Quaderni Itinerari Interni 2.Indd 1 22/11/2019 20:34:00 Quaderni Itinerari Interni 2.Indd 2 22/11/2019 20:34:00 Quaderni Itinerari Interni 2.Indd 3
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Quaderni Itinerari interni 2.indd 1 22/11/2019 20:34:00 Quaderni Itinerari interni 2.indd 2 22/11/2019 20:34:00 PORTFOLIO SETTE PERCORSI NARRATIVI PER IMMAGINI (2017/2019) SUPPLEMENTO AL NUMERO 7/2019 AL SUPPLEMENTO Quaderni Itinerari interni 2.indd 3 22/11/2019 20:34:00 © Ministero dell’interno – Supplemento al numero 7/2019 di Itinerari Interni Percorsi normativi dell’amministrazione dell’interno Sede legale, Direzione, Redazione e Segreteria Ministero dell’interno Ufficio Affari Legislativi e Relazioni Parlamentari Palazzo Viminale – P.zza del Viminale, 1 – 00184 – ROMA tel. 06.465.37522/06.465.37240 e-mail [email protected] Il supplemento è consultabile all'indirizzo: www.sistemamodus.eu www.interno.gov.it Intranet Ufficio Affari Legislativi e Relazioni Parlamentari Direttore responsabile Marco Valentini Stampa Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. Finito di stampare nel mese di dicembre dell’anno 2019 Quaderni Itinerari interni 2.indd 4 22/11/2019 20:34:00 Quaderni Itinerari interni 2.indd 5 22/11/2019 20:34:01 Direttore responsabile Marco Valentini Condirettore Franca Guessarian Coordinamento generale Stefania Scintu Segreteria di redazione Simona Cherubini, Federico Guerriero, Gianluca Manelli, Luca Tommolini Fotografie Michele Ciavarella Quaderni Itinerari interni 2.indd 6 22/11/2019 20:34:01 ndice ■ Portfolio: sette percorsi narrativi per immagini (2017/2019) Marco VALENTINI 10 ■ 1 I palazzi delle Istituzioni Giuliano AMATO 16 ■ 2 Foto di "Sapienza" con vissuto Eugenio GAUDIO 32 ■ 3 Libri per la città Virginia RAGGI 46 ■ 4 Libri in viaggio. Il treno nella cultura italiana tra Otto e Novecento Luigi CANTAMESSA 61 ■ 5 Libri scolpiti Vittorio SGARBI 77 ■ 6 L'arte di fare libri Massimo BRAY 93 ■ 7 La cultura dell'Amministrazione e l'amministrazione della cultura Carlo MOSCA 109 ■ Gli Autori 123 7 Quaderni Itinerari interni 2.indd 7 22/11/2019 20:34:01 Quaderni Itinerari interni 2.indd 8 22/11/2019 20:34:01 Portfolio: sette percorsi narrativi per immagini (2017/2019) Marco Valentini Quaderni Itinerari interni 2.indd 9 22/11/2019 20:34:01 PORTFOLIO: SETTE PERCORSI NARRATIVI PER IMMAGINI (2017/2019) Marco Valentini Gli analisti sociali svolgono un lavoro complicato, soprattutto quando viene richiesto loro di incamminarsi su sentieri predittivi. Non di rado, sono costretti a salire sulle montagne russe. Al tempo dell’esplosione della televisione commerciale, ad esempio, c’era chi dava per scontata la fine del cinema; con il diffondersi delle nuove tecnologie dell’informazione, altri hanno pronosticato la morte di libri e giornali; prima dell’avvento dell’alta velocità, era stato disegnato un futuro del mondo del trasporto di persone in cui treni e ferrovie, per come li abbiamo conosciuti, erano destinati ad andare in soffitta, salvo piccole tratte d’interesse locale. La fotografia non è stata risparmiata da questo processo. Le straordinarie possibilità del digitale e dei moderni smartphone avrebbero ben presto consegnato all’antiquariato – si pensava – le romantiche reflex, dotate di ottiche strabilianti, cui ci si era da tempo volentieri abituati. Un simile discorso pubblico, trasformatosi rapidamente in mainstream, messo a confronto con la realtà è sembrato, per una sorta di eterogenesi dei fini, dare