COMUNE DI

Provincia di

STUDIO DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA PER UNA RELAZIONE DI TAGLIO DI UN BOSCO GOVERNATO A CEDUO MATRICINATO A PREVALENZA DI CERRO UBICATO IN LOCALITA’ CIAMBRIELLO

COMMITTENTE Sig.ra De Stefano Domenica Via E. Fermi, 2 85050 SARCONI (PZ) – C.F.: DST DNC 59L69 F839 J

Luglio 2015

IL TECNICO Dott. For. Antonio SATRIANO Sommario

1. Premessa ...... 3

2. Normativa di riferimento in materia di tutela dei siti della Rete Natura 2000 ...... 4

3. Inquadramento delle aree e caratteristiche degli interventi proposti in relazione ai punti citati nell’allegato G del D.P.R. n. 357/97 ...... 6

3.1 Habitat presenti...... 11

4. Analisi faunistica ...... 14

4.1 Mammiferi, rettili e anfibi e uccelli...... 14

5. Analisi floristico-vegetazionale ...... 23

6. Valutazione di incidenza ...... 24

6.1 Descrizione e dati relativi alla relazione di taglio ...... 26

6.2 Incidenza della relazione ...... 26

6.3 Valutazione della significatività degli effetti ...... 28

6.4 Stima qualitativa e quantitativa degli impatti: la valutazione ...... 28

6.5 Griglia di attribuzione dei livelli di impatto ed interventi di mitigazione ...... 30

7. Conclusioni ...... 30

8. ALLEGATI ...... 32 RELAZIONE TECNICA

1. Premessa

Il sottoscritto Dott. For. SATRIANO Antonio nato a il 02.02.1981 e residente in Potenza (PZ) alla Via Vincenzo Verrastro n. 19, regolarmente iscritto all’Albo dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Potenza con il n. 492, per incarico ricevuto dalla Signora De Stefano Domenica residente a in Via E. Fermi 2, per la redazione di una relazione di taglio bosco inerente un ceduo a prevalenza di cerro.

produce

ai sensi del D.P.R. n. 357/97 e del successivo D.P.R. 120/03, e in osservanza del Decreto MATTM del 17.10.2007 e della D.G.R. n. 655/08 concernente la regolamentazione in materia forestale per le aree della Rete Natura 2000 in in applicazione della sopra citata normativa nazionale la presente relazione di Studio per la Valutazione di Incidenza Ambientale.

La relazione di taglio di che trattasi ha come oggetto l’utilizzazione di superfici boscate di proprietà privata nel territorio comunale di Sarconi (PZ) ed è stato redatto in assenza di Piano di Assestamento forestale ai sensi della L.R. n. 42/98 “Norme in materia forestale” e della D.G.R. n. 1734/99 e successive modifiche ed integrazioni, ed in quanto rientrante entro i confini del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese, all'art. 5 del D.P.R del 8 dicembre 2007 decreto istitutivo del Parco che detta agli interventi possibili nell'ambito delle aree ricadenti in zona 2 del Parco, quale è il caso in oggetto.

Tale area boscata rientra:

 Nel perimetro del Parco Nazionale dell’Appennino in zona 2 (cartografia “Inquadramento rispetto al Parco Nazionale Appennino Lucano”);

 Nei limiti del sito ZPS identificato con il Codice IT9210271 “Appennino Lucano – Valle Agri – Monte Sirino – Monte Raparo (cartografia Inquadramento rispetto alla ZPS IT9210271);

La relazione di taglio riguarda un bosco ceduo matricinato a prevalenza di cerro su una superficie boscata complessiva di ha 9.42.12 su cui è stato decurtato il 5,28% per una superficie boscata di ha 0.49.74 deputata ad assicurare l’assenza di interventi così come indicato nella D.G.R. n° 655/2008; per tale ragione la superficie boscata utile che effettivamente sarà utilizzata è pari ad ettari 8.92.38. 2. Normativa di riferimento in materia di tutela dei siti della Rete Natura 2000

Con l’emanazione della Direttiva n. 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979, e della la Direttiva n. 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 (recepita dallo Stato italiano con il D.P.R. n. 357/97 “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”), in ambito comunitario è stata intrapresa una strada volta alla conservazione della natura e alla difesa degli habitat naturali su scala vasta. In tal senso sono state individuate particolari aree naturali in relazione alla presenza di habitat, cenosi, specie floristiche e faunistiche degni di specifici regimi di tutela e protezione, che sono state definite come Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Con la Direttiva Uccelli (n. 79/409/CEE) si è inteso individuare aree utili alla conservazione degli uccelli selvatici, anche in questo caso da sottoporre a protezione speciale (denominate ZPS) per la tutela dal rischio di estinzione delle specie di uccelli in esse presenti. Tali iniziative nascono dalla necessità di avviare piani d’azione a livello sia comunitario, che di singolo Stato a favore della tutela della biodiversità e conservazione delle risorse naturali e della gestione dei siti della Rete Natura 2000.

La realizzazione della Rete Natura 2000 ha avuto come principale obiettivo quello di avere univocità nei criteri di individuazione e tutela dei siti appena citati in tutti gli Stati della Comunità Europea. Rete Natura 2000 ha il compito di valorizzare la funzionalità degli habitat e dei sistemi naturali e per questo la qualità dei siti proposti è stata valutata non soltanto in base allo stato attuale del sito, ma anche alla loro potenziale capacità di evolversi verso forme più complesse laddove vengano eliminate fonti di disturbo esistenti. La Rete Natura 2000, non essendo un semplice assemblaggio di Siti, non va a sostituirsi alla rete dei Parchi o delle Riserve naturali, ma va ad integrarsi con esse per garantire pienamente la tutela e la salvaguardia degli habitat di specie animali e vegetali e della loro funzionalità.

Pertanto ai sensi del già citato D.P.R. n. 357/97 (Regolamento recante l’attuazione delle Direttive n. 79/409/CEE e n. 92/43/CEE) e del successivo D.P.R. 120/2003 si sancisce l'importanza dello strumento definito Valutazione d'Incidenza, quale misura preventiva di tutela legata ai piani e ai progetti la cui attuazione possa incidere più o meno significativamente sulla conservazione degli habitat naturali all’interno dei siti di Rete Natura 2000. Considerato che per i siti della Rete Natura 2000 in Basilicata sono deliberati solo alcuni piani di gestione, la Regione Basilicata dapprima con la D.G.R. n. 2454 del 22/12/2003 ha inteso stabilire gli indirizzi applicativi cui far riferimento nel caso di assenza di piano di gestione dei siti, nella redazione delle valutazioni di incidenza di determinate tipologie d’intervento sullo stato di conservazione dei siti Natura 2000, in modo da poter individuare e valutare opportunamente gli effetti diretti ed indiretti che la realizzazione di un Progetto o l’attuazione di un Piano potrebbero produrre sulla evoluzione di un dato habitat o specie; successivamente con la D.G.R. n. 655 del 06/05/2008 dal titolo "Regolamentazione in materia forestale per le aree della Rete Natura 2000 in Basilicata in applicazione del D.P.R. n. 357/97 e del D.P.R. n. 120/03 e del Decreto MATTM del 17/10/2007" ha inteso stabilire delle linee guida relative all'esercizio delle attività agro-silvo-pastorali in aree delle Rete Natura 2000 che puntino al mantenimento della struttura disetanea dei soprassuoli e la presenza di radure e chiarie all'interno della compagine forestale.

Pertanto, ai sensi della suddetta D.G.R. e del già citato D.P.R. n. 357/97 e successive modificazioni ed integrazioni, essendo la superficie boscata oggetto dell’intervento compresa entro i confini di un sito ZPS della rete Natura 2000 denominato “Appennino Lucano, Valla Agri, Monte Sirino, Monte Raparo”, individuato dal codice Natura 2000 IT9210271, è necessario analizzare gli eventuali impatti che la messa in atto della relazione possa produrre sugli habitat, sulle cenosi e sulle specie presenti nel suddetto sito attraverso la compilazione di una Valutazione di Incidenza Ambientale.

Come indicato dell’allegato G del D.P.R. n. 357/97, nell’ambito delle Valutazioni d’Incidenza, le caratteristiche dei piani e progetti devono essere descritte con riferimento:

 alle tipologie delle azioni e/o opere;

 alle dimensioni e/o ambiti di riferimento;

 alla complementarietà con altri piani e/o progetti;

 all’uso delle risorse naturali;

 alla produzione di rifiuti;

 all’inquinamento e disturbi ambientali;

 al rischio di incidenti per quanto riguarda, le sostanze e le tecnologie utilizzate.

