Comune di Comune di P.A.T.I. Provincia

Elaborato Scala 7

REGIONE DEL DIREZIONE URBANISTICA

Rapporto Ambientale

Definitivo PROVINCIA DI VICENZA

COMUNE DI BARBARANO VICENTINO Il Sindaco ELABORATO ADEGUATO PER LA CONFERENZA DI SERVIZI DI

APPROVAZIONE DEL P.A.T.I.

COMUNE DI MOSSANO Il Sindaco

IL PROGETTISTA Dott. Pian.Terr.le Alice Zanella STUDIO ASSOCIATO ZANELLA ARCHITETTURA E URBANISTICA Via Vittime delle Foibe, 74/6 (VI) Tel. 0444 787040 – Fax 0444 787326 [email protected] Collaboratori: arch. Aldo Marangon, arch Claudio Seno

ANALISI AGRONOMICHE, GEOLOGICHE E COMP. IDR. Dott. Geol. Cristiano Mastella via E. Dall’Acqua,8 San Pietro in Cariano (VR)

RAPPORTO AMB. – V.A.S. Dott. Pian.Terr.le Alice Zanella Prof. Arch. Marcello Mamoli Corso Fogazzaro, 92 Vicenza (VI)

via Roma 5, 36026 (VI) DATA: 25/11/2014 www.abitat.it – [email protected]

Rapporto Ambientale Definitivo Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano (VI) P.A.T.I.

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INDICE 1. INTRODUZIONE ...... 6 1.1. Contestualizzazione geografica ...... 6 1.2. Linee Guida sulla V.A.S...... 8 1.2.1. I riferimenti normativi della VAS ...... 8 1.2.2. La sostenibilità nella pianificazione urbanistica ...... 9 1.2.3. Le fasi della VAS ...... 10 1.2.4. Correlazioni tra valutazione ambientale e pianificazione ...... 12 1.2.5. Metodo DPSIR ...... 12 1.2.6. La sintesi non tecnica ...... 13 1.2.7. La dichiarazione di sintesi ...... 14 1.3. Quadro di riferimento ambientale per componenti ...... 14 2. DESCRIZIONE DELLO STATO DELL’AMBIENTE ...... 15 2.1. Aspetti culturali : cenni storici su Barbarano Vicentino ...... 15 2.2. Cenni Storici di Mossano ...... 17 2.3. Patrimonio storico e architettonico – monumentale di Barbarano Vicentino ...... 18 2.3.1. Edifici di Interesse Storico Testimoniale ed Ambientale ...... 18 2.3.2. Chiese e Conventi ...... 27 2.3.3. Fontana di piazza Roma ...... 30 2.3.4. Tombe rupestri ...... 30 2.4. Patrimonio storico e architettonico – monumentale di Mossano ...... 31 2.4.1. Edifici di Interesse Storico Testimoniale ed Ambientale ...... 31 2.4.2. La Chiesa parrocchiale...... 32 2.4.3. Oratori di villa signorile fra Seicento e Settecento ...... 33 2.4.4. La Ghiacciaia comunale ...... 38 2.4.5. I Covoli di Mossano detti "Le Prigioni" ...... 38 2.4.6. La grotta di S. Bernardino ...... 39 2.4.7. Manufatti di archeologia industriale ...... 39 2.4.8. Contesti figurativi Ville Venete ...... 40 2.4.9. Vincolo Paesaggistico – Zone di interesse archeologico ...... 40 2.5. Conclusioni sugli Aspetti culturali e sul patrimonio storico del PATI ...... 40 2.6. Aria ...... 41 2.7. Clima ...... 59 2.8. Acqua ...... 72 2.8.1. Acque Superficiali ...... 72 2.8.2. Acque Sotterranee ...... 85 2.8.3. Rete Acquedottistica e Fognaria ...... 91

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2.9. Agenti fisici ...... 94 2.9.1. Rumore ...... 94 2.9.2. Radiazioni ...... 100 2.9.3. Radiazioni non ionizzanti ...... 101 2.9.4. Radiazioni ionizzanti ...... 107 2.10. Suolo‐ Sistema Geologico e geomorfologico ...... 111 2.10.1. Inquadramento Fisico e orografico ...... 111 2.10.2. Inquadramento Geologico ‐ Geomorfologico ...... 112 2.11. Sistema idrogeologico ...... 119 2.11.1. Inquadramento ...... 119 2.11.2. Idrografia superficiale ...... 119 2.11.3. Circolazione idrica sotterranea ...... 130 2.12. Suolo ‐ Sistema agronomico e naturalistico‐ambientale ...... 131 2.12.1. Caratteri generali ...... 131 2.12.2. Il territorio agricolo ...... 131 2.12.3. Ambiente naturale ...... 132 2.13. Biodiversità ...... 134 2.14. Rifiuti ...... 147 2.15. Energia ...... 155 2.16. Il sistema Socio – Economico ...... 164 2.16.1. Sistema insediativo e popolazione ...... 164 2.16.2. Sistema dei Servizi ...... 168 2.16.3. Sanità e assistenza sociosanitaria ...... 170 2.16.4. Istruzione...... 184 2.16.5. Sistema produttivo, commerciale e artigianale ...... 186 2.16.6. Turismo ...... 189 2.16.7. Sistema dei percorsi di interesse storico e naturalistico ‐ ambientale ...... 191 2.16.8. Sistema di programmazione comunale ...... 196 3. PROBLEMATICHE AMBIENTALI ...... 199 3.1. Fonti di pressione e rischi per l’ambiente ...... 199 3.2. Componenti ambientali critiche ...... 199 4. VALUTAZIONI DETTAGLIATE SULLO STATO DELL’AMBIENTE ...... 200 4.1. Contestualizzazione geografica e descrizione dello stato dell’ambiente ...... 200 4.2. Aspetti culturali ...... 200 4.2.1. Patrimonio storico architettonico e di interesse testimoniale ed ambientale ...... 200 4.3. Aria ...... 202 4.4. Clima ...... 204 4.5. Brillanza ...... 204 Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 2 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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4.6. Acqua ...... 204 4.7. Agenti fisici ...... 207 4.8. Suolo‐ sistema geologico e geomorfologico ...... 208 4.9. Suolo‐ sistema agronomico e naturalistico‐ambientale ...... 210 4.10. Biodiversità ...... 211 4.11. Rifiuti ...... 214 4.12. Energia ...... 215 4.13. Il sistema socio economico ...... 215 4.14. Il sistema produttivo, commerciale e artigianale...... 218 4.15. Turismo ...... 219 4.16. Il sistema di programmazione comunale ...... 220 5. VALUTAZIONE DI SINTESI DELLO STATO DELL’ AMBIENTE ...... 221 5.1. PATI Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano ‐ VAS ‐ Rapporto Ambientale ...... 221 5.1.1. Tabella di sintesi valutazione dello stato dell’ambiente ...... 221 6. VALUTAZIONE COMPLESSIVA ‐ ASPETTI AMBIENTALI ...... 226 7. VALUTAZIONE COMPLESSIVA ‐ ASPETTI SOCIO ECONOMICI ...... 227 8. STATO DELL’ AMBIENTE IN COMPLESSO ...... 228 9. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ E SCELTE STRATEGICHE ‐ SISTEMA AMBIENTALE ...... 228 9.1. Risorse naturalistiche ed ambientali ...... 228 9.2. Difesa del suolo ...... 229 9.3. Scelte strategiche e Azioni di Piano per Sistema Ambientale ...... 230 9.4. Risorse naturalistiche ed ambientali e difesa del suolo ...... 230 9.5. Considerazioni , Scelte strategiche e Azioni di Piano per Territorio Agricolo ...... 232 9.5.1. Calcolo della SAU ed Utilizzo della Zona Agricola...... 233 9.5.2. Sostenibilità in rapporto alla trasformazione della Superficie Agricola Utilizzata .. 234 9.5.3. Territorio rurale...... 235 9.5.4. Paesaggio agrario ...... 236 9.6. Paesaggio di interesse storico ...... 239 10. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ E SCELTE STRATEGICHE ‐ SISTEMA INSEDIATIVO E CENTRI STORICI ..... 239 10.1. Scelte strategiche e Azioni di Piano per Sistema insediativo e Centri storici ...... 241 10.1.1. Insediamenti e aree urbane ...... 244 10.1.2. Valutazione ambiti di edificazione diffusa ...... 249 10.2. Sistema Produttivo ...... 250 10.3. Scelte strategiche e Azioni di Piano del Sistema Produttivo...... 256 10.4. Scelte strategiche e Azioni di Piano del Settore turistico ‐ ricettivo ...... 258 11. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ E SCELTE STRATEGICHE ‐ SISTEMA DEI SERVIZI ...... 260 11.1. Scelte strategiche e Azioni di Piano del Sistema dei Servizi ...... 262 11.2. Sistema infrastrutturale –Viabilità ...... 264 11.2.1. Strategie ed azioni di piano Sistema infrastrutturale –Viabilità ...... 266 Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 3 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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12. DIMENSIONAMENTO PRELIMINARE PER IL DECENNIO 2011 – 2020 ...... 267 12.1. Residenza ‐ Prime ipotesi sul fabbisogno abitativo nel decennio 2011 – 2020 ...... 267 12.1.1. Fabbisogno abitativo di P.A.T.I...... 268 12.1.2. Fabbisogno di volume abitativo ‐ nuove costruzioni ...... 269 12.1.3. Fabbisogno abitativo del Comune di Barbarano Vicentino ...... 270 12.1.4. Fabbisogno abitativo del Comune di Mossano ...... 272 12.2. Commercio, Direzionale ‐ Fabbisogno di nuovi spazi per attività commerciali e direzionali nel PATI ...... 274 12.3. Fabbisogno complessivo di volume da destinare all’edilizia residenziale integrata per il decennio 2011‐2020 ...... 275 12.4. Fabbisogno di nuovi spazi per attività produttive ...... 276 12.5. Commercio, Direzionale ‐ fabbisogno di nuovi spazi per attività commerciali e direzionali 278 12.6. Fabbisogno complessivo di volume da destinare all’edilizia residenziale integrata per il decennio 2011‐2020 ...... 279 12.7. Tabelle di riepilogo ...... 279 13. GLI A.T.O. DEL PATI ...... 282 14. VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA ...... 283 14.1. Dallo Stato dell’Ambiente alle previsioni di Trasformazione del PATI...... 283 14.2. Valutazione Intrinseca e di coerenza Esterna ...... 284 14.2.1. Valutazione intrinseca e di coerenza esterna delle azioni di Piano...... 284 14.2.2. Esito della valutazione di coerenza intrinseca / esterna sugli aspetti ambientali del PATI ...... 300 14.2.3. Esito della valutazione intrinseca e di coerenza esterna sugli aspetti socio‐ economici del PATI ...... 302 14.3. Valutazione di coerenza interna ai fini della di sostenibilità ...... 304 14.3.1. Valutazione della coerenza interna azioni di piano...... 304 14.3.2. Tabelle B di verifica della coerenza interna azioni di piano/obiettivi – Valutazione qualitativa (Allegato1) ...... 307 14.3.3. Esito della Valutazione di Coerenza interna Ambientale TABELLA B1 ...... 307 14.3.4. Esito della valutazione di coerenza intarna sociale ed economica ‐ tabella b2 ...... 308 14.4. Valutazione di sostenibilità delle azioni di piano –tabelle c e relative schede dettagliate . 308 14.4.1. Tabelle di Valutazione di Sostenibilità delle Azioni di piano (Allegato 2) ...... 308 14.4.2. Schede Dettagliate allegate alla Tabella di Valutazione di Sostenibilità delle azioni di piano (Allegato 3) ...... 308 14.4.3. Tabelle di Valutazione di Sostenibilità delle Azioni di piano (Allegato 4) ...... 309 14.4.4. Valutazione di sostenibilità delle Azioni di PiAno –Tabella C ...... 309 14.4.5. Esito della Valutazione di sostenibilità delle Azioni di PiAno –Tabella C e delle relative schede dettagliate ...... 313

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14.5. Valutazione di sostenibilità delle strategie ed azioni di piano del pati in adozione / approvazione ...... 315 14.6. Scenari e valutazione comparativa del pati ...... 316 14.7. Scenari considerati ...... 316 14.7.1. Scenario n. 1 ...... 316 14.7.2. Scenario “ Opzione Zero” ...... 325 14.7.3. Valutazione comparativa tra gli Scenari ...... 328 14.7.4. Impronta Ecologica IE ...... 330 14.8. Esiti della VINCA ...... 337 14.8.1. Conclusione sulla significatività degli effetti ...... 337 15. VALUTAZIONE CONCLUSIVA DI SOSTENIBILITÀ DEL PATI...... 347 15.1. Valutazione Intrinseca / Esterna di sostenibilità – (Tab.A) ...... 347 15.1.1. Esito della Valutazione Intrinseca/ esterna degli Aspetti ambientali del PATI‐ Tabella A1 ...... 347 15.1.2. Esito della Valutazione Intrinseca/Esterna degli aspetti socio‐economici del PATI tabella A2 ...... 348 15.1.3. Conclusioni complessive per la Valutazione Intrinseca/ esterna del PATI ...... 348 15.2. Valutazione di coerenza INTERNA di sostenibilità –(Tab. B) ...... 348 15.2.1. Esito della Valutazione di Coerenza Ambientale tabella B1 ...... 348 15.2.2. Esito della Valutazione di coerenza Sociale ed Economica Tabella B2 ...... 349 16. VALUTAZIONE CONCLUSIVA DI SOSTENIBILITA DI OBIETTIVI, STRATEGIE ED AZIONI DI PIANO DEL PATI349 17. RILEVAMENTI e MONITORAGGI ‐ ALLEGATO 5 ...... 350 17.1. Inquinamento acustico ...... 350 17.2. Inquinamento atmosferico ...... 350 17.3. Inquinamento delle acque ...... 351 17.4. Rilevamento del traffico ...... 351 17.5. Rilevamento delle opere di mitigazione e compensazione ...... 352 18. PROCESSO DI CONCERTAZIONE/ PARTECIPAZIONE ...... 354 18.1. Soggetti interessati alle consultazioni ...... 354 18.2. Contributi emersi dal processo di concertazione/ partecipazione ...... 356

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1. INTRODUZIONE

1.1. CONTESTUALIZZAZIONE GEOGRAFICA

Il PATI interessa il territorio del Comune di Barbarano Vicentino e Mossano, paesi del Basso Vicentino situati nella parte sud della provincia di Vicenza, tra i Monti Berici e la pianura e confinante: - Nord con i Comuni di e Nanto; - Est con i Comuni di Nanto e Rovolon (PD); - Sud con i Comuni di e ; - Ovest con i Comuni di Villaga e . Il territorio di PATI ha una superficie di 33,23 Kmq ed è caratterizzato per il Comune di Barbarano Vicentino da: - Superficie: 19,26 chilometri quadrati; - Altezza sul livello del mare: 60 metri; - Altezza minima: 16 metri; - Altezza massima: 428 metri; - Escursione altimetrica: 412 metri. per il Comune di Mossano da: - Superficie: 13,97 chilometri quadrati; - Altezza sul livello del mare: 89 metri; - Altezza minima: 18 metri; - Altezza massima: 440 metri; Planimetria Comuni della Provincia di Vicenza - Escursione altimetrica: 422 metri. Il comune di Barbarano Vicentino conta 4.471 abitanti distribuiti tra il capoluogo Barbarano e le frazioni Ponte Barbarano, Mezzana, Monticello, San Giovanni in Monte, San Pancrazio. Barbarano dista da Vicenza circa 23 Km è servita dalla S.P. n. 19 Dorsale dei Berici, dalla ex S.S. 247 ora S.P. n. 247 Riviera Berica, in direzione Vicenza e Rovigo e dalla S.P. n. 8 Berico Euganea, in direzione Padova. Il casello autostradale più vicino è quello di Vicenza Est a 18 km, a realizzazione ultimata della Sud a Ponte di Barbarano sorgerà un casello autostradale. Il comune di Mossano conta 1.788 abitanti distribuiti tra il capoluogo Mossano e le frazioni Ponte di Mossano, San Giovanni. Mossano dista da Vicenza circa 21 Km è servita dalla S.P. n. 14 Mossano, dalla S.P. n. 247 Riviera Berica, in direzione Vicenza e Rovigo e dalla S.P. n. 8 Berico Euganea, in direzione Lonigo Padova. Il casello autostradale più vicino è quello di Vicenza Est a 16 km, a realizzazione ultimata della Valdastico Sud a Ponte di Barbarano sorgerà un casello autostradale.

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Planimetria con Indicazione Strade Provinciali

Inquadramento territoriale

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1.2. LINEE GUIDA SULLA V.A.S.

Il presente documento costituisce Il Rapporto Ambientale definitivo elaborato nell’ambito del processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano di Assetto del Territorio (PATI) nei Comuni Barbarano Vicentino e di Mossano: V.A.S. che si confronta quindi con la componente strutturale del percorso di pianificazione, che definisce l’assetto spaziale del territorio nelle sue forme fisiche e funzionali prevalenti e conforma le risorse nel medio/lungo periodo. Gli elementi che si collocano al centro degli aspetti strutturali del PATI e della sua VAS riguardano principalmente il sistema naturale ed ambientale, il sistema territoriale, il sistema delle infrastrutture per la mobilità e il sistema del territorio rurale. Il Rapporto Ambientale valuta in particolare il quadro ambientale definitivo in una valutazione completa , con evidenziazione dei temi e dei criteri di valutazione ambientale strategica del PATI, ma che si configura come identificazione e rappresentazione delle criticità con cui il piano si deve misurare per favorirne il superamento e come impostazione del suo monitoraggio e della sua valutazione ex‐post.

1.2.1. I RIFERIMENTI NORMATIVI DELLA VAS L’apparato normativo concernente la valutazione dei piani sta nascendo solo recentemente e non possiede ancora metodologie e tecniche consolidate. I principali riferimenti normativi per l’applicazione della VAS sono: • la Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 “Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”; • l’art. 4 della Legge Regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio”; • la Deliberazione della Giunta Regionale del 1 ottobre 2004, n. 2988 avente ad oggetto “Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente. Primi indirizzi operativi per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) di piani e programmi della Regione del Veneto”; • la Deliberazione di Giunta Regionale n. CR 16 del 11.02.2005, in corso di esame da parte della competente commissione regionale, concernente l’Atto di indirizzo per: “le verifiche di sostenibilità e di compatibilità necessarie per la redazione degli strumenti territoriali ed urbanistici con particolare riferimento alla Direttiva Comunitaria n. 2001/42/CE in materia di Valutazione Ambientale Strategica (VAS)”; • il Titolo II della Parte II del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”, noto anche come “Codice Matteoli”, entrato in vigore il 1 agosto 2007. Nel contempo, il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 27 luglio 2007, ha esaminato (in prima lettura) la terza modifica al citato decreto legislativo riferita alla Parte II, e si attende l’iter legislativo di revisione della norma; • la Deliberazione della Giunta Regionale del 24 ottobre 2006, n. 3262 avente ad oggetto “Attuazione Direttiva 2001/42/CE della Comunità Europea. Guida metodologica per la Valutazione Ambientale Strategica. Procedure e modalità operative.”; • la Deliberazione della Giunta Regionale del 7 agosto 2007, n. 2643 avente ad oggetto “Entrata in vigore della Parte II del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152. Procedure per la valutazione ambientale strategica”;

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• Deliberazione della Giunta n. 791 del 31/03/2009 avente ad oggetto “Adeguamento delle procedure di Valutazione Ambientale Strategica a seguito della modifica alla Parte Seconda del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, cd. "Codice Ambiente", apportata dal D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4. Indicazioni metodologiche e procedurali”. Il procedimento di Valutazione Ambientale di Sostenibilità è pertanto associato al PATI dei Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano in attuazione della Direttiva Europea CEE/42/20001 e dell'ordinamento urbanistico regionale istituito con la LR n.11/2004. La VAS ha la finalità di verificare che le previsioni a carattere strategico del Piano siano compatibili, anche a lungo termine, con un equilibrato assetto ambientale del territorio inteso nella sua interezza e complessità. Oltre alla normativa vigente il principale riferimento metodologico ed organizzativo utilizzato per la formazione dello strumento di VAS è il “Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea” un testo di portata assai ampia che si presta bene ad opportuni adattamenti specifici.

1.2.2. LA SOSTENIBILITÀ NELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA Sempre più gli approcci della pianificazione territoriale tendono a distinguere gli aspetti strutturali da quelli della gestione delle attuazioni, ma non è ancora matura la convinzione del ruolo che rispetto al resto del processo riveste la parte strategica, quella cioè che interroga gli scenari possibili, cerca di raccogliere (e negoziare) il consenso necessario, cerca di ottenere dal processo le migliori prestazioni in termini di sostenibilità, proponendo soluzioni disciplinarmente fondate e socialmente condivise. Un piano di assetto e di sviluppo deve coniugare punti di vista diversi e a ciascuno, a partire da quelli più prettamente urbanistici, senza dimenticare però gli altri che comunque interferiscono nel “disegno” del piano, deve fornire risposte, in termini formalizzati o meno, alle criticità diversamente percepite e alle istanze variamente ordinate nei luoghi, nei soggetti e nel tempo. La Valutazione Ambientale Strategica, per voler essere pienamente interna e connessa al processo decisionale, è una carattere di questa recente evoluzione del Piano che deve intenderla come una modalità per aumentare la propria efficienza e per sottoporlo con più facilità al giudizio di terzi. Se si assume l’obiettivo della sostenibilità come coincidente con quello, più facilmente comprensibile e comunicabile, di “migliorare la situazione” rispetto alle criticità accertate, è essenziale precisare preliminarmente cosa si intenda per “sostenibilità”. Il dibattito si sviluppa intorno al quesito se la nozione di sostenibilità, ai fini della VAS, debba essere riferita alla sola sfera ambientale, oppure debba intendersi estesa alle sfere sociale ed economica, ovvero se si debba aggiungere qualche altro sostantivo (quale vivibilità, o qualità della vita e simili) per indicare un più ampio orizzonte. È evidente che la tradizionale contrapposizione ambiente/sviluppo esprime una visione eccessivamente riduttiva dei problemi della pianificazione, in quanto incapace ‐tra l’altro‐ di commisurarsi alla dimensione del conflitto sociale e alla dimensione della qualità urbana. Questa contrapposizione deve essere arricchita per ottenere più efficace una rappresentazione del sistema degli obiettivi che la pianificazione deve porsi. È stata proposta la seguente articolazione secondo i quattro ordini di obiettivi: economico, ambientale, sociale, vivibilità e qualità urbana.

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Fonte: IL TETRAEDRO SOSTENIBILITÀ/VIVIBILITÀ – D.R.G. Land Use Planning Secondo Godschalk, i primi tre obiettivi integrano la nozione di sostenibilità, che, nell’accezione corrente non includerebbe la vivibilità (livability), che quindi deve essere aggiunta. Questa rappresentazione è schematizzata nel “tetraedro sostenibilità/vivibilità” . Il punto di vista economico rappresenta la città come il luogo della produzione, del consumo, della distribuzione, dell’innovazione. La città compete con altre città per conquistare nuovi mercati e nuove attività. Lo spazio è lo spazio economico delle reti infrastrutturali, dei mercati, del pendolarismo. Il punto di vista ambientale rappresenta la città come consumatrice di risorse e produttrice di rifiuti. La città sottrae alla natura risorse scarse e suolo ed è una minaccia per l’ambiente naturale. Lo spazio è lo spazio ambientale delle reti e delle nicchie ecologiche, dei bacini idrografici. Il punto di vista sociale rappresenta la città come luogo di integrazione, ma anche necessariamente di conflitti e di negoziazione intorno alla distribuzione di risorse, di servizi, di occasioni. La competizione è all’interno della città, fra gruppi sociali. Lo spazio è lo spazio sociale della comunità, delle organizzazioni di quartiere, del sindacato, della partecipazione e della segregazione. Il punto di vista della vivibilità è quello che più direttamente sollecita le competenze disciplinari proprie dell’urbanista. Esso rappresenta la città come il luogo della vita quotidiana, della fruizione, del tempo libero. La competizione è fra attività e funzioni con esigenze diverse e investe l’organizzazione dello spazio urbano e della mobilità, le reciproche interferenze. Lo spazio è forma urbana, della memoria storica, dell’accessibilità. Naturalmente si potrebbe aggiungere a tutto ciò il punto di vista politico che risalta particolarmente in una fase nella quale i soggetti del governo urbano si trovano ad interpretare la propria missione in una dimensione plurale dei poteri, degli interessi e dei valori e a servirla con approcci strategici che ricercano ‐ preoccupati certo più che nel passato dell’efficacia delle proprie politiche ‐ visioni del futuro condivise, fondate, sostenibili.

1.2.3. LE FASI DELLA VAS Per una migliore comprensione del procedimento inerente la VAS gli organismi normatori hanno da tempo predisposto tabelle di sintesi (cfr. tabella seguente ) dove il termine "regione" deve intendersi come ambito territoriale significativo per la pianificazione urbanistica e non come istituzione.

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Fasi della VAS Da: Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione europeo ‐ Commissione Europea – Bruxelles

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1.2.4. CORRELAZIONI TRA VALUTAZIONE AMBIENTALE E PIANIFICAZIONE Tra il procedimento di redazione del Piano e quello della Valutazione, l'ordinamento comunitario stabilisce un avanzamento in parallelo scandito dalla articolazione in fasi operative, una netta distinzione di compiti, complementarietà tra i ruoli di analisti e progettisti del Piano da un lato e dei valutatori dall'altro. Nel territorio in esame tali fasi verranno di massima correlate al processo di pianificazione secondo il diagramma di flusso seguente. Il procedimento VAS applicato si basa su tutti i documenti informativi disponibili utili a rap‐ VAS e Piano: correlazione tra processo valutativo strategico e pianificazione territoriale Da: Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo presentare, sotto i punti di Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione europeo ‐ Commissione vista pertinenti, lo stato Europea ‐ Bruxelles attuale del territorio e a dedurne le prevedibili evoluzioni per effetto delle previsioni del PAT, sia di trasformazione che di conservazione e tutela. Si tratta di documenti (studi, statistiche, rilevamenti remoti e rilievi sul campo, cartografie tematiche, etc.) in larga parte prodotti dal gruppo professionale di esperti incaricati del PATI per formare prima la Relazione Ambientale e poi il Quadro Conoscitivo, che vengono condivisi tra i due procedimenti e costituiscono la base di comunicazione, scambio e corrispondenza tra PAT e VAS. A partire da questa documentazione condivisa tra le due 'filiere', si svolgono elaborazioni diverse tanto quanto lo sono le finalità ed i ruoli in campo, che servono a confrontare impostazioni metodologiche, dati, valutazioni e conclusioni, fino a raggiungere, per passaggi successivi, una soddisfacente convergenza tra previsioni e verifiche. Convergenza che consente di sancire la sostenibilità del PAT e di stabilire un quadro attendibile entro il quale sviluppare la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per i principali interventi di prevista trasformazione che daranno attuazione al Piano degli Interventi.

1.2.5. METODO DPSIR Le direttive europee in materia di ambiente prevedono procedure codificate e riconosciute per lo svolgimento della VAS, che sono riconducibili al metodo DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 12 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Impatti, Risposte); metodo che viene utilizzato come riferimento logico e operativo anche per questo PATI . In questo approccio i fattori ambientali dai quali dipende significativamente la condizione ambientale di un territorio vengono classificati come determinanti, dei quali si deve misurare il livello di pressione. Lo stato dell'ambiente che ne risulta, con le opportune correlazioni, consente di stabilire il livello di impatto che si può attribuire ai fenomeni in atto nel territorio o alle trasformazioni previste dal Piano o da progetti di rilevante importanza ad esso comunque correlati. La valutazione delle capacità di risposta all'impatto, o agli impatti, da parte dell'ambiente. In concreto l'analisi DPSIR, fornisce quindi gli elementi necessari per procedere alla Valutazione di Sostenibilità Ambientale nei termini stabiliti dall’ordinamento. Si può stabilire così se le risorse ambientali disponibili e considerate consentono un positivo inserimento delle previsioni nell’ecosistema e si può dire eventualmente a quali condizioni ciò potrebbe avvenire mediante interventi strutturali ovvero attraverso interventi prescrittivi e/o tecnologici di mitigazione o compensazione, o di bonifica queste si possano ammettere. Il metodo ha proceduto in modo ciclico, ripetendosi per successive approssimazioni fino individuare equilibri attendibili.

Da: Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione europeo ‐ Commissione Europea – Bruxelles

1.2.6. LA SINTESI NON TECNICA

Come allegato al presente Rapporto Ambientale del PATI sarà predisposta la “Sintesi non tecnica” del rapporto stesso così come previsto dalla normativa vigente, per la divulgazione al pubblico.

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1.2.7. LA DICHIARAZIONE DI SINTESI

In seguito alla consultazione delle diverse agenzie ambientali presenti sul territorio, verrà elaborata una “dichiarazione di sintesi” che accompagnerà il provvedimento di approvazione del PATI e che terrà conto delle seguenti valutazioni: ‐ delle modalità con le quali le considerazioni ambientali sono state integrate nel Piano stesso; ‐ di come si è tenuto conto del Rapporto Ambientale redatto ai sensi dell’articolo 5 della Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001; ‐ dei pareri espressi ai sensi dell’articolo 6 della medesima Direttiva; ‐ dei risultati delle consultazioni avviate; ‐ delle ragioni per le quali è stato scelto il Piano, anche rispetto alle alternative possibili che erano state individuate; ‐ della misure adottate in merito al monitoraggio di cui all’articolo 10 della Direttiva 2001/43/CE.

1.3. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE PER COMPONENTI

L'ambiente naturale, la cui complessità non potrebbe venire affrontata tutta insieme, postula un approccio articolato e progressivo e viene in prima approssimazione suddiviso nelle sue componenti di base, elencate secondo le direttive regionali aria e clima, acqua, suolo, vegetazione e paesaggio, rete ecologica e faunistica, insediamenti e fatti antropici che consentono di affrontare i vari aspetti dell'ecologia del territorio ricorrendo alle competenze scientifiche e professionali di esperti di discipline diverse. Questo avviene tanto per costruire Quadro Conoscitivo ed il presente Rapporto Ambientale, quanto per istruire i procedimenti di valutazione della VAS.

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2. DESCRIZIONE DELLO STATO DELL’AMBIENTE

Come già detto in precedenza il presente Rapporto Ambientale, fa una definitiva analisi sul territorio, sullo Stato dell’ambiente, se pur di carattere generale e di contesto complessivo, e sul sistema della programmazione. Nello specifico, detta analisi tiene in primo piano le scelte strategiche e gli obiettivi delle amministrazioni comunali sia di carattere generale che puntuale e le prime indicazioni di sviluppo sostenibile e durevole contenute nel Documento preliminare e fatte oggetto dello Schema di Accordo di Pianificazione che si intende sottoscrivere tra le Amministrazioni comunali interessate dal P.A.T.I., Comune di Barbarano Vicentino, Comune di Mossano, Regione Veneto e Provincia di Vicenza. Tale Accordo recepisce il Documento Preliminare e provvedere alla disciplina degli obblighi reciproci, definendo le modalità di formazione del Quadro Conoscitivo, di redazione degli elaborati del Piano e di valutazione delle osservazioni pervenute durante la pubblicazione, nonché il programma dei lavori. Qui di seguito viene esposta una lettura di carattere generale e di contesto complessivo, sul territorio, sullo stato dell’ambiente e sul sistema della programmazione, necessaria: a) per comprendere lo stato di fatto del territorio interessato dal PATI e per stilare un primo rapporto sullo stato dell’ambiente e la relativa Relazione Ambientale; b) per conseguire, dopo la concertazione di cui all’art. 5 L.R. 11/04, l’impostazione generale delle analisi e la costruzione della conoscenza comune. 2.1. ASPETTI CULTURALI : CENNI STORICI SU BARBARANO VICENTINO

Le origini di Barbarano Vicentino risalgono all’epoca romana. Il paese si sviluppò, come in altri casi analoghi del territorio circostante, in un’area pericollinare. Il Toponimo deriva da “Fundus Barbarianus” possedimento, fondo di Barbarius. Scavi archeologici hanno rilevato l’esistenza nella zona di insediamenti umani fin dal primo Neolitico, sono stati inoltre rinvenuti materiale fittile e una lapide di epoca romana. A favorire le sorti del centro abitato contribuì la costruzione di una strada, conosciuta poi come “strada della Riviera Berica”, che da Este conduceva a Vicenza. La stessa via fu probabilmente percorsa dai monaci Benedettini, giunti a Vicenza verso la metà dell’VIII secolo portando il loro contributo di evangelizzazione anche a Barbarano Vicentino. Sempre lungo questa strada arrivarono a più riprese eserciti nemici, arrecando pesanti lutti e rovine. Il castello di Barbarano divenne nel Medioevo uno dei più importanti del vicentino; secondo la tradizione la sua origine risale al secolo VIII, ma ne è documentata l’esistenza da un atto da un atto di donazione dell’anno 1.000. Per donazione imperiale la corte di Barbarano fu data alla Chiesa di Vicenza tra il 931 e il 947 da Ugo di Provenza, re d’Italia, e tale possesso venne confermato un secolo dopo da Corrado il Salico Barbarano divenne possedimento dei Vescovi di Vicenza e la sua curtis accrebbe la propria importanza a partire dal secolo XIII. Conquistata e posseduta dal 1236 al 1259 da Ezzelino da Romano, nel 1268 tornò ai vescovi di Vicenza, pare che abbia avuto persino un re: il Beato Bartolomeo di , vescovo di Vicenza, che si proclamò re di Barbarano nel 1236. Il castello vescovile rappresentava la temporanea sede del

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vescovo durante i suoi periodi di permanenza in questi luoghi. Qui il vescovo convocava adunanze, promulgava leggi, amministrava la giustizia e stabiliva le pene. I Vescovi nel 1312 la persero in favore degli Scaligeri, questi posero Barbarano a capo di un vasto vicariato; il suo territorio, coinvolto dagli scontri che opposero Carraresi e Scaligeri, divenne infine parte del dominio veneziano di terraferma unitamente all'intero vicentino. Nel 1513 il Senato Veneto, dopo che nel 1509‐11 truppe francesi, spagnole e tedesche erano transitate per Barbarano mettendo a più riprese tutto a ferro e fuoco, pose sotto la protezione della Serenissima il centro berico, che in cambio restò sempre fedele alla Repubblica di Venezia. Il governo della Serenissima garantì lunghi secoli di pace e prosperità. Sul finire del XVIII secolo il governo veneziano cessò e Barbarano venne inglobata prima nell’impero austro‐ ungarico e, con una breve parentesi napoleonica che si concluse infine Centro storico di Barbarano Vicentino – mappa del 1791 con l'annessione dell'intero Veneto al Regno d'Italia nel 1866. Queste dominazioni non furono altrettanto positive per lo sviluppo dell'economia locale. Ponte di Barbarano costituiva , agli inizi del Cinquecento, una piccola borgata, centro di transito tra Vicenza, Padova e Venezia. A Barbarano vi è Palazzo dei Canonici: singolare ed unica costruzione in stile gotico esistente nel vicentino, risale al XIV secolo. E’ detta la “Casa dei Re”, avendo il vescovo di Vicenza il curioso titolo di re di Barbarano. Per collegare meglio Ponte con la vicina frazione di Monticello, fu costruito nei pressi del porticciolo un ponte a tre arcate in pietra e cotto. Su un parapetto fu posta una lapide, conosciuta come la “Stele dei Vicari”, conservata oggi nell’atrio delle scuole elementari. A Barbarano il musicista inventore Andrea Ferretto, vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, inventò il “dattilomusicografo”, una specie di macchina per scrivere e stampare musica (attualmente si può vedere presso il Municipio). Nell’immediato primo dopoguerra la popolazione di Ponte di Barbarano aumentò considerevolmente: l’oratorio del Redentore annesso a villa Pedrina‐Rigon non fu più in grado di assicurare un efficiente servizio religioso. Si iniziò così nel 1924 la costruzione della nuova chiesa, dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 16 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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2.2. CENNI STORICI DI MOSSANO

Conoscere l’origine del toponimo “Mossano” ha sempre generato molte discussioni. Molti fanno derivare il toponimo da una interpretazione erudita, da Mons sanus, altri invece sostengono che il toponimo derivi dall'onomastico romano Mussius, ma entrambe le interpretazioni sono poco soddisfacenti. E' più probabile che il nome derivi da una radice mediterranea, tipo Mozza, generalmente riferita al carattere del suolo. Le ripide pareti rocciose esposte a sud, gli strapiombi e i covoli favorirono già nel paleolitico l'insediamento umano. A Mossano ci sono due di queste grotte, con tracce di insediamenti preistorici: la grotta di San Bernardino e quella di Paina. In queste due grotte una équipe di scienziati del dipartimento di Paleontologia della facoltà di Scienze dell'università di Ferrara, guidati prima dal prof. Pietro Leonardi, e poi dal prof. Alberto Broglio, hanno fatto studi e ricerche per più di trent'anni

Mossano Panorama sulla vita degli uomini dei tempi preistorici. Eccellenti i risultati ottenuti nella ricerca dei focolari preistorici. A San Bernardino ne è stato trovato uno che ha fatto retrodatare di 20.000 anni la data d'inizio della addomesticazione del fuoco da parte dell'uomo. L'industria dei focolari superiori per le sue caratteristiche è stata denominata “bernardiniana”, riferita all'importanza del sito di Mossano. Bisogna aggiungere qualche altra notizia sulla grotta di San Bernardino che porta il nome di questo santo francescano perché venne a Vicenza nel 1423 e nel 1433. La sua missione era quella di combattere l'usura, assai diffusa a Vicenza. Il santo faceva capo al vicino convento francescano di San Pancrazio, ma si ritirava in eremitaggio nel covolo di Palù, ora grotta di S. Bernardino. La popolazione, trasformò col tempo la grotta in luogo di culto; lo testimonia una Madonna con putto scavati nella parete del covolo. Questa grotta nel Cinquecento è stata testimone di un eccidio di persone inermi del luogo che avevano cercato rifugio al suo interno, ma furono soffocati dal fumo. Infatti nel 1510, al tempo della lega di Cambrai, gli imperiali avevano assalito Vicenza, scendendo poi verso sud e tentando l'assalto al castello di . Avendo però trovato strenua resistenza si diressero a Mossano. La popolazione locale e quelle delle ville vicine si erano rifugiate nella angusta grotta e vi si era barricata. Gli assedianti, fatto un mucchio di frasche, sterpi, legna e paglia vi appiccarono il fuoco, aggiungendo di tanto in tanto dello zolfo. Fu un eccidio con 1.200 i morti tra uomini donne e bambini, a cui solo in tre sopravvissero. Ogni anno a Mossano il 20 maggio, festa di san Bernardino, la parrocchia ricorda il santo con una processione e una messa nella grotta. Il titolo della parrocchiale di San Pietro apostolo, tipico del IV°‐ V° secolo, sembra assegnare a tale località una certa preminenza, per lo meno dal punto di vista cronologico sulle vicine Barbarano, Villaga e Nanto.

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Già nel X° secolo Mossano doveva far parte della "curtis" di Barbarano, donata da Ugo e Lotario di Provenza al vescovo di Vicenza. Donazione confermata dai re successivi. Nel XIII° secolo Mossano era possesso dei Pilo conti di . Mossano, in epoca scaligera, entrò a far parte del vicariato di Barbarano. La vallata che si stende fra i colli di Mossano fu paludosa fino al Cinquecento, tanto che si ricordano due laghi: il "major" a Montruglio e il "minor" a Mezzana. L'acqua dei torrenti montani e della piana paludosa, incanalata in canali di scolo o"gaibi" o "ghebi " nel dialetto locale, dava lavoro a ben dodici mulini. Mulini che hanno continuato a funzionare fino ai primi anni dell'ultimo dopoguerra. A Mossano esistono alcune fonti termali. Una è il cosiddetto Bagno di Mossano, sorgente ora trascurata, ma fino a qualche decennio fa frequentata per fare i bagni e dalle lavandaie. Parlando di queste sorgenti Filippo Pigafetta dice: "quivi etiandio scaturiscono acque calde salutifere per comodo ed albergo de gli infermi, da Pigafetta nostri rassettate". La famiglia Pigafetta aveva vasti possedimenti a Montruglio e a Ponte di Mossano ove in località Ca' Vecchie è ancora visibile la Casa torre, tipico esempio delle strutture difensive medioevali in funzione di azienda agricola. 2.3. PATRIMONIO STORICO E ARCHITETTONICO – MONUMENTALE DI BARBARANO VICENTINO

Il Comune di Barbarano Vicentino è un territorio molto singolare dal punto di vista storico e architettonico – monumentale in quanto sono presenti numerosi elementi di interesse culturale, quali ville, palazzi e chiese che qui di seguito vengono sinteticamente descritti.

2.3.1. EDIFICI DI INTERESSE STORICO TESTIMONIALE ED AMBIENTALE

2.3.1.1. VILLA SANGIANTOFETTI‐PEDRINA‐RIGON E L’ORATORIO DEL REDENTORE All’inizio di via Crispi, presso il ponte sul canale Bisatto, vi accoglie villa Sangiantofetti‐Arnaldi, oggi villa Pedrina‐Rigon. La villa è il risultato di una serie di ristrutturazioni e di ampliamenti di un edificio che nel XVI secolo era una delle tante case della famiglia Traverso. Passò poi alla famiglia di provenienza veneziana Molin la quale, il 28 settembre 1776, la vendette ad un altro nobile veneziano, Benedetto Tofetti (o Sangiantofetti). All’inizio dell’Ottocento la villa con tutti gli annessi fu acquistata da Bartolomeo Breganzato Piantina Villa Pedrina‐Rigon e poi, per via ereditaria, passò alla famiglia Pedrina fino a giungere, nel 1963, alla famiglia Rigon, attuale proprietaria. Il pianterreno, con le cornici delle aperture marcate da bugne in pietra di Nanto, denota un’appartenenza alla seconda metà del Cinquecento o, al più, all’inizio del Seicento. Al secolo successivo risale invece il piano superiore. L’interno della villa è impreziosito dal salone centrale con il soffitto a travatura, arricchite da decorazioni pittoriche cinquecentesche.

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Sul lato meridionale la villa guarda su un articolato giardino, ornato un tempo da statue e concluso da una peschiera, divisa al centro da un ponticello e alimentata dall’acqua di una roggia proveniente da Monticello. Interessanti sono anche gli annessi rustici che si snodano a “L”, a partire dal lato orientale.

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Villa Pedrina ‐ Rigon Oratorio del Redentore Il complesso architettonico, oltre a comprendere la casa padronale, il giardino, la barchessa e la colombara, include anche l’oratorio dedicato al Redentore che, fatto edificare fra il 1665 e il 1679 da Francesco Molin, presenta la facciata rivolta verso la strada. L’arredo scultoreo esterno della chiesa è relativamente ricco, rispetto alle dimensioni dell’edificio. Il timpano è ornato di acroteri e due nicchie con le statue di San Giovanni e di Sant’Agostino che fiancheggiano l’elegante portale d’ingresso. All’interno della cappella degno di nota è il soffitto, decorato da ricche cornici che denunciano uno spiccato gusto veneziano. In particolare l’interno è ad unica navata; sopra il bellissimo altare tre statue e, ai lati, due eleganti porte, a conferma della raffinatezza del committente e della sua cultura lagunare. Da notare, dietro l’altare, una statua della Vergine di pregevole esecuzione settecentesca. La chiesa accoglie da sempre il corpo del martire San Valentino, patrono degli innamorati: lo scenario ideale in cui si svolge la premiazione del concorso internazionale di poesia indetto dalla pro loco.

2.3.1.2. VILLA TESTA‐SINIGAGLIA In contrà Rampezzana sorge questa villa, detta anche Ca’ Barziza. Costruita verso la metà del XVII sec. Dal nobiluomo Giovanni Maria Marchesini l’edificio presenta la sua ricchezza nella facciata a mezzogiorno, offrendo una notevole, quanto inaspettata, scenografia barocca, il corpo padronale fu ultimato prima dei 1659, le barchesse sorgono ai lati della villa e raccordano le due colombare, una delle quali è più antica, probabilmente parte delle preesistenze sulle quali il nobile Marchesini costruì la sua villa. Nel timpano una meridiana e, a conclusione del fastigio triangolare, tre figure femminili: quella al vertice stringe al seno un bambino, allegoria della Carità; quella a destra si posa su quanto rimane di un’ancora, allegoria della Speranza; quella di sinistra aggrappata alla parte bassa dell’asta di una croce ora perduta, allegoria della Fede. Piantina Villa Testa‐Sinigaglia Davanti alla villa l’ampio “selese” con la sua pavimentazione a

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quadrati di cotto: uno dei pochi della zona sopravissuti in relativa integrità. Ai lati le barchesse con la loro funzione di deposito per attrezzi agricoli, stalla, scuderia, terminano con le “colombare”. Annesso alla villa vi è l’oratorio dei santi Cristoforo e Antonio da Padova costruito nel 1661 e benedetto il 12 giugno 1662. Sulla sommità della facciata tre statue: il Redentore, S. Antonio e S. Cristoforo. L’altare, che colpisce per la sua magnificenza e monumentalità, è una sostituzione fatta nel 1664 “per interessamento di Fabiano, canonico regolare”, come riportato

dall’iscrizione su marmo nero posta Villa Testa‐Sinigaglia sopra l’altare stesso. Al centro dell’altare una grande tela del 1661 o 1664 rappresenta la Vergine con il bambino che guarda benevolmente verso un enorme S. Cristoforo, accanto al quale sta S. Antonio. Nella bacheca sopra la mensa dell’altare giace il corpo si San Cesario.

2.3.1.3. VILLA MEGGIOLARO Situata a Ponte di Barbarano lungo la Riviera Berica risale probabilmente, pur in presenza di elementi gotici all’interno e sulla facciata posteriore, alla metà del XVII secolo, secondo l’assetto attuale. La villa, che apparteneva anticamente ai conti Bissari, subì numerosi interventi di restauro che in parte ne rendono difficile la lettura. Nel XVII secolo faceva parte dei complesso anche una piccola cappella dedicata a S. Maria Maddalena demolita nel 1802. Notevoli, sono Villa Meggiolaro stati i cambiamenti successivi. L’edificio conserva alcuni ovali dipinti forse da Costantino Pasqualotto.

2.3.1.4. VILLA BOGONI A PONTE DI BARBARANO La villa poté essere stata costruita nelle forme attuali nella seconda metà del Settecento, per volontà del proprietario S. Breganzato. Si affaccia sulla Riviera Berica, poco lontana dalla villa Meggiolaro.

Villa Bogoni Villa Bogoni Villa Bogoni Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 21 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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2.3.1.5. VILLA TRAVERSO PEDRINA La villa apparteneva anticamente alla nobile famiglia Traverso (già proprietaria di villa Ghiotto), trasferitasi dal castello di Barbarano. Sorge ai piedi del colle Monticello e conserva forme architettoniche che attestano che il primo evento costruttivo risale almeno al Cinquecento. Infatti la proprietà e l’edificio, nominati per la prima volta nel 1544, mostrano l’impronta quattrocentesca e forse l’edificio ospitò nei secoli scorsi una comunità conventuale di monaci. Un’interessante struttura esterna, connessa alla villa e che un po’ disturba la bella finestra settecentesca, è una specie di torretta cilindrica in mattoni, forse il “servizio” della camera da letto o la colombara. Su sette pilastri si allunga la barchessa, oggi completamente restaurata, adibita un tempo a stalla e ad uso dei domestici, come dimostra la modesta casetta che sorge a pochi metri di distanza. Alcune leggende, non confortate da documenti storici, tramandano che le cantine di questa casa fossero parte di una rete di camminamenti nascosti e protetti collegati con altri luoghi ed edifici vicini. Davanti alla facciata meridionale, adiacente alla via pubblica, vi era una sorgente di acqua termale, oggi prosciugata. Questa rappresenta una delle tappe di visita del sentiero ciclabile n° 77, delle fontane

Villa Traverso Pedrina Mappa Villa Traverso Pedrina

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2.3.1.6. VILLA GHIOTTO A MONTICELLO Come villa Pedrina, anche villa Ghiotto apparteneva alla nobile famiglia dei Traversi. Anticamente il complesso comprendeva anche un oratorio dedicato ai SS. Leonzio e Carpoforo, di cui purtroppo rimangono pochi resti coperti dalla vegetazione. Esso sorgeva poco lontano dalla villa sopra una piccola altura e si poteva raggiungere attraverso una scalinata che partiva dalla villa stessa. Interessante il prospetto sud della villa dove una loggia, costituita da tre fornici, ne determina lo sbilanciamento a sinistra. Attualmente la villa giace molto appartata, quasi nascosta da due strutture moderne, la prima delle quali è una grande e bella residenza ottocentesca. Sulla villa originale, edificata in età gotica, vennero a più riprese eseguiti interventi tardo Villa Ghiotto quattrocenteschi. La loggia costituisce l’elemento caratterizzante di tutta la villa, a cominciare dalla sua inusuale collocazione all’estremità sinistra della facciata. Nella denuncia d’estimo del 1544 viene descritta come una “casa con teza da coppo, in Montichiello, con cortivo, orto e brolo et prati et campi”

Denuncia d’Estimo Villa Ghiotto

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2.3.1.7. VILLA GODI MARINONI E ORATORIO DI SAN GAETANO Numerosi documenti lasciano supporre che, nel luogo dove oggi sorge la villa, vi fossero consistenti preesistenze medievali: quella era infatti l’area occupata dal castello feudale dei vescovi‐conti di Vicenza fino all’inizio del XIV secolo. Abitata da discendenti della famiglia Godi già dal 1316, la proprietà detta del “Castellaro della villa di Barbarano” nel 1432 viene donata dal vescovo Pietro Miani, a titolo di feudo, al notaio e scrittore vicentino Antonio Godi. In seguito, la villa divenne proprietà dei Godi, fatta eccezione per un periodo in cui ne fu proprietario Bartolomeo Barbarano. Sappiamo che nel 1640 era già stata ereditata da Girolamo Godi, il cui suocero era Odorico Capra, divenuto proprietario della famosa “Rotonda” del Palladio. Oratorio San Gaetano Agli inizi del Settecento, Massimiliano Godi acquistò le proprietà intorno alla villa e commissionò nel 1716 vari lavori di ristrutturazione, durante i quali fu costruito, per concessione del vescovo, l’oratorio destinato a San Gaetano (1708 ‐ 1709). I pilastri dell’accesso ovest sono in pietra di Nanto (quello di destra porta un’epigrafe datata 1683), mentre la barchessa ha un impianto in stile quattrocentesco. L’elegante parco (progetto forse di Antonio Francesco Muttoni) è diviso in livelli: il giardino superiore a est, la cedraia e la serra a sud, il boschetto a sud‐est e il brolo rettangolare a sud‐ovest, dietro l’oratorio, dove si possono notare anche alcuni maestosi e secolari ippocastani. Da più di un secolo tutta la proprietà appartiene alla famiglia Marinoni. Il complesso architettonico comprende, oltre alla barchessa, anche l'oratorio dedicato a S. Gaetano Thiene, costruito nel 1709, al cui interno si conserva una scultura lignea della fine dei 400 rappresentante la Madonna dei Sette Dolori e le statue settecentesche di S. Gaetano, S. Francesco e S. Antonio. In particolare l’oratorio, in stile settecentesco, presenta sul timpano tre statue acroteriali: al centro Cristo benedicente con in mano la sfera crociata, a destra San Giovanni Evangelista con ai piedi l’aquila, il libro aperto in mano e il calice con il serpente e, a sinistra, San Giuseppe con la verga fiorita. L’interno, ad un’unica ala, presenta elementi artistici di pregio: l’altare con l’elaborato tabernacolo in pietra intarsiata sostiene la statua benedicente di San Gaetano. L’elemento di maggior spicco dell’altare è però costituito dal raffinato paliotto. Le due campane della torre campanaria hanno storie diverse: una fu fusa dalla fonderia vicentina De Maria nel 1702, l’altra fu donata dalla famiglia Marinoni alla comunità di Barbarano alla fine della seconda guerra mondiale. Il meccanismo dell’orologio è con ogni probabilità della prima metà del ‘500 e scandisce le dodici ore in quattro parti. All'interno dei complesso di villa Godi Marinoni sorge una palazzina dei '700, ristrutturata, che accoglie ospiti per turismo.

2.3.1.8. PALAZZO DEI CANONICI Il Palazzo dei Canonici, in stile gotico, è stato edificato utilizzando la tenera pietra di Nanto, dalle calde tonalità giallastre e mantiene ancora oggi numerosi elementi gotici fra cui le finestre, bifore e monofore.

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L’esistenza di un documento del 1187, in cui si nomina un edificio di appartenenza del Capitolo dei Canonici di Barbarano, e una recente perizia tecnica fanno supporre che il palazzo sia sorto da una più antica struttura che inglobava una fortificazione medievale. Con il disgregarsi del Capitolo l’edificio cadde in rovina, fino a quando, nel 1530, il nobile Paolo Godi, arciprete di Barbarano, dopo aver commissionato a sue spese il restauro del palazzo in stile rinascimentale (come testimonia una lapide murata nella facciata dell’edificio), lo adibì a sua abitazione. Nel 1535 Godi morì e l’edificio divenne dimora di altri nobili arcipreti che vollero lasciare traccia della loro presenza. Nel 1647 il canonico Giacomo Dal Corso fece eseguire, in onore del cardinale Federico Corner, un affresco raffigurante lo stemma della sua famiglia nella sala principale. Intorno al 1740, l’arciprete Agostino Gasparea commissionò una nuova ala del palazzo, in concomitanza con l’opera di ricostruzione della vicina chiesa. A causa dei numerosi restauri nel corso dei secoli, il palazzo fonde in sé Palazzo dei Canonici elementi delle varie correnti artistiche succedutesi: oltre ad elementi gotici e rinascimentali, si possono distinguere stilemi riconducibili al Manierismo romano e al barocco (come il caminetto nella sala all’estremità sud‐ovest del pianterreno) e ad interventi avvenuti nella metà del Settecento. Nella facciata sud sono incastonati sei stemmi araldici: del vescovo Giovan Battista Zeno, della famiglia Della Rovere (lo stemma ha subito una visibile scalpellatura durante la Rivoluzione Francese), della famiglia Godi, della città di Vicenza, della famiglia Saraceno, e l’antico stemma civico di Barbarano. Riportato recentemente ad un ruolo di prestigio dopo i numerosi lavori di restauro finanziati anche dal Comune, il palazzo è attuale sede della biblioteca, di importanti eventi culturali e di altre attività dell’amministrazione locale.

2.3.1.9. VILLA CARAMPIN La proprietà sorge di fronte alla villa Godi‐Marinoni, nell’area che in periodo medievale era occupata dal castello di Barbarano. Già dalla fine del XVIII secolo, questa villa venne denominata “il Serraglio”, per via delle numerose costruzioni di servizio che racchiudono la corte antistante la facciata. Essa ha subito nel corso dei secoli numerosi restauri, ma è ancora possibile vedere i resti di un intervento Villa Carampin quattrocentesco nel portale d'ingresso, che incerniera il cancello e la porzione centrale della facciata a mezzogiorno e conserva alcuni stilemi tipici dei XVI secolo.

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2.3.1.10. VILLA DE VECCHI La villa sorge un po’ appartata nel centro storico del paese, in quella che un tempo era chiamata contrà Bragli. Nonostante l’edificio dimostri un’origine ben più antica, il documento più datato che ne testimonia la presenza risale al 1687. Il carattere più originale e interessante della facciata è dato dalla sua parte mediana, dove la presenza di aperture di diversa forma e dimensione, con cornici, cimase e fastigio triangolare in pietra di Nanto, sviluppa un gioco Villa De Vecchi movimentato di pieni e di vuoti.

2.3.1.11. VILLA POZZA E L’ORATORIO DEI SANTI VALENTINO E FRANCESCO La prima testimonianza documentaria della villa è del tardo Seicento. Proprietaria ne era la famiglia Piccoli, che nel 1706 fece ultimare la chiesetta dedicata ai Santi Francesco e Valentino. Sorge lungo la via principale che conduce al centro di Barbarano. Villa Pozza

2.3.1.12. VILLA BOGONI A BARBARANO L’attuale edificio è costruito secondo stilemi settecenteschi, come si evince dal portale e dalla finestra del piano nobile, ma è possibile che la costruzione precedente sia del tardo Seicento. Si trova poco discosta dalla strada provinciale che conduce al centro di Barbarano.

Villa Bogoni

2.3.1.13. OSPEDALE DI S. MARTINO Appartiene all’epoca gotica ed era un ospedale tenuto da monaci. Nel corso del XVI secolo passò ai Carmelitani e nel corso del Seicento la chiesa venne definitivamente sconsacrata . Gli edifici, ridotti ad abitazione, subirono nel corso dei secoli molti interventi: poco resta a testimoniare la presenza dei religiosi.

Ospedale di S. Martino

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2.3.2. CHIESE E CONVENTI

2.3.2.1. CHIESA PARROCCHIALE DI SAN GIOVANNI IN MONTE La Chiesa Parrocchiale di San Giovanni in Monte si presume che fosse stata un antico convento dei Templari e poi dei Carmelitani, ricordata nel 1297 e costituita da un campanile merlato. La chiesa non è più in uso dal 1954, quando insieme al monastero fu ceduta al Comando Trasmissioni dell’Esercito Italiano. Le ipotesi legate all’origine dell’edificio religioso sono varie: c’è chi Chiesa S. Giovanni in Monte ipotizza che la chiesa e il monastero (costruito nelle immediate adiacenze), fossero in passato sede dell’ordine dei cavalieri del Tempio; altri credono che il complesso fosse originariamente un monastero fondato dalla famiglia Barbarano. Ciò che sappiamo per certo è che nel 1459, accanto alla Chiesa di San Giovanni (attestata dal 1306), fu fatto costruire da Cosma Barbarano un monastero, il quale fu sede dei Carmelitani fino alla fine del Seicento. Nel 1744 iniziarono i lavori di restauro e la chiesa venne riaperta al culto nel 1784. Il vecchio campanile venne sostituito con uno nuovo, costruito, come dice l’epigrafe murata, tra l’agosto e il settembre del 1894. La nuova parrocchiale conserva alcuni preziosi arredi della precedente chiesa. E’ possibile ammirare la pala con S. Giovanni che battezza il Cristo, attribuita al Maganza, una statuina in pietra, scolpita e dipinta, della seconda metà dei XV secolo, che rappresenta S. Giovanni che tiene in mano l'agnello che stringe sul cuore, un Crocifisso ligneo della seconda metà dei XVI secolo, purtroppo monco delle braccia e di parte delle gambe. L'antico edificio è visitabile solo su richiesta attraverso l'Associazione "Italia Nostra" sezione Medio‐Basso Vicentino, poiché sede del Comando Regione Militare Nord. Interno Chiesa S. Giovanni in Monte 2.3.2.2. CHIESA PARROCCHIALE DI S. MARIA ASSUNTA La chiesa sorge sul luogo dell’antica parrocchiale (matrice e collegiata) edificata nei primi secoli della diffusione del Cristianesimo, poi ricostruita nel 1004 e riedificata nel 1747. Solo nel 1935 la chiesa fu completata e decorata. I lavori per la nuova facciata terminarono nel 1888. Al 1976 risale l’ultimo restauro del tetto, resosi necessario in seguito agli effetti del terremoto del Friuli. Ad avvalorare le origini paleocristiane dell’antica parrocchiale è un’iscrizione posta sulla facciata dell’attuale chiesa. Ai lati della facciata, contenute nelle nicchie, sono presenti due statue settecentesche: San Pietro con il libro sacro e due grosse chiavi e San Paolo con il libro e la spada. All’interno, la bussola del portale maggiore è Chiesa S. Maria Assunta settecentesca, mentre è datata 1538 l’acquasantiera in marmo di donata dall’arciprete Alessandro Godi. Sulla parete di destra si trova anche un fonte battesimale Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 27 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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marmoreo, eseguito nei primi decenni del Cinquecento. La Chiesa custodisce opere di elevato pregio, come la scultura in marmo greco raffigurante la Madonna in trono col Bambino. Nella navata sono presenti sei altari barocchi (tre per lato, perfettamente simmetrici): della Madonna del Rosario, della Madonna del Parto, dell’Assunta, l’altare Maggiore, del Sacro Cuore di Gesù, di Sant’Antonio da Padova e di San Giuseppe. Si possono ammirare inoltre una lunetta che rappresenta Dio Benedicente tra i cherubini (fine del XV secolo), tre statue della Madonna con il Bambino e due santi Vescovi attribuiti al padovano Andrea Riccio, la pala della Madonna del Rosario di Alessandro Maganza, la Deposizione della Croce attribuita a Francesco Maffei e un bellissimo Crocifisso ligneo dell’inizio del XVI secolo. Nella canonica si conserva inoltre la paleocristiana stele funeraria di Fortunio, datata al II secolo d.C. L’ultima nota è riservata al campanile, a pianta quadrata, che ha un’origine duecentesca: il suo coronamento avrebbe dovuto essere a pigna. Nella cella si apre una bifora in rapporto assiale con la bifora dell’adiacente Palazzo dei Canonici.

2.3.2.3. CHIESA DEL SACRO CUORE La Chiesa, dedicata al Sacro Cuore di Gesù, fu costruita negli anni 1923‐1926 ed è in stile neoromanico. L’architetto Ferruccio Chemello realizzò il progetto dell’edificio e l’altare in pietra di Nanto con sfondi dorati.

Chiesa del Sacro cuore

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2.3.2.4. CONVENTO DI S. PANCRAZIO La chiesa e il convento francescani, dedicati al giovane cavaliere romano Pancrazio, martirizzato nel 304, sorgono sul promontorio che avvolge da levante Barbarano, alto 85 metri, a due chilometri da Barbarano, dove già sorgeva la chiesa nella quale fu steso l’atto di donazione ai Frati Minori Amadeiti. In particolare l’origine della costruzione di questo complesso religioso risale al 1501, quando i Barbaranesi donarono alla Congregazione Amadeita la chiesa e il luogo in cui si doveva far sorgere il monastero dedicato a San Pancrazio. Dopo il decreto del 1518 di Papa Leone X, il quale imponeva agli Amadeiti di unirsi ai Conventuali o agli Osservanti, nel convento entrarono progressivamente gli Osservanti fino all’estinzione della famiglia amadeita, avvenuta nel 1563. Qui dimorò negli ultimi tre anni di sua vita il Ven. Antonio Pagani, che alla pratica dell’eremo aggiunse studi e la pubblicazione di opere. Convento San Pancrazio Nel 1653 venne realizzato l’altare dedicato a Sant’Antonio da Padova. Solo verso la fine del XVII secolo, dopo un periodo di pestilenza, che provocò vittime anche tra i frati, fu completato il chiostro (1699), fu ampliata la chiesa e operato un restauro generale del complesso. Nel 1754 il nostro Vescovo fr. Giuseppe Caccia donò duecento volumi alla biblioteca di questo convento. Dal 1747 fu uno dei conventi destinati a recollezione, finché nel 1769 venne soppresso dalla Repubblica Veneta (soppressione che continuò anche durante l’epoca napoleonica), per rivivere al tempo della restaurazione della Provincia (1897). Il convento, riaperto nel 1834, vide il ritorno dei frati che, con l’aiuto della popolazione, operarono un restauro e alcuni lavori di ampliamento. Fu costruito un piccolo cimitero per la sepoltura dei religiosi e fu sistemata la “Salita San Pancrazio” con l’edificazione della Via Crucis formata da 14 capitelli affrescati. Dal 1856, sebbene ad intermittenza, fu Casa di Noviziato. Nel 1930 venne ampliato il convento e fu realizzata una nuova ala con 38 celle per il Noviziato. Nel 1938‐1939 fu data nuova sistemazione al presbiterio e al coro, fu rinnovato l’altare maggiore con l’asportazione delle grandi statue e successivamente (1943) fu installato l’organo Zordan al posto di quello del De Lorenzi. Nel 1949 si rinnovò completamente la cappella votiva dell’Immacolata dove, in apposito sepolcro, venne tumulata, trasportata da Roma, la salma del Rev.mo P. Leonardo M. Bello, Ministro Generale dell’Ordine e già novizio, maestro dei Novizi e guardiano in questo convento. Vennero pure trasportate qui, dalla chiesa di S. Giuliano di Vicenza, le spoglie dei Servi di Dio Ven. Antonio Pagani (maggio 1948) e Ven. Luigi Malliani, martire della carità (dicembre 1949) e sistemate nella Cappella di S. Francesco. Dal 1952, nella cappella dell’Immacolata, riposano anche le spoglie di P. Clemente Gatti, eroe della fede, morto in seguito alle torture subite nel carcere comunista in Romania.

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Nel 1964 fu costruito il nuovo ossario provinciale. Successivamente, nel 1976 l’ala dell’ex‐Noviziato costruita nel 1930, fu adibita a Casa di Spiritualità, aperta anche a laici, con una capienza di 37 stanze e 40 posti letto. Più tardi nel 1992 sarà ulteriormente rimodernata. Il 21 dicembre 1989 le ossa del Ven. Antonio Pagani, raccolte in un sarcofago disegnato da P. Angelo Polesello, furono collocate nella Cappella dedicata a S. Bernardino da Siena. Nel 1982 il convento fu ristrutturato anche come nuova sede del Noviziato. Nel 1998 fu costruita la cappella penitenziale sul fianco sinistro del coro, con nuovo ingresso alla chiesa. Oggi la chiesa si presenta in forma semplice, secondo il canone architettonico francescano, con facciata in pietra a vista e ampio portale d’ingresso (ingrandito nei primi anni del ‘700). All’interno della chiesa è custodita una scultura in terracotta raffigurante la Vergine col

Bambino, pregevole opera della fine del Quattrocento. Al centro del Interno S.Pancrazio chiostro del convento è posto il pozzo cinquecentesco, a pianta rettangolare, dove si possono ammirare, ai quattro lati, alcuni interessanti rilievi: a sud l'abbraccio di Gesù e S. Francesco, a nord il sole con il monogramma di Gesù nel centro, ad est la colomba, ad ovest la croce di Gerusalemme.

2.3.3. FONTANA DI PIAZZA ROMA Il modello prende spunto dall’epoca tardoromanica, in cui le fontane possedevano uno schema centrale a una o più vasche anche poligonali. La fontana è costituita da tre elementi: un bacino ovale in pietra (del diametro maggiore di due metri), una colonna sagomata in cemento che sorregge la vasca superiore (probabilmente del XVIII secolo). Non sono conservate testimonianze circa l’epoca in cui il monumento fu posto nel luogo attuale e, per quanto, riguarda l’autore si possono avanzare solo ipotesi. Considerazioni di carattere stilistico inducono a supporre che l’origine della vasca possa appartenere alla fine del XV o all’inizio del XVI Fontana di piazza Roma secolo. La faccia della vera rivolta a est, di fronte alla Chiesa, conserva la traccia di un cartiglio o di uno stemma oggi purtroppo illeggibile.

2.3.4. TOMBE RUPESTRI Le tombe, molto simili tra di loro, si presentano come sei fosse rettangolari (nel 1965 si parlava però di otto sepolcri) con pareti verticali e fondo piano, dal quale emerge un gradino di roccia che funge da cuscino. Lungo il perimetro esterno sono ancora visibili una canaletta per lo scolo delle acque e un bordo rialzato probabilmente connesso all’alloggio della lastra (o di più lastre) di copertura (di cui non rimane traccia). Simili, su base Tombe rupestri tipologica, ai sarcofagi monumentali di età tardoantica del IV‐VI sec. (al più tardi al VII sec. d.C.), queste tombe sono scavate in un ripiano roccioso del Monte della Cengia, a una quota media di 160‐170 m s.l.m., e sono raggiungibili dal centro del paese seguendo le vie San

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Martino e Cognola e, successivamente, il sentiero della Cengia che ad uno dei primi tornanti, in prossimità di un capitello, si diparte in direzione nord.

2.4. PATRIMONIO STORICO E ARCHITETTONICO – MONUMENTALE DI MOSSANO

Anche il territorio di Mossano riveste un’importanza dal punto di vista storico e architettonico ‐ monumentale per la presenza di ville, edifici rurali e di culto di rilevante interesse.

2.4.1. EDIFICI DI INTERESSE STORICO TESTIMONIALE ED AMBIENTALE

2.4.1.1. VILLA PIGAFETTA ARNALDI CAMERINI A MONTRUGLIO L'ideatore dell'impianto della villa fu l'architetto Antonio Pizzocaro (1680). Solo nel secondo decennio del XVIII secolo venne aggiunto, oltre alla cappella rivolta verso la valle, il particolare timpano che sovrasta la sommità della facciata. Entrambi vengono attribuiti a Francesco Antonio Muttoni, il cui stile si riconosce anche nel portico della barchessa, edificato tra il 1710 e il 1714 che rileva notevoli influenze Villa Montruglio palladiane e scamozziane. Le statue della facciata sono probabilmente della scuola del Marinali. Il salone centrale del piano nobile è decorato da affreschi di Francesco Aviani. Siglati e datati 1714, sono una delle pochissime opere documentate dell'artista. Committente della villa fu l'antica e gloriosa famiglia dei Pigafetta. Successivamente la proprietà passo prima agli Arnaldi, poi ai De Salvi, infine ai Camerini. Il salone principale fu affrescato da Francesco Aviani nel 1714. Le statue che ornano la facciata e l'entrata alla villa sono della scuola dei Marinali.

Villa Montruglio Statue Facciata Villa Montruglio

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2.4.1.2. VILLA GIULIA L’edificio si presenta come il risultato di una serie di interventi che sono succeduti negli anni, con l'alternarsi dei diversi proprietari, ad iniziare probabilmente con un primo evento costruttivo cinquecentesco, per volontà della famiglia Montanari di Verona. Qui, infatti, abitava il nobile Theofilo Montanari la cui moglie e i figli morirono nell'eccidio della grotta di S. Bernardino nel 1510. La figlia di Theofilo, Gaspara, nata dal secondo matrimonio, si unì a Carlo Ferramosca, attraverso il quale la proprietà passò a Paolina Ferramosca che la portò in dote al Villa Giulia monastero di S. Giustina di Padova. Il convento la vendette nel 1633 al prete don Agostino Borgo; che a causa di un debito la cedette nel 1645 alla famiglia veneziana Donà che la tenne fino a tutto il XIX secolo.

2.4.1.3. ANTICO MONASTERO Ai piedi dell'antica Valle dei Mulini, sorge un maestoso ex convento di monache benedettine datato 1200. La facciata presenta dei significativi archi in pietra gialla di Nanto. Dal 1927 l'edificio appartiene alla famiglia Pegoraro che l'ha trasformato nella azienda agricola produttrice di pregiati vini DOC dei Colli Berici.

2.4.2. LA CHIESA PARROCCHIALE Antico monastero Dedicata a San Pietro Apostolo, fu eretta nel 1885 per volere della comunità e del parroco Don Angelo Paganotto. La facciata è scandita da quattro esili parastre, di cui due angolari, in pietra di Nanto, poste su alti zoccoli con il triparto centrale che contiene il protiro e l'oculo, adornate da due rosoni scolpiti e sormontate da altrettanti capitelli lombardeschi di pregevole fattura, che sorreggono l'originale frontone. Due esili pinnacoli con cuspidi piramidali, illeggiadriti da croci con banderuola, dividono le due parti laterali perfettamente simmetriche. AI centro della facciata si trova la porta principale entro un protiro sorretto da due colonne in pietra di Nanto. La chiesa parrocchiale L'interno è ad un'unica navata, a pianta rettangolare con quattro cappelle laterali poco profonde e illuminate da finestre circolari. Significativi: gli altari dedicati al Sacro Cuore, alla Madonna Addolorata, alla Madonna Pellegrina, a San Giuseppe; l'Altare Maggiore, la paletta centinata dedicata a S. Giovanni Nepomuceno e la tela di Paolo Veronese "Gesù consegna le chiavi a San Pietro".

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2.4.3. ORATORI DI VILLA SIGNORILE FRA SEICENTO E SETTECENTO La costruzione di oratori incastonati nelle cinte di ville aristocratiche, o nei giardini, fu un fenomeno che si diffuse soprattutto nel Seicento e nel Settecento e a questo periodo risalgono anche i tre oratori di Mossano che, in ordine cronologico, furono: San Pietro al Ponte di Mossano nel giardino del palazzo Tassi; Immacolata Concezione a Montruglio, oratorio addossato al nuovo palazzo Arnaldi; Santa Rosa alla Fossa Rosa di Ponte di Mossano nei pressi del palazzo Aurelio Tassi e vicino al confine col Monticello di Barbarano. Tale periodo di grande fioritura degli oratori si intreccia con quello della cosiddetta "Civiltà di villa". Pare quasi che agli aristocratici non bastasse la magnificenza della residenza e che avvertissero la necessità di elevare il valore dell'architettura profana inserendo micro‐architetture capaci di indirizzare al sacro cercando, anche attraverso questa via, forme di distinzione di rango sociale. Il Basso Vicentino si riempì di oratori e fra tutti spiccava ‐ e spicca ‐ per rigore strutturale ed armonia formale quello di Sossano, chiamato Chiesetta dell'Olmo, o della Madonna dell'Aiuto. Tale oratorio appartenne ai nobili Giovanelli. Di contro alla maestà di tale chiesetta stava ‐ e sta ‐ uno sfondo architettonico costituito da edifici storici, sì, ma modesti per rapporti di proporzionalità. La Chiesa non si prestò al gioco dei nobili ed emanò Costituzioni Sinodali nelle quali furono stabilite le condizioni per l'approvazione ufficiale e per l'apertura al pubblico e chi voleva che l' oratorio fosse dichiarato pubblico doveva attenervisi. Ad esempio l'oratorio, oltre che essere molto lontano dalla parrocchiale, non doveva avere altra porta che quèlla su strada pubblica ed erano vietate portici e vie mimetizzate per i proprietari. Esso doveva essere officiato regolarmente e avere una dotazione di mantenimento prestabilita e continuata. I tre oratori di Mossano erano molto lontani dalla parrocchiale, ma tutti e tre i nobili supplicanti chiesero, senza ottenerle, deroghe dalle norme sinodali.

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2.4.3.1. ORATORIO TASSI, DETTO DI S. PIETRO MARTIRE, A PONTE DI MOSSANO Da alcuni brani di testo recanti la data 1686 risulta che i signori Tassi di Ponte di Mossano possedevano un oratorio esclusivamente "privato", posto nel loro giardino vicino alla loggia del palazzo. In questi documenti non c'è la dedicazione santoriale. Si fa presente che il secondo dei signori Tassi, Pietro Martino, era sacerdote, e che era prassi che l'oratorio fosse dedicato ad un santo patrono di membri della famiglia. Per questa ragione sarà prevalsa la posteriore dedicazione a s. Pietro con, in più, la corruzione del nome Martino in martire. Dalla relazione del parroco don Giacomo Sabbadin redatta nel 1747, si viene a sapere che l'oratorio del sig. Antonio Tassi, erede di Nicolò e di Pietro Martino al Ponte di Mossano, era “senza stabilita officiatura, eccettuato qualche giorno festivo”. Queste parole fanno supporre che l'oratorio sia rimasto privato. Da altro appunto scritto da don Carlo Panizza il 29 maggio 1829 si apprende che il patrimonio dei Tassi al Ponte era già passato agli eredi Dalla ASVi, Mappa dal Catasto Austriaco di Mossano Occidentale, Banca di . Nel secondo Ottocento e nel f. XIII. Ponte. La corte dei Tassi è quella che si trova a sud‐ primo Novecento l'oratorio non viene più citato. ovest dell'incrocio del Ponte di Mossano. Ora non resta neppure la traccia del suo sito. (Fonte bibliografica: Immagini da mappe del catasto austriaco di Mossano e spunti d’archivio di Maria Grazia Bulla Borga).

2.4.3.2. ORATORIO DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE DI CASA ARNALDI A MONTRUGLIO Nella primavera del 1696 il nobile Costanzo Arnaldi chiese al vescovo di poter “fabricar un publico oratorio col titolo dell'Immacolata Concezione sopra la via, non soggetta ad usi e servitù domestiche”. Il supplicante si dichiarò “pronto alla dotazione dello stesso oratorio per la necessaria manutenzione e reparazione, come pure far sortir la fabrica nelle forme più decorose al culto di Dio ...”. In data 26 giugno 1697 si stabilì di prendere visione del nuovo oratorio pubblico che alla fine risultò conforme alle prescrizioni date. In data 8 luglio 1697 l'arciprete don Antonio benedisse la soprascritta chiesa alla presenza di don Pietro Dall'Ava, curato mansionario e maestro cerimoniere della chiesa cattedrale della città di Vicenza. Dalla relazione del sacerdote Giacomo Sabbadin redatta nell' aprile del 1747 si viene a sapere che l'oratorio di Montruglio ASVi, Mappa dal Catasto Austriaco di Mossano Occidentale, ff. era regolarmente officiato dal sacerdote IX, X. Il n. 274 indica il sito dell'oratorio.

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Giovanni Mattiello. Il parroco don Carlo Panizza il 29 maggio 1829 scrisse che l'oratorio, che era appartenuto agli Arnaldi, allora era del conte Leopoldo Salvi. Prima, però, gli eredi del conte Ludovico Arnaldi avevano fatto trasferire le splendide sculture nell'oratorio di Cà Arnaldi a Noventa Vicentina dove si erano trasferiti. In data 14 settembre 1915, a seguito della visita pastorale, “l’oratorio presso la villa di Montruglio, mancando del necessario, fu dichiarato sospeso”. Nell' anno 1956, scrisse don Agostino Cazzola, “il sig. duca Camerini pensa di fare biblioteca nella cappella del castello e si libera dell' altare ( ... ) Il 30 giugno 1956 l'altare era già in chiesa (la parrocchiale). Si è demolito il precedente per dar posto al nuovo ...”. (Fonte bibliografica: Immagini da mappe del catasto austriaco di Mossano e spunti d’archivio di Maria Grazia Bulla Borga).

2.4.3.3. ORATORIO DI SANTA ROSA NELLA CONTRADA DI FOSSA ROSA PRESSO LA CASA DI AURELIO TASSI Nella domanda per l'erezione di un oratorio pubblico da parte del sig. Aurelio Tassi si legge: “Il nobile signor Aurelio Tassis ( ... ) desidera d'erigere in contrata di Fossa Rosa esistente ne' limiti di suddetta Parrocchiale, nel proprio fondo, una chiesa, sive Oratorio publico sotto l'invocazione di Santa Rosa, S. Antonio di Padova e S. Isepo, con porta sopra la strada publica, nel modo e forma che prescrivono le sacre Sinodali Costituzioni e come

conviene alla Casa di Dio ...” . La ASVi, Mappa dal Catasto Austriaco di Mossano Orientale, f. IV. Sito dell' domanda è priva di data, tuttavia il attuale Torre Colombara Donadello. Il luogo confina con Monticello di vescovo Antonio Marino Priuli fece Barbarano e il confine nella mappa è indicato con il tratteggio e il colore fare un sopralluogo ad Agostino giallo. Garzetta, arciprete di Barbarano e, ottenuta la risposta positiva, stabilì che lo stesso arciprete procedesse alla benedizione del nuovo oratorio secondo la forma del Rituale Romano. L’ordine del vescovo reca la data del 5 gennaio 1743 e la benedizione solenne avvenne il 10 dello stesso mese. Il sacerdote don Giacomo Sabbadin nella sua relazione del 22 aprile 1747 scrisse che l'oratorio di Aurelio Tassi veniva regolarmente officiato da don Angelo Zuggiato, sacerdote di Nanto. Stando però al resoconto di don Carlo Panizza del 29 maggio 1829, l'oratorio Tassi alla Fossa Rosa non era più attivo. L’oratorio di Aurelio Tassi merita qualche altra precisazione. Aurelio Tassi aveva in quel luogo: “Una possessione di terra arativa, piantà, vignà, posta in Mossano in contrà di Fossa Rosa, parte prativa, con cortivo e sito della Casa Dominicale. Confina a mattina la strada comune al Fontanon, o Crosara, e parte l'illustrissimo sig. conte Giacomo Traverso, mezodì altri suoi beni sopra la comunità di Barbarano, a sera la "marezana" del fiume Bisatto, a tramontana l'illustrissimo sig. Antonio Tassi mediante il Condotto o Termini fissati dal Comune di Mossano e di Barbarano ...“ . La descrizione

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dell'Estimo dà la certezza che il luogo corrisponde a quello dell’attuale proprietà Donadello, luogo vicino ai confini con il territorio di Monticello di Barbarano e al Bisatto. Il confinante conte Giacomo Traverso era il proprietario di un'altra chiesuola posta lì al confine, ma sul pendìo del Monticello e, quindi a pochi metri di distanza. L’oratorio dei conti Traversi era dedicato a S. Maria ed era stato concesso ai frati francescani conventuali di S. Lorenzo di Vicenza nel 1591. Si vedano i disegni di mappa settecenteschi del Monticello intero e dell'angolo nord‐ovest di cui si sta parlando in Monticello Vive. Altra dichiarazione d'Estimo relativa al territorio di Mossano dettata dal conte Camillo Sesso recita: “Una pezza di terra arativa, piantà, vignà, posta in dette pertinenze (Mossano), in contrà di Montechiello o Fontanon. Confina a mattina altri suoi beni su la comunità di Barbarano mediante il termine di pietra posto nella Ciesa appresso la strada, a sera strada comune, a tramontana l'illustrissima signora Emilia Tassi ...” . Il passo, oltre a far ritenere che ci fossero due Fontanoni, uno a sud e uno a nord del Monticello, fa sapere che il confine tra i due Comuni era un'apposita pietra addossata alla chiesa. Tale chiesa in piano e non sul monte doveva essere il nuovo oratorio di Aurelio Tassi. La vicenda di questo oratorio costringe ad un ulteriore chiarimento, dato che nel medesimo luogo alcuni cultori di storia locale vi hanno collocato una Cella di S. Eurosia che nei documenti, che sono stati esaminati più volte da valentissimi studiosi paleografi, non compare affatto. Di conseguenza sembrerebbe priva di fondamento la tesi di una terza chiesuola, per di più benedettina e d'origine "Iongobarda se non tardo‐romana" avanzata da detti cultori di storia locale. secondo la criticva attuale, costoro potrebbero essere incorsi in errore guardando il Catasto Austriaco, in cui si leggono, sì, le lettere Euroxia, poggiate sulla linea rappresentante la Fossa Rosa, ma Eu è una Fv e sta per Fovea (Fossa) e Roxa significa Rossa, o anchE Rosa. Nessuna Eurosia, dunque. (Fonte bibliografica: Immagini da mappe del catasto austriaco di Mossano e spunti d’archivio di Maria Grazia Bulla Borga).

2.4.3.4. LA VALLE DEI MULINI La valletta dei mulini, o sito di Calbin‐Fontana, si trova a sud – ovest della Contrada della Chiesa e si distende dal monte al piano, da ovest verso est, quota 86 m a 28 circa, in una incisione rocciosa fortemente corrugata e lunga circa mezzo chilometro. Scarànto è chiamato, oltre al dirupo scosceso, anche il corso delle acque che, raccoltesi alla Fontana e nei suoi pressi, scendono a valle.

Mulino panoramica Tali acque nei secoli passati scendevano abbondanti e vorticose sì da far girare oltre venti ruote di mulini. In particolare i mulini un tempo erano alimentati dalla Fontana comunale e la copiosa e perenne sorgente, dotata di grande vasca per lavare, alimentava i 12 mulini della valle che poi è stata catturata per l'acquedotto locale.

