Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

Premessa

Nelle pagine seguenti viene proposta l’analisi puntuale condotta sugli edifici dei tessuti storici di maggior pregio dei centri abitati principali e secondari della Comunità Montana val Tidone, relativa alle caratteristiche tipologiche ed architettoniche (tipologia, destinazione, numero dei piani, età dell’edificio, eventuale valore storico o presenza di elementi di pregio). L’analisi storica è stata condotta e redatta attraverso al compilazione di schede, contenenti l’elencazione delle caratteristiche specifiche di un massimo di 30 edifici. Le schede suddette vengono in seguito riportate e presentate in ordine di rilevanza dei relativi centri urbani (, Nibbiano, e Nibbiano). Le seguenti pagine costituiscono una breve premessa nella quale sono sinteticamente descritti alcuni elementi e caratteristiche del lavoro svolto, il cui obiettivo è inquadrare l’analisi condotta all’interno di un quadro metodologico chiaro e di obiettivi definiti.

1 Obiettivi, metodologia utilizzata e fonti documentali Lo studio condotto è stato organizzato per fasi analitiche e livelli di approfondimento progressivi. Tale processo ha permesso di ricostruire un quadro aggiornato del compendio storico ‐ architettonico e del patrimonio testimoniale esistente sul territorio in oggetto, allo scopo di permettere una successiva catalogazione di tale archivio informativo attraverso la compilazione e restituzione di schede. Tali schede di rilievo, analisi e interpretazione sono state elaborate allo scopo di rispondere ai seguenti requisiti ritenuti irrinunciabile punto di partenza per uno studio analitico di questo tipo: • alla semplicità di consultazione, alla chiarezza dei livelli informativi in esse contenuti; • alla verifica e all’aggiornamento delle conoscenze fino ad oggi esistenti relativamente agli insediamenti storici esistenti sul territorio oggetto dello studio; • alla necessità di completezza delle informazioni raccolte e degli approfondimenti ritenuti indispensabili in relazione al loro futuro utilizzo come base conoscitiva a partire dalla quale individuare strumenti e modalità di intervento per una tutela degli aspetti storici, morfo‐tipologici, architettonici e testimoniali, in coerenza con esigenze di ristrutturazione e riuso degli immobili finalizzate ad una loro valorizzazione, non solo edilizia, ma anche urbana e territoriale. Il lavoro condotto è stato organizzato a partire dall’analisi comparativa dei materiali relazionali e cartografici dei PRG vigenti dei Comuni principali, alcuni dei quali relativamente recenti, per lo più già contenenti modelli di schede di rilievo relative agli edifici tutelati di interesse storico testimoniale. La metodologia analitica descritta ha permesso l’elaborazione di una nuova scheda tipo che fosse compatibile e coerente con i materiali e le fonti documentali esistenti, la cui efficacia e completezza è stata verificata sul campo attraverso una campagna di rilievo puntuale, condotta sui singoli manufatti, che è servita ad integrare la scheda con elementi interpretativi utili a meglio definire opportunità di intervento e modalità di utilizzo funzionale. Ogni scheda contiene pertanto, oltre ad uno stralcio cartografico di individuazione con numerazione progressiva dei manufatti edilizi analizzati nella scheda, informazioni relative ai seguenti aspetti: • destinazione d’uso: individuazione della funzione principale attuale dei singoli fabbricati o delle singole porzioni di fabbricato; sono state evidenziate le seguenti destinazioni d’uso: - (R) residenziale; - (M) mista (varie attività); - (P) produttiva ‐ artigianale; - (S) servizi pubblici e uffici; - (A) attività agricole o connesse all’agricoltura; • tipologia edilizia: nell’affrontare l’indagine sulle principali tipologie è emersa la necessità di una sostanziale diversificazione tra l’edilizia dei tessuti storici dei capoluoghi (soprattutto Pianello e Nibbiano) e quella dei tessuti storici delle frazioni; le significative modificazioni che hanno investito la struttura urbana dei centri maggiori nel corso del XIX secolo hanno, infatti, prodotto una notevole trasformazione edilizia dei borghi agricoli originari che, a seguito di numerose e diffuse sopraelevazioni ed accorpamenti, hanno prodotto l’attuale veste ottocentesca, Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

caratterizzata da una forte prevalenza di edifici pluriplano con esercizio al dettaglio al piano terra e alcune rare emergenze con le originarie tipologie a blocco o a schiera. Sono pertanto state evidenziate le seguenti tipologie: - (A) edificio monumentale: non si riferisce ad una singola tipologia ma allude alle emergenze vincolate ai sensi del DLgs 42/2004; - (B) edificio residenziale isolato: si riferisce sia alla tipologia classica tipica della trasformazione del territorio del secolo XVII (villa o residenza signorile) sia ad edifici più recenti per i quali, però, la scheda individua diverse classificazioni relative a valore architettonico e epoca di costruzione; - (C) edificio residenziale a corte: si riferisce prevalentemente a fabbricati ottocenteschi che si sono inseriti nel tessuto esistente, sostituendosi a tipologie a blocco; - (D) edificio residenziale in linea: elemento tradizionale della tipologia urbana; queste tipologie, originariamente unifamiliari, sono rimaste tali nelle frazioni, mentre nei centri principali si sono trasformate in fabbricati a ¾ piani; - (E) edificio residenziale a blocco: questa tipologia, costituita da fabbricati addossati per tre lati gli uni agli altri senza interposizione di cortili, rappresenta una caratteristica tipica dell’edilizia rurale nelle colline piacentine;spesso inframezzata da rustici, è presente, in gran parte, nelle frazioni ed originariamente costituiva gran parte del tessuto dei capoluoghi; nei centri maggiori, successive trasformazioni edilizie ne hanno completamente alterato le caratteristiche originali, producendo isolati eccessivamente densi; nelle frazioni invece dove si sono conservate le funzioni originarie, questa tipologia edilizia mantiene spesso valori di rilievo storico; - (F) edificio per attività produttivo‐artigianali; - (G) edificio agricolo o per attività connesse all’agricoltura; • numero di piani; • stato di conservazione: si riferisce, prevalentemente, allo stato di conservazione fisico dei fabbricati; non è stato preso in considerazione lo stato igienico seppure si possa, con buona approssimazione, rilevare che gli edifici in “pessimo stato” siano privi di servizi igienici; sono state individuate tre soglie di conservazione: - (B) buono; - (M) mediocre; - (P) pessimo; • età dell’edificio: individua, attraverso l’analisi degli elementi stilistici dell’edificio e delle mappe catastali (quando disponibili) l’epoca di edificazione dei fabbricati; vengono individuati tre soglie: - (A) antico, la cui epoca di realizzazione risulti antecedente al XVIII secolo; - (V) vecchio, risalente al XIX secolo o all’inizio del XX secolo; - (R) recente o contemporaneo, corrispondente ad edifici di epoca contemporanea; • valore storico: evidenzia la presenza o meno di valore dell’edificio, sia in riferimento alla qualità architettonica, sia in quanto elemento di uno specifico contesto ambientale; • elementi architettonici o testimoniali di pregio: viene evidenziata la presenza di elementi di rilievo che caratterizzano i singoli fabbricati.

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE

Analisi tipo‐morfologica dei centri di:

• Pianello val Tidone • Arcello • Case Gazzoli • Case rebuffi • Masarola • Chiarone • Bilegno • Casanova • Case Pradaglia • Santa Giustina • Castellaro • Morago • Case Gabbiano • Rocca d’Olgisio

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Le notizie storiche sulla nascita e sullo sviluppi di Pianello val Tidone e delle sue frazioni sono piuttosto scarse. Certamente i primi agglomerati di Pianello, Arcello, Casanova, Morago e Pradaglia furono costituiti da castelli che, una volta trasformati in residenze, persero le loro caratteristiche militari e spiccatamente difensive assumendo un progressivo ruolo di centri di aggregati agricoli, legati all’attività rurale e produttiva locale. Allo scopo di ricostruire l’evoluzione storica dei vari centri urbani, viene di seguito proposta una breve descrizione degli elementi di rilievo utili alla loro definizione morfo‐tipologica e testimoniale dei tessuti storici di ognuno di essi (Arcello, Casanova, Gabbiano, Pianello, S. Giustina, Morago, Castellaro, Case Rebuffi, Ca’ Gazzoli, Masarola, Chiarone, Pradaglia, Bilegno, Rocca d’Olgisio).

