Cremona, che prevede la riqualificazione di tale arteria in funzione di raccordo tra la S.S. 420 “Sabbionetana” e la S.S. 343 “Asolana”.

Partendo da una lettura a scala extraregionale del sistema infrastrutturale il comune è situato al centro di un quadrilatero autostradale di rilevanza nazionale: ad ovest la A21 “Torino-Brescia”, a nord la A4 “Milano-Venezia” , a sud l’”Autostrada del Sole” A1 Milano-Napoli, ad est la A22 “Autostrada del Brennero”, quella con maggiore importanza strategica per il territorio comunale. La rete viaria esterna comprende anche la prospettiva progettuale di allaccio alla bretella autostradale TIBRE (Autocisa – A1 – Autobrennero) .

A livello locale è in progetto un collegamento fra la frazione di Belforte e la zona industriale denominata “Pomara”, che porterà uno sgravio di traffico merci locale in favore della statale dalla quale oggi occorre passare comunque per accedere all’area industriale.

In linea di massima il reticolo della viabilità stradale presenta carenze rilevanti; infatti solo una parte delle strade presenta caratteristiche di arterie a scorrimento veloce; in particolare il sistema infrastrutturale mal corrisponde alle esigenze del traffico in direzione di Milano e, più in generale, si può dire che penalizza praticamente, su quasi tutto il territorio provinciale, il traffico pesante.

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Anche la rete ferroviaria si presenta solo parzialmente ammodernata: è in buona parte a trazione elettrica, ma tutta a binario unico.

Essa risponde in modo sufficiente alla richiesta di trasporto merci, soprattutto se si tiene conto degli scali in corso di ampliamento o comunque pianificati, ma è assai meno rispondente alle esigenze del traffico passeggeri.

L’immagine successiva propone lo schema generale della principale viabilità locale su gomma:

Figura 5.1-11 – Rete stradale principale

La successiva immagine invece propone la struttura della citata viabilità di progetto che interessa Belforte e Pomara.

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Figura 5.1-12 – Stralcio della tavola delle previsioni del DdP

5.1.7 Sistema paesaggio e patrimonio storico-culturale

In questa sede si propone una sintetica descrizione del paesaggio locale in cui si inserisce il comune di Gazzuolo, estratta dalla Variante al PTCP di Mantova di recente approvazione.

Il comune di Gazzuolo rientra nelle seguenti unità di paesaggio: UDP4 – Bassa pianura e UDP 8 – Fiume Oglio.

La prima unità di paesaggio citata è formata dal punto di vista morfologico da una fascia di bassa pianura alluvionale compresa tra i corsi dei fiumi Oglio e Mincio, oltre ad una porzione di territorio situata in sinistra Mincio. Si tratta complessivamente di un territorio pianeggiante di origine fluviale e fluvioglaciale rimaneggiato dall’azione erosivo-deposizionale dei corsi d’acqua (Oglio, Chiese, Mincio), dolcemente ondulato e degradante da nord-ovest a sud-est. Nell’ambito si localizzano elementi geomorfologici della pianura legati ai paleo alvei e agli orli di terrazzi di erosione fluvio-torrentizia.

I caratteri del paesaggio della Bassa pianura sono quelli della pianura irrigua a prevalente destinazione cerealicolo- foraggera, attraversata dalla fitta rete di canali e corsi d’acqua derivati dai fiumi e dai fontanili situati a monte. L’idrografia di queste aree di bassa pianura mostra si compone di due principali reti di flusso, l’una scolante da nord verso sud, l’altra obliquamente da nord-ovest a sud-est, e costituisce per l’intero ambito una forte connotazione paesaggistica.

All’interno dell’omogeneità agricola legata alla presenza estensiva e prevalente di cereali e foraggere, è da citare una modesta presenza di colture orticole e florovivaistiche, distribuite in modo diffuso nel territorio con alcuni

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nuclei di concentrazione nelle zone di , Canneto sull’Oglio, . Scarsamente rilevante la presenza della vite e dei frutteti, così come quelle dei prati stabili e delle risaie; queste ultime sono individuabili nella porzione più orientale dell’Unità di Paesaggio, in prossimità dei “paesaggi storici del riso”.