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Detta anche la “Contrà dei Munari”, la valletta attualmente è caratterizzata dalla presenza di 12 mulini, alcuni ancora funzionanti, mentre di altri rimangono solo la ruota o i rustici annessi. Il topònimo Calbin è molto antico e compare nei documenti duecenteschi riguardanti Mossano. Per i cultori di

toponomastica il nome deriverebbe da Callis Alvei, ovvero Fontana di Mossano "strada dell'alveo" delle acque. Dal vocabolo Alveus si avrebbe Albius, Albinus, Albin, ovvero ìncavo, solco, incisione. Della parola Callis sarebbe rimasta solo l'iniziale C e dalla fusione dei due nomi sarebbe sorto Calbin. Nei documenti medioevali quella zona è chiamata Ora Calbini. Nelle mappe rettificate del Catasto Austriaco si leggono anche i nomi Rio Rovèa e Valle Rovèa che sono antichi comparendo già nel 1277, nella prima investitura feudale riguardante Mossano. Nella pergamena si legge che a Girardino Siccatarta di Padova fu data una terra con venti piedi di ulivi in Rovèa, de viginti pedibus olivariorum in Rovèa. Per confermare l'antichità dell'insediamento in valle Calbin si cita un passo tratto dai Libri Feudorum. In un'investitura fatta rogare dal vescovo Pietro de' Saraceni in data 28 aprile 1288 a favore di Artusio Barbarano e dei suoi nipoti si legge che fu dato: “unum sedimen casalivum cum muris et cum molendino et posta (..) in villa Moxani in ora Calbini (..) Item unum sedimen cum domo paleata in ora suprascripta cum media posta molendini”. Ad Artusio fu dato, quindi, un sito con case di muro e con un mulino in Mossan in località Calbin ed inoltre un'altra casa con il tetto di paglia e mezza posta di mulino nel medesimo sito. I nobili Barbarano mantennero per secoli quel luogo. Si fa presente che lo stesso vescovo il signore di quel territorio che era unito alla curtis di Barbarano, al vescovo‐signore apparteneva il controllo delle acque. (Fonte bibliografica: Immagini da mappe del catasto austriaco di Mossano e spunti d’archivio di Maria Grazia Bulla Borga).

ASVi, Mappa dal Catasto Austriaco di Mossano Occidentale, f. VIII, Valletta Calbin.

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2.4.4. LA GHIACCIAIA COMUNALE Fu costruita nel 1887, sul terreno donato dal Conte Camerini, allo scopo di mantenere il più a lungo possibile il ghiaccio che veniva immagazzinato durante l'inverno con tecniche precise. Il ghiaccio era utilizzato per uso medico, per abbassare le febbri alte di bambini e anziani. Per usufruire di questa "preziosa medicina", occorreva la ricetta del medico che autorizzava i parenti del malato a recarsi dallo stradino comunale l'unico in possesso della chiave della porta d'ingresso della ghiacciaia. Nonostante il passare del tempo, si è sempre conservata La ghiacciaia comunale in buono stato grazie anche alla protezione della famiglia Barbieri. Ristrutturata nel 2002 dalla Pro Loco di Mossano ora è ritornata al suo stato migliore .

2.4.5. I COVOLI DI MOSSANO DETTI "LE PRIGIONI" Proprio sopra le ultime case del paese, in corrispondenza di una verticale parete, si nota, anche dalla pianura sottostante, una curiosa sequenza di edifici rupestri, conosciuta come le Prigioni di Mossano, che si trovano all'interno della proprietà di Villa Giulia. Il complesso rappresenta un palazzo o comunque una sede abitativa, collocabili tra il 900 e il 1100 d.C .. Questo suggestivo complesso architettonico è stato costruito sfruttando alcune cavità naturali che sono Strutture megalitiche dette "Le Prigioni" state scavate e modificate con lo scalpello fino a ricavare stanze, scale, porte e finestre, fra cui una splendida loggia a cinque pilastri. L’edificio principale si sviluppa per circa 50 m. in lunghezza e 11‐12 m. in altezza. Nell'area che circonda l'edificio sono state realizzate delle cinte murarie sfruttando dei gradoni rocciosi che affiorano dal terreno. Le fonti storiche parlano di questa costruzione fin dal XIV secolo come di un edificio in disuso di cui non si conosce l'origine: dobbiamo quindi pensare che il complesso fosse molto più antico. Il toponimo vescovado, ancora in uso fino a tutto il 600, conferma che la proprietà era del vescovo di Vicenza, che deve averla usata come posto di guardia per i possedimenti che aveva a Mossano, fino almeno dal XI secolo.

Le Prigioni

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2.4.6. LA GROTTA DI S. BERNARDINO La Grotta di San Bernardino, che si apre lungo il versante orientale dei Colli Berici, a 135 metri di quota, è una cavità carsica lunga una trentina di metri e larga dieci. Si tratta del sito archeologico più antico del vicentino, dove sono state rinvenute tracce dell'Uomo di Neandertal risalenti ad oltre 200.000 anni fa. Grotta San Bernardino Il nome della grotta si riferisce alla frequentazione quattrocentesca del romitorio da parte di San Bernardino da Siena. Il luogo è stato oggetto di numerose campagne di scavi: quelle condotte dal prof. Alberto Broglio hanno messo in luce materiali molto interessanti. I primi risultati delle datazioni radiometriche, ottenute con il metodo dell'Uranio/Torio, suggeriscono per gli strati più profondi età che si aggirano tra 250.000 e 150.000 anni. Come già detto, la grotta, usata come rifugio dagli abitanti della zona, fu resa celebre dall'eccidio di molti cittadini consumatosi lì nel periodo della guerra di Cambrai. Nel muro che chiude l'imbocco, si apre una porta con un dipinto che rappresenta S. Bernardino, che secondo la tradizione vi soggiornò per qualche tempo.All'interno è scolpita una interessante Madonna col Bambino che testimonia l'uso di questa grotta come luogo religioso. Il luogo è davvero affascinante, anche se la grotta è visibile solo esternamente e si inquadra in una un'incredibile scenografia che comprende una specie di chiesetta sormontata da un torrione calcareo che richiama le architetture sacre gotiche, il panorama verso la val di Palù, il colle di San Pancrazio, la pianura sottostante ed i Colli Euganei .

Vista verso la campagna da S. Bernardino Dipinto di S. Bernardino

2.4.7. MANUFATTI DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE Il P.T.C.P. di Vicenza adottato individua i manufatti di archeologia industriale di cui al relativo art. 43 e Allegato D Atlante del patrimonio culturale, architettonico, archeologico, paesaggistico della Provincia di Vicenza quali:

‐Ex stazione ferroviaria loc. San Pancrazio;

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‐ Canale Bisatto.

2.4.8. CONTESTI FIGURATIVI VILLE VENETE Il P.T.C.P. di Vicenza adottato individua i seguenti contesti figurativi delle Ville Venete di particolare interesse provinciale di cui al relativo art. 46 quali: - Villa Bertoli, Carampin, Martini; - Villa Baretta, De Guio, Baretta, detta "Giulia"; - Villa Pigafetta, Arnaldi, Salvi, Camerini. 2.4.9. VINCOLO PAESAGGISTICO – ZONE DI INTERESSE ARCHEOLOGICO Come da nota della Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto del 04.02.2010, all’interno del territorio del comune di Mossano, non esistono allo stato attuale vincoli di natura archeologica ai sensi del Codice dei Beni Culturali‐ D.Lvo 24/2004. Sono tutelate ai sensi del D.L.vo 42/2004, art. 142, comma m (ex L. 431/85) le seguenti aree, come si evince dall’atlante dei vincoli: 1‐ Grotta minore di San Bernardino e Grotta maggiore di San Bernardino per i depositi antropici riferibili al Paleolitico Medio; 2‐ Grotta di Paina, per la presenza di depositi antropici del Paleolitico Superiore e tracce di frequentazione mesolitica e neolitica. Nel territorio comunale di Mossano si ha notizia di testimonianze archeologiche, come si evince dalla Carta Archeologica del Veneto, III, Modena 1992, pp. 58‐59. In particolare oltre alle Grotte su specificate, una frequentazione preistorica è indiziata dai rinvenimenti sporadici da raccolta di superficie in loc. Vegro di Cà Carlan. Attestazioni sporadiche riferibili genericamente all’età del ferro provengono dal colle sopra Villa di Montruglio. Ad un insediamento romano di tipo rustico sparso sono, probabilmente, da ricondurre i reperti sporadici da loc. Villa di Montruglio. 2.5. CONCLUSIONI SUGLI ASPETTI CULTURALI E SUL PATRIMONIO STORICO DEL PATI

1‐ Il territorio in esame è molto ricco di risorse e testimonianze, la cui presenza è particolarmente diffusa, interessando tanto il dominante ambito collinare berico, quanto quello di pianura, come pure il Monticello.

2‐ I tipi di bene culturali ed ambientali compresenti sono molti ed articolati sia per campo disciplinare di attribuzione: paleontologia, archeologia romana, medievale ed industriale, architettura di insediamenti medievali, di chiese , conventi ed oratori, che si aggiungono alla presenza di numerose ville della dominazione veneta, qui particolarmente legata alla bonifica delle aree pedecollinari.

3‐ La diffusione spaziale così rilevante e la compresenza di fatti, emergenze , preesistenze così fitta e stratificata nella dimensione temporale , connotano in modo particolare il territorio del PATI .

4‐ Nel contesto del PATI , a fronte di molti caratteri comuni di tipo naturale e fisico tra i due Comuni contermini, si distingue significativamente Barbarano per la dominanza dell’architettura sia civile che

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religiosa, mentre Mossano si connota per le molte testimonianze archeologiche e per la importanza architettonica e paesaggistica della Villa di Montruglio. Questi caratteri sono parte qualificante dell’ identità cultuale di questo territorio, ovviamente meritevoli di tutela.

2.6. ARIA

Le problematiche relative al comparto “aria” riguardano scale molto diverse: da realtà strettamente locali e puntiformi, a contesti più ampi, come ad esempio la Pianura Padana, fino a contesti globali, in relazione ai cambiamenti climatici. Gli indicatori selezionati da ARPAV e valutati attraverso la rete di monitoraggio sul territorio sono quindi articolati tra diverse tematiche: clima, emissioni e qualità dell’aria. La normativa di riferimento in materia di qualità dell’aria è rappresentata da:

– D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 155 ‐ Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa – D.M. 29 novembre 2012 ‐ Individuazione delle stazioni speciali di misurazione della qualità dell'aria previste dall'articolo 6, comma 1, e dall'articolo 8, commi 6 e 7 del D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 155 – D.Lgs. 24 dicembre 2012 , n. 250 ‐ Modifiche ed integrazioni al D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 155, recante attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa

Il D.Lgs. 155/2010 costituisce una sorta di testo unico sulla qualità dell’aria e abroga la normativa previgente (D.Lgs. 351/99, D.M. 60/2002, D.Lgs. 183/2004, D.Lgs.152/2007, D.M. 261/2002). Nello specifico il decreto individua l’elenco degli inquinanti per i quali è obbligatorio il monitoraggio

(NO2, NOx, SO2, CO, O3, PM10, PM2.5, Benzene, Benzo(a)pirene, Piombo, Arsenico, Cadmio, Nichel, Mercurio, precursori dell'ozono), e per ognuno di questi ne stabilisce modalità di misura, i valore limite, valore obiettivo, soglia di informazione e di allarme, livelli critici, obiettivi a lungo termine e valori obiettivo che determinano o meno una situazione di inquinamento e le date entro le quali tali livelli devono essere raggiunti. Dall’analisi dei dati rilevati con le attività di monitoraggio e dal confronto con gli standard definiti per ogni inquinante la Regione effettua la valutazione della qualità dell’aria, integrando anche informazioni relative alla conoscenza delle sorgenti di emissione, alla loro dislocazione sul territorio, all’orografia, alle condizioni meteoclimatiche, alla distribuzione della popolazione e agli insediamenti produttivi. Vengono quindi individuate le zone sul territorio che presentano situazioni simili in termini di qualità dell’aria, e, per esse, vengono predisposti i necessari piani e programmi di azione, risanamento e/o mantenimento della qualità dell’aria. Più recentemente sono stati emanati il D.M. Ambiente 29 novembre 2012 che, in attuazione del D.Lgs. 155/2010, individua le stazioni speciali di misurazione della qualità dell'aria ed il D.Lgs.

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250/2012 che modifica ed integra il D.Lgs. 155/2010 definendo anche il metodo di riferimento per la misurazione dei COV (composti organici volatili).

Valori limite per la protezione della salute umana e della vegetazione (D.Lgs.155/2010 s.m.i.) (fonte: Relazione regionale della qualità dell’aria – anno 2012)

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RIESAME DELLA ZONIZZAZIONE DELLA REGIONE VENETO Il D.Lgs. 155/2010 stabilisce che le Regioni redigano un progetto di riesame della zonizzazione del territorio regionale sulla base dei criteri individuati in Appendice I al decreto stesso. La precedente zonizzazione era stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 3195/2006. Il progetto di riesame della zonizzazione della Regione Veneto, in ottemperanza alle disposizioni del .Lgs. 155/2010, è stato redatto da ARPAV ‐ Servizio Osservatorio Aria, in accordo con l'Unità Complessa Tutela Atmosfera e risulta approvato con la D.G.R. Veneto n. 2130 del 23 ottobre 2012. La zonizzazione ha previsto inizialmente l’individuazione di cinque agglomerati principali presenti sul territorio regionale, caratterizzati da popolazione superiore ai 250000 abitanti concentrata in un'area urbana principale e aree urbane periferiche più piccole. A seguire il resto del territorio regionale è stato suddiviso in quattro aree omogenee in base a meteorologia, climatologia ed emissioni. I Comuni di Barbarano e Mossano ricadono nell’area IT0514 “Bassa pianura e colli”, come si vede dall’immagine seguente.

(fonte: ARPAV www.arpa.veneto.it)

STAZIONI DI MONITORAGGIO ARPAV NELL’AREA DI STUDIO

Come in precedenza anche oggi non sono presenti stazioni di monitoraggio di ARPAV situate nelle immediate vicinanze dell’area di studio. Sono state considerate comunque significative nonostante la distanza dall’area in esame due stazioni: una a Cinto Euganeo di tipo background ed una ad Este di tipo industriale, poste a circa 20‐ 30 km dai comuni in esame.

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La stazione di Vicenza non è stata considerata utile in quanto si ritiene che quella di Cinto Euganeo sia maggiormente rappresentativa dell’area dei comuni di Barbarano e Mossano, sebbene ARPAV abbia dimostrato che per alcuni parametri l’area in esame mostra valori simili a quelli registrati a Vicenza. Ora non viene più considerata nemmeno la stazione di Montebello, che descrive una realtà industriale particolare all’interno del territorio provinciale.

Ubicazione delle stazioni di rilevamento utilizzate ai fini della presente relazione. Sono indicate in blu le stazioni del Programma di Valutazione di ARPAV, in azzurro quelle gestite da Enti Locali e in rosso quelle di aziende private, entrambe gestite da ARPAV sulla base di convenzioni (fonte: ARPAV www.arpa.veneto.it)

TIPOLOGIA STAZIONI ZONA TIPO ZONA PARAMETRI ANALIZZATI STAZIONE Cinto Euganeo ‐ Parco IT0514 Background Fondo rurale NO , O , PM Colli Euganei x 3 10 NO , CO, SO , O , PM , Este IT0513 Industriale Suburbana x 2 3 10 H2S (fonte: ARPAV www.arpa.veneto.it) Si dispone ora anche dei dati di due campagne eseguite tramite posizionamento di stazione rilocabile, una effettuata nel 2007 nel Comune di e una nel 2013 a , entrambi a circa 10 km dai Comuni in esame. I dati sono pubblicati sul sito di ARPAV, nella sezione del DAP di Vicenza.

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Come già noto, nel 2007 in Comune di Montegalda la stazione rilocabile è stata posizionata in v. G. Fradellin; le due campagne si sono svolte a luglio‐agosto e l’altra a ottobre‐novembre. La tipologia del sito già esaminato resta quella caratteristica di una zona urbana residenziale e commerciale, e sono stati valutati i seguenti composti inquinanti: ‐ monossido di carbonio (CO)

‐ biossido di zolfo (SO2)

‐ biossido di azoto (NO2)

‐ ozono (O3)

‐ metano (CH4) ‐ idrocarburi non metanici (NMHC)

‐ PM10 ‐ benzene ‐ toluene ‐ etilbenzene ‐ o‐xilene, m‐xilene e p‐xilene (BTX) ‐ idrocarburi policiclici aromatici (IPA), tra cui benzo(a)pirene. Nel 2013 a San Germano dei Berici la stazione rilocabile è stata posizionata in v. del Fante; le due campagne di analisi si sono svolte a febbraio e l’altra a maggio. La tipologia del sito è quella caratteristica di background suburbano, e sono stati valutati i seguenti composti inquinanti: ‐ monossido di carbonio (CO)

‐ biossido di zolfo (SO2)

‐ biossido di azoto (NO2)

‐ ozono (O3)

‐ PM10

‐ benzene (C6H6) ‐ idrocarburi policiclici aromatici (IPA), tra cui benzo(a)pirene ‐ metalli pesanti (arsenico As, cadmio Cd, mercurio Hg, nichel Ni e piombo Pb).

BIOSSIDO DI ZOLFO (SO2) La principale fonte di inquinamento da biossido di zolfo è costituita dalla combustione di combustibili fossili, in cui lo zolfo è presente come impurezza. Questo composto è un forte irritante per le vie respiratorie, in particolare se associato al particolato. Per il biossido di zolfo il D.Lgs 155/2010 definisce i seguenti valori: - Valore Limite giornaliero 125 μg/m3; - Valore Limite orario 350 μg/m3; - Soglia di Allarme 500 μg/m3.

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Il biossido di zolfo viene rilevato nella sola stazione di Este. Come in precedenza, a livello regionale nel corso del 2012 non vi sono stati superamenti di nessuno dei tre parametri, pertanto il biossido di zolfo si conferma, come già evidenziato da ARPAV negli anni precedenti, un inquinante primario non critico. Questo dato si conferma anche a livello locale nei due monitoraggi effettuati a Montegalda e a San Germano dei Berici. Considerando l’andamento positivo della valutazione della qualità dell’aria ambiente relativa al quinquennio 2008‐2012, a livello regionale si sono gradualmente ridotti i punti di campionamento sul territorio per questo inquinante, anche perché le concentrazioni sul territorio sono state inferiori alla 3 soglia di valutazione inferiore pari a 8 μg/m per SO2. Quindi, ai fini della presente VAS si conferma che l’SO2 non costituisce criticità.

OZONO (O3) La concentrazione dell’ozono troposferico varia di molto a seconda della zona geografica considerata, dell’ora, del periodo dell’anno, delle condizioni climatiche, della direzione e velocità del vento, del grado di inquinamento primario. Viene prodotto nel corso di varie reazioni chimiche in presenza della luce del sole a partire dagli inquinanti primari (in particolare biossido di azoto). È un forte ossidante, che può creare disturbi principalmente a carico dell’apparato respiratorio. Per quanto riguarda l’ozono, il territorio in esame presenta abbastanza aspetti di criticità, legati alla particolare situazione morfo‐climatica della pianura Veneta caratterizzata da ristagno di masse d’aria durante l’estate, ed alla concentrazione di attività produttive.

L’analisi dei livelli di O3 si basa sul numero di superamenti di due soglie di legge e sul valore obiettivo a lungo termine: - Soglia di Informazione (SI) oraria di 180 μg/m3; - Soglia di Allarme oraria di 240 μg/m3. Per l’ozono vengono inoltre indicati dalla normativa due valori obiettivo: - Obiettivo a Lungo Termine (OLT) per la protezione della salute umana di 120 μg/m3; - Obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione di 6000 μg/m3.

Sulla base dei dati più aggiornati, in territorio regionale tra il 2008 e il 2012 è stato riscontrato un solo superamento della soglia di allarme nella stazione di Cima Ekar, proprio nel 2012. Nel 2012 sono stati invece registrati diversi superamenti nelle stazioni di fondo della soglia di informazione, il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione. Nel panorama regionale però la stazione di Cinto Euganeo, principale riferimento per la presente VAS, è tra quelle che nel 2012 ha registrato meno superamenti, con un totale di 7. Il dato si presenta abbastanza stabile nel periodo 2009‐2012, mentre nel 2008 è stato registrato un lieve incremento del numero di superamenti, che non si è più ripetuto negli anni successivi.

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Ozono. Superamenti della soglia di informazione per la protezione della salute umana. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

Ozono. Confronto del numero di superamenti della soglia di informazione per la protezione della salute umana registrati nel quinquennio 2008‐2012 (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

Nei grafici sottostanti si riportano le medie annuali dei giorni di superamento del valore obiettivo per la protezione della salute umana registrati nelle stazioni di fondo nel 2012 e nel triennio 2010‐2012. Per questo parametro la stazione di Cinto Euganeo si presenta nella media rispetto ai valori registrati a livello regionale, e il numero di superamenti nell’anno è consistente (69).

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Ai fini di un raffronto con il valore obiettivo (media inferiore a 25 superamenti l’anno) la stazione risulta ampiamente oltre il limite sia nel 2012 sia nel triennio di rifermento.

Ozono. Numero di giorni di superamento dell’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

Ozono. Verifica del rispetto del valore obiettivo per la protezione della salute umana per il triennio 2010‐2012. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

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Anche per quanto riguarda l’obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione nella stazione di Cinto Euganeo i valori misurati fanno registrare un AOT40 decisamente superiore al limite, sia nel 2012 che nel triennio di riferimento.

Ozono. Verifica del rispetto dell’obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione mediante calcolo del parametro AOT40 per le stazioni di tipologia “fondo rurale”. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

Ozono. Valore obiettivo per la protezione della vegetazione calcolato per le stazioni di tipologia “fondo rurale” nel quinquennio 2008‐2012.

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(fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

I valori di ozono rilevati nel corso delle campagne di misura effettuate tramite stazione rilocabile hanno registrato una situazione analoga a quella di Cinto Euganeo.

In particolare nel 2007 a Montegalda non sono stati rilevati superamenti della soglia dei 180 μg/m3, mentre sono stati registrati diversi superamenti della sognia dei 120 μg/m3, tutti nel periodo estivo. Nel 2013 a San Germano dei Berici non è stato invece registrato alcun superamento dei valori, ma con buona probabilità a causa delle temperature relativamente fresche registrate nel periodo di analisi. Di conseguenza l’Ozono si conferma un agente inquinante di modesta criticità da monitorare attentamente

OSSIDI DI AZOTO (NOx e NO2)

NOx sta ad indicare la somma pesata del monossido di azoto (NO) e del biossido di azoto (NO2). L’ossido di azoto (NO), chiamato anche ossido nitrico, è prodotto soprattutto nel corso dei processi di combustione ad alta temperatura assieme al biossido di azoto. Quest’ultimo rappresenta un inquinante secondario dato che deriva, per lo più, dall’ossidazione in atmosfera del monossido di

azoto. Mentre la tossicità dell’ossido nitrico è limitata, il biossido di azoto (NO2)è un energico ossidante, molto reattivo e quindi altamente corrosivo, fortemente irritante per le vie polmonari. Il biossido di azoto svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico in quanto costituisce l’intermedio di base per la produzione di tutta una serie di inquinanti secondari molto pericolosi come l’ozono, l’acido nitrico, l’acido nitroso, gli alchilnitrati, i perossiacetililnitrati, ecc.

La caratterizzazione dei livelli di NO2 si basa sul numero di superamenti di tre soglie di legge: - Valore Limite (VL) annuale per la protezione della salute umana di 40 μg/m3; - Valore Limite (VL) orario per la protezione della salute umana di 200 μg/m3 da non superare più di 18 volte/anno; - Soglia di Allarme (SA) di 400 μg/m3.

Considerando la media annuale calcolata per il biossido di azoto misurato per le stazioni di fondo, si può osservare che il Valore Limite annuale (40 μg/m3) nel 2012 non è stato mai superato, e che in particolare Cinto Euganeo registra uno tra i valori più bassi a livello regionale e al di sotto della soglia di valutazione inferiore, fissata dalla legge a 26 μg/m3. Analogamente anche Este rimane entro i valori limite e registra un valore basso di questo parametro, che viene invece superato in 3 stazioni di traffico e di tipo industriale nell’area di Padova, Vicenza e Venezia, non comparabili con l’ ambiente del PATI in esame.

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Biossido di Azoto. Medie annuali nelle stazioni di tipologia “fondo”. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

Biossido di Azoto. Medie annuali di biossido di azoto nelle stazioni di fondo, durante il periodo 2008‐ 2012. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

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Biossido di Azoto. Medie annuali nelle stazioni di tipologia “traffico” e “industriale”. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

Biossido di Azoto. Medie annuali di biossido di azoto nelle stazioni di traffico e industriali, durante il periodo 2008‐2012. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

A livello locale nelle campagne di Montegalda e di San Germano dei Berici non sono mai stati registrati superamenti del Valore Limite (VL) orario per la protezione della salute umana, pari a di 200 μg/m3.

Per quanto riguarda invece gli ossidi di azoto (NOX), questi vengono prodotti prevalentemente da processi di combustione di tipo industriale, da traffico e da riscaldamento.

Dal punto di vista normativo viene valutato l’andamento degli NOX in funzione della protezione della vegetazione rispetto al Valore Limite di 30 μg/m3, calcolato come media delle concentrazioni orarie nell’anno. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 52 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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ARPAV applica questo limite alle stazioni di fondo rurale con almeno tre anni di dati disponibili. Tra queste vi è anche la stazione di Cinto Euganeo, dove nel 2012 questo parametro è risultato nei limiti. L’unico anno dove il limite non è stato rispettato è il 2009.

Di conseguenza si conferma gli Ossidi di azoto NOX sono agenti inquinanti non critici, ma da monitorare.

Ossidi di Azoto. Medie annuali di NOx nel quinquennio 2008‐2012 nelle stazioni di tipologia “fondo rurale”. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

MONOSSIDO DI CARBONIO (CO) Il monossido di carbonio è un prodotto di combustione incompleta dei combustibili organici (carbone, olio, legno, carburanti), presente principalmente negli scarichi dei veicoli; altre fonti significative delle emissioni di CO sono costituite dalla combustione in impianti civili (riscaldamento), dal trattamento di rifiuti, dalla combustione industriale e da alcuni processi industriali). È un composto fortemente tossico, per la sua forte affinità con l’emogloblina. La caratterizzazione dei livelli di CO si basa sul numero di superamenti del valore limite per la protezione della salute umana: − Valore Limite (VL) massimo giornaliero di 10 μg/m3 . Il monossido di carbonio viene rilevato solo per la stazione di Este tra quelle in esame. In tutti i punti di campionamento a livello regionale nel 2012 non ci sono stati superamenti del limite di 10 mg/m3. Come nel caso del biossido di zolfo, considerando l’andamento positivo della valutazione della qualità dell’aria ambiente a livello regionale relativa al quinquennio 2008‐2012, si sono gradualmente ridotti i punti di campionamento sul territorio per questo inquinante, anche perché le concentrazioni sul territorio sono state inferiori alla soglia di valutazione inferiore pari a 5 μg/m3 per CO. Si conferma agente non costituente criticità ai fini della presente VAS

PARTICOLATO (PTS e PM10) Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 53 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Il particolato identifica l’insieme delle particelle solide e liquide disperse nell’atmosfera, con un diametro che va da pochi manometri fino ai 500 micron. La produzione di particolato in Italia deriverebbe per la maggior parte dal traffico veicolare, seguito dall'industria, dal riscaldamento, dal settore agricoltura e foreste e dalla produzione di energia. Dal punto di vista normativo si utilizza un identificativo formale delle dimensioni, il Particulate Matter abbreviato in PM, seguito dal diametro aerodinamico massimo delle particelle: ad esempio si parla di

PM10 per tutte le particelle con diametro inferiore a 10 µm, ecc. Si distinguono quindi: - particolato grossolano di dimensioni superiori ai 10 µm, non in grado di penetrare nel tratto respiratorio superando la laringe, se non in piccola parte;

- PM10, particolato sottile formato da particelle inferiori a 10 µm: è una polvere inalabile, ovvero in grado di penetrare nel tratto respiratorio superiore (naso e laringe);

- PM2,5, particolato fine con diametro inferiore a 2,5 µm, è una polvere toracica, cioè in grado di penetrare profondamente nei polmoni, specie durante la respirazione dalla bocca; - particolato ultrafine, UFP o UP per dimensioni ancora inferiori, è una polvere respirabile, cioè in grado di penetrare profondamente nei polmoni fino agli alveoli.

L’analisi dei livelli di PM10 nel Veneto nelle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria della rete regionale ARPAV si è basata sul numero di superamenti di due soglie di legge: - Valore Limite (VL) annuale per la protezione della salute umana di 40 μg/m3; - Valore Limite (VL) giornaliero per la protezione della salute umana di 50 μg/m3 da non superare più di 35 volte/anno. Sia Cinto Euganeo che Este rientrano tra le stazioni che nel 2012 hanno superato i 35 superamenti

consentiti del VL giornaliero di PM10, come la maggior parte di quelle della rete regionale. Questo trend risulta confermato per la stazione di Cinto Euganeo anche per tutto il periodo 2008‐2012, con un deciso incremento nel 2011.

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PM10. Superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana registrati nelle stazioni di tipologia “fondo”. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

PM10. Numero di superamenti annuali del valore limite giornaliero di PM10 nelle stazioni di fondo, durante il periodo 2008‐2012. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

PM10. Superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana registrati nelle stazioni di tipologia “traffico” e “industriale”. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

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Per quanto riguarda invece la media annuale di PM10, questa viene rispettata in entrambe le stazioni in esame. Per le stazioni di background si dispone anche dei dati relativi al periodo di riferimento 2008‐2012, che confermano valori sempre inferiori al limite.

Nelle campagne eseguite nel Comune di Montegalda e nel Comuni di San Germano dei Berici viene confermata a livello locale una situazione di generale criticità relativa al parametro del particolato. Anche a Montegalda infatti è stata registrata una media inferiore al limite, ma con un solo superamento nel periodo di misura. A San Germano dei Berici invece i superamenti sono stati ben 8, sempre però con una media inferiore al valore limite.

PM10. Medie annuali confrontate con il valore limite per la protezione della salute umana nelle stazioni di tipologia “fondo”. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

PM10. Medie annuali di PM10 nelle stazioni di fondo, durante il periodo 2008‐2012. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV)

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PM10. Medie annuali confrontate con il valore limite per la protezione della salute umana nelle stazioni di tipologia “traffico” e “industriale”. (fonte: Relazione regione della qualità dell’aria, 2012, ARPAV) .

Di conseguenza ed in conclusione il PM10 costituisce inquinante di moderata criticità in area PATI, da monitorare come in tutta la Regione, e come tale si conferma anche ai fini della presente VAS

Altri composti Per tutti gli altri composti misurati nell’ambito delle due campagne effettuate tramite stazione rilocabile nel 2007 a Montegalda e nel 2013 a San Germano dei Berici, non sono stati rilevati superamenti dei valori limite fissati dalla normativa vigente.

Benzene(C6H6). Si confermano peraltro anche i dati sul Benzene , come nella prima versione dove si constatava che le concentrazioni medie annuali di benzene rispettano il Valore Limite di 5 μg/m3, da osservare entro il 2010, in tutti i punti di campionamento considerati. Il benzene rappresenta quindi un inquinante primario non critico in area.

Conclusioni sullo Stato dell’Aria. Pur considerando i nuovi dati ARPAV raccolti secondo il Progetto di riesame della zonizzazione della Regione Veneto, il profilo ambientale ultimo che ne risulta è sostanzialmente equipollente a quello della precedente versione del Rapporto Ambientale Definitivo sottoposta alla Commissione VAS.

Vale a dire che ai fini della presente VAS : a) Biossido di Zolfo SO2 , non costituisce criticità. b) Ozono O3 si conferma inquinante di modesta criticità, da monitorare.

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c) Ossidi di Azoto NOX si confermano inquinanti non critici, ma da monitorare. d) Monossido di Carbonio CO si conferma agente non costituente criticità ;

e) Particolato (PTS e PM10) costituisce inquinante di moderata criticità f) Altri composti , non sono rilevati valori sopra i valori limite di legge. g) Benzene inquinante primario non critico in area.

In generale lo Stato dell’Aria nell ambito del PATI conferma una condizione sostanzialmente buona, come era da prevedersi in un territorio dove per estensione prevale l’ambiente naturale e rurale, con

in evidenza due agenti di moderata criticità, come Ozono (O3) e Particolato (PTS e PM10), dovuti a cause non specificamente locali, né influenzati/ bili dalle previsioni del PATI in esame.

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2.7. CLIMA

LINEAMENTI CONSOLIDATI DELLA CLIMATOLOGIA LOCALE In linea generale il clima dell’area del PATI, corrisponde al bacino idrografico della Pianura centrale, dove il corso maggiore portata il Brenta, ed entro il quale è incluso anche il Bacchiglione, ed il Canale Bisatto che interessano il Basso Vicentino. I rilievi dei Monti Berici e dei Colli Euganei influiscono assai poco sulla climatologia generale e sulle precipitazioni, ma nel territorio del PATI assicurano, per la loro esposizione, condizioni di ventilazione locale sensibilmente migliori alle aree di versante e pedecollinari, rispetto a quelle del resto delle Pianura centrale. ASPETTI RILEVANTI DEI MUTAMENTI CLIMATICI IN ATTO I fenomeni più rilevanti da studiare e monitorare oggi ai fini della VAS sono rappresentati: a‐ dal cambiamento climatico generale rilevato a livello continentale; b‐ dalla della piovosità a scala locale, così come viene documentato ormai sistematicamente dall’ARPAV (cfr.“Rapporto sulla risorsa idrica” a cadenza mensile) con le cartine qui riportate .

Nei riquadri in rosso delle cartine 2.1 e 2.3 e della Tabella 2.2 si evidenzia l’ambito isoietico entro il quale si situail PATI di Barbarano V. e Mossano: ambito che nel contesto regionale veneto risulta una delle zone dove, nel periodo in cui la VAS viene svolta, la piovosità cumulata annua nel 2013 risulta compresa intorno ai 1200/1300 mm, contro i 600/700 circa dei rilevamenti 2006/2007 nello stesso bacino idrografico ed a suo tempo riportati dalla stessa fonte (vedi sotto cartina 2.3).

2.1 Precipitazioni cumulate nel periodo Ottobre 2012 –settembre 2013 (Fonte: ARPAV, Rapporto sulla risorsa idrica del Veneto, Settembre 2013)

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2.3 Precipitazioni cumulate tra ottobre 2006 e settembre 2007 (Fonte: ARPAV, Rapporto sulla risorsa idrica del Veneto, Settembre 2007)

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2.2 Precipitazioni cumulate Ottobre 2012‐Settembre 2013 (Fonte ARPAV Rapporto sulla risorsa idrica del Veneto, Settembre 2013.)

Questo incremento (cfr. cartina 2.1) trova conferma a livello di bacino idrografico (cfr. tabella 2.2) dove con 1.608,1 mm di precipitazione annua cumulata, lo scostamento in più rispetto alla media. è del 38 %. Si noti che il massimo di riferimento precedente è 1.579,3 mm, superato quindi dai dati aggiornati del periodo oggi considerato. Quindi la differenza tra i rilevamenti delle precipitazioni cumulate tra i due archi di tempo significativi ( 1994‐2006 e 1994‐2012) presenta una escursione totale di circa 600/750 mm.), che è indice di una variabilità senza precedenti tra quelli registrati, segno attendibile di una apparente estremizzazione tendenziale dei fenomeni meteorici, mentre anche la media, conseguentemente si discosta alquanto dalla stabilità.

Alla luce di queste risultanze il fattore climatico va sempre tenuto bene al centro della procedura VAS, in quanto la “deriva climatica” riguarda trasformazioni potenziali di fondamentali componenti ambientali: Acqua e Aria e Clima, di norma considerate tra le “invarianti” territoriali ed ambientali di tutti gli insediamenti. Ne conseguono intuibili riflessi altrettanto fondamentali sull’assetto agrario e sul paesaggio. Infatti si tratta della compartecipazione del territorio Berico alle più vaste mutazioni climatiche a livello

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planetario e continentale di cui agenzie internazionali e comunità scientifiche sempre più in dettaglio ci documentano e che toccano bacini di pertinenza come il Bacchiglione 2010‐11) . In questa congiuntura ambientale lo studio dei fenomeni meteorici, della loro dipendenza da fattori sinottici di origine atlantica o da fattori locali e delle loro intensità, per esempio nelle forme della c.d.”tropicalizzazione”, è necessario per il controllo del microclima e delle sostenibilità locale. La VAS effettuata oggi, ma proiettata in prospettiva più che decennale, deve quindi attentamente valutare quali relazioni di causa ed effetto si possano attendibilmente stabilire tra: a) cambiamenti climatici in fase di progressiva conferma ; b) trasformazioni del contesto territoriale sul paesaggio agrario locale. E viceversa, occore stabilire se e come sia possibile contenere e/o mitigarelocalmente gli effetti del cambiamento climatico, considerando anche le colture e le loro modalità di conduzione sul territorio come primario fattore di stabilizzazione e regolazione dei fenomeni di irraggiamento, evaporazione e scambio di energia tra atmosfera e suolo, che localmente sono tra i fattori scatenanti dei fenomeni pluviali più estremi e devastanti. In linea generale il clima della zona della Pianura Centrale veneta non sembra scostarsi da quello convenzionalmente attribuito alla Pianura Padana, ma ormai questo tipo di inquadramento risulta troppo generico e insoddisfacente. E nemmeno si può più ritenere localmente rilevante lo studio dei fenomeni climatici a livello complessivo regionale, il quale progressivamente sta cedendo il passo a studi per aree sub‐regionali significative, che vengono regolarmente aggiornati con i bollettini mensili emananti dall’ARPAV, immediatamente comprensibili e suggestivi. A questi, specialmente ai “Rapporti sulla Risorsa Idrica”, si fa riferimento per lo sviluppo della VAS in questo capitolo. In effetti dall’istogramma 2.4 che segue delle precipitazioni stimate sull’intera Regione Veneto nei periodi Ottobre‐Settembre dal 1994 al 2013, si riesce solamente ad evincere con certezza la condizione di marcata irregolarità della pioggia nelle stagioni che dovrebbero assicurare naturalmente la ricarica degli acquiferi e il funzionamento spontaneo del ciclo dell'acqua. Irregolarità che, come sottolineano i riquadri in Tab. 2.4 risulta nettamente più evidente nel periodo 1999/2013 rispetto al periodo precedente 1994/99. La media risulta peraltro assai più elevata delle precipitazioni annue più ricorrenti essendo spostata verso l’alto (circa 10.000 milioni di m3) da alcuni anni di punta (p.es. 2000/01; 2003/04; 2008/09; 2009/10, 20010/11) nettamente fuori della quantità normale, che altrimenti sarebbe di circa 15‐20 milioni di mc.

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2.4 Stima delle precipitazioni cumulate Ottobre 2012 Settembre 2013 sul Veneto (Fonte: ARPAV, Rapporto sulla risorsa idrica del Veneto, Settembre 2013)

Passando dai valori indifferenziati delle precipitazioni cumulate sull’intera regione a quelle più specifiche e dettagliate del bacino nella Pianura centrale (Zona Allerta Idraulica E) a riscontro delle irregolarità dei fenomeni di piovosità valgano i grafici seguenti .

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2.5 Stima delle precipitazioni cumulate Ott. 2012 Set. 2013 sul Veneto sulla Pianura Centrale (Fonte: ARPAV, Rapporto sulla risorsa idrica del Veneto, Settembre 2013)

Precipitazioni cumulate nell’anno idrologico 2012‐13 a‐ Le precipitazioni cumulate del 2012‐13 si presentano come le più intense tra quelle registrate nel periodo, largamente sopra la media (come già detto del +38%) e punte nei periodi tipici di Ottobre/Novembre e Aprile/Maggio. b ‐ Lo stesso indicatore 2006/7 risulta il più scarso rispetto alla media tra quelli registrati (‐30%). c‐ Una media annua di quelle considerate comunque relativamente sostenuta che si attesta a poco meno di 1.000 mm. senza che si possano rilevare punte significative.

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2.6‐ Indice SPI 1994‐2012 riferito agli ultimi 1,3,6,12 mesi – Fonte ARPAV ‐ Rapporto sulla risorsa idrica del Veneto, Settembre 2013

Indice SPI 2013 In particolare la rilevazione dell’indice SPI nel 2013 presenta un’ alternanza di:  “severamente siccitoso” (‐1,81 un mese );  “normalità” ( ‐0,87 –tre mesi ; ‐0.14 ‐sei mesi)  “ severamente umido” (+ 1,77‐ dodici mesi) La previsione conferma la stessa tendenza anche in riferimento ai tre scenari di previsione: infatti sia in caso di precipitazione “normale” come di precipitazione “abbondante”, pur con valori diversi non si prevedono periodi siccitosi. Solo lo scenario di precipitazione “scarsa” prevede:  un periodo “moderatamente siccitoso” con valore ‐1,02 su “tre mesi”;  un periodo “normale” con valore ‐0,33 su “sei mesi” Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 65 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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 un periodo “moderatamente umido” con valori +1,33 su “12 mesi.

I FENOMENI INDICANTI MUTAMENTI CLIMATICI IN ATTO

Secondo le tabelle e le cartine ARPAV riferite all’intero ciclo stagionale: ottobre 1994 ‐ settembre 2013 l’Indice SPI (Mckee et al.) consente di definire il deficit ed il surplus di precipitazione alle diverse scale temporali e territoriali .

Stato attuale Secondo le tabelle e le cartine ARPAV riferite all’intero ciclo stagionale da ottobre 1994 a settembre 2013 l’Indice SPI ( mMckee et al.) consente di definire il deficit ed il surplus di precipitazione alle diverse scale temporali e territoriali in tutta la Regione ed in particolare èper l’area in esame si possono fare le seguenti osservazioni singificative ai fini della VAS. a‐ L’umidità del suolo e l’andamento delle stagione agraria rispondono alle anomalie di precipitazione su archi temporali brevi ( 1‐3‐6 mesi). b‐ La disponibilità di acqua nel sottosuolo in fiumi e bacini rispondono ad archi temporali più lunghi e regolari. Nelle cartine 2.6 sopra riportate, nei riquadri si evidenzia in dettalgio l’ambito isoietico entro il quale si situail PATI in esame: ambito dove la piovosità cumulata annua, come si è già accennato, risulta non essere variata in modo relevante rispetto alla media del periodo significativo (1994‐2013) e comunque con un valore del periodo autunno‐inverno‐primavera riferito al ciclo 1994‐2013 a sua volta corrispondente alla media delle stagioni piovose congiuntamente considerate.

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Evoluzione dell’ indice SPI rispetto alla situazione considerata nel RAP. Vanno considerate utilmente ai fini della VAS anche le differenze riscontrabili dal confronto con la situazione precedente, con una più breve serie di rilevamenti omogenei sul periodo 1994‐2006 e anche 1994‐2007

Da questo confronto risulta che, nel periodo 1994‐2006/2077 in un quadro regionale e comprensoriale abbastanza variabile, il territorio del PATI in esame alternava la condizione di area “moderatamente siccitosa” a “severamente siccitosa” (anche in controtendenza rispetto al contesto nel caso isolato di siccità estrema nel mese di Aprile) a quella “mediamente umida” che sarebbe la normalità.

Questa diversificazione dell’indice SPI sta a confermare la variabilità complessiva dei fenomeni piovosi ed alla reiterata rilevazione con dati omogenei e regolari, ormai aventi valore di monitoraggio su un periodo sempre più lungo, che vi sono i segni di un possibile cambiamento climatico in atto. cambiamento che non modifica l’entità della risorsa idrica complessivamente disponibile, ma che estremizza in modo puntuale nel tempo e nello spazio i fenomeni atmosferici a carattere temporale. Tendenza questa che anche dai riscontri idraulici sulla portata dei fiumi, dove ( ad es. Dicembre 2013 ) non risulta uno scostamento rilevante ( in meno) rispetto alla media, né rispetto alla mediana ( in più). Tuttavia è cronaca di questi mesi il ripetersi ravvicinato di piene ed eventi alluvionali nel bacino del Bacchiglione. Si noti però che i dati ARPAV in rete, ricchi di notazioni non figurino proprio di questi dati eccezionali: Nel grafico manca il rilevamento 2010 del Bacchiglione a Montegalda, anno dell’alluvione.

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CONCLUSIONI SUL CLIMA I fenomeni più rilevanti da studiare e monitorare oggi ai fini della VAS sono rappresentati: a‐ dal cambiamento climatico generale rilevato a livello continentale; b‐ dalla della piovosità a scala locale, così come viene documentato ormai sistematicamente dall’ARPAV (cfr. “Rapporto sulla risorsa idrica” a cadenza mensile) con le cartine qui riportate

Dai rilevamenti significativi annuali Ottobre‐Settembre effettuati dal 1994 al 2013, si riesce solamente ad evincere con certezza la condizione di marcata irregolarità della pioggia nelle stagioni da cui naturalmente dipende la ricarica degli acquiferi e il ciclo dell'acqua. La “deriva climatica” pare riguardi trasformazioni potenziali di componenti ambientali: acqua e aria e clima, considerate come “invarianti” territoriali ed ambientali di tutti gli insediamenti.

A‐ Disponibilità idrica. Attualmente il territorio del PATI , presenta una disponibilità idrica complessiva sull’arco dei dodici mesi, non difforme dalla norma, ma con parziali divergenti: infatti sull’arco Aprile – Settembre ‐ assai significativo per l’agricoltura ‐ la classificazione dell’indice SPI risulta “normale”. Tra Luglio e Settembre, vi sono spazi di “moderata siccità” pure rilevanti per il territorio agricolo e per la disponibilità della risorsa idrica. Nel periodo autunnale vi sono valori di “moderata umidità”. La disponibilità della risorsa idrica resta sostanzialmente discreta in tutta l’area Berica e nell’area del PATI di Barbarano V. e Mossano.

B‐ Irregolarità metereologica. La deriva climatica ormai evidente non sembra modificare la disponibilità complessiva annua delle risorsa nel ma nel corso degli anni si deve registrare: a) una sempre minore regolarità degli eventi meteorici nella loro successione stagionale; b) una altrettanto minore regolarità nell’intensità degli eventi, con estremizzazione dei fenomeni ora con improvvise intense precipitazioni della c.d. “tropicalizzazione” che non consentono di escludere anche in prospettiva le c.d. “bombe d’acqua”; c) ricorrenza di periodi siccitosi anche fuori stagione, per ora quasi sempre “moderati”, ma perduranti, tanto da influenzare l’Indice SPI su durate di più mesi.

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C‐ Banda termica e potenzialità del cotico permanentemente vegetato. Una riflessione va fatta a livello locale in ambito VAS, al fine di ridurre per quanto possibile i fattori che localmente scatenano i fenomeni precipitativi estremi, ovvero amplificano gli effetti negativi della siccità.

In collina il territorio aperto offre quasi ovunque la protezione di un cotico permanente sulla maggior parte della sua superficie, sia con aree boscate, alternate a radure e prati, oppure con colture a vigneto specializzato. Quindi ne consegue una minore escursione della temperatura in superficie nel ciclo diurno e nel ciclo stagionale (vedi articolazione attuale della banda termica) fungendo il territorio stabilmente vegetato da volano igro‐termico rispetto all’atmosfera.

Ambito collinare. Questo aspetto è di notevole rilevanza in considerazione del fatto che, nell’area considerata, il suolo collinare è di natura carsica, e quindi sempre suscettibile di impoverirsi d’acqua in superficie e di surriscaldamento/raffreddamento accentuati secondo i cicli stagionali e di irraggiamento diurno, che solo il cotico vegetale permanente riesce temperare, evitando elevati differenziali di temperatura tra suolo ed aria, che favoriscono all’ occasione gli eventi precipitativi estremi. Ambito di pianura. In pianura, una parziale e volontaria conversione del cotico coltivato da arativo a prativo, fermi restando le attività zootecniche in atto, consentirebbe, senza penalità per alcuno, un ulteriore miglioramento del microclima e dalla ventilazione locale. Ne verrebbe positivamente influenzata la Banda termica nel corridoio berico/euganeo di pianura.

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Banda Termica della pianura veneta con riferimento alla Pianura centrale nel corridoio berico euganeo ( nell’ovale binnco) e relativa scala delle temperature al suolo Nel riquadro Area del PATI (Regione Veneto 2007)

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2.8. ACQUA

2.8.1. ACQUE SUPERFICIALI Corsi d’acqua nei comuni di Barbarano Vicentino e Mossano I Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano fanno parte del bacino idrografico del Fiume Bacchiglione, che ha un’estensione complessiva di 1940 km2. Il reticolo idrografico trae alimentazione sia da torrenti e rii montani, sia da rogge di risorgiva che originano a Nord di Vicenza. È costituito da più sottobacini: sottobacino del Bacchiglione, sottobacino Astico‐Tesina, sottobacino Leogra‐Timonchio, sottobacino dell'Astichello, sottobacino del Retrone, sottobacino del Ceresone e sottobacino del Bisatto.

(fonte: I monitoraggi sulla matrice acqua eseguiti in provincia di Vicenza ‐ ARPAV)

A Barbarano Vicentino e Mossano il reticolo idrografico è alimentato dal Fiume Bacchiglione, che scorre poco più a nord dei Comuni. La pianura è solcata da numerosi fiumi e canali artificiali che drenano le acque superficiali e le regolano per l’uso agricolo. Gli scoli e canali principali sono:

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- il canale Bisatto, che dal Comune di Mossano prosegue verso sud fino a ; - Scolo Siron a Ponte di Babarano; - Scolo Busa e Scolo Arnalda a sud del territorio comunale di Barbarano; - Scolo Condotto al confine nord est del comune di Mossano. L’idrologia del territorio quindi presenta corsi d’acqua a regime torrentizio in versante e altri in pianura che si possono configurare come tipici scoli di bonifica, con pendenze poco elevate (inferiori a 1 ‰) atti a drenare le estese zone agricole. Tutta l’area di pianura è interessata da una fitta rete di rogge e scoli che assolvono alla duplice funzione di irrigazione e di drenaggio delle acque superficiali. Alcune rogge ospitano costantemente un corso d’acqua alimentato dalle sorgenti pedecollinari.

Corsi d’acqua dei Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano.

Introduzione Normativa Lo stato di qualità dei corpi idrici può essere valutato sia in base alla specifica destinazione d’uso (acque destinate all’uso potabile, acque di balneazione, acque idonee alla vita dei pesci e dei molluschi), sia in base allo stato ecologico, cioè alla loro naturale capacità di autodepurazione e di sostegno di comunità animali e vegetali ampie e diversificate. Per quanto riguarda i corpi idrici superficiali il 29 aprile 2006 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, recante “Norme in materia ambientale” che recepisce la Direttiva 2000/60/CE, introducendo sostanziali innovazioni in tema di monitoraggio e classificazione delle acque superficiali.

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Il nuovo Decreto ha ripreso sostanzialmente le indicazioni e le strategie individuate dal precedente D.Lgs. 152/99, ora abrogato, riscrivendo però la sezione relativa alla classificazione dei corpi idrici e gli obiettivi di qualità ambientale. Nel decreto del 2006 vengono elencati, per le varie tipologie di acque superficiali, gli “elementi qualitativi per la classificazione dello stato ecologico” e vengono date delle “definizioni normative per la classificazione dello Stato ecologico “elevato”, “buono” e “sufficiente” per ogni elemento di qualità, privilegiando gli elementi biologici. Si riportano nella seguente tabella i principali riferimenti normativi a livello nazionale in materia di acque.

Riferimenti Normativi aggiornati. – D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 ‐ Norme in materia ambientale – Parte terza – D.M. 16 giugno 2008, n. 131 ‐ Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni) per la modifica delle norme tecniche del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 – D.M. 14 aprile 2009, n. 56 ‐ Regolamento recante criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l'identificazione delle condizioni di riferimento per la modifica delle norme tecniche del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 – D.M. 14 aprile 2009 ‐ Regolamento recante criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l'identificazione delle condizioni di riferimento per la modifica delle norme tecniche del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 – D.M. 8 novembre 2010, n. 260 ‐ Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152

– D.C.R. 5 novembre 2009, n. 107 – Piano Tutela Acque – D.G.R. 28 ottobre 2013, n. 1950 ‐ Classificazione delle acque superficiali interne regionali: corsi d’acqua e laghi, triennio 2010 – 2012

Il D.Lgs. 152/2006, che recepisce la direttiva 2000/60/CE, introduce un innovativo sistema di classificazione delle acque in cui il concetto stesso di stato ecologico assume un significato più fedele al termine. Per la prima volta vengono infatti valutate le componenti ecosistemiche degli ambienti acquatici, privilegiando gli elementi biologici e introducendo gli elementi idromorfologici. L'Indice Biotico Esteso (I.B.E.), unico parametro di valutazione biologica previsto dal D.Lgs. 152/99, viene quindi sostituito dagli Elementi di Qualità Biologici (EQB). Lo Stato Ecologico viene affiancato dallo Stato Chimico per una valutazione distinta che subentra allo Stato ambientale. Il D.M. 260/2010, che modifica ed integra il D.Lgs. 152/06, ha esplicitato le procedure e i criteri tecnici (indici e metriche di riferimento) per la classificazione, che si basa su dati che devono complessivamente coprire un intervallo di tempo pluriennale per poter esprimere un giudizio definitivo. Attualmente va considerata la fase di transizione dato che si dispone di una serie di dati per caratterizzare i corpi idrici della Regione, in parte rilevati secondo le metodiche della vecchia

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normativa ed in parte secondo quella più recente, obbligando il valutatore a raccordare con stime personali i due sistemi non omogenei. Con poco e più correttamente sotto il profilo scientifico‐documentale l’ARPAV potrebbe fornire entrambi i rilevamenti in parallelo per un significativo periodo di tempo così da avere serie omogenee ed anche al possibilità di valutare comparativamente la sensibilità dei due sistemi. Ai fini della VAS in esame ne basterebbe solo uno: quello con i dati più completi.

Stazioni di monitoraggio ARPAV Le acque superficiali della Provincia di Vicenza presentano una qualità molto variabile a seconda del bacino considerato. Il bacino del Brenta presenta delle acque di buona qualità, mentre quello del Bacchiglione comprende dei sub‐bacini di torrenti (Astico, Leogra) le cui caratteristiche qualitative decadono da monte verso valle. Lungo l’asta principale del fiume Bacchiglione, invece, si ha un andamento contrario, con qualità in crescere da monte a valle, dovuto agli apporti di affluenti di qualità migliore. Qui l’inquinamento principale è costituito dai nitrati. Nell’ area PATI si confermano le stazioni già esaminate :una stazione ARPAV che caratterizza il tratto del Canale Bisatto che attraversa i comuni di Barbarano e Mossano, con codice 325. Nell’ambito invece della normativa attualmente vigente il tratto del Canale Bisatto che interessa i Comuni di Barbarano e Mossano viene identificato col codice 220_15, che comprende la porzione del corso d’acqua da poco a monte del territorio comunale fino al nodo idraulico di Battaglia Terme. È stata considerata significativa anche la stazione 102, localizzata a Longare sul Fiume Bacchiglione, dal quale deriva il Canale Bisatto. Nella normativa vigente il tratto in esame viene identificato col codice 219_43, e comprende la porzione del corso d’acqua dal depuratore di Vicenza Casale allo sbarramento della centrale di Perarolo.

FIUME CODICE COMUNI DESCRIZIONE TRATTO PARAMETRI Canale 325 Da scarichi IPPC alimentare AC Bisatto (220_15) Baone A nodo idraulico di Battaglia Terme Fiume 102 Vicenza Da depuratore di Vicenza Casale AC Bacchiglione (219_43) Longare A sbarramento centrale di Perarolo (fonte: ARPAV)

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Stazioni di monitoraggio.(fonte: ARPAV)

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(fonte: I monitoraggi sulla matrice acqua eseguiti in provincia di Vicenza ‐ ARPAV)

INDICATORI CHIMICI Secondo il D.Lgs. 152/99, Il Livello di Inquinamento espresso dai Macrodescrittori (LIM.) include la valutazione di 7 parametri: percentuale di saturazione d’ossigeno, richiesta biologica di ossigeno

(BOD.5), richiesta chimica di ossigeno (COD.), azoto ammoniacale, azoto nitrico, fosforo totale e Escherichia coli. Questi indicatori, che servono a fornire informazioni sulle caratteristiche di qualità dell’acqua riferite alla pressione antropica (rappresentata prevalentemente da reflui delle attività umane) vengono sintetizzati nella definizione del LIM, come previsto nell’Allegato 1 del D.Lgs. 152/1999 e successive modifiche. I livelli a cui si fa riferimento sono 5, dove il primo livello (Livello 1) definisce una elevata qualità dell’acqua e l’ultimo (Livello 5) una pessima qualità. Nella tabella seguente si riporta lo schema di classificazione dell’indice.

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Valore

100 – OD (% sat.) ≤ 10 ≤ 20 ≤ 30 ≤ 50 > 50

BOD5 (O2 mg/l) < 2,5 ≤ 4 ≤ 8 ≤ 15 > 15

COD (O2 mg/l) < 5 ≤ 10 ≤ 15 ≤ 25 > 25

NH4 (N mg/l) < 0,03 ≤ 0,10 ≤ 0,50 ≤ 1,50 > 1,50

Parametri NO3 (N mg/l) < 0,3 ≤ 1,5 ≤ 5,0 ≤ 10,0 > 10,0 Fosforo totale (P mg/l) < 0,07 ≤ 0,15 ≤ 0,30 ≤ 0,60 > 0,60 Escherichia coli (UFC/100ml) < 100 ≤ 1000 ≤ 5000 ≤ 20000 > 20000 Punteggio da attribuire (75° percentile) 80 40 20 10 5 Punteggio LIM 480‐560 240‐475 120‐235 60‐115 < 60

Livello LIM 1 2 3 4 5

Per il PATI in valutazione, si dispone per la stazione 325 dei risultati dell’applicazione dell’indice LIM tra il 2000 e il 2012. La stazione in esame mostra un giudizio nel complesso “sufficiente” che solo saltuariamente arriva al livello “buono”, indicando un livello di alterazione significativo. del Canale Bisatto Per la stazione 102 sul fiume Bacchiglione invece il LIM conferma stabilmente una classe 3 indicativa di un livello “sufficiente”. Un’eccezione è rappresentata dal periodo 2009‐2010 dove viene raggiunta una classe 2 corrispondente ad un livello “buono”.

ANNO CODICE 200 200 200 200 200 200 200 200 200 200 201 201 201 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 325 170 240 280 210 220 230 220 250 170 190 130 240 180 C.Bisatto 102 130 155 160 150 160 140 130 160 150 250 240 170 210 F.Bacchiglione (fonte: ARPAV)

LIMeco. Ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e del D.M. 260/2010 viene invece introdotto il nuovo indice LIMeco, Livello di Inquinamento espresso dai Macrodescrittori per lo stato ecologico, che sostituisce il LIM e viene calcolato sul singolo campionamento. Questo indice integra i dati relativi ai nutrienti e all’ossigeno disciolto, con le modalità illustrate nelle seguenti tabelle. Livello1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 Punteggio* 1 0,5 0,25 0,125 0 Parametro

100‐O2% sat. ≤ |10| ≤ |20| ≤ |40| ≤ |80| > |80|

N‐NH4 (mg/l) <0,03 ≤0,06 ≤0,12 ≤0,24 > 0,24 Soglie N‐NO3 (mg/l) <0,6 ≤1,2 ≤2,4 ≤4,8 > 4,8 Fosforo totale (μg/l) <50 ≤100 ≤200 ≤400 >400

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Stato LIMeco Elevato ≥0,66 Buono ≥0,50 Sufficiente ≥0,33 Scarso ≥0,17 Cattivo <0,17

Per quanto riguarda l’applicazione del LIMeco, al tratto del Canale Bisatto identificato dal codice 220_è assegnato 15 per il periodo 2010‐2012 uno stato “scarso”. La stessa valutazione viene data per il Fiume Bacchiglione nel tratto con codice 219_43. In entrambi i casi la valutazione è determinata dalle concentrazioni di azoto nitrico, azoto ammoniacale e fosforo.

CODICE TRATTO PERIODO PUNTEGGO LIMeco 220_15 Da scarichi IPPC alimentare (Canale A nodo idraulico di Battaglia 2010‐2012 0.26 SCARSO Bisatto) Terme 219_43 Da depuratore di Vicenza Casale (Fiume A sbarramento della centrale di 2010‐2012 0.27 SCARSO Bacchiglione) Perarolo (fonte: ARPAV)

Stato delle acque superficiali del veneto – Anno 2012 (fonte: ARPAV, modificato)

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Stato ecologico. Sono stati valutati in questi tratti anche gli elementi chimici a sostegno dello Stato Ecologico dei corpi idrici, ai sensi del D.Lgs. 152/2006. Questo descrittore considera la presenza nei corsi d’acqua superficiali delle sostanze non appartenenti all’elenco delle priorità, ed elencati in tabella 1/B, allegato 1 del D.M. 260/10 (alofenoli, aniline e derivati, metalli, nitroaromatici, pesticidi e composti organo volatili). Se un corpo idrico soddisfa tutti gli standard di qualità ambientale è classificato in stato “buono”. In caso negativo è classificato in stato “sufficiente”. Se tutte le misure effettuate sono risultate inferiori ai limiti di quantificazione del laboratorio di analisi lo stato del corpo idrico è “elevato”. Questo parametro viene poi confrontato con gli elementi di qualità biologica (EQB) e con il LIMeco per la definizione dello Stato ecologico. Il tratto in esame del Fiume Bacchiglione ha conseguito uno stato “buono” per tutto il periodo tra il 2010 e il 2012. Il tratto in esame del Canale Bisatto invece ha conseguito uno stato “buono” nel 2011 e nel 2012, mentre nel 2010 è stato classato “sufficiente” per la presenza di numerosi pesticidi quali la Terbutilazina (con un valore misurato di 1.6 µg/l su uno SQA MA 0.5 µg/l), Desetilatrazina (valore misurato di 0.6 µg/l su uno SQA MA 0.1 µg/l) e Metolachlor (valore misurato di 2.7 µg/l su uno SQA MA 0.1 µg/l). Anche il valore dei pesticidi totali è ovviamente fuori scala rispetto al SQA MA 1 µg/l.

Stato Chimico. Per gli stessi tratti è stato valutato anche lo Stato Chimico dei corpi idrici, ai sensi del D.Lgs. 152/2006. Questo descrittore valuta la presenza nei corsi d’acqua superficiali di sostanze tra le quali quelle prioritarie e pericolose prioritarie contenute alla tab.1/A del D.M. 260/10. La procedura di calcolo prevede il confronto tra le concentrazioni medie annue dei siti monitorati nel triennio 2010‐2012 e gli standard di qualità ambientali (SQA‐MA). Il corpo idrico che soddisfa tutti gli standard di qualità ambientale (SQA‐MA e SQA‐CMA) in tutti i siti monitorati, è classificato in “buono stato chimico”. In caso negativo è classificato “mancato conseguimento dello stato chimico”. Lo Stato chimico viene poi messo a confronto con lo Stato ecologico; se uno dei due esprime un giudizio inferiore al buono il corpo idrico avrà fallito l’obiettivo di qualità. I tratti in esame del Canale Bisatto e del Fiume Bacchiglione nel periodo 2010‐2012 sono stati classificati in stato “buono”.

IBE, SECA E SACA L’Indice Biotico Esteso (IBE), previsto dal D.Lgs. 152/1999, è stato determinato in Regione Veneto fino all'anno 2009, anno di transizione verso la piena applicazione della direttiva 2000/60/CE. L’IBE utilizza come indicatore la comunità di invertebrati acquatici che colonizza l’alveo dei corsi d’acqua; le valutazioni effettuate sulle biocenosi bentoniche, la cui composizione è strettamente legata alla situazione qualitativa dell’ambiente acquatico, consentono di ottenere una zonazione dell'asta fluviale in funzione dello stato di qualità ambientale.

Attraverso l'IBE si possono classificare i vari tratti dei corsi d'acqua in cinque classi di qualità: valori decrescenti dell'indice vanno intesi come un progressivo allontanamento da una condizione "ottimale o attesa", definita dalla composizione della comunità che, in condizioni di "buona efficienza dell'ecosistema", dovrebbe colonizzare quella determinata tipologia fluviale. I valori di IBE sono raggruppati in cinque Classi di Qualità (C.Q.), facilmente visualizzabili in cartografia mediante colori convenzionali (azzurro, verde, giallo, arancione, rosso).

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Classi di Valore di Colore e/o retinatura relativa alla Giudizio di qualità Qualità I.B.E. Classe di Qualità Ambiente non alterato Classe I 10‐11‐12‐ azzurro in modo sensibile Ambiente con moderati sintomi Classe II 8‐9 verde di alterazione Classe III 6‐7 Ambiente alterato giallo

Classe IV 4‐5 Ambiente molto alterato arancione

Classe V 0‐1‐2‐3 Ambiente fortemente degradato rosso

Per quanto riguarda i dati di qualità biologica, nella stazione 325 sul Canale Bisatto non è mai stato applicato l’IBE. Questo indicatore è stato applicato invece sul Fiume Bacchiglione per la stazione 102, e ha registrato stabilmente una classe III indicatrice di un ambiente qualitativamente alterato. ANNO CODICE LOCALITA’ 200 200 200 200 200 200 200 200 200 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Fiume 102 III III III III III III III III III ‐II Bacchiglione (219_43) (fonte: ARPAV)

Lo Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA) , rappresentato ai sensi del D.Lgs. 152/1999 dall’indice SECA, è determinato integrando due indici e considerando il risultato peggiore tra i due: il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) e l’Indice Biotico Esteso (IBE). I corsi d’acqua sono classificati in funzione del valore assunto dall’indice SECA, in classi di qualità: ottimo, buono, sufficiente, scarso e pessimo. Il D.Lgs. 152/99 fissa un obiettivo ambientale per tutti i corsi d’acqua, rappresentato da uno stato di qualità “sufficiente” da conseguire entro il 2008, e “buono” da conseguire entro il 22 dicembre 2015. Lo Stato ecologico del corso d’acqua rilevato per la stazione 102 in questo tratto del Fiume Bacchiglione è stato calcolato tra il 2000 e il 2008, dove risultavano disponibili i risultati dell’appliicazione dell’IBE. Il SECA risulta sempre corrispondente ad una classe 3 e ad un giudizio “sufficiente”. Per la valutazione dello Stato ambientale si prendono in considerazione anche i microinquinanti (sia organici che metalli pesanti) eventualmente presenti nelle acque fluviali. Se la concentrazione anche di un solo microinquinante è superiore al valore soglia, lo stato ambientale diventa automaticamente scadente o pessimo.

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STATO AMBIENTALE Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Concentr. ≤valore ELEVATO BUONO SUFFICIENTE SCADENTE PESSIMO inquinanti soglia Tab.1 >valore SCADENTE SCADENTE SCADENTE SCADENTE PESSIMO D.Lgs.152/99 soglia

Per il calcolo dello Stato ambientale del corso d’acqua il SACA conferma il risultato “sufficiente”del SECA per tutti gli anni in esame tranne il 2000, quando viene assegnato alla stazione uno stato ambientale “scadente”. Conc. CLASSE CLASSE STATO STATO CODICE ANNO Inq. MACROD. IBE ECOLOGICO AMBIENTALE Tab.1 2000 3 III 3 NO SUFFICIENTE 2001 3 III 3 NO SUFFICIENTE 2002 3 III 3 NO SUFFICIENTE 2003 3 III 3 NO SUFFICIENTE 102 2004 3 III 3 NO SUFFICIENTE F.Bacchiglione 2005 3 III 3 NO SUFFICIENTE 2006 3 III 3 NO SUFFICIENTE 2007 3 III 3 NO SUFFICIENTE 2008 3 III ‐II 3 NO SUFFICIENTE (fonte: ARPAV) Elementi di Qualità Biologica e Stato Ecologico Ai sensi del D.Lgs. 152/2006 dal 2010 l’IBE non rappresenta più l’indicatore biologico per eccellenza nella classificazione dei corpi idrici. Il nuovo decreto infatti introduce il concetto di Elementi di Qualità Biologica (EQB), rappresentati da diversi gruppi di organismi che vengono considerati per comprendere lo stato del corpo idrico, la qualità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici. Gli EQB monitorati nel triennio 2010‐2012 nei corsi d’acqua del Veneto sono macroinvertebrati, macrofite e diatomee. La classificazione si effettua sulla base del valore di Rapporto di Qualità Ecologica (RQE), ossia del rapporto tra il valore del parametro biologico osservato e il valore dello stesso parametro corrispondente alle condizioni di riferimento, ovvero le condizioni che si ritrovano in corrispondenza del “tipo” inalterato di corpo idrico considerato. La qualità, espressa in cinque classi, può variare da Elevato a Cattivo. Nel caso del Canale Bisatto in corrispondenza della stazione 325 non sono stati applicati gli EQB, in quanto è considerato un corpo idrico artificiale e per questi ARPAV ha optato per una classificazione solo con gli elementi di qualità chimici., limitando quindi il campo valutativo. Per quanto riguarda invece il tratto 219_43 del Fiume Bacchiglione sono stati valutati i macroinvertebrati, che hanno dato un giudizio “scarso”.

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EQB EQB CODICE COD TIPO EQB DIATOMEE MACROINV. MACROFITE 219_43 06.SS.3.T SCARSO (Fiume Bacchiglione) (fonte: ARPAV)

Stato Ecologico. Dall’analisi dei risultati relativi ai diversi EQB, del LIMeco e degli inquinanti specifici non compresi nell’elenco di priorità si ottiene lo Stato Ecologico del corso d’acqua, così come indicato dal D.Lgs. 152/2006 e dal D.M. 260/2010. La procedura di calcolo dello Stato Ecologico prevede, per ogni stazione, il calcolo delle metriche previste per gli elementi di qualità monitorati, l’integrazione dei risultati triennali delle stazioni a livello di corpo idrico, il risultato peggiore degli indici per corpo idrico nel triennio. La classe dello Stato Ecologico del corpo idrico deriverà dal giudizio peggiore attribuito ai diversi elementi di qualità. La qualità, espressa in cinque classi, può variare da “elevato” a “cattivo”. I giudizi peggiori (“scadente e “cattivo”) sono determinati solo dagli indici EQB. Nel caso del Canale Bisatto in corrispondenza della stazione 325 il calcolo dello Stato Ecologico deriva solo dalla valutazione del LIMeco e degli inquinanti specifici, e dà “scarso”. Per il Fiume Bacchiglione al LIMeco e agli inquinanti specifici si aggiunge la valutazione dell’EQB relativo ai macroinvertebrati; viene confermato uno stato ecologico “scarso”. Si deve segnalare un’incongruenza emersa in relazione ai dati ARPAV pubblicati di queste stazioni, per le quali viene indicato un LIMeco scarso tra i dati chimici, mentre viene indicato come “sufficiente” ai fini dello stato ecologico.

INQUINA EQB EQB EQB PERIOD STATO CODICE LIMeco NTI MACROIN MACROFI DIATOME O ECOLOGICO SPECIFICI V. E E 220_15 2010‐ SCARSO SUFFIC. ‐ ‐ ‐ SCARSO CanaleBisatto 2012 219_43 2010‐ SCARSO BUONO SCARSO ‐ ‐ SCARSO F.Bacchiglione 2012 (fonte: ARPAV, modificato) CONCLUSIONI Tenendo conto delle sostanziali innovazioni in tema di monitoraggio e classificazione delle acque superficiali si può in sintesi concludere: Indicatori Chimici: Canale Bisatto “sufficiente” solo saltuariamente “buono” pari ad un livello di alterazione significativo. Fiume Bacchiglione stabilmente una classe 3 pari “sufficiente”. eccezionalmente “buono LIM eco : Canale Bisatto 2010‐2012 “scarso”. Fiume Bacchiglione “scarso” entrambi per concentrazioni di azoto nitrico, azoto ammoniacale e fosforo, di provenienza agricola. Stato ecologico Il Fiume Bacchiglione ha conseguito uno stato “buono” tra il 2010 e il 2012. Il Canale Bisatto invece ha conseguito uno stato “buono” nel 2011 e nel 2012, mentre nel 2010 è stato classato “sufficiente” per la presenza di numerosi pesticidi

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Stato Chimico Canale Bisatto e Fiume Bacchiglione nel periodo 2010‐2012 sono stati classificati in stato “buono”. IBE Sul Canale Bisatto non è mai stato applicato; Bacchiglione stabilmente una classe III indice di un ambiente qualitativamente alterato SECA F. Bacchiglione una classe 3 “sufficiente”. SACA F. Bacchiglione conferma il risultato “sufficiente”del SECA EQB F. Bacchiglione sono stati valutati i macroinvertebrati, giudizio “scarso Stato ecologico Canale Bisatto “ scarso”; F. Bacchiglione "scarso”. Le acque superficiali sono dunque in stato di alterazione ambientale di moderata criticità.

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2.8.2. ACQUE SOTTERRANEE Nella provincia di Vicenza è presente un acquifero indifferenziato nell’Alta Pianura da cui trae alimentazione il sistema multifalda della Media e Bassa Pianura.

Introduzione Normativa Dal 2009 è in vigore il D.Lgs. 30/2009, in attuazione della Direttiva 2006/118/CE relativa alla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento. Rispetto alla preesistente normativa (D.Lgs 152/1999), restano sostanzialmente invariati i criteri di effettuazione del monitoraggio (qualitativo e quantitativo); cambiano invece i livelli di classificazione dello stato delle acque sotterranee, che si riducono a due (buono o scadente) invece dei cinque (elevato, buono, sufficiente, scadente naturale particolare). Si riportano nella seguente tabella i principali riferimenti normativi a livello nazionale in materia di acque. – D.Lgs. 12 luglio 1993, n° 275 ‐ Riordino in materia di concessioni di acque pubbliche – L. 09 dicembre 1998, n° 426 ‐ Nuovi interventi in campo ambientale – D.P.C.M. 12 febbraio 1999 ‐ Accordo di programma per la chimica di Porto Marghera – D.Lgs. 13/01/2003, n. 36 ‐ Attuazione della direttiva 1999/31/CE su discariche di rifiuti – D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 ‐ Norme in materia ambientale – Parte quarta – D.M. 16 giugno 2008, n. 131 ‐ Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni) per la modifica delle norme tecniche del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 – D.Lgs.16 marzo 2009, n. 30 ‐ Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento – D.M. 14 aprile 2009, n. 56 ‐ Regolamento recante criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l'identificazione delle condizioni di riferimento per la modifica delle norme tecniche del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 – D.M. 14 aprile 2009 ‐ Regolamento recante criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l'identificazione delle condizioni di riferimento per la modifica delle norme tecniche del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 – D.M. 8 novembre 2010, n. 260 ‐ Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 D.G.R. 3 ottobre 2003, n°2922 ‐ Adozione delle modalità e dei criteri per la rimozione di serbatoi interrati presso gli impianti stradali di carburanti, etc. – , D.C.R. 5 novembre 2009, n. 107 – Piano Tutela Acque – D.G.R. 28 ottobre 2013, n. 1950 ‐ Classificazione delle acque superficiali interne regionali: corsi d’acqua e laghi, triennio 2010 – 2012

Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 85 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Carta delle isofreatiche del Veneto ‐ 2003. (fonte: Le acque sotterranee della Pianura Veneta – ARPAV – 2006)

Stazioni di monitoraggio ARPAV nell’area di studio L’attuale rete di monitoraggio delle acque sotterranee di ARPAV è costituita nel territorio veneto da 287 punti di monitoraggio per le analisi chimiche, 234 pozzi/piezometri per le misure del livello piezometrico.

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(fonte: ARPAV) Le campagne di monitoraggio quantitativo delle acque sotterranee eseguite da ARPAV prevedono, 4 volte all’anno, la misura del livello della falda e la misura di portata dei pozzi artesiani ad erogazione spontanea. Le campagne di monitoraggio qualitativo delle acque sotterranee consistono nell’effettuare 2 volte all’anno prelievi di campioni d’acqua e successiva analisi chimica in laboratorio.

I punti di monitoraggio sono maggiormente concentrati nell’Alta Pianura, dove sono situate numerose opere di presa acquedottistiche. Questa area, inoltre, costituisce la zona di ricarica delle falde e presenta una elevata vulnerabilità ambientale. Sono presenti diversi pozzi nell’area dei Comuni di Barbarano Vicentino e di Mossano che sono stati utilizzati utilizzati per il campionamento delle acque sotterranee, alcuni per le analisi chimico‐fisiche delle acque sotterranee altri per la valutazione dello stato quantitativo. La rete di monitoraggio attuale conta 5 punti che possono essere significativi per descrivere la situazione dell’area in esame, 2 in Provincia di Vicenza e 3 in Provincia di Padova, ripartiti tra i due corpi idrici sotterranei (GWB) regionali Bassa Pianura settore Brenta (BSPB) e Lessineo‐Berico‐ Euganeo (LBE). CODICE COMUNI PROFONDITA’ ACQUIFERO GWP 2400604 Arcugnano (VI) ‐ Sorgente LBE 155 (VI) 4.7 Falda libera BPSB Cervarese Santa Croce 975 6 Falda libera BPSB (PD) 2803111 Cinto Euganeo (PD) ‐ Sorgente LBE 67 Saccologo (PD) 4.09 Falda libera BPSB (fonte: ARPAV)

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Stato Chimico Fino al 2008 le misure chimiche per la valutazione dello stato qualitativo delle acque sotterranee si basano ai sensi del D.Lgs. 152/1999 sull’indice SCAS, che considerava parametri fisici e chimici ripartiti tra “Parametri di Base Macrodescrittori” ed “Addizionali” e veniva ripartito in cinque classi. La valutazione dello stato chimico mediante l'indice SCAS è stata superata ad oggi superata dall'entrata in vigore del D.Lgs 30/2009 che, recependo le direttive 2006/118/CE e 2006/118/CE, integra il D.Lgs. 152/2006 e contestualmente modifica le classi di stato chimico riducendole a 2 rispetto le 5 del decreto previgente. Le due nuove classi di stato chimico sono “buono” e “scarso”. A livello europeo vengono indicati gli standard di qualità solo per nitrati e pesticidi; gli altri elementi da monitorare vengono definiti dai singoli stati membri sulla base delle pressioni presenti sul territorio. Per l’Italia i parametri individuati sono individuati dal D.Lgs 30/2009 in appendice B.

Nel periodo 2009‐2012 la stazione di Arcugnano ha ottenuto sempre uno stato chimico “buono”, mentre per le altre stazioni nell’area in esame sono emerse diverse problematiche. In particolare per la stazione di Torri di Quartesolo lo stato chimico è stato valutato “scadente” sia nel 2009 che nel 2011, rispettivamente a causa delle concentrazioni di nichel e di tricloroetano. Alle stazioni di Cervarese Santa Croce e Cinto Euganeo lo stato “scadente” viene assegnato solo nel 2010 per la presenza rispettivamente del diserbante terbutilazina e di triclorometano e bromodiclorometano.

Decisamente più compromessa si mostra la situazione della stazione di Saccolongo, che risulta sempre in stato “scadente” per la concentrazione di nichel e piombo nel 2009, nichel nel 2010, tetracloretilene, tricloroetilene, nitriti e nichel nel 2011 e cloruro di vinile e nichel nel 2012.

ANNO CODICE LOCALITA’ 2009 2010 2011 2012

2400604 Arcugnano (VI) ‐ BUONO BUONO BUONO

155 Torri di Quartesolo (VI) SCADENTE BUONO SCADENTE BUONO

975 Cervarese Santa Croce (PD) SCADENTE BUONO BUONO

2803111 Cinto Euganeo (PD) SCADENTE BUONO BUONO

67 Saccologo (PD) SCADENTE SCADENTE SCADENTE SCADENTE

(fonte: ARPAV)

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(fonte: ARPAV)

Un parametro di particolare importanza è rappresentato dalla concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee, che riflette l’intensità della pressione sul territorio e sui corpi idrici da parte delle attività agricole. Come già visto, l’attribuzione dello stato “scadente” non è mai imputabile ai nitrati nelle stazioni esaminate, che anzi negli ultimi anni si attestano su valori contenuti (nel 2012 tra i 6 mg/l a Saccolongo ai 22 mg/l di Cinto Euganeo sui 50 mg/l dello standard di qualità nazionale). Questo a conferma del fatto che non rappresentano un problema per l’area in esame.

Stato Quantitativo Fino al 2008, in analogia con lo SCAS, lo stato quantitativo della falda veniva valutato ai sensi del D.Lgs. 152/1999 attraversi l’indice SQuAS (Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee). Per l’applicazione di questo indice le misure quantitative si basano sulla valutazione del grado di sfruttamento della risorsa idrica, e vengono considerati due indicatori: la portata delle sorgenti o delle emergenze idriche naturali e il livello piezometrico. Sulla base dei risultati l’indice viene ripartito in quattro classi. Sempre secondo il D.Lgs. 152/1999 l’incrocio delle classi descrittive dello stato chimico e dello stato quantitativo definivano lo Stato Ambientale (SAAS), ripartito in 5 classi. L’ultimo anno in cui è stata applicata questa metodologia è il 2007. Dal 2009 infatti il D.Lgs. 30/2009 ha ribadito, in continuità col D.Lgs. 152/1999 l’importanza del fatto che la media annua dell'estrazione a lungo termine non esaurisca le risorse idriche sotterranee disponibili. Non definisce

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però con chiarezza la metodologia da adottare per la valutazione dello stato quantitativo delle acque sotterranee. In assenza di ulteriori specifiche, un importante indicatore del grado di sfruttamento dell'acquifero è l'andamento nel tempo del livello piezometrico, ricavabile dal monitoraggio quantitativo della falda freatica effettuato da ARPAV negli ultimi anni. Si riportano i grafici dei livelli freatimetrici riferiti al medio mare rilevati in 4 stazioni considerate significative. Il trend generale che sembra di osservare è quello di un crescente abbassamento del livello piezometrico, appena accennato nel caso di Torri di Quartesolo e invece decisamente marcato a Nanto. L’unica stazione che mostra un trend più stabile è quella di Saccolongo.

Stato delle acque sotterrnaee – anno 2012 (fonte: ARPAV)

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CONCLUSIONI Nel periodo 2009‐2012 la stazione di Arcugnano ha ottenuto sempre uno stato chimico “buono”. A Torri di Quartesolo lo stato chimico è stato valutato “scadente” nel 2009 e 2011, per concentrazioni di nichel e di tricloroetano. A Cervarese S.C. e Cinto Euganeo lo stato “scadente” viene assegnato solo nel 2010 per ldiserbante terbutilazina e di triclorometano e bromodiclorometano. Si tratta di criticità episodiche, non connesse al PATI. che necessitano di monitoraggio e vigilanza costante.

2.8.3. RETE ACQUEDOTTISTICA E FOGNARIA

Su conforme precisazione dei Comuni procedenti e dalla cartografia che segue risulta :

A‐ Comune di Barbarano Vicentino ‐‐la rete acquedottistica copre il 100 % dei residenti e relativo territorio; ‐‐ la rete fognaria copre il fabbisogno dell’80 % della popolazione, e riguarda tutti i territori interni alle ATO residenziali e produttive. Invece, come normalmente accade nelle aree a bassa densità insediativa, sono esterne alla rete le zone residenziali collinari e quelle di pianura più marginali a densità molto bassa, senza che ciò comporti, sotto il profilo igienico‐ambientale ed idraulico, criticità di rilievo . Tutta la fognatura confluisce nel depuratore in V.le del Lavoro recentemente ampliato da Acque Vicentine per una portata di 5000 abitanti equivalenti, adeguata all’insediamento di previsione del PATI

B‐ Comune di Mossano ‐‐la rete acquedottistica copre il 100 % dei residenti e relativo territorio; ‐‐ la rete fognaria si stima che copra il fabbisogno dell’80 % della popolazione, ed interessa tutti i territori interni alle ATO residenziali e produttive. Anche in questo Comune sono esterne alla rete le zone residenziali collinari e quelle di pianura più marginali a densità molto bassa , senza che ciò comporti, sotto il profilo igienico‐ambientale ed idraulico, criticità di riliev . La fognatura di Ponte di Mossano confluisce al depuratore di Via Ore a Ponte di Mossano. La fognatura di Mossano capoluogo confluisce interamente all’impianto di fito‐depurazione in Via Fontanella. Entrambi gli impianti, assicurano un efficace dimensionamento

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CONCLUSIONI SULLE RETI DI ACQUEDOTTO E FOGNATURA DEL PATI Le dotazioni di entrambi i Comuni del PATI, nelle rispettive autonomie funzionali e gestionali sono idonee per servire al popolazione attuale e quella di previsione del PATI e non comportano criticità ai fini della VAS. Lo stesso dicasi per le attività produttive industriali, artigianali, commerciali e simili insediate in aree urbane.

