PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO

FO TI XXIV

Lettere di Ernesto Buonaiuti ad Arturo Carlo J emolo 1921-1941

a cura di CARLO FANT APPI È

Introduzione di

FRANCESCO MARGIOTTA BROGLIO

MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIE TALI UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI 1997 UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI DIVlSIONE STUDI E PUBBLICAZIONI

Direttore generale per i beni archivistici: Salvatore Mastruzzi Direttore della divisione studi e pubblicazioni: Antonio Demoni-Litta

Comitato per le pubblicazioni: Salvatore Mastruzzi, presidente, Paola Carucci, Antonio Dentoni-Litta, Cosimo Damiano Fonseca, Romualdo Giuffrida, Lucio Lume, Enrica Ormanoi, Giuseppe Pansini, Claudio Pavone, Luigi Pro­ sdocimi, Leopoldo Puncuh, Antonio Romiti, Isidoro Soffietti, Isabella Zanni Rosiello, Lucia Fauci Moro, segretaria.

© 1997 Ministero per i beni culturali e ambientali Ufficio centrale per i beni archivistici ISBN 88-7125-127

Vendita: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Libreria dello Stato Piazza G. Verdi, 10 - 00198 Roma

Stampato a cura dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Roma P.V. SOMMARIO

Buonaiuti e ]emolo, Introduzione di Francesco Margiotta Broglio 7

Nota del curatore 45

Lettere di Ernesto Buonaiuti ad Arturo Carlo ]emolo 1921 Oettere 1-4) 55 1922 Oettere 5-6) 65 1923 Oettere 7 -8) 68 1924 Oettere 9-15) 71 1925 Oettere 16-20) 85 1926 Oettere 21-32) 92 1927 Oettere 33-44) 109 1928 Oettere 45-59) 126 1929 Oettere 60-77) 153 1930 Oettere 78-87) 181 1931 Oettere 88-103) 196 1932 Oettere 104-111) 218 1933 Oettere 112-118) 226 1934 Oettera 119) 231 1938 Oettera 120) 233 1941 Oettere 121-123) 235

Appendici I. Agostino Biamonti a Arturo Carlo Jemolo, Roma, 22 febbraio 1921 241 6 Sommario

II. Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo Frammento autobiografico, 21 novembre 1925 244 Ernesto Buonaiuti (1946-47) 248 lntrodu'{jone al Pellegrino di Roma (1964) 250 L'eredità di Buonaiuti (29 aprile 1971) 271 Ernesto Buonaiuti a venticinque anni dalla morte (maggio­ BUONAIUTI E ]EMOLO luglio 1971) 274 Ernesto Buonaiuti (20 aprile 1976) 277 A F. Margiotta Broglio, Roma, 28 ottobre 1971 280 1. Non poche e sempre di rilievo le occasioni nelle quali Arturo A p. Agostino Gemelli, Roma, 10 dicembre 1956 282 Carlo ]emolo (1891-1981) scrisse di Ernesto Buonaiuti, rievocando, con La morte di padre Gemelli (15 luglio 1959) 283 affettuoso riserbo, l'amicizia che lo aveva legato alla figura centrale del Modernismo italiano, ripercorrendone le vicende ecclesiastiche nel quadro Indice dei nomi 287 dei rapporti tra governi e Vaticano, richiamando, in vario modo, i contri­ buti scientifici dello storico del cristianesimo. Basterebbe ricordare l'in­ troduzione all'edizione laterziana del Pellegrino di Roma, le pagine del Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni, le rievocazioni vivissime delle tormen­ tate vicende del sacerdote contenute nelle sue ricordanze pubblicate alla finedegli anni Sessanta 1• Altre testimonianze di quest'amicizia negli scritti o nelle lettere di altri allie"\ii ed amici del Buonaiuti, in particolare di Raffaello Morghen che, alla vicinanza con quello che considerò il suo «maestro spirituale», univa la parentela con ]emolo il quale aveva sposato, il 31 ottobre del 1921, la di lui sorella, Adele Morghen, incontrata alle riunioni domenicali in una casa arnica durante le quali don Ernesto spiegava le Lettere di San Paolo ad un gruppo di giovani uditori 2. Il loro matrimonio sarà officiato proprio da Buonaiuti che, sospeso a divinis nel gennaio di quell'anno, era stato reintegrato, grazie all'intervento dei cardinali Gasparri, Segretario di Stato, e Pompili, vicario di Roma, nel giugno successivo. I coniugi ]emolo pensavano che il loro fosse stato l'unico matrimonio celebrato da Buonaiuti, dalle cui mani riceverà l'ini­ ziazione cristiana il figlio secondogenito Guglielmo Luigi. Scarsi, invece, se si tolgono alcune recensioni e la citazione di alcune sue opere - su cui si tornerà -, i riferimenti a ]emolo nell�opera di

1 A. C. ]EMOLO, Anni di pro11a, Vicenza, Neri Pozza, (ristampa, Prefarjone di F. MARGIOTIA BRoGuo, Firenze, Passigli, 1991) pp. 166-167. 2 lbid. , p. 186; v. anche la lettera del 18 novembre 1921 in questo volume. 8 Lettere di Buonaiuti a ]emolo lntroduifone 9

Buonaiuti e rari anche nelle corrispondenze fino ad ora pubblicate. Il università statali (per fare qualche nome oltre a J emolo e Morghen, carteggio che si pubblica in questo volume - 123 lettere di Buonaiuti Lazzarini, Biamonti, Pincherle, Donini, G.M. Monti, de Vergottini, Cesare dal gennaio 1921 al dicembre 1941 - viene, quindi, a integrare ampia­ Magni, Ghisalberti) e di più giovani allievi del Buonaiuti (da Maria Fermi, mente questa scarsità di riferimenti e a costituire, al di là del sodalizio sorella di Enrico, a Anna de Micca, Maria Monachesi, Maria Zappalà, spirituale e intellettuale dei due corrispondenti, una sorta di integrazione Mario Niccoli), che in Buonaiuti vede sì una guida spirituale, ma anche delle vicende rievocate nel Pellegrino di Roma ed un prezioso complemento e soprattutto un maestro negli studi, uno scrittore e pubblicista di fama, alle porzioni di epistolari buonaiutiani pubblicati sia nei fondamentali un amico vigile e affettuoso anche verso le rispettive famiglie, un parla­ volumi delle «Fonti e documenti» diretti da Lorenzo Bedeschi, sia in tore affascinante la cui presenza portava immediatamente un'onda di calore carteggi come quelli di Morghen e di Missir, sia in molti recenti impor­ Gemolo). Affascinati tutti dal caparbio attaccamento dello scomunicato tanti contributi quali il fascicolo delle «Ricerche per la storia religiosa di alla Chiesa di Roma e da una coerenza che lo aveva portato prima Roma» dedicato al modernismo e al riformismo religioso a Roma 3. Si a rinunciare al sacerdozio per non perdere la cattedra universitaria poi aggiunga, peraltro, che la ormai vasta e quasi sempre pregevole storia­ a rinunciare alla cattedra per non prestare il giuramento di fedeltà al grafia sul modernismo italiano, si arresta, di solito, all'inizio degli anni regime fascista. Al di là, quindi, di quello che è stato detto - con Venti, senza valutare - con qualche importante eccezione come il qualche ingenerosità storica - il grande naufragio del modernismo, ciò volume dedicato a Buonaiuti dall'Istituto per il Medio Evo4 - l'eredità che interessa in queste lettere è la duplice valenza testimoniale per la culturale del dissenso religioso e della sua produzione scientifica negli storia culturale del Novecento di cui, non naufraghi, ma naviganti, studi successivi e nel rinnovamento della ricerca storica e teologica. Buonaiuti e J emolo sono attori di primo piano, ben oltre il limitato I protagonisti di queste lettere, come di quelle a Morghen, a Missir perimetro delle dispute e delle contrapposizioni teologiche, ma ben o a Cagnola, sono in massima parte laici, spesso intellettuali ben noti e, radicati nella volontà di emancipare gli studi, e in particolare quelli comunque, tutti assai lontani dagli esponenti di quella «generazione connessi al fe nomeno religioso, da una tutela ecclesiastica che in Italia, dell'esodo» - questo il sottotitolo del Pellegrino- che era stata la bestia per diverse, successive ragioni storiche, tendeva ad essere più pesante nera degli inquisitori pontifici e l'oggetto della occhiuta sorveglianza che altrove. e delle compiaciute delazioni - quando non delle calunnie - dei Certo il Buonaiuti che ne emerge è ancora tormentato, soprattutto «servizi» anti-modernisti gestiti da mons. Benigni e dal Sodalizio Piano5. fino al fo rzato distacco dall'università, dalle inquietudini profonde di una Si tratta di una generazione, essenzialmente di studiosi e docenti nelle formazione saldamente ancorata ai fondamenti della Rivelazione cristiana che si trova a fare i conti con il cattolicesimo gerarchico tutto volto, negli anni tra l'inizio del secolo a quelli della fondazione della Repubblica, a difendere i diritti di Dio contro quelli dell'uomo e a recuperare quel ·1 Centro srudi per la storia del modernismo, Fonti e dommenti, Urbino 1972-, 24 volumi pubblicati; Istiruto storico italiano per il Medio Evo, Lettere a Raffaello Morghm, 1917- 1983, scelte ruolo politico e sociale che la rivoluzione liberale e l'unificazione nazio­ BR.IGA- FORNI- VIAN, e annotate da G. A. P. introduzione di O. CAPITANI, Roma 1994; E. nale gli avevano tolto, e, quindi, a reprimere qualsiasi aspirazione al BLONAJLTI, La t•ila allo sbaraglio, Lettere a A.fissir (1926- 1946), a cura di A. DoNINI, Firenze, La rinnovamento intellettuale che potesse mettere in discussione il centrali­ Nuova Italia, 1980; RicerdJf per la storia religiosa di Roma, 8, 1990. 4 Istiruto storico italiano per il Medio Evo, Ern esto Buonaiuti storico del cristianesimo. A trent'a1mi smo curiale e il controllo del sapere. Anche se, con l'avvento del dalla morte, premessa di R. MoRGIIE�, Roma 1978. fascismo, il contesto inizierà a mutare profondamente e se la Chiesa di s Cfr. E. PmH.IT, lntégrisme et catholicisme intégra/, Tournai-Paris, Casterman, 1969 ; lo., Catholicisme, Pio XI non avrà certo nulla da temere da un Buonaiuti ormai avulso da dé mocratie et socialisme. Le mOII!1emmt catholique el A.fgr. Bmigni, Tournai-Paris, Casterman, 1977; S. ogni contesto ecclesiale, non cesserà, per questo, nonostante i maldestri, PIC•. \1'\CJ, 11 fondo di moiJS. C Benigni dei/'Archi!iio segreto vaticano, lnvmtario, in Ricerche per fa storia

relz�iosa di Roma .. . cit., pp. 223-300 (v. in particolare la lettera di Benigni a Merry del Val del 21 ripetuti tentativi di ottenere l'abiura, di perseguitare l'antico autore delle giugno 1919, pp. 230-232). Lettere di un prete modernista, fino ad ottenere una norma sostanzialmente 10 Lettere di Buonaiuti a )emolo lntrod u'{jone 11

ad hoc nel Concordato lateranense per allontanarlo anche dall'università Ministero dei lavori pubblici e libero docente di diritto ecclesiastico dal statale e ad adoperarsi con i primi governi democratici perché, a diffe­ 1916, era «giureconsulto»8. Ma l'ipotesi non sembra fondata. A parte il renza degli altri docenti che non avevano giurato, non gli venisse restituita tono abbastanza fo rmale di una lettera di La Piana del gennaio '51 che, la cattedra. E sarà proprio J emolo, membro della Commissione che dopo lungo tempo, lo ringrazia per l'invio del Chiesa e Stato negli ultimi cento predispose, alla fine degli anni Sessanta, il primo progetto di revisione anni9, è proprio una lettera di ]emolo e Morghen del 30 giugno del del Concordato, a proporre e ottenere l'eliminazione di quell'art. 5 che, 1920, scritta da Parigi dove il mittente si trovava per una riunione della estromettendo dall'insegnamento i sacerdoti ap ostati o irretiti da censura, era Commissione delle riparazioni (che aveva sede a Vienna) 10, a far pensare stato palesemente voluto (compare infatti nello schema del dicembre che l'amicizia precedesse l'incontro con La Piana: non a caso, infatti, 1928) per colpire lo scomunicato prof. Buonaiuti 6• vengono ringraziati Morghen e gli altri compagni del piccolo gruppo di Una disposizione di cui lo stesso ]emolo cercherà inutilmente di discepoli riuniti intorno a Buonaiuti per un regalo inviatogli prima della ottenere la dovuta non applicazione (per la sua efficacia non retroattiva partenza, ma, parlando di

morte di F Momigliano, 14 A.C. ]EMOLO, Nell'al!llo.ifera illuminista, in Nel 25• anniversario della [1949], pp. 24-25; sugli incontri in casa Momigliano cfr. A. CA\'AGUON, Felice Momigliano 12 ]emolo a Morghen, Sassari, 15 gennaio 1921, in Lettere a R. Morghen... cit., pp. 13-14; da Mondovì rafia, Bologna-Napoli, 1988, pp. 183-185. una successiva lettera del 26 gennaio si evince che quest'ultimo era più preoccupato di una (1 866-1924). Una bi og 15 mterruzJOne degli srudi di Buonaiuti sul cristianesimo dei primi secoli, mentre Jemolo temeva Cfr. Io., Feli ce Momiglia no... citata. 16 Io., Per un modernismo ebraico? F Jl1.omiglia no, in Fonti e documenti.. . cit., p. 13 (Studi-in onore di che la rinuncia alla cattedra lo separasse da quei giovani nelle cui anime era in grado di accendere L. Bedeschi, 1, Urbino, 1984, pp. 313-351 (specialmente pp. 350-351). tanto calore (ibid., pp. 15-16). 17 Cfr. lo., F Momigliano. .. cit., pp. 2-29; A. C. ]EMOLO, Anni di prova ... cit., pp. 77-88; ID., Gli 13 ]emolo a Falco, s.d., ma databile all'inizio di giugno 1919 per il riferimento ai termini di ebreipi emontesi e il gh etto intorno al 1835-40, in «Memorie della Accademia delle scienze di Torino», un concorso a cattedra, in S. FERRARI, Storia di due concorsi. A. C ]emolo e V. Del Giudice, tra Pemgia s. 3, (1952), 1, pp. 1-35 (specialmente pp. 32-33). e Sassari, in «Quaderni di diritto e politica ecclesiastica», 1994, 1, p. 269, dove si legge: «>, 99). ecclesiastico in Italia che sia ancora sprovvisto di cattedra». 14 Lettere di Buonaiuti a }emolo Introd u'(jone 15 tenere conferenze nel '13, Buonaiuti trovava nuovi spazi e nuova udienza della morte del padre, negli ultimi mesi del 1905 - dopo la laurea in ottenendo, nel '15, la cattedra di storia del cristianesimo all'Università di giurisprudenza con una tesi in diritto ecclesiastico23 discussa con Francesco Roma dove succedeva a quel Baldassare Labanca, ex-sacerdote, la cui Ruffini. Dopo un breve passaggio all'Amministrazione del fondo per il nomina, nel 1886, era stata definita dalla «Civiltà cattolica» un «nuovo culto, era entrato al Ministero dei lavori pubblici, dove rimarrà fino sfregio al cattolicismo nella Roma dei Papi» e considerata un «grave all'ottobre del '20 (con la parentesi della guerra e di una breve prigionia). oltraggio ... contro il Santo Padre»20• Libero docente di diritto ecclesiastico nel '16, dopo aver tentato senza Ad ogni buon fine la «Suprema sacra congregazione» deliberò che successo un primo concorso a cattedra per l'Università di Perugia nel il cardinale vicario retribuisse persona «di sua piena fiducia e intelligente 1919 (vinto da Vincenzo Del Giudice) supererà l'anno dopo quello bandito della materia» per assistere ai corsi di Buonaiuti alla Sapienza, con il dalla Facoltà giuridica di Sassari, dove inizierà il suo insegnamento nel preciso incarico di «riferire in iscritto a Sua Eminenza ogni qualvolta gli novembre del '20. A quella data aveva già pubblicato opere di grande sembri che il Buonaiuti abbia espresso idee che redo/eant modernismum»21• importanza: oltre a numerosi articoli di storia, di diritto canonico e di A quei corsi si incontrarono, attirati dall'uomo, alcuni studenti: diritto e politica ecclesiastica ed alla ricordata tesi di laurea stampata a sue spese in qualche copia, erano uscite due ampie monografie, una storica

19 L. BEDI'.SCHI, Il processo del Sa nt'U..Ifhjo contro i modemisti romani, in Fonti e documenti.. . cit., 7, 1978, pp. 28-29. 23 A. C. J EMOLO, La questione della proprietà ecclesiastica nel Regno di Sardegna e nel Regno d'Italia 0 2 Ibid., pp. 52-53; cfr. <

del «Corriere della sera», personaggio di punta, con Croce, de� liberalismo 4. Prima di npercorrere alcuni degli spunti di maggiore interesse antifascista, che si ritroverà, con pochissimi altri colleghi e con il figlio che queste lettere forniscono per integrare le già ricche ed importanti Edoardo accanto al Buonaiuti (che continuerà sempre a chiamare «reve­ ricostruzioni della vicenda buonaiutiana o per chiarire aspetti della vita rendo»!) nel rifiuto del giuramento fascista nel 1931 - dava al giovane universitaria, scientifica e culturale degli anni Venti e Trenta, è opportuno studioso una indiretta credenziale per l'accesso ai più accreditati circoli soffermarsi su uno dei nodi centrali di questa corrispondenza e delle intellettuali ed accademici, che, del resto, la parentela con i Momigliano ultime speranze di Buonaiuti di essere riammesso in grembo alla Chiesa. e la collaborazione, prima della guerra, alla neutralista « . potranno mai rendersi conto di quel che fu il suo fascino, il suo potere di attrazione»28• Le lettere a lui dirette, che si riproducono in questo Della sua permanenza all'Università cattolica, del resto, ]emolo non volume, ne sono un'ulteriore, diretta e tangibile conferma. fece menzione nelle varie occasioni in cui ebbe modo di ricordare le sue sedi universitarie e lo stesso Gemelli, la cui figura collegò sempre alle vicende buonaiutiane.

25 Cfr. G. SPADOLINI, Per A. C }emolo e A. LEVI, }emolo giornalista in Giornata li ncea ... cit., pp. 9-17, 57-61. 26 E. BL'ONAIL'TI, Pellegrino di Roma... cit., p. 159. 29 t\. GD!FIJ.I, in <>, X, 8 (1924), p. 506; ma v. anche lo., !n tema di ebrei e di 2' !bid., p. 161. ... en-ori, ibid., X, 12 (1924), p. 723; cfr. anche G. Cos\IACINI, Padre A Gemelli, Milano, Rizzoli, g 2 A.C. JE�IOLO, lntrodlli}one, a E. B11 onai11ti, Pellegrino a Roma... cit., p. V1II. 1985, p. 222. 18 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Introduzione 19

Di una chiamata di ]emolo alla Facoltà giuridica del nascente ateneo organico, alle «non numerose presenze cattoliche già inserite nel mondo milanese del Sacro Cuore, dovette iniziare a parlarsi nella primavera del accademico italiano»31• 1924, l'anno del riconoscimento giuridico, se il Ruffini, rispondendo Tra queste si possono ricordare, tra i professori di ruolo stabili, all'antico allievo 1'1 1 maggio, dopo aver premesso che il quesito postogli Pier Paolo e Marco Tullio Zanzucchi, Giovanni Vacchelli, Ludovico non era «di quelli che consentono delle risoluzioni immediate» e che Barassi, Emilio Albertario, mentre dalla stessa Cattolica provenivano «trattandosi... di un caso di coscienza individuale, e non d'altro» la cosa Boldrini e Vuoli che avevano da poco vinto il concorso universitario. non poteva essere decisa se non dallo stesso ]emolo - «giudice unico Dopo aver ricordato la risposta negativa di ]emolo all'offerta di di quello che le sue convinzioni salde, profonde e nitide ... e da un'altra una cattedra alla Cattolica fattagli attraverso Albertario, Zanzucchi lo parte, le sue necessità famigliari, sacrosante esse pure, ma di cui egli solo prega, il 1 o giugno del '24, di voler riconsiderare la cosa. Pur ncono­ può essere ancora giudice, avrebbero potuto consigliargli» -, così espri­ scendo che la decisione era «ponderata e motivata», aggiunge : meva il suo «meditato pensiero»: <>. per sé, ma da riguardo verso lo stesso sorgente Istituto, cui nessuno di noi che sente ed opera con profonda coscienza, vorrebbe che potesse venir nocumento da opera nostra che incorresse 32 Per fugare, nell'allievo, ogni dubbio sull'incidenza delle sue con­ in censura>> vinzioni personali sull'avviso espresso, Ruffini aggiungeva: «Ella mi Alla palese preoccupazione di J emolo di possibile difformità tra conosce troppo a fo ndo per poterlo pensare. E d'altra parte ha potuto suo1 scritti e le direttive di un Sant'D ffizio, che nel marzo precedente vedere come anche da ultimo io mi sia sbilanciato molto più dalla aveva ribadita la scomunica, la sospensione a divinis e la condanna di parte del Vaticano, di guanto Ella non abbia fatto nel suo articolo», tutti i libri e gli scritti di Buonaiuti, Zanzucchi replicava: per poi, concludere: «Ad ogni modo, tanto a Bologna guanto even­

tualmente a Milano, Ella rimarrà pur sempre il mio caro e valoroso <>, del 1 o giugno e dello stesso Gemelli del 5 giugno, che seguiva una visita del rettore della Cattolica a J emolo - ad informarci della ferma dando specifiche assicurazioni: intenzione di padre Gemelli e degli «amici più intimi ..., quelli che di portano il contributo più attivo all'Università», di indurre l'allievo di <

31 L. MANGONI, L'Uni versità cattolica de l Sacro Cu ore. Una risposta de lla cultura cattolica alla laicizzaifone de ll'i nsegname nto superiore, in La Chiesa e il potm politico dal Me dioevo all'età contemporanea, a cura di G. CHrrrour--r e G. Mlccou, Torino, Einaudi, 1986, p. 985 (Storia d'Italia. Annali 9). 3° F. RuFFJNJ, Un ve ntennio di corrisponden'{fl Ruifinijemolo (1912-1932), a cura di G. Z.INFtiRlNO, 32 ACS, Càrte ]emolo, b. 59, fase. Zanzucchi Piero: P. P. Zanzucchi a ]emolo, Padova, l giugno in <>, 1990, 2176, pp. 433-34. 1924. 20 Lettere di Buonai11ti a ]emolo lntroduifone 21

vigile di responsabilità ci deve governare, è rispettata la nostra posizione morale e intellettuale di desiderio di averla tra i miei collaboratori ... Le ripeto ciò che Le dissi. on la invito a far parte liberi ricercatori del vero. Lo stesso indirizzo fi losofico che impera all'Università· Cattolica, e per di un organismo morto, ma di un organismo che ha la sua vita nel fu turo. E poiché non poche cui anzi l'Università è sorta, potrà non piacere a qualche corrente anticattolica (per così dire), ma battaglie io penso noi dovremo combattere per fare entrare nella coscienza dei cattolici italiani la è arra a noi di serena indipendenza». visione di problemi che oggi ignorano, io proprio per questa ragione amerei averla compagno e collaboratore in queste battaglie per la formazione di una sana e forte cultura cristiana moderna. Dopo aver sottolineato che ]emolo era studioso dallo «spirito largo Sono venuto da Lei ritenendo di acquistare alla Università esclusivamente un giurista e se Ella che domina con uguale forza più rami del diritto», Zanzucchi gli propo­ fo sse solo tale mi sarei acconciato al Suo rifiuto per rivolgermi ad altri. Sono lieto di aver trovato invece uno studioso del problema religioso e per questo insisto la mia preghiera perché neva di scegliere liberamente tra il diritto ecclesiastico e il costituzionale, 34 Ella mi voglia dire di sì» il canonico o l'internazionale pubblico, offrendogli, comunque, un se­ condo insegnamento di una di queste materie, ribadendo: «Quanto 5. Lo stesso giorno, rispondendo ad una lettera in cui ]emolo lo all'Università stessa, l'opera sua mi pare indispensabile», e dando signifi­ informava della «profferta di p. Gemelli», Buonaiuti esprimeva la propria cative spiegazioni: «fervida ammirazione» per il suo atteggiamento, che comportava anche

<

34 !bi d. , b. 57, fa se. 5, s.fasc. 4., Gemelli Agostino, A. Gemelli a ]emolo, 5 giugno 1924. 35 F. MARGIOTI.I BRoGuo, Del Giu di ce Vìncenzo, in Di '{jonario bi ografico degli italiani, vol. 36, pp. 33 !bidem. 613-617. 22 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Introduifone 23

smarrito per via alcuna capacità di suscitare simpatie», ma, soprattutto, il Anche se non conosciamo il testo della lettera di ]emolo alla quale · suo confessore - probabilmente don Brizio Casciola - lo aveva auto­ Ruffini rispondeva, da Borgofranco d'Ivrea, il 16 settembre 1925, il rizzato a celebrare in segreto la messa. Comunque teme che una eventuale contenuto di quella del Ruffini è chiarissimo e può essere stato dete rmi­ riconciliazione potrebbe porre limiti «terribili» alla sua «missione» perché, nante nel vincere le ultime perplessità dello stesso ]emolo, probabilmente dopo tante tristi esperienze, non vi sarebbero «revisori» disposti ad fo ndate anche sulle precedenti riserve di Buonaiuti e del suo maestro, approvare i suoi scritti. Si apprende che ]emolo, dopo il colloquio con che sembra, adesso, suggerirgli, invece, il passaggio in una università Gemelli, gli avrebbe suggerito di comunicare anticipatamente alle autorità non statale. Scriveva infatti Ruffini : ecclesiastiche i programmi dei suoi corsi, da tenere comunque fuori dal <) sazione che non sembra richiamata nelle pagine del Pellegrino di Roma - sulla base di una richiesta di aspettativa dall'insegnamento per un paio È Buonaiuti, inoltre in una lettera del 25 dello stesso mese, a dare d'anni durante i quali «la vertenza si sarebbe potuta tranquillamente atto dello stato d'animo di ]emolo «al cospetto della situazione generale appianare», ma lo informa che la proposta, da lui genericamente accolta, degli spiriti fra noi», che aveva raggiunto «una stranissima condizione di non aveva «riscosso in alto il consenso» che Gemelli si riprometteva: equilibrio instabile», situazione che egli non riusciva ad «antivedere dove ... secondo Mario Niccoli sarebbe stato lo stesso Pio XI a fermare il media­ andrà a metter capo». Meno di tre mesi dopo, il 16 dicembre 1925, tore37. Buonaiuti si sentiva ormai «al più oscuro sbaraglio», con in mano J emolo trovava alla Cattolica il «riparo» che Ruffmi lo aveva esortato una «rischiosissima carta», ma impossibilitato ormai a ritirarsi dalla partita. a cercarsi e vi prendeva servizio come professore di diritto ecclesiastico Difficile dire cosa indusse J emolo, a poco più di un anno dal nella Facoltà giuridica, mentre il diritto canonico, a cui nel '27 verrà primo rifiuto, a mutare d'avviso e a passare dalla Cattolica di padre chiamato il Del Giudice, resterà aff.t. .dato a mons. Bernareggi. Tra le Gemelli come professore stabile di diritto ecclesiastico dal 16 dicembre «leggi fa scistissime» (Ruffini) e il «larvato macchiavellismo» di Gemelli del 1925 (vi aveva tenuto però un incarico di insegnamento nel '24-'25). (Buonaiuti), ]emolo, in profonda crisi, aveva sperato di trovare all'ombra Qualche elemento può dedursi da una lettera a lui del Ruffini, confortato del Sacro Cuore questi spazi di libertà e autonomia di pensiero che si ora da una delle lettere di Buonaiuti edite in questo volume. stavano gravemente rarefacendo negli atenei statali. Di questa crisi testi-

36 Cfr. F. MARGIOTI 1 BROGLIO, Italia e Santa Se de... ci t. , p. 171, nota 114. .l? E. BL"ONAICTI, Pellegrino di Roma ... cit., p. 541. 38 F. Ru+INI, Un ve ntennio di corrispondenza ... cit., p. 439 . 24 Lettere di Buonaiuti a ]emolo lntrodu'(jone 25

moniano anche una lettera a Luigi Einaudi, e uno scritto inedito - che Immediata, anzi preventiva, la reazione di Buonaiuti che, in una si è ritenuto opportuno riprodurre in questo volume39 -, ùna sorta di lettera del 17 ottobre, prendeva atto della sua decisione di trasferirsi alla disperato esame di coscienza di fronte alla «irrimediabile e piena» scon­ Cattolica ma non voleva certamente giudicare la sua scelta derivata «dalla fitta «di tutte le idee e di tutte le tendenze sentimentali cui da undici considerazione di una quantità di elementi» molti dei quali, anche per la anni, dal giorno in cui l'Italia è stata divisa in due schiere avverse, aveva lontananza, sfuggivano del tutto alla sua percezione. dato la sua adesione completa»40• Non esitava, però, a dissentire radicalmente dall'amico «sul modo di Scrivendo a Einaudi il 28 novembre del '25, per dire all'antico giudicare la situazione in generale della nostra cultura e della nostra maestro tutta la sua solidarietà per l'estromissione dei fratelli Albertini organizzazione accademica, e sul modo di valutare, in particolare, l'istituto dal «Corriere della sera», sul quale per anni l'economista piemontese cui ti vai ad aggregare e gli uomini che lo presiedono». Per Buonaiuti aveva espresso il proprio pensiero («opera d'istruzione e di educazione l'università di Gemelli di «fortemente cattolico» non aveva «che il titolo del nostro popolo», la definisce), ]emolo così manifestava il suo sconforto: e la censura sulle pubblicazioni. Chiamare - pompare anzi a suon di valsente - dalle università dello Stato una schiera di professori e imma­ «L'ora è tristissima: più triste ancora per i pessimisti come me, che pensano siasi iniziato tricolarli sotto l'egida del Sacro Cuore non significa davvero arrecare un un periodo di dominio della forza e di soffocamento di tutti i valori sprirituali che durerà più di noi. Ma accanto alla fe de in Dio ed alla voce della coscienza, mi conforta l'esempio del Maestri apporto qualsiasi alla causa della religiosità cristiana in Italia». I legami, che sui banchi della Università hanno foggiato non soltanto la mia modesta figura di studioso poi, di Gemelli con il fascismo e il governo Mussolini lo portavano ma la mia coscienza di cittadino: Ella, il Ruffini, il Mosca mostrano quale sia la via da seguire a pensare che il francescanesimo era giunto «alla più grossolana conta­ nelle ore più difficili, come bisogni saper tutto sacrificare per seguire quel che la coscienza detta. E di questo esempio luminoso io sento di dovergliene due grazie dal profondo del cuore» 41. minazione» e che il mondo andava «dietro ai simulacri più esosi e più corrompenti». Un mese dopo, 1'11 novembre, rispondendo ad una lettera nella quale ]emolo aveva posto «integramente a nudo la sua anima», Dialogando con sé stesso, nelle menzionate 4 notazioni del 21 Buonaiuti moderava il giudizio e si augurava che la realtà smentisse le novembre '25 redatte per «raccogliere le ...idee e formare i proponimenti sue «preoccupate previsioni e le sue fo sche valutazioni» e che l'ambiente per la vita avvenire di cittadino», ]emolo ribadiva, con grande lucidità: della Cattolica offrisse all'amico tutte le possibilità di «libero ministero» «li presente non potrebbe essere più nero : tutto quel che ci sembrava impossibile si verificasse, (un lapsus freudiano?) : lui lo avrebbe seguito con animo fraterno e con si è verificato: un assetto politico o ve alla libertà è fatto minor posto che non ne abbia mai fatto i voti più fervidi. altro assetto, ove il soffocamento del cittadino è maggi ore che non sia mai stato, ove non v'è Le preoccupazioni di Buonaiuti non erano senza fo ndamento: solo posto per voci che non siano di plauso - ed al tempo stesso un perfezionamento di mezzi di lotta e di congegni polizieschi che renderebbero vano ogni tentativo di rivolta. Un popolo che un anno e mezzo dopo la chiamata, con decreto ministeriale del 15 s'infischia della libertà perduta; una borghesia lietissima di avere sacrificato i diritti politici pur di giugno 1927, ]emolo è ritrasferito a Bologna, con decorrenza dell'ottobre conservare la proprietà per la quale aveva un momento tremato. Un assetto liberale morto successivo, il che farebbe pensare che la decisione di lasciare l'Università ignominiosamente senza trovare un sol don Chisciotte che si facesse ammazzare per lui, già ucciso nelL-1 considerazione del popolo prima di morire: e quando si cade cosi, non si risorge»42 Cattolica - sia maturata nei primi mesi del '27. Non è un caso che il 1 o gennaio fo sse arrivato all'ateneo del Sacro Cuore Vincenzo Del Giudice a coprire l'insegnamento del diritto canonico (poi anche dell'ecclesiastico dopo la partenza del collega) e vi avesse tenuto il 14 marzo 1927 la sua prolusione. Buonaiuti ne scriverà in una lettera del 13 giugno di quel­ 39 Vedi alle pp. 244-247. l'anno lamentando un lungo silenzio di ]emolo - «insufficientemente 411 Ibidem. rotto dai saluti delle sue laconiche cartoline» - e informandolo di aver 41 Carteggio inedito tra A. C ]emolo e L. Eina11di (1922- 1960), a cura di G. SrADOLINI, in «Nuova antologia>>, 1991, 2177, p. 223. già saputo del suo rientro a Bologna, di cui si compiaceva caldamente 244-247. 42 Cfr. pp. («Tu sai come non avessi mai riguardato con eccessiva simpatia il tuo 26 Lettere di Buonaiuti a )emolo Introdu'?fone 27

ingresso in quell'organismo malato eli elefantiasi e eli idropisia»), anche la piccante novella»!), sostenendo che nel prete modernista vi era «uno se ne capiva le conseguenze economiche. Nessun cenno, comunque, alle sdoppiamento della personalità, fra il credente e il critico», uno sdoppia­ ragioni dell'abbandono da parte eli ]emolo dell'ateneo eli padre Gemelli, mento che Buonaiuti vedeva però anche tra lo ]emolo «giurista e cano­ dopo la breve e non felice esperienza degli anni accademici 1925-26 nista» e lo ]emolo «storico e valutatore dei fatti religiosi». e 1926-27. Né si hanno elementi che consentano eli individuare le ragioni In una lettera del 16 gennaio 1926 si legge, infatti, che Buonaiuti precise dell'abbandono - non ve n'é traccia negli archivi dell'ateneo aveva accompagnato Gemelli alla stazione e da lui aveva appreso eli un - se si toglie l'accenno all'autoritarismo di padre Gemelli, nel ricordo «pressantissimo» intervento di ]emolo perché la sua «amara vertenza che ne scrisse, nel '59, su «La Stampa». È assai, probabile, peraltro, che potesse essere composta con dignità e soddisfazione universale» e aveva la decisione sia stata, in qualche modo, connessa al ruolo eli Gemelli ritenuto che, nel complesso, Gemelli meritava la sua gratitudine: nella definitiva condanna eli Buonaiuti, ruolo che J emolo così descriverà nella prefazione all'edizione del 1964 del Pellegrino di Roma: «Ha consacrato molto tempo per me, in giorni che dovevano essere per lui singolarmente movimentati, e, più di una volta, ha vinto il suo carattere che deve essere straordinariamente facile alla irritazione e naturalmente portato ai gesti di imperio, per mostrarsi amabile e ra­ «Nessun dubbio che padre Gemelli fosse l'uomo meno adatto a quel passo. Sinceramente, gionevole>> illimitatamente devoto alla chiesa, la sua visione del bene di questa era antitetica a quella di Buonaiuti. Era un realizzatore, non pensava ad un trionfo della Chiesa che non fosse visibile, estrinsecantesi in istituti umani, non aveva ripugnanze per gli accordi ed anche le transazioni con Cesare». anche se, alternando «intempestivamente le minacce ai complimenti, la violenza alla lusinga» non gli era certo apparso «l'interlocutore ideale». Ricordava però che, a quanto Gemelli gli aveva raccontato, udito Ad ogni modo il dissenso era ormai troppo profondo e la tenacia delle l'insuccesso del suo intervento su Buonaiuti, Pio Xl si sarebbe commosso condizioni che gli venivano imposte «troppo risoluta» perché egli potesse e avrebbe auspicato un Dio più misericordioso eli guanto un papa non «nutrire illusioni». Per dare, in ogni caso, un segnale, Buonaiuti aveva potesse essere43. Ad ogni modo guanto Buonaiuti riferisce a J emolo in chiesto al Ministero l'aspettativa per ragioni eli famiglia. Da una successiva queste lettere fo rnisce un quadro più articolato e meno "tassativo " eli lettera del 23 gennaio si apprende che, nel riferire a J emolo, Gemelli era quello offerto da Buonaiuti stesso nel Pellegrino e dagli interventi 44 «lucidamente oggettivo nel riconoscere eli non aver saputo sagacemente e ricordi eli Donini, Pincherle, Ghisalberti, Morghen e Niccoli e eli quello adempiere il compito affidatogli»: secondo Buonaiuti il francescano aveva dato da Gemelli 45 il quale, si apprende ora, da una lettera eli Buonaiuti «troppo rivelato la decisione eli stravincere, eli colpo», cercando, in un a ]emolo del 26 ottobre 1929, si sarebbe nuovamente recato da lui in certo senso, eli «estorcere una resa a discrezione eli ... un paranoico». Alla quei giorni, dopo le polemiche dei mesi precedenti46, «a fare ammenda stazione eli Roma la sera del 14 gennaio si erano separati abbracciandosi, delle sue malefatte polemiche» («per carità - aggiunge - non propalare ma una lettera speditagli il 15 e poi ...annullata con un telegramma del 16, era «aspra e malevola»: «>, IV, 1928, p. 567; M. NJCcou - A. DoNINI, Al P. Agostino Gemelli, ibid. , V, 1929, pp. malo modo» la sua posizione ecclesiastica (il 25 gennaio il Sant'Ufficio 284-288; A. PrNCHERLE, Semp re Padre Gemelli, ibid. , pp. 382-384; Gemelli ... e noi, ibid. , pp. 479-480; lo aveva dichiarato scomunicato nominatamente e personalmente ed la lettera di Gemelli a Buonaiuti del 23 gennaio 1925 è riprodotta in E. BuoNAJUTI, Pellegrino di espressamente vitando) , si stesse adoperando per liquidare anche quella Roma ... cit., p. 541. 45 ibidem. accademica. Un timore sul quale torna il 21 dello stesso mese e che, 46 Cfr. nota 44. grazie alla convivenza del ministro Pietro Fedele, suo collega eli facoltà, 28 Lettere di Buo11aiuti a ]emolo lntrodu'?fone 29

si rivelerà di lì a poco, molto concreto: vane erano state le promesse 6. Singolare, ancora, quanto emerge da queste lettere a proposito di fatte a Morghen da Fedele nell'aprile del '24 («lo aiuterò iri tutti i modi una delle più importanti opere di ]emolo. Agli inizi del '28 l'editore Laterza ad uscire dal passo doloroso») 47• Stavano per cominciare le trattative per pubblicava Il giansenismo in Italia prima della Rivolui:Jone, uno scritto che segnerà la Conciliazione e Buonaiuti - dopo Sturzo, esiliato dal Vaticano per una svolta nella storiografia in materia 50• Qualche mese dopo, in un'ampia compiacere Mussolini - sarebbe stato sacrificato e strumentalizzato dal rassegna dedicata ai Nuovi studi di dottrineigiose rel 51, padre Gemelli sferrava un governo di Sua Maestà - per compiacere Pio XI - sull'altare dell'al­ violentissimo attacco a ]emolo che aveva da poco lasciato la Cattolica e che solo quattro anni prima egli aveva voluto, con insistente determinazione leanza della Chiesa cattolica con il fa scismo. Ma di questo si è avuto modo di scrivere trent'anni or sono48 : ai documenti allora analizzati - come si è visto -, tra gli insegnanti del «suo» Ateneo. Dopo avere, appunto, ricordato che l'autore aveva fatto parte dell'Università da lui queste lettere portano, in ogni caso, utili complementi. governata tra il dicembre del '25 e l'ottobre del '27, Gemelli riconosce l'ansia Vorremmo solo aggiungere per integrare con una voce, amica ma di ]emolo, giurista di grande valore, di uscire dal chiuso campo del diritto per diversa, il quadro dell'inutile discorso apertosi tra Gemelli e Buonaiuti, «comprendere, attraverso la meditazione storica, il valore e il significato di che, scrivendo a quest'ultimo nella seconda metà del 1926, Formiggini, fatti», ma sostiene che lo faccia ponendosi da un punto di vista «scientifica­ editore di più d'uno degli scritti di Buonaiuti in quegli anni e della mente inaccettabile, ossia quello del modernismo, che egli in fondo accetta rassegna «L'Italia che scrive» di cui Buonaiuti fu assiduo collaboratore e fa proprio». Non a caso presso lo stesso editore e nella stessa collana era insieme ad alcuni dei suoi allievi (Alberto Pincherle, ad esempio), com­ apparso Il Cristianesimo nel!Afri ca cristiana del Buonaiuti: ci si doveva, quindi, menta il profùo Gesù il Cristo, scritto da Buonaiuti e da lui allora appena chiedere quale «influenza» avesse avuto quest'ultimo sull'autore, e quanta stampato, confessando con la schiettezza e l'autenticità che solo la grande «devastazione» avesse fatto «anche in quest'anima». Del resto bastava scorrere amicizia tra questi due straordinari animatori culturali poteva permettere, il suo manuale di diritto ecclesiastico per capire - e questa era la sorte di con queste parole: tutti i modernisti - «che lo avvelena il sottile e caustico ed ironico e scettico

«Mi sono letto il Profilo del Cristo e ti confesso che non mi è piaciuto e credo che non spirito del liberalismo»: non per nulla si trattava di un allievo del Ruffìni! piacerà. on è il profilo del Cristo rispetto ai farisei, ma il profilo tuo rispetto a padre Gemelli Nell'opera sul giansenismo ricompariva, inoltre, lo ]emolo collaboratore della e hai fatto senza volere una apologia del fa riseismo che non la meritava e hai fatto del povero «Rivista trimestrale di studi filosofici e religiosi» del Bonucci, della quale era Cristo uno scocciatore e tale fo rse non fu . Ho rimorso di aver fatto un corno al povero mio stato magna pars il Buonaiuti e che era stata condannata dalla Chiesa. Molte maestro Baldassare Labanca, tu sai scrivere in modo meraviglioso, egli non sapeva scrivere, ma nel suo ruvido libretto c'era pure qualche cosa che restava in tasca a chi lo leggeva. Insomma se affermazioni dello ]emolo provavano che lo spirito animatore dell'opera era vieni ti parlerò di Dio, perché mi sento di poterti dare utile consiglio. non ti sembri ciò «ancora quello modernistico»: ma non c'era da stupirsi, presunzione e vogliami bene>> 49. >. Egli non si è accorto che la concezione dei modernisti <>. lettera di Gasparri al p. Tacchi Venturi del 2 ottobre 26, ibid. , p. 27, che in sostanza chiedeva 5 che Fedele anticipasse in via regolamentare il futuro art. del Concordato secondo l'espresso Per questo, conclude lapidariamente, l'opera dello ]emolo «è sterile»52• desiderio di Pio Xl). 48 F. MARG IOTIA BROGLIO, italia e Sa nta Sede ... cit., p. 180; v. anche Io., E. Buonaiuti, in Modernismo, fa scismo, comunismo, a cura di G. RossrNr, Bologna, Il Mulino, 1972, pp. 133-153; Io., Buonaiuti tra Dio e Cesare, in <>, 1981, 2139, pp. 116-123. F. MARGIOlTA RO 49 Formiggini a Buonaiuti, in R. CERRATO, Buonaiuti e Fom1iggini: 1111incontro fra storiografiarel igiosa e nuova ;c, Cfr. B GLIO, /1pp unti storiograjìc i SI/lgia nsenismo italiano, in Raccolta di scritti in 789-849. editoria, in Fonti e documenti ... ci t, 13 (Studi in onore di L Bedeschi, I), 1984, pp. 149-150; si vedano anche onore di A C }emolo ... cit., I, t. II, pp. t\. Pr'>, VI,1923, p. 98, e i contributi raccolti da 51 <>, XX (1928), pp. 357-365. 52 364. L. B \l.SA Mo-R. CREMru'ITE in A. F Fom1iggini, un editore del Novecento, Bologna, R.F. Levi, 1981. lbid. , p. 30 Lettere di Buonaiuti a )emolo lntrodu'{jone 31

Il tono, la violenza e la perentorietà dell'attacco ad uno studioso Singolare, si è detto, anche quanto emerge dalle lettere che qui si quasi quarantenne, già noto ed illustre, lasciano alquanto perplessi e pon­ pubblicano, a proposito della medesima opera dello J emolo. Buonaiuti, gono interrogativi eli non facile risposta. È certo, infatti, che Gemelli accusando ricevuta de Il giansenismo in un lettera del 28 fe bbraio 1928, ben conosceva - e li cita espressivamente - gli scritti «modernistici» dopo essersi «gettato con avielità sulle pagine» del volume, esclama: pubblicati da J emolo prima del suo arrivo in Cattolica ed è certo che conosceva direttamente - come si è visto poc'anzi - gli strettissimi «Quale superba evocazione ci hai dato! (.. . ) la realtà travalica eli gran lunga le fa vorevolissime previsioni. Tu hai saputo, con sguardo lucido e sicuro, individuare il nucleo sostanziale della e forti legami col Buonaiuti, presso il quale, anzi, aveva svolto opera di esperienza giansenistica, ( . . .) tu hai individuato magistralmente i caratteri e la funzione del meeliazione e collegamento durante il tentativo di Gemelli di riportarlo giansenismo italiano>>. all'ortodossia. Né poteva essergli sfuggita la stretta consonanza delle sue idee con quelle del maestro, Francesco Ruffini. Eppure non aveva esitato, E aggiunge : «rimango, sopra tutto ammirato dinanzi alla larghezza come si è visto, ad insistere più volte solo tre anni prima per avere in sconfinata della tua erudizione teologica. Ma rimango commosso agli Cattolica ad insegnare diritto ecclesiastico (non ...statist ica!), un amico accenti con i quali tu tratti della visione cristiana del giansenismo». Fin dei modernisti, un parente dell'aborrito ebreo Felice Momigliano, nono­ qui le reazioni, da opposta sponda, di Gemelli e Buonaiuti si spiegano stante tutti i dubbi eli credente e le esitazioni di docente che questi vicendevolmente, ma in una successiva lettera dell'aprile, da San Donato, aveva chiaramente manifestato al rettore e ai colleghi che lo pressavano dopo una pacata e completa lettura dell'opera, Buonaiuti, pur senza ad accettare la cattedra milanese. Stupisce anche la particolare violenza «ritirare alcuna delle valutazioni entusiastiche» fo rmulate «dopo la prima con cui aggredisce frontalmente un docente che fino a pochi mesi prima rapida scorsa», dichiara seccamente: «mi ha fatto una qualche sgradevole aveva insegnato nel suo Ateneo, per la sua espressa richiesta, e che impressione una tua preoccupazione ortodossa che affiora a volte quando proprio in quegli anni aveva portato a termine le ricerche sul giansenismo. meno lo si spetta e lo si capisce. E sopra tutto mi ha fe rito un tuo Le risposte vanno cercate sia nella negativa conclusione del tentativo di giudizio sul modernismo, che travalica largamente il senso storico e l'e­ Gemelli eli far rinunciare Buonaiuti alla cattedra universitaria - che quità. Non nasconderò questa mia impressione, per lealtà, nella rassegna fo rse J emolo si era fino all'ultimo illuso di poter incanalare verso una che sto per scrivere». In realtà già in una recensione dell'anno prima ad rinuncia solo provvisoria, attraverso la richiesta di un paio d'anni di un saggio eli J emolo su Scipione de' Ricci - rifuso poi nel volume in aspettativa, sentendosi, in certo senso, ingannato dagli spiragli che Gemelli questione - aveva avanzato alcune riserve, parlando adelirittura di doveva avergli fatto balenare, come si evince dalle già ricordate lettere eli «andatura grottesca eli una parodia», ma i brevissimi riferimenti eli]e molo Buonaiuti a ]emolo -, sia nei non chiari e non chiariti rapporti del al modernismo, contenuti nel volume, non erano certo tali né da provo­ giovane Gemelli con il modernismo e con i modernisti. Risponendo ad care questa reazione di Buonaiuti, né da giustificare l'aggressione eli padre una lettera di Gemelli che gli aveva scritto dopo quasi vent'anni da Gemelli. Nella sua ricerca ]emolo aveva fa tto opera alta di storico, con questi avvenimenti ]emolo dichiarerà: «È quasi un quarto di secolo che le sue idee, certo, ma non conelizionato dalla ricorrenti controversie non c'incontriamo. Confesso di averLa vista a qualche cerimonia, ma ecclesiali e dallo spirito conflittuale che animava da un lato (con piena - lo dico a mia confessione - il ricordo eli un articolo, che io ritenni giustificazione per la sua personale vicenda e per la cieca repressione allora non buono, da lei scritto nei miei riguareli poco dopo la mia antimodernista) un Buonaiuti, dall'altro (senza giustificazioni, ma -animato uscita dalla Cattolica, mi trattenne»53. dall'ansia eli rivincita sul proprio passato tipica dei convertiti) padre Gemelli. J emolo era uno studioso la cui opera si poneva ormai al centro del elibattito storiografico sul Sei e Settecento religioso (come si porrà al

53 Jemolo a padre A. Gemelli, Roma, 28 novembre 1949 in F. MARGJOTI"A BRoGLIO, A. C centro di quello sull'Otto e Novecento con il volume del 1948 su Chiesa )emolo e V Del Gi11dice, in «J us, rivista eli scienze giuridiche», XXXIX (1992), 3, p. 262. e Stato in Italia) ed i sui punti di riferimento e di confronto dovevano 32 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Introduzione 33

essere le grandi tendenze sul come «fare storia» (o, per altre opere, sul vitalità e concludeva: «Mio caro Carlo: penso al tuo invadente agnostici­ «come» scrivere di diritto), non le controversie - nellé quali, come smo e mi domando - sit venia verbo - se l'agnosticismo non è una confermano queste lettere, non fu mai troppo coinvolto, e quando lo fu schematizzaifone ideologica di una invincibile indolenza spirituale ... ». In ciò accadde essenzialmente per l'amicizia profonda con Buonaiuti 54 - tra una lettera successiva (1 O maggio) riconosce che la recensione al Gianse­ gli ultimi modernisti «allo sbaraglio» e gli arroganti ecclesiastici forti del nismo, apparsa su «Ricerche religiose», riletta a mente calma, gli appare recuperato potere anche nella vita pubblica grazie all'alleanza della Chiesa «troppo forte» e si ripromette di essere «più tenero» in quella che sta con il fascismo. Lo aveva capito anche Buonaiuti quando, in una lettera preparando per la «Zeitschrift fur Kirchengeschichte»; ma, qualche giorno successiva (13 aprile) - dopo averlo assicurato che mai avrebbe preteso dopo, di fronte al duro attacco di padre Enrico Rosa al volume di la soppressione di «qualche inciso» per un riguardo all'amico che aveva Jemolo sull'«Avvenire» del 6 maggio - dove si metteva in evidenza la sofferto e soffriva per alcune idee da lui «sommariamente giudicate» «primitiva fo rmazione modernistica» dell'autore - deve riconoscere la - lo accusa di tradire

54 Significativo quanto scrive Buonaiuti il 4 agosto 1928, a Jemolo da San Donato: «D primo ed offrano qualche spunto per un'analisi dei medesimi testi sotto i molti San Donato sorse come espressione di un caldo vincolo di solidarietà fra un manipolo di spiriti, profili per i quali le lettere di un ventennio - in definitiva quasi decisi a realizzare fugacemente, a contatto della natura e nella contemplazione, la fraternità coincidente con quello fa scista - tra queste due singolari personalità, scaturente dagli ideali dell'Evangelo. Se questo fu il fe rmento delle prime estati sandonatesi, debbo pur riconoscere, con tanta pena in fo ndo all'anima, che abbiamo perduto dove abbiamo possono fo rnire elementi di nuovo e particolare interesse. vinto, e che l'avere mirabili allievi in una scuola, non è la stessa cosa che avere dei sicuri fratelli Innanzitutto molte sono le notizie che integrano quelle fo rnite da nelle esperienze della religiosità>>. Ma da segnalare, in proposito, quanto scrive, con eccessiva Buonaiuti nel Pellegrino di Roma sul gruppo di allievi che si raccoglieva animosità e con giudizi non giusti dato l'altissimo livello scientifico dei docenti e studiosi a cui fa riferimento, don Giuseppe de Luca a Papini il 23 giugno 1927: «mentre il Professore si illude intorno al medesimo, a Roma e a San Donato; le stesse reazioni alle di creare un cenacolo di anime, e per questo li raccoglie in adunate e agapi, i professorini della condanne e alle scomuniche sono più vive e più circostanziate, più nidiata han l'occhio a eventuali cattedre universitarie, in Italia o negli Stati Uniti. E han gli occhi dirette e più trepidanti di quelle riportate nell'opera memorialistica. In e le gambucce buone>> (G. DE LLCil - G. PAPINI, Ca rteggio, l, 1922- 1929, a cura di M. PiCCHI, particolare queste lettere costituiscono un prezioso complemento a quelle Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1985, p. 134). Sui rapporti De Luca-Buonaiuti si vedano, comunque, pp. 39-42. di Morghen, recentemente pubblicate, che si sono già menzionate (si 34 Lettere di Buonaiuti a )emolo !ntrodu'{jone 35 veda, in proposito e ad esempio, la lettera del 21 dicembre 1922). Anche ecclesiologico e dove la solidarietà della coinonia si trasforma in una sorta i profili della cosi detta coinonia e le riflessioni sulla affinità di aspirazioni di direzione di coscienza. La cattedra universitaria, che considera la religiose che consentiva la partecipazione, escono, dalle lettere di Buo­ «palestra naturale del suo proselitismo spirituale e religioso» è, invece, al naiuti, meglio definiti rispetto alle rimembranze di un Morghen, di un centro del sodalizio con Jemolo, tutto intento, quest'ultimo, a suggerire Niccoli o di un Donini55• comportamenti e adattamenti giuridici e burocratici per aiutare l'amico Inoltre molte notizie, a volte preziose, forniscono questi documenti, a non farsi privare di quest'ultima palestra. per integrare la biografia esistenziale, culturale e spirituale di J emolo: Ma è anche continuo il confronto intellettuale: così sul Sarpi - del alcune, come quella dell'aspirazione ad andare ad insegnare in Egitto, quale entrambi preparavano una silloge di scritti tra il '24 e il '25 - ; sui che emerge dalle lettere degli anni alla Cattolica, del tutto sconosciute. giansenisti; su Lutero; sulla crisi religiosa che nasceva dalle paure e dalle Preziose anche le frequenti notazioni sulla vita universitaria - concorsi, timidezze di un magistero incapace di «aprire il varco, coraggiosamente, chiamate, trasferimenti, anche relativi a facoltà diverse da quella dove alle conclusioni più audaci della cultura moderna»; sul profilo di San insegnava don Ernesto - le quali non solo dimostrano che egli ebbe, Francesco pubblicato nel '26 con Formiggini; sulla cultura religiosa nelle ad onta della sua progressiva emarginazione, influenza non poca nel­ università italiane ; sugli Elementi di diritto ecclesiastico editi da ]emolo nel l'ambiente accademico, ma anche forniscono utili indicazioni per la '27; sul ]udaism in the First Centttries di George Foot Moore (occasione ricostruzione della vita degli atenei e delle istituzioni di ricerca (cosi per un approfondito confronto sulla visione evangelica dell'oltre tomba) ; l'Enciclopedia italiana) nel ventennio fascista. Gustose sempre, comunque, sul Cuccagni e sul Tamburini; su Gioacchino da Fiore (che consente le ironiche allusioni agli idealisti - «portati squisitamente alla sopraffa­ a Buonaiuti di chiedersi ancora una volta perché la Chiesa soffocava «in zione ... intellettuale» - e la distinzione, all'indomani della marcia su fa sce ogni programma di rinnovamento» e di chiedere a Jemolo perché Roma, tra fascismo violento per i «sanguigni» e fascismo psichico per non sottoponeva «ad un severo controllo le capacità superstiti di questa i «linfatici», tra forme di consenso «protervo e forme di «acoscienza». Chiesa sorda e astorica») ; sul modernismo e la sua repressione (che Anche dal confronto con le lettere di Buonaiuti a Remo Missir, scritte aveva costretto il clero, ferocemente allontanato nel 1908 da «ogni cura tra il 1926 e il 1946, che pure costituiscono una eccezionale testimonianza e interesse culturale», ad imputridire «in uno scetticismo vergognoso») ; della vicenda umana del sacerdote scomunicato quale egli la rappresentava su Gentile e la Treccani (dove veniva imposta la revisione ecclesiastica al suo giovane corrispondente di Smirne, ci sembra che quelle, pure in delle voci di argomento religioso, anche se gli allievi di Buonaiuti erano numero più ridotto, indirizzate all'amico fraterno e al «collega» ]emolo, presentissimi: «Gentile con l'imprimatur! Non c'è male - esclama Buo­ si caratterizzino non solo per la diversità della dimensione (Donini ha naiuti - per il panegirista di G. Bruno!»); sul cardinal Gasparri - di parlato per la prime di un «un clima di cura d'anime»), ma per lo spessore cui ancora nel '28 Buonaiuti riconosce la simpatia, la «chiaroveggenza» stesso del pensiero e per il livello, che mai scade, al quale il dialogo si e !'«elasticità eccezionali», all'oscuro del ricordato trattamento che proprio colloca. Un livello, certo diverso da quello del rapporto psicologico, negli stessi giorni gli veniva riservato nella definitiva formulazione dell'art. affettivo e possessivo del maestro con il giovane Missir, percorso, a tratti 5 del concordato -; sui Patti Lateranensi e la soluzione della questione da sfumature contro-riformistiche, che appare di filiazione più spirituale romana (« che prodigi di virtuosismo giuridico non hai tu compiuto» nel che culturale, nel quale il richiamo profetico predomina su ogni spessore saggio sul nuovo Stato del Vaticano, sottolinea Buonaiuti nell'agosto '29, ma come il tutto gli appare «in antitesi irreconciliabile con la parola di Cristo») ; sulla tremenda prova del fo rzato abbandono dell'abito talare per non incorrere nelle sanzioni del braccio secolare concesso ai provve­ 55 Si vedano le lettere di Buonaiuti, una citata nella nota precedente e la seconda al Missir del 6 giugno del 1927, in E. BuoNAIUTI, La vita allo sbaraglio . . . cit., pp. 26-29 ; i riferimenti alle dimenti ecclesiastici del Concordato (bellissima la lettera del 20 maggio rievocazioni di Morghen, Niccoli e Donini si sono dati nelle note precedenti. 1929 nella quale Buonaiuti rievoca, con pochi tratti di grande efficacia, 36 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Introduzjone 37

i trentaquattro anni nei quali l'aveva indossato) ; sul matrimonio ebraico di J emolo verso il modernismo e nei confronti della fiducia in una e sugli scritti del Turmel ; sui due volumi dedicati dal Rufflili alla Vtta permanente vitalità del movimento che Buonaiuti manifesta in più d'una religiosa di A. Manzoni, sui rapporti Tyrrel-Bremond e su L'imposture eli occasione. Si è già visto con chiarezza che al di là del «modernismo Bernanos ; sui lavori di ecclesiasticisti, come Forchielli, Savagnone, Magni storiografico» - di cui ]emolo, anche per la fo rmazione col Ruffini e la e Bertola (con discordanti valutazioni) ; sul rifiuto del giuramento fa scista prossimità con personalità come Einaudi, Orlando, Falco, Cammeo, Felice (« ho seguito la via che mi ero prefissa, ma con la dominante cura eli Momigliano o , è certamente partecipe nell'approc­ porre in luce le ragioni strettamente religiose del mio atto», scrive cio critico, agnostico e libero da condizionamenti con cui affronta lo Buonaiuti nel novembre del '31 ), sulla tristissima necessità eli alienare studio storico, giuridico e politico dei fatti religiosi - egli ritenga, come ' buona parte della sua ricchissima biblioteca per trasferirsi in un alloggio nota con dispiacere Buonaiuti nella lettera del 18 aprile 1928, che il più piccolo e più modesto dopo la perdita dello stipendio (« anche «modernismo teologico sia morto e sepolto», mentre il mittente sostiene i vecchi alberi possono essere qualche volta trapiantati») ; sugli scritti che esso si rivela «a tratti vivo e vegeto». Dalla stessa lettera si deduce rimasti inediti del Ruffini, sulla sospensione eli «Religio» ed il ritiro del che J emolo considerava le buonaiutiane Lettere di un prete modernista del passaporto (che gli verrà restituito solo per intervento personale eli 1908 « una posizione di pensiero completamente tramontata» e che non Mussolini sollecitato dal rettore dell'Università eli Losanna). Questo ' condivideva l'opinione del suo corrispondente convinto che «le enuncia­ l'ultimo episodio eli rilievo nelle lettere che abbiano scorso con molta, zioni fo ndamentali delle Lettere possono ritrovarsi negli indirizzi più recenti troppa rapidità e che, comunque, vanno diradandosi dopo il ritorno eli della linea apologetico-religiosa dei singoli modernisti». Citava, in proposito, ]emolo a Roma nel '33. La Segreteria eli Stato, infatti, non contenta eli gli articoli della rivista «The Atlantic Monthly» e gli studi di uno dei suoi avere ottenuto, sia pure per il mancato giuramento, l'estromissione eli più giovani allievi, Ambrogio Donini, che era «tutto e sempre più, in una Buonaiuti dagli atenei italiani, voleva assolutamente impedire che fosse maniera che quasi ( ...) sgomenta, per il modernismo sociale-apocalittico chiamato ad insegnare anche in università eli paesi esteri e protestanti, della prima maniera». Non si rendeva conto, Buonaiuti, che, nonostante la ed era intervenuta attraverso il Ministero degli esteri per ottenere che gli prospettiva storiografica di ]emolo fin dallo Stato e Chiesa negli scrittori politici venisse tolto il passaporto56: una persecuzione senza soste che non del Seicento e del Settecento andasse ben al eli là di quella idealistica e fo sse già cesserà con la caduta del fascismo e che otterrà, come si è ricordato, dai aperta a suggestioni che saranno quelle della storiografia economico-sociale governanti democratici l'applicazione a Buonaiuti eli quella disposizione francese degli anni Quaranta-Cinquanta 58, l'amico non era certo indifferente concordataria che Mussolini non aveva fatto eseguire57 e che cadrà solo al pensiero eli quel Benedetto Croce, intimo del suo maestro Ruffmi, che, nel 1985. La colpa di avere riproposto alla cultura italiana il valore e il nelle pagine di Anni di prova, definirà «un faro per la sua generazione, che senso della ricerca religiosa - una colpa di cui in un certo senso anche ha sciolto le nebbie che trovammo uscendo dalle nostre scuole secondarie J emolo si era macchiato - non doveva in alcun modo essere cancellata. (... ), che negli anni del fascismo ci ha talvolta salvato dalla disperazione»59, l'uomo «di cui più avrebbe desiderato la stima» e con cui non ebbe, e se 8. Non è possibile chiudere le brevi note introduttive premesse ne rammarica, «che rari incontri »60• Quel Croce che aveva scritto che la all'edizione di questi documenti - curata con impegno, competenza Chiesa cattolica «col liberarsi dei modernisti, si è liberata di gente infida, e acribia da Carlo Fantappiè - senza porsi il quesito dell'atteggiamento

58 lo., Nota alla seconda edi'.(jone, in A. C. J EMOLO, Stato e Chiesa negli scrittori politici italiani del 56 Cfr. F. MARGIOTIA BRoGLIO, Buonai11ti tra Dio e Cesare ... cit., pp. 116-123. Seicento e del Settecento, Napoli, Morano, 19722, pp. 331-420. 57 Io., Italia e Sa nta Sede... cit., p. 180 (ivi richiami bibliografici sulla questione della retroartività 59 t\.C. jDIOI.O, Anni di prova ... cit., p. 175. dell'art. 5 Cane.) e pp. 542-547. w Ibidem. 38 Lettere di Buonaiuti a ]emolo lntroduifone 39 e cto non indebolisce ma rafforza le istituzioni»61, e sulle cui orme In ultima analisi, pur restando legato di profondo affetto al Buo­ Prezzolini aveva definito la lotta tra vecchi e nuovi nella Chiesa «una lotta naiuti e alla sua memoria (la sua ultima comparsa in pubblico, qualche di ritardatari»62• Ma è in Anni di prova che ]emolo si domanda espressa­ mese prima della morte nel 1981, fu per presentare le ricordate lettere al mente cosa ci fo sse in quel modernismo che, grazie a Buonaiuti, aveva Missir nella sede romana della Nuova Italia), ]emolo non accettava la avuto modo di vedere da vicino. E risponde: schematica contrapposizione modernisti - antimodernisti come chiave di lettura della realtà del cattolicesimo italiano contemporaneo che egli Coglievo anzitutto ( ... ) un riflesso tardivo della grande fede dell'Ottocento nella scienza, che coglie, nei suoi molti interventi, ben oltre le inevitabili cristallizzazioni si era mostrata anche nel metodo storico, nel credere alla parola definitiva che la critica avrebbe che quella, pur così importante controversia, aveva comportato da tutte potuto dire intorno al significato dei testi sacri e all'ambiente da cui erano scaturiti (.. .) . Sul dogma (... ) i modernisti giungevano, senza saperlo, alle conclusioni cui era pervenuto Lambruschini e due le parti. Colse in pieno, invece, il senso del grande scontro che, settan'anni innanzi, non molto diverse da quelle dei socin.iani di oltre tre secoli prima ( ...). all'inizio del secolo, vide in realtà confrontarsi due diversi sistemi di E come sempre non tutti avevano il coraggio di veder chiaro di sé, di constatare il cammino pensiero, con i loro linguaggi, le loro strutture, le loro leggi (Poulat). percorso dal giorno che avevano cominciato ad allontanarsi dai testi studiati nei seminari ( ...). E fu, senza esitazioni, dalla parte degli inquisiti, dei sopraffatti - così Anche tra i più lucidi v'era poi la scelta: dichiarare tutto il proprio pensiero, palesare il punto dei ribelli che di quelli che chinarono il capo -, dei condannati, pur d'arrivo, e rompere con la Chiesa; od invece simulare e restare» ( ... ) nella speranza di poter operare dentro la Chiesa». non accettando di tradurre i risultati della critica storica in capisaldi dottrinali. Mai un dubbio in lui - e queste lettere sono una testimo­ nianza di prima mano - nell'amicizia, nella devozione, nella frequenta­ Constata, però, che quando lui scrive, alla fine degli anni Sessanta, zione del sacerdote scomunicato e tanto più dopo che il Sant'Ufficio dopo il Vaticano II, è ormai assodato e accettato anche da «sacerdoti aveva espressamente imposto a tutti di evitarlo . Un atteggiamento, certo, e religiosi di indubbia ortodossia» che la lotta contro il modernismo ben diverso da quello di altri intellettuali che si trovarono in analoga «sradicò ad un tempo il grano e il laglio», e gli resta il rimpianto del situazione. Si pensi solo a Giovanni Papini, che nonostante gli antichi non poter «scendere nello stato d'animo dei sacerdoti che rimasero nei rapporti di amicizia con Buonaiuti 65, quando, nel luglio del '29, si accinge ranghi»63. Lui, da parte sua, aveva fatto il possibile e l'impossibile perché vi rimanesse anche don Ernesto64• a scrivergli per replicare ad uno articolo di quest'ultimo, Critica storica ed esperienza cristiana, apparso su «Ricerche religiose» di quel mese, si consulta con don Giuseppe De Luca per sapere se «essendo il B. condannato com'è» faceva bene o male a scrivergli. E aggiunge: 1 6 B. CROCE, Cultura e vita morale. Intenmzif polemici, Bari, Laterza, 1955, pp. 148-149. PREZZOI.INI, 62 G. TI cattolicesimo rosso, apoli 1908, p. 338; in proposito si vedano le acute Dal punto di vista della disciplina ecclesiastica sarei, credo, in colpa, ma potrei confessarla pagine (Tutti contro il modemismo) di A. AsoR RosA, in Storia d'Italia, IV, 2, Dall'Unità ad oggi, aggiungendo il motivo che me l'ha fa tta deliberatamente commettere e che non mi par condan- Torino, Einaudi, 1975, pp. 1210-1224. 63 A.C. ]EMOLO, Anni di prova ... cit., pp. 188- 191. 64 Oltre alle lettere che si pubblicano in questo volume, cfr. le lettere di ]emolo a Morghen del 17 gennaio e del 27 aprile 1921 (in questa definisce Buonaiuti «la più grande e pura fiamma che possegga oggi il cattolicesimo italiano») in Lettera a R. Mory,hen ... cit., pp. 13 e 19; da quella 65 Cosl scriveva Papini nel 1948 (Passato remoto, Firenze 1948), rievocando Buona1uti definito di aprile si deduce che se a Buonaiuti fo sse stata offerta una posizione importante (così il «Il prete senza pace>> : <> (ci r. da M. GL ASCO, Modemismo. I fatti, le idee, i personaggi, Cinisello Balsamo, di libri d'ogni colore e tenore sicché mi trovavo bene in sua compagnia e tutte le volte che Edizioni Paoline, 1955, p. 198). andavo a Roma, cercavo di vederlo>> (pp. 178-1 79). 40 Lettere diBuonaiuti a ]emolo Introduzione 41 nabile, cioè il desiderio vivissimo di ricondurre alla sua casa un fratello scacciato o fuggito. Lei progressivo deterioramento dei loro rapporti - iniziati felicemente nel ch'è sacerdote, o conosce B. e me, mi dia un consiglio 66. - '21 alla Facoltà eli lettere e intensificatisi grazie all'amicizia del professore

Scontata la risposta eli De Luca che, comunque, era andato a con­ con don Vincenzo D'Elia, già segretario del Monterisi, compagno eli sultare addirittura il cardinale Segretario del Sant'Uffizio, Merry del Val, studi eli Buonaiuti all'Apollinare e zio eli don Giuseppe - che si tradurrà e, in sua assenza, il Commissario, padre Lottini, («gran cacadubbi ... uomo in aperto dissidio nel 1936, quando De Luca sarà incaricato da mons. Tarclini eli replicare ad un articolo eli Buonaiuti sul card. Gasparri che misteriosissimo e pieno eli molte reticenze») : «Gli scomunicati vitandi, nella disciplina odierna, sono casi rarissimi e perciò molto gravi»; lui dava atto dell'atteggiamento benevolo del porporato verso eli lui in più stesso, dopo averne parlato con il cardinal vicario, Pompili, aveva deciso d'una occasione. De Luca, sulla base anche di materiali del cardinale 71 , eli visitare Buonaiuti a proprio rischio e danno («cosicché, trepidando, giudicava non esatta la versione dei fatti data da Buonaiuti, il quale e come un ladro nella notte e Cristo nella morte, ci sono andato qualche replicava con un articolo dal titolo Ingeneroso, inviato alla «Nuova antolo­ volta, per quegli stessi fini per cui vorrebbe Ella scrivere. Ma raramen­ gia», ma mai pubblicato e solo recentemente edito. In esso, oltre a ri­ te»67. Dalla visita al Sant'Uffizio aveva dedotto che solo con il permesso spondere con alcune precisazioni, Buonaiuti spiegava che «i processi della Suprema Congregazione, Papini avrebbe potuto scrivere a Buonaiuti, verbali non entrano nel suo modo eli considerare i rapporti dell'anima ma che comunque le probabilità erano minime («a privati... non si con Dio» e si domandava se la serie eli visite che il De Luca gli aveva risponde; al più ai vescovi») ; ma aveva anche capito che, in pratica, fatto, con l'autorizzazione, diceva, del card. Pompili, non avessero avuto Papini si sarebbe potuto rivolgere al proprio vescovo68. Ben diversamente lo scopo ... «di riempire quaderni»72• A don Vincenzo D'Elia, che doveva da Jemolo a da altri amici e allievi, Papini ringraziava De Luca, ma averlo confortato, scriveva il giovedì santo del '37: riconosceva tutte le «difficoltà dal punto di vista disciplinare», e non <> 73 nuovi tentativi. Si sarebbe contentato eli «pregar per lui». De Luca, comunque, in una lettera successiva, ribadiva il suo parere sulla non utilità, in quel momento, eli un intervento eli Papini, sperando che il ritiro del grande nemico eli Buonaiuti, il gesuita Enrico Rosa, dalla 71 l materiali sono pubblicati da G. SPADOUNI, Il cardinal Gasparri e la questione romana, Firenze, direzione della «Civiltà cattolica» potesse «avviare la questione, dolentis­ Le Monnier, 1973. In proposito cfr. la recensione di F. �IRGIOIT!I BRoGuo, in <

Dt· LL CA - G. P.IPtNt, Ca rteggio . .. ci t., l, pp. 42-43), il che implicitamente rafforza la versione di Buonaiuti cui De Luca ha contrapposto quella suggerita, in un certo senso, da Tardini. 72 66 G. Dc LL CI - G. PAPI!'·<�, Carteggio. .. ci t., pp. 266-267. E. BuoN liUTI, lngeneroso, pubblicato in G. M. VtSC!IRDt, Buonaiuti, D'Elia, De Luca ... ci t., 67 De Luca a Papini, Roma, 2 agosto, 1929, ibid. , pp. 268-270. De Luca non ricordava che pp. 342-344. anche Loisy era stato dichiarato espressamente vitando. 73 lbid. , p. 334, dov'è anche riportata una lettera di Gemelli a De Luca del 5 dicembre 1936 68 Ibid , p. 270. Molto interessanti tutte le lettere del carteggio che si riferiscono al Buonaiuti che approva incondizionatamente l'articolo e aggiunge: <

on è guesta la sede per affrontare il problema De Luça - Buonaiuti ricco e vivace, ma che, come ha ricordato lo stesso ]emolo nella intro­ e De Luca - Modernismo: lo hanno, comungue, già fatto benissimo duzione al Pellegrino di Roma, non consentono, come gli stessi suoi scritti, Viscardi e, soprattutto, Luisa Mangani, che ha sottolineato come De a coloro che non lo avvicinarono, «di rendersi conto di guel che fu il

Luca «avesse provato, alla metà degli anni Venti, la tentazione del moder­ suo fa scino, il suo potere di attrazione» 76•

nismo» 74, mentre è lo stesso De Luca a informare Papini nel '33 di aver saputo in ambienti gesuitici che per un periodo lo si era considerato Non posso chiudere questa introduzione senza ringraziare coloro che sono appartenente al «gruppo di Buonaiuti», e di avere passato alcuni guai alle origini della pubblicazione di queste lettere. Anzitutto la fa miglia ]emolo a causa di alcune sue lettere al Bremond, nelle guali non aveva detto che volle «versare» all'Archivio centrale dello Stato le carte del professore; gli eresie, ma parlato «a cuore aperto» 75• amici dell'Archivio sempre disponibili e cordialmente accoglienti, ma soprattutto Elementi, guesti, che si sono messi in evidenza, al di là della stretta Mario Serio che, da Sovrintendente del Centrale, volle questa pubblicazione, Tullio Gregory che, con antica amicizia, ha tenuto a cedermi il privilegio di tematica dell'epistolario, non per divagare o ostentare citazioni, ma per presentare le lettere di Buonaiuti al mio maestro, il dott. Antonio Dentoni-Litta cercare di dare un'idea del clima che si viveva in guegli anni nella Roma per la pazienza con cui ha seguito l'edizione di questo volume. Vorrei, infine, tornata «Sacra» con il Concordato e che condizionava anche una perso­ segnalare che nei giorni in cui scrivo cadono i cinquant'anni dalla morte di nalità autorevole, complessa e, in definitiva, autonoma, come guella di Ernesto Buonaiuti: spero che questo volume sarà un'occasione per ricordare don Giuseppe De Luca. Il clima nel guale, ad onta di tutte le scomuni­ questa grande figura della cultura italiana del Novecento. che, si manteneva, si consolidava e riprendeva, con l'arrivo di ]emolo Aggiungo che non si sono date indicazioni bibliografiche generali sul a Roma sulla cattedra di diritto ecclesiastico che era stata di Francesco modernismo e su quello italiano in particolare. La bibliografia è ormai ricca e di Scaduto, la consuetudine degli incontri e dei collogui personali con notevole qualità, e gli scritti possono essere agevolmente rinvenuti attraverso le Ernesto Buonaiuti, di cui gueste lettere danno certamente un guadro più recenti opere di Lorenzo Bedeschi, Maurilio Guasco, Annibale Zambarbieri etc., e la più volte citata serie delle «Fonti e documenti» diretta da Bedeschi. La Bibliogrcifìa degli scritti di E. Buonaiuti, a cura di M. Ravà, è stata pubblicata dalla Nuova Italia a Firenze nel 1951. Sempre da consultare F. Parente, E. Buonaiuti, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma, 1971. Non pochi gli scritti su ]emolo, sopra ogni altra cosa ti accorgi che tendi ad eliminarlo dal lavoro scientifico, quale tu l'intendi anche con pubblicazione di suoi carteggi - alcuni sono stati richiamati nelle e i tuoi amici, tipo Paschini, più prossimi, praticano? Non sono comradditori i tuoi giudizi e le tue idealità, i tuoi apprezzamenti e la pratica del tuo lavoro? E della tua contraddizione non note - manca, però, una bibliografia e, comunque, uno studio completo su di è responsabile la tua sacra paura di incorrere nel ginepraio del modernismo?» (G. M. VISCARDI, lui. Si possono peraltro vedere i citati Atti della Giornata lincea del 1991 e il Buonaiuti, D'Elia De Luca ... cit., p. 340). quaderno della «Nuova antologia», curato da G. Spadolini per il novantesimo 74 L. MANGO 1, L'11niversità cattolica. .. cit., p. 63. compleanno, ]emolo testimone di un secolo, Firenze, Le Monnier, 1991. 75 De Luca a P a pini, 5 agosto 1 933, ibid., p. 112, dove dichiarava: «E io non sono solo De Luca, sono prete; e un prete non può essere soltanto sé stesso, ma (sempre, anche in privato) è un ufficiale della Chiesa. Come vede, già solo in questo affiora la confessione di una mezza Firenze, nel cinquantesimo anniversario della scomparsa di don Ernesto tragedia intima». Scrivendo su Giovanni XXIII, poco prima della propria morte e alla vigilia del Buonaiuti (20 ap rile 1946). Vaticano II (in «Vita e Pensiero», aprile 1962), De Luca metterà in evidenza «la grande apostasia dell'Europa, giunta oggi alla marurazione tragica ... il modernismo, ieri bacilli debellati, oggi virus FRANCESCO MARGIOTIA BROGLIO che non si fanno nemmeno individuare» (L. MANGONI, L'università cattolica ... cit, p. 400) . Può essere di qualche interesse ricordare che in un appunto relativo ad un colloquio con Montini del 22 dicembre 1948, De Luca proponga di recensire neii'«Osservatore romano>> il Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni di ]emolo, ma che debba annotare, a conclusione dell'incontro, «Niente per ]emolo». Non risulta, peraltro, una recensione di De Luca al volume in altra sede (G. Dr: Luc 1-G. B. MoNTit'il, Carteggio 1930- 1962, a cura di P. VIAN, -Roma 1992, p. 127 76 («Quaderni dell'Istituto Paolo VI», 12). A.C. ]EMOLO, Tn trodu'{jone. . . cir., pp. VII-VIII. NOTA DEL CURATORE *

I centoventitré autografi delle lettere e cartoline di Ernesto Buonaiuti ad Arturo Carlo J emolo 1 dal 24 gennaio 1921 al 5 dicembre 1941, che qui vengono pubblicati, fanno parte del fo ndo Arturo Carlo J emolo, donato all'Archivio centrale dello Stato di Roma dai suoi eredi nel 19812• Proviene dal medesimo fo ndo anche la missiva di Agostino Biamonti a J emolo, del 22 febbraio 1921, concernente le trattative tra Buonaiuti e il cardinal Pietro Gasparri, la quale, per la sua rilevanza, è stata riprodotta in Appendice l Non è stato possibile, invece, inserire nella presente raccolta le responsive di ]emolo a Buonaiuti, le quali, con ogni verosimiglianza, sono andate distrutte, al pari della quasi totalità delle carte Buonaiuti 3. Tutte le missive di Buonaiuti a ]emolo sono autografe, eccetto quella del 14 ottobre 1938 (cfr. lettera n. 120), che è dattiloscritta. Nella raccolta figurano anche quattro cartoline postali a firma di Buonaiuti e di alcuni dei discepoli (cfr. nn. 29, 32, 34, 41).

