Fiume Mingardo” Cod
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Sito di Importanza Comunitaria “Fiume Mingardo” Cod. IT8050013 Il SIC “Fiume Mingardo” è collocato nella zona sud del Parco ed il suo territorio è compreso tra i 0 m s.l.m. ed i 1000 m s.l.m.. All’interno del sito risultano predominante gli habitat fluviali con vegetazione ripariale mediterranea e foreste di salici e pioppi, una vasta porzione occupata da arbusteti mediterranei e non mancano i boschi misti nel tratto medio alto (in particolare le faggete con tasso e agrifoglio). La sua qualità ed importanza sono legate alla presenza di questi habitat, nonché alla presenza di specie animali elencate nell’allegato II della Direttiva Habitat quali la lontra (Lutra lutra), diverse specie di chirotteri, anfibi e pesci. Il valore del sito è dato anche dalla presenza di uccelli nidificanti (pellegrino, martin pescatore e averla piccola) elencati nell’Allegato I della Direttiva Uccelli. Il fiume Mingardo fa da confine tra il territorio del Comune Camerota e di Centola-Palinuro ad ovest della sua foce si erge l'altura dove sorgeva l'antica città di Molpa e si incontra l'Arco Naturale, una falesia ad arco di natura calcarea, considerato uno dei monumenti naturali più famosi della Campania; a pochi metri dalla costa emerge dal mare lo Scoglio del Mingardo e sul lato est della foce si estende la duna d Cala del Cefalo. Il Mingardo nasce col nome di fiume Faraone dal gruppo sorgivo Fistole del Faraone alle pendici del monte Raia del Pedale " 1521m ", affluente è il torrente Fosso di Pruno, e il Serrapotamo. Congiungendosi con il torrente Trave, nei pressi di Rofrano il fiume Faraone assume definitivamente il nome di Mingardo. Il corso del fiume taglia letteralmente il Monte Bulgheria, un grande massiccio calcareo che si estende dalla costa sino alle diramazioni dei rilievi appenninici interni. L'unità morfo-strutturale del massiccio ha comportato lo sviluppo di fenomeni carsici, che lungo il corso del Mingardo hanno portato alla formazione di imponenti forre. Tra esse sono note: la Forra dell’Emmisi, gola scavata dal fiume alle porte di Rofrano; la Gola del Diavolo, profonda ed oscura forra su cui si affaccia il borgo medioevale di San Severino; la Gola della Tragara, detta anche Valle dell'Inferno, una larga gola a forma di V, profonda all'altezza di Celle di Bulgheria circa 700 metri, che prosegue sino quasi alla foce del fiume. Sentiero Gole del Diavolo: Seguendo la strada che da Marina di Camerota porta a Centola all’altezza del secondo ponte che si incontra, sulla sinistra ha inizio il sentiero che conduce lungo il fiume fino alle gole del Diavolo e al suggestivo e sovrastante borgo medievale di San Severino. Appena scesi sul letto del fiume sulla riva opposta si possono osservare dei buchi scavati sulle pareti sabbiose del fiume, sono i nidi dei gruccioni. La passeggiata continua lungo il sentiero realizzato ai piedi delle colline sul lato di Palinuro, lungo il quale si può osservare una lussureggiante macchia mediterranea e esemplari di quercia da Sughero oltre alle ondulate stratificazioni del flich del cilento particolare roccia sedimentaria visibile lungo il primo tratto del percorso. Proseguendo si iniziano a vedere le prime specie arboree azonali, ossia “senza zona” cioè le specie legate ai corsi d’acqua. Queste piante si incontrano infatti lungo i fiumi di tutt’Italia indipendentemente se ci si trova nel Cilento o in Trentino: sono il salice, il pioppo e l’ontano. Lungo il corso fluviale vivono pesci che prediligono una corrente moderata, carpe, rovelle e barbi. Alla foce il ciprinodontide nono, muggini, spigole e anguille. Il Mingardo inoltre, insieme all'Alento, al Bussento, al Sele e a pochi altri corsi minori garantisce i requisiti minimi per la sopravvivenza della lontra europea in Campania. Sulla riva destra si erge il monte Bulgheria che ha preso il nome dai soldati Bulgari, giunti una prima volta nel Cilento nel 553 a seguito del generale longobardo Narsete impegnato nella guerra gotica; e , intorno al VIII-IX secolo, si spostarono nella zona del Monte Bulgheria (che dai Bulgari prende il nome) e, con gli abitanti locali, diedero vita ai borghi di Acquavena (frazione di Roccagloriosa) e Celle di Bulgheria. L'opera civile più spettacolare che attraversa la valle del Mingardo si trova all'altezza di San Severino: si tratta di un ponte ferroviario ad 8 arcate in mattoni rossi costruito nel 1929 dal regime fascista. Il ponte in muratura ha sostituito il vecchio ponte in travatura metallica a tre luci, costruito nel 1895 per l'apertura della linea ferroviari a Pisciotta–Castrocucco. Il ponte è un'opera di alta ingegneria, realizzata incassando la struttura nella parte più stretta del fiume Mingardo. La sua particolare collocazione gli permise di evitare anche i bombardamenti da