Vengono individuate anche eventuali interferenze dovute principalmente a:

 componenti biotiche;

 componenti abiotiche del sito considerato. 3. Inquadramento delle aree e caratteristiche degli interventi proposti in relazione ai punti citati nell’allegato G del D.P.R. n. 357/97

L’intervento previsto in sede progettuale e sottoposto a Valutazione di Incidenza Ambientale ha come oggetto un bosco di proprietà dei Signori De Stefano Domenica (proprietario delegato) e Signor Vetrano Francesco Antonio (proprietario delegante), ubicato in località “Ciambriello” del Comune di Sarconi identificato al catasto, al foglio di mappa 12 è ripartito secondo le seguenti particelle:

 foglio di mappa 12 particella catastale 94, superficie catastale ha 0.27.28, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.22.28;  foglio di mappa 12 particella catastale 96, superficie catastale ha 0.36.76, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.36.76;  foglio di mappa 12 particella catastale 97, superficie catastale ha 0.66.72, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.61.25;  foglio di mappa 12 particella catastale 98, superficie catastale ha 0.34.29, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.32.19;  foglio di mappa 12 particella catastale 99, superficie catastale ha 0.95.28, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.76.37;  foglio di mappa 12 particella catastale 100, superficie catastale ha 0.28.14, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.25.27;  foglio di mappa 12 particella catastale 101, superficie catastale ha 0.87.55, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.78.73;  foglio di mappa 12 particella catastale 103, superficie catastale ha 0.30.39, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.30.39;  foglio di mappa 12 particella catastale 105, superficie catastale ha 0.20.81, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.20.81;  foglio di mappa 12 particella catastale 106, superficie catastale ha 0.24.08, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.24.08;  foglio di mappa 12 particella catastale 107, superficie catastale ha 0.25.83, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.25.83;  foglio di mappa 12 particella catastale 108, superficie catastale ha 0.22.66, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.22.66;  foglio di mappa 12 particella catastale 109, superficie catastale ha 1.17.62, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.99.35;  foglio di mappa 12 particella catastale 110, superficie catastale ha 0.46.88, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.34.85;  foglio di mappa 12 particella catastale 111, superficie catastale ha 0.36.36, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.32.86;  foglio di mappa 12 particella catastale 112, superficie catastale ha 0.28.55, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.28.35;  foglio di mappa 12 particella catastale 113, superficie catastale ha 0.37.24, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.37.24;  foglio di mappa 12 particella catastale 115, superficie catastale ha 0.21.78, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.21.28;  foglio di mappa 12 particella catastale 116, superficie catastale ha 0.28.22, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.18.25;  foglio di mappa 12 particella catastale 117, superficie catastale ha 0.33.41, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.29.66;  foglio di mappa 12 particella catastale 119, superficie catastale ha 0.28.22, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.26.12;  foglio di mappa 12 particella catastale 120, superficie catastale ha 0.48.89, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.46.69;  foglio di mappa 12 particella catastale 121, superficie catastale ha 0.21.85, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.19.05;  foglio di mappa 12 particella catastale 122, superficie catastale ha 0.21.37, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.17.47;  foglio di mappa 12 particella catastale 123, superficie catastale ha 0.25.59, qualità bosco alto, superficie interessata al taglio ha 0.24.59. aventi superficie totale catastale pari ad ha 9.95.77, superficie boscata ha 9.42.12 e superficie utile posta al taglio di ettari 8.92.38.

L’area in oggetto si trova nella zona sud-ovest del territorio comunale di Spinoso, a sud-est del paese di Sarconi a sud della S.P. 7, sulle pendici meridionali del Monte Raparo, immediatamente nei pressi del confine con il comune di Spinoso segnato dal Torrente Vella.

La morfologia del territorio risulta caratterizzata da acclività media, con pendenze comprese tra l’8% a monte della proprietà ed il 35% nei pressi del torrente Vella ad est delle particelle catastali 100-99-101-117 dove peraltro è stata rilasciata un’area ad evoluzione naturale (D.G.R. 655/2008).

L'area boscata presenta limiti altitudinali compresi tra i 709 e gli 824 m s.l.m., con esposizione prevalente a nord-est.

L’area in esame è caratterizzata da soprassuoli a base di latifoglie decidue governate a ceduo matricinato tipiche della zona fitoclimatica del Castanetum – sottozona fredda – 1° tipo.

Nella stazione forestale in esame la specie prevalente nei popolamenti forestali è il cerro (Quercus cerris L.) a cui si consocia in maniera sporadica il farnetto (Quercus frainetto Ten.). La struttura di tali formazioni si può definire in generale di tipo agamico in virtù della presenza di ceppaie con un numero di polloni mediamente intorno a 4. In tali boschi le utilizzazioni avvengono circa ogni 20 anni per una consuetudine legata alle tradizioni oltre che al tipo di coltura che il bosco ceduo di specie quercine determina.

La densità è tipica dei ceduo di specie quercine; le chiarie sono state cartografate è decurtate per ciascuna particella catastale. Lo stato di vigoria del soprassuolo risulta buono anche in considerazione della fertilità della stazione dovuta a favorevoli condizioni di esposizione, morfologia del territorio e natura del substrato caratterizzato nelle aree meno acclivi anche da un adeguato spessore.

Come tutti i cedui di specie quercine si osservano strato erbaceo e arbustivo molto più evidente alle esposizioni sud, meno a quelle nord; tra le specie erbacee rilevate ricordiamo Doronicum orientale, Helleborus foetidus, Cyclamen hederifolium, Potentilla reptans, composite, ecc..

Tra le specie arbustive si osserva la presenza di Rosa canina, rubus ulmifolius, e Crataegus spp. laddove il ceduo appare maggiormente esposto ad est. Nelle chiarie sono presenti anche specie del genere Brachypodium spp. Alle esposizioni nord il sottobosco di specie arbustive è quasi del tutto assente.

Il bosco oggetto dell’intervento è stato sempre utilizzato con tagli raso con rilascio di matricine. Questi interventi hanno mantenuto una struttura vegetativa vigorosa oltre a garantire una rinnovazione necessaria per sostituire le ceppaie invecchiate che hanno perso la loro capacità pollonifera. Queste sono facilmente riconoscibili in quanto si allargano svuotandosi all’interno. Altre ragioni importanti del governo ceduo da cui l’ottima tradizione di rilasciare le matricine deriva dal fatto che si garantisce la biodiversità attraverso l’impollinazione oltre alla prevenzione dell’erosione del suolo mantenendo sempre un certo grado di copertura. Il lotto in oggetto che si intende utilizzare presenta una conformazione selvicolturale piuttosto omogenea sia in termini di accrescimento diametrico che ipsometrico (ceduo coetaneo), pertanto gli interventi di taglio che si propongono sono riconducibili ad una sola categoria di trattamento, il taglio raso con rilascio di matricine, finalizzato a favorire i soggetti da seme (matricine-allievi) oppure in loro mancanza i migliori polloni sulla ceppaia al fine di garantire la perpetuazione del bosco.

Alla luce di quanto sin qui esposto e secondo quanto previsto dal “Regolamento di attuazione recante le norme per il taglio dei boschi” di cui al D.G.R. n. 1734/99 e successive modifiche ed integrazioni in conformità alle indicazioni derivanti dal regolamento in vigore nel Parco Nazionale dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese (D.P.R del 8 dicembre 2007), la forma di trattamento ritenuta più appropriata per le forme di governo a ceduo matricinato è il taglio raso con rilascio di matricine per una quantità non al di sotto di 100/ha.

Tale intervento assimilabili a un vero e proprio taglio colturale agirà sulla formazione forestale con intensità piuttosto blanda soprattutto laddove sono state rilasciate aree a completa tutela su cui non verranno compiuti tagli tenendo in considerazione la variabilità delle condizioni stazionali e di struttura delle formazioni stesse e il fatto che ci troviamo in un’area ZPS oltre che Parco.

In tutto il lotto l’intervento prevede un asporto pari a 7.195,67 quintali ottenuto sulla scorta della materializzazione di n° 3 aree di saggio scelte in modo da rendere omogeneo il bosco ed i parametri dendrometrici in esso contenuti; è evidente che le piante in piedi da rilasciare seguiranno il criterio dell’uniformità tra le classi diametriche secondo cui 1/3 apparteranno al turno precedente mentre i 2/3 alla stessa età del bosco. La selezione dei soggetti che fungeranno da piante portaseme verrà eseguita tenendo conto della necessità di assicurare il mantenimento dell'inter-distanza tra le piante non oltre i 10 metri secondo quanto contemplato dalla normativa vigente regionale per i boschi cedui matricinati.

Tale scelta risulta in linea con quanto previsto dall'Allegato A della D.G.R. n. 655/2008 secondo cui nel caso in cui sia interessata una superficie boschiva superiore a ha 5 è necessario predisporre un progetto da sottoporre a procedura di valutazione d’incidenza per l’intera superficie; in termini di tipologia d'intervento per quanto concerne i tagli di utilizzazione di fine turno gli indirizzi e prescrizioni per l’esecuzione degli interventi prevedono l’obbligo di mantenere nuclei di bosco non ceduato nei pressi di bacini idrici naturali ed artificiali, nonché in prossimità di impluvi di estensione minima non inferiore a 1.000 m2 all’interno dei quali non effettuare interventi nel rispetto dei seguenti parametri: un nucleo di 1000 m2 per superfici comprese tra 2 e 3,5 ettari; due nuclei da 1000 m2 oppure uno da 2000 m2 per superfici superiori a 3,5 ettari e fino a ha 5. Nel caso in esame essendo la superficie boscata pari ad ha 9.42.12 si dovrà rispettare il limite del 4% della superficie in assenza di taglio, per cui non al di sotto di ha 0.37.68. Per tale ragione mantenendosi ben oltre i limiti imposti dalla normativa si è deciso di rilasciare nuclei non ceduati per una superficie di ha 0.49.74 pari cioè al 5,28% della superficie boscata (ha 9.42.12).

