8 LUGLIO 2017 MEHTA BEETHOVEN TEATRO ANTICO DI TAORMINA

REGIONE SICILIANA ASSESSORATO DEL TURISMO DELLO SPORT E DELLO SPETTACOLO

ASSESSORATO BENI CULTURALI E IDENTITÀ SICILIANA SOCI FONDATORI PARTNER PRIVATI

REGIONE SICILIANA ASSESSORATO DEL TURISMO DELLO SPORT E DELLO SPETTACOLO ALBO DEI DONATORI Fondazione ART BONUS Teatro Massimo

Tasca d’Almerita Francesco Giambrone Sovrintendente

Angelo Morettino srl CONSIGLIO DI INDIRIZZO Leoluca Orlando (sindaco di Palermo) Presidente Giovanni Alongi Leonardo Di Franco Vicepresidente Daniele Ficola Sais Autolinee Francesco Giambrone Sovrintendente Enrico Maccarone Agostino Randazzo Anna Sica

Marco Di Marco COLLEGIO DEI REVISORI Maurizio Graffeo Presidente Filippone Assicurazione Marco Piepoli Gianpiero Tulelli Giuseppe Di Pasquale

Alessandra Giurintano Di Marco MEHTA / BEETHOVEN

Ludwig van Beethoven (1770-1827) La Nona è l’esplorazione del suono concepita e preor- Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 dinata da un sordo, che finisce in canto di fratellanza e gioia. Allegro ma non troppo, un poco maestoso Percorso assurdo, musicalmente e mentalmente, quando nacque Molto vivace nel 1824. Oggi d’acchito logico, importante, necessario. Sinfonia Adagio molto e cantabile ardua e popolare. Presto L’inizio è il nulla. Dirigerlo è terribile, quando si voglia viverne e darne l’esperienza. Far risuonare le prime battute, con quel- le corde vuote sollecitate appena, e poi quelle quinte e quarte Direttore Zubin Mehta giuste all’ingiù senza ancora dire se andremo in maggiore o in Soprano Julianna Di Giacomo minore, come se si mettesse a nudo una non ancora musica che Mezzosoprano Lilly Jørstad doveva esserci prima della musica, il primo suono dell’universo. Tenore Michael Schade Arrivare per tensioni di suoni dentro se stessi a trovare un campo Basso Wilhelm Schwinghammer magnetico. L’atomo, è stato detto. E anche l’obbligatorio indugio davanti al mare, all’alba. Ma è perché le parole c’entrano poco Orchestra e Coro del Teatro Massimo con i suoni, e i concetti della musica non sono quelli delle parole, Maestro del Coro Piero Monti né lo sono le immagini. E si bara. È stato detto anche: procedere dentro il suono come in un’inda- sabato 8 luglio 2017, ore 21.30 gine scientifica. Teatro Antico di Taormina Ma qui non è procedere per gradi, come per un’invenzione. Piut- tosto è come deve essere stata la scoperta del fuoco: appena entrati nel cerchio del re minore, un’esplosione, un lungo scata- fascio, terribile, ordinato e fatale. Poi di nuovo, sùbito, l’orecchio teso, la breve, lenta pioggia di stille lucenti, altra immagine fuo- rviante che si è usata. Ma non ci sono analogie. Il primo tempo della Nona è se stesso e solo se stesso. MEHTA / BEETHOVEN

