F RANCESCO C ILEA SOCI FONDATORI PARTNER PRIVATI

REGIONE SICILIANA ASSESSORATO AL TURISMO SPORT E SPETTACOLI ALBO DEI DONATORI Fondazione ART BONUS

Tasca d’Almerita Francesco Giambrone Sovrintendente

Angelo Morettino srl CONSIGLIO DI INDIRIZZO Leoluca Orlando (sindaco di ) Presidente Giovanni Alongi Leonardo Di Franco Vicepresidente Daniele Ficola Sais Autolinee Francesco Giambrone Sovrintendente Enrico Maccarone Agostino Randazzo Anna Sica

Marco Di Marco COLLEGIO DEI REVISORI Maurizio Graffeo Presidente Filippone Assicurazione Marco Piepoli Gianpiero Tulelli Giuseppe Di Pasquale

Alessandra Giurintano Di Marco TURNI ADRIANA LECOUVREUR

in quattro atti

Libretto di tratto dalla commedia-dramma omonima di Eugène Scribe e Ernest Legouvé

Musica di

Prima rappresentazione: , Milano, 6 novembre 1902

Data Turno Ora

Venerdì 13 ottobre Prime 20.30 Domenica 15 ottobre Danza 17.30 Martedì 17 ottobre C 18.30 Giovedì 19 ottobre B 18.30 Sabato 21 ottobre S1 18.30 Domenica 22 ottobre D 17.30

La recita di domenica 22 ottobre sarà trasmessa in diretta su maxischermo in piazza Verdi. Allestimento del Teatro Sociale di Como - As. Li. Co. INDICE

1 ARGOMENTO 13 SYNOPSIS 17 ARGUMENT 21 HANDLUNG 25

2 IRENE SCALIA INTRODUZIONE ALL’OPERA 31 DARIO OLIVERI UNA TRAGEDIA DELLA BELLE ÉPOQUE RIFLESSIONI SU ADRIANA LECOUVREUR DI FRANCESCO CILEA 41

3 IL 69 ATTO I 70 ATTO II 89 ATTO III 101 ATTO IV 110

4 IVAN STEFANUTTI NOTE DI REGIA 125 ADRIANA LECOUVREUR AL TEATRO MASSIMO 129

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 139 NOTE BIOGRAFICHE 141

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ARGOMENTO 13 SYNOPSIS 17 ARGUMENT 21 HANDLUNG 25 ARGOMENTO

Atto I Il foyer della Comédie Française. Agitazione prima della rappresen- tazione. Il principe di Bouillon, protettore dell’attrice Duclos, entra con l’abate di Chazeuil. Adriana, già in costume, ripassa Bajazet (“Del sultano Amuratte… Io son l’umile ancella”). Michonnet, rimasto solo con Adriana della quale è innamorato, scopre che lei ama un ufficiale. Maurizio, conte di Sassonia, entra, impaziente di salutare Adriana (“La dolcissima effigie”). Lei lo crede un semplice ufficiale ed è prontaa parlare al conte in suo favore. Dandogli appuntamento dopo lo spetta- colo, Adriana gli offre in pegno un mazzetto di viole. L’abate consegna al principe un biglietto con il quale la Duclos dà un appuntamento a Maurizio «per ragioni politiche» quella sera nel villino che il principe le ha messo a disposizione. Il principe vuole coglierli sul fatto invitando a cena al villino gli attori, che indovinano che il biglietto viene in re- altà dalla principessa di Bouillon, d’accordo con la Duclos. Michon- net ascolta commosso il monologo di Adriana (“Ecco il monologo…”). Maurizio crede che la principessa abbia importanti notizie da comu- nicargli e avverte Adriana con un biglietto che le viene consegnato in scena. Al termine della rappresentazione Adriana, per incontrare il conte di Sassonia, accetta l’invito del Principe. 1 / ARGOMENTO ADRIANA LECOUVREUR

Atto II braccialetto perduto: il principe, pur senza aver sentito il dialogo, rico- Salottino nel villino della Duclos. La principessa di Bouillon attende con nosce il gioiello della moglie. La principessa, sprezzante, invita Adriana impazienza (“Acerba voluttà”). Maurizio è costretto a donare alla prin- a recitare qualche verso dell’Arianna abbandonata. Adriana declama cipessa le viole di Adriana, ma fa capire che è innamorato di un’altra invece il monologo di Fedra (“Giusto Cielo! Che feci in tal giorno?”) e (“L’anima ho stanca”). Quando arriva il principe, la principessa si na- conclude additando la principessa che, furibonda, chiede a Maurizio di sconde in una stanza attigua. Giunge anche Adriana: Maurizio si diver- restare con lei mentre tutti si allontanano. te alla sorpresa della donna nello scoprire la sua identità e le conferma il suo amore (“Tu sei la mia vittoria”). Michonnet e l’abate interrompono Atto IV il colloquio: il primo vuol andar via per parlare con la Duclos, l’abate Salottino in casa di Adriana che, sofferente, ha abbandonato le scene. rivela che l’attrice è al villino. Quando Michonnet entra nella stanza Michonnet tenta di confortarla. Gli attori giungono con doni per festeg- dove pensa che sia nascosta la Duclos, Maurizio supplica Adriana di giarla. Adriana, sostenuta dall’affetto degli amici, promette di tornare aiutarlo a far fuggire la donna misteriosa. Adriana riesce a impedire a recitare. Ma giunge un cofanetto, con un biglietto da parte di Mauri- all’abate di entrare nella stanza e, nonostante i consigli di Michonnet, zio: all’interno il mazzo di viole, avvizzito. Adriana è sconvolta: odora decide di salvare la sconosciuta. Rimasta sola, Adriana spegne i lumi e a lungo i fiori e poi li getta nel fuoco (“Poveri fiori”). Giunge Maurizio, va a chiamare la Principessa (“Non risponde… Apritemi, signora”). La chiamato da Michonnet; chiede perdono ad Adriana e le chiede di spo- principessa vuol scoprire chi è la confidente di Maurizio, ma all’avvici- sarlo. Adriana è felice, ma improvvisamente impallidisce, avvelenata narsi del marito fugge da una porta segreta, perdendo un braccialetto. dai fiori mandati dalla principessa. Adriana delira, crede di essere nuo- vamente sulla scena (“Scostatevi, profani!”), poi muore tra lo sgomen- Atto III to di Maurizio e Michonnet. La sala del teatrino nel palazzo di Bouillon. La principessa è tormentata dalla gelosia per la sconosciuta. Adriana, accompagnata da Michon- net, è l’ospite d’onore; la principessa ne riconosce la voce e finge che il conte di Sassonia sia stato ferito in duello. Adriana sviene, confer- mando i sospetti. Ma giunge Maurizio, e in segreto prega la principes- sa di concedergli un colloquio. Vedendoli parlare insieme, Adriana si insospettisce. Maurizio racconta le sue imprese in battaglia. Ha poi inizio il balletto che rappresenta il giudizio di Paride. Nel corso dello spettacolo la Principessa attacca velatamente Adriana parlando del mazzolino di viole regalato al conte, l’attrice ribatte mostrando a tutti il

14 15 SYNOPSIS

Act I Foyer of the Comédie Française. Agitation before the performance. Enters the prince of Bouillon, patron of the actress Duclos, with the ab- bot of Chazeuil. Adriana, already in costume, rehearses Bajazet (“Del sultano Amuratte… Io son l’umile ancella”). Michonnet, left alone with Adriana, whom he loves, discovers that she is in love with an officer. Maurizio, count of Saxony, enters, eager to greet Adriana (“La dolcissi- ma effigie”). She believes he is a simple officer and is ready to speak to the count in his favor. Adriana agrees to meet him after the show and offers him as pledge a bouquet of violets. The abbot gives the prince a letter in which Duclos gives an appointment to Maurizio “for politi- cal reasons” that same night in the villa that the prince has given to her disposition. Wanting to catch them in the act, the prince invites to dinner all the actors; but they guess that the letter is actually on behalf of the princess of Bouillon, in collaboration with Duclos. Michonnet, moved, listens to Adriana’s monologue (“Ecco il monologo…”). Maur- izio believes that the princess has important news to tell him and warns Adriana through a letter that’s given to her on stage. By the end of the performance Adriana accepts the prince’s invitation in order to meet the count of Saxony. 1 / SYNOPSIS ADRIANA LECOUVREUR

Act II exposing to everyone the lost bracelet: the prince, not having heard Living room in the Villa of Duclos. The princess of Bouillon awaits im- the dialogue, recognizes the wife’s jewelry. The princess, contemptu- patiently (“Acerba voluttà”). Maurizio is obligated to give Adriana’s vi- ous, invites Adriana to recite a piece of Arianna abbandonata. Adriana olets to the princess, but assures that he is in love with someone else performs instead the monologue of Fedra (“Giusto Cielo! Che feci in tal (“L’anima ho stanca”). When the prince arrives, the princess hides in giorno?”) and concludes pointing directly to the princess that furious, a nearby room. Adriana also appears: Maurizio is delighted to see the asks Maurizio to stay with her while everyone is leaving. woman discover his true identity and confirms his love for her (“Tu sei la mia vittoria”). Michonnet and the abbot interrupt the conversation: Act IV the first one wants to leave to speak with Duclos, the abbot reveals Small room in Adriana’s house. She is suffering and has retired from that the actress is in the villa. When Michonnet enters the room where the stage. Michonnet tries to comfort her. The actors come in with gifts he thought Duclos was hiding, Maurizio begs Adriana to help the mys- to celebrate her. Moved by her friends’ affections, Adriana promises terious woman escape. Adriana manages to prevent the abbot’s en- to go back to performing. But then arrives a small box with a card trance into the room. Despite Michonnet’s advice, Adriana decides to from Maurizio, inside is the faded bouquet of violets. Adriana is over- save the stranger. Left alone, Adriana turns off the lights and calls for whelmed, deeply inhales the scent of the flowers and then throws them the princess (“Non risponde… Apritemi, signora”). The princess wants into the fire (“Poveri fiori”). In comes Maurizio, summoned by Michon- to discover who is Maurizio’s confidant, but her husband is approach- net. He apologizes to Adriana and asks her to marry him. Adriana is ing and she escapes through a secret door, losing a bracelet. joyful but suddenly turns pale, poisoned by the flowers sent by the princess. Adriana hallucinates and believes she is back on the stage, Act III then dies to Maurizio and Michonnet’s dismay. A small theater in Bouillon’s palace. The princess is tormented with jealousy because of the female stranger. Enters Adriana, the guest of honor, accompanied by Michonnet; the princess recognizes the voice and pretends that the count of Saxony has been wounded in a duel. Adriana faints, confirming her suspicions. In comes Maurizio and se- cretly begs the princess to grant him a meeting. Seeing them speak- ing together, Adriana gets suspicious. Maurizio tells his feats of battle. Then starts the ballet, that represents the judgment of Paride. During the performance, the princess covertly attacks Adriana making refer- ence to the bouquet of violets given to the count, the actress responds

18 19 ARGUMENT

Acte I Foyer de la Comédie Française. Agitation avant la représentation. Le prince de Bouillon, mécène de l’actrice Duclos, entre avec l’abbé de Chazeuil. Adriana, déjà en costume, répète Bajazet (“Del sulta- no Amuratte… Io son l’umile ancella”). Michonnet, laissé seul avec Adriana, qu’il aime, découvre qu’elle est amoureuse d’un officier. Maurizio, comte de Saxe, entre avec la volonté de saluer Adriana (“La dolcissima effigie”). Elle croit qu’il est un simple officier et est prête à parler en sa faveur au comte. Adriana accepte de rencontrer Maurizio après la représentation et lui offre comme gage un bou- quet de violettes. L’abbé donne une lettre au prince dans laquelle la Duclos donne un rendez-vous pour le soir-même à Maurizio, “pour des raisons politiques”, dans la villa que le prince lui a mis à dispo- sition. Voulant les surprendre en flagrant délit, le prince invite tous les acteurs à dîner ; mais ils devinent que la lettre est en fait de la part de la princesse de Bouillon, en collaboration avec la Duclos. Michonnet, ému, écoute le monologue d’Adriana (“Ecco il monolo- go…”). Maurizio croit que la princesse a des nouvelles importantes à lui donner et prévient Adriana dans une lettre qui lui est portée sur scène. A la fin de la représentation, Adriana accepte l’invitation du prince, afin de rencontrer le comte de Saxe. 1 / ARGUMENT ADRIANA LECOUVREUR

Acte II tant le jugement de Paride. Pendant la représentation, la princesse Salon de la villa de la Duclos. La princesse de Bouillon attend avec attaque secrètement Adriana en faisant référence au bouquet de impatience (“Acerba voluttà”). Maurizio est obligé de donner les violettes offert au comte, l’actrice répond en exposant à tous le violettes d’Adriana à la princesse, mais assure qu’il est amoureux bracelet perdu: le prince, qui n’a pas entendu le dialogue, recon- d’une autre (“L’anima ho stanca”). Quand le prince arrive, la prin- nait le bijou de sa femme. La princesse, méprisante, invite Adriana cesse se cache dans une pièce adjacente. Adriana apparait égale- à réciter une partie de Arianna abbandonata. Adriana récite à la ment: Maurizio est amusé de la voir découvrir sa vraie identité et place le monologue de Fedra (“Giusto Cielo! Che feci in tal giorno?”) confirme son amour pour elle (“Tu sei la mia vittoria”). Michonnet et conclue en pointant directement la princesse qui, furieuse, de- et l’abbé interrompent la conversation: le premier veut partir pour mande à Maurizio de rester avec elle pendant que tout le monde part. parler avec Duclos, et l’abbé révèle que l’actrice est dans la villa. Quand Michonnet entre dans la pièce où il pensait que Duclos se Acte IV cachait, Maurizio supplie Adriana d’aider cette mystérieuse femme Petite pièce dans la maison d’Adriana. Elle souffre et s’est retirée de à s’échapper. Adriana réussit à empêcher l’abbé d’entrer dans la la scène. Michonnet essaye de la réconforter. Les acteurs entrent pièce. En dépit du conseil de Michonnet, Adriana décide de sauver avec des cadeaux pour la célébrer. Emue par les affections de ses l’inconnue. Laissée seule, Adriana éteint les lumières et appelle la amis, Adriana promet de jouer de nouveau. Mais arrive ensuite une princesse (“Non risponde… Apritemi, signora”). La princesse veut petite boîte avec une carte de Maurizio, et à l’intérieur se trouve découvrir qui est la confidente de Maurizio, mais son mari s’ap- le bouquet de violettes fanées. Adriana est bouleversée, inspire proche et elle s’échappe par une porte secrète, en perdant un bra- profondément l’odeur des fleurs puis les jette dans le feu (“Poveri celet. fiori”). Maurizio entre, convoqué par Michonnet. Il s’excuse auprès d’Adriana et la demande en mariage. Adriana est heureuse mais pâ- Acte III lit soudainement, empoisonnée par les fleurs envoyées par la prin- Petit théâtre dans le palais des Bouillon. La princesse est tourmen- cesse. Adriana hallucine et croit qu’elle est de retour sur scène, puis tée par la jalousie à cause de la femme inconnue. Adriana, l’invité meurt à la consternation de Maurizio et Michonnet. d’honneur, entre accompagnée de Michonnet; la princesse recon- nait la voix et prétend que le comte de Saxe a été blessé dans un duel. Adriana s’évanouit, confirmant ses suspicions. Maurizio entre et supplie secrètement la princesse de lui offrir un rendez-vous. En les voyant parler ensemble, Adriana devient suspicieuse. Maurizio raconte ses faits d’armes. Le ballet commence ensuite, représen-

22 23 HANDLUNG

1. Akt Foyer der Comédie Française. Aufregung vor der Vorstellung. Der Prinz von Bouillon, Mäzen der Schauspielerin Duclos, kommt rein mit dem Abt von Chazeuil. Adriana, schon im Kostüm, probt Bajazet (“Del sul- tano Amuratte… Io son l’umile ancella”). Michonnet, allein mit Adria- na gelassen, die er liebt, entdeckt dass sie in einem Offizier verliebt ist. Maurizio, Graf von Sachsen, kommt rein, Adriana zu begrüssen (“La dolcissima effigie”). Sie glaubt er ist ein einfacher Offizier zu den Befehlen des Grafen. Adriana stimmt zu, ihm nach der Vorstellung zu begegnen, und schenkt ihm als Zusicherung ein Veilchenbouquet. Der Abt gibt dem Prinz einen Brief in dem Duclos, Maurizio ein Treffen «für politische Gründe» anbietet, am selben Abend, in der Villa die der Prinz ihr zur Verfügung gestellt hat. Da er sie in flagranti erwischen möchte, ladet der Prinz alle Schauspieler zum Abendessen ein; aber die Gäste raten dass der Brief eigentlich von der Prinzessin von Bouillon ist. Mi- chonnet, gerührt, hört Adriana’s Monolog zu (“Ecco il monologo…”). Maurizio glaubt dass die Prinzessin ihm wichtige Nachrichten zu mit- teilen hat und warnt Adriana mit einem Brief, der ihr auf die Bühne ge- geben wird. Am Ende der Vorstellung akzeptiert Adriana die Einladung vom Prinz, um dem Graf von Sachsen zu begegnen. 1 / HANDLUNG ADRIANA LECOUVREUR

2. Akt Urteil von Paride darstellt. Während der Vorführung greift die Prinzessin Wohnzimmer der Villa von Duclos. Die Prinzessin von Bouillon wartet heimlich Adriana an, durch eine Bezugnahme auf den Veilchenstrauss ungeduldig (“Acerba voluttà”). Maurizio musst Adriana’s Veilchen der der dem Graf geschenkt wurde. Die Schauspielerin reagiert und zeigt Prinzessin überreichen, aber er versichert dass er in einer Anderen ver- allen das verlorene Armband: der Prinz, der das Gespräch nicht ge- liebt ist (“L’anima ho stanca”). Als der Prinz ankommt, versteckt sich hört hat, erkennt das Schmukstück von seiner Frau. Die Prinzessin, die Prinzessin in einen anderen Raum. Adriana erscheint auch: Mau- herablassend, fordert Adriana auf einen Teil von Arianna abbandonata rizio ist entzückt zu sehen wie die Frau seine wahre Identität entdeckt vorzutragen. Adriana spielt dagegen den Monolog von Fedra (“Giusto und bestätigt seine Liebe für sie (“Tu sei la mia vittoria”). Michonnet Cielo! Che feci in tal giorno?”) und zeigt direkt auf die Prinzessin die, und der Abt unterbrechen die Unterhaltung: der Erste will gehen um entsetzt, Maurizio bittet, mit ihr zu bleiben während alle gehen. mit Duclos zu sprechen, der Abt aber offenbart dass die Schauspie- lerin sich in der Villa befindet. Als Michonnet den Raum bettrit wo er 4. Akt dachte dass Duclos sich versteckte, bittet Maurizio Adriana ihm zu Kleiner Raum in Adrianas Haus. Sie leidet und ist von der Bühne zu- helfen bei der Flucht von der mysteriösen Frau. Adriana schafft es den rückgetreten. Michonnet versucht sie zu trösten. Die Schauspieler Abt davon abzuhalten den Raum zu betreten. Trotz Michonnet’s Rat- kommen rein mit Geschenken um sie zu feiern. Gerührt von den Affekti- schlag entscheidet Adriana den Fremden zu retten. Alleine gelassen, onen ihrer Freunde verspricht Adriana auf die Bühne zurück zu kehren. schaltet Adriana die Lichter aus und ruft die Prinzessin (“Non rispon- Aber dann trifft eine kleine Schachtel ein mit einer Karte von Maurzio, de… Apritemi, signora”). Die Prinzessin will entdecken wer Maurizio’s und drinnen ist der verwelkte Veilchenstrauss. Adriana ist überwältigt, Mitwisser ist, aber ihr Mann nähert sich und sie entkommt durch eine atmet Tief den Geruch der Blumen ein und schmeisst sie dann in das geheime Tür, und verliert dabei ein Armband. Feuer (“Poveri fiori”). Maurizio trifft ein, von Michonnet einberufen. Er entschuldigt sich bei Adriana und bittet sie um ihre Hand. Adriana ist 3. Akt fröhlich aber wird plötzlich blass, vergiftet durch die von der Prinzessin Kleiner Theater in Bouillon’s Palast. Die Prinzessin ist von Neid schika- geschickte Blumen. Adriana halluziniert und glaubt, sie sei zurück auf niert wegen der fremden Frau. Adriana, der Ehrengast, kommt rein mit der Bühne, stirbt dann zur Maurizios und Michonnets Bestürzung. Michonnet; Die Prinzessin erkennt die Stimme und tut so als ob der Graf von Saxen in einem Duel verwundet wurde. Adriana fällt in Ohn- macht, und bestätigt so ihre Verdächtigungen. Maurizio kommt rein und bittet heimlich die Prinzessin ihm ein Rendez-vous zu gewähren. Adriana sieht sie zusammen reden und wird verdächtig. Maurizio er- zählt über seine Kampfleistungen. Dann startet das Ballet, dass das

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INTRODUZIONE ALL’OPERA 31

UNA TRAGEDIA DELLA BELLE ÉPOQUE RIFLESSIONI SU ADRIANA LECOUVREUR DI FRANCESCO CILEA 41 INTRODUZIONE ALL’OPERA

di Irene Scalia

«Un giorno» racconta con affetto Nino Zucco dell’amico Francesco Cilea (1866-1950), «mi fece intendere, in un discorso che facevamo, che non sapeva nemmeno lui com’era venuta fuori Adriana Lecou- vreur. Egli che aveva scritto tante pagine immortali». Il composito- re calabrese fu operista, eccellente pianista e non meno apprezza- to didatta (per un periodo fu anche alla guida del Conservatorio di Palermo); d’indole schiva, riservata, mite e modesta, possedette in particolare delicatezza e sensibilità, unanimemente riconosciute a lui quanto alle sue composizioni. La sua figura fu collegata al , movimento cui il maestro aveva aderito per poi negli anni distanziar- sene gradualmente, in cerca – dopo un rinnovamento del melodram- ma – di nuovi orizzonti musicali più confacenti alla propria natura. La sua formazione era avvenuta al Conservatorio di Napoli, a partire dal 1879; dieci anni dopo, a coronamento degli studi, lì era stata eseguita la sua prima opera lirica, Gina: essa segnò l’inizio della sua carriera operistica e della collaborazione con l’editore Sonzogno. La seconda opera di Cilea, La Tilda, venne infatti composta su suggerimento di quest’ultimo, che auspicava la messa in scena di un soggetto tratto dalla vita quotidiana delle classi popolari. L’accoglienza da parte del pubblico fu favorevole, anche se sulle prime priva di entusiasmi. A La Tilda seguì in un crescendo di approvazione L’Arlesiana, frutto di un lavoro di gestazione durato tre anni ed allestita dapprima a Milano, 2 / INTRODUZIONE ALL’OPERA ADRIANA LECOUVREUR

ancora sotto l’egida di Sonzogno. testo di Achille de Lauzières; nel 1857 Adriana di Tommaso Benvenuti L’opera dalla maggiore fortuna e quella che più saldamente sarebbe e Leone Fortis; nel 1889 Adriana Lecouvreur di Ettore Perosio, il cui rimasta nei cuori e nella memoria del pubblico, ad ogni modo, dove- libretto era stato steso da Giuseppe Perosio. va ancora venire per Cilea: la composizione di Adriana Lecouvreur, Questo soggetto venne scelto da Cilea perché presentava riunite in tuttora la più conosciuta e amata, nonché ultimo lavoro di grande sé le due nature della commedia e del dramma; ma come annota rilievo del maestro, fu intrapresa nel 1900 sempre grazie a Sonzogno; Girardi, a prevalere su entrambi è comunque la musica. Dato non avrebbe condotto, due anni dopo, alla piena affermazione dell’au- trascurabile nel contesto del Verismo, la vicenda narrata manteneva tore fra gli esponenti della cosiddetta ‘giovane scuola’ italiana veri- un legame con la realtà storica: era effettivamente esistita in Fran- sta. L’opera, suddivisa in quattro atti e composta sui versi di Arturo cia un’apprezzata attrice di nome (1692-1730), Colautti, fu tenuta a battesimo con gran successo il 6 novembre del amata da Voltaire e da Maurizio di Sassonia, sulla cui scomparsa 1902 al Teatro Lirico di Milano, sotto la direzione di Cleofonte Cam- prematura aleggiò il sospetto dell’avvelenamento da parte di una ri- panini e con la partecipazione nel ruolo di Maurizio dell’illustre tenore vale in amore. Il fatto che sul palcoscenico venga presentata proprio – il quale si era già esibito al proprio esordio nel cast la vita di un’attrice non è poi una scelta senza rilievo: come spiega di un’opera di Cilea, L’Arlesiana –, insieme ad Angelica Pandolfini Hans-Joachim Wagner, «i confini fra realtà e finzione cominciano a (Adriana) e (Michonnet). Come rileva inoltre Mar- sfumare, si sviluppa un gioco artistico fra diversi piani della realtà. Ed cello Conati, anche la disposizione scenica fu oggetto di una cura è proprio il succedersi di questi piani che garantisce all’opera di Cilea dettagliata nell’allestimento di quest’opera, sulla scia della tradizione un posto particolare all’interno della storia del teatro musicale veri- francese ottocentesca (per ogni atto sono cioè state conservate in sta». Il compositore estese anche alla valorizzazione del dato storico un’apposita compilazione scritta le direttive circa l’arredamento da il procedimento tipicamente verista del caratterizzare a livello musi- porre in scena e la sua esatta collocazione, nonché le indicazioni per cale il sound proprio dell’ambiente che si sta ritraendo: infatti, così guidare i movimenti degli interpreti). come nella Tilda sono presenti rimandi a musiche popolari, nell’A- L’azione di Adriana, ambientata nella Parigi del 1730, si concentra driana si trovano allusioni alla musica del XVIII secolo, per ricreare sull’infelice vicenda amorosa di una celebre attrice, culminata nella l’atmosfera di quell’epoca e di quello specifico contesto. sua tragica morte; il medesimo soggetto era già stato affrontato in Il primo atto si apre dietro le quinte del teatro della Comédie Française, una commedia in cinque atti di Eugène Scribe e Ernest-Wilfrid Le- con gli attori che stanno provando le loro parti prima di andare in gouvé, che fu tra le ispirazioni per la realizzazione dell’opera. Non scena (reciteranno la tragedia Bajazet di Racine e la commedia Les era la prima volta, ad ogni modo, che l’argomento veniva interpretato Folies Amoureuses di Regnard); il direttore Michonnet (baritono), in forma di dramma lirico: già nel 1856 era stata eseguita Adriana ‘accudisce’ indaffarato le sue star, lamentandosi e correndo da una Lecouvreur e la Duchessa di Bouillon di Edoardo Vera, composta sul parte all’altra per esaudire tutte le richieste degli attori impazienti. Le

32 33 2 / INTRODUZIONE ALL’OPERA

signorine Jouvenot () e Dangeville (mezzosoprano) ripassa- no le battute, mentre Quinault (basso) e Poisson (tenore) ultimano la propria toletta. Giunge in questo confusionario frangente il principe di Bouillon (basso) – la cui amante, l’attrice Duclos, non sarà mai presente in scena – insieme all’abate di Chazeuil (tenore); duettano cantando “Fior d’amore / Dell’augel di Leda”. Poco dopo, fa il pro- prio ingresso anche Adriana (soprano), assorta nel declamare fra sé il copione. Ammirata con lodi quasi sperticate dai presenti, ella canta l’aria “Io son l’umile ancella”, che come rileva H.-J. Wagner espone un credo artistico in accordo con i canoni del verismo: l’attrice non si ritiene che uno strumento al servizio del poeta, ed attraverso di lui della verità stessa. Il tema di quest’aria, inoltre, ritornerà più volte nell’opera, a costituire un filo conduttore legato al personaggio di Adriana. Appena può, Michonnet, da lungo innamorato in segreto di Adriana, approfitta di qualche istante di solitudine con lei per cer- care di confessarle i propri sentimenti: ma proprio quando sta per decidersi a parlare apertamente di matrimonio, ella fraintende. Non comprendendo di essere lei stessa l’oggetto dell’amore di Michon- net, infatti, Adriana gli confida di essere innamorata a sua volta, di colui che crede un alfiere al servizio del conte Maurizio di Sassonia – in realtà, il conte stesso. Michonnet, vedendo svanire i propri so- gni di felicità, decide di ritirarsi. Intanto l’alfiere/conte in questione giunge inaspettato, cantando per l’amata il breve solo “La dolcissima effigie sorridente”, prima che Adriana vada in scena lasciandolo col dono di un mazzolino di violette ed un appuntamento per dopo. Da qui la trama s’infittisce, gettando i presupposti di numerosi equivoci e fraintendimenti: il principe di Bouillon è geloso per la scoperta che la Duclos ha scritto un biglietto per il conte di Sassonia, in cui gli chiede di recarsi quella stessa sera nel villino sulla Senna che egli le

34 2 / INTRODUZIONE ALL’OPERA ADRIANA LECOUVREUR

aveva messo a disposizione; tuttavia non sa che in realtà è stata sua che ella sia innamorata di Maurizio, mentre questa intuisce altrettanto moglie a convocare Maurizio. Desideroso di smascherare gli amanti, di lei; presa dalla gelosia, contravvenendo alle indicazioni del conte, il principe invita quindi tutta la troupe a riunirsi giusto nel medesimo Adriana cerca di scoprire chi sia la propria rivale, che tuttavia riesce luogo ed ora. Il conte, per parte sua, riceve come se nulla fosse acca- a scappare, mantenendo l’incognito ma perdendo un braccialetto. duto il biglietto che era stato intercettato, e che sa provenire in realtà Il terzo atto è ambientato nel palazzo del principe di Bouillon, e come dalla principessa di Bouillon (mezzosoprano), di cui è stato amante rileva H.-J. Wagner «si basa sui principi veristi della realizzazione mu- in passato: impossibilitato ad incontrare Adriana come convenuto, le sicale delle unità di spazio e di tempo dell’azione». Il far ritornare scrive a sua volta. Adriana rimane turbata, ma apprendendo che alla come delle reminiscenze alcuni motivi e temi lungo tutta l’opera è riunione dal principe di Bouillon parteciperà fra gli altri il xonte di Sas- una prassi che consente a Cilea di conferire unità e coerenza all’in- sonia, decide di prendervi parte ella stessa nell’intento di conoscerlo sieme; alcuni di questi motivi, di derivazione settecentesca, costitui- e d’intercedere in favore del suo Maurizio. scono come si è accennato un ulteriore elemento di caratterizzazione Il secondo atto si svolge nel nido della Duclos alla Grange Batelière, in senso realistico della narrazione drammaturgica: in quest’atto un sulla Senna. Qui la principessa di Bouillon attende il conte con tre- tema di gavotta torna ciclicamente, e il balletto presenta un carattere pidazione, ben espressa nell’aria “Acerba voluttà, dolce tortura”; storicizzante. L’azione riprende sui preparativi per una festa, guidati quand’egli giunge adorno del mazzolino di violette, però, ella sospet- dall’abate con la principessa. Arriva il principe: egli, che si diletta di ta subito un’altra amante: Maurizio tenta di scagionarsi offrendo a sua chimica, ha scoperto un veleno che se inalato causa delirio e morte, volta i fiori in dono a lei; finisce poi per ammettere in una romanza la e ne espone le caratteristiche (in un passaggio solitamente espunto). nuova relazione (“L’anima ho stanca”). Giungono poco dopo il princi- Giunge quindi Adriana, che ha impegnato i propri gioielli per ottenere pe e l’abate, convinti che l’amante di Maurizio sia la Duclos; egli non il rilascio di Maurizio, fatto imprigionare dalla principessa; questa, fa nulla per smentirli. Quando anche Adriana arriva, scopre che Mau- che crede di riconoscere nella voce di lei quella della rivale udita nel rizio è il conte di Sassonia: i due intonano un duetto felice, interrotto buio, le tende una trappola: dichiara che Maurizio è stato ferito in un da Michonnet che giunge con un messaggio per la Duclos. Adriana duello, solo per sondare la reazione di Adriana, che quasi sviene alla teme che Maurizio sia venuto per incontrare in segreto l’attrice, ed il notizia per rianimarsi subito dopo all’apparire di lui sano e salvo, anzi conte le confessa che davvero avrebbe dovuto incontrare una dama, in vena di raccontare i propri aneddoti di guerra (“Il russo Mencikoff”). quella sera, ma solo per ragioni politiche. Rivela così ad Adriana che Il balletto cui si è fatto riferimento, Il giudizio di Paride, viene esegui- è fondamentale che costei rimanga in incognito, nonostante in quel to a questo punto; in seguito, durante un’accesa conversazione, la momento si trovi nascosta in una camera vicina. A questo scopo, principessa e Adriana cercano di smascherarsi a vicenda: l’una par- egli chiede all’amata di proteggerla e di aiutarla a fuggire col favore lando del mazzolino di violette, l’altra esibendo il braccialetto perso del buio. Adriana obbedisce, ma parlando con la donna si persuade nella fuga, che viene riconosciuto dal principe come appartenente

36 37 ADRIANA LECOUVREUR

alla moglie. Per cercare d’insabbiare la cosa, la principessa cambia subito argomento e suggerisce che l’attrice reciti qualche verso per i convitati; Adriana esegue, ma scegliendo un passo dalla Fedra di Racine in cui viene accusata una donna lasciva: rivolgendosi plateal- mente nel recitare proprio alla principessa, accende la sua ira e il suo desiderio di vendetta. Nel quarto atto è la casa di Adriana a fare da sfondo: lì infatti l’eroina si è ritirata abbandonando le scene, convinta che Maurizio non l’ami più. Nel giorno del suo compleanno, Michonnet le fa visita (“Taci, mio vecchio cuor”), seguito dagli amici attori, e tutti le portano dei regali per consolarla, oltre che per cercare di convincerla a riprendere a recitare. Il dono di Michonnet sono i gioielli che ella aveva impegnato per Maurizio, riscattati usando l’eredità grazie alla quale egli avrebbe voluto proporle il matrimonio. Commossa, Adriana accetta di ritor- nare in teatro, e tutti cantano festosi per lei. Giusto in quel momento giunge un pacchetto ‘da parte di Maurizio’, che Adriana apre in priva- to per scoprirvi all’interno il mazzolino di violette che aveva donato al conte. Convinta che la sua restituzione sancisca la fine della loro re- lazione, canta disperata l’aria “Poveri fiori”, quindi li bacia inalandone il profumo e poi li getta nel fuoco. Maurizio però giunge inaspettato, dichiarando il suo amore. Adriana accetta felice la sua proposta di matrimonio, tuttavia d’improvviso si sente male e sragiona: il maz- zolino che aveva stretto a sé non era stato mandato dal suo amato, bensì dalla principessa, ed era stato cosparso di veleno. Nel volgere di poco, l’attrice muore davanti a Maurizio e Michonnet, sconvolti.