Il paesaggio agrario presenta comunque ambiti rurali di pregio, arricchiti da numerosi filari a limitazione dei campi, aree in cui le trame e le tessiture poderali costituiscono un elemento strutturale e paesaggistico significativo. Ampie porzioni di territorio agricolo in cui sono riconoscibili queste forme di appoderamento si trovano in Rodigo, , Gazzuolo, Borgoforte, Virgilio e .

Sono presenti inoltre alcune aree a vegetazione naturale rilevante localizzate lungo i corsi d’acqua in ambito extraurbano. Queste macchie verdi non assumono un ruolo paesaggistico significativo poiché rimangono episodi isolati e marginali.

La bassa pianura è un ambito a forte vocazione agricola in cui il sistema insediativo è di tipo policentrico e a bassa densità, con una fitta disseminazione nel territorio di centri abitati di medie e piccole dimensioni, borghi rurali, frazioni e case isolate.

I nuclei più antichi, alcuni dei quali di origine gonzaghesca, si sviluppano con andamento sinuoso ma pressocchè parallelo all’Oglio (Canneto sull’Oglio, Bozzolo, Acquanegra, San Martino dall’Argine, Gazzuolo, Marcaria), oppure si collocano sugli assi infrastrutturali posti ortogonalmente al Mincio e all’Oglio; in questi casi è evidente l’azione centripeta esercitata dalla città di Mantova.

La rete delle infrastrutture stradali converge prevalentemente sulla città capoluogo e nel complesso consente una mobilità interna provinciale ed extraprovinciale di buon livello; importante l’A22, autostrada che attraversa verticalmente l’ambito paesistico ad est della città di Mantova e rappresenta l’infrastruttura di supporto più importante dell’area.

Il sistema infrastrutturale ferroviario è di matrice storica e annovera quattro linee (la Mantova- Cremona, la -Mantova, la Verona-Mantova, la Mantova-Padova) che intercettano lungo il percorso alcune stazioni storiche (Bozzolo, Marcaria, , , Castel d’Ario, Borgoforte).

Anche la maglia viabilistica è di origine storica: esempi significativi sono la Via Postumia e la via romana Vitelliana da Bozzolo al Po. Nell’ambito paesistico della Bassa pianura la configurazione del sistema produttivo definisce numerosi poli di livello locale e sovra locale, oltre ad alcuni poli di livello provinciale (, Curtatone, , Mantova). In alcuni casi questi comparti produttivi sono situati in aree di pregio paesaggistico e pertanto si rende necessario in fase di elaborazione dei piani comunali la valutazione di una loro riconversione funzionale o la mitigazione degli impatti che questi impianti producono sul paesaggio.

Tra gli elementi di degrado e compromissione paesaggistica vanno annoverati gli allevamenti zootecnici intensivi, concentrati specialmente nelle zone di , Borgoforte, e ; in questi territori una particolare attenzione dovrà essere posta allo smaltimento dei reflui aziendali al fine di evitare l’inquinamento della falda. Sono presenti numerosi ambiti estrattivi di cava, per alcuni dei quali è in atto un processo di rinaturalizzazione.

Il valore ambientale e paesaggistico di questi territori è sottolineato dal disegno della Rete ecologica che interessa parzialmente gli ambiti della Unità di paesaggio: nella porzione nord-occidentale tre corridoi di II livello si dipartono dall’area delle colline moreniche e scendono verso il Po attraversando la pianura e seguendo il corso dei principali

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corsi d’acqua; nella parte orientale un corridoio di II livello segue l’andamento sinuoso degli elementi geomorfologici (paleo alvei e orli di terrazzi fluviali). Da segnalare il corridoio individuato lungo la via Postumia e quello parallelo al fiume Chiese che collega i colli morenici al fiume Oglio nei pressi della riserva naturale delle Torbiere di Marcaria. Vaste porzioni di territorio agricolo in cui la trama poderale ha particolare valore paesaggistico e testimoniale sono comprese nella rete di III livello, a connessione dei corridoi di livello superiore.

