guida ai musei della Grande Guerra in

Museo Storico Italiano della Guerra 1 Il volume è stato realizzato dalla Rete Trentino Grande Guerra. Per conoscere le iniziative della Rete www.trentinograndeguerra.it Immagini Le fotografie sono state messe a disposizione dai musei della Rete Cartografia Provincia autonoma di / Sistema Informativo Ambiente e Territorio Grafica Designfabrik Stampa Osiride, Con la collaborazione dell’associazione “Araba Fenice, cultura e ambiente” di Arco e di Alessandro Riccadonna

© Museo Storico Italiano della Guerra via Castelbarco 7 Rovereto Tel. 0464 438100 www.museodellaguerra.it

2 guida ai musei della Grande Guerra in Trentino a cura di Anna Pisetti e Donato Riccadonna

Museo Storico Italiano della Guerra

1 15 Fedaia

f a s s a

d i 14 1 v a l s o l e d i

n o n v a l f i e m m e d i d i 2 v a l

3 v a l

r a 13 Cauriol b

c e m d i 12 Caoria v a l

v a n o i 4 r e n d e n a Rendena v a l 16 17 Trento 11 g a n a h i

g 18 19 v a l s u Borgo l a Valsugana

d e i 5 i u d i c a r i e g Riva v a l l e 9 10 del arda v a l l i G 6 7 8 Bezzecca Rovereto

a r i n a g

v a l l a

Linea del fronte

Legenda mappe interne

Museo Monte

Forte Località

2 Ortles, Cevedale, Tonale, Presena ...... 4 1 Pejo 1914-1918. La guerra sulla porta...... 8 2 Museo della Guerra di Vermiglio...... 12 3 Forte Strino...... 16

Adamello ...... 20 4 Museo della Guerra Bianca Adamellina ...... 24 “Recuperanti in Val Rendena”, Spiazzo Rendena 5 Museo della Grande Guerra in Valle del Chiese, Bersone...... 28

Valle di , Alto Garda ...... 32 6 Museo Garibaldino, Bezzecca...... 36 7 Museo di ...... 40

Vallagarina ...... 44 8 Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto...... 48

Altipiani di , Lavarone, Luserna ...... 52 9 Museo Forte Belvedere–Gschwent, Lavarone...... 56 10 Centro Documentazione Luserna...... 60

Valsugana e Lagorai ...... 64 11 Mostra permanente della Grande Guerra in Valsugana ...... 68 e Lagorai, 12 Mostra permanente della Grande Guerra sul Lagorai, Caoria...... 72 13 Collezione di cimeli del Rifugio Cauriol...... 76

Dolomiti Marmolada ...... 80 14 “Sul fronte dei ricordi”, Someda...... 84 15 Museo della Grande Guerra 1914-18, Passo Fedaia...... 88

Trento ...... 92 16 Museo Nazionale Storico degli Alpini...... 96 17 Fondazione Museo storico del Trentino...... 100 18 Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni...... 104 19 Museo della Società Alpinisti Tridentini...... 108

3 introduzione

Chiunque percorra le valli del Trentino Lavarone e Luserna, dal Lagorai alla incontra ancora oggi resti di manu- Marmolada, il Trentino fu uno dei fatti militari ottocenteschi e nove- teatri più contesi della Prima guerra centeschi. A chi ama fare escursioni mondiale. Austro-ungarici e italiani capita spesso di imbattersi in solchi si scontrarono all’ultimo sangue tra di trincea, in crateri di esplosione, in le rocce e i ghiacciai,­ senza rispar- basamenti di baracche, gallerie, ruderi miare nulla, devastando­ i centri abi- della Prima guerra mondiale, che ca- tati, le colture, il frutto della fatica ratterizzano il paesaggio contempo- secolare di genera­zioni che avevano raneo delle nostre montagne. Non è reso domestica una natura esigente detto che si sappia sempre identifica- e avara. re ciò che si vede, ma in molti casi le Finita la guerra, ricostruiti i paesi, ri­ strutture sono state restaurate o puli- messi a coltura i campi e riaperte le te da gruppi di volontari, lavoro che ne malghe, smantellato il sistema della semplifica l’identificazione. guerra grazie alla quotidiana attività Tutti questi apprestamenti militari dei contadini e alla determinazione sono stati prodotti nel corso di lunghi dei recuperanti, di tutto quel gigan- decenni di attività di fortificazione­ tesco insediamento militare su queste del territorio e su di essi negli anni montagne sono rimasti dei frammenti di guerra 1915-1918 si sono riversa- tra i quali non è facile ricucire il filo di te decine di migliaia di soldati dei due una vicenda che fu tra le più dram- eserciti italiano ed austro-ungarico. matiche e importanti della storia del Dallo Stelvio all’Adamello, dal Lago nostro Paese e dell’Europa. di Garda ai monti della Vallagarina, Anche per questo nelle valli lungo il dal Pasubio agli Altipiani di Folgaria, vecchio fronte sono sorti numerosi

4 musei – spesso di piccole di­mensioni, Questi musei sono oggi come gli anelli ma ricchi di cimeli e di materiali – che di una catena e la loro sequenza re- hanno conti­nuato ad occuparsi di quel stituisce la dimensione territoriale del conflitto. primo conflitto mon­diale. Coloro che ne furono i fondatori han- Per far conoscere meglio il mosaico di no dedicato parte della propria vita a cui ciascuno di essi è una tessera e per costruire dei “luoghi del ricordo” dove rendere evidente ciò che li unisce, è sor- raccogliere quanto era rimasto sul fon- ta la Rete Trentino Grande­ Guerra nella do delle trincee, nei ghiaioni (o nelle quale collaborano e cooperano decine vecchie soffitte) e che poteva servire di soggetti e che avrà un ruolo impor- per evocare ciò che era successo in tante nel progetto per il Centenario quella guerra: centinaia, migliaia di re- della Prima guerra mondiale 2014-2018 perti, ciascuno dei quali con una storia, promosso dall’Assessorato alla Cultura salvati dalla curiosità o dal fascino che della Provincia autonoma di Trento. emanano gli oggetti sopravvissuti ad Scopo della Rete è sostenere l’azione un naufragio. culturale di ciascuno degli aderenti e Questi musei sono oggi uno strumen­ favorire la realizzazione di iniziative to importante per conoscere l’ambien- miranti alla conoscenza della storia te che sta loro attorno. È da lì che pro- del Trentino dentro la storia dell’Italia viene la maggior parte degli oggetti e dell’Euro­pa. esposti, è in quei locali che oggi si Anche questa Guida è uno strumen­ ripercorrono gli avvenimenti e dove si to della Rete e ciascuno dei musei ha segnalano i luoghi più significativi del collaborato alla sua redazione. conflitto, dove il visitatore può trovare utili strumenti interpretativi. Camillo Zadra

5 Ortles Cevedale Tonale Presena

Cevedale

A L V D I

R A Vioz e Punta Linke B B I

Punta S. Matteo Pejo Malé v a l

Pejo d

i e p l s o e i e d j a l l o v

Vermiglio

Strino Zaccarana / Tonale

Pozzi Alti / Presanella Passo del Tonale Mero

6 Presanella Il territorio del Trentino nord-occiden- opera di fortificazione del Passo del tale è da secoli terra di transito. Attra- Tonale, divenuto confine di Stato. verso il Passo del Tonale, presidiato già Per prima fu realizzata, tra il 1860 e nel Medioevo da un fortilizio eretto il 1861, la tagliata stradale di Strino, nei pressi dell’ospizio di S. Bartolo- situata tra Vermiglio e il Passo del To- meo, passarono pellegrini, mercanti e nale, a 1.500 metri sul livello del mare. viaggiatori, soldati ed eserciti dall’età Nei decenni successivi, tra il 1906 e il di Federico Barbarossa a Napoleone. 1913 vennero edificati il Forte Mero, Nel 1848, nel corso della prima guerra Forte Pozzi Alti (o Presanella), il For- del Risorgimento italiano, attraverso te Zaccarana (o Tonale) e, nella vicina quella “porta” alcune formazioni di Valle di Pejo, il Blockhaus Pejo (o Barba volontari (i cosiddetti “Corpi Franchi”) di Fior). tentarono di raggiungere Trento, all’e- poca città del Tirolo austriaco. Forte Strino ed il Blockhaus Pejo si rivelarono ben presto inadeguati a Dopo quella vicenda, cui fece seguito reggere uno scontro di artiglierie e, l’apertura di una nuova strada per il ancora prima dell’entrata in guerra Tonale voluta dal Feldmaresciallo Ra- dell’Italia nel maggio 1915 vennero detzky nel 1856, e soprattutto dopo disarmati dagli austriaci. Gli altri forti l’annessione della Lombardia al Regno presero parte alle operazioni militari, di Sardegna nel 1859, le autorità mi- sino a quando i colpi dei cannoni ita- litari asburgiche avviarono una decisa liani non ne consigliarono il disarmo.

7 Forte Mero

Già nel settembre 1915 le artiglierie sud e a nord del Passo del Tonale, dai furono tolte dalle fortezze e collocate ghiacciai dell’Adamello e della Pre- in vicine postazioni campali; da quel sena, all’Albiolo, al Montozzo, al San momento i forti furono riorganizzati Matteo (3678 m). Quest’ultima cima, soprattutto per resistere agli attacchi conquistata dagli italiani il 13 agosto della fanteria nemica. 1918 e riconquistata il 3 settembre dagli austro-ungarici, fu il campo di Durante la Grande Guerra, nonostan- battaglia più alto della storia. Nell’e- te inizialmente si ritenesse l’ambiente state del 2004 sul versante settentrio- montano del tutto inadatto agli scon- nale del Piz Giumela vennero trovati tri militari, entrambi gli eserciti spin- i resti di tre soldati austro-ungarici, sero i propri uomini fino alle quote più probabilmente caduti nel corso della alte e i monti della Valle di Sole diven- battaglia per la riconquista del San nero teatro della cosiddetta “guerra Matteo ed ora riemersi dai ghiacci. bianca”. Reparti degli eserciti austro-ungarico Oggi il territorio presenta ancora nu- e italiano si scontrarono sui versanti a merose ed interessanti tracce di quel

8 periodo. Sulle cime più alte sono visi- Azienda per il Turismo bili resti di manufatti (trincee, barac- Valli di Sole, Pejo e Rabbi che, basamenti di teleferiche, caverne) viale Marconi 7, Malé ed è ancora possibile trovare tratti di Tel. 0463 901280 filo spinato, frammenti di lamiere, pic- www.valdisole.net cole schegge di metallo. Vermiglio Vacanze Dopo l’intervento di restauro degli via di S. Pietro, Vermiglio anni ’90, Forte Strino è stato trasfor- Tel. 0463 758200 mato in uno spazio espositivo; i ru- www.vermigliovacanze.it deri delle fortezze Zaccarana, Mero e Pozzi Alti sono stati interessati da Parco dello Stelvio lavori di manutenzione che li han- via Roma 65, Cogolo di Pejo no resi accessibili e visitabili. La zona Tel. 0463 746121 Monticelli-Passo Paradiso al Passo www.stelviopark.it del Tonale è stata oggetto di lavo- Ecomuseo della Valle di Pejo ri di pulizia finalizzati ad aumentare Piccolo mondo alpino la leggibilità dei manufatti e rendere c/o Biblioteca Comunale di Pejo più sicura la percorribilità dei cammi- Tel. 0463 754444 namenti. In Valle di Pejo sono visibili c/o Municipio di Pejo i resti dell’ex cimitero di San Rocco, i Tel. 0463 754059 www..peio.tn.it ruderi del Blockhaus Pejo e la strada della Vegaia, realizzata dall’eserci- Centro Studi Val di Sole to austro-ungarico. Da anni sul Piz piazza Garibaldi 6, Malé Giumela, Punta Cadini e Punta Linke Tel. 0463 421457 il Museo di Pejo e la Soprintendenza www.centrostudivaldisole.it ai Beni Librari e Archeologici stanno realizzando complessi ed impegnativi interventi di recupero di materiali e di manufatti ad alta quota. Tra gli enti che contribuiscono a con- servare le tracce storiche presenti sul territorio segnaliamo il Parco dello Stelvio e l’Ecomuseo di Pejo, che pro- muovono attività di tutela dell’am- biente e organizzano iniziative cultu- rali e di tipo divulgativo, e il Centro Studi Val di Sole, che cura ricerche e prodotti editoriali e collabora con i musei dell’ambito.

9 Pejo 1914 – 1918 La guerra sulla porta PEJO

Pejo Paese, salita San Rocco 1 Tel. 348 7400942 www.museopejo.it Orari: periodo di Natale, Pasqua e dal 15 giugno al 15 settembre tutti i giorni 10-12 e 16-19; da gennaio a marzo mercoledì 10-12 e giovedì 17-19; in altri periodi su prenotazione

L’idea di realizzare un museo dedicato che a distanza di molti anni, ha lascia- alla Grande Guerra è nata in occasio- to dietro di sé su quelli che un tempo ne dell’“Incontro della pace” svoltosi furono campi di battaglia e oggi sono a Pejo nel settembre 1998, durante il mete di piacevoli escursioni. quale venne realizzata un’esposizione I materiali raccolti permettono al di materiali raccolti nel corso del tem- visitatore di farsi un’idea della vita po da persone del paese. La volontà di quotidiana dei militari sui monti del trasformare questa prima raccolta in fronte trentino; nelle vetrine sono una mostra permanente ha portato esposti uniformi ed elementi della alla catalogazione di più di 800 pezzi, dotazione personale; una cucina da alla ricerca di spazi idonei e alla prepa- campo richiama il problema dei rifor- razione delle vetrine e dell’allestimen- nimenti e della sussistenza; un carrello to. L’apertura ufficiale ha avuto luogo recuperato su Punta Linke testimo- il 27 luglio 2003. nia come in queste zone la teleferica rappresentasse il mezzo principale di La principale caratteristica del Museo trasporto; per illustrare la situazione è che la maggior parte del materiale medico-sanitaria è stata ricostruita esposto proviene dai monti che cir- una baracca adibita a primo soccor- condano Pejo, attraverso singoli ricer- so; un tabernacolo usato in trincea e catori o grazie a ricerche sul territorio un altare trasportabile rimandano alla promosse dal Museo stesso. L’esposi- vita spirituale dei soldati. zione testimonia ciò che la guerra, an-

10 11 Attività e servizi duti presso l’ex cimitero di San Rocco, Presso il Museo si può trovare una ric- nel quale sono raccolte le spoglie dei ca raccolta di volumi che raccontano tre soldati rinvenuti nel 2004 sul Giu- la storia del territorio, collane di diari mela. e memorie di soldati e civili, opere che Da alcuni anni il Museo, in collabora- descrivono i reperti e una videoteca zione con la Soprintendenza ai Beni dedicata alla Prima guerra mondiale. Librari e Archeologici della Provincia Sono in vendita anche i libri realizzati autonoma di Trento, organizza dei dal Museo stesso. recuperi in quota finalizzati alla tu- Due volte all’anno, in collaborazione tela dei siti storici che emergono dai con il Parco dello Stelvio, il Museo ghiacciai per effetto dello scioglimen- organizza serate informative ed escur- to. Dal 2009 è in corso il recupero del sioni sui luoghi della Grande Guerra. sito di Punta Linke, sull’Ortles, al fine Ogni anno ai primi di settembre pro- di garantirne la conservazione e ren- muove una commemorazione dei ca- derlo visitabile.