Gli insediamenti agricoli, come in tutto il territorio regionale a carattere rurale, devono invece risolvere autonomamente lo smaltimento delle acque reflue, sia delle parti residenziali, sia delle parti rustiche e degli allevamenti, con dispositivi e procedure specifici, conformi alle prescrizioni di igiene ambientale, alle norme generali sullo spandimento liquami, ed ai regolamenti locali, dato che non potrebbero essere idoneamente ricondotte alla rete comunale di pertinenza. Con queste misure già in atto ed in previsione, non si rileva alcuna criticità ai fini VAS. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 93 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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2.9. AGENTI FISICI

2.9.1. RUMORE INTRODUZIONE NORMATIVA Il rumore rappresenta uno degli inquinanti più diffusi nel tessuto urbano e tra i più difficili da risanare. La Legge Quadro 447/95 definisce il rumore come un inquinamento “nell’ambito abitativo o nell’ambiente esterno, tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi” Gli effetti nocivi sull’uomo causati dall’esposizione al rumore variano in base alle caratteristiche fisiche del fenomeno, ai tempi e alle modalità di manifestazione dell’evento acustico e alla specifica sensibilità del soggetto esposto, si possono classificare come: effetti di danno, alterazioni non reversibili o non completamente reversibili, oggettivabili dal punto di vista clinico e/o anatomopatologico; effetti di disturbo, alterazioni temporanee delle condizioni psicofisiche del soggetto e che siano chiaramente oggettivabili, determinando effetti fisiopatologici ben definiti; sensazione di disturbo e fastidio genericamente intesa (annoyance)

Le sorgenti di rumore nell’ambiente urbano sono innumerevoli e in ordine di importanza e incidenza sono: rumore da traffico: - veicolare - ferroviario - aeroportuale rumore originato da impianti industriali e artigianali; rumore originato da discoteche, spettacoli e pubblici esercizi; rumore originato da attività e fonti in ambiente abitativo.

Il primo passo nella gestione delle problematiche relative al rumore consiste nella caratterizzazione da parte delle Amministrazioni Comunali del territorio in funzione della destinazione d’uso attraverso un Piano di Zonizzazione Acustica, volto ad evidenziare le aree a maggiore criticità; a questo dovrebbe seguire un Piano di Risanamento Acustico, volto alla definizione dei tempi e delle modalità per gli interventi di bonifica nel caso si superino i valori di attenzione.

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Tabella C del DPCM 14/11/97: valori limite delle sorgenti sonore in funzione delle sei classi di destinazione d’usodel territorio (I ‐ VI).(fonte: Annuario APAT 2008)

Sorgenti e normativa di riferimento (fonte: ARPAV)

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Quadro delle caratteristiche degli indicatori per il rumore (fonte: Annuario APAT 2008) PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA Emerge un diffuso inquinamento acustico nei centri urbani della Provincia di Vicenza, con previsione di superamento dei limiti imposti dalla normativa. Nel 2004 Barbarano Vicentino e Mossano rientravano tra i Comuni della provincia di Vicenza che avevano già adottato o approvato un Piano di Zonizzazione Acustica, volto ad individuare le aree maggiormente critiche che saranno oggetto di un successivo piano di risanamento. Si evidenzia in particolare per l’area di Barbarano Vicentino e Mossano una situazione di criticità intermedia per la situazione diurna, e medio‐bassa per la situazione notturna, valutata sulla base del numero e della tipologia delle infrastrutture di viabilità.

Criticità acustica comunale in base ai livelli di rumorosità (fonte: Rapporto sugli indicatori ambientali del Veneto – 2008)

2.9.1.1. FONTI DI INQUINAMENTO ACUSTICO E CLASSIFICAZIONE ACUSTICA

Nel territorio del PATI, ad eccezione delle sole aree produttive industriali, non si rilevano altre fonti di pressione acustica oltre a quelle dovute all’autotrazione, principalmente stradale, ma anche agricola. I Comuni di Barbarano V. e Mossano sono dotati del Piano di Classificazione Acustica dei rispettivi territori, che costituiscono il dettagliato riferimento per la VAS in tema di rumore.

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PCA vigente del Comune di Barbarano Vicentino

Il PCA di Barbarano Vicentino considera nelle sue elaborazioni le seguenti Classi di riferimento:

Classe I – Aree particolarmente protette ( 40‐50 dba); le aree collinari di interesse paesaggistico ambientale del Castello; il complesso di San Giovanni in monte; Il Monticello ed alcuni ambiti più minuti corrispondenti alle ville e ssimili.

Classe II – Aree desinate ad uso prevalentemente residenziale sono ubicate nel Capoluogo e a, in posizione abbastanza riparata dal traffico di attraversamento e ben distante dalle attvità produttive presenti. A Ponte di Barbarano le aree in Classe II sono due distinte, comprese tra S.P Riviera Berica e il monticello.

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Classe III – Aree di tipo misto. Coprono una larghissima parte del territorio comunale sia a carattere urbano come a carattere rurale, ed i parametri ammessi, sicuramente per non inibire le attività presenti in area urbana per un verso, né la meccanizzazione agricola in ìquelle rurali, sembrano sicuramente sostenibili, ma anche migliorabili quanto a selettività de articolazione della disciplina delle emissioni acustiche.

Classe IV ‐‐ Aree di intensa attività umana riguardano isolate e limitate aree, in genere prossime a quelle delle Classi contigue III e IV Classe V aree prevalentemente industriali: si trovano solo a fondovalle, in aree produttive di media consistenza, normalmente non contigue alle aree residenziali

Classe VI aree esclusivamente industriali. Si trovano esclusivamente in pianura nelle aree produttive principali:una a ridosso della ex ferrovia, le altre affacciate alla Riviera Berica.

PCA Vigente del Comune di Mossano Il PCA di Mossano considera nelle sue elaborazioni le seguenti Classi di riferimento:

Classe I – Aree particolarmente protette ( 40‐50 dba) solo la parte collinare superiore per una piccola estensione;

Classe II – Aree desinate ad uso prevalentemente residenziale, tutto ,il Capoluogo in collina, e tutto il nucleo di ponte di Mossano in Pianura.

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Classe III – Aree di tipo misto: tutto il restante territorio comunale intermente a carattere rurale, salvo l’unica rea industriale presente in Riviera berica.

Classe V aree prevalentemente industriali Includono solamente detta area produttiva. Non sono rilevate aree della Classe VI.

Ai fini valutativi, si deve evidenziare che detti Piani sono un utile indicazione, anche se per molti aspetti sono ormai da rinnovare, anche per tenere conto delle innovazioni normative intevenute.

Tuttavia sotto i profilo della sostenibilità ambientale, sono soprattutto le aree di Classe IV; V e VI a dovere essere studiate con maggiore cautela,e sotto questo profilo si può dire che esse sono anche oggi condivisibili ed in prospettiva, con marginali adeguamenti, corrispondono anche alle previsioni del PATI.

Per altro verso le Classi I e II sono già in parte adeguatamente individuate e queste anche suscettibili di essere confermate, ed ulteriormente estese in sede di una prossima revisione del PCA. nel quadro del PI. Questa prossima revisione oltre all’adeguamento normativo dovrebbe meglio discernere tra attività urbane ed attività rurali tra le molte inserite in Classe III come “attività miste”. Infatti in ambito rurale le attività che richiedono l impiego di mezzi a motore, di qualsiasi tipo. devono considerarsi soggette a cicli stagionali, ben precisi e con fasi di concentrazione circoscritte in determinati periodi , ma anche con lunghi periodi di riposo o attività a basso tenore di emissioni. Inoltre le attività agricole di pianura sono assai diversi per impiego di macchinari ed emissioni di rumore da quelle collinari. Quindi una classificazione più sensibile ai diversi caratteri del territorio,

In effetti la pressione acustica nel territorio del PATI è principalmente da motoveicoli o macchinari a motore endotermico ed occorrerà attendere che l’ Autostrada Valdastico Sud si completi, ormai nel gito di pochi mesi, e sposti definitivamente il traffico di attraversamento e pesante sui nuovi itinerari. più lontani dagli inserimenti attuali per fare un nuovo aggiornato Piano di Classificazione Acustica. In questo contesto i rilevamenti, già accuratamente svolti in passato, potranno restituire un a condizione acustica sicuramente migliorata in pianura, per il minore numero delle fonti di emissione ma anche in collina, di riflesso, se si considera la esposizione del versante berico.

2.9.2. RADIAZIONI I campi elettromagnetici (CEM) hanno origine dalle cariche elettriche e dal loro movimento. L’oscillazione delle cariche elettriche produce campi elettrici e magnetici che si propagano nello spazio sotto forma di onde, con una velocità di 300.000 Km/s (chilometri per secondo). L’insieme di tutte le onde elettromagnetiche, classificate in base alla loro frequenza, costituisce lo spettro elettromagnetico. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 100 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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(fonte: ARPAV) Lo spettro può essere diviso in due sezioni, a seconda che le onde siano dotate o meno di energia sufficiente a ionizzare gli atomi della materia con la quale interagiscono: radiazioni non ionizzanti (NIR = Non Ionizing Radiations), comprendono le radiazioni fino alla luce visibile; radiazioni ionizzanti (IR = Ionizing Radiations), coprono la parte dello spettro dalla luce ultravioletta ai raggi gamma.

2.9.3. RADIAZIONI NON IONIZZANTI INTRODUZIONE NORMATIVA Le radiazioni non ionizzanti sono forme di radiazioni elettromagnetiche che, al contrario delle radiazioni ionizzanti, non possiedono l’energia sufficiente per modificare le componenti della materia e degli esseri viventi (atomi, molecole). Le radiazioni non ionizzanti possono essere suddivise in: campi elettromagnetici a frequenze estremamente basse (ELF) radiofrequenze (RF) microonde (MO) infrarosso (IR) luce visibile

Le radiazioni non ionizzanti si dividono anche in radiazioni a bassa e alta frequenza. In base alla diversa interazione che i due gruppi di onde hanno con gli organismi viventi e i diversi rischi che potrebbero causare alla salute umana. Le sorgenti che producono radiazioni ad alta frequenza (RF ‐ Radio Frequencies) sono gli impianti radiotelevisivi, le Stazioni Radio Base e i telefoni cellulari, mentre le sorgenti che producono radiazioni a bassa frequenza (ELF ‐ Extremely Low Frequencies), sono gli elettrodotti, le sottostazioni elettriche e le cabine di trasformazione.

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Popolazione esposta ai campi magnetici. Nel territorio del PATI. i campi elettromagnetici presenti e meritevoli di attenzione in sede VAS riguardano sua radiazioni in Alta frequenza sia in Bassa frequenza, come ai punti che seguono.

ALTA FREQUENZA – STAZIONI RADIO BASE. Per quanto riguarda le stazioni radio base per telefonia ad Alta frequenza, la cui presenza èi molto inferiore a quelle dei prospicienti Colli Euganei, come evidenziato nel Rapporto Ambientale adottato, le località con antenne installate risultavano no in tutto n.5 e solo a Barbarano, apparentemente solo per rimediare ad una limitazione orografica della ricezione in sito. Quattro risultavano in posizione collinare emergente e relativamente lontane dal sottostante insediamento di Barbarano capoluogo, per intuibili per ragioni orografiche e di efficienza di trasmissione. Il restante in Via Capitello si trova in pianura in area esterna agli insediamenti sia civili che industriali.

Barbarano Vicentino VI‐2362B v.Capitello, 11 altezza 31

n.antenne 6

Barbarano Vicentino VI 045 v.Capitello altezza 31

n.antenne 3

Barbarano Vicentino VI 096 A v.Castello altezza 20,65‐22,65

n.antenne 6

Barbarano Vicentino VI40_U v.Castellaro altezza 19,35

n.antenne 6 Loc.Roccolo

Barbarano Vicentino VI‐5650C v.Castello, 20 altezza 26,1

n.antenne 6

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fonte: ARPAV)

Evoluzioni recenti nei Comuni di Barbarano Vicentino E Mossano Negli ultimi anni c’è stato un ulteriore aumento di sorgenti di campi elettromagnetici. Per quanto riguarda gli impianti di tele‐radio diffusione e telefonia mobile (alte frequenze) la normativa di riferimento fissa sempre 3 parametri di riferimento: − Limite di esposizione di 20 V/m; − Valore di Aenzione di 6 V/m; − Obievo di qualità di 6 V/m. Nei Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano le diverse sorgenti di campi elettromagnetici ad alta frequenza, costituite da stazioni radio base per telefonia mobile, sono state studiate dettagliatamente e questo fatto intervenuto nelle documentazioni di dati è rilevante per il procedimento VAS Di seguito viene mostrata l’ubicazione aggiornata delle stazioni, la loro identificazione ed il livello del campo elettrico valutato da ARPAV a 5 m dal suolo.

NOME SITO INDIRIZZO GESTORE POSTAZIONE ALTEZZA C.E. (m)

Loc. S. Giovanni, Tele Nord VI014A traliccio 20 MOSSANO srl Via Cognola, Ass.Radio VI054A BARBARANO traliccio 11 Maria VIC.NO VI3229B Via Castello 20 H3G al suolo 36 VI‐5650C BARBARANO OMNITEL su palo 26.1 VI096_VF VIC.NO WIND su palo 26.1 via Castellaro loc. Rocolo VI40_U TELECOM su palo 19.35 BARBARANO VIC.NO VIB7 Via Capitello 14 TELECOM su palo 28.5 Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 103 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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BARBARANO VI045_var1 WIND su palo 31.8 VIC.NO Via Capitello 11 VI‐2362B BARBARANO OMNITEL al suolo 31.3 VIC.NO

(fonte: ARPAV)

Livelli di campo elettrico. Dai dati più aggiornati i resi disponibili dall’ARPAV risulta che i livelli di campo elettrico si articolano a seconda delle stazioni esaminate tra ‐‐‐ meno di 1 V/m e 1‐2 V/m. per al parte più estesa/ esterna di ciascun campo studiato; ‐‐‐ tra 2‐3 V7m per una parte più prossima alle fonti di emissione , comunque non estesa; ‐‐‐ tra3‐6 V/m solo per puntuali ambiti compresi immediatamente a ridosso delle antenne.

Il che consente di concludere utilmente ai fini della VAS che la popolazione esposta alle radiazioni ad Alta frequenza di queste postazioni è circa tutta quella di del solo capoluogo Comune di Barbarano Vicentino che, per questa valutazione, si stima in circa 3.500 abitanti. Questo fatto non costituiscee in alcun modo criticità ambientale, in quanto questi valori rilevati: Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 104 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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a) restano molto al di sotto del Limite di esposizione di 20/V/m , che non risulta rilevato in alcuna posizione; a) non superno mai il limite di Attenzione di 6 V/m b) si stabilizzano tutti ben al di sotto di tale limite assicurando l’Obiettivo di qualità

Di conseguenza con l’approfondimento effettuato per dare risposta al quesito, si ritiene: ‐‐‐ di poter considerare soddisfatta la richiesta delle Commissione; ‐‐‐ di poter confermare invariato il giudizio valutativo positivo formulato nel RA adottato ‐‐‐che se del caso il capitolo Radiazioni del RA potrebbe essere aggiornato secondo una versione riveduta integrata, evidenziando chiaramente che si tratta di modificazione intervenuta posteriormente all’adozione delle Amministrazioni procedenti comunque non influente sulla Valutazione di Sostenibilità già espressa , che si conferma.

BASSA FREQUENZA‐ ELETTRODOTTI Per gli elettrodotti (basse frequenze) i valori d’esposizione stabiliti dalla normativa (D.P.C.M. 08/07/03) non devono superare i 100 µT per l’induzione magnetica e 5 KV/m per il campo elettrico. Il valore di attenzione è pari a 10 µT, e l’obiettivo di qualità a 3 µT. Nella provincia di Vicenza esistono 493.92 km di linee elettriche ad alta tensione.

In particolare, i Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano sono attraversati da una linea di alta tensione a 220 kV e, molto marginalmente, e senza impatti di rilievo da due linee a 132 kV.

Estensione delle linee degli elettrodotti in Veneto e nei Comuni di Barbarano e Mossano. (fonte: Regione Veneto)

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Estratto dalla TAV 1 PATI Carta dei Vincoli. Le frecce in rosso evidenziano il tracciato dell’elettrodotto da 220 KV.

Comune Tensione Cod. Nome km Barbarano Vic.no 132 kV 28.756 Abano – Ponte Botti 0.29 VE13 Montebello – Lerino ‐ Montegalda 0.50 220 kV 22.268 Cittadella – Este 0.63 E2.209 Sandrà – Marghera I 2.07 Mossano 132 kV VE13 Montebello – Lerino ‐ Montegalda 0.86 220 kV 22.268 Cittadella – Este 1.22 E2.209 Sandrà – Marghera I 2.59 (fonte: Regione Veneto)

La popolazione complessivamente esposta si attesta su valori percentuali molto bassi ed inferiori alla media regionale.

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Rispetto invece alla media provinciale, solo a Mossano si registra una percentuale di popolazione un po’ più esposta maggiore del dato provinciale, comunque di consistenza numerica abbastanza bassa. Pertanto l’esposizione alle Basse frequenze non presenta alcun criticità a Barbarano ed una bassa criticità a Mossano,condizionata anche dalla modestissima entità demografica locale. % pop. esposta Soglia Reg. Veneto Prov. Vicenza Barbarano Mossano 10 microtesla (valore di attenzione ‐ DPCM 0.57 0.28 0.14 0.46 8/7/2003) 3 microtesla (obiettivo di qualità ‐ DPCM 0.90 0.45 0.21 0.72 8/7/2003) 0.2 microtesla (distanze di rispetto stabilite dalla 2.12 1.11 0.50 1.69 LR 27/93)

CONCLUSIONI Il giudizio positivo a suo tempo formulato per la VAS adottata, si può dunque confermare, ora anche alla luce delle analisi aggiornate ed integrate.

2.9.4. RADIAZIONI IONIZZANTI Le radiazioni ionizzanti sono particelle e onde elettromagnetiche ad elevato contenuto energetico, in grado di modificare la struttura della materia con la quale interagiscono. La capacità di ionizzare e di penetrare all’interno della materia dipende dall’energia e dal tipo di radiazione emessa, e dalla composizione e dallo spessore del materiale attraversato. Si distinguono: radiazioni alfa (2 protoni + 2 neutroni), possiedono un'elevata capacità ionizzante e una limitata capacità di diffusione in aria, possono essere bloccate con un foglio di carta o un guanto di gomma. Sono pericolose per l’organismo se si ingeriscono o inalano sostanze in grado di produrle. radiazioni beta (elettroni) sono più penetranti rispetto a quelle alfa ‐circa un metro in aria e un cm sulla pelle‐ , possono essere fermate da sottili spessori di metallo, come un foglio di alluminio, o da una tavoletta di legno di pochi centimetri. radiazioni x e gamma (fotoni emessi per eccitazione all’interno del nucleo o all’interno dell’atomo) attraversano i tessuti a seconda della loro energia e richiedono per essere bloccate schermature spesse in ferro, piombo e calcestruzzo.

La radioattività può essere di origine naturale, legata a raggi cosmici, radioisotopi cosmogenici o primordiali (uranio‐238, uranio‐235,..), o di origine antropica, se derivante da emissioni dell’industria dell’energia nucleare, o da irradiazione medica.

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INTRODUZIONE NORMATIVA Il documento europeo fondamentale in materia di radiazioni ionizzanti è il trattato istituito dalla Comunità europea per l'energia atomica (Euratom) firmato a Roma nel 1957, con l'obiettivo di contribuire allo sviluppo di conoscenze tecniche sull’energia nucleare e permettere ad ognuno di trarre beneficio dallo sviluppo di tale energia. La normativa di riferimento a livello italiano in materia di radiazioni ionizzanti è rappresentata da:

Caratteristiche degli indicatori per le radiazioni ionizzanti (fonte: Annuario APAT 2008) INDAGINE SUL RADON NEI COMUNI DI BARBARANO VICENTINO E MOSSANO Nell’ambito dello studio delle radiazioni ionizzanti (IR), l’attività dell’ARPAV è finalizzata all’analisi della radioattività naturale e artificiale nelle matrici alimentari e ambientali, in particolare per quanto riguarda il Radon‐222, gas nobile radioattivo, che fuoriesce continuamente dal terreno e da alcuni materiali da costruzione disperdendosi nell’atmosfera, ma accumulandosi in ambienti confinati, e che in caso di esposizioni elevate rappresenta un rischio sanitario per l’essere umano. Da un primo monitoraggio condotto in tutta Italia negli anni ’90, è emerso che il valore medio regionale di radon presente nelle abitazioni del Veneto non è elevato; tuttavia, secondo un’indagine di approfondimento conclusasi nel 2000, alcune aree risultano più a rischio per motivi geologici, climatici, architettonici, ecc. e possono superare il livello di riferimento di 200 Bq/m3. Barbarano Vicentino è rientrato nel numero dei Comuni interessati dall’Indagine Regionale per l’Individuazione delle Aree ad Alto Potenziale di Radon nel Territorio Veneto, eseguita da Arpav.

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Area interessata dall’indagine sovrapposta alla carta geologica regionale. (fonte: ARPAV)

Dal rapporto conclusivo della campagna regionale sul radon si evince come in Provincia di Vicenza la situazione più critica riguardi alcune zone della fascia pedemontana. L’area del PATI di Barbarano e Mossano si situa molto marginalmente rispetto alla zona di interesse. Ed infatti il territorio del Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano risulta non essere esposto a situazioni di criticità, e presenta una situazione di rischio medio‐basso, come risultato delle indagini indoor sia nelle abitazioni sia nelle scuole.

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Percentuale di abitazioni in cui è stato rilevato un livello indoor di riferimento di 200 Bq/m3: il 10% è la soglia selezionata per l’individuazione delle aree ad alto potenziale di radon. (fonte: ARPAV)

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2.10. SUOLO‐ SISTEMA GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO

2.10.1. INQUADRAMENTO FISICO E OROGRAFICO

2.10.1.1. MONTI BERICI Il territorio è interessato dai Monti Berici che, con la loro superficie di poco inferiore ai 200 kmq, si estendono dalla città di Vicenza in direzione sud per circa 24 km, dominando, assieme ai vicini Colli Euganei, la pianura Padano ‐ Veneta. L'aspetto morfologico dei Monti Berici presenta caratteristiche estremamente diverse dal loro lato orientale a quello occidentale. Se nella parte nord‐orientale troviamo un aspetto più frastagliato con pareti rocciose che s'estendono in direzione sud per diversi chilometri, in quella sud‐occidentale troviamo contorni più deboli con pendii che degradano dolcemente verso la pianura circostante. Nella loro parte centrale si possono notare dei modesti rilievi che di rado superano i 400 metri (massima elevazione è il monte Alto, con i suoi 440 metri), contornati da lievi ondulazioni, vallette e doline tipiche del paesaggio carsico. Due profonde incisioni vallive caratterizzano l'aspetto geografico dei Monti Berici: la a sud e le Valli di Fimon a nord. La Val Liona, che con i suoi 12 km di lunghezza è la più importante dei Berici, si estende da Zovencedo fino allo sbocco tra Orgiano e Sossano nella Pianura Padana. Nelle Valli di Fimon invece, che si diramano dalla Riviera Berica verso l'interno, troviamo una zona molto ricca d'acqua e la presenza dell'unico lago ancora esistente nei Monti Berici: il Lago di Fimon. Unici fiumi che scorrono in prossimità dei Monti Berici sono: il Bacchiglione, che attraversata la città di Vicenza ne sfiora i contorni orientali ed il Guà che invece scorre vicino a quelli occidentali. Nei comuni del P.A.T.I. abbiamo le cime del Monte Tondo e del Monte Bruglio a quote di circa 400 metri sul livello del mare in comune di Barbarano Vicentino, mentre nel territorio di Mossano abbiamo le cime del Monte Alto e del Monte Lungo a quote di 440‐450 metri s.l.m.

2.10.1.2. AREA DI PIANURA Il territorio appartiene al potente materasso alluvionale padano costituito, alla base, da sedimenti di formazione marina (sabbie, marne e argille) depositatesi nel Quaternario Antico o Pleistocene inferiore. Con il Pleistocene Medio iniziano a formarsi i più antichi depositi di tipo continentale contemporaneamente alla fusione dei ghiacciai e delle glaciazioni Donau e Gunz. Fenomeni di subsidenza, oscillazioni eustatiche, movimenti tettonici legati alle ultime fasi dell’orogenesi alpina determinarono il definitivo instaurarsi di un ambiente continentale, caratterizzato da un potente accumulo di materiali detritici fluvioglaciali e fluviali. Nel territorio in esame i sedimenti del materasso alluvionale, almeno fino alle profondità indagate con la terebrazione dei pozzi d’acqua, risultano costituiti da sabbie medio grosse e le argille. I dati di campagna sembrano indicare che l’attuale configurazione litologico‐morfologica di gran parte del territorio comunale risalga alla fine della glaciazione rissiana. I sedimenti sabbiosi e limosi che caratterizzano tale area furono depositati dall’Adige durante la costruzione della sua conoide fluvio glaciale, il cui massimo sviluppo si ebbe durante la glaciazione rissiana, fino a lambire le ultime propaggini dei Lessini, dei Berici e degli Euganei.

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Si è deciso di realizzare per la parte pianeggiante la carta del microrilievo: a tal fine è necessario avere il maggior numero possibile di punti quotati. La base di partenza, per il lavoro, è rappresentata dalle C.T.R. in formato digitale. Dalle C.T.R. sono stati estratti i layers contenenti informazioni relative alle quote, in particolare i layers chiamati “curve”. In questi sono contenuti tutti i punti quotati oltre alle linee di livello, anch’esse contenenti informazioni sulle quote. Queste informazioni sono assolutamente necessarie per la realizzazione di un modello tridimensionale del terreno (TIN), formato da un reticolo che unisca tutti i punti tra loro adiacenti. Per creare il TIN si è reso necessario trasformare i file dei C.T.R. dal formato di autocad (dwg) al formato .shp utilizzato da programmi gis. Ottenuti gli shape, sono state controllate le quote e all’occorrenza sono state eliminate quelle ritenute errate. Le quote ritenute errate sono quelle che si riferiscono a punti appartenenti a zone modificate dall’azione antropica ( rilevati stradali, argini fluviali artificiali…).

Carta del micro rilievo

2.10.2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO ‐ GEOMORFOLOGICO Il territorio è interessato dai Monti Berici costituito da altopiani fortemente interessati dal fenomeno carsico, come documentato da numerose cavità ipogee, e da una conseguente rete idrografica superficiale assai poco sviluppata. Le grotte sono interessate da corsi d’acqua sotterranei, che alimentano alcune sorgenti carsiche perenni ubicate ai piedi della collina. La superficie è interessata da numerose doline espressione del ruolo prevalente del processo carsico nel modellamento di tali superfici. Esistono poi alcune valli (localmente indicate come scaranti) che possono essere classificate come valli fluvio‐carsiche. Esse hanno un profilo longitudinale per la prima parte molto

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ripido mentre in seguito si raccordano più dolcemente con le aree pedecollinari caratterizzate da depositi colluviali. Sono valli che presentano a volte strette incisioni (forre) nella parte terminale. A Barbarano la valle del Braglio, scende direttamente in centro al paese mentre in comune di Mossano si trovano due valli principali: una appena a sud del paese e una immediatamente a nord (loc. Colombare e loc. Palù). Il versante orientale è caratterizzato da una maggiore acclività e dalla presenza di alcune forre originate da valli fluvio‐carsiche. Si hanno sovente problematiche negli scaranti generate dallo scorrimento delle acque superficiali in occasione di eventi meteorologici particolarmente intensi. Risulta pertanto importante la gestione dell’area ad evitare fenomeni di erosione e di accumulo di detriti che possano creare barriera al deflusso superficiale delle acque. Da segnalare in area ‐come criticità puntuale‐ la presenza di ex cave di pietra in galleria abbandonate, da rilevare, verificare quanto a stabilità e praticabilità, e da liberare dai rifiuti accumulati.

Carta delle litologie

Per contro la pianura ha l’aspetto tipico della medio – bassa pianura vicentina, dotata di una debole acclività che aumenta solo nelle vicinanze dei rilievi collinari. Essa è percorsa da alcuni scoli importanti e da una fitta rete di rogge, scoline e canalette utilizzate per scopo irriguo e per lo

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smaltimento delle acque meteoriche. Il Monticello è interessante eccezione morfologica e litologica , connessa agli Euganei, Il terreno superficiale di questo tratto di pianura è formato talora da materiali molto fini, prevalentemente limi e argille, a bassissima permeabilità che, senza un complesso sistema artificiale di drenaggio costantemente attivo, presenterebbe ampie aree di ristagno.

2.10.2.1. CAVE, DISCARICHE E SITI INQUINATI. In sede di Quadro Conoscitivo del PATI in esame la Relazione geologica sviluppa uno studio molto dettagliato delle cavità naturali tipiche delle formazioni carsiche del Monti Berici presenti nel territorio di Barbarano e Mossano e ne fa una classificazione sistematica, utile per un ordinata panoramica dello stato naturale del sottosuolo.

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CAVE. Oltre alle cavità naturali, la Relazione geologica documenta approfonditamente la presenza di forme artificiali presenti nel sottosuolo ed in parte in superficie, conseguenti ad attività di cava, in parte non più attive, ed in parte ancora attive, tra cui la maggiore resta quella del Monticello, ma destinate ormai a cessazione .

Oltre a queste evidenze già presenti nel Quadro Conoscitivo, che qui si riportano in estrema sintesi, va evidenziato ora che per quanto compete specificamente alla procedura VAS, il Rapporto Ambientale definitivo ha già evidenziato quanto concerne cave e discariche, secondo gli ultimi Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 115 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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aggiornamenti effettuati di concerto con la Provincia. alle pagg. 280 /281 ( par. 14.4.1 Scenario n. 1‐ VERIFICA DI COMPATIBILITÀ CON IL PTCP APPROVATO) Di conseguenza e logicamente verrà aggiornato ed integrato a parte e per quanto di competenza anche il Quadro Conoscitivo, in modo da assicurare ai fini dell’approvazione la necessaria coerenza tra tutti i documenti attinenti il PATI in esame.

Quindi agli effetti della Valutazione VAS in oggetto resta confermato l’esame già effettuato, e si conferma pure il giudizio, che si riporta dei seguito.

Cave e aree degradate per presenza storica di rifiuti In collaborazione con l'Ufficio Cave della Provincia si è rilevato che : ‐ in Comune di Mossano, resta una cava di calcare da taglio estinta nel 1990, già coltivata secondo il metodo «a camere e pilastri», lasciando così delle cavità e dei pilastri di sostegno le cui condizioni statiche sono ignote, come la presenza possibile di altre cave per cui occorrono indagini. ‐in Comune di Barbarano ‐ località Monticello ‐ esiste una cava estinta sulle pendici sudorientali del Monticello definita area “non idonea” a causa dell'elevata acclività .Il Monticello è un'icona di paesaggio del PAMOB ed interventi di sistemazione sono previste entro tale ambito. E’ stato dunque redatto uno studio specifico e una ricerca sul territorio di PATI che hanno constatato la presenza di diverse cave in sotterraneo, di cui sono state stimate le relative dimensioni. Per le cave superficiali si è fatto l’aggiornamento del tematismo ed è stato verificato in sito con una descrizione di dettaglio riportata nella Relazione geologica. Il PTCP segnala a Mossano un sito in cui, precedentemente all’entrata in vigore della normativa sui rifiuti (DPR 915/82) venivano depositati e sono ancora presenti rifiuti. (Aree degradate per presenza storica di rifiuti, tav. 2, art. 12 Norme). L’area è situata nell’ambito di una cava estinta nella parte nord del territorio comunale di Mossano. Ai fini della valutazione di sostenibilità si può concludere che, per quanto attiene alle previsioni strategiche del PATI, le condizioni di fatto puntuali così evidenziate a Mossano, costituiscono moderate criticità, in concreto non rilevanti per la sostenibilità strategica del PAT. Pr il Monticello, dove invece la rilevanza sarebbe strategica, in considerazione dell’importanza del sito assunta con il PAMOB, e confermata dal PATI, si deve considerare che con l’allineamento del dello Strumento in esame al Piano di Area berico, tutte le misure di Piano sono ora adeguate, opportune ed idonee. Ne consegue una valutazione positiva.

SITI INQUINATI. In aggiunta e ad integrazione a quanto sopra va chiarita anche la questione emersa a proposito del sito inquinato indicato presso la ex stazione ferroviaria di Ponte di Barbarano. Diversamente da quanto riportato dalla stampa, non si tratta di una nuova individuazione, ma di un’ area ben conosciuta in Comune ed in Provincia, per quanto riguarda le rispettive competenze in materia ambientale e sui rifiuti.

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L area, che si trova attualmente nelle pertinenze dell’industria Zincol a Ponte di Barbarano, che la utilizza come piazzale/deposito all’aperto di carpenterie metalliche è stata oggetto di due studi approfonditi: a) uno specifico del 1990 affidato dalla Provincia di Vicenza allo Studio Ripa; b) uno ricognitivo del 1998 , affidato dalla provincia di Vicenza allo studio Treu‐Vincenzi, che alla Scheda n. 67 si occupa dello stesso sito a Barbarano, nel quadro di un’ Indagine sulle aree degradate da passate attività di smaltimento rifiuti.

Il primo studio dopo aver individuato e delimitato l’area di ca. 3.000 mq ( vedi cartine)., e stabilito che si tratta di depressione naturale del suolo già utilizzata dal Comune di Barbarano per accumulo di RSU dal 1978 al 1984 e poi ricolmata e coperta con terreno naturale, fa una dettagliata indagine geostratigrafica ed idrogeologica dalla quale si escludono impatti rilevanti per lo stato del suolo. Di conseguenza il livello di pericolosità è valutato medio basso Lo studio fa anche la debita valutazione di impatto paesaggistico, anche questo valutato medio‐ basso. La conclusione in merito alla prospettata bonifica del sito è la seguente: “In considerazione del fatto che i RSU risalenti a quasi una decina di anni fa, sono presenti in quantità relativamente modesta; che sono stati ricoperti con uno strato di terreno vegetale; che l’area è attualmente come deposito da parte di una ditta privata, si ritiene più opportuno non intervenire a modificare una situazione in via di lenta, ma sicura stabilizzazione.”

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Il secondo Studio conferma il precedente e recepisce i dati principali nella Scheda n. 67 effettuata per conto della Provincia nel 1998, previo sopralluogo del 1997.

CONCLUSIONI Si ritiene oggi ai fini della VAS che si possa convenire con il giudizio dello studio RIPA del 1990, confermare che: a) il sito è noto al Comune di Barbarano V. ed alla Provincia da 24 anni e monitorato nel tempo; b) i materiali presenti sono solo RSU raccolti ed stoccati dal 1978 al 1984, e quindi ricoperti di terreno vegetale, senza ulteriori apporti, ablazioni o trasformazioni; c) i RSU sono presenti in quantità relativamente modesta; d) l’area è attualmente in uso come deposito all’aperto da parte di una industria la Zincol, la cui attività viene confermata in sito, come anche l’uso del piazzale, da parte del PATI; queste previsioni che confermano lo stato attuale rilevato, sono compatibili con le risultanze ambientali del sito, nonostante le moderate criticità; e) che le criticità geologiche, idrogeologiche e paesaggistiche sono in effetti modeste ed invariate da oltre due decenni; f) resta sufficiente la distanza dagli insediamenti civili ed altri sensibili limitrofi, né si rilevano odori o rilasci gassosi o liquidi;

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g) è opportuno ai fini della sostenibilità ambientale “non intervenire a modificare una situazione in via di lenta, ma sicura stabilizzazione” Per quanto sopra lo stato del sito è ammissibile ai fini della Valutazione di sostenibilità.

2.11. SISTEMA IDROGEOLOGICO

2.11.1. INQUADRAMENTO L’area è caratterizzata da rilievi calcarei con intensa circolazione idrica ipogea. La sommità dei colli con la presenza di numerose doline è un tipico paesaggio carsico, caratterizzato dall’assenza di idrografia superficiale: nelle valli l’acqua scorre solamente in caso di intense piogge. Le valli (Scaranti) fluvio‐carsiche hanno un profilo longitudinale per la prima parte molto ripido mentre in seguito si raccordano più dolcemente con le aree pedecollinari caratterizzate da depositi colluviali. Esse presentano a volte strette incisioni nella parte terminale. L’acqua vi scorre solamente in caso di intense piogge. L’idrologia del territorio quindi presenta corsi d’acqua a regime torrentizio in versante e altri in pianura che si possono configurare come tipici scoli di bonifica, con pendenze poco elevate (inferiori a 1‰) atti a drenare le estese zone agricole.

2.11.2. IDROGRAFIA SUPERFICIALE La parte di pianura è solcata da fiumi e canali artificiali che drenano le acque superficiali e le regolano per l’uso agricolo. Gli scoli e canali principali sono: - il canale Bisatto , che dal comune di Mossano prosegue verso sud fino a Campiglia dei Berici; - Scolo Siron a Ponte di Babarano; - Scolo Busa e Scolo Arnalda a sud del territorio comunale di Barbarano; - Scolo Condotto al confine nord est del comune di Mossano; - lo scaranto della Valle dei Mulini di Mossano. Tutta l’area di pianura è interessata inoltre da una fitta rete di rogge e scoli tributari che assolvono alla duplice funzione di irrigazione e di drenaggio delle acque superficiali. Alcune rogge ospitano costantemente un corso d’acqua alimentato dalle sorgenti pedecollinari.

Carta dell’idrografia superficiale

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I corsi d’acqua che storicamente hanno dato i maggiori problemi idraulici sono, a nord il canale Bisatto, nel punto in cui piega verso est, all’altezza del confine del comune di Albettone e quello di Campiglia dei Berici e il fiume Frassine che periodicamente esonda, il cui comportamento e il regime è costantmente monitorato dall’Università di Padova.Tale monitoraggio deve essere mantenuto.

Idrografia e consorzi di Bonifica

2.11.2.1. CRITICITÀ IDROGEOLOGICHE

Dal Quadro Conoscitivo si vede chiaramente che le criticità idrogeologiche che connotano il territorio del PATI, sono ben definite e studiate da tempo. A‐ Ambito collinare: si confermano note aree franose di medio versante, che pur non essendo lontane e restando a monte degli abitati non interessano direttamente gli insediamenti urbani, né quelli rurali. Dal dettaglio Carta Geolitoloica che segue si osservi in due località principali il corpo di frana di scorrimento stabilizzato.

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PATI Carta Geolitologica con dettaglio delle aree interessate da fenomeni franos

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PATI Carta Geomorfologica con il dettaglio delle aree interessate da fenomeni franosi.

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Come evidenzia l’analisi geologica riportata nel Quadro Conoscitivo, il PATI riserva la debita attenzione ai fenomeni franosi sotto il profilo geomorfologico e richiama il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico)del bacino Bacchiglione‐Brenta che individua alcuni elementi di “attenzione geologica”all’interno del territorio del PATI . Si tratta di due frane di scorrimento non attive, e di alcune scarpate di degradazione individuate lungo i versanti della zona collinare. Si nota ai fini VAS che il corpo di frana di scorrimento non attiva, in entrambi i casi è quello rivolta a valle dove a distanza si trovano gli insediamenti. Le aree franose evidenziate si trovano invece a monte.

PATI Carta Geomorfologica: dettaglio delle aree interessate da fenomeni franosi.

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La Relazione Geologica, ravvicinando la propria ottica, si sofferma quindi cautelativamente con molta attenzione sui singoli fenomeni locali, prima a Mossano in loc. Colombara, Cervellin, e Barre e poi a Barbarano vicinanze di Villa Carampin, loc. Farlenda, S.Giovanni in Monte; Capoluogo, Piagiavento; Scodellette, come segue in estrema sintesi dalla schedatura.

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Debris Flow La Relazione Geologica evidenzia poi, come fatto di rilevanza per la VAS in esame il fatto che lo Scaranto Barbarano, costituente “una incisione valliva di origine fluvio‐carsica avente un profilo longitudinale per la prima parte molto ripido, la cui pendenza diminuisce repentinamente allo sbocco in pianura, poco a monte dell’abitato” del Capoluogo. “L’area lungo lo scaranto presenta un rischio di apporto solido in occasione di precipitazioni meteoriche intense con possibile innesco di movimento del materiale dei depositi sciolti i origine naturale e/o antropica che si trovano lungo il suo corso. Tale fenomeno…(omissis) … può dare origine a fenomeni di debris flow” La Relazione Geologica in sede PATI sottolinea in merito che il “PAI individua proprio in quest’area una conoide attiva, ma in realtà si tratta di un cono di trasporto di massa, come indicato nella Carte Geomorfologica del PATI”. Favorita dalla scala di maggior dettaglio e dalla puntualità dello studio effettuato localmente questa Carta PATI quindi va considerata più precisa e più attendibile ai fini valutativi. Ne consegue anche la maggiore attendibilità della Tavola PATI n. 3 delle Fragilità e delle misure dettagliatamente sviluppate in merito alla idoneità e alle penalità a fini edificatorie stabilite dal Piano: misure che ai fini valutativi, in armonia con l’istruttoria preliminare provinciale si ritengono valide, e conformi ai principi di cautela e di sostenibilità . Lo confermano le cartografie che seguono.

PATI di Barbarano e Mossano :Carta delle Fragilità in generale e in dettaglio su Barbarano V.

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Per quanto riguarda le aree da rischio di debris flow il PATI prevede che in fase urbanistica di PI dovranno essere verificate le geometrie e individuati i possibili interventi che ne riducano la pericolosità, anche in collaborazione con gli Enti competenti. Potranno in quella sede e con il dovuto dettaglio, essere anche inserite delle aree non idonee, qualora se ne ravvisi la necessità.

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Altre specifiche discipline riguardano articolatamente le aree “idonee” e quelle “idonee a condi‐ zione”. B‐ Ambito pedecollinare: si confermano le note criticità di scarico delle acque, a regime torrentizio, nella fascia di basso versante berico, dove incidono la acclività orografica e l’apporto di acque sotterranee tipiche delle formazioni carsiche accumulate in altura ed emergenti a quote più basse. Questi fenomeni, con i quali storicamente gli insediamenti urbani e rurali convivono con prevenzione e misure di regimazione/ manutenzione, non costituiscono criticità rispetto alle previsioni del PATI , che assicurano spazi di interposizione ed adottano adeguati principi di cautela. C‐ Ambiti di pianura : anche in questo caso le note difficoltà di deflusso dei copri idrici e la scarsa permeabilità dei suoli sono storicizzate e localizzate, così che gli insediamenti di pianura storici ed anche recenti sono tali da non subire criticità rilevanti rispetto allo Stato attuale e alle previsioni del PATI, comunque coerenti e compatibili con le aree di attenzione idraulica del PAI

PATI Carta Geomorfologica: in evidenza aree interessate da fenomeni di freatimetria affiorante nelle aree pedecollinari e di pianura. Queste aree sono in parte di Attenzione Idraulica del PAI.

Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 128 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Adeguamenti e aggiornamenti Per quanto di competenza della presente VAS, anche in esito al confronto con la Provincia e in relazione a sopravvenute documentazioni settoriali la valutazione definitiva sull’assetto idrogeologico nel territorio del PATI era già stato considerato in valutazione comparativa opportunamente aggiornato ed integrato al PAR. 14.7.1 SCENARIO N. 1‐ VERIFICA DI COMPATIBILITÀ CON IL PTCP APPROVATO dove si parla di Fragilità e di Difesa del suolo come segue.

FRAGILITÀ In tema di Fragilità viene recepito il Parere del Genio civile, in considerazione del parere del Consorzio Alta Pianura Veneta (prot. n. 18748 del 02.12.2011) , all’art. 19.16 ‐ Misure di salvaguardia desunte dalla Valutazione di Compatibilità idraulica e all’art. 10.1 ‐ Art. 10.1 ‐ Idrografia / fasce di rispetto delle NT. L La Valutazione di Compatibilità Idraulica in QC è stata adeguata .

Difesa del suolo In riscontro all’”esame preliminare” dell’U.C. Difesa del Suolo della Provincia di Vicenza dal confronto tra le tavole del PAI(e le tavole geomorfologica e idrogeologica del PATI (quadro conoscitivo) si evidenziano sensibili differenze nell'individuazione e delimitazione delle aree in frana e delle aree soggette ad esondazione o ristagno idrico indicate nel PAI come «Zone di Attenzione» di cui agli articoli 5 e 8 delle norme di attuazione. Nel territorio dei comuni di Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 129 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Barbarano Vicentino e Mossano non sono presenti aree già classificate secondo i noti gradi di pericolosità geologica ed idraulica del P AI (P l‐P2‐P3‐P4), ma le sopra citate differenze tra PATI e PAI si riflettono anche sulla delimitazione di aree e sulla classificazione di idoneità nella tavola delle fragilità. Di conseguenza la Tav. 1, migliorandone anche la leggibilità, inserisce le Zone di Attenzione idraulica del PAI e integrando le NTA con i relativi articoli, in particolare aggiungendo le seguenti voci:  P.A.I. – Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico del fiume Brenta – Bacchiglione – Zone di attenzione idraulica art. 9.9 (desunte da TAVV. 68 e 69 ‐ Carta della pericolosità idraulica PAI;  P.A.I. – Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico del fiume Brenta – Bacchiglione – Zone di attenzione geologica – Localizzazione dissesto franoso non delimitato art. 9.10 desunte da Carta pericolosità geologica PAI;  P.A.I. – Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico del fiume Brenta – Bacchiglione – Zone diattenzione geologica –Dissesto franoso delimitato art. 9.11 desunte da Carta pericolosità geologica PAI. Viene anche aggiornato lo studio geologico e idrogeologico in QC, da completare dopo la redazione dell’adeguamento al PAI in corso di redazione.

Quindi agli effetti della Valutazione VAS in oggetto, considerato il quadro aggiornato delle criticità considerate, resta confermato il giudizio di sostenibilità già espresso.

2.11.3. CIRCOLAZIONE IDRICA SOTTERRANEA Rocce coerenti permeabili per fratturazione e carsismo Appartengono a questi terreni le rocce calcaree e calcareo ‐ marnose costituenti i rilievi collinari, permeabili per fatturazione e carsismo. Per quanto riguarda le loro caratteristiche idrogeologiche, si deve considerare che in questo contesto l’acqua può circolare solo lungo le discontinuità della roccia. Nelle rocce permeabili per fratturazione la circolazione avviene dunque attraverso discontinuità di qualsiasi tipo, allargate da fenomeni di dissoluzione di tipo carsico. Si tratta in generale di una permeabilità ”in grande” che va valutata nel complesso dell’intera formazione, e non sul singolo campione (che può essere impermeabile). A differenza dei Calcari Nummulitici, generalmente caratterizzati da elevata permeabilità secondaria, la Formazione delle Marne di Priabona presenta una permeabilità in grande (secondaria) discontinua, causata dall’alternanza di stratificazioni con diverse caratteristiche idrogeologiche. Questa incertezza va assunta come fattore di criticità e postula adeguate cautele.

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2.12. SUOLO ‐ SISTEMA AGRONOMICO E NATURALISTICO‐AMBIENTALE

2.12.1. CARATTERI GENERALI Il comuni di Barbarano Vicentino e Mossano, per la loro forma allungata con sviluppo da est ad ovest fino ad arrivare ai confini con la provincia di Padova, sono caratterizzati da una notevole diversificazione naturalistica, ambientale e paesaggistica. Parte dei territori si trovano all’interno del comprensorio collinare dei Monti Berici e parte nella bassa pianura vicentina. È possibile distinguere tre ambienti diversi tra loro: a) la bassa pianura a vocazionalità prettamente produttiva con la presenza dei centri abitati principali che sorgono lungo la statale della Riviera e alle pendici dei Berici; b) i versanti collinari con scarsissima urbanizzazione, prevalenza di vegetazione naturale arbustiva ed arborea a causa della forte pendenza; c) la sommità collinare con un mosaico di ambienti agrari inseriti in una matrice boschiva, tipica dell’altopiano carsico berico.

2.12.2. IL TERRITORIO AGRICOLO L’agricoltura dei due Comuni ha caratteristiche profondamente diverse in funzione dell’orografia. Nel settore di pianura si caratterizza per un’agricoltura di tipo intensivo, che si sviluppa in sistemi particellari colturali di media ed elevata estensione, caratterizzati da colture ad alto reddito, quali mais, frumento, soia, orzo. Nel settore collinare invece si caratterizza per un’agricoltura più estensiva, con forte presenza nei terreni marginali di boschi trattati a ceduo o abbandonati alla libera evoluzione. A causa dei terreni di difficile gestione agronomica, le coltivazioni sono rappresentate da colture poliennali, quali il vigneto e l’olivo, spesso collocate in terrazzamenti. Sono presenti in misura minore prati da sfalcio, mentre è limitata la presenza di colture annuali e orticole. Vino e olio rappresentano dei prodotti tipici locali all’interno del sistema collinare, una produzione che già in tempi antichi era fiorente, grazie ai terreni fertili e il clima mite di questi territori. La produzione vinicola viene tutelata dal Consorzio dei Vini DOC dei ColliBerici, per quanto riguarda la produzione di olio esiste il marchio DOP tutelato dal Consorzio degli Oli Veneti.

Paesaggio agrario a Barbarano Vicentino

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L’area dei comuni di Mossano e Barbarano Vicentino ricade anche nel territorio di produzione del formaggio Grana Padano, prodotto DOP tutelato dal Consorzio omonimo, che disciplina l’attività zootecnica bovina per la produzione di latte. Infine Barbarano appartiene alla zona di trasformazione del prosciutto Berico‐euganeo, anch’esso prodotto DOP. In queste zone avviene solo la salatura e stagionatura completa del prosciutto, mentre la materia prima proviene da una zona geograficamente più ampia che comprende il territorio amministrativo del Veneto, della Lombardia, dell’Emilia Romagna, dell’Umbria e del Lazio.

Paesaggio agrario a Mossano

2.12.3. AMBIENTE NATURALE Il settore di maggior interesse ambientale e paesaggistico è prevalentemente quello collinare, dove è più alto il livello di naturalità, inferiore il grado di urbanizzazione e l’agricoltura è di tipo estensivo. I colli Berici sono inseriti all’interno della Rete Natura 2000 come Sito di Interesse Comunitario (SIC) e tutelato negli aspetti naturalistici. L’abbandono parziale dell’agricoltura ha permesso l’aumento delle superfici boschive, che, se da un lato rappresentano l’ambiente naturale e climax di questi ambienti, ha paradossalmente diminuito la presenza di molte specie animali, a causa della minor diversificazione degli ambienti. La fauna dei Colli Berici è costituita da animali tipici degli ambienti agrari in pianura e delle formazioni forestali degradate (cedui semplici e matricinati) nel settore collinare. Qui, anche se la tendenza è quella di un aumento della superficie boschiva, la forte diversificazione ambientale ancora presente premette l’instaurarsi di una fauna ricca e variegata. Da segnalare alcune specie di particolare interesse naturalistico, quali il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), nidificante nei Berici, l’assiolo (Otus scops), tipico degli spazi aperti con presenza di siepi è il succiacapre (Caprimulgus europaeus) e l’averla piccola (Lanius collurio). Più facile da osservare, anche vicino ai centri abitati è l’upupa (Upupa epops). Tra i rettili si segnala la presenza della vipera comune (Vipera aspis), che si rinviene più spesso, anche nella forma melanica, sui versanti assolati e spogli del margine orientale berico. Per quanto riguarda la vegetazione nei Colli Berici è presente una notevole mescolanza di specie sia termofile, che più microterme, tipiche delle quote superiori a quelle massime raggiunte dal rilievo Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 132 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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berico. Questa particolare situazione è imputabile alle ultime glaciazioni, per cui possiamo trovare specie relitte microterme, solitamente presenti alle alte quote delle vicine Prealpi, come la betulla bianca (Betula pendula), la Pulsatilla montana o l’Epimedium alpinum. Nelle zone più secche dei versanti esposti a sud invece compare una vegetazione più termofila, con caratteristiche di macchia mediterranea, come il terebinto (Pistacia terebinthus), lo scotano (Cotynus coggygria), il bagolaro (Celtis australis) e il pero corvino (Amelanchíer ovalis). A quote più elevante si instaura il querceto terrenofilo a roverella, in condizioni di suolo superficiale e microclima caldo‐arido, caratterizzato dalla roverella (Quercus pubescens) e dall''orniello (Fraxinus ornus), accompagnati anche dal carpino nero (Ostrya carpinifolía), specie tipiche dei versanti più ripidi. Nella bassa pianura la vegetazione risente fortemente dell’influenza dell’uomo, che ha sistematicamente eliminato la vegetazione spontanea originaria, bonificando i suoli un tempo paludosi e creando vaste porzioni coltivabili. Qui si sono diffuse maggiormente le specie esotiche, che hanno lentamente scalzato, nel tradizionale paesaggio rurale veneto, quelle originarie: è il caso del platano (Platanus hybrida), del gelso bianco (Morus alba), del gelso da carta (Broussonetia papyrifera) e soprattutto della robinia (Robinia pseudoacacia) e l’ailanto (Aílanthus altissima). (Aílanthus altissima).

Ambiente naturale Valle delle Scudellette e versanti Contermini (Monte Tondo e Monte Cengia) in Comune di Barbarano Vicentino Risalendo il settore vallivo partendo dal comune di Barbarano Vicentino e seguendo la sinistra idrografica dello scaranto, si nota il progressivo diradarsi delle aree coltivate e l’affermarsi della vegetazione termofila tipica di questi ambiti collinari caratterizzata da Orno‐Ostrieti e Ostrio‐ Querceti. La parte del versante vallivo che sale verso il Monte Cengia è caratterizzata soprattutto dall’ Ostrio‐Querceto in cui la Roverella (Quercus pubescens) rappresenta la specie arborea dominante. Nelle zone più esposte del versante si impostano boscaglie più o meno fitte di questa essenza termofila che si aprono maggiormente in corrispondenza dei settori più aridi e soleggiati caratterizzati soprattutto da specie xerofile a carattere arbustivo. In alcune stazioni particolarmente aride ed esposte, risalendo dalla valle verso il monte Cengia, si notano siepi di Ligustro (Ligustrum vulgare), di Terebinto (Pistacia terebinthus), di Rovo (Rubus fruticosus) tra cui si insinuano elementi termo‐xerofili come l’Asparago selvatico (Asparagus acutifolius), il Capriofoglio (Lonicera caprifolium) e la Clematide vitalba (Clematis vitalba). Risalendo maggiormente i versanti, in direzione del Monte Cengia, la copertura boschiva diviene piuttosto rada e la vegetazione caratteristica è quella dei versanti più esposti: allo Scotano (Cotimus coggygria) si accompagnano la Lantana (Viburnum lantana), il Ginepro (Juniperus communis), il Corniolo (Cornus mas) e il Pungitopo (Ruscus aculeatus). Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 133 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Tra le erbacee si rinvengono la Ruta, il Raperonzolo (Campanula rapuncoloides), il Lino montano (Linum tenuifolium), l’Orchidea piramidale (Anacamptis pyramidalis) e il Vincetossico (Vincetoxicum hirundinaria). Questi boschi di versante, maggiormente termofili rispetto al versante opposto, sono frequentati abitualmente da importanti specie di uccelli tra cui il Succiacapre (Caprimulgus europeus), il Lui piccolo (Phylloscopus sp.), il Pettirosso (Erithacus nubecola) e l’Occhiocotto (Sylvia melanocefala). Al diradarsi della vegetazione arbustiva si insinuano invece interessanti formazione erbose a carattere xerofilo (Festuca‐Brometalia) che costituiscono un habitat di interesse comunitario per il sito in questione. Sempre lungo questi versanti sono stati avvistati esemplari di Poiana (Buteo buteo) e Gheppio (Falco tinnunculus) e di altri rapaci che dalle alture esplorano il territorio sottostante in cerca di prede. Per quanto riguarda la fauna ad anfibi, di grande interesse è stato il rinvenimento di esemplari di Bombina variegata (Ululone dal ventre giallo), specie rara di interesse comunitario. All’interno dello scaranto è stato invece rinvenuto il Gambero di fiume, altra specie di interesse comunitario segnalata nel Formulario Natura 2000. Scendendo lungo in versante del Monte Cengia e proseguendo verso la testata della valle il paesaggio si chiude e maggiormente si fanno sentire gli effetti di un ambiente più fresco e riparato. La vegetazione ai lati delle sponde dello scarnato Scudelletta è rappresentata da un bosco ombroso caratterizzato da Carpini neri e Noccioli, con presenza di qualche Acero e Tiglio nei settori vallivi più incisi dal corso d’acqua, anche se la componente invasiva, caratterizzata da Robinie e Ailanti, tende ad invadere diverse porzioni al margine del letto del torrente. Risalendo il versante in direzione del monte tondo il bosco diviene più fresco e compaiono componenti maggiormente microterme come il Carpino bianco (Carpinus betulus) e il Castagno (Castanea sativa) quest’ultimo a quote più elevate e nelle stazioni più ombrose ed esposte a nord. La formazione prevalente in questo settore è comunque quella dell’Orno‐Ostrieto (con prevalenza di Carpino nero e Orniello), che colonizza terreni più profondi e freschi rispetto all’associazione del Ostrio‐Querceto, rappresentata nel versante opposto della valle maggiormente esposto agli effetti dell’irraggiamento solare. Risalendo verso il monte Tondo si attraversa un bosco di grande interesse detto “Bosco Faeo”. Su questi versanti meno esposti il substrato è molto fresco permettendo la presenza del Faggio anche a quote così basse.

2.13. BIODIVERSITÀ

La tutela della biodiversità nel Veneto avviene principalmente attraverso le attività di istituzione e gestione di aree naturali protette, che costituiscono la Rete Natura 2000. Natura 2000 è il nome che il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea ha assegnato ad un sistema coordinato di aree destinate alla conservazione della diversità biologica del territorio, ed in particolare alla tutela di una serie di habitat e specie animali e vegetali indicati negli allegati della Direttiva Habitat e della Direttiva Uccelli. La Rete Natura 2000 si compone di aree individuate come Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.), che al termine dell’iter istitutivo diventeranno Zone Speciali di Conservazione (Z.S.C.), richieste dalla Direttiva Habitat, e Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.) richieste dalla Direttiva Uccelli.

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Attualmente nella Regione Veneto sono stati individuati 128 siti Natura 2000, di cui 67 Z.P.S. e 102 S.I.C. con varie relazioni spaziali, per una superficie pari a 414.628 ettari (22,5% del territorio regionale, fonte Regione Veneto).

AREE DI TUTELA NEI COMUNI DI BARBARANO VICENTINO E MOSSANO I Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano sono caratterizzati da un paesaggio prevalentemente agricolo, dominato da tipologie come i seminativi e, in misura minore, formazioni di maggiore valenza ecologica ripariali associate ai corsi d’acqua, formazioni erbacee e formazioni lineari interpoderali. Il paesaggio appare più articolato in collina, dove comunque è rilevante l’intervento dell’uomo che ha terrazzato i versanti e ricavato appezzamenti coltivabili. La copertura boschiva diventa dominante verso la sommità dei colli, fino a diventare prevalente alle quote più elevate, oltre che lungo i ripidi versanti delle valli più interne. Un’importante presenza dal punto di vista ecologico è la presenza dell’area protetta SIC IT3220037 “Colli Berici”, che interessa entrambi i Comuni in esame, e della vicinanza con il SIC/ZPS IT3260017 “Colli Euganei – Monte Lozzo – Monte Ricco”. In Comune di Mossano è inoltre presente un’area classificata tra le Aree Naturali Minori, il sito VI 049 “Invaso di Mossano”. Nei dintorni dei Comuni in esame sono anche presenti alcune aree classificate secondo il Piano Faunistico‐venatorio come Zone di ripopolamento e cattura.

(fonte: Piano Faunistico Venatorio)

AREA NATURALE MINORE VI 049 “Invaso di Mossano”

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L’area dell’Invaso di Mossano è rappresentata da un bacino d'espansione di origine artificiale di circa 3 ha, classificabile come area umida planiziale, delimitata da sponde rilevate rispetto al piano di campagna. Nella parte meridionale dell’area si è formato spontaneamente un boschetto igrofilo a olmo comune (Ulmus minor) e salice (Salix alba), mentre nella parte centro‐settentrionale si trova un esteso canneto parzialmente inondato a cannuccia di palude (Phragmites australis), la cui porzione più esterna è dominata da carice riparia (Carex riparia) e carice spondicola (Carex elata); rilevante anche la presenza di senecione palustre (Senecio paludosus) e campanelle maggiori (Leucojum aestivum). Dal punto di vista faunistico, è da segnalare la zona come area di riproduzione della rana di Lataste (Rana Latastei), e come sito di nidificazione di numerose specie ornitiche quali la cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), l’usignolo di fiume (Cettia cetti), il beccamoschino (Cisticola juncidis), il rigogolo (Oriolus oriolus), la tortora selvatica (Streptopelia turtur), il picchio rosso maggiore (Picoides major), l’averla piccola (Lanius collurio), la capinera (Sylvia atricapilla), la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus).

(fonte: ARPAV)

SITO SIC IT3220037 “Colli Berici” Il sito SIC IT3220037 “Colli Berici” in complesso si sviluppa su una superficie di 12.768 ettari, con un’altezza compresa tra i 20 e i 400 m s.l.m., nei Comuni di , , Arcugnano, Barbarano Vicentino, , , , Longare, Lonigo, , Mossano, Nanto, Orgiano, San Germano dei Berici, , Sossano, Villaga e Zovencedo.

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(fonte: Regione Veneto)

Il sito è rappresentato da un comprensorio collinare, i Colli Berici, interessato da fenomeni di carsismo, con grotte, sorgenti, forre ed estese pareti verticali costituite da scogliere oloceniche. Dal punto di vista floristico i Colli Berici sono caratterizzati da una varia mescolanza di specie diverse, ora più termofile ora più microterme: è rilevante sia la presenza di boschi (acero‐tilieti, ostrieti e boschi di fondovalle) che di prati‐aridi (Festuco‐Brometalia) e vegetazione rupestre termofila, con partecipazione di diverse specie rare e relitte sia di carattere xero che microtermo. Sono inoltre caratteristici ambienti umidi, tra i quali un lago eutrofici di sbarramento alluvionale con laminati, canneti e cariceti, importanti per la presenza di tipica fauna stanziale e migrante. Di particolare rilievo è la presenza di endemismi, come la Saxifraga berica, e fauna troglobia. Gli habitat di interesse comunitario presenti nel sito risultano essere sette, di cui uno, il 9180, segnalato come prioritario:

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3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition 3260 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho‐Batrachion 6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco ‐Brometalia) 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 8310 Grotte non ancora sfruttate a livello turistico 9180 * Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio‐Acerion 9260 Foreste di Castanea sativa

Tutti gli habitat segnalati per il sito risultano ben rappresentati nella loro tipicità all’interno dell’area in esame, e in un buono stato di conservazione. Il sito IT3220037 risulta importante dal punto di vista faunistico, per l’avifauna in particolare, con specie nidificanti nei diversi ambienti e con molte altre svernanti o di passo. Tra queste, sui Colli Berici nidifica regolarmente il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), mentre, tra ottobre e marzo, non è raro poter osservare il volo dello sparviero (Accipiter nisus) e del pellegrino (Falco peregrinus) e, anche in pianura, quello della poiana (Buteo buteo); sempre in pianura può fare la sua comparsa anche l'albanella minore (Circus pyrargus). Sulle nude e verticali pareti della scogliera di Lumignano nidifica poi il gheppio (Falco tinnunculus), mentre si può osservare il lodolaio (Falco subbuteo) in occasione dei due periodi migratori (settembre e tarda primavera). Il bacino lacustre di Fimon arricchisce il patrimonio locale di un consistente numero di specie, tipiche degli ambienti umidi, come lo svasso maggiore (Podiceps cristatus), il cormorano (Phalacrocorax carbo), il tarabusino (lxobrychus minutus), la nitticora (Nycticorax nycticorax), la sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), l'airone rosso (Ardea purpurea), l'airone cenerino (Ardea cinerea) e la garzetta (Egretta garzetta).

Uccelli presenti nel sito ed elencati nell’All.I della Direttiva 79/409/CEE

codice della stato del nome scientifico nome comune specie popolamento A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo C A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre C A307 Sylvia nisoria Bigia padovana A103 Falco peregrinus Falco pellegrino C A022 Ixobrychus minutus Tarabusino C A338 Lanius collurio Averla piccola C A029 Ardea purpurea Airone rosso A379 Emberiza hortulana Ortolano A094 Pandion haliaetus Falco pescatore

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A081 Circus aeruginosus Falco di palude A082 Circus cyaneus Albanella reale Acrocephalus A293 Forapaglie castagnolo melanopogon A294 Acrocephalus paludicola Pagliarolo A073 Milvus migrans Nibbio bruno A229 Alcedo atthis Martin pescatore A120 Porzana parva Schiribilla A119 Porzana porzana Voltolino A021 Botaurus stellaris Tarabuso A197 Chlidonias niger Mignattino A272 Luscinia svecica Pettazzurro A001 Gavia stellata Strolaga minore

Uccelli presenti nel sito non elencati nell’All.I della Direttiva 79/409/CEE

codice della stato del nome scientifico nome comune specie popolamento A340 Lanius excubitor Averla maggiore A004 Tachybaptus ruficollis Tuffetto A297 Acrocephalus scirpaceus Cannaiola C A383 Miliaria calandra Strillozzo C A323 Panurus biarmicus Basettino Acrocephalus A298 Cannareccione C arundinaceus A096 Falco tinnunculus Gheppio A099 Falco subbuteo Lodolaio A350 Corvus corax Corvo imperiale A377 Emberiza cirlus Zigolo nero C A285 Turdus philomelos Tordo bottaccio A305 Sylvia melanocephala Occhiocotto C A309 Sylvia communis Sterpazzola A273 Phoenicurus ochruros Codirosso spazzacamino A250 Ptyonoprogne rupestris Rondine montana A276 Saxicola torquata Saltimpalo C A118 Rallus aquaticus Porciglione C A125 Fulica atra Folaga A067 Bucephala clangula Quattrocchi Acrocephalus A295 Forapaglie schoenobaenus

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A336 Remiz pendulinus Pendolino C A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore A198 Chlidonias leucopterus Mignattino alibianche A292 Locustella luscinioides Salciaiola A252 Hirundo daurica Rondine rossiccia A333 Tichodroma muraria Picchio muraiolo A267 Prunella collaris Sordone A281 Monticola solitarius Passero solitario

Gli anfibi urodeli sono rappresentati dalla salamandra pezzata (Salamandra salamandra) e dal tritone punteggiato (Triturus vulgaris). Gli anuri, invece, annoverano il rospo comune (Bufo bufo), che si riproduce nelle Valli di Fimon, di Sant'Agostino e nella Vai Liona e, in pianura, il rospo smeraldino (Bufo viridis). Sui colli è poi presente il raro ululone dal ventre giallo (Bombina variegata), mentre sono più frequenti le rane rosse e verdi (Rana sp.) e la raganella (Hyla intermedia). Tra i rettili, i serpenti sono rappresentati dalla vipera comune (Vipera aspis), che si rinviene più spesso sui versanti assolati e spogli del margine orientale berico, dove non è infrequente l''incontro anche con il biacco maggiore (Coluber viridiflavus), mentre negli arbusteti più fitti, all''interno del bosco e anche in pianura si può incontrare il saettone o colubro di Esculapio (Elaphe longissima), e nei pressi dei corsi d''acqua la natrice dal collare (Natrix natrix) e la natrice tassellata (Natrix tessellata). Gli squamati annoverano soprattutto il ramarro (Lacerta bilineata), la lucertola muraiola (Podarcis muralis), la lucertola campestre (Podarcis sicula) e l'orbettino (Anguis fragilis). La tartaruga palustre (Emys orbicularis), infine, è presente in alcuni canali e bacini di irrigazione. L’ittiofauna popola sia i corsi d'acqua che il lago di Fimon. È da segnalare il problema legato alla recente immissione di specie alloctone, in particolare, dell'abramide (Abramis brama), della carpa erbivora (Ctenopharíngodon idellus) e del siluro (Silurus gianis). Alcune cavità naturali, come la Grotta della Guerra a Lumignano, ospitano, in particolare nei mesi più freddi, colonie numerose di pipistrelli, tra cui il ferro di cavallo (Rhinolophus ferrumequinum). Altri pipistrelli frequentano abitualmente le vecchie case di pianura, come il pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus) e il serotino comune (Eptesicus serotinus). È ricca anche la fauna ipogea, che popola, anche con forme endemiche, molte cavità naturali dei Colli Berici.

Anfibi e Rettili presenti nel sito ed elencati nell’All.II della Direttiva 92/43/ CEE

codice della stato del nome scientifico nome comune specie popolamento 1215 Rana latastei Rana di Lataste C 1193 Bombina variegata Ululone dal ventre giallo C 1220 Emys orbicularis Testuggine palustre

Pesci presenti nel sito ed elencati nell’All.II della Direttiva 92/43/ CEE

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codice della stato del nome scientifico nome comune specie popolamento 1149 Cobitis taenia Cobite

Mammiferi presenti nel sito ed elencati nell’All.II della Direttiva 92/43/ CEE

codice della stato del nome scientifico nome comune specie popolamento 1310 Miniopterus schreibersi Miniottero C 1324 Myotis myotis Vespertilio maggiore C Rhinolophus 1304 Rinolofo maggiore C ferrumequinum 1307 Myotis blythii Vespertilio minore C

Piante presenti nel sito ed elencati nell’All.II della Direttiva 92/43/ CEE

codice della stato del nome scientifico nome comune specie popolamento 1525 Saxifraga berica A Himantoglossum 4104 C adriaticum

Altre specie importanti di flora e fauna

tipologia nome scientifico nome comune popolazione

Anfibi Hyla intermedia Raganella italiana Presente Anfibi Rana dalmatina Rana agile Rara Anfibi Triturus vulgaris Tritone punteggiato Presente Orsinigobius Pesci Panzarolo Presente punctatissimus Pesci Padogobius martensi Ghiozzo padano Presente Mamm. Arvicola terrestris Arvicola terrestre Presente Mamm. Micromys minutus Topolino delle risaie Comune Muscardinus Mamm. Moscardino Comune avellanarius Piante Allium angulosum Rara Piante Asplenium lepidum Rara Piante Athamanta turbith Rara Piante Coronilla scorpioides Rara Echinops Piante Molto rara sphaerocephalus

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Piante Hottonia palustris Rara Piante Linum tryginum Rara Piante Ludwigia palustris Rara Piante Lythrum hyssopifolia Molto rara Piante Philadelphus coronarius Rara Piante Polypodium australe Rara Piante Pulsatilla montana Molto rara Piante Rhagadiolus stellatus Rara Piante Sagittaria sagittifolia Rara Piante Salvinia natans Molto rara Piante Senecio paludosus Rara Piante Thelypteris palustris Rara Piante Trapa natans Comune Piante Utricularia australis Molto rara Rettili Natrix tessellata Natrice tassellata Rara Rettili Podarcis sicula Lucertola campestre Rara Rettili Vipera aspis Vipera Rara

Le vulnerabilità del sito sono legate principalmente all’inquinamento, alla presenza di attività industriali e alla crescente urbanizzazione; sono però importanti fattori di stress anche le attività ricreative, come l’escursionismo, gli sport di roccia e in generale la fruizione incontrollata del territorio che può creare disturbo alla fauna e danneggiamento degli ambienti ipogei, di particolare rilievo proprio perché ancora poco alterati.

Il Monticello di Barbarano Vicentino La località di Monticello rappresenta sicuramente uno dei più antichi nuclei abitativi del Comune di Barbarano Vicentino. Si tratta di una collina isolata, costituita essenzialmente da rocce di origine sedimentaria marina, appartenenti alla formazione della Scaglia Rossa come nelle vicine alture di Albettone, ma non mancano affioramenti di rocce eruttive. Sul Monticello sono presenti associazioni vegetali molto diversificate dato che ad elementi spontanei sono frammiste numerose presenze legate all’attività dell’uomo, che ha operato per secoli modificando l’ambiente originale. Questa situazione ha finito col favorire in misura preponderante le specie sinantropiche a danno della vegetazione naturale spontanea . La formazione vegetale più interessante è tuttavia localizzata in corrispondenza dei versanti più ripidi del colle. Di essa fanno parte la Sanguinella, lo Scotano, il Biancospino, l’Evonimo, il Ligustro, la Rosa di macchia, il Ciliegio canino, il Ciavardello e ancora l’Acero campestre, l’Orniello, il Bagolaro, l’Albero di Giuda e il Ciliegio. Queste specie creano sul Monticello fasce arbustive discontinue o macchie più o meno omogenee ed estese. La scarsità di vegetazione e l’estensione ridotta del Monticello non consentono a gran parte della macrofauna selvatica di trovarvi le condizioni necessarie di vita e di riproduzione. L’importanza del rilievo è data comunque dal fatto che questa modesta collina rappresenta per alcuni invertebrati,

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tipici di un’areale prettamente mediterraneo, un’oasi xerotermica. Vi si possono rinvenire quindi specie interessanti ed endemiche. Sono presenti specie vegetali molto diversificate. Vede una vegetazione composta da macchie arbustive, prati incolti, elementi legati all'attività dell'uomo. Vi possiamo trovare le orchidee, rappresentate dal Giglio caprino e dal Fior ragno; il cardo rosso, il gladiolo delle messi, il geranio dei Berici, l'asparago dei Berici, il ciliegio canino, l'albero di Giuda, la sanguinella, il biancospino, la rosa di macchia, l'esotico Ailanto e altre componenti flogistiche. Monticello Alla base del rilievo sgorgavano sorgenti termominerali, ora però quasi totalmente estinte.

2.13.1.1. CENNI STORICI La località di Monticello rappresenta sicuramente uno dei più antichi nuclei abitati del Comune di Barbarano Vicentino, come testimoniano documenti storici in cui vi si parla di alcuni edifici, tra cui un oratorio e una chiesa (oggi completamente distrutti). Vi sorgevano, infatti, la Chiesa Mappa Monticello dedicata ai Santi Leonzio e Carpoforo e quella, ancor più antica sulla sommità della collina, dedicata alla Santa Vergine Annunziata. Attualmente, giungendo in borgata Monticello, vi si possono vedere Villa Ghiotto e Villa Pedrina. L'importanza del luogo è quindi testimoniata dalle numerose fortificazioni, adattate poi ad altri usi o addirittura demolite. Un esempio è la colombara merlata di Donadello, alle pendici del colle verso Ponte di Mossano, che rivela chiaramente la sua originale funzione di torre di vedetta. Questa importante costruzione, nel corso dei secoli, è stata utilizzata in diversi modi. Originariamente serviva da difesa, ma quando il territorio di Vicenza fu conquistato dalla repubblica di Venezia, il Doge fece abbattere o trasformare tutte le fortificazioni che potevano insidiare il suo potere. La vecchia torre fu quindi chiusa e divenne una piccionaia. E' per questo che viene chiamata «la colombara». Oggi è una dimora che ha subito un'ulteriore ristrutturazione. Stupisce poi, osservando alcune mappe dei '700 custodite nell'archivio di Vicenza, la presenza di quattro chiesette. Verso nord, vicino alla colombara di Donadello, si trovava quella dedicata a Santa Eurosia, martire per opera dei Turchi, particolarmente venerata dai Longobardi nella prima metà del secolo VIII. Ora non rimane nulla di questa chiesa se non il fossato che scorre vicino e conserva il nome Fossa Rosa. Di fronte alla colombara recentemente è avvenuto un importante ritrovamento archeologico: in mezzo ai campi è stato trovato materiale di origine romana, in particolare un gladio forse appartenuto ad un soldato accampato proprio alle pendici del monte. La chiesetta, dedicata ai Santi Leonzio e Carpofaro, protomartiri romani compatroni della Cattedrale di Vicenza, è stata abbattuta nel secolo scorso. C'era poi una chiesa dedicata a Santa Maria Vergine ed una a Santa Colombara, vergine martire anch'essa cara ai Longobardi e alla cultura benedettina. Ben quattro antiche costruzioni religiose, dunque, in uno spazio così limitato. Grazie a testimonianze

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di uno studioso del territorio vicentino come il Maccà, siamo venuti a conoscenza che in alcune di queste chiese, pur mal ridotte, nel secolo scorso si celebravano i sacramenti. Erano in pratica, le uniche chiese della zona. Sempre in quelle mappe abbiamo riscontrato la presenza di un piccolo palazzo situato accanto ad una torre, proprietà dei conti Traverso. Dentro al borgo di Monticello possiamo invece osservare il portale con particolari architettonici del cinquecento, soprattutto sugli elementi a cornice (bugne) che servono ad ornare i palazzi. Vicino al portale sorgeva una fontana che ora è stata totalmente coperta, forse perché l'uomo non desidera ricordare il passato. La borgata aveva anche un'osteria con alloggio, in un antico edificio che conserva a tutt'oggi il suo fascino.

2.13.1.2. LA VEGETAZIONE Il Monticello di Barbarano si presenta come un'oasi floristica assai interessante in quanto si sono formate associazioni vegetali diversificate, composte da specie provenienti da ambienti diversi, così che ne risulta una flora varia ed eterogenea. Nello specifico si possono individuare zone con associazioni diverse, ma strettamente interagenti e perciò prive di una fisionomia propria. Numerose entità floristiche rispecchiano l'attività agricola della piana circostante, rappresentata sul colle da vigneti e prati sfalciati. Si tratta di specie che prediligono suoli concimati e che troviamo tipicamente in stazioni antropizzate ad accompagnare i coltivi. Ma è stato trovato anche un nutrito gruppo di specie tipiche degli incolti, di suoli degradati, poveri, e, nel caso specifico, anche aridi. Alcuni gruppi si trovano comunemente anche nella pianura circostante. La formazione forse più interessante è localizzata sul versante più ripido del colle, meno influenzato dall'azione dell'uomo: si tratta di una fascia discontinua ad arbusti. Tale arbusteto rappresenta un tentativo di ricolonizzazione del territorio, primo passo verso il ripristino di un manto forestale costituito da specie autoctone. La composizione specifica è disturbata dalla presenza dell'ailanto (Ailanthus altissima), albero infestante originario della Cina, estraneo al nostro paesaggio. Sempre in questa zona vi sono specie erbacee poco comuni, interessanti anche quali componenti di associazioni termofile, e come tali legate alle vicissitudini climatiche della zona: possono essere considerati relitti di un tempo in cui il clima era più caldo. Sono state individuate anche due specie di orchidee distribuite in piccoli gruppi, com'è tipico di questa famiglia: Orchis morio o giglio caprino e Ophrys sphaecodes o orchidea bruno verde. Le orchidee non sono più fiori molto comuni e sono tra le prime specie a scomparire quando l'ambiente viene modificato. Considerata la particolarità della flora è auspicabile la tutela e la conservazione del Monticello, per impedirne l'ulteriore degrado se non addirittura la scomparsa. Un passo importante in questa direzione potrebbe essere il divieto di transito sul colle a motocicli e auto, che causano costipamento del suolo e danni diretti al cotico erboso.

2.13.1.3. GEOLOGIA Come già anticipato il Monticello è costituito in gran parte scaglia rossa calcarea . La scaglia rossa è di colore roseo o biancastro fittamente stratificata in spessori da pochi centimetri ad una decina. Nella parete della ex cava posta sull'estremo versante meridionale compare un filone di roccia basaltica verticale dello spessore di 2 metri circa insinuatasi nei calcari durante il Terziario. Questa parte è fratturata. I depositi alluvionali sono costituiti in prevalenza da terre fini, limo‐argillose, appartenenti ai depositi quaternari del Brenta‐Bacchiglione che hanno dato origine alla pianura alluvionale che delimita il rilievo collinare. Localmente possono essere intercalati livelli sabbiosi e torbosi.

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2.13.1.4. LE OASI XEROTERMICHE Grazie alle ricerche compiute nell'arco prealpino sono state individuate una decina di cosiddette oasi xerotermiche, ossia zone dotate di fauna di Invertebrati caratteristica di clima più caldi. L'areale di distribuzione di queste specie comprende le regioni meridionali e si interrompe nella pianura padana per riemergere con poche isolate stazioni a ridosso delle Alpi. L'origine di questa particolare distribuzione non è ancora chiara: si ipotizza che, in epoche remote, tali specie occupassero un' area più vasta per poi ridursi a poche isole per il raffreddamento del clima. Due di queste isole faunistiche sono state individuate nella nostra provincia: una nella base del versante meridionale del Monte Summano, l'altra nella fascia meridionale dei Colli Berici, tra gli Euganei e Lonigo. E' stato riscontrato che il fenomeno di mediterraneismo si attenua a partire dai colli Euganei verso ovest: risulta pertanto evidente che la maggior concentrazione di specie termofile (cioè tipica delle zone calde) esiste sul Monticello di Barbarano e sul colle di Albettone. Negli articoli di Silvano Bondi che riassumono i risultati delle ricerche, pubblicati tra il 1959 e il 1969, sono elencate ben 20 specie appartenenti a vari gruppi di invertebrati raccolte sul Monticello. Di queste, alcune sono state raccolte solo sulla collina in questione, tra tutte le oasi xerotermiche prealpine. Conclusioni: il Monticello rimane, per alcune delle citate specie di invertebrati, l'ultimo rifugio presente nella nostra zona.

2.13.1.5. IL CANALE BISATTO Uno degli elementi idrografici più importanti presenti è il canale Bisatto, realizzato artificialmente dai Vicentini tra il 1143 e il 1188 deviando a Longare le acque del Bacchiglione. Il canale deve il suo nome all’abbondanza, un tempo, di anguille (“bisatte” in veneto) nelle sue acque. Il Bisatto ha assunto, nel corso della sua storia, anche altri nomi: lo troviamo citato come Fiume di Barbarano, Fiume della Riviera, Fiume Navigabile (dato che vi si trasportavano merci e passeggeri). Forse nell’antichità esisteva un percorso fluviale tra Vicenza ed Este con andamento simile a quello dell’attuale canale; che un tale corso d’acqua fosse navigabile già in antico è solo un’ipotesi, che non contrasta con l’abbondante presenza di calcare dei Berici a Este, dove fu largamente usato, in particolare per la costruzione di stele funerarie. Legata alla storia di questo canale , verso la fine del mese di febbraio 1386, ebbe luogo una battaglia tra l’esercito vicentino e quello padovano: causa della disputa era l’acqua. Infatti i vicentini avevano deviato l’acqua del Bacchiglione verso il canale Bisatto e i padovani non potevano più macinare. La battaglia durò diversi giorni e vinsero i padovani; la peggio toccò agli abitanti di Ponte i quali dovettero subire un duro saccheggio. Il Bisatto ha costituito per molti secoli una delle arterie di comunicazioni maggiori per i trasporti verso la Laguna. La fine della sua navigazione si ebbe nel 1649 quando una piena eccezionale del Bacchiglione distrusse l’edificio regolatore del deflusso e il canale si interrò per gran parte.

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Il corso definitivo del canale, visibile anche oggi, è stato deciso nel 1805 dal governo austriaco, il quale attuò una serie di interventi per ripristinare la navigazione. Venne rettificato il corso del canale e si rese più alto il suo argine. Durante questi lavori furono trovate nel fondo del Bisatto numerose palle di trachite dal diametro compreso tra i 10 ed i 30 cm (Da , 1987). Queste erano state usate per distruggere i Lavori scavo Canale Bisatto manufatti regolatori del deflusso dell’acqua a Longare, durante le contese che si erano combattute. Purtroppo nessuno, sia negli anni passati che in quelli più recenti, si è mai interessato a compiere qualche raccolta archeologica o a conservare quello che era stato trovato. Ricerche più dettagliate sulla storia del Bisatto e sui reperti custoditi nelle sue acque sarebbero necessarie per poter valorizzare meglio questo canale che rischia di venire dimenticato e abbandonato. Oltre alla realizzazione del progetto di recupero della navigabilità del Bisatto, che contribuirebbe notevolmente a renderlo più appetibile alle proposte turistiche, si potrebbe pensare di istituire un museo didattico del canale. Il territorio del Basso Vicentino, infatti, non offre molto dal punto di vista dell’offerta museale. La creazione di un museo dei fiumi che faccia conoscere l’importanza Canale Bisatto (foto storica) delle vie d’acqua per lo sviluppo del territorio e conservi testimonianze passate, è un’idea che se tradotta in realtà porterebbe ad un aumento del flusso turistico. Il canale Bisatto però non è solo interessante per la varietà di proposte turistiche che può offrire, ma anche per la sua rilevanza nella toponomastica dei paesi attraversati dal suo corso. Il tratto rettilineo del canale, che costeggia la strada statale, lambisce le frazioni di alcuni paesi pedemontani come Barbarano Vicentino, Mossano, Nanto, Castegnero, Lumignano e Costozza. La denominazione di queste località che si affacciano sul canale è costituito dall’ espressione “ponte” seguita dal nome del paese cui la frazione appartiene. Abbiamo così Ponte di Barbarano Vicentino, Ponte di Mossano, Ponte di Nanto, etc. Il motivo di questo appellativo deriva dall’ importanza che il canale ha rivestito per questi paesi durante il periodo del commercio fluviale, per lo smistamento e il carico delle merci da portare in laguna.