• Al termine del lavoro mi è gradito ringraziare la dott. Luisa Montevecchi, dell'Archivio centrale dello Stato, per la cortesia dimostrata nel fa cilitare la consultazione del fo ndo Jemolo, e la dott.ssa Costanza Messana, a cui si deve una prima, parziale trascrizione del carteggio. 1 Ad essere pignoli occorre precisare che le missive poste sotto i nn. 4, 32, e 121 sono indirizzate ad Armro Carlo e ad Adele Morghen ]emolo, mentre la n. 116 è rivolta ai loro figli Guglielmo Luigi e Adele Maria. 2 Fanno eccezione le missive del 21 gennaio e 22 fe bbraio 1930, le quali fu rono� pubblicate a cura del prof. Francesco Margiotta Broglio sorto il titolo Lettere ad Arturo Ca rlo )emolo, in <>, CXVI (1981), 2137, pp. 51-52. La loro trascrizione è stata rivista ed uniformata in questa edizione sulla base delle fo tocopie in possesso del suddetto. 3 Circa le disposizioni testamentarie di Buonaiuti all'allieva Fausta Zucchetti, si veda quanto riferisce A. Do INI, Un inedito di Ernesto Buonaiuti sulle eresie medievali, in <>, 1977, pp. 5 e seguenti ; e E. BmNAilrn, La IJita allo sbaraglio. Letterr a Mi ssir (1926 - 1946), a cura di A. Do INI, Firenze, La uova Italia, 1980, p. 18 nota 2 e p. 216 nota 4. 46 Lettere di Buonai11ti a ]emolo Nota del mratore 47

La maggior parte delle lettere sono prive di busta e quindi di a Missir: «La sua calligrafia, nervosa, svolazzante, di difficilissima inter­ indirizzo. I fogli di cui si è servito Buonaiuti sono o bianchi o varia­ pretazione, anche a causa di uno stile spesso imprevedibile, carico di mente intestati : «Il Mondo - Direzione» Oettera n. 6) , «Regia Università aggettivazione inconsueta, non priva di enfasi, aveva sollevato non pochi Scuola Orientale - Il Direttore» (nn. 7-8), «Biblioteca di Critica religiosa» problemi di trascrizione»5; infine, quanto ha notato il Pincherle, che ha (nn. 9, 18), «Bollettino di Letteratura Religiosa» (nn. 10-11, 14-15), ricondotto la grafia al carattere dell'uomo: «Sono i difetti naturali di chi «Tipografia del Senato» (n. 12), «R. Università degli Studi di Roma. scrive di getto, come Buonaiuti era solito fare : la penna scorreva velo­ Scuola di studi storico-religiosi» (nn. 17, 21, 24-26 [un foglio su due]). cissima (e ne risentiva la scr ittura, nervosa e irregolare, intelligibile Successivamente, prevale l'intestazione «Ricerche religiose» Oettere nn. a iniziati) sulla carta lucida, l'unica che tollerasse»6• 16, 20, 22, 26 [un foglio su due] e sgg.), con alcune eccezioni (ad Avvertiti di queste difficoltà, abbiamo fatto seguire le parole di esempio: «Edizioni di "Religio"» (n. 120), «Associazione cristiana dei dubbia lettura da un punto interrogativo compreso tra parentesi angolari. giovani (Y.M.C.A.) » (n. 121). Laddove, invece, non è stato possibile decifrare una parola, sono stati Nella trascrizione delle lettere autografe sono stati seguiti i seguenti inseriti nel testo tre punti compresi tra parentesi angolari. criteri. È stata fedelmente rispettata la grafia, il carattere tondo o sottoli­ Nell'annotazione delle lettere si è cercato di fo rnire elementi, anche neato, la punteggiatura e la divisione dei capoversi di Buonaiuti. Si integrativi, utili per la comprensione del testo, per il riscontro dei fatti è comunque creduto opportuno uniformare alcune maiuscole o minuscole evocati nonché per l'illustrazione dei personaggi che vi sono nominati secondo l'uso comune, e si è anche provveduto ad eliminare - laddove esplicitamente o in modo allusivo. In questa prospettiva si è ritenuto non servivano alla comprensione del testo - i numerosi trattini posti opportuno offrire in nota, quando necessario, il quadro degli avvenimenti come segni di pausa o di chiusa tra un periodo e l'altro. Cancellazioni, utili per collocare la vicenda biografica di Buonaiuti e di J emolo; le riscritture, espunzioni sono state segnalate solamente nei casi di particolare indicazioni bibliografiche di opere, saggi e articoli richiamati da Buonaiuti significato. Le sigle e le abbreviazioni impiegate da Buonaiuti sono state in fo rma diretta o indiretta; le notizie biografiche essenziali sui personaggi sciolte ponendo tra parentesi quadre le sillabe mancanti. Eventuali lacune menzionati (in proporzione inversa alla loro notorietà, in stretto rapporto del testo delle lettere, derivanti dalla dispersione dei fogli sciolti o da con Buonaiuti e con ]emolo, e con un'attenzione particolare alla loro strappi della carta, sono state segnalate con tre punti compresi tra "vita accademica"). parentesi quadre e spiegate in nota. La mancanza delle responsive di ]emolo a Buonaiuti ci priva, pur­ Un problema tra i più spinosi per i curatori dell'epistolario del troppo, del pendant dello scambio epistorale e rende talvolta di più difficile Buonaiuti è, senza dubbio, la difficoltà "paleografica" della scrittura, che comprensione le missive. Nell'atto di scorrerie siamo puntualmente obbligati costringeva i corrispondenti a una continua ginnastica cerebrale e, nel a tentare di ricostruire, con l'immaginazione guidata dalla ragione, le caso di J emolo, ad annotare nelle interlinee alcune parole decifrate. Al affermazioni, le proposte e le prese di posizione di J emolo. Per cercare di riguardo giova ricordare quanto lo stesso Buonaiuti scrisse a Guido supplire, nei limiti del possibile, a tale irrirnediabile lacuna, è sembrato Cagnola: «La mia ostrogotica grafia è il mio grande nemico; non riesco opportuno raccogliere in Appendice Il un dossier di testimonianze varie di mai a padroneggiare cosl la penna che trasmetta ai miei corrispondenti Arturo Carlo ]emolo sullo stesso Buonaiuti e su alcune figure che ebbero una espressione intellegibile dei miei pensieri e dei miei sentimenti»4; a che fa re con il suo «caso», peraltro richiamate nella lntrodu�one. quanto ha premesso il Donini all'edizione delle lettere di Buonaiuti

5 A. DoNJNI, Nota introduttù•a, in E. BuoNAIL TI, La vita allo sbarat,lio . .. ci t., p. VI.

PJNUIFRLE, BcoN \!L'TI, . . 4 Cfr. L. BEDESCIII, Buonaiuti, il Co ncordato e la Chiesa con un'appendice di lettere inedite, Milano, Il 6 .t\. Recensione, a E. Pellet,rino di Roma. cit., in <

Si tratta di una silloge comprendente tre blocchi documentari: e giuridiche l'altro 8 -, assai meno evidente - e quindi bisognevole di anzitutto un prezioso frammento autobiografico sul «Che· fare?» dello qualche parola di chiarimento - appare invece la loro funzione euri­ J emolo di fronte al "regime fascista" datato 21 novembre 1925 e ricol­ stica in relazione alla complessità del «caso Buonaiuti». Occorre infatti legabile ad alcune lettere; secondariamente, alcune ricostruzioni della osservare che per colui che intenda ricostruire le sue vicende - le figura di Buonaiuti scritte in diversi tempi (dal necrologio redatto poco quali occupano quasi sempre una posizione di rilievo nel dibattito non dopo la morte per la rivista «ll diritto ecclesiastico», al profilo premesso solo religioso e culturale ma anche politico e istituzionale degli anni al Pellegrino di Roma del 1964, a due significativi articoli su «La Stampa» Venti e Trenta 9 - la pubblicazione di questi carteggi si rivela uno del 1971 e del 1976, alla breve rievocazione «a venticinque anni dalla strumento davvero indispensabile. Rispetto al complesso genere lette­ morte» dello stesso anno, alle osservazioni ad uno scritto su Buonaiuti rario costituito dal Pellegrino di Roma - dove la narrazione autobiografica contenuto in una lettera del 1971 a Margiotta Broglio). Infine una piccola si intreccia sistematicamente con una ben determinata concezione del sezione dedicata a padre Agostino Gemelli, figura importante sia nell'iti­ Cristianesimo 10 - le lettere di Buonaiuti permettono - com'è stato nerario di Buonaiuti (come emissario della Curia romana nelle trattative rilevato con riferimento ad altro corrispondente - «di rideterminare la per la sua reintegrazione ecclesiastica), sia in quello di ] emolo (come suo datazione di episodi a volte spostati di anni, fanno conoscere personaggi Rettore nel breve periodo d'insegnamento presso l'Università cattolica e ambienti in essa tralasciati, appena abbozzati o ricordati confusamente, del Sacro Cuore). Quale testimonianza delle relazioni col Gemelli è stata perché a distanza dimenticati dall'autore nei loro termini esatti o ritenuti inclusa un'importante lettera di ]emolo del 10 dicembre 1956 nonché il contraddittori rispetto alla propria intenzione apologetica» 11• necrologio del francescano scritto da ]emolo per «La Stampa» nel 1959. Per concludere, qualche cenno sul valore della fo nte qui riprodotta. Se l'importanza storica rivestita dalle lettere di Ernesto Buonaiuti ad Arturo Carlo ]emolo nel panorama della cultura italiana della prima metà del Novecento appare quasi scontata anche ai non specialisti o pochi non importa ; importa che siano gente di valore e gente che lo pensa in sede culturale - e ciò in considerazione del fatto che ambedue, nei loro rispettivi e mistica. E penso anche che lo stimolo di Buonaiuti sia stato duplice: verso il clero, che in fa tto di dogma esorcizza ancora oggi il Suo nome, ma che polemicamente vuole dimostrarsi ambiti, sono senza dubbio da annoverare tra i principali esponenti del culturalmente aggiornato per sfuggire alla verità dei Suoi rimproveri : verso i non cattolici, modernismo e delle scienze religiose l'uno 7, delle scienze storiche i quali sono per merito di Lui portati verso un cristianesimo puro, che però è molto meno lontano d'ogni fo rma protestante proprio alla dogmatica del cattolicesimo. Buonaiuti è colui che fa sentire meno di ogni altro dichiarato eretico la necessità di rifiutare la struttura sacramentale della Chiesa cattolica anche se dà di quei determinati sacramenti un'interpretazione poetica, che scandalizza i timorati e gli osservanti e ha provocato la scomunica>> (cfr. «Pregiatissimo 7 Per la rara penetrazione che mostra dell'opera del Buonaiuti è opportuno riprodurre il Professore. Ritratto di una carriera universitaria nella corrispondenza di Ces are Magni con Mario Falco giudizio espresso dall'«ecclesiasticista» Cesare Magni - ripetutamente ricordato nell'epistolario e Arturo Ca rlo ]emolo, a cura di M. VISMARA MISSIROLI, in «Quaderni di diritto e politica qui edito - in una lettera a Jemolo dell'Epifania 1949 : «Sul valore della Sua opera io credo sia ecclesiastica>>, 1995, 1, pp. 300-301. L'originale è conservato in ACS, Fondo ]emolo, b. 58). presto per dire che fu quella di un uomo che ha scritto il Suo Nome nell'acqua. Sarebbe come 8 Su alcuni dei più preziosi e consistenti contributi del carteggio che qui si pubblica, si rinvia dire che siccome oggi anche in Italia il partito liberale è, come partito, una sparuta schiera così in questo volume a F. MARGIOTIA BROGLIO, Buonaiuti e ]emolo. la sua opera non lascia traccia. lo credo che lo scopo e la funzione di Buonaiuti fu essenzialmente 9 Uno degli apporti più preziosi che si ricava dalla lettura di quest'epistolario consiste culturale : cultura del clero italiano: questo era il programma. Che poi fo sse legato ad attegg iamenti nell'allargare notevolmente oltre i termini già noti la sfera d'azione e la capacità d'intervento nuovi anche in materia di dogma ciò deriva dal fatto che l'amore della verità, il senso storico culturale del Buonaiuti in modo da aprire nuove piste d'indagine, individuare altri filoni docu­ non incidono mai sul valor e edificante della mistica religiosa: per Buonaiuti il caldo affetto per la mentari e favorire ulteriori ricerche. Vergine Maria, il dogma (non il simbolo) della Sua presenza rimane misticamente intatto, 1° Cfr. A.C. JEMOLO, lntrodu:?Jone, a E. BLONAHJTI, Pellegrino di Roma. La genera:?Jone dell'esodo, indipendentemente dalle vicende storiche della famiglia di Gesù. Ora Buonaiuti è in altri vivo se a cura di M. N1ccou, Bari, Laterza, 19642, p. VII (testo riprodotto in Appendice II C, p. 250). 11 a questo duplice insegnamento culturale e mistico qualcuno ripensa quando scrive o medita G.L. PoTESTA, Riso'l,imento e tomismo nelle lettere di Buonaiuti a Carolina Pironti, in «Rivista di o prega e riconosce da Lui una chiarificazione in quel senso. Che poi quel qualcuno siano molti storia e letteratura religiosa>>, XXII (1986), p. 271.

4 50 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Nota del curatore 51

D'altro canto, sempre rimanendo sul piano della critica delle fonti, palesatesi findalle prime lettere -, oppure l'instaurarsi di brevi periodi anche i carteggi buonaiutiani vanno analizzati criticamente, à causa delle di un qualche raffreddamento dei rapporti 1\ possa sì aver provocato, spiccate differenze di tono e di contenuto che è dato riscontrare dal­ in alcune stagioni di questa grande amicizia, una qualche rarefazione l'incrocio di missive anche coeve a destinatari diversi. Gli è che Buo­ dei loro incontri, ma mai abbia comunque messo in crisi un radicato naiuti si adattava, quasi inconsapevolmente, all'uditore, al visitatore o al sodalizio spirituale 1s. corrispondente facendo ricorso ad una «duttilità di modi» che - come ha rilevato uno dei suoi allievi, Alberto Pincherle - sorgeva da «una CARLO FANTAPPIÈ sempre desta curiosità umana» e da «un interesse mai stanco per tutto _ ciò che riguardasse una persona» 12• Da questo punto di vista si potrebbe anche affermare, un po' paradossalmente, che ad ogni "destinatario" delle sue missive Buonaiuti riservava un registro particolare ed un pe­ culiare genere letterario, prestando un'attenzione privilegiata alle sue specifiche problematiche. Le lettere a J emolo, che qui pubblichiamo, costituiscono, in questO senso, un'ulteriore e qualificata prova del gtado di "personalizzazione" a cui sapeva giungere il Buonaiuti 13. La precoce intuizione dell'eccezionale levatura del corrispondente - che, oltretutto, dalla posizione di allievo spirituale e di confidente passa, nel giro di pochi anni, ad indossare i panni del collega accademico e del consigliere - costringe, in certo qual modo, Buonaiuti ad autolimitare progtessivamente la tendenza ad assumere la funzione di guida preminente (che gli veniva dalla auctoritas di maestro) e ad instaurare con ]emolo un confronto sostanzialmente paritario - talora un arricchente scambio di proposte - non solo su tematiche ideali o su singole questioni scientifiche, ma anche su gli scopi e le prospettive della koinonia, sui gtavissimi dilemmi esistenziali e religiosi in cui viene a trovarsi il suo duplice sacerdozio - ecclesiastico ed universitario -, sugli atteggiamenti da assumere nei riguardi del potere politico fascista e della cultura dominante. 14 Assumendo la periodicità e la continuità del carteggio conservato - che peraltro non Sembra tuttavia necessario richiamare l'attenzione sul fatto che appare completo - come indici significativi degli 'alti' e 'bassi' dei rapporti tra Buonaiuti e Jemolo si evidenzia un 'crescendo' dal 1921 al 1925, un momento culminante tra il 1926 e il 1931, una l'insorgere, tra i due protagonisti, di talune disparità di vedute o di fase calante dal 1932 al 1934, un vero e proprio vuoto dal 1935 al 1940 interrotto solo da una divergenze nella stessa concezione fùosofica e religiosa - queste ultime lettera dell'ottobre 1938, una significativa ripresa nel 1941. Va ruttavia rilevato che dal 1933 ]emolo era tornato ad insegnare e ad abitare a Roma. 15 Bisogna del resto ricordare che - come ha messo in evidenza Margiotta Broglio nell'lntro­ dtii}one -, al di là della reciproca stima tra i due corrispondenti, un tale legame si fo ndava su una vera e propria filiazione spiriruale della fa miglia Jemolo al sacerdote Buonaiuti : una fi liazione 12 A. PlNCHERLE, Recensione . .. cit., p. 173. nata con l'incontro tra Arturo Carlo e Adele Morghen in occasione delle lezioni domestiche di 13 Sui caratteri differenziali di queste missive rispetto, ad esempio, a quelle indirizzate al Buonaiuti, rinsaldata dalla benedizione delle loro nozze, consacrata dal battesimo del figlio Missir, si vedano le osservazioni di F. MARGIOTIA BRocuo, Buonaiuti e ]emolo, § 7, pp. 33-35. Guglielmo Luigi, vivificata dagli auguri per la prima comunione di quest'ultimo e di Adele Maria. LETTERE DI BUONAIUTI A ]EMOLO 1

Roma, Vicolo Alberoni, 7 24 gennaio 1921

Mio canssuno, Nell'angoscia ineffabile, in cui mi ha gettato e rru uene tuttora il provvedimento amarissimo che così bruscamente mi ha reciso dalle carni vive della società cristiana 1, io debbo dire che il conforto più squisito mi è venuto dal piccolo gruppo di fratelli 2, il cui affetto solidale ha trionfato così nettamente della prova pericolosissima. Questa atmosfera di reciproco e caldo affetto che abbiamo sentito e sentiamo alitare nel recinto della nostra vita associata, dà veramente a sperare che la tempesta scatenatasi su di me non riuscirà a schiantare l'opera di bene, cui abbiamo, volenterosamente, posto le nostre mani. Non è per lusingarti che ti dico come, nelle manifestazioni affettuose che mi son venute dalla k.[oinonia] 3 in questi giorni amarissimi, la tua e quella di Raffaello 4 sono state le più vibranti, le più nette, le più lungimiranti 5• Te ne porto la più fervida gratitudine. Ho la sensazione vaga che in voi e per voi solamente la mia opera bistrattata potrà avere la sua reale giustificazione6• E il constatare che anche in voi è la consapevolezza piena delle nuove responsabilità che il permanere della k.[oinonia] impone alla vostra coscienza e ai vostri propositi, mi infonde un fe rvido gaudio. Tu, con raro senso di praticità, sei immediatamente sceso alla pratica, e hai fo rmulato la proposta di escogitare il modo onde tradurre in atto quel vincolo di profonda solidarietà che ci ha preso ormai in maniera cui non possiamo più contrastare. Io sottoscrivo a due mani alla tua proposta 7. Posso dirti anzi che, con essa, tu hai prevenuto un mio vecchio e persistente ideale. Ieri mattina, nella nostra riunione domenicale, io ho comunicato ai fratelli il tratto della lettera che si riferiva alla tua proposta cara e nobile. Tutti ne hanno di primo intuito riconosciuto la bellezza e il valore. Qualcuno ha mostrato qualche esitazione: special­ mente - ed era naturale - quelli per i quali, l'attuarlo, potrebbe 56 Lettere di Buonaiuti a )emolo 1921 57 rappresentare il più risoluto strappo alle consuetudini ordinarie. L'amico 2 La piccola comunità di amici formatasi intorno all'insegnamento del Buonaiuti e a cui egli darà il nome di <>. Per la sua sede e composizione cfr. nota seguente. Pincherle 8 ha osservato molto sagacemente che, venendo la proposta da 3 Riprendendo la terminologia paolina, Buonaiuti usava chiamare koinonia il piccolo gruppo uno spirito limpido e disciplinato come il tuo, essa doveva già aver di amici, costiruitosi <

storia e di vita, in «Clio», XX (1984), pp. 5-15, e la densa analisi di O. CAPITANI, lntrodu�one 9 San Donato era un antico eremo benedettino da tempo abbandonata, posto su un altopiano a Lettere a Raffaello Morghen... cit., pp. VI-XXVII. dei monti Sirnbruini, a 927 metri di altezza, a circa un'ora e mezzo da Subiaco e un po' meno 5 Scrivendo sei anni più tardi a Remo Missir, Buonaiuti opererà una distinzione, non solo dal <>. Il romitorio era stato preso in affitto nella tarda primavera del 1920 da cronologica, tra il «primo nucleo>> di suoi allievi, costituito da Jemolo, Raffaello Morghen, Gennaro Buonaiuti e da un gruppo di allievi e di amici come luogo di ritrovo e di tirocinio spirituale Maria Monti, Giovanni De Vergottini, e la «seconda generazione>>, formata da Alberto Pincherle durante le vacanze estive (cfr. Pellegrino di Roma... cit., pp. 161, 165; La vita allo sbaraglio ... cit., p. e da Ambrogio Donini (cfr. La vita allo sbaraglio . .. cit., pp. 26-27). 17 nota 1 e p. 248 nota 3). 6 Sulla valutazione dei rapporti tra Buonaiuti e la Chiesa, e sui sentimenti verso il maestro spirituale, all'indomani della scomunica minore, si legga quanto ]emolo scriveva a Morghen il 17 gennaio 1921 : «lo confido in una riconciliazione, tra anni, ad un mutamento d'indirizzo del pontificato di Benedetto h.'V: occorre solo che B. non allarghi l'abisso, non inasprisca i suoi persecutori. Occorre un relativo silenzio da parte sua, una prudenza più grande che 2 per l'innanzi. Le tentazioni che hanno trascinato alla rivolta tanti altri che si trovarono nelle 31 maggio 1921 sue condizioni non possono nulla su di lui [ ...]. Quel che solo può indurmi a temere per lui è quel suo così fervido desiderio di bene, desiderio di creare opere fo rti e vitali, di verità Mio canssuno, e di luce, quel suo amore per la verità scientifica. Occorre che noi gli mostriamo sempre, ad ogni ora, che nei discepoli ha già creato un'opera vitale, che in essi ed attraverso essi si Sono a mia volta commosso dalla candida e fiduciosa schiettezza perpetuaerà la buona semente ch'egli ha così largamente gettata, che non deve preoccuparsi con la quale mi apri la squisita anima tua dopo il decisivo scambio di di creare altre opere per trasmettere ad altri tutta la luce ch'è in lui>> (Lettere a Raffaello idee che c'è stato in k.[oinonia] domenica mattina 1. Morghen. .. cit., pp. 13-14). E, ancora, il 26 gennaio seguente: «È l'opera personale di B. che bisogna salvare : la sua cattedra, non tanto per quanto può appurare e porre in luce nella I tuoi discreti e sottili rilievi, presi alla lettera, porterebbero, se non storia dei primi secoli del cristianesimo, come per il modo che gli dà di vivere in mezzo ai mi inganno, a una revisione dei titoli che consentono l'appartenenza alla giovani, di accostarli, di accendere un po' di calore nelle loro anime, di far rivivere la fede k. [oino nia] . in cuori ov'era morta>> (ibid. , p. 16). Innanzi tutto, prendendo lo spunto dalle osservazioni generiche 7 Il progetto di ]emolo per la koinonia, a cui allude il Buonaiuti, ci viene trasmesso da una missiva a Morghen datata Sassari, 26 gennaio 1921: <> (Lettere a Raffaello Morghen. . . cit., p. 16). dopo ciò : non è una delle principali debolezze della k. [oinonia] il non 8 Alberto Pincherle (Milano 1894 - Roma 1979), studioso di storia religiosa. Dopo la laurea in giurisprudenza e in lettere divenne allievo del Buonaiuci all'Università di Roma e, successivamente, avere chiarito in anticipo questo punto? di G.F. Moore alla Harvard University. Insegnante nel Liceo Nazareno di Roma e dal 1928 Ecco, caro ]emolo. Gli elementi della k.[oinonia] sono stati reclutati impiegato all'Enciclop edia italiana. Incaricato di storia del cristianesimo nell'Università di Roma nel così alla buona, mano mano che ci si è trovati insieme concordi nel 1931, sei anni dopo fu titolare della cattedra di storia delle religioni nell'Università di Cagliari. A motivo delle persecuzioni razziali sarà costretto a lasciare l'Italia e a rifugiarsi in America desiderio di più profonda formazione religiosa. Io non ho badato per il Latina dopo una breve sosta in Svizzera. Tra il 1939 e il 1942 insegnò latino e greco nell'Univer­ sottile alla provenienza confessionale di ciascuno, sicuro com'ero che la sità di Lima, dal 1940 al 1946 filosofia antica e storia della cultura nella Pontificia università vita comune avrebbe in definitiva amalgamati quelli che fossero spiri­ cattolica di quella medesima città. Reintegrato nei ruoli universitari dell'Italia, fu, dal 1948, titolare tualmente suscettibili di pedagogia cristiana. Non mi pento del mio di storia del cristianesimo nell'Università di Roma (la cattedra che era stata del Buonaiuti). I suoi - studi verterono principalmente sull'epoca intertestamentaria - nel 1922 pubblicò a Milano Detti metodo. Quando sono riuscito a ottenere il consenso di uno spirito di Gesù e a Roma Gli oracoli sibilfinigiudai ci -, sui primi secoli del cristianesimo - l'ultima sintesi retto e franco come quello di Israel 3 sul postulato che il cristianesimo è 1'/ntrodu�one al cristianesimo antico (Bari, Laterza, 1971)- sulla figura di Sant'Agostino - San­ rappresenta l'assoluta religiosità, non posso dichiararmi soddisfatto? Dico t'Agostino d'lppona vescovo e teologo (Bari, Laterza, 1930), Lajom1a�one teologica di Sant'Agostino (Roma, Edizioni Italiane, 1947), Vìta di SanfAgostino (Roma-Bari, Laterza, 1980) -e sulla figura di di più: non ho già portato il nostro fratello ad un implicito riconosci­ Lutero. Su di lui: P. SJNISCALCO, Alberto Pincherle (1894-1979) , in << Rivista di storia e letteratura mento del carattere soprannaturale dell'apparizione del Cristo sulla terra religiosa>>, XVII (1981), pp. 7 e seguenti. e del suo insegnamento? Simile risultato, guanto mai confortevole, mi 1921 61 60 Lettere di Buonaiuti a ]emolo incoraggia a persistere nel medesimo metodo e a tentare la formazione In conclusione: alle leali tue interrogazioni, io debbo rispondere, cristiana anche di chi viene da lontano e non ha, come noi, succhiato con altrettanta lealtà, che i nostri piccoli dissensi teorico-storici non i primi elementi della tradizione cattolica dall'infanzia. riescono né pure a scalfire la salda consistenza del nostro vincolo d'affetto Ma tu, al problema generale, e per questo stesso tratteggiato con e la robusta solidarietà del nostro desiderio di ascensione cristiana. Tu così garbata discrezione, un altro ne accoppi, tutto tuo, strettamente sei nella k.[oinonia] un elemento di eccezionale valore. Piangerei, il giorno personale. E dopo avere ancora una volta ribadito il tuo dissenso dalla in cui ti perdessi ... maggior parte di noi sulla maniera di interpretare l'esperienza escatologica E Adele 4? Ho tanto desiderio di rivederla. Potrei andarla a trovare? del cristianesimo primitivo, domandi se tale dissenso non ti pone nella O è, quod est in votis, perfettamente guarita? impossibilità di appartenere al nostro gruppo. Naturalmente non mi passa Ti parlerò a voce della combinazione Zanichelli. né pure per il capo di pensare che simile interrogativo nasconda un Tuo disagio che tu provi a trovarti con noi. Se così fo sse, tu sei troppo E. Buonaiuti perspicace per non leggere integralmente nel tuo spirito e nell'altrui. Ciò posto io ti rispondo senza esitazione che proprio non conta nulla andare o no d'accordo sulla interpretazione da dare all'aspettativa della parusia 1 Sul dibattito interno al gruppo buonaiutiano nel corso della primavera del 1921 offre un interessante resoconto il diario di Isabella Grassi in parte pubblicato da F. TARICONE, Isabella nel grembo delle prime comunità cristiane, quando ci si trova concordi Grassi e la <>, Centro studi per la storia del modernismo, n. 18-19, 1989-90, pp. 402-403). Per la Libreria di cultura curò (Roma 1924). essere un'accolta di guadagnati agli ideali della perfetta rinuncia ed io Ta ifano. Discorso ai Greci Nelle «Ricerche religiose>> pubblicò alcuni articoli su L'apologia di Anstide e la Lettera a Diogneto (I, non ho la colpa di avere tollerato che da simili ideali ci si allontanasse 1925, pp. 541-547) e su La morale degli ap ologisti (II, 1926, pp. 218-235). Sempre nel 1925 senza rimpianto? Non ti nascondo, che, se non proprio ai primissimi collaborò, insieme con Agostino Biamonti, Anna De Micca, Ambrogio Donini, Maria Monachesi, inizi, ad un certo momento della nostra vita associata mi è parso che Alberto Pincherle e Maria Zappalà, al Manuale introduttivo alla storia del Cristianesimo, I, Il Cristianesimo antico: i primi tre secoli, edito a Foligno dal Campitelli. La Ferrni morirà in un incidente aereo per essere veramente quale automaticamente la k.[oinonia] veniva di­ alcuni anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale. sponendosi ad essere, gruppo di fratelli aspiranti a rivivere alcune forme 3 Saul Israel, di Salonicco, trasferitosi a Roma per compiere gli studi liceali e universitari, primitive di esperienza cristiana, sarebbe stato necessario praticare la amico di Alarico e di Ernesto Buonaiuti fin dal 1916, socio fo ndatore del Circolo universitario di studi storico-religiosi e collaboratore di «Ricerche religiose>>, dove pubblicherà, tra l'altro, una consegna della rinuncia e dell'ascesi. Ma, veramente, non ho mai pen­ testimonianza dal titolo Ricordando Buonaiuti, XVIII (1 947), pp. 252-259. Nel 1946 sarà tra sato che tutti dovessero essere costretti a così ardua consegna e ho i promotori dell'Associazione internazionale di cultura. Scrisse diversi articoli di cultura e spiri­ sempre pensato che la k.[oinonia] non avrebbe tralignato, se un giorno, tualità ebraica in riviste italiane e francesi. 4 sui suoi margini, alcuni dei koinonoi avessero acceso altri focolai Adele Morghen, figlia di Guglielmo e di Matilde Cecchini, nata a Poppi il 14 luglio 1899, insegnante elementare a Nepi, futura moglie di Jemolo. Questi l'aveva incontrata in una riunione familiari, in cui avrebbero portato l'alimento della loro purificazione domenicale della koinonia a Roma, presso i <> Guadagnini, durante la quale e del loro idealismo. In questo pensiero permango tuttora. E con la Buonaiuti commentava le lettere di S. Paolo (A. C. ]EMOLO, Anni di prova, rist., Firenze, Passigli, massima e più schietta simpatia io accompagno fin d'ora voi che, tra 1991, p. 186; F. MARGIOTIA BRoGuo, Arturo Ca rlo ]emolo tra diritto e cultura, in Giomata Lincea nel centenario della nascita di Arturo Carlo ]emolo (Roma, 18 dicembre 1991), Roma, Accademia azionale poco, vi accingerete a fare l'esperimento dell'azione koinonica nella dei Lincei, 1993, p. 68. Centocinquantaquattro lettere di Adele Morghen e cinque del marito vita matrimoniale. Chi sa che un giorno non debba io trovare vicino sono pubblicate da G. MERJANA, Lettere da casa ]emolo. Storia di un'amiciifa, prefazione di F. a voi il mio riposo e il mio ritiro .. .? MARGIOTIA BROGLIO, Genova, Marietti, 1991. 1921 62 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 63

1 Gennaro Maria Monti (Napoli 1896 - Colletorto, in provincia di Campobasso, 1943), allievo 3 romano di Buonaiuti. Lavorò come funzionario presso l'Archivio di Stato di apoli, prima Subiaco (San Donato) d'insegnare storia del diritto nelle Università di Sassari, di Bari (dove, nel febbraio 1930, fu 15 agosto 1921 confermato «Stabile») e di Napoli. Qui tenne anche corsi di storia delle dottrine politiche. A lui si deve la costituzione della Deputazione pugliese di storia patria. Collaborò con una certa Mio carissimo J emolo, assiduità alle «Ricerche religiose». I suoi primi interessi fu rono di carattere letterario (si ricordano Monti 1 mi ha portato, con la notizia del felice trasporto del malato, gli studi sui canti popolari napoletani e sulle «laudi»). Passato al campo storico-giuridico si la tua affettuosa lettera. Ti sono profondamente riconoscente dell'impegno occupò di Cino da Pistoia, delle confraternite medievali, della storia delle corporazioni dall'età romana fino all'alto Medioevo. Seguì una numerosissima serie di studi particolari di vario assunto di andare ogni giorno a trovare Bruno 2 nella clinica, finché tu argomento, fru tto di ricerche d'archivio sull'età angioina e sullo Stato normanno. Cfr. P. S. rimanga a Roma. Poco dopo il 20 io ritornerò costi, e ci avvicenderemo LFICHT, Cmnaro Maria Monti, in <>, XVII-XX (1944-47), pp. così nell'assistenza amichevole all'infermo, che tanto ci ha fatto trepidare. 200-201. Su alcune sue teorie cfr. quanto scrive F. C\LAS so, lntroduifone al diritto comune, rist., Sono lieto che nonostante tutto, San Donato abbia lasciato un ricordo Milano, Giuffré, 1970, pp. 235 sgg., e E. CORTESE, Storia del dir itto italiano, in Cinquant'anni di espenimza giuridica in Italia, Messina- Ta omtina 3-8 novembre 1981, Milano, Giuffrè, 1982, p. 845. Il non sgradevole nel tuo spirito, e che viva in te il desiderio di ritornare volume Le confr aternite medievali dell'alta e media Italia, Venezia 1927, fu recensito da )emolo in «La quassù. Se un'altra volta saremo compagni di solitudine e di contempla­ Cultura», VII (1928), pp. 420-421. zione in quest'eremo incantevole, l'approfondimento reciproco delle 2 on si è in grado d'identificare questa persona. nostre anime potrà essere più ricco e più comprensivo. 3 Matilde Cecchini, la madre di Adele e fu tura suocera di ]emolo. Per qualche notizia su di lei, cfr. R. MoRGHEN, Cronache dell'Italia provinciale, a cura di G. BRAGA e P. VtAN, in «Bollettino Nulla io ho da perdonare a te. Venuto a San Donato principalmente dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano», 92, 1985-86, pp. 31-32. per sperimentarne la salutare efficacia sulle fo rze assottigliate della tua Adele, tu non potevi comportarti diversamente da come hai fatto. Si debbon forse invertire le parti, e sono io che debbo chiedere scusa a te, 4 e ad Adele e alla signora Matilde 3, se non sono meglio intervenuto Roma, Via G. Alberoni 7 a smussare angoli e ad appianare divergenze, generati automaticamente 18 novembre 1921 dalla vita associata. Ma il nostro esperimento è ancora così immaturo Miei canss1m1, e così delicato che, se ci pensi, anche alcune mie titubanze e alcune mie Non so dirvi quale intimo compiacimento abbia suscitato in me la esitazioni possono apparire giustificate alla luce delle nostre finalità e del vostra lettera, la prima giuntami dall'istante in cui, dall'altare di Dio, nostro programma. benedissi in nome della chiesa il vincolo della vostra unione per la vita Sono felice che tu abbia visto più a dentro nelle mie idee e nel e per l'et ernità 1• miei atteggiamenti. Non chiedo mai per essi l'assenso, chiedo la com­ Così le tue belle e candide frasi, o Adele, come i tuoi rapidi ma prensione, avvivata da un po' di simpatia. vibranti periodi, o Carlo, traboccano di così limpida gioia e di così Grazie di cuore di guanto hai fatto per me al Te mpo. Spero ti sia luminosa fiducia, che io veramente lodo il Signore per così mirabile avvalso a riscuotere anche il compenso del tuo articolo. Se tu non avessi capacità di scambievole comprensione che ha posto nelle vostre anime, ottenuto questo, io avrei veramente scrupolo di averti così audacemente e per così salda solidarietà che ha foggiato nei vostri giovani cuori. Il disturbato. Mi hanno effettivamente scritto da casa di aver ricevuto sentiero che vi siete testé accinti a battere insieme non abbia mai e poi l'assegno bancario e io ho già chiesto che me lo facciano recapitare qui. mai asprezze capaci di ostacolare il vostro passo sicuro o incognite Come stai ora di salute? Scrivimi. capaci di turbare la vostra serena tranquillità! E io sarò ben lieto se Trasmetti i miei più cordiali saluti ad Adele, alla signora Matilde. potrò mantenere sempre la consapevolezza di aver contribuito, con Quanto le avrei volute più a lungo e più soddisfatte quassù! l'affe tto della mia amicizia per voi, ad aggiungere un raggio alla luce Tuo della vostra fe licità, un elemento all'edificio della vostra imperturbabile E. Buonaiuti gioia interiore, nel turbine della vita. 64 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1922 65

Qui nulla di rimarchevolmente nuovo, se non i dottorati, brillante­ 5 mente conseguiti ieri da Mario 2 e da Agostino 3. Hanno sostenuto vera­ Subiaco (San Donato) mente bene tanto l'uno che l'altro la loro prova dinanzi alla Commissione. 6 agosto 1922 Vi sarò riconoscente se mi darete, a volta a volta, ragguagli della Mio carissimo Carlo, vostra vita e se mi darete la possibilità di esservi utile, ogni momento Grazie della simpatica voce di affettuoso ricordo che tu ed Adele ci che qualcosa vi occorresse da Roma. avete fa tto pervenire quassù. Con tanto aff etto. Le nostre giornate trascorrono in una deliziosa atmosfera di pace Vostro e di serenità. Discussioni animate e appassionate non sono mancate ai E. Buonaiuti nostri pomeriggi. Il buon Lazzarini 1 mi ... tenta in tutte le fogge e su tutti i toni, e il suo rigore dialettico investe con foga, ad una a una, tutte 1 Infatti il matrimonio dello Jemolo con Adele Morghen era stato celebrato il 31 ottobre le mie posizioni mentali. Ma la schermaglia finisce sempre nel riconosci­ 1921 dal Buonaiuti, il quale era stato reintegrato nel clero dopo la revoca della scomunica il mento costante di una grande e profonda solidarietà. Roma ... ci t., p. 189). ]emolo noterà al riguardo del suo matrimonio : 4 giugno 1921 (cfr. Pellegrino di . Il nostro pensiero vola spessissimo ai lontani: a coloro che in «Credo che le nostre nozze fo ssero le sole nozze che Buonaiuti celebrasse» (A.C. )EMOLO, Anm particolare hanno già goduto con noi la pace di quest'eremo montano : di prova... cit., p. 186). . 2 Mario Niccoli (La Spezia 1904 - Roma 1964), uno dei più stretti allievi, amici e collabora ton a voi in maniera specialissima. L'anno scorso eravate quassù nell'attesa (Roma 1948) e curerà, rli Buonaiuti. Niccoli riediterà, con prefazione, le Lettere di un prete modemista che si coronasse il vostro sogno. Quest'anno siete nell'aspettativa, trepi­ storia del Cristianesimo rli E. Buonaiuti, Vicenza 1957, nonché la insieme col Donini, i Saggi di dante e gioiosa insieme, dell 'avvenimento in cui sembrerà trovare il suo seconda erlizione del Pellegrino di Roma. Entrato nel 1929 nell'Istituto dell'Encicloperlia Italiana, avrà una pane rli rilievo come redattore-capo (1947) e coordinatore di diverse iniziative erlitoriali, palpitante sigillo l'associazione del vostro destino. tra cui l'Enciclopedia italiana e il Dii}onario enciclopedico italiano). Sua la traduzione e il commento Partecipo a tutte le vostre ansie e a tutte le vostre speranze. a Gli scritti di San Francesco (Roma, Tumminelli, 1967). Conoscendo così a fondo le qualità squisite delle vostre anime, so bene (Caprarola 1897- Roma 1924), probabilmente il primo allievo rli Buo­ 3 Agostino Biamonti . in anticipo che il nuovo essere umano che verrà a rallegrare tra poco naiuti, col quale si laureò nell'ottobre 1921 con una dissertazione sul teologo anuongetuano dell'epoca diocleziana Metorlio di Olimpo. Collaboratore della «Rivista trimestrale di studi filosofici l'intimità del vostro fo colare, riceverà sotto le vostre cure la più fine e la e religiosi», di <> (Pellegrino di Roma ... cit., pp. 159-164, 214, 344). Sul Biamonti, Dì ad Adele in mio nome che ho molto gradito le sue care e buone cfr. anche: A. DoNtNI, Agostino Biamonti, in <>, I (1925), pp. 203-204, e le parole. Dille come i miei più fe rvidi voti vanno all'epilogo più propizio in notizie date dal iccoli in Pellegrino di Roma ... cit., p. 531 nota 102. Una sua lettera a Morghen e più fe lice di questo periodo di attesa, che la consacra alle sue nuove, cit., pp. 24-26. Lettere a Raffa ello Mory,hen... nobili, altissime mansioni. Vi sono vicino con lo spirito, invocando per vo1 dal Padre le più pure benedizioni. Vostro

E. Buonaiuti

1 Renato Lazzarini (Este 1891 -Lugo di Romagna 1974), filosofo. Entrato fin dall'agosto 1921 nel gruppo di Buonaiuti (cfr. la lettera di questi ad Alessandro Bonucci, dell'8 settembre 1921, edita da E. CioccA, L'Psperimza modemista di Almandro Bonucci... ci t., pp. 406-407), divenne collaboratore della prima ora di <>. Fu orrlinario di filosofia teoretica nelle 66 Lettere di B11onaiuti a ]emolo 1922 67

Università di Cagliari dal 1949 al 1955, di Bari dal 1956 al 1957, poi di sroria della fil osofia che tiene in mano la bilancia dell'orafo per constatare se quel che dà, gli medievale nella facoltà filosofica di Bologna (1957 - 1961). Sul suo pensiero filosofico, cfr. A.M. è reso. Ma pure ci sono rallontanamenti spirituali e rinnegamenti impliciti, MosCIIFlTI, sub 1'0ce, in Enciclop edia filosofica, rist. aggiornata della II ed., N, Roma, Edipem, 1979, coll. 1105-1106 (con ampia bibliografia). di cui sento tutta l'amara gravità. E perché abituato a non attardarmi a contare chi, lungo l'aspra via, ammaliato dalle sirene del successo immediato, si raffredda nel cammino, sento di dover ogni giorno ripren­ dere su altre glebe il mio lavoro di dissodamento, non posso prendere 6 a tu per tu i singoli, per chiedere loro ragione del loro quotidiano Roma, 21 dicembre l 922 operato. Del resto, è per tutti meglio che sia cosl. Tu saprai fo rse che Raffaello ha avuto al Mondo 3 gli arretrati, nella Carissimo, misura che io avevo detto a te sarebbe stata la quota a cui mi sarei La mattina stessa in cui ti incontrai a San Silvestro, ad un'ora di impegnato : lire 2500. Da quel giorno, non l'ho più visto che in distanza dall'averti salutato, appresi che la Facoltà giuridica di Bologna ti k.[oinonia] - che non è un vederlo -. aveva chiamato a trasferire colà il tuo insegnamento 1• Perché tu non me A fine mese avrai il compenso dell'articolo che ti ho pubblicato 4• ne facesti motto? Comunque, me ne rallegrai vivissimamente, e dell'ono­ A giorni, darò il saggio di Pincherle sul tuo Crispi 5• rifico appello ti invio ora le più calde congratulazioni. Saluti cordiali. Malinconica ... linfatica, anzi che no, la tua ultima, grata ad ogni modo Tuo e scintillante come sempre. Sei proprio ben sicuro che la concezione violenta della vita sia retaggio esclusivo dei sanguigni e che non ci sia una E. Buonaiuti tentazione insidiosissima al... fascismo psichico, anche per i linfatici? Io, a mo' d'esempio, conosco degli idealisti portati squisitamente alla sopraffa­ 1 Jemolo aveva già ottenuto la libera docenza in diritto ecclesiastico a Torino nel 1916 zione e alla violenza intellettuale, che debbono essere più anemici di me e di (decreto ministeriale 30 giugno 1916) e, congedato dal servizio militare (sugli anni di guerra, cfr. te. Questo, tanto per non permetterti di cullarti nella dolce e piacevole A. GALANTI· GARROr--E, Appunti sulla giovinezza di ]emolo, in A. GJ\L\.NTE GARRONE-M. C. A vALLE, illusione che il temperamento che Dio ti dié ti premunisca, funzionalmente, Arturo Gufo )e111olo. Da lettere inedite 1913-8!, Torino, Ed. La Stampa, 1994, pp. 162-193), aveva da tutte le possibili fo rme di acoscienza, che secondo la tua brillante dicotomia, cominciato ad esercitarla presso l'Università di Roma. Dopo un fallito concorso per l'Università dovrebbero costituire la caratteristica esclusiva della protervia ... dei sanguigni. di Perugia, il 16 novembre 1920 era stato nominatO straordinario per tale disciplina nella Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Sassari con decreto ministeriale del 15 settembre 1920 (si Sì, avrei anch'io parlato... o meglio riparlato volentieri con te di veda in propositO la ricostruzione di S. FERRARI, Storia di due concorsi. Arturo Ca rlo )emolo e Vincenzo 2• Raffaello Dico riparlato: perché ne discutemmo un po' insieme or Del Giudice Ira Pen�gia e Sassari, in «Quaderni di diritto e politica ecclesiastica», 1994, l, pp. è parecchio tempo, in una conversazione che, a dirti schietto il mio 269-279). La chiamata ufficiale nella Facoltà giuridica di Bologna avverrà il 24 marzo 1923 (cfr. sentimento, non fu di completa mia soddisfazione. Tu dici che la mia F. M IRGIOTT1 BRoGuo, Prefa:;;jone a Anni di prol'O... ci t., pp. 10-11). efficacia su di lui non può più essere oggi qual'era, ad esempio, due anni 2 Morghen (v. lettera n. l nota 4). fa . Ne sono molto, ma molto spiacente. Ma non credo, in coscienza, di 3 Buonaiuti aveva accolta nel gennaio 1922 l'invito di Andrea Torre e Alberto Cianca di collaborare al quotidiano romano «D Mondo>> «con un compito compositO di mansioni politiche poter fare a me stesso alcun rimprovero. Io ho creduto di dover fare e culturali>>, tra cui quella di responsabile della terza pagina (cfr. Pellegrino di Roma ... cit., pp. 199 per Raffaello quel che non ho fatto per nessuno di k.[oinonia] . Franca­ e 537 nota 129). Da questa posizione direttiva il Buonaiuti poté chiamare a collaborare anche mente, e sotto ogni punto di vista, non credo di averne ricevuto, in alcuni suoi allievi e amici. opere e in disposizioni, il contraccambio che mi ripromettevo. Sarebbe 4 Sulla collaborazione del giovane Jemolo ai giornali - dall'«Italia nostra» al «Resto del troppo lungo e tedioso e sconveniente annoverare qui tutte le ragioni Carlino», dal <> al «Mondo>> - cfr. M. C. A v \LLE, Una coscienza: Arturo Carlo ]emolo, in A. G \LINTI. G IRRONE-M. C. A\',\LLE, .rlrturo Ca rlo ]emolo ... ci t., pp. 63-71. che potrei accampare a dimostrazione della giustezza della mia dimostra­ 5 Cfr. A.C. ]F\IOLO, Crispi, Firenze, Vallecchi, 1922; Firenze, Le Monnier, 19702. Un'anticipa­ zione : fino agli ultimi episodi di questi giorni. Ma io credo, carissimo, di zione del volume era stata pubblicata da ]emolo nella «Nuova antologia» del 1° ottobre 1922 col poter dire senza iattanza, che non sono uno spirito esigente e meticoloso, saggio Crispi e il papato. 68 Lettere di Buonaiuti a )emolo 1923 69

7 1 Si tratta probabilmente dell'articolo Essmza della latinità, apparso sul <

1 Guglielmo Luigi, nato a Roma il 17 senembre 1922. 9 2 Franco Campitelli titolare della omonima casa editrice presso la quale Buona:iuti pubblicherà alcuni saggi di polemica e di storia religiosa, quali Ve rso la luce (1924) e il ricordato Manuale Roma, 9 aprile 1924 introduttivo alla storia dei cristianesimo. 3 «< volumi che entreranno a far pane della Biblioteca [di critica relzgiosa] non saranno ispirati Mio canssuno J emolo, a criteri e a propositi di raffinata erudizione ftlologica e letteraria. Mireranno più tosto ad Grazie, proprio eli cuore, del tuo messaggio cristianamente fraterno. offrire al mondo colto, le cui lacune e le cui deficienze nell'ambito della conoscenza religiosa sono ogni giorno più nitidamente e più penosamente avvertite, trattazioni sobrie, chiare, ben La crisi che si è nuovamente abbattuta sul mio capo proprio quando vagliate, delle principali manifestazioni storiche del fatto religioso, sl che dal loro organico nulla avrebbe potuto !asciarla supporre, è senza dubbio molto più grave complesso sia agevole intuire l'orientamento, verso cui si polarizzeranno le correnti più sane e molto più oscura eli tutte le precedenti1. Sono tutto intento a cercar la delle generazioni viventi in quest'ora, indubbiamente grave, della civiltà occidentale» (dal programma editoriale della collana). Di questa iniziativa editoriale Buonaiuti parlerà ad Angelo via per superarla, in armonia così con i miei doveri eli sacerdote cattolico Fortunato Formiggini in una lettera (s.d.) conservata presso la BIBLIOTECA ESTENSE DI MoDENA, come con quelli eli studioso e eli insegnante. Ma non mi dissimulo in nulla Archivio editoriale Formiggini, n. 17. le enormi difficoltà dell'impresa e non mi cullo in illusioni. Il bivio che mi Cfr. G. PASQUALI- P. C.u.AMANDREI, Foligno, Campitelli, 1923. 4 L'Università di domani, si apre dinanzi è tremendo: diserzione o ribellione. Sono al cospetto della 5 In effe tti ]emolo figura tra i collaboratori della collana, insieme ai professori Ambrogio Ballini, Alessandra Bonucci, Umberto Cassuto, Giovanni Costa, Ubaldo Faldati, Giulio Farina, mia coscienza, e le voci che essa mi manda sono ancora contrastanti Maria Fermi, Carlo Forrnichi, Umberto Fracassini, Giuseppe Furlani, Ignazio Guidi, Giorgio La e indecise. Non so ancora che cosa uscirà da questo terribile periodo eli Piana, Giorgio Levi della Vida, Filippo Millosevich, Maria Monachesi, Gennaro Maria Monti, ansia e eli incertezza. I miei più vicini sono stati mirabili per compattezza Raffaello Morghen, Giorgio Pasquali, Alberto Pincherle, Luigi Salvatorelli, Giuseppe Tucci, Nicola Turchi, Giovanni Vacca, Maria Zappalà (dal programma editoriale della collana). e abnegazione. Dai lontani ho ricevuto messaggi veramente sublimi. 6 Manca il seguito della lettera. Il Signore mi assista. « Fortitudo simplicis, via Domini» 2. Ma quale tale via in questo momento? Può un ufficiale abbandonare il suo posto eli battaglia - anche se superiori mal ragguagliati glie lo comandano - quando sa che, ritirandosi, il nemico irromperà sulla pos1z10ne più ambita ...? Aiutami, o amico, con la preghiera e la simpatia. Tante cose alla tua Adele. Tuo E. Buonaiuti

1 Buonaiuti si riferisce al secondo decreto di scomunica irrogato dalla Congregazione del Santo Ufficio il 28 marzo 1924 e pubblicato dall'«Osservatore romano» il 31 marzo successivo. Non potendosi «in verun modo tollerare più a lungo senza grave scandalo e danno dei fedeli» . !'«opera subdola e continua di demolizione della Fede da parte di un sacerdote cattolico, che si ostina a voler apparire tale, nella sede stessa del Supremo Pontificato», si dichiara il Buonaiuti <

BEDESCHI, Buonaiuti, il Concordato e la Chiesa ... ci t., pp. 78-91, e F. P \RLr-.TI , Emesto Buonaiuti, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1971, pp. 51-62. 2 Proverbi, X, 29. 72 Lettere di Buonaiuti a }emolo 1924 73

10 non si muovono di un apice dalle primitive loro posizioni, io riprendo il Frascati, 20 aprile 1924 rmo proposito di non abbandonare il mio insegnamento universitario. È terribile la vita che mi attende. Mio cansstmo, Mi assista la preghiera al Padre e la simpatia affettuosa delle anime La tua buona lettera mi viene recapitata quassù, nella solitudine di che comprendono insieme la missione della scienza e il bisogno della quest'angolo ignorato della villa Rasponi 1, dove son venuto a cercare fede. dopo le emozioni dei giorni scorsi e in vista delle emozioni dei giorni Ti abbraccio. futuri, raccoglimento e quiete per le mie supreme decisioni. Tuo Grazie del tuo augurio pasquale. Come [è] triste per me questa E. Buonaiuti Risurrezione che mi vede tagliato fuori dal corpo vivo dei fedeli, in balia a tutte le mie trepidazioni e a tutte le mie angoscie! Sì, cerco di confor­ 1 Probabilmente la villa d'una seguace e ammiratrice del Buonaiuti, la contessa Rasponi, che, tarmi pensando alle parole di san Paolo, che ammonisce di festeggiare il alcuni anni più tardi, metterà a disposizione anche la sua residenza romana per un ciclo di sacrificio del nuovissimo agnello, non più nel lievito della superata malizia, conferenze ristrette (cfr. La vita allo sbaraglio ... cit., pp. 189-190). ma con gli azimi della sincerità e della verità2• Ma in fo ndo alla mia 2 Cfr. Prima lettera ai Corinti, V, 8. coscienza è un tormentoso sgomento di fronte all'incognita delle riper­ 3 Manca una parola per strappo del foglio. 4 Adolfo Omodeo (Palermo 1889 - Napoli 1946), storico. Già straordinario di storia antica cussioni possibili, per me e per gli altri, del mio gesto imminente. nell'Università di Catania, era stato chiamato a ricoprire la cattedra di storia della Chiesa nella Tu prospetti la mia situazione nei suoi veri termini. Io debbo facoltà napoletana su nomina di Giovanni Gentile «per meriti eccezionali», con decreto 14 soprattutto pensare oggi, nell'[... ] 3 determinazione, a non contrarre oneri giugno 1923 (cfr. G. DE MARZI, Adolfo Omodeo: itinerario di uno storico, Urbino 1988, p. 11 nota 4). e a non impegnarmi a rinuncie, cui poi non sia più in grado di mantener Frequenti le critiche reciproche tra Buonaiuti e Omodeo, almeno fino al 1927 (cfr. Bibliografia degli scritti di Emesto Buonaiuti, a cura di M. RAvA, con prefazione di L. SALVATORELU, Firenze fede. Le condizioni quali sono state formulate nel decreto di condanna, 1951, all'indice dei soggetti ; e A. 0MODEO, Lettere 1910-1946, Torino, Einaudi, 1963, pp. 390, e quali a tutt'oggi sono ancora ostinatamente ribadite dai miei superiori, 392, 399, 401-402, 404, 43 1). Un esplicito accenno alla successione dell'Omodeo alla cattedra del nonostante tutte le mie invocazioni, implicano, né più né meno, il Buonaiuti si trova comunque documentato solo nel 1929 in una lettera a Luigi Russo (ibid. , p. DE s completo annullamento della mia attività. Potrei mai acconciarmi all'ina­ 448). Cfr. anche G. MARZ1, Idealimo storicistico e cristianesimo trascmdmte: A. Omodeo e E. Buonaiuti, in <

- spero non apparirà una ribellione. Mio canssuno Carlo, Ho lasciato di far lezioni due giorni prima delle vacanze pasquali, Sempre saggio e lungimirante nei tuoi suggerimenti; sempre pronto per condurre innanzi le mie trattative con i miei giudici 5. Poiché essi a corroborarli con dei parallelismi felici. 74 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1924 75

Anch'io avevo pensato che una possibile via d'uscita avrebbe 12

potuto essere rappresentata dal cambiamento e dalla limitazione della Roma, 29 maggio 1924 zona del mio insegnamento. Ma tu comprendi perfettamente che una soluzione di questo genere avrebbe dovuto essere condizionata da due Mio canssuno Carlo, imprescindibili circostanze di fatto : dalla natura della mia disciplina, La mia situazione - per quanto la cosa possa sembrare para­ quale figura nel ruolo delle materie universitarie a Roma e quale mi dossale - si è stabilizzata nella sua instabilità. è imposta ; dai confini stessi delle mie capacità. Io ho fatto esplicita­ Ormai tutti hanno capito molto bene che non intendo in alcuna mente delle proposte concrete ai miei superiori, dichiarandomi disposto maniera rinunciare a qualsiasi fo rma di attività intellettuale: che sopra ad esempio a circoscrivere il mio insegnamento alla letteratura cristiana tutto non intendo abbandonare una cattedra, che rappresenta la palestra medioevale o al greco neotestamentario. Ma la mia proposta ha solle­ naturale del mio proselitismo spirituale e religioso. Ma che, continuando, vato un ostinato ripudio. Si vorrebbe che io cambiassi radicalmente nel dolore, le forme di lavoro cui il Signore mi ha chiamato non intendo materia di insegnamento. Con una concezione veramente strana di in nessunissima maniera costituirmi ribelle. Mi si era fatta balenare in quelle che possono essere le versatilità e le attitudini di un insegnante, anticipo la evenienza che, persistendo io ad impartire le mie lezioni, son venuti a dirmi, con comica serietà, che io potrei insegnare mate­ sarei stato colpito da qualche provvedimento più grave ancora dei prece­ matica o fùosofia greca. Con gente che ragiona con questo po' po' di denti. Nulla invece è venuto. Circola la voce negli ambienti ecclesiastici semplicismo, tu lo comprendi, è impossibile un'intesa. Siamo dunque che mi si lascerà tranquillamente chiudere il ciclo delle mie lezioni e che tuttora in alto mare. Io continuo le mie lezioni: ma ho fatto sapere mi si chiederà nuovamente la rinuncia all'insegnamento a vacanze inol­ al Santo Padre che questo assolvere un preciso dovere accademico trate. Qualcuno mi dice che, data l'accoglienza fa tta dal pubblico al non può costituire un atto di ribellione 1• primo decreto, non c'è alcuna voglia di lanciarne un secondo. Non lo Ed ora sono nelle mani di Dio. Tutto intento per mio conto a far credo. Mi par cosi difficile che mi lascino in questa singolare posizione si che la difficoltà della situazione non riesca a farmi decampare di un di incertezza, nella quale un decreto di scomunica sembra non avermi pollice da tutti i doveri ideali e pratici del mio sacerdozio, che intendo tolto un alunno, e, sopra tutto, non avermi tolto un amico o un simpa­ non sia avvilito in me dallo sbaraglio in cui mi ha gettato l'amarissima tizzante nelle fùe stesse del clero. lacerazione della scomunica. Comunque, io penso con ininterrotta trepidazione alle mie non Perché l'aspro mio cammino sia meno arduo, io ho bisogno dell'as­ lievi responsabilità. Se fino a ieri io ero tenuto al rispetto gelosissimo sistenza di tutte le anime che, come la tua, comprendono la molteplicità della mia vocazione sacerdotale e potevo contare, nell'adempimento delle di doveri di chi fa professione insieme di studi e di Cristianesimo. mie mansioni, sul pingue viatico di quelle che i teologi chiamano le Ti abbraccio. grazie dello stato, oggi, imperiosamente, il mio dovere presbiterale grava Tuo più formidabilmente sulle mie spalle e io sono abbandonato alle risorse E. Buonaiuti uniche della mia personale coscienza di fronte a Dio. Questa condizione Saluti affezionati alla tua Adele. mi dà a volte un senso di sgomento. Ma risollevo il mio capo, dalle momentanee crisi di smarrimento, per guardare più fiducioso in Cielo e per attendere dal Padre la fo rza di superare un imbarazzo, che so in coscienza avermi colpito, me nolente. 1 Con lettera del 28 agosto 1924, in cui Buonaiuti affermava di considerare l'insegnamento e la sua attività scientifica <

So quanto mi resta da fare. Guardo non disperando l'avvenire. Mi risultava già, attraverso le voci circolanti in seno al clero romano, _ Ricordatemi. - e della cosa il frammento di conversazione del Gemelli con Perosi 4 Che farai tu durante l'estate? Dove porterete il vostro Guglielmina? mi è netta conferma - che l'aver io continuato le lezioni non costituisca Io auguro ogni più serena gioia alla intimità della tua vita familiare. più, nel giudizio del Santo Ufficio, una rottura definitiva di scambievoli Saluti ad Adele. rapporti. Prima circostanza da mettere in luce: c'è qui una piccola A te un abbraccio fraterno. resipiscenza, ché nel primo momento si esigeva l'immediato abbandono Ernesto della cattedra. L'ultima lettera stessa fattami inviare dal Santo Padre in replica alle mie reiterate istanze con cui supplicavo mi si lasciasse all'insegnamento 13 a cui ero tenuto per doveri professionali «specie in questo scorcio di anno Roma, 5 giugno 1 924 accademico» si chiudeva con una brusca diffida: a non cercare «sempre Mio canssuno, nuovi pretesti (testuale!) per non fare subito ciò» che avrei dovuto «per La tua lettera esige una immediata risposta, la quale ti rechi senza evitare tanto scandalo già troppo a lungo durato»5. Fu anzi questa inesorabile indugio l'espressione della mia fervida ammirazione per la tua attitudine diffida, che mi umiliò e mi addolorò quanto lo stesso decreto di scomunica, dinanzi alla profferta di p. Gemelli 1• Questo tuo rinunciare a pingui che mi indusse a rinunciare - da un mese - ad ogni insistenza. vantaggi economici, non già sotto il pungolo di una pregiudiziale avver­ Ma la stranezza della mia situazione nasce ora proprio. Gli ecclesia­ sione all'Università milanese, ma unicamente per tutelare la libera espli­ stici di Roma che incontro hanno verso di me il medesimo contegno di cazione della tua futura operosità scientifica è gesto di rara nobiltà che, prima: la mia scuola non ha perduto un ascoltatore: il mio povero se non può sorprendere chi ti conosce, desta il più vivo compiacimento 2. lavoro non ha smarrito per via alcuna capacità di suscitare simpatie. Non altrettanto mi piace la tua rinuncia a Firenze 3. Ma può darsi C'è infinitamente di più (e la cosa va mormorata al tuo orecchio che anche a tal proposito tu non abbia, istintivamente, mal provveduto come una confessione) : il mio confessore 6, un santo prete, emulo del alle tue sorti. Io ti vedo qui a Roma in un giorno non lontano, primo Cottolengo, mi dice, con aria ispirata, che, data la tranquillità della mia ecclesiasticista delle nostre facoltà giuridiche. coscienza, io posso, se voglio, celebrare in segreto la Messa. Tale pro­ Questa mia risposta ti deve portare anche, subito, l'espressione della spettiva è balsamo sulla mia anima esacerbata. Non ho per ora raccolto mia fraterna riconoscenza per lo zelo mostrato in favore della mia causa l'autorizzazione. Ma non posso dire se non la raccoglierò in avvenire, in e per l'affezionato attaccamento con cui hai protestato che nessun decreto particolari circostanze di vita. di vitando potrà indurti a lacerare i vincoli della nostra ormai vecchia In casa la situazione è di una serenità che non avrei potuto mai anuctzta. sperare. Può darsi che il vedere come la mia yita procede inalterata Ma sulla via da seguire per continuare ed eventualmente portare e inalterabile: che il constatare come l'allontanamento violento dall'altare a risultati concreti la conversazione da te avviata col Gemelli io non ho ha intensificato il mio bisogno di preghiera intorno all'icona domestica, - pur dopo avere ieri sera lungamente riflettuto - da trasmetterti una e che ogni sera io e la mamma c'inginocchiamo insieme per la celebra­ parola netta e precisa. La mia situazione attuale è così paradossalmente zione della nostra semplice liturgia - il Rosario -; abbia determinato complessa, che io, anziché comunicarti una decisione da riferire a p. nella mia povera vecchietta un capovolgimento completo di sentimenti. Gemelli per le tue eventuali mosse, preferisco descrivertene i dati più È tenera, tollerante, comprensiva per me. Ma è furibonda contro il S. tipici e più appariscenti, onde tu di tua iniziativa - conto, illimitatamente, Ufficio. Debbo io frenare le sue esplosioni di collera. sul tuo senno e la tua discrezione - possa adottare la conclusione che Aggiungi a tutto questo il mio particolarissimo stato d'animo. Dopo ti parrà più saggia. le prime settimane di angoscia e di smarrimento, una grande pace si 78 Lettere di Buonaiuti a }emolo 1924 79

è fatta nel mio cuore. Io curo di trarre norma per la mia linea di all'Università cattolica di i\lilano in qualità di docente di diritto ecclesiastico. Sulla vicenda si veda in questo volume F. MARGIOTr l BRoGuo, Buonaù1ti e ]emolo, § 4. condotta unicamente dagli interessi della edificazione collettiva, i quali 2 Per le analoghe considerazioni rivolte in proposito allo Jemolo dal suo maestro F. Ruffini, non è detto non possano essere tutelati anche attraverso un momentaneo cfr. Cn t•mtennio di corrispondmi(l Ru.ffìni-)emolo (1912- 1932), a cura di G. Z.INFARI!\0, in «Nuova scandalo e un provvisorio turbamento. In questo momento mi sento antologia>>, CXXV (1 990), 2176, pp. 433-434. come invasato da un bisogno intensissimo di lavoro. Una qualsiasi 3 Evidentemente Jemolo aveva rinunciato al bando di concorso di dirittO ecclesiastico nell'ateneo fiorentino. riconciliazione non porrebbe dei limiti terribili a questa mia missione, 4 Mons. Carlo Perosi, fratello del fa moso musicista, assessore al Sant'Ufficio, con cui Buonaiuti cui mi sento chiamato ogni giorno con più imperiosa urgenza? Quale aveva avuto un incontro nel 1924, poco prima della seconda censura ecclesiastica. revisore domani vorrà assumersi il compito di approvare le mie cose 5 Lettera di mons. Camillo Caccia Dominioni, maestro di camera di Sua Santità, al Buonaiuti, in parte riprodotta dal Niccoli, in Pellegrino di Roma ... cit., p. 539 nota 136. dopo tanto triste esperienza! 1' Dovrebbe trattarsi di don Brizio Casciola (notizia gentilmente comunicatami dal prof. Ma io non vorrei che tu intravedessi attraverso queste mie trepide Lorenzo Bedeschi). Sul Casciola (Montefalco 1871 -Napoli 1957), figura singolarissima di sacer­ esitazioni un qualsiasi acconciamento a questa mia penosa situazione di dote, cfr. L. B1 DESCHI, Lettere ai cardinali di don Bri'{jo, Bologna 1970; ID., Sllb l'Oce, in Di'{jonmio storico del motù11ento cattolico in Ttalia 1860 - 1980, diretto da F. TRANIEU.O e da G. Cl \lP ININI, II, esule. Solo mi sforzo di valutare il pro e il contra di tutte le eventualità. l prota.�onisti, Casale MonferratO, Marietti, 1982, pp. 95-97. Un ritratto umano di Buonaiuti da Quel che tu ora mi suggerisci - comunicazione anticipata dei corsi, parte di Casciola è contenuto in un'interessante lettera di quest'ultimo a don Giuseppe De Luca sempre fuori del periodo delle origini - costituisce una riproduzione dell'8 giugno 1946, pubblicata e commentata da L. BEDESCHI, Il Va ngelo secondo l'eretico, in delle condizioni che io sottoposi al primo momento delle trattative al p. «A \'Venire>>, l o marzo 1995, p. 20. 7 11 gesuita Andrés Fermindez (1 870 - 1960), noto biblista, dal 1914 al 1917 vice-rettore e dal Fernandez 7 dell'Istituto Biblico. Non furono accettate. Lo potrebbero 1918 al 1924 rettore del Pontificio Istituto Biblico: cfr. Miscelanea biblica Andrés 1-"F mcindez preparada essere oggi? por J. S\cl Es - S. B IRT!\1 1-J\f. QL LR.I (num. spec. eli <>, 134-135, 1960). Tra on va trascurato il fatto che gli idealisti in agguato sarebbero ben il 1923 e il 1924 il Fermindez aveva mostrato - osserva il Niccoli - «singolare benevolenza e spirito di comprensione>> nei riguardi di Buonaiuti (cfr. Pe//egn/10 di Roma .. . cit., p. 539 nota 136). pronti a colpirmi per una presunta limitazione della mia libertà accade­ 8 Sui termini della proposta di mediazione Gemelli -Jemolo a favore di Buonaiuti, si rinvia in mica 8. E allora? questo volume a F. ì\L\RGIOlT1 BRoc. uo, Buonaiuti e }emolo, § 5. Infine non posso nasconderti che dopo due mesi dalla scomunica le mie esigenze sono cresciute: unicamente in seguito ad una pm speri­ mentata valutazione delle mie possibilità, che mi sforzo costantemente di ragguagliare ai bisogni dei miei fratelli. 14

Questo, in linee schematiche, il quadro della situazione. Roma, 24 luglio 1924 Tanta è la fiducia che nutro in te - fratello e collega - che mi rimetto al tuo senno per le decisioni che ti paiano più convenienti. Mio carissimo J emolo, Il Signore dia prosperità e fo rza al vostro angioletto. Ti sono schiettamente riconoscente per le osservazioni che con Tante cose belle ad Adele. nobile e fraterna lealtà muovi al mio proposito di non far mancare alla A te un abbraccio riconoscente. vita associata di San Donato il conforto e il cemento della celebrazione Ernesto B. quotidiana. A dirti il vero non condivido la tua valutazione del gesto eventuale. Che cosa mai potrebbe nascondere esso di potenzialmente

1 Il francescano Agostino Gemelli (Milano 1878-1 959), fo ndatore, nel 1921, dell'Università scismatico? Anche a norma di diritto canonico io, tranquillo in coscienza cattolica del Sacro Cuore, di cui fu rettore fino alla mone. Cfr. G. Ru�u, Padre Gemelli e l'Università sulla radicale ingiustizia del decreto che mi ha colpito, potrei normal­ Ca ttolica, in ivfodemismo, fa scismo, cormmismo. Aspetti e fig ure della cultura e della politica dei cattolici nel mente, nel segreto della mia cappellina privata, esercitare il mio potere '900, a cura di G. Ross1 1, Bologna, 11 Mulino 1972, pp. 151-179. La biografia più recente sul Gemelli è quella di G. Cos�IACINI, Ge111elli. Il Machiavelli di Dio, Milano, Rizzoli, 1985. Le «profferte>> di consacratore del mistero eucaristico 1• Ma a San Donato ci sarebbero a cui allude Buonaiuti riguardavano il trasferimento di Jemolo dalla fa coltà giuridica di Bologna ragioni eccezionali per salire l'altare, per lo meno nei giorni del Signore. 80 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1924 81

Sono, lassù, escluso dal mondo, e le rrue condizioni fisiche non rru essa aveva probabilità di raggiungere, mercé l'approvazione ecclesiastica, consentono di scendere a Santa Scolastica, per mescolarmi al popolo un pubblico ortodosso cui il periodico condannato di Perugia non fedele 2. Dovrò restare per un mese senza messa? Precedenti storici sarebbe mai giunto. Ora che tale possibilità è svanita, fare ancora uscire potrebbero aiutarmi a mostrare che tenere momentaneamente in non il nuovo «Bollettino» sarebbe proprio un voler fare la concorrenza cale una condanna e una censura inficiate d'intrinseca invalidità non all'iniziativa del Bonucci. E la cosa sarebbe tanto più indelicata ora che equivale in nessuna maniera a gettare il seme di uno scisma. Nacque il Bonucci, soffe rente e malandato, non riesce a far uscire regolarmente fo rse uno scisma dall'attitudine di Sarpi di fronte all'interdetto di Paolo i suoi fa scicoli. Attendo quindi momento più acconcio 9. V? Al contrario, non valse la sua resistenza a far sì che interdetti così Mi fa piacere di saperti costassù, con la tua Adele e il tuo piccolo, intempestivi non se ne lanciassero più? che, auguro, sarà ora perfettamente riavuto dall'impressione provata al Ma, prescindendo da tutte queste considerazioni teoriche, io non primo saluto della montagna. so essere sordo ad apprensioni amichevoli e affettuose come le tue. La quale, è vero?, è un po' arcigna al primo incontro ; ma si rivela È quasi sicuro ormai che mi asterrò scrupolosamente - con più acuta p01, qual'è, madre amorevolissima. pena lassù - dal celebrare : e di questa mia decisione le tue parole sono Ricordi la nostra ... traversata del Terminillo? 10 state senza dubbio la ragione più forte. Ti desidero ogni bene e ogni gioia. Curioso che ci siamo incontrati a fare, per Paolo Sarpi, un lavoro Saluti devoti alla tua Adele. così affine!3 Tutto il mio materiale è già presso l'Ojetti 4. Ma io non Ti abbraccio con affe tto. sono un deprezzatore come te della mente dell'inflessibile servita. Che Tuo fosse uno spirito prevalentemente cerebrale, arido e freddo, mi sembra E. Buonaiuti non possa revocarsi in dubbio. Ma che non possedesse capacità ftlosofi­ Io sarò a San Donato il 1 o di agosto. che e raziocinative eminentissime non mi acconcerei ad ammetterlo. Del resto, ci leggeremo... e ci criticheremo a vicenda amabilmente!