Inoltre preservare, anche in assenza di bacini idrici naturali ed artificiali e/o impluvi, sempre nel rispetto dei parametri sopra riportati, nuclei non ceduati rappresentativi del soprassuolo da utilizzare o includenti specie di pregio naturalistico (sporadiche, latifoglie nobili, fruttifere arboree e arbustive), ovviamente se esistono le condizioni. Garantire la presenza di vegetazione in prossimità di corsi d’acqua e fossi; preservare le specie sporadiche e rare quale misura di conservazione della biodiversità; nel caso le utilizzazioni fossero inferiori a ha 2 è fatto obbligo preservare tratti di bosco al fine di garantire condizioni minime di rifugio per la fauna selvatica. Tutti parametri atti a garantire il mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito tutelato ai sensi della Direttiva 92/43/CEE e in rispondenza ai criteri minimi uniformi per le misure di conservazione di cui al Decreto MATTM del 17./10/2008 e della D.P.G.R. n. 65/2008.

La relazione di taglio che viene sottoposta a Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale, risulta redatta nel pieno rispetto della normativa vigente in materia forestale prevedendo l’utilizzo di una risorsa naturale quale è la biomassa legnosa, ma il tipo di intervento, configurabile come taglio raso con rilascio di matricine è finalizzato al miglioramento della struttura del soprassuolo forestale oltre che a favorire la biodiversità attraverso l’impollinazione, la prevenzione dell’erosione del suolo mantenendo sempre un certo grado di copertura.

Per quanto concerne l’aspetto relativo alla produzione di rifiuti in seguito alla esecuzione delle operazioni di taglio si può affermare che l’unico rifiuto prodotto sarà costituito dai residui di ramaglia, che non risulta produrre alcuna forma di inquinamento, contribuendo anzi ad arricchire la dotazione di sostanza organica dello strato superficiale del terreno. E’, infatti, prevista e prescritta dalla normativa vigente l’asportazione, dalle aree oggetto di utilizzazione, dei residui del taglio e della ramaglia e la loro bruciatura o smaltimento in aree lontane dalla tagliata e il divieto di accumulo delle stesse ai margini o lungo il corso di strade, mulattiere e piste (cfr. D.G.R. n. 1734/99 e succ. mod. ed int. Art. 8, punto 3 - “Allestimento e sgombero delle tagliate” ). Nel contesto degli interventi di utilizzazione del soprassuolo boschivo, è senz’altro da escludere la produzione o il rilascio nell’ambiente, nell’atmosfera e in falda di materiali inquinanti. Inevitabile, invece una qualche azione di disturbo sulla fauna presente nel corso delle operazioni di utilizzazione ed esbosco, causata dalla presenza dell’uomo nelle aree boscate e dal rumore delle attrezzature e delle macchine impiegate per il taglio, il trasporto e l’esbosco del materiale legnoso. Va detto però che l’area è a forte vocazione silvo-pastorale e quindi sono frequenti i tagli nelle aree in questione, tali azioni di disturbo non rappresenterebbero una novità assoluta per i luoghi in questione.

La relazione che in questa sede è sottoposto a valutazione, non utilizzando sostanze o tecnologie di particolare rilievo e menzione, non presenta, pertanto, impatti sostanziali.

3.1 Habitat presenti

Da un punto di vista strettamente ecologico-paesaggistico, la creazione di reti ecologiche rappresenta una proposta concettuale di gestione integrata dello spazio fisico territoriale che, tutelando le interconnessioni tra gli habitat, rende possibile il flusso genetico degli esseri viventi da un’area all’altra; presupposto questo indispensabile ai fini della conservazione della biodiversità e della sostenibilità degli ecosistemi.

Risulta chiaro il ruolo chiave svolto dai diversi habitat in un contesto territoriale come quello dell’area analizzata, caratterizzato dalla forte presenza di territori naturali alternati con aree antropizzate. Soltanto attraverso la conservazione ed il mantenimento delle interazioni tra i diversi complessi ambientali aventi caratteri di naturalità, sarà possibile conservare la diversità del territorio e garantire la sopravvivenza ed il ricambio genetico delle specie presenti.

La relazione in questione riguarda un bosco ubicato in un sistema forestale caratterizzato da foreste di latifoglie miste e da aree pascolive di pregio (sia per caratteristiche di composizione specifica che per qualità pabulare).

Di seguito si riportano alcune tabelle relative agli habitat presenti all’interno del sito ZPS della rete Natura 2000 denominato “Appennino Lucano, Valla Agri, Monte Sirino, Monte Raparo”, individuato dal codice Natura 2000 IT9210271, la % di copertura relativa rispetto all’intera area ZPS, la rappresentatività, ovvero la sua tipicità, distinta in quattro classi di valore decrescente (da A a D).

E’ riportato poi il grado di conservazione di tale habitat, inteso come sommatoria di tre criteri (grado di conservazione della struttura - grado di conservazione delle funzioni – possibilità di ripristino). Nell’ultima colonna è riportata la Valutazione globale, ottenuta dall’analisi e dall’integrazione dei criteri precedenti. La Valutazione Globale ha la finalità di attribuire un valore al sito secondo un sistema di classificazione distinto in tre classi decrescenti, individuate dalle lettere A,B,C. Per maggiori dettagli si veda il formulario Standard per la raccolta dei dati sui siti Natura 2000 (Ministero dell’Ambiente).

Tabella 1 - Habitat naturali presenti SIC IT 9210271

% di Superficie Grado di Valutazione Codice Descrizione Rappresentatività copertura relativa Conservazione globale 9210 Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex 10 A A A A 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 10 A A A A Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte 6210 10 A A A A da cespugli su substrato calcareo (Festuco -Brometalia) 6310 Dehesas con Quercus spp sempre verde 5 B B C B Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio- 9180 2 A B B B Acerion 8130 Ghiaioni del mediterraneo occidentale e termofili 2 A A A A 9280 Boschi di Quercus frainetto 2 A B B B Formazioni a Juniperus communis su lande o prati 5130 2 B B B B calcicoli 92AO Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba 2 B B C B Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix 3240 2 B B B B elaeagnos 4090 Lande oro-mediterranee endemiche di ginestre spinose 2 A B A A 9260 Boschi di Castanea sativa 2 C B C C 8240 Pavimenti calcarei 2 C B B B Laghi eutrofici naturali con vegetazione del tipo 3150 2 B B B B Magnopotamion o Hydrocharition in grassetto gli habitat prioritari secondo la Direttiva Habitat

4. Analisi faunistica

Il sito in oggetto riveste un certo valore dal punto di vista naturalistico poiché su di un’area estesa circa di ha 36.547,00 ha occupata dell'intero ZPS IT9210271 si riscontrano differenti di tipologie vegetazionali che offrono cibo e riparo ad una grande varietà di specie animali. Nelle tabelle che seguono sono riportate le specie di mammiferi, rettili, anfibi e uccelli contenute nella descrizione dell’area ZPS in esame.

4.1 Mammiferi, rettili e anfibi e uccelli

Nelle tabelle che seguono si riportano le specie di mammiferi, uccelli, rettili ed anfibi espressamente elencate nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE. Per ogni specie si riportano anche le seguenti informazioni:

 nome scientifico della specie; nome comune della specie;

 il periodo di permanenza nell’ambito del sito in esame;

 principali aspetti biologici;

 valutazione, effettuata dallo scrivente mediante visite in loco, del grado di interferenza della relazione in questione sulle diverse specie, tale grado è stato suddiviso in tre classi:

A: interferenza Assente;

M: interferenza Modesta;

E: interferenza Elevata.

 periodo di presenza/permanenza della specie nel sito in esame.

