ANALECTA ROMANA INSTITUTI DANICI

XLIII

ANALECTA ROMANA

INSTITUTI DANICI

XLIII

2018

ROMAE MMXVIII ANALECTA ROMANA INSTITUTI DANICI XLIII © 2019 Accademia di Danimarca ISSN 2035-2506

Scientific Board

Karoline Prien Kjeldsen (Bestyrelsesformand, Det Danske Institut i Rom, -30.04.18) Mads Kähler Holst (Bestyrelsesformand, Det Danske Institut i Rom) Jens Bertelsen (Bertelsen & Scheving Arkitekter) Maria Fabricius Hansen (Københavns Universitet) Peter Fibiger Bang (Københavns Universitet) Iben Fonnesberg-Schmidt (Aalborg Universitet) Karina Lykke Grand (Aarhus Universitet) Thomas Harder (Forfatter/writer/scrittore) Morten Heiberg (Københavns Universitet) Michael Herslund (Copenhagen Business School) Hanne Jansen (Københavns Universitet) Kurt Villads Jensen (Stockholms Universitet) Erik Vilstrup Lorenzen (Den Danske Ambassade i Rom) Mogens Nykjær (Aarhus Universitet) Vinnie Nørskov (Aarhus Universitet) Niels Rosing-Schow (Det Kgl. Danske Musikkonservatorium) Poul Schülein (Arkitema, København) Lene Schøsler (Københavns Universitet) Erling Strudsholm (Københavns Universitet) Lene Østermark-Johansen (Københavns Universitet)

Editorial Board Marianne Pade (Chair of Editorial Board, Det Danske Institut i Rom) Patrick Kragelund (Danmarks Kunstbibliotek) Sine Grove Saxkjær (Det Danske Institut i Rom) Gert Sørensen (Københavns Universitet) Anna Wegener (Det Danske Institut i Rom) Maria Adelaide Zocchi (Det Danske Institut i Rom)

Analecta Romana Instituti Danici. — Vol. I (1960) — . Copenhagen: Munksgaard. From 1985: Rome, «L’ERMA» di Bretschneider. From 2007 (online): Accademia di Danimarca.

ANALECTA ROMANA INSTITUTI DANICI encourages scholarly contributions within the Academy’s research fields. All contributions will be peer reviewed. Manuscripts to be considered for publication should be sent to: [email protected] Authors are requested to consult the journal’s guidelines at www.acdan.it Contents

Maurizio Paoletti: “Kleom(b)rotos, figlio di Dexilaos, (mi) dedicò”. L’offerta di un atleta vincitore ad Olimpia nel santuario di 7

Jan Kindberg Jacobsen, Peter Attema, Carmelo Colelli, Francesca Ippolito, Gloria Mittica, Sine Grove Saxkjær: The Bronze and Iron Age habitation on in the light of recent research 25

Daniel Damgaard: Architectural Terracottas from Etrusco-Italic Temples on the Later Forum of Ostia. Archaic Ostia Revisited 91

Christine Jeanneret: Making Opera in Migration. Giuseppe Sarti’s Danish Recipe for Italian Opera 111

Nikola D. Bellucci: Danici sodales. Schow e Zoëga nel carteggio Baffi (e Baffi nel carteggio Zoëga). Analisi e confronti 135

Marianne Saabye: P.S. Krøyer, Pasquale Fosca and the Neapolitan art scene 149

Anna Wegener: Italian Translations of Scandinavian Literature in the Interwar Period: A Bibliographic Overview 179

Reports:

Gloria Mittica & Nicoletta Perrone: Espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta. Le novità dagli scavi DIR 2017 237

Domenico A. M. Marino & Carmelo Colelli: Crotone. Lo scavo urbano di Fondo Gesù 265

Espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta. Le novità dagli scavi DIR 2017*

di Gloria Mittica & Nicoletta Perrone

Abstract. The current contribution presents the preliminary results from the excavations conducted in Francavilla Marittima (CS), southern , in 2017 by the Danish-Italian research team associated with the Danish Institute in Rome. The excavations were direct by Gloria Mittica and took place in the Archaic sanctuary on the Timpone della Motta. The fieldwork concerned a large consecrated space located at the entrance to the sanctuary on the south-east side of the . In this area substantial evidence for animal offerings and ritual dining has been identified which permits for a reconstruction of several ritual practices. This through a combined interpretation of the ritual instruments, votive gifts, architectonical structures and not least archaeobotanical and –zoological material. All of which may be dated the major part of the 6th century BC. The analysis of animal remains shows that most of them belongs to domestic animal species especially sheeps and goats. The peculiarity of the bones consists in their combustion homogeneity which has reached calcination. The archaeozoological analysis suggests that the bones are the result of sacrifice rituals of Greek origin, theThysia .

Prospettive di ricerca evidenze di grande significato. Pertanto, il già Durante l’anno 2017 l’équipe italo-danese, da promettente quadro che si era delineato con anni impegnata nella ricerca scientifica presso gli scavi eseguiti tra il 2008-2010 per conto del il sito archeologico di Francavilla Marittima GIA (Groningen Institute of Archaeology), viene (CS), ha ripreso in maniera sistematica ed ad essere confermato e ampliato. estensiva l’esplorazione di un importante Il contesto archeologico, affrontato nel suo spazio consacrato di epoca Arcaica. insieme, fa sì che particolare attenzione ricada Questo è ubicato sul versante sud-orientale sull’ideologia cultuale e sulla predisposizione e dell’acropoli, all’ingresso del Santuario di percezione degli spazi sacri, senza prescindere Timpone della Motta.1 La ripresa degli scavi dalla considerazione delle norme che ad opera del DIR (Danish Institute in Rome) regolamentavano quel sistema interrelato ha consentito di scoprire nuovi contesti ed di funzioni e significati propri dei fenomeni acquisire quindi ulteriori dati che, integrati religiosi e dei cerimoniali ad essi connessi. con quelli di cui si è in possesso, stanno Gli scavi archeologici condotti dal GIA progressivamente restituendo una serie di durante un primo ciclo di ricerca, tra il 1991 ed il

1 Mittica et al. 2018a, Mittica et al. 2018b, Mittica et al. 2018c. 238 Gloria Mittica & N icoletta Perrone

2004, sotto la direzione di Marianne Kleibrink stratigrafici affidabili.4 La causa va attribuita e Peter Attema e con il coinvolgimento dei al fatto che le sequenze stratigrafiche di VI membri danesi dell’attuale Missione, hanno secolo indagate dalla Stoop, sono risultate interessato il versante sud-occidentale collocate immediatamente al di sotto del piano dell’acropoli. Qui è stato esplorato l’Edificio di campagna e quindi disturbate dalle attività V nelle sue fasi cronologiche2 e sono stati agro-pastorali, dai pesanti saccheggi eseguiti documentati fondamentali contesti di VIII da scavatori clandestini e dalla frequentazione e VII secolo a.C.. Mediante le pubblicazioni del sito da parte di carbonai durante il 1900. scientifiche che ne sono seguite il focus degli Così, al fine di intercettare contesti affidabili studi è stato posto sulla tradizione materiale di VI secolo, nel 2008 sono stati compiuti dei e sull’analisi delle ideologie cultuali diffuse sondaggi esplorativi lungo il versante sud- presso l’insediamento tra l’800 e il 620 a.C.3 orientale dell’acropoli, dove effettivamente è Durante il secondo ciclo di ricerca ad opera stato intercettato un giacimento archeologico del GIA, dal 2008 al 2016, scientificamente di notevole interesse. La stratigrafia era ben diretto da Jan Kindberg Jacobsen e Peter conservata e ricca di tracce rituali riferibili Attema, l’attenzione è stata focalizzata sulla al periodo arcaico, pertanto si è scelto di fase di piena monumentalizzazione del ampliare l’area di scavo impostando un Saggio Santuario arcaico. Infatti, la scarsità delle Stratigrafico di 5,0 x 5,0 mt (SAS MS3) nel informazioni relative a tale periodo poneva quale sono stati documentati chiari indicatori vari problemi interpretativi, uno su tutti la dell’espletamento di pratiche per il sacrificio capacità di individuare le specifiche pratiche animale e per la libagione, che hanno avuto rituali e la seriazione della cultura materiale luogo tra il 600 a.C. e la fine del VI secolo all’interno del santuario. Anche le conoscenze a.C. L’indagine di tale contesto fornisce in merito agli aspetti architettonici e topografici l’occasione unica di conoscere la principale meriterebbero di essere ampliate con via di accesso ai vari templi e l’organizzazione l’indagine sistematica di strutture di servizio degli spazi destinati a pratiche rituali. La e ambienti che, seppur non ancora messi in decodificazione e ricostruzione delle prassi luce, si conservano senz’altro presso il sito e votive e rituali consentirà di cogliere quanti devono aver rivestito un ruolo determinante più dettagli possibili sulle espressioni di nello svolgimento dei cerimoniali. religiosità nel periodo di piena vita del Inoltre, i contesti riferibili al periodo santuario. arcaico indagati dalla Stoop nel santuario di In seguito ad un periodo dedicato al solo Timpone della Motta durante gli anni Sessanta studio dei materiali e all’elaborazione dei dati del secolo scorso, pur avendo restituito una acquisiti, gli scavi presso il sito archeologico notevole varietà di reperti mobili, di contro, di Timpone della Motta sono ripresi a pieno non hanno permesso di registrare dati regime ad opera dell’équipe italo-danese5 con

