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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA

-Corso di Laurea Specialistica in Nuovi Media ed Editoria Multimediale- NUOVI MEDIA 2010 ______

DIGITAL COLLECTION

DI

FEDERICA CLAUDIA GALLI

Sistema statistico nazionale Istituto nazionale di statistica Annuario statistico italiano 2009

contiene cd-rom Capitolo 18

Turismo 18. Turismo

Il sistema delle statistiche ufficiali sul turismo si avvale di diverse fonti informative, la maggior parte delle quali rappresentate da rilevazioni e ela- borazioni Istat. In particolare, l’Istituto conduce indagini sull’offerta e sulla domanda tu- ristica. Inoltre, produce e diffonde dati sul settore attraverso la rilevazione sulle forze di lavoro, l’indagine sui prezzi al consumo, la rilevazione sui conti delle imprese e le statistiche elaborate all’interno dei conti nazionali. Un’altra fonte ufficiale è rappresentata dall’indagine sui flussi turistici in- ternazionali condotta annualmente dalla Banca d’Italia. L’indagine produce dati sui viaggi e sui pernottamenti degli italiani all’estero e degli stranieri in Italia e informazioni relative ai flussi monetari generati dall’attività turistica con il resto del mondo. Le statistiche sul turismo prodotte dall’Istat sono conformi ai contenuti della direttiva dell’Unione europea sul turismo,1 recepita in Italia con il de- creto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 25 settembre 1998.

Le rilevazioni Istat Dal lato dell’offerta l’Istat conduce tre diverse rilevazioni di cui si fornisce, qui di seguito, una breve descrizione. L’indagine sulla capacità degli esercizi ricettivi è una rilevazione censua- ria condotta annualmente con l’obiettivo di quantificare ogni anno la consi- stenza degli esercizi alberghieri e complementari (campeggi, villaggi turisti- ci, campeggi e villaggi turistici in forma mista, case per vacanza in affitto ge- stite in forma imprenditoriale, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, ca- se per ferie, rifugi alpini, bed and breakfast eccetera), conformemente alla di- rettiva sopra citata del Consiglio dell’Unione europea sul turismo. Rileva a li- vello di singolo comune gli esercizi, i letti, le camere e i bagni per le strutture alberghiere, gli esercizi e i posti letto per le altre strutture. Le attuali moda- lità della rilevazione sono definite nella circolare Istat n. 7 del 17 marzo 2009. La rilevazione del movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, anch’essa conforme alla citata direttiva, è un’indagine censuaria mensile che produce dati sui flussi degli italiani e degli stranieri sul territorio nazionale. Si basa sulle dichiarazioni giornaliere che i titolari degli esercizi sono obbligati a tra- smettere agli enti locali del turismo (aziende di promozione turistica, aziende autonome di soggiorno, cura e turismo, enti provinciali per il turismo o altri enti previsti dalle normative regionali). La raccolta delle informazioni stati- stiche avviene mediante la compilazione di appositi modelli di rilevazione, in cui vengono comunicati il numero dei clienti arrivati e partiti, distinti per Per saperne di più... paese estero e per regione italiana di residenza e le relative giornate di pre- ) Istat. Banche dati e sistemi informativi. Roma. senza. Le statistiche del movimento dei clienti mirano a quantificare gli arri- http://www.istat.it/dati/db_siti/. vi, le presenze e la permanenza media negli esercizi ricettivi. A partire da ) ISTAT. Capacità e movimento gennaio 2005 le modalità della rilevazione sono state migliorate, aumentan- degli esercizi ricettivi: do il dettaglio territoriale di acquisizione dei dati e adottando una più fine di- anno 2007. saggregazione delle tipologie di alloggio che sono state allineate alla rileva- (Tavole di dati). http://www.istat.it./dati/dataset/ zione della capacità. Le attuali modalità sono definite nella circolare Istat n. 20090119_00/. 2723 del 23 aprile 2009.

1 Direttiva (CE) n. 95/57 del 23 novembre 1995, in Official Journal of the European Union, serie L, n. 291, 6 dicembre 1995, pp. 32-39.

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La rilevazione campionaria sull’attività alberghiera (di cui si riportano i principali risultati nella tavola 18.12), viene svolta in corrispondenza di tre specifiche occasioni, particolarmente significative dal punto di vista dell’atti- vità turistica: periodi di Pasqua, di Ferragosto e di Natale. La rilevazione si basa su un campione di circa 2.000 alberghi e raccoglie informazioni sugli ar- rivi e le presenze; le statistiche diffuse a circa 40 giorni dalla fine del periodo di riferimento, riguardano i tassi di variazione rispetto allo stesso periodo del- l’anno precedente del movimento turistico a livello nazionale e di quattro ri- partizioni territoriali. Alle statistiche sul movimento si affiancano informa- zioni qualitative (cioè frequenze delle possibili modalità di risposta e non mi- sure puntuali di una grandezza) su vari aspetti dell’attività turistica. Dal lato della domanda, le informazioni sul movimento turistico dei resi- denti sono rilevate con periodicità trimestrale attraverso l’indagine campio- naria “Viaggi, vacanze e vita quotidiana”, effettuata dal 1997. L’indagine è condotta attraverso interviste telefoniche realizzate su un campione di 14 mi- la famiglie l’anno (3.500 ogni trimestre) per un totale annuo di circa 38 mila individui. L’indagine, svolta nei mesi di gennaio, aprile, luglio e ottobre, rile- va la popolazione che ha viaggiato, i viaggi con pernottamento e le notti tra- scorse in viaggio per gli spostamenti turistici effettuati nei tre mesi prece- denti a quello di rilevazione. Conformemente alla già citata direttiva dell’Unione europea sul turismo, l’indagine mira principalmente a quantificare il flusso turistico dei residenti sia in Italia che all’estero e a qualificarlo fornendo informazioni sulle tipolo- gie e sui comportamenti di viaggio, nonché sulla struttura sociodemografica della popolazione che viaggia o che non viaggia. Il ventaglio delle informazio- ni raccolte offre la possibilità di distinguere il flusso turistico di vacanza da- gli spostamenti per motivi di lavoro e le vacanze brevi (1-3 notti di durata) da quelle lunghe (4 o più notti). L’indagine fornisce ulteriori informazioni sul movimento turistico, caratterizzandolo, per esempio, in base alla destinazio- ne del viaggio, alla forma di organizzazione del viaggio, al tipo di alloggio uti- lizzato, al mezzo di trasporto, alla durata e al periodo dell’anno in cui si è viaggiato.

Caratteristiche degli Di seguito vengono descritti i risultati definitivi dell’indagine sulla consisten- esercizi ricettivi e za degli esercizi ricettivi relativi all’anno 2007 e quelli della rilevazione sul movimento dei movimento dei clienti negli esercizi ricettivi. Relativamente a quest’ultima, clienti vengono diffusi i dati provvisori nazionali per l’anno 2008 e quelli definitivi per l’anno 2007. Inoltre, vengono presentati i dati definitivi 2008 e 2009 rife- riti all’indagine rapida sull’attività alberghiera durante i periodi di Natale- Epifania, Pasqua e Ferragosto. La capacità ricettiva nel nostro Paese è caratterizzata dalla presenza di un numero di esercizi complementari maggiore di quello delle strutture al- berghiere. Per l’anno 2007 l’Istat ha rilevato un numero di esercizi extralber- ghieri pari a 96.991 unità e un numero di alberghi pari a 34.058 unità, con una diminuzione rispetto all’anno precedente del 3,9 per cento per i primi e un aumento dello 0,9 per cento per i secondi. Relativamente ai posti letto si Per saperne di più... registra un aumento del 2,7 per cento negli alberghi e una diminuzione del 2,9 per cento nei complementari. ) ISTAT. Movimento alberghiero. Periodi di riferimento: Su scala nazionale il flusso dei clienti registrato nel 2008 nel complesso Ferragosto 2008. degli esercizi ricettivi è stato pari a circa 93,1 milioni di arrivi e 366,1 milioni http://www.istat.it./salastampa/ di presenze, con un periodo medio di permanenza di 3,93 notti. Rispetto al comunicati/in_calendario/ movalb/20081001_00 2007 gli arrivi sono diminuiti del 3,1 per cento e le presenze hanno subito un Natale 2008-Epifania 2009. calo del 2,8 per cento (Prospetto 18.1). Tale risultato segna una inversione di http://www.istat.it./salastampa/ tendenza rispetto all’evoluzione positiva degli anni precedenti. comunicati/in_calendario/ movalb/20090216_00 Nel 2008 l’andamento dei flussi è stato negativo per entrambe le compo- Pasqua 2009. nenti della domanda turistica, con una diminuzione più marcata per gli eser- http://www.istat.it./salastampa/ cizi alberghieri rispetto a quelli complementari (Prospetti 18.2 e 18.3). Per comunicati/in_calendario/ movalb/20090528_00 quanto riguarda gli esercizi alberghieri, si registra un calo delle presenze del (Comunicati stampa). 2,5 per cento per la componente nazionale e del 5,4 per cento per quella estera,

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Prospetto 18.1 Arrivi, presenze e permanenza media negli esercizi ricettivi - Anni 2004-2008 (in migliaia)

Arrivi Variazione % Presenze Variazione % Permanenza ANNI sull'anno sull'anno media precedente precedente

2004 85.957 3,9 345.616 0,3 4,02 2005 88.339 2,8 355.255 2,8 4,02 2006 93.044 5,3 366.765 3,2 3,94 2007 96.150 3,3 376.642 2,7 3,92 2008 (a) 93.129 -3,1 366.118 -2,8 3,93

(a) Dati provvisori.

Prospetto 18.2 Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri per residenza dei clienti - Anni 2004-2008 (variazioni percentuali rispetto all’anno precedente)

Arrivi Presenze ANNI Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale

2004 4,1 6,2 5,0 1,2 3,4 2,1 2005 1,2 3,4 2,2 0,9 5,3 2,7 2006 3,0 8,3 5,3 1,6 5,4 3,3 2007 1,8 3,7 2,7 0,7 4,8 2,4 2008 (a) -1,8 -6,5 -3,9 -2,5 -5,4 -3,8

(a) Dati provvisori.

Prospetto 18.3 Arrivi e presenze negli esercizi complementari per residenza dei clienti - Anni 2004- 2008 (variazioni percentuali rispetto all’anno precedente)

Arrivi Presenze ANNI Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale

2004 -1,0 -0,5 -0,8 -2,8 -3,8 -3,2 2005 5,5 5,6 5,5 1,5 5,0 2,9 2006 4,4 6,9 5,5 1,3 6,1 3,2 2007 7,1 5,5 6,4 3,4 2,9 3,2 2008 (a) 1,0 -1,0 0,1 -1,1 -0,1 -0,7

(a) Dati provvisori. mentre per gli arrivi si rileva una diminuzione dell’1,8 per cento per gli italia- ni e del 6,5 per cento per gli stranieri. Le presenze negli esercizi complemen- tari hanno segnato una riduzione molto contenuta (-1,1 per cento) per gli ita- liani e del tutto marginale (-0,1 per cento) per gli stranieri; gli arrivi in questa tipologia di esercizi sono risultati in aumento per gli italiani (+1,0 per cento) e in calo per gli stranieri (-1,0 per cento). L’analisi dei dati definitivi, disponibili sino al 2007, fornisce molti ele- menti di dettaglio riguardo alla struttura e all’evoluzione dei movimenti negli esercizi ricettivi. La disaggregazione dei flussi della clientela straniera secon- do il paese di provenienza indica andamenti positivi per gran parte dei più importanti paesi europei. Nel dettaglio, per quanto riguarda gli esercizi al- berghieri, i turisti europei provenienti da Germania, Regno Unito e Francia (che rappresentano insieme il 18,3 per cento delle presenze alberghiere com- plessive), hanno registrato variazioni delle presenze pari, rispettivamente, a -0,4 per cento, +2,4 per cento e +4,9 per cento. Per quanto riguarda il movi-

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mento dei turisti europei negli esercizi complementari nel 2007, si osserva una tendenza positiva delle presenze per quelli provenienti da Germania, Paesi Bassi e Austria (che rappresentano insieme il 23,0 per cento delle pre- senze complessive nei complementari): +6,6 per cento per i turisti olandesi, +1,1 per cento per i turisti tedeschi e +1,2 per cento per i turisti austriaci. Per i paesi extraeuropei (che rappresentano poco più del 18 per cento del totale delle presenze straniere) nel 2007 si è registrata una crescita complessiva del 2,2 per cento. In particolare, considerando le nazionalità di provenienza più rilevanti, spiccano gli aumenti delle presenze dei turisti provenienti dagli Stati Uniti (+5,0 per cento), dal Canada (+7,7 per cento) e dall’Australia (+9,4 per cento). Sono diminuite, invece, le presenze dei giapponesi (-9,9 per cento). È da evidenziare, inoltre, la crescita delle presenze dei turisti provenienti dal Brasile (+29,8 per cento) e dall’Argentina (+26,2 per cento). L’andamento mensile dei flussi turistici definitivi del 2007 indica il persi- stere di differenze di comportamento tra la clientela straniera e quella nazio- nale, con una più marcata concentrazione dei flussi della clientela italiana nel periodo estivo: nei mesi di giugno, luglio e agosto, infatti, è stato rilevato il 55,2 per cento delle presenze complessive annue di italiani contro il 44,7 per cento di quelle relative agli stranieri. Con riferimento a questi ultimi, nell’in- sieme dei mesi di maggio, settembre e ottobre del 2007 si registra il 29,5 per cento delle presenze annue, mentre per la componente italiana il medesimo periodo assorbe appena il 18,4 per cento del totale annuo.

Figura 18.1 Presenze negli esercizi alberghieri per residenza dei clienti - Anni 2004-2008 (in migliaia)

160.000 136.845 138.123 140.397 141.311 137.773 140.000 113.017 120.000 107.859 106.867 97.175 102.312 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0 2004 2005 2006 2007 2008 (a)

Italiani Stranieri (a) Dati provvisori.

Figura 18.2 Presenze negli esercizi complementari per residenza dei clienti - Anni 2004-2008 (in migliaia)

80.000 71.865 71.075 67.602 68.631 69.507 70.000

60.000 50.448 50.403 46.189 49.002 50.000 43.994 40.000 30.000 20.000 10.000 0 2004 2005 2006 2007 2008 (a)

Italiani Stranieri (a) Dati provvisori.

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Si confermano anche per il 2007 differenze tra italiani e stranieri nella scelta delle strutture alberghiere: le preferenze degli stranieri sono più orientate verso gli alberghi a 4 e 5 stelle che ne assorbono il 43,1 per cento in termini di presenze (contro il 29,0 per cento delle presenze alberghiere italiane); nelle categorie inferiori (3, 2 e 1 stella) prevale invece la cliente- la nazionale. La distribuzione territoriale delle presenze degli italiani e degli stranie- ri dell’anno 2007 è riportata nella figura 18.3. Il Nord-est resta la meta pre- ferita sia degli italiani (79,2 milioni di presenze, pari al 37,2 per cento del totale), sia degli stranieri (71,2 milioni di presenze, pari al 43,5 per cento del totale). Analizzando la distribuzione delle presenze di italiani e stra- nieri per regione di destinazione, emergono fortissime differenze tra la componente italiana e straniera del turismo. Il turismo straniero si con- centra in quattro regioni: Veneto, Trentino-Alto Adige, Lazio e Toscana nel- le quali è stato rilevato nell’anno 2007 il 60,5 per cento di tutte le presenze straniere in Italia. La componente italiana è, invece, meno concentrata, con le prime quattro regioni (Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Trentino-Al- to Adige) che nell’insieme assorbono il 44,9 per cento del totale delle pre- senze di italiani. Inoltre, per quanto riguarda il tipo di struttura, si osser- va negli esercizi alberghieri una forte presenza straniera in Lazio, Veneto e Trentino-Alto Adige (54,7 milioni di presenze straniere negli alberghi di queste tre regioni); gli italiani, invece, si recano in prevalenza in Emilia- Romagna, Trentino-Alto Adige e Veneto (50,5 milioni di presenze italiane in tali regioni). Complessivamente, il Trentino-Alto Adige, l’Emilia-Roma- gna e il Veneto sono le regioni con il numero più alto di presenze negli eser- cizi alberghieri registrando, rispettivamente, 33,2, 30,3 e 29,8 milioni di notti. Per quanto riguarda gli alloggi complementari, invece, sono il Vene- to e la Toscana le regioni in cui si rileva il numero di presenze più elevato, sia per gli italiani sia per gli stranieri (rispettivamente 31,7 e 18,7 milioni di presenze complessive).

Figura 18.3 Presenze negli esercizi ricettivi per residenza dei clienti e ripartizione geografica - Anno 2007 (composizioni per- centuali)

18.03 Italiani Stranieri

Nord-ovest Mezzogiorno Nord-ovest Mezzogiorno 15,1% 13,8% 14,8% 25,2%

Centro 27,9%

Nord-est 37,2% Centro 22,5% Nord-est 43,5%

Bilancia turistica La voce “viaggi all’estero” è presente tra le partite correnti della bilancia dei pagamenti pubblicata dalla Banca d’Italia. La bilancia turistica ha quindi lo scopo di quantificazione crediti e debiti in valuta generati da turismo e viag- gi internazionali. Nel 2008 il saldo attivo del mercato turistico è risultato pari a 10,2 miliar- di di euro, con una diminuzione di 1 miliardo rispetto all’anno precedente.

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Annuario statistico italiano 2009

Quanto e come Di seguito vengono riportati alcuni tra i principali risultati emersi dall’inda- hanno viaggiato i gine sui viaggi, le vacanze e la vita quotidiana per l’anno 2008, relativamen- residenti nel 2008 te alla consistenza del flusso turistico dei residenti. Nel 2008 sono stati 122 milioni e 938 mila i viaggi con pernottamento ef- fettuati dai residenti, per un totale di 706 milioni e 650 mila notti trascorse in viaggio (Tavola 18.15). L’86,9 per cento dei viaggi è stato effettuato per moti- vi di vacanza e il 13,1 per cento per motivi di lavoro (Figura 18.4). Ad ogni not- te trascorsa fuori per lavoro (8,9 per cento del totale notti) hanno corrisposto circa dieci pernottamenti per vacanza (91,1 per cento del totale notti). Il 41,4 per cento dei viaggi è stato effettuato in occasione di vacanze lunghe (quattro o più notti), mentre il 45,5 per cento per vacanze brevi (1-3 notti). In termini di presenze turistiche, cioè di pernottamenti, la proporzione è stata più sbi- lanciata con il 76,5 per cento delle notti totali trascorse in occasione di vacan- ze lunghe e il 14,6 per cento per brevi soggiorni. Tra le vacanze è stata prevalente la quota di soggiorni trascorsi per ripo- so, piacere e svago (65,7 per cento) (Figura 18.5), soprattutto per le vacanze hlunghe (74,9 per cento). La visita a parenti o amici ha riguardato più di un quarto dei viaggi di vacanza (31,0 per cento), con un’incidenza maggiore nel caso delle vacanze brevi (38,6 per cento) rispetto a quelle lunghe (22,7 per cento). Il 43,8 per cento dei soggiorni di riposo o svago è stato trascorso al mare (Figura 18.6) e la quota sale fino al 59,5 per cento dei casi per le vacanze lun- ghe. Nel 16,8 per cento dei viaggi di vacanza si è trattato di soggiorni in mon- tagna, mentre i soggiorni di vacanza agrituristici o trascorsi in campagna o al lago sono stati il 7,5 per cento. I giri turistici sono stati il 10,9 per cento e, in- fine, le visite a città o località d’arte sono state il 10,5 per cento. Nel 2008 il trimestre caratterizzato dal maggior flusso turistico è stato, co- me di consueto, quello estivo (luglio-settembre), durante il quale il 49,2 per cento della popolazione residente, pari a 29 milioni e 208 mila persone, ha ef- fettuato almeno un viaggio con un pernottamento (Tavola 18.14). In partico- lare, tra luglio e settembre, il 48,2 per cento dei residenti in Italia ha viaggia- to per vacanza. Negli altri periodi dell’anno, la quota di chi ha effettuato una vacanza è stata decisamente inferiore, con valori pari al 24,1 per cento tra gennaio e marzo, al 26,2 per cento tra aprile e giugno e al 22,2 per cento tra ottobre e dicembre. Le differenze trimestrali sono state ancora più marcate se si osservano i Per saperne di più... valori percentuali fatti registrare da quanti hanno effettuato una vacanza ) ISTAT. Indagini: questionari e lunga (almeno quattro notti): rispetto al 41,3 per cento del trimestre estivo, informazioni - Turismo. Roma. http://www.istat.it/strumenti/ sono stati tra il 7,6 per cento (ottobre-dicembre) e il 11,6 per cento (gennaio- rispondenti/indagini/. marzo) negli altri trimestri dell’anno.

Figura 18.4 Viaggi e notti trascorse in viaggio per tipologia del viaggio - Anno 2008 (composizioni percentuali)

Viaggi Notti

13,1% 8,9% 14,6%

45,5% Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Lavoro

41,4%

76,5%

468 18. Turismo

Figura 18.5 Viaggi di vacanza per durata e motivo - Anno 2008 (composizioni percentuali)

100 90 80 74,9 70 65,7 57,3 60 50 38,6 40 31,0 30 22,7 20

10 2,7 1,4 1,1 1,3 2,0 1,3 0 1-3 notti 4 o più notti Totale

Piacere, svago Visita a parenti o amici Motivi religiosi Trattamenti di salute

Figura 18.6 Vacanze di riposo, piacere e svago per tipologia - Anno 2008 (composizione percentuale)

10,5%

10,9%

43,8% Mare, crociera Montagna 10,5% Lago, campagna, collina Visita a città o località d'arte Giro turistico Altro 7,5%

16,8%

Le vacanze brevi (1-3 notti) hanno interessato il 14,3 per cento della popo- lazione residente nel periodo luglio-settembre. La quota è stata comunque più elevata nel trimestre primaverile, dove il 16,4 per cento dei residenti ha ef- fettuato almeno una vacanza di breve durata. Nei restanti trimestri, invece, la quota è stata del 13,7 per cento tra gennaio e marzo e del 14,4 per cento tra ottobre e dicembre. In ogni trimestre del 2008, i viaggi di lavoro, invece, hanno riguardato quote più modeste di popolazione: i valori sono compresi tra il 3,2 per cento (aprile-giugno) e il 4,1 per cento (ottobre-dicembre). Nell’83,9 per cento dei casi è stata una località italiana la destinazione principale dei viaggi (Tavola 18.16). Considerando il dettaglio territoriale, il Nord è stata l’area che ha ricevuto il maggior flusso con il 36,9 per cento dei viaggi, seguito dal Mezzogiorno e dal Centro, rispettivamente con il 27,1 per cento e il 19,9 per cento. Sebbene le località del Nord abbiano accolto la quota maggiore di soggiorni, le regioni del Mezzogiorno, comunque, anche nel 2008 sono state scelte per una quota considerevole di vacanze lunghe (33,1 per cen- to dei viaggi dello stesso tipo), mentre quelle del Centro sono state mete im- portanti per i viaggi di lavoro (21,2 per cento dei viaggi di lavoro). In termini di presenze, sia il Mezzogiorno che il Nord detengono il primato, con oltre il 30 per cento dei pernottamenti effettuati per il totale dei viaggi, rispetto al 16 per cento del Centro.

469 Annuario statistico italiano 2009

Le destinazioni estere, che hanno riguardato il 16,1 per cento dei viaggi, sono state scelte più frequentemente sia in occasione di lunghi periodi di va- canza (25,0 per cento delle vacanze di durata uguale o superiore a quattro notti) sia per effettuare viaggi di lavoro (21,3 per cento dei viaggi per lavoro). All’estero, infatti, è stato trascorso soltanto il 6,5 per cento delle vacanze bre- vi. Considerando le diverse destinazioni estere, quelle più frequentate sono stati i paesi dell’Unione europea, dove è stato trascorso il 15,1 per cento delle vacanze lunghe, il 14,3 per cento dei viaggi per lavoro e il 5,2 per cento delle vacanze brevi. Per i viaggi all’estero, si è osservata una durata mediamente superiore a quella dei viaggi con destinazione italiana: in media 7,9 pernottamenti per i soggiorni all’estero rispetto a 5,3 pernottamenti per quelli in Italia.2 Per i viaggi di lavoro la durata media è stata di 6,2 notti per i soggiorni all’estero contro 3,3 notti per quelli in Italia, mentre per gli spostamenti di vacanza la durata media è stata di 8,3 notti per le vacanze all’estero e 5,6 notti per quel- le in Italia. Con riferimento ai tipi di alloggio utilizzati in viaggio (Tavola 18.17), nel 2008 si è soggiornato nel 45,7 per cento in strutture ricettive collettive e nel 54,3 per cento in alloggi privati. Le prime sono state molto più utilizzate in occasione dei viaggi di lavoro (79,2 per cento dei viaggi di lavoro) e meno per quelli di vacanza (40,6 per cento delle vacanze). Gli alloggi privati come le se- conde case, le abitazioni prese in affitto o come ospiti di parenti o amici, inve- ce, hanno trovato ampio utilizzo durante i soggiorni di vacanza (59,4 per cen- to delle vacanze), soprattutto se trascorsi in Italia (63,9 per cento del totale vacanze in Italia). Per le vacanze brevi, il ricorso all’ospitalità di parenti o amici è stato più frequente (41,3 per cento) di quanto non sia avvenuto per le vacanze lunghe (29,7 per cento), in occasione delle quali – più facilmente del- le vacanze brevi – si è alloggiato presso abitazioni o stanze prese in affitto (13,0 per cento contro 4,7 per cento delle vacanze brevi). Nelle seconde case di proprietà, infine, i residenti hanno trascorso l’11,4 per cento dei viaggi totali e il 12,8 per cento dei soggiorni di vacanza. In termini di pernottamento, com- plessivamente sono state 365 milioni e 599 mila le notti trascorse in alloggi privati, corrispondenti al 66,5 per cento del totale dei pernottamenti, contro i 184 milioni e 411 mila pernottamenti trascorsi presso strutture ricettive col- lettive (pari al 33,5 per cento delle notti complessive).

2 La durata media del viaggio è espressa in notti (pernottamenti) ed è calcolata dividendo il numero totale di notti trascorse in viaggio per il numero totale dei viaggi effettuati.

470 18. Turismo

Tavola 18.1 - Capacità degli esercizi ricettivi per regione - Anno 2007

Esercizi alberghieri Esercizi complementari Totale (letti) Numero Letti Camere Bagni Campeggi e Alloggi Alloggi Altri B & b ANNI villaggi turistici in agri- esercizi (letti) REGIONI affitto turistici (a) Numero Posti (letti) (letti) (letti) letto

2003 33.480 1.969.495 999.722 981.137 2.530 1.343.134 520.336 111.066 187.047 27.543 4.158.621 2004 33.518 1.999.729 1.011.773 992.339 2.529 1.327.588 528.350 123.392 187.552 38.966 4.205.577 2005 33.527 2.028.452 1.020.478 1.003.895 2.411 1.344.242 594.078 139.954 190.859 52.948 4.350.533 2006 33.768 2.087.010 1.034.710 1.023.762 2.506 1.357.208 606.481 155.107 228.892 64.212 4.498.910

2007 - PER REGIONE Piemonte 1.598 82.977 42.227 40.637 172 51.177 13.119 7.686 20.637 4.170 179.766 Valle d'Aosta/ Vallée d'Aoste 496 23.606 11.243 11.049 48 16.125 1.755 461 8.797 417 51.161 Lombardia 2.950 181.026 93.273 93.929 202 98.744 16.979 6.590 11.411 3.484 318.234 Trentino-Alto Adige 5.909 244.372 121.618 119.237 258 48.255 41.008 22.975 18.195 751 375.556 Bolzano/Bozen 4.335 149.922 73.649 72.458 43 12.423 26.525 20.573 8.469 - 217.912 Trento 1.574 94.450 47.969 46.779 215 35.832 14.483 2.402 9.726 751 157.644 Veneto 3.269 209.420 111.607 113.738 193 194.081 186.805 7.790 26.226 8.498 632.820 Friuli-Venezia Giulia 736 38.512 18.574 18.216 29 29.576 71.994 2.795 8.785 1.516 153.178 Liguria 1.585 71.656 38.316 37.578 154 58.888 10.523 3.371 10.081 3.359 157.878 Emilia-Romagna 4.688 295.938 153.134 157.231 129 89.590 16.176 6.214 18.998 4.946 431.862 Toscana 2.979 186.309 86.645 86.596 235 174.848 58.224 47.468 16.213 401 483.463 Umbria 565 28.995 14.860 15.167 42 12.785 11.776 18.691 7.678 2.703 82.628 Marche 968 61.290 30.881 29.823 133 59.799 78.201 9.397 13.505 4.768 226.960 Lazio 1.852 150.066 74.326 73.258 126 81.203 6.624 5.448 17.410 11.472 272.223 Abruzzo 816 49.954 24.945 24.456 86 43.073 3.332 4.281 1.250 1.988 103.878 Molise 118 6.701 3.320 3.145 17 5.054 483 608 704 173 13.723 Campania 1.604 106.058 53.357 53.128 176 66.935 5.188 4.896 3.184 2.606 188.867 Puglia 854 76.301 35.514 34.941 214 99.524 17.815 6.369 1.779 7.913 209.701 Basilicata 232 22.387 8.431 8.335 16 9.959 1.141 3.428 714 446 38.075 Calabria 801 95.477 44.319 37.568 147 88.515 3.077 2.100 3.662 2.127 194.958 Sicilia 1.192 114.583 51.841 50.279 111 38.191 10.527 6.577 3.189 8.344 181.411 Sardegna 846 97.158 40.479 40.383 99 65.557 17.186 1.450 1.269 6.619 189.239 ITALIA 34.058 2.142.786 1.058.910 1.048.694 2.587 1.331.879 571.933 168.595 193.687 76.701 4.485.581 Nord 21.231 1.147.507 589.992 591.615 1.185 586.436 358.359 57.882 123.130 27.141 2.300.455 Centro 6.364 426.660 206.712 204.844 536 328.635 154.825 81.004 54.806 19.344 1.065.274 Mezzogiorno 6.463 568.619 262.206 252.235 866 416.808 58.749 29.709 15.751 30.216 1.119.852

Fonte: Capacità degli esercizi ricettivi (R) (a) Ostelli per la gioventù, case per ferie, rifugi alpini e simili.

471 Annuario statistico italiano 2009

Tavola 18.2 - Arrivi, presenze e permanenza media negli esercizi ricettivi per residenza dei clienti e regione di destinazione - Anno 2007

Italiani Stranieri Totale

ANNI Arrivi Presenze Perma- Arrivi Presenze Perma- Arrivi Presenze Perma- REGIONI nenza nenza nenza media media media (a) (a) (a)

2003 47.718.528 204.759.892 4,29 35.006.124 139.653.425 3,99 82.724.652 344.413.317 4,16 2004 49.240.829 204.446.991 4,15 36.715.739 141.169.236 3,84 85.956.568 345.616.227 4,02 2005 50.211.873 206.754.120 4,12 38.126.691 148.501.052 3,89 88.338.564 355.255.172 4,02 2006 51.850.572 209.903.437 4,05 41.193.827 156.861.341 3,81 93.044.399 366.764.778 3,94

2007 - PER REGIONE Piemonte 2.135.149 5.974.626 2,80 1.216.616 4.342.545 3,57 3.351.765 10.317.171 3,08 Valle d'Aosta/ Vallée d'Aoste 562.843 2.103.057 3,74 278.245 1.003.527 3,61 841.088 3.106.584 3,69 Lombardia 5.688.640 13.868.082 2,44 5.038.929 14.780.437 2,93 10.727.569 28.648.519 2,67 Trentino-Alto Adige 3.909.663 19.492.850 4,99 4.369.256 22.503.541 5,15 8.278.919 41.996.391 5,07 Bolzano/Bozen 2.054.125 10.112.396 4,92 3.226.798 17.180.912 5,32 5.280.923 27.293.308 5,17 Trento 1.855.538 9.380.454 5,06 1.142.458 5.322.629 4,66 2.997.996 14.703.083 4,90 Veneto 5.424.989 25.414.692 4,68 8.728.228 36.114.881 4,14 14.153.217 61.529.573 4,35 Friuli-Venezia Giulia 1.126.493 5.161.334 4,58 792.526 3.572.687 4,51 1.919.019 8.734.021 4,55 Liguria 2.412.238 10.177.625 4,22 1.203.730 3.992.640 3,32 3.615.968 14.170.265 3,92 Emilia-Romagna 6.574.335 29.180.257 4,44 2.090.979 8.994.209 4,30 8.665.314 38.174.466 4,41 Toscana 5.542.937 21.733.049 3,92 5.885.545 19.962.791 3,39 11.428.482 41.695.840 3,65 Umbria 1.556.072 4.096.843 2,63 637.362 2.155.259 3,38 2.193.434 6.252.102 2,85 Marche 1.820.473 11.361.332 6,24 349.898 2.223.250 6,35 2.170.371 13.584.582 6,26 Lazio 3.867.175 10.840.164 2,80 6.952.266 21.267.429 3,06 10.819.441 32.107.593 2,97 Abruzzo 1.371.155 6.386.498 4,66 189.651 988.148 5,21 1.560.806 7.374.646 4,72 Molise 172.550 577.744 3,35 22.329 74.427 3,33 194.879 652.171 3,35 Campania 2.776.974 11.401.321 4,11 1.847.380 8.373.421 4,53 4.624.354 19.774.742 4,28 Puglia 2.276.402 9.880.693 4,34 417.479 1.600.910 3,83 2.693.881 11.481.603 4,26 Basilicata 394.825 1.668.096 4,22 53.721 188.693 3,51 448.546 1.856.789 4,14 Calabria 1.325.825 7.189.202 5,42 242.694 1.542.133 6,35 1.568.519 8.731.335 5,57 Sicilia 2.847.575 8.676.787 3,05 1.766.763 5.925.358 3,35 4.614.338 14.602.145 3,16 Sardegna 1.490.648 7.991.819 5,36 789.525 3.859.394 4,89 2.280.173 11.851.213 5,20 ITALIA 53.276.961 213.176.071 4,00 42.873.122 163.465.680 3,81 96.150.083 376.641.751 3,92 Nord 27.834.350 111.372.523 4,00 23.718.509 95.304.467 4,02 51.552.859 206.676.990 4,01 Centro 12.786.657 48.031.388 3,76 13.825.071 45.608.729 3,30 26.611.728 93.640.117 3,52 Mezzogiorno 12.655.954 53.772.160 4,25 5.329.542 22.552.484 4,23 17.985.496 76.324.644 4,24

Fonte: Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (R) (a) Il valore della permanenza media è determinato dal rapporto tra le presenze e gli arrivi.

472 18. Turismo

Tavola 18.3 - Arrivi, presenze e permanenza media negli esercizi alberghieri per residenza dei clienti e regione - Anno 2007

Italiani Stranieri Totale

ANNI Arrivi Presenze Perma- Arrivi Presenze Perma- Arrivi Presenze Perma- REGIONI nenza nenza nenza media media media (a) (a) (a)

2003 39.155.590 135.216.816 3,45 28.174.361 93.934.636 3,33 67.329.951 229.151.452 3,40 2004 40.767.400 136.844.995 3,36 29.916.163 97.174.844 3,25 70.683.563 234.019.839 3,31 2005 41.275.648 138.123.305 3,35 30.943.456 102.311.911 3,31 72.219.104 240.435.216 3,33 2006 42.520.635 140.396.593 3,30 33.512.760 107.858.735 3,22 76.033.395 248.255.328 3,27

2007 - PER REGIONE Piemonte 1.733.900 4.150.311 2,39 939.972 2.735.140 2,91 2.673.872 6.885.451 2,58 Valle d'Aosta/ Vallée d'Aoste 420.715 1.448.666 3,44 209.838 839.823 4,00 630.553 2.288.489 3,63 Lombardia 5.212.505 11.225.669 2,15 4.548.446 11.623.518 2,56 9.760.951 22.849.187 2,34 Trentino-Alto Adige 3.256.232 15.556.316 4,78 3.534.795 17.628.840 4,99 6.791.027 33.185.156 4,89 Bolzano/Bozen 1.717.348 8.047.927 4,69 2.680.063 13.933.015 5,20 4.397.411 21.980.942 5,00 Trento 1.538.884 7.508.389 4,88 854.732 3.695.825 4,32 2.393.616 11.204.214 4,68 Veneto 3.831.474 11.684.455 3,05 6.137.727 18.104.350 2,95 9.969.201 29.788.805 2,99 Friuli-Venezia Giulia 769.152 2.068.821 2,69 515.574 1.557.538 3,02 1.284.726 3.626.359 2,82 Liguria 1.968.480 7.079.167 3,60 988.511 2.965.833 3,00 2.956.991 10.045.000 3,40 Emilia-Romagna 5.787.302 23.262.123 4,02 1.810.908 7.080.356 3,91 7.598.210 30.342.479 3,99 Toscana 3.912.598 11.391.593 2,91 4.428.185 11.558.888 2,61 8.340.783 22.950.481 2,75 Umbria 1.120.483 2.380.054 2,12 451.884 986.281 2,18 1.572.367 3.366.335 2,14 Marche 1.286.788 4.811.633 3,74 265.046 1.270.508 4,79 1.551.834 6.082.141 3,92 Lazio 3.368.390 8.041.703 2,39 6.363.733 18.957.044 2,98 9.732.123 26.998.747 2,77 Abruzzo 1.163.779 4.463.007 3,83 149.972 649.860 4,33 1.313.751 5.112.867 3,89 Molise 146.610 350.978 2,39 18.715 52.352 2,80 165.325 403.330 2,44 Campania 2.460.669 8.198.024 3,33 1.602.023 6.238.516 3,89 4.062.692 14.436.540 3,55 Puglia 1.757.442 5.721.970 3,26 345.256 1.097.513 3,18 2.102.698 6.819.483 3,24 Basilicata 327.633 1.122.701 3,43 46.317 161.169 3,48 373.950 1.283.870 3,43 Calabria 1.168.869 5.712.469 4,89 217.801 1.354.012 6,22 1.386.670 7.066.481 5,10 Sicilia 2.405.448 6.998.566 2,91 1.591.257 5.309.573 3,34 3.996.705 12.308.139 3,08 Sardegna 1.183.990 5.643.077 4,77 603.003 2.846.325 4,72 1.786.993 8.489.402 4,75 ITALIA 43.282.459 141.311.303 3,26 34.768.963 113.017.439 3,25 78.051.422 254.328.742 3,26 Nord 22.979.760 76.475.528 3,33 18.685.771 62.535.398 3,35 41.665.531 139.010.926 3,34 Centro 9.688.259 26.624.983 2,75 11.508.848 32.772.721 2,85 21.197.107 59.397.704 2,80 Mezzogiorno 10.614.440 38.210.792 3,60 4.574.344 17.709.320 3,87 15.188.784 55.920.112 3,68

Fonte: Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (R) (a) Il valore della permanenza media è determinato dal rapporto tra le presenze e gli arrivi.

473 Annuario statistico italiano 2009

Tavola 18.4 - Arrivi, presenze e permanenza media negli esercizi complementari per residenza dei clienti e regione - Anno 2007

Italiani Stranieri Totale

ANNI Arrivi Presenze Perma- Arrivi Presenze Perma- Arrivi Presenze Perma- REGIONI nenza nenza nenza media media media (a) (a) (a)

2003 8.562.938 69.543.076 8,12 6.831.763 45.718.789 6,69 15.394.701 115.261.865 7,49 2004 8.473.429 67.601.996 7,98 6.799.576 43.994.392 6,47 15.273.005 111.596.388 7,31 2005 8.936.225 68.630.815 7,68 7.183.235 46.189.141 6,43 16.119.460 114.819.956 7,12 2006 9.329.937 69.506.844 7,45 7.681.067 49.002.606 6,38 17.011.004 118.509.450 6,97

2007 - PER REGIONE Piemonte 401.249 1.824.315 4,55 276.644 1.607.405 5,81 677.893 3.431.720 5,06 Valle d'Aosta/ Vallée d'Aoste 142.128 654.391 4,60 68.407 163.704 2,39 210.535 818.095 3,89 Lombardia 476.135 2.642.413 5,55 490.483 3.156.919 6,44 966.618 5.799.332 6,00 Trentino-Alto Adige 653.431 3.936.534 6,02 834.461 4.874.701 5,84 1.487.892 8.811.235 5,92 Bolzano/Bozen 336.777 2.064.469 6,13 546.735 3.247.897 5,94 883.512 5.312.366 6,01 Trento 316.654 1.872.065 5,91 287.726 1.626.804 5,65 604.380 3.498.869 5,79 Veneto 1.593.515 13.730.237 8,62 2.590.501 18.010.531 6,95 4.184.016 31.740.768 7,59 Friuli-Venezia Giulia 357.341 3.092.513 8,65 276.952 2.015.149 7,28 634.293 5.107.662 8,05 Liguria 443.758 3.098.458 6,98 215.219 1.026.807 4,77 658.977 4.125.265 6,26 Emilia-Romagna 787.033 5.918.134 7,52 280.071 1.913.853 6,83 1.067.104 7.831.987 7,34 Toscana 1.630.339 10.341.456 6,34 1.457.360 8.403.903 5,77 3.087.699 18.745.359 6,07 Umbria 435.589 1.716.789 3,94 185.478 1.168.978 6,30 621.067 2.885.767 4,65 Marche 533.685 6.549.699 12,27 84.852 952.742 11,23 618.537 7.502.441 12,13 Lazio 498.785 2.798.461 5,61 588.533 2.310.385 3,93 1.087.318 5.108.846 4,70 Abruzzo 207.376 1.923.491 9,28 39.679 338.288 8,53 247.055 2.261.779 9,15 Molise 25.940 226.766 8,74 3.614 22.075 6,11 29.554 248.841 8,42 Campania 316.305 3.203.297 10,13 245.357 2.134.905 8,70 561.662 5.338.202 9,50 Puglia 518.960 4.158.723 8,01 72.223 503.397 6,97 591.183 4.662.120 7,89 Basilicata 67.192 545.395 8,12 7.404 27.524 3,72 74.596 572.919 7,68 Calabria 156.956 1.476.733 9,41 24.893 188.121 7,56 181.849 1.664.854 9,16 Sicilia 442.127 1.678.221 3,80 175.506 615.785 3,51 617.633 2.294.006 3,71 Sardegna 306.658 2.348.742 7,66 186.522 1.013.069 5,43 493.180 3.361.811 6,82 ITALIA 9.994.502 71.864.768 7,19 8.104.159 50.448.241 6,22 18.098.661 122.313.009 6,76 Nord 4.854.590 34.896.995 7,19 5.032.738 32.769.069 6,51 9.887.328 67.666.064 6,84 Centro 3.098.398 21.406.405 6,91 2.316.223 12.836.008 5,54 5.414.621 34.242.413 6,32 Mezzogiorno 2.041.514 15.561.368 7,62 755.198 4.843.164 6,41 2.796.712 20.404.532 7,30

Fonte: Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (R) (a) Il valore della permanenza media è determinato dal rapporto tra le presenze e gli arrivi.

474 18. Turismo

Tavola 18.5 - Arrivi e presenze dei clienti negli esercizi alberghieri per categoria di esercizio e regione di destinazione - Anno 2007

Alberghi di 5 stelle lusso, Alberghi di 3 stelle e Alberghi di 2 Totale ANNI 5 e 4 stelle residenze turistico- e 1 stella REGIONI alberghiere Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

2003 23.227.445 63.744.325 33.524.461 125.504.070 10.578.045 39.903.057 67.329.951 229.151.452 2004 25.937.530 71.810.833 34.442.997 124.366.962 10.303.036 37.842.044 70.683.563 234.019.839 2005 27.480.869 77.225.354 35.366.408 128.279.526 9.371.827 34.930.336 72.219.104 240.435.216 2006 30.673.260 84.670.128 36.053.256 130.044.370 9.306.879 33.540.830 76.033.395 248.255.328

2007 - PER REGIONE Piemonte 1.092.397 2.281.369 1.338.220 3.686.103 243.255 917.979 2.673.872 6.885.451 Valle d'Aosta/ Vallée d'Aoste 150.209 508.938 354.847 1.350.280 125.497 429.271 630.553 2.288.489 Lombardia 5.464.460 10.504.436 3.544.694 10.268.289 751.797 2.076.462 9.760.951 22.849.187 Trentino-Alto Adige 1.374.727 6.157.664 4.170.902 20.924.012 1.245.398 6.103.480 6.791.027 33.185.156 Bolzano/Bozen 959.944 4.325.000 2.558.975 13.111.355 878.492 4.544.587 4.397.411 21.980.942 Trento 414.783 1.832.664 1.611.927 7.812.657 366.906 1.558.893 2.393.616 11.204.214 Veneto 4.207.690 11.057.675 4.425.682 14.409.875 1.335.829 4.321.255 9.969.201 29.788.805 Friuli-Venezia Giulia 318.016 875.256 778.581 2.130.226 188.129 620.877 1.284.726 3.626.359 Liguria 884.730 2.097.364 1.547.070 5.964.382 525.191 1.983.254 2.956.991 10.045.000 Emilia-Romagna 2.349.203 6.194.927 4.303.444 19.355.222 945.563 4.792.330 7.598.210 30.342.479 Toscana 3.441.472 8.573.405 4.050.262 11.906.009 849.049 2.471.067 8.340.783 22.950.481 Umbria 411.254 854.027 841.980 1.758.643 319.133 753.665 1.572.367 3.366.335 Marche 407.886 1.205.400 910.922 3.844.047 233.026 1.032.694 1.551.834 6.082.141 Lazio 5.236.178 13.996.630 3.458.334 9.799.005 1.037.611 3.203.112 9.732.123 26.998.747 Abruzzo 377.535 1.175.699 797.273 3.320.881 138.943 616.287 1.313.751 5.112.867 Molise 78.401 161.106 71.405 197.231 15.519 44.993 165.325 403.330 Campania 2.036.396 7.336.645 1.592.633 5.748.564 433.663 1.351.331 4.062.692 14.436.540 Puglia 1.004.764 2.934.086 966.339 3.577.611 131.595 307.786 2.102.698 6.819.483 Basilicata 147.483 536.462 197.504 677.882 28.963 69.526 373.950 1.283.870 Calabria 666.599 3.424.509 645.049 3.334.468 75.022 307.504 1.386.670 7.066.481 Sicilia 1.764.038 5.197.999 1.946.715 6.351.267 285.952 758.873 3.996.705 12.308.139 Sardegna 919.880 4.614.496 818.477 3.728.130 48.636 146.776 1.786.993 8.489.402 ITALIA 32.333.318 89.688.093 36.760.333 132.332.127 8.957.771 32.308.522 78.051.422 254.328.742 Nord 15.841.432 39.677.629 20.463.440 78.088.389 5.360.659 21.244.908 41.665.531 139.010.926 Centro 9.496.790 24.629.462 9.261.498 27.307.704 2.438.819 7.460.538 21.197.107 59.397.704 Mezzogiorno 6.995.096 25.381.002 7.035.395 26.936.034 1.158.293 3.603.076 15.188.784 55.920.112

Fonte: Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (R)

475 Annuario statistico italiano 2009

Tavola 18.6 - Arrivi e presenze dei clienti negli esercizi complementari per tipo di esercizio e regione di destinazione - Anno 2007

Campeggi e villaggi Alloggi Altri Alloggi Totale ANNI turistici in affitto esercizi (a) agrituristici REGIONI Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

2003 8.091.307 63.877.468 3.354.421 29.824.501 2.817.496 15.877.182 1.131.477 5.682.714 15.394.701 115.261.865 2004 7.763.355 61.437.977 3.407.643 28.314.166 2.886.568 15.928.501 1.215.439 5.915.744 15.273.005 111.596.388 2005 7.933.934 61.732.055 3.773.932 31.199.865 3.061.483 15.329.686 1.350.111 6.558.350 16.119.460 114.819.956 2006 8.104.840 62.997.013 4.119.552 32.905.523 3.279.053 15.392.859 1.507.559 7.214.055 17.011.004 118.509.450

2007 - PER REGIONE Piemonte 350.946 1.739.892 94.885 724.031 166.166 776.954 65.896 190.843 677.893 3.431.720 Valle d'Aosta/ Vallée d'Aoste 64.728 352.182 16.922 101.936 121.205 336.512 7.680 27.465 210.535 818.095 Lombardia 566.231 3.526.248 157.017 1.229.420 183.101 809.114 60.269 234.550 966.618 5.799.332 Trentino-A. Adige 500.129 2.860.762 430.147 3.113.112 286.124 1.051.893 271.492 1.785.468 1.487.892 8.811.235 Bolzano/Bozen 215.712 1.151.279 287.568 2.016.801 137.741 489.849 242.491 1.654.437 883.512 5.312.366 Trento 284.417 1.709.483 142.579 1.096.311 148.383 562.044 29.001 131.031 604.380 3.498.869 Veneto 2.136.617 16.463.949 1.481.948 12.705.518 455.586 2.199.140 109.865 372.161 4.184.016 31.740.768 Friuli-V. Giulia 201.624 1.864.695 238.777 2.353.803 159.871 784.071 34.021 105.093 634.293 5.107.662 Liguria 360.549 2.307.811 106.721 726.241 162.920 968.949 28.787 122.264 658.977 4.125.265 Emilia-Romagna 608.533 5.173.772 139.884 1.205.621 254.393 1.236.907 64.294 215.687 1.067.104 7.831.987 Toscana 1.281.813 9.205.550 913.123 5.172.626 336.105 1.444.091 556.658 2.923.092 3.087.699 18.745.359 Umbria 105.546 689.615 107.674 676.903 171.430 575.101 236.417 944.148 621.067 2.885.767 Marche 265.407 3.205.968 159.767 2.990.201 137.079 1.035.936 56.284 270.336 618.537 7.502.441 Lazio 465.724 2.714.145 123.713 475.912 474.890 1.811.080 22.991 107.709 1.087.318 5.108.846 Abruzzo 168.692 1.849.750 31.823 216.944 27.568 96.176 18.972 98.909 247.055 2.261.779 Molise 11.231 153.850 13.014 76.318 1.746 9.682 3.563 8.991 29.554 248.841 Campania 396.003 4.621.770 42.230 171.734 75.062 317.612 48.367 227.086 561.662 5.338.202 Puglia 356.139 3.158.773 109.823 1.048.766 76.654 260.278 48.567 194.303 591.183 4.662.120 Basilicata 27.288 430.258 9.100 31.742 15.041 37.309 23.167 73.610 74.596 572.919 Calabria 129.043 1.365.461 10.759 107.004 28.330 143.848 13.717 48.541 181.849 1.664.854 Sicilia 290.510 1.161.440 116.963 514.773 117.468 354.940 92.692 262.853 617.633 2.294.006 Sardegna 390.623 2.510.393 70.089 677.656 23.994 140.426 8.474 33.336 493.180 3.361.811 ITALIA 8.677.376 65.356.284 4.374.379 34.320.261 3.274.733 14.390.019 1.772.173 8.246.445 18.098.661 122.313.009 Nord 4.789.357 34.289.311 2.666.301 22.159.682 1.789.366 8.163.540 642.304 3.053.531 9.887.328 67.666.064 Centro 2.118.490 15.815.278 1.304.277 9.315.642 1.119.504 4.866.208 872.350 4.245.285 5.414.621 34.242.413 Mezzogiorno 1.769.529 15.251.695 403.801 2.844.937 365.863 1.360.271 257.519 947.629 2.796.712 20.404.532

Fonte: Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (R) (a) Ostelli per la gioventù, case per ferie, rifugi alpini e simili.

