Comune Di Cravanzana
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Comune di Cravanzana Provincia di Cuneo Archivio storico Inventario (1818-1960) Riordinamento e inventariazione a cura dell’archivista Bruno Bruna (1999) Informatizzazione con l’uso dell’applicativo Guarini Archivi a cura delle archiviste Roberta Audenino e Wanda Gallo (2013) Alba, 29 maggio 2013 Intervento eseguito con il contributo della Regione Piemonte - Settore Biblioteche, Archivi e Istituti Culturali nell’ambito del Progetto Sistema Bibliotecario e Archivistico delle Langhe coordinato dal Comune di Alba Indice generale pp. Premessa 3 Introduzione Il Comune di Cravanzana: cenni storici 5 Introduzione di Bruno Bruna (1999) 6-14 Descrizione dell’archivio 15 Descrizione dell’intervento del 2013 15-16 Inventario Nota alla lettura 18 Comune di Cravanzana (1818-1960) Parte antica (1818-1896) Indice delle serie 21 Inventario 22-24 Parte moderna (1897-1960) Indice delle categorie, classi e serie 26-29 Inventario 30-106 Archivio storico dell’Opera Pia Canonica, poi Congregazione di Carità, poi E.C.A. (1699-1978) Indice delle serie 108 Inventario 109-120 Archivio storico dell’Ufficio di Conciliazione (1893-1978) Inventario 122 2 Premessa Il presente lavoro si inserisce nell’ambito del progetto di Censimento degli archivi storici dei comuni che la Regione Piemonte e il Ministero per i beni e le attività culturali - Soprintendenza archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta hanno avviato con l'obiettivo di promuovere la conoscenza della storia e della cultura del territorio tramite la messa in rete degli inventari degli archivi storici comunali o almeno delle informazioni minime relative ai fondi documentari più antichi sul portale “Guarini archivi web”. Il progetto è coordinato e sostenuto dalla Regione Piemonte, si avvale della partecipazione scientifica e organizzativa della Soprintendenza archivistica ed è attribuito ai Sistemi bibliotecari e archivistici del Piemonte per il territorio di rispettiva competenza. Il Comune di Alba, capofila del Sistema bibliotecario e archivistico delle Langhe, è impegnato a realizzare l’informatizzazione ex novo di inventari presenti in formato esclusivamente cartaceo e il riversamento dei dati di inventari informatizzati sul software Guarini Archivi. 3 Introduzione 4 Il Comune di Cravanzana: cenni storici Cravanzana fu compresa nel 1142 nell’antico Marchesato di Cortemilia, assegnato a Bonifacio minore, ne seguì le vicende, con il passaggio prima alla Repubblica di Asti e quindi, in retrofeudo, ai Marchesi del Vasto prima e a quelli di Saluzzo dopo, per poi cadere in potere di vari casati degli Scarampi e degli Scaglia. Nei 1726 passò ai Savoia, insieme a Gorzegno, Cerretto ed Arguello, con cui faceva parte del Marchesato di Gorzegno. Fu quindi infeudata alla famiglia Fontana, con il titolo marchionale. Sulla fine del Settecento Cravanzana conobbe la dominazione francese e visse quindi di riflesso, ma in qualche misura anche direttamente, le varie vicende che portarono all’Unità d’Italia e alla nascita della Repubblica. Durante il periodo fascista mantenne la propria autonomia. 5 Introduzione di Bruno Bruna (1999) INTRODUZIONE Premessa La storia in genere, e quella locale, in particolare, si costruisce attraverso una serie di fonti diverse e complementari, tra cui i documenti d’archivio costituiscono forse quella più importante. La corretta conservazione dei documenti e, ancor più, la loro fruibilità sono pertanto condizioni essenziali affinché una comunità possa recuperare la propria memoria, ricostruire la propria storia, di gente e popolazioni, nel contesto più generale dello svolgersi delle vicende umane. Purtroppo non sempre gli enti locali assolvono ad uno dei compiti loro assegnati dalla legislazione, quello della corretta conservazione e del riordinamento dei propri archivi storici, intendendo con tale termine le pratiche concluse da oltre quarant’anni. Se infatti per le pratiche correnti è prevalente l’interesse amministrativo, più concretamente tangibile, per la documentazione vecchia o antica deve subentrare un interesse diverso, direi quasi di natura etica, teso alla conservazione della memoria e all’acquisizione della piena coscienza di un’identità locale costruita attraverso i secoli. Momenti bui (si pensi in particolare al periodo della seconda guerra mondiale in cui furono distrutti o danneggiati molti archivi comunali, ma anche agli anni ’50 –‘60, in cui l’attenzione della maggior parte delle amministrazioni locali nei confronti del proprio patrimonio documentario era pressochè nulla ), calamità naturali, l’aggressione di agenti atmosferici e vicende di vario genere hanno purtroppo impedito che la documentazione di molti Comuni potesse giungere a noi integra. La legge archivistica del 1963, che impone agli enti locali la