Questura Di Mantova. Casellario Giudiziario

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Questura Di Mantova. Casellario Giudiziario QUESTURA DI MANTOVA. CASELLARIO GIUDIZIARIO Categoria A 8, Radiati, dalla A alla Z Anni 1893-1957 Buste 200 210 QUESTURA DI MANTOVA. CASELLARIO GIUDIZIARIO Casellario giudiziario, Categoria A 8, Radiati, dalla A alla Z (Schedario dei sovversivi) Nota introduttiva e indice sommario di tutte le serie La creazione di un’anagrafe delle persone considerate pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica risale alla repressione dei disordini operai in età crispina, con l’intento di curare l’impianto e il sistematico aggiornamento dello schedario degli oppositori politici. Anarchici, repubblicani, socialisti furono oggetto di una capillare attività di sorveglianza che alimentò un consistente archivio di fascicoli personali. Durante il periodo fascista l’attività di sorveglianza e controllo della polizia si amplificò comprendendo non più soltanto i politici ma tutta una categoria di persone, definita genericamente antifascista. Il presente strumento di corredo si riferisce al!a categoria A8, relativa allo schedario dei sovversivi radiati (la radiazione dallo schedario comportava la cessazione delle misure di vigilanza nei confronti delle persone interessate) e comprende le buste 1-200, suddivise in tre sottoserie e due buste miscellanee non relative ad A8. Le tre sottoserie principali contengono circa 5000 fascicoli nominativi. Nelle miscellanee vi sono fascicoli di altre serie relativi al personale impiegato in Questura nelle busta 198 (Al e B1, personale in servizio e in quiescenza o deceduto) e in b. 200 (anche materiale delle serie D4 e D7 e senza annotazione della serie ). I versamenti all'Archivio di Stato dell'archivio della Questura di Mantova si sono succeduti in varie riprese tra il 1984 e il 1994. L'arco temporale compreso nei documenti nei fascicoli delle serie “Radiati A8”. va dalla fine dell'800 al 1960 circa. La prima delle tre sottoserie principali descritte in questo elenco è ascrivibile ad un periodo che inizia con gli ultimi decenni dell'Ottocento e termina approssimativamente con la fine della seconda guerra mondiale (bb. 1-170). Una altra serie è relativa al dopoguerra (bb. 171-191) e una terza a deceduti (bb. 192- 197). Non si è però ritenuto di utilizzare le denominazioni “anteguerra” e “dopoguerra” nella descrizione delle serie a causa della presenza dei nominativi di anarchici presenti in entrambe le serie, sorvegliati per archi temporali molto ampi che trascendono i periodi storici, mentre per i restanti fascicoli sarebbe una suddivisione corretta, considerato anche che in documenti della serie dopoguerra qualche annotazione fa riferimento al "fascicolo anteguerra" relativo alla stessa persona cui è riferito il fascicolo. All'atto del versamento in Archivio di Stato le sottoserie si presentavano meno riconoscibili perchè parecchi fascicoli, probabilmente estratti per necessità d'ufficio, si trovavano in coda non ricollocati o ricollocati in modo errato, confondendo così la struttura delle sottoserie. E' stato necessario ricostruire lo stato originario del fondo, ottenendo peraltro puntuali riscontri della correttezza dell'operazione nella presenza di fogli di prelievo dei fascicoli in seguito non ricollocati nella sede di pertinenza. Pertanto la struttura originaria del fondo dovrebbe essere costituita da una sottoserie che si conclude nel 1945 circa (come già accennato, fanno eccezione gli “anarchici”, vigilati da ogni regime politico) una serie dopoguerra costituita per lo più da “fascisti” e da “pericolosi per l'ordinamento democratico” con inizio nel 1945 (ma anche in questa serie sono presenti anarchici) e una serie denominata “speciale” di deceduti. per motivi di guerra o per malattia negli anni immediatamente seguenti la liberazione, forse radiati dal casellario in occasione di una revisione. Il fondo comprende anche registri (pezzi nn. 201-223), buste (pezzi nn. 224-244) contenenti materiale fino al 1983 circa, non incluse in questo strumento perchè versate in anticipo, perciò escluse dalla consultazione e la serie 2/2, Polizia Giudiziaria già corredata all’atto del versamento da elenchi manoscritti, anch’essa esclusa dalla consultazione, salvo per gli aventi diritto, in quanto la serie comprende documenti fino al 1988. 