DI SORIANO NEL CIMINO - Provincia di -

Avviso per la manifestazione di interesse per lo sviluppo delle strutture culturali nel

- L O T T O D I C O M O P L E T A M E N T O -

PROGETTO ESECUTIVO PER IL RISANAMENTO CONSERVATIVO, L'ADEGUAMENTO E LA MESSA A NORMA DEL CINE-TEATRO FLORIDA NEL CENTRO STORICO

Committente: Responsabile Unico del Procedimento:

Comune di Soriano nel Cimino Geom. Luigi De Carolis Il Sindaco: Fabio Menicacci

Oggetto: 7DYRODQƒ

RELAZIONE TECNICA

Il Progettista: Data:

3URSULHWjULVHUYDWDDQRUPDGLOHJJH( YLHWDWRULSURGXUUHRFRPXQLFDUHDWHU]LTXHVWRGLVHJQRVHQ]DDXWRUL]]D]LRQH

RELAZIONE TECNICA GENERALE

“Una città senza teatro o con un teatro mal restaurato, è una città sorda. E muta. Non sente e non esprime la metafora di se stessa.” Pier Luigi Cervellati

Introduzione Il secolo scorso, quando il teatro in città non era semplicemente luogo di spettacolo ma centro vitale di aggregazione di tutti i ceti sociali, anche il Comune di Soriano nel Cimino aveva il suo piccolo teatro, luogo deputato d’incontro, dove assistere sì alla rappresentazione, ma dove ritrovarsi anche semplicemente per scambiare qualche battuta. È proprio questa considerazione che ha spinto l’Amministrazione comunale assai sensibile agli imput culturali che i cittadini di giorno in giorno propongono ad affidare al proprio ufficio tecnico la redazione di un progetto che possa riportare il piccolo cine-teatro Florida ad assumere un ruolo di rilevante importanza all’interno del tessuto urbano cittadino. Tale progetto si configura come completamento di un precedente intervento di restauro dell’edifico ad oggi in fase di conclusione e mira da un lato a completare quei lavori già inseriti nel precedente progetto ma poi stralciati a causa di una diminuzione del finanziamento concesso dalla Regione Lazio e dall’altro vuole

1

dotare il cine-teatro di alcuni elementi tecnico-funzionali per renderlo del tutto fluibile, sicuro e a norma.

Inquadramento storico Arrivando sia da Viterbo che da Roma Soriano si presenta allo stesso modo: un grosso centro disteso sulla cima tondeggiante e sui fianchi di un'altura caratterizzato da due diverse forme di insediamento urbanistico; il piccolo borgo medievale, attorno al Castello fatto erigere da papa Nicolò III Orsini nel XIII secolo, e gli ampi quartieri rinascimentali che lo racchiudono. La parte più antica è costituita da piccole abitazioni e da vicoli di pendio che si affacciano su ampie distese di castagni. Quella rinascimentale offre invece il bellissimo Palazzo Albani- Chigi (XVI secolo), considerato uno dei maggiori capolavori dell'architetto Ottaviano Schiratti, assieme alla famosissima Fontana Papacqua. Di origine etrusca o fenicia, anche se recenti ritrovamenti testimoniano come la zona fosse già abitata in epoche preistoriche, alcuni studiosi hanno ritenuto in passato che si trattasse della Surrina Vetus distrutta dai Romani. A giudicare dai ritrovamenti archeologici numerosi furono i nuclei abitati, anche se di modeste dimensioni, che nel periodo etrusco si insediarono nel territorio di Soriano. Oltre 30 piccoli centri si possono contare se ci riferiamo invece al periodo romano. Ma, come mai una zona accidentata e boscosa come questa fu popolata da un cosi grande numero di villaggi? Varie le ipotesi formulate dagli esperti. La prima riguarda la collocazione geografica assai vicina ai centri di Ferentium e Meonia e non molto distante dai centri di Bisentiurn, Falerii, Horta, Surrena e Vulsini. Un'altra, formulata da padre Germano Passionista nel secolo scorso, e collegata al passaggio nel territorio sorianese della strada Ferentana (congiungeva Ferentium con Falerii). Ulteriori ipotesi fanno risalire la presenza di insediamenti all'abbondanza di difese naturali e alla possibilità di poter facilmente avvistare eventuali assalitori o,