In conclusione il canale è un ambiente lineare dotato notevole complessità e potenzialità. Dal punto di vista ambientale rappresenta un corridoio ecologico secondario per la costante presenza di acqua e di vegetazione ripariale ed interpoderale che l’accompagnano. La sua posizione di cerniera tra collina e pianura e la sua continuità longitudinale possono sostenere utilmente la biodiversità sia faunistica che floristica. Dal punto i vista culturale e testimoniale Lungo il Canale si dispongono inoltre importanti insediamenti storici, ville e manufatti dell’ archeologica a industriale ora negletti. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 146 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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L’intera fascia costituita dal corso canale Bisatto e da una area di transizione di accompagnamento è attualmente ricca di spunti e di suggestioni in vista di una riqualificazione territoriale adeguata e di una eventuale fruizione turistica.

2.14. RIFIUTI

INTRODUZIONE NORMATIVA Il problema dei rifiuti è una questione di notevole importanza, in cui rientrano diversi aspetti: dall’inquinamento alla spesa per lo smaltimento, fino alla ricerca per trasformare il rifiuto da prodotto di scarto a fonte di reddito. Il Decreto Legislativo che per anni ha regolato la questione rifiuti in Italia (conosciuto con il nome di Decreto Ronchi) è stato sostituito dal nuovo Testo Unico in materia ambientale 152 del 3 aprile 2006.

RIFIUTI URBANI La Regione Veneto ha raggiunto buoni risultati in ambito italiano per la gestione dei rifiuti urbani. Anche la produzione di rifiuti pro‐capite non è elevata rispetto al flusso turistico registrato e ai livelli di consumi, e si attesta su 495 kg/ab all’anno contro una media nazionale di 539 kg/ab all’anno (dati 2005). Complessivamente si riscontra un trend di costante miglioramento della situazione negli ultimi anni.

Principali indicatori di gestione dei rifiuti urbani ‐ 2006. (fonte: ARPAV) Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 147 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Il trattamento e lo smaltimento del rifiuto urbano residuo (comprendente sia il rifiuto secco non recuperabile da raccolta differenziata sia gli scarti del trattamento dei rifiuti urbani) interessa una percentuale sempre minore del rifiuto totale prodotto, passando dall’82,5% nel 1997 al 34,1% nel 2006 (21% avviato direttamente + 13% scarti del trattamento); tuttavia l’avvio in discarica resta ancora la forma di smaltimento preponderante.

Gestione dei rifiuti urbani 1997‐2006. (fonte: ARPAV)

La produzione dei rifiuti urbani in provincia di Vicenza è in continuo aumento; tuttavia dai dati più recenti si osserva una diminuzione dell'incremento di produzione annuo, accompagnato da una progressiva diminuzione della produzione del rifiuto indifferenziato, destinato allo smaltimento in discarica. La produzione pro capite annua è tra le più basse a livello regionale.

Produzione rifiuti urbani in Provincia di Vicenza (2005 = 100 %) (fonte: Annuario statistico provinciale – Vicenza in cifre ‐ Provincia di Vicenza –2007)

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Produzione annua di rifiuti urbani in Provincia di Vicenza per bacino (fonte: Annuario statistico provinciale – Vicenza in cifre ‐ Provincia di Vicenza –2007)

La raccolta differenziata sta progressivamente entrando in piena attività nei diversi Comuni, e mostra risultati positivi e in progressivo miglioramento.

Rifiuti urbani, differenziati e residui, prodotti per provincia nel 2006. (fonte: Produzione e gestiore dei rifiuti nella Regione Veneto – ARPAV – 2005‐2006)

Rifiuti urbani, differenziati e residui, prodotti per provincia 1997‐2006. (fonte: Produzione e gestiore dei rifiuti nella Regione Veneto – ARPAV – 2005‐2006)

Nei Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano ad incidere maggiormente in peso sulla produzione totale sono la frazione organica (FORSU), il vetro, e carta e cartone, e secondariamente il verde; anche la plastica a Mossano si attesta su valori percentualmente elevati.

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VI1

Barbarano Vicentino Forsu 282.541 Verde 124.460 Vetro 142.740 Carta 190.270 Plastica 56.460 Lattine Multimateriale Beni durevoli Altri rifiuti recuperabili 25.210 Rifiuti particolari 897 Rifiuto residuo 644.400 Raccolta differenziata 822.578 Rifiuto totale 1.466.978 % RD 56,07 Produzione di rifiuti e raccolta differenziata – 2006 (dati espressi in kg) (fonte: ARPAV) VI1

Mossano Forsu 74.724 Verde 26.080 Vetro 69.250 Carta 76.090 Plastica 23.550 Lattine Multimateriale Beni durevoli 500 Altri rifiuti recuperabili 69.740 Rifiuti particolari 2.668 Rifiuto residuo 323.896 Raccolta differenziata 342.602 Rifiuto totale 666.498 % RD 51,40 Produzione di rifiuti e raccolta differenziata – 2006 (dati espressi in kg (fonte: ARPAV)

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In base al nuovo Testo Unico 152/2006 in ciascun Ambito Territoriale Omogeneo dovranno essere raggiunte nel corso degli anni le seguenti percentuali di rifiuti raccolti in maniera differenziata:

- 35% entro il 31/12/2006; - 45% entro il 31/12/2008; - 65% entro il 31/12/2012. Il Veneto è al primo posto nel Paese per la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Nel corso del 2006 ha raggiunto una percentuale pari al 49 %, a fronte di un dato medio nazionale del 24,3% e del 38,1% per le regioni del nord Italia (dati APAT – anno 2005). Il conseguimento di tali ottimi risultati in molti Comuni è stato possibile grazie alla diffusione della raccolta separata della frazione organica, all’adozione di sistemi di raccolta domiciliari anche per le frazioni recuperabili, all’apertura di ecocentri autorizzati a ricevere dal cittadino i rifiuti che non possono essere abitualmente raccolti porta a porta, alla promozione della pratica del compostaggio domestico e all’introduzione della tariffazione del servizio in maniera proporzionale ai quantitativi di rifiuto prodotto avviato a smaltimento. Per quanto riguarda la percentuale di raccolta differenziata, i limiti di riferimento fissati dalla normativa per il 2008 sono stati superati, con un massimo di percentuale di rifiuti differenziati a Barbarano Vicentino che si attesta nel 2006 sul 56,07 %. Quindi in ambito PATI in tema di rifiuti urbani la prospettiva è rassicurante. :

RIFIUTI SPECIALI Vengono valutati a parte i rifiuti speciali, ossia quei rifiuti che per le loro proprietà fisiche o chimiche non possono essere raccolti ed eliminati insieme ai rifiuti solidi urbani. La produzione di rifiuti speciali costituisce un aspetto rilevante nella gestione dei rifiuti a livello provinciale, soprattutto per quanto riguarda le industrie del polo conciario. La Provincia di Vicenza nel 2005 ha registrato valori di produzione di rifiuti speciali abbastanza elevati, dopo Verona e Venezia, pari circa al 20 % del totale regionale. La produzione dei rifiuti speciali pericolosi è comunque soltanto una piccola parte rispetto al totale degli speciali prodotti, anche se rappresenta un quantitativo importante a livello regionale.

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Rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi esclusi C&D, prodotti per provincia nel 2005 (tonnellate). (fonte: Produzione e gestiore dei rifiuti nella Regione Veneto – ARPAV – 2005‐2006)

Rifiuti speciali pericolosi prodotti per provincia nel 2005 (tonnellate). (fonte: Produzione e gestiore dei rifiuti speciali nel Veneto – ARPAV – 2005‐2006)

Si nota inoltre come la produzione mostri un trend leggermente variabile, pur registrando un minimo nel 2005 rispetto agli anni precedenti.

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Rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi esclusi C&D, prodotti per provincia 2002‐2005 (tonnellate). (fonte: Produzione e gestiore dei rifiuti speciali nel Veneto – ARPAV – 2005‐2006)

A livello dei rifiuti da C&D, e cioè dei rifiuti speciali da costruzione e demolizione, Vicenza si attesta su valori intermedi di produzione.

Rifiuti speciali C&D prodotti per provincia nel 2005 (tonnellate). (fonte: Produzione e gestiore dei rifiuti speciali nel Veneto – ARPAV – 2005‐2006)

Valutando la gestione dei rifiuti speciali, in Veneto nel 2005 ha avuto una notevole incidenza percentuale il recupero dei materiali, in particolare il recupero di sostanze inorganiche (R5), il recupero di sostanze organiche non utilizzate come solventi (R3) e il recupero di metalli (R4). Per la Provincia di Vicenza si attesta sul 21% del totale regionale.

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Ripartizione percentuale della gestione dei rifiuti speciali nel 2005 (tonnellate). (fonte: Produzione e gestiore dei rifiuti speciali nel Veneto – ARPAV – 2005‐2006)

Percentuale di recupero di rifiuti speciali esclusi C&D per provincia nel 2005. (fonte: Produzione e gestiore dei rifiuti speciali nel Veneto – ARPAV – 2005‐2006) In particolare la provincia di Vicenza, assieme a Padova, Treviso e Verona, gestisce più rifiuti speciali di quanti ne produca, per compensare quelle province (Belluno, Rovigo e Venezia) che invece non sono in grado di gestire la totalità dei rifiuti speciali da esse prodotti e per ammortizzare la quota di rifiuti speciali importati da altre regioni, prevalentemente quelle limitrofe (Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Trentino Alto‐Adige). Nel 2003 ad esempio sono state prodotte 1.872.682 tonnellate di rifiuti speciali, mentre gli impianti di trattamento presenti all’interno del territorio provinciale hanno trattato un totale di 2.057.767 tonnellate di rifiuti speciali.

Gestione dei rifiuti speciali esclusi i rifiuti da C & D non pericolosi in tonnellate ‐2003 (fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente – Provincia di Treviso – 2006)

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In conclusione la produzione dei rifiuti speciali è documentata solo a livello regionale e provinciale, con trend variabili. Anche se nella Regione e in Provincia di Vicenza si trattano complessivamente quantità di rifiuti speciali superiori a quelle prodotte nel territorio, questa tendenza non sembra potersi riferire nelle stesse misure al territorio del PATI

Per quanto riguarda i rifiuti, è da valutare come puntuale criticità l’accumulo che si è formato nel tempo nelle ex cave di pietra in galleria abbandonate presenti in area. Accumulo che costituisce impatto per la difesa del suolo e per l’ igiene ambientale.

2.15. ENERGIA

INTRODUZIONE NORMATIVA La questione energetica è un tema centrale di discussione a livello nazionale ed internazionale, che ha assunto negli anni sempre maggiore importanza in relazione ad un costante aumento della richiesta e del fabbisogno, e all’introduzione di concetti come la tutela ambientale ed il risparmio energetico. Dal punto di vista normativo, sia a livello europeo che italiano si è cercato e si continua a cercare di promuovere l’uso di energie rinnovabili, politiche di uso razionale d’energia e di risparmio energetico, e la diffusione di elettrodomestici a basso consumo, ma i risultati raggiunti sono ancora poco apprezzabili. I documenti più importanti sono di seguito riassunti:

SITUAZIONE IN VENETO La Regione Veneto è caratterizzata da forti consumi energetici: il fabbisogno regionale corrisponde a quasi il 10% di quello nazionale. La domanda di energia elettrica mostra un trend di continua crescita negli ultimi decenni, sia a livello globale che in Veneto, e da qualche anno la produzione regionale non riesce più a soddisfare le richieste. I prodotti petroliferi e il gas naturale vengono interamente importati.

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Richiesta energetica in Veneto (fonte: ARPAV)

Si riportano i dati relativi al periodo 1998‐2003 relativi al consumo interno lordo di energia del Veneto, suddiviso tra le principali fonti primarie.

Consumo interno lordo per fonte primaria in Veneto (fonte: Piano Energetico Regionale – Reg.Veneto)

SITUAZIONE IN PROVINCIA DI VICENZA Vicenza rientra, assieme a Venezia e Verona, tra le province caratterizzate dai più alti consumi energetici. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 156 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Consumi per settore e provincia ‐ 2005. (fonte: Sinergeo) Il fabbisogno energetico nell'ultimo decennio in provincia di Vicenza è pressochè raddoppiato. In particolare i consumi elettrici sono aumentati dal 1989 al 1999 del 59,8 %, a fronte di un incremento del 32,4% nel Veneto e del 28,8% in Italia, soprattutto nei settori dell'industria (57%) e del terziario (84%). La richiesta energetica in provincia di Vicenza è coperta da quattro fonti principali: l'energia elettrica, il gas metano, i prodotti petroliferi e i combustibili solidi (legna). Alle fonti rinnovabili (calore solare, fotovoltaico…) è riservato attualmente un ruolo del tutto trascurabile. La provincia di Vicenza dipende pressochè totalmente da risorse energetiche di provenienza e/o di trasformazione extra provinciale. Nel territorio provinciale non risultano apprezzabili produzioni di combustibili fossili. L'unica fonte interna è costituita dall'energia idroelettrica (111 concessioni idroelettriche, 60 MW complessivi di potenza installata).

gas energia TEP pro combustibili solidi prodotti petroliferi naturale elettrica capite

Carbone Benzina Olio comb. Metano Legna (t) Gasolio (t) g.p.l. (t) 3 GWh (t) (t) (t) (m x106)

1988 126.000 186.092 323.517 143.823 28.406 711,8 3.345 2,81

1989 126.000 193.246 328.734 122.465 33.673 750,7 3.532 2,92

1990 dato non 126.000 203.442 351.981 95.792 33.560 803,4 3.688 2,99 disponibile 1991 126.000 221.847 403.923 99.942 29.838 873,6 3.834 3,23

1992 126.000 240.425 331.591 74.821 25.995 861,6 3.949 3,10

1993 126.000 248.394 312.570 93.503 23.880 866,2 4.106 3,14

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126.000 257.005 331.737 89.165 21.622 853,4 4.401 3,23

1995 126.000 265.858 405.921 114.102 27.315 921,9 4.602 3,50

1996 126.000 272.757 400.449 60.558 26.953 946,3 4.704 3,46

1997 126.000 272.138 393.992 54.507 21.298 931,6 4.902 3,45

1998 126.000 274.447 453.013 85.277 47.586 1.028,6 5.198 3,78

1999 126.000 267.943 495.812 68.643 54.036 1.067,3 5.646 3,95

Fabbisogno energetico provinciale di combustibili fossili distinto per fonte (prodotti petroliferi, gas naturale, energia elettrica, combustibili solidi) e fabbisogno energetico pro capite 1988‐1999.(fonte: Sinerge)

Tra le principali fonti energetiche, per quanto riguarda i consumi di gas naturale, si nota un leggero incremento in Provincia di Vicenza tra il 1998 e il 2003. La destinazione d’uso è prevalentemente domestica all’interno della rete cittadina ed industriale.

Consumi provinciali di gas naturale (fonte: Piano Energetico Regionale – Reg.Veneto)

Per quanto riguarda invece i prodotti petroliferi, i consumi regionali lordi per provincia nel periodo 1998‐2003 evidenziano una riduzione generale delle vendite; per le province di Treviso e Vicenza si nota un andamento leggermente decrescente, mentre per le altre province è maggiormente costante anche se con oscillazioni.

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Consumi provinciali di prodotti petroliferi (fonte: Piano Energetico Regionale – Reg.Veneto) In particolare a livello regionale si nota come dal 1998 al 2003 siano aumentate le vendite di gasolio, mentre siano diminuite quelle di benzina e oli combustibili.

Evoluzione delle vendite di prodotti petroliferi (fonte: Piano Energetico Regionale – Reg.Veneto) In tutte le province venete il gasolio è il prodotto più venduto, con i più ingenti quantitativi alle province di Venezia, Padova, Treviso e Verona. Anche Vicenza è caratterizzata da consumi di gasolio abbastanza elevati. Tra le destinazioni d’uso, primeggia sia per il gasolio che per la benzina l’autotrazione.

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Consumo di prodotti petroliferi per provincia nel 2003 (fonte: Piano Energetico Regionale – Reg.Veneto)

Anche i consumi di energia elettrica sono in continua crescita, a Vicenza come in tutte le province venete. Il trend a livello regionale si attesta ad un incremento pari al 15,6 % in cinque anni; la provincia di Vicenza registra il 16,1 %, a carico soprattutto del settore terziario.

Consumi provinciali di energia elettrica in GWh (fonte: Piano Energetico Regionale – Reg.Veneto)

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Andamento dei consumi energetici dal 1998 al 2003 (tassi di incrementi medi annui (fonte: Piano Energetico Regionale – Reg.Veneto)

Per quanto riguarda la produzione interna lorda di energia elettrica, per la Regione Veneto risulta pari nel 2003 a 27.756,4 GWh, dei quali 24.782,2 GWh (89 %) sono di origine termoelettrica e 2.969,2 GWh (10,7 %) di origine idroelettrica. In termini di produzione lorda, a livello regionale nel periodo 1998‐2003 si evidenzia un trend decrescente del 5,5 %.

Produzione lorda di energia elettrica per tipologia di impianto nel Veneto in GWh. (fonte: Piano Energetico Regionale – Reg.Veneto)

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Le fonti rinnovabili in Veneto nel 2003 non hanno avuto un grande peso, ed infatti rappresentano solo 11,8 % della produzione lorda di energia elettrica, con una preponderanza dell’idroelettrico e solo l’1,2 % prodotta da biomasse e rifiuti.

Produzione lorda di energia elettrica per tipologia di impianto nel Veneto in GWh. (fonte: Piano Energetico Regionale – Reg.Veneto) Confrontando i dati relativi ai consumi e alla produzione lorda di energia elettrica, si evidenzia come la dislocazione degli impianti di produzione energetica non sia esattamente coerente con la distribuzione dell’energia consumata, e risenta della localizzazione storica dei grandi impianti termoelettrici in aree caratterizzate da grande disponibilità di acqua da raffreddamento. In questo scenario Vicenza riveste un ruolo decisamente secondario a livello regionale per quanto riguarda la produzione, a prevalenza comunque idroelettrica.

Confronto su energia lorda prodotta e consumi nel 2002 Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 162 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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(fonte: Piano Energetico Regionale – Reg.Veneto)

Produzione lorda di energia elettrica per provincia nel 2002 (fonte: Piano Energetico Regionale – Reg.Veneto)

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2.16. IL SISTEMA SOCIO – ECONOMICO

2.16.1. SISTEMA INSEDIATIVO E POPOLAZIONE

Relativamente ai dati demografici si specifica che si riportano qui di seguito i dati indicati nella Relazione di Progetto del PATI al cap. 3.1.3, utilizzati anche per il calcolo del dimensionamento dello stesso Piano.

TABELLA 1. POPOLAZIONE RESIDENTE E MOVIMENTO DEMOGRAFICO NEL COMUNE DI BARBARANO VICENTINO

(Fonte: anagrafe comunale)

/

Totale

periodo 31.12

Nati Anno Num. Saldo Saldo Morti Popol. Popol. al famiglia Emigrati Famiglie eventuali Naturale ncremento Residenti Residenti Abitanti Immigrati svasamenti i Migratorio percentuale Fine Demografico Saldo

1988 3.316 40 ‐30 10 64 ‐69 ‐5 5 1.034 0,00 ‐3.316 1989 3.323 29 ‐38 ‐9 69 ‐54 15 6 3.321 1.052 3,16 ‐2 1,0015% 1990 3.328 40 ‐33 7 79 ‐75 4 11 3.329 1.076 3,09 1 1,0018% 1991 3.353 31 ‐35 ‐4 78 ‐65 13 9 3.339 1.101 3,03 ‐14 1,0033% 1992 3.370 43 ‐32 11 64 ‐60 4 15 3.362 1.096 3,07 ‐8 1,0027% 1993 3.396 32 ‐28 4 76 ‐60 16 20 3.385 1.120 3,02 ‐11 1,0045% 1994 3.427 34 ‐42 ‐8 96 ‐62 34 26 3.416 1.149 2,97 ‐11 1,0059% 1995 3.480 39 ‐46 ‐7 152 ‐88 64 57 3.453 1.168 2,96 ‐27 1,0076% 1996 3.527 38 ‐49 ‐11 90 ‐64 26 15 3.537 1.205 2,94 10 1,0164% 1997 3.568 49 ‐31 18 98 ‐75 23 41 3.542 1.224 2,89 ‐26 1,0043% 1998 3.612 32 ‐41 ‐9 142 ‐89 53 44 3.609 1.254 2,88 ‐3 1,0115% 1999 3.780 36 ‐32 4 171 ‐91 80 84 3.656 1.327 2,76 ‐124 1,0122% 2000 3.790 48 ‐35 13 163 ‐81 82 95 3.864 1.330 2,91 74 1,0222% 2001 3.886 43 ‐36 7 169 ‐72 97 104 3.885 1.358 2,86 ‐1 1,0251% 2002 4.026 55 ‐61 ‐6 218 ‐86 132 126 3.990 1.389 2,87 ‐36 1,0268% 2003 4.174 51 ‐57 ‐6 208 ‐124 84 78 4.152 1.420 2,92 ‐22 1,0313% 2004 4.224 46 ‐69 ‐23 194 ‐135 59 36 4.252 1.448 2,94 28 1,0187% 2005 4.282 47 ‐54 ‐7 185 ‐142 43 36 4.260 1.480 2,88 ‐22 1,0085% 2006 4.290 49 ‐57 ‐8 155 ‐162 ‐7 ‐15 4.318 1.492 2,89 28 1,0084% 2007 4.411 49 ‐49 0 230 ‐113 117 117 4.275 1.546 2,77 ‐136 0,9965% 2008 4.465 45 ‐59 ‐14 187 ‐123 64 50 4.528 1.584 2,86 63 1,0265% 2009 4.528 57 ‐61 ‐4 170 ‐116 54 50 4.528 1.615 2,80 0 1,0265% 2010 4.602 58 ‐54 4 184 ‐114 70 74 4.515 1.636 2,76 ‐87 1,0112%

Dall’analisi dei dati demografici, e tramite successive elaborazioni si sono calcolati gli indici statistici necessari alla corretta valutazione dell’incremento demografico per il decennio 2011‐2020.

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Analisi Demografiche Barbarano Vicentino POPOLAZIONE

o MEDIA (Pm) ico Nati Nati Morti Saldo Saldo Saldo Saldo Totale Totale Periodo Periodo naturale naturale Emigrati Migratori Demograf Immigrati Immigrati

Totale 1991‐2010 882 ‐928 ‐46 3030 ‐1922 1108 1062 20 anni 3.910

Totale 1996‐2010 703 ‐745 ‐42 2564 ‐1587 977 935 15 anni 4.078

Totale 2001‐2010 500 ‐557 ‐57 1900 ‐1187 713 656 10 anni 4.289

Totale 2006‐2010 258 ‐280 ‐22 926 ‐628 298 276 5 anni 4.459

Totale 2008‐2010 160 ‐174 ‐14 541 ‐353 188 174 3 anni 4.532

TABELLA 2. MOVIMENTO DEMOGRAFICO BARBARANO VICENTINO: VALORI SIGNIFICATIVI

Dal 1991 al 2010 Dal 1996 al 2010 Dal 2001 al 2010 Dal 2005 al 2010 Dal 2008 al 2010 (20 anni) (15 anni) (10 anni) (5 anni) (3 anni)

Valori Valori Valori Valori Valori Indice Indice Indice Indice Indice annua annua annua annua annua annuo annuo annuo annuo annuo Media Media Media Media Media assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti Assoluta Assoluta Assoluta Assoluta Assoluta A Ma la A Ma la A Ma la A Ma la A Ma la

N 882 44,10 1,13% 703 46,87 1,15% 500 50,00 1,17% 258 51,60 1,16% 160 53,33 1,18%

M ‐928 ‐46,40 ‐1,19% ‐745 ‐49,67 ‐1,22% ‐557 ‐55,70 ‐1,30% ‐280 ‐56,00 ‐1,26% ‐174 ‐58,00 ‐1,28%

SN ‐46 ‐2,30 ‐0,06% ‐42 ‐2,80 ‐0,07% ‐57 ‐5,70 ‐0,13% ‐22 ‐4,40 ‐0,10% ‐14 ‐4,67 ‐0,10%

I 3030 151,50 3,88% 2564 170,93 4,19% 1900 190,00 4,43% 926 185,20 4,15% 541 180,33 3,98%

E ‐1922 ‐96,10 ‐2,46% ‐1587 ‐105,80 ‐2,59% ‐1187 ‐118,70 ‐2,77% ‐628 ‐125,60 ‐2,82% ‐353 ‐117,67 ‐2,60%

SS 1108 55,40 1,42% 977 65,13 1,60% 713 71,30 1,66% 298 59,60 1,34% 188 62,67 1,38%

NS 1062 53,10 1,36% 935 62,33 1,53% 656 65,60 1,53% 276 55,20 1,24% 174 58,00 1,28% Legenda: N NATI M MORTI SN SALDO NATURALE I IMMIGRATI E EMIGRATI SS SALDO MIGRATORIO NS SALDO DEMOGRAFICO

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TABELLA 3. POPOLAZIONE RESIDENTE E MOVIMENTO DEMOGRAFICO NEL COMUNE DI MOSSANO (Fonte: anagrafe comunale)

o ti le co Nati Fine Anno Morti Num. Saldo Saldo Saldo Totale Popol. Popol. periodo periodo famiglia al 31.12 al 31.12 Emigrati Famiglie Naturale eventuali Residenti Residenti Abitanti / svasamen Immigrati percentua increment Migratorio Demografi

1988 1474 11 -14 -3 53 -45 8 5 1.474 419 3,52 0 0,34 1989 1484 21 -24 -3 52 -39 13 10 1.484 422 3,52 0 0,67 1990 1504 12 -20 -8 72 -44 28 20 1.504 425 3,54 0 1,33 1991 1521 10 -32 -22 72 -51 21 -1 1.503 425 3,58 18 1,12 1992 1553 18 -37 -19 83 -32 51 32 1.553 424 3,66 0 2,06 1993 1624 13 -43 -30 132 -29 103 73 1.626 445 3,65 -2 4,37 1994 1657 17 -40 -23 104 -48 56 33 1.657 457 3,63 0 1,99 1995 1662 12 -37 -25 60 -30 30 5 1.662 461 3,61 0 0,30 1996 1685 21 -39 -18 70 -29 41 23 1.685 466 3,62 0 1,36 1997 1702 15 -45 -30 89 -42 47 17 1.702 474 3,59 0 1,00 1998 1686 17 -48 -31 61 -46 15 -16 1.686 472 3,57 0 -0,95 1999 1685 3 -20 -17 27 -11 16 -1 1.685 474 3,55 0 -0,06 2000 1692 16 -49 -33 81 -35 46 13 1.698 479 3,53 -6 0,41 2001 1655 11 -45 -34 63 -66 -3 -37 1.655 467 3,54 0 -2,24 2002 1659 7 -44 -37 111 -70 41 4 1.659 482 3,44 0 0,24 2003 1690 13 -55 -42 123 -49 74 32 1.691 545 3,10 -1 1,83 2004 1710 19 -56 -37 110 -53 57 20 1.710 554 3,09 0 1,17 2005 1760 18 -48 -30 145 -65 80 50 1.760 565 3,12 0 2,84 2006 1783 18 -38 -20 104 -61 43 23 1.783 580 3,07 0 1,29 2007 1788 14 -54 -40 105 -60 45 5 1.788 590 3,03 0 0,28 2008 1811 15 -52 -37 114 -54 60 23 1.811 600 3,02 0 1,27 2009 1808 11 -71 -60 122 -65 57 -3 1.785 611 2,96 23 1,11 2010 1791 14 62 76 112 -81 31 107 1.918 607 2,95 -127 -1,12

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Dall’analisi dei dati demografici, e tramite successive elaborazioni si sono calcolati gli indici statistici necessari alla corretta valutazione dell’incremento demografico per il decennio 2011-2020.

Analisi Demografiche Mossano POPOLAZIONE

o MEDIA (Pm) ico Nati Nati Morti Saldo Saldo Saldo Saldo Totale Totale Periodo Periodo naturale naturale Emigrati Migratori Demograf Immigrati Immigrati

Totale 1991‐2010 282 ‐791 ‐509 1888 ‐977 911 20 anni 1.696

Totale 1996‐2010 212 ‐602 ‐390 1437 ‐787 650 15 anni 1.727

Totale 2001‐2010 140 ‐401 ‐261 1109 ‐624 485 10 anni 1.746

Totale 2006‐2010 72 ‐153 ‐81 557 ‐321 236 5 anni 1.796

Totale 2008‐2010 40 ‐61 ‐21 348 ‐200 148 3 anni 1.803

TABELLA 4. MOVIMENTO DEMOGRAFICO MOSSANO: VALORI SIGNIFICATIVI Dal 1991 al 2010 Dal 1996 al 2010 Dal 2001 al 2010 Dal 2006 al 2010 Dal 2008 al 2010 (20 anni) (15 anni) (10 anni) (5 anni) (3 anni)

Valori Valori Valori Valori Valori Indice Indice Indice Indice Indice annua annua annua annua annua annuo annuo annuo annuo annuo Media Media Media Media Media assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti Assoluta Assoluta Assoluta Assoluta Assoluta A Ma la A Ma la A Ma la A Ma la A Ma la

N 282 14,10 0,83% 212 14,13 0,82% 140 14,00 0,80% 72 14,40 0,80% 40 13,33 0,74%

M ‐791 ‐39,55 ‐2,33% ‐602 ‐40,13 ‐2,32% ‐401 ‐40,10 ‐2,30% ‐153 ‐30,60 ‐1,70% ‐61 ‐20,33 ‐1,13%

SN ‐509 ‐25,45 ‐1,50% ‐390 ‐26,00 ‐1,51% ‐261 ‐26,10 ‐1,50% ‐81 ‐16,20 ‐0,90% ‐21 ‐7,00 ‐0,39%

I 1888 94,40 5,57% 1437 95,80 5,55% 1109 110,90 6,35% 557 111,40 6,20% 348 116,00 6,43%

E ‐977 ‐48,85 ‐2,88% ‐787 ‐52,47 ‐3,04% ‐624 ‐62,40 ‐3,57% ‐321 ‐64,20 ‐3,57% ‐200 ‐66,67 ‐3,70%

SS 911 45,55 2,69% 650 43,33 2,51% 485 48,50 2,78% 236 47,20 2,63% 148 49,33 2,74%

NS 402 20,10 1,19% 260 17,33 1,00% 224 22,40 1,28% 155 31,00 1,73% 127 42,33 2,35% Legenda: N NATI M MORTI SN SALDO NATURALE I IMMIGRATI E EMIGRATI SS SALDO MIGRATORIO NS SALDO DEMOGRAFICO

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2.16.2. SISTEMA DEI SERVIZI

2.16.2.1. SISTEMA DEI SERVIZI DI BARBARANO VICENTINO Nel territorio di Barbarano Vicentino sono presenti servizi locali per ogni frazione del Comune, tanto da definire entità completamente autonome tra di loro per istruzione e servizi di culto. Nel Capoluogo Barbarano Vicentino sono presenti:  la Sede Municipale e la Piazza;  biblioteca e teatro;  la chiesa arcipretale (capoluogo), Chiesa di San Giovanni in Monte, Convento di San Pancrazio;  Centro Giovanile e Centro Anziani;  Casa Riposo Simionati‐Soattini, Casa Riposo Raggio di Sole.  centro sanitario poliambulatorio;  asilo nido integrato, la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado;  gli impianti sportivi;  caserma dei carabinieri;  aree a verde attrezzato parchi gioco;  area polifunzionale via Zonato;  Sede di servizio postale;  Uno sportello bancario;  Ambito caccia in zona collinare;  Sede mandamento Artigiani;  Protezione Civile;  Mercato settimanale in piazza Roma il mercoledì;  Cimitero. A Ponte i servizi presenti sono:  Chiesa parrocchiale;  Impianto sportivi Parrocchiali  Palestra comunale;  Opere parrocchiali;  Centro Anziani;  Scuola dell’infanzia e scuola primaria;  Sede di servizio postale;  Cinque sportelli bancari;  aree a verde attrezzato parchi gioco;  mercato settimanale in piazza Breganzato il sabato;  Cimitero.

2.16.2.2. SISTEMA DEI SERVIZI DI MOSSANO Nel territorio di Mossano sono presenti servizi locali per ogni frazione del Comune, tanto da definire entità completamente autonome tra di loro per istruzione e servizi di culto. Nel Capoluogo Mossano sono presenti: Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 168 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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 la Sede Municipale e la piazza;  la chiesa parrocchiale;  la scuola primaria ( elementare );  gli impianti sportivi , campetto da calcio  Cimitero  Depuratore , fitodepurazione  Casa di riposo ( S. Giovanni) A Ponte i servizi presenti sono:  Chiesa;  Scuola dell’infanzia ( materna)  Sede di servizio postale;  Impianti sportivi con palestra  Biblioteca comunale  aree a verde attrezzato  farmacia  depuratore

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2.16.3. SANITÀ E ASSISTENZA SOCIOSANITARIA L'Azienda Sanitaria Ulss 6 Vicenza è l’ Ente competente per la sanità ed i servizi sociali per il territorio di Barbarano e di Mossano. Essa è funzionalmente collegata alla Regione Veneto, e la sua attività è regolamentata dalla LR 56 del 14/09/94. La missione principale dell'Azienda è la tutela della salute, soprattutto nei confronti della popolazione residente nel territorio, oltre a fornire un adeguato supporto alle famiglie e alle persone che presentano problematiche di tipo sociale. La competenza Aziendale è articolata e prevede azioni su fronti diversi, condotte anche in stretta collaborazione con le Amministrazioni Locali:  azioni di monitoraggio epidemiologico e sociale;  azioni di prevenzione sul territorio sostenute da campagne di Informazione e Progetti di Educazione e Promozione della Salute;  azioni volte a rispondere in prima istanza alle esigenze sanitarie dei cittadini facendo uso delle proprie strutture (i distretti socio sanitari, i medici di base e /o gli specialisti di settore);  interventi nella diagnosi e cura delle patologie mediante le strutture sanitarie di cui dispone l'Azienda, quali i Poliambulatori e le Strutture Ospedaliere Il territorio interessato dalla Ulss 6 Vicenza è costituito da 39 Comuni, che si estendono su un'area di 739 Km2 e comprendono una popolazione di circa 312.000 abitanti., circa metà della popolazione provinciale La sede si trova presso l’ Ospedale San Bortolo di Vicenza. Area dei Servizi Territoriali Il territorio dell’ ULSS n.6 Vicenza è suddiviso geograficamente in varie aree di servizi territoriali. Quella che riguarda sia il Comune di Barbarano V. che quello di Mossano assieme ai comuni limitrofi della Riviera Berica è il Distretto Socio Sanitario sud Est. Distretto Socio Sanitario "Sud‐Est" . Sede Principale di Noventa Vicentina . Sede di Noventa Vicentina ‐ "Villa Rossa" . Sede di Longare . Sede di Montegalda . Sede di Arcugnano . Sede di Barbarano Vicentino . Sede di Grisignano . Sede di Nanto Il Distretto Socio‐Sanitario Sud‐Est è un'articolazione organizzativa funzionale dell'Azienda ULSS, diretta a garantire l'assistenza primaria e a realizzare un elevato livello di integrazione tra i diversi servizi che operano sul territorio. Tali servizi, attraverso un'erogazione coordinata e continuativa di prestazioni sanitarie e socio‐sanitarie, hanno la funzione di intervenire sulla persona in modo globale e completo. Il presidio principale del Distretto Sud Est è l’Ospedale P. Milani di Noventa Vicentina a circa 7 km. da Ponte di Barbarano e circa 9 da Ponte di Mossano. Pertanto i due comuni pertinenti al PATI si trovano a breve distanza e ben serviti da viabilità sia per raggiungere l’ospedale di Noventa, ma sono pure in posizione di agevole accessibilità rispetto all’Ospedale regionale di Vicenza.

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Ospedale P. Milani Via Capo di Sopra, 1 a Noventa Vicentina Info 800141403 CUP 800403960

Le funzioni del Distretto Sud Est nel complesso dell’Ulss n. 6 del sono le seguenti:  Collegare l'attività dei Servizi‐Sanitari alla realtà socio‐economica del territorio.  Cogliere e leggere i bisogni tempestivamente attraverso la "prossimità istituzionale".  Promuovere la sinergia anche economica tra agenzie (istituzionali e non).  Far crescere la competenza comunitaria rispetto alla capacità autonoma di affrontare i suoi problemi.  Governare la rete dei servizi, anche secondo il principio dell'economia di scala.  Concordare nella comunità un patto di solidarietà per la salute.  Agevolare i contastti con il pubblico con il Mini‐sito del Distretto "Sud‐Est"

Servizi del Distretto Sud Est: Consultorio Familiare Sud‐Est ‐ Noventa Vicentina Consultorio Familiare Sud‐Est ‐ Longare Centrale Operativa ADI ‐ Noventa Vicentina Centrale Operativa ADI ‐ Montegalda Servizio di Riabilitazione Medicina Pubblica Vaccinazioni: Noventa Vicentina Via Capo di Sopra, Longare Via Marconi, 24 Montegalda, Piazza Marconi, 35 Arcugnano, Piazza M. Rumor, 9, Barbarano Vicentino Via Giovanni XXIII Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 171 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Zovencedo, Via Croce – c/o Municipio Sanità generale A livello di prestazioni, l’ULSS n.6 fornisce dei servizi ben dislocati sul territorio; anche i numeri di posti letto, sia per i ricoveri che in Day Hospital, sono tra i più alti della Regione.

Posti letto per tipo di presidio e Azienda ULSS ‐ 2002 (fonte: Statistica n°34 – Veneto in cifre 2003‐2004 – Regione Veneto)

Utenti assistiti a domicilio per età ‐ 2003 (fonte: Statistica n°34 – Veneto in cifre 2003‐2004 – Regione Veneto)

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Utenti assistiti a domicilio per tipologia ‐ 2003 (fonte: Statistica n°34 – Veneto in cifre 2003‐2004 – Regione Veneto)

Servizi farmaceutici ‐ 2001 (fonte: Statistica n°34 – Veneto in cifre 2003‐2004 – Regione Veneto)

In conclusione a livello comunale per quanto riguarda servizi e prestazioni, Barbarano Vicentino e Mossano risultano ben coperti, anche se con bassi numeri di utenti.

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Servizi attivati nel Territorio di riferimento distrettuale e comunale – Distretto sud‐est (fonte: ULSS6)

Numero utenti suddivisi per tipologia di intervento‐prestazione – Distretto sud‐est (fonte: ULSS6) Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 174 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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AREA INFANZIA, MINORI, GIOVANI E FAMIGLIA Per le famiglie e i bambini, i servizi di assistenza medico‐generica e medico‐pediatrica rientrano nella media regionale, e nel triennio 2001‐2003 sono aumentati i posti disponibili per quanto riguarda gli asili‐nido.

Assistenza medico‐generica e pediatrica di base ‐ 2002 (fonte: Statistica n°34 – Veneto in cifre 2003‐2004 – Regione Veneto)

Asili nido – 2001‐2003 (fonte: Statistica n°34 – Veneto in cifre 2003‐2004 – Regione Veneto)

AREA DISABILITA’ I servizi alle persone con disabilità e alle loro famiglie mirano a garantire dai primi anni di vita fino all’età adulta l’integrazione scolastica, sociale e lavorativa della persona disabile, potenziandone le autonomie e le competenze relazionali e sostenendo la famiglia stessa. Vicenza e Verona a livello regionale sono le province dotate di un numero maggiore di servizi alla disabilità. In particolare l’ULSS 6 dispone di 26 CEOD (Centri Socio‐Educativi

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Occupazionali) e 11 strutture residenziali, per un totale di 612 posti disponibili cui afferiscono anche Barbarano e Mossano.

CEOD (Centri Socio‐Educativi Occupazionali) e strutture residenziali – 2002 (fonte: Statistica n°34 – Veneto in cifre 2003‐2004 – Regione Veneto)

CEOD (Centri Socio‐Educativi Occupazionali) e strutture residenziali – 2002 (fonte: Statistica n°34 – Veneto in cifre 2003‐2004 – Regione Veneto)

A livello di integrazione scolastica, il numero di minori certificati annualmente è in costante crescita. Nel 2006/2007 l’ULSS 6 ha certificato 1203 minori, 143 dei quali seguiti da insegnate di sostegno e Operatore Socio Sanitario e 6 seguiti solo da Operatore Socio Sanitario. Il dato precedente riferito al 2005/2006 contava 1019 minori certificati. Negli ultimi anni anche il numero di persone con disabilità inserite nei Centri Diurni è stato in costante crescita. Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, le persone che nei tre anni considerati hanno beneficiato dell’intervento sono 67, di cui 47 minori e 20 adulti. Quasi tutti i minori fruiscono del servizio di assistenza scolastica. Il ricorso all’inserimento definitivo in comunità rimane per molte famiglie, in situazioni di estrema difficoltà, l’unica soluzione in grado di garantire il benessere della persona disabile stessa e della famiglia. Bisogna poi sottolineare che l’aumento dell’aspettativa media di vita Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 176 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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per la persona disabile, ha portato a situazioni in cui i genitori o (l’unico genitore in vita) spesso sono anziani, non più in grado di occuparsi adeguatamente del proprio figlio. A ciò si aggiungono poi le situazioni d’emergenza o urgenza che possono verificarsi quando l’unico famigliare che assiste la persona disabile viene a mancare improvvisamente. Il trend di inserimento degli ultimi anni risulta pressoché costantemente in aumento. Vanno tuttavia rilevate le difficoltà connesse alla carenza di posti letto nelle strutture della rete che hanno posto le famiglie davanti all’impossibilità di accedere alle strutture individuate per l’inserimento del proprio familiare.

AREA ANZIANI L’azienda ULSS 6, pur insistendo nell’ambito della Provincia di Vicenza che esprime il più basso indice di vecchiaia delle 7 province venete, sta progressivamente assistendo all’aumento della popolazione anziana, sia in valore assoluto (numero di anziani) che in valore relativo (numero di anziani in rapporto agli adulti ed ai giovani), e segue il trend evolutivo che caratterizza la regione Veneto. Per quanto riguarda gli anziani ospitati in strutture residenziali, siamo ai livelli più alti a livello regionale.

Utenti, strutture residenziali e centri diurni per anziano – 2002 (fonte: Statistica n°34 – Veneto in cifre 2003‐2004 – Regione Veneto)

Nel territorio dell’ULSS 6 l’indice di vecchiaia è di 121,69, in linea con quello del Comune di Barbarano Vicentino (119,9), mentre Mossano è caratterizzato da valori decisamente maggiori (179,2).

Popolazione anziana residente al 31/12/2006 suddivisa per Distretto , sesso e classi d’età. (fonte: ULSS6)

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Popolazione anziana residente al 31/12/2006 suddivisa per Comune, sesso e classi d’età in valori assoluti. (fonte: ULSS6)

Popolazione anziana residente al 31/12/2006 suddivisa per Comune, sesso e classi d’età in percentuale. (fonte: ULSS 6)

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Nel particolare dei Comuni in esame, a Mossano è presente un centro residenziale per anziani non autosufficienti, a Barbarano ve ne sono due. Risultano presenti in strutture dell’ULSS 37 anziani di Barbarano e 24 di Mossano.

Anziani presenti nelle Strutture dell'ULSS6 nel 2006 per Comune di provenienza. (fonte: ULSS6)

Popolazione anziana nei Centri di Servizio su 1000 abitanti > 65 anni per Comune ‐ 2006. (fonte: ULSS6)

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AREA SALUTE MENTALE A livello regionale l’ULSS 6 registra numeri abbastanza elevati relativamente ai servizi riguardanti la salute mentale.

Tutela della salute mentale ‐ 2001 (fonte: Statistica n°34 – Veneto in cifre 2003‐2004 – Regione Veneto)

Nel 2007 l’ULSS 6 ha contattato 3.884 utenti, con un incremento di circa 300 unità rispetto all’anno precedente. Similmente sono aumentate le prime visite (nuovi utenti o utenti non più contattati da più di due anni), 1.075 rispetto a poco meno di mille. Si è mantenuta l’attività domiciliare, 277 pazienti sono seguiti anche a domicilio. I Servizi di Salute Mentale del D.S.M. (Dipartimento di Salute Mentale) dell’ULSS 6 si possono distinguere in:  Servizi Ospedalieri : è il reparto psichiatrico o S.P.D.C. (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura) nell’Ospedale Generale;  Servizi Territoriali: il Centro di Salute Mentale (C.S.M.) è il Servizio Territoriale fondamentale, centrale. Nell’U.L.S.S. 6 ci sono 3 C.S.M. aperti per 10 ore al giorno. Gli altri servizi territoriali, collegati al C.S.M., sono i servizi semiresidenziali e quelli residenziali. I Servizi Semiresidenziali sono di due tipi, Day Hospital, per utenti che necessitano di una “Ospedalizzazione parziale” e giornaliera, e Centro Diurno, che accoglie pazienti con tendenza alla cronicizzazione e con gravi difficoltà nelle relazioni interpersonali. I Servizi Residenziali, concepiti per pazienti con bisogni di lungo assistenza (terapeutica e riabilitativa prolungate) extraospedaliera, sono di tre tipi: le Comunità, che accolgono il paziente per periodi prolungati (mesi‐anni) a causa di disturbi gravi e cronici, con carenza o assenza di un supporto familiare, in presenza di disabilità che diminuiscono l’autonomia e le capacità sociali (abitazione, lavoro, rapporti interpersonali), le C.T.R.P. (Comunità Terapeutica Residenziale Protetta), strutture sanitarie con attività terapeutiche e riabilitative, e le Comunità Alloggio e Gruppi Appartamento.

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Il numero degli utenti del SERT nell’ULSS 6 dal 1990 al 2006 è stato progressivamente crescente, e registra un numero di presenze abbastanza elevato a livello regionale. Gli utenti appartengono per la maggior parte alle fasce d’età 20‐29 e 30‐39 anni.

Utenti per le tossicodipendenze – 2005 (fonte: Statistica n°34 – Veneto in cifre 2003‐2004 – Regione Veneto)

Utenti per le tossicodipendenze – 2005 (fonte: Annuario statistico provinciale – Vicenza in cifre ‐ Provincia di Vicenza –2007)

Utenti per le tossicodipendenze – 2005 (fonte: Annuario statistico provinciale – Vicenza in cifre ‐ Provincia di Vicenza –2007)

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Rapporto Ambientale Definitivo Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano (VI) P.A.T.I.

MORTALITA’ STRADALE Dal 1996 al 2006 in Provincia di Vicenza il numero di feriti causati da incidenti stradali si è mantenuto sempre attorno ai 4.000 casi all’anno, registrando un minimo nel 2005 con 3.358 feriti ed un massimo nel 2001 con 4.383 feriti. Sul totale circa il 3 % degli incidenti si è rivelato mortale.

Incidenti, feriti e decessi nella Provincia di Vicenza e in Veneto (fonte: Annuario statistico provinciale – Vicenza in cifre ‐ Provincia di Vicenza –2007)

Incidenti totali e mortali nella Provincia di Vicenza e in Veneto (fonte: Annuario statistico provinciale – Vicenza in cifre ‐ Provincia di Vicenza –2007)

Nei Comuni in esame il parco veicolare risulta tra i meno numerosi a livello provinciale, e anche il numero degli incidenti si mostra contenuto, variando nel periodo 1996‐2006 per Barbarano tra 8 (2000) e 15 (2002 e 2003) e per Mossano tra 1 (1997, 2004 e 2005 ) e 7 (2000). La maggior parte degli incidenti per Barbarano sono legati alla presenza della SP 8, per la quale è stato stimato nel 2006 un traffico medio giornaliero di circa 6.600 vetture.

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Parco veicolare per Comune per 100 abitanti ‐ 2006 Incidenti per Comune ‐ 2006 (fonte: Annuario statistico provinciale – Vicenza in cifre ‐ Provincia di Vicenza–2007)

Per quanto riguarda l’esito degli incidenti registrati, entrambi i Comuni rientrano nella fascia a pericolosità medio‐bassa: i feriti oscillano per Barbarano tra i 9 del 1998 e i 22 del 1996, 2002 e 2003, e per Mossano tra 1 nel 1997 e 2005 e i 12 del 1999, 2000 e 2006. Sono stati registrati a Barbarano 2 decessi a causa di incidenti stradali nel 1997, 2002 e 2006, 3 nel 1998 e 1 nel 2000, a Mossano 1 negli anni 1998, 2000 e 2001. A livello provinciale nel periodo 1996‐ 2006 si è oscillato tra i 61 decessi del 2005 e i 154 del 1999; si registra quindi una diminuzione dei casi nell’ottica dell’obiettivo della Comunità Europea che ha fissato nella strategia di Lisbona (2000) la riduzione del 50% dei decessi stradali entro il 2010.

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Feriti causati da incidenti stradali per Comune ‐ 2006(fonte: Annuario statistico provinciale – Vicenza in cifre ‐ Provincia di Vicenza –2007)

2.16.4. ISTRUZIONE La Provincia di Vicenza presenta una buona offerta dal punto di vista scolastico, con dei buoni numeri anche rispetto alle altre province della Regione Veneto, e uno dei numeri maggiori di studenti a livello regionale. Sia nel Comune di Barbarano Vicentino che a Mossano in particolare sono presenti una scuola dell’infanzia per i bambini fino ai 5 anni, una scuola primaria per i bambini fino agli 11 anni, e, solo a Barbarano, una scuola secondaria di I grado.

Unità scolastiche ed alunni per provincia – a.s.2003/2004 (fonte: Statistica n°34 – Veneto in cifre 2003‐2004 – Regione Veneto)

La Provincia di Vicenza vede inoltre un numero medio‐buono di studenti che portano a termine gli studi, sia a livello di scuola secondaria di II grado che di istruzione universitaria.

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Diplomati ogni 100 19enni. Densità di laureati. (fonte: Quaderno n°19 – Ufficio Studi e Ricerche della Prov. di Treviso ‐ 2005)

Nell’a.s. 2007/2007 gli studenti stranieri in Prov. di Vicenza sono stati 15.247: Vicenza si attesta quindi su livelli medio‐alti di presenze straniere nelle scuole, soprattutto per la scuola primaria. Le cittadinanze maggiormente rappresentate sono quelle europee, che costituiscono circa il 49 % del totale degli studenti.

Alunni con cittadinanza non italiana per ordine di scuola (fonte: Provincia di Vicenza ‐ Statistica)

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Alunni con cittadinanza non italiana per provenienza – a.s.2007/2008 (fonte: Annuario statistico provinciale – Vicenza in cifre ‐ Provincia di Vicenza –2007)

2.16.5. SISTEMA PRODUTTIVO, COMMERCIALE E ARTIGIANALE

2.16.5.1. SISTEMA PRODUTTIVO, COMMERCIALE E ARTIGIANALE DI BARBARANO VICENTINO Il sistema produttivo di Barbarano Vicentino si sviluppa principalmente a Ponte di Barbarano ed è organizzato e localizzato in quattro principali zone: 1. la zona produttiva sita a cavallo tra l’ex tracciato ferroviario Grisignano – Ostiglia via G. Matteotti e via Ca’ Dolina costituita principalmente: - dall’attività industriale di zincatura (Ditta Zincol), che attualmente necessita di un riordino dell’area e suo ampliamento per rispondere alle esigenze produttive e di deposito; - dalla attività agroindustriale quale la Cantina Sociale Riviera Berica; - da attività artigianali e commerciali di servizio varie;

2. la zona industriale –artigianale sita ad ovest della Riviera Berica e a sud di Ponte di Barbarano dove sono presenti principalmente: - attivita’ di carpenteria metallica e meccanica - attivita’ artigianali di termoidraulica - attivita agroindustriale quale il caseificio sociale, di interesse sovra comunale; - la concessionaria automobilistica (ditta Bisson) per la quale è stata approvata la Variante parziale di PRG da parte della Regione Veneto il 02.04.2009, che propone un suo ampliamento e sistemazione viabilistica. 3. la nuova zona commerciale, artigianale e agroindustriale sita ad est della Riviera Berica e a nord di Ponte di Barbarano nella quale sono presenti attività di interesse sovra comunali (un ipermercato, grande struttura di vendita GSV). Tale zona risulta di rilevante interesse strategico sia per la posizione, sita lungo la principale viabilità (la Riviera Berica) di collegamento tra Vicenza e i Comuni a sud della stessa, sia perché nei Comuni limitrofi mancano attività commerciali di tale portata;

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4. la grande zona industriale sita a sud di Ponte di Barbarano e a est della Riviera Berica, ove sono presenti numerose attività produttive e industriali, ben organizzate e distribuite, la cui localizzazione risulta ottimale e strategica essendo ai confini sud del Comune, lontana dagli insediamenti residenziali, e ben servita dal punto di vista viabilistico in quanto localizzata tra la Riviera Berica e la S.P. Berico – Euganea e prossima al futuro casello autostradale della Valdastico sud, che sorgerà ai confini sud‐est nel comune limitrofo di Albettone;

5. le attività commerciali lungo la Riviera Berica.

3 1

2

4

Zone produttive, commerciali e artigianali di Barbarano Vicentino

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2.16.5.2. SISTEMA PRODUTTIVO, COMMERCIALE E ARTIGIANALE DI MOSSANO Il sistema produttivo di Mossano si sviluppa principalmente a Ponte di Mossano, ai confini nord ed a ovest della Riviera Berica dove sono presenti principalmente attività produttive e industriali. Sono presenti delle attività commerciali lungo la Riviera Berica.

Zone produttive, commerciali e artigianali di Mossano

In conclusioneil territorio del PATI vede gli insediamenti produttivi, commerciali ed artigianali, dislocati in più aree della pianura, preferendo la prossimità alla Riviera Berica. barbarano ha una vocazione produttiva e commerciale decisamente più spiccata Tuttavia il comparto produttivo non si può considerare secondo distinzioni amministrative, ma piuttosto come unitario e bene integrato, con anche eccellenze e specializzazioni settoriali.

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2.16.6. TURISMO In Veneto il settore turistico risulta uno dei punti di forza dal punto di vista economico, che dà alla Regione un primato a livello italiano, e la cui incidenza si è mantenuta costante negli ultimi anni. La Provincia di Vicenza, pur con un numero significativo di presenze, rappresenta solo una percentuale molto ridotta del fenomeno turistico, che nelle province di Venezia e Verona raggiunge numeri decisamente più importanti.

Presenze di turisti nelle province venete, quote 2005 e variazioni rispetto al 2004. (fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente – Prov. di Padova ‐ 2006)

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Presenze nelle strutture ricettive per provincia ‐ 2005 (fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente – Prov. di Treviso ‐ 2006)

Analizzando il numero di strutture ricettive presenti in Provincia di Vicenza, si nota come sia pressoché costante, con una leggera flessione negli ultimi anni, mentre il numero di posti letto dopo anni di incremento dal 2000 sia stabile. L’andamento dei flussi turistici invece si presenta molto altalenante.

Esercizi alberghieri in Provincia di Vicenza (fonte: Annuario statistico provinciale – Vicenza in cifre ‐ Provincia di Vicenza –2007)

Movimento turistico in Provincia di Vicenza

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(fonte: Annuario statistico provinciale – Vicenza in cifre ‐ Provincia di Vicenza –2007)

Valutando la situazione dei Comuni in esame, a Barbarano non è segnalata la presenza di esercizi alberghieri; sono però presenti 4 strutture extra‐alberghiere per un totale di 65 posti letto; nel 2006 sono stati registrati 1.180 arrivi e 3.276 presenze, di cui stranieri rispettivamente il 17,8 % e il 39,7 %. A Mossano risulta invece presente 1 esercizio extra‐alberghiero, dotato di 16 posti letto.

2.16.7. SISTEMA DEI PERCORSI DI INTERESSE STORICO E NATURALISTICO ‐ AMBIENTALE I territori di Barbarano Vicentino e di Mossano sono visitabili e percorribili anche mediante i sentieri di interesse naturalistico – ambientali presenti che qui di seguito vengono rappresentati e descritti sinteticamente.

2.16.7.1. PERCORSI DI INTERESSE STORICO E NATURALISTICO – AMBIENTALE DI BARBARANO VICENTINO

Legenda dei percorsi di Barbarano Vic.

2.16.7.2. IL SENTIERO DELLE CENGIA N. 71 Punto di partenza: Barbarano Vicentino, centro. Lunghezza: km 10 ‐ Tempo di percorrenza: 3‐4 ore Note sul percorso: questo itinerario storico naturalistico è considerato il più interessante fra tutti i sentieri in quanto spazia su tutta la zona montana di Barbarano Vicentino. Dal centro storico si sale sulle due più spiccate e panoramiche alture della zona, il Monte della Cengia e il Monte Tondo, che offrono all’’escursionista momenti d’osservazione veramente unici oltre che l’occasione per ammirare i più diversi esemplari di flora e fauna locali. Lungo il percorso si potranno conoscere alcuni fra gli edifici e i manufatti storici più significativi della storia di Barbarano Vicentino: casa Andrea Ferretto, musicista e compositore che brevettò il musicografo (macchina per scrivere e stampare la

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musica); la Fontana del Bronzo, manufatto scavato nella roccia e risalente alla 1° guerra mondiale; il complesso di Villa Marinoni con l’annessa cappella dedicata a San Gaetano Thiene e Villa Carampin.

Il sentiero della Cengia n. 71

2.16.7.3. IL SENTIERO DELLA FONTANA DEL LAVELLO N. 73 Punto di partenza: Barbarano Vicentino, centro. Lunghezza: km 4,5 Tempo di percorrenza: 2 ore Note sul percorso: breve escursione appena a monte del paese che permette di osservare la natura e le opere dell’uomo attraverso il tempo, quali la Fontana del Lavello e alcuni, rari covoli scavati nella roccia. L’acqua è uno degli elementi che contraddistinguono questo percorso, spesso affiancato dallo scorrere del Rio delle

Il sentiero della fontana del Lavello n. 73 Scudellette. I punti di partenza e arrivo permettono agli

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escursionisti la visita a due degli edifici storici più importanti: il Palazzo dei Canonici e la parrocchiale S. Maria Assunta.

2.16.7.4. IL SENTIERO DELLA SCUDELLETTA N. 75 Punto di partenza: Barbarano Vicentino, centro. Lunghezza: km 11 ‐ Tempo di percorrenza: 4 ore Note sul percorso: questo sentiero propone un’ampia escursione che si spinge all’’interno dell’altopiano berico, ricalcando anche alcuni tratti dei sentieri n. 71 e 81. Presenta alcuni passaggi di un certo impegno per l’’escursionista, ma permette l’osservazione di notevoli elementi di sicuro interesse naturale, come le diverse varietà di orchidee selvatiche e la scogliera, un lungo tratto di roccia oligocenica che racchiude abbondanti cespi di coralli fossili visibili ad occhio nudo. Importanti gli edifici storici e i ritrovamenti che si possono incontrare: la Chiesa di S.Martino, divenuta “ospedale” nel XV secolo; le tombe rupestri, straordinario sito archeologico di probabile età longobarda; la Chiesa di San Giovanni in Monte, recentemente restaurata e visitabile solo in certi giorni dell’anno e la Fontana di San Giovanni.

Il sentiero della Scudelletta n. 75

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IL PERCORSO CICLOTURISTICO DELLE FONTANE N.77 Punto di partenza: Ponte di Barbarano. Lunghezza: km.23 ‐ Tempo di percorrenza: 3 ore Note sul percorso: facile tour in bicicletta lungo le tranquille stradine di Ponte di Barbarano, è soprattutto un percorso che permette la visita delle ville di questa zona, godendo del paesaggio circostante. L’itinerario si snoda partendo da Villa Sangiantofetti‐Pedrina‐Rigon, raggiungendo Villa Pedrina e Villa Ghiotto in località Monticello, quindi Villa Testa‐Sinigaglia in località Rampezzana e infine il complesso religioso San Pancrazio, nel colle omonimo. La bellezza e la vastità dell’area, sia del colle a) Monticello che del colle San Pancrazio, invitano ad inoltrarsi per escursioni a piedi che sono di facile impegno.

Il percorso cicloturistico delle fontane n.77

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2.16.7.5. IL SENTIERO LE FONTANELLE N. 79 Punto di partenza: Barbarano Vicentino, centro Lunghezza: km.13,500 ‐ Tempo di percorrenza: 5‐6 ore Note sul percorso: tra tutti gli itinerari escursionistici nel Comune di Barbarano questo sentiero rappresenta quello più completo e appagante. Lungo il suo percorso infatti, è possibile cogliere gli aspetti principali della fascia pedecollinare e dei versanti più o meno ripidi che risalgono il rilievo fino alle massime quote, senza dimenticare le doline, le vallette e le depressioni carsiche che, alternate ai modesti rilievi, creano un paesaggio dolcemente modulato. Assumono un interesse particolare le numerose fontane costruite intorno ai punti di risorgenza e ricavate spesso nella viva roccia. Facile, anche se lungo e, nella parte iniziale, con dislivelli accentuati, si svolge prevalentemente su carrarecce e su sentieri ben tracciati. Il sentiero le Fontanelle n. 79

2.16.7.6. PERCORSI DI INTERESSE STORICO E NATURALISTICO – AMBIENTALE DI MOSSANO

2.16.7.7. IL SENTIERO DI SAN BERNARDINO N. 81 Punto di partenza: Mossano centro Lunghezza: 10 Km ‐ Altitudine: Tra i 46 e 405 m ‐ Tempo di percorrenza: 3 ore e mezza Note sul percorso: Percorso storico‐naturalistico al centro della Riviera Berica, passa la pittoresca contrada dei mugnai, offre lunghe attraversate dei boschi, visite ai covali e alle grotte, alcune d'importanza scientifica; i siti più originali ed interessanti sono le misteriose Prigioni rupestri e la Grotta di San Bernardino.

Il sentiero di San Bernardino n. 81

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In conclusione il territorio del PATI ha già sviluppato da anni una sua strategia di sviluppo turistico sostenibile, da sostenere e incentivare .

2.16.8. SISTEMA DI PROGRAMMAZIONE COMUNALE

2.16.8.1. SISTEMA DI PROGRAMMAZIONE COMUNALE DI BARBARANO VICENTINO Il Comune di Barbarano Vicentino si è dotato di strumento urbanistico generale approvato dalla Giunta Regionale con Decreto n. 5200 del 10.10.1985. Successivamente sono state redatte varianti parziali al PRG. Si riporta qui di seguito la programmazione urbanistica comunale. Tabella Strumenti Urbanistici – Programmazione Urbanistica Comunale di Barbarano Vicentino Stato di Programmazione P.R.G. Barbarano Vicentino Approvazione Adozione C.C. Approvazione G.R.V. P.R.G. C.C. Note n. data n. data n. data

P.R.G. 5200 10.10.1985

VARIANTE PARZIALE PRG 3743 14.06.1988 1 VARIANTE PARZIALE PRG 4870 05.09.1989 2 VARIANTE PARZIALE PRG 4294 30.07.1991 3 VARIANTE PARZIALE PRG 6093 23.10.1992 4 VARIANTE PARZIALE PRG 4104 07.09.1993 5 VARIANTE PARZIALE PRG 1663 16.04.1996 6 VARIANTE PARZIALE PRG 1596 11.04.2000 7 VARIANTE PARZIALE PRG Zone agricole L.R. 24/85 e schedature art. 10 49 23.08.2000 2886 03.10.2003 8 L.R. 24/85 VARIANTE PARZIALE PRG 50 07.12.2001 17 18.02.2002 Grande struttura di vendita 9 VARIANTE PARZIALE PRG Riconversione zona agroindustriale a 47 27.09.2002 4012 10.12.2004 10 commerciale VARIANTE PARZIALE PRG 74 28.12.2002 797 08.04.2008 Zone produttive 11 VARIANTE PARZIALE PRG 26 28.04.2004 Annullata con D.C.C. n. 14 del 14.03.2005 12 VARIANTE PARZIALE PRG 67 22.10.2004 400 26.02.2008 Fascia commerciale in zona industriale 13 VARIANTE PARZIALE PRG 28 28.04.2004 78 17.12.04 Zona “F” in Barbarano Vic. 14 VARIANTE PARZIALE PRG 29 28.04.2004 53 21.09.2004 Area a Parco in colle Monticello 15 VARIANTE PARZIALE PRG 68 22.10.2004 Variante revocata 16 VARIANTE PARZIALE PRG 91 30.12.2004 1768 12.06.2007 Variante viabilità (A31 e piste ciclabili) 17

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Stato di Programmazione P.R.G. Barbarano Vicentino Approvazione Adozione C.C. Approvazione G.R.V. P.R.G. C.C. Note n. data n. data n. data

VARIANTE PARZIALE PRG Zone residenziali 7 28.02.05 attualmente approvata con D.G.R.V. in data 18 22.09.2009 ai sensi dell'art. 46, L.R. 61/85 VARIANTE PARZIALE PRG 8 28.02.2005 Zona residenziale “Carampin” in Barbarano 19 VARIANTE PARZIALE PRG 9 28.02.05 734 24.03.2009 Zona commerciale “Bisson” 20 VARIANTE PARZIALE PRG Variante NTA del P. attuativo vigente per 22 13.05.2006 44 01.08.06 21 costruzione ecocentro VARIANTE PARZIALE PRG 40 28.06.2006 3318 24.10.2006 Collegamento viabilità interna PDL “Carampin” 22 VARIANTE PARZIALE PRG Modifica delle NTA, art. 2.4 Sottozona E1 di 48 11.11.2008 59 22.12.2008 23 pregio ambientale in Monticello PIANO ACUSTICO 10 08.03.2004 77 17.12.2004 PIANO INTERCOMUNALE 58 22.12.2008 DI PROTEZIONE CIVILE

2.16.8.2. SISTEMA DI PROGRAMMAZIONE COMUNALE DI MOSSANO Il Comune di Mossano si è dotato di strumento urbanistico generale approvato dalla Giunta Regionale con Decreto n. 4481 del 27.07.1990. Successivamente sono state redatte varianti parziali al PRG. Si riporta qui di seguito la programmazione urbanistica comunale. Tabella Strumenti Urbanistici – Programmazione urbanistica comunale di Mossano Stato di Programmazione P.R.G. Mossano Approvazione Adozione C.C. Approvazione G.R.V. P.R.G. C.C. Note n. data n. data n. data

70 27.07.1990 P.R.G. 71 28.07.1990 4481 27.07.1990 VARIANTE PARZIALE PRG 49 26.11.1992 3105 06.07.1993 1 VARIANTE PARZIALE PRG 6 15.02.1993 6079 13.12.1994 2 VARIANTE PARZIALE PRG 41 21.08.1997 4394 24.11.1998 3 VARIANTE PARZIALE PRG 14 08.06.1999 2834 08.09.2000 4 VARIANTE PARZIALE PRG 38 24.11.2000 2535 13.09.2002 5 VARIANTE PARZIALE PRG 4 24.02.2003 12 11.04.2003 Art. 50, comma 4, lettera e LR 61/85 6 VARIANTE PARZIALE PRG 24 16.09.2003 3678 29.11.2005 7

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Stato di Programmazione P.R.G. Mossano Approvazione Adozione C.C. Approvazione G.R.V. P.R.G. C.C. Note n. data n. data n. data VARIANTE PARZIALE PRG 14 29.07.2004 In attesa di approvazione regionale 8 VARIANTE PARZIALE PRG Conferenza 22.11.2004 38 27.12.2004 9 servizi ‐ Variante ai sensi Art. 5 DPR 447/98 VARIANTE PARZIALE 5 17.02.2005 13 12.05.2005 Art. 50, comma 4, lettera b LR 61/85 PRG10 VARIANTE PARZIALE 10 28.02.2006 30 11.07.2006 Art. 50, comma 4, lettera l LR 61/85 PRG11 VARIANTE PARZIALE PRG 14 21.03.2006 31 11.07.2006 Art. 50, comma 4, lettera b LR 61/85 12

PIANO ACUSTICO 10 11.04.2003 PIANO INTERCOMUNALE In attesa di approvazione DI PROTEZIONE CIVILE

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3. PROBLEMATICHE AMBIENTALI

3.1. FONTI DI PRESSIONE E RISCHI PER L’AMBIENTE Il territorio dei Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano presenta le seguenti principali fonti di pressione, che sono di seguito riportate: ‐ presenza della Riviera Berica e rispettive intersezioni, S.P. di attraversamento delle due frazioni di Ponte di Barbarano e Ponte di Mossano che collega Vicenza con Noventa Vicentina, nella quale esiste un forte traffico di attraversamento; ‐ presenza di diverse Zone produttive (agroindustriali; ‐ presenza di alcuni allevamenti intensivi che causano effetti negativi sull’ambiente e sull’abitato prossimo;

3.2. COMPONENTI AMBIENTALI CRITICHE In sede VAS occorre chiarire il concetto di criticità. Nell’accezione scientifica per l’ ambiente fisico il termine rappresenta il verificarsi di un evento con intensità prossima o addirittura superiore al valore soglia caratteristico per quel determinato fenomeno, valore soglia che separa il campo dello stato normale da quello critico. Nel campo dell’analisi socio ambientale previsto dalla VAS il termine è connotato generalmente di un significato negativo e il valore soglia separa il campo della sostenibilità da quello dell’insostenibilità. Si può convenire dunque che per criticità si rappresentano gli scostamenti (in negativo) dalla norma o dagli andamenti o dalle condizioni cui è ragionevolmente possibile aspirare in relazione al contesto. All’interno dell’universo delle possibili criticità, occorre portare l’attenzione su quelle che possono essere in qualche modo pertinenti ad uno Strumento quale è il PATI, attinenti a ad un Piano che ha a che fare con il territorio e con lo sviluppo urbano. Il PATI quando incide sull’uso e la tutela del territorio si rivela uno strumento potente ed efficace per la risoluzione delle criticità, ma non può essere l’unico. L’avvicinamento alla sostenibilità attraverso il superamento delle criticità riscontrate in sede di Quadro Conoscitivo deve essere necessariamente perseguito in maniera integrata con gli altri strumenti di pianificazione settoriale (P.U.T., Piano risanamento acustico, Piano delle attività estrattive, ecc.). Le criticità che la VAS consegna al P.A.T.I. non sono quindi tutte quelle del territorio del PATI, ma quelle che possono essere affrontate e risolte in maniera adeguata con lo strumento oggetto della presente valutazione. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 199 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Proprio per le caratteristiche di tale piano, accanto alle criticità, la VAS individua anche quei caratteri del territorio ‐in positivo‐ che ne rappresentano le vulnerabilità e gli elementi identitari, che al momento attuale non si rivelano in uno stato critico ma che, se non venissero opportunamente tutelate e valorizzate, possono divenire elementi di criticità. A tal fine si rimanda ai capitoli precedenti dove sono state prese in considerazione le singole matrici al fine di definire lo stato dell’ambiente, la vivibilità, la situazione socio‐economica dei Comuni del PATI.

4. VALUTAZIONI DETTAGLIATE SULLO STATO DELL’AMBIENTE

4.1. CONTESTUALIZZAZIONE GEOGRAFICA E DESCRIZIONE DELLO STATO DELL’AMBIENTE Il territorio del PATI è posizionato favorevolmente rispetto all’orografia dei Monti Berici e alla fascia pedecollinare della Riviera Berica, godendo dei vantaggi delle collina e della pianura e di una buona esposizione al soleggiamento ed alla ventilazione. Le differenze di dimensione e ruolo tra i due Comuni non costituiscono motivo di squilibrio ma di interessante variazione. Il PATI affronta tutti i temi caratteristici dell’area Berica ‐ Basso Vicentino, tutti presenti nell’ area di piano, ma non si estende alla sua interezza. Conclusioni valutative Il territorio del PATI gode di buona posizione geografica, presenta una diversificazione tra i due Comuni ed riassume caratteri tipici del Basso vicentino.

4.2. ASPETTI CULTURALI IL PATI riconosce che Barbarano è una complessa stratificazione di civiltà, di testimonianze e di presenze materiali di interesse culturale diffuse in tutti gli insediamenti urbani e nell’ area del Monticello, mentre Mossano si qualifica nel contesto per i “focolari” nelle grotte in collina, detti “bernardi nani” per la vicinanza la grotta francescana di S. Bernardino, e la villa di Montruglio

4.2.1. PATRIMONIO STORICO ARCHITETTONICO E DI INTERESSE TESTIMONIALE ED AMBIENTALE Il territorio in esame è ricco di risorse e testimonianze diffuse, sia in ambito collinare berico, quanto in pianura lungo la Riviera e al Monticello.

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Molti sono i tipi di beni culturali ed ambientali in area, interessanti per varie discipline: paleontologia, archeologia romana, medievale ed industriale, architettura di insediamenti medievali, di chiese , conventi ed oratori, e specialmente di ville venete. Una notevole diffusione spaziale sul territorio e una compresenza di fatti, emergenze, preesistenze fitta e stratificata nei secoli , connotano in modo particolare il territorio del PATI . Oltre ai molti caratteri comuni naturali e fisici, tra i due Comuni ci sono differenze. A Barbarano domina l’architettura civile e religiosa, mentre Mossano si connota per l’archeologia e per la importanza paesaggistica della Villa di Montruglio. Sono di interesse come manufatti dell’archeologia industriale, in coerenza anche con il PTCP: a) L’ ex stazione FTV di San pancrazio; b) il canale Bisatto. Tutti Questi caratteri sono parte qualificante dell’identità culturale del territorio del PATI , ovviamente meritevoli di tutela. Contesti figurativi Ville Venete Il P.T.C.P. di Vicenza adottato individua i seguenti contesti figurativi delle Ville Venete di particolare interesse provinciale di cui al relativo art. 46 quali: - Villa Bertoli, Carampin, Martini; - Villa Baretta, De Guio, Baretta, detta "Giulia"; - Villa Pigafetta, Arnaldi, Salvi, Camerini. Vincolo paesaggistico – Zone di interesse archeologico. A Mossano, non esistono vincoli di natura archeologica ai sensi del Codice dei Beni Culturali‐ D.Lvo 24/2004. ma sono tutelate ai sensi del D.L.vo 42/2004, art. 142, comma m : 1‐ Grotta minore di San Bernardino e Grotta maggiore di San Bernardino per i depositi antropici riferibili al Paleolitico Medio; 2‐ Grotta di Paina, per la presenza di depositi antropici del Paleolitico Superiore e tracce di frequentazione mesolitica e neolitica. l territorio comunale di Mossano si ha notizia di testimonianze archeologiche, a) di frequentazione preistorica indiziata in loc. Vegro di Cà Carlan; b) di attestazioni sporadiche all’età del ferro sopra Villa di Montruglio. c) di un romano di tipo rustico sparso a Villa di Montruglio.

Conclusioni Valutative Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 201 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Il territorio è ricco di risorse e testimonianze diffuse. Molti sono i tipi di beni culturali ed ambientali, notevole diffusione spaziale. fitta e stratificata nei secoli . Anche in questo campo ci sono diversificazioni e complementarietà tra i due Comuni. Questi caratteri connotano l’ identità culturale dell’are del PATI Contesti figurativi e Vicoli archeologici tutelano alcuni dei beni culturali in area.

4.3. ARIA Stazioni di monitoraggio ARPAV nell’area del PATI Non sono presenti stazioni di monitoraggio di ARPAV situate nelle immediate vicinanze dell’area di studio.Sono significative due stazioni in Provincia di Vicenza, Montebello nord e Montecchio Maggiore, e due in Provincia di Padova, Este e Monselice; escludendo quelle urbane di Vicenza. Si dispone anche dei dati del 2007 del Comune di Montegalda Biossido di zolfo (SO2) non vi sono stati superamenti della soglia di allarme di 500 μg/m3, né superamenti del valore limite orario (350 μg/ m3) né del valore limite giornaliero (125 μg/ m3). Il biossido di zolfo rappresenta quindi un inquinante primario non critico in area.

Ozono (O3) il territorio in esame presenta notevoli aspetti di criticità, per la particolare situazione morfo‐climatica della pianura Veneta con ristagno di masse d’aria durante l’estate e concentrazione di attività produttive. In Provincia di Vicenza le concentrazioni di ozono negli ultimi anni numerosi hanno superato spesso il livello di attenzione e il llivello per la protezione della salute. Con dati 2007la Soglia di Allarme oraria non è stata mai superata,ma per la Soglia di Informazione i superamenti sono abbastanza frequenti, anche se decisamente meno del 2006. Anche la Soglia ammessa di protezione della salute umana, è stata superata più volte. I dati raccolti a Montegalda sono coerenti con le altre stazioni L’Ozono è quindi un agente inquinante di modesta criticità da monitorare attentamente.

Ossidi di azoto (NOx e NO2) Le situazioni più critiche relativamente agli ossidi di azoto si riscontrano nei centri urbani durante

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i periodi invernali. Montecchio M. che Este, Monselice e Montebello si attestano su valori prossimi al Valore Limite per il 2007, senza però superarlo. Solo Montebello però non supera il Valore Limite indicato nel 2010. Gli ossidi di azoto sono così agenti inquinanti di modesta criticità da monitorare attentamente. Monossido di carbonio (CO) Le situazioni critiche relative al monossido di carbonio sono nei centri urbani durante i periodi invernali, ma a livello regionale in tutte le stazioni non ci sono stati superamenti del limite di 10 mg/m3, calcolato come massima valore giornaliero. Il monossido di carbonio non al momento è agente critico, ma richiede monitoraggio cautelativo

Particolato (PTS e PM10)

L’analisi dei livelli di PM10 nel Veneto, dal 2002 al 2006, nelle stazioni della rete regionale ARPAV, si è basata sul numero di superamenti di due soglie di legge: - Valore Limite (VL) annuale per la protezione della salute umana di 40 μg/m3; - Valore Limite (VL) giornaliero per la protezione della salute umana di 50 μg/m3 da non superare più di 35 volte/anno.

Per quanto riguarda il valore di PM10 rilevato nella stazione di Este, il numero di superamenti giornalieri è al di sopra di quanto previsto dalla normativa e così anche la media annuale Nel Comune di Montegalda, molto prossimo e ai comuni del PATI è stata rilevata anche la

media giornaliera di PM10 che si attesta su valori di concentrazione inferiori. Il particolato è dunque agente inquinante di modesta criticità da monitorare attentamente.

Benzene(C6H6) (C6H6) Si constata che le concentrazioni medie annuali rispettano il Valore Limite di 5 μg/m3, da osservare entro il 2010, in tutti i punti di campionamento considerati. Il benzene rappresenta quindi un inquinante primario non critico in area.

Conclusioni Valutative In area gli inquinanti primari Biossido di zolfo, Benzene, e Monossido di carbonio non danno criticità e solo Ozono Ossidi di Azoto e Particolato mostrano criticità modesta, da monitorare.

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4.4. CLIMA Le precipitazioni meteoriche seguono un andamento alternato tipico di un territorio di pianura con periodi critici di siccità nell’estate 1997 e nel 2003. I dati storici di pioggia mostrano una tendenziale decrescita, con inverni primavere ed estati meno piovosi e piogge abbondanti in autunno: questo andamento si trova in linea con il l’evoluzione nel Nord‐Est dell’Italia Passando all’ analisi locale, l’ARPAV documenta nei Comuni di Barbarano e Mossano un’ intensità delle piogge è “scarsa”, con un tempo di ritorno” dei fenomeni siccitosi tra 5 anni 10 anni. Questo tipo di evoluzione interessa le colture totalmente basate sulla irrigazione nell’area di pianura e il carsismo delle parte collinare berica, dove le colture di vite e olivo restano stabili e qualificate .

Conclusioni Valutative Gli accenni di modificazione climatica in atto non sembrano imporre particolari aggravi alle colture ed alla sicurezza del territorio. Per ora il mutamento climatico non produce rilevanti criticità

4.5. BRILLANZA Il territorio del PATI fa parte centro‐veneto dove l’incremento rispetto ai valori naturali di brillanza è compreso tra il +300% e +900%, inferiore solamente alla classe dei capoluoghi maggiori. Questo è segno di urbanizzazione diffusa e la sua mitigazione comporta tempi medio lunghi. Conclusioni Valutative In sede locale non si registrano particolari criticità.

4.6. ACQUA 1 ‐ Acque superficiali. L’idrologia del territorio presenta corsi d’acqua a regime torrentizio in versante. Tutta l’area di pianura è interessata da una fitta rete di rogge e scoli che assolvono alla duplice funzione di irrigazione e di drenaggio delle acque superficiali. Alcune sono alimentati dalle sorgenti pedecollinari.

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Due sono stazioni della rete di monitoraggio di ARPAV nell’area dei Comuni in esame, la 102 sul F.Bacchiglione e la 103 sul C.Bisatto a Debba. Sono utilizzate a scopo di controllo ambientale

Indicatori chimici – Valori LIM Nel complesso si nota una sostanziale costanza dei valori chimico‐fisici. Per il Bacchiglione la si registra una classe 3, principalmente legata ai parametri dei nitrati ed Escherichia coli. Il C.Debba , invece oscilla tra le classi 2 e 3 risultando un po’ migliore. Questi parametri sono moderati ma necessitano di monitoraggio attento.

Indicatori biologici La qualità biologica del F.Bacchiglione a Longare (staz. 102) mantiene una III classe di qualità, mentre la staz. 103, sul Canale Debba in uscita dal Lago di Fimon, mostra una tendenza ad una classe intermedia II‐III. Sono state considerate altre due stazioni, una a Ponte Le stazioni in esame presentano comunque livelli medio‐buoni di solfati; quelli medi si riscontrano nella parte bassa della provincia, per le stazioni di Lonigo e Noventa. di Mossano e una ad Albettone, sul C.Bisatto, per un l mappaggio biologico 1996‐1997. La stazione posta a Ponte di Mossano mostra una qualità buona‐elevata, in particolare nel periodo di morbida, mentre ad Albettone la situazione è già più scadente, e la qualità rilevata è sufficiente‐buona con alterazione da imputare a fonti di inquinamento a componente prevalentemente organica.

Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua ‐ SECA Per il calcolo dello stato ambientale del corso d’acqua, nessuna delle stazioni in esame ha mai superato i valori soglia degli inquinanti previsti dalla normativa, quindi il S.A.C.A. mantiene i giudizi del S.E.C.A. Questi parametri sono moderati o “sufficienti”, ma necessitano di monitoraggio .

2 ‐ Acque sotterranee. Indicatori chimici e stato qualitativo SCAS Dalle stazioni considerate emerge un quadro generale di “Impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con segnali di compromissione” relativamente a Lonigo, e di “Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti” per le stazione di Noventa. che mostra concentrazione di nitrati presenti nelle

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acque, mentre quella di Lonigo oltre ai nitrati vede anche valori elevati di conducibilità elettrica, manganese e solfati. Negli anni lo stato qualitativo si è mantenuto a Noventa, mentre a Lonigo l’indice SCAS è variabile. Nitrati Per quanto riguarda l’area in esame, i nitrati sono sempre presenti in quantità medio‐ elevate; contrariamente al trend regionale, che nel sistema differenziato di media e bassa pianura vede i nitrati praticamente assenti nelle falde confinate e con concentrazioni elevate nella falda freatica superficiale, la stazione di Noventa è caratterizzata da concentrazioni di nitrati medie maggiori di 50 mg/l. Cloruri I rilevamenti in esame registrano livelli medi di cloruri, inferiori a 100 mg/l, concentrazione a cui l’acqua si definisce “salmastra Ferro e manganese Le stazioni in esame, registrano livelli ottimali di ferro, mentre per il manganese Noventa e Lonigo mostrano valori medio‐elevati, anche se al di sotto dei limiti di legge. Nitrati. Sono sempre presenti in quantità medio‐elevate; contrariamente al trend regionale di media e bassa pianura che vede i nitrati praticamente assenti nelle falde confinate e con concentrazioni elevate nella falda superficiale. Noventa è caratterizzata da concentrazioni di nitrati medie maggiori di 50 mg/l. Solfati Le stazioni in esame presentano comunque livelli medio‐buoni di solfati; quelli medi si riscontrano nella parte bassa della provincia, per le stazioni di Lonigo e Noventa. Ammonio. Le stazioni del vicentino mostrano condizioni diverse rispetto al trend regionale e sono caratterizzate da concentrazioni ottimali di ammonio. Indice quantitativo SQuAS Tutte le stazioni in esame sono in classe D per l’indice SQuAS, pari a“Impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici con intrinseche caratteristiche di scarsa potenzialità idrica”. In sostanza è la natura dei suoli ad avere scarsa potenzialità di sfruttamento della risorsa idrica. Stato ambientale (SAAS) I dati 2001‐2002 relativi alle stazioni in esame segnalano uno stato ambientale delle acque di falda generalmente “scadente” per Noventa Vicentina, ed uno stato “naturale particolare” per la stazione di Lonigo, indicativo di “Caratteristiche qualitative e/o quantitative che pur non presentando un significativo impatto antropico presentano limitazioni d’uso della risorsa per la presenza naturale di particolari specie chimiche o per il basso potenziale quantitativo”.

