La Notte Di Vasco: L'amore sopra la paura

02/07/2017

A Modena Park ieri 1 luglio 2017 si è svolto l’evento dell’anno, un evento dai numeri mondiali e tali da farlo entrare di diritto nel guinness degli eventi musicali. 220.000 persone paganti hanno assistito al concerto celebrativo per i 40 anni di carriera di . E parliamo solo del pubblico pagante. A questi andranno aggiunti il popolo riunito davanti ai maxischermi presenti in tante città, il pubblico presente nei 150 multisala ed il pubblico sintonizzato sulle varie dirette fb ed infine il pubblico più penalizzato, quello di Rai1. E’ un evento troppo grande, la Rai non poteva perdere questa occasione e se il popolo del Blasco, quello troppo giovane o semplicemente coloro che non hanno potuto usufruire di altre alternative, pensava di vivere una favola dalla propria abitazione, è rimasto decisamente deluso dalla incompetenza di Paolo Bonolis. Un conduttore che, va bene la diretta e la portata dell’evento, ma che proprio non è riuscito a stare nei ritmi televisivi del live. Era preferibile un professionista, uno che di musica e di Vasco ne capiva per davvero, uno che non doveva avere la necessità di leggere la qualunque senza appellarsi ad un minimo di memoria o ad un gobbo che avrebbe reso meno penosa la sua conduzione. Un Red Ronnie ad esempio. Ma Red è uno che la musica la vive sulla propria pelle e non a caso era tra il pubblico proponendo le sue, sempre più seguite, dirette fb. Ad accompagnare Vasco Rossi sul palco del Modena Park la band composta da Steff Burns e Vince Pastano alle chitarre, Claudio Golinelli al basso, Andrea Innesto al sassofono, Clara Moroni ai cori, Alberto Rocchetti e Frank Nemola alle tastiere e alla tromba e Matt Laug alla batteria. Al concerto anche i chitarristi Maurizio Solieri ed Andrea Braido. Ore 21.00. Un sessantacinquenne di nero vestito con chiodo giallo e cappellino sale sul palco. E’ lui. Vasco. Le braccia di 220mila persone si alzano al cielo, urla, flash e Colpa d’Alfredo. Non poteva scegliere altra canzone per aprire questo concerto, “abito fuori Modena Modena Park!”, la canzone che illo tempore fece scandalo. Vasco accusato di razzismo per quella “è andata a casa con il negro la troia..” Ed ecco che si susseguono canzoni come Alibi, Blasco, Bollicine, Ogni volta che live ha un sapore particolare “ogni volta che rimango con la testa tra le mani e rimando tutto a domani..”. Sale sul palco uno strepitoso ed emozionato Gaetano Curreri che accenna al pianoforte il primo medley: Jenny è pazza, Silvia e La nostra relazione. Canzoni che avrebbero meritato un proprio spazio. Ed è ancora Curreri ad accompagnare Vasco in una toccante Anima Fragile, “e tu chissà dove sei, avrai trovato amore..”. Si cambia continuamente registro si alternano canzoni meno note come Ieri ho sgozzato mio figlio a quelle decisamente più cantate come Una splendida giornata “cosa importa se è finita, cosa importa se ho la gola bruciata..”. Con Vasco i musicisti/amici di sempre uno fra tutti Maurizio Solieri che ci regala un assolo di quelli che ti fanno rendere conto della grandezza di un musicista. Arriva il secondo medley: T’immagini, Delusa, Mi piaci perché, Gioca con me, Stasera!, Sono ancora in coma, Rock’n’roll show. Vasco non ha tralasciato nulla, ripercorre con le canzoni questi quarant’anni con la leggerezza di un ventenne. Ed ancora in scaletta Ultimo domicilio conosciuto ma un momento magico si vive con Vivere una favola, una delle canzoni più sentite, il pubblico è tutto con lui. “io non voglio perdere e tu non ridere..”. Seguono Non mi va, Cosa vuoi da me. Ancora Siamo soli, Come nelle favole, Vivere ed è suggestivo come in quest’ultimo pezzo la voce dei suoi fan diventi un sussurro, un sussurro che accompagna magnificamente la voce del rocker. “sorridere dei guai proprio come non hai fatto mai e poi pensare che domani sarà sempre meglio..”, parole che sono al contempo rabbia ed inno alla vita. Con il terzo cambio di giubbotto, arrivano Sono innocente e Rewind e via le tshirt di parte del pubblico femminile, si balla, si salta, si grida “veloce come il vento…” E’ la canzone che unisce il godimento del pubblico maschile e l’affermazione di quello femminile. Un attimo di respiro e poi Liberi Liberi, a tutt’ oggi uno dei dischi più belli: “finché eravamo giovani era una tutta un’altra cosa…” Il terzo medley ha un sapore un