Tuscia Terra degli Etruschi

econdo la tradizione, bastioni tufacei che moltiplicarono la vita, le antiche popolazioni l’uso sapiente e razionale del territorio. etrusche che vivevano Tuscia, una terra dalle molteplici sfaccetta- nei villaggi dell'alto La- ture, culla della civiltà del , dove si zio, intorno all'attuale alternano borghi medievali, valli inconta- , venivano chia- minate e numerose testimonianze d’arte. mate i Tusci. La loro raf- Itinerari turistici tra i più diversificati, ognu- finata civiltà è testimo- no dei quali racchiude un forte legame niata da preziosi reperti archeologici ed col territorio. L’affinità di ogni Sestese necropoli. Tuscia Viterbese è dun- con quest’area lo porta ad essere un con- que il nome letterario e turistico di questa tinuum con la sua tradizione, pur eviden- 1 provincia a nord di Roma, nel cuore dell'I- ziandone la tipicità nei propri colori, sa- talia, tra l'Umbria, la Toscana e il mar Tir- pori e manifestazioni. Percorsi, visite e na- reno. I paesi che ne fanno parte, deposi- tura che accontentano una vasta gamma tari di innumerevoli avvenimenti e leggen- di visitatori. Immergersi in atmosfere fuori de, s'appostano quasi sempre su primitivi dal tempo, estasiarsi di orizzonti sconfina- insediamenti strategici, segnalati da in- ti, recuperare tracce del passato e deli- confondibili tracce di rocche e castelli. Te- ziare ogni senso si può: nella Tuscia. stimonianza di questa millenaria storia sono le numerose necropoli pro- tovillaniane e villanovia- ne (X-VIII sec. a.C.) che già preannunciavano questa prima grande ci- viltà italica. Poi furono le grandi comunità, città proiettate in una nuova dimensione economica, pulsanti di attività diver- se e di nuovi fermenti sociali, con attorno, una miriade di altri centri fortemente arroccati sui Palazzo dei Papi Valle del Treja e della via Amerina

a Valle del Treja, insieme non è facile sintetizzare in poche righe con le sue pendici, le sue una storia così lunga e complessa. A colline e le sue rupi, è il ri- fianco al processo generale che avrebbe sultato di una lunghissima portato alla Valle del Treja come possia- storia geologica, profonda- mo ammirarla oggi, una serie di altri fe- mente influenzata dalla pre- nomeni ha reso più complesse le forme senza di alcuni grandi vul- del paesaggio. Nella Valle del Treja, si cani già esistenti a Nord va a “caccia” di momenti indimenticabili. della zona. Le varie fasi eruttive hanno ri- Magia della storia e della natura, certa- 2 Lcoperto le rocce, i terreni più antichi ed mente. E anche un pizzico di sacro, nei è stata la forza degli agenti atmosferici numerosi templi etruschi e falisci, nei resti insieme al lento scorrere delle acque di delle chiese medievali e nei boschi che superficie a scavare negli strati vulcanici stanno ridiventando impenetrabili. Vecchi quelle che sono le valli di oggi. Certo, sentieri che ormai non servono più per le esigenze quotidiane di vita e di lavoro, sono però un mezzo formidabile di cono- 3 scenza del territorio e della sua storia. Lungo il corso del Treja scrosciano le ac- que delle numerose cataratte e cascate delle quali la più nota è situata in loca- lità Monte Gelato che, con l'omonima mola adiacente, dà luogo ad uno scena- rio di irripetibile bellezza. Nei brevi tratti in cui il fiume allarga il proprio letto, le Scorci della Via Amerina e della Valle del Treja acque scorrono lente e qui tale scenario si può osservare tra maestosi esemplari ne realizzata, intorno alla metà del III di pioppi, olmi, ontani e salici ed una sec. a.C e doveva costituire l’asse cen- grande varietà di specie animali che po- trale del processo di occupazione del polano le acque del fiume. Inserita in territorio falisco, permettendo un rapido questo contesto incantato realizzata at- collegamento fra la sede del potere ro- traverso un disegno viario, che compren- mano e le zone già sotto controllo, fino deva percorsi di terra e d’acqua, trovia- in Umbria. Comuni arroccati da sembra- mo la Via Amerina, che costituiva una di re presepi, necropoli che testimoniano la quelle importanti vie di comunicazione spiritualità di un popolo ormai scompar- attraverso le quali Roma, per circa sette so, borghi medievali di incantevole bel- secoli, ebbe modo di controllare tutto il lezza e castelli ricchi di mistero sono so- bacino del Mediterraneo. La strada, che lo alcuni dei paesaggi che si possono in- prende il nome dell’antica città di Ame- contrare lungo la Via Amerina nella Valle ria, punto di arrivo del primo tratto, ven- del Treja. a Tuscia, terra degli Etruschi e opo il successo della non solo. Terra di tante bel- Guida all’Ospitalità nelle Llezze, paesaggistiche, stori- Dedizioni 2007 e 2008, che, artistiche e folkloristiche. la promozione della Tuscia, si Non uno ma tanti motivi per visi- arricchisce di una serie di opere tarla, per lasciarsi coinvolgere monografiche che vanno ad dai colori, dai profumi e dall’at- integrare ed approfondire nelle mosfera magica che la nostra provincia emana. informazioni e nei contenuti, le aree che compon- E’davvero difficile scegliere cosa promuovere per- gono la provincia di Viterbo. Nella Guida ché il territorio offre davvero tanto, compreso l’im- all’Ospitalità, il territorio è stato volutamente diviso barazzo della scelta. Per questo, riteniamo che per aree, omogenee per territorio, storia, tradizio- sia utile proporre ogni area del viterbese, ognuna ni. Ognuna delle aree è stata identificata per pra- con le sue proprie specificità. La Valle del Treja e ticità di consultazione e quindi individuata, con un della Via Amerina ad esempio offre la singolare colore ad hoc. In questa sezione monografica, così esperienza di calpestare un selciato che per seco- come nelle altre, l’abbinamento cromatico è rima- li è stata una delle principali vie di comunicazio- sto invariato e riprende quello esistente, al fine di ne ed ha contribuito alla prosperità dell’antica creare un continuum grafico che è poi anche un Roma. Ancora oggi infatti, vi sono tratti viari che continuum concettuale e territoriale. Puntare il focus possono essere percorsi, circondati dal verde e e quindi lo zoom del turista su un’area in particola- dalle numerose bellezze naturali, quali le famose re consente, da un lato, una promozione più mira- Saluti cascate d’acqua che rendono quest’area unica ta e dall’altro di fornire informazioni più specifiche nel suo genere. I comuni che la compongono: e quindi esaustive ai visitatori. Una sorta di viaggio 4 , , , , più da vicino fra le bellezze della Tuscia data da , , Castel S.Elia, , questa serie di monografie che, per i turisti così e , sono dei microcosmi di bel- come per i viterbesi più appassionati, può diventa- lezza. Civita Castellana poi è il secondo comune re una raccolta di pregio. La Valle del Treja, con i della Provincia di Viterbo e questo ne attesta l’im- suoi dieci Comuni, rappresenta una delle aree di portanza sotto il profilo economico e territoriale. grande interesse turistico per la nostra provincia. La Dal punto di vista geologico, la Valle del Treja è Via Amerina rappresenta una delle testimonianze davvero interessante visto che è stata ampiamen- dell’antico fervore culturale e commerciale di que- te influenzata dalle varie attività vulcaniche. Chi sta zona. Queste monografie si propongono di amministra ha il dovere di far conoscere questa rappresentare ogni area con le sue specificità, con zona della provincia di Viterbo, in tutta la sua uni- un’immagine ben precisa che rientra nell’immagine cità. Ci sono aspetti, punti di forza del territorio e collettiva della Tuscia ma che non soffoca, anzi bellezze vere e proprie che meritano un’attenzio- valorizza ognuna. Promuovere significa diffondere, ne particolare, da parte delle istituzioni, degli far conoscere, esportare un prodotto di grande addetti ai lavori ma anche e soprattutto dei visita- qualità e l’Apt si sta impegnando oltremodo in que- tori, dei turisti che hanno il “potere” di trasformare sto suo ruolo. Siamo certi di fornire ai tanti visitato- un luogo in destinazione turistico-culturale di inte- ri un valido strumento di supporto informativo, faci- resse collettivo. Quanti sceglieranno di visitare la le da consultare e piacevole da leggere, un com- Provincia di Viterbo e la Valle del Treja, di certo, pagno di viaggio silenzioso ma esaustivo da con- non resteranno delusi. servare come il ricordo di questa splendida terra.

Alessandro Mazzoli Presidente della Provincia di Viterbo Marco Faregna Commissario straordinario APT Direttore APT di Viterbo PRESENTAZIONE Indice Tuscia terra degli Etruschi 1 Valle del Treja e della Via Amerina 2 Saluti 4 Cartina geografica 6

COMUNI DELLA VALLE DEL TREJA E DELLA VIA AMERINA

Vasanello 8 Indice Gallese 12 Corchiano 16 5 Fabrica di Roma 19 Civita Castellana 23 Faleria 28 Castel Sant’Elia 32 Nepi 36 Monterosi 39 Calcata 43

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COORDINAMENTO EDITORIALE CHIARA FAGGIOLANI, FABIANA D’ANDREA REDAZIONE E IMPAGINAZIONE ANDREA VENANZI, FRANCESCA PILLI STAMPA UNION PRINTING Distribuzione gratuita Stampato Giugno 2008

Vasanello

CENNI STORICI Amerinum, stazione della romana Via Amerina. Nel 1278 Orso Orsini si impadronì del feudo Vasanello, già Bassanello, nasce da un antico che era parte integrante del patrimonio di S. insediamento falisco-etrusco, e in epoca romana Pietro e su un precedente bastione falisco-roma- viene scelto da Plinio il Giovane per la sua resi- no fu edificata la prima fortificazione dell’odier- denza estiva. Nell’alto medioevo, stretto fra i no castello baronale. L’ingresso del paese era ducati longobardi di Spoleto e di Tuscia e con un tempo difeso da spesse mura che collegava- le strade consolari Cassia e Flaminia rese inac- no la torre ovest del castello alla torre quadrata Vasanello cessibili ai papali, si trova al centro del corridoio delle fortificazioni (ora campanile di Santa bizantino che collegava Roma con , Maria), lambendo un profondo vallo di difesa a 8 come testimoniano le tre torri di avvistamento cui si poteva accedere solo dai due fossati natu- alto-medioevali collocate nel territorio; infatti rag- rali che circondano il paese. Queste mura giunge proprio intorno all’anno 1000 il suo abbattute nel 1883 erano percorribili entro il massimo splendore con la costruzione di due loro spessore da un camminamento aperto. La stupende chiese di puro stile romanico-longobar- porta di accesso, in tempi più remoti servita pro- do che nessun altro centro limitrofo può vantare. babilmente da un ponte levatoio, si apriva vici- Da alcuni identificato come il Castrum no al torrione del castello e nella lunetta era

Vista di Vasanello Castello Orsini dipinta l’immagine del santo patrono, San cotte vasanellesi, la cui origine risale al IV seco- Vasanello Lanno, a protezione del paese. I due fossati late- lo a.C., come testimoniato dal ritrovamento di rali, che concorrevano anch’essi alle difese del- un’antica fornace in località Cesurli-Poggio della 9 l’abitato, si ricongiungono alla fine della grande Mentuccia. Y allungata che caratterizza la struttura del borgo, disposto a schiena d’asino, da cui si DA VISITARE dipartono numerosi viottoli che troncandosi vanno ad affacciarsi sui fossati stessi. Al centro CASTELLO ORSINI della Y una caratteristica piazza rinascimentale (XII-XIII sec.) Ha pianta quadrilatera con impo- delinea interessanti motivi architettonici. Altro nente mastio e torri angolari, tutti cilindrici, con periodo di splendore viene vissuto nel primo caditoie e merli; molto ben conservato il piano Rinascimento, in corrispondenza delle nozze tra nobile aperto a visite guidate, i cui affreschi sof- Giulia Farnese ed Orsino Orsini: ad officiarle, fittali sono stati accostati alla bottega del nel 1489, Rodrigo Borgia futuro papa Pinturicchio. In una delle sale è possibile ammi- Alessandro VI e amante della Farnese. Il feudo rare il cembalo Barberini del XVII sec. All’interno passò in seguito ai Della Rovere, con le nozze del cortile si può ammirare l’antico pozzo, lo di Laura Orsini e Nicolò della Rovere a cui dob- scalone esterno, porte e finestre rinascimentali. biamo la stesura dello “Statuto di Bassanello”, Dal cortile, per una porta angusta in fondo al tor- un codice comportamentale e sanzionatorio. I rione, si accede alla prigione dove sono ben beni di Vasanello furono acquisiti agli inizi del visibili degli antichi graffiti. Il giardino medievale 1900 dalla Banca d’Italia e da questa alla è stato ricostruito sulla base di antiche fonti ico- locale Università Agraria; mentre il castello fu nografiche e presenta una ricca collezione di acquistato dal prefetto dei Palazzi Apostolici piante aromatiche ed officinali. Presso le scude- monsignor Luigi Misciattelli. Il governo del patri- rie adibite in fabbrica di ceramica ora musealiz- monio b oschivo nei secoli ha permesso la forni- zata è allestita una mostra permanente della pre- tura di legnami per le numerose fornaci di terre- stigiosa “Ceramica Bassanello” con i forni, torni Chiesa di Santa Maria Interno di San Salvatore Vasanello

