Carni, E Taurisci
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- 233 - cornitatcnsi, prevalse la lin ea, sulla guardia. Ma oltre la linea s i formarono rniliziotli, con terre assegnate, carne che oggidi si direbbe da canone, per dure tempo a ll a linea cd alla guardia, mil iziotti i quali se soccombevano s i sarebbe detto vi le darnnum. A questi miliziotti s i assegnavano agri , a modo di piccole colonie 1 e li dicevano tabcllac. Ne conosciamo nella va ll e del Frigido, nella valle di Feistriz 1 al Timavo soprano, più pros s ime a l vallo, più addietro nel territorio di Monfalcone, Questi rnilizioti guardavano anche le strade ed i varchi delle Alpi non muniti di vallo - ne conosciamo in Cormons, a Fagagna, a Gemona, a S. Lucia del Sonzio, a Rozzo, nell a Va ldarsia, di alt ri non riuscimmo nelle indagini, specialmente fra i due valli. Crediamo fossero raccolti i numeri, battaglioni. Cassiodoro fa menzione delle excubiac Concitatenses, a carico della provincia d' Istriri; il Placito dcli' 804 del numerus T ergestinus, nè cre diamo avessero i Franchi cancell ato del tutto queste istituzioni cl i cui durano traccie durante il governo patriarchino. li nome di vall o, e la memoria sparì affatto in mezzo ai parlanti e 'scriventi latino, è registrato in diploma di Rè d'Un• gheria di quel tratto che faceva confine di Croazia verso Carsia ed Istria. Gli Sloveni lo d icono Sid, muro e vi aggiungono dei pa• gani voce coll a quale Sloveni e T edeschi d'Austria indicano i Romani. Carni, e Taurisci. I I Altro dei popoli dei quali si ha notizia certa in scrittura, ♦ si è quello dei Carni, i quali secondo ne annuncia il celebe1.· rimo decreto dell a curia tergcstina in onore del Senatore Fabio Severo, sarebbero stati ammessi alla cittadinanza romana cd all a curia tergestina. Molto si è detto nei tempi passati, che questi fossero quelli notiss imi, che tennero am~lissimo. terri~ rilorio di qua e di là dell 'Alpe prossima a Tnestc det qual, I t dura tulto g iorno il nome alla Ca r nia cisalpina, al la Carnia transalpina o Carintia, a l Carnio Ducato ne ll a parlc che non era Giapudica, nè Pannonica, nella Valle ci e l Savo soprnno 1 nell a regione montana a s inistra del Savo. Questa regione for mava in vero provi ncia sotto nome di Alpe Giulia, come for mavano provincia le Alpi Coz.z.ie, c he form:.ll'ono anche Reg no, come Regno era il Norico, di rnero titolo: dachè il Norico Regno non ebbe Re, cd il Regno di Bazzio, terminò coli' esser tolto da Nerone, ed incorpora to a ll'Italia civile. L'Alpe Giulia, non fu formata dal Dittatore G iulio Cesare che ne aveva fatto cènlro in Forogi ulio or Cividale, non giù Foro mercatorio o nundin ario, ma Foro di giustizia per le liti, che dicessimo provinciale fra corpi politici, ed insicn1c radu nanza dei legati di tali corpi. La quale Alpe Giulia anelò in progresso di tempo squarciata , e fu colonizzata, per opera dclii Imperatori da T rajano in poi. Forogiulio fu Colonia e Repub blica, cd ebbe giurisdizione sui popo li che abitavano Ampezzo Goriziano, Caporetto, Idria, Canale~ la Roncina o Ratschein, fino a Ranzia no, contermine al Menocalcno, Connons, Rei femberg S. Croce, Vipacco, cd i cui nomi ci furo no trasmessi dall'J\no~ nimo cli Ravenna e da Pre G uido. l:::d erano Porcctum, Artara, Rancian, Rinubiurn , Benehl 1 Claenna, nomi c he ha nno bisogno di venir re;')t ituiti a miglio re lezione. Forogiul io fu staccato dal Norico cui apparteneva, e dato alla Venezia; il tratto dalle sorgenti del Savo a T ifer, fu dato a li ' Italia il cui confine fu allargato fino presso Cellcia, poi avulso da Odoacre, e tenuto avulso dai Longobardi. La Carnia con Pu.lium Carnicam, affatto diverso da Forum julium, durò più a lungo annesso al Norico, ma romanizzato come fu , si unì ali' Italia, cosi che i Longo bnrdi, che intesero conquista re il Regno del I' ltali;:1, giù squar ciata in tre, Italia p~r eccellenza, Suburbicaria, e Magna Grecia ) (ltalioliti) non esitarono a tenere per loro Giulio Carnico, Spoleto, Beneve nto co nquis ta te in progresso da Lo ngobardi, formarono stati da sè, nè c~ssa rono per la caduta del Regno dei Longo bardi. Quel Carnunto alle ri\'e del Danubio) ora in rovina, rinato sple:1 diclamentc nell'odi erna Vienna, ricorda gente dei CcJrni , ma ru da s~, come rurono altri corpi ruor d ' Italia e di t - 235 - Norico, rimasta la radice tjel nome in rcrniniscenza dell'ori g ine. Quella tribù o popolo di Carni dei qua li fi g urano nel celeberrimo dec reto, li riteniamo per distretto che aveva con servato come proprio e pecul iare il nome