Lo scienziato ricerca la realtà come ritiene possa essere in se disegni dei temi, fino alla chiusa sull’unisono fortissimo. Ma è stessa, il musicista scopre la realtà com’è in lui. I suoni portano come leggere gli schemi delle cantiche di Dante, viverle è altro: memorie di suoni, e le sequenze di sequenze, tutto trascina ver- corse, indugi, vertigini, il tempo che s’aggruma e precipita. so uscite e libertà infinite. Per Beethoven il suono era tutto nella I manuali spiegano anche come, dopo l’immersione nell’indistinto passata esperienza: ormai non avrebbe potuto più sperimentare e il lavorìo lungo e vittorioso, toccasse adesso necessariamente ‘in diretta’ i risultati, udirli da quella combinazione fra matemati- una sferzata di energia, di azione. E fu il secondo tempo, che è ca, sensi e fantasia, che è la musica. Il senso dell’udito per lui era uno Scherzo, messo contro ogni tradizione prima dell’Adagio. ormai tutto ‘in memoria’, come diciamo adesso nelle operazioni Non potevamo non incontrarci, dicono gli innamorati. Ma dopo ai computer o ai telefoni cellulari. che si sono uniti. Prima, non c’era alcuna ragione perché doves- Alla prima esecuzione avrebbe dovuto dirigere l’orchestra, ed era se accadere, e cantavano per prevederlo e dichiararlo. Scoppia lì presente, e girava le pagine, ma di fatto era il collaboratore l’attacco del secondo tempo perché scoppia, ecco tutto. Ed è un Umlauf a coordinare. Dei 24 violini, delle 10 viole, dei 12 violon- ritmo ‘in tre’ violento, scatenato, in progressioni che percorrono celli e contrabbassi, dei doppi fiati, l’autore non udiva nulla: gli tutto il paesaggio dell’orchestra, in estensione e in timbro. Ine- strumentisti erano stati avvertiti di non far caso ai suoi gesti. Non sorabile ritmo. udì nemmeno quando il pubblico, all’attacco dei timpani nello A tratti nudo nel suono del timpano, crudele come una frustata, Scherzo, si lasciò andare ad un applauso fragoroso. Fu Caroline impressionante. Il tema, la melodia, sembra quasi in funzione del- Unger, il soprano, che capì subito e lo spinse verso il proscenio, la perentorietà ritmica, e invece ad un tratto si dipana, si moltipli- perché guardasse la gente entusiasta. E allora lui vide e rispose ca, lascia che dai violini secondi, i più sacrificati nell’orchestra, con un cenno garbato di ringraziamento. Ma per comporla il suo nasca un movimento fugato che gli altri archi, andando all’ingiù, suono ‘in memoria’ era bastato. viole, violoncelli, contrabbassi e alla fine anche i violini primi, Oggi i manuali di musica forniscono le mappe dell’itinerario di costruiscono. Nella gran corsa esce un tema in maggiore, che questa partitura. E del primo tempo, eroico e spericolato, avver- ci rimane nelle orecchie, come un annuncio, un’apertura verso tono le varie esposizioni del tema, sempre legato strettamente al non sappiamo ancora che cosa; si crea una grande tensione fra suo sviluppo, e il suo passare dall’uno all’altro ambito tonale, i le due forze maggiori che costituiscono l’impianto della tonalità: disegni di fasce sonore in moto contrario che percorrono a tratti dominante/tonica, la/re. E si sprigiona una lotta ancor più forte, lo spazio ed il tempo, il nascere di forza, dal materiale stesso dei l’unità della battuta si divide di colpo non più in due ma in tre, di- temi, d’un ritmo, cellula imperiosa, ‘tàn, tan, tatàn’, che diventa venta quasi una forza opposta, e tutto questo appare, non come ordine dominatore, e quel chiamarsi per analogie tra un tema e momenti successivi, ma come se accadesse tutto insieme e ne- l’altro, che chiama in causa i timbri strumentali quasi alla pari coi cessariamente. E ci sono pause di sospensione prolungate e ra- MEHTA / BEETHOVEN

pido rilanciarsi. E la ripresa del movimento iniziale non dà riposo compimento; ed egli stesso si deve esser chiesto come i tre tem- o senso del ‘da capo’, ma slancio e corsa, inesorabile, finché una pi stiano insieme, e come possano far scaturire un Finale. Così, sferzata finale, come una sintesi secca e incontrastata, chiude il prima di scatenare l’ultimo momento, quello conclusivo, li ricor- tempo. È passato troppo in fretta, senza scampo: se ci fosse una da e riepiloga, con citazioni, come memorie d’una realtà appena lunga pausa, ci ricanteremmo i richiami quasi da caccia dei corni, vissuta, ancora densa di interrogativi, o meglio di fecondità. Ma ci ripenseremmo il fitto disegnare fra staccati e legati dell’oboe, qui l’idea si manifesta in un sussulto, una sorpresa senza prece- e altre cose. Ma i clarinetti e i fagotti già stanno schiudendo, come denti: l’approdo, il punto d’arrivo, la verità che raccoglie le altre un’ostrica, un’attesa, perché è incominciato il terzo tempo. non è un far quadrare i conti, ma un buttarsi in una cosa nuova E il terzo tempo sembra cominciato da sempre. Chi parla della che a tutto darà senso e risposta. E qui non basta più la musica. Nona, in genere, sottolinea la coscienza religiosa, l’anelito pro- Ci vuole anche la parola. La volontà va espressa e la poesia deve fondo, la contemplatività di fronte al compirsi solenne d’un de- venire in soccorso. stino provvido. Se passa all’analisi musicale, quasi sempre de- Ed è l’ode Alla Gioia di Schiller, il grande autore, che Beethoven scrive modulazioni ed elaborazioni accuratissime. Ma nell’uno e meditava di musicare fin dalla prima giovinezza. L’inno alla fratel- nell’altro discorso, arrivati all’Adagio, terzo tempo, s’incontrano lanza, al superamento di tutto nel vincolo d’amicizia, d’amore, tra aggettivi ricorrenti: ‘intimo’, ‘segreto’, si parla di bellezza empi- tutte le persone. Quest’inno si presenta ‘naturale’, per citare una rea e di commozione interiore. Non si descrive, non si spiega. parola e un’idea care a Beethoven, intrise di speranze alla Rous- Come se non le parole fossero la misura dell’Adagio, ma l’Adagio seau. Pronunciabile, cantabile senza sforzo: il tema d’una vera la misura, il riferimento, l’evidenza assoluta. Due grandi idee: una canzone. Poi cresce, si sviluppa, si lascia interrompere da una raccolta in se stessa e poi espansa soavemente, che lascia appe- marcia entusiastica e potente, si arrampica e dirama senza altre na, ad un tratto, lo spazio per un’eco alla maniera antica, barocca, più ragioni che se stesso e la sua vita, così che le voci escono dalla ma con tutt’altra densità, e continua in un discorso che s’innalza loro tessitura normale, devono forzare la loro educazione e la loro e torna a ripiegarsi; l’altra che genera continuamente se stessa, in tecnica per slanciarsi ardimentosamente al limite delle possibilità. una progressione che pare non finire mai. Via per tonalità, mutando E non ha molta importanza sapere quanto Beethoven fosse poco colori, trasfigurando gli strumenti. Trasfigurazione senza morte. esperto di vocalità e quanto volesse invece proprio il gesto di Che cosa tiene assieme nella logica questi tre momenti? Qualche azzardarsi alle soglie del limite: questo accade. Nella tensione si cellula che riconosciamo, un modo d’andar dentro alla materia sprofonda e risale, si costruisce e si esplode, fino a una terrifi- della composizione variandola e annodando le variazioni, l’am- cante dissonanza con trombe e timpani. Talora la musica si so- piezza del discorso, la stessa realtà forte dei grandi contrasti. Ma spende in sacra meraviglia, come in raggiungimento di zone dello Beethoven ci ha dato il senso d’un percorso, la necessità d’un spirito, e anche del sentire con tutta la persona, dove le passioni MEHTA / BEETHOVEN