39 UNA TRAGEDIA DELLA BELLE ÉPOQUE RIFLESSIONI SU ADRIANA LECOUVREUR DI FRANCESCO CILEA

di Dario Oliveri

1. Aspetti dell’Italia umbertina La storia italiana fra Otto e Novecento è stata raccontata innumerevoli volte: è la storia di un’epoca di forti contrasti, in cui permane sullo sfondo la Questione meridionale – archiviata ma non certo risolta – e cominciano le grandi migrazioni verso “la Merica”. Lo sguardo dell’o- pinione pubblica si concentra sulle inquietudini delle masse operaie e contadine, che ovunque patiscono dei bassi salari e delle terribili condizioni di vita e di lavoro. Nel 1891 sorge a Catania il movimento dei Fasci siciliani e l’anno successivo viene fondato a Genova il Partito Socialista Italiano. In varie regioni scoppiano scioperi e sollevamenti popolari, ai quali il governo risponde con la forza. Nel 1898 il Regno d’Italia s’infiamma: «A febbraio Perugia è sotto assedio, il mese dopo Bassano. A Bari il 1° maggio cinque morti. Si spara a Bagnacavallo e a Sesto Fiorentino. Il 5 maggio a Pavia viene ucciso un ragazzo du- rante una manifestazione contro il raddoppio del prezzo del pane».1 A Milano, l’8 maggio 1898, un corteo di operai rischia di degenerare in sommossa e la polizia arresta alcuni sindacalisti. Durante la notte proseguono i tafferugli e l’indomani s’innalzano le barricate in vari punti del centro (Porta Venezia, Porta Vittoria, Porta Ticinese…). Il capo del governo, Antonio di Rudinì, dà incarico di ristabilire l’ordine al gene-

1 Philippe Daverio, Il secolo lungo della modernità, Rizzoli, Milano 2012, p. 124. 2 / UNA TRAGEDIA DELLA BELLE ÉPOQUE ADRIANA LECOUVREUR

rale Bava Beccaris, che ordina di sparare sulla folla con i cannoni. Il letto, ammirato e imitato del tempo è invece Gabriele d’Annunzio, che 29 maggio 1900 – il nuovo secolo è appena cominciato – l’anarchico fra il 1892 e il 1896 pubblica L’Innocente, Il trionfo della morte, Le Ver- Gaetano Bresci uccide a Monza il re Umberto I. gini delle rocce e la tragedia in cinque atti La città morta, presentata Nel 1901, Giuseppe Pellizza termina Il Quarto Stato, al quale lavora as- a Parigi nel 1898 da Sarah Bernhardt e poi tre anni dopo a Torino da siduamente da tre anni. L’opera è ambientata in una piazza di Volpedo Eleonora Duse. Nel 1897, il Vate partecipa alle elezioni politiche con un e la sua concezione risale addirittura al 1894-95, come dimostra un programma «al di là della destra e della sinistra» e fa il suo ingresso a quadro ad olio intitolato Gli ambasciatori della fame: Montecitorio «come deputato della bellezza», sedendo dapprima sui banchi della destra e poi della sinistra: «Come uomo d’intelletto», dirà, Son uomini, donne, vecchi, bambini: affamati tutti che vengono a reclama- «vado incontro alla vita». re ciò che di diritto – sereni e calmi, del resto, come chi sa di domandare Sull’ambito della musica, veglia da lontano il grande vecchio Giusep- né più né meno quel che gli spetta – essi hanno sofferto assai – è giunta pe Verdi: è ancora vivo infatti quell’uomo straordinario, nato prima del l’ora del riscatto, così pensano e non vogliono ottenere colla forza, ma Congresso di e già famoso nel Risorgimento, che adesso si ac- colla ragione – qualcuno potrà alzare il pugno in atto di minaccia ma la cinge al commiato del Falstaff (1893). Sembra tuttavia che il graduale folla non è con lui […].2 attenuarsi dell’esperienza verdiana debba coincidere – per uno strano destino – con la fine dell’opera italiana. In realtà non è così e dopo In quei tempi difficili, mentre Verga si rinchiude nel suo “lungo silenzio”, anni di stasi l’orizzonte viene infatti ridestato e rinnovato da Edoar- Pascoli pubblica sulla rivista «Il Marzocco» il suo Fanciullino (1897) e do Sonzogno, con il secondo concorso per giovani compositori dalla Carducci – che nel 1906 sarà il primo italiano a vincere il Premio Nobel sua Casa Musicale: il bando era apparso il I luglio 1888 sulla rivista «Il – pubblica la raccolta Rime e ritmi (1898), una moltitudine di scrittori Teatro Illustrato» e riprendeva, con alcune modifiche, il regolamento e di scrittrici delle più diverse tendenze stilistiche si contende i favori della prima edizione nel 1884, che si era conclusa con un nulla di fatto, del pubblico: da Emilio De Marchi, Paolo Valera e Francesco Mastriani malgrado la partecipazione del giovane Puccini: sino a Matilde Serao e Carolina Invernizio, che verso la fine del secolo diventa famosa con alcuni romanzi di perdizione e delitto come Il bacio Le varianti riguardavano l’istituzione di un secondo premio di 2.000 lire, di una morta (1889) o La sepolta viva (1896). Su un piano ben diverso, mentre al primo classificato ne sarebbero spettate 3.000; le opere am- ottiene grandi consensi anche Piccolo mondo antico di Antonio Fogaz- messe alla prova scenica sarebbero state tre anziché due, e la prova stes- zaro (1895), mentre I Viceré di Federico De Roberto (1894) e Senilità di sa si sarebbe effettuata al Teatro Costanzi di Roma, da quell’anno sotto Italo Svevo (1898) appaiono come due capolavori sui generis, talmente l’impresa Sonzogno; un premio speciale di 1.000 lire era poi destinato originali da essere fatalmente predestinati all’insuccesso. L’autore più all’autore del miglior libretto. Proprio per la duplice natura musicale e let- teraria del nuovo concorso, furono nominate due commissioni: la prima 2 Giuseppe Pellizza, nota del 19 gennaio 1895, in Aurora Scotti Tosini, Il Quarto Stato. Pellizza musicale, composta da Filippo Marchetti, Giovanni Sgambati, Eugenio Da Volpedo, Electa, Milano 2013, p. 27.

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Terziani, Francesco D’Arcais e Amintore Galli; la seconda letteraria, for- mata da Paolo Ferrari, Antonio Ghislanzoni e Felice Cavallotti. Dopo un anno, alla chiusura dei termini per la presentazione delle opere, addirittura 73 furono le candidate. Uno strepitoso successo che, ovvia- mente, obbligò la commissione – in cui Pietro Platania aveva sostituito Eugenio Terziani – a un estenuante tour de force, inducendo poi la direzio- ne del concorso a procrastinare sino alla primavera del 1890 la proclama- zione del risultato finale. Il 6 marzo un comunicato dichiarava ammesse all’ultima prova: di , Labilia di Nicola Spinelli e Rudel di Vincenzo Ferroni; tutte sotto la direzione di . Una particolare menzione ebbero poi altre nove opere, tra le quali Marina del giovanissimo Umberto Giordano.3

L’epilogo è noto e il successo di Cavalleria rusticana, che «in seno alla Commissione fece un’impressione addirittura straordinaria»,4 trasfor- ma il 1890 in una sorta di “anno zero” della musica italiana, a partire dal quale si afferma – con vari pregi e difetti – una nuova generazione di compositori. Mentre l’opera di Mascagni viene ripresa in tutta Euro- pa (da Palermo al Castello di Windsor)5 e nei più importanti teatri degli

3 Marco Capra, “La Casa Editrice Sonzogno tra giornalismo e impresariato”, in AA.VV., Casa Musicale Sonzogno. Cronologie, saggi, testimonianze, vol. I, Casa Musicale Sonzogno, Milano 1995, pp. 262-63. 4 Ippolito Valletta (pseud. di Giuseppe Ippolito Franco-Verney della Valletta), in AA.VV., Casa Musicale Sonzogno cit., p. 263. 5 Il giovane Gustav Mahler ascolta Cavalleria rusticana durante il suo viaggio in Italia del mag- gio 1890 e alla fine dell’anno dirige l’opera a Budapest, ottenendo uno straordinario successo di pubblico. Nel dicembre 1900, Alma Schindler assiste invece a una rappresentazione all’Hof-O- perntheater, dove l’atto unico di Pietro Mascagni è rappresentato insieme con Der Bundschuh di Joseph Reiter e la pantomima Harlequin der Elektriker di Josef Hellmesberger: cfr. Alma Mahler-Werfel, Tagebuch-Suiten 1898-1902, Fischer Verlag, Frankfurt am Main 1997, p. 596. Stranamente, pur apprezzando Cavalleria rusticana, Mahler detestava invece la di Puc- cini: in una lettera ad Alma del 1903 sintetizza causticamente la trama dell’opera («Nel secondo atto un tale viene torturato tra urli orrendi e un altro accoltellato con un acuminato coltello da pane») e racconta di avere lasciato la sala prima della fucilazione di Cavaradossi: «Non occor- re aggiungere», conclude, «che il tutto è messo insieme come sempre con abilità da maestro; al giorno d’oggi ogni scalzacane sa orchestrare in modo eccellente»: cfr. Alma Mahler, Gustav Mahler. Ricordi e lettere, a cura di Luigi Rognoni, trad. it. di Laura Dallapiccola, il Saggiatore, Milano 1960 (ed. orig. Gustav Mahler. Erinnerungen und Briefe, 1940), p. 228.

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Stati Uniti e dell’America Latina (dove trova ad accoglierla un’im- Manon Lescaut (1893), Puccini non sbaglia più un colpo e diviene, mensa platea di emigranti italiani), il numero del gennaio 1892 del con La bohème (1896), Tosca (1900) e (1904), il «Teatro Illustrato» si apriva infatti più importante compositore italiano della sua generazione, l’unico capace di proiettare il suo mondo espressivo sul più vasto orizzonte con alcune telegrafiche notiziole che informavano della consegna all’e- del teatro internazionale. ditore di tre nuove opere da parte di compositori quasi esordienti: si trattava della Mala vita di Umberto Giordano, della Tilda di Francesco 2. Percorsi di Francesco Cilea Cilea, della Teresa Raquin di Ernesto Coop. Già un abbozzo di “Giovine Gli anni in cui raggiunge, attraverso la svolta Scuola”. In quello stesso anno Cilea e Giordano avrebbero avuto l’o- nore del ritratto d’apertura della rivista; come pure un altro esordiente, creativa di Manon Lescaut, la fase centrale della sua esperienza, , che nel mese di maggio aveva con successo coincidono con l’esordio e i più grandi successi di Francesco Ci- rappresentato i suoi Pagliacci al Teatro Dal Verme.6 lea. Nato a Palmi nel 1866, quest’ultimo era stato scoperto in un convitto privato a Napoli da Francesco Florimo, «bibliotecario del Diretti a Milano da , i Pagliacci diventano subito un Conservatorio di San Pietro a Majella, autore di una monumentale successo mondiale dell’opera lirica. La romanza Vesti la giubba – Scuola musicale di Napoli e dei suoi Conservatori e famoso storico 8 un capolavoro di sintesi teatrale – viene ben presto estrapolata dal belliniano». Il padre del giovane artista, Giuseppe, era un avvocato contesto drammaturgico e si trasforma in una magnifica, struggente molto affermato e temeva che la carriera musicale potesse rivelarsi canzone d’autore: nel 1904 Enrico Caruso incide il brano a New per il figlio “un salto nel buio”. Ad ogni modo, alla fine diede il suo York e il disco, ovviamente a 78 giri, vende poco più di un milione «amoroso e pieno assenso» e dal novembre 1878 il piccolo France- di copie, come a dire che «praticamente chiunque avesse accesso sco comincia a frequentare l’antico Collegio di San Pietro a Majella, a un grammofono aveva comprato […] la possibilità di ascoltare a proiettandosi un poco alla volta nel mondo musicale e culturale di casa propria la voce del cantante».7 Napoli. Come scrive Cesare Orselli, anche dopo il tramonto della Come già detto, al primo concorso della Casa Musicale Sonzogno sua grande stagione settecentesca, la città continuava infatti ad es- aveva preso parte, ma senza alcuna fortuna, anche il giovane Puc- sere una capitale – e non solo del nostro Mezzogiorno – per la sua cini, la cui opera d’esordio – ribattezzata Le Villi – suscita però l’in- vivacità intellettuale: teresse di Arrigo Boito e trionfa a Milano nel 1884. Il successivo Edgar (1889) è un pericoloso incidente di percorso, ma a partire da Il , se dava spazio agli ultimi fantasmi dell’opera buffa, da tempo uscita di scena nel resto d’Italia […], esibiva anche un cartellone importante, con novità di Massenet, Gounod e Thomas, Lohengrin, Otello, 6 Marco Capra, op. cit., p. 264. 7 Pietro Leveratto, Con la musica. Note e storie per la vita quotidiana, Sellerio editore, Palermo 2014, p. 17. 8 esare Orselli, Francesco Cilea. Un artista dall’anima solitaria, Zecchini editore, Varese 2016, p. 9.

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Le Villi del debuttante Puccini. […] Aumentata era inoltre la curiosità e la diffusione della musica strumentale e non a caso la città vedeva nascere nel 1878, per iniziativa di un suo musicista di fama come Giuseppe Martucci, la Società del Quartetto e, da una costola del San Carlo, formarsi un’orchestra sinfonica (la “Società Orchestrale” napoletana, una delle primissime e forse la più importante d’Italia) diretta dallo stesso Martucci, che sarà per un bre- ve periodo anche maestro di Cilea negli studi del pianoforte.9

Sette anni dopo, nel 1885, Francesco Cilea è nominato “Primo alunno maestrino” con l’obbligo di dirigere i cori e l’orchestra del Conservatorio e di seguire gli allievi più giovani della classe di composizione. In quel periodo il giovane autore presenta due Serenate per voce e pianoforte (L’aere imbruna e Mormorante di tenero desio, 1885-86) cui fanno se- guito un Trio in re maggiore per violino, violoncello e pianoforte (1886), una Suite orchestrale in quattro tempi (1887), per la quale riceve una medaglia d’oro dal Ministero della Pubblica Istruzione, e la sorprenden- te Sonata in re maggiore op. 38 per violoncello e pianoforte (1888-89),

9 Cesare Orselli, op. cit., p. 10. Riguardo alla diffusione della musica strumentale nell’Italia di fine Ottocento, Julian Budden rileva l’importanza a Milano della Società del Quartetto, «il cui fondamento era il quartetto d’archi di Bazzini […] e che spesso offriva anche ospitalità a visitatori illustri come Sarasate, Joachim e Anton Rubinstein» e descrive l’attività della Società dell’Orchestra del Teatro alla Scala, costituita da Franco Faccio nel 1878. Quest’ultima, prose- gue Budden, «dava una media di sei concerti l’anno dopo la conclusione della stagione di Car- nevale-Quaresima. In queste manifestazioni, comunque, la prospettiva era alquanto limitata. Ogni concerto era diviso in due parti, che cominciavano e finivano entrambe con un’ouverture famosa. Nel mezzo non c’era niente di più sostanzioso di una suite (per esempio L’Arlésienne di Bizet), una Rapsodia ungherese di Liszt o, al massimo, il Settimino di Beethoven con le parti degli archi rafforzate fino a ottenere un organico orchestrale pieno. Si cercherebbe invano una sinfonia completa […] e l’Eroica avrebbe semplicemente svuotato la sala. Per chi fosse in cerca di un’offerta prettamente sinfonica c’erano solo i Concerti Popolari dati durante i mesi invernali dagli allievi del Conservatorio, proseguendo un’iniziativa lanciata da Alberto Mazzu- cato nel 1877. Il nome era eufemistico, perché i programmi non facevano concessioni al gusto popolare. La Prima Sinfonia di Brahms, la Scozzese di Mendelssohn o la Quinta Sinfonia di Beethoven potevano apparire accanto a un Concerto di Mozart o a un poema sinfonico di Dvořák e all’ouverture-fantasia Romeo e Giulietta di Čajkovskij, allora considerata il culmine del modernismo più audace. […] Molto più sorprendente è imbattersi in titoli come il Preludio ai Meistersinger o il Siegfreid-Idyll, perché se c’è un nome che spicca per la sua assenza dalla scena milanese è quello di Richard Wagner» (Puccini, Carocci editore, Roma 2005 [ed. orig. Puccini. His Life and Works, 2002], p. 36).

49 2 / UNA TRAGEDIA DELLA BELLE ÉPOQUE ADRIANA LECOUVREUR un brano concepito secondo i modelli del linguaggio brahmsiano, ma e Ponchielli aveva tradotto in italiano il Ring di Richard Wagner, Don reso interessante da un “Largo” dal quale si sprigiona «un profumo Carlos di Verdi (insieme con Achille de Lauzières-Thémines) e innume- intenso di antico, autentico canto popolare del Meridione d’Italia» (Ro- revoli Lieder di Schubert, Schumann e Mendelssohn. L’opera è di «un man Vlad). Al termine dei suoi studi, Cilea riceve, secondo la tradizio- verismo alquanto volgare»11 e piace poco a Cilea, che comunque de- ne, l’incarico di comporre un’opera lirica da rappresentarsi nel teatrino cide di accettare l’incarico per timore di compromettere il suo rapporto dell’istituto: allo stesso modo aveva esordito nel 1825 con Sonzogno. Il debutto di Tilda al Teatro Pagliano di Firenze (7 aprile con il dramma semiserio Adelson e Salvini. 1892) ottiene un buon successo e precede di poche settimane il trionfo L’opera in tre atti presentata da Cilea come saggio di diploma s’intitola dei Pagliacci di Leoncavallo a Milano (21 maggio 1892). L’accoglienza Gina e si avvale di un libretto di , tratto dalla comme- della stampa è per lo più positiva e dopo una ripresa al Teatro Malibran dia Catherine ou La Croix d’or di Nicolas Brazier e Mélesville (pseud. di Venezia, l’opera è presentata il 24 settembre nel teatro allestito da di Anne-Honoré-Joseph Duveyrier). La prima rappresentazione venne al Prater di Vienna, in occasione dell’Esposizione diretta dall’autore il 9 febbraio 1889 e pur essendo «un semplice espe- Internazionale di Musica. L’editore milanese, che ha organizzato una rimento giovanile» fu accolta con grande favore e costituisce – in questi sorta di piccolo festival del teatro verista, è l’uomo del momento e rice- termini – il suo primo momento di affermazione. Al tempo stesso, e per ve anche il plauso di Eduard Hanslick, il più influente critico musicale una strana coincidenza, l’opera d’esordio di Francesco Cilea fu l’ultima dell’epoca: scritta da un allievo per il teatrino del Conservatorio: «Con me», scri- ve infatti il compositore, «ebbe termine questa antica tradizione della Sonzogno, il grande editore musicale il cui “concorso” ha rivelato l’ingegno Scuola napoletana. Dopo la mia Gina, non vi furono altre rappresenta- di Mascagni, ci ha voluto presentare i migliori cantanti che agiscono oggi zioni del genere e, nel 1912, fu addirittura abolito lo storico Convitto».10 sulle scene italiane nel più recente repertorio della sua casa. Egli ha dun- que portato all’Esposizione quattro opere nuove insieme ai loro autori. Si Nei mesi successivi al successo di Gina, Cilea pubblica con l’editore Ri- è fatto avanti, per così dire, con un tiro a quattro da parata: i Pagliacci di cordi la romanza Non ti voglio amar? e due brani per pianoforte (La pe- Leoncavallo e Il birichino di Leopoldo Mugnone [il primo direttore di Caval- tite coquette op. 9 e C’est toi que j’aime op. 10). Nell’ottobre 1890 viene leria rusticana], Tilda di Cilea e Mala vita di Giordano sono notevoli segni infine presentato a Edoardo Sonzogno: l’incontro si svolge a Roma, dei tempi: esse ci mostrano il sempre più deciso affermarsi della scuola all’Hotel Quirinale, e l’editore, che dopo il successo di Cavalleria rusti- naturalistica, del “verismo” nell’opera […]. In Francia la Carmen di Bizet cana ambisce a riunire intorno a sé una squadra di giovani autori ita- è stata finora il primo e l’unico conseguimento valido in questa direzione. 12 liani, gli propone di mettere in musica la Tilda di Anneldo Graziani, non Proporzioni molto più ampie tale movimento è venuto assumendo in Italia. de plume – o meglio anagramma – di Angelo Zanardini, un esuberante compositore-librettista che oltre a collaborare con Catalani, Massenet Fermamente deciso a «non lasciar raffreddare il primo successo», fin

11 Francesco Cilea, cit. in Ivi, p. 16. 10 Francesco Cilea, cit. in Cesare Orselli, op. cit., p. 15. 12 Eduard Hanslick, cit. in AA.VV., Casa Musicale Sonzogno cit., vol. II, pp. 80-81.

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dal maggio 1892 l’editore Sonzogno ha scritturato Leopoldo Marenco un colore espressivo del tutto nuovo, come se fosse «insaporito dalle per realizzare un nuovo libretto per Francesco Cilea: in un primo mo- canzoni di Napoli».14 Al di là del successo personale di Enrico Caruso, mento, la scelta sembra cadere sull’idillio Celeste, ma durante l’estate l’opera non convince comunque del tutto, e mentre il compositore la- il compositore cambia idea, concentrando la sua attenzione sul dram- menta lo scarso impegno di Sonzogno sul piano produttivo, quest’ulti- ma di L’Arlésienne, per il quale Bizet aveva realizzato mo pretende – e ottiene – la stesura di una nuova versione alleggerita un commento musicale nel 1872. Ribattezzata L’Arlesiana – dalla bella di vari episodi, che va in scena a Milano il 22 ottobre 1898. e fatale ragazza di Arles di cui è innamorato il protagonista – l’opera Ad ogni modo Cilea è alquanto amareggiato e nel dicembre 1897 ac- va in scena al Teatro Lirico di Milano il 27 novembre 1897, ottenendo cetta la cattedra di Armonia che gli è stata offerta dall’Istituto Musicale un successo parziale e dovuto soprattutto alla presenza del giovane di Firenze. Il suo ritorno al teatro avviene alcuni anni dopo con Adriana Enrico Caruso, che imprime uno slancio straordinario alla pagina più Lecouvreur, una commedia-dramma in quattro atti alla quale lavora, famosa dell’opera, il cosiddetto Lamento di Federico («È la solita storia seguendo i ritmi incostanti del librettista Arturo Colautti, fra il 1900 e del pastore… / Il povero ragazzo / volea raccontarla, e s’addormì»). il 1902. Quest’opera gli donerà – come vedremo – la notorietà inter- Pur avendo già interpretato i ruoli di Canio nei Pagliacci e di compare nazionale che aveva atteso tanto a lungo, anche se la sua carriera è Turiddu in Cavalleria rusticana, Caruso non era ancora riuscito ad affer- ormai giunta quasi al termine: dopo lo sforzo creativo dell’opera , marsi completamente e l’incontro con Francesco Cilea risulta dunque un dramma d’argomento «medievale italianissimo» diretto da Arturo cruciale per la sua carriera. Come scrive E. A. Mario (pseudonimo di Toscanini al Teatro alla Scala nel 1907, Cilea avverte infatti i sintomi di Giovanni Ermete Gaeta), una «alterazione del sistema nervoso» e decide, dopo un lungo silenzio e vari tentativi e progetti rimasti in sospeso, di partecipare al concorso c’era a Napoli, in quel tempo, un giovane cantante che eseguendo ‘E spin- per la direzione del Conservatorio di Palermo. La commissione mini- gule francese del Di Leva, pareva fosse baritono, mentre eseguendo il Se steriale, presieduta da Arrigo Boito, lo proclama vincitore preferendolo del Danza, pareva invece tenore; poi aveva preso a sfiatare nelle chiese al più giovane Respighi e a partire dall’Anno scolastico 1913-14 Cilea e […] negli stabilimenti balneari, fin quando non tentò la lirica nei teatri comincia dunque in Sicilia la sua carriera di direttore di Conservatorio. di second’ordine: ecco l’artista che il rappresentante di casa Sonzogno aveva mandato a Milano, perché debuttasse nella “prima” dell’Arlesiana e Palermo viveva in quegli anni la fase cruciale dell’Età dei Florio ed era, decidesse dell’avvenire del suo autore.13 come scrive Cesare Orselli,

musicalmente assai agguerrita (nella Stagione 1914 il Teatro Massimo presen- A quel «giovane cantante» Cilea “imbeccò” la parte nota per nota, sug- tò Parsifal, Lohengrin, Salome, Conchita di Zandonai): al gentilhomme Cilea, gerendo di utilizzare la mezza voce per dare al personaggio di Federico pur accolto con favore dalla stampa, non fu facile tuttavia “destreggiarsi in

13 A.E. Mario, Francesco Cilea di fronte alla critica e al pubblico, in «Quaderni dell’Accademia Chigiana», Siena 1951, pp. 44-45- 14 Francesco Cilea, cit. in Cesare Orselli, op. cit., p. 21.

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quel groviglio di intrighi ripicche e di illusioni inappagate di speranze cadute che, sebbene ben dissimulati, minacciavano di spazientirlo e di disorientarlo (D’Amico). […] Non privo d’interesse sarebbe dunque riferire della vita quo- tidiana come direttore, delle qualità umane, della competenza musicale che Cilea espresse a Palermo in questo ruolo. Dopo il trasferimento di Guglielmo Zuelli a Parma e la reggenza di Alberto Favara […], sotto la gestione di Cilea il Conservatorio vide rafforzata l’efficienza degli uffici, la disciplina degli allievi […] e la qualità degli insegnamenti, confermata dai saggi di classe, veri con- certi che concludevano gli anni scolastici, “nonostante la Grande guerra si annunziasse vicina…” (Cilea).15

In seguito, a partire dal 1916, Cilea fu posto alla guida del Conservato- rio di Napoli, lo stesso in cui aveva studiato da ragazzo e al quale ebbe modo di imprimere, nell’arco di vent’anni, una svolta epocale. Intanto, però, il quadro della politica e della società italiana è profon- damente mutato. Nel 1922 è stato nominato Presi- dente del Consiglio e in seguito assume la carica di Capo del governo e Primo segretario di Stato. L’Italia degli anni Venti è dunque assai diversa da quella dei primi anni del secolo, anche se, com’è noto, uno degli aspetti più singolari della politica culturale del fascismo riguarda- va proprio la coesistenza di elementi regressivi e progressisti: se da un lato si annoverava tra i caratteri distintivi del movimento «l’esaltazione [...] di Roma antica e dei valori spirituali da essa rappresentata» (cfr. la voce “Fascismo” sull’Enciclopedia Treccani, 1932), dall’altro emergeva infatti un piglio rivoluzionario e antiborghese tendente a imprimere agli

15 Cesare Orselli, op. cit., p. 34. Le opere citate nel testo venivano tutte rappresentate a Palermo per la prima volta e furono tutte dirette da : cfr. Guido Leone, L’Opera a Palermo dal 1653 al 1987. Vol. II. L’Opera al Teatro Massimo dalle origini (1897) al 1987, Publisicula editrice, Palermo 1988, pp. 64-65. Riguardo invece alla presenza di Francesco Cilea a Palermo, cfr. Consuelo Giglio, “Francesco Cilea direttore del Conservatorio di musica ‘V. Bellini’ di Palermo (1913-1916)”, in AA.VV., Cilea e il suo tempo. Atti del Convegno internazionale di Studi (Palmi- 20-22 ottobre 2000), a cura di Gaetano Pitarresi, Edizioni del Conservatorio “Francesco Cilea”, Reggio Calabria 2002, pp. 279-99.

