SPED. IN ABB. POST. ART. 2 COMMA 20/C LEGGE 662/96 FILIALE DI VERCELLI Direttore Responsabile: Giuliano Temporelli. Giuliano Direttore Responsabile: Con Approvazione Autorizzazione Ecclesiastica. Tribunale Vercelli di n°45del30/01/1953. Mensile acura dell amministrazione Vescovile delSantuario, conla Unione in collaborazione Mariana Redazione (URM)  S M P  SACRO MONTE DI VARALLO ORARIO FUNZIONI Cenni Storici FESTIVO - SS. Messe: ore 9,30 -11,30 - 16 (17 ora legale) Rosario: ore 15,30 (16,30 ora legale) FERIALE Il Sacro Monte di Varallo è l’opera di noscere meglio ai suoi contemporanei. due grandi uomini di Chiesa e di nu- Tornatovi alla fine d’ottobre del S. Messa: ore 16 (ore 17 ora legale) merosi uomini d’arte capeggiati da Gau- 1584 per attendere al bene della sua ani- Rosario: ore 16,30 (ora legale) denzio Ferrari. ma, pensò di valorizzarlo con la costru- ore 15,30 (ora solare) I due uomini di Chiesa sono: il beato zione di nuove cappelle che illustrassero - Prima domenica di ogni mese ore 9,30 Bernardino Caìmi, frate francescano, in modo più completo l’opera di Gesù. e nel Triduo in preparazione al e San Carlo Borromeo, arcivescovo di Valorizzò il progetto di riordino 1° novembre: Milano. Fra Bernardino Caìmi attuò a del Sacro Monte stilato nel 1567 Santa Messa per la «Compagnia Varallo l’idea che gli era maturata nell’a- dall’Arch. e, adat- della Buona Morte». nimo durante la sua dimora in Terra tandolo al suo schema, volle che si - Ogni primo sabato del mese alle ore 16 Santa. Volle fare delle costruzioni che riprendessero i lavori. ricordassero i “luoghi santi” della Pale- Si lavorò fino al 1765. (ore 17 ora legale): stina, cioè i luoghi che ricordano i mo- In quel secolo e mezzo nuovi arti- Santa Messa per i benefattori vivi menti caratteristici della permanenza di sti unirono il proprio nome a quello e defunti. Gesù sulla terra (Grotta di Betlemme, di : il Morazzone, - Il 24 dicembre a mezzanotte: Casa di Nazareth, Cenacolo, Calvario, il Tanzio, i Fiamminghini, i Donadei Santa Messa per tutte le famiglie Santo Sepolcro). per la pittura; Giovanni d’Enrico e il che hanno visitato il Santuario. Iniziò il suo lavoro nel 1486 e ne Tabacchetti per la statuaria, per citare - Il 31 dicembre ore 16: curò l’attuazione finché visse (a tutto il solo i più noti. L’idea di San Carlo Bor- Santa Messa per ringraziare e 1499), coadiuvato da Gaudenzio Ferrari romeo e le realizzazioni che ne seguiro- invocare la pace. che ne continuò l’idea, abbellendo con no fecero del Sacro Monte di Varallo il affreaschi e con statue alcune cappelle. prototipo di quegli altri Sacri Monti Il servizio religioso è svolto dai Padri San Carlo Borromeo apprezzò il lavoro che sorsero nella zona durante il sec. Oblati della diocesi di Novara che già fatto dopo la sua visita al Sacro Mon- XVII (Sacro Monte d’Oropa, Sacro risiedono accanto al Santuario - te nel 1578 e, denominato felicemente Monte di Crea, Sacro Monte di Locar- Tel 0163.51131 quel luogo “Nova ”, lo fece co- no in Svizzera.

N. 1 - Anno 93° Gennaio - Febbraio - Marzo 2017 Sped. in abb. post.

Sommario

Parola del Rettore p.Giuliano Temporelli

Conosciamo il Sacro Monte di Casimiro Debiaggi

Gesù al tribunale di Anna di Franca e Antonio Bondioli

I Santi dei nostri pulpiti di Papa Benedetto XVI

Esperienza pastorale don Milton

Amici del Sacro Monte di Gabriele Federici

Personaggi Valsesiani di Gabriele Federici

Figure sacerdotali novaresi di don Damiano Pomi

c.c.p. 11467131 intestato a: INTAEGRA srl Santuario Sacro Monte Nuove Tecnologie Prodotti Integrati 13019 Varallo (VC) Via Giovanni Pascoli, 1/3 con APPROV. ECCLESIALE. 20087 Robecco S/Naviglio (MI) Aut. Tribunale di Vercelli N. 45 Cell. +39 328 6238732 del 30-1-1953 [email protected]

2 Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 L    R ORARIO FUNZIONI FESTIVO - SS. Messe: Verso Pasqua riflettendo su Fatima Funzioni della ore 9,30 -11,30 - 16 (17 ora legale) Settimana Santa 2017 Rosario: ore 15,30 (16,30 ora legale)

FERIALE I S. Messa: ore 16 (ore 17 ora legale) l 13 maggio ricorre il centenario della GIOVEDÌ SANTO (13 aprile) Rosario: ore 16,30 (ora legale) prima apparizione della Madonna a Fati- Ore 17 Santa Messa ore 15,30 (ora solare) ma. Dovremmo vivere tutto questo anno nel ricordo, nel richiamo del significato VENERDÌ SANTO (14 aprile) - Prima domenica di ogni mese ore 9,30 di quelle apparizioni che hanno avuto ore 15,00 SOLENNE VIA CRUCIS e nel Triduo in preparazione al una grande importanza anche dal punto ore 15,30 FUNZIONE LITURGICA 1° novembre: di vista sociale e politico. In esse infatti si DELLA MORTE DEL SIGNORE Santa Messa per la «Compagnia SABATO SANTO (15 aprile) della Buona Morte». ore 21,30 BENEDIZIONE DEL FUOCO SULLA - Ogni primo sabato del mese alle ore 16 PIAZZA E SANTA MESSA (ore 17 ora legale): DI PASQUA Santa Messa per i benefattori vivi e defunti. DOMENICA DI PASQUA - Il 24 dicembre a mezzanotte: Ss. MESSE ore 9,30 - 11,30 - 17,00 Santa Messa per tutte le famiglie LUNEDI’ di Pasqua che hanno visitato il Santuario. Ss . Messe ore 9,30 - 11,30 - 17,00 - Il 31 dicembre ore 16: Santa Messa per ringraziare e invocare la pace. parlava di Guerre, si parlava di Russia , si diale a pezzi. Dunque la lezione partita da to paura. Paura che altri ci rubino ciò che parlava di errori, della necessità di cambia- Fatima 100 anni fa sembra non avere pro- noi abbiamo. Di qui le nostre chiusure, il Il servizio religioso è svolto dai Padri re vita, della necessità di fare penitenza, di dotto effetti. Per questo abbiamo messo nostro egoismo sta prevalendo. Abbiamo Oblati della diocesi di Novara che recitare il rosario. insieme Pasqua e Fatima. Pasqua precedu- dunque bisogno di una Quaresima-Pasqua risiedono accanto al Santuario - Il ricordare quegli avvenimenti non è ta dalla Quaresima è il grande tempo della che ci infonda speranza guardando anco- Tel 0163.51131 solo una esercitazione mentale storica ma riflessione, della conversione , del cambia- ra una volta quel Crocifisso, quel Risorto un applicare alla situazione di oggi ciò che mento del nostro modo di vedere le cose. che vuole mettersi sul nostro cammino per la Madonna, 100 anni fa, aveva detto. Certo in Europa abbiamo avuto set- ridonarci fiducia. È attraverso l’Eucaristia È impressionante riflettere sul fatto che tant’anni di pace. Ma ora l’Europa sembra che possiamo sentire il Cristo presente in le cose dette allora si sono verificate. La smarrire la sua bussola, il suo orientamen- mezzo a noi come la nostra forza, come guerra è venuta con tutte le sue spaventose to. Le popolazioni sembrano non avere più nostra luce, come la roccia alla quale attac- conseguenze. Errori si sono diffusi soprat- indicazioni precise per un loro cammino. carci nelle tempeste di oggi. tutto nella nostra Europa causando milio- Le migrazioni mettono i popoli di fronte a Santa Pasqua di Risurrezione a tutti. ni di morti, causando migliaia di martiri. scelte impegnative, coraggiose. Per ora non Papa Bergoglio parla di terza guerra mon- si vede questo coraggio. Si vede soprattut- P. Giuliano Temporelli

A 30 ANNI DALLA MORTE DI PADRE BRACCHI

Sono passati trent’anni dal 14 febbraio se. Il motivo principale per il quale Padre 1987 quando proprio al suono dell’An- Bracchi ha dovuto lasciare questo luogo è gelus di mezzogiorno spirava nella casa stata la sua contrarietà a trasformare l’O- degli oblati di Novara padre Carlo Brac- spizio in Albergo (ora Albergo Casa del chi che fu rettore del sacro Monte di pellegrino). La Curia di Novara e gli oblati Varallo dal 1947 al 1964, immediamen- avevano invece maturato la convinzione te dopo mons. Fasola. È nostro dovere sull’utilità e necessità di un cambiamento ricordarlo anche per le diverse opere strutturale di un edificio che evidenziava che ha messo in atto presso il nostro tutti i suoi anni. Si arrivò così a trasfor- sacro monte. È un lungo elenco che il mare, a spese del Santuario, l’ospizio in un settimanale ‘Il Monte Rosa’ ha eviden- accogliente Albergo. ziato quando padre Bracchi, con il cuore spezzato, ha lasciato il Santuario varalle- A destra p. Bracchi con mons. Fasola

Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 3 C   S  M LA BASILICA DELL’ASSUNTA Il progetto della Chiesa nuova - Progetto perduto

tutto contraddistinto da strutture mura- rie tozze, possenti, tutt`ora impressionan- ti, per creare le basi robuste, sicure, su cui sgravare tutto il peso del futuro tempio; la seconda, quella del piano immediatamen- te sovrastante, cioè la planimetria generale della chiesa: quindi quella fondamentale, la più importante, perché costituente il disegno, l’impianto complessivo dell’edi- ficio, della sue strutture murarie, dei vari spazi, di tutto lo sviluppo architettonico e rivelava l’impronta stilistica e culturale dei due ideatori. È lo schema realizzato nel corso di un secolo, a struttura longitu- dinale, ad ampia unica navata, affiancata da tre cappelle laterali per parte, quindi, dopo l’arco trionfale, proseguita e dilatata nel vasto presbiterio col retrostante coro a pareti rettilinee e dai due vani simmetrici Come i nomi dei due architetti non ci sono delle due sacrestie ai lati del presbiterio; il stati tramandati dai documenti d’archivio tutto autonomo, isolato, senza strutture e dalle più antiche guide del Sacro Monte, di collegamento diretto con la residen- così pure il progetto da loro elaborato ed za dei Frati; la terza, poteva delineare la inviato al vescovo di Novara l’ 11 aprile fiancata, l’andamento longitudinale, cioè 1614, è andato perduto. E come i nomi la veduta laterale dell’edificio, dal corpo dei due autori hanno dovuto venir de- anteriore (navata con cappelle laterali dotti attraverso una serie di ragionamenti meno elevate) al presbiterio emergente e considerazioni per sfatare convinzioni con la cupola, contenuta entro la strut- radicate ed inesatte, così pure il progetto tura parallelepipede (primo caso in tutta originario può venir idealmente riscoper- tamente nelle vedute generali del Monte la valle del Sesia), al retrostante volume to, riconosciuto, riportato alla luce nel suo lungo il Seicento, e su cui si ritornerà nella del coro, d’altezza un po’ inferiore rispet- complesso risalendo a ritroso, basandosi puntata successiva. to a quella della navata; la quarta, poteva sull’edificio attuale, realizzato ad inizia- Il progetto pertanto doveva essere probabilmente contenere il disegno, lo re proprio dal 1614, per completarsi nei essenziale, rigoroso, di immediata com- schema essenziale, dei pensieri riguardanti primi lustri del Settecento. Infatti tutta la prensione per i capimastri, senza perdersi la futura facciata, certo a salienti, data la struttura muraria in pietra a vista, quindi in particolari decorativi da rinviare ad un presenza dei volumi delle cappelle latera- di facile lettura, della basilica attuale, non secondo momento, e ad una fase succes- li, più basse della navata. Questo disegno rivela modifiche, alterazioni sostanziali, siva, non è quella costruttiva, ma a quella non è certo da identificare con modesto ed incertezze, pentimenti, ma appare unita- conclusiva, delle finiture; né ve ne sarebbe anonimo progettino pubblicato nel 1984, ria, coerente, rigorosa; rivela cioè di aver stato neppure il tempo materiale, di tre- privo di qualsiasi originalità, simile a deci- seguito con fedeltà un modello, uno sche- quattro mesi, per inventarli e disegnarli ne e decine di semplici facciate di oratori ma chiaro, preordinato, ossia il disegno, il con accuratezza. della valle, con coronamento a capanna, progetto, soprattutto la planimetria del Come poteva essere il progetto o semplice saliente, e portico antistante, 1614. Il modello iniziale non è dunque Il piano progettuale doveva quindi esser retto da quattro colonne posate su plinti, stato stravolto, nonostante le pause, le costituito da pochi fogli, poche tavole (di forse disegno superstite di uno dei proget- riprese, il succedersi e l’alternarsi di ma- carta o di cartone): la prima quella della ti scartati; quasi umiliante l’attribuzione a estranze e di capimastri diversi. L’attuale fondamenta, del piano semiinterrato, ad- Giovanni d’Enrico. edificio ne è la traduzione sostanziale nella dossato sulla destra al declivio roccioso realtà concreta. scendente dal Monte Sion, che doveva Il progetto dei d’Enrico Probabilmente l’unica variante rimar- comprendere l` area dell` attuale salone Forse potevano esserci inoltre una chevole è l’eliminazione al piano delle fon- Papa Giovanni XXIII con il vano retro- quinta tavola, o solo degli schizzi, de- damenta di un vano mai terminato ai lati stante, forse già pensato per la cripta, ed gli studi o disegni sommari illustranti dell’attuale scurolo, che compare ripetu- alcuni ambienti minori sul lato sinistro. Il lo spaccato, o sezione longitudinale del

4 Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 C   S  M LA BASILICA DELL’ASSUNTA

tempio, comprendente il semiinterrato, la sovrastante aula spaziosa con le volte ed il tetto, ed infine una sesta tavola con l` arco trionfale di congiunzione tra la navata e lo spazio retrostante, costituito da presbiterio, cupola e coro. Questi in linea di massima dovevano essere i fogli costituenti il progetto di Enrico e Giovanni d` Enrico, approva- to dalla curia novarese e realizzato con grande fatica e tenacia ad iniziare dal 1614. Perché poi i lavori del cantiere iniziassero e proseguissero con fedeltà, il progetto viene esposto nella `chiesa vec- molto più ampie e di un semiinterrato as- tra scelta più felice, più idonea, nella zona chia`, mentre quello generale del Monte sai vasto giungendo quasi a ridosso della del Monte Sion. è posto nell’archivio. Più di cinquant’an- cappella dell’ ingresso di Gesù a Gerusa- Ma l’impostazione ad aula unica, spa- ni dopo il Fassola conferma che il dise- lemme, con un dispendio per lo più ecces- ziosa, affiancata da cappelle laterali uni- gno del nuovo tempio è ancora esposto sivo. Del resto lo schema a pianta centrale formi ed intercomunicanti, è anche quella nella sacrestia. era estraneo alla tradizione valsesiana, più diffusa nel clima della Controriforma La scelta da parte dei fabbriceri di uno adottato solo in quegli ultimi tempi per con il rinnovato ardore religioso dopo il schema di tempio a planimetria longitu- due o tre cappelle del monte e per l’ora- Concilio di Trento, e nel gusto dell’età dinale e non centrale, può apparire scon- torio di Romagnasco di Valduggia, che al manieristica, prolungandosi ampiamente tata. La conformazione stessa del terreno Sacro Monte si ispira: tutte però costru- anche lungo tutto il corso del Seicento. irregolare ed in buona parte in declivio, zioni di dimensioni assai modeste rispetto Per il Sacro Monte doveva far testo, oltre doveva di per sè essere vincolante, esclu- a quella prevista per l’erigenda chiesa mag- all’ambiente novarese, con il cantiere di dendo a priori la possibilità di realizzare giore. L’impianto longitudinale ad una San Gaudenzio, quello ancor più presti- un edificio a pianta centrale (circolare o a sola navata era poi quasi obbligato anche gioso di Milano con le opere dell’Alessi, croce greca), che sarebbe risultato di una per il fatto che il nuovo edificio doveva del Tibaldi ecc..., certo ad Enrico larghezza eccessiva per lo spazio limitato, sorgere in uno spazio ristretto, parallelo d’Enrico. con conseguente esigenza di fondamenta alla ‘chiesa vecchia’, né vi poteva essere al- Casimiro Debiaggi ELOGIO AI VOLONTARI DEL SACRO MONTE “Come posso capire, se nessuno me lo spiega?” È la risposta del piccoli, che desiderano conoscere bene il nostro santuario. funzionario della regina Candace a chi gli chiedeva se avesse Questi collaboratori seguono diversi incontri nell’anno per compreso il brano scritturistico di Isaia dove si parlava dell’a- un continuo aggiornamento sui vari aspetti del Sacro Monte gnello condotto al macello. di Varallo. Partecipano ogni domenica alla messa: infatti essere L’Amministrazione Vescovile del Sacro Monte da sempre ha accompagnatori nella visita delle cappelle significa anche vivere avuto la preoccupazione di aiutare i fedeli, i pellegrini, che visita- quello che si annuncia. no questo luogo, a comprendere il significato delle varie cappelle. Approfitto di questo scritto per ringraziare, con tutto il cuo- In ognuna di esse, fin dal milleseicento, furono posti dei sintetici re, queste persone che con passione e grande competenza ac- brani della Bibbia, importanti ma insufficienti. Era necessario quisita anche con gli anni mettono a disposizione ,con umiltà che i pellegrini fossero accompagnati nella riflessione sulla vita e semplicità, il loro tempo e le loro capacità a servizio dei pelle- di Cristo. Di qui come conseguenza la preoccupazione di for- grini. Queste persone sono la spina dorsale del nostro santuario. mare persone che siano in grado di far scoprire il senso profondo P.S. A metà Basilica , ogni mattina da lunedì a giovedì, e di della sacra rappresentazione fatta di statue e di pitture. In questi mattino e di pomeriggio da venerdì a domenica, una suora Or- ultimi decenni bisogna rilevare che si è moltiplicata la richiesta solina, accoglie i visitatori che vogliono far celebrare delle messe, di una maggior comprensione nella visita al complesso. Anche ma soprattutto li fa sentire a proprio agio dando risposte alle varie per questo l’Amministrazione Vescovile della diocesi di Novara, richieste. Un grazie sincero a lei e alle sue superiore che con grande rappresentata in loco dal Rettore, ha formato un gruppo di per- generosità permettono alla suora di compiere questo prezioso, gra- sone motivate, con un bagaglio umano e professionale di notevo- tuito, servizio. le spessore, che, gratuitamente, accompagnano i gruppi, grandi o p. Giuliano

Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 5 C   S  M GESÙ AL TRIBUNALE DI ANNA R  Cappella 24 - Particolare delle lanterne VALORIZZAZIONE E CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO DEL SACRO MONTE

Osservando gli affreschi sulla parete di questa cappella, si notano tre lanterne nelle mani di Come Amministrazione Vescovile, altrettante figure presenti tra la folla che ha seguito la cattura notturna di Gesù: con l’aiuto anche degli “amici del Sa- “Giuda preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e cro Monte,” vogliamo mantenere la dei farisei, si recò là con lanterne, torce e armi “(Giovanni , 18, 3 – 11). bellezza di questo nostro sacro Monte. Guardando ad un recente passato abbia- Incuriosito dalla strana forma di questi lumi, ho fatto una piccola ricerca sulla loro mo restaurato l’organo maestoso della struttura e le deduzioni in merito sono qui di seguito riportate. nostra basilica. Poi ci è sembrato bene Ogni lanterna è formata da una sfera racchiusa tra due listelli lignei circolari giacenti in anche restaurare le parti laterali della piani ortogonali ed a loro volta incernierati su di una forcella di legno fissata sulla sommità controfacciata che il tempo aveva un di un lungo bastone. Questa intelligente struttura, sfruttando la forza di gravità, permette po’ annerito e abbiamo fatto la scoper- alla lampada di mantenere sempre la stessa posizione verticale rispetto al terreno. Tale ta che anche quella parte era decorata. artifizio impedisce il pericoloso rovesciamento del lume racchiuso nella sfera durante gli Sono stati indorati di nuovo i capitelli. spostamenti. All’interno del globo ardeva infatti una sostanza a lenta combustione che Abbiamo dunque affrontato una spesa può essere: resina, bitume, propoli o cera. Sostanze utilizzate nel passato in applicazioni notevole per potere far tornare bella la analoghe. parete come era alle origini. Per quanto riguarda i globi trasparenti , ritengo che fossero di natura animale e precisa- È stato restaurato anche il lucernario che sta sopra la Madonna dormiente, mente ricavati da vesciche di maiale gonfiate e lasciate essiccare. Ancora oggi tali vesciche- consumato ormai dal tempo. Ultima- lumi , con trasparenza opalina, montate su lunghi bastoni, sono portate in giro nel corso mente abbiamo reso bella e splendente la delle feste di carnevale in (Bad Aussee) ed in Spagna. Particolare curioso: queste porticina del Tabernacolo della Basilica: vesciche, resistenti anche meccanicamente, furono utilizzate come camere d’aria per i pri- il costo € 1444. mi palloni da calcio in cuoio. In questi ultimi mesi il Santuario, con Ancora nel 1800, lanterne simili erano accese al Sacro Monte la sera della festa dell’As- l’aiuto di privati e di congregazioni religio- sunzione come riporta un brano del libro di C. Gallo (In 1884): se, ha illuminato ben 6 cappelle. Il deside- “Sull’imbrunire gli edifici del Monte vengono illuminati a palloncini bianchi; sul muro rio è quello di continuare su questa strada d’una cappella s’accende un V. S. M. colossale ; ed a notte fatta comincia una gettata di illuminando anche le cappelle 20 (l’ultima razzi e girandole dalle strisce di fuoco a mille colori”. Varallo 27-12-2016 Cena), cappella 21 (Gesù nell’orto conso- lato da un angelo), cappella 22 (Gesù e gli apostoli addormentati). Franca e Antonio Bondioli

Grazie per il bollettino Vogliamo ringraziare tutti coloro che ci sostengono con il loro contributo per mantenere vivo il nostro bollettino. È un bollettino storico, è un bollettino che registra le cose più importanti e si- gnificative della vita di questo sacro Monte. Il peso economico però è molto pesante. La voglia di smettere a volte passa per la nostra mente. Ma con il vostro aiuto cercheremo di proseguire sulla strada tracciata dai nostri vecchi.

6 Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 S A (354-430) D    I SANTI DEI NOSTRI PULPITI Commentati da Papa Benedetto XVI

Sant’Agostino era un uomo animato da un instancabile desiderio di trovare la verità, di trovare che cosa è la vita, di sapere come vivere, di conoscere l’uomo. E proprio a causa della sua passione per l’uomo ha necessariamente cercato Dio, perché solo nella luce di Dio anche la grandezza dell’uomo, la bellezza dell’avventura di essere uomo può apparire pienamente. Questo Dio inizialmente gli appariva molto lontano. Poi lo ha trovato: questo Dio grande, inaccessibile, si è fatto vicino, uno di noi. Il grande Dio è il nostro Dio, è un Dio con un volto umano. Cosi la fede in Cristo non ha posto fine alla sua filosofia, alla sua audacia intellettuale, ma, al contrario, lo ha ulteriormente spinto a cercare le profondità dell’ essere uomo e ad aiutare gli altri a vivere bene, a trovare la vita, l’arte di vivere. Questo era per lui la filosofia: saper vivere con tutta la ragione, con tutta la profondità del nostro pensiero, della nostra volontà, e lasciarsi guidare sul cammino della verità, che è un cammino di coraggio, di umiltà, di purificazione permanente. La fede in Cristo ha dato compimento a tutta la ricerca di Agostino. Compimento, tuttavia, nel senso che egli è rimasto sempre in cammino. Anzi, si dice: anche nell’eternità la nostra ricerca non sarà finita, sarà un’avventura eterna scoprire nuove grandezze, nuove bellezze. Egli ha interpretato la parola del salmo “Cercate sempre il suo volto’’ ed ha detto: questo vale per l’eter- nità; e la bellezza dell’eternità è che essa non è una realtà statica, ma un progresso immenso nella immensa bellezza di Dio. Così poteva trovare Dio come la ragione fondante, ma anche come l’a- more che ci abbraccia, ci guida e dà senso alla storia e alla nostra vita personale. Papa Benedetto XVI

OFFERTE BOLLETTINO, RESTAURI

Pescina Angela € 13; Patriarca Marinella € 12; Barberis Paola 50; Regaldi Gianfranco 15; Morgantino Piera € 25; Zordan don Giorgio 20; Malgarol Claudia € 20; Rivano Maddalena € 15; Bacchetta Elio € 50; Bondioli Antonio € 20,00; Monticone Antonio € 20; Poletti Elvira € 25; Durio Adriana € 15; Marsetti Luciana € 30; Furlan Piergiorgio € 60; Ferrato Anna Zenone € 15; Bianchi Renato € 50,00; Capelli Luigi € 20; Bresciani Ivana € 30; Benecchia Mario € 20; Polisel € 50; Sorelle Dameno € 15; Facchinetti Al- berto € 15; Cantone Maria Clelia € 15; Tosi € 20; Maiandi Aldo € 20; Frigiolini Carlo € 13; Ghilardi Andrea € 13; Bianco Angelo € 20,00; Ferrero Giuliana € 13; Marcioni Anna Lucia € 100; Speroni Dora € 25; Calderini Giovanni Mario € 20; Meroni Aldo € 15; Taglioretti Giuseppina € 20; Benedetti Alice € 50; Remogna Mario € 15; Festa Francesco € 15; Fontana Giampiero € 15; Bru- stio Giacomo € 50; Gagliardini Enea € 13; Moretti Anna € 25; Carrà Giovanni € 30; Cantone Renata €15; Clemente Marica € 20; Tomasini Giacomo € 25; Perrone Athos € 13; Suore Missionarie € 13; Farinoni Lidia € 13; Raineri Ferruccio € 20; fam. Remiggio € 15; Vasini Giuseppe € 30; Ceutti Franco € 50; Demarchi Francesco € 25; Antoniazzi Franco € 15; Micheletti Piera € 25; Polesinani Carla € 20; Mottaran Anselma € 15; Delladonna Vanna € 15; Canuto Rosangela € 20;De Consoli Giuseppe € 20; Deblasi Augusta € 20; Cerri Gualtiero € 20; Minisio Gabriella € 15; n.n. 200; Temporelli Giuseppe € 13; Mastromauro Vincenzo € 20; Raiteri Giu- seppina € 50; Pavanetto Pia € 20; Canuto Elena € 13; Cerri Ennio € 13; Guglielmetti Aurora € 300; Bricchi Roberto € 13; Marchini Camosso € 15; Zaccarelli Mario € 20; Ottina Mirella € 20; Velatta Luigina € 20; Guglielmino Luciano € 13; Manna Gianni € 38; Biglia Raffaella € 25; Cavaglià Quazzola Federica € 20; Raggio Eugenio € 10; Denicola Barbero Vilma € 15; Barbaglia Luciano € 15; Moranzoni Giuseppina € 15; Lippi Manzini Anna € 10; Fernanda € 15; Zappalà Concetta € 50; Provera Adriano € 6; Cerri Gianni € 40; Perrone AnnaMaria € 15; Bassi Luciano € 20; Garoni Giulia € 13; Lotti Miro € 30; Ferro Lauretta € 20; Campi Agostini Olga € 15; Zoppetti Francesco € 23; Bottone Odilia € 15; Conti Domenico € 13; Fidanza Carla € 15; Collini Rosa € 15; Caula Aldo € 20; Temporelli Tarcisio € 20; Suore Orsoline € 50;

Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 7 D I ESPERIENZA PASTORALE TRA GLI AMMALATI E GLI ANZIANI IN INDIA

In India io ho vissuto in una parrocchia C’era una santa messa per loro, e dopo la celebrazione della Messa. per sei anni. Ho sempre fatto del mio si prendeva il “the” insieme. Era una oc- 5. Normalmente partecipavano almeno meglio per gli anziani e gli ammalati. I casione anche per offrire loro dei doni da 1000 persone al funerale. genitori in India vivono normalmente parte della parrocchia. 6. Nei giorni seguenti il funerale, i fa- con l’ultimo figlio, ma ci sono anche delle 4) Quando un anziano veniva ricove- miliari del defunto venivano in chiesa per eccezioni. Cercherò di condividere la mia rato in ospedale, solitamente io lo an- partecipare alla santa messa e dopo, insie- esperienza in poche parole. davo a trovare per pregare. Se richiesto me si andava al cimitero per una preghiera 1) La società indiana, specialmente la portavo l’Unzione degli Infermi. speciale. Il settimo giorno o il quarante- comunità cristiana, porta grande rispet- simo giorno dopo il funerale, (dipendeva to per gli anziani e gli ammalati. Servizio pastorale per i defunti dalle famiglie) io venivo invitato dai fami- 2) Come parroco ho sempre visitato 1. Se in parrocchia moriva una persona, liari del defunto per benedire l’intera casa. queste persone il primo venerdì del mese. immediatamente i familiari informavano Questo secondo la tradizione dell’Antico Insieme alla visita io portavo il sacra- il parroco e insieme veniva accordata la Testamento. mento della Confessione della Comunio- modalità del funerale. Appena possibile io Normalmente nella nostra società gli ne. I familiari inviavano un proprio vei- visitavo personalmente la famiglia e prega- ammalati e gli anziani sono considerati con colo perché io visitassi queste particolari vo per l’anima del defunto. grande rispetto. Essi sono curati in casa in- famiglie. Nella mia ultima parrocchia 2. Generalmente il funerale si svolgeva il sieme ai bambini. L’ultimo figlio è respon- avevo 12 anziani ammalati da visita- secondo giorno dopo la morte del defun- sabile della buona cura dei genitori. È un re, così dalle 9,00 del mattino fino alle to, ma potevano esserci delle eccezioni. suo dovere. Questo figlio ha anche il com- 13,00 facevo questo servizio. Loro hanno 3. La prima parte del funerale si svol- pito di provvedere ai loro servizi spirituali . sempre accettato la santa eucaristia in geva nella casa del defunto per circa 30 Io dico sempre che i genitori sono simili modo molto rispettoso. minuti. Qui veniva espresso un personale al Dio vivente in terra, così noi dovrem- 3) Durante le feste parrocchiali, orga- pensiero da parte del parroco. mo rispettarli molto, in tutte le parti del nizzavo un momento speciale per tutti gli 4. La seconda parte del funerale si con- mondo. anziani e i membri delle loro famiglie. cludeva in chiesa per altri 20 minuti, senza Don Milton POLIZIA POSTALE DI STATO IN VISITA AL SACRO MONTE Mercoledì 15 febbraio , in un pomeriggio pieno di sole, hanno fatto visita al Sacro Monte di Varallo alcuni rappresentanti della polizia postale di Stato di Torino. Erano accompagnati dal sindaco di Varallo Eraldo Botta e dagli assessori Pietro Bondetti e Mauro Osti. La direttrice dell’Ente Sacri Monti dott. ssa Elena De Filippis, con la presenza del guardia parco Giorgio , ha guidato il gruppo nella visita di alcune cappelle . Dobbiamo rimarcare lo stupore di tutti nel vedere il nostro Sacro Monte. Alcuni hanno anche espresso il desiderio di ritornarvi con più calma per meglio gustare le meraviglie del nostro Santuario.

8 Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 R  M  A  S  M A BRACCETTO CON MARIA VERBALE DELL’INCONTRO [ 27/1/2017, Ristorante Delzanno. Inizio lavori ore 18.30 ]

Il Rettore apre i lavori salutando i presenti e motivando il fatto che questa riunione si sia svolta solo ora. Padre Giuliano inizia con un ricordo di S. Angela Merici, la cui festa liturgica ricorre oggi e di cui vi è un dipinto nella cappella 41° del Sacro Monte. Fu una Santa importante per la Chiesa, morta nel 1540. Di origini bresciane, si recò due volte al Sacro Monte e fu anche a Gerusalemme. Promosse un’opera di accoglienza verso le madri in difficoltà. Fondò quindi un’associazione che prese il nome della Santa romana Orsola, da qui il nome di Orsoline, che sono di fatto una confederazione molto vasta, quasi una galassia, di persone consacrate. Padre Giuliano, dopo questo ricordo, invita un presente a leg- gere un brano tratto da una riflessione di Papa Francesco stesa per il Giubileo dei Santuari del 21 gennaio 2016. Il Santo Pa- dre inizia ricordando la figura biblica di Anna, che rappresenta bene le persone che frequentano i Santuari, che sono spazi pri- vilegiati per toccare la Misericordia all’insegna di un’accoglien- Un giorno qualcuno viene alla missione e chiede perché non si può za affettuosa, festosa, cordiale e paziente. Del resto i Vangeli ci riprendere la bella tradizione di fare passare nelle case la statua del- presentano sempre Gesù come accogliente. Il Libro degli Atti la Madonna. Rispondo che è una bella cosa e che possiamo fare il degli Apostoli presenta S. Paolo che accoglieva tutti nella casa calendario delle visite. Detto, fatto. Lo diciamo a tutti, in modo in cui era confinato. L’accoglienza è davvero determinante per particolare alle comunità di base che decidono di organizzarsi per l’evangelizzazione. La persona che si reca nei Santuari ha bisogno scegliere le famiglie e i giorni. di essere accolta bene, non come un ospite ma come un familia- Alla fine di aprile cominciamo ad andare “a braccetto con Ma- re, perché in ognuno dei pellegrini c’è un cuore che cerca Dio. ria”, casa per casa. La gente che vede si chiede che cosa fanno i Il Papa invita i sacerdoti dei santuari ad essere immagine della cristiani. Ma noi non ci preoccupiamo e andiamo avanti. Ogni tenerezza del Padre. sera, in ogni casa, un bel gruppo di persone si riunisce per pregare, Il Rettore, al termine della lettura di quest’intenso brano, invita cantare, condividere la propria fede. Il giorno dopo, la accompa- i presenti e soprattutto le guide che accompagnano i pellegrini a gnamo in un’altra casa, sempre pregando e cantando. È una cosa esprimere osservazioni, spunti personali in merito. Si rivela da più molto bella che riempie le persone di gioia. Sembra che Maria interventi che i pellegrini hanno dentro di sé un mondo; spesso abbia fatto qualche cosa di meraviglioso. Certo ha riavvicinato sono anche tanti e hanno premura: si cerca allora di fornire loro le persone a Gesù, ha dato loro il gusto di pregare. Alla fine del l’essenziale. Una guida ricorda un fatto significativo: a metà del mese di maggio, siamo andati tutti in processione dal centro della percorso si avvicina un visitatore che parla di un congiunto am- parrocchia verso un settore, vicino alla casa di un capo tradiziona- malato, cominciando così un discorso personale. A volte vi è una le. Abbiamo chiesto alla confraternita san Nicodemo (quella dei necessità di sfogarsi, di trovare conforto. capi tradizionali cristiani) di preparare l’accoglienza nella grande piazza di fronte alla casa. Viene a questo punto letto il Verbale della precedente Al mattino, eravamo un po’ pochi, ma strada facendo (C’era riunione del 21/5/2016. anche molto fango per la pioggia caduta nella notte), “a braccet- Interviene , invitata dal Rettore, la Dott.ssa De Filippis, Di- to con Maria”, cantando e pregando, ci siamo rincuorati. Altri ci rettore dell’Ente che comprende i sette Sacri Monti piemontesi. hanno raggiunto, tanto che all’arrivo eravamo più di cento. L’approccio della Dott.ssa è quello di raccontare cosa si è com- Maria è stata accolta dal saluto dei capi come una vera regina, piuto in termini di infrastrutture dal 1996 ad oggi. L’ente Sacro posta su un grande sgabello tradizionale con i tessuti e le code di Monte di Varallo è nato nel 1980 per tutelare i parchi naturali- cavallo, segno della regalità. Lei è una regina. Veramente siamo stici. Si è posto allora il problema di aiutare le comunità a tutelare stati contenti di questa accoglienza. Credo che anche Lei sia stata i tesori artistici all’interno del Sacro Monte. Nel 1996 vi era una felice. Si è celebrata la messa. Poi ognuno ha condiviso la sua espe- situazione economicamente favorevole. Si svilupparono progetti rienza dell’accogliere la madonnina nelle proprie case. Abbiamo di ampio respiro tesi allo sviluppo turistico, anche in vista del Giu- capito dalle loro parole che Maria ha fatto dei “miracoli”, ha risve- bileo del 2000. Si lavorò all’area d’ingresso tra il 1997 – 1998 con gliato i cuori addormentati. la pedonalizzazione (la Dott.ssa ricorda in tal senso quelle brutte Maria, lo sappiamo bene, riesce sempre a leggere nei nostri cuori immagini di pullman nell’area d’ingresso). Si ricorda l’intervento e se ci mettiamo nelle sua mani, sarà più facile arrivare a Gesù. dell’architetto Bacchetta che con un cordolo a chiocciola ha co- struito una piazza. La Dott.ssa ricorda ai presenti con molta do- padre Oliviero Ferro, saveriano, valsesiano vizia di particolari le vicende della fontana nell’attuale Piazza

Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 9 A  S  M VERBALE DELL’INCONTRO

Testori, poeta del Sacro Monte che fu donata da Albertoni, Pre- è ridotto di un terzo (passando dai 150000 euro annui erogati sidente della Società di Conservazione delle Opere d’Arte e dei dalla Regione ai 50000 euro attuali). Monumenti in Valsesia nel 1881. il capitello fu poi aggiunto solo Il Rettore sottolinea a margine dell’intervento della Dott.ssa De nel 1883. La statua del pastorello, amena, ma laica era dir il vero Filippis, che erano stati stanziati a fine anni novanta 2, 5 miliardi un po’ profana. Nel capitello corinzio aggiunto posteriormente vi delle vecchie lire ed è lecito domandarsi perché non sono stati im- erano rappresentati pittura, scultura e fede all’insegna di una giu- piegati quei fondi nella loro totalità. La Dott.ssa risponde che tali sta ricomposizione. somme, a fronte dei tagli delle risorse negli enti pubblici, sono stati La relazione mette poi in evidenza di tutta una serie di miglio- dirottati per altre necessità verificatesi nel frattempo. rie, come i nuovi servizi igienici, il percorso per disabili. Negli interventi si sottolinea a questo punto che davvero, da Un altro tema discusso è stato quello della illuminazione, una quanto si può evincere dalle osservazione dei pellegrini, il Sacro storia lunga e complessa iniziata nel 1997 con la presentazione Monte di Varallo è il più bello di tutti. Lamentano però il diffi- di un progetto molto impattante. La difficoltà poi sussisteva nel cile e spinoso problema dei parcheggi a pagamento nei pressi del fatto che il progetto era stato costruito a tavolino su delle foto- plesso delle Suore Orsoline, che il Comune di Varallo ha deciso grafie (in tal senso occorre ricordare che il Sacro Monte presenta di attuare, per incentivare l’uso della funivia che ha sempre un delle difficoltà superiori ad una semplice chiesa). Alla fine si è disavanzo di 40000 euro annui. ragionato sulla vecchia illuminazione con lanterne del 1939. Vi Si sottolinea il grave degrado delle cappelle (tra cui vi è la cap- erano poi foto del 1950 di pali con lampioni. Prevalse quindi pella che conserva le spoglie di Cesare Maggi) poste sulla pedonale l’idea dell’illuminazione come la cappella della Crocifissione. In che collega Varallo con il Sacro Monte. La Dott.ssa De Filippis alcune cappelle si palesò il problema di non attuare un’illumi- risponde che l’Ente ha provveduto ad una pulitura degli interni, nazione particolarmente intensa per non disturbare delle rare ma la competenza è di pertinenza del Comune di Varallo. specie di chirotteri ritrovate nella Fuga in Egitto. La Dott.ssa Il Rettore prende la parola, annunciando che i prossimi lavori di sottolinea che alla fine, anche per mancanza di fondi regionali, si illuminazione potranno riguardare le cappelle 20°, 21°, 22°. Tutti è optato per un’illuminazione a passaggio nelle cappelle restau- gli amici si sentono impegnati a trovare gli sponsor, come è già rate, rinunciando ad illuminare gli esterni e le cappelle in stato avvenuto ,per le precedenti cappelle, già illuminate. Si concorda di degrado. in tal senso di esprimere l’auspicio di allestire un arredo più sobrio Espone poi degli interventi di recupero architettonico della nelle suppellettili dell’Ultima Cena, per una corrispondenza più Casina d’Adda, in modo particolare di quelli che hanno visto filologicamente corretta con il testo del Vangelo. la realizzazione della Sala Convegni, per la quale si auspica un Gli amici infine si impegnano a trovare le risorse per completare utilizzo maggiore. il percorso per disabili in piazza Testori. Complessivamente, il Sacro Monte di Varallo risulta il più bello, quello conservato meglio anche per gli interventi operati I lavori si sono chiusi alle 20.15 negli ultimi venti anni, anche se ora il budget a disposizione si Il verbalizzante, Gabriele Federici

10 Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 P   S  M Mons. FONTANA CON IL CAVALLO DONATOGLI DA SAN CARLO AL SANTO SEPOLCRO DI VARALLO

Giovanni Fontana. (Modena1537 Ferrara per quello di , dove il suo casato 1611) giurista uscito dall’Università bolo- rimarrà fino al 1859. gnese, sacerdote, cresciuto nella Modena Il Fontana parlò di una sua visita al Sa- tribolata dalle controverse religiose (al- cro Monte (ma allora prevaleva la deno- trimenti detto: dalle eresie protestanti), minazione di Santo Sepolcro) di Varallo, sotto i due vescovati del Morone, verrà concedendosi qualche divagazione e della chiamato nel 1570 a Milano da Carlo Bor- precedente visita già famosa di San Carlo romeo, di lui più anziano solo di un anno, allorché fu chiamato a deporre al processo perché lo aiutasse nell’opera poderosa di canonizzazione tenutosi presso la Curia della riforma ecclesiastica in applicazione arcivescovile di Milano. del concilio tridentino. Il cardinale si era ricordato di quel giovane sacerdote che Dalla testimonianza del cardinal aveva assolto con merito il compito affi- Fontana al processo diocesano per datogli nell’amministrazione della famosa la canonizzazione di San Carlo abbazia di Nonantola, della quale era aba- (20 dicembre 1601) te commendatario (cioè non residente). Dolendomi parimenti di non poter testi- Lo aveva incontrato e conosciuto perso- trio nell’amministrazione della giustizia ficare gli altri santi viaggi che alcune volte nalmente nel settembre del 1575 mentre ecclesiastica, favoritismi, venalità. Carlo fece al Sacro Monte di Varallo per meditare passava dall’abbazia modenese nel viaggio Borromeo ordinò due inchieste. La prima i venerandi Misterii, che ivi sono in figure da Roma per assumere la cura della grande fu sospesa dallo stesso cardinale, la secon- di rilievo della passione del nostro Reden- diocesi milanese. da, relativa alla fabbrica del duomo, si con- tore, come pur devotissimamente fece con Nei sedici anni passati a Milano – quat- cluse con l’assoluzione del Fontana, dopo esercitii spirituali, e la confessione generale tordici con Carlo Borromeo e due con il che lo stesso architetto Pellegrino Pellegri- alcuni dì prima che col punto della morte successore Visconti – Giovanni Fontana ni, suo consigliere nella costruzione della andasse in cielo a ricevere da Dio la corona rivestì numerosi uffizi: arciprete della villa, era intervenuto a suo favore. Erano et meriti delle sue laudatissime et fruttuosis- Cattedrale, accanto a San Carlo nelle nu- gli ultimi tempi della vita di San Carlo. La sime fatiche. Et noi altri miseri, che siamo merose visite pastorali, nei sinodi diocesa- storiografia oggi riconosce in quegli anni rimasi qua in tanti pericoli et afflittioni, ni e provinciali, longa manus del cardinale una attenuazione della sua intransigenza, possiamo dire che fosse inspiratione divina nella fabrica interminabile del duomo, della sua rigidità, fino a prospettare la pie- che andasse / in quello sacro luogo a far le visitatore dei seminari, collaboratore nella tas di un San Carlo mite, e non ferreo. Sul preparazioni della morte, poi che ivi l’in- Fondazione degli Oblati di Sant’Ambro- Fontana restava qualche ombra di sospet- dispositione sua mortale hebbe principio, il gio (poi di Sant’ Ambrogio e San Carlo), to e non rientrò più nella famigliarità pie- fine della quale io purtroppo vidi in Milano fiscale (incaricato della giustizia ecclesia- na del cardinale di Milano. Tuttavia, come nel principio di novembre 1584. stica). Condivise insomma il ritmo mas- ebbe lui stesso a testimoniare, fu chiamato sacrante di lavoro del Borromeo, come da San Carlo morente: con la santissima I luoghi visitati da san Carlo dimostrano le 350 lettere intercorse tra bocca mi commandò ch’io gl’amministrasse Et vidi poi dell’anno 1587 mostratomi loro: una goccia nello sterminato arcipe- il Santissimo Sacramento per viatico, dopo diligentemente dalli reverendi Padri che lago dell’epistolario di Carlo. Non fu pro- di che amministrai anche quello dell’Estre- habitano nel convento di quello Sacro priamente diligente alunno alla sua scuola. ma Unzione et continuamente le raccoman- Monte i luoghi e capelle dove questo santo Alle capacità di giurista e amministratore dazioni di quella benedetta anima. Pastore conversava orando et pernottan- non corrispondeva in lui l’acquisizione do in orationi mentali, i quali luoghi per delle virtù borromaiche, dello stile asceti- Vescovo di Ferrara ciò tenevo di presente in maggior vene- co di vita del suo Eminentissimo, a dimo- Due anni dopo la morte di Carlo Bor- razione. In questo proposito non tacerò, strazione di quanto l’opera di riforma, di romeo, fu allontanato da Milano e no- se bene pare che poco convenga con mira risanamento fosse difficoltosa, se non riu- minato vescovo di Ferrara. Si era posto, sola che risulti a gloria del Beato Carlo, sciva a convincere neppure un assiduo di accanto al Bescapè, quale difensore di una che havendo egli un bellissimo quadro San Carlo, anzi un altro San Carlo, al dire memoria rigorosa di San Carlo, a soste- grande col martirio pinto di Santo Loren- di una voce autorevole. gno di una continuità del suo operato. A zo, quale a me piacendo infinitamente fui Ferrara si adoperò per l’applicazione dei molte volte tentato di chiederli in gratia di Amante delle comodità decreti conciliari. Dovette affrontare due farlo copiare da qualche eccellente pitto- Giovanni Fontana amava le comodi- momenti particolarmente difficili: la rovi- re ma non ardii mai farlo, né manifestare tà. Si era fatta costruire un giardino (una nosa alluvione del 1595 e due anni dopo la questo desiderio et curiosità mia a persone villa) fuori Porta Ticinese, alienata poi su crisi politica che portò alla devoluzione di vivente, e pur, come se havesse penetrato il discreta pressione dell’Arcivescovo. Cor- Ferrara al papa. Roma scomunicò l’ultimo cuor mio fra / tanti altri belli e rari quadri revano voci sul suo operato: atti di arbi- degli Estensi che dovette lasciare il ducato che haveva nella cappella et camere

Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 11 P   S  M dopo l’haver cessato gran tempo di predicare ti o collegii d’ogni professione e arte, ma lo Mons. FONTANA a persuasione d’un pio e forsi santo laico sot- sanno anco tutti quelli della grandissima to la cui disciplina si era sottomesso, quando diocese sua et tante altre città et diocese del- poi salì in pulpito non ebbe forza di formar la provincia, et altri. Dovrà anco ricordarsi parola per dar principio alla predica, ma ri- Venetia, che ritornando da Roma l’anno sue, lasciò questo a me nell’ultima dispo- pieno di mortificazione e di lagrime si partì 1583, et passando da là per / negocii, pre- sizione sua, come fece anco una bellissima tacito dal pulpito e dalla chiesa dove era dicò pubblicamente proponendo si come mi cavalcatura, la quale io teneva per la più concorso moltitudine / de populi per udirlo. disse parerle bene parlare di Dio nella città cara cosa che havessi, né volsi pigliarmi Altre volte mi haveva fatto gratia di dir- della provincia sua. presunzione di valermene nel far’ il viaggio mi in alcune occasioni di prediche fatte di Era cosa mirabile che fra tante occupazio- al Sacro Monte di Varallo per andar poi a non haver’ detto parola alcuna delle cose ni, anzi oppressioni, nelle quali era del conti- Genova, e partito ch’io fui da esso Sacro pensate, né dalla materia preparata, et che nuo involto, quando si ritrovava alli sermoni Monte dove mi portò felicissimamente, volentieri patirebbe questa mortificazione: nell’oratorio di Santo Sepolcro dopo li sermo- non fu possibile a servirmene più, e per ciò che una volta il Signore li facesse scordare ni di due prelati, overo di due Padri, ascen- fu condotta sin’ a Genova a mano, e poi ogni cosa, et restasse senza sapere che dire deva nel medesimo luogo dove loro havevano fin’ a Milano, né più tentai di servirmene. in pulpito poi che non havendoli Dio dato parlato, et ripigliando la medesima materia L’anno poi del 1596 il Signor Duca di Fer- talento di predicatione egli voleva predicare et thema, faceva il terzo sermone all’improv- rara, che sia in gloria, volse che io la donas- dicendo però che si doveva esercitare per far viso con somma edificazione de tutti che era- si, quale sua Altezza donò subito a un am- il debito dell’officio suo. Qual talento se poi no presenti. Era affettuoso in questi, et affet- basciatore dell’imperatore che passava di egli in ciò si havesse acquistato lo sanno tutti tuosissimo fu sempre in quelli che faceva con qua come cosa singolare. Quando fu poco quelli della città sua per l’infinite prediche incredibile commozione d’ogn’uno nel tempo lontano da Ferrara ancorché fosse condot- fatte nella Metropolitana et tante volte in della peste, et nelle sinodi diocesane. to con molto riguardo cadette morto sulla tutte le chiese, oratorii et luoghi pii, et tut- G. O. pubblica strada / il che essendomi riferito mi fece sovvenire incontinente quello che leggiamo in Santo Gioanni primo Papa et Martire, quale andando a Costantinopoli O  E  l’anno 524 per trattare con Iustino Impe- G   – C  - P  1 ratore et indurlo a dar’ aiuto per difendere l’Italia, ch’era rovinata da Theodorico Re heretico, et passando per Corinto hebbe PERSONAGGI VALSESIANI imprestito da un nobile di quella città un cavallo tanto mansueto che la moglie sua Continuando il discorso relativo all’E- so. Dietro a quelle poche lettere, ho ravvi- lo soleva cavalcare, del quale essendosi ser- pistolario Garbiglietti – Calderini, recen- sato la sensazione davvero di un impegno vito il Papa Santo volse Dio accompagnar- temente da me edito per i tipi delle Edizio- da parte di Garbiglietti e di Calderini ver- lo con miracolo poi che rimandandolo al ni dell’Orso di Alessandria, pare opportu- so la costruzione di un sapere nuovo, che padre divenne così feroce che non volse no soffermarsi sul contenuto di alcune di andasse oltre le conoscenze acquisite per più lasciarsi cavalcare, né da quella gentil- queste missive, che sia pure relativamente proiettarsi verso nuove consapevolezze. donna, né d’altri, come che non fosse leci- esigue di numero, rappresentano momen- to che alcuno si servisse della cavalcatura ti di scrittura, e, aggiungerei, anche di vita sopra la quale era stato il Vicario di Dio, vissuta, davvero significativi e emblemati- che tale egli era solito di dire alcune volte ci di un’epoca culturale. Ci troviamo di- di essere nelli principii delle sante predica- nanzi ad un carteggio davvero particolare, tioni che faceva visitando li / popoli. perché riguarda tre figure di intellettuali:

Antonio Garbiglietti, Pietro Calderini e Il ricordo di San Carlo predicatore Gioachino Toesca di Castellazzo, prezioso (Carlo nell’) esercitio del predicare era trait d’union tra i due scienziati, che tanto se si può dire più che laboriosissimo, perché si spesero per il progresso del sapere, espri- oltra le frequento prediche che faceva nella sua chiesa, et spesso due nelle feste, predicava mendo soprattutto il talento di grandi di- anco nella quadragesima oltra le feste gran vulgatori di conoscenze nel campo storico parte delli giorni feriali. Una volta pregan- – scientifico. Da quando ho ricevuto in dolo io ancor’ che impertinentemente, ma prestito per motivo di studio il carteggio per desiderio del riposo suo, che lasciasse la in questione, cioè il 23 agosto 2016, e ho predica della passione del venerdì santo al incominciato a trascrivere e studiare que- Padre Predicatore ordinario, mi rispose che ste carte, ho provato una fortissima emo- toccava più al vescovo a commuovere et ec- zione, generata dall’ “incontro” ideale con citare le anime sue che alli predicatori, ag- i pensieri sottesi all’operato di Garbiglietti giungendo che piacesse a Dio di farli la gra- e Calderini, che ha suscitato in me anche tia che già fece al Padre Tavoliero, il quale una profonda maturazione come studio-

12 Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 suddividere idealmente l’Epistolario, ossia quelle delle lettere “impegnate”, appartie- ne una missiva, datata da Varallo il 2 luglio 1864, che sia pure indirizzata al Conte Gioachino, in realtà è una circonstanziata risposta a Garbiglietti sulla dibattuta que- stione delle origine delle genti che hanno popolato la Valsesia, da me ora edita alle pp. 53 – 59 dell’Epistolario.

