Rosso Di Sera Scritti Per «Il Ponte» 2011-2019
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Saggi 24 Lanfranco Binni Rosso di sera scritti per «Il Ponte» 2011-2019 Il Ponte Editore In coperta: Pablo Picasso, stampa del ciclo Las Meninas, 1957, Barcellona, Museu Picasso I edizione: luglio 2019 © Copyright Il Ponte Editore-Fondo Walter Binni Il Ponte Editore via Luciano Manara 10-12 50135 Firenze www.ilponterivista.com [email protected] Fondo Walter Binni www.fondowalterbinni.it [email protected] INDICE 7 Premessa 11 L’ultimo Binni 39 Aldo Capitini, libero religioso e rivoluzionario nonviolento 45 La vita breve di Alberto Scandone 49 Luciano Canfora: l’eccezione e la regola 55 L’esperienza della Resistenza 61 Aldo Capitini, un maestro singolare 69 La Chiesa umanitaria 73 I cecchini della libertà 79 Il dramma storico del Pci 83 Per la piena occupazione 91 Dove vola l’avvoltoio 95 Nell’occhio del ciclone 101 «Perugia», un’educazione sentimentale 105 I nostri «Classici» 109 Ozio ribelle con bandiera rossa 119 Un’altra storia 125 Finale di sistema 131 Il potere e la guerra 137 Nostra patria è il mondo intero 143 Il naufragio della «modernità» del capitalismo 151 Libero religioso, rivoluzionario nonviolento 161 Nuovi cieli e nuova terra 169 Avanti popoli, alla riscossa 175 Maledetto Referendum 179 La lunga marcia di Aldo Capitini 183 Poetica e poesia della realtà liberata 189 Terremoti capitali 195 Le armi, i cavallier, l’euro e la nato 203 Senza confini 213 Transizioni 221 Il cranio di Napoleone fanciullo 225 Miccia corta 231 Questo speciale 237 Capitini e il Sessantotto 249 Capitini opera aperta 255 Liberi tutti 263 Rosso di sera 271 Avanti a sinistra, dal basso 278 Indice dei nomi PREMESSA Insistenze, tendenze, previsioni, nel cortocircuito della fase storica che stiamo vivendo: rotti gli specchi delle rappresenta- zioni sociali apparentemente lineari, decisivo il panico di un futuro sbarrato, un passato che non può passare nell’abbraccio mortale con un presente inaccettabile, un capitalismo termi- nale che cerca scampo nella devastazione del pianeta attraverso strumenti antichi riproposti in forme “nuove”: la modernità della guerra, delle schiavitú e degli asservimenti volontari, l’onnipotenza teologica di un’economia a cui sacrificare le vite, la crisi disperata dei sistemi politici tradizionali. E, nell’incoe- rente caleidoscopio di un’umanità al bivio, le coazioni a ripe- tere vecchi riti di mala vita, ma anche l’insorgenza di antiche e nuove rivolte, speranze, vie di fuga: democrazia diretta per il socialismo, il socialismo almeno. Ho collaborato al «Ponte» tra il 1966 e il 1968, in anni di tra- volgente apertura culturale e politica, con recensioni e articoli di letteratura francese (il primo fu un ricordo di André Breton, ero appassionato di dadaismo e surrealismo che per me si coniu- gavano naturalmente con il marxismo), poi scrissi articoli deci- samente politici: l’ultimo, sul maggio ’68 in Francia (a Parigi da marzo per lavorare alla mia tesi di laurea André Breton e le origini del movimento surrealista, avevo partecipato al movimento con i marxisti-leninisti della Gauche prolétarienne); rientrato in Italia a luglio, aderii al Partito comunista d’Italia (m-l) insieme con la rivista veronese «Lavoro politico» diretta da Walter Peruzzi, Renato Curcio e altri. Da quel momento partecipai attivamente 7 alle vicende del movimento marxista-leninista italiano, e al suo esaurimento negli anni settanta. Da militante marxista-leninista abbandonai l’area politica del «Ponte» e un’altra esperienza in cui mi ero formato negli anni sessanta: la «rivoluzione nonvio- lenta» di Aldo Capitini con cui avevo collaborato dal 1961 al 1967, anche scrivendo sul suo giornale piú politico, «Il potere è di tutti». Consideravo rifomista l’area del «Ponte», e insuffi- ciente la proposta di Capitini, poco meditata nella mia inquieta giovinezza. Ho ritrovato «Il Ponte» nel 2010, in una fase di ripensamen- to del mio percorso esistenziale e politico: dal 1971 al 1974 la Comune di Dario Fo e Franca Rame (poi oggetto di alcuni miei libri), dal 1975 un’intensa attività di francesista (saggista e traduttore di classici) con la casa editrice Garzanti e altre, la col- laborazione con Franco Fortini (Il movimento surrealista, Gar- zanti, 1977, 20013), la militanza politica di comunista “senza partito” fino ai primi anni ottanta, il lavoro di progettazione culturale e interculturale come funzionario e poi dirigente re- gionale in Lombardia e in Toscana (il progetto «Porto Franco») fino al 2007. La morte di mio padre, Walter Binni, nel 1997, aveva innescato una tenace volontà di non separarmi da lui e di ricostruirne il percorso intellettuale e soprattutto politico (che sapevo centrale ma conoscevo poco e male), mentre mia madre, Elena Benvenuti, riordinava il suo archivio, poi