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italiani un passo diverso, più veloce, diretto verso il cuore stesso della delle opere giovanili di Vincenzo Bellini. La sua ultima composizione, modernità. In particolare, nell’ambito della musica gran parte delle atti- una lirica per voce e pianoforte su versi di Jacopone da Todi (Dolce vità promosse dal fascismo tendeva all’idea di «fare teatro per il popo- amor di povertade), risale al 1943: già da molti anni il maestro ha scelto lo», attraverso iniziative come il Carro di Tespi Lirico, il Sabato Teatrale tuttavia di rifugiarsi nella solitudine della villa di , sulla riviera e l’Estate Musicale Fascista. Tra l’altro, come osserva Fedele D’Amico, ligure. La notizia della sua scomparsa – che risuona in un mondo che «dal fascismo la musica moderna non fu mai osteggiata ma piuttosto si era ormai dimenticato di lui – fu trasmessa alla radio il 20 novembre protetta»,16 anche attraverso una regolare attività di committenza.17 1950: «Dopo Mascagni e Giordano», scrive Nino Zucco, «se n’andava L’interesse per la produzione contemporanea coesisteva tuttavia con anche lui, l’ultimo di quella famosa scuola verista»18 che ci appare, nel- la prevedibile valorizzazione del repertorio tradizionale, dal Barocco la prospettiva del tempo e della storia, come immersa nella luce di una sino al Romanticismo e al Verismo. tarda estate, di un lungo estenuante crepuscolo. Da tale clima culturale trae vantaggio in qualche modo anche France- sco Cilea, le cui opere – e non soltanto Adriana Lecouvreur – vengono 3. «Io son l’umile ancella del genio creator…» frequentemente riproposte, anche attraverso la radio, al grande pub- Tosca e Adrienne Lecouvreur, una cantante lirica e un’attrice, erano fra blico italiano. In particolare, L’Arlesiana è rappresentata al Teatro alla i ruoli più amati da Sarah Bernhardt, anche se i due testi – che pure Scala nel 1936 (con ) e poi diretta da Fernando Previtali appartengono alla medesima linea del teatro francese – appaiono non negli Studi E. I. A. R. di Roma nel 1940 e ripresa l’anno successivo al solo assai diversi sul piano espressivo, ma concepiti in maniera del tut- Teatro Reale dell’Opera di Roma da Oliviero De Fabritiis (con Beniami- to contrastante. Nella tragedia di , andata in scena per no Gigli e poi Ferruccio Tagliavini). Una nuova versione di Gloria, con la prima volta a Parigi nel 1887, «l’azione si svolge a Roma il 17 giugno il libretto rielaborato da Ettore Moschino, va in scena invece al Teatro 1800»19 e attraverso le numerose, dettagliatissime didascalie l’autore di San Carlo nel 1932, all’Opera di Roma nel 1938 (con Maria Caniglia, rende chiaro l’intento di disporre i suoi personaggi d’invenzione20 in Beniamino Gigli e ) e in alcuni nuovi, grandi spazi popolari 18 Nino Zucco, Francesco Cilea. Ricordi e confidenze, Barbaro editore, Oppido Mamertina come il Teatro dei Seimila di (aprile 1938) e il Teatro dei Venti- (Reggio Calabria) 1981, p. 69. mila del Castello Sforzesco di Milano (giugno 1939). 19 Victorien Sardou, La Tosca, a cura di Guido Davico Bovino, Einaudi, Torino 2012, p. 3. 20 Nella sua «fedeltà maniacale al verisimile storico» (Guido Davico Bovino), Sardou si ri- Poco prima dell’inizio della Seconda Guerra mondiale, Cilea viene ferisce costantemente alla cronaca politica del tempo, descrivendo minuziosamente anche i luoghi dell’azione. Riguardo ai protagonisti della tragedia, preferisce però fare da sé, sia pure chiamato, grazie all’intervento di Pietro Mascagni, a far parte dell’Ac- ispirandosi – ma senza mai dichiararlo – ad alcuni personaggi realmente esistiti. È stato infatti osservato che «Tosca, orfanella accolta in un convento di Verona dove studia musica per poi di- cademia d’Italia, di cui era stato presidente sino al 1938 Gabriele d’An- ventare una grande artista, ricorda molto la figura di Angelica Catalani, nata a Venezia nel 1785 nunzio e dalla quale riceve l’incarico di curare un’edizione in facsimile finita in un monastero di Sinigaglia da cui esce come celebre cantante lirica. Mentre il nome di Cesare Angelotti, “console della spenta Repubblica Romana”, ricorda quello del medico Liborio Angelucci, sfuggito però all’arresto e rifugiatosi in Francia». Il personaggio di Scarpia, infine, 16 Fedele D’Amico, “La musica sotto il fascismo”, in Un ragazzino all’Augusteo. Scritti musicali, del quale Sardou indica – a differenza di Puccini – anche il nome di battesimo, Vitellio, e l’origi- a cura di Franco Serpa, Einaudi, Torino 1991, p. 231. ne siciliana, si richiama probabilmente alle figure del barone Gerardo Curcio detto “Sciarpa” e 17 Fiamma Nicolodi, Musica e musicisti nel ventennio fascista, Discanto, Fiesole 1984, p. 18. di Vincenzo Speziale, le cui iniziali corrispondono a quelle di Vitellio Scarpia e che fu «dapprima

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uno scenario storico e monumentale ricostruito con la massima esat- scene dell’opera lirica il celebre testo di Scribe e Legouvé: un primo tezza; nella loro commedia-dramma in cinque atti del 1849, Eugène accenno al progetto si ritrova comunque in una lettera di Arturo Co- Scribe ed Ernst-Wilfried Legouvé seguono invece un percorso diame- lautti del gennaio 1899; poi sorsero alcune difficoltà legate all’acquisi- tralmente opposto, portando sulla scena, con grande libertà narrativa, zione dei diritti, sui quali pretendeva di avere la priorità Enrico Goliscia- le vicende – e leggende – legate alla vita di alcuni personaggi real- ni (già librettista di Gina), ma grazie all’intervento di Edoardo Sonzogno mente esistiti come Adrienne Lecouvreur o Le Couvereur (1692-1730) negli ultimi mesi del 1900 il compositore poteva finalmente cominciare e il suo amante Hermann Maurice (1696-1750), conte di Sassonia e un lavoro che lo tenne impegnato per circa due anni, costringendolo a maresciallo di Francia. superare la sua fragilità nervosa, alternando l’impegno creativo a quel- Nata in una famiglia di condizioni assai modeste, Adrienne era la domi- lo d’insegnante all’Istituto Musicale di Firenze. La genesi dell’Adriana natrice assoluta della Comédie Française nell’epoca dell’Illuminismo, Lecouvreur è d’altronde narrata dallo stesso Cilea nei suoi Ricordi: celebre per le sue interpretazioni delle tragedie di Corneille e di Racine, ma anche di testi teatrali più moderni di Lamotte-Houdar e di Voltaire, Profittai delle vacanze del Natale e del Capodanno del 1900-1901 per che le dedicò una commossa elegia Sur la mort de Mademoiselle Le- imprimere il più forte impulso al mio lavoro. Composi di getto fino a tutto il monologo di Michonnet. […] Rimessomi alquanto in salute, partii alla couvreur. Musa e amante di alcuni degli uomini più in vista del tempo, volta di Milano per far udire la musica al Colautti. Egli rimase vivamente fu realmente legata al principe Hermann Maurice, figlio naturale dell’e- sorpreso dell’unità che avevo saputo dare al primo atto […]. Sotto la spin- lettore di Sassonia e re di Polonia Augusto il Forte. La sua morte, all’età ta di quell’impressione, entro due giorni mi consegnò il secondo atto con di 38 anni, non ebbe tuttavia niente di misterioso e avvenne per cause parole di viva, salda fede. naturali: «È vero che un certo abate Bouret dichiarò di averle donato Ritornato a Firenze, fra una lezione e l’altra all’Istituto, lo abbozzai; e così delle pastiglie (o delle rose) avvelenate per conto della principessa di pure successe per il terzo quando lo ricevetti; ma […] alla fine dell’anno Bouillon [in realtà Maria Karolina Sobieska, principessa di Turenne e scolastico fui costretto a sospendere ogni occupazione per andare a ripo- sarmi e curarmi a Sant’Agata sui Due Golfi, presso Sorrento. Completamente duchessa di Bouillon, 1697-1740], altra amante di Maurizio; ma fu una ristabilito ritornai a Firenze prima di iniziare il nuovo anno d’insegnamento e confessione poi ritrattata; il che però non impedì che si creasse d’in- scrissi di getto, con una passione e un fervore mai prima provati, in due sole torno alla scomparsa della grande tragédienne un alone di leggenda e settimane, tutto l’atto quarto.22 d’intrigo».21 Non è noto chi abbia suggerito a Francesco Cilea di condurre sulle La prima rappresentazione di Adriana Lecouvreur, diretta da e con Enrico Caruso nel ruolo di Maurizio di Sassonia, si svol- pretore a Palermo, poi Procuratore Fiscale con funzione di assicurare l’adempimento delle se al Teatro Lirico di Milano il 6 novembre 1902, richiamando alcuni fra i leggi ricorrendo anche alla tortura e infine, a partire dal 1799, membro della Giunta Statale per processare i repubblicani» (Enrico Silvestri, Altro che Tosca e Cavaradossi…, «il Giornale.it», 19 aprile 2012). 21 Cesare Orselli, op. cit., p. 81. 22 Francesco Cilea, cit. in Ivi, p. 25.

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nomi più importanti della cultura italiana, come Alberto Franchetti, Umber- to Giordano, Ruggero Leoncavallo e Gabriele d’Annunzio. L’accoglienza è trionfale, fa pervenire a Cilea un affettuoso biglietto di congratulazioni23 e l’opera viene replicata ben 13 volte, prima di iniziare il suo cammino verso i più importanti palcoscenici del mondo: da Amburgo, Barcellona e Lisbona fino a Bologna, Firenze, Genova, Ginevra, Napoli, Odessa, Varsavia, Verona e . Nel luglio 1903, Arturo Toscanini dirige Adriana Lecouvreur al Teatro de la Opera di Buenos Aires (di nuovo con Enrico Caruso) e poco dopo l’opera va in scena anche al Covent Garden di Londra, a Città del Messico, al Cairo e ad Alessandria d’Egitto. Il debut- to al Teatro Massimo di Palermo si svolge il 19 aprile 1904, con la direzio- ne di Edoardo Mascheroni e alla presenza del compositore:

Adriana Lecouvreur ha superato la prova del fuoco anche a Palermo ed al Cilea sono stati tributati dal pubblico del nostro Massimo gli onori che merita. Ieri sera il pubblico non si abbandonò ai facili entusiasmi; il pub- blico fu conquistato a poco a poco dalla potenza suggestiva dell’azione, dell’esecuzione e della musica e i suoi applausi sgorgarono poi spontanei e calorosi…24

Accolta come «la partitura più aristocratica della nostra Giovine Scuo-

23 «Caro Collega, il vostro pensiero va dritto al mio cuore – mercoledì sono stato al Teatro Lirico e ho ammirato la vostra Adriana; io amo la vostra musica; la vostra strumentazione è così nitida, così espressiva, così colorita; quanto vivido sentimento a fianco dell’espressione drammatica! È quella della vostra Adriana una partitura piena di movimento e di seduzione; e ebbe un grande successo. L’interpretazione fu ammirevole, la messa in scena riuscita e assai efficace». Jules Massenet si trovava a Milano per la prima rappresentazione italiana della sua Grisélidis (Teatro Lirico, 25 novembre 1902); il messaggio indirizzato a Cilea reca la data del 22 novembre: cfr. AA.VV., Casa Musicale Sonzogno cit., vol. I, p. 91. 24 «Il Giornale di Sicilia», 20-21 aprile 1904, in AA.VV., Casa Musicale Sonzogno cit., vol. I, p. 93. Mascheroni si alternava sul podio con Giovanni Bossa. La recita del 21 aprile fu una «serata di gala in onore della Presidenza del Consiglio Comunale di Parigi». Fra le altre opere in cartellone figuravanoLa Gioconda, Lucia di Lammermoor, Il barbiere di Siviglia, Tannhäuser, Cavalleria rusticana-Pagliacci e : cfr. Guido Leone, L’Opera a Palermo dal 1653 al 1987 cit., vol. II, pp.48-53.

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la» (Amintore Galli), Adriana Lecouvreur è ovviamente assai lontana cariche di cose sceniche, corre su e giù, a dritta e a sinistra affaccen- da qualsiasi tentazione verista e si ricollega – intrecciando in maniera dato e trafelato, trovando una risposta e un sorriso per tutti». Sta per assai originale i caratteri della commedia e del dramma – a quel filone cominciare una recita del Bajazet di Racine – e questo spiega le accon- francesizzante e settecentesco del teatro italiano, che partendo dal ciature moresche di alcuni attori – in cui Adriana interpreta il ruolo della finale dei Pagliacci (in cui l’imitazione del passato funge tuttavia da protagonista e si prefigge di risolvere in suo favore il confronto con la cornice a un crescendo di follia omicida) giunge, attraverso Manon Duclos (nome d’arte di Marie-Anne de Châteauneuf), sua rivale alla Lescaut (1893), Andrea Chénier (1896) e Le Maschere (1901), sino ai Comédie Française. Nel foyer giungono il principe di Bouillon, amante rifacimenti goldoniani di Ermanno Wolf-Ferrari. della Duclos, e l’abate di Chazeuil. Un tenue arpeggio in pianissimo Il libretto di Arturo Colautti non è di per sé molto riuscito e appare (“Andante”) accompagna l’ingresso di Adriana, in «costume orientale spesso frammentario, discontinuo, segnato dall’alternanza fra registri […]; il collo adorno d’un magnifico diamante», che risponde agli elogi diversi: dall’evocazione classicista si passa infatti ai toni spigliati dell’o- del principe e dell’abate con l’aria «Io son l’umile ancella del Genio cre- peretta e a momenti di gusto più moderno, che si rifanno ai modelli – ator…» (“Andante con calma”), la cui melodia limpidissima diviene – a peraltro assai lontani fra di loro – di Gozzano e d’Annunzio. Cilea, tut- partire da questo momento – una sorta di motivo ricorrente legato alla tavia, risolve tale “ibridismo” con i propri mezzi creativi, dando vita a un protagonista dell’opera. Il clima generale è quello di una vivace com- percorso musicale molto vario, ma di grande coerenza, che dall’inizio media, che anticipa quasi le atmosfere della Rondine di Puccini e in cui alla fine dell’opera trapassa gradualmente dal gioco alla tragedia. Da si alternano, con estrema eleganza, rapidi scambi di battute e momenti questo punto di vista, appare emblematico soprattutto il primo atto, di estremo lirismo: con Cilea, scrive infatti Gavazzeni, «siamo ancora concepito come un’unica scena suddivisa in vivaci sequenze e che in un ordine estetico […] che intende il linguaggio melodico come ele- potremmo descrivere come un caso molto estremo di teatro nel teatro: mento primario».26 Non a caso, gli altri momenti cruciali del primo atto l’azione si svolge infatti nel foyer della Comédie Française, una grande sono la romanza di Maurizio «La dolcissima effige», un breve “Andan- sala in «stile Rinascimento» con quattro porte laterali: «Una grande, te” in la bemolle maggiore da eseguirsi «a mezza voce con trasporto», a sinistra, comunica colla scena; una piccola, a destra, coi camerini. il duetto d’amore di Adriana e Maurizio (al termine del quale lei porge Quella a sinistra, sul davanti, conduce ai palchetti. Quella di destra è all’amante un mazzetto di viole) e il monologo intonato da Michonnet l’entrata degli artisti».25 Un brevissimo preludio “Allegro vivo e deciso” mentre ascolta Adriana che recita in scena. Il finale, che riprende l’“Al- immette direttamente nel vivo del racconto, con una piccola folla di legro vivo e deciso” delle prime battute dell’opera, è invece un vero attori in costume, comparse, attrezzisti e macchinisti che si preparano e proprio concertato, con l’intera compagnia di attori che festeggia il all’inizio dello spettacolo. Il direttore di scena Michonnet, «con le mani trionfo di Adriana in un clima di divertissement quasi rossiniano. Il secondo atto, ambientato «nella villetta dell’attrice Duclos alla Gran- 25 Le didascalie, il libretto e le indicazioni musicali fanno riferimento allo spartito per canto e pianoforte di Adriana Lecouvreur, nella nuova edizione realizzata da Giacomo Zani per la Casa Musicale Sonzogno, sulla base della prima edizione del 1903. 26 Gianandrea Gavazzeni, cit. in Cesare Orselli, op. cit., p. 89.

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ge-Batelière», racchiude alcune pagine molto famose come la scena violette e poi le getta via.27 Subito dopo è colta da un improvviso malo- iniziale della principessa di Bouillon («Acerba voluttà, dolce torura»), re – il veleno sta iniziando a fare effetto – e l’arrivo di Maurizio e i suoi l’aria di Maurizio «L’anima ho stanca» (“Andante mesto, quasi ada- abbracci non valgono a mutare il corso degli eventi: Adriana è colta da gio”), il suo concitato duetto con Adriana e il finale in cui quest’ultima vertigini, «impallidisce, trema, vacilla» e appare quasi trasfigurata, poi il dialoga – ma senza riuscire a riconoscerla – con la sua rivale, che però suo volto si rischiara e lei sorride a una visione lontana: «Ecco la Luce, approfitta dell’arrivo di alcuni ospiti per fuggire da una porta segreta. / che mi seduce, / che mi sublima, / ultima e prima luce d’amor…». La Nel terzo atto, che si svolge nella «galleria dei ricevimenti in ricco stile musica rallenta un poco alla volta e poi si sofferma in un lungo accor- barocco» del palazzo Bouillon, l’azione si sviluppa in un crescendo di do tenuto: Maurizio scuote il corpo senza vita di Adriana e comincia a tensione che s’interrompe all’improvviso quando comincia – un altro singhiozzare, mentre scorrono le ultime battute “Adagio” in pianissimo esempio di teatro nel teatro – la rappresentazione del balletto Il giudizio e scende lenta la tela. di Paride, un episodio di elegante arcaismo il cui svolgimento è co- munque scandito dalle battute “fuori scena” dei vari personaggi. Alla fine Adriana accetta di declamare il monologo della Fedra di Racine («Giusto Cielo! Che feci in tal giorno»), con il quale ribadisce il proprio sdegno nei confronti della principessa di Bouillon. L’ultimo atto è «ravvolto di crepuscolare mestizia». La scena è ambien- tata in casa di Adriana: è il crepuscolo di un pomeriggio di marzo, Mi- chonnet attende l’arrivo dell’attrice, che appare tormentata dalla gelo- sia e dal silenzio di Maurizio. È il giorno del compleanno di Adriana e gli altri attori della Comédie sopraggiungono a festeggiarla e per indurla a tornare sulle scene. L’atmosfera diviene finalmente più lieta, ma a un tratto la cameriera porge ad Adriana «un cofanetto ricoperto di velluto cremisi, cui è rilegato un biglietto» con la firma di Maurizio. Sollevando il coperchio l’attrice viene travolta come da «un gelido soffio» e resta ammutolita riconoscendo il mazzolino di viole, ormai appassite, che aveva donato a Maurizio come pegno d’amore: «I fiori offerti in un’ora 27 L’immagine dei fiori appassiti come simbolo di una felicità perduta ricorre anche nella di oblio / Oh crudeltà!...». Cantando con infinita tristezza «Poveri fiori, Sonnambula di Vincenzo Bellini (1831), nell’episodio del delirio di Amina: «(Si toglie dal seno i fiori ricevuti da Elvino) Né te, d’eterno affetto tenero pegno, / o fior, né te perdei. / Ancor ti bacio, / gemme de’ prati, / pur ieri nati, / oggi morenti…» Adriana bacia le ancor ti bacio / ma… inaridito sei. / Ah! Non credea mirarti / sì presto estinto o fior…» (Atto II, scena 2). Com’è noto, Felice Romani trasse il libretto dell’opera dal ballet-pantomine di Eugene Scribe La Somnambule, ou L’arrivé d’un noveau seigneur, presentato a Parigi nel 1827 con la musica di Ferdiand Hérold.

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IL LIBRETTO

ATTOARGOMENTO I 9 70 ATTOSYNOPSIS II 11 89 ATTOARGUMENT III 13101 ATTOHANDLUNG IV 15110 IL LIBRETTO

ADRIANA LECOUVREUR

opera in quattro atti Libretto di Arturo Colautti tratto dalla commedia-dramma omonima di Eugène Scribe e Ernest Legouvé

PERSONAGGI DEL DRAMMA Maurizio, conte di Sassonia (tenore) Il principe di Bouillon (basso) L’abate di Chazeuil (tenore) Michonnet, direttore di scena alla Comédie Française (baritono) Quinault, socio della Comédie (basso) Poisson, socio della Comédie (tenore) Adriana Lecouvreur, della Comédie (soprano) La principessa di Bouillon (mezzosoprano) Mad.lla Jouvenot, socia della Comédie (soprano) Mad.lla Dangeville, socia della Comédie (mezzosoprano) Un maggiordomo (tenore)

Dame, signori, comparse, servi di scena, valletti.

Parigi nel marzo del 1730. 3 / IL LIBRETTO ADRIANA LECOUVREUR

ATTO PRIMO mani e le braccia cariche di cose sceni- LE DUE DONNE. il posto sospirato di socio proprietario, Il foyer della Comédie Française. che, corre su e giù, a dritta e a sinistra, Spicciatevi! per sbarcare il lunario Sala quadrangolare di stile Rinasci- affaccendato e trafelato, trovando una e starle sempre allato… mento. risposta e un sorriso per tutti, a tutti re- MICHONNET umilmente fa un gesto di minaccia verso gli attori Nel mezzo, in fondo, caminetto adorno cando gli oggetti richiestigli. Ho soltanto due mani… del busto di Molière. Nel fondo, di là dall’usciale, passa- POISSON seccato, a Michonnet Quattro porte laterali. Una grande a si- no attori e comparse nei costumi del QUINAULT deridendolo Che mai borbotti? nistra comunica colla scena, una pic- Bajazet e delle Follie d’amore; servi di E quattro gambe… cola, a destra, coi camerini. Quella a si- scena imparruccati portano attrezzi; MICHONNET scuotendosi nistra, sul davanti, conduce ai palchetti. macchinisti dispongono i praticabili. — LA DANGEVILLE Nulla… Quella di destra è l’entrata degli artisti. Movimento animato. Le mie pasticche!… Presto… Ai lati della scena, due mensole a spec- LA DANGEVILLE sbadigliando e chi con vari oggetti teatrali. SCENA I LA JOUVENOT masticando pasticche Presso al caminetto acceso un piccolo M.lla Jouvenot, M.lla Dangeville, Un nèo!… Presto… Che noia, l’aspettare!… paravento, una tavola dorata, poltron- Michonnet, Quinault, Poisson cine, sedie e sgabelli di damasco fiori- QUINAULT QUINAULT studiando un to, disposti in semicerchio: a destra, in LA JOUVENOT dalla mensola La mia spada!… Presto… atteggiamento dinanzi allo specchio fondo, un tavolino da giuoco con sopra Michonnet, della biacca! con la scimitarra sguainata una scacchiera: nel mezzo altre poltro- POISSON «Trema, codardo!» ne e un canapè. MICHONNET alla Jouvenot, indicando La cintola!… Presto… Tirando una botta, infilza quasi Sulle mensole doppieri accesi. Il fuoco la mensola Michonnet, che è risalito arde nel caminetto. Là sopra, signorina… TUTTI E QUATTRO spazientiti Scusa… All’alzarsi della tela, madamigella Jou- Presto, dunque, Morfeo!… venot, turchescamente vestita da «Za- POISSON dal tavoliere MICHONNET schivandola con un salto tima» nel Bajazet, siede a sinistra di- Michonnet, del rossetto! MICHONNET con sdegno represso Fate pur… nanzi al cristallo, e dà l’ultimo ritocco Michonnet, su! Michonnet, giù! alla sua acconciatura. MICHONNET a Poisson, accennando Auff! non ne posso più… POISSON a Michonnet, che Nel mezzo, adagiata sul canapè, nel al tavolino A me tutti gl’incarichi, tutti i fastidi a me… ridiscende civettuolo costume di «Lisetta» delle Là dentro, nel tiretto… Un direttor di scena Che ti par? Follie d’amore, madamigella Dangeville sta peggio d’un lacchè… ripassa a tratti la sua parte. LA DANGEVILLE dal canapè In mezzo a tanti re di cartapesta MICHONNET ironico A destra, in piedi presso il caminetto, Michonnet, la mia ventola! c’è da perder la testa… Magnifico! Un Narciso… Quinault, sotto le spoglie del «visir Aco- Seguir le chiacchiere, molcer le invidie, nat» si pavoneggia rimpetto alla men- QUINAULT dal caminetto placar le collere, romper le cabale, LA JOUVENOT sempre allo specchio sola, mettendosi il turbante. Michonnet, il mio manto!… sventar le insidie delle pettegole, Un nèo ancor mi manca… Più innanzi, seduto al tavoliere, Poisson mattino e vespro, vespro e mattin, nelle vesti campestri di «Crispino» sta MICHONNET correndo dall’uno senza mai fin! LA DANGEVILLE interrompendo la consultando uno specchietto a mano. all’altro malinconicamente lettura, perfidamente Michonnet, in abito comune, con le Ecco qua, miei signori… Ah! se non fosse Solamente?

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LA JOUVENOT voltandosi, come MICHONNET cerimoniosamente ai QUINAULT all’Abate, salutando all’uso LA DANGEVILLE ridendo forte punta da un insetto sopraggiunti turco Abate, eccovi il mio ventaglio… Sfacciata! Il principe di Bouillon… Abate!… e l’abate di Chazeuil… IL PRINCIPE leziosamente LA DANGEVILLE con una spallata di Che fortuna!… L’ABATE familiarmente Fior d’amor, arma di Venere, sprezzo Gran Visir! dolce nèo che splendi al seno Superba! QUINAULT piano a Poisson come un astro nel sereno, (Colui?) IL PRINCIPE galantemente alla per le vie d’un bianco mar LA JOUVENOT alzandosi di scatto Jouvenot verso il porto dell’oblio, Sono stanca!… Sfacciata! POISSON in disparte Madamigella, come vi chiamerem Argonauti del desio, (Il mecenate della Duclos… stasera? fai gli sguardi navigar… LA DANGEVILLE alzandosi pure di chimica dilettante e d’amore…) Ed io nauseata! LA JOUVENOT con una moina L’ABATE leziosamente QUINAULT «Zatima». Dell’augel di Leda eburneo LA JOUVENOT con una riverenza (E l’abatino?) vaga piuma ondoleggiante esagerata L’ABATE alla Dangeville, con grazia sovra un petto d’adamante Marchesa morganatica! POISSON affettata che d’Artemide è l’altar, (Il ninnolo della moglie…) E voi? se l’ardor ne ammorzi un poco LA DANGEVILLE imitandola d’altri mille il chiuso foco Principessa di picche! L’ABATE arricciando il naso LA DANGEVILLE svenevole fai repente divampar… Che odore! «Lisetta»… I due galanti si scostano e vanno ad os- POISSON servare nelle scene dagli usci socchiu- Badate alla grammatica! MICHONNET con un inchino IL PRINCIPE c.s. si, l’uno a destra e l’altro a sinistra. esagerato Siete una vera Sultana del Serraglio… MICHONNET spaventato si slancia Odor di palcoscenico… L’ABATE a Michonnet, che ridiscende per dividere le due attrici e si busca L’ABATE E la Duclos? colpi di ventaglio IL PRINCIPE con fatuità, sbirciando E voi la Primavera… Signore, si va in scena! con l’occhialino le attrici IL PRINCIPE come a caso Delle Grazie è il respir… LA JOUVENOT indicandogli la spalla Infatti, la Duclos? QUINAULT Principe, questo nèo… Molière v’ascolta… là… POISSON piegandosi fino a terra MICHONNET asciutto dinanzi al Principe IL PRINCIPE chinandosi fin quasi a Si veste… SCENA II Principe! baciarlo Il principe di Bouillon, l’abate di Cha- D’Amor parmi un bersaglio… LA JOUVENOT ammiccando, ridendo zeuil e detti. IL PRINCIPE con un gesto di forte L’uscio di sinistra si apre. Il principe en- protezione L’ABATE tra due sospiri Volete dir: si spoglia… tra solennemente, seguito da Chazeuil. Caro, caro… Ardo nel guardarvi… LA DANGEVILLE velenosa Per sembrar più celeste!

