San Michele Di Serino E La Chiesa Di San Michele Arcangelo
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San Michele di Serino e la Chiesa di San Michele Arcangelo Filomeno Moscati San Michele di Serino e la Chiesa di S. Michele Arcangelo dalle origini ai giorni nostri La premessa è di Gerardo Sangermano Ordinario di Storia medievale dell‟Università di Salerno 1 Filomeno Moscati 2 San Michele di Serino e la Chiesa di San Michele Arcangelo 3 Filomeno Moscati 4 San Michele di Serino e la Chiesa di San Michele Arcangelo 5 Filomeno Moscati 6 San Michele di Serino e la Chiesa di San Michele Arcangelo I Origini di San Michele di Serino e della Chiesa di S. Michele Arcangelo 1- La centuriazione. 2- S. Angelo ad Peregrinos. 3- S. Angelo ad Peregrinos inclusa nella Diocesi di Salerno. 4- Il Patto di Spartizione dell‟anno 848. 5- San Michele feudo di Serpico. 6-La chiesa di S. Michele Arcangelo della Foranìa di Serino. La prima notizia concernente il territorio dell‘attuale Comune di San Michele di Serino, che possa essere considerata un dato di carattere storico, è piuttosto recente perché ricavata, avvalendosi delle moderne tecniche per lo studio archeologico di superficie, da Werner Johannowski, il quale ha scoperto i segni della ―centuriazione‖ nell‘agro di San Michele di Serino.1 Il tipo di ―centuriazione‖ rinvenuto nella piana di San Michele di Serino ha un modulo di 13 ―actus‖, che è un modulo di età graccana,2 ciò che consente di fissarne la data fra il 133 a, C:, anno in cui fu tribuno della plebe Tiberio Gracco, e il 123 a. C., anno in cui divenne tribuno il suo fratello minore Caio. La ―centuriazione‖ consente, inoltre, di affermare che il territorio dell‘attuale Comune di San Michele di Serino era incluso in quello della ―colonia‖ Abellinum, fondata proprio in quegli anni.3 La seconda notizia, concernente il territorio dell‘attuale Comune di San Michele di Serino, riguarda la sua chiesa all‘epoca del Ducato Longobardo di Benevento e ci è data da Generoso Crisci e Angelo Campagna, che, in Salerno Sacra, parlando dell‘origine dell‘Arcipretura, affermano che <<Nel 700 esistono alcune chiese come S. Angelo presso Preturo di Montoro, S. Angelo di Lanzara, S. 1 Werner Johannowski, Intervento, in La Romanisation du Samnio, Naples 1991, pp. 248, 249. 2 Giuseppe Camodeca, Istituzioni e società, in Storia Illustrata di Avellino e dell‟Irpinia, Ed. Sellino e Barra, Pratola Serra (AV) 1996, Vol. I. p. 168. 3 Filomeno Moscati, Storia di Serino, Gutenberg Edizioni, Penta di Fisciano (SA) 2005, pp. 44, 45. 7 Filomeno Moscati Angelo ad Peregrinos in San Michele di Serino, S. Maria a Rota di S. Severino, S. Quirico di Boiano, S. Vincenzo di Olevano, >> e, in quella stessa pagina alla nota 3, chiariscono che esse sono << chiese di cui si hanno documenti sicuri. >>4Questa notizia è attendibile perché legata a un‘antica tradizione religiosa cristiana, quella dei pellegrinaggi in santuari e luoghi di culto famosi.Uno dei luoghi di culto più famosi e fra i più frequentati come meta di pellegrinaggio, almeno a partire dal V secolo dopo Cristo, era il Santuario di San Michele sul Monte Gargano, perché legato, oltre che al culto di S. Michele, alla tradizione cristiana della grotta, diffusa in tutto il territorio dell‘antico Ducato Longobardo di Benevento. Queste grotte, situate in luoghi difficilmente accessibili, come a Valva, Campagna, Olevano sul Tusciano, S. Angelo a Fasanella, S. Michele a Carpineto e Pizzo di S. Michele di Fisciano, S Michele di Avella, etc., sono tutte legate, nella tradizione popolare, all‘apparizione in esse dell‘Arcangelo Michele in perenne contrapposizione vittoriosa con il diavolo,5 a simboleggiare la vittoria del bene sul male. La più antica e famosa di queste apparizioni è quella riguardante la Grotta dell‘Angelo, sul Monte Gargano. Secondo il “ Liber de apparitione sancti Michaelis in Monte Gargano” L‘Arcangelo apparve al vescovo di Siponto il 29 settembre del 490 d, C., in epoca bizantina, per dirgli: <<Io sono l‟Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta; io stesso ne sono il vigile custode… Laddove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati degli uomini… quel che sarà qui chiesto nella preghiera sarà esaudito. Va, perciò, sulla montagna e dedica la grotta al culto cristiano.>>6 Dopo quella consacrazione iniziarono i pellegrinaggi al Santuario dell‘Angelo del Gargano. Questi pellegrinaggi preesistevano, perciò, all‘arrivo dei Longobardi almeno di 80 anni, perché il culto di S. Michele era diffuso anche fra i Bizantini e il Santuario del Gargano ha, infatti, origine bizantina, accertata da documenti che risalgono 4 G. Crisci, A. Campagna, Salerno Sacra, Edizioni della Curia Arcivescovile, Salerno 1962, p.142. 5 Filomeno Moscati, opera citata, p. 86. 6 P. Jan Rogacki, Guida al Santuario di S. Michele sul Gargano, Ed. del Santuario, 1997, p.5. 