1 Le persone vigilate hanno le loro date di nascita variabilmente comprese all’incirca tra l'Unità d'Italia e i primi tre decenni del secolo XX, pertanto alcuni documenti possono in parte riguardare persone tuttora viventi, fatto che induce a osservare particolari cautele in materia di tutela della privacy e della dignità delle persone. Le classificazioni dei motivi, dell’iscrizione al casellario risultano essere principalmente: sovversivo, anarchico, socialista (semplicemente così o con aggiunta di massimalista, ufficiale, rivoluzionario ecc.), socialcomunista, comunista, antifascista, popolare, repubblicano, sindacalista, sospetto in linea politica, bolscevico, massone, internato greco, confinato albanese, fascista, pericoloso per l'ordinamento democratico. Nel periodo fascista molti sorvegliati oppositori del regime risultano essere residenti all'estero, per lo più in Francia, Svizzera, Belgio, America del Sud o Stati Uniti d’America. Sono molti i fascicoli che contengono fotografie, sia segnaletiche che in posa, soprattutto quando si trattava di persone da ricercare. Tra gli altri allegati si trovano anche passaporti, giornali, opuscoli “sovversivi”, tessere sindacali, tessere di partito, lettere, elenchi di nomi di altri coinvolti negli stessi fatti e altri documenti. Alcuni personaggi sono vigilati semplicemente per essere abbonati a giornali considerati sovversivi o per aver ricevuto corrispondenza da persone “sovversive”. Per coloro che avevano subito arresti o processi, nel fascicolo sono indicati gli estremi dei provvedimenti e tali dati possono essere utili per proseguire eventualmente le ricerche, rintracciando gli atti relativi negli archivi giudiziari. Negli anni immediatamente successivi al 1924 diverse persone sono vigilate per aver esposto in casa o nel proprio negozio, venduto o distribuito fotografie di Giacomo Matteotti, inoltre parecchi fascicoli contengono copie de “La Giustizia”, quotidiano del Partito Socialista Unitario Italiano, del 10 giugno 1925 (cfr. ad esempio nella busta 21 il fascicolo di Bertolotti Bernardo) con grande ritratto in prima pagina del parlamentare assassinato; il fascicolo intestato a Pozzi Umberto (busta 129) contiene un elenco di firme di donne in memoria di Matteotti, raccolte dalla moglie dello stesso Pozzi. In discreto numero sono i fascicoli relativi a donne, a volte schedate per attività “sovversiva” propria, a volte indicate come “moglie di...” o “madre di...”. Le imprecisioni anagrafiche e le discordanze nei nomi, nelle date e nei luoghi di nascita sono molte, anche all'interno dello stesso fascicolo, e questo ha creato diversi problemi nella redazione del presente strumento. Per questo motivo, quando è stato impossibile stabilire quale fosse il dato corretto, le varianti sono state indicate in alternativa, ma laddove è presente il certificato di nascita nel fascicolo, i dati indicati dal documento sono stati assunti come veritieri, trascurando le eventuali varianti. Potranno comunque essere utili controlli anagrafici e confronti con gli archivi dell’Anagrafe e Stato Civile e delle Leve Militari, in parte conservati da questo stesso Istituto, per i nati nella provincia di Mantova. Le località di nascita dei sorvegliati che oggi hanno cambiato la provincia o lo stato di appartenenza sono stati mantenuti con le indicazioni del periodo interessato (ad esempio Rimini, oggi capoluogo di provincia, è stato indicato come provincia di Forlì e l’Istria, che è stata italiana è indicata come tale). I lavori e le professioni esercitate dagli schedati, dati che non sono stati rilevati sistematicamente, sono molto vari, ma con presenze significative: parecchi esercitano mestieri come sarti, barbieri, camerieri, osti, caffettieri, giornalai, negozianti, verosimilmente tutti i lavori che consentono molti contatti personali nell'esercizio dell’attività. Sono stati indicati alcuni titoli di professionisti, medici, farmacisti, avvocati, ingegneri, professori e sacerdoti, ma il rilievo dei dati non è stato sistematico, pertanto esso può risultare incompleto. Molti sono i fascicoli di ferrovieri sorvegliati per attività sovversiva (è noto che sul territorio nazionale dopo l'avvento del fascismo negli anni '20 furono licenziati circa cinquantamila ferrovieri) e diversi sono anche gli aderenti alle leghe contadine. I numerosi riferimenti riscontrati nel rilevamento dei dati alla città di Ancona potrebbero avere legami con la centrale anarchica attiva in quella località. 2 Diversi sono i rimandi e riferimenti annotati sulle carpette a serie d'archivio che non sono finora pervenute: A2. archivio generale (v. Grandi Renzo, b. 81). A3. associazioni politiche. Consiglio Federativo della Resistenza (v. Caprioli Giovanni Celso. b. 174). A4. gerarchi fascisti (v. es. Giuliani Lauro, b. 180), un’altra nota di rinvio ad A4, Gonzaga e Borgo Angeli, esecuzioni capitali eseguite dai nazifascisti (v. Benedetti Vittorino, b. 172), E8, amnistia, provvedimenti per l'applicazione (v. Manfredini Gaddo, b. 181 ), nella busta 39, fascicolo di Carnevali Gino, un documento del 1931 dice che il carteggio del 1919, relativo ai disordini avvenuti in città e in provincia (noti come “giornate rosse”) “fu versato al macero”, un’altra annotazione che compare frequentemente è “compreso elenchi persone da fermare in determinate circostanze” (le circostanze citate si riferiscono
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