12 13 MUSEO DELLA GUERRA di Vermiglio VERMIGLIO

Vermiglio, via di Borgonuovo 15 Tel. 0463 758200 Ufficio Turistico Vermiglio www.associazionestoriaememoria.it www.vermigliovacanze.it Orari: gennaio, febbraio, marzo, giugno e dicembre da lunedì a sabato 9-12 e 15-18; luglio-agosto tutti i giorni 9-12 e 15-18; in altri periodi da lunedì a venerdì 9-12 e 15-18

Il Museo presenta la collezione di Attraverso testi esplicativi e fotografie reperti e cimeli di Emilio Serra, che vengono illustrati il processo di co- per circa quarant’anni ha svolto una struzione dei forti della Valle di Sole, costante attività di ricerca e recupe- le principali vicende belliche relative ro sulle montagne della Valle di Sole, al fronte del Tonale, l’epopea dei pro- teatro di aspri combattimenti dal giu- fughi della comunità di Vermiglio e il gno 1915 all’ottobre 1918. loro rientro nel paese devastato alla L’Amministrazione comunale di Ver- fine della guerra. miglio ha stipulato un accordo con gli Nelle vetrine sono esposte armi (fu- eredi e ha promosso un nuovo allesti- cili, baionette, pugnali, mazze ferra- mento, inaugurato nel dicembre 2006 te, bombe a mano, una mitragliatrice presso il Polo culturale. La gestione del Schwarzlose), oggetti di uso quoti- Museo è stata affidata all’Associazione diano (vanghette, piccozze, lanterne, “Storia e memoria di Vermiglio”. pipe), uniformi e utensili della dota- zione personale dei soldati (elmetti, L’esposizione si apre con una grande maschere antigas), cimeli e decorazio- carta geografica dell’Impero, predi- ni. Sci, ramponi da ghiaccio, racchette sposta nel 1909 dal Ministero della da neve e sovrascarpe in paglia per le Pubblica Istruzione di Vienna, scrit- vedette testimoniano la durezza della ta in lingua italiana e utilizzata nelle vita quotidiana alle alte quote. Tra i re- scuole del Trentino che, fino al 1918, perti più significativi spiccano alcune faceva parte del Tirolo austriaco. protesi per mutilati.

14 15 Sulla piattaforma posta al centro della tare testi, documenti e foto relative sala sono disposti numerosi proietti agli eventi del primo conflitto mon- di artiglieria di vario calibro, italiani, diale che hanno interessato il territo- austro-ungarici e tedeschi. rio di Vermiglio e le zone circostanti. Nell’edificio è presente una sala per convegni e conferenze, con 180 posti Attività e servizi a sedere. Il Museo dispone di una saletta per Su richiesta il Museo organizza visi- proiezioni, che può anche ospitare at- te guidate a Forte Strino e agli altri tività didattiche. forti della zona (Forte Zaccarana, A fianco del Museo è situata la Biblio- Forte Mero, Forte Pozzi Alti o Pre- teca Comunale ove è possibile consul- sanella).

16 17 Forte Strino Strino

Strino, via Nazionale (SS. n. 42) Tel. 0463 758200 Ufficio Turistico Vermiglio www.associazionestoriaememoria.it www.vermigliovacanze.it Orari: dal 12 giugno al 18 settembre tutti i giorni 9.30-12.30 e 14.30-17.30; dal 17 luglio al 28 agosto 9.30-18.30

Il Forte, posto sulla strada di colle- agglomerato di detriti e cespugli. gamento tra Vermiglio e il Passo del Finalmente, verso la fine degli anni Tonale, venne realizzato dagli austria- Novanta, la Provincia autonoma di ci tra il 1860 e il 1861 quale presidio Trento promosse un progetto di re- militare a supporto delle attività di cupero che portò, nel 1995, alla sua controllo del confine con il Regno di riapertura. Sardegna. Dopo la Seconda guerra di indipendenza (1859) e la perdita da Attualmente negli spazi di Forte Stri- parte degli austriaci della Lombardia, il no sono esposti reperti e cimeli della confine era infatti arretrato sulla sella Grande Guerra provenienti da rac- del Tonale. colte private. Fra i materiali suscita Allo scoppio della Prima guerra mon- particolare attenzione il plastico che diale il Forte, ormai inadeguato, ven- riproduce l’aspetto del territorio ad ne disarmato e nel corso del conflitto ovest e ad est della sella del Tonale, su non subì danni rilevanti. A renderlo un cui sono state evidenziate le linee di rudere fu l’azione dei recuperanti che, combattimento e la dislocazione del- nel corso degli anni Trenta del secolo le fortificazioni e delle truppe dei due scorso, per estrarre i metalli presenti schieramenti contrapposti. nelle strutture fortificate, procedet- Nelle vetrine sono ospitate le divise tero alla sua sistematica demolizione. dei combattenti italiani, austriaci e L’abbandono in cui l’edificio fu lascia- tedeschi; di notevole interesse il rive- to per anni lo ridusse ad un informe stimento mimetico in dotazione agli

18 19 Attività e servizi alpini sciatori, frutto delle esperienze maturate nel corso della guerra. All’interno del Forte è stata ricavata una sala per proiezioni dove è possi- Nei mesi estivi il Forte è interessato da bile vedere filmati d’epoca. varie iniziative di valorizzazione coor- Al visitatore è offerta un’esposizione dinate e gestite dall’Associazione “Sto- di libri e pubblicazioni riguardanti la ria e memoria di Vermiglio”: vengono Grande Guerra, guide e materiale in- promosse mostre di carattere artistico, formativo sugli itinerari di visita alle rappresentazioni teatrali e spettacoli altre fortificazioni del settore. incentrati sul tema della guerra. Su richiesta, vengono organizzate visi- te guidate al Forte e alle altre fortezze austro-ungariche della zona del Tona- le (Forte Zaccarana, Forte Mero, Forte Pozzi Alti o Presanella).

20 21 Adamello Giudicarie

Già prima della metà dell’Ottocento rati e sono ora uniti da un panoramico lo Stato Maggiore austriaco ritenne sentiero di collegamento. Gli altri tre necessario porre sotto controllo ogni forti dello sbarramento sono oggi ri- possibile accesso al Trentino da sud e dotti a rudere. pianificò la fortificazione della Valle All’ingresso in guerra dell’Italia, l’e- del Chiese. Il poderoso sbarramento sercito austro-ungarico, a corto di dei Forti di Lardaro (Corno, Larino, uomini e mezzi, predispose un ar- Revegler, Danzolino e Carriola) iniziò retramento delle linee su posizioni ad essere realizzato dopo la cessione più facilmente difendibili. Gli eserciti della Lombardia nel 1859 al Regno di combatterono anche a quote prima Sardegna e continuò, per fasi, fino a di allora ritenute impraticabili, impe- ridosso degli anni 1914-15. gnandosi in uno stillicidio di azioni fin Forte Larino, costruito tra il 1860 e il sui nevai ed i ghiacciai. Era l’inizio del- 1861, venne realizzato nel fondovalle, la “guerra bianca”. a circa 700 m di quota a sud del paese La Valle Rendena si trovò in posizione di Lardaro. Forte Corno fu edificato nei abbastanza defilata dal fronte; que- pressi di tra il 1883 e il 1890 su sto evitò i bombardamenti dei centri uno sperone di roccia a quota 1.068 abitati e l’allontanamento dei civili. La m; è una “fortezza di montagna”, re- Valle del Chiese venne invece divisa in alizzata su cinque livelli, con 52 loca- due dalla prima linea, la popolazione li ed una volumetria di 22.000 metri evacuata e i paesi duramente colpiti. cubi. Entrambi i forti sono stati restau- Le vicende più cruente e famose in

22 Presanella

a v a o v l d i g e n

a

Adamello n

e

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e Corno di Cavento r

l Dolomiti

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v Carè Alto Spiazzo Rendena o

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Dosso dei Morti Forte Corno

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i d i h c l e d r o l S. Lorenzo di Condino e d

e l l a v

23 Cavento attaccando dalla vedretta di Lares attraverso una galleria scavata nel ghiaccio fin sotto le prime linee italiane. L’occupazione austriaca durò circa un mese; il presidio fu annien- tato da un poderoso attacco italiano portato su tutti i versanti della mon- tagna. Da quel momento il Corno di Cavento rimase dominio italiano sino alla fine del conflitto.

Nei pressi di Sant’Antonio di Mavigno- la è situato il cosiddetto “Forte Clemp”, in realtà caposaldo trincerato della Prima guerra mondiale, parte della li- Cannone Skoda 15 cm in località Artiglieria Carè Alto nea difensiva che gli austriaci fecero costruire tra il Dos dei Frati ed il Monte questo settore sono quelle relative al Sabion. La Val Rendena è interessata controllo del Corno di Cavento (3.430 dal progetto “Percorso della memo- m). Gli austriaci occuparono stabil- ria nel sistema Adamello-Presanella”, mente la cima il 1° maggio 1916 e ne promosso dal Parco Naturale Ada- fecero il caposaldo di tutto lo schie- mello Brenta e dalla Soprintendenza ramento difensivo sulla vedretta di ai Beni Architettonici, finalizzato alla Lares, sotto il comando del tenente creazione di itinerari di visita ai luoghi Felix Hecht von Eleda (dall’11 febbraio della Grande Guerra. A seguito dello 1917). Il 15 giugno del 1917, dopo un scioglimento dei ghiacciai sono in cor- violentissimo bombardamento, circa so interventi di recupero di materiali 1.200 alpini sferrarono l’attacco con- per iniziativa dalla Soprintendenza ai tro il presidio austriaco. Una quindi- Beni Storico-Artistici con l’importante cina di difensori rimasero intrappolati collaborazione del Comitato Storico nella galleria di vetta e si arresero agli della SAT (cannone Skoda da 10.4 cm, alpini. Molti altri caddero sulla posi- baracca sul Carè Alto, galleria del Cor- zione e con loro il comandante Hecht. no di Cavento). I superstiti si ritirarono nelle gallerie Il Cimitero Monumentale austro- scavate nel ghiaccio della vedretta ungarico di Bondo, costruito a partire di Lares e verso le vicine postazioni dal 1916 e recentemente restaurato, del Monte Folletto. A un anno esat- custodisce 697 salme di combattenti to dalla conquista italiana, nel 1918 austro-ungarici. Sul Dosso dei Morti gli austriaci rioccuparono il Corno di sono visibili i resti del caposaldo au-

24 stro-ungarico, a San Lorenzo di Condi- Azienda per il Turismo Madonna no trincee blindate e gallerie italiane; di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena lungo il percorso storico-naturalistico via Pradalago 4, Madonna di Campiglio di Pracul, in Val , si incontrano le Tel. 0465 447501 trincee e le postazioni militari italiane. www.campigliodolomiti.it Nella zona di Boniprati sono visibili i Consorzio Turistico Valle del Chiese resti del Cimitero di guerra di Malga frazione Cologna 99, Pieve di Bono Clef, dove furono sepolti 113 soldati Tel. 0465 901217 italiani travolti da una slavina. www.visitchiese.it Recenti interventi di recupero hanno reso visitabili trincee, camminamenti, Parco Naturale Adamello Brenta gallerie e osservatori realizzati dall’e- via Nazionale 24, sercito italiano sui crinali di Cima Pis- Tel. 0465 806666 sola, del Monte Melino, nei pressi di www.pnab.it e, sul versante orien- Centro Studi Judicaria tale della valle, lungo il Sentiero Etno- viale Dante 46, Tione grafico di Rio Caino. Tel. 0465 322624 L’Ecomuseo della Valle del Chiese – www.judicaria.it Porta del Trentino promuove visite guidate e manifestazioni; l’Ecomuseo Ecomuseo della Valle del Chiese - e il Parco Naturale Adamello-Brenta Porta del Trentino stanno conducendo, con l’ausilio di via Baratieri 11, Condino volontari e il supporto scientifico del Tel. 0465 622137 www.ecomuseovalledelchiese.it Museo della Guerra di Rovereto e della Soprintendenza ai Beni Architettonici, Associazione di Promozione Sociale una campagna di rilevazione, censi- Il Chiese mento e georeferenziazione delle ope- via Battisti 48/F, Storo re campali presenti sul territorio. Pro- Tel. 0465 297000 getto analogo è stato realizzato anche www.ilchiese.it dal Comune di Giustino. Centri di riferimento per studiosi e appassionati sono l’Associazione di Promozione Sociale Il Chiese e il Cen- tro Studi Judicaria, da anni impegnati nella pubblicazione di saggi, memorie e diari di soldati, raccolta di materiale fotografico e documentario, orga- nizzazione di convegni e mostre sul tema.