parte degli aerei alleati, che più volte tentarono di distruggerlo prima dell'Armistizio. Il ponte è stato in esercizio fino al 1965, momento in cui vi è stata la dismissione della linea a un binario, con la realizzazione della nuova tratta che ha dirottato il traffico ferroviario sulla nuova struttura in cemento armato. Recentemente il ponte è stato dotato di una idonea illuminazione, che la sera crea suggestivi giochi di luci ed ombre tra le arcate. Attualmente il ponte viene utilizzato per iniziative nell'ambito della manifestazione giornata nazionale delle ferrovie dimenticate. Man mano che ci si inoltra lungo il sentiero ci si trova sempre più immersi nelle vegetazione arborea fluviale. Il sentiero termina quando le pareti rocciosi si fanno man mano più stette e a strapiombo eccoci arrivati alle gole del Diavolo. Guardando in alto a Sinistra si scorge il borgo medievale di San Severino. Per raggiugere il borgo bisogna tonare indietro e in auto continuare in direzione Centola e 3oo mt dopo il terzo ponte sul fiume, sulla sinistra si trovano le insegne che indicano l’inizio del percorso che conduce a questo suggestivo e affascinante borgo medievale. Pe info escursione, guide e trekking organizzato ed escursioni a cavallo contatta: Escursioni: Escursioni a cavallo: Il Nido della Luna Cilento adventures via Porto turistico Marina di Camerota Marina Di Camerota, Campania, Italy Località Arconte (presso Happy Village) Ciro 327 0079081 Cell. 347 538 9449 www.cilentoadventures.wix.com Raffaele 347 640872 Associazione Posidonia Cilento Centro Ippico “La Staffa” Prof. Salvatore Calicchio Loc. Ponte Mingardo Palinuro Via S.Vito n°28 Camerota Salerno 84040 Tel. 0974 935023 www.centroippicolastaffa.com/ Cell. 333 59 53 513 tel. 0974 931921 cell. 333 6059469 www.posidonia-cilento.it Sentiero il borgo di San Severino di Centola Il Borgo nasce in posizione dominante su di un colle roccioso. Un antico borgo di origine medioevale definitivamente abbandonato nel secolo scorso e oggi oggetto di salvaguardia e promozione da parte della cittadinanza attiva del posto. Il fascino delle rovine del borgo è impareggiabile. L'antico insediamento situato su un colle che affaccia sulla valle del Mingardo risulta diviso in due parti dalla forma sellare della cima. Da una parte, infatti, troviamo la zona del castello e della chiesa, e dall'altra, la zona delle abitazioni civili. Nel periodo estivo e non solo, sono diverse le manifestazioni e i momenti di aggregazione organizzati dall'associazione e finalizzati alla valorizzazione del luogo. Da segnalare la rinomata sagra del prosciutto paesano che si svolge nel periodo di agosto nella piazza antistante la Chiesa di Santa Maria degli Angeli di San Severino di Centola e il presepe vivente del periodo natalizio. Il casale conserva ancora i caratteri architettonici del borgo medievale che si è adattato al luogo e “si affaccia a strapiombo sul fiume Mingardo, come un'appendice delle rocce calcare del colle stesso”; esso appare congelato nella sua minima dimensione, perché le condizioni dei luoghi non consentivano altro sviluppo. Lo sviluppo successivo del villaggio conserva tracce dei periodi longobardo, angioino, aragonese, del Seicento, del Settecento e vi sono tracce più marcate dell'Ottocento, mentre le tracce della prima metà del Novecento sono legate all'ultimo periodo di vita di San Severino con l'abbandono da parte degli abitanti e alla sua progressiva "distruzione". Non c'è dubbio che il colle venne scelto per la sua posizione strategica di difesa e di controllo del territorio, per la facilità di collegamento visivo dei propri sistemi difensivi con gli altri presenti nella zona. Infatti i due strapiombi rocciosi che si affacciano sulla "Gola del Diavolo" rendevano, prima la torre quadrata e poi il castello, inaccessibili da due lati, mentre gli altri passaggi erano salvaguardati dalla cortina di abitazioni che erano costruite in maniera tale da costituire una barriera simile a quella delle mura, le quali considerata la morfologia del luogo che non forniva spazi ampi per effettuare delle manovre militari di attacco, potevano essere sostituite dalla cortina edilizia, con il lato esposto verso la vallata con poche e piccole aperture, per cui l'abitato stesso costituisce "lo Muro", il limite fisico tra la residenza e la campagna, realizzando un sistema difensivo mimetizzato dalle abitazioni. Il complesso più antico, costruito nella zona più alta e arroccata del colle sullo strapiombo della "Gola del Diavolo", probabilmente risale al X-XI secolo. Escursioni: Cilento adventures via Porto turistico Associazione Posidonia Cilento Marina Di Camerota, Campania, Italy Prof. Salvatore Calicchio Cell. 347 538 9449 Via S.Vito n°28 Camerota Salerno 84040 www.cilentoadventures.wix.com Tel. 0974 935023 Cell. 333 59 53 513 www.posidonia-cilento.it .