Quaderni del Borgoantico 15

2014

Quaderni del Borgoantico-15 alla scoperta dell’identità storica di a cura di Roberto Adami

3 1914-1918 La Grande Guerra a Villa Lagarina Sandro Giordani 7 La famiglia Priami di Folas, e Villa Lagarina Roberto Adami 26 Descrizione di una festa barocca ad opera di Alberto Priami di Villa Lagarina Roberto Codroico 34 1759: la comunità di Villa Lagarina e altre del “Commun Communale” alzano la testa Antonio Passerini 88 Le “Comunità di Valle” e la Paolo Cont 102 L’Impero di Austria e Ungheria all’inizio della Grande Guerra Franco Grones 112 Cento anni fa a Villa Lagarina. La guerra lontana Giovanni Bezzi 138 Il pianoforte sul Biaena. Ricordi zandonaiani nel settantesimo della morte Giacomo Bonazza 142 Bianca Sandonà (1880-1967) Barbara Ritter 147 Ricordo del conte architetto Pietro Marzani (1889-1974)

 Antonia Marzani

 163 La ditta Battistotti marmi e graniti Sandro Giordani

 167 L’associazione nordsud di Villa Lagarina Francesco Laterza 175 Lettura energetica del territorio lagarino Sandro Aita 179 Poesie Lia Cinà Bezzi

Associazione Dimore  181 Album a cura di Sandro Giordani  Storiche Italiane 

Foto di copertina: Villa Lagarina, circa 1915. Prigionieri serbi mentre spaccano sassi per ricavare ghiaino per le strade (Foto pubblicata sul Comunale n° 30 da Tiziano Pulcini)

 Si coglie l’occasione per invitare le famiglie di Villa Lagarina e di Piazzo che possiedono­ documenti, fotografie e altro materiale di interesse storico a mettersi in contatto con l’Associazione Borgoantico (Sandro Giordani) in modo che gli stessi possano servire per ricostruire altri pezzi di storia del paese ed essere pubblicati sui prossimi numeri della rivista. Quaderni del Borgoantico 15 3

1914 - 1918 La Grande Guerra a Villa Lagarina

Sandro Giordani Presidente dell’Associazione Borgoantico di Villa Lagarina

Nonostante l’aumento medio le immagini riportate nella mostra Va altresì ricordato che a causa dell’età delle persone, i cento anni invece sono fatti veri, realmente dei bombardamenti ben 7 civili del che ci separano dall’inizio della accaduti nelle piazze, vie e case del nostro paese perirono senza peral- Prima Guerra Mondiale sono nostro paese; le testimonianze foto- tro essere ricordati degnamente. troppi per chiunque, da alcuni grafiche, anche quelle più crude e Le immagini riportate nella mostra anni infatti la nostra borgata non in particolare, le dimore distrutte fotografica sono state pubblica- ha più testimoni diretti di quei tra- dai bombardamenti, oltre ad essere te in parte sui Quaderni, altre su gici avvenimenti che sconvolsero testimonianza storica dovrebbero pubblicazioni diverse, altre ancora il mondo. Il tempo però non può farci riflettere, affinché la cultura sono inedite. cancellare gli orrori che anche della pace che tanto viene enfatizza, Villa Lagarina subì a causa di quel non sia “predicata” solo in certe conflitto. circostanze, e tanto meno essere In , che all’epoca era terra retorica fine a se stessa. di confine, sono previste centina- Per dovere di cronaca, va ricorda- ia di iniziative atte a ricordare il to che in più occasioni i Quaderni centenario dell’inizio della prima del Borgoantico hanno riportato Guerra Mondiale. Anche Borgoan- vicende di persone e famiglie diret- tico, nel suo piccolo, vuole dare il tamente o indirettamente colpite, proprio contributo attraverso l’al- che hanno subito grandi sconvol- lestimento di una mostra fotografi- gimenti della propria esistenza a ca, contribuendo in tal modo alla causa della guerra 1914 – 1918. ricostruzione storica di un mosai- Villa Lagarina ricorda i propri co solo in parte conosciuto. caduti militari con due significa- Alle volte si è indotti a pensare che tivi monumenti: uno collocato in gli avvenimenti, le tragedie del pas- S.Giobbe e l’altro, la “Madre” di sato siano accadute lontano da noi, Adalberto Libera collocato nell’o- Villa Lagarina, 1918. Foto aerea del paese che abbiano riguardato altri luoghi, monimo giardino. scattata il 25 agosto 1918, alle ore 12.00

Breve scheda informativa tratta da “Quaderni del Borgoantico” N. 8 e 9

Il comando militare austriaco era stato spostato da a Villa Lagarina, presso il palazzo di Francesco de Moll, oggi palazzo Guerrieri Gonzaga. Questa fu la ragione principale per cui Villa Lagarina fu tragicamente coinvolta nei bombardamenti N° 7 civili deceduti a causa dei bombardamenti N° 18 militari caduti al fronte (7 di Piazzo – 11 di Villa Lagarina) Nel bombardamento dell'otto novembre del 1917 fu colpita pure la chiesa. In quella occasione perirono più di 20 militari austroungarici e 4 civili. I feriti furono 4 Più di 60 granate colpirono le case di Villa Lagarina. Innumerevoli le bombe cadute nei campi e negli orti 34 fabbricati furono danneggiati dalle granate. 6 case furono completamente distrutte 4 Quaderni del Borgoantico 15

Villa Lagarina, circa 1915. Prigionieri serbi mentre spaccano Villa Lagarina, 1916. Casa Scrinzi. Smistamento di derrate alimentari sassi per ricavare ghiaino per le strade (Foto pubblicata sul Co- destinate alle truppe munale n° 30 da Tiziano Pulcini)

Villa Lagarina, 1914-1917. Palazzo Moll. Ufficiali dell’esercito austroungarico

Villa Lagarina, inizio 1916. L’arciduca Federico d’Asburgo in visita al paese incontra le truppe austroungariche (Museo della Guerra di Ro- vereto) Quaderni del Borgoantico 15 5

Villa Lagarina, inizio 1916. L’arciduca Federico d’Asburgo in visita al paese incontra le truppe austroungariche, riceve il saluto della popo- lazione e del parroco don Emilio Visintainer (Museo della Guerra di Rovereto)

Rodolfo Bolner di Villa Lagarina (a sinistra) con l’ufficiale medico Linz, 1918. Pierino Marzani in licenza, in visita alla famiglia sfol- di cui faceva l’attendente lata 6 Quaderni del Borgoantico 15

Massimo Todeschi di Piazzo (a destra) in divisa di soldato au- Villa Lagarina, 1917. Casa Dorigotti centrata dalle granate italia- stroungarico ne. (Proprietà Irma Manica Dorigotti)

Villa Lagarina, 8 novembre 1917. La chiesa bombardata con due soldati austroungarici

Villa Lagarina, 1932. La Madre, opera dell’architetto Adalberto Li- bera di Villa Lagarina, con i nomi dei caduti della Grande Guerra scolpiti sulle mani Quaderni del Borgoantico 15 7

Uomini d’arme, giudici, imprenditori; un ingegnere e un vescovo La famiglia Priami di Folas, Rovereto e Villa Lagarina (sec. XVI-XVII) Roberto Adami

Ad Antonia Marzani, Ausserer nel suo saggio su Castel che con molta sensibilità e cura, Corno3. Così, un po’ per rispon- «mette all’ordine la sua casa», dere alla richiesta di informazioni già dei Priami dello studente slovacco, un po’ per curiosità personale, ho svolto una piccola ricerca nelle fonti archi- Introduzione: con la rete si può vistiche locali (in pratica, come si vedrà, sui registri parrocchiali, Nel mese di gennaio 2014 sono nel notarile dell’Archivio stato contattato da Juraj Kucharik, di Stato di Trento e nell’Archivio studente di architettura dell’U- Lodron presso la Biblioteca civica niversità di Bratislava. Per il suo di Rovereto), riuscendo a racco- lavoro di tesi sulle fortificazioni gliere le notizie che di seguito vado della capitale slovacca dal XVI al ad esporre, pienamente consape- XVIII secolo, lo studente era in vole di aver solo abbozzato una cerca di notizie su Giuseppe Pria- ricerca che spero qualcuno possa mi, architetto, autore di un breve completare, estendendo le ricerche trattato sulla necessità di fortificare Oltralpe e, quantomeno, in quel di il Regno di Boemia, edito a Praga Verona. 1 nel 1667 . Stemma antico della famiglia Priami di Ve- In realtà Kucharik si era messo rona (da Ausserer, Karl: I signori del Ca- in contatto con il Museo Civico Da Verona alla Val Lagarina: stello e della Giurisdizione di Castel Cor- di Rovereto, arrivando alla città Nicolò Priami no in Vallagarina, Rovereto, Grandi, 1911, lagarina attraverso il debole indi- pp. 89) zio fornito dallo stesso Priami nel Come si diceva le uniche notizie frontespizio della sua opera, dove edite sui Priami4 si possono rica- consultate il primo membro di que- si definisce Baron di Rovorat, ma vare dal saggio dell’Ausserer su sta famiglia presente in Val Lagari- potendo usufruire dei poderosi Castel Corno e da quello di Maria na è Nicolò Priami, nato a Verona, motori di ricerca oggi disponibili Marzani sul palazzo di Villa Laga- che nel 1555 risulta abitare a Villa in rete2. Sempre attraverso la rete rina. Lagarina5. La cosa è confermata il Museo aveva individuato un In particolare l’Ausserer afferma anche dallo spoglio dei registri par- saggio di Maria Marzani sul palaz- che: rocchiali, in quanto i primi membri zo Madernini di Villa Lagarina, della famiglia registrati sono Ange- un tempo di proprietà dei Priami «I Priami devono essere oriundi di la (battezzata a Villa Lagarina il 30 (Quaderni del Borgoantico N. 1 del Milano e da Verona, dove nel 1464 aprile 1565) e Gaspare (battezzato 2000), ed era infine giunto in con- sono stati accolti fra i patrizi, sono a Villa il 10 febbraio 1567) figli di 6 tatto con chi scrive su indicazione venuti, probabilmente per mezzo Filippo Priami . della stessa Marzani. Come dire: dei Veneziani e dei Castelbarco, Nicolò era un funzionario dei collegamenti possibili oggi grazie nella giurisdizione di Castelcorno, Lodron: nel 1558 figura come alla rete; impensabili anche solo precisamente a Folaso, dove li tro- giudice («speciale domino vicario una decina di anni fa. Ma torniamo viamo la prima volta nella seconda Nicolò Priamo») di Villa (giuri- 7 ai Priami. metà del secolo XV». sdizione di Castellano) ; mentre Devo dire che l’esistenza di un nel 1561 è (giudice) delegato del architetto tra i membri di questa Personalmente ritengo che lo stu- vicario Michele Martinelli, sem- famiglia mi ha colto di sorpresa, dioso austriaco, forse per un refu- pre della giurisdizione Lodron di anche perché sui Priami sapevo so, indichi il XV anziché il XVI Castellano (che aveva sede a Villa quel poco che ne aveva scritto Karl secolo, perché nelle fonti da me Lagarina)8. 8 Quaderni del Borgoantico 15

Nicolò si era sposato con la vero- tenente maggiore per Sua Maestà glia Lodron, la contessa Dina, che nese Elena, figlia di Filippo Lin, Cesarea dele sedeci compagnie de in quell’anno era ospite di Felice che nel 1571 risulta già vedova, Alemanni in Lenguadoca». Lodron a Castellano, ospite par- quando in data 30 luglio 1571 det- Di Andrea Priami si conserva una ticolare, stando a quanto afferma tava al notaio roveretano Giuseppe lettera, datata Tolosa, 14 settem- Quintilio Perini nel suo saggio sui Porta il suo testamento, nel quale bre 1593, diretta a Thomas Sichel Lodron13: ordina di essere sepolta nel cimite- «capitano et sargente magior delli ro di Villa Lagarina e lascia erede Alemani di serva in Linguadocha»; «Nell’estate del 1565 il conte Felice della sua sostanza il figlio Filippo9. mentre in una seconda missiva di soggiornava a Castellano nel dolce Di Nicolò è ricordato un fratello mittente sconosciuto al conte Giro- far nulla, a poltrire nell’ozio e nel sacerdote: don Alberto Priami, lamo Lodron, datata Barcellona fare all’amore con Dina, moglie di residente a Verona in contrada di sempre nel mese di settembre 1593, Ettore Lodron di Castelromano». S. Andrea, probabilmente il quar- si precisa che «il capitano Thenner tiere in cui risiedeva anche Nicolò e l’alfer Priamo si partirono per la Di Filippo non si hanno altre noti- prima del suo trasferimento in Val volta di Francia» per raccogliere zie, se non che nel 1616 egli era già Lagarina alla corte dei Lodron. testimonianze in favore di Nicolò morto, e la vedova ne deteneva (in Nicolò ed Elena ebbero otto figli, Lodron e del suo «insuccesso di maniera non del tutto legittima) i sei maschi: Francesco, Andrea, Villamur»12. In pratica l’esercito beni di Verona, beni presumibil- Filippo, Cristoforo, Giovanni della Lega aveva subito una pesan- mente ancora indivisi tra tutti i Battista, Alberto; e due femmine: te sconfitta ad opera dei protestanti fratelli, come si ricava da un atto Lucia che si sposò in prime nozze durante l’assedio di Villemur sur del notaio Andrea Pedroni di data con Biagio Tacchelli di Rovereto Tarn, fortificazione sulla strada 25 aprile 1616, steso nella casa ed in seconde nozze con Cesare de tra Tolosa e Montalbano (Montau- Priami di Villa Lagarina, nel quale Cesari di Verona; Anna che andò ban), nell’attuale Garonna, all’e- Ippolito Priami di Villa e Bartolo- in sposa ad Andrea de Resoni di poca, appunto, regione nota come meo Priami di Folas creano loro Verona10. Linguadoca; sconfitta in seguito procuratore il cugino don Teseo Di Francesco si sa solo che era alla quale Nicolò Lodron era stato di Rovereto affinché si presenti a sacerdote e viveva nel 1583 e nel richiamato in Spagna (Barcellona), Verona a difendere le loro ragioni 1585, quando compare assieme ai sottoposto a processo e sospesi i sull’eredità dello zio Filippo: «ad fratelli in due atti notarili ineren- pagamenti alle sue truppe. comparendum in civitate Veronae ti l’eredità dello zio don Alberto Ritorniamo alla famiglia Priami, e causa prossequendi hereditatem q. morto a Verona11. precisamente a Filippo, fratello di magnifici et nobilis domini capi- Andrea intraprese la carriera mili- Andrea. tanei Filippi Priami eorum patrui tare. Nel 1593 era in Linguadoca Nel 1570 risulta giudice delegato occupatam a nobile domina uxore con il grado di alfiere nelle milizie (del fratello Cristoforo che era il ipsius q. nobilis domini Capita- tedesche del colonnello Girolamo giudice ordinario e vicario) della nei»14. Da notare che nell’atto Lodron, al servizio di Filippo II, giurisdizione Lodron di Castel Filippo è chiamato capitano, una Re di Spagna. Erano gli anni della Nuovo (che aveva la sede a Noga- carica che all’epoca poteva sottin- guerra francese (civile o di religio- redo), carica che mantenne alme- tendere, oltre al significato milita- ne) per la successione al trono, nota no fino al 1578. Filippo abitava a re, anche quello di magistrato (giu- anche come la “Guerra dei tre Enri- Villa Lagarina, e ancora nel 1573 dice, vicario). chi”. Filippo II, che era un Asburgo ne viene specificata la provenienza Anche dei figli di Filippo non si e un campione del cattolicesimo, veronese: «Domino Phelipo Pria- hanno altre notizie; se non mori- aveva promosso e partecipato alla mo de Verona habitatore Ville». rono in età giovanile, si trasferiro- Lega cattolica contro il protestante Si sposò con Caterina di cui si no probabilmente a Verona con la Enrico di Navarra, pretendente al ignora il casato e dalla quale, come madre. trono di Francia. Nelle file del suo detto in precedenza, ebbe due figli: esercito, composto in gran parte Angela battezzata a Villa Laga- da soldati spagnoli, c’era anche rina il 30 aprile 1565 e Gaspare, Il capitano Cristoforo al servizio un reggimento «de Alemanni» di battezzato sempre a Villa Laga- del Re di Spagna: il ramo di proprietà del colonnello Girolamo rina il 10 febbraio 1567. Il nome Folas Lodron, che arruolava anche in del secondo è un chiaro omaggio Val Lagarina. Assieme ad Andrea, all’illustre padrino (peraltro per Cristoforo Priami era probabilmen- come si diceva alfiere, c’era anche procura): Gaspare Lodron, signore te il figlio primogenito di Nicolò ed il fratello Cristoforo, capitano, di Castel Nuovo; ma anche Ange- Elena Lin. È nominato per la prima e il conte Nicolò Lodron (padre la fu tenuta al sacro fonte da un volta a Villa Lagarina nel 1558. dell’arcivescovo Paride) «logo- personaggio illustre della fami- Intrapresa anche lui la carriera Quaderni del Borgoantico 15 9

militare, entrò al servizio di Felice giurisdizione Lodron di Castel rez de Toledo, meglio noto come Lodron, signore della giurisdizione Nuovo. Nel 1570 il Curtoni risul- Duca d’Alba (il 73enne vincitore di Castellano, che militava come ta giudice delegato (dello stesso di Alcantara) e Àlvaro de Bazàn, capitano di una compagnia nell’e- Cristoforo) della giurisdizione di marchese di Santa Cruz. Trattan- sercito imperiale. Castel Nuovo. dosi di un resoconto assolutamente Il 12 giugno 1559 Cristoforo era a In seguito Cristoforo seguì Nicolò inedito di un capitolo della storia Ingolstadt (Baviera), da dove scri- Lodron in Spagna, in un reggimento di Spagna, ne riproduco alcuni veva una lettera a Felice Lodron del conte Gerolamo Lodron al ser- passi21. che si trovava invece nella corte vizio del Re Filippo II, impegnato «(…) fin hora non è uscito cosa imperiale di Augusta (Augsburg). nella guerra di successione al trono più certa che di andar a far venir In questo periodo il Priami non di Portogallo19. All’inizio di gen- ad obediencia la isola Tercera, la doveva passarsela molto bene, per- naio 1582 il Priami era a Setubàl, qual sin hora è statta et persevera ché nella lettera chiede a Felice se nei pressi di Lisbona, impegnato in la sua ostinacione contra il Re, può spedirgli un paio di calze: «par nel controllo di quell’importante havendo acetato per sua difesa sin de calze (…) de pelle over de pano porto e del mare antistante, dove la a mille e cinquecento tra francesi (…) che io non ho se non quelle flotta del Re Filippo II di Spagna, e englesi per ladroni e corsari di che mi feci fare quando giongessi- che dopo la vittoriosa battaglia di mare, e restare Antoniani per la mo qui del pano che io portai con Alcantara contro Antonio priore di vitta, e per quanto si ha nova si van mi de Italia, le qualle sono vechie Crato (25 agosto 1580) aveva con- fortificando quanto possono con che più non polle»15. quistato tutta la terraferma porto- intencion di difendersi da qual si Rientrato in patria rimase al servi- ghese ed era stato proclamato Re voglia armata che li vada sopra. Et zio di Felice, che nel 1561 seguì a del Portogallo (25 marzo 1581) per essere detta Isola locho dove Roma, dove il Lodron si era recato 20, stava muovendo verso le Isole le flote dele Indie si de Portugal- per ottenere dal Papa la bolla che Azzorre (Terceira), nelle quali si lo come di Spagna nel venir in qua assegnasse alla sua casa lo juspa- era rifugiato lo sconfitto Antonio, vengono a pigliar refreschamenti e tronato della Chiesa di Villa16. pretendente al trono, con una flotta essendo sitto fortissimo, che potrìa Nel 1566 Cristoforo risulta a Sali- costituita da esuli portoghesi, ma dar molto danno a Sua Maestà, per sburgo, probabilmente presso il soprattutto da francesi, inglesi ed quello rispeto, hora fa preparar un conte Antonio Lodron, fratello di anche corsari, naturali nemici della Armata di 40 nave grosse ben for- Felice, canonico di quella città e Spagna. nite e condurà anco fina 12 galere di Passau17. Rientrato in Val Laga- Nell’archivio Lodron presso la remorchiate dale nave per servir- rina venne nominato dai Lodron Biblioteca Civica di Rovereto è sene et inbarchar la gente; nela «capitano et vicario atque iudex conservata una lettera di Cristofo- qual Armata andarà fin a 12 mille maleficiorum» della giurisdizione ro Priami datata Setubàl, 8 gennaio spagnoli e mille e cinquecento de di Castel Nuovo. 1582, indirizzata ad un non meglio nui altri, con animo deliberato di Il 3 febbraio 1568, nella chiesa di identificato «Molto illustre mio redurli per forza a la devocion di , Cristoforo sposò Antonia signor Patron osservandissimo» a Sua Maestà. figlia di Giovanni Curtoni di Folas Venezia, nella quale il Priami da (…) Mi scordava dir che della («messer Zuam Curthon de Folla- conto degli ultimi avvenimenti in Armata per la Tercera sarà general sio»)18, andando ad abitare proprio Portogallo e nomina i principali in mare il Marchese di Santa Croce, a Folas, paese poco a monte di condottieri dell’esercito di Filippo e Don Lopes Figaroa in terra. (…) Isera ed appartenente a quella par- II: il comandante in capo dell’eser- Il Duca d’Alva si va regiovanendo rocchia, ma facente parte (assieme cito spagnolo, ossia l’anziano (ma ogni di più, et è in cervelo più che al vicino paese di Reviano) della molto in forma) Fernando Àlva- mai».

Particolare di una lettera di Cristoforo Priami con la data Setubàl (Portogallo) 8 gennaio 1582 e la firma del Priami (Biblioteca Civica di Ro- vereto, Archivio Lodron, Lodron C, busta 10, per gentile concessione) 10 Quaderni del Borgoantico 15

Nella parte conclusiva della lettera L’ultima notizia di Cristoforo è contessa Ginevra Lodron (linea di Cristoforo afferma di aver spedito del 25 giugno 1594, quando nella Castellano). Si sposò con una gio- a casa 6000 fiorini tramite lettere sua casa di Rovereto, in procinto vane uscita da una delle famiglie di cambio: «Ho inviato per via di di partire per l’Ungheria, nomina più in vista di Rovereto: Giacoma canbi a casa un pochi de denari suo procuratore l’eccellente dot- figlia di Gaspare del Ben, andan- sina al numero de seimilia fiorini». tore Giovanni Battista del Bene24. do ad abitare in casa della moglie. Se si pensa che questa somma era Dall’atto sembra di capire che il Fece due testamenti, uno in casa solo una parte di quanto ricevuto, e Priami, benché ancora e soltanto del Ben in data 27 maggio 1597 che egli doveva essere al servizio capitano, avesse la guida del reg- e rogiti del notaio Andrea Cobel- del Re di Spagna da non più di un gimento di alemanni in partenza li di Rovereto, nel quale nomina- paio di anni, si può affermare che il contro i Turchi: «nobile Cristoforo va suo erede universale il «ventre mestiere di soldato (Cristoforo era Priami cittadino roboretano, supre- pregnante» della moglie Giacoma; capitano) era decisamente redditi- mo dux milium hominum Alema- un secondo nella casa Priami di zio (la paga di un operaio “quali- norum (…) in exercitu belli Unga- Folas in data 27 luglio dello stesso ficato” poteva essere all’epoca di riae [hodie] collaturus sit». anno e rogiti di Giam Pietro Frisin- circa 1 fiorino al giorno). Di Cristoforo non si hanno altre ghelli di Isera, nel quale nominava Nel 1584 Cristoforo risulta a Folas, notizie, se non che il 26 febbraio erede il figlio nato da pochi gior- dove acquistava una pezza di terra 1595 risulta già morto, (quindi è ni (era stato battezzato a Rovereto da Guglielmo Schincarini di detto possibile che sia morto in guer- il 13 luglio 1597, padrino il conte luogo: «Emptio magnifici et stre- ra) perché in quel giorno il notaio Massimiliano Lodron di Castel nui militis domini capitanei Chri- Parolini redasse l’inventario dei Nuovo), che portava il nome del stophori q. domini Nicolai de Pria- suoi beni di Rovereto. Tra essi nonno, cioè Cristoforo («Christo- mis habitatoris Folasii a Gulielmo anche diverse carte testimonian- phoro infante»)27. Schincarino q. ser Bartholomei ti la nobiltà della famiglia Priami Nicolò deve essere morto poco de Folaso»; e così pure nel 1588, e l’attività militare di Cristoforo: dopo, perché il 23 febbraio 1609 quando comperava una casa in «(…) Scritture pertinenti il gover- Giacoma risulta già risposata con quel paese dai Tonini22. no del castello di Roveré; privile- il nobile veronese Mario Bolder, Come detto in precedenza, nel gio di nobiltà dell’imperatore Mas- con il quale Bartolomeo, fratello di 1593 Cristoforo è nuovamente in similiano in carta bergamina con Nicolò si accordò per la dote28. Spagna, e poi in Francia, assieme sigillo di Sua Maestà; 10 patenti di Anche per questa famiglia Priami, al fratello Andrea e al conte Nicolò guerra; istrumento di cittadinanza a quindi, si può ipotizzare un ritorno Lodron, nell’esercito di Filippo II Filippo Priami; libro di conti della in terra veronese. impegnato con la Lega cattolica. guerra de Portugal; libro di conti Il secondogenito del capitano Cri- Rientrato in patria anche da que- di Castel Novo; libro di conti del stoforo fu Giovanni Felice, battez- sto secondo servizio nell’armata viaggio in Spagna»25. zato ad Isera il 16 novembre 1572, spagnola, Cristoforo si trasferì a Circa un anno dopo, il 21 febbraio che venne portato al sacro fonte Rovereto, andando ad abitare nella 1596, nel paese di Folas, la vedova dal conte Nicolò Lodron (di Castel contrada delle Roze, ossia nella e i figli di Cristoforo fecero sten- Nuovo), ma il cui (secondo) nome Piazza della tintoria. Qui il 6 feb- dere dal notaio Giam Pietro Frisin- rivela probabilmente il riguardo braio 1594 dettò al notaio Antonio ghelli anche l’inventario dei beni di Cristoforo per il conte Felice Parolini il suo testamento, poiché di Folas, tra i quali si segnala la Lodron (di Castellano). Di lui si aveva maturato la decisione di par- grande casa padronale con annes- sa che intraprese la vita militare, tire ancora per la guerra, destinazio- sa campagna circondata di muri di perché nel 1598 è ricordato come ne Ungheria, questa volta nelle file oltre 4 ettari e giardino (o frutteto) alfiere: «Nobile domino Ioanne dell’esercito imperiale impegnato pure circondato di muri: «(…) una Felice signifer fq. nobilis domini contro i Turchi23. Nelle sue ultime casa in villa de Folas cum chiasu- capitani Christophori Priami»29. volontà Cristoforo ordina di essere ra apresso de piovi dodese in circa Nel 1599 risulta abitare a Rovere- sepolto nella chiesa di S. Marco (se terra, una broliva sotto la detta casa to, come si ricava da un atto in cui fosse morto in Val Lagarina), nomi- circumdatta de muri»26. permuta con Lodovico Frisinghel- na usufruttuaria della sua sostanza Il figlio primogenito di Cristoforo li, notaio e cancelliere di Castel la moglie Antonia figlia di Giovanni fu Nicolò, che si chiamava come il Nuovo, una sua casa in Battista Carazza di Rovereto (segno nonno. Nacque a Villa Lagarina il con una in Folas30. che doveva essersi risposato) ed 30 gennaio 1567 e, come da tradi- Nell’inventario dei beni paterni di eredi universali i figli Nicolò, Gio- zione per i neonati della famiglia Folas è nominata la moglie di Gio- vanni Felice, Alberto e Bartolomeo Priami, ebbe per padrino (in que- vanni Felice, Margherita, di cui si che aveva avuto dalla prima moglie sto caso madrina) un membro della ignora il casato. Nel 1605 egli era Antonia Curtoni. famiglia Lodron, esattamente la già morto, probabilmente senza Quaderni del Borgoantico 15 11

discendenti, perché ai 3 marzo di Bartolomeo morì in maniera Si sposò in prime nozze con Anto- quell’anno il fratello Bartolomeo improvvisa nel 1616, senza fare nia, di cui si ignora il casato e, viene nominato come suo erede: testamento («ab intestato»). Il 9 alla morte di questa, con Elisa- «Dominum Bartholomeum Pria- settembre 1616 il notaio Francesco betta figlia del q. nobile Annibale mum Folasii heredem q. domi- Pedroni stese l’inventario dei suoi Baldi di Rovereto, la quale fece poi ni Ioannis Felicis Priamis fratris beni, fatto su richiesta della moglie testamento il 25 settembre 1638, sui»31. (vedova) Innocenza, nominata dal lasciando erede di tutta la sua Alberto di Cristoforo Priami nac- tribunale tutrice della figlia minore sostanza il «privignus» (figliastro) que a Isera il 15 maggio 1575, Nadalina34. I beni immobili lasciati don Teseo37. come da tradizione fu portato al da Bartolomeo in Folas consiste- Giovanni Battista risulta già morto fonte battesimale da un membro vano in molte pezze di terra, una nel 1618. Dalla prima moglie Anto- della famiglia Lodron: la contessa «casa con horti et torchio et altre nia aveva avuto tre figli. Beatrice, sorella di Nicolò (ramo di comodità in la villa de Folas pres- Teseo, battezzato il 16 giugno Castel Nuovo). Di lui non si hanno so suoi confini» e un «casal pres- 1577 a Rovereto (S. Marco), che notizie, se non che viene nominato so li Michelotti et li Tonini et la divenne sacerdote e abitò sempre nel testamento del padre (1594). via comuna». Tra i beni mobili da nella casa alla Crosara. Cornelia, L’ultimogenito di Cristoforo Pria- segnalare quattro quadri raffigu- andata sposa al roveretano Giovan- mi e Antonia Curtoni fu Barto- ranti rispettivamente il padre Cri- ni Battista Scutellari; Elena, mari- lomeo, battezzato a Isera il 15 stoforo, il fratello Gio Felice, la tatasi con Francesco Eccher (detto settembre 1578 e portato al sacro moglie di questi e la veduta di una Stubario), pure di Rovereto (carta fonte da Anna baronessa Berka, fortezza; diversi libri e documenti di dote di data 18 dicembre 1590 seconda moglie di Gaspare Lodron spettanti al capitano Cristoforo, tra in rogiti Antonio Parolini di Rove- di Castel Nuovo. Non intraprese ne cui una licenza di arruolamento: reto). la carriera militare, ne quella giu- «una patente del capitaniato del q. Don Teseo fece un primo testamen- ridica, ma rimase sempre a Folas, nobile signor Christophoro». to (in occasione di una malattia: nella casa padronale di famiglia, «licet corpore infirmus») in data occupandosi delle sue proprietà. In 23 settembre 1619, ordinando di questo modo acquisì automatica- Giovanni Battista commerciante essere sepolto nel cimitero di S. mente il diritto d’incolato in paese, di seta: il ramo di Rovereto Maria, presso le spoglie dei geni- come testimonia la riunione della tori, e lasciando eredi in parti ugua- Regola di Reviano e Folas di data Giovanni Battista figlio di Nicolò li i nipoti don Giovanni Battista 17 febbraio 1603, alla quale risulta Priami ed Elena Lin è ricordato nel Eccher figlio della sorella Elena e presenziare con diritto di voto32. 1583 come tutore dei figli del fra- Giovanni Scutellari figlio dell’altra Nel 1604 cedette allo zio Giovan- tello Cristoforo «al presente capita- sorella Cornelia38. Visse però anco- ni Battista (che vi abitava) la sua no in Portogallo al servizio del Re ra a lungo, tanto che fece un secon- parte di casa Priami a Rovereto, di Spagna», a nome dei quali, per do testamento in data 13 gennaio nella contrada della Crosara (oggi esempio, il 23 luglio 1583 acqui- 164739; e un terzo in data 1 settem- incrocio Via Rialto-Via Mercerie), stava una campagna in contrada di bre 1653, nel quale ordina di esse- che confinava con il «volto per il S. Giorgio a Rovereto35, immobile re sepolto nella chiesa di S. Marco, quale scorre l’acqua della Valbu- pagato, presumibilmente, attingen- nel luogo da lui comprato presso la sa»33. do ai 6000 fiorini spediti da Cristo- porta maggiore della chiesa; dispo- Anche Bartolomeo sposò una foro da Setubàl. ne che sulla sua sepoltura sia posta ricca e nobile roveretana: Innocen- Nel 1585 Giovanni Battista si costi- la seguente iscrizione: «Hic iacent za figlia di Gerolamo q. Michele tuì in società con il cognato Biagio ossa arida / Nob. et R.di D. The- Saibanti (carta di dote di data 7 Tacchelli di Rovereto (marito di sei Priami / Et suorum Posteriorum novembre 1600 in rogiti Giam Pie- sua sorella Lucia), prendendo a / De hoc nomine, et non aliter» e tro Frisinghelli), dalla quale ebbe prestito la somma di 5000 ragnesi nomina suoi eredi universali, per ebbe due figli: Nadalina, battez- (fiorini del Reno) per dare inizio al tre quarti Onorando Scutellari e per zata ad Isera l’11 maggio 1607, commercio della seta, attività che un quarto Teseo Gottardelli (figlio la quale andò sposa a Lorenzo di da qualche decennio aveva preso di Caterina Scutellari e di Miche- Giovanni Battista Turri di Folas; e piede a Rovereto36. le Gottardelli di Mori), entrambi Cristoforo (anche lui si chiamava Giovanni Battista aveva preso sta- nipoti di Cornelia40. come il nonno capitano), battezza- bile dimora nel capoluogo lagari- In seguito la casa Priami alla Cro- to ad Isera il 19 gennaio 1610, che no, nella casa di Cristoforo Priami sara passò interamente ai Gottar- probabilmente morì giovane, per- alla Crosara, riscattandone, come delli che nel 1666 la vendettero al ché di lui non si hanno notizie nei visto in precedenza, anche la parte convento di S. Carlo41, istituzio- documenti. di Bartolomeo di Folas. ne che, fortemente sovvenziona- 12 Quaderni del Borgoantico 15

ta dalla contessa Sibilla Fugger, ebbe un figlio maschio, che venne che tanti frutti stava dando a Rove- moglie di Massimiliano Lodron (di chiamato come il nonno materno: reto: «Desiderando l’illustrissimo Castel Nuovo), in quegli anni stava Ippolito. et reverendissimo signor Arcive- facendo grossi investimenti immo- Ippolito venne battezzato il 12 scovo et Prencipe di Salzpurg per biliari a Rovereto. settembre 1579 e, stranamente, pubblico benefitio et utile univer- non ebbe per padrini dei membri sale de’ sudditi si della giurisdi- della casata Lodron, bensì Giovan- tion de Castellano, come de Castel Il capitano Alberto e il ramo di ni Parisi di Rovereto: «il compare Novo et Nogaredo et ancora d’altre Villa Lagarina messer Zuam Paris de Roveré» ed circonvicine giurisdittioni, d’intro- una signora veronese: «la comare dur l’arte della seta, per fabricar E veniamo all’ultimo figlio di madona Menega moglie de mes- ormesini et altri drappi di setta, Cristoforo Priami ed Elena Lin: ser Iseppo Calegaro da Verona». nella terra di Villa giurisdition de Alberto, che nel 1566 risulta resi- Ippolito non intraprese né la car- Castellano, et facendo edificare nel dente a Villa Lagarina. riera giuridica, né quella militare, dal Cornaledo, giurisdition Il 7 aprile 1572, nella chiesa di ma svolse comunque un’attività de Castellano, casa et ediffici di S. Maria, sposò Orsola figlia di già praticata in famiglia, quella di fillatorio et tintoria ad effetto che Ippolito Battaglia, notaio e vica- imprenditore nel campo della pro- detta arte di setta sia più agevol- rio dei Lodron per la giurisdizione duzione, lavorazione e commercio mente incaminata et esercitata (…) di Villa, testimone degli sposi il della seta. se gli è gloriosamente compiaciuto conte Antonio Lodron (di Castel- In questa attività fu “sponsorizzato” di ammettere il nobile signor Ippo- lano), canonico di Salisburgo e da un illustre personaggio: Paride lito Priami di esso luoco de Villa, Passau42. Lodron, Principe Arcivescovo di il nobile signor Gio Maria Baroni Nel 1583, assieme al fratello Gio- Salisburgo, che da amministratore di Sacho et il magnifico Gierolamo vanni Battista, è ricordato come lungimirante voleva introdurre nei Cunich di Roveré come peritto et tutore dei figli del fratello Cristo- suoi feudi famigliari lagarini (giu- instrutto di detta arte»46. foro in Portogallo. Anche Alber- risdizioni Lodron), cioè anche sulla In pratica Ippolito Priami e Gio- to intraprese la carriera militare, destra Adige, un’attività produttiva vanni Maria Baroni di Sacco die- diventando, come il fratello Cri- stoforo, capitano: «Nobile Alberto Priami capitano in arte militare»43, ma di lui non sono ricordate (nei documenti locali consultati) le vicende militari. Abitò sempre a Villa Lagarina, dove risulta ripetutamente presente ed anche protagonista in diversi atti di compravendita, come ad esem- pio in quello datato 7 maggio «in la villa di Villa, nela corte dela casa del nobile signor capitano Alberto Priamo», per mezzo del quale per- mutò una parte di terreno in loca- lità Lama di Piazzo col di , che intendeva sistemare la viabilità in quella zona44. Nel 1610 risulta già morto, come si ricava dalla carta di dote della figlia Anna, moglie di Francesco Mon- tagna (jr.) di Rovereto, abitante a Lavis45. Anna era stata battezzata a Villa Lagarina il 22 febbraio 1587, portata al sacro fonte da due illustri padrini: l’ambasciatore imperiale a Costantinopoli (per procura) e la contessa Anna moglie di Gasparo Lodron (di Castel Nuovo). Oltre ad Anna, il capitano Alberto Il molino e follone Priami di Piazzo, poi fucina Sandonà, negli anni ’70 del secolo scorso Quaderni del Borgoantico 15 13

dero vita alla società “Priami e Montagna della Beverara di Vero- Baroni” (con Gerolamo Cunich di na49. Rovereto come esperto nella lavo- Sei maschi: Alberto, Giovanni Bat- razione della seta), allo scopo di tista, Nicolò, Giuseppe, Lodovico avviare la produzione, la lavora- e Carlo. zione e il commercio della seta, in Di Nicolò si sa solo che venne Destra Adige, beneficiando di un battezzato a Villa Lagarina il 21 prestito di 8000 fiorini concessogli luglio 1612, segno che probabil- dall’Arcivescovo Paride Lodron. mente morì in età giovanile (all’e- Stemma Priami dal frontespizio del libro di Alberto Priami, vescovo di Lavant, del Il prestito era fondato su altrettanti poca non erano ancora iniziate le 1628, nel quale descrive la cerimonia di beni immobili che Priami e Baroni registrazioni dei decessi, che per la inaugurazione del Duomo di Salisburgo da cedettero al Lodron con diritto di parrocchia di Villa Lagarina inizia- parte di Paride Lodron riscatto, beni che poi ricevettero no col 1645). in affitto dallo stesso, tanto che il Gli altri cinque raggiunsero l’età era stato nominato arcidiaco- canone di affitto veniva in pratica adulta e grazie all’agiatezza eco- no di Gmünd, in Carinzia, come a costituire il tasso di interesse del nomica del padre poterono studiare comunica egli stesso in una let- prestito ottenuto. Da segnalare che ed intraprendere ottime carriere in tera datata Salisburgo, 8 gennaio tra i beni ceduti da Ippolito Priami ambito militare e religioso, distin- 1637: «dovendo io presto andare a Paride Lodron figura un «moli- guendosi ben al di fuori del loro a Gmint, essendomi quell’Arcidia- no con pestoni da grani et due rode paese di origine e portando la casa- conato conferito dall’illustrissimo sopra la villa di Piazzo, in loco a ta dei Priami all’apice della sua Principe»51. Santo Zeno», che ritroveremo più parabola. Alberto morì a Sant Andrä l’8 set- avanti nel patrimonio della fami- tembre 1654. Qualche anno prima, glia Priami di Villa Lagarina. nel 1651, aveva cercato di regola- Avviata positivamente l’attività Alberto, il vescovo rizzare la sua posizione nei con- serica, in data 2 marzo 1633 la ditta fronti dei beni di famiglia, situazio- Priami e Baroni restituì gli 8000 Alberto, figlio primogenito di ne affatto semplice, come vedremo fiorini a Paride Lodron47. Nello Ippolito Priami e Lucrezia di Core- anche in seguito, in virtù di eredità, stesso anno Ippolito sciolse anche do, venne battezzato a Villa Laga- donazioni e doti mai interamente la società col Baroni, divenendo rina il 27 settembre 1605, padrino saldate e registrate. unico proprietario dell’attività, il nobile roveretano Carlo Tellani Per quanto riguarda espressamente anche se la cosa ebbe degli strasci- e madrina la contessa Eleonora, Alberto, il nodo principale verteva chi giudiziari, conclusisi con una figlia di Nicolò Lodron (sorella sui beni di Folas, i quali (proba- transazione soltanto nel 163748. dell’Arcivescovo Paride). bilmente perché Nadalina Priami- Ippolito morì a Villa Lagarina il Come si può vedere nel contribu- Turri era priva di discendenza) il 2 10 gennaio 1651. Aveva sposato to di Roberto Codroico in questo aprile 1650 erano stati acquistati da Lucrezia figlia di Giovanni Battista stesso quaderno, intraprese la car- Ippolito Priami (cugino del padre di Coredo, dalla quale aveva avuto riera ecclesiastica, che culminò il di Nadalina) a nome del figlio 11 figli. Cinque femmine: Elena, 29 dicembre 1640 con l’elezione Alberto (assente, in quanto appun- battezzata nella chiesa di Santa a Vescovo di Lavant (sede a Sant to residente a Lavant). A complica- Maria di Villa (come tutti gli altri Andrä nella Lavanttal in Carin- re ulteriormente la situazione c’era fratelli) il 2 luglio 1604 (padrini il zia), diocesi eretta nel XIII secolo il fatto che questi beni (consistenti conte Nicolò Lodron e la contessa ricavandone il territorio dall’Ar- principalmente nella più volte cita- Sibilla Fugger-Lodron); Giulia, cidiocesi di Salisburgo50, e come ta casa delli Priami con annessa battezzata il primo aprile 1607 tale soggetta al diritto di nomina campagna recintata da mura, e in (padrino Sanchio Calderon, capi- da parte dei Principi Arcivescovi una grande pezza di terra prativa tano spagnolo che aveva seguito di quella città. E proprio su que- chiamata il Pra della Scola) erano il conte Nicolò Lodron in Italia); sta clausola poté contare Alberto beni feudali (dei Lodron di Castel Orsola, battezzata il 16 giugno nel 1640, al momento della sua Nuovo) e pure gravati da alcune 1610 (padrino il capitano Giuseppe elezione, perché all’epoca il Prin- passività, ossia obblighi, nei con- Zanardi); Annamaria, battezzata cipe Arcivescovo di Salisburgo era fronti del comune di Folas, della il 2 aprile 1621 (padrino il conte Paride Lodron, della cui famiglia, confraternita della Carità di Rove- Massimiliano Lodron); Anna, bat- come si è visto, i Priami erano da reto e anche di alcuni privati. tezzata il 20 febbraio 1625 (madri- quasi un secolo fedeli funzionari, Nei giorni 21-24 dicembre 1651, na la contessa Anna Maddalena giudici e aiutanti militari. don Bartolomeo Franch «oeco- moglie di Alfonso Lodron di Castel In precedenza Alberto, sempre nomus» del Principe Vescovo Nuovo), che andò sposa ad Alegro grazie all’appoggio del Lodron, Alberto, giunto appositamente da 14 Quaderni del Borgoantico 15

Lavant, sborsò circa 2300 fiorini va protagonista di un altro incre- Bartolomeo Comoro e Graziadeo per assicurare ad Alberto Priami scioso episodio. Mentre stava gio- Peterlini tutti di Villa, in seguito l’intera ed indiscussa proprietà dei cando al «gioco dalle botte overo al ad una rissa in riva all’Adige, dove beni Priami di Folas (più di 1600 cerceno» sulla piazza della chiesa tutti e quattro si erano portati not- fiorini a Orsola d’Arco vedova di Villa con molti altri giovani del tetempo per pescare con le reti. Al di Alfonso Lodron e al marchese paese di entrambi i sessi, gioco che di là della difficoltà di stabilire di Alfonso Bevilaqua di Lazise suo prevedeva il tenersi per mano e chi fosse la responsabilità del fatto, figlio per i diritti feudali; 80 al rincorrersi, aveva osato «percotere Giovanni Battista, Andrea e i loro comune di Folas per un legato in nel petto ingiuriosamente l’honesta contendenti si erano resi colpevoli favore della chiesa di S. Rocco; giovine domina Chaterina Villi et di un reato abbastanza grave, quel- 85 alla Carità di Rovereto, 400 a farli atti insolenti de percussione e lo di delazione di armi, con l’ag- Pietro Bonmartini cessionario dei gl’ha detto ingiuriosamente putana gravante del periodo notturno. Costioli di Rovereto, 150 a Lucia vacha», tanto che la povera ragazza Per i primi tre episodi, Giovanni vedova Frizzi pure di Rovereto)52. se ne era uscita dal gioco piangen- Battista era stato ammonito a com- Pervenuto nel possesso di questi do. Il tutto sotto gli occhi di molti parire in tribunale a Nogaredo, cosa beni, il 4 luglio 1653, per mezzo curiosi che seguivano il gioco, che sembra non sia successa, per- di una scrittura privata firmata di compresi i signori di Lodron che ché i verbali delle relative denunce proprio pugno, Alberto li donò al stavano sulla porta del loro palazzo si interrompono con questi provve- fratello Giovanni Battista. di Villa (che guarda appunto sulla dimenti. Nell’ultimo caso, invece, piazza)54. la giustizia aveva fatto il suo corso, Il terzo episodio di questo annus imponendo al Priami (e al Batta- Giovanni Battista, il colonnello horribilis del giovane Giovanni glia) dapprima il carcere nel castel- Battista Priami si era verificato il lo di Castel Nuovo (Noarna), poi Giovanni Battista, secondogenito 13 agosto 1630, in piena epidemia gli arresti domiciliari (con libertà di Ippolito Priami e Lucrezia di di peste (di manzoniana memoria). di uscire di casa solo per andare a Coredo, nacque a Villa Lagarina il Villa Lagarina, come tutti i paesi messa), quindi una sanzione pecu- 22 settembre 1608. del Nord Italia, aveva posto delle niaria di 50 scudi (quasi 80 fiorini), Di temperamento probabilmen- porte (provvisorie) per chiudere che probabilmente Ippolito Priami, te esuberante e un po’ prepotente, le principali strade di accesso al padre di Giovanni Battista, aveva forse anche in virtù dello status paese, porte guardate a vista giorno pagato volentieri pur di chiudere il sociale decisamente di rilievo che e notte da cittadini volontari, che caso. la sua famiglia aveva all’interno consentivano il transito soltanto Da notare che anche il Comoro e il della comunità di Villa Lagarina, a persone munite di apposito cer- Peterlini erano stati condannati ad si segnalò poco più che ventenne tificato di indennità dalla malattia analoga pena (50 scudi), ma aveva- in alcuni episodi di prevaricazione («fede della sanità»). Quel giorno, no fatto ricorso alla bontà del conte nei confronti di alcuni abitanti del all’imbrunire, era giunta da Tren- Massimiliano Lodron, signore di paese, finendo per essere denuncia- to alla porta di Villa la sorella di Castel Nuovo, che aveva condo- to quattro volte all’ufficio crimina- don Filippo, capellano, che aveva nato loro gran parte della somma le di Nogaredo (Castel Nuovo). mostrato la fede. Per la poca luce e alla fine se l’erano cavata «con il La prima denuncia risale al 18 Domenico Benvenuti, che era di pagamento de 3 caponi et 3 galine aprile 1630 e a Domenico Benve- guardia, non era riuscito a leggere et 8 ovi et dieci scudi et marchetti nuti di Villa, che si era preso un e così aveva chiesto che gli portas- 10»55. «pugno sul mostachio» dal Priami sero una candela, ma gli era stato Sbolliti gli ardori giovanili, o forse per essersi opposto allo stesso che risposto che non ce n’erano e lui proprio per sbollire questi, Giovan- voleva incanalare l’acqua, che cor- di rimando aveva aggiunto che gli ni Battista si era dedicato all’arte reva sulla strada presso le loro case, portassero una «doppia». A quel militare, che nella sua famiglia nell’apposita canaletta («rozolla»). punto qualcuno nell’ombra (poi aveva già dato ottimi risultati, arri- Giovanni Battista aveva anche rivelatosi Giovanni Battista Pria- vando fino al grado di colonnello, puntato alla gola del Benvenuti il mi) aveva esclamato «porta una con possibilità quindi di arruola- suo coltello («stillo qual haveva merda». Ne era nata una discus- re un reggimento. Nei documenti in scarsella»), quando le grida dei sione nella quale il Priami aveva che lo citano Giovanni Battista è due avevano attirato l’attenzione di colpito in faccia il Benvenuti con sempre chiamato colonnello, ad Ippolito Priami (padre del primo) un bastone. eccezione di alcuni atti relativi che era uscito di corsa da casa fer- All’estate del 1631 risale l’ultima agli anni 1651 e 1654, stesi in lin- mandolo in tempo53. bravata di Giovanni Battista Pria- gua latina, nei quali viene definito Nemmeno due settimane dopo (29 mi, il quale insieme con Andrea con il termine decisamente dotto aprile), Giovanni Battista si rende- Battaglia era stato denunciato da e classicheggiante di «chiliarcus», Quaderni del Borgoantico 15 15

in italiano chiliarca, che signifi- non è più ricordato nei documenti Nel 1652 l’imperatore Ferdinando ca comandante di mille uomini locali consultati. Nell’ultimo para- III iniziò a costruire la cittadella (quanti ne servivano, ad esempio, grafo si accennerà alla continua- di Vyšehrad a Praga, una fortezza per formare il più volte citato reg- zione della sua famiglia. barocca formata da alte mura pen- gimento di alemanni che arruolava A partire dal 1658 Giovanni Bat- tagonali in mattoni con sei bastioni anche in Val Lagarina). Non sono tista inizia ad essere indicato nei angolari. I progetti vennero realiz- però note le vicende belliche cui documenti, oltre che con il termi- zati da Innocenzo Conti, mentre i prese parte. ne colonnello, anche con quello di lavori di costruzione furono affida- Giovanni Battista si era sposato barone, segno che anche lui, come ti ad altri architetti italiani (Filippo con Maria, di cui non è stato possi- il fratello Giuseppe in Boemia Galduzzi, Carlo Lurago e Santino bile individuare il casato di appar- (come vedremo più avanti), era Bossi). tenenza, dalla quale ebbe un figlio passato dalla bassa nobiltà al grado A partire dal 1656 Giuseppe Pria- che, come da tradizione, chiamò baronale. In tal senso è molto pro- mi, che da qualche anno si era tra- come il proprio padre: Ippolito, babile che l’attribuzione del titolo sferito nella capitale boema, diven- battezzato a Villa Lagarina il 5 di baroni ai Priami fosse stata otte- ne il soprintendente del cantiere di aprile 1653, padrino il marchese nuta da Giuseppe e poi estesa ai Vyšehrad e nel corso di un sopra- Alfonso Bevilacqua. Anche se nei suoi fratelli, o quantomeno al fra- luogo generale si accorse di alcune registri parrocchiali di Villa Laga- tello Giovanni Battista. gravi lacune dei progetti originali, rina Ippolito è l’ultimo membro che provvide a correggere, sten- registrato della casata dei Priami, dendo contemporaneamente una è certo che Giovanni Battista ebbe Giuseppe, l’ingegnere militare (e relazione, nella quale esponeva i altri figli, come si precisa in un atto colonnello) princìpi fondamentali che la pro- del 1658, alludendo ai beni di Folas gettazione e la costruzione delle che il vescovo Alberto gli aveva Giuseppe, figlio terzogenito di fortezze dovevano rispettare60. donato: «(…) abbia fatto di quelli Ippolito e Lucrezia di Coredo, A Praga il Priami prese dimora nella assoluta donatione all’illustrissimo venne battezzato a Villa Lagarina il città vecchia, dove nel marzo del signor colonnello Gio Batta altro 22 gennaio 1615. Anche lui, come 1652 sposò Viktoria Dorota, figlia fratello et alli di lui figlioli»56. Giovanni Battista, intraprese la car- del barone Christian von Ilow, Il 16 novembre 1655, Giovanni riera militare arrivando al gradi di maresciallo di campo imperiale e Battista prese in prestito 500 fiori- colonnello. Più che nell’arte mili- consigliere di guerra del generale ni dal nobile Antonio Chiusole di tare, però, deve essersi specializza- Wallenstein, comandante in capo Villa Lagarina, assicurandoli sulla to nella progettazione e costruzio- dell’esercito imperiale (Guerra dei sua parte di casa in piazza della ne di fortificazioni militari, e come Trent’anni), la quale gli portò una fontana a Villa: «tanta parte della tale venne assunto, verso il 1648, dote di 40.000 fiorini61! casa sua in Villa, posta sulla Piaz- alla corte imperiale di Ferdinando In seguito Giuseppe Priami si tra- za di Villa appresso le strade com- III d’Asburgo a Vienna. sferì a Bratislava (oggi capitale muni da tre parti, et molto illustri Nell’ultimo secolo, la diffusione della Slovacchia, all’epoca chia- signori Camelli dal Caliano dall’al- delle artiglierie aveva imposto l’a- mata in italiano Presburgo, dal tra, in quella parte che più piacerà dattamento degli elementi delle tedesco Pressburg, o Posonio, dal al sodetto comprator»57. fortificazioni in modo che ognuno latino Posonium), che era la capi- Negli anni seguenti egli risulta in di essi difendesse se stesso e l’ele- tale del Regno di Ungheria sotto la contrasto con i fratelli circa l’e- mento contiguo secondo un sistema corona degli Asburgo. redità Priami. L’ultima citazione sempre più raffinato di fuochi incro- Per Bratislava il Priami proget- che lo riguarda (che si è riusciti ad ciati, che aveva modificato la pianta tò un sistema di fortificazioni individuare) è relativa al 19 luglio delle fortezze con princìpi di com- (del quale si conserva un disegno 1661 e si riferisce ai suoi beni di plessa geometria. Si erano imposte della pianta della città del 1663), Piazzo (casa di abitazione, mulino, così, dapprima in Italia, subito dopo poi realizzate soltanto in minima follone e peschiera lungo il Rio di in Europa, una nuova architettura parte: due bastioni sul castello e Piazzo, in seguito noti come fuci- difensiva, quella del bastione, e una la porta dell’imperatore Leopoldo na Sandonà ed oggi casa di abita- nuova urbanistica, quella radiale. (che si conservano ancora oggi); zione Candioli), che in quella data Ed era stata proprio la scuola italia- due bastioni nel centro della città egli vendette per 310 fiorini ad na la grande protagonista di questa (demoliti nel secolo scorso)62. Aldrighetto Maffei, detto Baron, di trasformazione59. In questo contesto Sempre nell’attuale Slovacchia, Savignano, da molti anni abitante si inserisce la figura di Giuseppe Priami eseguì uno schizzo per il a Piazzo58. Priami, che seppe ricavarsi un ruolo castello di Červeny Kameň (40 km. Dopo quest’anno il colonnello deve non di secondo piano nel panorama da Bratislava)63; ed un interessan- aver lasciato la Val Lagarina perché dell’est Europa. te progetto per la fortezza di Guta 16 Quaderni del Borgoantico 15

Progetto di Giuseppe Priami per la fortificazione della città di Bratislava, secondo la tecnica dei bastioni e dello sviluppo urbanistico radia- le (Foto Jurai Kucharik)

Opere fortificatorie (bastioni e porta dell’imperatore Leopoldo) realizzati nel castello di Bratislava secondo il progetto Priami (Foto Jurai Kucharik) Schizzo di Giuseppe Priami per la forti- Disegno di Giuseppe Priami per la forti- ficazione della città di Cheb (Repubblica ficazione del castello di Červeny Kameň Ceca) (Foto Jurai Kucharik) (Slovacchia) (Foto Jurai Kucharik)

(oggi Kolàrovo) alla confluenza tra fortificazione degli stati e dei con- il Piccolo Danubio e il fiume Vàh (in fini, con particolare riguardo per il tedesco Waag)64. Nella Repubblica Regno di Boemia. L’opera, che il Ceca, oltre al cantiere di Vyšehrad, Priami dedica all’imperatore Leo- diresse anche quello della fortifica- poldo d’Asburgo (che nel 1657 zione della cittadina di Cheb, fino al era successo a Ferdinando III), 1678, anno della sua morte65. porta il seguente (e secondo l’u- Bastione realizzato nel centro di Bratisla- va su progetto Priami, demolito nel secolo Nel 1667 Giuseppe Priami aveva sanza del periodo, lunghissimo) scorso (Foto Jurai Kucharik) dato alle stampe un trattato sulla frontespizio: Quaderni del Borgoantico 15 17

Alla Sacra Cesarea e Real Maestà per la quale (tradendo il paese nata- Wistritz 67. Sul nome del nobilita- dell’Augustissimo, Invittissimo, le Villa Lagarina) aveva scelto un to il Fischnaller probabilmente si e Potentissimo Imperatore LEO- predicato che faceva riferimento a sbaglia, in quanto all’epoca Ippoli- POLDO Signore, Signore e Patro- Rovereto. to Priami di Villa Lagarina era già ne Clementissimo. Secondo lo studioso ceco Andrej morto (1651) e non c’era altro per- Discorso fatto circa la necessità del Romaňàk, Giuseppe Priami risul- sonaggio della casata Priami con fortificare de Stati o Confini, spe- ta barone di Lísen (Freiherr zu tal nome, se non il figlio infante cialmente del regno di Bohemia, in Lísen)66. (3 anni) di Giovanni Battista. Per- breve compendio humilissimamen- Konrad Fischnaller, nel suo lavoro tanto credo che si debba intendere te rapresentato, dal suo Colonello, sull’araldica del Tirolo e Vorarl- Giuseppe di Ippolito Priami, come e fedelissimo Vasallo GIUSEPPE berg, descrive lo stemma Priami suggeriscono anche i predicati del PRIAMI Baron di Rovorat. come inquartato 1 e 4: all’aquila titolo: Rofferat (Rovereto, il Rovo- Con licenza de Superiori. PRAGA. bicipite; 2 e 3: sotto tre rose, sopra rat del trattato sulle fortificazioni), Corretto e ristampato. Anno al leone che tiene tra le zampe un Lisna (Lisen) e Wistritz (probabil- MDCLXVII ramo di palma. Questo stemma, mente Bystrice in Moravia). Come si può vedere il Priami si secondo lo studioso austriaco, Sembra dunque abbastanza certo che firma barone di Rovorat, segno che appare nel documento di eleva- il titolo di baroni sia stato guadagnato negli anni precedenti, probabil- zione al titolo di barone di Ippo- dai Priami grazie ai meriti dell’inge- mente in virtù dei suoi meriti come lito Priami, elevazione concessa gnere Giuseppe nel 1656, che, come colonnello dell’esercito imperiale dall’imperatore Ferdinando II a visto in precedenza, è l’anno in cui e come esperto di fortificazioni, era Vienna il 13 agosto 1656, con i l’ ingegnere militare si rese beneme- stato elevato alla nobiltà baronale, predicati: zu Rofferat, Lisna und rito nei confronti della corona (degli Asburgo) grazie alla correzione dei progetti fortificatori di Praga. Il trattato sulle fortificazioni del 1667 contiene anche un riferimen- to all’attività militare del Priami, che in un passaggio fa riferimento alla sua nomina di colonnello delle truppe di fanteria imperiali, sotto il comando dell’esperto principe Annibale Gonzaga:

«(…) a questo fine furono anco nominati quattro Colonelli d’In- fanteria, LINKZY, io PRIAMI, HOFFKüRCH, e FERENBERG, sotto la dependenza dell’antedet- to PRENCIPE DON ANNIBAL GONZAGA».