forza a quell’atteggiamento scettico e disincantato che – probabilmente una minoranza – non aveva mai cessato di coltivare. Come Elena Ferrante, la celebre scrittrice di cui è ricercatissima la reale identità, che ci ha fatto sapere di non amare i tecnici della previsione, che “lavorano sul passato e nel passato vedono solo il passato che fa comodo vedere” mentre “niente è scritto, e ciò che accadrà non potrà che sorprenderci”. D’altro canto, la strada che va dal dagherrotipo alla reflex digitale è fatta di saliscendi, almeno quanto lo sono le peripezie degli analisti sociali. E tuttavia, come dimostrano le fotografie di Michele Ciavarella e lo storytelling che – numero dopo numero – ha inteso proporre ai Lettori di Itinerari Interni, attraverso quelle immagini, per nulla armamentario da soffitta, siamo nel pieno della contemporaneità, se contemporanea può definirsi, in ogni epoca, l’unicità dell’istante fissato dallo sguardo, l’irripetibilità dell’attimo raccontato. In questo senso, è interessante ricordare come Claude Monet decise, a un certo punto del suo itinerario artistico, di percorrere con i suoi strumenti espressivi una strada non dissimile. Nell’arco di un biennio, all’inizio degli anni novanta dell’ottocento, dalla sua casa di Giverny si sposta a Rouen e produce una serie sorprendente di tele – circa trenta – che rappresentano il medesimo soggetto, la 10 Quaderni Itinerari interni 2.indd 10 22/11/2019 20:34:01 Portfolio: sette percorsi narrativi per immagini (2017/2019) bellissima e celebrata cattedrale gotica del capoluogo della Normandia, ritratta quasi sempre nella medesima prospettiva, ma in diverse ore del giorno e in differenti condizioni di luce. Va all’Hotel d’Angleterre e guarda dalla finestra;guarda dalla finestra e dipinge. Come Segantini, emblema del divisionismo, nell’Engadina innevata; come Vermeer che, pur innamorato dei suoi interni, non disdegna lo sguardo sulla Het Straatje dell’incantevole Delft. Ora, è senz’altro vero che l’interesse prevalente di Monet, maestro dell’impressionismo, fosse lavorare sulla mutabilità della luce e del colore, rendendone, con la sua arte, tangibili gli effetti sullo sguardo, cioè sulla percezione della realtà. Ma sono quelli gli anni in cui anche la fotografia, a seguito del succedersi della sperimentazione di numerose tecniche, stava strutturandosi come arte visiva, così proponendo, e al tempo stesso influenzando, la questione di una stabile relazione tra le due arti. Come non considerare, allora, che la fotografia, come l’esperimento di Monet, giochi su un terreno comune: richiedono entrambi una pausa di senso, l’attribuzione di un significato, il non voltare il capo di fronte all’attimo che, una volta fissato, sarà disponibile per l’osservatore un numero indefinito di volte. D’altro canto, le immagini sono anche un viaggio. Ecco spiegato il “percorso” narrativo che trasmette emozione e conoscenza a chi si acconcia a osservare in sintonia con il tempo e il luogo di quel fermo immagine. La letteratura, peraltro, non rinuncia a dire la sua. Quando Hermann Melville, scrittore newyorkese autore del monumentale Moby Dick, racconta che i veri luoghi non sono sulle mappe – non lo sono mai – entra anch'egli con lo spessore dell’intellettuale nella grande metafora dell’atto di vedere, che rappresenta un territorio unico, quello di una geografia emotiva che per il solo fatto di essere tale, aggiunge valore allo sguardo. Questo Quaderno raccoglie dunque i percorsi narrativi