depositato nel 2001 presso l’Archivio di Stato di Perugia. Fu in quel periodo che incontrai di nuovo Capitini, curandone, con Lorella Giu- liani, il carteggio con mio padre, poi pubblicato da Carocci nel 2007. Studiando Capitini mi resi conto di quanto la sua pre- senza, familiare nella mia infanzia e adolescenza, avesse influ- ito sulla mia formazione intellettuale e politica. Cosí, quando nel 2010, conobbi Marcello Rossi, direttore del «Ponte» in un incontro pubblico a Firenze su Riccardo Lombardi, e lo sentii parlare del “liberalsocialismo”, socialismo libertario, di Capitini e Binni, capii che «Il Ponte» poteva essere quel laboratorio di ricomposizione culturale e politica che da tanti anni stavo ricer- cando, uno spazio di pensiero critico e di libero confronto sulle questioni essenziali del nostro tormentato e complesso presente. Iniziò cosí un fecondo sodalizio con Marcello Rossi, nella rivista e nell’attività editoriale de Il Ponte Editore; con lui progettai 8 l’edizione “genetica” delle «Opere complete di Walter Binni», 22 voll. pubblicati tra 2014 e 2017, e insieme decidemmo di dedicare a Capitini una rinnovata attenzione alla centralità della sua esperienza intellettuale e politica (A. Capitini, Un’alta pas- sione, un’alta visione. Scritti politici 1935-1968, Il Ponte Editore, 2016), curando insieme anche un recente numero monografico della rivista, Aldo Capitini, luglio-agosto 2018, e iniziando nello stesso anno una nuova collana di «Opere di Aldo Capitini». Al laboratorio del «Ponte», mensile e oggi bimestrale, appar- tengono numerosi miei scritti (articoli e recensioni) dal 2011 a oggi. Su suggerimento dell’amico Fabio Benedettelli ho deciso di raccoglierli perché mi sembra che nel loro insieme cronolo- gico documentino in maniera significativa non solo il mio per- sonale percorso in questi nove anni ma anche, certamente in parte, il confronto tra la rivista e la realtà italiana nel suo piú ampio contesto geopolitico. Materiali, dunque, per una “nostra” tendenziosa cronaca del presente, con i suoi retroterra e le sue proiezioni. 9 L’ULTIMO BINNI1 Il pensiero dominante Nell’estate del 1990 Binni è colpito da un edema polmonare che rischia di ucciderlo. Le sue condizioni di salute da questo momento gli imporranno un regime di vita fortemente limitato dai postumi della malattia, che gli renderanno insopportabile la vecchiaia ma non gli impediranno di dedicarsi al suo lavoro di studioso e al suo impegno politico di intellettuale della sinistra. Il pensiero dominante della morte lo porta a una continua ri- programmazione dei suoi impegni, l’incalzare degli avvenimenti 1 «Il Ponte», anno LXVII nn. 7-8, luglio-agosto 2011, numero speciale Walter Binni 1913-1997, a cura di L. Binni, scritti di Eugenio Garin, Franco Croce, Luigi Blasucci, Massimiliano Tortora, Salvatore Lo Leggio, Walter Cremonte, Roberto Barzanti, Massimo Jasonni, Giulio Ferroni, Rosanna Alhaique Pettinelli, Stefano Verdino, Enrico Ghidetti, Riccardo Scrivano, Quinto Marini, Nicola Longo, Fabrizio Scrivano, Lanfranco Binni, Mario Martini, Marcello Rossi, Maurizio Mori, Giunio Luzzatto, Raul Mordenti, Biancamaria Frabotta, Eraldo Affinati, Novella Bellucci e 7 interventi di W. Binni, con allegata Bibliografia generale (1930-2011) a cura di Chiara Bia- gioli. Nel numero monografico sono riproposti i due ultimi capitoli del mio saggio La poetica di un «pessimista rivoluzionario», introduzione a W. Binni. La disperata tensione. Scritti politici (1934-1997), a cura di L. Binni, Firenze, Il Ponte Editore, 2011, pp. 9-104, poi, con variazioni e aggiunte, in L. Binni, La protesta di Walter Binni. Una biografia, ivi, Il Ponte Editore, 2013, e in W. Binni, Scritti politici 1934-1997, vol. 5 (2014), dell’edizione di «Opere complete di Walter Binni», 22 voll. a cura di L. Binni e M. Rossi, ivi, Il Ponte Editore, 2014-2017. 11 (nel 1991 il coinvolgimento dell’Italia nella guerra del Golfo, la costituzione di Rifondazione Comunista, nel 1992 esplode “Tangentopoli”, sono assassinati Falcone e Borsellino, si dimette Cossiga dalla presidenza della Repubblica e viene eletto Scalfa- ro, nel 1993 le dimissioni di Craxi da segretario del Psi, le bom- be mafiose di Firenze e Roma) lo vede testimone impotente, ma non cessa di prendere posizione, tenacemente fedele alla propria coerenza. Nel gennaio 1991 è tra i primi firmatari di un appel- lo di 200 intellettuali italiani, promosso da Ernesto Balducci e Walter Peruzzi, Contro la guerra del Golfo, contro la parteci- pazione dell’Italia in nome dell’articolo 11 della Costituzione, e per una giusta soluzione della questione palestinese; e scrive all’amico Norberto Bobbio, che ha parlato di «guerra giusta», una lettera di aperto dissenso, che poi non spedirà2: Caro Bobbio, ho seguito con interesse e altrettanto “dissenso” le tue prese di posizione sulla guerra