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IL PRINCIPE impaziente a Michonnet tra le mani. Le altre attrici le voltano lo son l’umile ancella LA JOUVENOT protestando Ma quando si principia? dispettosamente le spalle; il Principe del Genio creator: Non sono a punto ancora! e l’Abate s’inchinano; Michonnet la ei m’offre la favella, MICHONNET contempla estatico. Ella non si accorge io la diffondo ai cuor… LA DANGEVILLE Bajazet fra un istante: d’alcuno, restando in fondo alla sala. Del verso io son l’accento, Io neppure… poi le Follie d’amore… l’eco del dramma uman, ADRIANA ristudiando la parte, il fragile strumento ADRIANA L’ABATE indicando il teatro declama lentamente vassallo della man… Io lo sono… La sala è riboccante… «Del sultano Amuratte Mite, gioconda, atroce, m’arrendo all’imper… mi chiamo Fedeltà: IL PRINCIPE E L’ABATE a Michonnet MICHONNET con importanza Tutti uscite! e ogni soglia un soffio è la mia voce, E la Duclos? Lo credo ben… sia chiusa all’audace…» che al nuovo dì morrà… Stasera la Duclos e Adriana interrompendosi MICHONNET nella stessa tragedia! No, così non va bene!… IL PRINCIPE Or ora nel camerino facendosi più innanzi, e ricominciando E che cercate voi? stava scrivendo in fretta… IL PRINCIPE entusiasta in tono più solenne La Duclos è sovrana!… «Tutti uscite; e ogni soglia ADRIANA IL PRINCIPE vivamente sia chiusa all’audace… La verità… A chi? MICHONNET di ripicco E ritorni al Serraglio l’augusta sua pace…» La Lecouvreur, divina! L’ABATE accennando a Poisson e LA JOUVENOT al principe, con intenzione IL PRINCIPE Quinault A voi no, certamente… LA JOUVENOT con una smorfia Splendida! Temprata foste da insigni artisti… In ciel non è rimasta!… LA DANGEVILLE egualmente L’ABATE ADRIANA alzando le spalle Sa che attendete qui… L’ABATE indeciso Portentosa! No, da nessuno… Scandisce bene i versi… accorgendosi di Michonnet QUINAULT al tavolino IL PRINCIPE accostandosi Ingrata! Scacco al re! LA DANGEVILLE Musa! Umile cor devoto, forte ingegno modesto, Per caso… il consiglier mio solo, il solo amico mio, POISSON mangiando un pezzo, L’ABATE egualmente è questo… trionfalmente MICHONNET accennando verso il Diva! Michonnet… Scacco matto! fondo Eccola… basta! IL PRINCIPE baciandole la mano MICHONNET commosso fino alle lagrime QUINAULT protestando Sirena! Adriana… tu scherzi, figlia mia… Matto sarete voi… SCENA III Fai male… vedi… soffoco! Adriana e detti. ADRIANA con vera modestia l’avvisatore, dal fondo, fa un cenno a POISSON inalberandosi Adriana Lecouvreur, nel costume Troppo, signori… troppo! Michonnet A me del «voi»?… orientale di «Rossana» entra dall’ultimo Ecco: respiro appena…. Signori, sono pronti?… Mi manchi d’ogni riguardo… uscio di destra, col rotolo della sua parte semplicemente

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QUINAULT in piedi, la mano sull’elsa, indietreggiando ADRIANA ADRIANA con esagerata dignità Che giova? È tanto giovane… Bene! Ci penso… un poco… E poi? mentr’io nol sono più! avviandosi MICHONNET con intenzione MICHONNET tra sé MICHONNET dal fondo Devo o non devo dirglielo? Che devo farne? Eccomi imbarazzato… (Immenso Iddio!) Signori, andiam! indietreggiando ancora decidendosi Meglio doman… ADRIANA (Allora, glielo dico…) La Jouvenot e la Dangeville scappano, ma doman sarò vecchio anche di più… Tanto peggio! ridendo, tra le quinte del teatro. risolutamente ADRIANA malinconicamente Quinault e Poisson, seguono le due Sbigottimenti vani! MICHONNET L’ingegno mio è mutato… attrici minacciandosi comicamente. Dunque si parli, orsù!… Non tanto, perché m’hanno si accosta vivamente ad Adriana, poi di ispirato un’idea… MICHONNET con impeto IL PRINCIPE all’abate, sbuffando nuovo si arresta, finalmente chiama Cresciuto, vorrai dire!… Abate, quel biglietto… Adriana!… ADRIANA Un’idea? ADRIANA esitando L’ABATE ADRIANA senza voltar la testa Ier sera… Della Duclos? Che c’è?… MICHONNET insinuante Strana, bizzarra… MICHONNET IL PRINCIPE MICHONNET Hai recitato «Fedra» come Melpòmene Lo voglio!… Una notizia… ADRIANA stessa… Quale? L’ABATE imbarazzato ADRIANA ADRIANA confidenzialmente Ma come fare? Buona o cattiva? MICHONNET risoluto Correa la voce d’una battaglia… Un matrimonio… Niuna notizia!… un’ansia atroce!… IL PRINCIPE dandogli una borsa MICHONNET titubante Era forse ferito!… Ho detto!!!… Secondo… ADRIANA ridendo Il principe esce dall’uscio ond’era Lo zio di Carcassona… il farmacista… Tanto meglio! MICHONNET spaventato entrato; l’abate dal fondo, dalla porta Chi? dei camerini. ADRIANA subito MICHONNET dolcemente sorpreso E poi? Che! Naturale ti sembra? ADRIANA abbandonandosi SCENA IV Il mio cavalier… Michonnet e Adriana MICHONNET ADRIANA È morto… Certamente… MICHONNET rabbrividendo MICHONNET tra sé, guardando sospirando Un cavalier?… amorosamente Adriana ADRIANA Ah, se potessi anch’io! Eccoci soli, alfin!… per un minuto… Male! ADRIANA con gioia s’avanza d’un passo, sospirando MICHONNET palpitante Ma oggi… Son cinque anni che l’amo e che sospiro… MICHONNET rapidamente Come! Anche tu? e resto muto… e dentro mi martiro!… Ma… mi lascia diecimila lire in eredità…

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MICHONNET come un’eco MICHONNET tra sé, disperatamente Vogliono opporsi… Chieggo di voi. MAURIZIO Oggi? (Michonnet, sei servito!…) Perché? ADRIANA tra offesa e lusingata ADRIANA ADRIANA alzandosi pure Incauto! ADRIANA … è ritornato! Oh, come son felice! Senza tradirmi, piegarlo io ben saprei MAURIZIO in favor vostro… MICHONNET tremante MICHONNET Perché? Sincero amor E l’ami? Ragazza mia, paventa la gioia tentatrice… non soffre divieto, non conosce rossor… MAURIZIO simulando timore s’odono tre colpi di bastone dal fondo La dolcissima effigie sorridente Grazie!… È un uomo pericoloso. ADRIANA ardente Ecco il segnale… in te rivedo della madre cara; Se l’amo!… nel tuo cor, della mia patria, dolce, preclara ADRIANA Michonnet risale e scompare tra le l’aura ribevo, che m’aprì la mente… Lo so: tutte le donne l’amano. MICHONNET tra sé, le braccia quinte. Adriana si rimette a sedere Bella tu sei, come la mia bandiera, penzolanti presso il caminetto, per ripassare delle pugne fiammante entro i vapor; MAURIZIO (Io casco giù) ancora la parte. tu sei gioconda, come la chimera Io son geloso… della Gloria, promessa al vincitor… ADRIANA non potendo più tacere SCENA V Bella tu sei, tu sei gioconda… ADRIANA Per voi non ho misteri… Adriana e Maurizio. Fanciullo! Maurizio, in costume di semplice ADRIANA commossa, ma sorridente MICHONNET lasciandosi cadere in ufficiale, apre il primo uscio di destra Ciel! quante belle frasi… MAURIZIO con finta rassegnazione una poltrona riservato agli artisti; rimane incerto Ebben, di me parlategli… (Non glielo dico più!) un momento; poi volgendosi per MAURIZIO la bacia sull’avambraccio ridiscendere, scorge Adriana intenta Sì! Amor mi fa poeta… ADRIANA nella lettura, e corre a lei, palpitante. ADRIANA schermendosi Era un semplice alfiere ADRIANA per mutar discorso Che fate? del conte di Sassonia, MAURIZIO E il vostro avanzamento? guardando verso il fondo l’eroico pretendente Adriana! Entrar debbo in iscena… figlio al re di Polonia… MAURIZIO protestando Partì per la guerra di Curlandia… ADRIANA alzandosi, con ebbrezza Parliam di cosa lieta… MAURIZIO Né più ebbi di lui novella… Maurizio! Crudele, mi discacciate! Ier lo rividi… ADRIANA insistendo MAURIZIO Ed il ministro? E il conte di Sassonia? ADRIANA prendendolo per mano MICHONNET balzando in piedi, smarrito Regina mia! Per voi, per voi soltanto, reciterò stasera… Lui? MAURIZIO gaiamente, con una punta tenerissimamente ADRIANA ricomponendosi d’ironia E beverò nei tuoi sguardi l’anima intera, ADRIANA senza comprendere Voi qua? Ho tentato… promette, e non mantiene!… e ti farò pianger, se tu m’ascolterai… Ed oggi udrà «Rossana»… Che importa a me dei plausi, MAURIZIO ADRIANA dei doni e degli omaggi? Oh! tardavate tanto… Vedo là una scala… Conoscerlo vorrei… Ah, della Francia tutti non valgono i tesor

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una tua pura lagrima, diamante d’amor… sinistra, l’abate dal fondo di destra. L’ABATE leggendo L’ABATE «Stasera alle undici, laggiù, nel solito Costanza ironica! MAURIZIO inebriato IL PRINCIPE ansioso villino presso la Senna…» T’ascolterò, Adriana, Or dunque, Abate? IL PRINCIPE come un devoto ascolta IL PRINCIPE sbuffando Fede istrionica!… la divina parola… L’ABATE mostrandogli in atto di trionfo Il mio! dopo una pausa una lettera Ed il recapito? ADRIANA Corpus delicti… L’ABATE seguitando Dove sarai stavolta? «… per un affare d’alta politica…» L’ABATE guardando la soprascritta IL PRINCIPE diffidente fra due sbuffi Terzo palchetto a destra… MAURIZIO Come? Ah, graziosissima! battendosi la fronte Nel terzo palco a destra… Diavolo!… Quale sospetto!… L’ABATE facendo schioccare le dita IL PRINCIPE dolorosamente ADRIANA respingendolo dolcemente Penelope… Lo so ben io!… IL PRINCIPE ansiosamente Lasciami!… Conosci il complice? IL PRINCIPE L’ABATE ripigliando la lettura MAURIZIO anelante La cameriera? «… atteso siete… Fede e silenzio… L’ABATE E poi? Punto…» Forse… Maurizio… L’ABATE abbassando la voce ADRIANA Cento luigi!… IL PRINCIPE IL PRINCIPE stupefatto Non qua… Attendimi all’uscita… E la firma? Il conte?… staccandosi dal seno un mazzetto di IL PRINCIPE prendendo la lettera viole e mettendolo alla bottoniera del Caro!… la cera è molle… L’ABATE L’ABATE giovane. Costanza… Entrare l’ho visto là… Un pegno… L’ABATE Meglio! IL PRINCIPE scattando IL PRINCIPE furioso MAURIZIO baciandolo il principe la dissuggella Perfida!… È dunque lui? Grazie! Son suoi caratteri? L’ABATE frenando a stento le risa L’ABATE ADRIANA IL PRINCIPE soffregandosi gli occhi Il suo pseudonimo? Dubbio non v’ha… Va’! Ma contraffatti… Adriana corre verso il fondo poi entra IL PRINCIPE IL PRINCIPE incrociando le braccia con incesso solenne in palcoscenico. L’ABATE Da me trovato!… Che far? Maurizio esce dalla porta dei palchi, a Pessimo segno! sinistra. L’ABATE per secondarlo L’ABATE imitandolo IL PRINCIPE ridandogli il biglietto O donna immemore! Che far? SCENA VI Leggi… M’offusca gli occhi lo sdegno… Il principe, l’abate; poi M.lla Dangeville a questo punto fan capolino la Jouvenot IL PRINCIPE smaniando IL PRINCIPE stillandosi il cervello e M.lla Jouvenot. Il principe entra da e la Dangeville O cuore ingrato. Laggiù…

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L’ABATE grattandosi la fronte IL PRINCIPE La Jouvenot e la Dangeville lo seguono POISSON Nel villino? Di Marte e di Venere… con lo sguardo attentamente. In quella Ciascun lo sa… Quinault e Poisson discendono dal SCENA VII L’ABATE fondo. LA JOUVENOT M.lla Jouvenot, M.lla Dangeville, l’error si ripete… Ma la fraschetta… Quinault, Poisson, quindi Michonnet. LA JOUVENOT Le due attrici, inoltrandosi cautamente IL PRINCIPE Quanto è burlevole! LA DANGEVILLE un pochino, tendono il collo per meglio ma tende la rete… è pur protetta… udire LA DANGEVILLE L’ABATE Quanto è piacevole! LA JOUVENOT IL PRINCIPE afferrando un’idea l’offeso Vulcan per buona sorte… Un gaio festino… QUINAULT IL PRINCIPE Perché ridete? QUINAULT L’ABATE cogliendola a volo e tutta Parigi… Nobile cuor! offerto agli attor?… POISSON L’ABATE Che grilli avete? LA DANGEVILLE IL PRINCIPE all’abate appena ridesta… dalla consorte… Ti piace il disegno? LA JOUVENOT IL PRINCIPE L’arzillo principe… POISSON L’ABATE inchinandosi dell’ilare festa… Senza rancor… Mirabile! ardito! LA DANGEVILLE L’ABATE maturo satiro… LA JOUVENOT IL PRINCIPE l’intento saprà… una spagnola… Di guerra partito… LA JOUVENOT IL PRINCIPE è protettore LA DANGEVILLE L’ABATE Già ridono incauti… che si consola… tranello d’amor… LA DANGEVILLE L’ABATE a tutte l’ore… LA JOUVENOT IL PRINCIPE infervorandosi Amore ed Imene… Dunque, un terzetto… Cogliamo due tortori… LA JOUVENOT IL PRINCIPE con un gesto di minaccia della Duclos… LA DANGEVILLE L’ABATE secondandolo ma riderà bene… anzi, un quartetto… senz’altro sospetto… QUINAULT L’ABATE imitandolo Chi non lo sa? QUINAULT IL PRINCIPE chi poi riderà… Per la Duclos? e il dolce duetto… LA DANGEVILLE Il principe risale verso il fondo, e visto detta Rondò… POISSON L’ABATE un servo di scena fra le quinte, lo Detta Rondò? rimetter dovran… chiama con un cenno.

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LA JOUVENOT E LA DANGEVILLE LA DANGEVILLE QUINAULT POISSON poi che c’è un altro… degno di Gnido… Intrigo amen… volge in tragedia!… ed è il più scaltro… QUINAULT POISSON LA JOUVENOT QUINAULT E POISSON Che bel bisticcio! di Lafontaine!… e il vecchio bello… Sicché, lei stessa? La principessa? POISSON LA JOUVENOT LA DANGEVILLE Che gran pasticcio! Ma già una lettera… Vulcan novello… IL PRINCIPE ad un servo Questo al numero tre, a destra… con mister. LA JOUVENOT LA DANGEVILLE LA JOUVENOT gli consegna il foglio e una moneta fuor delle mura… di quella… eccetera. sulla civetta… d’oro; il servo parte all’uscio indicato Non soltanto dei Numi… LA DANGEVILLE QUINAULT LA DANGEVILLE tutto natura… Nel vecchio Adon… giurò vendetta… L’ABATE terminando la frase … la vendetta è piacer!… LA JOUVENOT POISSON LA JOUVENOT schiuse alla bella… spunta Atteon… Or si domanda… LA JOUVENOT Sicuramente… LA DANGEVILLE LA JOUVENOT LA DANGEVILLE Ma la monella… certo, un invito… chi va? chi manda?… IL PRINCIPE avviandosi con l’abate Un gaio festino… etc. LA JOUVENOT LA DANGEVILLE QUINAULT di greca fede… nel dolce sito… Aspro quesito!… LA DANGEVILLE naturalmente… LA DANGEVILLE LA JOUVENOT POISSON la chiave cede… al generoso… Problema ardito! L’ABATE offerto agli attor?… etc. LA JOUVENOT LA DANGEVILLE LA JOUVENOT spesso alla moglie… principe ombroso… L’appuntamento… LA JOUVENOT Il vecchio ardente… LA DANGEVILLE LA JOUVENOT LA DANGEVILLE che poi v’accoglie… vendè stasera… in tal momento… LA DANGEVILLE molto prudente… LA JOUVENOT LA DANGEVILLE LA JOUVENOT senza rossor… la cameriera… val per la sposa? LA JOUVENOT un verde nido… LA DANGEVILLE QUINAULT LA DANGEVILLE il suo amator… E la commedia… o l’amorosa?

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Il principe esce con passo marziale Men sincera è la stessa verità! Però, questo biglietto si mette a scrivere con la matita sul dal primo uscio a sinistra che sdegnato che la Duclos m’invia… rotolo spiegato dà sui palchetti: l’abate lo segue Che fanno, dunque, là? Applaudite, beoti! contraffacendolo. di dentro il pubblico applaude, e MICHONNET tra sé, indicando la MICHONNET guardando fra le quinte anch’egli batte le mani mensola a sinistra Ah! ecco la Duclos… MICHONNET dal fondo Ah, stupenda, mirabile! sublime! (Ah! forse in quel tiretto…) compassionando Signori, tocca a voi! con uno scatto di gelosia, osservando Povera figlia, sgòlati!… sempre MAURIZIO seguitando meglio se stessi zitta!… LA JOUVENOT rassettandosi la veste Ah! L’ha visto!… e glielo esprime E sempre per quell’altra… Cantar ti piace? Canta, canta… Tosto. con gli sguardi, i sorrisi, i gesti, i moti… Si tratta, certamente, sei fritta!… con le lagrime nella voce della mia nuova impresa… LA DANGEVILLE E POISSON E dir che così bene LA JOUVENOT a Michonnet Per me c’è tempo… recita per un altro, e non per me!… MICHONNET Michonnet, la mia carta per «Rossana»? Ma rimedio non c’è! (Eccolo, finalmente!) MICHONNET non c’è costrutto!… MICHONNET indicando la tavola Perdete la battuta!… In ascoltarla, affogo le mie pene, MAURIZIO tentennando È là… e rido, e piango, e sogno, Parlato al Cardinale la Principessa avrà… LA JOUVENOT sprezzante e dimentico tutto… Che fare?… Aspetterò l’uscita d’Adriana… MAURIZIO alzandosi e porgendo la Che importa? battendosi la fronte pergamena all’attrice Dov’è, dunque, il biglietto di Zatima? Michonnet depone sopra la tavola a Madamigella… QUINAULT L’avevo nel farsetto… destra la pergamena trovata nel tiretto: Al vostro posto!… fruga nel tiretto della mensola a destra Maurizio si adagia su una poltrona a LA JOUVENOT prendendola, con una la Jouvenot e Quinault escono verso il Bisogna che lo trovi ad ogni costo… destra. Rientra Quinault. riverenza palcoscenico. La Dangeville e Poisson Grazie! rientrano nei camerini SCENA IX MICHONNET scorgendo Quinault Maurizio, Michonnet, poi Quinault; indi Darete il foglio per «Rossana» a «Zatima». MICHONNET facendo segno di sbrigarsi SCENA VIII M.lla Jouvenot. Presto! Michonnet Maurizio rientra turbato dal primo uscio QUINAULT di malumore la Jouvenot entra di corsa nelle quinte di sinistra, mentre Michonnet seguita a Glielo darò… MICHONNET ascoltando nel fondo rovistare in tutti i mobili della sala. Quinault esce dal fondo verso il MAURIZIO soddisfatto verso la scena palcoscenico, Michonnet si rimette ad Adriana avrà due mie parole Ecco il monologo… MAURIZIO tra sé, fermandosi nel mezzo osservare. Maurizio sempre seduto, dalla man di «Zatima». Silenzio sepolcral!… grave momento! Maledetta politica!… prende sbadatamente sulla tavola vicina Così saprà che prima di domani non posso. Strugger di gioia e di timor mi sento… maledetto il momento la pergamena depositatavi da Michonnet. con un gesto di sconforto Bene! Benissimo!… che accettai quei favori!… O grama Curlandia, quanto mi costi! inebriato Perder l’appuntamento MAURIZIO tra sé, spiegando la lettera Andiamo… ché l’altra è in agonia… Così… così… che fascino! che accento! con Adriana? Mai!… Neppure una parola! Quanta semplicità! spiegazzando la lettera mandatagli dal colpito da un’idea MICHONNET fra sé, guardando Com’è profonda e umana! principe Io ce ne metterò… un’astuzia di guerra! sempre verso il palcoscenico

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«Zatima» entra in iscena… LA JOUVENOT stupita, al principe IL PRINCIPE inchinandosi e Senna. La luna diffonde il suo timido Ma che! non ha il biglietto? Come! anche voi? porgendole una chiave pallore sulle piante ancor quasi nude Sì… lo porge a «Rossana»… Ed ecco la chiave del nido soave .. e sulle statue allineate secondo lo stile Ciel! malgrado il rossetto IL PRINCIPE con un gesto di euritmico dell’epoca. A sinistra una impallidisce… trema… vacilla… minaccia L’ABATE completando porta dà nell’interno dell’appartamento. Arte divina!… Mi vendico!… Il verde villino al vostro vicino… Ogni parete ha un uscio: quello del un uragano di applausi prorompe dal teatro primo lato a destra reca in un gabinetto. LA DANGEVILLE stupita, all’abate ADRIANA tra sé Di fianco a questo, mascherata dalle SCENA X Come! anche voi? (Parlargli potrò…) tappezzerie, una porticina segreta. Tutti meno Maurizio. M.lla Jouvenot, Quello di sinistra dà alla sala da pranzo. M.lla Dangeville, Quinault, Poisson, L’ABATE imitando il principe IL PRINCIPE E L’ABATE Nel mezzo, verso dritta, un tavolino con Michonnet rientrano, seguiti da altri Mi emancipo! Verrete? sopra un candelabro a due rami con le attori ed attrici. Michonnet è raggiante: candele accese; presso il tavolino una gli altri son di pessimo umore. Adriana entra dal fondo, pallida, ADRIANA decisa poltrona, più in là un canapè e sgabelli. fremente, disfatta. Si regge appena, Verrò. A sinistra un’alta specchiera mobile; QUINAULT furibondo tanta è ancora la sua emozione. più in fondo un altro tavoliere con altri Un delirio! Io soffoco! IL PRINCIPE candelabri. IL PRINCIPE E L’ABATE inchinandosi A mezzanotte! LA JOUVENOT sdegnata Gloria dell’arte al fior! SCENA I Che furore! Io la sfido! TUTTI La principessa. TUTTI A mezzanotte! La principessa di Bouillon è seduta POISSON sprezzante Ad Adriana onor! presso il tavolino in atto di attesa Che pubblico! Io fremo! Adriana, al braccio di Michonnet, risale IL PRINCIPE al fondo, in mezzo ai grandi saluti LA PRINCIPESSA dolorosamente LA DANGEVILLE nauseata Io tutti v’invito a gaio convito. ed agli applausi del compagni e dei Acerba voluttà, dolce tortura, Che orrore! Io piango! ad Adriana signori. lentissima agonia, rapida offesa, Farannovi omaggio… vampa, gelo, tremor, smania, paura, MICHONNET asciugandosi gli occhi indicando gli attori e i nobili ad amoroso sen torna l’attesa! Io rido! la scena… la Corte… ATTO SECONDO l’orologio d’una torre lontana suona Il nido della Grange Batelière. undici tocchi Dalla porta dei palchi rientrano il Princi- L’ABATE a se stesso Salotto esagonale semplice, ma Ogni eco, ogni ombra nella notte incesa pe e l’Abate, insieme a vari altri signori. il Clero… elegante, nella villetta dell’attrice contro la impazïente alma congiura: Duclos, alla Grange Batelière. fra dubbiezza e disìo tutta sospesa, IL PRINCIPE entusiasta IL PRINCIPE sardonico In fondo e più in alto gran porta a l’eternità nell’attimo misura… Magnifica! Sublime! Ed il forte eroe di Sassonia, vetri che dà su una loggia da cui per (va all’invetriata, ne apre un battente nonché di Polonia… ampia gradinata marmorea si scende e investiga con lo sguardo il viale per L’ABATE rincarando in giardino. Vedesi di scorcio il viale metà immerso nell’ombra. Sovrana! Sovrumana! ADRIANA colta da un’idea che conduce al cancello e il parapetto Verrà? M’oblìa? S’affretta? O pur si pente?… Conoscerlo bramo… a balaustra, sotto il quale scorre la Ecco, egli giunge!…

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No, del fiume è il verso, MAURIZIO MAURIZIO freddamente cortese partir volete senza un fremito d’amor? misto al sospir d’un arbore dormente… Mi stimate menzognero? Grazie o gentil! Tra musiche di gloria Ed io dovrei lasciarvi O vagabonda stella d’Oriente, La principessa ha notato sulla per voi l’astro vedrò della vittoria… sparir come un miraggio, non tramontar: sorridi all’universo, bottoniera di Maurizio il mazzolino di un fascino, un inganno del sitibondo cor? e s’egli non mente, scorta il mio amor!… viole datogli da Adriana; un impeto LA PRINCIPESSA con ansia si abbandona sul canapè sopraffatta di gelosia le mette nella persona un affettuosa MAURIZIO dall’angoscia sussulto. Ma prudenza… Siete cinto di nemici… Quando il dover ci chiama, al suo messaggio SCENA II LA PRINCIPESSA con un riso amaro MAURIZIO con un lampo d’orgoglio ogni rimpianto tace… ogni lusinga muor… Maurizio e detta. Il ritardo cagionato non fu già Chi m’ha vinto? Maurizio di Sassonia entra dal fondo. da un profumato pegno? LA PRINCIPESSA fissandolo negli occhi LA PRINCIPESSA scuotendo il capo Maurizio! MAURIZIO inchinandosi MAURIZIO semplicemente Son possenti… Principessa… Quale? MAURIZIO freddamente MAURIZIO scrollando le spalle Signora… LA PRINCIPESSA irritata LA PRINCIPESSA indicando i fiori Non li temo… Finalmente! Quel mazzetto… LA PRINCIPESSA LA PRINCIPESSA incalzando Se parti, non m’ami… MAURIZIO piegando un ginocchio MAURIZIO inchinandosi Pronti stanno ad ogni estremo… Perdonate… È per voi… Oggi stesso al Re fu chiesto… MAURIZIO Mi salvo… LA PRINCIPESSA minacciando col LA PRINCIPESSA rasserenata MAURIZIO gaiamente ventaglio Siete un perfetto seduttor… Il mio collo? LA PRINCIPESSA più forte Sconoscente!… Mi sfuggi! MAURIZIO supplichevole LA PRINCIPESSA MAURIZIO M’assolverete? Il vostro arresto… MAURIZIO Fui seguito… Lo debbo… LA PRINCIPESSA MAURIZIO ridendo LA PRINCIPESSA incredula Nol dovrei… La Bastiglia non vedrò!… LA PRINCIPESSA gettandogli le Da chi mai? braccia al collo MAURIZIO LA PRINCIPESSA spaventata Ah! I richiami dei baci cocenti, MAURIZIO Grazie! Che farete? dei baci procaci non senti? Da due ignoti… Li affrontai… ma non tennero… LA PRINCIPESSA MAURIZIO con un gesto di sprezzo MAURIZIO respingendola lentamente Sedete… Partirò… La gloria m’invita, m’invita l’onore… LA PRINCIPESSA un po’ inquieta Con la regina a lungo favellai Davvero? dei dritti vostri e delle vostre gesta, LA PRINCIPESSA LA PRINCIPESSA e vidi il pianto ne’ suoi dolci rai… Che mai diceste? Tu menti! Il cardinale consente… ma protesta… Dopo sì gran vagabondaggio, L’onor d’un amante sta nella sua fede.

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MAURIZIO fra sé Assai vi debbo; ma se amor cadrà MAURIZIO cavallerescamente MAURIZIO tra lo stupito e l’offeso L’istante è propizio… memore affetto in cor mi fiorirà… Difendervi io vo’… È una celia? Maurizio vede il primo uscio a dritta, LA PRINCIPESSA amaramente LA PRINCIPESSA sdegnosa lo apre subitamente e lo mostra alla IL PRINCIPE Lo sguardo mio vede nell’anima tua… Amore è fiamma, cener l’amistà… principessa tremante Niente affatto… Di me sei già stanco… a questo punto s’ode un rumore lonta- Là dentro… la noia t’imbruna la fronte… Sii franco! no ma crescente di ruote L’ABATE misteriosamente LA PRINCIPESSA vacillando Io l’ho vista… MAURIZIO fra sé MAURIZIO tendendo la mano verso Non reggo! Mentire non so… Che cosa dirò… la vetrata IL PRINCIPE secondandolo Signora, ascoltate… MAURIZIO Vista io l’ho. LA PRINCIPESSA leggendogli in volto Salvarvi saprò… Che amate un’altra… di me più scaltra? LA PRINCIPESSA fermandosi a un MAURIZIO destreggiando tratto, sorpresa La principessa entra nel gabinetto; Chi? MAURIZIO dolente Un’altra vettura!… Maurizio ne richiude l’uscio. Signora, devoto ognora vi sono… L’ABATE MAURIZIO SCENA III La dama! LA PRINCIPESSA scattando Qualcuno aspettate? Il principe, l’abate e Maurizio. Déi dir chi è costei… Il principe e l’abate, sospinti i battenti MAURIZIO LA PRINCIPESSA dell’invetriata, sporgono insieme il capo, Che? MAURIZIO retrocedendo Nessuno… Ho paura!… per investigar nel salotto. Maurizio, che È vano!… si è avanzato risolutamente verso di loro, IL PRINCIPE MAURIZIO osservando sempre si ferma presso i gradini. Il principe e l’a- La bella! LA PRINCIPESSA con impeto maggiore Si ferma al viale… bate, riconosciutolo, si mettono a ridere. Il nome io voglio… Come si chiama?… L’ABATE Guai, se taci!… LA PRINCIPESSA trasalendo IL PRINCIPE con disinvoltura elegante Veste bianca… O ciel! Mio marito! Vi cogliam, conte, sul fatto… MAURIZIO freddamente IL PRINCIPE Mai! MAURIZIO sorpreso L’ABATE Vita snella. Il principe? In flagrante! LA PRINCIPESSA con un gesto di MAURIZIO fingendo sorpresa minaccia LA PRINCIPESSA allibita MAURIZIO fingendo sorpresa Non capisco… Ed io la maschera le strapperò!… Ei sale… Voi, signori! IL PRINCIPE E L’ABATE MAURIZIO dolorosamente MAURIZIO tra sé IL PRINCIPE gaiamente Tutto io so! Grazia! grazia, signora! M’ha dunque seguito? Re di picche! L’anima ho stanca, e la mèta è lontana: MAURIZIO gravemente non aggiungete la rampogna vana LA PRINCIPESSA smaniando L’ABATE imitandolo Principe, se ciò v’accora… all’ansia che m’accora… Perduta mi veggo!… Asso di cuori! sono agli ordini vostri…

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IL PRINCIPE meravigliato IL PRINCIPE E L’ABATE MAURIZIO sottovoce MAURIZIO schermendosi alquanto Un duello? Buon pretesto è di rottura… Taci! E volevi sedurlo?

L’ABATE atterrito IL PRINCIPE IL PRINCIPE a Maurizio ADRIANA guardandolo con ammirazione A quest’ora?… Qua la man… Conte, la grande attrice patrocinar vorrìa In tuo favor… un giovane ufficiale… IL PRINCIPE L’ABATE MAURIZIO sorridendo Ridere noi vogliamo… Senza rancor!… L’ABATE Lo puoi! Amore e strategia… contrariato, eppur commosso MAURIZIO con ira Il principe e Maurizio si stringono la Adriana!… Ridereste di me? mano. Un’ombra bianca appare dietro ADRIANA guardando con intenzione i vetri. L’Abate accorre a schiudere i Maurizio ADRIANA fremente IL PRINCIPE con finezza battenti. Ora non l’oso più… Eri degno d’un trono Creditor mio voi siete… nell’assisa dell’umil alfier: SCENA IV MAURIZIO sorridendo or la frode gentil ti perdono, L’ABATE a Maurizio, indicando il principe Adriana e detti. E perché mai? poi che sei qual ti pinse il pensier… Debitor vostro egli è… L’ABATE porgendole la mano per ADRIANA con intenzione MAURIZIO IL PRINCIPE aiutarla a scendere Perché quel giovane non ha d’uopo, Adriana deh, taci!… La Duclos… Eccovi alfin, Divina! forse, di me… ADRIANA L’ABATE IL PRINCIPE andandole incontro IL PRINCIPE all’abate Lasciami dir… Capriccio antico… V’aspetta, o gran Sultana, Abate, tu dimentichi l’essenzial… il Conte di Sassonia… MAURIZIO MAURIZIO sorpreso più che mai Il principe, conducendo per mano L’ABATE No! Che giova? Che! colei? Adriana, la presenta a Maurizio La cena? Corro a disporla… Tu sei la mia vittoria, la mia corona nova, Basta dire: Adriana… tu sorridente sei, IL PRINCIPE con fatuità Maurizio, volgendosi, vede Adriana: ella IL PRINCIPE ammiccando tra le procelle irate il lido della calma, N’ero già stanco… riconoscendolo getta un grido soffocato. Ed io veglio sul retroscena… il candido vessillo e l’incorrotta palma. Voi l’amate, ed io mi affranco… Còlta l’abbiamo in trappola, O mia adorata, della vita mia ADRIANA portandosi una mano al cuore e dentro ci starà… sei la ragion suprema, la somma poesia! L’ABATE furbesco (Cielo!) escono Un servigio gli è d’amico… ADRIANA estasiata MAURIZIO stupefatto SCENA V Son del tuo sole un raggio, IL PRINCIPE con enfasi affettata (Dessa!) Adriana e Maurizio. un fior della tua gloria… Un gratissimo favor… Tu con la spada ardente ADRIANA con uno sforzo, quasi ADRIANA scrivi l’eterna istoria: MAURIZIO indovinando l’equivoco parlando a sé stessa Ma, dunque, è vero?… io, come stel reciso, Or comprendo… l’avventura… Maurizio… il Conte… l’eroe… Dite… Il gran Maurizio, voi? nell’ombra languirò…

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MAURIZIO accarezzandola L’ABATE scoppiando a ridere ADRIANA MAURIZIO amorosamente Fanciulla!… Allor restate… Io stessa!… Ed or ti scongiuro… sciogliendosi vivamente Adriana si slancia verso l’uscio di destra: che l’abate non penetri là dentro… Ma ti scosta… MICHONNET sorpreso Maurizio, che le sta davanti attentissimo, ove si cela quella persona. accennando al fondo Che dite, abate? la ferma e la riconduce a sinistra. Poscia con ogni cautela Ecco, ritornan già… vo a disporne la fuga… L’ABATE MAURIZIO piano ad Adriana Ma vederla non dèi… SCENA VI Dico che a cena l’alma sirena Un solo detto!… Me lo prometti? L’abate, Michonnet e detti. con noi verrà… poi ch’ella è qua… MICHONNET decidendosi ADRIANA generosamente MICHONNET supplichevole ADRIANA palpitante Io volo!… Andate… io veglierò su lei… Signor abate, cortese siate… Lei qui? Con noi?… Spinge l’uscio indicato, ed entra pre- MAURIZIO baciandole le mani L’ABATE seccato MICHONNET attonito stamente nel gabinetto, mentre Mauri- Grazie, Adriana… Addio! Sono dolente… Davvero?… E poi? zio ed Adriana ridiscendono e l’Abate si allontana verso il fondo. ADRIANA fra sé MICHONNET L’ABATE con finezza svenevole (Sull’onor suo giurò… Affare urgente! Questa è Citera, dove stasera SCENA VII Egli non sa mentire… dava segreto convegno lieto Adriana, Maurizio e l’abate. La promessa terrò…). L’ABATE all’armi l’arte, Venere a Marte. È la consegna!… accenna a Maurizio MAURIZIO rapidamente in tono di SCENA VIII mistero Michonnet, Adriana e l’abate. MICHONNET ADRIANA sorreggendosi alla spalliera Adriana, ascoltate… Michonnet ritorna stranito. Me non impegna… d’una seggiola Politico disegno Al conte? qui mi condusse: è in gioco L’ABATE L’ABATE con solennità il futuro mio regno… Ebbene? Ciascun può entrare, nessun uscir… MAURIZIO quasi minaccioso Abate!… ADRIANA dubitante MICHONNET MICHONNET insistendo E la Duclos? Che granchio! Che bel qui pro quo!… Questione d’arte!… Per una parte nuova ADRIANA dopo una pausa, abbassando la voce m’è imposto di parlar tosto con la Duclos… Continuate… MAURIZIO afferrandole le mani Non è la Duclos! Non è lei, non è lei… L’ABATE voltando la testa. MAURIZIO con forza all’Abate Lo giuro sull’onor mio… ADRIANA E L’ABATE nello stesso tono Con la Duclos? Tacete, ripeto: tacete!… È falso! Mi credi? Chi dunque sarà?

