Abitare Al Lucone Nell'età Del Bronzo
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Educare nel museo 1 Quaderni didattici del Sistema Museale della Valle Sabbia Abitare al Lucone nell’Età del Bronzo Un percorso di ricerca-azione tra scuola e territorio a cura di Michela Valotti con un testo introduttivo di Ivo Mattozzi K OO Comunità Montana PB di Valle Sabbia LA I E IAL ED IM ULT I M NUT NTE CO CON Ente promotore Istituto Comprensivo “A. Belli” - Sabbio Chiese (Bs) in collaborazione con Comunità Montana di Valle Sabbia con il sostegno di e Comunità Montana di Valle Sabbia - Sistema Museale con il patrocinio di Comune di Sabbio Chiese Il Quaderno, che inaugura la collana EDUCARE NEL MUSEO, promossa da Comunità Montana di Valle Sab- bia – Sistema Museale, raccoglie gli esiti del percorso di ricerca-azione che ha coinvolto un gruppo selezionato e motivato di docenti, afferenti a cinque istituti comprensivi del territorio valsabbino: Maura Maruelli (Istituto Comprensivo “G. Bertolotti” di Gavardo), Sara Alberti (Istituto Comprensivo di Vobarno), Adonella Melchiori e Michela Valotti (Istituto Comprensivo “A. Belli” di Sabbio Chiese), Ivonne Ceresa (Istituto Comprensivo “F. Glisenti” di Vestone) ed Emanuela Facchetti (Istituto Comprensivo di Bagolino). L’obiettivo del progetto, nei suoi assunti generali, è quello di sollecitare un raccordo più efficace tra scuola e territorio, immaginando di potenziare il ruolo delle risorse culturali locali, come “aule decentrate”. Ringraziamenti Si ringraziano il Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo, nella figura del direttore, Marco Baioni, per la disponibilità a visionare e validare i contenuti del Quaderno, e dell’istruttore amministrativo Chiara Gaf- forini, per la realizzazione dei disegni inseriti nel lapbook; la Coop. La Melagrana, in particolare le educatrici Sonia Castelli e Corinna Marca che hanno collaborato alla revisione delle schede didattiche della parte 2. Un sentito ringraziamento, infine, a Ivo Mattozzi, presidente di Clio ’92 e all’équipe dei docenti della Rete delle Geostorie a scala locale di Noale (Ve), per il proficuo confronto iniziale sui temi messi a progetto. Progetto realizzato nel settembre 2017 Grafica e impaginazione: Davide Tartaglia 0 Pre_Testi Presentazione a. Pietro Andus L’educazione al patrimonio culturale è senz’altro acquisizione recente nella normativa scolastica, sollecitata con forza dalle indicazioni Nazionali del 2012, nella sua accezione di trasversalità, per così dire, capace di attivare competenze che integrano discipline afferenti a diversi ambiti di ricerca. Ma, soprattutto, medium privilegiato per la promozione di una citta- dinanza attiva che parte dal territorio in cui abitano i nostri alunni e studenti, spesso ignari dei “beni” che li circondano. In una scuola dinamica e complessa al tempo stesso, come quella che ci si prospetta oggi, gli sforzi congiunti degli uffici ministeriali, MiBACT e Miurin primis, concorrono ad orientare la progettualità delle scuole, spesso riunite in reti, in una prospettiva di lavoro cooperativo che limita la dispersione delle energie e delle risorse, umane e materiali. Ho accolto allora volentieri, lo scorso anno, la proposta di attivare, presso l’Istituto Com- prensivo di Sabbio Chiese che dirigo da anni, una rete “di scopo”, composta da docenti che, per storia e professionalità, hanno sempre dimostrato un’attenzione particolare per la didattica del/nel territorio, oltre che sensibilità nei confronti di metodologie attive di apprendimento. Mi auguro che questo team “virtuoso”, possa continuare a lavorare insieme, operando non solo per la realizzazione di altri Quaderni come questo, ampliando il raggio delle ricerche e dei prodotti didattici che ne rappresentano gli esiti, ma per promuovere, prima di tutto fra i colleghi, un'altrettanto “virtuosa” riflessione sulle potenzialità generative di creatività di cui sono portatrici le testimonianze lasciate dall’uomo che, proprio come educatori, siamo tenuti a consegnare/ri-consegnare a chi verrà dopo di noi. Pietro Andus Dirigente Scolastico Istituto Compensivo “A. Belli” - Sabbio Chiese Abitare al Lucone nell’Età del Bronzo 3 0 Pre_Testi Un museo come puzzle b. Ivo Mattozzi Avevo visitato la Valle Sabbia e Gavardo quando mi occupavo intensamente di ricerche sulla storia della manifattura cartaria nello stato veneziano in età moderna. Ma negli anni Settanta non sapevo nulla della storia antica della Valle e del Lucone. Solo recentemente ho avuto la fortuna di incontrare un gruppo di insegnanti e archeologi e di scoprire l’esistenza di siti archeologici così importanti e del Museo Archeologico di Gavardo. Lo stupore si è unito al compiacimento per scoperte che arricchiscono la conoscenza della Età del Bronzo [3500 a.C. - 1200 a.C. circa] nella Valle, nell’Italia, nell’Europa. Ho