MAMMIFERI

Grado di Specie Specie interferenza Periodo Nome Nome Aspetti biologici Fase di Periodi Permanenza scientifico comune esecuzione lavori L’areale della lontra è limitato ad una piccola porzione dell’Italia meridionale che Da gen. a Lutra Lontra comprende gran parte della Basilicata. La lontra è una specie semiacquatica ittiofaga dic. S A lutra comune quindi legata al sistema delle acque superficiali, la copertura riparia e retro riparia è (fenologia importante poiché in essa trova rifugio e si riproduce. unica) Il Lupo è un animale fondamentalmente notturno, forse anche per evitare l’uomo. Gli Da gen. a Canis ambienti di vita ottimali sono rappresentati soprattutto da superfici boscose alternate a dic. Lupo S A Lupus radure, pascoli e macchie, anche se sempre con maggiore frequenza viene segnalato in (fenologia ambienti anche molto degradati. unica) ANFIBI E RETTILI

Grado di Specie Specie interferenza Periodo Nome Nome Aspetti biologici Fase di Periodi Permanenza scientifico comune esecuzione lavori Specie presente generalmente non oltre i 400-600 m, in laghi di piccola Da marzo a Triturus Tritone crestato estensione, stagni, pozze, canali e risorgive, preferibilmente con ricca settembre S A carnifex italiano vegetazione acquatica. A terra vive in campi, prati e boschi, mai troppo (fenologia lontani dal sito di riproduzione. unica) La salamandrina dagli occhiali vive solo in Italia e in particolare sul versante appenninico rivolto verso il Tirreno, dalla Liguria alla Calabria. Da ottobre Salamandrina Salamandrina La distruzione degli habitat e la raccolta indiscriminata degli esemplari a giugno S A Terdigitata dagli occhiali sono le più gravi minacce per la specie. Vive in valli boscose fresche e (fenologia ombrose e in particolare i loro recessi più umidi. Il range ottimale di quota unica) è compreso tra 200 e 600 m s.l.m. UCCELLI MIGRATORI ABITUALI NON ELENCATI NELL’ALLEGATO I DELLA DIRETTIVA 79/409/CEE

Grado di Specie interferenza Specie Periodo Nome Aspetti biologici Fase di Periodi Nome comune Permanenza scientifico esecuzione lavori L’areale di nidificazione di questo accipitride è discontinuo; si possono da apr. a lug individuare tre aree principali: l’Italia meridionale (Molise, Basilicata, (fenologia Puglia e Calabria). Gli ambienti che questa specie sceglie per riprodursi, nidificante) abbracciano un’ampia varietà di categorie, dai boschi, alle aree con Milvus Nibbio bruno S/M vegetazione erbacea naturale e non, alle rive boscate delle superfici A migrans da mar/apr a d’acqua. Anche il range altitudinale è piuttosto ampio, può nidificare infatti set/ott. da 0 a 1200 m, anche se quello ottimale è molto più ristretto 150-600 m. Il (fenologia nibbio bruno nidifica di solito presso i laghi o i fiumi in zone con boschi o migratrice) alberi sparsi. da mar a lug. (fenologia nidificante) La specie nidifica nella parte centro meridionale della penisola, in Sicilia e

nel nord-ovest della Sardegna. La popolazione nidificante è stimata in 130- da ago a feb 150 coppie. Il nucleo più settentrionale ed isolato rispetto al resto Milvus (fenologia Nibbio reale S/M dell’areale peninsulare è quello dei Monti della Tolfa nell'alto Lazio. A milvus stanziale) Questa specie frequenta le zone pianeggianti e collinari dove si alternano

zone prative e zone alberate, e può nidificare sia sugli alti alberi che sulle da feb/mag ad pareti rocciose, specialmente in Sicilia. ago/ott (fenologia migratrice) L'Aquila reale è un uccello rapace di grandi dimensioni. Il suo habitat è da feb a ago rappresentato da zone di montagna, con presenza di pareti adatte alla (fenologia nidificazione ricche di nicchie ed anfratti al di sotto di ampie praterie, dove nidificante) Aquila Aquila reale S si svolge l'attività di caccia. La maggiore idoneità alla fenologia nidificante A chrysaetos si individua nella classe d’uso del suolo “Rocce nude” della Corine Land da set a gen Cover. Per la fenologia sedentaria oltre alle rocce nude, l’aquila reale (fenologia preferisce le “aree a vegetazione sparsa”. stanziale) Falco Per questa specie l’Italia rappresenta il margine nord dell’areale di da feb a ago Lanario S A biarmicus riproduzione. La popolazione nidificante è, infatti, distribuita nelle regioni (fenologia Grado di Specie interferenza Specie Periodo Nome Aspetti biologici Fase di Periodi Nome comune Permanenza scientifico esecuzione lavori centro-meridionali e in Sicilia, dove è presente il nucleo riproduttivo di nidificante) maggiori dimensioni. L’habitat preferenziale è costituito da aree con caratteristiche spiccatamente mediterranee, in collina o nella fascia da set a gen pedemontana, dove siano presenti vaste zone aperte, adibite a pascolo, (fenologia coltura di cerali o incolte. La presenza di pareti rocciose di diverso tipo migratrice) (calcaree, tufacee o di arenaria), dove costruire il nido, è di fondamentale importanza.

L’altitudine ottimale per la fenologia nidificante varia tra i 50 e i 700 m. s.l.m. da mar a giu (fenologia nidificante) Nidifica in modo piuttosto continuo in tutta Italia, dalle Alpi alle isole

minori. Frequenta ambienti generalmente poco disturbati, è inoltre legato da ago a feb alla presenza di pareti rocciose, che devono dominare il paesaggio Falco Falco (fenologia S/M circostante. Per questo motivo si trova tanto negli ambienti rocciosi costieri A peregrinus pellegrino stanziale) che in quelli montuosi dell’interno, come i canyon dei corsi d’acqua. Sia

per la fenologia nidificante che per quella sedentaria l’ambiente ideale è da gen/ mar e quello delle rocce nude. da set/ nov (fenologia migratrice) da giu a ago Il falco di palude è presente in Europa e nell'Asia settentrionale. Si trova (fenologia nelle paludi e nei canneti, dove trascorre la maggior parte del tempo nidificante) Circus volando. Le popolazioni settentrionali e la maggior parte di quelle Falco di palude S A aeruginosus meridionali sono migratrici. da apr a giu e da ago ad ott In Italia è migratore regolare e svernante, localmente sedentario. (fenologia migratrice) Dendrocops Picchio rosso Nidifica in Italia con una popolazione stimata in 400-600 coppie, distribuite da apr a lug S M medius mezzano in limitate aree di Abruzzo, Campania, Calabria e soprattutto Basilicata e (fenologia Grado di Specie interferenza Specie Periodo Nome Aspetti biologici Fase di Periodi Nome comune Permanenza scientifico esecuzione lavori Puglia garganica. in generale le cerrete della Basilicata, si pongono come nidificante) area strategica per la conservazione di questa specie in Italia. da feb/mar e ago/set (fenologia migratrice) Vive in tutta l'Europa mediterranea. (In Italia è presente in Sicilia e qualche esemplare Segnalato in Calabria, Basilicata e Puglia. I capovaccai vivono in comunità, anche se in piccoli gruppi. Sono spesso gli ultimi che riescono a godere della carne delle carogne. Covano sulle rupi e sugli scogli da apr a giu sulle alture più disparate, in anfratti o caverne o sotto protuberanze di (fenologia roccia per proteggersi dagli agenti atmosferici. I nidi sono di dimensioni nidificante) Neophron spropositate per la dimensione dell'uccello e hanno un aspetto disordinato. Capovaccaio S A perenopterus Gli ambienti elettivi del Capovaccaio sembrano essere le zone aperte di da set/ott e da pascolo brado, macchia mediterranea o gariga, con scarsa copertura feb a marzo arborea; può abitare ambienti degradati e aridi ma tipicamente preferisce (fenologia tenersi lontano dal disturbo antropico e in vicinanza di un corso d’acqua. migratrice) Importantissima per la costruzione del nido è la presenza di pareti rocciose tranquille e dominanti.

È distribuita in tutto il continente, ad eccezione della Gran Bretagna. In Italia la popolazione viene valutata in 1.300-3.700 coppie , Nell’Appennino da maggio a Dryocopus Picchio la presenza è scarsa, limitata a 100-150 coppie, localizzate in stazioni luglio S M martius neromaggiore isolate della Campania, Basilicata, Calabria, Abruzzo, Molise. È sedentario (fenologia e nidificante nelle foreste mature ricche di alberi morti rimasti eretti; nidificante) nidifica in cavità scavate negli alberi Abitudini prevalentemente notturne e crepuscolari, in genere solitarie. Vive da febbraio a in aree boscose, rocciose e accidentate. Il Gufo reale è indagato quale maggio Bubo bubo Gufo reale S bioindicatore degli ambienti antropizzati, La preda principale è il Ratto A (fenologia delle chiaviche (Rattus norvegicus). sedentario, nidificante, migratore nidificante) irregolare. UCCELLI MIGRATORI NON ABITUALI NON ELENCATI NELL’ALLEGATO I DELLA DIRETTIVA 79/409/CEE

Grado di Specie Specie interferenza Periodo Nome Nome Aspetti biologici Fase di Periodi Permanenza scientifico comune esecuzione lavori Specie tipica di ambienti aperti di montagna, lo spioncello predilige i pascoli e da maggio a le praterie d’alta quota. Necessita di rocce, arbusti o alberi bassi, quali posatoi. Anthus luglio Spioncello S La maggior parte dei territori è sui versanti a media pendenza, dove è più A spinoletta (fenologia facile trovare luoghi riparati, come le cavità sotto le rocce, per la nidificante) nidificazione. da mag a lug Il suo areale riproduttivo è vastissimo, copre infatti tutto il nord Europa, l’Asia (fenologia e parte dell’India. Frequenta aree aperte quali prati, praterie, brughiere e nidificante) cespuglieti, in cui sia però presente una certa copertura arborea. È il più

