Memorie Enciclopediche Romane Sulle Belle Arti, Antichità Ec. 2
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MEMORIE ENCICLOPEDICHE ROMANE- SULLE BELLE ARTI, ANTICHITÀ' se. TOMO IL IN ROMA, PRESSO CARLO MORDACCHIA INCONTRO IL TEATRO ARGENTINA CON AP PRO VAZl ON£» 1 • • ' ' ' . ., ' .. • ) ' • , ... .! '· - • - • • • • • , • ·- . .. - .. • -· - I - • • • I • J .. ., • I .. ' - • , - '. ' '•. • • • ' ' . ' ; ., ••• ' • • • .. ' · ' -. • .. ._.:..,.. ·~ --• " . • .. • ' ' j .. • • •• ' ' • • ... ' ~ • --·' r· .. : ..·_J, , . \, ' ... I .• - ~· ' .. • , • • - - , . • ' • ... • ., •• .. • • ... ' • ., ,.. ' -. • - .. • .. • I - .. .' • .. • .. • ..• • ' • 1 • " .. '' / .' • -.- . • -· . ' • ' ·- ' • - -- -. - • • • - • -. • • \ - - ·- • ' ' ,. • • • ' \. • ' • .- , .. ' • ./ r •, • • - • • , .. • • • • .- • ' ' • .. f • • • • - I • • • • ' • .. .. • . I .... ... .... -~ .. .. • • ,_ •• • • • ,. - • • \ • • • - • • • ' • .. • , • ' • • gefordert durch die UNIVERSITATS http://digi.ub.uni-heidelberg.de/ dig lit/ merbaa1806_2 /0002 BIBLIOTHEK 2 HEIDELBERG © Universitatsbibliothek Heidelberg iJFG ROMA SCULTURA. j^/Jirando sempfe ad alimentare quanto .si può i nostri foglj di Og- getti, che per la loro vaghezza giovino principalmente a rallegrar- «i il cuore, primario scopo delle arti belle ; opportunissima' pec dare un brillante principio a questo secondo volume ci é sembra- ta la qui annessa statua di Ebe , leggiadra invenzione , replicata più volte? e recentemente, non senza qualche nuovo lènocinio riprodotta dal nostro illustre Scultore Signor Cavaliere Antonio Canova. Nella sua ricca officina, ove a protomi insigni, a ri- lievi, e monumenti-di ogni genere, accoppiati torreggiano smi- surati colossi, chi di- antichi , chi di moderni eroi, stassene la bella Diva mescendo nettare , senza invidiare nè la mole , nè l'ar- tifizio altrui ; bensì facendo la delizia di noi mortali, come si fa- voleggia che facesse un giorno quella dei Numi . Essa è di tal venustà , che l'occhio del più misantropo, ( seppur di questa raz- za ve n' e fra gli amatori delle belle arti) , non sa distaccarsene £ e tuttoché distratto , e confuso rimanga fra tanti altri maravigliosi oggetti, come per incanto vi ricade sopra senza avvedersene . Al giusto calcolo che sempre facemmo di così gentile ed aere* figura, per determinarci a parlarne , altro non ci mancava, che la recente occasione di aver veduto , la sulla mole d' Augusto , desultorie ragazze fendere in piedi V aere sopra ammaestrati cor- sieri , nulla celando delle belle lor forme , e così vaghe per Io svo- lazzo degli abiti, per la leggerezza de' movimenti , e disegno delle attitudini ; che sembravano fatte a posta per richiamarne al pensiere o la pie - ventosa Ci) Iride, o questa svelta elegantis- sima coppiera di Giove . Che se le valorose donzelle , dal corag- gio medesimo rese talvolta imprudenti si videro precipitare al suo- lo ; pur anche d' Ebe servirono a rammentarci quella'sconcia ca- duta , che giovò di pretesto al Tonante per levarla d'officiò , e so- stituirvi il nuovo oggetto delle sue debolezze , il giovine Gani- mede . Tutti vanta i pregj dell'amabilità la nostra Ebe , a comincia- te dalia sua gentil proporzione , quella cioè di una ragazza ; che A CO Così hi chiama Omero . 