2 Edificio Va: capanna enotria datata alla media età pato 14 studenti di Archeologia Classica del II a.a. del Bronzo; Edificio Vb: VIII sec. a.C.; Edificio Vc: dell’Università di Aarhus e 12 studenti del I a.a. tempio datato tra fine VIII inizi VII a.C.; Edificio dell’Università di Copenhagen, a tutti loro va rico- Vd: tempio datato alla seconda metà del VII a.C.; nosciuto grande merito per la disciplina e dedizione Ve: tempio datato tra fine VII-VI a.C.; Edificio Vf: con cui hanno preso parte attiva alla ricerca sul cam- chiesetta bizantina con annesso pozzo di X secolo, po. Questa ha assunto valenza didattico-scientifica cfr. Jacobsen & Handberg 2010, 18-42. proprio al fine di impartire loro ogni nozione legata 3 Saxkjær et al. 2017 con bibliografia di riferimento; all’indagine stratigrafica, alla documentazione grafi- Jacobsen & Handberg 2010; Kleibrink 2010. ca e topografica e di catalogazione delle varie classi 4 Stoop & Pugliese Carratelli 1965-1966; Stoop 1974- di reperti immagazzinati. A cura di Lisa Marie An- 1976; Stoop 1979; Stoop 1983; Stoop 1985; Stoop dersson, che ringrazio vivamente, è l’elaborazione 1988; Stoop 1989; Stoop 1990. grafica della documentazione fotografica corredata 5 Alle campagne di scavo DIR 2017 hanno parteci- al presente testo.

espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta 239 concessione ministeriale pluriennale - trasferita che appare più complesso di quanto finora nel 2017 dal GIA al DIR con il benestare del delineato, arricchendo le conoscenze su uno Groningen Institute of Archaeology, della dei più suggestivi luoghi dell’Occidente greco, Soprintendenza Archeologica della popolato - ancor prima delle origini del luogo e del Mibact. di culto - da una comunità indigena dalla Le prospettive di ricerca trovano oggi quale non si può prescindere nell’analisi del espressione nel progetto scientifico The contesto. Gli autoctoni, che pur entrando Sphere of the Divine. Religious transformations in contatto dalla fine del IX secolo a.C. of the Timpone della Motta in its Western con genti greche e non greche d’Oriente e Mediterranean Setting promosso dalla d’Occidente che prendono a frequentare Fondazione Carlsberg.6 L’approccio di ricerca il territorio da loro popolato, mantengono è di tipo multidisciplinare, perciò avvalendosi autonoma la propria identità culturale fino dell’ausilio di ogni utile tecnologia e disciplina al punto che le architetture degli edifici sacri applicata all’archeologia7 e sottoponendo arcaici, seppur rispondono ad una esigenza i reperti materiali, sedimentari e faunistici greca nell’organizzazione planimetrica, ad una ampia gamma di analisi scientifiche restano fedeli alla tecnica costruttiva lignea di laboratorio, vengono acquisite preziose di tradizione indigena anche nel periodo di informazioni altrimenti non documentabili monumentalizzazione del santuario, nonché attraverso altre fonti. Si tratta di dati che massimo splendore e potere della colonia riflettono gesti e consuetudini che per la achea. Pertanto, nonostante il contesto di comunità antica hanno avuto un ruolo indagine sia ascrivibile alla fase coloniale, non centrale nell’ambito delle azioni sacrificali. è possibile prescindere dal mondo indigeno Un forte proposito è quello di tracciare un e dalle dinamiche dei rapporti instaurati, quadro conoscitivo della vita all’interno del facendo sì che l’insediamento di Timpone santuario basato su una documentazione della Motta fosse luogo in cui si intersecavano solida e comparata delle evidenze sia materiali le strade trans-marine e terrestri battute, forse che strutturali, attraverso cui cogliere ogni anche alla ricerca di pregiate materie prime, espressione: dalla religiosità alla manutenzione ma certamente per motivi commerciali. ed alla gestione del santuario. La difficoltà nel In tal senso, assume estremo interesse tracciare un quadro completo ed esaustivo l’attestazione presso il sito di ceramica di è dipesa sia dal ritardo nella conoscenza tradizione euboico-cicladica costituita da dei fenomeni religiosi e dei vari aspetti alcuni esemplari importati dalla madrepatria legati al sacro, che dalla complessità nella e di una produzione locale denominata decodificazione dei segni e dei momenti legati enotrio-euboica, insieme all’attestazione di al rito e al culto. ceramica corinzia del Medio Geometrico Gli esiti della ricerca intrapresa non II e degli inizi del Tardo Geometrico e mancheranno di fornire un consistente l’abbondante ceramica geometrica iapigia. apporto alla ricostruzione storica di un quadro Esattamente l’apporto diretto di artigiani

6 Plauso e riconoscenza si intendono esprimere nei rin; lo studio dei resti paleobotanici è stato affidato confronti della Fondazione Carlsberg di Danimar- al Laboratorio di Archeobotanica dell’Università di ca che sin dal 2002 offre il proprio supporto alla Lecce diretto dal Prof. Girolamo Fiorentino; le ana- Missione Archeologica Internazionale che opera a lisi archeometriche sono curate dalla Prof.ssa Anna Francavilla Marittima, sostenendo le attività di sca- Maria De Francesco del Dipartimento di Scienze vo, di studio e di edizione dei dati. della Terra dell’Unical, mentre le indagini tomogra- 7 Lo studio dei resti faunistici è in corso di svolgi- fiche a raggi X sono a cura del Dr. Andrea Smeri- mento a cura della dott.ssa Nicoletta Perrone pres- glio del Dipartimento di Chimica e Fisica dell’Uni- so il Laboratorio di Archeozoologia dell’Università versità della Calabria. di Lecce diretto dal Prof. Jacopo De Grossi Mazzo- 240 Gloria Mittica & N icoletta Perrone greci impegnati nella produzione in loco – orientato in senso Est-Ovest e caratterizzato come dimostrato dalle analisi archeometriche sui versanti a Nord, Sud e Ovest da ripide e dall’identificazione della probabile area pareti a strapiombo (Fig. 1a). Il piccolo del Kerameikos – spiegherebbe l’attestazione pianoro sommitale, che costituisce l’acropoli, è della classe ceramica enotrio-euboica8 nella sicuramente frutto di un intervento antropico sua significativa quantità e varietà tipologica volto a realizzare uno spazio pianeggiante. presso il sito di Timpone della Motta e molti Nella Valle del Crati la posizione protosto- altri aspetti su cui i punti di domanda sono rica del Timpone della Motta, che dista 8 km numerosi e aperti. Tuttavia, gli studi e le analisi in direzione Est dalla costa ionica, risulta inse- dell’ultimo decennio insieme al dibattito rita più che bene a controllo dell’asse interno scientifico che si è venuto a sollecitare grazie per il Mar Tirreno, soprattutto attraverso l’al- all’apporto di contributi di rilievo su due filoni to corso del Torrente Raganello che si collega di ricerca differenziati, ma ben rappresentati anche alle regioni dell’alto Coscile9, influendo dal caso studio di Timpone della Motta (si sul controllo di luoghi sfruttati per la pratica pensi ai Convegni Internazionali: Santuari della transumanza a corto raggio tra i pascoli mediterranei tra Oriente e Occidente. Interazioni estivi del Pollino e quelli invernali della valle e contatti cultuali e la seconda edizione di fluviale10 e delle loro coltivazioni. Pithekoussai e l’Eubea tra Oriente e Occidente) L’area di Timpone della Motta è stata permettono senz’altro di trarre osservazioni popolata da un gruppo di autoctoni, Enotri, basate su documenti di prima mano suscettibili sin dalla media età del Bronzo.11 Le vie di di approfondimenti. La complessità storico- comunicazione marittime e costiere, insieme archeologica del sito di Francavilla Marittima a quelle di collegamento verso l’entroterra e è pari alla sua potenzialità ed il quadro quelle che si dipartono dalle valli fluviali per brevemente sintetizzato in questa sede, a valicare il sistema montuoso dell’Appennino, seguito della ricerca in corso di svolgimento e hanno contribuito al precoce incontro tra delle scoperte che ne verranno, è chiaramente Enotri, Levantini e Greci che hanno animato destinato ad arricchirsi. questo territorio precedendo e favorendo la costruzione del successivo “impero di ” Caratterizzazione degli spazi ed apprestamenti ed allo scambio commerciale e culturale con rituali gruppi di élite indigene. L’insediamento di Il Timpone Motta costituisce una propaggine Timpone della Motta entra precocemente dei monti del Pollino posta sul versante nella sfera Sibarita e sulla sua vetta sorge e meridionale del Monte Sellaro, ubicata a si sviluppa uno dei più importanti santuari ridosso della Pianura del Crati e compresa della chora, con edifici dapprima costruiti tra il Torrente Raganello a Sud e il Vallone con la tecnica in legno e crudo, sostituiti nel Dardania a Nord. La cima si innalza alla quota periodo arcaico da sacelli bi- o tripartiti dalla di 284 mt s.l.m. e si presenta come un terrazzo planimetria piuttosto allungata con zoccolo di forma stretta e allungata (ca. 160 x 50 mt) lapideo, alzato in crudo e copertura fittile,