Anthus arboricolo tra i motacillidi europei, ma in ogni caso nidifica e si alimenta a Prispolone M M da aprile a trivialis terra, spesso in luoghi riparati dalla vegetazione. Gli alberi alti sono invece maggio e da utilizzati come posatoi per iniziare il volo canoro che, dopo una discesa agosto a ottobre effettuata “a paracadute” con ali e coda completamente spiegate, termina sullo (fenologia stesso o su un altro albero. migratrice) Il rigogolo frequenta habitat forestali anche aperti o con radure, con preferenza da maggio a per boschi misti mesofili, meglio se adiacenti ai corsi d’acqua. luglio

(fenologia Durante il periodo riproduttivo frequenta boschi ripariali, pioppeti maturi e nidificante) Oriolus boschi a latifoglie del settore collinare. L’altezza degli alberi è fondamentale, Rigogolo S A oriolus poiché i nidi vengono costruiti sulle fronde ad altezze superiori a 15-20 m. La da apr a mag. e quota preferita da questa specie non supera generalmente i 400 m, con da ago a ottobre nidificazioni occasionali fino a 600 m. Migratore transahariano visita l’Europa (fenologia nel periodo estivo. Nella nostra Regione è abbastanza comune con migratrice) distribuzione continua e uniforme nella fascia planiziale. L’upupa è specie tipica delle zone aperte, pianeggianti e collinari, con alberi e da maggio a case sparse. luglio (fenologia Upupa epops Upupa M A Frequenta frutteti maturi e margini dei boschi di latifoglie o misti. Sale fino a nidificante) 1300 m e ha bisogno di terreni soffici e nudi dove possa affondare il lungo becco arcuato in cerca delle larve e pupe di insetti che si sviluppano sotto terra da aprile a Grado di Specie Specie interferenza Periodo Nome Nome Aspetti biologici Fase di Periodi Permanenza scientifico comune esecuzione lavori e di cui si nutre in prevalenza. Inoltre, ha anche bisogno di alberi cavi oppure maggio e da di buchi in muri o banchi di terra o sabbia per nidificare. Evita le zone agosto a ottobre paludose ed anche quelle con precipitazioni molto elevate. L’upupa è un (fenologia migratore trans-sahariano e sverna a sud del Sahara eccezion fatta per una migratrice) piccola parte della popolazione che si ferma in Africa settentrionale o nelle zone più calde del bacino del Mediterraneo. Piccolo uccello canoro nidifica in gran parte d'Europa e sverna nelle savane Phoenicurus africane; in Italia è quindi presente solo durante la primavera e l'estate. Si da maggio a Codirosso M A phoenicurus tratta di una specie piuttosto comune, soprattutto dal fondovalle fino a 1000- luglio 1500 metri di altitudine. da maggio a luglio Il maschio ha testa e gola grigio cenere, striature nere sulla sommità del capo e (fenologia attraverso gli occhi. Il ventre è rosso-castano, il dorso è castano. La femmina è nidificante) Zigolo più chiara e senza striature. In Italia è nidificante sedentario parziale, Emberiza cia S M muciatto migratore regolare e svernante. Predilige le aree semi-aride con vegetazione da aprile a sparsa alle basse e medie altitudini e i versanti esposti a Sud, spesso ripidi con maggio e da sporgenze rocciose e pochi cespugli o alberi sparsi . agosto a ottobre (fenologia migratrice) Italia è diffusa nelle regioni meridionali, mentre nelle aree costiere del centro- nord, nella pianura Padana, nelle province di Trieste, Verona e Brescia. I Oenanthe boschi dove si trova sono quelli di Robinia, novellame di Pioppo nero , densi da aprile a Monachella S M hispanica agglomerati di rovi. e Prugnolo, macchie cespugliose termo xerofile di giugno Carpino nero, Scòtano, Terebinto e Ciliegio canino, oltre a piante sparse di Ailanto, e Salicone. E' un uccello prevalentemente migratore, che ogni anno, per svernare, dall'Europa raggiunge l'Africa a sud del Sahara. In Italia è estivo e di doppio Merops passo, frequente soprattutto al sud e nelle isole. Frequenta volentieri la da maggio a Gruccione M A apiaster brughiera. Nidifica dentro gallerie scavate nelle rive argillose o sabbiose di giugno qualche corso d'acqua utilizzando esclusivamente il becco . Da metà maggio all'inizio di giugno la femmina depone le uova. Grado di Specie Specie interferenza Periodo Nome Nome Aspetti biologici Fase di Periodi Permanenza scientifico comune esecuzione lavori Frequenta gli spazi aperti, sia aree incolte sia campi coltivati. Ma abita anche le radure, i prati, i pascoli e gli ambienti aridi come le garighe. La sua alimentazione è ricca di semi: predilige quelli delle graminacee, ma non Galerida disdegna anche quelli di altre piante. Giunta la primavera, diventa vorace da aprile a Cappellaccia S/M A cristata anche di insetti e larve. Esistono trentasette differenti sottospecie, presenti in giugno Italia centromeridionale. A queste popolazioni sedentarie, durante l’inverno possono aggregarsi contingenti in arrivo dall’Europa settentrionale. La presenza delle specie faunistiche sopra menzionate è dovuta alla sostanziale integrità delle cenosi vegetali dell’area ed alla presenza di aree agricole e pastorali, con seminativi, che costituiscono un ambiente trofico ideale per molte di esse.

Alle descrizioni appena effettuate vi è da aggiungere la valutazione riguardante la presenza o meno delle specie elencate, all’interno dell’area ZPS. L’indice di presenza si ottiene dalla combinazione di più parametri tra i quali: il grado di naturalità del territorio e l’ecologia della specie. In un contesto territoriale come quello oggetto di analisi, il grado di presenza di tali specie diminuisce considerevolmente man mano che ci si avvicina alle aree urbanizzate o ai principali assi viari. A questa valutazione fanno eccezione le specie meno sensibili alla presenza antropica.

5. Analisi floristico-vegetazionale

L'intervento di taglio previsto nel lotto boschivo oggetto della relazione allegata, come già detto in precedenza, interesserà esclusivamente specie a portamento arboreo governate a ceduo, appartenenti principalmente alla specie Quercus cerris L. (cerro) con prevalente farnetto (Quercus frainetto Ten.) ed altre poche latifoglie decidue tipiche dei cedui (orniello, carpinella), avendo cura di preservare le migliori matricine possibilmente da seme e/o in loro mancanza i migliori polloni di specie quercine maggiormente vigorosi che potranno in sostituzione alle precedenti assolvere a tale funzione; tutte le altre specie appartenenti all’elenco di cui alla D.P.G.R. n° 55/2005 dovranno essere rilasciate al fine di conservare la biodiversità nella composizione. Inoltre gli interventi di taglio dovranno risparmiare nuclei di bosco non ceduato prossimi a bacini idrici o in loro assenza nuclei non ceduati rappresentativi del soprassuolo da utilizzare o includenti specie di pregio naturalistico (sporadiche, latifoglie nobili, fruttifere arboree e arbustive), ovviamente se esistono le condizioni. Nel caso della presente relazione saranno preservati al taglio nuclei non ceduati per una percentuale sulla superficie boscata (ha 9.42.12) del 5,28% corrispondente ad ha 0.49.74 posti prevalentemente nella proprietà nei pressi del torrente Vella (parte delle particelle catastali 94 (ha 0.05.00)-97 (ha 0.01.27)-99 (ha 0.18.76)-100 (ha 0.02.87)-101 (ha 0.06.82)-117 (ha 0.03.75)-109 (ha 0.09.57)-110 (ha 0.01.03)-116 (ha 0.00.67) con una piccola area residuale a monte del bosco nei pressi di un’area composta da ceppaie più giovani vicino a chiarie.

6. Valutazione di incidenza

Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile il mantenimento delle risorse naturali rappresenta un importante strumento per perseguire la tutela ambientale all’interno delle aree protette. Tali territori, quasi sempre lontani dai processi depauperanti dello sviluppo industriale, sono chiamati a preservare un ingente capitale floristico e faunistico. Per ciò che concerne le interferenze sulla componente biotica, esaminando le tabelle relative alla descrizione delle specie e alla distribuzione degli areali (Boitani L. et al., 2002, Ministero dell’Ambiente, Direzione per la Conservazione della Natura) si è notato che nessuna delle specie precedentemente elencate risulta subire interferenze seppure temporaneamente, sulle proprie abitudini comportamentali e alimentari.

Non si è riscontrata, infatti, alcuna possibilità di interferenza tra le specie di anfibi e rettili presenti nel ZPS con le attività di utilizzazione boschiva.

Per quanto concerne le interferenze sulla avifauna presente nelle particelle soggette a taglio, occorre precisare che l’esecuzione delle operazioni di contrassegnatura delle matricine terrà in debito conto le esigenze legate alla nidificazione della maggior parte delle specie di uccelli, limitando il prelievo di soggetti da seme e/o polloni su ceppaie interessate da tronchi cavi e/o morti in piedi. Si opterà, inoltre di rilasciare in situ eventuale presenza di tronchi di alberi schiantati per cause naturali come necromassa utile tale da arricchire il suolo.