476 18. Turismo

Tavola 18.7 - Arrivi e presenze negli esercizi ricettivi per specie di esercizio e paese di residenza dei clienti - Anno 2007

ANNI Esercizi alberghieri Esercizi complementari Totale PAESI DI RESIDENZA Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

2003 67.329.951 229.151.452 15.394.701 115.261.865 82.724.652 344.413.317 2004 70.683.563 234.019.839 15.273.005 111.596.388 85.956.568 345.616.227 2005 72.219.104 240.435.216 16.119.460 114.819.956 88.338.564 355.255.172 2006 76.033.395 248.255.328 17.011.004 118.509.450 93.044.399 366.764.778

2007 - PER NAZIONALITÁ DI PROVENIENZA UNIONE EUROPEA Italia 43.282.459 141.311.303 9.994.502 71.864.768 53.276.961 213.176.071 Austria 1.374.233 4.918.701 459.195 2.974.592 1.833.428 7.893.293 Belgio 734.695 2.959.939 182.016 1.169.246 916.711 4.129.185 Bulgaria 98.972 272.492 8.852 45.646 107.824 318.138 Cipro 15.708 51.360 1.200 5.775 16.908 57.135 Danimarca 323.375 1.221.320 232.206 1.808.493 555.581 3.029.813 Estonia 25.684 72.773 5.192 16.288 30.876 89.061 Finlandia 196.101 717.413 31.538 153.609 227.639 871.022 Francia 2.701.924 7.852.762 543.758 2.414.241 3.245.682 10.267.003 Germania 6.310.860 27.885.517 2.632.726 18.611.545 8.943.586 46.497.062 Grecia 346.434 933.672 24.435 133.392 370.869 1.067.064 Irlanda 386.572 1.550.604 70.593 432.076 457.165 1.982.680 Lettonia 24.093 83.158 3.558 17.221 27.651 100.379 Lituania 78.894 185.262 9.583 39.035 88.477 224.297 Lussemburgo 49.587 234.608 8.708 54.509 58.295 289.117 Malta 39.370 139.101 5.358 24.285 44.728 163.386 Paesi Bassi 860.585 3.058.705 821.792 6.561.433 1.682.377 9.620.138 Polonia 554.724 1.888.473 148.526 996.115 703.250 2.884.588 Portogallo 188.638 565.738 23.555 101.509 212.193 667.247 Regno Unito 2.878.377 10.765.620 427.191 2.315.272 3.305.568 13.080.892 Repubblica Ceca 255.896 1.092.840 205.388 1.358.886 461.284 2.451.726 Romania 387.479 1.431.474 48.526 489.550 436.005 1.921.024 Slovacchia 62.770 275.816 48.583 354.853 111.353 630.669 Slovenia 146.818 413.973 48.313 217.374 195.131 631.347 Spagna 1.765.358 4.563.949 211.541 742.114 1.976.899 5.306.063 Svezia 433.849 1.549.417 88.233 513.978 522.082 2.063.395 Ungheria 246.780 817.621 124.589 785.281 371.369 1.602.902 Totale 63.770.235 216.813.611 16.409.657 114.201.086 80.179.892 331.014.697

ALTRI PAESI EUROPEI Croazia 161.623 498.521 24.280 178.692 185.903 677.213 Islanda 28.742 108.971 4.840 26.086 33.582 135.057 Norvegia 294.782 1.040.839 49.980 308.497 344.762 1.349.336 Russia 907.405 3.154.186 46.940 251.545 954.345 3.405.731 Svizzera 1.290.366 4.873.785 358.526 2.323.440 1.648.892 7.197.225 Turchia 165.582 471.133 12.285 57.172 177.867 528.305 Altri paesi europei 657.802 2.108.079 69.912 642.952 727.714 2.751.031 Totale 3.506.302 12.255.514 566.763 3.788.384 4.073.065 16.043.898

Fonte: Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (R)

477 Annuario statistico italiano 2009

Tavola 18.7 segue - Arrivi e presenze negli esercizi ricettivi per specie di esercizio e paese di residenza dei clienti - Anno 2007

ANNI Esercizi alberghieri Esercizi complementari Totale PAESI DI RESIDENZA Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

PAESI EXTRAEUROPEI Egitto 33.006 123.319 2.961 23.091 35.967 146.410 Paesi dell'Africa mediterranea 84.884 295.314 7.735 101.706 92.619 397.020 Sud Africa 63.617 181.196 10.384 39.261 74.001 220.457 Altri paesi dell'Africa 96.145 306.308 7.894 95.692 104.039 402.000 Stati Uniti d'America 4.483.205 10.832.665 513.332 1.845.798 4.996.537 12.678.463 Canada 557.307 1.481.584 95.275 358.145 652.582 1.839.729 Messico 176.922 416.672 21.002 67.147 197.924 483.819 Venezuela 49.897 146.705 4.854 20.967 54.751 167.672 Brasile 384.488 949.913 39.111 176.012 423.599 1.125.925 Argentina 160.926 436.797 21.014 92.154 181.940 528.951 Altri paesi dell'America latina 207.903 502.069 23.296 103.295 231.199 605.364 Israele 215.980 615.314 25.241 109.016 241.221 724.330 Altri paesi del Medio Oriente 138.125 480.044 9.320 71.937 147.445 551.981 Cina 775.013 1.196.057 31.116 118.670 806.129 1.314.727 Corea del Sud 334.046 552.679 22.030 55.070 356.076 607.749 Giappone 1.414.807 2.699.229 59.207 182.965 1.474.014 2.882.194 India 138.529 311.639 8.943 41.058 147.472 352.697 Altri paesi dell'Asia 329.112 786.076 19.786 108.389 348.898 894.465 Australia 549.355 1.369.281 111.205 349.139 660.560 1.718.420 Nuova Zelanda 84.944 225.069 27.745 81.574 112.689 306.643 Altri paesi 496.674 1.351.687 60.790 282.453 557.464 1.634.140 Totale 10.774.885 25.259.617 1.122.241 4.323.539 11.897.126 29.583.156 TOTALE PAESI ESTERI 34.768.963 113.017.439 8.104.159 50.448.241 42.873.122 163.465.680 TOTALE GENERALE 78.051.422 254.328.742 18.098.661 122.313.009 96.150.083 376.641.751

Fonte: Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (R)

478 18. Turismo

Tavola 18.8 - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri per categoria di esercizio e paese di residenza dei clienti - Anno 2007

Alberghi di 5 stelle lusso, Alberghi di 3 stelle Alberghi di 2 Totale ANNI 5 e 4 stelle e residenze e 1 stella PAESI DI turistico-alberghiere RESIDENZA Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

2003 23.227.445 63.744.325 33.524.461 125.504.070 10.578.045 39.903.057 67.329.951 229.151.452 2004 25.937.530 71.810.833 34.442.997 124.366.962 10.303.036 37.842.044 70.683.563 234.019.839 2005 27.480.869 77.225.354 35.366.408 128.279.526 9.371.827 34.930.336 72.219.104 240.435.216 2006 30.673.260 84.670.128 36.053.256 130.044.370 9.306.879 33.540.830 76.033.395 248.255.328

2007 - PER NAZIONALITÁ DI PROVENIENZA UNIONE EUROPEA Italia 15.647.009 40.955.809 22.193.474 80.484.367 5.441.976 19.871.127 43.282.459 141.311.303 Austria 475.381 1.638.475 729.993 2.686.913 168.859 593.313 1.374.233 4.918.701 Belgio 317.607 1.195.302 343.902 1.474.260 73.186 290.377 734.695 2.959.939 Bulgaria 27.268 70.659 54.872 149.010 16.832 52.823 98.972 272.492 Cipro 10.371 36.044 4.327 12.509 1.010 2.807 15.708 51.360 Danimarca 118.813 402.978 162.425 660.531 42.137 157.811 323.375 1.221.320 Estonia 9.290 25.810 12.396 34.983 3.998 11.980 25.684 72.773 Finlandia 73.464 241.304 101.396 403.158 21.241 72.951 196.101 717.413 Francia 1.114.525 3.176.805 1.309.892 3.916.826 277.507 759.131 2.701.924 7.852.762 Germania 2.172.358 8.815.457 3.213.533 14.904.289 924.969 4.165.771 6.310.860 27.885.517 Grecia 244.656 646.901 86.723 249.327 15.055 37.444 346.434 933.672 Irlanda 202.094 823.305 156.845 638.602 27.633 88.697 386.572 1.550.604 Lettonia 6.633 21.142 14.201 51.492 3.259 10.524 24.093 83.158 Lituania 20.739 59.001 48.237 103.664 9.918 22.597 78.894 185.262 Lussemburgo 25.076 115.584 20.863 103.359 3.648 15.665 49.587 234.608 Malta 16.340 56.973 18.677 68.165 4.353 13.963 39.370 139.101 Paesi Bassi 344.744 1.086.630 420.150 1.641.594 95.691 330.481 860.585 3.058.705 Polonia 118.444 405.160 345.646 1.187.960 90.634 295.353 554.724 1.888.473 Portogallo 105.214 295.303 69.448 219.590 13.976 50.845 188.638 565.738 Regno Unito 1.598.028 5.747.858 1.081.502 4.305.477 198.847 712.285 2.878.377 10.765.620 Romania 97.970 261.601 187.004 738.101 102.505 431.772 387.479 1.431.474 Repubblica Ceca 53.524 173.052 150.792 698.779 51.580 221.009 255.896 1.092.840 Slovacchia 16.378 50.948 36.342 165.206 10.050 59.662 62.770 275.816 Slovenia 43.722 104.134 86.522 251.693 16.574 58.146 146.818 413.973 Spagna 1.012.181 2.563.652 642.057 1.714.271 111.120 286.026 1.765.358 4.563.949 Svezia 178.570 621.129 210.320 777.962 44.959 150.326 433.849 1.549.417 Ungheria 67.561 212.147 143.690 481.855 35.529 123.619 246.780 817.621 Totale 24.117.960 69.803.163 31.845.229 118.123.943 7.807.046 28.886.505 63.770.235 216.813.611 ALTRI PAESI EUROPEI Croazia 47.599 124.119 91.812 281.105 22.212 93.297 161.623 498.521 Islanda 15.446 54.780 11.727 50.338 1.569 3.853 28.742 108.971 Norvegia 132.598 454.207 133.252 500.011 28.932 86.621 294.782 1.040.839 Russia 438.780 1.618.195 424.676 1.392.186 43.949 143.805 907.405 3.154.186 Svizzera 511.450 1.835.125 639.993 2.552.226 138.923 486.434 1.290.366 4.873.785 Turchia 99.439 267.983 57.175 175.764 8.968 27.386 165.582 471.133 Altri paesi europei 251.368 735.285 318.220 1.021.252 88.214 351.542 657.802 2.108.079 Totale 1.496.680 5.089.694 1.676.855 5.972.882 332.767 1.192.938 3.506.302 12.255.514

Fonte: Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (R)

479 Annuario statistico italiano 2009

Tavola 18.8 segue - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri per categoria di esercizio e paese di residenza dei clienti - Anno 2007

Alberghi di 5 stelle lusso, Alberghi di 3 stelle Alberghi di 2 Totale 5 e 4 stelle e residenze e 1 stella ANNI turistico-alberghiere PAESI DI RESIDENZA Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

PAESI EXTRAEUROPEI Egitto 15.910 53.154 11.199 46.957 5.897 23.208 33.006 123.319 Paesi dell'Africa mediterranea 28.545 81.485 33.155 129.214 23.184 84.615 84.884 295.314 Sud Africa 29.527 84.321 26.886 76.365 7.204 20.510 63.617 181.196 Altri paesi dell'Africa 51.660 148.339 29.654 108.266 14.831 49.703 96.145 306.308 Stati Uniti d'America 2.883.898 6.670.566 1.280.339 3.228.585 318.968 933.514 4.483.205 10.832.665 Canada 283.615 746.584 214.902 589.966 58.790 145.034 557.307 1.481.584 Messico 93.231 230.189 63.258 143.696 20.433 42.787 176.922 416.672 Venezuela 23.948 72.462 19.646 59.761 6.303 14.482 49.897 146.705 Brasile 188.002 450.370 151.780 392.019 44.706 107.524 384.488 949.913 Argentina 71.849 193.935 68.229 191.723 20.848 51.139 160.926 436.797 Altri paesi dell'America latina 89.942 214.264 81.365 204.400 36.596 83.405 207.903 502.069 Israele 116.212 315.680 80.249 222.346 19.519 77.288 215.980 615.314 Altri paesi del Medio Oriente 94.669 316.041 34.505 135.671 8.951 28.332 138.125 480.044 Cina 544.138 787.579 200.390 345.369 30.485 63.109 775.013 1.196.057 Corea del Sud 224.174 361.590 97.234 167.357 12.638 23.732 334.046 552.679 Giappone 1.085.989 2.022.130 291.255 592.935 37.563 84.164 1.414.807 2.699.229 India 87.840 172.297 40.591 114.952 10.098 24.390 138.529 311.639 Altri paesi dell'Asia 222.243 436.736 86.283 298.829 20.586 50.511 329.112 786.076 Australia 249.616 639.394 233.255 569.547 66.484 160.340 549.355 1.369.281 Nuova Zelanda 33.969 95.811 37.710 95.789 13.265 33.469 84.944 225.069 Altri paesi 299.701 702.309 156.364 521.555 40.609 127.823 496.674 1.351.687 Totale 6.718.678 14.795.236 3.238.249 8.235.302 817.958 2.229.079 10.774.885 25.259.617 TOTALE PAESI ESTERI 16.686.309 48.732.284 14.566.859 51.847.760 3.515.795 12.437.395 34.768.963 113.017.439 TOTALE GENERALE 32.333.318 89.688.093 36.760.333 132.332.127 8.957.771 32.308.522 78.051.422 254.328.742

Fonte: Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (R)

480 18. Turismo

Tavola 18.9 - Arrivi e presenze negli esercizi complementari per tipo di esercizio e paese di residenza dei clienti - Anno 2007

ANNI Campeggi e Alloggi Altri esercizi Alloggi Totale PAESI DI villaggi turistici in affitto (a) agrituristici RESIDENZA Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

2003 8.091.307 63.877.468 3.354.421 29.824.501 2.817.496 15.877.182 1.131.477 5.682.714 15.394.701 115.261.865 2004 7.763.355 61.437.977 3.407.643 28.314.166 2.886.568 15.928.501 1.215.439 5.915.744 15.273.005 111.596.388 2005 7.933.934 61.732.055 3.773.932 31.199.865 3.061.483 15.329.686 1.350.111 6.558.350 16.119.460 114.819.956 2006 8.104.840 62.997.013 4.119.552 32.905.523 3.279.053 15.392.859 1.507.559 7.214.055 17.011.004 118.509.450

2007 - PER NAZIONALITÁ DI PROVENIENZA UNIONE EUROPEA Italia 4.676.026 38.035.990 2173819 19.437.363 2.052.363 10.259.802 1.092.294 4.131.613 9.994.502 71.864.768 Austria 235.374 1.536.347 151.001 1.132.589 46.333 175.279 26.487 130.377 459.195 2.974.592 Belgio 79.072 559.268 46.193 319.573 26.550 91.111 30.201 199.294 182.016 1.169.246 Bulgaria 1.862 10.588 2.355 16.817 4.008 13.971 627 4.270 8.852 45.646 Cipro 304 1.955 307 1.258 483 2.285 106 277 1.200 5.775 Danimarca 162.356 1.341.038 43.826 333.837 12.708 51.609 13.316 82.009 232.206 1.808.493 Estonia 2.943 7.195 835 4.594 1.068 2.823 346 1.676 5.192 16.288 Finlandia 10.707 45.009 9.533 57.975 8.450 33.332 2.848 17.293 31.538 153.609 Francia 252.744 1.253.982 116.707 591.376 128.247 331.792 46.060 237.091 543.758 2.414.241 Germania 1.522.170 11.045.335 649.694 5.148.048 199.790 670.201 261.072 1.747.961 2.632.726 18.611.545 Grecia 10.606 49.511 5.909 49.762 6.468 27.068 1.452 7.051 24.435 133.392 Irlanda 28.695 221.035 23.052 125.250 13.443 54.743 5.403 31.048 70.593 432.076 Lettonia 1.197 3.307 1.336 10.308 784 2.572 241 1.034 3.558 17.221 Lituania 4.037 12.775 2.088 12.683 2.896 10.910 562 2.667 9.583 39.035 Lussemburgo 3.901 24.402 2.245 18.271 1.231 4.727 1.331 7.109 8.708 54.509 Malta 1.386 5.746 1.606 7.903 1.679 7.701 687 2.935 5.358 24.285 Paesi Bassi 651.329 5.476.103 82.958 620.609 36.138 115.582 51.367 349.139 821.792 6.561.433 Polonia 68.997 421.991 49.119 424.682 23.561 101.010 6.849 48.432 148.526 996.115 Portogallo 9.902 39.596 5.249 34.444 7.619 24.077 785 3.392 23.555 101.509 Regno Unito 161.551 1.053.062 139.150 699.040 79.496 284.208 46.994 278.962 427.191 2.315.272 Rep. Ceca 82.059 459.540 101.775 813.970 17.437 64.447 4.117 20.929 205.388 1.358.886 Romania 12.215 87.368 17.840 262.791 14.015 86.375 4.456 53.016 48.526 489.550 Slovacchia 18.541 112.556 23.721 203.371 4.871 24.681 1.450 14.245 48.583 354.853 Slovenia 20.863 73.872 16.650 104.599 6.727 17.682 4.073 21.221 48.313 217.374 Spagna 67.684 250.163 58.735 217.143 75.098 231.285 10.024 43.523 211.541 742.114 Svezia 27.745 172.341 34.079 228.931 17.976 69.985 8.433 42.721 88.233 513.978 Ungheria 44.077 220.538 63.928 495.832 13.479 49.579 3.105 19.332 124.589 785.281 Totale 8.158.343 62.520.613 3.823.710 31.373.019 2.802.918 12.808.837 1.624.686 7.498.617 16.409.657 114.201.086

ALTRI PAESI EUROPEI Croazia 5.708 31.278 10.162 105.463 2.313 14.081 6.097 27.870 24.280 178.692 Islanda 1.856 7.388 1.780 13.631 359 2.321 845 2.746 4.840 26.086 Norvegia 14.984 107.892 19.145 127.194 5.984 34.493 9.867 38.918 49.980 308.497 Russia 15.092 75.178 15.325 104.571 1.755 7.433 14.768 64.363 46.940 251.545 Svizzera 204.412 1.475.933 79.457 560.055 33.936 156.234 40.721 131.218 358.526 2.323.440 Turchia 4.014 19.816 3.008 15.116 451 1.924 4.812 20.316 12.285 57.172 Altri paesi europei 23.965 174.070 22.543 300.632 5.917 48.576 17.487 119.674 69.912 642.952 Totale 270.031 1.891.555 151.420 1.226.662 50.715 265.062 94.597 405.105 566.763 3.788.384

Fonte: Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (R) (a) Alloggi, ostelli per la gioventù, case per ferie, rifugi alpini e simili.

481 Annuario statistico italiano 2009

Tavola 18.9 segue - Arrivi e presenze negli esercizi complementari per tipo di esercizio e paese di residenza dei clienti - Anno 2007

Campeggi e Alloggi Altri esercizi Alloggi Totale ANNI villaggi turistici in affitto (a) agrituristici PAESI DI RESIDENZA Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

PAESI EXTRAEUROPEI

Egitto 891 4.322 895 9.387 317 1.551 858 7.831 2.961 23.091 Paesi dell'Africa mediterranea 1.921 13.223 2.731 62.527 548 5.217 2.535 20.739 7.735 101.706 Sud Africa 2.554 8.172 4.092 17.054 1.005 4.962 2.733 9.073 10.384 39.261 Altri paesi dell'Africa 2.241 24.040 2.104 31.044 557 3.340 2.992 37.268 7.894 95.692 Stati Uniti d'America 85.281 305.293 212.315 796.155 56.042 270.864 159.694 473.486 513.332 1.845.798 Canada 19.844 86.349 35.021 131.348 10.548 57.475 29.862 82.973 95.275 358.145 Messico 4.669 13.383 6.818 25.924 571 3.045 8.944 24.795 21.002 67.147 Venezuela 1.394 5.906 1.805 7.462 222 1.208 1.433 6.391 4.854 20.967 Brasile 7.475 36.792 11.546 78.698 1.579 6.936 18.511 53.586 39.111 176.012 Argentina 5.077 35.862 5.332 25.804 725 3.087 9.880 27.401 21.014 92.154 Altri paesi dell'America latina 5.765 26.164 7.246 41.277 791 3.636 9.494 32.218 23.296 103.295 Israele 6.481 28.488 9.782 44.568 4.202 18.003 4.776 17.957 25.241 109.016 Altri paesi del Medio Oriente 2.750 12.767 2.987 30.611 458 3.566 3.125 24.993 9.320 71.937 Cina 5.510 15.257 10.363 54.793 731 2.140 14.512 46.480 31.116 118.670 Corea del Sud 4.637 13.247 3.947 11.818 267 1.044 13.179 28.961 22.030 55.070 Giappone 11.378 45.199 16.432 54.805 2.454 7.713 28.943 75.248 59.207 182.965 India 971 3.672 4.464 23.323 431 3.150 3.077 10.913 8.943 41.058 Altri paesi dell'Asia 5.626 32.486 7.404 46.039 830 6.255 5.926 23.609 19.786 108.389 Australia 36.727 91.930 35.748 130.694 7.783 39.953 30.947 86.562 111.205 349.139 Nuova Zelanda 13.829 32.857 6.503 23.032 1.767 9.568 5.646 16.117 27.745 81.574 Altri paesi 23.981 108.707 11.714 74.217 4.944 30.053 20.151 69.476 60.790 282.453 Totale 249.002 944.116 399.249 1.720.580 96.772 482.766 377.218 1.176.077 1.122.241 4.323.539 TOTALE PAESI ESTERI 4.001.350 27.320.294 2.200.560 14.882.898 679.879 4.114.832 1.222.370 4.130.217 8.104.159 50.448.241 TOTALE GENERALE 8.677.376 65.356.284 4.374.379 34.320.261 1.772.173 8.246.445 3.274.733 14.390.019 18.098.661 122.313.009

Fonte: Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (R) (a) Alloggi, ostelli per la gioventù, case per ferie, rifugi alpini e simili.

482 18. Turismo

Tavola 18.10 - Arrivi, presenze e permanenza media negli esercizi ricettivi per residenza dei clienti e mese - Anno 2007

Italiani Stranieri Totale ANNI Arrivi Presenze Perma- Arrivi Presenze Perma- Arrivi Presenze Perma- MESI nenza nenza nenza media (a) media (a) media (a)

2003 47.718.528 204.759.892 4,29 35.006.124 139.653.425 3,99 82.724.652 344.413.317 4,21 2004 49.240.829 204.446.991 4,15 36.715.739 141.169.236 3,84 85.956.568 345.616.227 4,16 2005 50.211.873 206.754.120 4,12 38.126.691 148.501.052 3,89 88.338.564 355.255.172 4,02 2006 51.850.572 209.903.437 4,05 41.193.827 156.861.341 3,81 93.044.399 366.764.778 3,94

2007 - PER MESE Gennaio 2.864.852 9.201.705 3,21 1.509.798 5.526.855 3,66 4.374.650 14.728.560 3,37 Febbraio 2.904.625 8.378.196 2,88 1.951.484 6.944.511 3,56 4.856.109 15.322.707 3,16 Marzo 3.523.209 9.556.478 2,71 2.662.683 8.416.019 3,16 6.185.892 17.972.497 2,91 Aprile 4.792.835 12.320.900 2,57 3.661.925 11.379.227 3,11 8.454.760 23.700.127 2,80 Maggio 4.102.381 11.530.666 2,81 4.680.561 15.488.532 3,31 8.782.942 27.019.198 3,08 Giugno 6.247.115 25.745.192 4,12 4.999.055 19.743.657 3,95 11.246.170 45.488.849 4,04 Luglio 6.607.446 39.297.980 5,95 5.970.120 27.914.461 4,68 12.577.566 67.212.441 5,34 Agosto 7.873.739 52.620.022 6,68 5.236.789 25.406.567 4,85 13.110.528 78.026.589 5,95 Settembre 4.677.583 19.000.687 4,06 5.257.973 20.443.960 3,89 9.935.556 39.444.647 3,97 Ottobre 3.332.815 8.784.487 2,64 3.724.145 12.233.070 3,28 7.056.960 21.017.557 2,98 Novembre 2.939.403 7.349.033 2,50 1.770.780 5.228.397 2,95 4.710.183 12.577.430 2,67 Dicembre 3.410.958 9.390.725 2,75 1.447.809 4.740.424 3,27 4.858.767 14.131.149 2,91 Anno 53.276.961 213.176.071 4,00 42.873.122 163.465.680 3,81 96.150.083 376.641.751 3,92

Fonte: Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (R) (a) Il valore della permanenza media è determinato dal rapporto tra le presenze e gli arrivi.

Tavola 18.11 - Bilancia turistica - Anno 2008 (in milioni di euro)

ANNI Crediti Debiti Saldo MESI

2004 28.665 16.515 12.150 2005 28.453 18.001 10.452 2006 30.368 18.399 11.969 2007 31.121 19.952 11.169

2008 - PER MESE Gennaio 1.699 1.511 188 Febbraio 1.613 1.328 284 Marzo 1.989 1.491 498 Aprile 2.303 1.367 937 Maggio 2.944 1.515 1.430 Giugno 3.280 1.817 1.463 Luglio 4.275 2.281 1.994 Agosto 4.016 3.489 527 Settembre 3.511 1.937 1.574 Ottobre 2.544 1.545 998 Novembre 1.584 1.344 240 Dicembre 1.332 1.297 35 Anno 31.090 20.922 10.168

Fonte: Banca d’Italia

483 Annuario statistico italiano 2009

Tavola 18.12 - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri per ripartizione geografica e residenza dei clienti - Anni 2008-2009 (variazioni percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente)

Arrivi Presenze RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale

FERRAGOSTO 2008 Nord-ovest 7,7 9,9 8,9 4,9 13,1 8,0 Nord-est -8,1 -2,4 -6,3 2,4 -1,6 1,3 Centro -3,0 -7,6 -5,4 3,4 -5,8 -0,6 Mezzogiorno 1,7 -5,8 -0,2 1,5 -6,9 -0,4 Italia -2,6 -1,3 -2,1 2,6 -0,8 1,6

NATALE 2008 - EPIFANIA 2009 Nord-ovest 2,8 -6,4 -0,6 0,4 -3,4 -0,8 Nord-est 8,3 -1,7 5,8 2,9 -0,1 2,1 Centro 5,6 -2,3 2,1 3,1 -3,7 -0,3 Mezzogiorno 0,3 -9,6 -1,1 2,4 -13,4 0,2 Italia 4,9 -3,9 2,4 2,4 -2,6 0,9

PASQUA 2009 Nord-ovest -7,0 -3,1 -5,3 2,7 -5,6 -1,3 Nord-est -5,6 -0,8 -3,6 -6,7 -1,6 -4,2 Centro 0,8 -10,0 -5,0 2,9 -3,9 -0,9 Mezzogiorno 7,0 8,2 7,4 15,7 19,1 17,0 Italia -2,1 -2,9 -2,4 0,9 -0,8 0,0

Fonte: Attività alberghiera (R)

484 18. Turismo

Tavola 18.13 - Presenze negli esercizi ricettivi in alcuni paesi dell’Unione europea per mese - Anni 2006-2007 (a) (in migliaia)

MESI Austria Germania Spagna Francia Grecia Paesi Bassi Polonia Svezia Regno Unito

RESIDENTI (a) 2006 - PER MESE Gennaio 2.145 15.962 6.409 8.032 706 2.170 2.092 1.568 5.640 Febbraio 2.652 16.570 7.301 8.695 700 2.247 2.157 1.732 8.210 Marzo 2.352 18.843 8.846 9.743 882 2.398 2.124 2.162 8.450 Aprile 1.839 23.165 13.699 10.825 1.239 3.428 2.197 1.930 14.530 Maggio 2.196 28.239 10.823 14.298 951 5.941 3.174 3.196 16.200 Giugno 2.547 29.535 13.538 16.395 1.259 6.923 4.194 3.908 19.120 Luglio 3.331 34.837 21.271 36.312 2.232 8.130 7.475 9.221 28.280 Agosto 3.486 36.848 29.517 43.725 2.847 10.158 6.453 5.044 32.580 Settembre 2.490 32.163 15.450 15.178 1.431 5.579 3.628 2.613 17.260 Ottobre 1.928 28.245 11.166 10.600 836 4.491 2.780 2.022 13.940 Novembre 1.519 18.088 8.009 9.062 815 2.742 2.262 1.881 8.780 Dicembre 1.627 17.229 8.466 8.750 842 2.851 2.142 1.475 9.160 Anno 28.112 299.724 154.495 191.616 14.741 57.057 40.680 36.754 182.150 2007 - PER MESE Gennaio 2.064 15.905 6.523 8.256 758 2.374 2.199 1.603 6.600 Febbraio 2.618 16.957 7.430 8.730 778 2.656 2.461 1.805 7.380 Marzo 2.388 20.032 9.480 10.336 990 2.892 2.373 2.302 11.400 Aprile 1.933 24.004 14.064 11.004 1.201 3.987 2.540 1.857 13.750 Maggio 2.239 28.876 10.959 14.114 1.156 7.003 3.662 3.201 18.770 Giugno 2.703 30.844 14.413 16.476 1.598 6.105 4.626 4.027 18.260 Luglio 3.540 35.751 21.643 35.605 2.834 7.715 7.576 9.152 27.530 Agosto 3.691 37.969 29.266 43.567 3.584 10.780 6.892 5.085 33.120 Settembre 2.480 32.342 15.370 15.835 1.507 5.023 3.824 2.670 15.280 Ottobre 2.042 28.368 11.091 10.888 1.020 4.903 3.051 2.141 13.800 Novembre 1.652 19.232 8.829 9.470 943 3.145 2.510 1.969 9.760 Dicembre 1.783 17.722 8.093 9.116 970 2.965 2.323 1.593 7.600 Anno 29.132 308.002 157.160 193.397 17.339 59.547 44.036 37.405 183.250 NON RESIDENTI (b) 2006 - PER MESE Gennaio 8.491 2.735 10.776 3.510 233 1.174 463 419 4.699 Febbraio 8.919 3.209 11.118 3.682 277 1.132 454 504 3.721 Marzo 7.633 3.360 13.578 4.575 455 1.460 648 471 4.790 Aprile 4.257 3.767 15.274 6.222 1.339 2.923 772 440 7.655 Maggio 3.089 4.523 19.945 8.361 4.705 2.293 1.055 595 7.434 Giugno 4.946 5.800 24.207 11.888 6.852 2.873 1.086 1.150 7.126 Luglio 7.998 6.717 30.938 22.206 8.746 3.731 1.326 3.010 11.044 Agosto 8.807 6.351 31.800 22.181 9.075 3.659 1.413 2.084 11.675 Settembre 5.600 5.241 25.151 10.120 7.249 2.483 1.187 822 9.585 Ottobre 3.404 4.517 19.501 5.526 3.468 2.395 985 544 6.247 Novembre 1.537 3.253 11.582 3.508 399 1.542 632 475 6.452 Dicembre 5.335 3.416 10.497 4.087 258 1.223 534 434 6.324 Anno 70.017 52.888 224.367 105.864 43.055 26.887 10.555 10.949 86.752 2007 - PER MESE Gennaio 8.345 2.881 11.525 3.534 265 1.385 552 427 4.873 Febbraio 9.112 3.356 11.659 3.729 308 1.322 514 507 4.252 Marzo 7.245 3.686 14.286 4.909 531 1.654 756 486 5.131 Aprile 4.160 4.195 15.286 6.533 1.459 3.012 829 448 7.779 Maggio 3.270 4.701 19.621 8.923 5.413 2.533 1.058 603 7.968 Giugno 5.061 5.003 23.951 11.801 7.950 2.680 1.161 1.188 7.325 Luglio 8.569 6.972 30.747 22.661 9.830 3.968 1.357 3.040 11.128 Agosto 9.157 6.707 31.705 21.793 10.355 3.616 1.332 2.059 11.135 Settembre 5.604 5.338 25.056 10.581 7.879 2.496 1.208 883 9.522 Ottobre 3.469 4.866 19.649 5.983 3.311 2.280 984 578 6.987 Novembre 1.699 3.453 11.805 3.851 468 1.711 649 505 6.426 Dicembre 5.818 3.612 10.845 4.271 312 1.442 519 477 6.299 Anno 71.509 54.771 226.134 108.568 48.081 28.099 10.918 11.200 88.825

Fonte: Eurostat (a) “Residenti” si riferisce alle presenze di coloro che hanno la residenza nel paese indicato nella testata. (b) “Non residenti” si riferisce alle presenze di coloro che hanno la residenza in un paese diverso da quello nella testata di riferimento.

485 Annuario statistico italiano 2009

Tavola 18.14 - Residenti che hanno effettuato viaggi per tipologia di viaggio e trimestre (a) - Anno 2008 (valori assoluti in migliaia e per 100 abitanti)

Per vacanza 1-3 notti 4 o più notti Totale Per lavoro Totale TRIMESTRI In migliaia Per 100 In migliaia Per 100 In migliaia Per 100 In migliaia Per 100 In migliaia Per 100 abitanti abitanti abitanti abitanti abitanti

Gennaio-marzo 8.092 13,7 6.870 11,6 13.089 22,2 1.954 3,3 14.226 24,1 Aprile-giugno 9.686 16,4 6.995 11,8 14.586 24,6 1.883 3,2 15.495 26,2 Luglio-settembre 8.466 14,3 24.482 41,3 28.580 48,2 1.969 3,3 29.208 49,2 Ottobre-dicembre 8.531 14,4 4.516 7,6 11.748 19,8 2.416 4,1 13.202 22,2

Fonte: Indagine multiscopo su viaggi, vacanze e vita quotidiana (R) (a) I dati si riferiscono a stime non cumulabili, poiché una stessa persona può essere turista in trimestri diversi. Una eventuale somma dei dati trime- strali comporterebbe una sovrastima del numero annuale di turisti; similmente, i totali della tavola non corrispondono alla somma dei parziali per la presenza di persone che risultano essere contemporaneamente turisti per tipologie diverse di viaggio.

Tavola 18.15 - Viaggi effettuati dai residenti e notti trascorse in viaggio per tipologia di viaggio e trimestre - Anno 2008 (a) (valori assoluti in migliaia e composizioni percentuali)

Per vacanza 1-3 notti 4 o più notti Totale Per lavoro Totale TRIMESTRI In Comp. In Comp. In Comp. In Comp. In Comp. migliaia % migliaia % migliaia % migliaia % migliaia %

VIAGGI Gennaio-marzo 12.766 22,8 7.794 15,3 20.560 19,2 4.005 24,8 24.565 20,0 Aprile-giugno 14.915 26,7 8.156 16,0 23.072 21,7 3.335 20,7 26.407 21,5 Luglio-settembre 13.899 24,9 29.897 58,8 43.796 41,0 3.568 22,1 47.363 38,5 Ottobre-dicembre 14.339 25,6 5.044 9,9 19.383 18,1 5.220 32,4 24.603 20,0 Anno 55.919 100,0 50.891 100,0 106.810 100,0 16.128 100,0 122.938 100,0

NOTTI Gennaio-marzo 23.451 22,7 59.677 11,0 83.128 12,9 14.764 23,6 97.892 13,9 Aprile-giugno 27.746 26,9 64.192 11,9 91.937 14,3 11.180 17,9 103.117 14,6 Luglio-settembre 26.004 25,2 376.106 69,5 402.109 62,4 14.909 23,8 417.018 59,0 Ottobre-dicembre 26.060 25,2 40.863 7,6 66.922 10,4 21.700 34,7 88.622 12,5 Anno 103.260 100,0 540.837 100,0 644.097 100,0 62.553 100,0 706.650 100,0

Fonte: Indagine multiscopo su viaggi, vacanze e vita quotidiana (R) (a) I dati si riferiscono ai viaggi conclusi in ciascun trimestre del 2008.

486 18. Turismo

Tavola 18.16 - Viaggi effettuati dai residenti e notti trascorse in viaggio per tipologia di viaggio e destinazione - Anno 2008 (a) (valori assoluti in migliaia e composizioni percentuali)

Per vacanza 1-3 notti 4 o più notti Totale Per lavoro Totale DESTINAZIONI In Comp. In Comp. In Comp. In Comp. In Comp. migliaia % migliaia % migliaia % migliaia % migliaia %

VIAGGI Italia 52.308 93,5 38.156 75,0 90.463 84,7 12.686 78,7 103.149 83,9 Nord 24.590 44,0 14.217 27,9 38.808 36,3 6.576 40,8 45.384 36,9 Centro 13.971 25,0 7.104 14,0 21.075 19,7 3.415 21,2 24.490 19,9 Mezzogiorno 13.746 24,6 16.834 33,1 30.581 28,6 2.694 16,7 33.275 27,1 Estero 3.612 6,5 12.735 25,0 16.347 15,3 3.442 21,3 19.789 16,1 Paesi Unione europea (b) 2.886 5,2 7.705 15,1 10.591 9,9 2.315 14,3 12.906 10,5 Altri paesi europei 699 1,3 1.675 3,3 2.374 2,2 504 3,1 2.878 2,3 Resto del mondo 27 .. 3.355 6,6 3.382 3,2 623 3,9 4.005 3,3 Totale 55.919 100,0 50.891 100,0 106.810 100,0 16.128 100,0 122.938 100,0

NOTTI Italia 94.763 91,8 413.960 76,5 508.722 79,0 41.287 66,0 550.010 77,8 Nord 43.717 42,4 147.782 27,3 191.499 29,8 25.014 40,0 216.514 30,6 Centro 26.176 25,3 78.426 14,5 104.601 16,2 8.613 13,8 113.215 16,0 Mezzogiorno 24.871 24,1 187.751 34,7 212.622 33,0 7.660 12,2 220.281 31,2 Estero 8.497 8,2 126.878 23,5 135.374 21,0 21.266 34,0 156.640 22,2 Paesi Unione europea (b) 6.911 6,6 68.510 12,8 75.421 11,7 11.316 18,1 86.737 12,3 Altri paesi europei 1.530 1,5 15.401 2,8 16.931 2,6 2.077 3,3 19.008 2,7 Resto del mondo 56 0,1 42.966 7,9 43.022 6,7 7.873 12,6 50.895 7,2 Totale 103.260 100,0 540.837 100,0 644.097 100,0 62.553 100,0 706.650 100,0

Fonte: Indagine multiscopo su viaggi, vacanze e vita quotidiana (R) (a) I dati si riferiscono ai viaggi conclusi nel 2008. (b) Sono compresi Bulgaria e Romania che hanno aderito all’Unione europea nel 2007, precedentemente inclusi nella voce “Altri paesi europei”.

Tavola 18.17 - Viaggi effettuati dai residenti per tipologia di viaggio e tipo di alloggio - Anno 2008 (a) (valori assoluti in migliaia e composizioni percentuali)

Per vacanza

TIPI DI 1-3 notti 4 o più notti Totale Per lavoro Totale ALLOGGIO In Comp. In Comp. In Comp. In Comp. In Comp. migliaia % migliaia % migliaia % migliaia % migliaia %

Strutture ricettive collettive 20.841 37,3 22.540 44,3 43.381 40,6 12.780 79,2 56.162 45,7 Alberghi (b) 16.764 30,0 14.639 28,8 31.403 29,4 12.112 75,1 43.515 35,4 Altre strutture collettive (c) 4.077 7,3 7.901 15,5 11.978 11,2 669 4,1 12.647 10,3 Alloggi privati 35.078 62,7 28.351 55,7 63.429 59,4 3.348 20,8 66.777 54,3 Abitazioni/stanze in affitto (d) 2.616 4,7 6.636 13,0 9.252 8,7 1.007 6,2 10.259 8,3 Abitazioni di proprietà (e) 7.870 14,1 5.823 11,4 13.693 12,8 299 1,9 13.992 11,4 Abitazioni di parenti o amici 23.129 41,3 15.091 29,7 38.220 35,8 1.657 10,3 39.877 32,4 Altri alloggi privati 1.464 2,6 800 1,6 2.264 2,1 385 2,4 2.649 2,2 Totale 55.919 100,0 50.891 100,0 106.810 100,0 16.128 100,0 122.938 100,0

Fonte: Indagine multiscopo su viaggi, vacanze e vita quotidiana (R) (a) I dati si riferiscono ai viaggi conclusi in ciascun trimestre del 2008. (b) Per “albergo” si intende: albergo, pensione, motel, istituto religioso. (c) Per “altre strutture collettive” si intende: residenza per cure fisiche e/o estetiche, campo lavoro e vacanza, sistemazione in mezzo pubblico di trasporto (cuccette, vagoni letto eccetera), centro congressi e conferenze, villaggio vacanza, campeggio. (d) Per “abitazione/stanza in affitto” si intende: abitazione in affitto, stanza in affitto, bed and breakfast. (e) Per “abitazione di proprietà” si intende: abitazione di proprietà, multiproprietà.

487 E ora Alfano si candida al ruolo di delfino - LASTAMPA.it

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21/10/2010 (7:15) - RETROSCENA ULTIMI ARTICOLI E ora Alfano si candida POLITICA RETROSCENA al ruolo di delfino E ora Alfano si candida al ruolo di delfino POLITICA BUFERA SU VIALE MAZZINI Garimberti difende Saviano e Fazio "Io garante, sulla libertà condividi non tratto"

POLITICA LA SFIDA DEL CAVALIERE Il ministro telefona all'avvocato Giustizia, Berlusconi accelera: "Una settimana per la Bongiorno, media sulla riforma, riforma" e strappa il sì ai Finiani POLITICA INTERVISTA Fazio: adesso sono stufo AMEDEO LA MATTINA ROMA Felpato, prudente, determinato, poche PUBBLICITA' chiacchiere, molto lavoro specializzato nelle missioni difficili che gli affida Berlusconi. Come quella di trovare l’accordo con Fini sulla riforma

della giustizia. Angelino Alfano, giovane di Il Guardasigilli Angelino Alfano vecchia scuola democristiana, potrebbe + Giustizia, Berlusconi accelera:"Una settimana" OPINIONI Demosilviocrazia MASSIMO GRAMELLINI miracolosamente riuscire laddove ha fallito BLOG Il balletto dei finiani MARCO CASTELNUOVO perfino il principe dell’appeasement Gianni Letta: ricomporre la falla del terremotato centrodestra ben oltre il campo minato della giustizia; allungare la vita politica di Berlusconi, portando a termine (o quasi) la legislatura; evitare governi tecnici e futuri terzi poli. Certamente è riuscito a far venire a galla l’anima più moderata di Futuro e Libertà, provocando contorsioni addominali ai durissimi intransigenti tipo Granata e alla base scatenata sui web finiani contro il voto del Senato sulla retroattività del Lodo Alfano. «Futuro e Libertà ha tenuto una posizione coerente con ciò che aveva sempre detto», ha reso omaggio ieri il ministro di via Arenula. Il quale adesso si è messo di buzzo buono per ottenere il via libera dalla pignola in diritto Giulia Bongiorno. L’ha chiamata ieri al telefono per annunciarle che «prestissimo» avrà il testo della

riforma della giustizia sulla quale ieri il premier ha detto di voler trovare «un accordo preventivo» prima di LASTAMPA LIBRERIA portarla al Consiglio dei ministri della prossima settimana. La ragazza Il vincitore è solo fantasma Nel pomeriggio ha incontrato il capo per riferirgli che «il clima è positivo, si comincia a discutere concretamente nel merito delle questioni». «Angelino sei bravissimo», è stato l’encomio del Cavaliere per il + Vai a LaStampa Libreria quale già parlare pubblicamente di «accordo preventivo» rappresenta un cambio di fase, anche di linguaggio. Ma potrebbe essere un bluff: tutto è ancora da verificare nei fatti. Fini rimane diffidente. SPAZIO DEL LETTORE PUBBLICITA' Tuttavia dà credito ad Angelino che, in questo ipotetico cambio di fase, potrebbe rappresentare la BLOG! tutti i blog soluzione futura di un nuovo centrodestra che frena le ambizioni di Tremonti alla premiership solidale con Antonio Bossi. Anche per una buona parte del Pdl Alfano rappresenta il ferro di lancia per salvare e trasmettere Montanari l’eredità politica di Berlusconi. L’hanno capito al volo Frattini, Gelmini, Fitto, Carfagna e Prestiacomo e Gobettiano ANGOLO DEI GIORNALISTI coloro che si riconoscono nel gruppo Liberamente. Si riuniscono con lui regolarmente per creare quella Diritto di cronaca massa d’urto che serve a non farsi fagocitare dagli ex An e fermare l’avanzata leghista. Flavia Amabile Ricordate Doina? Oltretevere Carlo Vizzini, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato che ha presentato Giacomo Galeazzi Asia in conclave l’emendamento sulla retroattività del Lodo Alfano, conosce bene il ministro della Giustizia e le dinamiche Piccoli Gekko del mondo berlusconiano. Spiega che il giovane Angelino si muove sempre sulla scia indicata da Berlusconi Gianluca Paolucci («gli vuole bene come a un parente stretto»). Compiendo le missioni difficili, sta acquisendo «un ruolo Unipol-Bnl, dopo cinque anni... politico sempre più centrale: ha staccato il gruppo, è un gradino più in alto rispetto agli altri. Alfano tutti i blog dei giornalisti rappresenta il primo dei prodotti politici creati da Berlusconi che appartiene alla nuova generazione». Insomma, il vero delfino. «Attenzione - avverte però Vizzini - chi pensa alla successione di Berlusconi sbaglia. E Angelino questo errore non lo commette perché sa che Berlusconi ha ancora le energie per guidare il Paese: solo lui decide se, come e quando passare la mano. Chi lavora contro di lui alla successione sarà sempre portato al camposanto politico dallo stesso Berlusconi».

E’ anche vero che ieri, intervenendo a Catania all’Assemblea nazionale dell’Upi presieduta da Giuseppe

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201010articoli/59640girata.asp[21/10/2010 12:10:33] E ora Alfano si candida al ruolo di delfino - LASTAMPA.it

Castiglione (un suo fedelissimo alla guida pure del Pdl Sicilia), Alfano si è sbilanciato: «In Italia e negli enti locali ci sono tutte le condizioni per rimuovere il tappo gerontocratico: a 60 anni non ci si può considerare “stelle della politica”...». Ogni riferimento è solo casuale? Si riferiva solo a Tremonti che è del ’47? C’è da scommettere, vista la sua fedeltà, che non si riferiva al settantenne Cavaliere. Il quale tuttavia alla fine della legislatura (se sarà quella naturale) avrà 77 anni suonati. Magari sarà «pronto» per il Quirinale e a passare il testimone al suo «bravissimo ministro» che fra dieci giorni compie 40 anni. E mentre compie le missioni impossibili per Sua Maestà Silvio, può aspettare molto ma molto di più di Tremonti, Fini e Casini.

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http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201010articoli/59640girata.asp[21/10/2010 12:10:33] Fazio: adesso sono stufo - LASTAMPA.it

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20/10/2010 (7:42) - INTERVISTA ULTIMI ARTICOLI Fazio: adesso sono stufo POLITICA RETROSCENA E ora Alfano si candida al ruolo di delfino condividi POLITICA BUFERA SU VIALE MAZZINI Garimberti difende Saviano e Fazio "Io garante, sulla libertà «Decideranno Endemol e Roberto, non tratto" ma credo che il programma POLITICA LA SFIDA DEL CAVALIERE Giustizia, Berlusconi accelera: "Una settimana per la potrebbe non farsi» riforma"

FULVIA CAPRARA POLITICA INTERVISTA Più che arrabbiato, indignato, offeso, Fabio Fazio: adesso sono stufo Fazio è «stufo». E poi anche «estenuato e incredulo. Quando ho iniziato avevo 19 anni. Lavoro per la Rai, e non contro, da tanto tempo, PUBBLICITA' e ho ben presente quando le situazioni sono

adatte e quando non lo sono. Se uno fa la tv la Il conduttore Fabio Fazio deve fare con la completa adesione del proprio + Rai, via libera al programma di Fazio-Saviano BLOG Ma privatizzare la Rai è davvero la soluzione M. G. BRUZZONE editore. Adesso, invece, succede di andare in onda nonostante tutto, e questo è un modo inammissibile di lavorare».

Questione di soldi oppure questione di contenuti? Insomma, qual è la ragione per cui i contratti della sua trasmissione con Roberto Saviano sono stati congelati? «E’ da febbraio che si parla del programma, otto mesi, e ancora oggi la società Endemol non ha un contratto firmato. I programmi, si sa, dispongono di un budget, se il mio editore mi dice che si va in onda, basta, non si può ricominciare daccapo ogni volta. Prima la riduzione del numero delle puntate, poi la scelta che andassimo in onda solo quando ci sono le partite di Coppa, adesso la storia dei compensi, alla fine passa la voglia. Capisco che i contenuti espressi da Saviano siano considerati pericolosi, ma non è possibile procedere in questo modo». LASTAMPA LIBRERIA Secondo lei quanto pesa, nella vicenda, la questione economica? Zia Mame La biblioteca dei «La Rai è un’azienda, quindi investe, e, in quanto azienda, si basa su un meccanismo di costi e di ricavi. morti Anzi, aggiungo che, siccome è anche un ente di Stato, secondo me, certe volte, dovrebbe fare delle cose in perdita. Detto questo, è chiaro che non si può scoprire la questione soldi a tre settimane dall’inizio del + Vai a LaStampa Libreria programma...».

SPAZIO DEL LETTORE PUBBLICITA'

Come pensa che la questione possa risolversi? BLOG! tutti i blog «Adesso, nello specifico, sembra rientrata, ma mi rimetto alla volontà del direttore di rete Ruffini, e Antonio concordo con lui quando dice che a questo punto il programma è in forse». Montanari Gobettiano ANGOLO DEI GIORNALISTI Vuol dire che «Vieni via con me» potrebbe saltare? Diritto di cronaca Flavia Amabile «Non lo so, tenderei a dire di sì, che il programma potrebbe saltare, ma non sono solo io a doverlo dire. Ricordate Doina? Devono dirlo quelli di Endemol e deve dirlo anche Roberto Saviano, perché non credo possa essere trattato Oltretevere in questa maniera. Dev’essere lui a decidere se se la sente ancora di andare avanti, un’idea che in questo Giacomo Galeazzi Asia in conclave momento mi pare labile». Piccoli Gekko Gianluca Paolucci Unipol-Bnl, dopo cinque anni... E lei? tutti i blog dei giornalisti «Per carattere e per convinzione non interpreto il mestiere della televisione come una guerriglia. Aspetto che sia l’azienda sia Endemol ci assicurino che esistono effettivamente le condizioni per procedere».

