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Atletica

Nell'alto femminile vincono due «vecchie» dalle vite parallele

Nella foto: esultante. Nella pic­ cola foto in alto . Qui sotto 6 òalT3 Mary Decker piangente. sca Meyfarth e l'americana Huntley riescono ad arrampicarsi così in alto. La medaglia è sicura, la medaglia è sicura, gridano tutti intorno ad Azza­ ro, che fuma come un turco e borbotta, acara- manticamente, che già così è anche troppo, di più non si può. L'asticella adesso è a due metri, un centimetro sotto il primato personale di Sara (che fu anche record mondiale), una misura che l'azzurra non raggiunge da secoli. Prende la rincorsa, lunghis­ sima e agile, arriva sotto, ai stacca, sale, passa sinuosa sopra 200 centimetri di maledetto vuoto, atterra a faccia in giù e non si muove più, paraliz­ zata dall'orgoglio di avercela fatta. Erminio sì alza in piedi urlando come un pazzo, ha gli occhi lucidi, lei sdraiata lui in piedi braccia al cielo, confuso in mezzo al pubblico, lontani mezzo sta­ d'argento dio ma avvicinati da anni di vita comune, di fati­ che, di tribolazioni, di solidarietà che si possono appena immaginare, appena intuire. Dodici anni fa, era il quattro settembre, (1,82 e 1,85) il record italiano. Le vite paral­ la tedesca è tornata a rivivere il kolossal dì Ulrike Meyfarth vinse il titolo olimpico del lele di Ulrike e Sara, da Monaco-72, si svi­ Monaco l'italiana era in pieno tramonto. Sara si rialza, vorrebbe correre verso la nostra salto in alto sulla pedana del grande stadio lupparono in maniera difforme: crescita Ed è straordinario che l'unica volta che tribuna ma la pignoleria opprimente dei giudici dì Monaco di Baviera. Aveva sedici anni e costante e felice per l'italiana, calo lento e Ulrike abbia avuto Sara come autentica e glie lo vieta, per sfogarsi bacia un fotografo, ades­ in apparenza irreversibile della tedesca. pericolosa rivale sia stato su una pedana i mass media tedeschi trasformarono la olimpica dodici anni dopo il felice debutto so è prima. L'americana sbaglia e finisce terza, la vittoria della bambina in un kolossal. Do­ Ulrike dopo l'I ,92 del 4 settembre 1972, internazionale di entrambe. record del mondo eguagliato, saltò 1,83 nel Meyfarth invece uguaglia la misura di Sara (che veva vincere , una bellis­ La tedesca ha 28 anni e ha quindi anco­ però è in vantaggio perchè ha fatto un salto in sima austriaca che utilizzava Io stile ven­ •73,1,84 nel '74,1,91 neP75,1,90 nel '76,1,83 ra un po' di tempo per battersi contro le trale. E invece vinse la sconosciuta che nel '77 (con Rosy Ackermann, la più bella grandi rivali dell'Est e meno, •rifiutando» il metro e ottantotto) e solo nessun pronostico si era sognato di nomi­ ventrahsta di tutti i tempi, a quota due Ludmila Andonova. L'italiana invece di lei può toglierle l'oro. nare. Il trionfo kolossal pesò molto nel cuo­ metri nello stadio di Hitler a Berlino), 1,95 tempo non ne ha più e anzi è appagata •Quella è una bestia, ha le palle, è formidabile, re e nell'anima di Ulrike che immediata­ nel '78,1,92 nel *79,1,94 nell'80,1,96 nell'81. perchè per smettere aveva bisogno di un La rinascita — o meglio, il ritrovamento — risultato luminoso e non del tran tran dei vedrai che fa 2,02 al primo tentativo e vince», mente dimenticò i meccanismi tecnici e avvenne nell'82 quando la tedesca vinse il psicologici che l'avevano condotta alla me­ meetig per raccogliere gli applausi e l'af­ dice Azzaro senza togliere gli occhi dal campo. E titolo europeo ad Atene con 2,02, record fetto della gente. infatti la bionda Ulrike passa anche i duecento­ daglia d'oro. E visse un limbo di quasi ano­ mondiale. Un centimetro più su di Sara Nella leggenda dell'atletica c'è spazio nimato lungo dieci anni, prima di ritrova­ Simeoni che in quella occasione fu terza. per entrambe. Anche se, onestamente, la due centimetri, prendendosi l'oro. Sara ci prova, re la gloria e la gioia di Monaco. E curioso constatare che Sara Simeoni leggenda di Ulrike è un tantino più leg­ M tentando a 31 anni di migliorare di un centime­ Con Ulrike dodici anni fa c'era anche la non è mai stata