25 Museo della Guerra Bianca Adamellina “Recuperanti in Val Rendena” Spiazzo Rendena

Spiazzo Rendena, Via San Vigilio 2 Tel. 0465 801544 Consorzio Pro Loco Val Rendena www.museograndeguerra.com Orari: dal 22 luglio al 25 settembre venerdì e domenica 20-22, sabato 16-18 e 20-22

L’idea di costituire una mostra-museo nevicata li ricoprì per sempre e li ri- dedicato alla guerra svoltasi sulle cime accolse nell’abbraccio della loro tomba dell’Adamello risale al 1973, quan- originale. do due alpinisti di Spiazzo Rendena, Fu allora che in Sergio Collini e Gio- Sergio Collini e Giovanni Pellizzari, vanni Pellizzari si fece strada l’idea rinvennero sul ghiacciaio del Lares i di far qualcosa perché la memoria di resti di tre combattenti della Grande quella guerra non andasse perduta. Guerra. I ghiacciai cominciavano len- Negli anni si susseguirono diverse tamente a ritirarsi facendo riaffiorare spedizioni sui ghiacciai dell’Adamello- tantissime testimonianze di quella Carè Alto e vennero portati a valle nu- lontana vicenda. Dagli oggetti sparsi merosi reperti, che altrimenti sarebbe- intorno ai poveri resti si poté con- ro andati persi o trafugati. Furono così statare che si trattava di due alpini recuperati badiletti italiani da trincea, italiani e di un Kaiserjäger austriaco Alpenstock, un paio di sci, numerose ma non furono rinvenute le piastri- bombe di diverso calibro, cartucce, ro- ne di riconoscimento, per cui non fu toli di filo spinato. Il materiale raccolto possibile dare un nome ai caduti. Con aumentò sempre più e l’Amministra- l’intenzione di tornare per recuperare zione comunale decise di mettere a i resti e dare loro degna sepoltura, i disposizione uno spazio espositivo. due alpinisti decisero di raccogliere e Nel frattempo Collini e Pellizzari si at- adagiare sotto un enorme masso i resti tivarono per rintracciare i combattenti umani. Due giorni dopo una copiosa superstiti, riuscendo a contattarne

26 27 parecchi, sia italiani che austriaci. La di Lana, un lanciabombe Minucciani, loro iniziativa suscitò grande interesse una forgia da campo in ottimo stato e molte persone si dimostrarono di- di conservazione. Nelle vetrine sono sponibili a fornire cimeli, fotografie e conservate alcune croci lignee realiz- corrispondenze epistolari originali per zate dai prigionieri di guerra russi e arricchire l’esposizione. cedute alla popolazione del paese in Il Museo raccoglie significativi docu- cambio di un pezzo di pane. menti relativi alla guerra sull’Adamel- L’attuale allestimento, realizzato con lo: cartografia austriaca riguardante il sostegno della Provincia autonoma l’assalto al Corno di Cavento, mate- di Trento, è stato curato dall’architetto riale fotografico del tenente Fabrizio Sergio Camin. Battanta che aveva partecipato alla riconquista italiana della cima, diverse Attività e servizi slitte recuperate sul ghiacciaio, lettere e documenti di combattenti e reduci. Il Museo aderisce al Comitato Stori- Tra i pezzi di particolare importanza, co trentino della SAT, organismo nato spicca il diario originale del tenente all’interno della Commissione Scien- Felix Hecht von Eleda, comandante del tifica della SAT, la cui attività è fina- presidio austro-ungarico del Corno di lizzata a favorire la conoscenza e la Cavento, morto all’età di 23 anni nella frequentazione delle montagne tren- difesa di Cima Carè Alto. Tra gli altri tine attraverso la salvaguardia delle materiali, si segnala la bussola geode- testimonianze risalenti al periodo della tica utilizzata dall’esercito italiano per Grande Guerra con particolare atten- lo scavo della galleria di mina del Col zione alla zona dell’Adamello.

28 29 Museo della Grande Guerra in Valle del Chiese Bersone

Bersone, via Chiesa 11 Tel. 320 0767807 www.visitchiese.it Orari: dal 10 luglio al 20 agosto martedì, giovedì e domenica 20.30-22.30; in altri periodi su prenotazione

Nel 1991, il ricordo delle sofferenze Oltre al recupero sul territorio, sono vissute dai soldati e dalla popolazione state effettuate a più riprese ricerche locale durante la Prima guerra mondia- presso l’Archivio dell’Ufficio Storico le fece nascere in un gruppo di amici – dello Stato Maggiore dell’Esercito, Diego Bugna, Francesco Bologni, Mario dove sono stati trovati documenti e Cartocci, Amleto Marchesini, Elio Bu- fotografie relativi alle vicende belliche gna, Lino Zulberti, Albertino Mantelli, su questo tratto di fronte. Massimo Parolari – l’idea di un Museo della Grande Guerra in Valle del Chiese. Oggi il Museo, visitato ogni anno da Il Comune di Bersone accolse la loro centinaia di persone e da scolaresche, proposta, mettendo a disposizione dei occupa quattro stanze nelle quali sono locali situati al piano terra della sede raccolti circa 2.500 reperti. municipale. All’esterno dell’edificio si trova un cannone italiano da 105 mm, mentre Nel corso degli anni i materiali esposti, all’interno sono conservati proietti di così come i soci e i collaboratori, sono vario calibro, tra i quali la punta di aumentati. I reperti provengono prin- un proietto da 305 mm ritrovato nei cipalmente dal gruppo del Cadria, dal pressi del Forte Carriola e sparato dal- Nozzolo, da Cima Pissola e dalla vasta la piana di Storo. Nella prima stanza area dell’Adamello; a questi materia- sono ospitate due ricostruzioni di ba- li si sono aggiunti oggetti donati da racche militari in legno che durante la privati. guerra venivano realizzate all’interno

30 31 delle caverne per isolare gli ambienti. soldati, quali portafogli, occhiali, pipe Numerose stufe a legna di varie di- in ceramica, orologi da tasca, fotogra- mensioni ricordano le condizioni cli- fie familiari, che restituiscono fram- matiche e i lunghi inverni trascorsi dai menti di storie individuali. soldati dei due eserciti ad alta quota. Su quattro manichini sono esposte Attività e servizi uniformi originali, tra le quali la divisa del capitano del 3° reggimento alpini Il Museo promuove serate informative Federico Sacchi. Nelle vetrine si pos- e visite guidate sul territorio. Aderisce sono ammirare elmetti italiani, austro- al Comitato Storico trentino della SAT ungarici ed inglesi, fucili (il ‘91 italiano collaborando in attività di valorizza- e l’M95 austriaco), mine antiuomo, zione e salvaguardia del patrimonio bombe a mano italiane (BPD cilindriche della Grande Guerra, in particolare o SIPE a forma di ananas) e austriache nella zona dell’Adamello. Il Museo di- con vari tipi di innesco. Il Museo con- spone di una biblioteca e di un archivio serva numerosi oggetti personali dei che raccoglie documenti e fotografie.

32 33 Valle di Ledro alto Garda

L’importanza strategica del territorio ostilità anche con le truppe italiane, della Valle di Ledro e dell’Alto Garda resa memorabile dall’“Obbedisco” di diventò particolarmente evidente nel- Garibaldi. la seconda metà dell’Ottocento. Da quel momento, l’Alto Garda diven- ne una punta avanzata protesa verso Bezzecca deve la sua fama principal- il territorio nemico e, tra il 1861 e il mente alla vittoria che le formazioni 1915, fu fortificato al punto da diven- di Garibaldi conseguirono sull’eser- tare inattaccabile. cito austriaco il 21 luglio 1866, nel Le opere fortificatorie nel settore di corso della Terza guerra d’Indipen- Riva del Garda comprendevano la Ta- denza, che vide il neonato Regno gliata del Ponale, il Forte Bellavista, il d’Italia alleato della Prussia. Al prezzo Forte San Nicolò (ora utilizzato per uf- di più di 100 morti, 250 feriti e oltre fici e magazzini), il Forte Garda, la Bat- 1.100 prigionieri, i garibaldini riusci- teria di Mezzo, il Forte Sant’Alessan- rono, con quell’inattesa vittoria in dro, la batteria sud del Brione, il Forte un angolo sconosciuto del Tirolo, a Tombio e il Forte di Nago, il Blockhaus “salvare” l’immagine militare dell’I- Pannone e la batteria Sagron. talia compromessa dalle sconfitte Durante la Grande Guerra le vicende dell’esercito a Custoza e della flotta a belliche più significative su questo Lissa. La guerra con la Prussia finì con tratto di fronte riguardano la zona del la richiesta di pace da parte dell’Au- Ponale-Monte Rocchetta ed il Monte stria, seguita dalla sospensione delle Baldo.

34 1. San Nicolò 2. Garda 3. Batteria di Mezzo 4. Sant’Alessandro 5. Nago

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l e Bezzecca Riva del Garda 4 Brione d v a l l e d 3 e i l l 2 e 5 Nago l d 1 r a o v Ponale

Storo

Altissimo 35 Bezzecca, Colle Ossario di Santo Stefano

L’esercito italiano iniziò l’avanza- tendenza ai Beni Architettonici. Nei ta in Valle di Ledro nel giugno 1915 pressi sono visitabili le trincee italia- e nell’ottobre di quello stesso anno, ne e le gallerie annesse del Colle di dopo la presa del Monte Palone, con- S. Stefano e le trincee risistemate di quistò Pregasina, il Monte Nodic e tut- Dromaé. to il versante sud del ledrense, com- Nel settore dell’Alto Garda l’escursio- preso Tiarno, Concei ed il Monte Vies. nista può salire il Monte Brione e ve- Nel settore del Monte Baldo, l’eserci- dere i resti dei numerosi forti austro- to austro-ungarico decise di ritirarsi ungarici; il Forte superiore di Nago è dalla troppo esposta cima del Monte stato ristrutturato ed è oggi visitabile Altissimo e si trincerò a Doss Casina (parzialmente utilizzato come spa- e a Malga Zures. Il 24 ottobre 1915 zio espositivo); le trincee del Bosco gli italiani occuparono la posizione di Caproni sopra Massone di Arco sono Doss Casina con un’azione cui parteci- state recentemente ripristinate. È sta- pò il Battaglione Volontari Ciclisti Au- to realizzato un intervento di recupero tomobilisti nel quale erano arruolati delle strutture militari “Busa dei capi- Marinetti, Sant’Elia, Boccioni ed altri tani”, in località Maza ad Arco, dove tra i più noti esponenti del movimento erano posizionate due lapidi raffigu- futurista italiano. ranti l’Imperatore Francesco Giuseppe La Chiesa Ossario di Bezzecca è stata e l’Arciduca Carlo. Sono in corso lavori recentemente restaurata dalla Soprin- di pulizia di tratti della prima linea

36 austro-ungarica tra Nago e la Valle di Consorzio Pro Loco Valle di Ledro Gresta. Sulle pendici del Monte Bal- via Nuova 7, Ledro do è possibile vedere i resti delle po- Tel. 0464 591222 stazioni di Doss Casina, Malga Zures, www.vallediledro.com Dosso Alto. Ingarda Trentino Azienda per il turismo Tra le associazioni che da anni dedi- cano la loro attività alla valorizzazione largo Medaglie d’Oro al Valor Militare 5, Riva del Garda di questi luoghi segnaliamo l’Associa- Tel. 0464 554444 zione Riccardo Pinter, il Comitato Gia- www.gardatrentino.it como Cis, il Comitato Storico Ludwig Riccabona, l’Associazione La Renga Associazione Culturale Riccardo Pinter di Riva del Garda, il Gruppo Culturale viale Baruffaldi 7, Riva del Garda Castel Penede di Nago, i Gruppi Alpini Tel. 0464 520673 di Nago, Torbole, Arco, Riva del Garda, Comitato Giacomo Cis Sant’Alessandro, Campi e Pregasina. www.ponale.eu

37 Trincee italiane sul Monte Altissimo Museo Garibaldino Bezzecca

Bezzecca, via Lung’Assat Salvatore Greco 2 Tel. 0464 508182 Museo delle Palafitte www.palafitteledro.it www.museostorico.tn.it Orari: da giugno a settembre da mercoledì a domenica 10-13 e 14.30-19; in altri periodi su prenotazione Chiesa e Ossario del Colle di S. Stefano da maggio a settembre tutti i giorni 10-13 e 15-18

Il nucleo originario delle collezioni del Nel gennaio del 1931 fu decisa la re- Museo deriva dai numerosi materiali alizzazione di un Ossario che riunisse depositati nel corso del tempo presso i caduti del 1866 e quelli della Prima la Chiesa del Colle di Santo Stefano di guerra mondiale. All’interno della Bezzecca. Chiesa venne collocato un monumen- to al Milite Ignoto. Ora la Chiesa di Nel 1866, nell’ambito della Terza guer- Santo Stefano è Monumento Ossario ra di indipendenza, Bezzecca fu teatro posto sotto l’Alto patronato del Mini- della famosa battaglia garibaldina. stero della Difesa. Al termine degli scontri, la Chiesa, pur Nel corso degli anni presso la Chiesa gravemente danneggiata, cominciò ad vennero raccolti numerosi cimeli ed ex accogliere le prime salme recuperate. voto; nel 1966, in occasione del cen- Nel corso della Prima guerra mondiale tenario della battaglia, la collezione la Valle di Ledro si trasformò nuova- fu arricchita da un busto di Garibaldi, mente in campo di battaglia: vennero prestito dell’allora Museo del Risor- costruite trincee, di cui ancora oggi gimento e della lotta per la libertà di rimangono tracce; sulle montagne si Trento (oggi Fondazione Museo stori- registrarono scontri tra l’esercito ita- co del Trentino). liano e quello austriaco; la popolazio- Negli anni Ottanta l’amministrazio- ne venne evacuata e i paesi vennero ne comunale espresse la volontà di pesantemente bombardati e saccheg- allestire un museo fuori dall’area del giati. Colle; nel 1992 i materiali venne-

38 39 ro trasferiti e sistemati nella nuova Nel dicembre 2004 è stato costituito sede, ospitata presso l’ex lavatoio, nel il “Parco Museo Bezzecca 1866”, come centro del paese; la collezione venne sezione del Museo storico in Tren- arricchita con oggetti e documenti to; nel 2009 la sua gestione è stata messi a disposizione dal Museo stori- affidata al Museo delle Palafitte del co in Trento. Lago di Ledro, sezione del Museo delle L’esposizione è organizzata su due Scienze di Trento. piani. Il piano terra è dedicato agli episodi risorgimentali della seconda Attività e servizi metà dell’Ottocento: il visitatore può osservare un plastico della battaglia di All’interno del Museo si possono con- Bezzecca, il busto di Giuseppe Garibal- sultare numerose pubblicazioni su di, mappe, proclami, fucili e divise ga- Garibaldi e la Prima guerra mondiale ribaldine, cimeli e documenti relativi e si possono acquistare le pubblicazio- a quelle vicende. Al primo piano sono ni della Fondazione Museo storico del esposti materiali relativi alla Grande Trentino. Guerra (proiettili e una mitragliatrice Si svolgono visite guidate al Museo e Schwarzlose) e alla Seconda guerra al Colle Santo Stefano e vengono pro- mondiale. Di notevole interesse una posti pacchetti didattici per le scuole. bicicletta pieghevole del Battaglio- Il 21 luglio di ogni anno viene organiz- ne Bersaglieri Ciclisti realizzata dalla zata la commemorazione della battaglia Bianchi, donata negli anni ’20. del 1866, con mostre e manifestazioni.