[…]Riguardo poi alla 1a domanda di tuo Suocero, credo opportuno di esporre su ciò le opinioni degli storici più moder- ni della Valsesia, come di quelli che rias- sumono le opinioni di quanti altri prima di loro scrissero di questa valle e delle sue popolazioni. Il Canonico Sottile, uomo educato in Francia a buoni studi, d’origi- ne valsesiana, figlio d’un padre di Rossa in Valsesia, e che figura fra gli uomini più Le 40 missive eruditi che avesse la Valsesia sul finire del più sotto la mia opinione su ciò. Intanto Indubbiamente queste quaranta missi- secolo scorso e nella prima parte del pre- si potrebbe conchiudere col Sottile che la ve ora edite (venti di Garbiglietti e venti sente, dopo di aver detto esser cosa im- Valsesia non fu tutta abitata in una volta. di Calderini) essendo comprese in un arco possibile fissare il quando, il come e da chi Ed in vero nessuna altra terra d’Europa di tempo piuttosto lungo, poco più di un venne popolata la Valsesia, egli opina che fu mai abitata tutta intiera ad un sol trat- ventennio, non sono informate alla stessa la nostra valle sia stata da prima popolata to; e per una sola immigrazione. visione culturale di fondo. Infatti le prime dagli avanzi d’un’armata di quei fieri Gal- Lo storico più recente della Valsesia, il delineano progetti culturali volti alla rea- li, che tante volte furono vincitori e tante Dottor Girolamo Lana scrive che sembra lizzazione o all’incremento delle collezio- volte vinti. doversi congetturare che gli abitatori della ni del Museo di Storia naturale di Varallo, Essa non è lontano, scrive il Sottile, dal Valsesia fossero Levi Liguri, o Vosconzi, o o, in alcuni casi si risolvono in dottissime Campo ove Mario ne sconfisse 300 mila. Insubri o Galli. E poi soggiunge egli pure discussione intellettuali. Le lettere risalen- Si sa che Mario sconfisse i Cimbri nella che non è a dirsi che tutti gli abitatori ti agli anni Ottanta dell’Ottocento, inve- pianura di Vercelli. Un altro dotto scrit- della Valsesia derivati siano da una me- ce, non delineano più progetti culturali, tore, il Signor Lizzoli, contemporaneo desima progenie. Vi sono motivi, egli se- ma sono caratterizzate da considerazioni del Sottile, fondandosi sopra una cotale guita, inducenti a concludere che parecchi sulla vita e sulla salute, evidenziando così rassomiglianza di vestire che egli ha ravvi- abbiano avuta diversa origine, ed in ispecie la grande amicizia che legava i due scriven- sato fra le donne di Fobello e di Cervatto quelli di Rima, di Rimella e d’Alagna, ter- ti. Antonio Garbiglietti e Pietro Calderini e quelle dell’isola di Scio nell’arcipelago re situate alle estremità settentrionali delle erano entrambi molto cambiati rispetto greco, dice che i primissimi abitatori della nostre tre vallate. all’inizio del loro scambio epistolare. L’in- Valsesia furono i Compagni di Ercole ab- Questi, egli aggiunge, oltre di mostra signe medico, sia pure sofferente, perché bandonati nella Valle. tratti e usanze particolari, parlano un provato da dolorose vicende familiari, era Io però non posso dare verun peso a dialetto proprio che partecipa della lin- sostanzialmente sereno perché era con- questa opinione basata sopra un’induzio- gua tedesca… Questo dialetto tiene non scio di aver speso la propria esistenza per ne così poco seria e così vaga. poco da quello che parlano gli abitanti la scienza. Dal canto suo, il sacerdote val- di Gressoney ed altri della Valle d’Aosta, sesiano non era più il giovane insegnante Il libro di Gaudenzio Merola come anche del linguaggio degli abitanti pronto a tuffarsi con entusiasmo in un’av- Fu d’uopo poi anche notare che lo di Macugnaga e d’altre terre della sua val- ventura culturale senza precedenti come il scrittore Gaudenzio Merola nel suo libro le, scorgendosi pertanto tra costoro non Museo varallese. È proprio l’incontro e il de Gallorum Cisalpinarum antiquitate solo nel parlare, ma eziandio nei tratti confronto epistolare tra queste due diver- et origine afferma che gli abitatori del- fisionomici, negli abiti, nei costumi non se aspettative a rendere questo carteggio la Valsesia arrestarono nelle loro terre i poca somiglianza, ed all’opposto qualche così interessante. capi dell’esercito Cimbro e li condussero dissimiglianza riscontrandosi cogli altri prigionieri a Caio Mario. Da ciò si può in- Valsesiani, vien fuori di sé l’induzione Alcuni brani di lettere ferire che la Nostra Valle non fu tutta po- che Rimella, Rima ed Alagna siano state A corollario di questa affermazione, ho polata dai Cimbri sconfitti da Mario nei da altra gente fondate e probabilmente da deciso di selezionare brani di lettere che Campi Vercellesi, e che alcuni luoghi di una porzione di quelle che abitava alcuni appartengono ai due diversi modi scri- essa erano già abitati. E da chi? Da Cimbri parti delle propinque Valli d’Aosta e di bendi. Alla prima sezione in cui si può o Galli? O da Teutoni o Germani? Dirò Macugnaga. Fin qui il Lana. Ma egli

Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 13 O  E  G   – C  - P  1 PERSONAGGI VALSESIANI

se stabilisce una distinzione d’origine fra che escono oggi giorno dal labbro special- suddetti di Valsesia settentrionale e quel- i Valsesiani delle cime settentrionali e gli mente dai Rimellesi. Questo argomento lo usato nella costruzione dei loro casolari altri, non ci dice però da qual gente Galli- è per certo assai forte per far credere che dagli abitanti del vicino e finitimo Canton ca o Germanica siano state quelle primiti- queste genti siano d’origine germanica. Vallese della Svizzera. E da ciò si può an- vamente abitate. Lo storico Avv. Ottone Ma io aggiungo: l’antico linguaggio degli che inferire che i nostri e quelli che abita- incline a credere che le vette settentrio- Antichi Celti, o Galli antichi non aveva va le parti meridionali e occidentali della nali di Valsesia siano state abitate molto egli una stretta attinenza col teutonico Svizzera abbiano avuta la stessa origine; tempo dopo le altre sue terre; ed opina volgare? Ecco una questione filologica che ma che diversifichino dagli abitanti dei che venissero a stanziare colassù alcuni io non saprei sciogliere e dalla soluzione cantoni settentrionali dell’Elvezia […] Goti mandati da Teodorico ad abitare nei della quale potrebbe grandemente avvan- confini d’Italia. Quest’opinione pare a me taggiarsi la questione delle origini dei no- Il parere di Calderini non abbia verun sodo fondamento. Non stri popoli settentrionali. Dal fin qui detto In questa discussione tra uomini di cul- mancano pure scrittori che pensarono che appare che nulla possa affermarsi di sicuro tura, in cui Calderini esprimerà poi anche la Valsesia sia stata per intiero popolata da intorno alla storiografica condizione dei il suo parere, per informare intorno alla bande di Teutoni. nostri abitatori. questione l’amico torinese, il sacerdote Io però nel modo mio particolare di ve- E se dovessi dare anch’io il mio parere valsesiano, come si è visto, fa ricorso a pre- dere non posso sottoscrivere a questa loro in ciò, io inclinerei a credere che i popoli cise fonti storiche. E’ indubbiamente un sentenza. Prima di tutto è fuor di dubbio della Valsesia per la massima parte siano passo significativo all’interno dell’Episto- che la Valsesia non fu popolata tutta ad un Cimbri o Celti d’origine e non germani o lario, che suscita interesse negli studiosi e tratto. Teutoni. Celti senz’altro io direi gli abita- appassionati alla storia della nostra Valle. tori primitivi di Rimella, di Rima, d’Ala- Tuttavia il fascino di questo Epistolario La Valsesia e le varie immigrazioni gna come pure quelli di Gressoney e di al- risiede, a mio avviso, nella dinamica dia- Dunque convien ammettere come re- cune altre terre di Aosta e quelli ancora di lettica tra la scienza e il quotidiano. L’E- almente avvenute varie immigrazioni suc- Macugnaga nella finitima Valle Anzasca. pistolario non è solo a carattere scientifico, cessive. Inoltre nessuno ha provato mai Confesso però che a conforto di questo o storico, ma presenta squarci di grande che tutte queste immigrazioni siano state modo di credere non saprei addurre forti umanità, come si può evincere da questa di Teutoni. Sembra invece che i Cimbri e concludenti ragioni. Mi pare dunque citazione tratta da una lettera di Calderini piuttosto che i Teutoni siano stati quelli che le genti di Rima, di Rimella, d’Alagna a Garbiglietti che reca la data del 12 giugno che emigrarono e forse a varie riprese nella abitanti alle estremità della Valsesia e alle 1879 (ora edita a p. 109), in cui si ricorda nostra Valle. falde del Rosa e confinanti colla Svizzera la pietosa condizione della moglie di Gar- L’opinione di coloro che suppongono la non appartengono alla stessa razza degli biglietti, Rosa Pavarino, inferma a letto. Valsesia abitata primitivamente da Teuto- svizzeri settentrionali. ni se si limitasse agli abitatori di Rima, di Egli è poi fuor di dubbio che i Monta- […] Conservatemi poi sempre costante Alagna e di Rimella potrebbe aver in loro nari d’Alagna, di Rima, di Rimella parlano la vostra cara e desideratissima e pregiata appoggio alcune sode ragioni; come per un linguaggio loro proprio che ha un fon- amicizia: siate interprete de’ miei sensi di esempio il linguaggio di quelle popolazio- do teutonico ma che si diversifica assai dal stima, di ossequio e di alta pietà e di com- ni e i loro tratti fisionomici che li rassomi- teutonico moderno, non solo nelle desi- miserazione alla povera inferma vostra Si- gliano alla razza teutonica. Ma potremmo nenze, ma eziandio nelle radicali delle voci. gnora; e ditele che io pregherò la Vergine bastarci da soli questi caratteri per stabi- La pronuncia poi ne è barbara e rozza. del Sacro Monte, perché voglia darle forza lire con sincerità che quelle popolazioni Notasi ancora che il medesimo linguaggio e coraggio di sostenere con rassegnazione siano d’origine Germanica? si usa anche dagli abitanti di Gressoney ai gli imprescrutabili decreti di Dio […] Prima di tutto io osservo che il lin- confini di Aosta colla Valsesia; dagli abi- guaggio di Rima, di Rimella, e di Alagna, tanti di Macugnaga ai confini di Valle An- Sicuramente tra il bellissimo excursus non è il vero linguaggio tedesco, quan- zasca colla Valsesia. storico e questo passo, a prima vista, l’in- tunque nelle radicali si avvicini assai più Si osservi poi anche che vi ha qualche teresse deve essere rivolto solo al primo; a quest’ultimi che ad ogni altro. Mi si po- differenza fra il dialetto teutonico di Ri- in realtà non è così, perché il brano, appa- trebbe rispondere che sarà stato corrotto, mella e quello usato da quei d’Alagna. rentemente semplice e privo di significato, e che pure la colonia germanica che qui Quello d’Alagna si rassomiglia assai più rappresenta la polarità della vita di tutti venne abitare in que’ tempi antichissimi a quello di Gressoney, il quale sembra av- i giorni, che in un equilibrio, non certa- e rozzi parlasi appunto una lingua volgare vicinarsi maggiormente al teutonico. mente voluto, ma comunque raggiunto, e ancora rozza, e che questa guastandosi Quello che posso aggiungere si è che ammanta questo Epistolario ora dato alle sempre più coll’andare del tempo, sia riu- vi passa una grande rassomiglianza fra stampe. scita a quel barbaro accozzamento di quale il modo di costruire le case nei tre paesi Gabriele Federici