PIANELLO VAL TIDONE Il centro del Capoluogo è stato oggetto di un’attenta e dettagliata analisi storica nel volume “Il recupero del nucleo storico di Pianello val Tidone”, redatto nel 1994 da Gianni Ottolini; tale fonte raccoglie importanti documentazioni grafiche e cartografiche relative all’evoluzione del borgo storico, a cui il presente lavoro rimanda per eventuali approfondimenti. L’insediamento in epoca romana di un abitato nel territorio di Pianello è testimoniato dai reperti archeologici rinvenuti nell’area in prossimità del cimitero, anche se mancano notizie dettagliate sulla sua effettiva localizzazione e sulle sue evoluzioni in epoca successiva. All’anno 835 risale la collocazione di una Cella di S. Colombano. La struttura centrale del borgo è comunque riconducibile con buona attendibilità ad una aggregazione edilizia di epoca medioevale, probabilmente coincidente con un nucleo fortificato risalente al secolo XI: tale ipotesi si fonda sulla notizia della demolizione di un castello da parte delle milizie del Barbarossa risalente all’anno 1164. Attorno all’originario nucleo fortificato era probabilmente localizzato un vallo , corrispondente all’area oggi interessata dalla P.zza Umberto. Nella planimetria catastale, appartenente all’Archivio Farnesiano e risalente al 1821, appare evidente un vasto ambito urbano non edificato localizzabile in prossimità dell’attuale via Roma, che costituirà un vuoto urbano fino all’apertura dell’asse viario, realizzato alla fine dell’Ottocento. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del ‘900 Pianello presenta importanti modificazioni nella struttura urbana, alcuni dei quali derivanti da investimenti economici rilevanti, tra cui si può ricordare la costruzione del ponte in corrispondenza dell’asse viario adiacente al castello. Tale intervento appare di particolare interesse in quanto determinò un vero e proprio stravolgimento della struttura urbana, fino a quel momento sviluppata in direzione del guado rivolto verso La Strà, e il conseguente allargamento del viottolo di accesso al fiume, trasformato in un asse viario degno di tale denominazione. Le opere di rettificazione della sponda del torrente Tidone, realizzate attraverso l’innalzamento di un terrapieno, permisero la costruzione dell’attuale piazza del Mercato, in seguito attraversata dal collegamento ferroviario con la stazione localizzata lungo il torrente e ancora riconoscibile nei fabbricati ad esso adiacenti. A tale periodo risale anche la realizzazione della via Roma, asse diagonale dell’area rimasta libera nei secoli precedenti. È a questo periodo storico che si fanno risalire i numerosi interventi di sostituzione e sopraelevazione degli edifici esistenti e sempre in questo periodo viene previsto lo spostamento del cimitero dalla Strà all’attuale posizione. Gli interventi in epoca contemporanea risultano relativamente numerosi e, in alcuni punti, hanno prodotto delle forti alterazioni dei tessuti preesistenti. In epoca più recente, con l’entrata in vigore del piano ’92, una regolamentazione più rigorosa ha prodotto interventi più rispettosi del contesto storico – ambientale.

ARCELLO Anche il centro di Arcello fa risalire le sue origini ad una struttura fortificata di epoca medioevale. Le prime notizie rintracciabili risalgono al 1089 quando un gruppo di fuoriusciti piacentini lasciarono qui uno sparuto presidio di 20 “milites” allo scopo di bloccare chi si avventurasse verso la città per qualsiasi genere di mercanzia.

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Successivamente milizie di Federico Barbarossa, nel 1164, distrussero, tra gli altri, anche il fortilizio di Arcello che, nel secolo successivo, intorno al 1255, subì analoga sorte per mano di Oberto Pallavicino. Della struttura originaria, costituita da una cinta doppia di mura, oggi rimane solo limitata testimonianza, costituita dal dongione oggi trasformato nel campanile della Chiesa Parrocchiale. Il centro attuale, dalle caratteristiche prevalentemente agricole, si è sviluppato sulla dorsale del colle sottostante la struttura fortificata originaria. L’edilizia, a carattere prevalentemente spontaneo, è costituita da fabbricati in pietra di difficile datazione. Dal confronto tra i catasti disponibili risultano numerose modificazioni ai fabbricati. Il tessuto urbano quindi, per la quasi totalità, ha subito una sostanziale modificazione nell’800 e nei primi anni del ‘900 ma la vocazione squisitamente agricola dell’abitato ha favorito la conservazione delle caratteristiche tipologiche dei fabbricati che, nonostante le modifiche esterne, hanno mantenuto la struttura originaria. Il centro, negli ultimi anni e tuttora, è stato oggetto di numerosi interventi di recupero con finalità residenziali e turistico – ricettive che hanno consentito una progressiva riqualificazione del borgo.

CASE GAZZOLI Sorge sulle rive del Chiarone. Le origini sono agricole e la struttura prevalente risulta quella dell’edificio a blocco in pietra di origine spontanea. Unico edificio dalla datazione certa è l’oratorio, risalente al tardo ‘700. Il tessuto storico risulta prevalentemente conservato ma molti edifici hanno subito modifiche sostanziali degli aspetti tipologici. L’utilizzo con finalità turistico – residenziali dei fabbricati abbandonati si è verificato soprattutto nella parte adiacente la strada di Roccapulzana.

CASE REBUFFI Non si sono reperite notizie certe sull’origine di questo centro di origine rurale. Molto evidenti le tracce di un complesso agricolo, risalente al secolo XVII, caratterizzato da una precisa organizzazione: oratorio, abitazioni rurali e residenza del signore; più scostati i rustici e le stalle. Il tessuto storico risulta attualmente in gran parte recuperato a fini residenziali.

MASAROLA Come Case Rebuffi nasce dal nucleo funzionale ad una azienda agricola del XVII – XVIII secolo. Si rileva una prevalenza di edificazione in linea comprendente le abitazioni coloniche, l’oratorio ed i rustici, mentre al centro si sviluppa la residenza signorile. Attualmente il centro, che non presenta sostanziali modifiche di struttura, ospita un’unica azienda agricola che non occupa tutti i fabbricati esistenti. Il complesso risulta recentemente restaurato.

CHIARONE Si sviluppa sulla strada di Roccapulzana, sulle rive del torrente omonimo. Le sue origini sono esclusivamente agricole. Si rileva la presenza di numerose manomissioni strutturali nella porzione più alta del nucleo. Queste modifiche sono riconducibili alla realizzazione della nuova strada provinciale e del ponte relativo che dividendo il centro originario in due parti ha prodotto notevoli manomissioni nella porzione più alta lasciando intatte le strutture di quella più bassa, oggetto di recenti recuperi.

BILEGNO Questa piccola frazione di origine agricola presenta alcuni isolati a blocco. Il tessuto storico ha conservato la struttura originaria, mentre numerose alterazioni hanno modificato la tipologia dei fabbricati.

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CASANOVA Il centro trae origine da una struttura fortificata (perimetro fortilizio) di epoca medioevale della quale non rimane traccia. Attualmente si rileva la prevalenza di emergenze di carattere agricolo e residenziale a carattere spontaneo. Nel tessuto storico si rileva la presenza di alcuni interventi di recupero con finalità prevalentemente turistico – residenziali.

CASE PRADAGLIA La località viene ricordata in un atto del 1307, e nel 1595 risulta compresa tra i beni del conte Dal Verme. Anticamente la difesa di questo piccolo borgo era affidata a due case torre dalle solide mura in sasso nelle quali si aprivano, in origine, rade finestrelle con spalle e architravi in arenaria. Sono individuabili due isolati, con fabbricati dalla tipologia tipica a blocco, che hanno conservato la morfologia originaria e che risultano interessati da recenti interventi di recupero.

SANTA GIUSTINA Nucleo storico costituito esclusivamente dal fabbricato della chiesa e dei pochi edifici di origine rurale circostanti. L’origine del nucleo è da ricercare nella costruzione della chiesa settecentesca, recentemente ristrutturata unitamente ai fabbricati residenziali adiacenti.

CASTELLARO Origine riconducibile ad una struttura fortificata di epoca medioevale della quale, ad oggi, non risulta nessuna traccia. Uno elemento di valore la chiesa settecentesca.

MORAGO Non si sono reperite notizie storiche certe di questo centro, ma quasi sicuramente la sua origine è da collegare ad una preesistenza militare. Presenta caratteristiche prevalentemente agricole con fabbricati a blocco. Nonostante un’accessibilità poco agevole il tessuto storico è interessato da alcuni interventi di recupero.

CASE GABBIANO Centro di origine prevalentemente agricola. Non si è verificata la possibilità di reperire precise notizie storiche, ad eccezione dei riferimenti toponomastici. Il centro è caratterizzato dalle tipiche costruzioni rurali a blocco, spesso modificate da interventi successivi. Attualmente il tessuto storico risulta interessato da numerosi interventi di recupero con finalità turistico – residenziali.