Dopo il suo trasferimento in Boe- mia, Giuseppe Priami non deve più essere ritornato in patria, in quan- to non figura presente in nessuna occasione in cui vengono stipulati atti tra i fratelli Priami. Anche quando egli dona la sua porzione dei beni di casa (eredità paterna e doti materne) al fratello Ludovico, lo fa per mezzo di un atto steso nella sua abitazione di Praga: «Haec acta sunt in domo domini cedentis in platea antiqua urbis Pragensis, vulgo longa platea nuncupata. Anno et die ut supra [22 Frontespizio del trattato sulle fortificazioni di Giuseppe Priami, stampato a Praga nel 1667 giugno 1656]»68. 18 Quaderni del Borgoantico 15

Nell’accordo del 1654 tra il colon- et ha esposto si come sotto nome, della sorella Orsola, se quando nello Giovanni Battista e il capi- et con patenti della medema Altez- fosse nato l’avesse chiamato Anto- tano Lodovico per la suddivisione za Serenissima ha fatto et arolato nio; altrimenti le figlie Domenica degli stessi beni poi, è contenuta la molti et diversi soldati in queste e Caterina. Questo fatto potrebbe seguente frase: «Ma se compares- et altre giurisdittioni, fra i quali far pensare che Antonio Andrei se il signor Giuseppe fratello con anco l’infrascritti, cioè: Bernar- fosse scapolo e senza figli, in real- pretensione alcuna contro li beni din figliolo di Marcho Pistorello tà egli era vedovo di Maddalena sodetti divisi (…)»69, un’espres- di Nogaré; Antonio di Andrei di Milani di Verona (detta la Filo- sione verbale, quel se comparesse, Villa et Simon figliolo di Giaco- sofa)72, coinvolta nei processi di che rende in maniera colorita, ma mo Cavaler di Pedersano»70. stregoneria negli anni 1646-1647, abbastanza esplicita, le poche pro- Questa testimonianza è contenu- e morta in carcere il 9 marzo 1647, babilità che quell’evento potesse ta in una denuncia per diserzio- mentre il dibattimento era ancora accadere. Del resto la sua posizio- ne presentata dallo stesso Priami in corso. Antonio aveva anche ne sociale, il suo ruolo a corte e, all’ufficio criminale di Nogaredo una figlia, Valentina, arrestata non ultima, la notevole ricchezza in data 24 luglio 1658, in quanto i anch’essa con la madre per ordi- portatagli in dote dalla moglie, lo tre soldati sopra ricordati «doppò ne del giudice Madernini, ma riu- avevano messo al riparo da qualsi- haver per molti et molti giorni scita a fuggire, probabilmente nel asi problema di carattere economi- hauto il quartiere nelle giurisdit- veronese, presso i parenti della co ed elevato nella scala sociale su tion destinate a longo l’Adice, moglie, ma condannata in contu- un gradino decisamente superiore si sono absentati et fugiti», tanto macia alla pena capitale, tanto che rispetto ai, pur benestanti, fratelli; che il capitano chiedeva «che li un suo ritorno a Villa Lagarina (ad tanto da permettergli di donare la medesimi siino retenti, et posti in esempio per ereditare i beni pater- sua parte dei beni di famiglia ad sicuro, et poscia consignati a se ni) avrebbe significato l’arresto e uno di essi, eliminando in questo instante per condurli al servitio l’esecuzione. modo una delle poche motiva- di Sua Altezza Serenissima, con- Questi avvenimenti, benché zioni, se non l’unica, che poteva forme alli clementissimi comandi successi 10 anni prima, devo- spingere all’epoca chi risiedeva della medema». no aver pesato sul povero Anto- all’estero, ad intraprendere viaggi Per quanto riguarda uno di que- nio Andrei, che maturò così la non certo semplici per far ritorno sti disertori, Antonio fu Antonio decisione di lasciare tutte le sue in patria. Andrei, detto il Filoso, di Villa sostanze alla sorella e recarsi Lagarina, si può aggiungere qual- in guerra al servizio dei Priami, che informazione che mostra come salvo poi ripensarci all’ultimo Ludovico, il capitano questa diserzione sia stata proba- momento e disertare. bilmente il frutto di un ripensa- Ma ritorniamo al capitano Lodovi- Ludovico, quarto figlio (maschio) mento improvviso, forse dettato co Priami e all’eredità di famiglia, di Ippolito e Lucrezia, venne bat- dalla durezza della vita militare in riferimento alla quale egli bene- tezzato nella chiesa di S. Maria sperimentata nei giorni di addestra- ficiò della donazione delle parti di Villa Lagarina il 9 luglio 1617, mento, in quanto in precedenza lo dei fratelli colonnello Giuseppe padrino il conte Alfonso Lodron di stesso era ben convinto di arruolar- (22 giugno 1656) e canonico Carlo Castel Nuovo. si e partire agli ordini del capitano (22 luglio 1656)73; mentre si accor- Seguì le orme dei fratelli Giovanni Lodovico (e del colonnello Giu- dò (per la verità più di una volta) Battista e Giuseppe, intraprenden- seppe in terra di Boemia), tanto che per una suddivisione con l’altro do la carriera militare, fino al grado in data 18 aprile 1658 aveva dettato fratello Giovanni Battista. In base di capitano. al notaio Carlo Betta il suo testa- a questi accordi a Lodovico venne Riguardo alla sua attività milita- mento, e in precedenza (13 aprile) assegnato il maso di Folas, che egli re si è riusciti a trovare soltanto aveva affittato alla sorella Orsola in data 28 luglio 1657 vendette a un riferimento relativo all’anno la sua casa e bottega sulla piazza Costantino Marcabruni di Reviano, 1658, quando è documentato un di Villa Lagarina, appunto con la abitante in Rovereto, per il prezzo suo arruolamento in Val Lagari- seguente motivazione: «Antonio di 2800 fiorini74. na per fornire truppe all’esercito fq. altro Antonio de Andrei di Villa, imperiale (del neo eletto impera- facendo per se etc. volendo andar tore Leopoldo) che si apprestava alla guerra in Germania sotto la Carlo, il canonico a partire per una campagna contro condotta de signori Priami, Giosef- i Turchi in Ungheria: «Compare fo colonello, et Ludovico sargente Carlo, ultimogenito (maschio) di il molto illustre signor Ludovico maggiore»71. Ippolito Priami e Lucrezia di Core- Priami capitano et sargente mag- Nel testamento Antonio lasciava do, nacque a Villa Lagarina il 29 gior per Sua Altezza Serenissima, erede universale il figlio maschio luglio 1619, ed ebbe per padrini Quaderni del Borgoantico 15 19

Nicolò di Coredo (fratello della il signor locatore e gli altri signo- Liti ed accordi per l’eredità madre) e Maddalena Thun, moglie ri fratelli havessero bisogno d’ha- paterna (e per le doti materne) del conte Alfonso Lodron. bitarla, né per vendita (…); che Intraprese la carriera ecclesiastica volendo il signor canonico mede- Una buona parte delle vicende divenendo canonico della Catte- mo habitar in Villa, possi haver lagarine dei Priami raccontate dai drale di Bressanone, dove proba- le due stanze basse terrene, cioè documenti sono contrassegnate da bilmente risiedette per gran parte verso il Palazzo dell’illustrissimi dispute, accordi e transazioni circa della vita. Signori, usando l’uscio et porta di le proprietà di famiglia, ad iniziare Di lui i documenti locali consul- giorno, ma in tempo di notte solo dalla causa agitata nel foro di Vero- tati parlano poco. Il 30 dicembre l’uscio di drio, che guarda verso na nel 1616 dagli eredi di Filippo, 1655, con atto rogato a Bressanone detto Palazzo».76 fino ai contrasti tra i figli ed eredi dal notaio Michael Steiner, si era Acquisita la casa ed altri beni del di Ippolito di metà ‘600. accordato con il fratello Giovan- fratello Giovanni Battista, in data Questi ultimi sembravano esse- ni Battista circa l’eredità Priami, 22 luglio 1656 Carlo fece donazio- re stati superati il 17 marzo 1654, acquistando tutta la proprietà della ne di tutto all’altro fratello Lodovi- quando nella casa di Villa era stato casa di Villa: «Havendo il molto co («capitanio Sacre Cesaree Maie- raggiunto un accordo tra la signora illustre et reverendissimo signor statis»), che a partire da questa data Lucrezia e i figli Giovanni Batti- Carlo Priami canonico di Bressa- divenne quindi il proprietario di sta e Lodovico, secondo il quale i none, acquistato dal molto illustre tutta la casa di Villa Lagarina. figli promettevano di «alimentare signor Gio Batta fratello la casa Nell’estate del 1658 Carlo è a Sali- et mantenere in vita sua, da per Priama a Villa, appresso la Piazza, sburgo, assieme al signor Paolo suo et honorevolmente essa signo- con le sue ragioni»75. Liberi di Pomarolo, entrambi ra Lucretia madre sana et amalata In quell’occasione Carlo si era ammalati, come si ricava dalla cor- per tutto il tempo della vita sua», anche addossato l’onere di resti- rispondenza tra due funzionari dei mentre la madre si dichiarava pie- tuire ad Antonio Chiusole i 500 Lodron: il capitano Balthasar Stau- namente soddisfatta circa il paga- fiorini che questi aveva prestato a dacher e Virgilio Salvadori77. mento delle sue doti. Riguardo agli Giovanni Battista, a parziale paga- Rientrato a Villa Lagarina, Carlo altri beni il colonnello si riservava mento della cui somma poi, in data Priami «canonico e custode della per lui «la casa et hortaglie di Villa» 5 maggio 1656 (rogiti Carlo Betta) Catedrale di Bressanone» vi morì ed il capitano «la casa et hortaglie concesse in locazione al Chiusole il 7 agosto 1658, «in giorno di di Folas». Il resto dei beni paterni proprio la casa di Villa, per il cano- mercori a hore di notte 9 ½ rice- e materni e di Folas rimaneva indi- ne di affitto di 31 fiorini all’anno e vuti li Santissimi Sacramenti». Fu viso tra i due, «eccettuati li beni di alle seguenti condizioni: «(…) che sepolto nella chiesa parrocchiale di Marling acquistati per esso signor il signor Antonio non possa esser Santa Maria78. Collonello da essa signora Lucretia scacciato dalla detta casa locata per et pagati, quali saranno del signor alcuna causa o pretesto, ancorché Collonello solo»79. In realtà le differenze non erano state completamente appianate (i fratelli Giuseppe e Carlo, senten- dosi privati delle loro ragioni sui beni di casa, fecero ricorso con- tro questo accordo) ed esplosero in maniera dirompente il 7 luglio dello stesso anno, quando nella casa di Villa, scoppiò una vera e propria zuffa tra Giovanni Batti- sta e Lodovico, che si presero per i capelli e si insultarono, e per finire si sfidarono a duello (poi non svol- tosi): «erano ragazzarie a tratar in quel modo, et che erano soldati ambi due, che però l’havarebbero fatta fuori con le spade»80. La denuncia dell’accaduto al tri- bunale Lodron e la successiva La casa Priami sulla piazza della fontana di Villa Lagarina, poi palazzo Madernini ed oggi istruttoria condotta dal vicario Marzani, in una fotografia di inizio ‘900 Gio Antonio Tolotti e verbalizzata 20 Quaderni del Borgoantico 15

concordio» tra Giovanni Battista e il canonico Carlo. L’8 settembre 1654 moriva a Lavant il Vescovo Alberto; il 22 ottobre dello stesso anno passava a miglior vita anche Lucrezia di Coredo, vedova di Ippolito Priami. Negli anni successivi, come visto in precedenza, venivano stipulate le donazioni di Carlo e Giuseppe in favore di Lodovico e definiti- vamente divisi i beni tra Lodovi- co e Giovanni Battista. Anche per quanto riguardava le case la que- stione poteva considerarsi conclu- sa: venduta ai Marcabruni quella di Folas; interamente di proprietà «Il signor Priamo mette all’ordine la sua casa e su le porte et altri luoghi di detta casa va di Lodovico quella di Villa, grazie compartendo l’impronto della sua arma, e cerca particolarmente di far apparire in forma all’acquisto che il canonico Carlo grande l’Aquila imperiale» (Biblioteca Civica di Rovereto, Archivio Lodron, Lodron Villa aveva fatto della parte di Giovanni Lagarina, Fascicolo 10/A, Corrispondenza N. 137, per gentile concessione) Battista e la successiva donazione al fratello capitano. dal cancelliere Carlo Betta, per- in casa di suo padre e sua, et che mette di capire meglio il motivo voleva starci, et l’altro negando». del contendere, in quanto se i due In definitiva il vero motivo del con- Dall’aquila imperiale alla fratelli avevano iniziato a litiga- tendere era da individuare nella colomba: il passaggio della casa re per la raccolta del frumento, in proprietà dei beni paterni, contesi ai Madernini seguito erano emersi i veri motivi tra i fratelli. Nella lite, pur in veste di astio tra i due, come si ricava di pacieri, erano intervenuti anche Diventato proprietario di tutta la dalla deposizione di un teste che il canonico Carlo, in quel periodo a grande dimora signorile posta sulla afferma: «(…) et il signor Collo- Villa Lagarina, e la madre Lucrezia. piazza della fontana, Lodovico ini- nello venne da basso alla volta del Il procedimento deve poi essersi ziò dei lavori di ristrutturazione signor Capitanio et le disse che non ridotto in una composizione ami- della stessa, come si ricava dalla facesse filade alli suoi servitori, et chevole, perché gli atti si inter- minuta di una lettera spedita al che andasse a casa sua a comman- rompono dopo le deposizioni degli capitano Staudacher a Salisburgo dare, che quella era sua; et l’altro imputati e la presentazione di uno in data 11 agosto 1657, dove tra le replicando che intendeva d’esser scritto di «amicabile et pacifico altre cose si afferma:

Particolare dello stemma Madernini (alla colomba) collocato su casa Priami nel 1688 Quaderni del Borgoantico 15 21

«(…) Il signor Priamo mette all’or- vane a 35 anni il 28 agosto 1675 a sulla piazza al fratello Carlo ed dine la sua casa e su le porte et altri Roveré della Luna, dove era cura- abbandonato i suoi interessi in Val luoghi di detta casa va comparten- to); Giovanni Alberto, minorenne, Lagarina in favore dei beni di casa do l’impronto della sua arma, e pure studente (diventerà notaio) Coredo «nella pieve di Marling», cerca particolarmente di far appa- e Francesco pupillo; e tre femmi- da lui a suo tempo acquistati dalla rire in forma grande l’Aquila impe- ne Domenica e Virginia minori e madre Lucrezia. riale»81. Caterina pupilla82. Ecco dunque che nel 1661 Giovan- Avrebbe probabilmente fatto Paride Madernini lasciò anche ni Battista, dopo aver venduto il meglio a risparmiare tempo e dena- la moglie Orsola Priami (morirà suo molino di Piazzo, lasciò la Val ro Lodovico, perché, come visto in l’ultimo giorno dell’anno 1684), Lagarina, per non farvi più ritorno. precedenza, l’anno seguente ripar- che vantava ancora nei confronti Nel 1675 risulta già morto, quan- tì per la guerra, dalla quale risulta del fratello Lodovico un credito di do in data 30 luglio i figli Alberto, non abbia fatto più ritorno, non si 500 ragnesi che gli aveva donato Ippolito e Giovanni Battista junior sa se decedutovi, oppure perché la madre Lucrezia e che lo stesso si presentarono a Bolzano in casa rimasto in Boemia presso il fratel- Lodovico si era impegnato a paga- Zallinger per vendere le loro ulti- lo Giuseppe. re. Come si diceva il documento me proprietà lagarine al celebre Sulla casa di Villa Lagarina il che sancisce il passaggio dai Pria- giureconsulto e consigliere impe- posto dell’aquila imperiale venne mi ai Madernini della casa di Villa riale Gulielmo Pedroni di Nogare- così preso da una più mite colom- non è ancora stato trovato, ma sem- do (presente per lui il procuratore ba (su un monte di tre vette e con bra plausibile che questo passaggio Georg Keller) proprietà che con- un ramoscello di olivo nel becco), possa essere collegato con il credi- sistevano in un prato in località emblema che la famiglia Mader- to che Orsola Priami Madernini alli Zardini, regola di Villa; in un nini, subentrata nel possesso del vantava nei confronti del fratello prato e un vigneto presso la villa palazzo, fece collocare sopra il capitano dell’Armata Cesarea. di Piazzo sotto Sancto Zeno, rego- portone principale dello stesso, in la di Pomarolo; in un altro «agrum una lastra di marmo nella quale è cum vineis» in regola di Nogaredo, scolpita la data 1688: 30 anni esatti La fine del casato in Val luogo detto la Chiesura83. dopo la partenza di Lodovico per la Lagarina: i Priami a Marlengo La vendita venne effettuata per il guerra in Ungheria e la morte del (e Merano) prezzo complessivo di 2272 ragne- canonico Carlo. si e motivata dalla bassa rendita e Purtroppo per quante ricerche Può sembrare inspiegabile che una dalla grande distanza dal luogo di abbia fatto, fino ad oggi non sono famiglia composta di ben 5 figli residenza dei proprietari dei beni riuscito a trovare il documento di maschi, nell’arco di pochi anni spa- in questione: «(…)Eo quia bona passaggio della casa Priami alla risca completamente da un paese, superius vendita existunt in iurisdi- famiglia Madernini. In tal senso eppure è quello che è capitato ai citonibus illustrissimorum domi- si deve però sottolineare come tra Priami di Villa Lagarina. Vediamo norum de Lodrono in Vale Laga- le due famiglie vi fosse un lega- come. rina, ex quibus modico percipiunt me di parentela diretto, in quanto Innanzitutto si deve ricordare che il fructus, valdeque distant ab eorum il 29 maggio 1633, nella chiesa di ramo di Folas e quello di Rovereto habitationi, adeo ut eorum cura et Santa Maria di Villa, Orsola figlia si erano estinti rispettivamente con gubernio». di Ippolito Priami aveva sposato il Nadalina Priami-Turri e con don Nell’atto gli interessi del minore coetaneo Paride figlio di Maderni- Teseo Priami. Riguardo poi al ramo Giovanni Battista Priami jr. ven- no Madernini (nato il 10 novembre di Villa Lagarina, dei cinque figli gono tutelati dal fratello Alberto, 1610), il futuro giudice della giu- maschi di Ippolito, due erano eccle- maggiorenne; mentre l’altro fratel- risdizione Lodron che passerà alla siastici e morirono senza discenden- lo Ippolito afferma di essere mag- storia per aver celebrato negli anni za (la cosa all’epoca non era così giorenne («Hippolitus se etiam 1646-1647 i processi contro le pre- scontata); due erano impegnati al annis 25 maiorem asseruit»), cosa sunte streghe (di Nogaredo). servizio dell’esercito e della corte però non vera, in quanto, come Paride morì improvvisamente il 12 imperiale in Boemia e non fecero visto, era nato a Villa Lagarina ottobre 1660 lasciando sette figli, più ritorno in Val Lagarina. Tutte le il 5 aprile 1653, aveva quindi 22 quattro maschi: don Giorgio, il speranze di una discendenza della anni (all’epoca la maggiore età si maggiore, prete a Kidae in Baviera casata Priami a Villa erano quindi raggiungeva appunto a 25 anni). A (rientrato in patria sarà poi rettore nelle mani del colonnello Giovan- garanzia dei beni venduti al Pedro- della chiesa di Pomarolo, quin- ni Battista, il quale però, probabil- ni, i fratelli Priami ipotecarono le di di quella di ); Ippolito mente anche in seguito agli accesi loro proprietà di Marling. studente a Salisburgo (diventerà contrasti con il fratello Lodovico, Ancora una volta, dunque, vengo- sacerdote anche lui e morirà gio- aveva venduto la sua parte di casa no citate le proprietà del meranese 22 Quaderni del Borgoantico 15

mi morì senza figli a Merano nel 1805, estinguendosi con lui la stir- pe dei Priami88. Il nome di questa illustre casata (anche) di Villa Lagarina, altri- menti destinato all’oblio, sopravvi- ve oggi in una via di Merano: Via Priami / Priami Gasse.

Note

1 Alla Sacra Cesarea e Real Maestà (…), vede- re più avanti la citazione completa dell’opera. 2 Sempre grazie a questi strumenti Kucharik era arrivato ad individuare anche l’opera del Priami, oggi conservata in pochissimi esemplari, uno dei quali però (si tratta della Il Mayr am Weg Hof, poi Priamhof (Maso Priami) di Marlengo, in una foto del 1940 (da: copia posseduta dalla Biblioteca Nazionale Dorfbuch Marling, Marlengo, Raiffaisenkasse, 1989, p. 353). Austriaca di Vienna) digitalizzato da Google, e quindi accessibile per qualsiasi persona da qualsiasi posto, purché dotata di una connes- pervenute ai baroni Priami in virtù 1628 o 1629 dal canonico Lodo- sione di rete e di un dispositivo per accedervi delle doti della loro madre Lucre- vico di Coredo. Questo maso fece (pc, tablet, smartphone). Per accedere al link zia di Coredo. Andiamo finalmente la strada inversa del precedente, di collegamento all’opera, basta inserire (ad esempio) la parola chiave = Giuseppe Priami a vedere quali erano. perché passò al fratello Nicolò e da barone di Rovorat = nel motore di ricerca di Lucrezia era figlia di Giovan- questi a Lucrezia. Nel 1694 risul- Google. ni Battista di Coredo (linea di ta di Albert Priami. Il 22 dicem- 3 Ausserer, Karl: I signori del Castello e della Castel Bragher), nato nel 1549, bre 1715 Johann Ulrich Priami Giurisdizione di Castel Corno in Vallagarina, Rovereto, Grandi, 1911, pp. 89-91. che dalla moglie Giuliana Grotta Freiherr (barone) von Roverat lo 4 Il cognome di questa famiglia e di chiara ori- aveva avuto i figli maschi: Antonio vendette a Blasi Kerndle, mastro gine patronimica ed è citato nei documenti (morto senza discendenti), Lodovi- muratore di Marlengo per 250 fio- sia nella forma “singolare” («Priamo») che in co (o Luigi, canonico di Bressano- rini. quella “plurale” («Priami») del nome proprio 84 di persona, di derivazione classica o mitolo- ne) e Nicolò . Il terzo maso di Marlengo posse- gica dell’antica Grecia, da cui deriva (Priamo In un Urabrio di Lebenberger del duto dai Priami è il Gsteig (oggi era il re di Troia della celebre guerra descrit- 1592, Niklaus Coreth (Nicolò all’indirizzo: Hauptstrasse, 10) che ta da Omero nell’Iliade). In questa sede si è Coredo, fratello di Lucrezia) risul- nel catasto del 1694 risulta inte- deciso di uniformarlo in Priami perché nella lingua italiana moderna, quella “plurale” è di ta in possesso del maso Mair am stato al barone Ippolito (Hilpoldus gran lunga la forma più diffusa secondo la 86 Weghof, oggi edificio al numero Priami zu Mais) . quale i cognomi, soprattutto quelli derivanti 14 di via Anselm Pattis a Marlen- Negli anni successivi i Priami di da nomi propri di persona, si trovano. È noto go85. Nel 1633 questo bene passò Marlengo si trasferirono a Mera- peraltro che la forma “plurale” di tali nomi non deriva tanto da un reale declinazione al al fratello Lodovico (canonico), no, dove acquistarono il castello plurale del nome proprio nella lingua volga- quindi alla sorella Lucrezia, pro- Rottenstein, in città, nei pressi re o italiana antica (declinazione pur diffusa babilmente come saldo delle sue della Brunnenplatz, che dai nuovi in passato), bensì dalla forma genitiva dello doti. In questo modo pervenne in proprietari prese a chiamarsi popo- stesso nome nella lingua latina. Per intendersi Priami non deriva tanto dalla forma plurale proprietà dei baroni Priami. Nel larmente Priamischloss (Castel del nome proprio Priamo in volgare o italiano 87 catasto steorale del 1694 il maso Priami) . Dopo l’estinzione della antico (forma pur usata, come testimoniano risulta proprietà di Albert Priami, il famiglia Priami (1805) il castel- anche le citazioni trovate nei documenti della citato figlio maggiore del colonnel- lo venne comprato dal meranese presente ricerca: «Alberto Priamo», «fra- telli Priami»), quanto piuttosto dalla forma lo Giovanni Battista. La famiglia Matthias Innerhofer. genitiva del nome in lingua latina: Albertus Priami mantenne questa proprietà Nel 1774 il barone Johann Joseph Priami (Priami = di Priamo). Nella lingua fino al 1747, quando Anna Maria von Priami acquistò per 6000 fio- latina (ed in particolare in quella neolatina von Söll, nata baronessa Priami, lo rini anche Schloss Katzenstein o latina medievale) il genitivo di un nome proprio (inteso come cognome patronimico) vendette ad Anton Prünster di Mar- (Castel Gatto), abbarbicato sulle può anche essere reso nella variante con la lengo per 2200 fiorini. pendici del Freiberg, sopra l’abita- preposizione de seguita dall’ablativo, sia La seconda proprietà dei Priami a to di Sinigo, che nel 1817 (estin- al plurale (de Priamis), che al singolare (de Marlengo è il Pamgartlgietl, oggi tisi i Priami) venne comperato da Priamo). Questa osservazione è quella che ha fatto propendere definitivamente per la scelta edificio al numero 8 di via Anselm Franz Gögele. della forma Priami, in quanto nei documen- Pattis, che venne acquistato nel Il Barone Johann Joseph von Pria- ti trovati il cognome compare diverse volte Quaderni del Borgoantico 15 23

nella forma «de Priamis» e mai in quella «de 20 Il Portogallo, pur con ampie autonomie, rima- 45 Ibidem, atto di data 24 giugno 1610. Priamo». se unito al Regno di Spagna fino al 1640. 46 Ibidem, giudizio di Mori, notaio Francesco 5 Biblioteca Civica di Rovereto (d’ora in poi 21 BCR, AL, Lodron C, busta 10. Pedroni, atto di data 16 ottobre 1625. La BCR), Archivio Lodron (d’ora in poi AL), 22 AST, AN, giudizio di Villa Lagarina, notaio costruzione del filatoio sul Cornalé era stata Lodron C, busta 17, «Liber secundum pigno- Giam Pietro Frisinghelli, atti di data 2 novem- affidata da Paride nientemeno che al suo rum 1555 sub speciale domino Io Festa de bre 1584 e 12 maggio 1588. architetto di corte (salisburghese) Santino Noarna vicario Castri Novi». 23 AST, AN, giudizio di Rovereto, notaio ed atti Solari come da contratto di fabbrica di data 6 Archivio Parrocchiale di Villa Lagarina, citati. 24 luglio 1625 in rogiti dello stesso notaio Libro dei Nati I, rispettivamente c. 24r. e c. 24 AST, AN, giudizio di Rovereto, notaio Pedroni. Il contratto per il filatoio e per le 28r. Se, come dice Ausserer, i Priami fossero Gaspare Paganini. altre fabbriche lagarine commissionate da stati a Folas già alla metà del ‘400, avrebbero 25 Da evidenziare la presenza delle dieci paten- Paride al Solari è stato pubblicato in: Adami, dovuto lasciare qualche registrazione nei libri ti, che erano le autorizzazioni ad arruolare un Roberto (a cura di) Il Principe e l’Architetto. dei nati di Isera (parrocchia cui apparteneva esercito, le quali venivano solitamente con- L’attività di Santino Solari (1576-1646) al Folas), che iniziano nel 1539. cesse ad un colonnello per allestire un reg- servizio di Paride Lodron a Villa Lagarina e 7 BCR, AL, Lodron C, busta 3, Processi del gimento (circa 3000 uomini, ma mediamente a Salisburgo, tra manierismo e primo baroc- 1558. 1500 per quello di alemanni del conte Giro- co, Pomarolo, 1993. In questa pubblicazione 8 Archivio di Stato di Trento (d’ora in poi lamo Lodron). Poiché, come si diceva, Cri- (saggio di Maria Donato L’attività di Santino AST), Archivio Notarile (d’ora in poi AN), stoforo non figura mai con questo grado, ma Solari a Villa Lagarina) si da conto anche dei giudizio di Villa Lagarina, notaio Ippolito solo con quello di capitano, si deve ritenere contratti finanziari tra il Lodron e la società Battaglia, atto di data 16 settembre 1561. che le patenti fossero concessioni ad arruola- Priami e Baroni. 9 AST, AN, giudizio di Rovereto, notaio ed atto re una compagnia (circa 300 uomini, ma 150 47 Ibidem, giudizio di Rovereto, notaio Giorda- citati. per quelle di alemanni). Rimane il dubbio su no Frapporti. 10 La circostanza che entrambe le figlie di Nico- come potesse essere «dux milium hominum 48 Ibidem, passim. lò si siano accasate a Verona, sembra confer- Alemanorum», cioè a capo del reggimento di 49 Anna aveva portato in dote al Montagna 3000 mare il legame ancora forte con quella città e alemanni, senza avere il grado di colonello. ducati veronesi (circa 4130 fiorini), dei quali quindi un distacco recente dalla stessa. 26 AST, AN, giudizio di Villa Lagarina, notaio però nel 1655 restava ancora da pagare una 11 AST, AN, rispettivamente giudizio di Rove- ed atti citati. Il documento porta la seguente parte, per cui i fratelli Giovanni Battista e reto, notaio Giuseppe Porta, atto 25 settem- intestazione: «Hoc est inventarium bonorum Lodovico cedevano al cognato veronese delle bre 1583 e giudizio di Villa Lagarina, notaio et haereditatis q. magnifici et nobilis ac stre- pezze di terra rispettivamente a Piazzo (Gio- Ippolito Battaglia, atto 19 settembre 1585. nui militis domini Chritophori capitanei fq. vanni Battista) e in Folas (Lodovico), beni 12 BCR, AL, Lodron C, busta 10. Le vicende domini Nicolai Priami de bonia in villa Fola- peraltro poi riacquistati dagli stessi fratelli belliche di Nicolò Lodron in Spagna, pratica- sii iurisdictionis Castri Novi». Priami (cfr. AST, AN, giudizio di Villa Laga- mente sconosciute, sono attualmente ogget- 27 Per i due testamenti di Nicolò vedere rispet- rina, notaio Antonio Rosio). to di studio da parte di chi scrive, assieme tivamente AST, AN, giudizio di Rovereto e 50 Il territorio della diocesi di Lavant si estende- a quelle (“italiane”) del parente (cugino del giudizio di Villa Lagarina, notai ed atti citati. va su parte della Stiria, della Carinzia e della padre) Felice Lodron. Per la fede di battesimo del figlio Cristoforo Slovenia. Oggi questa diocesi sopravvive in 13 Perini, Quintilio: I Lodron di Castellano e invece, l’archivio parrocchiale di S. Marco di quella di Maribor (Slovenia), suffraganea Castelnuovo, Rovereto, Grandi, 1909, p. 26. Rovereto, Libro dei Nati I, c. 34r. dell’arcidiocesi di Lubiana. Come ho avuto modo di precisare altre volte, 28 AST, AN, giudizio di Rovereto, notaio 51 BCR, AL, Ms.33.3. la monografia di Perini sui Lodron è in gran Gaspare Paganini. 52 I relativi documenti vennero stesi tutti dal parte frutto di un vero e proprio “furto” ai 29 Ibidem, giudizio di Villa Lagarina, notaio notaio Antonio Rosio (AST, giudizio di Villa danni del sacerdote Giacomoantonio Gior- Giam Pietro Frisinghelli, atto di data 22 giu- Lagarina), cancelliere di Castel Nuovo, nelle dani, capellano di Villa Lagarina, che aveva gno 1598. date indicate. prestato al Perini il suo lavoro manoscritto su 30 Ibidem, notaio Vincenzo Figaroli sr., atto di 53 BCR, AL, Ms.29.10.(133). questa famiglia, compilato dopo anni di ricer- data 19 giugno 1599. 54 Ibidem, Ms.29.10.(127). che nell’archivio parrocchiale. 31 Ibidem, notaio Giam Pietro Frisinghelli. 55 Ibidem, Ms.29.10.(137). 14 AST, AN, giudizio di Villa Lagarina, notaio 32 Idem. 56 AST, AN, giudizio di Villa Lagarina, notaio ed atto citati. 33 Ibidem, giudizio di Rovereto, notaio Andrea Antonio Rosio, atto 7 settembre 1658. 15 BCR, AL, Lodron Villa Lagarina, Fascicolo Cobelli, atto di data 30 marzo 1604. 57 Ibidem, giudizio di Mori, notaio Carlo Betta. VI-A, N. 65. 34 Ibidem, giudizio di Mori, notaio ed atto cita- I Camelli vengono qui chiamati dal Caliano, 16 Ibidem, Fascicolo 15, N. 93-96, dove si con- ti. Questo conferma che nel 1616 Cristoforo perché nel secolo precedente un ramo di que- servano alcune lettere di Cristoforo al vicario Priami, figlio di Bartolomeo era già morto. sta famiglia si era trasferita (restandoci) in di Villa, Michele Martinelli. In una di esse, 35 Ibidem, notaio Giuseppe Porta. quel paese (Calliano), in seguito alla nomina datata «Da Roma, da Linferno, 19 luglio 36 Idem, atto di data 2 marzo 1585. di Matteo Camelli a vicario della giurisdizio- 1561», Cristoforo risulta «infortunato». 37 AST, AN, giudizio di Rovereto, notaio Leo- ne di Castel Pietra. 17 Ibidem, Fascicolo B, Corrispondenza, N. 36, nardo Besenella. 58 Ibidem, atto di data citata. Per le vicende lettera di data 19 settembre 1566 del conte 38 Ibidem, notaio Francesco Partini. storiche di questa casa vedere il lavoro di chi Antonio al fratello Felice a Castellano. 39 Ibidem, notaio Giovanni Passerini sr. scrive: Piazzo. Vicende storiche di una vici- 18 Archivio parrocchiale di Isera, Libro dei 40 Idem. nia, Villa Lagarina, 2010, pp. 249-252. Matrimoni I (1565-1595). 41 Ibidem, notaio Antonio Malinverni, atto di 59 Viganò, Marino (a cura di): Architetti e inge- 19 Con lui in Portogallo c’era anche Sebastiano data 28 maggio 1666. gneri militari italiani all’estero dal XVI al Lodron, signore del castello di S. Giovanni 42 Archivio Parrocchiale di Villa Lagarina. XVIII secolo, Livorno, 1994, p. 11. (ramo delle Giudicarie), figliastro del colon- I matrimoni celebrati nella chiesa di Villa 60 Romaňàk, Andrej: Die Teilnahme der italiani- nello Girolamo Lodron (la madre, rimasta Lagarina dal 1566 al 1587 si trovano registra- sche Baumeister am Festungbau in Böhmen, vedova di Sigismondo Lodron, si era rispo- ti nel I libro dei nati della parrocchia alle carte in: Viganò, Marino (a cura di): Architetti e sata con il condottiero degli alemanni), che 91r.-110v. Quello tra Alberto e Orsola è alla ingegneri militari … op. cit. p. 223. al rientro dalla guerra cambierà decisamente carta 96v. 61 Keller, K. – Catalano, A. Die Diarien und vita, facendosi cappuccino e morendo “in 43 Ibidem, notaio Giuseppe Porta, atto 3 settem- Tagzettel des Kardinals Ernst Adalbert von odore di santità” (cfr. Centro Studi Judicaria: bre 1596. Harrach (1598-1667), Vienna, 2011, pp. 384. Sulle tracce dei Lodron: gli eventi, gli uomini, 44 AST, AN, giudizio di Villa Lagarina, notaio 62 Comunicazione di Jurai Kucharik, che qui i segni, Tione-Trento, 1999, pp. 221-224). Vincenzo Figaroli sr. ringrazio. 24 Quaderni del Borgoantico 15

63 Idem. 28 luglio 1657 83 Ibidem, giudizio di Rovereto, notaio Giovanni 64 Romaňàk, Andrej: Die Teilnahme der italia- 74 Ibidem, atto citato. I beni di Folas sono così Battista Carlini, atto di data citata. All’atto risul- nische Baumeister… op. cit., p. 224. descritti nell’atto di vendita: «mansum unum ta presente l’illustre dottore Giovanni Frapporti 65 Idem. in villa et regula Folasii dictum il Maso delli di Rovereto, consigliere arciducale e vicario 66 Idem. Nella Repubblica Ceca il toponimo signori Priami, cum domo, arativis, pratis, della giurisdizione di Königsberg (). Lísen è collegato alla città di Brno (Mora- nemoribus etc». 84 Inama, Giovanni Battista: Antichi dinasti via). 75 L’atto rogato dal notaio Steiner è citato nell’at- di Castel Coredo, Trento 1909, ad vocem. 67 Fischnaller, Konrad: Tirolisch-Vorarl- to 5 maggio 1656 del notaio Carlo Betta. Giovanni Battista fu consigliere del cardi- berg’scher Wappen Schlüssel, 2. Parte, 5 con- 76 AST, AN, giudizio di Mori. nale Madruzzo, mentre i suoi figli Lodovico tributo, Innsbruck, 1941. 77 BCR, AL, Lodron Villa Lagarina, Fascicolo 13, e Nicolò furono perseguitati da Lodovico 68 AST, AN, giudizio di Villa Lagarina, notaio Corrispondenza, lettera di data 13 giugno 1658. Madruzzo, perché si erano rifiutati di ren- Antonio Rosio, atto di data citata allegato 78 Archivio Parrocchiale di Villa Lagarina, dergli omaggio, giustificando la loro nobiltà all’atto di data 28 luglio 1657. Libro I dei Morti, c. 9v. come anteriore a Massimiliano II e facendo 69 Ibidem, giudizio di Mori, notaio Carlo Betta, 79 AST, AN, giudizio di Mori, notaio Carlo Betta. ricorso all’arciduchessa Claudia. atto di data 17 marzo 1654. 80 BCR, AL, Ms.68.1.17. 85 Tutte le notizie sui beni dei Coredo, poi dei 70 BCR, AL, Ms.29.7.(44), 81 BCR, AL, Lodron Villa Lagarina, Fascico- Priami, a Marlengo sono ricavate da: Dorfbuch 71 AST, AN, giudizio di Mori, notaio ed atti citati. lo 10/A, Corrispondenza, N. 137. L’aquila Marling, Marling, Raiffeisenkasse, 1989. 72 Con questo nome è chiamata Maddalena imperiale, oltre che un chiaro omaggio alla 86 Il barone Ippolito Priami possedette per pochi anni nei verbali del processo pubblicati da Tullio casata degli Asburgo, è anche uno dei sogget- (1710-1713) anche il maso Rosengarten (Labas, Dandolo a Milano nel 1855; mentre il marito ti presenti (1 e 4) sullo stemma Priami, nella Spazen), oggi St. Felix Weg, 6 a Marlengo. nel testamento ed in altri atti è sempre chia- versione più moderna adottata al momento 87 Per questa parte vedere Stampfer, Cölestin: mato Filoso, tanto che andrebbe verificata dell’elevazione a Baroni (cfr. la citata opera Shlösser und Burgen in Meran und Amge- l’esattezza della trascrizione dei verbali ori- sull’araldica tirolese e del Vorarlberg di bung, Innsbruck, 1894, ad vocem. ginali del processo, purtroppo andati perdu- Konrad Fischnaller). 88 Aveva sposato Elisabeth, nata von Maid zum ti. 82 AST, AN, giudizio di Villa Lagarina, notaio Kössl, che morì nel 1811. 73 AST, AN, giudizio di Villa Lagarina, notaio Antonio Rosio, atto (nomina dei tutori) di Antonio Rosio, atti allegati a quello di data data 8 marzo 1661. Quaderni del Borgoantico 15 25 Anna n. 20.2.1625 di seta v. 1653 v. 16.6.1577 già + 1618 don Teseo n. 2.4.1621 Anna Maria commerciante Ramo di Rovereto Giovanni Battista

Carlo Elena Eccher canonico + 7.8.1658 n. 29.7.1619 ∞ Francesco di Bressanone Anna capitano Cornelia Scutellari Lodovico n. 9.7.1617 ∞ Giovanni Battista ∞ Andrea de Resoni ∞ Giuseppe colonnello n. 21.1.1615 ingegnere militare Lucia Nicolò n. 21.7.1612 ∞ Biagio Tacchelli ∞ Biagio ∞ Cesare de Cesari Orsola n. 16.6.1610 ∞ Paride Madernini Anna Giulia Montagna n. 1.4.1607 n. 22.2.1587 ∞ Francesco Giovanni Battista barone Nicolò Alberto Ippolito Ippolito capitano de Coredo colonnello già + 1610 già + 1571 ∞ Lucrezia n. 5.4.1653 n. a Verona + 10.1.1651 n. 22.9.1608 n. 12.9.1579 ∞ Elena Lin vicario di Villa Giovanni Battista ∞ Orsola Battaglia imprenditore (seta) Ramo di Villa Lagarina Ramo di Villa Angela Alberto Alberto 27.9.1605 + 8.9.1654 n. 30.4.1565 vescovo di Lavant Albero genealogico della famiglia Priami Albero Elena Filippo Gaspare già + 1616 n. 2.7.1604 n. 10.2.1567 di Castel Nuovo giudice delegato alfiere Andrea Alberto Nadalina n. 11.5.1607 n. 15.5.1575 ∞ Lorenzo Turri ∞ Lorenzo + 1595 Saibanti già + 1616 Cristoforo Cristoforo n. 19.1.1610 ∞ Innocenta Bartolomeo n. 15.9.1578 Ramo di Folas di Castel Nuovo capitano e vicario ∞ Antonia Curtoni ∞ alfiere v. 1585 v. già + 1609 Francesco n. 16.11.1572 Giovanni Felice Nicolò Cristoforo Già + 1609 n. 30.1.1567 n. 13.7.1597 ∞ Giacoma del Ben 26 Quaderni del Borgoantico 15

“Ordine della Solennissima et sontuosissima processione”, descrizione di una festa barocca ad opera di Alberto Priamo da Villa Lagarina

Roberto Codroico Su tredici “righe”, dal basso da destra a sinistra, procedono i parte- cipanti alla sacra processione, por- tando croci ed insegne, oltre a tre “macchine” con la rappresentazio- ne della storia dei santi. Si trattò, in un certo senso, d’una riproposta religiosa dell’ingresso in “pompa triumphalis”, dell’esercito romano nell’urbe dopo una vittoria milita- re, passando sotto gli archi di trion- fo sino a giungere davanti al tem- pio di “Jupiter Capitolinus” con le offerte. L’incisione è una fedele rappresen- tazione degli avvenimenti, i parte- cipanti sono caratterizzati dall’ab- bigliamento, tanto che nell’ammi- rarla ci sembra d’assistere ad una ripresa televisiva. Sfilano così dinanzi ai nostri occhi Processione della traslazione delle reliquie dei santi Virgilio e Ruperto nel nuovo Duomo di ben 1.871 persone di cui 1.036 Salisburgo, incisione di Jean Jenet, 1628 ecclesiastici, ventiquattro ragaz- zi vestiti da angelo, 807 laici, dei A chi visita il bel Palzzo Lodron sburgo. L’orgoglio della padrona di quali 216 a cavallo, 15 reliquiari di Nogaredo la padrona di casa casa è legato al fatto che si tratta di indica con orgoglio, sulla parete a un avvenimento indetto, voluto ed destra entrando nella sala da pran- organizzato da un suo avo, il prin- zo, una incisione raffigurante una cipe e arcivescovo di Salisburgo lunga processione che si snoda a Paride Lodron. serpentina con innumerevoli par- L’incisione fu realizzata su più fogli tecipanti. Si tratta di una recente assemblati tra di loro su progetto riproduzione fotografica in scala dell’architetto Santino Solari, e inci- ridotta di una grande acquaforte sa da Johann Jenet (Jean Gennet) proveniente dalla sacrestia della ricordato attivo a Venezia nel 1615 chiesa parrocchiale che misura e a Monaco nel 1623, dove realizzò cm 117 x 153, ora conservata al una incisione su rame della pala del piano superiore del Palazzo Libe- Tiziano raffigurante “Cristo sulla ra a Villa Lagarina, nelle sale che croce”, pala che un tempo si trova- ospitano una sezione del Museo va nella chiesa degli Agostiniani ed Diocesano di Trento. Su tredici oggi nella Galleria Schleissheim. livelli è raccontato il trasferimen- Nel 1627 Jenet era incisore di corte to delle reliquie dei Santi patroni a Salisburgo ove realizzò tra le altre di Salisburgo, Ruperto e Virgilio, incisioni un ritratto dell’arcivesco- avvenuto il 24 settembre del 1628 vo Paride Lodron che reca la dicitu- in concomitanza con la consacra- ra “Celsitudinis suae Colcographus L’arcivescovo Paride Lodron in una inci- zione del ricostruito duomo di Sali- aulicus”. sione di Jean Jenet del 1627 Quaderni del Borgoantico 15 27

con raffigurazioni di santi e simbo- stata riprodotta in più copie e, con- Dedication angeregter Thumbkir- li delle congregazioni, 21 bandiere siderato lo scopo documentario, chen”, di cui conosciamo una sola e 285 aste o lance. distribuita in diversi luoghi anche copia scritta il 28 settembre, ultimo Cinque sono gli ordini religiosi se ci è nota solo questa copia con- giorno dei festeggiamenti, e stam- allineati in processione, 546 i rap- servata a Villa Lagarina, ove con pata ad Augusta. L’autore si soffer- presentanti delle corporazioni delle ogni probabilità fu inviata dallo ma su alcuni particolari, descrive le arti e mestieri, cioè: barbieri, bot- stesso arcivescovo Paride Lodron, impressioni della gente, gli spari e tai, falegnami, tintori, carpentieri, che non ritenendo sufficiente l’in- le cannonate, la bella musica e il lapicidi e muratori, modisti, calzo- cisione a descrivere e tramandare bel tempo che hanno accompagna- lai, ceramisti, conciatori, pellicciai, ai posteri la grandiosa festa religio- to tutti i giorni della festa. tessitori, sarti, fabbri, macellai, sa celebrata nel pieno della Guerra Altra descrizione è la “Relation carpentieri, birrai, mugnai, fornai e dei Trent’anni, fece disporre anche und Beschreibung” di Andreas coniatori della zecca di Salisburgo, alcuni testi scritti, che nella sostan- Aperger composta di 100 pagine, accompagnati da ventisei musici. za ripetono e confermano quanto e realizzata a stampa dall’editore Seguono le confraternite con 704 rappresentato sull’incisione. Gregor Kyrner, in formato a quat- persone e 12 angeli. Prima la con- Tra questi scritti la “Kurze Rela- tro e illustrato da sei incisioni su fraternita dei santi Sebastiano e tion der translation dess Ertz- rame, probabilmente realizzate da Rocco, poi quella di sant’Anna, stiffts Salzburg heyligen Patronen Johann Jenet, autore della grande dell’Assunzione di Maria, delle S. Ruperti und S. Virgilii auss der incisione di Villa Lagarina, raffi- Anime dei credenti detta anche Pfarr: in die Thumbkircen / und guranti gli archi trionfali che furo- confraternita nera (Schwarze Bru- derschaft), di santa Monica e del Corpo di Cristo detta confraternita rossa (Rote Bruderschaft). La processione prosegue con gli ordini religiosi: gli Agostiniani, poi i Cappuccini, quelli del con- vento di Raitenbaslach e di Micha- elbeuern, quindi i Francescani, il tutto per un totale di 143 persone, quindi 16 professori dell’universi- tà di Salisburgo e 73 appartenenti al clero metropolita, tra cui anche i canonici della Collegiata di santa Maria della Neve. Otto musici precedono i 12 cano- nici del capitolo e i 18 monaci del convento di St. Peter, l’ordine reli- gioso più vecchio della città, fon- dato da san Ruperto. La processione si conclude con gli abati e preposti di Admont, Irsee, Tegensee, Ossiach, St. Paul im Lavanthal, Neumarkt-St. Veit, Seeon e Michaelbeuern, quindi il preposto Johann Krafft von Weit- tinger, seguito dall’abate di St. Peter, Albert Kenstin, i vescovi di Chiemsee, Regensburg, Gurk che a quel tempo era Sebastiano Bartolo- meo Lodron, e di Seckau assieme ai prelati di Herzogenburg, Au am Inn e Ranshofer che portano l’ur- na con le reliquie di san Ruperto. Ultimo l’arcivescovo e principe di Salisburgo Paride Lodron. La grande incisione deve essere Frontespizio della Kurze Relation di Andreas Asperger 28 Quaderni del Borgoantico 15

no costruiti lungo il percorso della sei “archi trionfali” e dall’arcive- ne, ovvero il “Ritus Traslationis processione. scovo Paride, con l’approvazione SS. Patronum Ruperti et Virgilii ad La più completa delle descrizioni del papa, fu concessa l’amnistia ai novam Ecclesiam Metrop.”, con la della festa è la “Basilicae Metro- carcerati ad esclusione degli omici- quale furono traslate le reliquie dei politanae Saliburgensis Dedicatio: di e dei protestanti. santi protettori di Salisburgo nel SS. Ruperti et Virgilii in eandem Sabato 23 settembre, a mezzogior- nuovo duomo costruito su progetto Translatio, Ad VIII. Et VII cal. no, ebbero inizio ufficialmente i dell’architetto Santino Solari. Octobr. Anni M.DC.XXIIX. Acta festeggiamenti con la consacrazio- Questa grande festa fu descritta Salisburgi” di Thomas Weiss da ne dei paramenti. Nel pomeriggio anche dal trentino Alberto Priamo Neresheim, un testo assai raro con- furono traslate le ritrovate reliquie (1605-1654) in un breve testo di servato solo in pochi esemplari ma di san Ruperto, con una piccola 16 pagine, in italiano, stampato a che può essere considerata la rela- processione, che prese il via dalla Bracciano dal tipografo Andrea Fei zione ufficiale della festa. L’autore chiesa di St. Peter e si portò alla nel 1628, anno della consacrazione cita l’architetto Santino Solari, il chiesa parrocchiale, la Franziska- del duomo. Con ogni probabilità pittore Donato fra Arsenio Masca- nerkirche. Alberto Priamo aveva conosciuto gni, il maestro di cappella Stefano Domenica 24 settembre, festa di durate il suo soggiorno a Roma il Bernardi ed elenca tutti i parteci- san Ruperto, con un tempo mera- tipografo Andrea Fei, figlio di Gio- panti alla festa, suddividendoli viglioso, ebbe luogo la processio- vanni Battista, che aveva iniziato per titoli, rango e ruolo, giunti a Salisburgo venerdì 22 settembre e accolti dall’arcivescovo Paride con più di 30 carrozze trainate ciascuna da sei cavalli. Il giorno successivo giunsero altri ospiti, per un totale di 930 persone con 707 cavalli. Tra gli ospiti è citato primo tra tutti l’arciduca d’Austria e conte del Tirolo, Leopoldo, accompagna- to dalla bella consorte Claudia de Medici, poi l’arciduca Massimilia- no di Baviera assieme alla consorte Elisabetta Renata von Lothringen. Seguono gli altri importanti ed illustri personaggi che giunsero a Salisburgo in quella occasio- ne e che meriterebbero d’essere ricordati, ma ai fini della presente descrizione ci limitiamo a ricorda- re alcuni personaggi trentini tra i quali: i fratelli Francesco e Paride Lodron della linea di Trento, Jacob Kuen Belasj, il camerlengo Paul Spaur, Francesco Spaur, Massimi- liano Lodron signore di Castelnuo- vo, Girolamo Lodron signore del Castello di San Giovanni, Seba- stiano Lodron, Giovanni Battista Lodron, Vespasiano Liechtenstein signore di Castelcorno, Antonio Spaur, Carl Kuen Belasj, Wilhelm e Andrea Wolkenstein, Guglielmo Welsperg, Giovanni Ciurletti e Lodovico Sbroiavacca. L’intera città di Salisburgo fu coin- volta nella festa, furono abbellite e rinnovate le case, lungo il percorso della processione furono realizzati Frontespizio della Relazione di Alberto Priami Quaderni del Borgoantico 15 29

la sua attività verso il 1579 prima Dei Priamo di Villa Lagarina è Gmünd, quindi arcidiacono di presso Luigi Zanetti poi in società noto un Filippo che fu delegato Unterkärnter zu Völkermarkt. Nel con Antonio Facchetti a Roma e a della giurisdizione di Castelnuovo 1628 partecipò a Salisburgo alla Bracciano, ove divenne stampa- dal 1577 al 1585; Ippolito, che per solenne processione con la quale tore ducale degli Orsini duchi di iniziativa dell’arcivescovo Paride furono traslate le reliquie dei Bracciano e principi di Piombino. Lodron dette inizio nel 1626, con santi patroni Ruperto e Virgilio e Il libro del Priamo, in “formato Giovanni Maria Baroni di Sacco, alla consacrazione del ricostruito a quattro”, si presenta con un bel al filatoio dei mulini ed al quale duomo, della quale festa dispose frontespizio costituito da una cor- fu affidato per 7 anni il monte di una descrizione e stampa. L’anno nice barocca entro la quale cam- pietà e che potrebbe essere il padre seguente l’arcivescovo di Salisbur- peggia la scritta; “All’Illustrissimo del nostro Alberto. Un barone go, Paride Lodron, lo consacrò & Reverendiss. Principe Sig. & Ippolito Priami possedeva verso la sacerdote e nel 1631 gli concesse Padron Colendiss. Il Signor PARIS fine del 1600 Castel Rottenstein a la dignità di canonico della neo ARCIVESCOVO, ET PRINCIPE Merano, castello che ampliò e che fondata “Collegiata Beatae Maria DI SALZBURGO et Legato Nato prese il nome di Castel Priami; un Virginis ad Nives”. La collegiata di S. Sede Apost. – In Bracciano, Giuseppe Priami barone da Rove- era composta da 13 canonici detti Per Andrea Fei, Stampator Duca- reto è ricordato attorno al 1650 “Schneeherren” dei quali il prepo- le MDCXXVIII, Con licenza de’ quale progettista, assieme al conte sto doveva essere uno dei canoni- Superiori”. Sopra la scritta tra Innocenzo Conti, su commissione ci del capitolo del duomo mentre due angioletti e sormontato da un dell’imperatore Ferdinando, della gli altri 12 erano sacerdoti secolari cappello cardinalizio lo stemma cittadella fortificata di Vyšehard o impegnati a corte che avevano del Principe e arcivescovo di Sali- (Praga); una fortezza barocca con comunque l’obbligo di attendere sburgo, Paride Lodron. In basso, alte mura in mattoni e sei bastioni al canto delle lodi del Signore nel contornato da quattro angioletti, lo pentagonali negli angoli. Nel 1667 “capellone” di Santa Maria della stemma gentilizio dei Priami divi- lo stesso Giuseppe Priami pubblicò Neve posto nel transetto destro del so orizzontalmente in tre campi: a Praga un trattato di architettura duomo e di celebrare giornalmente quello in alto con un leone a mezza di 70 pagine dal titolo “Alla sacra due messe per il fondatore (Paride figura con corona e ramoscello d’o- cesarea e real maestà dell’augu- Lodron) e la sua famiglia. I cano- livo in una zampa, quello mediano stissimo invittissimo, e potentissi- nici erano nominati direttamente con tre rosette e quello in basso con mo imperatore Leopoldo, signore dall’arcivescovo Lodron ed aveva- tre stelle a sei punte. e padrone clementissimo - discorso no anche il compito di celebrare il L’autore di questa unica descri- fatto circa le necessità del fortificar vespero in duomo ed assolvere alle zione in italiano della festa per la de stati, ò confini, specialmente nel funzioni di visitatori presso il con- traslazione delle reliquie dei santi regno di Boemia”. vento di Loreto, fondato assieme Virgilio e Ruperto e per la consa- In fine è ricordato un Giovanni all’omonima chiesa dai Lodron. crazione del duomo di Salisburgo Priami da Rovereto quale padrino Anche a Trento la prima e più apparteneva ad una antica famiglia di battesimo di Bernardina Floria- importante parrocchia è dedicata a nobile d’origine milanese detta ni, meglio conosciuta quale mistica Santa Maria maggiore in Nivis. Priamo o Priami, la quale verso la Giovanna Maria della Croce. Ad Alberto Priamo fu anche asse- metà del XV secolo risulta iscrit- L’autore della descrizione della gnato il ruolo di consigliere spiri- ta al patriziato veronese; a Verona festa religiosa di Salisburgo, tuale del Concistoro, mentre alcuni si era trasferita da poco. Con la Alberto Priamo, figlio di Ippolito, autori sostengono sia stato nomina- conquista poi della Serenissima nacque nel 1605 a Villa Lagarina to, nel 1636, da papa Urbano VIII Repubblica di Venezia dei territori nel Palazzo oggi detto Madernini, pievano di Villa Lagarina su propo- di Verona si portò in Valle Laga- palazzo recentemente oggetto d’un sta dell’arcivescovo Paride Lodron. rina e prese dimora nel paese di delicato restauro da parte della Questa non documentata ipotesi Folàs, dove nella seconda metà del contessa Antonia Marzani. è alquanto improbabile, poiché, Cinquecento un Cristoforo Priamo Dal 1622 al 1627 studiò teolo- quando ai Lodron furono concessi ricoprì la carica di capitano della gia al Collegium Germanicum di i feudi di Castellano e Castelnuovo, giurisdizione dei Liechtenstein Roma e a Perugia, fu poi chiamato ottennero anche lo “juspatronatum” di Castelcorno. Nel XVI secolo a Salisburgo dall’arcivescovo Pari- sulla pieve di Villa che cercarono di alcuni esponenti della famiglia si de Lodron, suo concittadino, ove ottenere a favore di uno della fami- trasferirono a Villa Lagarina ove svolse per otto anni la funzione di glia. Quando morì il pievano Fran- costruirono un palazzo sulla piaz- cerimoniere della chiesa metropo- cesco d’Arco e il vescovo di Trento za della fontana, probabilmente su litana di Salisburgo. Fu preposto Cristoforo Madruzzo assegnò la preesistenze; palazzo oggi chiama- di Virgilinberg presso Friesach parrocchia a suo nipote Cristofo- to Madernini. e arcidiacono di Oberkärnten zu ro Spaur, i Lodron s’opposero e si 30 Quaderni del Borgoantico 15

rivolsero al papa che il 24 giugno 1561 concesse la pieve di Villa ad Antonio Lodron. Successivamente il 16 dicembre del 1611 papa Paolo V assegnò la pieve di Villa a Paride Lodron “post resignationem com. Antonii”. Paride, eletto arcivescovo di Sali- sburgo il 13 novembre del 1619, rinunciò alla pieve ma poiché tra i Lodron non vi era chi fosse in età per essere nominato al suo posto, chiese ed ottenne da Roma vari “brevi” papali con i quali prolun- gò il tempo sino al 5 giungo del 1621 quando ne fu investito Seba- stiano Bartolomeo Lodron (1601- 1643), figlio di Gerolamo Lodron e di Giulia Zanetti (1585-1550) che tenne tale incarico sino alla Il duomo di Lavant, sede dei vescovi sua morte avvenuta il 4 settembre del 1643. Non sembra quindi possibile che Alberto Priamo sia stato eletto pie- vano di Villa Lagarina. Fu invece, alla morte del vescovo di Lavant Leonard II von Götz (1619-1640), eletto il 29 dicembre del 1640 dall’arcivescovo Paride Lodron XXXII° vescovo di Lavant e vica- rio generale dell’Alta e Bassa Carinzia. Il decreto di nomina lo indica quale “Plarium. Reverend. Ac Praenobilis viri Dom. Albertus Priamis, St. Theol. Doctor, Archi- ep. Salisburgensis Consiliarius, Praepositus et Arcidiaconus Völk- ermarktensis”.