e tutto quello che serviva al ciclo di lavorazio- Assunta ed il pregevole busto, raffigurante San 10 ne, conosciuta anche grazie ai lavori di maestri Lanno, eseguito nel 1754 dal grande argentie- come Mazzacurati, Spadini, Del Drago e re Vincenzo Belli. Questa chiesa è particolar- Guttuso. L’aranciera è stata recentemente restau- mente cara ai Vasanellesi in quanto in un loculo rata ed offre un ampio spazio adibito a sala ricavato nelle mura cittadine ed ora inglobato conferenze e/o mostre. nella sacrestia, furono ritrovati nel 1628 i resti mortali del patrono San Lanno, presumibilmente CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA ivi tumulati per preservarli dalle scorribande (XI sec.) Edificata su un precedente tempio saracene che infestarono la penisola intorno pagano e quindi su una pre-esistente basilica all’850 d.C. attualmente sono gelosamente bizantina, distrutta forse durante le prime incur- conservati nella cripta, nell’effigie del Santo sioni saracene. La facciata è occupata da un riprodotta dal ceramista fiorentino Mortula. portico architravato retto da due colonne e dal tozzo campanile, ricavato sopraelevando una CHIESA DI SAN SALVATORE torre inserita nel sistema di fortificazione delle (VIII-IX sec.) Pre-romanica con la facciata rivolta mura cittadine. Nel portico sono murati vari ad oriente come tutte le chiese esistenti nell’anti- reperti della primitiva chiesa bizantina. La chie- co perimetro di Vasanello. All’interno un affresco sa ha tre navate divise da due ordini di colon- raffigurante una Pietà con Santi, attribuito al ne; di notevole interesse è la simbologia dei Maestro di , è considera- capitelli delle colonne interne e di quelle colloca- to come “uno dei momenti più alti che la pittura te nel portico, legata all’evoluzione della ipsilon viterbese del‘400 raggiungesse mai”. L’interno pitagorica che per metonimia si incarna in presenta tre navate divise da due file di quattro metafora del Cristo, bivio della vita e della sto- colonne cilindriche in peperino sormontate da ria. Interessanti le pitture delle due absidi - capitelli ionici che sorreggono le arcate. li, la pala d’altare dedicata alla Madonna Notevoli gli influssi bizantini nel pregevole cippo Zona Archeologica di Palazzolo Vasanello d’altare. Vicino alla parta d’ingresso laterale è attribuito all’anonimo Maestro di Castiglione in murata una piccola lapide marmorea nella Teverina. 11 quale si ricorda la morte di un arciprete avvenu- ta nel 1038; è il primo documento scritto che PALAZZOLO/CESURLI nomina il paese: ”in castro Vassanello”. La pre- A Palazzolo tra i secoli VI-XIV proliferò una curtis cede il monumentale campanile di scuola lazia- regia o palatium, nodo vitale nell’ambito del siste- le (XII sec.) che si eleva a sé stante, costruito in ma fiscale longobardo. A Cesurli fin dal IV seco- parte con pietre del selciato dell’antica via lo a.C. sorse una fornace romana i cui manufat- Amerina e aperto da un piano di bifore e cin- ti sono stati ritrovati in tutto il Mediterraneo. que di trifore. Secondo una leggenda il campa- PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL NUMERO: nile fu costruito su un mausoleo eretto per l’ultimo Tel 0761.4089330 - Fax 0761.4089329 re etrusco Elbio, sconfitto dai romani nella batta- O VISITARE IL SITO: www.vasanellovt@info glia del Lago Vadimone che sancì la fine del mondo etrusco. VASANELLO PER DATE

GENNAIO II dom. festa del Santo Patrono S. Lanno SANTA MARIA DELLE GRAZIE 17 GENNAIO Festeggiamenti in onore di S. A ntonio Abate (XIV sec.) Pregevoli gli affreschi di scuola umbro- FEBBRAIO Carnevale vasanellese con carri e maschere laziale, in particolare quello nella nicchia dell’al- 4-7 MAGGIO Festeggiamenti in onore del S. Patrono S. Lanno MAGGIO Festa Medievale tare dove evidenti sono i segni della scuola del GIUGNO Corpus Domini con infiorata Perugino e quello dell’edicola esterna raffiguran- Festa Banda Musicale G. Porri te la Madonna con Bambino. 10-13 LUGLIO Ortaccio Jazz festival 10 AGOSTO Passeggiata notturna tra i boschi alla scoperta delle stelle cadenti CAPPELLA DI SAN LANNO 14-16 AGOSTO Festeggiamenti in onore di S. M. Assunta e S. Rocco SETTEMBRE I week-end presso il Castello Orsini “Oltre il Eretta sul luogo del supplizio del Santo, questa giardino” esposizione di ceramiche e piante rare cappella conserva uno spettacolare affresco OTTOBRE Ultima domenica Mostra Mercato Gallese

nomie agricole e mercantili e svilupparono dei CENNI STORICI sistemi difensivi. Con la civiltà falisca, contem- poranea di quella etrusca, si raggiunse l'apo- Il centro storico, sorgendo su un pianoro delimi- geo, sfruttando il collegamento al Tevere e alle tato da due corsi d'acqua, tradisce le sue origi- grandi vie del legno e dei metalli. Dopo il crol- ni falische, anche se la presenza umana nel ter- lo dell'Impero Romano d'Occidente, in seguito ritorio risale addirittura al Paleolitico Superiore, alle incursioni barbariche, ci si riparò a monte e come attestano i materiali ritrovati nelle caverne si recuperò l'antico borgo falisco, organizzan- Gallese situate a breve distanza dal Tevere, sulle rive do una nuova difesa muraria e militare. La Roc- dei suoi affluenti. Il benefico influsso della limi- ca di Gallese si configurò presto come un im- 12 trofa Selva Cimina e dei corsi d'acqua, unita- portante presidio della via Amerina, che colle- mente ai vantaggi derivanti dal passaggio di gava Roma all'Esarcato, e della via Flaminia. Il un tratturo discendente dagli Appennini, assicu- borgo bizantino si sviluppò intorno al nucleo rarono la sopravvivenza al gruppo di individui centrale e sorsero nuove contrade, sia all'inter- che, nel corso del IX secolo a.C., a causa delle no della cinta muraria che all'esterno, nei limi- mutate condizioni politico-militari, preferirono trofi campi agricoli. Nelle vicinanze delle mu- occupare il pianoro tufaceo, su cui attualmente ra, invece, si stanziavano gli abitanti provenien- sorge il centro storico; si organizzarono in eco- ti dalle campagne. Nel Cinquecento e nel Sei-

Scorcio del Comune di Gallese cento Gallese divenne feudo nobiliare e si sus- seguirono al potere diverse famiglie tra cui Co- lonna, Orsini, Borgia, Della Rovere e Altemps. Vennero eseguiti importanti lavori al castello e alle mura e venne costruita la Porta di Gallese, ora unico accesso alla città. Le rappresentanze dei cittadini si confrontavano in assemblea e vennero creati, nel 1576, gli ordinamenti che regolavano la vita della città, allora divisa in tre contrade (Santa Maria, San Lorenzo e Sant'An- gelo), e governata da magistrature elettive. Ol- tre i già ricordati lavori, che videro il castello tra- sformarsi in palazzo ducale, nel Cinquecento vennero realizzati diversi palazzi nobiliari, men- tre nel Settecento venne edificata la nuova Cat- tedrale (1796). Dopo la dominazione francese e la Repubblica Romana, Gallese, nel 1870, In alto: Palazzo Ducale come gli altri centri del Lazio, venne annessa al In basso a destra: Chiesa di S. Agostino Regno d'Italia. In basso a sinistra: Arco di Porta to "Mulino del Duca". Sulla facciata, che reca DA VISITARE evidenti i segni di numerosi rifacimenti, spicca Gallese la lunetta affrescata nel XVI secolo. All'interno ARCO DI PORTA sono conservati gli affreschi di San Sebastiano, 13 Questa imponente struttura, realizzata nel seco- San Famiano e Sant'Antonio Abate (1520), lo XVI, costituisce oggi l'unico punto di accesso della Maddalena e di San Rocco (secolo XVI). al centro storico di Gallese, mentre in passato La Cappella dell'Annunziata reca, sulle pareti se ne contavano almeno altri tre. Sulla sommità affrescate da artisti della scuola di Antonio Del del portale bugnato in travertino spiccano gli Massaro da Viterbo, detto il Pastura, le scene stemmi della Città di Gallese e della famiglia dell'Annunciazione, della Natività, dell'Adora- Altemps. zione dei Magi e della Strage degli Innocenti. Al centro dell'altare maggiore si trova una tavo- CHIESA DI SAN LORENZO la dipinta raffigurante la Madonna del buon Questa chiesa esisteva già nel XV secolo. Fu Consiglio, mentre ai lati sono collocati i dipinti sede della Confraternita del S. Nome di Gesù, ad olio raffiguranti San Benedetto e Sant'Agosti- mentre attualmente viene officiata il Venerdì no. Danneggiata nel corso dell'ultimo conflitto Santo e il 10 agosto, giorno della festa del mondiale, è ora curata dal Comitato dell'Imma- Martire. Al suo interno si conservano alcuni di- colata Concezione. pinti del XVII secolo ed una raccolta di oggetti legati alla liturgia del Venerdì Santo. CONVENTO DI SANTA CHIARA - SEDE MUSEO CIVICO CHIESA DI SANT'AGOSTINO Venne realizzato agli inizi del Seicento, con Originariamente dedicato a San Benedetto, l'annessa chiesa. Perse la funzione conventuale questo luogo di culto era già esistente nel IX-X nel 1804, quando le monache, in seguito al- secolo e comprendeva un più ampio monaste- l'occupazione francese, furono costrette ad ab- ro che inglobava il Convento ora occupato dal- bandonare l'edificio. Da allora ospitò l'Oratorio le Suore del Preziosissimo Sangue e il cosiddet- della Confraternita del Santissimo Rosario, l'Or- IL PALAZZO DUCALE Nella stessa area attualmente occupata dal Pa- lazzo, probabilmente fin dal periodo falisco do- vevano trovarsi delle strutture difensive, essendo in questo punto la collina priva di difese natura- li. Divenuto nel corso dei secoli sempre più im- ponente, questo apparato difensivo nel Me- dioevo acquisì la forma di castello. Alla fine del XV secolo fu restaurato per volere di Alessandro VI; successivamente, dopo circa un secolo, gli Altemps lo trasformarono in palazzo su disegno Basilica di San Famiano del Vignola. Anche l'architetto Carlo Fontana, fanotrofio, la Sede Vescovile e il Municipio. La nel XVIII secolo, intervenne sull'edificio. Ancora chiesa non è più esistente, a causa dei gravissi- oggi il palazzo, abitato dal Duca Luigi Har- mi danni subiti nel corso della seconda guerra douin, conserva il suo antico splendore. mondiale. Attualmente l'edificio ospita il Museo e Centro Culturale Marco Scacchi, struttura CHIESA CATTEDRALE creata per rafforzare l'identità storico-artistica "S. MARIA ASSUNTA" del territorio di Gallese e per ospitare e pro- Sorto nello stesso luogo un tempo occupato da muovere attività culturali. Al suo interno, unita- una più antica chiesa, il Duomo, di stile neo- Gallese mente ai pannelli didattici che illustrano la classico, è opera di Pietro Camporese e figli. realtà territoriale, sono conservate raccolte ar- Venne terminato nel 1796, ma fu consacrato 14 cheologiche, documenti a partire dal Medioe- solo 23 anni dopo, nel 1819. Al suo interno vo, opere d'arte medievali e rinascimentali, spiccano l'altare maggiore, realizzato con mar- macchine industriali dei primi del '900. mi pregiati nel 1861, grandi pale d'altare dei primi dell'Ottocento raffiguranti San Giovanni PALAZZO COMUNALE Battista, la Consegna del Rosario, il Martirio di Sede storica dell'Amministrazione di Gallese, fu Sant'Aniceto papa, l'Ultima Cena, la Crocifis- fatto costruire, come ci informa l'antica maiolica sione, la pala dell'altare maggiore raffigurante conservata sopra il portone di ingresso al primo l'Assunzione di Maria Santissima, di Cristoforo piano, nel 1474 da Marco Galassi, "scindi- Hunterperger e una tavola di scuola veneto-cre- cus" della Città. Sulla facciata sono murati i resti tese del XVI secolo, raffigurante l'Adorazione di un altare reliquiario del XV secolo. dei Magi, recentemente restaurata e visibile nel- la navata sinistra.