Da Casati 5 non mi attendo nulla di meglio di quel che non mi sia 1 Circa il problema della validità e degli effetti della scomunica ingiusta, si veda l'autorevole parere del canonista F.X. WERNZ, lus decretalium, VII, !IIJpoenal e, Prati, Giachetti, 1913, p. 174: potuto attendere dal suo predecessore. Anzi, a rigore, potrei temere di «Censura manifeste sive notoria iniusta et invalida neque in fo ro externo neque in foro interno essere incappato in un ... disciplinatore anche più ostile. Non è causa, di ullum producit effectum. Quare huiusmodi censura, cum non existat neque obligationem inducat, solito, di postumi bistrattamenti il cadere sotto le grinfie di chi condivise \>iolari potest, quin poenae violatoribus statutae incurrantun>. Per le posizioni post-codicistiche, \X 'ERNZ - con noi, in altri tempi, speranze ed ideali, che poi abbandonò, perché, cfr. F.X. P. VJD \L, Ius canonicum, VII, lt1s poenale ecclesiasticum, Romae 1937, p. 231. 2 Il monastero di Santa Scolastica di Subiaco, appartenente alla congregazione cassinese della forse inconsciamente, valutò tutta la loro radicale incapacità di condurre primitiva osservanza, distava infatti circa un'ora di cammino dal romitorio di San Donato. in alto? Ma ormai tutto il male che l'idealismo poteva fare a me, ai miei 3 ]emolo stava preparando sul Sarpi un volume di Pagine scelte, che uscirà presso Vallecchi, studi, alle mie aspirazioni, è stato fatto. Casati, in fo ndo, non è che un a Firenze, nel 1925. Buonaiuti, dal canto suo, lavorava ad un'antologia sarpiana che, con una sintetica introduzione, vedrà la luce a Milano nel 1926 presso la casa editrice Treves col titolo Le provvisorio riparatore. pùì belle pagine di Paolo Sarpi. Può darsi che Bardi 6 venga a San Donato. Come forse sai, egli ha 4 Ugo Ojetti (Roma 1871 -Firenze 1946), noto saggista e giornalista. Probabilmente viene sposato, e già mi ha detto che condurrà la sua Signora a Subiaco. Di là chiamato in causa dal Buonaiuti quale consulente della casa editrice Treves. 5 Alessandro Casati (Milano 1881 - 1955), studioso e uomo politico. Aveva partecipato arriva­ a San Donato è inevitabile il tragitto. mente al movimento modernista italiano con la fo ndazione, nel 1907, della ri\>ista «Il Rinnova­ Turchi ... 7 è commissario per la q1aturità classica in un liceo di Roma. mento», insieme con Antonio Ajace Alfieri e Tommaso Gallarati Scotti. Successivamente si era avvicinato intellettualmente al Croce; subito dopo la prima guerra mondiale, aveva aderito al n «Bollettino» per ora non uscirà. Esso aveva una ragione di esistere fascismo ed era stato eletto senatore del Regno il 1 o marzo 1923. Dal 30 giugno 1924 al di contro alla «Rivista trimestrale» del nostro amico Bonucci 8 quando 3 gennaio 1925 sostirui Gentile al Ministero della istruzione. L'antica e comune militanza 82 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1924 83

modernista aveva fatto sperare a )emolo in un intervento teso a sbloccare la situazione accademica 15 di Buonaiuti. Questi, oltre che nella lettera, esprimerà un severo giudizio sul Casati in Pellegrino di Roma... cit., pp. 70-71. Per le valutazioni di Jemolo su questa fi gura di «modernista», cfr. A.C. Roma, l settembre 1924 J F\10LO, Introduzione, a Tre cattolici liberali. Alessandro Casati, To mmaso Gal/a rati Scotti, Stefano ]acini, Pr.t.LtGRit-. , a cura di A. 1 Milano, Adelphi, 1972, pp. 37-60, in particolare pp. 45-46. Mio carissimo J emolo, 6 Giovanni Bardi (Roma 1884 - 1954), proprietario della tipografia del Senato ed editore. Aveva patrocinato la pubblicazione di due periodici del Buonaiuti : il «Bollettino di letteratura Eccomi, da ieri l'altro, reduce dall'eremo montano che tu conosci, critico-religiosa» 0uglio 1914-giugno 1915) e la «Rivista di scienze delle religioni», dal gennaio tornato alla mia vita uniforme di lavoro e di raccoglimento, qui nella mia 1916 (cfr. Pellegrino di Roma ... cit., pp. 142, 145, 530 nota 84). Alla sua casa editrice, fo ndata nel silenziosa stanza nomentana. Sono molto soddisfatto del mio San Donato, 1919 con la denominazione «Libreria di scienze e lettere», collaborarono, tra gli altri, Adriano Tilgher, Giovan Battista Grassi, Giuseppe Lugli e Alessandro D'Ancona. quest'anno. Ho avuto intorno a me pochi compagni, ma fe rvidi, volente­ 7 i cola Turchi (Roma 1882- 1958), sacerdote e studioso di storia delle religioni. Sarà il rosi, profondamente affiatati. Sono in particolar modo fe lice dell'inquieto compagno inseparabile di Buonaiuti in molte sue vicende, dagli anni del Seminario Romano fm o e tormentato Lazzarini1, che sale ogni anno la nostra montagna e que­ alla sua morte. Professore nel collegio di Propaganda Fide, nel luglio 1910 fu costretto a dimettersi per sospetti di modernismo. Tradusse la Storia antica della Ch iesa di Duchesne e scrisse le prime st'anno, mi ha confessato, ha sentito come dischiudersi nuovi orizzonti due f..ettere di un prete modemista. Fu uno degli iniziatori della scienza religionista in Italia (Manuale dinanzi ai suoi occhi irrequieti e insoddisfatti. Spero molto da lui. di storia de lle religioni, Torino 1912). Per la sua collaborazione redazionale alla rivista «Rivista di Non ti so fare più le lodi adeguate dei due più giovani miei allievi: 12 1916 scienze delle religioni» diretta da Buonaiuti, il aprile venne sospeso <> (cfr. lA vita allo sbaraglio ... cit., a breve distanza eli tempo il primo e il ventesimo volume di una raccolta. p. 18). E a chi può piacere più che a te eli fare cosa eli buon gusto? 84 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1925 85

A pena tornato a Roma ho colto intorno, nei manifesti, nei giornali, . 16 nelle chiese, direi quasi nei volti, gli indizi della orribile situazione spirituale in cui tutti versiamo. Che sarà fra due mesi? Mistero : e mistero Roma, li 19 marzo 1925 poco rassicurante ... 7 Salutami cordialmente la tua Adele. Mio canssuno, Auguri della massima floridezza al vostro piccolo. Comprendo perfettamente come l'ultima mia ti abbia dato la sensa­ A te un abbraccio. zione di uno stato eli malessere e eli inquietudine in cui verserebbe Ernesto B. l'anima mia. Per quanto io cerchi con tutte le fo rze eli affrontare le terribili Ti vedrò veramente a Roma nel Natale? Quanto lo bramerei! responsabilità che nascono dalla paradossale mia situazione avvivando la mia condotta eli serenità e di fiducia, il conflitto profondo che 1 Su di lui v. lettera n. 5 nota 1. è alla radice della mia vita spirituale oggi non può non trapelare, più 2 Ambrogio Donini (Lanzo, presso Torino, 1903 - Rignano Flaminio 1991), storico delle religioni e uomo politico. Uno degli allievi prediletti di Buonaiuti, da lui frequentemente ricordato o meno distinto, attraverso tutte le mie enunciazioni e tutti i miei in Pellegrino di Roma (ad indicem) . Militante politico nel Partito comunista italiano, svolse un'intensa atteggiamenti. attività pubblicistica antifascista dal 1928 al 1945 sia in Francia che negli negli Stati Uniti. Questi eminentissimi «Padri» della Suprema 1 che mi hanno posto, Rientrato in Italia ricoprì diversi incarichi politici, tra cui quello di ambasciatore in Polonia dal

• 1946 al 1948 e quello di senatore nella Il e III legislatura. Fu incaricato di storia del cristianesimo con tanta precipitazione e tanta disinvoltura, al più drammatico bivio nell'Università di Roma per un decennio e, dal 1960 al 1971, titolare della stessa disciplina che possa offrirsi ad anima eli sacerdote cattolico, non sapranno mai a Bari. Per i suoi rapporti col Buonaiuti cfr. le diverse annotazioni in La vita allo sbaraglio ... cit., e in specie p. 27 nota 2 e p. 333, nota 1. - per loro fortuna - eli quali angoscie e di quali incertezze abbiano 3 11 riferimento è, probabilmente, al romano Ciro Giannelli (1905 - 1959), in seguito «scrittore» disseminato il mio cammino 2. della Biblioteca apostolica vaticana, autore di alcuni studi di carattere erudito sulla letteratura Non è che io non veda, nitidamente implacabile dinanzi a me, la greca e slava nonché curatore della descrizione dei Codices Va ticani graeci (2 voli., Città del Vaticano, 1950 e, postumo, 1961). meta cui debbo tendere con l'arco teso eli tutte le mie volontà e eli tutte 4 Cfr. lettera n. 31 nota 4. le m1e nsorse. 5 Buonaiuti alludeva ad un volume che avrebbe dovuto essere scritto da ]emolo sulla storia Ma ci sono doveri che costano lacrime e sangue. E il mio, oggi, della Chiesa dalla Controriforma al Vaticano I per la «Biblioteca di critica religiosa>> dell'editore Campitelli di Foligno. Cfr. in questo volume la lettera del 17 aprile 1923. è di tal genere. 6 Si tratta del più volte ricordato Manuale introduttivo alla storia del Cristianesimo (l, il Cristianesimo Di qui un'intima pena quotidiana che abbrucia le g�me del mio primitiiJO, parre I, l primi tre secoli) che, ideato dal Buonaiuti e dai suoi allievi nei mesi estivi del proselitismo e insidia irrimediabilmente il sonno della mia giornata. 1922 nel ritrovo di San Donato, uscirà a Foligno nel 1925 come I volume della II sezione dedicata alle religioni bibliche. Il p. Gemelli non mi sembra ti abbia detto tutta la verità quando ti 7 Probabile riferimento alla drammatica situazione politica italiana, che il 10 giugno precedente ha dichiarato che con un paio d'anni di aspettativa la vertenza si sarebbe aveva visto proprio a Roma l'assassinio di Giacomo Marreotti e il 27 giugno il ritiro sull'Aventino potuta tranquillamente appianare. Questa fu la proposta che il Gemelli dei partiti di opposizione al fascismo. stesso fo rmulò a me, in una conversazione benevola e cordiale, della quale gli serberò imperitura gratitudine 3. Ma egli stesso, dopo aver ottenuto una mia generica adesione, mi fece sapere per lettera che la proposta non aveva riscosso in alto il consenso che si riprometteva. Del resto del colloquio del Gemelli col Papa a mio riguardo io non ho avuto mai chiara contezza 4• Ora eccomi al più oscuro sbaraglio. 86 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1925 87

Mi si vocifera da varie parti che la scomunica suprema è per 17 scivolare sul mio capo. L'esilio sarà da quel momento completo e pro­ Roma, 7 luglio 1925 babilmente irrimediabile. Mio canss1mo, Sono preparato all'estremo affronto. Ormai sento, che, qualunque Comprendo come siano state prese le tue giornate in questo scorcio cosa sia per accadere, non altererà i caratteri che la mia esistenza ha di anno accademico, fra le tue cure familiari e i tuoi oneri accademici. assunto dinanzi all'ideale cui mi sono votato e alle responsabilità che mi Godo tanto nel sapere che Adele va riacquistando ormai rapida­ sono addossato di fronte alle anime che mi seguono. mente le sue fo rze e che nell'intima calma della vostra casa va ritem­ Giuoco una rischiosissima carta. Ma non posso più ritirarmi dalla prando magnificamente i suoi nervi. Che il Padre di tutte le gioie non partita. cessi un giorno solo di ricolmare di serenità e di letizia le vostre mura L'avvenire, se Dio mi aiuta, sarà la riprova della coerenza delle mie e che i giovani virgulti, nativi intorno, crescano prosperi e rigogliosi, intenzioni. sotto l'alito del vostro amore e della vostra tenerezza! 1 Sono molto meravigliato di sapere che Una fede 5 non ti è pervenuta. Anch'io ripenso con emozione al giorno in cui ebbi la gaudiosa Te l'avevo spedita senza indugio. Fanne ricerca. Altrimenti te ne manderò ventura di benedire le vostre nozze e nnnovo voti, che, con tanto un altro esemplare. fervore, quel dì formulai per voi. Saluti cordiali alla tua Adele. Non ti lamentare del tuo isolamento. È ancora la più bella dote Abbracci affezionati. che possa toccare in questo mondo amarissimo e moralmente miserabi­ Tuo lissimo in cui ci è toccato di vivere. Sono anch'io pessimista. L'accademia verbale copre intorno una E. Buonaiuti immensa povertà di spiriti e di ideali. Ogni giorno più spregevole ci appare tutto ciò che non investe quella «civitas aeterna» per la quale solamente val la pena di vivere. 1 l membri della Suprema Congregazione del Sant'Ufficio, allora composta dai cardinali Raffaele Merry del Val, segretario, Gaetano De Lai, Basilio Pompili, Pietro Gasparri, Guglielmo Sì, Donini è per me, una superba speranza. Il suo dottorato è stato Van Rossum, Andrea Fruhwirth, Donato Sbarretti, Oreste Giorgi, Ludovico Billot, Michele Lega un genuino successo 2• Ora si porrà all'opera, ché gli operai son pochini (A nnuario pontificio per l'anno 1924, Roma, tip. Poliglotta Vaticana, 1924, p. 396). veramente e il lavoro è tanto. Suppliamo alla scarsezza del numero con 2 Con decreto del 28 gennaio 1925 il Sant'Ufficio aveva privato il Buonaiuti del diritto di vestire l'abito ecclesiastico, «in pena della sua pertinace disobbedienza», condannate le sue nuove l'entusiasmo della fiducia. Il Signore ci aiuterà. pubblicazioni nonché la rivista «Ricerche religiose» da lui diretta (cfr. «Acta Apostolicae Sedis>>, Quando penserai al volume per Campitelli? Bada bene che non XV11, 1925, p. 69). rinuncio alla tua collaborazione per la Biblioteca 3. 3 Sui contatti di padre Gemelli - «missus dominicus>> - col Buonaiuti alla fin e del 1924, si Io non andrò a San Donato prima dell'agosto incipiente. Ho molte veda Pellegrino di Roma... cit., pp. 240 e seguenti. Il iccoli, nella preziosa annotazione di quest'opera, riferisce d'un primo scambio epistolare aperto dal Gemelli il 29 ottobre 1924 e di cose da compiere ancora qui prima di muovermi. colloqui a Roma nel corso del novembre successivo (ibid. , p. 540 nota 160) . A risvegliare le Ho consegnato le ultime [ ...] 4 preoccupazioni della gerarchia ecclesiastica era stato l'annuncio della pubblicazione delle «Ricerche religiose>>. Cfr. anche L. BEDI:·SCIII, B11onaiuti, il concordato ... cit., p. 90. 4 Scrive in proposito il Niccoli : «il padre Gemelli parlò con il Santo Padre; ma nulla poté 1 La fa miglia ]emolo si era accresciuta con la nascita della secondogenita Adele Maria il 26 farsi di fronte alla richiesta avanzata a Buonaiuti di abbandono alla sua attività didattica>> (cfr. maggio 1925. Pellegrino di Roma... cit., p. 541 nota 160) . 2 Cfr. Pellegrino di Roma... cit., p. 344. La dissertazione di laurea del Donini fu stampata 5 E. Bn) All'TI, Una fede e 1111a disciplina, Foligno, Campitelli, 1925 (ma, in realtà, novembre a Roma nel 1925 presso la Libreria di cultura col titolo Ippolito di Roma. Polemiche teologiche 1924). Si trattava di una documentata autodifesa del Buonaiuti scritta durante l'estate precedente e confrot•ersie disciplinan· nella Chiesa di Roma ag li inizi del III secolo. nell'eremo di San Donato (cfr. La t'Ìta allo sbaraglio ... cit., p. 30 nota 5). Vi erano ripercorse le 3 Cfr. lettera n. 8. tappe salienti dei suoi rapporti con la gerarchia ecclesiastica dal 1921 al 1924. 4 Manca il seguito della lettera. 88 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1925 89

18 1 Allusione agli srudi di Jemolo sul giansenismo, che erano cominciati con la monografia .\ialo e Ch iesa negli scrittoripol itici italiani del Seicento e Settecento, edito a Torino nel 1914 e ristampato Roma, 25 settembre 1925 a Napoli nel 1972 a cura di F. MARGIOTI \ BRoGuo (su cui si veda J. GAL'DF.MFT, Le premier livre d'tm grand I!Jailre, in Ciomata Linrea nel centenario della nascita ... cir., pp. 31-36), e continuati negli Mio canssuno, anni 1920-1923 con diverse recensioni e due saggi : Dottrine teologiche dei giansenisti italiani dell'ultimo Anch'io dirigo la mia lettera a Bologna nella suppos1z10ne che tu .lèttecenlo, in «Rivista trimestrale di studi filosofici e religiosi>>, 1920, pp. 431 sgg., e con la sia disceso dall'Appennino e abbia ripreso la tua vita cittadina. Auguro rassegna storiografica !l Giansenismo italiano, in <> Arturo della Biblioteca! Ma, lo so: tu fai appello al carico gravoso del tuo Carlo }emolo, in «11 diritto ecclesiastico>>, XCIII (1982), pp. 12-16. Giova infine ricordare che insegnamento. Ed io non oso replicare. Penso sempre che col duplice diversi casi legali a lui sottoposti diventeranno, diversi decenni più tardi, l'oggetto della rubrica insegnamento 2, con l'esercizio della professione 3, con le tue mille in­ Cii occhiali del giurista da lui tenuta nella << Rivista di diritto civile>> e fo rmeranno, con lo stesso combenze marginali, tu hai sottoposto le tue energie - così belle e così titolo, due volumi editi a Padova nel 1980 e nel 1985. 4 L'elenco delle <> di Buonaiuti stampato nella terza pagina del numero vigili - a un duro sforzo. Non abusare, però, delle tue possibilità. di settembre 1925 delle <> comprendeva il volume antologico Paolo Sarpi nella n tuo stato d'animo, al cospetto della situazione generale degli spiriti collana <> della casa editrice Treves e il profilo San fra noi, ha raggiunto, a quanto vedo, una stranissima condizione di Francesco per l'editore Forrniggini. Tra le pubblicazioni <> figuravano poi il profilo Cwì di Na zyreth, sempre nella collana di Formiggini, il volume Lutero e la Rifom;a in equilibrio instabile. Non riesco ad antivedere dove essa andrà a metter Ge rmania, presso lo Zanichelli, l..e 01igini dell'ascetismo cristiano, per il Campitelli di Foligno, e Le capo. Per mio conto, ho preso ormai dinanzi a me stesso formale modemisme, per l'editore parigino Rieder e C. impegno di non dedicare più, alla politica, un secondo solo del mio tempo. In quarantacinque giorni di dimora sandonatese non ho fatto pervenire in montagna un solo giornale. Qui mi propongo di seguire la stessa consegna dell'astinenza. 19 In compenso lavorerò di più. Ti invito a riguardare sulla terza Roma, 17 ottobre 1925 pagina della copertina dell'ultimo fa scicolo di «Ricerche Religiose» che Mio carissimo J emolo, a quest'ora deve esserti pervenuto, il novero delle pubblicazioni imminenti Come già ti ho preliminarmente dichiarato, non intendo affatto cui sono interessato 4• Ti paiono sufficienti e proporzionate alle forze di giudicare il tuo operato. Ho troppo alta stima di te per consentirmi un cui disponiamo? apprezzamento su una decisione, la quale deve essere sgorgata dalla Il Signore mi aiuti nell'attuazione del programma cm cerco da considerazione di una quantità di elementi, molti dei quali probabil­ vent'anni di mantenere fede. mente sfuggono del tutto alla mia percezione ... a distanza. E appunto Saluti cari ad Adele. perché pongo così in alto la tua rettitudine e la tua nobiltà di propositi, E baci ai tuoi piccoli. son sicuro che l'approvazione e l'assistenza di Dio non mancherà né A te un abbraccio. pure in avvenire alle fo rme del tuo lavoro e alla esplicazione della tua Ernesto B. illuminata attività. 90 Lettere di Buonaiuti a }emolo 1925 91

Io elissento da te, raelicalmente, però, sul modo eli giuelicare la 20 situazione in generale della nostra cultura e della nostra organizzazione Roma, 11 novembre 1925 accademica, e sul modo eli valutare, in particolare, l'istituto cui ti vai ad Mio canssuno Carlo, aggregare e gli uomini che lo presiedono. Ti sono vivamente grato della bella pagina che mi hai scritto, ponendo Se questo istituto 1 fo sse nato a rincalzo e a riprova eli una lucida così integralmente a nudo la tua anima nel momento in cui ti accingi e consapevole idea cristiana, io capirei anche quel poco larvato machia­ a trapiantare altrove la tenda del tuo lavoro e delle tue idealità 1. vellismo che il suo supremo organizzatore sta su larga scala applicando. Non esito a dirti schiettamente che auguro la realtà debba apporre una Ma l'università eli tipicamente, fo rtemente cattolico non ha che il smentita inoppugnabile alle mie preoccupate previsioni e alle mie fo sche titolo e la censura sulle pubblicazioni. Chiamare - pompare anzi a suon valutazioni, e l'ambiente da te preferito ti offra realmente quelle possibilità eli valsente - dalle università dello Stato una schiera eli professori di libero ministero, le quali consentano alla tua intelligenza e al tuo cuore di e immatricolarli sotto l'egida del Sacro Cuore non significa davvero recare espandersi proficuamente. un apporto qualsiasi alla causa della religiosità cristiana in Italia. Senza dubbio, le mie amare esperienze sono pur qualcosa nei giudizi Che se pur penso che questo medesimo uomo 2 ha legato la sua che ho fo rmulato e nelle preferenze che ho dimostrato. Ma potresti tu dire iniziativa alla fortuna effimera eli un partito e eli un governo che sappiamo che io abbia affrontato le mie prove con animo prevenuto o con tendenza quali sono - e la raccomanda al patrocinio complice eli un rappresen­ all'esagerazione? E le mie dolorose iatture non sono, anch'esse, una rivela­ tante sfacciato delle fo rme più anticristiane eli pensiero che la modernità zione abbastanza eloquente di un altro dei lati preoccupanti della nostra vita conosca - penso con angoscia che il francescanesimo è giunto alla più grossolana contaminazione e che il mondo va elietro ai simulacri più spirituale e non è ragionevole trarne motivo eli apprezzamento per uomini esosi e più corrompenti 3. e cose? aturalmente contando sulla semplice ingenuità eli molti ben inten­ Comunque, tu vai, e il Signore ti accompagni! Con animo fraterno, ti zionati. seguo con i voti più fe rvidi. Fra cui tu sei senza dubbio quegli che doveva fare, a Milano, Fammi aver notizie, sempre, eli tutto ciò che fa i. Perché, probabilmente, maggior gola. in fondo a tutte le mie recriminazioni e a tutte le mie paure, c'è la stima Ho molto desiderio di vederti qui, col tuo Guglielmo. altissima dei tuoi doni e la preoccupazione assillante eli saperli in pericolo di Telefonami. essere sepolti. Saluti devoti ad Adele. Ernesto B. Un bacio al tuo piccolo, eli cw rivedo l'immagine, così graztosa. A te un abbraccio. 1 L'Università cattolica del Sacro Cuore, presso la quale Jemolo non senza esitazioni aveva deciso - raccogliendo l'invito del rettore Gemelli - di andare ad insegnare diritto ecclesiastico. Ernesto A chiarire i motivi della decisione di Jemolo di trovare riparo alla <>, concorrono due recenti contributi : il carreggio col suo maestro Francesco Ruffìni, edito col titolo Un ventennio di 1 conispondenza Ruffini - ]emolo (1912- 1932) ... cit., e altri documenti utilizzati da F. MARGlOTTA Jemolo insegnerà diritto ecclesiastico alla Facoltà di Giurisprudenza della <> dal 16 MARG 01TA BROGLio, BROGLIO, Arturo Ca rlo ]emolo e Vincenzo Del Giudice, in <<]us>>, XXXIX (1992), pp. 228-234. dicembre 1925 al 16 ottobre 1927 (cfr. F. 1 Arturo Ca rlo ]emolo e Vinceni'P Del 2 Padre Agostino Gemelli. Sull'Università cattolica di Milano negli anni Venti, ci si limita Giudice,... cit., pp. 234-239). Sui docenti e sugli indirizzi di questa Facoltà in quegli anni, cfr. G. BoGNfTn, a segnalare, tra gli studi più recenti: L. MANGONl, L'Università cattolica del Sacro Cu ore. Una risposta La m/tura giundica e le Facoltà di Giurispmden'?fl a Mi/ono nel secol!i ventesimo. Abbozzo di una della cultura cattolica alla laiciz'?flzione dell'insegnamento superiore, in La Chiesa e il potere politico dal storia, Milano, Giuffré, 1991, pp. 76-93. iltedioei'O all'età contemporanea, a cura di G. CIHTIOI.lt'-.1 e G. MICcou, Torino, Einaudi, 1986, pp. 975-1014 (Storia d'Italia. Annali 9). 1 Echi di questa polemica contro il <> di Gemelli in Pellegrino di Roma. .. cit., p. 243. 92 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1926 93

21 Ma a dimostrazione delle mie intime disposizioni ho chiesto ieri l'altro mattina al Ministero eli essere posto in aspettativa, per ragioni eli Roma, 16 gennaio 1926 fa miglia 3•

Mio carissimo, Ed ora attendo, con rassegnazione, gli eventi, sicuro eli aver fatto Ieri l'altro sera, a] momento eli salutare p. Gemelli alla stazione 1, in coscienza quel che mi era consentito. ho saputo da lui che tu gli avevi scritto una pressantissima lettera, Non so come tu mi giudicherai. Ma, nel tuo giudizio, so che porterai scongiurandolo eli fa re il possibile affinché la mia amara vertenza potesse la consapevolezza lucida della tremenda crisi eli cui la mia anima è la essere composta con dignità e con soddisfazione universale. scena da un ventennio ormai e che invece eli placarsi si va ogni giorno Ti ringrazio dal profondo del cuore per la premura assuntati in mio più esasperando. fa vore. Ti abbraccio. Purtroppo non mi pare che ci sia molto da sperare. P. Gemelli, in Ernesto complesso, merita la mia gratitudine. Ha consacrato molto tempo per me, in giorni che dovevano essere per lui singolarmente movimentati, e, Ho ricevuto regolarmente la tua lettera e il tuo pronto abbonamento. più eli una volta, ha vinto il suo carattere, che deve essere straordinaria­ Grazie. mente facile alla irritazione e naturalmente portato ai gesti eli imperio, per mostrarsi amabile e ragionevole. 1 Ma è inutile : il dissenso è troppo profondo e la tenacia nelle li Gemelli era stato invitato dalla Segreteria di Stato a recarsi a Roma per concertare col Buonaiuti le condizioni d'una possibile sua reintegrazione nella Chiesa, dopo che questi, nei condizioni richiestemi fin dal primo momento troppo risoluta perché sia giorni di Natale, si era rivolto a Pio XI per chiedere la revisione dei procedimenti ecclesiastici consentito nutrire illusioni 2. (cfr. Pelleg!ÙJo di Roma ... cit., pp. 240-242). D'altro canto, non potrei dire, ora, a conversazioni interrotte, che il 2 Le condizioni imposte a Buonaiuti dalla Santa Sede erano l'abbandono della cattedra universitaria, la sospensione della rivista <

1 Cfr. lettera n. 31 nota 4. sta per indurmi ai proponimenti disperati. G.[emelli] ha troppo rivelato 2 Henri Denifle (1844-1905), teologo domenicano e storico medievi sta. La sua opera Luther la decisione di stravincere, di colpo. E non avrebbe mai do�to lasciarsi tmd Lutherlllt!l del 1903 (trad. i tal. del I vol., 1905) soUevò vivaci discussioni per i toni fortemente andare a dire che molti inclinano a pensare che il sottoscritto è un polemici. Sull'interpretazione buonaiutiana del cristianesimo in senso antiprotestante si vedano le bugiardo o un malato. È bastato che io avessi il sentore di un simile osservazioni del Parente, Emesto Buonaiuti... ci t., pp. 70-71, e, più diffusamente, B. UuANICII, Buonaiuti storico della Riforma, in Emesto Buonaiuti storico del ctistianesimo. .. cit., pp. 77-158. atroce dilemma, perché mi sentissi insidiato e paralizzato. Per amor proprio soltanto? Forse no. Per il ridicolo, più tosto, che si è profilato in questa volontà di estorcere una resa a discrezione di ... un paranoico. Non intendo più trattare attraverso il p. Gemelli. Tanto più che gli 23 ultimi suoi atti - a parte questa conversazione con te che può veramente Roma, 6 febbraio 1926 nobilitarlo - sono stati stranamente incomprensibili. Io vado a salutarlo il 14 a sera alla stazione, passando sopra ogni Mio canssuno, possibile e ragionevole risentimento. Ci separiamo abbracciandoci. Stavo per rispondere alla tua cara lettera, nella quale hai formulato Il 16 a mezzodi ricevo un telegramma da Milano in cui mi si dice giudizi così incisivi e così sagaci su uomini o situazioni, quando il tuo di «ritenere per annullata lettera spedita prima ultimo colloquio». inatteso telegramma ha destato in me nuove ansie e nuove speranze. Un'ora dopo ricevo questa lettera. Ma essa appariva spedita da Milano Ho rimandato la risposta, nell'attesa. Ma p. G.[emelli] non si è an­ il 15 nel pomeriggio, vale a dire quasi 24 ore dopo il colloquio della stazione. nunciato a me in nessuna maniera. E la lettera era aspra e malevola. In cambio, da varie parti mi si è detto che è stato visto, in compa­ Come spiegare questo enigmatico modo di procedere? gnia di Gentile, all'Università e per le vie di Roma. Io ho sospeso ora le lezioni. Sono qui a riflettere ai miei casi. Se non dovessi resistere con tutte le mie energie ad ogni tentazione In realtà, io sono più eretico di quanto ora G.(emelli] non vorrebbe di giudizio temerario, dovrei pensare che non a tentare l'ultimo mezzo far credere. per una conciliazione sia tornato quaggiù, ma solamente a liquidare la Si aggiunga che io sono uno attaccato tanto al mio lavoro pubblico, mia posizione accademica, dopo aver liquidato in così malo modo quella quanto consapevole della gravità onerosa degli impegni contratti, non ecclesiastica 1• tanto con editori, quanto con i miei compagni di lavoro! Perché, appunto, ora è la volta della mia cattedra, che subisce Che cosa importa a me un po' di silenzio? Importa più tosto la l'insidia e l'attacco. Ieri, dopo sei anni di reciproca ... scomunica vitando, mia lealtà verso di tutti. io mi sono ritrovato con Gentile, il quale, con mossa che non posso

E pensare che presso Zanichelli sta per uscire il mio Lutero 1, che, non riconoscere per molto nobile, ha voluto ora come non mai che alla spero, apparirà come la più terribile condanna cattolica del luteranesimo, sua Enciclopedia non mancasse la cooperazione mia e della mia scuola 2. dopo Denifle!2 Non mi ha detto, s'intende, di aver visto p. G.[emelli] . Ma dai discorsi Ti terrò informato dell'ulteriore sviluppo degli eventi. che mi ha fatto ho potuto agevolmente arguire che l'argomento della Ringrazia Gemelli per me. mia posizione accademica dopo la scomunica maggiore è all'ordine del A te, comunque volgano i miei casi, conserverò per quel che hai giorno. Non mi par credibile, almeno qui per qui, che si giunga-ad una fatto in questa evenienza una riconoscenza· calorosissima. destituzione sommaria, pura e semplice. Ma ho la vaga sensazione che si Ti abbraccio. pensi di escogitare un mezzo termine che dando ugualmente partita Ernesto vinta a coloro che mi vogliono fuori dall'insegnamento, toglierebbe al provvedimento ogni carattere odioso. Può darsi, anzi, che Fedele 3 sia Auguri affettuosi ad Adele. indotto a fare appello a qualche articolo meno invocato del codice penale 96 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1926 97 per chiederrrù che, se voglio rimanere insegnante e funzionario, smetta il romana di Storia Patria», LXVII, 1944, pp. 7-25, e di G. Levi della Vida in Lettere a Raffaello 1Vforghm... cit., p. 75 e nota 2. rrùo abito. È quasi certo che se si giungerà ad un dilemrrìa di questo 4 Cfr. S. ALREU AL'GL'STfNI, De Baptismo libri septem contra Donatistas, lib. I, c. XVII. I corsivi genere, io preporrò la mia divisa sacerdotale al rrùo stipenclio. E farò sono di Buonaiuti, che ha seguito l'edizione della Patrologia latina del Migne, anziché quella dotata scuola privatamente. di apparato critico inserita nel «Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum>> (Scripta contra Donatistas, pars I, recensuit M. Petschenig, Vindobonae - Lipsiae 1908). Oggi, io, non ho che un dovere, duro, martoriante, logorante - ma forte e imperioso, come la ragione stessa della rrùa vita - : approfondire quanto più e meglio rrù sarà possibile la rrùa spiritualità e il rrùo senso religioso, cui manca, purtroppo, il sussidio di tutta la vita carismatica. 24 La rrùa consegna è tutta in alcune parole di sant'Agostino: «Spiritales autem sive ad hoc ipsum pio studio proficientes non e unt fo ras; quia et cum aliqua vel perversitate vel necessitate hominum videntur expelli, ibi magis Mio cansstmo, probantur, guam si intus permaneant, cum adversus Ecclesiam nullatenus [ ...] ho già sentenziato chiuse e fallite le trattative! eriguntur, sed in solida unitatis petra, fortissimo caritatis robore radican­ È un'anima angosciata la rrùa! tur. Ad hoc enim pertinet quod in ilio Abrahae sacrificio dicitur: aves Ma spero di essere all'epilogo. Che pavento, naturalmente, negativo. autem non divisit» (De Baptismo, I. 17) 4. Saluti cari ad Adele. Tante cose ad Adele. A te un abbraccio. A te un abbraccio riconoscente. Ernesto Ernesto

1 Frammento di lettera che, in considerazione del contenuto, si può ascnvere attorno al 1 fe bbraio 1926. Dopo l'ultimo colloquio del 14 gennaio 1926 con Buonaiuti, Gemelli aveva spedito il 23 seguente una lettera in cui, a tenore delle disposizioni vaticane, lo invitava a far pervenire entro i due giorni successivi al cardinal segretario di Stato una dichiarazione scritta di accettazione di tutte le condizioni imposte dal Sant'Ufficio. U 25 gennaio quest'ultimo irrogava contro Buonaiuti la scomunica maggiore (cfr. Pellegrino di Roma . . . cit., p. 541, nota 163). 25 2 In realtà non solo Buonaiuti ma diversi suoi allievi furono chiamati a collaborare. Tra questi si ricordano Alberto Maria Ghisalberti per la storia del Risorgimento, Gennaro Maria Roma, 21 fe bbraio 1926 Monti per la letteratura italiana e per la storia del diritto, Mario iccoli per la storia del cristianesimo, la storia ecclesiastica e politica, Alberto Pincherle per la storia del cristianesimo Mio canssrmo, e per la storia delle religioni. Per uno sguardo complessivo sulla costruzione dell'enciclopedia Veramente non so come dirti la gioia intima che rrù danno, ogni NISTICò, nazionale, si rinvia al contenuto e alla bibliografia della "voce" di G. Enciclop edia italiana, volta più, le tue lettere. Vi spira per entro così sottile penetrazione della Istituto della, in Enciclopedia italiana, Appendice V, 1979-1992, Roma, lEI, 1992, pp. 108-109. .� Pietro Fedele (Traetto, oggi Minturno, 1873-Roma 1943), storico e uomo politico. mia crisi e del rrùo programma; vi traspaiono così vive e pungenti le Professore di storia medievale nell'Università di Torino e poi in quella di Roma. Deputato preoccupazioni per una più profonda intelligenza dei valori religiosi; che nel 1924, fu ministro della pubblica istruzione dal 6 gennaio 1925 al 9 luglio 1928 (cfr. L. io ne traggo, sempre, commozione e ammaestramento. Grazie;- ARTIOI.I, Pietro Fedele, in TI Parlamento italiano 1861 - 1988, Milano, Nuova CEI, 1990, XI, pp. 197-198; F.M. BISCIONE, Fedele, Pietro, in Dii}onario biogrtifìco degli italiani, XLV, 1995, pp. Quest'ultima tua è la più stimolante di quante tu non me ne abbia 572 -575). Osserverà Jemolo sul conto del Fedele: «deciso artefice della conciliazione, pronto mai scritto. Non rrù lusingo di poter rispondere esaurientemente ai tuoi a tutto concedere alla Santa Sede : lui ministro, viene allontanato dall'insegnamento Ernesto suggestivi quesiti, e di poter dare assicurazioni adeguate ai tuoi stimolanti Buonaiuti>> (A.C. J r.MOLO, Ch iesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni, n. ed., Torino, Einaudi, incitamenti. Non riuscirei probabilmente a farlo a voce : molto meno 1963, p. 465). Ma sull'<> e sul <> Fedele si vedano anche i giudizi di R. Morghen in Miscellanea storica in memoria di Pietro Fedele, in <

Sento tutto il valore delle tue osservazioni. La critica storica, come Dì ad Adele che il suo consenso al rruo profilo francescano rru l'ho concepita e mi sono sforzato di attuarla, non è che una propedeutica. è giunto singolarmente preztoso. Sbarazza l'orizzonte della cultura dai residui di un apriorismo dogmatico, Ti abbraccio. incapace di resistere al controllo della documentazione e dei fatti, non vi fa risplendere la luce di una sicura e vivificante prospettiva. Se io dico Ernesto B. e ripeto che il nostro contrasto con le autorità ecclesiastiche costituite sgorga essenzialmente da una diversa valutazione dei compiti oggi imposti 1 Agostino Gemelli era stato nominato membro del Consiglio superiore deUa pubblica alla apologetica religiosa dall'indirizzo positivo delle discipline morali, io istruzione iJ 15 fe bbraio 1926 e vi resterà a tutto il 1928 cfr. ARCHIVIO CENT�\Lb DEU.O STATO, non voglio dire con questo che un'accettazione irriflessa di tale indirizzo Fonti per la storia della smola, II, Il Co nsiglio superiore della pubblica istntifone 1847- 1928, a cura di G. CI '"'IPI e C. SINT INGEU, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per possa condurre ad un placamento della crisi da cui siamo afflitti. No. Al i beni arcruvistici, 1994, p. 283 (Pubblicazioni degli Arcruvi di Stato, Fonti XVIII). contrario, sarà il modo cotesto di esasperare la crisi. Ma la tradizione del cattolicismo ha in sé la salvaguardia indefettibile del proprio futuro terreno, sol che alla prova della critica sottoponga 26 l'insieme dei suoi valori etici e il patrimonio della sua esperienza cari­ Roma, li 9 marzo 1926 smatica. La crisi religiosa odierna nasce tutta dalla timidezza vile e dalla paura ingiustificata degli organi supremi del magistero visibile. Mio canssrmo Carlo, Io non ho dinanzi agli occhi che un miraggio: quello di riuscire Innanzi tutto devi trasmettere alla tua Adele l'espressione delle mie a mostrare con la mia parola e, mercé l'aiuto di Dio, con la mia esistenza, schiette felicitazioni e del mio vivissimo compiacimento per la lusinghie­ che non è pericoloso per il messaggio centrale della soprannaturale rissima relazione che ho letto sul Bollettino a proposito del suo testo moralità cristiana, aprire il varco, coraggiosamente, alle conclusioni più scolastico1• Vi ho scorto una nuova prova delle squisite capacità educative audaci della cultura moderna. che l'Adele possiede. Ne faran tesoro i tuoi piccoli in casa! E dirai Per attuare questo miraggio io non so se sia necessario perentoria­ anche ad Adele che accetto con commossa riconoscenza il vostro ama­ mente scendere sul terreno dei contrasti politici, e prendere un interesse bilissimo invito di trascorrere qualche ora con voi, in occasione della vivo e diretto al caleidoscopio delle passioni che si contendono il dominio mia andata a Milano per il congresso. Non so se verrò all'andata o al del secolo. Io sono completamente disingannato al riguardo. So molto ritorno. Ma a Via San Donato scenderò infallantemente. bene di quale putrida immoralità sia alimentata la vita pubblica. Ma Sono felice che il mio profilo francescano 2 abbia destato in te contribuire a sanarla non si può, che rinnegandola. l'impressione che mi comunichi. Parleremo del problema psicologico Questo, detto molto sommariamente e schematicamente. che ti ha lasciato esitante. Per il resto, siamo nelle mani di Dio. Io non so che cosa potrà Circa la mia attuale posizione accademica, ti dirò che effettivamente uscire dal nostro contrasto. Ma io so solo che ho un dovere strettissimo: io avevo ripreso le mie lezioni, e ne avevo tenute due, al cospetto di quello di mantener fede alla mia vocazione. un'udienza foltissima e compostissima. Ma, con probabilità, proprio Non ho visto Gemelli. Mi si dice che, nelle sue nuove mansioni questa mia ripresa dignitosa e ordinata ha suggerito ai pp. gesuiti, e al alla Minerva 1, già ha adoperato il suo dente contro di me. Sembrando loro petulante esponente presso il governo, p. Tacchi-Venturi 3, di tentare ormai arduo scalzarrni di cattedra, pensa di girare la posizione, facendomi nuove pressioni presso il Ministero, ai miei danni. Fedele mi ha invitato imporre, d'accordo con Fedele, di deporre la divisa. Riusciranno così, così ad una conversazione, di cui potrò narrarti, costì, quando ci vedremo, ipocritamente, al medesimo intento. Perché, posto al bivio fra la cattedra i singolari particolari 4• Conclusione: io sono temporaneamente (fino al e l'insegna del mio sacerdozio, mi atterrei alla seconda. Ma potranno? luglio) esonerato dall'onere delle lezioni, pur conservando integri i miei 100 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1926 101

diritti accademici, per attendere alla revisione del catalogo dei manoscritti 5 Con decreto del ministro Fedele, datato 20 febbraio 1926, fu affidato al Buonaiuti l'incarico . extra-accademico «di attendere al catalogo dei manoscritti agiografici nella Biblioteca vallicelliana della V allicelliana 5• di Roma con decorrenza dal 23 febbraio 1926 sino a non oltre il 23 febbraio 1927» (ibid. , p. 542 Non so se sia il prodromo di un provvedimento più grave ; non so nota 168 di M. iccoli). se sia la maniera più efficace per superare un angolo morto. 6 Cfr. lettera n. 6 nota 5. Credo di fatto che il tuo Rettore abbia parlato al Ministero nel senso che tu accenni. Ma certo non posso vivere molto sicuro. Del resto, ho esitato, nella mia linea di condotta, quando i miei interlocutori 27 erano i rappresentanti dell'autorità religiosa. Ora, non ho ragione di Roma, li 9 aprile 1926 esitare in checchessia! Quanto tu mi dici sullo svolgimento della tua attività, tu sai come Mio canss1mo, non sia fatto per piacermi completamente. Il tuo parziale sottratti al Ho ancora viva in cuore l'impressione dell'amabilità con cui mi lavoro scientifico rappresenta per me una vera iattura culturale. Tu hai accoglieste sotto il vostro tetto. Di così squisita manifestazione di affetto doti così eccelse (quando penso al tuo Crispi 6, rifletto sempre che nessun tenace serberò un ricordo incancellabile. momento storico nella politica italiana recente ha avuto un illustratore Vi ho ricordato a San Donato, dove ho voluto trascorrere la mia così sagace e sottile come te) che ogni libro da te non dato alla scienza Pasqua, spoglio del più ambito conforto carismatico. Avete ricevuto la è una sottrazione irreparabile. È ormai questo un leit-motiv delle mie rrua cartolina da lassù? corrispondenze con te. A Bologna, intendo di rendermi conto più ade­ Spiacemi molto sapere che le estreme tracce dell'influenza non siano guatamente delle occupazioni che ti assorbono così tirannicamente. L'at­ ancora scomparse dalla vostra casa. Auguro siano le ultimissime. tività professionale deve averti preso un po' troppo. È vero? Mi piace molto il tuo proposito di dedicare uno studio alla sop­ Saluti cordialissimi all'Adele. pressione delle facoltà teologiche. È argomento intorno al quale ho molto Con acutissimo desiderio di rivedervi. desiderato di veder chiaro, non riuscendo però a trovar cosa che mi Tuo appagasse. Conosco certamente l'articolo del Vannuzzi sulla Cultura E. Buonaiuti contemporanea 1 - cosa molto modesta - e i lavori inglesi dello J ordan 2 - di importanza in ragione inversa della loro mole. A Milano ho visto molte persone: ma la sospensione dei lavori ha on conosciamo il <> di Adele Morghen a cui allude Buonaiuti. 2 E. BL'oN \ILTI, Francesco d'Assisi, Roma, Formiggini, 1926, pp. 88. Sulle reazioni del mondo lasciato molta delusione 3• culturale italiano a quest'operetta, si veda F. DE GIORGI, To mmaso Gal/a rati Scotti e gli studi su Gran parlare si è fatto anche là dell'incidente Del Vecchio4. Ma jacopone da To di, in Rinnovamento n:ligioso e impegno civile in To mmaso Gal/arati Scotti, a cura di F. DE quella circolare, che ho trovato al mio ritorno, è di una grossolanità GIORGI e . RAPoNI, Milano, Vita e Pensiero, 1994, pp. 381-383. ributtante 5. Son sicuro che Formiggini ne è innocente. 3 Pietro Tacchi Venturi (S. Severino Marche 1961 - Roma 1956), gesuita, storico ufficiale della Compagnia di Gesù in Italia. Fu direttore della sezione storia delle religioni della Enciclopedia Ho appreso della morte di Amendola 6 con molta pena. Quale italiana; svolse, com'è noto, una notevole azione nelle trattative per la <

1 Cfr. A. V ANNUZZI, Per la m/tura religiosa superiore in Italia. l. l preliminari della soppressione, in 28 «La Cultura contemporanea», III (1911), IX, pp. 108-121 (senza continuazione): Questa rivista, che alle origini aveva nel comitato di redazione Giovanni Amendola, lvanoe Bonomi, Emidio Roma, 21 aprile 1926 Carpani, Giovanni Costa, Silvio D'Amico, Giulio Farina e Bernardino Varisco, e per segretario Gugliemo Quadrotta, aveva in più occasioni ospitato e alimentato il dibattito sul problema Mio canssrmo Carlo, dell'istruzione religiosa superiore. Nell'articolo in questione Aldo Vannuzzi prendeva spunto Che fa stidioso strascico l'influenza ha voluto avere fra i tuoi! A que­ dall'intervento di S. MINOCCI II, La scienza delle religioni nelle università italiane (apparso nel fa scicolo del gennaio 1911 della medesima rivista), per analizzare lo stato degli studi teologici in Italia al st'ora, però, lo spero fervidissimamente, siete tutti tornati alla floridezza momento dell'Unità e per ricostruire le innovazioni legislative in materia. E concludeva : «La consueta. Penso tanto spesso ai vostri amorini, che crescono in una così coltura religiosa superiore fu una delle tante cose che servi ingiustamente a pagare l'acquisto calda atmosfera eli serenità e eli dolcezza! della libertà politica, che si poteva in verità comprare a un prezzo molto minore». l, 2 Cfr. L. H. JoRD\ , Tbe Study of in tbe ltalian Universities, Oxford, University Press, Reduce dal congresso disgraziatissimo io ho cominciato, come eli 1909, recensito da Buonaiuti in «Rivista storico-critica delle scienze teologiche», V (1909), dovere, la mia esplorazione fra i codici agiografici della Vallicelliana. li pp. 894-896. lavoro non è straordinariamente grato, ma non manca né pure eli qualche 3 Alla fine del marzo 1926 avrebbe dovuto tenersi a Milano il VI congresso nazionale di attrattiva. Veramente i perspicaci padri bollanclisti ne hanno già coscien­ filosofia promosso dalla Società filosofica italiana. Presieduto dall'antifascista Pietro Martinetti, l'incontro si apriva sotto la minaccia dei professori cattolici di non partecipare a motivo della ziosamente redatto il catalogo. Su questo terreno anzi poco hanno lasciato presenza del Buonaiuti, il quale avrebbe dovuto svolgere una relazione sul tema «La religione ancora da fare. Ma v'è un'indagine che mi tenta, ma che non so però nella vita dello spirito». Sennonché il rettore dell'Università di Milano nel pomeriggio del 30 fino a qual punto potrò condurre innanzi. Il fo ndo agiografico della marzo fe ce sospendere i lavori congressuali dopo gli interventi «politici>> di Francesco De Sarlo DEGLI STUDI DI A APIENZA, Vallicelliana, come tu sai, rappresenta il materiale adoperato dal Baronia e di Armando Carlini (cfr. UI\1\'ERSITA ROMA, L S Filosofi Università Regime. La Smola di Filosofia di Roma negli anni Trenta. Mostra storico-dommentaria, a cura di T. GREGORY, M. per i suoi Annali 2• E poiché questo laboriosissimo uomo non si cura F\TTORI, N. S1c1LI 1 DE Cuus, Roma - apoli, Istituto di filosofia della Sapienza - Istituto mai eli additare le fo nti manoscritte del suo racconto agiografico, varrebbe italiano per gli studi ftlosofici, 1985, pp. 241, 244-252). Buonaiuti pubblicherà la sua relazione - incentrata sull'opera da lui tradotta Il Sacro di Rudolf Otto - in «Ricerche religiose», II veramente la pena eli rintracciare su quali codici e su quale loro valuta­ (1926), pp. 193-217. zione egli ha dettato alcune delle sue ricostruzioni. Non so però se 4 Giorgio Del Vecchio (Bologna 1878 - Genova 1970), filosofo del diritto. Insegnò nelle riuscirò nell'intento. Università di Ferrara, Sassari, Messina, Bologna e Roma, dove fu anche rettore dal 1925 al 1927 Frattanto vengo allestendo anche la stampa del rruo corso uruverst­ e preside della Facoltà di giurisprudenza (1930-38). Fondò la «Rivista internazionale di fllosofia del diritto» e la Società italiana di filosofia del diritto. In questi anni pubblica Lagiusti'{ia (Roma, tario sul Cristianesimo nell'Africa romana 3• 1923), Le'{ioni di filosofia del diritto (Roma, 1924). Sulle sue teorie giusfilosofiche, cfr. E. VIDAL, La E i tuoi lavori? E a Milano? 1LIRlNI, filosofia giuridica di Giorgio Del Ve ccbio, Milano, Giuffrè, 1951 ; G. Il giumaturalismo nella cultura Se l'entusiasmo nella indagine cntJ.ca e nella fraternità del nostro Jìlosofica italiana del Novecento, in La filosofia del diritto in Italia nel secolo XX Atti del XI congresso 1/a'{jOIIale di filosofia giuridica e politica, l, Milano, Giuffrè, 1976, pp. 40 sgg. ; S. CorrA, Filosofia del piccolo gruppo non viene meno, tutto il resto diviene sempre più lontano diritto, in Cinquant'anni di esperienza giuridica ... cit., pp. 630-643; V. FROSINI, Sllb voce, in Di'{ionario ed estraneo alle mie preoccupazioni. biografico degli Italiani, XXXVIII, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1990, pp. 391-396. Per gli uomini della mia generazione, il sogno e la speranza sono 5 Buonaiuti allude verosimilmente alle reazioni provocate dalla circolare del rettore dell'Uni­ versità di Roma Del Vecchio datata 16 marzo 1926, nella quale si dava notizia della riapertura spariti. Non c'è ormai che una vocazione doverosa da seguire, con in al culto della chiesa di S. Ivo, annessa all'Università, e si invitavano tutti i professori di cuore, profonda e amarissima, la certezza, che le circostanze migliori quell'ateneo ad intervenire alla cerimonia il giorno 21 «atteso che la fu nzione stessa ha un ideale sono sfuggite e che la chiesa, per la quale lottammo, ha smarrito [ ...] 4 significato, che ognuno deve sentire, qualunque sia la propria fe de religiosa». Uno dei professori, Giorgio Levi della Vida, amico di Buonaiuti, fu censurato dal rettore Del Vecchio per aver dichiarato anticipatamente di non poter accogliere tale invito. Il provvedimento disciplinare, tuttavia, suscitò un'interrogazione parlamentare del senatore Gentile in difesa di Levi della Vida 1 Cfr. lettera precedente e nota 3. nonché una qualche eco sulla stampa (cfr. Filosofi Unù,ersità Regime. La Scuola di Filosofia di 2 Cfr. E. Pll'TO, Storia della Biblioteca t•allicelliana, Roma, Società romana di storia patria, 1932, Romct... cit., pp. 143-152). pp. 10-11, 17, 20-29, 44, 54, 69, 87-88, 107, 114. 5 Com'è noto, Giovanni Amendola era deceduto in una clinica di Cannes il 7 aprile in 3 Buonaiuti aveva succintamente affrontata tale argomento in occasione dell'inaugurazione seguito ai postumi d'una bastonatura dei fa scisti. del corso di Storia del Cristianesimo all' niversità di Roma nel 1915 (Bibliografia degli scritti di 104 Lettere di Buonaiuti a )emolo 1926 105

Emesto Buonaiuti... cit., p. 27 n. 459). li testo della prolusione era stato messo all'Indice 1'8 anche più intensamente, le profonde ragioni sentimentali che mi legano novembre 1916. La ripresa tematica a cui allude Buonaiuti sfociò nella pubblicaziòne de L'Africa a voi e mi fanno essere presente in mezzo a voi in ogni saliente cristiana. I, Le origini, Roma, Libreria cp cultura, 1926, di cui però - avverte la Ravà nella Bibliografia - apparvero solo i primi fogli di stampa (ibid , p. 51 n. 940). occasione della vostra vita. 4 Manca il seguito della lettera. Mio fratello 1 mi scrive da Alessandria che ormai la tua andata al

Cairo è data per sicura 2. Ed io ne provo vivo compiacimento. Penso ritrarrai dalla tua missione colà imponenti vantaggi. Le mie sorti hanno volto al peggio. Né ho da lodarmi del contegno 29 mantenuto a mio riguardo da quell'anima pavida e oscillante che è Fede­ Subiaco 1 , 26 agosto 1926 le 3. Mentre a quattr'occhi egli ha continuato ad assicurarmi che, se pur

Ricordandoti cordialmente. non poteva concedermi di riprendere il mio insegnamento, mi poteva però garantire fino al fe bbraio dell'anno prossimo, il mantenimento delle

E. Buonaiuti G. de Vergottini condizioni alle quali era in vigore il precedente incarico, dietro le mie Alberto. Pincherle Maria Zappalà 2 spalle ha lasciato che la sua burocrazia compisse lo spogliamento delle M.[aria] P.[ia] D'Ormea mansioni accademiche a cui mi ha condannato 4. Maria Monachesi 3 Sono così condannato a riscuotere lo stipendio ma ad astenermi da ogni manifestazione della vita universitaria. Per una strana coincidenza, lo stato mi vuoi fare la stessa condizione 1 Cartolina postale. La data è quella del timbro postale. Sul recto fotografia di «San Donato di che, a un certo punto della mia odissea ecclesiastica, volle fa rmi il Santo Subiaco - Corridoio>>. Ufficio : la posizione di un pensionato, di cui non si vuole il lavoro. 2 Aderente alla koinonfa buonaiutiana; aveva pubblicato La Didachè. Dottrina dei dodici ap ostoli (Roma, Libreria di cultura, 1924) e collaborato al già ricordato Manuale introduttivo alla Storia del Ma se la coincidenza deve essere di qualche ammaestramento, io cristianesimo, vol. I. debbo arguire che si tratta di una condizione precaria e transeunte. 3 Allieva di Buonaiuti; aveva collaborato alla collana <> della Libreria Andremo al peggio, specialmente se quel cervello vuoto e vanesio di di cultura con Il Pastore di En11a (1 923) e con L'epistolario di lgna�o (1925). Fedele si incaponirà, senza nessuna consapevolezza, a perseguire una sua politica conciliatoristica, per la quale non ha, proprio, nessuno dei requisiti necessan. Tollererò ancora quest'anno l'iniqua situazione impostami. 30 Poi, vedrò. Tu hai ragione di prospettare l'inutilità di un sacrificio Roma, li 3 novembre 1926 avventato : ma io non ho meno ragione nel sentirmi avvilito da una Mio carissimo Carlo, posizione che mi paralizza in quella che è l'attività inerente alla mia Innanzi tutto, ti giungano i miei più caldi auguri per il tuo onoma­ vocazione e al mio destino. stico. Avevo già deciso di scriverti per questa data, onde dirti con quanto Quest'anno lavorerò con più intensa lena alla mia storia del pensiero fe rvida schiettezza fo rmulo per te, per la tua Adele, per i tuoi piccoli, cristiano 5. Sarà l'unico modo per sentirmi in coscienza affrancato dal­ i voti più luminosi. l'avvilimento in cui l'inerzia mi tiene. La tua cara lettera, nella quale evochi in termini così toccanti il Con rinnovati auguri per te ; con i saluti più cordiali ad Adele. giorno nel quale, potendo accoppiare al mio sentimento di amicizia Baci ai tuoi piccoli. l'esercizio delle mie mansioni sacerdotali, fui il testimone della chiesa alla realizzazione del sacramento della vostra unione, mi ha fatto sentire, Ernesto B. 106 Lettere di Buonaiuti a )emolo 1926 107

1 t\Jarico Buonaiuti (1877 - 1929), il fratello più caro di Ernesto, allora preside delle scuole ulla di nuovo a mio riguardo. È uscito il mio Lutero - alfine! italiane ad Alessandria d'Egitto. Cultore di studi danteschi - suo un fo rtunato volumetto Dante spiegato al popolo (Milano, Treves, 1921) - e apprezzata figura d'insegnante e di educatore. Un presso lo Zanichelli 4• Ora uscirà un piccolo Pascal presso l'Athena 5• libro di lettura per le scuole elementari italiane all'estero - Italia lontana (2 voli., Firenze, E poi sarà la volta di un volume sul misticismo medioevale, che pubbli­ Bemporad, 1925) - era stato premiato dal Ministero degli affari esteri (cfr. Pellegrino di Roma.. . cherà Campitelli 6. cit., p. 452; La vita allo sbarag lio ... cit., pp. 12, 120, 364). 2 Null'altro sappiamo dell'intenzione di Jemolo di recarsi ad insegnare al Cairo, dove, dopo Quest'anno poi approfitterò delle rrue «ferie» per attendere alla l'avvenuta indipendenza dell'Egitto (1 922), si stava organizzando una Università di tipo occidentale. storia del pensiero cristiano 7• 3 Sulle fo rti pressioni a cui fu sottoposto Fedele da parte vaticana e da Pio XI medesimo sul Ma la lontananza dalla cattedra è una spma che non cessa un caso Buonaiuti, si veda la lettera del Segretario di Stato card. Gasparri del 2 ottobre 1926 in istante dal lacerare il mio spirito. Lettere a Raffaello 11--fory,hen. .. cit., p. 27 nota 2. 4 Facendo seguito ai chiarimenti ministeriali del 18 marzo 1926 sullo stato giuridico del Tienimi informato se andrai e quando al Cairo. Passerai di certo di qui. professore Buonaiuti, una «nota» del ministro Fedele al rettore Del Vecchio del 18 settembre Ossequi cordiali alla tua Adele. 1926, precisava che Buonaiuti doveva considerarsi «esonerato da ogni attività accademica» (cfr. A te un abbraccio. i riscontri di Niccoli in Pellegrino di Roma ... cit., p. 542 nota 168). Buonaiuti scrisse una lettera a Fedele per protestare della < e il Concordato, in << Il Ponte>>, XXXV [1979], nn. 2-3, pp. 320-321 ) . 5 Come osserva Donini, non è agevole individuare il progetto editoriale a cui alludeva Buonaiuti con tale espressione. Potrebbe trattarsi della sua opera maggiore, la Storia del Cristianesimo, che però incomincerà a dettare solo un decennio più tardi ed apparirà solamente nel 1942-43, 1 Giorgio La Piana (1878 -1947), ex-sacerdote cattolico di Palermo, modernista, srudioso di oppure del saggio sulla Chiesa Romana, edito nel 1933 (La vita allo sbaraglio ... cit., p. 16 nota 3). storia della Chiesa. Aveva srudiato teologia nel seminario di Monreale. Amico di Antonino De Stefano e di Ernesto Buonaiuti, si laureò in lettere a Ginevra nel 1908. Emigrato negli Stati Uniti nel 1913, ottenne una cattedra nella Facoltà teologica unitariana dell'Università di Harvard nel 1926. lei 1920, facendo parte della missione americana della Commissione per le riparazioni 31 di guerra, aveva conosciuto ]emolo a Vienna, che aveva un incarico simile per il governo italiano. Ad avviso di Morghen sarebbe stato il La Piana a presentare per la prima volta Buonaiuti Roma, 1 o dicembre 1926 a Jemolo (cfr. R. MoRGHEN, Arturo Carlo )emolo storico dello Stato e della Chiesa nella crisi tra due età, in <

Taparelli! Alla Cattolica vedo una generazione di giovani non di altissima levatura intellettuale, 33 ma dalle anime pure; e credo buono seguirli, anche nelle loro tacite sofferenze: Voglia gradire con i miei ringraziamenti i miei più rispettosi saluti». La missiva è conservata a Cambridge Roma, li 15 gennaio 1927 (Massachusetts) presso l'ANDOVER-HARVARD THEOLOGICAL LIBRARY, bMs 104/34 (17). Ringrazio l'archivista Timothy Driscoll per avermi inviato la fo tocopia. Mio cansstmo Carlo, 3 Il Morghen era stato promosso libero docente di storia medievale. Domani sera, quasi certamente, vedrò Nallino 1 e gli parlerò nel 4 E. BuoNAIUTI, Lutero e la Riforma in Gemwnia, Bologna, Zanichelli, 1926, pp. XXIV, 467. 5 Io., Pasca4 Milano, Athena 1927, pp. 86. senso che tu mi indichi. 6 li volume sul Misticismo medioevale apparirà nel 1928, ma pre so la casa sociale editrice di Lo vedrò, ad una riunione di facoltà che deve discutere proprio di Pinerolo (cfr. Bibliografia degli scritti di Emesto Buonaiuti.. . , cit., p. 57 n. 1038). me e della mia cattedra 2• 7 Cfr. lettera n. 30 nota S. Mi par di vedere, sul tuo volto, l'impressione della sorpresa a questa nuova. Non è stata minore la sorpresa mia quando, or sono otto giorni, 32 mi giunse il primo invito, dall'alto, a fa re intervenire la Facoltà nelle 1 , Roma 25 dicembre 1926 cose nue. Sei stato presago nella tua lettera. I brutti giorni stan per giungere Auguri. sulla testa di ... Pio XI e la mia situazione ne è il barometro registratore. Nella settimana che comincia domani io riprenderò le mie lezioni E.[rnesto] B.[uonaiuti] Maria Zappalà all'Università. Maria Pia [D'Ormea] Raffaele 2 Il retroscena che ha portato bruscamente a questo epilogo deve Carolina P. [ironti] Fausta Z.[ucchetti] 3 essere stato complicato e movimentato. Io ne intuisco alcune battute : Maria M.[onachesi] Ginestrelli non ne conosco tutto lo spiegamento. E né pure voglio conoscerlo. Alberto P. [incherle] Anna D.[e] M. [icco] Considero questa mia inattesa reintegrazione sulla cattedra (cui verrà Giulio Mario Niccoli cambiato il titolo, per volontà di S. E. Fedele) come una restituzione Raffaello M.[orghen] G. La Piana del mal tolto, senza almanaccare sui motivi concreti e contingenti che l'hanno ispirata 3. Ma che sulla mia linea di condotta - passata, presente, fu tura - 1 Cartolina postale. La data è quella del timbro postale. Sul rccto fo tografia di «San Donato di sul mio pensiero e sulla mia rettitudine al cospetto dei valori supremi Subiaco - Veduta dei Tigli». La cartolina è indirizzata a «C.A. ]emolo e Signora». del cattolicismo non possa e non debba cadere equivoco, dovrà apparire 2 Forse Raffaele Niccoli, socio fo ndatore del Circolo universitario di studi storico-religiosi di dalle mie fu ture pubblicazioni. Roma, nel cui Statuto appare studente in ingegneria (1921). 3 Proveniente da Avellino, la Zucchetti si laureò nella Facoltà di lettere e filosofia di Roma. Per ora, io sono straordinariamente lieto della risoluzione propizia Diventerà «l'allieva più vicina a Buonaiuti» e sua erede universale (La vita allo sbaraglio ... cit., p. di una condizione che mi era penosa oltre ogni dire. La scuola è il mio 128 nota 2, p. 216 nota 4). respiro : riprenderla è rivivere. Tratterò del secolo sesto: da papa Simmaco a Gregorio Magno. Sai che Donini ha iniziato in modo molto brillante il suo corso? 4 Cose affettuosissime a te e ad Adele. Baci ai tuoi bambini.

Ernesto 110 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1927 111

1 Carlo Alfonso allino (Torino 1872 - Roma 1938), islamista, professore di arabo nell'Istituto stesso a capacitarmi della loro logica successione e del loro concatena­ orientale di Napoli dal 1894 al 1902, nell'Università di Palermo dal 1902 al 1913, quindi di Storia mento causale. Invece, non mi ci sono raccapezzato e tuttora non mi e istituzioni musulmane nell' niversità di Roma dal 1914 (e quindi collega di Buonaiuti). Membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione dal 1923 al 1928, accademico d'Italia nel 1932. ci raccapezzo. Fedele si impegna fo rmalmente con me a !asciarmi Fondatore della rivista «Oriente moderno». Su di lui: G. LEVI DEIJ.A V mA, Ca rlo Alfonso Nallino riprendere il mio insegnamento, non a pena io abbia chiesto alla Facoltà (1872 - 1938), in «Oriente moderno>>, 1938, pp. 459-478; E. Ross1, Come il Nallino dirigem il cambiamento del titolo della mia cattedra e la Facoltà abbia accolto !'<, Oriente modemo», ibid , pp. 483-486. L'amicizia del allino col Buonaiuti datava almeno dal 1921, quando avrebbe dovuto tenere una conferenza nell'ambito del Circolo universitario di la mia domanda. Mi uniformo a questa condizione, di per sé non studi storico-religiosi creato a Roma da Buonaiuti e dai discepoli (cfr. R. MORGHEN, Critica molto gradevole, e la Facoltà, dichiarando esplicitamente di fa rlo onde neo-testamentaria e storia del cristianesimo... cit., p. 220). riavere il mio insegnamento, delibera il camb�amento desiderato. L'or­ 2 Di un interessamento della Facoltà di lettere di Roma al «caso>> Buonaiuti ai primi del gennaio 1927 si aveva finora solo un qualche riscontro dalla lettera di Fedele a Mussolini del 22 dine del giorno della Facoltà, presentato ... - horribile dictu! - dal luglio 1927, pubblicata da F. M IRGIO"ITA BROGLIO, Italia e Sa nta Sede ... cit., pp. 504-505. sen. Gentile 1 prende la via del Ministero. Il tragitto mi appare esagera­ 3 Circa il progetto di trasformazione della cattedra di Storia del Cristianesimo in quella di tamente lungo e io mi rivolgo a Fedele chiedendo spiegazioni. oto Letteratura cristiana medievale e le opposizioni del Vaticano,cfr. ibid , 175-176, e, per la dura reazione del papa, P. ScoPPOLI, La Ch iesa e il .foscismo. Documenti e interpreta{joni, Bari, Laterza, 1973, p. 157. nella risposta dell'impaccio e delle tergiversazioni. E qui comincia il 4 Si trattava del corso di Storia del cristianesimo presso l'Università di Roma, affidato al bello. A distanza di poche ore dalla mia conversazione con lui mi Donini e al Pincherle in sostituzione del professore titolare Buonaiuti. Donini teneva un corso informano dalla sala stampa che un'agenzia semiclandestina di cui però monografico su Le origini della Chiesa romana, il Pincherle sul Quarto secolo cristiano (cfr. «Ricerche religiose>>, Il (1926], p. 577). sono risapute le interferenze con il Ministero della Pubblica Istruzione, dirama un comunicato in cui si fa voleggia di una mia imminente riconciliazione ecclesiastica. Io cado dalle nuvole e con me ne cadono 34 quanti han fa miliarità con i procedimenti ecclesiastici, specie con quelli Roma 1, 2 febbraio 1927 del Santo Ufficio. Giunge rapida la smentita del «Corriere d'Italia» ma intanto la panzana fa il giro della stampa, e io ricevo plausi, fe licitazioni Sì, puoi pretendere di pm. Zanichelli e Campitelli danno fino il o rimbrotti, secondo i gusti, dai quattro punti cardinali. Ecco il comico 15% del prezzo di copertina. Il 10 è troppo poco per te 2. innestato sul drammatico. Cordialmente Dà tu, se ti riesce, una spiegazione verosimile di questo pasticcio. E. B. Intanto io vivo in attesa. Il mio incarico annuale scade il 20 fe bbraio. Per quella data Fedele dovrà pure aver risolto in qualche 1 Cartolina postale. La data è quella del timbro postale. Sul recto la foro «San Donato di modo la difficoltà che egli stes o ha creato col suo primo impegno. Subiaco. el sole». Tu sei troppo acuto ed esperto per non intuire qualcuno dei 2 Probabile riferimento alla richiesta da presentare a Vallecchi per la cessione dei diritti d'autore del manuale di diritto ecclesiastico che ]emolo aveva pubblicato in quei giorni (cfr. retroscena di questa singolarissima istoria. Ma più d'uno ne rimarrà lettera n. 36 nota 1). inesplicabile anche a te. E tu? Quando passi da Roma? Ricordami alla tua Adele. Ti abbraccio. 35 Roma, 2 febbraio 1927 Ernesto B.

Mio canssuno, on avrei mancato di darti con sollecitudine ragguagli miei diretti sugli avvenimenti caleidoscopici degli ultimi giorni se fo ssi riuscito io 1 Anche questo particolare dell'intervento di Gentile non era finora noto. 1927 113 112 Lettere di Buonaiuti a ]emolo

il diritto ,·igente, avesse conservato, per ragioni di opportunità didattica, l'introduzione storica 36 alla trattazione dogmatica dei singoli istituti. Posto a confronto con gli altri trattati italiani, il Roma, 10 fe bbraio 1927 manuale dello ]emolo presentava «una più completa esposizione del diritto della Chiesa, dove è notevole il cenno sulla scienza canonistica fino ai nostri giorni, una esposizione completa Mio canssrmo, del diritto ecclesiastico statale, dm·e per la prima volta le fo nti, i controlli e la tutela dei Avevo ricevuto da Vallecchi i tuoi Elementi' e, ad una rapida scorsa, diritti sono inquadrati nel sistema, un cenno affatto nuovo sulla struttura interna della con­ fe ssione israelitica». Dopo queste notazioni positive, il Falco sviluppava, tuttavia, una nutrita avevo potuto subito ammirare la solidissima struttura, la impeccabilità serie di critiche - concernenti la sistemazione della materia, il mancato sviluppo di certi scientifica, l'amplissima informazione, la fo rma eccellente. Ho poi avuto contenuti, alcuni errori giuridici -, ed esprimeva gravi riserve sulla maniera di trattare la la recensione da te mandatamene. Credo che se avessi io parlato del tuo «questione fo ndamentale» dell'autonomia della Chiesa secondo il diritto italiano e sul giudizio libro, non avrei parlato diversamente: anche in quella riserva che ... il tuo <> delle trattative per la <> tra lo Stato italiano e la S. Sede negli anni 1919-21. Più fa vorevole la recensione agli Elementi stesa da Giuseppe Forchielli per gli <>, l (1 927), pp. 74-78. Questi lodava il << metodo nuovo>> della separazione tra l'esposi­ quindi senz'altro la spigliata rassegna, salvo che qualche esperto in diritto zione del diritto della Chiesa da quella del diritto dello Stato - metodo che in Italia non era di quelli che capitano in casa mia, e ai quali il tuo libro ha fatto già stato seguito neppure da chi, come il Romano, aveva dimostrato l'impossibilità di fo ndere in un unico concetto i due diritti -, ed inquadrava il manuale di ]emolo nell'indirizzo della molta gola, non proponga di stendere una recensione ultra tecnica 3• Cosa, scuola di Ruffini tendente a studiare il diritto ecclesiastico alla luce delle teorie generali del del resto, tutt'altro che probabile. diritto pubblico, anche per affermarne l'autonomia scientifica rispetto all'invadenza della politica Sì, il provvedimento promesso per il mio ritorno alla cattedra ecclesiastica. Forchielli avrebbe comumque preferito dallo ]emolo una maggiore attenzione e un maggiore spazio alla storia del diritto e degli istituti canonistici in Italia, in considerazione è miseramente arenato. E ne sono rammaricatissimo. È umiliante e pe­ del fa tto che essa <>. <>. stica mi ha fa tto piovere addosso una fiumana di messaggi, dei più vari 3 In realtà la recensione verrà redatta dal Buonaiuti stesso sotto lo pseudonimo P. B., in e dei più contraddittori. Strani i giudizi degli uomini su atteggiamenti <>, III (1927), pp. 277-278. Dopo aver lodato la padronanza dell'argomento da parte di Jemolo, Buonaiuti osservava : <>. 4 Il professar Nallino era solito effettuare periodiche missioni al Cairo, dove teneva corsi di A te un abbraccio. arabo (cfr. E11ciclop edia italia11a, sub voce Nallino). Ernesto

37 1 E�toLO, A.C. J Elementi di diritto ecclesiastico, Firenze, Vallecchi, 1927, pp. 480. Su quest'opera San Donato, 13 giugno 1927 cfr. S. FERRAR!, Ideologia e dogmatica ... cit., pp. 127-128. 2 L'amico di Jemolo, autore d'una recensione al suo libro, a cui il Buonaiuti allude, Mio cansstmo, potrebbe essere identificato in Mario Falco o in Giuseppe Forchielli. Il Falco dedicò agli Sì, veramente: da molto tempo durava il tuo silenzio, insufficiente­ Elemmti l'articolo Intorno a un f/Uf!t/O manuale di diritto ecclesiastico in <>, XCIX (1928), 2, pp. 13 dell'estratto. Sotto il profilo metodologico, Falco osservava come, <>, Jemolo trattasse separatameme il diritto della giunto del tuo ritorno all'ateneo bolognese 1• Ma non ho voluto indagare, Chiesa dal diritto dello Stato - allineandosi in ciò con il saggio sulla Kircbliche Rechtsg eschichte attendendo da te le comunicazioni che infatti son giunte ampie e schiette (1905) dello Stutz e affiancando lo stesso Falco delle Leziofli di diritto ecclesiastico (Padova, tvlilani, 1926, pp. 10 e seguenti), mentre, pur volendo evitare ogni miscuglio della storia con come le attendevo. Grazie. 114 Lettere di B11onai11ti a ]emolo 1927 115

on ho fa tto a tempo a rispondere subito, perché da quattro giorni torie e più impellenti al cospetto di Dio, nonostante il parere contrario manco da casa. Tu conosci il mio fe rvido attaccamento al pè llegrinaggio della S. Inquisizione! annuale al Santuario della SS.ma Trinità al Monte Autore. Questo attac­ Ricordatevi come 10 v1 ho ricordato, specialmente m questi due camento, vecchio ormai di un decennio, si è acuito in questi ultimi giorni quassù! anni 2. Ormai il pellegrinaggio rappresenta per la mia anima la somma di Ti abbraccio. 365 messe che mi è vietato di celebrare. Anche questa volta dunque, Ernesto mescolato con i ciociari di Porciano ho percorso, fo rse per la settima volta, il noto itinerario dal Piglio a Vallepietra e al Santuario, cantando il meraviglioso motivo. E ancora una volta, pernottando all'aperto sotto la 1 Al termine dell'anno accademico 1926-27, Jemolo aveva deciso di lasciare l'insegnamento sgomentante roccia tagliata a picco che sovrasta il minuscolo santuario, di diritto ecclesiastico alla Università cattolica per tornare nella fa coltà giuridica bolognese. Il relativo decreto ministeriale, del 15 giugno 1927, indicava la nuova presa di servizio al 16 ho provato il brivido della più profonda emozione religiosa. Poi sono ottobre successivo. Sui rapporti tra Gemelli e Jemolo alla Cattolica, cfr. F. �LIRGIOTIA BROGuo, sceso, naturalmente, a San Donato. Domani, ritemprato, tornerò a Roma, Art11ro Carlo }emolo e Vìncenzo Del Gi11dice... cit., pp. 239-242. «famosissimo carceri». 2 Intorno a questo pellegrinaggio Buonaiuti aveva scritto alcune pagine in Voci cristiane, Roma, Libreria di cultura, 1923, e nel volume Tra i monti del Lazio e deii'A bmzzo, a cura della Del tuo ritorno all'università bolognese mi compiaccio caldamente. sezione di Roma del Club Alpino Italiano, Roma, C.A.I., 1924, pp. 33-40. Cfr. anche La vita Tu sai come non avessi mai riguardato con eccessiva simpatia il tuo allo sbaraglio ... cir., p. 28. ingresso in quell'organismo malato di elefantiasi e di idropisia, che è la 3 In realtà Jemolo stava preparando un volume sul giansenismo italiano (cfr. lettera n. 40 nota 1). Può darsi che quest'imprecisione di Buonaiuti sia stata voluta, per porre in relazione «Cattolica» gemelliana. Capisco il tuo danno economico. Ma la tua il volume di ]emolo col suo Giansenio, edito a Milano nel 1928. prodigiosa capacità di lavoro, il tuo solerte esercizio professionale lo compenseranno ad usura. E tu avrai quella assoluta libertà di lavoro, senza cui veramente la scienza è pianta di serra. Mi atterrò alla tua consegna e serberò con tutti, sulla cosa, il più discreto silenzio. Ma tu 38 non sei personalità che possa sottrarsi al commento del mondo accade­ Roma, 29 giugno 1927 mico, e il tuo caso desterà certamente scalpore. Attendiamo, tutti, con ansia il tuo Giansenio3• Quando lo leggeremo? Mio canss1mo Carlo, Io ritornerò quassù, col consueto stuolo di amici, verso i primi di Voglio dirti subito la g1o1a che mi ha procurato la tua di ieri agosto. l'altro. Data la valutazione, altissima, che fa ccio del tuo acume e della E tu dove passerai le tue vacanze? Se anche quest'anno ci si tua chiaroveggenza critica, il giudizio che tu vi hai pronunciato intorno potesse vedere a Roma, ti garantisco che, questa volta, al Terminillo al mio Lutero è il più prezioso e il più gradito di quanti me ne potevo non mancherei. ripromettere. Ne sono intimamente soddisfatto. Con mia schietta soddisfazione ho constatato che le mie capacità Non ho veduto la recensione del «Popolo d'Italia» cui alludi e me podistiche sono in piena efficienza. Ieri mattina, per venire dal San­ ne spiace. Data l'indole del giornale, mi sarebbe piaciuto constatare se tuario a San Donato, ho impiegato quattro ore e mezzo. Solo, partito avesse compreso e come aveva giudicato il profondo orientamento del alle 4 dal Santuario, ho traversato il giogo centrale dei Simbruini, fr a mio lioro 1• A tuo comodo, saresti in grado di dirmi, a un di presso, in i motivi dei merli e il richiamo sarcastico del cuculo. Una passeggiata qual torno di tempo è apparso l'articolo? Ho un pessimo servizio indimenticabile. stampa e non fa ccio nulla per averlo migliore. Potessi con altrettanta libertà esercitare le mie capacità didattiche, È molto nobile - degno di te - il sentimento che ispira la tua certamente infe riori a quelle podistiche, ma indubbiamente più meri- accoglienza ai commenti sollevati nel «pettegolare» universitario dal 116 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1927 117

tuo ritorno a Bologna. E per mio conto, saret, 10 linea di princ1p10, cui si trasferì in Italia. Insegnò prima nell'Università di Pavia e poi al Pontificio Istituto degli Studi Orientali di Roma. Nel 1926 si converù al cattolicesimo. Studioso di Dostojevskij, intorno disposto a darti ragione, in quanto dici a proposito della sèuola libera al quale pubblicherà a Friburgo in Brisgovia Tragedia, mito e mistica nella poesia di Dostojevskij, un Ma quando rifletto alle condizioni generali e della sua fu nzione in Italia. capitolo del quale comparirà in «Ricerche religiose», IV (1928). icola Berdiaev lo defmì «per della cultura pubblica fra noi ; quando penso agli indirizzi concreti cui cultura l'uomo più raffinato di tutta la Russia>>. la scuola libera finisce con l'esser asservita ; il mio ottimismo teorico riceve un urto villano. Comunque, lasciamo le disquisizioni astratte. Ormai tu sei di nuovo alla Regia. Te ne prenderai maggiore scioltezza di movimenti nel tuo 39 San Donato, 28 luglio 1927 lavoro scientifico? Potrei per avventura concepire la speranza di avere un capitolo del tuo «Giansenismo» per «Ricerche Religiose»? Me ne Carissimo Carlo, riterrei ben avventurato! Sì, eccomi già quassù, con il consueto manipolo di compagni. È più Saliremo a San Donato verso il 20 dell'imminente luglio. Saranno di un settennio ormai che io salgo regolarmente al vecchio eremo, con con me Ambrogio, Alberto, Mario, Vergottini, Magni, Trafelli 2, un una compagnia che varia e nel medesimo tempo conserva pure invaria­ vecchio professore russo che fo rse conosci, l'Ivanov3: una buona bilmente tanto del primitivo proposito. E vi salgo col medesimo spirito, compagnia in complesso. In un secondo momento seguirà il nucleo per quanto, purtroppo, la mia primitiva condizione spirituale abbia subito fe mminile. Voi altri avevate promesso altra volta di risalire lassù, così penoso rivolgimento. Son con me Ambrogio e Alberto, Mario a rinnovare i ricordi e a rinsaldare le amicizie. Perché non avete mai e Vergottini, Maria ed Anna 1• E poi i nuovi, fra cui un giovane studente mantenuto la promessa? E al mio desiderio di riparare la defezione di lettere, tal Villa2, nipote dell'ex avvocato erariale, nella cui anima mi dell'ottobre scorso e di salire una buona volta con voi al Terminillo, par di scorgere quelle medesime magnifiche qualità che mi han reso così non volete quest'anno dare il modo di realizzarsi? caro, ad esempio, Ambrogio. Son tre anni che viene regolarmente quassù La vostra limpida unione è spettacolo veramente che intenerisce. per tutto l'agosto una signorina olandese, insegnante ad Hilversum 3. Noi vi pensiamo tante volte, con gioia e auguri. Il Padre di ogni bontà E altri olandesi, due professori uno ad Amsterdam uno a Dordrecht le arrida sempre con la sua benedicente assistenza! avrò quest'anno ospiti 4• Buone vacanze! Le nostre riunioni e le nostre discussioni non si tengono più sotto Ti abbraccio con tanto affetto. il noce, bensì nel boschetto che copre i fianchi del colle che abbiamo Tuo battezzato col qualificativo di «pitagorico» e sotto i tre grandi tigli che Ernesto dominano la costa montana elevantesi a levante della casa. Nostra lettura fo ndamentale, s'intende, il Nuovo Testamento e il Messale - quest'ulti­ 1 Non è stato possibile rintracciare la recensione al Lutero di Buonaiuti sul «Popolo d'Italia>>. mo perché si alimenti in noi il rimpianto nostalgico di quel che la Circa la polemica saldatura tra protestantesimo e idealismo operata dal Buonaiuti, si vedano B. scomunica ci ha fa tto perdere. Letture minori, Maestro Eckart, Dante UuANICII, Bttonaiuti storico della RifomJa ... cit., e L. GIORGJ, Su tre lettere di Ermsto Buonaittti e Dostojevskij 5• a Giovanni Miegge riguardanti l'interpretazione di Lutero, in «Rivista di storia e letteratura religiosa>>, xx (1984), pp. 142-151. Le giornate trascorrono in una serena pace, fa tta di intimità e di 2 La cerchia degli amici e allievi di Buonaiuti che intendeva ritrovarsi con lui a San contatto con la natura. Ieri l'altro sono stato nuovamente al pellegrinaggio Donato nelle vacanze estive del 1927: Ambrogio [Donini], Alberto [Maria Ghisalberti], Mario della Trinità, al quale mi affeziono sempre più fo rtemente. [Niccoli], [Giovanni De] Vergottini, [Cesare] Magni, [Luigi] Trafelli, collaboratore di << Ricer­ che religiose». Quanto vi vorrei con noi! E non rimandare l'appagamento di un 3 Venceslao Ivanov (Mosca 1886 - Roma 1949), poeta e filosofo russo. Discepolo di Mommsen tal mio desiderio all'epoca troppo lontana nella quale i piccoli «tirannelli» a Berlino, divenne docente di filologia classica nell'Università di Baku dal 1920 al '24, anno in vi potranno essere compagni di ascensione quassù! Se, ripeto l'invito, 118 Lettere di Buonaiuli a )emolo 1927 119

nel settembre verrete a Roma, come vi auguro e mi auguro, non dovrete dinanzi all'altare, la liturgia che commemora il vescovo e martire venuto mancare di fa re una capatina a S. Donato. dal chiostro 1• Molto, molti, ci ripromettiamo, a breve scadenza, dal tuo lavoro. È diminuito il nostro numero, dal giorno in cui quest'anno siamo Auguri pieni di affezione ad Adele. venuti quassù. Ma non è diminuito l'affiatamento, non si è affievolito il A te un abbraccio fe rvore della nostra contemplazione e delle nostre discussioni. da Ernesto Il ritmo regolare delle nostre giornate è stato gradevolmente rotto e saluti da tutti i presenti. dalla visita di amici e colleghi, fra i quali l'ospite più piacevole e più entusiasta è stato il sagacissimo De Lollis 2, che ha ammirato illimitata­ mente il luogo, la fo rma eli vita, soprattutto la vegetazione circostante, 1 Oltre ad alcuni uomini sopra ricordati (nota 2 alla lettera precedente), era salito a San Donato il <>. Ringrazio il prof. Francesco Adorno per avermi segnalato l'esistenza di tale fondo documentario. Il Consiglio Superiore ha approvato il cambiamento del titolo della 3 Dovrebbe trattarsi di Maria Fermin (L'Aia 1897 -1980), insegnante di lingue e cultrice di mia cattedra e il mio passaggio. Ma equivale ciò alla sicurezza della mia filologia romanza, dal 1955 lettrice di lingua e letteratura italiana nell'Università di Utrecht. La ripresa didattica? Giudicane tu. Il mio incarico scade il 17 ottobre e il Fermin era entrata in contatto col Buonaiuti e col gruppo di San Donato tramite l'amico Pau! Hendrix (cfr. La t•ita allo sbaraglio ... cir., p. 128 nota 1). 7 novembre io mi presenterò certamente a fa re scuola. E poi? Mistero! 4 Da una missiva del Buonaiuti a Missir del 23 agosto 1927 e dalle annotazioni del Donini si Che ne dici dell'articolo eli O restano sulla questione Romana 4 viene a conoscere che i due olandesi giunti a San Donato in quell'estate erano Pau! Hendrix, apparso sulla «Nuova Antologia»? Mi diceva Gabrielli 5, salito a San allora professore di liceo a Dordrecht e in seguito titolare di bizantinologia nell'Università di Donato con De Lollis, che esso ha avuto l'approvazione preventiva Leyda e, fo rse, un certo van uerop o Leonardo van Liempt (ibid , p. 35 nota 1 e 2). 5 Si veda quanto Buonaiuti aveva precisato per lettera al Missir il 24 giugno 1927, prima di della Segreteria eli Stato. salire a San Donato: « elle nostre riunioni quotidiane lassù noi leggeremo, oltre il Nuovo Vergottini, al quale ho trasmesso il tuo messaggio, è partito ieri per Te stammto, che è la nostra lettura preferita, i Sem1oni di Maestro Eckhart, il Paradiso di Dante, Parenzo. È stato chiamato a Siena ed egli è felice del trasferimento6• i Fratelli Karamazof di Dostojewskij>> (ibid , pp. 29-30). Altri suggestivi particolari sulla modalità di queste <> vengono ora offerti dai ricordi personali del Donini posti in calce alla Mi compiaccio moltissimo del tuo lavoro. Sei in piena efficienza7. suddetta lettera. Qui, ogni volta che è stato fa tto il tuo nome, è stato un coro eli ammirazione e eli affezione. Il Vici, che tu incontri spesso costì, è stato, nientemeno, mio allievo all'Apollinare, quand'egli era seminarista al Seminario Pio. 40 State lieti. Questa mia lettera vi fa ccia sentire l'amicizia di tutti no1 San Donato, 12 luglio 1927 e V1 porti il ricordo dei primi riposi nostri sandonatesi. Carissimo, Saluti devoti ad Adele. Sei stato finissimo e fe licissimo scrivendo nel dl sacro a San A te un abbraccio. Donato. Sì, anche quest'anno abbiamo acceso nella cappellina mutila e disadorna i nostri due piccoli candelabri e abbiamo letto, prostrati Ernesto B. 120 Lettere di Bllot�aiuti a ]emolo 1927 121