La chiesa di Loreto a Lavant oggi

Lavant era una delle quattro dio- St. Leonard nella valle di Lavant cesi all’interno del territorio quindi nella piccola città di St. dell’arcidiocesi di Salisburgo ed Andrä “Civitas Laurentina”, che era direttamente soggetta a questa. giace su di un terrazzamento del Quale diocesi e principato vesco- fiume Lavant al centro dell’omo- vile fu istituita nel 1228 mentre i nima valle, in Carinzia. Al di sopra vescovi di Lavant dal 1318 si fre- delle case di questa piccola città si giarono del titolo di “principi”, elevano due chiese: il duomo, cioè pur rimanendo soggetti all’arcive- la cattedrale dei vescovi di Lavant scovo metropolita di Salisburgo. ed il santuario della Madonna di Nei primi temi la residenza vesco- Loreto, costruzione che come vile fu a Friesach, poi dal 1329 nel vedremo fu iniziata da Alberto Insegna del Vescovado di Lavant castello di Twimberg nei pressi di Priamo. Quaderni del Borgoantico 15 31

Dietrich Wolfhauer (1318-1332). Nel 930 era proprietà del principa- to di Salisburgo, successivamen- te fu distrutto dai Turchi quindi, restaurato dal vescovo di Lavant Herkules Rettinger, cadde di nuovo in rovina. Alberto Priamo con le capitolazio- St. Andrä in una stampa delXVI secolo ni s’impegnava anche a riattivare e rendere produttivo il vigneto e Pianta del castello di Twimberg La storia della città di St. Andrä recuperare le proprietà della dioce- è parte della storia religiosa della si che erano state vendute dai suoi Carinzia e risale al periodo caro- predecessori, s’impegnava a dare lingio, quando verso la fine del- soddisfazione al preposto e ai cano- l’VIII secolo San Modesto fondò la nici regolari del convento di St. chiesa di St. Andrä, che nel 860 fu Andrä, a ricostruire il loro conven- annessa quale “corte di St. Andrä” to e restituire il servizio d’argento nell’atto di fondazione dell’arci- e i materiali da costruzione alienati diocesi di Salisburgo. dal suo predecessore ad eccezione Nel 1145 al parroco fu concesso “Jure suo defuncti Episcopi heredi- Il castello dei vescovi di Lavant a Freisach il titolo di “preposto” e nel 1203 bus repetendi”; avrebbe poi dovuto quello di “arcidiacono” mentre anche ripristinare una non meglio in pegno alcune proprietà ad un nel 1212 furono istituiti i canonici specificata inferriata, restituire certo Daniel Radif. Probabilmente regolari di sat’Agostino, sciolti poi allo Spital di St. Andrä il maso di questi arretrati erano dovuti ancora nel 1808. Magerhube incamerato dal vesco- dall’esercizio precedente alla sua La città di St. Andrä nel 1339 fu vo Martin Hercole Rettinger von nomina. circondata da mura, di cui sono Wiespach (1556-1570), quindi 80 Nel 1645 il vescovo Priamo inten- rimasti alcuni tratti ed una porta. anni prima del Priamo. tò causa ai fratelli Albert e Caspar Mura che nel 1417 resistettero Il neo vescovo s’impegnava dunque von Dornsperg per la proprietà di all’assedio dei turchi. a ripristinare tutte le sopra descritte un molino nei pressi di St. Florian, Dopo la secolarizzazione, nel cose che illecitamente erano state causa che fu trattata nel 1647 ma 1859, la sede vescovile fu traslata manomesse dai suoi predecessori, della quale non conosciamo l’esito. a Maribor che dal 1962 è sede della ed ancora si impegnava di restitui- Nello stesso anno propose al vesco- arcidiocesi (Archidiocesis Mari- re alla congregazione di St. Ruper- vo di Salisburgo la vendita ad Adam borensis in Slovenia) mentre la to un maso sottratto. Seifrid von Crotta dei beni di Rau- Residenza vescovile, dopo diverse È difficile ritenere che le colpe di tene Schatkbach nei pressi di Neu- vicende, ospita oggi una casa di tutti questi abusi siano da attri- mark per poter acquistare il podere ricovero detta “Haus Elisabeth”. buire al suo diretto predecessore, Kolleg nei pressi di St. Andrä, men- Lo storico Karlmann Tangl, nello il vescovo Leonardo von Götz, tre nel 1648 acquistò a titolo perso- studio sulla serie dei vescovi di poiché anche al tempo del vesco- nale dalla fondazione del duomo la Lavant pubblicato a Klagenfurt vo Stobäus von Plamburg (1584- casa Göblisch a St. Andrä. nel 1841 nel descrivere l’attività 1618) le cose non devono essere Nel 1651 accolse nella diocesi e di Alberto Priamo si sofferma in andate meglio, così come non è battezzò con il nome di Johann modo particolare sulle “capitola- possibile stabilire quanti dei sopra Albert il giudeo Toringer, giunto zioni” accettate il 30 novembre elencati impegni siano stati assolu- da Praga e convertitosi alla reli- 1640, probabilmente il giorno della ti dal Priamo. gione cattolica. Padrino del bat- sua consacrazione vescovile, con Certamente non riuscì a ripristinare tesimo fu Philipp Valentin Voith le quali s’impegnava a: rinnovare il castello di Twimberg, che abita- von Reinegg, canonico di Bam- e restaurare la corte vescovile di to già dal vescovo Stobäus, era già berg e Würzburg e vice domino di St. Andrä, il Meierhof, la casa con allora un rudere. Wolfsberg. giardino di Wolfsberg e il castello La situazione del piccolo vesco- Quale principe e vescovo di Lavant di Twimberg nei pressi di St. Leon- vado di Lavant non era florida fece costruire una cappella dedi- hard. Un castello d’antica origine anzi era gravata, come appare da cata alla Madonna di Loreto a St. che assieme al relativo feudo fu un documento del 31 marzo del Andrä, affidandola al vicino con- acquisito alla diocesi di Lavant 1642, da consistenti arretrati nel vento delle monache domenicane. da uno dei suoi vescovi più attivi, pagamento delle tasse, tanto che il La cappella, delle stesse dimensio- vescovo Priamo fu costretto a dare ni e forma di quella di Loreto, era 32 Quaderni del Borgoantico 15

stata concepita per essere contenu- scimento. Il culto per la Madonna Anche Paride Lodron manifestò ta in una grande basilica e custo- di Loreto si propagò rapidamente particolare devozione alla Madon- dire una copia della Madonna nera ovunque e fu costante nei secoli. na di Loreto, per la quale fece di Loreto. In un certo senso doveva Anche il principe vescovo di Trento costruire a Salisburgo tra il 1632 essere una copia del santuario di Ludovico Madruzzo (1532-1578) e il 1636 dall’architetto Santino Loreto che Alberto Priamo sicura- manifestò la sua devozione alla Solari un convento con relativa mente aveva visitato di persona. Il Madonna di Loreto partecipando chiesa e vi insediò le suore fran- simulacro della Madonna fu collo- alla costruzione e alla decorazione cescane fuggite nel 1631 da Lan- cata nel 1647 dallo stesso vescovo di una delle cappelle absidali della dshut all’avvicinarsi dell’esercito Alberto Priamo nella piccola cap- grande basilica, cappella che pur- protestante di re Gustavo Adolfo. pella con una grande festa che in troppo successivamente fu total- Già molto prima, nel 1618, Paride qualche modo voleva ricordare i mente ristrutturata. Il suo interven- aveva organizzato per suo fratel- festeggiamenti per la traslazione to fu motivato da un voto espresso lo Cristoforo, ritornato malconcio delle reliquie dei santi Ruperto e quando a seguito della rivolta dei dalla guerra in Spagna, un pelle- Virgilio nel duomo di Salisburgo trentini del 1569 fu costretto a rifu- grinaggio a Loreto per implorare la e con ogni probabilità a tale festa giarsi prima a e poi grazia alla Madonna. partecipò l’arcivescovo metropoli- a Roma presso il papa, mentre il A Rovereto nel luglio 1649 Bernar- ta Paride Lodron. principato di Trento fu posto sotto dina Floriani, la mistica Giovanna La grande basilica destinata a sequestro da parte dell’impero sino Maria della Croce, iniziò la costru- custodire la piccola cappella del a quando per effetto della “notula zione di una cappella vicino al muro Priamo fu fatta costruire solo tra di Spira” il vescovo fu reintegrato del convento della clarisse dedican- il 1683 e il 1687 per ordine del nei suoi poteri temporali e ringra- dola alla Madonna di Loreto. Pur- vescovo Franz Kaspar conte Sta- ziò di questo la Madonna di Loreto. troppo la tanto desiderata costruzio- dian (1673-1704). Il culto alla Madonna di Loreto ne appena terminata crollò a causa Purtroppo la cappella del Priamo durante la guerra dei trent’anni era di una piena del fiume Leno, che fu invece demolita nel 1790 e rico- assai diffuso in tutta Europa, esem- trascinò con sé anche una parte del struita sul fianco sinistro dell’in- pio eclatante ne è la cappella di convento, e solo fortunosamente si gresso della chiesa, ove custodi- Altöttinger e la maniacale devozione salvò la statua della Madonna. sce ancora oggi il simulacro della del duca Massimiliano della Baviera. Anche Francesco Antonio Lodron, Madonna Nera di Loreto, in un L’arcivescovo di Salisburgo Marco vescovo di Gurk, nel 1560 per fastoso baldacchino ottocentesco. Sittico, predecessore di Paride adempiere ad un voto realizzò una Secondo la tradizione la casa della Lodron, fece realizzare dall’archi- cappella in onore della Madonna di Madonna, che si trovava a Nazaret, tetto Santino Solari una nuova fac- Loreto ai piedi del castello di Stra- fu trasportata nel 1294 dagli angeli ciata per il santuario della Madonna sburgo, utilizzando per questo una a Loreto ed attorno ad essa fu edi- di Einsiedeln (Svizzera) che come torre della cinta esterna del castel- ficata a partire dal 1468 una grande a Loreto conteneva al centro della lo alla quale aggiunse un secondo basilica su progetto dei più impor- navata una piccola cappella per il ambiente rettangolare piuttosto tanti architetti italiani del Rina- simulacro della Madonna nera. lungo con due porte di accesso sul fianco verso valle. Sul prospet- to della cappella lo stemma del vescovo di Gurk Francesco Anto- nio Lodron e la dicitura “FRANCI- SCVS EX COMITIBVS LODRO- NI EPISCOPVS ET PRINCEPS GVRCENSIS EGO DOMVM LAVRETANAM HANC EXVO- TO FF. A. D MDCL”. Sebbene la data sul prospetto della cappella a Gurk indichi il 1650 quale anno di costruzione, il vesco- vo di Gurk aveva già manifestato in una lettera spedita il 22 aprile 1646 a Lodovico Sbroiavacca, uno dei segretari dell’arcivescovo Pari- de, l’intenzione di costruire una cappella in onore della Madonna Statua della Madonna di Loreto nella chiesa di St. Andrä di Loreto chiedendogli il modello Quaderni del Borgoantico 15 33

della cappella di Loreto predispo- teca Casanatense. Non è però “Ecclesia Triumphans” sotto la sto dall’architetto santino Solari improbabile che qualche coppia ci guida dei santi Ruperto e Vigilio. per Salisburgo. sia anche in Trentino, nascosta in Dopo la commedia gli ospiti si por- Non è noto se il modello della cap- qualche biblioteca privata e rima- tarono sul ponte sul Salazch, ove pella predisposto dall’architetto sta sino ad ora inosservata. era stata costruita una loggia, per Santino Solari sia giunto a Gurk, Alberto Priamo nella sua relazio- assistere a fantasiose rappresenta- certo è invece che solo successiva- ne afferma che la festa religiosa, zioni e ai fuochi d’artificio. mente, per adempiere ad un voto indetta dall’arcivescovo Paride Sulla riva era stato costruito un fatto a seguito di una pericolosa Lodron, superò per fastosità e castello difeso da 160 uomini in caduta da cavallo, Francesco Anto- grandezza le feste indette dagli arme mentre altre truppe tentarono nio fece costruire a Strasburgo, ai imperatori romani al loro rientro d’assaltarlo, senza riuscire a con- piedi del castello, una cappella dedi- da vincitori a Roma. Il suo scritto quistarlo. Giunsero quindi due navi cata alla Madonna di Loreto dotan- esprime appieno il gusto barocco veneziane “galere” e nove barche dola d’una rendita di 3000 Gulden. del tempo e una convinta adesio- corsare, che attaccarono il castello La devozione di Alberto Priamo ne alla Controriforma, che proprio dall’acqua con palle infuocate e per la Madonna di Loreto rientra a Trento con il Concilio ha avuto razzi sino a quando lo stesso non dunque in una generale invocazio- la sua consacrazione. Sembra non s’incendiò. ne di protezione tanto più sentita accorgersi degli orrori della guer- Martedì mattina, 26 settembre, durante le vicende della guerra dei ra che poco lontane da Salisburgo sull’altare maggiore del duomo di Trent’anni, non escludendo che l’e- mieteva morte e desolazione. Salisburgo, il grande elettore Mas- sempio del Madruzzo e dei Lodron In alcuni punti della sua descrizione similiano I di Baviera, in nome del ne siano stato un ulteriore stimolo. non è preciso, sostiene ad esempio re di Spagna Filippo III, conces- Null’altro sappiamo per ora dell’at- che le quattro macchine realizzate se all’arciduca d’Austria e conte tività del vescovo di Lavant, Alber- per il trasporto delle immagini dei del Tirolo l’alta onorificenza del to Priamo, che morì l’otto settem- santi erano trainate da cavalli, quan- “Torson d’Oro”. Nel pomeriggio bre del 1654 mentre trasportava il do gli altri autori invece affermano gli ospiti visitarono il Castello di sacramento dell’eucarestia a Grätz. che erano mossi da persone nasco- Hellbrunn. La salma fu trasportata nel duomo ste sotto i carri. La sua relazione è Mercoledì mattina, 27 settembre, di St. Andrä e sepolta nella cap- però l’unica che ci informa dell’e- al conte e camerlengo superiore pella Thurn senza un monumento satta ora dell’inizio dei divertimenti di Baviera Ottheinrich Fugger, fu funebre, mentre nuovo vescovo di mondani, che descrive l’illumina- concessa, con una cerimonia nella Lavant fu consacrato Max Gandolf zione del Castello di Hohensalzburg chiesa parrocchiale, il “Torson von Kuenburg (1654-1665), che con un gigantesco san Ruperto cir- d’Oro”, mentre nel pomeriggio successivamente dal 1668 al 1687 condato da raggi luminosi e ci infor- gli ospiti, guidati dall’arcivescovo fu arcivescovo di Salisburgo. ma sull’esatta successione delle Paride, visitarono le nuove fortifi- Un importante documento storico varie fasi dei festeggiamenti. cazioni della città e quelle attorno rimane la sua relazione e descri- La mattina del 25 settembre ebbero al Castello di Mirabell, realizzate zione della festa barocca di inau- inizio i festeggiamenti con una solen- su progetto dell’architetto Santino gurazione del nuovo duomo di ne Santa Mesa di consacrazione del Solari. Quindi si recarono di nuovo Salisburgo e della traslazione delle nuovo duomo celebrata da Paride al Castello di Hellbrunn per cac- reliquie dei santi Virgilio e Ruper- Lodron, per la quale fu composta da ciare e pescare, mentre sulla sopra- to, un testo purtroppo difficilmen- Orazio Benevoli la “Missa Pastora- stante collina, nel teatro ricavato te reperibile. Wilfrid Schaber nel lis” diretta dal roveretano Stefano nella roccia, fu rappresentata una suo studio “Ein Barockes Fest” ci Bernardi, fratello della mistica Gio- commedia in lingua italiana sulla informa che ne è conservata una vanna Maria della Croce. vita di Maria Magdalena. presso il Landesarchiv di Salisbur- Alle due del pomeriggio, dopo una Durante queste giornate, mentre go proveniente dalla Biblioteca di breve interruzione per il pranzo, gli la corte vescovile e gli ospiti furo- Gustav Zeller. Al Landesarchiv è ospiti si ritrovarono nel Collegio no intrattenuti da raffinate attività anche conservato un manoscritto dell’Università per assistere ad una culturali e di svago, pure il popolo di Anna Zeller con la traduzione rappresentazione teatrale composta ebbe la sua parte di divertimenti, in tedesco della relazione del Pria- da Thomas Weiss, uno degli altri in modo particolare nella sala da mi. Sono poi note altre due copie, autori della descrizione della festa, ballo, ove fu suonata quasi ininter- rispettivamente nelle biblioteche la “Relation und Beschreibung”. In rottamente musica. private Spies e Martin. In Italia scena fu rappresentata l’evoluzio- Trascorsa una settimana di sacre ne sono conservate due a Roma: ne dell’Ecclesia Salisburghensis celebrazioni e mondani diverti- una nella Biblioteca Universitaria da “Ecclesia Militans”, dei primi menti, gli ospiti lasciarono Sali- Alessandrina e l’altra nella Biblio- tempi dell’evangelizzazione, a sburgo. 34 Quaderni del Borgoantico 15

1759: la comunità di Villa Lagarina e altre del “Commun Communale” alzano la testa Clamorosa “lite” (vertenza giudiziaria) contro il cumulo di cariche, conflitto di interessi e altri abusi di potere di Adamo Alberto Madernini, giudice ed esattore delle decime dei Lodron nelle Giurisdizioni di Castellano e Castel Novo

Antonio Passerini

Fonte: Archivio storico della Biblioteca civica di Rovereto, Fondo Lodron, Ms. 68. 6.(38) – Film Ms 1005 La vicenda è già stata sintetica- mente narrata in La nobile pieve di Villa Lagarina, Cassa rurale di Rovereto – Stampalith, 1994, pagg. 51-54, ed è citata anche da Morena Bertoldi in I proclami dei Lodron per i feudi lagarini, “Passato Pre- sente”, n. 32, 1998, pagg. 124-126

Introduzione: il quadro storico Le idee dell’Illuminismo fanno breccia anche in Maria Teresa d’Austria

Raccontiamo una “bellissima” storia (infinita) accaduta a Villa Lagarina e nei paesi circostanti del Comun Comunale nel 1759 e negli anni seguenti, con il coinvolgi- mento delle massime autorità giu- diziarie del Principato vescovile di Trento e della Contea del Tirolo (Innsbruck). Bellissima (aggettivo “illecito” nel fare storia) per certi versi, penosa per certi altri e “patetica” per altri ancora. Penosa per due motivi. Primo, per- ché quello che sembrava all’inizio un successo pieno per la gente, Prima pagine del fasciolo sulla “lite” del Commun Communale si ritorce contro di essa e si cade Quaderni del Borgoantico 15 35

dalla padella alla brace. Infatti indietro? Invece le comunità si un certo livello di istruzione, ma Adamo Alberto Madernini, esau- sono incaponite per anni (almeno che comunque è diventata “auto- torato della carica di giudice vica- quattro) nella richiesta di ottenere coscienza” e “bagaglio culturale” rio dal Principe Vescovo di Trento giustizia. (Si può immaginare il anche di una parte della classe di cui i Lodron sono feudatari- loro procuratore Nicolò Benvenu- contadina, stando al tenore delle sottoposti (vale a dire che hanno ti che, in tre lunghe permanenze a risposte dei “testimoni” del Comun ricevuto da lui in gestione le giuri- Innsbruck, si arrabatta a bussare Comunale, interrogati a Rovereto, sdizioni lagarine di Castel Novo- a porte, a salire scale, a chiede- riportate nella parte finale di que- Nogaredo e Castellano), viene re udienze, a distribuire fiorini in sto scritto. dallo stesso giurisdicente Lodron “bonemani”…). E non sappiamo Una maturazione più forte, più nominato capitano, carica ancora neppure se alla fine hanno ottenuto convinta, più decisa che in passa- più importante, facendosi beffa qualcosa di buono (forse un giorno to, anche se di per sé le comuni- in tal modo delle richieste della salteranno fuori anche i documenti tà hanno sempre mostrato lungo i popolazione, che peraltro contesta sui numerosi punti ancora oscuri secoli un grande senso della pro- vivacissimamente la nomina con della vicenda). pria dignità e una mai sopita gelo- l’apertura di una vertenza contro sia delle proprie prerogative. il Lodron stesso che risulterà fati- Il discorso non vale per tutti i paesi cosissima e logorante, anche per Perché questa storia è delle destra Adige. In alcuni di essi le casse comunali. “bellissima” infatti è ancora la “paura” a farla da Secondo, perché dopo l’intermina- padrona, come si potrà vedere dai bile causa giudiziaria (forse con- Ma soprattutto è storia bellissima, citati interrogatori che si terranno a clusa nel 1764), restano da saldare perché fa grande onore alla gente Rovereto. Paura delle ritorsioni del i conti. I procuratori richiedono la del “borgo antico” di Villa e dei Conte Dinasta Lodron e dei suoi parte a saldo del loro compenso e borghi limitrofi, in quanto è un delegati, come il giudice Maderni- rimane scoperto pure un forte debi- forte segnale di coraggio e di riven- ni e il cancelliere Festi, paura delle to con il barone Piomarta di Rove- dicazione, non l’unico in verità in minacce che arrivano da Trento reto che ha ripetutamente prestato, destra Adige, ma è sicuramente il (per Isera e Marano), paura perché ad interesse, il denaro. Ma alcuni più eclatante e significativo. la vita delle loro famiglie è troppo Comuni non vogliono pagare, e la E ancora: è lo specchio di una dif- legata a quei “signori”. faccenda va avanti nel Tribunale di fusa maturazione civica e psicolo- Si direbbe che questi delegati dei Nogaredo per alcuni anni. Anzi, va gica del sentire comune, favorita Lodron esercitino il potere in manie- detto che la documentazione di cui certo dalla presenza all’interno ra piuttosto arbitraria, e il fatto è disponiamo riguardo tutta la com- delle comunità della destra Adige grave perché si tratta ancora di un plessa faccenda e di cui pubblichia- anche di uomini di legge, come il “potere forte” che ha facoltà deci- mo ampi stralci, è la riproduzione notaio Giacomo Benvenuti di Villa sionale nel campo giudiziario (c’è in copie autenticate dal Cancelliere Lagarina, e di altre persone con un tribunale che giudica in ambito Festi o dal notaio Giuseppe Bettini di Rovereto degli originali, prodot- ta tra il 1770 e il 1772 proprio dai procuratori Niccolò Benvenuti di Villa Lagarina e Gio Batta Rosi di Nogaredo per recuperare i crediti che ancora vantano verso le comu- nità. “Patetica” perché le comunità, dopo aver vinto il primo round con- tro Madernini, s’erano illuse, forse malconsigliate, di vincere anche il secondo, questa volta contro Erne- sto Maria Lodron, non valutando appieno il fatto che il rango della controparte era troppo alto e che esistevano degli equilibri di pote- re (Trento, Innsbruck, Salisburgo, Vienna) che non si poteva presu- mere di far saltare – chi avrebbe Stemma dei Lodron sulla facciata della casa che fu abitata dalla “Beata Giovanna”, a Ro- costretto il Lodron a fare marcia vereto presso la piazzetta di Loreto 36 Quaderni del Borgoantico 15

civile e penale/“criminale”), nel tore, ai quali devono anche loro campo dell’ordine pubblico (con- rendere conto). trollo sociale, esercitato mediante In tal senso le vicende narrate editti, arresti, processi), nel campo sono emblematiche del cambia- fiscale (tasse, decime, quarte, livel- mento epocale che è in atto in li vari…, soprattutto a favore della Europa e che è principalmente casa Lodron). È questa una forma frutto del cosiddetto “illumini- di potere antica, “medievale”, feu- smo” e che avrà come esito più dale (cioè di potere delegato-cedu- eclatante la travolgente Rivolu- to, non gratuitamente, dai principi zione francese. compresi i principi-vescovi, ai Si può dire in sostanza che il Medio “signori”)… evo finisce veramente in quei decenni del Settecento, e che in destra Adige ha contribuito anche La fine dell’“antico regime” la gente comune, compresi alcuni (il regime di tipo medievale) contadini, a farlo finire. Ma precisiamo i termini. Abbiamo La presa di coscienza è concretiz- studiato fin dalle elementari che il Maria Teresa d’Austria (da L’epoca d’ogni zata in un’azione collettiva, adot- Medio evo finisce nel 1492 e che cangiamento, di Nequirito, p. 17) tata a stragrande maggioranza dei poi incomincia l’Età moderna… In capifamiglia, di rivendicazione realtà la vita delle nostre comunità Anche Maria Teresa, e attraverso la via giudiziaria. Non va avanti fino nel profondo Sette- soprattutto alcuni suoi ministri si tratta dunque di rivolta popo- cento secondo criteri, rapporti con e suo figlio Giuseppe, sono lare impulsiva, frutto dell’esa- il potere costituito e comportamen- influenzati dall’Illuminismo e sperazione (ci sono state anche ti che affondano ancora le radici avviano notevoli riforme queste), bensì di un’azione lega- nei primi secoli del secondo mil- le secondo le procedure e i gradi lennio, se non in tempi più lontani. Sempre dalla “storia” che si studia- del tempo, peraltro in un conte- Gli storici, per indicare questa con- va scuola, citata sopra, si ricavava sto molto intricato di competenze tinuità con il lontano passato usano questa concezione sommaria: la giudiziarie come vedremo poco il termine di “antico regime” Rivoluzione francese ha prodotto più avanti. Le comunità fanno Questo “antico regime” va via via radicali novità in netto contrasto ricorso alle autorità superiori (il scomparendo con il progressivo con ciò che si praticava a livello potere, pur forte, dei titolari delle affermarsi dell’epoca delle rifor- intellettuale, politico, religioso in giurisdizioni, non è assoluto, ma me. Europa e gli eserciti di Napoleone ci sono gradi superiori di giusti- hanno diffuso le nuove idee, spaz- zia, fino ad arrivare all’impera- zando via le vecchie, e portato lo

Solo la ragione deve “illuminare” e guidare tutto l’agire dell’uomo

L’Illuminismo è una corrente culturale-filosofica del sec. XVIII (cioè il Settecento, detto anche “secolo dei lumi”) secondo la quale si possono risolvere i problemi del vivere umano (specialmente sociali e politici) con i soli “lumi” della ragione, senza far ricorso alla religione e alla tradizione. Gli illuministi sottoposero a critica tutti gli aspetti della società tradizionale: il feudalesimo, l’assolutismo monar- chico (critica del principio di autorità), la Chiesa (il mondo della religione; ignoranza, superstizione), i sistemi scolastici, le strutture giuridiche, l’economia… Nato in Inghilterra, l’Illuminismo mise profonde radici in Francia con molti esponenti di spicco (i più famosi sono Voltaire, Diderot, Montesquieu, Rousseau), le cui idee fecero da base teorica, ideologica, alla Rivoluzione francese. In seguito si diffuse in tutta Europa, compresa l’Italia (tra gli Italiani citiamo almeno Cesare Beccaria, che condusse tenaci battaglia contro la pena di morte e per la riforma della giustizia e della carcerazione). Illuminista fu il Roveretano Girolamo Tartarotti (1706-1761), abate, che combatté a spada tratta contro super- stizioni e falsificazioni storiche. Celebre la sua opera contro la credenza nelle “streghe”, ritenute capaci di poter nuocere alla vita degli uomini. Sorprendente è il fatto che il procuratore delle Comunità Nicolò Benvenuti si rechi più volte da lui per un consulto sulla Causa all’inizio dell’aprile 1761. Peraltro il celebre abate sareb- be morto il 16 maggio seguente, a soli 55 anni di età. (Nel corso del 1764 Benvenuti chiede pareri anche a don Giovanni Battista Graser, amico di Tartarotti, altro personaggio di spicco della cultura roveretana di quel tempo). Quaderni del Borgoantico 15 37

scompiglio in un’Europa conser- più attenta protezione civile soprat- vatrice, guidata da re e imperatori tutto di antincendio… gelosi difensori del proprio potere assoluto e refrattari al rinnovamen- to; il Congresso di Vienna del 1815 Conservatori e innovatori tra ha riportato sui loro troni i regnanti i Principi-vescovi di Trento, di un tempo, cancellando le inno- diretti “superiori” dei Lodron vazioni e ristabilendo i vecchi (è il conservatore Alberti sistemi di governo. d’Enno a rimuovere Madernini) In realtà questa è una concezione grossolana e fuorviante degli avve- Anche nella sfera religiosa Maria nimenti di quei decenni, perché le Teresa interviene, ridimensionan- cose non sono andate proprio così. do il potere della Chiesa. Si inter- Anche Maria Teresa (al potere dal viene contro i Principati vescovili 1740 al 1780), tanto per restare ai che non sopportano le ingerenze grandi personaggi che riguardano di Vienna, contro lo strapotere di la nostra storia, e ancor più alcuni certi capitoli di canonici, contro la Il Principe Vescovo di Trento Cristoforo suoi ministri e suo figlio Giuseppe miriade di ordini religiosi, parte dei Sizzo de Noris, successore di Felice Alber- II (1780-1790) furono fortemente quali vengono soppressi. ti de Enno (da Storia del Trentino, Ed. il influenzati dalle dottrine politiche In specifico a Trento: nel 1748 Mulino, v. IV, p. 537) ed economiche dell’Illuminismo, Leopoldo Ernesto Firmian, che è base ideologica della Rivoluzione vescovo di Seckau, viene desti- È comunque Felice Alberti d’En- francese. Pur mantenendo un pote- nato a fare il coadiutore plenipo- no colui che nell’aprile del 1760 re pressoché assoluto, anzi forse tenziario del principe vescovo di destituisce Adamo Alberto Mader- proprio avvertendo la responsa- Trento Domenico Antonio Thun nini dalla carica di giudice delle bilità di questa loro forza, si sen- (1731-58), personaggio barocco giurisdizioni di Nogaredo e Castel- tono “in dovere” di trasformare i che pensa alla vita mondana e che lano, secondo quanto chiedevano loro domini in uno stato moderno, non ne vuol sapere di novità. Maria le comunità di Villa Lagarina e di amministrato secondo criteri di Teresa vuole che anche a Trento si tutta la destra Adige. ragione e non di consuetudine e di dia avvio ad un rinnovamento sia privilegio di classe (“assolutismo spirituale che temporale, e Firmian, illuminato”). gradito alla casa d’Austria, è il tipo Tribunali di Nogaredo, Maria Teresa si dota di validi mini- adatto allo scopo perché è cresciuto Rovereto, Trento, Innsbruck stri, competenti e lungimiranti, negli ambienti austriaci riformisti. (e Vienna, Augusta, Vetzlar): che danno il via a profonde rifor- Firmian mette in atto a Trento una situazione ingarbugliata in fatto me in vari ambiti, se non in tutti, linea riformistica che è anche di di competenza giudiziaria dell’amministrazione dello Stato. appoggio all’azione del Governo di Si punta alla semplificazione della Vienna, ma non ha vita facile per- La questione della competenza burocrazia; al “centralismo” dello ché i conservatori oppongono forti giudiziaria dei vari tribunali terri- Stato (lo Stato deve avere tutto resistenze, tanto che già nel 1755 toriali è troppo complessa, ingar- sotto controllo e deve poter agire rinuncia a Trento e torna a Seckau, bugliata e impegnativa per poter senza troppi ostacoli: ne faranno le per diventare nel 1763 vescovo di essere qui trattata in maniera non spese anche le “autonomie” delle Passau fino alla morte (1783). superficiale e attendibile. comunità di paese); alla riforma Il suo successore (dapprima ple- Qui vogliamo semplicemente pro- del catasto; alla razionalizzazione nipotenziario, dal 1758 vescovo porre alcuni rilievi, e non possiamo in campo economico delle dogane a pieno titolo, fino alla morte nel avventurarci in altro, dato l’intrec- e dei dazi; alla riforma delle finan- 1762) è Francesco Felice Alberti cio della materia, ma qui trovereb- ze statali; all’uniformazione e sem- d’Enno, che appartiene alla cor- be abbondante terreno da dissodare plificazione nella gestione della rente conservatrice e che rallenta lo studente di diritto (storico) che giustizia dell’enorme quantità di notevolmente, ma non annulla, il scegliesse la vicenda come oggetto leggi; ad una maggiore equità in flusso riformista, che invece trove- di tesi di laurea. ambito fiscale (tolte certe esenzio- rà nuovo impulso, se pur moderato, Sotto accusa nella “lite” (causa ni delle classi nobili…); ad una più sotto i due vescovi successivi, Cri- giudiziaria) intentata dal Comun diffusa ed efficace rete della sani- stoforo Sizzo de Noris (morto nel Comunale è il Tribunale di Noga- tà pubblica; alla scolarizzazione 1776, anche lui dunque coinvolto redo che, secondo gli accusatori, obbligatoria di base; ad un esercito nella lunga vicenda della “lite”) e non amministra correttamente la più moderno ed efficiente; ad una Pietro Vigilio Thun. giustizia, avendo peraltro un forte 38 Quaderni del Borgoantico 15

potere e ampie competenze in que- L’azione per la rimozione del ordini del Dinasta (che non cono- sto ambito, nella persona del suo giudice vicario Madernini è sciamo), sicuramente non era quel- giudice Adamo Alberto Madernini. avviata nell’autunno del 1759 e la che le comunità volevano, tant’è Agli alti livelli c’è una forte con- si chiude positivamente in pochi che queste già a partire dal genna- trapposizione tra il Principato mesi. Ma poi il Dinasta Lodron io 1760 avviano una “lite” (causa vescovile di Trento e la contea fa una contromossa beffarda giudiziaria) contro il Lodron stes- del Tirolo, accusata dal primo di so appellandosi al Consiglio auli- indebite interferenze, mentre si Un consistente gruppo di paesi del co e al Principe Vescovo di Tren- proclama la diretta dipendenza Comun Comunale lagarino, e preci- to, diretto superiore del Lodron. da Vienna, escludendo quindi del samente Villa, Nogaredo, Cimone, Nella seconda fase della “lite”, ci tutto Innsbruck. (Nei primi mesi , Garniga, Castellano, Peder- si appellerà anche a Innsbruck. del 1760 i procuratori dei paesi sano, Piazzo, Reviano e Folaso del Comun Comunale si recano di avviano nell’ottobre-novembre del L’avvocato di riferimento per le frequente a Trento a parlamentare 1759 una procedura per far rimuo- comunità è il sopracitato Pietro con i “Consiglieri”: si tratta dei vere dall’incarico di giudice vicario Paolo Voltolini di Rovereto che già membri del “Consiglio aulico”, delle giurisdizioni di Castellano e il 9 di novembre è convocato dal tre ecclesiastici e cinque secolari, Nogaredo il dott. Adamo Alberto procuratore Rosi a prendere parte nominati dal Vescovo, che trattano Madernini, accusato di vari abusi e alla riunione congiunta dei massari anche le questioni della giustizia, prevaricazioni. La decisione viene e delegati fissata per l’11 seguente, sulle più importanti delle quali la presa dalle singole Regole dei paesi citata sopra. Pochi giorni dopo Vol- “parola finale” spetta comunque a (a Villa il 25 ottobre) e dall’assem- tolini prepara un “Memoriale” (un Sua Altezza il Principe Vescovo). blea “di Comun” [Comunale], riu- documento con le richieste delle nita una prima volta il 7 novembre comunità), da affidare a coloro Nella nostra vicenda troveremo a Villa in casa di Nicolò Benvenuti, (Broilo e Agustini) che sono stati che Innsbruck procede per alcuni una seconda e definitiva volta l’11 incaricati di portarlo a Salisburgo anni con la massima prudenza per novembre in casa di Michele Rosi al primogenito Ernesto Maria di non urtarsi con Trento, ma quan- a Nogaredo alla quale intervengono Lodrone. (Più avanti non trovere- do viene a sapere che il Comun i massari o delegati delle comunità mo più Voltolini ma altri avvocati). Comunale in quanto corpo unita- e prende parte anche l’avvocato di Per i procuratori sarà un continuo rio è direttamente soggetto al foro Rovereto Pietro Paolo Voltolini. viaggiare a cavallo, ma anche a tirolese, per scelta antica, acquisita Per prima cosa si nominano i “pro- piedi (per esempio se c’è da andare e accettata da tutti, allora cadono curatori” (Nicolò Benvenuti di a Rovereto), per mantenere la rete tutte le precauzioni. Villa Lagarina, Gio Batta Rosi di dei contatti, per recuperare e reca- Non solo, troveremo anche che la Nogaredo, il dott. Valentino Broilo pitare documentazione e istanze, destra Adige lagarina è articolata in di Aldeno) ai quali sono assegnati per perorare insomma la causa con quel tempo su quattro giurisdizio- “pieni poteri” nel portare avanti la insistenza ed efficacia. ni: quella di Nogaredo, soggetta a “causa” della rimozione del giudi- In effetti il 18 aprile 1760 Adamo Trento, che comprende Nogaredo, ce vicario. Dapprima le comunità Alberto Madernini viene destituito Brancolino, Sasso, Noarna, Villa, si appellano al titolare delle giu- dalla carica di giudice dal vescovo Castellano, parte di Pedersano, risdizioni, Ernesto Maria Lodron, Francesco Felice Alberti d’Enno. Ma Reviano e Folas, parte di Pomaro- della linea della primogenitura, il Lodron della Primogenitura, Erne- lo, Aldeno, Cimone, Garniga; quel- residente a Salisburgo e infatti già sto Maria, fa rientrare dalla finestra le “austriache” di Rovereto (che sul finire di novembre si reca nella quello che è uscito dalla porta nomi- comprende parte di Pomarolo e bella “città del sale” il procuratore nando il Madernini capitano, carica parte di Pedersano) e di Nomi (che, Broilo, accompagnato dal notaio ancor più alta di quella di giudice, oltre a Nomi, comprende parte di Domenico Agostini in qualità di tant’è che quest’ultimo, il nuovo Pomarolo), soggette in qualche “assistente”, portando con sé un nominato Gianalberto Cavazzani di modo a Innsbruck; quella di Isera, “Memoriale” stilato a nome delle Avio, è obbligato ad avere il suo con- che comprende anche Marano, ex- comunità dall’avv. Voltolini (in senso prima di emettere sentenze. Lichtenstein, dipendente da Trento. quello stesso frangente, probabil- Da quando appena scritto si vede mente, il Lodron ha modo di esami- che per esempio la comunità di nare anche la nuova carta di regola Tre lunghissime permanenze a Pomarolo (che ovviamente ha di Villa, approvata dalla Regola Innsbruck di Nicolò Benvenuti, un’unica Regola) dipende da tre l’11 maggio 1759 e controfirmata procuratore delle comunità giurisdizioni, mentre quella di da Ernesto Maria Lodron in data 12 Pedersano da due. gennaio 1760). La risposta ufficia- Allora le comunità (ma in numero le, detta “rescritto”, contenente gli minore che in precedenza, come Quaderni del Borgoantico 15 39

vedremo anche emergere dagli effetti si fa riferimento ad una serie interrogatori) insorgono nuova- di disposizioni emanate nel 1651, mente e riaprono il contenzioso, due anni prima della sua morte, tra riaffidando nell’agosto 1760 la le quali si prevede che il giudice causa ai precedenti procuratori, che amministra come vicario dei visto che avevano operato con suc- Lodron le giurisdizioni rimanga in cesso. carica tre anni, dopo i quali il pri- Ma questa volta, visto che è coin- mogenito Lodron l’avrebbe potuto volto il Dinasta stesso e non più riconfermare per un altro triennio un suo funzionario, l’ostacolo se il riscontro del suo comporta- sembra insuperabile, la macchi- mento fosse stato positivo. Nella na s’inceppa, sembra girare a complessa e, nel tempo, diversifi- vuoto… cata articolazione e competenza dei In questa seconda fase, di cui si funzionari (capitani, commissari, possono intuire numerosi passag- Ritratto di Paride Lodron, principe vesco- vicari, governatori, cancellieri…), gi dalle “Note spese” dei Procu- vo di Salisburgo, esposto nella sacrestia il titolare delle giurisdizioni laga- ratori Benvenuti e Rosi, riportate della chiesa di Villa Lagariana rine è il primogenito, che risiede a più avanti, entra in ballo anche Salisburgo e che di solito delega la Innsbruck, per difendere i “suddi- fine del 1764 il caso abbia avuto gestione al secondogenito, il quale ti austriaci”, tant’è che il procura- soluzione perché in seguito anche a sua volta delega a vicari… tore Benvenuti va a parlamentare l’azione del procuratore Benvenuti Figura fondamentale tra i funzio- con l’“Eccellentissimo Governo si sgonfia drasticamente, dopo che nari è per un lungo periodo il giudi- d’Isprugh” tre volte, con lunghis- già quella di Rosi era stata notevol- ce che diventa vicario in tutto e per sime permanenze in quella città: mente ridimensionata). Resta inve- tutto dei Lodron, avendo così in la prima volta vi rimane per ben ce aperta, almeno fino al 1772, data mano un fortissimo e ampio pote- 13 mesi dal 26 giugno 1761 al 21 ultima di produzione delle copie re, che però sarebbe dovuto durare, luglio 1762 (in quel lasso di tempo della documentazione, la questio- come detto sopra, solo tre anni, se va pure a Salisburgo e manda una ne del saldo dei conti da parte delle pur esplicitamente rinnovabili. staffetta a prelevare documenta- comunità, sia nei confronti dei pro- Ebbene, Adamo Alberto Mader- zione anche ad Augusta); la secon- curatori, sia nei confronti del baro- nini quando viene deposto dalla da volta dall’11 aprile 1763 al 26 ne Piomarta che ha prestato somme carica nel 1760, è “al potere” da giugno seguente; la terza volta ingenti di denaro (nel corso degli 24 anni, che sommati ai preceden- dall’8 settembre 1763 al 15 aprile anni di frequente sono stati pagati ti 15 di suo fratello Paride, fanno 1764. Dopo il secondo viaggio le gli interessi). Anzi sembra proprio 39 stagioni di “dominio” Mader- autorità tirolesi ordinano al pode- che sia stata aperta una nuova ver- nini (evidentemente la cosa era stà di Rovereto un’inchiesta, come tenza giudiziaria, presso il Tribuna- molto utile e “produttiva” anche vedremo più avanti, per cercare di le di Nogaredo, questa volta tra gli per i primogeniti e i secondogeniti chiudere la faccenda che va avanti ex procuratori Benvenuti e Rosi e i Lodron). da troppo tempo (gli interrogatori comuni, con un Francesco Maderni- Non solo, ma i Madernini fanno avvengono tra la fine di luglio e ni (una beffa del destino?) a fare da anche gli esattori delle decime l’inizio d’agosto del 1763) e anche nuovo procuratore delle comunità. spettanti ai Lodron, ponendosi per far risparmiare alle comunità E neppure questa faccenda sappia- così in una situazione di eclatan- le spese che stanno raggiungendo mo come sia andata a finire. te e “drammatico” (per la gente) livelli esorbitanti. conflitto di interessi, come appa- Manca però la documentazione rirà dalle testimonianze del 1763, per capire esattamente come siano Nostalgia per la “buona aggravata da una serie di altri abusi andate le cose, sia rispetto al lungo giusticia” di Paride Lodron e prepotenze. terzo soggiorno di Benvenuti, dopo che erano state raccolte le testimo- Nel corso della “lite” e soprat- nianze della gente, integrato da un tutto nelle deposizioni del 1763 Adamo Alberto Madernini si viaggio a Rabbi tra il 28 giugno e della gente del Comun Comunale dilettava di poesia il 12 luglio di quel 1764 a far visita compare ripetutamente la rievoca- al presidente del Tribunale di Ispru- zione del nome di Paride Lodron, Il “protagonista” della vicenda che gh, sia rispetto all’esito finale della principe e vescovo di Salisburgo raccontiamo, il giudice Adamo “lite” e alla data della sua conclu- ma anche contitolare delle Giu- Alberto Madernini, è nato a Villa sione, almeno dal punto di vista risdizioni lagarine, come autore il 30 novembre 1693 e vi è morto giudiziario (si direbbe che entro la di norme di “buona giusticia”. In il 21 marzo 1785. Ha abitato nel 40 Quaderni del Borgoantico 15

Il potere centrale elimina le autonomie: le Regole non autorizzate sono ritenute “illecite combriccole di popolo”

Questo paragrafo ci porta avanti nel tempo di alcuni decenni, oltre dunque la conclusione della “lite”, per localizzare nel tempo il “colpo mortale” che subisce, in nome della centralità dello Stato, o, se si vuole, della sua volontà di con- trollo, l’orgogliosa rivendicazione delle comunità dei diritti secolari e inviolabili di tenere e convocare autonomamente, senza cioè inge- renze di nessuno nella maniera più assoluta (altissima dignità, dunque Il palazzo Priami – Madernini – Marzani, nella piazza della grade fontana di Villa Lagarina dell’assemblea della comunità, e, di riflesso, dei singoli cittadini), le proprie Regole. La decisa riaf- palazzo che la sua famiglia aveva sua residenza si veda di Maria Bea- fermazione dei diritti di Regola acquistato alcuni anni prima della trice Marzani Palazzo Madernini, delle comunità è una costante degli sua nascita dalla famiglia Priami, “Quaderni del Borgoantico”, n. 1 interrogatori del 1763 della gente imprenditori della seta, e che guar- (2000), pagg. 17-19). del Comun Comunale, a volte riba- dava (e che guarda ancor’oggi, dita con espressioni efficacissime fresco di intelligente e intrigante restauro realizzato dall’attuale pro- prietaria, la prof. Antonia Marzani contessa di Sasso e Canova) sulla piazza della grande fontana di Villa nel cuore del paese. Si laurea in diritto a Mantova. È vicario dei Lodron nelle giurisdizioni lagarine, più precisamente della primogeni- tura dei Lodron, che è titolare delle giurisdizioni di Nogaredo (Castel Nuovo) e Castellano ma che risie- de a Salisburgo. Il suo “potere” è di fatto molto forte, come già eviden- ziato, e dura moltissimo tempo (un quarto di secolo), tanto che si può tranquillamente parlare di “abusi”, di “conflitto di interessi”, di preva- ricazioni, come apparirà evidente dalle deposizioni dei cittadini del Comun Comunale che riportiamo nell’ultima parte di questo scritto. Di Adamo Alberto Madernini rima- ne anche una Raccolta di poetiche composizioni: si tratta di scritti cerimoniosi redatti in occasione del matrimonio di Nicolò Sebastia- no Lodron. (Su A.A. Madernini si vedano le brevi note in “Quaderni del Borgo- Le Regole delle comunità sono “illecite combriccole del popolo” se vengono convocate sen- antico”, n. 7 (2006), pag. 42; sulla za autorizzazione (da L’epoca d’ogni cangiamento, di Nequirito, p. 23) Quaderni del Borgoantico 15 41

(“se Madernini venisse alla Rego- In verità il colpo non è ancora pro- sa, ma soprattutto costosissima (le la, noi andremmo via”, oppure: “se prio mortale, ma un paio di decenni autorità di Innsbruck erano allar- Madernini venisse, lo licenziares- dopo si chiuderà definitivamente la mate e scandalizzate dal fiume di simo”…). secolare e gloriosa, magari anche denaro, a carico delle comunità, Dunque, da Rovereto in data 10 problematica, gestione diretta dei che la “lite” succhiava), la quale maggio 1787 il Capitano Imperiale capifamiglia della vita delle loro senz’altro aveva destato clamore Regio del Circolo ai Confini d’Ita- comunità negli ambiti di compe- anche a Vienna, può aver contri- lia Giuseppe de Trentinaglia rende tenza, per fare posto a consigli buito se non altro come pretesto noto che per ordine del Governo comunali formati da “rappresen- alla drastica presa di posizione del emanato il 1° maggio vengono tanti”, o a podestà neppure eletti potere centrale contro le “com- proibite tutte le “Regole generali” dal popolo…, e qui qualche dub- briccole del popolo” (schegge che non preventivamente autorizzate bio sulla bontà della modernità e possono impazzire e che, forti di dalla “Superiorità locale”. Se poi dell’efficienza insorge. antichi diritti, possono legittima- esse si terranno senza autorizza- Anche se – spunta un altro dub- mente mettersi a muso duro di zione “tali radunanze verranno bio – forse la stessa vertenza fronte alle autorità superiori, non reputate come illecite combric- del Comun Comunale contro i piegando la testa come suddite cole del popolo”. Lodron, lunghissima e puntiglio- obbedienti).

Nella pubblica Regola (assemblea dei capifamiglia) tenuta a Villa il 26 ottobre 1759 si decide a maggioranza di fare ricorso al Dinasta Lodron contro le ingiustizie del giudice Madernini

In questa riunione la Comunità di del Commun Communale. Sempre Lodron, e risiedeva a Salisburgo; Villa decide di far ricorso al Conte si segue una formulazione “pre- le “bale” o “balle” erano le palline Dinasta Lodron della Primogeni- confezionata” delle motivazioni bianche e nere che servivano per le tura che risiede a Salisburgo per del ricorso. votazioni (“balotazioni”) eliminare le ingiustizie di cui sono Riproduciamo di seguito il verbale accusati i loro ministri e nomina della Regola di Villa, redatto dal un suo delegato (Felice Marzani) notaio Giacomo Benvenuti, avvi- La riunione si tiene, come al a rappresentarla con “pieni pote- sando che gli intertitoli e le sottoli- solito, nel Venerabile Hospitale. ri” nell’assemblea generale che neature sono redazionali. Le “dolianze tutte” della si sarebbe tenuta l’11 novembre a Altre annotazioni: popolazione Nogaredo. l’Hospitale, luogo di raduno della A Nogaredo la Regola è stata con- Regola, si trovava al posto dell’at- In Christi Nomine Amen vocata il 25 ottobre. A Villa, quella tuale nuovo municipio in piazza L’anno doppo la Sua Santissi- che ci interessa più direttamente, si della chiesa; ma Nattività 1759, Inditione 7.a, raduna il 26. Nei giorni seguenti si il conte primogenito “Padron Gra- in giorno di Venerdì li 26 ottobre terranno le Regole negli altri paesi tiosissimo” era Ernesto Maria nella villa di Villa e nel Venerabile Hospitale et alla presenza di Domenico dei Tomasi di Cognola habitante in Villa e Giuseppe figlio di Antonio Leonardi di Villa Testimoni

In pubblica regola legitimamen- te congregata more solito [cioè secondo l’usanza] dal Saltaro nel predetto locco è stato proposto, come che arritrovandosi da certo tempo in qua questa Communi- tà assieme colle altre Communità suddite di Sua Eccellenza Signor Conte Primogenito di Lodron Inizio del verbale della Regola di Villa del 26 ottobre 1759 Padron Graziosissimo che com- 42 Quaderni del Borgoantico 15

sta Comunità, disponere e stabilire il modo più proprio e conveniente di far sapere alla medesima Sua Eccellenza Padron Graziosissimo ogni loro gravame e così per ripor- tare dalla medesima l’inviolabile e desiderata Giusticia anzi occor- rendo prestare il legitimo votto per fare qualunque necessaria procura dando al medesimo ogni, e qualun- que facoltà di poter quello stipula- re in testa della loro Comunità con ogni più ampla, ilimitata autorità che occorresse colle solite clausole et obligazioni. Intendendo li medesimi cittadini, Si ricordano le buone disposizioni di Paride Lodron che la presente Procura non solo abbia forza di riportare la desiderata Giustizia dalla prelodata Sua Eccel- pongono il Commun Communale, ed essendo partiti al N° 8 che non lenza Padron Graziosissimo, unita- senza la solita pace e tranquilità per ano voluto balotare e cioè il Nobi- mente colle altre Comunità come l’avanti sempre goduta e posseduta le Signor Carlo Tonazza, Domeni- s’ha deto avanti ma pure anche nel nel Paese co Marzani, Giuseppe del fu Fran- caso che da tutte o da certa parte di sia cosa espediente il ricorrere alla cesco Galvagnim, Martino Antonio quelle non venisse secondato con medesima Eccellenza Padron Gra- Galvagnim e Tomio Galvagnim et tanto santo fine voglino et intendo- ciosissimo e farli sapere le dolian- Niccolo Ambrosi e così in sequella no che il medemo procuratore sopra ze tutte che di tanto in tanto a pro- di ciò quivi attualmente congregati stabilito habbia autorità e facoltà di prio danno provar deve dalla pocca hano costituito, creato et ordinato puoter in qualunque modo e forma buona condota de certi ministri, in loro speciale e generale Procu- che a lui parerà e piacerà procurare che senza amore e carità prescie- ratore il Signor Felice Marzani di a nome di questa Comunità consti- dono Villa qui presente accettante e sti- tuente tanto unitamente che sepa- affine coll’alto suo potere sopra dei pulante a intervenire specialmente ratamente la desiderata Giustizia medesimi si venga somministrata per tal affare nella regola Generale sì giuditialmente che stragiudicial- quella Giustizia che viene ordinata che si farà in Pomarolo con ampla mente per l’oportuno rimedio de dalla pia instituzione per vantaggio autorità di tratare in nome di que- ministri suddetti di queste sue Giurisdizioni da Mon- signor Arcivescovo Paride di felice memoria e voluta anche dalle leggi e statuti e così pure venghi ancora in tal maniera restituita la pacce e tranquilità smarita…

20 a favore, 2 contrari, 8 hanno “lasciato l’aula” prima del voto

Al qual effetto essendo intervenu- ti l’infrascritti Cittadini in numero maggiore di due terzi i quali uniti formano il corpo della loro Comu- nità di Villa ed essendo state distribuite le balle furono ritrovate affirmative N° 19 e Giuseppe Galvagnim Saltaro ha cosegnato la sua procura quale asserisce di dare il suo voto ed esse- re con la maggior parte così che I nomi degli otto cittadini di Villa che hanno “lasciato l’aula” prima della “balotazione” sono N° 20 e due balle contrarie (votazione con bale) Quaderni del Borgoantico 15 43

E così renonziando, promettemdo, Nogaredo… scrissi fedelmente … in tutta la faccenda della “lite”. In constituendo, dando, obbligando (Autenticazione, qui tradotta dal altra parte della documentazione Me notaio acceptante e stipulante latino, della copia del documento (verbale delle Regola di Villa del Nomine quorum (= nel nome dei di Benvenuti fatta più di 12 anni 17 agosto 1760, redatto dal notaio quali…) dopo) Giacomo, perciò inconfutabile) il Seguono li nomi di tutti li cittadini Concorda con l’originale, qui esi- procuratore viene definito “Nicolò che sono intervenuti alla Regola bito, fatto il confronto alla presen- figlio di un altro Sig. Nicolò Benve- Signor Niccolò Benvenuti, Gio za del chiarissimo Sig. Dott. Fran- nuti” (che dunque è vivo, altrimen- Batta Benvenuti massari cesco Madernini, procuratore delle ti ci sarebbe “quondam”). Nell’al- Francesco Ambrosi, Bortolo Mar- Comunità e di Nicolò Benvenuti in bero genealogico citato figura un zani giurati questo giorno 25 Gennaio 1772. Nicolò nato nel 1686 e morto nel Martino Marzani, Gio Marzani Festi Cancelliere 1762, fratello maggiore del notaio Cavaleri di Comun Giacomo, ma non può essere lui il Andrea Gasperini, Eccellentissimo Nota su Giacomo, Nicolò e Gio procuratore perché muore troppo Signor Dr. Bartolomeo Speramani Batta Benvenuti presto. Invece ci potrebbe essere Giulio Salvadori, Francesco Gal- Troviamo nel testo qui sopra una lacuna nell’albero genealo- vagnini riportato questi tre Benvenuti e c’è gico, perché quel Nicolò nato nel Bortolamio Maffei, Ambrosio del bisogno di una piccola riflessione, 1686 risulta avere il suo unico fu Niccolò Ambrosi prendendo come punto di riferi- figlio, Antonio, nel 1747 (morirà Ambrosio del fu Gio Batta Ambro- mento il sorprendente articolo di l’anno seguente), all’età dunque si, Gerolamo Marzani, Roberto Adami “Da Villa Lagari- di 61anni, cosa in verità possibile, Francesco Nardi, Angelo Inzigneri na agli Stati Uniti… ” sulla fami- ma improbabile. Tutto quadrereb- Ambrosio Villi, Francesco Villi glia Benvenuti, pubblicato sul n° be invece se quel Nicolò nato nel Ecc.mo Signor Dr. Giacomo Ben- 10 (2009) dei “Quaderni del Bor- 1686 avesse avuto un figlio, anche venuti, Giuseppe del fu Antonio goantico” alle pagg. 63-73. lui Nicolò, verso il 1720-25. Que- Galvagnini, Giacomo (1698-1767), detto Can- sti sarebbe allora il Nicolò di Nico- Signor Felice Marzani scrivante tarino, è il dottore in legge che fa il lò, potrebbe morire dopo il 1772 Inoltre Giuseppe del fu Tomio Gal- notaio per quarant’anni, e le cose (anno in cui è sicuramente vivo) vagnini non havendo potuto inter- quadrano. Lo troveremo anche e sarebbe lui il padre dell’infante venire ha mandato la sua voce in come testimone nelle deposizioni Antonio. scritto di star a quello [che] farà il del 1763. numero maggiore, e plurità de voti Gio Batta qui è massaro; nel 1763, Altra annotazione. Al momento N° 22 quando anche lui sarà interrogato, dell’autenticazione della copia del è saltaro, ha 32 anni e dice di esse- documento, nel gennaio del 1772, Nota di quelli che non hano voluto re di Villa, però non lo troviamo le comunità hanno come procura- balotare e sono li seguenti nell’albero genealogico di pag. 72 tore il dott. Francesco Madernini, Domenico Marzani, Giuseppe del del citato Quaderno (un Giovanni mentre Nicolò Benvenuti appare fu Francesco Galvagnini, Antonio Battista c’è, ma è posteriore), quin- come controparte. Quindi si può Galvagnim, Nobile Signor Carlo di potrebbe appartenere ad altra concludere che a quella data la Tonazza, Antonio Gasperini, Mar- famiglia Benvenuti (che comun- vertenza per il saldo dei conti tra i tino Antonio Galvagnim, Tomio que dovrebbe essere anch’essa di “vecchi” procuratori e le comunità Galvagnim, et Niccolò Ambrosi… Villa). non è ancor chiusa, e che le comu- Nicolò qui è massaro e sarà nomi- nità stesse si sono scelte all’uopo Io Giacomo Benvenuti… per auto- nato procuratore delle comunità, un nuovo procuratore, che è un rità imperiale pubblico notaio di giocando un ruolo da protagonista Madernini. 44 Quaderni del Borgoantico 15

La Regola di Villa, tenuta il 17 agosto 1760 nel venerabile hospitale, decide di portare in giudizio il Dinasta Lodron che ha aggirato beffardamente gli ordini del Principe Vescovo di Trento nominando Madernini capitano delle giurisdizioni di Nogaredo e Castellano

Le comunità, basandosi sul decre- Il testo del verbale dell’assemblea state raccolte 23 affermative, e una to del Principe Vescovo di Trento di Villa (nei giorni seguenti si ter- contraria … Francesco Felice Alberti de Enno ranno negli altri paesi), redatto dal Spontaneamente e liberamente di destituzione dalla carica di notaio Giacomo Benvenuti e ripor- nominarono loro Procuratore spe- giudice vicario (allora la più alta tato di seguito, è stato tradotto per ciale l’Ecc. Sig. Dott. Valentino nelle giurisdizioni di Nogaredo questa prima parte dal latino. Broilo di Aldeno, ed anche il Sig. e Castellano) di Adamo Alber- Le annotazioni-indicazioni in cor- Giovanni Battista Rosi di Noga- to Madernini, aprono una nuova sivo e le sottolineature sono reda- redo e il Sig. Nicolò figlio di un causa giudiziaria contro la deci- zionali. altro Nicolò Benvenuti, sindico di sione del Dinasta Lodron di nomi- Villa… nare lo stesso Madernini capitano Nel nome di Cristo nell’anno dal delle due giurisdizioni, una carica parto della Vergine 1760 Indizio- (tralasciamo qui una lunga parte non sempre assegnata e qui rein- ne ottava nel giorno di domenica del documento scritta in latino; trodotta, che peraltro è superiore a 17 del mese di agosto nella villa riportiamo invece la parte scritta quella di giudice vicario (il nuovo di Villa e nel venerabile Hospitale già nell’originale in italiano). nominato in questo ruolo è Gianal- dove, secondo l’usanza, viene con- berto Cavazzani di Avio). vocata la Regola; Davantaggio fu esposto et narato Per questo le singole comunità ten- Presenti in qualità di testimoni sicome in esecutione della auto- gono le proprie Regole per nomi- appositamente pregati e utilizzati rità conferita da questa spetabile nare i procuratori che gestiscano Giuseppe Pederzani di Villa e Gio- Comunità alli Molto Ill.stri Sign.i la nuova vertenza giudiziaria. Visto vanni del fu Simone Bonapace di Dr. Valentino Broilo d’Aldeno et che i precedenti avevano operato Noarna, abitante di Piazzo. Sign. Niccolò Benvenuti di Villa et bene, le comunità li confermano. Colà personalmente convenuti, Gio Batta Rosi di Nogaredo con- Ma ora le “defezioni” dal gruppo convocati secondo l’usanza dal stituiti Procuratori habbiano questi delle comunità che sostengono la saltaro Galvagnino, i cittadini ottenuto la remotione dell’officio vertenza sono più numerose. Per della magnifica Comunità di Villa di Vicario del Molto Ill.stre e Chiar. un motivo o per l’altro (le motiva- in numero di 24 i quali insieme for- mo Signor Dr. Adamo Alberto zioni emergono molto chiaramente mano il corpo della loro comunità Madernini con clementissmo ordi- dagli interrogatori del 1763 dei e pervennero allo scrutinio, dopo la ne dell’Altezza Sua Reverendissi- cittadini della destra Adige) non distribuzione delle palline, ne sono ma Vescovo e Principe di Trento fanno parte del “coro”: Pomaro- delli 18 Aprile prossimo passato lo, perché nella Regola è capita- diretto all’Eccellenza Sua Dijnasta to il vicecapitano Triangi con un Maria Ernesto Conte di Lodron con soldato ed ha portato confusione il quale tra l’altre comanda princi- tanto che l’assemblea è risultata palmente allo stesso Signor Conte non valida; Noarna e Sasso perché l’osservanza delle patrie leggi e quasi tutte le famiglie sono affit- Statuto Nostro, e prescrive inoltre tuarie dei Lodron, o di Madernini, al Medesimo non puotesi [s]costa- o dello stesso cancelliere Festi, e re dalle leggi dell’infeudante. sono indebitate con loro; Isera, perché i capifamiglia sono stati Fu in oltre esposto siccome habbia minacciati dalla Superiore auto- presentito che quasi ad onta del rità di Trento di essere portati là predetto accenato Clementissimo “in ferri”; Marano, che dapprima ordine dell’A.S.R. [Altezza Sua aveva votato per la vertenza, ma Reverendissima] sij stato deputato poi, anche per le minacce ricevute per Capitanio il medesimo Cl.mo da Isera e confermate da un dott. Sig.r Dr. Adamo Alberto Maderni- Candioli, dipendente dei Lodron, ni con ordine al nuovo Sig.r Vicario s’era tirato indietro; Brancolino, Cavazzani di dovere partecipare il anche lì dapprima disposti a resi- suo votto di cadauna causa tanto stere, poi dietrofront su pressioni civile che criminale col predetto di Leonardo Scrinzi. Il segno del tabellionato del notaio Giaco- Sig.r Madernini e come meglio mo Benvenuti Quaderni del Borgoantico 15 45

Trento e il dinasta Lodron fatto a to vantaggio, che però si propone suon di termini come “infeudan- che si possi agire avanti qualonque te”, “infeudato” e di norme che competente Giudice o Tribunale sono tipici dell’“antico regime”, per la cassazione et abbolizione che ormai è agli sgoccioli, dopo del suddetto nuovo officio Capita- lunghissimi secoli. Nel capoverso niale e l’osservanza dello Statuto seguente invece si parla del rifiuto in tutte, e cadauna delle sue parti delle autorità di mettere a disposi- come per ridure le mercedi delle zione i documenti relativi a questa pignore et officiali a dettame dello materia. Statuto et inclita Città di Trento, con confirmare in caso detti Sig. Sembrando finalmente ingiusta ri Procuratori di già constituiti a e illegitima la detta institutione questi precisi effetti con dare alli sul riflesso che prescrive al Sig.r medesimi l’opportuna e convene- Vicario di dover tener celata ogni vole autorità tanto unitamente che ragione che venisse confidata, separatamente di procurare tutti li quando da questa puotesse in qual- mezzi opportuni e necessarij e di che modo essere pregiudicato alli sostituire Stemma Lodron presente nella Cappella di Sig.ri Conti Padroni con che in San Ruperto, chiesa parrocchiale di Villa tal guisa ricercando le Comunità Dalla votazione segreta escono 23 Lagarina nostre qualche Documento di qual- sì e 1 solo no. I procuratori devo- si puotesse promettere qualche rag- no fare di tutto, rivolgersi a tutti e dall’instruzione di esibitori dal gione a suo soglievo si viene in tal prendere a prestito il denaro neces- che si conosce appertamente che modo proibita la comunicatione et sario, sul quale fanno da garanzia intenda esso Ill.mo Sig.r Conte for- offuscata la raggione. i beni stessi della Comunità, per mare nuove leggi contro la natura far togliere a Madernini l’incari- dei feudi e conservare al predetto Segue la segnalazione-contesta- co di Capitano. Cl.mo Signor Madernini l’autorità zione di altri abusi di Madernini, primiera di puoter in tal qual modo come il “perniciosissimo” cinque Uno o più Procuratori et Avocati giudicare in frode del Clementissi- per cento sui pignoramenti. per conseguire li predetti effetti. mo comando prealegato. Sopra del che furono destribuiti Finalmente osservandosi che con- li votti e quelli secretamente rac- Anzi in ordine al Cap. 11 dall’in- tro l’osservanza dell’inclita Città colti furono ritrovati affirmativi struzione datta al Cl.mo Sig.r Vica- di Trento, e senza determinazione N° 23, dico venti trè, et uno con- rio Cavazzani viene determinato il alcuna dello Statuto in pregiudi- trario, quali uniti compongono il tempo che durar deve l’officio di zio de debitori vengha esato nelle corpo della loro comunità essen- Vicario, cioè di tre anni colla liber- esecuzioni delle pignore soldi uno do più di due terzi, facendo per tà al predetto Sig. Conte di puoter per libra, che val a dire il cinque sé e sucessori il Molto Ill.stre et essere più oltre confirmato o licen- per cento, il che rendesi pernicio- Ecc.mo Sig.r Dr. Valentino Broi- ziato contro l’osservanza e statu- sissimo a questo pubblico e priva- li d’Aldeno, Sig.r Gio Batta Rosi to stesso di Trento, non solo ma ben anche del preacenato cleme- tissimo ordine di S[ua] A[ltezza] R[reverendissima] bastantemente dichiara, che le leggi dell’Infeu- dante mai puono mutarsi dal Vas- sallo in pregiudizio dei sudditi, o del Principe, non essendo in potere dell’infeudato fare nuove leggi e così meno di puoter conferire offi- cio pubblico a questo che sortisce dal sostenuto per anni precedenti richiedendosi intervallo di tempo di tal soggieto secondo il dettame delle Leggi, nel quale viene esclu- so da qualonque officio. Le procure a Benvenuti e Rosi vengono rinnovate per la causa giudiziaria contro Ernesto Si noti qui il braccio di ferro fra Maria Lodron 46 Quaderni del Borgoantico 15

et Niccolò Benvenuti figlio d’al- cio vicariale nell’esecuzione delle foro (quindi anche a Innsbruck, a tro Sig.r Niccolò sopra nominati pignore e ciò tanto unitamente, Salisburgo, a Vienna…) specialmente a comparire in nome che separatamente con l’altre d’essa Comunità constituente Comunità, con l’atribuire alli stes- Noi (serie di titoli) Francesco Feli- tanto in scrito quanto in persona, si Sig.ri Procuratori di prendere da ce Vescovo e S. R. I. Principe di tanto unitamente che separata- chi si sij l’occorente denaro per Trento, ecc.… marchese di Castel- mente, tanto per essi quanto per l’osservanza delle cose predette laro dei conti Alberti di Enno, ecc., sostituto legitimo Procuratore sotto l’obbligazione de beni della facciamo garanzia sopra lo scritto avanti qual si sij Giudice, si seco- medesima Comunità di Villa pre- di Giacomo Benvenuti… lare che Ecclesiastico, Principe, senti e futuri… Dato in Trento, dalla Cancelleria il Magistrato o Tribunale come pure dì 8 dicembre 1760 in caso facia di bisogno per implo- Io Giacomo Benvenuti per impe- Alberti Cancelliere; Filippo de rare il Patrocinio da chi si sij per riale autorizzazione pubblico nata- Manci Segretario ottenere la cassassione del nuovo io delle giurisdizioni lodroniane La fedeltà della copia all’originale constituito Capitanio di queste di Castellano e di Castel Nuovo è garantita dal Cancelliere Festi Giurisdizioni ne cappi pregiudi- fedelmente in parte scrissi, in parte Concorda con l’originale… fatto ziali a questa Comunità e per l’os- feci stampare… il confronto alla presenza del Sig.r servanza in tutte e cadauna delle dott. Francesco Madernini Pro- sue parti d’esso Statuto e dispo- Garanzia del Vescovo sull’affida- curatore delle Comunità e Nicolò sizioni legalli, e specialmente per bilità del Notaio Benvenuti, i cui Benvenuti in questo giorno 25 gen- essere solevati dall’agravio delli documenti perciò sono autorevoli e naio 1772 carati, che vengono esati dall’offi- “sicuri” per ogni luogo e per ogni Festi Cancelliere

Mole mastodontica di viaggi, consultazioni, produzione di documenti e perorazioni dei procuratori delle Comunità Insaziabile “fame” di denaro, da prendere a prestito, per poter continuare il braccio di ferro con il Dinasta Lodron

Riportiamo una sintesi, peraltro dei procuratori (soprattutto di Rosi e Non sono esplicitati invece, se non lunghissima, delle “note spese” dei ancor più di Benvenuti, che peraltro in pochi casi, le questioni, i proble- viaggi e dell’attività di due procu- “costa” meno di Rosi, per es. per le mi, gli specifici oggetti dei singoli ratori (Benvenuti e Rosi; non figura “cibarie” nelle osterie e soprattut- contatti che si celano sotto la gene- quella del terzo, Broilo, forse per- to per la tariffa giornaliera, come rica dicitura “per la causa”, o altre ché quello era già stato pagato per vedremo poco sotto); dei viaggi simili. In qualche caso l’oggetto si intero quando gli altri due, alla fine a Innsbruck e a Salisburgo…; del deduce, in altri no. del 1769, pare avviino una nuova modo di operare (quale documen- causa giudiziaria presso il Tribu- tazione producevano, da chi anda- Quando tirerà le somme, Nico- nale di Nogaredo contro le comu- vano, in quali luoghi, con quali lò Benvenuti dimostrerà di aver nità insolventi per avere i soldi che costi; interessante è vedere come si fatto 208 viaggi (per un totale ancora spettano loro). È una specie tenevano i contatti e come si face- di 104 fiorini) e di aver lavo- di diario, che risulterà magari “ripe- vano arrivare tempestivamente i rato per 937 giornate e mezza, titivo”, ma che ci fa capire l’intensi- messaggi – spostandosi di persona, pari a 31 mesi e 7 giornate e tà, la difficoltà e la snervante “ripe- con “staffette”, con la posta, nell’e- mezza (per un totale di 1406 titività” del lungo “travaglio”, che ra priva di motori, di telegrafo, di fiorini); riceve dunque mezzo diventa via via abnorme. Travaglio telefono, di internet…) fiorino a viaggio e un fiorino che le comunità, inopinatamente, E poi c’è qualche annotazione di e mezzo a giornata; Rosi inve- si trovano ad affrontare dopo che colore (se andavano a piedi o a ce “solo” per 150 giornate, ma hanno deciso (1760) di intentare cavallo – in un caso tre delega- a 7 fiorini e mezzo l’una, per causa al Dinasta Lodron. ti tornano da Trento in zattera, un totale di 1125 fiorini, e fa La forma del “diario” ci dà la perce- mezzo di trasporto molto economi- 5 viaggi a 1 fiorino e mezzo zione immediata del continuo anda- co – in quali osterie mangiavano, l’uno; peraltro il suo conto re e venire a e da Rovereto, a e da l’utilizzo di un sensale (mediato- totale (si veda sotto) è più alto Trento (magari qualche volta si va a re) per ottenere denaro a prestito, perché ha fatto maggiori paga- vuoto nella capitale del Principato), le “bonemani”, cioè le mance, che menti verso terzi. a e da i vari paesi delle giurisdizioni ogni tanto si allungavano…). Quaderni del Borgoantico 15 47

Viaggi e spese di Nicolò Benvenuti di Villa Lagarina Procuratore delle Comunità

Notta delle spese da me Nicolò Benvenuti pagate, nate avanti l’Ec- celso Consiglio di Trento (si tratta del “consiglio aulico” che era il massimo organo di governo tem- porale del principato vescovile, accanto allo stesso Principe Vesco- vo) per l’affare della rimmozione di Giudice Signor Dott. Adamo Alberto Madernini come appare dal Congresso del dì 11 novembre 1759 delli Magnifici Signori Mas- La sintesi finale del rendiconto del procuratore Nicolò Benvenuti sari e Rappresentanti delle seguenti Communità stato elletto da Essi a Balza evidente anche la continua e Gio Batta Rosi: spesi 8.020,12; nome e per nome delle suddette per assillante necessità di provvedersi ricevuti 6.299; da avere: 1.721,12 loro Procuratore e come da procure di denaro, per proseguire caparbia- fiorini delle medesime conferitemi, cioè mente la costosissima “lite”: quasi -- dalla Magnifica Communità di mai però il denaro veniva dato dal Ricordiamo che il corposo fascico- Nogaredo del dì 25 ottobre 1759 prestatore (i Piamarta di Rovere- lo (oltre 400 facciate manoscritte) -- dalla Magnifica Communità di to, nominati poi baroni) già alla che costituisce la fonte della tra- Villa del dì 26 ottobre 1759 prima richiesta, ma bisognava tor- vagliata vicenda consiste in copie -- dalla Magnifica Communità di nare con il mediatore per definire di documenti ufficiali trascritte tra Cimone del dì 28 ottobre 1759 l’accordo, dopo aver dato la man- settembre 1770 e gennaio 1772. -- dalla Magnifica Communità di cia al servo di casa, e poi tornare Aldeno del dì 28 ottobre 1759 una terza volta per la consegna del denaro, con più persone autorevoli che ne fossero testimoni e garanti.