I capisaldi di riferimento paesaggistico

Costituiscono «capisaldi di riferimento paesaggistico» da valorizzare e conservare: a. i corsi d’acqua, i canali e i torrenti, e le aree adiacenti a tali sistemi ove la naturalità si manifesta ancora in forme dominanti; b. il sistema complessivo delle acque superficiali e della rete idrica minore; c. le aree a vegetazione rilevante esistenti sulle scarpate dei terrazzi fluviali e lungo i corsi d’acqua e i canali, i filari nonché gli elementi vegetazionali singoli (alberi, gruppi di alberi di forte connotazione ornamentale); d. le emergenze del sistema insediativo storico: corti rurali, architetture civili e architetture religiose.

Gli elementi di attenzione

Costituiscono «elementi di attenzione» nella valutazione degli strumenti di pianificazione e/o delle proposte di intervento e trasformazione: a. i singoli elementi geomorfologici che costituiscono il sistema della bassa pianura (paleo alvei, terrazzi fluviali, dossi fluviali); b. gli ambiti agricoli in genere ed in particolare quelli utilizzati per colture e produzioni tipiche, tradizionali e di pregio, da conservare nella loro funzione economico-produttiva e nel loro significato paesaggistico; c. la viabilità storica, relativamente ai tracciati di origine romana della via Postumia e della via Vitelliana; d. le corti rurali e le case contadine testimonianza del sistema insediativo tradizionale in area rurale.

Gli elementi di criticità

Costituiscono «elementi di criticità» da verificare negli strumenti di pianificazione e/o nelle proposte di intervento e trasformazione: a. presenza di cave dimesse e/o abbandonate, laghetti e specchi d’acqua residui di ex cave non pianificate, risalenti alla previgente legislazione in materia di attività estrattive, per cui non erano stati oggetto di recupero morfologico e ripristino naturalistico; b. rapporto fra edificazione storica e nuove realizzazioni per quanto riguarda in particolare la definizione della forma urbana e dei suoi margini; c. presenza in territorio rurale di edificazioni non congrue con il contesto, quali insediamenti zootecnici, insediamenti produttivi o residenziali isolati di recente costruzione verso i quali mettere in atto politiche di contenimento, di mitigazione e di eventuale dismissione;

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d. presenza sul territorio di aree industriali situate ai margini dei centri urbanizzati di antica formazione, in ambiti di particolare pregio paesaggistico, naturalistico e ambientale, e lungo le arterie viabilistiche di maggior transito; e. localizzazione di nuovi insediamenti diffusi di addensamento lungo le principali arterie di traffico, in particolare in prossimità della SP 4 a Casalromano, la ex SS 10 a Castellucchio e San Giorgio, la ex SS 62 tra Virgilio e , la ex SS 413 tra Virgilio e Bagnolo San Vito.

Obiettivi specifici e indirizzi

Gli obiettivi e gli indirizzi specifici per l’Unità della Bassa Pianura muovono dalla considerazione che i caratteri identificativi e strutturali dell’ambito sono riferibili alla struttura del paesaggio agrario e alla trama storica degli insediamenti.

Conformemente a quanto indicato dal PTPR negli “ambiti di particolare interesse ambientale” e negli “ambiti di specifico valore storico-ambientale e di contiguità ai parchi regionali”, che nello specifico di questa Unità di Paesaggio coincidono con i territori contermini al parco Oglio sud, la disciplina paesistica persegue gli obiettivi generali enunciati dalla pianificazione regionale. a. Conservazione e valorizzazione delle aree vegetazionali di ripa presenti e dei gruppi di alberi di forte connotazione ornamentale. b. Rinaturalizzazione dei tratti più artificializzati dei corsi d’acqua presenti nell’area mediante il ripristino e l’intensificazione della vegetazione, la mitigazione delle situazioni di criticità ambientale. In particolare è da prevedere la riqualificazione del tratto del Torrente Tartaro nel passaggio all’interno del centro di Casaloldo, del Seriola in prossimità del centro urbano di Piubega, del Cavo Osone Nuovo in tutte le situazioni in cui intercetta il sistema insediativo, oltre alla rete dei canali minori nelle aree fortemente antropizzate tra Mantova, San Giorgio e Bagnolo San Vito. c. Ripristino naturalistico e paesaggistico delle situazioni ambientali deturpate da cave, bonifica e recupero delle situazioni di degrado in essere. Gli interventi di mitigazione e di recupero relativi a queste aree dovranno essere programmati in un’ottica sistemica di attenzione paesistica al contesto. d. Salvaguardia del paesaggio agrario e del sistema insediativo tradizionale, rappresentato da corti e case contadine, e promozione di studi finalizzati a definire criteri e regole per la trasformazione, volti al recupero delle tecniche e dei caratteri tradizionali. In particolare dovrà essere posta attenzione al rispetto del sistema delle emergenze minori e del loro contesto paesaggistico. e. Contenimento e regolazione della crescita insediativa al fine di evitare fenomeni di conurbazione lungo le principali direttrici infrastrutturali. Sarà da preferire un tipo di crescita insediativa compatta finalizzata da un lato ad evitare processi di congestione sulla viabilità intercomunale, dall’altro al mantenimento della continuità della rete ambientale. f. Valorizzazione dal punto di vista ricreativo, turistico e didattico dei principali tracciati della viabilità storica e dei percorsi di argine. In particolare si auspica la riqualificazione complessiva a fini turistici dell’itinerario della via Postumia. g. Mantenimento o ripristino della permeabilità ecologica, attraverso la limitazione del consumo di suolo e dei processi di frammentazione paesistica.