una vera rivale per Ulrike. genda di quella di Sara. tro un record ottenuto quando era la migliore del ventenne Sara Simeoni che ottenne il se­ Perchè quando l'azzurra dominava il r.m. mondo e aveva nelle gambe un'Olimpiade di me­ sto posto dopo aver migliorato due volte mondo la tedesca era nel limbo. E quando no. Riesce a mettere oltre l'asticella la testa, le spalle, la schiena, le cosce, ma non le caviglie, che incocciano nel sottile ostacolo e lo fanno tintin­ nare al suolo. Azzaro è sbalordito, scopre che Sara ha di nuovo le molle nei garretti, si sgola sperando che la sua voce arrivi fino al campo: •uno indietro! Sara, uno indietro che ce la fai!». Si Lacrime dolci, lacrime amare è accorto che la rincorsa è un po'sfilacciata, vuo­ le avvertire Sara di non arrivare troppo Botto l'asticella, ma Sara non può sentirlo. Il secondo e Dal nostro inviato quello della naturalizzazione più veloce della sto­ fiamma, un discobolo inglese molto più grosso di terzo tentativo sono la fotocopia dei primi due. — Le lacrime di due campio­ ria, essendo diventata, grazie a un nonno inglese, Conan il barbaro ma tenerissimo e premuroso. Sara Simeoni è medaglia d'argento, Azzaro dice a Quel nesse, l'italiana Sara Simeoni e l'americana Ma­ cittadina britannica in poche settimane pur di Insomma, la malasorte in diretta, con ghiotto replay sfumato di romanticismo: e infatti, men­ chi gli si fa intomo per congratularsi che adesso ry Decker, hanno annaffiato dolcemente il pe­ poter partecipare alle Olimpiadi (come si vede, vale davvero la pena di rimandare il ritiro, che nultimo giorno di gare. Sara piangeva di felicità, quando si tratta di arraffar medaglie, tutto il tre scriviamo, l'intera America sta seguendo co­ mondo è paese, anche la Gran Bretagna sedicen­ sternata, naturalmente su ABC, le repliche a Sara ha nelle gambe misure impensabili solo «look» Mary di delusione, l'una per avere vinto, a 31 qualche settimana fa. anni, una medaglia d'argento che vale più dell'o­ te patria dello spirito sportivo). raffica di ttutto il calcio (di Zola) minuto per ro di Mosca, l'altra per avere perso una gara alla E in effetti Zola Budd è parzialmente riuscita minuto», piangendo la sua Mary che una volta Lei arriva alla conferenza stampa raggiante. morbido quale si preparava da una vita, sgambettata da nel suo intento, tagliando la strada alla povera tanto è anche nostra. •Che sofferenza, non ero più abituata, una gara Carter quattro anni fa e dalla mocciosa anglo­ Mary non solo metaforicamente. Il dramma è E siamo a Sara. La sua gara, credetemi, è stata durissima, alla mia età non posso più emozionar­ sudafricana Zola Budd qui a Los Angeles. accaduto a due giri dalla fine, quando uno dei emotivamente così intensa da non poter essere mi in questo modo...». Si interrompe, china la testa sul bancone, lascia sfogare le lacrime e la Tanto per distinguerci, nel nostro piccolo, dal piedini nudi di Zola, fino a quel momento amore­ riflessa da nessun teleschermo. L'abbiamo segui­ e dolce volmente inquadrati dalla ABC perchè correre ta a fianco di Erminio Azzero, allenatore e com­ tensione, piange silenziosamente mentre i gior­ nazionalismo maleducato degli americani, diamo nalisti l'applaudono e la chiamano per nome. I la precedenza alla loro Mary Decker, onore al scalzi fa tanto naif, è andato ad incocciare, prete­ pagno di Sara, finendo per patirla quasi quanto rintenzionalmente, nel ginocchio destro di Mary, lui. La Simeoni era arrivata a Los Angeles in fotografi le piazzano l'obiettivo davanti al naso merito e alla sfortuna. Mary, prima dei Giochi, rosso e umido, lei ai schermisce, si vergogna, in­ magica non godeva di particolare popolarità tra la sua che la seguiva da presso. Si poteva presumere che condizioni di efficienza ignote perfino a se stessa, gente, anche perchè è una donna spregiudicata, l'impatto tra il tenero calcagno della fantolina e per giunta intristita dalla scarsa fiducia che le tanto continua a piangere. cA Mosca in fondo è molto libera, dalla vita privata parecchio chiac­ la rotula pizzuta della segaligna Mary avrebbe accordavano la stampa e anche molti ambienti stato facile, era tutto normale, dovevo vincere e chiave chierata, dunque inadatta a calarsi nei panni di fatto ruzzolare la prima come un birillo. E invece federali. 