ROCCA D’OLGISIO Il complesso architettonico di Rocca d’Olgisio e la sua localizzazione dominante sui torrenti Tidone e Chiarone hanno contribuito a fare di questo fortilizio uno dei più poderosi e suggestivi monumenti piacentini di difesa del medioevo. Le prime notizie, datate 550, tramandano la proprietà della rocca ad un certo Giovanotto, genitore delle sante Liberata a Giustina. È necessario risalire invece al 1073 per sapere che la rocca fu ceduta da Giovanni, canonico della Cattedrale di , ai monaci di S. Savino che la tennero per circa 200 anni, quando nel 1296 la cedettero a Uberto Campremoldo e Raimondo Petragia i quali, successivamente, la consegnarono a Alberto della Rocca che la tenne in nome della Chiesa. Nel 1326 i Ghibellini fuoriusciti, capitananti da Manfredo Landi, Francesco Volpe Landi e Corrado Malaspina, tentarono di conquistarla grazie al tradimento di due soldati pontifici addetti alla custodia della zona.

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Il complotto fu però scoperto e Azzotto del Balzo, con un migliaio di soldati pontifici, da Piacenza sorprese alle spalle i Ghibellini, sgominandoli. Nel 1378 la rocca fu ceduta a Jacopo Dal Verme, la cui famiglia eserciterà il possesso su Olgisio fino a pochi decenni orsono, salvo brevi interruzioni. Nel 1478 la rocca subì gravi danni a causa di un violento incendio. Nel 1516 il re di Francia impose ad Eleuterio ed Antonio Dal Verme il riconoscimento dell’autorità reale sulla zona; essi la negarono e di conseguenza il fortilizio subì l’assedio più eroico della sua storia. Attaccato da 200 fanti e un centinaio di cavalieri comandati da Galeazzo Sanseverino, riuscì a resistere all’urto dei nemici che tentarono più volte l’assalto, coperti da numerosi pezzi d’artiglieria. Nell’anno seguente, il 1517, il Sanseverino era ancora presente all’assedio con ben 3000 fanti francesi, 500 alabardieri e 25 pezzi d’artiglieria. Si narra che in otto giorni vennero diretti verso la rocca ben 1160 colpi di cannoni. A seguito di una strenua resistenza la rocca fu occupata a causa del tradimento di alcuni suoi ufficiali. I Dal Verme la rioccuparono nel 1521 e la tennero senza interruzioni fino al 1954. Il complesso, in considerazione della sua localizzazione a ridosso di un picco di arenaria nel quale risulta parzialmente scavato, pur subendo, in epoca barocca, alcune trasformazioni per l’utilizzo residenziale, non fu mai trasformato in insediamento agricolo; la sua struttura risulta, pertanto, non alterata. In occasione dell’ultimo conflitto la rocca fu oggetto di fatti d’armi che causarono l’abbattimento di due torri delle quali, però, rimangono ben evidenti i basamenti. In epoca contemporanea l’unico corpo soggetto a trasformazione è il blocco cinquecentesco, nel quale viene tamponato il portico per ricavarne un ristorante, attualmente residenza del proprietario. Il proprietario attuale si è adoperato molto per risanare i fabbricati e per liberarli dalla vegetazione che, nel corso dei decenni, aveva invasi il cortile ed i fabbricati. Attualmente il complesso si presenta in buona parte restaurato ed è utilizzato per manifestazioni, cerimonie e visite guidate.

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SCHEDE ANALITICHE

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CAPOLUOGO 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R S R R R MR MMR MR MR MMR R R R Tip. edilizia E E E E E E E E E E E E D D D D D D D C C D D D D D D N° piani 2 2 2 2 2 4 3 1 3 2 1 2 4 4 4 3 4 4 3 3 3 4 3 3 3 2 Stato di cons. MB MMB B B B B MB B B B B MB B MB MB B MMP Età edificio V A A R V V A V V A R V A R R V V R R V V R R R V R R Valore storico Elem. arch. X X X X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CAPOLUOGO 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso MMMMMMMMMMMMMMMMS MR MMMR R MMMMR R Tip. edilizia E E E E E E E E E D D E D E D E A D D D D D D D D D D D D D N° piani 3 3 3 3 3 3 3 4 3 3 3 3 2 3 4 4 3 3 3 4 4 4 4 4 3 3 3 4 3 3 Stato di cons. B B B B B B B B B B MB B B B B B B B B B B B MB B B B B M Età edificio A A A R V R R R R V V V V V R R A R R R R R R A R R R R R R Valore storico X Elem. arch. X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CAPOLUOGO 3 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso MR MMR R R R P R R R R A R R R S P R R R R R R R R Tip. edilizia D D D D D D D D D D D D D D D D D A D D D D D D D D D N° piani 3 3 3 2 2 3 3 2 3 3 2 3 3 2 3 3 3 ‐ 3 3 2 3 2 3 3 2 2 Stato di cons. B B B B B B B MB MMMB MB B B B B B B B P B B B B Età edificio R R R R R R R A A A A R R R R R R A R R R R A A R R R Valore storico X Elem. arch. X X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CAPOLUOGO 4 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R A R R R A R Tip. edilizia E E E E E E E E E E E E E N° piani 2 2 2 2 2 3 3 2 2 2 3 2 2 Stato di cons. B MMB B B B MB B B B B Età edificio R A A V R A R A R R A A A Valore storico Elem. arch. X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CAPOLUOGO 5 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso S S MMMS R R MR R R S R R R R R R R R R Tip. edilizia D D D C C D D D D D D E E C D C E E E E E E N° piani 1 2 2 2 3 1 3 3 3 4 3 3 2 3 3 3 2 2 2 2 2 3 Stato di cons. B B B B B MB B B MMB MMMB B P P P B B Età edificio R R R A A R R R R R R R A A R A A A A A A A Valore storico Elem. arch. X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CAPOLUOGO 6 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R MMMMR P R R R R MR MMMR A Tip. edilizia D E E D D D C C D B D E E B D D D D B D N° piani 2 4 1 3 3 3 2 3 2 3 3 2 2 1 1 3 3 3 1 3 Stato di cons. B B MB B B P MMMMB MP P MMB B B Età edificio R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Valore storico X Elem. arch.

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CAPOLUOGO 7 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso MMMMMMMMMMMR R R R R R R MR R R R R R Tip. edilizia D D D D D D D D D D D D D D D E E E E E E E D E E N° piani 3 3 3 3 3 3 3 3 4 4 4 3 2 3 3 2 2 2 3 3 2 1 3 1 1 Stato di cons. B B B B B B B B B B MP P B B MMB B B B MB MB Età edificio R R R R R R R R R R R V A R A R A R R R R A R A R Valore storico Elem. arch. X X X X X X X X X X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CAPOLUOGO 8 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R S R R MR P R R MR MMR R R R M Tip. edilizia D D D D D D D D D D C D D C D D D D N° piani 3 2 3 3 2 1 1 2 3 3 2 3 3 3 2 2 2 4 Stato di cons. B MMB MMMB B B MB MMB B B B Età edificio R A R R A A A R R R A R R A R R R R Valore storico Elem. arch. X X X X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CAPOLUOGO 9 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R A MMR MMR R R MS A MP P A MR R R R R R Tip. edilizia D C C D C D D D D D N° piani 2 3 3 1 3 3 2 3 2 3 3 1 3 2 3 3 1 1 1 3 3 3 3 3 3 3 Stato di cons. MB B B MMMMB MB B B B P B MP P P B B B B B B Età edificio R R R R R R R R R R R R R R R R R R A R R A R R R R Valore storico Elem. arch. X X X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CAPOLUOGO 10 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso A A A MMMMMMMMMMMMMR MMM Tip. edilizia D C C C C C C C C C C C C C C C C C C C N° piani 1 2 3 1 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 2 3 3 Stato di cons. B B B B B B B B B B B B B B MB B MB B Età edificio R A A R R R R R A R R R R R R R R R R R Valore storico Elem. arch. X X X X X X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE ARCELLO 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R A R A MA R R A Tip. edilizia E E E E E E C C C E E E E E E E E E E N° piani 2 2 2 2 2 1 2 2 2 2 2 1 1 1 2 2 2 2 1 Stato di cons. B B B B B B B B B B B B B P B P P B B Età edificio A A A A A A A A A A A R A A A A A A A Valore storico Elem. arch.