Come valuta la scelta di Roberto Benigni di andare in onda gratis? «La sua adesione è generosa e apprezzabile, ma la Rai non è una onlus, è un’azienda, e allora diciamo pure via tutta la pubblicità...».

E poi restano gli altri contratti, quelli di Antonio Albanese, di Paolo Rossi...

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201010articoli/59614girata.asp[21/10/2010 12:14:02] Fazio: adesso sono stufo - LASTAMPA.it

«Sì, appunto, che cosa dovremmo fare? Dire di sì a Benigni e di no a loro?».

Lei che cosa vorrebbe? «Andare in onda non dev’essere una vittoria. Fare questo lavoro significa essere allegri, divertirsi, condividere con gli autori una condizione di creatività».

E invece? «Non si può passare il tempo a evitare le trappole, mi sono sempre comportato correttamente e questo dovrebbe bastare».

Che cosa pensa di fare adesso? «Da questo momento mi taccio e aspetto che mi dicano che cosa succede».

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http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201010articoli/59614girata.asp[21/10/2010 12:14:02] Giustizia, Berlusconi accelera: "Una settimana per la riforma" - LASTAMPA.it

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20/10/2010 (13:55) - LA SFIDA DEL CAVALIERE ULTIMI ARTICOLI Giustizia, Berlusconi accelera: POLITICA RETROSCENA "Una settimana per la riforma" E ora Alfano si candida al ruolo di delfino POLITICA BUFERA SU VIALE MAZZINI Garimberti difende Saviano e Fazio "Io garante, sulla libertà condividi non tratto"

POLITICA LA SFIDA DEL CAVALIERE Il premier: «Trovato l'accordo, Giustizia, Berlusconi accelera: "Una settimana per la il via libera nel prossimo Cdm». riforma" Bersani: contro il Lodo barricate POLITICA INTERVISTA Fazio: adesso sono stufo in Aula, se non basta referendum

ROMA PUBBLICITA' La riforma della giustizia «è praticamente completata con un suo articolato» e sarà presentata al Consiglio dei ministri la prossima settimana: il premier Silvio Berlusconi imprime Il ministro Tremonti con il presidente del Consiglio Berlusconi una nuova accelerazione alla riforma messa a + Il Pdl pensa a ritoccare il legittimo impedimento punto dal Guardasigilli Angelino Alfano. E + Atti su Lunardi, è scontro Camera-magistrati BLOG L'oscura strategia finiana MARCO CASTELNUOVO avverte che il contenuto di questa «è già stato OPINIONI Demosilviocrazia MASSIMO GRAMELLINI sottoposto a tutte le forze politiche presenti in Parlamento per trovare un accordo definitivo».

Il Cavaliere rilancia anche sulla questione intercettazioni dicendo che è un problema a cui «si dovrebbe rimediare» perchè è terribile vivere in un Paese in cui non puoi avere la certezza di non essere intercettato«. L’accelerazione sulla riforma, anche all’interno della stessa maggioranza, viene letta in modi diversi. Alcuni sostengono che si tratti di un modo per "battere il ferro finchè è ancora caldo" con i finiani. Ieri, infatti, i senatori di Fli hanno detto sì al cuore del Lodo Alfano (la norma che garantisce per il premier e il Capo dello Stato la sospensione dei processi cominciati anche prima dell’assunzione dell’incarico), LASTAMPA LIBRERIA pertanto meglio presentare subito un testo scritto nella speranza di incassare a breve un altro sì. Secondo La danza del La biblioteca dei gabbiano morti altri, invece, sarebbe solo un modo per esercitare un pressing su Alfano.

La giustizia, sarebbe l’idea del premier, è un punto cardine e pertanto non si può continuare a rinviare. + Vai a LaStampa Libreria Dopo l’incontro Fini-Alfano, a via Arenula si ipotizzava uno slittamento dell’esame del testo al Cdm di diverse settimane («almeno a fine novembre»). In realtà, si osserva ancora nel Pdl, un’intesa con i finiani, SPAZIO DEL LETTORE PUBBLICITA' almeno sui principi, sarebbe stata raggiunta. E siccome Fini ieri aveva sospeso il "giudizio" in attesa di un BLOG! tutti i blog testo scritto, eccolo accontentato. Alfano lavora da tempo alla riforma e la bozza che circola ufficiosamente Antonio Montanari da qualche tempo subisce continue limature anche a seconda dei "suggerimenti" o delle critiche che Gobettiano arrivano dai finiani, a cominciare dal presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia ANGOLO DEI GIORNALISTI Bongiorno che da giorni si confronta con il Guardasigilli e con il legale del premier Niccolò Ghedini. Diritto di cronaca Flavia Amabile Ricordate Doina? Sul Lodo Alfano, intanto, il segretario del Pd Pierluigi Bersani annuncia «barricate in Aula» e l’intenzione Oltretevere Giacomo Galeazzi di sostenere il referendum contro il ddl, per il quale l’Idv di Antonio Di Pietro sta da tempo raccogliendo le Asia in conclave firme. Mentre il Guardasigilli difende Fli che ieri si è espressa a favore della retroattività. I finiani, osserva Piccoli Gekko Gianluca Paolucci l’inquilino di via Arenula, hanno «mantenuto una posizione coerente con ciò che avevano sempre detto». Unipol-Bnl, dopo cinque anni...

Dire sì al Lodo, come annunciato da tempo da Fini, significa dire sì anche alla misura sulla retroattività tutti i blog dei giornalisti che, Giulia Bongiorno, proprio ieri ha definito «l’essenza del provvedimento», prosegue Alfano. Del resto, si ribadisce nel Pdl, se la sospensione non si potesse far valere per i processi cominciati prima del conferimento dell’incarico istituzionale non potrebbe servire a Berlusconi. Il finiano Fabio Granata, però, fa capire di aver gradito poco il voto di ieri sul Lodo. Sulla legalità e sulla giustizia, ricorda, Fli si gioca una partita decisiva. Soprattutto in vista delle prossime elezioni. E il via libera alla norma sulla retroattività, avverte, «ha disorientato l’opinione pubblica e gran parte dei quadri e dei militanti». Quindi, in futuro, si dovrà fare più attenzione.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201010articoli/59630girata.asp[21/10/2010 12:11:54] Giustizia, Berlusconi accelera: "Una settimana per la riforma" - LASTAMPA.it

Passi il Lodo sul quale da tempo Fli si era impegnata ad approvarlo, avverte Granata, ma non bisogna più commettere «gravi errori politici» come quello di votare a favore di Pietro Lunardi, l’ex ministro dei Trasporti accusato di corruzione. La Camera, infatti, anche con il "sì" di molti finiani (Granata ha votato "no"), ha rinviato ai magistrati di Perugia gli atti con i quali questi chiedevano l’autorizzazione a procedere contro Lunardi. E infatti, assicura Nino Lo Presti (Fli), quando si dovrà decidere sull’autorizzazione, «noi voteremo a favore». Anche dalla base dei finiani giunge però qualche scontento per quella che viene interpretata come una mossa difficilmente comprensibile. Centinaia i commenti negativi su Facebook, tanto che il direttore di Farefuturo, Rossi, deve puntualizzare: «Il berlusconismo non può finire per via giudiziaria», «considero il lodo Alfano un atto doveroso (e faticoso) di realismo politico, di responsabilità».

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http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201010articoli/59630girata.asp[21/10/2010 12:11:54] I repubblicani allungano Michelle si appella ai fan - LASTAMPA.it

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21 ottobre 2010 21/10/2010 - AMERICA AL VOTO I repubblicani allungano Michelle si appella ai fan

21 ottobre 2010 I repubblicani allungano "Taglieremo le unghie a Barack il socialista" 21 ottobre 2010 Michelle si appella ai fan Rand, l'antipolitico vincente

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FRANCESCO SEMPRINI PUBBLICITA' NEW YORK A dodici giorni dalle elezioni di metà mandato, l’arrembaggio della corazzata repubblicana a Capitol Hill sembra destinato al successo, anche se e i democratici promettono il colpo di scena con un recupero lampo nel corso delle ultime battute della campagna elettorale. A sottolineare ancora una volta il distacco nei consensi è il sondaggio pubblicato da Nbc News/Wall Street Journal secondo cui il 50% dei potenziali elettori preferirebbe un Congresso controllato dal Grand Old Party, a fronte del 43% favorevole a mantenere l’attuale maggioranza democratica.

SPAZIO DEL LETTORE PUBBLICITA' Lo scorso mese lo stesso sondaggio dava i repubblicani in vantaggio di soli tre punti, 46% a 43%. È ancora BLOG LETTORI tutti i blog una volta l’economia la componente che sembra pesare maggiormente: sei su dieci elettori ritengono che Nucleare? No grazie! il Paese sia sul binario sbagliato per quel che riguarda la ripresa e che le cose rimarranno così come sono, ...Cosi' e' se mi pare o addirittura peggioreranno, nei prossimi dodici mesi. In un quadro dai toni cupi per l’attuale Terzigno, intervenga il Parlamento maggioranza si scorge uno spiraglio di speranza, individuato nell’indice di gradimento per il lavoro svolto Demata

dal presidente Obama. Dalla parte dei francesi che protestano Rotta a Sud Ovest L’indicatore è salito di un punto al 47%, rispetto allo scorso mese, e di tre punti da agosto. Ed è su questo Mi piace scaraventata dato che riparte l’azione di resistenza dei democratici. «Aspettatevi l’imprevedibile», dice David Axelrod. sul tavolo della cucina RandaBlog Il superconsigliere della Casa Bianca, e grande regista della campagna presidenziale di Obama, definisce ANGOLO DEI GIORNALISTI «difficile» il voto di metà mandato. «Dobbiamo motivare e stimolare gli elettori, far capire loro che il 2 Diritto di cronaca novembre c’è qualcosa di importante in ballo». Il rischio principale è l’astensionismo dei democratici. Per Flavia Amabile Ricordate Doina? questo lo stesso Obama ha deciso di scendere in campo con un tour de force che dall’Oregon lo vedrà Oltretevere impegnato in una maratona di comizi: cinque Stati in quattro giorni. Obiettivo? Giacomo Galeazzi Asia in conclave Piccoli Gekko Riconquistare la classe media. Ed è proprio a questo grande serbatoio di elettori che si sono rivolti il Gianluca Paolucci Unipol-Bnl, dopo cinque anni... presidente e la First Lady in un video diffuso su YouTube. Michelle, vestito grigio e nero, e il marito, in giacca senza cravatta, invitano gli elettori a ritrovare l’entusiasmo del 2008. «Abbiamo bisogno di voi», tutti i blog dei giornalisti dice Michelle, mentre il presidente spiega che «queste elezioni non riguardano tanto un voto e un partito, ma il futuro del Paese».

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/midterm2010/hrubrica.asp?ID_blog=321[21/10/2010 12:18:01] Nella Chicago di Obama Al Capone si vende meglio - LASTAMPA.it

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21 ottobre 2010 Nella Chicago di Obama Al Capone si vende meglio 21/10/2010 - AMERICA AL VOTO. IL DUELLO DEL MIDTERM 20 ottobre 2010 La Cattedrale dei cristalli in bancarotta Nella Chicago di Obama 19 ottobre 2010 Hillary batte Michelle e sogna la Casa Bianca Al Capone si vende meglio 18 ottobre 2010 Nel menù solo gli ingredienti condividi tutti gli articoli

Spariti i gadget del Presidente, la roccaforte liberal riscopre i vecchi "eroi" FEED

INVIATO A CHICAGO PUBBLICITA' E’ nelle roccaforti liberal assediate dai repubblicani che si giocano le sfide decisive per l’esito delle elezioni per il rinnovo del Congresso. Chicago è quella dove la sfida assume rilievo nazionale perché disseminata di simboli presidenziali: è la città dove Barack Obama è politicamente nato.

La città dove ha la sua casa e dove è in palio il seggio che aveva al Senato di Washington a cui bisogna aggiungere i seggi della Camera che si assegnano più a Sud, attorno a Springfield, la capitale dell'Illinois che scelse nel febbraio del 2007 per lanciare la corsa alla Casa Bianca. Per comprendere perché nella terra di Obama i democratici PUBBLICITA' sono sulla difensiva bisogna tornare a Grant Park, la distesa verde a centro città che nell'Election Night SPAZIO DEL LETTORE BLOG LETTORI tutti i blog 2008 lo vide pronunciare il discorso della vittoria. Davanti al Congress Plaza Hotel c'è una folla di ex Nucleare? No grazie! dipendenti che incrociano le braccia. Sono ispanici e afroamericani, innalzano cartelli con la scritta ...Cosi' e' se mi pare «Strike» (sciopero) e picchettano l'entrata da settimane. «Ero qui quella sera, mi ricordo Terzigno, intervenga il Parlamento beneObamaesordisce José Gomez, 50 anni - quando diceva “Quel vecchio all'angolo è come mio nonno e Demata quel piccolo senza casa è come mio figlio”, ma in realtà di noi poveri si è dimenticato in fretta, non ci ha Dalla parte dei francesi aiutato e stiamo peggio di allora». che protestano Rotta a Sud Ovest

Mi piace scaraventata Attorno a lui annuiscono in molti, una donna afroamericana di nomeLucey alza l'indice verso il cielo: «Mi sul tavolo della cucina dispiace dirlomaa Obama di noi non interessa nulla, avevamo stipendi già bassi e ce li hanno tagliati del 30 RandaBlog ANGOLO DEI GIORNALISTI per cento, e lui che ha fatto? Ci ha mandato Rahm Emanuel per fare il sindaco, non lo voteremo». Poche Diritto di cronaca centinaia di metri più avanti, a fianco dell'Orchestra Hall, il negozio di souvenir cittadini che due anni fa Flavia Amabile Ricordate Doina? traboccava di gadget di Obama, ora li ha sostituiti con quelli di Al Capone. «Tazze, spille e magliette di Oltretevere Obama non le abbiamo più da mesi - spiega lacommessa- una volta esaurite non sono state riordinate, Giacomo Galeazzi Asia in conclave comunque Al Capone si vende bene, ed è sempre di qui». Per ritrovare traccia di «Obamaland» bisogna Piccoli Gekko salire sul Loop - la metro locale - fino alla North Franklin Street, dove al 730 c'è la sede della società di Gianluca Paolucci consulenze di David Axelrod e David Plouffe, i registi della conquista della Casa Bianca. Loro sono a Unipol-Bnl, dopo cinque anni... Washington, ma i dipendenti pranzanoda «Brett's Kitchen»,un elegante bar stile Soho dove i piatti più tutti i blog dei giornalisti richiesti sono vegetariani. Seduti attorno a un tavolo di legno, il gruppo di giovani dell'Akpd parla di politica, fitto fitto: «Questa volta è dura, ma ce la faremo», «alla fine i nostri andranno a votare», «i sondaggi ancorauna volta si riveleranno sbagliati».

Al momento però la strada appare tutta in salita. Nella gara per assegnare il seggio del Senato che era di

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=43&ID_articolo=1827&ID_sezione=58&sezione=[21/10/2010 12:17:03] Nella Chicago di Obama Al Capone si vende meglio - LASTAMPA.it

Obama il repubblicano Mark Kirk, un ex ufficiale dell'Us Navy di stanza ad Aviano durante la guerra del Kosovo, è avanti di 4 punti rispetto al democratico Alexi Giannoulias, i cui genitori sono stati accusati di frode bancaria, e la differenza la fanno gli elettori della North Shore, ovvero i quartieri del ceto medio-alto bianco dove nel 2004 Barack trovò i primi finanziatori. Se gli imprenditori bianchi voltano le spalle ai democratici è in segno di protesta contro l'aumento delle tasse mentre ad Hyde Park, il quartiere dove gli Obama hanno casa, il barbiere Zariff ammette di «passare giornate intere a difendere il Presidente dalle critiche dei miei fratelli neri». Sulla South Blackstone Street Zariff è una sorte di ambasciatore di Barack: «La gente subisce l'impatto delle tv, dei pessimisti, si dimentica che ha fatto grandi riforme come la Sanità e Wall Street, lo ripeto in continuazione e spero che alla fine mi ascolteranno, ora bisogna dargli tempo e poi nel 2012 dobbiamo rieleggerlo».

Ma «Powell's Book» sulla 57ª Strada, la libreria degli Obama, ha messo i volumi su Barack in un angolino, a prezzi scontatissimi, segno che gli acquirenti scarseggiano. Per l'afroamericano Lou, che ad Hyde Park fa il tassista, «l'errore dei democratici è stato occuparsi prima della Sanità, lasciando indietro l'occupazione, qui la gente ha bisogno di lavoro».

I repubblicani annusano il colpaccio. Peter Silvestri, braccio destro di Kirk, spiega che «l'Illinois resta liberal ma questa volta i democratici non andranno alle urne a causa dell'economia e possiamo vincere ovunque, governatore, Senato e Camera». È un'analisi convergente con quella che Dick Durbin, capo della campagna democratica, fa sui tavoli di Spiaggia, uno dei locali più esclusivi del Magnificent Mile frequentati dall'élite bianca pro Obama: «Il problema sono 900mila nostri elettori del2008 che non vogliono andare a votare, abbiamo solo 11 giorni per fargli cambiare idea».

BLOG MIDTERM 2010

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See Sample | Privacy Policy Rich Pedroncelli/Associated Press The former Alaska governor Sarah Palin. More Photos » MOST POPULAR By RUTH LA FERLA E-MAILED BLOGGED SEARCHED VIEWED Published: October 20, 2010 1. Maureen Dowd: Making Ignorance Chic A WOMAN seeking political office in 2010 faces a fashion quandary. RECOMMEND 2. Critic’s Notebook: Eataly Offers Italy by the Ounce The choice, in simplest terms, comes down to this: to follow the lead TWITTER 3. Breast Cancer Seen as Riskier With Hormone of Sarah Palin or cast a style vote with Hillary Rodham Clinton. COMMENTS 4. Venture Philanthropy | Rwanda • Congo • Nepal: D.I.Y. Foreign-Aid Revolution SIGN IN TO E- At a glance, Ms. Palin — she of the MAIL 5. Thomas L. Friedman: Just Knock It Off Multimedia designer jackets, rump-hugging skirts PRINT 6. In a Digital Age, Students Still Cling to Paper and knee-high boots — would seem to Textbooks SINGLE PAGE have been a game changer, loosening 7. Clarence Thomas’s Wife Asks Anita Hill for Apology REPRINTS up a restrictive, if unwritten, 8. Detroit’s Renewal, Slow-Cooked campaign dress code with one that SHARE 9. At Harvard, the Kitchen as Lab expresses a more conventionally 10. Award to Artist Who Gives Slums a Human Face Slide Show feminine look. Her bright, curve- Go to Complete List » Dressing the Part enhancing garments and loose, shoulder-grazing hair — even her rimless glasses — have been taken up by a handful of candidates on the climb. This is especially true of fellow Republicans like Nikki Haley of South Carolina, Christine O’Donnell of Delaware and Representative Michele Bachmann of Minnesota, who appear to be following Ms. Palin’s style cues with striking fidelity.

http://www.nytimes.com/2010/10/21/fashion/21IMAGE.html?_r=1&hp[21/10/2010 11:58:01] For Female Candidates, Conservative Clothes Are Trendy - NYTimes.com

Lisa A. Kline, the image consultant behind Ms. Palin’s controversial $150,000-plus fashion makeover during the 2008 campaign, views her client’s embrace of an overtly female archetype as a signal of rebellion. “Women want to change their image.” Ms. Skill Shortage Clouds Kline said in an interview. “They had been in the mimicking-men phase for so long. Now Prospects for British Energy they are going for femininity.” Industry ALSO IN GLOBAL BUSINESS » Well, look again, Ms. Kline. For all the ridicule that Mrs. Clinton’s boxy pantsuits have Bank Crisis Shifts Demand for M.B.A.'s generated over the years — she seems to own one in every color, from turquoise to Entrepreneurs Coach Newcomers fuchsia — her mannishly functional wardrobe remains the go-to choice for women on the path to power.

ADVERTISEMENTS On their own steam — or perhaps at the suggestion of a battery of campaign advisers — the majority of candidates are retreating, as they have for decades, to the relative safety

of an anodyne uniform. Understated to a fault, its chief components are a formless suit, Fan on Facebook flat or low-heeled shoes and a noncommittal hairstyle. It’s a brusquely masculine image tempered occasionally by a strand of pearls and dainty, never dangly, earrings (the latter The new issue of T is here deemed too distracting for television cameras). See the news in the making. Watch “A Palin effect? Show it to me,” said Christine K. Jahnke, a media trainer who advised TimesCast, a daily news video. Mrs. Clinton during her presidential campaign. “Women aren’t trying to look like Sarah Palin. That would be a mistake.”

They are for the most part “still walking a tightrope,” said Ms. Jahnke, who advises female candidates to adopt a high-quality, low-key wardrobe befitting a corporate chief executive. “You have to look approachable and, at the same time, look like you can handle the job,” she said.

Siobhan Bennett, president of the Women’s Campaign Forum, a bipartisan group that seeks to get women elected, sees plenty of Americans adopting Ms. Palin’s glasses and “bedhead” coif. “But that’s in the general populace,” Ms. Bennett stressed, “not on the campaign trail.”

Indeed, there is much to suggest that women who aspire to office continue to dress defensively. Frightened, even terrified, of committing a wardrobe gaffe on national airwaves, most adhere to a rigid, patently dated style that has all the allure of a milk carton.

The prevailing look, modeled on corporate executives, with an occasional nod to the astringent style of female news anchors, is anathema to professional style-watchers. When, during her presidential campaign, Mrs. Clinton declined an invitation to appear Advertise on NYTimes.com

in Vogue magazine for fear, her handlers said, of appearing “too feminine,” Anna Ads by Google what's this? Wintour fired off a scathing editor’s letter. Sfilate P/E 2010-2011 “The notion that a contemporary woman must look mannish in order to be taken Guarda tutte le sfilate di Parigi, Londra, Milano e New seriously is frankly dismaying,” Ms. Wintour chided. “I do think Americans have moved York su Vogue on from the power suit mentality. Political campaigns that do not recognize this are Vogue.it/sfilate making a serious misjudgment.”

But even a cursory rummage through news clips and Web sites indicates that women courting power still adopt a strategic style of dress conceived to keep their curves — and their characters — neatly under wraps.

http://www.nytimes.com/2010/10/21/fashion/21IMAGE.html?_r=1&hp[21/10/2010 11:58:01] For Female Candidates, Conservative Clothes Are Trendy - NYTimes.com

Among those candidates, including Palin acolytes, sophistication is in short supply, said Sharon Graubard, a senior executive with Stylesight, a trend-forecasting firm in New York. “These women have yet to figure out a way to project a confident femininity,” Ms. Graubard said. They have yet to work out “an elegant look that doesn’t rely on ill-fitting suits and bad colors.”

The $2,500 Valentino suit that Ms. Palin wore at the Republican convention is cited by Ms. Graubard as an example. “The quality was an improvement over typical campaign wear, but the styling certainly didn’t push any envelope,” she said. Despite her pricey fashion face-lift, Ms. Palin, she said, “looked like a mall mom.”

Simon Doonan, the creative director of Barneys New York, has attempted to temper such arguments with a dose of common sense. Writing last week in Slate, he argued that flamboyance and politics are mutually exclusive. “Leave the Cavalli jumpsuits and Balmain new-punk to we constituents,” Mr. Doonan pleaded.

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A version of this article appeared in print on October 21, 2010, on page E1 of the New York edition.

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FASHION & STYLE » HOME & GARDEN » U.S. » OPINION » MOVIES » OPINION » The Conversation: Less Than Two Weeks David Brooks and Gail Collins discuss the good, the bad and the Heeding a Call to Cross the A Home in a Pyramid, 462 Writer Tends Land Where ugly of this election One Star, Two Films: An Sloane Crosley: Thy River Feet Above Seattle Ancestors Were Slaves cycle. Awards Conundrum Neighbor’s Duplex

http://www.nytimes.com/2010/10/21/fashion/21IMAGE.html?_r=1&hp[21/10/2010 11:58:01] Giannoulias and Kirk Keep Up Attacks in Illinois Debate - NYTimes.com

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Rivals for Obama’s Senate Seat Keep Up Attacks By EMMA GRAVES FITZSIMMONS Published: October 19, 2010

CHICAGO — The two candidates running for President Obama’s RECOMMEND

former Senate seat continued to attack each other on issues of TWITTER

character in their second debate here on Tuesday. SIGN IN TO E- MAIL

Alexi Giannoulias, the Democratic PRINT

state treasurer, and Representative REPRINTS Mark Steven Kirk, a five-term Race Profile SHARE Republican congressman, met in an hourlong debate moderated by George Stephanopoulos, the anchor of “Good Morning America.” The candidates Great Getaways - Travel Deals by E- sparred over their pasts before Mail discussing immigration, jobs and corruption at the debate Interactive Map Sign up for travel offers from NYTimes.com's premier at the ABC studio in downtown Chicago. advertisers. Illinois Senate The candidates are locked in a close race, according to MOST POPULAR Related polls, with two weeks left until Election Day. The As G.O.P. Seeks Spending Cuts, campaign has been increasingly negative, with each E-MAILED BLOGGED SEARCHED VIEWED Details Are Scarce (October 20, 2010) candidate attacking the other’s background in television 1. Maureen Dowd: Making Ignorance Chic ads. 2. Critic’s Notebook: Eataly Offers Italy by the Ounce Michigan’s Dingell Counting on a 29th Victory (October 20, 2010) 3. Breast Cancer Seen as Riskier With Hormone Mr. Giannoulias returned to an issue that arose in the 4. Venture Philanthropy | Rwanda • Congo • Nepal: News Analysis: Video From Angle D.I.Y. Foreign-Aid Revolution Event Reopens Subject of Race first debate, repeatedly asking Mr. Kirk whether he had (October 20, 2010) ever been shot at during his time in the Naval Reserve. 5. Thomas L. Friedman: Just Knock It Off 6. In a Digital Age, Students Still Cling to Paper Tea Party Figure Raises Profile, Mr. Kirk has acknowledged that he has made misleading Textbooks and $9.5 Million (October 20, statements about his service. 2010) 7. Clarence Thomas’s Wife Asks Anita Hill for Apology 8. Detroit’s Renewal, Slow-Cooked The Caucus: Why Are You Voting? “Congressman, it’s a simple question, were you shot at or Tell Us in Video (October 15, 2010) not?” Mr. Giannoulias said. 9. At Harvard, the Kitchen as Lab 10. Award to Artist Who Gives Slums a Human Face Blog Mr. Kirk replied that Mr. Giannoulias had no right to Go to Complete List » The Caucus criticize him because he had not served in the military. The latest on President Obama, “The ultimate irony is that a man who spends most of his his administration and other news campaign for the Senate criticizing my military record and from Washington yet he never served a day in uniform himself,” Mr. Kirk and around the nation. Join the discussion. said.

http://www.nytimes.com/2010/10/20/us/politics/20illinois.html?_r=1&ref=politics[21/10/2010 12:06:57] Giannoulias and Kirk Keep Up Attacks in Illinois Debate - NYTimes.com

FiveThirtyEight: Nate Silver's Political Calculus Both candidates have faced questions about their pasts. More Politics News Mr. Giannoulias has received criticism for his time as a senior loan officer at his family’s bank, which was seized by federal regulators this year. Reports have found that Save up to 60% on the bank made loans to people with connections to organized crime. Theater tickets ALSO IN THEATER » Mr. Kirk said that he had admitted to making mistakes while his opponent had not fully Musicals born on Broadway cause jitters come clean about his problems. Jerry Seinfeld and Colin Quinn prepare for Broadway

“I’m not perfect,” Mr. Kirk said. “I made mistakes, but I’ve owned them and corrected them. Meanwhile my opponent says nothing is really his fault.” ADVERTISEMENTS

Mr. Giannoulias repeatedly sought to tie Mr. Kirk to the Bush administration and to his political adviser Karl Rove. Mr. Giannoulias criticized Mr. Rove for providing money for Find your dream home with The New York Times Real Estate Mr. Kirk’s campaign without disclosing donors.

Follow The New York Times on Twitter “We can’t afford to let Karl Rove come into town and steal these elections,” Mr. Giannoulias said. The new issue of T is here Mr. Kirk said he believed that all outside groups should reveal their donors and noted See the news in the making. Watch that his opponent had taken many contributions from unions. In a state where TimesCast, a daily news video. Democrats more often win statewide offices, Mr. Kirk also emphasized that he was an independent Republican who had broken with his party in the past on issues like stem cell research.

Mr. Kirk continued to portray himself as a fiscal conservative. “I am the only candidate in this race who will vote to spend less, borrow less, tax less,” he said.

The candidates are seeking to succeed Senator Roland W. Burris, a Democrat who was Ads by Google what's this? appointed to the seat and is not seeking election. XTB online trading MT4. Forex, Commodities,Indices. Open Free Demo A version of this article appeared in print on October 20, 2010, on Account now. page A18 of the New York edition. www.xtb.com Get the full newspaper experience, and more, delivered to your Mac or PC. Times Reader 2.0: Try it FREE for 2 full weeks. SIGN IN TO E- MAIL

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http://www.nytimes.com/2010/10/20/us/politics/20illinois.html?_r=1&ref=politics[21/10/2010 12:06:57] Global Warning Skepticism in Tea Party - NYTimes.com

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POLITICS #2010: NYT FIVETHIRTY HOUSE SENATE GOVERNORS VIDEO THE CAUCUS HOME TWEETS EIGHT

Climate Change Doubt Is Tea Party Article of Faith MOST POPULAR By JOHN M. BRODER Published: October 20, 2010 E-MAILED BLOGGED SEARCHED VIEWED

JASPER, Ind. — At a candidate forum here last week, Representative RECOMMEND 1. Maureen Dowd: Making Ignorance Chic 2. Critic’s Notebook: Eataly Offers Italy by the Ounce Baron P. Hill, a threatened Democratic incumbent in a largely TWITTER 3. Breast Cancer Seen as Riskier With Hormone conservative southern Indiana district, was endeavoring to explain COMMENTS his unpopular vote for the House cap-and-trade energy bill. 4. Venture Philanthropy | Rwanda • Congo • Nepal: SIGN IN TO E- D.I.Y. Foreign-Aid Revolution MAIL 5. Thomas L. Friedman: Just Knock It Off Enlarge This Image It will create jobs in Indiana, reduce PRINT 6. In a Digital Age, Students Still Cling to Paper foreign oil imports and address global Textbooks REPRINTS warming, Mr. Hill said at a debate 7. Clarence Thomas’s Wife Asks Anita Hill for Apology SHARE with Todd Young, a novice 8. Detroit’s Renewal, Slow-Cooked Republican candidate who is 9. At Harvard, the Kitchen as Lab supported by an array of Indiana Tea 10. Award to Artist Who Gives Slums a Human Face Party groups and is a climate change Go to Complete List » Peter Stevenson for The New York Times skeptic. Representative Baron P. Hill after a forum in Jasper, Ind., where he tried to defend his vote for a cap-and-trade “Climate change is real, and man is causing it,” Mr. Hill energy measure. said, echoing most climate scientists. “That is indisputable. And we have to do something about it.” Related Times Topics: Tea Party Movement A rain of boos showered Mr. Hill, including a hearty growl | Global Warming | Climate and from Norman Dennison, a 50-year-old electrician and Energy Legislation founder of the Corydon Tea Party. Political Times: This Donation Cycle Catches G.O.P. in the “It’s a flat-out lie,” Mr. Dennison said in an interview Upswing (October 21, 2010) after the debate, adding that he had based his view on the Blog preaching of Rush Limbaugh and the teaching of Scripture. “I read my Bible,” Mr. Dennison said. “He made The Caucus The latest on this earth for us to utilize.” President Obama, his administration Skepticism and outright denial of global warming are and other news from Washington among the articles of faith of the Tea Party movement, and around the nation. Join the here in Indiana and across the country. For some, it is a discussion. matter of religious conviction; for others, it is driven by FiveThirtyEight: Nate Silver's Political Calculus distrust of those they call the elites. And for others still, More Politics News efforts to address climate change are seen as a conspiracy to impose world government and a sweeping redistribution of wealth. But all are wary of the Obama administration’s plans to regulate carbon dioxide, a ubiquitous gas, which will require the expansion of government authority into nearly every corner of the economy.

“This so-called climate science is just ridiculous,” said Kelly Khuri, founder of the Clark

http://www.nytimes.com/2010/10/21/us/politics/21climate.html?_r=1&ref=politics[21/10/2010 12:03:30] Global Warning Skepticism in Tea Party - NYTimes.com

County Tea Party Patriots. “I think it’s all cyclical.”

“Carbon regulation, cap and trade, it’s all just a money-control avenue,” Ms. Khuri added. “Some people say I’m extreme, but they said the John Birch Society was extreme, too.”

Whatever the party composition of the next Congress, cap and trade is likely dead for the foreseeable future. If dozens of new Republican climate skeptics are swept into Congress, the prospects for assertive federal action to control global warming gases, including regulation by the Environmental Protection Agency, will grow dimmer than they already are.

Those who support the Tea Party movement are considerably more dubious about the existence and effects of global warming than the American public at large, according to a New York Times/CBS News Poll conducted this month. The survey found that only 14 percent of Tea Party supporters said that global warming is an environmental problem that is having an effect now, while 49 percent of the rest of the public believes that it is. More than half of Tea Party supporters said that global warming would have no serious effect at any time in the future, while only 15 percent of other Americans share that view, the poll found.

And 8 percent of Tea Party adherents volunteered that they did not believe global warming exists at all, while only 1 percent of other respondents agreed.

Those views in general align with those of the fossil fuel industries, which have for decades waged a concerted campaign to raise doubts about the science of global warming and to undermine policies devised to address it.

They have created and lavishly financed institutes to produce anti-global-warming studies, paid for rallies and Web sites to question the science, and generated scores of economic analyses that purport to show that policies to reduce emissions of climate- altering gases will have a devastating effect on jobs and the overall economy.

Their views are spread by a number of widely followed conservative opinion leaders, including Mr. Limbaugh, Glenn Beck, Sean Hannity, George Will and Sarah Palin, who oppose government programs to address climate change and who question the credibility and motives of the scientists who have raised alarms about it.

Groups that help support Tea Party candidates include climate change skepticism in their core message. Americans for Prosperity, a group founded and largely financed by oil industry interests, has sponsored what it calls a Regulation Reality Tour to stir up opposition to climate change legislation and federal regulation of carbon emissions. Its Tea Party talking points describe a cap-and-trade system to reduce carbon emissions as “the largest excise tax in history.”

FreedomWorks, another group supported by the oil industry, helps organize Tea Party rallies and distributes fliers urging opposition to federal climate policy, which it calls a “power grab.”

“Any effort to make electricity and fuel more expensive or to cap or regulate CO2 will only exacerbate an already critical situation and cause tremendous economic damage,” FreedomWorks says on its Web site.

The oil, coal and utility industries have collectively spent $500 million just since the beginning of 2009 to lobby against legislation to address climate change and to defeat candidates, like Mr. Hill, who support it, according to a new analysis from the Center for American Progress Action Fund, a left-leaning advocacy group in Washington.

http://www.nytimes.com/2010/10/21/us/politics/21climate.html?_r=1&ref=politics[21/10/2010 12:03:30] Global Warning Skepticism in Tea Party - NYTimes.com

Their message appears to have fallen on receptive ears. Of the 20 Republican Senate candidates in contested races, 19 question the science of global warming and oppose any comprehensive legislation to deal with it, according to a National Journal survey.

The only exception is Mark Steven Kirk, the Republican Senate nominee in Illinois, who was one of only eight Republicans to vote for the House cap-and-trade bill sponsored by Representatives Henry A. Waxman of California and Edward J. Markey of Massachusetts, both Democrats. (One of the other Republican “yes” votes was cast by Representative Michael N. Castle of Delaware, who blames that vote in part for his primary election defeat by Christine O’Donnell, the Tea Party candidate and a global warming skeptic.)

A large majority of Tea Party-supported House candidates also doubt global warming science and oppose energy legislation designed to address it.

Mr. Young, the Indiana Republican nominee trying to unseat Mr. Hill for the Ninth Congressional District seat, strongly opposes cap and trade and other unilateral measures to combat global warming. He says he is uncertain what is causing the observed heating of the planet, adding that it could be caused by sunspots or the normal cycles of nature.

“The science is not settled,” he said in an interview in his headquarters in Bloomington, Ind. And he said that given the scientific uncertainty, it was not wise to make major changes in the nation’s energy economy to reduce carbon emissions.

A third candidate in the Indiana Congressional race, Greg Knott, a libertarian, said he accepted the scientific consensus on climate change but opposed a nationwide cap-and- trade system as the answer.

Lisa Deaton, a small-business owner in Columbus, Ind., who started We the People Indiana, a Tea Party affiliate, is supporting Mr. Young in part because of his stand against climate change legislation.

“They’re trying to use global warming against the people,” Ms. Deaton said. “It takes way our liberty.”

“Being a strong Christian,” she added, “I cannot help but believe the Lord placed a lot of minerals in our country and it’s not there to destroy us.”

A version of this article appeared in print on October 21, 2010, on page A1 of the New York edition.

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POLITICS #2010: NYT FIVETHIRTY HOUSE SENATE GOVERNORS VIDEO THE CAUCUS HOME TWEETS EIGHT

Obama Tries to Shore Up the Party Base With a Western Campaign Swing By HELENE COOPER Published: October 20, 2010

PORTLAND, Ore. — President Obama began his RECOMMEND

four-day campaign swing on Wednesday to TWITTER

fortify a Democratic firewall on the West Coast, SIGN IN TO E- telling a crowded rally here to “defy the MAIL conventional wisdom just like you did in 2008,” PRINT

when Oregon overwhelmingly backed him for REPRINTS

president. SHARE

With two weeks to Multimedia go until the midterm elections, Mr. Obama is trying desperately to shore up the Democratic base, appealing to voters in Oregon, Washington and California — traditionally blue states where Republicans have been running Graphic competitive campaigns. Obama Campaigning for His Party Mr. Obama arrived here, the first stop Blog on his West Coast itinerary, to stump The Caucus for John A. Kitzhaber, the former The latest on governor who is trying to get his old President Obama, his administration job back. and other news from Washington It has been almost 24 years since a and around the nation. Join the discussion. Republican was governor in Oregon, FiveThirtyEight: Nate Silver's but Mr. Kitzhaber, a Democrat who Political Calculus was governor from 1995 to 2003, is in More Politics News MOST POPULAR a tight race with Chris Dudley, a Republican and former basketball E-MAILED BLOGGED SEARCHED VIEWED player who has never held office. 1. Maureen Dowd: Making Ignorance Chic 2. Critic’s Notebook: Eataly Offers Italy by the Ounce A cheering crowd of about 8,400 Democratic stalwarts — they even 3. Breast Cancer Seen as Riskier With Hormone cheered for themselves after reciting the pledge of allegiance — 4. Venture Philanthropy | Rwanda • Congo • Nepal: D.I.Y. Foreign-Aid greeted Mr. Obama, whose stump speech is now directed at making Revolution sure that faithful Democrats go to the polls. 5. Thomas L. Friedman: Just Knock It Off 6. In a Digital Age, Students Still Cling to Paper Textbooks “There’s no doubt that we’re getting to a point in the campaign 7. Clarence Thomas’s Wife Asks Anita Hill for Apology where it’s important that the campaigns that have identified their 8. Detroit’s Renewal, Slow-Cooked voters make sure we get them out on Election Day,” the White House 9. At Harvard, the Kitchen as Lab press secretary, Robert Gibbs, said Wednesday. 10. Award to Artist Who Gives Slums a Human Face

http://www.nytimes.com/2010/10/21/us/politics/21obama.html?_r=1&ref=politics[21/10/2010 12:01:13] Obama on Campaign Swing in Western States - NYTimes.com

Go to Complete List » The fact that Mr. Obama is campaigning so feverishly on relatively friendly turf shows how steep the climb is for the White House, and how much the electoral climate has changed in two years, since he took his presidential campaign into Republican territory, trying to turn traditionally Republican states toward the Democratic camp.

Indeed, in another sign of just how grim the electoral map now looks for Democrats, White House officials were telling reporters on Wednesday that Massachusetts is not really a reliably Democratic state. (In an upset last year, the Democrats lost the Senate seat held for decades by Edward M. Kennedy.)

Both Mr. Gibbs and David Axelrod, the White House senior adviser, pointed out that Massachusetts has often had Republican governors, so it should surprise no one that the Democratic incumbent there — Deval Patrick, Mr. Obama’s close friend and political ally — is fighting for his political life against Charles D. Baker Jr., a Republican former health insurance executive and state budget official.

“I think he’s a spectacular person and a great governor,” Mr. Axelrod said of Mr. Patrick on the “ Live” program on CNN Tuesday night. “Massachusetts, though, had elected Republican governors for 16 years before he arrived, so it’s a competitive race.”

After Oregon, Mr. Obama is to visit Seattle to campaign for Senator Patty Murray, who is in a close race for re-election against Dino Rossi, a perennial Republican candidate who was defeated twice in races for governor. The polls show this race is close, and Democrats are clearly worried; Democrats have arranged for Michelle Obama and former President Bill Clinton to campaign for Ms. Murray as well.

In a Seattle backyard, Mr. Obama will hold an event to discuss women and the economy, part of the White House effort to try to win back female voters.

Then Mr. Obama is scheduled to attend fund-raisers in San Francisco and a rally in Los Angeles for Senator Barbara Boxer and for Jerry Brown, who is trying return to the Statehouse in a lively race for governor against Meg Whitman, the billionaire former chief executive of eBay.

Mr. Obama will wind up his campaign swing with stops in Nevada, where the Senate majority leader, Harry Reid, is facing a stiff challenge from the Tea Party-backed candidate, Sharron Angle, and finally in Minnesota, where Democrats would like to regain the governorship.

Jeff Zeleny contributed reporting.

A version of this article appeared in print on October 21, 2010, on page A18 of the New York edition.

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Energy Association, l'associazione mondiale VIDEO FOTOGALLERY VIDEO dei produttori che conta 280 membri in 75 I nuovi bus ibridi Greenpeace contro i Bottiglie riciclate alla prova delle disastri petroliferi diventano coperte Paesi), secondo la quale la capacità eolica strade di Milano cumulata, che ha raggiunto i 175.000 MW a fine giugno, si porterà a circa 200.000 MW a fine 2010. La Cina rappresenta attualmente il più grande FEED mercato del settore: in soli sei mesi ha aumentato di 7.800 MW la propria potenza eolica installata raggiungendo i 34.000 MW di capacità cumulata. Il primato della produzione eolica, tuttavia, è ancora nelle mani degli Stati Uniti, ove a fine giugno risultavano in esercizio 36.000 MW. La crescita degli impianti negli USA procede però a ritmi assai più contenuti rispetto al gigante asiatico: alla fine del primo semestre avevano infatti aggiunto solo 1.200 nuovi MW alla propria capacità installata. Questa differenza nel ritmo di crescita lascia facilmente prevedere che presto sarà la Cina il primo produttore di energia eolica. Secondo le previsioni WWEA a fine 2010 in Cina risulteranno installati oltre 15.000 nuovi MW rispetto al 2009. Alle spalle di questi Paesi fanno registrare ritmi di crescita sostenuti anche i cinque principali mercati europei: con 660 MW installati nel primo semestre dell'anno in Germania, 500 MW rispettivamente in Francia e Regno Unito, 450 MW in Italia e 400 MW in Spagna. Consistente è stato anche il balzo in avanti dell'India che, con 1.200 nuovi MW, a fine giugno ha consolidato la propria posizione di quinto produttore mondiale alle spalle di USA, Cina, Germania e Spagna. Copyright APCOM (c) 2008

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GRANDE PARTENZA PER SOLAREXPO 2011 400 espositori riconfermano l’adesione prima dell’apertura ufficiale delle iscrizioni Solarexpo a Verona dal 4 al 6 maggio 2011

Non sono ancora state aperte ufficialmente le iscrizioni per Solarexpo 2011 che già 400 aziende hanno riconfermato la loro adesione alla prossima edizione. Undici i padiglioni previsti per Solarexpo e oltre il 50% sono già sold out. Ancora più ampia l’area esterna che per il 2011 sarà teatro di progetti speciali e iniziative a tema.

Presentazione

Solarexpo è la fiera leader dedicata alla sostenibilità energetica e alla green economy. Una tappa determinante per lo sviluppo del mercato delle nuove tecnologie che sono destinate a giocare un ruolo fondamentale nell’ambito di un processo globale di riduzione delle emissioni di gas serra. continua »

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Al centro di Solarexpo 2011 in mostra tutte le migliori e più innovative tecnologie del mondo dell’energia solare, delle bioenergie e delle altre fonti rinnovabili. Affiancate da sistemi per la cogenerazione e trigenerazione, idrogeno, mobilità eco sostenibile e molto altro ancora. continua »

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http://www.solarexpo.com/fiera/?f=se&l=1[21/10/2010 21:14:19] Regione Emilia-Romagna - Giunta - Green Economy: in Emilia Romagna 2 mila imprese, 230 mila addetti e 61 milioni di euro fatturato

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Gian Carlo Muzzarelli 30.09.10 Assessore Attività produttive, piano energetico e sviluppo sostenibile, Green Economy: in Emilia Romagna 2 mila imprese, 230 mila economia verde, edilizia, addetti e 61 milioni di euro fatturato autorizzazione unica integrata Bologna - Quasi 2 mila imprese, circa 230 mila addetti, oltre 61 miliardi di euro di fatturato. Sono solo alcuni dei numeri che emergono nel rapporto “Green Viale A. Moro, 44 Economy in Emilia-Romagna - Risultati e prime indicazioni sulla 40127 Bologna caratterizzazione del settore green in regione” realizzato da Ervet nell’ambito della convenzione con la Regione Emilia-Romagna, che fotografa sul territorio il Tel. 0515276410 - 0515276411 - fenomeno del “business verde”. 0515276434 - 0515276412 I primi risultati dell’indagine sono stati presentati nell’ambito di Ravenna 2010, Fax 051 5276510 la terza edizione della manifestazione dedicata alle buone pratiche di utilizzo

http://giunta.regione.emilia-romagna.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5788[11/10/2010 16:49:51] Regione Emilia-Romagna - Giunta - Green Economy: in Emilia Romagna 2 mila imprese, 230 mila addetti e 61 milioni di euro fatturato

dell’acqua, delle energie, della gestione dei rifiuti e sulla sostenibilità E-mail: ambientale. [email protected] «Conoscenza, innovazione, ricerca e qualità ambientale saranno il vantaggio romagna.it competitivo per affrontare le sfide future e sostenere l’uscita dalla crisi. Per essere coerenti con questi obiettivi- ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli intervenenedo all'iniziativa -, gli Siti web: investimenti della Regione nel 2010 sul versante della “green economy” hanno www.emiliaromagna.si-impresa.it/ superato i 95 milioni di euro. Inoltre il nostro impegno prosegue e trova www.ermesambiente.it/ conferma nel supporto e nel finanziamento al sistema della rete dell’Alta tecnologia Regionale e dei 10 Tecnopoli. Insieme a questo il Piano energetico regionale per il triennio 2011-2013 sarà decisivo per trasformare pienamente l’Emilia-Romagna in una regione sempre più verde. Più “verde” nelle politiche industriali, abitative, nel modo di produrre, nel modo stesso di vivere dei cittadini e nell’agricoltura settore le cui imprese hanno un ruolo importante in questo processo». In Emilia-Romagna sono ben 647 le imprese che operano in maniera esclusiva in mercati prettamente ambientali, con 25.000 addetti e oltre 4,5 miliardi di euro di fatturato: tra queste troviamo aziende impegnate nei settori rifiuti e ciclo idrico integrato (ovvero fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti), nelle energie rinnovabili, nella mobilità sostenibile, nella rigenerazione e ricostruzione di pneumatici e nella gestione degli orti botanici, dei parchi naturali e del patrimonio naturale. A queste si aggiungono altre 1.345 imprese che lavorano, sia pure parzialmente, in mercati green: danno lavoro a oltre 200 mila addetti e realizzano un fatturato di quasi 57 miliardi di euro. Fanno parte di questo gruppo aziende agroalimentari che operano con materie prime provenienti da agricoltura biologica e biodinamica, legate alla bioedilizia e all’efficienza energetica, produttrici di tecnologie. Ma anche imprese che possiedono rami di attività in settori core green (rifiuti, energie rinnovabili, gestione ciclo idrico integrato), aziende afferenti il campo della pulizia delle aree pubbliche, della decontaminazione e del disinquinamento dell'ambiente. La Regione Emilia-Romagna nel 2010 ha destinato: 25,9 milioni di euro alla riqualificazione energetica degli enti pubblici e le cui convenzioni sono in corso di sottoscrizione; 64 milioni di euro per le Aree ecologicamente attrezzate (di cui 53 per progetti energetici e 11 per progetti di riqualificazione ambientale); 5 milioni di euro per i progetti di filiera nel campo energetico ambientale.

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http://giunta.regione.emilia-romagna.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5788[11/10/2010 16:49:51] Economia verde - Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_verde

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Al giorno d'oggi si definisce economia verde, o più propriamente economia ecologica, un tipo di 'analisi econometrica' che oltre ai benefici economici (aumento del Prodotto Interno Lordo) prende in considerazione i danni ambientali (che spesso diminuiscono anche il PIL, dal momento che riducono le rese di attività che beneficiano da una buona qualità dell'ambiente come l'agricoltura, la pesca, e il turismo in luoghi incontaminati ma anche montagne e spiagge) prodotti dall'estrazione delle materie prime, dal loro trasporto e trasformazione in energia, della loro manifattura in prodotti finiti ed infine del possibile riciclaggio o danno ambientale che produce la loro eliminazione definitiva. Questa I tre pilastri della sostenibilità. Navigabile. analisi propone misure economiche, legislative, tecnologiche e di educazione pubblica in grado di ridurre il consumo di energia e di risorse naturali (acqua, cibo, combustibili, metalli, ecc.); diminuire la dipendenza dall'estero; abbattere le emissioni di gas serra; ridurre l'inquinamento locale e globale ed infine cercare di istituire un'economia sostenibile per molti millenni, servendosi prevalentemente di risorse rinnovabili (come le biomasse, l'eolico, il solare, l'energia idraulica) e procedendo al più profondo riciclaggio di ogni tipo di scarto domestico o industriale.