pensato che gli ambienti, il terri- torio, i siti, gli oggetti e il museo meritassero di essere conosciuti sia dagli abitanti della Valle sia nel resto della provincia e dell’Italia. Ora il desiderio inizia ad essere soddisfatto grazie al Quaderno che è frutto della passione e della cooperazione di archeologi e di insegnanti. Abbiamo il dovere e la responsabilità di formare cittadini che sappiano usare le tracce come fonti in ogni circostanza della vita, che conoscano il valore dei beni culturali che danno lustro al territorio e al paese (in questo caso, col riconoscimento prestigioso dell’Unesco), che prendano consapevolezza delle istituzioni addette alla loro cura e valorizzazione. Le attività didattiche che si possono svolgere in un museo sono quelle che possono assi- curare il massimo dei benefici in ordine agli scopi suddetti. Grazie ad esse gli alunni possono conoscere che esiste un museo e che vi possono svolgere osservazioni e analisi di oggetti, di produzione delle informazioni, possono constatare che ci sono lavoratrici e lavoratori che lo fanno funzionare e che la sua esistenza e il suo funzionamento richiedono costi per le ricerche, per lo studio, per l’allestimento, per la manutenzione, per l’accoglienza di visitatori. Perciò deve essere salutata come benvenuta una guida offerta agli insegnanti per age- volare la progettazione e la realizzazione di visite organizzate delle loro classi. Essa mette a disposizione conoscenze relative ai siti archeologici e ai periodi a cui risalgono i reperti, schede che guidano l’osservazione e l’analisi degli oggetti esposti, suggerisce una serie di attività per formare conoscenze e atteggiamenti sul mondo abitato dai bambini allo scopo di fornirli di conoscenze introduttive e di motivazioni. Ma l’attività non può concludersi all’uscita dal museo. Occorre darle un compimento con altre due attività: 1. Produrre altre informazioni inferenziali che permettano di costruire conoscenze su aspetti della civiltà (modi di abitare e di vivere) dei gruppi umani stanziati negli ambienti del Lu- cone; 2. Connettere tutte le informazioni in modo da rappresentare un quadro di civiltà coerente in rapporto con l’ambiente morenico e lacustre. Vediamo prima come si fa. Poi ragioneremo sul perché è necessaria questa conclusione del lavoro. Nella prima parte del Quaderno trovate un racconto di Bruno Ferrero. Bello e avvincente, è intitolato Pezzettino e narra di un pezzetto di puzzle smarrito e solo che cerca e, dopo varie peripezie, trova i compagni: unendosi a loro sente che la sua vita ha senso e funziona in quanto contribuisce a formare un quartiere e un paesaggio: 4 Abitare al Lucone nell’Età del Bronzo Pre_Testi 0 Un istante dopo, Pezzettino si trovò abbracciato a tanti pezzetti come lui e, con immensa gioia, capì che la sua ricerca era finita. Ora sapeva chi era! Ora avevano un significato anche le macchie colorate sul dorso: il giallo era la luce del lampione; il marrone e il rosso erano i colori del palo e delle macchine, il bianco formava le strisce pedonali. Tutti insieme, i piccoli pezzi formavano un quartiere bello e vivace con la chiesa, la scuola e tanta gente. «Benvenuto! Ti aspettavamo!», gridarono in coro gli altri pezzetti del puzzle. «Ci mancavi tanto!». «Anche voi mi siete mancati tanto, fratellini miei», disse Pezzettino al colmo della felicità. La metafora può essere trasposta ai reperti museali. Ciascuno di essi è un Repertino, un reperto smarrito e solo dentro una teca. Ciascuno di essi acquista un significato se si trova connesso ad altri reperti e forma con essi il quadro di vita di un gruppo umano. Nel racconto è un bambino che osserva e riconosce Pezzettino e lo colloca al posto giusto nel puzzle dove può acquisire senso. Al museo sono i bambini che devono scoprire il posto di Repertino nel puzzle del contesto sociale nel quale assume una funzione e un senso, poiché contribuisce a rappre- sentarlo. Come è possibile che dei bambini facciano il miracolo? È credibile se mettiamo a loro disposizione le conoscenze necessarie e li guidiamo nel procedimento inferenziale. Guardate la tabella. REPERTI DA OSSERVARE E USARE TESTI PER CONOSCERE PER PRODURRE INFORMAZIONI COPIONI DI ATTIVITÀ Scheda n. 1 - Piroga di legno ricavata b.1. Le piroghe monossili da un tronco Scheda n. 2 - Tavolette enigmatiche b.2. Enigmi dell’Età del Bronzo di pietra Scheda n. 3 - Fusaiola b.3. La tessitura: strumenti e tecniche Scheda n. 4 - Brassard d’archer b.4. La caccia e l’allevamento [Bracciale di arciere] b.5. Recipienti per conservare, Scheda n. 5 - Vasi di argilla cuocere, trasportare Scheda n. 6 - Spillone di bronzo b.6. La metallurgia dell’Età del Bronzo Essa mette in corrispondenza i reperti museali con le conoscenze che devono essere messe a base del procedimento che trasforma oggetti/tracce in strumenti di produzione delle infor-