Conclusioni Valutative – ACQUA

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Acque Sotterranee. Le acque sotterranee, danno un quadro chimico SCAS di moderata compromissione , non dipendente da impatto antropico. Lo stato quantitivo SCAS, , sconta la scarsa potenzialità idrica naturale dell’area . Lo stato ambientale SAAS registra quindi limitazioni d’ uso per la presenza naturale di specie chimiche e scarsità della risorsa. Acque superficiali. Le acque superficiali danno un quadro molto complesso: sono compresenti torrenti e scaranti in versante e canalizzazioni lente in pianura, che richiedono assidue manutenzioni e attenta vigilanza. Tutti gli Indicatori (Chimici – Valori LIM; Biologici; SECA e anche SACA) danno valori tra sufficienti e di moderata criticità, come in molti altri contesti simili nel Veneto, e necessitano di monitoraggio attento In conclusione la risorsa acqua merita che i monitoraggi siano sistematici e continui, data la fragilità dell’intero ciclo.

4.7. AGENTI FISICI 1 Rumore Dal 2004 Barbarano Vicentino e Mossano rientrano tra i Comuni della Provincia di Vicenza che dotati di un Piano di Zonizzazione Acustica, volto ad individuare le aree maggiormente critiche che saranno oggetto di un successivo piano di risanamento. Entrambi ci Comuni sono in una situazione di criticità intermedia diurna, e medio‐bassa notturna E’ una criticità moderata, da monitorare, migliorabile nel tempo con interventi di mitigazione e per il riassetto viabilistico nel Basso Vicentino.

2 Radiazioni Radiazioni non ionizzanti A Barbarano e Mossano sono presenti diverse sorgenti di campi elettromagnetici ad alta frequenza, costituite da stazioni radio base per telefonia mobile, e questo fatto è rilevante per il procedimento VAS, anche se in misura assai inferiore rispetto alle prospicienti alture dei colli Euganei Per i campi magnetici a bassa frequenza Barbarano Vicentino e Mossano sono attraversati da una linea di alta tensione a 220 kV. il cui impatto è rilevante Il monitoraggio costante si rende necessario a fronte di oggettiva criticità. Radiazioni ionizzanti. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 207 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Non vi sono rilevamenti disponibili quanto a radiazione alfa e radiazioni beta., gamma ed X. Radon. La campagna regionale sul radon pone l’area del PATI di Barbarano e Mossano molto marginalmente rispetto alla zona di interesse. Infatti il territorio in esame risulta non essere esposto a situazioni di criticità, con rischio medio‐basso, da indagini sia nelle abitazioni sia nelle scuole. Si tratta di ripetere opportunamente lo stesso monitoraggio in via cautelativa.

Conclusioni Valutative‐ AGENTI FISICI Rumore La moderata criticità nel campo del rumore è migliorabile e mitigabile nel tempo e va monitorata. Radiazioni. In tema di radiazioni ionizzanti, per il radon non si rilevano criticità, ma dato il carsismo della zona occorre continuare con le campagne di rilevamento/monitoraggio regionale. In tema di radiazioni non ionizzanti, la criticità è moderata, ma reale , per la presenza della linea di alta tensione, da monitorare.

4.8. SUOLO‐ SISTEMA GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO 1 Inquadramento fisico orografico. Monti Berici. L'aspetto morfologico dei Monti Berici presenta caratteristiche estremamente diverse tra versante occidentale ed orientale, dove si trova il territorio del PATI: qui troviamo un aspetto più frastagliato con pareti rocciose che s'estendono in direzione nord‐ sud per diversi chilometri.

2 Inquadramento geologico ‐ geomorfologico Versante berico. Il territorio in dorsale sui Monti Berici forma altopiani fortemente carsici, con cavità ipogee, e rete idrografica superficiale assai poco sviluppata, mentre le grotte presentano corsi d’acqua sotterranei, con sorgenti carsiche perenni ai piedi della collina. Numerose le doline, come espressione carsica del modellamento dei suoli. Le valli fluvio‐ carsiche (scaranti), con profilo longitudinale molto ripido in alto, formano strette incisioni (forre) nella parte terminale che poi si raccordano più dolcemente con le aree pedecollinari caratterizzate da depositi colluviali.. A Barbarano la valle del Braglio, scende direttamente in centro al paese mentre a Mossano sono due le valli principali: in loc. Colombare e in loc. Palù.

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Criticità idrauliche si hanno negli scaranti per lo scorrimento delle acque superficiali in occasione di eventi meteorologici particolarmente intensi. Risulta importante la gestione dell’area di versante ad evitare fenomeni di erosione e di accumulo di detriti che possano creare barriera al deflusso superficiale delle acque. Pianura. Per contro la pianura, dove spicca il Monticello come eccezione morfologica e litologica, è percorsa da scoli importanti e da una fitta rete secondaria utilizzate per irrigazione drenaggio, ma ha debole acclività che aumenta solo nelle vicinanze dei rilievi Il terreno superficiale è formato da prevalenti limi e argille, e senza il complesso sistema artificiale di drenaggio costantemente attivo, presenterebbe ampie aree di ristagno. Quindi per ragioni diverse anche la pianura presenta criticità idrauliche ben note e ben regolate.

3 Sistema idrogeologico. In area carsica sommitale e nelle valli l’acqua superficiale scorre solamente in caso di intense piogge. L’idrologia del territorio quindi presenta corsi d’acqua a regime torrentizio in versante. Invece in pianura segue i tipici scoli di bonifica, con pendenze poco elevate (inferiori a 1‰) atti a drenare le estese zone agricole altrimenti soggette a ristagno, che ritorna con eventi molto intensi .

4 Idrografia superficiale. I corsi d’acqua con i maggiori problemi idraulici sono, il canale Bisatto, nel punto in cui piega verso est, all’altezza del confine con Albettone e quello di Campiglia dei Berici e il fiume Frassine che periodicamente esonda, Per la sua criticità esso è costantemente monitorato dall’Università di Padova. Tale monitoraggio deve essere mantenuto.

5 Circolazione idrica sotterranea. La permeabilità in grande secondaria delle rocce calcaree e calcareo marnose che formano il versante e l’altopiano berico del PATI presenta caratteri discontinui. Questa incertezza va assunta con fattore di moderata potenziale criticità e postula adeguate cautele.

Conclusioni Valutative : Suolo‐ Sistema Geologico E Geomorfologico

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Tutto il territorio è interessato da versanti berici molto estesi e ripidi. Risulta pertanto importante la gestione dell’area di versante ad evitare che il regime torrentizio produca i tipici fenomeni di erosione e di accumulo di detriti che possano creare barriera al deflusso superficiale delle acque. In pianura il Frassine produce esondazioni e viene monitorato. La circolazione idrica sotterranea presenta incertezze e potenziali moderate criticità, da monitorare. Risulta importante la gestione dell’area di versante ad evitare fenomeni di erosione e di accumulo di detriti che possano creare barriera al deflusso superficiale delle acque. Per ragioni diverse anche la pianura presenta criticità idrauliche ben note e ben regolate

4.9. SUOLO‐ SISTEMA AGRONOMICO E NATURALISTICO‐AMBIENTALE Il comuni di Barbarano Vicentino e Mossano, sono caratterizzati da una notevole diversificazione naturalistica, ambientale e paesaggistica. È possibile distinguere tre ambienti diversi tra loro: a) la bassa pianura produttiva con la presenza dei centri abitati principali che in medio versante; b) i versanti collinari con scarsissima urbanizzazione, prevalenza di vegetazione naturale arbustiva ed arborea a causa della forte pendenza; c) la sommità collinare con un mosaico di ambienti agrari inseriti in una matrice boschiva, tipica dell’altopiano carsico berico.

1 Territorio agricolo L’agricoltura dei due Comuni ha caratteristiche significativamente diverse in funzione dell’orografia. In pianura l’agricoltura è di tipo intensivo, in sistemi particellari colturali di media ed elevata estensione per colture ad alto reddito, quali mais, frumento, soia, orzo. In collina l’agricoltura più estensiva, alterna terreni marginali di boschi cedui o in libera evoluzione. Per la difficile gestione agronomica, valgono le colture poliennali, vigneto e olivo, spesso terrazzate e in misura minore prati da sfalcio. Limitata la presenza di colture annuali e orticole. Vino e olio rappresentano i prodotti tipici locali tutelati dal Consorzio dei Vini DOC dei Colli Berici e dal marchio DOP del Consorzio degli Oli Veneti.

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Gli allevamenti partecipano al vasto consorzio DOP del Grana Padano. Barbarano rientra nella zona DOP di trasformazione del Prosciutto Berico‐euganeo.

2 Ambiente naturale Il maggiore interesse ambientale e paesaggistico riguarda l’ambito collinare, dove è più alto il livello di naturalità, minima l’urbanizzazione e l’agricoltura estensiva tanto che nella parte alta i Berici sono nella Rete Natura 2000 come Sito di Interesse Comunitario (SIC) di tutela naturalistica. Fauna. Il parziale abbandono dell’agricoltura aumenta le superfici boschive tipiche locali, ma paradossalmente così à diminuita la presenza di specie animali, per la ridotta bio‐ diversificazione. Nonostante questa tendenza la forte diversificazione ambientale ancora presente premette l’instaurarsi di una fauna ricca e variegata ed alcune specie di particolare interesse naturalistico. Flora. E’ presente una notevole mescolanza di specie sia termofile, che più microterme, tipiche di quote superiori a quelle del rilievo berico. Questa particolarità è imputabile alle ultime glaciazioni, per cui possiamo trovare specie relitte microterme, presenti alle alte quote delle vicine Prealpi. Nelle zone più secche dei versanti esposti a sud invece compare una vegetazione più termofila, con caratteristiche di macchia mediterranea. Nella bassa pianura la vegetazione risente fortemente dell’agricoltura, che ha sistematicamente eliminato la vegetazione spontanea originaria, bonificando i suoli paludosi. Qui sono diffuse maggiormente le specie esotiche scalzato nel tradizionale paesaggio rurale veneto, quelle originarie.

Conclusioni Valutative : olo‐ Sistema Agronomico E Naturalistico‐Ambientale Territorio agricolo. Le colture collinari e le filiere di vino ed olio costituiscono forme appropriate di conduzione, coerenti con i caratteri ambientali del versante berico. Le colture di pianura di tipo intensivo e ad altro reddito supportano gli allevamenti e le filiere alimentari derivate. Tutte le produzioni sono di eccellenza. Ambiente naturale L’ ambito collinare presenta le maggiori risorse floro‐faunistiche che giustificano l’ inclusione in Rete Natura con il sito SIC, favorita anche da un moderato ritorno alla spontaneità naturalistica di are marginali per l’ agricoltura. In pianura invece l’ ambiente spontaneo è estremamente limitato e merita ripristini e recuperi.

4.10. BIODIVERSITÀ La tutela della biodiversità nel Veneto avviene principalmente attraverso le attività di istituzione e gestione di aree naturali protette, che costituiscono la Rete Natura 2000 che si Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 211 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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compone di Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.), che diventeranno Zone Speciali di Conservazione (Z.S.C.) come da Direttiva Habitat, e Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.) come da Direttiva Uccelli.

1‐ Aree di tutela nei comuni Barbarano Vicentino e Mossano Ecologicamente importante l’area SIC IT3220037 “Colli Berici”, che interessa entrambi i Comuni in esame, e la vicinanza con il SIC/ZPS IT3260017 “Colli Euganei – Monte Lozzo – Monte Ricco”. A Mossano è aclassificato tra le Aree Naturali Minori, il sito VI 049 “Invaso di Mossano”. Nei dintorni dei due Comuni in esame sono anche presenti alcune aree classificate secondo il Piano F faunistico‐venatorio come Zone di ripopolamento e cattura.

2 Area Naturale Minore VI 049‐ Invaso di Mossano E’un bacino d'espansione di origine artificiale di circa 3 ha, classificabile come area umida planiziale, delimitata da sponde rilevate rispetto al piano di campagna. A sud si è formato spontaneamente un boschetto igrofilo a olmo comune e salice, mentre a nord si trova un esteso canneto. L’invaso è area di riproduzione della rana di Lataste e come sito di nidificazione di numerose specie ornitiche significative.

3 Sito SIC IT3220037 “Colli Berici” In complesso sito SIC IT3220037 “Colli Berici” si sviluppa su una superficie di 12.768 ettari, con un’altezza compresa tra i 20 e i 400 m s.l.m. ed interessa tutti i comuni del comprensorio collinare. Il SIC è interessato da fenomeni di carsismo, con grotte, sorgenti, forre ed estese pareti verticali costituite da scogliere oloceniche. Dal punto di vista floristico notevole e varia risulta la mescolanza di specie diverse, ora più termofile ora più microterme: è rilevante sia la presenza di boschi (acero‐tilieti, ostrieti e boschi di fondovalle) che di prati‐aridi (Festuco‐Brometalia) e vegetazione rupestre termofila, con partecipazione di diverse specie rare e relitte sia di carattere xero‐ che micro‐ termo. Sono inoltre caratteristici ambienti umidi, tra i quali un lago eutrofici di sbarramento alluvionale con laminati, canneti e cariceti, importanti per la presenza di tipica fauna stanziale e migrante.

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Di particolare rilievo è la presenza di endemismi, come la Saxifraga berica, e fauna troglobia. Gli habitat di interesse comunitario presenti nel sito risultano essere sette, di cui uno, il 9180, segnalato come prioritario. Il sito IT3220037 risulta importante dal punto di vista faunistico, per l’avifauna in particolare, con specie nidificanti nei diversi ambienti e con molte altre svernanti o di passo. Le vulnerabilità del sito sono legate principalmente all’inquinamento, alla presenza di attività industriali, alla crescente urbanizzazione ed alle attività ricreative, come l’escursionismo, gli sport di roccia e in generale la fruizione incontrollata del territorio che può creare disturbo alla fauna e danneggiamento degli ambienti ipogei, di particolare rilievo proprio perché ancora poco alterati.

4 Il Monticello di Barbarano Vicentino Si tratta di una collina isolata, costituita essenzialmente da rocce di origine sedimentaria marina, appartenenti alla formazione della Scaglia Rossa calcarea come nelle vicine alture di Albettone. Sono presenti associazioni vegetali molto diversificate dato che ad elementi spontanei sono frammiste numerose specie coltivate a danno della vegetazione naturale originaria . La formazione vegetale più interessante è tuttavia localizzata in corrispondenza dei versanti più ripidi del colle con fasce arbustive discontinue o macchie più o meno omogenee ed estese. La scarsità di vegetazione e l’estensione ridotta del Monticello non consentono a gran parte della macrofauna selvatica di trovarvi le condizioni necessarie di vita e di riproduzione salvo risultare per alcuni invertebrati, circa venti specie, tipici di un’areale prettamente mediterraneo, un’oasi xerotermica, come altre in provincia ad Albettone e sul versante meridionale del Summano. Vi si possono rinvenire quindi specie interessanti ed endemiche. Conclusioni: il Monticello rimane, per alcune delle citate specie di invertebrati, l'ultimo rifugio presente nella nostra zona

5 – Il canale Bisatto. Il canale è artificiale, realizzato dai vicentini tra il 1143 ed il 1188, deviando il Bacchiglione a Longare e per secoli è stato navigabile, sia pure non continuativamente. Esso costituisce assieme alla parallela strada della Riviera Berica la principale dotazione infrastrutturale della pianura, che lega tutti ci comuni del Basso vicentino ad est dei Berici. I l canale è un ambiente lineare dotato notevole complessità e potenzialità.

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Dal punto di vista ambientale rappresenta un corridoio ecologico secondario per la costante presenza di acqua e di vegetazione ripariale ed interpoderale che l’accompagnano. La sua posizione di cerniera tra collina e pianura e la sua continuità longitudinale possono sostenere utilmente la biodiversità sia faunistica che floristica. Lungo il Canale si dispongono inoltre importanti insediamenti storici, ville e manufatti dell’ archeologica a industriale ora negletti. L’intera fascia costituita dal corso canale Bisatto e da una area di transizione di accompagnamento è attualmente ricca di spunti e di suggestioni in vista di una riqualificazione territoriale adeguata e di una eventuale fruizione turistica.

Conclusioni Valutative – Biodiversità Ecologicamente più importante è l’area SIC IT3220037 “Colli Berici che si estende a tutto il contesto, ma nel PATI sono importanti anche tra le Area Naturali Minori, il sito VI 049 “Invaso di Mossano”, e le aree di ripopolamento faunistico ed il colle del Monticello. Potenzialità delle opere artificiali Canale Bisatto e del laghetto Polesine, per una arricchimento della biodiversità

4.11. RIFIUTI La Regione Veneto ha raggiunto degli buoni risultati in ambito italiano per la gestione dei rifiuti urbani, con una crescente incidenza della raccolta differenziata. 1 Rifiuti urbani Nei Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano incidono maggiormente in peso sulla produzione totale la frazione organica (FORSU), il vetro, e carta e cartone, e secondariamente il verde; anche la plastica a Mossano si attesta su valori percentualmente elevati. In base al Testo Unico 152/2006 in ciascun Ambito Territoriale Omogeneo dovranno essere raggiunte nel corso degli anni elevate percentuali di rifiuti raccolti in maniera differenziata I limiti di riferimento fissati dalla normativa per il 2008 sono stati superati, con un massimo di percentuale di rifiuti differenziati a Barbarano Vicentino che si attesta nel 2006 sul 56,07 %. Quindi in ambito PATI in tema di rifiuti urbani la prospettiva è in generale rassicurante. Unico motivo di criticità puntuale e risolvibile con interventi ad hoc è la presenza di rifiuti abbandonati nelle ex cave di pietra abbandonate. 2 Rifiuti Speciali

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La produzione dei rifiuti speciali è documentata solo a livello regionale e provinciale, con trend variabili. Inoltre nella Regione e in Provincia di Vicenza si trattano complessivamente quantità di rifiuti speciali superiori a quelle prodotte nel territorio. Tuttavia questa tendenza non sembra potersi riferire nelle stesse misure al territorio del PATI.

Conclusioni Valutative – Rifiuti. I Comuni del PATI partecipano del quadro regionale e provinciale di progressiva messa a norma e razionalizzazione in atto. Situazione in generale rassicurante, fatta eccezione puntuale per i rifiuti abbandonati nella ex cava di pietra, eliminabili con interventi ad hoc.

4.12. ENERGIA 1 Situazione nella Regione e in Provincia di Vicenza La domanda di energia elettrica mostra un trend di continua crescita negli ultimi decenni, sia a livello globale che in Veneto (10% del consumo nazionale) Vicenza rientra, assieme a Venezia e Verona, tra le province caratterizzate dai più alti consumi energetici. ( in leggero calo) , e da qualche anno la produzione regionale non riesce più a soddisfare le richieste. I prodotti petroliferi e il gas naturale ( in leggero aumento) vengono interamente importati. Ancora scarso e non significativo risulta l’ apporto di fonti alternative.

Conclusioni Valutative : Energia. I Comuni del PATI partecipano del quadro regionale e provinciale di progressiva razionalizzazione

4.13. IL SISTEMA SOCIO ECONOMICO 1‐ Sistema insediativo e popolazione Barbarano Vicentino Barbarano è caratterizzato da un sistema insediativo policentrico diviso tra capoluogo e la frazione di Ponte. Lungo gli assi viari un sistema di case sparse e corti rurali è legato all’attività agricola Al 31.12.2007 la popolazione totale è di 4.411 abitanti. I censimenti evidenziano una crescita quasi sempre costante della popolazione, con incrementi maggiori tra 1870e 1920 e crescita più modesta negli anni successivi. Un ulteriore forte incremento riguarda il periodo 1991‐2001 con una crescita di 588 unità.

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Mossano Anche il territorio di Mossano è caratterizzato da un sistema insediativo policentrico anche qui con case sparse e corti rurali è legate all’attività agricola La popolazione totale conta 1.788 abitanti al 31.12.2007 . I censimenti evidenziano andamento altalenante di crescita e cali improvvisi della popolazione tra Tra gli anni 1870‐1936 al massimo di 2.401 abitanti, ma nel dopoguerra 1951‐1981 un calo porta al limite minimo di 1.424 abitanti. Dal 1991il trend è ritornato a crescere con aumenti importanti.

Conclusioni Valutative : Il Sistema Socio Economico L’ andamento demografico connota le differenze tra i due Comuni e con maggiore costanza nel trend di Barbarano, come riflesso di una maggiore diversificazione delle attività non agricole presenti e praticate.

2 – Sistema dei servizi. Barbarano Vicentino Nel territorio di Barbarano Vicentino sono presenti servizi locali per ogni frazione del Comune, che sono completamente autonome tra di loro per istruzione e servizi di culto. Le dotazioni di servizi di portata sovra comunale confermano il Comune come centro di riferimento anche per le altre frazioni e i per i Comuni contermini nel settore creditizio, sanitario ed assistenziale, dei servizi alle famiglie ed alle imprese. Mercato settimanale. Mossano Anche a Mossano sono presenti servizi locali per ogni frazione del Comune, che sono completamente autonome tra di loro per istruzione e servizi di culto. La casa di riposo a S. Giovanni in monte è il principale servizio assistenziale. Per gli altri servizi di rilievo il riferimento è Barbarano.

Conclusioni Valutative – il Sistema dei servizi. Le differenze tra i due centri si ripetono anche nel sistema dei servizi comunali, che tuttavia mostrano una piena copertura per tutte le esigenze di base.

3 – Sistema Sanità ed assistenza dell’Ulss 6 Vicenza. L'Azienda Sanitaria Ulss 6 Vicenza è competente per la sanità ed i servizi sociali per il territorio del PATI attraverso il Distretto Socio‐Sanitario Sudest, che ha anche una sede a Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 216 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Barbarano per medicina pubblica e vaccinazion ed il presidio principale nell’Ospedale di Noventa Vicentina. Per esigenze di maggiore importanza l’.Ospedale regionale di Vicenza dista circa 20 chilometri. In conclusione a livello comunale per quanto riguarda servizi e prestazioni, Barbarano Vicentino e Mossano risultano ben coperti, anche se con bassi numeri di utenti. Area infanzia, minori, giovani e famiglia Per le famiglie e i bambini, i servizi di assistenza medico‐generica e medico‐pediatrica rientrano nella media regionale, e nel triennio 2001‐2003 sono aumentati i posti disponibili per quanto riguarda gli asili‐nido. Area disabilità l’ULSS 6 dispone di 26 CEOD (Centri Socio‐Educativi Occupazionali) e 11 strutture residenziali, per un totale di 612 posti disponibili, cui afferiscono anche Barbarano e Mossano. Area anziani Nel territorio dell’ULSS 6 l’indice di vecchiaia è piuttosto basso di 121,69, in linea con quello del Comune di Barbarano Vicentino (119,9), mentre Mossano è caratterizzato da valori decisamente maggiori (179,2) Mossano ha un centro residenziale per anziani non autosufficienti, mentre a Barbarano ve ene sono due. Risultano presenti in strutture dell’ULSS 37 anziani di Barbarano e 24 di Mossano. Area salute mentale A livello regionale l’ULSS 6 registra numeri abbastanza elevati relativamente ai servizi riguardanti la salute mentale. Il numero degli utenti del SERT nell’ULSS 6 dal 1990 al 2006 è stato progressivamente crescente, e registra un numero di presenze abbastanza elevato a livello regionale. Gli utenti appartengono per la maggior parte alle fasce d’età 20‐29 e 30‐39 anni. Mortalità stradale Nei Comuni in esame il parco veicolare risulta tra i meno numerosi, e anche il numero degli incidenti si mostra contenuto, variando nel periodo 1996‐2006 per Barbarano tra 8 (2000) e 15 (2002 e 2003) e per Mossano tra 1 (1997, 2004 e 2005 ) e 7 (2000). La maggior parte degli incidenti per Barbarano sono legati alla presenza della SP 8, per la quale è stato stimato nel 2006 un traffico medio giornaliero di circa 6.600 vetture. Entrambi i Comuni rientrano nella fascia a pericolosità medio‐bassa e si registra una diminuzione dei casi, nell’ottica dell’obiettivo europeo di Lisbona (2000) per la riduzione del 50% dei decessi stradali entro il 2010.

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Conclusioni Valutative ‐ Sistema Sanità ed assistenza dell’Ulss 6 Vicenza Entrambi i Comuni fruiscono del sistema socio‐sanitario regionale, che presenta standard complessivamente soddisfacenti in tutte le aree settoriali di attività, con servizi sopra la media nell’ area anziani.

4‐ Istruzione Sia nel Comune di Barbarano Vicentino che a Mossano in particolare sono presenti una scuola dell’infanzia per i bambini fino ai 5 anni, una scuola primaria per i bambini fino agli 11 anni, e, solo a Barbarano, una scuola secondaria di I grado. La Provincia di Vicenza vede inoltre un numero medio‐buono di studenti che portano a termine gli studi, sia a livello di scuola secondaria di II grado che di istruzione universitaria. Nell’a.s. 2007/2007 gli studenti stranieri in Prov. di Vicenza sono stati 15.247: Vicenza si attesta quindi su livelli medio‐alti di presenze straniere nelle scuole, soprattutto per la scuola primaria.

Conclusioni Valutative‐ Istruzione Entrambi i Comuni fruiscono del sistema pubblico, che localmente presenta standard complessivamente soddisfacenti per l’infanzia e la scuola dell’ obbligo. Manca invece in area l’istruzione superiore, dislocata a Noventa, Vicenza e Lonigo.

4.14. IL SISTEMA PRODUTTIVO, COMMERCIALE E ARTIGIANALE. 1‐ Sistema produttivo, commerciale e artigianale di Barbarano Vicentino Si sviluppa principalmente a Ponte di Barbarano ed è organizzato in quattro principali zone: I la zona produttiva sita a cavallo tra l’ex tracciato ferroviario Grisignano – Ostiglia con: a‐ industria di zincatura (Ditta Zincol), che attualmente necessita di un riordino ampliamento per esigenze produttive e di deposito b‐ attività agroindustriale della Cantina Sociale Riviera Berica; c‐ attività artigianali e commerciali di servizio varie II la zona industriale –artigianale ad ovest della Riviera Berica e a sud di Ponte di Barbarano con: a. attività di carpenteria metallica e meccanica b. attività artigianali di termoidraulica c. attività agroindustriale del caseificio sociale, di interesse sovra comunale; Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 218 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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d. concessionaria automobilistica (ditta Bisson) per la quale è stata approvata la Variante parziale di PRG da parte della Regione Veneto il 02.04.2009, che propone un suo ampliamento e sistemazione viabilistica. III la nuova zona commerciale, artigianale e agroindustriale ad est della Riviera Berica e a nord di Ponte di Barbarano con attività di interesse sovra comunale (un ipermercato, grande struttura di vendita GSV); IV la grande zona industriale sita a sud di Ponte di Barbarano e a est della Riviera Berica, ove sono presenti numerose attività produttive e industriali, ben organizzate e distribuite, la cui localizzazione risulta ottimale e strategica essendo ai confini sud del Comune, e prossima al futuro casello autostradale della Valdastico sud, ai confini sud‐est ad Albettone; V le attività commerciali lungo la Riviera Berica. 2 ‐ Sistema produttivo, commerciale e artigianale di Mossano Il sistema produttivo si sviluppa principalmente a Ponte di Mossano, ai confini nord ed a ovest della Riviera Berica dove sono presenti principalmente attività produttive e industriali. Sono presenti delle attività commerciali lungo la Riviera Berica.

Conclusioni Valutative : Il Sistema Produttivo. Il territorio del PATI vede gli insediamenti produttivi, commerciali ed artigianali, dislocati in più aree della pianura, preferendo la prossimità alla Riviera Berica. Barbarano ha una vocazione produttiva e commerciale decisamente più spiccata Tuttavia il comparto produttivo non si può oggi considerare secondo distinzioni amministrative, ma piuttosto come fatto unitario e bene integrato, con anche eccellenze e specializzazioni settoriali, da valutare positivamente nel suo complesso.

4.15. TURISMO Il numero di strutture ricettive presenti in Provincia di Vicenza risulta da tempo pressoché costante, con una leggera flessione negli ultimi anni, mentre il numero di posti letto, dopo anni di incremento, dal 2000 è stabile. L’andamento dei flussi turistici invece si presenta molto altalenante. Ma non è del turismo convenzionale che si deve parlare nel PATI in esame ma delle strutture extra‐alberghiere ( n.4 a Barbarano per 65 posti letto e n. 1 a Mossano per 16 posti letto) riferite ad un turismo alternativo, diverso da quello convenzionale attratto dall’ ambiente naturale, dalle testimonianze di interesse culturale archeologico, architettonico e religioso situate prevalentemente in collina, che sono state riqualificate e pubblicizzate negli ultimi anni da varie iniziative.

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Oltre alle normali infrastrutture questo turismo utilizza una rete di percorsi ad hoc.

Conclusioni Valutative : Turismo Il territorio del PATI ha già sviluppato da qualche anno avviato una sua strategia di sviluppo turistico sostenibile, coerente con le risorse e le potenzialità locali, da sostenere e incentivare.

4.16. IL SISTEMA DI PROGRAMMAZIONE COMUNALE

1 – Il sistema di programmazione comunale a Barbarano Vicentino. Il Comune di Barbarano Vicentino si è dotato di Strumento Urbanistico Generale approvato dalla Giunta Regionale con Decreto n. 5200 del 10.10.1985. Successivamente sono state redatte varianti parziali al PRG.

2 – Il sistema di programmazione comunale a Mossano Il Comune di Mossano si è dotato di Strumento Urbanistico Generale approvato dalla Giunta Regionale con Decreto n. 4481 del 27.07.1990. Successivamente sono state redatte varianti parziali al PRG.

Conclusioni Valutative : Programmazione Comunale Entrambi i Comuni dispongono da tempo di strumenti di programmazione comunale generale e settoriale. Questi strumenti sono progressivamente coordinati da pianificazione sovraordinata di competenza provinciale e regionale.

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5. VALUTAZIONE DI SINTESI DELLO STATO DELL’ AMBIENTE

Traendo dalle considerazioni e valutazioni discorsive dei capitoli precedenti e di tutti i paragrafi ricapitolativi del presente capitolo, si sono formulate le necessarie valutazioni quantitative d’insieme che connotano lo Stato dell’ Ambiente del territorio del PATI in esame, che vengono sintetizzate nella seguente Tabella . La valutazioni son articolate e poi progressivamente aggregate con riferimento alle componenti: a‐ambientali b‐ socio‐economiche e quindi ad una valutazione complessiva. Oltre alla valutazione dell’Stato dell’ Ambiente questa Tabella consente successivamente di essere riformulata per ripercorrere omogeneamente lo stesso iter valutativo anche: 1‐nell’esame delle proposte progettuali del PATI, facendo confronti sia specifici e puntuali, sia d’insieme, per valutare impatto, resilienze / capacità di risposta, mitigazioni e compensazioni.; 2‐nel confronto tra alternative di progetto. Da questo procedimento comparativo si intende arrivare alla formalizzazione della valutazione strategica in esito alla procedura in atto.

5.1. PATI COMUNI DI BARBARANO VICENTINO E MOSSANO ‐ VAS ‐ RAPPORTO AMBIENTALE

5.1.1. TABELLA DI SINTESI VALUTAZIONE DELLO STATO DELL’AMBIENTE

N. ASPETTI AMBIENTALI VALUTAZ. VOTO VOTO NOTE STATO S W O T 1‐10 1‐10 1.0 CONTESTUALIZZAZIONE X X 7 7 GEOGRAFICA

2.0 PATRIMIONIO STOR. X X 7 7 ARCHITETTONICO TESTIMONIALE E AMBIENTALE

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N. ASPETTI AMBIENTALI VALUTAZ. VOTO VOTO NOTE STATO S W O T 1‐10 1‐10 2.5.1 Ricchezza di risorse e testimonianze x x 7 diffuse 2.5.2 Molti tipi di beni culturali ed x x 7 ambientali 2.5.3 Notevole diffusione spaziale, molte x x 7 epoche presenti. 2.5.4 Differenze qualificanti tra i beni nei x x 7 due Comuni 2.5.5 Archeologia industriale (cfr..PTCP) x x 7 2.4.8 Contesti figurativi Ville Venete x x 7 (cfr..PTCP) 2.4.9 Vincolo paesaggistico ‐Zone interesse x x 7 archeologico

3.0 ARIA 6 6 Stazioni disponibili x x 6 3.1 Biossido di zolfo (SO2) x 7

3.2 Ozono (O3) x 5/6

3.3 Ossidi di azoto (NOx e NO2) x 5/6 3.4 Monossido di carbonio (CO) x 6

3.5 Particolato PTS e PM10 5/6

3.6 Benzene(C6H6) x 7

4.0 CLIMA 5/6 5/6 Precipitazioni x 5/6 Evoluzione x 5/6

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N. ASPETTI AMBIENTALI VALUTAZ. VOTO VOTO NOTE STATO S W O T 1‐10 1‐10 5.0 BRILLANZA 6 6

6.0 ACQUA 6 6 6.1 Acque superficiali 6 6.1.1 Indicatori chimici – Valori LIM x x 6/7 6.1.2 Indicatori biologici x x 6/7 6.1.3 Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua ‐ x x 6 SECA (xSACA) 6.2 Acque sotterranee 5/6 6.2.1 Indicatori chimici e stato qualitativo 6 SCAS Nitrati x 5 Cloruri 6 Ferro e Manganese 6 Nitrati 5 Solfati 7 Ammonio 8 6.2.2 Indice quantitativo SQuAS x 5/6 6.2.3 Stato ambientale (SAAS) 5/6 SEGUE CARATTERI AMBIENTALI VALUTAZ. STATO VOTO VOTO NOTE S W O T 1‐10 1‐10 7.0 AGENTI FISICI x x 6 6 7.1 Rumore x x 6 7.2 Radiazioni x x 6 7.2.1 Radiazioni non ionizzanti x 5 7.2.2 Radiazioni ionizzanti x 7

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N. ASPETTI AMBIENTALI VALUTAZ. VOTO VOTO NOTE STATO S W O T 1‐10 1‐10

8.0 SUOLO ‐ SISTEMA GEOLOGICO E 6 6 GEOMORFOLOGICO 8.1 Inquadramento fisico orografico x 7 8.2 Inquadramento fisico orografico x x 5/6 8.3 Sistema idrogeologico. 6 8.4 Sistema idrogeologico. 5 8.5 Circolazione idrica sotterranea 5/6

9.0 SUOLO‐ SISTEMA AGRONOMICO E 8 8 NATURALISTICO‐AMBIENTALE 9.1 Territorio agricolo 8 9.2 Ambiente naturale 8

10.0 BIODIVERSITÀ 7/8 7/8 10.1 Aree di tutela Barbarano Vicentino e x 8 Mossano 10.2 Area Naturale Minore VI 049‐ Invaso x 8 di Mossano 10.3 Sito SIC IT3220037 “Colli Berici” x 8 10.4 Monticello di Barbarano Vicentino x 8 10.5 Canale Bisatto. x 6

11.0 RIFIUTI 7 7 11.1 Rifiuti urbani x 8 11.2 Rifiuti Speciali x 6

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N. ASPETTI AMBIENTALI VALUTAZ. VOTO VOTO NOTE STATO S W O T 1‐10 1‐10

12.0 ENERGIA 7 7

SINTESI ASPETTI AMBIENTALI 6/7

13.0 ASPETTI SOCIO ‐ ECONOMICI 7 7 13.1 Sistema insediativo e popolazione x 7 7 13.2 Sistema dei servizi. x 6 SANITÀ 7 7 13.3 Sanità ed assistenza socio sanitaria. x 7 13.4 Area infanzia, minori, giovani e x 7 famiglia 13.5 Area disabilità x x 6 13.6 Area anziani x 8 13,7 Area salute mentale x 6 13,8 Mortalità stradale x 7 13.9 ISTRUZIONE 7 7

14. 0 SISTEMA PRODUTTIVO, 7/8 7/8 COMMERCIALE E ARTIGIANALE 14.1 Barbarano x 8 14.2 Mossano 7

15.0 TURISMO 7/8 7/8 15.1 Barbarano x 8 15.2 Mossano x 7

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N. ASPETTI AMBIENTALI VALUTAZ. VOTO VOTO NOTE STATO S W O T 1‐10 1‐10

16. 0 SISTEMA DI PROGRAMMAZIONE 7 7 COMUNALE Barbarano 7 Mossano 7

SINTESI ASPETTI SOCIO ‐ ECONOMICI 7/8

SINTESI STATO GENERALE 7 DELL’AMBIENTE

6. VALUTAZIONE COMPLESSIVA ‐ ASPETTI AMBIENTALI

Limitate criticità. Per quanto riguarda gli aspetti ambientali, l’analisi della Tabella mostra pochissimi valori di criticità, peraltro non gravi, ma solamente moderati ( In rosso nella Tabella).

Queste criticità si riferiscono :

a) allo stato dell’ aria , dove si registrano Ozono (O3), Ossidi di azoto (NOx e NO2) e

Particolato PTS e PM10 a valori di tipo corrente in Provincia in aree di pianura e a bassa densità insediativa;

b) allo stato delle acque sotterranee, cosa che è correntemente riscontrabile nelle aree di bassa pianura come in gran parte del territorio regionale. Le cause sono in gran parte esterne al territorio in esame. L’ evoluzione normativa ed operativa verso forme di maggiore

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protezione del suolo e dei corpi idrici è in atto ed è plausibile che nell’ orizzonte temporale del PATI queste criticità si attenuino o vengano superate;

c) alle radiazioni non ionizzanti, dipendenti dalla presenza delle linee di alta tensione che attraversano entrambi i Comuni, senza però avvinarsi agli insediamenti e con discreto inserimento paesaggistico.

Si tratta di criticità poco o per nulla dipendenti dal territorio del PATI ed in egual misura poco o per nulla suscettibili di eliminazione /miglioramento a mezzo delle azioni di Piano, ma mitigabili se necessario. Per questo richiedono monitoraggi opportuni.

Tutti gli altri aspetti ambientali di questo territorio si collocano, nei rispettivi ambiti settoriali, in ambito positivo, con alcune particolarità interessanti nel settore dell’ecologia ambientale, che con il progressivo abbandono o conduzione estensiva del territorio montano e collinare e delle aree di pianura meno coltivabili, nei decenni scorsi ha trovato spazio e modi di rinascita e di compresenza con l’agricoltura e gli insediamenti. Il settore agricolo, dopo decenni di difficoltà sembra ora avere maturato un suo assetto stabile, qualificato da molte produzioni tutelate, tutte collegate ad industri di trasformazione e a consorzi di promozione e commercializzazione. Gli insediamenti civili hanno mantenuto le localizzazioni tradizionali, e con esse le identità locali. Gli insediamenti industriali, tutti in pianura, rifletto la loro origine relativamente recente, e perciò rispettano un grado di pianificazione, infrastrutturazione ed efficienza elevato e durevole.

Accanto alle risorse vi sono però anche, potenzialità non ancora sviluppate, rischi non del tutto eliminati, per cui il voto complessivo 6/7 riferito agli aspetti ambientali sta significare che comunque vi sono strategia da attuare e miglioramenti da conseguire.

7. VALUTAZIONE COMPLESSIVA ‐ ASPETTI SOCIO ECONOMICI

La dotazione di servizi alla persona, alle famiglie ed alle imprese riflette il generale grado di sviluppo della provincia ed il fatto che l’arretratezza storica del Basso Vicentino è ormai alle spalle. Barbarano e Mossano, sono in tutto partecipi di questo progresso che Il voto 7/8 riconosce .

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8. STATO DELL’ AMBIENTE IN COMPLESSO

Facendo il bilancio complessivo dello stato ambientale del territorio del PATI di Barbarano Vicentino e Mossano si può concludere che lo stato è buono, e comunque suscettibile di ulteriori migliorie.

9. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ E SCELTE STRATEGICHE ‐ SISTEMA AMBIENTALE

Qui di seguito vengono esposti gli obiettivi e le scelte strategiche di assetto del territorio di carattere generale e puntuale, suddivisi per i diversi tematismi di Piano, che le Amministrazioni comunali intendono perseguire con il P.A.T.I. in esame.

9.1. RISORSE NATURALISTICHE ED AMBIENTALI Obiettivi generali e puntuali Il PATI relativamente al Sistema Ambientale intende provvedere, alla tutela delle Risorse Naturalistiche e Ambientali e all’integrità del Paesaggio Naturale, quali componenti fondamentali della “Risorsa Territorio”, rispetto alle quali è valutata la “sostenibilità ambientale” delle principali trasformazioni del territorio anche con riferimento all’art.4 LR 11/2004 e alla Direttiva 2001/42/CE del 27.6.2001 sulla Valutazione Ambientale Strategica. Le aree di valore naturale ed ambientale pertinenti ai territori di Barbarano Vicentino e Mossano vengono ben individuate e disciplinate dal PATI, che ne definisce gli obiettivi di valorizzazione, in coerenza con le procedure inerenti le infrastrutture autostradali di competenza ministeriale e le indicazioni della pianificazione sovraordinata. In effetti il P.A.T.I. con le proprie azioni e misure punta a> 1. tutelare, ripristinare, integrare e valorizzare gli assetti vegetazionali arboreo‐arbustivi di interesse locale presenti e riconoscibili come significativi, come ad es. le zone boscate, i grandi alberi e filari, le siepi, le colture tipiche della tradizione locale (viti e olivi) ; 2. salvaguardare i territori agricoli aperti di rilevante interesse ambientale e paesaggistico, come in particolare, l’area sita ai piedi del Monte San Pancrazio fino via G. Matteotti in Barbarano Vicentino, anche mediante il recepimento dei vincoli ambientali indicati dal PTCP di Vicenza; 3. recepire e aggiornare il sistema dei vincoli e della pianificazione sovraordinata, tra i quali la dichiarazione di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art. 140 del D.Lgs 22.01.2004, n. 42 dell’area sita in località Monticello (DGR n. 196 del 03.02.2009);

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4. recepire e aggiornare gli ambiti indicati dal Piano di Area Monti Berici PAMOB, di cui i Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano fanno parte, di rilevante interesse storico – ambientale – paesaggistico al fine di una loro tutela e salvaguardia, come le Icone di paesaggio e le aree di rilevante interesse paesaggistico – ambientale e i coni visuali, anche prevedendo una loro maggiore tutela nel rispetto del P.R.G. vigente; 5. recepire e meglio precisare le aree di pregio ambientale a suo tempo indicate dal P.R.G. vigente, valutando l’opportunità per alcune di queste del divieto di qualsiasi modificazione orografica – morfologica del territorio; 6. recepire e indicare l’area a SIC IT 3220037 Colli Berici della Rete Natura 2000 interessante gli ambiti collinari di Barbarano Vicentino e Mossano e dettare indirizzi per la tutela e valorizzazione degli habitat floristici e faunistici presenti; 7. recepire e tutelare le aree di interesse archeologico, come le tombe rupestri e le grotte antiche presenti nell’ambito collinare e in Monticello; 8. individuare e salvaguardare eventuali corridoi ecologici e così pure gli areali ed i punti di osservazione faunistica superstiti, eventualmente ripristinare quelli perduti in tutto o in parte o riformarne di nuovi congruenti alla caratteristiche e potenzialità tipiche locali; 9. tutelare, valorizzare e riqualificare il sistema paesistico‐ambientale attraverso gli elementi strutturali come i corsi d’acqua di versante e gli scaranti le reti di canali, i sistemi arginali e ripariali e particolari biotopi di interesse locale; 10. individuare, tutelare e valorizzare gli elementi di particolare rilevanza storica e ambientale e le emergenze più recenti di interesse architettonico, artistico o ambientale; 11. migliorare e mettere a rete, e possibilmente in regime di protezione per utenti come pedoni e ciclisti, i percorsi esistenti di interesse storico ambientale, testimoniali e relativi sentieri e strade interpoderali, come in particolare l’ex tracciato ferroviario Grisignano – Ostiglia e di quello dell’ex F.T.V. anche prevedendo percorsi di collegamento fra piste ciclabili.

9.2. DIFESA DEL SUOLO Obiettivi generali e puntuali Con il PATI le Amministrazioni procedenti, per quanto di competenza, intendono provvedere alla difesa del suolo attraverso la prevenzione dai rischi e dalle calamità naturali, in particolare quelle legate alla rete idraulica e alle sue difese, accertando la consistenza, la localizzazione e la vulnerabilità delle singole componenti e stabilendo la disciplina per la salvaguardia del territorio e degli insediamenti. In particolare rientra nei compiti del PATI definire in dettaglio le aree a maggiore rischio di dissesto idraulico, le aree esondabili e quelle a rischio sismico.

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In particolare il PATI, conformemente ai compiti affidatigli dall'ordinamento regionale: 1. individua e tutela se del caso le invarianti di natura geomorfologica, idrogeologica e geologica; 2. individua e disciplina le aree soggette a rischio o dissesto idrogeologico o di esondazione; 3. accerta la compatibilità degli interventi con la sicurezza idraulica del territorio subordinando, ove necessario, l’attuazione preventiva di previsioni alla realizzazione di infrastrutture, opere o servizi per il deflusso, il rallentamento, la ritenuta e l'eventuale reimpiego delle acque meteoriche; 4. stabilisce le vocazioni e le penalità ai fini edificatori del territorio comunale con l’indicazione delle aree soggette a rischio o a dissesto in senso lato; 5. definisce gli indirizzi, le prescrizioni ed i divieti per gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nelle zone sottoposte a vincolo idrogeologico o a rischio o comunque sensibili dal punto di vista geotecnico nelle aree urbanizzate o da urbanizzare; 6. stabilisce le discipline per prevenire forme di inquinamento del sottosuolo e del suolo e delle falde, e per assicurare il libero deflusso delle correnti freatiche nel terreno; 7. stabilisce le discipline per le aree umide, determina i loro invasi e la disciplina per il loro mantenimento, riordino e gestione; 8. individua gli interventi di miglioramento e riequilibrio ambientale, da realizzare, sentiti gli Enti gestori dei principali sottoservizi locali ed i Consorzi di bonifica competenti; 9. promuove politiche di incentivazione del risparmio energetico e di utilizzo di risorse rinnovabili da demandare lo studio di maggior dettaglio al P.I.; 10. dettare indirizzi per gli interventi di miglioramento fondiario.

9.3. SCELTE STRATEGICHE E AZIONI DI PIANO PER SISTEMA AMBIENTALE

9.4. RISORSE NATURALISTICHE ED AMBIENTALI E DIFESA DEL SUOLO Qui di seguito riportano in sintesi e in forma schematica le scelte strategiche e le azioni del P.A.T.I. e in quali elaborati e norme sono trattate le diverse tematiche.

Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati NT Sistema naturalistico – ambientale e difesa del suolo grafici

Indicare e aggiornare gli elementi e gli ambiti oggetto di vincolo e delle Tav. 1 Artt. 7, 8, 9 pianificazione territoriale al fine delle loro tutela e salvaguardia, quali in

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Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati NT Sistema naturalistico – ambientale e difesa del suolo grafici particolare:

- vincolo paesaggistico D.Lgs. n. 42/2004 - vincolo paesaggistico D.Lgs. n. 42/2004 – corsi d’acqua; - vincolo paesaggistico D.Lgs. n. 42/2004 – territorio coperto da foreste e boschi; - Vincolo destinazione agro – silvo pastorale – Usi civici - vincolo paesaggistico – zone di interesse archeologico; - vincolo monumentale D.Lgs. n. 42/2004; - vincolo idrogeologico ‐ forestale - vincolo sismico – Grado 3 – OPCM n. 3274/2003; - Rete Natura 2000: Siti di Importanza Comunitaria - Piano di Area Monti Berici - Ambiti naturalistici di livello regionale - Zone di ripopolamento e cattura - Area di tutela paesaggistica di interesse regionale e competenza provinciale - Area naturalistico – archeologica dei Monti Berici - Icone di paesaggio – PAMOB - Aree di rilevante interesse paesaggistico – ambientale ‐ PAMOB - centri storici;

Tutelare, salvaguardare e valorizzare le risorse naturalistiche, Tavv. 2, 4 Artt. 14 ambientali e del paesaggio rispetto alle quali si valuta la sostenibilità ambientale delle trasformazioni territoriali previste anche in riferimento alla V.A.S.. In particolare il PATI intende:

- individuare gli ambiti agronomicamente qualificati per consistenza, specialità delle produzioni con eventuale denominazione d'origine controllata o protetta, come le colture tipiche delle viti e degli olivi; - promuovere attività integrative del reddito agricolo, quali la silvicoltura, l’offerta di servizi ambientali e ricreativi, per il tempo libero e per l’agriturismo; Artt. 14, 15, - salvaguardare i territori agricoli aperti di rilevante interesse Tav. 2, Tav. 4 20, 21.2 ambientale e paesaggistico; - Tutelare e valorizzare gli assetti vegetazionali arboreo‐arbustivi di interesse locale significativi (es. le zone boscate, i grandi alberi e filari, le siepi, le colture tipiche della tradizione locale quali viti e olivi); - recepire e disciplinare l’area a SIC IT 3220037 Colli Berici della Rete Natura 2000 interessante gli ambiti collinari al fine di tutelare e valorizzare gli abitat floristici e faunistici presenti; - indicare le aree di interesse archeologico, come le tombe rupestri e le grotte antiche presenti nell’ambito collinare; - individuare e salvaguardare eventuali corridoi ecologici; - individuare, tutelare e valorizzare gli elementi ed i beni di Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 231 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati NT Sistema naturalistico – ambientale e difesa del suolo grafici particolare interesse storico – ambientale;

9.5. CONSIDERAZIONI , SCELTE STRATEGICHE E AZIONI DI PIANO PER TERRITORIO AGRICOLO Il PATI considera con molta attenzione l’agricoltura, la quale ha nel territorio di Piano un ruolo trainante e caratteristiche profondamente diverse in funzione dell’orografia. Il PATI parte dai fatti agronomici rilevanti che seguono 1/la pianura si qualifica per un’agricoltura di tipo intensivo, in sistemi particellari colturali di media ed elevata estensione, caratterizzati da colture ad alto reddito, quali mais, frumento, soia. 2/la collina si caratterizza per un’agricoltura più estensiva, con forte presenza nei terreni marginali, di boschi trattati a ceduo o abbandonati alla libera evoluzione. 3/ A causa dei terreni di difficile gestione agronomica, le coltivazioni sono rappresentate da colture poliennali,quali il vigneto, in terrazzamenti, e prati da sfalcio, mentre è limitata la presenza di colture annuali e orticole. 4/ il vino e olio rappresentano dei prodotti tipici locali all’interno del sistema collinare. 5/ tutte le principali produzioni, sia degli allevamenti di pianura, che delle coltivazioni collinari sono di eccellenza e tutelate da marchi. 6/ le superfici boschive non sono superiori costituiscono una componente importante del territorio,andando a ricoprire oltre la un terzo della superficie intercomunale. 7/ la presenza di allevamenti è piuttosto consistente e con sono numerosi allevamenti intensivi, avicoli e bovini e attività zootecniche a supporto a confermare che la zootecnia rappresenta l’attività principale per le aziende agricole locali. 7/ in collina si rileva una buona presenza di piccole strutture o di centri aziendali atti alla produzione di prodotti a denominazione d’origine o piccole produzioni locali volte all’apicoltura o alla viticoltura. 8/ Nelle aree di pianura sono state rilevati anche attività agro‐industriali di notevoli dimensioni produttive un prosciuttificio e un caseificio sociale e la Cantina Sociale 9/ la pedologia, mostra che l’unità più estesa è quella BA2.1, delle pianure alluvionali del basso vicentino oltre a tre zone con a( l’andamento altimetrico tipico delle aree ai piedi dei Colli Berici BR6.5 , b( di aree ancora pianeggianti RI 1.2 presenti nelle doline con acclivi creati dal carsismo, c( in area collinare sono presenti terreni con una forte matrice inorganica. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 232 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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10/ in tema di valore e di potenzialità agronomica ai suoli, colture come la vite possono trovano spiccata vocazionalità mentre valore agronomico elevato è invece attribuibile ai suoli della bassa pianura recente e alla bonifica delle aree palustri pedecollinari dei Berici pur con limitazioni. 11/ Il sistema di irrigazione è suddiviso in due modalità> nelle aree di pianura dei seminativi si pratica la irrigazione di soccorso con aspersione, mentre nelle zone pedecollinari vocate alla viticoltura l‐irrigazione fissa ha condotte interrate.

12/ La superficie boscata ai sensi dell’art.142 lett. g del D.lgs 42 del 2004 è considerata area da salvaguardare e tutelare, come bene paesaggistico. ecologico e col PATI i confini del limite del bosco sono stati aggiornati

13/Il numero di terreni ad uso civico riscontrato è elevato, 142 piccole o grandi appezzamenti di pianura mentre le superfici più estese si trovano nel Bosco di San Pancrazio a Mossano occorre un Piano di Riordino

9.5.1. CALCOLO DELLA SAU ED UTILIZZO DELLA ZONA AGRICOLA. La Relazione Agronomica riporta che nel PATI nel corso dell’ultimo decennio la Superficie agricola utilizzata (SAU) è diminuita di 1,8 milioni di ettari (‐12,2%), mentre il numero delle aziende è sceso di 430 mila unità (‐14,2%). La riduzione percentuale della SAU ha riguardato in misura pressoché equivalente i seminativi, i prati e i pascoli e le coltivazioni permanenti. Questa riduzione (in larga parte reversibile) delle superfici agricole segnala un fenomeno molto complesso, di notevole rilevanza territoriale, con risvolti socio‐economici e ambientali molto forti. Negli ultimi 40 anni, centinaia di migliaia di ettari sono stati attraversati da fenomeni di evoluzione: superfici agricole convertite ad altre forme d’uso (edilizia, infrastrutture, ecc.); superfici agricole abbandonate divenute prima improduttive e successivamente invase dalla vegetazione spontanea, quindi devastate da incendi, interessate da trasformazioni fondiarie oppure recuperate all’agricoltura. Questa forma di “non” gestione dei terreni, con carattere di transitorietà, ha seguito e segue diversi percorsi, che da un punto di vista ambientale può avere segni opposti. L’abbandono, infatti, può essere seguito da processi di ricolonizzazione da parte della vegetazione arborea, arbustiva o erbacea (rivegetazione), oppure da processi di degrado dei suoli, legati alla perdita di sostanza organica o ai processi di erosione (devegetazione e desertificazione). Una puntuale quantificazione del fenomeno e un monitoraggio nel tempo consentirebbe di determinare il ruolo dei suoli agricoli in rivegetazione nelle strategie nazionali di adempimento del protocollo di Kyoto, grazie alle “buone pratiche di gestione” dei suoli agricoli, quali l’inerbimento, il sovescio, l’agricoltura biologica, la “minina lavorazione” e la Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 233 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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“non‐lavorazione”. Sono di tutte attività in grado di riportare sostanza organica (e quindi carbonio) nei suoli, le cui masse, opportunamente stimate, possono essere usate per compensare le emissioni nazionali di gas‐serra. I due temi della salvaguardia e della sostenibilità ambientale ed economica sono strettamente interrelati, non hanno senso politiche di contenimento del consumo del suolo agricolo se non sono affiancate da politiche per la trasformazione sostenibile dell’agricoltura.

9.5.2. SOSTENIBILITÀ IN RAPPORTO ALLA TRASFORMAZIONE DELLA SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA Il P.A.T.I. nella Relazione Agronomica determina il limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in zone con destinazione diversa quella agricola. In particolare:

SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA COMUNE Barbarano Vicentino Mossano SAU (mq) 11.092.731,79 8.753.043,87 STC (mq) 19.584.988,15 13.979.343,85 9,5 % di Sup.Boscata (mq) 432.231 268.033 SAU esistente+ 9,5 % di 11.524.962,79 9.021.076,87 Sup.Boscata (mq) % SAU rilevata/STC 58,8 % 64,5 % % SAU reale/STC (medio) 45,4% 45,4% % di trasformabilità 1,3 % 1,3 % SAU trasformabile (mq) 149.824,52 117.273,90 SAU trasformabile (ha) 14,9824 11,7274

Disposizioni generali Ai fini del dimensionamento urbanistico non si considera trasformazione di zona agricola: - le aree extra‐agricole previste della pianificazione urbanistica vigente; - l’individuazione di ambiti di edificazione diffusa, di cui all’art. 19.2 delle NT del PATI. Il PATI evidenzia anche che eventuali nuove disposizioni regionali per definire la zona agricola massima trasformabile in zone con destinazione diversa da quella agricola, potranno eventualmente essere recepite e potranno modificare la superficie trasformabile sopra definita senza che ciò comporti Variante al P.A.T.I.

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La SAU trasformabile come calcolata a norma di legge viene considerata come limite non superabile. In sede di PI il dimensionamento del PATI dovrà essere monitorato, dal momento della sua adozione in Consiglio Comunale, predisponendo un apposito Registro Fondiario e della Produzione edilizia volumetrica con la specificazione della superficie utilizzata e sottratta alla SAU e del nuovo volume assentito e realizzato. Non costituisce consumo di SAU, e pertanto non rientra nel parametro dimensionale determinato, quanto previsto dagli Atti di Indirizzo regionali in materia, di cui alla D.G.R. 3178 del 08.10.2004 e successive modifiche ed integrazioni e riferito alla cartografia di individuazione della SAU esistente al momento dell’adozione del PATI.

9.5.3. TERRITORIO RURALE Obiettivi generali Per il territorio rurale il PATI si pone primariamente l’obiettivo di salvaguardare gli aspetti storico‐culturali delle attività tradizionali, e di attuare le politiche di sviluppo delle attività agricole qualificanti e sostenibili attraverso la promozione di specifiche opportunità. Con il PATI si intende perseguire i seguenti obiettivi: 1. tutelare i suoli ad elevata vocazione agricola e forestale, limitandone il consumo ; 2. favorire lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, improntata sull’impiego di tecnologie non inquinanti e finalizzata al risparmio di energia e di risorse non riproducibili; 3. stabilire i criteri per gli interventi di miglioramento fondiario, di riconversione colturale e di infrastrutturazione del territorio rurale; 4. definire anche i criteri per la classificazione del territorio rurale secondo principalmente le seguenti caratteristiche: 4.a. produzione agricola tipica o specializzata (viti e olivi); 4.b. aree integre, di primaria importanza per la funzione agricolo produttiva; 4.c. aree compromesse, caratterizzate da un elevato frazionamento fondiario; 4.d. aree boscate; 5. individua i beni culturali tipici della zona agricola e indica i criteri per la loro disciplina; 6. definisce le caratteristiche tipologiche, costruttive e formali della edificazione in zona agricola;

Obiettivi puntuali

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Il redigendo PAT porrà attenzione a: a) promuovere la valorizzazione e il recupero e la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente attraverso anche il riutilizzo dei fabbricati rurali dismessi e/o abbandonati o quelli non più funzionali all’attività agricola o accessori, valutando l’opportunità di inserire destinazioni anche diverse da quelle agricole, come residenziali o turistico‐ ricettive, in funzione della loro localizzazione; b) recuperare, riqualificare e rivitalizzare i nuclei e le borgate rurali, nel rispetto delle caratteristiche tipiche dei luoghi, valutando la possibilità di consentire (demandano al PI il maggior dettaglio) limitati e puntuali interventi di nuova edificazione ad uso residenziale al fine di rispondere alle esigenze abitative di ordine famigliare e non speculativo, al fine di garantire la sopravvivenza delle stesse borgate; c) incentivare la dismissione e riconversione degli allevamenti zootecnici prossimi a urbanizzazioni residenziali e comunque che causano effetti negativi sull’ambiente e sul sociale (odori, rumori, inquinamento delle falde,…), anche valutando la possibilità di utilizzo e riconoscimento del credito edilizio; d) dettare indirizzi al P.I. per le costruzioni precarie (legittime anche a seguito del condono edilizio), al fine di realizzare un decoroso riordino degli insediamenti ed il miglioramento complessivo delle condizioni paesaggistiche ed ambientali. In particolare dettare indirizzi atti a regolamentare le strutture precarie o non permanenti (tipo quelle per arredo giardino, tettoie, pompeiane, …); e) dettare indirizzi generali per mitigare e/o eliminare gli elementi detrattori che compromettono la qualità naturalistica‐ambientale dei luoghi; f) valorizzare gli ambiti rurali ai fini di una loro fruizione turistica compatibile con le esigenze agro‐produttive e silvo‐pastorali; g) individuare i percorsi ciclabili e/o pedonali pubblici utilizzabili per la fruizione turistica; h) salvaguardia e riordino della rete idraulica con particolare riferimento ai canali di scolo, ai fossati, alle scoline, ecc., sentito il Consorzio di Bonifica.

9.5.4. PAESAGGIO AGRARIO Obiettivi generali e puntuali

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Il PATI individua gli ambiti di paesaggio agrario di interesse storico‐culturale e gli elementi significativi del paesaggio di interesse storico. Per gli ambiti di paesaggio agrario di interesse storico‐culturale prevede, nel rispetto delle esistenti risorse agro‐produttive: ‐ l’individuazione degli ambiti agronomicamente qualificati per consistenza, specialità delle produzioni, eventuale denominazione d'origine controllata o protetta; ‐ la salvaguardia delle attività agro‐silvo‐pastorali ambientalmente sostenibili e dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici presenti nel territorio; ‐ la conservazione o la ricostituzione del paesaggio agrario e del relativo patrimonio di biodiversità, compatibilmente con la produzione agricola; ‐ la salvaguardia o ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici e degli equilibri ecologici; ‐ la valorizzazione delle colture tipiche della tradizione rurale ‐ collinare quali in particolare quelle relative a : le viti e l’olivo. Qualora negli ambiti agricoli di rilievo paesaggistico sussistano limitazioni all’utilizzazione agricola dei suoli, la pianificazione urbanistica comunale, PAT e PI, promuove anche lo sviluppo di attività integrative del reddito agricolo, quali la silvicoltura, l’offerta di servizi ambientali, ricreativi, per il tempo libero e per l’agriturismo, nel rispetto della L.R. 23 aprile 2004, n. 11 e L.R. 4 novembre 2002, n. 33.

Il PATI tra le sue strategie urbanistiche portanti stabilisce in generale : A/ sostegno al sistema agronomico che si esprime con le produzioni di eccellenza tutelate e che e basato su investimenti durevoli per irrigazione e per la zootecnica< B/ prevenzione dei fenomeni di potenziale degrado che potrebbero compromettere l‐ assetto territoriale nello stato attuale e miglioramento/mitigazione dei fattori collaterali di disturbo rispetto agli insediamenti civili< C/continuita’della filiera alimentare con una calibrata presenza locale di agroindustria di trasformazione dei prodotti meglio qualificati e tutelati del territorio.

Tra le strategie urbanistiche particolari il PATI stabilisce inoltre in tema di Territori agricoli aperti di pregio paesaggistico le aree rurali di interesse agronomico libere da edificazione, coltivate largamente a seminativo ma con la presenza di soggetti arborei e filari campestri sono considerati invarianti di natura agricolo‐produttiva. in quanto associano anche una valenza paesaggistica in quanto in tali zone è possibile apprezzare il sistema agricolo che interseca quello naturale delle aree boscate presenti nelle doline e nei colli Berici.

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Territorio a funzione agricolo – produttiva di tipo intensivo e di tipo estensivo Pianura Nel territorio di pianura si sono individuate le aree rurali di interesse agronomico caratterizzate da una elevata produttività ed integrità fondiaria. Tali aree sono coltivate largamente a seminativo con scarsa presenza di soggetti arborei. Esse risultano fondamentali per le strutture produttive agricole di dimensioni industriali presenti nella zona, in tal senso sono da considerarsi territori fondamentali per la produttività agricola. L’area è caratterizzata da un agricoltura di tipo intensivo‐convenzionale. Collina Nelle zone collinari si sono invece considerate delle aree a funzione agricolo‐ produttiva quelle utilizzate a prato andando a sottolineare l’importanza comunque produttiva e non solamente ecologica di colture che garantiscono il mantenimento del territorio ed anche il mantenimento di piccole strutture aziendali presenti

Invarianti di natura agricolo‐produttiva Ambiti agricoli di pregio a coltivazione tipica (DOC e DOP) Sono stati individuati gli ambiti di pregio a coltivazione tipica cioè le aree rurali di interesse agronomico caratterizzate dalla produzione di prodotti a denominazione d’origine prodotti dalla coltivazione dei vigneti e oliveti. Tali aree risultano rilevanti per la presenza di numerose aziende agricole che attuano le produzioni suddette. Gli investimenti fondiari appaiono rilevanti in questi territori che si avvalgono anche di strutture irrigue fisse che consentono ottimizzazione della produzione.

Zone di Ripopolamento e Cattura Dall’analisi del Piano Faunistico Venatorio, è stata individuata una area per la riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale ed alla cattura della stessa per l’immissione sul territorio, il mantenimento di tale area consente di ottenere una stabilizzazione della densità faunistica ottimale per il territorio. Queste tipologie di aree vengono definite zone di ripopolamento e cattura (ZRC), e vengono individuate dalla Provincia . La ZRC individuata nei territori in parola si colloca in una zona ai piedi delle colline e verso la pianura che presenta vocazione ambientale per le specie di interesse venatorio presenti sul territorio, dove sono presenti condizioni ambientali e naturali favorevoli all’insediamento, nidificazione e proliferazione della fauna selvatica indigena.

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9.6. PAESAGGIO DI INTERESSE STORICO Obiettivi generali e puntuali Relativamente agli elementi significativi del paesaggio di interesse storico, si intende con il PATI recepire ed integrare nel proprio quadro conoscitivo i sistemi e gli immobili da tutelare e ne specifica la relativa disciplina. 1. In particolare il PATI individua:  gli edifici di valore storico – architettonico, culturale e testimoniale e i relativi spazi inedificati significativi di carattere pertinenziale;  gli eventuali parchi e i giardini di interesse storico architettonico (art. 25 PTRC);  il sistema insediativo rurale e le relative pertinenze, specie se alberate;  altre categorie di beni storici e culturali (art. 26 PTRC);  le aree di interesse archeologico (come le tombe rupestri e le grotte antiche presenti nell’ambito collinare);  le sistemazioni agrarie tradizionali della bonifica;  la viabilità storica e gli itinerari di interesse storico – testimoniale ed ambientale. 2. In particolare il PATI promuove il recupero, la tutela e la valorizzazione dei beni storico‐ ambientali presenti anche mediante una loro fruizione turistica compatibile, in particolare di quelli suddetti.

10. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ E SCELTE STRATEGICHE ‐ SISTEMA INSEDIATIVO E CENTRI STORICI

Obiettivi generali Il PATI definisce gli ambiti dei Centri Storici con riferimento all’Atlante Regionale e a quanto eventualmente ridefinito in sede di strumentazione urbanistica comunale, in relazione all’entità, al ruolo storico, alle caratteristiche strutturali ed insediative dell'insediamento. 1. Per ogni nucleo storico il PATI definisce come di rito :  la perimetrazione;  gli elementi peculiari e le potenzialità di qualificazione e sviluppo;  gli eventuali stati di abbandono o degrado sociale, ambientale ed edilizio;  la disciplina generale diretta ad integrare le politiche di salvaguardia e riqualificazione dei Centri Storici con le esigenze di rivitalizzazione in presenza di attività commerciali e artigianali;

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 il mantenimento delle funzioni tradizionali, affievolite o minacciate, prima fra queste la residenza della popolazione locale. 2. In conformità al rinnovato ordinamento regionale, il PATI stabilisce le direttive e le prescrizioni per la formazione del Piano degli Interventi (P.I.), nonché le norme per la salvaguardia degli elementi di rilievo storico‐architettonico. 3. In particolare il PI:  specifica i criteri per l’acquisizione del quadro conoscitivo relativo a tutti i fabbricati e manufatti presenti all’interno dei centri storici, nonché agli spazi liberi esistenti d’uso privato o pubblico;  recepisce e aggiorna la schedatura del patrimonio edilizio esistente redatta in sede di PATI ai sensi della L.R. 11/2004, art. 50, lettera f) – quadro conoscitivo – matrice 11.6.s ;  definisce le modalità per l’individuazione delle categorie o altre aggregazioni significative in cui gli elementi sopra descritti possono utilmente essere raggruppati a fini di tutela, per caratteristiche tipologiche e pregio storico‐architettonico;  stabilisce, per ogni categoria o altra aggregazione significativa così individuata, la gamma degli interventi ammessi in via generale (gradi di protezione o altro dispositivo utile), quelli comunque necessari alla tutela degli elementi di pregio, (norme puntuali), nonché le condizioni per le possibili variazioni al grado di protezione (flessibilità), anche attraverso schemi, prontuari o esemplificazioni esortative;  determina le destinazioni d’uso ammissibili in relazione alle caratteristiche tipologiche, alla consistenza ed al ruolo urbano;  individua i limiti per la nuova edificazione, in funzione allo stato di conservazione, al pregio degli edifici, ed alla struttura del tessuto urbano;  delimita gli ambiti da assoggettare a progettazione unitaria o a Strumento Urbanistico Attuativo o Programma Integrato,  individua le aree e gli edifici da destinare a servizi, nonché le opere o gli impianti di interesse collettivo o sociale e la nuova viabilità;  predispone un apposito “Piano del colore” per gli edifici sia storici che di più recente edificazione.

Obiettivi puntuali a) riqualificazione e rivitalizzazione dell'ambito individuato come Centro Storico anche mediante un ridisegno dello stesso, per ricomporne le parti dove il tessuto è incompleto o labile.

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In particolare per il Comune di Barbarano Vicentino: - ridefinire secondo uno studio di maggior dettaglio della situazione di fatto documentata e quanto indicato dagli Atlanti Provinciali pubblicati a cura della Regione Veneto, il centro storico del capoluogo, valutando la possibilità di inglobare anche parti dell’edificato e relativi contesti aperti di interesse storico; - trovare soluzioni atte ad incentivare il recupero e riqualificazione del tessuto insediativo esistente, soprattutto quello del centro storico, e la rivitalizzazione dello stesso anche mediante la possibilità di attività compatibili da svolgersi ai piani superiori oltre che al piano terra dei fabbricati; b) favorire la residenza della popolazione locale; c) favorire lo sviluppo di attività commerciali e artigianali di servizio compatibili; d) di potenziare servizi pubblici e ad uso pubblico (parcheggi); e) incentivare il recupero delle attività commerciali e artigianali dismesse e/o abbandonate compatibili con la residenza e trasferire di quelle non compatibili in aree idonee.

10.1. SCELTE STRATEGICHE E AZIONI DI PIANO PER SISTEMA INSEDIATIVO E CENTRI STORICI Qui di seguito riportano in sintesi e in forma schematica le scelte strategiche e le azioni del P.A.T.I. e in quali elaborati e norme sono trattate le diverse tematiche.

Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati NT Sistema insediativo e centri storici grafici Definisce gli ambiti di sviluppo residenziale che riguardano in particolare le aree di completamento e ricucitura degli insediamenti Tav. 4 esistenti, evitando la dispersione insediativa e favorendo il riequilibrio Artt. 19.1, 25 della dotazione di servizi e migliorando l’assetto infrastrutturale. In particolare il PATI indica: - le aree di urbanizzazione consolidata prevalentemente residenziali quali ambiti dove i processi di trasformazione sono sostanzialmente completati. In tali aree sono sempre possibili interventi di nuova costruzione o ampliamento di edifici esistenti Tav. 4 Art. 19.1 nel rispetto degli obiettivi di tutela, riqualificazione e valorizzazione del territorio ed in coerenza con i limiti quantitativi fissati nella disciplina dei singoli ATO. - i centri storici per i quali si prevede la tutela e valorizzazione demandano al PI la definizione degli interventi per le preesistenze. Tav. 1, 4 Art. 9.8 - In particolare nella Tav. 4, per il centro storico del capoluogo di Barbarano Vicentino, è stato proposto l’ampliamento dello stesso verso nord al fine di comprendere fabbricati e loro

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Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati NT Sistema insediativo e centri storici grafici contesti di rilevante interesse storico, per i quali si demanda al P.I. lo studio di maggior dettaglio e la disciplina, nel rispetto di quanto disposto dall’art. 9.8 delle NT. - riqualificare e rivitalizzare il Centro Storico in particolare mediante:  recupero e riqualificazione del tessuto insediativo esistente e Tav. 1, 4 la rivitalizzazione dello stesso, soprattutto dei due capoluoghi; Artt. 9.8, 25.1, Rel. Progetto  favorire lo sviluppo di attività commerciali e artigianali 25.3, 25.4 Cap.6 compatibili, il recupero di quelle dismesse e/o abbandonate compatibili con la residenza e trasferimento di quelle non compatibili in aree idonee Verifica l’assetto fisico funzionale degli insediamenti e promuove il miglioramento della funzionalità degli insediamenti esistenti e della Artt. 19.5, 19.8, qualità della vita all’interno delle aree urbane, definendo per le aree 19.9, 19.10, degradate gli interventi di riqualificazione, e di possibile riconversione Tav. 4 19.11, 19.12, e, per le parti o elementi in conflitto funzionale, le eventuali fasce o 19.13 elementi di mitigazione funzionale. In particolare il PATI: - detta indirizzi per: - la perequazione urbanistica; - il credito edilizio; - la compensazione urbanistica; - la compatibilità ambientale degli interventi; Artt. 19.8, 19.9, - la gestione del verde pubblico e privato; 19.10, 19.13, 20 - l’edilizia sostenibile; - mitigazione del sistema insediativo e ambientale – paesaggistico; - mitigazione del sistema dei trasporti, dell’illuminazione diffusa e per le acque reflue di scarico - indica le azioni di riqualificazione e riconversione di parti dell’insediamento degradato e/o dismesso e/o non compatibile Tav. 4 Art. 19.5 con la funzione residenziale, dando la possibilità di utilizzo del credito edilizio Individua le opportunità di sviluppo residenziale in termini quantitativi e localizzativi, definendo gli ambiti o le direttrici preferenziali di sviluppo insediativo in relazione al modello evolutivo Artt. 19.3, 19.4, storico dell’insediamento, all’assetto infrastrutturale e alla dotazione Tav. 4 25 di servizi, secondo standard abitativi e funzionali condivisi. In particolare il PATI indica il possibile sviluppo insediativo a destinazione prevalentemente residenziale privilegiando le direttrici: Capoluogo di Barbarano Vicentino: Tav. 4, ATO R1 Art. 25.1, 19.5.1 - le direttrici nord e sud ‐ est dal consolidato esistente, anche Rel. Progetto mediante la riconversione e riqualificazione dell’area lungo via G. Cap.6 Matteotti, attualmente destinata dal PRG come Zona captazione/utilizzo risorse idriche (era stata prevista dal vecchio PRG in quanto esiste una area di captazione acque termali per la quale si intendeva realizzare stabilimenti per l’imbottigliamento delle stesse ma nel tempo tale prospettiva è decaduta) a funzioni

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Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati NT Sistema insediativo e centri storici grafici residenziali e/o compatibili con la residenza e/o turistico – ricettive, considerata la vicinanza del bagno termale esistente, di cui all’art. 19.5.1 delle NT ; - possibilità di prevedere per le attività artigianali presenti in capoluogo, la possibilità anche dell’attività commerciale; Ponte di Barbarano Vic.: Tav. 4, ATO R2 Art. 25.2 - la direttrice nord del consolidato residenziale lungo la S.P. Dorsale Rel. Progetto dei Berici, in area prossima alla Cantina sociale Riviera Berica; Cap.6 - la direttrice sud e sud ‐ est dell’area di urbanizzazione consolidata del centro urbano di Ponte di Barbarano, nel rispetto delle fasce di rispetto degli allevamenti intensivi preesistenti, verificate e precisate al momento della eventuale trasformabilità del successivo PI; - la direttrice nord ‐ est dell’area di urbanizzazione consolidata del centro urbano di Ponte di Barbarano, anche a conferma della Variante parziale n. 18 di PRG, approvata con D.G.R.V. in data 22.09.2009; - la direttrice sud del consolidato residenziale lungo la S.P. Dorsale dei Berici mediante la riqualificazione, riorganizzazione e riconversione delle parti degradate e dismesse e dei fronti edilizi, degli accessi e della viabilità lungo la S.P., privilegiando la modalità di intervento unitaria (mediante Piano di Recupero, Programma Integrato, …); - Capoluogo di Mossano: Tav. 4, ATO R3 Art. 25.3, 15.3 - le direttrici nord‐est e sud ‐ ovest dal consolidato esistente. Il Rel. Progetto possibile sviluppo insediativo verso sud – ovest potrà essere Cap.6 previsto solamente a seguito della modifica e riduzione del contesto figurativo n. 2 come specificato all’art. 15.3, ultimo comma delle prescrizioni e vincoli delle NT - Ponte di Mossano: - la direttrice nord del consolidato residenziale valutando la possibilità di riqualificare e riconvertire l’allevamento presente indicato dal PATI quale Azione di riqualificazione e riconversione n. 10 di cui all’art. 19.5.10 delle norme, con possibilità di utilizzo della Tav. 4 perequazione e/o credito edilizio di cui agli artt. 19.8 e 19.9 delle ATO R.4 Art. 25.4, norme; Rel. Progetto 19.5.10, 15.3 - la direttrice sud del consolidato residenziale. Lo sviluppo Cap.6 insediativo nelle aree interessate dal contesto figurativo n. 1 potrà essere previsto solamente a seguito della modifica e riduzione dello stesso contesto come specificato all’art. 15.3, ultimo comma delle prescrizioni e vincoli delle NT - Possibilità di riconversione dell’area attualmente destinata dal P.R.G. vigente come Zona a servizi sita in loc. Lumaca prevedendo funzioni residenziali e/o funzioni compatibili con la residenza e/o Tav. 4, ATO A2 Art. 19.5.6 turistico – ricettive, al fine di incentivare la fruizione turistico – compatibile dei luoghi e la promozione dei prodotti tipici locali Stabilisce il dimensionamento delle nuove previsioni per A.T.O. e per Rel. Progetto Artt. 25.1, 25.2, ciascuna realtà specifica, con riferimento ai fabbisogni locali. Cap.6 25.3, 25.4, 27

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Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati NT Sistema insediativo e centri storici grafici Definisce gli standard urbanistici, le infrastrutture e i servizi necessari Tav. 4 agli insediamenti esistenti e di nuova previsione, precisando gli Artt. 19.6, 19.7, Relazione di standard di qualità urbana e gli standard di qualità ecologico‐ 25, 27 progetto ambientale. Individua gli edifici di interesse monumentale e storico – ambientale ed i relativi contesti figurativi e definisce le modalità per l’individuazione delle categorie in cui gli stessi edifici devono essere raggruppati per caratteristiche tipologiche e di pregio storico‐ Tavv. 1, 2, 4 Artt. 7.6, 15 architettonico, stabilendo, per ogni categoria così individuata, la gamma degli interventi possibili, quelli comunque necessari alla tutela degli elementi di pregio, nonché le condizioni per le possibili variazioni al grado di protezione (flessibilità). Recuperare, riqualificare e rivitalizzare i nuclei rurali, con la possibilità di consentire limitati e puntuali interventi di nuova edificazione ad uso residenziale al fine di rispondere alle esigenze abitative di ordine Tav. 4 Artt. 19.2, 22 famigliare e non speculativo. A tal fine il PATI indica le edificazioni diffuse. Possibilità di recupero degli eventuali fabbricati esistenti abbandonati e/o non più funzionali alla conduzione del fondo agricolo anche Art. 22.2 mediante l’uso del credito edilizio e della perequazione urbanistica anche a funzioni diverse da quelle rurali Incentivare la dismissione e riconversione degli allevamenti zootecnici prossimi a urbanizzazioni residenziali e comunque che causano effetti negativi sull’ambiente e sul sociale (odori, rumori, inquinamento delle Ta. 4 Art. 19.5.10 falde,…), anche valutando la possibilità di utilizzo e riconoscimento del credito edilizio

10.1.1. INSEDIAMENTI E AREE URBANE Obiettivi generali Relativamente al Sistema Insediativo il PATI: 1. verifica l’assetto fisico e funzionale degli insediamenti e promuove il miglioramento della funzionalità degli insediamenti esistenti e della qualità dell'ambiente di vita all’interno delle aree urbane; 2. definisce e delimita le aree degradate e ne stabilisce gli interventi di riqualificazione, e di possibile riconversione e per le parti o elementi in conflitto funzionale determina le eventuali fasce o elementi per la mitigazione funzionale; 3. tende prioritariamente al recupero del patrimonio edilizio esistente ed alla saturazione delle zone di completamento prima di individuarne di nuove tra quelle inedificate; 4. individua delle opportunità di sviluppo residenziale in termini quantitativi e localizzativi, definendo gli ambiti preferenziali di sviluppo insediativo, in relazione al

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modello evolutivo storico dell’insediamento, all’assetto infrastrutturale ed alla dotazione di servizi, secondo standard abitativi e funzionali condivisi; 5. stabilisce il dimensionamento delle nuove previsioni per A.T.O. e per ciascuna realtà specifica, con riferimento ai fabbisogni locali; 6. definisce gli standard urbanistici, le infrastrutture e i servizi necessari gli insediamenti esistenti e di nuova previsione, precisando gli standard di qualità urbana e gli standard di qualità ecologico‐ambientale; 7. definisce gli standard abitativi e funzionali, che nel rispetto delle dotazioni minime di legge, determinino condizioni di vita decorose e coerenti con l’evoluzione storica degli insediamenti, favorendo la permanenza delle popolazioni locali; 8. precisa le modalità di applicazione di istituti previsti dall'ordinamento regionale come la Perequazione, la Compensazione e il Credito Edilizio, demandando in particolare al P.I. l’individuazione e la disciplina degli ambiti in cui è consentito l’utilizzo dei Crediti Edilizi; 9. individua i contesti territoriali particolari destinati alla realizzazione dei Programmi complessi e le aree di urbanizzazione consolidata; 10. individua le idonee connessioni territoriali locali con le reti infrastrutturali di carattere sovracomunali; 11. promuove l’istituto dell’Accordo di Programma o di Piani di Riqualificazione Urbana, anche con privati cittadini, per la definizione di particolari problematiche urbanistico‐ ambientali; 12. definisce gli indirizzi per la redazione di un apposito “Piano del colore” demandando al P.I. lo studio di maggior dettaglio ai fini di armonizzare anche dal punto di vista visivo gli immobili esistenti e futuri. Obiettivi puntuali a) il recupero dei fabbricati esistenti, di quelli abbandonati e/o non più funzionali alla conduzione del fondo agricolo ai fini della destinazione residenziale e/o turistica – ricettiva, anche mediante l’accordo con i privati che intervengono, utilizzando i nuovi strumenti come il credito edilizio e la perequazione urbanistica; b) la verifica e individuazione sulla base dello stato di fatto reale dell’edificazione residenziale consolidata esistente; c) incentivare e individuare soluzioni atte alla riqualificazione, riorganizzazione e riconversione delle parti degradate e dismesse e della viabilità di accesso dell’abitato di via Riviera Berica, privilegiando un intervento unitario (Programma Integrato, Piano di Recupero, …);

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d) l’individuazione di possibili espansioni residenziali localizzate prevalentemente intorno ai centri abitati del capoluogo e delle frazioni, a completamento delle zone esistenti seguendo la naturale conformazione del territorio, in particolare privilegiando:  per il Comune di Barbarano Vicentino: per il capoluogo, la direttrice nord e sud–est anche mediante la riconversione e riqualificazione dell’area individuata dal P.R.G. vigente come Zona captazione/utilizzo risorse idriche sita lungo via Giacomo Matteotti, prevedendo anche la funzione turistico – ricettiva, considerata la vicinanza del bagno termale esistente, indicando una modesta densità edilizia, la tipologia costruttiva più idonea ed incentivando la riqualificazione dell’area anche mediante la demolizione delle opere incongrue o in contrasto con l’ambiente circostante. -

Via Giacomo Matteotti

Direttrici preferenziali di sviluppo residenziale e compatibili in Capoluogo di Barbarano Vicentino

- la direttrice est del consolidato residenziale lungo la S.P. Dorsale dei Berici (via Cà Dolfina), prossimo alla cantina sociale Riviera Berica; - la direttrice sud e sud ‐ est dell’area di urbanizzazione consolidata del centro urbano di Ponte di Barbarano, verificando la possibilità di accogliere il trasferimento di un’area pubbl.; - la direttrice nord‐ est dell’area di urbanizzazione consolidata del centro urbano di Ponte di Barbarano, a conferma della variante di PRG in corso di approvazione regionale;

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Direttrici preferenziali di sviluppo residenziale e compatibili a Ponte di Barbarano

 per il Comune di Mossano: - per il capoluogo, le direttrici nord e sud – ovest, anche a conferma di quanto previsto da varianti parziali di PRG;

Direttrici preferenziali di sviluppo residenziale e compatibili in Capoluogo di Mossano

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- per San Giovanni in Monte la riconversione dell’area sita in loc. Lumaca attualmente destinata dal PRG vig. a Zona per attrezzature a parco gioco e sport, a residenz. e compatibili; - per la frazione di Ponte di Mossano, la direttrice sud del consolidato residenziale sito a est della Riviera Berica e la direttrice nord, valutando la possibilità di trasferimento della esistente stalla e sua riconversione a funzione residenziali e compatibili anche attraverso l’utilizzo del credito edilizio o della perequazione;

Direttrici preferenziali di sviluppo residenziale e compatibili a Ponte di Mossano

e) favorire e prevedere una tipologia di alta qualità edilizia e compositiva, l’utilizzo di materiali tradizionali, architetture improntate a semplicità, funzionalità ed armonia con il paesaggio circostante e la bioedilizia; f) incentivare e caratterizzare le nuove costruzioni edilizie, civili ed industriali, verso soluzioni avanzate di risparmio energetico e all'impiego di fonti alternative di produzione dell'energia; g) dettare indirizzi atti a regolamentare le strutture precarie o non permanenti (tipo quelle per arredo giardino, tettoie, pompeiane, …); h) per tutte la case di abitazioni esistenti alla data di adozione del PATI, dare la possibilità di limitati ampliamenti funzionali agli alloggi esistenti, che saranno meglio definiti dal P.I. per migliorare la qualità abitativa e funzionale degli immobili o per eliminare le parti costruite dismesse o non compatibili (tipo baracche, ricoveri, …) o non autorizzate;

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i) al fine di aumentare la qualità abitativa del residenziale, indicare le U.M.I. – Unità Minime di Intervento consentite all’interno di un complesso residenziale; j) incentivare il recupero delle attività commerciali e artigianali dismesse e/o abbandonate compatibili con la residenza e il trasferimento di quelle non compatibili nella nuova zona produttiva; k) al fine di incentivare l’edilizia pubblica e la perequazione tra Comune e privati proprietari interessanti le possibili aree di trasformazione urbanistica, dettare indirizzi tali che il P.I. possa prevedere per le zone individuate di trasformazione o espansione a residenziale e compatibili, aree da destinare a P.U.A. ‐ Piani Urbanistici Attuatici di iniziativa pubblica, come per esempio i Piani per E.R.P. (Edilizia Residenziale Pubblica) o P.E.E.P. (Piani per l’Edilizia Economica e Popolare).