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h. Analisi e mitigazione delle interferenze generate dalla presenza di infrastrutture nei territori ad alto valore naturalistico-ambientale, nelle aree del Parco dell’Oglio sud e nel Parco del Mincio (SP67 Acquanegra – Marcaria, SP59 Viadana – Gazzuolo, Ex SS482 Mantova – ). i. Monitoraggio degli allevamenti zootecnici e della prassi di smaltimento dei reflui aziendali al fine di evitare l’inquinamento della falda provocato dai liquami

Infine si evidenzia che la carta della sensibilità paesistica locale del PGT colloca l’area in esame fra le aree a sensibilità elevata, peraltro come l’intera frazione di Belforte.

Figura 5.1-13 Stralcio della Carta della sensibilità paesistica del PGT

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6. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ATTESI

In tale sezione si intende descrivere quanto richiesto in relazione ai potenziali effetti attesi, al loro carattere cumulativo ed alla possibile estensione di tali conseguenze, tenuto conto e ribadito che si tratta di una valutazione relativa ad un SUAP che comporta variante al DdP del PGT vigente.

6.1 Coerenza della variante rispetto ai principi di sostenibilità ambientale

La legge Regionale 12/2005 definisce i compiti del Documenti di Piano dei PGT (art. 10 bis) ed in particolare specifica che il DdP “individua gli obiettivi generali di sviluppo, miglioramento e conservazione per la politica territoriale del comune, verificandone la sostenibilità; determina inoltre gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo con prioritario riferimento alla riqualificazione del territorio, alla minimizzazione del consumo di suolo, all’utilizzo ottimale delle risorse territoriali, al miglioramento dell’assetto viabilistico e della mobilità ……………… “.

In tale ottica il consumo di suolo benché azione, in genere, da evitarsi, va commisurata alle necessità sia di riqualificazione del territorio, sia ad un utilizzo ottimale delle risorse territoriali, sia al miglioramento dell’assetto viabilistico.

Nel caso in esame la nuova individuazione comporta sicuramente consumo di suolo agricolo, in quanto l’area di ampliamento interessa un’area inserita fra gli ambiti agricoli, tuttavia va considerata la particolare struttura territoriale locale, nonché la realtà produttiva esistente, alla base del progetto di Suap.

L’attuale ambito produttivo del PGT è interessato nel settore sud est dall’attività esistente, mentre sulla porzione territoriale a est sono presenti ampie aree residenziali. L’area di ampliamento a mezzo Suap si colloca a nord ovest, ovvero in una posizione più lontana rispetto alle aree residenziali, e in allontanamento rispetto all’asse centrale del corridoio ecologico ella RER, cosa che invece non sarebbe rispettata se fosse collocato a sud dell’attuale ambito produttivo.

Tale configurazione appare ottimale al fine sia di consentire l’ampliamento dell’attività, che di tutelare le aree residenziali e la funzionalità del corridoio primario della RER.

L’immagine successiva evidenzia la situazione descritta.

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Figura 6.1-1 – Collocazione Territoriale e alternative localizzative

6.2 Problemi ambientali pertinenti la variante

Non si segnalano particolari criticità preesistenti nell’area interessata dalla variante.