po’ amaro forse perché acustico, forse perché c’è spazio per canzoni come Ed il tempo crea eroi, Una canzone per te, L’una per te, Ridere di te, Va bene va bene così, Senza parole. Insomma un medley che farebbe pulsare anche un cuore di pietra. “e ho guardato dentro un emozione e c’ho visto dentro un gran dolore che ho capito perché non si comanda al cuore..” Per la malinconia non c’è più posto, ritorna la grinta del Vasco con Stupendo, Gli spari sopra, Sballi ravvicinati del terzo tipo ed ancora Dimentichiamoci questa città, C’è chi dice no, Un mondo migliore, I soliti. “è la vita è ora che cresci devi viverla così..” Ci sia avvia nell’ultima parte del concerto, è il momento di Sally “perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia..”, Un senso “sai che cosa penso che anche se non ha un senso, domani arriverà, domani arriverà lo stesso..”, Siamo solo noi “generazione di sconvolti che non ha più santi né eroi..”. E’ il momento delle ovazioni per i Musicisti, dei veri professionisti ineccepibili nell’affiancare il Blasco per 4 ore di spettacolo. Vasco è il frontman ma alle spalle c’è una band che è in primis un gruppo di amici. L’ultima sequenza di canzoni. Accompagnato da un pianoforte ecco Vita spericolata “e poi ci troveremo come le star a bere del whisky al Roxy bar o forse non ci incontreremo mai ognuno a rincorrere i suoi guai..”, Canzone “e sarà triste lo so ma la tristezza però si può racchiudere dentro una canzone..”. “Ciao Massimo sei sempre con noi. Viva Massimo Riva!!” ed il Modena Park esplode in un applauso per lo scomparso Massimo Riva, un grande musicista ed un uomo che purtroppo non è stato abbastanza forte. Vasco, la band e gli occhi di chi lo ha seguito in quegli anni, non possono non diventare lucidi. Sono molto più di 220mila i cuori che all’unisono hanno abbracciato Massimino. Come da tradizione il concerto si chiude con , al pianoforte ancora Gaetano Curreri. Il pubblico ormai è incontenibile, fuochi d’artificio ed un Vasco emozionato forse perchè, ha preso coscienza dell’impresa che ha realizzato. “e quando guardi con quegli occhi grandi forse un po’ troppo sinceri, si vede quello che pensi quello che sogni..” Grazie Vasco per averci regalato una serata ricca di emozioni e di non aver fatto vincere la paura. Sipario. Sara Grillo Curiosità: Il palco del Modena Park è come un palazzo di otto piani, rettangolare, con una larghezza di 130 metri. Oltre 1.500 metri quadri di schermi in movimento. Uno centrale di 18 metri per 15 più altri quattro -due per parte- di 15 metri per 9: si muovono su binari separatamente o tutti insieme a formare un unico quadro in cui verranno proiettate 40 videostorie. Il palco è firmato da Giò Forma. Tra le 26 telecamere che hanno riprenso l'evento anche una cinepresa del 1977, scelta per simboleggiare i 40 anni di carriera del Blasco. Tra 270 e 300 le persone dello staff operativo per i lavori al parco Ferrari, con la collaborazione di almeno altri 120 addetti che hanno cominciato a lavorare da fine maggio. Ben 320 tonnellate di tubi di ferro per costruire il palco. Fronte audio: appese 29 torri ‘di ritardo’ di due tonnellate l'una, stabilizzate con 6 tonnellate di zavorra di cemento per una. Quindi, complessivamente, 174 tonnellate. Questo per consentire l'ascolto uguale in ogni punto del parco, da cinque metri come da 300. Due gru da 400 tonnellate ciascuna hanno tenuto sollevato l'impianto audio. Per realizzare il Modena Park si è scavato per 3 chilometri e per 650 metri sotto terra in modo da consentire la distribuzione elettrica e per convogliare i cavi di segnale in fibra, lungo tutta l'area del parco. In totale sono stati utilizzati 100 chilometri di cavi impiegati per l'intero allestimento e 364 tonnellate di zavorra. Installati 2100 punti luce, 140 laser, 1 megawatt di assorbimento elettrico. Due chilometri e 320 metri di transenne hanno circoscritto i tre pit e il fronte del palco. Più altri quattro chilometri di quelle normali e alte. In tutto 136 i bilici che hanno viaggiato (anche dal Belgio) per l'allestimento del Modena Park. 400mila i metri quadrati di parco utilizzati per il concerto, create zone d'ombra per 250mila metri quadrati. Ancora: oltre 5000 metri quadrati di tende per ristorazione e merchandising. Oltre 60 containers adibiti ad uffici e camerini nel backstage. Sono stati 4 i megaschermi sparsi per il parco.