1 Cfr. in proposito E. Buonaiuti, Lo leggenda di San Donato, in «Il Tempo», 16 agosto 1920, alla <> e nel archeologia e storia patria», LXXV (1975), pp. 1-27 ; G. SANTINI, Ricordo di C De Ve rgottini, in 1921 fece riapparire <

Milano non è venuta mai nessuna risposta. Frattanto F.[edele] mi mandò Son deciso, sempre più fe rmamente, a non abbandonare il mio pressantemente a chiamare e io gli dissi a voce tutto quello che mi ero posto di attesa. Ho la sensazione vaga, ma la fiducia sicura, che prima proposto di dirgli per iscritto. Mi rispose che, d'accordo col capo del o poi rioccuperò la mia cattedra romana. E chi ha fa tto scopo della sua governo, mi doveva chiedere perentoriamente di astenermi dal fa r lezione. vita l'introduzione della critica religiosa in Italia e la divulgazione fra noi Contrapposi il mio deciso proposito di risalire la cattedra e chiesi quali di preoccupazioni spirituali nascenti appunto dalla applicazione del me­ sanzioni sarebbero state adottate contro di me, qualora avessi tradotto todo storico alla tradizione cristiana, non può, a nessun patto, abbando­ in atto il mio proposito. F.[edele] mi dichiarò che non mi avrebbe nare il suo posto di combattimento. Mai. esonerato, perché il capo del governo non voleva simile provv edimento, Sono molto gentili le tue proposte per una migliore sistemazione ma mi avrebbe d'ufficio trasferito nel ruolo delle biblioteche. Biblioteca delle mie condizioni editoriali . Per Laterza è già cosa fa tta. Pubblicherà per biblioteca, risposi che pref erisco la mia. E allora ci siamo concertati ora la mia Africa cristiana '. Che, se mal non mi appongo, avrà l'onore su un nuovo incarico - quello di avviare i lavori preparatori per la di fa r seguito, nella medesima collezione, al tuo Giansenismo. Del illustrazione di Gioacchino da Fiore, - da durare fino al giugno '28. quale è, in me e in molti altri intorno a me, vivissima l'attesa. Sap­ Ma finora questo accordo puramente verbale non è stato consacrato da piamo tutti in anticipo quale lusinghiera accoglienza si dovrà fa re al alcun decreto ufficiale e io dubito che F.[edele] mantenga la sua parola2. tuo lavoro, che sarà la tua più bella e poderosa affermazione finora. Nel frattempo ho voluto assodare per altra via se il capo del Quando il libro sarà uscito, tutti i miei corrispondenti all'estero sa­ governo è veramente ed in tutto d'accordo con F.[edele] a mio riguardo. ranno mobilitati, perché il libro abbia la più vasta e propizia riper­ Mi son dovuto persuadere che sì. E la mia situazione non ne ha cussione possibile. guadagnato in chiarezza ai miei [ .. .p Hai perfettamente ragione di pensare che alla radice della fe de nella sopravvivenza c'è il bisogno istintivo di raffigurarsi un'economia che 1 Sull'incontro con Fedele, avvenuto il 17 ottobre 1927, si veda l'altra lettera di Buonaiuti vendichi la giustizia conculcata e ri stabilisca un equilibrio di valori che la a Guido Cagnola del 29 ottobre 1927 in L. BEDESCHJ, Buonaiuti, il Concordato ... cit., pp. 360-361, vita associata quotidianamente sconvolge. e F. P IRENTE, B11onaiuti... cit., pp. 67-69. Ma hai riflettuto bene in quale foggia di credenze simile pregiudiziale 2 Tale nuovo incarico era ufficialmente così formulato : <> (cfr. la ricostruzione di Niccoli in Pellegrino tutela? di Roma ... cit., p. 542 nota 168, e A FoRNI, L'Istituto Sto rico Italiano, in Sp ecul11m tmmdi. Roma centro È quello che mi domando anch'io da parecchio te mpo. E dal intemaifonale di ricerche umanistiche, introduzione di M. P.\LLOTTINO, a cura di P. VIAN, Roma, 1st. Poligrafico e Zecca dello Stato [1992], pp. 636-638) . punto di vista pragmatistico devo riconoscere che la migliore soluzione .l Manca il seguito della lettera. al quesito l'ha data la speculazione greca con la sua dottrina dei semidei e degli dei e la fe de del cristianesimo primitivo, con la sua visione della immortalità condizionata. La partecipazione al regno è riservata agli iniziati e ai santi. Per il rimanente degli uomini, v'è la geenna, cioè 43 il nulla. Roma, 19 novembre 1927 Questo, è vero, sembra in aperto contrasto con quel che tu osservi Mio canssrmo, a proposito dell'accettante e passivo desiderio del nulla, che potrebbe Il ritardo delle tue lettere non fa che renderne in me più pungente essere complice dell'inerzia più assoluta. Ma tant'è. Nei periodi della sua iJ desiderio. più intensa inquietudine, la spiritualità umana ha invece fa tto assegna­ Di quest'ultima tua, così premurosa e così schietta, ti sono partico­ mento su una speranza di sopravvivenza, che doveva essere il retaggio larmente riconoscente. di una operosità più intensa e più alta. 1927 125 124 Lettere di Buonaiuti a ]emolo

esauriente del mio asserto, mi limiterò a domandarti se hai riflettuto che E a simile speranza ha corrisposto una particolare. concezione l'escatologia del gi udaismo nell'epoca neotestamentaria è sempre un'e­ antropologica, secondo la quale l'uomo, se è corpo ed anima, può anche scatologia di «privilegio etnico», la quale lascia completamente fuori di essere «spirito» - qualora si trasfiguri nell'idealità e nella fe de. prospettiva il destino di tutta l'umanità che non è, per sangue o per Nulla mai di quelle vecchie concezioni risorgerà in noi.. .? elezione, israelita. Il cristianesimo primitivo, mercé sopra tutto la predi­ Saluti cari ad Adele. cazione di Paolo, ha trasformato il privilegio etnico in un privilegio A te un abbraccio di cuore. carismatico : ma privilegio ha lasciato la immortalità. In questo simile del Ernesto B. resto a tutte le religioni di mistica. Ma tu ampli singolarmente l'ambito della nostra controversia, ac­ 1 Il titolo esatto sarà // cristianesimo nell'Africa romana, Bari, Laterza, 1928, pp. XXN-454, la cennando al destino dell'anima ... animale. Ahi, ahi! Ma vuoi flnire nella serie editoriale <>. teosofia ...? Avevo saputo di Silva3. Ma non ne sono rimasto sorpreso. Prima che il tuo volume sia posto da Laterza in circolazione, tu 44 avrai avuto da me il novero delle persone e dei periodici cui reputo Roma, 8 dicembre 1927 opportuno tu ne mandi esemplari. In settimana, i miei due liberi docenti daranno inizio ai loro corsi. Mio carissimo Carlo, Frattanto io vado organizzando il mio lavoro su Gioacchino. Sarà Non ti so dire quanto bramerei anch'io di poter riprendere presto cosa lunga e laboriosa. Ma spero fa r qualcosa di buono. qui a Roma con voi quella consuetudine di comunicazioni amichevoli Abbiamo ripreso le nostre riunioni domenicali, ricordando i lontani. che han lasciato rapporti affettuosi così vittoriosi del tempo e della E mi pare uno spirito più profondo del solito aleggi fra noi. distanza. Ho la sensazione che il vostro ritorno debba essere più vicirio Cose affettuosissime ad Adele. A te un abbraccio. di quanto non si pensi. Ernesto Senza dubbio non potrebbero mancare mai argomenti alle nostre discussioni. Questo dellla sopravvivenza personale che abbiamo toccato fugacemente nel nostro ultimo incontro romano e che abbiamo ' molto 1 Buonaiuti fa riferimento aU'opera Judaism in the First Centuries of the Christian Era, Cambridge, sommariamente, ripreso per lettera, è dei più ardui e più scabrosi. Mass. 1927-31, di George Foot Moore (1851-1931), il massimo studioso americano di semitistica. Ti ha, a quanto pare, straordinariamente meravigliato il mio accenno 2 E. Bl'ot-.\ILTI, 11 giudaismo normativo, in << Ricerche religiose», III (1927), pp. 515-520. alla fe de, in proposito, del cristianesimo primitivo, che però definisci 3 Pietro Silva ( 1887 - Bologna 1954), storico. Aveva partecipato col Salvemini aUa battaglia deU'interventismo democratico. Nel 1923 aveva vinto la cattedra di storia aU'Istituto una fe de nella immortalità condizionata. E mi hai contrapposto la mi­ superiore di magistero deU'Università di Roma. L'accenno di Buonaiuti, in risposta ad una naccia evangelica della pena nel fu oco e nello zolfo. Ma è appunto segnalazione di ]emolo, potrebbe riferirsi aUe contrarietà accademiche incontrate dal Silva per quella minaccia, che va interpretata e illustrata alla luce della escatologia ragioni politiche o a qualche fo rma di denuncia e misura di controUo nei suoi confronti da parte W. MATLRI, contenuta dalla letteratura apocalittica, che mi convince - o meglio di gerarchi fa scisti (cfr. Pietro Si/va, in <

45 46 Roma, 20 gennaio 1928 Roma, 28 febbraio 1928

Mio canss1mo Carlo, Carissimo Carlo, Sì, mi rammaricavo più tosto in cuor mio del tuo prolungato Ho ricevuto ieri contemporaneamente la tua amabilissima lettera e il silenzio. Sono proprio contento tu l'abbia rotto. Grazie del tuo messag­ tuo attesissimo volume 1• Ho letto col più vivo compiacimento le tue care gio : grazie del tuo fe dele e sollecito abbonamento. parole nella prima. Mi sono gettato con avidità sulle pagine del secondo. Come avrai constatato, il periodico va assumendo un'andatura un Quale superba evocazione ci hai dato! La conoscenza, credo veramente po' più movimentata e più polemica 1• Lo ritengo indispensabile al adeguata, che ho delle tue esimie qualità di storico, il giudizio che mi ero consolidamento finanziario del periodico: lo ritengo molto meglio ri­ già fo rmato in base alle primizie già apparse del tuo lavoro, mi ponevano spondente alle mie attitudini e al mio dovere. Ormai il mio destino bene in grado di raffigurarmi in anticipo quella che sarebbe stata la tua è segnato. Dopo avere per lunghissimi anni sognato e sospirato di potere ricostruzione del movimento giansenista in Italia. Ma la realtà travalica di strappare ai metodi e alle conclusioni della nostra disciplina la sanzione gran lunga le fa vorevolissime previsioni. Tu hai saputo, con sguardo lucido ufficiale dell'ortodossia o quanto meno il diritto di libera circolazione, e sicuro, individuare il nucleo sostanziale della esperienza giansenistica. Hai saputo scoprire così la molla animatrice di tutto il movimento, al di là mi sono dovuto, mio malgrado e con mia lacerante pena, convincere come al di qua delle Alpi. E sullo sfondo grandioso di questo fo rmidabile che questo era un vano e irraggiungibile miraggio. n mio attaccamento problema della grazia che il giansenismo ha agitato, tu hai individuato alla disciplina, valutato come si conveniva, avrebbe potuto indurmi ad magistralmente i caratteri e la funzione del giansenismo italiano. una attenuazione, laboriosa e ardua, della mia visuale e del mio proposito. Io rimango ammirato, sopra tutto, dinanzi alla larghezza sconfinata Poiché questo mio schietto e appassionato attaccamento è stato tenuto, della tua erudizione teologica. Ma rimango commosso agli accenti con pertinacemente, in non cale, io ho oggi il dovere tassativo di dire tutto i quali tu tratti della visione cristiana nel giansenismo. quello che penso e prevedo. E compirò il mio dovere. Tutto questo è detto subito dopo una scorsa al tuo massiccio Non mi hai detto più nulla del tuo Giansenismo. Lo attendiamo volume, che è una semplice dilectatio. Ora seguirà una lettura attenta tutti con impaziente ansietà. Quando ti debbo mandare quell'elenco di e minuta, che mi darà indubbiamente le più grate sorprese. studiosi e periodici stranieri a cui il volume sarà mandato con vantaggio? Chi vuoi tu che parli del tuo lavoro su «Ricerche religiose»? L'ideale Tutti, nel nostro piccolo manipolo, lavorano fiduciosi e concordi. sarebbe che Rota 2 ne fa cesse lui un'ampia rassegna sulle nostre pagine. E tutti vi ricordano sempre con amicizia inalterabile. Ne nascerebbe sicuramente una discussione di grande interesse e di Immagino il tuo lavoro. Non dimenticare mai di mandarmi gli indubbia opportunità. Ma dove è ora il Rota? E accetterà di scrivere estratti dei tuoi studi, che tu trovi sempre il modo di intercalare alla tua sulla mia rivista? Va da sé che io sono, lo to corde, dalla tua parte contro attività professionale e all'insegnamento. la sua irreale interpretazione. Ricordami, con tanta devota affezione, ad Adele. Ho molto gustato il tuo capitolo sul Tamburini 3. Hai ragione A te il più affettuoso abbraccio. a notare come sia oscura la genesi del suo giansenismo. Sulla sua azione a Roma, come ripetitore al Collegio Irlandese, e sulla origine del suo Ernesto rapporto col Cuccagni 4, mi pare ti sia sfuggita la storia, non molto notevole in verità, ma né pure insignificante, di un rettore del Collegio morto pochi anni or sono - Michele O'Riordan 5 - : The Abba te 1 Nell'ultima parte dell'annata 1927 le «Ricerche religiose» avevano ospitato un articolo polemico di Buonaiuti contro i gesuiti (A i "buoni padri)), pp. 479-480). Luigi Cuccagni - sulla rivista «The Seven Hills Magazine» giugno 19086. 128 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1928 129

Dimmi subito qualcosa per la recensione. Vorrei comparisse al più Ma trovo che le origini dell'episcopato sarebbe un tema su cui si potrebbe presto. lavorare con larghezza e con lucidezza di risultati. Tema cotesto indub­ Perché, se sono stato tra i primi a ricevere il tuo magnifico volume, biamente trito e vasto, che può portare lo studioso che lo affronti molto voglio essere fra i primi a dire pubblicamente quanta ammirazione, quanta lontano, in un mare magnum di ricerche in cui è possibile fa r naufragio. gratitudine ti debbono quanti in Italia seguono il fiorire degli studi Ma tema, anche per questo, più adatto di molti altri ad una trattazione religiosi. di un laureando in giurisprudenza. A te, alla tua Adele, tutte le mie più calde fe licitazioni. Ho finito di leggere, pacatamente, quassù, il tuo Giansenismo italia­ Ti abbraccio. no. Non ho da ritirare alcuna delle valutazioni entusiastiche che fo rmulai Ernesto dopo la prima rapida scorsa. Rimarrà sopra tutto tuo merito insignissimo aver portato l'indagine - speriamo una volta [per] 1 sempre - su quel terreno teologico, ove è possibile, solamente, comprendere il movimento 1 A.C. JE�IOLO, Il Giansenismo in Italia prima della Rivolu�one, Bari, Laterza, 1928. 2 Ettore Rota (Milano 1883 - Cannobio 1958), storico, dal 1925 docente di storia moderna suscitato dall'Augustinus2• La tua vastissima erudizione e la tua lucidezza nell'ateneo pavese. Aveva aperto la strada agli studi sul giansenismo italiano (cfr. Il Giansenismo in espositiva compaiono, ad un esame anche più ponderato, degni di Lombardia e i prodromi del Risorgimento italiano, 1907), ma la sua interpretazione «risorgimentalista» maggior lode. era criticata sia dallo Jemolo che dal Buonaiuti. Sulle tesi del Rota, cfr. C. FANTAPPIÈ, Riforme ecclesiastiche e resistmze sociali. La sperimmta�one istitu�onale nella diocesi di Prato alla fine dell'antico Ma mi ha fa tto una qualche sgradevole impressione una tua preoc­ reg ime, Bologna, Il Mulino, 1986, pp. 16-19, con bibliografia). cupazione ortodossa che affiora a volte quando meno lo si aspetta e lo 3 Pietro Tamburini (1737 - 1827), il più importante teologo del giansenismo italiano. ]emolo si capisce3. E sopra tutto mi ha fe rito un tuo giudizio sul modernismo, gli dedicava un lungo capitolo del suo libro (I ribelli. Ta mburini e il grupp o pavese, pp. 263-347). che travalica lungamente il senso storico e l'equità 4• Non nasconderò 4 Luigi Cuccagni (17 40 - 1798), rettore del collegio Irlandese di Roma, direttore del Giomale ecclesiastico di Roma, periodico antigiansenista. questa mia impressione, per lealtà, nella rassegna che sto per scrivere. s Mons. O'Riordan, morto nell'estate 1919, era stato rettore del Collegio Irlandese negli anni La vertenza Civ. [iltà] Catt. [oli ca] -Benigni non credo sia attutita 5. in cui Nicola Turchi e Luigi Chiesa erano stati estromessi da esso per idee moderniste (cfr. L. E I Benigni non è tipo da darsi fa cilmente per vinto6• E non è innaturale il B DESC II, Il processo del Sant'U.flì�o contro i modemisti romani, in «Fonti e documenti», Centro per la storia del modernismo, 1978, 7, p. 41 nota). pensare ch'egli lavorerà sott'acqua per prendersi comunque una rivincita. 6 Sulla rivista «The Seven Hills Magazine» edita a cura del Collegio Irlandese di Roma e sui Se già non se l'è presa. rapporti di Buonaiuti con questo istituto, cfr. A. ZAMBARBlERI, Il cattolicesimo tra crisi e rinnovamento. Auguri e saluti cordialissimi a te e alla tua Adele. Ernesto Buonauiti ed Enrico Rosa nella primafa se della polemica modernista, Brescia, Morcelliana, 1979, p. 327 nota 36. Ernesto B.

47 1 Saltato da Buonaiuti. San Donato, 9 aprile 1928 2 L'opera maggiore di Giansenio, a cui Buonaiuti aveva dedicato una breve monografia (Milano, Athena, 1928), per porre in risalto le radici agostiniane del movimento giansenista. Carissimo Carlo, 3 Buonaiuti aveva già espresso una simile critica in occasione della recensione del saggio di Eccomi quassù, anche quest'anno, a trascorrere nel vecchio eremo, J emolo sul vescovo Ricci pubblicato in anteprima nella raccolta di Studi in memoria di - Pier Paolo Za n'{Jtcchi (i'vlilano, Vita e Pensiero, 1927. Dopo aver sottolineato le «preoccupazioni confessionali>> nella maniera meno penosa, la solennità dell'Exultet, lungi, purtroppo, che avrebbero ispirato un contributo di Melchiorre Roberti su Le associa�oni fu nerarie cristiane e la dalla celebrazione liturgica che era quella più ricca di significato per il proprietà ecclesiastica nei primi tre secoli, passava ad analizzare lo scritto di ]emolo in questi termini: mio spirito. «Temiamo fo rte che preoccupazioni analoghe, per quanto molto più signorilmente contenute, abbiano impresso all'altro saggio della raccolta attinente ai nostri studi, quello di Arturo Carlo Non è agevole né pur per me, ignorando le personali attitudini Jemolo, ora ex-professore statale alla Cattolica, su .\'cipione de ' Ricci, l'andatura grottesca di una dello studente cui accenni, suggerire un argomento di laurea acconcio. parodia. on già che la figura, l'opera, l'ambiente, le vicende del megalomane vescovo pistoiese 130 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1928 131

non si prestino all'esercizio dell'ironia. Ma abbiamo la spontanea impressione che il profilo, 48 disegnatone, del resto, come sempre, con mano maestra, dallo Jemolo, ecceda nel colorire di ridicolo il tentativo fo lle del piccolo vescovo toscano, in atteggiamento di patriarca ecumenico. Roma, 13 aprile 1928 Quanto, fo rse, lo )emolo avrebbe più proficuamente provveduto alla soluzione dei quesiti che la strana vicenda del sinodo pistoiese solleva, illustrando, come egli solo avrebbe saputo, la No, mio carissimo Carlo, io non ho mai pensato che tu avresti progressiva inftltrazione di motivi politici in un movimento per natura e per origini portato a inscriversi in falso contro ogni corrente politica» (<< Ricerche religiose», lll, 1927, pp. 477-478). dovuto sopprimere qualche inciso spiacevole del tuo densissimo e saga­ Questi pungenti rilievi del Buonaiuti non lasciarono indifferente lo Jemolo, il quale, sul punto di cissimo volume, per un riguardo all'amico, che per alcune idee da te rifondere il saggio sul Ricci nel volume sul giansenismo italiano, avvertirà in calce al capitolo: sommariamente giudicate ha soffe rto e soffre . Dio mi guardi dal posporre «So che [questo capitolo] ha incontrato non poche critiche, e che mi si è accusato di aver volontariamente dipinto in nero S. de' Ricci. Non è mancato chi ha voluto vedere in esso l'eco i doveri dell'«onestà professionale» alle suscettibilità dell'amicizia. Ma delle preoccupazioni che avrebbero gravato su di me per il fa tto di appartenere mentre scrivevo è proprio in nome della «onestà professionale» che io mi domando, alia Università Cattolica di Milano. Oggi che più non sono nei ruoli di quell'istituto (del quale seriamente, se tu non avresti dovuto, scrupolosamente, evitare qualsiasi conservo del resto grato ricordo) il capitolo riappare immutato: frutto com'era (e quanti mi comparazione valutativa con un movimento che, all'occhio dello storico stimano non avrebbero dovuto dubitarne) del mio convincimento sincero. Le critiche d'altronde non mi srupiscono. Tre quarti di secolo di storiografia dominante volta ad esaltare senza passarli puro, non può apparire come definitivamente morto e sepolto. Di grazia, al vaglio tutti i ribelli alia Chiesa, hanno eretto dei piedistalli e consolidato delle fame, ch'é arduo qual'è il ciclo cronologico che tu credi, scientificamente, di dover asse­ abbattere. Chi va contro il giudizio corrente, deve rassegnarsi ad essere sempre accusato per lo gnare ad una corrente di idee e di aspirazioni, perché sia consentito di meno di esagerazione» (A.C. j EMOLO, Il Giansenismo in Italia ... cit., p. 382 nota 2). Sulla questione, cfr. C. F \NT!IPPIÈ, Rifom;eecclesiasticbe e resistenze sociali... ci t., pp. 19-22. pronunciare su di essa un verdetto storicamente corretto? Per quanto tu 4 Due osservazioni di Jemolo nella Co nclusione del volume potrebbero aver << ferito» Buonaiuti: voglia essere di fa cile contentatura nella asse gnazione di simili confini il fatto che i modernisti fo ssero ritenuti <>, in <>, 1928, III, le loro idealità verso limiti superiori a quelli consentiti alla media delle quad. 1874, pp. 158-167. Il p. Rosa se la prendeva contro gli opposti estremismi: l'articolo del masse associate. Ora, non ti pare che in tanto la chiesa riesce ad assolvere Buonaiuti ricordato nella nota 1 alia lettera n. 45, e alcuni opuscoli di Umberto Benigni. Sulla le sue mansioni morali di istituto chiamato ad innalzare in una misura polemica antigesuitica di quest'ultimo, cfr. E. PoLTL\T, In tégrisme et catbolicisme intégraL Un risea11 secret intemational antimodemiste: la «Sap inièm>, Paris - Tournai, Casterman, 1969 ; Io., Catbolicisme, qualsiasi il tenore della vita associata in quanto concede diritto di cittadi­ démocratie et socialisme. Le moul!ement catbolique et Jl1gr. Benigni, de la naissance du socialisme à la victoire du nanza nel proprio grembo a quelle minoranze che, anche se ricolme di Ja scisme, Paris - Tournai, Casterman, 1977; S. PAGANO, Documenti sul modemismo romano dal Fondo tutte le debolezze della natura umana, sentono il fa scino dell'assoluto Benigni, in <>, 1990, 8, p. 249. ideale evangelico e vagheggiano trasformazioni concettuali e palingenesi 6 Per la biografia di Umberto Benigni, oltre ai contributi menzionati nella nota precedente, si rinvia alle <> di P. Scorrot.A, in Di�onario biografico degli italiani, Vlil, Roma, lstiruto dell'Enci­ apocalittiche che ringiovaniscano e rafforzino i motivi pedagogici della clopedia Italiana, 1966, pp. 506-508, e di E. PouLAT, in Di�onario storico del movimento cattolico in grande fa miglia cui appartengono? Italia ... cit., I, pp. 35-37. Nuove conoscenze su questo esponente dell'integrismo cattolico e sulla Io sto ora studiando Gioacchino da Fiore, e vado constatando che sua attività antirnodernista si aprono ora con la consultazione dei suoi archivi : cfr. S. PAGM.O, Il Fondo di il1ons. Umbe1to Benigni de/I'A rchiPio Segreto Va ticano. In ventario, in <>, 8, 1990, pp. 347-402, e L. FIORM.I, Modemismo romano, 1900- 1922... cit., pp. eretico più radicale e più assoluto di lui. E pure la chiesa lo ha rispettato 159-168; M. BETTINI PROSPERJ, carte di Umberto Benigni, <>, (1992), pp. 289-300. Le in xxvm e quando è venuta la condanna del suo pensiero e del suo sogno egli 132 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1928 133

era da cinquant'anni, venerato, nel suo sepolcro. Perché la �hiesa, oggi, 2. Persisto a reputare che sia prematura una valutazione sintetica soffo ca in fa sce ogni programma di rinnovamento? Ecco il tremendo del movimento, la cui repressione, e soltanto essa, ebbe l'ora culminante quesito. E, proprio in nome della tua fe de nelle capacità pedagogiche nella divulgazione della Pascendi1• Tu mi ricordi - sei pienamente in della chiesa, tu dovresti nettamente portelo, o pur essere più condiscen­ diritto di fa rlo ed è logicissimo che tu lo fa ccia - le Lettere2, per additare dente ai movimenti modernistici, o pur sottoporre ad un severo controllo una posizione di pensiero completamente tramontata. Sarebbe molto le capacità superstiti di questa chiesa sorda e astorica. lungo e ad ogni modo non sarebbe più una correzione di dati di fa tto, Ma tutto ciò sarebbe suscettibile di larghi svolgimenti ed io penso indagare in quale maniera le enunciazioni fo ndamentali delle Lettere che verrà un giorno in cui potremo conversare insieme di queste cose. possano ritrovarsi negli indirizzi più recenti della linea apologetico - re­ N o n lo desideri anche tu? ligiosa dei singoli modernisti. Ma il dato di fatto contrastante con le tue Comunque, al di là dei dissensi, il nostro vincolo di affettuosa asserzioni, su cui mi pare opportuno richiamare la tua attenzione è che amicizia dispone di ben altre risorse. il presunto morto e sepolto si rivela a tratti vivo e vegeto come nessuno E queste sono inesauribili. avrebbe a prima vista immaginato. È proprio il modernismo delle Lettere Infiniti auguri cordialissimi a te e alla tua Adele. che riaffiora improvvisamente e violentemente negli articoli dell'Atla ntic Month!J 3 e il preferito e il più puro fra i giovani che mi son cresciuti Ernesto B. a fianco, Donini, è tutto e sempre più, in una maniera che quasi mi

sgomenta, per il modernismo sociale - apocalittico della prima maniera 4• Quali altre sorprese potrà darci l'imminente avvenire? Ed è consentito 49 ipotecare l'avvenire, sotto l'apparenza di giudicare il passato? Roma, 18 aprile 1 928

3. Un'osservazione tua è giustissima, e, come al solito, acutissima. Mio canssnno Carlo, L'ultima della tua lettera. Che nell'anima mia, come in quella dei pochis­ Ti posso assicurare in linea pregiudiziale che la constatazione e la simi superstiti della vecchia compagnia modernistica, palpiti sopra tutto discussione di questi punti di dissenso fra noi non ottundono, nella più la fe deltà istintiva al primo amore delle idealità giovanili. Ma anche qui esigua misura, il mio affetto fe rvido e la mia amicizia reale per te. Anzi, qualche rettifica va presa in considerazione. Come va che simile fe deltà la mia sensibilità ad ogni tua più generica valutazione che abbia l'aria di non abbia vinto nell'anima di alcuni veterani, come il Loisy? E d'altro toccare qualcosa delle mie preoccupazioni spirituali, ti deve essere argo­ canto, una simile supposizione esplicativa, di cui non mi vorrai negare il mento per indurne la profondità della mia affezione e della mia stima. semplicismo sbrigativo, non viene inf1rmata in radice da due constatazioni, Tra i punti che tu poni così sagacemente (qual delizia discutere con impressionanti e sconcertanti, cui tu non presti la sufficiente attenzione? te!) in rilievo, ve n'è qualcuno suscettibile di rettifica. A queste rettifiche mi La prima è questa: il clero, fe rocemente allontanato nel 1908 da ogni limito, avendoti io rimproverato appunto un procedimento storicamente cura e da ogni interesse culturale, sta imputridendo in uno scetticismo indebito nell'apprezzamento sommario del modernismo e della sua funzione. vergognoso. Tu di questo non puoi avere la riprova che ne ho io. La 1. Solo l'esperienza lenta e il successo normativa possono, molto seconda è questa : il modernismo va investendo in maniera travolgente postumamente, permettere di contraddistinguere gli stadi di un'evoluzione tutte le denominazioni cristiane. Proprio ieri leggevo in una rivista dalle svolte di una rivoluzione. Anche movimenti che a prima vista anglicana, l'Outfine, queste parole : «Obviously Modernism in the broad possono apparire tali da scardinare completamente e bruscamente il sense is sweeping aver ali the Reformed Churches. Its progress in the passato, possono essere assorbiti e ricomposti in modo da lasciare ai last twenty years has been astonishingly rapid. It has already gane far posteri l'impressione di una continuità non lacerata. towards bridging the gulf between science and religion. It is making 134 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1928 135

large progress towards the reunion of non-Roman Christe.ndom. It is una pietà primitiva, in cui è tanto di magico certamente, ma è tanto anche developing a new and compelling type of Evangelism. It attracts the di sincerità e di umano 2! Ti ho mandato di là una cartolina. L'hai ricevuta? allegiance of many who have hitherto stood aloof from the Churches, Trovo qui la tua gradita del 6. Ma né pure da essa riesco ad arguire and of vast numbers of students in the Universities of the world. con sicurezza se ti pervenne o no la lettera che mandai in fretta a casa Thuxley, some fifty years ago, predicted the New Reformation : that dei Morghen dopo che mi accorsi della pessima parte che mi aveva crucial change is already in sight of its accomplishment, and Modernism, fa tto fa re la mia domestica, il giorno che tu venisti, con tanta amabilità, as we in this country ali it, is the of the new world». quassù, due volte. È questo l'epicedio di un morto? Comunque, il tono del tuo messaggio mi fa comprendere che tu mi O è concesso pronunciare la prognosi su tutto un intiero organismo hai perdonato e te ne sono riconoscente. Ho portato, per quel contrat­ sulla base di una momentanea paralisi di una sua parte? tempo, come una spina nel cuore. Mio caro Carlo : penso al tuo invadente agnosticismo, e mi domando Mi perdonerai con pari generosità la recensione del tuo libro, la quale compare nel fa scicolo che viene spedito oggi agli abbonati? Rileg­ - sit venia verbo - se l'agnosticismo non è una «schematizzazione» ideologica di una invincibile indolenza spirituale ... gendola ora a mente calma mi pare troppo fo rte3. E sono in ansia per Scusami il giudizio temerario e voglimi sempre ugualmente bene. l'impressione che essa potrà destare in te. Tuo Sarò infinitamente più tenero nella recensione che dovrò dettare, Ernesto per invito del Bornkamm \ nella «Zeitschrift fur Kirchengeschichte». Nulla di vero, a quanto mi si assicura, nelle voci di ritiro del Gasparri 5. 1 L'enciclica di Pio X Pascmdi dominici gregis dell'8 settembre 1907, con cui veniva condannato Del mio lavoro su Gioacchino si vedrà presto qualche primo saggio6• il modernismo. Donini andrà in America nel prossimo settembre, con una molto 2 Lettere di un prete modemista, Roma, Libreria editrice Romana, 1908. Su cui : P. ScorroLA, Crisi modemista e rinnovamento cattolico in Italia, Bologna, Il Mulino, 1961, pp. 273 e seguenti. discreta borsa di studio, all'Harvard 7. Credo che per lui, in questo HEARLEY, 3 Probabile riferimento agli articoli di ]. Th e Ca tholic Ch urch and the modem Mind, in momento, sia il più utile partito. «The Atlantic Monthly. A magazine of literature, Science, Art and Politics>>, CXLI (1928), pp. Alberto si è invece magnificamente collocato all'Enciclopedia Trec­ 12-21, 158-166, 539-549, 664-675, e di M. WILLIAMS, ibid. , pp. 385-394, a cui segui una nota dell'editore dal titolo Wh at is Catholic Op inion? (pp. 395-402), che riportava alcune lettere inviate cani e ne è fe lice8. alla redazione della rivista. Per me anche, sono tentato di aprire l'animo alla speranza. Mi 4 Un riflesso dell'interpretazione del cristianesimo che il Donini stava maturando in quel periodo, illudo ancora una volta? è costituito dal suo saggio Escatologia e penitenza nel Cristianesimo primitivo, pubblicato nel fa scicolo del novembre 1927 delle <

Ernesto

50 1 Cfr. La vita allo sbaraglio ... cit., p. 50. Roma, 1 O maggio 1928 2 Lettura incerta. 3 Cfr. «Ricerche religiose», IV (1928), pp. 270-274. Il Buonaiuti osservava sul libro di ]emolo Carissimo, che, nonostante un «esteriore spettacolo di "impassibilità" scientifica», «taluni incisi rompono il Torno in questo momento dal Gargano - che ho voluto salire mascheramento delle sue ideali batterie» (come la «professione di fede» di pp. 421-422, la a piedi con i pellegrini accorsi per la commemorazione annuale dell'appari­ «patente di lealtà ai polemisti cattolici» di p. 243, la «riposta male avvertita preoccupazione zione dell'Arcangelo 1• Quale brivido mi danno queste manifestazioni di confessionale» di p. 264). 136 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1928 137

4 Buonaiuti, nella fretta, scrive qui Borknamm e nella lettera seguente Bornkmamm. Per la insolente e più calunnioso, e che mi provoca ad una replica eli cw recensione cfr. la nota 1 alla lettera n. 55. 2 probabilmente non avranno a compiacersi in Segreteria eli Stato • 5 Pietro Gasparri (Ussita 1852 - Roma 1934), l'artefice della codificazione canonica latina e uno dei protagonisti della Chiesa nel primo trentennio del Novecento, era dal 1907 cardinale Ad ogni modo, tutte le riserve e tutte le incertezze con cui ho e dal 1914 Segretario di Stato nella cui carica rimarrà fino al 1931. Su di lui manca una biografia dovuto accompagnare le mie lodi in una rassegna italiana, dove non scientifica dopo quella, un po' romanzata, di F. M. Taliani (Milano, Mondadori, 1938) e dopo la avrei potuto non dolermi di qualche tua posizione, sono scomparse parziale pubblicazione delle sue memorie a cura di G. Spadolini (Il cardinal Gasparri e la questione romana, con brani delle memorie inedite, Firenze, Le Monnier, 1972). Per un profilo sufficientemente nella rassegna che ho scritto per la «Zeitschrift fiir Kirchengeschi­ aggiornato sull'opera del Gasparri e per la bibliografia più recente, cfr. la relativa «voce» di R. chte», il cui direttore, il Bornkamm ha voluto che io mi occupassi Aubert in Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastique, XIX, Paris, Letouzey et Ané, 1981, coli. della cosa 3. 1365-1375. Per i rapporti Gasparri - Buonaiuti, cfr. la nota 2 alla lettera n. 59. 6 I primi saggi scientifici sull'argomento fu rono i Prolegomeni alla storia di Gioacchino da Fiore, Ti ho spedito il fa scicolo con l'articolo dell'O'Riordan e un estratto in «Ricerche religiose», IV (1928), pp. 385-419, seguiti da Il testamento di Gioacchino da Fiore, della recensione 4• ibid. , pp. 497-514, e infine Il misticismo di Gioacchino da Fiore, ibid. , V (1929), pp. 392-41 1. Per Adesso voglio vedere eli fa re apparire una recensione del volume in una collocazione di questi studi nella storiografia, cfr. R. MANSELLJ, Ernesto Buonaiuti e il qualche giornale romano. cristianesimo medievale, in Ernesto Buonaiuti storico del cristianesimo ... cit., pp. 62-80. Il Morghen ha osservatO che dagli studi sul «gioacchinismo» «ha avuto origine quel nuovo corso dell'attività Verissima la notizia concernente , incaricato eli fùosofia storica del Buonaiuti che poneva come fatti essenziali del Cristianesimo le dimensioni escato­ del diritto all'Università di Camerino 5. Ma non è il solo nell'avventura. logica ed ecclesiologica» (intervento in Romolo Murri nella storia politica e religiosa del suo tempo. Con lui, sono stati trasferiti a Milano Santina Caramella 6, professore eli Atti del Co nvegno di studio Fenno, 9- 11 ottobre 1970, a cura di G. RossJNJ, Roma, Edizioni Cinque lune, 1972, p. 144). fùosofia in Roma ed ora a Genova, Mario Vinciguerra 7, Enzo Alfieri 8, 7 Cfr. quanto scrive al riguardo Donini stesso in La vita allo sbaraglio ... cit., p. 58 nota 3. Pino Albertelli 9, ecc. ecc. 8 Alberto Pincherle, nominato direttore dell'Ufficio schedario, «il luogo di equilibratura Tornando alla rassegna del tuo libro apparsa in «R. [icerche] degli spazi assegnati alle varie discipline e il cuore organizzativo dell'Enciclopedia» (G. NlSTJCò, Og getto e progetto: /'<< Enciclopedia Italiana» e il mo archivio, in <

1 Sul quotidiano «Avvenire>> del 6 maggio 1928, p. 3, il padre Enrico Rosa aveva pubblicato C\S.ILI, Storici italiani fra le due guem. La «Nuova Rivista StoricaJ> 1917-1943, apoli, Guida, 1980, ad un articolo-recensione al volume di ]emolo sul giansenismo italiano. Oltre al giuèlizio d'esordio indicer11. sulla «incompetenza ftlosofica e più ancora teologica dell'aurore» a trattare il tema, il gesuita 8 Vittorio Enzo Alfieri (Parma 1906), attivo nella «Giovane Italia» e nella rivista «Pietre», osservava: «li ]emolo, quanrunque lodevole per lo sforzo che fa e lo studio che pone a bene subì fe rmi e perquisizioni dal 1925. Dopo un nuovo arresto, nel luglio 1928 fu diffidato dalle intendere e chiarire il vero punto delle questioni, non vi riesce, né si può rendere esatto conto autorità politiche. Il 31 marzo 1936 sarà esonerato dall'insegnamento presso l'Istiruto Magistrale della estrema difficoltà di riuscirvi, massime per un laico naturalmente imprenato ancora della di l\1odena e COStretto a trasferirsi a Milano (cfr. AssOCIAZIONE NAZIONALE PERSEGUITATI POUTICI sua primitiva fo rmazione modernistica». Cfr. in questo volume F. MARGIOTIA BRoGuo, Buonaiuti IT ILIIN l ANTIFASCISTI, Antifascisti nel casellario politico centrale, Roma 1988, p. 124 (Quaderno n. 1). e )emolo, § 6. Aveva collaborato alle prime annate delle «Ricerche religiose» con alcuni articoli sulla ftlosofia 2 La «Civiltà cattolica» aveva accusato Buonaiuti di aver ampiamente utilizzato, senza fa rne della religione. In seguito pubblicherà traduzioni e diversi saggi di storia della ftlosofia e di menzione, «autori cattolici» ed in particolare il volume Afr ica cristiana del Morcelli per redigere critica letteraria. Professore straordinario di storia della filosofia nell'Università di Pavia nel 1957, l'opera Il Cristianesimo nell'Africa romana. Al che il Buonaiuti aveva sfidato il direttore della rivista, ordinario nel 1960, tenne in quel medesimo ateneo anche l'incarico di pedagogia dall'anno p. Enrico Rosa, ad addurre una sola prova di quanto aveva asserito, pena, «senza possibilità di accademico 1958-59 al 1967-68. smentita, l'epiteto di calunniatore» (cfr. Una polemica senza onestà e senza legge. Lettera aperta al P. 9 In realtà Pilo Albertelli (Parma 1907 -1944), appartenente alla «Giovane Italia» quand'era Enrico Rosa S. J, in «Ricerche religiose», IV [1928], pp. 329-338) . ancora srudente, condannato a cinque anni di confmo nel giugno 1928, provvedimento commutato .l La rivista in questione era allora diretta da Leopold Zscharnack e da Heinrich Bornkamm. in ammonizione (ibid. , p. 98, sotto nome errato). Docente di filosofia nei licei, pubblicherà alcuni Per la recensione di Buonaiuti, cfr. lettera n. 55 nota 1. volumi di storia della filosofia, tra cui, presso Laterza, Gli Eleati, recensito da Angelo Brelich in 4 Cfr. lettera n. 46. «Religio», XV (1939), fa se. 5-6. Tra i capi della Resistenza romana, sarà torrurato e assassinato 5 Max Ascoli (Ferrara 1898 -New York 1978), avvocato e docente universitario. Negli anni dai tedeschi alle Fosse Ardeatine (Una 11ita allo sbaraglio ... ci t., p. 445 nota 3). 10 1916-20 frequentò la Facoltà di Giurisprudenza di Ferrara. Segul dapprima l'insegnamento di C. M.IGNI, Ricerche sopra lP elezioni episcopali in Italia durante l'alto Medioevo, I, Roma, Sampaolesi, Alessandro Levi, per poi distaccarsene subito, attratto dal pensiero di Croce. Incaricato di ftlosofia 1928. Buonaiuti lo recensiva in «Ricerche religiose», IV (1928), pp. 47 1 -472. Il Il volume del diritto nell'Università di Camerino dal 1926 al 1928, e di Cagliari dal 1928 al 1930. Antifascista dell'opera uscirà, sempre a Roma, nel 1930. convinto, nel 1931 decide di espatriare negli Stati Uniti grazie ad una borsa di srudio della 11 Probabile riferimento al < (cfr. S. RoG,\RI, Max Ascoli e "The Reporter", in «La Critica politica», n.s., 52 Vl, 1980, pp. 112-123). L'Ascoli è autore di un articolo su Buonaiuti in «La Rivoluzione liberale», Roma, 7 giugno 1928 12 (1 925), pp. 49-50, e della testimonianza Ernesto Buonaiuti (Napoli, Arte Tipografica, 1975). Donini lo definisce «assiduo frequentatore di Buonaiuti» (Una vita allo sbaraglio ... cit., p.21 O nota Carissimo, 1 ). Per il suo contributo in campo giuridico, cfr. R. OREccHJ,I, La filosofia del diritto nelle Università Reduce dal m1o consueto pellegrinaggio annuale al santuario della italiane 1900- 1965. Saggio di bibliografia, Milano, Giuffré, 1967, pp. 8-9; M. Ascou, La interpreta, capziosi. Ricordo di Mario T 1nciguerra. Un consm•atore antifascista, in << La Stampa», 15 novembre 1972; E. CI\ILR IN!, La repubblica presiden

Grazie della tua cartolina da Firenze. Bravo! Fa sempre bene un 53

tuffo in quel tesoro di cose belle. Altro se conosco e ricordo il San Roma, 18 luglio 1928 Francesco di Fiesole! Anch'io ho trascorso lassù, ora sono molti anni,

un pomeriggio indimenticabile. Carissimo, A mezzo luglio saliremo a San Donato. Saranno con noi V ergottini Se ti dico che questa mia è, immediatamente, ispirata dal desiderio e Magni - l'ecclesiasticista di cui farai certamente presto la conoscenza. di invocare un tuo intervento, penserai di primo acchito che voglia Un giovane di primissimo valore 4• raccomandare alla tua benevolenza di giudice la domanda di libera Tante cose affettuose ad Adele. docenza in ecclesiastico presentata dal mio amico Cesare Magni 1. E pure A te un abbraccio. mal ti apporresti. Non perché il Magni non abbia bisogno del tuo valido sostegno. Egli viene dalla scuola del Brandileone 2: è uno storico molto Ernesto più che un giurista: e teme, non so quanto a cagion veduta, l'arcigno sapere dello Scaduto 3 e le pregiudiziali ... amministrativistiche del Falco 4• Ma io presuppongo, credo a ottimo buon diritto, che tu sarai automati­ 1 Cfr. lettera n. 37 nota 1. camente indotto a schierarti dalla parte del Magni dalla tua stessa orien­ 2 Cfr. lettera n. 45 nota 1. Sul padre Rosa, cfr. A. M. FIOCCHI, P. Enrico Rosa S. j. Scrittore della Civiltà Ca ttolica, Roma, La Civiltà Cattolica, 1957 (apologetico); A. Zfu\fBARBIERI, Il cattolicesimo tra tazione scientifica e dalla tua conformazione intellettuale. Il volume del crisi e rinnovamento ... cit., in specie pp. 51 e seguenti. Ma si vedano anche, da altro punto Magni mi pare eccellente 5. prospettico, le notazioni del De Luca in L. MAl--GONI, <

1\Jario Falco tra esperienza giuridica e imp egno religioso, in <>, 1995, 1, pp. 215-233; G. FELICIANI, Mario Falco e lo studio del CC ti O Saluti ad Adele. (011101'0» diritto canonico, ibid. , pp. 235-242; F. FINO III R , Man·o Falco e Cesare Magni... citato. 5 Cfr. lettera n. 51 nota 1 O. 6 l\[ax Ascoli (sul quale cfr. lettera n. 51 nota 5) aveva aderito alla <> nel 1928 1 Sulla libera docenza di Magni si veda la nota precedente. e nel giugno era stato ammonito dalle autorità politiche (cfr. AssoCJ,\ZIO�I �.IZIONALI PERSEGLITATI 2 Francesco Brandileone (Buonabitacolo, presso Salerno, 1858- Napoli 1929), storico del rounc1 IT\1.1 \N l \NTIF\SCISTI, Antifasristi nel casella rio politico ... ci t. p. 313). Per questo motivo non diritto italiano. Fu professore di questa disciplina a Macerata, Sassari, Parma, Bologna (ove poté conseguire la libera docenza. insegnò per alcuni anni diritto canonico) e infine a Roma, ove succedette al maestro Schupfer - Pier SiJverio Leicht (Venezia 1874 - Roma 1956), storico del diritto italiano. Nel 1897 si recò nel 1921. La sua impostazione della storia del diritto italiano fu rivolta a contemperare l'elemento a Jjpsia per perfezionare gli studi alla scuola di Dernburg e di Friedberg, quindi passò a Roma romano e germanico con quello canonico. Per potenziare tali studi fo ndò, nel 1928, la <>,

.\ S , a cura di C. ANTONI e R. MllTIOLI, apoli, Edizioni scientifiche italiane, 19662, pp. 428-432; (1956), pp. 5-24, con bibliografia alle pp. 19-24; B. P \R DI I Gli studi di storia del diritto italiano ... cit., C.G. MoR, st1b l'Oce, in Di�onario biografico degli italiani, XIV, Roma, Istituto dell'Enciclopedia pp. 424-426 ; E. CoRTESE, Storia del diritto italiano ... ci t., pp. 797 e 822. Italiana, 1972, pp. 19-21; l. GALLO, Francesco Brandi/eone. Un giurista fra filologia e storia, Salerno, H In effetti una minuta di Jemolo al Leicht si trova scritta sulla busta di questa missiva di Lweglia, 1989; gli atti delle giornate di studio tenutesi su di lui a Buonabitacolo dal 30 settembre Buonaiuti. ln essa Jemolo pregava il Leicht <>, presentandolo come <>. Ed aggiungeva: <>, 1995, 1, pp. 307-341. San Donato, 23 luglio 1928 4 Mario Falco (forino 1884 - Alberone di Ro 1943), allievo di Francesco Ruffini, docente di diritto ecclesiastico a Macerata (1911), Parma (1912), Milano (1924). Nel 1938 fu <> Carissimo Carlo, dall'insegnamento in applicazione delle leggi razziali. Scriverà di lui Jemolo: <

3 Giuseppe Belluzzo, ingegnere e uomo politico (Verona 1876 - Roma 1952). Professore nel Non meno soddisfatto sono per quanto mi dici a proposito del tuo . 1911 al Politecnico di Milano e dal 1929 nella Scuola d'ingegneria di Roma. Depurato nel 1924, atteggiamento nel prossimo esame della domanda Magni per la libera fu nominato ministro dell'economia nazionale (1 O luglio 1925 -9 luglio 1928), poi dell'istruzione docenza in ecclesiastico. Vedrai che il candidato ti riuscirà simpatico pubblica (9 luglio 1928-12 settembre 1929). Ministro di Stato nel novembre 1929, senatore del sotto ogni punto eli vista, anche come dissertatore sul diritto vigente. Regno il l o marzo 1934. 4 La recensione di Buonaiuti era destinata alla prima annata (1928) de «The Journal of La tua premurosa e sollecita amicizia ha pensato a me alla fu tura Modern History». nuova del cambiamento ministeriale. Lo intuisco : te ne ringrazio. Pur non nutrendo eccessive illusioni (il giorno in cui risalirò sulla cattedra sarà una levata di scudi contro eli me più violenta che mai), ho l'im­ 55 pressione che la mia situazione ne sia avvantaggiata. Intanto penso che Subiaco (San Donato), 4 agosto 1928 l'esodo di Fedele è capitato in buon punto 2• L'ultimo, rinnovato inca­ rico è scaduto il 16 giugno scorso e io non ho ricevuto alcuna comu­ Carissimo Carlo, nicazione complementare. A fil eli logica, mi debbo considerare rientrato Fra la prima generazione sandonatese e le successive corrono vera­ nella pienezza dei miei normali diritti accademici ; e se non fo ssimo in mente differenze sostanziali. Ogni anno lo vado constatando con vivezza vacanze, già sarei risalito sulla cattedra. Mi giungerà qualche comunica­ sempre più precisa e più stringente. Senza dubbio, dal punto eli vista zione prima del novembre? Sono indotto a pensare che no. Sicché della preparazione scientifica e della completezza tecnica nessuno ha riprenderò le lezioni. Una, due, fo rse. E poi ... Poi, ne ho il sentore, toccato l'apice cui è pervenuto il Donini o a cui è pervenuto il Pincherle. i gesuiti fa ranno uno sforzo disperato contro eli me. E allora vedrò Ma San Donato non è nato come una succursale all'università o come Belluzzo 3 alla prova. un seminario accademico, buono per mostrare, attraverso la discussione, Quassù sono veramente in ottima compagnia e altri compagni la perfezione del tirocinio scolastico. Il primo San Donato sorse come ugualmente ottimi attendo eli giorno in giorno. Ma quali variazioni nella l'espressione eli un caldo vincolo eli solidarietà fra un manipolo di spiriti, compagine del gruppo e quali sensibili alterazioni all'atmosfera che decisi a realizzare fugacemente, a contatto della natura e nella contem­ respiriamo! Ma i primi anni fu rono qualcosa eli incomparabile ed impa­ plazione, la fraternità scaturente dagli ideali dell'Evangelo. Se questo fu reggiabile! Anche per questo, quanto vorrei risalissero più spesso quassù il fe rmento delle prime estati sandonatesi, debbo pur riconoscere, con o risalissero una volta i compagni eli allora! tanta pena in fo ndo all'anima, che abbiamo perduto dove abbiamo vinto, Io recensirò il tuo Giansenismo anche in una rivista americana eli e che l'avere dei mirabili allievi in una scuola, non è la stessa cosa che storia moderna, che incomincia ora le sue pubblicazioni a Chicago, e che avere dei sicuri fratelli nelle esperienze della religiosità. Pazienza ad ogni rru ha invitato a collaborare 4• modo : l'eterogeneità dei fini è la legge eli ogni manifestazione della vita. Spero che il tuo piccolo sia completamente ristabilito. La «Zeitschrift fili Kirchengeschichte» nell'ultimo suo fa scicolo ha Auguro tanta gioia e tanta fe licità a te e alla tua Adele. pubblicato la mia rassegna del tuo Giansenismo 1. Hai occasione eli Ti abbraccio riconoscente. vederla? Se sì, bene : se no, potrò mandartela io, se proprio avrai vaghezza E. Buonaiuti eli vederla. Sapevo delle nuove voci assegnateci alla Treccani 2. Il lungimirante Tacchi-Venturi ha lasciato andare con molta larghezza, la assegnazione 1 Sulla questione Ascoli, si veda la lettera precedente di Buonaiuti del 18 luglio 1928. delle voci, ma tende, a quanto mi si elice, a rifarsi in maniera vittoriosa, 2 Il 9 luglio 1928 il ministro Fedele era stato sostituito alla pubblica istruzione da Giuseppe imponendo la revisione ecclesiastica delle voci attinenti ad argomenti Belluzzo (vedi nota seguente). Cfr. le ottimistiche considerazioni del Buonaiuti al Cagnola del 14 e del 21 luglio, nonché al Bierri del 21 agosto seguente in L BEDESCHJ, Buonai11ti, il Co ncordato ... religiosi 3• Gentile con l'imprimatur! Non c'è male per il panegirista eli cit., pp. 121-122. Giordano Bruno!

IO 146 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1928 147

Come sono ansioso di leggere il lavoro di Adele, di cui mi parlasti on siamo in grado di indicare il saggio di Adele Morghen a cui Buonaiuti intende riferirsi. La moglie di )emolo, particolarmente interessata ai problemi educativi, pubblicherà due una volta così fugacemente! 4 romanzi: lA trottola e La nonna e i partigiani (Napoli 1969 e 1970), e una serie di racconti Vtva la Io, quassù, mi san portato tutti libri relativi a Gioacchino da tartamga, raccolta di scritti 1939-1970 (Roma 1980). Fiore. Ho preso uno straordinario interesse all'argomento, e spero 5 L'opera maggiore di L. DL'CIIES 'E, Hi stoire ancienne de I'Eglise (3 voli., Paris, Fontemoing, fu posta all'Indice con decreto del gennaio Il quarto volume dell'opera usci proprio di allestire un lavoro suggestivo sul pochissimo conosciuto 1906-191O) 22 1912. a Parigi nel 1925 col titolo L'Eglise au V! ' siècle per le cure di dom H. Quentin e non di dom profeta. Purtroppo da varie parti mi giunge la nuova di lavori ana­ André Wilmart (1876 - 1941), a cui accenna Buonaiuti. loghi che si preparano, e dovrò lavorare di lena per non fa rmi strap­ 6 Come risulta dall'indirizzo della lettera, la famiglia ]emolo passò le vacanze estive a Cattolica, pare la precedenza. in via Dante, presso G. Del Prete. Duchesne è sempre all'Indice. Solamente il IV volume, uscito postumo per cura del p. Wilmart O.S.B., reca l'approvazione eccle­ siastica 5. 56 Quanto rimarrai a Cattolica? 6 E poi, tornerai subito a Bologna, Roma, 22 ottobre 1928 senza fa re una capatina a Roma? - E il vecchio progetto di risalire Carissimo Carlo, insieme al Terminillo? A me par sempre di essere in debito, per questo! Grazie delle amichevoli informazioni che ho trasmesso subito al­ Saluti cordialissimi ad Adele. l'interessato, il quale ancora una volta ti esprime tutta la sua riconoscenza A te un abbraccio di tutto cuore. per tanto benevolo interessamento 1• Tuo Ernesto B. Le mie conversazioni con p. C. hanno avuto il loro logico e preve­ dibile sviluppo 2. Una volta ristabilito il contatto, e una volta constatata l'ormai indiscutibile resipiscenza dei miei interlocutori, era facile prevedere 1 Cfr. «Zeitschrift fiir Kirchengeschichte», Band XLVII , 1928, pp. 135-136. Nella recensione che le conversazioni avrebbero continuato. Si capisce che io procedo Buonaiuti riprendeva in forma sintetica quanto scritto nelle <> ma provvedeva con la massima cautela e con la più vigile diffidenza3. La causa e il anche a smussare i giudizi polemici. movente della mossa inaspettata è sempre per me cosa misteriosa. Mi 2 ]emolo fu chiamato a collaborare all'Enciclopedia italiana per le sezioni diritto ecclesiastico e canonico, storia della Chiesa e diritto pubblico. Le "voci" da lui redatte si possono suddividere pare di poter constatare sempre meglio che un certo pentimento dell'ini­ tra quelle di indole storico-religiosa (<>; <>; «Basilea: Il quo trattamento inflittomi è alle scaturigini di questo nuovo atteggiamento concilio di Basilea>>; «Benedetto Xlii papa>>; <>; «Casistica>>; «Controrifor­ verso di me 4• Tutto il mio sforzo ora è diretto a ricavare da questa ma>>; << D'Annibale, Giuseppe>>; <>; << Giansenio, Cornelio>>; <>; << Molinos, Miguel de) e quelle di carattere dichiaratamente storico-giuridico (<>; <>; <>; <>; <>; cinquennio vado difendendo. «Cappellania>>; <>; «Commenda>>; <>; «Diritto: Diritto ecclesia­ Ti terrò informato. stico>>; <>; «Economato dei benefici vacanti>>; «Exequatur>>; <>; «Galante, Andrea>>; << Matrimonio>>; «Patrimonio: Patrimonio sacro>>; «Patronato: Diritto Saluti cordialissimi ad Adele. canonico ed ecclesiastico>>; «Parrocchia e parroco>>; «Prirnicerio>>; <>; «Re­ Tuo scritto>>; <>; «Rivendicazione: Diritto moderno>>; << Riversibilità e Devoluzione>>; Ernesto «Scaduto, Francesco>>). 3 Sui rapporti tra Tacchi-Venturi e l'Enciclopedia italiana, cfr. G. TuRI, Il fa scismo e il consenso degli intellettuali, Bologna, Il Mulino, 1980, pp. 64-72; Filosofi Università Regime. La Jèuola di Filosofia 1 Si allude alla vicenda Ascoli, per la quale si rinvia alle precedenti lettere di Buonaiuti del 18 di Ro111a... ci t., pp. 269-327; G. NlSTJcù, Mate1iali pet· una storia dell'o'l,aiJizza�one disciplinare deii'EIICi­ e del 23 luglio 1928. clopedia Italiana, in «>, XXXV (1991), pp. 117-123; Io., Og getto e progetto: l'Enciclopedia 2 ella prima decade dell'ottobre 1928 la Curia romana inviò a casa del Buonaiuti <> per annunciargli che era finita l'opposizione Guido Calogero, in <>, XXX.ll (1994), pp. 323-331. al suo insegnamento universitario e che la sua riconciliazione con la Chiesa sarebbe stata facilitata 148 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1928 149

in ogni modo (cfr. la lettera di Buonaiuti al Cagnola del 18 ottobre 1928, in L. BEDESCHJ, Buonaiuti, il Co ncordato... cit., p. 386). Per spiegare l'episodio ci soccorre, m parte, una rmss1va Il guaio è che ho potuto fo rmarmi il convincimento che senza a Friedrich Heiler del 20 ottobre 1928, nella quale Buonaiuti riferisce di esse;e stato contattato riconciliazione io continuerò ad essere tenuto lontano dalla cattedra. Ma ' per telefono, poco tempo prima, da «un sacerdote di curia, un vecchio amico» che lo aveva io sto chiamando in soccorso tutte le mie fo rze per non fa rmi prendere informato del desiderio di discut ere della sua reintegrazione ecclesiastica e che aveva messo a disposizione la sua casa per farlo incontrare con «un gesuita della Gregoriana, intimo del la mano dal desiderio ... fo lle di risalire la cattedra. D supplizio di Tantalo! papa» (cfr. L. GioRGI, Il «caso Buonaiuti» e il Co ncordato ... cit., pp. 324-325). Combinando queste Tuo notizie si può dedurre che gli intermediari del Vaticano con Buonamo furono almeno due: il E. Buonaiuti <> e il <> di Buonaiuti. Per individuare quest'ultima persona la present� lettera a J emolo ci fa sapere che era un religioso la cui iniziale del nome era la lettera C. S1 puo Baci ai tuoi canss1m1, non dimenticabili bambini. allora avanzare l'ipotesi che sotto tale abbreviazione si nasconda il padre Vmcenzo Ceres! . (1869-1 958), missionario del Sacro Cuore, confidente e confessore del confratello Gwvanru 1 Cfr. quanto Buonaiuti scriverà il 7 e 1'1 1 novembre seguente al Cagnola (L. BEDESCHI, Genocchi. Com'è noto, Ceresi sarà vicino a Buonaiuti in diverse occasioni e anche al momento Buonaùtti, il Co ncordato ... cit., pp. 389-390), e al Missir (La vita allo sbaraglio ... cit., pp. 90). Le della morte (Cfr. V. CERES!, Appunti di vita intima, in Giulio Salvadori, Roma 1929, p. 81; Buon aiuti <> di Buonaiuti con il <> si svolsero <> e i missionari del Sacro Cuore - Carteggio Ceresi - Buonai11ti, a cura di F. TL'RVASI, in <> nei primi dieci giorni di novembre <>, Centro per la storia del modernismo,, 1972, 1, pp. 401-410). mezzo a rlifficoltà non lievi>> e si arrestarono agl i inizi del rlicembre 1928. 3 In realtà, Buonaiuti darà dimostrazione, in questa vicenda, di un atteggiamento alquanto incauto (cfr. le osservazioni del Donini in La vita allo sbaraglio ... cit., p. 82 nota 1). . . 4 Sulle motivazioni <> che avrebbero spinto la Curia romana ad ammorbidire l'atteggiamento verso Buonaiuti in un momento critico delle trattative tra Vaticano e Quirinale per la Conciliazione, cfr. L. BEDESCHI, Buonaiutz; il Co ncordato ... cit., pp. 122-125; F. PARENTE, 58

. Buonaiuti .. cit., p. 118; La vita allo sbaraglio ... cit., pp. 82-83 nota 1. Roma, 20 novembre 1928

Carissimo Carlo, on voglio imitare la tua pigrizia, che del resto è solamente unila­ 57 terale, e ti rispondo con la massima sollecitudine. So quanto premurosa

Roma, 4 novembre 1928 sia la vostra affezione e non voglio tenervi all'oscuro delle cose mie. Del resto, chi ci tiene tutti all'oscuro è l'autorità ecclesiastica che, improvvi­ Carissimo, samente, all'indomani della consegna della mia lettera al papa, vale a dire I miei auguri per il tuo onomastico ti giungeranno con ventiquattro circa venti giorni or sono, è caduta in un letargo da cui le mie ripetute ore di ritardo. Ma non avranno perduto per questo lungo la via la sollecitazioni non riescono a destarla 1• La ragione? Arduo individuarla. vivezza e il calore del sentimento con cui li fo rmulo per te. E gli auguri Senza dubbio non deve essere agevole trovare ed escogitare una presen­ per te, sono auguri di gioia e di fe licità per tutti i tuoi cari. tazione decente della ritirata e i mille clamori suscitati dalla prima voce Le mie conversazioni con il mediatore della possibile reint egrazione della prossima mia reintegrazione debbono avere provocato un certo ecclesiastica procedono con un ritmo più tosto complicato 1• Evidente­ panico. Ma ormai il dado era tratto e io non vedo come possano ritirarsi mente le resistenze da vincere perché sia accettato quello che posso dal gioco. Attendo quindi, non con grande fiducia, ma con relativa calma, concedere e non di più si chieda, sono molte e molto bene affiatate. quantunque l'avere constatato che al Ministero continuano a presupporre, Suppongo che il mio patrocinatore si debba trovare spesso e volentieri contro ogni principio di logica, di politica e di convenienza, l'abbinamento a mal partito, fra la mia irremovibile volontà di mantenere la mia inscindibile fra la mia posizione ecclesiastica e quella accademica, mi decorosa coerenza, e il proposito deliberato di qualcuno dall'altra parte abbia messo di cattivissimo umore 2• di fa r leva sul mio non sradicabile attaccamento alla vita carismatica Quel che mi consta in maniera inoppugnabile e che mi ha profon­ della Chiesa per strapparmi una indecorosa capitolazione. damente consolato è che il card. Gasparri si occupa vivamente del mio 150 Lettere di Buonaiuti a }emolo 1928 151

Carolina Pironti, interessante figura di letterata e di femminista apoli 1864 - Roma 1941), caso, nel senso a me più propizio. La vecdùa e benevola s_impatia non presso la cui casa romana, fm dall'ottobre 1919, il gruppo di amici di Buonaiuti era solito è spenta 3. ritrovarsi la domenica per ascoltare la lettura del uovo Testamento (cfr. Pellegrino di Roma ... cit., Già, la commissione giudicatrice delle domande eli libera docenza p. 531 nota 96). Il Morghen rievocherà «il fuggevole ricordo di un'adunata [della koinonia] a palazzo Mattei, a piazza Costaguti, nell'appartamento dell'anziana contessina Pironti, figlia di in diritto ecclesiastico è stata quasi completamente cambiata. Ma tu lo uno degli ultimi ministri dei Borboni di Napoli, in un salotto dalle pareti ricoperte di vecchio hai indubbiamente saputo prima eli me e non ti sarai meravigliato della damasco, fo lte dei quadri nei quali rivivevano le memorie di famiglia della padrona di casa>> (R. cosa. Magni è stato ugualmente chiamato a Sassari ed è partito sabato MoRGIIEN, Critica neo-testamentaria e storia dei cristianesimo ... cit., p. 208). scorso 4• 6 Sui rapporti tra Buonaiuti e la Pironti, si veda: G.L. PoTESTA, Riso7,immto e tomismo ... cit., pp. 270-302. Pincherle ha rifatto capolino a casa mia dopo il matrimonio. Ma la voce del cantar non è più quella! Mi sorprende che tu mi chieda notizie eli Campitelli in rapporto al manoscritto che gli fu spedito dopo scambievole accordo. Si era rimasti d'intesa che la corrispondenza avrebbe continuato direttamente fra voi 59 e reputavo che ormai fo ste già giunti ad una favorevole conclusione. Se mai, gli scriverò ancora io, sollecitando la decisione. Roma, 1 o dicembre 1928 La Pironti, poverina, è qui, allettata ormai 5. Meravigliosamente viva Mio canssuno Carlo, e pronta, non vuol credere alla sciagura più grave. Ma lo spettro della A v evi, a quanto pare dalle ultime dichiarazioni fa ttemi, ragione tu morte compare eli fr equente sul diaframma dei suoi fantasmi, solo per nel ritenere ingiustificato qualsiasi pessimismo. Sembra effettivamente dare alla sua parola una spiritualità impalpabile veramente impressionante. che la temporanea parentesi di arresto nel corso delle trattative sia stata Porterò domani i vostri saluti 6. determinata unicamente dal bisogno di tacitare alcuni elementi violente­ Quanto sarei lieto di rivederti presto qui! mente insorti contro la prospettiva di una mia possibile reintegrazione Ad Adele, ai tuoi piccoli, indimenticabili, l'espressione della rrua ecclesiastica e eli trovare una fo rmula opportuna per presentare al pub­ affezione profonda. blico una conciliazione che è la sconfessione aperta e insanabile eli chi A te un abbraccio. condusse le conversazioni del '26. Ma tu hai ragione di dire che, di Ernesto questi tempi, la cosa più agevole è quella di salvare, al cospetto del pubblico, le apparenze : basta tacere 1• E hai parimenti ragione nel pensare che là dove ha messo la sua opera il card. G.[asparri] non è il caso di 1 Come aveva scritto al Missir 1'1 1 novembre 1928, Buonaiuti aveva «affidato ad una lettera, consegnata al pontefice>> il 1 o del mese >, ottenendo dall'intermediario della curia il preannuncio di un «epilogo risolutivo nel come un'anima di una chiaroveggenza e di una elasticità eccezionali 2• giro di cinque giorni>> (cfr. La vita allo sbaraglio ... cit., pp. 90). È il diritto canonico che crea di questi caratteri mirabili in acume e m 2 Nella sopra ricordata lettera al Missir, Buonaiuti giudicherà tale interferenza tra interessi universitari e provvedimenti curiali come una «contravvenzione in pieno alla legge delle guarenti­ discrezione ...? gie, mai abrogata>> (ibid. , p. 91). Povero Ascoli, pur troppo, può scrivere delle magnifiche cose, ma 1 Evidentemente alla figura del «nunzio>> incaricato di trattare col Buonaiuti, si era affiancato a Camerino non va più, e a Cagliari, dove Ascarelli 3 ha preso troppo il cardinal Segretario di Stato, il che alimentava in Buonaiuti la speranza di una soluzione positiva delle trattative, nonostante i conflitti e le lungaggini della Curia. Ma tali speranze dovevano rumorosamente il suo patrocinio, non va né pure. E vede ora pericolare andar presto deluse, dato che proprio in questo periodo tra Palazzo Venezia e il Vaticano si anche la sua libera docenza 4• Si salverà la sua terza generazione ... ? trattava l'art. 5 del Concordato lateranense (Cfr. in questo volume F. MARGIOTTA BROGLIO, Buonaiuti Voglio sapere da Campitelli perché si è chiuso in questo inesplicabile e )emolo, § 7). 4 Sulle vicende accademiche di Cesare Magni si veda la nota 4 alla lettera n. 52. e poco corretto silenzio. Te ne riferirò. 152 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1929 153

Se, come mi si garantisce, la settimana prossima ci sarà u.r:a decisione 60 propizia sul mio caso, te ne riscriverò. Penso alla cosa con uno strano Roma, 12 gennaio 1929 sentimento composito, di gioia mista a trepidazione, sapendo molto bene Carissimo, come il mio lavoro è tale da non consentire tregua alla mia odissea La mia cartolina deve averti detto l'inquietudine ansiosa con la e pace duratura alla mia anima. quale desidero tue nuove e ho bisogno della tua parola amichevole, ogni Capiterai a Roma presto? volta che il tuo silenzio mi appaia protrarsi oltre il ragionevole. Ai tuoi piccoli tante cose affettuose. Grazie del tuo messaggio e del tuo abbonamento. A te e ad Adele il mio più cordiale saluto. Come vedo, i nostri nomi e le nostre esperienze vanno, per molti, Ernesto associati, magari per ragioni di contrasto, molto più di quanto, pubblica­ mente, non sarebbe lecito argomentare. Se il Toeplitz cingolato di Milano ha trovato di buon gusto sfogare 1 Alla fine di novembre 1928 le tranative tra Buonaiuti e la Curia sembravano del runo il suo malanimo in una recensione globale contro il ... transfuga e il arenate <> e poi del movimento <>. Per Religiose»! Ma io non oso né pur chiedertelo. Chi invita all'eresia ... ? motivi razziali sarà costretto nel 1938 ad abbandonare l'Italia e ad insegnare nell'Università di San Paolo in Brasile. Nel 1945 verrà reintegrato nella cattedra bolognese, da dove passerà Tante cose care alla tua Adele. a quella romana. I molteplici aspetti della sua opera giuridica sono analizzati in vari contributi E tanti ricordi affettuosissimi ai tuoi bimbi. apparsi negli Studi in memoria di Tu llio Ascarelli, voli. I-V, Milano, Giuffré, 1969 (con bibliografia Ti abbraccio. nel l vol., alle pp. XVII-LIII). Cfr. N. BoBBIO, L'itinerario di Tu /fio Ascarelli, ibid. , I, pp. Ernesto LXXXVIII-CXL; S. RooOTA, Stlb I'Oce, in Diifonario biogmfico degli italiani, IV, Roma, 1962, pp. 371-372; A. de GENNARO, L'emmm1tica idealistica. Filosofia politica neoidealistica italiana e interpretaifone, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1993, pp. 107-169. Giova, infine, ricordare che Buonaiuti 1 Allusione alla recensione del p. Gemelli apparsa nella <>, aveva tra i primi collaborato con Ascarelli, Pietro Bonfante, Roberto Mondolfo, Enzo Sereni, X.X (1928), pp. 357-365, col titolo Nu ot•i studi di dottrine religiose, V!!!- Lo studio dello ]emolo sul Alberto Pincherle, alla rivista d'ispirazione gobettiana <>, direna da Paolo Flores. Giansmismo. In essa Gemelli collega\'a intenzionalmente l'ultimo volume di Buonaiuti sul cristia­ 4 Sulle disgrazie accademiche e politiche dell'Ascoli, cfr. nota 6 alla lettera n. 53. nesimo africano <

'�eta erudizione protestantico-tedesca» con lo <>, e della <> del Buonaiuti (cfr. F. MAAGIOTIA BROGIJO, Arturo Ca rlo }emolo e T1ncenzo Del Giudice ... ci t., pp. 243-246). Buonaiuti, dal canto suo, Hai avuto il periodico inglese? 3 Sarai stato certamente lieto dei replicava al Gemelli in una <> delle <>, IV (1928), p. 567. giudizi fa vorevolissimi pronunciati sul tuo volume. E io ne sono stato 2 on ci è stato possibile rintracciare tale articolo. lieto con te. 3 Non sembra che Buonaiuti abbia replicato al Bardi nelle <> del 1929. 4 Cfr. nota 4 alla lettera n. 54. Ricordatemi come io vi ricordo, con tenerezza, vostro

E. Buonaiuti 61

Roma, 17 gennaio 1929 1 Il 14 dicembre 1928 Buonaiuti era rimasto colpito da una grave emorragia addominale, fo rse anche a causa del lungo logoramento psichico (L. BEDESCHI, Buonaiun; il Concordato ... cit., Carissimo, pp. 395-396; La vita allo sbaraglio ... cit., p. 101). Sì, veramente, le mie condizioni fisiche hanno subito un rapido 2 Aldo Checchini (Campodarsego, presso Padova, 1885 - Padova 1973), laureato in giurispru­ denza nell'Università di Padova nel 1907, iniziò l'attività di docente di storia del diritto italiano e ricco miglioramento 1• San tornato, pressoché al completo, alle mie nella <> Università di Camerino (1909-10), vi divenne <> (1910-1 1), ordinario, occupazioni ordinarie e al mio ritmo eli lavoro quotidiano. Penso che né preside della Facoltà, poi rettore (1915-18). ln seguito a concorso passò all'Università di Cagliari pure la pubblicazione del fa scicolo eli gennaio della rivista subirà ritardi (1921-23), quindi, per chiamata, a Pisa (1923-27), a Firenze (1927-32), quindi a Padova (per l'insegnamento di storia del diritto romano, 1932-43, e di storia del diritto italiano, 1943-55). per la mia malattia. Sento eli attaccarmi sempre più a questo periodico in A Padova diverrà anche preside (1941-55) e prorettore (1950-60). Cfr. C.G. MoR, L'opera scientifica cui cerco eli tradurre, in pieno, il programma che avvivò, venticinque di Aldo Ch ecchini, in <>, XL VI (1973), pp. 202-214 (con anni fa precisi, il mio sacerdozio. E posso constatare, con intima e grata bibliografia alle pp. 212-214). Fu storico sensibile ai profili giuridico-dogmatici, che applicò al diritto ecclesiastico offrendo contributi costruttivi : si veda P. BELLINI,Ald o Cbecchini e la dogmatica soddisfazione, che i consensi si sono moltiplicati e il fa scio delle solida­ del diritto ecclesiastico italiano (con rife rimento alla qualificaifone della posiifone del diritto dello Stato verso rietà si è ispessito. Vorrei tanto che la collaborazione al periodico quello della Cbiesa) , in «11 diritto ecclesiastico >>, 1959, pp. 393 e seguenti ; lo., 11 contrib11to metodologico guadagnasse sempre più in ampiezza e in omogeneità. di Aldo C'beccbini e di Arturo Carlo }emolo alla scienza del diritto ecclesiastico e il significato del loro magistero, La tradiifone dottrinale del diritto ecclesiastico, TEDESCHI, Non afferro completamente il significato di alcune oscure tue allu­ in a cura di M. Napoli, Jovene, 1994, pp. 59-84; G.R. G1 \COMAZzo, jemolo e Cb ercbini nella lo ro prospettilla storica, ibid. , pp. 29-38; G. sioni all'indirizzo fu turo della tua attività. Ma, nonostante i tuoi progno­ SARACENI, Profilo scientifico di Aldo Cb eccbini quale cultore del diritto ecclesiastico, ibid. , pp. 13-28; F. stici inclinanti al pessimismo, non so capacitarmi che il tuo posto non �IRGIUIT 1 BROGI.lo, La qualificaifone giuridica delle relaifoni fra lo Stato italiano e la Cbiesa Ca ttolica . . . cit., pp. 13-19, 30-42; FERRARJ, ideologia e dogmatica. .. cit., pp. 58-60, 121, 206. Sotto profilo sia a Roma, a brevissima scadenza. E vedrai che la mia sicurezza ti sarà il teorico si comprendono le riserve che avrebbe opposto all'indirizzo storico del Magni. di ottimo auspicio. A Magni - sia detto in confidenza - la libera 3 Cfr. nota 4 alla lettera n. 54. docenza non è andata poi, a quanto egli racconta, eccessivamente bene. Egli si lamenta - e Brandileone pare si lamenti con lui - di Checchini 2, il quale ha voluto inserire nella relazione riserve e pregiucliziali metodo­ 62 logiche che possono influire, non bene, sulla fu tura carriera accademica Roma, 23 fe bbraio 1929 del nostro amico. Il quale ne è rimasto molto addolorato, molto più eli quanto io non avrei potuto supporre. Carissimo Carlo, Mi spiace assai quanto mi dici eli Campitelli. Non era questo Ti debbo confessare candidamente che anche se tu non mi avessi l'epilogo che mi ripromettevo e speravo quando la prima volta gli scrissi. descritto le condizioni meteorologiche, dominando e imperversando le Ma Campitelli è capriccioso e malsicuro : aggiungi che ritengo versi in quali tu hai scritto la tua ultima lettera ; se anche tu non mi avessi 1929 157 156 Lettere di Buonaiuti a )emolo

stato confessionale. Ma questo proprio perché ho della evoluzione storica confessato le preoccupazioni che assillavano in quel mo�ento il tuo del cattolicismo nell'età moderna una visione coerente e precisa che tu spirito: - si sarà spostato l'asse della terra?, resisteranno i tetti al carico intuisci, anche se non condividi. della neve? - io avrei potuto ugualmente argomentare le une e le altre Perchè tu capisci molto bene come la mia f.ùosofia della storia dal tono disperato delle tue «variazioni». religiosa è molto diversa dalla tua frammentaria e indisciplinata riduzione Le quali si riducono a una ridda di calcoli di probabilità storiche ad unità, che è la negazione di ogni finalità e di ogni Provvidenza. <...> e a una serqua di riflessioni pessimistiche, a volte pencolanti fin verso che verrà non sono altro che una disparità termometrica. il cinismo. Ma tutto ciò è molto teorico e molto lontano dalla realtà. Non ci voleva che meno di una bufera di neve fo lleggiante da tre In concreto, io ho dinanzi agli occhi : la sicura perdita della cattedra : giorni, per suggerire al tuo equanime e lungimirante buon senso, interro­ ancora poco male ; la sicura soppressione della rivista: ancora poco male ; gativi così agghiaccianti. il minacciato intervento di un qualsiasi commissario di polizia per com­ E non ci voleva che meno di quell'altra bufera che tu ti indugi piere sulla mia anima un sacrilego tentativo di profanazione : ed ecco il meno a descrivere, ma che certamente ha pesato sul tuo spirito quanto male che non tollererò. · quella che ha posto in pericolo i tuoi comignoli. il Figurati se ha pesato su di me! L'ho detto ieri l'altro al mio cardinale vicario 3. Se Santo Ufficio Quale mago beffa rdo avrebbe potuto escogitare per una creatura mi consegnerà al braccio secolare per compiere in me una degradazione che sarebbe la soppressione della vita della mia vita, io mi acconcerò umana destino più paradossale e più tragico di quello capitato alla mia vita? Pensa a quest'ultimo episodio. Sei anni or sono, quando io ero a tutte le risoluzioni e a tutti i sacrifici e, rinunciando ad ogni attività ancora nelle grazie del card. Gasparri, io ho ripetute volte, sui giornali intellettuale, resterò a San Donato trasformato in sanatorio di conforto nei quali allora scrivevo, prospettato una soluzione della questione romana dalle uniche due realtà che non smentiscono : la natura e la carità. territorialmente equipollente a quella cui ora si è addivenuti 1• Ora, fa tta questa dichiarazione, attendo tranquillo, con l'anima come Ma tu capisci quali presupposti presiedevano allora ad ogni teorica sgombrata da un enorme peso. trattazione della questione romana e di quali condizioni culturali e morali Grazie, a te e ad Adele, dei fe deli sentimenti. la si concepisse accompagnata. Ti abbraccio. Ora, in regime di conciliazione, io sarò una delle prime vittime del E. B. Concordato. Tu hai veduto indubbiamente quelle misurate e guardinghe antici­ 1 Cfr. [E. BL'ONAIUTI], Co niere z•aticano, in «TI Secolo», L VI, 3 gennaio 1923. 2 Buonaiuti si riferisce all'an. 29 lettera i del Concordato lateranense, il quale recitava: «L'uso pazioni dei giornali, le quali fa nno intuire quel che sarà la manomissione dell'abito ecclesiastico o religioso da parte di secolari o da parte di ecclesiastici e di religiosi, ai operata dal S. Ufficio delle nostre attività elementari. quali sia stato interdetto con provvedimento definitivo della competente autorità ecclesiastica, che Le Guarentigie affrancavano lo Stato da ogni fu nzione di garante dovrà a questo fine essere ufficialmente comunicato al Governo italiano, è vietato e punito colle delle sentenze ecclesiastiche: ora lo Stato accetta in pieno le fu nzioni di stesse sanzioni e pene colle quali è vietato e punito l'uso abusivo della divisa militare» (Raccolta di crmcordati su materie ecclesiastiche tra la Santa Se de e le autorità civili, a cura di A. MERCATI, Città del esecutore. C'è una clausola che mi atterrisce: quella che impone allo Vaticano, Tip. Poliglotta Vaticana, 1954, pp. 99-100). Cfr. anche Pellegrino di Roma ... cit., p. 269.

