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cornitatcnsi, prevalse la lin ea, sulla guardia. Ma oltre la linea s i formarono rniliziotli, con terre assegnate, carne che oggidi si direbbe da canone, per dure tempo a ll a linea cd alla guardia, mil iziotti i quali se soccombevano s i sarebbe detto vi le darnnum. A questi miliziotti s i assegnavano agri , a modo di piccole

colonie 1 e li dicevano tabcllac. Ne conosciamo nella va ll e del

Frigido, nella valle di Feistriz 1 al Timavo soprano, più pros­ s ime a l vallo, più addietro nel territorio di Monfalcone, Questi rnilizioti guardavano anche le strade ed i varchi delle Alpi non muniti di vallo - ne conosciamo in Cormons, a Fagagna, a Gemona, a S. Lucia del Sonzio, a Rozzo, nell a Va ldarsia, di alt ri non riuscimmo nelle indagini, specialmente fra i due valli. Crediamo fossero raccolti i numeri, battaglioni. Cassiodoro fa menzione delle excubiac Concitatenses, a carico della provincia d' Istriri; il Placito dcli' 804 del numerus T ergestinus, nè cre­ diamo avessero i Franchi cancell ato del tutto queste istituzioni cl i cui durano traccie durante il governo patriarchino. li nome di vall o, e la memoria sparì affatto in mezzo ai parlanti e 'scriventi latino, è registrato in diploma di Rè d'Un• gheria di quel tratto che faceva confine di Croazia verso Carsia ed Istria. Gli Sloveni lo d icono Sid, muro e vi aggiungono dei pa• gani voce coll a quale Sloveni e T edeschi d'Austria indicano i Romani.

Carni, e . I I Altro dei popoli dei quali si ha notizia certa in scrittura, ♦ si è quello dei Carni, i quali secondo ne annuncia il celebe1.·­ rimo decreto dell a curia tergcstina in onore del Senatore Fabio Severo, sarebbero stati ammessi alla cittadinanza romana cd all a curia tergestina. Molto si è detto nei tempi passati, che questi fossero quelli notiss imi, che tennero am~lissimo. terri~ rilorio di qua e di là dell 'Alpe prossima a Tnestc det qual, I t dura tulto g iorno il nome alla Ca r nia cisalpina, al la transalpina o Carintia, a l Carnio Ducato ne ll a parlc che non era Giapudica, nè Pannonica, nella Valle ci e l Savo soprnno 1 nell a regione montana a s inistra del Savo. Questa regione for­ mava in vero provi ncia sotto nome di Alpe Giulia, come for­ mavano provincia le Alpi Coz.z.ie, c he form:.ll'ono anche Reg no, come Regno era il Norico, di rnero titolo: dachè il Norico Regno non ebbe Re, cd il Regno di Bazzio, terminò coli' esser tolto da Nerone, ed incorpora to a ll'Italia civile. L'Alpe Giulia, non fu formata dal Dittatore G iulio Cesare che ne aveva fatto cènlro in Forogi ulio or Cividale, non giù Foro mercatorio o nundin ario, ma Foro di giustizia per le liti, che dicessimo provinciale fra corpi politici, ed insicn1c radu­ nanza dei legati di tali corpi. La quale Alpe Giulia anelò in progresso di tempo squarciata , e fu colonizzata, per opera dclii Imperatori da T rajano in poi. Forogiulio fu Colonia e Repub­ blica, cd ebbe giurisdizione sui popo li che abitavano Ampezzo Goriziano, Caporetto, Idria, Canale~ la Roncina o Ratschein, fino a Ranzia no, contermine al Menocalcno, Connons, Rei femberg­ S. Croce, Vipacco, cd i cui nomi ci furo no trasmessi dall'J\no~ nimo cli Ravenna e da Pre G uido. l:::d erano Porcctum, Artara,

