Ponte Dell'olio

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Ponte Dell'olio noteillustrativeF179.qxp 30/09/2005 17.13 Pagina 1 A P A T Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici DIPARTIMENTO DIFESA DEL SUOLO Servizio Geologico d’Italia Organo Cartografico dello Stato (legge n. 68 del 2.2.1960) NOTE ILLUSTRATIVE della CARTA GEOLOGICA D’ITALIA alla scala 1:50.000 foglio 179 PONTE DELL’OLIO a cura di: G. Di Dio1, A. Piccin1, P. L. Vercesi2 Con contributi di: L. Calabrese1, U. Cibin1, L. Martelli1, D. Preti1,S. Rogledi3 Biostratigrafia: D. Rio4(coord.), R. Catanzariti5, M. Cobianchi2 1 Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli, Regione Emilia-Romagna 2 Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Pavia PROGETTO3 ENI SpA – Divisione AGIP 4 Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica, Università di Padova 5 Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Pisa – Istituto di Geoscienze e Georisorse, CNR Pisa Ente realizzatore CARG noteillustrativeF179.qxp 30/09/2005 17.13 Pagina 2 Direttore del Dipartimento Difesa del Suolo - Servizio Geologico d’Italia: L. Serva Responsabile del Progetto CARG per il Dipartimento Difesa del Suolo - Servizio Geologico d’Italia: F. Galluzzo Responsabile del Progetto CARG per la Regione Emilia-Romagna:R. Pignone Comitato Geologico Nazionale (D.P.C.M. 23-3-1999 e 9-12-1999): N. Accardi (presidente), G. Arnone, A. Boscherini, S. Cocco, V. Coccolo, U. Crescenti, L. Del Sordo, M. Grasso, P. Manetti, G. Mariotti, G. Pasquarè, R. Pignone, R. Polino, A. Praturlon, M. Santantonio, F. Trincardi Si ringraziano i componenti del precedente Comitato Geologico Nazionale per il loro contributo scientifico. PER IL DIPARTIMENTO DIFESA DEL SUOLO - SERVIZIO GEOLOGICO D’ITALIA: Revisione scientifica: C. D’Ambrogi, M. D’Orefice, R. Graziano, M. Rossi Coordinamento cartografico: D. Tacchia (coordinatore), S. Falcetti, V. Pannuti Revisione infomatizzazione dei dati geologici: M.C. Giovagnoli, F. Visicchio Coordinamento editoriale e allestimento per la stampa: S. Falcetti, V. Pannuti, D.Tacchia PER LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA: Coordinamento editoriale e allestimento cartografico: A. Angelelli (direzione lavori), S. Forni, S. Scappini (collaudo) Coordinamento informatizzazione dei dati geologici: A. Martini (direzione lavori), M. Grandi (collaudo) PROGETTOInformatizzazione e allestimento cartografico per la stampa dalla Banca Dati a cura di SYSTEMCART S.R.L. Gestione tecnico-amministrativa del Progetto CARG: M.T. Lettieri (Dipartimento Difesa del Suolo - Servizio Geologico d’Italia) G. Falanga, S. Stagni (Regione Emilia-Romagna) CARG noteillustrativeF179.qxp 30/09/2005 17.13 Pagina 3 INDICE I - INTRODUZIONE . .pag. 5 II - CARTOGRAFIA GEOLOGICA E LETTERATURA PRECEDENTI . .« 7 III - INQUADRAMENTO GEOLOGICO REGIONALE . .« 9 1. - QUADRO GEOLOGICO E STRUTTURALE . .« 9 2. - DATI DI SOTTOSUOLO . .« 13 3. - SISMICITÀ E CENNI DI NEOTETTONICA . .« 17 IV - STRATIGRAFIA . .« 21 1. - IMPOSTAZIONE DELLA LEGENDA . .« 21 2. - DEPOSITI QUATERNARI INTRAPPENNINICI CONTINENTALI PRIVI DI UNA FORMALE CONNOTAZIONE STRATIGRAFICA . .« 23 3. - SUCCESSIONE POST-EVAPORITICA DELMARGINE PADANO-ADRIATICO . .« 25 3.1. - SUPERSINTEMA EMILIANO-ROMAGNOLO . .