2

addirittura, alla presenza nel territorio di un tempio dedicato a Giove Cimino. Ancora più cospicua la presenza di nuclei abitati nel Medioevo. Si tratta di piccoli castelli circondati perlopiù da un modesto numero di case o da piccoli borghi rurali. Importante fu poi la presenza tra l'VIII e il XIII secolo di insediamenti monastici, soprattutto Benedettini, attorno ai quali si svilupparono interi villaggi di artigiani e contadini. I primi documenti che parlano di Soriano risalgono all' VIII secolo. Quello più antico è il "Chronicon" all'interno del quale sono nominati un "Fundus Seriani" e un "Fundus Corbiani" che nel 747 furono donati da Carlomanno al monastero benedettino di S. Andrea in Flumine. Vi è poi il "Decreto" del re longobardo Desiderio del 773. Come riportato da una lettera di Leone IV (papa dall'847 all'835) e da una bolla di Innocenzo III (1198-1216) nei secoli successivi una parte delle chiese e dei fondi sorianesi, l'altra restò di proprietà dei Benedettini, entrò a far parte della Diocesi di . Nel 1278 ha inizio la Signoria degli Orsini con la cacciata da Soriano degli eretici Guastapane. Occupato il fondo da Orso Orsini, che ultimò la costruzione della Rocca, Soriano fu scelta da suo zio papa Nicolò III come residenza estiva. La presenza degli Orsini duro fino al 1366 quando, con la mediazione del cardinale Egidio Albornoz, Paolo Orsini vendette il castello, ormai considerato una vera e propria fortezza, alla Santa Sede. La vicenda provoco la protesta dei Benedettini che rivendicavano a se la proprietà del castello. La disputa venne risolta nel 1373 con la bolla papale di Gregorio XI che stabiliva un indennizzo in favore dei monaci. Tornata sotto la santa Sede la Rocca vide la presenza dei mercenari Bretoni chiamati in Italia dal cardinale Roberto di Ginevra per sedare le ribellioni di alcune popolazioni. Essendo stato quest'ultimo eletto antipapa con il nome di Clemente VII, i Bretoni abbandonarono la Santa Sede schierandosi con lui e con i successivi antipapa di Avignone. Soltanto nel 1420, con il Pontificato di Martino V, i Bretoni lasciarono la Rocca che venne data in Signoria a Giordano Colonna, fratello del pontefice. Fino al 1441, anno in cui torno alla dirette dipendenze della Chiesa di Roma, Soriano fu interessata dalle dispute per il suo possesso tra i vari Capitani di Ventura tra cui Francesco Sforza e Nicolò Fortebraccio. A partire da questa data il centro godette di un relativo periodo di tranquillità. Grazie all'intervento di papa Nicolò V Parentuccelli (1447-1455) furono infatti

