Comune Di Lequio Berria
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Comune di Lequio Berria Provincia di Cuneo Archivio storico Inventario (1712-1961) Riordinamento e inventariazione a cura dell’archivista Bruno Bruna (2001) Informatizzazione con l’uso dell’applicativo Guarini Archivi a cura delle archiviste Roberta Audenino e Wanda Gallo (2013) Alba, 29 maggio 2013 Intervento eseguito con il contributo della Regione Piemonte - Settore Biblioteche, Archivi e Istituti Culturali nell’ambito del Progetto Sistema Bibliotecario e Archivistico delle Langhe coordinato dal Comune di Alba Indice generale pp. Premessa 3 Introduzione Il Comune di Lequio Berria: scheda storico-territoriale 5-12 Introduzione di Bruno Bruna (2001) 13-18 Descrizione dell’archivio 19 Descrizione dell’intervento del 2013 19-20 Inventario Nota alla lettura 22 Fondo Comune di Lequio Berria (1712-1961) Sezione storica (1712-1897) Indice delle serie 25 Inventario 26 Sezione moderna (1897-1961) Indice delle categorie, classi e serie 28-30 Inventario 31-74 Congregazione di Carità - Ente Comunale di Assistenza di Lequio Berria (1871- 1978) Indice delle serie 76 Inventario 77-81 Ufficio di Conciliazione di Lequio Berria (1905-1969) Inventario 83-84 Patronato scolastico di Lequio Berria (1967-1977) Inventario 86 2 Premessa Il presente lavoro si inserisce nell’ambito del progetto di Censimento degli archivi storici dei comuni che la Regione Piemonte e il Ministero per i beni e le attività culturali - Soprintendenza archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta hanno avviato con l'obiettivo di promuovere la conoscenza della storia e della cultura del territorio tramite la messa in rete degli inventari degli archivi storici comunali o almeno delle informazioni minime relative ai fondi documentari più antichi sul portale “Guarini archivi web”. Il progetto è coordinato e sostenuto dalla Regione Piemonte, si avvale della partecipazione scientifica e organizzativa della Soprintendenza archivistica ed è attribuito ai Sistemi bibliotecari e archivistici del Piemonte per il territorio di rispettiva competenza. Il Comune di Alba, capofila del Sistema bibliotecario e archivistico delle Langhe, è impegnato a realizzare l’informatizzazione ex novo di inventari presenti in formato esclusivamente cartaceo e il riversamento dei dati di inventari informatizzati sul software Guarini Archivi. 3 Introduzione 4 Il Comune di Lequio Berria: scheda storico-territoriale Schede storico-territoriali dei comuni del Piemonte Comune di Lequio Berria Antonio Olivieri 1996 Comune : Lequio Berria Provincia : Cuneo. Area storica : Alta Langa. Abitanti : 586 (ISTAT 1991). Estensione : 11,88 kmq (ISTAT 1991). Confini : a nord Benevello, a nord-est Borgomale, a est Bosia, a sud Cravanzana e Arguello, a ovest Albaretto della Torre, a nord-ovest Rodello. Frazioni : Cappella («località abitata» diversa dal capoluogo secondo il censimento del 1991). Toponimo storico : nel 1193 e nel 1201 sono attestati individui «de Leucho». Il determinante Berria, nome di un torrente che scorre sul territorio di Lequio, venne aggiunto con R.D. 4 dicembre 1862 (Manno 1884-1934). Diocesi : Alba (a partire dalla riforma dell’assetto circoscrizionale diocesano che si ebbe con la creazione della diocesi di Cuneo nel 1817). Nel medioevo Lequio Berria aveva fatto parte della diocesi di Alba. Con la costituzione della diocesi di Saluzzo da parte di papa Giulio II (1511), alcune isole di territorio interne alla diocesi di Alba, evidentemente sotto il controllo politico dei marchesi di Saluzzo, vennero annesse al territorio diocesano di Saluzzo, formando isole diocesane: una di esse è appunto quella di Lequio. Nel 1803 un decreto del governo francese riordinò l’assetto territoriale delle diocesi subalpine: la Sede Apostolica, nell’età della Restaurazione, pur abolendo la riforma francese, non restaurò lo status quo ante, ma, cogliendo l’occasione della formazione della diocesi di Cuneo, procedette a una generale razionalizzazione dei profili territoriali diocesani della zona: Lequio tornò allora a far parte della diocesi di Alba, all’interno della quale venne eliminata ogni isola diocesana (Atlante storico della provincia di Cuneo 1973; Dao 1965, pp. 265-273). Pieve : non individuata. Altre presenze ecclesiastiche : la chiesa parrocchiale è dedicata a San Lorenzo; un oratorio di S. Rocco era affidato ai Disciplinati (Casalis 1841, pp. 354-57). Nel territorio di Lequio è presente il Santuario di S. Maria della Neve, meta di pellegrinaggi almeno fino al secolo scorso (Manno 1884-1934) (nel Seicento sarebbe stata parrocchia: Casalis 1841, pp. 354-57). 