generico del popolo, di cui in origine fè parte. ♦ Il territorio di questi si stendeva fra S. Croce di Vipacco ed i monti di Preval, fra i monti che s'alzano a si nistra del l'odierno Vipacco, fiume, e le sornn1 ità del Piro o Nanos g iungendo fino al Vallo verso Longatico o Loitsch 1 che dicon; la Tiirhenschanz.e. Comprendeva S. Croce cli Vipacco, Aidussina, e Sabla, Samaria, a ponente ciel Frigido, e tutto il tratto dal Frigido a Prevald. Questo ampio terri torio fu aggiudicato da Ottaviano Augusto alla Colonia di Trieste , e lo era natural mente perchè ri nchiuso nel Vallone che fu in custodia della colonia m il itare cl i Trieste; poi conlemporaneamentc ai Catai i nel 213 ammessi all'OtJicio di Edili tà, fatti partecipi della cit I tad inanza e del Decurionato. Allorquando ru data la prima for ma 't alla Chiesc1 cri stiana - i cristiani non cessarono di essere romani, e nelle ch iese di rango massimo, oltrecchè alla B. Ver gi ne Assunta in cielo, unirono il culto al maggior Santo rnun icipale, e pelle Castella minori invocarono S. Pietro, e S. Giorgio che uccide il Drago. Neppure a' tempi in cui si alzarono proprie cattedre ve scovili , ancorchè bizantinasscro (lo stesso imperatore di Bizanzio s i di sse sempre lrnperatore dei Romani) non cessarono allora cl i porre a limiti territoriali cappelle di santi municipali, so slituenclole ai tcmpielti che solevansi, e tutto l'agro romano intorno T rieste era circoscri tto da s iffat ti Del ubri, cominciando da Santo Apoll inare di Oltra d irimpetto a Capodi stria, progre dendo con S. Sergio , S. Serva lo, San Primo, S. Marco, S. Gi usto t e così avanti , segnando la linea di confinù estremo. La va ll e del Vipacco fu circonchiusa da s iffatte cappelle dell e quali ri corderemo quella di S. Giusto e di S. Serg io, roman i cristiani. Abbonda cl i antichi avanzi quell'agro dei Carni Vipacensi, che l'Anonimo di Rave n 11c1 ch iama Bencli (di che non sa ppiamo darci ragione) se non foss e conservata la radice in Beugveld; I i ► - 236 ·- I fra le quali antichità registreremo il Vallo, il Castello del Piro, li Castelli e le traversate nella Valle che s'alza verso Podwelb le castella ali ' ingresso d i questa va ll e, quell e entro la vali~ stessa del Vipacco fra cui in prima linea Aidussina o Castra Julia, la prossima Castra hiberna cd il Castello di Vipacco ora in rovine sul colle che ha aspetto, ad onta delle rinnovazioni, di Castello romano; ricorderemo il Deus Tidius Sernon, o l'Ercole italico, frequente il rinveni mento di monete antiche, • rare le inscrizioni, frequente le ghiande missi li di piombo e cli cotto, le armi frequentissime, i nomi .di sorti coloniche antiche ancor riconoscibili attraverso lo sloveno, e nel Thesaurus della Chiesa Aquilejese. Posto nobile prende la Via Postumia che è condotta per lo lungo della Valle, e che ripida sale a Prevalei. Questo distretto ferace cli frutta nobilissime, ricco di selve nella regione montana, per cui ebbe in culto la Bona Dea e Silvano, venne ne! medio ternpo attribuito in governo politico ai Patriarchi di Aquileja, cd in governo ecclesiastico; cessato il patriarcato passò l'ecclesiastico a ll'Arcivescovato di Gorizia, da cui poi fu avul so cd attribuito a Lubiana. Nella Valle, dura ancora il magnifico Palazzo dei Lanli eri di Paratico nel quale conveniva il fiore della nobiltù Goriziana e della Veneta: a nobili solazzi, e vi capitava, chiamato, il Goldoni, e vi si recitavano dalla nobi ltà Commedie e Drammi. In quel Castello stavano raccolti numerosi Diplomi ciel medio évo materiali propizi per la storia. Contermini ai Carni, abitavano quei loro fr atelli che eb bero nome di Taurisci così chiamati li abitatori dei monti, e durava il nome di Tauern ricordato da Dante Aldighieri, so vrastante a picco sul celebrato lago cli Zirkniz, o Palude Lugea. Dalle circoscrizioni ecclesiastiche dovrebbero dirsi aggiud icali alla colonia di Trieste, dacché fu dell a Diocesi tergestina fino all'avulsione voluta da Papa Leone XII del 1830, e fu insigne plebania quella di Slavina, la cui chiesa era Arcicliaconale, ed era collocata nel centro dell'agro, matrice c!l.::!lc a ltre minori. L 'A rcidiacono dell'Episcopo di T rieste ne era il titolare, pas sata poi a i Cavali eri teutonici. Dovrebbe di rsi che l'agro dei Taurisci non fosse stato colonizzato dai Romani , <lacc hè man- .. cano le traccie di nomi delle sorti e dei predii, e dovrebbe dirsi che i Taurisci fossero in loro libertà amministrativa . .-\ nc he nel medio evo avanzato, e nel 1500, il Capitano della l\.a rsia non e ra Capitano di Acl clsbcrg.