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE ARCELLO 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R A R R A A A R A A R R A R A R A A A R R R A R R Tip. edilizia E B E E E E B B E E E E E E E B E E B B E E E E E E N° piani 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 3 2 1 1 2 2 2 2 2 2 3 2 3 2 Stato di cons. B B P P B P MMB MMB MP B B B B MB B B B B B B Età edificio R R R R A A A R R R R A R R A R R A R A R R A R A R Valore storico Elem. arch. X X X X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CASE GAZZOLI Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R A R R R R R R R A R A A R A R R R R A Tip. edilizia E E E E E E E E E E E E E E E E E E E B E E E E E E E E E E N° piani 2 2 2 2 2 2 3 3 2 2 2 2 2 2 1 2 2 2 2 2 1 1 2 2 2 2 3 3 2 1 Stato di cons. B B B MB B B B B P P P B MB B B B B B P P P P P MMMMP Età edificio R R R R R R Valore storico Elem. arch. X X X X X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CASE REBUFFI Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R A A R A R R R R A R A R R R R R R A A R R Tip. edilizia E E E E E B E E E E E E E E E E B E E E E E E E N° piani 1 2 2 1 1 3 2 2 2 3 3 2 2 1 3 2 2 2 2 2 1 2 2 2 Stato di cons. B B B B MMMB MMMP P P MP MP B B B MB B Età edificio A A A R A A A R A A A A A A A A A A R R A A A A Valore storico X Elem. arch. X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE MASAROLA Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso S R R A R R R R Tip. edilizia E E B E E E E E N° piani 1 3 2 1 2 3 3 2 Stato di cons. MMB B P MB B Età edificio A A A R A R R R Valore storico Elem. arch. X X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CHIARONE Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso MR R MA R MR A Tip. edilizia E E E E E E E E E N° piani 2 3 2 2 2 2 2 2 1 Stato di cons. B B MMMB MB P Età edificio A A A A A A A A A Valore storico Elem. arch. X X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE BILEGNO Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R A R R R R R R R Tip. edilizia E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E N° piani 2 2 2 2 3 3 2 2 2 2 2 2 2 2 2 1 2 3 2 2 2 3 1 2 2 2 2 2 2 3 Stato di cons. B MB B P B B B P P B B B B P MP P MP MP MMB B B B P B Età edificio A A A A A A R R A A A A A A A A V A A A R A A A A A A A A A Valore storico Elem. arch. X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CASANOVA Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R MA A R R R R R S R R R Tip. edilizia E E E E E E E E E E E E E E A E E E N° piani 3 2 3 2 2 3 2 2 1 2 2 3 3 2 1 2 2 2 Stato di cons. B B P B B MMP P B MB B B MP P P Età edificio A A A A R A R A A A A A A R R R A A Valore storico X Elem. arch. X X X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CASE PRADAGLIA Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso A MR R R R R R MMMR R R R R R A R R Tip. edilizia E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E N° piani 1 3 3 2 3 2 2 3 2 2 3 3 2 3 2 2 2 3 3 2 Stato di cons. P P P P P P P P P P P P B MB B B P P B Età edificio A A A A A A A A A A A A R A R R A A A A Valore storico Elem. arch.

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE SANTA GIUSTINA Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE CASTELLARO ‐ MORAGO

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso S R S R A R R A R R A R R R R Tip. edilizia A E A E B E E E E E E E E E E N° piani 1 2 1 2 1 2 2 2 3 2 2 2 3 3 2 Stato di cons. B MB P MP P P P P P B B B B Età edificio A A A A A A A A A A A A A A A Valore storico X X Elem. arch. X X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE CASE GABBIANO Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso S R R R R MR R R Tip. edilizia A E E E E E E E E N° piani 2 3 2 2 Stato di cons. B B B B Età edificio A A A A A A A A A Valore storico X Elem. arch. X

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COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE ROCCA D’OLGISIO Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R Tip. edilizia A A A A A N° piani Stato di cons. B B B B B Età edificio A A A A A Valore storico X X X X X Elem. arch. X X X

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QUANTIFICAZIONI RIASSUNTIVE COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE

CAPOLUOGO

N° UNITA’ DESTINAZIONE D’USO TIPOLOGIA EDILIZIA EDILIZIE R M P S A A B C D E F G 120 86 4 8 10 2 3 32 130 61 228 53% 38% 2% 3.5% 3.5% 1.5% 1.5% 14% 57% 26% ‐ ‐

STATO DI N° UNITA’ N° PIANI ETA’ VALORE ELEMENTI CONSERVAZIONE EDILIZIE STORICO ARCHITETTONICI 1 2 3 4 B M P A V R 20 61 124 23 165 53 10 51 19 158 228 3 32 9% 27% 54% 10% 72% 23% 5% 22% 8% 70%

Per quanto concerne le destinazioni d’uso prevalenti degli edifici che compongono il centro storico di Pianello val Tidone risulta evidente la prevalenza della funzione residenziale, con un valore che si attesta intorno al 53%. Molto significativa, inoltre, la quota relativa alle emergenze caratterizzate da funzione mista (circa il 38%) che, nel caso specifico, si riferiscono ai fabbricati con attività commerciali (prevalentemente al dettaglio) ai piani terra e funzione residenziale a quelli superiori. A questa tipologia funzionale fa riferimento la quasi totalità degli edifici che affacciano sulla piazza centrale del Capoluogo. La tipologia edilizia più diffusa (come già specificato nella relazione introduttiva di questo allegato), con una quota consistente vicina al 60%, risulta essere l’edificio in linea, prevalentemente a 3 piani. A Pianello questo tipo di fabbricato, prevalente nel centro abitato del Capoluogo e non nelle frazioni, ha subito numerose alterazioni (soprattutto sopraelevazioni ottocentesche) che hanno trasformato la tipologia da unifamiliare a plurifamiliare. Consistente anche la presenza di tipologie a blocco, con una quota vicina al 30%, che rappresenta una modalità costruttiva largamente diffusa nei centri frazionali. Decisamente soddisfacente il livello dello stato di conservazione degli edifici, con un livello buono o medio che caratterizza la quasi totalità degli edifici esistenti (95%).

CENTRI FRAZIONALI

N° UNITA’ DESTINAZIONE D’USO TIPOLOGIA EDILIZIA EDILIZIE R M P S A A B C D E F G 158 10 ‐ 5 40 9 11 3 ‐ 190 ‐ ‐ 213 74% 4.5% ‐ 2.5% 19% 4% 5% 2% ‐ 89% ‐ ‐

STATO DI N° UNITA’ N° PIANI ETA’ VALORE ELEMENTI CONSERVAZIONE EDILIZIE STORICO ARCHITETTONICI 1 2 3 4 B M P A V R 28 145 40 ‐ 141 12 60 157 12 44 213 9 24 13% 68% 19% ‐ 66% 6% 28% 74% 5% 21%

Come ampiamente previsto la funzione residenziale caratterizza la gran parte degli edifici dei centri frazionali, con una quota sostanzialmente più consistente di quella del Capoluogo (74%). Altrettanto prevedibile la quota

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comunque significativa degli edifici con funzione agricola o connessi all’agricoltura, che caratterizza e differenzia i dati relativi ai centri frazionali rispetto a quelli del Capoluogo. Differente anche la tipologia prevalente, con un valore vicino al 90% per l’edificio residenziale a blocco, tipico dell’edilizia rurale delle colline piacentine. Significativa l’assenza di fabbricati in linea, la tipologia prevalente nel Capoluogo. Altrettanto soddisfacente il livello di conservazione che, nonostante una quota di edifici in condizioni pessime più consistente rispetto al Capoluogo, presenta comunque uno stato buono o medio per circa il 72% degli edifici esistenti.

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COMUNE DI NIBBIANO

Analisi tipo‐morfologica dei centri storici di:

• Nibbiano • Trevozzo • Castello di Trevozzo • Sala Mandelli • Seguzzone • Genepreto • Torre Gandini • Tassara • Stadera • Trebecco

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NIBBIANO La zona di Nibbiano fu certamente abitata nella preistoria ed assunse una certa importanza in epoca romana con il nome di “Curte Neblani” (a Trevozzo, alla confluenza tra Tidone e Chiarone sono state rinvenute numerose testimonianze). Durante l’epoca carolingia la zona fu compresa tra i territori del Monastero di S. Colombano di . Nibbiano divenne così un frequentato mercato, collocato lungo una variante della via Francigena, una stazione di sosta posta tra diverse valli: la valle del Tidoncello permetteva di scendere in val Trebbia all’altezza di Mezzano Scotti, mentre il passaggio attraverso Pieve di Stadera e Trebecco metteva in comunicazione la val Versa e l’alta val Tidone. Entrambi i percorsi permettevano di raggiungere la Liguria. Questa posizione rese Nibbiano un castello di notevole importanza strategica: fu un nodo commerciale battuto anche dai pellegrini, nel medioevo fu territorio di confine con i possedimenti delle ghibellina Pavia e, qualche secolo dopo, stazione di dogana verso lo stato sabaudo. Attorno al mille furono erette molte rocche sulle alture nei pressi di Nibbiano, che era già munito di una torre ancora più antica. Al 1029 risalgono le prime notizie certe del castello del Capoluogo (In un atto del 1029 viene citata per la prima volta la presenza di un castello ''Curte de Neblano Cum Castro et Torri...'') e di quello di Trebecco, mentre la fortezza di Sala Mandelli fu commissionata, con ogni probabilità, dal Libero Comune di Piacenza tra il secolo XI ed il XII. Quest’ultima frazione, il cui antico nome era Sala, fu forse fondata dai Longobardi, (Sala stava per “masseria”, “azienda agricola”). Al 1152 risale la prima notizia della Chiesa di S. Maria del Monte, già meta di pellegrinaggi. Con il dominio visconteo finì l’egemonia del cenobio di S. Colombano e queste terre rientrarono nei feudi Malvicini Fontana. Le cronache riportano due avvenimenti particolarmente infausti nel 1514: il castello di Trevozzo fu parzialmente distrutto dalle truppe dei Dal Verme, mentre le truppe genovesi saccheggiarono Nibbiano, i cui abitanti, però, riuscirono a respingere l’attacco ed a fare dei prigionieri. Con la costituzione del ducato di Parma e Piacenza, Nibbiano divenne stazione di dogana. Tra il XVI ed il XVII secolo. Quando i Farnese pretesero che i nobili risiedessero in città, molti castelli di Nibbiano furono trasformati in signorili dimore estive. Nel 1765, quando era duca Ferdinando di Borbone, Nibbiano passò agli Azzara, nobile famiglia spagnola (il castello conservava ancora il suo aspetto originale). Nel 1773 i castelli di Trevozzo e Sala Mandelli ospitarono Maria Amalia d’Austria i visita nella val Tidone: l’arciduchessa era figlia del duca di Parma, don Ferdinando di Borbone. La circoscrizione comunale di Nibbiano fu ampliata nel 1928, quando le furono aggregati i due centri pavesi di Trebecco e Caminata. Si presenta attualmente come una borgata rurale, collocata in un’ampia cerchia di colli sulla riva destra del Tidone, con una bella piazzetta cinta da costruzioni fortificate.