40 41 Museo di Riva del Garda Riva del Garda

Riva del Garda, piazza Battisti 3/A Tel. 0464 573869 www.comune.rivadelgarda.tn.it/museo Orari: 26 marzo-1 novembre da martedì a domenica 10-12.30 e 13.30-18; giugno-settembre da lunedì a domenica 10-12.30 e 13.30-18; 15 dicembre-8 gennaio da martedì a domenica 10-12.30 e 13.30-18; chiuso il 24 dicembre pomeriggio, il 25 e 26 dicembre, il 31 dicembre pomeriggio e il 1° gennaio

Le collezioni permanenti del Museo dell’Ottocento e la Prima guerra mon- sono oggi suddivise in tre sezioni: Pi- diale, periodo nel quale l’area divenne nacoteca, Sezione archeologica e Sto- terra di confine con il Regno d’Italia e ria locale. l’autorità austriaca intensificò il con- La Pinacoteca, originata dal nucleo trollo politico e rafforzò la presenza legato alla figura di Andrea Maffei, militare attraverso la costruzione di raccoglie opere dal XIV al XIX secolo. forti e caserme. La zona dell’Alto Gar- La Sezione archeologica conserva da presenta la caratteristica unica di un’importante raccolta di reperti rin- possedere sul proprio territorio tutte le venuti nel territorio dell’Alto Garda e tipologie di fortificazioni permanenti Ledro e ha tra i documenti più signi- costruite dall’Impero austro-ungarico. ficativi, otto esemplari di statue-stele Attraverso carte geografiche, fotogra- dell’età del Rame e una fontana mar- fie e documenti viene illustrata l’orga- morea del I secolo d.C. nizzazione militare e la storia dei forti di San Nicolò e Nago, Sant’Alessandro, La terza sezione, ospitata nel sottotet- Batteria di Mezzo, Garda e Tombio, e to della Rocca, è dedicata alla storia della Tagliata del Ponale. del Basso Sarca a partire dalla fine del I documenti esposti testimoniano Medioevo fino agli eventi della Secon- anche l’acceso scontro tra le idee ir- da guerra mondiale. redentiste, diffuse sia tra la borghesia Una parte dell’esposizione è dedicata che tra i ceti popolari, e le autorità al territorio dell’Alto Garda tra la metà governative.

42 43 Attività e servizi Al sistema fortificato dell’Alto Garda L’archivio fotografico raccoglie circa sono dedicati attività didattiche e per- 5.000 fotografie prodotte da fotografi corsi sul territorio per le scuole. locali che operarono a Riva del Garda Il Museo collabora attivamente con fra la fine dell’Ottocento e la metà del le associazioni locali in iniziative di Novecento. ricerca e valorizzazione del territorio, Il Museo organizza mostre tempora- attraverso l’organizzazione di confe- nee dedicate alla storia del territorio; renze, visite guidate e la produzione di nel 2007 ne è stata promossa una, materiali informativi. curata da Luigi Sansone, dedicata alla presenza degli artisti futuristi all’in- terno del Battaglione Volontari Cicli- sti Automobilisti a Dosso Casina, sulle pendici del Monte Baldo.

44 45 Vallagarina

Asse naturale del Trentino meridionale cio del Baldo, la , gran parte e via di accesso fondamentale per l’at- del Pasubio e dello Zugna. Nel maggio traversamento delle Alpi, la Vallaga- del 1916, una violentissima offensi- rina fu uno dei più significativi teatri va austro-ungarica (Strafexpedition) di operazioni della guerra 1915-1918. tentò di sfondare le linee nemiche ma Nel corso del decennio che precedette i reparti italiani seppero resistere, pur lo scoppio del conflitto, la facilità di subendo sanguinose perdite. Da quel percorrenza del fondovalle, la prossi- momento le truppe dei due eserciti mità alla pianura veneta, la vicinanza furono inchiodate sulle posizioni rag- a Trento e al cuore del Trentino e del giunte in una guerra immobile che si Tirolo avevano convinto i comandi protrasse fino al novembre 1918. austro-ungarici a presidiare le monta- gne che la racchiudono con imponenti A documentare questa intensa attività sistemi fortificatori. Il precipitare della bellica fatta di poche grandi offensive crisi internazionale dell’estate 1914 e di uno stillicidio di azioni locali, sui fece tuttavia sì che dei forti previsti sul monti e sui versanti della Vallagarina Monte Baldo, sullo Zugna, sul Pasubio rimangono ancora oggi numerosissimi e in Vallarsa, solo il Forte di Pozzacchio resti di trincee e di strutture fortifica- (Valmorbia Werk) fosse in condizioni te; il visitatore può trovare numerosi quasi operative. itinerari di visita e l’opportunità di Nel 1915 i reparti italiani avanzarono escursioni sui luoghi dei combatti- fino a Rovereto, occupando il massic- menti.

46 Stivo

a t s e Finonchio r Creino g

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l Faé v a l l e d i t e r r a a g v n Nagià Grom o l o Mori

Zugna Pasubio Altissimo v

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47 Sul gruppo del Baldo sono visibili i oggi giunge dal fondovalle la “roca resti dell’organizzazione difensiva voce” del torrente Leno che Montale italiana fatta di trincee, postazioni di ha ricordato nei suoi versi. È in cor- artiglieria, strade militari: l’escursio- so un’iniziativa di accurato recupero nista ne trova esempi sulla sommità dell’opera. del Monte Altissimo, a Dosso Casina e Malga Zures, sul Monte Vignola e al Al centro di questo grande scenario, la Corno della Paura. città di Rovereto è disseminata di luo- In Valle di Gresta sono visitabili il ca- ghi della memoria: il Museo Storico posaldo austro-ungarico del Nagià Italiano della Guerra, la Campana dei Grom sulla montagna a nord di Mori Caduti, il Sacrario militare, decine di recuperato dalla Sezione ANA di Mori, piccoli segni commemorativi. le trincee del Creino e del Monte Faè. Ogni estate vengono organizzate Sulla sommità del Monte Zugna è escursioni sui campi di battaglia, nelle possibile vedere resti di manufatti trincee della Grande Guerra, con l’as- austro-ungarici e italiani; l’area del sistenza di conoscitori delle vicende “Trincerone” italiano e delle prime li- storiche di quel conflitto. nee austriache è stata oggetto di un organico recupero; a Matassone di Vallarsa è visitabile il campo trincerato Azienda per il Turismo che fu in momenti diversi occupato Rovereto e Vallagarina dai due eserciti. corso Rosmini 6, Rovereto Il Monte Pasubio presenta una fitta Tel. 0464 430363 rete di manufatti (trincee, caverne www.visitrovereto.it d’artiglieria, ma anche lapidi e mo- numenti collocati nel primo dopo- Fondazione Opera Campana dei caduti guerra); tra gli interventi più recenti colle di Miravalle, Rovereto la sistemazione di trinceramenti sulla Tel. 0464 434412 www.fondazioneoperacampana.it sommità del Pasubio (grazie alla col- laborazione tra amministrazioni del Sacrario militare di Castel Dante Trentino e della provincia di Vicenza) e via di Castel Dante, Rovereto sul Monte Testo, ad opera dei volontari Tel. 0464 432480 della SAT di Rovereto. Il Forte di Poz- zacchio costituisce uno straordinario esempio dell’ultima generazione di fortificazione permanente austro-un- garica, completamente scavato in un promontorio roccioso, al quale ancora

48 Trincee austro-ungariche del Monte Nagià Grom, Valle di Gresta49 MUSEO STORICO ITALIANO DELLA GUERRA Rovereto

Rovereto, via Castelbarco 7 Tel. 0464 438100 www.museodellaguerra.it Orari: da martedì a domenica 10-18; sezione Artiglierie della Grande Guerra visitabile da maggio a inizio novembre; chiuso lunedì non festivi, 24, 25, 31 dicembre, 1° gennaio

Ideato nel 1919 da Giovanni Malfer, dei combattenti, delle popolazioni ci- Giuseppe Chini, don Antonio Rossaro vili e in generale della guerra. e Antonio Piscel, il Museo venne inau- Dal 2008 il percorso espositivo si apre gurato il 12 ottobre 1921 alla presenza con tre nuove sale dedicate alle armi, del re d’Italia Vittorio Emanuele III. Du- ai soldati e alle immagini dell’Ottocen- rante la Grande Guerra Rovereto, po- to italiano. Spicca una coloratissima e sta in prima linea, era stata evacuata preziosa galleria di oggetti dipinti e di e bombardata, occupata dalle truppe ceramiche che illustrano le principali austriache e saccheggiata. La città di- vicende e alcune figure simbolo del Ri- venne per l’Italia un simbolo delle “ter- sorgimento e della storia d’Italia. re redente” ed il Museo della Guerra Tra i reperti più suggestivi, l’aereo ita- uno dei principali luoghi della memo- liano Nieuport 10, recentemente re- ria, nel quale cittadini, ex-combattenti staurato, tra i pochi tuttora visibili che e istituzioni fecero affluire documenti abbiano volato nei cieli della Grande e cimeli per raccontare i tanti volti di Guerra, completo nella sua struttura e quel conflitto sanguinoso e lacerante. nella sua livrea originale. In un rifugio antiaereo della Seconda Il Museo espone una ricca collezione guerra mondiale posto ai piedi del di armi e uniformi, fotografie ed opere castello in cui il Museo ha sede, sono pittoriche, documenti e cimeli inseriti esposti più di trenta tra cannoni, obici, in percorsi che suggeriscono ai visita- mortai e bombarde di calibro e gran- tori una visione ampia dell’esperienza dezza diversi usati dagli eserciti che

50 51 hanno combattuto nella Grande Guer- Novecento, promuove studi e ricerche, ra. Il percorso è integrato da fotogra- cura la pubblicazione di opere a ca- fie e testi e rappresenta una delle più rattere storiografico e documentario, ampie esposizioni di artiglieria oggi partecipa a produzioni cinematogra- visitabili in Italia. fiche. Il Museo conserva un’importante col- L’archivio documentario e l’archivio lezione di armi bianche e da fuoco dei fotografico, nel quale sono conservate secoli XV-XX e propone una sezione più di 60.000 immagini, sono impor- dedicata alla Seconda guerra mon- tanti punti di riferimento per gli storici diale. Il quattrocentesco castello che della Grande Guerra. ospita il Museo rappresenta un esem- Particolarmente attivo il rapporto con pio unico in Trentino di rocca venezia- le scuole che attraverso numerose na. Dall’alto degli spalti e dai possenti proposte educative possono parteci- torrioni, appena restaurati, è possibile pare a laboratori didattici, visitare il ammirare uno dei panorami più belli di Museo in maniera attiva e originale, Rovereto e della Vallagarina. percorrere le trincee e i campi di bat- taglia della Vallagarina. Presso il bookshop è possibile scegliere Attività e servizi tra una ricca selezione di pubblicazioni Il Museo organizza mostre tempora- dedicate alla Prima guerra mondiale e nee dedicate alle guerre italiane del alla storia del XX secolo.