Indice

1 Storia 2 Caratteristiche 2.1 Sussidi governativi 3 Incompatibilità tra l'economia verde e i meccanismi del commercio WTO 4 Pseudo-economia verde 5 Voci correlate 5.1 Articoli nazionali 6 Note 7 Bibliografia 8 Collegamenti esterni

Nel 2009 il Presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama propone una serie di misure economiche ed imprenditoriali pubbliche e private per dare un netto impulso allo sviluppo della economia verde, come misura per rilanciare l'economia americana in profonda recessione. L'economia ecologica è un nuovo modello di sviluppo che contrasta il modello economico 'nero' basato sui combustibili fossili (come carbone, petrolio e gas naturale). L'economia verde si basa sulla conoscenza delle economie ecologiche e delle economie verdi che affrontano il problema dell'interdipendenza tra l'economia umana e l'ecosistema naturale e che prendono in considerazione l'effetto avverso dell'attività economica sul cambiamento climatico e il riscaldamento globale.

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Nel mezzo della crisi economica globale iniziata nel 2008/2009 dall'aumento dei prezzi del petrolio, che induce aumenti dei prezzi di molti alimenti, e il taglio dei consumi voluttuari, con la conseguente recessione economica (causata anche dalla crisi dei mutui sub-prime in USA), l'organizzazione UNEP chiese un Global Green Deal ("accordo globale verde"), che avrebbe incoraggiato i governi a sostenere la graduale trasformazione verso un'economia più verde, ossia ecologica (UNEP, 22 ottobre del 2008).

L'economia verde include la generazione di energia verde basata sull'energia rinnovabile come sostituto per i combustibili fossili e il risparmio energetico grazie all'efficienza energetica.

L'economia verde si considera in grado sia di creare lavori verdi, che di assicurare una crescita economica reale, sostenibile e di prevenire l'inquinamento ambientale, il riscaldamento globale, l'esaurimento delle risorse (minerarie ed idriche), e il degrado ambientale.

Il constatato fallimento del mercato relativo alla protezione dell'ambiente ed alla mitigazione del cambiamento climatico, come risultato degli elevati tassi d'interesse ed i costi d' investimento iniziali necessari per avviare la ricerca, proseguire lo sviluppo, e fare marketing delle "fonti energetiche verdi" e dei "prodotti verdi", scoraggia l'entusiasmo imprenditoriale riguardo allo sviluppo volontario di attività poco nocive per l'ambiente o poco "amichevoli" (Reinhardt, 1999; King and Lenox, 2002; Wagner, 203; Wagner, et al., 2005).

Sussidi governativi

Per questo si considera che la "green economy" abbia bisogno di sussidi governativi e anche di incentivi di mercato che diano motivazioni alle imprese per investire in ricerca e produzione di prodotti e servizi verdi. Molti provvedimenti legislativi, come quello approvato in Germania, e le leggi di molti paesi dell'Unione Europea e la recente "American Recovery and Reinvestment Act del 2009", forniscono questo tipo di incentivi di mercato.

Comunque, esistono ancora incompatibilità tra il "New Deal" verde su scala globale auspicato dall'ONU e gli attuali meccanismi di commercio internazionale in termini di incentivi al mercato. Ad esempio, l'accordo sui sussidi del WTO (Subsidies Agreement) impone regole severe contro i sussidi governativi, specialmente per le merci da esportazione. Queste incompatibilità possono agire da ostacoli ad ogni provvedimento governativo in favore al richiamo dell'ONU in favore della costituzione di un'economia verde globale. L'Organizzazione Mondiale del Commercio dovrebbe aggiornare le sue regole sui sussidi per accelerare la transizione verso l'economia verde mondiale. Si ritiene necessario avviare con urgenza una ricerca sulle possibilità e priorità dell'economia verde in modo da informare i governi e la comunità internazionale su come i governi dovrebbero promuovere l'economia verde all'interno dei loro confini nazionali senza sfociare in guerre commerciali combattute nel nome dell'economia verde e su come dovrebbero cooperare negli sforzi promozionali ad un livello di coordinazione internazionale.

Precedure come la fabbricazione di bioetanolo partendo dalla fermentazione dell'amido di mais o la soia (in USA) e di biodiesel dai semi di altre piante come la colza o il girasole (in Europa) e la palma da olio (nel Borneo) sono state denunciate da molti ricercatori ed organismi come "false procedure verdi". In effetti negli USA, la produzione di bioetanolo da mais ha un EROEI attorno all'unità (viene prodotta un'unità di energia

2 di 6 05/11/2010 15:33 Economia verde - Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_verde

sotto forma di bioetanolo partendo da fonti fossili come il gasolio per trattori), con infine l'immissione complessiva in atmosfera (rapporto tra assorbimento da parte delle piante ed emissioni quando i motori bruciano il biocarburante) di una quantità di CO2 soltanto lievemente diversa da quella prodotta dai combustibili fossili.

Se si impiegassero trattori elettrici, in qualche modo connessi (anche indirettamente, tramite batterie) con una fonte di alimentazione rinnovabile (eolico, idroelettrico, solare), il modesto EROEI potrebbe divenire accettabile, anche come sussidio agli agricoltori. In pratica sarebbe come far marciare i motori a combustione interna delle auto con l'elettricità.

Altri analisti sottolineano come l'aumento delle rese agricole necessario (ad es. in Brasile le rese per ettaro delle coltivazioni della canna da zucchero, impiegate nella produzione di bioetanolo sono triplicate, portando l'EROEI al vantaggioso 6-8 circa) comporti l'esaurimento dei terreni, che diventerebbero così una risorsa non-rinnovabile, e dunque non-sostenibile a lungo termine.

Alternative Energy Index Auto elettrica Auto ibrida en:Ashden Awards Bioeconomia Casa passiva Clean Energy Trends Club di Roma Cogenerazione Decrescita Densità energetica Economia a bambù Economia ad azoto liquido Economia a metanolo Economia allo zinco Economia ecologica Economia forestale Economia dell'idrogeno Effetto serra Efficienza energetica Energia dagli oceani Energia eolica Energia idroelettrica Energia rinnovabile Energia solare en:Energy Globe Awards en:Eugene Green Energy Standard en:Feed-in Tariff Green energy certification schemes Green banking Intensità energetica en:International Sustainable Energy Agency ISO 14001 List of energy topics Mini idroelettrico Permacultura Politica energetica

3 di 6 05/11/2010 15:33 MultiUtilityBiz | Il primo portale italiano dedicato al mondo delle multiutility

NAVIGAZIONE GREEN ECONOMY, CONVEGNO DA ASM PER FARE IL PUNTO SUL ENERGIE CHIEDI RINNOVABILI E MOBILITÀ ECOSOSTENIBILE ALL'ESPERTO Contenuti Posted 30 October, 2010 - 20:40 by MultiUtilityBiz Feed aggregator Asm rilancia: la green economy come approdo di idee e progetti che guardano alla sostenibilità ambientale ed economica. Ieri pomeriggio il convegno “Energie rinnovabili e mobilità ecosostenibile: quali possibili LOGIN UTENTE sinergie”, patrocinato da Anci, ha aperto il confronto sui grandi temi energetici e di mobilità integrando i quali si può progettare un trasporto ecosostenibile. Relatori gli assessori del Comune di Prato all’Ambiente Nome utente: * Goffredo Borchi, alle Grandi opere Filippo Bernocchi, alla Mobilità Roberto Caverni, oltre al presidente dell’Aci Prato Federico Mazzoni, al Password: * professor Alberto Reatti dell’Università degli Studi di Firenze, e a Marco Simiani della società Rama di Grosseto che sta studiando particolari tram elettrici.

Aggiungi un commento Leggi tutto 1 allegato Business Mini-Eolico Crea nuovo profilo Richiedi nuova ASM SI AGGIUDICA IL PRIMO PREMIO PER LA MIGLIOR CAMPAGNA DI password COMUNICAZIONE AMBIENTALE 2010 Posted 27 October, 2010 - 18:45 by MultiUtilityBiz NUOVI Grazie agli spot con Andrea Agresti e ai manifesti di Lupo Alberto, Asm è stata ARGOMENTI I NOSTRI premiata per la miglior campagna di comunicazione ambientale durante la DEL FORUM PREFERITI giornata conclusiva della sesta edizione di Bica, la Borsa internazionale della comunicazione ambientale. I risultati finali hanno tenuto conto dei voti espressi III° Forum dai cittadini sul sito www.bicaonline.it e dal giudizio di una giuria di esperti QualEnergia? E-gazette presieduta da Franca Faccioli, Facoltà di Scienze della Comunicazione, Scenari energetici Eco-Energia dell’Università La Sapienza di Roma e che ha valutato tecnicamente i vari verso il 2020 Economia&Management progetti di comunicazione. Il primo premio assoluto è stato consegnato ad Trasferimento Ises Italia Antonio Rancati vicepresidente Asm Spa di Prato per la campagna: ”Insieme per tecnologico, così Management Utilities produrre meno rifiuti” con la motivazione di aver utilizzato un linguaggio divertente e una strategia di cambia il sistema in European Solar Days comunicazione diffusa e capillare, fatta di tanti strumenti, iniziative e attività. tre Distretti Greenreport Aggiungi un commento Leggi tutto Tecnologici della Rinnovabili Toscana Ecoblog Nella Green ZeroEmission PUNTARE SUL VERDE economy l'Emilia Posted 23 October, 2010 - 16:04 by MultiUtilityBiz Romagna ha investito 110 milioni Gli investimenti verdi hanno un doppio dividendo: mitigazione del rischio climatico e rilancio dell’economia e dell’occupazione. La debolezza delle analisi di chi critica di euro l’inopportunità di impiegare risorse per rinnovabili ed efficienza energetica. Un articolo Mercato IT, in ripresa a fine 2009 05/11/2010 14:16 di Giuseppe Gamba pubblicato sulla rivista bimestrale QualEnergia. La Ue vuole la Svizzera La "green" nell´Ets Scarica l'articolo in pdf occasione di Termini 05/11/2010 14:01 Imerese Carburanti Spagna, L'Authority presenta monito sui prezzi Aggiungi un commento Leggi tutto praticati il piano strategico triennale all'insegna 05/11/2010 13:43 FV, Ampere Equity OCCUPAZIONE, ALMENO NELL'ENERGIA PULITA È IN CRESCITA dell'uso razionale sbarca in Italia Posted 20 October, 2010 - 16:01 by MultiUtilityBiz dell'energia La rivoluzione dei Sono 340mila i posti di lavoro “verdi” in Germania: raddoppiati in 4 anni. Nel mondo la green economy dà green jobs si lavoro a più di 3 milioni di persone. Mentre a livello globale aumentano i disoccupati, un paio di report portano affaccia anche nel LA RIVISTA buone notizie dal fronte dell'economia low-carbon. nostro Paese

http://www.multiutility.biz/[05/11/2010 15:28:44] MultiUtilityBiz | Il primo portale italiano dedicato al mondo delle multiutility

ITALIANA Mentre nel mondo aumentano i disoccupati la green economy continua a creare posti di lavoro. In Germania il L'eolico italiano DEDICATA AL settore ha superato i 340mila occupati, raddoppiando in 4 anni, nel mondo sono oltre 3 milioni di persone copre il 2,1% dei MONDO lavorano nel settore dell'energia pulita, Cina in testa. Arrivano da un paio di rapporti pubblicati in questi consumi elettrici DELL'ENERGIA giorni dati confortanti per chi spera che la lotta al global warming serva anche per uscire dalla crisi economica. EOLICA della penisola: è Aggiungi un commento Leggi tutto record L'efficienza delle fonti energetiche I MECCANISMI DI COUPLING ELETTRICO PER UN MERCATO UNICO EUROPEO (NEWS 31 nell'indice Eroei - GME) UE, la nuova Posted 14 October, 2010 - 13:22 by MultiUtilityBiz normativa tlc entra La liberalizzazione, e quindi l'integrazione dei mercati Ue nel campo dell'elettricità e del gas, è un'impresa ardua, in vigore LA MAPPA data la complessità e la specificità dei diversi Paesi, con i relativi quadri normativi. I mercati internazionali Efficienza PLANETARIA dell’energia ancora oggi non trovano una perfetta coordinazione. energetica, l'Ue DEL VENTO Negli ultimi anni ci sono tuttavia stati progressi importanti, ma nonostante ciò, ci sono ancora diversi Stati approva lo statuto e membri che oggi hanno sistemi energetici non ancora maturi anche al loro interno, anche sotto il punto di vista il memorandum strutturale... >>> continua la lettura della Partnership On. Stefano Saglia, Sottosegretario di Stato del Ministero dello Sviluppo Economico internazionale All'Università di Aggiungi un commento Firenze oltre 7 milioni per progetti SCENARI RINNOVABILI, LE STIME RIVISTE VERSO L’ALTO di ricerca anche per Posted 13 October, 2010 - 11:59 by MultiUtilityBiz il contenimento dei consumi energetici Partendo dall'analisi dell'ultimo rapporto della Commissione Europea emergono alcune tendenze energetiche al Efficienza, 2030 molto significative: consumi stabili, crescita più decisa delle rinnovabili elettriche, prezzi dell'elettricità in risparmio, CONTATTACI forte rialzo. Non si possono quindi escludere notevoli exploit di alcune tecnologie a cominciare dal fotovoltaico rinnovabili: ecco che in Italia già alla fine di questo decennio potrebbe superare realisticamente quota 20 GW. L'editoriale di cosa fanno le Gianni Silvestrini. Ufficio Stampa aziende italiane Webmaster Aggiungi un commento Leggi tutto Risparmio energetico con Comunicazione e soluzioni M2M Formazione GREENPEACE E GWEC: DALL’EOLICO 1/5 DELL’ELETTRICITÀ MONDIALE ENTRO IL 2030 (machine-to- Posted 12 October, 2010 - 21:11 by MultiUtilityBiz machine) L'energia del vento potrà coprire il 12% della domanda globale di energia Servizi ICT, segnali M - elettrica al 2020 e fino al 22% entro il 2030, secondo un rapporto pubblicato di ripresa COMMUNITY oggi da Greenpeace International e il Global Wind Energy Council. more Il ‘Global Wind Energy Outlook 2010' (GWEO 2010) conferma che l'energia eolica giocherà un ruolo chiave nel soddisfare il crescente bisogno di energia (agg. 30 settembre 2010) a livello globale, contribuendo insieme a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. I 1,000 GW di nuova potenza previsti al 2020 comporteranno un risparmio di oltre 1,5 miliardi di Utenti registrati: 1.302 tonnellate di CO2 ogni anno. Tale riduzione rappresenterà il 50-75% degli obiettivi di riduzione assegnati ai Paesi Argomenti: 1.225 industrializzati nell'ambito della discussione post-Kyoto. Entro il 2030 saranno 34 i miliardi di tonnellate di CO2 risparmiati grazie ai 2,300 GW di nuovi impianti installati. Commenti: 2.279 Aggiungi un commento Leggi tutto Articoli recensiti: 219

Newsletter: 436 INFOMOBILITÀ E VIABILITÀ SOSTENIBILE I TEMI DEDICATI ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE A ITN - Statistiche INFRASTRUCTURE, TELEMATICS & NAVIGATION Posted 9 October, 2010 - 16:43 by MultiUtilityBiz

L’11 e 12 novembre al Lingotto Fiere di Torino si terrà la seconda edizione di ITN – Infrastructure Telematics & Navigation, l’unico evento europeo in grado di offrire una visione completa e integrata tra ITS (Intelligent Transport Systems) e le infrastrutture di mobilità.

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LE RINNOVABILI ELETTRICHE IN ITALIA ARRIVANO AL 21% Posted 5 October, 2010 - 12:06 by MultiUtilityBiz

La fotografia aggiornata delle rinnovabili nel settore elettrico italiano diffusa dal GSE. Le fonti pulite hanno soddisfatto il 21% del fabbisogno elettrico. La parte del leone continua a farla l'idroelettrico, ma eolico (+38%), fotovoltaico (+165%) e biomasse (+29%) recuperano terreno. In calo del 6% i consumi elettrici rispetto al 2008.

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http://www.multiutility.biz/[05/11/2010 15:28:44]

Green economy. Idee, energia e dintorni - Guandalini Maurizio, Uckmar Victor - Mondadori Università - Libro - Libreria Universitaria - 9788861840379

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Guida ai green jobs. Come Il tempo che vorrei Acqua in bocca Il tempo invecchia in fretta Il giardino dei Finzi Contini l'ambiente sta cambiando il di Volo Fabio di Camilleri Andrea, Lucarelli Carlodi Tabucchi Antonio di Bassani Giorgio mondo del lavoro Sconto 25% Sconto 20% Sconto 20% di Gelisio Tessa, Gisotti Marco

Descrizione

Il 2009 è stato l'anno della "consacrazione" per le energie rinnovabili. In Europa il settore creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro in più. Il comparto è così in espansione che c'è addirittura carenza di manager e personale altamente specializzato. Le aziende italiane spendono una fortuna per l'elettricità (di cui l'Italia è il secondo importatore al mondo). Autoprodurla abbatterebbe, di molto, i costi di gestione attraverso impianti a biomasse, eolico e fotovoltaico. Forse il petrolio sarà disponibile ancora per 80 anni e le cosiddette fonti rinnovabili, nel loro complesso, sono in ritardo di 40 anni rispetto al fabbisogno coperto dal greggio. In questi anni si è parlato molto di energie rinnovabili, ma poi nel concreto sono stati gli ostacoli burocratici, gli scarsi incentivi, il basso rendimento rispetto al costo degli impianti a frenarne lo sviluppo nel nostro paese. Questo libro stila un bilancio delle varie esperienze presenti in Italia, intravedendo, con degli esperti di settore, manager di alcune delle più importanti aziende italiane e multinazionali, "pensatori" dell'economia verde, gli scenari possibili per i prossimi anni.

Dettagli del libro

Titolo: Green economy. Idee, energia e dintorni Autori: Guandalini Maurizio, Uckmar Victor Editore: Mondadori Università Data di Pubblicazione: 2009 ISBN: 886184037X ISBN-13: 9788861840379 Pagine: XXII-202 Reparto: Economia e fisco

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http://www.libreriauniversitaria.it/green-economy-idee-energia-dintorni/libro/9788861840379[21/10/2010 20:49:15] Go Green: un libro sulla comunicazione nell'era della green economy - Un Mondo Differente

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mercoledì 27 gennaio 2010

CONTATTI Go Green: un libro sulla comunicazione Puoi iscriverti anche a nell'era della green economy quelli tematici qui sotto tra Mi piace Di' che ti piace questo elemento prima di tutti i tuoi amici. le Categorie!

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http://www.unmondodifferente.com/2010/01/go-green-un-libro-sulla-comunicazione.html[21/10/2010 20:51:23] Go Green: un libro sulla comunicazione nell'era della green economy - Un Mondo Differente

gpl impianto metano troppo tempo, restituendole dignità e importanza”. Risparmio incentivi auto incentivi moto iniziativa kyoto L'autore è Diego Masi,presidente di AssoComunicazione, l’associazione che raccoglie lampadine lavatrici doppio le maggiori imprese italiane della industry. Egli si definisce un professionista della CO2 e Global Warming ingresso libri metano comunicazione, settore nel quale vanta una lunga e vasta esperienza. millennium campaign mini eolico mini idroelettrico mobilità monocristallino Proseguendo nella lettura comunicato stampa, si capisce meglio quali siano gli sostenibile UTLIMI COMMENTI INSERITI moto ondoso motocicli motore di argomenti trattati nel libro:la parola “Green” è oggi sulla bocca di tutti, occupa le ricerca nucleare numero verde prime pagine dei giornali, compare nei programmi delle principali figure della scena omaggio pellet petrolio politica mondiale e soprattutto è parte di un binomio, Green Economy, sul quale sono plastica policristallino pompe di concentrate enormi aspettative e ma anche forti perplessità, spesso dettate dalla calore porta a porta raccolta scarsa conoscenza del fenomeno. differenziata RAEE regalo regione Lombardia ricerca Cos’è dunque la Green Economy? Per Masi si tratta di qualcosa di più della somma di tutti i possibili lavori collegati a una svolta “verde” nel campo dell’economia. È una riciclaggio riciclaggio e rivoluzione del modo di vivere degli abitanti del pianeta per cercare di cambiare un rifiuti riforestazione sistema che ci sta portando all’autodistruzione. I dati parlano chiaro: il fattore umano sta influenzando il clima con vaste emissioni di gas serra dovute non solo allo risparmio sfruttamento di combustibili fossili ma anche alla deforestazione, all’agricoltura e agli risparmio allevamenti intensivi e naturalmente all’industrializzazione.

energetico riuso La rivoluzione verde è dunque il primo tentativo collettivo di salvare la specie. E’ solare solare appena iniziata, ma come tutte le rivoluzioni che partono dal basso cambierà la nostra realtà fino a diventare normalità. L’energia che fa girare il mondo non sarà più termico solare termodinamico ULTIMI ARTICOLI INSERITI sondaggio sprechi stampanti la stessa e, come è accaduto in passato con il carbone prima e con il petrolio poi, surriscaldamento globale trasformerà radicalmente la società in cui viviamo. tarsu thor trattamento rifiuti La crisi che stiamo attraversando è un aspetto della trasformazione in corso: nasce trigenerazione Unione Europea dalla follia della finanza creativa e dall’ingordigia delle banche, ma anche dalla nuova Vegetalia veicoli commerciali figura del consumatore, consapevole, informato, autonomo, sempre meno influenzato dalla comunicazione commerciale.

IL NOSTRO FORUM DI Il cittadino-consumatore ha un potente mezzo a sua disposizione, il web, dove le RIFERIMENTO conversazioni tra gli utenti, le opinioni dei blogger, valgono più di ogni spot e dove le regole del gioco sono chiarezza e trasparenza. La campagna elettorale di Obama ne è la dimostrazione. E non è un caso che le tematiche green siano in cima all’agenda del presidente.

Ho ricevuto oggi una copia del libro, quindi nei prossimi giorni potrò cominciare a leggerlo. Ringrazio Marta per il gentile omaggio. LINKS E' possibile per tutti, sfogliare gratuitamente alcune pagine Kyoto Club QUI GSE (Gestore dei Servizi Elettrici) ENEA Legambiente CasaRinnovabile.it

http://www.unmondodifferente.com/2010/01/go-green-un-libro-sulla-comunicazione.html[21/10/2010 20:51:23] EA Edizioni Ambiente :: La corsa della green economy

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Manuali di progettazione stralci dal volume

Architettura sostenibile A Stoccolma basta fare 300 passi per trovare una fermata del trasporto pubblico prefazione di e se il tram non arriva entro 20 minuti si ha diritto a prendere il taxi gratis. La Christopher Flavin Normativa e interpretazione Sassonia è diventata la Solar Valley della Germania: produce il 20% delle celle fotovoltaiche mondiali. Nelle Marche è nata la casa a zero emissioni. In sommario California i frigoriferi hanno battuto l’atomo: renderli più efficienti ha reso Rivista Rifiuti disponibile più elettricità di quella prodotta da un reattore nucleare. Vista dalla prospettiva della green economy la crisi fa meno paura. Anzi, per molti settori è libri correlati Trend e ricerche il momento della riscossa. Entro dieci anni le fonti rinnovabili in Germania supereranno il settore automobilistico. In Cina, leader mondiale del solare, mezzo miliardo di persone utilizza l’energia pulita prodotta da piccoli impianti. Green Life Negli Stati Uniti quasi la metà della potenza elettrica installata negli ultimi due anni viene dal vento, in Europa nel 2009 le rinnovabili hanno fatto ancora Guida ai green jobs meglio. È una svolta radicale: non più profitto contro benessere ma profitto dal benessere. Un nuovo modello di democrazia energetica in cui potere e vantaggi Guida all'auto ecologica economici sono decentrati. Guida alle leggende sul clima che cambia

Antonio Cianciullo è inviato di la Repubblica. Per conto del giornale segue da La città rinnovabile oltre 25 anni i temi ambientali e ha partecipato ai principali appuntamenti internazionali: dalle conferenze sull’ozono negli anni Ottanta all’Earth Summit di Rivoluzione bici Rio de Janeiro del 1992, dai reportage sui grandi disastri petroliferi ai vertici sul cambiamento climatico. È laureato in filosofia. Per la sua attività ha vinto numerosi premi. Tra i suoi libri Atti contro natura (Feltrinelli, 1992), Ecomafia (Editori Riuniti, 1995, con Enrico Fontana), Far soldi con l’ambiente (Sperling & Kupfer, 1996, con Giorgio Lonardi), Il grande caldo (Ponte alle Grazie, 2004), Soft economy (Rizzoli, 2005, con Ermete Realacci).

Gianni Silvestrini, ricercatore del Cnr, è direttore scientifico del Kyoto Club e della rivista QualEnergia. Autore di numerosi articoli scientifici, coordina il master “Ridef – energia per Kyoto” del Politecnico di Milano. Ha vinto l’“European solar prize 2001” ed è stato eletto nel consiglio direttivo dell’European Council for an Energy Efficient Economy. Ha ricoperto la funzione di direttore generale presso il Ministero dell’ambiente e di consigliere per le fonti rinnovabili del Ministro dello sviluppo economico Pier Luigi Bersani. È presidente di Exalto, una nuova società della green economy.

eventi

Green economy a Palermo Palermo, 20 aprile 2010, ora 18.00

Edizioni Ambiente al Festival di giornalismo Perugia, 22 aprile 2010, ora 18.00

http://www.edizioniambiente.it/eda/catalogo/libri/416[21/10/2010 20:53:04] eBook - Wikipedia

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Wikimedia Italia ha realizzato una video guida all'utilizzo di Wikimedia Commons. Guardala anche tu . eBook Pagina principale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Ultime modifiche (Reindirizzamento da Ebook) Una voce a caso Un eBook (anche chiamato e-book oppure ebook) o Vetrina libro elettronico è un libro in formato elettronico (o Aiuto meglio digitale). Si tratta quindi di un file consultabile Comunità su computer, telefonini di ultima generazione, palmari Portale Comunità ed appositi lettori digitali. Bar Il termine deriva dalla contrazione delle parole inglesi Il Wikipediano electronic book, viene utilizzato per indicare la Fai una donazione versione in digitale di una qualsiasi pubblicazione. Contatti Nel caso ci si riferisca al dispositivo di lettura è più Stampa/esporta corretto riferirsi ad esso come lettore di e-book, oppure eBook reader o eReader, termine con il quale Il lettore di ebook Cybook Opus Strumenti si intende sia il dispositivo hardware su cui l'eBook

Altri progetti viene letto sia il software che permette la lettura del file. Commons Il termine lettura di un libro elettronico è riduttivo, dato Altre lingue che le funzioni di un eBook possono andare ben al di là della semplice lettura del solo testo. Azərbaycanca Bosanski Indice [nascondi] Català 1 Tecnologia degli eBook Česky 2 Storia degli eBook e dell'editoria digitale Dansk 3 Dispositivi hardware e-reader Deutsch 4 Panoramica sui formati di eBook Ελληνικά 4.1 Formati testuali English 4.2 Formati di immagini Esperanto 4.3 Formati audio Español 5 Tabella comparativa dei software eBook reader Eesti 6 Note Euskara 7 Bibliografia 8 Voci correlate Suomi 9 Altri progetti Lettore di e-book iLiad con schermo e-ink Français 10 Collegamenti esterni Galego עברית Tecnologia degli eBook [modifica]

Hrvatski Per la lettura di un eBook sono necessari diversi componenti: Magyar il documento elettronico di partenza o e-text Bahasa Indonesia un formato elettronico (eBook format) con cui digitalizzare la pubblicazione (ad esempio l'ePub)

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日本語 un software di lettura compatibile con tale formato un dispositivo hardware di lettura (il più appropriato per la lettura di testi è un eBook reader con Kurdî tecnologia e-ink) Latviešu Македонски È errato confondere un qualunque documento in formato digitale con un eBook, dato che l'eBook non Bahasa Melayu si limita a presentare la sostanza del documento cartaceo ma cerca anche di replicarne la forma, in Nederlands modo da rendere la lettura il più possibile simile a quella che si avrebbe sfogliando le pagine di un Norsk (bokmål) libro. Da ciò deriva che tutte le azioni che in un normale libro cartaceo sono immediate e scontate, Polski come ad esempio, lo scorrere le pagine o l'inserimento di un segnalibro possono essere emulate dal Português software del dispositivo di lettura. Il libro elettronico, nell'imitare quello cartaceo, approfitta ovviamente Русский dei vantaggi offerti dalla sua natura digitale, che risiedono principalmente nelle possibilità di essere Simple English un ipertesto e inglobare elementi multimediali, e nella possibilità di utilizzare dizionari o vocabolari Slovenčina contestuali. Српски / Srpski La comodità, semplicità d'uso ed ergonomicità degli ultimi dispositivi di lettura in commercio (in Svenska particolare quelli con schermo e-ink) rendono il mercato degli eBook sufficientemente maturo per potersi sviluppare notevolmente e modificare gli assetti dell'editoria classica. Тоҷикӣ Storia degli eBook e dell'editoria digitale [modifica] Türkçe Українська 1971 Nasce il Progetto Gutenberg, lanciato da Michael S. Hart. Il 1971 viene considerato da molti l'anno di nascita dell'eBook Tiếng Việt 1987 Viene pubblicato e distribuito su floppy dalla Eastgate Systems il primo romanzo ipertestuale dal titolo Afternoon, a story di Michael Joyce. Il romanzo realizzato tramite l'uso di ipertesti era 中 caratterizzato da una struttura non lineare 1993: La Digital Book offre 50 libri digitali su floppy disk in formato (DBF) 1994: nasce il Progetto Manuzio, prima biblioteca digitale in lingua italiana 1993: Una raccolta di candidati al Premio Hugo per il miglior romanzo viene pubblicata su CD- ROM da Brad Templeton 1995: Amazon inizia la vendita di libri fisici via Internet 1996: Il Progetto Gutember supera i 1.000 titoli 1998 Kim Blagg ottiene il primo codice ISBN per un eBook ed inizia la vendita i libri multimediali via amazon.com, bn.com e borders.com 1998: Vengono lanciati i primi eBook reader: "Rocket ebook" e "SoftBook" 1998: Il lettore Cybook Gen1 viene venduto - prima da Cytale (1998–2003) poi da Bookeen 1998-1999: cominciano a proliferare siti di vendita ebook in lingua inglese, come eReader.com e eReads.com 2000: Stephen King offre il suo libro Riding the Bullet - Passaggio per il nulla in formato digitale 2001: Todoebook.com, primo sito web a vendere eBook in lingua spagnola 2002: Random House e HarperCollins iniziano la vendita di titoli in lingua inglese 2005: Amazon acquista Mobipocket 2006: Sony lancia il suo Sony Reader con tecnologia e-ink 2007: Amazon launcia Kindle negli Stati Uniti 2007: Bookeen lancia il lettore Cybook Gen3 in Europa 2008: Adobe e Sony raggiungono un accordo per la condivisione delle loro tecnologia (ereader e DRM). 2008: Sony lancia il Sony Reader PRS-505 in UK e Francia 2008: BooksOnBoard inizia la vendita di eBook per iPhone 2009: Amazon lancia il Kindle 2 ed il Kindle DX negli USA. L'integrazione tra l'eBook store di Amazon ed il Kindle ha permesso ad Amazon di coprire il 60% delle vendite di eBook alla fine del 2009 [1] http://it.wikipedia.org/wiki/Ebook[24/10/2010 10:12:53] eBook - Wikipedia

2009: Barnes & Noble lancia il lettore Nook negli USA 2009: Bookboon.com raggiunge la cifra di 10 milioni di download di eBook gratuiti in un anno 2010: Amazon lancia il Kindle DX International Edition 2010: Bookeen presenta il Cybook Orizon al Consumer Electronics Show [2] 2010: Apple lancia il tablet computer iPad, un dispositivo multifunzione utilizzabile anche come ereader. Contemporaneamente annuncia un accordo con i cinque maggiori editori in lingua inglese, che permette ad Apple di iniziare la vendita su larga scala di eBook mediante l'iBookstore, in aperta concorrenza con Amazon e Barnes & Noble 2010: Google annuncia un nuovo servizio di vendita eBook online (Google Editions), in concorrenza con Amazon, Barnes & Noble e Apple Per quello che riguarda l'Italia vi è ancora una certa difficoltà nel reperire opere disponibili in lingua italiana, a causa di una relativa arretratezza e riluttanza tecnologica dell'editoria, le cui «scelte non sono ancora abbastanza mature da far trovare ad un consumatore il prodotto per cui è disposto a pagare» [3].

Dispositivi hardware e-reader [modifica]

Per approfondire, vedi la voce eBook reader.

Malgrado un qualunque computer sia potenzialmente in grado di permettere la lettura di un eBook, si dovrebbe parlare di eBook reading device solo riferendosi a quei dispositivi dotati di caratteristiche tali da poter essere usati in maniera analoga a quella di un libro cartaceo. Le caratteristiche essenziali che un eBook reading device dovrebbe avere sono: essere dotato di una fonte autonoma di energia avere dimensioni e peso simili a quelle di un libro cartaceo permettere la lettura in condizioni ambientali (illuminazione ecc.) simili a quelle in cui può essere letto un normale libro cartaceo Tenendo conto di queste caratteristiche, possiamo suddividere i vari dispositivi hardware disponibili sul mercato in Tablet PC, palmari e lettori dedicati. Tablet PC: è un computer portatile a cui sono aggiunte diverse funzionalità hardware, come la possibilità di ruotare lo schermo (di tipo touch screen) di 180 gradi in modo da renderlo simile, nel modo d'uso, ad un blocco per gli appunti. Oltre ai soliti sistemi di input è previsto anche l'uso di un pennino che, tramite software opportunamente predisposto, consente di interagire con lo schermo. Questi apparecchi, grazie alla loro flessibilità, consentono di svolgere attività molto diverse tra loro ed hanno generalmente una potenza di calcolo più che sufficiente per gli eBook. Potendo fare uso di sistemi operativi molto diffusi, i Tablet PC possono leggere molti formati diversi di eBook ma hanno generalmente lo svantaggio di essere un po' troppo ingombranti e pesanti. Altro dettaglio che li allontana dall'immediatezza di un libro cartaceo restano i tempi di attesa, ancora troppo lunghi a causa del caricamento del sistema operativo (questo svantaggio può essere parzialmente compensato con opportuni software, andando però a scapito dell'autonomia). Palmari: sono dispositivi che grazie alle ridotte dimensioni possono essere facilmente trasportati. Anche se sono nati per essere delle agende elettroniche, i palmari si sono arricchiti di funzionalità soprattutto per quello che riguarda il campo multimediale. La potenza di calcolo e la capacità di memoria che offrono, pur non raggiungendo quella dei computer portatili, sono comunque tali da permettere di portarsi dietro centinaia di libri e leggere anche gli eBook più complessi. I principali limiti di questi dispositivi sono da ricercare nelle dimensioni dello schermo (inferiori ad una pagina di un libro in edizione tascabile) che non permettono di visualizzare molto testo e nella scarsa autonomia di cui dispongono.

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Lettori di e-book: appartengono a questa tipologia tutti quei dispositivi (anche molto diversi fra loro) appositamente progettati per essere dei lettori di eBook. Anche se sono i dispositivi più indicati e comodi per leggere gli eBooks, inizialmente non hanno avuto il successo sperato. Nuova linfa è stata loro data dalla nascita dei lettori dotati di tecnologia E-ink, che permette la resa di una superficie quasi identica alla carta. Esistono già in commercio diversi dispositivi di questo genere, come l'eReader iLiad di iRex Technologies (una divisione della Philips), il Kindle di Amazon, il Cybook della francese Bookeen o il Sony PRS-505. Un oggetto a se è WikiReader, anche esso non retroilluminato, ma dallo schermo molto piccolo e che per ora permette la visione solo di Wikipedia in lingua inglese.

Panoramica sui formati di eBook [modifica]

Gli eBook vengono realizzati e pubblicati nei più svariati formati, molti dei quali però non sono stati originariamente concepiti per essere dei veri e propri formati di eBook. La ragione principale è che il mondo degli eBook è un mercato ancora relativamente giovane, mentre alcuni formati esistono ormai da parecchi anni. I nuovi formati, studiati appositamente per i libri elettronici, se da un lato hanno risolto i limiti dei formati più vecchi hanno creato però nuovi problemi. Il mercato infatti ha indirizzato l'industria editoriale verso formati proprietari, legati cioè a specifiche piattaforme hardware e software, che limitano fortemente le scelte dell'utente finale. Questo fa sì che all'utente possa capitare, ad esempio, di ritrovarsi con eBook che possono essere letti solo con certi tipi di software, oppure con un hardware che non supporta il formato di eBook che si possiede. Un modo per aggirare il problema della proliferazione dei formati oggi ampiamente diffuso è quello di convertire il formato che l'utente non desidera o non può utilizzare in un altro formato più congeniale. Questa operazione, oltre a non essere una soluzione definitiva al problema, spesso presenta problemi tali da non essere facilmente eseguibile da tutti; in alcuni casi i problemi tecnici sono tali da renderlo praticamente irrealizzabile. I vari formati di eBook possono essere suddivisi in tre diverse categorie: Formati testuali (i più diffusi) Formati di immagini Formati audio

Formati testuali [modifica]

I formati testuali rappresentano il tipo di formato più utilizzato per la realizzazione di eBook. Anche se vengono genericamente chiamati "formati di testo", alcuni di questi formati permettono la creazione di ipertesti e l'inserimento di oggetti multimediali come immagini, audio o video. I molti formati di testo disponibili, in relazione al mondo degli eBook, possono essere suddivisi in due categorie: formati non appositamente ideati per gli eBook formati appositi per gli eBook Ai formati non appositamente ideati per gli eBook appartengono la maggior parte dei formati più vecchi ma ancora ampiamente utilizzati, che proprio grazie a questo hanno il vantaggio di essere compatibili con molte piattaforme diverse. Utilizzandoli pertanto difficilmente si corre il rischio di non possedere il software o il dispositivo hardware adatto per leggerli. In generale gli svantaggi derivano dalla mancanza di compressione del testo (che aumenta lo spazio occupato dall'eBook sul supporto di memorizzazione) e dal fatto che si adattano male ad essere utilizzati su dispositivi portatili dotati di schermi di piccole dimensioni come i palmari. Elenco dei formati più usati per gli eBook non appositamente studiati per essi: ASCII

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Microsoft Compressed HTML Help (CHM) HTML Ms Word (.doc) PostScript RTF TeX PDF, formato nato per la stampa, non ottimale sugli eBook readers I formati appositamente ideati per gli eBook hanno generalmente il vantaggio di essere adatti a piattaforme dotate di meno risorse hardware rispetto ai computer desktop. Spesso infatti prevedono la compressione del testo e si adattano meglio ad essere visualizzati sui piccoli schermi dei dispositivi portatili. Altro vantaggio che offrono (soprattutto per l'editoria elettronica) è quello di possedere vari livelli di protezione del documento (DRM), che possono impedire la copia illecita di libri protetti dal copyright. Lo svantaggio principale di questi formati è quello di essere spesso dei formati proprietari e di portarsi dietro quindi tutti i problemi che l'uso di tali formati genera. Per tentare di risolvere questi problemi sono nati progetti come l'Open eBook Forum che, basandosi su codice aperto, si propone di realizzare un formato di eBook per molte piattaforme diverse. Elenco dei formati più usati per gli eBook reader: ePub, formato aperto, evoluzione di OeB, che si sta affermando come standard più diffuso Mobipocket (mobi), utilizzato da Amazon Kindle FictionBook (fb2) LIT, formato nativo Microsoft, ormai obsoleto PDB, formato per Palm OS

Formati di immagini [modifica]

Il formato più semplice di eBook è quello in cui ad ogni pagina della pubblicazione viene associata una immagine digitale, che può essere salvata in uno dei molti formati di immagini esistenti. Per visionare l'eBook non si avrà quindi bisogno di un apposito eBook reader ma basterà utilizzare un software compatibile con il formato di immagine con cui l'eBook è stato realizzato. Questo tipo di formato presenta diversi svantaggi tra cui: le grosse dimensioni che tende ad assumere il file, l'impossibilità di poter selezionare o modificare una qualunque parte del testo e l'impossibilità di inserire collegamenti ipertestuali. Per le loro caratteristiche, questi formati di eBook sono usati perlopiù nei fumetti, nei libri d'arte e in tutti quelli composti quasi esclusivamente da immagini. I formati di immagini più usati a questo scopo sono: BMP DjVu JPG

Formati audio [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Audiolibro.

Tabella comparativa dei software eBook reader [modifica]

Nella seguente tabella si confrontano i software eBook reader più diffusi:

Nome Principali formati Sistemi operativi programma supportati Adobe Digital PDF, ePUB Mac OSX, Windows Editions Adobe Acrobat PDF Mac OSX, Windows

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Calibre ePUB, LIT, HTML e altri multipiattaforma ePUB, LIT, HTML, RTF, PDF e Lexcycle Stanza multipiattaforma altri FBReader FB2, ePUB, HTML e altri multipiattaforma EaseReader DTB Windows eMonocle OeB Mac OS X, Linux, Windows eReader PRC, PDB Palm OS, Mac OS X, Windows Mentoract Reader OeB vari (richiede Java Runtime Engine) Microsoft Reader LIT Windows, Windows Mobile Blackberry, PalmOS, Symbian, Windows MobiPocket Reader MobiPocket, OeB Mobile NIST Reader OeB Linux, Windows OpenBerg OeB Mac OS X, Linux, Windows Starbuck Reader HTML, TXT, PDB, PRC Windows Mobile Tiny eBook Reader HTML, LIT, TXT Windows Mobile TK3 Reader TK3 Mac OS X, Windows TPB Reader DTB Windows uBook Reader HTML, PRC, RTF, TXT PalmOS, SymbianOS, Windows Mobile

Note [modifica]

1. ^ E.reader Il libro digitale scatena la concorrenza . Coriere della Sera, 9 11 2009. URL consultato il 20 aprile 2010. 2. ^ Bookeen debuts Orizon touchscreen e-book reader 3. ^ I libri e la pirateria etica . La Stampa, 8 aprile 2009. URL consultato il 20 aprile 2010.

Bibliografia [modifica]

Luca Ferrieri, L'ebook in biblioteca: una sfida culturale, in "Biblioteche Oggi", vol. XXVIII, n. 7, settembre 2010, pp. 5 - 14.

Voci correlate [modifica]

Biblioteca digitale E-text Ipertesto Libro Libro di testo Open eBook

Altri progetti [modifica]

Wikimedia Commons contiene file multimediali su EBook

Collegamenti esterni [modifica]

Una collezione di Ebook di pubblico dominio scaricabili in pdf EBook su Open Directory Project (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "EBook")

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(Electronic-BOOK) The electronic counterpart of a printed book, which can be viewed on a desktop computer, laptop, smartphone or e-book reader. When traveling, a large number of e-books can be stored in portable units, dramatically eliminating weight and volume compared to paper. Electronic bookmarks make referencing easier, and e-book readers may allow the user to annotate pages.

Although fiction and non-fiction books come in e-book formats, technical material is especially suited for e-book delivery because it can be searched. In addition, programming code examples can be quickly copied, which is why CD- ROMs that contain the entire text of the work are often packaged inside technical paper books.

E-Book Formats

The major problem with e-books is the many formats competing for prime time, including Adobe PDF, Microsoft Reader, eReader, Mobipocket Reader, EPUB, Kindle and iPad. Mentioned in All e-book formats have a search capability, but most do not support a direct dictionary lookup, which means if a person looks up the term "network," all the definitions that contain the word "network" are retrieved rather than the single digital book (technology) definition of that term. The results are akin to the mountain of results retrieved by a search engine. e-book (technology) e-book reader (technology) Amazon's Kindle and Apple's iPad Open eBook (technology) In late 2007, Amazon.com revolutionized the e-book market with the introduction of its Kindle e-book reader and e- book inventory. The Kindle was the first e-book to offer free, wireless access to download e-books and search the Web » More (see Kindle).

In early 2010, Apple introduced the iPad tablet, featuring "iBooks" downloadable over a Wi-Fi or 3G connection (see iPad). See PDF, iPad, EPUB, Open eBook and Mobipocket.

An E-Bookshelf on the Android iPhones and Androids are widely used to read e-books. This Aldiko bookshelf app for Android smartphones lets users download thousands of free and paid e-books. Aldiko converts publishers' content into stand-alone e-book applications. For more information, visit www.aldiko.com.

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One of the First E-Book Devices Introduced by NuvoMedia in 1998, the Rocket eBook was one of the first handheld e-book readers. Although a larger, color model was also made, the Rocket was discontinued in 2000 by Gemstar, which had acquired NuvoMedia. (Image courtesy of Gemstar TV Guide International.)

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Abbreviations: E-Book Top

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Electronic Book

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Home > Library > Miscellaneous > Wikipedia

An electronic book (also e-book, ebook, digital book) is a text- and image- based publication in digital form produced on, published by, and readable on computers or other digital devices." [1] Sometimes the equivalent of a conventional printed book, e-books can also be born digital. The Oxford Dictionary of English defines the e-book as "an electronic version of a printed book,"[2] but e-books can and do exist without any printed equivalent. E-books are usually read on dedicated hardware devices known as e-book reader, e- readers or e-book devices. Personal computers and some cell phones can also be used to read e-books.

Contents [hide] 1 History A user viewing an electronic page 1.1 Timeline on an eBook-reading device 2 Formats 3 Comparison of e-books with printed books 3.1 Advantages 3.2 Drawbacks 3.3 Digital rights management 4 Production 5 Readers 6 See also 7 Notes 8 References 9 External links

History iLiad in sunlight Among the earliest general e-books were those in the Gutenberg Project, started by Michael S. Hart in 1971. An early e-book implementation were the desktop prototypes for a proposed notebook computer, the Dynabook, in the 1970s at PARC, which would be a general-purpose portable personal computer, including reading books.[3] Similar ideas were expressed at the same time by Paul Drucker.[citation needed] Early e-books were generally written for specialty areas and a limited audience, meant to be read only by small and devoted interest groups. The scope of the subject matter of these e-books included technical manuals for hardware, manufacturing techniques, and other subjects.[citation needed] In the 1990s, the general availability of the Internet made transferring electronic files much easier, including e-books. iLiad e-book reader equipped with Numerous e-book formats emerged and proliferated, some supported by major e-paper display software companies such as Adobe with its PDF format, and others supported by independent and open-source programmers. Multiple readers followed multiple formats, most of them specializing in only one format, and thereby fragmenting the e-book market even more. Due to exclusiveness and limited readerships of e-books, the fractured market of independents and specialty authors lacked consensus regarding a standard for packaging and selling e- books. E-books continued to gain in their own underground markets. Many e- book publishers began distributing books that were in the public domain. At the same time, authors with books that were not accepted by publishers offered their works online so they could be seen by others. Unofficial (and occasionally unauthorized) catalogs of books became available over the web, and sites http://www.answers.com/topic/ebook[05/11/2010 09:54:19] e-book: Definition from Answers.com

devoted to e-books began disseminating information about e-books to the public.[citation needed]

U.S. Libraries began providing free e-books to the public in 1998 through their web sites and associated services[4], although the e-books were primarily scholarly, technical or professional in nature, and could not be downloaded. In 2003, libraries began offering free downloadable popular fiction and non-fiction e-books to the public, launching an e-book lending model that worked much more successfully for public libraries. [5] The number of library e-book distributors and lending models continued to increase over the next few years. In 2010, a Public Library Funding and Technology Access Study found that 66% of public libraries in the U.S. were offering e-books[6], and a large movement in the library industry began seriously examining the issues related to lending e-books, acknowledging a tipping point of broad e-book usage[7].