8 In merito agli esiti delle analisi archeometriche 2012; Jacobsen 2013; Jacobsen & Saxkjær 2014; Ja- sulle ceramiche enotrio-euboiche da Francavilla cobsen et al. 2015a; Jacobsen et al. 2015b; Jacobsen Marittima cfr. De Francesco et al. 2009; Andaloro et al. 2016; Saxkjær et al. 2017; Jacobsen et al. 2017. et al. 2010a; Andaloro et al. 2010b; Andaloro et al. 9 Sangineto & La Rocca 1997. 2011. Sulla ceramica euboica ed enotrio-euboica da 10 In merito alle antiche strategie di pastorizia e transu- Francavilla Marittima cfr. Mittica 2007; Mittica et al. manza, cfr. Veeneman 2002; Givigliano 1985-1986. 2007; Mittica 2008; Jacobsen et al. 2009a; Jacobsen 11 Per l’illustrazione dei dati relativi alle più antiche et al. 2009b; Handberg et al. 2009; Mittica 2010; attestazioni di insediamento presso il Timpone del- Jacobsen & Handberg 2010; Jacobsen et al. 2011; la Motta si veda il contributo di Jacobsen et al. nel Handberg & Jacobsen 2011; Jacobsen & Handberg presente volume, 25-90. espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta 241

Fig. 1a. Acropoli di Timpone della Motta (ripresa da drone G. Mittica) - Fig. 1b. Sag- gio Stratigrafico SAS MS3 scavi DIR 2017 (ripresa da drone G. Mittica). presso i quali hanno ricevuto culto i numi del all’espletamento del culto, ma soprattutto si più antico Pantheon greco, in primis sono conservate – molto spesso in giacitura come dimostrato dalla dedica dell’olimpionico primaria - manifestazioni materiali capaci Kleombrotos12 rinvenuta nell’Edificio II. di scandire i vari momenti e le norme che Con gli scavi DIR 2017 è stata ripresa regolano le pratiche rituali qui esercitate l’indagine estensiva sul versante sud-orientale durante il VI secolo a.C. (Fig. 1b). Seppur del Santuario, il saggio stratigrafico a sezione si rende ancora necessario stabilire l’esatta aperta (SAS MS3) è stato ulteriormente estensione di tale spazio, poiché non ancora ampliato rispetto al 2008 misurando oggi indagato nel suo insieme, il lavoro di recupero 24,0 x 12,0 mt. Qui si sta indagando un ed esame analitico di ogni segno decodificabile ampio spazio consacrato, attualmente non conservato nel giacimento archeologico, meglio definibile, all’interno del quale sono consente di formulare una serie di ipotesi di stati riconosciuti gli apprestamenti destinati lavoro che interessano il Santuario nella sua fase

12 Si veda il contributo di Paoletti nel presente volume, 7-24. 242 Gloria Mittica & Nicoletta Perrone

Fig. 2a. Massicciata SAS MS3 USM 501, prima metà VI sec. a.C. (foto G. Mittica). Fig. 2b. Dettaglio massicciata SAS MS3 USM 501 (foto: G. Mittica).

Fig. 3a-b. UUSS 220, 647 e USM 501; dettaglio configurazione delle UUSS (foto: G. Mittica).

di monumentalizzazione, durante il secondo come per i templi messi in luce in passato, quarto del VI secolo a.C. con il rifacimento ad appena -0,50 mt dal piano di campagna in pietra di strutture già esistenti (Edificio I, sono emerse le prime unità stratigrafiche di Edificio III ed Edificio Ve) e con la messa in interesse, e quindi lo strato che sigillava questo opera di nuove strutture (Edificio II, Edificio spazio è risultato rimaneggiato per via della IV e il muro di temenos cd. Muro Schläger). sopracitata frequentazione e manomissione Lo spazio consacrato è disposto tra l’area di che ha interessato gran parte dell’acropoli. accesso al Santuario ed i coevi templi arcaici Pertanto, tutto ciò che incombeva e poggiava e, per quanto si evince dalla documentazione quasi a diretto contatto con il contesto è stato archeologica, ha senz’altro rivestito un asportato e inquinato, ma è possibile riferire ruolo primario ai fini dello svolgimento dei il disuso alla fine del VI secolo a.C. sulla base cerimoniali religiosi. Anche in questo caso, dei materiali rinvenuti all’interno dei lembi di espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta 243

stratigrafica muraria 501 nella sua estensione totale. Sulla parte nord-occidentale della massicciata risulta impostata una ulteriore struttura (USM 100) realizzata in pietre fluviali di medie e grandi dimensioni - dotata anche di elementi lapidei squadrati - la cui disposizione appare meno coerente. Ad ogni modo, i materiali recuperati in giacitura primaria tra i vari elementi lapidei confermano appieno il carattere sacro. L’ampliamento eseguito ad Ovest ha rivelato una maggiore estensione ancora da seguire oltre i limiti occidentali del saggio di scavo; ci si riserva quindi di rimandare l’ipotesi interpretativa al termine delle indagini. Per entrambe le strutture la disposizione planimetrica si sviluppa in senso Sud-Est / Nord-Ovest e risulta in asse, oltre che in fase cronologica, con l’Edificio III, che

Fig. 4a-b. Dettaglio colorazione e composizione delle UUSS 220, 647 (foto: G. Mittica).