MICHONNET L’ABATE ad Adriana, indicando l’uscio ADRIANA dopo avergli scrutato MICHONNET pianissimo Vado e ritorno prima di giorno… È vero!… Ciascun potrà coglierla là… l’anima negli occhi Silenzio!… Segreto di Stato!… Sì…

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L’ABATE sbuffando passo presso l’uscio di destra. MICHONNET colpito al cuore bussa tre colpi all’uscio di destra Faceto! Per lui?… Troppo buona!… (Non risponde…) Aprite!… L’ABATE fingendo di non capire Apritemi, signora… ADRIANA Del conte è l’amica… ADRIANA nel nome di Sassonia… Almen la vedeste? Glielo promisi… l’uscio si apre lentamente; una forma ADRIANA sorridente, ma risoluta bianca appare sulla soglia, Adriana MICHONNET desolato Abate, fermatevi!… Qui niun passerà… MICHONNET asciugandosi un occhio sorride No, tenebre peste… Le mani già allungo, col dorso della mano (L’avrei giurato!) e a un ago mi pungo… L’ABATE fermandosi contrariato col Incauta!… Noi siam povera gente… «Chi siete?» domanda lume in mano Lasciam scherzare i grandi… LA PRINCIPESSA sul limitare la voce più blanda: E il principe, dunque? non ci si lucra niente. Ancora! Che volete? «Per chi mi scambiate?… Colei che cercate non sono… Se tosto ADRIANA dando in una risata ADRIANA indispettita ADRIANA con slancio, ma frenando fuggir di nascosto mi fate, Si deve rallegrar… La bella è innocente!… Lo voglio! la voce contento sarete di me…». Salvarvi… L’ABATE ridendo esso pure MICHONNET cedendo, con le lagrime ADRIANA ridendo Lo vado a informar… nella voce LA PRINCIPESSA dubbiosa Che strana avventura! Che debbo far? E come? Ogni cammino m’è tolto… L’abate consegna il candelabro a L’ABATE incredulo Michonnet stupefatto ed esce dalla ADRIANA rabbonita a un tratto, ADRIANA traendo una piccola chiave Stranissima, affé! porta opposta. indicando la porta del fondo dal busto Vegliare che niuno entri… Questa chiave vi schiuderà il giardino… ADRIANA SCENA IX Un passo, e siete libera… E poi? Adriana e Michonnet. MICHONNET rassegnato Ho capito… LA PRINCIPESSA tendendo la mano MICHONNET MICHONNET incertamente Son tornato… Che devesi far? Che mediti, Adriana? Michonnet esce lentamente dal fondo. Grazie!…

L’ABATE ADRIANA alzando la testa e SCENA X ADRIANA cercando la mano dell’altra Che fare? accennando all’uscio segreto Adriana, indi la Principessa. M’udiste bene? deciso Salvar quella persona… chiunque sia… Adriana spegne soffiando, ad una ad Vederla… Un lume per me! una, tutte le candele dei doppieri; il LA PRINCIPESSA afferrando la chiave MICHONNET lusingato salotto rimane debolmente rischiarato Date, date… ADRIANA Per me? dalla luce lunare, filtrante dalle vetrate. all’abate Ella resta un momento immobile, ADRIANA Non siete discreto… È d’altri un segreto… ADRIANA sopra pensiero irresoluta, rivolta all’uscio del gabinetto. Ma scendere non vista vi conviene… No… M’è questa casa ignota… L’abate ha preso uno dei doppieri ADRIANA decidendosi ad un tratto il mio consiglio è incerto… accesi e ritorna: Adriana gli sbarra il Sia!…

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LA PRINCIPESSA con gioia LA PRINCIPESSA con intenzione Egli è il sol, che raccende e rischiara ADRIANA sorpresa Io la conosco… E il buon consiglio per me chi ‘l porse? l’alma ignara, (Il principe!) tastando sulla parete nell’amara sua notte crudele… alla Principessa Un uscio segreto… è qui… ADRIANA senza sospetto Restate! sollevando la tappezzeria, lo scopre e Chi mi confida tutto… ADRIANA quasi delirante lo spinge Egli è il re de’ miei sogni, egli il lume, LA PRINCIPESSA torcendosi le mani Eccolo aperto!… Ma voi, chi siete? LA PRINCIPESSA alzando la voce egli il nume Dio! Badate; questa è una sfida… che mi assume nell’ultimo Cielo!… ADRIANA schermendosi ADRIANA gridando verso i valletti Che importa?… Andate… ADRIANA stupita LA PRINCIPESSA scattando a un Presto dei lumi… Scendete dunque! Perché, signora?… Forse è un delitto? tratto La principessa vedendo che i valletti LA PRINCIPESSA insistendo Ah! ti scopro! con i lumi aprono le vetrate e si accin- Troppo vi debbo! LA PRINCIPESSA concitata gono a discendere apre l’uscio segreto Ma chi a Maurizio dava un tal dritto? ADRIANA padroneggiandosi e scompare. ADRIANA Voi chi siete? Dimenticate… ADRIANA indovinando subitamente ADRIANA corre verso il punto ove ave- E a voi chi, dunque, concesse quello LA PRINCIPESSA furente va lasciata la Principessa e s’accorge di nominarlo come… un fratello? Son possente! della sua fuga. Ha un gesto di rabbia e LA PRINCIPESSA cercando di con voce soffocata, ma veemente grida, tendendo il braccio. scoprire i lineamenti Ammutoliste?… Su, via, parlate! ADRIANA sprezzante Fuggita! vile!! Vorrei vedervi… afferrando una mano della Principessa No! Temete! Preceduti dagli staffieri già discesi in La vostra mano trema… giardino conle torcie, si vedono pas- ADRIANA con un grido LA PRINCIPESSA con odio profondo sare in fondo il principe, l’abate, poi Non è prudente… L’amate!… Ti disprezzo, ti calpesto! madamigella Dangeville a braccetto di Quinault, poi madamigella Jouve- LA PRINCIPESSA colpita, tra sé LA PRINCIPESSA svincolandosi ADRIANA con superba ironia not con Poisson; infine le altre attrici (Ma questa voce l’udii sovente!…) Sì, con l’ansia, con l’impeto ardente Vi salvo. insieme agli altri attori della Comédie. chinandosi per meglio vederla di chi sente Michonnet, scendendo dalla gradinata, Duchessa, siete voi? primamente dischiudersi il core… LA PRINCIPESSA avanzando d’un si avvicina ad Adriana e le mostra un Egli è mio! L’amor suo m’appartiene: passo braccialetto rinvenuto per terra. Adria- ADRIANA facendo un passo indietro chi mai viene Non più! na prendendolo vivamente, dopo aver- No… le catene sue dolci a tentar? lo esaminato, si lascia cadere affranta A questo punto molti staffieri recanti sulla poltrona che è presso il tavolino. LA PRINCIPESSA con simulata ADRIANA torcie accese passano dietro le vetrate Michonnet la conforta. dolcezza Io son sua per l’amor ch’è più forte lungo la loggia. Perché celarvi?… della sorte!… LA PRINCIPESSA fuor di sé, ATTO TERZO ADRIANA sospingendola verso l’uscio LA PRINCIPESSA con impeto scorgendo il principe nel giardino Il Palazzo Bouillon L’attimo fugge… cresce il periglio… crescente Ciel! (Mio marito!) La galleria dei ricevimenti in ricco stile

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barocco. Nel centro un rialto dov’è un (Dicea: «Chi mi confida tutto…». Tutto? L’ABATE ammirandone il contenuto l’amante nuova… teatrino col velario chiuso. Due grandi È questo, adunque, de’ miei baci il frutto? Ohimè! arcate di fianco con due usci a destra Egli è prigion… Ma di me l’altra ride!… L’ABATE assicurandola e due a sinistra. Grandi ritratti e grandi Oh, quella voce che carezza e uccide, LA PRINCIPESSA guardandolo di Sì, presto la scoprirò! specchiere nei riquadri delle pareti. Dia- quella voce di scherno e di furore traverso gonalmente a destra un duplice ordine sempre mi suona, come squilla, in cor!…). Che fate? SCENA IV di canapè, poltrone e sgabelli. A sinistra Il principe, dame, signori e detti. altre poltrone e sedie. È prima sera. SCENA III L’ABATE tra due sospironi Il principe in abito da cerimonia entra L’abate e la principessa. Lo vedete… sospiro!… dalla sinistra, mentre introdotte dal mag- SCENA I giordomo entrano successivamente dal- L’abate con vari valletti. L’ABATE inchinandosi, lezioso LA PRINCIPESSA schernevole la porta del fondo dame, cavalieri, ecc. Alcuni valletti dispongono a giusta di- Voi, principessa? Troppo! stanza le seggiole; altri calano i corti- Fulgida più della bionda Aurora… L’ABATE alla prima coppia naggi; altri ancora trasportano grandi L’ABATE giungendo le mani Sempre la prima. Grazie! vasi di fiori e piante ornamentali. LA PRINCIPESSA con un sorriso Crudele! beffardo LA PRINCIPESSA alle dame L’ABATE Dopo il tramonto? LA PRINCIPESSA voltandosi un po’ Siete deliziose… Eh, via! Così non va… Lasciate fare a me… minacciosa Voi non avete gusto… Il principe mi diè L’ABATE baciandole la mano Abate! L’ABATE di regolar la festa ogn’ampia facoltà… Sempre!… Voi siete il sol che indora Uno scrigno di gemme… l’eterna notte al polo… L’ABATE sdolcinato SCENA II Dite che il dio d’Amore, IL PRINCIPE La principessa, l’abate e i domestici. LA PRINCIPESSA guardandosi nello per ironia fatal, Un canestro di rose… La principessa di Bouillon, in vestito specchio non vi compose il core di gran gala, entra dal primo uscio di L’eterno madrigale! di marmo funeral… LA PRINCIPESSA destra. O nova Galatea, La mia festa v’attende. L’ABATE galantemente dite alla mia canzon LA PRINCIPESSA ragionando, tra sé Non vi garba? N’ho un altro… ch’io vi farò men rea, L’ABATE (Ah! quella donna… mia rivale!… Oh, come novo Pigmalion… Verrà la Lecouvreur… scoprirne il grado, le fattezze, il nome?… LA PRINCIPESSA seccata Dite… Che fa? Che vuol?… Rubarmi l’amor mio! Basta il primo… Mi sale troppo la gonna? LA PRINCIPESSA Perdonar nol potrei nemmeno a Dio…). LA PRINCIPESSA scrollando le spalle Il Giudizio di Paride, L’ABATE chinandosi, per meglio Dite molte sciocchezze… balletto di Champfleur. L’ABATE dal fondo ai valletti vagheggiarla Quel candelabro a manca… Ohibò!… L’ABATE sconsolato L’ABATE e questo vaso qua… Le dico in poesia… Un incanto, un portento!… LA PRINCIPESSA sempre davanti al LA PRINCIPESSA camminando cristallo LA PRINCIPESSA con asprezza IL PRINCIPE lentamente E il busto? Piuttosto di Maurizio ricercate stasera Io ne sono felice!

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L’ABATE voltandosi per guardare Adriana, che è L’ABATE stranito ADRIANA respirando Sì, per la principessa! assao festeggiata Io?… (Ah!) (Ecco! l’adoran tutti… Io lo saprò). LA PRINCIPESSA ironica LA PRINCIPESSA piano all’abate MICHONNET piano ad Adriana No, per la grande attrice. L’ABATE al principe (Zitto!) Fermati!… La gioia t’accusa… Principe, s’incomincia? forte, guardando Adriana SCENA V … ch’è ferito… pericolosamente… IL PRINCIPE giovialmente Il maggiordomo, poi Adriana, IL PRINCIPE Che fandonia! Michonnet e detti. Attendiam Maurizio… Adriana colpita al cuore cade riversa Conte, qui si diceva che voi foste ferito… sul canapè IL MAGGIORDOMO dal fondo, LA PRINCIPESSA con intenzione MAURIZIO ridendo annunciando L’attenderete invano… LA PRINCIPESSA correndo al canapè Eh, via! Dopo re Carlo, Madamigella Lecouvreur! Adriana si scuote: la principessa, Madamigella sviene… la Svezia è a mal partito… Adriana entra a braccio di Michonnet. sempre in piedi, l’osserva di sottecchi (Si scosse?… Ecco un indizio!…) MICHONNET chiamandola disperato IL PRINCIPE IL PRINCIPE ad Adriana M’odi, Adriana!… Adunque, quel Kalkreutz? Venite… IL PRINCIPE D’ammirar più da presso i vostri incanti Perché? Non forse Amor LE DAME soccorrendola MAURIZIO son lieto, e vi ringrazio… gli aperse ogni cancello? Cielo! L’ho tosto disarmato… Il principe presenta Adriana alla Adriana, scossa dal nome di Maurizio, Maurizio si avvicina alla principessa e principessa tende l’orecchio per meglio seguire il ADRIANA risollevandosi a sedere le bacia la mano discorso, la principessa l’avverte, e ne È nulla… il caldo… i lumi… ADRIANA con vera emozione segue ogni moto. alla principessa, che la sogguarda MAURIZIO sottovoce alla Principessa Io son confusa… biecamente Per voi qui venni… Commossa io sono per sì grande onor… LA PRINCIPESSA fra sé Grazie, signora!… (Ascolta…) tra sé, turbata LA PRINCIPESSA piano con gioia LA PRINCIPESSA udendo la voce, forte al principe (Oh, il gelo di quello sguardo!) Grazie!… con un sussulto, tra sé Ben sapete… quel duello. (Cielo!) LA PRINCIPESSA all’abate, che non MAURIZIO ADRIANA trasalendo con voce capisce Voleva partir celato… ADRIANA seguitando soffocata Cieco!… ma dopo il vostro ausilio, L’artista, ancella della Musa, (Un duello?) che accettar non potrei… tutte le grazie e le dolcezze SCENA VI in voi mira e i fulgor… LA PRINCIPESSA fra sé, come sopra Il maggiordomo, indi Maurizio e detti. ADRIANA fra sé (Mutò color…) (Favellano sommesso… LA PRINCIPESSA fra sé forte IL MAGGIORDOMO dal fondo Qual dubbiol… Fosse lei (Oh, quella voce!… Forse mai?… L’abate seppe dalla sua gente… Il conte di Sassonia! quella nobile dama?…) Non oso pur pensarlo… Un’attrice?… E perché no?…)

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MAURIZIO alla Principessa TUTTI L’ABATE alle dame L’ABATE piano alla Principessa, Un colloquio vi chieggo… Gloria a Maurizio, gloria al valor!… Dopo il pugnar, la danza… accennando ad una delle dame creduta amica di Maurizio LA PRINCIPESSA piano a Maurizio MAURIZIO animandosi IL PRINCIPE È quella dama al certo!… Quando saran partiti… più tardi… I miei s’appiattano dietro ogni ostacolo… Signori miei, di Paride… tre giorni infuria la gaia musica: il Giudizio s’avanza… LA PRINCIPESSA piano all’Abate ADRIANA fra sé tre giorni zufola la morte, e gongola… Non capite niente… (Io più non reggo!…) Alfine i pifferi l’assalto intimano… Le signore si mettono a sedere, i cava- L’istante è tragico… Come resistere? lieri si collocano alle loro spalle in piedi. L’ABATE tutto umiliato La principessa abbandona il braccio di Non v’è da scegliere tra piombo e allor… Sul davanti a destra la principessa e Infatti!… Maurizio: questi si volta e, scorgendo Adriana con altre dame, dietro di loro Adriana, la saluta profondamente. TUTTI l’abate e Michonnet. A sinistra siedono LA PRINCIPESSA indicando col capo Sassonia, avanti! trionfa o muor… il principe con Maurizio e altri signori. Maurizio, rivolgendosi ad Adriana MAURIZIO ad Adriana, inchinandosi La bella del conte… Madamigella! MAURIZIO con impeto SCENA VII non ignota, forse, a madamigella… Le torcie fumano; pronto è l’incendio… Il divertimento danzante. IL PRINCIPE a Maurizio Ma nel vestibolo io stesso rotolo Due valletti sollevano il velario del te- ADRIANA di soprassalto Conte, non ci narraste ancora Io?… baril di polvere… Stringo la miccia atrino, segnato ai lati da quinte orna- la maggior vostra impresa di Curlandia… e… cento saltano cosacchi in aria… mentali e in alto da ghirlande di fiori: lo LA PRINCIPESSA con sottile ironia Gli altri indietreggiano, sfondo rappresenta un paesaggio clas- MAURIZIO giocondamente Si parlava a corte gli amici accorrono… sico col mare in lontananza. Ch’io mora, se me ne rammento… d’una commediante… e qua la storia posso ridir!… Paride in abito di pastor frigio, riposa adagiato sovra un poggetto di verzura. L’ABATE a Maurizio ADRIANA di rimando TUTTI con grande entusiasmo Uno stuolo d’Amorini tesse, intorno Dite… Dite… Ed a teatro invece d’una dama galante… Viva il coraggio! Viva l’ardir! all’assopito, una carola. Al suono tenue I signori stringono tutti la mano a Mau- di strumenti pastorali, voci lontane ac- IL PRINCIPE LA PRINCIPESSA insistendo rizio, le dame lo complimentano; il prin- compagnano le danze puerili. Vogliam gustar quell’assalto di Mittau… Un incontro notturno… cipe lo abbraccia addirittura; la princi- L’ABATE pessa è raggiante; l’abate saltella di VOCI LONTANE ADRIANA rincarando Non fatevi pregar… crocchio in crocchio, senza compren- Dormi, dormi o pastorello! Un convegno segreto… dere, Adriana, sopraffatta dall’emo- È l›amor dolce ruina, MAURIZIO zione, si abbandona su una seggiola, al suo regno ti destina! L’ABATE stupefatto Il russo Mèncikoff Michonnet, dietro a lei, tentenna me- Dormi pur, non ti destar! La storia è assai piccante… riceve l’ordine di côrmi in trappola lanconicamente il capo. Bel pastor di Frigia, bada! nel mio palagio… Era un esercito Ogni frutto un verme serra. ALCUNE DAME solleticate contro un manipolo, un contro quindici… IL PRINCIPE ai signori La Discordia è scesa in terra: Il caso è assai faceto… Ma, come a Bèndera Carlo duodecimo, Dopo Marte, Tersicore… temi il dono e chi lo fa… nemici o soci contar non so…

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L’ABATE incredulo IL PRINCIPE avvicinandosi, curioso, MICHONNET sottovoce ad Adriana e glielo rende con garbo galante. Ma quali son le prove? alle signore Prudenza! Egli invan tacerebbe! Che consultate, in grazia? So il turpe mio inganno, LA PRINCIPESSA fissando Adriana IL PRINCIPE ad Adriana o Enon, né compormi potrei, come fanno… Un mazzolin gentile dato all’eroe… LE DAME Che mai reciterete? avanzandosi fuori di sé, verso la Prin- Un braccialetto… cipessa ADRIANA trasalendo tra sé LA PRINCIPESSA con intenzione le audacissime impure, cui gioia è tradir, (Il mio!) Il principe ha preso dalle mani d’una Il monologo d’ «Arianna abbandonata»? una fronte di gel, che mai debba arrossir!» fissando a sua volta la Principessa dama il monile, e lo osserva attenta- Adriana, dicendo l’ultimo verso di Raci- O piuttosto un monile perso fuggendo… mente insieme a Maurizio. ADRIANA affogando di sdegno, fra sé ne, ha mostrato col gesto la principes- (È troppo!) sa, e rimane alcun tempo in quell’atto. LA PRINCIPESSA allibita IL PRINCIPE sorridendo Tutte le dame, che han seguito con (Il mio!) È quello di mia moglie… IL PRINCIPE grande emozione ogni suo moto, si Meglio «Fedra», la scena del richiamo… alzano quasi sbigottite. La principessa ALCUNE DAME ridendo LE DAME quasi spaventate sola resta seduta, affettando la massi- Un proverbio cinese… (Sua moglie!) ADRIANA subitamente ma calma, e dà il segno degli applausi. E «Fedra» sia! L’ABATE imitandole LA PRINCIPESSA fra sé, guardando LA PRINCIPESSA battendo le mani Un romanzo spagnolo… Adriana TUTTI Brava!… (È lei.) Udiamo… ADRIANA con forza TUTTI applaudendo No, la vita francese… ADRIANA fra sé, guardando la Principessa ADRIANA declamando Brava! Sublime! poiché quel braccialetto (È lei.) «… Giusto Cielo! che feci in tal giorno? me l’han recato or or… Già s’accinge il mio sposo MICHONNET piano ad Adriana Eccolo!… DAME E CAVALIERI col figlio al ritorno: O sconsigliata, che mai facesti? Adriana si toglie dal braccio sinistro un Qual mister! Che cosa avviene! testimon d’un’adultera fiamma, ei vedrà monile e lo mostra. L’abate lo prende e C’è un mistero fra le due dame. in cospetto del padre tremar mia viltà, ADRIANA con impeto lo passa alle signore. La principessa fa Dàn baleni al par di lame e gonfiarsi il mio petto de’ vani sospir, (Son vendicata!) violenza a se stessa per serbarsi calma. gli occhi lor, senza pietà! e tra lacrime irrise il mio ciglio languir! guarda Maurizio, che conversa con la LA PRINCIPESSA fra sé, lacerando il L’ABATE alle dame del crocchio LA PRINCIPESSA che ha ricevuto da principessa, la quale ostentatamente fazzoletto con rabbia Bello! Paride il pomo, si sforza di sorridere, poi gli si piega sull’omero, per parlargli più (Un tale insulto! Io sconterà!…) rivolta ad Adriana, con grazia affettata sommesso rapidamente a Maurizio LE DAME osservando curiosamente Invano avrem sperato Credi tu che, curante di Tèseo la fama, Restate!!!… Splendido! d’udirvi in qualche brano? disvelargli non osi l’orrendo mio drama? Che mentire ei mi lasci al parente ed al re? ADRIANA al principe che viene a LA PRINCIPESSA con simulata ADRIANA signoreggiandosi appena, E raffreni l’immenso ribrezzo per me? felicitarla indifferenza fra sé Maurizio raccoglie il ventaglio lasciato Chiedo in bontà di ritirarmi… Prezioso lavor! (Dei versi, a lei?) cadere a bello studio dalla principessa, piano a Maurizio

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Sèguimi!… MICHONNET alla cameriera, in atto di Adriana in bianco accappatoio ap- MICHONNET rassicurarla pare sull’uscio del fondo e si arresta E la carriera? MAURIZIO piano ad Adriana So ch’ella dorme… Non sarebbe attrice sulla soglia. A domattina… se non dormisse quando il mondo è desto. ADRIANA Il principe offre la mano ad Adriana, Ma, se si sveglia, ditele ch’io resto ADRIANA dolcemente dall’uscio a Disinganno! che risale con lui verso l’arcata di de- ad aspettarla, d’aspettar felice… Michonnet seduto stra, seguita da Michonnet. I signori Amico mio! MICHONNET intenerendosi aggruppati a sinistra e le dame in piedi Mentre la cameriera sta per andarsene E chi t’ama? a destra s’inchinano. Adriana manda a s’ode squillare di dentro un campanel- MICHONNET scattando in piedi Maurizio un’ultima occhiata piena d’a- lo. La ragazza si dirige verso l’uscio di Figliuola! Perché così stravolta? ADRIANA amaramente marezza, mentre la principessa, rimasta mezzo, vi bussa tre volte, indi lo apre e Dov’è? indietro, fremente d’ira, la segue con la lo richiude dietro di sé. ADRIANA entrando minaccia degli occhi. Non chiusi ciglio… MICHONNET balbettando MICHONNET premendosi il petto Io stesso… Taci, mio vecchio cuor! MICHONNET scuotendo il capo ATTO QUARTO Non brontolar, crogiuol Ancora? ADRIANA attonita La casa d’Adriana. d’un insensato amor! Voi! Salottino elegante pieno di ninnoli gra- consultando il proprio orologio ADRIANA con un sospiro ziosi. Nel fondo, un uscio chiuso e una Fa come l’oriuol, Sempre! MICHONNET ravvedendosi finestra: l’uscio è quello della camera tuo fido amico ognor, Sì… come un padre, almeno… da letto: la finestra dà sul giardino, i cui che batter più non vuol… MICHONNET in atto di dolce rimprovero alberi appena cominciano a rivestirsi di ascoltando verso l’uscio della camera Che cosa stolta! ADRIANA dolorosamente con un grido fronde. Due usci laterali: quello di sini- di Adriana Ah! no… non posso! stra reca alla sala da pranzo, e l’altro, Dorme?… Non dorme, no!… ADRIANA stringendosi nelle spalle Infranta ogni corda ho nel seno… a destra, nell’anticamera. A sinistra, un Malata ella è d’amor… Fosse pur?… La fronte m’arde… caminetto col fuoco acceso, presso Infermità di cor, lenta tortura Immobile è il mio pensiero… al quale sono una piccola scrivania e che troppo tardi io so… MICHONNET Più non ricordo… tranne… una piccola poltrona; più innanzi una siede alla scrivania, tituba alquanto indi Ma il teatro? sedia a sdraio. A destra un’«étagère» e si decide a scrivere. La cameriera ritor- MICHONNET con ansia un’altra poltroncina, sulla quale è get- na e accenna che Adriana sta per en- ADRIANA Che mai?… Spiegati, orsù!… tato uno scialle. Più in là un cavalletto trare. Michonnet le porge la lettera già Non ci penso… con trofei artistici della celebre attrice. suggellata con un’ostia. ADRIANA avanzandosi ancora con Pomeriggio di marzo, verso il tramonto. Fate mandar, piccina… MICHONNET insistendo tragica ebbrezza la ragazza prende la lettera, ed egli E la fama? Quella sera!… La mia rivincita!… SCENA I sospira Michonnet e la cameriera. Quest’è la medicina!… ADRIANA con un riso stridulo MICHONNET sgranando gli occhi Michonnet entra dalla dritta, seguito Miraggio! Quale temerità! dalla cameriera, la quale gli addita l’u- SCENA II scio della camera da letto. Adriana e Michonnet.

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ADRIANA vieppiù appassionata ge frenando a stento le lagrime. MICHONNET MICHONNET tristemente Non la vedesti forse, di collera fremente, No: di me solo è il torto… E pur si campa! mordersi a sangue il labbro, MICHONNET tremare, illividir, Prendi: ti farà bene… ADRIANA ADRIANA con strazio quando gridai: E ne soffrite assai? Perché? declamando ADRIANA svogliata «la fronte che mai debba arrossir»? Cos’è? MICHONNET MICHONNET con ira crescente Sì… ma non son morto… Per abitudine… Ma no… vaneggio! MICHONNET La cortigiana rubò l’amor mio… Un farmaco miracoloso… ADRIANA ricadendo nel proprio dolore SCENA III Che m’oda ancor!… Io ne morrò… Io sento… La Jouvenot, la Dangeville, Quinault, Adriana, smaniosa, convulsa, si strap- ADRIANA respingendola con un gesto Poisson e detti. pa l’accappatoio, afferra uno scialle e di collera MICHONNET Alle ultime parole dei due, i quattro se ne cinge gli omeri, poi corre all’uscio Che? Ci vuol altro! Che brutta malattia! soci della Comédie entrano dall’uscio di destra. dell’anticamera. MICHONNET posando la tazza, ADRIANA quasi scrutandosi dentro MICHONNET sbarrandole il passo teneramente Io ne morrò… Il sospetto è uno ADRIANA movendo loro incontro con Dove vai?… Bambina, non ti crucciar, non piangere! spasimo… le mani tese Lieta sorpresa! ADRIANA cercando di passare ADRIANA abbandonandosi tutta MICHONNET secondandola suo A colpirla! all’angoscia malgrado QUINAULT E POISSON Troppo è il martirio mio!… La certezza è agonia… baciandogliele insieme MICHONNET resistendo Ma sottintesa… E poi? MICHONNET ADRIANA Fa cor!… Non soffri sola… Si smania… ADRIANA ADRIANA risoluta Piango d’amore anch’io Perché? Che importa? MICHONNET ADRIANA guardando tra le lagrime Si farnetica… QUINAULT E POISSON MICHONNET supplichevole Voi pur?… Dite davvero?… La vostra festa… Vuoi perderti?… Eh, via!… ADRIANA MICHONNET quasi sforzandosi a Si gela… LA JOUVENOT E LA DANGEVILLE ADRIANA quasi cedendo sorridere baciando Adriana Di gelosia dovrò languir?… Meglio morir!… Ti sembra insanità? MICHONNET … è la nostra… Che vuoi? Cupido è cieco, Si divampa… Michonnet con dolce violenza ricondu- e non conosce età… ADRIANA stranita ce Adriana, le ritoglie lo scialle, e la fa ADRIANA Che! la mia festa? sedere sulla poltroncina: là ella scoppia ADRIANA quasi dimenticando se stessa Si nega il Ciel… s’invoca la morte… in singhiozzi, mentr’egli, presa una taz- Voi pur… Sareste mai tradito? MICHONNET battendosi la testa za preparata sulla scrivania, gliela por- Oh, la mia testa!