3 non oltrepassa i tre lustri . Il suo nome di fatto significa in Greco Giovinezza : i Latini la chiamarono Juventa , e fu sempre Nume tutelare della Gioventù . Bizzarra troviamo V acconciatura de"1 suoi capelli raccolti con negligenza , e stretti in avanti con rabescato Diadema . Il suo volto di un bello ideale e celeste , come fatto T avrebbe Greco artefice , mentre palesa tutto il fresco e brillante » che suole accompagnare queir epoca prima della vita , non lascia altresì di mostrare un certo contegno , indispensabile in una Dea di nascita , e generata niente meno , che da Giove e Giunone , siccome l'intendono , C un pò diversamente dagli altri mitologi ) 9 Omero , Esiodo , Àpollodoro : per cui quel massima de* Cantori chiamolla venerabile . 1 Dei frattanto assisi intorno a Giove Neil' aureo pavimento per consiglio , Ad essi in prima il Nettar porse in giro Ld VENERABIL Ebe; e in tane d'oro Lo ricevean V un V altro ...... £i) Nè deesi credere , che 1' officio di servire i Numi alla mensa , cosa fosse di bagattella, avendolo in avanti esercitato Vulcano , e Mercurio , Divinità di grosso calibro : per tal motivo compete ad Ebe la mitella , e negli intonachi Ercolanesi talvolta incontrasi con la corona radiata , segni indubitabili di gran distinzione < Nuda Pha rappresentata dal mezzo in su ravveduto artefice,con che meglio si svela quella seducente bellezza, per cui non solo l'im- piego ottenne di ministra degli Dei immortali, ma fu da suo Padre medesimo , come un regalo, data in isposa ad Ercole deificato. Dai mezzo in giù resta decentemente copèrta da gentil veste allacciata alla vita : ma che spinta violentemente dal vento contro le cosce e le gambe, le circoscrive mirabilmente , facendo altresi nascere in- nanzi delle pieghe eleganti, e air indietro degli svolazzi, conve- nientissimi al soggetto di una celeste Camilla , figurata in atto di servire agli Dei, non so per verità, se l'Ambrosia o il Nettare ; non essendosi ancor bene deciso qual delli due fòsse cibo o bevanda . Magistrale veramente è così bel momento della nostra Ebe, per cui la nudi-peda librandosi dalle nuvole in aria , sembra non solo leg- gera come r aere stesso , ma ora per i contorni del nudo , ora per il giuoco delle, vesti, così eleganti e variate linee combina , che da qualunque parte si osservi , un effetto , o per meglio dire un pun- to di vista produce sempre nuovo e brillante . 0) Iliad, nel prijic, del Canto IV* 4 .......' .. I • . ".· " ... .. ... :·· ... ...... ~ . .. ·. c ' :. ... ...., ,. ~ ' a: . •. .... ..,,._ .:. ; ·O • .ft • ~ . ~~· · ..... .. ... • J . , ' ·: ....., .' ' • . .. • .... ' • • • . • \ I ' • I . ' \ '\ .. • I • I • ' • I ' -~ J f • • \ .. ' I • .. ,, ,, / \ ( • • r '' • \.I . ' / I • • />r .) I I I ..,,, • '\ \ , • \ / , '-.. / ' '-- __ .. ·-. \ ... ; > I. I ' . ' • ... - I..-- I • ' . I -. • - ' • r· ' \ . - · ' .• ' I I ' I I • • - ; - • .!/ I ~I ' I u ;/ • ' • I ..... • ,-/ /~ ~ I I . j I I ~ ' I I ' f • ). ' • f ' J ' / ~·> .. • I I . ..' .. \ . ' ' " ' ' /, I ' I ' • I I • ' ' • ' I I ........