stratigrafia rimasti intatti. Scendendo via via a maggiori profondità, sono emersi apprestamenti strutturali funzionali al culto: una massicciata (USM 501) realizzata con piccoli ciottoli fluviali abbastanza costipati e legati a secco, che sembra essere contenuta lateralmente da grandi pietre fluviali (Fig. 2a-b). L’esame preliminare del dato materiale permette di datare l’impianto entro la prima metà del VI secolo, mentre la sua obliterazione può essere collocata nella seconda metà del secolo. Tale struttura orientata in senso Sud-Est / Nord- Ovest prosegue in direzione Est oltre il limite di scavo, così come si evince nella sezione Est del corridoio di servizio che corre all’interno del Saggio Stratigrafico e che divide la parte di Saggio indagata nel 2009 e gli ampliamenti impostati durante il corrente anno. Il corridoio sarà completamente rimosso nella prossima Fig. 5a-b. Piano di battuto di uso US 224 (foto: G. Mit- campagna di scavo al fine di conoscere l’Unità tica). 244 Gloria Mittica & Nicoletta Perrone sorgeva in posizione dominante presso contenere, anche elementi di arredo sacro l’estremità occidentale dell’acropoli. La ed elementi architettonici. Tra questi, degni massicciata è ricoperta, sul lato settentrionale, di nota sono due frammenti riferibili alla da uno strato di cenere fine frammista a ossa parte superiore di una sima fittile policroma animali combuste, calcinate e notevolmente decorata a motivi a palmette (Fig. 6a-c), frammentate, inclusi carboniosi e minuti frammenti di sima della medesima tipologia frammenti ceramici (US 220); mentre, sul lato sono stati rinvenuti durante gli scavi Stoop meridionale è ricoperta da uno spesso strato nell’Edificio III e si datano alla prima metà del di terreno a matrice argillosa dalla colorazione VI secolo a.C.13 tendente al giallo, ricco di suppellettile rituale A Nord-Est della massicciata è stato recuperato in buono stato di conservazione documentato un deposito votivo in cui (US 647) (Figg. 3a-b; 4a-b). Le due unità abbondava la ceramica miniaturistica e doni stratigrafiche, seppur diverse nella loro votivi spesso integri (Fig. 7a-c); mentre a composizione, consistenza e colorazione, Sud-Ovest della massicciata è stato indagato presentano la medesima configurazione della un ampio scarico rituale in cui il materiale superficie: questa è perfettamente orizzontale risulta frammentato e accumulato in maniera ed il rapporto stratigrafico vede lo strato caotica. Certamente si osserva l’omogeneità cineroso US 220 poggiare a Nord sul taglio cronologica dei materiali, tutti ascrivibili al VI del conglomerato e legare a Sud con US 647. secolo e in entrambi i casi è stata documentata Inoltre, va osservato che lo strato cineroso ceramica di produzione coloniale, tra cui è abbastanza sottile (0,8-0,10 mt), mentre lo hydriskai, krateriskoi e kanthariskoi sia individuali spessore della US 647 aumenta sempre più in che montati su kernoi anulari (Fig. 8) e ceramica direzione Sud nel seguire il senso del declivio d’importazione greca, specie attica, laconica e naturale della collina Motta (Figg. 5a-b). Si corinzia, tra cui si segnalano kotylai e kotyliskoi, tratta di un vero e proprio livellamento, da skyphoi, piatti, pissidi, louteria, aryballoi (Fig. 9). cui ne deriva un piano di uso, la cui funzione Entrambi i contesti hanno restituito terrecotte potrà essere chiarita solo con il proseguo fittili, monili in pasta vitrea, faience, laminette, dell’indagine sistematica, che al momento ha fermatrecce e vari oggetti in bronzo. interessato una porzione limitata dell’unità Tra i resti di sacrificio, presenti stratigrafica oltre la cui quota non si è ancora principalmente nell’area di scarico rituale scesi, ma soprattutto un attento esame del si annoverano ossa animali frammentate e materiale contenuto in questi strati fornirà calcinate e semi di cereali, prevalente risulta precisi termini cronologici. Ad ogni modo, l’orzo. Per il momento, ma il dato può essere i reperti ceramici e bronzei qui recuperati del tutto casuale e rivisitato a seguito delle sembrano databili entro la prima metà del VI prossime campagne di studio dei materiali, secolo a.C. è doveroso segnalare che solo nello scarico rituale tra gli oggetti d’importazione greca sono Materiali rituali e votivi attestate kylikes, alabastra, amphoriskoi, lekythoi, All’interno dello spazio consacrato sono stati oinochoai, balsamari configurati, stamnoi, crateri, rinvenuti, quasi sempre in situ, numerosissimi thymiaterion, perirrhanteria e phialai in ceramica strumenti funzionali a tutte quelle esigenze corinzia, lame in ferro (Fig. 10a-c); mentre solo richieste dalla complessa organizzazione di un nel deposito votivo si registra la presenza di sacrificio in un’area di culto e notevolmente frammenti di pinakes, una fibula in oro giallo e rilevante risulta la loro disposizione spaziale: monili in ambra. oltre a vasi per libare, mescere, versare e L’analisi quantitativa e formale dell’ingente

13 Mertens & Schläger 1982, 162-164. espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta 245

Fig. 6a-c. Elementi architettonici fittili policromi, VI sec. a.C. (foto: J.K. Jacobsen).

Fig. 7a-c Frammenti fittili di edicole votive, VI sec. a.C. (foto: J.K. Jacobsen).

Fig. 8. Ceramica di produzione coloniale dal deposito votivo (foto: G. Mittica & J.K. Jacobsen). 246 Gloria Mittica & Nicoletta Perrone materiale votivo e rituale sin ora immagazzi- nato mostra la netta prevalenza di una forma: la phiale mesomphalos bronzea il cui stato di rin- venimento rivela ulteriori aspetti in merito alle attività espletate al termine dei sacrifici rituali (Fig. 11). Tra le centinaia di phialai immagazzi- nate dal saggio stratigrafico MS3 molte sono integre, altre presentano fori di sospensione, altre ancora sono state flesse intenzional- Fig. 9. Piatto corinzio, 600/590-570 a.C. (foto: J.K. Ja- mente al fine di risultare defunzionalizzate; cobsen). ad ogni modo, risultano realizzate attraverso la martellatura di un’unica e sottile lamina e prive di decorazione. Il rapporto tra forma e funzione è in questi esemplari è privo di decorazione, questo caso del tutto chiaro: la denominazione presenta dimensioni, spessore della lamina stessa deriva dalla presenza dell’omphalos, e proprietà della lega variabili e costituisce appunto la depressione realizzata nella parte un confronto tipologico diretto per gli centrale e inferiore del manufatto, sagacia esemplari restituiti dal SAS MS3. Sulla scorta artigianale che permetteva una maggiore di questa osservazione, e considerando che prensilità e manipolazione durante l’azione di questo contesto è l’unico sinora investigato spargimento rituale di sostanze liquide offerte sul Timpone a restituire una così notevole alla divinità.14 Le libagioni accompagnavano quantità di phialai, e senza tralasciare il ogni forma di dialogo con gli dei e ciò fatto che durante lo scavo stratigrafico giustificherebbe la presenza ed il largo utilizzo sono state documentate numerose buche di di questi oggetti nel santuario di Timpone clandestini, chiaramente scavate mediante della Motta,15 così come in gran parte dei l’impiego di metal detector (si pensi al santuari arcaici: numerosi in madrepatria tra i rinvenimento di specifici tipi di batteria quali primeggia l’Heraion di Samo16 e in Magna riconducibili all’utilizzo di tale strumento, Grecia il Santuario di Hera Lacinia in Loc. ma anche alla morfologia delle buche e ai Capo Colonna di Crotone.17 residui di metalli in esse presenti), è possibile Molti esemplari di phialai sono stati ricontestualizzare un numero di phialai depredati durante gli scavi illeciti eseguiti insieme a numerosi altri reperti confluiti nei sul Timpone della Motta negli anni sessanta lotti di Berna e Malibu come provenienti e settanta del ‘900 e sono poi sono confluiti dall’area di scavo SAS MS3. Spesso è infatti attraverso il mercato antiquario nelle possibile la ricomposizione di frammenti collezioni dei Musei di Berna e Malibu, appena emersi dallo scavo stratigrafico, successivamente studiate e pubblicate da non a caso recuperati proprio nel terreno Papadopoulos nell’ambito del progetto asportato da buche di scavatori clandestini.19 di rimpatrio del 2002.18 Gran parte di Procedendo nella rassegna dei materiali vo-

14 Secondo ulteriori ipotesi interpretative la phiale è sono attestate numerose phialai bronzee e per la stata utilizzata come vaso potorio durante i ban- bibliografia di riferimento si veda Papadopou- chetti rituali o ha avuto funzione oracolare come los 2003, 38 nota 92; per l’Heraion di Samo, cfr. proposto da Dunbabin per gli esemplari dal Santua- Furtwängler 1981, pl. 31, nos. 3-4; DeCou 1905, rio di Hera Limenia a Perachora, cfr. Forsén 2004, pls. CXIII-CXV; Yorke 1896, 301. 305; Perachora I, 150, ns. 5-14. 17 Spadea 1994, pl. IV.B; Spadea 1996, 115-117, nos. 15 Pochi altri esemplari sono stati rinvenuti in altri 46-54. settori del Santuario di Timpone della Motta, cfr. 18 Papadopoulos 2003. Stoop 1980, 177. 19 Jacobsen & Mittica 2019, 35-48. 16 Per una precisa rassegna dei santuari greci in cui espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta 247

Fig. 10a. Frammento di cratere co- Fig. 10b. Frammento di cratere Fig. 10c. Frammento di cratere la- rinzio, metà VI sec. a.C. (foto: J.K. corinzio, prima metà VI sec. a.C. conico, VI sec. a.C. (foto: J.K. Ja- Jacobsen). (foto: J.K. Jacobsen). cobsen).