BASILICA DI SAN FAMIANO È il luogo affettivamente più caro a tutti i gallesi- ni, in quanto ospita le spoglie incorrotte di San Famiano, monaco pellegrino cistercense, nato a Colonia nel 1090 e morto a Gallese l'8 agosto del 1150. La chiesa, situata al di fuori del perimetro urbano, ingloba la grotta, trasfor- mata in cripta, dove il Santo volle essere sepol- to. Fu costruita in varie fasi, dal Medioevo in poi, e fu sottoposta a numerosi restauri, uno dei Facciata della cattedrale S. Maria Assunta quali, risalente agli anni Cinquanta, le restituì positamente confezionato e drappeggiato con tante piccole pieghe fermate con spilli ed il cin- golo alla vita, la candela nella mano destra ed il volto semi coperto da un velo bianco. Nel 1669 anche Domenico Colavani lasciò erede la Compagnia perchè "dotasse", secondo la tradizione, le "Zitelle". Le Zitelle venivano estrat- Le Zitelle La Befana te a sorte dal Bussolo in cui erano stati inseriti, su espressa loro richiesta ai fattori della Confra- l'antico aspetto romanico. Al suo interno si tro- ternita di San Famiano, i nomi delle ragazze vano, oltre il pregiato sarcofago settecentesco con i diversi e fondamentali requisiti. in marmo che raccoglie il corpo del Santo, af- freschi risalenti al XVI secolo. A tre chilometri cir- LA BENGALATA DI SAN FAMIANO ca dal centro storico, in piena campagna, si Dall'altro delle Cinta Muraria che circonda l'an- trova l'altra chiesa dedicata a San Famiano, la tico borgo medioevale di Gallese, in occasio- cappella di San Famiano a Lungo. In essa è ne dei Festeggiamenti per il Santo Patrono di conservata la sorgente che il Santo, il giorno Gallese San Famiano, ha luogo uno dei più 17 luglio 1150, al termine del suo pellegrinag- spettacolari giochi pirotecnici che si conosca. Il gio che lo aveva portato in Spagna, in Terra giorno 7 agosto, infatti, appena calata la sera Santa e a Roma, fece scaturire percuotendo il verso le ore 22:00, quando la statua del Patro- suolo con il suo bastone viatorio. Ancora oggi, no Famiano, portata in processione, si accinge Gallese il 17 luglio di ogni anno, il luogo è meta di un ad entrare nel centro storico del Paese, migliaia pellegrinaggio che parte alle prime ore del di Bengala si accendono di colpo illuminando 15 mattino. Il culto del Santo e la custodia delle a giorno tutto lo spazio circostante con un'entu- due chiese sono affidati all'antica Confraternita siasmante ed indimenticabile impatto emotivo. di San Famiano, ricostituitasi nel 1990. Per la sua peculiarità, la Bengalata di San Fa- miano è uno spettacolo assolutamente da non EVENTI E MANIFESTAZIONI perdere.

FESTA DI SAN FAMIANO E LE ZITELLE OGNI II DOMENICA DEL MESE: È la ricorrenza più sentita da tutti i ciittadini di Mercatino Antiquariato e Modernariato Gallese, la Festa del Santo Patrono Famiano, GALLESE PER DATE morto a Gallese l'otto agosto del 1150. È una 5 GENNAIO La Befana accompagnata dalla Pasquerella figura molto venerata nella cittadina viterbese antica melodia distribuisce doni ai bambini ed ogni gallesino guarda con devozione e ri- 17 GENNAIO S. Antonio Abate, Benedizione animali. spetto al Santo Patrono. Alla Festa è legata la Inizio del Carnevale a chiusura della manifestazione sfilata di carri allegorici tradizione delle zitelle, che sfilano la mattina MAGGIO Le Giornate dell’Arte dell' 8 agosto dietro la statua del Santo. Le "Zi- GIUGNO 1 settimana Festa della birra telle" erano, secondo la tradizione antica, ra- 1 domenica di giugno Festa di S. Sebastiano GIUGNO 1 settimana Infiorata del Corpus Domini gazze nubili, povere, devote e oneste che, se- 17 LUGLIO Festa S. Famiano a Lungo condo documenti del 1519, dopo essere state LUGLIO Ultima settimana: iI Suono dei giorni, Rassegna di musica popolare e della tradizione contadina estratte a sorte il 17 luglio, ricevevano la pro- 7 AGOSTO La Bengalata di S. Famiano messa della dote. Secondo la volontà testamen- 7/8 AGOSTO Festa di S. Famiano e le Zitelle taria di Curtio Vanni, dal 1614 iniziarono a SETTEMBRE Madonna della Vite Festval Marco Scacchi partecipare alle processioni di San Famiano il 8 DICEMBRE La Sveglia con la Banda dalle 05.00 del matti- 7 e 8 agosto, vestite di bianco, con abito ap- no per le vie del paese Corchiano

origine indo-europea, affine ai Latini per lingua CENNI STORICI e costumi, i Falisci. Nel 241 a.C. quando Fa- leri Veteres (Civita Castellana) tentò di riconqui- Le cosiddette “cavernette falische”, una serie di stare la propria libertà, i Romani la soppressero ripari in grotta qui attestati con una particolare definitivamente insieme a Fescennium ed altri intensità, testimoniano una frequentazione del- villaggi, costringendo gli abitanti ad abbando- l'area già nel Paleolitico; la nascita dell'insedia- nare i villaggi sui dirupi. Nel 358 a.C. tutto l'A- mento è tuttavia da porsi nell'VIII sec. a.C., co- gro Falisco, invece, venne sottomesso dai Ro- Corchiano me evidenziato dal ritrovamento nel sepolcreto mani e l'antico insediamento prese il nome di di Caprigliano di tombe a pozzo e a fossa at- Fescennium, proprio come i componimenti sati- 16 tribuibili a questa fase. La città doveva sorgere rici che originariamente erano realizzati in oc- nel vicino pianoro del Vallone, difeso su tre lati casione delle feste dedicate al raccolto, ed era- da due corsi d'acqua - il Fosso delle Pastine ed no caratterizzati da invettive e scherzi tanto te- il Rio Fratta - e protetto sul quarto da un impo- muti dai Romani per la loro violenta ironia da nente fossato artificiale: scarsi sono i resti dell'a- renderli vietati con un'apposita legge. Ancora bitato, e riferibili essenzialmente a tratti stradali, oggi, durante le feste del paese, vengono rie- pozzi, cunicoli ed opere murarie. Le origini di vocati cantando episodi satirici che risalgono Corchiano possono così esser fatte risalire ad agli antichi ludi fescennini. Fino al medioevo il un periodo precedente a quello etrusco, quan- comprensorio dell'Agro Falisco visse un periodo do la zona era abitata dalla popolazione di di tranquillità, ma quando i Barbari scesero ver-

Veduta di Corchiano so Roma saccheggiando e devastando non sol- tanto Faleri ma anche Fescennium, agli abitanti non rimase altro che abbandonare le città e ri- fugiarsi sui precedenti siti di ripiego utilizzati i secoli precedenti. Dopo periodi di continui inse- diamenti ed avvicendamenti di popoli la vec- chia Fescennium venne quindi riabitata intorno al 1000; furono costruiti numerosi castelli ed il paese prese il nome di Hortiano, sotto la guida del capitano Ranieri di Farolfo. Altre famiglie si avvicendarono alla guida del paese tra cui i Di Vico e gli Orsini che vi rimasero fino al 1472. Chiesa di S. Biagio Nel 1534 entrò a far parte del Ducato di Ca- stro per volontà di Paolo III Farnese, che donò BORGO MEDIEVALE tale ducato al figlio Pier Luigi Farnese. Fu questo Molto suggestivo è il borgo medievale di Cor- il periodo più prospero per l'architettura corchia- chiano, arroccato su un alto sperone tufaceo nese. Come in ogni loro feudo i Farnese costrui- che si affaccia sul Rio Fratta, del quale è possi- rono una nuova rocca, che andò morendo nei bile comprendere l’antico assetto percorrendo il secoli successivi alla distruzione di Castro nel dedalo di vicoli e stradine in pendenza del 1649 e fu definitivamente abbattuta nel 1979; centro storico. Della rocca, le cui origini sono ne rimangono alcuni monconi. Successivamen- da ricondurre all’XI o al XII secolo, si conserva Corchiano te Corchiano passò alla Chiesa e ad altre si- solamente un torrione che appartiene alla ristrut- gnorie, venne occupata dalle truppe francesi turazione cinquecentesca dei Farnese. Giungia- 17 nel 1798 per ritornare sotto la Camera Aposto- mo nella piazza IV novembre, sulla sinistra tro- lica fino all'unità d'Italia, nel 1870. viamo la fontana Farnese a sei cannelle, ristrut- turata nel 1661. Sulla destra, fino al 1979, DA VISITARE v'era il palazzo Farnese, costruito dalla potente famiglia sopra il preesistente castello medievale CHIESA DI S. BIAGIO di Corclanum. Divenuto fatiscente si preferì ab- Fu costruita nel XIV secolo. È ad una navata, batterlo e costruirvi un belvedere e un parcheg- ed è caratterizzata da una serie di affreschi gio. A testimonianza del castello fu lasciata una lungo le pareti laterali, tra cui San Giorgio e parte di torrione. Sulla destra della piazza ab- il drago, e due rappresentazioni di San Bia- biamo il vecchio palazzo comunale, oggi dive- gio, patrono del paese, di cui una con in nuto sede della biblioteca. Nelle caratteristiche mano il pettine metallico con il quale veniva vie notiamo gli stemmi gentilizi sopra i bei por- torturato. Tra i pittori che hanno lavorato ai di- tali, i rustici profferli, le buie arcate. pinti probabilmente anche Lorenzo da Viter- bo. La chiesa subì un importante restauro nel- la seconda metà del XV secolo, favorito so- prattutto dalla generosità del pontefice Paolo II e certamente vi parteciparono maestranze locali, visto che in quegli anni a Corchiano vi era una fiorente attività di marmorari nella bottega di Domenico Cecchi, che aveva la- vorato anche a Roma nella chiesa di S. Mar- co ed a Palazzo Venezia. La Fontana Farnese EVENTI E MANIFESTAZIONI

IL FESCENNINO D’ORO Il Fescennino d'oro nasce nel 2000 da un'i- dea del Sindaco, Dott. Bengasi Battisti e del Maestro Nicola Piovani, in occasione dell'intitolazione di una nuova piazza a - Fescennino d’oro, Presepe vivente Pina Piovani, attrice corchianese. Esso non è l'ennesimo premio istituito in Italia. La sua proposto il frammento di sarcofago conser- originalità è racchiusa nella sua non fissità. vato presso la biblioteca, incorniciato da Viene infatti attribuito solo quando la Giuria cinque elementi che ripropongono le cinque individua all'unanimità un artista che abbia arti: musica, teatro, cinematografia, architet- svolto un'attività volta a tutelare e diffondere tura e poesia. le tradizioni e il teatro popolare, attraverso la comunione di comunicativa teatrale e no- PRESEPE VIVENTE biltà culturale. Il Fescennino d'Oro va inte- Il Presepe Vivente nacque nel Natale del so, quindi, come un premio dalla duplice fi- 1970 ad opera di un gruppo di giovani nalità: il riconoscimento di radici culturali e corchianesi e venne rappresentato per la di tradizioni che fanno la storia di una co- prima volta nella caratteristica piazza "Pa- munità, se non di un popolo intero. Ma an- della". Dopo tre anni, non essendo piazza Corchiano che la possibilità, per dirla con le parole Padella in grado di contenere tutto il pubbli- del Maestro Piovani, di dare premi a chi ne co che accorreva alle rappresentazioni, 18 ha ricevuti meno di quanto meritava, perché venne trasferito in un luogo più ampio atti- nel frattempo è cambiato il linguaggio, ver- guo alla piazzetta ed infine si decise di balizzato e non; sono cambiati i tempi della spostarlo sotto via "Portavecchia”. comicità, allineati a quelli più rapidi e incisi- vi della televisione. È cambiato il modo di preparare la propria tecnica recitativa, il CORCHIANO PER DATE modo di fare gavetta, di rapportarsi con il MAGGIO Voler Bene all’Italia pubblico. Ma le radici e i grandi maestri so- La Festa della piccola Grande Italia Infiorata no rimasti; è racchiusa tutta qui l'importanza LUGLIO Estate Corchianese del Fescennino d'Oro. L'incisione del pre- AGOSTO Fescennino mio è affidata a Roberto Candolfi che ha ri- DICEMBRE Presepe Vivente Fabrica di Roma

tura (soprattutto nocciole). Fabrica presenta CENNI significative testimonianze storiche dal paleo- STORICI litico in poi. Nel centro abitato La Rocca (XII sec.) dominata dalla imponente torre qua- Fabrica di Roma è drata (XIII sec.), il Duomo (XII sec.) con gli im- una cittadina di cir- portanti affreschi dei Fratelli Torresani, via ca 8.000 abitanti Fontanella con gli stemmi delle corporazioni situata ai piedi del duecentesche ed il Palazzo dei Prefetti di Vi- Monti Cimini, vici- co (XII sec.). Sempre nel territorio di Fabrica, Fabrica di Roma no alla Valle del Te- a sei Km dal capoluogo, si erge la splendi- vere, a cinquanta da città Falisco-Romana di Novi (III 19 Km da Roma. Il territorio è di origine vulcani- sec.a.C.) con le sue mura di ben oltre due ca (il vulcano di Vico, poi sprofondato a for- chilometri di lunghezza fortificate da cin- mare il suggestivo Lago) ed è ricco di acque quanta torri ed il maestoso Arco di Giove sorgive e di boschi (querce e castagni). Il cli- (porta d’ingresso alla citta’). All’interno l’Ab- ma è temperato di collina (250-400 metri bazia di S. Maria in Falleri aperta nei fine slm). Le principali attività economiche sono settimana alle visite e a brevissima distanza l’industria ceramica, il suo indotto e l’agricol- la via Amerina con la sua suggestiva necro- poli immersa nel bo- sco di querce.