non possano più opporsi, e corre infine all’apoteosi. Adesso la cita- gnato molto meno del previsto: la quotidianità lo risucchiava. zione dei temi all’inizio del quarto tempo sarebbe un riepilogo un po’ Ma la Nona entrò gradatamente nella storia. Ora è nel nostro DNA. meccanico, un espediente un po’ esteriore, se avvenisse nel tempo È stata scelta come inno d’Europa. La compagnia di Béjart, una logico del ragionamento, cioè come un momento di raccoglimento sera all’Arena di Verona, l’ha danzata sotto la pioggia, dopo aver per capire e chiederci dove siamo e dove potremo andare a finire. sostituito l’orchestra, impossibilitata a continuare, con gli altopar- Ma il quarto tempo invece esplode immediatamente con otto battute lanti e il disco. E nessuno s’è mosso dalle gradinate, tutti ad ascol- deflagranti che ci obbligano di forza ad aspettare, quasi con timore, tare, a celebrare. Nella sua ultima stagione di vita Bernstein l’ha con eccitazione, con inevitabilità, il momento nuovo e decisivo. E a diretta a Berlino, con cori e orchestre d’Europa dell’Est e dell’Ovest questo punto i violoncelli e i contrabbassi all’unisono s’alzano a dir- riunite, per festeggiare, con la «scintilla divina» della Gioia, la ca- ci parole che non possiamo capire perché ancora fatte di soli suoni, duta del muro, la libertà. Eppure quando diciamo Nona Sinfonia di ma che sono come la quintessenza potenziata di quei recitativi con Beethoven non pensiamo solamente alla Storia, ma prima di tutto a cui nell’ un personaggio fa gravitare tutto verso un’aria o un qualcosa di nostro, personale: un’immersione nella grandezza, una coro risolutivi. È solo a questo punto che, ormai superate, arrivano conquista, un’emozione, un segreto. le riminiscenze sospese dei tempi precedenti, come se fossero già il passato d’un tempo nuovo. E si dipana allora il tema della canzone, Lorenzo Arruga affidato agli archi bassi, e poi partecipato a poco a poco da tutti. Allora si ricomincia da capo: deflagrazione d’otto battute, alla quale partecipano anche gli archi che all’inizio erano restati come presi di sorpresa. E poi la voce. Quella del baritono o basso solo, che fa suo il recitativo, e dice: «Amici, non più questi suoni: altro e più grande cantico ora alziamo di gioia» e intona la canzone, anzi l’inno, con le parole: «Gioia, figlia della luce…». Poi si uniscono tutti. Per Be- ethoven fu una scelta durissima, difficile. Ci pensò anni. Scardinava lo schema storico della sinfonia. Rinunciava alla garanzia della forma, alla sicurezza delle ragioni estetiche e a quella di rispondere alle attese. Alla fine della prima fra il pubblico ci fu un grande sventolìo di fazzo- letti ed agitare di cappelli, perché, non potendola udire, Beethoven vedesse la potenza del successo. Beethoven litigò subito con gli organizzatori, perché aveva guada- MEHTA / BEETHOVEN

AN DIE FREUDE ALLA GIOIA

O Freunde, nicht diese Töne! O amici, non questi suoni! Freude trinken alle Wesen Gioia bevono tutti gli esseri Sondern lasst uns angenehmere Alziamone altri più graditi an den Brüsten der Natur; dal seno della natura; anstimmen, e pieni di gioia! alle Guten, alle Bösen tutti i buoni, tutti i malvagi und freudenvollere! Folgen ihrer Rosenspur. seguono la sua traccia di rose. Küsse gab sie uns und Reben, Baci ci ha offerto e viti, Freude, schöner Götterfunken, Gioia, bella scintilla divina, einen Freund, geprüft im Tod; e un amico, provato fino alla morte; Tochter aus Elysium, figlia dell’Elisio, Wollust ward dem Wurm gegeben, voluttà fu concessa al verme, wir betreten feuertrunken, noi entriamo ebbri di fuoco, und der Cherub steht vor Gott. e il cherubino è al cospetto di Dio. himmlische, dein Heiligtum! o creatura celeste, nel tuo santuario! Deine Zauber binden wieder I tuoi incantesimi tornano a legare Froh, wie seine Sonnen fliegen Lieti, come i suoi soli trascorrono was die Mode streng geteilt, ciò che la forza dell’abitudine ha diviso, durch des Himmels prächt’gen Plan, per la splendida pianura del cielo, alle Menschen werden Brüder tutti gli uomini diventano fratelli laufet, Brüder, eure Bahn, seguite, fratelli, il vostro cammino, wo dein sanfter Flügel weilt. dove la tua dolce ala si posa. freudig, wie ein Held zum Siegen. gioiosi come l’eroe verso la vittoria.