corretta conservazione della propria documentazione storica, è in parte riuscita a frenare il deterioramento degli archivi, ma rientra comunque nel novero delle leggi meno osservate e solo un’efficace attività ispettiva della Soprintendenza (e tale è fortunatamente nella nostra zona), unita alla legge regionale del 1978 che assegna contributi agli enti locali (inversamente proporzionali alla grandezza del Comune) per la schedatura, il riordinamento e l’inventariazione degli archivi storici comunali fanno sì che qualcosa si muova in questo settore. Si avverte comunque la necessità di un’ulteriore azione normativa in difesa dell’enorme patrimonio documentario degli oltre ottomila Comuni italiani. Storia e metodologia del riordinamento I lavori di riordinamento del Comune di Cravanzana hanno avuto inizio nel mese di gennaio del 1999, in seguito alla deliberazione della Giunta comunale n. 32 del 18.11.1998, con la quale si affidava al sottoscritto l’esecuzione dell’opera. Il costo dell’intervento è stato parzialmente coperto da un contributo della Regione Piemonte - Assessorato alla Cultura, erogato in base alla legge regionale n. 78 del 1978. 6 I lavori, realizzati sotto la sorveglianza e secondo le indicazioni del dr. Piergiorgio Simonetta, della Soprintendenza archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta, sono stati completati nel mese di settembre del 1999. L’Archivio storico del Comune di Cravanzana era conservato in un locale sotterraneo del palazzo municipale. La maggior parte della documentazione era condizionata in pacchi avvolti da manifesti, una piccola parte in faldoni collocati in scaffalature metalliche o lignee. Tale situazione risaliva al periodo post-alluvionale del 1994, quando l’acqua aveva invaso i locali adibiti ad archivio, deteriorando purtroppo una parte del materiale, che era stato successivamente impacchettato alla rinfusa dai militari in servizio d’emergenza nel Comune. E’ probabile che una parte della documentazione sia andata dispersa a seguito dell’evento alluvionale, ma l’esiguità della documentazione, risalente quasi esclusivamente al Novecento, fa ritenere che l’Archivio sia stato gravemente danneggiato in epoca precedente. Nelle carte d’archivio non sono stati trovati riferimenti a perdite subite dall’Archivio comunale a causa di avvenimenti bellici o di calamità naturali, per cui è presumibile che una buona parte della documentazione sia andata perduta a causa di scarti non autorizzati. Giovanni Martina, nel suo “Cortemilia e le sue Langhe”, scritto nel 1951, afferma, in relazione a Cravanzana, che “ gli atti amministrativi comunali risultano dal 1639”, mentre oggi datano solo dal 1818, per cui risultano mancanti i documenti d’archivio che coprono ben due secoli . Dal momento che i documenti si trovavano in uno stato di assoluto disordine, la prima operazione è consistita nell’individuazione della documentazione storica, separandola da quella più recente. Ho quindi provveduto al trasporto dei pacchi e dei faldoni in un locale al primo piano del palazzo municipale, già adibito ad archivio di deposito. Le carte sono quindi state suddivise, a grandi linee, per categorie di appartenenza. Da questa prima analisi è apparso evidente che: • Le carte non presentavano tracce di precedenti classificazioni archivistiche, se non quelle applicate durante il periodo fascista; • Non erano presenti inventari relativi a precedenti riordinamenti (è stato unicamente ritrovato un titolario risalente alla fine dell’Ottocento) • Le carte erano state condizionate senza l’utilizzo di criteri archivistici. Nei registri delle deliberazioni assai scarne sono le notizia relative alla tenuta dell’archivio. In una deliberazione del Consiglio Comunale del 15 gennaio 1898 si legge: “ Il Consiglio, sentita la relazione della Giunta municipale la quale, constatato il pessimo stato ed il disordine in cui venne lasciato l’archivio comunale dal cessato Segretario in parte rimediato dall’attuale, chiede l’autorizzazione per la spesa occorrente all’acquisto di scaffali nonché pel riordinamento completo dell’archivio e compilazione dell’inventario, in base anche alla circolare ministeriale del 1° marzo 1897 e per sollecitazione avutane dall’Ill.mo Sig. Sottoprefetto” . In una lettera del Podestà al Prefetto si afferma che: “ Gli scarti degli atti di quest’ufficio ammontano ad un peso presumibile di quintali tre”. 7 Come già detto, solamente durante il periodo fascista fu applicata con rigore la classificazione archivistica imposta dalla citata circolare del 1897; successivamente, con ogni probabilità, l’archivio non fu più oggetto di organici interventi di riordinamento. Il mio intervento si è successivamente articolato nelle seguenti fasi: • Sommaria pulizia delle carte; • Schedatura delle unità archivistiche, con l’apposizione del titolo della pratica,