per immagini che hanno accompagnato due anni di vita di Itinerari Interni, con la ferma intenzione di essere parte integrante della Rivista, mai mero corredo estetico o documentale. Il volume che il Lettore ha adesso tra le mani, ne raccoglie sette, di storie, come i numeri finora pubblicati nella nuova serie di Itinerari Interni, che mantengono costante l'ispirazione del nostro lavoro editoriale: navigare nella cultura, rappresentare pensiero, ispirare teoria, condividere informazioni qualificate e competenze. Sono certo che le preziose introduzioni, affidate a straordinari interpreti – che colgo l’occasione di ringraziare, insieme a Michele Ciavarella, per la disponibilità dimostrata al nostro progetto editoriale – apriranno nuovi luminosi spazi di riflessione sugli orizzonti culturali messi in movimento dagli album del nostro Portfolio. 11 Quaderni Itinerari interni 2.indd 11 22/11/2019 20:34:01 12 Quaderni Itinerari interni 2.indd 12 22/11/2019 20:34:04 “ Noi vorremmo soltanto che, se avete una macchina fotografica, cerchiate di svolgere semplicemente un tema, come nei bei tempi dell’infanzia... come se voi doveste, parlando in termini fotografici, stendere un’ideale sceneggiatura... Guardate, cari amici, tutto è interessante, a saperlo vedere con quel poco di emozione, di slancio, che non manca mai, quando si capisce che tutto quello che succede non succede invano, ha sempre un peso, una conseguenza, è sempre una manifestazione dei rapporti tra gli uomini e, se non disturba l’espressione grossa, è sempre storia. „ Cesare Zavattini 13 Quaderni Itinerari interni 2.indd 13 22/11/2019 20:34:05 “... abbiamo il privilegio di avere palazzi delle Istituzioni che sono in moltissimi casi carichi di storia. Non consideriamolo un privilegio di chi ha la ventura di abitarli, pretendiamo piuttosto da chi li abita comportamenti e scelte che non cancellino in noi la giusta percezione di avere in quegli stessi palazzi un patrimonio comune, frutto del lavoro, delle risorse, della creatività di italiani che hanno vissuto prima di noi ... „ Quaderni Itinerari interni 2.indd 14 22/11/2019 20:34:07 I palazzi delle Istituzioni Giuliano Amato Quaderni Itinerari interni 2.indd 15 22/11/2019 20:34:07 I PALAZZI DELLE ISTITUZIONI Giuliano Amato Ragioni le più diverse (la giovinezza dello Stato, il ripudio drastico del passato di uno Stato pre-esistente, il cambio di collocazione della Capitale) possono spiegarci come mai in diversi paesi i palazzi delle Istituzioni, o almeno quelli delle Istituzioni più importanti, sono edifici moderni, anonimi e funzionali, alla stregua, mutatis mutandis, degli aeroporti. Entrando in ciascuno di questi palazzi, l’effetto è esattamente quello dell’aeroporto: se non ci fosse scritta la città in cui esso si trova, potrebbe essere ovunque. E non farebbe differenza alcuna. Da noi non è così. Da noi i palazzi delle Istituzioni (salvo qualche rara eccezione di stampo aeroportuale) hanno una lunga storia, ne recano le tracce e sono per questo non solo inconfondibili, ma inconfondibilmente italiani. Lo sono quelli che sono stati sedi di Istituzioni per secoli e hanno vissuto per ciò stesso i diversi assetti istituzionali che nei secoli si sono succeduti. Si pensi così al complesso del Campidoglio, al suo Palazzo Senatorio che risale addirittura alle Istituzioni comunali del XII secolo, alla piazza progettata da Michelangelo e ai due palazzi, il Palazzo dei Conservatori e il Palazzo Nuovo, che l’avrebbero affiancata.