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SCHEDE ANALITICHE

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COMUNE DI NIBBIANO CAPOLUOGO 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R MR R R S S R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia A A A E B E E E A D D E E E E E E E A A E B A E B E E E E B N° piani 3 3 5 1 2 3 3 2 1 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 2 1 2 1 2 3 3 3 3 Stato di cons. MB B MB B B B B B B B B B MMMB B B B B P MMB MB B B Età edificio A A A R R R V V A V R R R A V V V A A A R R A V V V V V V V Valore storico X X X X X X X X X X X X X Elem. arch. X X X X X X X

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COMUNE DI NIBBIANO CAPOLUOGO 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R A A R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia E E G G E E E E B E B E E E E E E E E B E E E E E G E E E N° piani 3 4 3 3 3 3 2 2 3 2 3 3 3 1 2 2 2 2 3 1 2 1 3 3 2 3 Stato di cons. MMMMMMMMB B B B B B B B MMMB MB MB B MB B M Età edificio V V V V V V V V R R R V V V V R V V V R V R V R V V R R V Valore storico X X X X X X X X Elem. arch. X

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COMUNE DI NIBBIANO CAPOLUOGO 3 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R MR R R MR R R R R R A R R R R R R MMR R MR R R R R R Tip. edilizia E E E E E E E B E E E E G E E E E E E E E E E E E E E E E E N° piani 2 2 4 2 2 3 2 1 3 3 2 2 4 3 2 3 1 3 3 3 3 3 3 3 3 1 3 2 3 Stato di cons. B B MB MMB MB B B P MMB P B B MMB P B B MMB B P B Età edificio R R V V V V R V R V V V V V V V V R V V V V V V V V R V V V Valore storico X X X X Elem. arch.

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COMUNE DI NIBBIANO CAPOLUOGO 4 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R MMMMMR MR R R R R R R R R R R R Tip. edilizia E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E N° piani 3 3 3 3 2 3 2 1 3 2 2 1 3 3 2 3 2 2 2 2 Stato di cons. B B MMB B B B B B B B B B B B B B B B Età edificio R R V V V V R V V V V V V V V V V R V V Valore storico X X X X Elem. arch.

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COMUNE DI NIBBIANO TREVOZZO 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso S S S R R R R R R R A R R R R R R R R Tip. edilizia A E E E E E E E E E G E E E E E E E E N° piani 2 2 2 2 2 3 2 2 1 2 3 3 2 2 2 3 3 Stato di cons. B B B B B B B B B B B B B B MMB B B Età edificio A V V R R R R V V V V V V V V V R V V Valore storico X Elem. arch. X

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COMUNE DI NIBBIANO TREVOZZO 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R S R R R R R R A R R R R R R R R R Tip. edilizia E E B E E E E E E E E E E E E E G E E E E E E E E E N° piani 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 1 3 3 1 2 2 2 2 2 2 2 2 1 1 1 Stato di cons. B B MMMB B B B B MB B B B MMB MB B B B MMM Età edificio R R V V R R R R V R R R R R R V V R V V V V V R R R Valore storico X X Elem. arch.

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO TREVOZZO 3 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R MR R MR MMR R R R R S R R R R R R R MR R R Tip. edilizia B E E E E E E B E E E E E E E E E E E E E E E E E E E B E E N° piani 3 3 3 3 2 2 3 1 1 3 3 2 3 3 2 2 2 2 3 2 3 1 1 1 3 1 3 3 3 3 Stato di cons. B MB B B B B B B B B MB B B B B B B B B B B B B B B B B B Età edificio R V V R V V R R R R R R V V R R R R V V V R R R V V R V R R Valore storico X Elem. arch.

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO TREVOZZO 4 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R A R R R A A Tip. edilizia E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E G E E E G G N° piani 1 1 1 3 2 3 3 3 3 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 2 2 2 2 Stato di cons. B B B B B B B B B B B MB MMMMMMMMB B B MMMB B B Età edificio R R R V V V V V V V V V R V V V V V V V V V R R R V V V V V Valore storico X X X Elem. arch.

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO TREVOZZO 5 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso A A A R R R R R R R R MMMR R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia G G G E E E E E E B B B B B E E E E E E E E E E E E E B N° piani 3 3 3 3 3 3 3 2 2 2 3 2 2 2 2 2 2 2 3 1 3 3 3 3 3 Stato di cons. B B B B B B B B B MMB B B B B B B B B B B B MMMMB Età edificio V V V R R R R R R V R R R R V R V V V V V V R V V V V R Valore storico X X X X X Elem. arch.

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO CASTELLO DI TREVOZZO Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso P P R P R R R R R R R R Tip. edilizia F F B F E A A E A F B B N° piani 1 2 3 1 3 2 2 3 2 Stato di cons. MMMMB B B B B P B B Età edificio R R R V R V A R A V R R Valore storico X X X X X Elem. arch. X X X X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO SALA MANDELLI Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R S R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia E A B A B E E B E E E E E G E E E B B B N° piani 2 2 3 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 Stato di cons. B B B B B B B B B B B B MMB B B B B B Età edificio R A R A V R V V V V V V V V V V V V V V Valore storico X X Elem. arch. X X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO SEGUZZONE 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso A R R R R R R A A A R R R R R R R R R R R R R R R R R R A A Tip. edilizia G E E E B B E G B B E E B E E E E E E B B E E B E E E E G G N° piani 2 2 2 1 2 2 1 2 2 2 2 2 2 1 2 2 2 1 2 2 2 2 Stato di cons. MMB B B B MMMB B B B B B MMMMB B MB B MB B B B M Età edificio V V R R R R V V V R V R R V V R V V V R R V R R V V R V V R Valore storico Elem. arch.

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO SEGUZZONE 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso A A R A R R R A A A R R R R R R R R A A R A R R R Tip. edilizia G G E G E E B B G G E E E E E E E B G G E G E E D N° piani 2 1 1 2 2 2 2 2 2 2 1 2 2 2 1 2 Stato di cons. MMMMMB B B B B B B B B B B B B B B B MMMB Età edificio V V V V V V R R R R V V V V V R R R R R V V V V V Valore storico Elem. arch.

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO GENEPRETO 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso A A R R R R R R R R R R R A R R MMA Tip. edilizia G G D B D E E E E E E E E G E E E E G N° piani 2 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 Stato di cons. MMB B B B B B B B P P P P MMB B P Età edificio R R V V V V V V V V V V V R V V V V V Valore storico Elem. arch.

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO GENEPRETO 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia E B E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E A A A A A B N° piani 2 2 3 2 2 2 2 2 2 3 2 2 2 2 1 1 2 2 2 2 2 1 2 1 1 3 3 3 3 2 Stato di cons. P P B B B B P P B B P P B B MMB B B B B B B B B B MB B M Età edificio V V R R V V V V R R V V R R V V R V V V V R R V V A A A A V Valore storico X X X X X X Elem. arch. X X X X X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO GENEPRETO 3 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso Tip. edilizia B A E A A B E E E E E E E E E E E G E E G E E E E N° piani 1 1 3 3 1 2 2 3 1 1 2 2 3 3 2 2 2 2 2 2 1 1 Stato di cons. MB MMMB MMMB B B B P P P P P P P P B B B B Età edificio R A R V V R V V V V V V V V V V V V V V V R R R R Valore storico X X X Elem. arch. X X X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO TORRE GANDINI 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso A A R A R R R R R A R R R A R R R R A Tip. edilizia G G B G E E B E E G E E A G E E E E G N° piani 2 1 3 2 2 2 2 3 3 2 2 1 2 Stato di cons. MMMMB B B B B MB B P P MMMMB Età edificio V V V V V V V V V R R A A V V V R V V Valore storico X X X X Elem. arch. X X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO TORRE GANDINI 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R A R R R A A R R R Tip. edilizia D B G E E B G G B D E N° piani 2 2 2 2 2 2 2 3 Stato di cons. B B MMMB MMB B M Età edificio V R V V V R R R R R R Valore storico Elem. arch.