3

avviate importanti opere di restauro della Rocca, fu costruita una pubblica fontana all'interno del paese e fu consentito al Comune di dotarsi di uno statuto. Durante il pontificato di Innocenzo VIII (1482-1492), Soriano fu dato in vicariato perpetuo al cardinale Rodrigo Borgia, il futuro papa Alessandro VI, il quale, salito al soglio pontificio, concesse la Rocca al cardinale Giovanni Battista Orsini. Nel 1497, essendo gli Orsini passati al servizio del Re di Francia Carlo VIII contro il volere della Santa Sede, Soriano fu teatro di una importante battaglia campale che vide le truppe pontificie sconfitte da quelle degli Orsini. Questi ultimi furono pero sconfitti da Cesare Borgia, il Valentino, nel 1503 e costretti ad abbandonare Soriano. Di seguito la Rocca venne affidata da Giulio II Della Rovere, che succedette ad Alessandro VI, ai propri nipoti i quali, nel 1588, la vendettero a Giovanni Caraffa, nipote del pontefice Paolo IV. Dopo varie vicende, e proprietari, la Rocca venne acquistata dagli Altemps che per 136 anni (fino al 1715) rimasero Signori del feudo. A quest'ultima data risale infatti la vendita della Rocca, e degli annessi diritti feudali, agli Albani i quali provvidero ad ultimare la costruzione del Palazzo di Papacqua ed al restauro di numerosi monumenti. Durante la prima metà del XIX secolo il feudo di Soriano fu assegnato ad Agostino Chigi, discendente degli Albani. Nel 1848 i Chigi, pur rimanendo proprietari del Palazzo di Papacqua, rinunciarono ai loro diritti feudali in favore della Santa Sede. Dopo la breve parentesi della Repubblica Romana di Mazzini (1849) e il susseguirsi di isolati tentativi insurrezionali, il 12 settembre del 1870 Soriano fu conquistata dalle truppe italiane durante la loro marcia di avvicinamento a Roma.

Tematica progettuale Il piccolo teatro di Soriano venne realizzato all’interno di uno dei più prestigiosi palazzi cittadini intorno agli ultimi anni dell’ottocento in un periodo di forte espansione cittadina ed in un clima culturale assai fecondo. Per molti anni tale teatro fu molto frequentato ed ammirato al punto che oltre a divenire polo culturale per molti paesi limitrofi vede, intorno agli anni venti del novecento, una forte collaborazione con i grandi teatri della Provincia in particolar modo con Viterbo.

4

Infatti molte compagnie teatrali operanti nello stesso Capoluogo decidono di rappresentare le loro opere a Soriano sia per il fatto che le piccole dimensioni dello stabile garantivano un coinvolgimento più diretto del pubblico sia perché in quel periodo il paese era molto frequentato da turisti illustri primi tra tutti Luigi Pirandello ed il nativo Ernesto Monaci.

- Compagnia teatrale dei primi del novecento all’interno del teatro di Soriano - Si tramanda tra leggenda e verità che lo stesso Luigi Pirandello, assiduo frequentatore del borgo sorianese, abbia messo in scena alcune delle sue opere in questo teatro usandolo un po’ come ultima verifica delle sue composizioni prima dei debutti ufficiali. Successivamente il piccolo teatro, dopo il periodo bellico, nel quale lo stabile rimase chiuso, lo si riaprì ma non riuscì ad avere più il suo alone magico di un tempo. Fino a quando intorno agli anni sessanta fu trasformato in cinema perdendo molte delle connotazioni interne che lo contraddistinguevano.

5

Perse talmente il suo ruolo di accentratore di cultura che dopo pochi anni fu completamente chiuso e lo si riaprì solo saltuariamente in occasioni particolari con tutt’altre funzioni. Negli anni molte furono le proposte per il suo recupero tra le altre l’idea del produttore Girolami che né voleva fare una scuola di teatro. Ad oggi la struttura, ancora di proprietà Comunale, grazie ad un finanziamento Regionale atto al recupero delle strutture culturali nel Lazio è oggetto di alcuni lavori di restauro e di messa in sicurezza che termineranno entro il mese di settembre e il presente progetto si connota come suo completamento. . L’intenzione dell’Amministrazione Comunale è di recuperare completamente il piccolo teatro ridandogli la sua funzione originaria attraverso un accurato lavoro di restauro per poi donarlo nuovamente alla cittadinanza e renderlo nuovamente punto nodale all’interno del territorio con i suoi 150 posti progettati.