10.1.2. VALUTAZIONE AMBITI DI EDIFICAZIONE DIFFUSA

In ordine logico il PATI,che è un Piano strategico non conformativo, soddisfa il principio della riduzione del consumo di suolo naturale, pros‐naturale e agricolo come segue.

1 – In linea generale con le modalità di verifica della SAU Trasformabile e con i valori ammissibili previsti all’ordinamento regionale vigente, correttamente applicati e verificati;

Una ulteriore verifica, peraltro non collegabile alla precedente perché non omologa, però di analogo orientamento, è rappresentata dal calcolo dell’Impronta Ecologica, considerato dal presente Rapporto Ambientale Definitvo Integrato. Questo calcolo conferma un minimo scostamento tra l’impronta dello Stato di Fatto (corrispondente allo Stato dell’Ambiente del Rapporto Ambientale) e l’impronta dello Stato di Previsione, pur nella ipotesi estrema del completo utilizzo della SAU trasformabile per usi urbani/ infrastrutturali.

2 ‐ In dettaglio, nelle tavole di Progetto attraverso le minute articolazioni sul campo dei nuclei di “edificazione diffusa”, nel PATI si sviluppa la scelta progettuale di aggregare al massimo entro i nuclei già esistenti, da completare ed integrare, le potenziali edificazioni ammesse;

3‐ Sempre in dettaglio dette entità insediative vengono poi ricondotte agli ATO in cui è ragionevole accorpare per ragioni funzionali ed ambientali anche queste minute trasformazioni dell’assetto insediativo e demografico, facendole quindi partecipare delle verifiche di congruenza e sostenibilità del Piano analogamente alle altre trasformazioni previste/ammesse.

Tutto questo si può riscontrare facilmente solo che si osservino nella loro completezza e complementarietà tutti gli elaborati del PATI, anche sotto il profilo urbanistico.

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10.2. SISTEMA PRODUTTIVO Obiettivi generali Per le attività produttive il PATI valuta la consistenza e l’assetto del settore secondario e terziario e ne definisce le opportunità di crescita o trasformazione in coerenza con il principio dello “sviluppo sostenibile”. Il PATI individua le parti del territorio caratterizzate dalla presenza di attività economiche, commerciali e produttive e le distingue in: 1. ambito specializzato per attività produttive di rilievo sovra comunale caratterizzato da effetti sociali, territoriali ed ambientali anche di rilevanza sovra comunale; 2. altre aree produttive o artigianali di rilievo comunale, caratterizzate da limitati impatti delle attività insediate o da insediare. Il PATI intende altresì migliorare la funzionalità complessiva degli ambiti specializzati per attività produttive, commerciali e direzionali, garantendo una corretta dotazione di aree per servizi, opere ed infrastrutture. In questa logica il PATI : 1. delimita gli eventuali ambiti per la localizzazione delle medie e grandi strutture di vendita; 2. definisce i criteri per il riconoscimento delle attività produttive in zona impropria, precisando la disciplina per le attività da delocalizzare e conseguentemente i criteri per il recupero degli edifici industriali non compatibili con la zona, inutilizzati a seguito trasferimento o cessazione dell’attività; 3. definisce i criteri ed i limiti per consentire ampliamenti per le attività produttive in essere, in caso di accertata necessità, anche ricorrendo alle procedure del D.P.R. 447/98 successive modificazioni ed integrazioni. Obiettivi puntuali Si intende in particolare nel PATI prevedere e/o dare indirizzi tali da:  per il Comune di Barbarano Vicentino: a) per le attività artigianali presenti nella parte collinare boscata, indicare dettagliatamente il consolidato produttivo presente secondo la situazione di fatto documentata, escludendo eventuali aree boscate interessate al fine di una loro salvaguardia; b) prevedere per le attività artigianali presenti in capoluogo, la possibilità anche dell’attività commerciale; c) riperimetrare la zona industriale sita ad ovest di via Matteotti e finitima al tracciato della ex ferrovia Grisignano–Ostiglia, ove presente la ditta Zincol, al fine di indicare l’area di urbanizzazione consolidata secondo la situazione di fatto documentata e una Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 250 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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espansione produttiva verso sud‐ovest, che dovrà essere assoggetta a obbligo di P.U.A., prevedendo delle perequazioni e mitigazioni ambientali, tra le quali: - la cessione di aree al Comune per la realizzazione della pista ciclabile verso Barbarano centro; - la cessione all’amministrazione provinciale o altro Ente locale competente di una fascia di area per la realizzazione del prolungamento della pista ciclabile Grisignano – Ostiglia; - il contributo al Comune per il progetto preliminare della nuova viabilità di collegamento tra via Pila e via Stazione; - il contributo monetario al Comune una tantum per la compartecipazione all’onere del miglioramento della viabilità pubblica. Tali mitigazioni/compensazioni potranno essere oggetto di eventuali accordi tra il Comune e i proprietari interessati alla pianificata espansione produttiva; d) indicare la possibilità di espansione e completamento delle zone artigianali site tra Via Pagani e via Stazione, anche valutando l’eventualità, per gli allevamenti zootecnici presenti, di una loro dismissione e/o ricollocamento e successiva riconversione o riconoscimento del credito edilizio; e) per gli allevamenti di suini siti nella zona agro industriale tra Via Capitello e la Riviera Berica, che attualmente causano effetti negativi (odori, inquinamento falde, …) sull’ambiente e sulla vicina residenzialità di Ponte di Barbarano, indicare soluzioni di mitigazione e compensazione, valutando anche la possibilità di una loro dismissione e successiva riconversione a zona artigianale industriale, anche prevedendo l’eventuale riconoscimento del credito edilizio; f) recepire quanto previsto dal PRG vigente di ampliamento verso ovest della zona commerciale (ditta Bisson) sita tra la Riviera Berica e via Capitello; g) indicare possibile sviluppo artigianale e commerciale del polo produttivo commerciale sito a nord di Ponte di Barbarano e lungo la Riviera Berica, privilegiando la direttrice est (località Monticello) e riconoscere lo stesso come “Parco commerciale”; h) indicare la riqualificazione dell’edificato del consolidato produttivo esistente del polo produttivo sito a sud di Ponte di Barbarano e lungo la Riviera Berica (tra Riviera Berica e via Rampezzana); i) valutare la possibilità di prevedere uno sviluppo del polo produttivo sito a sud di Ponte di Barbarano e lungo la Riviera Berica (tra Riviera Berica e via Rampezzana), privilegiando la direttrice sud di via Rampezzana;

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j) riqualificazione del fronte dei fabbricati industriali lungo la Riviera Berica con possibilità anche di cambio di destinazione d’uso, anche in recepimento di quanto previsto dall’apposito Schema Direttore del Piano di Area Monti Berici.  per il Comune di Mossano: a) riconosce e indicare l’attività presente di vivaio in San Giovanni in Monte; b) indicare la possibilità di espansione produttiva privilegiando la direttrice ovest del consolidato produttivo sito a Ponte di Mossano, a nord del confine comunale e lungo la Riviera Berica; c) dare la possibilità anche della funzione commerciale per l’area produttiva di Ponte di Mossano sita tra la Riviera berica e l’ex tracciato ferroviario FTV e riconvertire la zona adiacente, attualmente rurale, a funzione commerciale fino alla S.P. di Mossano anche mediante la dismissione, bonifica e trasferimento dell’esistente stalla in area più idonea, ai sensi di quanto previsto dal Piano di Area Monti Berici approvato.  per entrambi i Comuni del PATI: - promuovere l’insediamento di attività eco‐compatibili certificate EMAS, incentivando l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili naturali al fine di ottimizzare il risparmio energetico; - incentivare, nel centro abitato, il recupero delle attività commerciali e artigianali dismesse e/o abbandonate compatibili con la residenza; - incentivare il trasferimento di quelle non compatibili nelle aree di ampliamento produttivo previste dal PATI; - al fine di incentivare l’edilizia pubblica e la perequazione tra Comune e privati proprietari interessanti le possibili aree di trasformazione urbanistica, dettare indirizzi tali che il P.I. possa prevedere per le zone individuate di trasformazione o espansione produttiva, aree da destinare a P.U.A. ‐ Piani Urbanistici Attuatici di iniziativa pubblica, come per esempio il Piano della aree da destinare ad Insediamenti Produttivi (P.I.P.).

LOCALIZZAZIONI CONSOLIDATE DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE Barbarano Vicentino. Il sistema produttivo si sviluppa principalmente a Ponte di Barbarano ed è organizzato e localizzato in quattro principali zone: 1. La zona produttiva sita a cavallo tra l’ex tracciato ferroviario Grisignano – Ostiglia via G. Matteotti e via Ca’ Dolina costituita principalmente: ‐ dall’attività industriale di zincatura (Ditta Zincol), che attualmente necessita di un riordino dell’area e suo ampliamento per rispondere alle esigenze produttive e di deposito;

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‐ dalla attività agroindustriale quale la Cantina Sociale Riviera Berica; da attività artigianali e commerciali di servizio varie

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Zone produttive, commerciali e artigianali in comune di Barbarano Vicentino

2. La zona produttiva sita a cavallo tra l’ex tracciato ferroviario Grisignano – Ostiglia via G. Matteotti e via Ca’ Dolina costituita principalmente: ‐ dall’attività industriale di zincatura (Ditta Zincol), che attualmente necessita di un riordino dell’area e suo ampliamento per rispondere alle esigenze produttive e di deposito; ‐ dalla attività agroindustriale quale la Cantina Sociale Riviera Berica; ‐ da attività artigianali e commerciali di servizio varie.

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Zincatura ditta Zincol Cantina Sociale Riviera Berica

3. La zona industriale –artigianale sita ad ovest della Riviera Berica e a sud di Ponte di Barbarano dove sono presenti principalmente: ‐ attività di carpenteria metallica e meccanica; ‐ attività artigianali di termoidraulica; ‐ attività agroindustriale quale il caseificio sociale, di interesse sovra comunale; ‐ la concessionaria automobilistica (ditta Bisson) per la quale è stata approvata la Variante parziale di PRG da parte della Regione Veneto il 02.04.2009, che propone un suo ampliamento e sistemazione viabilistica.

Caseificio sociale Concessionaria auto Bisson

4. La nuova zona commerciale, artigianale e agroindustriale sita ad est della Riviera Berica e a nord di Ponte di Barbarano nella quale sono presenti attività di interesse sovra comunali (un ipermercato, grande struttura di vendita GSV). Tale zona risulta di rilevante interesse strategico sia per la posizione, sita lungo la principale viabilità (la Riviera Berica) di collegamento tra Vicenza e i Comuni a sud della stessa, sia perché nei Comuni limitrofi mancano attività commerciali di tale portata. 5. La grande zona industriale sita a sud di Ponte di Barbarano e a est della Riviera Berica, ove sono presenti numerose attività produttive e industriali, ben organizzate

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e distribuite, la cui localizzazione risulta ottimale e strategica essendo ai confini sud del Comune, lontana dagli insediamenti residenziali, e ben servita dal punto di vista viabilistico in quanto localizzata tra la Riviera Berica e la S.P. Berico – Euganea e prossima al futuro casello autostradale della Valdastico sud, che sorgerà ai confini sud‐est nel comune limitrofo di Albettone. 6. Le attività commerciali lungo la Riviera Berica.

Zona produttiva via Rampezzana

Mossano . Gli insediamenti produttivi si sviluppano principalmente a Ponte di Mossano, ai confini nord ed a ovest della Riviera Berica dove sono presenti principalmente attività produttive e industriali e delle commerciali.

Zone produttive, commerciali e artigianali in comune di Mossano

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Zona produttiva a Ponte di Mossano

10.3. SCELTE STRATEGICHE E AZIONI DI PIANO DEL SISTEMA PRODUTTIVO Tenuto conto della situazione insediativa ormai consolidata il PATI, registrando il diffuso grado di relativa modernità ed aggiornamento delle strutture edilizie e delle linee di produzione presenti nel territorio, in esame, tutte abbastanza recenti o rinnovate, sviluppa ragionevoli e moderate strategie di consolidamento e implementazione. Qui di seguito in forma matriciale si espongono sinteticamente gli obiettivi e le scelte strategiche e le azioni del PATI e in quali elaborati e norme sono trattate le diverse tematiche.

Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati grafici NT Sistema produttivo In entrambi i Comuni - promuovere l’insediamento di attività eco‐compatibili certificate EMAS, incentivando l’utilizzo di energia Artt. 26 proveniente da fonti rinnovabili naturali al fine di ottimizzare il risparmio energetico - incentivare, nei centri abitati, il recupero delle attività commerciali e artigianali dismesse e/o abbandonate Art. 25, 19.11 compatibili con la residenza - incentivare il trasferimento di quelle non compatibili nelle Art. 25, 26, 19.11 aree di ampliamento produttivo previste dal PATI Barbarano Vicentino:  per le attività artigianali presenti nella parte collinare boscata, Tav. 4, ATO A1 indicare dettagliatamente il consolidato produttivo presente Rel. Progetto secondo la situazione di fatto documentata, escludendo Art. 24.1 Cap.6 eventuali aree boscate interessate al fine di una loro

salvaguardia  prevedere per le attività artigianali presenti in capoluogo, la Tav. 4, ATO R1 possibilità anche dell’attività commerciale Rel. Progetto Art. 25.1 Cap.6  riperimetrare la zona industriale sita ad ovest di via Matteotti Tav. 4, ATO P2 art. 26.2 e finitima al tracciato della ex ferrovia Grisignano–Ostiglia, ove Rel. Progetto Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 256 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati grafici NT Sistema produttivo presente la ditta Zincol, al fine di indicare l’area di Cap.6 urbanizzazione consolidata secondo la situazione di fatto documentata e una espansione produttiva verso sud‐ovest, che dovrà essere assoggetta a obbligo di P.U.A., prevedendo delle perequazioni e mitigazioni ambientali. Tali mitigazioni/compensazioni potranno essere oggetto di eventuali accordi tra il Comune e i proprietari interessati alla pianificata espansione produttiva - per gli allevamenti di suini siti nella zona agro industriale tra Via Capitello e la Riviera Berica, che attualmente causano effetti negativi (odori, inquinamento falde, …) sull’ambiente e sulla vicina residenzialità di Ponte di Barbarano, possibilità di indicare soluzioni di mitigazione e compensazione, valutando anche la possibilità di una loro dismissione e successiva Tav. 4, ATO P1 riconversione a zona artigianale – industriale o comunque Rel. Progetto Art. 26.1 attività compatibili con la presente ATO di appartenenza, anche Cap.6 prevedendo l’eventuale riconoscimento del credito edilizio di cui all’art. 19.9 delle NT; - incentivare la riqualificazione dell’edificato del consolidato produttivo esistente del polo produttivo sito a sud di Ponte di Barbarano e lungo la Riviera Berica (tra Riviera Berica e via Rampezzana); - Prevedere possibili sviluppi insediativi produttivi privilegiando: - la direttrice sud ed est del polo produttivo sito a sud di Ponte di Barbarano e lungo la Riviera Berica (tra Riviera Berica e via Rampezzana), nel rispetto degli impianti tecnologici o di altri vincoli presenti; Tav. 4, ATO P1 - la direttrice ovest della zona commerciale (concessionaria Rel. Progetto automobilistica) sita tra la Riviera Berica e via Capitello in Art. 26.1 Cap.6 recepimento di quanto previsto dal PRG vigente,

confermando le destinazioni e la sistemazione viabilistica previste dallo stesso PRG (commerciali, turistico – ricettive,….); il tutto, nel rispetto di quanto previsto dal PTCP di Vicenza, come precisato al par. 26.1.2 delle NT  possibilità di prevedere modesti ampliamenti e completamenti delle zone artigianali site tra via Stazione e via Pila, anche valutando l’eventualità, per gli allevamenti zootecnici presenti, di una loro dismissione e/o ricollocamento e successiva riconversione o riconoscimento del credito edilizio di cui all’art. 19.5.10 delle NT nel rispetto di quanto previsto dal Tav. 4, ATO R2 PTCP di Vicenza (vedi precisazione sul carico insediativo Rel. Progetto Art. 25.2, 19.5.10 aggiuntivo produttivo al par. 25.2.2 delle NT); Cap.6  possibilità di prevedere un possibile sviluppo artigianale e commerciale del polo produttivo ‐ commerciale sito a nord di Ponte di Barbarano e lungo la Riviera Berica, privilegiando la direttrice est (verso Monticello) e riconoscere lo stesso come “Parco commerciale”, nel rispetto di quanto previsto dal PTCP

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Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati grafici NT Sistema produttivo di Vicenza (vedi precisazione sul carico insediativo aggiuntivo produttivo al par. 25.2.2delle NT)  incentivare la riqualificazione dei fronti dei fabbricati industriali e/o commerciali lungo la Riviera Berica con possibilità di prevedere anche il cambio di destinazione d’uso compatibili con l’ATO R2 di appartenenza, anche in recepimento di quanto previsto dall’apposito Schema Direttore del Piano di Area Monti Berici – P.A.M.O.B.  Possibilità di riqualificazione, recupero e riconversione dei fabbricati attualmente destinati ad attività agricola produttiva a funzioni compatibili con l’ATO A1 di appartenenza od Tav. 4, ATO A1 Art. 19.5.4 agroindustriali, in continuazione con la limitrofa Zona produttiva esistente nel Comune confinante di Albettone Per Mossano:  possibilità di riconosce e indicare l’attività presente di vivaio in Tav. 4, ATO A2 San Giovanni in Monte Rel. Progetto Art. 24.2 Cap.6  prevedere lo sviluppo insediativo produttivo verso ovest dal consolidato esistente, nel rispetto di quanto previsto dal PTCP di Vicenza, come precisato al cap.6.9 della presente relazione. Tav. 4, ATO P3 In particolare tale possibile sviluppo insediativo produttivo Rel. Progetto Art. 26.3, 15.3 potrà essere previsto a seguito della modifica e riduzione del Cap.6 contesto figurativo n. 3 come specificato all’art. 15.3, ultimo comma delle prescrizioni e vincoli delle NT  possibilità di prevedere anche la funzione commerciale per zona artigianale e industriale sita tra la Riviera Berica a l’ex tracciato ferroviario Grisignano – Ostiglia e riconvertire la zona Tav. 4, ATO R4 adiacente, attualmente rurale, a funzione commerciale fino Rel. Progetto Art. 25.4 alla S.P. 14 Mossano anche mediante la dismissione, bonifica e Cap.6 trasferimento dell’esistente stalla in area più idonea, come previsto dal Piano di Area Monti Berici – P.A.M.O.B. Incentivare il trasferimento delle attività produttive in zona Tav. 4 Art. 19.11 impropria in aree a tale scopo preposte.

10.4. SCELTE STRATEGICHE E AZIONI DI PIANO DEL SETTORE TURISTICO ‐ RICETTIVO Obiettivi generali e puntuali Per il settore turistico ‐ ricettivo il PATI valuta positivamente il fatto che nonostante non siano presenti in area strutture alberghiere, ma solo cinque attività ricettive extra‐ alberghiere attive, queste per consistenza ed assetto risultino congruenti con il tipo di turismo alternativo, interessato all’ ambiente naturale ed ai beni culturali ed archeologici, praticabile in zona.

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Quindi il PATI sostiene e promuove l’evoluzione delle attività turistiche in essere e prevede un contenuto sviluppo che si presenta in tutto come sostenibile e durevole, in modo da conciliare le esigenze di crescita (soprattutto in termini qualitativi) con quelle di preservazione dell’equilibrio ambientale, socio‐culturale, agro‐produttivo, silvo‐pastorale, ecc., mediante la dotazione di servizi ed il rafforzamento delle attrezzature esistenti, in funzione sia della popolazione locale, che di quella legata alla fruizione turistica. Così il PATI intende porre attenzione: 1. all’individuazione di aree, e strutture idonee, vocate al turismo di visita breve, all’escursionismo, all’agriturismo, all’attività sportiva, ottimizzando e riqualificando le strutture ricettivo‐turistiche esistenti; 2. alla dotazione di servizi ed il rafforzamento delle attrezzature esistenti, in funzione sia della popolazione locale, che di quella legata alla fruizione turistica, secondo modelli culturalmente avanzati; 3. alla dotazione e regolamentazione dei percorsi ciclabili, pedonali, con la precisazione della normativa per la segnaletica turistica e di quella pubblicitaria, comunque localizzata; 4. alla definizione disciplinare di particolari siti e strade panoramiche e alla previsione di nuovi percorsi per la scoperta e la valorizzazione delle ricchezze naturali e storiche del territorio; 5. al recupero e salvaguardia dei prodotti tipici locali, al fine di mantenere vive le tradizioni proprie del territorio, nonché promozione dei vari settori agroalimentari puntando alla qualità dei prodotti e alla sicurezza alimentare (viti, olivi,…); 6. al recupero, salvaguardia e valorizzazione di edifici, siti, aree, coni visuali o quanto altro abbia riconosciuta valenza culturale, anche di carattere locale anche ai fini di una loro fruizione turistica‐ricettiva; 7. recupero e riqualificazione degli annessi rustici anche come Bed & Breakfast; 8. valorizzare l’area antistante le ex scuole elementari di San Giovanni in Monte, a sud della S.P degli Ulivi, a funzioni turistico – ricettive, anche legate alla promozione dei prodotti tipici locali; 9. riqualificare e valorizzare le ex cave in galleria di Barbarano Vicentino e di Mossano ad utilizzi di interesse pubblico – sociale e turistico (come concerti musicali in grotta, teatro all’aperto,…); 10. indicare una area di sosta, tipo campo service (tipo per picnic, campeggio,…) nella parte collinare di Barbarano Vicentino, in San Giovani in Monte; 11. valorizzare anche mediante l’incentivazione della funzione turistica e di visita breve dello specchio d’acqua in località Polesine a Ponte di Mossano.

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11. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ E SCELTE STRATEGICHE ‐ SISTEMA DEI SERVIZI

Nel territorio di Barbarano Vicentino sia nel Capoluogo che in frazione Ponte, come in Comune di Mossano ,sono presenti servizi locali sia nella frazione che nel capoluogo, tanto da definire entità completamente autonome tra di loro per istruzione e servizi di culto.

Obiettivi generali Per quanto riguarda il sistema dei Servizi di interesse pubblico, il PATI intende garantire adeguati livelli di qualità della vita e degli insediamenti ed assicurare un’idonea dotazione di aree per servizi in ragione del dimensionamento teorico effettuato sulla base delle diverse destinazioni d’uso. Le attrezzature e servizi riguardano in particolare: 1. l’istruzione; 2. l’assistenza, i servizi sociali e sanitari; 3. la pubblica amministrazione, la sicurezza pubblica e la protezione civile; 4. le attività culturali, associative e politiche; 5. gli spazi attrezzati a verde per il gioco, la ricreazione, il tempo libero e lo sport, i parchi urbani, le aree boscate pubbliche; 6. gli spazi aperti di libera fruizione per usi collettivi; 7. i parcheggi, gli spazi di sosta pubblici, le attrezzature per la mobilità e la rete dei percorsi ciclo‐pedonali urbani ed extra‐urbani; 8. gli elementi di riqualificazione urbana. Il PATI inoltre dimensiona le aree per servizi per i singoli ATO individuati nello stesso Piano in rapporto alle caratteristiche del tessuto insediativo. Obiettivi puntuali Si intende in particolare nel PATI prevedere e/o dare indirizzi tali da: - trovare soluzioni atte ad incentivare il recupero e riqualificazione del tessuto insediativo esistente, soprattutto quello del Centro storico di Bararano Vicentino, e la rivitalizzazione e il miglioramento dell’accesso dello stesso, anche mediante la possibilità di attività commerciali e artigianali compatibili da svolgersi ai piani superiori oltre che al piano terra dei fabbricati ed il reperimento di aree a parcheggio; - recupero delle ex scuole elementari in loc. Masiera Alta di Barbarano Vicentino ad attività turistico – ricettive (come bed and breakfast);

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- recupero del fabbricato ex attività commerciale (ora dismessa) in via San Giovanni di Barbarano Vic. a destinazione di interesse sociale; - indicare una possibile area di interesse pubblico a verde, gioco e sport a sud – est del consolidato residenziale del capoluogo di Barbarano Vic, lungo via A. Ferretto; - verificare ed eventualmente ridefinire i confini comunali, in accordo tra i due Comuni del PATI, in loc. San Giovanni in Monte considerato che la chiesa in essere è per una parte in territorio comunale di Barbarano e per una parte in quello di Mossano; - verificare ed eventualmente ridefinire i confini comunali tra Barbarano Vic. e Villaga presso il cimitero di questo ultimo al fine di concordare la condivisione dello stesso cimitero; - valutare la possibilità di ricollocare l’istituto scolastico e l’area sportiva di Ponte di Barbarano nelle aree di sviluppo indicate dal PATI al fine di prevedere un loro ampliamento e riorganizzazione; - indicare un’area di interesse pubblico a verde, gioco, sport e parcheggio in San Giovanni in Monte; - indicare una area di sosta, tipo campo service (tipo per pic Scelte strategiche e Azioni di Piano - nic, campeggio,…) nella parte collinare di Barbarano Vic., in San Giovani in Monte; - riqualificare la piazza di San Giovanni in Monte di Mossano; - dare la possibilità di riutilizzo e ampliamento delle ex scuole vecchie S. Giovanni in Monte di Mossano a destinazioni di interesse sociale; - riqualificare e valorizzare le ex cave in galleria di Mossano ad utilizzi di interesse pubblico – sociale e turistico (come concerti musicali in grotta, teatro all’aperto,… ); - dare la possibilità, sentite le reali esigenze, di ampliamento della casa di risposo O.I.C. (Opera Immacolata Concezione) in San Giovanni in Monte di Mossano, valutando l’opportunità di utilizzo della perequazione tra struttura privata e Comune; - riqualificare il parco pubblico attrezzato e l’adiacente area polifunzionale del capoluogo di Mossano in via Capitello; - valorizzare l’area a ovest di Villa Montruglio anche ai fini turistici e di interesse pubblico (campi da golf, maneggi, …), valutando l’opportunità di utilizzo della perequazione tra privato proprietario e Comune; - prevedere una possibilità di area a servizi, gioco e sport a Ponte di Mossano, a ovest e lungo la Riviera Berica e a sud del nucleo rurale esistente, valutando l’opportunità di utilizzo della perequazione tra privato proprietario e Comune;

Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 261 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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- potenziare e valorizzare l’area sita lungo la SP Mossano attualmente destinata dal PRG vigente per attrezzature a parco gioco e sport anche in funzione del vicino bagno termale esistente, prevedendo pertanto anche funzioni turistico – ricettive valutando l’opportunità di utilizzo della perequazione tra privato proprietario e Comune; - valutare l’opportunità di prevedere una nuova casa di riposo in località S. Pancrazio.

11.1. SCELTE STRATEGICHE E AZIONI DI PIANO DEL SISTEMA DEI SERVIZI Qui di seguito in forma matriciale si espongono sinteticamente gli obiettivi, le scelte strategiche e le azioni del PATI e in quali elaborati e norme sono trattate le diverse tematiche.

Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati grafici NT Sistema servizi  garantire adeguati livelli di qualità della vita e degli insediamenti ed assicurare un’idonea dotazione di aree per servizi in ragione del dimensionamento teorico effettuato sulla base delle diverse destinazioni d’uso; Tav. 4 Artt. 19.6, 19.7, 27  Il PATI inoltre dimensiona le aree per servizi per i singoli ATO individuati nello stesso Piano in rapporto alle caratteristiche del tessuto insediativo.  incentivare il recupero e riqualificazione del tessuto insediativo esistente, soprattutto quello del centro storico di Bararano Vicentino e Mossano, e la rivitalizzazione e il miglioramento Rel. Progetto dell’accesso dello stesso, anche mediante la possibilità di Artt. 25.1, 25.3 Cap.6 attività commerciali e artigianali compatibili da svolgersi ai piani superiori oltre che al piano terra dei fabbricati ed il reperimento di aree a parcheggio Per Barbarano Vicentino:  Possibilità di recupero e riqualificazione delle ex scuole in loc. Masieralta con inserimento di funzioni compatibili con la residenza e/o funzioni pubbliche e servizi, ed in particolare turistico – ricettive al fine di incentivare la fruizione turistico – Artt. 19.5.2, compatibile dei luoghi; Tav. 4 19.5.3,  possibilità di recupero e riqualificazione del fabbricato che in passata aveva una destinazione commerciale (ex birreria) con inserimento di funzioni compatibili con l’ATO di appartenenza, in particolare con la residenza e/o funzioni sociali e pubbliche;  Nuova area a verde gioco e sport di San Giovanni in Monte: possibilità di prevede una nuova zona a verde, gioco e sport / parcheggio, comunque a funzioni di interesse pubblico; - Campo service di San Giovanni in Monte: possibilità di prevedere un capo service, ovvero un’area di sosta, tipo per pic – nic, campeggio, sosta camper,… in loc. Masieralta Tav. 4 Art. 19.7 prevalentemente al fine di incentivare l’accessibilità e la fruizione turistico – compatibile dei luoghi. - Nuova area a verde e parcheggio in capoluogo: possibilità di prevedere una nuova area a verde e parcheggio atta a integrare le aree di sosta del capoluogo, soprattutto per Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 262 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati grafici NT Sistema servizi rispondere alle esigenze di parcheggio nei periodi di eventi mondani e sociali; - Ex casa del fascio a funzioni di interesse pubblico: possibilità di riqualificare e riconvertire l’ex casa del fascio in capoluogo prevalentemente a funzionali sociali e di interesse pubblico o comunque compatibili con l’ATO R1 di appartenenza. - Centro della cultura e spiritualità in loc. San Giovanni: come previsto dallo Schema direttore “I Monti di Barbarano e Mossano” del Piano di Area Monti Berici approvato, possibilità di prevede un’area di rilevante interesse pubblico destinata alla creazione di un centro di cultura e spiritualità per attività di tipo culturali, ricreative e di formazione, mediante la realizzazione di nuovi fabbricati e/o riutilizzando anche le preesistenze, mediante il loro ammodernamento, adeguamento e ampliamento, sempre nel rispetto dei valori ambientali e morfologici dei luoghi. Per Mossano:  Possibilità di valorizzare lo specchio d’acqua in località Polesine a Ponte di Mossano consentendo attività sportive e ricreative con relativi supporti di basso impatto (pesca sportiva, area relax, punti di ristoro,…) al fine di incentivare la fruizione turistica e di visitazione dei luoghi,  Possibilità di potenziare e valorizzare l’area sita lungo la S.P. 14 Mossano attualmente destinata dal PRG vigente per Artt. 19.5.7, attrezzature a parco gioco e sport anche in funzione del vicino Tav. 4 19.5.8, 19.5.9 bagno termale esistente, prevedendo pertanto anche funzioni turistico – ricettive e valutando l’opportunità di utilizzo dello strumento della perequazione tra privato proprietario e Comune;  Possibilità di riqualificare il parco pubblico attrezzato esistente e l’adiacente area polifunzionale del capoluogo di Mossano, in via Capitello - Potenziamento Casa di riposo O.I.C.: possibilità, sentite le reali esigenze, di ampliamento della esistente casa di risposo O.I.C. (Opera Immacolata Concezione) in San Giovanni in Monte, valutando l’opportunità di utilizzo della perequazione tra struttura privata e Comune; - Riconversione e ampliamento ex scuole a servizi di interesse pubblico in loc. Lumaca: possibilità di riutilizzo e ampliamento delle ex scuole vecchie S. Giovanni in Monte, in loc. Lumaca, a Tav. 4 Art. 19.7 destinazioni di interesse sociale o comunque compatibili con l’ATO A2 di appartenenza; - Riqualificazione ex cave in galleria a funzioni pubbliche: possibilità di riqualificare e valorizzare le ex cave in galleria a funzioni di interesse pubblico – sociale e turistico (come concerti musicali in grotta, teatro all’aperto,… ), al fine di promuovere la fruizione turistica compatibile dei luoghi; - Valorizzazione a funzioni sport all’aria aperta dell’area di Villa

Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 263 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati grafici NT Sistema servizi Montruglio: possibilità, anche in recepimento di quanto già previsto dal PRG vigente, di valorizzazione dell’area sita a ovest di Villa Montruglio a funzioni di interesse pubblico e di promozione turistica, con attività sportive, ricreative, turistiche e loro supporti di modesta entità (campi da golf, maneggi, …), valutando l’opportunità di utilizzare lo strumento della perequazione tra privato proprietario e Comune; - Nuova area a sport all’area aperta di Ponte di Mossano: Possibilità di prevedere una nuova area a servizi, gioco e sport a Ponte di Mossano, a ovest e lungo la Riviera Berica e a sud del nucleo rurale esistente, valutando l’opportunità di utilizzo dello strumento della perequazione tra privato interessato e Comune; - Possibile nuova casa di riposo “Salvi” di Mossano: Possibilità di prevedere una nuova area di interesse pubblico per la realizzazione di una casa di riposo, valutando l’eventuale richiesta, la compatibilità degli interventi necessari con i luoghi circostanti e la possibilità di utilizzo dello strumento della perequazione tra privato interessato e Comune.

11.2. SISTEMA INFRASTRUTTURALE –VIABILITÀ Barbarano Vicentino La viabilità del Comune di è interessata principalmente dalla: - S.P. n. 19 “Dorsale dei Berici” che dalla frazione Ponte di Barbarano arriva fino al Comune di Brendola la quale costituisce senza dubbio il più importante asse viario di riferimento per l’intera viabilità collinare. Questa infrastruttura si configura come percorso unitario di percezione paesistica, significativo per l’intero comprensorio berico, con la funzione di connettere i vari “paesaggi” e mettere in relazione le diverse situazioni territoriali: gli ambiti chiusi (le valli) e gli ambiti aperti; - S.P. n.247 “Riviera Berica” (ex S.S. n.247) che percorre la zona sud‐est della provincia fino a Noventa Vicentina per poi proseguire verso Este in provincia di Padova. L’arteria attraversa la frazione di Ponte di Barbarano e costituisce una forte criticità per il pesante traffico veicolare di attraversamento; - S.P. n.8 “Berico – Euganea” in direzione Lonigo‐Padova. Mossano. La viabilità del Comune di è interessata principalmente dalla: - S.P. n.14 “Mossano” che dalla frazione di Ponte attraversa il centro abitato di Mossano; - S.P. n.247 “Riviera Berica” (ex S.S. n.247) che percorre la zona sud‐est della provincia fino a Noventa Vicentina per poi proseguire verso Este in provincia di Padova. L’arteria

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attraversa la frazione di Ponte di Mossano e costituisce una forte criticità per il pesante traffico veicolare di attraversamento

Per entrambi i Comuni, nel descrivere il sistema infrastrutturale è importante considerare, come fatto innovativo e foriero di trasformazioni nel regime della mobilità generale, il prosieguo della A31 (Valdastico Sud). Ad oggi, infatti, il casello autostradale più vicino è quello di Vicenza Est a 18 km, ma a realizzazione ultimata della Valdastico Sud a sorgerà a servizio di tutta l’area un nuovo casello autostradale nel Comune limitrofo di Albettone.

Inoltre per la mobilità dolce( slow mobility) sono presenti percorsi di interesse storico – ambientale, quali i più importanti: 1. Sentiero della Cengia n. 71; 2. Sentiero della fontana del Lavello n. 73; 3. Sentiero della Scudelletta n. 75; 4. Percorso ciclo – turistico delle fontane n. 77; 5. Sentiero delle Fontanelle n. 79; 6. Sentiero di San Bernardino n. 81.

Obiettivi generali e puntuali Per quanto riguarda il sistema infrastrutturale il PATI recepisce le previsioni della pianificazione sovraordinata e definisce il sistema della viabilità locale e della mobilità ciclabile e pedonale, ed i collegamenti con la viabilità sovracomunale. In particolare con il PATI si intende:  recepire ed indicare il tracciato della progettata autostrada Valdastico sud;  in Comune di Barbarano Vicentino, la sistemazione e messa in sicurezza dell’incrocio viario tra l’ex tracciato della ferrovia Grisignano ‐ Ostiglia e la S.P. Dorsale dei Berici anche mediante la previsione di una rotatoria;  in Comune di Barbarano Vicentino, l’indicazione di una nuova viabilità di collegamento tra la S.P. Dorsale dei Berici e via Pila che si connetterà con la futura autostrada Valdastico – sud;  indicare una direttrice viabilistica di collegamento tra i centri urbani di Ponte di Mossano e Ponte di Barbarano, ad est della Riviera Berica, al fine di sgravare il pesante traffico della stessa Riviera;

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 sistemare e mettere in sicurezza, in accordo con gli Enti competenti, il crocevia di Ponte di Mossano;  migliorare i percorsi esistenti storico‐ambientali, testimoniali e relativi sentieri e strade interpoderali anche al fine di incentivare una fruizione turistico‐ricettiva compatibile dei luoghi, e in particolare recepire il progetto di percorso ciclo – pedonale lungo l’ex tracciato ferroviario Grisignano – Ostiglia e quello dell’ex F.T.V. anche prevedendo un suo collegamento con il percorso di Ponte di Barbarano mediante via Capitello e via Rampezzana;  indicare un possibile percorso ciclo – pedonale lungo lo scaranto a nord del consolidato residenziale di via A. Ferretto del capoluogo di Barbarano Vicentino;  indicare un possibile percorso ciclo – pedonale che colleghi il capoluogo di Barbarano Vic. con l’ex tracciato FTV e quello della Grisignano – Ostiglia seguendo preferibilmente lo scaranto esistente.

11.2.1. STRATEGIE ED AZIONI DI PIANO SISTEMA INFRASTRUTTURALE –VIABILITÀ Su queste premesse ed obiettivi il PATI formula le scelte strategiche e le azioni di Piano che si espongono sinteticamente qui di seguito.

Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati grafici NT Sistema Infrastrutturale ‐ Viabilità Il PATI prevede il miglioramento dell’accessibilità e la messa in sicurezza della viabilità presente soprattutto nei punti di maggior conflitto e incidentalità attraverso i seguenti indirizzi:  recepire il tracciato della progettata autostrada Valdastico sud;  in Comune di Barbarano Vicentino, la sistemazione e messa in sicurezza dell’incrocio viario tra l’ex tracciato della ferrovia Grisignano ‐ Ostiglia e la S.P. Dorsale dei Berici, anche mediante la previsione di una rotatoria;  in Comune di Barbarano Vicentino, sviluppare e prevedere una nuova viabilità di collegamento tra la S.P. Dorsale dei Berici e Tav. 4, ATO A1, via Pila che si connetterà con la futura autostrada Valdastico R2, R4 Art. 21, 24.1, 25.2, – sud, il cui tracciato e localizzazione potrà essere modificato Rel. Progetto 25.4 e/o integrato in sede di P.I. ed in accordo con gli enti e Cap.6 autorità competenti, senza comportare variante al PATI;  sviluppare e prevedere, in accordo con gli enti e le autorità competenti, al fine di eliminare o ridurre il traffico di attraversamento della Strada Riviera Berica, una viabilità alternativa, come quella già indicata sommariamente dal PATI, di collegamento tra i centri urbani di Ponte di Mossano e Ponte di Barbarano, ad est della Riviera Berica, il cui tracciato e localizzazione potrà essere modificato e/o integrato in sede di P.I. ed in accordo con gli enti e autorità Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 266 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Scelte strategiche e Azioni di Piano Elaborati grafici NT Sistema Infrastrutturale ‐ Viabilità competenti, senza comportare variante al PATI;  sistemazione e messa in sicurezza, in accordo con gli Enti competenti, del crocevia di Ponte di Mossano;

 riqualificazione, potenziamento e valorizzazione dei percorsi esistenti storico‐ambientali, testimoniali e relativi sentieri e strade interpoderali anche al fine di incentivare una fruizione turistico‐ricettiva compatibile dei luoghi, di cui all’art. 21.2 delle norme, e in particolare:  recepire il progetto di percorso ciclo – pedonale lungo l’ex tracciato ferroviario Grisignano – Ostiglia e quello dell’ex F.T.V. anche prevedendo un suo collegamento con il percorso di Ponte di Barbarano mediante via Capitello e via Rampezzana, e lungo la Riviera Berica;  indicare un possibile percorso ciclo – pedonale che colleghi il capoluogo di Barbarano Vic. con l’ex tracciato F.T.V. e Tav. 4 Art. 21, 24, 25, 26 quello della Grisignano – Ostiglia seguendo preferibilmente lo scaranto esistente;  indicare un possibile percorso ciclo – pedonale lungo lo scaranto a nord del consolidato residenziale di via A. Ferretto del capoluogo di Barbarano Vicentino;  recepire e valorizzare i sentieri e percorsi esistenti, quali: 1. Sentiero della Cengia n. 71; 2. Sentiero della fontana del Lavello n. 73; 3. Sentiero della Scudelletta n. 75; 4. Percorso ciclo – turistico delle fontane n. 77; 5. Sentiero delle Fontanelle n. 79; 6. Sentiero di San Bernardino n. 81.

12. DIMENSIONAMENTO PRELIMINARE PER IL DECENNIO 2011 – 2020

12.1. RESIDENZA ‐ PRIME IPOTESI SUL FABBISOGNO ABITATIVO NEL DECENNIO 2011 – 2020 Il P.A.T.I. come di rito viene dimensionato sulla base di previsioni decennali, si tratta di calcolare il numero di abitazioni necessarie nel decennio 2011‐2020, ricavandolo dalle corrispondenti previsioni sulle famiglie, secondo il rapporto di un alloggio per famiglia, riconosciuto anche dal P.T.R.C. come significativo indicatore del fabbisogno abitativo. A tal fine il PATI in esame ricorre come d’obbligo alle previsioni demografiche e alla valutazione di indicatori significativi dell'attuale "disagio abitativo", considerando pure l'evoluzione nel tempo della popolazione insediata e delle modalità insediative. Si è dimostrato che il metodo offre nel medio termine una sufficiente affidabilità anche se il risultato è sempre soggetto alla variabilità di fattori e condizioni non ponderabili che

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influiscono sulla domanda di abitazioni. Per il Calcolo del fabbisogno abitativo vengono considerati i seguenti fattori: 1 ‐ incremento della popolazione residente e del numero dei nuclei familiari; 2 ‐ suddivisione dei nuclei familiari esistenti; 3 ‐ eliminazione di alloggi malsani, delle coabitazioni e dell'affollamento. L'incremento della popolazione residente nel decennio 2011‐2020, può essere calcolato ricorrendo alla proiezione demografica, con i dati rilevati negli anni precedenti, valutando il grado di permanenza nel periodo considerato dei fattori registrati nel passato.

12.1.1. FABBISOGNO ABITATIVO DI P.A.T.I. Il fabbisogno di edilizia residenziale dipende da fattori mutevoli nel tempo che non possono essere predeterminati in modo sicuro e tanto meno essere risolti operando solo nell'ambito comunale. Infatti l’attuale stato di strisciante tensione abitativa, dipende da problemi più sociali e congiunturali che urbanistici, legati alla rigidità e alle incertezze del mercato degli affitti, al divario crescente tra il salario e il costo della casa e, non ultimo, alle trasformazioni economiche e alle riconversioni produttive in corso. Queste situazioni non possono trovare una completa risposta nella formazione del Piano di Assetto Territoriale Intercomunale, perché richiedono politiche abitative coordinate a livello sia urbanistico, sia socio ‐ economico. Tuttavia il P.A.T.I. in esame predispone un quadro urbanistico di riferimento per una politica abitativa volta a bilanciare l'offerta non sempre mirata di abitazioni alla reale domanda della popolazione residente. Il fabbisogno abitativo viene dimensionato sulla base di previsioni decennali, per quantificare la domanda presunta di abitazioni, con l'obiettivo di favorire lo sviluppo di zone residenziali integrate comprendenti, oltre alle abitazioni, attività economiche e/o di servizio compatibili e qualificanti. Nel calcolo il fabbisogno di edilizia residenziale, espressa in termini volumetrici, comprenderà il fabbisogno abitativo ed il fabbisogno presunto per le altre attività complementari. Per il dimensionamento del volume per abitante insediabile si sono utilizzati i dati ricavati dal Quadro Conoscitivo riferiti al 31.12.2003 ottenendo la volumetria esistente per entrambi i Comuni del PATI, distinta in residenziale‐commerciale, rurale, produttivo e servizi di interesse pubblico. Il dato per abitante ottenuto, analizzando la volumetria residenziale ‐ commerciale, nella realtà insediativa locale è molto più alto rispetto ai canonici 150 mc/ab ma non è da stupirsi considerando il territorio che stiamo analizzando. Analisi fatte sull’incidenza percentuale del volume commerciale/direzionale sulla volumetria calcolata hanno evidenziato un incidenza percentuale pari al 20%, tale dato è stato utilizzato per calcolare il Volume Residenziale pro capite per ogni abitante, ottenendo i dati di seguito riportati. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 268 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Verifica Volume procapite abitante in Comune di Barbarano Vicentino Volumetria Residenziale, Commerciale Direzionale mc 900.000,00 Abitanti n. 4.174 Volume Abitante Mc/ab 215,62 20% Detrazione Commerciale/Direzionale mc 43,12 Volume Residenziale/Abitante Mc/ab 172,50 Ab./nucleo Ab. Nucleo Famigliare fam. 2,80 Mc/nucleo Vol. Nucleo Famigliare fam. 482,63

Verifica Volume procapite abitante in Comune di Mossano Volumetria Residenziale, Commerciale Direzionale mc 600.000,00 Abitanti n. 1.690 Volume Abitante Mc/ab 355,03 20% Detrazione Commerciale/Direzionale mc 71,01 Volume Residenziale/Abitante Mc/ab 284,02 Ab./nucleo Ab. Nucleo Famigliare fam. 2,83 Mc/nucleo Vol. Nucleo Famigliare fam. 802,63

Il volume per nucleo famigliare o alloggio così ricavato verrà successivamente utilizzato per il calcolo della necessità volumetrica per entrambi i Comuni per il decennio 2011‐2020.

12.1.2. FABBISOGNO DI VOLUME ABITATIVO ‐ NUOVE COSTRUZIONI Al fine del dimensionamento vengono considerati, i seguenti fattori: 1. incremento della popolazione residente; 2. incremento del numero delle famiglie dovuto alla nascita di nuove e alla suddivisione delle esistenti; 3. ampliamento di alloggi esistenti per migliorare lo spazio abitativo e/o per altre necessità familiari.

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I problemi dovuti alle coabitazioni e all'affollamento non sono presenti nei Comuni di PATI in modo statisticamente rilevante pertanto non vengono considerati ai fini del dimensionamento del PATI. Non si tiene inoltre conto della situazione dovuta alla presenza di "case malsane" in quanto il PATI assume che ogni edificio esistente, anche se si trova in "situazione di degrado" statico e/o igienico, possa essere recuperato o risanato come previsto. Le considerazioni che seguono fanno riferimento ai dati statistici demografici ricevuti dall’Ufficio Anagrafe di entrambi i Comuni per gli anni che vanno dal 1988 al 2010, che documentano, in modo dettagliato, lo stato della popolazione residente e delle famiglie, dei nati, morti, emigrati ed immigrati. Dall’analisi dei dati demografici, e tramite successive elaborazioni si sono calcolati gli indici statistici necessari alla corretta valutazione dell’incremento demografico per il decennio 2011‐2020.

12.1.3. FABBISOGNO ABITATIVO DEL COMUNE DI BARBARANO VICENTINO INCREMENTO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE E DEL NUMERO DELLE FAMIGLIE Il PATI considera che a) il "Saldo Naturale" si è mantenuto sempre negativo (Iasn), con variazioni di valore altalenanti, crescenti nei primi tre periodi analizzati, decrescenti nel periodo 2006‐2010 e nuovamente crescente nell’ultimo intervallo di tempo analizzato; il valore delle nascite si è sempre mantenuto inferiore rispetto a quello delle morti; b) la Media Annua del Saldo Sociale (Mass) si è sempre mantenuta positiva e con valori ma altalenanti, prima crescenti, poi decrescenti, poi ancora crescenti, negli intervalli di tempo considerati. Sulla base dei dati analizzati il PATI che la popolazione residente nel decennio 2011‐2020 posa subire attendibilmente un incremento soprattutto per la crescita del Saldo Sociale e ritiene corretto utilizzareun Indice Annuo del Saldo Naturale pari al 0,11%, considerando le politiche socio‐economiche che l’Amministrazione Comunale vuole perseguire. Si assume che tale indice si mantenga mediamente costante nel prossimo decennio. Per quanto concerne il Saldo Sociale da assumere per il prossimo decennio Il PATI considera di utilizzare il valore medio ottenuto dalle analisi dei periodi 10 anni e 3 anni, pari a 64,52 ab./anno considerando la situazione occupazionale nel Comune in aumento, il miglioramento della qualità urbana già avviata e la tendenza all'incremento della immigrazione. In queste ipotesi si può prevedere che la popolazione di Barbarano Vicentino al limite del decennio 2011‐2020, sarà di complessivi 5.193 abitanti, con un incremento, nel decennio considerato, di 591 unità.

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Alla popolazione di 5.193 unità, prevista al 2020, corrisponderà il numero di famiglie, calcolato sulla base della seguente ipotesi. Negli anni 1960‐70 il fabbisogno abitativo poteva essere indifferentemente rappresentato sia dal numero dei residenti che dal numero delle famiglie e ciò in quanto il numero dei componenti la famiglia era sufficientemente elevato. Per questo si ritiene opportuno calcolare il fabbisogno abitativo in base al numero delle famiglie e non al numero indifferenziato dei residenti in quanto negli ultimi anni si è registrato una diminuzione del numero medio dei componenti della famiglia, (vedi tabella sotto). La crescita della popolazione e quella del numero delle famiglie seguono tendenze diverse; infatti tra il 1991 e il 2010 mentre la popolazione residente aumenta del 18,42%, i nuclei familiari aumentano del 20,47%. TABELLA 6. PROIEZIONE INCREMENTO FAMIGLIE E SUDDIVISIONE ABITANTE/FAMIGLIA BARBARANO VICENTINO Perc. Perc. Popolazione Famiglie Abitanti per Crescita Anno Crescita residente residenti Famiglia nuclei Popolazione Famigliari 1991 3.353 1.101 3,05 2001 3.886 1.358 2,86 15,8962% 23,3424% 2010 4.602 1.636 2,81 18,4251% 20,4713%

Il PATI calcola quindi la varianza percentuale del numero abitanti per famiglia sulla base dei dati degli ultimi 20 anni per stima andamento al 2020 come segue: 13,4470 2020 5.193 1856 2,80 12,8407% %

e si prevede che il numero medio dei componenti della famiglia scenda a 2,80 abitanti. Considerando che l'incremento demografico previsto è di 591 abitanti, l'attuale popolazione residente è di 4.602 abitanti con 1.636 nuclei familiari e vista la costante diminuzione del numero degli abitanti per famiglia, tendente verso i 2,80 componenti/famiglia, si presume, per il prossimo decennio, il seguente incremento della famiglie: 1. per incremento demografico Nuovi abitanti 591 = = 211 abit./famiglia 2,80

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2. per suddivisione famiglie esistenti

Abit. al 31.12.2010 Famiglie al 4.602 ‐ = ‐ 1636 = 9 abit./famiglia 31.12.2010 2,80

TOTALE previsione Famiglie per il prossimo decennio 220

Barbarano Il P.A.T.I. viene dimensionato per il decennio 2011–2020, su uno sviluppo demografico pari ad un incremento di 220 famiglie ed il volume necessario per soddisfare la domanda di abitazioni nel decennio, dovuta all'incremento delle famiglie, viene stimato come segue : Volume medio alloggio per nucleo famigliare mc./alloggio 482,63 Incremento demografico famiglie 220 Volume abitativo per nuove costruzioni famiglie = 220 x 482,63 mc/alloggio= 106.175,70 mc

12.1.4. FABBISOGNO ABITATIVO DEL COMUNE DI MOSSANO Ripercorrendo lo stesso procedimento a Mossano al limite del decennio 2011‐2020, la popolazione residente sarà di complessivi 2.110 abitanti, con un incremento, nel decennio considerato di 319 unità. TABELLA PROIEZIONE INCREMENTO FAMIGLIE E SUDDIVISIONE ABITANTE/FAMIGLIA MOSSANO Perc. Perc. Popolazione Famiglie Abitanti per Crescita Anno Crescita residente residenti Famiglia nuclei Popolazione Famigliari 1991 1.521 425 3,58 2001 1.655 467 3,54 8,8100% 9,8824% 2010 1.791 607 2,95 29,9786 8,2175% %

Si calcola ora la varianza percentuale del numero abitanti per famiglia sulla base dei dati degli ultimi 20 anni per stima andamento al 2020,come segue : 59,8488 2020 2.110 746 2,83 27,4642% % e si prevede che il numero medio dei componenti della famiglia scenda a 2,83 abitanti.

Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 272 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Considerando che l'incremento demografico previsto è di 319 abitanti, l'attuale popolazione residente è di 1.791 abitanti con 607 nuclei familiari e vista la costante diminuzione del numero degli abitanti per famiglia, tendente verso i 2,83 componenti/famiglia, si presume, per il prossimo decennio, il seguente incremento della famiglie: 1. per incremento demografico Nuovi abitanti 319 = = 113 abit./famiglia 2,83 2. per suddivisione famiglie esistenti

Abit. al 31.12.2010 Famiglie al 1.791 ‐ = ‐ 607 = 27 abit./famiglia 31.12.2010 2,83

TOTALE previsione Famiglie per il prossimo decennio 139

DIMENSIONAMENTO E LOCALIZZAZIONE DEGLI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI PER MOSSANO Il P.A.T.I. viene quindi dimensionato sulla base delle esigenze abitative ipotizzate per il decennio 2011–2020, per uno sviluppo demografico pari ad un incremento di 139 famiglie. ed il volume necessario per soddisfare la domanda di abitazioni nel decennio, dovuta all'incremento delle famiglie, sarà: Volume medio alloggio per nucleo famigliare mc. 802,63 Incremento demografico famiglie 139 Volume abitativo per nuove costruzioni famiglie = 139 x 802,63 mc/alloggio = 111.961,89 mc

Fabbisogno volumetrico abitativo di P.A.T.I. Il P.A.T.I. considererà che per il prossimo decennio il fabbisogno abitativo: - per il Comune di Barbarano Vicentino pari a mc 106.175,70; - per il Comune di Mossano sarà a mc 111.961,89. Detto fabbisogno complessivo potrà essere soddisfatto utilizzando: ‐ la volumetria residua del P.R.G. vigente; ‐ la volumetria aggiuntiva prevista dal P.A.T.I. In particolare, la volumetria residua del P.R.G. vigente, è valutata: ‐ considerando il volume edificabile nelle aree libere, di completamento o espansione prive di strumento urbanistico attuativo qualora richiesto;

Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 273 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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‐ escludendo il volume edificabile negli strumenti urbanistici attuativi in fase di realizzazione, ovvero approvati e/o in fase di approvazione ed il volume edificabile nelle aree apparentemente già sature e quello teoricamente derivabile da possibili cambi d’uso in residenza. Nella maggior parte il fabbisogno edilizio per la residenza viene soddisfatto dal PATI nelle aree di completamento edilizio e di espansione del sistema insediativo, mediante: a) l'utilizzazione prioritaria delle aree residenziali già urbanizzate o in corso di urbanizzazione, definite come completamento insediativo, dove è possibile sia l'edificazione dei lotti inedificati, sia il recupero, l'ampliamento e la ricostruzione degli edifici esistenti; b) l’utilizzazione prioritaria di alcune aree con edifici dismessi ed in situazione di degrado, il cui recupero determinerà un processo di riqualificazione che estenderà gli effetti su tutta l’area circostante; c) l'urbanizzazione di nuove aree insediative, nelle quali l'edificazione verrà generalmente subordinata alla approvazione di strumenti urbanistici attuativi. La volumetria complessiva residenziale prevista viene distribuita tra gli A.T.O. in base ad una valutazione delle specifiche condizioni locali di accessibilità, vicinanza agli insediamenti esistenti, situazione ambientale, ecc.. Il dato relativo ai residenti insediati per A.T.O., in particolare, è tratto dai dati anagrafici al 31.12.2010 di ciascun Comune.

12.2. COMMERCIO, DIREZIONALE ‐ FABBISOGNO DI NUOVI SPAZI PER ATTIVITÀ COMMERCIALI E DIREZIONALI NEL PATI Il P.A.T.I. considera il fabbisogno di nuovi spazi per il commercio e il direzionale costituito da due componenti: a) una componente di servizio alla residenza, rappresentata da attività commerciali al dettaglio, uffici, studi professionali, artigianato di servizio e artistico, banche, assicurazioni, agenzie, pubblici esercizi, alberghi, luoghi di svago, ecc., ovvero destinazioni d'uso integrate con le abitazioni e funzionali al ruolo urbano dei centri. Tale componente si colloca all’interno delle zone residenziali; b) una componente slegata dalla residenza, rappresentata dal commercio all’ingrosso e direzionale in senso stretto, che va a collocarsi, prevalentemente, in ambiti funzionali specializzati. Il fabbisogno complessivo di nuovi spazi commerciali/direzionali sono quantificabili sulla base del fabbisogno abitativo e si possono valutare in percentuale sulla volumetria totale calcolata, quantificata nel 20%, trasformata successivamente in superficie lorda di Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 274 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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pavimento stimando un’altezza interpiano di 3,20 ml. Questi spazi andranno a collocarsi nell’ambito delle aree residenziali (all’interno delle ATO R con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo‐residenziale di interesse culturale e residenziale integrato). Il fabbisogno di nuovi spazi commerciali/direzionali del tipo descritto alla lettera b) andrà a collocarsi prevalentemente nell’ambito di aree a funzione specializzata (in particolare all’interno delle ATO P con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo e produttivo e nell’ATO R2 per le zone produttive) ed è comprensivo della capacità insediativa residua (al netto dei progetti o piani attuativi in corso di realizzazione o approvati) di ciascun PRG vigente.

CALCOLO FABBISOGNO DI NUOVI SPAZI PER ATTIVITÀ COMMERCIALI E DIREZIONALI DI BARBARANO VICENTINO Volume abitativo x attività commerciali e direzionali mc 106.175,70 x 20% 21.235,14 mc Superficie lorda di pavimento mc 21.235,14/3,20 ml 6.635,98 mq

CALCOLO FABBISOGNO DI NUOVI SPAZI PER ATTIVITÀ COMMERCIALI E DIREZIONALI DI MOSSANO Volume abitativo x attività commerciali e direzionali mc 111.961,89 x 20% 22.392,38 mc Superficie lorda di pavimento mc 22.392,38/3,20 ml 6.997,62 mq

12.3. FABBISOGNO COMPLESSIVO DI VOLUME DA DESTINARE ALL’EDILIZIA RESIDENZIALE INTEGRATA PER IL DECENNIO 2011‐2020 Sulla base delle considerazioni e dei calcoli finora fatti, il fabbisogno complessivo di edilizia residenziale integrata risulta: Commercio, Direzionale Comune Abitativo Totale connesso alla residenza Barbarano Vicentino 106.175,70 mc 21.235,14 mc 127.410,83 Mc Mossano 111.961,89 mc 22.392,38 mc 134.354,27 mc

In conclusione si deve considerare che queste stime di carattere strategico generale sono di massima allineate con la realtà insediativa e con i dimensionamenti urbanistici correntemente approvati nella Regione Veneto ed in Provincia di Vicenza,. Va inoltre osservato che l’orizzonte temporale del PATI è solo convenzionalmente decennale, ma normalmente il periodo, fino alla entrata in vigore di un nuovo strumento strategico, è mediamente prolungato di 5‐10 anni. Quindi ad evitare inopportune restrizioni ,

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il dimensionamento integrato , che non comporta sostanziali modificazioni degli assetti consolidati, appare sostenibile.

12.4. FABBISOGNO DI NUOVI SPAZI PER ATTIVITÀ PRODUTTIVE Il fabbisogno complessivo di nuovi spazi per attività produttive è stato stimato dal PATI in:  201.975 mq per Barbarano Vicentino da collocarsi, come previsto dal PATI nella Tav. 4, nelle ATO R2, P1 e P2;  12.135 mq per Mossano da collocarsi, come previsto dal PATI nella Tav. 4, nell’ATO P3. In particolare il suddetto fabbisogno di nuovi spazi per attività produttive è stato calcolato: a) escludendo la superficie edificabile negli strumenti urbanistici attuativi approvati e convenzionati e la superficie edificabile nelle aree apparentemente già sature; b) includendo la superficie edificabile negli strumenti urbanistici attuativi non convenzionati; c) computando la superficie aggiuntiva prevista dal PATI, considerando le effettive esigenze di sviluppo produttivo di carattere comunale e delle ditte preesistenti, confermando quanto previsto dalla strumentazione urbanistica vigente e nel rispetto di quanto consentito dal PTCP di Vicenza recentemente adottato. In particolare:  per l’ATO R2 – Ponte di Barbarano Vicentino è stato previsto uno sviluppo insediativo produttivo di 4.643,00 mq corrisponde al 5% della superficie territoriale produttiva esistente, ai sensi dell’art. 71 delle Norme del PTCP di Vicenza in quanto le aree preesistenti sono indicate dallo stesso P.T.C.P. quali “Aree produttive non ampliabili”. In deroga a tale quantità possono essere concessi ampliamenti ulteriori nei casi previsti dall’art. 68, comma 1, lett. b) e c) delle Norme del P.T.C.P.;  per l’ATO P1 – Rampezzana è stato previsto uno sviluppo insediativo produttivo di 114.156 mq corrisponde alla somma di: - 5% della superficie territoriale esistente della zona industriale, artigianale, agroindustriale e commerciale sita ad ovest della Riviera Berica e a sud di Ponte di Barbarano (esclusa quella della concessionaria automobilistica), di cui alla lett. a par. 26.1.1 delle NT del PATI, ai sensi dell’art. 71 delle Norme del P.T.C.P. di Vicenza in quanto aree indicate dallo stesso PTCP quali “Aree produttive non ampliabili”. In deroga a tale quantità possono essere concessi ampliamenti ulteriori nei casi previsti dall’art. 68, comma 1, lett. b) e c) delle Norme del P.T.C.P.; - 10% della superficie territoriale esistente della grande zona industriale sita a sud di Ponte di Barbarano e ad est della Riviera Berica, di cui alla lett. b par. 26.1.1 delle

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NT del PATI, ai sensi dell’art. 67 delle Norme del PTCP di Vicenza in quanto aree indicate dallo stesso PTCP quali “Aree produttive ampliabili”; - la superficie in ampliamento dell’attività commerciale della concessionaria automobilistica a conferma della Variante parziale di PRG approvata dalla Regione Veneto il 02.04.2009;  per l’ATO P2 – Zincol è stato previsto uno sviluppo insediativo produttivo di 83.176 mq che è superiore all’ampliamento del 5% della superficie territoriale produttiva esistente consentita dal P.T.C.P. di Vicenza ai sensi dell’art. 71 delle relative Norme (poiché indicata dallo stesso P.T.C.P. quale “Area produttiva non ampliabilie”), in quanto avente le caratteristiche di cui all’art. 68, comma 1, lett. c. delle Norme del P.T.C.P. In particolare l’ampliamento previsto dovrà soddisfare esclusivamente le necessità della ditta preesistente quale la Zincol. Pertanto, l’ulteriore ampliamento del 5% della superficie territoriale produttiva esistente previsto dal PATI potrà essere consentito dal PI mediante ridefinizione e riquadro della Zona produttiva, escludendo e traslando l’area indicata nella Tav. 4 quale “Azione di riqualificazione e/o riconversione” n. 5 di cui all’art. 19.5.5 delle NT del PATI, e nel rispetto di quanto previsto dall’art. 68, comma 1, lett. c. delle Norme del PTCP;  per l’ATO P3 – Area produttiva di Ponte di Mossano è stato previsto uno sviluppo insediativo produttivo di 12.135 mq corrisponde al 10% della superficie territoriale produttiva esistente ai sensi dell’art. 67 delle Norme del PTCP di Vicenza in quanto area indicata dallo stesso PTCP quale “Area produttiva ampliabile”. Tale possibile sviluppo produttivo potrà essere previsto a seguito della modifica e riduzione del contesto figurativo n. 3 come specificato all’art. 15.3, ultimo comma delle prescrizioni e vincoli delle NT del PATI. Anche queste stime, pur in un momento congiunturale di crisi economica come quello attuale, nel caso specifico appaiono plausibili e sostenibili sia sotto il profilo ambientale che socio‐economico. Infatti vale la considerazione, che il comparto agricolo e l’ indotto agroindustriale che nel territorio del PATI e nel Basso Vicentino sono portanti per l’ economia, sono settori che non risentono negativamente dei fenomeni generali ed anzi tengono bene i livelli pre‐crisi e a volte li migliorano. Il migliore andamento delle produzioni locali consente di pensare ad un precoce ripresa degli investimenti anche nel settore manifatturiero, specialmente quello rivolto all’agricoltura, all’ edilizia ed all’export. A questo si aggiunga la considerazione fatta più sopra sulla effettiva durata del Piano, cosa che fa pensare ad una ripresa a cui provvedere fin da ora con strategie non restrittive. Qui di seguito si espongono per ciascuna ATO del PATI gli indirizzi al Piano degli Interventi.

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12.5. COMMERCIO, DIREZIONALE ‐ FABBISOGNO DI NUOVI SPAZI PER ATTIVITÀ COMMERCIALI E DIREZIONALI Il P.A.T.I. considera il fabbisogno di nuovi spazi per il commercio e il direzionale costituito da due componenti: c) una componente di servizio alla residenza, rappresentata da attività commerciali al dettaglio, uffici, studi professionali, artigianato di servizio e artistico, banche, assicurazioni, agenzie, pubblici esercizi, alberghi, luoghi di svago, ecc., ovvero destinazioni d'uso integrate con le abitazioni e funzionali al ruolo urbano dei centri. Tale componente si colloca all’interno delle zone residenziali; d) una componente slegata dalla residenza, rappresentata dal commercio all’ingrosso e direzionale in senso stretto, che va a collocarsi, prevalentemente, in ambiti funzionali specializzati. Il fabbisogno complessivo di nuovi spazi commerciali/direzionali sono quantificabili sulla base del fabbisogno abitativo e si possono valutare in percentuale sulla volumetria totale calcolata, quantificata nel 20%, trasformata successivamente in superficie lorda di pavimento stimando un’altezza interpiano di 3,20 ml. Questi spazi andranno a collocarsi nell’ambito delle aree residenziali (all’interno delle ATO R con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo‐residenziale di interesse culturale e residenziale integrato). Il fabbisogno di nuovi spazi commerciali/direzionali del tipo descritto alla lettera b) andrà a collocarsi prevalentemente nell’ambito di aree a funzione specializzata (in particolare all’interno delle ATO P con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo e produttivo e nell’ATO R2 per le zone produttive) ed è comprensivo della capacità insediativa residua (al netto dei progetti o piani attuativi in corso di realizzazione o approvati) di ciascun PRG vigente.

CALCOLO FABBISOGNO DI NUOVI SPAZI PER ATTIVITÀ COMMERCIALI E DIREZIONALI DI BARBARANO VICENTINO Volume abitativo x attività commerciali e direzionali mc 106.175,70 x 20% 21.235,14 mc Superficie lorda di pavimento mc 21.235,14/3,20 ml 6.635,98 mq

CALCOLO FABBISOGNO DI NUOVI SPAZI PER ATTIVITÀ COMMERCIALI E DIREZIONALI DI MOSSANO Volume abitativo x attività commerciali e direzionali mc 111.961,89 x 20% 22.392,38 mc Superficie lorda di pavimento mc 22.392,38/3,20 ml 6.997,62 mq

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12.6. FABBISOGNO COMPLESSIVO DI VOLUME DA DESTINARE ALL’EDILIZIA RESIDENZIALE INTEGRATA PER IL DECENNIO 2011‐2020 Sulla base delle considerazioni e dei calcoli fin ora fatti, il fabbisogno complessivo di edilizia residenziale integrata risulta: Commercio, Direzionale Comune Abitativo Totale connesso alla residenza Barbarano Vicentino 106.175,70 mc 21.235,14 mc 127.410,83 Mc Mossano 111.961,89 mc 22.392,38 mc 134.354,27 mc

12.7. TABELLE DI RIEPILOGO

A riprova di questo fatto, si consideri che tutte le tabelle di Dimensionamento urbanistico, di Verifica degli standard e verifica della congruenza con la SAU Trasformabile etc. così come prodotte nella Relazione del PATI derivano da Tabelle di calcolo di base, in cui tutte le trasformazioni in previsione sono computate e trattate, nessuna esclusa, quantificate per il carico urbanistico aggiuntivo ammesso e suddivise dettagliatamente per Comune.

Esse vengono ora prodotte qui di seguito così che si potrà constatare che da esse solamente si possono derivare i dati precedentemente presentati ed accettati alla verifica urbanistica.

Quindi si può confermare che le parti non attuate dei PRG vigenti nei Comuni procedenti, sono state tutte prese in considerazione da parte della procedura VAS in corso. Lo stesso dicasi per la VINCA.

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PATI BARBARANO E MOSSANO PROGRAMMATO PRG E PATI DI BARBARANO VIC. PROGRAMMA PRG VIGENTE PROGRAMMATO PATI Totali Numero Volume (mc.) Superficie Volume Resid. Superficie totale It Superficie Area Superficie (mq.) ZTO Volume (mc.) previsto dal (mq.) Produtt. Tot. Previsto mq. (mc/mq) (mq.) ATO Espans. PATI per ATO per ATO R1 1 11.564,58 E 11.564,58 R1 28.848,01 E 8.848,01 R1 36.297,94 E 6.297,94 R1 4307,81 E 307,81 R1 5 74.235,35 E 74.235,35 R1 6 16.957,99 16.957,99 C2 0,83 16.290,00 R1 7 60.038,28 E 60.038,28 R1 88.463,43 E 8.463,43 R1 10 4.664,25 E 4.664,25 R1 11 12.148,87 E 12.148,87 R1 12 131.248,34 E 131.248,34 R1 13 1.563,65 E 1.563,65 R1 14 1.611,61 E 1.611,61 R1 15 1.030,46 E 1.030,46 R1 16 190,93 E 190,93 R1 17 1.829,59 E 1.829,59 R1 18 1.114,46 E 1.114,46 R1 Tot 342.115,55 16.290,00 15.000,00 31.290,00 R2 19 65,14 E 65,14 R2 20 15.090,03 E 15.090,03 R2 21 1.207,81 E 1.207,81 R2 22 32.717,36 E 32.717,36 R2 23 38.817,29 E 38.817,29 R2 24 2.953,40 E 2.953,40 R2 25 21.234,56 E 3.556,83 R2 26 33.775,24 33.775,24 C2 0,84 43.923,00 R2 27 4.649,33 E 4.649,33 R2 28 1.459,34 E 1.459,34 R2 29 30.134,69 E 30.134,69 R2 30 34.447,75 E 34.447,75 R2 31 215.742,32 E 215.742,32 R2 32 908,61 E 908,61 R2 33 39.462,92 E 39.462,92 R2 34 25.650,22 E R2 35 10.861,87 E 1.086,18 R2 36 70.151,56 E R2 37 17.792,23 E 17.792,23 R2 Tot 597.121,67 43.923,00 42.197,83 4.643,01 86.120,83 P1 61 12.693,70 E 4.422,09 P1 62 51.402,87 60.000,00 D3 60.000,00 P1 63 11.827,38 E P1 64 323.475,77 E 49.733,91 P1 Tot 399.399,72 114.156,00 P2 65 80.882,42 E 83.176,00 P2 Tot 80.882,42 83.176,00 Totale 1.419.519,36 110.733,23 60.213,00 644.763,93 57.197,83 201.975,01 117.410,83

Da dimensionamento PATI: Volume tot. Residenziale Comm. Dir.= 127.410,83 Volume totale residenz. da reperire ATO R 117.410,83 mc Volume totale residenz. da reperire ATO Agricola (edificaz. Diffuse) 10.000,00 mc 127.410,83 mc

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PATI BARBARANO E MOSSANO PROGRAMMATO PRG E PATI DI MOSSANO PROGRAMMA PRG VIGENTE PROGRAMMATO PATI Totali Numero Volume (mc.) Superficie Volume Resid. Superficie totale It Superficie Area Superficie (mq.) ZTO Volume (mc.) previsto dal (mq.) Produtt. Tot. Previsto mq. (mc/mq) (mq.) ATO Espans. PATI per ATO per ATO R3 38 2.829,15 E 2.829,15 R3 40 20.415,36 E + VPr 20.415,36 12.500,00 R3 41 3.308,36 E + VPr 3.308,36 R3 42 4.654,43 4.654,43 C2 1,20 5.585,32 R3 43 12.143,74 VPr 12.143,74 R3 44 6.163,18 6.163,18 C2 1,30 8.012,13 R3 45 4.675,83 E 4.675,83 R3 47 14.826,13 VPr 14.826,13 R3 48 21.143,41 VPr 21.143,41 R3 49 21.486,94 E 21.486,94 12.500,00 R3 50 4.521,80 E + VPr 4.521,80 R3 52 2.167,13 2.167,13 C2 1,30 2.817,27 R3 Tot 118.335,46 16.414,72 25.000,00 41.414,72 R4 51 5.370,92 E 5.370,92 R4 53 97.630,66 E 97.630,66 29.128,92 R4 56 60.485,82 E 60.485,82 20.000,00 R4 58 57.417,06 E 57.417,06 20.000,00 R4 59 746,16 E 746,16 R4 60 21.100,76 E 21.100,76 R4 Tot 242.751,38 ‐ 69.128,92 69.128,92 P3 66 38.575,23 E ‐ 12.134,65 P3 67 36.770,44 E ‐ P3 Tot 75.345,67 12.134,65 Totale 436.432,51 16.414,72 94.128,92 12.134,65 110.543,64

Da dimensionamento PATI: Volume tot. Residenziale Comm. Dir.= 134.354,27 mc Volume totale residenz. da reperire ATO R 110.543,64 mc Volume totale residenz. da reperire ATO Agricola (edificaz. Diffuse) 23.810,63 mc 134.354,27 mc

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13. GLI A.T.O. DEL PATI

Il PATI suddivide l’ area di Piano in n. 9 ATO, notevolmente ed opportunamente diversificate e fissa anche minutamente, assieme alle Azioni di Piano anche i corrispettivi indirizzi per i P.I. Comunali di futura redazione, come segue:

ATO A.1 AMBITO AGRICOLO – AMBIENTALE – PAESAGGISTICO DI BARBARANO VICENTINO ATO A.2 AMBITO AGRICOLO – AMBIENTALE – PAESAGGISTICO DI MOSSANO ATO R.1 CAPOLUOGO DI BARBARANO VICENTINO ATO R.2 PONTE DI BARBARANO VICENTINO ATO R.3 CAPOLUOGO DI MOSSANO ATO R.4 PONTE DI MOSSANO A.T.O. P.1 – AREA PRODUTTIVA “VIA RAMPEZZANA” DI BARBARANO VICENTINO A.T.O. P.2 – ZINCOL A.T.O. P.3 – AREA PRODUTTIVA DI PONTE DI MOSSANO Tutta la descrizione dettagliata è riportata nella Relazione al Piano alla quale si rimanda necessariamente. Ai fini della presente procedura VAS serve confermare che si tratta di previsioni e indirizzi coerenti con l’ intera architettura del PATIInoltre si può constatare la coerenza e la continuità’ delle previsioni del PATI in relazione con le strategia del PRG di entrambi i Comuni, come risulta dalle seguenti cartine riprese dalla documentazione di corredo del PATI.

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14. VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

14.1. DALLO STATO DELL’AMBIENTE ALLE PREVISIONI DI TRASFORMAZIONE DEL PATI

Con riferimento al Capitolo del Rapporto Ambientale inerente lo Stato dell’Ambiente, che precede la Verifica/ Valutazione presentata sulla effettiva sostenibilità del PATI in esame, si conferma che nel territorio dei Comuni procedenti di Barbarano Vicentino e Mossano: a. non vi sono particolari criticità diverse da quelle dal Quadro Conoscitivo, e rilevate e sviluppate analiticamente dal Rapporto Ambientale; b. quelle rilevate sono moderate, solo in parte dipendenti da fenomeni locali e solo in parte suscettibili di rispondere alle azioni del Piano in esame; c. lo Stato dell’Ambiente è sostanzialmente positivo ed omologo a quello di tutti i Comuni del versante sudorientale de Monti Berici , connotati da territorio parte collinare e parte di pianura.

Si deve quindi considerare che è a partire da questo quadro sostanzialmente positivo, necessariamente già ben noto all’Autorità ambientale, anche in esito: a) alla Pianificazione sovraordinata regionale, vigente (PTRC) , oppure adottata ed in itinere (VPTRC e PAMOB) ; b) alla Pianificazione Provinciale di Vicenza ( PTCP ) già approvata e vigente; c) alla dimostrata coerenza con la pianificazione sovraordinata già svolta in fase di pre‐adozione del PATI in oggetto in regime di copianificazione, che si è svolto il processo di pianificazione del PATI di Barbarano Vicentino e Mossano e così pure si sono attuate le procedure VAS e VINCA di corredo. I Comuni procedenti in linea con il proprio Documento Preliminare concordato ed approvato, e con un Quadro Conoscitivo, esso pure già validato ed approvato dalla stessa Regione, hanno prodotto le Tavole di Progetto oggi avviate all’adozione ed all’iter successivo fino all’approvazione secondo l’ordinamento vigente.

Dopo avere esaminato nei Capitoli settoriali del Rapporto Ambientale che hanno affrontato: a) le valutazioni conclusive sullo Stato delle varie componenti ambientali; b) lo Stato dell’Ambiente nel suo insieme; entrando conclusivamente nel merito del PATI in esame, si deve riconoscere che per tutta la articolata serie delle Azioni di Piano si è proceduto alla valutazione del Piano stesso confrontando nell’ordine gli Obiettivi che data la limitata complessità del contesto coincidono ipso facto e più concretamente con le azioni stesse, effettuando ai fini della VAS:

1‐ la Valutazione quantitativa che ora per maggior chiarezza ora si rinomina “intrinseca e di coerenza esterna “ delle Azioni di Piano considerate, sia sotto il profilo ambientale (n. 175

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punteggi con relative medie); sia sotto il profilo socio‐economico (n. 225 punteggi e relative medie); ( cfr. di seguito le TABELLE A) 2‐la Valutazione qualitativa di coerenza interna delle Azioni di Piano considerate, sotto il profilo ambientale ( con n.745 giudizi puntuali) e sotto il profilo socio‐economico ( altri con n. 945 giudizi puntuali) , opportunamente raccordate con le medie riportate nella precedente fase di valutazione quantitativa, per le opportune correlazioni; ( cfr. di seguito le TABELLE B allegate ); 3‐ la Valutazione di Sostenibilità ambientale delle Azioni di Piano 2‐ la Valutazione comparativa tra scenari diversi alternativi (Opzione Zero e Piano adottato; 3‐ La valutazione accessoria basata sul calcolo dell’Impronta Ecologica; 4‐ Le complementari considerazioni derivanti dalla VINCA 5‐ la Valutazione conclusiva sulla Sostenibilità del PATI e le sue condizioni specifiche Completa il quadro valutativol’Allegato inerente gli indirizzi per il Piano di Monitoraggio dello Stato dell’Ambiente, che riprende le criticità rilevate e dispone le misure conoscitive necessarie per il passaggio alla fase attuativa e gestionale del PATI in esame.

14.2. VALUTAZIONE INTRINSECA E DI COERENZA ESTERNA

14.2.1. VALUTAZIONE INTRINSECA E DI COERENZA ESTERNA DELLE AZIONI DI PIANO. Qui di seguito, vengono illustrate le valutazioni quantitative della Sostenibilità Ambientale delle Azioni previste dal PATI in esame. Questo tipo di valutazione intende rappresentare la “verifica di coerenza esterna delle azioni di Piano” Come si può constatare, queste valutazioni quantitative, espresse dettagliatamente per ciascuna azione di Piano in forma di punteggi e medie riguardano appunto gli effetti del PATI sull’ambiente reale inteso come “esterno” al Piano ancora in formazione e non ancora attuato sul campo. Queste valutazioni si distinguono anche per essere “intrinseche” al PATI come strumento ad hoc elaborato in questo determinato modo e con questo “stile di piano” in versione veneta e per questa realtà ambientale data. Le Valutazioni espresse per il PATI Barbarano Vicentino e Mossano in itinere, che, chiameremo ora convenzionalmente “intrinseche e di coerenza esterna” sono espresse nelle apposite Matrici/Tabelle‐A come forma di valutazione a carattere quantitativo debitamente inserite nel Rapporto Ambientale in esame.

Dette Matrici/TabelleA“intrinseche e di coerenza esterna” sono sistematiche perché investono, una per una, tutte le Azioni di Piano. Esse infatti sono anche ricomposte, senza trascurare alcuna voce, in grandi capitoli aggregativi omogenei, inerenti distintamente gli aspetti ambientali e quelli socio‐economici, tra loro omologhi, ma non omogenei, che a loro volta si riconducono allo Stato dell’Ambiente olisticamente inteso e ricomposto.

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Stato dell’Ambiente che necessariamente si esprime attraverso valutazioni sugli aspetti cumulativi di tutti i fenomeni considerati e le rispettive valutazioni di Stato in essere e quindi conclusivamente e sullo Stato di potenziale trasformazione espresso dalle tavole di progetto dal PAT.