Considerando che le operazioni di utilizzazione del lotto boschivo, anche in virtù della ridotta superficie, avverranno piuttosto rapidamente per quel che riguarda la stagione silvana del ceduo (1° Ottobre – 15 Marzo), si ritiene che l’inevitabile azione di disturbo sull’avifauna sia da considerarsi temporanea e pertanto non particolarmente impattante sullo status attuale degli habitat presenti. A ciò si aggiunge il fatto che le specie dell'avifauna elencate risultano definibili come specie non a rischio dal punto di vista della loro permanenza nell'area e del mantenimento delle loro abitudini.

Per quanto riguarda le interferenze sulla componente abiotica, si può con certezza affermare che si debbano ritenere del tutto inesistenti, non essendo previsti movimenti di terra per l’apertura di nuove piste, né versamenti di sostanze nocive o altri fattori che possano interferire con la componente abiotica.

Pertanto, sia la componente suolo, sia la componente delle acque superficiali e sotterranee non sarà sottoposta ad alcuna azione perturbatrice.

Non vi sono, infine, interruzioni di connessioni ecologiche, di spazi naturali, poiché gli interventi non contemplano in alcun modo modificazioni del paesaggio. Durante le fasi di utilizzazione e di esbosco nell’ambito della cantierizzazione della relazione di taglio si registrerà inevitabilmente un aumento della presenza antropica e del traffico veicolare, ma tale attività è da ritenersi irrilevante ai fini del mantenimento della qualità e delle caratteristiche del sito e degli habitat in esso presenti.

Per ridurre al minimo gli impatti si è previsto di effettuare le operazioni di concentramento ed esbosco del legname sfruttando al massimo la viabilità esistente. Si è previsto che le fasi di concentramento non avvengano con lo strascico bensì con il caricamento su cesta dal letto di caduta all’imposto del legname che come già detto avverrà nelle aree vuote verosimilmente nelle aree fuori intervento selvicolturale nei pressi della strada; per tale ragione si eviterà l’eccessiva asportazione della lettiera e l’eccessivo compattamento degli strati superiori di humus; seguirà la fase di carico con pinze idrauliche sistemate in opportuni punti (aree indicate in cartografie come aree fuori intervento) nei pressi della viabilità principale ben evidente dall’Inquadramento generale allegato alla relazione di taglio. Non sono previsti movimenti di terra.

Si avrà cura inoltre di osservare il fermo dei lavori di utilizzazione nel periodo coincidente con l’epoca di riproduzione dell’avifauna. 6.1 Descrizione e dati relativi alla relazione di taglio

L’intervento di taglio boschivo si estende su una superficie utile di 8.92.38 Superficie di intervento ettari. Indicazioni derivanti dagli strumenti di pianificazione Nessuno (Paf ecc.>) Alterazioni sulle componenti L’intervento di taglio boschivo comporterà limitatamente al periodo (giorni) ambientali derivanti dal di effettiva esecuzione dei lavori, le seguenti alterazioni: progetto - disturbo antropico; Per la tipologia di intervento l’utilizzo delle risorse è elevato trattandosi di Utilizzo delle risorse un bosco ceduo sottoposto a taglio colturale e si stima il prelievo in ragione di 80,63 m3/ha per un totale di 719,60 m3 della massa legnosa. Produzione di emissioni e Emissione di gas di scarico derivanti dalle macchine operatrici (trattori per rifiuti lo smacchio, motoseghe). L’intervento comporta l’occupazione temporanea di alcuni spazi in Occupazione di spazi liberi prossimità delle radure esistenti per il deposito del materiale di risulta derivante dal taglio, per essere, nei periodi previsti trinciato/cippato Durata dell’attuazione Per l’estensione e la tipologia di intervento, non può essere inferiore ai 120- dell’intervento 150 giorni lavorativi. Effetti combinati con altri derivati da diversi piani o Non vi sono altri progetti e non interferisce con altri piani di zona progetti

SIGNIFICATIVITA’ DEGLI IMPATTI

Tipo di Indicatore Impatto Disturbo Fase di cantierizzazione- in questa fase, per ridurre l’effetto dei rumori delle macchine antropico operatrici (motoseghe e trattori utilizzati per l’esbosco del materiale), si dovranno utilizzare macchine ed attrezzature omologate a normativa CE. Inoltre, si prescrive di sospendere ogni Disturbo attività nel periodo di riproduzione delle specie presenti, più precisamente da marzo a fine alla fauna giugno.

6.2 Incidenza della relazione

Titolo del progetto Relazione di taglio boschivo – Bosco ceduo a prevalenza di cerro ZPS: IT9210271 Tipo F

Nome sito: Appennino Lucano, Valle Agri, Monte Sirino, Monte Raparo

Comune: Sarconi (Pz) Codice, denominazione, localizzazione e Provincia: Potenza caratteristiche del sito

Natura 2000 Estensione dell’area: 36.547 ha

Altitudine max/min 2005/245 m s.l.m.

Regione Bio-Geografica: Mediterranea Descrizione del progetto Trattasi di un intervento di taglio boschivo da realizzarsi in un bosco ceduo a Titolo del progetto Relazione di taglio boschivo – Bosco ceduo a prevalenza di cerro prevalenza di cerro, caratterizzato dalla presenza di un sottobosco erbaceo ed arbustivo tipico dei cedui e specificatamente rosa canina e biancospino e rovi soprattutto alle esposizioni est viceversa alle esposizioni nord traspare una scarsa presenza di vegetazione infestante.

Si prevede, il rilascio di 100 matricine all’ettaro di cui 1/3 del doppio dell’età del ceduo e 2/3 della stessa età del bosco, avendo accortezza di rilasciare nell’eventualità ci fossero alcuni individui secchi o danneggiati, di maggiori dimensioni, ancora in grado di svolgere una funzione ecologica importante (es. rifugio per la fauna).

Per quanto riguarda l’intervento di ripristino delle piste da utilizzare in fase di esbosco, ove necessario si prevede la regolarizzazione del piano viabile, riducendo al minimo i movimenti di terra (pareggiamento). Il taglio delle piante avverrà con motosega a catena. Si prevede di riservare al taglio alcuni nuclei boscati posti in due aree e nello specifico una lungo il torrente Vella nel limite inferiore delle particelle catastali 94-97-99-100-101- 117 in zone ad elevata pendenza e l’altra a monte della proprietà e specificatamente in parte delle particelle catastali 116-110-109 nei pressi di chiarie.

Si avrà obbligo di rilasciare a dote del bosco le migliori piante da seme che fungeranno da matricine (piante portaseme) e/o in sostituzione i migliori polloni in ceppaie così come previsto dalla normativa regionale di riferimento.

Gli interventi di cui sopra si realizzeranno nel seguente modo: Modalità di esecuzione a) Abbattimento dell’intervento -L’abbattimento sarà eseguito tramite la recisione delle piante; -Il taglio sarà eseguito il più vicino possibile al suolo; b) Allestimento -l’allestimento (taglio e sramatura del materiale tagliato) sarà effettuato sul letto di caduta; -i residui di lavorazione (ramaglia) dovranno essere accumulati nelle aree vuote e/o triturati in loco; -gli stessi residui dovranno poi essere distribuiti in tutta la superficie del lotto e non potranno essere accumulati lungo piste per una distanza di 20 metri. c) Concentramento ed esbosco -trasporto del materiale di risulta rinveniente dal taglio delle piante dal letto di caduta direttamente al piazzale di carico posto nella proprietà in prossimità di chiarie. Progetto direttamente connesso o necessario alla Non applicabile gestione del sito (se applicabile) Descrizione di altri progetti che possono dare effetti Non risultano altri piani e/o progetti in atto nella zona di intervento combinati.

6.3 Valutazione della significatività degli effetti

Componenti Effetti dell’intervento abiotiche Atmosfera L’intervento non modifica l’attuale composizione gassosa e non modifica la qualità dell’aria Suolo e sottosuolo - Taglio: l’intervento può comportare temporaneamente e limitatamente ai punti di passaggio dei mezzi di trasporto, una lieve compattazione e movimento del terreno. In particolare il transito dei trattori gommati avrà un effetto positivo lungo la viabilità di servizio all’occorrenza cartografata. Non vi sarà alcuna modifica del sottosuolo.