'Negli scorsi due mesi — confidava Er­ ho vinto. Ma qui no, qui sono arrivata conciata »ragazza della porta accanto» tanto cara al perbe­ no, con grande scorno di una platea già pronta a minio vedendo Sara zompettare in mezzo al cam­ da sbatter via, tutti questi anni di nervoso, di nismo dell'industria pubblicitaria. Ma essendo gasarsi per la miliardesima volta alle note dell 'in­ po durante il riscaldamento — non abbiamo po­ incidenti, di tensione, prima il tendine destro, bianca in mezzo a uno sfracello di campioni neri no nazionale, è stata Mary a deragliare di brutto, tuto fare quasi nulla, per i soliti dolori ai tendini, poi il sinistro, lo stiramento di . Uno e per e per giunta eccellendo in un settore, quello del rovinando a terra e facendosi pure male, mentre ai soliti acciacchi da logoramento. Giusto quel novantasette per me era il massimo, ci avrei mes­ mezzofondo, nel quale gli americani prendono le la Puica andava a vincere indisturbata e la Budd, poco lavoro necessario per arrivare a un minimo so la firma, poi sono venuti i due metri, addirit­ busse da tutti, Mary è anche un prototipo pro­ forse attardata e disunita dall'impiccio, finiva di forma. Negli ultimi dieci giorni, poi, Sara non tura l'argento, chi l'avrebbe mai detto». zampilli mozionale più unico che raro, e dunque è sfata solo sesta. Pianto di Mary, singhiozza anche Zo­ ha saltato affatto, per non compromettere tutto Parlando si rincuora, domina la commozione, sagacemente 'ripescata» durante la lunga vigilia la, indispettita dal crollo finale e per giunta squa­ rischiando di riacutizzare i malanni». ride. Trova anche il tempo giusto per una legitti­ olimpica da sponsor e mass media, e lanciata lificata — immotivatamente — dalla giuria. Ma Sara, intanto, scavalca l'asticella a un me­ ma stoccata a un ambiente che ultimamente sen­ d'energia verso la pista del Coliseum da un poderoso batta­ La conferenza stampa di Mary, dopo un blitz tro e ottanta, poi uno e ottantacinque, poi uno e tiva ostile. tDedico questa medaglia alla giusti­ ge su vasta scala, tanto che la sua sagoma in corsa in ospedale che per fortuna approdava a una novantuno, con una facilità da tappo di champa­ zia. La giustizia di un risultato in cui credevano campeggia ad ogni angolo di Los Angeles su gi­ diagnosi benigna (solo una forte contusione alla gne. Azzaro comincia a entrare in tensione, fiuta solo pochissimi amici. Se sono venuta a Los An­ ganteschi pannelli. coscia), si concludeva anche più pateticamente. la sorpresa e cerca di ficcare gli occhi il più a geles, lo devo solo a due persone: me stessa e il Avrebbe dovuto vincere: nei tremila metri, a •Ho visto sfumare quattro anni di sacrifici», face­ ridosso possibile di Sara, lontano una trentina di mio allenatore». Arriva . Si but­ parte l'anziana rumena Maricica Puica, soltanto va in tempo a mormorare la bionda campionessa metri dalla tribuna in cui è costretto, soffrendo, a tano le braccia al collo, restando nascosti l'uno un'altra avversaria sembrava in grado di tagliar­ azzoppata prima di scoppiare nuovamente in la­ starsene seduto. Le avversarie, una dopo l'altra, addosso all'altra per un breve istante. La Meyfarth e la Simeoni sul podio: Sara non riesce a trattene­ le la strada, la ragazzina sudafricana Zola Budd, crime ed essere portata via, come un fagotto tri­ sbagliano la misura, Sara continua a salire, uno e re le lacrime detentrice di un singolare primato del mondo: ste, dalle gigantesche braccia della sua ultima novantaquattro, uno e novantasette, solo la tede­ Michele Serra