DA VISITARE

LA ROCCA È nel 1177 che Pa- pa Alessandro III in una sua bolla cita il “Castello di Fabri- ca”. La presenza dello stesso è proba- bilmente da riferirsi ad una serie di pro- getti di “incastella- Veduta della Torre dal nuovo comune mento” che vennero realizzati tra l’XI ed il XIII SANTA MARIA IN FALLERI secolo nel comprensorio. Probabilmente a S. Maria di Falleri fu eretta nel XII secolo Fabrica quest’opera fù dovuta alla famiglia dall’Ordine dei Cistercensi; perfettamente gentilizia dei Di Vico, opera poi ampliata orientata con la facciata ad Ovest e l’absi- dagli Orsini (inizio XIV sec.) e restaurata da de ad Est, presenta un suggestivo interno a Pietro Matteo De Capoccini, precettore del- tre navate e, oltre all’abside maggiore, altre l’Ospedale di Santo Spirito (1454). Ulteriori quattro absidi minori corrispondenti ad al- modifiche vennero fatte per ordine del Card. trettante cappelle. Essenziale come le archi- Alessandro Farnese (1590) e dalla Came- tetture Cistercensi offre una interessante fac- ra Apostolica, che intorno alla metà del ciata a membrature marmoree con colonne 1600 sistemò la parete sud e ancora dalla a capitelli compositi, frutto del grande genio Fam. Cencelli che alla fine del 1800 re- artistico di Jacopo e Lorenzo Cosmati. staurò la splendida torre. Questa venne rea- lizzata agli inizi del XIV secolo con muri CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PIETÀ spessi oltre due metri e con una altezza ori- S. Maria della Pietà fu eretta intorno ad ginaria di oltre 40 metri, poi ridottisi agli at- un’edicola raffigurante la Vergine col Bam- tuali 34 a seguito di crolli e mancanza di bino, risalente probabilmente al tardo ‘400. manutenzione. L’interno, di pregevole fattura, A pianta ottagonale che richiama la tipolo- è stato restaurato negli anni‘90 dalla attuale gia delle architetture locali realizzate da An- proprietaria e nella occasione sono stati rin- tonio da Sangallo. Nella metà del 500 ven- Fabrica di Roma venuti e riportati al loro antico splendore ne affidata ai padri dell’ordine di S. Agosti- molti pregevoli affreschi della seconda metà no, che vi rimasero per oltre 100 anni. Nel 20 del 1400 nascosti per secoli da spessi strati 1560 gli affreschi delle cappelle a nicchia di calce bianca. Importanti sale ed una ar- della navata e della tribuna ottagonale ven- chitettura movimentata ed originale ne fan- nero commissionati a Bartolomeo e Alessan- no, assieme agli affreschi, una fondamentale dro Torresani, appartenenti ad una famiglia testimonianza della storia di Fabrica. di abili pittori. Nella loro opera unirono il gusto semplice delle decorazioni, realizzate con una vasta gamma di colori, al movi- mento e luminosità delle figure.

IL DUOMO La prima notizia che si ha di questa chiesa risale al 1177; nel 1400 però doveva es- ser stata ampliata e ripristinata. Fu comple- tata con la realizzazione della facciata in stile romanico nel 1630 ad opera dei Du- chi Farnese. Bartolomeo e Lorenzo Torresani affrescarono il catino absidale con uno sfon- do di cielo azzurro cosparso di stelle in cui il Cristo raffigurato nell’atto di benedire è contornato da una schiera di angeli di gran- de effetto scenografico. Lungo il sottarco ab- sidale sono affrescati numerosi personaggi biblici. Nel tamburo sottostante, un magnifi- Santa Maria in Falleri co trittico rappresenta l’Ultima Cena, la Fla- gellazione ed al centro la Crocifissione. L’anno di esecuzione del ciclo pittorico è il 1556, i lavori di restauro sono stati realiz- zati nel 1955. Sotto l’altare maggiore è de- posto il corpo ricoperto di cera di S. Giusti- no Martire. Nei due altari laterali gli affre- schi , precedentemente ricoperti, sono stati in parte recuperati con i restauri del 1959. Di grande valore il tabernacolo antico in marmo artisticamente lavorato. L’ultimo re- stauro risale al 1998. Nel lato sinistro la statua lignea del Patrono di Fabrica S. Matteo Ap. Ev.

PALAZZO DEI PREFETTI DI VICO L’antico palazzo si affaccia su di uno stretto vicolo (via della Fontanella), ha una faccia- ta semplice ma abbellita da splendide bifo- Palazzo dei Prefetti di Vico re finemente scolpite nel peperino, adorne di motivi floreali e rosoni. PALAZZO CENCELLI Altre aperture invece a monofora sono de- Importante palazzo nobiliare sito nel cuore Fabrica di Roma corate con cornici arabeggianti di chiaro in- del centro storico, risalente al XVI secolo. flusso meridionale risalente ai primi anni del L’edificio, più volte rimaneggiato, conserva 21 XV secolo. Lo stemma dei Prefetti di Vico, tuttora all’interno numerose pitture ad affre- l’aquila, appare al disopra dell’elegante sco, dipinti pregevoli e gran parte dell’arre- portale, anch’esso abbellito da numerosi ri- do originale. Adiacente al palazzo si trova lievi di pietra. anche un ampio giardino storico, un tempo

Palazzo Cencellii ta muraria di oltre 2 Km di lunghezza e m5 di altezza e di cinquanta massicce torri a pianta quadrata poste ad intervalli regolari. Le porte di accesso alla città sono in corri- spondenza del Cardo e del Decumano massimo. Tra queste particolarmente impor- tante è la cosiddetta “Porta di Giove”, de- nominata in tal modo dalla testa giovanile inserita nella chiave dell’arco dell’ingresso principale alla città. All’interno della cinta muraria sono visibili l’area del foro roma- no, con vie basolate, una grande struttura, forse di uso pubblico, e l’Abbazia di S. Maria di Falleri. Vicino alla città tutto un fio- rire di altri siti con particolare interesse da ri- volgere alle vicine catacombe di S. Gratilia- no e S. Felicissima ed alla adiacente necro- poli di Pian di Cava. Porta Giove Foto e testi forniti da: “all’italiana”, che ha conservato parte delle D. Pedica Fabrica di Roma originali siepi di bosso e alcuni dei monu- mentali cipressi. Il giardino è inoltre abbelli- FABRICA DI ROMA to da alcune fontane artistiche e pergole. 22 FEBBRAIO Carnevale Attualmente il palazzo, ristrutturato, è sede FEBBRAIO/MARZO Rassegna teatrale Nazionale del Comune di Fabrica di Roma. PASQUA Processione del Venerdì Santo, Concerti Primavera APRILE/MAGGIO Celebrazione del 25 Aprile, Mostre storiche, Visita guidata a Faleri Novi Via Amerina FALERII NOVI GIUGNO Tornei estivi, Sagra della zucchina in fiore, Faleri Novi fu fondata dai Romani dopo la Festa Rionale di Faleri distruzione di Falerii Veteres nel 241 a.C. II SETT. DI LUGLIO Raduno amatorialre Mountain Bike LUGLIO/AGOSTO Rassegna cinematografica concerti e spettacoli ed ospitò la popolazione sconfitta dei Fali- Festa della Birra sci in un luogo aperto e privo di difese. Ven- SETTEMBRE Festa Patronale SS Matteo e Giustino Palio S. Matteo corsa dei cavalli ne quindi munita, per proteggerla dai fre- OTTOBRE/NOVEMBRE Feste rionali quenti attacchi esterni, di una poderosa cin- DICEMBRE/GENNAIO Natale a Fabrica, Rassegna Musicale

Tramonto sulle mura di Falerii Novi Civita Castellana

Castellana. Nel corso dei secoli successivi, CENNI STORICI Civita sarà il luogo dove papi come Clemente III e Adriano IV, troveranno rifugio in situazioni La storia millenaria di Civita Castellana inizia di estremo pericolo. Durante il periodo del con quella dei Falisci, un popolo guerriero che Rinascimento ci furono delle lotte tra due fami- si scontrò inevitabilmente con la vicina Roma. glie: i Di Vico e i Savelli fino a quando, nel Sconfitti, i Falisci furono letteralmente cacciati 1426, la Santa Sede non riaffermò la propria dal sito fortificato di Falerii Veteres e costretti a giurisdizione. Da quel momento la città seguì fondare un'altra città su di una piana distante. le sorti dello Stato della Chiesa e molti furono Civita Castellana Il nuovo insediamento si chiamò Falerii Novi. i papi che nel corso degli anni la visitarono e Dieci secoli dopo, i Falisci iniziarono a torna- vi soggiornarono. Tra questi non possiamo non 23 re nella città abbandonata, in seguito alle menzionare Alessandro VI, Giulio II, Pio VI. È guerre gotiche e alle invasioni longobarde, sotto il pontificato di Alessandro VI Borgia che dando vita a uno sviluppo urbanistico che iniziarono i lavori nel forte Sangallo. L'evento ancora oggi conserva il suo tessuto medioeva- più importante del XVI secolo, invece, fu l'attac- le. Falerii Veteres divenne così Civita co che i Lanzichenecchi sferrarono a Civita Castellana nel 1527. Questi per ben due volte cer- carono di imposses- sarsene, avendone compreso l'impor- tanza strategica. Questa però riuscì a resistere, ma fu in tale occasione che l'archivio cittadino venne bruciato. I secoli XVII e XVIII furono sostanzial- mente di pace fin- chè le idee della rivoluzione francese Forte Sangallo raggiunsero anche Civita Castellana. Nel dicembre del 1798 le truppe francesi, guida- te dal generale MacDonald sconfissero le trup- pe napoletane e l’anno seguente gli Aretini si unirono agli altri nemici dei francesi, ed attac- carono Civita Castellana. I francesi ben presto si riappropriarono della città e la controllarono fino al 1815. Nel 1860 i garibaldini diretti a Mentana, si fermarono a Civita. Il 12 Settembre del 1870 vi sostò lo stesso Vittorio Emanuele II, diretto verso Roma con il suo eser- cito, che liberò la città, annettendola a quello che poi sarebbe divenuto il Regno d'Italia. È Museo della Ceramica nel secolo XIX che a Civita Castellana inizia una svolta economica con i primi impianti per colpi dell'artiglieria nemica che venivano sfer- la fabbricazione di ceramiche, dovuta anche rati sulle mura. Nel 1504 la fortezza fu poten- alla facile reperibilità dell'argilla presente nel ziata con la costruzione del mastio ottagonale, luogo, che avrà il suo massimo sviluppo nel che aumentatò la visibilità sul territorio circo- secondo dopoguerra fino a farne, ai nostri stante. Successivamente fu completati il porti- giorni, una vera e propria città della ceramica. cato e la "Rotonda", l'originario corpo di guar- Civita Castellana dia. Nel 1870, con la costituzione del Regno DA VISITARE d'Italia, venne trasformata in casa di reclusio- 24 ne. Nel 1977, la fortezza ristrutturata nel suo FORTE SANGALLO antico splendore è diventata sede di uno dei Voluto da Papa Alessandro VI, come roccafor- più importanti musei archeologici dell'Agro te a difesa dello Stato Pontificio, venne edifica- Falisco. to ad opera di Antonio da Sangallo il Vecchio. I lavori iniziarono nel 1494 e terminarono nel MUSEO DELLA CERAMICA 1503. La fortezza, costruita in pianta pentago- La cospicua donazione di opere ceramiche nale, sorge sull'area della vecchia rocca avvenuta nel 1996 per volontà della Sig.ra medievale di Civita Castellana. La tecnica di Masaniella Santarelli Marcantoni, che insieme costruzione, innovativa per il periodo, è stata al marito Casimiro le aveva collezionate, con- realizzata con blocchi tufacei angolati rispetto sente di costituire il primo nucleo del Museo al piano di campagna, in modo da attutire i della Ceramica, che trova inizialmente sede

Borghetto, r uderi Chiesa di S. Pietro nel Palazzo Petroni-Andosilla. Il Museo, intitola- to per tale motivo a “Casimiro Marcantoni” nel 2007 trova collocazione adeguata nel com- plesso dell’Istituto Statale d’Arte “U. Midossi” in virtù della collaborazione con codesta istituzio- ne scolastica al fine di realizzare una concre- ta integrazione tra formazione, analisi e studio di opere di valore storico-culturale ed unificare in un’unica struttura il patrimonio di arte tradi- zionale e manifestazioni di arte moderna. Sono esposte al pubblico opere ceramiche di vari periodi, prevalentemente appartenenti agli anni tra il 1920 e il 1960. All’interno del Museo sono esposti vasi, piatti, manufatti, pia- strelle dipinte che testimoniano la bravura dei più importanti maestri ceramici locali. MUSEO DELLA CERAMICA “C. MARCANTONI” Via A. Gramsci, 1 c/o Istituto Statale d’Arte “U. Midossi” ORARIO: tutti i giorni (escluso il martedì) dalle ore 9,00 alle ore 17,00 Civita Castellana