Wem der grosse Wurf gelungen, A chi è capitata la ventura Freude, schöner Götterfunken usw. Gioia, bella scintilla divina etc. eines Freundes Freund zu sein, d’esser amico di un amico, Wer ein holdes Weib errungen, chi s’è conquistata una dolce compagna, Seid umschlungen, Millionen! Abbracciatevi, moltitudini! mische seinen Jubel ein! si unisca al giubilo generale! Diesen Kuss der ganzen Welt! Questo bacio al mondo intero! Ja, wer auch nur eine Seele Sì, anche chi un’anima sola Brüder, über’m Sternenzelt Fratelli, oltre il firmamento sein nennt auf dem Erdenrund! possa dir sua sul globo terrestre! muss ein lieber Vater wohnen. deve abitare un padre amato. Und wer’s nie gekonnt, der stehle E chi non l’ha mai potuto, s’allontani Ihr stürzt nieder, Millionen? Non vi prostrate, moltitudini? weinend sich aus diesem Bund. piangendo da questo sodalizio. ahnest du den Schöpfer, Welt? Non percepisci il tuo creatore, mondo? Such ihn über’m Sternenzelt! Cercalo oltre il firmamento! Über Sternen muss er wohnen. Oltre le stelle deve dimorare. Zubin Mehta È stato direttore musicale della Montreal Symphony Orchestra dal 1961 al 1967 e della Orchestra dal 1962 al 1978. Dal 1969 è stato consigliere musicale e poi direttore della Israel Philharmonic Orchestra, che fino ad oggi ha diretto in oltre tremila concerti in tutto il mondo. Dal 1978 è stato direttore musicale della Orchestra, rimanendovi per ben 13 anni. Dal 1985 è direttore principale dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Dal suo debutto operistico con Tosca a Montreal nel 1963 ha diretto al Metropolitan di New York, all’Opera di Vienna, al Covent Garden di Londra, al Teatro alla Scala di Milano, all’Opera di Chicago, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e al Festival di Salisburgo. È stato direttore musicale della Bayerisches Staatsoper di Monaco (1998-2006). Nel 2006 ha inaugurato il Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia e fino al 2014 è stato presidente del Festival del Mediterrani di Valencia, dove ha diretto il Ring con la regia della Fura dels Baus, in coproduzione con l’Opera di Firenze. Nel 2008 ha ricevuto il Premium Imperiale dalla famiglia imperiale giapponese; nel 2011 gli è stata dedicata una stella sull’Hollywood Boulevard; nel 2013 ha ricevuto il Premio Tagore per l’armonia culturale dal governo indiano. Insieme al fratello Zarin è presidente della Mehli Mehta Music Foundation di Bombay, dove più di 200 bambini studiano la musica classica occidentale. La Buchmann-Mehta School of Music di Tel Aviv permette lo sviluppo di giovani talenti in Israele, in stretta relazione con la Israel Philharmonic Orchestra, mentre un nuovo progetto è nato nelle città di Shwaram e Nazareth per l’istruzione di giovani arabi israeliani con docenti locali e membri della Israel Philharmonic Orchestra. © Terry Linke © Terry Julianna Di Giacomo Nata a Santa Monica (California), si è diplomata presso il ’s Merola Program e il Program. È considerata tra le più entusiasmanti e promettenti soprano lirico-spinto nel panorama musicale attuale. Tra i suoi impegni più recenti ricordiamo il ritorno all’Opera di Firenze come Elisabetta in Don Carlo con Zubin Mehta e il tour europeo con la Sinfonia n. 9 di Beethoven diretta da con la Simon Bolivar Symphony Orchestra. Recentemente è stata Amelia in al Teatro dell’Opera di Roma. Ha inoltre debuttato in Tosca all’Hollywood Bowl, sempre con Dudamel. Ha debuttato in Sud America al Teatro Municipal di Santiago come Leonora ne , ruolo che segna anche il suo debutto alla Bayerische Staatsoper. Altri impegni in Europa comprendono al Teatro alla Scala di Milano, al Teatro La Fenice di Venezia, alle Terme di Caracalla, al Teatro Petruzzelli di Bari, al Teatro Massimo di Palermo e al Teatro La Maestranza di Siviglia, Les Huguenots, I vespri siciliani e Suor Angelica al Teatro Real di Madrid, Le roi d’Ys all’Opéra National di Montpellier e all’Opéra Comique a Parigi, Stiffelio e Il trovatore al Metropolitan di New York, Il trovatore, Otello e Un ballo in maschera con Mehta e l’Israel Philharmonic Orchestra. In ambito concertistico si ricordano la Sinfonia n. 9 di Beehoven, diretta a Firenze e in Israele da Mehta e a Vienna da Dudamel con i Wiener Philharmoniker, e il di Verdi con la Deutsches Symphonie-Orchester a Berlino, al Théâtre des Champs Elysées con Daniele Gatti e l’Orchestre National de France, al Teatro Comunale di Firenze con Mehta e al Teatro Massimo di Palermo, inciso recentemente con Dudamel e la Los Angeles Philarmonic Orchestra per Deutsche Grammophon (DVD). © Dario Acosta Lilly Jørstad Dopo gli studi al Conservatorio di Astrakhan, sua città natale, si è trasferita in Norvegia, mantenendo comunque il suo legame con la Russia. Vincitrice di numerosi premi, dopo la laurea ha studiato presso l’Università di Tromsø con A. Sollied Allemano e C. Allemano e ha partecipato a corsi di perfezionamento con L. Serra, L. D’Intino, R. Bruson, L. Nucci