5 Schede storico-territoriali dei comuni del Piemonte Comune di Lequio Berria Antonio Olivieri 1996 Assetto insediativo : il censimento del 1981 non segnala la frazione Cappella e neppure quello del 1951, che pure elenca le frazioni di Bricco, Mussi e Santa Caterina (che insieme ospitavano l’8,9 per cento dei residenti complessivi). Nel censimento del 1981 Lequio ospitava 619 abitanti in totale (il 5,3 per cento in più rispetto al 1991): le case sparse contavano allora ben il 68,5 per cento della popolazione: il capoluogo era quindi essenzialmente un centro amministrativo. Nel 1951, quando la popolazione residente complessiva ammontava a 969 abitanti, abitavano fuori dal capoluogo il 74,4 per cento dei residenti: il rapporto tra popolazione residente nel capoluogo e popolazione residente fuori da esso è dunque leggermente mutato nel corso di trent’anni, in un quadro di decremento demografico che ha privato Lequio, nello stesso periodo, del 36,1 per cento degli abitanti. Comunità, origine, funzionamento : non si hanno testimonianze dirette dell’organizzazione di istituzioni comunitarie a Lequio Berria nel corso del medioevo. Tuttavia l’incontro degli abitanti di Lequio con i poteri sovralocali e regionali, nelle forme in cui si realizzò a partire almeno dal 1191 – quando il villaggio venne riconcesso in feudo dal comune di Asti a Enrico marchese di Savona che l’aveva donato al comune, sotto la condizione posta da Asti che gli abitanti di Lequio giurassero fedeltà al comune ( Codex Astensis , pp. 301-302, doc. 254) –, comportò assai probabilmente che i Lequiesi, se non l’avevano ancora maturata, sviluppassero una loro peculiare identità comunitaria. Ciò era richiesto sia, come già s’è accennato, dalle forme giuridiche con cui tale incontro si realizzava, quelle di un giuramento di fedeltà collettivo a un senior feudale, sia dalle caratteristiche stesse sotto cui tale controparte appariva, quelle di un senior collettivo, politicamente organizzato mediante organi rappresentativi (il podestariato, il consolato, la concio , ecc.) che componevano una struttura istituzionale complessa. Si deve anzi aggiungere che le procedure burocratiche stesse cui il rinnovo della fedeltà nei decenni successivi dovette sottostare, quelle della registrazione dei nomi di coloro che giuravano «in quodam cartulario communis longo» conservato nell’archivio del comune di Asti ( Codex Astensis , pp. 305-306, doc. 259 [s.d. ma probabilmente del 1224]), contribuirono con ogni probabilità ad approfondire negli abitanti di Lequio la coscienza che la tutela dei loro interessi collettivi dovesse passare necessariamente attraverso l’organizzazione di un corpo politico comunitario che sapesse in qualche misura far uso di quegli strumenti che il comune cittadino italiano aveva “inventato” a partire dalla fine del sec. XII. Dipendenza nel Medioevo : nel novembre 1228 un gruppo di potenti di stirpe aleramica, identificabili tutti, collettivamente, come marchesi del Vasto, stipularono un’alleanza politico-militare con il comune 6 Schede storico-territoriali dei comuni del Piemonte Comune di Lequio Berria Antonio Olivieri 1996 di Asti contro Alba e Alessandria. Tra le varie reciproche promesse il comune di Asti promise di non fare pace né tregua finché il dominus Enrico del Carretto e il dominus Grattapaglia non avessero recuperato il castello di Sinio e il castello e villaggio di Novello, e due parti del castello e villa di Monforte, e finché il marchese di Saluzzo non avesse recuperato Lequio e la parte che aveva del castello e villa di Monforte ecc. ( Codex Astensis , pp. 309-316, doc. 261; Tallone 1906, p. 87, reg. 301). Sembra dunque che Lequio fosse soggetta al controllo del marchese di Saluzzo, anche se egli a sua volta la teneva in feudo dal comune di Asti, come viene chiarito dal documento del 1224 ( Codex Astensis , pp. 305-306, docc. 258-259). Quarant’anni dopo, nell’aprile 1268, Tommaso I di Saluzzo, mentre si trovava «in obsidione Leuchi», concedeva al marchese Nano di Ceva, che agiva anche per suo padre Giorgio, di poter transitare «per posse et territorium Leuchi, ipsi et res et mercationes earum» (Tallone 1906. p. 136, reg. 499). Più tardi un mandato di Carlo I d’Angiò al suo senescalco di Lombardia segnalava uno stato di tensione esistente, riguardo al possesso di Lequio, tra il marchese di Saluzzo e Enrico marchese del Carretto: Lequio sarebbe potuta restare sotto il controllo del marchese di Saluzzo, se questi si fosse mostrato accondiscendente verso la politica angioina, mentre, nel caso contrario, Enrico del Carretto avrebbe dovuto potersi giovare dell’aiuto angioino per “recuperare” quel luogo con la forza (Tallone 1906, p. 139, reg. 520 [28 febbraio 1272]; cfr. il lemma ‘Feudo’ su una investitura di Asti del 1251 al marchese Giacomo del Carretto del feudo di alcuni castelli e villaggi, fra i quali Lequio [ Codex Astensis , p. 304, doc. 257]). Non è ben chiaro quale fosse la situazione reale sul terreno. Il comune di Asti restava però, al di là di qualsiasi ragionevole