DUOMO DEI COSMATI Conosciuto anche come chiesa di Santa 25 Maria Maggiore, venne costruito verso la fine del XII secolo. Gli architetti che vi lavorarono, appartenevano ad una delle più importanti famiglie di marmorari dell'epoca; quella dei Cosmati. La facciata del Duomo è preceduta da un portico, scandito da colonne. Sull'architrave poi, in origine doveva esserci una decorazione a mosaico blu con una scrit- ta in oro, di cui restano poche lettere. Al cen- tro del porticato si può ammirare un arco soste- Duomo dei Cosmati. nuto da due pilastri. Su quello di sinistra com- Cripta - Facciata esterna - Navata centrale pare il nome Jacobus Laurentii, che insieme al figlio Cosma, si occuparono della realizzazio- zie; due delle quali posano su leoni stilofori, ne del portico. Ai pilastri su menzionati, se ne uno per ogni lato, rappresentanti il male e che aggiungono altri due. Su tutti e quattro figura- stringono fra le zampe due figure maschili che no i simboli dei quattro Evangelisti, mentre sul- simboleggiano il fedele al quale è impedito di l'arco centrale si può vedere l'immagine accedere alla salvezza. Al portone centrale se dell'Agnello, simbolo di Cristo, e nei pennac- ne aggiungono due laterali. All'interno solo la chi laterali invece vi sono due aquile. Epigrafi pavimentazione e la cripta sono del XII-XIII romane e medievali, insieme a reperti di varie secolo, il resto risale al restauro settecentesco, epoche, sono raccolti sotto il portico. voluto dal vescovo Mons. Tenderini, che stra- All'interno del Duomo si accede tramite un por- volse l'aspetto originario dell'intero edificio. tale centrale, ornato da quattro colonne corin- Oggi il Duomo si presenta con una pianta ad aula unica, e ben otto cappelle si snodano Civita e in quell'occasione suonò l'organo lungo tutto il suo perimetro. Dietro all'altare sopra citato. maggiore campeggia una tela con l'immagine ORARI DI APERTURA Tutti i giorni dell'Annunziata, opera di Pietro Nelli, del XVIII Orario invernale 9:00/12:00 - 15:30/18:30 secolo. Lateralmente, invece, ci sono a destra Orario estivo 9:00/12:00 - 16:30/19:30 il Martirio dei Santi Giovanni e Marciano, a sinistra la Resurrezione di Giovanni. Ai lati del EVENTI E MANIFESTAZIONI presbiterio ci sono due porte che conducono, quella di destra alla sacrestia, l'altra invece, CIVITAFESTIVAL all'Oratorio del Sacro Cuore, costruito nel XIV La manifestazione denominata CIVITAFESTIVAL secolo come cappella dedicata a S. è giunta ormai alla XX edizione, registrando un Giovanni Battista. Al suo interno compaiono, consenso di pubblico e di critica senza prece- murati, due plutei ed un sarcofago medioeva- denti. Il rigore e la qualità delle scelte artistiche le che illustra una scena di caccia. Si posso- connotano il CIVITAFESTIVAL come uno degli no ancora ammirare alcuni affreschi del XIV appuntamenti estivi di maggior prestigio nella secolo sulla parete sinistra. Altri ce ne sono provincia di Viterbo, inserendolo nei circuiti anche nel catino absidale. Nella cripta posta nazionali. La storia del Festival parte da lonta- sotto l'altare e coperta da volte a crociera sor- no: originariamente la manifestazione era rette da colonne con capitelli di varie epoche, chiamata “MUSICA DAI BORGIA” poiché i oltre ai due cibori realizzati da Pietro da concerti (tutti con repertorio cameristico) si tene- Civita Castellana Siena per l'allora governatore Rodrigo vano all’interno del Cortile Minore della Borgia, c'è anche un piccolo altare sormonta- Fortezza del Sangallo. Successivamente la 26 to da un medaglione del Settecento con l'effi- manifestazione fu spostata nei luoghi più sug- gie dei SS. Gratiliano e Felicissima. gestivi della città (piazza Duomo, piazza Quest'ambiente venne utilizzato come sepol- Matteotti, Chiesa Cattedrale, Chiesa di S. creto dei vescovi della diocesi. Molto bello è Gregorio) mantenendo però parte della pro- anche l'organo, anch'esso del '700, recente- grammazione all’interno della Fortezza. In mente restaurato. Sembra che nel 1770 seguito a questa trasformazione la manifesta- Mozart andando via da Roma si sia fermato a zione cambiò nome e fu appunto indicata

Manifestazione Civita Festival Scorcio del Comune cipazione di massa è il Carnevale, che nel ter- ritorio falisco ha radici storiche e culturali anti- chissime. Il carnevale inizia ufficialmente il 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate. In que- sto giorno si celebra l’intronizzazione, cioè l’in- vestitura ufficiale del re Carnevale scegliendo una figura ispirata a situazioni contingenti: si tratta di un enorme “puccio” di cartapesta, cioè di un pupazzo panciuto e rubicondo, che troneggia nel suo effimero regno dei bagordi e di baldoria sulla piazza del Comune. La coreografia è completata dalla più strampala- ta banda che si conosca, la Rustica, gruppo folcloristico istituito da un gruppo di buontem- poni nel 1956, che trasforma, mediante stra- ne metamorfosi, in strumenti musicali gli ogget- ti più inusitati. Un sapore veramente tradiziona- le si trova nelle specialità gastronomiche che vengono preparate in ogni famiglia secondo ricette secolari e che il visitatore può degusta- Carnevale di Civita Castellana re in qualche locale caratteristico del centro Civita Castellana storico: gli “scroccafusi”, castagnole di pasta come CIVITAFESTIVAL, assumendo una posi- dolce fritte e condite con il miele, le “frappe”, 27 zione di punta nelle proposte culturali della losanghe o strisce di pasta dolce fritte nell’olio città. Venne introdotto il grande repertorio sinfo- bollente, i deliziosi “ravioli” ripieni di ricotta nico oltre ad altre forme e comportamenti musi- condita con rum, ed infine i “frittelloni”, sottili cali (jazz, contemporanea e di ricerca, tradi- diaframmi di pastella passati velocemente in zione popolare ed etnica), coinvolgendo auto- padella ed incaciati in abbondanza con for- revoli esponenti del panorama musicale inter- maggio pecorino. nazionale. Formazioni orchestrali, di canto

Popolare e formazioni corali fino alle nuove CIVITA CASTELLANA PER DATE introdotte formazioni bandistiche e la sezione Danza. La struttura della manifestazione per- 6 GENNAIO Arriva la Befana 17 GENNAIO Apertura Carnevale corre una prassi consolidata: indagare le varie Festa S. Antonio Abate e Benedizione degli animali epoche della storia della musica in occidente 27 GENNAIO Maratonina dei 3 Comuni 3-5 FEBBRAIO Carri allegorici giovedì e martedì grasso Rogo “O Puccio” con particolare attenzione ai repertori sommer- 25 MARZO Festa S. Leonardo in Borghetto si e di rara esecuzione oltre che verificarne le 30 MARZO Domenica in Albis connessioni con altre forme d’arte. Il successo Festa della Madonna delle Piagge del festival, sempre in crescita, ha consentito alla 25 MAGGIO Corpus Domini suggestiva infiorata per le vie del Centro Storico città di diffondere un’immagine di qualità oltre i 21 GIUGNO Festa S. Luigi Gonzaga Frazione di Sassacci confini regionali, diventando volano di una 5-31LUGIO Civitafestival 7-21 SETTEMBRE nuova dimensione tutta ancora da scoprire. Festeggiamenti in onore dei S. Martiri Marciano e Giovanni Patroni di Civita Castellana Ludi Borgiani-Rievocazione in abiti d’epoca. CARNEVALE DI CIVITA CASTELLANA I Ludi si concludono con il Palio dell’Anello presso il Fossato del Forte Sangallo L’unica festa che ha conservato la sua carica 17 SETTEMBRE Grandiosa Fiera di merci e bestiame vitale, la sua matrice originaria, ed una parte- DICEMBRE 23 - 06/01 “Presepe dell’anno” Faleria

CENNI STORICI importanti delle quali furono Anguillara e Farne- se. Dopo la realizzazione del castello degli An- Le origini di Faleria si perdono nel tempo, sono guillara il borgo assume l’aspetto di nucleo fortifi- stati rinvenuti alcuni materiali che testimoniano cato. Nel XVI secolo l’abitato si amplia e viene l'esistenza di insediamenti urbani relativi all'età costruita una nuova cinta muraria con torri e due del bronzo. Dopo i falisci, popolo laborioso che porte d’accesso. Nel 1660 tutti i beni Anguilla- ha abitato la zona, fu la volta dei romani che, ra e con essi il feudo di Stabia furono venduti al con la costruzione della via Flaminia, nel III seco- principe Borghese. Nel XIX secolo il nucleo con- Faleria lo a. C. diedero a tutto l'agro falisco un'impron- serva ancora intatto il perimetro difensivo, ma al- ta nuova. Grazie a questa arteria viaria anche l’esterno delle mura si sviluppa il paese nuovo. 28 Faleria acquistò un ruolo centrale, in quanto im- Nel catasto urbano del 1873 compare la de- portante stazione di posta da cui probabilmente nominazione Faleria. All’inizio del XX secolo la deriva l'etimologia dell'antico nome del paese, cinta muraria rinascimentale e le porte d’acces- Stabulum. Nel periodo medievale si avvicenda- so vengono demolite, viene realizzato il palaz- rono al potere diverse famiglie signorili, le più zo comunale.