Stato l'onere di strapparmi la divisa sacerdotale, di togliere a me, unico 3 Basilio Pompili (Spoleto 1850 - Roma 1931), cardinale vicario di Roma dal 7 aprile 1913. ScAVIZZI, RJccARDI, prete colpito per ragioni intellettuali che abbia conservato l'abito, il Su di lui: P. Il cardinale Basilio Pompi/i, Lucca 1941 ; A. Roma (fcittà sacra»?, Milano, Vita e Pensiero, 1979. Per i buoni rapporti del Buonaiuti con Pompili, si veda Pellegrino «visibile signum invisibilis gratiae» - una vera scarnificazione cotesta 2. di Roma ... cir., pp. 147-149, 189, 205-206. Buonaiuti ne scriverà un necrologio in «Ricerche Gli avvenimenti non sconvolgono e non lacerano le mie valutazioni religiose>>, VII (1931), pp. 287-288. La figura di questo cardinale susciterà anche l'interesse di e le mie previsioni. Ero sicuro che ad un accordo di tal genere si Giuseppe de Luca, che traccerà diversi abbozzi d'una sua biografia (cfr. L. MANGONI, << In partibus inftdeliunm ... cit., ad indicem) . sarebbe un giorno addivenuti, e che lo stato fa scista sarebbe divenuto 158 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1929 159

63 ei primi giorni del marzo 1929 diversi quotidiani italiani avevano diffuso la notizia, che circolava già da qualche mese, di una sottomissione e d'un ritorno di Buonaiuti nella Chiesa

Roma, 13 marzo 1929 cattolica (L. BFDF.SCHI, Buonaiuti, il Concordato . .. cit., pp. 143 e 162 nora 16). «L'Osservatore romano» del 15 marzo smentirà tale voce. Carissimo Carlo, 2 Nel fascicolo di «Ricerche religiose>> relativo al maggio 1929, comparivano tre nuovi Sono in debito con te di una risposta ad una tua lettera e ad una collaboratori stranieri : il protestante tedesco Ernst Benz, l'olandese Pau! Hendrix e l'austriaco Joseph Schnitzer. tua cartolina : ma anche tu sei in debito con me di una visita qui a Roma, che tu avevi preannunciato, che non hai più fa tto, e che io avevo tanto intensamente desiderato in questo mio momento. Avrai visto come, quasi non bastassero a rendere tragicomica la 64 mia situazione a questi chiari di luna, giornalisti sfaccendati, sapientemente Roma, 22 marzo 1929 catechizzati dalla clandestina agenzia di p. Rosa, si son dati meravigliosa­ Mio canssuno Carlo, mente a lanciare congetture tendenziose e indiscrezioni capziose, non so C'è un inciso nell'ultima tua canssuna e buonissima - troppo precisamente a quale scopo, non certo a mio vantaggio 1. buona, anzi! - che mi ha sorpreso e, in fo ndo, mi è anche dispiaciuto : Ho dovuto mandare al giornale che primo mi è capitato sott'occhi, là dove tu dici di scorgere in me qualcosa che ti rimane lontano ed la Tribuna, una rettifica, che assodasse due punti, che fissasse cioè la estraneo. È possibile questo? Da tanti anni ormai la nostra amicizia e la posizione di un uomo e la posizione di una data : ho dovuto cioè far nostra familiarità sono delle più intime e delle più trasparenti : da tanti sapere che il p. Gemelli non aveva dovuto affatto declinare l'incarico di anni ormai questa nostra regolare corrispondenza permette a ciascuno di conferire con me, incarico ch'egli aveva espletato sollecitamente fino noi due di seguire, in tutte le sue sfumature, l'evoluzione delle opinioni all'epilogo cristiano della scomunica, e che la 2a mia domanda [di] dell'altro, sotto la pressione degli avvenimenti. Ed ora, nel fr angente in reintegrazione risaliva al 23 ottobre 1928. Non si era già detto che io mi cui a me pare che vengano automaticamente a spiegarsi le aspirazioni ero precipitato ad pedes a pena nota la clausola del Concordato? primitive della mia anima e le volontà più naturali, tu mi annunci di Può darsi benissimo che la mia secca ma necessaria rettifica abbia trovare in me qualcosa che non avresti preveduto. In che modo, preci­ avuto sapore di agrume per alcuni. Ma non è colpa mia se la verità sulle samente? A me, in pratica, la situazione pare sia di una chiarezza e di mie cose è un'arma contro qualcuno ed è il mio destino che l'affe rma­ una semplicità al sicuro da ogni dubbio, da ogni equivoco. Per mantenere zione della verità mi debba sempre costare qualcosa. Ora nulla di nuovo, dopo la breve scaramuccia giornalistica. Sto il mio sacerdozio io sono disposto - e l'ho ripetuto su tutti i toni passivamente, musulmanamente in attesa degli avvenimenti, con una vaga - a fa re tutti i possibili sacrifici personali - ma non sono disposto sensazione in cuore che gli eventi possano pure essere meno fo schi di a fa re quello della mia lealtà e della mia coscienza. Chi potrebbe volere quanto la fantasia non me li abbia dipinti al primo momento. che la mia immagine sacerdotale coprisse il cadavere della mia sincerità? Intanto lavoro al mio Gioacchino e preparo il nuovo fa scicolo Non sarebbe in tal caso la mia una insurrezione contro quella grazia di della rivista, con una collaborazione sempre più varia 2, con una «stan­ cui voglio continuare ad essere ininterrottamente il depositario? Pertanto, dardizzazione» di sommari che vorrei definitiva, finché il periodico sarà nelle laboriosissime conversazioni che si sono svolte e si vanno, ohimé, lasciato vivere. tuttora svolgendo con i più vari tipi di personaggi cardinalizi in questi E tu? E i tuoi lavori? giorni, io, immancabilmente, sono costretto ad arrestarmi là dove i miei Scrivimi, e a lungo. interlocutori prospettano la necessità di un'«abiura» (è la loro parola) E trasmetti ad Adele e ai bimbi l'espressione del mio affettuosissimo che mi ripugna come una mostruosa incongruenza. ricordo. Si compirà, così, fa talmente, il mio destino. Ma non è perfettamente Ernesto logico che lo subisca ora chi ha sempre professato che la grande origi- 160 Lettere di Buonaiuti a }emolo 1929 161

nalità del cnstlanesimo organizzato è nella separaz10ne netta dei valori intelligenza, fin troppo acuta, sembra quasi avere vergogna. Ma come politici e dei valori religiosi? puoi darti l'aria di pensare che l'inquietudine insonne e tormentosa infusa Ma probabilmente la cosa che ti lascia interdetto è, propriamente, nello spirito della nostra civiltà dal messaggio del Regno di Dio possa la mia irriducibile riluttanza ad accettare le profferte venutemi dall'estero1• quando che sia affievolirsi, spegnersi sommersa da un'alta marea di Ma anche questa riluttanza mi pare sia perfettamente consona alle mie ripullulante paganesimo? Lasciarsi trarre in inganno dalle apparenze consuetudini e alle mie vecchie e tenaci aspirazioni. Non ho sempre scandalizzanti del mondo più propinquo sarebbe come un disperare della cercato, innanzi tutto, un'atmosfera di raccolta spiritualità, nel cui <...> raccolta inanzi al seppellimento della semente sotto la neve invernale. mantenere, alimentare, soddisfare, le esigenze innate dell'anima mia? Oh, so bene pur io che proprio qui, nel centro di quel cattolicismo che E come vuoi che vada a dissipare e ad inaridire il meglio di me in un dell'universalità cristiana è l'espressione più alta, il paganesimo sta com­ ambiente arido ed essiccante, come quello di cui il mio Ambrogio mi fa , piendo il suo massimo sforzo di imbarbarimento. Ma è angustia visiva ad ogni lettera, una pittura così agghiacciante? chiudere l'orizzonte della propria speranza ai confini delle Alpi e del Eccomi dunque nell'attesa, passiva e rassegnata, degli avvenimenti. mare. I valori più delicati della tradizione del Vangelo stanno riprendendo, Il momento più doloroso e più lacerante sarà la metamorfosi obbli­ dovunque, vitalità e fe rvore. Non è il caso di levare, lontano, lo sguardo gata della mia divisa. Ma ormai, alla pena e all'amarezza sono accostu­ e <.. .> nella certezza della redenzione vicina? mato : tanta è la angoscia del mio quotidiano contatto con la mamma ... ! Ogni giorno che passa io, pur sotto la marea della avversità più A proposito del Concordato ho letto veramente commenti esteri dura e della prova più aspra, io sento ingigantire nel mio cuore la fe de molto eloquenti : quelli, specialmente, di una rivista belga, Le Fiambleau e rafforzarsi la sicurezza. Non ho sbagliato la mia strada e non ho e di una rivista anglicana, il Modern Churchman. Vuoi leggerli? lavorato invano. Per quanto amaro sia l'insuccesso momentaneo, l'avve­ Tante cose ad Adele. nire, ne sono sicuro quanto del sole che in questo momento batte col Tuo primo suo raggio sul mio scrittoio, è per la nostra tormentata fe de. Ernesto B. Quanto vorrei che la tua anima elettissima sacrificasse un po' del suo freddo acume alla fo llia della speranza! Ti ho mandato una cartolina 1 Per interessamento dell'amico Giorgio La Piana, Buonaiuti fu invitato a trasferirsi negli da San Donato. Stati Uniti per insegnare in una di quelle Università (cfr. L. BEDESCIII, B11onaiuti, il Concordato ... Come dire grazie al tuo Ti ti 3 per il suo augurio? Bacialo per me. ci t., pp. 176, 428; La vita afio sbaraglio ... cit., p. 163 nota 2). A voi il più cordiale augurio. Ernesto 65

Roma, 3 aprile 1929 1 Espressione greca che si avvicina a l Te ssalonicesi, IV, 13 (al plurale) e a Eje sini, II, 12.

2 Già nel periodo post-bellico - il 29 novembre 1919 -]emolo aveva confidato all'amico Carissimo Carlo, Mario Falco: «Attraverso una di quelle crisi di antropofobia nelle quali debbo chiudermi nella mia Se dovessi prendere alla lettera le enunciazioni desolate della tua rana, avendo ad odio e schifo me stesso e gli altri». Ed aveva amaramente concluso: << Certo è una grande disgrazia soffrire così intensamente e costantemente il male di vivere, e non potere strappare lettera (come l'hai potuta scrivere nel dì della Risurrezione, pegno della da sé quel residuo di paura religiosa che impedisce di farla finita>> (cfr. S. FERRARJ, Storia di d11e universale rinascita?), io ti dovrei disperatamente compiangere come un roncorsi. . . cit., p. 272 nota 9). Tre anni più tardi ]emolo aveva affrontato il tema Ottimismo e pessimismo IlE exov EÀm8a 1, come cioè uno spirito privo di quel che è, secondo cristiano, nella buonaiutiana <> (IV, 1922, fase. 4). Sul «pessimismo>> esistenziale e antropologico di ]emolo, cfr. quanto scrive N. BoBBIO, Anni di prova, in l'aforisma <. .. >, il primo germe deposto nell'anima razionale, la speranza. Giomata lincea nel centenario della nascita di Arturo Ca rlo ]emolo ... cit., pp. 24-26. Ma io ti conosco troppo bene per non sapere che sotto la patina del 3 Guglielmo Luigi, il figlio degli Jemolo, poi medico ospedaliero, prematuramente scomparso tuo fr eddo e arido pessimismo 2, è il fuoco di una fiducia di cui la tua nel 1971.

Il 162 Lettere di Buonaiuti a )emolo 1929 163

66 Ora ti domando: credi tu che l'autorità ecclesiastica possa passare Roma, 20 maggio 1929 all'esecuzione la sentenza, che mi vieta il vestito, emanata tre anni fa, o dovrà ufficialmente e pubblicamente rinnovarla, sì che io ne debba Carissimo, avere preavviso? E, comunque, credi tu che l'autorità poliziesca, prima Attendevo con desiderio la tua lettera. Quel giorno che veniste tutti eli tradurre in atto e dare esecutorietà alla sentenza, possa fare a meno eli fin quassù, a portarmi il dono della vostra graditissima visita, io mi darmene comunque comunicazione, mettendomi sull'avviso? rammaricai molto che quella specie eli fobia che ora mi accompagna e che Se sono costretto al durissimo passo - estrema umiliazione per la ad ogni minimo allarme mi fa temere la ripresa del mio male insanabile mia anima sacerdotale -, non debbo compierlo un istante prima del ed insidioso, non mi permettesse eli godere come avrei voluto della vostra necessario. Ma non debbo né pure procrastinarlo in modo da offrire il cara compagnia. E da quel giorno, nulla avevo più saputo eli voi. Si destro ai miei nemici eli farmi cadere in un trabocchetto. Mi capisci. è placata costi la terra o le scosse continuano a tenervi in apprensione? Attendo il tuo parere. E ti ringrazio eli tutto cuore. Le mie condizioni fisiche sono eli molto migliorate. Ma le mie Domani esce la rivista. Ti raccomando la lettura delle ultime quattro condizioni morali, lo capisci, sono ancora alla mercé dei tristi ricordi pagine 4. della perdita che ha schiantato il cuore della mia povera mamma, e delle Tante cose ad Adele carissima. amare previsioni sull'imminente avvenire. E baci ai tuoi adorabili bimbi. Anche a me il destino strabiliante ha riaperto, sol per quanto A te un abbraccio. concerne la posizione accademica, il cuore alla speranza. Ma altra è oggi Ernesto la mia preoccupazione: quella della mia divisa. Anzi, in proposito, debbo chiederti un parere: se lo consenti. 1 Verosimilmente il cardinal Pompili. Ti ho detto come all'indomani della prima divulgazione dei patti 2 Buonaiuti aveva cominciato a frequentare come allievo esterno le scuole ginnasiali del lateranensi, mi precipitai dal mio cardinale 1, e gli dissi che la prospettiva Pontificio Seminario Romano il 2 novembre 1892 (cfr. Pellegrino di Roma... cit., p. 16 e 518 nota del forzato abbandono dell'abito mi spaventava e che sarei stato disposto, 6 di M. Niccoli), vi era poi entrato come allievo interno solo nell'anno scolastico 1894-1895 (F. PARENTE, Ernesto Buonaiuti... cit., p. 7). per scongiurarla, a fare ogni sacrificio, meno quello delle mie convinzioni. 3 Cfr. nota 2 alla lettera n. 62. E invece è proprio questo ultimo che mi pongono per condizione. 4 Buonaiuti si riferisce aUa nota di Mario Niccoli e di Ambrogio Donini, Al P. Agostino E allora son costretto a pensare io al da fare. Gemelli, apparsa in <>. Più in generale, fiera invettiva di Mario e di Ambrogio!3 Mi dicono che ieri mattina, al cfr. F. FtNOCCI!l \RO, Sa nti Romano e il diritto eccluiaJtico, in «Il diritto ecclesiastico>>, LXXXVI Campidoglio, mentre Gentile proclamava altamente che «nessuna bandiera (1975), pp. 173-187. 2 Allusione al discorso rli Gentile in Campidoglio del 25 maggio 1929. culturale dovrà essere ripiegata qui in Roma», il «frate» era verde di bile. 3 Cfr. nota 4 alla lettera n. 66. Ma c'è ancora da temer lui e i suoi compari. Chi sa che cosa saranno 4 Sulle conferenze rli Lambeth, la residenza lonrlinese dell'arcivescovo di Canterbury, primate capaci di escogitare per non vedermi risalire la cattedra! d'Inghilterra, e sulla loro importanza per il movimento ecumenico, cfr. H. RENAUD Tt;RNER BR,It-.DRTH, I tenlatÙ'i di riavvicinamento reciproco delle Chim nel corio del Jecolo in Sto ria del Sì, mio caro, il movimento per la riunione delle chiese è cosa che XIX, mot>ÙIIenlo emmenico dal 1517 al 1948, a cura di R. RoL'SE e S. C. NEII.L, II, trad. it., Bologna, Il va guadagnando sempre più in serietà e in concretezza. Sai, ad esempio, Mulino, 1973, pp. 99 e seguenti. Buonaiuti seguiva in quegli anni con assiduità gli sviluppi del che proprio in questa ultima settimana già tutte le denominazioni rifor­ movimento rli riunione delle Chiese: cfr. <

un altro guadagnato in salute e auguro anche più restauratore nposo per la un periodo eli inazione. E mi attendo, per l'anno prossrmo, imminente stagione eli bagni. volume eli tuo pugno! Io salirò a San Donato il 18, con parecchi dei vecchi compagni, Ricordatemi come vi ricordo. e con qualcuno nuovo, a rinnovare così la ritemprante esperienza dei Baci ai tuoi carissimi bimbi. rrue1 primi anni universitari. Ernesto B. E a pensare, più tranquillamente, al mio destino. Più penoso e in­ 1 Evidentemente Buonaiuti si era illuso sulla portata effettiva dei discorsi pronunciati da certo e gravoso che mai. Eliminata ormai ogni più esile possibilità eli Mussolini in Parlamento il 13 e il 23 maggio precedente circa la tutela della laicità dello Stato riconciliazione ecclesiastica, io sono alla mercé degli avvenimenti per e l'autonomia della ricerca (cfr. B. Mt:ssoLINI, Gli accordi del Laterano. Discorsi al Pa rlamento, Roma, quel che riguarda la mia attività esteriore. Ci sono state negli ultimi Libreria del Littorio, 1929, pp. 1-108 (discorso alla Camera) e pp. 109-133 (discorso al Senato) ; cfr. L. BmESCHI, Buonaiuti, il Concordato . .. cit., pp. 154-160; P. ScorroLA, Chiesa e Stato nella storia discorsi del Capo del Governo alla Camera e al Senato enunciazioni così d'Italia, Bari, Laterza, 1967, p. 636). Oltre che in questa lettera a Jemolo, Buonaiuti esalterà «i solenni sulla libertà garantita alle discussioni in materia religiosa, che io discorsi veramente memorandi che il capo del Governo ha pronunciato alla Camera e al Senato>> ho reputato mio dovere, eli fronte all'ideale che professo da venticinque nella nota Ca ttolicesimo e cultura in Italia, apparsa nel numero di luglio 1929 di «Ricerche religiose». 2 Si tratta di suor Maria Valeria Pignetti, di nobile famiglia piemontese, morta nel 1961. Nel anni senza un giorno eli riposo e eli stanchezza, di prenderne atto 1918, mentre prestava servizio come religiosa in un ospedale militare di Roma, aveva incontrato egoisticamente e basare su eli esse il futuro lavoro 1• So benissimo le Buonaiuti e da questi aveva ricevuto l'incoraggiamento per fo ndare un'opera di assistenza (cfr. difficoltà enormi che si oppongono ad una mia rioccupazione della Pellegrino di Roma . .. cit., p. 164). Uscita dall'ordine francescano si era ritirata nel 1919 a Settimo cattedra. Ma è mio vecchio motto : sperare contro ogni speranza e nulla Vittone e, successivamente, nell'ex-monastero benedettino di Campello sul Clitunno, dove aveva dato vita ad una comunità religiosa particolarmente sensibile alle istanze ecumeniche. Su di lei lasciare d'intentato eli tutto che possa aver l'aria, anche illusoria, eli e sui suoi rapporti con Buonaiuti, cfr. L. B!:.DESCIII, Maria Pastore/la e l'eremo francescano, in Centro avvicinarmi alla meta e di agevolarmi il compito quotidiano. Per guanto per la storia del modernismo, «Fonti e documenti», 1987-88, n. 16-17, pp. 194-268. senta eli andare invecchiando, la mia volontà eli lottare per le mie idee 3 Amena località di villeggiarura (m. 953 s.l.m.) nella provincia di Aosta, sulla strada che da Pont - Saint - Martin conduce a Gressoney - La - Trinité. non si estingue e non si affievolisce. E nella lotta trovo una gioia che mi ripaga eli tutte le ingenti amarezze che costituiscono il quotidiano regime della mia alimentazione spirituale. Quanto tempo ancora potrò 69 andare innanzi cosi? A volte mi assale il pensiero della brevità del tempo San Donato, 25 agosto 1929 superstite e ne sgorga la brama eli affrettare il passo e eli rompere qualche ostinato indugio. È così complessa la mia esperienza e tanti aspetti, Ma bravo, il mio Carlo Arturo! Dopo avermi fatto desiderare tanto ancora, ne ho lasciato nell'ombra. Per sempre? Non so... un suo messaggio, che rompesse il lungo silenzio, mi manda una bella Salgo a San Donato con desiderio e ansia vivissimi. Amo quell'an­ presa in giro, descrivendo San Donato come un albergo internazionale, golo eli montagna eli una tenerezza fino esagerata. Mano mano che le scalo eli «globe trotters » provenienti dalle cinque parti del mondo. Ma no, condizioni fisiche mi rendono più intensa la gioia della montagna, il mio mio carissimo. Quest'anno San Donato è stato effettivamente un eremo. affe tto per le altezze si acuisce fino all'esasperazione. Ricordi l'ormai Poca gente e tantissimo silenzio e raccoglimento. Proprio quello che ci lontana negli anni ascensione al Rosa? In questi giorni ho avuto occasione voleva per i miei nervi stanchi e per la mia intima tristezza spirituale, eli eli ricordarla con accoramento nostalgico, perché Maria Pastorella 2, per cui capisci bene il donde. Anche poco lavoro, purtroppo, per lasciar posto consiglio del medico, va a trascorrere a Issime l'estate 3. Il luogo del alla riflessione e alla contemplazione. Ho tanto, sempre, da pensare ai casi nostro incontro. Rivedrò più i 4000 metri? Purtroppo, credo che no. miei! - In cambio, ghiribizzi violenti del tempo : temporali violenti E tu? e bufere iraconde eli vento, e tramontane improvvise, per cui sembrava A che attenderai durante l'estate? Non posso né pur pensare che la e sembra anche oggi eli aver qui un anticipo dell'inverno. Chi si raccapezza tua mirabile attività, la tua inquieta e avida intelligenza, si condannino ad più in questo mondo eli sconvolgimenti e eli stramberie? 168 Lettere di Buonaiuti a }emolo 1929 169

Ci vogliono solo i giuristi per vedere sempre tutto chiaro e simmetri­ Ma addentrarmi nell'esame di simile prodigiosa capacità e istituirne camente architettato, anche quando la logica del buon sensò è mandata la valutazione sarebbe compito ... di psichiatra. Ed io non voglio emulare a carte quarantotto. Che prodigi di virtuosismo giuridico non hai tu compiuto Gemelli. Ohibò! nel tuo ecletticissimo saggio sul nuovo stato del Vaticano? 1 Solo che io, A proposito del quale, hai tu veduto la sua minacciosa dichiarazione,

leggendolo, non potevo non pensare - è la mia infausta fissazione- come degna di Mannaggia la Rocca, nell'ultimo fascicolo della «Riv. [ista] di tutto pare in antitesi irreconciliabile con la parola di Cristo. Povero Vangelo, fù .[osofia] neoscol.[astica]»? 2 Edificante, davvero! L'avevi tu definito in quali mani sei capitato! Per questo, non posso essere scettico e pessimista «trouveur d'affaires». Ma è un temibile baro costui. Dopo aver lanciato come te. Dovrà pur venire una reazione qualsiasi a questa mostruosa contro di me la più sanguinosa e malvagia ingiuria che sotto la satanica contraffazione di cristianesimo da un animo ammalato! pressione dell'odium, non solamente theologicum, un uomo possa lanciare Scrivimi più spesso. Spero che i tuoi bambini stiano veramente contro un altro uomo, ha il toupet di fare l'agnellino vilipeso e di meglio. Quando rientrate a Bologna? Tante cose care ad Adele. prendersela con me per le legittime ritorsioni di altri da lui stesso chiamati Tuo in causa. Quasi io vada mendicando truppa a copertura. Con tutta la E. B. migliore disposizione al perdono, questa volta risponderemo come si conviene. E poi vedremo cosa farà il minaccioso frate.

1 Cfr. A.C. J E;\loLO, Ca rattm dello Stato della Città del Va ticano, in «Rivista di diritto internazio­ Sarò a Roma di ritorno martedì prossimo, 10. Debbo preparare il nale>>, 1929, pp. 188 e seguenti. Jemolo aveva manifestato il proposito di dedicarsi allo studio del fa scicolo di settembre. Credo che i 4 testimoni delle conversazioni del <> concordatario in una lettera ad Edoardo Ruffinidel luglio 1929 (cfr. Ca ro Falco. '26 - Mario, Alberto, Ghisalberti 3, Donini - risponderanno insieme al Lettere di Francesco lù'.!fini.. . cit., p. 280). francescano, veramente da parodia, che li ha dipinti come compiacenti

manutengoli di un pazzo! 4 Tornando al nostro dissenso, ho l'impressione che, ridotto alle 70 proporzioni cui tu l'hai riportato, consenta di dir qualcosa di più anche San Donato, 5 settembre 1929 di quel che tu dici nella tua conclusione. Perché proprio non vorrei tu Carissimo, pensassi che io sia tanto fa cile all'illusione da immaginarmi che quella Ma no, mio carissimo e apprezzatissimo. Non sono io che pungo in tale ondata di ripullulanti valori cristiani sia per sopravvenire a imminente te il giurista, rotto a tutte le sottigliezze e a tutte le raffinatezze dialettiche. scadenza. So anch'io quali lunghe oscillazioni esiga il ritmo della storia Caso mai, non lo pungo più di quanto non lo punga tu stesso, quando spirituale. Ma quel che vedo con la ragione non avverto col sentimento. dell'attività giuridica fai quel po' po' di... celebrazione a rovescio che E la mia vocazione mi porta ad agire come se il desiderato fo sse agevole, è felicemente tratteggiata nella prima parte della tua deliziosa lettera. Con e portata di mano. È il sentimento che si solleva e reagisce alla ragione. questo in più. Che tu pungi il Carlo Arturo giurista senza attenuanti Qui la genesi dei miei tormenti, delle mie iatture : ma anche delle mie e senza contropartite. Io invece quando ... ammiro il virtuosismo veramente intime gioie. E qui la gioia «nemo tollet a me»! 5 sorprendente con cui ti muovi fra gli idola dell'«arte logica», penso al Carlo Arturo del ' Giansenismo, con la sua capacità viva e pronta di muoversi e di commuoversi fra realtà di ben altro contenuto e di ben diversa portata. Dissenso irrilevante sempre - sepolto del resto sotto la «nuova» Caso mai posso rimanere interdetto al cospetto della signorile duttilità del mio affetto vivissimo per te -. Saluti ad Adele. E baci ai tuoi con �a] quale il tuo spirito e la tua intelligenza trascorrono, tradendo la angioletti. medesima padronanza, dalla esplorazione dei più vitali problemi dell'anima religiosa a meno vitali «trascendentalità» della dialettica giuridica. Ernesto 170 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1929 171

1 Buonaiuti scrive : dello. preso di petto perché mi sembrasse conveniente esimermi da una rispo­ 2 Padre Gemelli, qui paragonato alla maschera del generale spaccone nei carnevali romani dell'Ottocento, aveva replicato agli amici di Buonaiuti con una Dichiaraifone. Al Rev. Prof Buonaiuti, sta 3. E poi spero di non parlarne più. pubblicata nella <

al 1941 -, si era dedicato all'edizione della Vìta di Cola di Rienzo dell'anonimo trecentesco (Firenze 1923). Sulla sua personalità e molteplice attività, si rinvia ai diversi articoli a lui dedicati nella Ernesto «Rassegna storica del Risorgimento», LXX.Ill (1986), pp. 416-523. 4 Cfr. nota 2 a questa lettera. s Cfr. Ciomnni, X, 18. 1 In realtà, l'edizione del Tractatus super quatuor Evangelia di Gioacchino da Fiore, curata da Buonaiuti sui codici di Padova e di Dresda, apparirà nei primi mesi del 1930 nella collana «Fonti per la storia d'l tali a» dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo. 2 Buonaiuti pubblicherà, in effetti, nel corso del 1929, degli articoli su San Paolo (cfr. Bibliografia 71 degli scritti di Ernesto Buonaiuti. . . cit., nn. 1235 e 1243), ma una vera e propria sintesi monografica apparirà solo nel 1933 col titolo Il messaggio di Paolo, Roma, C. Calzone (pp. XXXVI, 132). Roma, 4 ottobre 1929 3 CemPIIi ... e noz1, in «Ricerche religiose», V (1929), pp. 479-480. 4 Il iccoli era entrato neli'«Ufficio schedario>> dell'Enciclopedia italiana (cfr. G. L\ZZARJ, Carlo canssuno, L'Enciclopedia Tre ccani. Intellettuali e potere durante il fa scismo, Napoli, Liguori, 1977, pp. 46-47). Spero che ormai, rientrati nella vostra tranquilla e sorridente casa 5 Balbino Giuliano (Fossano 1879 - Roma 1958), professore nell'Istituto superiore di Magistero bolognese, i bimbi abbiano ritrovato, integra, la loro consueta, fiorita di Firenze, nell'Università di Bologna e dal 1923 nell'ateneo di Roma (filosofia morale). Deputato dal 1924 e senatore dal 1934, fu chiamato a ricoprire diversi incarichi politici: nel 1924 floridezza e che voi altri siate perfettamente rasserenati. sottosegretario al Ministero della Pubblica Istruzione e dal 12 settembre 1929 al 20 luglio 1932

Mi dispiace molto che per quest'anno abbiate rinunciato al vostro ministro dell'Educazione Nazionale. Cfr. G. ToGNON, stib 110ce, in Il Parlamento italiano . .. cit., XII, abituale viaggio autunnale romano. Milano 1990, p. 454. Sarebbe stato così grato al mio spirito rivedervi qui e parlare un po' con te di uomini e cose! Io non ho trovato grandi novità al mio ritorno. Gran pacchi di 72 bozze della mia edizione gioachimita, che, spero, verrò ultimando negli Roma, 17 ottobre 1929 ultimi mesi di quest'anno 1• Sollecitazioni da chi vuole stampare il mio volume illustrativo di Gioacchino, del suo tempo, del suo messaggio. Mio canss1mo, Ma ancora il manoscritto non è pronto ed io ne avrò ancora per qualche Io sarei perfettamente d'avviso con te di lasciare l'edificantissimo mese di lavoro. Dopo, se Dio vuole, di Gioacchino non mi occuperò intonacato di Milano al suo immancabile destino se ancora non ci fosse più. E tornerò, fo rse, al mio vecchio sogno : un san Paolo ampio in alto chi è disposto a concedergli un illimitato credito. D'altro canto, e prospettato da tutti gli angoli, come lo vado vagheggiando da un questa volta, la sua sfrontata provocazione esigeva una dichiarazione ventennio 2. qualsiasi da parte mia 1• Ora, del resto, puoi stare tranquillo, non repli­ Il fascicolo di R.[icerche] R.[eligiose] che uscirà ai primi giorni della cherò più. Ma il comico, tuttora, in questa faccenda è che mentre si prossima settimana conterrà una breve replica a Gemelli: ero troppo svolge una così poco nobile polemica, il frate chiede ancora di abboccarsi 172 Lettere di Bttonaiuti a ]emolo 1929 173

con me e eli adoperarsi in m1o favore! Naturalmente mi sono rifiutato eli 4 Nel recensire il I volume delle Ricerche sopra le ele�oni episcopali ... , Francesco Ruffini poneva anzitutto in risalto l'importanza del tema scelto dal Magni, «che rappresenta uno degli aspetti più riceverlo. caratteristici dello sforzo secolare della Chiesa cattolica per svincolarsi da tutti gli impacci locali, Ho scritto subito al Piacentini 2 comunicandogli il tuo desiderio da tutte le intromissioni laiche, da tutte le partecipazioni di organi inferiori e decenttati, verso la e indicandogli il tuo recapito. È quasi s1curo ch'egli stesso ti manderà il fo rmazione di quella costituzione autoritaria, gerarchica, accentrataa, sotto ogni riguardo rigida­ mente assolutistica, che solo di questi nostri tempi le è riuscito di attuare a pieno». In questo suo volumetto 3• senso la ricerca presentava «non soltanto un interesse di carattere scientifico, ma una reale Sono curioso eli vedere quello che scriverai tu sull'argomento. importanza informativa ed orientatrice in un campo, ove flussi e riflussi delle più opposti A proposito, l'amico Magni, tutto ringalluzzito dalla recensione che il correnti continuamente si alternano». Successivamente, Ruffini lodava il metodo e la serietà dell'opera del Magni - «le sue conclusioni si potranno accogliere o respingere, ma non vi si Ruffini ha fatto del suo volume 4, dopo aver letto il tuo opuscolo sulla trova nulla di avventato, di non fo ndato su tutti i documenti, di non maturamente vagliato» -, figura giuridica della «città del Vaticano» ha mostrato vaghezza eli sapere anche se «alla solidità della costruzione>> non corrispondeva «la finitezza fo rmale», soprattutto se tu patrocini la inscinclibilità del Concordato dal Trattato. Sarei curioso per ciò che riguardava lo stile. La recensione si concludeva con un alto elogio : «quest'opera del anch'io di sapere che cosa tu pensi in argomento 5. Magni costituisce il contributo più serio e importante, che la nuovissima generazione dei nostri canonisti abbia recato alla disciplina del diritto ecclesiastico, e in una parte ove essa, ripeto, è più Sapevo da Ruffini stesso del suo grande lavoro manzoniano 6. Quale bisognosa di giovani e ben preparati lavoratori» (<< Rivista di storia del diritto italiano», II [1929], bella e versatile attività la sua! pp. 337-340). Il conte Guadagnini, felice del vostro incontro, mi ha tanto parlato 5 Più che esprimere le sue opinioni in merito, Jemolo si preoccupò, almeno in quegli anni, di far conoscere le diverse tesi in campo internazionale nelle rassegne bibliografiche di periodici di voi. La contessina è ancora viva e sta benino. Doveva trattarsi eli una stranieri pubblicate nella <

1 Cfr. nota 3 alla lettera n. 72. 73 2 Sui legami affettivi di Buonaiuti con la città di Roma, cfr. quanto scrive il Donini in La vita Roma, 26 ottobre 1929 allo sbarag lio... cit., p. 177 nota 1. 3 Il riferimento è al pericolo di emorragie addominali, che avevano colpito Buonaiuti nel Carissimo, marzo 1921 e nel dicembre 1928. Il Piacentini mi ha scritto espressamente per comunicarmi che ti aveva mandato il suo volumetto 1, aggiungendo che il tuo nome era già, indipendentemente dal mio richiamo, nella lista di quelli cui egli stesso si proponeva di mandare la sua pubblicazione in omaggio. Spero 74 quindi che il libro sia già ormai nelle tue mani. Del resto non credo Roma, 19 novembre 1929 che tu vi troverai gran che di cui giovarti. Quel che c'è, è cosa Mio canss1mo, indubbiamente per te presupposta : e quel che non v'è ... solo tu potrai Oh, quanto pessimismo nelle tue parole! Ma in compenso, quanto dirlo! Sarei curiosissimo di leggere qualcosa di tuo sull'argomento ottimismo e quale magnifico esempio di laboriosità instancabile nella tua delicato e interessante! Sei un così fine e lucido giurista! Dicono che in opera! 1 Dove trovare, nel mondo accademico italiano, un'altra figura me c'è uno sdoppiamento di personalità, fra il credente e il critico: me come la tua, un'altra produttività, altrettanto versatile e altrettanto acuta? lo ha ripetuto, indovina un po'?, il p. Gemelli, venuto qui in casa No, no, mio caro: non fare torto a te stesso, il tuo lavoro e la tua a fa re ammenda delle sue malefatte polemiche (per carità, non propalare azione sono più alti di ogni encomio e le tue capacità, ben lungi dal la piccante novella!). Ma in chi mai non esistono sdoppiamenti di poter subire un arresto, sono più alacri e deste che mai. Logico che noi personalità? Quale sdoppiamento più tipico di quello che esiste fra lo ti giudichiamo molto più autorevolmente di quanto tu non possa giudi­ Jemolo giurista e canonista e lo Jemolo storico e valutatore dei fa tti care te stesso. religiosi? Ma non voglio insistervi. Perché temo molto di scoprire un Vedi perfino la terza pagina di «Regime fascista»! Vorrei sapere che terzo J emolo, che già qualche volta ha fatto capolino nelle lettere : lo cosa mai ti può sfuggire! I volumetti dello Janni sono sempre molto bene Jemolo molto geloso dello stesso suo primo sdoppiamento - per informati e molto sagacemente ispirati 2• È uomo dalle idee lucide, dal difendere il quale non è alieno dal rilevarne un altro ... ! giudizio equilibrato. Quantunque io non dovrei dirlo, visto che è, fra gli Figurati se anch'io non vorrei vederti un po' con calma qui. Anzi, evangelici, quegli che ha più favorevolmente valutato e giustificato la mia io ci contavo esplicitamente su un tuo viaggio romano settembrino. situazione, che, come sai, non ha riscosso molti consensi da quella parte 3• Non era nelle vostre simpatiche consuetudini? Invece avete optato pro Mi metti un po' in imbarazzo chiedendomi informazioni bibliogra­ Venezia: e avete abbandonato i romani al loro destino. Ah, dimentichi fiche sul mio vecchio amico del Santo Uffizio. Non mi sono gran che figli di Roma ... ! 2 occupato di lui. Ma penso che il periodo suo più brillante sia stato Che io mi muova è ben difficile. Ho, ormai, tale maniaca paura di quello del suo segretariato di stato durante il pontificato di Pio possibili ricadute nel mio male che sento sempre in agguato, che per X - e quel pontificato - la Dio mercé! - è larghissimamente docu­ evitare rischi mi attengo al mio regime, come il primo giorno dell'ultima mentato 4. convalescenza 3• Ho visto Magni, in visita di congedo, parecchi giorni or sono. Risalirò pure un po' a San Donato, il prossimo novembre. Tornava a Sassari. Parteciperà al prossimo concorso di storia del diritto. Quando voi ritornerete lassù? Sareste così i bene accetti! Ha avuto una lunga conversazione con Ruffini, che, a quanto pare, l'ha Ti abbraccio con molta tenerezza. accolto con grande cordialità. Ernesto Hai ben scherzato domandandomi quando sarà bandito un concorso Tante cose affettuose ad Adele. per la storia del cristianesimo. A questi lumi di luna? 176 Lettere di Buonai11ti a }emolo 1929 177

La candidatura posta dall'Omodeo alla successione di Schipa 5 è un Sono stato molto lieto di rivederti cosi fresco, vivo, desto, come eloquente indizio, mi sembra, dei prognostici climaterici. È vero che la sempre sei stato. Tu amplifichi la mia capacità di superare, con le mie candidatura è stata ritirata, per imposizione, dicono, del magno Gentile risorse intime, le amarezze, le preoccupazioni, i disinganni. Se sapessi, che ha dato al pavido suo allievo assicurazioni perentorie. Ma una a volte, quale sforzo angoscioso e quale tensione logorante nasconde il cattedra conservata non vuol dire un concorso aperto. E il buon Pin­ mio sorriso! Mi pare che tu più tosto, con la tua operosità multiforme cherle, se non vuole rimanere tutta la vita libero docente, dovrà ripiegare e inesauribile, con la tua duttilità mentale e spirituale senza limiti, meriti sulla storia antica, che non assicura, a quanto pare, ai suoi cultori la molto più a buon diritto quello che tu dici di me. Quando io leggo le ricetta della longevità. tue memorie strettamente giuridiche cosi sottili, cosi fini, così stringenti, Checché tu dica, io ti vedo a Roma a breve scadenza. E me ne così impeccabili, come faccio a ricordarmi che in te c'è anche quella tale rallegro in anticipo, con tutta l'anima. razza di storico e di psicologo che ha dato la misura della sua virtù nel Saluti cordialissimi ad Adele. magnifico volume sul Giansenismo italiano? Per questo sono molto lieto A te un grande abbraccio. che la Enciclopedia ti offra voci dalle larghe proporzioni, di natura strettamente storico - religiosa 2• Così non abbandonerai il tirocinio in cui Ernesto meglio spiccano le tue doti. Sono stato molto soddisfatto di quel che mi hai detto sulla even­ tualità di un non lontano concorso per diritto ecclesiastico. Sarà felice 1 Per gli scritti maggiori pubblicati da Jemolo nel corso del 1929, si rinvia alla bibliografia premessa alla Raccolta di scritti in onore di Arturo Carlo ]emolo, I, t. 1, Milano, Giuffré 1963, p. IX. Magni. 2 Ugo Janni, ex prete vecchio-cattolico, pastore valdese di Sanremo, pioniere del movimento Hai veduto il lavoro di un altro allievo del Brandileone, del Calasso? 3 ecumenico in Italia (cfr. V. VINAY, Storia dei Va ldesi, III, Torino, Editrice claudiana, 1980, ad Vergottini si prepara, faticosamente, al giudizio per una promozione indicem, e in specie pp. 338-343). Probabilmente Buonaiuti intende richiamarsi al volume dello alla stabilità. Ma come è lento nel lavoro! Le condizioni fisiche non lo J anni, Un altissimo problema religioso e civile. Lo Stato la Religione la Chiesa, Sanremo, 1929. In questo saggio lo Janni distingueva tra religione di Stato, ancorata ad una concezione teologico-confes­ assistono in nessuna maniera. Invece Monti 4 galoppa. Che pena però la sionale, e religione dello Stato, fondata su motivi storici ed etici. sua carta stampata! 3 Circa i rapporti tra Buonaiuti e lo Janni si rinvia a G. MIEGGE, Problemi del rùmotJamenlo Trasmetti ad Adele i miei auguri più fervidi. religioso. Emesto Buonaiuti e Ug o ]anni, in <

1 In casa Morghen si era svolto un colloquio Buonaiuti-Jemolo. 2 Per le <> di carattere storico-religioso redatte da Jemolo per l'Enciclopedia italiana cfr. nora 2 alla lettera n. 55. 75 3 Francesco Calasso (Lecce 1904 - Roma 1965), storico del diritto. Laureato a Roma in giurisprudenza nel 1927 sotto la guida del Brandileone, libero docente nel '29, incaricato di Roma, 14 dicembre 1929 storia del diritto italiano a Urbino nel 1930, titolare della medesima disciplina nel 1932 a Catania, Mio canss1mo, nel 1933 a Modena, nel 1934 a Pisa, nel 1935 a Firenze, ove restò un decennio. Diresse la «Rivista italiana per le scienze giuridiche» e fondò, nel 1957, gli <

12 178 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1929 179

del diritto, in polemica col positivismo erudito e con la giuridicità pura, per l'affe rmazione della, entusiasta di te e si proponeva di verure a Bologna unicamente per «storicità del diritto>>. Su eli lui, cfr. B. PARADISI, Gli studi di storia del diritto italiano... cit., pp. 449-452; P. FIORELLI, Ricordo di Francesco Ca/asso, in <>, XL-XLI vederti. Ha attuato il proposito? (1967-68), pp. 5-12; l'introduzione dello stesso a F. CALASSO, Storicità del diritto (Milano, Giuffré, Mi pare che sarebbe una bella fo rtuna per lui divenire tuo coopera­ 1966) ; E. CORTESE, Storia del diritto italiano ... ci t., pp. 798-804; il profilo, sempre del Cortese, in tore 1• Ma ne hai bisogno? Sei così multiforme e così duttile e così Di�onario biografico degli italiani, vol. XVl, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1973, pp. 465-469; E. CoRTESE, A vent'anni dalla scomparsa di Francesco Ca/asso, in <>, L VIII (1 985), pp. 5-17; P. GRossi, Stile fiorentino. Gli studi giuridici nella Firenze italiana D'accordo per Papini 2• Forma smagliante, contenuto mutilo e su­ 1859- 1950, Milano, Giuffrè, 1986, ad indicem. Il volume del Calasso a cui si riferisce Buonaiuti perficiale. Dovrò parlarne nel prossimo numero di R.[icerche] R.[eligiose] è La legisla�one statutaria dell'Italia meridionale. Parte 1: Le basi storiche.. . , Roma, Signorelli, 1929 (su cui: B. PARADISI, Gli studi di storia del diritto italiano ... cit., p. 449). - ma lo farò senza entusiasmo 3. 4 Gennaro Maria Monti: cfr. nota l alla lettera n. 3. Il mio articolo del Corriere Pad.[ano] aveva solo le mie iniziali. Ma qual povera cosa quel libro di Missiroli! 4 L'ho detto a lui stesso ben chiaro. È un libro falso, incoerente e brutale. Quando ricapiti a Roma? 76 Di nuovo a te, ad Adele, ai piccoli - di cui ho sempre presente il Roma, 29 dicembre 1929 profilino veramente dolcissimo - gli auguri più fe rvidi e più schietti. Carissimo, Tuo Con tutta l'anima, piena di ricordi indelebili e di speranza, insieme, Ernesto mai affievolita, ricambio, per te e la tua Adele, il saluto augurale per l'anno nuovo. Sia ricco, per voi, di tutte le gioie - sia colmo, per 1 In realtà Magni non diverrà collaboratore di Jemolo, ma lo sostituirà negli anni 1934-35 i vostri piccoli deliziosi, di tutte le benedizioni. e 1935-36 nella cattedra bolognese eli diritto ecclesiastico, dopo la chiamata eli quest'ultimo a Roma. Tu sei sempre amplissimo, esageratamente, buono per me. Sento di 2 Sui rapporti tra Buonaiuti e Papini si vedano i numerosi riferimenti contenuti in G. DE meritare ben poco le tue parole : quasi di non meritare lo st�sso tuo LucA - G. P \PINI, Carteggi, I, 1922- 1929, a cura di M. PICCHI, Roma, Ed. eli storia e letteratura, tenace, nobilissimo, generosissimo affetto. Sì, le lunghe prove non hanno 1985, ad indicem, e in questo volume le osservazioni eli F. MARGIOTTA BROGLIO, Buonaiuti e }emolo, § 8. Utile anche la rassegna di L. M !SS JR DJ LL'SJGNANO, Buonaiuti, Papini e Smime, in <>, CXXX (1995), 2196, pp. 193-206. durissime pastoie sono state imposte ai miei movimenti spirituali ... ? 3 Questo giudizio eli Buonaiuti dovrebbe riguardare il Sant'Agostino di Giovanni Papini, Tu non hai davvero ragione di abbandonarti a sentimenti di malin­ pubblicato a Firenze da Vallecchi nel 1929. Buonaiuti lo recensirà in <>, VI conia. Sei nel pieno fe rvore della tua attività e della tua produzione: (1930), pp. 78-79. 4 Buonaiuti a1•eva scritto sul «Corriere paciano>> intorno al libro eli M. M!SSJROI.I, Date a Cesare. conservi, integra, una freschezza spirituale e un ardore scientifico, contro La politica religiosa di llifussolini, con dommenti inediti, Roma, Libreria del Littorio, 1929, d'intonazione cui nulla può né pure il lavoro professionale, vedi crescere nei tuoi filofascista. Per i rapporti Buonaiuti - Missiroli, si veda La vita allo sbaraglio ... ci t., p. 45 nota 2, piccini il riflesso più luminoso dell'anima tua e dell'anima, così ricca di 141-142. fi nezza e di penetrazione, della tua Adele. Benedici dunque Iddio per i doni esimi che ti ha elargito e guarda con fiducia crescente il tuo avvenire. Io non ho mai cessato un istante di ritenere che a Roma verrai 77 e che qui il tuo merito non comune avrà il suo più solenne riconosci­ Roma 1, li ... 192 ... mento. E chi sa non sia più presto di quanto le previsioni più nere [ ...] vocaziOne sacerdotale e al rrurustero. possano prognosticare. La mia angoscia si fa ogni giorno più tragica. Il conflitto fra le mie Ho spedito la tua lettera diretta a Magni a Spezia, perché essa mi tendenze più intime, che si riposerebbero tanto volentieri in una pratica giunse quando egli era già passato qui a salutarmi. Era più che mai 180 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1930 181

di vita nascosta e silenziosa, nella pace della solitudine e del chiostro, 78 e il compito perentorio della mia vita quotidiana, di lavoro è di lotta, si Roma, 21 gennaio 1930 fa ogni giorno più esasperante. Nessuno probabilmente saprà mai quanta pena mi costa mantener Carissimo 1, Ti scrissi pochi giorni dopo il nostro incontro in casa di Raffaello, fede, ogni giorno, a quella che nonostante tutto sembrami la mia missione in occasione del battesimo della sua Giovannella 2• Ricevesti la mia lettera? e il mio dovere. La tua raffigurazione degli atteggiamenti reciproci della autorità Sento che ora e sempre, dopo la fiducia nel Padre, unico conforto ecclesiastica e di quella civile è felicissima. E hai perfettamente ragione rru sarà la solidale prossimità degli amici. di domandarti alla fine se si può andare avanti per un pezzo con questa Ricordatemi come io vi ricordo. proclamazione perpetua e perpetuamente astratta di diritti, in attesa di Tuo un vantaggio finale, che potrebbe anche segnare un fallimento completo. Ma mi pare che tu ti ponga in contraddizione uri. po' con te stesso, E. Buonaiuti quando poi rifletti, e anche perché è vero che la forma e la sostanza del contrasto sono da secoli uniformi e insanabili. Vuol dire allora che si 1 Lettera acefala. La data topica è cronologica è a stampa. può pure mantenere il gioco, falso e ipocrita, per tutta la vita, impune­ mente. Può darsi che queste proteste astratte e inefficaci che il papato ormai ripete inalterate dall'epoca di Bonifacio VIII al cospetto di un mondo che segue imperturbabilmente la sua traiettoria di sviluppo senza darsene per inteso, rappresentino le manifestazioni automatiche di un organismo paralizzato, la cui agonia è lunga in ragione della sua impo­ nente tradizione. Quando il suo sfruttamento sarà esaurito? Mistero. Ma sotto le spoglie di Ignotus non ti è parso di ravvisare e l'abito mentale e il metodo di lavoro, e anche il pessimo modo di scrivere del canonista dell'Università di Roma? 3 Io almeno ho creduto di ravvisarvelo. Con una formula preliminare che è una gustosissima presa in giro, tu mi domandi dove si trovi il cerimoniale della presa di possesso dei parroci! on c'è nel Rituale e non c'è nel Pontificale. In genere, è in fogli staccati che a Roma il Vice Gerente si porta dal Vicariato quando va a dare l'investitura. Ma quasi sicuramente si trova nel Caeremoniale Romanum 4• Lo conosci? Ti ringrazio molto, molto dell'abbonamento sostenitore che hai mandato a «Ricerche Religiose». Sei, come sempre, molto buono con me. Quando penso alla fedeltà immutabile della vostra amicizia affettuosa, mi sento commosso e infinitamente grato. Perché so quanto la vostra bontà superi quel che io merito. Ti abbraccio con affetto intenso. Ernesto

Saluti affettuosissimi ad Adele e baci a1 tuoi bimbi canss1rru. 182 Lettere di Buonaiuti a }emolo 1930 183

1 Per il testo di questa e della lettera seguente cfr. in questo volume Nota del curatore, p. 45 qualche insegna superstite, e che la mia situazione accademica attendeva nota 2. 2 Buonaiuti si riferisce alla casa Morghen e alla cerimonia del battesimo della figlia secondo­ sempre una risoluzione e una sistemazione. genita Giovannella. E perché, per una singolare coincidenza, la domenica successiva io 3 Allusione al docente di diritto ecclesiastico Francesco Scaduto quale probabile autore del dovevo, per la prima volta dopo quattro anni, parlare in pubblico per lGNOTIJS, volumetto Stato Fascista Chiesa e Scuola, Roma, Libreria del Littorio, 1929, pp. 99. Sulla illustrare la basilica pitagorica di Porta Maggiore, sono comparso nella questione si veda ora C. FA TAPPIF1 Fra ncesco Scaduto e il Co ncordato Lateranense... citato. 4 n Rituale, il Pontificale e il Cerimoniale romano sono, com'è noto, tre tipi di libri liturgici mia nuova divisa di ecclesiastico di lingua inglese o tedesca, col mio della Chiesa latina. Il Rituale romano contiene le cerimonie per l'amrninistraziione dei sacramenti collarino e il mio costume nero 5. Per quanto l'ingiunzione fosse attesa V e i formulari delle benedizioni; fu pubblicato ufficialmente da Paolo nel 1614 e dichiarato e scontata in anticipo, l'amarezza non è stata per questo meno viva. Dio obbligatorio per tutte le funzioni parrocchiali dalla S. Congregazione dei Riti nel 1642. Nel 1925 ne fu fatta una completa revisione da parte dello stesso organo curiale secondo le norme del ha voluto che la mamma sostenesse l'ingrata nuova con serenità molto Codex iuris canonici. n Pontificale romano, promulgato nel 1596 da Clemente VIII (edizione tipica maggiore di quella che mi ero aspettata. Il suo ragionamento è, nella sua nel 1888 per ordine di Leone Xlii) invece, raccoglie, la descrizione e le formule delle cerimonie semplicità, sublime! «Ho tanto pregato perché questo non fo sse! Alarico riservate al vescovo. Infme, il complesso delle regole sacre che disciplinano le cerimonie pontificie 6 venne compilato nel 1488 e pubblicato nel 1516 col titolo Caeremoniale Romanum. Il concilio di in cielo deve avere pregato per lo stesso scopo . Non siamo riusciti Trento, poi, ordinò la compilazione di un unico cerimoniale dei vescovi, pubblicato da Clemente a scongiurare questa iattura. Dio vorrà ricavarne del bene!». VIII nel 1600 e reso obbligatorio per tutte le chiese cattedrali e collegiate. Per quanto riguarda la Del bene! Quale? Io ho oggi innanzi a me un compito più duro presa di possesso dei benefici comuni giova ricordare che il can. 1444 del Codice di diritto e arduo che in passato, ho oneri più impellenti e rigidi. Tenderò tutte le canonico del 1917 imponeva agli ordinari di osservare il rito che le norme o le consuetudini particolari prescrivono nei vari luoghi. mie fo rze per fronteggiarli. o n prendere troppo sul serio quelle cotali mie collaborazioni: semplici sondaggi, in vista di un mio ritorno alla cattedra. Fallito questo scopo, non ho continuato. 79 Son tutto al mio lavoro, cui debbo imprimere, d'ora in poi, un'an­ Roma, 22 febbraio 1930 datura sempre più vasta e armonica. Carlo canss1mo, Vi ricordo sempre con tanta tenerezza. La momentanea (?) détente nei rapporti fra governo e Santa Sede ha Vostro avuto immediatamente le sue sgradevoli ripercussioni nei miei riguardi. Venerdì scorso il comm. Giannini mi invitava d'urgenza al Mini­ E. Buonaiuti stero degli Esteri 1• E mi comunicava, a nome del capo del governo, che nelle ultime conversazioni col segretario del partito fascista 2 Sua 1 La convocazione di Buonaiuti da parte del ministro plenipotenziario Amedeo Giannini Santità, nella sua tenerezza vigile e premurosa per me, si era benignato avvenne il 13 febbraio 1930. Su quest'episodio, cfr. Pellegrino di Roma ... cit., pp. 271 (con alcune imprecisioni sulle date) ; L. Br.DESCHI, Buonaiuti, il Co ncordato... cit., pp. 420-421; La vita allo di fa re il mio nome 3, per chiedere tassativamente che nei miei riguardi sbaraglio ... ci t., pp. 152-153. Amedeo Giannini (Napoli 1886 - Roma 1960), giurista e diplomatico, fo sse senza indugio e perentoriamente applicato quell'articolo del Con­ entrò nell'amministrazione degli interni nel 1910, partecipò alla Conferenza della Pace di Parigi cordato, il quale affida l'esecuzione delle sentenze ecclesiastiche al nel 1920, divenne capo ufficio stampa del Ministero degli esteri, consigliere di Stato nel 1923, braccio secolare 4• Che pertanto il capo del governo mi faceva avvertire ministro plenipotenziario, presidente di sezione del Consiglio di Stato e senatore del Regno. Fu anche professore di storia dei trattati e di diritto aeronautico. Come consigliere di Stato aveva da persona arnica della necessità che io deponessi la mia divisa eccle­ sostenuto la tesi d'una revisione unilaterale delle leggi ecclesiastiche ed era stato principale siastica, prima che la deposizione medesima mi fo sse imposta per estensore del progetto di riforma di legislazione ecclesiastica del dicembre 1925 (cfr. dello stesso misura di polizia. Il colpo era preveduto. Ho risposto che non mi GlAN!'>, XXV (1994), pp. 493-525. Ringrazia tanto tanto la tua Adele della sua viva partecipazione alle 2 Augusto Turati, che era stato ricevuto in Vaticano da Pio Xl il 7 fe bbraio 1930. rrue traversie. 3 Si noti l'ironia con cui Buonaiuti usa espressioni tipiche del linguaggio curiale. E tu abbiti un forte abbraccio dal tuo 4 Si tratta, come si è già detto in precedenza, dell'articolo 29 lettera i del Concordato, il quale, in relazione anche a quanto disposto dall'articolo 23 del Trattato lateranense, prescriveva la deposizione dell'abito talare agli ecclesiastici colpiti da scomunica. Ernesto 5 Cfr. L. BEDESCIII, Buonaiuti, il Co ncordato... cit., p. 421, e Una vita allo sbaraglio . .. cit., pp. 135-136. Da allora Buonaiuti indosserà il clewman, come i ministri di culto evangelici. Ho visto Magni, qui in vacanza di Carnevale. Ma non ha avuto la 6 Il fratello di Buonaiuti, Alarico, era immaturamente morto il 15 aprile 1929. tua cartolina. Ho visto anche V ergottini, esultante per la sua stabilità 2• Ti salutano.

80 1 Roma, 27 fe bbraio 1930 Isaia, XXX, 15. 2 De Vergottini aveva ottenuto la promozione a professore «stabile>> di storia del diritto Carlo carissimo, italiano nell'università di Siena il 17 fe bbraio 1930 (cfr. «Bollettino ufficiale del Ministero dell'educazione nazionale>>, VIII [1930], parte Il, vol. p. 962). Sei stato come sempre amabilissimo per me. l, La tua parola calda e sapiente è andata fino in fondo all'anima mia. Sì, la prima impressione è stata effettivamente amarissima. Mi hanno atter­ rito, in particolare, le ripercussioni possibili della metamorfosi coatta 81 sullo spirito della mia mamma, che, tra parentesi, ti è tanto grata del tuo Roma, 25 marzo 1930 squisito pensiero. Ma la Provvidenza è venuta in mio soccorso. La mamma ha chinato il capo all'ineluttabile con serenità molto maggiore Mio canssuno, di quella che avrei potuto sperare. Il suo ragionamento è di una semplicità Fra pochissimi giorni riceverai il nuovo fascicolo di «R. [icerche] sublime. «Ho tanto pregato perché ciò non accadesse. Nella sua vicinanza R.[eligiose] » - quello di marzo. Come vedrai, non ho potuto fare a Dio, Alarico nostro deve aver tanto pregato perché ci fo sse risparmiato a meno di dedicare una rapidissima postilla alla svestizione coatta. Ma questo nuovo strazio. Se invece tutto ciò accade, vuol dire che Dio potrai constatare che ho preso le cose molto alla larga, deplorando vuole far germogliare qualche bene, da questo inenarrabile male». unicamente che un autorevole ecclesiastico, per garantirsi l'applicazione Manterrò, indubbiamente, la linea di condotta che tu mi addìti. Ormai fo rzata delle proprie sentenze, abbia supinamente sottostato ad una sono abituato alla rinuncia e alla pazienza. Ho reso, a quella che mi equiparazione fra sacerdozio e milizia che è una compromettente rinuncia è apparsa sempre come la verità religiosa, la testimonianza di cui ero capace. alla concezione carismatica del sacerdozio e, più genericamente, a ogni Il rimanente non è in mio potere. Il Padre disporrà di me e del mio lavoro concezione religiosa 1• Passo incauto il mio? Non lo credo. Del resto, so come vuole. Sono, più che mai, nelle sue mani. «In silentio et in spe» 1• benissimo che il periodico marcia sul filo di un rasoio, ed io non ho Mi preoccuperò solamente di far sì che la mia nuova situazione alcun'intenzione, per farlo vivere, di fargli perdere ogni ragione di vivere. serva ad un rafforzamento dei vincoli che mi legano ormai a tutti coloro Sai che tra i nuovi abbonati di quest'anno ho S. E. l'avv. Bocchini, capo che nei più vari campi, in tutte le denominazioni, lavorano per la della Polizia? 2 Vedi un poco dove si può rinvenire dell'interessamento riconciliazione umana nel Vangelo. Vorrei specialmente che il mio perio- per gli studi religiosi... ! 186 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1930 187

C'è un inizio, nella tua lettera, il quale mi ha fatto intravedere, dal al Piglio o partire da Roma - come mi proporrei quest'anno - in canto tuo, una valutazione del mio intimo sentimento non molto con­ automobile alla mezzanotte del venerdl. fo rme alla realtà. Tu t'immagini che io mi dolga, e mi rammarichi e mi Si marcia con la «compagnia» fino a Vallepietra. Là, purtroppo, io affligga della mia condizione attuale molto più di quanto io non faccia mi dovrò fermare, per non chiedere troppo al mio organismo. Voi altri in realtà. La Dio mercé, dispongo di un carattere capace, invariabilmente, potrete continuare per il santuario, dove potrete passare, bivaccando con di sovrapporre ai duri casi esteriori, la trionfale serenità del proprio qualche compagnia, la notte dal sabato alla domenica. La domenica ottimismo e della propria fiducia. Non mi mancano, non potrebbero mattina potrete scendere a San Donato. E lunedl mattina essere a Roma. mancare, i momenti di depressione e di scoramento. Sono i momenti Va bene? nei quali mi assale più violenta l'amarezza del mio duro ostracismo dalla Sarei felicissimo di fare parte del pellegrinaggio con voi e di andare cattedra e nei quali mi punge più acuta la pena degli anni che trascorrono poi ad aspettarvi a San Donato, dove, in quei giorni, il tiglio secolare nella lontananza dalla forma di attività alla quale mi sento più imperiosa­ sarà p1eno di fiori! mente votato : la parola. Ma sono momenti. E li supero, riaffermando Tuo proprio quella sicurezza nella giustizia del tempo, cui fo efficace appello. Senza dubbio mi aiuta potentemente a vincere la malinconia la Ernesto corona di amicizie in cui mi sento stretto. È cosa veramente dolce e refrigerante. Fra queste amicizie, questa vostra, tenera e illuminata, mi 1 Si tratta del peUegrinaggio annuale che Buonaiuti usava fare al santuario deUa SS. Trinità è carissima. Non ve ne sarò mai sufficientemente grato. del Monte Autore. Ricordami sempre alla tua Adele. A te un abbraccio fervidissimo.

83 E. B. San Donato, 13 agosto 1930

Mio canss1mo, BuoNAlUTl, 1 Cfr . E. DichiaraiJone, in «Ricerche religiose», V (1929), pp. 369-370. Sì, veramente. La tua bella e gradevolissima assiduità nello scrivermi 2 Su Bocchini e l'organizzazione deUa polizia, cfr. P. CARUCCI, Arturo Bocchini, in Uomini e volti aveva subito una parentesi inconsueta. Spero che l'averla ripresa in del fa scismo, a cura di F. CoRDOVA, Roma, Bulzoni, 1980. maniera così scintillante sia l'argomento apodittico della scomparsa com­ pleta di quelle ragioni che avevano determinato la tua momentanea depressione. Del resto la depressione di un lavoratore fo rmidabile e ver­ satile come il mio amico ]emolo è cosa molto relativa e molto diversa­ 82 mente valutabile. Mi sai tu dire quante e quanto varie cose avrai fatto Roma, 20 maggio 1930 nella parentesi della tua depressione? E mi sai poi dire quante altre e di Carissimo, quanto più varia natura ne farai ora a crisi superata? Va, che -sei una Non debbo tardare né pure un istante a darti - cosa ben gradita - tempra mirabile e hai attitudini effettivamente eccezionali! il ragguaglio che desideri. Io ... son quassù per la decima volta. Un decennio: il consolo della Per partecipare al pellegrinaggio 1 nella maniera più suggestiva, oc­ mia penosa vita. Quante esperienze e quante emozioni : quanti sogni corre trovarsi al Piglio, la mattina del 14 giugno all'alba: occorre a tal e quante amarezze: quante speranze e quante delusioni! E pure ecco fine o partire da Roma il pomeriggio del 13 e dormire quelle poche ore qua, nel piccolo gruppo, che cambia e si rinnova 1, un pegno rassicurante 188 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1930 189

della non completa sterilità dell'opera mia e del non assolut<;> fallimento. è sempre quello del diretto contatto con anime care, e che, comunque, Del resto, perché questa parola? Chi lavora con fiducia, non attendendo attraverso questo contatto son rampollate esperienze che non potranno il successo esteriore, non è mai un fallito. essere cancellate. E il mio compenso è già ben prezioso e vistoso, se da La permanenza quassù è sempre piena di un'intimità gioconda, fatta contatti simili sono nate amicizie come questa tua, che mi accompagna di semplicità e di riposo. Anche quest'anno son venuti quassù ospiti e mi refrigera con così assidua gioia. nuovi, tra cui il più insigne, probabilmente, è un nobile milanese, il Mario Niccoli, che è quassù con noi, mi dice che hai preparato per

Cagnola 2, vecchio amico ormai della Rivista, che ha voluto trascorrere, la Treccani un articolo su Casisti e casistica 1 che è un gioiello, per cui nonostante i suoi 70 anni, un po' di giorni con me in montagna. egli, che è lo spietato decurtatore di tutte le voci, ha usato di tutta la sua Vergottini è partito ieri. Può darsi che venga a salutarmi quassù il Calasso. virtù di persuasione per indurre Migliorini 2 ad accogliere quella, anche Consideri questi tra i più promettenti allievi del povero Brandileone? se di gran lunga superiore alle proporzioni primitivamente previste. Buone vacanze a te e ad Adele, con tutta l'anima. Su Molinos esiste ormai un'opera classica: quella del p. Dudon 3 Tuo e del resto ormai anche il Dictionnaire de théologie catholique è arrivato a quella voce, con un articolo, parmi, del Paquier che sul quietismo deve E. Buonaiuti aver pubblicato, se non mi inganno, anche un volurnetto di quelli del Bloud 4• Non credo che il mio amico Cagnola sia quello che tu reputi. 1 Come osserva il Donini, nel 1930, «molti dei giovani che avevano costituito il nucleo Quello, che è stato quassù, è un nobile milanese che non credo abbia iniziale dei suoi allievi o si erano allontanati da lui o avevano diradato le loro visite. Defezioni interessi controversi in quel di Parma. È stato deputato una breve altrettanto penose si venivano verificando nel mondo accademico, tra gli amici che una volta gli legislatura e ora si occupa di studio, unicamente. erano stati più vicini» (Una vita allo sbaraglio . . . ci t., p. 151 nota 2). 2 Guido Cagnola (Milano 1861 - 1954), figura di «gentiluomo lombardo>> (T. GALLARATI Scorri, Dio volesse ti occupassi tu dell'insegnamento teologico in Italia! Dove fnterpretaifoni e memorie, Milano, Mondadori, 1960, p. 156), parlamentare e diplomatico italiano, metti le mani, fai cose egregie. E tanto, tanto ci attendiamo ancora da te. poi sindaco del comune di Gazzada. Aveva incontrato Buonaiuti agli inizi del 1925, e da allora Hai molte voci per la Treccani? aveva intrapreso un fitto carteggio, ora utilizzato e in parte pubblicato dal L. BEDESCHJ, Buonaiuti, il Co ncorda to ... cit. Il Cagnola aiutò Buonaiuti e la sua rivista in molte occasioni, almeno fino agli Io attendo esca il mio volume inglese su Gioacchino 5. Sul gioachi­ anni della seconda guerra mondiale quando, in seguito ad una crisi religiosa, diradò i rapporti mismo preparerò un volume a sé. con quest'ultimo. Cfr., per un profilo biografico, ibid. , pp. 34-38. Ricordami con devozione affettuosa ad Adele. A te un abbraccio.

Ernesto 84 San Donato, 23 agosto 1930

Carlo canssuno, 1 Cfr. A.C. ]EMOLO, Ca sistica, in Enciclop edia Italiana, IX, Roma 1931, pp. 308-309. Avviandosi alla conclusione della «voce>> Jemolo notava che «non è stata fin qui compiuta una paziente ed Tu sei sempre molto buono con me e anche questa volta, quassù, equanime valutazione dell'opera dei casisti, sicché, ad es., è sfuggito il contributo da loro recato dove mi assalgono più pungentemente i ricordi e le inquietudini, non anche alla fo rmazione o determinazione di nozioni e concerti giuridici ...>>. hai voluto mi mancasse, sollecitissima, la tua benevola e ottimistica parola 2 Bruno Migliorini (Rovigo 1896 - Firenze 1975), noto filologo e storico della lingua, era di conforto. Te ne ringrazio molto. allora redattore capo dell'Enciclop edia italiana. 3 Cfr. P. DL'DON, Le quiétisme espagnol Miche/ Molinos, Paris 1920. Pau] Dudon, teologo gesuita Con la tua consueta chiaroveggenza, una cosa mi dici giusta e con­ (1859 - 1941 ), autore di numerosi articoli per le Etudes, srudioso della Compagnia di Gesù e del solante: che, in fondo, il mio più squisito compenso spirituale è stato ed quietismo in chiave anti-Bremond. 190 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1930 191

4 Cfr. J. PAQGIER, Qu 'est-ce que le quiétisme?, Paris, Bloud, 1910. Jules Paquier, sacerdote francese a risultati così significativi? Ma a proposito di una dissertazione stret­ (1864 - 1932), collaboratore del Dictionnaire de théologie catho/ique, specialmente pèr gli articoli su tamente giuridica, tutto questo, mi sembra, dovrà essere detto e os­ Lutero e Melantone. Sua la <> su Gioacchino da Fiore, anche servato di sfuggita. se nel 1930, dopo il conferimento del premio Rand da parte della Accademia Medievale A occhio e croce, ho l'impressione che parecchie lacune dovranno Americana, confidava di vedere tradotta, presso un editore americano, la sintesi delle sue ricerche e potranno essere rilevate nella parte finale, dedicata al matrimonio sul <

Ad Adele e a te - per il primo decennio ...! - auguri p1eru di 85 tenera affezione. Roma, 27 settembre 1930

Carlo canss1mo, E. Buonaiuti Ho dato una scorsa alla dissertazione del Coen 1• Non mi è parso avesse una parte così fùosoficamente tecnica, da 1 Non si ha notizia che questa dissertazione del Coen sul matrimonio ebraico sia stata meritare di essere passata a Levi Della Vida 2• stampata.