As of 2009, new marketing models for e-books were being developed and dedicated reading hardware was produced. E-books (as opposed to ebook readers) have yet to achieve global distribution. In the United States, as of September 2009, the Amazon Kindle model and Sony's PRS-500 were the dominant ereading devices [8]. By March 2010, some reported that the Barnes & Noble Nook may be selling more units than the Kindle[9]. On January 27, 2010 Apple, Inc. launched a multi-function device called the iPad[10] and announced agreements with five of the six largest publishers that would allow Apple to distribute e-books.[11] However, many publishers and authors have not endorsed the concept of electronic publishing, citing issues with demand, piracy and proprietary devices.[12]

In July 2010, online bookseller Amazon.com reported sales of ebooks for its proprietary Kindle outnumbered sales of hardcover books for the first time ever during the second quarter of 2010, saying it sold 140 e-books for every 100 hardcover books, including hardcovers for which there was no digital edition.[13] In July this number had increased to 180 Kindle ebooks per 100 hardcovers [14]. Paperback book sales are still much larger than either hardcover or e-book; the American Publishing Association estimated e-books represented 8.5% of sales as of mid-2010.[15]

Timeline

1971: Michael S. Hart launches the Gutenberg Project. 1985-1992 Robert Stein starts Voyager Company Expanded Books and books on CD-ROMs. 1992: Charles Stack's Book Stacks Unlimited begins selling new physical books online. 1993: Zahur Klemath Zapata develops the first [1] software to read digital books. Digital book version 1 and the first digital book is published On Murder Considered as one of the Fine Arts (Thomas de Quincey). 1993: Digital Book, Inc. offers the first 50 digital books in Floppy disk with Digital Book Format (DBF). 1993: Hugo Award for Best Novel nominee texts published on CD-ROM by Brad Templeton. 1993: Bibliobytes, a project of free digital books online in Internet. 1995: Amazon starts to sell physical books in Internet. 1995: Online poet Alexis Kirke discusses the need for wireless internet electronic paper readers in his article "The Emuse". 1996: Project Gutenberg reaches 1,000 titles. The target is 1,000,000 1998 Kim Blagg obtained the first ISBN issued to an ebook and began marketing multimedia-enhanced ebooks on CDs through retailers including amazon.com, bn.com and borders.com. Shortly thereafter through her company "Books OnScreen" she introduced the ebooks at the Book Expo America in Chicago, IL to an impressed, but unconvinced bookseller audience. 1998: Launched the first ebook Readers: Rocket ebook and SoftBook. http://www.answers.com/topic/ebook[05/11/2010 09:54:19] e-book: Definition from Answers.com

1998: Cybook / Cybook Gen1 Sold and manufactured at first by Cytale (1998–2003) then by Bookeen 1998-1999: Websites selling ebooks in English, like eReader.com and eReads.com. 1999: Baen Books opens up the Baen Free Library. 1999: Webscriptions starts selling unencrypted eBooks. 2000: Microsoft launches Microsoft Reader with ClearType technology. 2000: Stephen King offers his book "Riding the Bullet" in digital file; it can only be read on a computer. 2001: Todoebook.com, the first website selling ebooks in Spanish. 2002: Random House and HarperCollins start to sell digital versions of their titles in English. 2005: Amazon buys Mobipocket. 2005: Bookboon.com is launched, allowing people to download free textbooks and travel guide eBooks 2006: Sony presents the Sony Reader with e-ink. 2006: LibreDigital launched BookBrowse as an online reader for publisher content. 2006: BooksOnBoard, the largest independent ebookstore, opens and sells ebooks and audiobooks in six different formats. 2007: Zahurk Technologies, Corp,launched the first[citation needed] digital book library on Internet BibliotecaKlemath.com [2]', loslibrosditales.com [3]' and 『digitalbook.us' 2007: Amazon launches Kindle in US. 2007: Bookeen launched Cybook Gen3 in Europe. 2008: Adobe and Sony agreed to share their technologies (Reader and DRM). 2008: Sony sells the Sony Reader PRS-505 in UK and France 2008: BooksOnBoard is first to sell ebooks for iPhones. 2009: myebook.com launches as a free ebook creation and publishing platform for media rich ebooks.[4] 2009: Bookeen releases the Cybook Opus in the US and in Europe. 2009: Sony releases the Reader Pocket Edition and Reader Touch Edition 2009: Amazon releases the Kindle 2. 2009: Amazon releases the Kindle DX in the US. 2009: Barnes & Noble releases the Nook in the US. 2009: Bookboon.com achieves over 10 Million downloads in one year — placing the company as the world's largest publisher of free eBooks 2010: Amazon releases the Kindle DX International Edition worldwide. 2010: Bookeen reveals the Cybook Orizon at CES.[16] 2010: TurboSquid Magazine announces first magazine publication using Apple's iTunes LP format.[17] 2010: Apple releases the iPad with an e-book app called iBooks. Since its release in April 2010, as of June, Apple has sold 2 million iPads. 2010: Kobo Inc. releases its Kobo eReader to be sold at Indigo/Chapters in Canada and Borders in the United States. 2010: Amazon.com reported that its e-book sales outnumbered sales of hardcover books for the first time ever during the second quarter of 2010.[13] 2010: Amazon releases the third generation kindle, available in 3G+Wi-Fi and Wi-Fi versions Formats Main article: Comparison of e-book formats There is a variety of e-book formats used to create and publish e-books. A writer or publisher has many options when it comes to choosing a format for production. Every format has its proponents and champions, and debates over which format is best can become intense. Comparison of e-books with printed books

Advantages

Availability- There are over 2 million free books available for download as of August 2009.[18] Mobile availability of e- books may be provided for users with a mobile data connection, so that these e-books need not be stored on the device. An e-book can be offered indefinitely, without ever going "out of print". Portability and Storage- In the space that a comparably sized print book takes up, an e-reader can potentially contain thousands of e-books, limited only by its memory capacity. If space is at a premium, such as in a backpack or at home, it can be an advantage that an e-book collection takes up little room or weight. http://www.answers.com/topic/ebook[05/11/2010 09:54:19] e-book: Definition from Answers.com

Language Accessibility- E-book websites can include the ability to translate books into many different languages, making the works available to speakers of languages not covered by printed translations. E-Reader Attributes- Depending on the device, an e-book may be readable in low light or even total darkness. Many newer readers have the ability to display motion, enlarge or change fonts[19], use Text-to-speech software to read the text aloud, search for key terms, find definitions, or allow highlighting bookmarking and annotation. Devices that utilize E Ink can imitate the look and ease of readability of a printed work while consuming very little power, allowing continuous reading for weeks at time. Costs- While an e-book reader costs much more than one book, the electronic texts are generally cheaper. Moreover, a great share of books are available free of charge. For example, all fiction from before the year 1900 is in the public domain. Also, libraries lend more current e-book titles for limited times, free samples are available of many publications, and there are other lending models being piloted as well. E-books can be printed for less than the price of traditional new books using new on-demand book printers. Security- Depending on possible digital rights management, e-books can be backed up to recover them in the case of loss or damage and it may be possible to recover a new copy without cost from the distributor. Distribution- Compared to printed publishing, it is cheaper and easier for authors to self-publish e-books. Also, the dispersal of a free e-book copy can stimulate the sales of the printed version.[20] Availability- An e-book can be purchased/borrowed, downloaded, and used immediately, whereas when one buys or borrows a book, one has to go to a bookshop or library during limited hours, or wait for a delivery. Environmental Concerns- The production of e-books does not consume paper, ink, etc. Printed books use 3 times more raw materials and 78 times more water to produce albeit they do not require a machine for use[21]

Drawbacks

Changing Technologies- Ebook formats and file types continue to develop and change through time through advances and developments in technology or the introduction of new proprietary formats. While printed books remain readable for many years, e-books may need to be copied or converted to a new carrier or file type over time. PDF and epub are growing standards, but are not universal. The lack of a single universal standard could significantly affect the longevity of some works and their availability or readability in the future as a result of the format(s) used at the time of production.[22] Availability of Works- Not all books are available as e-books. Aesthetic Appeal- Paper books can be bought and wrapped for a present and a library of books can provide visual appeal, while the digital nature of e-books makes them non-visible or tangible. E-books cannot provide the physical feel of the cover, paper, and binding of the original printed work. Power and Shelf Life- A book will never turn off and would be unusable only if damaged or after many decades. The shelf life of a printed book exceeds that of an e-book reader, as over time the reader's battery will drain and require recharging. Additionally, "As in the case of microfilm, there is no guarantee that [electronic] copies will last. Bits become degraded over time. Documents may get lost in cyberspace...Hardware and software become extinct at a distressing rate." [23] Durability- E-book readers are more susceptible to damage from being dropped or hit than a print book. Due to faults in hardware or software, e-book readers may malfunction and data loss can occur. As with any piece of technology, the reader must be protected from the elements (such as extreme cold, heat, water, etc.), while print books are not susceptible to damage from electromagnetic pulses, surges, impacts, or extreme temperatures. Artistry and Author's Vision- An author who publishes a book often puts more into the work than simply the words on the pages. E-books may cause people "to do the grazing and quick reading that screens enable, rather than be by themselves with the author's ideas." [24]. They may use the e-books simply for reference purposes rather than reading for pleasure and leisure.[25] Costs- The cost of an e-book reader far exceeds that of a single book, and e-books often cost the same as their print versions. Due to the high cost of the initial investment in some form of e-reader, e-books are cost prohibitive to much of the world's population. Furthermore, there is no used e-book market, so consumers will neither be able to recoup some of their costs by selling an unwanted title they have finished, nor will they be able to buy used copies at significant discounts, as they can now easily do with printed books. Security- Because of the high-tech appeal of the e-reader, they are a greater target for theft than an individual print book. Along with the theft of the physical device, any e-books it contains also become stolen. E-books purchased from vendors like Amazon or Barnes & Noble.com are stored "in the cloud" on servers and "digital lockers" and have http://www.answers.com/topic/ebook[05/11/2010 09:54:19] e-book: Definition from Answers.com the benefit of being easily retrieved if an e-reading device is lost. Not all e-booksellers are cloud based; if an e-book is stolen, accidentally lost, or deleted, in the absence of a backup it may have to be repurchased. Limitations of Readers- The screen resolutions of reading devices are currently lower than actual printed materials.[26] Because of proprietary formats or lack of file support, formatted e-books may be unusable on certain readers. Additionally, the reader's interaction with the reader may cause discomfort, for example glare on the screen or difficulty holding the device. Digital Rights Management and Piracy- Due to digital rights management, customers typically cannot resell or loan their e-books to other readers.[27] However, some Barnes & Noble e-books are lendable for two weeks via their 'LendMe' technology.[28] Additionally, the potential for piracy of e-books may make publishers and authors reluctant to distribute digitally.[29] Environmental Concerns- E-book readers require various toxic substances to produce, are non-biodegradable, and the disposal of their batteries in particular raises environmental concerns. As technologies rapidly change and old devices become obsolete, there will be larger amounts of toxic wastes that are not easily biodegradable like paper. Privacy Concerns - E books and software can easily track data, times, usage, pages, and details about what one is reading and how often. Similar to this is the growing amount of data available through Google search engines, Facebook, and through data mining. For the first time in history it is now far easier to track and record what specific people might be reading. The notions of privacy, private writing, solitude, and personal reading are changing. Picture Books - Books with large pictures (such as children's books) or diagrams are more inconvenient for viewing and reading.

Digital rights management

See also Digital rights management on E-books

Anti-circumvention techniques may be used to restrict what the user may do with an e-book. For instance, it may not be possible to transfer ownership of an e-book to another person, though such a transaction is common with physical books. Some devices can phone home to track readers and reading habits, restrict printing, or arbitrarily modify reading material. This includes restricting the copying and distribution of works in the public domain through the use of "click- wrap" licensing, effectively limiting the rights of the public to distribute, sell or use texts in the public domain freely.

Most e-book publishers do not warn their customers about the possible implications of the digital rights management tied to their products. Generally they claim that digital rights management is meant to prevent copying of the e-book. However in many cases it is also possible that digital rights management will result in the complete denial of access by the purchaser to the e-book.[30] With some formats of DRM, the e-book is tied to a specific computer or device. In these cases the DRM will usually let the purchaser move the book a limited number of times after which he cannot use it on any additional devices. If the purchaser upgrades or replaces their devices eventually they may lose access to their purchase. Some forms of digital rights management depend on the existence of online services to authenticate the purchasers. When the company that provides the service goes out of business or decides to stop providing the service, the purchaser will no longer be able to access the e-book. As with digital rights management in other media, e-books are more like rental or leasing than purchase. The restricted book comes with a number of restrictions, and eventually access to the purchase can be removed by a number of different parties involved. These include the publisher of the book, the provider of the DRM scheme, and the publisher of the reader software. These are all things that are significantly different from the realm of experiences anyone has had with a physical copy of the book. Production Some e-books are produced simultaneously with the production of a printed format, as described in electronic publishing, though in many instances they may not be put on sale until later. Often, e-books are produced from pre- existing hard-copy books, generally by document scanning, sometimes with the use of robotic book scanners, having the technology to quickly scan books without damaging the original print edition. Scanning a book produces a set of image files, which may additionally be converted into text format by an OCR program.[31] Occasionally, as in some e- text projects, a book may be produced by re-entering the text from a keyboard. As a newer development, sometimes only the electronic version of a book is produced by the publisher. It is also possible to convert electronic book to a printed book by print on demand. However this is an exception as tradition dictates that a book be launched in the print format and later if the author wishes, an electronic version is also produced. http://www.answers.com/topic/ebook[05/11/2010 09:54:19] e-book: Definition from Answers.com

There are some parts of the industry where there are particularly notable leading firms. In the general field of science- fiction and fantasy, Baen Books, an American publishing company established in 1983 by science fiction publishing industry long-timer Jim Baen (1943–2006) has a well-established position. It is a science fiction and fantasy publishing house that specializes in space opera/military science fiction and fantasy (though it does not restrict itself to these subgenres). It is notable for releasing books without DRM in a variety of formats, before hard-copy publication, and pre- releasing ebooks in parts before the hard-copy release. Many older titles are available for free, especially the first book in a series.[citation needed]

As of 2010, there is no industry-wide e-book bestseller list, but various e-book vendors compile bestseller lists, such as those by BooksOnBoard[32], Amazon Kindle Bestsellers[33] and Fictionwise[34]. There are two yearly awards for excellence in e-books -- the EPIC eBook Award[35] (formerly EPPIE) given by EPIC, and the Dream Realm Award[36] for science fiction, fantasy and horror e-books. Both awards have been given since 2000. Readers Main article: Comparison of e-book readers An e-book reader may be specifically designed for that purpose, or intended for other purposes as well. The term is restricted to hardware devices and used to describe a category type.

Specialized devices have the advantage of doing one thing well. Specifically, they tend to have the right screen size, battery lifespan, lighting and weight. A disadvantage of such devices is that they are often expensive when compared to multi-purpose devices such as laptops and PDAs.

In 2010, competition sent the price for the most popular electronic reading devices below USD 200.[37] See also Comparison of e-book formats Digital library Memory hole Comparison of e-book readers Electronic paper Networked book Accessible publishing Electronic publishing Online book Blook Flexible electronics Project Gutenberg Digital edition List of digital library projects Web fiction Notes 1. ^ Gardiner, Eileen and Ronald G. Musto. “The debuts-orizon-touchscreen-e-book-reader/ Electronic Book.” In Suarez, Michael Felix, and H. R. 17. ^ http://turbosquidmagazine.com Woudhuysen. The Oxford Companion to the Book. 18. ^ http://www.law.stanford.edu/library/blog/?tag=2- Oxford: Oxford University Press, 2010, p. 164. million-free-ebooks 2. ^ "e-book". Oxford Dictionaries. April 2010. Oxford 19. ^ Harris, Christopher. "The Truth About Ebooks." Dictionaries. April 2010. Oxford University Press. School Library Journal 55, no. 6 (2009): 18. Wilson http://oxforddictionaries.com/view/entry/m_en_us12 Select Plus. Online Database (accessed September 02, 2010). 20. ^ Giving It Away - Forbes.com 3. ^ Personal Dynamic Media – By Alan Kay and Adele 21. ^ Siegel, Lucy, "Should we switch to reading books Goldberg online?", The Observer Magazine, 30th August 2009. 4. ^ Doris Small. "E-books in libraries: some early 22. ^ Advantages and Disadvantages of Ebook experiences and reactions." Searcher 8.9 (2000): Publishing - freewritingadvice.com 63-5. http://www.highbeam.com/doc/1G1- 23. ^ Darnton, Robert. "The Library in the New Age." 66217098.html 55, no. 10 (2008). 5. ^ Genco, Barbara. ”It’s been Geometric! 24. ^ Abel, David. "Welcome to the library. Say Documenting the Growth and Acceptance of eBooks goodbye to the books. The Boston Globe, 4 Sept. in America’s Urban Public Libraries.” IFLA 2009. Conference, July 2009. 25. ^ Noorhidawat, A and Gibb, Forbes. "How Students http://www.ifla.org/files/hq/papers/ifla75/212- Use E-books-Reading or Referring?" Malaysian genco-en.pdf Journal of Library and Information Science 13, no. 2 6. ^ http://www.libraries.wright.edu/noshelfrequired/? (2009): 1-14 Wilson Select Plus. Online Database. p=1353 26. ^ For instance the screen resolution of Amazon 7. ^ "At the Tipping Point: Four voices probe the top Kindle is 167 ppi versus 600–2400 ppi for a typical ebook issues for librarians." Library Journal, August laser printer. 2010 27. ^ http://gizmodo.com/369235/amazon-kindle-and- http://www.answers.com/topic/ebook[05/11/2010 09:54:19] e-book: Definition from Answers.com

8. ^ sony-reader-locked-up-why-your-books-are-no- http://community.zdnet.co.uk/blog/0,1000000567,10 longer-yours 2000667842b,00.htm 28. ^ http://www.zdnet.com/blog/mobile- 9. ^ gadgeteer/how-to-loan-ebooks-on-the-nook-with- http://www.digitimes.com/news/a20100426VL204.ht lendme-service/2250 10. ^ http://www.apple.com/ipad/ 29. ^ Print Books Are Target of Pirates on the Web 11. ^ http://www.nytimes.com/2009/05/12/technology/inte http://www.apple.com/pr/library/2010/01/27ipad.htm fta=y 12. ^ "J.K. Rowling refuses e-books for Potter". USA 30. ^ Case where Amazon remotely deleted titles from Today. 2005-06-14. purchasers' devices a b 13. ^ "E-Books Top Hardcovers at Amazon". New 31. ^ The Book Standard is closed York Times. 2010-07-19. Retrieved 2010-07-19. 32. ^ BooksOnBoard Bestsellers 14. ^ Fowler, Geoffrey A. (2010-07-21). "Amazon Says 33. ^ Amazon Kindle Bestsellers E-Book Sales Outpace Hardcovers". Wall Street 34. ^ Fictionwise Bestseller eBooks Journal. Retrieved 2010-07-21. 35. ^ EPIC eBook Awards 15. ^ Lynn Neary, Don Gonyea (2010-07-27). "Conflict 36. ^ Dream Realm Awards Widens In E-Books Publishing". NPR. Retrieved 37. ^ Stone, Brad (2010-06-21). "Amazon and Barnes 2010-07-27. & Noble Cut E-Reader Prices". The New York Times. 16. ^ http://www.engadget.com/2010/01/08/bookeen- References Doctorow, Cory (February 12, 2004). Ebooks: Neither the Future of the Book in the Digital World, First E, Nor Books, O'Reilly Emerging Technologies Monday - Peer reviewed journal on the Internet Conference Pastore, Michael (January 28, 2008). 30 Benefits of James, Bradley (November 20, 2002). The Electronic Ebooks, Epublishers Weekly Book: Looking Beyond the Physical Codex, SciNet Flint, Eric (2000). "Building the Baen Free Library". Lynch, Clifford (May 28, 2001). The Battle to Define Retrieved 2007-07-19. External links Project Gutenberg The Online Books Page About the Google Book Settlement (GBS) and online books (rights) E-Books Spark Battle Inside Publishing Industry (Washington Post, 27 Dec 2009)

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Bibliografia [modifica]

Castelli, L. (2004). Psicologia sociale cognitiva. Un'introduzione. Laterza, Bari. Arcuri, L., Zogmaister, C (2007). Metodi di ricerca nella cognizione sociale. Il Mulino, Bologna

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Categoria: Psicologia sociale | [altre]

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heuristic, base rate fallacy and confirmation bias), attention (automaticity and priming) v • d • e and memory (schemas, primacy and recency). It is very likely that social psychology was always a lot more cognitive than mainstream psychology to begin with, as it traditionally discussed internal mental http://www.answers.com/topic/social-cognition[05/11/2010 09:56:15] Social cognition: Information from Answers.com

states such as beliefs and desires when mainstream psychology was dominated by behaviourism and rejected them as illusory.[7]

A notable theory of social cognition is social schema theory, although this is not the basis of all studies of social cognition (for example, see attribution theory).[7] It has been suggested that other disciplines in social psychology such as social identity theory and social representations may be seeking to explain largely the same phenomena as social cognition and that these different disciplines might be merged into a "coherent integrated whole".[8] A parallel paradigm has arisen in the study of action, termed motor cognition.[9] Motor cognition is concerned with understanding the representation of action and the associated process. Social schemas Social schema theory builds on and uses terminology from schema theory in cognitive psychology which describes how Mentioned in ideas, or "concepts" from the world around us are represented in the brain, and how they are categorized. According to Developing Minds: Behavioral Complications this view, when we see or think of a concept, a mental representation or schema is "activated", bringing to mind other (2002 Education Film) information which is linked to the original concept by association. This activation often happens unconsciously. As a Developing Minds: Feelings and Motivation result of activating such schemas, judgements are formed which go beyond the information actually available, since (2002 Education Film) many of the associations the schema evokes extend outside the given information. This may influence thinking and Institute of Social Research (ISR) (in social behavior regardless of whether these judgements are accurate or not. For example, if an individual is introduced marketing) as a teacher, a "teacher schema" may be activated and we might associate this person with wisdom or authority, or past experiences of teachers that we have remembered and are important to us. Lev Semyonovich Vygotsky (Russian psychologist) When a schema is more accessible this means it can more quickly be activated and used in a particular situation. Two » More cognitive processes that increase the accessibility of schemas are salience and priming. Salience is the degree to which a particular social object stands out relative to other social objects in a situation. The higher the salience of an object the more likely that schemas for that object will be made accessible. For example, if there is one female in a group of seven males, female gender schemas may be more accessible and influence the group's thinking and behavior toward the female group member.[7] Priming refers to any experience immediately prior to a situation that causes a schema to be more accessible. For example watching a scary movie at a theatre late at night might increase the accessibility of frightening schemas that affect a person's perception of shadows and background noises as potential threats. Priming happens because of the functions of the reticular cortex.[citation needed]

Social cognition researchers are also interested in how new information is integrated into pre-established schemas, especially when that information is contrary with those pre-established schemas. Pre-established schemas tend to guide attention to new information. People selectively attend to information that is consistent with the schema and ignore information that is inconsistent. This is referred to as a confirmation bias. Sometimes inconsistent information is sub- categorized and stored away as a special case, leaving the original schema intact without any alterations. This is referred to as subtyping. Social cognition researchers are also interested in studying the regulation of activated schemas. It is believed that the situational activation of schemas is automatic, meaning that it is outside the control of the individual. In many situations however, the schematic information that has been activated may be in conflict with the social norms of the situation, in which case an individual is motivated to inhibit the influence of the schematic information on their thinking and social behavior. Whether a person will successfully regulate the application of the activated schemas is dependent on individual differences in self-regulatory ability and the presence of situational impairments to executive control. High self-regulatory ability and the lack of situational impairments on executive functioning increase the likelihood that individuals will successfully inhibit the influence of automatically activated schemas on their thinking and social behavior. However, when people stop suppressing the influence of the unwanted thoughts, a rebound effect can occur where the thought becomes hyper-accessible. Social cognitive neuroscience Early interest in the relationship between brain function and social cognition includes the case of Phineas Gage, whose behavior was reported to have changed after an accident damaged one or both of his frontal lobes. More recent neuropsychological studies have shown that brain injuries disrupt social cognitive processes. For example, damage to the frontal lobes can affect emotional responses to social stimuli,[10][11][12] performance on social reasoning tasks[13] and performance on Theory of Mind tasks.[14][15] In the temporal lobe, damage to the fusiform gyrus can lead to the inability to recognize faces.

People with psychological disorders such as autism,[1] Williams syndrome, Antisocial Personality Disorder,[2] Fragile X [16] http://www.answers.com/topic/social-cognition[05/11/2010 09:56:15] Social cognition: Information from Answers.com and Turner's syndrome show differences in social behavior compared to their unaffected peers. However, whether social cognition is underpinned by domain specific neural mechanisms is still an open issue.[17]

There is now an expanding research field examining how such conditions may bias cognitive processes involved in social interaction, or conversely, how such biases may lead to the symptoms associated with the condition. The development of social cognitive processes in infants and children has also been researched extensively (see Developmental Psychology). For example, it has been suggested that some aspects of psychological processes that promote social behavior (such as face recognition) may be innate. Consistent with this, very young babies recognize and selectively respond to social stimuli such as the voice, face and scent of their mother.[18] See also Situated cognition Behavioral sink Distributed cognition Observational learning Cognitive dissonance Social cognitive theory, Social cognitive theory of Face perception morality Social psychology Social intelligence Online participation Social neuroscience Joint attention Biological motion Neurodevelopmental Framework References 1. ^ a b Striano; Reid, eds. Social Cognition: Development, Neuroscience and Autism. WileyBlackwell. ISBN 1405162171. 2. ^ a b Blair, J; Mitchel D; Blair K (2005). Psychopathy, emotion and the brain. Wiley-Blackwell. pp. 25–27. ISBN 0631233369. 3. ^ Cacioppo, J.T., Berntson, G.G., Sheridan, J.F., & McClintock, M.K. (2000). "Multilevel integrative analyses of human behavior: social neuroscience and the complementing nature of social and biological approaches." Psychological Bulletin, 126, 829-843. 4. ^ Cacioppo, J.T. (2002). Social neuroscience: understanding the pieces fosters understanding the whole and vice versa. American Psychologist, 57, 819-831. 5. ^ Adolphs, R (1999). "Social cognition and the human brain". Trends in Cognitive Sciences 3: 469–79. doi:10.1016/S1364-6613(99)01399-6. 6. ^ Shaffer, DR; Kipp K (2009). "Chapter 12: Theories of social and cognitive development". Developmental Psychology: Childhood and Adolescence. Wadsworth Publishing Company. ISBN 0495601713. 7. ^ a b c Fiske, ST; Taylor SE (1991). Social Cognition. McGraw-Hill, Inc.. ISBN 0071009108. 8. ^ Augustinos, M; Walker I and Donaghue N (2006). Social Cognition an Integrated Introduction. London: Sage Publications Ltd. ISBN 0-7619-4218-1. 9. ^ http://www.motorcognition.com 10. ^ Harmon-Jones, E; Winkielman P (2007). Social Neuroscience: Integrating Biological and Psychological Explanations of Social Behavior.. Guilford Press. ISBN 978-1-59385-404-1. 11. ^ Damasio, AR (1994). Descarte's Error: Emotion, reason and the human brain. New York: Picador. ISBN 0333656563. 12. ^ Hornak, J; Rolls ET, Wade D (1996). "Face and voice expression identification in patients with emotional and behavioral changes following ventral frontal lobe damage.". Neuropsychologia 34 (4): 247–61. doi:10.1016/0028-3932(95)00106-9. PMID 8657356. 13. ^ Cosmides, L; Toobey J (2000). "The cognitive neuroscience of social reasoning". in Gazzaniga, MS (ed.). The New Cognitive Neurosciences. pp. 1259–70. 14. ^ Stone, VE; Baron-Cohen S and Knight RT (1998). "Frontal lobe contributions to theory of mind". Journal of Cognitive Neuroscience 10 (5): 640–656. doi:10.1162/089892998562942. PMID 9802997. 15. ^ Brunet, E; Sarfati Y, Hardy-Bayle, MC, & Decety, J (2000). "A PET investigation of attribution of intentions to others with a non-verbal task.". NeuroImage 11 (2): 157–166. doi:10.1006/nimg.1999.0525. PMID 10679187. 16. ^ Mazzocco, MMM; et al. (1998). "Social Functioning Among Girls with Fragile X or Turner Syndrome and Their Sisters". Journal of Autism and Developmental Disorders 28 (6): 509–517. doi:10.1023/A:1026000111467. PMID 9932237. 17. ^ Stone, VE; Gerrans, P (2006). "What's domain-specific about theory of mind". Social Neuroscience 1 (3-4): http://www.answers.com/topic/social-cognition[05/11/2010 09:56:15] Social cognition: Information from Answers.com 309–319. 18. ^ Bremner, JG (1994). "Chapter 5 : Social Development". Infancy. pp. 182–183.. Further reading Fiske, S. T. (2004). Social beings: A core motives approach to social psychology. New York: Wiley. Fiske, S. T., & Taylor, S. E. (2008). Social Cognition: From Brains to Culture. New York: McGraw-Hill. Malle, B. (2004). How the mind explains behavior: Folk explanations, meaning, and social interaction. Cambridge, MA: MIT Press. Malle, B., & Hodges, S.D. (2005). Other Minds: How Humans Bridge the Divide Between Self and Others. New York: Guilford Press. Valsiner, J., ‘Social organization of cognitive development, Internalization and externalization of constraint systems,’ In Demetriou, et al., (1992, eds.), Neo-Piagetian Theories of Cognitive Development. New York, Routledge.

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Are ants social or non social? Read answer... What does it mean by social factor in social psychology? Read answer... What is the importance of social research in social work? Read answer... http://www.answers.com/topic/social-cognition[05/11/2010 09:56:15] Business plan - Wikipedia

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Wikimedia Italia ha realizzato una video guida all'utilizzo di Wikimedia Commons. Guardala anche tu . Business plan Pagina principale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Ultime modifiche Una voce a caso Questa voce o sezione sull'argomento economia è Vetrina ritenuta da controllare. Aiuto Motivo: incipit ed intere parti della voce da riscrivere, soprattutto dove si invita ad affidarsi ad un consulente Comunità Partecipa alla discussione e/o correggi la voce. Segui i suggerimenti del Portale Comunità progetto di riferimento. Bar Il Wikipediano Questa voce sugli argomenti finanza aziendale e Fai una donazione ragioneria è solo un abbozzo. Contatti Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Stampa/esporta Questa voce o sezione sull'argomento economia non Strumenti cita alcuna fonte o le fonti presenti sono insufficienti. Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili Altre lingue secondo le linee guida sull'uso delle fonti. Segui i suggerimenti del Afrikaans progetto di riferimento.

Български Un business plan o (piano di business, o progetto d'impresa) è una rappresentazione degli Català obiettivi e del modello di business di un'attività d'impresa. Viene utilizzato sia per la pianificazione e Česky gestione aziendale che per la comunicazione esterna, in particolare verso potenziali finanziatori o Deutsch investitori. Ελληνικά I business plan possono anche diventare rapidamente obsoleti, ma hanno un altissimo valore se fatti English e se usati correttamente. In pratica, ogni business plan è una sorta di vademecum dell'azienda o Español della business idea e deve essere verificato costantemente da ogni imprenditore, deve essere modificato perché è una previsione basata su dati statistici e questi dati sono talvolta difficili da Suomi reperire. Français Il business plan viene riconosciuto dalla maggior parte delle banche di investimento (non ci si עברית riferisce alle banche italiane che forniscono semplicemente danaro contro garanzie di pari valore) ed Bahasa Indonesia è uno strumento che addirittura viene venduto contro contanti, anche perché - se redatto da persone Íslenska competenti - contiene ricerche di mercato aggiornate. Per questo motivo i prezzi di un Business Plan Lietuvių completo sono piuttosto alti, dai 6.000 € in su. Latviešu Nederlands Indice [nascondi] Norsk (bokmål) 1 Contenuto Polski 2 Struttura Português 2.1 Prima parte: l'imprenditore e l'idea Русский 2.2 Parte seconda: cosa, dove, come, quando Shqip 2.2.1 Cosa Српски / Srpski 2.2.2 Dove Svenska 2.2.3 Come http://it.wikipedia.org/wiki/Business_plan[24/10/2010 10:16:27] Business plan - Wikipedia

Kiswahili 2.2.4 Quando Українська 2.3 Parte terza: le previsioni economico finanziarie 中 3 Collegamenti esterni

Contenuto [modifica]

Un business plan da presentare a una finanziaria deve contenere: Descrizione sommaria del progetto d'investimento ed illustrazione del tipo di impresa che si intende creare. Presentazione dell'imprenditore e del management (esperienze pregresse e ruoli nella nuova iniziativa). Indicazioni sul mercato, sulle caratteristiche della concorrenza e su fattori critici (punti di forza e punti di debolezza rispetto al mercato). Obiettivi di vendita ed organizzazione commerciale. Un piano di marketing, una matrice strategica di posizionamento, un'analisi su redemption della campagna pubblicitaria: anche il miglior prodotto del mondo potrebbe fallire se non se ne comunica l'esistenza. Descrizione della fattibilità tecnica del progetto relativamente al processo produttivo, alla necessità di investimenti in impianti, alla disponibilità di manodopera e di servizi quali trasporti, energie, telecomunicazioni, ecc… Piano di fattibilità economico - finanziaria quinquennale o triennale a seconda di quanto si vuole approfondire l'analisi; indicazione del fabbisogno finanziario complessivo (per investimenti tecnici, immateriali e per capitale circolante) e delle relative coperture. Informazioni sulla redditività attesa dell'investimento e sui fattori di rischio che possono influenzarla negativamente, partendo da ipotesi realistiche e prudenziali. Indicazione degli investitori coinvolti e la proposta di partecipazione richiesta alla Finanziaria. Sintetica valutazione dell'impatto ambientale del progetto. Piano temporale di sviluppo delle attività.

Struttura [modifica]

Un business plan si compone di almeno tre parti fondamentali: una prima parte introduttiva in cui si presenta l'idea imprenditoriale e l'imprenditore stesso con le sue principali qualità; una seconda parte tecnico/operativa in cui si deve fornire un quadro chiaro di cosa si vuole fare, come e dove si vuole farlo; una terza parte in cui verranno inserite le previsioni economico/finanziarie.

Prima parte: l'imprenditore e l'idea [modifica]

La descrizione del progetto imprenditoriale consiste innanzitutto in una presentazione dell'attività che si vuole avviare e della motivazione che spinge a farlo. Sarà utile far leva su tali elementi: Quali bisogni si vuole soddisfare Qual è il mercato in cui si vuole operare Quali sono le attitudini personali e le capacità professionali che spingono l'aspirante imprenditore ad entrare in quel determinato settore. Eventuali paternità intellettuali (ad esempio brevetti)

Parte seconda: cosa, dove, come, quando [modifica]

Cosa [modifica]

In questa sezione del piano d'impresa dovrà essere fornita una dettagliata descrizione di cosa si va ad offrire al mercato, cioè le caratteristiche del prodotto o del servizio che si vuole offrire e a quali clienti potenziali si rivolge. 1. Attivazione di un “Tavolo permanente” come “momento” di confronto nel http://it.wikipedia.org/wiki/Business_plan[24/10/2010 10:16:27] Business plan - Wikipedia

quale, e attraverso il quale, le Istituzioni Pubbliche, le Forze dell’Ordine, e gli imprenditori della sicurezza e prevenzione possano realmente perseguire l’obiettivo comune di “governare”, in mondo sano e sicuro un quartiere. Occorre condividere l’anamnesi dei problemi, la verifica degli effetti delle misure già adottate, la creazione di strategie condivise col fine precipuo di monitorare e correggere i risultati derivanti dall’attivazione del processo di Feed back di sistema oltre al dare attuazione alle nuove normative di riferimento del settore. 2. Servizio Prevenzione: Un'attività di controllo sociale con la finalità di comprendere, imparare ed attuare modalità passive ed attive di gestione relazionale di situazioni di crisi e difficoltà con attori specifici, gestire iniziative di riduzione del danno rivolto ad adolescenti e adulti, formare per la valutazione degli interventi in coordinazione con i servizi preposti; creare i presupposti per indirizzare una mediazione sociale, gestire azioni come mediatori sociali tra attori del conflitto ed incrementare i livelli di sicurezza. Specifichiamo che per “controllo sociale” si intende esclusivamente attività di prevenzione c.d. passiva, nel senso di attività di dissuasione mediante il monitoraggio ciclico della serenità e tranquillità del territorio, restando esclusa qualsiasi tipologia di intervento diretto, con l’unica eccezione del rispetto delle ipotesi previste dalla normativa applicabile, quali, a mero titolo di esempio, pericolo attuale di un grave danno alla persona con azione proporzionata al fatto (cfr. art.54 c.p.); difesa di un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre purché la difesa sia proporzionata all’offesa (cfr. art.52 c.p.). Le predette iniziative devono essere poste in essere per mezzo di Operatori definiti “Caregiver – Operatori di prevenzione comportamenti a rischio, controllo sociale e difesa civile – addetti al controllo”, formati attraverso piani di sviluppo del settore della security attraverso l'aggiornamento delle competenze degli addetti, approvati dalle Parti sociali e dalle Parti datoriali finanziati utilizzando le opportunità di finanziamento disponibili. 3. La produzione di un Rapporto Finale che, come un brainstorming, descriva non solo l'agito con il relativo impatto ma soprattutto gli aspetti caratterizzanti il modo di manifestarsi dei diversi fenomeni osservati con l'obiettivo di rendere l'intervento messo in atto in modo sperimentale una buona prassi da consolidare nel tempo.

Dove [modifica]

In questa fase inizia una vera e propria raccolta di informazioni sull'ambiente dove la nuova attività andrà ad operare. Si dovrà quindi fare particolare attenzione al macro-ambiente ed al micro- ambiente. Il macro-ambiente riguarda tutto quello che l'impresa non può controllare direttamente: la pubblica amministrazione il clima politico il clima sociale il clima economico il clima culturale Si pensi per esempio alle nuove mode, alle nuove leggi ecc. cioè elementi che indirettamente possono influenzare la vita di un'impresa. Il micro-ambiente rappresenta in sostanza il campo di battaglia sul quale si cimenterà la nuova impresa. Esso è composto da: clienti concorrenti fornitori intermediari commerciali

Come [modifica]

Si dovranno ora prendere decisioni relative all'identità dell'impresa, cioè alla quantità di merce che si vorrà produrre, alla struttura dell'impianto, al livello di redditività del capitale investito. Una volta definiti questi obbiettivi bisognerà indicare come si vorrà raggiungerli.

Quando [modifica] http://it.wikipedia.org/wiki/Business_plan[24/10/2010 10:16:27] Business plan - Wikipedia

Una pianificazione temporale del business plan consente di programmare quando immettere sul mercato i prodotti o i servizi (ad esempio non ha senso aprire un'attività turistica a stagione iniziata).

Parte terza: le previsioni economico finanziarie [modifica]

L'analisi del progetto dovrà essere ora completata con la valutazione degli aspetti finanziari e della fattibilità del business. Attraverso tale valutazione l'imprenditore deve: definire i capitali necessari per avviare l'impresa (piano degli investimenti), individuare le fonti di finanziamento (fonti di copertura), valutare i profitti dei primi anni di vita (conto economico previsionale), valutare la situazione patrimoniale dell'impresa nei suoi primi anni di vita (stato patrimoniale preventivo). Questa parte del business plan è la più importante per chi deve finanziare l'impresa. La previsione dei ricavi avviene tramite ricerche di mercato convalidate, e analizza il "Risk Margin" cioè una percentuale grazie alla quale ridurre i rischi futuri. Maggiori sono le incertezze del business (innovatività, leggi che potrebbero cambiare, ecc.) più è auspicabile aumentare il margine di rischio.

Collegamenti esterni [modifica]

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Ultima modifica per la pagina: 09:49, 10 ott 2010.

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Small Business Encyclopedia: Business Plan Top http://www.answers.com/topic/business-plan[05/11/2010 09:58:05] Business plan: Definition from Answers.com

Home > Library > Business & Finance > Small Business Encyclopedia

A company's business plan is one of its most important documents. It can be used by managers and executives for internal planning. It can be used as the basis for loan applications from banks and other lenders. It can be used to persuade investors that a company is a good investment. For start-up ventures, the process of preparing a business plan serves as a road map to the future by making entrepreneurs and business owners think through their strategies, evaluate their basic business concepts, recognize their business's limitations, and avoid a variety of mistakes.

Virtually every business needs a business plan. Lack of proper planning is one of the most often cited reasons for business failures. Business plans help companies identify their goals and objectives and provide them with tactics and strategies to reach those goals. They are not historical documents; rather, they embody a set of management decisions Mentioned in about necessary steps for the business to reach its objectives and perform in accordance with its capabilities. Golf Rounds Com Inc "By its very definition, a business plan is a plan for the business, clarifying why it exists, who it exists for, what Confidence Level (finance term) products and services it provides these client groups, how it intends to develop and deliver these products and services, and where it is headed," Rebecca Jones wrote in Information Outlook. "A business plan is a roadmap for the Cyclon Capital Corporation organization, showing the destination it seeks, the path it will follow to get there, and the supplies and wherewithal Blindspot Alert Inc required to complete the journey." » More

Situations That Require a Business Plan

Business plans have several major uses. These include internal planning and forecasting, obtaining funding for ongoing operations or expansion, planned divestiture and spin-offs, and restructuring or reorganizing. While business plans have elements common to all uses, most business plans are tailored according to their specific use and intended audience.

When used for internal planning, business plans can provide a blueprint for the operation of an entire company. A company's performance and progress can be measured against planned goals involving sales, expenditures, time frame, and strategic direction. Business plans also help an entrepreneur or business manager identify and focus on potential problem areas, both inside and outside the company. Once potentially troublesome areas have been identified, proposed solutions and contingency plans can be incorporated into the business plan.

Business plans also cover such areas as marketing opportunities and future financing requirements that require management attention. In some instances—such as scenarios in which an entrepreneur decides to turn a favorite hobby into a home-based business enterprise—the business plan can be a simple document of one or two pages. A business proposal of significant complexity and financial importance, however, should include a far more comprehensive plan. A tool and die manufacturer looking for investors to expand production capacity, for example, will in all likelihood need to compose a business plan of greater depth and detail than will a computer enthusiast who decides to launch a desktop publishing business out of his/her home.

Ideally, everyone in the company will use the information contained in the company's business plan, whether to set performance targets, guide decision-making with regard to ongoing operations, or assess personnel performance in terms of the their ability to meet objectives set forth in the business plan. In addition, workers who are informed about the business plan can evaluate and adjust their own performance in terms of company objectives and expectations.

Business plans can also be used in the restructuring or reorganization of a business. In such cases, business plans describe actions that need to be taken in order to restore profitability or reach other goals. Necessary operational changes are identified in the plan, along with corresponding reductions in expenses. Desired performance and operational objectives are delineated, often with corresponding changes in production equipment, work force, and certain products and/or services.

Banks and other lenders use business plans to evaluate a company's ability to handle more debt and, in some cases, equity financing. The business plan documents the company's cash flow requirements and provides a detailed description of its assets, capitalization, and projected financial performance. It provides potential lenders and investors with verifiable facts about a company's performance so that risks can be accurately identified and evaluated.

Finally, the business plan is the primary source of information for potential purchasers of a company or one of its divisions or product lines. As with outside lenders and investors, business plans prepared for potential buyers provide them with verifiable facts and projections about the company's performance. The business plan must communicate the basic business premise or concept of the company, present its strengths as well as weaknesses, and provide indications of the company's long-term viability. When a company is attempting to sell off a division or product line, the business http://www.answers.com/topic/business-plan[05/11/2010 09:58:05] Business plan: Definition from Answers.com plan defines the new business entity.

Preparing the Business Plan

The process of preparing and developing a business plan is an interactive one that involves every functional area of a company. Successful business plans are usually the result of team effort, in which all employees provide input based on their special areas of expertise and technical skill. Business owners and managers provide overall support for the planning process as well as general guidelines and feedback on the plan as it is being developed.

Some companies make the planning process an ongoing one. In other cases, such as for a business acquisition, it may be necessary to prepare a business plan on short notice. The process can be expedited by determining what information is needed from each area of a company. Participants can then meet to complete only those plan components that are needed immediately. During the planning process, it is usually desirable to encourage teamwork, especially across functional lines. When people work together to collect and analyze data, they are far more likely to be able to arrive at objectives that are consistent with one another.

A few basic steps can be identified in the planning process. The first step is to organize the process by identifying who will be involved, determining the basic scope of the plan, and establishing a time frame within which the plan is to be completed. Company leaders not only communicate their support for the planning process, they also define the responsibilities of each party involved. Work plans that supplement the general timetable are helpful in meeting deadlines associated with the planning process.

Once the planning process has been fully organized, participants can begin the process of assessment. Internal evaluations include identification of strengths and weaknesses of all areas of the business. In addition, it is generally useful to assess and evaluate such external factors as the general economy, competition, relevant technologies, trends, and other circumstances outside the control of the company that can affect its performance or fundamental health.

Setting goals and defining strategies are the next key steps in the planning process. Using the assessment and evaluation of internal and external factors, fundamental goals for the business are developed. Pertinent areas to be studied include the company's competitive philosophy, its market focus, and its customer service philosophy. Specific performance and operational strategies are then established, based on these goals.

After strategies and goals have been defined, they are translated into specific plans and programs. These plans and programs determine how a company's resources will be managed in order to implement its strategies and achieve its goals. Specific areas that require their own plans and programs include the overall organization of the company, sales and marketing, products and production, and finance. Finally, these specific plans are assembled into the completed business plan.

Elements of a Business Plan

Business plans must include authoritative, factual data, usually obtained from a wide range of sources. The plans must be written in a consistent and realistic manner. Contradictions or inconsistencies within a business plan create doubts in the minds of its readers. Problems and risks associated with the business should be described rather than avoided, then used as the basis for presenting thoughtful solutions and contingency plans. Business plans can be tailored to the needs and interests of specific audiences by emphasizing or presenting differently certain categories of information in different versions of the plan.

Business plans contain a number of specific elements as well as certain general characteristics. These include a general description of the company and its products or services, an executive summary, management and organizational charts, sales and marketing plans, financial plans, and production plans. They describe the general direction of a company in terms of its underlying philosophy, goals, and objectives. Business plans explain specific steps and actions that will be taken as well as their rationale. That is, they not only tell how a company will achieve its strategic objectives, they also tell why specific decisions have been made. Anticipated problems and the company's response to them are usually included. In effect, business plans are a set of management decisions about how the company will proceed along a specified course of action, with justifications for those decisions. Listed below are brief descriptions of the major elements found in business plans.

EXECUTIVE SUMMARY. This is usually a two-to five-page summary of the entire business plan. It is an important part of the plan, in that it is designed to capture the reader's attention and create an interest in the company. It usually includes the company's mission statement and summarizes its competitive advantages, sales and profit projections, financial requirements, plans to repay lenders or investors, and the amount of financing requested. http://www.answers.com/topic/business-plan[05/11/2010 09:58:05] Business plan: Definition from Answers.com

DESCRIPTION OF BUSINESS. The business description includes not only a profile of the company, but also a picture of the industry in which the company operates. Every business operates within a specific context that affects its growth potential. The description of a company's operating environment may cover new products and developments in the industry, trends and outlook for the industry, and overall economic trends.

The intent of the company profile, meanwhile, is to provide readers with a description of unique features that give the company an edge in the environment in which it competes. A brief company history reveals how specific products and services were developed, while descriptions of pertinent contracts and agreements should also be mentioned (information on contracts and legal agreements may also be included in an appendix to the business plan). Other topics covered include operational procedures and research and development.

DESCRIPTION OF PRODUCTS AND/OR SERVICES. The goal of this section is to differentiate a company's products or services from those of the competition. It describes specific customer needs that are uniquely met by the firm's products or services. Product features are translated into customer benefits. Product life cycles and their effects on sales and marketing can be described. The company's plans for a new generation of products or services may also be included in this section.

DESCRIPTION OF MANAGEMENT AND ORGANIZATIONAL STRUCTURE. The quality of a company's management team can be the most important aspect of a business plan. This section presents the strengths of the company's management team by highlighting relevant experience, achievements, and past performance. Key areas include management's ability to provide planning, organizational skills, and leadership. This section also contains information about the company's ownership and work force. It may present an existing or planned organizational structure that will accomplish the goals set forth in the business plan. Specific management and control systems are often described as well.

MARKET ANALYSIS. A thorough market analysis serves as the basis for a company's sales and marketing plans. The analysis generally covers the company's competition, customers, products, and market acceptance. The competitive analysis details the competition's strengths and weaknesses, providing a basis for discovering market opportunities. A customer analysis provides a picture of who buys and uses the company's products or services. This section of the business plan highlights how the company's products or services satisfy previously unfulfilled market needs. It also includes evidence of market acceptance of the company's unique products or services.

SALES AND MARKETING PLAN. The marketing plan delineates the methods and activities that will be employed to reach the company's revenue goals. This section describes the company's customer base, products or services, and marketing and sales programs. The latter is supported by conclusions drawn from the market analysis. Different revenue outcomes may be presented to allow for contingency planning in the areas of finance and production.

PRODUCTION PLAN. A production plan is usually included if the business is involved in manufacturing a product. Based on the sales and marketing plan, the production plan covers production options that are available to produce a desired mix of products. The production plan contains information that allows for budgeting for such costs as labor and materials. In non-manufacturing companies, this section would cover new service development.

FINANCIAL PLAN. This section covers the financing and cash flow requirements implicit in other areas of the business plan. It contains projections of income, expenses, and cash flow, as well as descriptions of budgeting and financial controls. Financial projections must be supported by verifiable facts, such as sales figures or market research. Monthly figures are generally given for the first two years, followed by annual figures for the next three to eight years. If the business plan is written for investors or lenders, the amount of financing required may be included here or in a separate section.

IMPLEMENTATION SCHEDULE. This section provides key dates pertaining to finance, marketing, and production. It indicates when specific financing is needed, when specific aspects of a particular marketing campaign will take place, and delivery dates based on production schedules.

CONTINGENCYPLANS. This section defines problems and challenges that the company may face and outlines contingency plans for overcoming obstacles that might arise. Specific topics that may be explored are competitive responses, areas of weakness or vulnerability, legal constraints, staffing, and continuity of leadership.

OTHER DETAILS. Most business plans include a table of contents and a cover sheet containing basic information about the company. An appendix may include a variety of documentation that supports different sections of the business plan. Among the items that may be found in an appendix are footnotes from the main plan, biographies, graphs and charts, copies of contracts and agreements, and references. http://www.answers.com/topic/business-plan[05/11/2010 09:58:05] Business plan: Definition from Answers.com

Tailoring the Business Plan to Specific Audiences

Business plans are organized to address major concerns and interests of their intended audience. They are commonly tailored to a specific audience by emphasizing aspects that directly relate to the interests of the reader. For example, a business plan written to obtain a loan for ongoing operations would address the major concerns of potential lenders.

BANKS, INVESTORS, AND OTHER SOURCES OF FUNDING. Business plans are frequently written to obtain additional funding. Start-up capital may be needed for a new venture, or the company may require additional working capital for ongoing operations. New capital may be needed to acquire assets for expansion, or equity financing may be needed to support a company's long-range growth.

Potential lenders of debt or equity financing are usually concerned with minimizing their risks and maximizing the return on their investment. It is important, then, when composing a business plan to this audience, to make a strong financial presentation and provide adequate documentation of projected revenue and costs. Areas to be stressed in the business plan include the predictability of the company's cash flow, how well cash flow will cover debt servicing, the reasons additional funding is needed, strengths of the company's financial management, assets used to collateralize debt, and the capital and ownership structure of the company. In addition, business plans written to obtain funding for expansion provide details on the overall scope of the market and profit potential. Such plans typically enumerate the return on investment for equity investors.

POTENTIAL BUYERS. Potential buyers are generally interested in such factors as the basic business concept underlying the company, its long-term viability, and its strategic position within its industry. They also look for strengths and weaknesses in the company's basic functional components and its management team. Business plans written for this audience stress the company's strengths and include contingency plans designed to overcome weaknesses, challenges, and other possible developments.

Other factors that might be emphasized in a business plan written for potential buyers are the company's ability to improve profitability and market share, the company's competitive edge, the company's potential to take advantage of opportunities in related industries, managerial and technical skills within the company, and the company's financial capacity.

PARTIES INTERESTED IN REORGANIZATION OR RESTRUCTURING. Business plans written for a company reorganization may be tailored for a variety of readers, including internal management, outside creditors, or new owners. Such a plan sets forth the necessary action designed to reorganize or restructure the company to achieve greater profitability or production capacity. The business plan identifies operational changes that need to be made in different functional areas of the company. It also establishes performance and operational measures against which the functional areas of the company are evaluated.

The audience for this type of business plan is interested in such factors as the timing and sequence of specific changes, and the operational and financial impact of restructuring efforts. The business plan provides details on the new functional organization, as well as key personnel and their responsibilities. Transitional plans are typically furnished, and operating and financial goals are defined.

INTERNAL USERS. Business plans written primarily for use within the company generally stress the benefits that will result from implementation of the plan. These may include improved and more consistent performance, improved coordination and consistency among various segments of the company, greater ability to measure performance, empowerment of the work force, and a better motivated and educated work force. The plan provides a comprehensive framework and direction for ongoing operations.

Business plans written for internal use typically identify the company's strengths and weaknesses, potential problems, and emerging issues. They set forth performance standards on which expectations will be based, and clearly delineate goals and objectives to allow for coordination and better communication between all company areas.

Business Plans As Planning Documents

Business plans are not historical documents about a company's past performance. Rather, they are planning documents that provide information to decision-makers who can help the company achieve its goals and objectives. These decision-makers may be the company's own managers and executives, or they may be sources of capital or potential buyers. Regardless of the intended audience, all business plans address the fundamental strategic issues facing a business. They provide verifiable data and projections covering marketing and sales; production, service, and quality; http://www.answers.com/topic/business-plan[05/11/2010 09:58:05] Business plan: Definition from Answers.com product development; organization and management structure; and financial requirements.

Further Reading:

Bangs, David H. The Business Planning Guide: Creating a Plan for Success in Your Own Business. Upstart, 1998.