Affresco interno Chiesa S. Giuliano DA VISITARE

CHIESA DI S. GIULIANO Non vi sono documenti scritti circa l'origine e l'anno di costruzione della chiesa. Per avere un attestato scritto, bisogna risalire all'anno 1257. La chiesa di S. Giuliano ha pianta basilicale a tre navate; la centrale, più ampia, termina nel- l'abside con coro in legno, che circonda l'altare principale. Vari indizi fanno pensare che non avesse sempre avuto il nome attuale. Si chiama- va chiesa della Collegiata, come la piazza adiacente e i primi originari protettori furono i S.S. apostoli Pietro e Paolo, dei quali la chiesa conservava memoria con un altare eretto a loro nome. Della primitiva chiesa del XII secolo riman- gono i massicci muri perimetrali, visibili nella mo- Chiesa di Sant’Agostino le esterna, nei quali sono aggregati tasselli di fini marmi lavorati, provenienti da monumenti di epo- sono tuttora funzionanti. Al XVII secolo risale la ca romana, inseriti come elementi decorativi. Nel costruzione delle altre cappelle interne e delle vol- secolo XIIl la chiesa aveva un magnifico pavi- te delle navate laterali, nel 1610 per opera della Faleria mento cosmatesco con intarsi di marmi che for- compagnia del S.S. Sacramento fu rinnovato l’al- mavano disegni geometrici, del quale rimane un tare maggiore dedicato a S. Giuliano con una 29 rosone posto proprio dietro il portale centrale. tela raffigurante il santo ai piedi della Vergine Con la ristrutturazione del XIV secolo, venne co- con il bambino, adornata tutta intorno da una struita la conca absidale sull’area della sacrestia, cornice a stucchi con figure angeliche. Questo rialzato il pavimento dell'altare maggiore e crea- altare è quello che fino ad oggi i faleriani hanno ta una cripta nel sotterraneo dello stesso. Nel XV ammirato perché un intervento del 2006, volto secolo furono erette le prime cappelle laterali: ad restaurare la tela seicentesca, ha portato alla quella del Santissimo Salvatore e quella dedicata luce un importante affresco ad essa sottostante. In a S. Giuliano, proclamato nuovo protettore di primo piano c’è l’immagine di S. Giuliano, facil- Stabia. Nel XVI secolo la chiesa subì un vistoso mente distinguibile per la presenza dei suoi sim- rifacimento che mutò l'ordine architettonico fonda- boli: il cane alla sua destra, il falco posato sull’a- mentale. Furono chiuse le finestre parietali ed eret- vambraccio sinistro e la spada. In secondo pia- ti quattro nuovi altari. Una particolare menzione no c’è Faleria, come si poteva ammirare intorno merita la cappella di S. Giovanni Battista, per le al XV secolo (data ipotizzata dell’affresco); si di- sue delicate sagome architettoniche, sorrette da stinguono chiaramente lo sperone tufaceo con colonne e capitelli tutte in marmo pregiato. Della sopra il borgo medioevale, la chiesa di S. Giu- famiglia Anguillara, porta ancora oggi gli stemmi liano ed il castello degli Anguillara con ancora le araldici ai fianchi dell’altare e al centro dell’affre- sue torri merlate. sco è sicuramente anteriore alla cappella. In que- sto secolo furono costruiti anche i portali di traver- CHIESA DI S. AGOSTINO tino che si inseriscono mirabilmente nella facciata Di fronte alla Chiesa dedicata a S. Giuliano, sul della chiesa. Il campanile romanico fu costruito lato est del castello degli Anguillara sorge la probabilmente nel 1504. Le campane, la più Chiesa di S. Agostino. Costruita nel XIV secolo, grande risale al 1343 e la più piccola al 1504, fungeva da Cappella Gentilizia del Palazzo An- guillara e sul lato ovest era collegata con esso diruti Paternum” presso i confini di Stabia, ci dà da un ponte sospeso, per mezzo del quale i una cognizione temporale di quando è avvenuto Conti potevano accedervi direttamente. Visibile fi- l’abbandono del sito. Il Castello sorge sopra un no ai primi del 1900, del ponte non rimane altro colle di tufo, in posizione fortissima, isolato tra un che marcate tracce di attacco ai muri. La faccia- Fosso e le valli del fiume Treja, che scorre in ta presenta due nicchie laterali ornamentali con profondi e pittoreschi burroni. Fortemente difeso due finestroni centrali ed ampi costoloni laterali dalla poderosa cinta muraria, Paterno si oppone- che danno alla Chiesa, costruita tutta in pregiati va validamente al passaggio degli eserciti che laterizi di colore rosso-marrone, un aspetto armo- provenivano da nord per la conquista della città nioso e piacevole. L'interno, a navata unica, ha di Roma. La storia di Paterno è legata alla figura un unico altare centrale, che era sormontato da dell’imperatore del Sacro Romano Impero, Otto- una tela raffigurante S. Agostino e S. Monica, ne III, che si ritirò “apud oppidum qui appellatur ora dispersa. Sul lato sinistro è rimasto un grande Paternum, non longe Civitacastellana”, il 1 gen- affresco raffigurante una serie di Santi tra i quali naio 1002 e dove, qualche giorno dopo, al- si riconosce la presenza del S. Patrono Giuliano. l’età di 22 anni mori. Storici pensano che l’impe- Dietro l'altare vi è la cripta Gentilizia della fami- ratore fu avvelenato da una sua concubina, Ste- glia Anguillara, chiusa da una botola di marmo fania, moglie di Crescenzio Patrizio Romano, fat- bianco. Detti sepolcri sono rimasti intatti sino al to decapitare dall’imperatore. Voci certamente 1977, quando ignoti vandali e profanatori di leggendarie, ci hanno tramandato che il corpo tombe, nel tentativo di scendervi spezzarono la dell’imperatore fu sepolto vicino alle sponde del Faleria lapide in due parti. È di vivo interesse, anche, la fiume, con un ricco corredo funebre, il quale sacrestia, completamente restaurata con un inter- avrebbe compreso una chioccia con sette pulcini 30 vento che alla fine degli anni ’90 ha riguardato d’oro. tutta la Chiesa di S. Agostino. CASTELLO DEGLI ANGUILLARA CASTELLO DI PATERNO Il Castello degli Anguillara è un gioiello di fortifica- A qualche chilometro dal centro abitato di Fale- zione edilizia medievale, fatto costruire alla fine ria, sull’antica via che conduceva a Civita Castel- del Duecento dalla famiglia Anguillara e ampliato lana (Falerii Veteres), rimane il Castello di Pater- nel corso dei secoli. Gli Anguillara, nel XI sec. era- no. Purtroppo i secoli ci hanno lasciato solo po- no i padroni di Anguillara (sul lago di Bracciano), chi resti; imponenti avanzi della cinta muraria ed Calcata e Faleria. Enrico VII, figlio di Federico una larga porta d’accesso ad arco (l’antica po- Barbarossa, li elevò a conti, premiando la loro fe- sterla dei Sassoni). Nel 1549 la convenzione tra deltà al Sacro Romano Impero. La magnificenza Flaminio ed Everso Anguillara, che cita “castrum del palazzo fa capire quanto grande fosse la po- tenza di questa antica casata, il cui stemma, le caratteristiche bisce incrociate, si ripete più volte nei vari complessi architettonici di Faleria. L'aspet- to attuale risale al tempo più glorioso: il XVI sec. Flaminio Anguillara nel 1549, dopo il ritorno a casa dalla battaglia di Lepanto, trasforma la corte in residenza signorile; la presenza delle tre logge in peperino, che si affacciano elegantemente sul- la piazza della Chiesa, attestano l’intervento rina- scimentale. Nel 1300 il Castello, molto più basso di quello attuale, era completamente merlato e Castello di Paterno possedeva quattro torrioni rotondi. Nell’unica torre coperta, fatta costruire al tempo della Contessa Maddalena Strozzi. In un armonioso equilibrio di volumi si innalza sopra l’alta torre sovrastante tutto il Palazzo. A nord est è situata, internamen- te, la scala a chiocciola, interna ad un’atra tor- re, che dai piani inferiori porta fin su le soffitte; spiragli in peperino, con arco tondo verso l’alto, illuminano il suo interno. Il Palazzo, oltre ad es- sere simbolo della potenza dell’antica casata degli Anguillara, è stato anche il cuore pulsante La Frustica della comunità di Faleria, per questo l’attuale superstite, a sud ovest del Castello, vi era applica- Amministrazione Comunale sta facendo ogni ta la forca. L’ingresso principale è adiacente alla sforzo per recuperare il castello ed il centro stori- Chiesa di S. Giuliano, in piazza della Collegia- co di Faleria. ta, e ci si accede per due larghe cordonate, alle cui basi emergono grossi monconi di antiche co- EVENTI E MANIFESTAZIONI lonne di granito egiziano. Attraversando il porto- ne principale si entra in un ampio cortile interno, Nel 1993 dall'associazione musicale "Giusep- in parte porticato, cui al centro si trovava, prima pe Verdi" di Faleria, nasce il gruppo folk la di essere trafugato, un artistico pozzo di travertino. "Frustica". Composto inizialmente solo da po- Di tale pozzo, recentemente, si è ritrovata la base che persone ha raggiunto, adesso, il ragguar- Faleria ottagonale. A destra del cortile, la rinascimentale devole numero di ottantatré elementi, tra suo- scalinata ci conduce ai piani superiori e in parti- natori di strumenti a fiato e suonatori di stru- 31 colare alla Sala del Camino, forse la più bella. menti caratteristici, realizzati con i materiali più Detta anche Sala “dell’Ammasso”, era adibita a semplici e bizzarri. Agli esordi la "Frustica" suo- granaio, dove si portava parte del raccolto come na solo per la piccola comunità di Faleria, ma onere per la coltivazione delle terre signorili pri- la consacrazione definitiva, degno premio per ma, e comunali dopo. Sotto c’è la Sala della così tanta dedizione e intraprendenza, arriva Mola, chiamata così per la presenza di un anti- finalmente nell'Ottobre 1998, quando la "Fru- co mulino per la macinazione del grano; essa, stica" viene invitata a New York, per il " Co- ad oggi, è l’unica sala accessibile, grazie all’in- lumbus Day". I riconoscimenti, gli inviti, i suc- teressamento nel 2006 dell’amministrazione co- cessi riscossi dalla "Frustica" sono andati aumen- munale, che ha dato nuova speranza per il re- tando sempre più negli ultimi anni, grazie alla te- cupero di tutto il complesso. La facciata del Ca- nacia, alla dedizione, alla professionalità e alla stello prospiciente piazza degli Anguillara (già- cooperazione che c'è tra i membri del gruppo e piazza dei Pozzi) presenta una grande loggia i comitati organizzatori.

FALERIA PER DATE

6 GENNAIO Arriva la Befana doni per tutti i bambini II WEEK END DI GEN. Festa patronale di S. Giuliano 17 GENNAIO Giochi popolari di S. Antonio, Carnevale Faleriano MAGGIO Aperture cantine del borgo con varie esposizioni, Gara podistica III DOM. DI MAGGIO Festa patronale di S. Giuliano MAGGIO Corpus Domini GIUGNO Festa della Frustica GIUGNO/AGOSTO Faleria Estate Castello degli Anguillara DICEMBRE Babbo Natale, banda, capodanno del nonno Castel Sant’Elia

ste così al fenomeno dell’incastellamento dei CENNI STORICI cui castelli, costruiti con i caratteristici blocchet- ti di tufo, rimangono resti di mura e le impo- nenti rocche. Al confine con il Comune di Ne- Tra due delle più importanti vie consolari, la pi sorge il Castello Medioevale di “Isola Con- Cassia e la Flaminia, a metà strada tra Roma versina“, a poca distanza c’è il castello di e Viterbo, sorge il Comune di Castel Sant’E- “Pizzo della Iella“, a sud est del paese. Verso lia. Sui pianori tufacei, alla confluenza delle il comune di Faleria, si innalza il castello “d’I- Castel Sant’Elia valli sottostanti, si notano i primi insediamenti schiI“; quasi dirimpetto a quest’utlimo c’è il etrusco-falisci quali i “pagi“, ossia villaggi con Castello di Filissano e all’estremo confine di 32 le caratteristiche grotte abitative collegati lun- Castel Sant’Elia verso Nepi c’è quello di Por- go le vallate attraverso le “tagliate“ delle rupi. ciano. Fra le profonde valli che segnano il Su detti pagi, abbandonati nel periodo roma- territorio del paese la più suggestiva quanto no, sono sorti in quello medioevale insedia- più misteriosa è la Valle Suppentonia. Essa menti con mura e torri di avvistamento; si assi- accolse i primi Anacoreti, che conducevano

Veduta aerea della Basilica Sant’Elia Facciata della Chiesa Parrocchiale Grotta Maria SS ad Rupes interno Castel Sant’Elia una vita eremitica in grotte scavate lungo le Marchese Mezzani, il cui palazzo è attual- 33 rupi ancora oggi visibili. Tra queste Castel mente la sede comunale. Sant’Elia vanta quella di San Leonardo, in cui avvenne lo storico incontro nel 592 tra Papa DA VISITARE Gregorio Magno e Teodolinda, regina catto- lica dei longobardi, che riuscì a piegare l’a- SANTUARIO SANTA MARIA AD RUPES nimo del Re Agilulfo ottenendo così la salvez- La sua storia ha inizio con il 6 aprile 1777, za di Roma. Altra grotta è quella di San data di arrivo a Castel Sant’Elia del pio eremi- Nonnoso, scavata nel mezzo della rupe so- ta fra Giuseppe Andrea Rodio (Locorotondo vrastante la basilica di Sant’Elia, al di sotto 1743 – Castel Sant’Elia 1819), al quale fu della chiesetta di San Michele Arcangelo e affidata la custodia della grotta “ad rupes“, anche quella di San Anastasio sita sopra nella quale si conosceva una effigie della Ma- un'altra grotta, quella più venerata, di Santa donna. Alla grotta si accedeva per un sentie- Maria ad Rupes, che costituisce l’odierno san- ro, la “Strada dei Santi“, che si dipartiva dal tuario. Dopo un lungo periodo di dipendenza Monastero benedettino di Sant’Elia. Prima dai Pontefici, il paese divenne feudo e vide preoccupazione di fra Rodio fu di rendere più susseguirsi le famiglie dei Colonna, degli Or- agevole il posto selvaggio e realizza in 14 sini e dei Farnese; a questi ultimi si deve il me- anni, con l’uso di mazza e piccone, una gal- rito di aver costruito il nuovo castello con le leria di 144 gradini che unisce la grotta al mura castellane e i torrioni intorno al 1540. piano superiore. Accanto alla sua amata Ma- Nel 1663, a seguito della vendita dei Farne- donna, fra Rodio scavò una nicchia dove ora se a Papa Innocenzo X, il paese passa di il suo corpo riposa. Il Santuario nel 1892 fu nuovo sotto il controllo papale e alla fine del affidato ai Francescani Irlandesi di Sant’Isido- ‘700 i beni di Castel Sant’Elia passano al ro di Roma, sotto la guida di P. Giuseppe Ber- Castel Sant’Elia Torretta, ingresso al centro storico Ingresso alla grotta della Madonna ad Rupes 34 nardo Doebbing, e attualmente ai padri po- ce costruire il tempio di Diana cacciatrice, si lacchi dell’ordine di San Michele Arcangelo. eleva la Basilica di Sant’Elia in stile romani- Il Santuario può vantare tra le molte visite quel- co, testimonianza di una gloriosa arte lonta- la del Santo Padre Giovanni Paolo II avvenuta na e del famoso e antichissimo Monastero il I maggio del 1988. benedettino di cui le origini sono attribuite a San Benedetto da Norcia sul cadere del se- MUSEO DEI PARAMENTI SACRI sto secolo ma di cui sono scarsi i documenti. Nella zona più antica del paese, ai margini La Basilica è nel carattere più puro delle basi- di una rupe, Pizzo Sant’Anna, il museo. Si liche romane antiche. Di semplici, nitide for- tratta di una raccolta antica di paramenti e me, mostra nettamente già all’esterno la sua tessuti liturgici del Medio Evo di fine seta e li- pianta basilicale a tre navate con l’alto tran- no pregiato databili dal decimo al quattordi- setto e l’abside semicircolare, mentre all’inter- cesimo secolo. La pregevolissima e rara rac- no apre una bella prospettiva longitudinale di colta, oggetto di studi approfonditi, si compo- colonnati continui, chiusa in fondo dagli arco- ne di 12 pianete, 7 camici, 3 tunicelle, 2 mi- ni che delimitano il transetto. Lo spazio è uni- tre, 2 paia di sandali, 1 cofanetto in legno e tario e luminoso, in pittorico contrasto con la lamine di metallo di lavorazione siculo-sarace- penombra diffusa delle navate. Nella Basili- na, 1 antipendio, 1 frammento di stoffa cop- ca furono impiegate sculture dell’alto Medio ta, 1 testa lignea dell’abate Anastasio. Evo dei secoli VII-XI con funzioni decorative e ornamentali; i capitelli corinzi provenienti dai BASILICA DI SANT’ELIA monumenti romani, insieme a fusti di colon- Su un pianoro, al centro della Valle Suppen- ne. L’ambone è opera delle maestranze co- tonia, nel luogo dove l’imperatore Nerone fe- smatesche particolarmente operose nella zo- Castel Sant’Elia