e R. Raimondi. Nel 2012 ha preso parte all’Accademia Rossiniana di Pesaro debuttando Melibea e Modestina ne Il viaggio a Reims sotto la direzione di Zedda, ed è stata solista presso l’Accademia Mariinsky di San Pietroburgo. Nel 2013 ha iniziato gli studi di specializzazione al Conservatorio “L. Cherubini” con G. Fabbrini; in seguito ha vinto il ruolo di Angelina nella Cenerentola al Quarto Concorso Lirico Internazionale Città di Ferrara debuttando poi nel 2014 al Teatro Comunale di Ferrara. Ha vinto il III Premio al Concorso Internazionale G. Prandelli e ha cantato Rosina ne Il barbiere di Siviglia al Castello Estense di Ferrara. È entrata a far parte dell’Accademia della Scala, dove ha cantato di nuovo ne La Cenerentola per i bambini; nello stesso periodo ha tenuto concerti sotto la direzione di Z. Mehta, S. Ranzani, G. Finzi, N. Nagui, P. Mianiti a Milano, Abu Dhabi e in Egitto. Nel 2015 ha debuttato nella stagione ufficiale della Scala neIl barbiere di Siviglia nella storica produzione di Ponnelle con Nucci e Raimondi. Fra i recenti e prossimi impegni, Rosina al Teatro Argentina di Roma, al Festival di Bergen e alla Bayerische Staatsoper, ancora Angelina alla Scala e a Stoccarda, concerti in Norvegia, Siebel in Faust alla Opernhaus di Zurigo, Meg nella nuova produzione di Falstaff all’Opera di Vienna con Mehta, con il quale canterà anche la IX Sinfonia a Milano e Granada con i complessi del Teatro San Carlo di Napoli, Smeton in Anna Bolena a Lisbona. Michael Schade Uno degli artisti più affermati dei nostri tempi, si esibisce regolarmente in tutti i più importanti teatri d’opera e sale di concerto del mondo. Di recente si è esibito ai festival di Glyndebourne, Salisburgo, Grafenegg, Lucerna e Verbier, all’Opera di Stato di Vienna, Amburgo e Berlino, al e alla Canadian Opera Company. Dedica un’ampia porzione della sua attività ai concerti e ai recital, esibendosi regolarmente con le principali orchestre del mondo, quali i Wiener e i Berliner Philharmoniker, l’Orchestra del Concertgebouw, la New York Philharmonic Orchestra, la Cleveland Orchestra e le orchestre sinfoniche di Toronto, Montreal e Boston, sotto la guida di direttori rinomati quali Bolton, Bychkov, Chailly, Gergiev, Harding, Jansons, Jordan, Luisi, Mehta, Muti, Nagano, Rattle, Thielemann, Ticciati, Welser-Möst e Young. Inoltre le sue attività musicali hanno sentito l’influenza delle sue frequenti collaborazioni con Nikolaus Harnoncourt. Recital liederistici lo hanno condotto al Musikverein di Vienna, dove è stato artista in residenza, alla Konzerthaus di Vienna, al Concertgebouw di Amsterdam, alla Wigmore Hall di Londra, alla Alice Tully Hall e alla Carnegie Hall di New York, oltre che alla Schubertiade di Schwarzenberg. Le sue numerose registrazioni coprono un ampio repertorio che va dalle Passioni di Bach al Lied von der Erde di Mahler. Tra le incisioni più recenti ricordiamo Die schöne Müllerin con Rudolf Buchbinder, live dal Grafenegg Festival, e i DVD di Arabella e Das Labyrinth. La Staatsoper di Vienna gli ha conferito il titolo di Kammersänger. È direttore artistico della Hapag-Lloyd Stella Maris Vocal Competition e dell’Internationale Barocktage Stift Melk in Austria. © Harald Hoffmann Wilhelm Schwinghammer Nato in Baviera, ha iniziato la sua carriera musicale nel famoso coro della cattedrale di Regensburg. Ha poi continuato gli studi di canto con Harald Stamm a Berlino e ha seguito numerose master class, tra gli altri con Kurt Moll e Marjana Lipovšek. Nel 2009 ha vinto il concorso ARD e il premio del pubblico nella categoria canto. Dal 2003 canta alla Staatsoper di Amburgo, della quale è membro dal 2006. Il suo repertorio include, tra gli altri, Leporello (), Colline (La bohème), Il re (Aida), Sarastro (Die Zauberflöte), Figaro (Le nozze di Figaro), Eremit (Der Freischütz), Lodovico (Otello), Basilio (Il barbiere di Siviglia), Sparafucile (Rigoletto), Theseus (A Midsummer Night’s Dream), Rocco (Fidelio), Pietro (Simon Boccanegra), Daland (Der fliegende Holländer). Ha lavorato con alcuni dei più importanti direttori, quali Daniel Barenboim, Zubin Mehta, Kirill Petrenko, Andris Nelsons, Sir Simon Rattle, Kent Nagano, Nicola Luisotti, Simone Young, Peter Schneider, Marek Janowski, Sebastian Weigle, Stefan Soltesz, Manfred Honeck, Sir Neville Marriner, Helmuth Rilling, Philippe Herreweghe. Nel 2012 ha debuttato al Festival di Bayreuth come König Heinrich (Lohengrin), ruolo che ha ripreso anche nel 2013, 2014 e 2015. A Bayreuth ha anche debuttato come Fasolt (Das Rheingold) nel 2014 e nuovamente nel 2015. È stato inoltre ospite della Washington National Opera per una nuova produzione di Tristan und Isolde nel 2013, e ha cantato anche all’Opera di Chicago, a Tel Aviv, al Teatro alla Scala di Milano, alla Staatsoper di Berlino, alla Semperoper di Dresda, al Gran Teatre del Liceu di Barcellona, all’Hong Kong Art Festival. © ARD-Wettbewerb 2009 © ARD-Wettbewerb AREA ARTISTICA