Ma d'altro canto sono sicuro che, per conto mio, nulla io possa 2 Giorgio Levi della Vida (Venezia 1886 - Roma 1967), noto orientalista. Vicino a Leone osservare in merito, che tu non sia capace di osservare per conto tuo. Caetani, collaborò agli Annali de/1'/s/am. Docente nell'Università di Torino e di Roma, prima di Vi si coglie, così nei suoi pregi come nei suoi difetti, l'uomo dello ebraico e di lingue semitiche comparate, poi di islamistica, fu esonerato dall'insegnamento nel 1931 per il rifiuto di giurare fedeltà al regime fa scista. Per qualche anno passò a studiare Zoller 3. Corretti e ben fo ndati i capitoli III e IV; deficientissimi il I e il e catalogare manoscritti arabi della Biblioteca Vaticana, poi si trasferì negli Stati Uniti, dove ebbe II. È più agevole per un israelita osservante studiare la codificazione del una cattedra a Filadelfia. Dopo la guerra ritornò in Italia e riebbe la cattedra romana. Aveva Talmud e dei Rabbini che risalire allo sviluppo di un istituto nella incontrato Buonaiuti nel 1909 a Roma, nella casa religiosa di padre Semeria. Fu collaboratore assiduo delle <

86 «Presenta alcuni lavori, di cui due riguardano le elezioni vescovili nell'alto medio evo. La Commissione ha apprezzato in questi la,·ori, la diligenza e la completezza delle ricerche, ed Roma, 11 novembre 1930 anche una certa vivacità nella esposizione; ma d'altra parre ha notato che il campo delle sue indagini è ristretto alle elezioni vescovili e che non sempre i risultati a cui il candidato giunge Carlo cansstmo, sembrano sufficientemente giustificati e documentati. Vi sono qua e là delle mende nella Povero Magni, è rimasto veramente a terra. L'ha amaramente e pro­ trattazione e nelle conclusioni>> (cfr. «Bollettino ufficiale del 1\Iinistero dell'educazione nazionale», fo ndamente colpito più che il fatto di essere stato escluso dalla tema, IX [1931), parte II, vol. II, pp. 923-927). 2 quello di non aver avuta riconosciuta la sua maturità con un verdetto Morghen era stato «ternatO>> nel concorso di storia medievale dell'Università di Firenze. Dal 1930 al 1933 ebbe l'incarico di storia moderna nell'Università di Roma e solo nel 1938 unanime 1• Speriamo che sarà bandito senz'altro il concorso per ecclesia­ vincerà il concorso per la cattedra di storia medievale nell'Università di Palermo. stico e che partecipando ad esso il Magni abbia alfine quel riconosci­ 3 el fascicolo di novembre 1930 di «Ricerche religiose» Buonaiuti, oltre a trattare di critica mento del suo merito che è la sua più pungente aspirazione - e anche, neo testamentaria, pubblicava una «spigolatura>> su l l'o/ti del cattolicismo (pp. 545 - 546), in cui, dopo averne ossen·ato le metamorfosi e le variazioni storiche, concludeva che «il cattolicismo mi sembra, la più legittima. ufficiale è una mostra e una finzione>> e che solo

So che hai allestito per la Enciclopedia delle ottime voci. Che < •••> lavoro procede sempre rapido, intenso, ininterrotto. Sei un lavoratore lavoratore tu sei! così assiduo e così fecondo! Capiterai a Roma di questi tempi? Ho visto Magni proprio testé, reduce dal suo primo periodo acca­ Scrivimi ad ogni modo. demico sassarese, e in procinto di partire per casa, dove va a trascorrere Saluti cordialissimi ad Adele. il atale. Anche con me si è mostrato più tosto soddisfatto di quel che Auguri pieni di fe rvore ad entrambi. egli pensa sia un semplice rinvio del concorso. Ma io condivido la tua Tuo impressione e temo assai che si tratti più tosto di una dilazione sine die. Ad ogni modo bisogna tener conto di un particolare di fatto : il Magni è rimasto profondamente scosso ed enormemente depresso dal risultato E. B. del concorso per la storia del diritto. Calasso, anche lui, è molto giù di spirito 1• Si ha un po' la sensazione che questi giovani avevano cominciato 1 Cesare Magni aveva partecipato nel 1930 al concorso per professore non stabile alla cattedra ad assuefarsi all'idea di avere la strada straordinariamente agevole. di storia del diritto italiano dell'Università di Sassari. La commissione giudicatrice - composta I primi lavori del Turmel avevano un eccezionale valore scientifico. dai professori Federico Patetta, presidente, Arrigo Solmi, relatore, Benvenuto Pitzomo, segretario, La sua storia della teologia positiva è eccellente e il suo dogma del papato Giannino Ferrari e Giuseppe Castiglia -, aveva terminato i lavori il 30 ottobre 1930, deliberando, per la suddetta cattedra, la seguente tema: 1° Gian Piero Bagnetti, zo Mario Viora, 3° Mario è un gioiello di limpida esposizione storica. Ma poi i lavori definiti Chiudano. Al Magni era stata concessa la «maturità» a maggioranza. Questo il giudizio su di lui: pseudonimi erano venuti mano mano copiando merce di scarto, destituita

13 194 lAte re di Buonaiuti a ]emolo 1930 195

SARTLIL X, di qualsiasi valore duraturo 2• on ho veduto l'articolo del p. Rosa cw il 6 novembre 1930 fu colpito da scomunica maggiore (cfr. F. joseph Tu m1 e/, pritre, historien des dogmes, Paris, 1931) . alludi 3. on vedo quasi più affatto la C.[iviltà] C.[attolica]. Ma se il 3 Cfr. La catastrofe del caso Tu mul e i metodi del modemismo critico, in «La Civiltà cattolica», famigerato padre ha, ancora una volta, scagliato il vilipendio contro di me LXXXI (1930), IV, pp. 434-445. a proposito di una condanna che non ha nulla di comune con la mia, ha 4 Carlo 1\liglioli, che Buonaiuti definirà «amico fe dele e illuminato» (cfr. Una vita allo sbaraglio ... ancora una volta agito in patente malafede. Poiché lo pseudonimo di chi, cit., pp. 204 e 207, dove il curatore Donini attribuisce a tale Miglioli il nome di Mario). Questo sacerdote cremonese aveva pubblicato Il fa ntasma giansenismo, in «Ricerche religiose», IV (1928), convinto di lavorare per gli ideali del catto/icismo, si sforza di rimodellare del pp. 559-564, per invitare alla «moderazione» nel combattere «gli eretici veri o supposti». una cultura teologica anacronistica, non ha nulla da vedere con lo pseudo­ 5 Buonaiuti aveva tenuto a Firenze due conferenze, la prima su La filosofia del Sacro e la nimo di chi, apertamente, si pone fu ori di ogni tradizione religiosa. seconda su Cioaahino da Fiore e Francesco d'Assisi. L'invito gli era stato rivolto dalla locale Il Miglioli 4 che mi fo rnisce quelle noterelle giansenistiche non prive Associazione cristiana dei Giovani (ACDG), branca italiana deU'YMCA (Young Men's Christian Association). Queste organizzazioni erano strettamente legate alle chiese evangeliche, anche se di humor è un prete della diocesi cremonese, in conflitto da sempre, per conservavano un carattere laicoe rimanevano fo rmalmente autonome. Svolgevano attività religiose, idee, con la sua autorità curiale. culturali, ricreative e sportive. el 1931 se ne contavano in Italia una settantina (cfr. M. PLACENllNI, Sono stato a Firenze, dove ho dette due conferenze. Ne ho goduto, l culti ammessi nello .5iato italiano, 1\lilano, Hoepli, 1934, pp. 349 e seguenti). Una breve sintesi delle come della sospirata ripresa di una attività giornalistica, la cui mancanza conferenze di Buonaiuti fu pubblicata dal periodico «Fede e vita» diretto da Ugo Janni nel numero di gennaio - febbraio 1931, pp. 70-7 4 (cfr. L. BEDESCHI, Buonaiuti, il Concordato ... cit., pp. mi pesa come un supplizio. Le ripeto ora a Roma, in una sala privata 5• 181 - 182; l!na vita allo sbaraglio ... cit., p. 178). Pochi giorni dopo la lettera a Jemolo, Buonaiuti Se, come pure è probabile, le ripeterò a Milano, avrò la grandissima ripeterà a Roma, non in una sala privata ma nella sede locale dell'Associazione Cristiana dei gioia di venirvi a trovare costì. Giovani, la seconda conferenza (cfr. Una 1•ita allo sbaraglio . . . cit., p. 180). Amerei, in una prossima tua lettera, tu mi specificassi quel che ha detto il Pellizzola a proposito di modernismo e della Pascendi. lo debbo averlo conosciuto moltissimi anni fa , quand'egli studiava all'Apollinare con me o sotto di me. Ma non lo ricordo bene e ormai rapporti con lui non sono possibili. Io lavoro sempre al mio argomento: Gioacchino e gioachinismo. Sono sorpreso di me stesso, nel vedermi ormai legato appassionatamente a questo tema. Ma è così ricco di novità! Ogni benedizione sulla tua casa, ogni gioia alla vostra unione! Con affetto grande

Ernesto B.

1 Nel concorso sassarese del 1930 Francesco Calasso era stato giudicato maturo all'unanimità con un giudizio che ne lodava <

88 lascerà Salerno se non quando sarà trasferito anche suo padre, preside. Roma, 4 gennaio 1931 Ecco gli infortuni che capitano ad avere di questi tempi un fratello in auge! Comico, non è vero? Carlo cansstmo, Un'opera storica e specifica sulla dottrina del giudizio individuale Grazie del tuo rinnovato abbonamento 1 e della lettera amabilissima dei trapassati non esiste. Ma a chi ti ha interpellato in proposito io con cui l'hai accompagnato. consiglierei la bella opera del Turmel 9 della prima maniera (oh, se non Come sempre, mi sono molto divertito alla tua agile e varia causerie. fo sse passato mai ad una seconda!) - Hi stoire de la théologie positive, depuis

Altro se ho visto i due grossi volumi del Ruffini!2 Ma che scrittore l'origine jusqu'au Co nci/e de Trente - Paris, Beauchesne, 1904 - dove, da inesauribile è il tuo vecchio maestro torinese! Lettura gradevolissima, p. 179 a p. 199, dà una indicazione sommaria, ma lucida e precisa, sulla nessuno potrebbe giammai metterlo in dubbio. Ma non pare anche a te evoluzione delle concezioni escatologiche nel cristianesimo primitivo che l'esposizione si faccia lungo il suo corso straordinariamente prolissa, - proprio nel ramo sul quale il tuo corrispondente desidera ragguagli. sproporzionata alla tesi in discussione, quasi istintivamente tratta a com­ Vedrò Raffaello 10 probabilmente domani. Quanto vorrei ci fosse pensare con l'ampiezza la fragilità e l'indeterminatezza delle argomentazioni?3 per lui una sistemazione accademica definitiva! Mi dispiace assai che tu non sia riuscito ad avere dal Collegio A te, alla tua Adele, ai tuoi piccoli, i miei auguri più cari. Irlandese le notizie che desideravi sul Cuccagni 4• Ma me lo spiego. Ti abbraccio. Morto mons. O'Riordan, che delle vecchie memorie del Collegio era ricercatore appassionato e sagace. Morto il suo successore O'Hagan 5, Ernesto non studioso di professione, ma ad ogni modo intelligentissimo e com­ pitissimo. L'attuale rettore, Curren, che io ho conosciuto giovane studente 1 L'abbonamento di ]emolo è alla rivista <>, VII (1931), pp. 187-188. come mi dissero tempo fa che si voleva fare, al Vaticano. Ad ogni 4 Accogliendo un invito che Buonaiuti gli aveva fo rmulato per lettera (vedi n. 46) e per modo la persona in grado di darti tutte le più ampie informazioni al scritto nella recensione al suo volume sul giansenismo italiano, ]emolo stava preparando un saggio dal titolo !;abate Luigi Cu ccagni e due polemiche ecclesiastiche nel primo decennio del pontificato di riguardo è mons. Erminio Jasoni, incaricato una volta della custodia di Pio l-'l, che verrà pubblicato nel 1932 negli <

Jemolo aveva recensita di Francesco Roberti il vol. I, De p1vcessibus, Romae, apud Facultatis Come ti sono riconoscente della fraterna fiducia con la quale mi luridicae ad S. t\pollinaris 1926, in «Rivista di diritto processuale civile», V (1928), pp. 372-373, d(JYe a'·eva anche espresso un giudizio sullo stato degli srudi canonistici compiuti da ecclesiastici : apri l'anima tua e mi fai vedere di scorcio l'evoluzione delle tue idee «Raramente queste pubblicazioni di diritto canonico destinate a libri di testa per seminari e delle tue aspirazioni religiose in un quindicennio! E come ti capisco! o università pontificie rivestono un grande valore. A essere sinceri, rare sono anche le opere di Ma non parlare, per carità, di bilanci prematuri e ad ogni modo diritto canonico di ecclesiastici italiani che apportino un conrributa apprezzabile alla elaborazione mal calcolati! Sei stato nell'ultimo decennio, come nel precedente, un della disciplina ... il giurista tende a ridursi ad un semplice compilatore, ad un illustratore di parole e di locuzioni, ad un raffro ntatore per cui la genialità sarebbe un inutile lusso». Aveva innovatore eccellente. In tutti i campi, dal tuo intimo familiare a quello inoltre lodato la rrattazione del Roberti perché contemperava gli elementi storici con i raffronti scientifico ed accademico, hai portato una versatilità e una rettitudine di col diritta statale, e cosi concluso: «Solo qualche giurista nato, fo rte costruttore, o qualche cu1 ti siamo tutti ammiratori devoti. conoscitore perfetto della prassi della Chiesa, cosi interessante a porsi in conrrasto e talora in contrapposto al suo diritto, o qualche maestro sicuro di storia delle istituzioni ecclesiastiche, Mi sorprende assai che tu ignorassi i rapporti intercorsi fra il è riuscito a sottrarsi alla strettoia del metodo imposto [quello dell'ordine del Codex iuris canonict] compiantissimo Tyrrel e il Bremond - il celebratissimo 2• Non so se, e della preclusione di ogni critica>>. Fra questi ricordava il Lehrbuch del Sagmuller, l'Epitome iuris vivendo ancora il Tyrrel, i rapporti fra i due spiriti, cosi profondamente canonici del Vermeersch e del Creusen, nonché il Commentarium textus codicis iuris canonici, di Albert Blat (Romae, 1921 sgg.). difformi, sarebbero rimasti cordiali. Non è di Bernanos L'imposture? 8 Filippo Millosevich, collaboratore di «Ricerche religiose>> fin dal primo anno, autore di E come mai tu non la conosci? Ma io non garantirei che il protagonista studi su S. Bernardo di Chiaravalle, su S. Francesco e su Molinos, nonché d'un manuale scolastico ne sia lui 3• Non ne potrebbe essere stato il Batiffol 4? di storia. Era fratello di Federico, professore di mineralogia, senatore del Regno e, dal 1930 al Penso piuttosto al Bremond quando ripenso ad un altro romanzo ... 1932 rettore dell'Università di Roma. 9 Sul Turmel e l'opera ricordata dal Buonaiuti, cfr. lettera n. 87 nota 2. a tema gesuitico, L'impronta 5. L'hai letto? 1ll Morghen. Senza giungere a condividere il sentimento che prova il R.[osa] per il Bremond 6, provo anch'io per questi una certa antipatia. Sebbene, in altri tempi, abbia contratto rapporti di una qualche dimestichezza con lui 7• Ricordatemi come io vi ricordo. 89 A te mando un abbraccio pieno di fedeltà. Roma, 1 7 gennaio 1931 Tuo Carissimo Carlo, E. B. Non mi dire davvero di avere trasmesso a me l'originale della prefazione del Forchielli al suo lavoro su La pieve rurale, per competenza 1•

Per carità! Dove si va a nascondere la mia presunta competenza, a fronte 1 Giuseppe Forchielli (Roma 1885 - Bologna 1969), storico e giurista. Insegnante di materie alla tua, vera e reale? Tu, caso mai, devi nutrire una ben più delicata giuridiche ed economiche nell'Istituto tecnico di Pesaro, ebbe il primo incarico di diritto preoccupazione: quella di non impegnarti anzi tempo con un giudizio di ecclesiastico a Urbino. el 1931 fu chiamato straordinario all'Università di Cagliari, da cui, l'anno seguente, passò a Macerata. Nel 1937 giunse a Bologna come ordinario e vi restò fino al valore che potrebbe in qualunque modo assottigliare e impegnare la tua 1960. La piet•e mrale. Ricerche sulla storia della costitui.fom della Chiesa in Italia e particolarmmte nel libertà di giudice. Non è vero? Giudice desiderato e sospirato da varie T /e ronese (Bologna, Zanichelli, 1938) usci con la dedica a Francesco Brandileone e senza prefazione. parti... Ma di ciò, a nuovo ruolo. Quest'opera, insieme con altri srudi, è stata ripubblicata in forma anastatica col titolo Scritti di Io ti rimando questo originale, che ho letto con interesse. V'è, storia del diritto ecclesiastico, Bologna, Forni, 1991, con una premessa di R. Bonini, con una introduzione di G. Santini e una bibliografia a cma di M. Cavina. in fondo, la sintesi del lavoro che il Forchielli ha compiuto e l'indi­ 2 Com'è noto, i rapporti tra Bremond e Tyrrel (1 861- 1909) furono consacrati dalla scelta del cazione delle conclusioni personali precipue. Mi pare si annunci la­ primo di presiedere i funerali dell'amico, nonostante gli fo sse stata rifiutata la sepoltura cattolica. voro serio e sagacemente inquadrato. Ma tu capisci meglio di me Per un parallelo tra questi due esponenti modernisti, cfr. A. Ù.liSY, George Tyml et l/emi Bremond, Paris, ourry, 1936. come sia impossibile foggiarci un apprezzamento organico nella tua 3 Cfr. G. BIR.'-' ll'OS, L'imposture, roman, Paris, Plon, 1927. Per l'interesse di Buonaiuti verso o mia prefazione. Bernanos, cfr. «Ricerche religiose>>, VII (1931 ), pp. 464-465. 200 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1931 201

4 Pierre Batiffol (folosa 1861 - 1929), rettore dell'Institut Catholique di Tolosa dal 1898 al 1 11 messaggio papale del 12 fe bbraio 1931 fu trasmesso per la prima volta per radio da 1907, fo ndatore del << Bulletin de littérature ecclésiastique». Opere principali : Hùtoire dtt breviaire Marconi, in occasione dell'inaugurazione della stazione radio dello Stato Città del Vaticano. Cfr. romain (Paris 1893), Etudes d'histoire et de théologie positive (2 voli., Paris 1902 - 1905), L'Eg lise naissanle !l messa.R.�io radiofonico papale

Roma, 14 fe bbraio 1931 Immacolata"» degli anni accademici 1930-31 e 1931-32 (Milano 1932 e 1933). 1 Vincenzo Del Giudice (frani 1884 - Roma 1970), conseguì l'abilitazione alla libera docenza Carissimo, in diritto ecclesiastico nel 1913, dal 1914 fu incaricato di tale disciplina prima nell'Università di Ma bravo, bravo il mio Carlo! Si permette di mandarmi un estratto Catania (fino al 1917-18), poi in quella di Macerata (1918-19); dall'ottobre 1919 fu professore straordinario nell'Università di Perugia, nel 1923-24 in quella di Pisa, dal dicembre 1924 a Firenze diretto al chiarissimo prof. Cesare Magni, candidato a divenire suo collega come professore <>, CV l, (1995), pp. 160-183. Ho, ad ogni modo, trasmesso, ieri sera stessa, l'estratto al Magni, 4 Cfr. E. Pt RFJ..S, Bonizo. Liber de vita c/mstiana, Berlin 1930. Si tratta dell'edizione critica della che ti ringrazia molto, molto. È nel lavoro fino a1 capelli, aspettando collezione canonistica compilata dal vescovo di Sutri e di Piacenza Bonizzone nel clima della e sperando. riforma gregoriana (cfr. A. M. STtLKJ.FR, l !ùtoria juris Canonici Latini lnstitutiones Academicae, I, Sono ancora sotto l'impressione profonda del messaggio trasmesso Historia jo ntium, Roma, Las, 1950 [rist. anast. 1985], pp. 174-175) . 5 Nel rivol�:,>ersi a J emolo, Buonaiuti sapeva di trovare un interlocutore interessato alla letteratura dalla radio da Pio XI a tutto il mondo. Non è che un florilegio di frasi fra ncese (cfr. N. BoBBIO, Anni di prot'tl... ci t., p. 28; G. Pucur.sE, Gli occhiali delgiurista ... in Giornata scritturati, ma è ad una altezza adeguata alla solennità della circostanza. Lincea nel centenario della nascita di Arturo Carlo }emolo... ci t., p. 1 05). Il romanzo del Cassou, edito Oh, Roma, Roma, se solo le parole della grandezza paterna uscissero a Parigi presso Emil-Paul Frères nel 1931, narrava la lunga odissea di un ex-prete che, dopo aver soffe rto le ostilità del suo ambiente di vita, decide di farsi missionario in Africa. In una lettera dalle tue labbra! 1 a Missir di due giOrni prima, Buonaiuti vi ravviserà <

Ma, per carità, non ti denigrare. Sei un cosi solerte, propto, geniale ormai urga una risoluzione. Penso, per fo rtuna, che le cose siano avviate lavoratore, che non hai da invidiare nulla ad alcuno. Gli altri, caso mai, in maniera quanto mai promettente. E spero molto. hanno tutti, su vastissima scala, da invidiare a te. on ho ancora potuto consegnare le due tue lettere al buon Magni, Per il concorso di ecclesiastico, ho ragione di pensare che non si che pure attende i tuoi messaggi con cosi trepidante ansia. Non è ancora verificheranno le tue pessimistiche previsioni. Pare infatti che il concorso passato qui a salutarmi. Ma mi attendo di vederlo arrivare di giorno in verrà bandito. E allora certamente ti vedremo fra i commissari, con giorno. E gli consegnerò subito le tue rnissive. Non me lo trattare male, grande soddisfazione di Magni... e mia! - Sarò cosi felice di vedere mi raccomando. quel bravo giovane a posto! Non salirò a San Donato per la Pasqua. Facciamo, probabilmente, Ho saputo della straordinaria avventura di Max Ascoli. Inaudito caso! 1 un'escursione alla Verna, a Camaldoli, all'Amiata. Ho tanto pungente Mi compiaccio molto di sapere delle tue escursioni, come iniziatore desiderio di solitudine e di boschi! del tuo Tiri 2 allo sci. Io mi sono fatto indolentemente sedentario. Ma Tanti auguri fervidi ai tuoi piccoli e ad Adele, per la Pasqua imminente. ho cinquant'anni, ormai! A te un abbraccio di gran cuore. A giorni uscirà il primo volume della mia monografia su Gioacchino 3. È un lavoro che mi ha dato gioia assai. Ne darà ai lettori? Quanto lo vorrei! Ernesto B. Saluti affezionati alla tua Adele. A te un abbraccio di gran cuore. 1 Morghen. Cfr. nota 2 alla lettera n. 86. Ernesto B. 93 Roma, 6 aprile 1931 1 Cfr. lettere n. 51 e 53. 2 Cfr. nota 3 alla lettera 65. Carlo cansstmo, BLONAJL'Tl, - - 3 Cfr. E. Gi oacchino da Fiore. l tempi La vita Il messaggio, Roma, Collezione Grazie della tua dolcissima lettera pasquale, che ha avuto la virtù di meridionale editrice, 1931, pp. XII - 258. intenerirmi fino alle lacrime. Con quale emozione ricordo le nostre riunioni pasquali di un decennio fa, e come benedico la Provvidenza di avermi fatto aver vicino 92 allora anime con le quali ho potuto stringere collegamenti che costitui­ Roma, 28 marzo 1931 scono ancora oggi il viatico più nutriente del mio duro cammino! Carissimo, I decenni della vostra luminosa unione si moltiplichino nella pace, Veramente mi sarebbe riuscito molto grato un nuovo incontro con nella gioia, nella prosperità! Questo il mio augurio più caldo! te qui durante le vacanze pasquali, con un po' più di agio di quello Ho ricevuto Magni. Pare che il pericolo incombente sul suo con­ concessoci l'ultima volta, con la rapida conversazione serotina nel caffè corso sia dissipato. Egli ti è profondamente riconoscente per quanto - di San Silvestro. Ti rivedo sempre con tanta gioia e assaporo sempre ed è stato moltissimo - tu hai fatto. con tanta avidità la tua parola. Potrò rifarmi a non lontana scadenza? Trasmetti ad Adele il mio più ben augurante saluto. Specialmente di Raffaello 1 mi sarebbe stato grato intrattenermi con A te un fe rvidissimo. te. Penso anch'io che ogni ritardo nella sua sistemazione accademica sia Mi riprometto, quanto prima, una tua telefonata. per riuscire fatale alla sua tranquillità e al suo avvenire. Mi sono intratte­ nuto a lungo con lui stesso della cosa e ho dovuto constatare come Ernesto B. 204 Lettere di Buonaiuti a Jemol o 1931 205

94 1 Sui noti conflitti tta Governo fascista e Santa Sede nel 1931 intorno all'Azione cattolica, cfr. t\.C. J HIOLO, Chiesa e .Sìato ... ci t., pp. 484 - 489; t\. M.\RTINI, Studi sulla questione romana e la Roma, 16 giugno 1931 Co ncilia zione, Roma, Edizioni Cinque Lune, 1962; P. ScorroL\, La Chiesa e ilfa scismo ... cit., pp. 255- 280; S. Roe; \RI, Aifone cattolica e fa scismo, in « UO\'a antologia», nn. 2125-2126, 1978, in Carissimo, particolare pp. 392 - 444; R. Dr FELICL, Mussolini il du ce, I. Gli anni del consenso 1929 - 1936, Non sappiamo ancora quale epilogo avrà il putiferio eli queste ultime Torino, Einaudi, 1974, pp. 246 sgg. ; M. CASELL\, Per t/Ila storia dei rapp orti fra Aifone Ca ttolica settimane. Corrono le voci più disparate e più strane al riguardo. Ma e fa scismo nell'età di Pio Xl, in Ch iesa, Aifone Ca ttolica e fa scismo nell'Italia settmtrionale du rante il pontificato di Pio Xl (1922 - 1939). Atti del quinto com·egno di Stona della Ch iesa, To rreglia 25-27 marzo comunque si sbocchi in un precario accomodamento, si ha in molti 1977, a cura di P. P�COR.\RI, Milano, Vita e Pensiero, 1979, pp. 1157-1263; R. MoRo, La l'impressione che la crepa, anzi la lacerazione e la frattura, sia stata formaifone della classe diligente cattolica (1929- 1937), Bologna, Il Mulino, 1979, cap. IV. Per una questa volta troppo larga e troppo profonda e troppo violenta per poter bibliografia esaustiva, cfr. Bibliografi a orientati1•a del fa scismo, a cura di R. DF F1 LICE, Roma, Bonacci, essere sanata con un modus vivendi duraturo. Senza dubbio il concordato, 1991' pp. 238 - 239. 2 Nel fascicolo di luglio 1931 di «Ricerche religiose>> (p. 382), Buonaiuti scriveva la <> Sep aratista o confessionale, in polemica con il saggio di Jemolo, Sulla qualificaifone giuridica dello ad una scappatoia piena eli ironica eleganza. Poiché le giunte diocesane Stato italiano in ordine alle sue relaifoni con la Ch iesa (apparso poco prima in <>, XXIIJ [1931), pp. 161 - 168). ]emolo che, a sua volta, replicava al Checchini, era dell'avviso che per determinare le «classifiche>> giuridiche occorresse tener conto anche di criteri vescovi; e poiché d'altro canto i vescovi, giurando fedeltà nelle mani del empirici e politici. In questa prospettiva riteneva che lo Stato italiano dopo gli accordi lateranensi Governo, hanno tutta la sagoma eli perfetti funzionari, un'azione cattolica dovesse essere qualificato Stato confessionale, essendo tra gli Stati moderni uno di quelli che dipendente dai vescovi può considerarsi perfettamente inserita e inqua­ aveva accolto in maggior numero elementi che tradizionalmente sono considerati proprii dello Stato confessionale. Buonaiuti, dal canto suo, sosteneva la natura << separatista>> delle relazioni drata nel regime e può quindi essere consegnata all'autorità come un dello Stato italiano con la S. Sede. la non mancava di avvertire che tale opinione poteva docile strumento e una fe dele cooperatrice 1• apparire «eccentrica>>, <>. La polemica sul problema della classifica dei rapporti tra Stato e Chiesa - che scono una quantità di riflessioni. Alcune, di natura strettamente personale. interesserà tutti i maestri del diritto ecclesiastico italiano - era stata aperta da un articolo del Fracassini sulla «Nuova antologia>> del 1929, richiamato da Giovanni Gentile sul <> del 4 settembre 1929 (cfr. F. i\hRGIOlT \ BRoGLIO, La qualificaifone giuridica delle relaifonifra della rivista 2. Altre, eli natura generale. E riguardano i concordati, che lo Stato italiano e la C"/;iesa cattolica. Rassegna critica degli orientamenti della doti1Ù1a e spunti ricostmtivi, in ritengo sempre più come incompatibili con la natura e i fini del magistero «Archivio giuridico>>, CU1.'V [1963], 1 -2, pp. 60 dell'estratto). 1 Cfr. G. DLIIA,\11-1., Géographie cordiale de I'E111vpe, 1931. George Duhamel (Paris 1884 - Val­ e della disciplina nel cattolicismo. mandois 1966), poeta, critico e romanziere francese. Cfr. E. BLON.\IL"TI, La palinodia di Duhamel, In quanto alle eventuali affinità fra i molteplici movimenti contem­ in <>, VII (1931) , p. 285. poranei che tendono ad annegare l'individuo nella massa (i volumi eli 4 Deve trattarsi dell'ampio contributO lntomo al nuo1•o dirillo dei CIII/i acattolici ammessi in Italia, apparso in <>, (1931) , I, pp. 143 (sulla cui impostazione si veda, S. F1 RR.ARJ, Duhamel non mi sfuggono mai - hai visto l'ultimo sulla geografia cordiale IX Ideologia e dogmatica ... cit., pp. 118 e 125, ed ora, più diffusamente, E. VITALI, Cesare Magni ... , cit., dell'Europa?), tu sei troppo fine intenditore di fa tti sociali, per non avvertire pp. 257 - 258). che i conflitti più acuti scoppiano proprio fra gli organismi più similari. Hai avuto l'ultimo lavoro eli Magni 3? L'ho letto con molto interes­ samento. Mi pare cosa egregia. 95 Dove passerete le vacanze? Io ancora non so. Ho la mamma Roma, 29 !tiglio 1931 soffe rente per dolori perduranti da alcuni mes1, e non so se potrò Carissimo, !asciarla. Povera vecchia! n tuo prolungatissimo, inconsueto silenzio non mi elice niente di buono. Saluti cordiali ad Adele. Sono costretto a supporre - e Dio sa quale amarezza mi dà la A te un grande abbraccio. supposizione - che tu abbia avuto qualche motivo per tenermi il Ernesto B. broncio. Mi inganno? Dimmelo. 206 Letteredi Buonaiuti a }emolo 1931 207

Ti è fo rse spiaciuta assai la mia spigolatura sul tuo saggio circa il e valuto anche tutta la :, ·-'Jlezza della mia posizione di amico tuo e di confessionismo dello stato post lateranense? Se si, dimmi anche questa. amico di Magni in quest• frangente. Ma ho ragione, mi pare, di pensare, È molto meglio. che in questo caso il deside_· ;o ùell'amicizia e gli interessi della giustizia Non volevo davvero scrivere parole che avessero portata ... separati­ vadano perfettamente d'a .c0rdo. sta fra noi! 1 Altro se ho seguito l'inacerbirsi dei rapporti fra Gemelli e i bene­ So che sarai pars magna del concorso per ecclesiastico. Duro compito, dettini belgi!2 Ma quegli uomini di lassù sanno quel che vogliono e hanno il tuo! una coscienza retta e illuminata. Gemelli che cosa ha mai se non il suo Ho scritto anche per annunciarti la morte della contessina Pironti. grossolano fiuto di mercante di buoi? Ne ho provato un durissimo strazio. Quante memorie legate alla sua Auguro a te, ad Adele, ai piccoli la più corroborante delle vil­ persona! 2 leggiature. Ti abbraccio. Io mi muoverò più tardi: se mi muoverò. La mamma non sta bene e io sono il compagno della sua solitudine. Ernesto B. Ti abbraccio.

Tranquillizzami con una tua lettera. Ernesto

1 Cfr. nota 2 alla lettera n. 94. 1 Jemolo era stato chiamato a far parte della commissione giudicatrice del concorso a profes­ 2 Cfr. nota 5 alla lettera n. 58. Buonaiuti dedicherà alla memoria della Pironti un breve sore straordinario alla cattedra di diritto ecclesiastico della libera Università di Urbino insieme necrologio in «Ricerche religiose>> VII (1931), p. 480. con i colleghi Pier Silverio Leicht, Arrigo Salmi, l\1attia Moresco e Guglielmo Sabatini (cfr. <>, X [1932], parte II, vol. Il, p. 145). 2 on conosciamo in quale sede Gemelli avesse criticato l'opera degli eruditi benedettini belgi. Nella Bibliografia di Padre Agostino Gemelli, a cura di E. PRETO, Milano, Vita e Pensiero, 1981, non viene registrato nessun articolo del 1931 su tale argomento. 96 Roma, 12 agosto 1931

Carissimo Carlo, 97 Cosi va bene. Sono perfettamente rassicurato sulla costante fedeltà Roma, 19 agosto 1931 dei tuoi sentimenti. Scusami anzi se ho concepito, per un istante, qualche esitazione e qualche dubbio, sotto il pungolo amaro del tuo silenzio, che Carlo canssuno, mi appariva esagerato (non sono ancora salito a San Donato, e le tue Avverto e misuro tutta la scabrosa delicatezza dell'argomento del cartoline dalla Svizzera non mi sono state recapitate). Del resto ringrazio concorso, nella risoluzione del quale, checché tu dica, tu avrai indubbia­ Dio per questo lievissimo incidente che mi ha dato modo di udire da te mente funzione di arbitro. Ho tale rispetto della tua probità e della tua parole cosi nobili e cosi calde: anche se di tanto superiori al mio merito. competenza che provo, non te lo nascondo, un'istintiva ripugnanza E son lieto che queste parole siano state scritte da te proprio nell'ora in a discuterne con te. D'altro canto conosco troppo bene la purezza dei cui la penosa scomparsa della Pironti ha risuscitato nel mio cuore cosi tuoi sentimenti e la suscettibilità dei tuoi scrupoli, per non temere che, ardenti ricordi. ad un certo punto, data la indiscutibile maturità di più che tre concorrenti, Comprendo e valuto tutta la debolezza della tua posizione come tu possa essere tratto a decisioni suggerite da riguardi personali per chi, commissario principe nel concorso per ecclesiastico 1 • E comprendo oggi tuo giudicato, fu altra volta tuo compagno di prova. 208 I..ettere di Buonaiuti a ]emolo 1931 209

Tutto considerato, sarà unico partito degno della nostra arruc1z1a, . Non mi dissimulo affatto la gravità del mio giudizio. Ma tu me lo che io ti parli con animo aperto e schietto, anche a costo di fare, hai chiesto. E credo trattarsi di materia che è molto più storica che a volte, la figura dell'indelicato. giuridica. Se l'età e le disavventure non sono un titolo scientifico, la tua Di primo acchito, questa tua ultima non mi ha fa tto una impressione valutazione del Savagnone non può essere dubbia, per quanto spiacevole. molto piacevole. Mi è parso sopra tutto preoccupante il fatto che, Del resto, se tu me lo consentirai, di tutto potremo riparlare con partendo dal presupposto, sul quale possiamo essere di accordo, che calma. Senza dubbio questo concorso è di una pesante responsabilità: i maturi giudicandi siano più di tre, tu non mi assicurassi subito che fra ma tu non sei davvero impari al compito. i possibili esclusi non doveva computarsi il Magni. Di più mi si era Io son qua, immancabilmente, al mio lavoro. profilata come un'imbarazzante mansione quella di pronunciare un giu­ Farò uscire molto presto il fascicolo di settembre di R.(icerche] dizio purchessia su un'opera del Savagnone 1• Ma, a lettura compiuta di R. [eligiose]. questi «Studi sul Diritto Romano ecclesiastico», penso di potermi pro­ Fin quando rimarrete costì? nunciare con piena oggettività, senza un'esitazione, con la coscienza di Saluti affezionatissimi alla tua Adele e baci a1 tuoi bimbi. attenermi strettamente al valore oggettivo delle cose. Sai che non sono A te un grande abbraccio. un insensibile e, nella fattispecie, sento tutta l'amarezza di pronunciare giudizi sfavorevoli su un vecchio insegnante, cui non ha arriso davvero Ernesto B. una straordinaria fo rtuna accademica. Ma tutte le predisposizioni sentimentali non riescono a soffocare la miseranda impressione di questo «penoso e gigantesco sforzo» (p. 10), 1 Francesco Guglielmo Savagnone, libero docente di storia del diritto romano dal 1901, di intrapreso con così scarsa preparazione. diritto eccle iastico dal 1906, incaricaro di quest'ultimo insegnamento nell'Università di Palermo on vorrei davvero pronunciare un verdetto se si trattasse di cosa dal 1907 in avanti. Oltre all'opera duramente criticata dal Buonaiuti, edita in «Annali del Seminario giuridico della R. Università di Palermo» (XVI, 1930, pp. 1-1 52), il Savagnone aveva scritto tra estranea alle mie quotidiane incombenze di studioso. Ma, come tu stesso l'altro: Sulla re/!Oca/Jilità dell'exequatur e del piace/ (Palermo 1905), Co ncili e sinodi di Sicilia. Struttura hai visto, la prima parte del lavoro «Il Cesarismo», è di natura strettamente giuridico-storica, Palermo 191O; La pro11111/ga'{jone del IIIIOVo codice di diritto canonico e il diritto nativo di storico-ecclesiastica ed è di una povertà e di una imprecisione che non legiferare del pontefice (in «Circolo giuridico>>, Palermo 1918, vol. II). avrebbero meritato il 64, se si fo sse trattato di una semplice dissertazione presentata nella mia disciplina. Il Savagnone tratta l'argomento più trito della primitiva storia della società cristiana e lo fa con una superficialità 98 e una scorrettezza così piramidali da suscitare veramente la critica più severa. Dalla grafia dei nomi nella bibliografia, all'uso inaccorto delle fonti; Roma, 28 agosto 1931 dalle generalizzazioni frettolose e incompetenti alla superficialità dell'impo­ Mio canss1mo, stazione dei problemi ; tutto, in questa prima parte specialmente, tradisce Ma bravo, il mio Carlo! Oltre tante altre eccellenti, esimie qualità, una deficienza scandalosa di preparazione. Il problema della ortodossia possiede anche quella di perfetto schermidore. Tu mi usi la più cavalle­ e della eresia nel quarto secolo, così rilevante nella valutazione degli resca amabilità, protestando di non avere alcuna difficoltà a che si parli atteggiamenti del potere imperiale in materia religiosa, è del tutto ignorato. fra noi di un tema indubbiamente scottante: il concorso 1• Dici anzi di La seconda parte, leggermente migliore della prima, rivela parimenti defi­ aver grato che se ne discuta. Ma poi con elegantissimo garbo, mi lasci in cienze grossolane. Cui si aggiunge a volte (v. p. 54) una presunzione più asso e mi neutralizzi con delle parole magistrali. Oh, certo, io non ti tosto grottesca, come quando il Savagnone crede di aver fatto una grande chiedo e non ti posso chiedere quale sarà l'esito della non semplice scoperta desumendo da Evagrio un ragguaglio che è di quarta mano. e non agevole prova! So benissimo che la riunione di cinque professori

14 210 Lettm di Buonaiuti a ]emolo 1931 211 universitari per una decisione del genere di quella a cui dovet� addivenire nuovo codice civile del Regno d'Italia e nel progetto di codice di procedura civile. Le sue opere riguardarono la storia del diritto, la storia del Risorgimento e problemi di politica estera. Sulla voi altri, è il campo dell'imprevisto e dell'incerto per eccellenza. Ma sua opera scientifica, cfr. B. P.IRADISI, Gli studi di storia del diritto italiano ... ci r., pp. 436-441 ; E. a me, sto per dire, più che l'esito definitivo del concorso, sta a cuore di RoTI, Arrigo So/mi nella sua opera di storico e di politico, in «Annali di Scienze politiche», 1934, pp. sapere che la mia valutazione su qualche candidato, è d'accordo con la 1-68; G. P. BoG'JETil, L'op era storico -gimidica di Arr(go So/mi e il ptvblema dell'oggetto e del metodo della tua. Può darsi che istintivamente questo equivalga ad avere una certezza storiografia del diritto italiano, in «Rivista di sroria del dirirro italiano», XVII - XX (1944-47), pp. 171-199; P. F. PALL'MBO, Arrig o So/mi, Roma, cip. del Senato, 1947 (estrarro dal «Bulletcino sulla conclusione. Ma non voglio esaminare le zone del subcosciente. E, dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano>>, n. 60) ; In., Scritti di storia alla superficie della coscienza, c'è soltanto il desiderio di sapere se tu ti giuridica medievale di Arrigo So/mi, in In., Studi medievali, Roma - Lecce, Ed. Europa, 1965, pp. proporrai di salvare ad ogni costo il mio M.[agni] . Fermissimamente tu 463-473; L. MoNZALI, Arrigo So/mi storico delle relaifoni intemazionali, in «Il Politico», LIX (1994), pp. 439-467. mi poni dinanzi all'alternativa che M.[agni] possa essere primo o fuori di 3 Su di lui v. nora 7 alla lerrera n. 53. terna. Troppa grazia sant'Antonio e insieme troppo poco! Della prima 4 L'amico da visitare a Berna era Guido Cagnola. eventualità non mi curo; la seconda mi fa spavento. Ma tu prospetti la 5 Sulle difficoltà burocratiche e politiche incontrate da Buonaiuci per ottenere il passaporto, cfr. BEDESCIII, Buonaiuti, il Co ncordato . .. cir., pp. 187-189. possibilità che dopo l'esame minuzioso che ti proponi di fare dei titoli, L. qualcuno salti su a segnalarti lacune sensibili nel Magni. No, mio caro. Solmi 2 e Leicht3 possono fa re quel che vogliono: non insegneranno nulla a ]emolo. Mai e poi mai. E quindi ho ragione di puntare molto 99 più di quanto tu stesso ora non faccia, sul tuo apprezzamento. Detto Roma, 7 settembre 1931 questo, non parliamone più, se non quando tu verrai a Roma. Io dovrò partire fra qualche giorno - non a pena avrò il passaporto Mio canss1mo, -per la Svizzera. Un mio vecchio carissimo amico - un arcimilionario Ad una settimana di distanza dall'inizio delle pratiche per il passa­ milanese - gravemente infermo a Berna, desidera che vada a trovarlo 4. porto, questo passaporto è ancora di là da venire. Comincio a temere Spero mi lasceranno passare la frontiera 5• Ma a mezzo settembre sarò che quando l'avrò, non mi servirà più. Perchè fr attanto il mio malato di certamente di ritorno. Ti vedrò, dunque, non è vero? Berna si è sentito dire dal medico curante che la sua cura è lunga e che Purtroppo non conosco lavori, né italiani né stranieri, sul metodo potrà essere praticata ugualmente bene fuori della casa di cura. Sicché di reclutamento del clero. Hai ragione di dire che è argomento delicatis­ potrà darsi che sul declinare del mese, il mio amico se ne torni nella sua simo. Ma proprio gli argomenti più delicati sono i meno discussi dinanzi villa di Gazzada, in quel di V arese. al pubblico. Il mio viaggio pertanto d'oltre confine si fa problematico. Potrò in Buona fine di villeggiatura a te, alla tua cara Adele, ai tuoi deliziosi cambio andare a Varese. Ma quando? 1 Ci sarà tempo: se si tratta di piccoli. cura lunga e di incerto esito. Temo si tratti di cosa cronica. Ti abbraccio. Comunque, fra una settimana, quando tu verrai qui, mi troverai indubbiamente ... in sede. Sarò felicissimo di vederti. Telefonami a pena Ernesto qui: ti voglio vedere subito. Quel monsignore di cui ti parlai, a proposito del Cuccagni, si chiama

1 Cfr. lerrera n. 96. Erminio Jasoni - ed è sempre al Laterano. Tipo leggermente vqyeur, 2 Arrigo Salmi (Finale Emilia 1873 - Roma 1944), storico del diritto italiano e uomo politico. è però fo ndamentalmente buono e servizievole. Ma potrai vederlo di Insegnò nelle Università di Camerino, Cagliari, Siena, Parma, Pavia (dove ricoprì la carica di persona, quando sarai qui. rerrore). Successivamente insegnò anche scienza politica a Milano e diritto comune a Roma. Depurato al parlamento nel 1924, sorrosegretario al Ministero dell'Educazione Nazionale dal Gli amici cominciano a tornare dai loro viaggi estivi : Anna 2 1932 al 1935, ministro di Grazia e Giustizia dal 1935 al 1939. Ebbe parte nella pubblicazione del dall'Olanda, Mario Niccoli dal Belgio, gli altri dal loro periplo minore. 212 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1931 213

E la vita riprende il suo corso normale. conoscere. E la sua famiglia è raccomandabilissima sotto ogni punto di Non dubito che la tua piccola 3 sia perfettamente ristabilita. vista. Quando tu e Adele farete un viaggio a Budapest potrete constatarlo. Saluti cari ad Adele. Vi prego di essere utili in qualche modo alla signorina, quando si Ti attendo con desiderio. presenterà con la mia lettera. Spero non vi dia fastidio e non vi appaia Tuo indiscreto questo mio intervento. E. Buonaiuti Ti ringrazio di nuovo per avere così letteralmente effettuato quel che mi avevi preannunciato a proposito del concorso nel nostro primo 1 In effetti Buonaiuti si recherà a visitare l'amico Cagnola nella sua villa di wzzada - Schianno colloquio del settembre scorso. nel mese di settembre (cfr. ibid. , p. 429). E ti prego di trasmettere i miei più cordiali saluti ad Adele, che ho 2 Forse Anna De Micca, allieva di Buonaiuti (v. nota 1 alla lettera n. 39). riveduto con gran gtOla. 3 Adele Maria ]emolo. Ti abbraccio.

Ernesto B. 100 Roma, 28 ottobre 1931 1 Si tratta della commissione giudicatrice del concorso alla cattedra di diritto ecclesiastico Carissimo Carlo, dell'Università di Urbino, i cui lavori si erano svolti dal 20 al 23 ottobre 1931. 2 Buonaiuti si riferisce all'esito del concorso urbinate. Cfr. la nota 1 alla lettera seguente. Ti avevo atteso nei giorni di lavoro della commissione 1• E vera­ mente avrei molto amato vederti. Una conversazione con te è sempre cosa deliziosa, anche quando mi tratti da aberrante: anzi, specialmente allora. 101 Poi ho pensato, per un istante solo, che un nuovo mio assalto in Roma, 1° novembre 1931 favore dell'amico pericolante non ti sorridesse gran che. Ma ho cacciato sull'istante stesso la tentazione di sospetto temerario. Carissimo, Mi sono convinto più tosto che ti riservavi di darmi la buona La signorina ungherese che verrà a battere alla vostra porta, chie­ nuova a cose fatte: e così è stato. dendo un po' di compagnia amichevole durante la sua permanenza costì, In fo ndo, sono più che soddisfatto dell'esito 2• Anche perché mi ha si chiama Alcsuti, ed è nipote di quella tale signora J acotta che è qui tra dato la prova palmare della giustezza della mia previsione, che tu saresti le più fedeli del mio piccolo gruppo e che supponevo ti fo sse nota. Ma stato il meneur dei lavori della commissione giudicatrice. E come avrebbe fo rse tu non eri già più qui, quando essa si avvicinò a me. La signorina potuto essere diversamente? viene direttamente da Budapest. Grazie per tutto che farete in suo Son rimasto, è vero, col rammarico della tua mancata visita. Ma se vantaggio. andrò a Milano mi rifarò ad usura. E del resto sono sicuro che a data Sì, ti dirò con tutta schiettezza che Magni non è rimasto quel che non lontana tu ricapiterai qui per qualche incombenza cassazionalista! si dice appagato per l'esito del concorso 1• E - adolescente di spirito Verrà a Bologna, per un breve periodo, a studiare sul posto il ancora com'è, abituato nella vita a non incontrare ostacoli o difficoltà Creti, una signorina di Budapest, nipote della nostra cara amica Jacotta - non ha forse assunto subito, dinnanzi al responso, quell'atteggiamento Alcsuti. Io mi sono permesso di fo rnirla di una lettera di presentazione di corretta dignità che altri, più navigato, avrebbe certamente assunto. per voi. È una signorina fine e graziosa, che non vi dispiacerà di Ho detto a lui, con la mia spontaneità consueta, la parola che mi 214 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1931 215

sembrava acconcia. E dico a te, appunto, che occorre lascia.�;e tempo al volume. Nella sfera del diritto positivo il Magni presenta un volume Intorno al nuo/lo diritto dei CII/ti acattolici, che mostra larga cultura nell'ambito del diritto pubblico, e buona capacità costruttiva, tempo. Diverrete, molto più presto di quanto non ti immagini, cordialis­ sia pure suscettibile di ulteriori raffinamenti. La Commissione nota nella produzione del Magni simi arruCl. E tu hai fatto benissimo a incoraggiarlo in questo senso, un rapido progresso, segna al suo attivo l'essersi occupato di punti vitali della disciplina, toccando offrendogli tu stesso il trattamento più familiare. due dei diversi campi di cui essa consta, e confida che il Magni continuerà il suo perfezionamento e la sua ascesa, e diverrà tra breve uno dei più egregi cultori del diritto ecclesiastico>> (« Bollettino Certo, l'amicizia tua per il Bertola 2, manifestatasi così vittoriosa­ ufficiale del Ministero dell'educazione nazionale>>, X (1932), parte II, vol. II, p. 146). mente, si interporrà sempre fra te e lui. Credo veramente che da questa 2 Arnaldo Bettola (Sostegno, presso Vercelli, 1889 - Torino 1965), giurista. Dal 1913 al 1928 amicizia, di cosi veneranda data, tu ti sei fatto leggermente prendere la ricoprì incarichi nella magistratura, essendo anche presidente del tribunale di Rodi, per poi passare all'insegnamento universitario. ubero docente di diritto ecclesiastico e incaricato di diritto mano. E - per essere con te sincero fino in fondo - ti dirò che coloniale nell'Università di Torino, nel 1931 vinse la cattedra di diritto ecclesiastico nell'Università avresti dovuto essere un po' più cauto. Ma non te ne faccio rimprovero. di Urbino. Successivamente passò a Pavia e a Torino, dove insegnò anche storia e politica Perché io stesso reputo l'amicizia cosi alta e veneranda cosa; ricordo io coloniale. Scritti principali: 11 regime dei m/ti ir1 Tu rchia (1925), Le{joni di diritto coloniale (Torino stesso in condizioni similari di aver fatto cosi rischioso omaggio ad essa; 1930), Letfoni di diritto ecclesiastico (Torino 1934), Matrimonio religioso (Roma 1936), Letfoni di diritto canonico (Torino 1946), Corso di diritto ecclesiastico (Torino 1954), 11 matrimonio (Milano 1963). Sul che non oso davvero rimproverarti, anzi in cuor mio lodo il tuo contegno suo apporto cfr. S. FERR.IRI, Ideologia e dogmatica ... cit., pp. 174-176. Le rnissive di ]emolo al commendevole. Altri, naturalmente, giudica in altro modo. Ma non Berrola durante la prima guerra mondiale sono state edite in appendice a A. GALANTE GARRONE occorre mai indugiare a raccogliere il lustro dei commentari accademici. - M. G. Al'ALLE, Artmv Carlo ]emolo ... cit., pp. 197-243. Per mio conto, reputo che Magni può benissimo accontentarsi di come gli sono andate le cose. E l'ho detto a lui in tutte lettere. Sei stato molto caro nell'associare il mio nome all'anniversario 102 gioioso che si compie in questi giorni. Quando, riandando alla mia Roma, 28 novembre 1931 procellosa esistenza negli anni della mia attività didattica, voglio arrestarmi su una data che mi dia conforto e giubilo, penso proprio alla benedizione Mio canss1mo, della vostra unione e della vostra felicità. È tutto puro merito vostro se Dalla signora Alcsuti ho avuto notizia delle cortesie, apprezzatissime, mi avete conservato un'affezione che non potete immaginare qual pre­ che tu e Adele avete usato alla sua nipote. Ho avuto anche sentore della zioso viatico sia per il mio incerto e duro andare! gratitudine che hanno concepito verso di voi i genitori della ragazza, Dio vi benedica sempre e con una pienezza ricca all'infmito! a Budapest. Ti sono tanto grato anch'io di aver fa tto cosi amabile Auguri a te, in particolare, per il tuo imminente onomastico. accoglienza alla piccola storica dell'arte. Ad Adele le mie felicitazioni più v1ve. Si, ho seguito la via che mi ero prefissa, ma con la dominante cura A te un lungo abbraccio. di porre in luce le ragioni strettamente religiose che me la ispiravano, e di eliminare qualsiasi connotazione extrareligiosa del mio atto 1• Non Ernesto B. so ora quali saranno le sanzioni che adotteranno. I pettegolezzi sono infiniti, ma tutti, penso, destituiti di qualsiasi consistenza. Ho molto lungamente riflettuto sul consiglio che tu mi hai dato. Ma persisto nel 1 Magni fu designato ad occupare il terzo posto nella terna concorsuale dei vincitori per la ritenere mio dovere rimanere qui, sicuro che c'è un'azione e c'è un'effi­ cattedra urbinate, dopo Arnaldo Bertola e Giuseppe Forchielli. Il Magni riporrò un giudizio cosl fo rmulato: «E' un concorrente giovane di anni, ma che ha indefessamente lavorato. Nell'ambito cacia invisibile ed infallibile in ogni fedeltà, anche ignorata, ad un ideale della storia del diritto della Chiesa egli presenta due volumi di Ricerche sopra le ele{joni episcopali, che si immedesima con la vita di ogni giorno 2• che mostrano larghissima cultura, e che sono altamente pregevoli per il completo esame delle Quest'anno mi pare anzi che le mie possibilità di lavoro stano fo nti compiuto dall'autore. Senza pronunciarsi sui risultati cui perviene il Magni, e che toccano uno dei punti più dibattuti della storia del diritto della Chiesa, la Commissione apprezza molto il sensibilmente cresciute. E guando, spero presto, ci rivedremo, te ne lavoro, anche se talun commissario debba rilevare qualche difetto di costruzione nel primo potrò parlare. 216 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1931 217

Saluti e auguri affettuosissimi alla tua Adele. originalità, che pregusto la gioia che tru daranno le tue osservazwru sul A te, il sentimento più fervido della mia immutata amicizia fraterna. problema cui alludi. Auguro al tuo lavoro, per il nuovo anno che comincia, sempre più Ernesto B. alacre e robusta espansione. E auguro a presto - senza fare infausti oroscopi per altri - la tua venuta a Roma.

1 Nella seconda decade del novembre 1931 Buonaiuti aveva rifiutato - insieme con altri Ad Adele carissima, ai tuoi cari ragazzi, a te voti più fe rvidi. undici colleghi - di prestare giuramento di fedeltà al regime fascista, ai sensi dell'art. 18 del Ti abbraccio più che mai tuo affezionato r.d.l. 28 agosto 1931 (cfr. Filosofi UnùJCrsità Regime. La Scuola di Filosofia di Roma ... cit., pp. 133-158). Sulle motivazioni dell'atto di Buonaiuti si veda quanto scriveva a Cagnola in L BEDESCHJ, Buonaiuti, il Concordato... ci t., pp. 189-192 e al Missir in Una vita allo sbaraglio... ci t., pp. 227-228, oltre E. Buonaiuti a Pellegrino di Roma.. . cit., pp. 277-282, 544 nota 199. 2 Jemolo aveva consigliato Buonaiuti di accettare qualche incarico all'estero, ma questi aveva perentoriamente rifiutato l'idea di lasciare l'Italia (cfr. quanto scriverà al Cagnola il 25 dicembre 1 In seguito al rifiuto del giuramento fascista, con lettere del 12 e del 31 dicembre 1931 il seguente, in L. BEDE CHI, Buonaiuti, il Co ncordato... cit., p. 192). rettore dell'Università di Roma comunicò a Buonaiuti il suo <

allo sbarag lio ... cit., p. 228 nota 3). Carlo mio carissimo, Grazie del tuo buon messaggio e del tuo sollecitissimo abbonamento sostenitore. Sei sempre l'amico fraternamente fedele, nella buona e nel­ l'avversa fortuna. La mia, non avrebbe potuto essermi più avversa di

così 1 • Ma, te lo dico molto semplicemente, non me ne sgomento affatto. In fo ndo all'anima mia anzi è un profondo senso di compiacimento per aver avuto modo di dare così precisa testimonianza alle idee che vado perseverantemente bandendo e propagandando. L'indispensabile alla vita non mi mancherà. Non ho che il carico della mamma e potrò ridurre a proporzioni molto più modeste il mio tenore di vita. Par che mi lasceranno una modestissima pensione - in base ai tanti anni di servizio - e farò in modo che questa sia pari al fitto della mia futura residenza 2• Per il resto, sarà facile trarmi d'impaccio. Tutta questa metamorfosi della mia vita, alla fresca età di cinquant'anni, mi dà un gaudioso senso di rinascita, di incominciamento, che può essere l'equivalente illusorio della tramontata giovinezza. Mai mi sono sentito leggero e agile come ora - di corpo e di spirito. E vado incontro, con

fiduciosa serenità, all'ultimo < •. .> della mia non placida odissea. Sono tanto felice di sapere del tuo lavoro e della efficacia del tuo insegnamento. Tutto quello che tu mi scrivi è così pieno di vita e di 218 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1932 219

104 esemplare. Veramente ti dirò con tutta schiettezza che mi paiono, alcuni, Roma, 21 gennaio 1932 prezzi un po' troppo bassi. Ma io non voglio davvero stare a fare con te disquisizioni di tal natura. Ci mancherebbe altro! Carissimo J emolo, Il libraio dunque mi dice che il prezzo commerciabile del Friedberg 1 Grazie della tua cartolina. Ti aspetto con v1vlss1mo desiderio. Ti - sulla cui copertina io trovo scritto a penna lire 65: e questo per porterai via con te il Co rpusJuris Ca n.[onici] e i primi sei volumi dell'Be­ l'epoca in cui l'acquistai, vale a dire il 191O - può essere oggi di lire fele 1• E vedrai, nella mia biblioteca in decomposizione, se vi sia qualco­ 100. È il prezzo che mi pare più basso. s'altro di buono che faccia al caso tuo. Non ho chiesto dei prezzi Prezzo del Gotofredo - Co dex Th eodosianus - lire 220 - (sono correnti in antiquariato. Ma di questo non ti dare pensiero. Avremo 6 volumi, come sai 2) . Histoire cles Conciles - di Hefele-Leclercq 3 tempo di rendercene edotti. Io non ho tanto bisogno di incassare subito : - i primi 6 voli. - lire 30 a volume. Ho poi il Codex Justinianus quanto di accendere crediti per l'avvenire, che potrà essere duro. E ho nell'ed. Kruger4, che potrei anche darti. bisogno sopra tutto di alleggerire il mio carico librario - e il mio carico E poi, per SO lire, il volume del Maurain sulla politica religiosa del di suppellettile domestica - per essere libero di movimenti e leggero, II impero s e i 3 volumi del Thomas sul Concordato del 1516 6. come la precarietà del mio destino esige. Ho tante volte proclamato Va bene? beati i merli del mio abete, che non mi par vero di essere agile e sgombro Altra roba potrò mettere da parte per te, mano mano che vado come loro. Sia benedetto S. E. Balbina Giuliano! 2 assottigliando questo enorme e imbarazzante carico di libri �he parali za Saluti carissimi ad Adele. � i miei movimenti di affittuario alla ricerca del più economlCo allogg10. A rivederci presto! Dimmi se posso mandare senz'altro tutti i volumi in casa della Tuo signora Matilde 7 o se posso spedirteli in una cassa a Bologna. Ernesto B. Grazie di tutto. Con tanti tanti saluti cordialissimi alla tua Adele e ai tuoi can 1 Cfr. nota 3 alla lettera n. 105. 2 Cfr. nora 5 alla lettera n. 71. figliuoli. Tuo E. Buonaiuti 105 canonici, curata dallo studioso Emil Albert Roma, 12 marzo 1932 1 Si tratta dell'edizione principe del C01 pm iuris Friedberg (Konitz 1837 - Lipsia 1910) ed edita, in seconda edizione, a Lipsia nel 1881. Dotata di Carlo canss1mo, un grande apparato critico e di una disposizione tipografica particolarmente elaborata. 2 Cfr. J. GoTIIOFREDI, Codex Tb eodosiatms CtlfJ/ COIJ/11/entariis, Lugduni 1665. Il «Codex Theodo­ Mi spiace molto, molto che la fugacità di queste tue visite a Roma sianus», promulgato nel 438, interessava il canonista Jemolo per essere la pnma collez10ne e la premura delle incombenze legali che vi ti spingono, rendano impos­ autentica di costituzioni imperiali emanate da Costantino Magno fino a Teodos10 LI. Oltre ad sibile il vederci. Mi sarebbe tanto più cara una conversazione a quat­ essere opera rara sul mercato antiquario, l'edizione di Jacques Godefroy (1587 � 1652) era ricercata (cfr. A. V,\N How·:, Prolegomena, «Commentanum Lovcaruense tn tr'occhi, anziché la rapida e monca comunicazione telefonica con te. per l'ampio commento ai testi Codicem Iuris Canonici>>, vol. l rom. l, cditio altera, Mechliniae - Romae, 1945, p. 570). Non ti concederai mai, a Roma, una giornata sola di completo e assoluto 1 Si tratta della monumenrale opera di C.J. HErELE, Histoire des Co nci/es d'apris /es documents riposo? originaux, nouve//e trad jra nçaise corrigée et augmentée de notes critiques et bibliograpbiques par un religieux bénédictin lJ. Leclercq], l, Paris, Letouzey et t\né, 1907-... Il libraio di Bardi, al quale, in seguito al tuo consiglio, mi sono . . , .. 4 Probabilmente Buonaiuti si riferisce all'edizione del Co dex justtmam1s curata da P. Kruger ed rivolto perché mi indicasse i prezzi commerciabili dei volumi che vorrei edita in un solo volume a Berlino nel 1877. Ma potrebbe anche indicare la nuova edizione del vendere a te, mi ha dato le informazioni desiderate con una sollecitudine corpo giustinianeo che era stata completata proprio due anni prima in quattro volumi curati, 220 Lettere di Buonaiuti a }emolo 1932 221 rispettivamente, dal Kriiger per le «lnstitutiones», i <

Carissimo, carissimo, 1 Frammento di lettera. Si può collocare qui come termine ad quem in ragione del fatto che Troppa grazia, sant'Antonio! Tu vuoi farmi arricchire. Per pochi i soggiorni all'< «Leggende del medio evo» e Harnack, pure Roma, 10 luglio 1932 grosso, «Tristano e Isotta») è tutto preparato all'ingresso 1. Un'agenzia di spedizioni verrà ad imballarlo e a spedirlo per te - al tuo indirizzo di Carlo canssrmo, Bologna. Va bene? La partita rimane aperta, oh sì, ma con un debito mio Eh sì, veramente. Molto, troppo è durato il tuo silenzio. Ma non e un credito tuo. Debito pecuniario, e debito morale. Questo secondo più mi sono adontato per questo. Del tuo lavoro intenso e indefesso non ingente del primo. Sei stato e sei così caro con me. Non lo merito. Ma solamente mi giunge contezza da molte parti, ma, sopra tutto, ho la tu pure hai un debito: quello di farti vedere quando vieni a Roma. documentazione eloquente nella tua produzione pingue e ininterrotta. Ti Ma più io conto di averti presto qui vicino, per sempre: con i tuoi. sono grato di mettermi in grado di seguirla, almeno in parte. Sarebbe E allora sì che non potrai scappare. pertanto stolta pretesa la mia se mi attendessi da te una corrispondenza Domani vado a San Donato. Quanti bei ricordi lassù! più nutrita. È sufficiente al mio sentimento sapere che mi ricordate con Con tante cose affettuosissime a te, ad Adele, ai tuoi. fedeltà e affettuosità. E quanto questo più mi risulta, molto bene. Grazie! Tuo Dal mio itinerario genovese Bologna era troppo distante, perché mi potessi permettere la gioia di una visita costì. Ma se andrò a Milano, Ernesto non dubitare, Bologna sarà intermezzo obbligato 1• Il caro Magni è qui, un piacevolissimo e discretissimo ospite. Stiamo 1 In aggiunta ai volumi elencati nella lettera precedente, Buonaiuti indica probabilmente : L bene insieme. La prospettiva, radiosa davvero, di Parma l'ha messo un CROL'Zll., Le concorda! de 1801. l:;tu de bistorique et juridique, Paris 1904; H. A GUERBF.R, Myths and po' in subbuglio. Sarebbe veramente, la chiamata colà, una grande fo rtuna Legends of Middle Ages, London 1909; A. VoN HARNACK, Lehrbuch der Dogmengeschichte, 3 voli., Friburgo in B. 1886-1889 (rrad. it. Mendtisio 1912-1 914); un'edizione non meglio definita del e sarebbe, pure, un eccellente stimolo alle sue capacità, che apprezzo Trista no ed !solfa. sempre più e da cui credo possa aspettarsi molto bene. Ma riuscirà? 222 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1932 223

Non parlare di sistemazione di conti, di partita. Vorrei essere tuo di fo rmulare l'ipotesi che quando che sia io possa ancora apparire come «creditore» (!!) per molto, molto più - e avere partita aperta all'indefinito. tuo creditore? Proficua assai la tua professione, se sei così abile nel A Genova ho avuto grandi soddisfazioni 2• Questo lavoro di apo­ trasformare in creditore un debitore come me! Grazie, grazie! stolato randagio e saltuario mi piace immensamente. Auguro a te, ad Adele, ai tuoi figli, vacanze placide, corroboranti, L'anno prossimo però vorrei organizzare qui a Roma qualcosa di serene. stabile e di continuativo: una scuola libera di studi religiosi 3. Mi sarà Io dopo la non lunga parentesi varesina 1, sarò qui di nuovo al mio . consentito ....";) lavoro. Auguro a te, ad Adele, ai tuoi cari piccoli, le vacanze più prospere Mi proporrei di ultimare il mio secondo volume gioachimita 2 e di e più liete. preparare intensamente il corso libero di storia religiosa che intendo Spero di vederti prima della vostra partenza per la montagna. inaugurare nel prossimo novembre. Ti abbraccio con fe rvore. Quando ti rivedrò qui? Tuo Ti abbraccio con vivissimo, riconoscente affetto. Ernesto B. Tuo

1 Come chiarisce poche righe più avanti, nel 1932 Buonaiuti intraprese una discreta attività E. Buonaiuti di conferenziere specialmente nei circoli culturali e nelle sedi di gruppi protestanti italiani (cfr. Pellegrino di Roma... cir., pp. 287 e seguenti). Una delle tappe fu Genova, dove Buonaiuti tenne 1 Buonaiuti sarebbe partito il l o agosto per la villa di Gazzada - Schianno, sul lago di Varese, nel maggio 1932 quattro conferenze su altrettanti grandi tappe della storia del Cristianesimo: il ospite dell'amico Cagnola per una 1·entina di giorni (cfr. Una 1Ùa allo sbaraglio ... cit., p. 255). messaggio paolina, il problema del male e il pensiero agostiniano, la fo rmazione della Scolastica, 2 Si tratta del secondo volume degli scritti inediti di Gioacchino da Fiore, De artic11lis jìdei, i movimenti riformati e la Controriforma (cfr. Una vita allo sbaraglio ... cit., p. 245). che sarà pubblicato a Roma dall'Istituto storico per il Medio Evo nel 1936, con una lunga 2 Cfr. il resoconto delle conferenze genovesi datone al Cagnola in L. BEDESCHI, Buonaiuti, il introduzione di Buonaiuti (pp. XCIIl, 117). Co ncordato ... cit., pp. 202-203, e al Missir in Una vita allo sbaraglio ... cit., p. 246. Sulle risonanze politiche di queste conferenze il prof. Giovanni Battista Varnier mi segnala la documentazione conservata in ARcHIVIO01 STATO, GENOV.I, Prefettura, Archivio di gabinetto, pacco n. 223, s. fase. 9-14. 1 Quasi sfidando gli impedimenti che gli erano stati frapposti dalle autorità ecclesiastiche e politiche, Buonaiuti intendeva tenere, a cominciare dal novembre successivo - un regolare ciclo di lezioni di storia delle religioni, equiparato a quello universitario, a Roma, presso 110 l'Associazione cristianadei giovani (cfr. Pellegrino di Roma ... cit., pp. 288-289; L. BEDESCHI, Buonaiuti, Roma, 17 novembre 1932 ti Concordato ... cit., pp. 202, 204-205). Sui rapporti tra Buonaiuti e le chiese evangeliche, cfr. G. T, Roe H A Regime fascista e chiese emngeliche. Direttive e articolaifoni del controllo e della rep ressione, Torino, Carlo canss1mo, Claudiana, 1990, pp. 91, 110, 158, 177, 192-193, 207, 310. Sono in ritardo con questa mia risposta all'ultima tua, come sempre amabilissima e gratissima. Ma tu mi scuserai. Ho avuto giornate molto occupate. Sai che ho preso l'iniziativa di un corso libero e ho dovuto consacrare tutto il mio 109 tempo e tutte le mie energie a fa r sì che la fiducia e l'aspettativa del mio Roma, 31 luglio 1932 buon auditorio non dovessero uscirne deluse. Sono soddisfatto 1• Carissimo mio, Magni è raggiante per la chiamata a Parma. Più lo conosco e più Non so dove e quando questa mia ti raggiungerà. Ma, comunque, sono lieto di constatare che è un giovane dalle qualità sode e dalle non voglio tardare un istante a darti comunicazione che ho ricevuto la capacità ricche. Questa chiamata, stimolandolo e solleticandolo, lo porterà tua raccomandata con il pingue assegno bancario. Hai ancora ... il coraggio a lavorare con molto maggiore intensità. Sono proprio lieto per lui 2• 224 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1932 225

ll destino di Raffaello mi ha profondamente amareggiato. Non avrei felicissimo di pubblicare la tua rassegna. Se accetti, ti mando subito mai e poi mai voluto credere a così doloroso epilogo 3. Potrà ripararsi i 2 volumetti, che probabilmente hai tu stesso ricevuto. l'accaduto? Temo tanto che no. Attendo un tuo cenno di risposta. Non capiti mai a Roma? Saluti affezionatissimi ad Adele. Tante cose affettuosissime alla tua Adele. Ai tuoi figliuoli baci can. A te un grande abbraccio. Auguri fervidissimi.

Ernesto B. E. Buonaiuti

1 Cfr. nota 3 alla lettera n. 108. L'uditorio di Buonaiuti si componeva di centoventi persone, 1 Il contributo ft nanziario di Jemolo era diretto alle <

1931. modernismo (cfr. Una 1•ita allo sbaraglio ... cit., pp. 266-267). on ci è possibile precisare cosa fosse accaduto a Morghen nel novembre 1932. Da una 1 Si tratta di due saggi di R. Mazzetti, Il cardinale Angelo Maria Querini: uomini e idee del '700 e la responsiva di ]emolo, del 17 ottobre precedente, sembrerebbe potersi desumere che a Morghen nascita del giansenismo bresciano, con lettere inedite, Brescia, Vannini, 1932, pp. 142, e Relai)onifra il si fosse presentata l'opportunità - di lì a poco sfumata - di lasciare l'insegnamento liceale per giansenismo pal'Cse e il giansenismo toscano, in <

111 Roma, 23 dicembre 1932

Carlo canssuno, Grazie assai della tua lettera - quanto attesa! - e del tuo abbona­ mento sostenitore 1• L'ultima mia andata a Milano è stata un'andata turbinosa 2• Avevo il mio corso qui a Roma che mi richiamava d'urgenza, senza concedermi ventiquattro ore di respiro, e le tappe del mio itinerario erano fitte, fitte. Sono stato dolentissimo di non poter fare la progettata e desiderata fermata a Bologna. Ma è in vista un nuovo viaggio in alta Italia e allora, non dubitare, mi vedrai arrivare a Via San Donato. Senti. Mi hanno mandato, per recensirli, due fascicoli che sono di assoluta tua competenza. «

15 226 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1933 227

112 della conferenza fissata per le 21, di intrattenermi con la sig.ra Dupré,

Roma, 18 gennaio '33 che non ho più veduto dopo la perdita del babbo 1• Il giorno seguente, il 25, sarà tutto per voi: o meglio, sarà tutto per Carissimo, me perché possa godermi la vostra compagnia - dei grandi e dei Perdonami il ritardo di questa mia. Sono stato, un'altra volta, assente carissimi J emolini! -. da Roma, per un nuovo ciclo di conferenze a Genova e a Torino 1• A rivederci dunque, con molta gioia! Ormai sono un commesso viaggiatore. Ma, finché mi rimangono possi­ bilità di lavoro ed energie fisiche, non me ne lamento. Quanto prima, sarò a Bologna e allora, finalmente, potrò avere la gioia di ritrovarmi E. Buonaiuti sotto il vostro tetto ospitale e potrò rivedere i vostri figliuoli, che mi aspetto di ritrovare cresciuti e grandi oltre ogni dire. Come sono grato 1 La Signora Dupré Theseider, fo rse da identificare nella moglie dello storico medievale Eugenio, allievo eli Pietro Fedele e eli Buonaiuti, autore, tra l'altro, eli importanti studi sulla a Tiri del suo amabile, sorridente saluto! spiritualità e sulle correnti ereticali del medioevo. «La Chiesa romana» ha destato una certa impressione 2• È, indubbia- mente, la cosa più aderente alla mia intima coscienza che io abbia mai fatto. Hai avuto i due fascicoli di cui mi attendo da te la recensione? 3 A rivederci ben presto! 114 Tanti saluti affezionati ad Adele. Roma, 1 O marzo '33 A te tanti abbracci. Carissimo, E. B. Tornato qui ho trovato la tua lettera amabilissima a rinfocolarmi in cuore, se pur ve ne fosse stato bisogno, i sentimenti di tenerezza, di 1 Ad «un lungo e laborioso ciclo eliconf erenze a Genova e a Torino» ed al «lusinghierissimo, eccellente, successo ottenuto>> Buonaiuti accenna a Missir il 14 gennaio 1933 (cfr. Una vita allo gratitudine che la permanenza fra voi vi ha, più che mai, lasciato vivissimi. sbaraglio ... cit., p. 273). Il testo stenografato di queste e eli altre conferenze eli Buonaiuti saranno Ve lo ripeto : il ricordo della vostra accoglienza mi seguirà graditis- pubblicate in Pietre miliari nella storia del Cristianesimo, Modena, Guanda, 1935. simo... fino a che ritornerò fra vo1. 2 Cfr. E. BuoNAiun, La Ch iesa romana, Milano, Gilarcli e Noto, 1933, pp. XJX, 185 (rist. a cura eli L. BEDESCJ-U, Milano, Il Saggiatore, 1971). La prima edizione eli quest'opera con una Salutami tutti gli amici. tiratura di duemila esemplari fu rapidamente esaurita, successivamente fu fa tta una ristampa E dai ai tuoi bimbi per me un bacio affettuosissimo. (impropriamente considerata seconda edizione) e, sempre nel corso del 1933, una terza edizione Ad Adele le mie parole più grate ed amichevoli. con l'aggiunta eli una prefazione dell'autore (cfr. Bibliografia degli scritti di Emesto Buonaiuti ... cit., A te un grande abbraccio. pp. 88-89, n. 1864). Emblematico l'indice dei capitoli dell'operetta: I. Quel che pretende di essere

- Il. Quel che è stata - III. Quel che è - IV. Quel che potrebbe essere - V. Quel che sarà. Tuo 3 Non risulta che Jemolo abbia accolto l'invito di Buonaiuti a preparare per «Ricerche E. Buonaiuti religiose>> una recensione dei volumi indicati sopra alla nota 3 alla lettera n. 111.

115 113 Roma, 27 maggio 1933 Roma, 17 febbraio 1 933 Carissimo, Carissimo, Grazie di cuore di averrru comunicato con così premurosa solleci­ Sta benissimo così. Io partirò da Roma il 24 di mattina. Alle 15 tudine il vostro nuovo recapito. Figurati se sarò felice di ritrovarmi con sarò a Bologna. Avrò tutto il tempo, nel pomeriggio e la sera, pnma voi nella nuova casa! 228 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1933 229

Che ogni benedizione e ogni gioia vi ci accompagni! �mmagino il come te e i tuoi. Ma il fo ndo della mia gtOla è nel saperti al posto tuo assorbente daffa re. Sei avvocato principe oltre che principe dell'inse­ meglio adeguato alle tue superiori qualità, alla tua meravigliosa prepara­ gnamento e della scienza! Ma tu sai quanto sempre ci attendiamo ancora zione, alle tue eccezionali capacità di lavoro. da te. Mi si dice che l'ecclesiasticista della Cattolica non ha lasciato inten­ Purtroppo non ho gran che intorno alla storia recente delle chiese tata l'alea 2. Tanto meglio. È designazione più trionfale la tua. orientali. Me ne sarei sbarazzato volentieri. Quando ricapiterai a Roma Sei già al vertice della tua carriera. E hai innanzi a te un cammino - e io vorrei fo sse domani - potrai dare una nuova < •••> alle mie così lungo e così luminoso! librerie, per vedere se vi sia qualcosa che si attagli ai desideri del Bettola t. Ti abbraccio con immutabile affetto. Saluti ad Adele. E baci a Gu­ Saluti tanti tanti ad Adele e ai tuoi carissimi piccoli. glielmo, che mi ha scritto così caramente, e alla piccola Adele. E a te un fraterno abbraccio. Tuo Tuo E. Buonaiuti

E. Buonaiuti 1 Il 12 luglio 1933 ]emolo fu chiamato a succedere per il successivo anno accademico a Francesco Scaduto nella cattedra di diritto ecclesiastico della Facoltà di giurisprudenza di 1 Arnaldo Bertola (v. nota 2 alla lettera n. 1 01). Roma, preside Giorgio Del Vecchio, segretario Filippo Vassalli (cfr. F. MARGlOITA BROGLIO, Prefazione a A. C. J EMOLO, Armi di prot'a... ci t., p. 11) . 2 Il riferimento è a Vincenzo Del Giudice.