Gli aspetti ambientali almeno potenzialmente coinvolti sono:

- il consumo di suolo;

- lo smaltimento delle acque meteoriche;

- la permeabilità del corridoio ecologico delle RER;

- L’inquinamento acustico;

- l’inquinamento atmosferico;

- Il traffico veicolare;

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6.3 Descrizione dei potenziali effetti attesi in relazione alle sensibilità ambientali esistenti

L’individuazione delle componenti e degli elementi da investigare per questa variante tiene conto del contesto locale in cui si inserisce e delle potenziali effettive ricadute derivanti dalla stessa. Si evidenzia comunque che l’analisi non terrà in considerazione le caratteristiche strutturali ed operative del SUAP nella sua conformazione complessiva, dati i limitato o assenti dati quantitativi, rimandano gli aspetti di impatto legati al progetto (atmosfera, acque, rumore, traffico indotto, ecc.) alla successiva fase di Sportello unico per la quale dovranno essere prodotti specifici approfondimenti (es. relazione previsionale di impatto acustico), e invece per i soli aspetti connessi alla permeabilità ecologica, al procedimento parallelo di Valutazione di Incidenza.

6.3.1 Aria ed ambiente acustico

Apparentemente, ed in relazione solo alla collocazione territoriale e alla variazione di destinazione d’uso, la variante allo strumento urbanistico non sembra individuare criticità in relazione agli aspetti atmosferici e acustici. Si sviluppa in direzione opposta rispetto ai nuclei residenziali della frazione, e non incide su aree o linee di permeabilità che possano compromettere la funzionalità della rete ecologica (es. rumore), tuttavia si rimanda la valutazione a seguito della presentazione dei successivi elementi di progetto richiamati in precedenza, la cui fase istruttoria vedrà il coinvolgimento di Arpa Lombardia.

Di fatto a seguito della redazione della relazione previsionale di impatto acustico, ma soprattutto in relazione alla modifica delle previsioni di piano nella tavola del DdP, conseguente alla variante innescata dal Suap, sarà opportuno per l’Amministrazione comunale procedere ad un adeguamento del Piano di Zonizzazione acustica comunale che appare ormai datato.

6.3.2 Acque superficiali e sotterranee

Non si rilevano particolari criticità per le componenti in esame in relazione alla collocazione della sola variante in relazione alla tipologia dell’area, va comunque rimarcato che in assenza di uno specifico approfondimento idraulico risulta necessario, come per le componenti precedenti, rimandare alla successiva fase di Sportello Unico, allorchè saranno resi disponibili i dati riferiti agi aspetti quali quantitativi delle acque bianche e nere, e delle relative modalità di gestione, approfondimento che in particolare dovrà descrivere il sistema di gestione delle acque bianche, suddiviso in acque di prima e seconda pioggia, i punti e le modalità di recapito ed infine evidenziare il rispetto delle previsioni del Regolamento regionale n° 7/2017 sull’invarianza idraulica, attuativo delle L.R. 4/2016, e di quelle delle NTA del vigente Programma di tutela e uso delle acque (PTUA).

Non appaiono quindi al momento presupposti per ritenere possibili o probabili forme di inquinamento delle acque superficiale o profonde.

6.3.3 Flora, Fauna, Rete Ecologica e Rete Natura 2000

Non si rilevano particolari criticità per le componenti trattate, la descrizione del quadro ambientale evidenzia come non sussistano, nelle sole aree oggetto di ampliamento, particolari elementi di sensibilità riferibili a flora o fauna. Diversa invece la situazione per la connettività ecologica e la tutela di siti sensibili, l’area infatti ricade in un corridoio primario della RER ed in prossimità ad un sito di alto valore ambientale, le Torbiere di Belforte. Tuttavia analizzate le norme e gli indirizzi in materia del PTR (vedi capitolo di inquadramento programmatico) è stato

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possibile verificare come il corridoio in esame sia un corridoio primario a bassa antropizzazione con sezione libera maggiore di 500 metri, per il quale il PTR consiglia la non ulteriore chiusura e comunque la necessità di mantenere libera almeno il 50% della sezione (500 m.). Tale situazione risulta comunque rispettata e come proposto in un capitolo precedente soluzioni alternative risulterebbero maggiormente incidenti sulla funzionalità della connessione. Diversa la valutazione per quanto potrebbero configurarsi forme di disturbo al sistema delle torbiere di Belforte, sia in termini di presenza antropica che di rumore, in particolare, e ciò legato all’avvicinamento a questo elemento nella configurazione di progetto. Di questo aspetto si darà conto nel capitolo dedicato all’individuazione di soluzioni mitigative.