Soriano come polo attrattivo del territorio. Nel territorio della Provincia di Viterbo sono attive numerose compagnie di teatro amatoriale che però non presentano sul loro territorio comunale luoghi appositamente creati per la messa in scena di opere teatrali. Per tale motivo sono costrette ad arrangiarsi in luoghi non adatti snaturando notevolmente sia l’opera in scena sia vanificando il loro impegno come attori. L’idea di poter recuperare il piccolo teatro di Soriano deve essere vista non solo nell’ottica di ripoter recuperare un bene architettonico per il paese ma soprattutto la volontà di fornire al territorio circostante il Comune un luogo di cultura dove trovarsi confrontarsi e dare la possibilità alle varie compagnie teatrali di mettere in atto le loro opere nel migliore dei modi. La presenza nel territorio di varie compagnie è sintomo della sete di cultura dei cittadini che vi abitano che purtroppo non si riesce a placare a causa della mancanza di infrastrutture; per cui la rinascita di un fulcro culturale a Soriano fa presagire che il suo raggio di influenza possa andare ben oltre i confini comunali.

6

Tale situazione è rafforzata anche dalla posizione favorevole sia dal punto di vista storico-culturale che strettamente infrastrutturale di Soriano infatti esso si trova a poca distanza sia dalla Superstrada sia dall’autostrada sia dal nodo ferroviario di .

Descrizione degli interventi L’edificio appare oggi completamente alterato e rimaneggiato da un pesante ed invasivo intervento di ristrutturazione, realizzato intorno agli anni ’40 del XX secolo, che ha comportato, attraverso l’utilizzo di materiali inopportuni e diversi dagli originari e dalla tradizione locale, la perdita irrimediabile di un importante patrimonio di valori formali, culturali e storici che costituiscono l’identità di ciascun bene monumentale. Ad oggi si sta operando per ridonare al cine-teatro lo splendore di un tempo infatti grazie ad un precedente finanziamento regionale si è riusciti a riaprire la galleria chiusa da decenni, eseguire alcuni interventi di consolidamento delle strutture che avevano subito delle lesioni nel corso degli anni, sostituire gran parte degli infissi non a norma, realizzato un nuovo controsoffitto, riattato i servizi igienici e messo a norma tutti gli impianti del’edificio. Purtroppo tutti i sopra indicati interventi non riusciranno a riportare completamente il cine-teatro ai fasti di un tempo sia perché alcuni lavori precedentemente previsti in fase di progettazione sono stati stralciati in fase esecutiva a causa di una diminuzione del finanziamento della Regione Lazio, sia perché in fase di realizzazione dei lavori a causa di alcuni problemi di natura strutturale insorti alcune opere di finitura non sono state realizzate. Inoltre per rendere completa la struttura sono necessari alcuni elementi di arredo ad oggi non presenti e data la priorità di altri interventi mai inseriti in altri progetti. L’attuale intervento di restauro e messa a norma prevede i seguenti interventi:

Zona platea In questa area si prevedono i seguenti interventi:

7

- Sostituzione delle pavimentazioni che ad oggi, oltre a non conformarsi con la storicità del luogo, si trovano in condizioni pessime con zone avvallate e parti rotte; - Realizzazione di un controsoffitto in fibre minerali ad assorbimento acustico nella zona di soffitto posta al di sotto della galleria. Il controsoffitto oltre ad una funzione acustica servirà come alloggiamento sia del nuovo impianto di illuminazione sia dell’impianto di estrazione d’aria. - Sostituzione di alcune porte in legno ad oggi non più a norma.