Segretario artistico Marcello Iozzia Casting manager e assistente del direttore musicale Alessandro Di Gloria Direttore musicale di palcoscenico Danilo Lombardini Direttore di scena Ludovico Rajata Regista collaboratore Alberto Cavallotti Maestri collaboratori di sala e di palcoscenico Giuseppe Cinà, Giacomo Gati, Giorgio Mirandola, Steven Rizzo

ORCHESTRA

Violini primi Salvatore Greco*, Luciano Isola, Giacomo Mazzola, Patrizia Richichi, Flauti (ottavino) Rosolino Bisconti**, Elisa Alibrandi, Salvatore Saladino Marco Spadi, Giuseppe Dorato, James Hutchings, Laura Minella, Oboi (corni inglesi) Carmelo Ruggeri**, Francesca Ciccateri Daniele Malinverno, Fabio Ferrara, Alessandro Bavetta, Rossana Rocca, Clarinetti Alessio Vicario**, Vincenzo Davì Vincenzo Cecere, Francesco Palmisano, Daniele Cappello, Alessandra Fenech Fagotti (controfagotto) Aldo Terzo**, Cristoforo Caradonna, Maurizio Barigione Violini secondi Jeroen Van der Wel**, Francesca Viscito, Roberto Lo Coco, Corni Giampiero Riccio**, Gianfranco Cappello, Cristina Pantaleone, Antonino Petrotto, Giuseppe Polizzotto, Pietro Anzalone, Francesco Modica Maurizio Giordano, Giuseppe Arcuri, Nicoletta Conigliaro, Trombe Filippo D’Asta**, Davide Pezzino Antonio G. Geraci, Luca Gira, Lorenzo Marcuccio, Tromboni Michele De Luca**, Rodolfo Bonfilio, Antonio Bontempo Alessandro Purpura, Alessandro Zambito Timpani Fausto Alimeni** Viole Gaspare D’Amato**, Matteo Giacosa, Rosario D’Amato**, Percussioni Rosario Barretta, Santo Campanella, Silvia De Checchi Giovanni Pandolfo, Francesco Mineo, Leoluca Vella, Francesco Biondo, Anna Schillaci, Rosalia Ballo, Andrea Bertucci, * spalla Placido Carini, Francesco Chinnici ** prime parti Violoncelli Kristi Curb**, Viviana Caiolo, Giuseppe Nastro**, Vincenzo Giuliani, Marcello Insinna, Massimo Frangipane, Antonino Saladino, Assistente musicale Domenico Pirrone Emanuela Zanghi, Francesco Pusateri, Franca Bongiovanni Addetta Orchestra Claudia Di Mattei Contrabbassi Daniele Pisanelli**, Fausto Patassi, Gaetano Di Peri, Vincenzo Licata, Antonio Mezzapelle, Cesare Raffaelli, Rosario Liberti, Giuseppe Blanco AREA ARTISTICA

CORO

Maestro del Coro Piero Monti Altro Maestro del Coro Salvatore Punturo

Soprani primi Maria Luisa Amodeo, Gabriella Barresi, Alfonsa Fantaci, Daniela Marabete, Rosalba Mongiovì, Daniela Montelione, Claudia Munda, Caterina Notaro, Giovanna Orobello, Maria Randazzo, Valentina Vitti

Soprani secondi Maria Luisa Aleccia, Domenica Alotta, Maria Fiordaliso, Rosana Lo Bosco, Angela Lo Presti, Mariella Maisano, Francesca Martorana, Daniela Pedi, Elisa Porzio, Simona Scrima

Mezzosoprani Annarita Alaimo, Rita Bua, Giuseppina Caltagirone, Manuela Ciotto, Antonella De Luca, Carmen Ghegghi, Damiana Li Vecchi, Loredana Megna, Giuseppina Notararigo, Sonia Tomasino