Figura 6.3-1 – sezione della RER e permeabilità

Ulteriore elemento di criticità, benché spesso trascurato, è legato al fatto che seppur l’approvazione del Suap comporti variante allo strumento urbanistico, e pertanto l’area diverrà ambito produttivo, questa si introduce in un contesto tipicamente agricolo, al margine di ambienti naturali (torbiere), interna ad un corridoio primario della RER, eppure utilizzi come specie vegetali per la siepe di margine due tipiche alloctone ornamentali Prunus pyssardii e Leilladii cipressi o cipresso di Leyland.

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Prunus cerasifera pyssardii Cupressocyparis leylandii

Nel caso in esame pur convenendo sul fatto che la prima è un ottima produttrice di fiori e bacche, utili a fini faunistici, ancorchè ornamentale, nel caso della seconda specie la scelta non appare altrettanto condivisibile benché ampiamente utilizzata in ambito urbano. Per tali ragioni anche questo argomento troverà spazio nella sezione dedicata alle mitigazioni.

6.3.4 Sistema insediativo e mobilità

Sotto il profilo insediativo l’area, trattandosi di un ampliamento di attività esistente, si colloca nella parte più lontana rispetto all’unico nucleo residenziale presente, mantenendo da esso una distanza maggiore di 200 metri.

E’ tuttavia presente una corte agricola collocata a nord in adiacenza all’ampliamento. Tale area peraltro non genera ulteriori fenomeni di conurbazione.

Non si rilevano invece modifiche al sistema di mobilità aziendale, benché non risulti valutabile la variazioni nei flussi di traffico, ed anche di tale aspetto dovrà essere dato conto mediante specifico approfondimento nell’ambito della procedura di Sportello Unico.

6.3.5 Sistema Paesaggio

Sotto il profilo territoriale la variante normativa n°2/2014 non si inserisce in un contesto di particolare sensibilità per il patrimonio storico testimoniale anche se si ricorda che l’intera frazione di Belforte ricade in zona a sensibilità elevata e circondata a nord da aree a sensibilità molto elevata. Per tale ragione si ritiene comunque di estrema importanza la previsione di una siepe verde perimetrale.

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6.4 Conclusioni e Proposte mitigative

Verificate le caratteristiche territoriali, la situazione socio economica ed ambientale esistente, il progetto di Suap e la relativa variante al PGT vigente e fatte comunque salve le eventuali prescrizioni che emergeranno dalla Valutazione di Incidenza si propone di concludere il presente procedimento escludendo l’assoggettabilità della Variante in esame dalla procedura completa di Valutazione Ambientale Strategica, sottoponendo tuttavia la successiva fase di Sportello Unico ai seguenti condizionamenti:

1. Il progetto presenta un ampia area verde collocata al limite nord, tale fascia è proprio quella a confine con le torbiere di Belforte. Tale fascia dovrà essere convertita a bosco secondo le modalità e gli indirizzi forniti dal Piano di Indirizzo Forestale della provincia di Mantova, su tale progetto dovrà essere acquisito preventivamente il parere del limitrofo Parco Oglio Sud, che potrà valutare la necessità di apporre a confine una recinzione fenestrata nel basso.

2. Nell’ambito della procedura di Suap dovranno essere redatti specifici approfondimenti minimi sulle componenti rumore, acque, e traffico indotto, valutando l’eventuale necessità per gli aspetti atmosferici. Su tali approfondimenti dovrà essere acquisito preventivamente il parere di Arpa Lombardia (MN).

3. Nella scelta delle specie per la siepe perimetrale si indirizza verso la sostituzione di Cupressocyparis leylandii con specie arbustive coerenti con gli elenchi del Piano di Indirizzo Forestale della provincia di Mantova.

DATA EMISSIONE AGGIORNAMENTO FOGLIO File: Rapporto Ambientale Balzanelli 2018.doc Aprile 2018 49 di 49