mente decorato dall’Heraion alla foce del Sele21 e da quello - in effetti di provenienza ignota - esposto nel Museo del Louvre, anche dal frammento rinvenuto nel quartiere Stombi di Sibari;22 a questi vanno aggiunti tre frammenti acefali, probabilmente pertinenti ad un uni- co esemplare, dal Santuario di Hera Lacinia e i tre frammenti di busti e i due di teste dal Santuario di S. Anna di Cutro a Crotone.23 Altri due frammenti ben conservati sono stati recuperati nella Stipe Nord dell’Edificio I di Fig. 11. Phiale mesomphalos bronzea, VI sec. a.C. (foto: Timpone della Motta.24 G. Mittica). Tra la coroplastica dal SAS MS3, sono state documentate anche terrecotte fittili femminili dal volto di forma allungata, con polos di varia tivi, significativo per l’interpretazione del cul- morfologia, acconciature a ciocche verticali to è il materiale coroplastico, che rimanda alle ad incorniciare la fronte e lunghe trecce attestazioni diffuse nel VI secolo nei principali costituite da globetti a rilievo che ricadono santuari extraurbani di area achea: statuette di sulle spalle, su cui sono applicate due grandi figure femminili sia assise che stanti, sia prive fibule a disco e talvolta anche ali falcate. che connotate da attributi (con colomba, con Degno di nota è il frammento di figurina fittile fiore di loto e capri) e ancora protomi femmi- femminile, di cui si conserva la parte superiore nili (Fig. 12a-c). Al primo quarto del VI secolo fino all’altezza delle spalle, probabilmente si riferisce un nucleo - cospicuo se rapportato rappresentata in posizione assisa (Fig. 14). Il al numero complessivo delle attestazioni note volto di forma ovoidale piuttosto squadrata, in letteratura – di frammenti relativi alle ca- presenta sopracciglia arcuate e grandi occhi, riatidi, delle cosiddette Lampade tipo Sele (Fig. l’acconciatura ricade sulle spalle ed incornicia 13a-b), eclettico prodotto di un atelier colonia- la fronte con una breve frangia ondulata, le acheo.20 Confronti immediati sono rappre- la figura è dotata di basso polos forse con sentati oltre che dall’esemplare integro e fine- velo e da collana con pendente centrale a

20 Croissant 1994, 549-550. 23 Sabbione 1986, 272-273, nota 57. 21 Zancani Montuoro 1960, 69-74. 24 Zancani Montuoro 1960, 74. 22 Croissant 1994, 548. 248 Gloria Mittica & Nicoletta Perrone

Fig. 12a-c. Terrecotte fittili femminili arcaiche (foto: G. Mittica).

Fig. 13a-b. Frammento di cariatide e protome da Lampada tipo Sele, primo quarto VI sec. a.C. (foto: G. Mittica).

Fig. 15. Elemen- ti e attributi fit- tili da terrecotte votive, seconda metà VI sec. a.C. (foto: J.K. Ja- Fig. 14. Terracotta fittile femminile con polos, VI sec. cobsen). a.C. (foto: G. Mittica). espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta 249 forma di melograno.25 Tracce di vernice sembra emergere, a partire dalla metà del dalla colorazione tendente al rosso scuro si VI secolo, un’accentuazione di valenze conservano in diverse parti della statuina. artemisie legate forse al ruolo della Signora Tra i confronti più puntuali va ricordato del mondo naturale che sovraintende ai l’esemplare dall’Heraion di S. Anna di Cutro riti di iniziazione e passaggio di status degli a Crotone datato alla seconda metà del VI adolescenti, proprio nel periodo in cui la polis secolo a.C.26 e per il quale si rimanda a modelli avvia la strutturazione territoriale. Prendendo d’ispirazione corinzio-peloponnesiaca.27 Un in considerazione gli esemplari coroplastici esemplare simile è stato rinvenuto dalla Stoop rinvenuti tra il 2008-2009 sono scaturite ben nella Stipe I,28 in questo caso però le labbra presto riflessioni sull’identità della divinità sono meno sottili e l’acconciatura si compone tributaria del culto e sulla scorta dei dati sino di trecce a globetti rilevati. a quel momento in nostro possesso è stata Dal contesto indagato ad opera del DIR presa in considerazione l’idea – senza pretesa risultano significativi i vari esemplari di ali alcuna di essere né esaustiva né definitiva – di fittili falcate (Fig. 15a) pertinenti ad esemplari riconoscere Artemide o Artemide assimilata di terrecotte femminili, che trovano confronti ad Hera. Ad ogni modo, solo da poche stringenti con l’Artemide da Sibari29 e dal settimane si è conclusa la lunga e fruttuosa Santuario di S. Biagio alla Venella di Metaponto campagna di scavi DIR 2017, durante la datate fra il 530 ed il 510 a.C.,30 insieme al quale è stato possibile recuperare abbondante modellino di capride sagomato a mano (Fig. coroplastica insieme a centinaia di altri 15b) con tracce di frattura sul lato posteriore e votivi e si intende pertanto procedere nella dunque un attributo originariamente applicato decodificazione comparata di più evidenze ad una terracotta fittile femminile. Il tipo è noto materiali nell’ambito dell’analisi contestuale dal santuario extraurbano di Metaponto31 e dal prima di avanzare una ipotesi certa circa la quartiere abitativo di Stombi a Sibari32 come divinità cui sono stati offerti. Inevitabile la connotato della dea Artemide. L’esemplare da consapevolezza che l’identificazione della Metaponto è messo in relazione al tipo alato divinità non è sempre possibile e addirittura con grandi fibule a dischi piani, datato fra il si complica per le divinità femminili 530-510 a.C. e identificato con la dea Artemide caratterizzate da sfere d’influenza molto affini nel ruolo di Potnia theron.33 Il busto femminile fra loro; altresì l’elaborazione dei dati potrebbe acefalo rinvenuto a Stombi, meglio noto come confermare, invece, l’intuizione iniziale. Artemide con capri, si data alla seconda metà Particolarmente significativa è risultata del VI secolo a.C. Gli arti superiori sono la distribuzione spaziale dei reperti giacché aderenti al busto e le mani strette a pugno consente di dettagliare alcuni momenti nell’atto di reggere due capri rappresentati che accompagnano il cerimoniale religioso nell’atto di slancio. dall’offerta al sacrificio ed al banchetto. In tal Da una primissima analisi iconografica, senso, l’analisi archeozoologica ha permesso

25 Il tipo di pendente, costituito da due elementi cir- 28 Stoop 1974-1976, 120, n. 12, Tav. LIX,1. Croissant colari di diversa dimensione sovrapposti fra loro, è la data al secondo quarto del VI secolo a.C., ricon- noto da terrecotte fittili rinvenute nel Santuario di ducendo il tipo di acconciatura a modelli chioti e la S. Biagio alla Venella di Metaponto datate alla metà resa del viso all’ambito attico; cfr. Croissant 1994, del VI secolo a.C. Si tratta di un tipo di amuleto 552-553, tav. XXXIX, 1-2. molto diffuso a Sparta e definito da Olbrich kno“ - 29 Sibari III, 126, n. 241, fig. 140.30 spenförmigen”, cfr. Olbrich 1979, 164-165, taf. 34, B6 31 Olbrich 1979, 156-157, taff. 27-28, A119-A121. Var. A. 31 Ibid. 157, taf. 29, A122; De Stefano 2014. 26 La Rocca 2008. 32 Croissant 1994, 553-554, tav. XL,1. 27 Sabbione 1986, 281, nota 70. 33 Olbrich 1979, 157, taf. 29, A122. 250 Gloria Mittica & Nicoletta Perrone di chiarire che nello spazio sacro sul versante orientale del santuario, durante il VI secolo a.C. veniva praticato un rito cruento di tipo alimentare, la thysia.34 A tal riguardo, una grande novità degli scavi DIR 2017 è rappresentata dal rinvenimento, nell’ampliamento compiuto a Sud dell’area di scavo (SAS MS3-AS Q2), di ceramica da mensa databile al VI secolo a.C., esattamente recipienti adatti alla cottura di cibi che richiedevano tempi piuttosto lunghi: olle, coperchi e teglie (Fig. 16). Peraltro, l’aspetto più significativo è rappresentato dal fatto che questi sono stati rinvenuti in associazione stratigrafica con resti faunistici bolliti (Fig. 17a) piuttosto che combusti fino alla totale calcinazione come quelli attestati Fig. 16. Ceramica da mensa, VI sec. a.C. (foto: J.K. Jacobsen). nella parte settentrionale dell’area (Fig. 17b). I dati inducono per ora a pensare che si è di fronte a resti di pasto rituale consumato dai partecipanti al cerimoniale. Inoltre, proprio per questa zona è stato pianificato un ulteriore ampliamento del saggio di scavo in direzione Sud e l’approfondimento fino al banco roccioso sarà effettuato durante la campagna del 2018. Infatti, oltre alla ceramica da mensa e agli scarti di pasto rituale, proprio sul livello stratigrafico raggiunto al termine della campagna di scavi iniziava ad emergere la rasatura di un muro in pietre fluviali legate a secco e particolarmente indiziante potrebbe Fig. 17a. Dettaglio del campione faunistico, resti bolliti risultare la presenza in questo spazio di tracce dal pasto rituale (foto: DIR). di un punto fuoco. Per la precisione sulla quota raggiunta al termine della campagna di scavo sono emerse tracce di concotto attualmente visibili solo in forma semi-circolare per via del fatto che il concotto prosegue oltre il limite meridionale del Saggio (Fig. 18). Tuttavia, tracce di manomissione dell’area e la presenza di inclusi di calce (campionati e sottoposti ad analisi di laboratorio) può far pensare ad un forno a calce riferibile all’epoca dei carbonai. A scanso di ogni equivoco durante gli scavi del 2018 anche quest’area sarà sottoposta a ulteriori approfondimenti sia ampliando a Sud Fig. 17b. Dettaglio del campione faunistico, resti calci- nati dal sacrificio rituale (foto: DIR).