« 25 3.1.1. - Sintema Emiliano-Romagnolo Inferiore . .« 25 3.1.2. - Sintema Emiliano-Romagnolo Superiore . .« 26 3.2. - SUPERSINTEMA DEL QUATERNARIO MARINO . .« 32 3.2.1. - Sintema di Costamezzana . .« 33 4. - SUCCESSIONE EPILIGURE . .« 34 4.1. - MARNE DI MONTE PIANO . .« 35 4.2. - FORMAZIONE DI RANZANO . .« 37 4.3. - MARNE DEL RIO CARONA . .« 41 4.4. - SABBIE DEL RIO LORA . .« 42 4.5. - MARNE DEL RIO LISONE . .« 43 5. - UNITÀ TETTONICHE LIGURI ESTERNE . .« 43 5.1. - UNITÀ TETTONICA MONTE DELLE TANE . .« 43 5.1.1. - Complesso di Monte Ragola . .« 44 5.2. - UNITÀ TETTONICA CASSIO . .« 45 PROGETTO5.2.1. - Argille Varicolori di Cassio . .« 45 5.2.2. - Flysch di Monte Cassio . .« 46 5.2.3. - Arenarie di Scabiazza . .« 47 5.3. - UNITÀ TETTONICA GROPPALLO . .« 50 5.3.1. - Complesso di Pietra Parcellara . .« 50 5.4. - UNITÀ TETTONICA BETTOLA . .« 51 CARG noteillustrativeF179.qxp 30/09/2005 17.13 Pagina 4 5.4.1 - Flysch di Bettola . .« 51 5.4.2. - Formazione di Val Luretta . .« 52 5.5. - UNITÀ TETTONICA GUSELLI . .« 57 5.5.1. - Argilliti di Guselli . .« 59 6. - UNITÀ TETTONICHE SUBLIGURI . .« 59 6.1. - UNITÀ TETTONICA PENICE . .« 59 6.1.1 - Flysch di Monte Penice . .« 59 V - TETTONICA . .« 61 1. - EVOLUZIONE STRUTTURALE DELLE UNITÀ LIGURI ESTERNE . .« 61 2. - EVOLUZIONE STRUTTURALE DELLE UNITÀ SUBLIGURI« 63 3. - EVOLUZIONE STRUTTURALE POST-EOCENE MEDIO . .« 64 4. - SEZIONI GEOLOGICHE INTERPRETATIVE . .« 68 VI - ASPETTI AMBIENTALI ED APPLICATIVI . .« 75 1. - GEOMORFOLOGIA . .« 75 1.1. - LA COLLINA E LA MONTAGNA . .« 76 1.2. - LA FASCIA DEI TERRAZZI E LA PIANURA . .« 77 1.3. - LA RETE IDROGRAFICA . .« 77 1.4. - FENOMENI DI DISSESTO . .« 78 2. - RISORSE NATURALI . .« 81 2.1. - RISORSE IDROPOTABILI . .« 82 2.2. - MATERIALI INERTI . .« 82 APPENDICE 1 . .« 85 BIOSTRATIGRAFIA E CRONOSTRATIGRAFIA APPENDICE 2 . .« 91 SONDAGGIO PC179S1 APPENDICE 3 . .« 95 DATI GEOARCHEOLOGICI PROGETTOBIBLIOGRAFIA . .« 97 BIBLIOGRAFIA CARTOGRAFICA . .« 106 N.B.: le presenti note sono frutto del lavoro comune di A. Piccin e P.L. Vercesi; gli autori citati in epigrafe, e che hanno fornito contributi specifici, sono indicati nei paragrafi ai quali hanno collabo- rato. G. Di Dio ha curato l’impostazione dello studio stratigrafico-strutturale e della legenda dei depositi quaternari appartenenti alla Successione Post-Evaporitica del Margine Padano-Adriatico. CARG noteillustrativeF179.qxp 30/09/2005 17.13 Pagina 5 5 I - INTRODUZIONE Il Foglio 179 “Ponte dell’Olio” della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000 è il risultato della revisione e sintesi geologica, operata dal Gruppo di Ricerca, dei rilevamenti originali alla scala 1:10.000 condotti dai rilevatori dell’Università di Pavia nei primi anni ‘80, nell’ambito del Progetto “Carta Geologica dell’Appennino Emiliano-Romagnolo” della Regione Emilia- Romagna. Una porzione consistente del Foglio (circa un quarto della superficie totale) è occupata dai depositi quaternari continentali del margine padano-adriatico. Per la cartografia di questi terreni è stato utilizzato un criterio stratigrafico-sequen- ziale, che ha portato alla definizione ed alla correlazione a livello regionale di Sequenze Deposizionali sensu MITCHUM et alii (1977) che, nelle porzioni com- prese tra le discontinuità