Le due “note spese” andreb- bero sovrapposte, e bisogne- rebbe aggiungere l’attività di altri operatori coinvolti nella vicenda per avere un quadro “sincronico”dell’attività (cioè per es.: nel tal giorno, o nel tal mese, che cosa ha fatto Benvenu- Le prime righe del fascicolo sulla vicenda della “lite” ti, che cosa Rosi, che cosa Broilo, che cosa l’avvocato, che cosa gli altri…, che cosa gli uffici e i tribu- nali dei vari luoghi competenti).

Benvenuti e Rosi presentano la rispettiva copia delle note-spese nel contesto del contenzioso aper- to con le Comunità per ottenere il saldo dei crediti che ancora vanta- no. Si tratta di somme notevolissi- me, come si può vedere dalle cifre che riportiamo: Nicolò Benvenuti: spesi 6.857,58 fiorini; ricevuti 4.420,12; da Le date delle procure delle singole comunità a Nicolò Ambrosi e Gio Batta Rosi per la de- avere: 2.437,46 fiorini posizione di Madernini 48 Quaderni del Borgoantico 15

-- dalla Magnifica Communità di 21-26 Marzo [Benvenuti da solo colà d’ordine del sopradetto Sig. Garniga del dì 29 ottobre 1759 a Trento per 6 giorni; contatti Avvocato Voltolini con altro -- dalla Magnifica Communità di con gli avvocati; spiegazioni al Memoriale, e presentato a Sua Castellano del dì 2 novembre Consiglio giudicante] Altezza Reverendissima, e ciò 1759 “Per giornate 6 (restato solo in per intendere il risultato del primo -- dalla Magnifica Communità Trento essendo partito il suddetto Memoriale”. di Folaso e Riviano del dì 11 Signor Procuratore Rosi) impiega- 14 Aprile [tre giornate a Tren- novembre 1759 te a trattare la Causa avanti l’Ec- to; colloquio con il Cancelliere -- dalla Magnifica Communità di celso Consiglio, informare i Signo- Alberti e contatti con gli altri Piazzo del dì 26 novembre 1759 ri Avvocati, prendere pareri; spesi Consiglieri] -- dalla Magnifica Communità di fiorini 11.20 in vito, stallaggio e “Spesi fiorini 5 in vito, nollo e Presano del dì 4 dicembre 1759 nollo del Cavallo”. stallaggio del Cavallo di giornate NB: Nel conto delle spese che di 3 Aprile [due giornate a Trento per 3 da me impiegate in Trento por- seguito presentiamo viene indica- avere il decreto finale sulla causa] tatomi colà all’effetto di trattare to il numero delle giornate (intere “Spesi 4.30 fiorini in vito, stallag- l’affare presente appresso l’Ill. o mezze) impiegate per svolgere gio e nollo del Cavallo di giornate mo Sig. Canzeliere Alberti e per le varie pratiche, dentro o fuori la due impiegate da me a Trento per parlare con l’altri Ill.mi Sig.i Con- Giurisdizione, ma non è specifica- ottenere il Decretto, o sia Conchiu- siglieri”. to il loro costo che invece appare in so della presente Causa”. 17 Aprile [a Rovereto dall’Avv. totale alla fine del rendiconto. 7 Aprile [varie volte a Rovereto Voltolini a mostrargli il decreto] Nella trascrizione si sono operate dall’avvocato Pietro Paolo Volto- “Mezza giornata impiegata a varie modifiche: più modeste nella lini] Roveredo dal Sig. Avv. Voltolini, prima parte, molto vigorose nella “Spesi fiorni 0.57 in vito in Rove- portatomi colà dal medesimo subi- restante. redo per due mezze giornate e to doppo il mio ritorno da Trento viaggi quattro fatte e fatti in diver- col rescritto del risultato dell’affare 1760 se volte e giorni, colà portatomi per dall’Eccelso Consiglio”. 7 Gennaro [viaggio a Salisburgo conferire coll’Ill.mo Sig. Avvocato 11 Maggio [tre giornate a Trento del procuratore Brolio] Dottor Pietro Paulo Voltolini l’af- per far autenticare il decreto] “Pagati 33 fiorini al Clarissimo fari della Causa suddetta”. “Spesi 6.15 fiorini in vito per me, Signor Dottor Valentino Broilo 9 Aprile [due giornate e mezza a stallaggio e nollo del Cavallo di d’Aldeno Procuratore in occasione Trento per presentare al Princi- giorni 3 impiegati in Trento per della sua andata a Salisburgo”. pe Vescovo un secondo memoria- far autenticare il sopranomina- 27 Marzo [Nicolò Benvenuti 3 le dell’avvocato Voltolini] to Rescritto e cavare un attestato giorni a Trento; Ernesto Maria “Spesi fiorni 4.42 in vito e Cavallo dall’Eccelso Consiglio, parlare Lodron ha mandato il suo rescrit- di giornate 2½ da me impiegate in coll’Ill.mi Sign.i Consiglieri per to/ordinanza col quale ha impar- Trento, portatomi l’affare di questa andante Causa. tito le sue disposizioni, che non Speso 1 fiorino in aver fatto auten- sono favorevoli alle comunità] ticare o sia sottoscrivere detto “Giornate tre di mio incomodo Attestato dall’Ill.mi Sign.i Secre- impiegate in portarmi a Trento tario Filippo Manci e Consigliere coll’altri Sig.i Procuratori per tro- Trentini”. varsi aggravati del rescritto di Sua 14 Maggio [a piedi a Rovereto Eccellenza Conte Dinasta Ernesto dall’avv. Voltolini con l’Attestao Maria di Lodron. Pagati 2.24 fio- autenticato] rini per il nollo e stallaggio del “Viaggio fatto a Roveredo a piedi Cavallo di dette tre giornate”. dal Sig. Avv. Voltolini doppo il mio 30 Marzo [Benvenuti e Rosi 2 ritorno da Trento, fattoli vedere il giorni a Trento; colloquio con il sopradetto Attestato, e prendere Principe Vescovo] intorno a ciò il suo parere”. “Spesi 3.42 fiorini in vito, stallaggio 18 Maggio [a Trento per la causa e nollo del Cavallo per me di gior- e per avere le carte delle steure] nate due impiegate in Trento assie- “Spesi 4.51 fiorini in vito per me, me al Signor Procuratore Gio. Batta stallaggio e nollo del Cavallo di Rosi ambi portatisi colà per parlare giorni 2½ impiegati nuovamente in Il Principe Vescovo Felice Alberti de En- e presentare le ragioni delle sopra no, che fece decadere dalla carica di giu- Trento per l’affare mentovato e per Communità a Sua Altezza Reveren- dice vicario A.A. Madernini (da Storia del avere la carte delle steure esistenti dissima Vescovo e Principe”. Trentino, a cura di de Fins, p. 391) nella Canzeleria del Castello”. Quaderni del Borgoantico 15 49

21 Maggio [a Rovereto dall’avv. “Spesi 0.21 fiorini in cibaria in Poo, per conferire col Sig.r Consi- Voltolini] mezza giornata impiegata in Rove- gliere Trentini l’affari della presen- “Viaggio fatto a Roveredo dal Sig. redo dal Sig.r Avvocato Voltolini a te Causa e prendere il suo parere”. Avv. Voltolini, reffarendoli l’anda- conferirli le cose suddette”. 6 agosto [cinque giornate in due menti di detta Causa e sentire il suo 26 giugno [3 giornate a Trento – Benvenuti e Ambrosi – a Trento sentimento”. per copie autentiche di lettere] dai Consiglieri e a Povo dal prin- 27 maggio [2 giornate a Trento “Spesi 5.34 fiorini in vito per me, cipe Vescovo] per l’affare della Causa e per stallaggio e nollo del cavallo di “Spesi 11.21 fiorini in vito per me avere dal Secretario Manci la giorni 3 impiegati in Trento dal e per Mattio Ambrosi, stallaggio e Costituzione di Monsignor Arci- Sig.r Secrettario Carneri per farmi nollo del cavallo di giorni 5 impie- vescovo Paride] fare Copia autentica delle Lettere gati in Trento per parlare all’Ill.mi “Spesi 3.55 fiorini in vito per me, scritte l’Eccelso Consiglio al Sig.r Signori Consiglieri e portatomi a nollo e stallaggio del cavallo”. Conte Dinasta. Poo da Sua Altezza Reverendis- 30 maggio [a Rovereto dall’avvo- Pagati fiorini 3.42 a detto Sig.r sima, e presentatoli Memoriale, e cato Voltolini] Secrettario Carneri per le Copie fattomi soprasedere sino al Consi- “Spesi 0.33 fiorini in vitto per una fattemi di dette Lettere, come da glio da tenersi per la risposta. giornata dall’avvocato per confe- sua ricevuta appare”. Pagati 2 fiorini a detto Mattio rirli le cose suddette e prendere il 29 giugno [viaggio a Rovereto] Ambrosi per sue mercedi di dette suo parere”. “… viaggio fatto a Roveredo dal giornate 5. 6 giugno [2 giornate a Trento – Sig.r Avvocato Voltolini a confe- Pagati fiorini 1.36 al Sig.r Busetti a vuoto – per recuperare docu- rirli le cose dell’affare predetto”. per un memoriale fattomi da pre- menti dei Castel Barco] 1° luglio [3 giornate e mezza a sentare a detta Sua Alt. Rev.ma “Spesi 3.35 fiorini in vitto, nollo e Trento con il notaio Pietro Fon- avendomi rigettato il sopra mento- stallaggio in Trento “portatomi colà tana di Pomarolo] vato per non andar bene. d’ordine del Sig.r Avvocato Voltoli- “Spesi 12.51 fiorini per me e per Pagati fiorini 2.12 all’Ill.mo Sig.r ni a prendere l’Istrumenti ed Orbari il Sig.r Pietro Fontana Nottaro di Dott. Graciadei per conferenze dell’Ecc.ma Casa di Castel Barco Pomarolo, stallaggio e nollo di tenute seco Lei e pareri datimi”. esistenti nell’archivio della Cance- due cavalli di giorni 3 ½ impiega- 9 agosto [due giornate in due – leria del Castello quali premevano, ti in Trento per legere li orbari di Benvenuti e De Giorgi – a Trento al che mi rispose il Sig.r Secretario Castelnuovo e Castellano e vedere e a Povo da Sua Altezza il Princi- Manci non poterli rinvenire, ma che se tornava a conto far copiare detti pe Vescovo] rittornassi la settimana ventura”. rinvenuti orbari.” “Spesi fioni 9 in vito per me e per 8 giugno [a Rovereto dall’avv. 5 luglio [a Rovereto dall’avv. Vol- il Sig.r Dott. de Giorgi, stallaggio e Voltolini] tolini] nollo di due cavalli di giornate due “Per mie mercedi d’un viaggio “Per mie mercedi di un viaggio impiegate a Poo, colà portatici per fatto a Roveredo a piedi doppo fatto fatto in Roveredo dal Sig.r parlare a S.A. Rev.ma intorno alli il mio rittorno da Trento dal sig.r Avvocato Voltolini per rifferirli le affari della presente Causa. Avvocato Voltolini, a rifferirli l’an- cose di quanto sopra”. Spesi 1.48 fiorini in vito d’un uomo damento della cosa sopradetta e 21 luglio [due giornate a Trento avuto in compagnia, e mercedi di prendere il suo parere”. per parlare coi Consiglieri] dette giornate 2. 12 giugno [2 giornate a Trento “Spesi fiorini 4.7 in vito per me, Pagati 0.36 fiorini a un commesso per recuperare “orbari”, cioè stallaggio e nolo del cavallo di gior- spedito da me da Trento a Nogare- “urbari”, vale a dire registri su ni due impiegati a Trento per parla- do a prendere una Scrittura. cui sono riportati i nomi dei pro- re all’Ill.mi Signori Consiglieri per Spesi fiorini 1.36 in copie di Scrit- prietari dei campi, i confinanti la presente andante Causa”. ture in Trento da presentare all’Ec- degli stessi ed eventuali obblighi 23 luglio [a Rovereto per un Atte- celso Consiglio”. di fitti, decime o altre tasse] stato] 11 agosto [mezza giornata a “Spesi fiorini 3.41 in vito per me, “Spesi 0.54 fiorini in un Attestato Rovereto dall. Avv. Voltolini] stallaggio, e nollo del cavallo di ottenuto dalla Canzeleria di Rove- “Spesi 0.31 in vito per mezza gior- giornate due impiegate da me in redo concernente le Tasse Sindicia- nata impiegata in Roveredo dal Trento a prendere l’Orbari mento- li Civili, come in quel Foro costu- Sig.r D.r Voltolini a conferirli l’an- vati e rinvenuti in loro vece l’Or- mano”. damenti della Causa” bari di Castellano e Castel nuovo, 27 luglio [tre giornate a Trento e non avendo potuto rinvenire quelli a Povo dal consigliere Trentini] LA LITE DELLI GRAVAMI che si desideravano”. “Spesi 6.24 fiorini in vito per me, Notta d’altre spese da me Nicolò 15 giugno [mezza giornata a stallaggio e nollo del cavallo di Benvenuti pagate … nate parimen- Rovereto dall’avv. Voltolini] giornate 3 impiegate in Trento e a ti queste in Trento avanti l’Eccelso 50 Quaderni del Borgoantico 15

Consiglio per la lite delli punti di Cimone – senza cavallo – per rice- de Giorni, poi torna a casa… (con- Gravami addotti davanti il medesi- vere la procura. Viene da Aldeno suma 4 pasti) mo da me come Procuratore Elletto anche il notaio Agustini, fatto chia- 25 settembre: a Rovereto dal Sig.r dalle antescritte Magnifiche Comu- mare dal massaro di Cimone, ma la Piamarta “per intendere quando nità, come da procure conferitemi procura non viene data (“venuto e aveva il comodo di darmi denaro”. le medesime Comunità, autentica- non fatto nulla”). 26 settembre: a Trento 2 ½ gior- te e approvate dal suddetto Eccelso 2 settembre: in tre (Benvenuti, nate “per ricevere il rescritto del Consiglio, cioè… l’avvoc. Pietro Paulo Voltolini, Memoriale dall’Eccelso Consiglio Dalla Magnifica Comunità di Villa dott. Carlo de Giorgi) a Trento e parlare per la Causa”. del dì 17 Agosto 1760… Nogare- per tre giorni – NB Si torna a 1° ottobre: una giornata a Rove- do il 18, Aldeno il 19, Garniga il Villa con la zattera (e bastano 48 reto “impiegata colà a ricevere 20, Presano il 23, Castellano il 27 carantani) – “per trattare la pre- denaro dall’Ill.mo Sig.r Piamarta e Riviano e Folaso il 31. sente causa delli punti di Gravami” fare li qui sotto pagamenti: al Sig.r 12, 13 e 14 agosto 1760: tre gior- davanti al Consiglio aulico, e par- Broilo d’Aldeno viaggi col caval- nate a vuoto ad Aldeno, Cimone lare al Principe Vescovo e ai Con- lo a Roverto e Villa… per rife- e Garniga, chiamato dai massari siglieri… si danno mance (“bone- rire della Causa (f. 4.24); grossa per le procure, non ottenute però mani”). somma a al Procuratore Gio Batta perché il notaio Pietro Fontana, A Sopramonte, con tre cavalli Rosi (f. 107.36); all’avvoc. Vol- pur fatto chiamare mediante un noleggiati, dal cancelliere Alberti. tolini (f. 27.36); al dott. Giacomo commesso appositamente mandato Antonio Gerola di Roveredo nollo Benvenuti a saldo vari atti per le a Pomarolo, non si reca sul posto. di cavalli e callesso in condurci in comunità (f. 15.30)”. 18 e 19 agosto ad Aldeno: il 18 va Trento (5 fiorini) 7 ottobre: due giornate a Trento di nuovo a ricevere le tre procure, Per la zattera nel rittorno di tutti trè con l’avv. Voltolini “per trattare la ma ottiene solo quella di Aldeno; il da Trento (fiorini 0.48) Causa avanti l’Eccelso Consiglio, 19 vi ritorna con il notaio Fontana 14 settembre: a Rovereto dall’avv. parlare, conferirire con altri Sig.i e regolarizza la procura. Voltolini “per parlare… come con- Avvocati”. All’avv. Voltolini si 20, 21 e 22 agosto a Garniga e tener mi debba in Trento” pagano anche due Memoriali scritti Cimone ma Cimone non dà la 16-21 settembre: 6 giornate (Ben- in precedenza “contro il Sig.r Dott. procura: tre giorni per ottenere le venuti; 2 de Giorgi) a Trento per Madernini per causa delle Vende- procure delle due comunità, ma alla presentare il Memoriale all’Eccel- mie”. fine riceve solo quella di Garniga so Consiglio, solecitare la Causa, 29 ottobre: a piedi a Sacco “porta- (“avendo consumato due giorni in aspettare le Lettere di risposta che tomi nell’Imperiale Reggio Dazio far convocare la regola di Cimon”) veniva a detto Eccelso Consiglio per vedere i Privileggi delle men- 26 agosto: viaggio a vuoto a da S. E. Sig.r Conte Dinasta… Per tovate Comunità”. Cimone: una giornata e mezza a due giorni c’è anche il dott. Carlo 6 novembre: viaggio a Sacco per lo stesso motivo. 18 novembre: tre giornate a Trento con l’avv. Voltolini “per parlare, trattare, informare coll’Ill. mi Sig.i Consiglieri e Avvocati… ”. (la mercede dell’avv. Voltolini per le tre giornate, spesate, è di f. 13.12; si distribuiscono anche mance). 22 novembre: tre giornate di nuovo a Trento (ma “ a vuoto”), su ordine dei Rappresentanti e dei Pro- curatori delle Comunità “per avere la transazione ed mezzo dall’Ill. mo Sig.r Canzeliere Alberti che a fatto l’Augustissima Casa d’Austria con Sua Altezza Reverendissima Arcivescovo Paride di Lodron, e nonostante protatomi diverse volte dal medesimo, non potei ottener- Il Castello del Buonconsiglio di Trento, sede del Principato vescovile, in un’incisione del la, dicendomi di doversi tornarvi 1588 doppo pochi giorni”. Quaderni del Borgoantico 15 51

27 novembre: due giornate e 1761 e presentato all’Ecc.so Consiglio mezza a Trento per parlare con il (l’esposizione delle “note” viene per intendere il parere del medesi- dott. Foglia, Avvocato delle Steu- di seguito molto semplificata; mo” re” contro il Sig.r dott. Madernini ricordiamo comunque che ogni 5 apr.: a Rovereto (5 volte in gior- e per avere la sopra Tranzazione, e uscita a Trento dura di solito due- ni diversi) “a prendere parere e non ottenuta; per informare i Con- tre giorni) consulta dal Sig.r Abbate Tarte- siglieri, sentire li loro pareri intor- 7 genn.: a Trento dal Cancelliere rotti per la presente Causa”, al no la presente Causa. Alberti: che fare, visto che il Conte quale Benvenuti versa 12 fiorini 2 dicembre: una giornata a Sacco Dinasta non risponde ai memoria- “per suoi incomodi di consulti con- “per rinvenire dal Sig.r Daziale li? “Al che mi convenne spedir- feritimi” Sinabelli diverse carte attinenti per li nuovo Memoriale autenticato 6 apr.: spedito di notte un com- la Causa andantre e ottenutele dall’Eccelso Consiglio col mezzo messo (per 0,48 fiorini) in Aldeno 3 dicembre: a Rovereto dall’avv. di detto Signor Alberti; poi va dal Sig.r Procuratore D.r Broilo Voltolini per riferire e prendere il dall’avv. Voltolini di Rovereto 22 e 23 apr.: 2 volte a Rovereto a suo parere 14 genn.: a Rovereto con Rosi piedi dall’avv. Voltolini 9 dicembre: tre giornate a Tren- da Pimarta “per intendere quando 25 apr.: a Trento con l’avv. Volto- to “per far legalizare dall’Eccel- poteva darci denaro” e dall’avv. lini per informare i Consiglieri e sa Canzeleria numero 6 procure, Voltolini trattare della Causa copia delle medesime autentica, e 16 genn.: a Trento dal Consiglio 28 apr.: a Rovereto da Voltolini soscrizione delle stesse e Attestato Aulico a fare vedere il rescritto 30 apr.: a Rovereto con Rosi del Sig.r Secretario Manzi”; vien pervenuto dal Conte Dinasta; il dall’avv. Voltolini anche fatto fare un Memoriale da Consiglio ordina di fare un Memo- 2 maggio: si pagano diverse scrit- presentare al Consiglio… riale e di presentarglielo ture al Dr. Giacomo Benvenuti di Pagati f. 1.18 alla Posta di Trento 20 genn.: a Trento a portare il Villa per l’affrancazione delle sei procu- memoriale al Consiglio, “e rittor- 4 maggio: a Rovereto, due volte, re avvanzate al Sig.r Conte Dina- nato a casa con Rescritto” dall’avv. Voltolini sta. 22 genn.: a Trento con i procurato- 5 maggio: a Trento con l’avv. Vol- 11 dicembre: si spedisce un plic- ri e 80 uomini circa delle Commu- tolini per 6 giorni a presentare una co dalla Posta di Rovereto (affran- nità, partiti la notte del 21 e “por- “Scrittura Legale”, a farne copie cazione f. 0.54) al Conte Dinasta in tatici tutti da Sua Alt.zza Rev.ma”, una per ciascun Consigliere; per Salisburgo. “di poi dal Sig. Canzeliere Alberti una “Cessione” tenuta…; contatti 13 dicembre: due giornate e per far togliere il Rescritto contra- col Dr. Foglia e altre “Cessioni” mezza a Trento per conferire con rio” (Benvenuti si ferma a Trento ad 11 maggio: a Rovereto con Rosi il cancelliere Alberti e i Consiglieri aspettare il Rescritto. Varie spese per per informare l’avv. Voltolini e il 22 dicembre: il Sig.r dott. Giaco- alcuni documenti) Dr. Bonelli moValentini di Calliano prepara 27 genn.: spedisce al Conte Dina- 12 maggio: a Trento, a trattare la tre memoriali, di cui due da spedire sta un Memoriale, prima presenta- Causa, fare copia di un Memoria- al Dinasta e uno da spedire al Con- to al Consiglio aulico e autenticato le presentato al Consiglio; Matio siglio; “pagati f. 0.30 alla Posta di 5 febbr.: il Dr. Marco Azzone de Rosi viene pagato (2.2 fiorini) per Roveredo per affrancazione di detti Chiusole Vicario d’Isera redige più viaggi memoriali al loro destino” due Memoriali e dà pareri 14 maggio: a Rovereto dall’avv. 23 dicembre: tre giornate a Tren- 7 febbr.: a Trento “per altro ricorso Voltolini to per avere copia di una lettera fatto per le Innibitoriali e Memo- 15 maggio: a Trento a presentare pervenuta dal Sig.r Conte Dinasta riale” un Memoriale al Consiglio conte- a S. A. Rev.ma, avuta, e fatta tra- 12 febbr.: manda a Trento un com- nente la “cessione delli Gravami” slare dal Tedesco in Italiano dal messo con una lettera (solo 1 fiori- e per “raccomandazione e solecita- Sig.r Secretario Carneri, e fattomi no di spesa) zione della Causa” poscia Memoriale e presentato a 23 febbr.: a Trento “a prendere il 18 maggio: a Rovereto dall’avv. detta S. A. Rev.ma Memoriale per la convocazione Voltolini, che lo spedisce “subita- 29 dicembre: Fatto fare un Memo- delle Regole sottoscritto dall’Ecc. mente” a Trento con un altro Memo- riale da spedire al Conte Dinasta so Consiglio riale riguardante la “cessione”; par- d’ordine dell’Eccelso Consiglio 13 marzo: a Trento “portatomi lamentato con tutti i Consiglieri [aulico] di Trento; spedito dalla colà per raccomandare e solecita- 22 maggio: a Rovereto per “rag- Posta di Roveredo (affrancazione re la Causa appresso l’Ill.mi Sig.i guagliare” Voltolini e Bonelli 30 carantani) “al suo Destino” Consiglieri” 23 maggio: manda un commesso 1° apr.: a Trento “per il Rescritto alla Posta di Rovereto a spedire pervenuto dal Sig.r Conte Dinasta una lettera 52 Quaderni del Borgoantico 15

26 maggio: a Rovereto dall’avv. ni, che però non va bene; il Can- “per trattare con S.E. Sig.r Conte Voltolini zeliere Alberti ne fa fare un altro, Dinasta d’accomodamento per 27 maggio: a Trento “per vedere presentato poi al Consiglio, “mi fu l’affare di tali cose, così consiglia- dal Sig.r Dr. Gio Paulo Zurletta se nata [negata?] dal medesimo l’Ap- to in Insprugh dall’Ill.mi Sig.ri Gio li era capitata la procura del Sig.r pellazione”; vari pagamenti: “al Batta Conte d’Arco e dal Canoni- Conte Dinasta, e informare i Con- Castello di Tremto per la prononzia co di Lodrone; vari pagamenti ad siglieri dell’Appellazione della causa”; al avvocati, consultori, agenti, notai, 30 maggio e 2 giugno: a Rovereto segretario Manci; all’avv. Busetti traduttori di documenti, copisti; da Voltolini per assistenza; al notaio Santuari; al Canzeliere per vari documenti; 3 giu.: a Trento “acciò il Sig.r al Sig.r Foglia “per diverse sessio- la Reggenza fa “esaminare” alcu- Canzeliere Alberti facci deputare ni tenute”. Poi si paga anche l’avv. ne persone; c’è un assistente che la Cessione” Voltolini accompagna Benvenuti per tutto 5 e 6 giu.: a Rovereto dall’avv. 21 giu.: a Rovereto dall’avv. Volto- il tempo della sua permanenza; Voltolini lini “per ragguagliarlo della negata varie scritture, Memoriali e “altre 7 giu.: a Trento con Matio Ambro- Appellazione” carte” sono spediti in patria; riceve si a presentare un Memoriale a Sua 22 giu.: a Trento con Pietro Fonta- per Posta lettere a pacchetti; riceve Altezza “acciò indichi il giorno na “nottaro” di Pomarolo su ordi- anche “due Gruppi Denaro” spediti per la sopra mentovata Cessione” ne degli avv. Voltolini e Bonelli, dalla Patria dagli altri Procuratori; (Ambrosi per 2 giornate e mezza “fatto alla Canzeleria Protesta di è assistito più volte dal Sig.r Taba- prende 0.45 fiorini) negatami Appellazione”; pagati relli di Roveredo; copia di tutto il 15 giu.: a Trento con l’avv. Volto- vari avvocati di Trento per pareri processo per il Governo di Vetzlar, lini, due Procuratori, due Assisten- in merito all’Appellazione che deve esaminare l’Appellazione ti “per interporre l’Appellazione Benvenuti annota qui altre spese negata da Trento; ha una perdita trattata nell’Eccelso Consiglio”; “nate avanti l’Eccelso Governo 73.20 f. a causa del diverso valore pagati 18 f. “alla Canzeleria per d’Isprugh per li punti di Gravami” del denaro tra Rovereto e Isprugh la lananza [lagnanza?] fatta del e “spese del primo viaggio d’Ispru- (qui vale di meno: in pratica la Decretto di sentenza contraria” gh, e mia dimora moneta usata a Rovereto se la usi 18 giu.: giornata e notte a Rove- a Isprugh viene svalutata) reto “dalli Sig.ri Dr.i Voltolini e Primo viaggio a Isprugh 1761 13 ottobre: a questa data Bonelli, quali mi consigliarono 1761 23 giugno: a questa data sono elencate altre spese: s del 1° che mi portassi di nuovo a Trento Benvenuti elenca le spese del viaggio: staffetta da Isprugh ad e mi appellassi della sentenza con- primo viaggio a Isprugh, iniziato Augusta; poi staffetta da Augusta a traria”; pigliato denaro da Piamarta 3 giorni dopo; citiamo alcune voci: Vetzlar; lì si paga l’avvocato che si (il nome scritto così, per la prima da Trento a Insprugh paga alcu- interessa dell’Appellazione; volta!) ne mance (“bonemani”); paga un in vito e camera in tutto il tempo 18 giu.: a Rovereto saldato il Dr. “giovine intendente della lingua di mia dimora in Insprugh, cioè Garavetti per assistenza e scritture tedesca e italiana acciò mi intro- dal 26 giugno 1761 sino li 21 19 giu.: a Trento con il Memoriale duci avanti li Ecc.mi Consiglieri”; luglio 1762 giorno di mia parten- d’Appellazione dell’avv. Voltoli- viaggio a Salisburgo l’8 agosto za da colà, non compresi li giorni dell’andare e rittornare, a f. 5.30 alla settimana, sono settimane 55 e giorni 5, spesi 306.4 fiorini (con i viaggi fanno 13 mesi esatti, dirà poco sotto) Nel corso del suo soggiorno a Isprugh Benvenuti ha speso in totale: 1535.12 fiorini; non sono comprese le sue competenze (gior- nate e indennità viaggio), che gli vengono pagate a parte

1762 15 ott.: pagati 13.33 f. all’Oste Antonio Stofella di Roveredo (titolare dell’Osteria all’Aquila, oggi Due Colonne, in piazza Pode- Veduta di Salisburgo (da Sulle tracce dei Lodron, di Judicaria, p. 281) stà) “per cibaria somministrata Quaderni del Borgoantico 15 53

a tutti li Sig.i Rappresentanti, La spesa totale è di circa 550 f., gior- Deputati, Massari, Procuratori nate e viaggi esclusi; dei quali per del Corpo Commun Communa- la camera 165 (f. 5.30 la settimana, le in occasione d’essersi porta- per 30 settimane esatte); anche le ti avanti l’ill.ma Commissione altre spese sono analoghe a quelle acciò la Causa debba sussistere dei precedenti viaggi: Memoriale, e continuare avanti detta Ill.ma “scritture diverse”, avvocati, tradu- Commissione… ” zioni, posta; arriva e si ferma per 25 ott.: paga altri 12.18 f. per la un periodo anche l’avv. Giuseppe cibaria dei rappresentanti e procu- Festi (85 f. “per vito e camera”), e ratori nella stessa occasione i due fanno il ritorno insieme

1763 1764 4 genn.: pagati sempre a Stofel- 24 maggio: a Roveredo con Bro- la altri 24.45 fiorini “per cibaria glio e il Dr. Carlo de Giorgi “por- più volte somministrata dopo li tatici colà dall’Ill.mo Sig. Leonar- 25 ottobre sino a questo giorno a do de Piamarta per sentire quando diversi Rappresentanti, procuratori aveva il comodo di favorirci dena- e Vomini del Commun Communa- ro, il che ci fecero andare tre volte le recatisi a Rovereto per lo stesso in tre diversi giorni e perdere le motivo sopra riportato; giornate sudette senza effettuazio- si pagano anche 92.30 fiorini Ingresso delle Due Colonne di Rovereto, ne, compreso due cavalli” all’Ill.mo Sig.r Leonardo Piamarta antica Osteria Aquila, allora e ora della 11giu.: vari pagamenti: all’avv. per “affitti maturati” famiglia Stoffella Festi f. 92.24 (probabil. compresa 8 genn.: Benvenuti salda vari la trasferta a Isprugh); interessi a conti rimasti non pagati (lui era a no; altre carte, lettere, “plicchi”; si Piamarta f. 172.30; a dell’Orefici f. Innsprugh) presso l’Oste di Trento pagano avvocati… 7.12; altri 15 f. al Nottaro Giuseppe Francesco Cappeletti per cibarie 28 lu.: Benvenuti salda un conto Garavatta, al servo di Piamarta e ad Benvenuti annota che tra il suo precedente riguardante un regalo altri ritorno da Isprugh e la partenza fatto dai procuratori a Luigi Ron- per il secondo viaggio ha fatto chi, impresario dell’Imperiali Viaggio a Rabbi dal Presidente 55 mezze giornate e 44 viaggi a 8 ago.: paga l’Oste Antonio Stof- del Governo d’Isprugh Roveredo dal Capitano del Cir- fella per la cibaria in occasione 28 giu.: a questa data sono con- colo Triangi, dal Podestà Claudio degli interrogatori da parte della teggiati 47.30 fiorini “spesi nella Lanzoni e da vari avvocati “in Commissione, come risulta dai mia andata a Rabbi col Sig.r Dr. ordine alla Commissione ordi- rogiti del notaio Bettini (anche il Giuseppe Festi di Roveredo per natali dall’Ecc.mo Governo d’I- procuratore Rosi aveva pagato parlare a S.E. Presidente dell’Ec- sprugh come costa dagli atti del osti); dà una certa quantità di dena- celso Governo d’Isprugh per l’af- Sig.r Giuseppe Bettini Nottaro ro anche agli uomini che si sono fare della Causa andante, partiti ne quali appariscono le Esami, prestati per gli interrogatori li 28 detto e rittornati a casa li 12 Interrogatori, Dimande delli 12genn.: pagamenti in relazione Luglio (15 giorni); cioè in nollo di Massari, Rappresentanti, Pro- agli interrogatori (molti più soldi calesso da Roveredo a Lavis, nolli curatori, Vomini del Commun li dà Rosi): al Podestà Lanzoni 24 di cavalli da Lavis a Rabbi e colà Communale… ” fiorini; al notaio Giuseppe Bettini trattenuti [i cavalli] per il nostro 14.24 fiorini rittorno, nollo d’altro calesso da Secondo viaggio a Isprugh Lavis sino a Roveredo servito per il 6 apr.: a questa data Benvenuti Terzo viaggio a Isprugh medesimo Sig.r Dr. Festi; stallag- annota le spese del suo secondo 1763 8 ottobre: a questa data Ben- gio delli cavalli, vito d’ambidue, viaggio ad Isprugh che inizia quel venuti annota le spese del terzo viag- bonemani (mance) giorno (6 aprile; arriva a Isprugh gio (8 ottobre 1763 – 10 aprile 1764, 22 ott.: paga 36.48 fiorini per varie l’11) e finisce il 26 giugno seguen- “giorno di mio rippatriamento”; 220 traduzioni “al Sig.r Medico Gio te (partito il 20), per un totale di giorni in totale) “colà fatto col pro- Batta Rossi” 81 giorni, viaggi compresi cesso nato in Roveredo dall’Ill. 23 ott.: paga 72.30 f. a Piamarta l’attività è ridotta e le spese Commissione, a tale fine spedito per “affitti scaduti” ammontano a circa 450 f., giornate dalli Sig.i Rappresentanti, Massari 31 dic.: qui Benvenuti annota le 8 e viaggi esclusi; si fa un memoria- e Procuratori del Commune Com- giornate intiere, le 30 mezze, i 25 le che viene presentato al Gover- munale per ultimare la Causa” viaggi in parte a cavallo in parte a 54 Quaderni del Borgoantico 15

piedi, fatti a partire dal 15 aprile per Viaggi e spese di Giovanni 1759 recarsi a Rovereto da varie persone Battista Rosi di Nogaredo, 9 novembre: mezza giornata a e cioè dall’Ill.mi Sig.ri Dr. De Pia- procuratore delle Comunità Roveredo per richiedere all’avv. marta per ricevere denaro, dal Dr. Pietro Paolo Voltolini la sua pre- Festi, dal Dr. Pietro Tazzoli, da don Quando Rosi si reca a Rovereto senza al “congresso da tenersi il Graser, per sentire li loro pareri dall’avv. Voltolini, si ferma a mangia- di 11 andante”; prende “cibaria di [Giovanni Battista Graser (Rove- re “alla Corona”, cioè all’“Osteria pranzo” all’osteria della Corona reto 1718-1786), erudito ecclesia- della Corona”, che si trovava sul 11 nov.: paga 40,10 fiorini per il stico amico di Girolamo Tartarotti, lato destro dell’attuale Corso Bet- pranzo e “l’incomodo” dell’avv. insegnante al Ginnasio di Rove- tini venendo in direzione del cen- Voltolini per essersi recato a Noga- reto, professore e bibliotecario a tro, poco prima di svoltare a destra redo Innsbruck; scrive su vari argomen- nell’attuale Via Paganini. (Quindi 20 nov.: versa 30 fiorini all’avv. ti; come giurista tratta cause civili sulla strada del ritorno a casa, per- Voltolini per il “Memoriale” da far e canoniche.] ché quella era la strada imperiale portare a Salisburgo che, uscita da Rovereto, passava 30 nov.: una giornata a Roveredo 1765 per Sant’Ilario e si dirigeva verso dall’avv. Paolo Voltolini per infor- 2 genn.: saldo di affitti scaduti a Trento. A Sant’Ilario si staccava la mazioni Piamarta 325.42 fiorini strada che scendeva al “porto” di 6 dic.: paga 1137 fiorini al procu- 23 genn.: all’avv. Giuseppe Festi Villa, cioè al traghetto che attraver- ratore dott. Valentino Broilo, invia- 200 fiorini sava l’Adige; la strada di allora era to a Salisburgo a Sua Ecc.a Signor NB: pagati 2.6 fiorini “al servo quella che oggi passa davanti all’I- Conte Dinasta (l’altro inviato è il dell’Ill.mo Sig.r Dr. de Piamarta stituto tecnico; scendeva all’Adige dott. Domenico Agustini, come per suo incomodo a venire a fonda- operando alcune curve; nella parte “assistente). re l’Istituto di Genso a Villa delli f. inferiore è stata per lunghi tratti can- I due delegati lagarini, la cui 650 presi da detto Sig.r Piamarta a cellata da strade posteriori e dalla trasferta a Salisburgo dura com- intereresse per adempiere alli sopra ferrovia; la strada diritta di oggi è plessivamente 35 giorni, portano pagati” stata realizzata nel 1847 su terre- in regalo una bella quantità di 3 maggio.: spedito alla Psta di ni di Antonio Rosmini in occasione “dartuffole” (tartufi; anche Pari- Rovereto Francesco Ambrosi della costruzione del primo ponte de Lodron se li faceva portare da 22 ago.: altri 200 f. all’avv. Festi (piloni in muratura; parte superiore Villa Lagarina) da dare in omag- in legno) di Villa Lagarina; la ferro- gio all’Ecc.za Signor Conte Erne- 1766 via è del 1859; la “bretella” ha una sto Maria Lodron e, in parte, al 28 febbr.: a questa data Benvenuti quindicina di anni). Conte Giorgio d’Arco. I tartufi, annota 92 viaggi fatti in 14 mesi a Altre osterie utilizzate: al Leonzi- procurati da Nicolò Benvenuti, Rovereto dall’avv. Festi, dal Sig.r no (citato una sola volta); l’Aquila, sono costati 165 fiorini. Piamarta a prendere denaro, e di Antonio Steffella, oggi Bar Due Rosi paga anche 22.10 fiorini di per altro, “tutto a beneficio della Colonne, in Piazza Podestà, sem- sensaria per avere il denaro in pre- Causa” pre di proprietà Stoffella. stito (da Piamarta) 30 dic.: due giornate e mezza a 1768 Trento con Matio Ambrosi per marzo: paga f. 1.12 a Gio Maria “cavare” (= ottenere una copia Maffei di Pomarolo Deputato del dell’) l’investitura della Casa Commune Communalle per due Lodron e per rispondere al Signor copie d’un Memoriale spedito a Segretario Affner Isprugh per l’affari della Causa 10 sett.: annotati tre viaggi, per 5 1760 giornate e mezza, ad Ala col proc. 3 genn. (Giennaro): una giornata Rosi a consultare il Clar.mo Dr. a Rovereto dall’avv. Voltolini (esa- Alani intorno l’affare della Causa minare l’investitura); desinare alla Corona 1769 4 genn.: una giornata a Rovereto: 16 maggio: paga la “presente copia ritirate alla Posta carte arrivate da a Cristanante Dal Bosco Scrivante Salisburgo e consegnate a Voltoli- di Mori” ni; cibaria alla Corona 23 maggio: fa fare “copie d’avisi Sulla destra, il palazzo della Primogenitu- 6 genn.: una giornata a Rovere- alle Comunità per venire al Con- ra Lodron a Salisburgo, dove risiedeva il do per ottenere il denaro (da Pia- gresso” Dinasta Ernesto Maria marta); l’avv. Voltolini stende una Quaderni del Borgoantico 15 55

scrittura legale da spedire a Sali- 14 apr.: mezza giornata a Rovereto sburgo da Voltolini 7 genn.: alla Posta di Rovereto, 20 apr.: mezza giornata a Rovereto spedita scrittura a Salisburgo; si da Voltolini mangia alla Corona in 2 persone 6 maggio: due giornate a Trento 8 genn.: ritirate due lettere alla con Broilo per ottenere la copia Posta di Roveredo di una deliberazione, parlare con i 9 genn.: portate le due lettere Consiglieri, “raccomandare e soli- all’avv. Voltolini citare la causa”; si pagano 9 fiori- 21 genn.: tre giornate a Trento ni al Sig. Canzeliere Todescho per (andati con due “cavalli di trot- una copia della deliberazione to”; per tre giorni di “cibaria” per 13 maggio: si pagano 66 fiorini a i cavalli si spendono 9 fiorini e 15 Giovanni Vizer per viaggi per il loro noleggio) con gli altri 20 maggio: due giornate in Avio procuratori “per trovarsi agravati con Giovanni Vizer per avere “l’in- dal Rescritto di S.E. Conte Dinasta struzioni” dal Clarissimo Sig. dott. Ernesto Maria di Lodrone insieme Cavazzani, avute dal Conte Dina- con li procuratori venuti da Sali- sta sburgo (il dott. Valentino Broilo; il 24 maggio: una giornata a Rovere- dott. Domenico Agustini) to con Vizer dall’avv. Voltolini per 12 febbr.: il notaio Pietro Fontana esaminare il documento avuto da di Pomarolo fa rogiti e scritture Cavazzani 13 febbr.: Rosi va a Rovereto con 26 maggio: una giornata a Rovere- il notaio Fontana a “parlamentare” La torre civica di Rovereto, in via della to per far preparare dall’avv. Vol- con l’avv. Voltolini “per andare a Terra, sotto la quale passava la “via impe- tolini un memoriale per il Conte Trento avanti sua Altezza Rev.ma” riale” che conduceva, in direzione Nord, Dinasta contro le “instruzioni” verso Sant’Ilario ricevute NB una delegazione a Trento 27 maggio: mezza giornata a per presentare un memoriale al Sua Altezza il principe Vescovo Rovereto per ritirare il memoriale Principe Vescovo 20 marzo: due giornate a Trento e spedirlo a Salisburgo con Nicolò Benvenuti “per presen- 20 giugno: mezza giornata a Rove- NB 15 febbr.: due giornate “impie- tare raggioni a S.A. Rev.ma”… reto ad aspettare la posta gate in Trento unitamente con li 21 marzo: una giornata a Rovereto Signori avv. Voltolini, procuratore dall’avv. Voltolini Nuove procure a Rosi nell’ago- dott. Broilo et l’altro Procuratore et 27 marzo: due giornate a Trento con sto 1760: di Villa il 17 agosto; di altri Compagni delle ville ad infor- l’avv. Voltolini (richiede 22 fiorini a Nogaredo il 18; di Aldeno il 19; di mare l’Ill.mi Sign.i Consiglieri [del giornata) e il procuratore Broilo per Garniga il 20; di Pedersano il 23; di Consiglio aulico] e presentare un trattare della causa davanti al Prin- Castellano il 27; di Reviano e Folas memoriale a Sua Altezza Rev.ma”; cipe Vescovo e ai Consiglieri (Nollo il 31 “spesi in cibaria per tutti 88 fiori- della sedia di dette due giornate: 16 ni”; 16 fiorini per nolo di 4 cavalli; fiorini)…; 5 fiorini per “rinfresco” 1761 16.10 fiorini per “nolo di sedia”; e a Matarelo… La sua attività riprende con il 10 altri 5 cavalli; e varie altre spese in 30 marzo: l’avv. Voltolini ha pre- gennaio 1761, ma poi salta subito quella giornata parato un memoriale da presentare al 18 giugno 20 febbr.: una giornata a Rovere- al Principe Vescovo Tra i professionisti di cui ci si avva- to per avere denari a prestito per i 1° apr.: una giornata e mezza a le ora c’è anche il Dottor Marcho procuratori; si danno 28.10 fiorini Trento a presentare il memoriale Azzone Chiusole che viene manda- a Bernardo Caracristi di Pomarolo 8 apr.: l’avv. Voltolini ha prepara- to pure a Trento a trattare la causa per la senseria nell’ottenere i dena- to un altro memoriale, questo per ri [da “Pimarta” Piamarta] il Conte Dinasta in Salisburgo; 21 giu.: si prendono a prestito altri 26 febbr.: Rosi spende 16.10 fio- mezza giornata a Rovereto con il soldi (non è indicato quanti). Forni- rini “in tabacho et in altro fatone notaio Pietro Fontana per vidima- tore del denaro è sempre Leonardo regalo al Sig. avvocato Voltolini” re il memoriale, spedito poi dalla Pimarta; la mediazione (“senseria”) 1° marzo: due giornate e mezza a Posta di Rovereto a Salisburgo è fatta da Bernardo Characristi e Trento con Broilo 12 apr.: una giornata e mezza a costa 24 fiorini; si dà cospicua man- 6 marzo: di nuovo a Trento con Trento con Broilo a Trento per trat- cia (6.10 fiorini) anche “al uomo di Broilo per presentare una carta a tare la causa con i Consiglieri Casa Pimarta per aver parlato farci 56 Quaderni del Borgoantico 15

dare denaro”. A farsi dare il dena- ro vanno Rosi, Broilo e Caracristi, che poi mangiano alla “Corona” a spese, ovviamente, del Commun Communale (18 fiorini; ma si fa cenno anche ad “altri compagni”; forse uno di questi è Lorenzo Gara- vetti al quale si danno 10.10 fiorini per “asistenza inprestata”). 9 luglio: Rosi spedisce con la posta un plico di carte al procura- tore Nicolò Benvenuti che si trova a Isprugh 10 lu.: si scrive al Benvenuti e per Il Castello del Buonconsiglio di Trento, sede del Principato Vescovile, come si presentava al fare questo vanno dall’avv. Volto- tempo della “lite” del Commun Communale; da qui è partita la defenestrazione di A.A. Ma- lini Rosi, il notaio Pietro Fontana dernini dell’aprile 1760 (forse per autenticare documenti) e Carlo Baroni Aldeno dal procuratore Broilo con peletti di Trento: 78.10 fiorini per 12 lu.: di nuovo da Voltolini una lettera la gente delle ville; 30 fiorini per i 13 lu.: si spedisce un nuovo plico 3 sett.: Francesco Ambrosi fa procuratori e altra gente a Benvenuti diversi viaggi nelle ville sulla via del ritorno: una parte della 15 lu.: altra lettera spedita a Ben- 4 sett.: Matio Rosi spedito ad Alde- gente fa sosta al “Geset” di Aldeno; venuti no; Matio Ambrosi va per le ville a quelli di Castellano da Domenico 16 lu.: si va da Voltolini (Rosi e raccogliere attestati sulle decime; Zambel Broilo) a fare preparare un memo- lo stesso Rosi va per le ville con “In quela notte son partito da Tren- riale da spedire a Trento. 2 persone to insieme con Martin Marzani e 18 lu.: Rosi manda Matio Rosi ad 10 sett.: a Rovereto con Broilo Matio Ambrosi, siamo venuti a Aldeno da Brolilo per la faccenda dall’avv. Voltolini Rovereto dal Sig. avv. Voltolini a Rosi dà 82 fiorini a Voltolini per 11 sett.: a Rovereto a mandare una prender pareri e consigli “memoriali, scriture e conferenze” lettera a Insprugh al procur. Ben- 23 lu.: a Trento Rosi e Matio venuti; Wizer è spedito ad Aldeno 30 sett.: a Rovereto dall’avv. Vol- Ambrosi per informare avvocati e a far venire Broilo. tolini consiglieri sulla causa; li accompa- 18 sett.: cinque persone, Rosi com- 13 ott.: a Rovereto con Broilo gna Gio Batta Santuari di Trento preso, girano per le ville a trovare dall’avv. Voltolini 30 lu.: Rosi manda una lettera di gente disposta a recarsi tutti insie- 15 ott.: Rosi paga 30 fiorini al Voltolini a Insprugh per Nicolò me a Trento davanti a Sua Altezza. segretario del Capitano del Circolo Benvenuti 20 sett.: Matio Rosi ad Aldeno e Triangi 12 agosto: a Rovereto da Voltolini Nomi per raccogliere attestati sulle 20 ott.: a Trento con l’avv. Voltoli- 16 ago.: Rosi a Trento dal cancel- decime ni davanti al Consiglio aulico e per liere e dal Principe Vescovo 22 sett.: in Aldeno da Broilo e a poter parlare con Sua Altezza 18 ago.: a Rovereto con Broilo da Cimone a raccogliere gente per 24 ott.: alla Posta di Rovereto; Voltolini Trento Matio Rosi spedito ad Aldeno da 19 ago.: Rosi “cava” da più parti 23 sett.: un aiutante mandata alla Broilo attestati (due attestati li fa France- Posta di Rovereto con plico di carte 4 nov.: con Pietro Fontana a Rove- sco Ambrosi) per Benvenuti a Isprugh reto dall’avv. Voltolini 22 ago.: a Roveredo da Voltolini 24 sett.: a Rovereto con Broilo 6 nov.: a Pomarolo da Pietro Fon- con Broilo (6 fiorini per la cibaria) dall’avv. Voltolini per preparare la tana, notaio, e insieme dai deputati Si danno altri 84 fiorini a Voltolini “spedizione” a Trento Comunali per “carte” 23 ago.: a Trento dal canceliere 25 settembre 1761: in massa a 12 nov.: spedito un uomo alle Alberti Trento da Sua Altezza Poste di Rovereto per ritirare due 25 ago.: una giornata a Isera a par- Cinque uomini per tutta la notte lettere lare con il vicario Chiusole radunano la gente per andare a 21 nov.: a Rovereto con il notaio 28 ago.: a Trento a presentare a Trento; colazione di cibaria per la Pietro Fontana dall’avv. Voltolini Sua Alt. Principe Vescovo “scritu- gente radunata a Nogaredo prima 22 nov.: si pagano 212 fiorini di re” arrivate da Innsprugh di partire… interesse al Sign. Leonardo Pimar- 30 ago.: a Rovereto alla posta, dopo la “manifestazione”, “disna- ta, maturati fino ai primi di ottobre mentre Matio Rosi è mandato ad re” presso l’oste Francesco Cap- 26 nov.: a Rovereto con Broilo a Quaderni del Borgoantico 15 57

riferire sull’andamento delle cose 25 giu.: alla Posta di Rovereto per 6 ago.: mandato Matio Rosi in a Innsbruck spedire gli attestati a Insprugh per Aldeno da Broilo 29 nov.: una giornata a Folas, con Nicolò Benvenuti; ritira un letrone 8 ago.: in Aldeno da Broilo Wizer per recuperare attestati e 26 giu.: mandato Matio Rosi a 9 ago.: a Rovereto dal notaio Giu- parlare con la gente Rovereto dall’avv. Voltolini con seppe Bettini 30 nov.: a Pomarolo da Pietro Fon- lettere 10 ago.: a Castellano da Gio Batta tana 27, 28, 30 giu.: a Rovereto Pederzini e dagli altri deputati del 1 dic.: a Pomarolo dai deputati del 2 lu.: a Trento a cavare un attestato paese, mentre Wizer è spedito a Commun Communale dal Podestà sui pignoramenti per Folas 4 dic.: a Rovereto dall’avv. Volto- Isprugh 11 ago.: a Pomarolo e a Nomi lini 4 lu.: 187 fiorini di interessi a 12 ago.: a Rovereto dall’avv. Vol- 7 dic.: a Pomarolo dal notaio Pie- Pimarta tolini tro Fontana e dai deputati 5 lu.: a Rovereto riceve “scritture” 20 ago.: ad Aldeno dal procuratore 20 dic.: a Trento col procur. Broilo dal segretario del Capitano del Cir- dott. Broilo da Sua Altezza colo Triangi 12 sett.: a Rovereto con il nota- 17 lu.: si chiedono altri soldi a io Pietro Fontana dal Podestà, 1762 Pimarta dall’avv. Voltolini e dal notaio Bet- 24 genn.: a Rovereto con Pietro 12 lu.: si paga un acconto all’avv. tini Fontana dall’avv. Voltolini Voltolini 20 sett.: a Trento in Cancelleria per 26 genn.: a Rovereto da Pimarta 20 lu.: a Rovereto dall’avv. Volto- una copia di un decreto “per vedere di darci denaro”; poi lini 28 sett.: a Rovereto dal notaio Bet- va a “disnar” con il “sensaro” 29 lu.: Matio Rosi è spedito di tini 27 genn.: stessa incombenza notte in Bordala a chiamare Nico- 29 sett.: a Pomarolo da Pietro Fon- 28 genn.: a Rovereto da Pimar- lò Benvenuti “per interessi della tana ta a ricevere il denaro con Broilo, causa” 12 ott.: a Rovereto con il media- Fontana, Lorenzo Garavetti, e Ber- 30 lu.: a Pomarolo ad avvisare i tore Caracristi a chiedere denaro a nardo Caracristi (18.10 fiorini per deputati (del Commun Communa- Pimarta cibaria) le) “di portarsi avanti il capitano 20 ott.: a Rovereto dal Cancelliere 29 genn.: 24 fiorini alla Posta di Triangi” Garavetti “per far parlare col suo Rovereto per franchigia per spedire 1 ago.: a Rovereto da Triangi con mezo a Pimarta per ottenere dena- un “gropo di denari” a Insprugh per tutta la Regola generale ro (cioè perché il Cancelliere metta Nicolò Benvenuti 4 ago.: a Rovereto dall’avv. Volto- una buona parola con Pimarta e lo 31 genn.: si prepara un “letrone” lini persuada a prestare altro denaro) con dentro scriture 5 ago.: Matio Rosi e Matio Ambro- 30 ott.: a Rovereto da Pimarta per 30 apr.: a Rovereto dal Capitano si portano lettere ad Aldeno e in denaro Triangi con due deputati di Poma- altre ville 9 nov.: a Rovereto dal notaio Bet- rolo tini 10 maggio: dà soldi all’avv. Vol- 30 nov.: a Rovereto dall’avv. Vol- tolini tolini; Matio Rosi è mandato a 15 maggio: a Rovereto dall’avv. Pomarolo da Pietro Fontana con Voltolini una lettera 19 maggio: a Rovereto fatto chia- 1 dic.: ad Aldeno da Broilo mare dal Capitano Triangi 4 dic.: a Castellano per parlare con 28 maggio: a Mattarello “per cava- i massari e i deputati Pederzini e re attestati dalli decimani” Todeschi 29 maggio: a Romagnano e Alde- 20 dic.: a Rovereto dal notaio no “per cavare sei attestati 28 dic.: a Rovereto con Pietro Fon- 30 maggio: a Pedersano per 5 atte- tana dal notaio Bettini e dall’avv. stati sui novali, poi a Rovereto dal Voltolini notaio Bettini per altri tre attestati 1 giu.: a Nogaredo per radunare 1763 gente per ottenere attestati (10, 2 e 3 genn.: a Rovereto da Pimarta autenticati da Giacomo Benvenuti) per “dimandarli” denari 6 giu.: a Rovereto dall’ avv. Vol- 4 genn.: a Rovereto da Pimarta a tolini ricevere denaro 22 giu.: a Trento dal console per Segno del tabellionato del notaio Giuseppe 1 febbr.: a Pomarolo, poi a Rove- ottenere un attestato sulla decime Bettini di Rovereto reto dal Podestà 58 Quaderni del Borgoantico 15