34 Perrone 2010; Perrone 2016. espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta 251

Fig. 18. Tracce di concotto SAS MS3-AS Q2 (foto: G. Mittica).

che scendendo in profondità. queste colonie achee – data la comune radice Le osservazioni sviluppate intorno ai dati etnica – dai quali è scaturita la circolazione che si è scelto di illustrare in questa sede di modelli produttivi, artigiani, tecniche e rappresentano una prima panoramica a cui strumenti.35 non si pretende di dare carattere definitivo. Certamente sulla base di una prima analisi del contesto archeologico e dei numerosi confronti Gloria Mittica emerge il riconoscimento di omogeneità ed Ricercatore - unità artistico-culturale tra le colonie della Accademia di Danimarca a Roma Magna Grecia ampiamente argomentato [email protected] da Claudio Sabbione. Basti pensare alle numerose pinakes che Sibari, Metaponto, Crotone, Francavilla Marittima, Policoro e Poseidonia hanno permesso di attestare già a L’archeozoologia applicata al contesto cultuale di partire dalla seconda metà del VII secolo a.C., Timpone della Motta a cui si aggiunge ora il materiale dal contesto oggetto delle più recenti indagini ad opera del Scavo e recupero dei resti faunistici DIR sull’acropoli di Timpone della Motta, L’analisi archeozoologica36 ha permesso di che comprovano la forte affinità fra le colonie chiarire che nello spazio sacro sul versante achee magno greche. Tali affinità sembrano orientale del santuario durante il VI secolo riconducibili ai contatti che intercorrevano fra a.C. è stato praticato un rito cruento di tipo

35 Sabbione 1986, 267, 278-279. 36 Perrone 2016. 252 Gloria Mittica & Nicoletta Perrone alimentare, la thysia.37 intenzionale,39 sebbene non siano mai evidenti Durante le indagini stratigrafiche si è le tracce degli impatti responsabili della loro prestata particolare attenzione alla tecnica di frammentazione. L’ipotesi è confermata dalla recupero del materiale faunistico. In tutte le fasi mirata selezione degli elementi anatomici, in- di scavo, il sedimento è stato setacciato a secco, fatti le uniche regioni anatomiche determinabili utilizzando setacci a maglie decrescenti - da 3 a livello specifico sono quelle relative al quarto a 1.5 mm - , le unità stratigrafiche più rilevanti posteriore delle vittime sacrificali. La maggior sono state campionate e successivamente parte degli elementi scheletrici riconoscibili sottoposte a flottazione manuale e vagliate sono riferibili a femori, rotule e vertebre coc- su una colonna di setacci. Nei primi livelli cigeo-caudali (Tab. 2). I femori sono stati iden- stratigrafici, dal momento in cui i reperti erano tificati in base alle epifisi prossimali e distali, e radi e ben visibili, è stato applicato il metodo tra queste è stata osservata una certa difformità di campionatura a vista; mentre, scendendo in nello stato di conservazione: le epifisi prossi- profondità si registrava un notevole aumento mali risultano piuttosto integre rispetto a quelle dei resti animali e si è reso indispensabile distali, per le quali è stato possibile distinguere i eseguire una campionatura integrale del terreno. condili e le troclee, elementi spesso disgiunti tra Il nucleo più consistente di materiali loro. Pertanto, è possibile affermare che gran faunistici è stato recuperato dal piano di battuto parte dei resti indeterminabili siano relativi alle di uso US 220, costituito principalmente da diafisi dei femori. Inoltre, nonostante le minute piccoli resti di ossa frammiste a cenere molto dimensioni, che rendono le ossa meno sogget- sottile, ragion per cui alcune porzioni di te a fratturazione, anche le rotule presentano battuto sono state consolidate e campionate. un alto grado di frammentazione. Solo le ver- tebre - e nella fattispecie quelle caudali- sono Descrizione del record faunistico integre. Sono state proprio le epifisi dei femori Il record faunistico campionato all’interno a consentire la determinazione dell’età di morte dello spazio consacrato oggetto di indagini dell’animale, sebbene non si sia potuta stabilire sistematiche ad opera del DIR, si compone di l’esatta età di morte, ma solo la fascia dell’età oltre 10.000 resti caratterizzati da un alto grado di abbattimento dell’animale stesso, secondo il di frammentazione, pertanto è stato possibile metodo di Bullock e Rackham.40 identificare, a livello specifico, solo l’8% del Attraverso l’elaborazione dei dati si evince totale. Gran parte del campione è costituta da che la maggior parte degli individui sono stati resti di animali domestici, di cui circa il 90% è abbattuti in età adulta, anche se non mancano rappresentato da resti di caprovini seguiti, in resti pertinenti ad individui immaturi. Le ossa ordine di importanza quantitativa, da bovini e presentano importanti tracce di combustione: suini (Tab. 1; Fig. 19). oltre il 70% del campione presenta una Lo stato frammentario del record fauni- omogeneità cromatica di colore bianco che stico non va attribuito a fenomeni post- corrisponde al 4°o 5° stadio di combustione deposizionali,38 bensì ad azione antropica o calcinazione, vale a dire la temperatura a

37 Per la descrizione del sacrificio rituale, cfr. Detienne ni: segni pertotassici, edafici, climatici, biotici, cfr. 1977; Durand 1982, 90-108; Burkert 1984; Burkert O’Connor 2000, 206. 1992; Burkert 1996; Ekroth 2002; Ekroth & Walle- 39 È probabile che il campione rappresenti il risulta- sten (eds.) 2013, 62-86. to della macellazione e successiva destinazione ali- 38 Per fenomeni post deposizionali si intendono i mentare e/o sacrificale. processi tafonomici che hanno marcato le ossa nel 40 Bullock & Rackham 1982. corso del tempo determinandone alcune alterazio- espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta 253

Numero dei resti della fauna domestica

Maiale

Capra

Pecora

Caprovini

Bue

Fig. 19. Numero resti (NR) divisi per elementi anatomici dei caprovini.

Taxa NM NR I

Animali domestici Bue - Bos taurus L. 14 2 Ovicaprini - Ovis vel Capra 814 46 Pecora - Ovis aries L. 3 2 Capra - Capra hircus L. 1 1 Maiale - Sus domesticus Erx. 19 2 Tot. domestici 853 56 Molluschi Cuore - Cerastoderma edule L. 4 2 Piè d’asino - Glycimeris sp. 1 1 Ostrica - Ostrea edulis L. 1 1 Tot. selvatici 6 4 Tot. 861 60

Tab. 1. Elenco dei taxa identificati: numero resti (NR) e numero minimo degli individui (NMI). 254 Gloria Mittica & Nicoletta Perrone

Elementi scheletrici Bue Pecora/Capra Pecora Capra Maiale Cranio Neurocranio - 3 - - 1 Splancnocranio - - - - 1 Mascellare/incisivo - 2 - - - Denti superiori - 6 - - - Mandibola 2 6 - - 1 Denti inferiori 1 3 - - 1 Denti indeterminabili - 6 - - - Quarto anteriore Scapola - 2 - - - Omero prossimale - 8 - - - Omero diafisi 1 5 - 1 Radio - 2 1 - - Radio-ulna - 1 - - - Ulna - - - - 1 Quarto posteriore Vertebre sacrali - 17 - - - Vertebre coccigeo-caudali 1 149 - - - Coxale - 8 - - - Femore Prossimale, epifisi 179 1 1 4 Femore Prossimale, trocantere 11 - - - Femore Diafisi 6 40 - - 1 Femore Distale, epifisi 2 62 - - - Femore Distale, condilo - 127 - - - Femore Distale, troclea - 63 - - - Femore Distale, condilo + troclea - 2 - - - Rotula 1 96 - - 1 Tibia Prossimale - 3 - - 1 Tibia Diafisi - 5 - - Tibia Distale, epifisi - - - - 1 Metacarpo - 1 - - 1 Metatarso - 2 - - - Metpodiali - 1 - - - Scafocuboide - 1 - - - Calcagno - 1 - - - Astragalo - - 1 - - Totale 14 814 3 1 13