- Ripristino di piste: l’intervento comporta ove necessario, temporaneamente un ridotto (lieve) movimento di terreno. Uso del suolo L’intervento non modifica la componente agronomica (componente agronomica) Acque superficiali L’intervento non modifica l’attuale regimazione delle acque. e sotterranee Componenti biotiche Flora L’intervento, come in precedenza esposto, interessa il taglio di un bosco ceduo a prevalenza di cerro che difatti riguarda l’utilizzazione di un bosco a fine ciclo; la vegetazione arbustiva verrà interessata dalle utilizzazione tranne le specie importanti di flora quale l’orchide minore, l’orchide sambucina, il barbone, il laserpizio del meridione, la carlina zolfina e la draba gialla così come la componente erbacea le piante di specie sporadiche. Fauna Come detto in relazione, si prevede un disturbo temporaneo e circoscritto alla fauna, per effetto dei rumori derivanti delle macchine operatrici (motoseghe e trattori utilizzati per eseguire l’intervento). Connessione L’intervento non comporta frammentazione ambientale tale da impedire lo spostamento ecologica della fauna nell’ambito di uno stesso habitat. Ecosistema L’area interessata dall’intervento, dell’estensione di circa 8.92.38 ettari fa parte di un naturale complesso molto più ampio individuato dalla rete ecologica Natura 2000 sia come ZPS (superficie di circa 36547,0 ettari). Il tipo di intervento da eseguire, come già illustrato in precedenza, non comporta frammentazione tra gli ambienti naturali (ampliamento della foresta e/o viceversa della superficie a pascolo), lasciandoli intatti. Paesaggio L’intervento, per la sua tipologia comporta una modifica “visiva” al paesaggio tipica dei boschi cedui dopo l’utilizzazione per effetto del rilascio di 100 matricine/ha. Il paesaggio nelle immediate vicinanze è occupato da altri cedui di cui in utilizzazione superfici ben più grandi in termini di superficie.

6.4 Stima qualitativa e quantitativa degli impatti: la valutazione

Negli ultimi anni la valutazione degli impatti potenziali e reali, diretti e indiretti, primari e secondari ha avuto una forte evoluzione. La comunità scientifica, ha prodotto, in merito numerosi studi fornendo strumenti utili per le valutazioni ambientali. Uno strumento molto utile che deriva da questi studi e facilmente applicabile è dato dalle matrici, in grada di dare una definizione quantitativa e qualitativa degli impatti in relazione a tutte le componenti valutabili.

Le matrici vengono utilizzate per rappresentare la relazione di causa-effetto tra una determinata azione ed un determinato impatto ambientale e sono riportate nella tabella che segue 6.5 Griglia di attribuzione dei livelli di impatto ed interventi di mitigazione

AZIONI RILEVANTI DI PROGETTO

impatto

NATURA DELL’IMPIANTO MISURE DI MITIGAZIONE

COMPONENTI E

FATTORI AMBIENTALI Valore attribuito all’ AGRONOMICA 0 Assenza di impatto Nessuno Impatto moderato, in quanto l’intervento interessa il bosco ceduo Saranno rilasciati nuclei non ceduati di consistente nel taglio raso con bosco al fine di mantenere la biodiversità rilascio di 100 matricine ad ettaro, VEGETAZIONE 1 sia lungo bacini idrici che non per una non modificando la struttura del percentuale pari al 5,28% della superficie popolamento e preservando le boscata reale (ha 9.42.12). specie di flora e fauna ritenute importanti. Gli interventi saranno eseguiti al di fuori Disturbo temporaneo causato dal del periodo di riproduzione della fauna rumore emesso dalle macchine presente (esclusione del periodo da metà FAUNA 1 operatrici (trattori, motoseghe). marzo a giugno). Saranno, altresì, Trattasi di impatto lieve e limitato impiegate macchine a minor impatto nel tempo e nello spazio. omologate secondo la normativa CE.

7. Conclusioni

L’esame della relazione di taglio boschivo, relativo all’area boscata sita in agro di Sarconi alla loc. Ciambriello, identificato catastalmente al foglio n. 12 particelle 94-96-97-98-99-100-101- 103-105-106-107-108-109-110-111-112-113-115-116-117-119-120-121-122-123 in toto ed in parte così come indicato nella relazione di taglio (riferimenti catastali), superficie boscata da utilizzare pari a ha 8.92.38 non ha rilevato incidenze significative sulle componenti ambientali, animali e vegetazionali del sito. Concludendo, si ritiene che, le azioni previste non interferiscano negativamente sull’ ecosistema presente, sulla fauna, sui valori di naturalità e di biodiversità della zona interessata.

DICHARAZIONE DEL PROFESSIONISTA

Il sottoscritto Dott. Forestale Satriano Antonio iscritto all'Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Potenza al n. 492, in virtù dell’incarico ricevuto dalla Signora De Stefano Domenica, dichiara che la Valutazione di incidenza sugli impatti potenziali primari e secondari connessi alla natura della relazione sulle specie animali e vegetali sensibili del sito Natura 2000 – zona ZPS cod. IT9210271, dà risultati di non significatività.

Dott. For. Antonio SATRIANO

8. ALLEGATI

1. Inquadramento catastale – Viabilità di servizio in scala 1:3.000 dell’area di intervento;

2. Inquadramento generale – Viabilità di servizio in scala 1:3.000 dell’area di intervento;

3. Inquadramento rispetto alla ZPS IT9210271 in scala 1: 25.000 con Inquadramento della Zona oggetto dell’intervento;

4. Formulario standard;

5. Relazione di taglio e relativi ulteriori allegati cartografici; Inquadramento catastale viabilità di servizio ed imposti - Loc. Ciambriello - Comune di Sarconi (Pz)

Legenda Area di intervento Area fuori intervento 94 Imposti Viabilità

96 Piste forestali Strada carrozzabile 97 106 Stralcio Catasto Sarconi 107 Limiti amministrativi 108 98 99 SCALA 1:3.000 . 113 105

111 103 112 109 100

Dott. For. Antonio Satriano SPINOSO Via V. Verrastro 110SARCONI 101 85100 Potenza 116

115 117

119

Montemurro 120

121

122 Spinoso

Sarconi 123

San Chirico Raparo

Moliterno

Castelsaraceno Inquadramento generale viabilità di servizio ed imposti - Loc. Ciambriello - Comune di Sarconi (Pz) Legenda Area di intervento Area fuori intervento (! Aree di Saggio 94 Imposti Viabilità

96 Piste forestali Strada carrozzabile 97 106 AdS 1 Ritaglio catastale 107 (! Limiti amministrativi 108 98 99 SCALA 1:3.000 . 113 105

111 103 112 109 100 AdS 3 (! Dott. For. Antonio Satriano SPINOSO Via V. Verrastro 110SARCONI 101 AdS 2 85100 Potenza 116 (!

115 117

119

Montemurro 120 Grumento Nova

121

122 Spinoso

Sarconi 123

San Chirico Raparo

Moliterno

Castelsaraceno Inquadramento rispetto alla ZPS IT9210271 - Loc. Ciambriello - Comune di Sarconi (Pz)

Legenda Area boscata fuori dalle utilizzazioni Area di intervento Area fuori intervento ZPS IT9210271 Limiti amministrativi

SCALA 1:25.000 .

SPINOSO SARCONI Dott. For. Antonio Satriano Via V. Verrastro 85100 Potenza

Montemurro Grumento Nova

Spinoso

Sarconi

San Chirico Raparo

Moliterno

Castelsaraceno MOLITERNO CASTELSARACENO NATURA 2000 - STANDARD DATA FORM For Special Protection Areas (SPA), Proposed Sites for Community Importance (pSCI), Sites of Community Importance (SCI) and for Special Areas of Conservation (SAC)

SITE IT9210271

SITENAME Appennino Lucano, Valle Agri, Monte Sirino, Monte Raparo

TABLE OF CONTENTS

1. SITE IDENTIFICATION 2. SITE LOCATION 3. ECOLOGICAL INFORMATION 4. SITE DESCRIPTION 5. SITE PROTECTION STATUS 6. SITE MANAGEMENT 7. MAP OF THE SITE

1. SITE IDENTIFICATION

1.1 Type 1.2 Site code Back to top A IT9210271

1.3 Site name

Appennino Lucano, Valle Agri, Monte Sirino, Monte Raparo

1.4 First Compilation date 1.5 Update date 2007-08 2014-10

1.6 Respondent:

Regione Basilicata Dip. Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità Ufficio Name/Organisation: Tutela della Natura Address: Viale della Regione Basilicata 5 - 85100 Potenza Email:

1.7 Site indication and designation / classification dates

Date site classified as SPA: 2007-03

National legal reference of SPA designation No data

2. SITE LOCATION

Back to top 2.1 Site-centre location [decimal degrees]: Longitude Latitude 16.0220720361 40.2266328197

2.2 Area [ha]: 2.3 Marine area [%] 37492.0 0.0

2.4 Sitelength [km]: 0.0

2.5 Administrative region code and name

NUTS level 2 code Region Name

ITF5 Basilicata

2.6 Biogeographical Region(s)

(100.0 Mediterranean %)

3. ECOLOGICAL INFORMATION

Back to top 3.1 Habitat types present on the site and assessment for them

Annex I Habitat types Site assessment

Cover Cave Data Code PF NP A|B|C|D A|B|C [ha] [number] quality

Relative Representativity Conservation Global Surface

3150 730.94 B B B B

3240 730.94 B B B B

4090 730.94 A B A A

5130 730.94 B B B B

6210 3654.7 A A A A

6310 1827.35 B B A B

8130 730.94 A A A A

8210 3654.7 A A A A

8240 730.94 C B B B

9180 730.94 A B B B 91M0 730.94 A B B B

9210 3654.7 A A A A

9260 730.94 C B C C

92A0 730.94 B B C B

PF: for the habitat types that can have a non-priority as well as a priority form (6210, 7130, 9430) enter "X" in the column PF to indicate the priority form. NP: in case that a habitat type no longer exists in the site enter: x (optional) Cover: decimal values can be entered Caves: for habitat types 8310, 8330 (caves) enter the number of caves if estimated surface is not available. Data quality: G = 'Good' (e.g. based on surveys); M = 'Moderate' (e.g. based on partial data with some extrapolation); P = 'Poor' (e.g. rough estimation)

3.2 Species referred to in Article 4 of Directive 2009/147/EC and listed in Annex II of Directive 92/43/EEC and site evaluation for them

Species Population in the site Site assessment

Scientific G Code S NP T Size Unit Cat. D.qual. A|B|C|D A|B|C Name

Min Max Pop. Con. Iso. Glo.