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO TASSARA 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R A A A R R R R R A A A R A A A A A R R R R R A R A A A A Tip. edilizia D B G G G E E E E E G G G B G G G G G E E E E E G B G G G G N° piani 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 1 2 2 2 2 Stato di cons. MB P P P B B B B B MP P B MMMMMMMB MMB B MMB B Età edificio R R R V V V V V V R V V R R R R R R R V V R V V R R R R R R Valore storico X X Elem. arch.

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO TASSARA 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia B E E E B E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E G B A A E N° piani 1 2 2 2 2 2 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 Stato di cons. B P P P P B MMMMMMB MMB B B B B B B B B B B B B B B Età edificio R V V V R R R V V V V R R V V V V V R V V V V V V V R A A V Valore storico X X X X X X X X X X Elem. arch. X X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO TASSARA 3 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R A A R A A A R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia A E E G G E G G G E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E N° piani 3 3 3 2 1 1 1 2 2 2 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 Stato di cons. B B B B B B B P P MB B B B B B B B MMMMMMMB B B B B Età edificio A V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V V Valore storico X Elem. arch. X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO TASSARA 4 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso A A A R S R R A A R A A Tip. edilizia G G G E A E E G G E G G N° piani 2 2 2 1 Stato di cons. MMMB B B B B MB MM Età edificio V V V V A V V V V V R R Valore storico X X Elem. arch. X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO STADERA 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso A A R A A A R R A A A R R R R A A A A R Tip. edilizia G G B G G G B B G G G E E E E G G G G B N° piani 2 2 1 2 3 3 3 2 Stato di cons. MMB P B B B MMMMMB B B MMMMB Età edificio V V V V R R R R R R R R V V V R R R V V Valore storico Elem. arch.

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO STADERA 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso MA R A A A A R R R R Tip. edilizia E G B G G G G B B B B N° piani 2 1 3 2 2 1 Stato di cons. B B B MMB B B B B B Età edificio V R R V V V R A R R R Valore storico X Elem. arch. X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO STADERA 3 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso A R R R R R R R R R R S R R R R R R R R R R R R R R A Tip. edilizia G B B E E A B B E B E E E E E E E B E E B B B B E E G N° piani 2 1 3 1 3 2 1 2 1 2 1 2 2 2 2 2 1 1 2 2 2 2 2 2 2 1 Stato di cons. B B MMMB B B B B B MB B B B B MB B B B B B B B M Età edificio V R A A A A R R V R V V V V R V V V V V V R R V V V V Valore storico X X X X X Elem. arch. X X X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO TREBECCO 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R A R R R R R R MMR Tip. edilizia B E E E E E E E E E E B E E E E E E E E G E E E E E E E E E N° piani 2 1 3 3 3 3 3 3 2 2 2 1 2 2 1 2 3 2 2 2 3 1 1 2 3 3 1 3 2 Stato di cons. B B B B B B B B MMMB MMB B P MMMP B B B MMB B B B Età edificio V R V V V V V V V R V R R R R R R R R R R R R R V R V R R V Valore storico X Elem. arch. X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

COMUNE DI NIBBIANO TREBECCO 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R MA R A MR R R S S S A R R R R R R R R A A Tip. edilizia E E E E E E E E E G B G E E E B A E E G E E E E E E E E G G N° piani 3 2 2 2 2 3 1 3 1 2 2 2 2 1 3 3 2 2 2 2 2 2 2 2 Stato di cons. MB MMP P MB B MB MB B B B B B B MMB B B B B B B MM Età edificio R V V V R R R V R V R V R V R R A V V V R V V V V V V R R V Valore storico X X X Elem. arch. X X

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

QUANTIFICAZIONI RIASSUNTIVE COMUNE DI NIBBIANO

CAPOLUOGO

N° UNITA’ DESTINAZIONE D’USO TIPOLOGIA EDILIZIA EDILIZIE R M P S A A B C D E F G 92 12 ‐ 2 3 7 8 ‐ 2 88 ‐ 4 109 85% 11% ‐ 2% 2% 7% 7% ‐ 2% 81% ‐ 3%

STATO DI N° UNITA’ N° PIANI ETA’ VALORE ELEMENTI CONSERVAZIONE EDILIZIE STORICO ARCHITETTONICI 1 2 3 4 B M P A V R 12 38 51 8 69 35 5 9 73 27 109 29 8 11% 35% 47% 7% 63% 32% 5% 8% 67% 25%

Il Capoluogo comunale si caratterizza per una prevalenza quasi esclusiva della funzione residenziale (circa l’85%) con una quota comunque significativa per le destinazioni miste (commercio al dettaglio al piano terra e residenza ai piani superiori) che si aggira attorno all’11%. La tipologia decisamente prevalente è quella a blocco (prevalentemente a 3 piani) (81%); in questo senso il centro di Nibbiano si differenzia sostanzialmente da quello di Pianello val Tidone, denotando una matrice rurale molto più significativa rispetto al Capoluogo localizzato alle porte della Valle. La qualità generale della conservazione risulta molto soddisfacente, con una quota di edifici in pessime condizioni o con elevati livelli di degrado molto limitata, intorno al 5% del totale.

TREVOZZO

N° UNITA’ DESTINAZIONE D’USO TIPOLOGIA EDILIZIA EDILIZIE R M P S A A B C D E F G 113 7 ‐ 5 8 1 10 ‐ ‐ 114 ‐ 8 133 85% 6% ‐ 3% 6% 2% 7% ‐ ‐ 85% ‐ 6%

STATO DI N° UNITA’ N° PIANI ETA’ VALORE ELEMENTI CONSERVAZIONE EDILIZIE STORICO ARCHITETTONICI 1 2 3 4 B M P A V R 18 63 52 ‐ 101 32 ‐ 1 73 59 133 12 1 13% 47% 40% ‐ 76% 24% ‐ 1% 65% 44%

Sia in riferimento alla prevalenza funzionale che per quello che riguarda la tipologia più diffusa il centro di Trevozzo, nel Comune di Nibbiano, presenta le stesse caratteristiche (con quote relative molto simili) de Capoluogo comunale. Molto alto il livello di conservazione, con assenza di edifici in elevato stato di degrado o compromissione degli elementi strutturali e tipologici.

Comunità Montana valle del Tidone – QC Analisi tipologica degli edifici dei tessuti storici – Capoluoghi e centri frazionali maggiori e secondari

CENTRI FRAZIONALI

N° UNITA’ DESTINAZIONE D’USO TIPOLOGIA EDILIZIA EDILIZIE R M P S A A B C D E F G 311 7 3 9 81 20 59 ‐ 6 242 4 80 411 75% 2% 1% 2% 20% 5% 15% ‐ 1% 59% 1% 19%

STATO DI N° UNITA’ N° PIANI ETA’ VALORE ELEMENTI CONSERVAZIONE EDILIZIE STORICO ARCHITETTONICI 1 2 3 4 B M P A V R 57 290 64 ‐ 243 131 37 20 237 154 411 45 27 14% 70% 16% ‐ 60% 32% 8% 5% 57% 38%

Sostanziale la prevalenza della funzione residenziale anche nei centri frazionali (circa il 75%) con una quota comunque consistente relativa alla destinazione agricola o per attività connesse all’agricoltura (20%). Più diversificato rispetto a quanto riscontrato nei centri maggiori il quadro della prevalenza tipologica: a fronte infatti di una sostanziale maggioranza dell’edificio residenziale a blocco a due piani, si verifica la contemporanea presenza di molti edifici agricoli o per attività connesse all’agricoltura (circa il 20%) e di molte emergenze residenziali isolate (15%). Particolarmente alto, anche in considerazione della localizzazione rurale, il livello di conservazione degli edifici, con una quota esigua di edifici in pessime condizioni (8%).