- ~--~-\ ~ • - . \ I -~ I --=------~s. - • • EBE ' - I I • • ' UN IVERSITATS gefordert durch die http:/ / digi.ub.uni-heidelberg.de/ diglit/ merbaa1806_2/0005 BIBLIOTHEK 5 HEIDELBERG © Un iversitatsbibliothek Heidelberg iJFCi EBE 6 3 Questo è quanto riguarda la bella invenzione dì questa starnai! Non si finirebbe mai più se tutti volessero minutamente dettagliar- si i pregi deir esecuzione : vedere è duopo , non leggere ciò che ha saputo il ferro maestro dare di leggerezza ai capelli , di naturalezza alle pieghe , di morbido al nudo , di finito all' epidermide , e al tut- to insieme di quella grazia , d' onde nacque lo stile che dicesi bel- lo , usato da Greci nelle opere destinate non a recare stupore , mz a piacere : stile introdotto da Lisippo, perfezzionato da Prassitele 9 <• imitato e sostenuto in Roma fino a Adriano , ricomparso dopo 15. secoli in qualche putto del Fiammingo , restituito e respinto al suo Zenith dal nostro esimio Canova . E' cosa strana che fra le rappresentanze antiche delle Dee , le più rare sono quelle di Ebe : che anzi "quelle poche che ci restano ne'' bassirilievi, sono appnnto per mancanza di simboli cosi incerte che appena dal contesto sono riconoscibili. Il solo Naucide cV Ar- go per quanto ci è noto , non molto avanti Prassitele si legge che si distinguesse con un Ebe d'oro e di avorio in Corinto ; senza che sappiasi qual fosse la vera idea del suo simulacro. Non fu tale di Ga- nimede il destino, essendoci pervenute di lui non poche statue, an- che di quelle procedenti dal celebre archetipo di Leocare , descritto " da Plinio , in cui Giove fatto Aquila lo rapisce , frapponendo alle carni, e agli artigli la stessa clamide del real giovinetto, per non offenderlo. Era riserbato al genio del nostro artista di rimpiazzare la perdita dell' Ebe o Ganimeda CO .Corintia di quel Greco, nè gli farà certamente torto l'averla scolpita in puro marmo . Passò , grazie al Cielo queir uso detestabile , quantunque antico , di far statue di porfido con teste di marmo; di porre su quelle di alaba- stro un capo, e mani di bronzo ; lo scolpirne in legno , in avorio « metà di una specie , metà dell'altra , e imbellettarle , e indorarle . \ Appena il bronzo è soffribile , e lo è veramente dopo il beli1 effetto che fa il marmo, nè simulacri, checché ne dica Milizia , che lo trova detestabile sempre. Una copia di questa heWEbe in metallo, accom- pagnata dal Mercurio di Gio. Bologna stassi facendo per commis- sione , dal signor Giuseppe Boschi Romano assai valente scultore in tal genere ; quel medesimo che tanto si distinse nelle figure me- talliche del Desert Spagnuolo ; di cui parlammo nel passato vo- lume . A 2 CO Così la chiama Pausania . V 7 4 PITTURA. X3 a molto tempo prima sarebbesi fatta menzione di questa bella tela del Signor Gav. Gaspare Landì, se corsa non fosse la voce , eh' essa veniva illustrata ex professo da un più versato ed ele- gante scrittore di me , che soltanto Come ni1 insegna la natura e mostra Così scrivo senf arte , e così parlo ( i > „ Ma essendo scorsi oramai parecchi mesi, da che seguì P esposizio- ne di tal quadro nel Palazzo ministeriale di Spagna, senza che sia comparso il desiato scritto , ci è sembrato giusto di darne un cen- no ; tanto più che ne' passati fogli il pubblico deve aver veduto so- stituiti a questo altri dipinti non solo di epoca posteriore , ma per diversi titoli ancora