Rancian, Rinubiurn , Benehl 1 Claenna, nomi c he ha nno bisogno di venir re;')t ituiti a miglio re lezione. Forogiul io fu staccato dal Norico cui apparteneva, e dato alla Venezia; il tratto dalle sorgenti del Savo a T ifer, fu dato a li ' Italia il cui confine fu allargato fino presso Cellcia, poi avulso da Odoacre, e tenuto avulso dai Longobardi. La Carnia con Pu.lium Carnicam, affatto diverso da Forum julium, durò più a lungo annesso al Norico, ma romanizzato come fu , si unì ali' Italia, cosi che i Longo­ bnrdi, che intesero conquista re il Regno del I' ltali;:1, giù squar­ ciata in tre, Italia p~r eccellenza, Suburbicaria, e Magna Grecia ) (ltalioliti) non esitarono a tenere per loro Giulio Carnico, Spoleto, Beneve nto co nquis ta te in progresso da Lo ngobardi, formarono stati da sè, nè c~ssa rono per la caduta del Regno dei Longo­ bardi. Quel Carnunto alle ri\'e del Danubio) ora in rovina, rinato sple:1 diclamentc nell'odi erna Vienna, ricorda gente dei CcJrni , ma ru da s~, come rurono altri corpi ruor d ' Italia e di t - 235 -

Norico, rimasta la radice tjel nome in rcrniniscenza dell'ori­ g ine. Quella tribù o popolo di Carni dei qua li fi g urano nel celeberrimo dec reto, li riteniamo per distretto che aveva con­ servato come proprio e pecul iare il nome generico del popolo, di cui in origine fè parte. ♦ Il territorio di questi si stendeva fra S. Croce di Vipacco ed i monti di Preval, fra i monti che s'alzano a si nistra del­ l'odierno Vipacco, fiume, e le sornn1 ità del Piro o Nanos

g iungendo fino al Vallo verso Longatico o Loitsch 1 che dicon; la Tiirhenschanz.e. Comprendeva S. Croce cli Vipacco, Aidussina, e Sabla, Samaria, a ponente ciel Frigido, e tutto il tratto dal Frigido a Prevald. Questo ampio terri torio fu aggiudicato da Ottaviano Augusto alla Colonia di , e lo era natural­ mente perchè ri nchiuso nel Vallone che fu in custodia della colonia m il itare cl i Trieste; poi conlemporaneamentc ai Catai i nel 213 ammessi all'OtJicio di Edili tà, fatti partecipi della cit­ I tad inanza e del Decurionato. Allorquando ru data la prima for ma 't alla Chiesc1 cri stiana - i cristiani non cessarono di essere romani, e nelle ch iese di rango massimo, oltrecchè alla B. Ver­ gi ne Assunta in cielo, unirono il culto al maggior Santo rnun icipale, e pelle Castella minori invocarono S. Pietro, e S. Giorgio che uccide il Drago. Neppure a' tempi in cui si alzarono proprie cattedre ve­ scovili , ancorchè bizantinasscro (lo stesso imperatore di Bizanzio s i di sse sempre lrnperatore dei Romani) non cessarono allora cl i porre a limiti territoriali cappelle di santi municipali, so­ slituenclole ai tcmpielti che solevansi, e tutto l'agro romano intorno T rieste era circoscri tto da s iffat ti Del ubri, cominciando da Santo Apoll inare di Oltra d irimpetto a Capodi stria, progre­ dendo con S. Sergio , S. Serva lo, San Primo, S. Marco, S. Gi usto t e così avanti , segnando la linea di confinù estremo. La va ll e del Vipacco fu circonchiusa da s iffatte cappelle dell e quali ri­ corderemo quella di S. Giusto e di S. Serg io, roman i cristiani. Abbonda cl i antichi avanzi quell'agro dei Carni Vipacensi, che l'Anonimo di Rave n 11c1 ch iama Bencli (di che non sa ppiamo darci ragione) se non foss e conservata la radice in Beugveld;