8 febbr.: a Trento per carte in Can- 17 e 19 ago.: a Rovereto per avere 1764 celleria (ma “non ho potuto aver- denari da Pimarta (ci sono grossi 18 genn.: a Rovereto “per affari le”) pagamenti da fare) della causa” (senza altra spiega- 10 febbr.: a Rovereto dal notaio 23 ago.: a Rovereto con Broilo e zione) Bettini Nicolò Benvenuti a ricevere dena- 10 maggio.: a Rovereto con gli 22 febbr.: a Rovereto dal Podestà ro da Pimarta altri procuratori 1 marzo: a Rovereto, pagati 4 fio- 24 ago.: a Rovereto a fare diversi 9 giu.: a Rovereto con gli altri pro- rini “all’uomo di casa Pimarta per pagamenti (relativi agli interroga- curatori “per affari di importanza” recomandazioni fatte per avere tori di cui si parlerà ampiamente 2 dic.: a Rovereto con Nicolò Ben- denaro” nella parte finale di questo scritto): venuti “per affari di importanza” 20 e 25 marzo: a Rovereto dal 472 fiorini all’attuario (è il verba- dott. Perotoni “a prendere consul- lista che scrive gli “atti”) della 1765 to” (forse è il nuovo avvocato delle Comisione Bettini, in saldo; 287 f. 1 lu.: a Rovereto da Pimarta per comunità) a Pimarta per “affitti” (interessi); avere denaro con cui pagare il Dr. 1 e 18 apr.: a Rovereto con il nota- 330 f. al Podestà Lanzoni “per Festi e per “avere una copia di io Pietro Fontana dal Podestà la Comisione avuta dall’Ecc.o un privilegio di Rodolfo Secondo 20 apr.: a Pomarolo da Pietro Fon- Tribunale di Isprugh; 44 f. “al Imperatore a citadini e distrituali tana Cavalero della Corte di Roveredo tutti del Trentino” (NB: come detto 2 maggio: a Rovereto dall’avv. per le citazioni” anche altrove, si badi al termine Perotoni e dal cancellire sig. Bet- 1 sett.: a Rovereto a fare altri paga- “Trentino”, che è dunque usato tini “per carte” menti (a Matio Bolfz, oste “al Leon- già allora, se pur con accezione 30 maggio: a Rovereto dall’avv. zino”, “in saldo cibarie più volte diversa dall’oggi – probabilmente Perotoni soministrate alla giente delle ville si intendeva il territorio che dipen- 16 lu.: Matio Rosi è mandato a in tempo della Comisione, insieme deva da Trento, cioè il Principato Castellano e Pressano ad “avisar con li procuratori”; 150 f. al Clar. vescovile di Trento) deli testimoni da venire a Rovere- mo sig. Dr. Ferdinando degl’Orefi- Il procuratore Rosi dà 10 fiorini “a do dal Sig. Podestà per rilevare li 7 ci, ditto Gobo, per l’assistenza come una persona che mi l’hanno inse- punti di gravami” avvocato; 83 f. all’avv. Perotoni in gnato” (cioè che gli ha segnalato Matio Ambrosi va in Aldeno per lo saldo; 122 fiorini ad Antonio Stof- l’esistenza del privilegio) stesso motivo, così ancora Matio fella, “oste al’Aquila in Roveredo” 3 lu.: dall’avv. Festi “per vedere di Rosi a Pomarolo e Wizer a Folas per cibaria a massari, rappresentanti farci un Memoriale al che mi rispo- Il procuratore Rosi spende 6.10 e uomeni delle ville” se che lo farà pagato che sia” fiorini “per cibaria in Nogaré a 2 sett.: a Rovereto per altri paga- 4 lu.: a Rovereto da Pimarta per casa mia con della giente delle menti denaro con cui pagare Festi Ville avanti andar a Roveredo in 9 sett.: a Rovereto con Pietro Fon- 12 lu.: a Rovereto dall’avv. Festi comisione da esser esaminati” tana per il Memoriale 17 lu.: avuto e spedito il Memo- riale; pagati 9 f. a 6 uomeni venuti alla Regola (riunione) in Roveredo in casa del Dr. Festi 18 lu.: a Rovereto con Benvenuti da Pimarta per denaro 10 sett. e seguenti (3 volte): ad Ala dall’avv. Allani “per consulto”

1769 aprile: I tre procuratori a Rovereto da Pimarta per il “Rilascio” (scon- to) a più persone 20 lu.: “pagati e spesi in giornate” 157 fiorini “per solecitar la causa con un compagno come da minuta si può vedere”

Il Bar Due Colonne, antica Osteria Aquila, e il Pretorio di Rovereto Quaderni del Borgoantico 15 59

Il “Commun Communale” come corpo unitario per le questioni giudiziarie è “austriaco” e non “trentino” cioè fa riferimento a Innsbruck (Contea del Tirolo) e non a Trento (Principato vescovile) Dalla capitale tirolese si ordina a Rovereto di accelerare i tempi e di arrivare alla conclusione della costosissima vertenza

Tra la documentazione raccolta nel cata e accettata dagli stessi Lodron, vostra presenza si chiedesse se fascicolo c’è un’importante let- che in tema di giustizia il “Commun le comunità erano intenzionate a tera della “Rappresentanza” di Communale” in quanto corpo unita- proseguire nella vertenza giudizia- Innsbruck del 5 luglio 1763, senza rio (a parte quindi le singole comu- ria o se volessero lasciar perdere, mittente. Ricordiamo che la docu- nità che possono dipendere da giu- facendosi da parte. mentazione di cui disponiamo è risdizioni diverse, le quali, di fatto, Su questo quesito ognuno doveva copia di quella originale, e che que- in destra Adige sono almeno quattro esprimere il proprio parere con sta copia l’hanno fatta fare verso il e cioè Nogaredo, Roveredo, Nomi, votazione segreta. Nel caso in cui 1770 i procuratori, a suo tempo dele- direttamente Trento, con alcune avesse prevalso la volontà di prose- gati dalle comunità a portare avan- comunità divise su due (cioè Peder- guire nella vertenza, avreste dovu- ti la “lite” giudiziaria, per potersi sano) o addirittura tre (come Poma- to incaricare un giurista “discreto ora rivalere sulle comunità stesse, rolo) giurisdizioni, come vedremo ed idoneo”, escludendo quelli delle cioè per recuperare i loro crediti più avanti) ricorre alla giustizia comunità coinvolte nella vertenza, che ancora vantano; quindi si trala- “austriaca” rappresentata dalla Con- ad analizzare approfonditamente sciano sia documenti che non sono tea del Tirolo, e non a quella “trenti- le singole impugnazioni e ascol- strettamente necessari allo scopo, na” del Principe Vescovo di Trento. tare i “vassalli” [i sudditi], “con sia indicazioni che sono sottintese, l’assistenza di un uomo dotto e di perché ovvie. Sicuramente però la La lettera è scritta nell’italiano del buona conscienza”. Esaminando lettera è diretta al Podestà di Rove- tempo, un italiano formale, giuri- gli atti e tenendo presente la vostra reto, come altre precedenti, il quale dico, a volte un po’ contorto, ma di relazione noi avremmo in seguito alcuni giorni dopo entra in azione grande interesse linguistico e di un emesso una “sicura sentenza”. come commissario (probabilmente certo fascino. Nel frattempo noi avevamo avvisa- nominato in tale ruolo nella prima Di seguito riportiamo un sunto to il Vicecapitano Triangi a conse- lettera, quella del 15 aprile) nell’ac- della lettera, mantenendo però gnarvi tutti gli atti in suo possesso quisizione delle deposizioni dei cit- l’uso del “noi” usato da Innsbruck, riguardanti la questione. tadini della destra Adige. che è più immediato ma che ha anche un po’ di sapore paternalisti- In questo testo si fa riferimento, co, e citando tra virgolette qualche come si diceva, ad altre lettere spe- passaggio originario. dite nei mesi precedenti (aprile, maggio e giugno) recanti disposi- zioni per chiarire in maniera rapida Lettera del 5 luglio 1763 della e definitiva l’ingarbugliata faccen- “Rappresentanza” di Innsbruck da della “lite”, e che, si deduce, non sono state eseguite, forse perché la Ci ricordiamo bene di avervi asse- situazione era troppo complessa gnato il 15 aprile scorso l’incarico (per le diversità e per le sovrappo- di prendere le opportune misure in sizioni in fatto di competenza giu- merito ai “gravami” [impugnazio- diziaria) e troppo delicata (perché ni] avanzati dal Commun Commu- c’era il rischio di scontrarsi con il nale Austriaco contro il loro Dina- Principe Vescovo di Trento, che nel sta Conte di Lodron, anche per eli- 1763 è Cristoforo Sizzo de Noris, minare ogni lungaggine, riguardo un moderato, aperto a un certo ai sudditi del Commun Communa- cambiamento, come vorrebbe la le che sono direttamente austriaci, regnate a Vienna Maria Teresa). e precisamente quelli di Pomarolo, La “colonna” nel centro di Innsbruck, In questa lettera si ripetono gli ordi- Nomi e Roveredo. opera di Cristoforo Benedetti, autore an- ni, ma ora tutto è più semplice e Vi avevamo sollecitato a indire una che dell’altare maggiore della chiesa di chiaro perché a Innsbruck si è venuti Regola, anche per risparmiare al Villa Lagarina (da Cristoforo Benedetti, a sapere che è cosa risaputa, prati- massimo le spese, nella quale alla di Nicolò Rasmo, 1984, senza num. di pa- gina) 60 Quaderni del Borgoantico 15

Vi avevamo rinnovata la richiesta Vassalli immediati di Trento, ovve- tà dal Conte di Lodron e rispetti- il 14 maggio scorso, aggiungen- ro Sudditi del Conte di Lodron da vamente da Trento, sono soggette do che avreste dovuto andare a Noi non dipendenti” perché non al Dominio Austriaco. Ciò è stato prendere le ultime disposizioni in abbiamo nessuna intenzione di confermato dal fatto che ambedue materia emesse dal Vicecapitano “impegnarci con Trento in contese le parti in causa in questo azione del Circolo de Triangi, oltre a tutti inutili”. giudiziaria che riguarda l’intie- gli atti in suo possesso, in modo da Per quanto però concerne i Sudditi ro Commun Communale si sono poter arrivare ad un rapido esame austriaci Noi siamo intenzionati a rivolte a Noi, sia il Commun Com- e alla conclusione della causa. proteggerli efficacemente e a non munale nel richiedere l’apertura “Ci consolaste in seguito sotto li permettere che vengano oppressi della lite, sia il Dinasta stesso nel 28 Maggio scaduto con l’assicu- contro Giustizia e allora se accet- presentarci una “Scrittura Ecez- ranza che adoprato vi avreste col tano l’accomodamento proposto, zionale”, accettando di conse- maggior zelo possibile a termina- si faccia un ulteriore esame delle guenza il Nostro Dicasterio come re quanto prima senza parzialità singole impugnazioni. Dopo di Foro competente. veruna, con equità e sollecitudine, che cercate di persuadere i Vassal- Ora Noi, avendo acquisito ele- un tale sistema di circostanze”, evi- li austriaci a non proseguire nelle menti che fino ad oggi ci erano tando al suddito dispendi gravosi, impugnazioni inutili e forse non sconosciuti e dei quali non avete salvaguardando i “Sovrani Diritti sostenibili, e non prendete impegni mai fatto cenno, ci troviamo in del Principe della Provincia” [del con i Sudditi di Trento, mentre per una situazione nuova e possiamo, Tirolo], e proteggendo il “Vassal- le impugnazioni giuste e legittime senza frapporre indugi e facendo lo austriaco contro il gravame del dovete “esibire loro la Nostra Mano valere i diritti in campo giudizia- Conte di Lodron dipendente da pronta sempre ad alleggerirli”. rio del Principe della nostra Pro- Trento”, per arrivare possibilmen- vincia, che di fatto risulta essere il te ad una conclusione, eliminando Però voi non avete mai dato segui- “Padrone” in materia, impartire gli attuali “gravami” e premunen- to alle nostre disposizioni, e solo la disposizione che Voi, in virtù doci dai possibili futuri. ultimamente, in merito ai diritti dell’incarico affidatovi il 15 aprile del Principe della Provincia [del scorso. “dobbiate, più presto sia “Fu poscia da noi nuovamente Tirolo],“ragguagliato ci avete, possibile, rilevar da tutto il Com- inculcata, la nostra Deliberazione essere cosa definitiva, per ogni mun Communale nel modo pre- restare ferma”, e cioè che dove- dove nota, e non abbisognante di scritto” i ricorsi pendenti contro vate far esaminare attentamente dimostrazione alcuna, che il Com- il Conte Lodron, farne un accurato le impugnazioni, per capire se le mun Communale in corpore rico- esame, risparmiar il più possibile comunità avevano intenzione o nosca la Giustizia Austriaca”, e le spese e darci immediato reso- meno di continuare la causa, tenen- quindi tutte le comunità incorpo- conto dei risultati dell’indagine. do però ben presente che “toccar rate, anche quelle che dipendono Innsbruck, li 5 Luglio 1763 non vogliamo in modo alcuno li per cause particolari o di comuni- La Rappresentanza

1763: finalmente si può parlare senza paura di ritorsioni Deposizioni dei cittadini della destra Adige davanti al commissario di Rovereto fuori dal controllo dei Lodron e del Tribunale di Nogaredo L’iniziativa è frutto dell’intervento della Contea del Tirolo

La “lite” che si trascina avan- In obbedienza alle disposizioni di propria dichiarazione ufficiale, in ti pesantemente di anno in anno, Innsbruck, il commissario Lanzoni seguito a regolare “mandato” di prende una svolta (forse però non fa convocare per il 24 luglio 1763 comparizione, sugli abusi conte- decisiva) nell’estate del 1763, una regola generale del “Commun stati a suo tempo (1759-60) al giu- quando interviene la Contea del Communale” (manteniamo la dici- dice Adamo Alberto Madernini. Tirolo, come abbiamo detto nel tura di allora con i due raddoppia- I testimoni sono assistiti nelle loro testo precedente. menti) nella quale può ascoltare le deposizioni da un procuratore, Gio- Innsbruck delega a chiarire una volta varie voci. Con ogni probabilità, vanni Ferdinando degli Orefici, per tutte i termini della complessa, ma non è scritto esplicitamente, in della nobile famiglia di Rovereto. interminabile e costosissima questio- quell’occasione viene anche stila- ne, il podestà di Rovereto Claudio to un elenco delle persone dei vari Gli interrogatori iniziano il 28 Lanzoni, nominandolo commissario. paesi che sono disposte a fare una luglio 1763 e si esauriscono nei Quaderni del Borgoantico 15 61

primi giorni di agosto dopo poche sione non erano mai state ritirate, mandato e coll’assistenza del Pro- sedute. In uno stesso giorno si e quindi erano ancora in vigo- curatore deputato (Giovanni Fer- ascoltano testimoni di più paesi, re nell’estate del 1763, quando dinando degli Orefici) … a cui però nella documentazione che avvengono le deposizioni. Ovvia- differito il giuramento [e previo il abbiamo a disposizione le depo- mente sono stati i procuratori a giuramento] di dire la verità che sizioni sono state raggruppate evidenziare la cosa (del resto sono tactis [subito] prestò in forma… secondo il paese di appartenenza stati loro a far produrre tutto l’in- fu interrogato… Quibus habitis dei testimoni e non secondo il gior- cartamento), per comprovare il [avute queste dichiarazioni] viene no in cui sono avvenute. loro diritto di richiedere l’adegua- dimesso [lasciato andare via] Nel testo delle risposte (la copia to compenso per il lavoro svolto Successive [successivamente] è trascritta dagli originali è datata dopo il 1760 (evidentemente qual- comparso… 27 settembre 1771) viene eviden- che comunità sosteneva che quelle ziato spesso con un NB, a margi- procure ad un certo punto erano Il quadro che emerge dalle deposi- ne di solito della risposta finale, decadute). zioni ci presenta un “regime” arbi- il fatto che le procure deliberate trario, vessatorio e intimidatorio dalle comunità (nel 1759, ripetute La raccolta delle deposizioni è instaurato dai Madernini (da Pari- nel 1760) per intentare la causa “retroattiva”, cioè si chiedono de, fratello maggiore, prima, conti- contro Adamo Alberto Madernini testimonianze riferite alla situazio- nuato e appesantito poi da Adamo e portarla avanti fino alla conclu- ne (ai contestati “abusi”) che esi- Alberto): abuso di potere, soprusi, steva fino all’aprile del 1760, fino a prepotenze, e non solo da parte che cioè Madernini era giudice ed loro, ma anche dei loro scagnozzi, esattore delle tasse. Qui, cioè nel come i “decimani”, cioè gli inca- 1763, Madernini non è più giudice.. ricati di raccogliere le decime. Gli abusi da parte dei Madernini sono Due annotazioni: le decime diventati un po’ alla volta legge. saranno definitivamente abolite Indirettamente emergono anche le nel 1848; il tribunale di Nogaredo responsabilità del Dinasta, cioè del (“tribunale patrimoniale”) sarà conte Lodron titolare (o delegato gestito dalla famiglia Lodron fino dal titolare) delle giurisdizioni (che al 1842 (a parte la parentesi fran- abita a Salisburgo), il quale aval- cese-bavarese-napoleonica all’in- la, o quantomeno tollera, l’agire di circa tra il 1796 e il 1815), quan- Adamo Alberto Madernini. do vi rinuncerà e dopo di allora il tribunale sarà governativo Le comunità non vogliono privile- (“imperial regio”) e la sua sede gi, ma soltanto che siano eliminati non sarà più nel palazzo Lodron gli abusi introdotti dai Madernini di Nogaredo, ma nella palazzina e che si proceda “col mezzo della sul Cornalé fatta costruire nel buona giustizia”... E allora si rie- 1626 dal principe vescovo Pari- vocano e si rimpiangono i tempi, di de Lodron, su progetto di Santi- Paride Lodron che nelle disposizio- no Solari, come Monte di pietà ni emanate nel 1651 (è passato più (banco dei pegni); si chiamerà di un secolo) aveva, per esempio, Giudizio distrettuale di Nogare- stabilito che un giudice rimanesse do fino al 1905, quando cambie- in carica solo 3 anni, rinnovabili a rà nome in Giudizio distrettuale determinate condizioni. di Villa Lagarina (sulle vicende della palazzina si veda il n. 1 dei Il linguaggio delle deposizioni “Quaderni del Borgoantico”). è in parte spontaneo e in parte “costruito” - “giudiziario”; c’è un giudice che interroga e un can- Formula iniziale celliere che trascrive: le risposte devono filare via logiche e for- Avanti l’illustrissimo Signor Clau- malmente corrette. dio Lanzoni, commissario, podestà Le risposte allo schema fisso delle di Roveredo, domande sono ovviamente ripeti- Adamo Alberto Madernini e la moglie È comparso il Tal dei Tali, cita- tive, ma spesso emergono nuove (proprietà privata) to dal Cav.o [cavallero] come dal sfumature … 62 Quaderni del Borgoantico 15

dall’esito del pignoramento; inol- tre il pignoramento viene messo in atto dopo soli tre giorni dall’emis- sione del mandato. Può succedere allora che se il debitore non paga nulla perché non è in grado di farlo, quel 5 per cento resta a carico del creditore (che l’ha già pagato), il quale ha così doppio danno; se il debitore vuole pagare deve sobbar- carsi la fatica di recuperare nel giro di tre giorni non solo il debito ma anche la maggiorazione del cinque per cento. Tempi troppo ristretti, si contesta, per un’imposizione arbitraria che, tra l’altro, va contro ciò che è stabilito dallo Statuto di Trento... 4. Sopra il giudice, cioè su Adamo Il Palazzo Pretorio di Rovereto, sede del Comune Alberto Madernini, che è stato giu- dice per tantissimi anni (si dice “da 24 anni”, ma non lo è più dal 1760), Alcuni termini usati di frequente: 1. Interrogato sopra il primo gra- ed è pure esattore delle decime, e - “lite”: nel senso di controversia vame delle decime de’ novalli: i prima di lui ha ricoperto per tanti giudiziaria, “vertenza giudizia- novali sono i “nuovi terreni”, cioè anni le due cariche un suo fratel- ria” terreni incolti-sassosi-cespugliosi- lo (Paride); forse, si dice, c’entra - la comunità, si ripete, si vuole boscosi dissodati e messi a coltu- anche col fisco; essendo lì da tanti “sollevare”: non significa che ra dei quali, dopo i primi tre anni, anni, e sapendo che ci può stare vuole fare una sollevazione, ma bisogna versare la decima parte del ancora in tutta tranquillità e con che vuole alleggerirsi dei pesi, raccolto tutto il potere nelle mani, l’espleta- liberarsi degli abusi 2. Sopra il secondo gravame delle mento della giustizia va a rilento... - “gravami”: in questo caso non decime de’ ritorni, cioè la decima 5. Sopra il cancelliere (Lorenzo significano “pesi” o “imposizioni” parte dei secondi raccolti; tra que- Festi): si contesta il fatto che sia il più o meno ingiusti, ma impugna- sti raccolti troviamo una volta spe- solo, così stabilisce lui le mercedi a zioni (di imposizioni ritenute ille- cificati rave e fagiuoli…; probabil- lui dovute, i tempi e i modi di pro- cite) in senso giuridico mente in un campo dove era stato cedere…; le cose vanno a rilento; “bona giusticia”: applicazione equa, fatto il raccolto principale, per non solo, ma a Trento e in altre giu- corretta, uniforme delle leggi. es. di frumento, poi è stato messo risdizioni, anche i notai possono a coltivazione qualcosa d’altro, scrivere le “carte”, i documenti, ed La grafia (maiuscole, minuscole, come, appunto, rape, fagioli, verze, essendo molti i notai, ci sarebbero certi accenti, virgole…) è stata in cavoli, ecc., e anche su questi pro- più libertà, tempi più brevi, rispar- parte uniformata. dotti, “che servono per mantenerci mi sulle spese… d’inverno”, come viene più volte 6. Delle vendemmie: Madernini, detto, si pretende la decima. “È che è conduttore dei vigneti del TUTTI I TESTIMONI ingiusto che dello stesso campo si Dinasta, i quali hanno il privile- RISPONDONO A 10 debbano pagare due decime nello gio di poter essere vendemmiati DOMANDE, FISSATE IN UNO stesso anno… ” in anticipo sulle date che i capifa- SCHEMA 3. Sopra le pignore (pignoramen- miglia hanno fissato nella Regola ti): per ogni pignoramento richie- generale del Commun Communa- Schema di 10 domande: A. Età e sto da un creditore, è obbligatorio le, anticipa le vendemmie anche nei residenza; B. gli 8 punti di “conte- un mandato che viene emesso dal vigneti di sua proprietà, lasciando stazione”, di “impugnazione” di 8 tribunale di Nogaredo (e lo si può gli altri vigneti esposti alle ruberie. abusi specifici; C. una domanda di chiedere solo lì), ma per ottenere Eppure, dicono tutti, in quanto pro- carattere generale. quel mandato il richiedente (il cre- prietario di vigneti lui è uguale agli A – Interrogato della sua età e ditore) deve pagare al giudice il 5 altri e deve sottostare alla Regola; della sua patria per cento della somma che vuole inoltre i “decimani”/“decimadri” B - Gli otto punti: recuperare e ciò a prescindere fanno quello che vogliono nel rac- Quaderni del Borgoantico 15 63

cogliere la decima, all’insaputa dei (e il commissario vuole capire se DEPOSIZIONI DEI padroni dei campi. Non solo: il cat- le comunità vogliono arrivare ad CITTADINI DELLA DESTRA tivo esempio di Madernini fa “sal- un compromesso o continuare ADIGE PER LA COMUNITÀ tare” tutte le norme stabilite, cosic- nella causa). Altre lagnanze. Qual- DI VILLA LAGARINA ché tutti si mettono a vendemmiare cuno parla di ingiusta esazione a propria discrezione, creando con- della legna: un tempo una famiglia Le prime testimonianze riportate fusione e problemi… (Giordani di Nogaredo), che aveva nel fascicolo documentario sono 7. Dell’intervento alle regole: determinati boschi, pagava un carro quelle dei cittadini di Villa Inizio il giudice Madernini, a nome del di legna; poi gli eredi hanno diviso di Villa 28 luglio 1763 Lagarina. Dinasta, si arroga il diritto di far i beni (ma la estensione totale di Si inizia con la deposizione del convocare la Regola e di parteci- bosco rimaneva ovviamente quella dott. Giacomo Benvenuti, che però parvi, o farvi partecipare il cancel- precedente), e ognuno ha dovuto appare senza data ed è introdotta liere… Assolutamente no, dicono pagare un carro di legna… A qual- da un “successivamente”, il che tutti, a questo abuso, che va contro cuno è stata richiesta una gallina... significa che sono già stati ascol- il diritto della Comunità; si perde I testimoni dicono che c’è anche tati altri cittadini o di Villa (allora la libertà di parlare…; “se viene chi tace… Si tratta, si afferma, di non registrati) o, piuttosto, di altri qualcun’altro, o lo cacciamo (se è alcune persone che non si espongo- paesi. uno come noi), o ce ne andiamo no per “rispetto umano”, o perché Riportiamo la deposizione di Ben- noi (se è una persona altolocata)... debitori, dipendenti, beneficiati venuti, integrata nelle parentesi ”; Madernini, e ogni altro, può par- di Madernini o del Dinasta…; o quadre, come appare nel docu- tecipare come membro alla Regola opportunisti (collocare i figli nel mento, a parte la specificazione in del luogo in cui abita…. collegio di Salisburgo…). grassetto e in parentesi tonde del 8. Dell’accompagnamento dei “gravame” contestato, che è ripre- soldati: obbligo di prestare ser- AVVERTENZA: Tutti rispondono sa nella altre deposizioni, riportate vizio di “accompagnamento dei a tutte le domande, ma noi ripor- seguendo uno schema più semplice soldati”, detto anche obbligo di tiamo solo una parte delle risposte, e chiaro. “andare a servire coll’arma”... tenendo presente sia il contenu- Dovrebbe trattarsi di un servizio to della risposta sia il linguaggio, Successivamente militare ausiliario, temporaneo, cioè i termini usati (è probabile che avanti l’Ill.mo Sig. Commissario forse accanto a soldati/guardie i termini non consueti siano effet- è comparso l’Ecc.mo Sig. Dott. di professione. Sembra di capire tivamente stati usati dalle persone Giacomo Benvenuti della Com- da un paio di deposizioni che in interrogate, e quindi si ha un inte- munità di Villa, già citato, coll’as- sostanza il servizio consisteva nel ressante campionario di vocaboli sistenza del Nobile e Clarissimo fare da scorta militare al giudice del tempo); ciononostante si sono Sig. Dott. degli Orefici Procuratore Madernini. Obbligo non di tutti lasciate parecchie ripetizioni, e Delegato, al quale differito il giu- ma di “molti”; non si evince però questo per far capire quali sono i ramento di dir la verità, che tactis con quale criterio sia fatta la scelta. concetti più rimarcati. prestò nella mani di S.S. Ill.ma fu Disagi sia per chi presta quel servi- I Nota Bene e le sottolineature poscia zio, sia per la cittadinanza: chi va sono redazionali. Int[errogat]o: Della sua patria ed a fare il militare deve trascurare le età. sue cose; nei giorni di presenza dei militari nascono problemi di ordine pubblico, “riescono de’ disordini e risse sotto il mantello dell’esse- re di soldati”; “sotto l’ombra de’ soldati”; “quelli che intervengono all’accompagnamento commetto- no mille baronate”... C - In generale sopra il sentimen- to della comunità… Si chiede se gli aggravi sono personali, o se altri, o tutti, ne siano colpiti; emer- ge la volontà di “solevarsi” (libe- rarsi dagli abusi), e per questo è stata avviata la “lite” (la causa giu- diziaria) mediante procura; questa procura non è mai stata ritirata… Inizio del verbale della deposizione di Giacomo Benvenuti, notaio di Villa 64 Quaderni del Borgoantico 15

Risp[ose]: Sono nativo di Villa, perdere oltre il capitale anche le aggravati gli altri mentre [= per il membro del corpo communale spese medesime. fatto che] devono lasciare le pro- [deputato di Villa alla Regola del Sopra il 4°: del Giudice – prie facende per servire chi non Commun Communale], e sono Risp[ose]: Anche di questo sono ha diritto di pretendere un tal’ d’anni 63- aggravato, mentre [= per il fatto accompagnamento, essendo il Jus Int[errogat]o: Sopra il primo gra- che] se il Giudice ha la libertà di armorum [= diritto delle armi] del vame delle Decime di Novalli starvi lungo tempo non si prende solo Principe [= principe vescovo (decime dei novali) (se esso spe- cura di spedire [= far andare avanti di Trento], oltre li disordini che cialmente sia aggravato) con speditezza] le cause, e se mai fanno nascere questi soldati in Risp[ose]: Pur troppo sono aggra- accadesse in qualche Giudice l’o- quelle giornate che sono coman- vato, mentre [= per il fatto che] diosità verso d’uno o l’altro de’ dati. dopo aver con spese non ordina- sudetti, quel povero tale avrebbe Int[errogato]: Se li gravami sudet- rie fatto ridur a coltura un grezivo la disgrazia di non ottener mai giu- ti siano speciali [personali] ad esso [= terreno incolto] che tenevo di stizia e [= ma] sole soverchierie Signor Esaminato, oppure se ne mia ragione [= di mia proprietà] [soprusi]. risenta di questi anche li altri mem- sono stato costretto a pagare la Sopra il 5°: del Cancelliere – bri della Communità (sentimento decima de’ racolti senza poter- Risp[ose]: Anche di questo mi sento generale della Comunità) – mi colla buona giustizia opporre aggravato, perché essendovi un solo Risp[ose]: Generalmente tutta la mentre [= per il fatto che] l’Esa- Cancelliere si deve andar da quel- Communità è aggravata, e si sente tore delle Decime era il Giudice lo per necessità, ed in conseguenza una voce commune di questi gra- medesimo – nasce che non si può talvolta avere vami e per questo ha deliberato Sopra il 2°: delle decime de’ Ritor- le cose sue [proprie] speditamente e la nostra Communità di Villa di ni (decime dei secondi raccolti) quello che è più non si può mai otte- concorrere col suo voto perché il Risp[ose]: Anche da queste deci- nere una qualche agevolezza, come Communale faccia le sue parti per me mi sento assai aggravato e s’avrebbe essendocene più d’uno – solevarsi - ciò non solo per dover pagare tali e peggio poi se non fosse persona decime, che sono ingiuste, ma d’integrità. perché altresi li Decimadri senza Sopra il 6°: delle vendemie (ven- Giovanni Maffei alcuna saputa del Padrone vanno demmie anticipate) – Sono di anni 50, nativo della ne’ Campi, si perticano [= misura- Risp[ose]: Mi sento pure aggra- Comunità di Sasso, ed abitante in no il terreno a pertiche], e misura- vato dalla pretesa che ha il Sig.r Villa. no la Decima, e se la trasportano Madernini come Conduttore de’ dalli Campi a loro piacere, il che fa Beni dinastiali di voler vendemiare - 1. decime dei novali - Io sono nascere maggior aggravio ed alle prima degli altri anche li suoi beni aggravato nel pagare tali decime per- volte delle discensioni [discussio- particolari, perché essendo li suoi ché se si conteggiano le gravi spese ni, diverbi?] tali che vanno in pro- Campi vindemiati prima degli altri che sono necessarie nel rendere qual- cinto d’ammazzarsi resta l’uva degli altri esposta a latro- che luogo sterile a coltura e le spese Sopra il 3°: delle Pignore (per- cini e poi ogn’anno con questa pre- ordinarie annuali non si fa altro che centuale sui pignoramenti) – tesa nascono delli disordini, perché lavorare per il Dinasta e tali decime Risp[ose]: Anche di queste sono tutti si mettono a vendemiare senza ho inteso che non si pagavano ma aggravato perché subito dopo la regola e con ciò viene a ponersi un che poscia sono stati obbligati colla citazione, cioè tre gioni dopo, generale bistiglio [= bisticcio] forza non avendo ritrovato chi loro volendo continuare l’esecuzioni si Sopra il 7°: Dell’intervento alle abbia fatto giustizia. deve cavare il mandato di pigno- Regole (intervento alle regole del - 2. decime dei secondi raccolti ra, e si deve pagare il cinque per Dinasta o di suoi rappresentanti)– - Anche sopra questo capo sono cento al Giudice, contro lo Statuto Risp[ose]: Questo certamente assai aggravato nel dover pagare di Trento che non admette simili sarebbe un’aggravio alla Commu- le decime dei secondi raccolti, ed indiscrete esazioni, venendo ciò ad nità, ed in conseguenza ai membri all’aggravio imposto s’aggiunge essere non solo d’aggravio a poveri di quella, mentre [= per il fatto che] l’insolenza dei decimadri, i quali debitori, ma benanche tal volta agli s’opponerebbe al diritto ecconomi- vanno ne’ campi e si prendono da stessi creditori, co che ha cadauna delle Commu- loro stessi la decima senza saputa perché dovendo escutere [= citare nità - del padrone, facendo con ciò quel- in giudizio] qualche debitore pove- Sopra l’8°: dell’accompagna- lo che vogliono. ro, per non arischiare una spesa si mento de’ soldati (fare da scorta - 3. percentuale sui pignoramenti eccessiva nel cavare la pignora, militare al giudice) – - Sono pure aggravato sopra que- tralasciano l’esecuzione, o se quel- Risp[ose]: Io precisamente non sta ingiusta esazione mentre fatto le continuano tal volta vengono a sono aggravato, ma sono bensì il primo atto giudiciale tre giorni Quaderni del Borgoantico 15 65

dopo mandano la pignora e si deve Girolamo Marzani dinastiali vindimiare anticipata- pagare il cinque per cento senza Sono di Villa, d’anni 37 mente anche li suoi luoghi partico- che il debitore abbia campo di lari [= personali] fanno tutti a loro poter provedere ad un tale aggravio Nota Bene: particolarmente modo e non ci sono più regole e e solevarsene; tal volta nasce che importante in questa deposizione così l’uva resta esposta ai danneg- li creditori medesimi per la pover- è il punto 7, perché viene multato giatori. tà de’ debitori perdono il capitale il Massaro. - 7. intervento alle regole del colle spese. Dinasta o di suoi rappresentanti - 4. sul giudice - Anche il voler - 1. decime dei novali - Sono pur -... quello che è peggio intendono un giudice stabilire per molti anni troppo aggravato in dover pagare e di voler far convocar regola a pia- è gravoso, in quanto a me, per- quantunque io abbia procurato di cere, ed in quest’anno comparve ché nascendo collo stesso giudice volermi sottrare da questa ingiusta il Sig. cancelliere nel luogo della qualche differenza [= dissapore, esazione non è stato mai possibile Regola con alcuni parziali [= con screzio] ne proviene da lui l’ingiu- perché il giudice era lo stesso esa- una parte di capifamiglia, suoi par- stizia e l’opressione, e poi sapendo tore cioè il Sig. Madernini e sono tigiani] e pretendeva che si dovesse di doverci stare lungo tempo non stato oltre ciò minacciato dagli tener regola e deliberare sopra certe spedisce le cause. stessi decimani. proposizioni che aveva da fare, ma - 5. sul cancelliere - Questo pure - 2. decime dei secondi raccol- siccome è totalmente ciò contra- è gravoso, in quanto a me, perché ti - Da questa esazione pure sono rio alli nostri Capitoli [= Statuto], essendovi un solo cancelliere biso- aggravato, mentre non si sa come non vi fu [presente] che detto Sig. gna pagarlo a rigore ed attendere li vivere se quel piccolo guadagno Cancelliere con detti parziali ed il suoi comodi, e nascendo qualche che si ricava deve andare per bene- medesimo protestò di questa nostra sospetto non si può cambiare, il ficio del Dinasta. giusta contrarietà e da la a poco fu che [invece] accaderebbe essendo- - 3. percentuale sui pignoramen- mandata l’esecuzione al Massaro vi più d’un cancelliere. ti - Questo pure in quanto a me è ed esso non ritrovando chi li facia - 6. vendemmie anticipate - un aggravio mentre [= per il fatto giustizia ha dovuto pagare credo Anche questo riesce d’aggravio che] se nasce qualche tardanza nel un zecchino, ed a questo modo non perché se il Conduttore de’ beni pagare, avuta la prima insinuazio- potiamo regolare l’interesse della dinastiali pretende di voler ven- ne [= avviso] dopo tre giorni subi- nostra Communità per timore di demiare i luoghi suoi particolari to viene la pignora che aggrava queste prepotenze e va tutto in pre- [= personali] fuori della Regola e il povero debitore del cinque per cipizio. volerli far privilegiati al pari degli cento di più del suo debito; tal cosa - 8. fare da scorta militare al giu- stessi beni dinastiali resta l’uva pare ed è di fatto assai barbara. dice - Non sono aggravato. degli altri esposta al danno de’ - 4. sul giudice - Questo pure è gra- - sentimento generale della malviventi. voso perché se il giudice non aves- Comunità - Tutti sono egualmen- - 7. intervento alle regole del se da starvi che soli tre anni spe- te aggravati e se qualcuno tace lo Dinasta o di suoi rappresen- direbbe [= farebbe andare avanti fa per non dimostrarsi ingrato ai tanti - Questo non può essere né spedite] le cause e quelli che hanno benefici che ha dalla Casa Dina- deve essere ed è un pregiudizio [= qualche differenza [= dissapore, stiale o perché sono debitori del interferenza, danno ai diritti] ed screzio] con lui col cambiamento Sig. Madernini, ma generalmente aggravio alla Communità nostra, cesserebbe e venirebbe più ammi- la Comunità vuole esser liberata e né vogliamo che alcuno senta le nistrata giustizia. persiste nella sua intenzione e que- nostre deliberazioni. - 5. sul cancelliere - Mi sento pure sta è voce pubblica. - 8. fare da scorta militare al giu- aggravato anche sopra questo par- dice - Non sento aggravio partico- ticolare perché se invece d’un solo lare. vi fossero due o più cancellieri Bartolomeo Marzani - sentimento generale della si goderebbe qualche facilità nel Sono d’anni 47 e della Communità Comunità - Generalmente la pagamento e maggior pontuali- di Villa. Communità è aggravata e tutti tà nell’essere serviti e potrebbero esclamano [= reclamano] d’essere anche la Communità incantare la Nota Bene: in questa deposizio- solevati, a riserva [= a esclusione] Cancellaria [= mettere all’incan- ne si parla delle “fortune” accu- di qualcuno che quantunque aggra- to, assegnare con asta pubblica il mulate sia dal giudice Madernini vato per umani rispetti tace e per servizio di cancelleria] e ricavarne sia dal cancelliere Festi, anche se benefici che ha attualmente dalla qualche utile. queste notizie sono state aggiunte Casa Lodroni. - 6. vendemmie anticipate –... è con altra grafia. aggravio… perché volendo il Sig. Si parla anche del rifiuto del Madernini conduttore de’ beni Massaro, spalleggiato dai capi- 66 Quaderni del Borgoantico 15

famiglia, di convocare la Regola ni essendo li primi per li padroni e ne risento ancor io danno perché è su ordine del Dinasta Lodron (o, pure soggetti a decime; con tal’e- contro il diritto ecconomico della piuttosto, del giudice Madernini). sazione la povera gente resta mise- Communità; anzi in quest’anno rabile. fu fatto precetto al Massaro che - 1. decime dei novali - Sono - 3. percentuale sui pignoramen- dovesse convocar la Regola per aggravato di questa ingiusta esa- ti - Anche quest’esazione distrugge ordine dinastiale e siccome è total- zione e sono stato sforzato pian piano la povera gente e tutti ne mente ciò contrario alle nostre leggi a pagare col rigore della giustizia risentono danno. abbiamo ricusato di farlo, ma fu il mentre [= per il fatto che] il Sig. - 5. sul cancelliere - Di questo povero Massaro costretto a pagar Madernini come Esatore (qui sono pure mi sento aggravato perché la condana quantunque ingiusta, state cancellate due righe, sostituite non essendovi che un cancelliere perché trattandosi de’ vantaggi del con un breve testo scritto sul mar- solo, bisogna pagarlo a rigore ed Dinasta e del Giudice da lui posto gine, che riportiamo di seguito) e attendere le sue comodità (la parte non sa contradire. Giudice insieme era temuto e non si che segue è stata aggiunta, per lo - 8. fare da scorta militare al sapeva dove ricorrere per Giusticia. più a lato) e ciò è anche di danno giudice - Questo pure è aggravio Anzi secondo la voce commune il ad altri che potrebbero incaminar- pewrché la povera gente mentre è Sig. Madernini dopo essere diven- si per quella professione, essendo impiegata deve lasciar le sue facen- tato Giudice e interessato nelle deci- voce pubblica che il Cancelliere de ed andare a servire il Dinasta o me ha fatto una facoltà di ottanta e Festi presente dopo essere in tale il conduttore de’ suoi beni, e se non più milla fiorini, dove che al princi- carica abbia fatta la facoltà di 45 vanno sono condannati e vengono pio poco aveva del proprio ed anche milla fiorini in tempo che sul suo esatte le condanne. quello aggravato da debiti essendo principio poco o nulla possedeva - sentimento generale della di ciò pubblica voce e fama. del proprio Comunità - Tutti sono aggravati - 2. decime dei secondi raccolti - 7. intervento alle regole del e tutti vorrebbero essere sollevati -... i secondi raccolti sono quelli Dinasta o di suoi rappresentanti a riserva di alcuni che quantun- che mantengono li poveri contadi- - Come membro della Communità que aggravati, per li benefici che hanno dal Dinasta non sono parte, per altro la Comunità ha delibera- to di solevarsi e continua nella sua intenzione secondo la commune voce.

Giulio Salvadori Sono della Communità di Villa e d’anni 53.

- 1. decime dei novali. Io perso- nalmente non sono aggravato per- ché non ho novalli, ma sento che tutti generalmente sonoaggravati dall’esazione di tali decime. - 2. decime dei secondi raccolti - Sopra questo capo sono aggravato, perché con tali esazioni si distrug- gono li poveri lavoranti di campa- gna, e l’insolenza poi colla quale vano a decimare senza la saputa del padrone è intollerabile e Dio non voglia che da ciò una volta o l’altra non nasca qualche grave disordine. - 3. percentuale sui pignoramen- ti - Anche di questa esazione sono aggravato perché secondo che si dice è contro lo Statuto di Trento ed un abuso posto in pregiudicio La “fortuna” accumulata da Madernini dei poveri sudditi, ed il debitore Quaderni del Borgoantico 15 67

appena avuta la prima giudiciale ha deliberato con regola di solle- lo che vuole passandolo per volere insinuazione, cioè dopo tre giorni, varsi e fino ad ora secondo la voce del Dinasta Lodron (e non rilascia gli capita a spale la pignora, e con commune persiste in tale delibera- la ricevuta della multa pagata dal ciò viene aggravato del cinque per zione non essendovi che qualcuno Massaro). cento sopra il suo debito, e talvolta de’ beneficiati dalla Casa Lodroni lo stesso creditore dovendo esser che sia renitente. - 1. decime dei novali - Io mi ritro- il primo a sborsar il dennaro resta vo aggravato per l’esazione della talvolta senza il credito e senza la quarta soltanto sopra d’un mio refusione delle spese per la povertà Ambrogio Ambrosi novale, e dico che sono aggravato del debitore aggravato. Sono della Communità di Villa e perché li decimani avendo preteso - 4. sul giudice - Anche questo rispet- dell’età d’anni 47. la decima ed io avendo mostrata la to a me è gravoso perché avendo facia ed essendomi ostato, final- qualche causa se deve starci il giu- Nota Bene. Emerge la corrente mente si sono accontentati della dice lungo tempo non viene ammini- “che mangia il pane del Dinasta”. quarta, e se avessero ragione di strata più imparziale giusticia. decimare non farebbero accomo- - 5. sul cancelliere - L’esservi un - 1. decime dei novali -.Sono damento coi debitori solo cancelliere è pure gravoso in aggravato, mentre [per il fatto che] - 2. decime dei secondi raccolti quanto a me perché nascendomi mi fanno pagare sforzatamente le - Sono pure aggravato da questa il caso di dovermi prevalere di lui decime de’ novalli ridotti a coltura raccolta o per dir meglio esazione non posso aver alcuna convenien- con gravi spese contro ragione delle decime de’ secondi raccol- za nella mercede e non posso esser - 4. sul giudice - volendoci stare ti ed io mi sono ostato, ma hanno servito colla speditezza necessaria, più del tempo discretto, cagiona ritrovato il modo di andare a deci- anzi devo dire rispetto all’aggra- tardanza nella spedizione delle mare a loro piacere senza saputa vio del giudice che ora mi viene in cause e altri disordini del padrone e portar via con inso- mente che mi è accaduto di dover - 5. sul cancelliere - essendoci la lenza ciò che a loro pare e piace, fare un’istanza che non doveva libertà di scrivere oppure più d’un senza poter avere giustizia sopra molto piacere al Sig. Madernini cancelliere un tal modo di opperare. per non disgustarlo non ho trova- - 7. intervento alle regole del - 3. percentuale sui pignoramen- to né potuto ritrovare avvocato che Dinasta o di suoi rappresentan- ti - Anche questo mi è d’aggravio m’assisti per il timore che tutti ave- ti - contro il diritto ecconomico li perché venendo esecutato o volen- vano essendo il giudice che pareva particolari membri con libertà non do esecutare qualche debitore, dovesse continuare in perpetuo, e possono dire il loro sentimento. devo tre giorni dopo pagare il cin- fui costretto a ricercare con mag- - sentimento generale della que per cento al Giudice nel cava- gior spesa un avvocato forastiere. Comunità - tutti sono aggravati re il mandato di pignora contro lo - 6. vendemmie anticipate - e hanno difidenza… hanno deli- Statuto di Trento. Anche questo è gravoso perché berato di solevarsi e tutt’ora sono - 4. sul giudice - Purtroppo è dan- in tal modo col vendemiare anti- della stessa mente, quantunque da noso che vi stia un Giudice più del cipatamente resta l’uva degli altri gente che mangia il pane del Dina- dovere, e [se] il Sig. Madernini esposta ai danneggiamenti ed il sig. sta siano solicitati e fortemente non fosse tanto tempo giudice, ed Madernini nei suoi beni particolari maneggiati a ritirarsi. insieme esattore delle decime non non è più di noi, e ne sentirei danno ci ritrovaressimo in tanti disordini. io stesso. - 5. sul cancelliere - Anche l’es- - 7. intervento alle regole del Giovanni Marzani servi un cancelliere solo è di danno Dinasta o di suoi rappresentanti Sono della Communità di Villa e grande perché colle mercedi biso- - Anche questo riesce gravoso per- d’anni 35 gna fare a modo suo per la necessi- ché né io né altri potrebbero dire tà di prevalersi [di avvalersi] di lui liberamente il suo sentimento. Nota Bene: si nomina la “quarta”, e non si spediscono le cose [cioè le - 8. fare da scorta militare al giu- che è la quarta parte della decima, cose, le cause, vanno a rilento]. dice - Io non sono aggravato pre- quindi la quarantesima parte di - 6. vendemmie anticipate - È cisamente, ma a quelli che sono tutto il raccolto (in verità i decimani pure gravosa la pretesa del Sig. costretti a servire come soldati è pretendevano la decima, ma Gio- Madernini che intende vendemiare d’aggravio perché mancando [non vanni Marzani ha “mostrata la fac- li propri beni particolari avanti li prestando il servizio richiesto] cia”, opponendosi; la cosa però non altri, perché in tal modo restano le sono condannati. gli riesce con i secondi raccolti). uve degli altri esposte ai rubbatori. - sentimento generale della C’è anche un’eloquente equipa- - 7. intervento alle regole del Comunità - Generalmente tutti si razione tra Dinasta e Madernini: Dinasta o di suoi rappresentanti - lagnano e per questo la Comunità in altre parole Madernini fa quel- Questo pure è di grande pregiudizio 68 Quaderni del Borgoantico 15

alla Comunità mentre [per il fatto non amministra quella pronta giu- margine) va al condutore delle che] non può fare le sue delibera- sticia che si ricerca e si sta sempre decime; anzi il Sig. Madernini che zioni apertamente e li membri dire soggetti ad una persona. fu giudice ed insieme interessato il loro sentimento anzi pretendere - 6. vendemmie anticipate - Que- nelle decime per il corso di 24 anni il Dinasta, o sia il Madernini di sto pure è gravoso perché colla circa dove al principio poco posse- voler a suo capriccio far comandare vendima anticipata, che intende far deva del proprio ed anche quello regola, ed avendo tempo fu appunto il Sig. Madernini de’ suoi luoghi con dell’aggravi, secondo la voce fatta comandare regola non a quella particolari mette tutti in scompilio, commune ora viene reputato ricco intervenuti che alcuni parziali col e l’uva degli altri resta esposta ai di ottanta milla fiorini. Cancelliere che fece qualche prote- ladri. - 5. sul cancelliere - … restano sta e siccome era stato per ciò avanti - 7. intervento alle regole del esclusi tanti altri notai ed un solo precetato il Massaro fu anche con- Dinasta o di suoi rappresentan- in tal maniera s’arrichisce, men- dannato ed essendo andato io come ti - Venendo il Dinasta o Deputato tre secondo la voce commune il giurato col massaro a pagare la con- di lui nelle Regole noi non potia- cancelliere Festi presentemente danna dal cancelliere, negò di farci mo dire liberamente il nostro sen- si fa ricco di quaranta e più milla la ricevuta. timento fiorini dove al principio della sua - 8. fare da scorta militare al giu- carica poco o nulla possedeva di dice - Io non sono particolarmente proprio. aggravato ma sono aggravati gli Andrea Gasperini - 7. intervento alle regole del altri nel dovere a forza di condan- Sono d’anni 60 e della Communità Dinasta o di suoi rappresen- ne ubbidire ed oltre ciò nascono dei di Villa tanti - Aggravio grande perché li disordini e risse e sotto l’ombra de’ membri della nostra Comunità non soldati sono molte baronate pregiu- Nota Bene: Si dice che Maderni- potrebbero dire il loro sentimento dicievoli alla quieta publica. ni prima di assumere la carica di liberamente - sentimento generale della giudice aveva debiti e che Festi - 8. fare da scorta militare al giu- Comunità - Tutti sono egualmente possedeva poco o nulla. dice - Io non sono particolarmente aggravati a riserva [ad esclusione] aggravato, ma bensì molti altri, e degli interessati nelle decime; e la - 1. decime dei novali - Io non riescono de’ disordini e risse sotto Comunità, secondo la voce com- sono aggravato altro che nel pagare il mantello dell’essere di soldati. mune, è intenzionata di voler esse- la quarta, mentre essendomi ostato - sentimento generale della re col mezzo delle buona giustizia si sono accontentati della quarta, Comunità - La comunità … ha sollevata, e se qualcuno tace pro- ma se avessero ragione rascotereb- deliberato già di sollevarsi, ha fatta viene certamente dall’essere bene- bero la decima come ingiustamen- la procura e fino a quest’ora è dello ficiato dal Dinasta o dal Madernini te fanno da altri, e non pagherei stesso sentimento non avendola e per umani riguardi. nemmeno la quarta se per scansare mai ritirata impegni non m’avessi assogetato. - 2. decime dei secondi raccolti Angelo Inzigneri –... in tal modo il frutto delle nostre Antonio Gasperini Sono d’anni 25, della Communità fatiche (segue testo aggiunto in Sono d’anni 67 circa e della Com- di Villa munità di Villa

- 1. decime dei novali - Io mi ritro- - 1. decime dei novali - Dopo aver vo aggravato nel dover pagare tal speso nel ridurre a coltura un luogo decima intendendo di non dover sterile dopo tre anni vengo subito esser obbligato e se ho pagato sino aggravato, e quel vantaggio che ne ad ora non proviene se non dalla dovrei ricavare lo devo passare al forza che mi viene usata. Dinasta. - 2. decime dei secondi raccolti - - 2. decime dei secondi raccolti Anche per l’esazione delle decime - Non solo esigono le decime de’ de’ secondi raccolti mi ritrovo assai ritorni ingiustamente, ma vanno da aggravato, mentre [per il fatto che] se stessi e fanno ciò che vogliono… in tal modo si lavorano le campa- - 3. percentuale sui pignoramenti gne che per il Dinasta, ed è un’esa- - … dopo tre giorni sono oppresso zione indiscreta. dall’esecuzione della pignora. - 4. sul giudice - Questo pure è - 4. sul giudice - È gravoso perché un aggravio insopportabile perché Lo stemma dei Madernini sopra l’ingresso se tal’uno ha qualche giusta diffi- stando un giudice a lungo tempo del loro palazzo di Villa, con la data 1638 danza standovi un giudice lungo Quaderni del Borgoantico 15 69

tempo non può promuovere le sue Lodroni che quantunque aggravato di Nogaredo a nome del Dinasta, cause non osa parlare. un’altra volta lo fa dietro minac- - 5. sul cancelliere –... non si può cia di multa e di prigione (ma avere le cose sue con pontualità… mancherà il numero legale all’as- - 6. vendemmie anticipate - … Giovanni Martino Marzani semblea che quindi sarà non vali- resta l’uva degli altri in pericolo. Sono d’anni 36 e della Communità da). - 7. intervento alle regole del di Villa Si noti anche l’osservazione psico- Dinasta o di suoi rappresentanti logica su Madernini, ripetuta anche - Li poveri Communalli non posso- - 1. decime dei novali –... devo da altri: “stando da lungo tempo no dire la loro ragione liberamente. pagare perché altrimente sono giudice e sapendo di poterci - 8. fare da scorta militare al giu- obbligato dalla giusticia, senza stare… ”, e la citazione del caso dice –... io non sono soldato, ma avere chi diffenda in questo parti- familiare: “mio padre è stato con tale facenda e sotto l’ombra colare. rovinato a forza di condanne... ” di soldati nascono in que’ giorni - 2. decime dei secondi raccolti destinati moltissimi disordini. –... l’insolenza dei decimani. - 1. decime dei novali - sono aggra- - sentimento generale della - 3. percentuale sui pignoramenti vato non personalmente ma come Comunità - … se qualcuno tace, –... assai gravoso essendo ciò proi- membro del Communale, perché lo fa per interesse privato che pre- bito dallo Statuto di Trento. generalmente tal corpo Communa- vale a tali aggravi… la Comunità - 6. vendemmie anticipate –... le è aggravato da tale ingiusta esa- ha già risolto colla buona giusticia l’uva degli altri resta esposta ai zione di decima. di liberarsi… latrocini e nascono mille dannose - 2. decime dei secondi raccolti - confusioni. Io non averei mai pagato, e neme- - 7. intervento alle regole del no mio Padre, ma non si sapeva Giacomo Maffei Dinasta o di suoi rappresentanti come ottenere giusticia essendo Ho anni 34, e della Communità di - La gente non potrebbe dire il suo stato il Sig. Madernini vivente per Villa sentimento e sarebbe contro il Jus il corso di ventiquatro anni giudi- [diritto] ecconomico della Comu- ce ed insieme esatore delle decime - 1. decime dei novali –... io avrei nità. avendo avuto in condotta li beni negato di pagare se essendo il Sig. - 8. fare da scorta militare al giu- dinastiali con tutte le rendite di Maderini giudice e Esatore insie- dice –... sotto l’ombra di soldati, quelli, e prima di lui vi fu molto me, non avessi preveduto di non quelli che intervengono all’accom- tempo suo fratello colla stessa cari- esser ascoltato. pagnamento commettono mille ca di giudice ed esatore, dovendo - 4. sul giudice –... se tal’uno aves- baronate di pregiudizio al pubbli- dire che mio padre è stato rovi- se diffidanza non può mai libera- co, oltre l’essere il Jus Armorum nato a forza di condanne dategli mente intavolare le sue pretese [diritto delle armi] del solo Princi- dal Sig. Madernini per la caccia, standovi lo stesso giudice lungo pe [principe-vescono di Trento]. mentre esso si voleva mantenere in tempo. possesso ingiustamente [del diritto - 6. vendemmie anticipate - … a di caccia], doveché dalla giusticia vendemiare avanti gli altri, come Il giorno di Sabbato li 6 del Mese fatta poi dagli Ecc.mi Tribunali si pretende fare il Sig. Madernini di Agosto 1763 ha ricavato che ingiustamente pre- anche ne’ suoi beni particolari … nella Città di Roveredo, nel Palaz- tendeva ed ingiustamente aveva le nostre uve sono esposte ai dan- zo Pretorio condannato. neggiatori. - 3. percentuale sui pignoramenti - 7. intervento alle regole del - Anche questo è un punto gravoso Dinasta o di suoi rappresentanti GioBatta [Giovanni Battista] primieramente perché quest’esa- - Questo non può essere, e riusci- Benvenuti zione è contro lo Statuto di Trento, rebbe di sommo aggravio perché Sono dell’età d’anni 32 e della ed in secondo luogo perché il debi- non si potrebbe dire liberamente la Communità di Villa tore si sente subito aggravato… sua intenzione. e talvolta li stessi creditori dopo - 8. fare da scorta militare al giudi- Nota Bene: in qualità di saltaro avere fatte le spese perdono il capi- ce –... nascono disordini che aggra- (messo comunale e guardia cam- tale ed anche tali spese per le quali vano il pubblico, cioè risse ed altro. pestre che ha, tra gli altri, anche il resta egualmente aggravato. - sentimento generale della compito di notificare singolarmen- - 4. sul giudice - Anche questo è Comunità - Tutti desiderano d’es- te ai capifamiglia la convocazione di aggravio perché stando un giu- sere assolutamente solevati e lo della Regola) una volta si rifiuta dice lungo tempo e sapendo di dicono apertamente, a riserva di di convocare la Regola su ordi- poterci stare non si cura di spe- qualcuno beneficiato dalla Casa ne del giudice e/o del cancelliere dire [= trattare con sollecitudine e 70 Quaderni del Borgoantico 15

portare a termine] le cause e se v’è Rimarchiamo anche la dicitura dice ed interessatio nelle decime, tal’uno che abbia diffidenza giu- “Territorio Trentino”, usata nel e avanti a lui per molti anni suo sta non può essere sollevato dal tal punto 5, che probabilmente signi- fratello, si sono introdotti questi opressione. fica “territorio che fa parte del abusi di pagare per non aver potuto - 5. sul cancelliere - anche di principato vescovile di Trento” e ottenere giusticia ed ora tali abusi aggravio… né speditezza né mode- non ancora “Trentino” (aggetti- si pretendono per atti di possesso. razione nelle tasse, il che s’avrebbe vo sostantivato) nel significato di - 2. decime dei secondi raccolti - è avendo tutti la libertà di scrivere. oggi, perché non esisteva ancora una cosa ingiusta che d’un mede- - 6. vendemmie anticipate -... un’entità politica del genere. simo campo si debba in un mede- nascono mille disordini perché simo anno pagare due decime e tutti vogliono vendemiare e non si - 1. decime dei novali - non ho quello che è peggio l’insolenza dei osservano più regole. saputo dove ricorrere per giustizia decimani che vanno da se stessi a - 7. intervento alle regole del mentre [= per il fatto che] essendo portar via ciò che vogliono. Dinasta o di suoi rappresentanti - il Sig. Madernini Giudice, interes- - 3. percentuale sui pignoramenti …. non può intervenire [il Dinasta o sato nelle stesse decime e, secondo - … quantunque io stia in Rovere- un suo rappresentante] essendo con- la voce del Paese, anche pel fisco do, l’occasione [= la circostanza] tro li diritti della Communità, anzi medesimo, cose che unite non pos- de miei beni sotto la Giurisdizio- devo dire che come saltaro mi ha sono stare in uno stesso tempo ed in ne di Nogaredo mi porta anche de ordinato di dover a nome del Dina- una medesima persona, certamente debitori, e se voglio ottenere li miei sta convocare la Regola e siccome come tale non m’avrebbe ammini- crediti bisogna che prima io espon- è di pregiudicio anche questo punto strata giusticia e perciò ho dovuto ga il contante per cavare il manda- alla Communità ho ricusato di farlo; lasciar incorrere l’abuso di pagare, to... e talvolta bisogna perdere il un’altra volta mi fu fatto un precetto e così essendo stato il vivente Sig. credito colle spese per la povertà di venti Ragnesi e della prigionia e Madernini per ventitrè anni giu- de’ debitori… contro lo Statuto di per timore che non mi succedesse qualche male, invitai la Regola, ma non fecero niente perché la maggior parte non intervenne. - 8. fare da scorta militare al giu- dice - Una volta vi sono stato, ma sentendomi aggravato ho riccusato di ulteriormente servire. - sentimento generale della Comunità - se qualcuno tace lo fa per umani rispetti o per obbligazioni verso del Dinasta o del Madernini… Per altro la Communità ha delibera- to di sollevarsi e tale è la sua mente tutt’ora non avendo mai ritirata la procura fatta a quest’effetto.