52 53 Altipiani di Folgaria Lavarone Luserna

La storia degli Altipiani di Folgaria, re che potevano superare i tre metri di Lavarone e Luserna è strettamente in- spessore. Ognuna disponeva di coraz- fluenzata dalla costruzione di un vasto ze frontali e cupole girevoli per can- sistema fortificato da parte dell’eser- noni e obici, oltre che di mitragliatrici. cito austro-ungarico e il territorio è Tra un forte e l’altro vennero realizzati ancora oggi fortemente segnato dalle vari ordini di trincee e postazioni. Lo vicende belliche. schieramento difensivo comprendeva Forte Cherle, Sommo Alto e Dosso del- Tra il 1908 e lo scoppio delle ostilità le Somme nel settore di Folgaria, Forte con l’Italia, per opera del generale Belvedere-Gschwent a Lavarone in Franz Conrad von Hötzendorf, sugli posizione centrale, Forte Luserna, Ver- Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luser- le e Cima Vezzena a difesa della zona na fu realizzata una cintura difensiva nord-orientale degli Altipiani. lunga 28 chilometri, imperniata su Nello stesso periodo, a difesa del pro- sette moderne fortezze atte a impedi- prio fronte, anche il Regno d’Italia rea- re l’avanzata italiana in uno dei punti lizzò una serie di opere fortificate con più sensibili del fronte e a sostenere l’intento di contrastare un possibile un’eventuale offensiva austro-ungari- attacco austriaco. ca. Si trattava di sette poderose opere, capaci di ospitare ciascuna fino a 300 Già dai primi giorni di guerra tra l’Au- soldati, realizzate in calcestruzzo ar- stria e l’Italia (maggio 1915) e fino alla mato con travi d’acciaio, con copertu- primavera del 1916, gli Altipiani ven-

54 Vezzena

Verle

Luserna Luserna

Lavarone Belvedere - Gschwent

Folgaria Cherle

Sommo Alto Finonchio Serrada Dosso delle Somme v a l d i t e r r a g n o l o

Pasubio

55 Forte Campo, Luserna

nero a trovarsi al centro degli scontri Oggi le fortezze austriache, sebbene più cruenti del fronte alpino. Nono- gravemente danneggiate dalle ope- stante la furia dei bombardamenti, razioni di recupero dell’acciaio negli lo schieramento austriaco riuscì a anni Trenta (eccetto Forte Belvedere- reggere l’urto dell’artiglieria e della Gschwent, salvato dall’intervento del fanteria italiane. Nemmeno l’offensi- re d’Italia Vittorio Emanuele III), of- va austro-ungarica del maggio 1916, frono un silenzioso e solenne ricordo la cosiddetta Strafexpedition (per gli di quella tragedia e sono meta di in- austro-ungarici Frühjahrsoffensive) teressanti escursioni. Nei boschi e nei raggiunse l’obiettivo previsto, vale a prati sono ancora riconoscibili tratti dire lo sfondamento delle linee italia- di trincee e resti di edifici che aveva- ne e l’avanzata nella pianura veneta. no funzione logistica (il Comando dei L’esercito italiano dovette tuttavia Virti, la stazione ottica di Monte Rust). retrocedere: a partire dall’estate 1916, I principali interventi di recupero si nel settore degli Altipiani la guerra, di sono concentrati su Forte Belvedere e fatto, era finita. su Forte Campo di Luserna. Da segna-

56 lare anche la sistemazione del cimite- Azienda per il Turismo ro di Costalta (che raccoglieva i caduti Folgaria Lavarone Luserna della battaglia del Basson) e i lavori al ufficio di Folgaria cimitero di guerra di Slaghenaufi; la via Roma 67, Folgaria cappella militare austro-ungarica di Tel. 0464 724100 www.montagnaconamore.it Santa Zita al Passo di Vezzena è stata ricostruita pochi anni fa dagli alpini ufficio di Lavarone della sezione ANA di Trento e della loc. Gionghi 107, Lavarone Croce Nera austriaca, sul progetto ori- Tel. 0464 724144 ginale. ufficio di Luserna c/o Centro Documentazione Luserna via Trento 6, Luserna Tel. 0464 789638 www.lusern.it

57 Cimitero di Slaghenaufi MUSEO FORTE BELVEDERE GSCHWENT Lavarone

Lavarone, via Tiroler Kaiserjäger 1 Tel. 0464 780005 www.fortebelvedere.org Orari: da aprile a giugno da martedì a venerdì 10-12 e 14.30-18, sabato e domenica 10-18; luglio e agosto tutti i giorni 10-18; settembre e ottobre 10-12 e 14.30-18; in altri periodi su prenotazione

Forte Belvedere – Gschwent fu realiz- con un’azione lungimirante, lo ripristi- zato tra il 1908 e il 1912, su progetto nò parzialmente trasformandolo in un del tenente del Genio Rudolf Schnei- museo. Nel 1996 il Comune di Lava- der, su uno sperone di roccia calcarea rone, con il contributo della Provincia a strapiombo sulla Valdastico a quota autonoma di Trento, acquistò il forte e 1.177 metri. Si tratta di una tra le più ne avviò il restauro. grandi strutture mai realizzate nella tipologia dei forti austro-ungarici di Oggi, con una media di oltre 30.000 montagna. visitatori annui, Forte Belvedere è tra Nel primo dopoguerra il forte passò i musei ed i siti della Prima guerra al Demanio dello Stato. Diversamente mondiale più apprezzati e frequentati dalle altre fortezze degli Altipiani, per in Trentino e in Italia. decreto regio di Vittorio Emanuele III, Le sale del piano terra sono dedicate Forte Belvedere si salvò dalla demoli- alla storia del sistema dei forti de- zione dei vecchi manufatti promossa gli Altipiani e del Forte Belvedere. Al allo scopo di recuperare metalli al primo piano sono narrate le operazio- tempo dell’autarchia. Nonostante ciò, ni militari in questo tratto di fronte nel novembre 1940 furono asporta- e sono esposti materiali relativi alla te le cupole corazzate degli obici e il “guerra bianca”. Al secondo piano rivestimento metallico del tetto e fu sono collocati oggetti e documenti estratto il primo strato di putrelle dalle che testimoniano le condizioni della coperture. Dal 1966 la famiglia Osele, vita quotidiana dei soldati nelle trin-

58 59 cee (armi, uniformi, materiali sanitari), za visti attraverso lo sguardo del solda- materiali di propaganda e relativi alla to comune. All’interno delle cupole, gli memoria della guerra. “Obici dei suoni” permettono di risen- Dal 2008 il percorso museale è stato tire i rumori, le voci, i comandi e i col- arricchito con installazioni multime- pi d’artiglieria. “Occhi di luce” ricorda diali realizzate dalla società Studio il telegrafo ottico che collegava Forte Azzurro di Milano: attraverso suoni e Belvedere ad altre postazioni militari. immagini si ripropone ai visitatori la quotidianità della vita all’interno del- Attività e servizi la fortezza durante la guerra e viene sottolineata la dimensione personale Su prenotazione, il Museo propone dell’esperienza dei soldati. alle scuole attività didattiche e labo- Il “Plastico animato” illustra la storia ratori relativi alla Prima guerra mon- e la caratteristiche tecniche di questa diale realizzati all’interno del Forte e fortezza. L’installazione “Sentinelle” sul territorio. proietta sulle nude pareti del Forte Nei mesi di luglio e agosto sono pre- ombre di militari impegnati in varie viste visite guidate in giornate e orari attività. I video dei “Diari dei nidi delle prestabiliti. Accesso facilitato per per- mitragliatrici” ripropongono gli avveni- sone in carrozzella, caffetteria, area menti che hanno interessato la fortez- pic-nic, bookshop.

60 61 Centro Documentazione Luserna – Dokumentationszentrum Lusérn Luserna

Luserna, Via Trento 6 Tel. 0464 789638 www.lusern.it Orari: da inizio aprile a inizio novembre tutti i giorni 10-12.30 e 14-18

Dal 1996 il Centro Documentazione dinamiche della guerra in quest’area, Luserna raccoglie e conserva docu- che un tempo era territorio dell’Impe- menti relativi alla storia del paese di ro austro-ungarico confinante con il Luserna; attraverso esposizioni e visite Regno d’Italia. guidate promuove la conoscenza della Una sala permanente espone materiali cultura e dell’identità della minoranza frutto di acquisizioni e donazioni ef- linguistica germanofona cimbra e, allo fettuate nel corso degli anni. Lo spazio stesso tempo, promuove l’occupazio- espositivo immerge il visitatore nell’at- ne e lo sviluppo economico della co- mosfera del tempo della guerra, met- munità locale. tendo in primo piano la dimensione in- dividuale e umana dei soldati. Un video Tra i diversi temi di cui si occupa il Cen- illustra il tema dell’offensiva austriaca tro Documentazione Luserna, partico- del maggio 1916 sugli Altopiani. lare rilevanza riveste la Grande Guerra, Un’altra ampia sala, inaugurata nell’e- le cui vicende segnarono in maniera state del 2010 e denominata “Centro vi- drammatica la vita della popolazione sitatori Fortezze degli Altipiani”, illustra e il paesaggio degli Altipiani. il sistema dei forti austriaci e italiani at- Il paese di Luserna è collocato in posi- traverso foto, testi esplicativi e filmati . zione centrale tra l’altipiano trentino Negli ultimi anni il Centro ha organiz- e quello veneto, tra Folgaria e Asiago. zato mostre temporanee dedicate a Il paese rappresenta quindi un punto specifici momenti della Prima guerra ideale per comprendere ed esplorare le mondiale: l’offensiva austriaca della

62 63 primavera 1916, la guerra sugli Al- alla produzione di artisti locali. Il terri- tipiani, l’esperienza di Emilio Lussu e torio offre la possibilità di affiancare la della Brigata Sassari. visita al Centro a escursioni orientate alla ricerca delle diffuse testimonianze belliche ancora presenti. Su prenota- Attività e servizi zione il Centro organizza visite guida- Il Centro promuove convegni e ricer- te al Forte Luserna. che; presso il bookshop è possibile ac- In estate vengono aperte al pubblico quistare i libri editi dal Centro, dedicati anche la casa-museo “Haus von Prükk” alla storia di Luserna e dell’altopiano e e la pinacoteca “Rheo Martin Pedrazza”.

64 65 Valsugana Lagorai

Lo sbarramento della Valsugana venne All’entrata in guerra dell’Italia, nell’im- affidato tra il 1884 ed il 1890 ai Forti possibilità di difendere il confine con di Tenna e Colle delle Benne; il proget- le scarse forze disponibili, i Coman- to di uno sbarramento più avanzato di austriaci decisero di abbandona- all’altezza di , sostenuto dai re la Valsugana orientale, il Tesino, Forti Busa Grande e Panarotta, mai il Primiero-Vanoi e l’Altopiano della realizzati, venne abbandonato prima Marcesina: l’esercito fu fatto ripiega- dello scoppio della guerra. re sul crinale principale del Lagorai, La fortificazione delle Valli di Fiemme che per 55 chilometri si estende tra il e Fassa venne concepita in seguito alla Monte Panarotta ed il Passo Rolle. La rinuncia alla costruzione della cintura Valsugana fu sbarrata con una linea fortificata del Primiero; nei piani dello di trinceramenti appena abbozzata Stato Maggiore austriaco, in caso di all’altezza dei laghi di Levico e Caldo- conflitto, era previsto l’abbandono del nazzo, appoggiata ai forti di Tenna e Primiero e l’arretramento sulla linea di Col delle Benne e collegata con le Rolle-Cavallazza-Colbricon. Sul versan- fortezze dell’Altopiano di Vezzena tra- te della Valle di Fiemme il colonnello mite le fortificazioni campali del Mon- Vogl individuò la nuova linea difensiva te sopra . all’altezza di Paneveggio, nei cui pressi La popolazione fu fatta evacuare e i vennero realizzati Forte Buso, sulla stra- paesi vennero occupati dai soldati. Tra da tra e Passo Rolle, e Forte il 24 maggio ed il 6 giugno 1915 gli Dossaccio, per sorvegliare Passo Valles. italiani occuparono il Tesino, la Valsu-

66 Dossaccio Predazzo Buso

m m e Passo Rolle i f i e l d v a

Colbricon Rif. Cauriol Cauriol

Caoria

Stellune v a n Cima d’Asta o Passo Manghen i

i n e h c o m

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l a v Fravort Pergine Panarotta - S. Osvaldo Borgo Valsugana

Tenna Levico Grigno Civeron - Ortigara Col delle Benne 67 orientale della catena del Lagorai. Unici successi parziali furono la conquista italiana, come manovra diversiva, del Monte Cauriol (2.495 m) il 26 e 27 ago- sto 1916, del Cardinal (2.481 m) e della quota 2456 di Busa Alta; tali posizioni furono poi abbandonate dopo la rotta di Caporetto (24 ottobre 1917). Il lungo inverno 1916-17 fu segnato da molte valanghe: in Val Calamento causarono 95 vittime tra soldati au- striaci e prigionieri russi, in Val Fierollo seppellirono un ospedaletto da campo italiano e in Val Svaizera, nel Vanoi, colpirono il battaglione Val Brenta. Al giugno 1917 risale la battaglia più Trincea sulla Tombola Nera importante del settore, svolta a caval- lo tra Valsugana e Altopiano di Asiago, incentrata sul Monte Ortigara dove i gana tra Primolano ed Ospedaletto, il caduti delle due parti si contarono a Vanoi ed il Primiero; Borgo fu occupa- migliaia. ta il 24 agosto e per quella data tutto A metà settembre 1917 si colloca la vi- il massiccio di Cima d’Asta-Rava Tolvà cenda di Carzano: un gruppo di solda- cadde in mano agli italiani senza com- ti austro-ungarici di nazionalità ceca battimenti di rilievo. Nel Vanoi, Caoria comandati dal tenente Ljiudevik Pivko rimase terra di nessuno fino alla pri- concordò con gli italiani un’azione a mavera del 1916. sorpresa; in caso di successo le truppe Gli scontri più significativi si ebbe- d’assalto italiane si sarebbero infiltrate ro nell’aprile 1916 con la battaglia di nelle retrovie austriache e si sarebbero Sant’Osvaldo, alle pendici del Panarot- spinte verso Levico, Pergine e Trento. ta, e a Monte Civeron nelle fasi iniziali L’operazione fallì. della Strafexpedition. Dopo la ritirata italiana dell’autunno Nell’estate del 1916 ci fu un tentativo 1917, le linee arretrarono fin sul Pia- di penetrazione italiana in Val di Fiem- ve e la Valsugana divenne retrovia me lungo la Valle del Travignolo parten- dell’armata austro-ungarica impegna- do dai Passi Rolle e Valles, con azioni di ta sul Grappa e sull’Altopiano dei Sette supporto dirette contro le forcelle Cere- Comuni. mana, Valmaggiore, Coldosè nella parte

68 Oltre ai musei, tra i soggetti che ope- Azienda per il Turismo Valsugana, rano al fine di valorizzare il patrimonio Lagorai, Terme, Laghi della Grande Guerra ricordiamo l’As- parco delle Terme 3, sociazione Storico Culturale Valsuga- Tel. 0461 727700 na Orientale e Tesino, l’Ecomuseo del numero verde 800 018925 www.valsugana.info Lagorai, l’Associazione Tagliata della Scala, l’Associazione Zima Casternovo. Consorzio Turistico Valle del Vanoi Nell’area del Vanoi il Gruppo Alpini di piazza Vittorio Emanuele 6, Caoria ha restaurato il Cimitero Milita- Tel. 0439 719041 re di Caoria e ripristinato la “Via degli www.vanoi.it Alpini” sul Monte Cauriol; ogni anno organizza e promuove cerimonie per Azienda per il Turismo Valle di Fiemme ricordare gli eventi bellici della Valle. via F.lli Bronzetti 60, Sono previsti interventi di restauro in Tel. 0462 241111 www.visitfiemme.it Valsugana, per i Forti Colle delle Ben- ne e Tenna e, in Valle di Fiemme, per Ecomuseo del Lagorai il Forte Dossaccio; è previsto anche piazza Vecchia, Valsugana il ripristino della Chiesetta presso il Tel. 348 6769967 “Campigol de Fero” (Monte Cauriol). www.ecomuseolagorai.eu Tra i siti recuperati si segnalano il trin- cerone italiano di Grigno, i cimiteri di Ecomuseo del Vanoi Malga Sorgazza di Monte Civerone e piazza Vittorio Emanuele 9, Canal San Bovo dei Caduti della Val Maora, le trincee Tel. 0439 719106 www.ecomuseo.vanoi.it che corrono sui crinali delle cime della Valle dei Mocheni (Fravort, Gronlait, Parco naturale di Paneveggio - Pizzo Alto, Monte del Lago, Sasso Pale di San Martino Rosso, Sasso Rotto, Cima Sette Selle, villa Welsperg, via Castelpietra 2, Slimber, Ruioch, Lago di Erdemolo, Ri- Tel. 0439 64854 fugio Sette Selle e Valcava). www.parcopan.org Il Parco Paneveggio-Pale di San Marti- Gruppo Alpini Caoria no ha promosso, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Architetto- via Ghiaie, Caoria Tel. 349 7454543 nici di Trento, un lavoro di censimento www.alpinicaoria.it delle opere campali presenti sull’area del Parco finalizzato alla creazione di percorsi di visita.

