La Chiesa Parrocchiale Regione Ecclesiastica Toscana Diocesi Di Massa Carrara - Pontremoli Vicariato III Di Aulla Parrocchia Dei Santi Prospero E Caterina
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La chiesa parrocchiale Regione Ecclesiastica Toscana Diocesi di Massa Carrara - Pontremoli Vicariato III di Aulla Parrocchia dei Santi Prospero e Caterina La chiesa dei Santi Prospero e Caterina è immersa nel paesaggio di un pianoro agreste elevato sulla sponda destra del torrente Osca, lungo una diramazione secondaria della strada proveniente da Villa e diretta verso la Magra. L’edificio, fiancheggiato dalla casa canonica e da alcuni edifici rurali, espone ad oriente il presbiterio absidato che si addossa al più ampio volume dell’aula, coperta a capanna, con il campanile allineato alla facciata, preceduta da un ampio sagrato. Il prospetto è ripartito in tre campate, simili tra loro, da una trabeazione tuscanica con timpano triangolare scandita da una fascia marcapiano. Nella parte inferiore si trova il portale ottocentesco sormontato da un fastigio ad avvolgimento fiancheggiato da nicchie con sculture fittili moderne, nella pagina centrale della parte superiore si apre una finestra circolare con incorniciatura in stucco. Particolare della Chiesa Dietro all altare L’interno è ad aula unica, con presbiterio absidato rastremato dall’arco trionfale a semi-corona circolare, coperto da un’ampia volta a botte lunettata. I santi patroni Prospero e Caterina d’Alessandria che contemplano la Vergine con il Bambino Gesù Le paraste lievemente sporgenti della trabeazione scandiscono lo spazio delle pareti in tre campate con nicchie ad arco laterali contenenti gli altari subordinati al disegno generale ed unitario dell’impianto. La torre campanaria culmina con una cella a quattro fornici con incorniciature in stucco e trabeazione a pilastri angolari sormontata da una lanterna ottagonale con copertura conica in pietra loricata. Riassumendo la Chiesa può essere suddivisa : Struttura la struttura dell’edificio è in muratura portante, con tessitura di elementi eterogenei ben collegati con malta, visibili nelle parti che presentano cadute d’intonaco. Non si rilevano tracce visibili del più antico fabbricato medievale Coperture la copertura dell’aula è a capanna con testata mascherata dal frontone dell’edificio. Il volume del presbiterio di altezza minore è coperto a capanna con testata semiconica per seguire l’andamento della curva absidale Pavimenti e pavimentazioni il pavimento dell’aula è un mosaico della Ceramica Vaccari di Ponzano Magra a losanghe quadrate disegnate da cornici scure. Il presbiterio è pavimentato con mattonelle quadrate di marmo bianco a venature scure Elementi decorativi gli apparati decorativi presentano ampie campiture monocromatiche sulla gamma dell’ocra. Motivi geometrici e floreali, simboli sacri ornano le membrature architettoniche dell’aula ed i pennacchi della volte, figure angeliche i costoloni del presbiterio. Il prospetto è adornato con inserti fittili ornamentali nella cella campanaria e sculture a tutto tondo sui pinnacoli fiancheggianti il timpano e nelle nicchie della facciata Elementi lignei il coro ligneo articola una partizione a scanni rettangolari coordinata da una trabeazione ionica con capitello dorato e specchiature tripartite. Quella centrale di maggiore altezza è ornata con una figura geometrica rettangolare in lieve sporgenza sagomata agli apici con angoli concavi Torre campanaria o campanile il campanile è una robusta costruzione a base quadrata che fiancheggia la facciata appoggiata ad una robusta base contraffortata con cornice di coronamento dalla quale si distaccano i due livelli superiori con specchiature e finestrella circolare contenute tra fasce marcapiano e pilastri angolari. La cella campanaria espone quattro fornici, incorniciati da una ghiera modanata in stucco con la chiave ornata da una palmetta fittile, contenuti tra i pilastri di una trabeazione dall’alta cornice. Al di sopra si eleva il tamburo della lanterna, dalle specchiature quadrate ad angoli concavi, sormontato dalla copertura conica in pietra loricata e pinnacolo centrale. La cella è ornata con elementi in terracotta applicati sui pilastri, sui fianchi delle arcate, nelle specchiature del tamburo e nei quattro culmini angolari Partendo come base dall'evoluzione della parrocchia, cercherò di ricostruire gli avvenimenti che intorno ai campi e hai castagneti, accompagnarono l'evolversi della Chiesa elemento che caratterizzò in modo significativo il luogo e fu centro di incontro e riferimento per la comunità. Le prime fonti storiche risalgono intorno al 1470 - 1471 . La chiesa compare come cappella dipendente dalla pieve di Vico di Castevoli negli Estimi della Diocesi di Luni del 1470-71, Nel passato vi fu incertezza nel determinare quale fosse la Pieve di Vico nella Diocesi di Luni. La pieve veniva indicata