Felice Natale Giongo Sono d’anni 47 circa, della Com- munità di Villa ed ora abito in Roveredo

Nota Bene: si rimarca il conflit- to di interessi dovuto all’indebito accumulo di cariche di Maderni- ni. Si fa cenno anche a persone che hanno i figli nel Collegio di Sali- sburgo (i Lodron ammettevano ogni anno gratuitamente tre stu- denti della parrocchia di Villa nei loro collegi di Salisburgo “Ruper- Pure il cancelliere Festi si è arricchito, anche perché può stabilire i prezzi a suo piacimento tinum” e “Marianum”). non avendo concorrenza Quaderni del Borgoantico 15 71

Trento. Nota Bene: arbitrio dei decimani, sulti de’ ladri, e la sua prima in - 4. sul giudice - Un giudice che vi contro il quale Salvadori si oppo- sicuro. stia lungo tempo non spedirà mai ne: “mi sono opposto gagliarda- - 8. fare da scorta militare al giu- le cause… e poi la gente che ha mente e non si sono più lasciati dice -... riescono di grande distur- qualche sospetto in tal modo non vedere”. bo l’insolenze che fanno quelli che sa come liberarsene. intervengono sotto l’ombra de’ sol- - 5. sul cancelliere - è gravoso… - 1. decime dei novali -... sono dati. Anzi mi ritrovo aggravato nel e poi secondo che viene praticato aggravato in parte, perché d’un dover pagare la legna al Dinasta in altre giurisdizioni del Territorio Novalle avendo voluto la decima con tutti li miei fratelli [pur] dopo Trentino e nella città stessa di Tren- mi sono opposto gagliardamente essersi noi divisi, non avendo dirit- to tutti li notai liberamente scrivo- e non si sono più lasciati vede- to [il Dinasta] che verso d’un solo no ed è di vantaggio per tutti quelli re, ma se ritrovano forza [= resi- della famiglia. che per quella strada s’incamina- stenza robusta, consistente] non no e per le comunità medesime di s’arischiano usar soverchierie li maggior utile perché essendo molti decimani, e perciò da chi esigono Gottardo Giordani viene usata qualche aggevolezza decima, da chi esigono quarta e da Ho anni 73; della Communità di [= sconto sulla mercede da pagare qualcuno che sa far fronte non s’a- Nogaredo per il servizio] zardano di decimare, segno eviden- - 6. vendemmie anticipate - Il Sig. te che non hanno ragione di farlo. - 2. decime dei secondi raccolti - Madernini col vindemiare avanti di - 2. decime dei secondi raccolti l’esazione delle decime de’ secondi noi fa nascere mille confusioni –... è un aggravio il lasciar al Dina- raccolti è una cosa barbara, che leva - 7. intervento alle regole del sta quel poco di frutto che racco- ai poveri lavoranti quel poco di gua- Dinasta o di suoi rappresentan- gliamo dalle nostre fatiche…, ma dagno che potrebbero ricavare dalle ti – è contro i diritti della nostra mi sarei opposto all’insolenza de’ loro fattiche dovendo andare il resto comunità decimani… ai padroni de’ luoghi… - 8. fare da scorta militare al giu- - 7. intervento alle regole del - 3. percentuale sui pignoramen- dice - essendo un diritto riservato Dinasta o di suoi rappresentanti ti - … oltre essere ingiusta è tanto al Principe Supremo non lo può –... è aggravio perché li Communa- precipitosa che il povero debitore il Sig. Madernini pretenderlo … li in regola non possono dire il loro non ha tempo d’evitarla. aggravio alla povera gente sentimento liberamente ed è contro - 4. sul giudice - … quelli che In generale… è vero che ci sono i diritti della Communità nostra. hanno giuste doglianze non posso- alcuni, specialmente nella Com- no liberarsi. munità di Villa, che fanno partito - 5. sul cancelliere –... non si può per il Sig. Conte Lodron, ma que- Nel giorno sudetto dopo il pranzo ottenere alcuna agevolezza per la sti sono parte salariati dal mede- necessità di quello valersi. simo, parte beneficiati dalla Casa - 6. vendemmie anticipate –... Lodroni con legati annui, parte Mattio Rosi allora tutti a confusione vendemia- che sperano di poter colocare i Ho anni 44, e della Communità di no con grave disturbo. loro figli nel Colleggio di Sali- Noagredo - 8. fare da scorta militare al giu- sburgo, e parte che sono abbli- dice –... devo secondare li precetti gati al medesimo per averne già Nota Bene: il Dinasta fa pagare la per non essere condannato nel medesimo coleggio avuti… legna a tutte le famiglie dei singoli ma la maggior parte sono del pare- fratelli e non ad una sola famiglia re d’essere sollevati come era prima della divisione del Valentino quondam [= fu] Got- bosco. tardo Baldessarini Ho anni 49 e sono della Communi- PER LA COMUNITÀ DI - 2. decime dei secondi raccolti tà di Nogaredo NOGAREDO –... insolenza de’ decimani… che vano ne’ campi a decimare a loro - 8. fare la scorta militare al giu- In giorno di Giovedì li 28 del Mese talento dice –... sono stato comandato… di Luglio 1763 - 4. sul giudice –... se prende talu- precettato. nel Palazzo Pretorio di Roveredo no in mala parte quel tale non sa - sentimento generale della Comu- come diffendersi nità - La communità ha deliberato Giacomo Salvadori - 6. vendemmie anticipate - Li di concorrere alla lite intavolata per Sono d’anni 33, della Communità suoi beni particolari non portano solevarsi da questi aggravi dai quali di Nogaredo privilegio sopra de’ nostri, né deve sono purtroppo oppressi… stare esposta la nostra uva agl’in- 72 Quaderni del Borgoantico 15

Giovanni Bettini nascono nella raccolta di tali decime Nota Bene: testimonianza parti- Sono d’anni 60 e della Communità mille insolenze ne’ decimani… colarmente vigorosa. di Nogaredo - 7. intervento alle regole del Dinasta o di suoi rappresentanti - 1. decime dei novali - Io non - 1. decime dei novali –... tutti si –... non si può dire liberamente la mi ritrovo aggravato perché quan- lagnano generalmente di questo propria intenzione do sono venuti sin da principio a aggravio. - 8. fare da scorta militare al giu- volermi opprimere con tal esazione - 2. decime dei secondi raccolti dice –... anzi sento aggravato per di decima, mi sono alla medesima –... mi conviene pagare per non l’esazione della legna che invece di opposto, e non si sono più lascia- soffrire l’esecuzione della giusticia rascuotere tale aggravio da un solo ti vedere e se avessero ragione di e quello che maggiormante fa irri- della Famiglia lo esigono con forza farlo m’avrebbero obbligato tare è l’insolenza de’ decimani… anche da tutti, se sono separati. - 2. decime dei secondi raccolti - - sentimento generale della Nemeno di questo sono aggravato Comunità –... se qualcuno tace è perché niuno mi ha ricercata deci- Cristoforo Scrinzi per essere soggetto o debitore del ma, molto meno sono venuti da se Sono d’anni 46 e della Communità Sig. Madernini stessi a decimare; gli altri sono tutti di Nogaredo pur troppo aggravati - 4. sul giudice -… essendo a qual- - 1. decime dei novali –... sento Bortolo Giordani cuno in diffidenza ben fondata una doglianza commune negli altri. Ho anni 30, e della Communità di resta oppresso quel tale. - 2. decime dei secondi raccolti Nogaredo - 7. intervento alle regole del –... se ho pagato sono stato sforza- Dinasta o di suoi rappresentanti - to a farlo non avendo avuto chi mi - 1. decime dei novali - Più volte A riserva che l’intervenire in Rego- sostenga… insolenza grande de’ avrei negato di pagar tale decima, la il Sig. Madernini quando dovesse decimani. ma vandosi noi dovuti per tanti domiciliarsi in Nogaredo, per altro - 4. sul giudice –... se qualcuno ha anni assoggettare per non avere non lo vogliamo, e ci è d’aggravio. della diffidanza non sa come libe- chi ci difendesse essendo stato per - 8. fare da scorta militare al giu- rarsi… tanti anni il Sig. Madernini giu- dice – Ho negato di prestarla ma - 5. sul cancelliere –... non si ha né dice ed esatore, al presente pren- nemmeno per questo sono venuti a speditezza né discretezza. dono ciò per possesso e bisogna richiederla, segno che non ne ave- - 8. fare da scorta militare al giu- tacere vano diritto. dice - Hanno voluto arrolarmi sol- - 3. percentuale sui pignoramenti dato ed io mi sono opposto e non –... una cosa barbara dopo tre gior- ho voluto mai ubidire per non esser ni il debitore subito aggravato Sebastiano Scrinzi in questo particolare obbligato, ma - 7. intervento alle regole del Sono d’anni 45 e della Communità altri sono stati e sono tuttavia [= Dinasta o di suoi rappresentan- di Nogaredo. tuttora] aggravati perché avendosi ti - Venendo il Sig. Maderini ad voluti sottrare hanno dovuto paga- abitare in Nogaredo come membro Nota Bene: curiosa ed efficace la re la condanna di un Talero per potrebbe intervenire alle Rego- strategia proposta al punto 7. cadauno.. le ma in altro modo l’intervenirvi - sentimento generale della sarebbe gravoso. - 1. decime dei novali - Ho dovu- Comunità - Se alcuno tace è per - 8. fare da scorta militare al giu- to sempre pagare per levarmi dalle essere attualmente serviente e sog- dice - e se lo faccio è per scansa- “prighe” (= brighe, fastidi)… getto alla Casa Madernini, ed a re la pena d’un Tallero che fanno - 4. sul giudice - Sapendo il giudi- quest’effetto, cioè per sollevarsi, pagare… Sono anche aggravato ce di dovere trattenersi per lungo ha fatta già procura, né la ritirerà per l’esazione delli carri di legna, tempo prende le cose con ogni suo mai sino all’esito della causa. perché una volta non esigevano comodo e restano arrenate molte che un carro di legna per ogni capo cose… vi possono essere de’ parti- di casato o sia Famiglia, ed anche colari quali abbiano giuste doglian- Bartolomeo Baldessarini dividensosi quella facevano una ze contro detto giudice… Sono d’anni 28 e della Communità sola esazione, ora essendoci tre fra- - 6. vendemmie anticipate –... di Nogaredo telli divisi ci fano pagare a tutti un lascia le nostre uve alla discrezio- - 2. decime dei secondi raccolti – caro di legna per cadauno. ne degli altri, e poi nascono tanti Con tale esazione si lasciano nella Francescantonio Baldessarini disordeni volendo allora tutti ven- mani del Dinasta quel poco di frutto Sono d’anni 50 e della Communità demiar a capricio. delle nostre fatiche e che deve alimen- di Nogaredo - 7. intervento alle regole del tarsi nell’inverno… ed oltre di ciò Dinasta o di suoi rappresentanti Quaderni del Borgoantico 15 73

- Questo non può essere ed è contro - 3. percentuale sui pignoramenti aggravato, ma questo aggravio i diritti della nostra Communità, e –... l’esecuzione è totalmente subi- lo sentono tutti quelli che hanno se volesse qualcuno che non è di ta [= improvvisa] che non si ha campi, tanto propri che in condot- Commune ed abitante nella nostra tempo d’evitarla. ta per le ragioni qui avanti dedotte Communità entrare in Regola, - 4. sul giudice - … e se prende essendo un puro abuso e quello che essendo (= se è) persona ordinaria taluno in contraria vista e lo voglia è peggio vanno li decimani a pren- se lo scaccerebbe, ed essendo (= e perseguitare, quel tale non sa come dere ne’ campi senza licenza del se è) persona di riguardo ognuno difendersi padrone ciò che vogliono. partirebbe lasciandolo solo. - sentimento generale della - 3. percentuale sui pignoramenti - 8. fare da scorta militare al Comunità - Quantunque sopra - (Scrinzi vede la cosa dal punto di giudice - Sono stato precettato ad alcuni de’ sopradetti punti io non vista del debitore che vuole paga- andarvi ed io ho negato di andar- mi ritrovi aggravato ciononostante re). In questo punto sono aggrava- vi e perché ho mostrata la fronte li aggravi nella nostra Comunità to, mentre [per il fatto che] doven- non si sono nemeno azardati di si sentono da tutti generalmente e do giudicialmente pagare qualche ricercarmi condanna; altri però si per questo ha una volta deliberato debito mi vedo dopo tre giorni data lasciano soverchiar la nostra Comunità di sollevarsi insinuazione di tale debito aggra- - sentimento generale della col mezzo della buona giusticia e vato del cinque per cento col man- Comunità - Se taluno non mostra tuttavia [tuttora] persiste nella sua dato di pignora, e si formano in tal la fronte proviene dall’esseer o intenzione. Anzi, dopo essere stato modo spese eccessive. affittuale o debitore o in altro io come deputato alla Regola gene- - 8. fare da scorta militare al giu- modo dipendente dal Dinasta o dal rale del Communale il dì 24 cor- dice - Io non sono aggravato; mi Madernini… rente alla quale presiedette Vostra sento bensì aggravato nella pretesa Sig.ia Illustr.ma avendo rifferito che ora fa sopra le galline, e dove alli Principali [= ai responsabili] di a mio ricordo non si ha mai paga- In giorno di Venerdì li 29 del Mese Commun il risultato di detta Rego- to e [anche] secondo le notizie da di Luglio 1763, la hanno dimostrato una somma cinquant’otto anni a questa parte; nel Palazzo Pretorio di Roveredo contenteza ed approvazione. l’anno passato il Sig. Madernini ha voluta una gallina, io ho ricusato- perché non ci vedo ragione ed esso Carlo quondam (= fu) Francesco Carlo fu Cristoforo Scrinzi mi mandò a levare il pegno cosiché Scrinzi Ho anni 36 e della Comunità di fra spese ed il debito ingiusto mi ha Sono d’anni 50, e della Communità Nogaredo fatto mangiare tre troni. di Nogaredo - sentimento generale della Nota Bene: è un artigiano, e non Nota Bene: Madernini gli ha Comunità - La nostra Comunità è ha campi, ma è stato deputato alla richiesto una gallina, lui s’è rifiu- pur troppo in generale ed in parti- Regola del Commun Communale tato, il giudice gli ha tolto la gal- colare aggravata, e giacché al pre- del 24 luglio 1763. lina e gli ha fatto pagare le spese. sente si è aperta la strada di poter ottener giusticia, dove in passato - 1. decime dei novali - Io non non è stato modo per le ragioni sono aggravato in specialità per addotte delle Sig.ri Madernini essa non aver novalli, ma sentono gli persiste nella sua deliberazione di altrin un tal gravame e si lagna- ricorrere alla lite per essere solle- no di tale esazione ingiusta e s’a- vata, e questa è la voce commune. vrebbero opposti, come da molti ho sentito, ma il Sig. Madernini vivente, essendo stato giudice inte- Michelle Rosi ressato nelle decime e, secondo la Io sono d’anni 82 e di Nogaredo voce, anche nello stesso fisco, tutto nello stesso tempo e per il corso di Nota Bene: sono molti gli spunti 24 anni circa, ed avanti di lui suo particolari e importanti che offre fratello nello stesso modo e per questa deposizione dell’anziano alcuni sono stati in conseguenza li Rosi. Tra l’altro si parla dell’in- poveri vomini [uomini] sforzati a tervento di intercessione di un fra- pagare senza sapere di chi ricorrere tello prete di Madernini. per la buona giusticia. L’ingresso del Palazzo Pretorio di Rove- - 2. decime dei secondi raccol- - 1. decime dei novali - Purtrop- reto ti - Non avendo campi non sono po mi sento aggravato perché dopo 74 Quaderni del Borgoantico 15

avere con grandi spese e fatiche - sentimento generale della - 4. sul giudice - È un aggravio ridotto a coltura un luogo sterile, Comunità - La nostra Comunità assai grande perché sapendo un sono stato subito dopo li tre anni si ritrova generalmente aggravata e giudice di starvi lungo tempo può costretto a pagar la decima ed aven- per questo titolo ha fatta la procu- precipitare un paese intiero, che domi voluto ostare ho corso a risico ra perché venga mossa la presente Dio ci guardi. d’essere ammazzato in modo che lite, ed è continua voce commune - 8. fare da scorta militare al avendo fatti li conti sopra le male di volersi sollevare col mezzo della giudice - Io non sono in speciali- spese e la decima e ricavato essere buona giustizia, né ritirerà mai la tà aggravato, perché avendo il Sig. piutosto d’agravio una tal coltura, procura fino all’esito della presente Madernini preteso uno de’ miei ho lasciato di nuovo andare diserto causa. figli ed io avendolo negato, siamo il Novalle e perdere le spese entro andati per giusticia, ed ha dovuto fattevi per non discapitare. cedere, e porla in silencio. - 2. decime dei secondi raccolti - Giovanni Bizer M’avrei ostato più volte a questa Sono d’anni 32 e della Comunità ingiusta esazione, ma per non incon- di Nogaredo Valentino quondam [= fu] Barto- trare qualche impegno della vita lomeo Baldessarini stessa per le insolenze che usano li - 1. decime dei novali - Sono sfor- Sono d’anni 56 e della Communità decimani ho dovuto aquetarmi non zato a pagare per non incontrare di Nogaredo sapendo a chi ricorrere per giusticia molestie avendomi veduto privo … l’insolenza de’ decimani è ridotta del modo di ostarmi [oppormi]. - 2. decime dei secondi raccolti a tal segno che vanno da se stessi - 2. decime dei secondi raccol- –... i secondi raccolti devono ser- ed anche di notte tempo e portano ti - È una cosa barbara dopo aver virmi di mantenimento nel Inver- via sotto titolo di decima ciò che pagato la decima delli primi rac- no. vogliono e noi bisogna che stiamo colti il vedersi anche senza saputa - 3. percentuale sui pignoramenti quieti a lasciarsi daneggiare in tal del padrone a decimare li secondi - è contro ciò che altrove si pratica modo. Anzi devo dire che essen- raccolti che devono servire nell’in- - 4. sul giudice -... se talvolta pren- do venuti una volta a decimarmi li verno per la povera gente. de in cattiva parte qualche persona sorghi (sorgo: pianta simile al gra- - 3. percentuale sui pignoramenti o Communità, può far derivare da noturco; qui forse significa proprio - Oltre l’essere un’esazione ingiu- ciò la sua [= loro] rovina… granoturco) e con ciò vedendomi sta secondo la voce commune, è - 5. sul cancelliere - né speditez- [io] oltre modo aggravato riccorsi altresì subitanea che il povero debi- za né discrezione, e sotto al Sig. dal Sig. Don Madernini, fratello del tore non ha tempo di rimediarci e Sparamani tempo fa erano in due vivente Sig. Madernini, e gli rac- deve soffrire di vedersi accresciuto li cancellieri. contai ogni cosa e questo Religioso il debito del cinque per cento. - 7. intervento alle regole del Dina- conobe [= riconobbe] tanto giusta la - 8. fare da scorta militare al giu- sta o di suoi rappresentanti - Non mia ricerca [= richiesta] che obbligò dice - Io non sono aggravato per- vogliamo che alcuno venga nella Suo Fratello a restituirmi tale deci- ché non ho voluto mai ubbidire e nostra Regola a sentire li nostri affa- ma, e mi fu di fatto restituita; aven- molto meno pagar condanne, onde ri, essendo tali li nostri diritti. do inteso sotto a mio zio Defonto al presente mi lasciano in pace. - 8. fare da scorta militare al giu- [= defunto], che una volta non si - sentimento generale della dice - Avendo una volta riccusato pagava tale decima, e che l’obbligo Comunità - Tutti siamo egualmen- ho dovuto pagare la condanna d’un s’era sotto di lui cominciato ed al te aggravati e se taluno dissimula talero. presente pretendono che siasi ridot- non è che per umani riguardi... to a legge con tale maniera. - 3. percentuale sui pignoramenti PER LA COMUNITÀ -… ho inteso pure da mio zio che Giovanni Cont, abitante a Noga- DI PEDERSANO una volta non si pagava tale tassa redo eccessiva di sommo danno a tutti Sono d’anni 50, nativo di Aldeno Nota Bene: la comunità di Peder- ed in particolare ai poveri debitori. ma ora abito in Nogaredo. sano è in parte sotto Nogaredo - 5. sul cancelliere –... altri che e in parte sotto Rovereto, cioè il potrebbero incaminarsi per quella Nota Bene: s’è opposto alla richie- confine tra le due giurisdizioni professione, tralasciano di farlo… sta di servizio militare per i figli e attraversa il territorio di Peder- - 8. fare da scorta militare al giu- ha vinto la causa con Madernini sano ed una parte delle case (per dice - … per non soggiacere alla es. quelle della zona di Cesuino) pena fiscale devono lasciare li - 1. decime dei novali - Io non ho vengono a dipendere da Rovereto; loro interessi ed andare a servire voluto mai pagare tale decima per- ma poi le proprietà dei singoli pos- coll’arma. ché mi è parsa una cosa ingiusta sono trovarsi dall’altra parte. 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In giorno di Giovedì li 28 del Mese cuno sotto Nogaredo, come accade la prossimità del luogo, devo anda- di Luglio 1763 spesso... re avanti con la mia borsa nel paga- Nel Palazzo Pretorio di Roveredo - 8. fare da scorta militare al giu- re il cinque per cento… dice –... non vi può il Sig. Mader- - 5. sul cancelliere –... sono aggra- nini comandare. vato solo se dovessi intavolare Domenico Ruberti - sentimento generale della sotto al foro di Nogaredo… Sono d’anni 46 e della Comunità di Comunità –... tutti esclamano [= Pedersano sotto alla giurisdizione reclamano] delli gravami. di Roveredo Giovanni Ruberti Sono d’anni 55 e della Communità - 1. decime dei novali - Io ho paga- Osvaldo Giordani di Pedersano sotto Roveredo to e pago tuttavia [= tuttora] quello Io sono d’anni 40 salvo, e della che ho di novalli sotto Nogaredo Communità di Pedersano sotto - 1. decime dei novali - non ho per essere stato sforzato, non aven- Roveredo potuto ostarmi senza incorrere do saputo dove ricorrere per essere pericolo della vita stato il Sig. Madernini giudice ed - 3. percentuale sui pignoramenti - 2. decime dei secondi raccolti - esatore insieme d’una parte delle - … tanti si riguardano [= evitano] ho inteso dai miei antecessori che decime. di rascuotere li loro crediti per esse- una volta non si pagava… i deci- - 3. percentuale sui pignoramenti re li primi [= perché sono i primi] mani… sono venuti sino alla mia - Io non sono aggravato … perché a sborsare tale ingiusto pagamento casa… sono sotto altra giurisdizione, ma del cinque per cento, nascendo tal se voglio poi fare eseguire ad altri volta che il povero creditore perde sotto Nogaredo, come deve acca- il credito, e resta aggravato di tante Antonio quondam [= fu] Antonio dere spesso per essere parte della eccessive spese. Aldrigetti nostra Comunità sotto Roveredo - 4. sul giudice - Ne sento aggravio Sono d’anni 40, e della Communità e parte sotto Nogaredo, mi ritrovo per la necessità che si ha di dover di Pedersano sotto Roveredo egualmente aggravato delli altri trattare affari con quelli di Nogare- perché devo essere il primo a dar do e della Giurisdizione Lodronia, Nota bene: i decimani sono anda- fuori di borsa a tal volta accade che ed è contro lo Statuto che un Giu- ti a prendersi rave e fagiuoli dalla per la povertà del debitore si deve dice ci stia lungo tempo. cantina perdere le spese oltre il credito. - 8. fare da scorta militare al giu- - sentimento generale della Comu- dice - Io non sono aggravato per - 2. decime dei secondi raccol- nità - Le decime ci pajono ingiuste essere sotto Roveredo. ti - … non contenti della prima e lo sono di fatto perché vi sono - sentimento generale della decima che raggionevolmente quelli che si ricordano che li prati, Comunità - … la Communità aspettasi vengono a decimare boschi ed altri grezivi non pagavano avendo una volta divisato di con- anche li secondi raccolti… inso- quantunque ridotti a coltura… correre col Corpo Communale lenza… essendomi accaduto di alla lite per sollevarsi… prosegue aver trasportato nella mia cantina anche al presente. in casa propria alcune poche rave Stefano Sguaizer e fagiuoli senza che li decimani Sono d’anni 22, e di Pedersano secondo il loro ingiusto costume sotto Roveredo Antonio Sguaizer da se stessi avessero decimato, Sono dell’età d’anni 28, e della sono venuti perciò nella propria - 1. decime dei novali - que- Communità di Pedersano sotto mia cantina ed hanno da se stessi sto abuso, per quanto so, è stato Roveredo portato via ciò che hanno voluto introdotto da quindici anni in qua di dette rave e fagiuoli che erano essendo il Sig. Madernini giudice - 2. decime dei secondi raccolti di poco momento [= di poca ed esatore… –... sono aggravato perché li campi importanza]. - 2. decime dei secondi raccolti - nostri sono tutti soggetti a Nogare- - 6. vendemmie anticipate -... non per quanto ho inteso pure questo è do. è di dovere che il Sig. Madernini stato un abuso così introdotto per - 3. percentuale sui pignoramenti ne’ beni suoi particolari [= perso- non aversi potuta la gente ostare. – se sono esecutato [= soggetto a nali] porti privilegio dagli altri. - 3. percentuale sui pignoramenti esecuzione di pignoramento] non - sentimento generale della - quantunque per il Giusticiale non sono aggravato perché sono sotto Comunità - … e se quattro o sei sono sotto Nogaredo… mi convie- Roveredo, ma se volessi far fare persone vanno dissimulando è per ne pagare il cinque per cento se qualche esecuzione a persone sotto umani rispetti e particolari loro voglio mandare la pignora a qual- Nogaredo, il che accade spesso per fini. 76 Quaderni del Borgoantico 15

Le pertiche in bronzo di Roveredo e di Vienna infisse sulla facciata del Palazzo Pretorio (del Podestà) di Rovereto

Domenico Graziola avessi pagato tale insoportabile - 5. sul cancelliere –... talvolta Sono d’anni 63 e della Communità decima. bisogna aspettarlo le mezze gior- di Pedersano sotto Nogaredo nate intiere con danno di quelli che Nota Bene: le “stanghe” sono sono di paesi lontani. Nota Bene: se Madernini volesse le pertiche con le quali i decima- 7. intervento alle regole del Dina- venire alla nostra Regola lo licen- ni “perticano” il terreno coltivato, sta o di suoi rappresentanti –... ziaressimo cioè misurano la superficie delle sarebbe un violentare li voti de’ colture (in questo caso i vigne- concorrenti. - 1. decime dei novali –... prima di ti) per determinare poi la decima - sentimento generale della quarant’anni [= fino a 40 anni fa] parte di tale superficie da riservare Comunità - Dopo essere stato niuno pagava decima de’ Novalli a se stessi e raccoglierne i prodot- come deputato alla Regola gene- - 2. decime dei secondi raccol- ti. Nelle testimonianze si dice che rale del Corpo Communale tenuta ti –... ho pagato per non incontrar “vanno a perticare” senza permes- da V. Sig.a Ill.ma il dì 24 corrente risse colli decimani. so del padrone; si dice anche che luglio avendo dato parte alla Com- - 7. intervento alle regole del hanno minacciato di picchiare mune del risultato di detta Regola Dinasta o di suoi rappresentan- “colle solite stanghe che portano”. ha avuto piacere nel sentire la deli- ti - Il Sig. Madernini non c’è mai Le pertiche erano misure lineari, berazione del Communale di far la stato e se volesse venire lo licen- come lo è il metro. Stando alle due lite [= vertenza giudiziaria]. ziaressimo essendo contro il diritto “pertiche” di bronzo infisse sulla della Communità. facciata del municipio (Palazzo Pretorio) di Rovereto, nel 1770 la Giovanni Giordani “pertica di Vienna” misurava circa Sono d’anni 22 e di Pedersano Giovanni Graziola 1,89 metri, mentre “la pertica di sotto Nogaredo Sono d’anni 18 e di Pedersano Roveredo” misurava circa 2,10 Nota Bene: il giovane Giordani sotto Nogaredo metri. … è un reduce ferito: “su quattro covoni me n’hanno portato via Nota Bene: hanno minacciato di uno e minacciato di cavarmi l’a- picchiarmi con le pertiche che Andrea Graziola bito da soldato” usano per misurare il terreno Sono d’anni 54 e di Pedersano sotto Nogaredo - 1. decime dei novali - Devo dire - 2. decime dei secondi raccolti che essendo tornato ferito e giubi- - Sono aggravato avendo minac- Nota bene: “mezze giornate intie- lato [= collocato a riposo; esone- ciato li decimani di dare colle loro re ad aspettare il cancelliere” rato dal servizio] dall’armata della solite stanghe che portano, se non nostra Sovrana [Maria Teresa], ho Quaderni del Borgoantico 15 77

procurato di ridurre a coltura un - 3. percentuale sui pignoramenti Nota Bene: talvolta il cancelliere pezzo di terreno e dopo due anni –... è cosa contraria allo Statuto ed ci va beffando cioè il secondo anno della coltura è un abbuso introdotto… di quatro cove [= covoni] di for- - 4. sul giudice –... se tal’uno ha - 2. decime dei secondi raccolti mento me ne è stata portata via qualche giusta diffidanza non sa –... così dobbiamo lasciar correre una dalli decimani, e perché mi come diffendersi e può esser la ad altri il frutto delle nostre fatiche volli ostare ad una si fatta iniquintà rovina di qualche famiglia. e quantunque io m’abbia ostato ho hanno minacciato di cavarmi l’abi- - 5. sul cancelliere –... essendo noi dovuto cedere alla forza e se l’han- to da soldato che porto e di caricar- lontani talvolta bisogna perdere no portata via la decima con pre- mi di bastonate. le giornate intieramente per avere potenza… - 3. percentuale sui pignoramenti comodo d’essere serviti. - 5. sul cancelliere –... è d’aggra- - tenendo un poco di negozio sono - 7. intervento alle regole del vio specialmente per noi che siamo in necessità per esigere i miei crediti Dinasta o di suoi rappresentanti lontani, mentre [= per il fatto di valermi spesso delle esecuzioni, -... se prepotentemente volesse il che] alle volte non ritrovandolo o e talvolta devo perdere il credito e Sig, Madernini venire in Regola, essendo impedito bisogna perdere le spese eccessive di tali pignore… noi certamente andressimo sempre le giornate intiere per aver il suo - 7. intervento alle regole del per i fatti nostri e così si caggio- comodo, e tal volta anche ci va Dinasta o di suoi rappresentan- nerebbe un aggravio alla Commu- beffando. ti –... nella nostra Regola non lo nità… - 6. vendemmie anticipate - non vogliamo. - 8. fare da scorta militare al solo il Sig. Madernini ha que- giudice –... mi sento aggravato da sta pretensione [di anticipare le un’altra strana esazione che è la vendemmie], ma ben anche vuol Antonio Baldessarelli decima degli anuimali nascenti, e tagliare avanti il tempo [un] certo Sono d’anni 30 e di Pedersano quantunque sia stato sopra di ciò prato con pregiudicio della cam- sotto Nogaredo proveduto, per quanto ho inteso, pagna vicina entrando la nebia nonostante continuano a molestare nell’entratte. - 1. decime dei novali - Io ho un con tali esazioni. - sentimento generale della novalle e non ho mai pagato, e - sentimento generale della Comunità - … tutti esclamano [= nemeno sono stato ricercato, e se Comunità - Come deputato alla reclamano], a riserva [= a esclu- mi ricercassero pagamento di deci- Regola generale del Corpo Com- sione] di qualche debitore e dipen- ma non ne avrebbero. munale il dì 24 spirante luglio… dente del Sig. Madernini che tiene [ho riferito ai capifamiglia] la riso- le orecchie basse, come si suol luzione di litigare e hanno vocal- dire PER LA COMUNITÀ mente il tutto approvato dimostran- DI CASTELLANO done gran piacere. Giovanni Todeschi Il giorno di Venerdì lì 29 luglio Sono d’anni 49 e della Communità 1763, nel Palazzo Pretorrio di Battista Pederzin di Castellano di Castellano Roveredo Io sono d’anni 50 circa, e della Communità di Castellano Nota Bene: Madernini ha voluto sforzatamente un agnello Francesco Graziola - 4. sul giudice - standovi lungo Sono d’anni 57, e della Communità tempo quelli che hanno qualche - 4. sul giudice - Stando lungo di Castellano fondato sospetto non arivano mai tempo può soverchiare li poveri a liberarsi dall’ingiustcie sudditi né amministrarli un’impar- Nota Bene: Graziola si sente - 6. vendemmie anticipate - … ziale giusticia. aggravato da un’altra strana esa- abbenché nel distretto di Castella- - 5. sul cancelliere -... è assai zione, cioè la decima sugli animali no vi sia poca uva, nonostante col gravoso specialmente per noi che nascenti. vindimiare il Sig. Madernini avan- siamo lontani. ti il tempo sentiamo il danno nei - sentimento generale della - 1. decime dei novali –... al pre- luoghi che abbiamo più abasso del Comunità - … devo bensì dire sente non sono aggravato per non detto distretto d’essere aggravato nel dover aver Novalli, ma posso esserlo in pagare le decime de’ nascenti, ed avvenire, come sono gli altri. in questo particolare se la fanno - 2. decime dei secondi raccol- Domenico Curti di Castellano come vogliono perché quantunque ti –... le nostre fatiche a questa Sono d’anni 63 della Communità s’abbia pagato un carantano per maniera sono del Dinasta. di Castellano agnello, il Sig. Madernini avendo 78 Quaderni del Borgoantico 15

saputo che io avevo se[i] agnelli, - 2. decime dei secondi raccolti –... Nota Bene: c’è stato il vicecapita- ne ha voluto sforzatamente uno, tali esazioni di decime sono abusi- no Triangi nella Regola di Poma- avedoli anzi portato invece, se ben ve, ed introdotte dalli Sig.i Meder- rolo ed ha posto male il quesito su mi ricordo, un capretto. nini perché il vivente Sig. Mader- cui votare nini è stato giudice e nello stesso tempo interessato nelle decime per - 1. decime dei novali - Una volta Mattio Piffer il corso di 24 anni e prima di lui vi ero aggravato, ma consideran- Sono d’anni 42 e della Communità è stato lungo tempo suo fratello… do che il pagare una tale decima di Castellano - 6. vendemmie anticipate -... non era doveroso, mi sono oppo- danni ai campi nostri non nel sto colla forza, e dopo non ho più Nota Bene: Madernini preten- distretto di Castellano ma sotto veduto alcuno a ricercarmi decima de anche preferenza nel tagliare altri regolami. de’ novalli certo suo prato - sentimento generale della - 2. decime dei secondi raccol- Comunità - Non rivocherà mai la ti - avrei anche per tale esazione - 6. vendemmie anticipate - Il Sig. procura fatta per disagravarsi se usata la forza, ma per non met- Madernini nel distretto di Castel- di fatto colla buona giusticia non termi continuamente in impegni lano può dare poco danno perché ottengono d’esser sollevati. colla vita stessa ho dissimulato le viti sono poche… bensì è vero senza fare alcun riccorso perché che pretende anche preferenza nel ancorché l’avessi poi fatto, sotto il tagliare certo suo prato Sig. Maderini sarebbe stato inutile avanti del tempo [stabilito dalla Rego- PER LA COMUNITÀ non essendo verisimile che il Sig, la] e con ciò ruvina a le campagne DI POMAROLO Maderinini, giudice ed insieme vicine entrandovi una nebia grande. SOTTO ROVEREDO interessato nelle decime, come lo è stato per 24 anni circa, m’avesse Il giorno di Giovedì li 4 del Mese Nota Bene: la Comunità di Poma- assolto, tratandosi di conservare il d’Agosto 1763 nel Pretorio di rolo è sotto in parte a Roveredo, in proprio interesse. Roveredo parte a Nomi, in parte a Nogaredo

In giorno di Giovedì li 28 del Mese - 8. fare da scorta militare al giu- Gio Batta Croce di Luglio 1763 nel Pretorio di dice - Io non sono aggravato per Sono d’anni 44 e di Castellano Roveredo essere sotto a Roveredo. - sentimento generale della - 1. decime dei novali –... la pove- Bernardo Caracristi Comunità - Per quanto commu- ra gente… bisogna poi che lascia il Sono d’anni 45 e della Communità nemente si parli, la Communità frutto al Dinasta. di Pomarolo sotto Roveredo vuol essere sollevata dagli aggravi predetti e quando fu ultimamente in regola l’Ill.mo Sig. Triangi se avesse proposto “Se la Commu- nità è intenzionata di concorrere nella lite che il Corpo Commu- nale ha intavolata per sollevare la Communità dagli aggravi”, tutti avrebbero detto a piena voce di sì, ma invece ha fatta la proposizione assoluta “se la nostra Communità vuol litigare o no”e questa proposi- zione non essendo stata capita dalli concorrenti hanno parte ballotato, e parte no, ed alcuni dopo si sono pentiti d’aver ballotato in contrario adducendo che eransi ingannati colla proposizione oscura, e per aver io ricercata [= richiesta] la spiegazione della proposizione fui dal Sig. Capitanio trattato col titolo di Birba, pretendendo esso che si Particolare dell’ingresso del palazzo Priami – Madernini – Marzani di Villa dovesse ballotare senza altre spie- Quaderni del Borgoantico 15 79

gazioni, il che fu il motivo d’una - 3. percentuale sui pignoramenti lui, mentre era Padrone e Giudice gran confusione. –... avendo occasione di dover far ese- insieme, e che non avrei avuta forza guire mandati di pignora sotto Noga- bastante, sicché ho dovuto pagare redo devo esponere di mia borsa il ed il mio affittuale dovette pagare Giovanni Vicentini cinque per cento per avere il mandato, la contumacia senza poter neme- Sono d’anni 30 e della Communità senza certezza del rimborso. no ritrovar avvocato che l’asista. di Pomarolo sotto Roveredo. Ora però che è cambiato il giudice voglio farmene render conto. - 1. decime dei novali –... mi sento Cristoforo Adami - sentimento generale della aggravato per li campi che possie- Sono d’anni 52 circa, della Com- Comunità - Se tal’uno va dissi- do sotto Nogaredo. munità di Pomarolo sotto Roveredo mulando non può essere che per - 2. decime dei secondi raccolti - umani riguardi, o per maneggi … è un’indiscretezza dopo l’aver - 2. decime dei secondi raccolti che vengono fatti acciò non vada pagata la prima decima, l’esser sfor- –... pagare una doppia decima è innanzi questa lite o per qualche zati con minaccie a pagare anche la contro l’umanità e la discrezione altro secondo fine decima de’ li secondi raccolti. - 4. sul giudice - Dovendo intavo- - sentimento generale della lare cause nel Foro di Nogaredo, Comunità - … se tal’uno disimu- l’esservi un Giudice quasi perpetuo In giorno di Venerdì li 29 Luglio la o parla in contrario è debitore o m’è d’aggravio perché non spedi- 1763 nel Palazzo Pretorio di Rove- maneggiato dalli nostri avversari sce le cose né fa il suo dovere. redo se nelle Regole fatte fossero com- - sentimento generale della parse le proposizioni chiare, tutti Comunità –... se tal’uno dissimula sarebbero stati d’un egual senti- lo farà per secondi fini. Giovanni quondam Adamo Tar- mento. tarotti Sono d’anni 24, della Communità PER LA COMUNITÀ di Pomarolo sotto Nomi Giuseppe Simonetti DI POMAROLO Sono d’anni 40 e della Communità SOTTO NOMI - 2. decime dei secondi raccolti di Pomarolo sotto Roveredo –... mi pare una cosa strana che si In giorno di Giovedì li 28 del Mese debba pagare del medesimo campo - sentimento generale della di Luglio 1763 nel Palazzo Preto- due decime in un anno. Comunità - Tutti esclamano a rio di Roveredo - 5. sul cancelliere –... se nasce riserva de’ debitori o maneggiati qualche giusto sospetto non si sa dalli avversari. come regolarsi. Pietro quondam[fu] Giuliano - 7. intervento alle regole del Roman Dinasta o di suoi rappresentanti In giorno di Mercordì li tre del Sono d’anni 41, della Communità - Non sono di ciò informato Mese di Agosto dell’anno 1763 nel di Pomarolo sotto la Giurisdizione - sentimento generale della Palazzo Pretorio di Nomi. Comunità - Ho sentito delle Nota Bene: il Signor Maderni- lagnanze in molti ma di queste cose Antonio Caracristi ni mi disse che ero pazzo a voler non mi prendo certa cura e non Sono d’anni 60 circa della Commu- intentare causa contro di lui... sic- sono totalmente informato. nità di Pomarolo sotto Roveredo. ché ho dovuto pagare

Nota Bene: ho mostrato, come si - 4. sul giudice - Un Giudice se sa In giorno di Mercordì li 3 Agosto suol dire, il muso... di doverci stare lungo tempo pren- 1763 nel Palazzo Pretorio di Rove- de troppa Albagia… e l’esperienza redo. - 1. decime dei novali - Io non la ho avuta io col Sig. Madernini… sono aggravato perché avendo una volta, fra le altre voleva detto fatto fuori un Novalle ed essendosi Sig, Madernini costringermi a paga- Giuseppe Gasperotti insinuati per decimare, ho mostra- re decima d’un campo che allora Sono d’anni 40 circa, della Com- to, come si suol dire, il muso ed possedevo, al che m’opposi dicendo munità di Pomarolo sotto Nomi ho fatta forza, e non ho più veduto che non avevo mai pagato e che non alcuno. v’era alcun urbario che ciò indicas- Nota Bene: il Commun Commu- - 2. decime dei secondi raccolti se, sopra delle quali mie opposizio- nale è come un padre... - Li decimani… fanno de’ danni ni mi rispose detto Sig. Madernini il vicecapitano Triangi è venuto grandi. che ero pazzo a voler litigare con alla Regola con un soldato ed ha 80 Quaderni del Borgoantico 15

imbrogliato le cose e impaurito la senza altra spiegazione... oscura Nota Bene: volli oppormi ai deci- gente... … fu ricercato perciò di qualche mani ma essi mi assalirono e mi dichiarazione, ma insistendo di diedero una percossa sul collo con - 2. decime dei secondi raccolti - dover senz’altro ballotare; due una stanga Quest’esazione è veramente strana terzi trattenero le balle senza voler e gravosa perché dobbiamo pagare far cosa alcuna e siccome v’era un - 2. decime dei secondi raccolti - dello stesso campo due decime in un soldato all’uscio naque tanta confu- una volta siccome avevo saputo che anno contro ogni equità e giusticia. sione che parte ballotarono e parte alcuno essendosi opposto a tal esa- - sentimento generale della Comu- no, parte votarono nel sì, quando la zione non si ritrova più aggravato, nità - La nostra Communità è stata loro intenzione era totalmente con- volli oppormi a detti decimani ed sempre consenziente che il Corpo traria come dopo si sono dichiara- essi m’assalirono e mi diedero una Communale come nostro Padre ti e se fosse stato proposto “se la percossa con una stanga sul collo facia la lite a beneficio delle Com- Communità nostra vuol concorrere che credevo di dover soccombere. munità, e siamo ancor noi concorsi col suo voto perché il Communale 6….poi tutti vogliono vindimiare a con il nostro voto. Stanno poi inco- proseguisca la lite incominciata per capriccio e nascono molte pregiu- minciando ad imbrogliare le cose il sollevamento de’ gravami” tutti dicevoli confusioni. ed a impaurire la gente. Venne anzi ad una voce avrebbero detto di sì, ultimamente in Regola l’Ill.moSig. correndo voce commune del desi- V.capitanio Triangi con un soldato e derio d’esser sollevati. PER LA COMUNITÀ si fece un’assoluta proposizione “se DI POMAROLO SOTTO volevamo litigare o no”; da questa NOGAREDO proposizione oscura In giorno di Giovedì li 4 del Mese impauriti tanti ballotarono senza di Agosto 1763b Nel Pretorio di In giorno di Mercordì li 3 del Mese sapere ciò che avevano fatto e tanto Roveredo di Agosto 1763 nel Pretorio di ballotarono in contrario e dopo Roveredo schiarita la proposizione da altri, si pentirono; la voce commune è però Felice Comper d’esser sollevati e dimostrano pia- Sono d’anni 47 della Communità Adamo Comper cere che la cosa proseguisca. di Pomarolo sotto Nomi Sono d’anni 53, di Piazzo sotto Pomarolo nella parte della Giuri- Nota Bene: la Regola andò nulla sdizione di Nogaredo Leonardo quondam [= fu] Anto- nio Zaffom - sentimento generale della Nota Bene: m’opposi armata Sono d’anni 37 della Communità Comunità - Vi fu in Regola… mano ai decimani di Pomarolo sotto Nomi Triangi e subito ha voluto obbli- gare la gente a prender la balla … - 1. decime dei novali –... da Nota Bene: quelli alcuni che tac- aggiungendo che vi saranno delle vent’anni in qua avendo ridotto a ciono sono maneggiati dal partito spese grane ed altre parole per che campo un luogo che prima non era contrario potevano intimorire la gente… egli tale, vennero subito per decimare, - 3. percentuale sui pignoramenti mise la guardia all’uscio senza e siccome sapevo che queste erano –... talvolta per la povertà de’ debi- lasciar entrare quelli che erano al di soverchierie e prepotenze, m’op- tori [del Foro di Nogaredo] si deve fuori … ed avendo parte ballotato posi armata mano ai decimani e perdere il credito ed anche le spese. e parte no la Regola andò nulla… da quel punto in qua non ho più - 4. sul giudice –... un giudice che veduto alcuno a ricercarmi decima. sappia di poter stare lungo tempo - 2. decime dei secondi raccolti in un luogo non si cura di fare le Domenico Piffer –... pago per non essere continua- cose a dovere. Sono d’anni 60 della Communità mente in guai. - sentimento generale della di Pomarolo sotto Nomi - sentimento generale della Comu- Comunità - Alcuni se tacciono nità - … alcuni che sono parte inde- sono manneggiati certamente dal - 2. decime dei secondi raccol- bitati, masadori e dipendenti della partito contrario; si ha sempre pro- ti –... ho campi, ma non mi è mai Casa Dinastiale e Madernini, che curato di intimorire la gente; anzi stata ricercata una tal decima. non si fidano a parlare… l’ultima volta che venne in Regola il Vicecapitanio Triangi mise del gran timore e fece una proposizione Tomio Maffei Bartolomeo Gasperini assoluta “ se noi volevamo litiga- Sono d’anni 35 della Communità Sono d’anni 63 di Piazzo Commu- re contro il Sig. Conte Lodron”… di Pomarolo sotto Nomi ne di Pomarolo sotto Nogaredo Quaderni del Borgoantico 15 81

- sentimento generale della dere frutiffero un luogo, si debba Giuseppe Festi Comunità - È ben vero che alcuni lasciar correre il frutto al Dinasta. Sono d’anni 21 della Communità per diversi fini vanno facendo della - 2. decime dei secondi raccol- di Noarna parole incontrario, ma non per que- ti –... aggravio insoportabile che sto la Communità sarà mai di con- impoverisce la gente… vengono li Nota Bene: su 14 famiglie, solo trario sentimento… contadini a levarsi il cibo dell’In- 2-3 hanno campi propri; le altre verno. lavorano i campi del Dinasta o di - 4. sul giudice –... un giudice che Madernini, così la Regola non ha In giorno di Giovedi li 4 agosto vi stia lungo tempo non farà mai il aderito alla “lite” 1763 nel Pretorio di Roveredo suo dovere. - 5. sul cancelliere –... per cavar - 4. sul giudice –... non gli si può una sola esecuzione dobbiamo dire liberamente la sua [= propria] Domenico Caracristi andare lontani e perdere le giorna- ragione Sono d’anni 48 della Communità te intiere, il che non naserebbe se - 7. intervento alle regole del di Pomarolo sotto Nogaredo. ognuno de’ Notai, come altrove, Dinasta o di suoi rappresentan- potessero scrivere. ti - Certamente se volesse entrare - Intervento alle Regole –... niuno nella nostra Regola qualcuno fuora può intervenire chi non è di Com- de’ membri, lo licenziaressimo, o mune, tali essendo li nostri diritti. Domenico Zambelli partiressimo noi, perché contro li Ho anni 49, della Communità nostri Privileggna d’Aldeno - sentimento generale della PER LA COMUNITÀ Comunità - Tutti sforzati siamo DI ALDENO - 7. intervento alle Regole del a pagare le sudette gravezze, ma Dinasta o suoi rappresentanti - di 14 fuochi che compongono la In giorno di Mercordì li 3 d’Agosto Questo non sarà mai, perché sareb- nostra Communità, non ve ne sono 1763 nel Pretorio di Roveredo be un’offendere la Communità ne’ che due o tre che lavorino campi suoi principali Privilegi. propri, e gli altri tutti hanno in condotta li campi del Dinasta e Simone Tonini del Madernini onde sulla Regola Sono d’anni 30, e della Communità Andrea Piterich si sono espressi che ben è vero che di Aldeno Sono d’anni 34, della Communità sono aggravati ma che se ardiscono di Aldeno ingerirsi in questa lite, sono sicuri - 4. sul giudice - … non libera mai di essere scacciati dalla condot- la gente da que’ giusti sospetti che Nota Bene: lo Statuto di Trento ta de’ campi e perciò bisogna che potessero nascere. non ammette mai un giudice per- facino a modo d’altri - 5. sul cancelliere - … aggravio petuo assai grande specialmente per noi Giovanni Bonapace che siamo lontani, mentre dobbia- - 3. percentuale sui pignoramenti Sono d’anni 30 della Communità mo fare alcuni miglia di strada … -... li poveri debitori con tali ecces- di Noarna ed alle volte perché il cancelliere è sive spese devono andar in preci- pieno d’affari bisogna perdere fra il picio. Nota Bene: la gente di Noarna è viaggio e ritardo le giornate intiere. - 4. sul giudice –... noi non deside- indebitata fino al collo col Dina- - 8. fare da scorta militare al giu- riamo se non che venga osservato sta, con Medernini e con il can- dice - Mi ritrovo aggravato e devo lo Statuto di Trento che non admet- celliere Festi lasciare li miei interessi e partirmi te mai un giudice perpetuo. da lontano per venire all’arma ad - 7. intervento alle regole del - 1. decime dei novali –... esazione accompagnare il Sig. Medernini, e Dinasta o di suoi rappresentan- ingiusta perché altrove non pratica- per non esser condannato. ti - è contro li nostri diritti sempre ta. avutti - sentimento generale della Comunità - Sopra la presente lite, Domenico Pescador avendo noi tenuta Regola, siccome Sonod’anni 52, della Communità PER LA COMUNITÀ di 14 Fuochi circa non vi sono che di Aldeno DI NOARNA due o tre che lavorino campi pro- pri e gli altri sono tutti affittuali del - 1. decime dei novali –... mi In giorno di Mercordi li 3 d’Agosto Dinasta, Madernini e Festi cancel- pare un’ingiusticia che dopo aver 1763 Nel Pretorio di Roveredo liere, con loro addebbitati fino al impiegati sudori e dennaro nel ren- collo, così la povera gente ha dovu- 82 Quaderni del Borgoantico 15

to confessare d’esser aggravata, ma - 7. intervento alle regole del Antonio Baldo che per non precipitare le proprie Dinasta o di suoi rappresentanti Sono d’anni 56, e della Communità famiglie, erano costretti dimostrar- - Noi siamo soggetti a Trento e non d’Isera si renitenti per il proseguimento di credo che alcuno vorrà intrometter- questa causa, e che se davano il voto si nelle nostre Regole. Nota Bene: esazione di mezza gal- a favore erano sicuri di venir scac- - sentimento generale della lina per le famiglie che si “vanno ciati dalle condotte de’ campi. Comunità - La nostra Communità diramando” tempo fa con regola deliberò di con- PER LA COMUNITÀ D’ISERA correre alla lite, che era intenziona- - 4. sul giudice –... un giudice che to di fare il Commun Communale ci stia lungo tempo non spedisce le In giorno di Mercordi li tre del facendo la procura, ci capitò poi un cose, e può lasciarsi con più facilità Mese d’Agosto 1763 Nel Palazzo ordine dalla nostra Superiorità di corrompere Pretorio di Roveredo Trento, ed in Regola fu letto, e que- - sentimento generale della sto conteneva molte minacie se non Comunità - Abbiamo una volta ci avessimo ritirati dalla procura dato il nostro voto per essere sol- Giacomo Marzam fatta e veniamo minacciati persino levati, ma ci capitò un ordine dalla Sono d’anni 39, e della Communità d’esser condotti a Trento in ferri; Superiorità nostra con minaccie d’Isera nonostante un tal’ordine molti stet- grandi se non avessimo ritirata tero intrepidi, fra li quali ancor io, la procura ed in Regola volevasi Nota Bene: noi siamo soggetti a e siccome volevano che si scrives- che si balotasse apertamente collo Trento... ci capitò un ordine della sero li voti apertamente, dopo una scrivere il proprio voto, e dopo Superiorità di Trento con minac- grande dibattimento specialmente qualche resistenza impauriti abbia- ce (“vi conduciamo a Trento in anche contro una tale ballotazione mo ritirata tale procura. Peraltro ferri”)... voto contrario alla “lite” [= votazione con le balle] proibita, tutti avrebbero piacere che la lite da parte della Regola per non incontrare disgrazie si sot- avesse il suo effetto e che colla tomessero col dar il voto contrario buona giusticia venissero solleva- - 2. decime dei secondi raccol- alla lite. Peraltro la voce commune ti. Dovendosi anzi dire che, dopo ti - … [ri]tengo che sia un’abusi- è d’essere sollevati, e si sono dichia- la Regola generale tenuta da Vostra va introduzione, osservando che rati molti d’esser stati nella sudetta Sig.a ultimamente in Pomarolo altrove non pagano. deliberazione violentati. essendo stato raportato alla nostra

Interno del Palazzo Pretorio di Rovereto Quaderni del Borgoantico 15 83

Regola il rilevato da [= la con- pentirsi, ma credo che l’abbia fatto Nota Bene: venne in Regola Leo- clusione di] quella, cioè essere il senza autorità della Regola… nardo Scrinzi nostro scrivante... Corpo Communale intenzionato di dicendoci che avessimo mangiato fare la causa, abbiamo posto alla tutto il fatto nostro... parte [= messo in discussione] – In giorno di Lunedi li 8 del Mese “Se venendo noi ricercati [= se ci d’Agosto 1763, nel Pretorio di - 2. decime dei secondi raccolti -... viene richiesto] dobbiamo presen- Roveredo è arrivata a tal segno l’oppressio- tarsi qui avanti V. Sig.a Ill.ma per ne, che m’hanno costretto ultima- essere esaminati sopra li gravami”, mente a pagare decima delli ritorni ed è tale proposizione passata per Stefano Berlanda d’un mio campo che a memoria l’affirmativa, a riserva di quatro Io sono d’anni 28, e della Commu- d’uomo non ha mai pagato, e non soli voti salvo il vero, segno evi- nità di Marano sotto Isera si sa come diffedersi. dente che la Communità nostra - sentimento generale della desidera la continuazione della Nota Bene:... la gente sbigotita da Comunità - Noi siamo in dieci causa per essere sollevata. Doven- questo spaurazzo ritirò la procura fuochi circa e per quanto si sente do anzi aggiungere l’esazione di ... il dott. Candioli nostro concit- tutti sono aggravati; abbiamo fatta mezza galina per le famiglie anche tadino si scaldò forte a favore di tempo fa la procura, ma venne che si vano diramando [= famiglie Trento, ma poi si seppe... poi una volta in Regola un tale nuove, di figli che si staccano dalla Leonardo Scrinzi nostro scrivan- famiglia patriarcale]. - sentimento generale della te quale era allora, attualmen- Comunità –... anche la nostra te al servizio del Sig. Madernini Communità aveva fatta l’opportu- per il registro de’ suoi conti e ci PER LA COMUNITÀ na procura per concorrere alla lite fece tanti spaurazzi dicendoci che DI MARANO intavolata dal Corpo Communale, avessimo mangiato tutto il fatto ma poi essendo capitato un ordine nostro [avremmo consumato tutte In giorno di Giovedi li 4 del Mese dall’Ecc.ma Superiorità di Tren- le nostre sostanze], sollecitando- d’Agosto 1763, nel Palazzo Preto- to, con cui eravamo grandemente ci alla revocazione della procu- rio di Roveredo minaciati se non veniva da noi riti- ra, che finalmente [= alla fine] rata tale procura, la gente sbigoti- impauriti l’abbiamo ritirata non ta da questo spaurazzo ritirò tale essendo stato difficile per esser in Giovanni Riolfatti procura, ed a ciò contribuì molto il pochi fuochi… [ma] se si facesse Io sono d’anni 28 circa, e della Sig. Dott Candioli nostro concitta- nuova Regola la cosa ritornerebbe Communità di Marano sotto Isera dino, al consiglio del quale peral- nel suo primo stato. tro ci raportiamo non avendo altri Nota Bene: a Isera vanno a deci- nella nostra Communità, ed esso in mare anche le rave, a Marano no; tal occasione si scaldò forte a favo- Francesco Paris Il Massaro impaurito è corso dal re di Trento facendosi mille spau- Sono d’anni 30, della Communità giudice a pentirsi razzi e con ciò non vi fu dificultà a di Brancolino far ritirare la gente, ma poi si seppe - 2. decime dei secondi raccolti che il Sig. Candioli aveva parlato - 1. decime dei novali –... al pre- –... esazione ingiusta, perciò osser- per interesse, cioè perché credeva sente non sono aggravato ma per vo che non vè eguaglianza nel d’esser fatto Giudice, e voleva con l’avanti sì [vuol dire che ha novali pagare, o sia esigere tali decime, ciò farsi del merito. fatti da meno di tre anni]. mentre [= per il fatto che] in Isera - 2. decime dei secondi raccolti vano a decimare anche le rave, al –... restiamo privi di quel poco di contrario nella nostra campagna PER LA COMUNITÀ fruto che servir deve nell’inverno non si paga una tal decima. DI BRANCOLINO per nostro alimento. - 3. percentuale sui pignoramenti - sentimento generale della –... si distrugge a forza d’esecuzio- In giorno di Mercordì li 3 del Mese Comunità –... venne poi in Regola ni il povero debitore di Agosto 1763, nel Palazzo Preto- Leonardo Scrinzi nostro scrivante, - sentimento generale della rio di Roveredo che allora era al servizio del Sig. Comunità - Avevamo deliberato Madernini e cominciò a farci mille di concorrere nella lite presente col Giacomo Paris spaurazzi… nostro voto, ma li ordini venuti in Sono d’anni 40, della Communità Isera communi ancora [=anche] a di Brancolino Leonardo Marzadro noi, hanno impaurito talmente il Sono d’anni 34 della Communità Massaro che è corso dal Giudice a di Brancolino 84 Quaderni del Borgoantico 15

Immagine di Rovereto del Settecento, opera del 1720 circa, di G. Bodener, dalla copertina de volume L’affermazione di una società…, dell’Ac- cademia degli Agiati

- sentimento generale della gna per non pagare un talero di pena le venir alcuno che non sia della Comunità - Venne poi un giorno che tralasci i miei interessi e che Communità. Leonardo Scrinzi nostro scrivan- vada a servire in figura di soldato. te, che allora serviva anche il Sig. Madernini e cominciò a mettere PER LA COMUNITÀ avanti tante cose… Antonio Zuani DI SASSO Sono d’anni 64, della Communità di Folas In giorno di Mercordi li 3 del Mese PER LA COMUNITÀ di Agosto 1763, nel Pretorio di DI FOLAS - 1. decime dei novali –... l’esigere Roveredo tale decima non è che un abbuso. In giorno di Venerdi li 29 di Luglio - sentimento generale della Comu- 1763 nel Pretorio di Roveredo nità –... avendo fatta la procura non Gio Batta (Giovanni Battista) l’abbiamo mai ritirata, né la voglia- Festi mo ritrare se non alla fine della causa. Sono d’anni 70, sono nativo di Antonio Tonini Michele Lorandi Sasso e membro di detta Commu- Sono d’anni 45 della Communità Sono d’anni 55, della Communità nità, ma al presente abito e sono di Folas di Folas. cittadino di Roveredo, avendo però buona parte de’ miei campi sotto la - 5. sul cancelliere -... è gravoso - 1. decime dei novali –... fatti li detta Communità di Sasso. specialmente per noi che siamo conti delle spese fatte nel ridurre a lontani, mentre [= per il fatto che] coltura li fondi sterili e l’ordinarie Nota Bene: la maggior parte sono per una sola esecuzione bisogna tal spese, il frutto va al Dinasta contro affittuali e debitori del Dinasta e volta perdere una giornata intiera la buona giusticia… di Madernini per avere il comodo del Cancelliere. - 7. intervento alle regole del - 1. decime dei novali –... tale esa- - 8. fare da scorta militare al giu- Dinasta o di suoi rappresentan- zione viene fatta con minaccie. dice - Mi ritrovo aggravato, e biso- ti –... non può nelle nostre Rego- - 3. percentuale sui pignoramenti Quaderni del Borgoantico 15 85