Zona palcoscenico Ad oggi il palcoscenico è realizzato in modo del tutto obsoleto ed è formato da un tavolato ligneo completamente inidoneo e deteriorato. Il presente progetto prevede la realizzazione di un novo palcoscenico con struttura in legno lamellare e pavimento in parquet opportunamente trattato. Nella realizzazione del nuovo palcoscenico si interverrà anche sulle sue quote rialzandolo di circa 90 cm. al fine di portarlo all’altezza della porta sita in prossimità del vano scala che assumerà una funzione di ingresso a “livello” sul piano del palcoscenico. Inoltre il rialzamento del palcoscenico determinerà la realizzazione di un ampio spazio al di sotto dello stesso con ingresso indipendente il quale sarà collegato con le quinte del palcoscenico tramite una scala in ferro a chiocciola e potrà essere utilizzato sia per cambi d’abito immediati degli attori sia come deposito del materiale scenico. Tale area sarà dotata sia di un opprtuno impianto elettrico e di estrazione d’aria oltre ad un sistema di rilevazione fumi. La zona del palcoscenico verrà completata con il montaggio di un opportuno sipario in velluto apportunatamente trattato al fine di renderlo a norma con le vigenti leggi.

Zona galleria

8

Nella zona galleria di recente riapertura si prevede la sostituzione della balaustra aggettante sulla platea con una struttura in acciaio e vetro blindato al fine di rendere più ampia la visuale sul palco. Inoltre si prevede un intervento su una piccola zona del muro posto contro terra in prossimità delle scale di accesso alla galleria dove è presente dell’umidità proveniente dalla strada esterna. Qui si prevede la posa in opera di un intonaco anti umidità e di una controparete in cartongesso tinteggiata.

Impianti Il progetto prevede la messa a norma sia della parte dell’impianto elettrico originario non adeguato con il precedente progetto sia la realizzazione di un impianto di trattamento dell’aria. Il progetto elettrico prevede la realizzazione di una nuova illuminazione della zona platea affidata a delle lampade poste nel controsoffitto sotto alla galleria. Inoltre si prevede la revisione dell’impianto elettrico esistente e il posizionamento di cuscini REI 120 a protezione delle lampade incassate nel controsoffitto esistente. Per quanto riguarda l’impianto di ricambio d’aria si prevede l’istallazione di estrattori nei servizi igienici ed un impianto di estrazione munito di scambiatore termico ad uso della zona degli spettatori. Per maggiori indicazioni sugli impianti si vedano le relazioni specialistiche degli stessi.

Lavori di completamento Il progetto prevede la fornitura di tutti gli arredi necessari per la messa in funzione della struttura culturale. In particolare si prevede la posa in opera di tutte le poltrone della galleria e la sostituzione di alcune sedute della platea deteriorate.

9

Quadro economico di spesa.

IMPORTO TOTALE DEI LAVORI €.141.232,58 €.141.232,58 1 di cui:

2 Per oneri della sicurezza (Allegato XV § 4 D.Lgs. 81/08) €.4.170,53 3 Importo soggetto a ribasso €.137.062,05 4 SOMME A DISPOSIZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE (Sommea B) 5 Lavori a fattura compresa I.V.A., per sistemazione allacci utenze €.2.281,00 6 Accantonamento di cui all'articolo 113 del D.Lgs. 50/2016 €.2.118,49 7 Spese tecniche di direzione dei lavori, contabilità, C.R.E e il coordinamento della sicurezza per l’esecuzione €.12.682,69 8 Spese tecniche per la progettazione esecutiva e il coordinamento della sicurezza per la progettazione €.5.649,30 9 Contributo integrativo il 4% sugli importi di cui alla lettere B3 e B4 €.733,28 10 I.V.A. su arredi, il 22% €.7.764,24 11 I.V.A. su lavori, il 10% €.10.594,06 12 I.V.A. su spese tecniche e contributo integrativo, il 22% €.4.194,36 13 Totale somme a disposizione dell'Amministrazione €.46.017,42 14 Riepilogo

15 Importo soggetto a ribasso €.137.062,05 16 Oneri della sicurezza (Allegato XV § 4 D.Lgs. 81/08) €.4.170,53 17 Somme a disposizione dell'Amministrazione (Somme B) €.46.017,42 18 Prezzo complessivo dell'opera €.187.250,00

10