69 Mostra permanente della Grande Guerra in Valsugana e sul Lagorai Borgo Valsugana

Borgo Valsugana, Ex Mulino Spagolla - vicolo Sottochiesa 11 Tel. 0461 757195 0461 754052 Biblioteca Comunale di Borgo Valsugana www.mostradiborgo.it Orari: gennaio e febbraio su prenotazione; primavera e autunno mercoledì 9-12, sabato e domenica 10-12 e 15-18.30; estate mercoledì 9-12, venerdì 15-18.30, sabato e domenica 10–12 e 15-18.30

Allestita all’interno dell’ex Mulino Spa- tono di seguire l’evoluzione dell’“arte golla, in uno degli angoli fluviali più della guerra”: il cavalletto italiano ed suggestivi del centro storico di Borgo, austriaco per il tiro fisso, i prototipi di la Mostra permanente è il risultato “berretto corazzato” che diedero avvio dell’impegno pluriennale dell’Associa- all’evoluzione dell’elmetto metallico, zione Storico-Culturale della Valsuga- le corazze Farina e Corsi dei guastatori na Orientale e del Tesino (ASCVOT) che italiani. Suggestivi diorami illustrano ha tra i suoi scopi quello di conservare scene di vita di trincea: la routine di e valorizzare le testimonianze relative un comando austriaco, l’assalto al re- alla Grande Guerra nell’area compresa ticolato nemico, la vita dei militari in tra la Valsugana e la catena del Lago- una baracca d’alta quota. Le trasfor- rai-Cima d’Asta. mazioni dell’uniforme sono esem- plificate attraverso un’interessante L’esposizione, inaugurata nell’ottobre collezione di divise; segnaliamo il 2002, è stata ampliata e radicalmente guastatore italiano della “Compagnia rinnovata a fine 2005. della Morte” equipaggiato con tran- La prima parte introduce il visitatore ciafili Malfatti ed elmo Farina pesante; all’evolversi delle operazioni milita- l’austro-ungarico Standschütze; un ri, attraverso immagini dei campi di fante italiano della Brigata Livorno; un battaglia e delle distruzioni subite dai coloratissimo ulano dell’armata impe- paesi della valle. Nelle bacheche com- riale; un soldato magiaro in divisa pre- paiono pezzi eccezionali che permet- bellica dunkelblau; le Sturmtruppen,

70 71 La seconda parte dell’esposizione presenta due diorami a grandezza naturale: una trincea austriaca con il relativo sbarramento di reticolato e lo scorcio di tunnel italiano con le attrezzature di scavo. Su un lato sono posizionati pannelli con medaglie e decorazioni italiane ed austriache. Al livello inferiore, sono collocati un cannone campale austriaco M5/8 da 8 cm perfettamente restaurato, una bombarda austriaca ad aria compressa ed un rarissimo cannocchiale d’asse- dio dell’artiglieria italiana completo in ogni accessorio. truppe d’assalto imperiali. Altre vetri- ne raccolgono i cimeli dell’irredentista Una targa all’ingresso del Museo ri- trentino Mario Scotoni e quelli di un corda la visita di una rappresentanza ufficiale mitragliere italiano, decorato dell’aviazione militare ungherese per di medaglia d’argento per la ricon- commemorare l’asso dell’aviazione quista di Cima Mandriolo. Tra le armi austro-ungarica Josef Kiss caduto in spicca una rara pistola mitragliatrice combattimento nel 1918 nei cieli della Villar-Perosa mod. 1915. Due vetrine Valsugana, la cui divisa ha fatto per sono dedicate all’attività di “recupero anni parte delle esposizioni del Museo. sul campo” con l’esposizione di ma- teriale proveniente dai campi di bat- Attività e servizi taglia della Valsugana e dai ghiacciai dell’Adamello; tra questi la maschera L’Associazione Storico-Culturale della antigas “polivalente” italiana, un cap- Valsugana Orientale e del Tesino ha pello alpino recuperato assieme agli una propria produzione editoriale, occhialini paraschegge/antiriverbero. organizza conferenze e mostre tem- Un gruppo di vetrine accolgono i ci- poranee. meli di guerra di Paolo Monelli, famo- Per visite guidate alla Mostra, si può so giornalista-scrittore, ufficiale alpino contattare la Biblioteca Comunale di del battaglione Val Cismon, al quale il Borgo Valsugana (tel. 0461 754052). Museo ha dedicato nel 2008 una mo- stra ed un catalogo fotografico che hanno riscosso risonanza nazionale.

72 73 Mostra permanente della Grande Guerra sul Lagorai Caoria

Caoria, via Ghiaie Tel. 349 7454543 Gruppo Alpini di Caoria www.alpinicaoria.it Orari: da luglio alle prime due settimane di settembre tutti i giorni 14-18; in altri periodi su prenotazione

Il Museo, nato da un’idea dell’alpino ro affrontare per due lunghi anni sulle padovano Lucillo Longo e di Alber- montagne di questo tratto di fronte. to Loss, è stato fondato nel 1991 dal Una sezione della mostra è dedicata Gruppo Alpini Caoria che tuttora lo agli abitanti del paese di Caoria che gestisce. avevano militato nell’esercito austro- Cimeli e reperti ritrovati sulle monta- ungarico; altri materiali documentano gne o conservati per anni dagli abi- la diaspora della popolazione civile, tanti della valle, talvolta riutilizzati sfollata o internata in Austria ed in nella vita quotidiana, sono stati rac- Italia. colti con grande passione ed esposti per conservare la memoria della guer- Il territorio offre interessanti mete per ra combattuta sui monti del Lagorai. escursioni: il monumento dell’ex Cimi- tero Militare di Refavaie, la colonna Il visitatore può osservare uniformi, mozza dell’ex Cimitero Militare della armi, equipaggiamenti, oggetti perso- “Busa Alta”, le opere trincerate di Cima nali dei combattenti italiani ed austro- Paradisi e di Cima Valsorda, nei pressi ungarici. Una ricostruzione con scudi della forcella omonima, le postazioni blindati e sacchetti di sabbia riproduce d’artiglieria in caverna (gli “stoli”) del una postazione militare. Monte Totoga. La ricca raccolta fotografica testimo- nia le difficili condizioni di vita che i soldati di entrambi gli eserciti dovette-

74 75 Attività e servizi Alpini Caoria organizza manifestazioni Presso il Museo è disponibile una se- e celebrazioni in ricordo dei caduti, si lezione di pubblicazioni dedicate alla occupa della manutenzione dell’ex Ci- guerra nel Vanoi, tra le quali quelle mitero Militare di Caoria (all’ingresso curate dal Gruppo Alpini di Caoria. del paese, risistemato nel 2002), del Il biglietto di ingresso dà la possibili- Monumento ai Caduti e di altri ma- tà di visitare tutti i siti posti lungo i nufatti bellici presenti sul territorio. percorsi di visita curati dall’Ecomuseo Attualmente è impegnato nel progetto del Vanoi, con il quale il Gruppo Alpini dì ripristino della chiesetta degli Alpi- collabora da anni, la mostra perma- ni al “Campigol del Fero”. Nel 2007 il nente “L’Arte della tassidermia. Ani- Gruppo Alpini si è impegnato nel re- mali selvatici del Vanoi e del Primiero cupero del sentiero degli Alpini che e tecniche di impagliatura” posta al porta alla cima del Cauriol; da allora piano terra del Museo, e il “Museo Arti si ripete con successo una manifesta- e Mestieri” (entrambe le esposizioni a zione molto partecipata che ha luogo cura del Gruppo Alpini Caoria). il secondo sabato di agosto e prevede Oltre alla gestione e alla valorizzazione una cerimonia presso la vetta e una delle collezioni del Museo, il Gruppo messa presso i ruderi della chiesetta.

76 77 Collezione di cimeli del Rifugio Cauriol

Val Sàdole, Ziano di Fiemme Tel. 348 5161123 / 337 230202 gestore del rifugio Tel. 0462 570016 APT Valle di Fiemme www.visitfiemme.it Orari: da giugno a ottobre tutti i giorni

Nella primavera del 1968 Aldo Zorzi, per il controllo del Cauriol, del Car- commerciante di Ziano con la passio- dinal e della Busa Alta; conquistate ne della storia, iniziò i lavori per adat- dagli italiani a costo di grandi perdite, tare il fienile della “Malga delle Ca- le cime vennero precipitosamente e pre”, in Val Sadole, nei pressi di Ziano definitivamente abbandonate, insieme di Fiemme. Nel luglio di quello stesso a tutto questo tratto di fronte, nell’au- anno iniziava la sua attività il Rifugio tunno del 1917, a seguito della rotta di Cauriol e cominciava a prendere for- Caporetto che vide gli italiani ritirarsi ma l’idea di creare una collezione di fino alla pianura veneta. cimeli. La Val Sadole, orientata da sud a nord Il Museo espone principalmente cime- e percorsa dal torrente omonimo, è si- li e materiali raccolti su questi monti tuata in sinistra Avisio e si colloca tra i che costituirono il formidabile fronte 1.000 metri del fondovalle di Fiemme naturale del Lagorai tra il 1916 e il ed i 2.066 metri del passo omonimo, 1917. Il nucleo iniziale fu costituito che valica il Lagorai, comunicando con attraverso i consistenti ritrovamenti il Vanoi. Durante la guerra fu l’imme- effettuati nel corso delle numerose diata retrovia delle prime linee austria- escursioni compiute da Aldo Zorzi che e unico accesso per i rifornimenti e dai suoi familiari sui sentieri e sui e i rincalzi. Gli episodi più significativi ghiaioni che portano alle vicine vette sono sicuramente rappresentati dagli del Cauriol, Cardinal, Busa Alta, Lite- aspri scontri dell’estate-autunno 1916 gosa e Copolà.

78 79 Successivamente, la collezione s’è ar- rico: l’insediamento/presidio austriaco ricchita attraverso donazioni di citta- di Passo Sadole, il complesso difensivo dini di Ziano che, stimolati dallo Zorzi, austriaco a quota 2.318 m (propaggi- recuperavano nelle soffitte i reperti ni sud del Monte Cardinal), il pozzo raccolti nell’immediato dopoguerra austriaco per l’approvvigionamento dai loro genitori o nonni. Costoro si d’acqua potabile realizzato a nord del sentivano gratificati dal fatto che i Piccolo Cauriol a quota 2.046 m e il “loro” pezzi contribuivano a costituire sentiero che risale la parte sommita- un “luogo della memoria”. le (versante nord) di Cima Busa Alta, Tra gli altri reperti troviamo: pinze ta- opera quasi totalmente costruita su gliafili Malfatti, canne per fucile Steyr, ghiaioni e roccia a scalinate e terraz- soprascarpe delle sentinelle in panno zamenti dai genieri austriaci presumi- o in paglia, una mitragliatrice austria- bilmente già nel 1914. ca Schwarzlose mod. 07/12, una Roll- mine austriaca. Di particolare impor- Attività e servizi tanza sono un elmo Farina e alcune pistole lanciarazzi. Il Rifugio mette a disposizione dei visi- tatori una piccola biblioteca, con testi A pochi passi dal Rifugio, è possibile relativi alla Grande Guerra ed altri de- vedere numerosi siti di interesse sto- dicati alla montagna.

80 81 Dolomiti Marmolada

Nei piani dello Stato Maggiore austro- di Carezza. Con l’arrivo dell’Alpenkorps ungarico la difesa della Valle di Fassa germanico vennero invece ripensate le era inserita in quella del settore del strategie difensive e si decise di non fronte nord-orientale, il meno fortifi- evacuare la valle e di tenere le cime cato del Trentino. Nel 1898, per con- più alte della Valle di Fassa non ancora trollare la strada che scende in Valle occupate dagli italiani: Cima Bocche, di Fassa da Passo San Pellegrino, fu Passo le Selle, Cresta di Costabella e la edificato Forte Moena, chiamato an- Marmolada, il più alto campo di batta- che Forte Someda, che tuttavia già glia dell’intero fronte dolomitico, uno nel 1915 fu declassato a magazzino dei più alti di tutta la Grande Guerra. militare; il suo armamento venne tra- Attorno a queste cime i soldati ita- sferito in postazioni campali al Passo liani ed austro-ungarici si scontraro- San Pellegrino. La struttura del forte è no in un ambiente fortemente ostile, tuttora visibile. impegnandosi in operazioni che nella maggior parte dei casi non portarono All’ingresso in guerra dell’Italia, l’Alto alcun risultato apprezzabile. Nel setto- Comando austro-ungarico, temendo re di Costabella, ove uno sfondamento una rapida avanzata degli italiani e avrebbe consentito agli italiani di oc- avendo poche forze disponibili, stabilì cupare la Valle di Fassa e di scardinare l’evacuazione di Moena e della Valle di il fronte austro-ungarico, le battaglie Fassa; il fronte sarebbe dovuto arre- e gli attacchi si susseguirono nume- trare fino a Passo San Lugano e al Lago rosi.