–... sento aggravio come creditore, parte del Sig. Madernini, che se - 1. decime dei novali –... tanto più perché avendo molti crediti da esi- volessero apertamente parlare con- mi sento aggravato [in] quantochè gere talvolta devo perdere il capita- tro tali gravami sarebbe certamente esigono tali decime da chi voglio- le colle spese eccessive. la loro rovina e non sarebbero assi- no, mentre in certi luoghi non ven- - 8. fare da scorta militare al giu- stiti, e per questo motivo non so di gono esate decime, cioè da certi dice –... sento per ciò delle lagnan- quale sentimento sia la detta Com- novalli, e da certi altri la vogliono ze molte nell’esser la gente obbli- munità essendo pochi quelli che prepotentemente. gata a tale servizio. possono parlare con libertà. - 5. sul cancelliere - Essendo il - sentimento generale della solo, mi è gravoso per la lontanan- Comunità - Dovendo passare per za della nostra Communità. la mia campagna parte dell’anno in PER LA COMUNITÀ - 8. fare da scorta militare al giu- detta Communità ho inteso essere DI CIMONE dice –... mi ritrovo aggravato, e per tutti aggravati nelli sudetti punti, non pagar la condanna devo lasciar ma altresì è vero che quelli, ossia In giorno di Mercordi li 3 del Mese li miei interessi ed andar a servire maggior parte delli membri di detta d’Agosto 1763, nella Città e Preto- il Sig. Madernini. Communità di Sasso sono affittuali rio di Roveredo - sentimento generale della e debitori del Signor Conte Dina- Comunità - Tutti desideriamo sta e del Sig. Madernini, cosicchè d’esser sollevati, e se in questi se volessero tentare di sollevar- Cristoforo Gottardi giorni la gente non fosse stata in si, come fano le altre Communità Sono d’anni 50 e della Communità montagna per li fieni sarebbe- sarebbe la loro rovina. di Cimone abitante in Aldeno. ro qui comparsi in quantità per esser ascoltati sopra li loro gra- Francesco Maffei - 2. decime dei secondi raccolti vami. Sono d’anni 47 circa, della Com- –... cosa strana che si debba pagare munità di Sasso, ma abito in Villa due decime in un’anno dello stesso campo. PRECISAZIONE Nota Bene: se volessero parlare - 8. fare da scorta militare al DEL NOTAIO apertamente sarebbe la loro rovina giudice –... sento altri a lagnarsi dell’essere aggravati Dichiarazione del Notaio e can- - 3. percentuale sui pignoramenti - sentimento generale della celliere Giuseppe Bettini. –... quest’esazione che è contraria Comunità - Se non vengono fatte Non posso far fede che questa al costume degli altri sovverchierie, certamente il senti- copia del processo concordi parola luoghi rovina li poveri debitori. mento della Communità sarà sem- per parola col suo originale… col - 8. fare da scorta militare al giu- pre di voler esser sollevati. mezzo del mio ordinario copista di dice –... sento però che gli altri si quel tempo quale ho sempre ritro- lamentano di dover lasciare li pro- vato giusto e accurato in tutte le pri interessi e andar a servire in Lorenzo Petrol sue copie fattemi figura di soldato. Sono d’anni 46, e della Communità La presente copia contiene tutte le - sentimento generale della di Cimone parti dell’originale processo esclu- Comunità - Nella Communità di si alcuni documenti mancanti, Sasso vi sono tanti debitori affit- Nota Bene: si fanno imparzialità elencati a parte. tuari parte del Sig. Conte Dinasta, 86 Quaderni del Borgoantico 15

Novembre 1769: su istanza di Nicolò Benvenuti e Giovanni Battista Rosi il Tribunale di Nogaredo sollecita (invano) le comunità a chiudere i conti pagando i debiti e liquidando i procuratori Il creditore Barone Pimarta (Piomarta) è disposto a fare un rilevante sconto Serie conseguenze per i Massari se non convocano le Regole e se non si presentano a dare resoconto nel giorno stabilito

Nota. Nei primi anni della “lite” i non solo verso codeste Communi- A Pedersano alla moglie del Mas- soldi venivano prestati, con riscos- tà ma ben anche a contemplazione saro Valentino Graciola, anche per sione periodica degli interessi, da [= in considerazione; per rispetto] l’altro. Leonardo Pimarta. d’essi Sig.i procuratori Rosi e Ben- Ad Aldeno La famiglia Piomarta iniziò nel venuti si è disposto a fare un gros- 1772 la costruzione dell’impo- so e rilevante rilascio [= sconto] A Rivian e Folas al figlio del Mas- nente ed elegante edificio dell’ex di Capitale ed affitti [= interessi] a saro Cristoforo Tura e al fratello Ginnasio di Rovereto, oggi sede queste Communità qualor ancora del Massaro Govanni fu Giovanni universitaria, su Corso Bettini entro il corrente anno le venga fatto Graciola. (allora Corso Novo). Ebbe il titolo l’affrancazione de’ suoi Capitali… A Castellano lasciate le copie ai baronale da Maria Teresa d’Austria due Massari in persona, Valentino nel 1766. In effetti nei documenti …si notifica a ciascheduna delle fu Andrea Manega e Giovanni fu di questa vicenda precedenti quel- Communità l’esposizione del Giacomo Manega la data, si parla semplicemente di conto delli Capitali passivi con- “Signor Pimarta”, come colui che tratti e delli spendimenti fatti, colla Il Barone Piomarta aveva quanti- presta di volta in volta il denaro spiegazione del rilascio [= sconto], ficato nei seguenti termini l’entità ai procuratori per portare avanti la acciocché tutti li Signori rappre- del “rilascio” (sconto), a condizio- “lite”. Verso la fine invece è detto sentanti delle Communità debba- ne però che il conto fosse saldato “Barone”. no convocare le loro Regole nei entro la fine del 1769. Non deve, poi, meravigliare più prossimi venturi giorni, cosiche In una lettera del 6 aprile 1769 di tanto il fatto che “Pimarta” sia entro il termine di giorni quindeci affermata che dei 5.680 (che più disposto a fare uno sconto piutto- ogni Massaro di Communità debba avanti sembrano 6.958) fiorini di sto consistete: non dimentichiamo avere riportato la deliberazione in credito si sarebbe accontentato di che, lungo gli anni, alle scadenze iscritto della sua Communità favo- 5000; in una lettera data 9 novem- stabilite incassava fior di interessi. revole o contraria per il stabilimen- bre abbassava la somma dovutagli Succedeva che del denaro che dava to [= definizione] del conto con a 4.450 fiorini. a prestito ai procuratori, una parte essi Sig.ri Procuratori e per l’acce- In seguito Piomarta sposta la data gli rientrava pressoché subito come tazione del rilascio Pimarta… del saldo alla fine di aprile del interessi maturati sul capitale pre- 1770. cedentemente prestato. …ciascheduno de Sig.ri Massari Anche i due procuratori era dispo- [è obbligato] a comparire in que- sti a condonare una parte consi- La lettera-ingiunzione è del Tribu- sto Palazzo avanti Sua E. Claris- stente (1262.59 fiorini) delle loro nale di Nogaredo ed è a firma del sima per gli 27 (la data sarà poi spettanze, a patto di essere pagati cancelliere Festi. È stata scritta con modificata) del presente mese in tempestivamente ogni probabilità il 12 novembre, matina… altrimente non compa- data che però non è specificata. rendo, in contumacia si provederà La riunione dei massari nel Tri- a norma delle Leggi per l’ammini- bunale di Nogaredo si tiene il 2 Ad istanza delli Sign.i Gio Batta strazione di Giustizia. dicembre. Rosi e Nicholò Benvenuti Procu- Ognuno porta le decisioni delle ratori di queste Comunità, i quali La lettera, con l’ordine di compari- proprie Regole per iscritto, tranne [hanno] più volte tentato di fare la zione, è recapitata a mano diretta- Reviano e Folas che la comunicano resa de loro conti delli denari presi mente ai Massari (due per paese), a voce, mostrando la procura del a censo [= in prestito con interes- o a uno dei due anche per l’altro, o portavoce. se] dall’Ill.mo Sig.r Barone Pimar- a familiari stretti. Villa Lagarina ci sta (massaro Mar- ta per sostenere la nota lite per la A Villa ritira le copie il Massaro tin Antonio Galvagnini; scrivante confermazione de’ diritti… Martin Antonio Galvagnin anche Carlo de Tonazza): siamo disposti per il collega Domenico Ambrosi. a “prevalerci del gratioso rilascio). …il suddetto Signor Barone de A Nogaredo Leonardo Scrinzi anche Pedersano non ci sta (massa- Pimarta per l’amore che professa per il collega (non nominato). ro Valentino Graziola, scrivante Quaderni del Borgoantico 15 87

Domenico Zandonai). In sostanza Bibliografia barba e Giuseppe Olmi (a cura), si dice: non abbiamo nulla a che Storia del Trentino. Volume IV. fare col Barone Piomarta; non Virginia Crespi Tranquillini, Gio- L’età moderna, il Mulino, 2002 abbiamo ricevuto denaro, e non c’è vanni Cristoforetti, Antonio Pas- Mauro Nequirito (a cura), A norma documento che lo dimostri; i citta- serini, La nobile pieve di Villa di regola. Le comunità di villag- dini non sono tenuti a corrisponde- Lagarina, Cassa rurale di Rove- gio trentine dal medioevo alla re a quanto ricercato. reto-Stampalith, 1994 (vicenda fine ‘700,, Provincia autonoma Castellano non ci sta (massaro Madernini pagg. 50-55) di Trento – Servizio Beni librari Giovanni fu Giacomo Manega; Mauro Nequirito, L’ultima fase del e archivistici, 2002 Bartolomeo Gatti scrivante): non potere temporale dei vescovi di (NB: il sottotitolo dà indiret- accettiamo le proposte dei procu- Trento, e Il principato vescovi- tamente idea della durata del ratori; riteniamo di non avere nes- le di Trento alla fine dell’antico cosiddetto ‘antico regime’, suna obbligazione verso Piomarta regime, in Lia de Finis (a cura), espressione usata nei testi di e nemmeno verso i procuratori. Storia del Trentino, Associazio- questa ricerca) Reviano e Folas non ci stanno (Cri- ne culturale “Antonio Rosmini” Stesso curatore e stesso editore: stoforo Turri massaro e procurato- – Ed. Temi, 1996, pagg. 311-334 “L’epoca d’ogni cangiamento”. re, Antonio Zuanni): la comunità e pagg. 361-393 Storia e documenti trentini del non intende d’essere debitrice in Morena Bertoldi, I proclami dei periodo napoleonico, 2004 conto alcuno a Piomarta e non ha Lodron per i feudi lagarini – Ela- Giovanni Cristoforetti, Dell’ultima perciò bisogno del suo sconto; se borazione statutaria ed esercizio esecuzione capitale per strego- poi i procuratori vogliono essere della giurisdizione, Quaderno n. neria in terra trentina: una fonte nostri creditori, “mostrino l’autto- 32 (1998) di “Passato Presente”, inedita, in “Atti dell’Accademia rità ad essi conferita e l’utilità deri- Roveretana degli Agiati”, a. 258 vata alla Comunità”. Centro Studi Judicaria, Sulle trac- (2008), ser. VIII, vol. VIII, A, Aldeno ci sta, ma… (Andrea ce dei Lodron. Gli eventi, gli fasc. I, pagg. 205 - 251 Anderloti e Leonardo Fioret mas- uomini, i segni, 1999 Iginio Rogger, Storia della Chiesa sari; Simon Agostini scrivante): Mario Allegri (a cura), L’afferma- di Trento. Da Vigilio al XIX seco- prima di pagare vogliamo vedere i zione di una società civile e colta lo, Ed. Il margine, Trento, 2009 conti dei procuratori e controllare nella Rovereto del Settecento, Luca Rizzonelli, Preludio rifor- le spese fatte. “Memorie” dell’Accademia matore. 1700 e dintorni, l’asce- Nogaredo ci sta, ma… (Leonardo fu Roveretana degli Agiati, ser. II, sa di Maria Teresa e la figura Francesco Schrinzi, massaro e pro- vol. III (2000) di Leopoldo Ernesto Firmian, curatore): accettiamo la proposta, a Claudio Donati, Il principato in “il Trentino”, marzo-aprile condizione però che si abbia il tempo vescovile di Trento dalla guerra 2013, n. 324, pagg. 50-51 (a di verificare i crediti sia del Barone dei Trent’anni alle riforme sette- pag. 51 è riportata una bibliogra- Piomarta, sia dei procuratori. centesche, pagg. 71-126; Marco fia essenziale dove sono citati 6 Meriggi, Assolutismo asburgico saggi tra cui quello di Alessandro L’esito negativo apre con ogni e resistenze locali. Il principato Cont, Leopoldo Ernesto Firmian probabilità una vertenza giudizia- vescovile di Trento dal 1776 alla (1708-1783) e l’arcidiocesi di ria, nella quale le Comunità hanno secolarizzazione, pagg. 127-156; Salisburgo, pubblicato sul n. 32 come loro procuratore Francesco Maria Rosa di Simone, Diritto e [2006] degli “Annali dell’Istituto Madernini. riforme nel Settecento trentino, storico italo-germanico in Tren- pagg. 209-229, in Marco Bella- to”) 88 Quaderni del Borgoantico 15

Le “Comunità di Valle” e la Vallagarina La Storia dimenticata

di Paolo Cont

Premessa.

La “Comunità di Valle”, cioè l’attuale ente sovra-comunale noto più per le incessanti polemi- che di cui è fatto bersaglio che per la propria fertilità amministrativa, è stata sempre vantata dai poli- tici tridentini d’ogni colore come una loro originale quanto geniale invenzione. In realtà, questa “Comunità di Valle” quando fu introdotta, nel 2006, tutto era fuorché una novità. Era solo, e tuttora rimane, una pessima replica, esibita sotto forme scialbe e funzionalità sclerotiche, di altre precedenti, e pregevoli, esperienze amministrative attuate sulle terre della Valle Lagarina.

Come spesso accade ai politicanti, sempre troppo supponenti ed entusiasti di se stessi perché la Storia riesca a insegnare loro qualcosa (avviandoli alla riflessione, affinandone il discernimento e guidandoli nel retto raziocinio) anche nel caso delle “comunità di valle” è mancata la cognizione, e quindi l’informazione puntuale, a proposito di trascorse esperienze di altre “comunità” che nei secoli hanno fecondamente operato nella Valle Lagarina.

“Comunità” storiche che hanno incarnato oltretutto uno straordinario plusvalore civico e pe- dagogico perché seppero innervare in profondità la cultura diffusa della democrazia diretta, fondata sulle autonomie dei comuni, e precorsero i tempi della politica nelle terre del basso Trentino sin dal primo Medioevo. Come avvenne con quella vitale istituzione che fu il “Comun comunale”, maestro nel gestire la comunanza di beni e problemi della Destra Adige nell’arco di sette secoli. Un “Comun comunale” che ebbe la sua prima sede proprio a Villa Lagarina, ovvero in “villa di Villa”, com’era chiamata in quei tempi, e che teneva le proprie assemblee sul sagrà dell’antica Pieve di Santa Maria Assunta.

Memorabile, e assai istruttiva, fu anche l’esperienza, risalente al 1959, prodotta da un’altra im- portante comunità di valle, la prima sorta nel Trentino: la “Comunità della Vallagarina” (il nome an- ticipava esattamente quello della sua sgraziata sosia attuale). Nata per volontà e iniziative autonome degli amministratori municipali locali, rimase attiva per un decennio nel corso degli anni Sessanta. Quella pioneristica “Comunità della Vallagarina”, contrariamente all’attuale, dimostrò da subito a tutto campo la sua forza creativa con esemplare efficienza. Precedette la nascita dell’ente Compren- sorio, che in qualche modo essa ispirò, introdotto dalle fondamentali riforme amministrative pro- mosse dalla Provincia autonoma di Trento sotto la presidenza di Bruno Kessler.

Forse può essere interessante, quantomeno per recuperare qualche utile riferimento e per me- glio inquadrare la situazione attuale, ripercorrere la storia di queste due fondamentali esperienze co- munitarie: quella della prima “Comunità di Valle” (1959-1969) cui si è appena accennato, e quindi, andando a ritroso nei secoli, per le significative sintonie e concordanze che legano l’una all’altro, tra- valicando il tempo, quella del “Comun comunale” (ante 1190-1818).

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1 - La prima “Comunità della Vallagarina”

Nacque negli anni Sessanta del secolo scorso, per iniziativa spontanea dei comuni lagarini, i- spirata dal primo grande sindaco di Rovereto del dopoguerra, l’ing. Giuseppe Veronesi. Il Trentino meridionale stava allora risorgendo progressivamente dalle devastazioni che lo avevano colpito du- rante il secondo conflitto mondiale per incamminarsi verso gli anni del cosiddetto “miracolo eco- nomico” che stava offrendo i primi sintomi anche in campo nazionale. La prima, innovativa, “Co- munità di valle” venne creata in quegli anni per rispondere alla congerie di problemi innescati dall’evolversi in campo economico, e quindi necessariamente a livello sociale, di processi radicali di razionalizzazione ed espansione dei settori primario e secondario, dall’agricolo all’industriale, e oltre. Rovereto aveva maturato e consolidato una sua peculiare vocazione industriale e artigiana sin dal XV secolo, dai tempi della benevola dominazione della Repubblica di Venezia, prolungatasi dal 1416 al 1509, che vi introdusse la lavorazione della seta con il relativo indotto.

Sospinta nel secondo dopoguerra dal dinamismo creativo del sindaco Veronesi,1 la città della Quercia aveva dedicato ogni energia a un ulteriore sviluppo della propria economia, puntando a rag- giungere la piena occupazione. A quel punto tuttavia quel comune si trovò ad affrontare l’insorgere di problemi interdipendenti con costi gravanti sul bilancio cittadino che si moltiplicavano (per l’indispensabile acquisizione di nuove aree, nuove fonti energetiche, finanziamento degli oneri di ur- banizzazione, risposte all’urgenza di armonizzare i settori economici che minacciavano di divenire caotici, ecc.). A questo intreccio di difficoltà crescenti sarebbe stato possibile trovare soluzioni adeguate sol- tanto in un quadro convenientemente ampio, extra-municipale, escludendo ogni ambizione autar- chica e ottusità campanilistiche: coinvolgendo, insomma, tutte le amministrazioni municipali del ter- ritorio cointeressato, la Valle Lagarina. L’economia della valle, dove quasi il 70% della popolazione attiva era occupato nel settore primario, si presentava allora fortemente ancorata alla struttura agricola tradizionale, talora arretrata tecnicamente e comunque incapace di produrre sufficiente redditività per gli addetti e le loro fami- glie. Rovereto, centro industriale, aveva sempre costituito un polo d’attrazione occupazionale per tutto il territorio circostante e per le poverissime convalli di e fin dai tempi della grande crisi di fine Ottocento, quando riuscì, valga l’esempio, ad attenuare gli effetti di quella grande piaga che fu l’emigrazione, assorbendo mano d’opera nei suoi opifici e soprattutto nella imponente Manifattura Tabacchi. Ora, nuovamente, in quelli anni Sessanta del Novecento, per effetto dello sviluppo industriale di Rovereto, si accentuava un travaso notevolissimo di forze lavoro: quello degli addetti all’agricoltura che si muovevano dalle campagne e dalle periferie della Valle verso i siti dell’industria. Questo accorrere dal settore primario, dai comuni della cintura agricola, al secondario, o industriale, ebbe per effetto un ingente aumento della pendolarità quotidiana dei singoli operai, ovvero, in alter- nativa, il loro trasferimento e radicamento residenziale a Rovereto.

La prima “Comunità della Vallagarina” fu concepita e realizzata dagli Amministratori munici- pali negli anni Sessanta proprio per affrontare e tentare di risolvere i problemi che insorgevano in quel contesto storico-economico-sociale. Si creò un organismo in grado di guidare e arginare i flussi

1 È necessario ricordare che Giuseppe Veronesi non fu semplicemente il sindaco di Rovereto, ma altresì il deputato al Parlamento, attento e severo studioso, esigentissimo professionalmente e moralmente con sé stesso e con i suoi colla- boratori. Egli seppe rappresentare le istanze e le priorità di tutto il collegio di Rovereto e quindi di tutti i comuni della Val Lagarina. Collegio che egli seguiva assiduamente e del quale conosceva in modo esemplare, minutamente aggior- nato, ogni esigenza, come può testimoniare chi scrive queste righe che per un certo periodo, da studente universitario, ha fatto parte della sua segreteria parlamentare. Figura esemplare di politico, l’austero Giuseppe Veronesi in niente as- somigliava ai venali rappresentanti del popolo attuali: petulanti e presenzialisti nel momento elettorale, ectoplasmi i- nafferrabili e assenteisti dopo l’elezione. Veronesi fu apprezzato anche dagli avversari politici per la sua dirittura mora- le francescana, sulla quale amavano garbatamente scherzare. Il prof. Augusto Angeli, vecchio socialista, lo calunniava metodicamente e ironicamente sostenendo che “Veronesi, per fare migliore penitenza, d’inverno dormiva con i piedi nudi esposti al diaccio con la finestra aperta …” Altri tempi, e altra educazione (e intelligenza) politica. 90 Quaderni del Borgoantico 15

ingenerati dallo sviluppo economico in termini armonici per l’intera valle. E così la finalità prioritaria di quella prima Comunità, consisteva, secondo l’art. 1 del suo Statuto, nel “promuovere, coordinare ed attuare iniziative dirette al progresso economico–sociale ed al benessere della zona, nonché di predisporre, in collaborazione con altri organi competenti, appositi piani di sviluppo e di integrazio- ne”.

I primi passi per dare impulso al decollo dell’istituzione si percorsero nel 1957. Il 9 febbraio di quell’anno si riunirono tutti i sindaci della Valle presso il palazzo pretorio di Rovereto ove si discus- se e si convenne sulla necessità di istituire un consorzio tra i comuni con l'intento prioritario di mi-

gliorare la situazione economica della Val Lagarina.2 Seguì un altro incontro operativo, il 25 maggio, in cui fu decisa l'istituzione di un Comitato per l'elaborazione di uno schema di statuto comunitario. Del comitato facevano parte i sindaci di Villa Lagarina, , Vallarsa, Calliano, Ala e Avio. 3 I sindaci si ritrovarono il 20 marzo dell’anno seguente per esaminare e quindi approvare la bozza di Statuto che il Comitato aveva predisposto. Il documento fu sottoposto poi all’approvazione dei singoli consigli comunali e, a conclusione dell’iter, ottenne il sigillo di ratifica della Giunta regionale. 4

Quella prima “Comunità della Vallagarina” fu concepita come ente intermedio fra comuni e Provincia. Suoi organi erano l’Assemblea, che riuniva i delegati rappresentanti nominati dai rispettivi consigli comunali (tre per ciascun Comune, di cui uno riservato alla minoranza); la Giunta comunita- ria, nominata dall’Assemblea; e il Presidente che veniva scelto tra i sette componenti la Giunta.5 Al finanziamento del bilancio concorrevano tutti i comuni con quote fisse, determinate an- nualmente dall’Assemblea, e proporzionate al numero degli abitanti di ciascun Comune. Altri con- tributi si prevedeva sarebbero stati erogati dal Bacino Imbrifero dell’Adige (B.I.M.) e da istituzioni interessate alle finalità istitutive della Comunità. Il 15 gennaio 1960 si tenne una prima riunione dei delegati. Un mese dopo, il 14 febbraio, nel- la sala della Filarmonica, in Corso Rosmini a Rovereto, avvenne la ratifica assembleare dei deputati eletti dai comuni e la nomina della Giunta comunitaria. Nel settembre fu eletto presidente della Comunità Maurizio Monti, rinnovato fino al novem- bre 1964. A quella data gli succederà Guido Benedetti, che terrà la carica fino all’estinzione dell’ente.

La prima fondamentale iniziativa attuata dalla Comunità, assolutamente inedita nella regione Trentino-Alto Adige, fu quella mirata alla riorganizzazione del territorio attraverso lo studio e la predisposizione di un piano-programma che finalizzasse le attività dell’ente. A questo scopo, nel di- cembre 1960, la Comunità bandì un concorso per l’elaborazione del preliminare del Piano sviluppo economico-sociale della Comunità della Vallagarina che doveva contemplare l’intera situazione eco- nomico-sociale e demografico-territoriale della zona di influenza della Comunità. Il concorso pre- vedeva la presentazione di una relazione introduttiva al piano vero e proprio che sarebbe stato ela- borato dal gruppo di professionisti risultati vincitori del concorso.

2 Era presente in quell’occasione, a titolo consultivo, anche il presidente della Comunità della Lessinia e questo lascia ca- pire come la struttura e le funzionalità delle comunità montane abbia in parte ispirato quelle della nuova “Comunità di Valle”. 3 Lo Statuto venne in effetti elaborato sulla base di altri statuti di enti consortili previsti dalla "Legge sulla montagna" del 1955, n. 383. 4 La Comunità della Vallagarina fu istituita con decreto del Presidente della Giunta regionale del 20 novembre 1959, n. 12, pubblicato in data 24 novembre sul Bollettino ufficiale della Regione, n. 48. Ne facevano parte i Comuni di Avio, , Calliano, Isera, Mori, Nogaredo, Nomi, Pomarolo, Pannone, Rovereto, Terragnolo, , Vallarsa, Villa Lagarina, . Nel 1961 aderirono anche i Comuni di Ala e Brentonico (D.P.G.R. del 12 settembre 1961, n. 82) e il Comune di (D.P.G.R. del 24 novembre 1961, n. 115). 5 La Comunità ebbe la sua sede presso il Municipio di Rovereto, nei locali adiacenti alla sala di Cristo Re e la segreteria fu affidata, in un primo tempo al dott. Tarcisio De Vettori e quindi al dott. Donato Spina segretario capo nel ruolo del personale dei segretari della Provincia di Trento.

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Il documento doveva adeguatamente illustrare un programma d’idee vertenti sui seguenti ar- gomenti:

a) situazione generale del territorio; b) situazione demografica; c) comunicazione e trasporti; d) fonti di energia; e) opere idrauliche e forestali; f) creazioni di installazioni industriali; g) sviluppo agricolo; h) artigianato; i) turismo; j) commercio, fiere e mercati; k) istruzione professionale; l) installazioni e servizi vari; m) strumenti giuridici e amministrativi n) problemi dell’economia montana in genere; o) credito e risparmio; p) cooperazione.

Nell’agosto 1961 fu proclamata vincitrice del concorso la società TEKNE di Milano, nella quale era confluito un gruppo locale di professionisti, il gruppo U.S.E. (Studi e progetti urbanistici, sociali economici) diretto dal sociologo don Franco Demarchi.6 Le linee essenziali del Piano secon- do il progetto vincitore prevedevano lo sviluppo ulteriore del settore secondario. Il Piano di svilup- po successivamente elaborato dalla società milanese prevedeva tra l’altro tre aree di insediamento industriale:

- La zona industriale di Rovereto, nell’area Binelonghe; 7 - la zona Nord, a Calliano; - la zona Sud, ad Ala.

Mediante questa localizzazione di strutture si doveva creare un forte drenaggio di manodopera dall’agricoltura all’industria, con tutta la predisposizione strumentale: corsi di preparazione e riquali- ficazione professionale, conversione e riassetto specialistico dell’attività agricola. Ma assumevano priorità anche la coordinazione del settore terziario e dei servizi attraverso la razionalizzazione delle comunicazioni e dei trasporti, mediante il riassetto di tutta la viabilità confluente su Rovereto in mo- do da consentire rapidi spostamenti dei lavoratori agevolandone la residenzialità nei luoghi d’origine. Erano inoltre previste l’incentivazione della coltura specialistica dell’attività vinicola in fondo- valle e pedemontana e la creazione e sviluppo di colture intensive nelle valli di Terragnolo e Vallarsa. Per quanto concerneva il terziario, era contemplato il sostegno allo sviluppo turistico delle zone di Brentonico e del Monte Baldo, dell’alta Vallarsa – Pasubio - Piccole Dolomiti e dell’alta valle di Gre- sta con Cei.

Lo sviluppo economico doveva essere coniugato e alimentarsi con quello sociale. Conseguen- temente, si sarebbero dovuti programmare potenziamenti dei servizi a favore dei lavoratori, attrezza- re l’espansione dell’edilizia popolare, promuovere la costruzione di asili d’infanzia e scuole, ottimiz-

6 Le notizie qui riportate sono state ricavate da Archivio della Comunità della Vallagarina (1957-1972): inventario, a cura di Stefania Donati, [Rovereto], Comune di Rovereto. Biblioteca Civica e Archivio Storico, 2002. http://www.bibliotecacivica.rovereto.tn.it/UploadDocs/172_Archivio_Comunit_Vallagarina.pdf 7 Il primo insediamento attuativo del piano fu la realizzazione della Curten Wall’s (fabbrica di manufatti in cemento) a Calliano, la quale beneficiò delle aree acquisite dalla Comunità quale incentivo all’insediamento.

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zare l’assistenza sanitaria, e persino la fruizione ottimale del tempo libero ecc. in tutti i centri valli- giani. La “Comunità della Vallagarina”, insomma, doveva svilupparsi territorialmente e funzional- mente come un corpo organico ben distribuito, un’esemplare “città policentrica”. È da dire che tutti questi ambiziosi propositi e ottime intenzioni, che troppo spesso, come narra l’esperienza, oltre alle strade dell’inferno lastricano anche quelle dei comuni mortali, dei Co- muni e altresì i percorsi delle comunità, furono poi non di rado contraddetti e ostacolati. Affioraro- no progressivamente le singole ambizioni campanilistiche. Alcuni paesi pretesero una loro propria, ambiziosa, "zona industriale", erodendo conseguentemente spazi all'economia agricola e infliggendo ferite irreparabili al verde e ridente paesaggio rurale della valle.

Questa prima “Comunità della Vallagarina” seppe in ogni modo lodevolmente operare esatta- mente per un decennio. Cessò la propria attività nel dicembre del 1969 per autonoma decisione, in applicazione dell'articolo 5 del proprio Statuto che ne fissava la durata, per l'appunto, in dieci anni, salvo proroga. Ma la proroga non venne proposta e quindi così si concluse la sua esperienza, senz’altro positiva e innovativa e incisiva. Le ragioni per le quali non si decise una proroga scaturivano, soprattutto, dal fatto che la Provincia autonoma di Trento, fin dal 1964, spinta dalla energica progettualità politico-economica del suo presidente Bruno Kessler, aveva legiferato in materia di Piano urbanistico provinciale, so- vrapponendosi con ciò al piano di sviluppo della “Comunità”. Nel 1968, poi, era stato varato il disegno di legge provinciale relativo alla costituzione dei Comprensori (Consorzi comprensoriali) che con tutta evidenza, pur ispirati parzialmente alla “Co- munità” lagarina, l’avrebbero inesorabilmente cancellata e sostituita. Ai consigli comunali e ai sindaci dei comuni della Valle Lagarina non restava, al dunque, che prendere realisticamente atto del nuovo

quadro legislativo che si stava imponendo.8 Fu così che alla primigenia, antesignana “Comunità della Vallagarina”, istituzione nata spontaneamente “dal basso”, dalla base municipale, per ispirazione ori- ginaria di un lungimirante amministratore locale, Giuseppe Veronesi, subentrò il Comprensorio della Vallagarina, introdotto dall’alto, per forte volontà di un creativo e lungimirante amministratore pro- vinciale, Bruno Kessler.9

8 In una nota del 1965 diretta all’ing. Giuseppe Veronesi, Renzo Bee, funzionario della Comunità, rilevava al riguardo: “Non sono più chiare le finalità comunitarie posto che l’introduzione del Piano Urbanistico Provinciale pone in essere diversi strumenti di intervento che rivelano sovrapposizioni, se non contrasti, alle finalità comunitarie. Si verifica an- che una specie di scissione a causa di coloro che ritengono la Comunità dover assolvere compiti puramente assisten- ziali (reperimento di contributi per singoli Comuni o gruppi di essi, assistenza tecnica, consulenza giuridica, ecc.); altri reputano che la nuova attività comunitaria debba proiettarsi più intensamente verso la programmazione e, nel con- tempo, assumersi il ruolo di succursale territoriale della Provincia. a) Giuridicamente, la Comunità, si trova sullo stesso piano di qualsiasi consorzio fra Comuni e quindi soggetta a tutti i vincoli amministrativi e burocratici posti dalla legge comunale e provinciale. Ciò comporta un notevole intralcio nello slancio operativo che mortifica la iniziale tensione istituzionale. b) Il bilancio, attraverso l’insufficienza finanziaria, presenta il precipuo carattere straordinario che non consente impe- gni a lungo respiro, né la possibilità di creare e sostenere iniziative atte ad incidere fortemente nella realtà come emersa dalle indicazioni di piano.” Renzo Bee aggiungeva però un’ulteriore critica significativa, che rivelava un altro tipo di crisi che la “Comunità della Vallagarina” si trovava a dover gestire: il campanilismo gretto di qualche amministratore:“ L’incapacità di taluni am- ministratori periferici di concepire la Comunità come strumento di propulsione e di valorizzazione dei loro problemi propende a farli restare ancorati prevalentemente ad una concezione autarchica nell’uso delle risorse.” 9 Purtroppo oggi si deve prendere atto che è emersa una realtà sconsolante. Perché con il Comprensorio, dal 2006, con- vive un’altra “Comunità della Vallagarina”, una parodia della prima, un contenitore pressoché vuoto perché privo di competenze operative, come si deve constatare per l’Urbanistica. Un ente elettivo con eletti costosi, erogatore di mi- cro contributi, imposto cervelloticamente alla popolazione da politicanti fantasiosi della provincia di Trento, oltretutto snobbato dalla medesima burocrazia provinciale e mal sopportato da quella comunale. Si è insomma passati negli ul- timi sessant’anni da una prima “Comunità della Vallagarina”, creativa e feconda, spontanea espressione di efficace vi- talissima democrazia, al Comprensorio, calato dall’alto per opera delle superiori lungimiranti istanze provinciali, fino all’Incomprensibile assoluto, costituito dall’imposizione dell’ultima “Comunità” che della prima, paradossalmente, re- plica pari pari soltanto il nome. (la Storia fa, a volte, di questi scherzi riproducendo, a distanza di tempo, quel che fu Quaderni del Borgoantico 15 93

2 - Il Comun Comunale

Si è scritto fin qui della prima “Comunità di Valle”, sorta in territorio lagarino in epoca mo- derna come germinazione spontanea espressa dalla cultura economico-amministrativa del territorio, interprete efficiente ed efficace delle comuni istanze e dei comuni interessi delle municipalità. Ma la Storia aveva già visto, sin dall’Alto Medioevo, sulle terre della Destra Adige, nascere e sopravvivere nel corso di sette secoli, un’altra istituzione comunitaria espressa dai “cives”, dai cittadini, esem- plarmente democratica per significativi aspetti funzionali, strutturata per gestire e difendere i beni e gli interessi collettivi degli abitanti dei singoli centri della Destra Adige lagarina: il “Comun comuna- le”. 10 Per poter intuire meglio la rilevanza che ebbe questa antica “Comunità”, i cui statuti consa- cravano le consuetudini relative allo “jus regulandi bona communia”, cioè le norme giuridiche che regolavano l’amministrazione dei beni comunali, e misurare nel contempo la viva e condivisa consa- pevolezza dei valori che gestivano e l’autostima che coltivavano i suoi rappresentanti, sembra assai significativo un episodio della vita dell’istituzione che le cronache dovettero registrare verso la metà del XVIII secolo.11 Il “Comun comunale” usciva allora da un’ennesima serie di conflitti interni che per oltre quat- tro lustri, e con ingente spesa a carico delle sue casse, avevano contrapposto il villaggio di Pomarolo contro tutti gli altri centri. La comunità ritrovò tuttavia la propria unità, con subitaneo soprassalto, allorché, domenica 26 agosto di quell’anno 1753, il conte Ernesto Maria Lodron, alla cui famiglia era riservata l’amministrazione della giustizia sul territorio, fece pubblicare, sulla piazza della Pieve di Villa, un bando con il quale si proibiva tassativamente di andare “ad uccellare o a caccia con archi- bugi cani ed altro” nei territori delle giurisdizioni feudali “lodronie” di Castel Nuovo e di Castellano. La reazione fu immediata e convenientemente bellicosa nella limpida difesa dei diritti della Comunità. Già la domenica successiva, il 2 settembre, fu convocata la Regola generale (assemblea dei rappresentanti di tutti i comuni) del “Comun comunale” e in quella sede, con corale unanime giudizio, si denunciò che “tal proclama viene a ferire la viva raggione di questo corpo comunale.” La protesta non si concluse lì, perché solo tre giorni dopo, mercoledì 5 settembre, tre espo- nenti del “Comun comunale” notificarono ufficialmente presso la cancelleria lodronia di Nogaredo una intimazione scritta dove, senza spreco di diplomazia, con forza e dignità, si invitava il conte Lo- dron giurisdicente a prendere atto che non era “lecito alla prelodata Sua Eccellenza passare a simili proclami pregiudiziali alla naturale liberta de’ sudditi e massime nelle campagne, monti e boschi del territorio communale, la di cui giurisdizione politica ed economica s’aspetta alle comunità ed al di lo- ro solito ed inveterato magistrato.”

storicamente il meglio sotto forme caricaturali. Ma ovviamente nel generare questi capolavori la Storia abbisogna di collaboratori in carne e ossa, anche se non di gran cervello, che palesemente qui non mancarono.) 10 Il Comun Comunale non si formò come istituzione isolata e in sé assolutamente originale. Tutt’altro. Accanto a quello sorto sulla Destra Adige in Val Lagarina si devono ricordare, distinti nelle loro peculiarità di genesi ed evoluzione e germinale democrazia, altri comuni rurali d’origine medievale del territorio trentino, come quelli di Riva (nato nel 1274), Nago, , della Rendena e soprattutto quello sopravvissuto in forme adeguate nel corso dei secoli fino ai giorni nostri, della Magnifica Comunità di Fiemme fondata sui «patti gebardini» (mediante i quali, nel 1111, il vesco- vo Gebardo, ne stabilì i diritti). Gli storici ancora discutono sull’origine dei comuni rurali, pur avendo individuato due basilari modalità organizzative fondate sulla esistenza di strutture militari operanti a presidio di un medesimo territorio (quali i castelli comunitari o di pieve) ovvero dedicati prevalentemente alla gestione comunitaria di diritti quali la frui- zione del patrimonio boschivo e prativo. E quest’ultimo è il caso del nostro Comun Comunale lagarino e delle altre comunità trentine che, sulle soglie del XIII secolo, adottarono le “carte di regola” nelle quali era resa funzionale la ge- stione del patrimonio comune e l’ordine pubblico, escludendo tuttavia ogni competenza di giustizia sia civile sia pena- le, la cui amministrazione era tassativamente riservata al signore del luogo. 11 Per approfondire la conoscenza della storia e dell’attività esplicata lungo tanti secoli dal “Comun Comunale” è indi- spensabile fare riferimento allo studio Jus regulandi bona comunia: materiali per la storia del Comun Comunale lagarino, a cura di Roberto Adami e Michele Angelo Spagnolli, Trento, Provincia autonoma di Trento, 1991 nonché alle accuratissime ricerche e ricostruzioni fatte da Antonio Passerini (Le vicende della comunità di Villa Lagarina) e Giovanni Cristoforetti (La Pieve di Villa Lagarina e i suoi Pievani), pubblicate nel volume La nobile pieve di Villa, fotografie di Flavio Faganello, Trento, Stampalith, 1994. 94 Quaderni del Borgoantico 15

Il “Comun comunale” ebbe origini che risalivano verosimilmente al primo Medioevo, anche se è solo verso il 1190 che i documenti ne rivelano l’esistenza. Contemporaneamente, entrava da prota- gonista nella Storia anche Villa, allora citata come "villa di Villa", perché è sul prato recintato, o

“brolo”, davanti all’antica Pieve di Santa Maria Assunta,12 che fu convocata, in quell’anno 1190, com’era consuetudine, la Regola, l’organo deliberante della comunità, che riuniva i capifamiglia di tutti i centri del Comunale. In quella assemblea, presieduta dai consoli rappresentanti il governo della comunità, dovevano risolvere una disputa immobiliare provocata da Aldrighetto, signore di Castelbarco, che aveva usur- pato i diritti di proprietà di cui godeva il “Comun comunale” sul monte Cimone, mandandovi illeci- tamente suoi uomini a tagliare alberi e a dissodare il terreno per ricavarne un maso. Chiamato dai consoli al cospetto dell’adunanza per rispondere alle accuse, Aldrighetto dovette solennemente accettarne il placito, rinunciando alle sue pretese sul monte Cimone e conservando solo i suoi diritti di “vicino” cioè quelli spettanti a ciascuno e a tutti i membri della Comunità lagari- na, soluzione proposta dai consoli per chiudere quel processo.13 Di quella assemblea del “Comun comunale” non esistono i documenti specifici, bensì precise testimonianze giurate che a essa esplicitamente si riferiscono, rilasciate da Boderza, signore di Castel Nuovo, e Variberto di Nogaredo nel corso di un processo, celebrato a Livo in Val di Non, nell’estate del 1213 a proposito di una altra causa, intentata dai consoli della comunità di Lagaro, contro l’erede di Aldrighetto, il potente Briano di Castelbarco, e avverso Olderico di Piero, signore di Nomi. Boderza, in quella sua testimonianza giurata del 1213, storicamente importante, certifica in- nanzitutto l’esistenza, in quel tempo, di una comunità di Lagaro che si estendeva sulla Destra del corso dell’Adige, da Aldeno verso Sud fino a “villa di Villa” e Isera. Non solo. Nella medesima cir- costanza, sempre il signore di Castel Nuovo ci informa che i Consoli, in numero di quattro, erano stati istituiti trent’anni prima, creati e nominati per convergente decisione dei rappresentanti dei “vi- ci”, o villaggi, e dei “milites”, ovvero il ceto militare locale, per risolvere le dispute che s’accendevano nell’ambito del “Comun comunale”, ivi comprese quelle che originavano da conflitti in materia patrimoniale con le coesistenti potestà dei potenti signori locali (come i Castelbarco). Gli aventi diritto a essere convocati alle Assemblee del Comunale erano tutti i capifamiglia possidenti terra da coltivare abitanti le comunità (o “vici”) lagarine, ossia i “vicini”, come erano allo- ra denominati nei documenti, inclusi gli affittuari ma esclusi i servi, nonché i “milites” (ovvero il ce- to militare) e i nobili. I partecipanti all’Assemble, godevano tutti, individualmente e senza distinzioni di censo o casta, dei medesimi diritti e doveri. Una situazione o, meglio, un quadro “politico” inteso nel suo significato più proprio, che fa constatare l’esistenza già nell’anno 1190 di una dinamica deci- sionale assembleare ''democratica'' che supportava con forza adeguata l'autorità dei consoli motivan- do la convincente efficacia delle loro decisioni e sanzioni, tant’è che i singoli signori vi si sottopone- vano senz'altro. 14

Il 5 maggio del 1266 i rappresentanti il “Comun comunale” firmarono un atto di donazione a Federico di Castelbarco di una plaga di terreni estesa fra Cimone e il lago di Cei. Questo documento, mentre è sintomo dell’affievolirsi della capacità dei consoli di resistere alle invasive pressioni dei Ca-

12 La Pieve del tempo, più piccola, aveva un orientamento diverso e opposto all’attuale, con il portale aperto a ponente verso quello che è ancora ricordato come “Sagrà vecio”. 13 Fu peraltro, quella di Aldrighetto di Castelbarco, solo una ritirata strategica perché i consoli, ribaditi e proclamati i di- ritti del “Comun comunale”, poi non solo concessero al signore di Castelbarco di finire il casolare che aveva iniziato, ma gli permisero di costruirne un altro, indicandone però i confini. Perché anche in quei tempi c’era sempre qualcuno “più uguale” tra i cittadini: la casta che imperversa con i suoi privilegi ai tempi nostri ha dei più illustri antenati. 14 Villa, in quell'anno 1190, per conseguenza di essere sede della Pieve, risulta veramente avere assunto un ruolo di cen- tralità civile e spirituale per tutta la Destra Adige. Dentro la chiesa fervevano i momenti della liturgia religiosa legati ai cicli della vita dei singoli e della comunità, sulla piazza si svolgevano i riti civili: le assemblee, le fiere, le feste popolari.. Cfr. in argomento le note di Antonio Passerini, Le vicende della comunità di Villa Lagarina, cit., pp. 150-156. Quaderni del Borgoantico 15 95

stelbarco e quindi della possibilità di difendere a tutto campo i beni e diritti consolidati della colletti- vità dalle prepotenze dei feudatari locali, consente di determinare l’effettiva estensione della “univer- sitas villarum” della Destra Adige. Il “Comun comunale” riuniva allora, accanto alla “villa di Villa”, Lenzima, Patone, Folas, Reviano, Isera, Marano, Brancolino, Sasso, Noarna, Nogaredo, Pedersano, Castellano, Cesoino, Piazzo, Pomarolo, Basiano, Savignano, Chiusole, Nomi, Cimone e Aldeno.15

Da un atto successivo, datato mercoledì 4 novembre 1339, con il quale si stabiliva la donazio- ne di un prato in riva all’Adige presso Chiusole, apprendiamo che i delegati del Comun Comunale non rappresentavano i singoli paesi, ma le castellanie, ovvero le partizioni di territorio della comuni- tà che facevano riferimento a Castel Barco, Castel Nuovo, Castel Corno e Castellano. In quella occasione ci fu anche la nomina di 23 persone rappresentanti i vari villaggi, chiamati “sindici”, che ebbero il compito di ridisegnare i confini del “Comun comunale” in modo che appa- risse chiara l’estensione della proprietà collettiva, nettamente distinta rispetto alle individuali proprie- tà private. Villa in quel comitato era rappresentata da un “ser Francesco”, figlio del fu Avanco e l’atto finale della rilevazione venne stilato dal notaio Simeone, figlio del fu Federico da Villa.

Nella prima metà del XVI secolo il “Comun comunale” arrivò a uno snodo che doveva in se- guito influire negativamente sul clima e rapporti interni comunitari. Anche la situazione politica era nel frattempo cambiata: ai Castelbarco, alleati di Verona, erano subentrati i Lodron a Castel Nuovo e a Castellano; i Lichtenstein a Castel Corno; i Busio a Nomi, tutti, in vari modi, subordinati al prin- cipato vescovile di Trento. Il 16 maggio 1544 fu convocata la Regola generale, l’assemblea che riuniva i rappresentanti di tutti i paesi del Comunale, per approvare un nuovo Statuto. Si svolse non sul sagrà della Pieve di Villa, com’era uso in antico, bensì in località “al Thei”, presso il cimitero della chiesa di san Cristofo- ro di Pomarolo. E a Pomarolo sarebbe stata trasferita da allora e fino alla sua estinzione la sede del “Comun comunale”.

Lo Statuto del “Comun comunale” del 1544, l’unico che sia giunto fino a noi in forma scritta, dettava le sue regole in 30 capitoli che dovevano essere letti ogni anno nella pubblica Regola. Le nuove norme fissavano innanzitutto le modalità con cui si doveva procedere alla elezione dei nove “sindici et provedadori”, che affiancavano il governo del Comunale, e dei tre “massari” (ammini-

stratori dei beni comunali). 16 Una precisa norma ordinava a questi ultimi di dare annualmente esatto rendiconto della loro gestione, stilando un accurato bilancio e per questo furono autorizzati a sti- pendiare un incaricato per la tenuta della contabilità in entrate e uscite. I massari che vennero successivamente eletti, sorprendentemente, risultarono essere sempre e tutti residenti di Pomarolo. Circostanza che per la sua ripetitività sollevò crescenti perplessità negli altri centri del Comunale. Lo Statuto prevedeva anche che il forziere in cui erano rinchiusi tutti i documenti e il tesoro in monete della comunità, alimentato dalla riscossione degli affitti e delle sanzioni pecuniarie, fosse cu- stodito nella sacristia di san Cristoforo e precauzionalmente protetto “cum tre chiavadure diverse” affidate, ciascuna e separatamente, ai tre “massari”. Più in là, con l’accrescersi della diffidenza e il montare dei sospetti verso gli amministratori pomarolesi, e altresì per mortificarne le tentazioni, le chiavi del forziere (tolto dalla sacrestia e rinchiuso, ben guardato, nella torre campanaria) sarebbero state aumentate a quattro, con quattro distinti custodi.

Altre norme statutarie regolavano lo stato civile degli abitanti o “vicini” del “Comun comuna- le”. Questi si distinguevano in “homo de comun”, che godeva integralmente dei diritti comunitari, e in forestieri, cioè “quelli che non son stadi nativi et oreginarii de alcun logo” dei villaggi della comu-

15 Tra i testimoni di quell’atto, si legge anche il nome di Buza, prete della Pieve di Villa. 16 I nove dovevano rappresentare, per terne, le tre giurisdizioni di Castel Nuovo, Castellano e Castel Corno e la loro ele- zione si teneva ogni anno, a Pasqua. 96 Quaderni del Borgoantico 15

nità. Per poter diventare “homo de comun” a pieno titolo si doveva superare una cavillosa procedu- ra che iniziava con la supplica scritta presentata dell’aspirante cittadino ad un comune del quale am- biva diventar “homo”. Questa era sottoposta a svariate verifiche presso le superiori istanze del Co- munale che interessavano anche la moralità esibita e le condizioni economiche del postulante, e do- veva infine ottenere l’approvazione, se tutto andava bene, di almeno tre quarti gli aventi diritto di voto del villaggio. A tutti i forestieri “de qual condition volia si sia” era interdetto, tra l’altro, di “taiar ne far far taiar legnami de alguna sorte”.

Quella della cura e preservazione del patrimonio boschivo e prativo da invasioni, depredazioni e incendi, per assicurarne la redditività anche alle successive generazioni, era materia alla quale erano dedicati diversi capitoli dello Statuto. Il “Comun comunale” assegnava il proprio oro verde alla oc- chiuta e interessata sorveglianza di sei “saltari”, incentivati a una assidua presenza sul territorio da sostanziose partecipazioni ai pignoramenti e alle pene pecuniarie che essi erano autorizzati a inflig- gere in caso di riscontrate violazioni. I massari, a turno, dovevano “una volta ala setimana alman- cho” percorrere boschi e prati in montagna per verificare il rispetto dei regolamenti comunitari.

Si deve osservare che l’amministrazione dei beni e la cura dello stato civile, non erano le uni- che competenze che esercitava il “Comun comunale”. Altre se ne aggiunsero via via, imposte dalle circostanze, anche se non previste dallo Statuto. È il caso, ad esempio, degli interventi sanitari che si dovettero attuare nel 1630 quando anche sulla Destra Adige arrivò la grande peste mietendo molte vittime, anche se non comparabili per numero a quelle che subì la vicina città di Rovereto. Per effet- to di questi provvedimenti nel 1634 Villa fu tenuta a lungo in quarantena, isolata dagli altri centri della comunità, per la morte sospetta del fratello del vice pievano. E ancora il 30 novembre 1635, dopo che erano giunte notizie di casi di peste a Bolzano, i provveditori alla sanità del Comun comu- nale, ordinarono lo sbarramento diurno e notturno della Destra Adige con guardie poste ai confini di Nomi. Aldeno, per suo conto, s’impegnò in quell’evenienza a estendere il cordone sanitario a Nord.

Allontanata la peste, il “Comun comunale” dovette sempre più occuparsi di un’altra patologia che lo riguardava direttamente: uno strisciante ma evidente sfaldamento dello spirito di comunità che era iniziato con il trasferimento a Pomarolo della sua sede. Oggettivamente questo trasloco da Villa determinò una situazione che lasciò spazio a molti arbitrii e usurpazioni. In contrasto netto con quella che doveva essere stata l’amministrazione precedente incentrata a “vila di Villa,” Pomarolo assunse di fatto un predominio nella gestione del “Comun comunale” ottusamente campanilistico, innescando liti, contrapposizioni e contestazioni con gli altri paesi consoci della Destra Adige. E questo fu l’inizio di un inarrestabile declino. Nel 1709 la situazione era talmente peggiorata che do- vettero intervenire per sedare le liti nelle assemblee della comunità persino il podestà di Rovereto, Francesco Tranquillini, e i vicari di Nogaredo e di Nomi.

Scoppiò poi una ventennale, asperrima guerra giudiziaria intestina, durata fino al 1752. Contro Pomarolo ci fu l’accusa di atteggiamenti dispotici e di scarsa trasparenza e correttezza nella gestione dei passaggi di proprietà, accusa portata dallo schieramento di tutti gli altri paesi della Comunità. Si arrivò a chiedere lo scioglimento coatto del “Comun comunale” e la divisione dei suoi beni tra i co- muni che lo costituivano. La vertenza, finì in tribunale senza che nessuno ottenesse soddisfazione, conseguendo l’unico risultato di sperperare denaro per coprire quattro lustri di spese giudiziarie in- gentissime. Ma il “Comun comunale” era ormai entrato in stato preagonico, al quale sarebbe seguita la sua soppressione. Il 14 maggio 1791 si riaccesero le ostilità fra Pomarolo e tutti gli altri centri del Co- munale. I rappresentanti di Nomi, sostenuti dagli altri paesi sotto giurisdizione dei Lodron, elevaro- no una protesta formale all’ufficio circolare di Rovereto avverso “la mutazione della praticata ele- zione dei deputati del Comun comunale”. Con quell’esposto venivano evidenziati “trafico, maneggi e sottomani, che gli stessi citadini della Comunità di Pomarolo usano in detta elezione.” Quaderni del Borgoantico 15 97

Si proponeva, tornando all’antico, che i tre deputati gestori del “Comun comunale” fossero rappresentanti di comunità differenti e non i residenti di un solo paese, perché in questo caso “nulla altro pensano che al proprio vantaggio e de sui cittadini.” Una situazione, questa, che realizzava per- fettamente l’inversione dei fini istituzionali per soddisfare i quali il “Comun comunale” era stato vo- luto ed aveva operato con efficacia nei suoi anni migliori, soprattutto prima del trasferimento della sua sede da Villa. Infine, pochi anni dopo, allorchè, soppresso il Principato Vescovile di Trento, sconfitto defini- tivamente Napoleone Bonaparte, l'intera vita pubblica del Trentino si ridusse sotto il dominio del governo austro-asburgico, questo azzerò, seguendo la sua logica accentratrice e burocratica, l’autonomia della quale in Val Lagarina la Destra Adige aveva fruito per quasi nove secoli. Il “Comun comunale” fu sciolto definitivamente il 10 agosto 1818.17 L’imperial regio Capitanato del Circolo di Rovereto decretò conseguentemente la suddivisione dei terreni indivisi del Comunale tra le “sedici ville”. A Villa vennero assegnate, per un valore com- plessivo di fiorini 7.736, due porzioni di Pianezze e la località Lamol.

Conclusione

Le “comunità” storiche della Vallagarina, il plurisecolare “Comun comunale” e la prima “Co- munità della Vallagarina”, possono vantare come plusvalore la loro origine. Sono sorte entrambe e- rette come istituzioni spontanee, aggregazioni comunali volute e decise dal basso, dai comuni. Ambedue hanno sofferto al loro tramonto della patologia localistica del campanilismo: più dif- fuso e strisciante, quello del “tutti contro uno” (Rovereto) nella decennale esperienza della prima Comunità di Valle (1959-1969); caratterizzato dal conclamato (da Pomarolo) “uno contro tutti” nel caso dell’esperienza plurisecolare del “Comun comunale” (ante 1190-1818). Comunque, indipendentemente dai guasti sofferti per effetto di un ottuso, miope e mortifero campanilismo, il medesimo che, sottostando, inibisce ai giorni nostri la nascita di razionali ed efficaci aggregazioni di comuni e l’unificazione di servizi municipali, entrambe queste istituzioni, la più re- cente e la più antica, sono state annullate per intervento determinante di politiche imposte da enti gerarchicamente sovra-comunitari: quelle urbanistiche e di programmazione socio-economica della Provincia autonoma di Trento, ai tempi creativi di un’illuminata amministrazione Kessler, e quelle burocratico-accentratrici dell’amministrazione austro-asburgica nel primo Ottocento. Assolutamente diverso, non comparabile, è al contrario il caso della vigente cosiddetta “Co- munità della Vallagarina”, la cui deprimente vicenda politico-amministrativa, in attesa di essere fi- nalmente consegnata alla Storia, continuerà presumibilmente ancora per anni a occupare la cronaca quotidiana con le polemiche che la concernono. Corte Costituzionale permettendo.18

17 Peraltro una legge del gennaio 1805 aveva già definito le regole del “Comun comunale” come “illecite combricole di popolo”, facendone presagire la formale soppressione. 18 Riguardo alla “Comunità della Vallagarina” sono stati sollevati forti dubbi di incostituzionalità da parte di illustri poli- tici e giuristi. Si legga, a tal proposito l’intervento dell’avv. Sergio De Carneri, già presidente della Commissione dei Dodici, pubblicato su “L’Adige” del 9 giugno 2014, sotto il titolo Comunità di valle, totale fallimento. La Corte le dichiarerà incostituzionali. L’articolo è integralmente riprodotto in Appendice. 98 Quaderni del Borgoantico 15

Appendice

“L’Adige” - Articolo pubblicato il 9 giugno 2014 a firma dell’avv. Sergio De Carneri

Comunità di valle, totale fallimento La Corte le dichiarerà incostituzionali

Onestà intellettuale: questo è il canone che, secondo Antonio Gramsci, dovrebbe presiedere alla analisi politica, soprat- tutto a quella intesa alla identificazione e alla valutazione degli errori in cui inevitabilmente l’azione politica incorre. È una sorta di autoanalisi diretta alla considerazione dei fatti nella loro dimensione obiettiva, senza condizionamenti di na- tura ideologica o di convenienza o di autoindulgenza, alla presa d’atto, per quanto afflittiva, degli errori, ed alla assunzio- ne, con il necessario rigore, delle conseguenti scelte politiche Ebbene, se la classe dirigente trentina valutasse con questi criteri il corso ed il punto di approdo della «riforma istituzionale» varata nel 2006, che ha dato vita alle comunità di valle, dovrebbe oggi costatarne l’irrimediabile fallimento. E anche qui sono i fatti a parlare: l’estraniamento o l’avversione di gran parte della popolazione trentina, l’indignazione della pubblica opinione nazionale per l’istituzione di nuovi enti elettivi in una provincia già afflitta da gigantismo buro- cratico, mentre è in atto un disboscamento di enti e organi nella stessa Carta Costituzionale, il rigetto da parte dei comu- ni dei nuovi enti considerati corpi estranei imposti dall’alto, ed infine i vizi di incostituzionalità che autorevoli costituzio- nalisti hanno rilevato nella legge, pronosticandone la sicura bocciatura da parte della Consulta La situazione attuale, dopo otto anni di tormentone che ha afflitto la vita ubblica trentina, vede una situazione di stallo poiché procedere sulla vecchia strada è impossibile, ma non si vuole tornare indietro. L’ulteriore prolungarsi dell’attuale stato delle cose è indegno di una classe dirigente che voglia essere all’altezza di questo nome. Ma un nuovo inizio richiede innanzitutto la identificazione dell’errore che ha inficiato alla base il progetto. Esso consiste nel misconoscimento del ruolo e della forza istituzionale e politica dei comuni trentini. Trenta anni di monar- chia sabauda, aggravati dal fascismo, hanno fatto scempio delle autonomie comunali, e una traccia di questo è rimasta nella cultura della classe dirigente trentina. Tuttavia questa fu solo una parentesi poiché l’Impero d’Austria all’articolo 6 della Costituzione del 1867 garantiva l’autonomia dei comuni, assegnando addirittura ad essi la potestà di istituire imposte proprie, e lo Statuto speciale del Trentino Alto Adige del 1948 assegnava la potestà legislativa per la difesa delle autonomie locali alla Regione, e non alle Province, impedendo in tal modo che questi ultimi enti diventassero padri-padroni dei comuni. Ma c’è di più. Con successiva legge costituzionale la competenza regionale veniva estesa anche agli enti locali ed essa ve- niva elevata al grado primario, mentre la sentenza 132/2006 della Corte costituzionale proibiva qualsiasi ingerenza delle Province nelle competenze della Regione in materia di ordinamento dei comuni. C’è da chiedersi a questo punto come sia stato possibile che la Provincia usurpasse le competenze della Re- gione e dei comuni istituendo sopra di essi un ente intermedio in cui questi hanno un ruolo del tutto sotto or- dinato. La risposta sta nella usurpazione dei poteri del presidente della Regione, ad opera dei presidenti delle Province, che ne ha consentito la spogliazione. C’è da chiedersi ancora come possa la Provincia prevedere ulteriori interventi legislativi per «correggere» la sua legge sul- le comunità, dal momento che la competenza in materia spetta alla Regione. A questo punto «onestà intellettuale» vorrebbe che la attuale classe dirigente avesse il coraggio di un nuovo i- nizio, restituendo alla Regione, che ha da gran tempo legiferato in materia di ordinamento dei comuni, e ne ha efficacemente favorito le unificazioni (senza misure coercitive) la potestà legislativa che le compete anche in materia di comunità di valle, in modo che queste siano finalmente espressione dei comuni stessi. Altrimenti è sempre più probabile che sarà la Corte costituzionale a dirimere la questione. Nel caso (tutt’altro che improbabile) di dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge «istituzionale», l’attuale classe dirigente dovrà rispondere nei confronti della collettività trentina del fallimento di una operazione che ha sconvol- to la vita democratica del territorio per quasi un decennio, del discredito che ricadrà sulla autonomia trentina agli occhi della collettività nazionale, del dispendio di milioni di Euro, dell’avventurismo costituzionale e politico che ha contraddi- stinto fin dall’inizio questa vicenda. Tutto questo significherebbe delegittimazione.