Belkin, Lisa. "The Art of Making a Plan and Making It Happen." New York Times. December 18, 2000.

Covello, Joseph A., and Brian J. Hazelgren. The Complete Book of Business Plans. Sourcebooks Trade, 1994.

"How to Write a Great Business Plan." Harvard Business Review. July-August 1997.

Jones, Rebecca. "Business Plans: Roadmaps for Growth and Success." Information Outlook. December 2000.

Kravitt, Gregory I. Creating a Winning Business Plan. Probus, 1993.

Massarella, Gregory J. et al. How to Prepare a Results-Driven Business Plan. Amacom, 1993.

Pinson, Linda. Anatomy of a Business Plan. 2d ed. Enterprise Dearborn, 1993.

"Your Business Plan." Phoenix Business Journal. September 29, 2000.

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A business plan is a formal statement of a set of business goals, the reasons why Corporate finance they are believed attainable, and the plan for reaching those goals. It may also contain background information about the organization or team attempting to reach those goals. Business plans may also target changes in perception and branding by the customer, client, tax-payer, or larger community. When managing a business, a business plan, or B-Plan, is often confused with the term Marketing Plan. When the existing business is to assume a major change or when planning a new venture - a 3 to 5 year business plan is essential. Working capital Cash conversion cycle Contents [hide] Return on capital 1 Audience Economic value added 2 Content Just in time 3 Presentation formats Economic order quantity 4 Revisiting the business plan Discounts and allowances 4.1 Cost overruns and revenue shortfalls Factoring (finance) 5 Legal and liability issues 5.1 Disclosure requirements Capital budgeting 5.2 Limitations on content and audience Capital investment decisions 6 Open business plans The investment decision 7 Uses The financing decision 7.1 Venture capital 7.2 Public offerings Sections 7.3 Within corporations Managerial finance http://www.answers.com/topic/business-plan[05/11/2010 09:58:05] Business plan: Definition from Answers.com 7.3.1 Fundraising Financial accounting 7.3.2 Total quality management Management accounting 7.3.3 Management by objective Mergers and acquisitions 7.3.4 Strategic planning Balance sheet analysis 7.4 Education Business plan 7.4.1 K-12 Corporate action 8 Not for profit businesses Finance series 9 Satires 10 See also Financial market 11 References Financial market participants Corporate finance Audience Personal finance Business plans may be internally or externally focused. Externally focused plans Public finance target goals that are important to external stakeholders, particularly financial Banks and Banking stakeholders. They typically have detailed information about the organization or Financial regulation team attempting to reach the goals. With for-profit entities, external stakeholders [1] include investors and customers. External stake-holders of non-profits include This box: view • talk • edit donors and the clients of the non-profit's services.[2] For government agencies, external stakeholders include tax-payers, higher-level government agencies, and international lending bodies such as the IMF, the World Bank, various economic agencies of the UN, and development banks.

Internally focused business plans target intermediate goals required to reach the external goals. They may cover the development of a new product, a new service, a new IT system, a restructuring of finance, the refurbishing of a factory or a restructuring of the organization. An internal business plan is often developed in conjunction with a balanced scorecard or a list of critical success factors. This allows success of the plan to be measured using non-financial measures. Business plans that identify and target internal goals, but provide only general guidance on how they will be met are called strategic plans.

Operational plans describe the goals of an internal organization, working group or department.[3] Project plans, sometimes known as project frameworks, describe the goals of a particular project. They may also address the project's place within the organization's larger strategic goals.[4][5] Content For more details on this topic, see Content of a business plan. Business plans are decision-making tools. There is no fixed content for a business plan. Rather the content and format of the business plan is determined by the goals and audience. A business plan represents all aspects of business planning process; declaring vision and strategy alongside sub-plans to cover marketing, finance, operations, human resources as well as a legal plan, when required. A business plan is a bind summary of those disciplinary plans. For example, a business plan for a non-profit might discuss the fit between the business plan and the organization’s mission. Banks are quite concerned about defaults, so a business plan for a bank loan will build a convincing case for the organization’s ability to repay the loan. Venture capitalists are primarily concerned about initial investment, feasibility, and exit valuation. A business plan for a project requiring equity financing will need to explain why current resources, upcoming growth opportunities, and sustainable competitive advantage will lead to a high exit valuation.

Preparing a business plan draws on a wide range of knowledge from many different business disciplines: finance, human resource management, intellectual property management, supply chain management, operations management, and marketing, among others.[6] It can be helpful to view the business plan as a collection of sub-plans, one for each of the main business disciplines.[7]

"... a good business plan can help to make a good business credible, understandable, and attractive to someone who is unfamiliar with the business. Writing a good business plan can’t guarantee success, but it can go a long way toward reducing the odds of failure." [7] Presentation formats The format of a business plan depends on its presentation context. It is not uncommon for businesses, especially start- ups to have three or four formats for the same business plan: http://www.answers.com/topic/business-plan[05/11/2010 09:58:05] Business plan: Definition from Answers.com

an "elevator pitch" - a three minute summary of the business plan's executive summary. This is often used as a teaser to awaken the interest of potential funders, customers, or strategic partners. an oral presentation - a hopefully entertaining slide show and oral narrative that is meant to trigger discussion and interest potential investors in reading the written presentation. The content of the presentation is usually limited to the executive summary and a few key graphs showing financial trends and key decision making benchmarks. If a new product is being proposed and time permits, a demonstration of the product may also be included. a written presentation for external stakeholders - a detailed, well written, and pleasingly formatted plan targeted at external stakeholders. an internal operational plan - a detailed plan describing planning details that are needed by management but may not be of interest to external stakeholders. Such plans have a somewhat higher degree of candor and informality than the version targeted at external stakeholders. Typical structure for a business plan for a start up venture[8] cover page and table of contents executive summary business description business environment analysis industry background competitor analysis market analysis marketing plan operations plan management summary financial plan attachments and milestones Revisiting the business plan

Cost overruns and revenue shortfalls

Cost and revenue estimates are central to any business plan for deciding the viability of the planned venture. But costs are often underestimated and revenues overestimated resulting in later cost overruns, revenue shortfalls, and possibly non-viability. During the dot-com bubble 1997-2001 this was a problem for many technology start-ups. However, the problem is not limited to technology or the private sector; public works projects also routinely suffer from cost overruns and/or revenue shortfalls. The main causes of cost overruns and revenue shortfalls are optimism bias and strategic misrepresentation.[9][10] Reference class forecasting has been developed to reduce the risks of cost overruns and revenue shortfalls and thus generate more accurate business plans. Legal and liability issues

Disclosure requirements

An externally targeted business plan should list all legal concerns and financial liabilities that might negatively affect investors. Depending on the amount of funds being raised and the audience to whom the plan is presented, failure to do this may have severe legal consequences.

Limitations on content and audience

Non disclosure agreements (NDAs) with third parties, non-compete agreements, conflicts of interest, privacy concerns, and the protection of one's trade secrets may severely limit the audience to which one might show the business plan. Alternatively, they may require each party receiving the business plan to sign a contract accepting special clauses and conditions.

This situation is complicated by the fact that many venture capitalists will refuse to sign an NDA before looking at a business plan, lest it put them in the untenable position of looking at two independently developed look-alike business plans, both claiming originality. In such situations one may need to develop two versions of the business plan: a stripped down plan that can be used to develop a relationship and a detail plan that is only shown when investors have sufficient interest and trust to sign an NDA. http://www.answers.com/topic/business-plan[05/11/2010 09:58:05] Business plan: Definition from Answers.com

Open business plans Traditionally business plans have been highly confidential and quite limited in audience. The business plan itself is generally regarded as secret. However the emergence of free software and open source has opened the model and made the notion of an open business plan possible. An open business plan is a business plan with unlimited audience. The business plan is typically web published and made available to all.

In the free software and open source business model, trade secrets, copyright and patents can no longer be used as effective locking mechanisms to provide sustainable advantages to a particular business and therefore a secret business plan is less relevant in those models.

While the origin of the open business plan model is in the free software and Libre services arena, the concept is likely applicable to other domains. Uses

Venture capital

Business plan contests - provides a way for venture capitals to find promising projects. Venture capital assessment of business plans - focus on qualitative factors such as team.

Public offerings

In a public offering, potential investors can evaluate perspectives of issuing company

Within corporations

Fundraising

Fundraising is the primary purpose for many business plans, since they are related to the inherent probable success/failure of the company risk.

Total quality management

For more details on this topic, see Total quality management. Total quality management (TQM) is a business management strategy aimed at embedding awareness of quality in all organizational processes. TQM has been widely used in manufacturing, education, call centers, government, and service industries, as well as NASA space and science programs.

Management by objective

For more details on this topic, see Management by objectives. Management by objectives (MBO) is a process of agreeing upon objectives within an organization so that management and employees agree to the objectives and understand what they are in the organization.

Strategic planning

For more details on this topic, see strategic planning. Strategic planning is an organization's process of defining its strategy, or direction, and making decisions on allocating its resources to pursue this strategy, including its capital and people. Various business analysis techniques can be used in strategic planning, including SWOT analysis (Strengths, Weaknesses, Opportunities, and Threats ) and PEST analysis (Political, Economic, Social, and Technological analysis) or STEER analysis involving Socio-cultural, Technological, Economic, Ecological, and Regulatory factors and EPISTELS (Environment, Political, Informative, Social, Technological, Economic, Legal and Spiritual)

Education http://www.answers.com/topic/business-plan[05/11/2010 09:58:05] Business plan: Definition from Answers.com K-12

Business plans are used in some primary and secondary programs to teach economic principles.[11] Wikiversity has a Lunar Boom Town project where students of all ages can collaborate with designing and revising business models and practice evaluating them to learn practical business planning techniques and methodology. Not for profit businesses The business goals may be defined for for-profit or for non-profit organizations. For-profit business plans typically focus on financial goals, such as profit or creation of wealth. Non-profit, as well as government agency business plans tend to focus on the "organizational mission" which is the basis for their governmental status or their non-profit, tax-exempt status, respectively—although non-profits may also focus on optimizing revenue.

The primary difference between Profit and Non-Profit organizations is that "For Profit" organizations look to maximize wealth versus Non-Profit Organizations, which look to provide a greater good to society. In non-profit organizations, creative tensions may develop in the effort to balance mission with "margin" (or revenue). Satires The business plan is the subject of many satires. Satires are used both to express cynicism about business plans and as an educational tool to improve the quality of business plans. For example,

Five Criteria for a successful business plan in biotech uses Dilbert comic strips to remind people of what not to do when researching and writing a business plan for a biotech start-up. Scott Adams, the author of Dilbert, is an MBA graduate (U.C. Berkeley) who sees humor as a critical tool that can improve the behavior of businesses and their managers.[12] He has written numerous critiques of business practices, including business planning. The website Dilbert.com - Games has a mission statement generator that satirizes the wording often found in mission statements. His book The Dilbert Principle – A Cubicle’s Eye View of Bosses, Meetings, Management Fads & Other Workplace Afflictions discusses the foibles of management and their plans as depicted in the Dilbert comic strips by Scott Adams.

In the article "South Park's" Investing Lesson, The Motley Fool columnist "Fool on the Hill" uses the Underpants Gnomes to illustrate the fallacy of focusing on goals without a clear implementation strategy. The Underpants Gnomes episode satirizes the business plans of the Dot-com era. See also Business Case Corporate Finance Cost overrun Cost-benefit analysis Marketing plan Optimism bias Parkinson's Law of Triviality Reference class forecasting Revenue shortfall Strategic plan Business Motivation Model References 1. ^ Small Business Notes business plan outline for (1993), 'The Ernst & Young Business Plan small business start-up Guide' (New York: John Wiley and Sons) ISBN 2. ^ Center for Non-profit Excellence non-profit 0471578266 business plan[dead link] 8. ^ Harvard Business School Press-Pocket Mentor, " 3. ^ State of Louisiana, USA government agency Creating a Business Plan" operational plan 9. ^ Bent Flyvbjerg, Mette K. Skamris Holm, and Søren 4. ^ Visitask project framework L. Buhl (2002),"Underestimating Costs in Public 5. ^ Tasmanian government project management Works Projects: Error or Lie?" Journal of the knowledge base government project plan American Planning Association, vol. 68, no. 3, 279- 6. ^ Boston College, Carroll School of Management, 295. Business Plan Project The business school advises 10. ^ Bent Flyvbjerg, Mette K. Skamris Holm, and Søren http://www.answers.com/topic/business-plan[05/11/2010 09:58:05] Business plan: Definition from Answers.com

students that "To create a robust business plan, L. Buhl (2005), "How (In)accurate Are Demand teams must take a comprehensive view of the Forecasts in Public Works Projects?" Journal of the enterprise and incorporate management-practice American Planning Associationsidoo kale ayaa knowledge from every first-semester course." It is waxaa, vol. 71, no. 2, 131-146. increasingly common for business schools to use 11. ^ Pennsylvania Business Plan Competition - business plan projects to provide an opportunity for competition intended to teach economic principles to students to integrate knowledge learned through K-12 students their courses. 12. ^ Tricia Bisoux, "Funny Business", BizEd, 7. ^ a b Eric S. Siegel, Brian R. Ford, Jay M. Bornstein November/December, 2002

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Wikimedia Italia ha realizzato una video guida all'utilizzo di Wikimedia Commons. Guardala anche tu . Identità societaria Pagina principale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Ultime modifiche (Reindirizzamento da Corporate identity) Una voce a caso Questa voce sull'argomento marketing è solo un Vetrina abbozzo. Aiuto Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Comunità L'espressione inglese corporate identity ("identità societaria") si riferisce all'immagine che un'azienda Portale Comunità ha, o cerca di procurarsi, presso il pubblico (più raramente si utilizza questa espressione per riferirsi Bar all'immagine dell'azienda presso i propri dipendenti) in modo da distinguersi dai concorrenti. Il Wikipediano Fai una donazione Essa rappresenta la forma più profonda e spirituale del brand. In essa si identifica il "core" Contatti dell'azienda, ossia il nucleo (core identity), il quale generato dai valori dei suoi fondatori, da origine alla visione e alla mission aziendale. Stampa/esporta Il corporate identity è costituito da due aree ben definite: Strumenti il core, il quale è fisso e immutevole, universalmente accettato all'interno dell'azienda e che di

Altre lingue fatto genera il suo scopo (core business) l'extended core, direttamente dipendente dal core, ma in relazione con il mondo di riferimento, con il quale si confronta e relaziona, mutando con esso, pur rimanendo fedele al suo core. Български Česky Voci correlate [modifica] Deutsch English Immagine di prodotto Español Pubblicità Français Campagna pubblicitaria Hrvatski Logo 日本語 Lietuvių Collegamenti esterni [modifica] Nederlands Polski Corporate Identity Portal Português Corporate Identity Documentation (English) Русский A Website about Corporate Identity (English) Svenska Portale Economia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di economia

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In marketing, a corporate identity Marketing is the "persona" of a Key concepts corporation which is designed to accord Product • Pricing with and facilitate Distribution • Service • Retail the attainment of Brand management business objectives. Account-based marketing It is usually visibly Marketing ethics Mentioned in manifested by way of Marketing effectiveness branding and the use Market research Walter Landor [1] of trademarks. Market segmentation Logotype Corporate identity Marketing strategy Container Corporation of America comes into being Marketing management F. H. K. Henrion when there is a Market dominance » More common ownership of an organizational Promotional content philosophy that is Advertising • Branding • Underwriting manifest in a distinct Direct marketing • Personal Sales corporate culture — Product placement • Publicity the corporate Sales promotion • Sex in advertising personality. At its most profound, the Promotional media public feel that they Printing • Publication • Broadcasting have ownership of Out-of-home • Internet marketing the philosophy.[2] Point of sale • Promotional items Often referred to as organizational Digital marketing • In-game identity, corporate In-store demonstration • Brand Ambassador identity helps Word of mouth • Drip Marketing

organizations to This box: view • talk • edit answer questions like Three famous logos: an abstract mark “who are we?” and (Chase Bank by Chermayeff & Geismar), “where are we going?” Corporate identity also allows consumers to denote a logotype (IBM by Paul Rand), and a their sense of belonging with particular human aggregates or groups.[3] pictorial mark (Girl Scouts of the USA by In general, this amounts to a corporate title, logo (logotype and/or Saul Bass). logogram), and supporting devices commonly assembled within a set of guidelines. These guidelines govern how the identity is applied and confirm approved colour palettes, typefaces, page layouts and other such methods of maintaining visual continuity and brand recognition across all physical manifestations of the brand. These guidelines are usually formulated into a package of tools called corporate identity manuals.

Many companies, such as McDonald's and Electronic Arts, have their own identity that runs through all of their products and merchandise. The trademark "M" logo and the yellow and red appears consistently throughout the McDonald's packaging and advertisements. Many companies pay large amounts of money for the research, design and execution involved in creating an identity that is extremely distinguishable and appealing to the company's target audience.

Contents [hide] 1 Concept 2 Organizational point of view 3 Visual identity 4 Visual identity history 5 Visual identity designers http://www.answers.com/topic/corporate-identity[05/11/2010 09:59:25] Corporate identity: Definition from Answers.com 6 Media and Corporate identity 7 Brand USA 8 See also 9 References 10 Further reading Concept Corporate identity is often viewed as being composed of three parts:

Corporate design (logos, uniforms, corporate colours etc.) Corporate communication (advertising, public relations, information, etc.) Corporate behavior (internal values, norms, etc.) Corporate identity has become a universal technique for promoting companies and improving corporate culture. Most notable is the COCOMAS committee (ココマス 員会) and company PAOS, both founded by Motoo Nakanishi (中西元男) in Tokyo, Japan in 1968. Nakanishi fused design, management consulting and corporate culture to revolutionize corporate identity in Japan. In the United States, graphic design firms such as Chermayeff & Geismar pioneered the application of modernist principles to corporate identity design. Organizational point of view In a recent monograph on Chinese corporate identity (Routledge, 2006), Peter Peverelli, proposes a new definition of corporate identity, based on the general organization theory proposed in his earlier work, in particular Peverelli (2000). This definition regards identity as a result of social interaction:

Corporate identity is the way corporate actors (actors who perceive themselves as acting on behalf of the company) make sense of their company in ongoing social interaction with other actors in a specific context. It includes shared perceptions of reality, ways-to-do-things, etc., and interlocked behaviour. In this process the corporate actors are of equal importance as those others; corporate identity pertains to the company (the group of corporate actors) as well as to the relevant others; Corporate actors construct different identities in different contexts. Visual identity Corporate visual identity plays a significant role in the way an organization presents itself to both internal and external stakeholders. In general terms, a corporate visual identity expresses the values and ambitions of an organization, its business, and its characteristics. Four functions of corporate visual identity can be distinguished. Three of these are aimed at external stakeholders. 1. First, a corporate visual identity provides an organisation with visibility and "recognizability".[4] For virtually all profit and non- profit organisations, it is of vital importance that people know that the organization exists and remember its name and core business at the right time. 2. Second, a corporate visual identity symbolizes an organization for external stakeholders, and, hence, contributes to its image and reputation (Schultz, Hatch and Larsen, 2000). Van den Bosch, De Jong and Elving (2005) explored possible relationships between corporate visual identity and reputation, and concluded that corporate visual identity plays a supportive role in corporate reputations. 3. Third, a corporate visual identity expresses the structure of an organization to its external stakeholders, visualising its coherence as well as the relationships between divisions or units. Olins (1989) is The visual brand identity manual for well-known for his "corporate identity structure", which consists of Mobil Oil (developed by Chermayeff & three concepts: monolithic brands for companies which have a single Geismar), one of the first visual brand, a branded identity in which different brands are developed for identities to integrate logotype, icon, parts of the organization or for different product lines, and an alphabet, color palette, and station http://www.answers.com/topic/corporate-identity[05/11/2010 09:59:25] Corporate identity: Definition from Answers.com endorsed identity with different brands which are (visually) architecture to create a comprehensive connected to each other. Although these concepts introduced by consumer brand experience. Olins are often presented as the corporate identity structure, they merely provide an indication of the visual presentation of (parts of) the organization. It is therefore better to describe it as a "corporate visual identity structure". 4. A fourth, internal function of corporate visual identity relates to employees' identification with the organization as a whole and/or the specific departments they work for (depending on the corporate visual strategy in this respect). Identification appears to be crucial for employees,[5] and corporate visual identity probably plays a symbolic role in creating such identification. The definition of the corporate visual identity management is:[6]

Corporate visual identity management involves the planned maintenance, assessment and development of a corporate visual identity as well as associated tools and support, anticipating developments both inside and outside the organization, and engaging employees in applying it, with the objective of contributing to employees' identification with and appreciation of the organization as well as recognition and appreciation among external stakeholders.

Special attention is paid to corporate identity in times of organizational change. Once a new corporate identity is implemented, attention to corporate identity related issues generally tends to decrease. However, corporate identity needs to be managed on a structural basis, to be internalized by the employees and to harmonize with future organizational developments.

Efforts to manage the corporate visual identity will result in more consistency and the corporate visual identity management mix should include structural, cultural and strategic aspects.[6] Guidelines, procedures and tools can be summarized as the structural aspects of managing the corporate visual identity.

However, as important as the structural aspects may be, they must be complemented by two other types of aspects. Among the cultural aspects of corporate visual identity management, socialization – i.e., formal and informal learning processes – turned out to influence the consistency of a corporate visual identity. Managers are important as a role model and they can clearly set an example. This implies that they need to be aware of the impact of their behavior, which has an effect on how employees behave. If managers pay attention to the way they convey the identity of their organization, including the use of a corporate visual identity, this will have a positive effect on the attention employees give to the corporate visual identity. Further, it seems to be important that the organization communicates the strategic aspects of the corporate visual identity. Employees need to have knowledge of the corporate visual identity of their organization – not only the general reasons for using the corporate visual identity, such as its role in enhancing the visibility and recognizability of the organization, but also aspects of the story behind the corporate visual identity. The story should explain why the design fits the organization and what the design – in all of its elements – is intended to express. Visual identity history Nearly 7,000 years ago, Transylvanian potters inscribed their personal marks on the earthenware they created. If one potter made better pots than another, naturally, his mark held more value than his competitors’. Ancient religious sects created some of the most recognized logos: the Christian cross, the Judaic Star of David, and the Islamic crescent moon. In addition, Kings and nobles in medieval times had clothing, armor, flags, shields, tableware, entryways, and manuscript bindings that all bore coats of arms and royal seals. The symbols depicted a lord’s lineage, aspirations, familial virtues, as well as memoirs to cavalry, infantry, and mercenaries of who they were fighting for on the battlefields.[7] A caduceus A trademark became a symbol of individuals’ professional qualifications to perform a particular skill by the 15th century. For example, the caduceus on a physician’s sign signified that the doctor was a well-trained practitioner of the medical arts. Simple graphics such as the caduceus carried so much socioeconomic and political weight by the 16th century, that government offices were established throughout Europe to register and protect the growing collection of trademarks used by numerous craft guilds.[7]

The concept of visually trademarking one’s business spread heavily during the Industrial Revolution. The shift of business in favor of nonagricultural enterprise caused business, and corporate consciousness, to boom. Logo use became a mainstream part of identification, and over time, it held more power than being a simple identifier. Some http://www.answers.com/topic/corporate-identity[05/11/2010 09:59:25] Corporate identity: Definition from Answers.com

logos held more value than others, and served more as assets than symbols.[8] Logos are now the visual identifiers of corporations. They became components of corporate identities by communicating brands and unifying messages. The evolution of symbols went from a way for a king to seal a letter, to how businesses establish their credibility and sell everything from financial services to hamburgers.[8] Therefore, although the specific terms "corporate image" and "brand identity" didn’t enter business or design vocabulary until the 1940s, within twenty years they became key elements to business success.[7] Visual identity designers The visual identity design profession has substantially increased in numbers over the years since the rise of the Modernist movement in the United States in the 1950s.[9] Three designers are widely[10] considered the pioneers of that movement and of logo and corporate identity design (in the United States): The first is Chermayeff & Geismar[11], which is the firm responsible for a large number of iconic logos, such as PanAm (1957), Chase Bank (1964), Mobil Oil(1965), NBC(1984), PBS(1986), National Geographic(2003) and others. Due to the simplicity and boldness of their designs, many of their logos are still in use today. The firm recently designed logos for the Library of Congress and the fashion brand Armani Exchange. Another pioneer of corporate identity design is Paul Rand[12], who was one of the originators of the Swiss Style of graphic design. He designed many posters and corporate identities, including the logos for IBM, UPS, and ABC. Rand died in 1996. The third pioneer of corporate identity design is Saul Bass[13]. Bass was responsible for several recognizable logos in North America, including both the Bell Telephone logo (1969) and successor AT&T globe (1983). Other well-known designs were Continental Airlines (1968), Dixie (1969), and United Way (1972). Later, he would produce logos for a number of Japanese companies as well. He died in 1996. Media and Corporate identity As technology and mass media have continued to develop at exponential rates, the role of the media in business increases as well. The media has a large effect on the formation of corporate identity by reinforcing a company's image and reputation. Global television networks and the rise of business news have caused the public representation of organizations to critically influence the construction and deconstruction of certain organizational identities more than ever before.

Many companies proactively choose to create media attention and use it as a tool for identity construction and strengthening, and also to reinvent their images under the pressure of new technology. The media also has the power to produce and diffuse meanings a corporation holds, therefore giving stakeholders a negotiation of the organizational identity.[3] Brand USA Former Secretary of State Collin Powell once said, “We’re selling a product. That product we are selling is democracy.” [3] Although the United States of America is not a corporation, it has still has organizational components and has a certain image and identity. The US is founded on certain principles, values, and beliefs, and at the same time, has a diverse and widely recognizable popular culture. Because of distinct founding principles, and the way our culture operates, the US too can be observed as a "brand." Images and identity do not always have to be planned and built by an organization, they also can be attributed to an organization by others' interpretations. During the Cold War, Coca Cola, Marilyn Monroe, and Baywatch were booming in popularity and became obsessions of popular American culture. These images portrayed confidence and superiority in American media, therefore the USA seemed more secure and superior during the war.[3] With the growth of the media, popular culture and celebrities still seem to define America in certain ways. Images of Brad Pitt and Mickey Mouse per say are easily associated to the US. The US has evolved into a nation with industries focused solely on celebrity gossip, TV shows, music, and blockbuster hits, making the US a highly-mediated nation with a strong focus on celebrity. In addition to the “celebrity” identity factor, there have been more strategic and patriotic images used to re-brand the country as well. After September 11th, Bush administration initiated the re-brand of the United States from “global bully” to a “compassionate hegemon.” [3] The vast majority of American citizens contributed to the act of patriotism by placing American flag bumper stickers on their cars, purple ribbons on trees in their yards, or hanging flags in their windows, all to recreate the feeling and image of nationwide pride and support. See also Brand Brand equity Brand management http://www.answers.com/topic/corporate-identity[05/11/2010 09:59:25] Corporate identity: Definition from Answers.com

Corporate logo Federal Identity Program Marketing Product management References 1. ^ Pat Matson Knapp, Judith Evans, Cheryl Dangel Cullen (2001). Designing Corporate Identity: graphic design as a business strategy. Rockport Publishers. ISBN 1564967972. 2. ^ Balmer, 1995 3. ^ a b c d e Chouliaraki, 2010 4. ^ Balmer and Gray, 2000; Dowling, 1993; Du Gay, 2000 5. ^ Bromley, 2001; Dutton, Dukerich and Harquail, 1994; Kiriakidou and Millward, 2000 6. ^ a b Van den Bosch, 2005 7. ^ a b c Brown, 1998 8. ^ a b Bercume, 2009 9. ^ Meggs, Philip B. (1998). A History of Graphic Design (Third ed.). John Wiley & Sons, Inc.. pp. 363. ISBN 978- 0471291985. 10. ^ Meggs, Philip B. (1998). A History of Graphic Design (Third ed.). John Wiley & Sons, Inc.. pp. 369–374. ISBN 978-0471291985. 11. ^ Meggs, Philip B. (1998). A History of Graphic Design (Third ed.). John Wiley & Sons, Inc.. pp. 373–4. ISBN 978- 0471291985. 12. ^ Meggs, Philip B. (1998). A History of Graphic Design (Third ed.). John Wiley & Sons, Inc.. pp. 369. ISBN 978- 0471291985. 13. ^ Meggs, Philip B. (1998). A History of Graphic Design (Third ed.). John Wiley & Sons, Inc.. pp. 375. ISBN 978- 0471291985. Further reading Alina Wheeler, Designing brand identity. A complete guide to creating, building, and maintaining strong brands, 2nd ed. New York, Wiley, 2006. With bibl., index. ISBN 0-471-74684-3 Balmer, J.M.T., & Gray, E.R., (2000). Corporate identity and corporate communications: creating a competitive advantage. Industrial and Commercial Training, 32 (7), pp. 256–262. Balmer, John M. T. & Greyser, Stephen A. eds. (2003), Revealing the Corporation: Perspectives on identity, image, reputation, corporate branding, and corporate-level marketing, London, Routledge, ISBN 0-415-28421-X. Birkigt, K., & Stadler, M.M., (1986). Corporate identity. Grundlagen, funktionen, fallbeispiele. [Corporate identity. Foundation, functions, case descriptions]. Landsberg am Lech: Verlag Moderne Industrie. Bromley, D.B., (2001). Relationships between personal and corporate reputation, European Journal of Marketing, 35 (3/4), pp. 316–334. Brown, Jared & A. Miller, (1998). What Logos Do and How They Do It. pp. 6-7. Chouliaraki, Lilie & M. Morsing. (2010) Media, Organizations and Identity. pp. 95 Dowling, G.R., (1993). Developing your company image into a corporate asset. Long Range Planning, 26 (2), pp. 101–109. Du Gay, P., (2000). Markets and meanings: re-imagining organizational life. In: M. Schultz, Dutton, J.E., Dukerich, J.M., & Harquail, C.V., (1994). Organizational images and member identification. Administrative Science Quarterly, 39 (2), pp. 239–263. M.J. Hatch, & M.H. Larsen, (Eds.). The expressive organisation: linking identity, reputation and the corporate brand (pp. 66–74). Oxford: Oxford University Press. Kiriakidou, O, & Millward, L.J., (2000). Corporate identity: external reality or internal fit?, Corporate Communications: An International Journal, 5 (1), pp. 49–58. Olins, W., (1989). Corporate identity: making business strategy visible through design. London: Thames & Hudson. Rowden, Mark, (2000) The Art of Identity: Creating and Managing a successful corporate identity. Gower. ISBN 0- 566-08318-3 Rowden, Mark, (2004) Identity: Transforming Performance through Integrated Identity Management. Gower. ISBN 978-0-566-08618-2 Schultz, M., Hatch, M.J., & Larsen, M., (2000). The expressive organisation: linking identity, reputation and the http://www.answers.com/topic/corporate-identity[05/11/2010 09:59:25] Corporate identity: Definition from Answers.com corporate brand. Oxford: Oxford University Press. Stuart, H, (1999). Towards a definitive model of the corporate identity management process, Corporate Communications: An International Journal, 4 (4), pp. 200–207. Van den Bosch, A.L.M., (2005). Corporate Visual Identity Management: current practices, impact and assessment. Doctoral dissertation, University of Twente, Enschede, The Netherlands. Van den Bosch, A.L.M., De Jong, M.D.T., & Elving, W.J.L., (2005). How corporate visual identity supports reputation. Corporate Communications: An International Journal, 10 (2), pp. 108–116. Van Riel, C.B.M., (1995). Principles of corporate communication. London: Prentice Hall. Veronica Napoles, Corporate identity design. New York, Wiley, 1988. With bibl., index. ISBN 0-471-28947-7 Wally Olins, The new guide to identity. How to create and sustain change through managing identity. Aldershot, Gower, 1995. With bibl., index. ISBN 0-566-07750-7 (hbk.) or 0-566-07737-X (pbk.)

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http://www.answers.com/topic/corporate-identity[05/11/2010 09:59:25] MIT OpenCourseWare | Special Programs | SP.401 Introduction to Women's and Gender Studies, Spring 2009 | Syllabus

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Home > Courses > Special Programs > Introduction to Women's and Gender Studies > Syllabus VIEW ALL COURSES Syllabus Course Home Syllabus Course Meeting Times Calendar and Readings Assignments 2 sessions / week, 1.5 hours / session Related Resources Prerequisites

Download Course Materials There are no prerequisites for this class.

Course Description Archived Versions Spring 2005 Course materials will include "classic" and contemporary women's studies scholarship from a variety of disciplines, as well as personal narratives of gendered lives. Topics covered include women and work, issues of women's health and reproduction, sexuality, families, motherhood, globalization, activism and women's political movements, body image Send us your feedback and representation, and socialization. Many of the issues we will discuss are controversial, and it is important to note Cite this course that there is no such thing as "the" feminist understanding of these topics. Your job is to make use of the analytical Email this page tools we are studying to develop a more critically informed perspective on the issues. Newsletter sign-up Donate Course Objectives

Upon successful completion of this course, students will be able to do the following:

Recognize and understand a variety of methods of studying gender as a social institution. Identify and explain how socially constructed categories of gender, race, class, and sexual identity function together to formulate systems of oppression that shape women's lives. Apply concepts and theories of women's studies to their own individual life experiences. Define and utilize basic terms and concepts central to Women's Studies, including sex, gender, sexuality, feminism, patriarchy, and oppression.

Evaluation

REQUIREMENTS PERCENTAGE OF GRADE

Attendance and participation, including 4 or 5 short (1-2 15% pages) homework exercises

Current event analysis presentation and write-up (2- 10% 3 pages)

Three essays (5-7 pages, with 75% a minimum total of 18 pages)

Attendance and participation are critical to your success in this course. Each class session will focus on one or more topics and be accompanied by appropriate readings. Please be sure to read all assignments in advance, come to class on time and be prepared to discuss your reactions and ideas. Failure to attend will adversely affect your grade. Missing more than two weeks of class will cause you to fail the course. Active participation in large and small group discussion is necessary to receive full credit for the attendance and participation component of your grade. Short homework exercises count for part of this grade; you will have the opportunity to submit these 1-2 page exercises on five occasions. Four are required.

Grading Policies

In order to receive a passing grade for this course, all assignments must be completed.

Grading is according to the following guidelines:

http://ocw.mit.edu/courses/special-programs/sp-401-introduction-to-women-s-and-gender-studies-spring-2009/syllabus/[24/10/2010 11:33:50] MIT OpenCourseWare | Special Programs | SP.401 Introduction to Women's and Gender Studies, Spring 2009 | Syllabus

A - denotes work that is of exceptional quality. Exceptional quality is represented by evidence of engagement with information and ideas in course materials and lectures, and from other sources, thoroughness, careful thinking, integration of material across topics, logical reasoning, precise and artful writing.

B - denotes work that is above average vis-a-vis your peers' work and the expectations of the assignment.

C - denotes work that fulfills the course requirements in every way, but only adequately.

D - denotes work that does not adequately fulfill requirements, but still deserves credit.

F - denotes work that does not deserve credit. This includes plagiarism, or copying others' work and submitting it as your own. Do not Plagiarize! You must always cite your sources; even borrowing someone else's ideas can count as plagiarism if you don't cite the original source.

If you ever disagree with or have a question about a grade that you receive on a piece of work, first please read my comments carefully, weigh them against the assignment requirements, and if you are still unsure, make an appointment to discuss it with me. If you would like me to reread and reconsider the paper, or you think an error was made in grading, you may request a re-evaluation in writing within one week after the assignment is returned to you. Your reasons should be specific and supported by references to the grading criteria (above), to the expectations of the assignment, and to specific details from your paper.

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Your use of the MIT OpenCourseWare site and course materials is subject to our Creative Commons License and other terms of use.

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Home > Courses > Writing and Humanistic Studies > Writing on Contemporary Issues: Social and VIEW ALL COURSES Ethical Issues > Syllabus Syllabus Course Home When you click the Amazon logo to the left of any citation and purchase the book (or other media) from Amazon.com, Syllabus MIT OpenCourseWare will receive up to 10% of this purchase and any other purchases you make during that visit. Readings This will not increase the cost of your purchase. Links provided are to the US Amazon site, but you can also support OCW Assignments through Amazon sites in other regions. Learn more. Projects Related Resources Course Meeting Times

Lectures: 2 sessions / week, 1.5 hours / session Download Course Materials "Writers are witnesses"- E. L. Doctorow

Send us your feedback Course Description Cite this course Email this page Our best writing happens when we care passionately about our topics. That sense of passion often emerges in relation to social problems, such as poverty, homelessness, injustice, or environmental crisis, that deeply concern Newsletter sign-up us. Writing offers a critical avenue of civic engagement so that we can understand issues more profoundly, Donate communicate that understanding to the public, and advocate for change. This course seeks to provide a supportive context for students to grow significantly as writers by discovering and engaging with issues that matter to them. Writing on social issues, we can see ourselves within a tradition of authors such as Charles Dickens, Frederick Douglass, Elizabeth Cady Stanton, George Orwell, Rachel Carson, John F. Kennedy, and Martin Luther King, Jr., who have used the power of the pen to inspire social change. Throughout the semester, we will read selections from these authors, as well as contemporary writers such as Marion Wright Edelman, Alan Dershowitz, Susanna Kaysen, Jonathan Kozol, and Robert Putnam. 21W.730 also focuses on the visual power of photography and film, which combined with print media, help raise awareness of social problems and advocate for solutions. We will analyze classic documentary photographs by Lewis Hine and Jacob Riis, and will screen some more recent documentary and feature films (e.g., One Woman, One Vote, Dead Man Walking, and Girl, Interrupted). In discussing these texts, we will explore the ways in which an artist's era, biography, political perspective, and rhetorical purpose may influence the choice of topic and style in addressing audiences. During the course, we will often raise the question of how individuals from different gender, racial, generational, religious, political and economic groups may understand the same social and ethical issues.

Course Requirements Readings Moser, Joyce, and Ann Watters, eds. Creating America: Reading and Writing Arguments. Upper Saddle River, NJ: Prentice Hall, 2004. ISBN: 9780131443860. Lunsford, Andrea A. Easy Writer: A Pocket Guide. 2nd ed. Boston, MA: Bedford/St. Martin's Press, 2002, 2005. ISBN: 9780312433093. Students should bring Creating America and assigned articles with them to each class, as specified in the course calendar. Students should also regularly use a college dictionary and thesaurus. For general writing reference, consult Easy Writer or another college writing guide. Assignments This course offers a service-learning option in the third major assignment; students can write grant proposals for service projects to address problems such as homelessness, poverty or educational inequality; writers often do their best work when engaged with real-world problems. The service-learning option reflects MIT's mission "to develop in each member of that community not only the ability to work wisely, creatively and effectively for the betterment of humankind, but also the passion for doing so." Writing Workshops The writing workshop, in which students respond to their peers' writing, is a very important part of the class. Each major writing assignment will have an in-class workshop after students submit first versions; we will also workshop some shorter pre-essay exercises. My expectation is that students will respond to classmates' work seriously and critically, approaching each piece with sensitivity, insight, and imagination. For each workshop, students will read several pieces, discuss them in class and respond through letters to each writer.

http://ocw.mit.edu/courses/writing-and-humanistic-studies/21w-730-writing-on-contemporary-issues-social-and-ethical-issues-spring-2010/syllabus/[24/10/2010 10:35:17] MIT OpenCourseWare | Writing and Humanistic Studies | 21W.730 Writing on Contemporary Issues: Social and Ethical Issues, Spring 2010 | Syllabus

Since our class functions as a writing community and the first "public" for students' essays, it is essential that students attend class faithfully. More than two absences may affect the final grade. Under Writing Program guidelines, a student cannot pass the course with over five absences. Lateness is discourteous to the instructor and students. Three latenesses count as an absence.

Class Participation and Attendance

To foster a sense of intellectual community, this course is structured as a seminar, in which we discuss the work of professional, as well as student, authors. It is crucial that students come to class on time, with required texts and well prepared to offer thoughtful responses to the readings and classmates' writing. To be effective participants, students need to complete reading and writing tasks by assigned dates. A vital, ongoing intellectual conversation is at the heart of the course.

First Versions and Revisions; Comments and Grades

Students will submit each major writing assignment initially, as a first version, and later, in revised form. It is very important that students turn in work on the due date. Late submission of work, without an extension, may result in a lowered final grade.

In reviewing first versions, I make extensive written comments and suggest options in revision. First versions are not graded; only revisions are graded. Pre-assignment exercises will be acknowledged with a check and brief comments.

The primary determinant of the final grade will be the quality of major assignments, as well as the thoughtfulness of the notebook assignments. However, in determining final grades, I also consider oral presentations, attendance, preparation for class, in-class writing and students' contributions as peer reviewers. Attendance, preparation and participation count for about 20% of the final grade. Absence and lateness can negatively impact the participation grade.

MIT Literature Statement on Plagiarism

Plagiarism—use of another's intellectual work without acknowledgement—is a serious offense. It is the policy of the Literature Faculty that students who plagiarize will receive an F in the subject, and that the instructor will forward the case to the Committee on Discipline. Full acknowledgement for all information obtained from sources outside the classroom must be clearly stated in all written work submitted. All ideas, arguments, and direct phrasings taken from someone else's work must be identified and properly footnoted. Quotations from other sources must be clearly marked as distinct from the student's own work. For further guidance on the proper forms of attribution, consult the style guides available at the Writing and Communication Center and the MIT Web site on Plagiarism.

Calendar

SES # TOPICS KEY DATES

Intro to the Class as a Writing Two assignments due 2 days after Ses #1 Community; Why Write About Social 1 and Ethical Issues? Description: Exercise 1 - see Essay 1 Sequence Assignment and Writer's Letter. In-Class Writing

Reasons To Believe: Appealing to Assignment due Common Values in Classic American 2 Political Speeches Description: Choose 2 speeches: Kennedy, King, Obama. Select 5 quotations from each speech and explain each choice in a sentence. Peer Review: Exercise 1

The Emergence of Social and Ethical Assignment due Values Description: Edelman: select 5 quotations and explain each choice in a 3 In-Class Writing: Colleges and sentence. Community Service Essay 1, Version 1 with cover letter due 2 days after Ses #3.

Essay 1 due 4 Writing Workshop Description: Letters to workshop students.

Writers Address Social Issues: Debates around Civil Liberties and Freedom of Speech 5 In-Class Writing: Case of Franklin Assignment on Dershowitz due Bragg Distribution: Essay 2 Sequence Assignment

Representing Social Issues in Historical Assignment due 6 Context: Poverty and Wealth in the Description: What connections do you see between Carnegie, Gates Industrial Era and Yunus?

Assignment due Descriptions: Compare a Hine photograph with a Riis photograph. Documenting Social Issues: Poverty 7 What are the similarities and differences?

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and Homelessness in the Industrial Era Underline 5 quotations from Sontag for discussion. Essay 2 proposal due 2 days after Ses #8

Assignment due Homelessness: Comparative Description: Compare the perspectives of Marin and Kozol on 8 Contemporary Perspectives homelessness. Select three quotations from each for discussion. Bring in three photographs depicting the problem of homelessness from different perspectives.

Library Session 9 Bring Essay 2 proposals for Revised Essay 2 Proposal due 2 days after Ses #10 presentation and peer review (5 copies)

Assignment due Descriptions: What is the effect on the reader of modeling "The Declaration of Sentiments" on "The Declaration of Independence"?

Writers Engage With Social Issues: Select five quotes from Douglass for discussion. 10 Gender and Power Classic American Assignment due 2 days after Ses #10 Texts Description: Select and comment on five quotes from Anthony. Assignment due 4 days after Ses #10 Description: Revision, Essay 1 (Revision, new cover letter and marked-up first version.

Assignment due Description: Respond to quotes from "Love and "Gold" 11 Contemporary Gender and Work Issues Research/Writing due 2 days after Ses #11 First Version, Essay 2 due 3 days after Ses #11

12 Writing Workshop Essay 2 (Letters) due

Writers Explore Contemporary Issues: 13 Mental Health

Assignment due 14 Discuss: Film, Girl, Interrupted Description: Girl, Interrupted—comment on book chapter and film

Writers Debate Social Issues: Mental 15 Assignment on Thompson due Health; Crime and Punishment

Advocacy Essays: Argument and 16 Assignment on Dead Man Walking due Evidence

Advocacy Essays; Grant Proposal Process: Identifying Research and Pre-Proposal for a possible advocacy essay (one paragraph) due 17 Program Needs; Steps of Grant Pre-Proposal- an idea for a public service project due Proposal Writing

Successful Grant Proposal Writing; Structure and Organization; Creating Proposal 3 (2 paragraphs) due 18 Realistic Budgets Designing Self- Essay 2 Revision (includes marked-up version 1 + comments) due Evaluation Procedures

Holistic Visions: Fiction as a Laboratory Assignment due 19 for Utopian Ideas and Dystopian Description: Write your own vision of utopia and dystopia (see Critiques; Grant Proposal Writing handout) - 2 pages

First Version 3 due 20 Writing Workshop Workshop letters due

Utopia / Dystopia 21 Course Overview Course Evaluations

Final Portfolio (with Revision 3 plus Final Reflection Letter) due 1 day 22 Last Class after Ses #22

RSS Feeds Privacy and Terms of Use Site Map Cite OCW Content

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Mobile Desktop Settings Help Log in Register

Search this workspace:

Dashboard People Signals Workspaces

Public Workspace: UC Berkeley Social Media What's New Weblogs

393 Revisions Print Tools

Syllabus HIDE Smart_Mobs.jpg Tags Virtual Communities/Social Media assignments Sociology 167 (Information 190) lab readings University of California, Berkeley Department of Sociology syllabus Spring 2008 Friday, 2-5, 126 Barrows Instructor: Howard Rheingold [email protected] Incoming Links Office 472 Barrows, Office Hours Friday 1-2 and earlier Friday by appointment readers: Elisa Oreglia [email protected] and Stephanie Gerson [email protected] (but please send all emails to Elisa) UC Berkeley Social Media

Course reader: available at Copy Central 2560 Bancroft (and Telegraph) 510 848 8649 Attachments Final Exam community.online.love.rice.doc Jun 15 at 8:46pm by Course Description barbara.hibino Expectations, Assignments, and Grading VirtualCultureCommunity_V2.doc

Dec 5 at 1:57pm by Howard Private Student Wiki Rheingold ResnickSTK.pdf Quiztaker Dec 25 at 1:31pm by Howard Rheingold Class Schedule Hayles-hyper.doc Dec 25 at 1:56pm by Howard Rheingold Session One: January 25, 2008

Theme: When technology and community collide

Introductions: Who are we, where do we think we're going in this class?

Instructor and students introduce themselves, instructor explains goals, expectations and assignments. After instructor presents the syllabus, students break out into groups to discuss learning goals and report back to instructor who will take notes on the wiki, modeling what student note-takers will do in future class meetings. The blog and wiki software are introduced and students make introductory posts in both media.

Lab: Introduction to Online Media

Video: A Vision of Students Today Wiki I Blog I

Assignments:

Read the assigned readings for Session Two and be prepared to discuss them at our next class

https://www.socialtext.net/socialmediaberkeley/index.cgi?syllabus[26/10/2010 22:41:33] Syllabus / UC Berkeley Social Media

meeting Publish two substantial blog posts each week; blog posts should link to something on the Web that is worthy of this class' attention, described in the context of the readings. Be sure to read about the rhetoric of blogging: Blog I Contribute one substantial comment to the blog post of another student each week Sign up on the wiki for two syllabus readings for which you will facilitate discussion, together with two other students, starting with the next class meeting. Each reading will be presented by this team of three students, who will communicate and coordinate among themselves and come to class prepared to present a brief summary of the reading and to facilitate broad discussion, working from questions submitted by students. If there are not a sufficient number of student volunteers by Monday afternoon following each Friday class, instructor will assign students to reading groups. Find two virtual communities -- message boards, Google or Yahoo groups, chat rooms, virtual worlds -- that you can legitimately benefit from joining and could contribute to. If you are a river rafting enthusiast, Star Trek or Jane Austen fan, wine lover, student of modern art, find groups that match your interests. You can look here for virtual community resources. When you find two communities, add links to them with a one to three sentence description here: virtual communities to join

Words to know Discussion notes -- what is community? Is that definition universal? Instructor's Notes for Session One Session Two: February 1

Theme: Imagining community

Getting into it: What did we find in our search for virtual community? What did the texts reveal, provoke, confuse, clarify? How did blogging go?

In theory, we discuss what we found in our search for two communities to join, talk in small groups and in plenary with the instructor about Tonnies, Wellman, Berman, and Oldenberg's views on community. The instructor tries to point out the key elements of these different takes on community. In practice, the instructor moves beyond the mechanics of blogging and wikiwork and introduces the rhetoric of these media. Time is spent talking about what a personal learning journal is and how and why to keep one.

Required Readings:

Ferdinand Tonnies, excerpts On Gemeinschaft and Gesellschaft Barry Wellman, The Network Community Marshall Berman, All That is Solid Melts Into Air: The Experience of Modernity, 1988 (New York, Penguin), pp 41-60. (READER ONLY) Ray Oldenberg, The Great Good Place , Chapters One and Two (Page numbers TK) (READER ONLY)

Lab: Deeper into social media

Blogging II Wiki II Machine is Using/Us video

Assignments:

Continue to blog twice and comment on other students' blog posts once each week

*An exemplary post

Start your personal learning journal Read ethical guidelines then join a virtual community and spend an hour in it

Key Questions To Keep In Mind:

What does "what is community" mean?

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Can community be studied, analyzed, designed, grown, or created?

Words to know

Instructor's Notes for Session Two ---- Session Three: February 8

Theme: Imagining community and discussing it virtually

Building on theory, solidifying practice

In theory and practice, we move on to individual and group investigations of communities of the virtual kind. How do we think about virtual communities? How does it feel to join one? What do the learning journals of A+ students look like? We take time out to practice.

Required Readings:

Ronald E. Rice, James E. Katz, Sophia Acord, Kiku Dasgupta, Kalpana David,92004) "Personal Mediated Communication and the Concept of Community in Theory and Practice," in P. Kalbfleisch (ed), Communication and Community, Communication Yearbook 28, Mahwah NJ: Lawrence Erlbaum, pp 1-20 attached (Instructor's excerpts of Rice et.al.) (class discussion of Rice et. al.) Amy Bruckman, (2006), "A New Perspective on "Community" and its Implications for Computer- Mediated Communication Systems," In Proceedings of the 2006 ACM SIGCHI Conference on Human Factors in Computing Systems, Extended Abstracts (pp. 616-621). Montréal, Québec, 22-27 April, 2006. available online. Barry Wellman and Milena Julia, (1999), "Netsurfers Don't Ride Alone: Virtual Communities As Communities," in Communities in Cyberspace, Kollock and Smith, eds., Routledge, available online

Lab: Personal Learning Journal

Instructor shows example and in-class work on your personal learning journals weekly Video reply to The Web is Us/ing Us

Session Four: February 15

Theme: Roots and visions of social cyberspace

The olden days

Interview with a codger: instructor waxes philosophical about the olden days of social cyberspace; students puzzle over whether they can get where they are going online by learning about where online sociality came from.