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LA DANGEVILLE porgendo ad ADRIANA prendendo l’astuccio QUINAULT E POISSON ad Adriana LA JOUVENOT con sprezzo Adriana un serico sacchetto I miei brillanti!… con intenzione Lasciava il principe… Questi confetti… Di tutti i soci in nome dobbiam parlarvi… MICHONNET ammiccando QUINAULT LA JOUVENOT offrendo una scatola Stelle filanti!… ADRIANA con un sospiro di rassegnazione Una piccante canzon già circola… Questi merletti… Orsù! LA JOUVENOT ad Adriana i quattro artisti circondano Adriana ADRIANA POISSON presentandole un La collanina della Regina? E il titolo? medaglione LA JOUVENOT con tragica gravità Il mio ritratto… ADRIANA seccata O Fedra! I QUATTRO Appunto quella… «La fedeltà» QUINAULT cavando fuori un rotolo LA DANGEVILLE parimenti cantando insieme infettucciato I QUATTRO ammirando loro malgrado O Chimene! «Una volta c›era un principe, Un mio misfatto… Oh, com’è bella! vecchio, avaro, ma galante, POISSON che da filtri e segni magici MICHONNET tra sé, borbottando ADRIANA seria O Rossana! trar volea l’esca sonante (Ciò nulla prova… Gatta ci cova!…) Dite: come faceste? per regnar di Nice in cor; QUINAULT oro falso a falso amor… Adriana, sforzandosi di essere amabile, MICHONNET con comica modestia O Mirra! Ma la bella, ingrata e perfida, guarda compiacentemente i regali, indi Semplicissimamente… accogliea quel dotto Argante li passa a Michonnet, che li depone sul- Li riscattai dal principe… I QUATTRO insieme mentre ascoso con perizia, la scrivania. Dell’arte sovrana, tornate alle scene!… sotto l’ampio guardinfante, ADRIANA stava il damo del suo cor: ADRIANA agli attori, stringendo loro Voi?… Ma con qual valsente? ADRIANA decidendosi con entusiasmo a fals’oro falso amor…» la mano Sì, tornerò!… Nel trionfal sorriso dell’Arte Grazie, fratelli! Son dei gioielli… MICHONNET mendicando le parole io voglio inebriarmi ancor! SCENA IV indi sorridendo a Michonnet L’eredità, ricordi?… La cameriera e detti. E voi Maestro? di quel mio zio droghiere… I QUATTRO insieme Tutti si abbandonano alla gaiezza. La Tutta Parigi n’esulterà… cameriera rientra recando un vassoio MICHONNET traendo di tasca un ADRIANA rasserenandosi sopra il quale è un cofano ricoperto di astuccio E il matrimonio? ADRIANA distrattamente velluto cremisi, cui è legato con nastri Io fui più destro… Ecco il mio dono… Dunque, a teatro? un biglietto. Adriana si alza e va a pren- MICHONNET con un sorriso triste derlo. Gli altri continuano a folleggiare, I QUATTRO ARTISTI curiosamente In fumo!… Non era il mio mestiere… I QUATTRO tranne Michonnet che segue lentamen- Vediam… Grandi notizie! te Adriana. ADRIANA stringendogli commossa le MICHONNET scostandone le mani mani ADRIANA con maggior interesse ADRIANA stupita Perdono! Nobile cor! Della Duclos? Un cofanetto? agli amici

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Scusate… Michonnet, che tosto ritorna presso ad MICHONNET con falsa sicurezza ADRIANA Adriana intenta ad aprire il cofanetto. Adriana, coraggio! Da chi? MICHONNET ai comici Non è lui… ci scommetto… Forse qualche altro omaggio… SCENA V È una femmina… MICHONNET Michonnet e Adriana. Da me... Gli scrissi. ADRIANA in disparte ADRIANA tra i singhiozzi (E un biglietto…) ADRIANA forzando il cofanetto E sia! ADRIANA aprendo e leggendo (Vediam…) Cielo! Ma perché mai discendere Voi? («Da parte di Maurizio»…) come colpita da un improvviso malore, a tanta scortesia?… portandosi una mano al cuore ha vacillato, sorreggendosi alla spallie- Adriana ha ripreso dalla scatola il maz- MICHONNET (Un messaggio di lui!) ra d’una sedia zetto, e lo rigira tra le mani, mirandolo Ho fatto male? sottovoce a Michonnet con occhi gonfi di lagrime. in quella giunge dal giardino una voce Michonnet, liberatemi… MICHONNET sbigottito Che fu? Poveri fiori, gemme de’ prati, MAURIZIO chiamando di dentro MICHONNET avvicinandosi agli attori pur ieri nati, oggi morenti, Adriana! Sete voi non avreste? ADRIANA riavendosi quai giuramenti d’infido cor! Nulla. Schiudendo forte, L’ultimo bacio, o il bacio primo, MICHONNET sorridendo ad Adriana QUINAULT E POISSON insieme mi salse al viso un gelido soffio, quasi ecco v’imprimo, soave e forte, Non odi? Sempre! di morte… bacio di morte, bacio d’amor. Tutto è finito! ADRIANA palpitante di speranza MICHONNET con garbatezza affettata MICHONNET Col vostro olezzo muoia il disprezzo: La sua voce! indicando l’uscio Pazza! Ma che contiene questa scatola? con voi d’un giorno senza ritorno dubitando ancora Se favorir volete… cessi l’error! Gran Dio!… No, m’illudo!… Adriana ne cava un mazzolino di viole Tutto è finito! LA JOUVENOT E LA DANGEVILLE ai appassite, lo riconosce e getta un grido Adriana s’alza vacillando, e getta il MAURIZIO di dentro, ma più vicino due attori soffocato. mazzolino nel caminetto, prima che Mi- Adriana! Andiam. chonnet possa impedirglielo. ADRIANA premendosi il cuore ADRIANA con un urlo di gioia ADRIANA rivolgendo la testa Ah! I fiori offerti in un’ora d’oblìo… MICHONNET È lui! Andate pure, amici… li lascia cadere nel cofanetto. T’inganni... Non è finito tutto... Oh, crudeltà… L’avesse Egli verrà! MICHONNET MICHONNET ai comici negletto, calpestato… È lui! Già sale… Poi vi raggiungerà… Ma rimandarlo! Aggiungere al disdegno ADRIANA l’oltraggio!… È troppo! … Soffoco… Che dite? ADRIANA fuori di sé La cameriera va a sollevare la portie- Si abbandona affranta sopra una seg- Io volo… ra dell’uscio a sinistra. La Jouvenot, la giola, nascondendo il viso tra le mani. MICHONNET Adriana corre verso l’uscio di destra, e lo Dangeville, Quinault e Poisson entrano Michonnet, smarrito, non sa che fare Forse a momenti... spalanca; ma poi si arresta sulla soglia. nella sala da pranzo, seguiti dalla came- per consolarla. È istrutto d’ogni cosa. Michonnet la segue cogli occhi malinco- riera e accompagnati fino alla soglia da nicamente, poi va a raggiungere i comici

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nella sala da pranzo a sinistra. MAURIZIO piegando un ginocchio ADRIANA con soave tristezza ADRIANA con fievole voce Io prego l’angelo mio… No, la mia fronte, che pensier non muta, Erano là… SCENA VI regale insegna non sapria portar: Poi nel foco… o crudeltà!… Adriana e Maurizio. ADRIANA con un ultimo dubbio la mia corona è sol d’erbe intessuta, li gettai… Nei dolci fior Maurizio entra ansioso. Al primo veder- Ah, s’io potessi credervi ancora! ed è un palco il mio trono e un falso altar… mi parea morto il tuo amor… lo Adriana gli corre incontro palpitante: Adriana si porta le mani sul petto che le poi si ravvede, e ristà. MAURIZIO alzandosi MAURIZIO con entusiasmo amoroso brucia dentro, e si torce sotto la stret- Cor di soldato menzogna ignora… No, più nobile sei delle regine, ta del dolore; mentre Maurizio corre a ADRIANA ebbra d’amore tu signora dei sensi e dei pensier: esaminare il cofanetto. Maurizio! ADRIANA fissandolo negli occhi la mia gloria sen va tra le ruine, poi con forzata freddezza Ma quella donna? mite al mondo e soave è il tuo poter… MAURIZIO ritornando a lei, spaventato Signore!… Ma tu soffri, amor mio? scostandosi MAURIZIO con forza ADRIANA E MAURIZIO strettamente Che mai qui vi sprona? Io la disprezzo!… allacciati ADRIANA ricomponendosi Delle sue frodi conosco il prezzo… Il nostro amor sfida la sorte, Non più… MAURIZIO supplicando fuga la morte nel sogno d’or… Dopo una pausa è quasi trasfigurata: Perdona!… perdona l’oblìo d’un istante… ADRIANA schermendosi ancora Deh, vien sul cor… il volto terreo, le pupille sbarrate, le Troppo tardaste! I due giovani sempre abbracciati riman- mani contratte, tutte le membra agitate ADRIANA allontanandosi ancora gono un momento uniti e quasi sopraf- come da un’intima fiamma. Tal d’ogni incostante l’accento trasvola!… MAURIZIO seguendola fatti dalla felicità. Maurizio la conduce No, non fu invano… lentamente verso la sedia a sdraio. MAURIZIO con ansia MAURIZIO incalzando Se liberato m’ha la tua mano, Subitamente Adriana colpita come da Perché così mi fissi? Credetti una fola… Confesso l’errore… or questa mia t’offro di sposo… vertigine impallidisce e vacilla. Maurizio stende in nobile atto la mano: ADRIANA ADRIANA amaramente Adriana rapita non crede ai propri sensi. MAURIZIO sgomento guardandosi intorno smarrita Più nobile amore altrove vi chiama… Che? Tu tremi… trascolori… Ove, dunque, son io?… ADRIANA premendosi il cuore Che dicevi?… Che dissi?… MAURIZIO Cielo!… Che dite? ADRIANA reggendosi a stento fissando Maurizio senza riconoscerlo Te sola il cor brama… implora te sola… È la gioia… no… quei fiori… E chi sei tu? MAURIZIO ADRIANA Il glorioso mio nome accetti? MAURIZIO MAURIZIO teneramente È vana parola, che invano risuona!… Quali? Maurizio, lo sposo tuo diletto… ADRIANA quasi atterrita MAURIZIO appassionatamente Serbato a un trono egli è… ADRIANA dolorosamente ADRIANA respingendolo ancora Perdona!… perdona, tu mia salvatrice… I fior che ti donai… e rinviasti… Menzogna! MAURIZIO dolcemente guardando e mostrando nel vuoto ADRIANA torcendo il viso Mi basta il tuo perdono… MAURIZIO meravigliato Non lo vedi?… È laggiù, nel palchetto… Partite!… Felice vivete lontan… Io? no, mai… Vo’ vederli… come se vedesse il teatro Quanta gente! Che ressa!…

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Tutta la Corte è là… Io non vedo che lui… deliquio MAURIZIO tendendo le mani all’invisibile Parla!… Ecco la Luce, MAURIZIO con angoscia MAURIZIO gridando che mi seduce, Adriana, pietà! Soccorso! soccorso! MICHONNET abbassando la voce che mi sublima, Maurizio, lasciando per un momento Maurizio trae Adriana svenuta verso la Un velen… Quella rival?… ultima e prima Adriana, corre alla scrivania ed agita un sedia a sdraio, in quella rientra da sini- luce d’amor… campanello ivi deposto stra Michonnet. MAURIZIO atterrito fra sé Sciolta dal duolo (Fiero balen!) io volo, io volo SCENA VII SCENA ULTIMA curvandosi su Adriana come una bianca La cameriera e detti. Michonnet e detti. Ella muor! colomba stanca, La cameriera entra dalla camera da Vela gli occhi… Adriana! Oh, amor! al suo chiaror… letto e guarda sbigottita. MICHONNET Con un rantolo lungo Adriana cade a Dio! MICHONNET MAURIZIO affannosamente alla ragazza Figlia! Figlia! un tratto fra le braccia di Maurizio e di La vostra signora soffre… MAURIZIO Michonnet, abbandonando pesante- Orsù! correte… Presto! un farmaco… Venite… MAURIZIO ad Adriana, con ansia mente la testa. Essi la riadagiano amo- Guarda, sorridi, deh parla! rosamente, cercando di farla rinvenire. ADRIANA con rabbia MICHONNET balbettando Silenzio angoscioso. È lei! Adriana? ADRIANA con un grido straziante, indovinando il suo stato MICHONNET chiamando con voce MAURIZIO cingendole la vita MAURIZIO Salvatemi! salvatemi!… Morir non voglio!… soffocata Adriana, amor mio! Ella svien… con gioia suprema Adriana! i due uomini procurano di far rinvenire Ei m’ama!… Ei m’ama! Ei m’ama! ADRIANA con un riso stridulo la giovane donna. E sua sposa oggi mi chiama… MAURIZIO più forte Quale amore?… Costei me lo ruba… Adriana! Sorridono… MICHONNET con gioia MAURIZIO con passione gridando disperatamente Respira… Ah! Io t’amo, io t’amo! Ella rimane irrigidita. Maurizio reso de- Maurizio mio… Maurizio mio! mente dal dolore, la scuote: Michonnet MAURIZIO ADRIANA le mette una mano sul cuore. MAURIZIO Io tremo! Perché morire?… Vivere… del suo amor… Tu sei fra le sue braccia… MICHONNET con un grido Guardami bene… MICHONNET con ansia MICHONNET ravvisami, Adriana! Confido ancor… Ma come avvenne? Dà tregua al tuo dolor! Morta!

ADRIANA divincolandosi MAURIZIO ADRIANA contorcendosi fra gli spasimi MAURIZIO disperatamente Va’ via! Fiutò dei fior… No, qua dentro è la morte!… Morta! morta! riconoscendolo, con un grido m’addenta un serpe il cor… Ah!… Ah! Si abbandona sul corpo di lei. Scende Maurizio mio! MICHONNET battendosi la fronte s’alza subitamente in preda al delirio lentissimamente la tela. gli getta le braccia al collo, e cade in I fior?… Qual dubbio! Scostatevi, profani!… Melpòmene son io!

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NOTE DI REGIA 125

ADRIANA LECOUVREUR AL TEATRO MASSIMO 129 NOTE DI REGIA

di Ivan Stefanutti

Adriana Lecouvreur è un’attrice di teatro all’apice della sua carriera, famosa e venerata dai suoi ammiratori. La sua vicenda privata si svol- ge tra teatro e palazzi nobiliari, tra recite e declamazioni. Tutto mi fa pensare che nella definizione del personaggio di Adriana si deve tenere conto di quelle che erano le dive operanti al momento della composi- zione dell’opera. La loro magia nasceva in teatro ma per alcune raggiungerà l’apice con l’apparizione della nuova arte, il cinematografo. Nella decima musa, che dovrà fare i conti con le nove che l’hanno pre- ceduta, confluiranno tutte le esperienze teatrali, letterarie e musicali e, naturalmente, le relative attrici.

Adriana è un’attrice che discende dalla stirpe di Sarah Bernhardt.

Nel teatro leggero parigino spumeggiavano le stelle della belle epoque, come la Belle Otero, Cléo de Mérode e Lina Cavalieri. Nel teatro classico stavano per affacciarsi nuovi nomi come Eleonora Duse, Leda Gys, Francesca Bertini e Lyda Borelli. Trovo che Adriana assomigli molto più a queste ”umili ancelle” che a quelle effettivamente vissute nel ‘700. Una definizione della Borelli mi ha fatto pensare che una strada inte- ressante era quella di ambientare l’opera nell’epoca in cui il teatro e 4 / NOTE DI REGIA

il neonato cinema respiravano la stessa aria e le stesse emozioni. Un mondo ancora in bianco e nero fatto di forti contrasti. Anche il libretto mi suggeriva l’atmosfera di quegli anni venata di de- cadentismo che consentiva di vivere con estrema emotività tutte le vicende di amore e gelosia.

“…Lyda Borelli fu la prima grande sacerdotessa del nascente divismo. La sua morbida bellezza preraffaellita, le sue pose da femme fatale dannunziana, la sua recitazione fatta di gesti eccessivi, di subitanei languori e di sguardi torbidi, divennero il modello di una intera gene- razione di attrici, ed influenzarono la moda fino a diventare un vero e proprio fatto di costume…”

Lyda Borelli debutta in teatro nel 1902 come “Adriana Lecouvreur” e legherà il suo nome alla musica interpretando il film di Oxilia “Rapsodia satanica” per il quale Pietro Mascagni scriverà la partitura.

126 ADRIANA LECOUVREUR AL TEATRO MASSIMO

La prima rappresentazione di Adriana Lecouvreur il 19 aprile 1904 al Teatro Massimo coincide con la prima palermitana dell’opera, alla presenza di Cilea, protagonista acclamatissima Gemma Bellincioni, prima di un lungo elenco di dive interpreti dell’opera a Palermo. Ac- canto a lei Armanda Degli Abbati (principessa di Bouillon), France- sco Bravi (Maurizio) e Giovanni Polese (Michonnet), con la direzione di Edoardo Mascheroni. Nonostante il successo l’opera torna in scena solo il 25 ottobre 1923 per la stagione autunnale: Adriana è Lina Rossi, Maurizio Franco Tafuro, la principessa di Bouillon Irene Voltolini e Michonnet Marco Redondo, dirige Franco Ghione. Il 12 gennaio 1933 è un’altra grande diva, Adelaide Saraceni, l’inter- prete di Adriana Lecouvreur con la direzione di Ferruccio Calusio, insieme a Albertina Dal Monte (principessa di Bouillon), Giuseppe Bentonelli (Maurizio) e Carlo Togliani (Michonnet). La prevista pre- senza di Francesco Cilea fu poi annullata, per un’indisposizione: il compositore inviò un telegramma di scuse. Da questo momento Adriana Lecouvreur diviene una presenza co- stante sul palcoscenico del Teatro Massimo: il 25 aprile 1936 con la direzione di Edoardo Vitale e la regia di Riccardo Moresco, canta-

Nella pagina precedente: (Adriana Lecouvreur) nel 1959 al Teatro Massimo. 4 / ADRIANA LECOUVREUR AL TEATRO MASSIMO

no Giuseppina Cobelli (Adriana), Antonio Melandri (Maurizio), Cloe Elmo (principessa di Bouillon) e Gino Vanelli (Michonnet). Cinque anni dopo, il 3 marzo 1941, torna a interpretare Adriana Giu- seppina Cobelli, insieme a Gilda Alfano (principessa di Bouillon), Alessandro Ziliani (Maurizio) e Armando Dadò (Michonnet), dirige G. Armani, la regia è di Enrico Frigerio. Ed è di nuovo Gilda Alfano la principessa di Bouillon il 22 maggio 1945, insieme a Gustavo Gallo (Maurizio) e Saturno Meletti (Michon- net). Pia Tassinari è non solo la protagonista di questa Adriana ma insieme al marito, il tenore Ferruccio Tagliavini, domina anche tutta la prima parte di questa stagione del Teatro Massimo, cantando insieme in Faust e Werther, mentre Tagliavini è protagonista anche de I pescatori di perle e L’elisir d’amore. Dirige Mario Rossi, la regia è di Aldo Mirabella Vassallo. Il 21 marzo 1950 la protagonista è , che quattro anni dopo abbandonerà le scene. Di nuovo Gilda Alfano è la principessa di Bouillon, Maurizio è , Michonnet Leo Piccioli. La regia è ancora quella di Aldo Mirabella Vassallo, dirige Mario Cordone. Su «L’Ora del Popolo» del 23 marzo 1950 Pietro Ferro scrive: «Mafalda Favero, presa dal personaggio che sente inten- samente, ha messo in rilievo il suo temperamento drammatico e generoso. Anche là dove il timbro della sua bella voce non è perfet- tamente a posto col carattere fiero e forte della donna che incarna, essa riesce a sostenersi». Il 30 aprile 1959 la protagonista è Magda Olivero, interprete che ha indissolubilmente legato al ruolo il proprio nome: il «Giornale di Sici- lia» del I maggio 1959 definisce la sua interpretazione al Teatro Mas-

Nella pagina successiva: Antonietta Stella (Adriana Lecouvreur) nel 1966 al Teatro Massimo.

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simo «di superbo taglio scenico», «vivida di presa spettacolare». Sul podio Tullio Serafin, la regia è di Aldo Mirabella Vassallo con scene e costumi di Camillo Parravicini, Maurizio è Nicola Filacuridi, la princi- pessa di Bouillon Myriam Pirazzini, e Michonnet Renato Capecchi. Il 30 dicembre 1966 l’applaudita protagonista di Adriana Lecouvreur è Antonietta Stella, che, come scrive Roberto Pagano sul «Giornale di Sicilia» del 31 dicembre 1966, «si è “immersa” nell’affascinante personaggio con tutto il suo temperamento d’artista e di cantan- te; meritatissima l’ovazione che il pubblico ha riservato all’illustre soprano alla fine del terzo atto». Accanto a lei Franco Tagliavini (Maurizio), Franca Mattiucci (principessa di Bouillon) e Mario Ba- siola (Michonnet), direzione di Nino Sanzogno, mentre la regia «mi- suratissima e preziosa» di Mauro Bolognini «ha fatto piazza pulita di un certo tipo di routine “melodrammatica”, realizzando una rico- struzione obiettiva e perciò esemplare di un’ambientazione storica favorita da giochi di luce indovinatissimi e favorita in modo decisivo dalle splendide scene di Ettore Rondelli e dai magnifici costumi di Maria De Matteis». Passano più di vent’anni prima che l’opera torni nelle stagioni del Teatro Massimo, il 20 maggio 1988 al Politeama Garibaldi, con la direzione di Angelo Campori, la regia di Carlo Maestrini e le scene di Antonio Mastromattei. Il conte di Sassonia è Giorgio Merighi, Mi- chonnet Alessandro Cassis, Adriana Giovanna Casolla e la princi- pessa di Bouillon Sofia Salazar. Il 26 maggio 1996 con la direzione di Maurizio Arena, la regia di Beppe De Tomasi, le scene di Ferruccio Villagrossi e i costumi di

Nella pagina precedente: Giovanna Casolla (Adriana Lecouvreur) nel 1988 al Politeama Garibaldi per la stagione del Teatro Massimo.

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Pier Luciano Cavallotti è un’altra grandissima interprete di Adria- na Lecouvreur quella che incanta il pubblico del Teatro Massimo al Politeama Garibaldi: . Maurizio di Sassonia è di nuovo Giorgio Merighi, Alessandro Cassis Michonnet e Luciana D’Intino la principessa di Bouillon, con un cast alternativo compo- sto da Maurizio Frusoni (Maurizio), Stefano Antonucci (Michonnet), Maria Pia Jonata (Adriana) e Bruna Baglioni (principessa di Bouillon). Daniela Dessì e sono la coppia protagonista di Adriana Lecouvreur che il 21 febbraio 2009 ritorna al Teatro Massi- mo. Insieme a loro Alberto Mastromarino (Michonnet) e Ildiko Kom- losi (principessa di Bouillon). Dirige Donato Renzetti, la regia è di Giulio Ciabatti, le scene e i costumi quelli storici di Ettore Rondelli e Maria De Matteis. Sul «Giornale di Sicilia» del 24 febbraio 2009 Sara Patera definisce Daniela Dessì «interprete attenta all’umanità del personaggio, di elegante finezza di fraseggio già nell’aria d’esordio, flessibile alla leggerezza di “un soffio è la mia voce” e poi d’inten- sa accensione nell’incontro con Maurizio di Sassonia. Di notevole rilievo e in realtà momento focale dell’opera lo scontro delle due rivali al secondo atto, che tocca apici di furente tensione resa con vibrante violenza da Daniela Dessì e da Ildiko Komlosi, principessa di Bouillon e sua antagonista scenica. E ancora frementi vibrazioni di efficace espressività vocale della Dessì per i “Poveri fiori” dell’at- to conclusivo, un po’ estenuate invece nel monologo della Fedra ».

Nella pagina successiva: Raina Kabaivanska (Adriana Lecouvreur) nel 1996 al Politeama Garibaldi. Alle pagine 136-138: Daniela Dessì (Adriana Lecouvreur) e Fabio Armiliato (Maurizio) nel 2009 al Teatro Massimo.

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Adrienne Lecouvreur, «L’Avant-Scène Opéra», n. 155, 1993.

La dolcissima effigie. Studi su Francesco Cilea nel trentesimo anniversario dell’istituzione del Conservatorio di Reggio Calabria, a cura di Gaetano Pitarresi, Laruffa, Reggio Calabria 1994, 19992.

Francesco Cilea, a cura di Domenico Ferraro, Nandi Ostali, Piero Ostali, Casa Musicale Sonzogno, Milano 2000.

Francesco Cilea. documenti e immagini, a cura di Maria Grande, Laruffa, Reggio Calabria 2001.

Cilea e il suo tempo. Atti del Convegno internazionale di Studi (Palmi-Reggio Calabria 20-22 ottobre 2000), a cura di Gaetano Pitarresi, Edizioni del Conservatorio “Francesco Cilea”, Reggio Calabria 2002.

Cesare Orselli, Francesco Cilea. Un artista dall’anima solitaria, Zecchini editore, Varese 2016. NOTE BIOGRAFICHE

Daniel Oren Dotato di un talento naturale e precocissimo, maturò il suo partico- lare interesse per l’opera grazie al grande Leonard Bernstein che nel 1968 lo scelse, appena tredicenne, come voce solista nei suoi Chi- chester’s Psalms in occasione dell’inaugurazione della Televisione di Israele; ma in realtà fu la madre ad iniziare il giovane Daniel, ancora in tenera età, ad una formazione musicale completa con lo studio non solo del pianoforte e violoncello, ma anche del canto, armonia e contrappunto. Perfezionò poi i suoi studi in Europa, dedicandosi qua- si esclusivamente alla direzione d’orchestra e nel 1975 prese parte, vincendolo, al prestigioso Concorso “Herbert von Karajan” riservato a giovani direttori d’orchestra: da quel momento iniziò per il giovane artista una carriera internazionale. Dopo il debutto negli Stati Uniti, con la sua acclamata partecipazione al Festival dei Due Mondi nel 1978, la sua fama si consolida anche in Italia: gli verrà infatti affidata la direzione stabile dell’Opera di Roma e, successivamente, del Teatro Verdi a Trieste dove recentemente è stato nominato Direttore musicale, del San Carlo di Napoli e del Carlo Felice a Genova. Anche negli ultimi anni ha continuato a dirigere con successo nei maggiori teatri italiani (Firenze, Parma, Torino, Venezia), coltivando nel contempo stretti rapporti di collaborazione con i più

Daniel Oren autorevoli teatri europei e americani, tra i quali il Metropolitan di New NOTE BIOGRAFICHE

York, il Covent Garden di Londra, la Staatsoper di Vienna, il Colón di Buenos Aires, il Teatro dell’Opera di Tokyo, i teatri di Houston, Dallas, San Francisco e l’Opéra-Bastille di Parigi dove ha ottenuto un successo senza precedenti con , Roberto Alagna e . Alla predilezione per la lirica, con un repertorio che abbraccia la mag- giore produzione romantica e verista italiana, affianca la passione per la musica sinfonica, nella quale ha riscosso grande successo alla guida di importanti orchestre come quella dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma (diretta per la prima volta nel 1978), l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, la Filarmonica d’Israele, la Filarmonica di Berlino, e le orchestre radiofoniche di Monaco, Colonia, Stoccar- da, Francoforte e Berlino tra le molte altre. La sua partecipazione con Nabucco di Verdi alla stagione inaugurale della Nuova Opera di Israele nel dicembre 1994 ha rappresentato un momento particolarmente significativo nella sua carriera: questo evento musicale è riuscito a far collimare la sua passione per l’uni- verso operistico e l’amore per la sua terra d’origine; per un musicista come Oren infatti la musica rappresenta il miglior veicolo per la pace e la tolleranza, e l’unico linguaggio che ci accomuna tutti. È Direttore artistico del Teatro Verdi di Salerno per il quale dirige molti titoli nel corso della stagione operistica. È inoltre ospite regolare a Parigi, alla Royal Opera House Covent Garden di Londra così come a Tel Aviv, Verona, Firenze, Madrid, Colonia e Barcellona.

Ivan Stefanutti Dopo una lunga collaborazione con Sylvano Bussotti, agli inizi degli anni novanta del XX secolo, inizia a firmare le sue regie. La sua attività, in Italia e all’estero, è molto intensa nell’opera lirica, dove spazia dal grande repertorio, ai titoli meno frequentati, all’opera contemporanea.