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COMUNE DI PECORARA

Analisi tipo‐morfologica dei centri storici di:

• Pecorara • Costalta • Cicogni

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PECORARA Antico possedimento del monastero di Bobbio, Pecorara si caratterizza come piccolo centro a dominio della valle del Tidoncello. Qui, nel 600, è documentata la presenza dei monaci di San Colombano (fondatore di Bobbio). I primi padroni del feudo di Pecorara furono i Malaspina, potenti signori che vantavano vasti possedimenti in terra d'Oltrepò. A loro si assegna la fondazione dell'antico castello, ora non più visibile, che si trovava nella zona di Pecorara Vecchia, accanto all'antica chiesa. Quest'ultima fu distrutta da una frana per essere ricostruita nell'abitato attuale di Pecorara che in tempi antichi aveva il nome di Casa Dei Mori. Con l'avvento dei Comuni, e in particolare del Comune di Piacenza, il dominio dei Malaspina terminò e si fecero strada i Da Pecorara tra i quali il Cardinale Jacopo Da Pecorara al quale è intitolata la Piazza della Chiesa. La lapide posta sulla facciata della chiesa di Pecorara così recita: "Alla memoria e al nome del Card. Jacopo Da Pecorara, vescovo Prenestino, che nel sec. XIII si oppose con coraggio intrepido all'Imperatore Federico II, sopportando per questo situazioni crudeli, per difendere la libertà della Chiesa e della patria. A questo paese portò fama imperitura". Successivamente fu la volta dei Visconti i quali, in segno di apprezzamento, assegnarono questi terreni a Jacopo dal Verme, loro consigliere, dando così corpo allo Stato Vermesco. I possedimenti passarono poi agli Scotti ed ai Fulgosi.

CICOGNI Posta in una valletta formata dal Tidoncello Merlingo che confluisce nel Tidoncello, tributario del Tidone, ad un'altezza di 700 metri sul livello del mare, Cicogni è una località prevalentemente dedita al turismo escursionistico e gastronomico vista la sua collocazione in una conca immersa nel verde dei boschi. L'etnografo francese Charles Walckenaer [1], nella sua opera Geographie ancienne historique et comparee des Gauls cisalpine et transalpine, identifica Cicogni con il fundus Sicconianus della Tabula Alimentaria di Velleia. Aldilà di tale attribuzione, la frazione di Cicogni viene citata a partire dall'VIII secolo nelle carte dell'abbazia di San Colombano di Bobbio. Gli studiosi di storia locale inoltre ritengono che da queste parti passasse uno dei rami della "Via Patrania", antichissimo sentiero dei Ligures che collegava Genova alla Pianura Padana. Tale diramazione si estendeva sui crinali seguendo la linea Monte Penice‐Monte di Pietra Corva. Passato quindi ai Dal Verme (infeudati della Val Tidone dai Visconti sul finire del XIV sec.), Cicogni venne da questi dato in feudo a Facino Mascaretti nel 1430, come si evince dalla bolla conservata presso l'Archivio di Stato di Verona. In questi anni la parrocchia di Cicogni fu aggregata sotto un unico parroco a quelle di Busseto e Caprile (frazioni del medesimo comune di Pecorara). Di quest'epoca è la creazione di un posto di osservazione con torre alta più di 16 metri e un piccolo castello con scopi di avamposto dello Stato vermesco. Una relazione di Visita episcopale del 1596 ci informa circa la situazione del paese e della chiesa parrocchiale: costruita in pietra, con una piccola torre campanaria, essa veniva ritenuta idonea al culto: meno idoneo il sagrato, che ospitava il locale cimitero ed era delimitato da un muretto di canne. La primitiva funzione del sagrato è peraltro attestata dal dialetto locale: il sagrato infatti viene chiamato "simitèri" (dal francese "cimetière"). Con la Pace di Aquisgrana (1748), Cicogni divenne dogana del Ducato di Parma e Piacenza: ospitava una guarnigione con un Capitano, una prigione per i contrabbandieri nonché un Ricevitore (funzionario amministrativo delle dogane ducali); viene espressamente nominata quale punto di confine nelRegolamento dè confini tra le Corti di Torino e Parma. La Torre e l'Ufficio della Dogana sono purtroppo stati abbattuti negli anni '40 perché pericolanti. Nel 1812, in pieno periodo napoleonico, l'applicazione dell'Editto di Saint Cloud rese necessaria la sistemazione del sagrato: il Vescovo di Piacenza, mons. Scribani‐Rossi, invitò la popolazione ad approfittarne per riedificare la chiesa parrocchiale, in pessime condizioni ed ormai troppo piccola per accogliere i fedeli. Il suo voto venne esaudito. Nel 1836 il paese (come gran parte d'Europa) venne colpito da una epidemia di colera: i Cicognesi, come si legge negli Archivi parrocchiali, fecero voto alla Madonna delle Grazie di dedicarle ‐ quale giorno festivo ‐ anche il lunedì seguente la festa patronale (che cade la 2° Domenica d'agosto). Miracolosamente, l'epidemia cessò. Da

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allora, è usanza considerare il "Lunedì della Festa" un giorno del tutto festivo, sia nei riti religiosi sia nell'abbondanza e nell'importanza delle portate consumate a pranzo. Quale segno di rispetto per i morti del contagio, comunque, è usanza non danzare durante l'intero giorno(teniamo presente che le danze erano il segno distintivo della festa, una volta). Cicogni viene inoltre citata da due delle più importanti opere di geografia locale dell'800: il "Viaggio intorno ai monti di Parma e Piacenza" di Antonio Boccia (1805), e il "Vocabolario topografico dei Ducati di Parma e Piacenza" di Lorenzo Molossi (1834). Con il 1860 venne riunita all'Italia proseguendo la sua vita quale borgo agricolo. Nel 1896 il beato Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, ri‐eresse dopo 500 anni la parrocchia quale Parrocchia autonoma della Diocesi. Durante la sua prima visita episcopale al paese, la relazione del parroco del tempo dice che, commosso dalla festosa accoglienza dei Cicognesi, il beato vescovo abbia esclamato: "Mi sembra di entrare nella santa Gerusalemme!". In seguito, dando l'incarico di parroco a don Carlo Ferrari, gli disse (come quest'ultimo afferma nelle sue Memorie): "La mando tra brava gente". L'affetto per il beato Scalabrini è testimoniato dalla lapide in suo onore apposta nella chiesa parrocchiale. Negli anni '50 risentì dello spopolamento dell'Appennino, e molti emigrarono nelle grandi città (in particolare Milano e Piacenza). Sono quegli stessi che ora, dopo anni di lavoro, tornano a godere il riposo e la quiete dell'alta Val Tidone nel loro paese natìo, risistemando le tipiche case in pietra. La chiesa parrocchiale, del 1812. La facciata in pietra a vista nasconde un interno decorato secondo il gusto del "barocco veneto" da Angelino Capelli. Particolarmente pregevole l'altare, il cui paliotto in scagliola di marmo è un fine esempio di arte del XVIII secolo. Il giardino botanico di Pietra Corva, a cavallo delle province di Pavia e Piacenza. Iniziato dal dott. Ridella, ospita in un ambiente incontaminato moltissime varietà di flora e fauna.

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SCHEDE ANALITICHE

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COMUNE DI PECORARA CAPOLUOGO Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso S R R S R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E Stato di cons. MMMB B B B B B MB P P P B MB B B B B B P B B B B B B B Età edificio A A A A A A A A A A A A A A R A A A A A R R R A A A R R R A Valore storico X Elem. arch. X

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COMUNE DI PECORARA COSTALTA 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E D D Stato di cons. MB P B B B B P P B P B B P P B P P B MB P B MMB P B B B Età edificio Valore storico Elem. arch.

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COMUNE DI PECORARA COSTALTA 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E E B B Stato di cons. B MMB B B M MB MB B B MB MB B MMB P B M Età edificio Valore storico Elem. arch.

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COMUNE DI PECORARA CICOGNI 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia B E E E E G G E G E E E E G E E E E E E E E B Stato di cons. B B B MMMM MMB B B MMMMMB B B B B M Età edificio R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Valore storico Elem. arch.

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COMUNE DI PECORARA CICOGNI 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia E G E E E E G E E E E E E E E E E G G G E E G E E Stato di cons. B B B B B M M P MB B B B B MMB B B B B B MB M Età edificio R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Valore storico Elem. arch.

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COMUNE DI PECORARA CICOGNI 3 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia E G G E G E G E G E E G E G E G G E G G E E G G E E E Stato di cons. B B B B B B B B MB B MMMP P P MMMB B MMB B M Età edificio R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Valore storico Elem. arch.

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COMUNE DI PECORARA CICOGNI 4 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R A R R R A R R A R R A R R R Tip. edilizia E E E E E B E E E E E E E E E E E E E Stato di cons. B B MB B MB B B MB B MMB MMB B Età edificio R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Valore storico Elem. arch.

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COMUNE DI PECORARA CICOGNI 5 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia E E E E E E E B B E E E E E E E E E E E E E E B B E E B B Stato di cons. MMMMB MB B MB B MB MP B B B B MMB B B MP B MB Età edificio R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Valore storico Elem. arch.