Required Readings:

Licklider, J. C. R., & R. W. Taylor. (1968). "The computer as a communication device," Science and Technology, April. Republished in SRC Research Report 61, Digital Equipment Corporation, 1990. Available online Howard Rheingold, (1992) "A Slice of Life in My Virtual Community," available online. Fred Turner, "Where the counterculture met the new economy: the WELL and the origins of virtual community," Technology and Culture, Volume 46, Number 3, July 2005, pp. 485-512 available online as PDF.

.html .html

Recommended Web Resources:

.html * Matei, S. (2005). "From counterculture to cyberculture: Virtual community discourse and the dilemma of modernity." _Journal of Computer-Mediated Communication_, 10(3), article 14. "available online"

Assignments .html * Continue to make class notes and reading entries into your "personal learning journals" weekly * Continue "blogging" and commenting * Continue

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to sign up on the wiki for syllabus readings for which you will facilitate discussion, together with two other students .html

Key Questions to Have in Mind:

.html * How did the invention and early use of computer-mediated communication media differ from the way mainframe computer technology and culture developed? * In what ways did the predictions of Taylor, Licklider, and Rheingold about the future of online culture hit or miss the mark of today's social cyberspaces? * Did a counterculture subvert the megamachine, or the other way around? .html

.html Session Five: February 22

Theme: Early social cyberspace in practice

More excursions into yesteryear, moving forward into collaborative media

We continue to examine the origins and early development of social media as a lens for viewing the coevolution of the institutional, social, and technological aspects of today's cyberfied world, we use Open Space social processes together with collaborative wikiwork to experience as well as discuss the effects of social media.

Required Readings:

Howard Rheingold, (1993) "The Heart of The Well," from The Virtual Community, available online. Randy Farmer and Chip Morningstar, (1990) The Lessons of Lucasfilms Habitat, available online Trebor Scholz, (2007) "A History of the Social Web" available online

Lab: Wikis for Learning and Collaboration

Allison's learning journal Post and thread on hate speech Influential blogger thread Blog post-interview: Technology enabling education beyond measure Wiki III

Assignments

Use face to face meetings, email, your existing personal wiki pages, blogs, and blog comments to begin organizing group projects. By the end of next class, each student will be required to start or join a group project.

Session Six: February 29

Theme: Networks and Social Networks

here is the TouchGraph social network visualization: http://www.touchgraph.com/TGFacebookBrowser.html

Forget the "information society" -- we are in the early stages of the "network society

Many to many media are sociotechnical phenomena that combine human social practices with the affordances of networked digital media. As we will see next session, social networks are something that humans have been doing since we were humans. But the structure and dynamics of technical networks such as the Internet have amplified, augmented, extended, and transformed the social networking capabilities homo sapiens have exercised ever since our brains made language possible.

Required Readings:

Manuel Castells, "Why Networks Matter," Network Logic: Who Governs in an Interconnected World?, Helen McCarthy, Paul Miller, Paul Skidmore, eds, London: Demos, 2004, pp 221-224; available online Albert-László Barabási, Linked: The New Science of Networks, Cambridge, MA: Perseus, 2002, pp 41-63. (READER ONLY) Mark Granovetter, "The Strength of Weak Ties, A Network Theory Revisited," Sociological Theory, Volume 1(1983), 201-233 available online

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Key Questions to Keep in Mind

What is the relationship between technological and social networks? What is the relationship between the architecture of a communication medium and the social, political, economic characteristics of its use? Why are online social networks popular today and what might they mean in the future?

Lab: Many-to-many asynchronous discussions: Forums

Introduction to Forum Software

Assignments

Contribute two substantial comments in the forum before the next class session -- no more than one of the comments can be made within 24 hours before the next class.

Session Seven: March 7

Theme: Networks, social networks, and online social networks:

Why Facebook matters

Virtual communities are a variety of online social networks. Are we in the midst of a transition from community-centered online media (and offline life) to "networked individualism?" We look at the intertwingling of identity, performance, online network, and face-to-face socializing taking place via networked digital publics on MySpace and Facebook.

Required Readings:

danah boyd,Friends, Friendsters, and Top 8: Writing community into being on social network sites danah boyd, "Identity Production in a Networked Culture: Why Youth Heart MySpace" available online Barry Wellman, "Physical Place and Cyber Place: The Rise of Personalized Networking," International Journal of Urban and Regional Research 25 (2001), Special Issue on "Networks, Class and Place," edited by Talja Blokland and Mike Savage. available online.

Recommended Web Resources:

Anthropology student studies online social networks: Webnography blog Blog of another astute student of online social networks: Unit Structures danah boyd's blog: apophenia NYT "Freakonomics Forum: Is MySpace Good for Society? Video: Facebook --Think about it Video: Think Before You Post Video: Social Networking Wars

Exercise: How do SNSs inscribe social practices? How do architectures influence sociality?

Session Eight: March 14

Theme: Collective action

Talking is important, but using communication to organize collective action drives the evolution of civilizations

The power of social cyberspaces becomes more than cognitive and social when it is used to organize collective action in the physical world -- markets, hunting parties, organized agriculture, education, warfare, governance, to cite a few examples. We review the fundamentals of collective action: social

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dilemmas that grow from the tension between the individual and the group, institutions for collective action that enable groups to overcome, manage, or bypass the dilemmas that block action, and the broad dynamics of human cooperation.

Required Readings:

Garrett Hardin, (1968) "The Tragedy of the Commons," Science, 162(1968):1243-1248. available online. Peter Kollock, "Social Dilemmas: The Anatomy of Cooperation," available online. Elinor Ostrom, (1990) Governing the Commons: The Evolution of Institutions for Collective Action, Cambridge University Press, 1990, pp 1-28. (READER ONLY) Summary of Governing the Commons: http://www.cooperationcommons.com/node/361 (if link doesn't work, Google the title and it's the first hit)Summary of Governing the Commons

Recommended Readings:

Robert Axelrod, "Three Conditions for Human Cooperation." available online Mancur Olson (1965), The Logic of Collective Action: Public Goods and the Theory of Groups, (Cambridge, Harvard University Press, 1965), pp 1-52 Video: Peter Kollock on Social Dilemmas Problematizing Collective Action: Olson

Lab: Cooperation Games

The Prisoner's Dilemma and Public Goods Games

Special Guest: Marc Smith Session Nine: March 21

Theme: The Public Sphere in the Internet Era

"The Public" -- a special variety of community, essential for democracy

Democracy is not just about voting for your leaders -- it also requires the formation of "public opinion," whereby citizens discuss the issues that concern self-governing populations, and thereby influence policy. Media and discussion are central to the public sphere. We look at possibly the most important question about virtual community -- can online discussion improve the health of democracy? *

Required Readings:

Pieter Boeder, Habermas Heritage: the future of the public sphere in the network society, First Monday, volume 10, number 9 ( September 2005) Cass R. Sunstein, "The Daily We: Is the Internet really a blessing for democracy?." Boston Review, October 20, 2003 available online Phil Agre, The Practical Republic: Social Skills and the Progress of Citizenship Rolling Stone comment thread Democratic Deliberation and Mobilization on the Internet

Lab: Introduction to semi-synchronous media

Twitter Sign up for PMOG for April 4 class

Assignments

Key Questions To Keep In Mind:

How do social dilemmas figure in daily life? In what ways do communication media and practices influence the capability to organize collective action? Are humans successful because we are competitive, cooperative, or some as-yet undefined

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tendency?

SPRING BREAK

Session Ten: April 4

Theme: Identity -- onscreen and off

How we behave reflects who we are

Identity and social performance are co-constituted. We look at the ways we look at ourselves, the way others see us, and how life online affects who we think we are. We seek clues to why people can take symbolic performances in social cyberspaces seriously enough to get married or commit suicide offline. In the lab, we start our creation of "avatars" -- online identities -- and begin our exploration of the immersive virtual world Second Life.

Required Readings:

Sherry Turkle, (1995) "Aspects of the Self," Chapter Seven from Life On The Screen, Simon & Schuster, pp 177-210(READER ONLY) Erving Goffman, The Presentation of Self in Everyday Life , Introduction and Chapter One, (pp 1-50) (READER ONLY) Julian Dibbell, (1998). A Rape in Cyberspace. In My Tiny Life: Crime and Passion in a Virtual World (pp. 11-30). New York: Henry Holt and Company. available online. danah boyd, 2006. "Identity Production in a Networked Culture: Why Youth Heart MySpace." American Association for the Advancement of Science, St. Louis, MO. February 19. available online

Recommended Readings:

What Designers Can Learn From Facebook’s Beacon: the collision of fronts Donath, J. (1999). "Identity and Deception in the Virtual Community,"In M. A. Smith & P. Kollock (Eds.), Communities in Cyberspace (pp. 29-59). New York: Routledge. available online Regina Lynn, "Virtual rape is traumatic, but is it a crime?," Wired, May 4, 2007, available online. Rheingold Mind-to-Mind with Sherry Turkle available online

Key Questions To Keep In Mind:

What is the connection between identity and performance online? How do we distinguish between virtual social interactions between avatars and physical social interactions between people? How should we? What does the immersion in an always-on life do to human minds, relationships, communities?

Special Guests: Justin Hall and Merci Hammon will talk about being the first blogger and their startup -- Passively Multiplayer Online Games Session Eleven: April 11

Theme: Designing and Maintaining Online Communities

How can online communities be designed, grown, managed?

Attention is a scarce commodity online. We examine the characteristics of successful virtual communities and look at the reasons they fail and look at the design principles, norms, new roles such as online hosts that planners of online discussions would do well to understand. In the lab, we meet in Second Life and the physical world simultaneously.

Required Readings:

John Coate, "Cyberspace Innkeeping: Building Online Community," available online. Peter Kollock, (1996), "Design Principles for Online Communities," Harvard Conference on the Internet and Society. available online.

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Amy Jo Kim, (2000) "Purpose: The Heart of Your Community," from Community Building on the Web, Peachpit Press, pp 1-18, available online. Howard Rheingold, (1999), "The Art of Hosting Good Conversations Online," available online. Yaniv Golan, (2008) "Incentives in Online Communities"

Recommended Readings:

The WELL Host Manual, chapter two, available online. Mike Godwin, "Nine Principles for Making Virtual Communities Work," available online.

Lab

Introduction to Second Life

Assignments

Create and customize a Second Life avatar Search for Howard Rheingold and offer friendship Explore Howard Rheingold's Second Life office, where you will find directions to the class meeting place Explore the world, write in you learning journal about your observations about creating your avatar, learning to navigate

Key Questions To Keep In Mind:

What are the continuities and discontinuities between community-building in virtual and physical worlds? What is the tension between planning and growing when dealing with human social behavior? How do graphical simulations such as Second Life avatars affect how you think of yourself online, how people interact socially

Special Guest: Wagner James Au Session Twelve: April 18

Theme: Social capital

How social networks help get things done

We look at the way people manage to create institutions for collective action, from social societies to democracies, without relying on hierarchies. We ask wther and how the relationship between person- to-person communications, networks of reciprocity, and norms of trust that Putnam discusses can and cannot be facilitated online.

Required Readings:

Robert Putnam, (1993) Making Democracy Work: Civic Traditions in Modern Italy, Princeton University Press, 1993, pp 121-181. (READER ONLY) Paul Resnick, (2007) "Beyond Bowling Together: Sociotechnical Capital" HCI in the New Millenium, edited by John Carroll. Addison-Wesley attached. Jyri Engstrom, (2001) "Sizing up Social Capital" in _ Engeström, Y. (ed.) Activity Theory and Social Capital. Technical Reports 5, Center for Activity theory and Developmental Work Research, University of Helsinki 2001., Available Online

Recommended Readings:

Ronald Burt, "Social Origins of Good Ideas," pp 2-10, 34-41 available online Online Technical Support Forums Build Social Capital Ellison, N., C. Steinfield and C. Lampe (2007) "The Benefits of Facebook "Friends:" Social Capital and College Students' Use of Online Social Network Sites", Journal of Computer-Mediated Communication, 12 (4).available online The Wisdom of Patients: Health Care Meets Online Social Media

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Lab

Second Life and First Life

Assignments

During the following week, meet at agreed times in Second Life. Create an object in the class sandbox, no larger than a basketball, of any shape or texture, link it to one of the readings of the syllabus for this course, and label the object.

Key Questions To Keep In Mind:

* What is the relationship between community and democracy? * What can only be done alone, and what requires collective action? * Do networks of trust and reciprocity work better or worse in the always-on era?

Session Thirteen: April 25

Theme: Smart Mobs

Untethered Internet + Social Networks = Mobile Ad-Hoc Communities of Interest, Practice, and Action

Ubiquitous mobile phones and untethered Internet access enable the formation of ad-hoc social networks among people who would never have been able to organize collective action before, at paces and in places where coordinated action -- political, economic, social -- was not possible before. The instructor named these new mobile social gatherings "smart mobs." Instructor tells about how he stumbled on, explored, and described this phenomena.

Required Readings:

Howard Rheingold, (2002) Smart Mobs: The Next Social Revolution, (Cambridge: Perseus), pp xi- xxii; 157-215. (READER ONLY) Ethan Zuckerman, "Mobile Phones and Social Activism,", available online. Jean K. Min, "First Hand Report on the Korean Elections," available online. Tomi T. Hanonen, Alan Moore, "Alpha users and communities in politics—March 2004 Spanish general elections," available online

Lab: Second Life and First Life

Assignments

Key Questions To Keep In Mind:

What is the dark side of a smart mob? Is there a common thread to the stories of citizen-initiated demonstrations? How might the early manifestations of mobile-enabled collective action evolve, the way Macpaint evolved into Photoshop and the text-only Internet morphed into YouTube and iTunes.? Smartmobs Mindmap

Session Fourteen: May 2

Theme: Sharing Economies

Do online social networks enable new forms of production?

We examine the contention that Wikipedia, open source production, emergent citizen response to disaster, and other online social activities might be, as Yochai Benkler claims, the first manifestations of a new mode of production, alongside the firm and the market: "non-market peer production.

Required Readings:

https://www.socialtext.net/socialmediaberkeley/index.cgi?syllabus[26/10/2010 22:41:33] Syllabus / UC Berkeley Social Media

Watch this first: Yochai Benkler 18 minute video on open source economics Yochai Benkler, (2006) The Wealth of Networks: How Social Production Transforms Markets and Freedom, Yale University Press, Chapters One and Four: available online: Chapter One, Chapter Four Peter Kollock, "The Economics of Online Cooperation: Gifts and Public Goods in Cyberspace," in Smith and Kollock, Communities in Cyberspace, available online.

Recommended Readings:

Christophe Aguiton & Dominique Cardon, (2008)"The Strength of Weak Cooperation: an Attempt to Understand the Meaning of Web 2.0"<(http://www.idate.fr/fic/revue_telech/696/CS65_AGUITON_CARDON.pdf> Soren Mork Petersen,(2008) Loser-generated content: from participation to exploitation Trebor Scholz, (2007) What the MySpace generation should know about working for free

Lab: Organized Inquiry

Key Questions To Keep In Mind:

* What is the relationship between community and economic production? * When are markets, networks, and communities appropriate institutions for production? * How can self-interest be leveraged to produce public goods?

Special Guest Sarita Yardi Key Questions To Keep In Mind:

How do your digital media and online social practices affect the way you think? Where does social cyberspace collide with physical sociality in your life, or in the lives of others? How do you determine whether life online is happier than life without the online part?

Session Fifteen: May 9

Theme: Virtual Community and Real Life

In what ways do our online social activities change our lives, relationships, communities?

As we enter the second decade of the totally mobile social network, shall we pause to think about what changes in our lives might be more beneficial than others -- and consider what control we have over our communication practices, design of technologies, values?

Required Readings:

Sherry Turkle (2007), "Can You Hear Me Now," Forbes, May 7, 2007 available online Katherine Hayles, (2007), "Hyperattention" MLA Profession attached: Hayles-hyper.doc Walter Kirn, (2007), "The Autumn of the Multitaskers," The Atlantic Monthly, November, 2007. (READER and available online)

Recommended Readings:

danah boyd, (2007) "Incantations for Muggles," Presentation at O'Reilly Emerging Technologies Conference, February.available online.

Student Group Presentations

Discussion:

How can this course work better?

Key Questions To Keep In Mind:

Does the shift from community-centric media to networked individualism online (from virtual communities to social network services, from BBSs to blogs, from Usenet to Google Groups) signal a psychosocial shift?

https://www.socialtext.net/socialmediaberkeley/index.cgi?syllabus[26/10/2010 22:41:33] COGNITIVE PSYCHOLOGY 0317-SYLLABUS

COGNITIVE PSYCHOLOGY 0317-SYLLABUS Lowell Groninger, Ph.D. Office hours–varies according to teaching schedule Phone-410-455-2934 Email address: [email protected]

Text: “Cognition” by Stephen Reed– 6th edition

What is cognitive psychology? Cognitive psychology involves the study of mental processes usually within humans. Basically we will study how information gets into our cognitive system, how it is represented within this system, and how this information gets utilized within complex cognitive processing such as the use of language and problem solving. Cognitive psychology is a bridge between basic physiological processes involving brain mechanisms and all of the complex behavior that humans emit. It involves areas such as perception, attention, learning, memory, forgetting, consciousness, amnesia, motivation, psychoses and many other topics. Our focus will be on the fundamental processes of information acquisition and utilization.

Grades Quizzes–30 percent (the worst quiz will be omitted from your average) Exams–60 percent–there will be 3 exams over inclusive material for that part of the course. Oral reports and Journal abstract–10 percent–there will be 2 oral reports for each student, one involving a Journal article and another involving a report over an individual with interesting and unusual cognitive function. Typical examples come from individuals with types of learning disabilities, schizophrenia, amnesia, partial brain dysfunction from stroke, injury, or surgery. Many reports come from Oliver Sachs “The Man Who Mistook His Wife for a Hat” book. The abstract is a 300-400 word summary of the Journal article on which you give your oral report.

Extra credit You many write a “term paper” over an approved topic. You must have your topic approved by me and later submit an outline to discuss with me before writing the paper. Depending on the quality of the paper this can increase your grade by a letter grade for an “a” paper and half a letter grade for a “b” paper. A “c” paper will help only in borderline situations. Recommended study The text illustrates principles through the presentation of experiments and models representing processes based on these experiments. You need to know the why, how, interpretation, and implication of major experiments. You also need to know the components of the models and theories. Some of the material is abstract but for much of it, particularly involving attention, memory, problem solving and decision making, you will be able to personally get a “feel” for the issues. Study cards involving important experiments, theories, and models as well as definitions with examples should be of considerable help. The material is definitely not “memorize and regurgitate” but study effort will pay off in your grade and personal value to you. Please see me if I can be of assistance with your understanding of material, or developing proper study techniques. Academic integrity–you are expected to maintain high standards of honesty on exams and papers. Failure to do so will result in appropriate umbc disciplinary procedures.

http://www.umbc.edu/psyc/personal/groninger/317%20syllabus%20.htm[26/10/2010 22:57:30]

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE

Corso di laurea in COMUNICAZIONE E SOCIETÀ

La libertà di stampa dal ‘700 al ‘900

Tesi di laurea di: Marcello Pirovano matricola 674920

Relatore: prof.ssa Ada Gigli Marchetti

Anno accademico: 2006/2007 INDICE

Introduzione pag. 4 Capitolo 1 Stati Uniti e Francia: due modelli da seguire pag. 5 . 1.1 America: un esempio di libertà pag. 5

1.1.1 La situazione pre-rivoluzionaria e i primi giornali pag. 6

1.1.2 Il caso Zenger a New York pag. 9

1.1.3 L’atto di rottura e l’inizio della rivolta pag. 10

1.1.4 Tom Paine e il suo Common Sense pag. 12

1.1.5 La santificazione della libertà di stampa pag. 13

1.2 Francia: il modello positivista pag. 16

1.2.1 Il periodo della Rivoluzione pag. 16

1.2.2 Robespierre e il suo “Discorso sulla Libertà” pag. 19

1.2.3 La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino pag. 23

1.2.4 Le involuzioni illiberali pag. 24

Capitolo 2 La libertà di stampa in Italia pag. 26 . 2.1 I primi segni di libertà nell’Italia pre-unitaria pag. 26

2.1.1 Pio IX e l’epoca del cambiamento pag. 27

2 2.1.2 L’Editto sulla stampa del 15 marzo del 1847 pag. 29

2.1.3 L’Editto del 25 agosto e le nuove misure restrittive pag. 30

2.1.4 La nuova ondata di repressione e la reazione dei giornali pag. 31

2.2 Dallo Stato pontificio al Piemonte pag. 32

2.2.1 Lo stato di salute del giornalismo sabaudo pag. 32

2.2.2 L’apertura liberale pag. 34

2.2.3 Una libertà ritenuta insufficiente pag. 36

2.3 Lo Statuto Albertino pag. 38

2.3.1 L’Editto del 26 marzo pag. 38

2.3.2 Le conseguenze politiche pag. 40

2.4 La libertà di stampa durante il fascismo pag. 43

2.4.1 I giornali nel pre-fascismo pag. 43

2.4.2 Le prime restrizioni del Regime pag. 45

2.4.3 Il controllo soffocante pag. 48

2.4.4 La fascistizzazione pag. 55

2.4.5 Il Ministero della Cultura popolare e le “veline” pag. 60

2.4.6 Il crollo del Regime e la libertà oggi pag. 61

Conclusioni pag. 63

Bibliografia pag. 65

Sitografia pag. 66

3 Capitolo 1 Stati Uniti e Francia: due modelli da seguire

Le prime forme di tutela della libertà di stampa si affermarono con la nascita degli Stati liberali, diventando presto elementi distintivi di quei tipi di governo.

Fu in coincidenza con le Rivoluzioni francese e americana che cominciarono a definirsi modelli stabili di tutela della stampa libera. Malcontenti e ondate di rivolta esplosero provocati da coercizioni, persecuzioni e restrizioni inflitte ai giornali, causando la caduta di uomini e governi intenzionati a porre il silenzio sui loro atti. Eventi straordinari, trascinati dal carisma di forti personalità politiche o dall’eccezionale impeto del popolo in fermento, portarono al riconoscimento della libertà di espressione come imprescindibile diritto di ogni cittadino, eleggendo Francia e Stati Uniti al ruolo di nazioni da recare come esempio per chi negli anni seguenti combatté contro la censura preventiva.

«Nella lotta contro il giornale libero i Governi spesse volte vincono; nella lotta contro il giornale imbavagliato, essi hanno sempre perduto e sempre perderanno»1.

1.1 America: un esempio di libertà

Fu negli Stati Uniti che si diffuse per la prima volta lo spirito innovatore della libertà di stampa. Grazie agli ideali della Rivoluzione americana (1763-1783) e al riconoscimento del diritto della libera espressione nella Costituzione, ancora oggi quello americano è considerato un modello indiscusso di libertà, dal quale presero spunto anche personalità come Robespierre, capo della Rivoluzione francese e promotore delle lotte contro la censura nel suo Paese. Di chiaro stampo

1 Mario Borsa, Libertà di stampa, Milano, dall’Oglio editore, 1945, p. 116.

6 giusnaturalista2, il modello americano concepisce la libertà di stampa come elemento preesistente alla Costituzione e quindi non limitabile a priori.

«Le altre Costituzioni dicono che la stampa è libera; quella degli Stati Uniti dice invece che non la si può toccare. È qualche cosa di più!»3.

1.1.1 La situazione pre-rivoluzionaria e i primi giornali

Nell’America del XVIII secolo la stampa si sviluppò principalmente a Boston, città che meglio di tutte possedeva gli ingredienti per diventare culla del giornalismo americano: economicamente prospera, dotata di autogoverno, vantava un’alta percentuale di alfabetizzazione e un’eccellente posizione strategica: affacciandosi sull’oceano, poteva fungere da tramite continuo verso l’Inghilterra, la madrepatria. Le informazioni all’epoca circolavano nelle coffe house, luoghi d’incontro dov’era possibile avere accesso alle notizie provenienti dall’Europa.

1. Un esempio di coffe house e una prima pagina del “Publick Occurrences”.

2 Col termine giusnaturalismo si intendono in generale quelle dottrine filosofico-giuridiche che affermano l’esistenza di un “diritto naturale”, cioè di un insieme di norme di comportamento dedotte dalla “natura” e conoscibili dall’uomo. 3 Mario Borsa, op. cit. p. 186.

7 Il primo giornale americano uscì il 25 settembre 1690, per opera del tipografo inglese Harris. Il suo “Publick Occurrences” era stampato solo su tre facciate, con la quarta pagina lasciata volutamente bianca affinché i lettori potessero aggiungervi notizie fresche prima di passarlo ad amici e conoscenti. Per parlare di periodico regolarmente pubblicato bisogna però attendere il “Boston News-Letter” di John Campbell, maestro di posta a Boston. Egli usò il servizio postale per inviare informazioni a corrispondenti in altre colonie, creando una sorta di bollettino scritto a mano comprensivo di tutto: proclami, proteste, traffico portuale, tempeste e decessi. Nel 1704 trasformò il suo notiziario nel primo giornale americano di informazione settimanale. Sebbene i primi stampatori coloniali fossero poco propensi a criticare le politiche dei propri governatori, le poste erano i luoghi dove circolava la maggior quantità di notizie e pettegolezzi. Sotto la testata campeggiava però la scritta «pubblicato dall’autorità».

«Malgrado fosse scialbo, il “Boston News-Letter” fu come i granelli di senape della Bibbia: da esso derivò l’imponente Quarto Potere americano»4.

Nel 1721 la svolta: a dare una scossa all’insipido giornalismo delle origini fu la pubblicazione del primo giornale indipendente nelle colonie, il “New-England Courant”, che James Franklin fece uscire a Boston senza nullaosta. Fu un avvenimento storico per il percorso di riconoscimento della libertà di stampa, una sfida a Londra: per la prima volta non si aspettò l’autorizzazione degli inglesi. Il

4 M. Ememy, E. Ememy, N. Roberts, The Press and America: an Interpretative History of Mass Media, Boston 2000, citato in Sofia Basso, Pier Luigi Vercesi, Storia del giornalismo americano, Milano, Mondadori, 2005, p. 14.

8 periodico durò solo cinque anni, lasciando però una traccia indelebile. Gli articoli satirici divertivano il pubblico e rappresentavano una sorta di progenitore del giornalismo d’inchiesta, di “cane da guardia” della stampa. Nonostante l’arresto di Franklin nel 1722 dopo l’ennesima bordata in prima pagina, l’impronta da lui lasciata risultò fondamentale: il principio di un giornalismo promotore di campagne civili si era affermato saldamente.

Nel 1729 Benjamin Franklin, futuro firmatario della Costituzione degli Stati Uniti e fratello minore di James, acquistò la “Pennsylvania Gazette” di Philadelphia, che divenne il giornale più letto. Le parole di Benjamin Franklin «United we stand, divided we fall» suonarono l’allarme, la sveglia dal torpore della stampa assoggettata alle autorità della terra d’origine. Uniti, gli americani avrebbero potuto ottenere quella libertà che ormai desideravano ardentemente. Nuove testate nacquero ovunque, spinte da un fattore di stimolo più che mai valido: la crescente tensione con la madrepatria, che sfociò nella Guerra d’Indipendenza. Il popolo reclamava notizie, esigeva i giornali, pretendeva informazioni sull’andamento del conflitto.

2. Franklin pubblicò anche la prima vignetta politica del giornalismo americano: il disegno mostrava un serpente che simboleggiava le colonie divise, mentre la didascalia ammoniva: «Unirsi o morire».

9 1.1.2 Il caso Zenger a New York

Uno degli episodi che viene identificato come significativo per la concessione della libertà di stampa è il processo più famoso dell’epoca: il caso Zenger. Il giovane stampatore di origine tedesca venne accusato per le crociate che ogni settimana il suo giornale di New York intraprendeva contro le autorità governative. Arrestato nel 1734, fu difeso nel processo celebrato l’anno successivo da uno dei più prestigiosi avvocati delle colonie, Andrew Hamilton, che convinse la giuria difendendo l’importanza del diritto all’informazione.

«Non stiamo trattando solo il caso di un povero stampatore o della città di New York. No! Le sue conseguenze potrebbero influenzare ogni uomo libero che vive sotto il dominio inglese in America. È la migliore di tutte le cause. È la causa della libertà»5.

Hamilton rivendicava il diritto di pubblicare la verità anche se non gradita dall’autorità. Le appassionate parole dell’avvocato convinsero la corte, che rispose con un verdetto di non colpevolezza. Il “trionfo” della libertà di stampa a New York fece scalpore in tutte le colonie e in Inghilterra. Pur non rappresentando un precedente legale, il caso affermò la possibilità di usare la verità come difesa dalle accuse di diffamazione e istigazione alla rivolta. I primi passi per il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali erano stati compiuti.

3. Le bordate settimanali di Zenger (immagine grande) sul suo “New York Weekly Journal” contro il governatore William Cosby (riquadro piccolo) gli costarono l’accusa di aver pubblicato considerazioni scandalose, virulente e sediziose sul governo.

5 Sofia Basso, Pier Luigi Vercesi, op. cit., p. 17.

10 1.1.3 L’atto di rottura e l’inizio della rivolta

L’estremo atto di rottura nei confronti della madrepatria si materializzò nella contestazione dello Stamp Act (Legge sul bollo, 1765), ribattezzato “tassa sulla conoscenza”. La norma fu approvata dal Parlamento inglese il 22 marzo 1765 e imponeva nelle colonie d’oltreoceano una tassa su giornali, documenti commerciali, atti legali e ogni sorta di foglio a stampa. Promulgata per aumentare il gettito fiscale necessario a far fronte al crescente debito pubblico britannico e ai costi di amministrazione dell’impero, in America provocò ondate di rivolta. I coloni, privi di rappresentanza diretta nel Parlamento che aveva varato la legge, vissero l’imposizione come un furto, un attacco premeditato contro la loro libertà e i loro diritti.

4. Immagine delle proteste dei coloni dopo l’approvazione dello Stamp Act (a destra).

Lo slogan «no taxation without representation» accese la miccia nel Nuovo Mondo, contribuendo ancor più a generalizzare l’opposizione dell’opinione pubblica, mobilitata dal fondamentale ruolo che andavano assumendo i giornali. Fu l’inizio della nuova era della lotta politica. I tumulti popolari e le azioni violente dei Sons of liberty6 provocarono l’abolizione dell’odiata tassa già l’anno successivo. La battaglia contro le istituzioni rafforzò la fiducia che gli editori nutrivano nel proprio

6 Figli della libertà. Organizzazione radicale espressione del movimento popolare anti-inglese nelle colonie dell’America settentrionale. Si costituì nel 1765 e fu capeggiata da Samuel Adams e Paul Revere nel Massachusetts e da John Lamb e Alexander McDougall a New York. Fece frequente ricorso ad azioni intimidatorie per impedire la riscossione della tassa del bollo; a Boston, i figli della libertà incendiarono e saccheggiarono persino la residenza del governatore T. Hutchinson.

11 potere e nella propria influenza. Entrarono in gioco non solo gli interessi economici, ma anche gli ideali.

Dopo il massacro di Boston (1770), provocato dall’azione dell’esercito che fece fuoco sulla folla in opposizione alla raccolta dei dazi, la stampa s’infiammò e assunse posizioni sempre più estremiste. In quegli anni si affacciò sulla scena americana un autore di straordinaria importanza per l’influenza che riuscì ad esercitare sui coloni: Tom Paine.

5. A destra, Scontri di Boston (1773). Stampa di Paul Revere. A sinistra, rivolta dei coloni al grido di «no taxation without representation» («niente tasse senza rappresentanza in Parlamento»).

12 1.1.4 Tom Paine e il suo Common Sense

Inglese fuggito dalla madrepatria e cacciato dall’incarico di esattore fiscale per aver sostenuto le rivendicazioni salariali dei colleghi, Tom Paine godette dell’appoggio di Benjamin Franklin e si dedicò al giornalismo americano. Sedusse subito l’opinione pubblica delle colonie grazie al suo pamphlet intitolato Common Sense, autentico emblema del giornalismo di battaglia. Quasi tutte le testate ripresero le sue parole. «Sfido il più appassionato sostenitore della riconciliazione a mostrare un solo vantaggio che questo continente possa vantare rimanendo vincolato alla Gran Bretagna».

«La causa dell’America è in grande misura la causa di tutta l’umanità e il regime inglese non è che l’avanzo delle antiche tirannidi».

13 Mai dalle colonie americane si era levato un attacco così veemente rivolto alla Corona inglese. Mai i coloni vennero così esortati a combattere per una società completamente nuova.

«Coloro che hanno coraggio di opporsi non solo alla tirannia ma anche al tiranno si facciano avanti».

Con i suoi appelli vibranti e la sua prosa coinvolgente, Paine inaugurò un nuovo stile di scrittura politica, capace di appassionare tutte le classe sociali. Chiare, semplici ed efficaci, le sue parole vennero lette in privato ma anche declamate in pubblico, nelle piazze come nelle taverne. Non c’era dubbio: il suo Common sense stava provocando un netto cambiamento nella mente degli americani.

«Senza le gazzette e senza la stampa la Rivoluzione americana non sarebbe mai stata fatta»7.

1.1.5 La santificazione della libertà di stampa

Sette mesi dopo l’uscita del pamphlet di Tom Paine, venne redatto il testo della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti (4 luglio 1776), che annoverava tra i firmatari anche Benjamin Franklin. Una svolta epocale, che tuttavia i giornali quasi snobbarono, confinando la notizia ad una posizione marginale delle prime pagine. Uno dei pilastri della Dichiarazione era costituito dalla sezione dedicata ai diritti dell’uomo, nei quali la libertà di stampa occupava un ruolo di assoluta importanza.

«Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili, che fra questi sono la vita, la libertà e la ricerca delle felicità; che allo scopo di garantire questi diritti, sono creati fra gli uomini i governi, i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qual volta una qualsiasi

7 Riflessioni del direttore del quotidiano girondino “Le Patriote Francais”, citato in Sofia Basso, Pier Luigi Vercesi, op. cit., p. 24.

14 forma di governo, tende a negare tali fini, è diritto del popolo modificarlo o distruggerlo, e creare un nuovo governo, che ponga le sue fondamenta su tali principi e organizzi i suoi poteri nella forma che al popolo sembri più probabile possa apportare sicurezza e felicità».

6. Il momento della firma della Dichiarazione d’Indipendenza (4 luglio 1776).

Nello stesso anno, la Dichiarazione dei diritti della Virginia proclamava che: «La libertà di stampa é uno dei più grandi bastioni della libertà e non potrà mai essere ristretta se non da governi dispotici».

Similarmente, la Costituzione del Massachusetts (1780) annunciava: «La libertà [dunque] non dovrebbe essere ristretta in questa commonwealth».

Prendendo spunto da questi esempi il Primo Emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti poneva misure restrittive al Congresso, volte ad impedire l’intenzione di limitare la libertà di stampa. La nozione di stampa autonoma e indipendente venne di fatto santificata. L’Emendamento garantiva la libertà di culto, parola e stampa oltre al diritto di riunirsi pacificamente e al diritto di appellarsi al governo per correggere i torti. Esso inoltre proibiva al Congresso di «fare alcuna legge per il riconoscimento di qualsiasi religione» rendendo questo emendamento un campo di

15 battaglia delle guerre culturali della fine del XX secolo. La libertà di stampa fu un principio statuario rigorosamente rispettato fino all’inizio del Novecento, con una sola eccezione. Quando cioè, per timore delle ripercussioni della Rivoluzione francese, furono votate leggi eccezionali (Alien and sedition laws) per espellere stranieri ritenuti pericolosi e processare quei giornali che avessero pubblicato false, scandalous and malicious articoli. Ma il tentativo reazionario si rivelò un disastro. L’opinione pubblica si allarmò per l’attentato contro la libertà di stampa e le leggi eccezionali ebbero vita breve e ingloriosa. Non riuscirono nel loro intento, provocando anzi una rivolta che rovinò politicamente chi le aveva volute. Jefferson, che le aveva combattute con orgoglio, quando divenne Presidente concesse l’amnistia a tutti i prigionieri e fece restituire loro l’ammontare delle multe inflitte da tali leggi. Un veterano della stampa americana, Charles Edward Russel, scrisse:

«In tempo di pace ogni tentativo da parte del governo di imporre limitazioni alla stampa decretando ciò che può e ciò che non può stampare, equivarrebbe ad una rivoluzione e provocherebbe una vera insurrezione»8.

7. La Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti.

8 Mario Borsa, op. cit. p. 201.

16 1.2 Francia: il modello positivista

Dal punto di vista giuridico, quello francese è da considerarsi un modello rigorosamente positivista9 e fonda sulla Costituzione e sulla legge del Parlamento la definizione del punto d’equilibro tra ragioni della libertà e ragioni dell’autorità. Un equilibro basato su tre pilastri fondamentali: 1) L’affermazione costituzionale della libertà di parola. 2) Il divieto di ogni forma di intervento preventivo in chiave di limitazione del suo esercizio (divieto di censura). 3) La funzione del legislatore (riserva di legge) di definire la nozione di “abuso” nell’esercizio della libertà di stampa, cui ancorare l’intervento, solo repressivo, deciso dal giudice (riserva di giurisdizione). Sarà questo modello l’esempio al quale si ispireranno le Costituzioni liberali europee del Novecento.

1.2.1 Il periodo della Rivoluzione

Nel periodo precedente la Rivoluzione in Francia scrivere e stampare un pamphlet antimonarchico era un’attività molto rischiosa. Chi pubblicava uno scritto sarcastico nei confronti del re veniva severamente punito. Sia i tipografi, sia quelli che oggi chiameremmo “intellettuali” e che al tempo si riconoscevano con la locuzione gens de lettres (ovvero scrittori, giornalisti e filosofi) erano schedati e sorvegliati da ispettori della polizia libraria. Persino Denis Diderot, uno degli autori dell’Encyclopédie, fu incarcerato nella Bastiglia per cinque mesi. Alcuni scritti del grande pensatore erano stati giudicati sovversivi, e gli costarono la prigionia. Anche il capo dei girondini, Jacques Pierre Brissot de Warville, sospettato di aver scritto

9 Con il termine positivismo giuridico o giuspositivismo si intende quella dottrina di filosofia del diritto che considera come unico possibile diritto il diritto positivo, prodotto dal legislatore. La dottrina del giuspositivismo si presenta in opposizione a quella del giusnaturalismo, tanto che Norberto Bobbio le ha definite “I due fratelli nemici”. La differenza consiste nel fatto che, mentre il giuspositivismo è una concezione monista del diritto, che ritiene il diritto positivo come unico diritto degno di questo nome, il giusnaturalismo è una concezione dualista: sostiene cioè l’esistenza di due ordini di diritto, un diritto naturale e un diritto positivo che si trovano in una relazione gerarchica. Mentre il diritto naturale è un insieme di principi eterni e universali, il diritto positivo è un prodotto storico, che promana dalla volontà del legislatore.

17 un irriverente libello dal titolo Les amours de Charlot et Toinette in cui Toinette stava per Marie Antoinette, conobbe la stessa pena. La monarchia aveva adottato un codice10 e istituito una Chambre de la Librairie per la concessione di permessi per stampare pubblicazioni o a vietare quelle giudicate illecite. Chi avesse ricevuto il prezioso permesso avrebbe potuto beneficiare per anni di un vero e proprio privilegio.

8. Immagini dei tre giornali con il prezioso permesso di pubblicazione.

Erano tre i giornali a cui era stato accordato questo diritto esclusivo, ognuno per una determinata materia: il “Mercure de France”11 per la letteratura, il “Journal des savants”12 per la scienza e, per la politica, la celebre “Gazette de France”13, il primo giornale quotidiano apparso in Francia.

10 Claude Marin Saugrain nel 1744 pubblicò il Code de la Librairie et de l’Imprimerie de Paris, codice di regolamentazione della stampa e dell’industria libraria. 11 Fondato come settimanale di carattere generale da Jean Donneau de Visé nel 1672. Cambiò il nome originario, “Mercure Galant”, nel 1724, diventando “Mercure de France”, redatto da La Harpe con Mallet du Pan. Cessò le pubblicazioni nel 1825. 12 Nome originario “Journal des sçavans”, fondato a Parigi da Denis de Sallo, pubblicato per la prima volta il 5 gennaio 1665, pensato come settimanale fino al 1723, divenne poi mensile fino al 1792, anno in cui venne soppresso. Rinacque nel 1816 con il nome di “Journal des savants”. 13 Nel maggio 1631 Théophraste Renaudot lanciò la sua “Gazette”, settimanale che diventò più tardi “La Gazette de France”. Renaudot beneficiava della protezione del cardinale Richelieu e, già dal suo debutto, “La Gazette” ebbe un carattere ufficiale.

18 Una curiosità: sull’origine del sostantivo gazette sembrano esserci diverse teorie. Una prima farebbe derivare il termine dall’unità monetaria in uso nella Repubblica Serenissima di Venezia: la gazeta era appunto sufficiente per acquistare una copia di un giornale periodico chiamato “La gazeta de le novità”, nel 1555. Una seconda ipotesi invece attribuisce alla lingua toscana l’origine etimologica del termine, che un tempo era traducibile in “chiacchierare” o “ciarlone”. Secondo altri “gazzetta” sarebbe diventata parola di uso comune dalla storpiatura del tedesco zeitung, cioè giornale. Ronsch trae la voce dal termine latino gazetum , formato su gaza (parola di origine persiana), cioè tesoro, quasi a indicare “scrigno di notizie”. La leggenda popolare vuole invece che avesse assunto questa denominazione come significato di piccola gazza, uccello riconosciuto come invadente e becero.

Le tre testate dotate di permesso erano, nel regno di Francia, le uniche formalmente autorizzate a scrivere di politica, di letteratura e di scienza e a beneficiare dei servizi di distribuzione della Poste Royal. Chi avesse voluto pubblicare un nuovo giornale, che non fosse stato naturalmente ostile al re, avrebbe dovuto corrispondere una percentuale ai direttori dei tre fogli in questione per avere in cambio una parziale cessione dell’esclusiva. Alla vigilia del 1789, i periodici, oltre ad essere in numero esiguo (solo sette) non scrivevano nulla che potesse infastidire il potere. L’assolutismo monarchico del resto non tollerava l’esistenza di contropoteri e anche il pensiero di Luigi XIV era stato chiaro, come testimonia la frase che gli viene attribuita, «L’état, c’est moi!». Tuttavia, come costante nei sistemi feudali dell’Ancien Régime, si creavano, qua e là, oasi di tolleranza. Per esempio, si permetteva che le più libere testate olandesi e inglesi fossero stampate in francese, al tempo lingua internazionale. Accadeva così che fogli come la “Gazette de Leyde” e “Le Courrier de l’Europe” circolassero liberamente in Francia. Quando arrivò il 14 luglio del 1789, l’ondata rivoluzionaria travolse anche il mondo della stampa e il potere della censura monarchica venne meno. Nella notte del 4 agosto 1789 tutti i privilegi furono aboliti. E fu tutto un fiorire di nuovi giornali: nel solo 1789 nacquero 140 testate, tra quotidiani e

19 periodici. Tra i giornali “patriotti” più diffusi si annovera “Les Révolutions de Paris”14, che riuscì a vendere fino a duecentomila esemplari.

«I grandi ci sembrano tali solo perchè siamo in ginocchio... Alziamoci!»

1.2.2 Robespierre e il suo “Discorso sulla Libertà”

Attorno alla controversa figura di Maximilien de Robespierre ruotano anche i destini del futuro della stampa. Il più noto tra i politici protagonisti della Rivoluzione francese si distinse infatti per le sue battaglie morali, dove sostenne con fermezza la libertà di stampa (salvo poi limitarla durante il periodo del Terrore), il suffragio universale e l'istruzione gratuita e obbligatoria, oltre a manifestare apertamente contro la pena di morte. Il suo “Discorso sulla Libertà” del 9 maggio 1791, tenuto di fronte all’Assemblea nazionale di Parigi, si potrebbe definire una pietra miliare della libertà d’espressione, ricco di contenuti innovativi per l’epoca e ancora di straordinaria attualità.

Davanti alla platea riunita, Robespierre si soffermò sull’immensa importanza che attribuiva al riconoscimento di alcuni diritti. «Dopo la facoltà di pensare, quella di comunicare i propri pensieri ai propri simili è l’attributo più evidente per distinguere l’uomo dagli animali». Chiarì immediatamente quali fossero le sue priorità, recando l’esempio della conquista ottenuta da un altro grande popolo, quello degli Stati Uniti d’America «Il diritto di comunicare i propri pensieri tramite la parola, lo scritto e la stampa non può essere impedito, né limitato in alcun modo. Ecco i termini della legge che gli Stati Uniti d’America hanno emanato sulla libertà di stampa».

14 Redatto da Pierre-Gaspard Chaumette, vi collaborarono Proudhon, Loustalot e Joseph Chalier.

20 L’attenzione del politico francese si spostò in seguito sui sistemi utilizzati negli anni antecedenti la Rivoluzione per limitare tale libertà: la censura preventiva da una parte, le leggi penali dall’altra. Premesso che «la libertà di stampa dev’essere intera e senza limiti altrimenti non esiste», Robespierre condannò senza mezzi termini la pratica della censura, «infame usanza» nelle mani di coloro che cercavano di porre ostacoli alla stampa, col pretesto di prevenirne gli abusi. Il problema della possibilità di stabilire delle pene per ciò che veniva chiamato “abuso della stampa” andava rimandato alla disamina dei due tipi di oggetti sui quali la libertà di stampa poteva esercitarsi: argomenti di natura generale e giudizi sulle singole persone.

Nel primo caso, raggruppando nella categoria citata «massimi interessi quali la morale, il diritto, la politica e la religione», venne ribadita con fermezza l’impossibilità di applicare pene nei confronti degli autori degli scritti, in quanto era «assurdo che il giudizio di un uomo solo sia, per così dire, sovrano sul giudizio di tutti gli altri» concludendo quindi che «ogni norma penale contro la manifestazione delle opinioni non è che un’assurdità». La legge infatti doveva poter infliggere la pena laddove ci fosse stato un delitto riconosciuto con certezza, un fatto provato. Le opinioni di un cittadino, buone o cattive, non essendo tali, non potevano essere perseguite. Le decisioni di colui che avesse stabilito la punizione non potevano che essere quindi arbitrarie, in quanto «lo stesso scritto che sembrerà utile e saggio all’uomo ardente e coraggioso, sarà proscritto come incendiario dall’uomo freddo e pusillanime».

Robespierre non tralasciò di analizzare lo storico contrasto che attanagliava la società da sempre, ovvero la continua antitesi tra concessione della libertà di stampa e mantenimento del potere di controllo sulla società: «Se è vero che il coraggio degli scrittori devoti alla causa della giustizia e dell’umanità è il terrore dell’intrigo e delle ambizioni degli uomini di potere, è inevitabile che le leggi contro la stampa divengano nelle mani di questi un’arma terribile contro la libertà […]. La stampa libera è la guardiana della libertà, la stampa controllata ne è il flagello». Non era necessario, insomma, cercare in tutti i modi il sistema migliore

21 per circoscrivere efficacemente la libertà di stampa, considerato che «per il corso naturale delle cose, il tempo porta alla proscrizione dell’errore e al trionfo della verità». Per Robespierre, l’unico giudice capace di pronunciare al meglio sentenze sulle opinioni personali della stampa era solo ed esclusivamente l’opinione pubblica: «Il dominio dell’opinione pubblica sulle opinioni particolari è dolce, benefico, naturale, inarrestabile; quello dell’autorità e della forza è necessariamente tirannico, odioso, assurdo, mostruoso».

I detrattori della libera circolazione delle idee per mezzo della stampa utilizzavano il pretesto della difesa delle leggi, alle quali i cittadini avrebbero dovuto sottomettersi. Ma anche qui le convinzioni di Robespierre erano in netta controtendenza: «pubblicare liberamente il proprio pensiero sui vizi o sulla bontà delle leggi è il diritto di tutti gli uomini e l’interesse della società intera». Del resto, qualsiasi scritto, anche quello con le più esagerate declamazioni contro questa o quella legge, avrebbe dovuto superare indenne la severa critica del vero giudice supremo, l’opinione del popolo: «Se gli scritti sono contrari all’opinione e all’interesse della maggioranza, si riveleranno impotenti, susciteranno anzi il biasimo e il disprezzo pubblico e tutto resterà tranquillo. Se, invece, esprimono il voto generale non faranno che risvegliare l’opinione pubblica; e chi oserebbe in questo caso considerarli dei delitti?».

Robespierre analizzò poi il secondo e spinoso caso, quello della possibilità di scrivere occupandosi delle singole persone. Un’ulteriore distinzione aiutò subito a fare chiarezza: nel caso di persone che ricoprivano cariche pubbliche, infatti, non vi erano dubbi sull’impossibilità di limitare la libertà di stampa: «qual è il principale vantaggio, lo scopo essenziale della libertà della stampa? È di frenare l’ambizione e il dispotismo di coloro cui il popolo ha delegato la sua autorità richiamando puntualmente la sua attenzione sugli attentati che essi possono commettere contro i suoi diritti». Un vero e proprio strumento di controllo legittimo nelle mani dell’opinione pubblica: «In uno stato libero ogni cittadino è una sentinella della libertà che deve dare l’allarme al minimo rumore, al minimo sospetto di pericolo che la minacci». Coloro i quali, ricoprendo cariche pubbliche, avessero manifestato

22 intenzioni avverse alla libertà di stampa, avrebbero lasciato intendere la volontà di nascondere un comportamento non del tutto trasparente: «Del resto gli uomini incorruttibili, animati solo dalla passione di contribuire alla felicità e alla gloria del loro paese, non temono la manifestazione pubblica dei sentimenti dei loro concittadini».

Restava da considerare infine il problema della libera espressione in rapporto alla vita dei semplici cittadini: Robespierre riconobbe la concessione del diritto di chiedere la riparazione del torto a coloro i quali fossero stati attaccati dalla calunnia, rimproverando però l’eccessiva severità della normativa vigente a quel tempo: «mi sembra, quanto meno, che la pena per gli autori di un’accusa calunniosa debba limitarsi alla pubblicazione della sentenza che la dichiara tale e alla riparazione pecuniaria del danno provocato a chi ne è stato l’oggetto», ricorrendo ai tribunali e ad un eventuale inasprimento della pena solo in situazioni di particolare gravità: «quando la calunnia sarà legata a una trama colpevole ordita per provocare un gran male e capace di rovinare anche la reputazione più solidamente affermata». La conseguenza di una revisione delle pene avrebbe reso così più agile e meno macchinoso il processo contro chi proferisce calunnia, giovando così al benessere della società intera: «Se si segue questo principio vi saranno meno processi ridicoli, meno declamazioni sull’onore, ma più onore, soprattutto più onestà e più virtù».