8 San Michele di Serino e la Chiesa di San Michele Arcangelo alla fine del V secolo d. C., quali le lettere di Papa Gelasio al Vescovo di Larino, Giusto, del 493 – 494 d. C., e al Vescovo di Potenza, Herculentius, della stessa epoca. Ad esso si recavano in pellegrinaggio i cristiani residenti nel territorio bizantino di Salerno. La via per l‘Apulia, che questi pellegrini percorrevano per raggiungere il santuario del Gargano, era l‘antichissima via Sabe Maioris, esistente già in epoca sannitica come tratturo per la transumanza delle pecore, una via denominata dai ―Serinesi‖ Via della mezza costa, perché attraversa, a mezza costa, la montagna che sovrasta l‘abitato di Santa Lucia di Serino. Questa si innestava su di un‘altra antica via, la Via Antiqua Maior, denominata anche Strata Maiore in alcuni documenti medievali.7 La Via Antiqua Maior partiva da Benevento e, seguendo la riva sinistra del fiume Sabato, giungeva ad Avellino, da dove proseguiva passando attraverso il territorio dell‘antica Serino, che includeva anche l‘attuale San Michele, e, attraverso i valichi dei monti Picentini, di Turci e Taverna dei pioppi, metteva in comunicazione Benevento con Picenzia, Salerno e Nuceria. Era questa la via percorsa dai pellegrini di Salerno e Nocera per giungere a Serino, e, più specificamente, a San Michele di Serino, da dove, attraverso un ponte di legno gettato sul fiume Sabato al termine di Via Corticelle, essi raggiungevano la Sabe Maioris, che congiungeva Serino con la Piana del Dragone, Cassano, Ponteromito, Guardia, Bisaccia8e, infine, con la Puglia. Il luogo dell‘attuale insediamento abitativo di San Michele di Serino costituiva, perciò, una tappa pressoché obbligata per i pellegrini provenienti dal territorio salernitano – nocerino, e proprio qui sorse un Hospitium, un ospizio per il ricovero e il raduno dei pellegrini diretti al Gargano, ciò che spiega la denominazione di Ad Peregrinos con cui il luogo veniva designato. Il luogo di sosta e di raduno dei pellegrini, per il sorgere di una chiesetta con l‘immagine dell‘Angelo del Gargano, fu ben presto indicato anche col toponimo di S. Angelo ad Peregrinos. Attorno a questa chiesetta si formò il primo nucleo abitativo di San Michele di Serino e, come affermano Crisci e 7 Mario De Cunzo, Vega De Martini, Le città nella storia d‟Italia, Avellino, Ed. La Terza, Bari 1985, p.32. 8 Mario De Cunzo, Vega De Martini, idem, p. 32. 9 Filomeno Moscati Campagna, << Con l‟andar del tempo il Santo diede il nome al paese e scomparve l‟antica denominazione.>> 9 Il luogo dove la chiesa e l‘abitato sorsero può essere individuato e stabilito, con assoluta sicurezza, grazie al Patto di Spartizione del Ducato Longobardo di Benevento che fu stipulato nell‘anno 848 d. C., un documento scritto che è conservato nel Codice Vaticano Latino 5001. Questo trattato stabilisce che. << Tra Benevento e Salerno il confine sia posto in località detta i “Pellegrini” dove per ciascuna parte sono venti miglia.>> Un‘antica carta viaria, la ―Tavola di Peutinger‖, consente di stabilire che la località detta ― I pellegrini‖, situata esattamente a mezza strada tra Benevento e Salerno, si identifica con l‘attuale abitato di San Michele di Serino.10 Queste sono le notizie certe, perché suffragate da reperti archeologici o da documenti scritti riguardanti le origini di San Michele di Serino, altre supposizioni, riguardanti insediamenti abitativi diversi, debbono allo stato attuale essere considerate come semplici e pure ipotesi, perché non sorrette da nessun supporto archeologico o documentale. Il patto di spartizione dell‘anno 848, oltre a stabilire i confini fra i due ducati longobardi, fissò anche i confini delle diocesi ed è infatti da quell‘anno che la ―Chiesa di S. Angelo ad Peregrinos‖, poi denominata di S. Michele Arcangelo, venne a far parte della Diocesi di Salerno. Questa chiesa dipendeva infatti dall‘Arcipretura di Serino, la cui esistenza in epoca molto antica è confermata da una bolla di Papa Alessandro III (1159 – 1181) del 1168, un documento importante perché in essa venivano elencate tutte le Arcipreture della Diocesi di Salerno e se ne definivano i confini.11 Il contenuto della bolla di Papa Alessandro III viene riaffermato in una sentenza, emessa nel luglio del 1219 dai giudici Costantino, vescovo di Scala, e Matteo, arcidiacono di Amalfi, delegati da Papa Onorio III (1216 – 1227) a dirimere la controversia fra Ruggiero, vescovo di Avellino, e Nicola, vescovo di Salerno, controversia in cui il vescovo di Avellino sosteneva che Serino, di cui San Michele era parte, 9 G. Crisci, A. Campagna, Salerno Sacra, Ed della Curia Arcivescovile, Salerno 1962, pp. 142 – 144. 10 Filomeno Moscati, Storia di Serino, Gutenberg Edizioni, Penta di Fisciano (SA), 2005, pp. 96 – 101. 11 G. Crisci, A. Campagna, idem, pp. 142 – 144. 10 San Michele di Serino e la Chiesa di San Michele Arcangelo apparteneva alla sua diocesi.