116 Roma, 7 luglio '33 118 Ai cari Guglielmo e Adele ]emolo - con l'augurio che la gioia Roma, 31 luglio '33 della loro prima Comunione li accompagni sempre come una luce che Carissimo, non si offusca Non si deve né pure per un istante affacciare in cuor tuo il dubbio se tu abbia fatto male o bene a dir di sì alla meritata ma sempre E. Buonaiuti lusinghierissima chiamata. Come non avresti dovuto avere l'ombra di un'esitazione nell'accettare. Del resto eri l'universalmente prognosticato e tu sai meglio di ogni altro quale pingue falange di estimatori e di 117 ammiratori tu annoveri qui a Roma. Roma, 18 luglio '33 Del resto la tua venuta è un ritorno: un ritorno al tuo ambiente e alle tue origini. È, senza dubbio, anche un ricominciamento. Ma esso Carlo canssuno, è preparato da tutti i tuoi precedenti, e sarà cosa da nulla per te crearti Come dirti la mia gioia alla nuova della tua chiamata a Roma? L'ho le nuove e migliori condizioni di lavoro e di vita. sempre ritenuta sicura. Ma essa è venuta più presto di quanto non So benissimo che molti animi a te legatissimi hanno gioito qui a Roma pensassimo ed è venuta, nelle tue condizioni... ufficiali, più lusinghiera alla nuova, che anche i giornali han dato con parole favorevolissime. e significativa di quanto non sarebbe stata in condizioni normali t. Ma non so quanti possono aver gioito come ho gioito io. Lo intuisci. Ne sono proprio felice. Può conferire alla mia soddisfazione un A quando la vostra venuta? Voglio essere tra i primi a darvi il certo carattere egoistico il fatto di aver vicino qui a Roma amici carissimi benvenuto! 230 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1934 231

Ma immagino che prima andrete tranquillamente a trascorrere le 119 vostre vacanze in montagna. Buona villeggiatura! Roma, 30 ottobre '34 Anch'io parto da Roma una di queste sere per il mio ormai con­ Caro Carlo, sueto riposo presso il Cagnola, che mi attende con impazienza fin troppo Edoardo Ruffini1, che ho veduto questa mattina, mi ha detto di pressante. aver ritrovato, fra le carte del compianto suo babbo, un incartamento Da Gazzada dovrò, verso il 20, essere in Svizzera per qualche sui rifugiati italiani di Ginevra da cui si può ricavare senza dubbio un conferenza 1. paio almeno di saggi, atti alla stampa. E tornerò dalla Valle d'Aosta. Chi sa che non risalga alla capanna Mi ha aggiunto che state, tu e Falco, compilando una ristampa, di Gnifetti! 2 Ricordi? scritti ruffmiani, in cui non sa se vorrete dar luogo a inediti 2. Tante cose alla tua Adele. Scusatemi la richiesta. Ma io ambirei avere la precedenza per inediti E baci ai tuoi carissimi piccoli. di tal genere. Vorrei in «Religio» proprio in memoria del Ruffini avere A te un grande abbraccio. fissa una rubrica sui Riformati italiani. Come degno iniziarla con un inedito di quel genere! Ernesto Edoardo chiederà a te se sei disposto a lasciare a «Religio» una reliquia simile. 1 Buonaiuti soggiornerà per una quindicina di giorrù nella villa di Gazzada - Schianno e il 21 Se non sono indiscreto, vorrei pregarti di !asciarmela. Anche perché agosto 1933 terrà ad Ascona, nel Canton Ticino, una conferenza sul tema «Meditazione e con­ templazione nella prassi del cattolicesimo romano>>, la quale verrà pubblicata in tedesco negli un inedito simile mi pare più adatto a un periodico storico-religioso che «Eranos Jahrbiichen> (I, 1933, pp. 315-329). La conferenza in Svizzera gli era stata richiesta dalla a un volume di ristampe 3. signora Olga Frobe Kapteyn, che orgarùzzava nella sua villa dei convegrù estivi denorrùnati Spero la mia richiesta non suoni indiscreta. È suggerita dall'amore «EranoS>> (cfr. Una vita allo sbaraglio ... cit., pp. 291 nota 1 e 294 nota l, e F. MARGIOTTA BROGLIO, Ernesto Buonaiuti... cit., p. 94 nota 53). per l'argomento e dalla venerazione per lo scomparso. È vero che questo 2 La capanna Grùfetti (m. 361 1 ), una delle più grandi e frequentate delle Alpi per l'ascesa al secondo argomento mi pone in condizione di inferiorità di fronte a te . . . ! Monte Rosa. Il ricovero fu costruito nel 1876 e successivamente ampliato. Saluti cari a tutti in casa. Tuo

E. Buonaiuti

So che vieni a Roma lunedì. Telefonami, ché martedJ parto per la m1a tournée invernale per Pisa, Torino e Milano 4•

1 Figlio di Francesco, Edoardo Ruffirù (Torino 1901 - 1983), si laureò nel 1923, nel 1927 vinse il concorso per professore di storia del diritto italiano nell'Urùversità di Ca merino, fu promosso «stabile>> nel maggio 1931. Nello stesso anno venne privato della cattedra a causa del rifiuto di prestare giuramento al regime fascista. Reintegrato nell'insegnamento nel 1944 a Perugia, negli anrù 1945-1947 sarà addetto culturale del governo italiano a Londra. Le sue ricerche riguardarono soprattutto il << Defensor pacis» di Marsi/io da Padova (Messina - Roma 1924) e la storia dei sisterrù elettorali medievali (I sistemi di deliberai)om collettiva mi Medio Evo italiano, Torino 1927; Il principio maggioritario. Profilo storico, Torino 1927 ; Ricerche sulla storia del principio maggioritario, Bologna 1977). Cfr. M.E. V!ORA, Ricordo di Edoardo &. !fini, e D. SEGOLONI, Edoardo &.!fi ni, in 232 Lettere di Buonaùtti a }emolo 1938 233

«Rivista di storia del diritto italianO>>, LVIII (1985), rispettivamente pp. 327-331, e pp. 333-378; 120 Per hdoardo Ruffini, a cura di S. C\PRJOIJ e L. Ross1, Perugia, Centro srudi giu�idici e politici - Regione Umbria, 1985. Roma, 14 ottobre 1938 Via Monte Faraone 7 2 Cfr. F. RL Ffl:-.. 1, Scritti giuridici minori, scelti e ordinati da M. FALCO, A. C jEMOJ.O, E. RL.FFJNJ, 2 voli., 1\.iilano, Giuffré, 1936. 3 Buonaiuti aveva già pubblicato a puntate nelle annate 1932 e 1933 delle «Ricerche religiose» Carissimo Carlo, un lungo saggio di F. Ruffini su Francesco Stancaro e un articolo su I problemi della Riforma Ti rispondo dalla casa nuova dove sono dall'altro ieri. Sì, allontanarsi X, («Religio», 1934). on risulta però che gli inediti a cui si accenna in guesta lettera siano dalla vecchia dimora così carica eli ricordi non è stato senza pena. Ero apparsi nella rivista di Buonaiuti. soprattutto preoccupato delle possibili conseguenze del trasloco dopo 4 Nei mesi di novembre e dicembre 1934, Buonaiuti si sottoporrà ad un vero tour deforce : «ventisei conferenze in ventotto giorni, non una nella medesima città, ma facendo continuamente un trentennio eli permanenza nel medesimo domicilio sulla salute eli mia la spoletta tra Milano - Torino - Genova - Venezia - Padova - Pisa - La Spezia- Firenze» (Una vita mamma. Ma qui il luogo è incantevole. Sono ai margini dell'abitato ed allo sbaraglio ... cit., p. 334). ho sotto le mie finestre una distesa immensa di prato su cui pascola gioiosamente un numerosissimo gregge. E la bellezza del posto è valsa ad alleviare alla mia mamma l'impressione dello spostamento. Mi pare che potrà affrontare felicemente la prova. Anche i vecchi alberi possono

essere qualche volta trapiantati 1• So quanto sei occupato e non ardisco dirti eli venirmi a trovare nella casa nuova. Ma tu sai bene che ogni visita che mi vorrai fa re in qualunque momento mi sarà sempre un preziosissimo dono. È difficile aggiungere qualcosa ai riferimenti bibliografici eli uno ]emolo. Ad ogni modo nella fattispecie mi pare che faresti bene ad aggiungere alla lista delle opere sul modernismo che tu hai sagacemente registrato quella cattolica appunto del Rivière, Histoire du Modernisme Catholique 2• È il medesimo autore dei grandi studi sulla storia del dogma della redenzione ed è una storia del modernismo dettata con grandi preoccupazioni eli oggettività e eli comple­ tezza. Io ne feci a suo tempo la recensione in Ricerche Religiose 3• Loisy è sempre vivo. Ha l'età eli mia mamma perché è nato nel 1857 e scrive ancora ma i più favorevoli a lui debbono riconoscere che la facoltà ricercatrice si è annacquata e la sua sensibilità religiosa si è fatta straordinariamente bolsa 4• Minocchi è vivo anche lui. Tu ricordi che riuscì secondo nell'ultimo concorso per la storia delle religioni e poiché il concordato non gli permise di occupare la cattedra fu destinato mercé l'intervento del suo grande professore Formichi alla biblioteca eli Pisa dove suppongo esercita anche attualmente le sue mansioni 5• Cordialissimi saluti a te ed ai tuoi. Sempre affettuosamente tuo

E. Buonaiuti 234 Lettere di Buonaiuti a ]emolo 1941 235

1 La nuova abitazione di Buonaiuti e della sua mamma era situata nel quartiere della Città 121 giardino, a Monte Sacro, in via Monte Faraone, n. 7, come egli stesso indièa sotto la data Roma, 9 agosto 1941 cronica della lettera. 2 Cfr. J. fuVIÈRE, Le modemisme datu I'Eglise, Paris, Letouzey et Ané, 1929. Segnalando quest'opera nelle «Ricerche religiose» IV (1928), p. 192, Buonaiuti aveva argomentato che la Miei carissimi, morte del modernismo denunciata dall'autore rendeva «assai intempestive ed anacronistiche le Grazie, dal profondo dell'animo, per le buone parole di comrruse­ superstiti diffidenze contro la critica storica applicata ai fatti religiosi». Alcuni anni prima di razione e di conforto che mi avete inviato. questa lettera a )emolo, Buonaiuti aveva però decisamente sconsigliato il libro del Rivière al Conoscendo quel che la convivenza con la mia mamma era nella Missir (cfr. Una vita allo sbaraglio ... cit., p. 162). Dal canto suo, Giuseppe de Luca trovava il volume «inesatto e incompleto per l'Italia» (cfr. L. MANGONI, << In partibus ùifidelium». . . cit., p. 129 mia quotidiana esistenza, potete facilmente arguire quel che sia stata la nota 271). sua dipartita per la mia anima: una lacerazione sanguinante 1• fuVJÈRE, 3 Cfr. J. Le dogme de la Rédemption chez Saint-Augustin, Paris, Lecoffre - Gabalda, 1928, Cerco ancora, ansiosamente, il suo sorriso e il suo gesto, che ed Io., Le dogme de la Rédemption. Etude théologique, Paris, Gabalda, 193 P, recensiti da Buonaiuti nelle <> di Buonaiuti nelle «Ricerche religiose», V, 1929, p. 179, VII, 1931, pp. 260-263, X, 1934, p. 178). 1 Luisa Costa, madre di Buonaiuti, si era spenta il 22 luglio 1941 a ottantacinque anni. Su di 5 Sul concorso di Minocchi per la cattedra di Storia delle religioni presso l'Università di lei Buonaiuti scriverà un commosso e poetico ricordo in Pellegrino di Roma. .. cit., pp. 448-457. Milano nel 1935, si veda la dettagliata relazione in S. MINOCCHI, Memorie di un modemista, a cura di A. AcNOLETTO, introduzione di M. RA CIIETTI, Firenze, Vallecchi, 1974, pp. 134-1 50. Quanto scrive Buonaiuti sull'incarico del Minocchi come bibliotecario a Pisa risulta impreciso, poiché egli venne assunto nel fe bbraio 1937 dal Ministero della educazione nazionale in qualità di «salariato giornaliero e temporaneo» presso la R. Soprintendenza all'arte medievale e moderna della Toscana (cfr. ibid. , p. 151). Infine, Carlo Formichi (1871-1943) era docente di sanscrito 122 prima nell'Università di Pisa e, dal 1914, in quella di Roma. Roma, 6 settembre 1941 Mio carissimo Carlo, Voglio dirti ancora il bene che mi ha fa tto la tua buona visita e il

sollievo che mi [ha] 1 apportato la conversazione con te. Quanto mi hai detto era fatto apposta, sotto ogni punto di vista, per refrigerare questa mia povera anima esacerbata. E voglio dirti ancora grazie per il tuo estratto, che mi hai lasciato. Ho letto subito, subito le tue due memorie 2• E ho apprezzato e gustato in maniera particolarissima la prima, che ha una scoperta felice : quella di tutte le speculazioni sui futuribili che sono implicitamente in ogni va/utaifone storica. A parte la correttezza con cui ti muovi in questa sottilissima zona della definizione scolastica, mi è piaciuta assai questa garbata 236 Lettere di Buonaiuti a je111ofo 1941 237

ammoruzwne che tu vieni a dare agli storici che s1 ptcqmo più di Grazie a te, ai tuoi, alla tua cara figliuola4 m particolare, per così oggetti vi tà. sentita partecipazione alla mia iattura. Raccoglierai in volume gueste tue comunicazioni accademiche nelle Ci vedremo dungue prima di atale? guali tu riveli, in maniera così incisiva, un aspetto nuovo della tua Vi attendo con desiderio. lucidamente multiforme intelligenza? Dovresti fa rlo. E. B. Di nuovo, grazie a te e ad Adele, di tutto. E alla tua figliuola i miei auguri più fervidi. 1 La pubblicazione della rivista diretta da Buonaiuti - che a datare dal gennaio 1934 aveva assunto la denominazione «Religio» - era stata impedita nel 1939, subito dopo lo scoppio della Un bacio al lupo! seconda guerra mondiale, per ridurre il consumo e l'importazione della carta (cfr. Pellegrino di Tuo Roma ... cit., pp. 432-433), ma anche per eliminare quei periodici che non erano allineati col

regime fascista (cfr. F. J\LIRGIOTIA BROGUO, Ernesto Buonaiuti. . . cit., p. 92; Filoso/t Università Regime. La Scuola di Filosofia di Roma ... cit., pp. 116- 1 18). L'ultimo numero di <> pubblicate negli <

Come dirti adeguatamente grazie? pp. 94-95; Filosofi Università Regime. La Scuola di Filosofia di Roma ... cit., pp. 108-115; G. RoCilAT, «Religio»? Ma guando mai mi si consentirà di riprenderne le pub­ Regime Ja sàsta e chiese evat'!,eliche.. . ci t., pp. 91 nota 17 e 207). Non si conosce comunque l'episodio a cui egli si riferisce in questa lettera. blicazioni? 1 4 Adele Maria Jemolo. Non nutro illusioni al riguardo. Ma intuisco le intenzioni del tuo generoso gesto. E te ne sono tanto riconoscente. Mi hanno inferto l'ultimo colpo : l'ultimo che restava. Così niente cattedra, niente passaporto per andare a Losanna 2, niente rivista, niente conferenze. Non mi rimane che vegetare, a norma dei loro propositi. Almeno mi sarei ritenuto non immeritevole di un trattamento pm leale. Dirmi a guattr'occhi che ero condannato per aver detto guesto e guesto. Invece no. Hanno diffidato i proprietari della sala dal farmi parlare ora e sempre 3. Pazienza! Sono così accostumato ai divieti! APPENDICI I

AGOSTI O BIAMONTI A ARTURO CARLO ]EMOLO

Roma 22 fe bbr.[aio] 1921 Carissimo J emolo,

Il colloquio di Ginepro 1 col card. Gasparri è avvenuto domenica scorsa2. Il card. Gasparri, senza entrare minimamente in una discussione d'indole generale, ha chiesto categoricamente, come condizione indi­ spensabile e necessaria per la conciliazione, la rinuncia alla cattedra. Solo quando Ginepro avesse presentato le sue dimissioni, la Segreteria di Stato potrebbe procurare una conciliazione. Ginepro dopo aver dichiarato che la cosa è impossibile, ha cercato di spiegare il grave danno che potrebbe venire anche alla Chiesa, quando si fosse risaputo di questa imposizione in ambienti estranei, ha cercato anche di lu­ meggiare il pericolo che al suo posto venga qualcun altro ben più pericoloso e dannoso alla Chiesa che non sia lui; ha avuto in risposta un'alzata di spalle. Ha accennato alla eventualità di ritirarsi a S. Donato - il card. è scoppiato in una risata, e gli ha detto che già ci sono tanti ordini, e che caso mai potrebbe entrare in qualcuno di quelli che già ci sono. Compenso per l'abbandono della cattedra gli offrivano un alto posto, fo rse quello di direttore, nella Biblioteca vaticana! Ginepro ha risposto decisamente di no ; il card. [inale] nel congedarlo gli ha detto di pensar e meditar ancora sulla gravità della situazione. Così è finita la conversazione; e con ciò naturalmente, se non sopravv1ene qualche fatto nuovo, s'intendono rotte definitivamente le trattative.

1 Con questo nome veniva chiamato Buonaiuti dal gruppo ristretto di amici (cfr. La vita allo sbaraglio ... cit., p 248 nota 3). 2 l coUoqui tra il Buonaiuti e il cardinal Gasparri furono punteggiati, tra il gennaio e il marzo 1921, da uno scambio epistolare successivamente reso pubblico da Buonaiuti in Una fede e una disciplina. .. citata.

16 242 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Agostino Biamonti a Arturo Ca rlo ]emolo 243

L'impressione di tutti noi è stata concorde: il Maestro ha fatto mondo da costituire una permanente giustificazione dell'opera del nostro bene a non accettare un vergognoso mercato, che astraendo dalle sue Maestro. La nostra attività deve esser instancabile in ogni campo, contro idee, tendeva unicamente a far scomparire la sua persona e a ridurre nel tutti gli avversari. Credo che se saremo uniti nel lavoro, a qualche cosa più completo silenzio la sua voce molesta. Non un senso di vera fede, riusciremo - sopra ogni altra cosa, mi pare, dobbiamo cercare di non una preoccupazione schiettamente religiosa nelle parole del rappre­ riempire col nostro affetto la vita del Maestro, di non fargli sentire mai sentante del Papa, l'unica preoccupazione evitare uno scandalo. Perciò il gelo della solitudine. Che Dio ci aiuti. tutti noi - Clelia Cesarini 3 ha ancora qualche esitazione e spera ancora Tutta la coinonia ti saluta affettuosamente. in un possibile accordo, pur escludendo che il Maestro possa lasciar la Pace e letizia nel Signore. cattedra, ma credo che sarà con noi - pensiamo che egli abbia fatto bene a rifiutare. Tuo Agostino4 Il tragico della situazione è che la mamma di Ginepro vorrebbe che il figlio accettasse questi patti tali e quali - e in quest o senso esercita la più spietata, devo dir crudele pressione sull'animo del figlio. Ginepro d'altra parte, spirito così profondamente religioso come egli è, soffre assai e per il dolore della mamma e per la prospettiva di dover trascorrere tutta la sua vita lontano da quella intensa vita liturgica e sacramentale della Chiesa, alla quale per tanti anni la sua anima s'è abbeverata. Non ha esitazioni in fondo, crede che la sua via sia netta­ mente tracciata, sente che tutto il suo essere ripugna a una sottomissione ch'egli giudicherebbe una vigliaccheria, non di fronte al mondo, ma di fronte alla sua coscienza di sacerdote, di fronte alla verità religiosa ch'egli sente e ch'egli crede obbligo suo diffonder fra i fratelli. Soffre molto; approfittando di una momentanea sospensione delle lezioni, dovuta ai tumulti studenteschi, domani andremo a S. Donato - e là almeno passerà qualche ora tranquilla. Scrivigli anche tu - ha tanto bisogno di ricever parole di conforto e di incoraggiamento dagli amici! Io ho preso la mia decisione - seguirò fino all'ultimo Ginepro ; il contegno del card. Gasparri mi ha impressionato molto sfavorevolmente. Sento che ciò mette me e gli altri di fronte a responsabilità molto precise - la nostra vita, le nostre opere devono esser tali di fronte al

3 Allieva di Buonaiuti all'Università di Roma e appartenente al gruppo della koinonia (Cfr. L.

BEDESCIII, Il processo del JanfUjfi'{jo contro i modemisti romani ... cit., pp. 116-1 17). Socio fondatore del Circolo universitario di studi storico-religiosi di Roma, nel cui Statuto appare dottore in lettere

(1921). 4 Sul Biamonti, cfr. Lettere di E. Buonaiuti a A. C )emolo, nota 3 alla lettera n. 4. Testimonianze di Arturo Ca rlo }emolo 245

II pur di conservare la proprietà per la quale aveva un momento tremato. Un asset to liberale morto ignominiosamente senza trovare un sol don TESTIMONIANZE DI ARTURO CARLO ]EMOLO Chisciotte che si facesse ammazzare per lui, già ucciso nella considera­ zione del popolo prima di morire: e quando si cade cosi, non si risorge. Che fare? Quale la via da battere dai pochi onesti cui la propria A. Frammento autobiografico1 tempra, il proprio abito sentimentale, legami di affetti o vincoli religiosi, 21 novembre 1925 vietano cosi il gesto di Bruto che quello di Catone uticense, e che non possono o non vogliono cercarsi un'altra patria. Oggi, che la sconfitta di tutte le idee e di tutte le tendenze senti­ I Imperativo. Con i dettami della legge religiosa, con quelli della mentali cui da undici anni, dal giorno in cui l'Italia è stata divisa in due legge morale, non si dà transazione possibile. Troppi morti aleggiano su schiere avverse, aveva dato la mia adesione completa, è irrimediabile questa terra d'Italia: beato chi non li sente! Beato chi può dimenticare, e piena, desidero raccogliere le mie idee e formare i proponimenti per la che mogli e figli videro i loro mariti e padri pugnalati sotto i propri mia vita avvenire di cittadino. occhi, e non un assassino pagò, e se qualcuno fu tratto sui banchi delle Riandare al passato, rievocare undici anni di alterne vicende, conce­ assisi, e mogli e figli sfidando minaccie vennero dinanzi ai giurati a gridare dermi la triste soddisfazione di ripetermi che per undici anni ho visto loro in faccia "Voi assassinaste" - li videro dopo qualche ora uscire da giorno per giorno avvicinarsi la situazione presente, che ho compreso quell'aula assolti, portati in trionfo dai loro compagni. Beato chi può subito quello che nessun altro vide, che le giornate di maggio erano il baciare la propria moglie ed i propri figli, e dimenticare quelle mogli colpo mortale inflitto all'Italia liberale e democratica, che mai più se ne e quei figli. Io non dimenticherò, io non tenderò la mano ai vincitori, sarebbe riavuta, - tutto questo è inutile. Come è inutile recitare l'atto non mi umilierò dinanzi a loro. di contrizione per avere io pure nel 1919-20 desiderato il dittatore, II imperativo. Non vale contro le fata dar di cozzo. Bisogna accettare commettendo il solito infantile errore di quanti rinnegano i principi di quel che del mondo esterno non contrasta con supreme esigenze religiose libertà, di credere che il dittatore agognato debba essere di loro gusto, e morali anche s'esso offenda tutto il nostro modo di vedere e di sentire. avere i loro sentimenti ed i loro propositi. Le fo rme politiche in sé non sono né buone né cattive: l'assolutismo li presente non potrebbe essere più nero : tutto quel che ci sembrava è accettabile, quando non ha uno spirito animatore anticristiano, e quando impossibile si verificasse si è verificato: un assetto politico ove alla libertà non si può operare utilmente per il suo crollo. è fatto minor posto che non ne abbia mai fatto altro assetto, ove il Nel fascismo quel che v'è d'inaccettabile è l'esaltazione dell'utile sul soffocamento del cittadino è maggiore che non sia mai stato, ove non gi usto, della fo rza sulla bontà, l'avversione alla fratellanza umana, l'amore v'è posto per voci che non siano di plauso - ed al tempo stesso un per la guerra. Dubito però che tutto questo debba restare: la passione perfezionamento di mezzi di lotta e di congegni polizieschi che rende­ per la guerra esaltata da scrittorelli che attesero il 1922 per sentirla e che rebbero vano ogni tentativo di rivolta. Un popolo che s'infischia della fu rono assenti dalle trincee, non ha impedito a Mussolini di lasciare la libertà perduta; una borghesia lietissima di avere sacrificato i diritti politici politica estera nelle mani di Contarini e di fare una politica est�ra più pacifica ed assenteista che non facessero Stringer [sic] o della Torretta o Scialoja o Tittoni. Comunque è chiaro il mio dovere: se il fascismo rimarrà anticristia­ 1 ' CS, Fondo ]emolo. Due fogli autografi, conservati presso l A Questa testimonianza utile per no, io cercherò di educare nell'avversione ad esso i miei figli. Se invece capire l'atteggiamento «politico» di Jemolo è stata pubblicata, in fo rma incompleta, nel saggio Dal Carteggio )emolo-Morghen. Cii anni del fa scismo (1922- 1925), a cura di C. CIIIARO"n"l, in << uova perderà queste che sono le caratteristiche inconciliabili con i valori antologia», CXXIX (1994), 2191, pp. 165-176. fondamentali del cristianesimo, non farò dei figli miei degli isolati, lascerò 246 Lettere di Buonaiuti a )emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo )emolo 247 ch'essi seguano la corrente. I peccati dei padri non pass�no ai figli : al ricco. Scomparsi gli oppositori, indossata tutti una stessa coccarda, e pur i figli di Bonaccorsi e di Durnini potranno essere degli uomini bandite le ideologie, il problema economico risorgerà in tutta la sua buoni ed onesti, né avrò repugnanza a che siano amici dei miei figli. potenza, l'aspirazione eterna del povero ad impadronirsi degli averi del Non ripeterò l'errore dei legittimisti francesi, né cercherò di fa re dei ricco cercherà trovare nel fascismo il suo strumento. Quanto a lungo miei figli degli "emigrati" che neghino i fatti compiuti. N o n avvelenerò dureranno gli "armonizzamenti"? Non sarà il fascismo il modo per neppure i loro giovanili entusiasmi, strappando i veli che incontreranno giungere al bolschevismo, facendo frutto della esperienza russa, evitando ai loro occhi la figura del Duce e dei fondatori di questa era, e mostrando sette anni di brancolamenti e di errori? di che lagrime grondino e di che sangue le origini del regime. III imperativo. Poiché rimango in Italia, non sarò un assente e cer­ cherò di dare il mio contributo alla vita spirituale di questo popolo, di distinguere quante volte ciò sia possibile tra nazione e governo, di dare alla prima quanto ha diritto di chiedere. IV imperativo. La situazione oggi sembra nettissima ed importerebbe per me un'astensione completa ed assoluta da tutta la vita pubblica, dalla partecipazione alle poche votazioni fo rmali che ancora si daranno, a pub­ bliche cerimonie, ecc. ecc. Non è detto che per tutto il tempo di vita che Dio vorrà ancora !asciarmi la situazione debba essere altrettanto chiara, che mai io debba trovarmi di fronte ad esitazioni e dubbi: in questi mi assisterà se mai il criterio di ogni sano rigorismo, di scegliere la soluzione che meno mi avvantaggi, che sia più in contrasto con gl'impulsi meno nobili, di ambizione o di vanità, che riscontrassi in me. V imperativo. Nei momenti di maggior sconforto ricorderò che il mondo non si ferma, che tutto passa - e non importa se passeremo prima noi - ch'è la sciocca illusione di tutti i vincitori quella di avere dato vita a qualcosa di definitivo, che per tutti i vincitori scocca presto o tardi l'ora della sconfitta. Se sorgessero momenti in cui fossero possibili illusioni ricorderò che indietro non si torna, e che sarebbe una ingiustizia e fo rse un male che riacquistasse la libertà per un dono del caso un popolo che l'ha perduta senza muovere un dito per salvarla: se dovranno risorgere degl'italiani liberi, occorrerà essi conquistino la loro libertà, e non la ricevano come un dono. Se no, saremo da capo. Non sono profeta né figlio di profeti, né mi arrischio a fare vaticini su quella che sarà l'azione del fascismo e la sua evoluzione. Mi sembra impossibile che si avveri la speranza dei cattolici nazio­ nali, il ritorno al 1814, ad un regime principe di Metternich, alleanza del trono e dell'altare, tintinnio di speroni ed incenso di turiboli, il plebeo che si scappella dinanzi al nobile, il povero che cede premuroso il passo 248 Lettere di Buonaittti a }emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo }emolo 249

B. Emesto Buonaiuti (1946-47) 1 Non è qui questione della ortodossia o della eterodossia dell'opera del Buonajuti. Per il credente, la parola decisiva è stata detta dalla Chiesa; Sarebbe rimasto stupito e forse avrebbe disdegnato eli vedersi ri­ ma sta che lo stesso Buonajuti nei suoi ultimi anni aveva avvertito cordato su una rivista giuridica, Ernesto Buonajuti, che, amico personale questo suo estraniarsi dalla Chiesa, non aveva più quell'assillo, quella eli molti giuristi, per il diritto non fu tenero. Egli contrapponeva ai nostalgia profonda del sacerdozio, che così avevano pesato su eli lui nei mistici - che nel suo pensero erano la parte eletta della umanità, i veri primi tempi dopo la scomunica. La porta chiusa che veramente lo facitori eli storia, i seminatori nel regno dello spirito - i teologi, ossia angosciava con la sua impenetrabilità, era in questi ultimi anni quella i sillogizzanti, gli uomini del freddo, raziocinio; ed i giuristi non pote­ della Università. vano costituire che una branca dei teologi. Anche quando espone ed Molti contrasti mai superati erano in lui. A veva contribuito a por­ elogia l'opera eli Giustiniano, osserva che nel Corpus juris «sono fissati tarlo verso il modernismo, l'amore per il metodo storico, la fiducia i principii essenziali eli quella struttura giuridica, che ha continuato negli strumenti della critica, ch'erano gli aspetti con cui il mondo con­ a reggere, e sostanzialmente regge tuttora l'apparato empirico ed esteriore temporaneo si era presentato al giovane sacerdote. Ma nel suo fo ndo degli aggreggati sociali europei moderni». «Apparato empirico ed este­ restò sempre dominante l'amore per il medioevo - un medioevo un riore»: solo la scorza, l'involucro dell'umanità, era ai suoi occhi il do­ pò falsato, io temo, dove non erano in luce che i grandi spiriti -, minio del diritto. e dalla Chiesa lo allontanò quel suo spirito antiteologico, il convinci­ Ma in una rivista che tratta anche i problemi eli storia, non può mento che ragione e fede non possono scorgersi che come due energie esere dimenticato l'autore di quella Storia del cristianesimo, in cui è com­ in atteggiamento eli permanente rivalità e d'irreducibile contrasto, ed pendiata la parte più viva della molteplice attività del Buonajuti, della altresì l'altra convinzione (che a prima vista potrebbe parere eli schietta sua produzione ricchissima: troppo ricca, a giudizio eli molti, che avreb­ impronta chiesastica, ma che guardata più nel profondo tale non è) che bero preferito ad una bibliografia, così densa eli articoli e eli scritti minori, «uno degli errori più mostruosi della cultura moderna, uno dei sintomi una ristretta a poche opere fo ndamentali, sorella dell'Afr ica romana e eli più palesi della nostra degenerazione spirituale», sia «l'aver fa tto dell'at­ Lutero e fa riforma in Germania. teggiamento della fede e della speranza soprannaturali un affare indivi­ La Storia del cristianesimo è quanto eli più diverso può pensarsi da duale». Le pagine eli altissima poesia, con rintocchi eli una fede così una storia eli carattere manualistico, da un trattato-repertorio, denso eli profonda qual'è raro riscontrare ai nostri giorni, che chiudono la Storia, nomi e eli date; è una storia eli un soggettivismo sconcertante, dove non sono tipicamente cattoliche: esse raccolgono anche quello che è il sono posti in fulgida luce i tratti che all'autore appaiono salienti, una retaggio comune a tutte le frazioni della cristianità ed altresì ai molti storia eli personaggi eli primo piano, che non sono però sempre quelli che credono in un Dio personale - un Dio ignoto - e venerano in considerati tali dalla tradizione. Qualche volta potevano certo le predile­ Cristo il più alto legislatore morale. zioni personali - Tertulliano, Gioacchino da Fiore, salutato anche vero Ma la Storia resta opera fo ndamentale: il solo capitolo «li cattolice­ interprete ed ispirato cantore della riforma cistercense - ma spesso simo nel Risorgimento» è più ricco eli pensiero, ed in non molte pagine presedeva alla scelta una più penetrante visione, come quella che gli coglie più nel profondo, distingue meglio l'essenza dall'episodio, che faceva dare così gran posto al cardinale Newman nella storia del cattoli­ non faccia la più gran parte delle trattazioni sui rapporti tra Chiesa cesimo dell'ottocento. e Stato in quel periodo. Si potrà non accettare le conclusioni del Buona­ juti ; ma non sarà lecito in avvenire prescindere dall'opera eli lui.

1 Apparso in «Il diritto ecclesiastico», 1946-47, pp. 381-382. 250 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Testimonianze di Arturo Ca rlo ]emolo 251

C. lntrodu:done al Pellegrino di Roma (1964) 1 neppure nella devastazione della malattia. L'affabilità estrema, l'interesse che mos trava per le vicende, le preoccupazioni dell'interlocutore, trovando Pellegrino di Roma, pubblicato nel 1945 con il sottotitolo La genera:done la parola più capace di giungere al suo cuore Qa domanda sui tratti, sul dell'esodo, è ad un tempo il racconto della vita di Buonaiuti, la sua peso del bambino, al neo-padre). confessione, l'illustrazione della visione del cristianesimo e della missione Rispetto al danaro aveva il disinteresse assoluto ; quando ne di questo nel mondo contemporaneo ch'egli ebbe; il libro ci dice lo possedeva, lo !argiva con estrema generosità, fino all'esaurimento ; ma sviluppo e gli approfondimenti del suo pensiero intorno a tale missione, non conosceva l'orgoglio - non cristiano - di rifiutare l'aiuto di a tale rinnovamento del mondo, assillo costante della sua vita, il modo ricchi amici se in stato di bisogno. Era uomo che dovunque, nel con cui gli apparivano società civile e società religiosa. palazzo di un principe o nella capanna di un carbonaio, si trovava C'è dentro tutto il pensiero di Buonaiuti; solo l'opera dello storico a suo agio e metteva gli altri all'unisono. A v eva vita semplicissima, ed del cristianesimo resta appena accennata. anche alla tavola del gran signore non indulgeva ai piaceri della gola: Il libro contiene anche un quadro - ritratto da un particolare frugalissimo sempre. punto di vista, ma da un uomo che sapeva sempre riconoscere la buona Seri ttore efficacissimo - molte pagine della Storia del cristianesimo fede degli avversari, di quelli che operavano mossi da una concezione sono tra le più belle, le più dense, scritte nell'ultimo cinquantennio -, del bene della Chiesa antitetica alla sua - del mondo ecclesiastico cultore profondo di quella storia, con approfondimenti ed intuizioni romano dagli ultimissimi anni del secolo scorso al primo periodo del felici, era altresì un oratore unico, sulle cui labbra nessun tema era pontificato di Pio XII. arido; non teneva un appunto dinanzi a sé, oltreppassava sempre la Libro quindi di somma importanza per chiunque nel tracciare la misura consueta dei conferenzieri, ma gli ascoltatori non avvertivano lo storia degli ultimi settant'anni non si attenga al deprecato schema che scorrere del tempo. Ed anche i più umili cercavano di comprenderlo, esclude quanto è movimento religioso, non menziona la Chiesa se non erano presi dal suo fascino; particolare quasi comico: negli anni del per la affermazioni politiche della S. Sede, i suoi contrasti con gli Stati ; fascismo un agente di P.S. assisteva a tutte le sue conferenze; ed alla mentre quanto costituisce controversie religiose, graecum est, non legitur. fine si avvicinava umile, dimentico del suo compito, a chiedere al pro­ fe ssore qualche spiegazione ; e le domande erano tali da escludere a priori ogni interesse poliziesco; dimostravano che quella evocazione del divino, Ernesto Buonaiuti fu la figura saliente del modernismo italiano. dei lati profondi dell'animo umano, aveva trovato le vie del cuore anche Ma chi conobbe Buonaiuti sa l'impossibilità di contenerlo entro nell'umile agente. 1 confini di un movimento, di una tendenza, di una scuola. Sa anche La personalità di Buonaiuti era d'incredibile ricchezza; sensibile come come quanti non lo avvicinarono non potranno mai rendersi conto di pochi al fascino della natura, della montagna, del bosco, delle sere quel che fu il suo fa scino, il suo potere di attrazione. trascorse in un rifugio alpino; appassionato di musica, aperto alla com­ L'alta persona slanciata, magra ma non scarna, la nobilissima testa prensione di ogni fo rma d'arte ; attento ad ogni ramo del sapere. Ma - sarebbe stato ottimo modello per un busto del pensatore -, gli soprattutto c'era in lui una straordinaria capacità di contatti umani; occhi vivissimi, la voce calda, gradevole ad udire, suasiva. E mai un durante una gita in montagna sostava talora con un pecoraio ed intrec­ cenno di pesantezza, di stanchezza su quel volto, mai una sonnolenza, ciava con lui una conversazione, ricca d'interesse per entrambi; poteva conquistare l'affe tto di un bambino. Quest'uomo così complesso e multiforme poteva tuttavia pur dirsi un semplice: nella vita familiare, nei rapporti con la madre, di cui restò 1 A. C. JE�IOLO, lntrodu�one, in E. BuoNAIUTI, Pellegrino di Roma.. . cit., pp. VII-XXIX. sempre il figlio affettuosissimo, obbediente e devoto - ma la madre era 252 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo )emolo 253

donna eli rara comprensione e delicatezza -; nella modestia çlelle abitu­ esigenze, inquietudini dello spmto umano, diverse da quelle dei secoli dini, della casa, nei pochi bisogni, malgrado la malferma salute. 1n cui fu rono definiti. Restò sempre prete nell'intimo ; non solo nella virtù - ebbe violenti Nelle Lettere di un prete modernista, pubblicate nel 1908, Buonaiuti ed acri oppositori, il padre Rosa della «Civiltà cattolica» non gli diede aveva scritto : «la dogmatica e la disciplina cattolica rappresentano uno requie; nessuno poté però mai gettare dubbi sulla continenza serbata dal svolgimento posteriore nell'ordine teorico della primitiva esperienza cri­ sacerdote -, ma anche nell'evitare nelle conversazioni temi audaci, pur stiana, la quale le conteneva solo potenzialmente... Il cristianesimo pri­ se gl'interlocutori li trattassero nei termini più corretti. Palesemente certe mitivo, sorto fra i primi seguaci eli Gesù all'annuncio della buona novella, questioni lo infastidivano, soprattutto se fo ssero presenti dei giovani; ha fatto a meno eli ogni speculazione riflessa... Quando la forte religiosità poteva discuterne solo con un amico sicuro, esperto della vita, a quat­ cristiana, guadagnando in diffusione, ha perduto eli intensità, allora e solo tr'occhi. Serbò legami vivi con quelli tra i sacerdoti travolti dalla bufera allora, la fo rmulazione dommatica è intervenuta per garantire la soprav­ antimodernista che, sottomettendosi o meno, avevano però rispettato gli vivenza del sentimento cristiano. La dogmatica, nel suo complesso, obblighi del sacerdozio; anche per questo gli rimase sempre carissimo il rappresenta appunto lo sforzo eli tradurre in termini cosmologici e teo­ devoto Nicola Turchi, egregio studioso eli storia delle religioni (il terreno logici gli elementi razionali capaci eli guidare e alimentare l'esperienza più prossimo per chi non poteva arrischiarsi a scrivere eli storia del religiosa dell'anima collettiva. Il dogma trinitario, quello cristologico cristianesimo) e con lui don Brizio Casciola. e quello ecclesiastico costituiscono l'espressione intellettualistica eli alcuni Aveva intorno a sé una cerchia eli giovani cui era affezionatissimo; postulati religiosi racchiusi in germe nella prima esperienza cristiana». La ma quel che desiderava per gli eletti era il celibato, la vita povera - una nuova esperienza religiosa può abbandonare «i sostegni della vecchia cattedra eli scuola secondaria, preferibilmente -, con sole gioie qualche mentalità cattolica»: «la nuova esperienza contiene eminentemente tutte gita in montagna, qualche concerto, e lo studio : lo studio del cristianesi­ le esperienze che l'hanno preceduta»: il principio informatore unitario mo dei primi secoli; alla società attuale non era dato tornarvi, ma certi della prima esperienza cristiana racchiuso in quei dogmi è riconosciuto, valori, in particolare l'aspettativa del regno, occorreva averli sempre pure negandosi dalla nuova esperienza eli applicargli «nel senso tradizio­ presenti. Chiamava coinonia questa cerchia eli cui era il maestro e la nale, la nozione astratta e antropomorfica della personalità». guida. Agostino Biamonti, che ricorda nel Pellegrino, era appunto quegli Direi che da queste posizioni Buonaiuti non si sia sostanzialmente pronto a realizzare questo ideale eli vita; più tardi qualche donna, così mai mosso, che sia sempre rimasto riluttante al concetto tradizionale eli l'insegnante fedele cui morendo affidò le sue carte, gli parvero realizzare dogma. quella che per lui era la vita migliore. Egli scrive che per l'antichità cristiana tra la ragione e la verità eli Il modernismo è nome che copre movimenti diversi, con scars1 Dio c'è un abisso, colmabile solo dalla grazia; mentre per la cristianità legami tra loro. post-scolastica quell'abisso è colmabile da una quantità eli ponti eli Molto approssimativamente si possono indicare tre fùoni. passaggio costituiti dal materiale fragile delle nostre argomentazione Un modernismo dottrinale o teologico, eli cui il più noto campione, e deduzioni. Paolo raffigurava Cristo in atto eli distruggere tutti i dogmi carissimo a Buonaiuti (vedasi come parla del loro incontro a Brighton delle prescrizioni politiche e scolastiche, per fare del suo corpo trafitto nell'estate del 1907), fu Giorgio Tyrrell, e che si riconnette alla grande sulla croce l'unico dogma vero e palpitante, simbolo eli riconciliazione personalità del cardinale Newman; mira a scuotere la teologia tradizio­ e eli fraternità fra gli uomini. Nella Lettera di Barnaba (I, 6), tre sono nale, o meglio la sua cristallizzazione. L'evolversi della umanità, i pro­ dogmi del Signore, la speranza della vita, la giustizia, l'amore nella gioia gressi dell'uomo, le sue conquiste, portano ad una sempre nuova com­ e la letizia; non è eretico tornare a questi dogmi. prensione della rivelazione, a scorgere in essa nuovi significati (la buona Altrove, pare peraltro giustificare l'esigenza eli tali formulazioni: novella matura in seno alla umanità). I dogmi devono rispondere ad «l'uomo è sollecitato sempre dal bisogno eli raggiungere il divino attra- 254 Lettere di Buonaiuti a }emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo ]emolo 255 verso le vie misteriose della sua capacità di comunicazione subcosciente alla religione; è strettamente legata alle esperienze, al sentire, agli stati con l'universo, e dal bisogno di tradurre in fo rmule razionali le intuizioni d'animo di una civiltà e di un secolo; nell'adeguamento di un elemento del suo senso sacrale delle cose e le percezioni supervisive delle sue costante, la verità religiosa, ad uno variabile, starebbe la evoluzione dei pupille interiori». Ci sono momenti in cui l'equilibrio tra questi due dogmi. gruppi di forze innate pare spezzarsi a vantaggio delle formulazioni Si dà poi un modernismo storico, revisione della storia ecclesiastica, concettuali e della disciplina burocratica; occorre allora avere l'audacia di ricerca di quelle che furono la fe de, le aspettative delle prime generazioni «spezzare l'involucro delle formule, per ridare ritmo circolatorio alle virtù cristiane; analisi dei testi condotta spassionatamente, senza paura d'indi­ subcoscienti dell'istinto che l'uomo si porta verso la visione religiosa del care interpolazioni nei libri sacri, di posticipare di qualche secolo la mondo e della vita associata». datazione di qualche parte del Vecchio Testamento, d'insegnare che Egli aveva considerato sua prima consegna questa: «svecchiare tutti qualche parte di questo, anziché essere dell'autore indicato dalla tradizio­ gli abiti mentali dell'insegnamento cattolico ufficiale ; riportare le anime ne, risulterebbe fusione di due testi di epoche diverse. ad un recupero direto dei valori genuini della primitiva predicazione Ricerca spassionata di storico, per alcuni ; per altri, ricerca mossa da cristiana, tutta accentrata negli assiomi dell'universale fraternità umana quel desiderio di ritorno alle origini, che è una delle vene del moderni­ nella coscienza di un unico Padre, Dio». E nelle Lettere aveva scritto: «la smo, in contrasto con l'altra, la preoccupazione di concedere ai bisogni funzione vera della religione è di nutrire lo spirito umano con i sentimenti di ogni generazione, di dare risposta alle sempre nuove esigenze. della speranza e dell'amore fraterno». Di questo modernismo storico la figura di maggior fama fu Loisy, In Buonaiuti c'è sempre, col vivo senso della Chiesa, che è vera­ che deluse Buonaiuti per la sua aridità (della delusione non è alcun mente caratteristica saliente del suo pensiero, la tentazione del ritorno indizio nelle Lettere, ma probabilmente c'era lì un intento apologetico, alle origini, corretta dalla riflessione che non si può rifarsi alle posizioni esaltare una grande figura del modernismo) : un'aridità, una intellettualità, elementari da cui mossero la predicazione e la diffusione dei Vangeli, che contrastavano con il fe rvore, l'empito di vita del giovane sacerdote prescindendo dall'apparato di tutta la successiva esperienza associata romano. Non si può non sorridere leggendo nelle memorie di Loisy che cristiana. quando Buonaiuti venne a visitarlo nel 1906 a Garnay ebbe il torto di In questo atteggiamento di fronte al concetto del dogma, al peso non ammirare le sue galline nere (Buonaiuti nelle Lettere dice che le del dogma nella fede del cristiano, il modernismo aveva avuto precursori: trovò bruttissime) ; s'immagina il giovane prete entusiasta ed il gelo che ci sono pagine di Lambruschini e Capponi che paiono anticipazioni. Ed l'invade quando quegli in cui si attendeva di trovare il fratello maggiore, altre se ne potrebbero trovare. il sostegno, gli fa ammirare la proprietà ed il pollaio. Gli è che si dà un punto di arrivo quasi obbligato per chi non Non sembra che quest'opera del modernismo, volta a ricostruire le vuole rinunciare al dogma come elemenlo strutturale della religione, non origini cristiane prescindendo dalla tradizione, passando sopra alle defi­ vuole ridurre questa ad una serie di precetti morali, e d'altronde non nizioni della Commissione biblica, si proponesse come scopo anche crede legittimo il gettare dei ponti tra il razionale ed il numinoso (Buo­ quello di purificare da superstizioni la religione delle masse, partisse in naiuti nelle Lettere aveva parlato di «mania mostruosa di spiegare i misteri guerra contro le pie pratiche, le fedi religiose basate sui miracoli, sulle della vita divina e della spiritualità religiosa con la medesima disinvoltura apparizioni, le rivelazioni di santi. Direi anzi che si disinteressasse della con cui si definiscono gli elementi costituivi di un corpo»), e pensa che religione dei più, forse pensando che anche gli umili sarebbero stati dove non si dà il prosternarsi dinanzi alla luce di Dio, tacendo allora la attratti, aspirati, dal rinnovamento religioso, che il modernismo si propo­ ragione, questa debba poter comprendere appieno. Dove l'uomo non neva. Mons. Lanzoni, che attende - e trova egli pure amarezze e spine può intendere, non c'è posto per la formulazione del dogma; allora - a quest'opera di purificazione, appare piuttosto sulla scia di un viene naturale pensare al dogma come adeguamento di verità religiose Muratori, che dei modernisti suoi contemporanei. È vero che nelle Lettere 256 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo ]emolo 257 di Buonaiuti si trovano parole roventi contro la superstizione che inquina la Chiesa potesse scongiurare queste iatture, era sempre con un'azione la religione del popolo, e si legge anche: «oggi non è piÒ il caso di dal di fuori, senza mescolanze, che avrebbe dovuto agire, con un'opera rispettare le esigenze della pietà popolare»; ma qui l'uomo dovette mutare, di educazione evangelica. Il cittadino doveva cedere il passo al credente. passata la prima giovinezza; ché di quella pietà lo vedemmo sempre Era un nuovo modo di concepire la superiorità della Chiesa sullo rispettosissimo (anche a prescindere dalla recitazione del Rosario con la Stato; ma la contrapposizione all'idea dello Stato liberale, dello Stato mamma). etico, era nettissima. A ben guardare, questi modernisti erano degli aristocratici; il campo La città terrena era al di fuori delle preoccupazioni sostanziali di in cui si proponevano di seminare e mietere era l'ambito degli uomini di Buonaiuti ; i giudizi che talora nel libro si leggono sulla politica italiana cultura; la religione del popolo, se mai, sarebbe stata modificata di e gli uomini di questa, sono sempre dati sulla bilancia dei valori religiosi. riflesso. Gli era caro ripetere il brano di Tertulliano che mostra l'inconciliabilità Buonaiuti, con una delle tante contraddizioni inevitabili in un tem­ del cristianesimo con l'impero; non solo ogni commistione di potere peramento della sua ricchezza, lo vedevamo non indignarsi neppure di religioso e potere politico gli appariva deleteria per la Chiesa, ma il vero fo rme di religiosità popolare che avessero in sé qualcosa di superstizioso, cristiano doveva restare distaccato; non si servono due padroni. Nella e nelle manifestazioni collettive del popolo scorgeva un lato essenziale sua interpretazione del dare a Cesare, Cristo aveva posto una nota di della cristianità, il senso corale, l'unità del popolo dei credenti (non c'era disprezzo per ciò ch'è la moneta, per quella ch'è la parte di Cesare. per lui religione senza vita associata). Fino all'ultimo gli fu caro parteci­ L'aberrazione era la mescolanza della Chiesa con lo Stato; ma pare col popolo, cantando in coro l'inno secolare, al pellegrinaggio del Buonaiuti non era un liberale cui dispiacesse l'abbandono del canone Monte Autore. separatista; a lui doleva la degrazione della Chiesa in quel contatto. E si dà anche un modernismo politico, che accoglie le istanze socialiste, ma non quelle liberali. A quest'ultimo, ch'ebbe in Italia nel Murri il suo capo, Buonaiuti Buonaiuti fu inconciliabile con Croce, Gentile, l'idealismo. Anche restò estraneo. In Pellegrino di Roma spiega chiaramente la sua posizione: quando nel periodo della persecuzione fascista ebbe qualche superficiale errore del Murri voler dare l'etichetta cristiana ad un partito politico; «il rapporto con Croce, non riuscì mai a perdonargli l'insensibilità per il cristiano non si diversifica dai suoi concittadini nel nome di una parteci­ movimento modernista, quel ch'egli aveva scritto all'indomani della pazione qualsiasi a determinate posizioni politiche o a frammentarie Pascend i. organizzazioni economico-sociali. Il cristiano è l'uomo che al di sopra Si può ammettere una certa opacità di Croce per quanto è vita e al di là di tutte le specificazioni politiche correnti si sente cittadino di religiosa: lo lasciavano indifferente anche gli studi dell'amico Ruffmi sul una città superiore e questa sua anagrafica iscrizione in una città superiore pensiero e le distinzioni teologiche di giansenisti e riformati; e non mi traduce in forme di bontà, di temperanza, di mitezza, di condiscendenza, consta che nella cerchia dei fidi, dei carissimi di Croce, ci fo sse alcun di perdono, da esercitarsi a favore indistintamente di tutti i fratelli che praticante. Ma Croce non è quel che potrebbe apparire all'ignaro che lo sono suoi compagni di pellegrinaggio e di pena». conoscesse solo attraverso Buonaiuti. E quanto a ciò ch'egli scriveva nel - Come la predicazione di Cristo aveva infranto ad un tempo la 1907 può ben dirsi ch'era sano senso realistico quello che lo portava concezione statolatra di Roma e il nazionalismo d'Israele, così occorreva a comprendere come - trascorso da secoli il periodo delle eresie e del risuscitare il cristianesimo delle origini e sopprimere le barriere nazionali. sorgere di chiese separate - non potesse essere incoraggiato un movi­ Se il Programma dei modernisti guardava alla società terrena per depre­ mento ecclesiastico condannato dalla Chiesa. La ragione, fo sse pure care le iatture che avrebbero recato le contese tra nazioni, il culto della crudele, portava a dire : - chi vuole restare si sottometta, chi non può forza, la politica delle democrazie atee ed epicuree, e se si augurava che sottomettersi esca, e scriva senza preoccupazioni di censure, con la libertà

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che regna nella società civile italiana - (chi avrebbe potu�o nel 1907 vita religiosa, e queste non andarono mai disperse; fuori di esse non si presagire il Concordato e l'iniquo art. 5?). scorgeva che lo stretto conformismo, la religione che non dà inquietudini, Alternativa impossibile per Buonaiuti, che si paragonava talora perché tutto è vero quel che insegnano i pastori, e se sorge un dubbio all'uccello di Renan che non può allontanarsi dal tempio; che anche è il confessore a risolverlo; oppure l'indiffe renza, l'avere escluso ogni nelle redazioni romane del «Tempo» e del «Mondo» restava sempre problema religioso dai propri interessamenti. Anche cenacoli non con­ a sé; che poteva avere amici cari anche tra non credenti - Tilgher fessionali, come Coenobium di Lugano, raccoglievano spiriti eletti, ma e Salvatorelli -, ma che l'essenza delle sue preoccupazioni, del suo restavano ignoti alle masse. In seno a queste, se i più giovani comincia­ pensiero, dava ognora ai problemi religiosi, e solo attraverso lo schermo vano a ribellarsi agli spunti dell'anticlericalismo becero, era piuttosto di questi poteva vedere quelli di politica mondiale od interna. Il mondo l'influenza, diretta od indiretta, della «Critica» di Croce che agiva su loro. laico restava per lui quale gli era apparso al tempo della rivista «Rinno­ In Pellegrino Buonaiuti (che nelle Lettere appare violentissimo contro vamento», allorché scriveva: « ... il terrore oscuro che mi incoglieva nel il neo-tomismo, camicia di Nesso imposta al pensiero moderno, e scrive cuore, alla prospettiva di un esodo ufficiale dalla Chiesa che mi avrebbe che «la fùosofia comincia ad avere un nuovo concetto di se stessa, lasciato abbandonato al risucchio vertiginoso di un mondo laico, vuoto e non appare più come fo rma di conoscenza, la più universale fra tutte, ormai di qualsiasi salda consistenza spirituale e di qualsiasi vera idealità dell'universo, bensì come una maniera particolare in cui si esplica l'atti­ cristiana». vità interiore dell'uomo») afferma di essere rimasto per tutta la sua Ed occorreva altresì dire che, anche se il periodo degli scismi non esistenza «un aderente alla fùosofia tradizionale della civiltà mediterranea, fo sse ormai chiuso da secoli - rapida decadenza dei vecchi cattolici, edificata da Aristotile nel mondo classico, e da San Tommaso nel pur capitanati da uomini della tempra di un Dollinger, e radicati sul mondo cristiano». saldo terreno teorico del rifiuto di un nuovo dogma - sarebbe stato Sempre sincero, Buonaiuti lo credeva fe rmamente; ma è lecito ben arduo, anche in un altro secolo, far sorgere una chiesa su principii pensare che più della impronta dell'Aquinate si sentisse in lui quella di così aerei, mal definibili, che rispondevano piuttosto alla sensibilità Schleiermacher, di Newman, di Blondel (questi protestò sempre contro dell'uno o dell'altro degli assertori, che ad un sentire comune, propri al ogni sua connessione al modernismo; ma nessun maestro sa quali piante modernismo. nasceranno dai semi che ha gettato). E quel suo «principio divino che, Buonaiuti ammette che questo era allo stato fluido della sua prima attraverso la nostra minuscola ma indispensabile contribuzione all'opera espansione, ma aggiunge che sarebbe un giorno passato ad una fo rma del bene, realizza in ogni istante l'ideale del Suo Regno», quel «program­ schematizzata di sistema fù osofico. Ma non era fo rse quella fo rma fluida ma mistico di realizzazione divina nello sviluppo della vita umana asso­ la sua essenza, ed avrebbe potuto schematizzarsi senza tradirsi? ciata», a chi guardasse da un'altra sponda, essendo negato al mistero Afferma Buonaiuti che allorché comparve la Pascendi «il problema sacrale dell'universo di cui Buonaiuti era pervaso, avrebbe anche potuto della religiosità, del suo contenuto sostanziale, delle sue concrete espres­ essere accomunato a postulati idealisti-storicistici. sioni storiche, della sua realizzazione suprema nella fo rma datale dalla rivelazione del Cristo e dalla disciplina della Chiesa, cominciava ad uscire Cosa rappresentò il movimento modernista nella storia della Chiesa? dai chiusi recinti del monopolio teologale, per diventare alimento e pun­ Domanda spontanea e che tuttavia è dubbio se consenta r1 sposta: golo di ogni spirito senziente, consapevole dei compiti e delle esigenze giacché nessuno può sapere se il mutare dell'atteggiamento della Chiesa della moralità associata». non sarebbe stato lo stesso senza il moto modernista, se questo abbia E se davvero questo fosse stato, la Pascendi dovrebbe dirsi deleteria accelerato o ritardato Oa reazione che suole aversi al prospettarsi di un per la vita spirituale del nostro popolo. Ma chi ricorda l'Italia del 1907 pericolo, e che suole eccedere per dimensioni il pericolo stesso) quel sa che solo ben strette cerchie sentivano intensamente i problemi della mutamento. 260 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo ]emolo 261

Il modernismo nasceva dalla esigenza di quella parte delle classi di simile era avvenuto anche alla controriforma) . E se la naturale ripu­ colte non distaccata dalla religione, di averne una meno ancorata a ri­ gnanza della Chiesa a tutto ciò che possa avere l'aspetto di una resipi­ sposte date molti molti secoli addietro, magari nel mondo degl'imperatori scenza fa sì che si continui ad imporre il giuramento antimodernista, cristiani di Bisanzio, meno legata a problemi, a preoccupazioni scomparse sta che oggi sono tesi comunemente accolte quelle che nel decennio dall'orizzonte dell'uomo europeo da qualche secolo; dalla esigenza di posteriore al 1907 sarebbero state esposte a sicura condanna. La parte una religione fatta per gli uomini e che non può prescindere dall'uomo più sana del modernismo - soprattutto del filone storico e politico - storico qual è in un dato momento, né pretendere di dare agli adulti il è oggi accettata. pane degl'infanti. Forse la miglior giustificazione delle condanne pontificie sta in quel Ma sorgeva altresì da una posizione particolare dell'ultimo ottocento, che la dottrina modernista aveva di vago, di suscettibile d'interpretazioni la grande fede nella scienza, nella risposta definitiva che questa in ogni individuali : la Chiesa non può non preoccuparsi che la massa dei credenti ambito poteva dare. La storia della creazione, i libri sacri, la tradizione, conosca ad ogni ora concretamente ciò che deve credere, ciò che è di fede. andavano coordinati con la scienza; questa non poteva errare (perché Quel che non si riuscirà mai a giustificare è la caccia ai modernisti non si dubitava delle risposte definitive della scienza, né si pensava che sulla base di sospetti, di delazioni, di abusi di fiducia a danno di amici; un'altra generazione avrebbe potuto modificarle od annulllarle). in cui emersero ambigui personaggi, non certo onore dell'abito talare. Intorno al 1900 nel mondo della cultura laica già cominciava la Per anni nel clero si respirò un'aria avvelenata; ogni parola, ogni riga, crisi di questa fede nella scienza; ma era naturale che nei seminari, tra poteva, male interpretata, dare luogo ad un'accusa. Anche eminenti il giovane clero, giungesse col ritardo di una generazione. E quel pro­ cardinali avvertirono quel malessere. blema della conciliazione di scienza e fede, che per le generazioni attuali Ho sempre scorto una certa armonia di ritmo (sarebbe troppo dire non è più tale (anche per l'ampia libertà lasciata dagli ultimi Papi di parallelismo) tra la controversia fra giansenisti e gesuiti nel sec. XVII opinare in tutto ciò che non è strettamente articolo di fede), appariva e quella tra gesuiti e modernisti all'inizio di questo secolo. I giansenisti assillante in anni ov'era diffusa una fo rma mentale per cui sembrava erano per l'immobilismo; la Chiesa non doveva preoccuparsi dei nuovi possibile perdere la fede se un iota di ciò che si riteneva dogma appa­ atteggiamenti dello spirito europeo dopo il rinascimento, non della risse inaccettabile. Non si può comprender questa storia pur recente ripugnanza che l'uomo moderno poteva provare per certi insegnamenti: senza ricordare tale diffuso sentire: se un solo punto della Rivelazione la dannazione con pena sensibile dei bambini morti senza battesimo, il crolla (o pare crollare), tutto si dissolve. Positivismo, mentalità scienti­ diniego della grazia ai non eletti, l'umanità massa dannata con pochi fica, davano ai credenti l'assillo di una religione con stretto sistema salvi. Gl'insegnamenti di Sant'Agostino dovevano valere per ogni secolo; · logico, ove, rivela tosi falso un passaggio, perdono valore tutte le con­ diffidavano anche della critica storica, di Richard Simon. clusioni successive. La teologia gesuitica rispondeva alle esigenze del tempo, rendeva la Per Buonaiuti era compito essenziale dei sacerdoti della sua generazione giustizia di Dio comprensibile, comunque non ripugnante, agli occhi eliminare il «contrasto fra le conclusioni delle discipline morali e storiche umani. Potevano esserci rilassamenti soverchi nella morale; peraltro applicate al fatto religioso e al fa tto cristiano, e le proclamazioni cosiddette i casisti erano fini analizzatori del cuore umano, comprendevano l'im­ infallibili degli ultimi concili ecumenici, di Trento e del Vaticano». possibilità di rinchiudere entro rigide categorie, entro poche leggi generali, Sulla formazione dei modernisti influiva anche quella reazione al­ l'inf.tnita varietà dei casi, le inf.tnite scelte dell'uomo. l'immobilismo, quel culto dell'azione, del rinnovamento, ch'era pur esso Quest'opera di render la fede accetta all'uomo contemporaneo, da nello spirito del tempo. lui assimilabile, volle essere pure l'impresa dei modernisti; e le voci di È oggi opinione pur di ecclesiastici d'indubbia ortodossia che la diniego e d'immobilismo, che partivano dalla «Civiltà cattolica», echeg­ reazione antimodernista tagliò ad un tempo il grano ed il loglio (qualcosa giavano quelle dei giansenisti. 262 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo ]emolo 263

Non si suole riflettere che in una religione immobile, _in cui tutto Chiesa secondo le direttive dei modernisti avrebbe potuto sbarrare la via sia stato detto una volta per sempre, in dommatica ed in morale, un vuoi al comunismo, vuoi alla sete di agi, di godimenti, verme distruttore capo infallibile, autorità suprema ed inappellabile, apparirebbe superfluo. del senso religioso. Mentre più necessario che mai sembra là dove la religione, pure arroccata ad un certo numero di verità supreme, deve spiegare queste con parole Le pagine del Pellegrino dicono cosa fo sse per Buonaiuti, per cui la nuove ad ogni generazione, deve rispondere alle inquietudini, agli assilli vita non poteva essere che vita associata, dialogo col fratello o parteci­ di ogni secolo, deve tener presente che nuovi dubbi sorgono, nuovi pazione al coro dei cristiani aranti, la cattedra universitaria. problemi morali si pongono. Raramente una cattedra fu tenuta in modo più degno, raramente I giansenisti erano logici nel ritenere che nella religione immobile da un maestro possedette maggiori capacità formative, raramente si ebbe loro asserita al Papa poteva bastare un mero primato d'onore; i modernisti quell'armonia di ogni momento tra maestro e discepoli, e lo studente avrebbero dovuto logicamente essere calorosi assertori dell'autorità pontificia. universitario trovò nel professore l'amico, il confidente. Ma che rispondere alla domanda di ciò che abbia rappresentato Spendide lezioni; il grande oratore non diceva mai parole vuote, nella storia della Chiesa il modernismo? mai si ripeteva; il pensiero si sviluppava in anelli concentrici, affinandosi. Direi sicuramente un memento di esigenze intellettuali di una parte, Non un appunto davanti e non una divagazione. poco numerosa, ma qualificata intellettualmente della cattolicità. Dal Non il pubblico mondano di qualche professore letterato, ma ac­ punto di vista cristiano l'intellettuale non ha diritto a particolari riguardi: canto agli allievi alcuni amici; ricordo in prima fùa, assiduo, il vecchio il perfetto cristiano si trova più sovente tra gli umili, gl'incolti. Ma nei senatore Luigi Bodio, il creatore dell'organizzazione statistica italiana. rapporti della Chiesa con la società le classi colte non possono venire Togliergli la cattedra fu la prima ferita che lo colpì in modo tale da trascurate, per l'influenza ch'esercitano. turbarlo nel profondo, da mutarlo (l'altra fu la spogliazione coattiva Negherei tuttavia che nel mutato indirizzo che già trapela negli dell'abito sacerdotale). ultimi anni del pontificato di Pio XII, ed appare chiaro durante quello di Il Concordato non aveva effetti retroattivi, come aveva dichiarato Giovanni XXIII e continua con Paolo VI, debba vedersi un effetto Mussolini, e tutti gli altri professori ex-preti, incorsi in censure, vennero ritardato del modernismo. lasciati ai loro posti. A Buonaiuti l'insegnamento effettivo era stato tolto, L'esigenza che presiede a questo mutato indirizzo è la riconquista in fo rma non legale, prima del Concordato, come egli narra - e certo di una società scristianizzata in tutte le sue classi (ma la preoccupazione non era stato il suo collega di facoltà ministro Pietro Fedele, assertore è soprattutto per quelle più umili, che in altri secoli si erano conservate della Conciliazione e desideroso di avere in essa il suo posto, a sostenere fedeli alla religione, allorché la borghesia se ne allontanava), e per tale Buonaiuti -; questi, allontanato temporaneamente con un incarico di riconquista occorreva la mano tesa, il colloquio, non la condanna a priori studio, restava però sempre il titolare della cattedra romana di storia del di quanto fo sse fuori degli schemi della ortodossia; ed intraprendere il cristianesimo. Che il fa scismo schiacciasse un ribelle come Buonaiuti ) colloquio su un terreno piano, non su dati teologici ostici alla mentalità senza preoccupazioni di legalità, non è a stupire. Ma fu veramente grave di quasi tutti i contemporanei. che i ministri della Liberazione - passarono alla Istruzione De Ruggiero, Un superstite della generazione modernista potrebbe qui osservare Arangio Ruiz, Malè, che ricordo poi ai fu nerali di Buonaiuti ....:::__ non si che se all'indomani della seconda guerra mondiale la società appariva curassero di ridare la cattedra a Buonaiuti. Sarebbero stati in una botte scristianizzata, questo era un effe tto della vittoriosa offensiva condotta di ferro sul terreno giuridico. Buonaiuti era rimasto professore di ruolo, quarant'anni prima contro il modernismo. titolare della cattedra (sia pure dispensato dall'obbligo dell'insegnamento Nessuno può dire ciò che sarebbe seguito se un certo evento non per attendere ad incarichi di studio) fino al 1931, allorché si era rifiutato si fo sse prodotto; ma è difficile credere che un rinnovamento della di prestare giuramento di fe deltà al regime, ed era stato dimesso, senza 264 Lettere di Buonaiuti a )emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo )emolo 265

aver maturato diritto a pensione; c'era la dichiarazione Mussolini, negli Buonaiuti ricorda che mons . C. Perosi, segretario del S. Ufficio, lo Atti parlamentari, di non retroattività del Concordato, c'era il dato congedò, in quell'incontro del 1924 che precedette la scomunica, dicen­ positivo che tutti i professori ex-preti, quasi tutti naufraghi della crisi dogli : « on c'è nulla da fare, avete un cervello troppo diverso dal modernista, erano rimasti in cattedra, senza proteste della S. Sede. La nostro». Rammento che una volta, evocando Buonaiuti col card. G. B. tesi giuridica degli amici di Buonaiuti era inattaccabile - od il ritorno di Nasalli Rocca, questi mi disse: «Se parlasse il linguaggio di tutti gli altri, Buonaiuti alla cattedra o le nostre dimissioni - mostra come subito guanti guai si sarebbe evitati». all'indomani della Liberazione si entrasse nella via delle transazioni, degli Non si trattava certamente di linguaggio, e forse neppure di cervello, accordi di partito; già mancava il senso delle grandi questioni ideali, nel ma di concezioni profondamente diverse intorno all'essenza del cristia­ cui ambito nessun interesse pratico consente compromessi; è un segno nesimo e, a ben vedere, intorno al modo migliore per condurre gli rivelatore di quello che fu il rapido spegnersi del roveto ardente ch'era uomini a quel fine che certamente così Buonaiuti come mons. Perosi si stata la Resistenza. volevano: renderli obbedienti alle legge cristiana. In fo ndo il pessimismo che Buonaiuti ricorda espresso in modo Ad ogni pronuncia del S. Ufficio si discusse appassionamente tra drastico nelle parole di mons . U. Benigni - gli uomini non essere gli amici ed allievi di Buonaiuti della giustizia di queste condanne. capaci di nulla di bene nel mondo, la storia essere un continuo e dispe­ Problema inesistente. rato conato di vomito, occorrere per questa umanità l'Inquisizione - era Anche chi non sia cattolico e sia disposto a giudicare qualsiasi atto ed è pure alla base dell'atteggiamento degli uomini di Chiesa che consi­ della suprema autorità della Chiesa, riflette che in ogni religione gli organi derano suprema virtù l'obbedienza. che devono dirigerne l'indirizzo e mantenere la continuità hanno il potere Buonaiuti era invece un ottimista; credeva l'uomo suscettibile di di formare giudizi insindacabili su quello che il bene della religione esiga. salire, scaldato solo dalla legge di amore che è nella parola di Cristo. E non c'è nessuno che dal di fuori possa sovrapporre un suo Come ho già detto, né lui né altri modernisti combatterono le giudizio. fo rme di devozione popolare, diedero opera a modificare la religione Le opere degli uomini politici sono ancora suscettibili di venire degli umili ; non mi consta che pensassero neppure a toccare il rito. valutate con il termometro, sia pure incerto, del successo. Non so se sia immaginazione di nemico la descrizione di una messa Ma questo non è applicabile ai capi di una religione. Se anche certi modernista in un romanzo di P. Bourget, Le démon du midi, in Italia loro atteggiamenti, certi loro atti, provocassero reazioni nelle masse ed nessuno vide nulla di simile. E la celebrazione della messa da parte di avessero per effetto larghe diserzioni di credenti, sarebbe sempre possibile Buonaiuti non poteva essere più edificante: spirava reverenza da ogni sostenere ch'essi hanno salvato la purezza delle religione, hanno saputo suo atto, da suo volto ; tutto il rito era compiuto a perfezione in interpretare la parola di Dio e distinguere i veri dai falsi credenti. un'epoca in cui purtroppo nelle chiese non di rado la messa era sbrigata Soprattutto chi si ponga dal punto di vista modernista, di dover in meno di venti minuti. adeguare la verità religiosa alle esperienze, alle aspettative di ogni genera­ Tuttavia la dottrina modernista veniva a scavare un iato più grande zione, si rende conto di come questo adeguamento possa essere compiuto che mai tra la religione degl'intellettuali e quella degli umili. secondo apprezzamenti discrezionali diversissimi. La Chiesa è in continuo movimento; peraltro ha sempre evitato Soltanto chi concepisce una religione come una serie di norme i passi troppo bruschi, le lacerazioni. Alcune enunciazioni potevano in giuridiche da cui si debbono trarre i corollari, potrebbe assu mersi la effe tto scandalizzare chi non riuscisse a seguire tutto l'iter mentale di funzione del giudice, che sulla base degli articoli di codice conchiude se Buonaiuti - un cammino tracciato piuttosto da una logica sentimentale un'azione sia lecita o meno. che da una logica scolastica -, il quale le riconnetteva a proposizioni di Può solo farsi qualche osservazione estrinseca. perfetta ortodossia. 266 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Te stimonianze di Arturo Cario ]emolo 267

Affermazioni come quella, che per Paolo c'è «un parallelismo per­ i fedeli dall'errore, e pertanto ricorrere ad ogni mezzo per chiudere la fe tto, meglio una identificazione paradossalmente sublime, fra il corpo bocca a chi diffo nda do ttrine erronee. del Signore consumato nel pasto agapico e il corpo mistico del Signore All'indomani della morte di Buonaiuti !'«Osservatore romano», medesimo rappresentato dalla comunità dei fedeli. San Paolo giungeva rispondendo alle deplorazioni per ciò che la S. Sede non aveva permesso cosi ad immaginare e a dire, in tutte lettere, che, affinché il pane ch'egli risalisse la cattedra romana, scriveva: dover la Chiesa invocare consumato fo sse veramente il corpo del Signore, bisognava perentoria­ ogni salvaguardia per attingere il suo ultimo fine, «ed una di queste mente che i partecipi al pasto, i fratelli, si sentissero e si mostrassero salvaguardie è l'impedire che chi erra, chi devia cioè dalla strada che alla cosi intimamente e così integralmente fusi in unità, da avallare con la mèta suprema conduce compromettendo così anche i benefici che da tal loro solidarietà mistica, che costituiva anch'essa il corpo del Signore, la mèta derivano sullo stesso cammino temporale che ce l'assicura, possa prodigiosa trasformazione del pane fisico in pane divino» (riecheggiano indurre altre anime ad errare e a deviare». le parole delle Lettere: «col tempo si è venuta fo rmando la dottrina della Questa, del rifiuto della discussione e del bavaglio posto all'errante, presenza reale, e più tardi della transustanziazione. Si è smarrito, attra­ era tradizione secolare; ma venne seguito altresì il criterio, pur questo verso a questa trasformazione, il valore etico primitivo del rito») : non tradizionale, di condannare tutto in blocco quanto venisse dall'errante potevano non apparire in contrasto con insegnamenti millenari, radicati (per isolarlo dai fedeli, per timore di un veleno insito nelle sue pagine, nelle coscienze dei fedeli, ed insinuare dubbi tormentosi. che potesse sfuggire pure al più acuto censore, sicché fu rono condannati Ma lo storico che non entra nel merito delle condanne e si rende anche scritti irreprensibili, di apologetica cattolica). L'episodio di padre conto di ciò che il modernismo aveva di conturbante, deve aggiungere Gemelli, che pretende non veda la luce Lutero, senza volerne conoscere questo: che nella lotta antimodernista non si separò il grano dal laglio, il contenuto ) è in linea con tutta la condotta che fu tenuta con Buonaiuti; e fu rono sospettati e soffrirono anche ottimi, impeccabili preti, il cui si voleva tacesse, il suo nome fo sse dimenticato. ricordo è oggi evocato con rispetto da cardinali e vescovi ; così un mons. Nel mondo ecclesiastico si era riusciti a rendere quasi pauroso il Lanzoni che dovette restringere, soffocare la sua opera di storico. Sap­ nome di Buonaiuti. Occorreva il sereno coraggio, la tranquilla coscienza piamo oggi ch'ebbero a soffrire pure porporati della statura di Ferrari di Nicola Turchi, per confessare la persistente amicizia per Buonaiuti. e Maffì . Ho un ricordo tra doloroso e comico; una volta che Buonaiuti era Furono seguiti metodi che parevano caduti in disuso, che alcuni nostro ospite a Bologna, nella casa isolata, fuori porta, che abitavamo, decenni più tardi sarebbero apparsi impossibili (vorrei dire usciti per telefonò un misterioso Timoteo che desiderava vederlo; venne (lo rivedo sempre dalla vita della Chiesa: ma sono troppo ardite le affermazioni col cappello duro, intabarrato) e s'intrattenne con lui. Non ho mai che impe gnano l'avvenire). conosciuto il suo nome; so ch'era un sacerdote, cappellano dei Balilla. Non solo richiamato il dovere di denunciare l'eretico, o quegli che Per una visita allo scomunicato, le precauzioni non erano mai troppe. fo sse sospetto, ma giovani preti fu rono fatti strumento di spionaggio, E quanti laici che gli erano stati sinceramente amici, che gli volevano senza riguardo allo scandalo che poteva venire ai più dal vedere un tal bene, stentavano a superare il diaframma dello scomunicato vitando. uso dell'abito talare. L'episodio narrato in Pellegrino di Roma, del prete È ancora nella tradizione che la Chiesa invocasse il braccio secolare; che a Ginevra, ottenuta l'ospitalità di Antonino De Stefano, ne fo tografa ma l'uso di questo strumento non ripugna soltanto al cittadino che la corrispondenza (e cosi una lettera di Buonaiuti) per porla a disposizione qualcosa abbia assorbito della tradizione liberale, e che creda nel principio, del S. Ufficio, non è che uno dei tanti del tempo. scritto nella costituzione del suo Paese, del diritto di ciascuno di profes­ In questa vicenda, e così non soltanto all'epoca della Pascendi, ma sare liberamente e di far propaganda delle sue idee, quali si siano; ma fino alla morte di Buonaiuti, la Chiesa si attenne alla regola ch'essa, che dispiace altresì al credente. Il ricorso al braccio secolare nella coscienza possiede la verità, non può scendere al colloquio, ma deve preservare d'oggi umilia la Chiesa; e pare avvilente per questa l'episodio del ministro 268 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo ]emolo 269

Fedele che, per indurre la S. Sede a cedere nella controversia intorno Qualche riserva farei anche alla pagina che segue, dedicata agli ebrei: agli esploratori cattolici, adopera non infruttuosamente ii mezzo di accanto ai pochi che «si erano dati a speculare sui cavalli e sui carri dei avvertire un padre gesuita che, se la controversia non verrà composta, si popoli in mezzo a cui vivevano», guanti, in Italia soprattutto, dignitosi, permetterà a Buonaiuti di riprendere le sue lezioni. semplici insegnanti uomini e donne, in ogni ordine di scuole (Mondolfo, Castelnuovo, Falco, Fanno), eccellenti maestri che non avevano mai Pochi uomini resisterebbero senza esserne se non stroncati, trasfor­ inneggiato agli idoli del tempo, guanti buoni magistrati, impiegati, ufficiali. mati, ad una persecuzione che si prolungasse lungo tutto il corso della lora vita; cominciando allorché hanno venticinque anni e non rallentan­ Una bella pagina di P.P. Trompeo nel volumetto Preti descrive la dosi mai. messa di suffragio per Romolo Murri celebrata da don Brizio Casciola; Ma per Buonaiuti che aveva il senso corale della vita, che non e menzionando i molti presenti, quasi tutti superstiti della bufera moder­ concepiva la religione se non in fo rma associata, ch'era nato maestro, nista, scrive : era un grande ritorno. ch'era convinto di avere una sua missione, parole di vita, un messaggio Veramente un grande ritorno. Da molto tempo era rientrato nei da trasmettere, il bavaglio era insopportabile. ranghi Guglielmo Quadretta, vi sarebbe pure ritornato, in avanzata Toltagli la cattedra, sottrattegli le sedi in cui teneva conferenze, rese vecchiaia, Antonino De Stefano. da ultimo impossibili queste, negatogli il passaporto perché non potesse È sempre arbitrario affermare ciò che avrebbe compiuto qualcuno tenere il corso a Losanna, create difficoltà su difficoltà per le sue riviste, se il corso della sua vita si fo sse protratto; Buonaiuti, tutto preso nella fino al diniego della carta, strappatogli dal braccio secolare l'abito talare. sua visione di radicale rinnovamento cristiano, non giunse a vedere alcuni Bisogna ricordare tutto questo per rendersi conto di alcuni giudizi mutamenti - nel senso di più larga libertà concessa dalla Chiesa alla non equanimi contenuti in Pellegrino di Roma. critica storica, anche in punti fo ndamentali - che si verificarono poco Così nessuno può credere che ci sia una qualunque connessione tra dopo la sua morte: così la lettera al card. E. C. Suhard della Commissione i successi della filosofia idealista e la politica estera dell'Italia, l'asse biblica pontificia sull'epoca del Pentateuco e sul genere letterario dei Roma-Berlino. Non è chi non sappia che quei successi non andavano primi libri del Genesi del 16 gennaio 1948 ; documento semplicemente oltre la cerchia della università, e gl'indirizzi delle nostre facoltà filosofiche impensabile al tempo della Pascendi. non hanno mai esercitato alcuna influenza sulle scelte politiche del Paese. È lecito tuttavia pensare che se fo sse giunto a vedere il pontificato Se le cattedre fo ssero ancora state occupate da allievi di Ardigò, questo del suo coetaneo Angelo Roncalli, l'indizione del Concilio ecumenico, ci non avrebbe davvero recato alcuna remora alla politica estera del fasci­ sarebbe stato anche per lui il ritorno. smo. Del resto, forse che dopo il 1871 un'Italia positivista ed anticlericale Si legge in Pellegrino di Roma ch'egli ebbe un giorno a dire al cardinal non aveva plaudito al prussianesimo trionfante, alla politica di Bismarck? F. Marmaggi che avrebbe compiuto la completa adesione desiderata dalla in quale clima era maturata la triplice alleanza? Chiesa, l'accettazione di tutte le condizioni, pur di essere agnello nel Del pari è difficile trovare giuste le riserve che nel libro si muovano gregge di Pietro, se un uomo con1e il Marmaggi fo sse stato elevato al all'accorato, commosso discorso tenuto da Pio XII il 12 marzo 1944 al soglio pontificio. Non penso che avrebbe rifiutato a Giovanni XXIII popolo adunato in piazza S. Pietro ; il cristiano accetta il dolore, accetta quel ch'era disposto a concedere al suo antico prefetto di seminario, la pena; ma non viene meno alla sua fede se prega Dio di risparmiarglieli. a cui lo sospingeva il profondo senso della Chiesa, ch'è alla base di tutta E troppi italiani che avevano detestato il fa scismo, giudicata pazzesca la la sua opera : Cristo non si dà al singolo, ma si palesa ai fratelli, la sua politica estera, non potevano sentirsi responsabili; non certo Buo­ religione è vita associata, si alimenta nella comunità. naiuti, nemico di ogni violenza, avrebbe mai rimproverato loro di non Certo Buonaiuti avrebbe allora riconosciuto la vanità di ogni giudizio essere insorti. che suonasse agonia del cattolicesimo, avrebbe cancellato le righe in cui 270 Lettere di Buonaiuti a )emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo )emolo 271

parla dell'«alone di luce di quel pontificato di Leone XIII, c�e probabil­ D. L'eredità di Buonaiuti (29 aprile 1971)1 mente passerà nella storia come l'ultimo bagliore di un sole tramontante». Nel libro si parla del tentativo di conciliazione compiuto da padre ell'ultima decade di aprile caddero i venticinque anni dalla morte Agostino Gemelli dopo la lettera inviata da Buonaiuti a Pio XI. di Ernesto Buonaiuti ; e fedeli allievi, nonché un attento indagatore di Nessun dubbio che padre Gemelli fo sse l'uomo meno adatto per documenti del movimento modernista, lo commemorarono. Non ero quel passo. Sinceramente, illimitatamente devoto alla Chiesa, la sua visione presente, ma so che la rievocazione di Buonaiuti non fu concorde; del bene di questa era antitetica a quella di Buonaiuti. Era un realizzatore, ciascuno dei presenti non lo riteneva appieno in quel che altri diceva di lui. non pensava ad un trionfo della Chiesa che non fo sse visibile, estrinse­ Non avrebbe potuto essere diversamente. Anche a lasciare da parte cantesi in istituti umani, non aveva ripugnanze per gli accordi ed anche il Buonaiuti della giovinezza, degli scritti anteriori al 1915, che costitui­ le transazioni con Cesare. · scono un periodo chiuso della sua vita, e ch'egli in buona parte disco­ Padre Gemelli mi raccontava un giorno di aver riferito a Pio XI nobbe, anche a considerare solo il Buonaiuti degli ultimi trent'anni di dell'insuccesso della sua missione; e soggiungeva che il Papa si era sua vita, il personaggio appare così a sé, non suscettibile di raffronti, che commosso ed aveva detto : possa Dio essere più misericordioso di quel non è a stupire se ciascuno degli amici ed allievi ne abbia recepito solo che a Noi non è consentito di essere. un aspetto, quello a lui più congeniale. Quanti credono nella vita futura, in una fo rma imperscrutabile ai Non si può avvicinarlo ad alcun altro del movimento modernista; nostri sensi umani, e ricordano quel che Buonaiuti fu, il suo amore per schietta e reciproca antipatia per Loisy; rispetto a Murri interessi diversi, gli uomini tutti, il suo desiderio di bene, l'aiuto che diede a quanti trovò due cerchie senza punti di contatto; scarse relazioni con Minocchi; sulla sua strada ed avessero bisogno di lui, il suo costante anelito alla amicizia vera con Nicola Turchi, lo storico delle religioni, che peraltro realizzazione della parola di Cristo - confidano ch'egli sia tra gli eletti. rimase sempre nell'ovile della Chiesa. Buonaiuti si rifaceva a Tyrrell, ed attraverso lui a Newman. Ma Newman era morto quando Buonaiuti era ARTURO CARLO J EMOLO bambino e non credo che con Tyrrell, spentosi nel 1909 ci fo ssero stati rapporti se non epistolari, comunque al più un incontro. Impossibile poi accostare Buonaiuti ad alcuno dei cosiddetti ribelli, anteriori o posteriori a lui : non a Lambruschini, se pure alcune pagine di questo siano pagine moderniste «avant la iettre», meno che mai ai preti patrioti del Risorgimento; non a Renan, seppure alcune immagini di Renan, quella dell'uccello che gira intorno alla cattedrale, conscio che soltanto entro quella potrebbe trovare pace?, fiorissero non di rado sulle labbra di Buonaiuti; non a Lamennais; assurdo poi avvicinarlo ai preti contestatori di oggi, colmi di preoccupazioni sociali.