stratigrafiche di base e di tetto, equivalgono ad unità formali di tipo stratigrafico, vale a dire Supersintemi, Sintemi e Subsintemi; que- st’ultimi sono stati in parte suddivisi in sottounità informali definite su base morfologica e pedostratigrafica. La revisione dei rilevamenti di terreno è stata integrata con lo studio dei dati di sottosuolo raccolti nella Banca Dati PROGETTOGeognostici Regionale e con l’esecuzione di un sondaggio a carotaggio continuo di 105 m di profondità (PC179S1, vedi Appendice 2). Per la descrizione pedo- stratigrafica delle unità continentali si è tenuto conto dei rilievi pedologici con- dotti dall’Ufficio Pedologico Regionale nell’ambito dei rilevamenti per la “Carta dei suoli della Regione Emilia-Romagna” (R.E.R., 1994b); per la descrizione dei colori degli orizzonti si fa riferimento ai codici delle “Munsell Soil color charts”. Per il rilevamento dell’area appenninica del Foglio è stato adottato il criterio CARG noteillustrativeF179.qxp 30/09/2005 17.13 Pagina 6 6 litostratigrafico, secondo le indicazioni predisposte dalla Commissione per la Cartografia Geologica e Geomorfologica del C.N.R. (AA. VV., 1976 e 1991) ed alcune formazioni risultano suddivise in sottounità: membri, litofacies ed oriz- zonti guida; le definizioni formazionali adottate sono quelle suggerite dal Comitato Tecnico-Scientifico della Regione Emilia-Romagna. Le unità litostra- tigrafiche caratterizzate dall’associazione complessa di rocce di diversa origine (sedimentarie, ignee o metamorfiche) sono state denominate “complessi” (AZZAROLI et alii, 1969; NACSN, 1983). Per lo spessore degli strati è stata adot- tata la classificazione di CAMPBELL (1967), modificata per quanto riguarda gli strati con spessore superiore ai 3 metri che vengono definiti “banchi”; per la descrizione e la classificazione macroscopica delle areniti si fa riferimento alla proposta di VALLONI et alii (1991), mentre per la loro descrizione microscopica è stata seguita la metodologia illustrata in DI GIULIO & VALLONI (1992) e rivista in CIBIN & DI GIULIO (1996). L’analisi di facies è stata condotta applicando i modelli tradizionali per l’interpretazione delle sequenze torbiditiche (MUTTI & RICCI LUCCHI, 1972, 1975 e 1978 e MUTTI, 1985 e 1992). Le formazioni appartenenti al Dominio Ligure, così come è d’uso comune nelle aree di catena a falde, sono state raggruppate in unità tettoniche, talora sud- divise in sottounità. I contatti tettonici tra sottounità ed i principali accavalla- menti interni alle unità tettoniche sono stati denominati “contatti tettonici secon- dari” e distinti, quando possibile, in contatti pre e post Eocene medio (Fase Ligure Auctt.), per meglio descrivere l’evoluzione strutturale della catena. Durante la revisione sono state eseguite campionature sistematiche per la biostratigrafia (nannofossili calcarei) e per la petrografia delle areniti in alcune unità (Formazione di Val Luretta, successione Monte Piano-Ranzano, Arenarie di Scabiazza). I risultati di tali studi hanno permesso una migliore definizione stratigrafica e talora strutturale di queste unità. PROGETTO CARG noteillustrativeF179.qxp 30/09/2005 17.13 Pagina 7 7 II - CARTOGRAFIA GEOLOGICA E LETTERATURA
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