Tab. 2. Elenco elementi scheletrici divisi per specie. espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta 255 cui sono state sottoposte le ossa animali non ossa dell’arto posteriore – femore e rotule – sono inferiori ai 645° e superiori ai 940°.41 oltre che le vertebre terminali della coda. Solo raramente sono stati riscontrati elementi L’assenza di tracce di macellazione, dei colpi osteologici che presentano una colorazione dei fendenti, che solitamente sono presenti su tendente al grigio-blu e grigio chiaro, nero42 o diafisi e talvolta anche sulle epifisi delle ossa, grigio scuro con sfumature tendenti al marrone; lascia immaginare che lo smembramento della mentre in sporadici casi si sono attestate ossa carcassa avvenisse attraverso una accurata non combuste. Tali tracce sono indice di una disarticolazione dell’arto posteriore dal intenzionale esposizione delle ossa all’azione coxale, con cui si articola il femore prossimale. del fuoco, che ne ha determinato anche una La divisione del corpo della vittima, operata importante variazione morfologica - evidente dal maigeiros, - macellaio/sacerdote - avveniva soprattutto nel ridimensionamento delle ossa in modo naturale, disarticolando e tagliando e nelle modificazioni della forma originaria le varie parti alle giunture. Si trattava, - essendone state coinvolte le componenti dunque, di una operazione molto delicata, organiche e inorganiche del materiale osseo.43 che probabilmente necessitava dell’ausilio La frequenza percentuale delle regioni di lame molto sottili, con cui era possibile anatomiche mostra un quadro indirizzato al recidere il nervo sciatico,44 passante dalla consumo dei quarti posteriori - nella fattispecie fossa acetabolare del coxale e che si innesta, femori, rotule, vertebre coccigeo-caudali - dei dapprima sulla porzione prossimale del caprovini verosimilmente ritenuti pregiati e femore e successivamente lungo la sua diafisi. utilizzati come dono o offerte agli dèi (Fig. 20). Un dato molto interessante del campione è Meritano considerazione anche alcuni dei la presenza di notevoli concrezioni riscontrate resti delle altre categorie di animali domestici su diversi frammenti, provenienti da specifiche riscontrate nel campione, nello specifico unità stratigrafiche. Tali concrezioni si bovini e suini. A questo proposito è stato presentano sotto forma di incrostazioni dure, notato che anche su queste specie animali in aggregazioni sub-sferiche di minerali e talvolta antichità è stata attuata una attenta selezione anche di ulteriori minuti frammenti di tessuto sulle porzioni anatomiche destinate al rituale osseo. Solitamente le concrezioni, all’interno sacrificale. Anche in questo caso, infatti, gli dei depositi archeologici, si formano per unici elementi scheletrici sottoposti all’azione decadimento di precipitati da soluzione acquosa. del fuoco, sono quelli appartenenti ad alcune Nel caso specifico, considerata l’origine dei

41 A temperature comprese tra i 645° e i 940° le ossa osa derivante dalla combustione dei tessuti freschi assumono un colore bianco-gesso con sfumature che permeano il tessuto osseo più o meno in pro- tendenti al grigio-blu e grigio chiaro. A temperatu- fondità. In ogni caso, tutti gli annerimenti sono do- re che superano i 940° la colorazione assunta dalle vuti al fenomeno di disidratazione (e conseguente ossa è bianco-gesso con cromatismo grigio e giallo arricchimento relativo in carbonio) delle sostanze tendente al rosso. Inoltre, a tali temperature le di- organiche proprie del tessuto osseo e dei tessuti mensioni delle ossa si possono ridurre del 15-25%, circostanti, le quali, sotto forma di oli densi, pene- a seconda della densità ossea, della temperatura e trano nell’osso stesso più o meno in profondità e della durata dell’azione termica, la variazione mor- qui proseguono nella loro disidratazione, da cui ne fologica si manifesta sotto forma di fatturazione e consegue l’annerimento. torsione. 43 In merito alle tracce di combustione sui resti os- 42 I colori bruno e nero sono originati, sulle ossa ani- sei, attraverso studi analitici è stata stabilita una se- mali, da temperature comprese tra i 525° e i 645° quenza della colorazione della superficie dell’osso e sono prevalentemente dovuti alla combustione in base alle temperature cui è stato esposto, cfr. Ni- dei grassi contenuti nel tessuto emopoietico e nel cholson 1993; Stiner et al. 1995; Shipman et al. 1984. midollo osseo. Ad un colorito nero giungono sia 44 Si tratta di un nervo misto del plesso sacrale che le superfici esterne che quelle dei canali nutritizi, a conferisce capacità di moto e di senso nell’arto po- causa dell’addensarsi sulle pareti di una patina ole- steriore. 256 Gloria Mittica & Nicoletta Perrone

Numero Resti divisi per elementi anatomici dei caprovini

Neurocranio Mascellare/incisivo Mandibola Denti Scapola Omero Radio-ulna Radio-ulna Vert.sacrali Vert. caudaliu Coxale Femore Rotula Tibia Metacarpo Metatarso Metapodiali Scafocuboide Calcagno

Fig. 20. Numero resti (NR) divisi per elementi scheletrici della categoria dei caprovini.

frammenti concrezionati provenienti solo da prima della combustione. Nel secondo caso circoscritte unità stratigrafiche, considerato si tratterebbe di grasso animale nel quale, il carattere sacro del luogo, considerate le secondo il rito greco, sarebbero state avvolte le associazioni ceramiche e dei manufatti bronzei, ossa destinate agli dèi. Le concrezioni, dunque, è plausibile ipotizzare delle circostanze sarebbero la conseguenza di un processo differenti che avrebbero determinato tale chimico-fisico originato della combustione dei fenomeno. Verosimilmente potrebbero essere lipìdi. state causate dalla combustione di lipìdi, vegetali o animali, rispettivamente versati o depositati Il sacrificio cruento sulle porzioni scheletriche adagiate a loro volta Se vengono prese in considerazione la su una pira. Nel primo caso si tratterebbe di complessità dei calendari sacri, con la oli, probabilmente versati, mediante aryballoi scansione ciclica di celebrazioni che ritmavano e alabastra45 - attestate con gran frequenza la vita di gruppo, sottolineando i tempi della nel contesto in esame - all’interno di una guerra, del ciclo agrario, dei cicli esistenziali phiala bronzea mesonfalica e libate sulle ossa umani,46 si può comprendere quanto si è perso

45 Osanna e Giammatteo, proprio a proposito delle so dei profumi scandiva momenti molteplici della libagioni e delle lekythoi, evidenziano la funzione di vita umana, tanto nelle cerimonie religiose quanto questi piccoli unguentari. “[…] La presenza di tali nella vita quotidiana, dai banchetti allo sport: non oggetti si spiega, ovviamente, proprio col contenu- meraviglia, dunque, il ritrovare tra le offerte, doni di to particolare che li rendeva degno di essere offer- profumi che si dovevano ritenere particolarmente ti alle divinità. Del resto, in tutto il mondo antico, graditi agli dèi […]”, cfr. Osanna & Giammatteo aromi e profumi si consideravano sostanze parti- 2001, 112. colarmente adatte al mondo degli dèi, si pensi ai 46 Il rito sacrificale era, dunque, sempre collegato ad profumi che emanano gi dèi nell’epos omerico. L’u- ogni attività politica. Si ha così un legame tra reli- espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta 257