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Quadro della Madonna Maria SS. ad Rupes na. Appena entrati nel tempio l’occhio del vi- CASTEL SANT’ELIA PER DATE sitatore viene subito attratto dagli affreschi 6 GENNAIO La Befana, concerto dell’Epifania spartiti in grandi riquadri che, pur se in parti 17 GENNAIO Festa di S. Antonio Abate GENNAIO Il Carnevale Castellese mutili, rappresentano uno dei più completi Maratonina dei tre comuni esempi di unitaria decorazione pittorica del APRILE Processione del Venerdì Santo Medio Evo in analogia con le più importanti 31 MAGGIO Pellegrinaggi presso il Santuario di S. Maria ad Rupes MAGGIO Concerti Musicali pitture della scuola romana che si esprime co- Festa Madonna di Castelluccio me stile proprio intorno all’anno 1000 con i Festa presso il Santuario S. Maria ad Rupes pittori romani Giovanni, Stefano e Nicola. della diocesi di Civita Castellana GIUGNO Infiorata Corpus Domini Foto a cura di: 13 GIUGNO S. Antonio di Padova AEMME PRODUZIONI VISIVE GIUGNO Rievocazione storica incontro tra S. Gregorio Magno e la Regina Teodolinda LUGLIO/AGOSTO Estate Castellese ORARI DI APERTURA 10 AGOSTO Festa di S. Lorenzo a San Lorenzo ESTIVO: Da martedì a venerdì dalle 17.00 alle 19.00 2/3 SETTEMBRE SS. Patroni Anastasio e Nonnoso Sab., Dom. e festivi dalle 10.00/12.00 e dalle 17.00/19.00 7 SETTEMBRE Festa della Madonna dell’Immagine INVERNALE: Da martedì a venerdì dalle 15.00/17.00 12 SETTEMBRE Festa di S. Maria ad Rupes Sab., Dom. e festivi dalle 10.00/12.00 e dalle 15.00/17.00 DICEMBRE Esposizione Presepi 10 DICEMBRE Processione notturna della Madonna di Loreto Nepi

tracciato della via Amerina. Dopo il crollo del- CENNI l’Impero iniziò per Nepi un periodo travagliato STORICI e la città venne saccheggiata dai Longobardi. Costituitasi come libero comune nel 1131, fu Secondo la tradizione teatro di lotte e di intrighi fra le principali famiglie locale, Nepi sarebbe aristocratiche fino al XV secolo, quando passò stata fondata 548 an- definitivamente al Papato. Il Cardinale Rodrigo ni prima di Roma da Borgia, divenuto papa nel 1492 con il nome di Nepi Termo Larte. Le testimo- Alessandro VI, donò alla città un periodo di pa- nianze archeologiche ce e di benessere; ricostruì la Rocca dove, per 36 collocano però la data di fondazione di questa qualche tempo, dimorò anche la figlia Lucrezia. città nell’VIII sec. a.C., ad opera di popolazioni Furono però i Farnese che segnarono la città falische. L’abitato assurse a notevole importanza con meravigliose opere architettoniche quali il durante il V-IV secolo a.C., come testimoniano i Palazzo Comunale, le Fortificazioni, la Cripta di resti della possente cinta muraria, ancor oggi vi- S. Tolomeo, affidando i lavori all’architetto Anto- sibili, inglobati all’interno delle mura medievali. nio da Sangallo il Giovane. Con la partenza Entrata precocemente nell’orbita romana (383 del Duca Pierluigi Farnese per il ducato di Par- a.C.), divenne un’importante stazione lungo il ma e Piacenza, nel 1545 la città ritornò sotto il

Scorcio del Comune di Nepi segnala la Necropoli dei Tre Ponti situata lungo la strada per Civita Castellana (Km 10) e con- nessa tramite il tracciato della via Amerina alla città romana di Falerii Novi. Numerosi reperti provenienti dalle necropoli sono conservati nelle sale del Museo Civico, che occupa il piano se- minterrato del Palazzo Comunale. L’edificio, splendido esempio di architettura rinascimentale, fu ordinato dal Duca Pierluigi Farnese, che af- fidò il progetto all’architetto Antonio da Sangal- lo il Giovane. La sua costruzione fu iniziata nel 1542 ma terminò, con la realizzazione della parte superiore, solamente alla fine del 1700. Inglobata in quella che fu l’arcata centrale del portico, vi è la splendida fontana realizzata dal- l’architetto Filippo Barigioni nel 1727. Il Castello dei Borgia prende il nome dall’importante fami- glia spagnola che vide nel cardinale Rodrigo Veduta della Corte del Forte dei Borgia (Papa Alessandro VI) l’artefice delle prime e più dominio della Santa Sede e non rivisse più mo- importanti modifiche nel 1479. Di notevole inte- menti di così grande splendore. Nel 1798 le resse i rinvenimenti fatti all’interno di uno dei sot- Nepi milizie francesi in ritirata dalla capitale transitaro- terranei dove è venuto alla luce un tratto di stra- no per Nepi e, in seguito a disordini, la incen- da basolata romana e sono visibili tre porte di 37 diarono. Nel 1870 Nepi entrò a far parte del accesso alla città, di epoche diverse. Le eviden- Regno d’Italia. ze più antiche sono databili intorno al III-II secolo a.C. Imponenti e mirabile opera di architettura DA VISITARE militare del Cinquecento sono le Fortificazioni fatte erigere, su progetto di Antonio da Sangallo Numerose sono le necropoli di epoca falisca e il Giovane, per volere del Duca Pierluigi Farnese romana disseminate sul territorio. Fra queste si figlio del Papa Paolo III (Alessandro Farnese), nel

Veduta del Forte dei Borgia da Porta Romana NEPI PER DATE

GENNAIO Arriva la Befana. Festeggiamenti S. Antonio Abate. XXX ed. Fiera delle macchine agricole e industriali Carnevale Nepesino con carri allegorici. FEBBRAIO Chiusura del Carnevale. Replica del Corso di Gala del Carnevale Nepesino. APRILE “L’uovo delle Meraviglie” rottura in Piazza dell’uo- vo di Pasqua gigante. S. Pasqua: la Colomba della pace dona le uova. Pasquali a tutti i bambini. 27- Inaugurazione della piazza dei Bersaglieri con la partecipazione di fanfare di Bersaglieri. MAGGIO 2 – alle ore 17,00 1° conferenza della serie “Archeologia e Storia del territorio”. 3–4 - “Festa dei Fiori di Maria” concerti. Palazzo Comunale 2° settimana del mese – 6° Sagra del Pecorino Romano e dei prodotti tipici della Tuscia con stands 1537. Del periodo dei primi cristiani nepesini per degustazioni enogastronomiche, intrattenimento sono le monumentali Catacombe di Santa Savi- musicale. 16 - alle ore 17,00 2° conferenza della serie nilla (IV-V secolo) situate nei pressi del cimitero “Archeologia e Storia del territorio”. cittadino. Restituite recentemente al pubblico, so- Da fine maggio alla 2° settimana di giugno 13° no formate da tre gallerie principali e da alcune edizione del “Palio del Saracino”. diramazioni secondarie interamente scavate nel GIUGNO 8 – alle ore 11,00 3° conferenza della serie Nepi tufo. Al suo interno vi sono più di mille sepolture “Archeologia e Storia del territorio”. Corpus Domini: caratteristica ed oltre a semplici loculi si possono trovare nu- “Fiorita per le vie del paese”. merosi arcosoli e “formae” pavimentali. Rimar- 13° edizione del “Palio del Saracino”. 38 Rievocazione storica con grandioso corteo, tornei chevole è anche l’Acquedotto alla cui realizza- di arcieri e cavalieri per la conquista del palio. zione furono chiamati vari architetti, tra cui Gia- Degustazioni piatti tipici nelle taverne delle quattro como Barozzi detto il Vignola. I vari tentativi di contrade. Giochi popolari legati alla tradizione medievale . far giungere l’acqua alla città ebbero però esito negativo fino al 1702, quando l’architetto Filip- LUGLIO 13 – “Festival giovanile rock-blues”. Estatissima 2008 - Ultimi 2 fine settimana con po Barigioni progettò il sistema delle grandi ar- concerti, musica rock, sfilate di moda, esibizioni cate, che ancora oggi si possono ammirare. I scuole di ballo. lavori terminarono solo nel 1727. Fra le nume- AGOSTO 7–10 – Settimana jazz rose chiese meritano particolare menzione il (concerti in collaborazione con “Tuscia jazz” con artisti italiani e stranieri). Duomo con la Cripta, le chiese di San Tolomeo, 15–16 e 17 “Festa Ambiente”. San Rocco, San Vito, San Biagio e Santa Ma- Dal 22 al 28 Feste Patronali in onore dei SS. Patroni Tolomeo e Romano con ricco ria delle Grazie. programma di celebrazioni e festeggiamenti.

SETTEMBRE “Lirica sotto le stelle”. - Fiera macchine agricole e industriali ed altro.

OTTOBRE 1° domenica - in occasione della Madonna della Vittoria festeggiamenti di tipo folkloristico-religiosi. NOVEMBRE “Le strade del vino, dell'olio d'oliva e dei prodotti tipici nepesini” esposizione di prodotti tipici DICEMBRE “Dicembre in festa” con mostre di pittura, presepio vivente, esposizione di presepi artigianali per la cosiddetta “Via dei presepi”. Concerto di S. Stefano con la Banda Musicale Corteo Storico Palio del Saracino Comunale “E. Gay”. Monterosi

sfruttarono la posizione e le risorse, facen- CENNI STORICI done uno dei più importanti luoghi di sosta della via consolare. Da ricordare è senz’al- L’origine del nome del paese, di un toponi- tro l’incontro che avvenne tra il Pontefice mo così dolce ed evocativo, deriva dalla Adriano IV e Federico Barbarossa. Si rac- pianta di rosa canina assai diffusa sulle al- conta che il 9 Giugno del 1155 l’impera- ture che lo circondano, come anche è rap- tore, con il suo comportamento poco osser- presentato nel suo emblema comunale: tre vante l’“etichetta” dell’epoca, avesse irritato monti sormontati da tre rose canine. Sia i a tal punto il papa che quest’ultimo si sa- Monterosi Falisci che i Romani si resero conto dell’im- rebbe rifiutato di concedergli il bacio della portanza di questo territorio per i contatti riconciliazione. Il piccolo incidente diplo- 39 con il Nord della penisola e sempre ne matico si risolse poi in tutt’altra sede in bre-

Facciata del comune di Monterosi ve tempo ed il Barbarossa riconosciuto, fi- DA VISITARE nalmente, come imperatore. Nel periodo medievale il borgo fu conteso tra le più po- LAGO DI MONTEROSI tenti famiglie feudali del Lazio come i Vico, Il nome del lago di Monterosi, Janula, risa- gli Anguillara e gli Orsini. Nel XIV sec. Fe- le probabilmente all'antichità, dal nome ro- derico di Svevia, mentre era impegnato mano di Giano, dio degli interessi. Fu men- nella guerra contro Innocenzo IV e le sue zionato per la prima volta in una bolla di truppe, fece erigere un maniero su di una Papa Innocenzo III del 1203, come "pisca- collina sovrastante il paese, Monte della ria in Janula". Il lago di Monterosi, per le Torre. Anche l’abitato fino al ‘400 era sul sue particolari caratteristiche, è stato ogget- colle che attualmente lo sovrasta, poi in un to di studi da parte di geologi sia Italiani periodo di relativa calma si trasferì più a che stranieri e il suo interesse è tale che il valle. Molti altri fatti, però, degni di nota Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali avvennero in questi luoghi, come l’assassi- ha dichiarato La "Conca del lago di Mon- nio di Monsignor Giarda che, incaricato terosi" area di notevole interesse pubblico. dal papa di chiedere la destituzione del Situato al bivio tra la via Cassia Cimina e Ducato di Castro a Ranuccio Farnese, cad- la SS. Cassia, in una conca dalle brulle de in un agguato tesogli dai sicari del si- sponde degradanti a nord-ovest, e piatte e gnorotto. Fu anche questo, sicuramente, incorniciate da vegetazione acquatica a uno dei motivi che spinsero il pontefice ad sud-est, dalla superficie variegata per il Monterosi ordinare la destituzione del ducato in que- contorto affiorare di una flora invadente, si stione. Nel periodo delle invasioni napo- presenta, nel pieno dell'estate, con l'aspet- 40 leoniche, invece, Monterosi fu al centro di to di uno stagno agonizzante. Ma nella una sanguinosissima battaglia tra le truppe stagione invernale, tonificato dalle piogge, francesi e quelle di re Ferdinando. Ultimo che affondano la vegetazione galleggian- avvenimento storico da ricordare, in ordine te, dal freddo che fa andare in letargo il cronologico, il sacrificio eroico di Ettore tappeto delle ninfee, in una giornata di lie- Rosso e dei suoi soldati nel fermare l’avan- ve tramontana o magari dopo uno spruzzo zata delle truppe tedesche il 9 Settembre di neve, eccolo di nuovo azzurro nel suo del 1945. nitore di laghetto vulcanico che offre imma-