142 Ivan Stefanutti NOTE BIOGRAFICHE ADRIANA LECOUVREUR

Mette in scena sia spettacoli di matrice tradizionale come Andrea Il primo ottobre 2011 inaugura la stagione del Teatro dell’Opera di Chénier, sia personali allestimenti come in versione intergalat- Stato Ungherese a Budapest, con un nuovissimo allestimento di Si- tica, apprezzata da spettatori giovanissimi ma anche da quelli più mon Boccanegra di Verdi. Lo spettacolo è entrato nel loro repertorio tradizionalisti. Disegna allestimenti per i più diversi palcoscenici: dal e viene periodicamente riproposto. gigantesco teatro all’aperto allestito dal Teatro dell’Opera di Roma a Nel 2014 la rivista inglese The Scenographer gli dedica un numero Villa Borghese, al piccolo ma prezioso Teatro dell’Opéra di Montecar- monografico (The eclectic world of Ivan Stefanutti). lo. Alcuni suoi spettacoli tornano periodicamente in scena. Dal libro Il formaggio e i vermi di C. Ginzburg viene tratta l’opera lirica Uno per tutti La bohème che in pochi anni è stato visto in oltre 28 Menocchio di R. Miani che mette in scena al Mittelfest nel 2016. teatri e attualmente ancora in programmazione; o Andrea Chenièr Debutta negli Stati Uniti con La fanciulla del west a Charlotte, Opera andato in scena la prima volta nel 1996 e tuttora in repertorio. Carolina nella primavera 2017 ed in settembre è al New York City Parallelamente si avvicina al teatro leggero, al musical ed all’operetta, Opera. Nel giugno 2017, al Teatro Olimpico di Vicenza cura la regia diventando uno dei registi di punta del Festival dell’operetta di Trie- del vivaldiano La Gloria e Himeneo con I Solisti Veneti. ste. Nell’estate 2001 debutta l’opera rock Metropolis, ispirata al film di Fritz Lang. Claudio Schmid Dalla collaborazione con Silver nasce un nuovo musical In bocca al Laureato in Architettura a Venezia nel 1985, si lupo!…e basta!, spettacolo che si avvale di tecnologie che consento- avvicina al teatro di prosa in qualità di tecni- no ad attori virtuali (Lupo Alberto) di recitare assieme ad attori reali. co luci. Cura le luci di numerose produzioni del Nel suo operare trasversalmente in ogni tipologia di spettacolo, met- Teatro Stabile di prosa del F.V.G. per la regia di te in scena anche commedie per il grande pubblico con attori molto A. Calenda. Dal 1996 cura le luci per molte pro- popolari come Gianfranco D’Angelo o Enrico Beruschi. Il rapporto duzioni del Teatro Lirico Verdi di Trieste sia per le stagioni liriche che con la danza inizia al di Torino nel 1993, dove cura due per il Festival internazionale dell’operetta. Collabora con Francesco allestimenti con le coreografie di R. Castello e continua, con regola- Bellotto, Henning Brockhaus, Luciano Cannito, Giulio Ciabatti, Paul rità, con C. Ronda e la Compagnia Fabula Saltica. (Pinocchio - bu- Curran, Francesco Esposito, Gian Luigi Gelmetti, Joseph Franconi rattino senza fili con le musiche di Edoardo Bennato ed ispirato alle Lee, Gino Landi, Lorenzo Mariani, Maurizio Nichetti, Leo Nucci, Ales- tavole illustrate di Jacovitti ha superato le 250 repliche ed è tutt’ora sio Pizzech, Manfred Schweigkofler, Ivan Stefanutti, Federico Tiezzi, periodicamente in scena). Stefano Vizioli nei principali teatri d’opera italiani. Nel maggio 2004 dirige un attore d’eccezione, Placido Domingo, ne All’estero è invitato alle Chorégies d’Orange, all’Opera di Santa Cruz Le donne di Puccini al Festival Puccini di Torre del Lago, dove il gran- de Tenerife, all’Opera di Oviedo, all’Orchard Hall e al Nissay Theatre de tenore interpreta il ruolo (in prosa) di Giacomo Puccini. di Tokyo, al Biwako Hall di Otsu Osaka, al Teatro Olimpia di Atene,

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all’Hungarian State Opera di Budapest, all’ABAO-OLBE di Bilbao e al fonica Siciliana nella Sinfonia “Patetica” di Čajkovskij. Di recente per Teatro Muzical Nao Leonard di Galati in Romania. il Teatro Massimo ha curato la coreografia di For Seasons for Six ed è Dal 2013 inizia una collaborazione con il Teatro Comunale di Piacenza stato coreografo e primo ballerino per La traviata con la regia di Mario per Luisa Miller, L’elisir d’amore, L’amico Fritz, Il turco in Italia e Un Pontiggia, anche in tournée in Giappone. ballo in maschera per la regia di Leo Nucci. Attualmente ancora dipendente presso il Teatro Massimo come balle- Recentemente ha curato le luci per La traviata, regia di Alessio Pizzech rino, coreografo e maître de ballet. e Madama Butterfly, regia di Francesco Esposito nell’ambito di Opera in Puglia svoltasi a Lecce, Brindisi, Foggia e Barletta. Agostino Taboga Nasce a Faenza nel 1967. Dopo la laurea in eco- Giuseppe Bonanno nomia aziendale a Venezia, dove vive, si dedica Inizia lo studio della danza classica a Catania al teatro e alla danza fino ad approdare al teatro con Maria Patti e successivamente con Salvo lirico nel 1997. Quale attore, mimo e ballerino si Di Mauro e si specializza come ballerino e co- esibisce nelle produzioni internazionali e nazio- reografo. Vincitore di borsa di studio del Centro nali di enti lirici italiani (Scala di Milano, Opera di Roma, Regio di Par- Internazionale Danza di Roma, studia con ma- ma, Carlo Felice di Genova, Arena di Verona, Rossini Opera Festival di estri di fama internazionale. Ha danzato al Teatro Massimo Bellini di Pesaro, Teatro Fortuna di Fano) e internazionali (Teatro di Montecarlo, Catania, al Teatro Regio di Torino, a Cannes, Macao (Cina), Torre del Teatro Principal Santiago de Compostela). Lago e al Teatro Donizetti di . Dal 1995 lavora costantemen- Nel 2000 incontra Mario Pontiggia con cui instaurerà una collaborazio- te con il Teatro Massimo e dal 2001 è tersicoreo stabile del corpo di ne ultra decennale da cui nasceranno più di sessanta produzioni realiz- ballo, ricoprendo anche ruoli da solista e primo ballerino che spaziano zate nei teatri Cuyas e P. Galdos a Las Palmas, Campoamor a Oviedo, dal repertorio classico a quello moderno, collaborando con coreografi, Auditorium ad A Coruña, Principal a Santiago de Compostela, Calde- registi, cantanti, musicisti e danzatori di fama internazionale. Con la ron a Valladolid (Spagna); Verdi a Sassari, Lirico a , Comunale a Fondazione Teatro Massimo ha preso parte alle tournée in Giappone Firenze, Carlo Felice a Genova, Comunale a Treviso, Comunale a Fer- (Teatro Biwako Hall di Otsu, Teatro Bunkamura Orchard Hall di Tokyo) e rara, Sferisterio a Macerata (Italia); Opera du Vallonie a Liegi (Belgio); in Oman (Royal Opera House di Muscat). Per il Teatro Massimo si è oc- Salle du Canton, Opera Garnier e Auditorium (Principato di Monaco); cupato della coreografia perIl piccolo Mozart con la regia di Francesco Capitôle a Tolosa e Theatre Gallo-Romain a Sanxay (Francia); Winter- Micheli e per Lucia di Lammermoor con la regia di Gilbert Deflo, anche tuhr Theater (Svizzera); Bunkamura a Tokyo (Giappone). al Teatro Petruzzelli di Bari. È stato coreografo per La traviata al Luglio Nella veste di assistente alla regia ha collaborato con diversi maestri Musicale Trapanese e primo ballerino e coreografo per l’Orchestra Sin- italiani e stranieri (M. Pontiggia, P. Pizzi, I. Stefanutti, E. Sagi, I. Nunzia-

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ta, P. Mailler, B. De Tomasi, G. Paganini, M. Gasparon). Diverse sono Mannheim from 2013 to 2015, dove ha cantato i ruoli principali di La le produzioni realizzate e rimontate in Italia (Pisa, Firenze, Cagliari, Le- Wally, La Damnation de Faust, Simon Boccanegra, , Madama gnago, Lignano Sabbiadoro), Giappone (Yokohama) e Principato di Butterfly, Carmen e Stiffelio. Nelle recenti stagioni ricordiamo inoltre Monaco (Montecarlo). Carmen al Theater St. Gallen, Radames al St. Margarethen Opera Fe- Nel 2014, incaricato dal festival Soirée Lyriques de Sanxay cura la re- stival in un nuovo allestimento di Aida, Siegmund in Die Walküre al gia di Nabucco (2014), cui seguiranno Turandot (2015 – programmata Theater Detmold e in concerto con la Croatian Radio Symphony Or- da ACO presso il P. Galdos nel 2018) e (2016). chestra a Zagabria, infine Arrigo in I Vespri Siciliani a Friburgo. La registrazione per Naxos di Francesca da Rimini con la Philharmonic Martin Muehle Orchestra Freiburg diretta da Fabrice Bollon è stata molto apprezzata Nato a Porto Alegre in Brasile, ha studiato alla dalla critica. Musikhochschule di Lubecca, in Germania. È apprezzato per le sue qualità vocali e l’intensità Angelo Villari drammatica in scena in alcuni dei più difficili tra Nato a , si è diplomato in canto presso i ruoli tenorili. il Conservatorio di Parma e successivamente si Nella stagione 2016-17 ha debuttato in alcuni importanti ruoli e teatri: è specializzato presso la Fondazione Toscanini Lohengrin in una nuova produzione di Vincent Boussard al Theater St. con Alain Charles Billard. Gallen e poi al Nationaltheater di Mannheim con la direzione di Alex- Vincitore del primo premio al Concorso Interna- ander Soddy; Turandot (Calaf) in una nuova produzione all’Opera di zionale di canto Simone Alaimo (2010), nell’ambito del concorso Il Bel Colonia e al Teatro Filarmonico di Verona; Andrea Chénier (ruolo del ti- Canto nella Valle dei Templi ad Agrigento ha vinto il ruolo del Duca di tolo) alla Deutsche Oper di Berlino diretto da Ivan Repusic; il debutto al Mantova in Rigoletto. Ha debuttato in Il filosofo di campagna, L’oca Bregenz Festival come Don José in una nuova produzione di Carmen del Cairo, Le convenienze ed inconvenienze teatrali e Mosè in Egitto. con regia di Kasper Holten e direzione di Paolo Carignani. Nel 2007 prende parte a Luisa Miller diretta da Donato Renzetti al Nella stagione 2015-16 ha debuttato il ruolo di Des Grieux in un nuovo Festival Verdi di Parma; sempre al Teatro Regio si è esibito in Szenen allestimento di Manon Lescaut a São Paolo, ha cantato per la prima aus Goethes Faust di Schumann, nel Corsaro e in Lucia di Lammer- volta all’Opera di Graz in Carmen ed è tornato al Nationaltheater di moor. Tra gli impegni passati ricordiamo: Cavalleria rusticana a Lecce Mannheim per Der ferne Klang di Schreker diretto da Dan Ettinger e e al Teatro Argentina di Roma; Attila a Rovereto; Il trovatore al Festival al Theater St. Gallen per . Ha inoltre debuttato in Il tabarro al Donizetti di Bergamo. Grande successo ha riscosso ne I Shardana di Theater Bielefeld. Porrino al Teatro Lirico di Cagliari, regia di D. Livermore e direzione di Dal 2013 al 2015 ha fatto parte dell’ensemble del Nationaltheater di A. Bramall. Ha fatto il suo debutto in Madama Butterfly all’Opera di

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Lubecca e ha inaugurato il Festival della Valle d’Itria di Martina Fran- atro dell’Opera di Roma, Teatro Verdi di Salerno. Ha partecipato alle ca ne La donna serpente di Casella sotto la bacchetta di Fabio Luisi. tournée dell’Arena di Verona a Tokyo nel nel 1989 e 1991 con Aida e Ha recentemente cantato in Adriana Lecouvreur nei teatri del Circuito Turandot e a Francoforte, Zurigo e Vienna, con Nabucco. È stato ospite Lirico Lombardo, in Madama Butterfly a Bari, al Teatro Regio di Parma a N. I. O. di Tel-Aviv, Arena di Cesarea, Israel Philarmonic Orchestra, e alle Terme di Caracalla. Particolarmente apprezzata è stata la sua Bilbao-Abao, Parigi, Teatro Municipal do Rio de Janeiro, Suntury Hall e interpretazione in Guglielmo Ratcliffdi Mascagni al Festival di Wexford; Teatro Nazionale di Tokyo, Bol’šoj di Mosca, Seul; e nelle coproduzioni sono seguiti Il trovatore a Cesena e Catania, La campana sommersa del Metropolitan di New York e Covent Garden di Londra a Shanghai di Respighi e Un ballo in maschera al Teatro Lirico di Cagliari, Madama e Guangzhou. Ha preso parte a numerose serate inaugurali dell’Arena Butterfly alle Terme di Caracalla, Astana e Palermo, Requiem di Verdi a di Verona proseguendo la sua collaborazione per 23 stagioni consecu- Madesano con il Teatro Regio di Parma, Tosca a Tours. tive. Oltre alle numerose registrazione realizzate, ha preso parte al film Tra i suoi prossimi impegni ricordiamo La Ciociara di Marco Tutino in Rossini! Rossini! di Mario Monicelli. prima mondiale al Teatro Lirico di Cagliari, Norma a Rennes. Luca Casalin Carlo Striuli Nato a Castiglione dei Pepoli (BO) ha debutta- Ha studiato canto con Mario Del Monaco e si è to inizialmente come baritono interpretando tra perfezionato con Marcello Del Monaco ed Ettore l’altro Il Pipistrello di Strauss, La bohème, Morte Campogalliani. È stato premiato ai concorsi Bat- dell’aria e La prova di un’opera seria di Gnecco e tistini, Viotti e I Nuovi del Carlo Felice di Genova. Il barbiere di Siviglia di Paisiello per poi passare È stato scelto da fuori concorso al registro di tenore guidato da Sergio Catoni. (Pavarotti Voice Competition di Filadelfia) per cantare Colline ne La Come tenore ha cantato in tutti i principali teatri italiani (Scala di Mila- bohème, sia al Teatro dell’Opera di Genova che in tournée a Pechino, no, Opera di Roma, Fenice di Venezia, San Carlo di Napoli, Regio di nel 1986. Torino, Carlo Felice di Genova, Massimo di Palermo, Bellini di Catania, Ha cantato nei principali Teatri Italiani tra i quali: , il Maggio Arena di Verona) ma anche in Francia, Spagna, Portogallo, Brasile e Musicale Fiorentino, Opera di Roma, Carlo Felice di Genova, San Car- Messico collaborando con importanti direttori d’orchestra tra cui è do- lo di Napoli, Petruzzelli di Bari, La Fenice di Venezia (Premio “Abbiati” veroso ricordare quantomeno Riccardo Muti, Zubin Mehta, Lorin Maa- con Turandot di Busoni), Terme di Caracalla, Arena di Verona, Teatro zel e Riccardo Chailly. Lirico di Cagliari, Anfiteatro Romano di Cagliari, Torre del Lago Puc- Nelle ultime stagioni ha cantato tra l’altro Pagliacci al Teatro La Fenice cini, Regio di Torino, Massimo di Palermo, Verdi di Trieste, Bellini di a Venezia, Ariadne auf Naxos al Carlo Felice a Genova, I due Foscari, Catania, Stadio Olimpico di Roma nelle produzioni realizzate dal Te- Turandot e Tosca al Teatro alla Scala di Milano, Tosca, Rigoletto e La

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traviata al Teatro Regio di Torino, Falstaff di Verdi al Teatro Regio di Par- tato oltre che al Rossini Opera Festival nei teatri di Parigi, Montecarlo, ma, Anna Bolena al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Nabucco Amsterdam, Monaco e Bruxelles. Tra gli altri impegni: Don Quichotte all’Arena di Verona, Guglielmo Tell al Teatro Regio di Torino, al Festival alla Lyric Opera di Chicago, La Cenerentola con Cecilia Bartoli in un di Stresa e a Edimburgo, La traviata a Minorca, Madama Butterfly al tour europeo con l’Opera di Montecarlo, Simon Boccanegra (ruolo del Festival Puccini di Torre del Lago e Tosca a São Paulo. titolo) ad Anversa, Il turco in Italia a Bologna, Il trovatore a Montecarlo Tra gli impegni recenti e futuri: Candide e Rigoletto al Maggio Musicale e recentemente ha debuttato alla Royal Opera House di Londra inter- Fiorentino, La traviata e Tosca al Teatro Regio di Torino, Madama But- pretando Germont ne La traviata. terfly al Festival Puccini e Adriana Lecouvreur a Montecarlo e Napoli, Collabora e ha collaborato con maestri del calibro di Maurizio Benini, Lucia di Lammermoor a Muscat e a Torino, Tosca al Regio di Torino, Bruno Campanella, Gianluigi Gelmetti, , Michele Mariotti, Madama Butterfly a Piacenza, Venezia e Roma, Lo specchio magico Zubin Mehta, Riccardo Muti, Evelino Pidò, Jean Christophe Spinosi, a Firenze, Adriana Lecouvreur al Teatro San Carlo di Napoli, Turandot Alberto Zedda. al Filarmonico di Verona, Otello a Trondheim, Andrea Chénier a Roma Tra i prossimi impegni ricordiamo: La bohème a Bologna; I masnadieri, ancora Adriana Lecouvreur a Monte Carlo. Falstaff, Il trovatore all’Opéra di Montecarlo; Don Pasquale a Vienna; Rigoletto a Marsiglia; Guillaume Tell a Lione; La traviata al Covent Gar- Nicola Alaimo den di Londra e a Toulouse; Simon Boccanegra (ruolo del titolo) a Pa- Premio Abbiati 2016 per la sua interpretazione di rigi; Falstaff a Budapest, Hong Kong e Madrid; La Cenerentola ad Am- Falstaff al Teatro alla Scala, è tra gli interpreti più sterdam; Il pirata alla Scala di Milano; Messa di Gloria di Puccini al Real apprezzati del panorama musicale nazionale ed di Madrid; importanti future produzioni al di New York. internazionale, applaudito in prestigiosi teatri e festival tra cui: Metropolitan Opera di New York, Angelo Nardinocchi La Scala di Milano, Teatro Regio di Torino, Festival di Salisburgo, La Ha studiato canto al conservatorio di Santa Ceci- Monnaie di Bruxelles, Concertgebouw di Amsterdam, Opéra di Mon- lia in Roma con Jolanda Magnoni. Ha debuttato tecarlo, Opéra di Parigi, Opera di Roma, Royal Opera House Covent a Spoleto, vincendo un concorso internazionale, Garden di Londra, Teatro Real di Madrid, Deutsche Oper di Berlino. con La bohème (Marcello) con la regia di Giusep- Artista di riferimento anche nel repertorio rossiniano, è ospite regolare pe Di Stefano e l’anno dopo è stato chiamato ad del Rossini Opera Festival, dove nel corso delle stagioni si esibita in La interpretare Rigoletto nel ruolo del titolo. Cenerentola, Il barbiere di Siviglia, Matilde di Shabran, Guillaume Tell, Perfeziona i suoi studi con Sesto Bruscantini e si specializza in ruoli La gazzetta, Il turco in Italia, Torvaldo e Dorliska e recital. buffi e di carattere come Il maestro di cappella, Il signor Bruschino, fra Particolarmente apprezzato nei panni di Guillaume Tell, lo ha interpre- Melitone, Leporello, il Sagrestano, Benoit e Alcindoro, Spinelloccio e

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Amantio de Nicolao cantandoli in italia, in Olanda, in Germania, in In- Verdi di Milano. È un caratterista molto richiesto, con più di quaranta ghilterra e in Brasile, in Cina e a Macao. ruoli all’attivo. Partecipa nel 2014 alla tournée nel Sultanato dell’Oman Ha cantato con successo di critica e di pubblico il repertorio italiano della Fondazione Arena con I Capuleti e i Montecchi. In Fondazione settecentesco. Ha sempre frequentato i principali teatri italiani: Teatro Arena di Verona debutta nel 2011 con Aida per poi tornare dal 2013 al dell’opera di Roma, San Carlo di Napoli, Massimo di Palermo, Bellini 2016 per Aida, Carmen e Turandot. Nella stagione 2015/2016 è stato di Catania, Regio di Torino, Verdi di Trieste, Fenice di Venezia, Comu- Mastro Trabuco in La forza del Destino per la Fondazione Arena di Ve- nale di Bologna, Arena di Verona, Rossini Opera Festival di Pesaro, rona e al Teatro Verdi di Salerno, Flavio in Norma al Teatro San Carlo Petruzzelli di Bari, Torre del Lago (in una memorabile Bohème con la di Napoli, Normanno in Lucia di Lammermoor al Teatro Massimo di regia di Ettore Scola), Verdi di Salerno e Accademia di Santa Cecilia; Palermo, Arlecchino in Pagliacci e Spoletta in Tosca al Teatro Verdi di ed ha affiancato artisti come Ruggero Raimondi, Pavarotti (Tosca e Salerno. Con il Teatro Massimo di Palermo è stato impegnato anche Ballo in maschera), Domingo (Otello e Fedora), (Fedora), nella produzione di Pinocchio (mal) visto dal gatto e la volpe di Lucio e le bacchette più prestigiose: Oren, Mehta, Bartoletti, Muti, Arena, Gregoretti. Nella stagione 2017 è stato Beppe in Pagliacci per la Fon- Renzetti, Santi, Tieleman. Ha partecipato a una tournée in Germania dazione Arena di Verona, Normanno in Lucia di Lammermoor al Teatro e in Giappone col Teatro dell’Opera di Roma, esibendosi in Tosca e San Carlo di Napoli, Remendado in Carmen al Teatro Verdi di Salerno, Traviata. Si è recato spesso all’estero in Giappone, a Tienjin (Cina) in presso la Fondazione Arena di Verona per la stagione estiva è Goro in Brasile, a Daegu (Corea) ed anche a Tel Aviv sia al teatro che alla Filar- Madama Butterfly e Borsa in Rigoletto. monica Israeliana. Angela Gheorghiu Francesco Pittari La più affascinante e dotata cantante dei nostri Dopo gli studi musicali di violino e composizio- tempi è nata a Adjud, piccola cittadina romena. ne inizia lo studio del canto e si diploma a pieni Dalla prima infanzia è stato chiaro che sarebbe voti presso il Conservatorio di Salerno. Dopo il diventata una cantante, il suo destino era la mu- debutto in Macbeth nel 2006 a Salerno inizia a sica. Ha frequentato la Scuola di Musica di Bu- lavorare con importanti teatri italiani e stranieri carest e si è laureata all’Università Nazionale di Musica di Bucarest, quali Arena di Verona, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro San dove ha studiato con la famosa Mia Barbu. La sua magnifica voce Carlo di Napoli, Teatro Massimo di Palermo, Teatro Verdi di Salerno, e l’abbagliante presenza scenica l’hanno resa una superstar inter- Festival Pucciniano di Torre del Lago, Guangzhou Opera House, Mu- nazionale unica. È diventata una stella in seguito al suo debutto alla scat Royal Opera House, ROH, Daegu Opera Festival, Fondazione La Royal Opera House di Londra nel 1992, quando ha cantato Mimì ne La bohème. Nello stesso anno ha debuttao alla Metropolitan Opera di

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New York e alla Staatsoper di Vienna. È stato alla Royal Opera House dove riprende con grande successo Adriana Lecouvreur, celebrando- Covent Garden che ha cantato per la prima volta nel 1994 la sua ap- ne anche la centocinquantesima rappresentazione sul palcoscenico prezzatissima Traviata: in quell’occasione la BBC modificò il proprio del Covent Garden. I prossimi impegni comprendono La bohème a palinsesto per trasmettere l’opera. Da allora è richiestissima nei teatri Berlino, Tosca a Vienna, Londra e Amburgo, e concerti e recital in Co- e sale da concerto in tutto il mondo: New York, Londra, Parigi, Sa- rea del Sud e ad Aarhus, Vienna, Berlino, Parigi e Madrid. lisburgo, Berlino, Tokyo, Roma, Seoul, Venezia, Atene, Monte Carlo, Chicago, Philadelphia (con la Philadelphia Orchestra), Zurigo, Vienna, Madrid, Barcellona, tra gli altri. Vincitrice nel 1995 del Concorso lirico interna- Tutti i suoi dischi hanno ricevuto generale apprezzamento critico e han- zionale “Pavarotti International”, Premio Abbia- no ricevuto premi quali Gramophone Awards, Diapason d’Or Awards, ti della Critica Italiana che la definisce soprano Choc du Monde de la Musique in Francia etc. Ha ricevuto il titolo di simbolo della tradizione rinnovata del belcanto “Female Artist of the Year” ai Classical Brit Awards nel 2001 e nel 2010. italiano e Premio Campoamor della critica spa- In 2017 è in uscita il disco Eternamente - The Verismo Album. gnola, debutta come Tosca a fianco del grande Luciano Pavarotti al Nel 1999 ha partecipato con grande successo al concerto “Michael Teatro dell’Opera di Philadelphia, sviluppando una grande carriera in- Jackson and Friends” a Monaco di Baviera. Ha cantato per la riaper- ternazionale che la vede protagonista nei più prestigiosi teatri d’opera tura della Royal Opera House Covent Garden (1999) e per quella del e auditorium mondiali, quali Teatro alla Scala di Milano, Metropolitan Teatro Malibran di Venezia (2001) e all’inaugurazione del nuovo teatro Opera House di New York, Royal Opera House Convent Garden di di Valencia, alla presenza della regina Sofia di Spagna (2005). Ha can- Londra, Opéra Bastille di Parigi, Wiener Staatsoper, Teatro del tato anche nello storico concerto Prom at the Palace che ha segnato il di Barcelona, Auditorium di Santa Cecilia di Roma, Royal Albert Hall di Giubileo d’Oro della Regina Elisabetta II (2002), concerto disponibile in Londra, Wienerfestwochen e nei maggiori festival internazionali, quali DVD. Nel 2003 ha cantato al concerto per il Premio Nobel per la Pace. Festival del Maggio Musicale Fiorentino, Festival Arena di Verona, Fe- Nel 2000 è stata la protagonista di Tosca, film diretto da Benoît Jac- stival di Salisburgo, Festival Verdi di Parma. quot, distribuito nei cinema di tutto il mondo con successo di pubbli- Di riferimento le sue interpretazioni dei più ardui ruoli sopranili in Adria- co e di critica. Da ricordare in particolare i successi per La rondine e na Lecouvreur, Fedora, Don Carlo, Aida, Norma, Madama Butterfly, Pagliacci alla Royal Opera House, Roméo et Juliette alle Chorégies Tosca, Manon Lescaut, Suor Angelica, Cavalleria rusticana, Il trovatore, d’Orange e al Festival di Salisburgo, Faust alla Metropolitan Opera di I masnadieri, Poliuto, Andrea Chénier, Messa da Requiem, con la di- New York, alla Royal Opera House e all’Opéra di Monte Carlo, Simon rezione d’orchestra di Abbado, Bartoletti, Chailly, Chung, Gatti, Luisi, Boccanegra alla Royal Opera House e al Metropolitan. Luisotti, Maazel, Masur, Mehta, Muti, Oren, Valčuha e con registi quali Il 2017 segna i venticinque anni con la Royal Opera House di Londra, Agostinucci, Asari, Brockhaus, Carsen, De Ana, Del Monaco, Martone,

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Michieletto, Monicelli, Pizzi, Scola, Stefanutti, Vick, Zambelli, Zeffirelli. rio sono Preziosilla ne La forza del destino (La Monnaie di Bruxelles Inaugura da protagonista le stagioni del Teatro alla Scala, del Teatro e Liceu di Barcellona); Abigaille in Nabucco (Metropolitan Opera e La Fenice di Venezia, del Teatro San Carlo di Napoli, del Comunale di New National Theatre di Tokyo); Lady Macbeth in Macbeth (Deutsche Bologna, del Regio di Torino e le celebrazioni verdiane 2001 e 2013 Oper Berlin); Ulrica in Un ballo in maschera (ROH Covent Garden di di Verona, Firenze, Parma e Salisburgo. Londra e De Nederlandse Opera di Amsterdam). La discografia includeAida , Don Carlo, Madama Butterfly, La bohème, Nel 2005 ha cantato il suo primo ruolo wagneriano, Ortrud in Lohen- La rondine, Falstaff, Il trovatore, Luisa Miller, Norma, Maria Stuarda. grin presso il Teatro Verdi di Trieste. In seguito ha continuato a esplo- Grandissimo successo riscuotono sempre i suoi recital grazie alle indub- rare questo repertorio debuttando Brangäne in Tristan und Isolde al bie qualità artistiche unite a una personalità carismatica e coinvolgente. Teatro dell’Opera di Roma. Ha cantato Ortrud ad Amsterdam, Parigi Maestra di canto, è costantemente invitata nelle più prestigiose isti- e Palermo, e Brangäne a Genova. Il suo repertorio include inoltre tuzioni musicali italiane e straniere, quali Accademia del Maggio Mu- ruoli quali la Principessa di Bouillon in Adriana Lecouvreur (Teatro sicale Fiorentino, Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna, dell’Opera di Roma, Teatro Regio di Torino, De Nederlandse Ope- Conservatorio di Parma e Accademia del Teatro Regio-Festival Verdi ra Amsterdam), Santuzza in Cavalleria rusticana (Teatro alla Scala), di Parma, Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, Accade- Laura in La Gioconda (Deutsche Oper di Berlino, Teatro Massimo mia del Festival pucciniano di Torre del Lago e in città quali São Pao- di Palermo) e Rosa ne L’arlesiana di Cilea, ruolo che ha cantato con lo, Barcellona, Tokyo, Nagoya, Seoul, Istanbul, Shanghai. grande successo presso la Carnegie Hall di New York con l’Opera Orchestra of New York diretta da Eve Queler. Marianne Cornetti Tra gli impegni recenti Il trovatore alla Frankfurt Oper ed al Liceu di Tra i mezzosoprani verdiani più apprezzati al Barcellona; Aida all’Arena di Verona; Le Prophète all’Aalto-Musikthe- mondo, ha cantato i ruoli di Amneris in Aida, ater Essen; Falstaff (Mrs Quickly) alla San Diego Opera; Adriana Le- Azucena ne Il trovatore e Principessa di Eboli in couvreur al Teatro San Carlo di Napoli; Don Carlo al Festival Verdi del Don Carlo nei più prestigiosi teatri del mondo, Teatro Regio di Parma; Hänsel und Gretel alla Lyric Opera of Kansas fra i quali Teatro alla Scala, Royal Opera House City; Rusalka alla Minnesota Opera. I prossimi progetti comprendo- Covent Garden di Londra, Metropolitan Opera di New York, Wiener no Cavalleria rusticana (Santuzza) alla Metropolitan Opera; Gianni Staatsoper, Bayerische Staatsoper di Monaco, Teatro dell’Opera di Schicchi e L’enfant et les sortilèges al Rohm Theatre di , al Roma, Deutsche Oper di Berlino, Théâtre Royal de La Monnaie di Bunka Kaikan di Tokyo e all’Art Theatre di Nagoya. Bruxelles, Maggio Musicale di Firenze, Arena di Verona, Gran Teatre Liceu di Barcellona, Teatro San Carlo di Napoli, NCPA di Pechino, New National Theatre di Tokyo. Altri ruoli verdiani nel suo reperto-

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Inés Ballesteros Carlotta Vichi Nata a Madrid, si diploma con il massimo dei voti Nata a Milano, si diploma con il massimo dei voti in pianoforte presso il Conservatorio J. Turina di presso il Conservatorio Verdi di Milano sotto la Madrid e in canto presso la Escuela Superior guida di Cristina Rubin. Vince numerosi concorsi de Canto a Madrid con Carmen Rodríguez. Si è tra i quali Ottavio Ziino, Sarzana e Voci Verdiane. perfezionata in diverse masterclass con Claudio Frequenta l’Accademia di Alto Perfezionamento Desderi, Helmut Deutsch, Giulio Zappa, Chris Merritt, Fiorenza Cedo- del Festival Puccini, interpretando Zia Principessa in Suor Angelica. lins, Teresa Berganza, tra gli altri. Attualmente, è sotto la guida di Lola Debutta quindi al Teatro Regio di Torino come Lapak ne La piccola Vol- Bosom e Santiago Calderón. Il suo debutto è stato il ruolo di Clarita ne pe astuta di Janaček per tornarvi come Tisbe ne La Cenerentola e Ter- La del manojo de rosas nella stagione 2013/14 del Teatro de la Zarzue- za Dama ne Il flauto magico, al Teatro Verdi di Busseto come Giovanna la di Madrid. Nello stesso anno ha cantanto Raquel nella zarzuela La in Rigoletto, al Festival Verdi di Parma come Ines ne Il Trovatore, al corte de faraón, la Messa in Fa maggiore di Bach, Ein Deutsches Re- Festival dei Due Mondi di Spoleto nell’opera contemporanea di A. Col- quiem di Brahms, il ruolo di Anquises nella zarzuela Vendado es amor, la Delitto e dovere come Lady Gladys Windermere con ripresa al Coc- no es ciego, e i ruoli di Sandmann e Taumann in Hänsel und Gretel cia di , nei teatri del Circuito toscano come Terza Dama in Die di Humperdinck. Ha eseguito Così fan tutte (Despina), Don Giovanni Zauberflöte, al Teatro Municipale di Piacenza, Comunale di Modena e (Zerlina), Die Zauberflöte (Pamina). È stata selezionata per far parte Valli di Reggio Emilia come Afra ne La Wally. Tra gli altri ruoli debuttati dell’Opera Studio dell’Opera di Tenerife come Susanna delle Nozze ricordiamo inoltre Suzuki in Madama Butterfly a Milano, Mamma Lucia di Figaro all’Auditorio De Tenerife e al Teatro Comunale di Bologna. È in Cavalleria rusticana a Livorno, Dorabella in Così fan tutte, Cherubino stata invitata a tornare presso l’Auditorio de Tenerife per interpretare ne Le nozze di Figaro e Fenena in Nabucco in Germania, Maddalena Inés nel Trovatore, Frasquita in Carmen, Olympia ne Les contes d’Hof- ne Il viaggio a Reims a Novara e rarità come La bella dormente nel fmann e Francisquita nella zarzuela Doña Francisquita. È stata anche Bosco di Respighi e Siberia di Giordano a San Pietroburgo, Il tramonto selezionata per partecipare all’IOS Opera Studio di Gijon come Oscar di Respighi, I cinque frammenti di Saffo di Dallapiccola e il ruolo della ne Un ballo in maschera al Teatro Jovellanos de Gijòn. ​Ha cantato sot- Monaca di Monza ne I Promessi Sposi di Ponchielli a Milano. Al Teatro to la direzione musicale di José de Felipe, Antoni Ros Marbá, Enrique Massimo di Palermo interpreterà nella prossima stagione Giovanna in García Asensio, Josep Pons, Miguel Roa, Sir Neville Marriner, Andreas Rigoletto. Come vincitrice del Concorso Voci Verdiane vestirà a Bus- Schüller, Miguel Ángel Gómez Martínez, Julian Reynolds, Yi-Chen Lin, seto i panni di Flora ne La traviata. Ha collaborato con direttori come J. Hirofumi Yoshida e Massimiliano Stefanelli; e con registi quali Juan Latham-König, M. Zanetti, D. Savic, F.I. Ciampa, M. Beltrami, F. Cas- Carlos Pérez de la Fuente, Albert Boadella, Paco Mir, Emilio Sagi, Silvia si, V. Galli e registi come R. Carsen, A. Pizzech, E. Courir, L. Kemp, Paoli, Paul Curran, Michal Znaniecki, Nicola Berloffa. N. Berloffa, G. Aliverta e G. Solari.