I i ► - 236 ·- I fra le quali antichità registreremo il Vallo, il Castello del Piro, li Castelli e le traversate nella Valle che s'alza verso Podwelb le castella ali ' ingresso d i questa va ll e, quell e entro la vali~ stessa del Vipacco fra cui in prima linea Aidussina o Castra Julia, la prossima Castra hiberna cd il Castello di Vipacco ora in rovine sul colle che ha aspetto, ad onta delle rinnovazioni, di Castello romano; ricorderemo il Deus Tidius Sernon, o l'Ercole italico, frequente il rinveni mento di monete antiche, • rare le inscrizioni, frequente le ghiande missi li di piombo e cli cotto, le armi frequentissime, i nomi .di sorti coloniche antiche ancor riconoscibili attraverso lo sloveno, e nel Thesaurus della Chiesa Aquilejese. Posto nobile prende la Via Postumia che è condotta per lo lungo della Valle, e che ripida sale a Prevalei. Questo distretto ferace cli frutta nobilissime, ricco di selve nella regione montana, per cui ebbe in culto la Bona Dea e Silvano, venne ne! medio ternpo attribuito in governo politico ai Patriarchi di Aquileja, cd in governo ecclesiastico; cessato il patriarcato passò l'ecclesiastico a ll'Arcivescovato di Gorizia, da cui poi fu avul so cd attribuito a Lubiana. Nella Valle, dura ancora il magnifico Palazzo dei Lanli eri di Paratico nel quale conveniva il fiore della nobiltù Goriziana e della Veneta: a nobili solazzi, e vi capitava, chiamato, il Goldoni, e vi si recitavano dalla nobi ltà Commedie e Drammi. In quel Castello stavano raccolti numerosi Diplomi ciel medio évo materiali propizi per la storia. Contermini ai Carni, abitavano quei loro fr atelli che eb­ bero nome di Taurisci così chiamati li abitatori dei monti, e durava il nome di Tauern ricordato da Dante Aldighieri, so­ vrastante a picco sul celebrato lago cli Zirkniz, o Palude Lugea. Dalle circoscrizioni ecclesiastiche dovrebbero dirsi aggiud icali alla colonia di Trieste, dacché fu dell a Diocesi tergestina fino all'avulsione voluta da Papa Leone XII del 1830, e fu insigne plebania quella di Slavina, la cui chiesa era Arcicliaconale, ed era collocata nel centro dell'agro, matrice c!l.::!lc a ltre minori. L 'A rcidiacono dell'Episcopo di T rieste ne era il titolare, pas­ sata poi a i Cavali eri teutonici. Dovrebbe di rsi che l'agro dei Taurisci non fosse stato colonizzato dai Romani ,

cano le traccie di nomi delle sorti e dei predii, e dovrebbe dirsi che i Taurisci fossero in loro libertà amministrativa . .-\ nc he nel medio evo avanzato, e nel 1500, il Capitano della l\.a rsia non e ra Capitano di Acl clsbcrg. Non mancano Castcllari disposti in linea, ed a distanze misurate lungo la via Po_;tumia veniente da Genova, la quale montata a Prevalei, ♦ pic,:.pva a Laudai ed a Kaltcnfeld, e girava al varco che met­ teva altra volta a lago, oggidì interrato. A Laudo\ è selciata, paludoso essendo il terreno; lungo la Postumia durano avanzi e tombe rornane spc.cialmcnte nelle prossim ità di Ubelska e S. [Vlichclc, via che con poco felice consiglio venne nel secolo decorso deviata recandola ad Adelsberg. Regolare è la serie dei Castcllari: Gradischc, Podbrcg, Ubc\ska, S. Nlichelc, K.al­ tcnfcl o Studcna, Stcrmiza. Sul colle dell 'odierno Adelsberg stavano le Are Postumie a monumento di Lerrnine dell a este­ s issima Via, lunga 230 mig lia romane ; il nome ha durato fino ai nos lri giorni . Nel tempo patriarchino le dicevano semplice­ mente Arae, Nlous, Ararum, dai tedeschi Arensperc che ne è traduzione,. poi nobili tato in Adelsberg che dura. l i volgo slavo lo dice Postoina. L'anonimo lo dice Cliena, di che non giungiamo ad essere giudici, se non fosse Clenla, o Slavina non celasse per tra­ sfornrnzi one Clicna.

Forme o Costituzione del , dell'Istria marittima, della terrestre e di Trieste medesimo a tempi del Governo ... patriarchino e goriziano .

Tre documenti giunsero fino ai noslri lempi, ne i quali si espongono luciclamcnte le forme governative del i\1ledio Evo pcl Friuli e per l' Is tria e per Trieste. . . l~·uno è il libro cosl detto Lucifcr dato alle stampe 111 Udine nel 1847 in occasione dell'ingresso c\dl'Arcivescovo Bricito,