Concludendo il suo messaggio, Maximilien de Robespierre propose all’Assemblea di cementare i principi espressi nella sua lunga orazione tramite un preciso decreto, che contenesse tre fondamentali punti:

1) Che ogni uomo avesse il diritto di manifestare pubblicamente i suoi pensieri con qualunque mezzo e che la libertà di stampa non potesse essere ostacolata né limitata in alcuna maniera.

2) Che chiunque avesse attentato a questo diritto sarebbe stato considerato un nemico della libertà e punito con la più grave delle pene che furono stabilite dall’Assemblea Nazionale.

23 3) Che i privati calunniati avrebbero potuto ricorrere alla giustizia per ottenere il risarcimento del danno con i mezzi indicati dall’Assemblea.

1.2.3 La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino

Oltre al discorso di Robespierre, in quegli stessi anni un altro eccezionale avvenimento stava per segnare la svolta del percorso di riconoscimento di diritti fondamentali quali le libertà di stampa e di espressione. Il documento che ufficialmente sancì la nascita della libertà di stampa fu La Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen, ovvero La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.

Elaborato nel 1789, si tratta di un testo giuridico, contenente una solenne elencazione di diritti fondamentali dell’individuo e del cittadino. Costituisce una delle principali ragioni per cui la Francia è considerata modello da seguire in tema di concessione di libertà: ha infatti ispirato numerose carte costituzionali, ed ancor oggi il suo contenuto, più che mai attuale, rappresenta uno dei più alti riconoscimenti della libertà e dignità umana. Basato sul testo proposto dal marchese di La Fayette, il progetto della Dichiarazione venne discusso in Assemblea dal 20 al 26 agosto 1791 e, nella redazione definitiva, fu accettato dal re Luigi XVI il 5 ottobre per essere inserito come preambolo nella Carta costituzionale del 1791. L’impatto di questa elencazione di principi attuò uno sconvolgimento

24 radicale della società come mai era avvenuto nei secoli precedenti. L’articolo che di fatto sancì la libera stampa e la libera espressione fu il numero 11, tramite il seguente principio:

«la libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni rappresenta uno dei diritti più preziosi dell’uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere e stampare liberamente».

1.2.4 Le involuzioni illiberali

La libertà di stampa non fu tuttavia un diritto che, una volta sancito, si potesse considerare acquisito. Spesso si modificò in senso illiberale in relazione alle involuzioni politiche che seguirono. Sebbene garantita solennemente dalla Costituzione, la libertà di stampa fu infatti spesso minacciata e limitata dai governi.

Divenuta libera con la Rivoluzione, la stampa cessò già di esserlo nel periodo del Terrore, negazione di ogni autonomia, come ogni estremismo. Era prevista la pena di morte per gli autori di scritti contrerévolutionnaires ou insidieux, e paradossalmente lo stesso Robespierre contribuì a restringere il campo di indipendenza dei giornali, elevando il suo dissenso contro gli scritti destabilizzanti e arrivando a chiedere:

«... che si impedisca la circolazione di questi giornali che infettano tutta la Francia col loro veleno»15.

Anche Napoleone, comprendendo l’immensa importanza che poteva assumere la stampa per il mantenimento e controllo del proprio potere, ne ridimensionò la libertà nel 1796, dapprima ordinando a tutti gli editori la consegna alle autorità di dodici copie di ogni giornale, poi promulgando la “Legge contro gl’inimici dell’ordine pubblico”, che prevedeva due anni di carcere per: «Li quali spargessero carte o scritti tendenti a promuovere l’inobbedienza alle autorità o al governo e a

15 Mario Borsa, op. cit., p. 120.

25 perturbare la pubblica quiete ed il buon ordine anche con allarmanti e non vere notizie».

Si innescò un processo di continua revisione della libertà di stampa, che arrivò quasi a scomparire del tutto. Ma i provvedimenti adottati da Napoleone non furono un caso isolato: tra il 1815 e il 1848 si contarono decine di regolamenti, di progetti e di tentativi reprime la stampa periodica. La “Tribune”, giornale repubblicano di Armand Marrast, subì ben 111 processi in soli quattro anni, per un totale di 20 condanne e 157 mila franchi di multa16. Dopo l’attentato del 1835 compiuto contro il sovrano Luigi Filippo dai repubblicani Morey e Fieschi, furono aumentate le cauzioni chieste ai periodici, si limitò il campo della discussione politica e fu resa obbligatoria la pubblicazione di documenti ufficiali. Anche se non si ristabilì una vera e propria censura, la stampa fu sottoposta ad un controllo molto severo, che ebbe termine soltanto con la rivoluzione di febbraio del 184817. Come sempre in questi casi, la vera ragione dei provvedimenti straordinari di restrizione della libertà di stampa si trova nell’intima debolezza di governi che si atteggiano a forti, ma che nello stesso tempo hanno timore dell’opinione pubblica.

«Ma bruciare non è rispondere, sequestrare non è rispondere, non è educare, non è disciplinare, non è ragionare, non è persuadere, non è governare»18.

16 Mario Borsa, op. cit. p. 135. 17 Cfr.: C. Ballanger, J.Godechot, P. Guiral, F. Terrou, Histoire général de la presse francaise, Paris 1969; L. Compagna, Alle origini della Libertà di stampa nella Francia della Restaurazione, Bari, Laterza, 1979. 18 Camillo Desmoulins, citato in Mario Borsa, op. cit., p. 120.

26 Parte I: La stampa italiana di provincia nella seconda metà dell’Ottocento.

Il mercato editoriale italiano e le cause del regionalismo della stampa.

1. La debolezza del mercato editoriale italiano.

Gli eventi legati all’unificazione italiana portano una grande euforia ed ottimismo nel nostro paese, ed in questo clima anche i giornali vivono una stagione di grande libertà e frenesia. Con l’abbandono da parte degli stranieri della penisola e l’allargamento a tutti dei diritti concessi dallo Statuto Albertino, tra cui la libertà di stampa, il mondo dei giornali entra in una nuova stagione caratterizzata da un grande dinamismo, nonostante i numerosi problemi che ne condizionano lo sviluppo. Nel periodo immediatamente successivo all’unificazione il numero delle testate pubblicate nel nostro paese aumenta notevolmente: la prima statistica che si riferisce a quel periodo, contenuta nel Bollettino municipale di Statistica di Milano nel 1859, parla di cinquantaquattro giornali nella sola città lombarda, mentre nel 1862 la Corrispondenza franco-italiana, citata dal Pungolo, dà conto di cinquantadue testate a Torino, trentasette a Firenze, quarantasette a Milano (che arrivano a cinquantaquattro con le integrazioni del Pungolo) e venticinque a Napoli3. Nonostante il momento di libertà ed euforia, restano però notevoli difficoltà per il giornalismo italiano, che nasce su basi economiche poco

3 G. Farinelli, E. Paccagnini, G. Santambrogio, A.I. Villa, Storia del giornalismo italiano: dalle origini ai giorni nostri, Torino, Utet, 1997, p.165. forti e la cui struttura non permette di svilupparsi al pari del giornalismo europeo. Tra le cause di questo ritardo vi è in primo luogo lo scarso pubblico: nella seconda metà dell’Ottocento il nostro è un paese ancora fortemente arretrato, con alti livelli di analfabetismo (nel 1861 si calcola che in Italia 74,7 abitanti su 100 fossero analfabeti)4 e molta povertà che riducono fortemente la potenziale platea di lettori. Un ulteriore motivo di mancanza di acquirenti è la scarsa mobilità sociale della realtà italiana: nel 1861 solo il 2% della popolazione può partecipare alle elezioni e dovranno passare molti anni prima di una nuova estensione di tale diritto5. Oltre a queste variabili, che rendono i giornali dell’Italia post-unitaria piuttosto distanti dalla realtà del paese, la stampa è espressione dei gruppi clientelari che la sostengono e non è in grado di riflettere i veri umori dell’opinione pubblica. In quegli anni le tirature dei giornali sono molto limitate, si calcola che il dato complessivo non superasse il mezzo milione di copie su 25 milioni di abitanti. Un risultato modesto se lo si accosta ai numeri degli altri paesi europei ed americani6. Un ulteriore problema che affligge il giornalismo italiano è quello relativo alla diffusione e alla distribuzione. I metodi usati per la vendita dei fogli sono prevalentemente due: l’abbonamento e la vendita diretta ai botteghini delle tipografie e delle librerie. Le prime due edicole compaiono a Milano solo nel 18617, dunque costituiscono un canale di vendita ancora trascurabile. Inoltre i dissesti del servizio postale e del sistema di viabilità non favoriscono la diffusione dei fogli in luoghi lontani dal centro di stampa. La nascita di grandi giornali non è nemmeno favorita dalla frammentazione in cui versa il nostro giornalismo: vi sono molti giornali che vengono letti poco, e questa

4 Valerio Castronovo, La stampa italiana nell’età liberale, Bari, Laterza, 1979, p.10. 5 Ibidem. 6 Ibidem. 7 Paolo Murialdi, Storia del giornalismo italiano, Bologna, Il Mulino, 1996, p 65. dispersione di forze contribuisce alla mancata esistenza di grandi centri editoriali. Anche la struttura artigianale dei fogli contribuisce a questa situazione: le imprese giornalistiche vengono gestite a livello familiare e tale impostazione non può garantire una trasformazione delle aziende editoriali in entità di maggiori proporzioni. La debolezza economica dei giornali italiani determina inoltre una forte dipendenza della stampa da interessi clientelari: giornalismo e politica si intrecciano di continuo nel panorama italiano, spesso il lavoro di giornalista si esaurisce in militanza e i giornali diventano un terreno di scontro per le lotte di potere tra i vari gruppi di interessi. Tale commistione tra informazione e politica porta a condizionamenti molto forti per i giornali, che vengono spesso usati per fare proselitismo a supporto di modesti apparati di partito. Un osservatore dell’epoca, Gaspero Barbèra, nelle sue Memorie di un editore esprime un giudizio molto severo sui legami poco chiari tra giornalismo politico e classe dirigente.

Dal 1859 in poi i nostri giornalisti convertirono la nobile missione della stampa periodica in traffico indecoroso. Giustizia vuole che io eccettui da questa severa accusa sei o al più otto giornali; gli altri si può dire che di buon grado si mettano ai servigi e alle voglie degli ambiziosi che pagano per far strombazzare i loro nomi, i loro progetti e soprattutto le loro candidature.8

Non va dimenticato però che, a causa del ristretto mercato editoriale, i giornali hanno l’ esigenza di appoggiarsi alla politica per la loro sopravvivenza, senza il cui aiuto non sarebbero in grado di sostenersi economicamente.

8 Gaspero Barbera, Memorie di un editore pubblicate dai figli, (citato in G. Farinelli, E. Paccagnini, G. Santambrogio, A.I. Villa, Storia del giornalismo italiano: dalle origini ai giorni nostri, op. cit., p. 163).

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Capitolo 1 Lettere e giornali: Storia

1.1 Dalle gazzette al risorgimento

Siamo alla fine del diciassettesimo secolo, le prime gazzette cominciano ad essere lette all’interno dei pub inglesi, nelle botteghe dei barbieri e nei café parigini. Il “Leipziger Zeitung” (1660) è il primo quotidiano d’Europa mentre, in Inghilterra, la “London Gazette” è il primo giornale britannico a scansione regolare. Non si può certo però, parlare di quotidiani, intesi come mezzi di comunicazione di massa. I primi esempi di periodici sono infatti fogli diretti da dotti destinati ad un pubblico colto. In riferimento al periodo, non si può fare a meno di prendere ad esempio “Le juornal des savantes”. Periodico nato nella Parigi di Luigi XVI nel 1665, presto diventato organo fondamentale della politica culturale di Re Sole. IL foglio, un ragguaglio settimanale sui libri pubblicati in Francia ed all’estero, offrirà un modello che attraverserà l’Europa intera. In Italia, è possibile rintracciare il primo esempio di giornalismo letterario-erudito nel 1668, esce a Roma il: “Giornale dei letterati”. Ma la città italiana, che meglio dimostra d’aver accolto la lezione francese, è senza dubbio Venezia, diventata fin dal Rinascimento, grazie al lavoro di Aldo Manunzio e dei suoi discepoli, capitale dell’arte della stampa. Venezia confermerà il suo primato, dopo la metà del secolo successivo quando Carlo Goldoni, porterà fra i ceti colti, e le corti meno oppresse dall’assolutismo, la lezione di Diderot e D’Alambert. Occorre ora fare un piccolo passo indietro. Per parlare di quotidiani sarà infatti sufficiente, attendere l’alba del nuovo secolo, momento in cui giornali come il “Tatler” e lo “Spectator” prima, ed il “Caffè” poi, diffonderanno nel vecchio continente gli ideali di verità e ragione alle base dei quali fonda il pensiero illuminista. Quando parliamo delle persone che scrivono le pagine di questi giornali, non possiamo certo rifarci ad una definizione di giornalista

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intesa in senso moderno. Non ci troviamo infatti di fronte ad un professionista il quale, dietro compenso, compone i propri articoli. Nelle redazioni dei quotidiani del periodo, troviamo infatti per lo più intellettuali e letterati, in maggioranza aristocratici, i quali appropriatisi del mezzo stampa, vedendo in esso il mezzo migliore per poter diffondere il loro pensiero. La dottrina illuminista. L’intento di giornalisti come Cesare Beccaria e dei fratelli Pietro e Alessandro Verri non è certo quello di informare. I fogli illuministi si propongono una funzione pedagogica, vogliono insegnare, trasmettere, si fanno ideologi di una classe sociale – la borghesia – della quale, pur non facendo parte, si sentono responsabili. Scrive Pietro Verri all’ interno dell’ editoriale programmatico con il quale presenta il “Caffè” ai lettori (1764) : “Quale fine vi ha fatto nascere un tal progetto? Il fine ‘una aggradevole occupazione per noi, il fine di far quel bene che possiamo alla nostra patria, il fine di spiegare utili cognizioni fra i nostri cittadini, divertendoli, come già altrove fecero Steele e Swift, Adison e Pope…”1. È in un certo senso doveroso, per i fratelli Verri come per noi, citare due personaggi come Richard Steele e Joseph Addison. E’ infatti alla loro lezione che il “Caffè” deve molto del suo successo. Già nel 1709 infatti “The Tatler” usciva nei pub inglesi con l’intento, fra gli altri, d’insegnare ai borghesi, considerati zotici, il galateo. Raccomandando loro il costante uso del buon costume. Mentre è nel 1711 che Addison fonda il suo “The Spectator” sulla base dell’ idea di riprodurre sulla carta un club inglese all’ interno dl quale, aristocratici e borghesi potessero incontrarsi e discutere civilmente dei temi più disparati. Quanto detto finora è necessario per fissare chiaramente il concetto di come, quando i primi fogli a scansione regolare cominciano ad affacciarsi all’ interno del panorama europeo, la figura del giornalista altro non era che ciò di più lontano si possa immaginare, da quella dei giorni nostri. Infatti nonostante, gran parte del successo di questi tre fogli, sia dovuto al loro rifiutare le più classiche dispute letterarie, al fine d’occuparsi anche di materie comuni; l’editoriale programmatico del Caffè recita a proposito le seguenti parole: “…Vuole abolire il principio dell’autorità, proponendo

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l’accettazione solo di ciò che la ragione può spiegare e che la pratica può dimostrare”2. È comunque impossibile non riscontrare l’abisso che passa fra il giornalista che informa, ed il letterato illuminista che educa.

Nasce oltreoceano, negli stessi anni, il giornalismo politico quello che, merito degli articoli di B. Franklin, e soprattutto alla pubblicazione, sul suo “Philadelphia gazette”, del pamphlet di Tom Paine: “Common Sense” (1776). Lo splendido esempio di letteratura a servizio del giornalismo, finalizzato alla formazione di coscienze, attraverso la diffusione di massa di un “senso comune”, il quale porterà gli Stati uniti alla consapevolezza prima ed alla rivoluzione poi. I fogli politici, i giornali d’ opinione prima e la rivoluzione poi arrivano anche in Europa. Il loro arrivo andrà necessariamente a modificare la figura del giornalista, ora portatore d’opinioni, principi e soprattutto ideali.

1 PAOLO MURIALDI (2000), Storia del giornalismo italiano.IL MULINO.

2 PAOLO MURIALDI (2000), Storia del giornalismo italiano.IL MULINO.

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1.2 IL Risorgimento

L’avvento di Napoleone comporta però una brusca inversione di tendenza. La libertà di stampa è destinata ad andare incontro ad un drastico giro di vite. Tuttavia, anche se solamente sfiorati dal flebile vento di libertà, che per così poco, aveva dalla Francia soffiato. I giornalisti, conobbero in questo periodo un livello di passione civile e morale, quale mai avevano dimostrato e mai dimostreranno. Inasprite le pene per i reati a mezzo stampa i fogli tornano a mascherarsi come giornali Letterari, unica via e pretesto per poter discutere di temi, i quali di gran lunga esulano da quelli proposti. In questo periodo in Italia compaiono per la prima volta sulla scena, le firme di quei letterati - giornalisti, capaci di trasformarsi a breve nei protagonisti dell’ epopea risorgimentale. Il riferimento è a penne come quelle di Ugo Foscolo, di Silvio Pellico, di Pietro Borsieri… La pratica del mascheramento rimane anche in età di restaurazione, facile infatti scorgere dietro la polemica fra romantici e classicisti, fra madame De Stael e Vincenzo Monti, il pretesto per allontanarsi dalla letteratura e per diffondere - difendere posizioni diametralmente opposte, in merito all’ amministrazione austriaca ed alle possibilità di liberazione.”Il Conciliatore” stesso, culla e roccaforte del romanticismo milanese, si registra come giornale di:”statistica letteraria”. Nelle colonne del foglio azzurro chiaro è l’intento di unire la borghesia intera attraverso sentimenti di nazionalistici di libertà. Senza guardare se si trattasse di democratici o restauratori, di romantici o classicisti, di Giovanni Berchet o Melchiorre Gioia. Si deve tener ben presente però la natura di tali dibattiti. Sono dibattiti letterari, scritti da letterati, romantici o classicisti che siano, e di conseguenza poco comprensibili alla maggioranza della popolazione. Le masse contadine, ad esempio, non vengono nemmeno prese in considerazione. Qualcosa però sembra cambiare. È il 1829 e Gian Pietro Visseux, fondatore, nel 1821 del mensile “L’Antologia”, scrive: “Sarebbe

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tempo che gli autori si persuadessero essere i giornali fatti pel pubblico e non per loro; essere il giornalismo una professione che conviene nobilitare con molta imparzialità e giustizia…i miglior e più utili collaboratori di un giornale sono quelli più interessati, cioè pagati”3. Dietro a queste parole, oltre lo spirito del grande imprenditore, è celata la causa dei fallimenti dei motti del ’20-’21 prima e del ’31 poi, cioè il mancato coinvolgimento della popolazione. Quella maggioranza non ancora in grado di leggere i giornali, come venivano scritti all’ epoca dei motti. Causa il giro di vite, imposto dal Granduca di Toscana in seguito agli avvenimenti del 21’ 3 del 31’, il giornale di Visseux cesserà nel 1833 le pubblicazioni. Ma la lezione dell’ Antologia non andrà perduta. Un suo giovane collaboratore, sconosciuto fino al 1830, capirà come motti del ’30 debbano il loro fallimento, alla loro incapacità di raggiungere coloro, a meno dei quali, una rivoluzione non si dovrebbe nemmeno immaginare: le masse. Dapprima, sottotitolerà la sua rivista: “Giovane Italia”, con le parole del Foscolo : “Scrivete. Perseguitate con la verità i vostri persecutori”. Poi scriverà: “ La stampa periodica è la sola potenza dei tempi moderni; parla a tutti e a ciascuno, alle moltitudini come all’ individuo; si rivolge a tutte le classi; è per l’intelletto ciò che per l’ industria è il vapore.4” Lo stacco con la concezione precedente è netto. Il giovane è Giuseppe Mazzini il quale, tornerà a fare del giornale un imprescindibile mezzo di lotta politica. Parlando di diffusione d’ideali, ma soprattutto di diffusione di cultura, è importante ricordare un iniziativa, datata 1844, di Giuseppe Pomba. Il tipografo-editore, principale artefice della trasformazione della stampa piemontese, il quale già dal 1829 domanda al sovrano il privilegio d’introdurre a Torino la macchina da stampa a doppio cilindro, usata dal Times di Londra, all’epoca foglio di riferimento per l’Europa intera, e per la quale chiede l’uso esclusivo. Aveva intuito che la domanda d’informazione e cultura era notevolmente cresciuta e che non era più uniforme come un tempo, bensì proveniente da ceti differenti. La risposta di Pomba a questa richiesta è nel periodico: “Teatro universale. Raccolta enciclopedica e scenografica”. Il foglio, di chiara

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inspirazione transoceanica, esce in mezza Italia grazie agli accordi stipulati con decine di librai, al costo annuale d’associazione di sei franchi piemontesi. Il successo è straordinario ed il periodico nel 1835 arriva a tirare diecimila copie. L’iniziativa a cui facevo riferimento è però un'altra. Nel 1844 Pomba decide di pubblicare a fascicoli: “La Nuova Enciclopedia popolare”. L’iniziativa dopo un anno arriva a contare i cinquemila abbonati.

Se in Italia e in Europa si può dire che, la figura del giornalista cominci a modificare i suoi caratteri, si può tranquillamente affermare che la strada intrapresa dal giornalismo americano sia già quella della modernità. Il pubblico chiede notizie, freschezza e vitalità. Si mostra non più interessato ai noiosi dibattiti politici, vuole sapere quello che succede alle persone come loro, vuole discutere di moda, teatro. Si diffonde il gusto per il pettegolezzo. Alle richieste del pubblico l’ editoria non tarda a rispondere. Lo fa attraverso la creazione della penny press; con la netta distinzione fra: stampa popolare e stampa d’ opinione. Eliminando così per sempre la promiscuità, tutt’oggi attuale, fra cultura ed intrattenimento. Non è un azzardo dire che fra il 1833 ed il 1835 con il “New York Herald” di James Gordon Bennet; e con il “New York Sun” di Benjamin H. Day, negli Stati Uniti sia possibile riscontrare il primo esempio di quotidiano moderno.

In Europa, ed in Italia soprattutto, la situazione è arretrata. Dove gli altri parlano di uguaglianza noi parliamo ancora di libertà, mentre in Inghilterra si fanno leggi per prolungare l’istruzione obbligatoria (1870 Educational Act), in Italia il tasso d’analfabetismo è ancora superiore al 60% della popolazione. Notevole peso ha inoltre il ritardo tecnologico che il nostro paese accumula nei confronti di paesi come Francia Germania e Gran Bretagna. Nazioni dove il telegrafo e le prime agenzie di stampa (Wolf; Reuters e Havas) cominciano a garantire un flusso continuo di notizie. In Italia la Stefani arriverà vent’ anni dopo. Sarà proprio in quel periodo infatti 1860-1870 che grazie all’ avvento di

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editori come Treves e Sonzogno ed a giornalisti come Carlo Romussi, che anche il nostro paese imboccherà la strada del giornalismo moderno.

3 PAOLO MURIALDI (2000), Storia del giornalismo italiano.IL MULINO.

4 GIUSEPPE MAZZINI (1832) , La Giovane Italia

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1.3 La terza pagina

Indro Montanelli disse a Enrico Falqui: “Io per me sono grato alla terza pagina: le sono grato di esistere. Senza di essa avrei dovuto fare l’informatore e sarei fallito; oppure lo scrittore di libri, e sarei morto di fame. Con essa debbo rinunziare all’ambizione più cara ed usuale: l’immortalità. Ma ci campo e posso considerarmi più o meno riuscito. Perciò non mi sento di parlarne male . Al più potrei dire che a mezza strada com’è fra letteratura e giornalismo è un po’ bastarda. Ma siccome sono bastardo anch’io io mi ci trovo a mio agio5”. Ma andiamo con ordine. Ad unificazione avvenuta, all’interno delle redazioni, va registrata la scomparsa, di quei patrioti, prestati al giornalismo, diventati protagonisti, dell’epopea risorgimentale. Nella seconda meta del diciannovesimo secolo, all’interno delle redazioni si contano in maggioranza avvocati o altri professionisti, intenti per lo più a far politica. Giornalisti che s’esprimono attraverso il linguaggio dei comizi ed intellettuali e letterati di bassa levatura, i quali ormai privi degli appassionati slanci risorgimentale, riempiono le colonne dei giornali di vuote forme retoriche. E’evidente come i giornali e soprattutto come la cultura nei giornali si trovi ad una svolta. Arriva “Il Secolo”. Il quotidiano, edito Sonzogno, compare per la prima volta nelle edicole il cinque maggio del 1866. Il primo direttore è il premio nobel per la pace Ernesto Teodoro Moneta, ma sarà sotto il “regno” di Carlo Romussi che il giornale raggiungerà il suo massimo splendore. Con lui la figura del giornalista andrà a modificarsi in maniera pressoché irreversibile. Il foglio milanese punta ad essere espressione della borghesia laica, ed il suo editore, Sonzogno, lo vuole capace di: “combinarsi con lo spirito pubblico.” A mettere nero su bianco le aspettative dell’editore ci penserà proprio il Romussi, il quale non solo correrà dietro fatti e fatterelli del giorno, ma per primo darà voce alla gente, mandando i suoi giornalisti per: strade, commissariati, ospedali e tribunali. Nel quotidiano avranno

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inoltre notevole spazio gli articoli e le rubriche di varietà oltre ai romanzi d’appendice ( grazie all’ immenso serbatoio di opere dal quale l’editore Sonzogno poteva attingere). Il giornalista non è più l’uomo di lettere dai nobili intenti di fine settecento; è ora, e definitivamente, il professionista che consuma le suole camminando per la città con il taccuino aperto. Asserire però che la figura del letterato scompaia dalle redazioni dei giornali italiani, sarebbe un errore, o meglio un falso. Data infatti la difficoltà nel differenziarsi l’un con l’altro, la concorrenza fra quotidiani è costretta a vivere sulle grandi firme, il cui richiamo nei confronti del grande pubblico resta, e resterà, sempre notevole. Ciò a cui si assiste è più correttamente una ridefinizione degli spazi. La fisionomia del quotidiano cambia. È il “Corriere della Sera”, quotidiano nato a Milano nel 1876 da un idea di Eugenio Torelli Veullier, la prima testata a separare per argomento le proprie pagine. Esisterà una pagina per la cronaca, una per le opinioni ed una per lo sport. La pagina della cultura sarà la terza. Luogo privilegiato d’incontro fra giornalismo e letteratura, la terza pagina può definirsi un invenzione tipica del giornalismo italiano. Modello singolare e privo di analogie nella stampa occidentale, progettato e realizzato all’interno di un paese dove il tasso d’analfabetismo sfiorava ancora il sessanta per cento. Proprio questo motivo, il modello della terza pagina, ripreso poi in tutta Europa con fedeltà assoluta, sia dai giornali proletari come da quelli d’opposizione, ha portato diversi critici, primo fra tutti Franco Nasi, a guardare alla terza come ad un fenomeno di povertà. Scrive Nasi: “i lettori italiani erano così poveri da non poter acquistare libri e riviste culturali; e gli scrittori italiani erano poveri perché non vendevano libri; e le riviste culturali pagavano male le collaborazioni…intervenne quindi il nuovo ricco: il giornalismo. 6” Per quanto non priva di fondamento l’opinione del Nasi resta comunque troppo personale per essere accolta come significato all’innovazione introdotta. Risulta infatti difficile credere che, nella concezione in cui fu pensata da Bergamini, la terza dovesse essere l’innovazione utile a rimediare agli inconvenienti di una certa povertà.

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Sarebbe un errore inquadrare la questione in questi termini, come lo sarebbe identificare la terza con l’elzeviro (l’articolo di risvolto che prendeva il nome dal carattere con il quale veniva stampato), come sarebbe un errore pensare alla terza al pari di un qualsiasi supplemento artistico letterario, o identificare come intrusa qualsiasi informazione di cronaca al suo interno. Meglio guardare alla terza come si guarderebbe ad uno iato, un intervallo, il luogo del rallentamento all’interno della corsa del quotidiano, un luogo in cui sia possibile sottrarsi all’ordine del giorno dell’attualità. Come poco prima accennato, l’invenzione formale della pagina culturale è da attribuire ad Andrea Bergamini. In occasione della prima assoluta dell’opera di Gabriele d’Annunzio: “Francesca da Rimini”, al teatro Costanzi di Roma, il direttore de: “il Giornale d’Italia” incaricò quattro suoi redattori di recensire l’evento. Diego Angeli per le scene, Nicola d’Atri per le musiche, Domenico Oliva per la critica ed Eugenio Checchi per la cronaca. Data la consistenza dei pezzi, si di diverso interesse artistico ma allo stesso tempo capaci di richiamarsi l’un con l’altro, Bergamini intuì la possibilità di realizzare una pagina speciale. La mattina dopo, il dieci dicembre 1901, era possibile acquistare nelle edicole la prima terza pagina. L’innovazione del Giornale d’Italia ebbe da subito enorme successo nel centro-sud. Con Bergamini arrivarono a collaborare intellettuali del calibro di Benedetto Croce. Impiegherà invece più tempo ad attecchire al nord. Luigi Albertini, il più grande fra tutti i direttori del “Corriere della Sera”, succeduto nel 1900 a Domenico Oliva, aveva da anni compreso quanto fosse importante per i quotidiani avvicinarsi alle esigenze dei lettori. Lo aveva fatto attraverso: “La Lettura”, mensile capace di segnare la punta più alta che l’incontro fra lettere e quotidiani sia mai stato in grado d’offrire, e non solo. Con: “La Domenica del Corriere”, anche agli strati artigiani, poterono avvicinarsi al quotidiano milanese il quale, attraverso il suo inserto domenicale, arrivò persino a sfiorare le classi contadine. Il Direttore, indiscusso protagonista della Belle Epoque, impiegò invece più tempo a comprendere l’ importanza della terza. Ciò

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non toglie che, dal momento in cui decise di adottarla, quella del “Corriere” divenne la terza pagina più ricercata di tutte. Si potrebbe definire la terza del Corriere come un “affare di famiglia”. Se infatti la direzione fu di Luigi, scelta dei collaboratori e l’espressione tipografica furono competenza di Alberto Alberini. Luigi comprese come l’autorità ed i mezzi finanziari del suo giornale potevano servire da veicolo all’elevazione intellettuale del pubblico italiano. La sua, fu una terza pagina nazionale, nel senso che non vi figurarono firme straniere, e che mai fu esclusivo privilegio degli intellettuali lombardi. A differenza di quella di Bergamini poi, la terza pagina del Corriere fu meno cattedrica e di conseguenza più vivace nel seguire le tendenze narrative e libera dai vincoli di ogni scuola. I più grandi scrittori ed intellettuali cominciarono a scrivere per il suo giornale: dalla retorica roboante di d’ Annunzio (al quale lo stesso Albertini suggerì l’idea che prese poi forma ne le: “Canzoni d’Oltremare”), al verismo di Verga De Roberto e Capuana, passando per il relativismo di Pirandello, il nazionalismo di Praga e Corradini, Ada Negri, arrivando fino al nobel Grazia Deledda. Si può inoltre affermare che la pagina della cultura ebbe enorme successo nelle maggiori testate, stentando invece ad affermarsi all’ interno dei quotidiani locali. Questo perché le piccole redazioni, non furono in grado di disporre dei mezzi necessari ad accaparrarsi le penne più prestigiose. Per inquadrare l’importanza avuta dalla terza pagina nella storia dell’editoria è necessario riflettere su come, quella che a noi oggi può sembrare in maniera riduttiva una palestra del bello scrivere, abbia all’epoca rappresentato sia uno strumento di diffusione di buone maniere, sia uno strumento ideologico, sia soprattutto uno strumento d’evasione dalla realtà. In un certo senso il primo esempio di cultura che diventa intrattenimento di massa, o forse, risolvendo in maniera più apparente che sostanziale, il problema della scarsa diffusione dei libri e delle riviste culturali anche tra il pubblico colto, sia stata in grado di rendere cultura ciò che all’epoca poteva definirsi intrattenimento di massa. Inoltre, fu capace di dare uno strumento di sostentamento sia

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per i letterati che per le loro idee, permettendo loro di creare con la classe dirigente del paese, lo stesso legame del quale, da li a pochi anni, saprà far tesoro Benito Mussolini. Proprio per questa sua funzione di legame di fatti, la terza pagina, nel corso del ventennio, rimarrà una delle poche istituzioni editoriale a godere di relativa libertà. Al punto che oggigiorno vengono ancora mosse accuse nei suoi confronti. La si accusa di essersi estraniata dalla realtà per chiudersi all’interno delle cattedrali delle lettere. “La verità è che ciò che si rimprovera alla terza è di non aver apertamente contrastato un regime cui, d’altronde, sarebbe bastato un colpo di penna per sopprimerla ed abolirla7” Sarebbe più giusto dire che mancarono gli eroi scintillanti, così come gli infami traditori, tra coloro che continuarono a pubblicare i loro scritti di critica e di fantasia. La terza vivrà la sua stagione d’oro nel periodo che andrà chiudendosi con l’orrore della seconda guerra mondiale. Eventi come lo scoppio delle due atomiche e luoghi come i campi di concentramento, andranno profondamente a minare i sentimenti della gente, la terza perderà così gran parte della sua base d’appoggio trovandosi di fronte alla scelta di cambiare o scomparire. Nel 1956 “Il Giorno” esce privo di terza pagina, le informazioni culturali sono distribuite secondo argomento all’interno delle varie pagine del giornale. Nel 1976 “La Repubblica” di Scalfari sostituirà la terza con una sezione culturale centrale, mentre il “Corriere della Sera”, ultima fra le grandi testate a cedere, cambierà impostazione solo nel 1992 quando, il nuovo direttore Paolo Mieli pubblicherà al posto della terza la sezione –Società e Cultura- .Questi cambiamenti hanno portato molti a credere che la terza sia finita. Dire ciò sarebbe affermare il falso. La verità è che la terza è cambiata, seguendo la strada che il pubblico le ha per certi versi imposto. In realtà più che di una strada sola, sarebbe più corretto parlare di due. La prima è quella che porta al modello oggi offerto da Repubblica. Il quotidiano di Scalfari privilegia la continuità con il passato. La sezione Cultura rinnova ma non abolisce il compromesso fra letterati e giornalisti, offrendo uno spazio di rappresentazione sia diretta

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attraverso anteprime e dibattiti; sia indiretta attraverso inchieste interviste e recensioni. Il secondo modello è quello messo appunto da “La Stampa” sotto la direzione di Mieli. Il modello rompe con il quello tradizionale, proponendosi di portare il lettore direttamente all’interno del dibattito. Si assiste infatti ad un rovesciamento di prospettive. Passano in secondo piano sia l’intellettuale come figura, sia i meriti attribuiti alle loro opere; l’attenzione viene focalizzata su come gli stessi intellettuali vivano ed operino, sui dissensi scientifici e su i conflitti ideologici. Lo spostamento dell’attenzione dal testo al contesto dovrebbe rendere i fatti culturali in forma popolare coinvolgendo il lettore ora obbligato a schierarsi. La tecnica è quella di combinare argomenti colti e popolari in chiave conflittuale, sarà il conflitto stesso ad attirare l’attenzione del lettore. Finita questa digressione a proposito della terza pagina, tema di chiaro interesse ai fini dell’argomento che da il titolo a questa tesi, è necessario fermarsi ancora un attimo prima di proseguire nel percorso storico. La sosta è imposta da una figura alla quale si è solo brevemente accennato in precedenza. Stiamo parlando di Luigi Albertini, a lui ed al periodo che descrive il suo “regno” al “Corriere della sera” è infatti possibile far risalire a pieno titolo la nascita della figura del giornalista moderno. Sotto la sua direzione, non sono più concessi ai giornalisti atteggiamenti bohemien o romantico-scapigliati. Albertini paga bene i suoi collaboratori e li gratifica con un giornale di successo, seguendoli persino all’interno della loro vita privata. Tornando ora al percorso storico che stiamo cercando di tracciare, possiamo dire che, se da un lato è vero che, nel periodo in grado di descrivere i primi anni del novecento, la figura del letterato- intellettuale esce marginalizzata dall’avvento del giornalismo moderno, è altrettanto corretto affermare che le grandi firme mantengono intatto il loro prestigio sia nell’ ambito della concorrenza fra quotidiani; nell’ambito dell’influenza che le stesse sono in grado di esercitare nei confronti del pubblico. Questo aspetto è molto importante all’ interno di un giornalismo, il quale attraverso l’ alfabetizzazione e le continue

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innovazioni tecnologiche diventa sempre più di massa. A suffragio di quanto affermato sarebbe sufficiente ricordare il famoso discorso di Pascoli: “La grande proletaria si è mossa”, pubblicato a favore della campagna di Libia, dalla “Tribuna” nel 1911. Come poi dimenticarsi di colui più di tutti gli altri, ha incarnato in sé l’immagine di Vate nazionale. Dapprima le sue “Canzoni d’ oltremare”, dalla terza pagina del “Corriere”; rappresentarono la punta più elevata e forsennata della marea retorica che attraversò i giornali durante l’intera campagna di Libia. In seguito nessuno riuscì a smuovere le masse come seppe fare lui, in quelle che il Vate stesso definì “radiose giornate di Maggio”.Ed in un certo senso, radiosi quei giorni lo furono per davvero, soprattutto se paragonati a ciò a cui la stampa stava andando incontro. Trent’anni di buio. In un primo momento ad imbavagliare i giornali saranno le imposizioni del governo in tempo di guerra. Poi per vent’anni l’Italia intera sarà un'unica grande redazione, a capo della quale, un solo uomo impartirà, attraverso un unico Ufficio stampa, le direttive agli organi dell’intera nazione. Il suo nome: Benito Mussolini.

5 ENRICO FALQUI (1969), Giornalismo e letteratura. U. Mursia & C 6 F. NASI, Il peso della carta: ALFA, BOLOGNA, 1966

7 ENRICO FALQUI (1969), Giornalismo e letteratura. U. Mursia & C.

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1.4 Il Fascismo

La stampa, come del resto l’Italia intera, commise l’errore di sottovalutare il movimento fascista, confidando di poterlo sfruttare come manganello contro il terrore rosso, onde poi poterlo incanalare all’interno degli schemi liberali. Come sappiamo non fu così. Per quel che riguarda la nostra trattazione, si può tranquillamente affermare che il Duce, da abile uomo politico e giornalista esperto qual’era, si preoccupo fin da subito di mantenere intatto, in Italia come all’estero, il prestigio dei grandi quotidiani italiani. Sotto questa luce va infatti vista la tattica duttile e graduale adottata, soprattutto per ciò che riguarda i primi anni del regime, verso quotidiani come “La Stampa” ed “Il Corriere della sera”. Dei quali, almeno inizialmente, pretese la fascistizzazione della sola parte politica. Mantennero almeno in parte la propria autonomia le sezioni dello sport ma soprattutto quelle della terza pagina. Mussuloini diede notevole risalto alla pagina della cultura, cercò di promuovere l’ideologia fascista attraverso la continua ricerca di collaborazioni di prestigio, attraverso le grandi firme dell’epoca. L’intento del duce era quello di affidare loro, il ruolo di cinghia di trasmissione fra regime ed intellettuali, in quel perfetto meccanismo che fu, fino al 1933, la fabbrica del consenso fascista. La terza pagina, nel corso del ventennio, conobbe una stagione trionfale. Scrive Ajello: “Il conformismo politico che, in tutte le altre parti del giornale assumeva toni raziocinanti e battaglieri, nella terza si trasformò in limpida arcadia.7” Pochi furono però fra, gli intellettuali di spicco dell’epoca, a raccogliere l’ invito del dittatore. Escluso infatti Giovanni Gentile, mente del fascismo, ed il non folto gruppo di firmatari del suo “Manifesto degli intellettuali Fascisti” ( fra questi ricordiamo i nomi dei nazionalisti Papini e Corradini, nonché quello di Pirandello) pochi mostrarono adesione piena al partito. Anzi, sicuramente maggior successo riscontrò all’interno della comunità letterata, “Il Manifesto degli intellettuali antifascisti” redatto da Benedetto Croce in risposta a Giovanni Gentile, e pubblicato su “Il

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Mondo“ il 1° maggio del 1925 ,data della festa dei lavoratori, volutamente scelta in risposta alla pubblicazione nel giorno del Natale di Roma del manifesto fascista. Il manifesto crociano rimase una delle poche manifestazioni pubbliche avverse al regime. Questo ci fa capire come la cultura, assieme alla Chiesa, fu l’unica istituzione in grado di mantenere, quasi per l’intero ventennio, una certa autonomia. Quella cioè che le permetteva di rimanere confinata all’ interno di quel tempio da lei costruito, all’interno del quale l’ideologia del regime non riuscì mai del tutto ad attecchire, non entrando così, mai pubblicamente in contrasto con il regime. La stessa stampa fascista riconobbe come “più autorevoli” le adesioni al manifesto crociano. Oltre una prima lista di firmatari uscita il 1 maggio, Il Mondo pubblicò il 10 e il 22 maggio altri due più consistenti elenchi. Tra tutti i firmatari si ricordano: Sibilla Aleramo, Giovanni Amendola, Piero Calamandrei, Luigi Einaudi, Giustino Fortunato, Giorgio Levi Della Vida, Eugenio Montale, Giorgio Pasquali, Francesco Ruffini, Gaetano Salvemini, Matilde Serao. Lo stesso Pirandello, firmatario in un primo tempo del documento redatto da Gentile, se discostò a breve. Mentre D’ Annunzio, il quale fino a quel momento aveva conservato intatto il notevole appeal che possedeva sulle masse, nutrendo una certa diffidenza verso Mussolini ed il suo partito, si ritirò, celebrato come eroe nazionale, presso Gardone, sul lago di Garda, nella villa di Cargnacco, trasformato poi nel museo- mausoleo del Vittoriale degli Italiani.

7 N. AJELLO, Lo scrittore ed il potere, BARI LATERZA 1974 P.15

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1.5 Dal Dopoguerra ad oggi

“E’ difficile fare di noi stessi un giornale dopo che per vent’anni ce lo siamo visti dettare da un ministero”. Queste parole, scritte da un anonimo cronista ed apparse sull’edizione pomeridiana del “Corriere della Sera” il 26 luglio 1943, rispecchiano fedelmente lo spirito della stampa italiana all’indomani della caduta del regime fascista. I primi a tornare a pubblicare, sotto il rigido controllo del Pwb ( Pubblic welfare Branch), furono i fogli d’informazione. Inutile dire come, nei caotici anni della liberazione, all’interno dei quotidiani non potessero trovare spazio lettere e cultura. A liberazione ottenuta, molte testate controllate dal Pwb, furono offerte agli stessi giornalisti, l’offerta, non colta, rappresenta tutt’ora uno dei più grandi rimpianti del giornalismo italiano. I giornali finiranno così in mano ai grandi industriali: Franchi, Sogno, Calvi…segnando così un passaggio fondamentale per la stampa italiana, che influirà in maniera consistente anche in merito alla questione della cultura e della sua diffusione attraverso i giornali. Ma di questo si discuterà in seguito. Tornando all’immediato dopoguerra, si può dire che la cautela imprenditoriale e lo schierantismo dilagante, di cui è possibile registrare il culmine nel 1948, in occasione della prima votazione libera, frenano il mercato editoriale. Per far fronte al sostanziale immobilismo, gli editori dovranno ricorrere ancora una volta alle grandi firme. Sul “Corriere della sera” spiccano gli articoli di Montanelli, le critiche letterarie di Pietro Pancrazi e soprattutto, in termini di richiamo verso il pubblico, i racconti di Moravia. Al Corriere fa da controparte “L’Unità”. Roccaforte dell’opposizione alla Democrazia Cristiana il quotidiano, organo del Pci, può vantare una Terza pagina compilata da scrittori del calibro di Pavese e Calvino. Una svolta, arriva il 21 Aprile 1956. Esce “Il Giorno”. Il quotidiano, nato dal bisogno di Enrico Mattei (presidente dell’Eni) di avere un proprio organo d’informazione, dall’intraprendenza imprenditoriale di Gaetano Baldacci, e dalla volontà di Cino Del Duca, si

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presenta come foglio di rottura in relazione alle formule tradizionali. Di rottura si tratta soprattutto in riferimento al modo in cui, il quotidiano di Milano, decide di operare nei confronti della terza pagina. La pagina della cultura, come tradizionalmente intesa, viene abolita. Tutto ciò d’inerente all’intrattenimento culturale, finisce all’interno del rotocalco settimanale legato al giornale. La spazio della terza è ora occupato da un intera pagina dedicata a giochi e fumetti. Lo stacco è totale ma senza dubbio lungimirante se si pensa che arriva con vent’anni d’anticipo rispetto agli altri principali quotidiani. L’intero scenario della stampa internazionale poi, sarà inevitabilmente costretto a cambiare quando, negli anni 60’, la televisione farà si che i quotidiani perdano il primato sulla diffusione delle notizie. Il piccolo schermo obbligherà i giornali ad adattarsi a lui, imponendo il proprio linguaggio e la propria cultura. Arrivando fino a cambiare il pubblico. Segno preoccupante della crisi attraversata dai quotidiani negli anni sessanta è la chiusura del “New york Herald” celeberrimo foglio fondato nel 1833 da James Gordon Bennet. Tornando in Italia, è importante ricordare come “Il Giorno” non riuscirà mai a sfondare del tutto, anche se riprendendo e perfezionando la sua lezione, sarà un altro quotidiano a sancire definitivamente la rottura con un certo tipo di passato. È il 14 gennaio 1976 quando “Repubblica” compare nelle edicole. Il primo quotidiano italiano formato tabloid, nasce dall’ambizioso progetto di Eugenio Scalfari, già direttore dell’Espresso. Ricompare il paginone della cultura, per giunta in posizione centrale, a divisione delle venti pagine del foglio. Ma l’importanza di “Repubblica”, nella storia della cultura all’interno dei quotidiani è un'altra. Il giornale di Scalfari esce proprio nell’anno in cui la Rai decide di potenziare il suo servizio di telegiornali. “Repubblica” è il primo quotidiano italiano a comprendere come ormai i giornali abbiano perso il primato nella velocità d’informazione, come le richieste del pubblico non siano più orientate alla notizia ma all’approfondimento, non all’evento bensì alla sua interpretazione, non al problema ma alla sua denuncia. La scenario cambia in maniera definitiva negli anni ottanta

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con l’avvento della televisione commerciale. Il bacino d’utenza s’allarga, viene sfondato il tetto di sei milioni di copie e sfiorato quello dei sette, anche nel mercato dei quotidiani s’insidia il concetto di marketing, compaiono inserti e gadgets più disparati. Restano delusi tutti coloro i quali volevano vedere in questo passaggio, una fuga dal mondo politico, un possibile processo di differenziazioni qualitative, dalla televisione stessa. La continua caccia al lettore-spettatore, sempre più attratto dal teleschermo, produce invece uno scadimento in termini di contenuti, sempre più soggetti a logiche e linguaggi di mercato. Questo sia a causa dei crescenti fenomeni di concentrazione sia a causa della difficoltà del proporre un innalzamento ad una cultura ormai sempre più di massa. Se fino al secondo dopoguerra ad attirare i lettori erano i Montale ed i Calvino, ora a far decollare le vendite sono “Portfolio” e “Replay”, giochi a premi che negli anni ottanta fecero la fortuna rispettivamente di “Repubblica” e del “Corriere”. La teledipendenza andrà in crescendo, raggiungendo il suo acme negli anni novanta. Il fenomeno è significativo e riguarda l’influenza che la tv sarà in grado di esercitare sui quotidiani italiani. Il piccolo schermo comincia a fissarne l’agenda, decidendo nelle edizioni serali dei telegiornali, o all’interno dei talck-show, ciò di cui i giornali dovranno parlare il giorno dopo. Il fenomeno, almeno per quel che riguarda l’Italia può essere spiegato con la totale assenza di una stampa popolare a grande tiratura, sul modello del britannico “Daily Mirror” o del tedesco “Bild”. I rischi, che però una situazione del genere può comportare, sono più seri di quanto sensazionalismo e mescolanza con il mondo dell’intrattenimento, dirette conseguenze della teledipendenza, lascino pensare. Il paradosso più pericoloso è che all’interno di un mondo dotato di un indicibile quantità di mezzi di comunicazione, diventi difficile sapere come i fatti si svolgano realmente. Pensiamo alla guerra del Golfo, ed al paradosso di un'unica televisione che alimentare il mondo dell’informazione dell’intero pianeta8. Simbolo di questa tendenza all’interno dei giornali sarà: Il Corriere di Paolo Mieli. In risposta al preoccupante calo di vendite, il nuovo

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direttore, risponde proponendo una nuova focalizzazione, un nuovo modo di fare cultura, portare il lettore all’interno del dibattito, chiudendogli di prendere posizione, piuttosto che raccontarglielo. Maggior valorizzazione di tutto ciò che è televisivo, più colore, più spazio a chiacchere e rubriche. In un intervista rlasciata all’ Espresso, il 25 ottobre 1992, in seguito al suo passaggio al “Corriere”, Mieli spiegava: “Credo che qualsiasi giornalista debba avere la capacità di oscillare continuamente dall’alto al basso…il giornalismo che più mi piace è quello che non si ferma mai, che sa scendere al piano terra per poi tornare in alto. Oltretutto è il giornalismo più adatto a questi tempi difficili. Bisogna sapere che mentre le piazze sono in subbuglio c’è chi combatte una guerra all’ultimo sangue per aggiudicarsi il serial tv Beautiful” 9. A far mutare nuovamente il panorama culturale all’interno della carta stampata, sarà, come la televisione fu negli anni sessanta, un altro nuovo ed ancor più potente mezzo di comunicazione. Stiamo parlando di Internet che porterà con se gigantismo, sensazionalismo, colore, ma soprattutto stringatezza. Stringatezza intesa come velocità di linguaggio, intesa come azzeramento di teatrini e chiacchere. Il tutto finalizzato alla velocità d’informazione, d’opinione e di pensiero. I giornali, la cultura dei giornali, sono ora di fronte a due strade. D’un lato il giornalismo strillone, segnato dall’eccesso, quello che Rossana Rossanda definiva: “semplicemente agitazione”. Quel giornalismo che prova a star dietro alla velocità di Internet e delle Agenzie, in una corsa persa già in partenza. Un’altra possibilità potrebbe essere quella di fare un passo indietro, tornando ad impaginare quotidiani capaci d’approfondire, di formare coscienze comuni, di selezionare le notizie. Giornali in grado di rappresentare per il lettore una pausa, all’interno della frenetica corsa all’informazione che è parte del nostro tempo.

8 ALBERTO PAPUZZI (1993), Manuale del giornalista.Tecniche e regole di un mestiere. Donzelli editore.

9 C. Beria di Argentine, Eccovi l’ascensore, L’Espresso, 25ottobre 1992

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