Buonaiuti si dichiarava inconciliabile con i dogmatici (non parliamo dei canonisti) e non esaltava che i mistici. E quel che gli pareva caratte-

1 Pubblicato su «La Stampa», 29 aprile 1971. 272 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo ]emolo 273 rizzasse questi, era, come scriveva in un volumetto sul misticismo me­ rente; desideroso di contatti umani, prodigo di arruc1z1e anche con chi dievale, la «jmvafenza fasciata ai coiffìcientiprer aifonafi de/fa apperceifone e def­ guardava soltanto alle cose terrene, con un fascino insito alla persona, al l'assimilaifone del numinoso»; il mistico guarda al divino, non al tempo ed viso mobilissimo che rivelava l'intelligenza, alla voce calda, all'affetto che alle creature : non si può essere mistici ed occuparsi delle cose del mondo. mostrava verso quanti andavano a lui : tutto lo rendeva ben diverso dalla Peraltro, con una delle contraddizioni non rare in lui, prediligeva immagine stereotipa del mistico. E la nostra pigrizia mentale vorrebbe Gioacchino da Fiore, mistico sì, ma che aveva sempre recato un apprez­ proprio vedere le persone secondo immagini; Buonaiuti sconcertava, zamento ed un verdetto sugli eventi politici cui aveva assistito. Gli è che come doveva al suo tempo sconcertare Bakunin, con le abitudini, il pure in Gioacchino vedeva «io sforzo ascensionale verso Dio attraverso le vie tratto, i buoni vestiti e la fine biancheria del vecchio gentiluomo, come de/fa intuiifone e deff'attingimento araifonafe e il tentativo di cogliere direttamente avevano sconcertato i giansenisti non piagnoni, ma che sapevano anche i procedimenti misteriosi de/fa sua aifone salvifera neffe anime»; e Gioacchino divertirsi, godere delle buone cose loro offerte. prevede la scomparsa della Chiesa visibile, la sostituzione al tessuto Per questo avvenne che ciascuno dei discepoli ne colse solo un burocratico, così discaro a Buonaiuti, di un soprannaturale organismo tratto, ed è ancor oggi disposto a polemizzare con gli antichi compagni, carismatico. convinto che solo ciò che egli conserva realizzi il maestro. Più fedeli gli L'avversione di Buonaiuti ai teologi non era avversione alla dogma­ umili, che non cercarono di classificare, e le antiche allieve, che serbano tica cattolica, preferenza per un diverso complesso di dogmi. Le accuse il ricordo di quel ch'egli fu, così come fu, senza sceverare né distinguere. dei suoi censori non colpivano il segno ; non si trattava già dell'accettare Fu certamente una delle figure eminenti dell'inizio del secolo, e spar­ o meno l'uno o l'altro dogma, ma del porsi in un campo diverso, di se semi e fermenti sovrabbondanti, anche se eterogenei; quanti lo abbia­ religiosità accesa che non può tradursi in enunciazioni precise, dare vita mo avvicinato, gli dobbiamo qualcosa di quel che siamo; tutti ne siamo ad un sistema logico. stati arrichiti, anche chi è rimasto cattolico ortodosso, ma con una fede Il concetto che profondamente sentiva era quello del sacro, del più viva. E se qualche allievo volgendo le spalle al numinoso ha preso le numinoso , cioè del sentimento del Numen, inteso come sentimento che vie del comunismo, è possibile che con un'ardita trasposizione abbia l'uomo non può essere isolato, né un primum, ma che al di sopra di lui scorto qui quella Chiesa (ahimè non invisibile, ahimè gerarchica e buro­ c'è, indistinto, quel che siamo soliti chiamare divinità: base di tutte le cratica) che acc oglierebbe tutti gli uomini cercando di sollevarli dalla religioni. condizione umana. La Chiesa lo espulse, ma egli non sentiva profondamente, nella storia come nel presente, che la Chiesa; l'avrebbe voluta senza un diritto, ARTURO CARLO J EMOLO senza una gerarchia, ma, pur com'era, era pur sempre la custode del sacro. Chi conosceva gli ardimenti di pensiero di Buonaiuti, stupiva nel vederlo celeb rare la messa, con una pietà, un'intima adesione, una inte­ riore commozione rare a scorgersi. Era il suo comunicare con il sacro.

Lo Stato, le fo rze politiche, la struttura economica, lo lasciavano del tutto indifferente ; cosa contano le diffe renze di ceto o di fortuna per chi è immerso in Dio? Se Buonaiuti non avesse avuto occhi che per il mistero, sarebbe stato compreso: un mistico, cattolico od eretico non importa. Ma era uno degli uomini più vivi, ricco d'interessamenti, cui nulla era indiffe- 275 274 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo ]emolo

gnano di una qualsiasi delle determinate correnti che percorrono oggi il E. Ernesto Buonaiuti a venticinque anni della morte (1971) 1 cattolicesimo italiano. Non certo di quella che, pure non volendo essere ribelle, desidera Nei venticinque anni decorsi dalla sua morte, la figura di Ernesto un mutamento della costituzione della Chiesa, il sostituire ad un potere Buonaiuti è andata prendendo sempre maggior rilievo ; anche gli eredi dall'alto un potere di comunità, le quali si diano statuti, si eleggano spirituali di quelli che furono i suoi avversari non cercano di sminuirla. pastori. Per Buonaiuti non era soltanto la gerarchia ad essere contraria In effe tti non fu soltanto uno degli uomini più vivi, con maggior a quella che per lui era l'essenza tutta spirituale della Chiesa, ma ogni calore umano, maggiore vastità d'interessamenti che sia dato riscontrare, fo rma di giuridicità; una costituzione democratica era per lui altrettanto ma quegli che più rimescolò, nel primo trentennio del secolo, le acque lontana di una autoritaria dallo spirito vero del Vangelo. La sua religione di quel lato sempre piuttosto stagnante della coscienza nazionale, ch'è il doveva essere tutta spirituale, ricerca di Dio, adesione a Dio. I cenacoli, lato volto agl'interessi religiosi. le coinonie, come amava chiamarle, si costituivano spontaneamente tra Sacerdoti contestatori, che si erigessero di fronte alla S. Sede od ai uomini che sentissero Dio. loro vescovi, l'Italia ne aveva avuto più modeste figure ; qualcuna, basti Più lontano che mai Buonaiuti sarebbe stato dai contestatori su pensare al padre Curci, di più alta taglia. Ma quasi tutti, ftno a Murri, base sociale ; non che non avvertisse le ingiustizie e non se ne sdegnasse; avevano ristretto il loro ambito all'attività politica, mentre alcuni, per lo ma gli sarebbe parso bestemmia l'affe rmare che ci si avvicinasse anche più poi pentitisi nell'ultima ora, erano giunti al rinnegamento di tutti di un passo alla realizzazione del V angelo creando una società del cardini della Rivelazione. benessere, fo sse pure assicurato a tutti, anche a quelli ch'erano i più L'intellettualità italiana se n'era occupata assai poco; alcuni, è vero, poveri d'ieri. Pochi avevano come lui sempre presente «il mio regno erano poi saliti su cattedre universitarie, ma avevano allora segnato un non è di questo mondo»; se il diritto gli pareva inconciliabile con il distacco dall'attività sacerdotale; pur senza vergognarsene, nulla avevano regno di Dio, ancor più l'economia. Non ho mai conosciuto uomo più mai fa tto per collegare la nuova attività al ministero della giovinezza. distaccato di lui da ogni preoccupazione economica ; nemmeno in quel­ Buonaiuti non fu soltanto l'universitario, ma l'agitatore di tutto il l'aspetto negativo che è la preoccupazione di non dover mai nulla mondo intellettuale italiano dei primi tre decenni del secolo ; ambito di a nessuno. Sempre pronto a dare ; senza preoccuparsi di quanto fo sse conoscenze, anche di vere amicizie, amplissimo, attività di scrittore, di degno colui che riceveva - era pur sempre un altro uomo -; capace giornalista, di conferenziere, rapporti continui con l'estero, con teologi, di godere più di ogni altro le gioie che si ottengono senza danaro : il storici della religione, universitari, ma altresì letterati. pezzo di pane mangiato su un sasso dopo una lunga camminata od Può ben scorgersi nell'interesse che il mondo laico italiano, così un'ascensione. Sentiva profondamente l'eguaglianza di tutti gli uomini; poco incline a problemi religiosi, ha portato alle encicliche degli ultimi nessuna soggezione verso chi era sulle vette della scala sociale ; non due Pontefici, ai lavori ed alle costituzioni del Concilio, un effe tto anche condiscenza, ma fraternità, verso chi era nei gradini più bassi: conversava da pari a pari con il pecorara incontrato in una escursione sui monti di quella preparazione a guardare a problemi religiosi che aveva costituito dell'Italia centrale. Non era affettazione o sforzo ; riteneva che da tutti vi l'attività di Buonaiuti. fo sse da apprendere ; riferiva poi quella nozione nuova che aveva avuto Ho parlato di «rimescolar le acque»; e rimarrei a questo termine dall'umile non dandole minor rilievo di quanto dava alla connotazione di vago, perché non credo proprio che si possa fare di Buonaiuti l'antesi- un luminare della critica. Non fu un ribelle ai dogmi, fu l'assertore ed il praticante di un cristianesimo che oltrepassava i dogmi, non aveva bisogno di fo rmulazioni 1 Estratto da <

18 276 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Te stimonianze di Arturo Ca rlo ]emolo 277 del tomismo, in un periodo avanzato della sua vita; sul terreno della F. Ernesto Buonaiuti (20 aprile 1976) 1 fùosofia preferiva certamente un positivismo all'idealismo che lo rendeva così avverso a Croce come a Gentile, ma l'uomo remotissimo e dai Il 20 aprile 1946 moriva sessantacinquenne Ernesto Buonaiuti, teologi, cattolici e protestanti, come da quanti a ragione possono consi­ sacerdote incorso nella scomunica per le sue dottrine, professore di storia derarsi esponenti del pensiero non religioso, della intellettualità laica. del cristianesimo alla Università di Roma dispensato dall'insegnamento Proprio per questo aver fa tto parte per se stesso, per essere stato per applicazione retroattiva (fatta a lui solo) della norma concordataria così diverso da tutti, ha potuto incidere profondamente non solo su che allontanava dalla cattedra i sacerdoti irretiti da censure, ma decaduto quanti lo hanno conosciuto di persona, ma anche su quelli che ne hanno poi per avere rifiutato il giuramento fascista. sentito evocare il ricordo dai testimoni della sua vita, e lo hanno ritrovato In molti di noi è ancora vivo il ricordo di quel funerale civile, cui nelle pagine dei suoi libri, anzitutto di quella Storia del cristianesimo, che partecipavano: il Ministro della Istruzione del tempo, che peraltro non è stato pur detto, giustamente, potersi anche considerare una storia di aveva avuto il potere di ridargli la cattedra; in abito talare Nicola Turchi, lui stesso, della sua vita, di quanto concorse a fo rmarlo. l'amico di sempre, che non aveva avuto gli ardimenti teologici di Buo­ naiuti, e, fo rse anche per naturale tendenza, si era rifugiato nell'insegna­ ARTURO CARLO J EMOLO mento della storia delle religioni, ove ha lasciato oltre ad un noto manuale, sintetiche ma ottime pagine sulla religione greca e romana; ed il grosso stuolo di amici e di allievi. Buonaiuti fu certo la figura più nota del modernismo italiano e la sua opera culturale resta di primo piano; basti pensare al suo Lutero, al Cristianesimo nell'Africa romana, a Gioacchino da Fiore, figura da lui prediletta, e soprattutto ai tre volumi di Storia del cristianesimo, ove il fa scino che destano molte pagine, bellissime letterariamente, fa quasi passare in seconda linea la considerazione del critico storico. Ma quanti ricordano Buonaiuti sanno che il fascino dell'uomo era tale - e doveva esserne conscia l'autorità ecclesiastica, che temeva il parlatore, dalla cattedra od in una sala di conferenze, più che lo scrittore - che quanti non lo conobbero non possono illudersi di ritrovarlo intero negli scritti. Figura enigmatica, non per una sua volontà di celarsi, ma perché la sua vita era retta da una logica sentimentale incomunicabile ad altri, e perché, come ogni uomo nella vita, ebbe almeno due periodi diversi. Quello delle Lettere di un prete modernista, scritte prima dei trent'anni, che per molti scolpiscono definitivamente la sua figura ed ii1 cui si ritroverebbero molti spunti oggi riemersi, quasi un inno alla creazione, alla gioia, ad una umanità in cui regnino la giustizia e l'amore; livellamento

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delle classi, affratellamento degli spiriti. Fortemente influenzato dall'Action intervenne la scomunica e la spogliazione imposta da braccio secolare, di Blondel, pensava che un grande compito spettasse alla generazione dell'abito sacerdotale ; ed anche dopo, per nulla avrebbe rinunciato al cattolica cui apparteneva ; riportare le anime ad un ricupero diretto della fa ticoso pellegrinaggio annuale al santuario di Monte Autore ; grande primitiva predicazione cristiana, centrata negli assiorni della universale manifestazione di religiosità contadina. fraternità umana, nella coscienza di un unico Padre ; la religione, stato Questi aspetti così svariati nella sua vita fanno comprendere come d'animo non vincolato alle strutture sociali, che porta ad una vita nuova possano essere usciti da lui discepoli che ancora si ritengono tali, e che indipendente e superiore a quella dominata da qualsiasi trascrizione concet­ appartengono gli uni al comunismo, gli altri al cattolicesimo romano ; tuale e da qualsiasi schema disciplinare ; l'evoluzione del dogma nasce dal e come ci siano discepoli, tutti vecchi ormai, convinti della ortodossia di lento maturare della buona novella in seno alla umanità ; la preclicazione eli Buonaiuti, della sua fe de nei sacramenti così come li considera la Chiesa, Cristo raccolta dai Vangeli si schiude ogni giorno. l'eucarestia il pane ed il vino che si trasformano nel corpo e nel sangue Deciso attacco quindi non solo alla Chiesa istituzione, ma ai teolgi di Cristo (taluno ricorda pure una predica sulla Madonna tenuta in una che hanno precluso l'evoluzione dell'insegnamento cristiano serrandolo chiesa di villaggio e che commosse l'umile uditorio agreste), e discepoli in formule dogmatiche inalterabili. A ben guardare, oltre all'avversione ai convinti che oltre a quel senso del sacro, oltre a quell'aspirazione ad un teologi (cui Buonaiuti oppose sempre i mistici) un rifiuto dello Stato, eli senso religioso che deve dominare l'uomo ed affievolire ogni altra ogni «struttura gerarchizzata». passione umana, oltre al senso del mistero, oltre all'aspirazione alla vita Questo il primo Buonaiuti, che forse è quello che ha più operato evangelica, alla povertà, alla semplicità, al saper comprendere e conside­ per via sotterranea - ché le Lettere di un prete modemista ed il Programma rare pari il più indotto, il più umile, anche il colpevole, non fosse rimasto dei modemisti sono ignoti ai più dei sacerdoti - sul clero eli oggi: non altro dell'insegnamento seminaristico. ristrettezza eli fo rmule dogmatiche, ma una azione sociale, opposizione Singolare figura davvero ; e singolare sorte ; perché oltre ad avere ad ogni forma non pur eli nazionalismo, ma di distinzione di patrie agito profondamente su un numero relativamente piccolo di amici e di­ terrene, eguaglianza sociale. scepoli, poté più che non si creda sulla cultura italiana, dove all'inizio I contemporanei del primo periodo eli Buonaiuti sono scomparsi, del secolo dominava il materialismo, ed un idealismo che scorgeva la e quelli che lo ricordano, pur già vecchi, lo hanno conosciuto in una religione - quella del clero, delle preghiere degli umili - come una seconda fase, in cui il motivo predominante in lui era quello della comunità, fo rma di poesia riuscì a far considerare il fenomeno religioso nella sua sì ma anche dell'attaccamento alla Chiesa : lo Stato è il dominio eli Cesare, importanza anche alle correnti che più gli erano state e gli restarono la materia vile; gli era estraneo ; la Chiesa, malgrado il peccato di essersi ostili. E, bizzarra sorte, riportò il maggiore successo proprio in seno giuridicizzata ed istituzionalizzata restava sempre la vera, la grande famiglia. a quella Chiesa che lo scomunicò, e nel cui insegnamento di oggi tanto Offertagli una cattedra in una università protestante, la rifiutò. è dato rinvenire delle concezioni di Buonaiuti : nella parola dei sacerdoti, Piccoli gruppi eli giovani, risalendo alle fo nti, alle pure vene del nelle omelie dei vescovi, il rinnovamento interiore dell'uomo, il suo senso cristianesimo primitivo, dovevano promuovere la trasformazione dell'uo­ di fr atellanza, anteposto ai sacramenti. mo. Ed in lui era vivissimo il senso del sacro; lo attesta la sua prefazione al libro eli Rodolfo Otto (autonomia del fenomeno religioso rispetto ARTURO CARLO J EMOLO a tutti gli altri campi dello spirito e sua natura essenzialmente irrazionale), e spiega il suo profondo attaccamento alle cerimonie religiose; difficil­ mente si assisteva ad una celebrazione eli messa così commovente, che mostrasse una così profonda adesione del sacerdote al valore simbolico eli ogni gesto, come nella messa celebrata da Buonaiuti, fm ché non 280 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Te stimonianze di Arturo Carlo ]emolo 281

G. }emolo a Margiotta Broglio, 28 ottobre 19711 che d'accordo con la Chiesa gli aveva tolto la cattedra; in un primo Roma, 28 ottobre 1971 momento aveva detto che non era il caso di parlare di giuramento per chi non potendo insegnare nulla poteva fare ; dubito che avrebbe rifiutato Caro Margiotta, il giuramento se fo sse stato sulla cattedra : insegnare per lui era la vita. Non sto a dirLe come L'abbia vista volentieri, come sempre. Ripeto, era un integralista e per lui solo la Chiesa, non le fo rme dello Ottime le pagine su Buonaiuti, salvo l'opportunità di spezzare Stato contavano ; se lo Stato non s'interessava dello spirituale, fosse qualche periodo. organizzato in un qualsiasi regime. Vedo la Sua nota a matita a pg. 3: non so se il termine di mediatore Ignoravo del Caboara; non se s'identifichi con un omonimo, che tra la cultura laica ed ecclesiastica si convenga a Buonaiuti; forse in fatto è stato in tempi piuttosto recenti mio cliente, ma di cui mi sono lo fu, ma non si proponeva certo di esserlo. Sostanzialmente, come sbarazzato, perché troppo noioso. Sarebbe stato allora un giovanotto. molti modernisti, come alcuni suoi allievi, era un integralista, cui il nome Comunque ripeto, ottime pagine. di laico poco o nulla diceva; direi anzi che in fo ndo disprezzasse quanto Mi ricordi caramente alla Signora e gradisca i più affettuosi saluti. fosse «laico» e non avesse una impronta di sacro. Per lui non c'era che una cultura, quella che avrebbe voluto fosse propria della Chiesa; e quella Suo che combatteva era per lui l'ignoranza degli ecclesiastici. A.C. ]emolo Perché a pg. 6 il «don» solo a Primo Vannutelli? Al Prof. Francesco Margiotta Broglio Mi sembra che dovrebbe fare un sia pur fuggevole accenno alla Via Solferino, 48 relativa libertà lasciata da Leone XIII (il tempo del domenicano Lepidi 431 00 Parma Maestro del S. Palazzo, se ben ricordo) e del trapasso che si ebbe con Pio X. Forse la pg. 7 sarebbe il luogo opportuno. Molto importante quel che scrive a pg. 13 sul discorso di Mussolini scritto da Missiroli su indicazioni di Buonaiuti; però controlli bene, ché Bedeschi non è Vangelo; e poi attraverso Missiroli e con l'ultima elabo­ razione, il pensiero, e soprattutto l'intonazione di Buonaiuti, possono essere molto cambiati. Ad ogni modo se la cosa è - e me ne rincresce - mostra la estrema ingenuità politica di Buonaiuti, e segna anche qualche punto circa quella che poteva essere la sua ortodossia religiosa, sempre se si accetta che il Cattolicesimo ritenga come elemento essenziale il Papa Vicario di Cristo. A pg. 15 riga 5: «motivazioni di carattere strettamente religioso»; non so. Non sono certo che non sia stata la protesta contro il regime

1 Lettera dattiloscritta su carta intestata <>. L'originale è presso il destinatario. Le osservazioni di ]emolo si riferiscono all'articolo di F. MARGJcrn·A BROGLIO, Ernesto Buonaiuti . .. cit., pp. 79-99, nella sua versione dattiloscritta predisposta per la stampa. 282 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Testimonianze di Arturo Carlo ]emolo 283

H. ]emolo a/ p. Agostino Geme/li, 1 O dicembre 1956 1 I. La morte di padre Geme/li (15 luglio 1959) 1

Roma, 10 dicembre 1956 on so quanti siamo a ricordare quel pomeriggio dell'inverno 1909-'10 in cui nel Teatro Balbo il gi ovane francescano Agostino Gemelli Eccellenza, Molto reverendo e caro Padre, doveva parlare eli Cesare Lombroso, spentosi nell'ottobre (il discorso La ringrazio assai delle parole che ha avuto la bontà eli dedicare a quel mio articolo sulla Stampa. sarebbe poi apparso col titolo significativo «I funerali eli un uomo e eli Ella ha pienamente ragione: non c'è che una pietà, quella cristiana, una dottrina». quella che si assomma nella visione eli Dio Padre, nella fraternità degli Tempi eli anticlericalismo violento, rivedo ancora un operaio eli uomini in guanto figli eli Dio. Per il cristiano non ci possono essere due mezza età che, appena sul palcoscenico Gemelli accennava a parlare, pietà, si dà questa soltanto. gridava con voce stentorea «viva Lombroso»: certamente non né aveva Ma c'è un dubbio che mi assilla, e non da oggi. Possiamo dire che mai letto una riga ; ma Lombroso era per lui il simbolo della scienza, del i non cristiani sono negati alla pietà? non echeggiamo con ciò lo spunto libero pensiero, da difendere contro l'oscurantismo. giansenista, per cui non potevano esserci virtù negl'infedeli? non abbiamo La sera dopo, in ambiente amico, il circolo universitario cattolico mai incontrato dei natura/iter christiant? nella economia che ci governa Cesare Balbo, padre Gemelli poté meglio parlare. Aveva un eloquio non si dà possibilità che alcuno intraveda la pianura, cioè la fratellanza facile, ma non ancora la sicurezza, il tono eli autorità, che avrebbe assunto tra gli uomini, senza vedere il cielo, cioè il Dio Padre? Le confesso eli qualche anno più tardi. avere conosciuto tanti non credenti, per cui la pietà non era sentimento Edoardo Gemelli si era laureato in medicina a Pavia avendo avuto instabile, bensì conscio senso eli fratellanza tra gli uomini, che non mi a diretto maestro il grande Golgi, ed era stato in giovinezza socialista sarebbe oggi facile affermare che il non cristiano non sia capace eli pietà. e materialista. Conversione quasi fulminea; quella che per i credenti è la Se mai, mi domanderei se sia esatto il termine natura/iter christiani, chiamata della Grazia; vestiva l'abito francescano nel novembre 1903 o se la pietà eli questi non credenti non provenga dall'essersi formati in divenendo frate Agostino, ed era ordinato sacerdote nel 1907. seno ad una civiltà plasmata dal cristianesimo. Ma sono troppo ignorante Perché scegliesse l'abito francescano rimase per molti un mistero: nella materia delle religioni comparate, per essere in grado eli dire se ordine più liberale, più disinvolto, gli udii dire un giorno; e credo l'amore per gli uomini, la commiserazione eli chi soffre, il desiderio eli eli aiutarlo, siano propri eli altre religioni storiche; ed altresì se il paganesimo che in effetto mai provinciali o generali cercassero contrastare greco-romano conoscesse questa pietà estesa a tutti gli uomini, o la all'uomo di prim'ordine, al grande servitore della Chiesa, che indub­ riservasse solo all'amico, al commilitone. biamente padre Gemelli fu. Ma nel religioso che teneva profonda­ Gradisca i miei rinnovati ringraziamenti ed i sensi del mio sincero mente puntati i piedi nella realtà, che credeva nella inclispensabilità rispetto. della organizzazione, che si compiaceva eli veder sorgere i grandi Suo dev. edifici della sua università, che aveva intuito sicuro in materia eli piani A Sua Eccellenza A.C. ]emolo economici, che gradiva i riconoscimenti ufficiali, ed anche i contras­ padre Agostino GEMELLI segni esteriori di questi - toghe e decorazioni -, che difende la Rettore della Università Cattolica del S. Cuore vivisezione, occorreva scendere assai nel profondo per ritrovare tratti Milano, piazza S. Ambrogio, 9 comuni con il Poverello di Assisi.

1 Copia dattiloscritta su foglio bianco. Si conserva presso I'ACS, Fondo ]emolo, b. 16, fase. 8, s.fasc. 1. 1 <

A chi avesse osato obiettargli questo, padre Gemelli avrebbe pro­ La grande opera di padre Gemelli fu l'Università del S. Cuore babilmente risposto che la Chiesa è entità vivente, che non sono buoni inaugurata nel dicembre '21. Alcuni cattolici non avrebbero voluto per cattolici gli estetizzanti che vorrebbero imbalsamarla in immagini del essa riconoscimenti ufficiali dello Stato ; che splendesse di luce propria, passato, che ciò che scorgeva di essenziale nell'opera di S. Francesco era come fucina del sapere. Un realizzatore come padre Gemelli non poteva di aver fatto rispondere la Chiesa ad una esigenza del suo secolo. neppur pensare ad una università non riconosciuta, che non avrebbe Polemiche di tal genere, sul modo migliore d'intendere e di servire la attratto che un piccolissimo numero di giovani, per lo più ecclesiastici; Chiesa, si potrebbero intessere all'infinito, senza concluderle mai. la sua università doveva essere mezzo per creare schiere di avvocati, di Nella infinita varietà delle figure salienti in seno alla Chiesa non commercialisti, di professori secondari, di medici (ma non è giunto è facile fo rmare categorie; ma possono tuttavia distinguersi quelli che fin a veder vivere la facoltà di medicina) cattolici. dalla infanzia vissero in climi di stretta ortodossia e non conobbero mai L'Università è fiorita; ha edifici, istituti, biblioteche importanti; è una altra tradizione non solo, ma altro abito mentale, altro linguaggio, direi grande e sana università. Probabilmente la speranza di padre Gemelli era persino altri gesti, che quelli propri all'ambiente ecclesiastico della loro che riuscisse ad essere la prima delle Università italiane, sovrastante per regione e del loro tempo; e gli altri venuti tardi, dal di fuori, dopo fulgore tutte le consorelle. L'impianto era stato fatto così, con criteri essere stati ufficiali o professionisti. Ed ancora, tra quelli di umili origini, liberali, prendendo professori di fama - Barassi, V ecchielli, Albertario, e gli altri, pervenuti alla Chiesa da ambienti borghesi od aristocratici. Al i due Zanzucchi - senza domandar loro di avere appartenuto ad primo gruppo appartengono S. Giovanni Bosco e Don Orione, che ne organizzazioni cattoliche. Ma la stessa indole autoritaria di padre Gemelli rappresenta la prosecuzione; ma figure eminenti, ed anche dei Santi, si non favorì quel suo sogno di primato. sono avuti pur tra gli operai non dell'ultima ora, ma dell'avanzata mattina Perché l'uomo, che sapeva conciliarsi affetti e devozioni illimitate, o del pomeriggio; e questi la Chiesa ha sempre molto utilmente usato che sapeva suscitare profondi consensi, era autoritario. E faceva sor­ per i contatti con la società laica e miscredente o mediocremente cre­ ridere sentirlo al tempi del ministro Gentile sostenere esser ottimo dente, con il potere civile. lasciar liberi gli studenti di scegliersi i corsi che più loro piacessero, Padre Gemelli apparteneva certamente al secondo gruppo; ed aveva quando poi dava tirate d'orecchi ai suoi se resistessero a prendere la mentalità lombarda del realizzatore. quella o quell'altra iscrizione. Ebbe costantemente una devozione alla Chiesa a tutta prova; ma Il clima politico del fascismo non poteva dispiacergli, anche se è dell'affe tto per gl'istituti come di quello per le persone: ciascuno vuole la sua incondizionata devozione alla Chiesa lo trattenesse dall'appro­ il loro bene, la loro grandezza, secondo una propria visione. vare tutto. La visione di padre Gemelli era la Chiesa trionfante nella società; con un Studioso appassionato (non sono in grado di valutare la sua opera trionfo palese chiaro, con riconoscimenti giuridici ; donde anche il desiderio di psicologia sperimentale ed i suoi studi medici, e neppure la sua attività di un tipo di struttura politico-sociale idoneo a favorire questo trionfo. di fùosofo neoscolastico), scrittore fecondo, polemista efficace; grande Penso fo sse particolarmente prossimo a Pio XI, lombardo come viaggiatore, fino alla vecchiaia sempre presente in congressi scentifici ed lui, lontano del misticismo che era nel fo ndo di Pio XII. in solennità accademiche internazionali, in corrispondenza con tutto il La posizione di padre Gemelli fu espressa chiaramente nell'opuscolo, mondo sapiente. in collaborazione con mons. Olgiati, del 1919, «

Rimane sicuramente una delle fo rti figure del cattolicesim

ARTURO CARLOJ EMOLO INDICE DEI NOMI Adorno Francesco, 118n Astorri Romeo, 143n Africa, 103, 201 Aubert Roger, 136n Agnoletto Attilio, 234n Avalle Maria Chiara, 120n, 215n Agostino, santo, 58n, 96, 97n, 261 Avellino, 1 08 Agrigento, 142n Azeglio Luigi Taparelli, d', 108n Alberane eli Ro, 142n Alberoni G., 55, 63, 68 Bagheria, 142n Albertario Emilio, 19, 285 Baku, 116n Albertelli Pila, 137, 139n Bakunin Michail Aleksandrovic, 273 Albertini Alberto, 24 Balabanoff Angelica, 13 Albertini Luigi, 24 Balbo Cesare, 283, 283 Albi, 38n Ballini Ambrogio, 70n Alcsuti Jacotta, 212-213, 215 Balsamo Luigi, 28n Alessandria d'Egitto, 105, 1 06n Barassi Ludovico, 19, 285 Alfieri Antonio Ajace, 81n Barbera Mario, 73n Alfieri Vittorio Enzo, 137, 139n Bardi, 33, 153, 154n Alfonso Maria de' Liguori, santo, 146n Bardi Giovanni, 80, 82n, 218 Alpi, 127, 230n Bari, 63n, 84n Amendola Giovanni, 101, 102n, 138n Baroni o Cesare, l 03 America, v. Stati Uniti. Bartnia S., 79n America Latina, 58n Basilea, 146n Amiata, monte, 203 Batiffol Pierre, 199, 200n Amsterdam, 117 Beauchesne, editore, 197 Antici Mattei, famiglia, 57n, 151 Bedeschi Lorenzo, 8, 43, 46n, 71n, 79n, Antoni Carlo, 142n 82n, 86n, 100n, 128n, 144n, 148n, 152n, AVVERTENZA Antonio, santo, 210, 220 155n, 159n, 167n, 176n, 183n,184n, Aosta, 167n 188n, 195n, 197n, 211 n, 216n, 222n, A porti Ferrante, 1 08n 226n, 242n, 280 Il presente indice comprende i nomi di persona e di luogo. Sono Appennino, 88 Belgio, 21 1 stati omessi, perché ricorrenti, i nomi di Ernesto Buonaiuti e di Arturo Arangio Ruiz Vincenzo, 1 O, 263 Bellini Piero, 155n Carlo ]emolo. Non sempre è stato possibile indicare il nome della Ardigò Roberto, 268 Belluzzo Giuseppe, 144 e n, 145n Arezzo, 57n Benedetto XIII, papa, (Vincenzo 0rsini), persona citata o scioglierne l'iniziale. In generale, le donne coniugate Aristotele, 259 146n sono registrate sotto il nome da nubile, a cui è fatto seguire quello da Artioli L., 96n Benedetto XIV, papa, (Prospero Lamber­ coniugata; è stato comunque inserito un rinvio dal cognome del marito Ascarelli Tuili o, 151, 152n tini), 146n a quello da nubile. I riferimenti sono alle pagine del volume e non alle Ascoli Max, 137, 138n, 141 e n, 144n, Benedetto XV, papa, (Giacomo Della 147n, 151, 202 Chiesa), 12, 58 lettere; ove occorra è stata distinta e segnalata con una «n» la presenza Ascona nel Canton Ticino, 230n Benigni Umberto, 8 e n, 129, 130n, 265 della voce nelle note. Asor Rosa Alberto, 38n Benz Ernst, 159n 290 Lettere di B11onaiuti a }emolo Indice dei nomi 291

Berdiaev icola, 117n Branclileone Francesco, 120n, 140n, 141, Caprioli Severino, 232n Cordova Ferdinando, Bergamo, 225n 142n, 154, 177 e n, 188, 199n Caramella Santina, 137, 138n Cortese Ennio, 63n, 121 n, 143n, 173n, Berlino, 116n, 219n, 268 Brasile, 152n Carlini Armando, 1 02n 178n Berna, 21 O, 211 e n Brelich Angelo, 139n Caron Pier Giovanni, 173n Cosmacini Giorgio, 17n, 78n Bernanos George, 36, 199 e n Bremond Henri, 36, 38n, 42, 189n, 199 Carpani Emidio, 102n Costa Giovanni, 70n, 1 02n Bernardo di Chiaravalle, santo, 198 e n, 200n, 234n Carpegna, famiglia, 10, 57n Costa Buonaiuti Luisa, 207, 235 e n Bernareggi Adriano, 23 Brighton, 252 Carucci Paola, 186n Costaguti, piazza, 57n, 151n Berri Mario, 89n Brody, 191n Casali Antonio, 139n Costantino Magno, 219n Bertola Arnaldo, 36, 214 e n, 215n, 228 e n Bruno Giordano, 35, 145 Casalincontrada, 120n Cotta Sergio, 1 02n Bietti Luigi, 144n Bruto, 245 Casati Alessandro, 80, 81n, 82, 139n Craveri Piero, 82n Bettini Prosperi Margherita, 130n Budapest, 213, 215 Casciola Brizio, 22, 79n, 252, 269 Cremante Renzo, 28n Biamonti Agostino, 9, 11, 45, 61n, 64 e n, Buonabitacolo, 142n Casella Mario, 205n Creti Donato, 212 24 1, 243 e n, 252 Buonaiuti Alarico, 61n, 106n, 183, 184n Cassou Jean, 200, 201n Creusen Joseph, 198n Biamonti Enrico, 89n Buonaiuti Costa Luisa, v. Costa Buonaiuti Cassuto Umberto, 70n Crispi Francesco, 15, 67, 100 Billot Ludovico, 86nBisanzio, 260 Luisa Castelnuovo, 269 Croce Benedetto, 16, 37 e n, 81n, 138n, Biscione Francesco M., 96n Castiglia Giuseppe, 192n 257, 259, 276 Bismarck Otto von, 268 Caboara, 281 Catalano Gaetano, 140n, 142n Crosara Fulvio, 121n Blat Albert, 198n Caccia Dominioni Camillo, 79n Catania, 73n, 138n, 177n, 201n Crouzil Lucien, 220n Bionde! Maurice, 259, 278 Caetani Leone, 191 n Catone, 245 Cuccagni Luigi, 35, 127, 128n, 196, 197n, Bloud, editore, 189 Cafaro F., 138n Cattolica, 147n 211 Bobbio Norberto, 152n, 20 1n Cagliari, 58n, 66n, 82n, 120n, 138n, 143n, Cavaglion Alberto, 13n Curci Carlo Maria, 274 Bocchini Arturo, 185, 186n 151, 155n, 172, 173n, 199n, 21 On Cavina Marco, 199n Curren, 196 Bodio Luigi, 263 Cagnola Guido, 8, 46, 122n, 144n, 148n, Cecchini Morghen Matilde, 61n, 62, 63n, Bagnetti Gian Piero, 192n, 21 1 n 149, 188 e n, 189, 212n, 216n, 222n, 219, 220n Dalla Costa Elia, 40 Bagnetti Giovanni, 91n 223n, 230 Ceffonds, 234n D'Amico Silvio, 102n Boldrini Marcello, 19n Cairo, Il, 105, 106 e n, 107, 112, 113n Ceresi Vincenzo, 148n D'Ancona Alessandro, 82n Bologna, 17-18, 20, 25, 66 e n, 67n, 69, Calamandrei Piero, 70n Cernigliaro Aurelio, 142n D'Annibale Giuseppe, 146n 78n, 88, 89n, 100, 102n, 107n, 116, Calasso Francesco, 63n, 142n, 177 e n, Cerrato Rocco, 28 Dante Alighieri, 117, 118n 120n, 121n, 140n, 142n, 143n, 146, 178n, 188, 193, 194n Cesarini Clelia, 242 e n d'Avack Pietro Agostino, 173n 152n, 168, 171, 179, 199n, 212, 219-221, Camaldoli, eremo di, 203 Checchini Aldo, 154, 155n, 205n De Boyer de Sainte Suzanne Raymond, 224, 226, 267 Cambridge (Massachusetts), 108n Chiarotti Cristina, 244n 234n Bonaccorsi, 246 Camerino, 82n, 137, 132n, 141, 143n, 151, Chicago, 144 De Felice Renzo, 205n Bonfante Pietro, 152n 155n, 210n, 231n Chiesa Luigi, 128n De Gasperi Alcide, 1 O Bonifacio VIII, papa, (Benedetto Caetani), Cammeo Federico, 37 Chieti, 120 De Gennaro Antonio, 152n 181 Campanini Giorgio, 79n Chiovenda Giuseppe, 120n De Giorgi Fulvio, 1 OOn Bonini Roberto, 199n Campello sul Clitunno, 167n Chittolini Giorgio, 19n, 90n De Lai Gaetano, 86n Bonizzone, vescovo di Sutri, 200, 201n Campitelli Franco, 61n, 69, 70n, 84n, 87, Chiudano Mario, 192n D'Elia Vincenzo, 41 Bonomi Ivanoe, 102n 89n, 107, 110, 150-151, 154 Ciampi Gabriella, 99n Della Torretta, v. Tomasi della Torretta Bonucci Alessandro, 29, 65n, 70n, 80-81, Campobasso, 63n Cianca Alberto, 16, 67n Dell'Isola Maria, 234n 82n Campodarsego, 155n Cino da Pistoia, 63n De Lollis Cesare, 16, 119, 120n Borboni, 151 n Camurani Ercole, 138n Ciocca Ermanno, 61 n, 65n, 82n Del Giudice Vincenzo, 12n, 15, 21, 23, Borgofranco d'Ivrea, 23 Cannes, 1 02n Cividale del Friuli, 173n 25, 172n, 200 201n Bori Pier Cesare, 57n Cannobio, 128n Clemente VIII, papa, (Ippolito Aldobran- Del Prete G., 147n Bornkamm Heinrich, 135, 137, 138n Canterbury, 165n dini), 182n De Luca Giuseppe, 32n, 39, 40 e n, 41 Bosco Umberto, 120n, 170n Capitani Ovidio, 8n, 58n Coen, 190, 191n e n, 42 e n, 79n, 140n, 152n, 157n, Boselli Paolo, 15 Capitini Aldo, 41 n Colletorto, 63n 179n, 234n Bourget Paul, 265 Capponi Gino, 254 Colliva Paolo, 121n Del Vecchio Giorgio, 101, 1 02n, 1 06n, 229n Braga Gabriella, 8n, 57n, 63n Caprarola, 64n Contarini Salvatore, 245 De Marzi Giacomo, 73n Indice dei nomi 293 292 Lettere di Buonaiuti a }emolo

Frosini Vittorio, 102n Giovanni XXIII, papa, (Angelo Roncalli), De Micco Anna, 9, 61n, 108, 118 e n, Farina Giulio, 70n, 1 02n · Friihwirth Andrea, 86n 42n, 262, 269 211, 212n Farnetti Cristina, 146n Furlani Giuseppe, 70n Giuliano Balbina, 171 e n, 218 Denifle Henri, 94, 95p Fattori Marta, 1 02n, Giustiniano, imperatore, 248 Dentoni-Litta Antonio, 43 Favara, 142n Gabrieli Francesco, 119, 120n Gnifetti, capanna sul Monte Rosa, 12, 230 e n Dernburg Heinrich, 143n Fedele Pietro, 27, 28 e n, 57n, 95, 96n, 98, Galante Andrea, 146n Godefroy Jacques, 219 e n, 220 De Rossi, fratelli, 141 100n, 101n, 105, 106n, 109, 110n, 111, Galante Garrone Alessandro, 120n, 215n Gorizia, 225n De Ruggiero Guido, 1 O, 263 121, 122 e n, 144, 227n, 263, 268 Gallarati Scotti Tommaso, 81n, 188n Grassi Giovan Battista, 82n De Sarlo Francesco, 102n Feliciani Giorgio, 143n Gallo ltalo, 142n Grassi Isabella, 61n De Stefano Antonino, 107n, 266, 269 Fermi Enrico, 9, 14 Gargano, monte, 134 Grossi Paolo, 178n De Vergottini Giovanni, 9, 58n, 104, 116 Fermi Maria, 9, 59, 61n, 70n, 118n, Garnay, 255 Gregorio Magno, 109 e n, 117, 119, 120n, 140, 177, 185 e n, Fermin Maria, 118n, Gasparri Pietro, 7, 11, 28n, 35, 41n, 45, Gregory Tullio, 43, 102n 188 Fernandez Andrés, 22, 78, 79n 86n, 106n, 135, 136n, 149, 150n, 151, Gressoney-La-Trinité, 12, 167n Dolcini Carlo, 121n Ferrara, 1 02n, 138n, 152n, 173n 152n, 156, 241 e n, 242 Grin E., 237n Dollinger Ignaz von, 258 Ferrari Andrea Carlo, 266 Gaudemet Jean, 89n Guadagnini, coniugi, 57n, 58n, 61n, 172 Don Chisciotte, 24, Ferrari Giannino, 192n Gazzada-Schianno, 188n, 211, 212n, 223n, Guasco Maurilio, 38n, 43 Donini Ambrogio, 8n, 9, 10n, 26 e n, 34 Ferrari Silvio, 12n, 67n, 112n, 155n, 197n, 230 e n Guerber H.A., 220n e n, 37, 45n, 47n, 58n, 61n, 64n, 83, 201n, 205n, 215n Gemelli Agostino, 17 e n, 20-23, 25, 26 Guidi Ignazio, 70n 84n, 87 e n, 106n, 109, 110n, 116 e n, Ferrini Contardo, 201n e n, 27, 29, 30 e n, 31, 33, 48, 76-77, 117, 118 n, 133-135, 136n, 138n, 145, Fiesole, 140 78n, 79n, 85, 86n, 90n, 92, 93 e n, Hagan G. John, 196, 197n 148n, 163n, 164, 165n, 169, 175n, 188n, Filadelfia, 191 n 94-95, 96n, 98, 99n, 115n, 153n, 154n, Harnack Adolf von, 220 e n 195n, 217n Finale Emilia, 210n 158, 163n, 169, 170 e n, 172 n, 174, Hearley ]., 134n Dordrech t, 117, 118n Finocchiaro Francesco, 140n, 143n, 165n 207 e n, 267, 270, 282-285 Hefele Karl Joseph, 218, 219 e n D'Ormea Maria Pia, 104, 108n Fiocchi Ambrogio Maria, 140n Genocchi Giovanni, 148n Heiler Friedrich, 148n Dostoevski Fedor Michajlovic, 117 e n, Fiorani Luigi, 82n, 130n, 152n, 197 n Genova, 102n, 137, 138n, 222 e n, 226 Hendrix Pau!, 118n, 159n 118n Fiorelli Piero, 178n e n, 232n Hilversum, 117 Dresda, 171n Firenze, 21, 76, 77n, 81n, 82n, 84n, 140, Gentile Giovanni, 23, 35, 73n, 81n, 95, Driscoll Timothy, 108n 143n, 155n, 171n, 177n, 179n, 191n, 102n, 111 e n, 145, 164, 165n, 176, lgnotus, 181, 182n Duchesne Louis, 82n, 146, 147n 193n, 194, 195n, 201n, 232n 205n, 25� 276, 285 India, 164 Dudon Pau!, 189 e n Flores Paolo, 152n Gesù Cristo, 28, 35, 48n, 59, 168, 249, Inghilterra, 164 Duhamel George, 204, 205n Foligno, 61n, 69, 84n, 89n, 253, 256, 258, 265, 269-270, 278, 280 Israel Saul, 59, 61n Dumini Amerigo, 246 Forchielli Giuseppe, 36, 112n, 113n, 198, Ghisalberti Alberto Maria, 9, 26 e n, 96n, Israele, 256 Dupré Theseider Eugenio, 227 e n 199n, 214n 116 e n, 117, 120n, 169, 170n Issime, 166 Formichi Carlo, 70n, 233, 234n Ghisleri Arcangelo, 13 Italia, 24, 32n, 58n, 82n, 1 OOn, 1 02n, Eckhart Johannes, detto Meister Eckhart, Formiggini Angelo Fortunato, 28, 35, 70n, Giacchi Orio, 172n 113n, 116, 123, 127-128, 140n, 152n, 117, 118n 89n, 101 Giacomazzo Giacinto Romano, 155n 165n, 172n, 173n, 176n, 189, 191n, Egitto, 34, 106n, 112 Forni Alberto, 8n, 57n, 122n Giannelli Ciro, 83, 84n 195n, 216n, 224, 237n, 244-246, 256, Einaudi Luigi, 24, 37, Fossano, 171 n Giannini Amedeo, 1 OOn, 182, 183n, 184n 258, 265, 268, 274 Ermini Giuseppe, Fosse Ardeatine, 139 Giansenio Cornelio, 114, 129n, 146n Ivanov Venceslao, 116 e n Estaunié Edouard, 139, 140n, Fracassini Umberto, 70n, 205n Ginepro [Ernesto Buonaiuti] , 241-242 Este, 65n Francesco d'Assisi, santo, 35, 198n, Gines trelli, 1 08 Janni Ugo, 175, 176n, 195n Europa, 42n, 204 283-284 Ginevra, 107n, 231, 266 Jasoni Erminio, 196, 197n, 211 Evagrio Pontico, 208 Francia, 84n, Gioacchino da Fiore, 35, 122 e n, 125, ]emolo Adele Maria, 87n, 228-229, 237 Frascati, 72 131, 135, 146n, 158, 170, 171n, 189, ]emolo Guglielmo Luigi, 70n, 228-229 ; v. Falco Mario, 12 e n, 23, 37, 112 e n, 113n, Frazer James George, 190, 191n 190n, 194, 202, 223n, 248, 272 anche «Tiri» 141, 142n, 143n, 197n, 231, 232n, 269 Frères Ernil-Paul, 201n Giorgi Lorenza, 106n, 116n, 148n, 237n )emolo Morghen Adele, v. Morghen ]e­ Faldati Ubaldo, 70n, Friburgo in Brisgovia, 117n Giorgi Oreste, 86n molo Adele. Fanno Marco, 269 Friedberg Ernil Albert, 143n, 219 e n, 220 Giovanni Bosco, santo, 284 Jordan L.H., 102n Fantappiè Carlo, 36, 128n, 130n, 142n, 182n Frobe Kapteyn Olga, 230n

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19 294 Lettere di Buonaiuti a )emolo Indice dei nomi 295

Konitz, 219n Lutero Martin, 35, 58n, 83, 94, 107, 115, Miegge Giovanni, 176n Morghen Guglielmo, 61 n Kroll G., 220n 190n Miglioli Carlo, 194, 195n Morghen Raffaello, 7, 8 e n, 9-1 O, 11 e n, Kriiger Paul, 219 e n, 220 e n Luzi Alfredo, 120n Migliorini Bruno, 170n, 189 e n 12n, 14 e n, 26 e n, 28 e n, 33, 34 e n, Migne Jacques Paul, 97n 38n, 55, 57n, 58n, 61n, 63n, 64n, 66, 67 L'Aia, 118n Macerata, 141, 142n, 199n, 201n Mignon Maurice, 69n e n, 70n, 96n, 106, 107n, 108 e n, 110n, Lamennais Hugues-Félicité-Robert, de, 27 1 Maffi Pietro, 266 Mignot Eudoxe Irénée Edouard, 38n 135, 136n, 151n, 176, 177n, 181, 182n, La Piana Giorgio, 10, 11 se n, 70n, 106, Magni Cesare, 9, 36, 48n, 116 e n, 137, Milano, 18, 33, 58n, 78n, 79n, 81n, 90n, 192, 193n, 197, 198n, 202, 203n, 204, 107n, 108, 120n 139n, 140 e n, 141, 142n, 144, 150 e n, 94, 99, 101-103, 107n, 115n, 121-122, 224 e n La Verna, convento, 203 154, 155n, 172, 173n, 175, 177-17� 128n, 130n, 137, 139n, 140n, 142n, Morghen Cecchini Matilde, v. Cecchini Labanca Baldassare, 14, 28, 179n, 185, 192 e n, 193, 200, 202-204, 145n, 153, 170n, 171, 173n, 188n, 194, Morghen Matilde Laeng Mario, 138n 207, 208, 210, 213, 214 e n, 215n, 221, 201n, 210n, 212, 22 1, 224, 225n, 231, Morghen )emolo Adele, 7, 11, 45, 51 n, 61 Lambruschini Raffaele, 38, 108n, 254, 271 223, 224 e n 232n, 234n e n, 62, 63n, 64n, 65, 78, 81, 84, 86-88, Lami Gian Franco, 120n Malvezzi erio, 68, 69n Millosevich Federico, 198n 91, 94, 96-97, 99, 100n, 101, 102n, Lanzo, 84n Mangoni Luisa, 19n, 42 e n, 73n, 90n, Millosevich Filippo, 70n, 196, 198n 104-1 05, 107, 111-1 12, 119, 124, 125, Lanzoni Francesco, 107n, 123, 125, 255, 266 140n, 152n, 157n, 234n Minocchi Salvatore, 102n, 233, 234n, 271 126, 128-129, 132, 135, 137, 140, 142, La Spezia, 64n, 140, 178, 232n Manselli Raoul, 57n, 136n Minturno, 96n 144, 146, 147n, 149-150, 152-153, 157, Laterza, editore, 13, Manzoni Alessandro, 173n Missir Remo, 8, 34 e n, 39, 47, 58n, 82n, 158, 160, 163-165, 168, 169, 171-172, Lattes Dante, 13 Marconi Guglielmo, 20 1n 118n, 149n, 150n, 152n, 191n, 201n, 174, 176-178, 181, 186, 188- 189, 192, Lazzari Giovanni, 171n Margiotta Broglio Francesco, 7n, 10n, 13n, 216n, 221n, 222n, 226n, 234n 193, 197, 202-204, 207, 209-210, 212-214, Lazzarini Renato, 9, 65 e n, 83 15n, 21n, 22n, 28n, 29n, 30n, 36n, 41n, Missir di Lusignano Livio, 1 79n 216-220, 222- 224, 226-230, 236 Lecce, 177n 45n, 48n, 49n, 50n, 51 n, 79n, 89n, 90n, Missiroli Mario, 16, 138, 179 e n. 280 Moro Renato, 205n Leclercq Jean, 219 e n 91n, 100n, 107n, 110n, 115n, 130n, Modena, 120n, 139n, 143n, 173n, 177n, Mosca, 116n Lega Michele, 86n 138n, 142n, 143n, 150n, 154n, 155n, 201n Mosca Gaetano, 24 Leicht Pier Silverio, 63n, 141, 143n, 207n, 172n, 179n, 183n, 184n, 201 n, 205n, Molè Enrico, 1 O, 263 Moschetti Andrea Mario, 66n 210 229n, 230n, 237n, 280-281 Molinos Miguel, de, 146n, 189, 198n Muratori Ludovico Antonio, 255 Leone XIII, papa, (Gioacchino Pecci), Maria Pastorella (Pignetti Maria Valeria), Momigliano Attilio, 13, 16, Murri Romolo, 13, 256, 269, 271, 274 182n, 270, 280 166, 167n Momigliano Felice, 12, 13 e n, 16-17, 30, 37, Musa Antonio, 13 Lepidi Alberto, 280 Maria Vergine, 48n, 279 Momigliano Marietta, 14 Mussolini Benito, 1 O, 25, 28, 36, 1 OOn, Lessolo, 197n Marini Giuliano, 102 Mommsen Theodor, 116n 110n, 167n, 237n, 245, 263-264, 280 Levi Alessandro, 138n Marmaggi Francesco, 269 Monachesi Maria, 9, 61n, 70n, 104, 108, Levi Arrigo, 89n Martinetti Pietro, 1 02n 118n, Naldi Filippo, 16 Levi della Vida Giorgio, 13, 37, 70n, 97n, Martini Angelo, 205n Mondolfo Roberto, 152n, 269 Nallino Carlo Alfonso, 109, 110n, 112, 1 02n, 11On, 190 Matteotti Giacomo, 84n Monreale, 107n 113n, Leyda, 118n Mattioli Raffaele, 142n Monte Autore, 114, 139, 187n, 256, 279 apoli, 63n, 73n, 79n, 110n, 120n, 138n, Liermann Hans, 173n Maturi Walter, 125n Montefalco, 79n 142n, 151n, 176n, 183n, 20 1n Lima, 58n Maurain Jean, 219, 220n Monterisi, 41 Nasalli Rocca Giovanni Battista, 265 Lipsia, 143n, 219n Mazzetti Roberto, 225n Monte Sacro, 234n eill Stephen Charles, 165n Lo Castro Gaetano, 201n Melantone Filippo, 190n Montevecchi Luisa, 45n Nepi, 61n Loisy Alfred, 38n, 40n, 133, 199n, 233, Mercati Angelo, 157n Monti Gennaro Maria, 9, 58n, 62, 63n, New York, 138n 234n, 255, 271 Meri an a Giovanni, 61 n 70n, 96n, 120n, Newman John Henri, 248, 252, 259, 271 Lombroso Cesare, 283 Merry del Val Raffaele, 8n, 40, 41n, 86n, Monzali L., 184n, 211n Niccoli Mario, 9, 11n, 22, 26 e n, 34 e n, Londra, 231 n 176n Moore George Foot, 35, 58n, 107n, 124, 49n, 56n, 64 e n, 79n, 86n, 93n, 96n, Losanna, 36, 236, 237n, 268 Messana Costanza, 45 125n 101n, 106n, 108, 116 e n, 117, 122n, Lottini Giovanni, 40 Messina, 102n, 138n, 20 1n Mor Carlo Guido, 121n, 142n, 143n, 155n, 163n, 164, 165n, 169, 171 e n, 189, Lucullo, 57n Metodio di Olimpo, 64n 172, 173n 211, 237n Lugano, 259 Metternich-Winneburg Klemens Wenzel Morcelli Stefano Antonio, 138n Niccoli Raffaele, 108 e n Lugli Giuseppe, 82n Lothar, principe di, 246 Moresco Mattia, 207n Nisticò Gabriella, 96n, 136n, 146n Lugo di Romagna, 65n Miccoli Giovanni, 19n, 90n Morghen Giovannella, 181, 182n ovara, 201n 296 Lettere di Buonaiuti a ]emolo Indice dei nomi 297

Pesaro, 199n Ojetti Ugo, 80, 81n Raponi i cola, 1 OOn Ros ini Giuseppe, 78n, 136n Petschenig Michael, 97n Olanda, 21 1 Rasponi, palazzo, 72, 73n Rota Ettore, 127, 128n, 211n Piacentini Mario, 172, 174, 195n Olgiati Francesco, 284 Ravà Antonio, 120n Rouse Ruth, 165n Piacenza, 201 n Omodeo Adolfo, 72, 73n, 176 Ravà Marcella, 43, 73n, 104n, 118n Rovigo, 189n Orecchia Rinaldo, 138n Picchi Mario, 1 79n Reggio Calabria, 57n Ruffìni Edoardo, 16, 23, 168, 231 e n, Orestano Francesco, 119, 120n Pietro apostolo, santo, 269 Renan Ernest, 258, 271 232n Orione Luigi, 284 Pieve Santo Stefano, 40n Renaud Turner Brandreth, Henry, 165n Ruffìni Francesco, 15-16, 18 e n, 22, 23 O'Riordan Michele, 127, 128n, 137, 196, Piglio, 114, 186-187 Rennes, 194n e n, 24, 29-30, 36-37, 79n, 90n, 113n, 197n Pignetti Maria Valeria, v. Maria Pastorella. Riccardi Andrea, 157n 142n, 172, 173n, 175, 196, 197n, 231 Orlando Vittorio Emanuele, 15, 37 Pincherle Alberto, 9, 26 e n, 28 e n, 47 Ricci Scipione de', 31, 129n, 130n e n, 232n, 257 e n, 50 e n, 56, 58n, 61n, 67, 70n, 96n, Otto Rudolf, 102n, 278 Riccobono Francesco, 138n Rurni Giorgio, 78n 104, 108, 110n, 120n, 135, 136n, 145, Rieder, editore, 89n Russia, 117n 150, 152n, 169, 170n, 176 Padova, 19n, 89n, 152n, 155n, 171n, 173n, Rignano Flaminio, 84n Russo Luigi, 73n 191n, 201n, 225n, 232n Pinerolo, 1 08n Rivière Jacques, 233, 234n Pagano Sergio, 8n, 130n Pinto E., 103 Roberti Francesco, 196, 198n Sabatini Guglielmo, 207 Palermo, 57n, 73n, 82n, 107n, 110n, 138n, Pio X, papa, (Giuseppe Sarto), 134n, 175, Roberti Melchiorre, 129n Sagmuller J ohann Baptist, 198n 142n, 193n, 209n 176n, 280 Rochat Giorgio, 222n, 237n Sagiies J ., 79n Pio Xl, papa, (Achille Ratti), 9, 12, 22, 26, Pallottino Massimo, 122n Rockefeller, fo ndazione, 138n Salerno, 142n, 197 28 e n, 68, 74, 77, 85, 93n, 106, 109, Palumbo Pier Fausto, 211n Rodi, 215n Salonicco, 61 n Panzini Alfredo, 13 184n, 200, 201n, 204, 207, 284 Rodotà Stefano, 152n Salvatorelli Luigi, 70n, 73n, 120n, 258 Paolo apostolo, santo, 14, 61n, 72, 125, Pio XII, papa, (Eugenio Pacelli), 250, 262, Rogari Sandro, 138n, 205n Salvernini Gaetano, 13, 125n 170, 171 n, 253, 266 268, 284 Roma, 7-8, 10, 13-14, 16, 21, 33-34, 36, San Donato (Subiaco), 11n, 16, 31, 32n, Paolo V, papa, (Camillo Borghese), 80, Piola Andrea, 173n 39n, 42, 46, 51n, 55, 57n, 58n, 61n, 33, 56, 57 n, 59n, 61 n, 62, 65, 79-80, 81 182n Pironti Carolina, 57n, 108, 150, 151n, 206 62-63, 64 e n, 68-69, 70n, 71, 73 e n, e n, 83, 84n, 86n, 87, 99, 101, 104, Paolo VI, papa, (Giovan Battista Montini), e n 7 5-77, 79n, 80, 81 n, 82n, 83, 84 e n, 85, 108n, 11O n, 114, 116, 118 e n, 121 n, 42n, 262 Pisa, 21, 82n, 120n, 155, 177n, 201n, 87-89, 91-93, 95, 96n, 97, 99, 100n, 101 139n, 140, 142, 145, 157, 166-167, 174, Papini Giovanni, 32n, 39 e n, 40 e n, 42, 231 n, 232n, 233, 234n e n, 102n, 103 e n, 104, 106, 108-109, 187, 203, 206, 220, 221 n, 224, 241 -242 179 e n Pitzorno Benvenuto, 192n 110 e n, 111, 112, 115, 116, 117n, 118 San Paolo (Brasile), 152n Paquier J ules, 189, 190n Polonia, 84n, 191 n e n, 120n, 121-122, 124, 125n, 126-127, Sanremo, 176n Paradisi Bruno, 142n, 143n, 178n, 21 1n Pompili Basilio, 7, 40, 41, 86n, 157n, 163n 131-132, 134, 136 e n, 138n, 139 e n, San Severino Marche, 100n Parente Fausto, 43, 71n, 82n, 95n, 148n, Pont-Saint-Martin, 167n 140n, 141, 142n, 143n, 145n, 146-149, Santa Scolastica, monastero di (Subiaco), Ponte Felcino, 82 163n, 151 e n, 152 e n, 153-155, 157n, 16, 80, 81n Parenzo, 119, 120n Poppi, 61n 158- 160, 162-165, 167n, 169, 170 e n, Santangeli Claudio, 99n Parigi, 11n, 12, 173n, 183n, 197, 201 n Porciano, 114 171, 174, 175 e n, 176, 177n, 178-179, San tini Giovanni, 121 n, 173n, 199n Parma, 139n, 140n, 142n, 152n, 189, 210n, Potestà Gian Luca, 49n, 57n, 151n 181-182, 184-187, 190, 191n, 192, 193 Saraceni Guido, 155n 221, 223, 224n, 281 Poulat Emile, 8n, 39, 130n, 234n e n, 194, 195n, 196, 197n, 198 e n, Sarpi Paolo, 35, 80 Pascal Blaise, 107 Preto Edoardo, 207n 199n, 200-207, 209-213, 215-218, Sartiaux Félix, 195n Paschini Pio, 42n Prezzolini Giuseppe, 13, 38 e n 220-221, 22 e n, 223 e n, 224-228, 229 Sassari, 12, 15, 18, 58n, 63n, 67n, 102n, Pasquali Giorgio, 69, 70n, Pugliese Giovanni, 201n e n, 230-231, 233, 234n, 235-236, 237n, 120n, 140, 142n, 150, 175 Patetta Federico, 192n 241, 242n, 256, 268, 277, 280 e n, 282 Sasso Gennaro, 120n Pavia, 117n, 139n, 210n, 215n Quadri Goffredo, 82n, 269 Romagna, 120n Savagnone Francesco Guglielmo, 36, 208, Pecorari Paolo, 205n Quadretta Guglielmo, 1 02n Romano Santi, 113n, 164, 165n 209 e n Pellegrini Alessandro, 82n Quentin Henri, 147n Rosa, monte, 12, 166, 230n Sbarretti Donato, 86n Pellizzola, 194 Quera M., 79n Rosa Enrico, 33, 40, 130n, 138n, 139, Scaduto Francesco, 42, 141, 142n, 146n, Pene Vidari Gian Savino, 173n Querini Angelo Maria, 224 140n, 158, 194, 195n, 199, 252 182n, 229n Perels Ernst, 201n Rossi E., 11On Scavizzi P., 157n P erosi Carlo, 77, 79n, 265 Ranchetti Michele, 234n Rossi Guido, 121n Schipa Michelangelo, 176 e n Perugia, 15, 57n, 67n, 81, 82n, 201n, 231n Rand, premio, 190n Rossi L., 232n Schleiermacher Friedrich, 259 298 Lettere di Buonai11ti a ]emolo Indice dei nomi 299

Van Lierop, 118n Viscardi Giuseppe Maria, 40 e n, 41n, 42 Schnitzer Joseph, 159n «Tiri» [Gugliemo Luigi ]emolo],. 161, 202, Schoell Rudolf, 220 n 226 Vannutelli Primo, 280 e n, 152n Schupfer Francesco, 142n, 143n Tittoni Tommaso, 245 Vannuzzi Aldo, 101, 102n Vismara Missiroli Maria, 49n, 143n Scialoja Vittorio, 245 Togliatti Palrniro, 1 O Van Rossum Guglielmo, 86n Vitali Enrico, 140n, 205n Scoppola Pietro, 130n, 134n, 167n, 205n Tognon Giuseppe, 171n Varese, 211, 223 Volpe Giacchino, 170n, 125n Segoloni Danilo, 23 1n Tolosa, 200n Varisco Bernardino, 1 02n Vuoli Romeo, 19 Semeria Giovanni, 13, 191n Tolstoi Lev Nikolaevic, 69n Varnier Giovanni Battista, 183n, 222n Sereni Enzo, 152n Tomasi della Torretta, 245 Varsori Antonio, 138n Wellesley, 11 Serio Mario, 43 Tommaso d'Aquino, santo, 259 Vassalli Filippo, 229n Wernz Franz Xaver, 81n Settimo Vittone 167n Torino, 14-16, 67n, 84n, 96n, 110n, 142n, Vaticano, 7, 18, 28, 35, 69, 110n, 148n, Williams G.H., 107n Siciliani De Curnis icola, 102n 191n, 197n, 215n, 225n, 226 e n, 231 150n, 168, 184n, 201n, 260 Williams Michael, 134n Siena, 82n, 119, 120n, 143n, 185n, 210n e n, 232n Vaud, 237n Wilmart André, 146, 147n Silva Pietro, 125 e n Torre Pellice, 225n Vecchielli, 285 Simbruini, monti, 16, 59n, 114 Torre Andrea, 67n Venezia, 143n, 174n, 191n, 225n, 232n Zambarbieri Annibale, 43, 128n, 140n Simmaco, papa, 109 Toscana, 234n Vermeersch Arthur, 198n Zanfarino Giovanni, 18n, 79n Simon Richard, 261 Traetto, 96n Verona, 145n Zanichelli, editore, 61, 89n, 94, 107, 11O, Siniscalco Paolo, 58n Trafelli Luigi, 116 e n Vian Paolo, 8n, 42n, 57n, 63n, 122n 163n Smirne, 34 Tramontin Silvio, 100n Vici, 119 Zanzucchi Marco Tullio, 19-20, 285 Solmi Arrigo, 192n, 207 n, 21 O e n Trani, 20 1n Vidal Enrico, 102n Zanzucchi Pier Paolo, 18-19, 285 Sostegno, 215n Traniello Francesco, 79n Vidal Pedro, 81 n Zappalà Maria, 9, 61n, 70n, 104, 108, 118n Spadolini Giovanni, 10n, 16n, 24n, 41n, Trento, 69, 182n, 260 Vienna, 10-1 1, 107n Zoller Israel, v. Zolli Eugenio. 43, 136n Treves, editore, 81 n, 89n Villa Agostino, 118 e n Zolli Eugenio, 190, 191 n Spoleto, 157n Treves Renato, 138n Vinay Valdo, 176n Zordan G., 173n Stati Uniti d'America, 32n, 84n, 107n, Trieste, 173n, 191 n Vinciguerra Mario, 120, 137 Zscharnack Leopold, 138n 135, 138n, 191n Trompeo Pietro Paolo, 269 Viora Mario, 192n, 23 1n Zucchetti Fausta, 45n, 108 Stickler Alfonso Maria, 201 n Tucci Giuseppe, 70n Stringher Bonaldo, 245 Turati Augusto, 184n Srurzo Luigi, 28, 284 Turchi Nicola, 70n, 80, 82n, 128n, 252, Srutz Ulrich, 112n ;267, 27 1, 277 Subiaco, 16, 57n, 59n, 62, 65, 80, 145 Turi Gabriele, 146n, 170n Suhard Emmanuel, 269 Turmel J oseph, 36, 193, 194n, 197, 198n Suna, 201n Turvasi Francesco, 148n Sutri, 201 n Tyrrell George, 36, 199 e n, 252, 271 Svizzera, 58n, 140n, 206, 210, 230 e n Udine, 143n Tacchi Venruri Pietro, 28n, 99, 100n, 145, Ulianich Boris, 95n, 116n 146n Urbino, 177n, 199n, 207n, 213n, 215n Taliani Francesco Maria, 136n Ussita, 136n Tamburini Pietro, 35, 127, 128n Utrecht, 118n Tardini Domenico, 41n, 152n Taricone Fiorenza, 61n Vacca Giovanni, 13, 70n Tedeschi Mario, 155n V acchelli Giovanni, 19 Teodosio II, 219n Valle d'Aosta, 12, 230 Terminillo, massiccio, 81, 82n, 114, 116, 146 V allecchi, editore, 81 n, 11O n, 112, 179n Terrulliano, 248, 257 Vallepietra, 114, 187 Thomas Jules, 219, 220n Valmandois, 205 Tilgher Adriano, 14, 82n, 120n, 258 Van Hove Alphons, 219n «Timoteo», 267 Van Liempt Leonardo, 118n Pubblica�oni degli Archivi di Stato

L'Ufficio centrale per i beni archivistici - Divisione studi e pubblicazioni cura l'edizione di un periodico (Rassegna degli Archivi di St ato), di cinque collane (Strumenti, Saggi, Fonti, Sussidi, Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato) e di volumi fu ori collana. Ta li pubblicazioni sono in vendita presso l'Istituto poligrafico e Zecca dello St ato, Libreria dello Stato. Altre op ere vengono pubblicate a proprie spese da editori privati, che ne curano anche la distribuzione. Il catalogo completo delle pubblicazioni può essere richiesto alla Divisione studi e pubblicazioni dell'Ufficio centrale per i beni archivistici, via Gaeta, Ba - 00185 Roma.

«RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO»

Rivista quadrimestrale dell'Amministrazione degli Archivi di Stato. Nata nel 1941 come «Notizie degli Archivi di Stato», ha assunto l'attuale denomina­ zione nel 1955.

STRUMENTI

CXXI. Fonti per la storia artistica romana al tempo di Paolo V, a cura di ANNA MARIA CoRBo e �\SSIMO PoMPONI, Roma 199 5, pp. 286, L. 17.000. CXXII. l (( Documenti turchiJ> dell'Archivio di St ato di Venezia. Inventario della miscellanea a cura di MARIA PIA PEDANI FABRIS, con l'edizione dei regesti di ALESSIO BoMBACI. Roma 1994, pp. LXX!l, 698, tavv. 6, L. 29.000. CXXIII. ARCHIVIO CE TRALE DELLO STATO, Ministero per le am1i e munizioni. Contratti. Inventano a cura di FRJ CESCA ROMA A Sct\RDACCIO E. Roma 199 5, pp. 516, illustrazioni, L. 34.000. CXXIV. ARCHIVIO CENTRJ\LE DELLO STATO, Vo lantini antifascisti nella carte della Pubblica sicurezza (1926- 194 3) . Repertorio a cura di PAOLA CARUCCI, FABRIZIO DOLCI, MARIO MISSORI, Roma 1995, pp. 242, L. 23.000. CXXV. ARCHIVlO CENTRALE DELLO STATO, Direzione genera/e della Jru bblica sicu­ rezza. La stampa italiana nella serie F. 1 (1894-1926). Inventario, a cura di ANTONIO FIORI, Roma 1995, pp. 268, L. 18.000. CXXVI. FONDAZIONE DI STUDI STORICI FILIPPO TURATI - UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILA O, DIPARTIME TO DI FILOSOFIA, Archivio Rodo!fo Mondo!fo. Inventari, a cura di STEFA o VITALI e PIERO GIORDANETTI, Roma 1996, pp. 750, L. 34.000. Pubblica�oni degli Archvù'i di Stato Pt1bblica�oni degli Archvivi di Stato

C:XXVll. U lO E ITALIANA DELLE CAMERE DI COMMERCIO, fNDUSTRJA, ARTIGIA­ FO TI ATO E AGRJCOLTURA, Guida agli archivi storici delle Camere d/ commercio italiane, a cura di ELISABETTA BIDISCHIN l e LEONARDO Muscr, Roma XX. ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Fonti per la storia della scuola. III. L'istru­ 1996, pp. XLll, 194, illustrazioni, L. 21.000. zione classica (1860- 1910), a cura di GAETANO BONETTA e GIGLIOLA FIORA­ CXXVIII. Gli Archivi Pallavicini di Genova. II. Archivi agg regati. Inventano a cura di VANTI, Roma 1995, pp. 442, L. 31.000. MARCO BOLOGNA, Roma 1996, pp. 476, L. 37.000. XXI. ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Fonti per la storia della scuola. IV. L'in­ CXXIX. RoBERTO MARJNELLJ, Memoria di provincia. Lafo rmatfone dell'Archivio di chiesta Sciaioja sulla istrutfone secondaria maschile e femminile (1872- 1875) , a cura Stato di Rieti e /e fonti storiche della regione sabina. Roma 1996, pp. 316. di LUISr\ MONTEVECCHT e MARJNO RAtCICH, Roma 1995, pp. 642, L. 51.000. CXXX. ARCHIVIO DI STATO DI FtRENZE, Imperiale e rea/ corte. Inventario, a cura XXII. ARCHI\'10 DI STATO Dl FIRENZE, I Consigli dei/a Repubblica fiorentina. Libri di CoNCETTA GtM.ffiLANCO e PIERO MARCHI, Roma 1997, pp. VIII, fa barum XVII (1338- 1340), a cura di FRA CESCA KLEIN, prefazione di 532, tavv. 22. RlCCARDO FUBI I. Roma 1995, pp. XVIII, 482, L. 42.000. XXIII. I Libri Iurium dei/a Repubblica di Genova, I/2, a cura di DINO Pu CUH, Roma 1996, pp. XIV, 574, L. 41.000. SAGGI

32. Italia judaica. Cii ebrei in Sicilia sino a//'espuisione dei 1492. Atti dei V convegno SUSSIDI internatfonaie, Palermo 15- 19 giugno 1992, Roma 1995, pp. 500, L. 24.000. 33. Lefonti diplomatiche in età moderna e contemp oranea. Attidel convegno, Lucca 20-25 7. Legati e governatori dei/o Stato pontificio (1550-1809), a cura di CHRISTOPH WEBER, gennaio 1989, Roma 1995, pp. 632, L. 54.000. Roma 1994, pp. 990, L. 76.000. 34. Cii archivi per fa storia de//'a/imentatfone. Atti dei convegno, Potenza-Matera 5-8 8. UFFICIO CE TRALE PER l BENI ARCHIVISTICI, Le fo nti archivistiche. Catalogo dei/e ottobre 1988, Roma 1995, tt. 3, pp. 2030, L. 132.000. fo nti e degli inventari editi (1861-1991), a cura di MARIA TERESA PIA o MORTARJ 35. Cii archivi degli istituti e dei/e atfende di credito e /e fo nti d'archivio per fa storia dei/e e I soTTA ScANDALlATO CrCIANI. Introduzione e indice dei fo ndi di PAOLA banche. Tu tela, gestione e vaiorizzatfone. Atti dei convegno, Roma 14-17 novembre CARUCCI, Roma 1995, pp. 538, L. 49.000. 1989, Roma 1995, pp. 702, L. 28.000. 36. Cii archivi per fa storia dei/a scienza e dei/a tecnica. Atti dei convegno internatfona/e, Desenzano dei Garda, 4-8 giugno 1991, Roma 1995, tt. 2, pp. 1338, L. 97.000. QUADERNI DELLA «RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO» 3 7. Fonti archivistiche e ricerca demografica. Atti dei convegno internatfona/e, Trieste, 23-26 ap rile 1990, Roma 1996, pp. 1498, L. 70.000. 77. Ii

MINISTERO PER l BENI CULTU RALI E AMBIENTALI. UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARClllVlSTJCI, Guida generale degli Archivi di Stato italiani, I (A-E), Roma 1981, pp. XVIll, 1042, L. 12.500 ; II (F-M), Roma 1983, pp. XVI, 1088, L. 29.200; 1 Il volume, coedito con il Centro di studi sulla civiltà del tardo Medioevo, è in vendita III -R), Roma 1986, pp. XI\', 1302, L. 43. 100; IV (S-Z), Roma 1994, pp. presso Pacini editore, via Gherardesea - 56014 OSPEDALETTO. XVI, 1412, L. 110.000. Pubblicazioni degli Archvivi di Stato Pubblicazioni degli Archvivi di Stato

UFFICIO CENTRALE PER l BE ARCHIVISTICI, ARCHIVIO DI STATO DI GE OVA. Inventario dell'Archivio del Banco· di S. Giorgio l L'Archivio di Stato di Firenze, a cura eli RosALJA A BELLI AZZI, (1407- 1805), sotto la direzione e a cura eli GIUSEPPE FEUO I, III, Banchi MAN o ToLU e Firenze, arclini, 199S, pp. e tesoreria, Roma 1990, t. 1°, pp. 406, L. 2S.OOO ; Roma 1991, t. 2°, pp. 382, 276, tavole. UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, L. 23.000; t. 3°, pp. 382, L. 24.000; t. 4°, pp. 382, L. 24.000 ; Roma 1992, Gentium memoria archiva. f tesori t. S0, pp. 382, L. 24.000 ; Roma 1993, t. 6°, pp. 396, L. 2S.OOO; IV, Debito degli archivi. Catalogo della mostra, Museo nazionale eli Castel Sant'Angelo, pubblico, Roma 1989, tt. 1°-2°, pp. 4SO, 436, L. 26.000; Roma 1994, t. 3°, 24 gennaio-24 aprile 1996, Roma, ed. De Luca, 1996, pp. 304. pp. 380, L. 27.000 ; t. 4°, pp. 376, L. 27.000 ; t. S0, pp. 378; L. 27.000; Roma 199S, t. 6°, pp. 380, L. 29.000; Roma 1996, t. 7°, pp. 376, L. 27.000; t. 8°, pp. 406. ARCHJVIO DI STATO DI ToRINo, Semritas et tranquillitas Europae, a cura eli ISABELLA MASSABÒ Ricci, MARCO CARASSI, CHIARA CusAN o, con la collaborazione di BENEDETTA RADICATI DI BROZOLO, Roma 1996, pp. 318, L. 40.000. Administration in Ancient Societies. Proceedings rif Session rif the 13th lnternational Congress rifAn thropological and Ethnological Sciences, Mexico Ciry, Ju!J 29-August 5, 1993, edited by PIERA FERJOLI, E RICA PIA DRA, GIAN GIACOMO Frs­ SORE, Roma 1996, L. 100.000 1•

ALTRE PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO

I seguenti volumi sono stati pubblicati e diffusi per conto dell'Ufficio centrale per i beni archivistici da case editrici private, che ne curano, pertanto, anche la vendita.

CAMJLLO CAVOUR, Ep istolario, 1857 (gennaio-luglio), a cura eli CARLO PrSCHEDDA e RosA NA ROCCIA, Firenze, Olschki, 1994, XIV, tt. 2, pp. V!Il, 726. UFFICIO CENTRALE PER l BENI ARCHIVISTICI, L'Archivio di Stato di Milano, a cura eli GABRIELLA CAGLIARJ Pou, Firenze, Narclini, 1992, pp. 2S2, tavole. UFFICIO CE TRALE PER I BE I ARCHIVISTICI, L'Archivio di St ato di Roma, a cura eli Lucro LUME, Firenze, Narclini, 1992, pp. 284, tavole. UFFICJO CENTRALE PER 1 BENI ARCHJVISTICI, Il viaggio di Enrico VII in Italia, Città eli Castello, Eclimond, 1993, pp. XII, 328, tavv. 94. UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, L'Archivio di Stato di Torino, a cura eli ISABELLA MASSABÒ R.Jccr e MARJA GATTULLO, Firenze, Narclini, 1994, pp. 274, tavole. UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, L'Archivio di Stato di Bologna, a cura eli ISABELLA ZANNI ROSIELLO, Firenze, Narclini, 199S, pp. 236, tavole.

1 Il volume, coedito con il Centro internazionale di ricerche archeologiche, antropologiche e storiche, è in vendita presso Scriptorium, Settore università G. B. Paravia & C. spa, via Piazzi, 17 - 10129 ToRJNO.