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COMUNE DI PECORARA CICOGNI 6 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R S R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia B A E E E E E G G B B B E E E E B Stato di cons. B B B B B B B B B B B B B B B B B Età edificio R R V R R R V V R R R R R R V V V Valore storico X Elem. arch. X

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QUANTIFICAZIONI RIASSUNTIVE COMUNE DI PECORARA

CAPOLUOGO E CENTRI FRAZIONALI

N° UNITA’ DESTINAZIONE D’USO TIPOLOGIA EDILIZIA EDILIZIE R M P S A A B C D E F G 217 ‐ ‐ 3 4 1 16 ‐ 2 180 ‐ 25 224 97% ‐ ‐ 1.5% 1.5% 0.5% 7% ‐ 0.5% 81% ‐ 11%

N° UNITA’ STATO DI CONSERVAZIONE ETA’ VALORE ELEMENTI EDILIZIE B M P A V R STORICO ARCHITETTONICI 137 66 21 23 60 141 224 2 2 61% 29% 10% 10% 27% 63%

Dal punto di vista funzionale si evidenzia una prevalenza quasi assoluta per la destinazione residenziale (97%), con quote residue per attività di servizio ed agricole. La tipologia prevalente, sia nel Capoluogo comunale che nei due centri frazionali maggiori esaminati (Cicogni e Costalta), è quella dell’edificio residenziale a blocco, tipico delle zone rurali; sufficientemente significativa la quota di edilizia agricola o connessa all’attività agricola (11%),. Soprattutto nei due centri frazionali. In considerazione della localizzazione rurale (anche per il Capoluogo) moto alta risulta il livello di conservazione degli edifici, con una quota relativa agli immobili in pessime condizioni più bassa del 10%.

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COMUNE DI CAMINATA

Analisi tipo‐morfologica dei centri storici di:

• Caminata

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CAMINATA Resti di manufatti e di una fornace nei pressi della confluenza del rio Cavaglione nel Tidone, testimoniano che Caminata fu abitata in epoca romana, quando era probabilmente un villaggio rurale con proprietà fondiaria. Nel IV – V secolo d.C., fu eretta la prima chiesa cristiana del villaggio, ad est della strada per Torre Gandini, su un poggio che ancora oggi è chiamato “Gisiö” (piccola chiesa). La pietra angolare di fondazione dell’edificio sacro è stata trovata nel 1954 sulla collinetta, ed è custodita oggi in un cortile di Caminata. All’anno 833‐835 risale la prima testimonianza scritta dell’esistenza del villaggio: nella “Adbreviatio”, l’abate Waala segnala la chiesetta di San Sinforiano tra i possedimenti del Monastero di Bobbio. A quell’epoca il borgo dava alloggio ai contadini che dissodavano e disboscavano le terre limitrofe, rendendole produttive proprietà fondiarie del Monastero. San Sinforiano era un luogo di passaggio, al crocevia tra due strade: una conduceva a Bobbio lungo la valle del Tidoncello, l’altra, portava a Serravalle (l’antica Libarna) passando da Pieve di Stadera e da , lungo la val Tidone. Un atto vescovile di Bobbio del 1065, cita San Sinforiano come facente parte della curtis di Nibbiano, sede di un importante mercato istituito in epoca carolingia. Quindi il villaggio era certamente noto, data la sua vicinanza a Pieve di Stadera, distretto rurale del territorio romano (pagus) e successivamente circoscrizione ecclesiastica (plebs), e alla curtis di Nibbiano, che rappresentava un rilevante organismo economico e giuridico. Con il dominio Visconteo, Gian Galeazzo consegnò queste terre al suo Consigliere e Capitano Jacopo Dal Verme, già proprietario di Pianello, della Rocca d’Olgisio e di Bobbio. Nacque così lo Stato Vermesco, oggetto di incursioni dei Farnese. Durante il feudalesimo, la struttura del borgo, caposaldo dei Dal Verme, assunse un aspetto fortificato: infatti, dalla seconda metà del Quattrocento, fu appellato “La Caminata”, derivandone il nome da quello delle torri dotate di camino, usate per le segnalazioni fin dall’epoca romana (due sono le “caminate” oggi identificabili con sicurezza, entrambe sulla sinistra arrivando dal basso: una è in Via Vittorio Emanuele II, l’altra è in Piazza Maggiore). Con la Pace di Aquisgrana (1748), Caminata passò ai Savoia, divenendo barriera doganale tra il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla e lo Stato Sabaudo: la Casa dei Preposti, in Via dei Portici, era adibita alla riscossione dei pedaggi e alla funzione di dogana. Nel 1928, i due centri pavesi di Trebecco e di Caminata furono inclusi nella circoscrizione comunale di Nibbiano. Caminata divenne Comune autonomo della provincia di Piacenza nel 1950. Moncasacco (550 m s.l.m.) è la frazione di Caminata, benché disgiunta dal capoluogo di Comune da una striscia di terreno larga circa 300 metri, appartenente al Comune di Nibbiano. Il borgo si trova su un’altura tra il torrente Versa e il Tidone e comprende Canova (570 m s.l.m.), Mostarina di sopra (540 m) e Mostarina di sotto (451 m). Nel 1357 il castello di Moncastrum (o Montesacco) con l’Oratorio adiacente, feudo di Dondazio Malvicini, furono distrutti dalle milizie di Galeazzo II Visconti. L’antico Oratorio, in un primo tempo dedicato all’Angelo Custode, fu ricostruito nel 1763 e dedicato alla Madonna del Buon Consiglio. Dopo essere passato sotto il governo di Visconti, Sforza e Papato, anche Moncasacco fu inglobato nel Ducato di Parma e Piacenza. Tra il XVI e il XVII secolo, la Camera Ducale Farnesiana confiscò i possessi dei marchesi Malvicini, e Moncasacco passò a Paolo Camillo Arcelli nel 1650, divenendo contea nel 1677, quando fu di don Ottavio e Giovanni Battista Arcelli. Con la Pace di Aquisgrana il borgo fu annesso ai territori dei Savoia. Dal 1859 al 1923, Moncasacco fece parte della provincia di Pavia; dal 1923 al 1938 tornò nei confini piacentini, ma successivamente fu annessa a Pometo (Pavia). Solo nel 1950, con l’autonomia di Caminata entro il territorio di Piacenza, Moncasacco divenne frazione piacentina. Dell’antico castello restano labili tracce in una casa del paese.

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SCHEDE ANALITICHE

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COMUNE DI CAMINATA CAPOLUOGO 1 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso S R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia A E E E B E E E E E D E E E E D B D E E B B B Stato di cons. B MMB B B B B MB MB B B B B B B B B B B B Età edificio A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A Valore storico X Elem. arch. X X

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COMUNE DI CAMINATA CAPOLUOGO 2 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R Tip. edilizia B E E E E E E E E E E E E E E E E B E E B E E E E E E E Stato di cons. B B B B B B B B P MMMB B B B B B MB B B MB MMMM Età edificio A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A A Valore storico Elem. arch.

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COMUNE DI CAMINATA CAPOLUOGO 3 Analisi tipo‐morfologica degli edifici dei centri storici – STATO ATTUALE

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 n° unità ed. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Dest. d’uso R R R R R R R Tip. edilizia E E E E E E B Stato di cons. P P P MP P P Età edificio A A A A A A A Valore storico Elem. arch.

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QUANTIFICAZIONI RIASSUNTIVE COMUNE DI CAMINATA

CAPOLUOGO

N° UNITA’ DESTINAZIONE D’USO TIPOLOGIA EDILIZIA EDILIZIE R M P S A A B C D E F G 57 ‐ ‐ 1 ‐ 2 9 ‐ 3 45 ‐ ‐ 58 100% ‐ ‐ ‐ ‐ 4% 15% ‐ 5% 76% ‐ ‐

N° UNITA’ STATO DI CONSERVAZIONE ETA’ VALORE ELEMENTI EDILIZIE B M P A V R STORICO ARCHITETTONICI 40 12 6 58 ‐ ‐ 58 1 2 69% 20% 11% 100% ‐ ‐

Il centro storico di Caminata presenta una struttura esclusivamente residenziale, con una presenza prevalente di edifici a blocco (76%), una quota comunque significativa di emergenze residenziali isolate (15%) e , nonostante una forte prevalenza di edifici di origine antica, un ottimo livello di conservazione generale dei tessuti consolidati esistenti.

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QUANTIFICAZIONI RIASSUNTIVE COMUNITA’ MONTANA

N° UNITA’ DESTINAZIONE D’USO TIPOLOGIA EDILIZIA EDILIZIE R M P S A A B C D E F G 1.068 122 7 33 146 42 116 35 143 920 4 116 1.376 77.5% 8.5% 0.5% 2.5% 11% 3% 8.5% 2.5% 10% 67% 0.5% 8.5%

N° UNITA’ STATO DI CONSERVAZIONE ETA’ VALORE ELEMENTI EDILIZIE B M P A V R STORICO ARCH. 914 344 118 319 474 593 1.376 101 96 66.5% 25% 8.5% 23% 34.5% 42.5%

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