FASE 1 VALUTAZIONE “INTRINSECA E DI COERENZA ESTERNA” DELLE STRATEGIE ED AZIONI DEL PATI‐ TABELLE “A” Espressione quantitativa delle valutazioni VAS sulle azioni del PATI e loro coerenza

Va ricordato che il Rapporto Ambientale al paragrafo 14.1 già richiamato, evidenzia che i fini della VAS per quanto riguarda la valutazione del PATI si è proceduto in due fasi. La Prima Fase riguarda la valutazione intrinseca, denominata “intrinseca e di coerenza esterna”, delle Strategie e delle Azioni di Piano, che si sono riprese dalla relazione al PATI e richiamate per quanto di rilevanza nei precedenti capitoli della presente relazione.

Dette strategie e Azioni in questa Fase e cercando di astrarle solo per un istante dalla complessità olistica propria dell’ambiente fisico antropizzato ed abitato in cui realmente si trovano provvisoriamente considerate ciascuna a sé e valutate settorialmente secondo cinque profili principali 1‐ Esigenze di pubblica rilevanza 2‐ Risorse naturali e materia 3 ‐ Risorse sociali ed econom. 4 ‐ Investimenti necessari publici/ privati. 5 ‐ Gestione e relativi oneri Esaminata secondo ogni singolo profilo ciascuna Azione viene valutata con un punteggio variabile da 1 a 5 Per i primi tre profili il punteggio valutativo intrinseco riflette la convenienza e l'opportunità della Strategia o dell'Azione al crescere del punteggio (correlazione positiva). Per gli altri due profili il punteggio più alto esprime un minore onere di investimento o gestione, sia pubblico che privato o misto sulla linea della utilità sociale in senso ampio ed inclusivo, e quindi è inversamente proporzionale al capitale o alle spese correnti da impiegarsi (correlazione inversa) . Al termine dei passaggi valutativi il punteggio medio riportato rappresenta la Valutazione intrinseca, ora, “intrinseca e di coerenza esterna”, di ogni specifica Azione di Piano. Detto valore, viene di seguito riportato nelle Tabella allegata, che costituiscono la fase avvio del processo valutativo finale. Detta Tabelle ora riconfermate, seguono con le integrazioni c.s. espresse.

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A1‐ TABELLA DELLA VALUTAZIONE INTRINSECA/ ESTERNA DELLE AZIONI DI PIANO ‐ ASPETTI AMBIENTALI

STRA‐

E E

ONERI SOCIALI TEGIA AZIONE DI PIANO

DI RIALI ECONOMICHE

PIANO RELATIVI ESIGENZE PUBBLICA RISORSE NATURALI MATE RISORSE ED INVESTIMENTI NECESSARI PUBB/PRIVATI GESTIONE VALUTAZIONE MEDIA 1‐5 1‐5 1.5 1‐5 1‐5 1‐5 Tutela degli assetti vegetazionali arborei e arbustivi locali con individuazione di invarianti di natura ambientale – 4 4 3 3 3 3,4 paesaggistica (Tav. 2 e art. 14) ‐‐territori boscati; l ‐‐ambito di particolare valore ambientale paesaggistico di Monticello; ‐‐ ambito di particolare valore vegetazionale PAMOB n. 9 Scogliera calcarea meridionale; ‐‐alberi di particolare pregio ambientale – paesaggistico Salvaguardia dei territori agricoli aperti di rilevante interesse distinguendoli in (Tav. 2 4 4 2 3 3 3,2 e art. 14) : ‐‐Territori agricoli aperti di pregio paesaggistico; ‐‐Territori a funzione agricola produttiva: (1) Area ad elevata integrità fondiaria (2) Prati stabili; ‐‐ Ambiti agricoli di pregio a coltivazione tipica (DOC e DOP): (1)Olivi; (2)Viti; ‐‐Terrazzamenti Recepimento SIC IT 2120037 Colli Berici 4 4 2 4 3 3,4 interessante gli ambiti collinari al fine di tutelare e valorizzare gli habitat floristici e faunistici presenti (Tav. 1, art. 8.1) Individuazione salvaguardia rete ecologica 4 4 2 4 3 3,4 (Tav. 4, art. 20.1): Area nucleo, Area di connessione naturalistica, Corridoio ecologico secondario, Isola ed elevata naturalità Tutela e valorizzazione del sistema 4 3 3 4 4 3,6 paesistico‐ambientale anche mediante la tutela della visuale e prescrizioni specifiche per gli interventi e la tutela con indicazione di (Tavv. 2 e 4): Coni visuali; Cime e punti paesaggistici; Recepimento e aggiornamento dei Contesti

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figurativi delle Ville Venete; pertinenze scoperte da tutelare – parchi e giardini storici in accordo con la Provincia Individuazione, tutela e valorizzazione elementi di particolare rilevanza storica 4 4 2 2 2 2,8 ed ambientale, quali (Tavv. 1, 2, 4): Vincoli monumentali, Ville I.R.V.V.; Altri edifici con valore storico – ambientale; Manufatti di archeologia industriale; Abitazioni rupestri; Siti a rischio di interesse archeologico. Miglioramento e messa a rete di percorsi ciclopedonali e della slow mobility , in 3 4 4 4 4 3,8 particolare dei percorsi esistenti di interesse storico ambientale, testimoniali e relativi sentieri e strade interpoderali, come in particolare l’ex tracciato ferroviario Grisignano – Ostiglia e di quello dell’ex F.T.V. anche prevedendo percorsi di collegamento fra piste ciclabili a fine turistico – compatibile dei luoghi. (Tav. 4, art. 21.2)): 1. Sentiero della Cengia n. 71 2. Sentiero della fontana del Lavello n. 73 3. Sentiero della Scudelletta n. 75 4. Percorso ciclo – turistico delle fontane n. 77 5. Sentiero delle Fontanelle n. 79 6. Sentiero di San Bernardino n. 81 7. Percorso ciclo – pedonale lungo l’ex tracciato ferroviario Grisignano – Ostiglia e ex FTV 8. Percorso ciclo – pedonale lungo Riviera Berica 9. Percorso ciclo – pedonale lungo la forra di Barbarano Vicentino 10. Circuito della pietra – PAMOB (Tav. 5.1.B PTCP); 11. Percorso Alta via dei Berici; 12. Strada dei vini dei Colli Berici (cfr.Tav. 5.1.B del PTCP). Difesa del suolo. Individuazione delle 4 4 3 2 2 3,0 invarianti geologiche: campi di doline e doline e grotte (Tav. 2, art. 12) Difesa del suolo e individuazione di aree 4 3 2 2 2 2,6 soggette a dissesto idrogeologico: area di frana, area esondabile o a ristagno idrico e area soggetta a defris‐flow (Tav. 3, art. 17) Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 287 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Accertamento della compatibilità 5 3 3 2 2 3,0 interventi con la sicurezza idraulica, anche in considerazione delle zone di attenzione indicate dal PAI e oggetto di studio specifico (vedi Relazione Idraulica P.A.I. in QC) Definizione dei gradi di penalità 5 3 3 2 2 3,0 geotecnica a fini edificatori (Tav. 3, art. 16), individuando anche delle aree idonee a condizione specifiche a seguito dello studio puntuale sulle Zone di attenzione idraulica del P.A.I. (vedi Relazione Idraulica PAI in QC) Indirizzi e divieti nelle zone sottoposte a 5 3 3 2 2 3,0 vincolo idraulico idrogeologico etc. (Tav. 3, art. 17) Discipline per la prevenzione degli 5 2 3 2 2 2,8 inquinamenti del sottosuolo e delle falde Indirizzi peri miglioramento e il riequilibrio ambientale, 3 3 2 2 3 2,6 mediante in particolare la disciplina in NT di: - Indirizzi e criteri per la gestione del verde pubblico e privato - e criteri per l’edilizia sostenibile - Azioni di mitigazione del sistema insediativo e ambientale – paesaggistico - Azioni di mitigazione del sistema trasporti - Azioni di mitigazione dell’illuminazione diffusa - Azioni di mitigazione per le acque reflue di scarico - Prevenzione inquinamento Indirizzi per eventuali miglioramenti 2 2 2 2 2 2,0 fondiari (art. 22.2.7 NT)

Valorizzazione e recupero degli edifici 4 3 3 3 3 3,2 esistenti in territorio rurale e recupero dei nuclei rurali (artt. 19.2 e 22) Dismissione riconversione allevamenti 4 3 3 2 3 3,0 zootecnici prossimi alle aree urbane (Tav. 4 e art. 19.5.10) Disciplina per le strutture precarie 4 4 2 2 2 2,8 Indirizzi per la eliminazione degli elementi 4 4 2 2 2 2,8 detrattori (Tav.4 art. 19.5) Valorizzazione e qualificazione delle 4 3 3 3 3 3,2 attività agricole (art. 22)

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Percorsi pedonali, ciclabili per la fruizione 4 4 3 4 4 3,8 del territorio rurale (v.sopra) Salvaguardia e riordino della rete idraulica 5 4 3 2 2 3,2 (art. 10.1) Promozione dell’insediamento di attività 4 3 3 2 2 certificate EMAS soprattutto nelle ATO Produttive (Relazione di progetto, cap. 6,) Recupero delle attività produttive 4 3 4 3 2 3,2 dismesse compatibili con la residenza e trasferimento di quelle non compatibili (art. 19.11) Azioni di riqualificazione e/o riconversione (Tav. 4, art. 19.5) mediante : 4 3 3 3 3 3,2 - Riqualificazione e riconversione di area lungo via Matteotti di Barbarano a 4 4 3 4 4 3,8 residenziale, turistico – ricettiva 3 4 4 3 3 3,4 - Recupero e riconversione delle ex 3 3 3 3 3 3,0 scuole “Masieralta” a funzioni turistico – ricettive 4 4 5 4 4 4,2 - Tutela e valorizzazione del Bagno di 4 4 4 4 4 4,0 Barbarano - Riconversione attività agricola 4 4 3 4 4 3,8 produttiva a funzioni agroindustriali - Riassetto area produttiva Zincol 4 3 3 3 3 3,2 - Riqualificazione e riconversione area a servizi in loc. Lumaca a destinazione residenziale e/o turistica, di 4 3 3 2 4 3,2 promozione dei prodotti tipici locali - Valorizzazione a funzioni turistico – ricettive del laghetto loc. Polesine di Mossano - Potenziamento e valorizzazione dell’area a servizi di Ponte di Mossano a funzioni turistico – ricettive in connessione del bagno termale - Allevamenti da trasferire/bloccare/eliminare oggetto di riqualificazione ambientale “Viabilità di connessione extraurbana di progetto “ con indicazione come in Tav. 4 di cui all’art. 21.1:di tracciati indicativi per la definizione di tratti di viabilità extraurbana che integrano e completano l’assetto della mobilità di livello territoriale, soprattutto al fine di eliminare o ridurre il traffico di attraversamento della Strada Riviera 4 3 3 2 3 3,0 Berica, quali: - in Comune di Barbarano Vicentino, una

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nuova viabilità di collegamento tra la S.P. Dorsale dei Berici e via Pila che si connetterà con la futura autostrada Valdastico – sud; 4 3 4 2 2 3,0 - in Comune di Barbarano Vicentino, un nuovo possibile tracciato indicativo per la definizione di tratto di viabilità extraurbana che integra e completa l’assetto della mobilità di livello territoriale, di collegamento tra via F. 3 3 3 2 2 2,8 Petrarca e il consolidato residenziale limitrofo alla Cantina sociale, soprattutto con il fine di eliminare o ridurre il traffico di attraversamento della S.P. 19 Dorsale dei Berici e che potrà servire lo sviluppo insediativo residenziale previsto verso nord del consolidato residenziale lungo la S.P. Dorsale dei Berici; - una nuova viabilità di collegamento tra i centri urbani di Ponte di Mossano e Ponte di Barbarano, ad est della Riviera Berica.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA MEDIA 3,6 3,38 2,94 2,75 2,63 3,00

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A2 TABELLA DELLA VALUTAZIONE INTRISECA ESTERNA DELLE AZIONI DI PIANO ASPETTI SOCIO‐ECONOMICI

E

E

ED

STRA‐ TEGIA AZIONE DI PIANO DI

PIANO ESIGENZE PUBBLICA RISORSE NATURALI MATERIALI RISORSE SOCIALI INVESTIMENTI NECESSARI PUBB/PRIVATI GESTIONE RELATIVI ONERI VALUTAZIONE MEDIA Sviluppare in modo equilibrato le opportunità insediative residenziali. In particolare (Tav. 4, art. 25)possibili espansioni insediative residenziali in continuità con il consolidato esistente privilegiando le direttrici: capoluogo di Barbarano Vicentino: 5 3 5 3 4 4 - le direttrici nord e sud ‐ est dal consolidato esistente, anche mediante la riconversione e riqualificazione dell’area lungo via G. Matteotti, attualmente destinata dal PRG come Zona captazione/utilizzo risorse idriche (era stata prevista dal vecchio PRG in quanto esiste una area di captazione acque termali per la quale si intendeva realizzare stabilimenti per l’imbottigliamento delle stesse ma nel tempo tale prospettiva è decaduta) a 3 2 3 3 4 3 funzioni residenziali e/o compatibili con la residenza e/o turistico – ricettive, considerata la vicinanza del bagno 3 2 3 4 3 3 termale esistente, di cui all’art. 19.5.1 delle NT ; - possibilità di prevedere per le attività 2 3 2 4 4 3 artigianali in capoluogo, la possibilità anche dell’attività commerciale; Ponte di Barbarano Vic.: - la direttrice nord del consolidato residenziale lungo la S.P. Dorsale dei Berici, in area prossima alla Cantina 3 3 3 3 3 3 sociale Riviera Berica; - la direttrice sud e sud ‐ est dell’area di urbanizzazione consolidata del centro urbano di Ponte di Barbarano, nel rispetto delle fasce di rispetto degli allevamenti intensivi preesistenti, 4 3 5 5 4 verificate e precisate al momento della eventuale trasformabilità del successivo PI; - la direttrice nord ‐ est dell’area di 2 4 2 3 4 3 Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 291 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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urbanizzazione consolidata del centro urbano di Ponte di Barbarano, anche a conferma della Variante parziale n. 18 di PRG, approvata con D.G.R.V. in data 22.09.2009; - la direttrice sud del consolidato residenziale lungo la S.P. Dorsale dei Berici mediante la riqualificazione, 3 2 4 4 2 3 riorganizzazione e riconversione delle parti degradate e dismesse e dei fronti edilizi, degli accessi e della viabilità lungo la S.P., privilegiando la modalità di intervento unitaria (mediante Piano 3 4 2 4 2 3 di Recupero, Programma Integrato,); Capoluogo di Mossano: - le direttrici nord‐est e sud ‐ ovest dal consolidato esistente. Il possibile sviluppo insediativo verso sud – ovest potrà essere previsto solamente a seguito della modifica e riduzione del contesto figurativo n. 2 come specificato all’art. 15.3, ultimo comma delle prescrizioni e vincoli delle NT Ponte di Mossano: - la direttrice nord del consolidato residenziale valutando la possibilità di riqualificare e riconvertire l’allevamento presente indicato dal PATI quale Azione di riqualificazione e riconversione n. 10 di cui all’art. 19.5.10 delle norme, con possibilità di utilizzo della perequazione e/o credito edilizio di cui agli artt. 19.8 e 19.9 delle norme;‐ - la direttrice sud del consolidato residenziale. Lo sviluppo insediativo nelle aree interessate dal contesto figurativo n. 1 potrà essere previsto solamente a seguito della modifica e riduzione dello stesso contesto come specificato all’art. 15.3, ultimo comma delle prescrizioni e vincoli delle Sviluppare in modo equilibrato le opportunità insediative produttive, in particolare mediante la previsione (Tav. 4, art. 26):

Barbarano Vicentino: 4 3 4 2 2 3 - per le attività artigianali presenti nella parte collinare boscata, indicare

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dettagliatamente il consolidato produttivo presente secondo la situazione di fatto documentata, 4 3 2 3 4 3 escludendo eventuali aree boscate interessate al fine di una loro salvaguardia; - prevedere per le attività artigianali 4 3 4 5 4 4 presenti in capoluogo, la possibilità anche dell’attività commerciale; - riperimetrare la zona industriale sita ad ovest di via Matteotti e finitima al tracciato della ex ferrovia Grisignano– Ostiglia, ove presente la ditta Zincol, al fine di indicare l’area di urbanizzazione consolidata secondo la situazione di fatto documentata e una espansione produttiva verso sud‐ovest, che dovrà essere assoggetta a obbligo di P.U.A., 4 2 3 3 3 3 prevedendo delle perequazioni e mitigazioni ambientali. Tali mitigazioni/compensazioni potranno essere oggetto di eventuali accordi tra il Comune e i proprietari interessati alla pianificata espansione produttiva; - per gli allevamenti di suini siti nella zona agro industriale tra Via Capitello e la Riviera Berica, che attualmente causano effetti negativi (odori, 3 2 4 3 3 3 inquinamento falde, …) sull’ambiente e sulla vicina residenzialità di Ponte di Barbarano, possibilità di indicare soluzioni di mitigazione e compensazione, valutando anche la possibilità di una loro dismissione e 3 3 2 4 3 3 successiva riconversione a zona artigianale – industriale o comunque attività compatibili con la presente ATO di appartenenza, anche prevedendo 3 2 4 4 2 3 l’eventuale riconoscimento del credito edilizio di cui all’art. 19.9 delle NT; - incentivare la riqualificazione dell’edificato del consolidato produttivo esistente del polo produttivo sito a sud di Ponte di Barbarano e lungo la Riviera Berica (tra Riviera Berica e via Rampezzana); - Prevedere possibili sviluppi insediativi produttivi privilegiando: 3 2 4 4 2 3 - la direttrice sud ed est del polo produttivo sito a sud di Ponte di

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Barbarano e lungo la Riviera Berica (tra Riviera Berica e via Rampezzana), nel rispetto degli impianti tecnologici o di altri vincoli presenti; - la direttrice ovest della zona 3 4 4 2 2 3 commerciale (concessionaria automobilistica) sita tra la Riviera Berica e via Capitello in recepimento di quanto previsto dal PRG vigente, confermando le destinazioni e la 4 1 2 3 1 2 sistemazione viabilistica previste dallo stesso PRG (commerciali, turistico – ricettive,….); il tutto, nel rispetto di quanto previsto dal PTCP di Vicenza, come precisato al par. 26.1.2 delle NT - possibilità di prevedere modesti ampliamenti e completamenti delle 3 2 3 4 3 3 zone artigianali site tra via Stazione e via Pila, anche valutando l’eventualità, per gli allevamenti zootecnici presenti, di una loro dismissione e/o ricollocamento e successiva riconversione o riconoscimento del 4 3 3 2 3 3 credito edilizio di cui all’art. 19.5.10 delle NT nel rispetto di quanto previsto 2 3 4 3 3 3 dal PTCP di Vicenza (vedi precisazione sul carico insediativo aggiuntivo produttivo al par. 25.2.2 delle NT); - possibilità di prevedere un possibile sviluppo artigianale e commerciale del polo produttivo ‐ commerciale sito a nord di Ponte di Barbarano e lungo la Riviera Berica, privilegiando la 3 direttrice est (verso Monticello) (vedi 4 3 3 2 3 3 precisazione sul carico insediativo aggiuntivo produttivo al par. 25.2.2delle NT) - incentivare la riqualificazione dei fronti dei fabbricati industriali e/o commerciali lungo la Riviera Berica con possibilità di prevedere anche il cambio di destinazione d’uso compatibili con l’ATO R2 di appartenenza, anche in recepimento di quanto previsto dall’apposito Schema Direttore del Piano di Area Monti Berici – P.A.M.O.B.; - Possibilità di riqualificazione, recupero e riconversione dei fabbricati

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attualmente destinati ad attività agricola produttiva a funzioni compatibili con l’ATO A1 di appartenenza od agroindustriali, in continuazione con la limitrofa Zona produttiva esistente nel Comune confinante di Albettone Mossano: - possibilità di riconosce e indicare l’attività presente di vivaio in San Giovanni in Monte - prevedere lo sviluppo insediativo produttivo verso ovest dal consolidato esistente, nel rispetto di quanto previsto dal PTCP di Vicenza, come precisato al cap.6.9 della presente relazione. In particolare tale possibile sviluppo insediativo produttivo potrà essere previsto a seguito della modifica e riduzione del contesto figurativo n. 3 come specificato all’art. 15.3, ultimo comma delle prescrizioni e vincoli delle NT - possibilità di prevedere anche la funzione commerciale per zona artigianale e industriale sita tra la Riviera Berica a l’ex tracciato ferroviario Grisignano – Ostiglia e riconvertire la zona adiacente, attualmente rurale, a funzione commerciale fino alla S.P. 14 Mossano anche mediante la dismissione, bonifica e trasferimento dell’esistente stalla in area più idonea, come previsto dal Piano di Area Monti Berici – P.A.M.O.B.

Riqualificazione delle aree caratterizzate da degrado ambientale Azioni di 4 2 3 2 4 3 riqualificazione e/o riconversione (Tav. 4, art. 19.5)

Mantenere e migliorare il patrimonio storico ulturale, mediante in particolare

dicazione e tutela di (Tavv. 1, 2, 4): Vincoli 5 4 4 3 4 4 numentali, Ville I.R.V.V.; Altri edifici con ore storico – ambientale; Manufatti di heologia industriale; Abitazioni rupestri; Siti schio di interesse archeologico.

Garantire a tutti l’accesso alle dotazioni di 5 3 4 4 4 4

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servizi dislocate e da dislocare nel territorio Elevare la mobilità di persone, cose e 5 3 4 5 3 4 informazioni per le esigenze sociali Mantenere e aumentare la qualità 4 5 3 3 5 4 dell’ambiente locale Recepimento SIC IT 2120037 Colli Berici interessante gli ambiti collinari al fine di 4 4 3 4 5 4 tutelare e valorizzare gli abitat floristici e faunistici presenti (Tav. 1, art. 8.1) OBI Miglioramento e messa a rete di percorsi ETT ciclopedonali e della slow mobility , in IVI particolare dei percorsi esistenti di DI interesse storico ambientale, testimoniali e 5 4 3 4 4 4 SOS relativi sentieri e strade interpoderali, TEN come in particolare l’ex tracciato IBIL ferroviario Grisignano – Ostiglia e di quello ITA’ dell’ex F.T.V. anche prevedendo percorsi di ECO collegamento fra piste ciclabili al fine NO soprattutto della fruizione turistico – MIC compatibile dei luoghi. A In particolare il PATI indica (Tav. 4, art. 21.2)):  Sentiero della Cengia n. 71  Sentiero della fontana del Lavello n. 73  Sentiero della Scudelletta n. 75  Percorso ciclo – turistico delle fontane n. 77  Sentiero delle Fontanelle n. 79  Sentiero di San Bernardino n. 8  Percorso ciclo – pedonale lungo l’ex ferrovia Grisignano – Ostiglia e ex FTV  Percorso ciclo – pedonale Riviera Berica  Percorso ciclo – pedonale lungo la forra di Barbarano Vicentino  Circuito della pietra – PAMOB (  Percorso Alta via dei Berici;  Strada dei vini dei Colli Berici in recepimento Tav. 5.1.B del PTCP.

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Miglioramento e qualificazione ambientale del territorio agricolo mediante in particolare in (Tav. 2 e art. 14) : - Territori agricoli aperti di pregio 4 4 3 4 5 4 paesaggistico; - Territori a funziona agricola produttiva: 1. Area ad elevata integrità fondiaria e 2. Prati stabili; - Ambiti agricoli di pregio a coltivazione tipica (DOC e DOP): 1.Olivi; 2.Viti; - Terrazzamenti; - Alberi di particolare interesse

Favorire i miglioramenti fondiari nel 2 1 3 3 1 2 territorio rurale (art. 22.2.7 NT) Integrazione attività commerciali e 4 3 5 4 3 3 residenziali

Riqualificazione e potenziamento della 4 3 5 4 4 4 struttura produttiva industriale esistente

Nuove aree produttive – Non vengono 5 5 5 5 5 5 individuate nuove aree produttive

Mantenimento ed incremento della 4 3 5 3 5 4 struttura occupazionale Potenziamento dei servizi di interesse comune mediante in particolare (Tav. 4, art. 19.7): Barbarano Vicentino: - Possibilità di recupero e riqualificazione 4 4 5 3 4 4 delle ex scuole in loc. Masieralta con inserimento di funzioni compatibili con la residenza e/o funzioni pubbliche e servizi, ed in particolare turistico – ricettive al fine di incentivare la fruizione turistico – compatibile dei 3 5 3 5 4 4 luoghi; - possibilità di recupero e riqualificazione del fabbricato che in passata aveva una destinazione commerciale (ex birreria) con inserimento di funzioni compatibili 4 4 4 5 3 4 con l’ATO di appartenenza, in particolare con la residenza e/o funzioni sociali e pubbliche; 1 3 3 2 1 2 - Nuova area a verde gioco e sport di San Giovanni in Monte: possibilità di prevede una nuova zona a verde, gioco e sport / parcheggio, comunque a funzioni di interesse pubblico; - incentivare la riqualificazione dei fronti 3 3 3 4 2 3 Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 297 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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dei fabbricati industriali e/o commerciali lungo la Riviera Berica possibilità di prevedere un capo service, ovvero un’area di sosta, tipo 4 4 4 3 5 4 per pic – nic, campeggio, sosta camper,… in loc. Masieralta prevalentemente al fine di incentivare l’accessibilità e la fruizione turistico – compatibile dei luoghi. 4 4 4 3 5 4 - Nuova area a verde e parcheggio in capoluogo: possibilità di prevedere una nuova area a verde e parcheggio atta a integrare le aree di sosta del capoluogo, soprattutto per rispondere alle esigenze di parcheggio nei periodi di eventi mondani e sociali; - Ex casa del fascio a funzioni di interesse pubblico: possibilità di riqualificare e riconvertire l’ex casa del fascio in capoluogo prevalentemente a funzionali sociali e di interesse pubblico 4 4 4 5 3 4 o comunque compatibili con l’ATO R1 di appartenenza. - Centro della cultura e spiritualità in loc. San Giovanni: come previsto dallo Schema direttore “I Monti di Barbarano e Mossano” del Piano di Area Monti Berici approvato, possibilità di prevede 4 5 5 3 3 4 un’area di rilevante interesse pubblico destinata alla creazione di un centro di cultura e spiritualità per attività di tipo culturali, ricreative e di formazione, mediante la realizzazione di nuovi fabbricati e/o riutilizzando anche le 3 3 4 3 2 3 preesistenze, mediante il loro ammodernamento, adeguamento e ampliamento, sempre nel rispetto dei valori ambientali e morfologici dei 5 5 5 5 5 5 luoghi. Mossano: - Possibilità di valorizzare lo specchio d’acqua in località Polesine a Ponte di 4 5 4 3 4 4 Mossano consentendo attività sportive e ricreative con relativi supporti di basso impatto (pesca sportiva, area relax, punti di ristoro,…) al fine di incentivare la fruizione turistica e di visitazione dei luoghi, 5 5 4 3 3 4 - Possibilità di potenziare e valorizzare l’area sita lungo la S.P. 14 Mossano

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attualmente destinata dal PRG vigente per attrezzature a parco gioco e sport 4 5 4 3 4 4 anche in funzione del vicino bagno termale esistente, prevedendo pertanto anche funzioni turistico – ricettive e valutando l’opportunità di utilizzo dello strumento della perequazione tra privato proprietario e Comune; - Possibilità di riqualificare il parco pubblico attrezzato esistente e l’adiacente area polifunzionale del 3 3 3 4 2 3 capoluogo di Mossano, in via Capitello - Potenziamento Casa di riposo O.I.C.: possibilità, sentite le reali esigenze, di ampliamento della esistente casa di risposo O.I.C. (Opera Immacolata 2 4 2 4 3 3 Concezione) in San Giovanni in Monte, valutando l’opportunità di utilizzo della perequazione tra struttura privata e Comune; - Riconversione e ampliamento ex scuole a servizi di interesse pubblico in loc. Lumaca: possibilità di riutilizzo e 3 4 3 3 2 3 ampliamento delle ex scuole vecchie S. Giovanni in Monte, in loc. Lumaca, a destinazioni di interesse sociale o comunque compatibili con l’ATO A2 di 3 3 3 3 3 3 appartenenza; - Riqualificazione ex cave in galleria a funzioni pubbliche: possibilità di riqualificare e valorizzare le ex cave in galleria a funzioni di interesse pubblico – sociale e turistico (come concerti musicali in grotta, teatro all’aperto,… ), al fine di promuovere la fruizione turistica compatibile dei luoghi; - Valorizzazione a funzioni sport all’aria aperta dell’area di Villa Montruglio: possibilità, anche in recepimento di quanto già previsto dal PRG vigente, di valorizzazione dell’area sita a ovest di Villa Montruglio a funzioni di interesse pubblico e di promozione turistica, con attività sportive, ricreative, turistiche e loro supporti di modesta entità (campi da golf, maneggi, …), valutando l’opportunità di utilizzare lo strumento della perequazione tra privato proprietario e Comune;

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- Nuova area a sport all’area aperta di Ponte di Mossano: Possibilità di prevedere una nuova area a servizi, gioco e sport a Ponte di Mossano, a ovest e lungo la Riviera Berica e a sud del nucleo rurale esistente, valutando l’opportunità di utilizzo dello strumento della perequazione tra privato interessato e Comune; - Possibile nuova casa di riposo “Salvi” di Mossano: Possibilità di prevedere una nuova area di interesse pubblico per la realizzazione di una casa di riposo, valutando l’eventuale richiesta, la compatibilità degli interventi necessari con i luoghi circostanti e la possibilità di utilizzo dello strumento della perequazione tra privato interessato e Comune. - attrezzature a parco gioco e sport anche in funzione del vicino bagno termale esistente, prevedendo pertanto anche funzioni turistico – ricettive e valutando l’opportunità di utilizzo dello strumento della perequazione tra privato proprietario e Comune - Possibilità di riqualificare il parco pubblico attrezzato esistente e l’adiacente area polifunzionale del capoluogo di Mossano, in via Capitello -

14.2.2. ESITO DELLA VALUTAZIONE DI COERENZA INTRINSECA / ESTERNA SUGLI ASPETTI AMBIENTALI DEL PATI I valori medi risultano largamente preponderanti e ripercorrono il profilo di qualità medio buona dello Stato dell’ Ambiente. Profilo che il PATI nella sua impostazione di moderato riordino, consolidamento e implementazione degli assetti esistenti tiene necessariamente come riferimento costante, alla ricerca di equilibri più avanzati , senza sconvolgimenti. Il principio di cautela e di gradualità permea in ogni sua espressione l’approccio della progettazione, cosa che merita di essere sottolineata ed apprezzata. Occorre anche evidenziare che questo tipo di moderato sviluppo in previsione, in un’area come quella del Basso Vicentino che, modernizzatasi in ritardo,ora meno di altre e risente della crisi economica per l’apporto anticiclico del settore agricolo ed agroindustriale di eccellenza, mostra un buon grado di consapevolezza del nuovo clima in cui il PATI è destinato ad operare. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 300 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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Tuttavia occorre rimarcare analiticamente che alcuni dei valori della tabella si distinguono dalla media si perché leggermente al di sotto, sia perché sotto alcuni profili si delineano delle qualità particolari.

I valori meno brillanti, ma mai negativo o preoccupanti riguardano le seguenti Strategie ed Azioni di Piano: a) Individuazione, tutela e valorizzazione elementi di particolare rilevanza storica ed ambientale (2,8) Lo scostamento è minimo, ma riflette una certa ovvietà degli elenchi disponibili sui beni, mentre la ricchezza dell’ ambiente antropizzato, supportato da studi e ricerche che il paino non può fare, potrebbero divenire una eccellenza. b) Difesa del suolo e individuazione di aree soggette a dissesto (2,6 ). Si tratta di limiti propri del sistema di gestione della aree complesse sotto il profilo idrogeologico, con scarsa prevenzione e centri decisionali remoti. c) Indirizzi peri miglioramento e il riequilibrio ambientale, (2,6) Gli indirizzi , previsti e raccomandati in ordinamento, sono strumenti di bassa incisività sui fenomeni. d) Indirizzi per eventuali miglioramenti fondiari (2,0) Gli indirizzi in materia non possono uscire dalle incertezze normative e dall’obsolescenza della legislazione regionale in attesa di novellazione, specialmente per gli aspetti ambientali. e) Disciplina per le strutture precarie (2,8) f) Indirizzi per la eliminazione degli elementi detrattori (2,8) In entrambi i casi gli indirizzi formulati dal PATI puntano ad ottenere possibilmente su base consensuale tra Comuni e privati la eliminazione o l’adeguamento di strutture precarie ed elementi detrattori, che la normativa correntemente vieta. L’approccio culturale, che postula più intesa tra pubblico e privato, deve ancora mostrare di essere più efficace di quello coattivo. g) Promozione dell’insediamento di attività certificate EMAS (2,8) E’ una relativa novità, che occorre verificare alla prova di fatti, dimostrando di non essere solo cartolare. h) Nuova viabilità di collegamento Ponte di Mossano ‐ Ponte di Barbarano, ad est della Riviera Berica (2,8) E’ ipotizzabile che con l’Autostrada Valdastico Sud , la Riviera Berica, liberata da mezzi pesanti e traffico a lunga percorrenza, torni ad essere arteria di connessione locale, riducendo l’attuale disagio per traffico. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 301 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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I valori più elevati riguardano invece a) Tutela e valorizzazione del sistema paesistico‐ambientale (3,6) Il PATI utilizza tutte le possibilità offerte dall’ ordinamento. b) Miglioramento e messa a rete di percorsi ciclopedonali e della slow mobility (3,8) c) Percorsi pedonali, ciclabili per la fruizione del territorio rurale (3,8) In entrambi i casi il pATI recepisce tendenze in atto e già in parte espresse settorialmente, ma le contestualizza e collega opportunamente ad altri aspetti ambientali culturali del territorio. d) Recupero e riconversione delle ex scuole “Masieralta” (3,8) e) Riqualificazione e riconversione area a servizi in loc. Lumaca (3,8) Questi reuperi tengono conto di risorse pubbliche destinabili a fini socile, culturali ed ambientali e alla promozione del territorio. f) Riconversione attività agricola produttiva a funzioni agroindustriali (4,2) Puntando ad un avanzamento nella filiera agro alimentare, il PATI cerca avviare un meccanismo capace di limitare o eliminare il disturbo da allevamento intensivo, e di mantenere in area la parte più qualificante della filiera riferita a cibi di qualità g) Riassetto area produttiva Zincol 4,0 L’ industria di zincatura, per mantenere la sua attività chiede spazi e razionalizzazione, che il PATI prevede con un riassetto in sito senza penalità per l’ ambiente ed il territorio agricolo.

14.2.3. ESITO DELLA VALUTAZIONE INTRINSECA E DI COERENZA ESTERNA SUGLI ASPETTI SOCIO‐ ECONOMICI DEL PATI Sotto il profilo socio‐economico si conferma la tendenza del PATI a coltivare una prospettiva di sviluppo graduale moderato e consapevole del recente progreso del basso vicentino soprattuto nei settori più moderni delle comunità . Da questa media, tutta largamente superiore alla sufficienza, si discostano solo due valori meno brillanti e peraltro riferiti a fatti e secondari, che riguardano le seguenti Strategie / Azioni di Piano. a) Incentivare la riqualificazione dei fronti dei fabbricati industriali e/o commerciali sulla Riviera Berica (2)

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L’obiettiva opportunità di questa riqualificazione , che merita un’ azione omogenea su tutta la direttrice da Vicenza‐ Noventa non è supportata da adeguati strumenti a livello sovraordinato. Sarebbe peraltro una innovazione importante nel quadro della viabilità di classe “C “ in Provincia e in Regione, che non si può avviare senza una preventiva ricerca progettuale normativa. b) Campo service a S. Giovanni in Monte. Il servizio agli utenti dei Camper è utile anche per la gestione ecologica del territorio, ma S. Giovanni in Monte è ambiente delicato sensibile.

Molto più numerosi sono gli scostamenti in positivo dei valori di Strategie ed Azioni del PATI come segue: a) riconversione e riqualificazione dell’area lungo via G. Matteotti, attualmente destinata dal PRG come Zona captazione/utilizzo risorse idriche (4) b) Mantenere e migliorare il patrimonio storico e culturale(4) c) Garantire a tutti l’accesso alle dotazioni di servizi dislocate e da dislocare nel territorio(4) d) Elevare la mobilità di persone, cose e informazioni per le esigenze sociali(4) e) Mantenere e aumentare la qualità dell’ambiente locale (4) f) Recepimento SIC IT 2120037 Colli Berici interessante gli ambiti collinari al fine di tutelare e valorizzare gli habitat floristici e faunistici presenti (4) g) Miglioramento e messa a rete di percorsi ciclopedonali e della slow mobility ,(4) h) Miglioramento e qualificazione ambientale del territorio agricolo(4) i) Riqualificazione e potenziamento della struttura produttiva industriale esistente (4) j) Nuove aree produttive – Non vengono individuate nuove aree produttive (5) k) Mantenimento ed incremento della struttura occupazionale (5) l) Possibilità di recupero e riqualificazione delle ex scuole in loc. Masieralta (4) m) Recupero e riqualificazione del fabbricato ex birreria (4) n) Nuova area a verde gioco e sport di San Giovanni in Monte(4) o) Ex casa del fascio a funzioni di interesse pubblico (4) p) Centro della cultura e spiritualità in loc. San Giovanni:in M. (4) q) Possibilità di valorizzare lo specchio d’acqua in località Polesine a Ponte di Mossano(4) Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 303 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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r) Possibilità di potenziare e valorizzare l’area sita lungo la S.P. 14 Mossano attualmente destinata dal PRG vigente per attrezzature anche in funzione del vicino bagno termale esistente, (4) s) Potenziamento Casa di riposo O.I.C.: (5) t) Riconversione e ampliamento ex scuole a servizi di interesse pubblico in loc. Lumaca (4) u) Riqualificazione ex cave in galleria a funzioni pubbliche (4) v) Valorizzazione a funzioni sport all’aria aperta dell’area di Villa Montruglio(4)

Tra tutte le voci dell’elenco sopra riportato, quelle marcate in rosso si devono intendere particolarmente significative sotto il profilo sociale ed economico . Va anzi sottolineato che il PATI non prevede nuove aree industriali, ma punta al potenziamento, ed alla riconversione delle aree esistenti ed alla conversione agro industriale di allevamenti, oggi presenti e alquanto molesti, mantenendo comunque la parte più redditizia della filiera alimentare di eccellenza. Anche l’ occupazione è un punto forte del PATI sotto il profilo socioeconomico, in quanto si basa su settori con notevoli qualità anticicliche presenti in zona. Tutte le strategie / Azioni di Piano scritte in nero nell’ elenco sopra‐riportato si devono considerare tutte nel segno della concretezza, di azioni ben localizzate e dislocate nel territorio in relazione a risorse e problemi da affrontare , a dimostrare che il PATI è si strategico, ma non astratto o generico.

Le sole voci segnati in blu appaiono ad una prima considerazione assai ampie generiche, ma il rffotno con le voci della tabella precedente mostra che gli aspetti ambientali sono stati considerati con la dbita concretezza, e che in questa lettura socioeconomica , riguardano piuttosto una cultura del teriotrio, come bene prezioso e delicato che ancore deve essere diffusa attraverso l’azione del Paino e le esperienze dell quotidianità. in questo senso meritano il punteggio assegnato.

14.3. VALUTAZIONE DI COERENZA INTERNA AI FINI DELLA DI SOSTENIBILITÀ

14.3.1. VALUTAZIONE DELLA COERENZA INTERNA AZIONI DI PIANO.

Per evidenziare la verifica di coerenza interna delle Azioni di Piano rispetto agli obiettivi del PATI occorre proseguire con la procedura applicata e constatare che le citate. Le Valutazioni “intrinseche e di coerenza esterna” e le loro Matrici/Tabelle in FASE 1. sono state anteposte per logica, ma vengono anche messe in diretta correlazione, con quelle riportate Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 304 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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successivamente, in FASE 2 ed inerenti la “coerenza interna” del progetto del PATI, che assumono, come già esplicitato carattere eminentemente qualitativo.

FASE 2 ‐ VERIFICA DELLA COERENZA INTERNA DEL PATI‐ TABELLE B Espressione qualitativa delle valutazioni VAS sulle azioni del PATI e loro coerenza

Anche queste Matrici/Tabelle B esaminano dettagliatamente, azione per Azione, la coerenza di ciascuna di esse con i profili ambientali analizzati: a) determinante per determinante; b) con la stessa lista delle Azioni della valutazione esterna/intrinseca e riportando il voto medio della valutazione esterna per le debite correlazioni; c) impatto per impatto secondo ognuno dei iparagrafi settoriali del Rapporto ambientale; d) avanzando considerazioni sulla resilienza del territorio a quelle sollecitazioni e sulla opportunità/ necessità di monitoraggio, da inserire nel Piano apposito. costituente Allegato alla VAS adottato, ora in itinere

Quindi con questo procedimento ciascun Obiettivo/Azione del PATI passa analiticamente al vaglio come “trama”(righe) attraverso l’“ordito" colonne) delle questioni rilevanti ai fini della presente VAS :

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SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE / ‐ SOSTENIBILITA’ SOCIOECONOMICA

SISTEMA AMBIENTALE 01 ‐ Aspetti Culturali 02 ‐ SIC IT3270017 03 ‐ ARIA Clima 04 ‐ ARIA Inquinanti 05 ‐ ACQUE Superficiali 06 ‐ ACQUE Sotterranee 07‐ SUOLO Geologia 08 ‐ SOPRASSUOLO ‐ Territorio agricolo 09 ‐ SOPRASSUOLO ‐ Paesaggio agrario 10 ‐ RIFIUTI 11 ‐ AGENTI FISICI 12 ‐ ENERGIA SISTEMA INSEDIATIVO 13 ‐ BENI CULTURALI 14 ‐ INSEDIAMENTI 15 ‐ INSEDIAMENTI IPRODUTTIVI 16 ‐ VIABILITA 17 ‐ Slow Mobility ( percorsi escursionistici e simili) SITEMA SERVIZI 19 ‐ ISTRUZIONE 20 ‐ TURSIMO 21 ‐ SERVIZI

Le azioni si suddividono, come già detto in due grandi settori: B1‐ Sostenibilità Ambientale e B2 Sostenibilità Socio‐ e conomica. ed i livelli di coerenza si sono espressi confrontando tra loro ad ogni passo : a‐ Azioni /Obiettivi di Piano: b‐ Sostenibilità agli impatti stimati riferita Stato dell’Ambiente I giudizi di coerenza interna sono sinteticamente espressi come segue: ● Coerenza alta ● Coerenza media ● Coerenza bassa O Accertamento della compatibilità ● Indifferente Così facendo si sono ottenuti cumulativamente n.735 giudizi puntuali di coerenza quanto a Sostenibilità Ambientake e n.945 giudizi puntuali di coerenza di Sostenibilità Socio‐economica. E’ poi di tutta evidenza che le Matrici/Tabelle per la loro impostazione grafica sono sinottiche così che permettono facilmente di individuare temi o campi o settori con diversi gradi di coerenza, dai più elevati a quelli di grado meno elevato.

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Quindi la mappa di sintesi delle coerenze interne, in tanta complessità esce immediata dalla rappresentazione cromatica d’insieme delle Matrici/ Tabelle. Matrici /Tabelle che per questo sono consultabili senza difficoltà anche dai non addetti ai lavori, soddisfacendo il requisito dell’accesso di tutti alle informazioni ambientali, anche quelle di maggiore complessità. Pertanto questa procedura si può classificare tra quelle planner‐friendly e citizen‐ friendly , secondo lo spirito delle concertazione e partecipazione previsto in ordinamento.

Ovviamente tutte le quattro Matrici/Tabelle A e B in discussione, proprio per la loro diversificazione e complementarietà concorrono insieme ed in modo non scindibile a determinare, passo dopo passo, la Valutazione finale di Sostenibilità del Piano. Valutazione che è necessariamente ricapitolativa di una grande complessità di fenomeni e sintetica ed il carattere olistico necessario per determinare il giudizio finale di sostenibilità , come peraltro si è fatto, in questo caso come in altri casi precedenti , assunti come riferimento.

14.3.2. TABELLE B DI VERIFICA DELLA COERENZA INTERNA AZIONI DI PIANO/OBIETTIVI – VALUTAZIONE QUALITATIVA (ALLEGATO1) Si rimanda alla Tabelle B1‐e B2 di cui all’Allegato 1 ‐ Tabelle di verifica della coerenza interna azioni di piano/obiettivi: sostenibilità ambientale, sociale, economica ‐ Scenario 1‐ PATI adottato – Valutazione qualitativa

14.3.3. ESITO DELLA VALUTAZIONE DI COERENZA INTERNA AMBIENTALE TABELLA B1 Per la Valutazione di coerenza di sostenibilità del PATI di Barbarano Vicentino e di Mossano , che ha carattere qualitativo in armonia con l’ ordinamento regionale, si procede  alla valutazione del Progetto di PATI a mezzo della prima matrice multicriteriale elaborata per confrontare tutte le azioni e le strategie previste dal Piano con gli obiettivi di Sostenibilità Ambientale;  alla valutazione della seconda matrice multicriteriale intesa a confrontare tutte le azioni e le strategie previste dal Piano con gli obiettivi di Sostenibilità Sociale ed Economica ;

Le Tabelle B1‐e B2che seguono a fine paragrafo, servono a valutare la Coerenza Ambientale delle Strategie delle Azioni del PATI con gli Obiettivi di Piano è di intuitiva comprensione per rappresentare, anche con i colori, le singole valutazioni. Essa dimostra che la diffusa sensibilità ecologica che contraddistingua l’impostazione e la stesura del PAT, trova ricorrenti forme di coerenza in più ambiti significativi. Alcune di queste coerenze sono dirette ed intuibili, altre considerano che in un contesto riqualificato dal punto di vista ambientale e paesaggistico, la comunità può trarre benefici indiretti anche di carattere culturale, identitario e della qualità del vivere, che meritano di essere conseguiti contestualmente e costituiscono una importante prospettiva di sviluppo del territorio del PATI e dei suoi insediamenti, in armonia con il contesto ambientale. La valutazione di Coerenza Ambientale è risultata pertanto, ampiamente positiva.

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14.3.4. ESITO DELLA VALUTAZIONE DI COERENZA INTARNA SOCIALE ED ECONOMICA ‐ TABELLA B2 La Tabella B2 successiva, anch’essa a fine paragrafo, che svolge la valutazione della Coerenza Sociale ed Economica delle Strategie delle Azioni del PATI con gli Obiettivi di Piano, dimostra che è reale ed immediatamente praticabile la previsione di uno sviluppo moderato, ben radicato nel contesto socio‐ economico e nelle esperienze degli ultimi anni.

Il settore produttivo ed occupazionale ha già superato la crisi di trasformazione successiva alla prima fase di modernizzazione agro‐industriale legata alla filiera alimentare e si appoggia stabilmente su un’agricoltura già modernizzata da convertire maggiormente alla sensibilità ecologica ed alla manutenzione del territorio. Questa realtà e la diffusa modernità dell’industrializzazione affermatasi in queste zona abbastanza di recente, consentono di delineare una situazione moderatamente anticiclica, che mitiga localmente gli effetti della crisi economica generale.

Il recepimento della Zona SIC è anche una occasione per stimolare questo processo in avvio e sostenere le prospettive per un ulteriore moderato sviluppo turistico‐ricettivo: prospettive che sono del tutto plausibili e coerenti con la recente politica imperniata sul programma della slow mobility e che ha molti risvolti, tra effettivi e potenziali, nella mobilitazione diffusa delle risorse umane locali, sia professionali, sia del volontariato o del tempo disponibile per finalità sociali. Va infine rilevato che solo attraverso impulsi concreti e realistici al settore agricolo, produttivo artigianale/industriale e turistico come quelli in previsione si può pensare ad un miglioramento contestuale e conseguente anche della dotazione dei servizi e dell’istruzione. La valutazione di coerenza per la sostenibilità Sociale ed Economica è pertanto, ampiamente positiva. Si può quindi concludere che la valutazione di coerenza ai fini della sostenibilità è soddisfata complessivamente su entrambi i profili.

14.4. VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ DELLE AZIONI DI PIANO –TABELLE C E RELATIVE SCHEDE DETTAGLIATE

14.4.1. TABELLE DI VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ DELLE AZIONI DI PIANO (ALLEGATO 2) Si rimanda alle Tabelle di cui all’Allegato 2 – Tabelle finali C1 e C2 – Scenario 1

14.4.2. SCHEDE DETTAGLIATE ALLEGATE ALLA TABELLA DI VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ DELLE AZIONI DI PIANO (ALLEGATO 3) Si rimanda alle Tabelle di cui all’Allegato 3 – Schede dettagliate.

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14.4.3. TABELLE DI VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ DELLE AZIONI DI PIANO (ALLEGATO 4) Si rimanda alle Tabelle di cui all’Allegato 4 – Tabelle finali C3 e C4 – Scenario 2

14.4.4. VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ DELLE AZIONI DI PIANO –TABELLA C

La Tabelle C di Valutazione della Sostenibilità delle Azioni di Piano riprendono le Liste delle Azioni di Piano per le Tabelle di Valutazione Intrinseca ed Esterna del PATI e quelle di Valutazione della Coerenza Interna, alle quali si aggiungono e si integrano definitivamente per giungere alle conclusioni sulla Valutazione strategica di sostenibilità.ambientale.

Righe delle Tabelle C. Il valutatore ha in questo caso mantenuto per omogeneità ed ordine, invariato, il contenuto delle righe enunciato per le singole azioni di Piano ed ha ritenuto di riprendere verbatim le tematiche su sui sviluppare la sistematica verifica.

Colonne delle Tabelle C Di conseguenza per formare le due nuove matrici di valutazione sistematica generale, l’architettura delle Tabelle riporta ora nelle colonne della parte a sinistra le seguenti classi tematiche oggetto di verifica.

POPOLAZIONE SALUTE UMANA 3.1 SIC IT 2120037 COLLI BERICI 3.2 RETE NATURA, FLORA, FAUNA 4.1 SUOLO Territorio Agricolo 4.2 SUOLO Geologia 5.1 ACQUE Superficiali 5.2 ACQUE Sotterranee 6.1 ARIA ‐Clima 6.2 ARIA Inquinanti 7.0 RUMORE e Clima Acustico 9.0 RIFIUTI 10.0 ENERGIA 11.0 BENI CULTURALI, PAESAGGIO 12.0 INSEDIAMENTI 13.0 INSEDIAMENTI PRODUTTIVI 14.0 VIABILITA’ 15.0 SERVIZI 16‐ TURISMO O ALTRO

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Sviluppi dettagliati della Valutazione di Sostenibilità ‐ SCHEDE AZIONE Successivamente e solo nei soli casi di Azioni di Piano concorrenti con altre per configurare relazioni ed interazioni di particolare complessità le Tabelle generali RIMANDANO AD UNA O PIÙ SCHEDE DI DETTAGLIO periferie ad una o più Azioni (assunta/e come Determinante/i) improntate ad una analisi più ravvicinata e dettagliata, impostata sullo Schema DPSIR. Scheda Dettagliata che viene evidenziata graficamente in rosso per invitare all’ approfondimento.I risultati corrispondenti alla riga finale della Scheda dettagliata (Sintesi Valutativa Azione di Piano n. XX) sono poi riportati alla sintesi generale nella parte destra della Tabella Generale dove risultano le valutazioni successive, come segue.

D‐ AZIONE DI PIANo in Scheda dettagliata ( assunta come Determinante ) 1‐ IMPATTO ATTESO P PRESSIONE ATTESA S‐ STATO AMBIENTE ATTESO R‐ RESILIENZA ATTESA

EFFETTI NEGATIVI IRREVERSIBILI EFFETTI CUMULATIVI EFFETTI SINERGICI EFFETTI NEL TEMPO

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE MITIGAZIONE –COMPENSAZIONE VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ

Effetti ambientali Si affrontano e risolvono quindi in sequenza i quesiti inerenti gli effetti : Effetti Negativi Irreversibili; Effetti cumulativi; Effetti Sinergici , Effetti nel Tempo ( in questo caso distinguendo gli orizzonti temporali B= Breve; M= Medio; L= Lungo; P= permanente A questo punto è razionale introdurre la specifica Valutazione di Sostenibilità Ambientale dell’Azione in esame, tenendo conto di tutti i valori precedentemente considerati.

Mitigazione/ compensazione Occorre ancora una valutazione importante e formale sulla ne rilevanza/ necessità di provvedimenti di Mitigazione o Compensazione In Tabella il valutatore distingue tra Mitigazione Utile per i casi in cui non si riscontrino criticità in atto o attese, che è solamente consigliata e coerente con le buone pratiche progettuali architettoniche paesaggistiche e di sistemazione esterna, e Mitigazione Obbligatoria, per i casi in cui si evidenziano criticità in atto o potenziali. Viene anche prevista l’ eventualità della Compensazione, nel caso si presenti questa necessità a fronte di criticità provocate o incrementate da Azioni di Piano per le quali non sci siano reali alternative maggiormente sostenibili.

Valutazione di sostenibilità delle Azioni di Piano. Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 310 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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In finale nell’ultima colonna le tabelle riportano qualitativamente la Valutazione di Sostenibilità ______Legenda delle TABELLE Dette Tabelle, comprendo TUTTE le Azioni di Piano e rispettano la seguente Legenda

DETERMINANTE ( tipologia di azione) P = misura/e di prevenzione per conservazione della risorsa: individuazione, tutela, salvaguardia, recepimento di piani sovraordinati, eventuale contestuale valorizzazione culturale, etc.

M =misura/e di mitigazione complessa/e da precisarsi con la pianificazione operativa

S= misure di prevenzione, contenimento, contrasto di fenomeni in atto o potenziali finalizzate alla sicurezza degli insediamenti, delle infrastrutture e alla difesa del suolo

V = misura/e di valorizzazione naturalistica, ambientale, paesaggistica, culturale delle risorse, o degli assetti in essere; misura/e di miglioramento degli assetti in essere;

T= azione/i di trasformazione complesse previste dal PATI

VALORI IMPATT0 / SOSTENIBILITA’ 0 = nessun impatto / Ottima 1 = minimo; ;/Molto Buona 2 =moderato; / Buona 3 =medio; / Mediocre 4 = elevato; / Scadente 5 molto elevato……./ Cattiva (N) Valore paragone in Stato Ambiente.

NOTAZIONI EFFETTO SI NO NR= Non Rilevante SS = Scarsamente Significativo PO = Positivo NE = Negativo M/M = Mitigazione Utile /Obbligatoria C = Compensazione necessaria

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______Legenda SCHEDE

DETERMINANTE ( tipologia di azione)

P = misura/e di prevenzione per conservazione della risorsa: individuazione, tutela, salvaguardia, recepimento di piani sovraordinati, eventuale contestuale valorizzazione culturale, etc.

M =misura/e di mitigazione complessa/e da precisarsi con la pianificazione operativa

S= misure di prevenzione, contenimento, contrasto di fenomeni in atto o potenziali finalizzate alla sicurezza degli insediamenti, delle infrastrutture e alla difesa del suolo

V = misura/e di valorizzazione naturalistica, ambientale, paesaggistica, culturale delle risorse, o degli assetti in essere; misura/e di miglioramento degli assetti in essere;

T= azione/i di trasformazione complesse previste dal PATI

VALORI IMPATTO 0 = nessun impatto; 1= minimo; 2 moderato; 3 medio; 4‐elevato; 5‐ molto elevato.

VALORI PRESSIONE 0 = nessuna pressione; 1= minima; 2 moderata; 3 media; 4‐elevata; 5‐ molto elevata.

VALORI STATO AMBIENTE 0 = nessuna alterazione; 1= minima; 2 moderata; 3 media; 4‐elevata; 5‐ molto elevata PO= miglioramento della qualità ambientale

VALORI RESILIENZA stimata necessaria per recupero conseguenze impatto 0=non necessaria ; 1= minima; 2 moderata; 3 media; 4‐elevata; 5‐ molto elevata VALUTAZIONE VAS sintetica dell’Azione di Piano Ottima / Migliorativa Buona ; Sostenibile Sostenibile con mitigazioni obbligatorie Sostenibile con compensazioni Non sostenibile.

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Valori richiamati dallo Stato dell’ Ambiente (Tabelle e Schede) In alcuni casi significativi si sono riportati tra parentesi i valori ricavati dallo Stato dell’Ambiente, quando questi presentano crit6citià pregresse che vanno oltre il livello di moderata criticità e si presentano con valori mediocri, o inferiori ( nell’ eventualità di scarso, scadente, cattivo, pessimo, che tuttavia in zona non risultano realmente). E questo per dare il senso del’ eventuale miglioramento relativo o non peggioramento conseguente all’Azione di Piano. L’Interpretazione analitica e le conclusioni sinottiche finalizzate alla valutazione di sostenibilità non dovrebbero così lasciare spazio a dubbi o a spazi non adeguatamente studiati. Vale poi la serie delle azioni approfonditamente studiate con la Scheda dettagliata, che mettono in evidenza oltre che i valori particolati. anche le reciproche interrelazioni di azioni correlate tra loro per ragioni di prossimità, o di affinità.

Schemi di relazioni significative e degli effetti ambientali ( SCHEDE Dettagliate Azioni di Piano ) Nelle Schede dettagliate relativa ad una o più azioni di Piano o correlate tra loro è evidenziato il diagramma logico di tutte le interazioni significative prese in considerazione per quella Azione specifica e/ o per quelle correlate, con cui confrontarsi per una valutazione olistica degli effetti delle trasformazioni in previsione.

14.4.5. ESITO DELLA VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ DELLE AZIONI DI PIANO –TABELLA C E DELLE RELATIVE SCHEDE DETTAGLIATE Passando dall’Analisi puntuale – azione per azione‐ di sostenibilità ambientale del PATI in adozione /approvazione, ad una considerazione d insieme assai più singificativa in termini strategici ai fini della sostenibilità e della VAS, si possono fare le seguenti osservazioni.

Criticità ed incognite emergenti ‐ Assetto fisico Dalla Tabella C1 risulta che nessuna grave criticità emerge dalprogetto di PATI in adozione/ approvazione. Solo un numero limitato, nel totale delle n.89 Azioni di Piano rilevanti, presenta medie criticità o pone incognite che solo uno sviluppo dettagliato e di carattere operativo può chiarire definitivamente. In particolare alcune hanno criticità media e carattere prettamente idrogeologico e riguardano le seguenti Azioni di Piano: AdP n.10‐ Accertamento della compatibilità interventi con la sicurezza idraulica; AdPn. 11‐ Definizione dei gradi di penalità geotecnica a fini edificatori; ma si tratta di Azioni che non destano particolari preoccupazioni in quanto da sempre nel Basso Vicentino le trasformazioni del territorio devono affrontare aree a deflusso difficoltoso o idonee e a condizonee tutti gli operatori ed Enti ne hanno esperienza consolidata. Altre Azioni di Piano pur non confingurandosi definitivamente come oggetto di criticità presentano delle incognite, in parte per l’evoluzione in corso del PAI e in parte in attesa di adempimenti in merito che i Comuni procedenti, in nchiusura del PATI, hanno preferito riservare ai rispettivi P.I.

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Le Azioni interessate sono le seguenti: AdP n.12‐ Indirizzi e divieti nelle zone sottoposte a vincolo idraulico idrogeologico etc. AdPn. 12 bis Discipline per la prevenzione degli inquinamenti del sottosuolo e delle falde . ed in questo caso anche per tutelare le acque minerali presenti i n alcuni siti. Resta infine una criticità nota e sotto controllo che riguarda i piazzali della la fabbrica Zincol. Il PATI però con l’Azione n. 28 Riassetto area produttiva Zincol interviene a ricomporre gli spazi di pertinenza, migliorando l’inserimento paesaggistico e ambientale del Bagno di Ponte di Barbarano e la funzionalità operativa industriale senza interferire con i materiali da cecenni giacenti sotto il piazzale e da tempo inertizzati. Si tratta di una obiettiva miglioria prevista in termini molto ragionevoli dal PATI.

Aspetti Socioeconomici In campo socio‐economico l’AdP n. 52 prevede Nuovi sviluppi insediativi lungo la direttrice ovest della zona commerciale per i quali si ritiene sufficiente una Mitigazione Utile (non Obbligatoria) L’ AdP n. 58 che prevede un Nuovo sviluppo insediativo produttivo verso ovest dal consolidato esistente, nel rispetto di quanto previsto dal PTCP di Vicenza , che il PATI recepisce, richiede una mitigazione di tipo consistente ed obbligaotira per in corretto inserimento nel contesto. Equesto viene opportunamente evidenziato in questa sede.

In campo agricolo vi sono incongite sulgi effetti dell’AdP n.69 ‐Favorire i miglioramenti fondiari nel territorio rurale (art. 22.2.7 NT), posto che nel Veneto le esperienze recenti sia in pianura che in collina hanno mostrato serie ambiguità., e conseguenze ambientali . Quindi occore uan disamina attenta degli interventi in fase attuativa

Per quanto riguarda le attrezzature destinate al pubblico per attività sociali e culturali l’AdP n. 73 Possibilità di recupero e Riqualificazione delle ex scuole in loc. Masieralta esprime in linea di principio un valido riutilizzo della struttura ora in dismissione, che perà richiede adeguata sensibilità ed usi appropriati in relazione al contesto del SIC. Non si tratta di criticità ma di attenzione preventiva.

Le restanti azioni oggetto di attenzione che sono l’ AdP n.76 Campo service di San Giovanni in Monte e l’ AdP n. 89 Centro della cultura e spiritualità in loc. San Giovanni richiedono analoghe attenzioni per il loro dimensionamento ed inserimento nel contesto paesaggistico ambientale, che in questi siti è più sensibile che altrove.

Azioni di Piano che consentono il mantenimento dell’attuale stato dell’ambiente a fronte delle opzioni più significative del PATI. Per quanto riguarda la maggior parte delle restanti Azioni di Piano, dalle Tabelle C1‐ e C‐2 il PATI in adozione/ approvazione è d’ obbligo evidenziare ai fini valutativi:

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a) il carattere di estrema cautela nei confronti delle risorse ambientali, sia per quanto riguarda il consumo di suolo complessivo ( che resta molto moderato) e per la scelta dei siti destinati a trasformazioni, tutti marginali per il settore agricolo, tutti esterni alle aree più sensibili dal punto di viasta paesaggistico e invece utili a rimodellare le frangfe degli insediamenti; b) la gradualità nelle opzioni insediative e coerenza con le pregresse linee di sviluppo dei PRG vigenti; c) l’attenzione alle interferenze reali o potenziali, agli effetti negativi irreversibili che vongono sistematicamente prevuenut ed evitati, con la conseguenza che la necessità di mitigazioni obbligatorie è molto contenuta, mentre in alcuni casi è solo consilgiat come utile d) la considerazion, per le potenzialità di l’implementazione del Piano, delgi effetti sinergici tra Azioni convergenti in uno stesso ATO o ambito territoriale significativo oppure anche dalla collaborazione tra soggetti diversi ( pubblici, priovati etc.) , per assicurare agli interventi ammessi le necessarie risorse ed energioe.

Azioni di Piano suscettibili di miglioramento dlle condizioni ambientali attuali. Dalle tabelle C‐1 e C‐2 alcuni de valori parziali che esprimono criticità moderata mostrano anche dei valori potenziali migliorati che si stima possano essere ottonuti, nell’orizzonte temporale del PATI, come esito di una o più azioni di Piano in previsione. Questo significa per il PATI andare sisenibilmente oltre il riferimento usuale –già di per sé positivo‐ di mantenere l’attuale condizione dell’ ambiente e/ o del paesaggio soggetto a tutela, .anche dopo le trasformazioni o azioni in previsione. La Valutazione effettuata in questi casi consente di aprire anche alcune prosettive migliorative in alcuni campi o temi settoriali, ma anche influenti sullo stato generale dell’ ambiente e di segno positiovo .

14.5. VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ DELLE STRATEGIE ED AZIONI DI PIANO DEL PATI IN ADOZIONE / APPROVAZIONE

In base a quanto esplicitato nei paragrafi precedenti si può concludere, in adempimento a quanto previsto dall’ ordinamento, che il PATI deve essere valutato positivamente ai fini alla valutazione di sostenibilità ambientale della procedura VAS. Prima di giungere alla fase conclusiva , vanno esaminate con lo stesso criterio e con le stesse attenzioni anche la allegate Tabelle C3 e C4 che si riferiscono allo scenaraio di Piano alternativo denominato “Opzione Zero” il quale rispetto al PATI adottato non contiene tutti gli aggiornamenti e le armonizzazioni di carattere ambientale e scoeeconomico che qualificano il PATI adottato. Il Pati adottoato risulta quandi più avanzato soprattutto sotto il prpofilo amnietale , paesaggistico e delle tutele rispetto alla c.d. Opzione Zero e questo si può verificare dal confronto analitico delle tabelle C3 e C4 , che servono psciamente alla fase di confronto tra “regionervoli alternative” delle ozioni di piano, che si svolge al paragrofo che segue

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14.6. SCENARI E VALUTAZIONE COMPARATIVA DEL PATI

14.7. SCENARI CONSIDERATI Ai fini della VAS occorre a questo punto procedere alla valutazione comparativa del PATI in esame con altri scenari alternativi, come previsto dall’ ordinamento. Gli scenari considerati sono: 1‐ Scenario n. 1, che corrisponde al PATI in adozione delle Amministrazioni procedenti intendono adottare ed avviare all’ iter di approvazione, le cui caratteristiche sono state dettagliatamente illustrate nei capitoli che precedono della presente Relazione; 2‐ Scenario “Zero”, come convenzionalmente si indica quello in cui il territorio rimane per tutto l’arco temporale considerato nel regime e secondo le previsioni dei PRG vigenti integrato dalle disposizioni sovraordinate PTCP ; Pamob e PTRC in variante paesaggistica) intervenute. Va ricordato e sottolineato che fra gli scenari considerati ci sono molte somiglianze e poche differenze, nessuna radicale, dovute all’approccio assunto dalle Amministrazioni procedenti nel Documento Preliminare e dal progettista incaricato, che fonda sulla continuità delle tendenze di sviluppo anticicliche ancora in atto nel Basso Vicentino e nella gradualità dei procedimenti di pianificazione tutto il lavoro svolto.

14.7.1. SCENARIO N. 1 VERIFICA DI COMPATIBILITÀ CON IL PTCP APPROVATO La Relazione Tecnica di Progetto del PATI contiene un apposito capitolo relativo alla verifica di coerenza con la pianificazione sovraordinata, che sintetizza i contenuti del PTRC e del PTCP rispetto al territorio comunale di Barbarano Vicentino e Mossano. Dopo l’ approvazione del PTCP di Vicenza è stato necessario concordare con la Provincia una serie di integrazioni alla Relazione Tecnica del PATI (cap. 5) , rispetto ai contenuti del PAMoB, con la verifica di compatibilità del PATI con i contenuti del piano d’area 5.3 Piano di Area Monti Berici – P.A.MO.B 5.3.1 Elaborati P.A.M.O.B. interessanti i Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano 5.3.2 Recepimento P.A.MO.B. nel P.A.T.I. Integrato pure L’ art. Art. 9.1 ‐ Piano di Area Monti Berici vigente delle NT. FRAGILITÀ In tema di Fragilità viene recepito il Parere del Genio civile, in considerazione del parere del Consorzio Alta Pianura Veneta (prot. n. 18748 del 02.12.2011) , all’art. 19.16 ‐ Misure di salvaguardia desunte dalla Valutazione di Compatibilità idraulica e all’art. 10.1 ‐ Art. 10.1 ‐ Idrografia / fasce di rispetto delle NT. L La Valutazione di Compatibilità Idraulica in QC è stata adeguata .

Difesa del suolo

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In riscontro all’”esame preliminare” dell’U.C. Difesa del Suolo della Provincia di Vicenza dal confronto tra le tavole del PAI(e le tavole geomorfologica e idrogeologica del PATI (quadro conoscitivo) si evidenziano sensibili differenze nell'individuazione e delimitazione delle aree in frana e delle aree soggette ad esondazione o ristagno idrico indicate nel PAI come «Zone di Attenzione» di cui agli articoli 5 e 8 delle norme di attuazione. Nel territorio dei comuni di Barbarano Vicentino e Mossano non sono presenti aree già classificate secondo i noti gradi di pericolosità geologica ed idraulica del P AI (P l‐P2‐P3‐P4), ma le sopra citate differenze tra PATI e PAI si riflettono anche sulla delimitazione di aree e sulla classificazione di idoneità nella tavola delle fragilità. Di conseguenza la Tav. 1, migliorandone anche la leggibilità, inserisce le Zone di Attenzione idraulica del PAI e integrando le NTA con i relativi articoli, in particolare aggiungendo le seguenti voci:  P.A.I. – Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico del fiume Brenta – Bacchiglione – Zone di attenzione idraulica art. 9.9 (desunte da TAVV. 68 e 69 ‐ Carta della pericolosità idraulica PAI;  P.A.I. – Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico del fiume Brenta – Bacchiglione – Zone di attenzione geologica – Localizzazione dissesto franoso non delimitato art. 9.10 desunte da Carta pericolosità geologica PAI;  P.A.I. – Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico del fiume Brenta – Bacchiglione – Zone di attenzione geologica –Dissesto franoso delimitato art. 9.11 desunte da Carta pericolosità geologica PAI Viene anche aggiornato lo studio geologico e idrogeologico in QC, da completare dopo la redazione dell’adeguamento al PAI in corso di redazione.

Cave e aree degradate per presenza storica di rifiuti In collaborazione con l'Ufficio Cave della Provincia si è rilevato che : ‐ in Comune di Mossano, resta una cava di calcare da taglio denominata estinta nel 1990, già coltivata secondo il metodo «a camere e pilastri», lasciando così delle cavità e dei pilastri di sostegno le cui condizioni statiche sono ignote, come la presenza possibile di altre cave per cui occorrono indagini. ‐in Comune di Barbarano ‐ località Monticello ‐ esiste una cava estinta sulle pendici sudorientali del Monticello definita area “non idonea” a causa dell'elevata acclività.Il Monticello è un'icona di paesaggio del PAMOB ed interventi di sistemazione sono previste entro tale ambito. E’ stato dunque redatto uno studio specifico e una ricerca sul territorio di PATI che hanno constatato la presenza di diverse cave in sotterraneo, di cui sono state stimate le relative dimensioni. Per le cave superficiali si è fatto l’aggiornamento del tematismo ed è stato verificato in sito con una descrizione di dettaglio riportata nella Relazione geologica. Il PTCP segnala a Mossano un sito in cui, precedentemente all’entrata in vigore della normativa sui rifiuti (DPR 915/82) venivano depositati e sono ancora presenti rifiuti. (Aree degradate per presenza storica di rifiuti, tav. 2, art. 12 Norme). L’area è situata nell’ambito di una cava estinta nella parte nord del territorio comunale di Mossano.

Acque Ai sensi dell’art. 10 delle Norme del PTCP il Comune deve verificare e curare l’assetto della rete idraulica minore, allo scopo di provvedere alla predisposizione a livello intercomunale,

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in forma organica e integrata, di apposite analisi e previsioni, raccolte in un documento denominato “Piano delle Acque” d’intesa con i Consorzi di bonifica, il Genio Civile, le altre autorità competenti in materia idraulica e la Provincia, quale strumento a livello comunale di verifica e pianificazione della rete idraulica locale e di convogliamento delle acque meteoriche. Questa dispositivo è recepito all’art. 10.1 delle NT del PATI.

SISTEMA AGROFORESTALE Aree rurali Rilevato che i comuni di Barbarano e Mossano ricadono completamente in aree classificate come “aree di agricoltura mista a naturalità diffusa “ e come “aree ad elevata utilizzazione agricola (terre fertili)”, sulla base delle analisi agronomiche svolte viene inserita la nuova perimetrazione delle aree agricole ai sensi delle Norme del PTCP, predisponendo apposita disciplina. nelle NT al Par.22.2.6 ‐ Tutela ambientale in base allo lo Studio Agronomico aggiornato inserito nel QC.

Zone agricole di particolare pregio (art. 55) Il PTCP segnala la presenza a di terrazzamenti; ulivi e ciliegi; prati umidi, marcite e piantate; prati stabili e prevede (art. 55 Norme) che i Comuni, devono limitare la perdita di superficie prativa dovuta allo sviluppo urbanistico all’estensione dei seminativi e all’avanzamento delle aree boschive, con adeguate misure . Queste misure sono ora recepite in Tav. 2 e con la Relazione Agronomia integrata.

PREVENZIONE INQUINAMENTO Il PTCP nel titolo IV delle Norme per la tutela dall’inquinamento acustico, dalle emissioni luminose, dai campi elettromagnetici, dal radon ed in generale per le risorse aria, acqua, suolo, e per le risorse energetiche dà norme ora recepite nelle NT del PATI all’art. 20.8 – Prevenzione

RISCHIO INCIDENTE RILEVANTE Non sono individuate nel territorio PATI o in aree confinanti, aziende che rientrano nel campo di applicazione degli artt. 6 e 8 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 s.m.i. Da apposita verifica sul PTCP di Padova non risultano siti R.I.R . neanche nel Comune contermine di Rovolon ( PD)

VINCOLI I vincoli riportati nella tav. 1 del PTCP risultano ora dettagliati nella tav. 1 del PATI dove la perimetrazione paesaggistica “Vincolo località San Pancrazio” (ex L. 1497/39), viene opportunamente integrata e inserita , come gli altri vincoli, nel Quadro Conoscitivo e riportate nel Piano degli Interventi.

Rete Natura 2000 Il territorio del PATI è interessato dal sito della Rete Natura 2000, SIC IT3220037 COLLI BERICI. Ai sensi della DGR n. 791 del 31/03/2009 la Commissione regionale VAS si esprime anche sulla VINCA, pertanto si demanda al provvedimento con il quale la Commissione Regionale VAS esprimerà il proprio parere ai sensi della DGR n. 3262 del 24.10.2006.

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Piani d’Area La segnalazione che devono essere sviluppate le direttive e in particolare richiamate le prescrizioni contenute nelle Norme del PAMOB (es. Bagno Termale) viene recepita in Relazione Tecnica e nelle NT del PATI RISORSE NATURALI Ambiti naturalistici di livello regionale (rif: art. 19 PTRC; TAV. 1.2 PTCP) La tav. 1.2 del PTCP riporta gli Ambiti naturalistici di livello regionale individuati dal PTRC vigente all’art. 19. I Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano sono è interessati dall’Ambito dei Monti Berici.

CORRIDOI ECOLOGICI Sono rese più leggibili le grafie relative alla rete ecologica, in particolare risulta più evidente la distinzione tra aree nucleo e buffer zones

BENI CULTURALI

Ville Venete di Interesse provinciale Il PTCP individua alla tav. 5 le Ville Venete, tutelate o meno ai sensi del D.Lgs 42/2004, risultanti dal catalogo “La Provincia di Vicenza”, pubblicato dall’Istituto Regionale per le Ville Venete, riconoscendo a tutte un interesse provinciale integrata da apposita e specifica normativa di recupero, valorizzazione e tutela, diversificandola in funzione delle loro caratteristiche peculiari e del valore documentale . Con riferimento alle risorse culturali il PTCP individua nel proprio territorio: Queste prescrizioni sono ora Rrecepite nelle Tavv. 1, 2 e 4, artt. 15.1, 15.2 delle NT e integrato l’art. 15 delle NT descrivendo nel dettaglio i beni in oggetto e la relativa disciplina

Contesti figurativi Il Comune di Mossano con nota prot. n. 1757 del 01/06/2012 ha avanzato alla Provincia una proposta di modifica dei contesti figurativi delle ville venete, presentando un apposito studio specifico mediante il quale intendeva “meglio precisare i perimetri e proporre parziali deroghe relativamente ai contesti figurativi”, conformemente a quanto disposto dalla DGR 708 del 02/05/2012. Rispetto a tale richiesta,con la Provincia si è convenuto quanto segue.

1. Proposte di modifica al contesto figurativo di Villa Bertoli, Carampin, Martini a Ponte di Mossano 1.1 modifica normativa riguardante l'attività edificatoria prevista dalla normativa del PATI relativa ad alcuni ambiti di edificazione diffusa individuati all'interno del contesto figurativo, con l'obbligo di disporre nel PI una specifica disciplina orientata alla definizione di tipologie compatibili con il contesto. 1.2 modifica relativa alla previsione di uno sviluppo insediativo residenziale a Sud del consolidato residenziale esistente con l'introduzione in normativa dell'obbligo di realizzazione, lungo tutto il margine di una mitigazione visiva costituita da una quinta arborea d'alto fusto.

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1.3 modifica relativa alla previsione di un area a destinazione servizi gioco sport, in frazione Ponte di Mossano a Ovest della S.P. Riviera Berica.

2. Proposte di modifica al contesto figurativo di Villa Fanton, De Guio, Baretta detta “Giulia” 2.1 modifica normativa riguardante l'attività edificatoria prevista dalla normativa del PATI relativa ad alcuni ambiti di edificazione diffusa individuati all'interno del contesto figurativo. Per gli ambiti di nuovo inserimento (Nord via Barre e via Calbin) si ritengono incompatibili interventi di nuova edificazione e ammissibili i soli ampliamenti degli edifici esistenti e gli ambiti di edificazione diffusa già individuati come zone E4.

3.Proposte di modifica al contesto figurativo di Villa Pigafetta, Camerini a Montruglio 3.1 modifica normativa riguardante l'attività edificatoria prevista dalla normativa del PATI relativa ad alcuni ambiti di edificazione diffusa individuati all'interno del contesto figurativo. 3.2 Possibilità di realizzare un edificio agricolo uso stalla nell'ambito del contesto figurativo nel rispetto del paesaggio in sede di P.I., ma va definita una specifica disciplina relativa al contesto paesaggistico e alle mitigazioni visive degli interventi mediante piantumazioni. 3.3 Modifica riguardante la riqualificazione paesaggistica del fronte Ovest del Consolidato produttivo a Sud di via Montruglio con contestuale ampliamento per la profondità di circa 100 m (in luogo dei 160 m previsti). Si prescrive che l'attuazione delle opere di urbanizzazione sia subordinata alla creazione di una fascia boscata di adeguata profondità lungo tutto il lato Ovest della 3.4 Individuazione di una zona a servizi di progetto denominata “Valorizzazione a funzioni sport all'aria aperta dell'area di villa Montruglio” dove La tutela dei contesti figurativi deve accompagnarsi ad obiettivi sostenibili di valorizzazione economica e sociale, oltre che culturale, del patrimonio costituito dal paesaggio delle ville venete.

Di conseguenza contesti figurativi e/o pertinenze scoperte da tutelare per le Ville venete, come sopra richiamati, vengono indicate nella Tavola‐4 del PATI le Pertinenze scoperte da tutelare ‐ parchi, giardini storici in recepimento della Tav. 5.1.B del PTCP.

CENTRI STORICI Si rileva che il PATI, rispetto al PTCP e all’Atlante regionale dei centri storici, non ha effettuato la perimetrazione del centro storico in località Ponte di Barbarano. Viene chiarita la motivazione di tale difformità integrando l’art.9.8 delle NT e la Relazione Tecnica con un nuovo par. 6.8.3 specificando che il PATI non ha indicato il centro storico di Ponte Barbarano, diversamente dal P.T.C.P. di Vicenza e dall’Atlante dei centri storici, in quanto conferma e recepisce il PRG vigente e perché non ci sono i presupposti e le caratteristiche necessarie.

SISTEMA DEI GRANDI ALBERI L’allegato “C” alle Norme del PTCP “Sistema dei Grandi Alberi” la Provincia segnala la presenza di: - Ippocastano ‐ Villa Godi‐Marinoni, in Comune di Barbarano Vicentino Vicentino Vicentino - Ciliegio Selvatico, località San Giovanni in Monte, in Comune di Mossano

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Ai sensi dell’art. 57 delle Norme i Comuni devono dettare misure specifiche per la tutela e la conservazione dei grandi alberi (allegato C), vietando tutti gli interventi che possano comprometterne l’integrità. Ora Il PATI in versione integrata recepisce le direttive riportando tali elementi tra le Invarianti di natura ambientale‐paesaggistica (tav. 2), con specifica disciplina all’art. 14.8 delle NT.

ATLANTE DEL PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO, ARCHEOLOGICO PROVINCIALE Per l’Atlante ricognitivo degli ambiti di paesaggio del nuovo PTRC, i Comuni di Barbarano Vic. e Mossano ricadono negli Ambiti di Paesaggio n. 17 ‐ Gruppo collinare dei Berici e n. 29 ‐ Pianura tra Padova e Vicenza. L’allegato D alle Norme del PTCP, riporta i beni paesaggistici e culturali, individuando puntualmente sia gli elementi già soggetti a tutela mediante gli articoli 10 (ex L. 1089/1939), 136 (ex L. 1497/1939) e 142 (ex L. 431/1985) del D. Lgs. N. 42/2004. Relativamente a essi il PATI recepisce in cartografia (Tavv.2 e 4) e norma  I manufatti di archeologia industriale (art. 15.4);  i Siti a rischio archeologico, ( art. 15.6);  le linee ferroviarie storiche, sono recepite come principali percorsi pedonali e ciclabili n. 7 e 8 e viene integrato l’art. 21.2 ‐ Principali percorsi pedonali e ciclabili;  in Tav. 4 sono indicati pertinenze scoperte da tutelare – parchi, giardini storici in recepimento alla tav. 5.1.B PTCP e Allegato D e integrate norme all’art. 15.2;  idem per le ville già recepite dal PATI alle Tavv. 2 e 4, artt. 15.1 e 15.2;

SISTEMA INFRASTRUTTURALE E DELLE RETI DI COMUNICAZIONE Il sistema della mobilità Premesso che previsioni infrastrutturali del PAT di interesse provinciale, dovranno essere concordate con l’Amministrazione Provinciale, si conviene che: ‐ 1) i due sedimi ciclabili dell'ex ferrovia Ostiglia/Treviso e dell'ex ferrovia della Riviera Berica (quest'ultima già in esercizio) vadano mantenuti distinti lungo tutta l'area che interessa le due stazioni e le relative pertinenze (anche l'edificio prossimo alla SP) e sino all'intersezione con la SP Dorsale dei Berici, in ragione del fatto che entrambe le aree di pertinenza assumono valore strategico. Lo snodo viario è critico ed in mancanza di tutto ciò è opportuno mantenere vincolati entrambi i sedimi e relative pertinenze a pista ciclabile. ‐ 2) manca la variante al tratto terminale della SP Berico Euganea prima dell'immissione nella SP 247 Riviera Berica, i cui lavori sono attualmente in corso e per la quale sono state individuate solamente le rotatorie previste alle due estremità. Di conseguenze è adeguata la tav. 4 opportunamente.

INSEDIAMENTI PRODUTTIVI E DEL TURISMO Insediamenti produttivi La normativa del PATI viene integrata per la verifica delle condizioni e lo sviluppo della disciplina urbanistica di sviluppo e riqualificazione previste dall’art. 67 delle Norme del PTCP. La realizzazione degli interventi di ampliamento e di espansione produttiva deve essere assoggettata a particolari prescrizioni finalizzate a migliorare l’inserimento degli interventi stessi nel contesto edificato ed ambientale. In particolare, devono sempre essere garantiti

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adeguati spazi di filtro tra attività produttive e insediamenti residenziali e vanno evitati interventi che ne comportino la frammistione. L’ artt. 19.4 delle NT del PATI recepisce detta disciplina.

Commercio ‐ Grandi strutture di Vendita In risposta alla Provincia é considerato quanto previsto dall’art. 77 delle Norme del PTCP e dalla nuova LR 50/2012, vengono aggiornate le NT con un ulteriore articolo 19.4.1 ‐Grandi strutture di vendita e parchi commerciali e integrati le funzioni attribuite per le ATO R2 e ATO P1 nella Relazione di progetto.

PIANIFICAZIONE COORDINATA Le previsioni del PTCP che individua il PATI tematico come strumento di coordinamento per i Territori della Vadastico Sud per la Multifunzionalità della Terra Berica, al momento non produce alcuna richiesta di adeguamento da parte della Provincia. Si può plausibilmente immaginare che si terrà conto delle elaborazioni già eseguite e concordate nel presente PATI,

CONSIDERAZIONI E VALUTAZIONI

INDIVIDUAZIONE DELLE LINEE DI SVILUPPO DEGLI INSEDIAMENTI Coerentemente al PTCP, le trasformazioni urbanistiche del PATI privilegiano interventi di recupero e di trasformazione dell’esistente, di riqualificazione delle aree degradate, con utilizzazione delle aree extraurbane solo quando non esistano alternative garantendo la massima compatibilità ambientale ed il rispetto della normativa di prevenzione dei danni da campi elettromagnetici degli elettrodotti .