Ci chiedevamo giusto l'altro giorno cosa spingesse ancora Sara Simeoni sulle pedane del mondo atletico: una forma Dominio messicano nella marcia: trionfa Gonzales Mary Decker crolla a terra dopo aver toccato Zola Budd che è perniciosa di mal di sport, quella che affligge 1 campioni davanti alla statunitense. Sotto: (a sinistra) e trentenni e Impedisce loro di guardare •oltre II giardino», o lo Ernesto Nocco guardano felici il tabellone dopo la semifinale con il nuovo record nazionale della staffetta 4x400 smisurato orgoglio di chi, prima di cedere, vuole combattere ed essere battuto? Ci accorgiamo adesso, a gare finite, di avere Impostato l'equazione dimenticando un elemento im­ portante (la classe che, per vie misteriose, sa tramutarsi an­ Bellucci conquista cora In energia); e di avere anche sbagliato l'aggettivo. 'Smi­ surato' non è termine che si addica a Sara Simeoni, alla sua figura atletica, al suo personaggio; le doti dell'eccesso appar­ tengono piuttosto a Ulrike Meyfarth, una delle sue rivali l'americana Benita Brown che duto proprio così quando il storiche, forgiata In minerali ben più duri che non quelli dei il bronzo sui con 12"84 ha sconfitto la più neozelandese Peter Renner ha colli veronesi. Sara no, Sara è sempre stata armonia e misu­ quotata inglese Shirley Strong tirato il collo al plotoncino. Il ra. Quando ha dovuto mostrare I pugni, a se stessa prima che (12"88). mormone ha speso molto per al mondo, lo ha fatto guardandosi bene dall'esagerare; così Il disco doveva offrire alla rientrare e dopo la volata — anche per le lacrime, di rabbia o di dolore, che non hanno mai grande platea un podio a stelle che non gli ha dato nemmeno varcato la soglia del pudore e non sono mal diventate 'telege­ e strisce e invece Mac Wilkins, la soddisfazione di una meda­ niche* nemmeno quando (pensiamo ad Atene 1982, a Helsin­ 50 chilometri John Powell e Art Bums si glia— è crollato a terra per un son fatti sconfiggere dall'ar­ collasso e han dovuto portarlo ki l'anno scorso) pareva che un destino dispettoso le volesse Nostro servizio madio tedesco Rolf Danne- via su una fantascientifica ba­ levare la pedana di sotto Ipiedi. I rimpianti, I dolori, I propo­ si preparava a celebrare il berg, lanciatore abbastanza rella. siti di rivincita e le stesse grandi gioie Sara Simeoni ha sem­ LOS ANGELES—I messicani trionfo di «Little Mary» sulla hanno dominato la marcia ragazzina venuta da lontano. sconosciuto che ha trovato un La staffetta 4x400 ha offerto pre preferito giocarseli In privato. DI sé agli altri ha tenuto a olimpica. Dopo il trionfo di irripetibile giorno di gloria. un incredibile episodio di sud­ offrire solo un'immagine di dolcezza, di felice abbandono E invece è finita come è finita, Ernesto Canto sui 20 chilome­ con l'americana a ruzzolare chiodi della rivale. In semifi­ Ovviamente le misure, visto ditanza dei giudici nei con­ all'atletica; che bastasse quello, il sorriso larghissimo e since­ tri c'è stato quello dì Raul sul prato dopo aver urtato Zo­ nale c'era parsa incapace di che il controllo antidoping sa­ fronti degli americani Nella ro, le braccia levate al cielo in un gesto di composta ebrezza, Gonzales sui 50. La marcia ita­ la e con la britannica prima cambiare velocità. In finale rà rigorosissirao, sono piutto­ prima semifinale Walt McCoy per un raro senso di buona educazione sportiva. liana ne è uscita comunque squalificata e poi riammessa l'abbiamo vista per un po' im­ sto modeste (66,60 per il vinci­ doveva correre la seconda fra­ benissimo col terzo posto di (come voleva la logica perchè pegnata a spingere e ancora tore, 66,30 per Mac Wilkins). zione e il regolamento vuole Questa soavità, questo look morbido e ordinato non è mal che ha final­ era assolutamente innocente). non siamo riusciti a capire se si è classifi­ che i primi cento metri debba­ mente ottenuto un grande ri­ dispone della risorsa fonda­ cato settimo con 63,50 mentre no essere corsi in corsia. L'a­ andato a scapito delle altre doti che dovrebbero essere di una Ha quindi vinto la pantera ro­ mericano invece appena rice-' campionessa: la fermezza di carattere, la capacità di concen­ sultato in una lunga carriera. mena Maricica Puica che no­ mentale delle grandi mezzo- è riuscito nel­ Al secondo posto il veterano nostante abbia 34 anni dispo­ fondiste: lo sprint Ma l'im­ l'impresa non indifferente di vuto il bastoncino si è lanciato trarsi sugli obiettivi da raggiungere, la vis agonistica. Anche svedese Gustafsson. Lo svede­ azzeccare tre lanci