14 Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 F  M   , 400     - P  1 FIGURE SACERDOTALI NOVARESI

In questo anno 2017 ricorrono due del Quagliotti avvenne nel 1597 quando, importanti anniversari che riguardano lasciando la famiglia, si recò a Milano per figure sacerdotali molto significative completare gli studi presso il celebre e per la storia della nostra diocesi di prestigioso collegio di Brera, retto dai pa- Novara: i quattrocento anni dalla morte dri Gesuiti che da poco si erano insediati del servo di Dio Francesco Marconi nel complesso, precedentemente sede del Quagliotti, avvenuta a Santa Cristina di soppresso ordine degli Umiliati. L’idea di Borgomanero il 26 giugno del 1617 ed far giungere il neo ordine religioso fu di i novanta anni da quella del venerabile San Carlo Borromeo che intendeva così don Silvio Gallotti, che morì il 2 maggio fondarvi una scuola di istruzione superio- 1927. Entrambi questi due sacerdoti, re per il clero e per la nobiltàà della città pur a distanza di secoli, sono legati e del ducato, una scuola particolare nella alla storia e alla spiritualità dei Padri quale lo studio e la conoscenza doveva- Oblati diocesani che sono i custodi del no coesistere con una dottrina di severa nostro santuario varallese. Vogliamo penitenza ed una vita morigerata, per un conoscerne, in modo più approfondito, profondo cammino spirituale, secondo il attraverso diverse tappe, le loro vicende più autentico carisma gesuitico, derivato terrene per recuperarne il messaggio dall’esperienza del loro fondatore Santo di fede che, almeno in parte, potrebbe sull’asse viario che da Novara raggiunge- Ignazio di Loyola. Il giovane Giovanni, ancora offrire significativi spunti per va il corso del Ticino, faceva parte, come dal cortile della sua casa galliatese, giun- le dinamiche pastorali della nostra vita il resto del contado novarese, del grande se quindi tra i portici di Brera, in questa ecclesiale. Ducato di Milano, posto sotto il dominio grande scuola umanistica dove s’insegnava Iniziamo dal Quagliotti, che la tradi- degli spagnoli. La famiglia godeva di una la lingua latina, l’arte retorica, il pensiero zione popolare chiama con il titolo di Be- certa agevole posizione sociale e di una della filosofia e, ovviamente i fondamenti ato - pur se tale onore non è ancora stato felice condizione economica, che permise della teologia cattolica, non trascurando riconosciuto dalla Chiesa - segno della de- al piccolo Giovanni di crescere con una però altre scienze umane e l’astronomia, vozione da cui fu circondata la sua figura, buona formazione. Sesto di ben sette figli, una disciplina cara ai Gesuiti ti che orga- ancora mentre era in vita. Le notizie che ma unico maschio, rimase orfano di padre nizzarono poi, tra la fine del secolo e l’ini- lo riguardano sono ricostruibili grazie ad molto presto, e crebbe sotto la guida dello zio del settecento, un osservatorio presso una numerosa serie di documenti che, nel zio paterno don Domenico. il collegio. corso del tempo, sono stati attentamente La casa natale del Quagliotti, che anco- Come si può facilmente comprende- analizzati e studiati, aiutando a recupe- ra si può vedere nel quartiere presso l anti- re, questi sono stati per il futuro sacerdote rare l’autentica fisionomia di questo sa- ca porta San Pietro, sorgeva poco discosta degli anni fondamentali. Fu in questo pe- cerdote. Si hanno, inoltre, anche alcune dal fossato che cingeva il centro abitato, riodo, infatti, che si fece sempre più strada biografie, a partire da quella più antica, al centro del quale, verso settentrione, vi nel suo animo il desiderio di consacrarsi edita a Milano nel 1709 a cura di Pietro era il grande castello. Si può immaginare in modo speciale al Signore; un germe di Paolo Camagno, sacerdote presso la chie- il giovane Giovanni mentre cresceva in vocazione che, in parte, era già presente sa di San Vincenzo in Prato, seguita, nel questo contesto tranquillo, tra momenti in lui ma che trovò, in questo particolare 1741, da quella scritta dall’allora prevo- di gioco con gli altri compagni e lo studio contesto, le condizioni per un più fecondo sto degli Oblati padre Giovanni Battista che, per sua fortuna, poté iniziare preco- sviluppo. Giovanni iniziò ad interrogarsi Bartoli di Novara e a cui si rifaranno, pur cemente. seriamente su quale strada intraprendere; aggiornate nel contenuto e nel linguag- Il ragazzo, infatti, fino all’età di dieci in un primo momento la sua sensibilità gio, quelle successive. Per un analisi più anni, frequentò la scuola presso il mae- sembrò indirizzarsi verso la vita religiosa propriamente inerente alla sua azione spi- stro don Bernardino Ramella, ricevendo, ma, successivamente, grazie ai consigli del rituale e pastorale occorrerà attendere la fin da quel momento, una solida e seria suo padre spirituale, venne convinto a fare ricerca compiuta dalla nostra suor Franca educazione umana e cristiana che, anno ritorno alla diocesi di Novara e, senza dub- Stoppa, come sua tesi di laurea e che resta dopo anno, formò la sua personalità e, bio, possiamo oggi dire che sia stata una il più completo ed aggiornato contributo ovviamente, influì sulle scelte future della scelta certamente ispirata dalla Provviden- sul tema. sua vita. La prima formazione la concluse za che, attraverso il pur breve ministero di Giovanni Francesco Marconi Qua- frequentando il ciclo di studi classici nella questo sacerdote, avrebbe avviato un nuo- gliotti, questo il suo nome completo di vicina Novara, sotto la direzione di don vo percorso di formazione per il clero. battesimo, nacque a Galliate, il 24 maggio Cesare Borgini. 1583. A quella epoca il borgo, collocato Una prima importante svolta nella vita Don Damiano Pomi

Gennaio/Febbraio/Marzo • 2017 15 COMUNICAZIONI STRADALI E FERROVIARIE

La Valsesia e il Sacro Monte sono collegati con le autostrade d Italia come segue:

AUTOSTRADA MILANO-TORINO (A4) Da Milano: subito dopo Biandrate innesto A26 direzione Gravellona uscita Romagnano; Da Torino: dopo Greggio innesto A26 direzione Gravellona uscita Romagnano;

AUTOSTRADA VOLTRI-SEMPIONE (A26) Uscita al casello di “Romagnano-Ghemme.

STRADA STATALE n. 229 per ALAGNA

FUNIVIA Orario continuato: 9 - 17 (18 ora legale)

CITTÀ DI VARALLO - SACRO MONTE Strada asfaltata per gli automezzi (2 Km).

Il Sacro Monte è raggiungibile a piedi, lungo l antico percorso gradinato e acciottolato che parte dalla Chiesa di S. Maria delle Grazie in piazza G. Ferrari.

SEMPIONE CARCOFORO RIMELLA FOBELLO RIMA OMEGNA ALAGNA GRAVELLONA

RIMASCO LAGO MAGGIORE LAGO D’ORTA BALMUCCIA ORTA VARALLO CIVIASCO GOZZANO SESTO CALENDE SCOPELLO VALDUGGIA ARONA

BORGOSESIA GALLARATE BORGOMANERO

A26

MALPENSA SESIA MILANO GATTINARA ROMAGNANO

TICINO TORINO GREGGIO AGOGNATE MILANO Cappella 43 - Cristo è risorto A4 BIANDRATE NOVARA

VERCELLI

GENOVA ALESSANDRIA AUTOSTRADE

PER INFORMAZIONI E ACCOGLIENZA Telefono 0163/51131

Per saperne di più sono disponibili: GUIDA - VIDEOCASSETTE - CD-ROM - DVD

RINNOVATE IL VOSTRO ABBONAMENTO INTESTATO A: Santuario Sacro Monte 13019 (VC) C.C.P. 11467131

Internet:16 www.sacromontedivarallo.itGennaio/Febbraio/Marzo - e-mail:• 2017 [email protected] Cappella 43 - Il Sepolcro di Cristo