– probabilmente in maniera irreversibile - divinità a cui era destinata l’offerta. La vittima nel caso di comunità che non hanno lasciato sacrificale, del mondo antico, per eccellenza tracce scritte. Questa mancanza caratterizza, era senz’altro il bovino, in particolare il toro; la allo stato attuale delle ricerche, ma non più comune è la pecora, segue la capra, mentre è esclusa la possibilità di rinvenimenti di l’offerta più povera è rappresentata dal maialino. attestazioni scritte, il contesto in analisi. Tale Diffusi sono anche i sacrifici di polli, mentre lacuna documentaria potrebbe suscitare un altri volatili – oca, colomba – o addirittura pesci, atteggiamento di scetticismo circa la possibilità rappresentano dei casi di l’eccezione.49 di comprendere un fenomeno tanto complesso come quello religioso. Se da un lato suddetto Conclusioni scetticismo è giustificato, dall’altro l’assenza di Il materiale faunistico, rinvenuto presso il fonti, ha costituito un motivo di stimolo nello complesso oggetto di indagini sul versante sviscerare, quanto più possibile quello che la sud-orientale della Motta, alla luce dei dati fenomenologia archeologica ha restituito. attualmente a disposizione – sistemazione Il sacrificio cruento greco di tipo in ciottoli fluviali non lavorati, accumulo di alimentare, la cosiddetta thysia - descritta nei ceneri e ossa, manufatti ceramici miniaturistici versi 535-557 della Teogonia47 di Esiodo e e bronzei50 – può essere interpretato come considerata da Burkert “[...] l’esperienza del la risultante delle porzioni anatomiche degli sacro per eccellenza”48 - consta nell’uccisione ovicaprini combuste su una pira e offerte agli di un animale domestico, attività che è il dèi. culmine delle azioni rituali svolte da una La constatazione è scaturita dall’esame non comunità, nei confronti di una divinità. solo meramente archeozoologico, ma anche L’abbattimento di un animale, nella maggior dall’accostamento allo studio dei sistemi parte dei casi di un mammifero, di un animale sacrificali in antichità. Questi sono costituiti in a sangue caldo, risulta, probabilmente, la primis dal tipo di vittima, con i suoi riferimenti componente essenziale in un luogo cultuale, alla natura simbolica, in correlazione al suo perché è l’ordine divino che legittima - anzi status in merito al bestiario ideologico – esige - lo spargimento di sangue nell’area mitologico-religioso – con le fondamentali sacra. La prassi più comunemente attestata, in caratteristiche di idoneità o di esclusione differenti civiltà del mondo antico prevedeva dal sistema sacrificale – si pensi allo stato di lo sgozzamento degli animali, destinati in parte domesticità, al colore del manto, al sesso della agli dèi, in parte ai partecipanti al sacrificio, vittima sacrificale destinata al rituale. che ne consumavano le carni, secondo norme Non meno importanti, nella sfera che regolavano la cerimonia. sacrificale, risultavano le modalità di Le vittime destinate al sacrificio, erano uccisione della vittima, che non doveva molteplici, e venivano selezionate in base a somigliare ad un assassinio, tutt’altro si rigorose norme, a seconda del culto e della cercava e ci si convinceva di aver “visto”

gione - rito sacrificale - pienezza dei diritti politici i suoi membri avevano di sé, cfr. Most 1992, IX. del cittadino: il regime delle carni alimentari era uno 47 Arrighetti 2004, 39. specchio fedele della prassi politica; infatti gli stra- 48 Burkert 1996, 16. nieri erano esclusi dal rito-sacrificio, erano allonta- 49 Detienne 1982. nati dal sangue e dalla carne e non godevano dei 50 Ad oggi non sono ancora attestati gli anathémata, gli diritti politici, rappresentando, dunque, la categoria spiedi utilizzati per arrostire le carni, tanto meno dei “marginali”. Questo legame tra ambito religioso scuri sacrificali, tripodi, strumenti che corrispon- e ambito politico può essere spiegato considerando, derebbero all’intenzione di rendere duraturo l’atto così come affermato da Most, che per alcuni aspet- sacrificale, noti dalle aree santuariali in metalli di un ti essenziali, la religione greca fu una religione di certo valore poichè costituivano anche delle vere e Stato, nella quale ogni comunità aveva i propri culti proprie offerte votive. strettamente legati alla consapevolezza politica che 258 Gloria Mittica & Nicoletta Perrone l’assenso dell’animale al sacrificio. Il sistema e di dialogo. di divisione/deprezzamento del corpo della La thysia si configura come iltrait d’union tra vittima, finalizzato alla distinzione nella la terra e il cielo, tra gli uomini e gli dèi. Tuttavia, destinazione delle varie porzioni dell’animale. l’atto sacrificale vero e proprio, era anticipato Le parti interne, quelle nobili – gli splanchna – da una serie di azioni preparatorie e preliminari ai sacerdoti, le porzioni esterne ai partecipanti all’uccisione. Ne sono chiara testimonianza “inattivi” al rito. La descrizione della le sequenze sacrificali fissate nell’iconografia ripartizione delle carni da parte di Detienne vascolare dei vasi Attici a figure nere e è puntuale: “[…] parti di prima scelta, pezzi rosse, dalla cui “lettura” immediatamente è riservati ai sacerdoti, funzione rituale della possibile ricostruire le fasi di preparazione, pelle, della testa, delle zampe; modello i costumi, gli strumenti del rituale, ma allo ugualitario delle porzioni, estrazione a sorte, stesso modo si desume apertamente il rifiuto posizione dei meteci, degli stranieri rispetto della pittura greca di rappresentare l’uscita alla cerchia dei commensali”.51 Infine, non degli animali dal mondo dei vivi, attraverso la si possono dimenticare le due differenti morte. Una chiara visione è fornita da Greco, tipologie di cottura, con la distinzione tra le quando afferma che il corpus delle immagini parti da arrostire, quelle da bollire e quelle che restituiscono i successivi momenti di un da far ardere fino a trasformarle in fumo sacrificio cruento, è significativo e illuminante odoroso – alcune ossa, femori, patelle rotulee, per capire i meccanismi ideologici e culturali coda, che una avvolte nel grasso e mescolate che hanno indotto i vari pittori vascolari con aromi venivano poste sull’altare e fatte a privilegiare momenti specifici del rituale bruciare completamente, affinché il fumo piuttosto che altri.53 odoroso giungesse alle divinità in cielo. L’analisi archeozoologica del campione La pratica sacrificale è presentata, nei proveniente dal Timpone della Motta, così versi esiodei, come la prima conseguenza e come evidenziato nell’esposizione dei dati, ha come l’espressione più diretta della distanza rilevato da presenza delle sole ossa dell’arto che separa gli dèi e gli uomini dal giorno in posteriore, e nello specifico dei femori, rotule e cui Prometeo ha intrapreso la strada della vertebre coccigeo-caudali, tutti integralmente ribellione. Esiodo sottolinea la diversità delle combusti o totalmente calcinati. Si è di fronte parti riservate agli dèi e agli uomini, attraverso alle stesse regioni anatomiche menzionate lo scarto che li separa, la loro appartenenza a nella Teogonia da Esiodo e di cui l’autore due razze distinte. Da un lato gli dèi immortali, stesso non riusciva a darne ragione.54 Femori, celestiali e non bisognosi di cibo per la coda, cistifellea e grasso venivano bruciati “sopravvivenza”, dall’altra gli uomini mortali, per la divinità in onore della quale si stava dipendenti dal cibo, bisognosi di sopprimere compiendo il sacrificio rituale; mentre al resto per sopravvivere.52 Dunque, la separazione della congregazione veniva destinate le parti si manifesta nel contrasto tra i due regimi restanti. alimentari, contrasto che è iscritto nel nucleo Alla luce dei dati scaturiti dall’analisi del stesso del rituale, che cerca di stabilire tra le record faunistico, dell’associazione contestuale due razze, ormai scisse, una storia di contatto e stratigrafica dei vasi potori e/o di libagione,

51 Detienne 1982, 11. de (dolos) di Prometeo nell’attribuzione delle parti 52 Nel procedere lineare della narrazione gli avveni- sacrificali - e l’ultimo - frode dolos( ) di Zeus nell’at- menti si concatenano gli uni con gli altri e si com- tribuzione agli uomini della prima donna -, cfr. Ver- pongono infine, secondo un ordine molto rigoroso, nant 1982, 28. all’interno di un quadro unitario. Nella diacronia del 53 Greco 2008, 35. racconto, l’episodio del furto del fuoco svolge un 54 Burkert 1996, 16. ruolo mediatore, poiché collega il primo atto - fro- espressioni votive e rituali nel Santuario arcaico di Timpone della Motta 259 dei manufatti bronzei e della coroplastica, è riconosciute, fino ad oggi, solo in Grecia, in plausibile ipotizzare che si tratti del prodotto particolare presso il tempio di Afrodite Urania di riti sacrificali di matrice greca. Il campione ad Atene,55 presso l’Artemision di Efeso e osteologico, difatti, risponde puntualmente presso l’altare del Tempio di Nemea.56 a tutte le caratteristiche peculiari delle offerte rivolte alle divinità. Non potrebbero essere diversamente interpretate la mirata selezione delle specie animali identificate, la Nicoletta Perrone specifica scelta delle porzioni anatomiche, la Ricercatore – Università del Salento, combustione/calcinazione delle ossa. Lecce Le pratiche animali decodificate sono [email protected]

Le attività di ricerca e scavo sono condotte in regime di concessione da parte del MIBACT (Prot. n. DG-ABAP 13621 Class. 34-31-07/3·6 del 9/05/2017)

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