82 Pordoi

Canazei a s s Fedaia

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i Marmolada

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Someda Costabella Someda Passo S. Pellegrino Moena

Bocche Lusia

Passo Valles

Dossaccio Predazzo Buso

e f i e m m v a l d i Passo Rolle

Colbricon

Cauriol 83 Panorama da Costabella

Merita un riferimento a parte la “Città sotto la sua superficie. La “Città” fu di ghiaccio” sulla Marmolada, impo- abbandonata dai soldati austriaci nel nente complesso di gallerie scavate novembre del 1917 a causa della riti- nel ghiacciaio, con depositi, cucine, rata dell’esercito italiano a Caporetto, dormitori per uno sviluppo comples- allorché il fronte si spostò dalle Dolo- sivo di 12 chilometri, progettata dal miti alla pianura. tenente e ingegnere Leo Handl allo scopo di riparare i soldati austro- A testimonianza di queste vicende l’e- ungarici dal nemico italiano, dal fred- scursionista può vedere resti di trincee do, dalla neve e dalle valanghe. Da e gallerie scavate nella roccia; parti- parte italiana vi furono tentativi di colarmente interessanti i siti in alta accerchiare la “Città di ghiaccio” con quota di Costabella e Cima Bocche; altre gallerie scavate nel ghiacciaio, più accessibile il campo trincerato di che furono teatro di combattimenti Fango, posto sulla strada che collega corpo a corpo, anche parecchi metri Moena al Passo di San Pellegrino.

84 Al Passo di Lusia è stato da poco re- Azienda per il Turismo Val di Fassa staurato il monumento ai caduti mo- strèda Roma 36, enesi della Prima guerra mondiale, Tel. 0462 609500 che si trovava originariamente nel ci- www.fassa.com mitero di Moena. Nel comune di Vigo Istituto Culturale Ladino di Fassa esiste ancora oggi il cimitero “Majon di Fascegn” militare austro-ungarico di Santa Giu- strada de la Pieif 7, Vigo di Fassa liana, che raccoglie le spoglie di molti Tel. 0462 764267 caduti sul fronte di Costabella. www.istladin.net

Sulla Marmolada, nella zona di Serau- ta, è ben visibile ancor oggi un vero e proprio fortilizio, con centinaia di me- tri di gallerie, grotte, ricoveri e depositi scavati nella montagna. Sul versante opposto, nella catena del Monte Pa- don, è presente il complesso di cuni- coli italiani della Mesola che si svilup- pano per 500 metri circa, di rimpetto alla Marmolada e quindi in posizione tale da permettere un’ottima osserva- zione delle postazioni nemiche.

85 Sul fronte dei ricordi Someda

Someda, “Stala de la Nenola”, strada Frate Emilio Chiocchetti Lenz Tel. 334 8222082 www.frontedeiricordi.it Orari: da luglio all’11 settembre tutti i giorni 10-12.30 e 16.30-19; in altri periodi su prenotazione

La mostra-museo di Someda (Moena) dei suggerimenti per invogliare il vi- è stata realizzata nel 2007 da Livio De- sitatore a percorrere le montagne dei francesco e dai componenti dell’Asso- dintorni e a scoprire quello che ancora ciazione Storica “Sul fronte dei ricor- rimane alle alte quote del periodo del- di”, con la collaborazione del Comune la guerra. La mostra si presenta infatti di Moena. come un ponte verso un territorio che La collezione, costituita inizialmente offre un ricco patrimonio di manufat- da raccolte personali, si è arricchita ti, sentieri, trincee. grazie al ritrovamento di molti reper- ti durante i lavori di ripristino e ma- Oltre al Museo, l’Associazione Storica nutenzione di postazioni del vecchio “Sul fronte dei ricordi” cura la mostra fronte Costabella – Cima Bocche. fotografica “Guerra alla guerra”, alle- La mostra espone armi, munizioni e stita dal 2005 in una galleria del Sasso divise, ma anche oggetti d’uso comu- di Costabella a 2.730 metri di quota. Si ne della vita del soldato e illustra il tratta di una raccolta di fotografie e di contesto del paese di Moena che per testi pacifisti, che l’anarchico tedesco quasi tre anni rimase a diretto con- Ernst Friedrich pubblicò ed espose per tatto con la prima linea. All’interno la prima volta a Berlino nel 1924. Sono dell’esposizione sono stati ricostruiti materiali noti, che tuttavia trovano alcuni ambienti tipici del fronte – un un nuovo e più profondo significato nido di mitragliatrice, una trincea, grazie alla particolare ambientazione una camerata – che rappresentano realizzata direttamente sul vecchio

86 87 fronte, ove è più facile immaginare bile a tutti e presenta lunghi tratti di gli orrori e le sofferenze causati dalla trincee che oggi si snodano attraverso guerra. boschi e pascoli, a poca distanza dalla Tra le aree più interessanti, la zona di strada provinciale. Costabella è caratterizzata da trincee di cresta, talvolta esposte e in am- Attività e servizi biente di alta montagna, per visitare le quali si richiede un equipaggiamento Presso il Museo è possibile acquistare adeguato e una buona tecnica alpi- una selezione di libri dedicati all’am- nistica. Il territorio di Cima Bocche è bito locale. Nei mesi estivi, l’Associa- meno esposto, ma sempre in ambiente zione Storica “Sul fronte dei ricordi” di alta quota e raggiungibile solo con in collaborazione con l’Azienda per il lunghe camminate. La zona di Fango, Turismo della Val di Fassa propone ai sulla strada che collega Moena al Pas- turisti visite guidate sui percorsi della so di San Pellegrino, è invece accessi- Prima guerra mondiale.

88 89 Museo della Grande Guerra 1914-18 Passo Fedaia

Passo Fedaia - Canazei Tel. 0462 601181, 347 7972356 [email protected] Orari: da metà maggio alla prima settimana di ottobre 10-12.30 e 14-17, chiuso il martedì

Dopo esserne stato geloso custode per alla Seggiovia sul Passo Fedaia, colle- quasi un secolo, il ghiacciaio della Mar- ziona con passione reperti della Gran- molada, che negli ultimi anni ha subìto de Guerra raccolti direttamente sulla un forte regresso, ha restituito poco montagna o provenienti dalle case alla volta molte testimonianze della delle sottostanti vallate. Fra molte dif- Grande Guerra e cimeli appartenuti ai ficoltà, nel 1997 iniziarono i lavori per combattenti austro-ungarici e italiani. allestire una mostra. Dal 2004 il sogno A partire dall’ingresso in guerra dell’I- di Andrea De Bernardin è stato coro- talia, nel 1915, anche sulle più alte nato con la trasformazione del risto- cime dolomitiche vennero costruite rante in spazio espositivo. trincee, gallerie, baraccamenti e i sol- dati occuparono quote fino ad allora La collezione è costituita da circa 700 impensabili. La Marmolada divenne il pezzi: si va dal kit da cucito fornito in più alto campo di battaglia dell’intero dotazione ad ogni soldato, alla piastri- fronte dolomitico e uno dei più alti di na di riconoscimento, dal bisturi delle tutta la guerra. Nell’autunno del 1917, infermerie da campo alle armi, tra le dopo la rotta di Caporetto, il fronte si quali una mitragliatrice Schwarzlose spostò sul Piave e il silenzio finalmente ed una Maxim, un proietto da 30,5 tornò a regnare su queste montagne. cm sparato da un mortaio a Penia in Val di Fassa, il telefono da campo, La famiglia De Bernardin, proprietaria una macchina da scrivere Erika ancora fin dagli anni Cinquanta del Rifugio funzionante, un periscopio da trincea

90 91 Attività e servizi e un’ampia esposizione di berretti. Sono stati ricostruiti alcuni ambienti Nell’ampio e fornito bookshop temati- di guerra. co sono in vendita centinaia di pubbli- Il tema della “guerra bianca” è evocato cazioni (alcune delle quali scritte per- da materiali della dotazione personale. sonalmente da Andrea De Bernardin), Nel Museo è esposta una perforatrice gadget, videocassette e DVD. che, alimentata da un compressore ad All’interno del Museo vengono proiet- aria e trasportata oltre i 3.000 metri, tati filmati d’epoca. venne utilizzata per scavare gallerie, Il rifugio, raggiungibile in automobile, grotte e ricoveri nel ventre della mon- è punto di partenza per le escursioni tagna. sul ghiacciaio della Marmolada.

92 93 Trento e il suo territorio

La cintura della città di Trento ven- alizzato lo sbarramento di , ne pensata come estremo baluardo articolato in tre opere e uno sbarra- difensivo e fu sempre considerata mento ferroviario. La tagliata stradale un’opera prioritaria dallo Stato Mag- inferiore fu l’unica opera della cintu- giore austriaco. Venne realizzata negli ra fortificata di Trento a rimanere in ultimi decenni del XIX secolo ma tra perfetta efficienza per tutta la durata il 1914 ed il 1916 fu completamente della guerra. ripensata e riorganizzata dal maggiore A partire dagli anni ’80 vennero realiz- generale Franz Edler von Steinhart che zati sul la batteria Candriai e introdusse criteri più moderni e fun- il Blockhaus Mandolin, a controllo del- zionali. la conca di Sopramonte e di Candriai, mentre il Forte di S. Rocco e la batte- Il processo di fortificazione procedette ria Romagnano sbarravano i possibili per fasi. attacchi provenienti da sud lungo la Tra il 1860 e il 1861 vennero costruiti Valle dell’Adige. I Forti Doss Fornas, la tagliata stradale del Bus de Vela e Brusaferro e Maranza bloccavano la il Blockhaus Doss di Sponde. Il Forte direttrice proveniente dalla Valsugana Bus de Vela formava uno sbarramen- attraverso Vigolo o da Lava- to a cavallo della strada da Cadine a rone attraverso la Fricca. Le batterie Trento. Nel 1915 venne disarmato e le Cimirlo e Roncogno controllavano la artiglierie furono posizionate nelle vi- sella di Roncogno, oggi Passo Cimirlo; cinanze. Tra il 1869 e il 1872 venne re- Forte Casara sorvegliava il fronte set-

94 a r b m e c d i l v a i n e h c o m

i Sorasass e Calisio d

l Cadine Civezzano a FMsT v Alpini S.A.T. Trento Celva Caproni

Marzola

Bondone Vigolana

95 Fuciliera sul Sorasass

tentrionale della Fortezza di Trento. Il la Cima Cornetto fu realizzata a 2.180 Forte Martignano costituiva un capo- metri la fortificazione campale più saldo di seconda linea. alta della Fortezza di Trento. Sotto la Tra il 1896 e il 1900 furono realizzati vecchia batteria Candriai fu costruito l’opera principale del gruppo di Mat- il caposaldo d’artiglieria Castellar della tarello e il Forte di Romagnano. Grua. Dopo l’inizio del secolo furono portate Sul Doss Trento venne realizzato un a compimento la strada militare del vero e proprio campo trincerato a di- Bondone e le caserme alle Viotte. Sul fesa del capoluogo. Il dosso, da sempre Bondone si costruirono fortificazioni baluardo della città, fu utilizzato dagli campali e capisaldi per la fanteria, la austriaci quale punto di osservazione batteria Palon e il caposaldo di arti- su tutta la vallata. Il sistema fortifica- glieria Palè. Nel corso della guerra sul- to fu realizzato in fasi diverse e com-

96 prendeva batterie a cielo aperto, una Azienda per il Turismo Trento, polveriera fortificata, una stazione per Monte Bondone, Valle dei Laghi piccioni viaggiatori ed una caserma. via Manci 2, Trento A quartier generale della Fortezza di Tel. 0461 216000 Trento fu scelto il Castello del Buon- www.apt.trento.it consiglio. Ancora oggi nel Castello Ecomuseo Argentario sono visitabili la Sala del Tribunale c/o Biblioteca Comunale militare austriaco, le celle dove furono via Cesare Battisti 1, Civezzano rinchiusi i detenuti in attesa di proces- Tel. 0461 858400 so e la Fossa della Cervara, dove nel www.ecoarge.net 1916 furono giustiziati Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa.

Il Forte Bus de Vela (o Cadine) è stato interamente restaurato dalla Soprin- tendenza ai Beni Architettonici. La tagliata stradale superiore di Civez- zano ospita una cantina vinicola ed è visitabile. Negli ultimi anni diverse aree sono state interessate da lavori di ripristino e pulizia che hanno visto la collaborazione del Servizio Foresta- le del Comune di Trento e il Servizio Conservazione della Natura e Valo- rizzazione ambientale della Provincia: l’area monumentale del Doss Trento, l’area del Sorasass, le trincee del Mon- te Celva e del Monte Calisio, le posta- zioni del Palon e del Cornetto; lavori di pulizia sono stati realizzati anche presso la batteria e il Blockhaus Ma- ranza. L’Ecomuseo dell’Argentario e l’Apt di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi promuovono visite guidate ed escursioni sui luoghi della Grande Guerra.