Contralti Silvia Bacioccola, Anna Campanella, Maria Rosalia Gottuso, Monica Iraci, Ambra Mancuso, Patrizia Martorana, Daniela My, Daniela Nicoletti, Cinzia Sciortino

Tenori primi Vincenzo Bonomo, Biagio Di Gesù, Giovanni Di Pasquale, Nunzio Gallì, Antonio Li Vigni, Alfio Marletta, Francesco Polizzi, Fabrizio Pollicino, Salvo Randazzo, Emanuele Urso Il Teatro Massimo è di tutti Tenori secondi Antonino Alotta, Giuseppe Di Adamo, Domenico Ghegghi, incenzo Leone, Antonio Lo Presti, Pietro Luppina, Carlo Morgante, Marco Palmeri Sosteniamolo Baritoni Gianfranco Barcia, Antonio Barbagallo, Paolo Cutolo, Cosimo Diano, Mario Di Peri, Simone Di Trapani, Riccardo Schirò, Giuseppe Tagliarino Scopri ArtBonus Bassi Albert Alcaraz, Gaspare Barrale, Daniele Bonomolo, Giuseppe Caruso, la donazione che ti premia Filippo Di Giorgio, Gianfranco Giordano, Antonio Gottuso, Vincenzo Raso, Tommaso Smeraldi

Addetto Coro Nicola Pedone Contatta l’Ufficio Marketing della Fondazione Teatro Massimo: [email protected] - teatromassimo.it poco il Timeo. L’hotel, che prende il nome dal figlio del fondatore gre- co di Taormina, divenne fonte di ispirazione per l’arte pittorica di Ge- leng, che dipinse su una serie di acquerelli le vedute spettacolari che si godevano dalle camere e dalla terrazza. Una volta messi in mostra, i suoi lavori causarono scalpore a Berlino e Parigi e molti altri artisti, incuriositi da quei panorami che sembravano frutto dell’immaginazione artistica, arrivarono a Taormina per vederli con i loro occhi e la casa di La Floresta divenne presto un elegante albergo di lusso. In quegli anni, Taormina entrò a far parte del Grand Tour, il rito di pas- belmond.com saggio culturale della ricca nobiltà europea che attraverso il viaggio nel

BELMOND GRAND HOTEL TIMEO vecchio continente cercava di assorbirne la cultura. Da quel momento in poi, la terrazza dell’hotel divenne famosa come ‘Terrazza Letteraria’

La cittadina siciliana di Taormina ha da sempre per aver ospitato moltissimi luminari come Klimt, Klee e Wagner, non- ospitato alcuni dei più grandi nomi del mon- chè numerosi poeti e scrittori, come D.H. Lawrence che nel 1920 trovò do dell’arte, della letteratura e del cinema. Dal proprio qui l’ispirazione per scrivere il celebre romanzo L’amante di XVIII secolo in avanti, Goethe, Picasso, D.H. Lady Chatterley, Oscar Wilde e tanti altri. Lawrence e molti altri sono caduti nel suo in- cantesimo, sedotti dalla posizione unica sulla BELMOND LTD. collina all’ombra della maestosa Etna, il vulcano attivo più alto d’Euro- Belmond è una collezione globale di hotel unici e di lussuose esperienze di viaggio in al- pa. Nel cuore del fascino di Taormina, si trova Belmond Grand Hotel Ti- cune delle destinazioni più affascinanti e interessanti del mondo. Fondato quasi 40 anni meo, un elegante albergo dallo stile classico e intramontabile costruito fa con l’acquisizione di Belmond Hotel Cipriani di Venezia, il portfolio unico di Belmond sulle rocce adiacenti al Teatro Greco con una vista mozzafiato che ha oggi comprende 46 hotel, itinerari su rotaia e crociere fluviali in molte delle più celebri ispirato e incantato i suoi ospiti dal 1873 in poi. mete a livello internazionale. Dai city landmark ai boutique resort, la collezione include Nel 1863, un decennio prima dell’apertura dell’hotel dove si trova oggi, Belmond Grand Hotel Europe di San Pietroburgo; Belmond Copacabana Palace a Rio un barone prussiano per primo portò all’attenzione della nobiltà euro- de Janeiro; Belmond Maroma Resort & Spa nella Riviera Maya; e Belmond El Encanto a pea il Grand Hotel Timeo: Otto Geleng era arrivato a Taormina dall’Eu- Santa Barbara. Belmond dispone anche di safari, sei treni di lusso, tra i quali il leggen- ropa del nord per dedicarsi alla pittura e, una volta in città, affittò una dario Venice Simplon-Orient-Express, e tre crociere fluviali. Belmond gestisce inoltre il stanza da Don Francesco La Floresta, nella casa che divenne da lì a ristorante ‘21’, uno dei luoghi di ritrovo più rappresentativi di New York. Luoghi e armonie d’estate Fondazione Teatro Massimo I PROSSIMI APPUNTAMENTI LUGLIO / AGOSTO