Lago di Monterosi gini di altre epoche. La varietà originaria ri che solo sporadicamente si fermano per del lago di Monterosi è la "Njmphaea al- una breve sosta nelle acque pur limpide e ba", indigena dei nostri climi e di tutta Euro- non inquinate del lago. I mestoIoni e addirit- pa. Circa 50 anni fa, secondo le testimo- tura i fistioni turchi, specie ora scomparsa nianze, una fascia rigogliosa di ninfee bian- praticamente anche in Italia, e che da que- che cingeva completamente il lago, ma già ste parti chiamavano i cardinali per il bel verso il 1960 molte di esse erano scompar- becco color amaranto cardinalizio, trovava- se, probabilmente a causa della progressi- no il loro rifugio nel lago. va diminuzione del livello delle acque. La successiva introduzione di una specie esoti- CHIESE E MONUMENTI ca di Njmphaea, la Njmphaea lotus, di co- Eretta nel XVI sec., la chiesetta della Ma- lore rosa, originaria del Nilo, ha fatto regre- donna della neve, in via Cavour, è il fulcro dire la Nifea bianca, meno rustica, che og- del borgo Aldobrandino; anticamente a ri- gi appare quasi del tutto sostituita dalla nuo- dosso delle sue mura era sorto un “hospita- va specie. A Marzo, tempo di migrazione, letto”, oggi adibito ad abitazione. Sopra sul lago di Monterosi volteggiano branchi l’altare maggiore campeggia una Madon- di marzaiole e martin pescatori, mentre in na col Bambino di notevole esecuzione. Al canneto appartato una coppia di germani lati, ex voto per grazie ricevute, adornano reali canta sommessamente alla primavera le pareti. Al XVII sec. risale, invece, S. incipiente. Non è un sogno, era la realtà di Croce, edificata in sostituzione dell’antica trenta-quaranta anni fa. Ora non è più così: chiesa curata. Essa conserva le reliquie Monterosi le strade, le luci delle automobili, l'assenza dei Santi patroni, Vincenzo ed Anastasio, di canneti disturbano questi animali migrato- assieme al trittico del Salvatore, pregevole 41 dipinto di scuola viterbese, un tempo por- tato in processione, ora annualmente espo- sto alla pubblica devozione. La chiesa in- clude, tra le altre opere, una splendida crocifissione di autore incerto. La Madon- na della Centura è una piccola struttura di tufo di origine medievale che si trova sul ciglio della via Francigena. La chiesa di S. Giuseppe, edificata nel XVI sec., è ubicata in Piazza garibaldi e si erge dall’origina- ria pianta a croce greca con fiancate e cu- pola ottagonale. Nata come cappella ci- miteriale venne completata in tempi diver- si. Sorto sull’originario perimetro abbazia- le ed ampliato nel XVI sec., il palazzo del Cardinale fu diverse volte ampliato e mo- dificato su commissione dal Farnese stes- so. La fontana del Papallione è una fonta- na che risale al XVI sec. e voluta da Papa Leone X che in una sosta di caccia, ospite a Monterosi, ne apprezzò le acque. Il sa- crario militare, in località laghetto, omag- La chiesa: Madonna della Centura gia l’eroico gesto che Ettore Rosso ed i to il paese. La tradizionale benedizione de- gli animali è preceduta dalla processione del Santo per le vie del paese e da una sfi- lata di animali di tutti i tipi. Pranzi e cene in onore del santo sono organizzate dalla con- gregazione. In concomitanza con la festa dei patroni, c’è la Sagra della pizzantiella. Il centro del paese si riempie di banchi dove eccellenti cuochi preparano le pizzantielle da offrire ai partecipanti alla sagra. La piz- zantiella è una crepe realizzata secondo la tradizione viterbese. Poco più spessa rispetto alle classiche crepes francesi, può essere sa- lata e farcita con salsiccia, prosciutto e for- maggio oppure dolce. Appuntamenti gastro- nomici e culturali si intrecciano nella manife- stazione “Festa dei Borghi” nella III settimana di giugno. L’evento inizia il giovedì e termina la domenica con il maestoso corteo in abiti storici a partire dai primi del 900 fino al Monterosi 500. Nello stesso contesto si sfidano con Facciata della Chiesa giochi popolari i tre borghi per contendersi il 42 Palio. Molto sentita è la festa di San Nicola. Ogni anno una famiglia del paese si incari- ca di conservare nella propria casa la reli- quia di San Nicola, che è venerato protetto- re dei bambini, e proprio a questi è dedi- cata la festa con dolci e cioccolata offerti dalla famiglia in carica durante l'anno.

MONTEROSI PER DATE Monumento ai caduti 5 GENNAIO Arrivano i Befanoni suoi compagni d’armi fecero nel Settembre 6 GENNAIO Presepe vivente 17 GENNAIO Festa S. Antonio Abate 1945 per evitare l’avanzata del nemico. 22 GENNAIO Festa dei Santissimi Patroni Vincenzo e Anastasio Sagra della Pizzantiella FEBBRAIO Festa del Carnevale EVENTI E MANIFESTAZIONI 2 MAGGIO 8 GIUGNO Festa Arte Moto 25 MAGGIO Corpus Domini Entità vestite di nero, forse gli aiutanti della 6-7-8 GIUGNO Primo Concorso Nazionale Bande 8 GIUGNO III Raduno Motociclistico Befana, forse spiriti pagani, tornano per le III SETT. DI GIUGNO Festa dei Borghi strade di Monterosi, con i loro inquietanti FINO AL 31 LUGLIO Estate con Noi cappelloni e con i loro chiassosi barattoli. I 5 AGOSTO Madonna della Neve 8 SETTEMBRE Commemorazione di Ettore Rosso Befanoni vengono ad annunciare l'arrivo 14-15 SETTEMBRE Festa della Santissima Croce della Befana e a spaventare i bambini per 6 DICEMBRE San Nicola 8 DICEMBRE Mercatino di Natale, Natale in piazza spingerli ad andare a letto. La festa di S. An- DICEMBRE Concerti, Spettacoli e manifestazioni durante il tonio è un momento di aggregazione per tut- periodo natalizio, Monterosi sotto l’albero Calcata

Difficile stabilire se in origine l’attuale Cal- CENNI STORICI cata fosse un sito falisco; certo è che la grande estensione delle numerose necro- Calcata, isola rocciosa che s’innalza soli- poli scoperte nel territorio, attesta la pre- taria dalla boscaglia lussureggiante ed im- senza di un insediamento dei Falisci, po- penetrabile. Il borgo, da molti archeologi polazione italica apparteneNte al mondo considerato uno degli esempi più signifi- etrusco, il cui nucleo più antico è stato in- cativi di piccoli abitati fortificati medievali dividuato nella vicina collina di Narce. oggi esistenti in Italia, sorge su una forma- Nonostante la continua presenza abitativa Calcata zione tufacea che risale all’ultima grande sulla sua rupe, il nome Calcata appare eruzione vulcanica dell’apparato vicano, per la prima volta in un documento papa- 43 che produsse il tufo rosso a scorie nere. le del 780, quando il territorio fu istituito

Vista panoramica sul borgo di Calcata come “domusculta”, o tenuta papale, da l’inaspettata solitudine delle scoscese valli Adriano I. Nel 1180 la famiglia Sinibaldi che la circondano ed il suo aspetto fiabe- figura quale proprietaria di innumerevoli sco, attirano l’attenzione di molti visitatori, fattorie nei pressi del paese chiamato allo- artisti, registi e giornalisti in cerca di luo- ra Castrum Sinibaldorum. Nel 1291, do- ghi che possano appagare lo spirito. po essere stata ridotta a rudere per inten- se attività belliche, viene riedificata dai DA VISITARE Conti Anguillara. Tornata nel 1432 ai vecchi proprietari, per i successivi 400 IL PALAZZO BARONALE ANGUILLARA anni passò in continuo alternarsi di ipote- Le origini del palazzo dovrebbero risalire che, riscatti, vendite e riacquisti tra i Sini- all’XI secolo. La consistenza del palazzo, baldi e gli Anguillara. Nel 1828 Calcata fino al XVI secolo circa, era limitata ai fu trasferita in eredità ad un ramo della fa- due piani seminterrati, di cui restano alcu- miglia Massimo, parte del Ducato di Ri- ne tracce originarie e il solo piano terra. gnano e Calcata, ed in seguito in pro- Nel corso del Cinquecento gli Anguillara, prietà ai f. Fino alla recente “scoperta” di che vivono il momento di maggior splen- Calcata il mondo esterno incideva ben dore, rafforzano il palazzo e lo ingrandi- poco sui suoi ritmi quotidiani. Le attività scono, come testimonia lo stemma bianco principali erano la tipica coltivazione me- sovrastante l’arco d’ingresso al borgo su diterranea di uva, verdura, cereali e noc- via degli Anguillara. Nel 1724 muore nel Calcata ciole, l’apicultura ed il pascolo di pecore castello uno dei fratelli Anguillara, Loren- e capre. Dopo l’ultima guerra il borgo ini- zo; come testimonia la lapide che trovia- 44 zia a spopolarsi, ma da circa venti anni mo nella chiesa del SS. Nome di Gesù e

Il Palazzo Baronale Anguillara Scorci di Calcata Calcata come si deduce dalla povertà delle sup- Paolo Portoghesi nel 1995. Oggi viene 45 pellettili inventariate nel 1725, la famiglia utilizzato come spazio espositivo, ospita è ormai in decadenza. Nel 1734 Carlo convegni e corsi di formazione. degli Anguillara vende il feudo a Fabrizio Sinibaldi; dei nuovi possidenti troviamo BORGO traccia nello stemma di famiglia della sala Il fascino di Calcata si scopre nelle sue con la volta a padiglione lunettata, e suc- vetuste pietre e nei selciati consumati, nel- cessivamente, nell’ultimo ventennio del le aspre e verdeggianti forre tufacee che XVIII secolo, nella costruzione del primo la circondano, negli scenari selvaggi e di piano con due stanze e un sottotetto abi- irripetibile bellezza. Centro nevralgico tabile, di un oratorio e di una “sala di della sua notorietà è senza dubbio il bor- compagnia” affrescata. Risale proprio a go, vivace ed attraente. Sulla piazza, nel- questo momento la trasformazione del ca- le sue stradine tortuose, che all’improvviso stello in palazzo, con la facciata che na- svelano panorami mozzafiato, nascoste sconde la metà inferiore della torre. Dal sotto archi ricoperti d’edera, le attvità più 1805 Calcata passa ad Angelo Massimi curiose, tipiche, artistiche trovano la loro dei duchi di Rignano, che tiene ufficial- naturale collocazione: restauro mobili, ar- mente il feudo fino al 1816, quando ri- tigianato del cuoio, della ceramica, del nuncia ai diritti baronali. Il palazzo viene vetro, studi d’arte, creazioni di monili, as- dato in affitto fino al 1925 quando viene sociazioni culturali dove ascoltare musica, venduto a Giovanni Ferrauti. Ospita nel gustare dolci genuini o leggere libri. In un tempo scuola e uffici comunali. L’Ente Par- mondo quasi fuori dal tempo la vita ferve co Valle del Treja acquista il palazzo nel ed il visitatore può apprezzare offerte cul- 1987 e lo fa ristrutturare dall’architetto turali di qualità, rivivere il folclore del pas- Calcata

46 sato o immergersi nei ritmi veloci del mo- neità in simbiosi con l’ambiente. Ogni an- derno, scoprire la tranquillità di un am- no, in collaborazione con il Ministero del- biente incontaminato e suggestivo. Ad la Cultura Francese e per iniziativa della ogni fine settimana il borgo medievale, ai Galleria Nazionale d’Arte Moderna e numerosi ospiti, offre nuove iniziative cul- Contemporanea di Roma e della DARC, il turali come convegni, concerti, spettacoli Museo organizza delle manifestazioni di teatrali o momenti più frivoli e moderni co- livello europeo. me i mercatini dedicati allo shopping più strano e creativo. ORARI DI APERTURA Domenica e festivi dalle 11:00 al tramonto, con prenota- MUSEO DI ARTE NELLA NATURA zione gli altri giorni. Area picnic attrezzata. Cataloghi. Scoprire il cuore della Valle del Treja attra- Chiuso da Dicembre a fine Marzo. Tel. 0761 588048 verso un percorso di arte nella natura. Opera Bosco è un Museo laboratorio al- CALCATA PER DATE l’aperto di arte contemporanea su tre etta- ri di bosco dove gli artisti, nella realizza- 1-2 GENNAIO Festa dei SS. Patroni Cornelio e Cipriano zione delle opere, estendono il concetto 6 GENNAIO Festa della Befana FINE SETT. SUCCESSIVO Festaggiamenti in onore di S. Antonio Abate di estetica all’ecosistema. Un itinerario di AL 17 GENNAIO opere d’arte ed istallazioni realizzate con I SETT. DI APRILE Fiera delle Arti Creative FINE MAGGIO il materiale naturale del bosco; fonti, sta- Festa del Parco Regionale Valle del Treja INIZIO GIUGNO gni, anfiteatro, sculture monumentali, mas- III DOM DI SETTEMBRE Festa SS. Patroni Cornelio e Cipriano si di tufo scolpiti, grotte preistoriche, muri 31 OTTOBRE Halloween a Calcata Manifestazione musicale notturna per il 9-10 DICEMBRE a secco, terrazze interpretati da artisti in- tradizionale passaggio della Madonna di Loreto ternazionali con il gusto della contempora- 8-31 DICEMBRE Festa di fine anno a Calcata Note

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