come la terza di una delle quattro Pievi rinunziate dal marchese Oberto II al vescovo di Luni, nel 998. Pare sia stata fondata nel 700 dal vescovo Leodegar, misterioso personaggio longobardo la cui lapide e' conservata, nella chiesa di San Giorgio di Filattiera. Determinante fu lo studio di Ubaldo Mazzini che la colloco' sul lato sinistro della valletta del torrente Canosilla affluente di destra della Magra. Egli costatò che la Pieve e' chiaramente indicata dalle cappelle a lei sottoposte, elencate negli estimi annessi al Sinodo della Diocesi di Luni del 1470-71: Tresana, Popetto,Castevoli, Canossa, Lusuolo, Careggia, Ricco', Villa e Pietrasalta di Giovagallo Oltre le mura .. Il territorio è sotto il Marchesato di Tresana, i cui marchesi governano senza portare alla comunità nessuna miglioria amministrativa lasciando i borghi ad un economia di tipo feudale, le classi sociali sono nobili ,clero e soprattutto contadini. Marchese sovrano appartenente alla famiglia Malaspina(Ramo dello Spino Secco) Gian Giorgio(1450-1510) La statua in legno della Madonna 1568 - 1584 (erezione in parrocchia intero edificio) la chiesa fu eretta in parrocchia tra il 1568 ed nel 1584 smembrata da Tresana Oltre le mura .. Marchesi sovrani appartenenti alla famiglia Malaspina che governarono in quel periodo. Guglielmo (I)(1510-1528) Quando morì Guglielmo I, marchese di Lusuolo e Tresana, Dopo una lunga reggenza materna, a Guglielmo I succedettero i tre figli; Ercole, Francesco-Guglielmo e Carlo, che morì presto. Così, dopo una nuova divisione, Francesco Guglielmo divenne Signore di Tresana, Barbarasco e Careggia, mentre Ercole fu Signore di Lusuolo, Giovagallo, Riccò e Bola a Francesco-Guglielmo o Guglielmo (II)(1528-1580) toccarono Tresana e le sue dipendenze; pertanto, Guglielmo II può essere considerato come il primo vero signore di Tresana. Il 28 ottobre 1575, il Marchese ebbe la facoltà di coniare moneta. e grazie a tale beneficio aprì un'officina nel castello. Per tasse, commerci, elemosine ed indulgenze, vengono usati il mezzo cavalotto, il cavalotto e il quattrino Cavalotto del 1595 Un sesino risalente alla fine del 500’ Una storia, quella della zecca, spesso sottovalutata, ma conosciuta anche nei mercati del nord, dove il tallero coniato a Tresana veniva frequentemente utilizzato: Si tratta di una coniazione per anni sconosciuta - afferma Germano Cavalli -, ma il lowen thaler, ovvero il tallero del leone, coniato a Tresana, fu utilizzato specialmente in Olanda Guglielmo (1580-1613) Guglielmo (III)(1613-1652) Cessazione Zecca 1651 L’ultimo marchese Malaspina fu Guglielmo III nato verso il 1596. La fine sopraggiunse la sera del 7 gennaio 1652: “mentre sedeva a mensa colpito da fulminante colpo apoplettico e perduta la loquela, in soli tre giorni rese lo spirito”. La cui consorte Anna Malaspina di Olivola non gli diede un erede. Sparsasi la notizia della morte di Guglielmo, la popolazione corse ad assediare il Castello dove si trovavano la vedova e pochi servitori. Cercarono di farsi avanti i parenti del Marchese per avere il feudo in eredità, ma i Tresanesi proclamarono loro signore il re di Spagna Filippo IV e Duca di Milano che prese possesso Questi si impegnò a tenere a Tresana una guarnigione di Spagnoli del Ducato di Milano che dalla Spagna dipendeva. Sintesi dei Marchesi di Tresana dei Malaspina dello Spino Secco Tra il 1652 e il 1660 il territorio tresanese é sotto la dominazione spagnola, anni bui e pieni di tumulti, dove la vita dei contadini è piena di disagi, non siamo piu' nel medioevo ma per i contadini la vita non cambiava molto. Nel 1660 il feudo di Tresana passa alla famiglia fiorentina dei Corsini, che lo acquista dalla Spagna. Nel 1660 la guarnigione spagnola lasciò il feudo di Tresana e nacque la Signoria dei Marchesi Corsini. Il feudo passò al patrizio fiorentino Bartolomeo Corsini che l'acquistò per 123.200 lire ed in possesso della cui famiglia restò fino all'avvento di Napoleone. Il piccolo Feudo che comprendeva anche : il marchesato di Giovagallo, i borghi di Novegigola, Bola, Corneda e Riccò viene governato in quegli anni dai Marchesi sovrani appartenenti alla famiglia Corsini Bartolomeo Corsini, le cronache riportano che ben governasse e morì nel 1684, lasciando sette figli. Lorenzo il più famoso, fu Cardinale, poi Papa con il nome di Clemente XII dal 1730, al 1740 e Filippo, che gli succedette come reggente del feudo. Marchesato di Bartolomeo I (1660-1684) Marchesato di Filippo (1685-1705) XVIII (rifacimento intera costruzione) i caratteri stilistici dell’interno dell’edificio attuale sono riconducibili ai modelli diffusi in Lunigiana nel secolo XVIII. Da questa cartina topografica della seconda metà del XVIII sec. Si vede l estensione del Feudo e i suoi confini. Marchesato di Bartolomeo II (1705-1752) Casa Belloni foto del 2006 Una cappella di giuspatronato laicale vicino alla sua abitazione potè costruire