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Carlo Morgante corso Acqui Danza ad Acqui Terme, vince una borsa di studio di tre Ha intrapreso gli studi musicali con Giusep- settimane per frequentare i corsi della Cunningham Dance Founda- pe Pastorello, perfezionandosi sotto la guida tion di New York. Dal 2001 intraprende la sua carriera artistica presso di Pietro Ballo. Nel 1999 è stato tra i vincitori la Fondazione Teatro Massimo di Palermo e fino al 2010 collabora del concorso lirico internazionale A. Catalani con le maggiori Fondazioni lirico-sinfoniche italiane, tra cui: Teatro di Ostra (AN). Nel 2002 è entrato nel Coro del San Carlo di Napoli, Fondazione Arena di Verona, Teatro alla Scala di Teatro Massimo dove ha spesso ricoperto piccoli ruoli solistici nelle Milano, Teatro Sferisterio di Macerata, e all’estero presso l’Opéra Na- produzioni lirico-sinfoniche. Nel 2006 a Malta si esibisce al Teatro tional di Bordeaux e l’Opéra di Nizza. Lavora con Micha Van Hoeche, Manoel, alla Cattedrale di Mdina (Requiem Mozart) e al parco nazio- Eric Vu An, Charles Jude, Marc Ribaud, Roland Petit, George Iancu, nale di Ta’Qali (selezione Don Giovanni e Così fan tutte). Nel 2007 è Lorca Massine, Elisabetta Terabust, Alan Parsons, Amedeo Amodio, ospite presso il Teatro Rossini di Pesaro e del Teatro della Fortuna di Derek Deane, Luciano Cannito, ricoprendo ruoli da corpo di ballo, Fano con l’Orchestra Sinfonica Rossini per i concerti di Capodanno. solista e primo ballerino. Collabora inoltre con Giorgio Albertazzi e il Nel 2006 e nel 2008 ha partecipato alla Settimana Internazionale di regista Maurizio Scaparro interpretando il ruolo di Antinoo, con core- Musica Sacra di Monreale eseguendo la Messa da Requiem di Mo- ografie di Eric Vu An, nello spettacolo Le Memorie di Adriano, in più zart e il Salve Regina di A. Fortunato (prima esecuzione). Nel 2007 per di 100 rappresentazioni in Italia e all’estero. Dal 2010 ad oggi lavora il concorso A. Scontrino di Trapani ha eseguito la Messe Solennelle presso la Fondazione Teatro Massimo di Palermo. di S. Cecilia di C. Gounod. Nel 2008 ha partecipato, nel ruolo di Ga- stone, al nuovo allestimento de La traviata che ha inaugurato la XIX Elisa Arnone edizione del Ravennafestival con la regia di C. Mazzavillani Muti e la Muove i primi passi di danza a Palermo tra l’Ac- direzione di P. Fournillier. Nel 2010 ha debuttato nel ruolo di Nemorino cademia del Teatro Massimo e la scuola di dan- ne L’elisir d’amore. za classica “Aurino e Beltrame” dove si diploma nel 1990. Studia contestualmente pianoforte al Fabio Correnti Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo e Intraprende lo studio della danza classica nel si diploma al Liceo classico “Garibaldi”. Nel 1991 lavora per il corpo 1990, studiando poi con Stefan Banica e presso di ballo dell’Arena di Verona, come solista al Teatro Bellini di Catania la Scuola di balletto classico di Liliana Cosi e e nella compagnia di Carla Fracci. Dal 1993 lavora continuativamen- Marinel Stefanescu di Reggio Emilia. te per il Teatro Massimo di Palermo diventando nel 2001 tersicorea Nel 1999 supera l’esame di ammissione all’Ac- stabile del Corpo di ballo, dove ricopre anche ruoli da solista e da cademia del Teatro alla Scala di Milano. Grazie alla vittoria al Con- prima ballerina, spaziando dal repertorio classico a quello moderno

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e contemporaneo e collaborando con importanti coreografi, registi, cantanti, musicisti e danzatori di fama nazionale ed internazionale.

Francesca Davoli Allieva di Rodica Murgu e Filip Ilie (Opera di Ti- misoara), Maria Stan e George Postelnicu (Ope- ra di Bucarest), è stata ammessa all’età di 14 anni all’Accademia Nazionale di danza di Roma dove si è diplomata. Nel 2004 è entrata a far parte del Corpo di ballo dell’Arena di Verona e nel 2005 di quello del Teatro Massimo di Palermo, interpretando ruoli solistici e da prima ballerina nelle produzioni Lo schiaccianoci, Giselle, La bella addor- mentata, Cenerentola, Il corsaro, Omaggio a Ravel, Carmen, Verdia- na, Don Chisciotte, Il lago dei cigni, Schiaccianoci à la carte e Cin- derella. Ha preso parte ai “Gala RAI” all’Anfiteatro Arena di Verona e ha partecipato anche a tournées in Italia ed all’estero. Ha danzato, inoltre, al Teatro San Carlo di Napoli, all’Opera Nazionale di Maribor (Slovenia) e al Balletto del Sud di Lecce. Nel 2002 ha vinto il primo premio, solista repertorio classico, al Con- corso Federazione Italiana danza F.I.D.S./CONI e ha ricevuto il premio “Aurel Milloss”, giovane talento 2003, al Teatro Olimpico di Roma, presidente di giuria Alberto Testa. È vincitrice di borsa di studio al concorso “Agon” al Teatro Nuovo di Torino, che le consente di esi- birsi al Festival Internazionale Vignale Danza. Attualmente è ballerina stabile nel Corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo.

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Fondazione Teatro Massimo

Sovrintendente Francesco Giambrone Direttore artistico Oscar Pizzo Direttore musicale Gabriele Ferro Maestro del Coro Piero Monti Coordinatore del Corpo di ballo Marco Bellone Direttore operativo Elisabetta Tesi Direttore della programmazione Giovanni Mazzara Direttore dell’allestimento scenico Renzo Direttore comunicazione, Gery Palazzotto nuovi media e marketing Responsabile rapporti con la stampa Laura Anello Editoria Angela Fodale Responsabile delle relazioni nazionali Chiara Zarcone e internazionali della Fondazione e del coordinamento delle attività di staff AREA ARTISTICA

Segretario artistico Marcello Iozzia Tromboni Michele De Luca**, Rodolfo Bonfilio, Gianluca Gagliardi Casting manager e assistente Tuba Antonello Ceraolo del direttore musicale Alessandro Di Gloria Timpani Fausto Alimeni** Direttore musicale di palcoscenico Danilo Lombardini Percussioni Rosario Barretta, Elio Anselmo, Silvia De Checchi Direttore di scena Ludovico Rajata Regista collaboratore Alberto Cavallotti * spalla Maestri collaboratori di sala e di palcoscenico Giuseppe Cinà, ** prime parti Giacomo Gati, Giorgio Mirandola, Steven Rizzo Maestro collaboratore ai sopratitoli Simone Piraino Assistente musicale Domenico Pirrone Addetta Orchestra Claudia Di Mattei

ORCHESTRA CORO

Violini primi Salvatore Greco*, Giacomo Mazzola, Patrizia Richichi, Maestro del Coro Piero Monti Giuseppe Dorato, James Hutchings, Laura Minella, Altro Maestro del Coro Salvatore Punturo Alessandro Bavetta, Daniele Malinverno, Fabio Ferrara, Rossana Rocca, Francesco Palmisano, Daniele Cappello Soprani primi Maria Luisa Amodeo, Alfonsa Fantaci, Donatella Gugliuzza, Violini secondi Daniele Funari**, Francesca Viscito, Antonino Petrotto, Rosalba Mongiovì, Daniela Montelione, Caterina Notaro, Maria Randazzo Alessandro Purpura, Giuseppe Polizzotto, Soprani secondi Domenica Alotta, Maria Fiordaliso, Rosana Lo Bosco, Maurizio Giordano, Giuseppe Arcuri, Antonio G. Geraci, Angela Lo Presti, Mariella Maisano Lorenzo Marcuccio, Alessandro Zambito Mezzosoprani Annarita Alaimo, Rita Bua, Manuela Ciotto, Antonella De Luca, Giuseppina Notararigo Viole Rosario D’Amato**, Matteo Giacosa, Francesco Mineo, Leoluca Vella, Contralti Monica Iraci, Ambra Mancuso, Patrizia Martorana, Cinzia Sciortino Francesco Biondo, Andrea Bertucci, Placido Carini, Francesco Chinnici Tenori primi Biagio Di Gesù, Giovanni Di Pasquale, Nunzio Gallì, Antonio Li Vigni, Violoncelli Kristi Curb**, Viviana Caiolo, Marcello Insinna, Massimo Frangipane, Alfio Marletta, Francesco Polizzi, Fabrizio Pollicino, Emanuele Urso Antonino Saladino, Emanuela Zanghi Tenori secondi Antonino Alotta, Giuseppe Di Adamo, Domenico Ghegghi, Contrabbassi Christian Ciaccio**, Gaetano Di Peri, Vincenzo Licata, Carlo Morgante, Pietro Luppina Antonio Mezzapelle, Cesare Raffaelli Baritoni Antonio Barbagallo, Gianfranco Barcia, Mario Di Peri, Riccardo Schirò, Giuseppe Tagliarino Arpa Valentina Rindi** Bassi Daniele Bonomolo, Giuseppe Caruso, Filippo Di Giorgio, Celesta Pasquale Lo Cascio** Gianfranco Giordano, Antonio Gottuso, Tommaso Smeraldi Flauti (ottavino) Rosolino Bisconti**, Francesco Viola, Elisa Alibrandi Addetto Coro Nicola Pedone Oboi (corno inglese) Carmelo Ruggeri**, Francesca Ciccateri, Andrea Finocchiaro Clarinetti Giuseppe Balbi**, Vincenzo Davì Fagotti Aldo Terzo**, Sandra Contin Corni Andrea Mastini**, Antonino Cappello, Pietro Anzalone, Gianfranco Cappello Trombe Salvatore Piazza**, Davide Pezzino, Stefano D’Amico AREA TECNICA

Direzione Allestimenti scenici Reparto Sartoria Giuseppe Cangemi collaboratore Marja Hoffmann Direttore della sartoria Patrizia Sansica, Rosalba Di Maggio segreteria Nino Pollari caporeparto Maurizio Costanza addetto movimentazione scene Anna Maria Di Carlo, Stefano Sciortino, Antonina Tantillo sarti Anna Maria Chiarelli, Anna Maria D’Agostino, Vincenza Scalisi, Felicia Uccello aiuto sarti Reparto Macchinisti di palcoscenico Maria Ruffino segreteria Sebastiano Demma caporeparto Carlo Gulotta, Alfonso La Rosa vice caporeparto Reparto Trucco e Parruccheria Vincenzo Brasile, Vincenzo Vella caposquadra Monica Amato, Ileana Zarbo vice caporeparto Giuseppe Buscemi, Massimiliano Cannova, Vincenzo Fricano, Giuseppe Messina, Maria Cusimano, Maria Di Fiore, Rosalia Dragotto, Maria Lucchese, Vincenzo Pisano, Bartolomeo Tusa, Giacomo Vaglica Francesca Maniscalco, Teresa Romano

Reparto Attrezzisti di palcoscenico Portineria Giuseppe Pizzurro caporeparto Lorenzo Mazzola, Vincenzo Trapani Alfredo Arnò vice caporeparto Gino Amato Ufficio Servizi tecnici e generali Cosimo De Santis coordinatore Reparto Elettricisti Antonino Costanzo coordinatore impianti tecnologici Salvatore Spataro caporeparto Bartolomeo Martorana coordinatore impianti elettrici ed elettromeccanici Pietro La Monica, Francesco Randazzo vice caporeparto Francesco Canepa segreteria Gioacchino Piazza, Vincenzo Rizzo caposquadra Giovanni Bruno, Antonio Giunta, Biagio Ignoffo, Danilo Iraci, Leonardo Librizzi, Vincenzo Traina Reparto Vigilanza e controllo Michele Bisconti, Giuseppe Morreale, Rosario Principe operatori consolle luci Vincenzo Milazzo coordinatore Gioele Chinnici addetto al controllo degli ascensori e degli apparati di sollevamento Reparto Audiovisivi Giuseppe De Corcelli addetto al controllo e alla vigilanza sull’esecuzione delle manutenzioni Santo Benigno vice caporeparto di porte, finestre e porte REI Giuseppe Uccello Salvatore La Barbera addetto al controllo e alla vigilanza sull’esecuzione delle manutenzioni edili ed idrauliche Reparto Macchinisti costruzioni Giuseppe Martorana addetto al controllo e alla vigilanza sull’esecuzione delle pulizie Giuseppe Ventura caporeparto Lorenzo Megna addetto al controllo degli evacuatori fumo e reti idranti del servizio antincendio Salvatore Maiorana vice caporeparto Franco Salvatore Sidoti addetto al controllo delle attrezzature ed estintori del servizio antincendio Giacomo Romano caposquadra Salvatore Di Piazza Sebastiano Bruccoleri, Davide Curcio, Michelangelo Li Gammari, Giuseppe Salvato

Reparto Scenografia Christian Lanni caporeparto Raffaele Ajovalasit vice caporeparto Maria Abbate, Cinzia Carollo, Vitalba D’Agostino, Alessandra La Barbera, Maria Passavia Vincenzo Gorgone tappezziere

Reparto Attrezzisti costruttori Roberto Lo Sciuto caporeparto Salvatore Vescovo caposquadra Stefano Canzoneri, Carmelo Chiappara, Giorgio Chiappara AREA AMMINISTRATIVA

Sovrintendenza Ufficio Acquisti Ernesta Insalaco segreteria Flaminio Ferrante capoufficio Carlo Graziano autista Antonio Ciappa ufficio acquisti Vincenzo Carollo, Silvana Danzé, Giovanni Montalbano, Direzione operativa Vincenzo Monteleone addetti ufficio acquisti Francesco Caltagirone responsabile del controllo di gestione e responsabile di staff della direzione operativa Servizi di sala Antonino Sampognaro direttore di sala Contenzioso Francesco Caltagirone assistente del responsabile dell’ufficio contenzioso Ufficio Marketing, Progetti educativi e Servizio scuole Marida Cassarà coordinatrice Direzione artistica Maria Castiglione, Francesca Falconi, Margherita Safina addette Maria Pia Lenglet segreteria Maria Concetta Restivo, Deborah Boga, Filippo Barrale, Rosa Scuderi archivio musicale Biblioteca Flaminio Ferrante responsabile Direzione Programmazione Silvana Danzé gestione biblioteca Vincenzo Vitale monitoraggio e verifica del budget della produzione artistica Santo Rizzo catalogazione materiale musicale Maria Pia Di Mattei segreteria Biglietteria Ufficio Amministrazione Antonio Renna coordinatore Giuseppe Tamburella coordinatore ufficio ragioneria Crocifissa Abbate, Sofia Maiorino addette Vincenza De Luca, Silvia Giannetto, Giorgia Paganelli addette ufficio ragioneria Maurizio Alessi C.E.D.

Ufficio del Personale Flaminio Ferrante capoufficio Michele La Mattina ufficio presenze Alfio Scaglione ufficio paghe e contributi Alessandro Semplice ufficio contratti e protocollo NOTE SUI COLLABORATORI

L’introduzione all’opera è una rubrica realizzata in collaborazione con la Sezione Mu- sica del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo; gli autori, co- ordinati dalla docente Anna Tedesco, sono studenti del Corso di laurea magistrale in Musicologia e del Dottorato di ricerca in Musica e Spettacolo, curriculum Storia e analisi delle culture musicali. Irene Scalia è stata la prima laureata in Musicologia con doppio titolo presso l’Università degli Studi di Palermo e la Sorbonne di Parigi. Dario Oliveri insegna Storia della musica moderna e contemporanea all’Università di Palermo. È autore di L’altro Novecento: il minimalismo nella musica del nostro tempo, Hitler regala una città agli ebrei: musica e cultura nel ghetto di Theresienstadt e Sentieri interrotti: compositori europei nel crepuscolo dell’Occidente.

Le fotografie alle pagine 10-11, 12, 16, 20, 24, 28-29, 30, 35, 38, 40, 45, 48, 55, 60, 66- 67, 68, 122-123, 124, 127, 165, 166-167, 176 sono di Rosellina Garbo. Le fotografie alle pagine 128, 131, 132 sono di Allotta. Le fotografie alle pagine 135, 136-137, 138 sono di Franco Lannino / Studio Camera.

Per la pubblicità Ufficio Marketing del Teatro Massimo, piazza G. Verdi, Palermo (tel. 0916053213) [email protected]

Programma di sala a cura di Angela Fodale [email protected] Si ringrazia Silvana Danzé. Grafica e impaginazione: Luca Orlando Stampa: Seristampa (Palermo)

La Fondazione Teatro Massimo è disponibile a regolare eventuali pendenze con gli aven- ti diritto che non sia stato possibile contattare.

ISBN: 978-88-98389-62-9 Associazione Amici del Teatro Massimo

Viale del Fante 70/b, Palermo fax 0916891158 martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 10 alle ore 12:30

Invito all’opera

Calendario delle conferenze di presentazione delle opere a cura degli Amici del Teatro Massimo

Stagione 2017

Giuseppe Verdi 17 gennaio Alessandro Solbiati Macbeth Vincenzo Bellini 15 febbraio Paolo Emilio Carapezza Norma 15 marzo Paolo Gallarati La traviata Johann Sebastian Bach 26 aprile Amalia Collisani Passione secondo Giovanni (in forma scenica) Jules Massenet 16 maggio Giorgio Pestelli Werther Benjamin Britten 13 settembre Massimo Privitera Midsummer night’s dream Francesco Cilea 10 ottobre Dario Oliveri Adriana Lecouvreur Salvatore Sciarrino 27 ottobre Pietro Misuraca Superflumina Gioachino Rossini 21 novembre Marco Beghelli L’Italiana in Algeri

Le conferenze sono a ingresso libero e si svolgono nella Sala Onu del Teatro Massimo alle ore 18,00, con ingresso da via Volturno OPERE E BALLETTI

21 / 29 Giuseppe Verdi 19 / 27 set- Benjamin Britten gennaio MACBETH tembre A MIDSUMMER NIGHT’S DREAM Direttore Gabriele Ferro | Regia Emma Dante Prima esecuzione a Palermo Direttore Daniel Cohen | Regia e scene Paul Curran 19 / 28 Vincenzo Bellini febbraio 13 / 22 Francesco Cilea NORMA ottobre Direttore Gabriele Ferro | Regia Luigi Di Gangi, Ugo Giacomazzi ADRIANA LECOUVREUR Direttore Daniel Oren | Regia, scene e costumi Ivan Stefanutti 19 marzo Giuseppe Verdi 1 aprile 3 / 4 Salvatore Sciarrino LA TRAVIATA novembre In occasione della tournée in Giappone SUPERFLUMINA Giacomo Sagripanti, Francesco Ivan Ciampa (30.3 – 1.4) Direttore Omaggio a Salvatore Sciarrino in occasione dei suoi 70 anni Regia Mario Pontiggia Direttore Tito Ceccherini | Regia Rafael Villalobos 31 marzo Giacomo Puccini 2 aprile TOSCA 10 novembre #ANTROPOCENE Prima rappresentazione assoluta In occasione della tournée in Giappone Direttore Gianluca Martinenghi | Regia Mario Pontiggia Regia, testo e drammaturgia di Marco Paolini Musiche di Mauro Montalbetti

11 / 15 TRITTICO 23 / 30 Gioachino Rossini aprile novembre CONTEMPORANEO L’ITALIANA IN ALGERI Jiri Kylian, Johan Inger e Matteo Levaggi Coreografie di Direttore Gabriele Ferro | Regia Maurizio Scaparro Musiche di Michael Nyman, , Maurice Ravel, Arvo Pärt 17 / 28 di- Pëtr Il’ič Čajkovskij Alessandro Cadario Direttore cembre LA BELLA ADDORMENTATA 27 / 28 Johann Sebastian Bach Coreografia di Matteo Levaggi | Direttore Farhad Mahani aprile PASSIONE SECONDO GIOVANNI Versione in forma scenica Orchestra, Coro, Coro di voci bianche, Corpo di ballo e Tecnici del Teatro Massimo Direttore Ignazio Maria Schifani | Regia Pippo Delbono Maestro del Coro Piero Monti 26 maggio Jules Massenet Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo 1 giugno WERTHER Direttore Omer Meir Wellber | Regia Giorgia Guerra

16 / 19 luglio Adolphe-Charles Adam teatromassimo.it Teatro di Verdura GISELLE Biglietteria / dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.00 Coreografia di Ricardo Nunez | Direttore Aleksej Baklan Call center 091 84.86.000 / tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 CONCERTI

Sabato Felix Mendelssohn Sabato ORLANDO BAROCCO 4 febbraio 10 giugno Enrico Onofri ore 20.30 SOGNO DI UNA NOTTE ore 20.30 Direttore Contralto Sonia Prina Inaugurazione Musiche di Georg Friedrich Händel, Antonio Vivaldi Direttore Gabriele Ferro | Voce recitante Thomas Quasthoff Mezzosoprano Katrin Wundsam | Soprano Lauryna Bendziunaite Sabato 30 settembre MARATONA CHOPIN Daniel Cohen | Lukas Geniušas Sabato Domenica Direttore Pianoforte 4 febbraio JAZZ NIGHT CONCERT Musiche di Wolfgang Amadeus Mozart (30/9), 1 ottobre Fryderyk Chopin (30/9 - 1/10), Robert Schumann (1/10) ore 22.30 Voce Thomas Quasthoff | Pianoforte Frank Chastenier ore 20.30 Fuori abbonamento Giovedì #ANTROPOCENE 9 novembre Martedì Prima rappresentazione assoluta 7 marzo SINFONIA FANTASTICA ore 20.30 Marco Paolini ore 20.30 Direttore Gabriele Ferro Regia, testo e drammaturgia Musiche di Hector Berlioz, Arvo Pärt Musiche Mauro Montalbetti Voce recitante Marco Paolini Mario Brunello Sabato Johann Sebastian Bach Direttore e violoncello solista 29 aprile ore 20.30 PASSIONE Sabato MAURIZIO POLLINI 25 novembre Maurizio Pollini SECONDO GIOVANNI ore 20.30 Pianoforte Versione in forma scenica Fuori abbonamento Direttore Ignazio Maria Schifani | Regia Pippo Delbono Domenica LUDOVICO EINAUDI Giovedì 3 dicembre RACH 2 Direttore Carlo Tenan 4 maggio ore 20.30 Ludovico Einaudi Direttore Asher Fisch | Pianoforte Simon Trpčeski Pianoforte ore 20.30 Luciano Berio, Ludovico Einaudi Musiche di Alexander Mosolov, Sergej Rachmaninov, Sergej Prokof’ev Musiche di Venerdì Lunedì PORTRAIT 12 maggio MAHLER 4 dicembre ore 20.30 RESURREZIONE ore 20.30 LUDOVICO EINAUDI Pianoforte Ludovico Einaudi In occasione dei 20 anni dalla riapertura del Teatro Massimo Direttore Gabriele Ferro Fuori abbonamento Soprano Rachel Harnisch | Mezzosoprano Marianna Pizzolato Giovedì MAURICE RAVEL Domenica 7 dicembre Gabriele Ferro IN PARADISUM ore 20.30 Direttore 4 giugno Pianoforte Roberto Cominati ore 20.30 Direttore Piero Monti Soprano Valeria Sepe | Baritono Ludwig Mittelhammer Musiche di , Arvo Pärt, Gabriel Fauré Orchestra, Coro e Coro di voci bianche del Teatro Massimo Maestro del Coro Piero Monti Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo

Biglietteria / dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.00 teatromassimo.it Call center 091 84.86.000 / tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 STAGIONE

OPERE E BALLETTI

23 / 31 GENNAIO Gioachino Rossini 16 / 24 GIUGNO GUILLAUME TELL L’ELISIR D’AMORE in occasione dei 150 anni dalla morte di Rossini Direttore Min Chung Direttore Gabriele Ferro Regia e scene Victor García Sierra Regia Damiano Michieletto

20 / 25 SETTEMBRE 20 / 25 FEBBRAIO Ludwig Minkus CAROLYN CARLSON Direttore Farhad G. Mahani DON CHISCIOTTE Coreografie Carolyn Carlson Direttore Aleksej Baklan Ripresa coreografica Lienz Chang 13 / 21 OTTOBRE Giuseppe Verdi 21 / 27 MARZO Daniel-François-Esprit Auber RIGOLETTO FRA DIAVOLO Direttore Stefano Ranzani Regia John Turturro Direttore Jonathan Stockhammer Regia Giorgio Barberio Corsetti 18 / 27 NOVEMBRE Arnold Schönberg 13 / 19 APRILE Vincenzo Bellini LA MANO FELICE I PURITANI Béla Bartók Direttore Jader Bignamini IL CASTELLO DEL PRINCIPE BARBABLÙ Regia, scene e costumi Pierluigi Pier’Alli Direttore Gregory Vajda Regia Ricci / Forte 28 APRILE / 5 MAGGIO Gentian Doda / Nacho Duato / Jiří Kylián LA GRANDE DANZA: DODA, DUATO, KYLIAN 13 / 23 DICEMBRE Giacomo Puccini Direttore Alessandro Cadario LA BOHÈME Direttore Daniel Oren 18 / 26 MAGGIO Wolfgang Amadeus Mozart Regia Mario Pontiggia LE NOZZE DI FIGARO Direttore Gabriele Ferro Orchestra, Coro, Coro di voci bianche, Corpo di ballo e Tecnici del Teatro Massimo Regia Chiara Muti Maestro del Coro Piero Monti | Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo

8 / 23 GIUGNO Pietro Mascagni RINNOVO CON PRELAZIONE: dal 15 settembre al 15 ottobre RAPSODIA SATANICA CAVALLERIA RUSTICANA NUOVI ABBONAMENTI: dal 24 ottobre al 10 dicembre Direttore Francesco Ivan Ciampa Biglietteria / dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.00 Regia Marina Bianchi Call center 091 84.86.000 / tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 teatromassimo.it STAGIONE

CONCERTI

8 FEBBRAIO Alexander Zemlinsky, Aleksandr Skrjabin 14 SETTEMBRE Ludwig van Beethoven, Alban Berg, Richard Strauss POEMI DELL’ESTASI ANGELI ED EROI Direttore Gabriele Ferro Direttore Asher Fisch Baritono Albert Dohmen Violino Kolja Blacher

28 SETTEMBRE Wolfgang Amadeus Mozart 11 FEBBRAIO ČAJKOVSKIJ

Direttore George Pehlivanian MESSA IN DO MINORE Direttore Fabio Biondi Soprano Desirée Rancatore 3 MARZO GERSHWIN / ELLINGTON Mezzosoprano Giuseppina Bridelli Direttore e pianoforte Wayne Marshall Tenore Jeremy Ovenden Basso Ugo Guagliardo

7 MARZO VERDI REQUIEM Direttore Zubin Mehta 31 OTTOBRE MAHLER QUINTA Soprano Maria Agresta Direttore Michele Mariotti Mezzosoprano Marianna Pizzolato Tenore Giorgio Berrugi 24 NOVEMBRE Basso Oleg Tsybulko TAN DUN / SOLLIMA Direttore Tan Dun Violoncello Giovanni Sollima 14 MAGGIO Michelangelo Falvetti IL DILUVIO UNIVERSALE 2 DICEMBRE Direttore Ignazio Maria Schifani BRAHMS / CLEMENTI Direttore Gabriele Ferro Fratelli Mancuso Contralto Marianna Pizzolato Coro di voci bianche del Teatro Massimo Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori

21 MAGGIO SWING Direttore Domenico Riina Tromba Fabrizio Bosso Orchestra, Coro, Coro di voci bianche del Teatro Massimo e Massimo Kids Orchestra Maestro del Coro Piero Monti | Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo Orchestra Jazz Siciliana - The Brass Group

30 MAGGIO Wolfgang Amadeus Mozart, Francesco Pennisi RINNOVO CON PRELAZIONE: dal 15 settembre al 15 ottobre THAMOS NUOVI ABBONAMENTI: dal 24 ottobre al 10 dicembre Direttore Gabriele Ferro Biglietteria / dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.00 Call center 091 84.86.000 / tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 teatromassimo.it Beatrice Monroy racconta con Ester e Maria Cucinotti

Nella Sala ONU del Teatro Massimo Beatrice Monroy racconta, prima di ogni prima, le grandi storie delle opere liriche. Tracciare nuovamente le vicende su cui poggiano le opere liriche permette di riportare il pubblico ad appassionarsi alle vicende dell’opera. Si farà ricorso alla storia letteraria o mitologica d’origine, alle sue interpretazioni nel cinema, nel teatro contemporaneo e in modo particolare alla messinscena che si vedrà nei giorni a seguire, cercando d’interpretare la linea e il senso voluti dal regista. Il racconto sarà inframezzato dalle letture di Ester e Maria Cucinotti, che interpretano brani tratti dai libretti dell’opera ma Il Teatro Massimo è di tutti anche dalle opere letterarie che l’hanno ispirata.

Gli appuntamenti Sosteniamolo Sala Onu ore 18.00 18 gennaio Macbeth di Giuseppe Verdi ArtBonus 17 febbraio Norma di Vincenzo Bellini Scopri 16 marzo La traviata di Giuseppe Verdi la donazione che ti premia 28 marzo Tosca di Giacomo Puccini 19 maggio Werther di Jules Massenet 20 settembre A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten 11 ottobre Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea Contatta l’Ufficio Marketing della Fondazione Teatro Massimo: [email protected] - teatromassimo.it INGRESSO GRATUITO FINO A ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI teatromassimo.it BAMBINI ALL’OPERA

Mentre i nonni e i genitori in sala Grande si godono lo spettacolo, i bambini, in sala degli Stemmi, vivono l’opera in forma di gioco. I laboratori a cura di Libero Gioco si rivolgono a bambini di età compresa tra i 4 e i 10 anni.

Dom 29/01 MACBETH 17.30 ovvero “come un Leone altero e fiero” Dom NORMA 26/02 17.30 ovvero “la sacerdotessa, la luna e la guerra dei Druidi” Dom 26/03 TRAVIATA 17.30 ovvero “la breve vita di un fiore” Dom SOGNI DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE 24/09 17.30 ovvero “Oberon e la polvere magica” Dom 22/10 ADRIANA LECOUVREUR 17.30 ovvero “il mistero delle violette” Dom L’ITALIANA IN ALGERI 26/11 17.30 ovvero “i Capricci di Mustafà” Sab LA BELLA ADDORMENTATA 23/12 ovvero “Carabosse e l’arcolaio” 17.30

Costo di 1 laboratorio: 20 euro compresa la merenda Abbonamento a 7 laboratori: 115 euro

Info e prenotazioni: tel 329 7260846 - 349 3612353 | Biglietteria: 091.605.35.80 Membro di

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ISBN: 978-88-98389-62-9 euro 10,00