nulli ( e co­ alla corda percorrendo un a Los Angeles, Sara Simeoni ha usato la sua dolcezza nel ne di un cambio di marcia mi­ pressione è che sia più simile a se è arrivato al traguardo con cidiale. La longevità delle ro­ Wendy Sly che a Maricica sì non ha avuto classìfica). buon tratto fuori dalla propria migliore del modi; come sonda per sprofondare nel propri un ritardo di quasi sei minuti. mene — Rafira Fita Lovin ha Puica o <\ ^Ia^y Decker. Agne­ Le siepi hanno fatto sorri­ corsia. Si è accorto quasi subito sentimenti e nella propria storia atletica, tornando a far L'azzurro ha passato il tra­ 31 anni. Natalia Marasescu 32, se Possamai è naufragata: de­ dere il Kenia vincitore con Ju­ del colossale errore al quale zampillare la sorgente dell'energia, come chiave magica per guardo a circa cento metri dal­ Doina Melinte 28. Ileana Silai cima in 9*10"32. lius Korir nel gran tempo di ha tentato di rimediare rien­ riprendere 11 filo di un discorso che sembrava smarrito nelle lo scandinavo. Maurizio Dami- 8'11"87. E quindi l'Africa rie­ trando. Ma ormai 0 danno era ha corso fino all'età di quara­ Il salto *n alto ha esaltato fatto e avrebbe dovuto essere pieghe del tempo. Ulrike Meyfarth ha chiamato 11 destino lano è stato in lizza fine al 35' ntanni — fa pensare che il ge- Ulrike Meyfarth, Sara Simeo­ sce a cogliere una medaglia chilometro dopo è crollato d'oro nella specialit5 che fu squalificato, senza remissioni. con un urlo e lo ha tirato per I capelli, tracciando a forza una rovital della dottoressa Aslan ni e l'americana Joni Huntley Non si trattava di due o tre ap­ non avendo nessuna esperien­ abbia del buono Mancica Pui­ che con 1,97 è andata tre centi­ dominata dai grandissimi Kip linea fra Monaco 1972 e Los Angeles 1984; Sara ha fatto za sulla durissima distanza. poggi sulla corsia accanto: si In vece una capriola delle sue, un gesto felice e disln volto, e ha ca ha battuto agevolmente la metri più in là del proprio li­ Keino e Henry Rono. È stata trattava di invasione totale, Gonzales ha percorso ì 50 chi­ britannica Wendy Sly cam­ mite personale. Hanno molto una corsa drammatica con scoperto che per un attimo, quanto bastava per l'avverarsi di lometri «ri 3.47*26". tempo macroscopica, impossibile da pionessa mondiale dei 10 mila deluso la canadese Debbie l'avvocato mormone Henry ignorare. Ma i giudici hanno un bel sogno, le sue ruggini e le sue paure erano vola te via. Il straordinario. Giova ricordare metri su strada. E Zola Budd? Brill e l'altra americana Pam Marsh in ritardo all'inizio e tempo era scivolato Indietro, silenzioso e discreto come lei. che il messicano si era piazzato preferito ignorarla. Nella Frastornata dal battage, dal­ Spencer, entrambe già appro­ poi impegnato in un duro inse­ 4x400 si è vista una bella Italia In questa morbida, educata maniera, ci slamo tutti con­ secondo sulla distanza più cor­ l'interesse. dalla pressione psi­ date ai due metri. guimento. Questo Marsh usa ta con , Emesto vinti di cosa volesse Intendere Sara quando, prima della ga­ cologica e forse dal senso di I cento ostacoli femminili una tattica di corsa assoluta­ Nocco, e Do­ ra, chiedeva una tregua al suol dolori, un tranquillo giorno di Zola Budd e Mary Decker colpa per essere stata la causa vanno considerati come la più mente incomprensibile sce­ nato Sabia terza nella seconda sole In tutti I sensi. Non rimestava I suol guai per trarne non potevano avere un impat­ del ruzzolone di «Little Mary» debole di tutte le finali olim­ gliendo di navigare in coda. semifinale in un eccellente to peggiore. I tremila metri è crollata ben prima di entrare piche, visto che mancavano le Ma stando dietro si rischia di stimolo, non cercava di disegnarsi un alibi grande per la nel rettifilo finale, ma aveva il 3'03"87. prevedibile sconfitta; diceva, semplicemente, la verità. • erano stati gonfiati a dismisu­ prime dodici della classifica uscire dal vivo se qualcuno al­ ra dalla stampa americana che polpaccio sinistro ferito dai mondiale stagionale. Ha vinto l'improvviso attacca. È acca­ Lee Foster

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