B A229 Alcedo atthis r p P DD

Alectoris B A109 r p P DD graeca

Anthus B A255 r p P DD campestris

Anthus B A259 r R DD C B C B spinoletta

Anthus B A256 r R DD C B C B trivialis

Aquila B A091 r 5 5 i G B B A B chrysaetos

B A215 Bubo bubo p 15 15 p G B B B

B A215 Bubo bubo r p P DD

Burhinus B A133 r p P DD oedicnemus

Calandrella B A243 r p P DD brachydactyla

M 1352 Canis lupus p C DD B B C B

Caprimulgus B A224 r p P DD europaeus

B A030 Ciconia nigra r p P DD

Circaetus B A080 r 2 2 i G B B C B gallicus

Circus B A081 aeruginosus c 100 100 i G B B C B

Coracias B A231 r p P DD garrulus

Dendrocopos B A238 r 100 100 i G B B C B medius

Dryocopus B A236 p 20 20 p G B B B B martius

Dryocopus B A236 r p P DD martius

B A378 Emberiza cia r 200 200 i G B B C B

Falco B A101 r 3 3 i G B B C B biarmicus

Falco B A103 r 8 8 i G A B C B peregrinus

Ficedula B A321 r p P DD albicollis

Galerida B A244 r 300 300 i G B B C B cristata

B A078 Gyps fulvus r p P DD

Lanius B A338 r p P DD collurio

Lullula B A246 r 300 300 i G B B C B arborea

M 1355 Lutra lutra p R DD A B C B

Merops B A230 r 30 30 i G B B C B apiaster

Milvus B A073 c 100 100 i G A B C B migrans

Milvus B A073 r 40 40 i G A B C B migrans

B A074 Milvus milvus w 40 40 i G A B C B

B A074 Milvus milvus r 12 12 i G A B C B

B A074 Milvus milvus c 50 50 i G A B C B

Neophron B A077 r 10 10 i G A B B B percnopterus

Oenanthe B A278 r 80 80 i G B B C B hispanica

Oriolus B A337 r R DD C B C B oriolus

Pernis B A072 c 200 200 i G B B C B apivorus

Pernis B A072 r 5 5 i G B B C B apivorus

Phoenicurus B A274 r 100 100 i G B B C B phoenicurus

Salamandrina A 1175 p R DD B B C B terdigitata

Triturus A 1167 p R DD B B C B carnifex B A232 Upupa epops r R DD C B C B

Group: A = Amphibians, B = Birds, F = Fish, I = Invertebrates, M = Mammals, P = Plants, R = Reptiles S: in case that the data on species are sensitive and therefore have to be blocked for any public access enter: yes NP: in case that a species is no longer present in the site enter: x (optional) Type: p = permanent, r = reproducing, c = concentration, w = wintering (for plant and non-migratory species use permanent) Unit: i = individuals, p = pairs or other units according to the Standard list of population units and codes in accordance with Article 12 and 17 reporting (see reference portal) Abundance categories (Cat.): C = common, R = rare, V = very rare, P = present - to fill if data are deficient (DD) or in addition to population size information Data quality: G = 'Good' (e.g. based on surveys); M = 'Moderate' (e.g. based on partial data with some extrapolation); P = 'Poor' (e.g. rough estimation); VP = 'Very poor' (use this category only, if not even a rough estimation of the population size can be made, in this case the fields for population size can remain empty, but the field "Abundance categories" has to be filled in)

3.3 Other important species of flora and fauna (optional)

Species Population in the site Motivation

Scientific Species Other Group CODE S NP Size Unit Cat. Name Annex categories

Min Max C|R|V|P IV V A B C D

B A086 Accipiter nisus P

P Acer lobelii p

P Acer neapolitanun p

P Acer platanoides p

Acer P p pseudoplatanus

P Achillea lucana p

B Alectoris graeca P

B A221 Asio otus P

P Asperula aristata p

Astragalus P p sempervirens

P Astragalus sirinicus p

P Aubrieta columnae p

B Buteo buteo P

P Campanula fragilis p

P Carex macrolepis p

P Carex ritaibeliana p

P Carlina uteka p

P Celtis australis p

P Cercis siliquastrum p

Certhia B P brachydactyla

Chamaecytisus P p hirsutus

B Columba livia P B Columba palumbus P

B Corvus corax P

B Dendrocopos major P

B Dendrocopos minor P

P Dictamnus albus p

Doronicum P p orientalis

P Draba aizoides p

Edraianthus P p graminifolius

Ephedra P p nebrodensis

Epipactis P p meridionalis

Eryngium P p amethystinum

Euphorbia P p corallioides

Euphorbia P p myrsinites

P Fagus sylvatica p

B Falco tinnunculus P

Festuca P p circummediterranea

P Galium odoratum p

B Gallinula chloropus P

P 1657 Gentiana lutea p X

Himantoglossum P p hircinum

P Ilex aquifolium p

Juniperus P p communis

P Koeleria splendens p

Laserpitium P p garganicum

P Ophrys insectifera p

P Ophrys lacaitae p

P Ophrys lucana p

P Ophrys pollinensis p

P Orchis mascula p

P Orchis morio p

P Orchis sambucina p

P Ostrya carpinifolia p

P Oxytropis caputoi p

Paliurus P spina-christi p

P Paris quadrifolia p

B Parus ater P

B Parus caeruleus P

B Parus major P

P Phleum hirsutum p

B Picus viridis P

P Pimpinella tragium p

P Pistacia lentiscus p

P Pistacia terebinthus p

P quercus cerris p

Quercus P p daienchampii

P Quercus frainetto p

P Quercus ilex p

P Quercus petraea p

P Quercus virgiliana p

Salamandra A P salamandra

P Salix appennina p

P Sanicula europaea p

Saxifraga P p porophylla

P Sesleria apennina p

P Sideritis sicula p

B Sitta europaea P

P Sorbus graeca p

P Stipa austroitalica p

B Strix aluco P

Sylvia B P melanocephala

P Taxus baccata p

Thalictrum P p aquilegifolium

P Tilia cordata p

P Trinia dalechampii p

A 1168 Triturus italicus P X

P Vicia serinica p

Group: A = Amphibians, B = Birds, F = Fish, Fu = Fungi, I = Invertebrates, L = Lichens, M = Mammals, P = Plants, R = Reptiles CODE: for Birds, Annex IV and V species the code as provided in the reference portal should be used in addition to the scientific name S: in case that the data on species are sensitive and therefore have to be blocked for any public access enter: yes NP: in case that a species is no longer present in the site enter: x (optional) Unit: i = individuals, p = pairs or other units according to the standard list of population units and codes in accordance with Article 12 and 17 reporting, (see reference portal) Cat.: Abundance categories: C = common, R = rare, V = very rare, P = present Motivation categories: IV, V: Annex Species (Habitats Directive), A: National Red List data; B: Endemics; C: International Conventions; D: other reasons

4. SITE DESCRIPTION

Back to top 4.1 General site character

Habitat class % Cover

N09 30.0 N16 50.0 N08 10.0 N22 10.0

Total Habitat Cover 100

Other Site Characteristics territorio prevalentemente montuoso a bassa densità demografica con caratteristiche geomorfologiche peculiari dell'Appennino meridionale (glacialismo, carsimo, fenomeni tettonici) molti habitat seminaturali (garighe, cespuglieti, pascoli xerici) sono mantenute dalle attività antropiche tradizionali (pastorizia, agricoltura di nicchia)

4.2 Quality and importance territorio in generale con elevato stato di conservazione, particolarmente importante per la notevole diversità ambientale e le numerose specie animali e vegetali endemiche

5. SITE PROTECTION STATUS (optional)

Back to top 5.1 Designation types at national and regional level:

Code Cover [%] Code Cover [%] Code Cover [%]

IT01 100.0

6. SITE MANAGEMENT

Back to top 6.2 Management Plan(s): An actual management plan does exist:

Yes

No, but in preparation

X No

7. MAP OF THE SITES

Back to top

INSPIRE ID: Map delivered as PDF in electronic format (optional)

Yes X No

Reference(s) to the original map used for the digitalisation of the electronic boundaries (optional).

211 III SO, 211 III 1:25000 Gauss-Boaga