EDIFICAZIONE DIFFUSA Nel territorio agricolo il tema dell’edificazione diffusa individua alcuni nuclei residenziali in zona agricola la cui rappresentazione, non ha valore conformativo delle destinazioni urbanistiche dei suoli, che sono demandate al PI, né riconosce diritti edificatori. Si tratta di ambiti che necessitano di azioni di recupero e razionalizzazione, con gli obiettivi di contenimento e riqualificazione (LR 11/2004) da precisare in PI in coerenza con la presente Valutazione Ambientale Strategica. In fatti le NT del PATI all’art. 19.2 stabiliscono che l’individuazione degli ambiti di edificazione diffusa del PATI ha esclusivamente valore ricognitivo‐strategico. L’edificazione diffusa di via Ca Bologna, viene ridefinita ricalcando il perimetro della ZTO E4 del vigente PRG e ampliandola a ovest inglobando gli edifici limitrofi esistenti. AREE DI URBANIZZAZIONE CONSOLIDATA Con riferimento all’art. Art. 19.1 di concerto con la Provincia le aree di urbanizzazione consolidata sono individuate in corrispondenza alle ZTO del PRG come segue:  z.t.o. A, B, C1, D (di completamento);  z.t.o. F di non rilevanza territoriale (attuate o in fase di attuazione);  zone di espansione con SUA approvato e convenzionato nel rispetto delle Norme Tecniche del PATI.

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Viene poi integrato l’art. 19.1 – Aree di urbanizzazione consolidata inserendo come richiesto che si possa procedere alla revisione della zonizzazione di “completamento”, utilizzando i servizi di rete e le opere di urbanizzazione primaria esistenti. Come proposto dalla CTI si prevede che la flessibilità in oggetto per le aree di urbanizzazione consolidata sia estesa anche per le edificazioni diffuse, viene analogamente integrato l’art. 19.2 – Edificazioni

DISCIPLINA DELLO SPORTELLO UNICO PER LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE Considerato che la nuova LR 55/2012 ha profondamente innovato la materia relativa alle procedure urbanistiche semplificate di Sportello Unico per le Attività Produttive, si è convenuto con la Provincia di aggiornare l’Art. 19.12 delle Norme Tecniche del PATI. Vengono inoltre indicate le aziende già assoggettate a procedura di Sportello Unico.

AREE A STANDARD La dotazione delle aree a servizi del PAT è definita dall’art. 31 della LR 11/2004 ed in Tav. 4 sono individuate le sole aree a servizi “F” già in proprietà o in uso del Comune. Eventuali previsioni di nuove aree o ampliamenti delle esistenti, sono individuate con puntuale simbologia secondo quanto prevedono gli atti di indirizzo regionali, DGR n. 3178/2004 e s.m.i. Si è adeguata la Tavola 4 e specificato nel relativo art. 19.6 delle NT del PATI che si rappresentano: a) con campitura azzurra le zone a servizi attuate, in proprietà o in uso del Comune; b) con il solo simbolo F le zone a servizi non attuate, non in proprietà o non in uso del Comune. Si specifica poi che in Tav. 4 per i Servizi ed attrezzature di interesse comune esistenti, art. 19.6 delle NT, viene mantenuta l’indicazione con il simbolo, ma stralciata la campitura relativa.

NORME TECNICHE Sono state adeguate come richiesto dalla Provincia le Norme Tecniche spostando i capitoli Obiettivi locali e Funzioni attribuite di ciascuna ATO nella Relazione di progetto specificando che sono indirizzi al PI Considerato quanto previsto dall’art. 77 delle Norme del PTCP e dalla nuova LR 50/2012, si è recepito quanto richiesto nelle NT con un ulteriore articolo 19.4.1 ‐Grandi strutture di vendita e parchi commerciali e integrati le funzioni attribuite per le ATO R2 e ATO P1 nella Relazione di progetto. Vengono aggiornate nelle NT le Tabelle del dimensionamento relative al produttivo artigianale‐indusriale e precisamente per le ATO R.2, P.1, P.2 per Barbarano Vic. e ATO P.3 per Mossano, distinguendo il carico aggiuntivo tra Industriale – Artigianato (70%) e Commerciale – Direzionale (30%) e aggiornati gli standard relativi. Vengono conseguentemente adeguate anche le Tabelle riepilogative di cui all’art. 27 delle NT. Vengono infine aggiornati i riferimenti legislativi o integrati i come richiesto gli articoli delle NT. Art. 10.4 e Art. 20.3 .

PIANIFICAZIONE DI LIVELLO SUPERIORE Il PATI ha ora proceduto all’adeguamento al nuovo PTCP approvato.

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Per questa finalità ha quindi prodotto le seguenti elaborazioni integrative rispetto alla prima redazione Classificazione agronomica dei suoli Redatto come richiesto l’elaborato Classificazione agronomica dei suoli e inserito in QC con metodo Land Capability Classification, come previsto dal tema c0510 Classificazione agronomica dei suoli dell’Atto di indirizzo LR n. 11/2004, lettera a) – sezione terza. Paesaggio ‐Componenti storiche del paesaggio rurale e di relazione con il settore produttivo La Relazione Agronomica è stata aggiornata descrivendo le componenti storiche del paesaggio, desunte, in quanto già presenti, nella Relazione Tecnica del PATI ai capitoli: - 6.8 Sistema insediativo e cenni storici; - 6.9 Sistema storico e architettonico monumentale; ed in particolare per gli elementi: zona dei mulini, Grotta di San Bernardino e altri siti e sentieri, ai seguenti sottocapitoli: - 6.8.2 Sistema insediativo e cenni storici per Mossano - 6.9.2.3.4 La Valle dei Mulini - 6.9.2.3.3 La grotta di S. Bernardino - 6.6 Sistema dei percorsi di interesse storico e naturalistico – ambientale

ECONOMIA E SOCIETÀ ‐ SAU Le Amministrazioni procedenti hanno deciso di non utilizzare l’ aumento della Superficie Agricola Trasformabile eventualmente consentito dalla normativa vigente, e pertanto non viene redatto l’adeguamento relativo

ELEMENTI PRODUTTIVI STRUTTURALI Allevamenti. Il PATI ha aggiornato la Tavola 1 inserendo gli allevamenti più consistenti e in legenda risulta stralciata la denominazione intensivi e adeguato conseguentemente anche il relativo art. 10.9 delle NT Prati stabili. Il territorio comprende numerosi prati stabili. Le NTA del PATI dettano forme di tutela per tali areali, ora integrate ed implementate. Edificazione Diffusa / allevamenti La presenza di centri aziendali/allevamenti compresi in perimetri di edificazione diffusa, ha richiesto una verifica . In particolare:  Allevamento 10 a Barbarano: dentro un perimetro di edificazione diffusa ma classificato da trasferire/bloccare.  Allevamento a Mossano presso Fontanella/Fondi Polesine dentro un perimetro di edificazione diffusa  Allevamento a Barbarano (vicino al n.10) dentro un perimetro di edificazione diffusa. Di conseguenza ora nella tavola 4 del PATI dai perimetri delle edificazioni diffuse sono stati escluse le aziende agricole e gli allevamenti, tranne quelli indicati come Azioni di riqualificazione e/o riconversione di cui all’art.10 delle NT in quanto in caso di riconoscimento di credito edilizio , questo in sede di PI può essere speso anche in loco, dentro l’edificazione diffusa. Le NTA inseriscono precisi riferimenti ad accordi tra pubblico‐privato ed alla possibilità di forme di mitigazione ed adeguamento degli impianti e viene aggiornato l’art. 19.5.10 – Allevamenti da trasferire/bloccare/eliminare oggetto di riqualificazione ambientale

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In conclusione tutti questi aspetti articolatamente descritti e concordati con la Provincia i sede di copianificazione connotano e distinguono il PATI da adottare. che in questa redazione implementata ed integrata è già adeguata al PTCP approvato. Questo dunque è lo Scenario 1 da avviare alla valutazione comparativa. 14.7.2. SCENARIO “ OPZIONE ZERO” Come già anticipato in premessa il PATI in versione Scenario “Zero” – ovvero costtituito dai due PRG vigenti e dei provvedimenti intervenuti dalla pianificazione sovraordinata, regionale e provinciale, differisce dal precedente più sopra illustrato per diversi aspetti e particolarità effettivamente superati per un migliore bilanciamento ed adeguamento delle proapettive di tutela e di sviluppo ammissibili nel PATI dello Scenario n.1 in adozione. Quindi a differenza del PATI in adozione, il Piano Scenario”Zero”, risulta anch’esso impostato cautelativamente quanto a sviluppo fisico, demografico ed insediatvo, e anche rispettoso dei valori ambientali e paesaggistici, essendo comunque subordinato alla Pianificazione sovraordinata solo recentemente sopravvenuta, che però ha cambiato gli orizzonti di riferimento. In questa chiave vanno lette le principli e singificative differenze tra i due Scenari , che si elencano brevemente di seguito Questo scenario consente di valutare se e quanto l’ avere superato queste Strategie, Azioni di Piano, modalità di tutela e di Trasformabilità, si può considerare foriero di un effettivo miglioramento degli effetti del PATI sullo Stato dell’ Ambiente nel periodo considerato.

VERIFICA DI COMPATIBILITÀ CON IL PTCP APPROVATO La Relazione Tecnica di Progetto del PATI Scenario “Zero”, non considera tutti i disposti del Piano di Area Monti Berici – P.A.MO.B

FRAGILITÀ Vi sono valutazioni di Compatibilità idraulica che pur non influendo negativamente sula Fragilità, non sono aggiornate.

Difesa del suolo L’ individuazione e delimitazione delle aree in frana e delle aree soggette ad esondazione o ristagno idrico indicate nel PAI come «Zone di Attenzione» di cui agli articoli 5 e 8 delle Norme di Attuazione, risulta attendibile e reale ma non congruente con quella degli organi di coordinamento.

Cave e aree degradate per presenza storica di rifiuti Le cave abbandonate presenti nel territorio del PATI non sono adeguatamente considerate come criticità e geologico e come sito di discarica incontrollata.

Acque

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Uno strumento a livello intercomunale comunale di verifica e pianificazione della rete idraulica locale e di convogliamento delle acque meteoriche, come il “Piano delle Acque “ non è previsto e quindi permane l’attuale situazione. SISTEMA AGROFORESTALE Aree rurali La perimetrazione delle aree agricole non consente di individuare adeguatamente e perimetrare le “aree di agricoltura mista a naturalità diffusa “ e come “aree ad elevata utilizzazione agricola (terre fertili)”, sulla base delle analisi agronomiche svolte. Zone agricole di particolare pregio (art. 55) Per terrazzamenti; ulivi e ciliegi; prati umidi, marcite e piantate; prati stabili non sembrano adeguatamente previste misure intese a limitare la perdita di superficie prativa dovuta allo sviluppo urbanistico, all’estensione dei seminativi e all’avanzamento delle aree boschive.

PREVENZIONE INQUINAMENTO Norme dettagliate di prevenzione del PTCP non previste.

RISCHIO INCIDENTE RILEVANTE Invariato

VINCOLI “Vincolo località San Pancrazio” (ex L. 1497/39), non considerato .

Rete Natura 2000 Invariato

Piani d’Area Non considerate le Norme del PAMOB (es. Bagno Termale)

RISORSE NATURALI Ambiti naturalistici di livello regionale (rif: art. 19 PTRC; TAV. 1.2 PTCP) Non inserito l’Ambito dei Monti Berici.

CORRIDOI ECOLOGICI Invariato

BENI CULTURALI Ville Venete di Interesse provinciale Presenti e considerate con attenzione secondo un elenco non congruente con il riconoscimento a tutte di un interesse provinciale e con la apposita e specifica normativa di recupero, valorizzazione e tutela, diversificandola in funzione delle loro caratteristiche peculiari e del valore documentale Contesti figurativi Non si considera la proposta di modifica dei contesti figurativi delle ville venete conformemente a quanto disposto dalla DGR 708 del 02/05/2012. da parte del Comune di Mossano per meglio precisare i perimetri e proporre parziali deroghe relativamente ai contesti figurativi” di ,

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1. Villa Bertoli, Carampin, Martini a Ponte di Mossano 2. Villa Fanton, De Guio, Baretta detta “Giulia” 3. Villa Pigafetta, Camerini a Montruglio.

CENTRI STORICI Invariato in questo Scenario 2 il fatto che rispetto al PTCP e all’Atlante regionale dei centri storici, il PATI non perimetra un centro storico in località Ponte di Barbarano, in recepimento del il PRG vigente e perché non ci sono i presupposti e le caratteristiche necessarie.

SISTEMA DEI GRANDI ALBERI Non sono considerati a parte e tutelati in modo particolare i grandi alberi - Ippocastano ‐ Villa Godi‐Marinoni, in Comune di Barbarano Vicentino Vicentino Vicentino - Ciliegio Selvatico, località San Giovanni in Monte, in Comune di Mossano

ATLANTE DEL PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO, ARCHEOLOGICO PROVINCIALE I beni descritti con l’Atlante ricognitivo degli ambiti di paesaggio del nuovo PTRC, secondo cui i Comuni di Barbarano Vic. e Mossano ricadono negli Ambiti di Paesaggio n. 17 ‐ Gruppo collinare dei Berici e n. 29 ‐ Pianura tra Padova e Vicenza non sono considerati nello stesso modo.

IL SISTEMA DELLA MOBILITÀ 1‐ I due sedimi della Ex Frevia Grisgnano‐Ostiglia e della ex FTV non restano distinti. 2) manca la variante al tratto terminale della SP Berico Euganea prima dell'immissione nella SP 247 Riviera Berica,

INSEDIAMENTI PRODUTTIVI E DEL TURISMO Insediamenti produttivi La normativa resta quella antecedente all’ attuale art. 67 delle Norme del PTCPapprovato.

Commercio ‐ Grandi strutture di Vendita La normativa resta quella antecedente all’ attuale ’art. 77 delle Norme del PTCP e alla nuova LR 50/2012, PIANIFICAZIONE COORDINATA Invariato

INDIVIDUAZIONE DELLE LINEE DI SVILUPPO DEGLI INSEDIAMENTI Invariato .

EDIFICAZIONE DIFFUSA Nel territorio agricolo il tema dell’edificazione diffusa individua alcuni nuclei residenziali in zona agricola.

AREE DI URBANIZZAZIONE CONSOLIDATA

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Le aree di urbanizzazione consolidata sono individuate in corrispondenza alle ZTO del PRG come segue  z.t.o. A, B, C1, D (di completamento);  z.t.o. F di non rilevanza territoriale (attuate o in fase di attuazione);  zone di espansione con SUA approvato e convenzionato nel rispetto delle Norme Tecniche del PATI. DISCIPLINA DELLO SPORTELLO UNICO PER LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE Disciplina ante LR 55/2012

AREE A STANDARD Invariato

NORME TECNICHE. Variazioni di tipo formale e procedurale non rilevanti sull’ assetto del territorio.

PIANIFICAZIONE DI LIVELLO SUPERIORE Raccordo con la pianificazione sovra‐ordinata meno stringente Classificazione agronomica dei suoli con metodo liberamente scelto anziché Land Capability Classification, Paesaggio ‐Componenti storiche del paesaggio rurale e di relazione con il settore produttivo studiati con metodo liberamente scelto e non ricollegate alla relazione agronomica

ECONOMIA E SOCIETÀ ‐ SAU Invariato l’ orientamento di non utilizzare la modifica della SAU

ELEMENTI PRODUTTIVI STRUTTURALI Allevamenti. Classificati con metodo liberamente scelto Prati stabili.. Tutelati genericamente come le altre aree agricole. Edificazione Diffusa / allevamenti Nei perimetri di edificazioni diffuse sono inclusi anche aziende agricole e gli allevamenti,

In conclusione tutti questi aspetti articolatamente descritti ed evidenziati connotano e distinguono il PATI in Scenario 2 che in questa redazione matura ed avanzata non si potrebbe però considerare adeguata al PTCP approvato.

Questo dunque è lo Scenario “ Zero” da avviare alla valutazione comparativa.

14.7.3. VALUTAZIONE COMPARATIVA TRA GLI SCENARI Valutazione comparativa in Sintesi Mettendo a confronto gli Scenari: n. 1 – PATI IN ADOZIONE ed IN ESAME, con le integrazioni e gli adattamenti al PTCP di Vicenza approvato e oggetto di sottoscrizione con la Provincia ;

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n.2‐ “Opzione Zero” PIANIFICAZIONE VIGENTE (I DUE PRG INTEGRATIDA PTCP E PTRC Variante paesaggistica) risulta che ‐ pur con molte affinità, somiglianze e omologhi orientamenti di partenza, di indirizzi di strategie ed Azioni di Piano – e mantenendo lo stesso approccio pianificatorio inteso ad una evoluzione graduale, prudenziale e sensibile alla complessità della realtà territoriale in esame, il PAT in adozione, corrispondente allo SCENARIO N. 1 è sotto molti profili migliore e nettamente preferibile ai fini della sostenibilità. Infatti esso presenta: a. in generale ed in complesso valutazioni più elevate, senza nessuna penalizzazione; b. una concentrazione dei valori migliori sulle tematiche di rilevanza ambientale e dell’ inserimento ambientale di insediamenti, e delle poche opere previste. Lo SCENARIO Opzione “Zero”sconta un minore aggiornamento rispetto alla strumentazione di riferimento sovraordinata senza peraltro potere liberamente procedere negli adempimenti. in modo organico. Inoltre il procedimento di copianificazione, nonostante le sue complessità, in questo caso ha dimostrato ‐ di riuscire a trarre, dal metodo del confronto e della sussidiarietà tra Enti co‐pianificanti, reali avanzamenti, che si possono tracciare e compararee che all’ Opzione Zero invece mancano Il confronto con lo Scenario della Opzione “Zero”, per le stesse ragioni, e per intuibili arretratezze sull’ intero comparto ambientale, per le vicende dell’ iter formativo del PATI in esame risulta ormai superato anche dalla fase di transizione in cui resta vigente, e non ha più significato. ai fini della VAS. Esso risulta infatti uno strumento prevalentemente concepito in termini di edilizia ed opere e solo secondariamente in termini di tutela dei beni culturali e dell’ ambiente. In conclusione il confronto effettuato con le nuove Tabelle di Sostenibilità oltre confermare la maggiore sostenibilità e la preferenza dello Scenario 1 , conferma anche l’opportunità, ai fini della sostenibilità ambientale e socioeconomica, di ammodernare l’apparato della strumentazione in ordinamento anche nel territorio di Barbarano Vicentino e Mossano. Valutazione Comparativa in dettaglio‐ TABELLE Le conclusioni qui sopra anticipate per semplicità di esposizione si riscontrano analiticamente e dettagliatamente nelle seguenti TABELLE COMPARATIVE DI SOSTENIBILITÀ dove compaiono come già detto GLI SCENARI SIGNIFICATIVI 1 e Zero a confronto, ciascuno affrontando prima gli aspetti Ambientali e poi quelli Socioeconomici.

La Tabelle a confronto per ciascuno Scenario sono le stesse A; B, C già considerate

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14.7.4. IMPRONTA ECOLOGICA IE Ai soli fini valutativi la presente VAS ‐ su richiesta degli uffici regionali ‐ provvede qui di seguito anche al calcolo dell’Impronta Ecologica riferendola in prima battuta allo Stato di Fatto all’anno 2010 e quindi allo Stato di Previsione del PATI al 2020. Va precisato subito che questo indice IE si uniforma, come orientamento, alle pratiche tecniche e procedurali correnti, ispirate alla teorie ed alle metodiche del prof. Mathis Wackernagel, che da anni ormai hanno riconoscimento da parte di istituzioni scientifiche ed organizzazioni di livello mondiale (FAO, Banca Mondiale, etc.) e di associazioni portatrici di interessi diffusi nel settore dell’ecologia e degli equilibri territoriali (ad es. WWF) .

Ma questa adesione della presente elaborazione è necessariamente di larga massima e di carattere virtuale. Infatti non sono qui direttamente in discussione i rapporti di sostenibilità del sistema ecologico globale, né la distribuzione delle risorse ambientali tra gli abitanti dei vari Paesi del mondo, o di regioni sufficientemente ampie e significative: temi che costituiscono la naturale scala per la trattazione dell’Impronta Ecologica secondo le originarie intenzioni di Wackernagel e della sua scuola di pensiero, finalizzate a valutare gli effetti della globalizzazione e della progressiva riduzione planetaria delle risorse non rinnovabili.

Nel PATI di Barbarano e Mossano, il campo è infatti straordinariamente ristretto, limitandosi al territorio di un solo Comune e ad una popolazione di appena 6.393/ 7.303 abitanti, nell’orizzonte temporale del PATI. In questo contesto, dove i grandi numeri e le grandi classificazioni macro‐ecologiche si riducono alle dimensioni di due piccole comunità contigue dove prevale il carattere rurale, occorre superare l’attuale obiettiva difficoltà di acquisizione dei dati, non tutti disponibili, provenienti da fonti diverse e non tutte omologhe e codificate (per es. valori annui, mensili, settimanali oppure potenze energetiche espresse in valori significativi per la rete, per comune, per utenza, pro capite, in ettari equivalenti etc.) e in genere non rilevati sistematicamente a scala comunale.

Tutto questo va vagliato e reso comparabile, posto che l’IE ha valore più di confronto tra situazioni o soggetti diversi, piuttosto che essere considerato come un indicatore ecologico valido in assoluto. Infatti il valore risultante, se è negativo, come per la maggioranza delle realtà insediative dei Paesi dell’occidente industrializzato, dimostra che si è ‐ ora più, ora meno ‐ nel campo della non sostenibilità in cui si trova oggi complessivamente il pianeta, alla quale occorre porre rimedio ormai a medio termine con grandi politiche ed azioni di livello planetario, nazionale e regionale, le quali stentano a dare esiti significativi, tutti in ritardo sulla programmazione e lontani dagli obiettivi considerati urgenti.

Per un qualsiasi Comune della nostra Regione, in mancanza di uno studio sulla IE a livello regionale, come avviene altrove, questi valori sono solo orientativi e forieri, al massimo, di maggiore

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consapevolezza ambientale, amministrativa e sociale ed in questo senso forse anche utili complementi alla VAS in corso.

La procedura viene perciò adattata al caso di studio del PATI in esame e semplificata come segue: - si assume come base uno dei fogli di calcolo di tipo divulgativo‐educativo prodotti dalle associazioni ecologiste di livello nazionale / internazionale (in questo caso WWF‐Italia) e che sono concepite per calcolare l’IE individuale, sulla base di consumi statisticamente rilevati (in questo caso dati ISTAT per il Nordest) o stimati da osservazioni locali; - i consumi settimanali attendibilmente annotati su questo foglio, attraverso fattori di conversione riconosciuti a livello internazionale, riportano a superfici equivalenti (unità di superficie ‐ UdS) necessarie a sostenere la produzione agricola, energetica o alle pratiche antropiche o al riciclo/smaltimento dei rifiuti; una volta compilato, il foglio di calcolo ha il pregio di stabilire una superficie equivalente per abitante espressa in UdS, che corrisponde al suo carico individuale sull’ambiente; - si moltiplicano quindi questi valori medi stimati pro‐capite per l’entità reale (o prevista) della popolazione residente (o prevista), per ottenere il carico complessivo della comunità sul suo ambiente sempre espresso in superfici equivalenti. - si somma algebricamente a) questo peso della comunità; b) con la superficie reale di cui in complesso la comunità dispone, per rinnovare le risorse naturali di cui ha bisogno per valutare il gap esistente tra consumi e risorse e/o le sue variazioni.

Per le stime dei consumi medi e il confronto con le realtà vicine di controllo si sono presi in considerazione due studi tra quelli disponibili: a) quello per il calcolo dell’impronta ecologica del Comune di Legnago (VR) (Fonte WWF) b) quello per lo studio dell’Impronta Ecologica della Provincia di Bologna, entrambi pertinenti alla regione ISTAT del Nordest alla quale appartiene Polesella, sia in termini geografici che per tipo di consumi e di comportamenti sociali. Essenziali sono inoltre i contribuiti e gli esempi prodotti nel 2007 dal Master in Sostenibilità ambientale dell’Università IUAV di Venezia diretto dal prof. Giuseppe Longhi.

A‐ TABELLA PER IL CALCOLO DELL'IMPRONTA ECOLOGICA INDIVIDUALE PATI di BARBARANO V. e MOSSANO Q=quantità Coefficiente fc = fattore IE = Impronta mensili settimanale conversione Ecologica Q cs fc IE = Qx cs x fc (mq) Alimenti Frutta e verdura Kg 17,52 0,25 55,7143 244,02 Pane Kg 4,36 0,25 235,7143 256,92 Pasta, riso, cereali Kg. 16,00 0,25 210,0000 840,00

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Legumi kg. 0,25 685,7143 Latte, yogurt Kg 4,99 0,25 1.470,0000 1833,82 Burro, formaggi Kg 1,40 0,25 14.700,0000 5145,00 Uova N. 12 0,25 42,8571 128,57 Carne (manzo) Kg 1,14 0,25 21.428,5714 6107,14 Carne (maiale) Kg 0,51 0,25 1.122,8571 143,16 Pollame Kg 2,04 0,25 587,1429 299,44 Pesce Kg 0,50 0,25 21.428,5714 2678,57 Bevande, vino Litri 23,74 0,25 55,7143 330,63 Zucchero Kg 1,52 0,25 107,1429 40,71 Olio Kg 1,28 0,25 522,8571 167,31 Caffè, tè, cacao Litri 0,52 0,25 908,5714 118,11 TOTALE Alimenti (A) 18333,40

Trasporti e abitazione Acqua Mc 6,00 0,25 51,4286 8,48 Elettricità Kwh 0,905 0,25 55,7143 12,60 Riscaldamento Kj 4868,00 0,25 55,7143 677,99 Autobus/treno Km 2,00 0,25 4,3714 2,18 Macchina/taxi Km 7,5 0,25 21,4286 40,17 TOTALE Trasporti e abitazione (B) 0,25 741,42

Prodotti e beni di consumo Carta Kg 1,00 0,25 300,0000 75,00 Plastica Kg 0,5 0,25 300,0000 37,50 Vetro Kg 5,00 0,25 77,1429 96,42 Prod. Pulizia Kg 0,2 0,25 235,7143 11,78 TOTALE Prodotti e beni di consumo 220,70 (C)

Servizi e rifiuti Divertimento Euro 5,00 0,25 0,0171 0,0213 Rifiuti alimentari Kg 1,5 0,25 128,5714 48,21 Carta Kg 1,00 0,25 300,0000 75,00 Vetro Kg5,00 0,25 77,1429 96,42 Plastica Kg 0,25 300,0000 37,50

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Telefono Euro 10,00 0,25 0,0086 0,0215 TOTALE Servizi e rifiuti (D) 0,25 257,17

L’ impronta ecologica individuale è 19.552,69 = A + B + C + D mq

Dalla tabella A si osservi che il valore attuale dell’Impronta Ecologica individuale nel PATI di Barbarano e Mossano è di UdS 1,95, cioè quasi coincidente col valore medio mondiale che è di UdS 1,92 e inferiore (cioè migliore) rispetto ai valori risultanti, per esempio, nella vicina Legnago che riporta UdS 2,34, valore tra i più virtuosi tra quelli noti in letteratura nella zona del Nordest.

STIMA DELL'IMPRONTA ECOLOGICA PRO CAPITE PATI DI BARBARANO E MOSSANO B‐1 STATO ATTUALE ‐ ANNO 2010

Voce Terra per Terra Pascoli Foreste Terreni Mare TOT. energia arabile degradati U.d.S.

Consumi 1,8333 1,1750 000 000 0,0214 0,0230 3,0532 alimentari

Abitazioni 0,46 0,46

Trasporti 0,0741 0,0741

Altri beni 0,0220 0,0220

Servizi 0,0257 0,0257

Totale 1,9294 1,1750 000 000 0,4857 0,023 3,6346

Situazione al 2010 : ha./ab.3,6346 x ab. (4.602 Barbarano + 1.791 Mossano = 6.393)= ha. 23.234,46

L’equilibrio di sostenibilità territoriale allo Stato Attuale con una popolazione complessiva di abitanti 6.393 quale risulta dalla Relazione al Progetto, con la correzione delle nuove previsioni di sviluppo pregresse e nuove, tutte considerate dal PATI, partendo dall’impronta individuale della si calcola come la differenza tra: a) risorse territoriali reali a disposizione della comunità; b) carico complessivo della comunità sul suo ambiente sempre espresso in superfici equivalenti espresse in ettari. cosa che in genere nei Paesi del mondo occidentale industrializzato porta a valori negativi.

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La superficie di riferimento é la STC complessiva del PATI che risulta dalla somma di quelle dei singoli comuni), ovvero ha. 1.958,4988 Barbarano +ha. 1.397,9343 Mossano = ha. 3.356,4331) Anno 2010 ‐ ha 23.234,46 + ha. 3.356,4331= ha ‐19.878,0269 Nel caso del PATI in esame il valore pro capite (ca.6.393 abitanti ) che ne risulta è 3,10 ha pro capite, cioè notevolmente sotto la media nazionale di Uds 5,51 ed ampiamente inferiore alla media corrente, cosa che riflette il grado di relativa bassa densità insediativa e della prevalenza del territorio agricolo del Comune. B‐2 PREVISIONE DI PATI‐ ANNO 2020

Voce Terra per Terra Pascoli Foreste Terreni Mare TOT. energia arabile degradati UdS.

Consumi 1,8333 1,0000 000 000 0,1964 0,0230 3,0532 alimentari

Abitazioni 0,50 0,50

Trasporti 0,0750 0,0750

Altri beni 0,0300 0,0300

Servizi 0,0280 0,0280

Totale 1,9383 1,0000 000 000 0,4857 0,023 3,6837

Situazione al 2020: ha./ab. 3,6837 x ab. (5.193 Barbarano + 2.110 Mossano = 7.303) = ha 26.902,06

Per contro l’equilibrio di sostenibilità territoriale allo Stato di Previsione quale risulta dai valori derivanti dalla Trasformabilità del PAT con le correzioni dovute al’l ampliamento delle aree produttive e dall’ampliamento delle aree residenziali pari a ha 26,7098 che risultano dal calcolo della SAU trasformabile, come da previsioni della Pianificazione sovraordinata e del PATI in esame come risulta in Relazione di progetto a mezzo della seguente tabella.

SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA

COMUNE Barbarano Vicentino Mossano

SAU (mq) 11.092.731,79 8.753.043,87 STC (mq) 19.584.988,15 13.979.343,85 9,5 % di Sup.Boscata (mq) 432.231 268.033 SAU esistente+ 9,5 % di 11.524.962,79 9.021.076,87 Sup.Boscata (mq) Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 334 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA

COMUNE Barbarano Vicentino Mossano

% SAU rilevata/STC 58,8 % 64,5 % % SAU reale/STC (medio) 45,4% 45,4% % di trasformabilità 1,3 % 1,3 % SAU trasformabile (mq) 149.824,52 117.273,90 SAU trasformabile (ha) 14,9824 11,7274 TOTALE PATI 26,7098

Si deve inoltre ammettere un incremento stimato locale dell’impronta individuale (3,6837), conseguente agli obiettivi di sviluppo occupazionale, produttivo, dei consumi, dei trasporti e dei servizi, A questo punto l’ IE si calcola come la differenza algebrica tra: a) Impronta Ecologica complessiva espressa sempre in ettari equivalenti, b) risorse territoriali reali a disposizione della comunità; Il calcolo di previsione che ne deriva 3,6837 x 7.303= 26.902,06 ha Anno 2020 ha 26.902,06– ha 26,7098 = ‐ ha 26.875,35

Questo valore riferito alla nuova popolazione di riferimento al 2020 (ab. 7.303) porta ad un rapporto – ha26.875,35: ab 7.303= ha/ab 3,68

Così il deficit pro capite, incrementato del 18%( Indice Previsione 3,68: Indice SdF 3,10) pur restando in area negativa dà ancora un buon risultato, se si considera che nonostante l’incremento, relativamente sensibile sensibile, il valore dell’Impronta Ecologica dopo lo sviluppo decennale di previsioni resta ancora migliore della media nazionale. Infatti ora ha già compreso tutte le modernizzazioni e trasformazioni ragionevolmente proponibili a Polesella per conseguire un livello di sviluppo misto conforme alla sua dimensione demografica elle sue potenzialità territoriali. Quindi il differenziale residuo rispetto alla media nazionale va inteso come un sostanziale recupero dell’arretratezza pregressa, senza rilevanti modificazioni dell’impronta locale. In realtà questo risultato deve anche intendersi come un rilevante contributo alla riduzione del gap ecologico rispetto alla sostenibilità ambientale che riguarda le maggiori aree urbane. Queste si riconoscono statisticamente dall’impronta molto più pesante, in quanto scontano la tara di servizi ed attrezzature che molto incidono sull’ecologia locale, ma anche servono a fornire a livello territoriale servizi destinati a localizzarsi nei centri gerarchicamente superiori dell’armatura territoriale.

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Bologna 7,45 Ancona 4,59 Siena 4,09 Cosenza 3,99 Torino 3,3 Orvieto 2,35 Legnago 2,34 Isernia 2,09

Le elaborazioni precedenti non entrano nel merito di dettagli per ora poco significanti, come un’articolata distinzione delle colture (in atto ; in previsione) e del loro rendimento, visto che ai fini della sostenibiltà di un territorio così piccolo ne verrebbero differenze minime e trascurabili. Quindi ai puri fini dell’IE un ettaro di cereali in monocultura specializzata ed un ettaro di sarmenti a ciclo breve, che si assume come scenario alternativo per una maggiore autosufficienza energetica, viene sommariamente considerato alla pari. La rotazione delle colture verosimilmente manterrà questi rapporti. Nel conteggio effettuato si è anche tenuto sommariamente conto del fatto che le previste trasformazioni della produzione agricola, con un qualche apporto di colture agro‐forestali a variare ed integrare l’attuale dominanza della monocultura specializzata, porteranno ad un sostanziale aumento della bio‐diversità. C’è per questo la attendibile prospettiva che si raggiunga senza necessità di ulteriori specificazioni il 10‐12% di territorio riservato alla bio‐diversità e alla spontaneità come riferimento suggerito da Wackernagel a livello mondiale e tendenzialmente riproposto dai suoi seguaci in modo diffuso un po’ in tutte le realtà “equamente”, come assunzione di responsabilità delle sorti dell’ambiente da parte di comunità più o meno significative ed individui. Quindi non si ritiene di dover fare in questo caso, e con questo indicatore opportunamente sommario, il rituale scorporo del 12% che normalmente, nelle grandi aree urbane ed industriali si effettua a spese della Superficie individuale equivalente disponibile, cosa che ne ridurrebbe il valore peggiorando artificiosamente la situazione reale. Sarebbe infatti un valore non giustificabile, perché eccessivamente severo per un territorio prevalentemente rurale come quello del PATI in esame.

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14.8. ESITI DELLA VINCA

Con riferimento alla procedura della VINCA ai Fini della VAS è significativo ed esaustivo riprenderne le conclusioni, che vengono confermate come di seguito.

14.8.1. CONCLUSIONE SULLA SIGNIFICATIVITÀ DEGLI EFFETTI In sintesi, come si è visto, gli effetti che ci si possono attendere a carico della fauna dall’attuazione del Piano Territoriale in esame, sono i seguenti: perdita di superficie e/o alterazione di habitat di specie; rischio morte; disturbo per inquinamento acustico; Si può affermare che i possibili effetti sulla fauna determinati dalla realizzazione dell’intervento proposto si possano considerare come non significativi. e ciò in considerazione: delle caratteristiche del territorio; delle specie presenti (presenza, distribuzione, abbondanza, abitudini comportamentali, fenologia, preferenze ecologiche, ecc.); delle caratteristiche del Piano e degli interventi previsti.

Abbandono nidi. Si può inoltre affermare, rispetto alle modalità con cui il rumore manifesta i propri effetti nei confronti degli uccelli, che non sussiste il rischio di abbandono del nido, così come quello di alterazione dei sistemi di comunicazione.

Invasioni di territorio. Anche l’eventuale conflittualità per invasione di territori altrui va considerata non significativa, stante che per molte specie la difesa del territorio avviene solo durante la stagione riproduttiva mentre per altre rimane comunque molto debole nel corso del periodo tardo estivo e autunnale. Altra considerazione generale importante che va effettuata, è che il modello di calcolo adottato per definire i limiti del buffer attorno agli ambiti edificatori previsti dal PATI, non tiene conto delle micro morfologie del territorio: si fa presente infatti che in questa porzione di territorio il susseguirsi di vallecole, ondulazioni e piccoli rilievi fa sì che anche molto vicino alle sorgenti di rumore sussistano aree assolutamente tranquille, in virtù dell’effetto barriera che appunto fanno questi ostacoli, che si frappongono fra la sorgente di rumore stessa e le diverse aree più indisturbate del territorio. La cosa è sperimentabile già ora con riferimento al rumore prodotto dalla strada, interessata da un traffico veicolare significativo.

Effetti sporadici, temporanei e localizzati. Ancora, va ricordato che l’area in esame è caratterizzata da attività agricole e insediamenti residenziali ed è attraversata quasi quotidianamente un quantità significativa di veicoli, che condizionano quindi il clima acustico in aree molto prossime a quelle dove verranno realizzati gli interventi. Si ricorda infine che trattasi sempre di effetti diffusi, ma sempre temporanei e localizzati per quanto concerne la maggior parte delle attività in essere e di previsione..

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Relazione conclusiva del Livello 1 (screening) ( cfr par.VINCA 2.4) Alla luce di quanto è stato illustrato, sulla base di attenta analisi delle Azioni di Piano e delle NT proposte dal P.A.T.I. dei Comuni di Barbarano Vicentino e di Mossano, dello studio delle caratteristiche naturali del S.I.C. Colli Berici e delle prescrizioni riportate nel paragrafo 2.2.1.9, la Relazione VINCA conclude che, con ragionevole certezza scientifica, si può escludere il verificarsi di effetti significativi negativi sul Sito di Importanza Comunitaria IT3220037 Colli Berici.

Argomentazioni Tale conclusione è supportata dalle seguenti argomentazioni: 1 Interventi: tra gli interventi proposti dal Piano Territoriale Intercomunale che possono determinare alterazioni ambientali “prevedibili” sulle componenti acqua‐suolo‐aria e conseguenti effetti perturbativi su habitat e specie di interesse comunitari rilevano le sole azioni strategiche che si svilupperanno all’interno del SIC Colli Berici o nelle aree ad esso limitrofe (edificazioni diffuse, espansioni edilizie nei capoluoghi di Mossano e di Barbarano, aree servizi); 2 Habitat: gli habitat di interesse comunitario ricadenti anche parzialmente all’interno del perimetro degli ambiti di edificazione diffusa, nelle aree previste per la realizzazione di servizi e attrezzature, negli ambiti previsti per le azioni di riqualificazione/riconversione non subiranno interferenze di tipo diretto (si vedano le prescrizioni riportate nel paragrafo 2.2.1.9); 3 Area: l’area di valutazione significativa considerata si sviluppa quasi interamente all’interno del SIC o in ambiti esterni ma molto vicini al Sito Natura 2000 (Laghetto in località Polesine di Mossano). E la valutazione dei possibili effetti negativi, determinati dalle azioni di piano sulle specie di interesse comunitario potenzialmente presenti nell’area di analisi, ha dato esisto di non significatività.

In sintesi, come si è visto, gli effetti che ci si possono attendere a carico della fauna dall’attuazione del Piano Territoriale in esame sono i seguenti: potenziale perdita di superficie e/o alterazione di habitat di specie negli ambiti interni al SIC o ad esso limitrofi in cui si possono prevedere interventi edificatori (edificazione diffusa, espansione edilizia residenziale, riqualificazione/riconversione, aree a servizi); rischio morte per eventuali specie terricole presenti nelle aree di cantiere durante le operazioni di scavo e movimento terra; disturbo per inquinamento acustico, soprattutto per l’avifauna potenzialmente presente nell’area di analisi.

Effetti Si può quindi affermare che i possibili effetti sugli habitat e sulla fauna determinati dalla realizzazione del PATI proposto sono da considerare come non significativi in considerazione: delle caratteristiche del territorio; delle specie presenti (presenza, distribuzione, abbondanza, abitudini comportamentali, fenologia, preferenze ecologiche, ecc.); delle caratteristiche del Piano e degli interventi previsti;

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delle prescrizioni riportate nel paragrafo 2.2.1.9 della relazione di incidenza ambientale. Inoltre, rispetto alle modalità con cui il rumore manifesta i propri effetti nei confronti degli uccelli, che il rischio di abbandono del nido, così come quello di alterazione dei sistemi di comunicazione, non sussiste.

Conflittualità. Anche l’eventuale conflittualità per invasione di territori altrui va considerata non significativa, stante che per molte specie la difesa del territorio avviene solo durante la stagione riproduttiva mentre per altre rimane comunque molto debole nel corso del periodo tardo estivo e autunnale.

Caratteri particolari del microrilievo. Altra considerazione generale importante di tipo cautelativo è che il modello di calcolo adottato per definire i limiti del buffer attorno agli ambiti edificatori previsti dal PATI non tiene conto delle micro morfologie del territorio. Si fa presente infatti che in questa porzione di territorio il susseguirsi di vallecole,ondulazioni e piccoli rilievi fa sì che anche molto vicino alle sorgenti di rumore sussistano aree assolutamente tranquille, in virtù dell’effetto barriera determinato da questi ostacoli, che si frappongono fra la sorgente di rumore stessa e le diverse aree più indisturbate del territorio. Ciò è sperimentabile già ora con riferimento al rumore prodotto dalla strada, interessata da un traffico veicolare non trascurabile. Ancora, va ricordato che l’area in esame è caratterizzata da attività agricole e insediamenti residenziali che condizionano già il clima acustico in aree molto prossime a quelle dove potenzialmente verranno realizzati i nuovi interventi edilizi. Effetti contenuti, limitati nel tempo e nello spazio. Si ricorda infine che per quanto concerne la maggior parte delle attività trattasi sempre di effetti, se pur diffusi, comunque temporanei e localizzati.

Coerenza con gli obiettivi di conservazione Natura 2000. Dall’analisi delle caratteristiche delle diverse azioni strategiche sottoposte a valutazione nello studio VINCA, si ricava che la loro attuazione non interferirà negativamente con gli obiettivi di conservazione del Sito Natura 2000 preso in esame e non determinerà un’azione di disturbo significativa (diretta e indiretta) nei confronti degli habitat e delle specie presenti. Infatti:

Le previsioni di piano che riguardano l’edificazione diffusa all’interno del S.I.C. Colli Berici (ATO A.1 – ATO A.2) si riferiscono: a) ad interventi di ristrutturazione o a limitati ampliamenti in ambiti circoscritti e già interessati da residenze e attività agricole. b) Eventuali nuove edificazioni si svilupperanno nelle adiacenze dei nuclei abitativi già esistenti (entro il perimetro di corti rurali o lungo le strade di attraversamento di agglomerati edilizi a morfologia lineare) o all’interno di aree circoscritte da riqualificare o recuperare. c) In particolare l’edificazione diffusa si riferisce ad azioni di espansione puntiformi a dimensione familiare e non a carattere speculativo.

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d) Per ogni intervento di ampliamento residenziale o di riqualificazione/riconversione, valgono le prescrizioni riportate nel paragrafo 2.2.1.8 e 2.2.1.9 in parte già recepite nell’Art. 8.1 delle NT (Sitodi Importanza Comunitaria ‐ IT 3220037 Colli Berici).

L’espansione edilizia residenziale esterna al Sito Natura 2000 (ATO R.1, R.2, R.3, R.4): a) riguarda il completamento, la riqualificazione e l’ampliamento di areecaratterizzate da processi di urbanizzazione consolidata; b) la presenza di habitat Natura 2000 all’interno del consolidato urbano nel capoluogo di Mossano (ATO R 3) si riferisce ad un errore di cartografia (si veda il paragrafo 2.2.1.9).

Per i limitati interventi di espansione edilizia residenziale previsti negli ambiti esterni vicini al S.I.C. (A.T.O. R.1 e R.3) valgono le prescrizioni di cui all’Art. 8.1 delle NT.

Nel complesso gli interventi di espansione residenziale previsti dal PATI non determinano potenziali incrementi dell’effetto di isolamento del SIC (incidenza indiretta), anche in virtù della normativa di tutela della Rete Ecologica locale sviluppata nelle NT del P.A.T.I.

Quanto a viabilità: a) il P.A.T.I. contempla limitati interventi di riqualificazione e riassetto della rete viaria locale e recepisce i progetti di viabilità sovra‐ordinata. b) in questo quadro non sono previsti interventi di realizzazione di nuove strade all’interno del SIC Colli Berici; c) gli interventi di sviluppo e valorizzazione dei sentieri e di percorsi naturalistici all’interno del SIC si riferiscono esclusivamente a tracciati già esistenti.

Gli interventi ammissibili in area agricola riguardano sia edificazioni sia opere di miglioramento fondiario; in entrambi i casi si applicano le disposizioni dell’Art. 8.1 e le specifiche norme per la tutela e conservazione del paesaggio agrario (Artt. da 15.4 a 14.7 NT);

Nel complesso gli interventi previsti non sembrano poter determinare effetti negativi sull’assetto ecologico del territorio di Barbarano Vicentino e Mossano. Non si riscontrano effetti potenziali di interruzione della continuità dei corridoi ecologici individuati o alterazioni o trasformazioni che possano manifestare effetti e ricadute negative sull’area nucleo dei Colli Berici.

Aspetti normativi del PATI. Inoltre la Relazione Vinca evidenzia opportunamente, anche e ai fini del procedimento VAS che: - il P.A.T.I. recepisce le NT del Piano d’Area dei Monti Berici (P.A.M.O.B.) che si configura come uno strumento programmatico pianificatorio volto alla tutela del territorio berico e alla sua valorizzazione ambientale e naturalistica;

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- le NT propongono sia norme di tutela in forma prescrittiva sia direttive e specifiche disposizioni per il miglioramento della qualità ecologica complessiva e la tutela della biodiversità. Si sottolinea il carattere prescrittivo dell’Art. 8.1 (Sito di Importanza Comunitaria – IT 3220037 Colli Berici ) che riporta precise disposizioni per l’attuazione di misure cautelative e di tutela relative al S.I.C. “Colli Berici” e la proposta di ulteriori misure prescrittive per la salvaguardia degli habitat di Interesse Comunitario riportate nel paragrafo 2.2.1.9 relazione VINCA..

- L’Art. 8.1 delle NT, oltre a promuovere e incentivare misure gestionali e ricerche scientifiche all’interno del S.I.C., detta le seguenti prescrizioni.

a. Edificazione diffusa Per gli ambiti indicati dal P.A.T.I. nella Tav. 4 come edificazione diffusa presenti all’interno dell’area S.I.C. è fatto salvo quanto disposto dall’art. 19.2 delle norme PATI, in particolare sono consentiti interventi di riqualificazione e recupero delle preesistenze e limitati e puntuali interventi di nuova edificazione ad uso residenziale al fine di rispondere alle esigenze abitative di ordine familiare e non speculativo, nel rispetto del dimensionamento dell’A.T.O. di appartenenza. Tale nuova edificazione potrà essere individuata esclusivamente all’interno dei perimetri dei nuclei edilizi rurali che saranno individuati e meglio precisati dal PI, escludendo l’espansione verso il territorio rurale adiacente e non ricadendo in aree occupate da habitat e/o habitat di specie di interesse comunitario;

b. Interventi fuori dagli ambiti di edificazione diffusa. Per gli interventi in aree non interessate dagli ambiti di edificazione diffusa di cui al punto sopra, è fatto salvo quanto disposto dall’art. 16.1, se ricadenti in area non idonea, e, negli altri casi, dall’art. 22 delle norme PATI. In ogni caso per tali tipologie di interventi, in sede di P.I. e di progettazione definitiva: ‐ dovrà essere redatto uno Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale, per ogni opera di completamento realizzata; ‐ nel caso in cui lo Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale rilevi incidenze significative su Habitat e/o specie di interesse comunitario, dovranno essere previste e attuate misure di mitigazione e/o compensazione.

c. Aree di riqualificazione e riconversione. Per gli ambiti indicati dal P.A.T.I. nella Tav. 4 quali “Aree di riqualificazione e riconversione” presenti all’interno dell’area S.I.C. (in particolare per l’ambito ubicato nel Comune di Mossano, indicato nel Par.19.5.6 delle NT come Riqualificazione e riconversione area a servizi in loc. Lumaca) è fatto salvo quanto disposto dall’art. 19.5 delle norme PAT , per il quale gli interventi consentiti dovranno essere individuati esclusivamente all’interno dei perimetri indicati dal P.A.T.I., che saranno meglio precisati dal PI, escludendo l’espansione verso il territorio rurale adiacente e l’interferenza con aree occupate da habitat e/o habitat di specie di interesse comunitario. Anche per tali interventi si applicano le disposizioni riportate nel paragrafo 2.2.1.9 della presente relazione. In ogni caso per tali interventi: Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 341 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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‐ dovrà essere redatto in sede di P.I. uno Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale, per ogni opera di completamento realizzata; ‐ nel caso in cui lo Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale rilevi incidenze significative su Habitat e/o specie di interesse comunitario, dovranno essere previste e attuate misure di mitigazione e/o compensazione.

d. Laghetto Polesine a Mossano Al fine di evitare l’alterazione dell’assetto naturalistico del biotopo, per l’ambito di riqualificazione esterno al SIC denominato “Laghetto in località Polesine di Mossano” (Par. 19.5.7 delle NT), si prescrive che gli interventi di riqualificazione e valorizzazione non prevedano attività che possano arrecare effetti perturbativi o di degrado. Saranno quindi da evitare tutti quegli interventi che comportino modifiche della morfologia delle sponde, sottrazione di habitat di specie (in particolare fasce di canneto e carice, alberature igrofile riparie), immissioni di pesci per attività di pesca sportiva o piantumazioni di specie vegetali non coerenti con l’assetto naturalistico del biotopo stesso (vedi paragrafo 2.2.1.9). N.B. Il laghetto è incluso tra quegli ambiti esterni al SIC che, in base all’analisi territoriale effettuata ai fini VINCA, si ritiene possano includere habitat di specie.

e. Servizi Anche per gli ambiti individuati come servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante di progetto interni al SIC si applicano le disposizioni riportate nel paragrafo 2.2.1.9 della presente relazione. In ogni caso per tali interventi: ‐ dovrà essere redatto in sede di PI uno Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale, per ogni opera di completamento realizzata; ‐ nel caso in cui lo Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale rilevi incidenze significative su Habitat e/o specie di interesse comunitario, dovranno essere previste e attuate misure di mitigazione e/o compensazione. Nel paragrafo 2.2.1.9 della Relazione VINCA si prescrive inoltre che, qualora negli ambiti di edificazione interni al SIC Colli Berici (edificazione diffusa, aree servizi e attrezzature, aree di riqualificazione e conversione, aree di espansione insediativa limitrofa al perimetro del SIC) rientrino habitat di interesse comunitario, questi non vengano in alcun modo interessati dalle superfici di nuova edificazione.

f. Art. 8.1 NT L’Art. 8.1 delle NT prescrive inoltre che, in sede di attuazione del PATI, il Piano degli Interventi debba ottemperare alle seguenti ulteriori disposizioni: studio delle perturbazioni acustiche generate da un cantiere edile standard collocato idealmente lungo il perimetro esterno delle aree di edificazione (espansione residenziale, edificazione diffusa, nuove aree servizi) previste dal PATI all’interno del SIC o ad esso limitrofe. Prendendo come riferimento il valore di massima rumorosità emesso da un cantiere edile standard (circa 95 db) si è ricavato un buffer di circa 250 m attorno agli ambiti di espansione edilizia, di edificazione diffusa e di realizzazione aree servizi previsti dal P.A.T.I. Il limite dei 250 m rappresenta la soglia in cui la rumorosità emessa dalla sorgente (area di cantiere) decade fino ad un valore soglia di circa 35/40 dB. Per l’avifauna la soglia della tollerabilità del rumore è stimata infatti in 35‐50 dB (Reijnen & Thissen 1986). Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 342 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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La Tavola allegata alla Relazione VINCA (vedi stralci sotto riportati) mostra le aree di valutazione ottenute dall’analisi precedentemente descritta. Si evidenzia come queste aree siano localizzate nell’intorno degli ambiti di edificazione diffusa interni o prossimi al SIC Colli Berici, nelle aree interne al SIC in cui è previsto l’ampliamento o la realizzazione di servizi di maggiore rilevanza, negli ambiti di riqualificazione e/o riconversione sempre interne al SIC e nelle aree di espansione edilizia residenziale ad esso limitrofe (Centro di Mossano e Barbarano). L’analisi temporale degli impatti terrà conto della durata degli effetti generati dalla realizzazione delle opere. Tale durata sarà circoscritta alle sole operazioni di cantiere dei vari interventi previsti. Tale analisi ha tenuto conto dei potenziali effetti che possono manifestarsi temporaneamente (effetti perturbativi in fase di costruzione delle aree residenziali e produttive) nell’arco del periodo di attuazione di un P.A.T.I. (dieci anni) e degli effetti in grado di perdurare nel tempo (fase di esercizio post‐operam). Viene di seguito riportato uno stralcio della Tavola delle distanze delle azioni di piano dal S.I.C. Colli Berici e dagli elementi chiave in esso presenti. La tavola integrale è allegata alla Relazione di incidenza ambientale.

Valutazione della significatività degli effetti. Alla luce di quanto illustrato, sulla base di attenta analisi delle Azioni di Piano e delle NT proposte dal P.A.T.I. dei Comuni di Barbarano Vicentino e di Mossano, dello studio delle caratteristiche naturali del S.I.C. Colli Berici e delle prescrizioni riportate nel paragrafo 2.2.1.9 la Relazione VINCA conclude che, con ragionevole certezza scientifica, si può escludere il verificarsi di effetti significativi negativi sul Sito di Importanza Comunitaria IT3220037 Colli Berici. Tale conclusione vien fatta propria dalla VAS , che vede confermate in toto le proprie conclusioni valutative e che possono essere integrate per quanto di competenza VINCA dalle argomentazioni riprese ai punti seguenti.

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Area di valutazione degli effetti delle azioni del P.A.T.I.

Gli interventi proposti dal Piano Territoriale Intercomunale che possono determinare alterazioni ambientali “prevedibili” sulle componenti acqua‐suolo‐aria e conseguenti effetti perturbativi su habitat e specie di interesse comunitario riguardano le sole azioni strategiche che si svilupperanno all’interno del SIC Colli Berici o nelle aree ad esso limitrofe (edificazioni diffuse, espansioni edilizie nei capoluoghi di Mossano e di Barbarano, aree servizi);

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Gli habitat di interesse comunitario ricadenti anche parzialmente all’interno del perimetro degli ambiti di edificazione diffusa, nelle aree previste per la realizzazione di servizi e attrezzature, negli ambiti previsti per le azioni di riqualificazione/riconversione non subiranno interferenze di tipo diretto.

L’area di valutazione considerata nello studio VINCA si sviluppa quasi interamente all’interno del SIC o in ambiti esterni ma molto vicini al Sito Natura 2000 (Laghetto in località Polesine di Mossano). La valutazione dei possibili effetti negativi, determinati dalle azioni di piano sulle specie di interesse comunitario potenzialmente presenti nell’area di analisi, ha dato esisto di non significatività.

In sintesi, come si è visto, gli effetti che ci si possono attendere a carico della fauna dall’attuazione del Piano Territoriale in esame sono i seguenti: potenziale perdita di superficie e/o alterazione di habitat di specie negli ambiti interni al SIC o ad esso limitrofi in cui si possono prevedere interventi edificatori (edificazione diffusa, espansione edilizia residenziale, riqualificazione/riconversione, aree a servizi); rischio morte per eventuali specie terricole presenti nelle aree di cantiere durante le operazioni di scavo e movimento terra; disturbo per inquinamento acustico, soprattutto per l’avifauna potenzialmente presente nell’area di analisi; Si può quindi affermare che i possibili effetti sugli habitat e sulla fauna determinati dalla realizzazione dell’intervento proposto sono da considerare come non significativi in considerazione: delle caratteristiche del territorio; delle specie presenti (presenza, distribuzione, abbondanza, abitudini comportamentali, fenologia, preferenze ecologiche, ecc.); delle caratteristiche del Piano e degli interventi previsti; delle prescrizioni riportate nel paragrafo 2.2.1.9 della Relazione di incidenza ambientale.

Rispetto alle modalità con cui il rumore manifesta i propri effetti nei confronti degli uccelli, che il rischio di abbandono del nido, così come quello di alterazione dei sistemi di comunicazione, non sussiste.

Anche l’eventuale conflittualità per invasione di territori altrui va considerata non significativa, stante che per molte specie la difesa del territorio avviene solo durante la stagione riproduttiva mentre per altre rimane comunque molto debole nel corso del periodo tardo estivo e autunnale.

Altra considerazione generale importante è che il modello di calcolo adottato per definire i limiti del buffer attorno agli ambiti edificatori previsti dal PATI non tiene conto delle micro morfologie del territorio: si fa presente infatti che in questa porzione di territorio il susseguirsi di vallecole,

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ondulazioni e piccoli rilievi fa sì che anche molto vicino alle sorgenti di rumore sussistano aree assolutamente tranquille, in virtù dell’effetto barriera determinato da questi ostacoli, che si frappongono fra la sorgente di rumore stessa e le diverse aree più indisturbate del territorio; ciò è sperimentabile già ora con riferimento al rumore prodotto dalla strada, interessata da un traffico veicolare non trascurabile.

Viene sottolineato opportunamente che l’area in esame è caratterizzata da attività agricole e insediamenti residenziali che condizionano già il clima acustico in aree molto prossime a quelle dove verranno realizzati i nuovi interventi edilizi.

Si ricorda infine che per quanto concerne la maggior parte delle attività trattasi sempre di effetti, se pur diffusi, comunque temporanei e localizzati.

L’ Esito della procedura di Screening, a conclusione delle Relazione Vinca recita: “Alla luce di quanto è stato fin qui illustrato sulla base di attenta analisi delle Azioni di Piano e delle NT proposte dal P.A.T.I. dei Comuni di Barbarano Vicentino e Mossano, dello studio delle caratteristiche naturali degli ecosistemi presenti e delle prescrizioni proposte, si conclude che, con ragionevole certezza scientifica, si può escludere il verificarsi di effetti significativi negativi sul Sito di Importanza Comunitaria IT3220037 Colli Berici”. Esito che la procedura VAS in corso assume come formale conferma per quanto di competenza.

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15. VALUTAZIONE CONCLUSIVA DI SOSTENIBILITÀ DEL PATI

Si è verificata, nel complesso, una sostenibilità degli obiettivi di piano rispetto alle problematiche ambientali individuate. Si evidenzia una particolare cura nel promuovere la sostenibilità del territorio. Tali indirizzi debbono essere mantenuti e perseguiti nella elaborazione del piano. Sono da sottolineare alcuni aspetti ambientali di maggiore influenza: la realizzazione di possibile nuova residenza e aree produttive sia compatibile con una edificazione concentrata e non diffusa utilizzando al meglio la risorsa suolo, tenendo conto delle aree a rischio idraulico o a ristagno idrico, al fine di ridurre l’insorgere di problematiche idrauliche; - porre attenzione al recupero dell’esistente; - porre attenzione nell’ubicazione delle nuove espansioni alla viabilità attuale e di progetto evitando incremento di traffico concentrato, con aumento di rischio incidentalità e dell’impatto acustico e peggioramento della qualità dell’aria, privilegiando laddove possibile una mobilità sostenibile (ciclabilità e accesso ai mezzi pubblici);. Nelle tavole di progetto sono evidenziati dati volti a garantire la coerenza del piano con gli obiettivi posti nel Documento Preliminare: - le peculiarità agronomiche e naturalistico – ambientali tipiche dei luoghi e il loro valore economico; - la rilevanza dei beni culturali appartenenti ad una complessa e ricca stratificazione di civiltà diverse in successione e commistione testimoniale al presente; - la realizzazione a complemento del SIC dei Colli Berici di corridoi ecologici e siti naturalistici che si interconnettano in una visione a grande scala; - la determinazione delle aree non idonee ai fini edificatori.

15.1. VALUTAZIONE INTRINSECA / ESTERNA DI SOSTENIBILITÀ – (TAB.A)

15.1.1. ESITO DELLA VALUTAZIONE INTRINSECA/ ESTERNA DEGLI ASPETTI AMBIENTALI DEL PATI‐ TABELLA A1 I valori positivi dei punteggi di sostenibilità ambientale delle varie Strategie ed azioni di Piano proposte dal PATI risultano largamente preponderanti e ripercorrono il profilo di medio buona qualità dello Stato dell’Ambiente. Si conferma così che il PATI nella sua impostazione di moderato riordino, consolidamento e implementazione degli assetti esistenti punta ad un tipo di moderato sviluppo in previsione, del tutto plausibile in un’area come quella del Basso Vicentino che, modernizzatasi in ritardo, ora meno di altre e risente della crisi economica per l’apporto anticiclico del settore agricolo ed agroindustriale di eccellenza, mostra un buon grado di consapevolezza del nuovo clima in cui il PATI è destinato ad operare.

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15.1.2. ESITO DELLA VALUTAZIONE INTRINSECA/ESTERNA DEGLI ASPETTI SOCIO‐ECONOMICI DEL PATI TABELLA A2 Sotto il profilo socio‐economico con una nutrita serie di valori i positivi dei punteggi di sostenibilità socio‐ economica si conferma positivamente la tendenza del PATI a coltivare una prospettiva di sviluppo graduale moderato e consapevole del recente progresso del basso vicentino soprattutto nei settori più moderni delle comunità .. Va anzi sottolineato che il PATI, come pochi altri, non prevede nuove aree industriali, ma punta al potenziamento, ed alla riconversione delle aree esistenti ed alla conversione agro industriale di allevamenti, oggi presenti e alquanto molesti, mantenendo comunque la parte più redditizia della filiera alimentare di eccellenza. Anche l’ occupazione è un punto forte del PATI sotto il profilo socioeconomico, in quanto si basa su settori con notevoli qualità anticicliche presenti in zona.

15.1.3. CONCLUSIONI COMPLESSIVE PER LA VALUTAZIONE INTRINSECA/ ESTERNA DEL PATI Il PATI di Barbarano Vicentino e Mossano merita una Valutazione sia sotto il profilo Ambientale che sotto il profilo Socio –economico.Cosa che vale identicamente per l’insieme delle due componenti base, considerate complessivamente .

15.2. VALUTAZIONE DI COERENZA INTERNA DI SOSTENIBILITÀ –(TAB. B)

Per la Valutazione di coerenza interna di sostenibilità del PATI di Barbarano Vicentino e di Mossano , che ha carattere qualitativo in armonia con l’ ordinamento regionale, si procede  alla valutazione del Progetto di PATI a mezzo della prima matrice multicriteriale elaborata per confrontare tutte le azioni e le strategie previste dal Piano con gli obiettivi di Sostenibilità Ambientale;  alla valutazione della seconda matrice multicriteriale intesa a confrontare tutte le azioni e le strategie previste dal Piano con gli obiettivi di Sostenibilità Sociale ed Economica ;

15.2.1. ESITO DELLA VALUTAZIONE DI COERENZA AMBIENTALE TABELLA B1 La Tabella A che segue a fine paragrafo, serve a valutare la Coerenza Ambientale delle Strategie delle Azioni del PATI con gli Obiettivi di Pino è di intuitiva comprensione per rappresentare, anche con i colori, le singole valutazioni. Essa dimostra che la diffusa sensibilità ecologica che contraddistingua l’impostazione e la stesura del PAT, trova ricorrenti forme di coerenza in più ambiti significativi. Alcune di queste coerenze sono dirette ed intuibili, altre considerano che in un contesto riqualificato dal punto di vista ambientale e paesaggistico, la comunità può trarre benefici indiretti anche di carattere culturale, identitario e della qualità del vivere, che meritano di essere conseguiti contestualmente e costituiscono una importante prospettiva di sviluppo del territorio del PATI e dei suoi insediamenti, in armonia con il contesto ambientale. La valutazione di Coerenza Ambientale è risultata pertanto, ampiamente positiva.

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15.2.2. ESITO DELLA VALUTAZIONE DI COERENZA SOCIALE ED ECONOMICA TABELLA B2 La Tabella B successiva, anch’essa a fine paragrafo, che svolge la valutazione della Coerenza Sociale ed Economica delle Strategie delle Azioni del PATI con gli Obiettivi di Piano, dimostra che è reale ed immediatamente praticabile la previsione di uno sviluppo moderato, ben radicato nel contesto socio‐ economico e nelle esperienze degli ultimi anni. Il settore produttivo ed occupazionale ha già superato la crisi di trasformazione successiva alla prima fase di modernizzazione agro‐industriale legata alla filiera alimentare e si appoggia stabilmente su un’agricoltura già modernizzata da convertire maggiormente alla sensibilità ecologica ed alla manutenzione del territorio. Questa realtà e la diffusa modernità dell’industrializzazione affermatasi in queste zona abbastanza di recente, consentono di delineare una situazione moderatamente anticiclica, che mitiga localmente gli effetti della crisi economica generale. Il recepimento della Zona SIC è anche una occasione per stimolare questo processo in avvio e sostenere le prospettive per un ulteriore moderato sviluppo turistico‐ricettivo: prospettive che sono del tutto plausibili e coerenti con la recente politica imperniata sul programma della slow mobility e che ha molti risvolti, tra effettivi e potenziali, nella mobilitazione diffusa delle risorse umane locali, sia professionali, sia del volontariato o del tempo disponibile per finalità sociali. Va infine rilevato che solo attraverso impulsi concreti e realistici al settore agricolo, produttivo artigianale/industriale e turistico come quelli in previsione si può pensare ad un miglioramento contestuale e conseguente anche della dotazione dei servizi e dell’istruzione. La valutazione di coerenza per la sostenibilità Sociale ed Economica è pertanto, ampiamente positiva. Si può quindi concludere che la valutazione di coerenza ai fini della sostenibilità è soddisfata complessivamente su entrambi i profili.

16. VALUTAZIONE CONCLUSIVA DI SOSTENIBILITA DI OBIETTIVI, STRATEGIE ED AZIONI DI PIANO DEL PATI

In base a quanto esplicitato nei paragrafi precedenti si può concludere, in adempimento a quanto previsto dall’ ordinamento, che il PATI deve essere valutato positivamente ai fini della sostenibilità ambientale della procedura VAS che qui si conclude.

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17. RILEVAMENTI e MONITORAGGI ‐ ALLEGATO 5

17.1. INQUINAMENTO ACUSTICO

Il rumore stradale dovrà essere monitorato secondo le metodologie praticate correntemente dall’ARPAV attraverso strumenti che misurano il livello equivalente di pressione sonora e le componenti in frequenza del fenomeno misurato. Infatti come è d’uso nell’acustica tecnica il livello equivalente risulta un buon descrittore del rumore prodotto dal traffico veicolare. Questo indicatore ha una dipendenza logaritmica dai flussi, cioè a un dimezzamento dei flussi veicolari corrisponde una diminuzione del rumore dell’ ordine di 3 dB(A). Gli strumenti che verranno di norma utilizzati sono:

a) Stazione Mobile costituita da una apparecchiatura in grado di memorizzare i dati di monitoraggio acustico per più giorni, dove lo scaricamento di questi avviene manualmente o mediante l’ausilio di telefonia cellulare o di trasmissione radio. Le stazioni mobili prevedono l’utilizzo di microfoni per esterni e di un sistema di alimentazione autonomo che consente il funzionamento senza il collegamento alla rete elettrica. Gli strumenti vengono collocati all’interno di contenitori trasportabili. Sono tipicamente impiegati per monitoraggi di breve e media durata. (alcuni giorni, una o più settimane) di tipo periodico. nell’ Area del PATI sono da prevedere almeno due rilevamenti all’anno lungo la strada SR Riviera Berica e provinciale Dorsale Berica, alla soglia del centro abitato (c/o tabella località) I rilevamenti saranno effettuati dall’Amministrazione Provinciale e trasmessi ad ARPAV e Comune ;

b) Stazione Semipermanente. A Barbarano è necessaria nell’ area critica tra Casello Vadastico Sud e rotatoria di Immissione sulla SR Riviera Berica

c) Stazione Permanente E’ costituita da una postazione fissa entro una cabina o fabbricato e dotata di apposite apparecchiature collegate permanentemente con la centrale tramite linee telefoniche o trasmettitori radio. Questa stazione necessita dell’allacciamento alla rete elettrica per la climatizzazione dell’ambiente ove sono collocati gli strumenti i misura, nonché di apposite strutture di installazione (palo per il sostegno del microfono, fondazione o basamento in muratura). Viene utilizzata per monitoraggi continuativi. Nell’area del PATI non è necessaria. Però l’Autostrada Valdastico spa. provvederà a fornire i suoi rilevamenti periodici a Comune, Provincia ed ARPAV in regime di Accordo.

17.2. INQUINAMENTO ATMOSFERICO

a) Agenti inquinanti. Gli inquinanti da monitorare sono quelli previsti dalla normativa italiana vigente (d.lgs. 155/2010):

 Ossidi di azoto NO2, NOx,  CO,

 O3, Studio Associato Zanella (Progettista e coordinatore) 350 Via Vittime delle Foibe, 74/6 ‐ 36025 ‐ Noventa Vic.na (VI)  0444 787040 ‐  0444 787326 [email protected]  http://www.studiozanella.it

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 Polveri sottili PM10, PM2.5,  Benzene, Benzo(a)pirene,  Piombo, Arsenico, Cadmio, Nichel, Mercurio,  L’ARPAV provvederà a i rilievi e le analisi secondo le sue campagne periodiche: ordinarie e straordinarie ed i Comuni ne terranno copia ordinatamente per verifica e consultazione. Tutti gli inquinanti verranno rilevati da analizzatori in continuo mediante monitoraggio automatico; In alcuni casi (materiale particolato, benzo(a)pirene e metalli) si utilizzeranno tecniche di campionamento manuale e successiva determinazione in laboratorio dei parametri di interesse.

b) Piani e programmi per la qualità dell’aria Sulla base dell’interpretazione dei dati ottenuti dalle misurazioni sistematicamente raccolti dagli Enti preposti , vengono individuate le zone sul territorio comunale o intercomunale che presentano situazioni simili in termini di qualità dell’aria, e, per esse, a cura dell’ARPAV, della Provincia o del Comune a seconda dell’estensione dei fenomeni si individuano i necessari piani e programmi di azione, risanamento e/o mantenimento sulla base della legislazione vigente.

17.3. INQUINAMENTO DELLE ACQUE

Acque libere superficiali. Per quanto riguarda l’inquinamento delle acque superficiali si procederà alla raccolta dei rilevamenti sistematici di tutti gli indici significativi (LIMeco, EQB, IQM) effettuati dagli Enti preposti, con riferimento ai metodi ARPAV ed alle stazioni di rilevamento già in essere della rete regionale e/o provinciale o consortile ed i Comuni ne terranno copia ordinatamente per verifica e consultazione. Per misurare l’efficacia delle Fasce Tampone Boscate che verranno messe a dimora lungo scoline e fossi e lungo i corsi d’acqua ed in particolare quelle facenti parte dei corridoi ecologici di interesse ove non diversamente disposto nelle sedi o negli strumenti sovra‐ordinati, il rilevamento nelle acque dei residui dei composti dell’ azoto andrà sottoposto ad uno specifico rilevamento, con stazioni mobili e prelievi stagionali da affidare opportunamente ad agenzie regionali quali ARPAV e/o Veneto Agricoltura, ovvero settore competente della Provincia. Acque sotterranee. Le acque sotterranee saranno soggette al rilevamento degli indicatori SCAS; SQuAs, SAAS utilizzando le stazioni disponibili di Provincia ed ARPAV sin grado di effettuare i rilevamenti pertinenti in posizione idonea.

17.4. RILEVAMENTO DEL TRAFFICO

Posto che il traffico auto‐veicolare sarà il principale determinante dei nuovi impatti e della pressione ambientale nell’ area del PATI il rilevamento in questo campo sarà importante ai fini del monitoraggio.

Il traffico sarà rilevato a cura e spese dall’ Ente proprietario delle infrastrutture principali ed avrà valori giornalieri con suddivisione oraria e per categorie di veicoli distinguendo quanti siano:

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a) di passaggio attraverso il territorio comunale

b) in entrata ed in uscita dai “centri abitati” e relative provenienze.

Dette misurazioni saranno fatte a cordone e trasmesse ai Comuni, alla Provincia ed alla Regione con cadenza indicativamente trimestrale e riepiloghi annuali.

I rilevamenti del traffico andranno effettuati comparativamente prima e dopo l’attivazione completa dell’Autostrada Valdastico.Sud nel tratto meridionale da Barbarano‐Albettone a Badia Polesine.

17.5. RILEVAMENTO DELLE OPERE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE

I Comuni procedenti considerano tanto in sede PATI quanto in sede VAS che l’attuazione delle opere di mitigazione ed inserimento ambientale previste, sia generali che speciali, debbano essere attuate pro quota da chi ne ha competenza ed onere in piena sincronia con le opere di trasformazione urbanistica ed ambientale ammesse dal Piano in esame. Pertanto nei P.I. di rispettiva competenza comunale deve venire stabilito in modo dettagliato a quali ambiti e per quali quote corrispondenti siano da attribuirsi le opere di mitigazione. Di conseguenza in ogni caso pertinente, le Convenzioni urbanistiche ai sensi di legge, le Concessioni e le prescrizioni comunali inerenti gli interventi diretti di qualunque tipo, dovranno sempre fare esplicita menzione del vincolo di contemporaneità, congruità ed efficacia delle opere di mitigazione ed inserimento pertinenti e degli oneri di realizzazione, collaudo e successiva manutenzione conseguenti e delle specifiche competenze private, pubbliche o miste. Il monitoraggio è eseguito con periodicità annuale dai Comuni e dalla Provincia.

PIANO DI MONITORAGGIOAMBIENTALE – PATI Barbarano–Mossano +VAS n. INDICATORE Com. Prov Reg Altro Frequenza Stazioni Misure M. P .1 INQ. ACUSTICO ARPAV g. m. a. X Press.sonora X 3m X dB(a) 2 INQ. ATMOSF. X ARPAV X. X X X X SO2 X X ARPAV X. X X NO e NO2 X X ARPAV X X X O3 X X ARPAV X X X CO X X ARPAV X X X C6 H6 X X ARPAV X X X PM10e PM2.5 X X ARPAV X X X Metalli pesanti X X ARPAV X X X

3 INQ. ACQUE X ARPAV X 3m X X X X LIMeco X X ARPAV 3m X X

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EQB X X ARPAV 3m X X SECA X X ARPAV 3m X X SQuAS X X ARPAV 3m X X SAAS X X ARPAV 3m X X

4 TRAFFICO X m a X n.veicoli/cat. X 3m X X Traf.attrav./h X 3m X X Traf. in‐out/h X 3m X Traf.locale /h X 3m X X

5 OPERE X X MITIGAZIONE Forestaz.(ha) X X FTB(m.; ha) X X Biomassa (mc. X X specie/classi/c enosi Ecotono % X X

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18. PROCESSO DI CONCERTAZIONE/ PARTECIPAZIONE

18.1. SOGGETTI INTERESSATI ALLE CONSULTAZIONI

Qui di seguito si riporta l’elenco di Enti, Gestori e associazioni agenti sul territorio del PATI interessati alle consultazioni.

ENTI SOVRACOMUNALI REGIONE VENETO (IN COPIANIFICAZIONE) PROVINCIA DI VICENZA (IN COPIANIFICAZIONE) COMUNI LIMITROFI: VILLAGA, ZOVENCEDO, ARCUGNANO, NANTO, ROVOLON, ALBETTONE

ENTI E GESTORI DI SERVIZI SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA PER IL VENETO SOPRINTENDENZA PER I BENI AMBIENTALI E ARCHITETTONICI ISTITUTO REGIONALE PER LE VILLE VENETE UNITÀ PERIFERICA GENIO CIVILE CONSORZIO DI BONIFICA RIVIERA BERICA ATO BACCHIGLIONE ATER ARPAV ‐ SEZIONE DI VICENZA ULSS N. 6 VICENZA ISPETTORATO REGIONALE PER L’AGRICOLTURA PROTEZIONE AMBIENTALE E CIVILE ANAS VENETO STRADE TERNA GRUPPO ENEL AREA OPERATIVA TRASMISSIONE DI PADOVA TERNA GRUPPO ENEL GESTORE DELLA RETE DI TRASMISSIONE NAZIONALE ENEL DISTRIBUZIONE S.P.A. DIREZIONE TRIVENETO VI.ABILITA’ OMNITEL GESTIONE SPA TIM ‐ TELECOM ITALIA MOBILE S.P.A. VODAFONE H3G ALCATEL EDISON DG ACQUE VICENTINE S.P.A.

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ASSOCIAZIONI SOVRATERRITORIALI COLDIRETTI VICENZA CONFCOMMERCIO VICENZA CONFARTIGIANATO ASSOCIAZIONI ARTIGIANI PROVINCIA VICENZA C.I.A. CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI APA ASSOCIAZIONE PROVINCIALE ALLEVATORI ASSOCIAZIONE DEGLI INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI VICENZA APINDUSTRIA VICENZA ASCOM ‐ ASSOCIAZIONE COMMERCIO TURISMO E SERVIZI DI VICENZA CAT CONFESERCENTI DI VICENZA C.G.I.L VICENZA C.I.S.L. VICENZA U.I.L. VICENZA C.I.S.A.L. VICENZA CAMERA DI COMMERCIO VICENZA COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI VICENZA ORDINE DEGLI ARCHITETTI PIANIFICATORI PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI VICENZA ORDINE PROVINCIALE INGEGNERI ORDINE DEGLI AGRONOMI ORDINE DEI GEOLOGI WWF VICENZA LEGAMBIENTE VENETO LEGAMBIENTE CIRCOLO DI VICENZA LIPU – SEZIONE DI VICENZA DELEGAZIONE FAI VICENZA ‐ FONDO PER L'AMBIENTE ITALIANO ITALIA NOSTRA ONLUS ‐ SEZIONE DI VICENZA AMICI DELLA TERRA VICENZA ASSOCIAZIONE CACCIATORI VENETO APT VICENZA (AZIENDA PROMOZIONE TURISMO) F.I.A.B. FEDERAZIONE ITALIANA AMICI BICICLETTA DI VICENZA

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18.2. CONTRIBUTI EMERSI DAL PROCESSO DI CONCERTAZIONE/ PARTECIPAZIONE

I contributi si sono limitati a quelli tra gli Enti consultati per norma che hanno ritenuto di rispondere alla richiesta di parere regolarmente formulata dalle Amministrazioni procedenti: pareri che sono noti alla Commissione e riportati negli atti istruttori dell’iter di approvazione.

I pareri pervenuti sono:

- Parere del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Direzione dei beni e delle attività culturali e del turismo: prot.19155 del 07.11.2013;

- Presa d’atto del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta (Parere su VCI PATI prot.18748 del 05.12.2011);

- Regione del Veneto – Richiesta integrazioni prot. 333868 del 06.08.2013;

- Arpav prot.115033 del 05.11.2013.

Essi sono in sostanza serviti ad aggiornare dati presenti con altri più recenti intervenuti in parte nel corso della redazione del PATI e in parte nel periodo del processo di approvazione in corso .

Sotto il profilo meramente formale nessun contributo specifico è intervenuto da Associazioni o singoli cittadini, né durante le riunioni aperte di partecipazione pubblica, né dalle Osservazioni al PATI completo di VAS e VINCA adottato presentate ai sensi di legge.

In merito a questioni attinenti la VAS. pertanto il Valutatore, può solo constatare questa condizione.

Deve però anche rilevare che, pur senza specificarlo in modo esplicito, l’Osservazione presentata in merito alle ex discarica di RSU di Barbarano Vicentino , attiene obiettivamente al campo della VAS e come tale è stata considerata e valutata. Nelle pagine che precedono di questa nota, si evidenzia infatti che la ex discarica non comporta altro che una moderata criticità e che le misure di tutela del suolo attualmente in atto sono idonee ed opportune, senza richiedere altri interventi o interferire con le Azione del PATI adottato.

E’ però il caso di evidenziare anche in relazione a quanto richiesto dalla Commissione, in altri punti della sua Nota, che la eventualità di modifiche in itinere della documentazione inerente il Piano già adattato ed in regime di salvaguardia, sia per quanto riguarda dati o parti del Quadro Conoscitivo, e/o della VAS e/o Vinca, suscita dubbi di legittimità

In effetti il Piano, anche se inteso solo come “proposta di Piano”,:

a) che è stata presentata e discussa pubblicamente in sede di partecipazione dei cittadini;

b) sulla quale si sono rilasciati pareri preventivi generali in regime di copianificazione da parte di Enti come ad es. la Provincia ed altri Enti competenti settorialmente;

c) su cui le Amministrazioni procedenti sono state chiamate ad esprimersi e si sono espresse con il voto di adozione in Consiglio;

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d) su cui i cittadini sono stati chiamati ad esprimere Osservazioni e le Amministrazioni hanno risposto con le Controdeduzioni, sulla base di documenti di analisi e valutazione pertinenti al Piano così come adattato ;

una volta che subisca modifiche in itinere anche solo marginali nel suo impianto analitico, nelle determinazioni di progetto o la base valutativa, potrebbe essere considerato non più conforme a quello d’ origine, specialmente sotto i profili di carattere partecipativo e delle rappresentanze.

Anche come accade nella prassi corrente, le Amministrazioni procedenti, attraverso i loro Legali rappresentanti aderiscono con i poteri dei Consigli, alle variazioni introdotte in itinere, resta comunque il fatto che con questo procedimento i cittadini, gli stakeholders. e le rappresentanze associative, sindacali e le rappresentanze elettive di minoranza non riconducibili al Sindaco, sono esclusi da questi aggiornamenti/modifiche.

Lo scrivente valutatore, per quanto sopra considerato non comprende come questo quadro possa calzare l’ordinamento comunitario e nazionale espresso dall’art. 3 ‐sexies. Diritto di accesso alle informazioni ambientali e di partecipazione a scopo collaborativo che stabilisce “che chiunque, senza essere tenuto a dimostrare la sussistenza di un interesse giuridicamente rilevante, può accedere alle informazioni relative allo Stato dell'ambiente e del paesaggio nel territorio nazionale”, dove come noto, si pretende in ordinamento che queste informazioni ‐specie se seriamente modificative‐ non possano essere date solo a posteriori.

E ciò in particolare nel caso in cui in itinere vengano modificati proprio quei documenti e dati già resi pubblici prima durante e dopo l’adozione dello Strumento urbanistico e della sua VAS e Vinca di corredo.

In ogni caso ritiene che essendovi in nesso organico tra tutti i dati costituenti un Piano e la contestuale/ sinergica redazione di analisi, progetto e valutazione.

La modifica a di questo quadro dovrebbe essere limitata ai casi di vera necessità, per rimediare a gravi carenze o errori. che difficilmente arrivano fino all’adozione, dopo vari passaggi istruttori preliminari ante adozione, specie se ciò, come nel caso in esame si svolge in regime di co‐ pianificazione.

Peraltro si tratta sempre di dati territoriali o sociali riferiti a serie estese temporalmente, per loro natura difficilmente soggette a forti ed improvvise variazioni. Quindi se lo sfasamento temporale è contenuto, come nel caso in esame, si dovrebbe valutare esso è attendibile e tollerabile agli effetti della capacità di previsione di un Piano urbanistico strategico, che per sua natura deve sempre fare stime di massima.

Diversamente, si offre senza necessità il fianco a questioni di legittimità o di congruenza tecnica tra documenti che disetanei portati in approvazione.

In conclusione si ritiene che i dati integrativi, possano soprattutto servire a dare – solo con l’adesione spontanea delle Amministrazioni procedenti ‐ una migliore e più articolata dimostrazione di quanto eventualmente già considerato e valutato in precedenza, e che si possa confermare o precisare utilmente. In questo senso vanno considerate le integrazioni riportate nelle pagine che precedono.

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