97 Museo Nazionale Storico degli Alpini Trento

Trento, Doss Trento, C/P 33, 38122 Tel. 0461 827248 www.museonazionalealpini.it Orario: da lunedì a giovedì 9-12 e 13.30-16.30, venerdì 9-12, sabato e festivi su prenotazione

L’idea di costruire un complesso mo- austriaca, il 24 maggio 1956 fu po- numentale in onore del Corpo degli sta la prima pietra del futuro museo. Alpini fu della Legione Trentina, con Il 15 marzo 1958, in occasione della il sostegno del Comando Superiore 31ª Adunata Nazionale degli Alpini delle Truppe Alpine e dell’Associazione a Trento, ebbe luogo l’inaugurazione Nazionale Alpini. Nel 1938 il Governo ufficiale. italiano istituì la “Fondazione Acropoli Per quanto molti dei cimeli donati Alpina”, la cui dislocazione era prevista si riferiscano alla Grande Guerra, il sul Doss Trento (o Verruca), accanto al Museo estende il suo interesse alle Mausoleo dedicato a Cesare Battisti. vicende degli Alpini dall’epoca della Il primo progetto prevedeva la co- costituzione del corpo fino ai giorni struzione di un’opera imponente, con nostri, comprendendo quindi la Se- una strada di accesso e un piazzale; la conda guerra mondiale e le successive strada, iniziata nel 1940 dal Distacca- Missioni internazionali. mento Alpini della Verruca costituito Il Museo è gestito dall’Esercito italiano. da militari delle cinque Divisioni Alpi- ne, venne inaugurata nel giugno 1942. Una breve scalinata conduce all’entra- Dopo la fine della Seconda guerra ta, vegliata da due cannoni controcar- mondiale, a causa dell’elevato costo, ro da 47/32 e da un pezzo da 100/17. il progetto iniziale venne abbando- All’interno della grande sala, nelle nato, ma grazie al dono da parte del otto nicchie perimetrali e nelle vetri- Comune di Trento di un’ex polveriera ne, sono raccolte testimonianze della

98 99 storia del Corpo degli Alpini dalla sua prede” dipinto in trincea nella Prima fondazione ai giorni nostri. Sulla pa- guerra mondiale. Ai lati, due pezzi da rete d’entrata, sono collocati i grandi montagna che hanno fatto la storia ritratti del generale Giuseppe Perruc- delle truppe Alpine: il 65/17 e lo Skoda chetti, ideatore del Corpo, e di Cesare da 75/13, che accompagnò gli Alpini Battisti, e la bandiera austriaca che un durante tutta la Seconda guerra mon- tempo sventolava su Trento. Negli an- diale ed oltre. goli, gli stendardi dei reparti e il busto de “l’Alpino”. Attività e servizi Trofei, armi e cimeli sono esposti sui pilastri tra le singole nicchie. Il Museo possiede una ricca bibliote- Un breve rialzo porta al Sacrario del- ca e un archivio storico a disposizione le Medaglie d’Oro delle Truppe Alpi- degli studiosi. ne. Nel mezzo, un masso del Monte Il 2 aprile 2008 si è costituita l’Asso- Grappa; alle pareti, i nomi dei decorati ciazione “Amici del Museo Storico delle guerre dal 1896 al 1945 incisi su Nazionale degli Alpini”, con lo scopo grandi lastre di marmo bianco; sopra, di sostenere le attività del Museo at- tutt’intorno, la significativa e sugge- traverso ricerche, pubblicazioni, eventi stiva rappresentazione dei luoghi che e convegni per divulgare la storia del furono testimoni delle gesta di guerra Corpo degli Alpini. Tra i soci sostenitori degli Alpini, tracciata da Paolo Caccia ci sono l’Associazione Nazionale Alpi- Dominioni. ni, il Comune di Trento e la Provincia Nella saletta è conservato un prezio- autonoma di Trento. so trittico di Mario Urbani “Falchi e

100 101 Fondazione Museo Storico del Trentino Trento

Trento, via Torre d’Augusto 41 Tel. 0461 230482 www.museostorico.tn.it Orari: Gallerie di Piedicastello (Trento) da martedì a domenica 9-18; biblioteca e archivi da lunedì a giovedì 9-17, venerdì 9-13

La costituzione della Fondazione Mu- Il Museo raccoglie e conserva fondi seo storico del Trentino, avvenuta nel archivistici riguardanti la storia del novembre 2007, rappresenta l’ultimo Trentino dalla fine del XVIII secolo fino passaggio di un percorso iniziato nel ai nostri giorni: le invasioni napoleo- 1919, quando fu costituito a Trento niche, la partecipazione dei trentini ai un comitato provvisorio per la crea- moti risorgimentali, alla lotta per l’au- zione di un Museo del Risorgimento. tonomia, all’irredentismo, la guerra L’idea traeva spunto da Cesare Battisti mondiale 1914-18, l’antifascismo, la che aveva auspicato la formazione guerra mondiale 1939-45 e la Resi- di un museo del XIX secolo. Il nuovo stenza, i movimenti politici e sociali a Museo fu inaugurato presso il Castel- partire dagli anni Sessanta in poi. lo del Buonconsiglio nel 1923 con il Di particolare importanza è soprattut- nome di “Museo trentino del Risorgi- to il materiale iconografico e rappre- mento”. La conduzione fu affidata a sentativo. Tra le oltre cento bandiere Bice Rizzi. conservate, spiccano il Labaro della Nel 1945 il Museo assunse la denomi- Legione trentina e la Bandiera della nazione di “Museo del Risorgimento e Società degli studenti trentini (1912). della lotta per la libertà”. Nel 1995 il Tra gli esemplari raffigurativi, di note- nome mutò in “Museo storico in Tren- vole interesse e pregio sono l’“Allegoria to”. Dal 2007 le sue raccolte e la sua dell’annessione del Trentino all’Italia” missione sono state trasferite alla Fon- di Luigi Bonazza, il bozzetto in bronzo dazione Museo storico del Trentino. del Monumento al fante (1926) di Eu-

102 103 Attività e servizi genio Baroni; il trittico delle teste, due marmoree e una in bronzo dello scul- L’archivio conserva fondi archivistici tore Arrigo Minerbi, raffiguranti Cesare di associazioni, persone e famiglie di Battisti “martire, soldato e apostolo”; grande importanza per chi si occupa la scultura in bronzo dell’imperatore della storia del Trentino e della Gran- Francesco Giuseppe a mezzobusto di de Guerra; inoltre nell’Archivio della Anton Brenek (1897). scrittura popolare sono custoditi ol- Il Museo è attualmente chiuso per ri- tre 600 diari, memorie ed epistolari allestimento. in gran parte scritti da soldati trentini Dal 2008 la Fondazione gestisce un durante la Prima guerra mondiale. nuovo spazio espositivo, le Gallerie La Fondazione Museo storico del Tren- di Piedicastello a Trento. Quelli che tino offre agli istituti scolastici, alle un tempo erano due tunnel stradali, associazioni, agli enti pubblici e a sog- sono ora diventati spazi nei quali la getti privati l’opportunità di usufruire storia del Trentino viene raccontata del proprio patrimonio storico e delle e rappresentata attraverso linguaggi competenze maturate nei diversi am- diversi. La Galleria bianca ospita una biti delle sue attività. Fornisce servizi mostra introduttiva sull’“invenzione di consulenza bibliografica, archivi- del territorio” trentino e mostre tem- stica, editoriale; propone attività di- poranee, oltre a spazi destinati alla dattiche e percorsi di formazione per didattica e all’approfondimento. La adulti ed insegnanti; realizza ricerche, Galleria nera è destinata al racconto, pubblicazioni e prodotti video. fortemente coinvolgente, di vicende storiche attraverso proiezioni video, sonorizzazioni e mezzi multimediali.

104 105 Museo dell’aeronautica Gianni Caproni Trento

Trento, via Lidorno 3 Tel. 0461 944888 www.museocaproni.it Orari: da martedì a domenica 10-13 e 14-18; chiuso lunedì non festivi, 25 dicembre e 1° gennaio

Le origini del Museo risalgono al 1927, Carteggi autografi e fotografie illu- quando Gianni Caproni e la moglie strano il profondo legame instaurato- Timina Guasti fondarono il primo mu- si fra Caproni e Gabriele D’Annunzio, seo aziendale italiano per conservare autore fra l’altro del motto adottato le tradizioni della propria attività pro- dall’azienda “Senza cozzar dirocco”. duttiva e dell’aviazione italiana. Oggi il Nell’esposizione sono presenti l’aereo Museo raccoglie ed espone una colle- Ansaldo A1, appartenuto a Natale Pal- zione di rilievo mondiale di aeromobili li, e lo SVA5 di Gino Allegri della squa- storici originali e una raccolta di te- driglia “La Serenissima” che il 9 agosto stimonianze materiali - tecnologiche, 1918 partecipò al “volo su Vienna”, grafiche, fotografiche, documentarie, clamorosa impresa propagandistica archivistiche, librarie, artistiche - della ispirata e guidata da D’Annunzio. conquista dell’aria da parte dell’uomo. Di un altro indiscusso protagonista della Grande Guerra, Francesco Barac- Una parte importante delle collezioni ca, il Museo espone fotografie origi- del Museo è inerente la Grande Guer- nali e cimeli legati alla sua tragica fine ra, nella quale Gianni Caproni, con la nel 1918. L’aviazione austro-ungarica sua produzione su vasta scala di veli- è rappresentata dalla fusoliera origi- voli, ebbe un ruolo di primo piano. Dei nale del caccia Fokker D.VIII (1918), bombardieri trimotori Caproni, il Mu- unico elemento superstite di uno fra seo conserva disegni e diversi fram- i migliori velivoli della Prima guerra menti originali. mondiale.

106 107 Attività e servizi Le raccolte annoverano aeromobi- li rarissimi o unici al mondo, in larga Dal 1999 è inserito nella rete dei musei parte del periodo pioneristico o lega- scientifici facenti capo al Museo delle ti a imprese della storia aeronautica. Scienze di Trento. Il Museo propone Venti aeromobili sono allestiti nella esposizioni temporanee finalizzate a sala espositiva del Museo, mentre promuovere la divulgazione della cul- altri trentasette, conservati nei de- tura storica ed aeronautica. Alle scuole positi, vengono esposti al pubblico a è riservata una vasta scelta di attività rotazione. Alla collezione aeronautica, educative che spaziano dalle scienze di il Museo affianca un’interessante pi- base alla fisica del volo, dalla storia ae- nacoteca sul volo, nata grazie al me- ronautica al volo nella storia delle arti. cenatismo dei fondatori nei confronti Il pubblico può partecipare a visite gui- dei pittori futuristi. date ed appuntamenti settimanali di Nel Museo trovano posto inoltre una intrattenimento culturale. Il Museo di- ricostruzione dell’officina delle eliche spone di un archivio e di un importante degli anni Venti ed una rievocazione bibliotecario attualmente aperto dello studio di progettazione di Gianni alla consultazione presso la biblioteca Caproni. del Museo delle Scienze di Trento (via Calepina 10, Trento). Il bookshop pre- senta la produzione editoriale del Mu- seo e delle più importanti case editrici a livello nazionale.

108 109 Museo della Società Alpinisti Tridentini Trento

Trento, via Manci 57 Tel 0461 980211 www.sat.tn.it Orari: apertura su prenotazione

L’idea di dare vita a un museo dedica- paganda e diffusione dell’idea nazio- to alla SAT e alla storia dell’alpinismo nale: l’appello al re d’Italia per l’en- trentino nacque nel 1972, in occasio- trata in guerra contro l’Austria venne ne di una mostra allestita per festeg- firmato da Cesare Battisti, Giovanni giare i cento anni di vita del sodalizio. Pedrotti e Guido Larcher, che erano II Museo, inaugurato nel 1984, illustra tra i suoi maggiori esponenti. La SAT le varie fasi della vita dell’Associazione attivò una rete di contatti con il Ser- e i suoi principali rami d’attività: la co- vizio Informazioni dell’Esercito italiano struzione dei rifugi e dei sentieri, l’at- per il passaggio di documentazione tività delle guide alpine, il soccorso in cartografica e fotografica relativa alle montagna, l’attività di ricerca ed edi- difese austriache e mise a disposizione toriale, l’attività alpinistica e sociale. degli agenti italiani la propria rete di rifugi come base d’appoggio per incur- Rispetto ai musei dedicati alla Grande sioni clandestine in territorio trentino. Guerra, il Museo della SAT non si occu- Nel corso della guerra la SAT fu messa pa in maniera diretta di storia militare fuori legge ed impossibilitata ad agire; ma aiuta a comprendere il clima che molti dei suoi rifugi furono occupati si era venuto a creare in Trentino negli dalle truppe austro-ungariche e una anni precedenti lo scoppio del conflit- parte dei suoi soci, in particolare quelli to. Fin dalla nascita la SAT fu propu- appartenenti alla sua Sezione Univer- gnatrice di un passaggio del Trentino sitaria (SUSAT), disertarono passando all’Italia dedicandosi al lavoro di pro- il confine per arruolarsi, come volon-

110 111 tari, nelle file dell’Esercito italiano. I sono la salvaguardia, il recupero e la volontari satini caduti in guerra sono catalogazione delle presenze storiche ricordati in una targa posta nell’atrio presenti sul territorio e la divulga- di accesso al Museo; tra di loro anche zione delle conoscenze acquisite. È i nomi di Cesare Battisti, Fabio Filzi e organizzato su base territoriale con Damiano Chiesa. Tra gli oggetti espo- gruppi di ricerca storica e collabora sti, tutti di proprietà dell’Associazione, con gli organi provinciali competenti sono conservati il libro firme del Ri- in campo storico-culturale, in partico- fugio Altissimo, che riporta numerosi lare con le Soprintendenze provinciali. autografi e disegni tra i quali alcuni Di particolare importanza sono alcune schizzi di Fortunato Depero, e progetti operazioni in quota rese possibili – e originali dei rifugi alpini. necessarie – dall’affiorare dai ghiacciai che si stanno sciogliendo di “insedia- menti” collocati lungo il fronte della Attività e servizi Grande Guerra. Tra questi si ricorda il Il Museo è oggi considerato un’esten- recupero di cannoni allo Scivolo di Ni- sione della Biblioteca della montagna scli a quota 2.900 m, il restauro della che ne coordina le attività unitamente baracca austro-ungarica di Cima Carè a quella dell’Archivio storico. Alto, la messa in luce della galleria del Nel 2006, all’interno della Commissio- Cavento. Il Comitato Storico promuo- ne Scientifica della SAT, si è costituito ve conferenze ed escursioni guidate il Comitato Storico Trentino, i cui scopi sui luoghi della Grande Guerra.

112 113 BIBLIOGRAFIA

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117 Finito di stampare nel mese di luglio 2011 da Edizioni Osiride – Rovereto (TN) Via Pasqui 10 [email protected]

Printed in 118 119 120