16/18/19 luglio ore 21.30 28 luglio ore 20.30 Sovrintendente Francesco Giambrone Teatro di Verdura Teatro Greco di Segesta Direttore artistico Oscar Pizzo Giselle Schumann Beethoven Direttore musicale Gabriele Ferro Orchestra del Teatro Massimo 17 luglio ore 21.30 Direttore Daniel Smith Maestro del Coro Piero Monti Teatro di Verdura Coordinatore del Corpo di ballo Marco Bellone Let’s Kids! 29 luglio ore 21.00 Atrio Biblioteca Comunale di Casa Professa Direttore operativo Elisabetta Tesi Concerto-spettacolo della Kids Orchestra, del Coro di voci bianche e del Coro Arcobaleno Patria e Patrie Direttore della programmazione Giovanni Mazzara Direttore Daniele Malinverno Gian Antonio Stella Voce recitante Maurizio Maiorana Lectio: Patria, patrie, patrimonio Direttore dell’allestimento scenico Renzo Milan Orchestra del Teatro Massimo | Direttore 21 luglio ore 21.00 Daniel Smith Direttore comunicazione, Gery Palazzotto Atrio Biblioteca Comunale di Casa Professa nuovi media e marketing 2 agosto ore 21.00 Responsabile rapporti con la stampa Laura Anello Petite Messe Solennelle Atrio Biblioteca Comunale di Casa Professa Direttore Editoria Angela Fodale Piero Monti L’astuzia del bello Responsabile delle relazioni nazionali Chiara Zarcone 22 luglio ore 19.30 e 21.30 Pietrangelo Buttafuoco e internazionali della Fondazione Teatro Massimo Lectio: L’astuzia del bello, l’atto di pura poesia e del coordinamento delle attività di staff Promenade Orchestra del Teatro Massimo Direttore Loris Capister Direttore Piero Monti Pianoforte Gilda Buttà

24 luglio ore 21.00 Atrio Biblioteca Comunale di Casa Professa teatromassimo.it

Musica delle parole Tel: +39 091 6053580 – Fax +39 091 6053391 Stefano Bartezzaghi Lectio: Musica delle parole Mail: [email protected] Direttore Marco Angius Call center: +39 091 8486000 (dalle 09.00 alle 20.00) Biglietteria online: ticketone.it LUGLIO DICEMBRE

OPERE E BALLETTI CONCERTI

16 / 19 luglio Adolphe-Charles Adam Sabato MARATONA CHOPIN Teatro di Verdura 30 settembre GISELLE Direttore Daniel Cohen | Pianoforte Lucas Geniusas Domenica Musiche di: Wolfgang Amadeus Mozart (30/9), Coreografia di Ricardo Nunez | Direttore Aleksej Baklan 1 ottobre Fryderyk Chopin (30/9 - 1/10), Robert Schumann (1/10) ore 20.30 19 / 27 Benjamin Britten settembre A MIDSUMMER NIGHT’S DREAM Giovedì #MADREINCERTA 9 novembre Prima rappresentazione assoluta Prima esecuzione a Palermo ore 20.30 Direttore Daniel Cohen | Regia e scene Paul Curran Regia, testo e drammaturgia Marco Paolini Musiche Mauro Montalbetti 13 / 22 Francesco Cilea Voce recitante Marco Paolini ottobre ADRIANA LECOUVREUR Direttore e violoncello solista Mario Brunello Direttore Daniel Oren | Regia, scene e costumi Ivan Stefanutti Sabato MAURIZIO POLLINI 3 / 4 Salvatore Sciarrino 25 novembre Maurizio Pollini novembre ore 20.30 Pianoforte SUPERFLUMINA Fuori abbonamento Omaggio a Salvatore Sciarrino in occasione dei suoi 70 anni Direttore Tito Ceccherini | Regia Rafael Villalobos Domenica LUDOVICO EINAUDI 3 dicembre Direttore Carlo Tenan 10 novembre ore 20.30 #MADREINCERTA Pianoforte Ludovico Einaudi Prima rappresentazione assoluta Musiche di Luciano Berio, Ludovico Einaudi Regia, testo e drammaturgia di Marco Paolini Musiche di Mauro Montalbetti Lunedì PORTRAIT 23 / 30 Gioachino Rossini 4 dicembre novembre ore 20.30 LUDOVICO EINAUDI L’ITALIANA IN ALGERI Pianoforte Ludovico Einaudi Direttore Paolo Carignani | Regia Maurizio Scaparro Fuori abbonamento 17 / 28 Pëtr Il’ič Čajkovskij dicembre LA BELLA ADDORMENTATA Giovedì MAURICE RAVEL 7 dicembre Gabriele Ferro Coreografia di Matteo Levaggi | Direttore Farhad Mahani Direttore ore 20.30 Pianoforte Roberto Cominati

Orchestra, Coro, Coro di voci bianche, Biglietteria del Teatro Massimo Corpo di ballo e Tecnici del Teatro Massimo Tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.00 Maestro del Coro Piero Monti Call center 091 84.86.000 Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 REGIONE SICILIANA ASSESSORATO DEL TURISMO DELLO SPORT E DELLO SPETTACOLO

ASSESSORATO BENI CULTURALI E IDENTITÀ SICILIANA

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Piazza Verdi - 90138 Palermo A cura di Angela Fodale Grafica e impaginazione: Luca Orlando Tipografia: Seristampa - Palermo euro 5,00