Sergio De Carneri

già consigliere regionale e deputato al Parlamento per due legislature, già membro della “Commissione affari costituzio- nali, organizzazione dello stato, regioni, disciplina generale del rapporto di pubblico impiego” e presidente della “Com- missione dei Dodici” preposta alla elaborazione delle norme di attuazione della Regione a Statuto Speciale Trentino Alto Adige. Quaderni del Borgoantico 15 99

Il territorio della Comunità della Vallagarina

100 Quaderni del Borgoantico 15

La zona industriale di Rovereto Quaderni del Borgoantico 15 101

La zona industriale di Villa Lagarina 102 Quaderni del Borgoantico 15 Quaderni del Borgoantico 15 1

L’Impero di Austria e Ungheria all’inizio della Grande Guerra “Kaiser Franz ruft!”*: Trentini, Sudtirolesi e Tirolesi in Serbia e Galizia *“L’Imperatore Francesco chiama!”

Franco Grones

1914. Cento anni fa iniziava la Grande Guerra o la Prima Guerra Mondiale o “Weltkrieg” come venne chiamata in te- desco. Per questa occasione ho pensato e progettato una mostra dedicata al Cen- tenario della Grande Guerra e in par- ticolare ai Trentini che furono inviati sui fronti di Serbia e di Galizia. In Serbia, per la verità, arrivò solo il 1° Reggimento dei quattro reggimenti di Tiroler Kaiser- jäger. Lì venne ferito gravemente il co- mandante l’Oberst (Colonnello) Guido Novak von Arienti. Gli altri Trentini, erano nei tre reggimenti dei Landes- schützen (la difesa territoriale o, come ho trovato in una maldestra traduzione, “fucilieri regionali”) e negli altri tre reg- gimenti dei Tiroler Kaiserjäger. Durante la ricerca dei materiali riguar- danti uniformi, bandiere, foto, cartoline, immagini ecc. ho trovato due carte del- l’epoca molto interessanti, purtroppo non riproducibili per parti rese illeggibili e quindi ho dovuto operare una riedizione al computer in grandi dimensioni. La prima delle carte illustra i distretti di leva, la seconda la dislocazione delle uni- tà dell’esercito nell’Impero. Nella ricostruzione il problema è stato il reperire i toponimi originali, cosa ardua poiché quelle località oggi hanno nomi in ceco, polacco ecc. Consultando materiale ad hoc sono riuscito a trovare i nomi in tedesco, come erano segnati in origine. Oltre queste due carte ho realizzato la carta politica dell’Impero Austro-unga- rico corredata con lo stemma della mo- narchia asburgica e quelli dei regni, prin- cipati, ducati, contee ecc. La quarta vede la composizione etnogra- Questo è il manifesto della mostra. Riporta A sinistra, molto elaborato, lo stemma reale uno dei ritratti più belli dell’Imperatore Fran- della Serbia; la scritta in cirillico significa fica dell’Impero ovvero le popolazioni cesco Giuseppe, soprannominato amorevol- “Kraljevstvo Srbija” ovvero Regno di Serbia. più rappresentative. mente - e non - “Cecco Beppe”. Il quadro, La quinta è quella della Galizia, un ex- realizzato da Oskar Brüch, è proprietà del Annotazione interessante: Impero Austro- novo anche perché si tratta del principale Bundesmobilienverband - Wien (Vienna). ungarico, Impero Russo e Regno di Serbia Sulla destra dell’Imperatore lo stemma del hanno nel loro stemma un’aquila bicipite e al- fronte di guerra contro l’esercito impe- Regno di Galizia in blu con striscia orizzonta- l’interno, salvo la Serbia, gli stemmi reali con riale russo. le rossa: sopra un corvo nero e sotto tre co- attorno quelli delle “province”. rone in oro (una variante dà il fondo argento). Quaderni del Borgoantico 15 103 2 Quaderni del Borgoantico 15

Questo era l’Impero. Impero con i Regni di Boemia (Böhmen), d’Ungheria (Un- garn), di Galizia (Galizien), di Croazia (Kroatien), di Slavonia (Slavonien), di Dalmazia (Dalmatien), di Bosnia (Bos- nien), il Principato di Salisburgo (Salz- burg), la Contea del Tirolo (Tirol), i Granducati della Transilvania (Sieben- bürgen) e dell’Alta e Bassa Austria (Ober und Nieder Österreich), i Ducati di Slesia (Schlesien), Carinzia (Kärnten), Stiria (Steiermark), Craina o Carniola (Krain), Istria (Istrien), Bucovina (Bukowina) ed infine il Margraviato di Moravia (Mah- ren). In basso lo stemma della monar- chia asburgica e i diciannove dei regni ecc. Qui a fianco la carta dei popoli dell’Im- pero. Purtroppo con la versione in bianco nero diventa difficoltosa la lettura a cau- sa delle lievi differenze nei grigi. La le- genda riporta le dieci più importanti etnie Rutenen (ruteni), Tschechen (cechi), Slo- Ultima annotazione. La bandiera qui so- che sono: Deutschen (tedeschi), Ungaren wacken (slovacchi), Polen (polacchi), pra rappresentata è quella di guerra del- (ungheresi), Rumänen (rumeni), Kroa- Slowenen (sloveni) e infine Italiener (ita- l’Impero con gli stemmi coronati d’Au- ten u. Serben (croati e serbi), liani). stria e d’Ungheria. 104 Quaderni del Borgoantico 15 Quaderni del Borgoantico 15 3

e Krakau (Cracovia); a seguire i capoluo- ghi, come Innsbruck, Sarajevo o Lem- berg (Leopoli in italiano, Lvov per i russi e Lviv per gli ucraini) dove la presenza di caserme e di truppa è notevole. La carta qui a fianco riporta segnati i di- stretti di leva all’interno di più grosse cir- coscrizioni. Va sottolineato che il Tirolo, il Vorarlberg e il Salisburghese hanno la leva fatta solo per reggimenti di Tiroler Kaiserjäger (quattro più uno a cavallo con sede a Wels, vicino a Linz). Un’ultima annotazione è relativa alla to- ponomastica vigente nell’Impero e simi- le su tutte le carte reperite, ridisegnate e riportate nell’articolo: salvo i centri più importanti (non sempre vero) c’è il ri- spetto per la lingua della popolazione re- sidente. Troveremo così Trient per Trento o Triest per Trieste, ma tutti gli altri cen- tri del Trentino e della costa dalmata - La carta grande riporta la dislocazione Balza all’occhio la grande concentrazione partendo da Triest in giù - sono in ita- delle forze navali (poche per la verità) e di forze, maggiore, in quattro grandi cit- liano e non solo anche i nomi ungheresi terrestri dell’Impero Austro-ungarico.. tà: Wien (Vienna), Budapest, Prag (Praga), ecc. sono sovente sottotitolati in tedesco. Quaderni del Borgoantico 15 105 4 Quaderni del Borgoantico 15

Il principale teatro di guerra fu la Galizia: al di là del confine la Grande Russia del Piccolo Padre, lo Zar Nicola II. Ed ecco, ridisegnata e corredata con gli appropria- ti caratteri cirillici dell’epoca la carta dei Distretti Militari Russi, che si commenta e si legge da sola. La Galizia (una volta unita alla Lodomeria, regione ormai rus- sa) dopo un iniziale passaggio in territo- rio russo delle truppe austro-ungariche divenne teatro e cimitero di tante giovani vite. Ritirati a Przemysl (città-fortezza) dovettero arginare l’impeto dei soldati dello Zar sui Monti Carpazi. Ma il primo attacco venne sferrato contro il Regno di Serbia (Kraljevina Srbija) e contro la sua capitale che sorgeva al con- fine dell’Impero e solo in seguito a que- sta agressione l’Impero di Russia dichia- vimento. Dalle carte passiamo ai simboli, Ed ancora le uniformi, diverse nei colori, ra guerra a quello austro-ungarico. A se- alle bandiere con un incredibile affinità: uguali nei contenuti perché chi combatte guire, più che una carta della Serbia è in- Austria, Russia e Serbia hanno in comu- per difendere la propria famiglia, la pro- teressante quella dei Balcani, che furo- ne l’aquila bicipite, disegnata in modi pria casa, la propria terra lo fa con tutto no così irrequieti da avere due guerre nel diversi, ma presente su tanti vessilli che se stesso mentre chi aggredisce non è 1912 e 1913 con tutto lo scacchiere in mo- correranno in quella parte d’Europa. sempre convinto di quello che fa. 106 Quaderni del Borgoantico 15 Quaderni del Borgoantico 15 3

Questa è la bandiera imperiale del- Dritto e rovescio della “Leibfahne”, o rovescio porta il monogramma imperia- l’Impero Austro-ungarico con la nera bandiera Colonnella dei reggimenti dei le, la Madonna su quelle della fanteria e aquila bicipite contornata di stemmi. Landeschützen. La bandiera è bianca e sul dei Tiroler Kajserjäger. L’aquila è nera.

. Un’ultima annotazione è relativa alla to- ponomastica vigente nell’Impero e simi- le su tutte le carte reperite, ridisegnate e Bandiera del 2°Reggimento Cosacco Sul retro il monogramma imperiale dello “Semirechensk” di fede ortodossa. Per zar Nicola II (naturalmente in cirillico) Impero di Russia, bandiera imperiale con quelli di altre fedi al posto della figura con al piede, ma non sempre, due o più aquila su fondo giallo oro. Al centro lo sacra c’è l’aquila imperiale. In alternativa date storiche. Le combinazioni di colori stemma di Mosca con San Giorgio. si possono trovare anche figure di santi. sono tantissime e sempre gradevoli.

Questo è il vessillo reale di Serbia con al Bandiera dei reggimenti di fanteria con i “Per il Re e la nostra nazione” e sotto centro un’aquila bicipite scudo crociata colori panslavi (blu, rosso e bianco). Sul "Con la fede in Dio". Il dritto porta l’im- con quattro acciarini all’interno: è lo rovescio un tondo con l’aquila bicipite. magine di Sant’Andrea. La distinzione stemma dei Karadjordjevic. Le scritte in cirillico significano, sopra: dei reggimenti sui fiocchi alla bandiera. Quaderni del Borgoantico 15 107 6 Quaderni del Borgoantico 15

Viste davanti e dietro. I primi tre sono Tiroler Kaiserjäger. A cavallo, ufficiale e Kaiserjäger in alta uniforme, poi Landesschützen in unifor- me di campagna, Zugführer (Sergente) dei Gebirgsjäger (Cacciatori di montagna). Le illustrazioni dal libro russo in immagine.

L’illustrazione grande è tratta dal libro della Osprey (qui sopra la copertina) con una sentinella intabarrata, un ufficiale in un’improvvisata tenuta invernale ed un gruppo di soldati i marcia. 108 Quaderni del Borgoantico 15 Quaderni del Borgoantico 15 7

Nella prima colonna uno dei libri fonte di conoscenza per le uniformi.

A fianco una delle illustrazioni contenu- Questi sono i “nemizi” dei soldati trentini te. Dell’esercito serbo ho trovato su in- o tirolesi. Il Regno di Serbia, reduce da ternet le bandiere proposte sulla prima due Guerre Balcaniche ha un piccolo colonna. Sotto il libro, con vista dritto e esercito capace di tenere a freno le pre- rovescio e partendo dall’alto sono: reg- ponderanti forze austro-ungariche fino gimenti della Guardia, della fanteria, poi alla fuga verso l’Adriatico e il rifugio in in una seconda versione mentre la terza è Grecia. Per i russi la storia è diversa: un regalo di Tolone (Francia) al 6°Rgt; la dopo una avanzata nemica arrivano in bandiera nera è di una formazione irrego- prima linea oltre duecento reggimenti di lare, mentre l’ultima è quella di un reg- fanteria che sfondano e arrivano fino ai gimento di cavalleria. Carpazi.

Invece dal libro russo, in testa sulla terza colonna, sono tratte tre illustrazioni. La prima (qui sopra) mostra un fante in tenuta di marcia, due ufficiali di cavalle- ria e sulla destra un cosacco della Guar- dia in cappotto (divisa invernale). Sull’altra colonna sono rappresentati i contenuti di due pagine: sopra quattro cosacchi con abbigliamenti diversi e sot- to tre cosacchi ed un fante che indossa l’elmetto francese “Adrian”, presente in tanti eserciti alleati. Quaderni del Borgoantico 15 109 8 Quaderni del Borgoantico 15

Sopra: in bianco-nero non si può determinare il colore delle mostrine al colletto dell’ine- dtificato fante in assetto di marcia.

I Landesschützen ed i Tiroler Kaiserjäger Trentini o Tirolesi portavano la stessa u- niforme della Landwehr austriaca. Nel 1908 viene adottata un’uniforme da combattimento studiata per le truppe da montagna con giacca a un petto con ta- sche applicate, colletto chiuso dritto con mostrine verdi, pantaloni dritti, berretto con visiera e fascia abbassabile, cappotto, il tutto in stoffa di color grigio luccio chiaro (”Hechtgrau”). Curioso che nel 1905-1906 gli Alpini sperimentano con il “Plotone Grigio” un’uniforme più adatta al terreno ma la cui adozione (di quello che sarà fino al 25 aprile 1945 il grigiover- de) verrà rinviata nel tempo e vedrà la luce con la Guerra di Libia nel 1911. Le mostrine verdi saranno quindi uguali sia per i Landesschützen che per i Tiroler vimento. Dalle carte passiamo ai simboli, Ed ancora le uniformi, diverse nei colori, Kaiserjäger e i Gebirgsjäger. La stella al- alle bandiere con un incredibile affinità: uguali nei contenuti perché chi combatte pina (Edelweiß-abzeichen) sulle mostrine Austria, Russia e Serbia hanno in comu- per difendere la propria famiglia, la pro- sarà portata sul berretto e sulle mostrine ne l’aquila bicipite, disegnata in modi pria casa, la propria terra lo fa con tutto come mostra chiaramente la foto gran- de diversi, ma presente su tanti vessilli che se stesso mentre chi aggredisce non è in questa pagina. correranno in quella parte d’Europa. sempre convinto di quello che fa. 110 Quaderni del Borgoantico 15 Quaderni del Borgoantico 15 9

Nella mostra dei Trentini in Galizia non Qui sopra la foto di una banda di Landes- potevano mancare le immagini (oltre alla schützen. È tratta dal libro di Luciano cartografia, figurini in piombo, cartoline Baratter “La Grande Guerra delle Mi- ecc.) delle persone semplici, di quelle noranze”. Oltre ad esser una foto molto che fino al giorno prima erano a lavorare interessante mi ha dato la voglia di creare nei campi o nei boschi; persone che oltre dei musicanti in piombo alti 6 cm, con i al paese dove abitavano forse si erano al- loro stru- menti. Così c’è il “Kapellmei- lontanati di poche manciate di chilome- ster” (Maestro di capella oppure Capo- tri. Adesso erano catapultati ai confini banda) dritto in mezzo al gruppo con dell’Impero, chiamati dall’Imperatore a l’uniforme diversa, al suo fianco destro il combattere un nemico sconosciuto, uo- Tamburo Maggiore con la mazza. Poi gli mini semplici come loro, senza odio, sen- ottoni, tanti pezzi, alcuni con nomi che za rancore. non avevo mai sentito: Fliocorno, Tuba Le immagini arrivate a noi sono commo- Maggiore, Bombardino ecc. Poi quel car- venti perché malgrado indossino una di- rettino con sopra la grancassa, cosa mai visa non hanno per nulla un’aria marzia- vista perché in tutte le bande lo strumen- le. Quell’aria la ritroviamo invece nei to è portato al corpo con delle cinghie. E ritratti in sanguigno eseguiti su carta dal ancora il tamburino, clarino e clarinetto, Capitano Oskar Brüch; sono i cinque ottoni e ancora ottoni. Freiherr Franz Conrad von Hötzendorf Capo di S.M. del K.u.k. Esercito Austro- quaderni intitolati “Unsere Heerführer” Questo per me è un modo come un altro ungarico traducibile come i “Nostri Comandanti per ricostruire storia, senza scriverla. dell’esercito”. Quaderni del Borgoantico 15 111 10 Quaderni del Borgoantico 15

Sopra: poster dedicato al pittore Attilio Lasta Sempre di Attilio Lasta lo schizzo qui so- nella mostra “Kaiser Franz ruft!”. Il ritratto è pra: è l’unica scena di guerra reperita. di Luigi Ratini. Il titolo la dice lunga: “Kosakenattache bei Lobjcnka - Karpaten” ossia “Attacco Attilio Lasta pittore, nato a Villa Lagarina di cosacchi presso Lobjcnka - Carpazi”. nel 1886 e lì morto nel 1975 entra nella Attilio Lasta tornò dalla guerra. Il pe- mostra come pittore nel “Kriegsgeschi- riodo a Wels, ebbe a confidare, era stato chtegruppe” creato in Austria riunendo a uno dei più felici nella sua vita. Wels “inviati speciali”, tolti dai loro reg- Se Attilio tornò a Villa questo non toccò Di Marussig “Machinengewehr-Abteilung” ossia “Reparto Mitragliatrici” gimenti, con il compito di documentare la a tanti altri uomini partiti da Villa i cui guerra. cognomi continuano oggi con i nipoti ed i pronipoti come gli Agostini, gli Ambro- Il Lasta era stato arruolato nel 2.Landes- si, gli Anzelini, i Baldessarelli, i Baldes- schützenregiment “Bozen” a Bolzano ed sarini, i Baldo, i Baroni, i Battisti, i Bol- inviato in Galizia. Nel tempo libero dipin- ner, i Calliari, i Candioli, i Casterotti, i geva ed i suoi lavori vennero osservati da Cavalieri, i Chiusole, i Coraiola, i Curti, i un capitano che lo segnalò alle autorità. Dorigotti, i Fogolari, i Galvagni e i Gal- Così nel 1916 entrò a far parte del “gruppo vagnini, i Gasperotti, i Gatti, i Giordani, i di storia di guerra”, forte di una ventina di Grandi, i Graziola, i Manica, i Marzari, i artisti, che documentava la guerra. Miorandi, i Pasquali, i Pederzini, i Pe- Purtroppo delle opere successive al 1916 trolli, i Piazzini, i Roberti, i Rossi, i San- non ho trovato traccia, invece ho reperito donà, gli Schrinzi, i Sighele, i Todeschi, i su pubblicazioni alcuni lavori eseguiti nei Tonini e gli Zandonai. Carpazi nel 1914 - 1915 e terminate negli 77 di essi non tornarono a casa e rimasero sepolti nella lontana Galizia. anni successivi. Sotto alcuni esempi. Stary Korczyn, attacco alle posizioni russe.

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Cento anni fa a Villa Lagarina Agosto 1914 - maggio 1915 – La guerra lontana

Giovanni Bezzi

Introduzione rati a passare la frontiera tra Ser- bia e Bosnia), si sentì in diritto di Continuiamo il racconto, inizia- “fare la voce grossa” nei confronti to sul “Quaderno” dello scorso della Serbia, accusandola di essere anno, di una specie di “cronaca” responsabile dell’attentato. dello scorrere dei giorni di cento anni fa: ci eravamo lasciati ricor- Questo atteggiamento può essere dando gli ultimi giorni del mese di spiegato solo con la sensazione, che luglio del 1914, quando il nostro negli ultimi anni aveva preso sem- paese (insieme a tutto il Trentino), pre più piede a Vienna, soprattutto faceva parte dell’impero austro- tra gli alti gradi dell’esercito e del ungarico; in quei giorni, inaspetta- Ministero degli Esteri, che la Ser- tamente (almeno per la gran parte bia costituisse un pericolo mortale della gente comune che riceveva le per il futuro dell’Impero: il giova- “notizie dal mondo” solo tramite i ne stato slavo (da pochi decenni si giornali), era scoppiata la guerra. era reso indipendente dall’impero Ottomano), si poneva l’obiettivo di Inaspettatamente, abbiamo detto, unire in una “Grande Serbia” tutti anche se un mese prima (precisa- Dobbiamo ricordare che attentati gli slavi del sud (compresi slove- mente il 28 giugno), a Sarajevo mortali contro “personalità politi- ni, croati e bosniaci che facevano un nazionalista serbo-bosniaco, che” non erano affatto una novità parte dell’impero austro-ungarico), Gavrilo Princip, aveva ucci- nel tempo della “belle epoque”: ripetendo nei Balcani quella che so l’erede al trono dell’Austria- negli ultimi 25 anni, erano stati nel corso dell’Ottocento era stata Ungheria, Francesco Ferdinando uccisi 2 presidenti francesi, un pre- la “costruzione” del Regno d’Ita- e la moglie Sofia, mentre erano in sidente degli Stati Uniti, 2 Primi lia partendo dal piccolo Piemonte visita al capoluogo della Bosnia- Ministri spagnoli ed uno russo, il (non per niente un autorevole gior- Erzegovina che da pochi anni era Re d’Italia Umberto I, l’imperatri- nale nazionalista serbo si chiamava stata annessa all’impero Austro- ce d’Austria-Ungheria Elisabetta “Piemont”). Ovvio quindi che da ungarico. (la famosa Sissi) ed uno zio dello parte austriaca si cercassero tutte Zar di Russia; in tutte quelle occa- le occasioni per mettere un freno In tutto l’impero c’erano stati alcuni sioni nessuno si era mai sognato di a queste mire espansionistiche che giorni di stupore e cordoglio uniti a ritenere uno Stato “responsabile” oscuravano il futuro dell’impero e qualche manifestazione di protesta del comportamento degli attenta- l’uccisione di Ferdinando sembrò contro la Serbia, subito accusata tori (che di solito si richiamavano l’occasione ideale per ridimensio- dalla stampa di avere delle gravi a motivazioni sociali o politiche, nare le pretese serbe. responsabilità nell’organizzazione tipicamente al nazionalismo e/o dell’attentato (o quanto meno di all’anarchia). Ma la piccola Serbia non era sola non aver vigilato su associazioni e se poteva permettersi una politi- nazionaliste serbe che si battevano, Questa volta però, l’Austria, anche ca estera “aggressiva” era perché anche con mezzi violenti, per l’u- se attraverso l’indagine ed il pro- aveva l’appoggio del grande impe- nione della Bosnia al giovane stato cesso ai giovani cospiratori non era ro russo che da sempre si atteg- serbo), ma nella prima settimana di riuscita ad avere prove certe della giava a protettore di tutti gli slavi, luglio sembrava che tutto potesse partecipazione del governo serbo particolarmente di quelli che erano risolversi diplomaticamente, con (al massimo si poté ipotizzare la (o erano stati) soggetti per secoli qualche minaccia da parte austria- connivenza di qualche ufficiale dei ai musulmani turchi-ottomani; è ca ed altrettante scuse e promesse servizi segreti serbi che avrebbe vero che la Russia non si trovava da parte serba. fornito le armi ed aiutato i congiu- in una posizione particolarmente Quaderni del Borgoantico 15 113

bia sperando che tutto si risolva in una piccola guerra locale; la Ser- bia è decisa a resistere perché la Russia non l’abbandonerà, anche se questo significherà l’entrata in guerra della Germania a fianco dell’Austria; la Francia è impe- gnata (da anni) ad aiutare la Rus- sia se questa verrà attaccata dalla Germania; l’Inghilterra (che non è formalmente legata da alcun patto militare) è ben decisa ad impedire che la Germania, con un’eventuale vittoria su Russia e Francia, diven- ga la potenza egemone in Europa, rompendo l’equilibrio che ha con- sentito agli inglesi di dedicarsi al loro grande impero mondiale; si attende solo la prima modesta scin- tilla della dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia, per far scattare il domino delle alleanze con una serie di automatismi che nessuno riuscirà a fermare.

Ma nulla di tutto questo trapela sulla stampa, nulla sembra turbare la bellissima, calda estate del 1914 (lo ricorderanno, con nostalgia forte: nel 1905 era stata sonora- Guglielmo è certo e lo dice aperta- appassionata, molti contempora- mente sconfitta dal Giappone e mente, che se l’Austria colpirà pre- nei), con l’aristocrazia e la borghe- subito dopo una rivoluzione popo- sto e duramente la Serbia (appro- sia che godono le vacanze al mare o lare aveva messo in serio perico- fittando dell’emozione suscitata nelle città termali, nelle località di lo il dominio assoluto dello zar e in tutta Europa dall’attentato), la montagna appena “scoperte” (come dell’aristocrazia; questa debolez- Russia non si muoverà. È convinto l’imperatore d’Austria Francesco za l’aveva costretta ad accettare, che “… lo zar, mio cugino, non si Giuseppe in Tirolo), o nelle crocie- seppure con molte proteste, che metterà dalla parte di banditi regi- re marittime (come l’imperatore di l’Austria nel 1908 si annettesse la cidi”; si vedrà presto quanto poco Germania Guglielmo II a bordo del Bosnia-Erzegovina, ma negli ulti- le parentele tra le case regnanti val- suo yacht nel Mare del Nord). Uno mi anni, grazie anche a sostanziosi gano nella politica dei nuovi stati storico inglese ha descritto questo aiuti finanziari della Francia (con europei. D’altra parte i capi dell’e- ultimo periodo di pace parlando la quale aveva stretto un’alleanza sercito tedesco sostengono che se dei politici europei come di son- in funzione anti-germanica), era una guerra contro la Russia deve nambuli che avanzavano ad occhi riuscita a risollevarsi sia economi- esserci, è meglio che avvenga subi- chiusi, leggeri e spensierati, quasi camente che militarmente ed ora to con la Germania all’apice della a passo di valzer, verso il baratro. era ben decisa a farsi valere. sua forza e prima che i russi com- pletino il riarmo del loro esercito e Nulla sembra turbare nemmeno la L’Austria per imporsi sulla Serbia rafforzino la loro economia. piccola vita quotidiana del Trentino doveva dunque fare i conti con la e di Villa Lagarina (come abbiamo Russia e quindi prima di muove- I giochi quindi al 7 luglio 1914 cercato di descrivere nel Quader- re il passo fatale verso i serbi, si sembrano già fatti, anche se tutto no dello scorso anno), fino a quel rivolse alla Germania che ancora il quello che abbiamo delineato 24 luglio 1914 quando improvvi- 7 luglio, per bocca dell’imperatore è ancora chiuso nel segreto di samente i giornali annunciano il Guglielmo II, garantì il suo appog- poche cancellerie e di pochi Stati “grave ultimatum” dell’Austria gio incondizionato (rilasciando Maggiori degli eserciti: l’Austria, alla Serbia e poi, nel giro di pochis- all’Austria una “cambiale in bian- con l’appoggio della Germania, è simi giorni, quasi una valanga che co” come scriveranno gli storici). pronta ad una guerra contro la Ser- si forma, si ingrossa, si abbatte su 114 Quaderni del Borgoantico 15

tutto e su tutti: ordine di mobili- “L’Amico delle Famiglie” (dal disposizioni che il governo prende tazione, la guerra contro la Serbia 1893) e “Il Messaggero di appena scoppia una guerra, è quella è cominciata, trattative di pace si Maria” (dal 1900); di istituire una censura, più o meno confondono a notizie di mobilita- • sul fronte socialista, “L’Avvenire rigida, ma sempre presente, su zioni da parte di Russia e Germa- del Lavoratore” e “El Batocio” ogni tipo di carta stampata (oggi, nia, attese febbrili, dichiarazioni che poi mutò nome ne “Il Lavo- ovviamente, queste stesse misure di guerra da una parte e dall’altra, ro” ed infine ne “La Riscossa” restrittive vengono prese anche per non c’è più tempo né per fermare tutti settimanali di propaganda; radio, televisioni o quant’altro, ma gli avvenimenti, né per capire né • Il Corriere del Leno – giornale cento anni fa bastava controllare i per recriminare: è la guerra, anzi è di notizie bi o tri settimanale che giornali). la Grande Guerra! usciva a Rovereto dal 1906 • L’Eco del Baldo – settimanale Giustamente si afferma che in ogni di notizie di Riva del Garda dal guerra, la prima vittima è certa- La stampa del tempo 1903; mente la verità, da ciascuno dei • “Il Contadino” giornale bi-setti- contendenti bistrattata e piegata per Nel precedente numero dei Qua- manale della Lega dei Contadini servire al proprio interesse: si dice derni, avevamo precisato che gran di Isera dal 1910 (e si fa dire ai giornali) solo quello parte delle fonti a cui avevamo che si vuole far sapere, gonfiando attinto era costituita dai quotidiani Una notevole produzione giornali- le perdite del nemico e sminuendo e dai periodici che si stampavano stica ci dà il segno di una vivacità le proprie, dando enfasi magari a in Trentino in quel tempo; anche lo politica e culturale davvero impen- minime scaramucce (se vittoriose) studio di quest’anno si basa sulla sata in una piccola, periferica pro- e ignorando o sottacendo le proprie stampa locale che qui elenchiamo vincia dell’impero austro-ungarico sconfitte. brevemente, rimandando chi ne che magari pensavamo “ingessata volesse sapere di più al Quaderno e retrograda”. Certo per noi che guardiamo le del 2013. cose da molto lontano ed abbiamo La stampa, in periodo di guerra, la possibilità di confrontare fonti Quotidiani: non è ovviamente libera di dire e diverse è facile “scoprire” le veri- • L’Alto Adige – giornale “stori- scrivere ciò che vuole, visto che tà nascoste, ma per i nostri nonni, co” dell’Associazione Liberale in ogni nazione, una delle prime legati, come detto solo ai giornali, Democratica Trentina, portavo- ce della borghesia, politicamen- te schierata per l’autonomia del Trentino e, in misura minore, per l’unione con l’Italia • Il Trentino – del Partito Popolare, diretto da Alcide Degasperi, por- tavoce del mondo clericale, tra- dizionalmente fedele all’Austria e sostenitore di un’autonomia trentina all’interno dell’Impero • Il Popolo, giornale del Partito Socialista Trentino, diretto da Cesare Battisti, che sta viven- do una fase di transizione da un internazionalismo della classe proletaria all’interno dell’Au- stria, alla scelta personale di Bat- tisti (ma non del Partito Socialista Trentino) per l’Italia. Il giornale cesserà le pubblicazioni anco- ra nell’agosto del 1914, quando Battisti passerà in Italia.

Periodici: • La Squilla che si riferiva all’am- biente clericale-popolare, come Quaderni del Borgoantico 15 115

la verità era solo quella riportata rina (al Sindaco Romina Baroni ed (Consiglieri, tra i quali c’era anche dalla stampa nazionale e locale. al Responsabile dell’Archivio Sto- il pittore Attilio Lasta). Segretario C’erano, è vero, anche le lettere dei rico Roberto Adami), per avermi Comunale è Galvagnini Pietro. soldati dal fronte, ma anche in que- concesso di consultare i documenti sto caso ben difficilmente si dice- originali del periodo interessato. La sede del Comune (dal 1886 e lo vano le cose come erano: da una sarà fino al 1929) è nella piazza della parte c’era la censura militare che E poiché siamo ai ringraziamenti, chiesa, nell’edificio costruito (pro- controllava tutta la posta, dall’altra consentitemi anche questa volta prio nel 1886) su progetto di Dome- c’era una sorta di auto-censura da di aggiungerne uno, veramente nico Sandonà, che ospiterà anche parte dei militari, soprattutto per speciale, per mia moglie Lia, non le scuole elementari e per un certo non voler spaventare o preoccupa- solo per la pazienza con la quale ha tempo anche l’asilo e che ora, nuo- re chi stava a casa con la descrizio- seguito il mio impegno, ma anche vamente ricostruito, è appena diven- ne “nuda e cruda” di una vita spes- per i tanti, preziosi consigli e l’at- tato, di nuovo, la sede municipale. so insostenibile. tenta lettura del manoscritto. Il paese, è abitato per circa un terzo Una fonte più vicina alla realtà è da agricoltori (diretti o mezzadri e data dai diari, da scritture che spes- Qualche parola su Villa braccianti), un terzo da operai che so il militare faceva per sé stesso, Lagarina nel 1914 lavorano in gran parte a Rovereto o un pro-memoria degli avvenimenti dintorni ed un terzo da possidenti, senza alcuna previsione di pub- Soprattutto a beneficio di chi non professionisti e commercianti: una blicarli; molti di questi diari sono ha letto la “puntata precedente”, situazione abbastanza anomala, stati conservati e, da qualche anno, riportiamo alcune notizie sul nostro rispetto agli altri paesi del Trenti- anche pubblicati: è giusto ricordare paese nel 1914 per consentire di no, dove gli agricoltori erano alme- la collana “Scritture di Guerra” edita immergerci un poco nella realtà di no quattro quinti della popolazio- dal Museo Storico della Guerra di quel momento. ne; anche questa distribuzione di Rovereto (ben 10 volumi di diari occupazioni dà il senso di quanto di combattenti e profughi trentini Villa Lagarina (all’interno del Land Villa fosse già a quei tempi un cen- della Prima Guerra); nel numero Tirolo con capoluogo Innsbruck) tro amministrativo e commerciale, 10 è stato pubblicato anche il diario è un piccolo Comune di 103 etta- molto più simile (seppure in picco- di un nostro concittadino, Rodol- ri (soltanto Marano, nel distretto lo) alle città che non agli altri paesi fo Bolner, nato a Villa il 2 agosto di Villa Lagarina - pari all’incirca vicini. 1887, ultimo di 13 figli di una fami- all’attuale Destra Adige - è più pic- glia contadina, morto a Rovereto colo con 83 ettari, mentre i Comu- Dal punto di vista religioso, Villa nel 1985, dopo una lunga carriera ni più estesi sono Castellano con è una parrocchia retta da un arci- di insegnante elementare. Al suo 1.623 e Garniga con 1.306); il terri- prete-decano (don Emilio Visintai- diario “di richiamato” faremo qua torio comunale corrisponde sostan- ner), che ha giurisdizione su tutta e là riferimento, per completare il zialmente all’attuale centro abitato: la Destra Adige. racconto della guerra, aggiungendo Piazzo infatti fa parte del Comune alle voci dei giornali e di chi viveva di Pomarolo mentre Pedersano e in paese, anche quella di un nostro Castellano sono Comuni autonomi. Una guerra diversa concittadino al fronte. La popolazione è di 683 abitanti; Come avete visto dal sottotitolo, i Comuni più popolosi del distret- tutto il periodo che stiamo esami- Ringraziamenti to sono Pomarolo (1.542), Aldeno nando è dominato dalla guerra: (1.468) e Nomi (1.064), ma anche una “guerra lontana”, l’abbiamo Parlando di libri e di giornali, mi Castellano (787) e Pedersano (692) chiamata, perché nel periodo che corre ovviamente l’obbligo non sono più popolosi di Villa. stiamo esaminando (per quan- solo di segnalare che, quasi tutte to riguarda l’Austria e quindi i le pubblicazioni sopra citate, si Il Comune è retto dalla Rappresen- nostri trentini), si svolse ai confini trovano in consultazione presso la tanza Comunale (l’attuale Consi- con la Serbia o più lontano anco- Biblioteca Civica di Rovereto, ma glio), formato da un Capocomune ra nella Galizia (una regione che anche di ringraziare i bibliotecari (Sindaco, il barone Francesco de attualmente è divisa tra Polonia ed per la cortese disponibilità che mi Moll che conserverà la carica dal Ucraina), dove l’impero confinava hanno riservata. 1891 fino al 1918), da due Deputati con la Russia. (Assessori, Marzani Silvio di pro- Altrettanta riconoscenza voglio fessione farmacista e Coser Luigi, Ma oltre che “lontana” (geografi- esprimere al Comune di Villa Laga- insegnante) e dai Rappresentanti camente, ma non certo dal cuore, 116 Quaderni del Borgoantico 15

dalle preoccupazioni e dalle paure mantenimento, equipaggiamento, Tutto questo rende la Prima Guerra sia dei militari che di chi era rima- armamento di milioni di soldati; Mondiale diversa dalle precedenti, sto a casa), questa guerra appare si scoprì invece che lo Stato (ogni la prima “guerra moderna” che ha subito “diversa” da tutte quelle Stato) riusciva a “militarizzare” colpito profondamente (nei corpi che si erano conosciute nel corso ogni aspetto della vita dei propri e nello spirito) le generazioni che dell’Ottocento: dobbiamo ricorda- cittadini, anche l’economia, per l’hanno vissuta e questo giustifica re che – a parte le brevi e perife- indirizzarla a questo unico scopo quel titolo di “Grande Guerra” che riche guerre balcaniche del 1912- di vittoria o morte. le è rimasto anche se poi la Secon- 1913 – l’ultima guerra tra stati da Guerra Mondiale è stata in ter- europei risaliva a più di 40 anni Alla fine si conteranno circa 10 mini di durata, diffusione mon- prima, al 1870 quando la Germania milioni di morti tra i militari ed diale, distruzioni e perdite, ancora aveva sconfitto la Francia e l’Italia almeno 4 tra i civili (senza contare più tremenda, ma senza quel dato ne aveva approfittato per occupare i circa 20 milioni di morti dell’in- di “terribile novità” che aveva Roma e farne la capitale del Regno. fluenza “spagnola” che tra il 1918 accompagnato la Prima. e il 1920 imperversò in tutto il Le guerre dell’Ottocento erano mondo facendo strage di popola- state condotte da eserciti di profes- zioni indebolite dalle privazioni e La mobilitazione sionisti (alcune decine di migliaia dai disagi della guerra). Ma se tre- di uomini) che si scontravano in mendo è il calcolo dei morti, non Prima di iniziare la cronaca del poche battaglie campali (magari minore è il lascito di dolore che ha primo mese di guerra, è opportu- ferocissime ma di pochi giorni), accompagnato milioni di invalidi no spendere qualche parola sulla per concludersi in pochi mesi, con (nel corpo o nella mente), di vedo- mobilitazione generale decretata il scarso o nullo impatto sulle popo- ve, di orfani, di profughi a causa 31 luglio 1914, quando a Vienna ci lazioni civili se non quelle a diretto della guerra (sia durante il conflitto si rese conto che la “piccola guer- contatto con il teatro delle opera- che poi a seguito dello spostamen- ra” dichiarata pochi giorni prima zioni; nel 1914, invece, le nazioni to di confini). Ed infine come non alla Serbia, sarebbe diventata una moderne sono in grado di mobili- pensare alla violenza che la guerra grande guerra con il coinvolgimen- tare praticamente tutta la popola- ha inoculato in milioni di persone, to della Russia. zione maschile adulta, milioni di una abitudine a svilire il valore uomini (15,8 in Russia, 13 in Ger- della vita umana che dalle trincee Per quanto riguarda l’organizza- mania, 9 in Austria-Ungheria, 8 in si è trasferito dopo la guerra, alla zione militare dell’impero austro- Francia, 8,5 tra Gran Bretagna e vita civile, portando alla nascita ungarico, vi rimandiamo al bel colonie, oltre 5 in Italia e così via), di movimenti totalitari (fascismo, saggio di Franco Grones presente ma soprattutto sono in grado di nazismo, bolscevismo), che hanno in questo stesso Quaderno; qui ci “mobilitare” per la guerra tutta l’e- tragicamente segnato i decenni basta dare alcuni dati, soprattutto conomia nazionale, tutti i lavorato- successivi. numerici, per comprendere le stra- ri (comprese le donne che fanno il loro ingresso nelle fabbriche e nei servizi pubblici), tutte le ricchezze del paese (infatti oltre che inaspri- re le tasse e chiedere ai cittadini di sottoscrivere prestiti sempre più ingenti, contraggono debiti inter- nazionali impressionanti), per con- tinuare la guerra non solo fino alla sconfitta dell’esercito (come acca- deva prima), ma fino al totale esau- rimento di ogni risorsa nazionale.

Ironicamente possiamo osservare che i pochi che avevano previsto una guerra così “totale” da assor- bire tutte le energie della nazio- ne, avevano concluso che sarebbe durata settimane o pochi mesi, perché nessuna economia nazio- nale avrebbe potuto sostenere il Quaderni del Borgoantico 15 117

ordinarie dimensioni dell’impegno militare dei trentini nell’eserci- to austriaco (sia come numero di mobilitati che come perdite).

La chiamata alle armi riguardava tre categorie di militari: gli appar- tenenti all’esercito comune (i tren- tini di solito inquadrati in uno dei 4 reggimenti Kaiserjaeger o Caccia- tori Imperiali), i Landes Schutzen o Bersaglieri Provinciali (una milizia reclutata solo nella provincia del Tirolo) ed infine la Milizia Territo- riale (formata dalle classi d’età più anziane).

In quel momento si trovavano già alle armi gli appartenenti alle classi 1890,91 e 92 (ma bisogna ricordare che in tempo di pace, solo una parte dei coscritti abili veniva effettiva- C’è da aggiungere che al comando termine del conflitto assommeran- mente chiamata alle armi, tramite di questi reparti misti trentino-tiro- no a circa 10.500 persone. sorteggio) e l’ordine di mobilita- lesi, c’erano ufficiali appartenenti zione riguardò: quasi esclusivamente al gruppo * * * • la classe 1893 (non ancora adde- tedesco: nel 1914 in tutto l’eserci- strata) to, si contava un 76% di ufficiali Dato questo primo “quadro d’insie- • tutti quelli delle classi 1890,91 e tedeschi, seguiti da ungheresi con me”, iniziamo ora, mese per mese, 92 che non si trovavano già alle l’11%, cechi col 5% e numeri mar- la nostra cronaca nella quale use- armi ginali per tutte le altre nazionalità remo un procedimento “a zoom”, • i riservisti delle classi dal 1882 (rarissimi i casi di ufficiali trenti- vale a dire, dando prima le notizie al 1889 ni). “dal Mondo”, per poi restringere • la milizia territoriale delle classi lo sguardo al Trentino ed infine al tra il 1872 e il 1881. Nel corso dei primi 5 mesi di guer- nostro paese. ra, le perdite austriache (tra morti, Quindi tutti gli uomini abili dai invalidi, dispersi, e prigionieri) 21 ai 42 anni dovevano immedia- furono tremende: si parla di circa Agosto 1914 tamente presentarsi alle rispettive 1 milione di combattenti, infe- caserme per essere equipaggiati riori a quelle russe (1.200.000), Nel Mondo Seguiamo ora la cro- e (tranne la Milizia Territoriale), ma superiori a quelle tedesche e naca attraverso i giornali locali. inviati al fronte. francesi (circa 700.000 ciascuno): Gli ultimi giorni di luglio si erano i 4 reggimenti di Kaiserjaeger, ad caratterizzati per una grande incer- Per quanto riguarda il numero dei esempio, tra morti, prigionieri e tezza sul fatto che la guerra potes- richiamati, ci sono dati ufficia- invalidi, contarono 23.000 uomini se o meno rimanere localizzata tra li solo a livello di Provincia del (di cui circa 9.200 trentini), pari Austria e Serbia: il 29 si riportava il Tirolo (che comprendeva oltre alle praticamente al 100% della forza manifesto imperiale “Ai miei popo- attuali provincie di Trento e Bol- iniziale, totalmente rimpiazzati li” in cui Francesco Giuseppe spie- zano, anche il Tirolo austriaco) per dalle successive chiamate alle armi gava “… la necessità di porre fine un totale di 63.000 uomini, di cui di altre classi. alle provocazioni ed agli oltraggi e 28.000 Kajserjaeger, 21.000 Landes perciò, dopo un inutile tentativo di Schutzen e 14.000 della Territoria- Tra il 1915 e il 1918, furono infatti monito pacifico, si dovette ricorre- le, ma valutando la percentuale di mobilitati altri 28.000 trentini che re alle armi.” Il giorno successivo trentini sulla popolazione comples- portarono il totale dei richiama- si esprimeva ottimismo sulla loca- siva, si può calcolare che i “nostri” ti a circa 59.000 uomini (su una lizzazione del conflitto, ma in un richiamati nell’agosto 1914 siano popolazione totale di poco più di trafiletto accanto si notava “ preoc- stati circa 27.000 (oltre ai 3-4.000 300.000 abitanti) con perdite com- cupazione per l’incognita russa” e che già si trovavano alle armi). plessive (morti e dispersi) che al si confidava in una “conferenza di 118 Quaderni del Borgoantico 15

pace a Londra”. Intanto nelle pagi- City è balzato subito al 10%; da che la guerra sia voluta da tutti! Si ne interne si denunciava l’improv- Parigi l’annuncio che Jean Jaures parlerà poi di “comunità d’agosto” viso rincaro dei viveri a Trieste. leader dei socialisti francesi che si di un momento di concordia nazio- Il 31 si commentano i primi com- era battuto contro la guerra, è stato nale, di patriottismo che unisce battimenti sul Danubio ed il bom- assassinato da un estremista di classi e partiti fino ad ieri divisi da bardamento austriaco su Belgrado destra. In questa ridda di tragiche ostilità pesanti. Il Kaiser Gugliel- ma, cosa più preoccupante, l’editto notizie, sul giornale “Alto Adige” mo II ricevendo i parlamentari che dello zar per la mobilitazione e una appaiono i primi spazi bianchi: hanno appena votato quasi all’una- conseguente dura presa di posizio- sono i primi interventi della censu- nimità i crediti di guerra (compresi ne della Germania che a sua volta ra che poi si ripeteranno con mono- i socialisti che fino a ieri si erano mobilita; Belgio e Olanda ribadi- tona continuità (ed anzi aumente- detti contro ogni guerra in quanto scono la propria neutralità. ranno) a mano a mano che notizie o strumento della borghesia contro il Il primo agosto la Germania dichia- commenti giornalistici sulla guerra popolo), dice che d’ora in poi non ra guerra alla Russia ed il successi- non saranno in sintonia con quelli ci saranno più partiti, ma solo tede- vo 3 alla Francia. Lo stesso giorno desiderati dalle autorità. schi. In realtà ora sappiamo che era l’Italia (alleata della Germania e Il 4 agosto la Germania invade il stato abbastanza facile per i gover- dell’Austria fin dal 1882), dichiara Lussemburgo ed il Belgio per aggi- ni organizzare delle “manifesta- la propria neutralità in quanto l’al- rare le difese francesi lungo il Reno, zioni spontanee” di sostegno alla leanza aveva una scopo difensivo, ma questa invasione di stati neu- guerra (e di darne una grande eco cioè obbligava gli alleati ad interve- trali dà all’Inghilterra (che aveva sui giornali), soprattutto riuscen- nire se uno di loro veniva attaccato, garantito la neutralità del Belgio do a far apparire la propria guerra mentre in questo caso era evidente assieme a Francia e Germania), il come “difensiva” contro i nemi- che era l’Austria ad assalire la Ser- motivo per entrare in guerra con- ci che stavano assalendo. Al di bia. Il ministro degli Esteri italiano tro la Germania. Ormai siamo alla fuori delle grandi città prevaleva, San Giuliano ha però ricevuto gli follia completa: il 5 agosto l’Au- come nei nostri paesi trentini, più ambasciatori austriaco e tedesco stria dichiara guerra alla Russia, preoccupazione e paura che non per confermare il “pieno appoggio mentre il Montenegro la dichiara esaltazione guerresca; i richiamati diplomatico dell’Italia ai suoi alle- all’Austria ed il giorno succes- facevano il loro dovere presentan- ati”. L’Inghilterra intanto annuncia sivo è la Serbia a dichiararla alla dosi alle caserme, ma certo senza che “agirà se la Francia sarà minac- Germania. I giornali riportano di entusiasmo bellicoso: si pensava ciata”, ma il mondo degli affari è in grandi manifestazioni di euforia in alla campagna che attendeva l’o- fibrillazione: il tasso di sconto alla tutte le capitali d’Europa: sembra pera del raccolto (“come faranno le nostre povere donne da sole?”) e si sperava, come ripetevano gli ufficiali, che in poche settimane (per Natale sicuramente), saremo di ritorno. Intanto le operazioni belliche vanno avanti. I giornali riporta- no con grande enfasi l’avanzata tedesca in Belgio (il 16 è caduto l’ultimo forte di Liegi) ed ormai in Francia; ma anche sul fronte orientale, verso la Russia, le arma- te tedesche guidate da Hindenburg (il suo ritratto appare più volte in prima pagina), riescono a sbara- gliare i russi a Tannenberg; quasi sottotono le cronache dell’esercito austro-ungarico: “combattimenti vittoriosi sul confine serbo, avan- zata in Galizia, forti scontri ad oriente”, ma nessun nome di città importante conquistata. La veri- tà (sempre molto “criptata dalla censura”) verrà a galla verso fine mese, quando si scopre che in real- Quaderni del Borgoantico 15 119

è pronto a trasferirsi a Bordeaux, considerando che ormai i tedeschi sono ad un centinaio di chilometri da Parigi.

Nel Trentino Le cronache citta- dine, con lo scoppio della guerra, sembrano improvvisamente impo- verirsi: non solo vengono ridot- te alle ultime pagine dallo spazio riservato alle cronache belliche, ma perdono gran parte della loro varietà e vivacità; soprattutto in queste prime settimane, tutto sem- bra ridursi a dettagli dell’atmosfe- ra di guerra che domina anche la vita trentina. Largo spazio ai par- ticolari della mobilitazione (chi deve presentarsi, dove, quando) e disposizioni sui servizi pubblici (nuovi orari delle ferrovie, poste, tà l’esercito austriaco è in difficol- chi sarà il nuovo Pontefice che negozi), e prime proteste sul caro tà, i russi stanno avanzando nella riceve un’eredità così difficile con viveri (evidentemente i negozianti pianura galiziana minacciando il mondo in guerra. non hanno perso tempo nell’ag- il capoluogo Leopoli e premono Il mese termina con battaglie giornare i loro listini); già il 5 ago- verso i Carpazi. per terra (tra austriaci e russi che sto il Comune di Trento pubblica Intanto il 20 agosto il Giappone continuano ad avanzare in Gali- un “calmiere” dei prezzi massimi aveva dichiarato guerra alla Ger- zia, ma dai giornali non si capisce per gli alimenti e le istruzioni per la mania, approfittandone per lan- molto) e per mare (scontro navale “posta da campo”, cioè le modalità ciarsi alla conquista di alcune isole ad Helgoland tra flotta inglese e per l’invio delle lettere ai richia- del Pacifico e di una zona della tedesca, che sembra aver avuto la mati. Altre due notizie che danno il Cina che facevano parte dell’impe- meglio); intanto la città universi- senso del momento: i regnicoli (cit- ro germanico. Nello stesso giorno taria di Lovanio in Belgio, viene tadini italiani emigrati per lavoro muore a Roma Papa Pio X (tutti i quasi completamente distrutta in Austria o Germania), tornano in giornali oltre a riportare ampi ser- dai tedeschi (compresa la famo- Italia, mentre l’ospedale di Trento vizi in prima pagina, si chiedono sa biblioteca);il governo francese organizza un corso accelerato per infermiere (ce ne sarà bisogno!).

L’8 agosto (mentre Battisti sten- de un appello al re d’Italia per la “redenzione” del Trentino, ovvia- mente non riportato dai giornali, ed il successivo 12 passerà in Ita- lia iniziando subito un’attività di propaganda per la “redenzione” del Trentino), la stampa dà grande spazio alla partenza del I reggi- mento Cacciatori Imperiali dalla stazione ferroviaria di Trento: alle 8,30 il treno parte accompagnato da saluti, doni di fiori, vino e dolci; la truppa appare “marziale, ben vestita ed equipaggiata”;intanto si segnala che d’ora in poi per viag- giare in treno occorre una “legitti- mazione” rilasciata dal Municipio o da Capitanato che “giustifichi” il 120 Quaderni del Borgoantico 15

viaggio; Il Comune dichiara guerra che (Battisti e la moglie avevano con gli occhi arrossati dal pian- agli affamatori e speculatori (ma profuso non solo la loro attività, to; il giorno appresso, si sarebbe intanto si ritocca verso l’alto il cal- ma anche tutto il loro patrimonio vista strappare d’attorno altri 5 dei miere della carne); a Rovereto già per sostenere questa iniziativa edi- suoi figlioli. 25 agosto, in viaggio si parla di organizzare un Comitato toriale, che non era mai stata auto- verso il fronte; arriviamo a Vien- per l’assistenza ai feriti ed ai redu- sufficiente). Mentre si chiamano i na di notte; il treno si ferma e ci ci di guerra; la Festa Votiva del 5 riservisti che erano stati lasciati a fanno scendere. A sgranchirci un agosto è stata celebrata con una casa per provvedere al raccolto e po’? Nemmeno per sogno; ci sono processione insolitamente solenne quelli che erano stati rimandati alla due arciduchesse d’Austria che con grande partecipazione; a Riva visita militare, si annuncia un grave vogliono donare a ciascuno una il Comune pubblica le istruzioni nubifragio sul Garda (con ingenti medaglia della Madonna. Nessu- per ottenere le sovvenzioni di guer- danni) e l’esposizione (nei Comuni no la rifiuta ma i più esclamano: ra alle famiglie dei richiamati. Non di Trento e Rovereto) di una prima Avrebbero fatto meglio a offrirci la manca qualche breve articolo sui lista di feriti e caduti. birra! 29 agosto: siamo in Galizia. problemi incombenti: come assi- Rettilinei di strada ferrata a perdi- curare i raccolti con la partenza di Dal Diario di Rodolfo Bolner: ta d’occhio. Selve di conifere inter- tutti gli uomini validi? La sera del 31 luglio il telegrafo minabili. Arriviamo a Leopoli dove Pochi giorni dopo è il Sindaco di portava l’ordine di mobilitazione finalmente ci fanno scendere dal Trento Zippel che rivolge a tutti i generale. L’impressione enorme treno. Stanchi del lungo viaggio – trentini un appello all’unione, col- di sbigottimento suscitato in tutti 108 ore di treno in vagoni bestiame laborazione e fratellanza in questo da simile comandamento, è più – colle costole rotte ci buttiamo a frangente. A Rovereto si orga- facile da immaginare che descri- terra, ma che dormire! Si battono i nizzano soccorsi di emergenza ai vere. Era appena calata la notte denti per il gran freddo. Il pensiero regnicoli che stanno rimpatriando. quando il capoposto di gendarme- è costantemente laggiù, a Villa, in A metà mese già si parla di guerra ria chiamava all’appello coloro quel lembo di terra benedetta… e costo della vita: ci sono le prime che avrebbero dovuto partir tosto, avvisaglie di scarsità ed aumen- per ignota destinazione.. singhioz- to dei prezzi sull’importazione di zi delle povere mogli, sommes- Settembre 1914 grano dall’Italia mentre si pubblica so parlottare dei vecchi, qualche un primo elenco di offerte al Comi- imprecazione degli adulti; questa Nel Mondo Il 3 settembre i russi tato per l’assistenza alle famiglie la bella scena sulla piazzetta del occupano Leopoli (capoluogo dei richiamati. mio villaggio, davanti alla caser- della Galizia Austriaca) e conti- Il 25 agosto il giornale di Battisti ma dei gendarmi.. Fra i partenti nuano ad avanzare verso occidente “il Popolo” cessa le pubblicazioni: anche mio fratello Silvio.. A mez- (ma dalla lettura dei nostri gior- in parte per l’espatrio del Direttore, zanotte, di ritorno a casa, la mia nali sembrerebbe che i russi stia- in parte per le difficoltà economi- vecchia mamma ancora in piedi no subendo perdite terribili senza grandi avanzate e solo il successi- vo 7 si parla di Leopoli bombardata ed evacuata). Viceversa, sul fron- te occidentale, si parla di grandi avanzate dei germanici in Francia: la via di Parigi è aperta ai tedeschi (ma il 5 settembre i francesi alla Marna bloccheranno l’avanzata ed anzi costringeranno i tedeschi a ritirarsi per non venire accerchiati). Intanto il 4 si riunisce il Conclave che dopo pochi giorni elegge il car- dinale italiano Pecci che assume il nome di Benedetto XV. A metà settembre il sogno tedesco di una “guerra lampo” in Francia si sta già esaurendo, anche se i gior- nali mettono in risalto che la Ger- mania ha fatto 200 mila prigionieri e gli inglesi hanno subito gravi per- dite. Ancora grandi vittorie tede- Quaderni del Borgoantico 15 121

infliggendo perdite enormi al nemico); la Germania sostiene che le sue operazioni in Francia proce- dono bene e deplora la necessità di causare danni alle città artistiche (ma è colpa del nemico che si osti- na a fortificarle e difenderle) come nel caso della cattedrale di Reims. Intanto qualche voce critica si chiede come si riuscirà a finanzia- re questa guerra che già appare di dimensioni colossali? Il 26 settembre gli austriaci in Ser- bia passano di nuovo all’attacco, il governo serbo si rifugia a Nis; intanto i giapponesi occupano la colonia tedesca di Tsing Tao in Cina; e l’editoriale dell’Alto Adige ritorna sulle analisi di fondo: le grandi guerre dell’Ottocento e l’e- conomia mondiale; conclude che in realtà nessun paragone si può fare con la guerra attuale. Unico spraz- zo di ottimismo: una guerra così sche sui russi ad oriente, mentre nita nei suoi contorni, ma anche nei complessa e costosa non può dura- per gli austriaci in Galizia si parla risultati, che, si scopre, non sono re a lungo (qualche mezza colonna di ritirata strategica e le cose non mai definitivi perché ogni eserci- bianca dimostra che la censura “ha vanno meglio in Serbia, dove inve- to è in grado di mettere in campo colpito ancora”). ce di una “passeggiata” fino a Bel- sempre nuove armate. A fine mese i Russi sono sui Car- grado, sono i serbi che costringono 22 settembre: Vittoria tedesca in pazi ai confini dell’Ungheria, tutta gli austriaci a retrocedere oltre la Prussia, ma l’Austria deve abban- la Galizia è stata abbandonata; si Sava; ma la guerra è veramente donare piazzeforti in Galizia (pur “tirano le somme” della grande mondiale perché si parla anche degli scontri tra inglesi e tedeschi in Africa, nell’attuale Namibia (al tempo colonia tedesca). A metà settembre il cancelliere tedesco Bethmann-Hollweg enuncia un “programma per la pace”, che non ci sarà ad ogni costo, ma solo dopo la vittoria tedesca. I giornali pub- blicano un appello di richieste di aiuti per gli sfollati dalla Galizia austriaca che hanno dovuto abban- donare le loro terre invase dai russi: chissà se a qualcuno dei nostri tren- tini sarà passato per la mente che una sorte analoga li attendeva tra meno di un anno? La guerra più grande ed oscura (tito- la l’Alto Adige il 20 settembre): si comincia a capire la differenza con le altre guerre; le battaglie non si chiamano più con il nome di una località, perché il campo di batta- glia si estende per centinaia di km.; ogni battaglia è grandiosa e indefi- 122 Quaderni del Borgoantico 15

battaglia in Francia: due milioni re da portare all’attenzione di tutti di combattenti e 20 giorni di lotta, i negozianti e delle associazioni: si la Germania si ritira dalla Marna e organizza la vendita a scopo bene- si attesta in difesa, ma è sempre in fico di “materiali ufficiali”: coccar- territorio francese; intanto in Afri- de patriottiche, medaglioni con le ca, inglesi e francesi occupano la figure dei due imperatori, bandiere colonia tedesca del Camerun. austriache e germaniche, calendari di guerra, anelli porta-fortuna con Nel Trentino Il 4 settembre è arri- chiodo a ferro di cavallo, il tutto a vato a Trento il primo soldato beneficio delle attività di assisten- ferito, ma nei giorni successivi è za. un continuo di arrivi e di segnala- Ma intanto c’è anche da gestire il zioni di altri trentini ricoverati ad tram-tram quotidiano del paese Innsbruck; c’è anche la notizia del ed ecco quindi il resoconto della primo trentino decorato: è Carlo Commissione Comunale contro Perini di Mattarello, primotenente gli incendi che, come ogni anno, che ha ricevuto la croce di guerra ha ispezionato le canne fumarie: 3 al merito. Intanto il Ministero ha camini trovati danneggiati o fuori stilato una prima lista ufficiale di norma (i proprietari invitati a porre morti (oltre 2.000) e di feriti: si subito in atto le necessarie modi- invitano gli interessati a rivolgersi fiche); la pulizia di tutti i camini è Ottobre 1914 ai Municipi di Trento e Rovereto. stata regolarmente fatta. A metà mese c’è una nuova chia- Giunge la notizia della morte di Nel Mondo Qualche giornale tenta mata per i “rivedibili” delle classi Galvagnini Giuseppe (di professio- già di “vedere” l’Europa dopo la 92,93 e 94; nei giorni successivi, ne contadino, era nato il 04/12/73); fine della guerra: la Francia sarà appaiono anche sui nostri giornali, è deceduto il 07/09/14 in Galizia. quella che pagherà di più (anche gli elenchi dei caduti e dei feriti (si in caso di vittoria) per le distruzio- tratta di liste che continueranno ad Dal Diario di Rodolfo Bolner: ni di una parte consistente del suo apparire, con cadenze settimanali e 3/9. Alle 7 di sera, nel massimo territorio (la più industriale), vice- anche inferiori, fino al 1915, quan- silenzio, ci rimettiamo in marcia. versa la Russia, anche con perdite do ci si renderà conto dell’effetto Come sono faticose queste marce umane più massicce, sarà econo- “negativo” che avevano su tutta la notturne! Appena la colonna ral- micamente meno provata, perché popolazione); l’altra “rubrica” che lenta un po’ il ritmo di marcia, gli il suo immenso territorio agricolo continuerà ad apparire sui giorna- uomini cascano a terra, morti di è praticamente integro (il testo non li è quella delle offerte alla Croce sonno. Solo le urla e le bestemmie piace alle autorità, perché è ampia- Rossa o ad altri comitati benefici, dei sottufficiali riescono a scuo- mente censurato). Intanto si sotto- per l’assistenza ai feriti, ma anche tere i poveri soldati che sotto la linea l’impegno del nuovo Papa per alle famiglie dei richiamati e dei minaccia di punizioni, si alzano e la pace e si assicura che in Austria caduti. Altri aspetti della “vita di barcollando proseguono il cammi- non c’è alcun progetto di imporre guerra” nelle cronache locali: si no…verso l’alba si giunge a poche nuove tasse di guerra (per ora)! crea a Trento un ufficio di infor- case.. in una stalla ci viene conces- Ad est le operazioni sono di segno mazioni per i richiamati ed un altro so di sdraiarci per terra; come si diverso: i tedeschi avanzano e Var- per i prigionieri di guerra, oltre a riposa bene, quantunque per letto savia è al sicuro, ma i russi sono dare continue informazioni su cosa serva il duro acciottolato! Come sempre sui Carpazi e la fortezza di inviare (o non inviare) ai soldati al si rammenta con compiacenza il Przemysl è completamente accer- fronte. comodo letto della propria stan- chiata: inutili i tentativi austriaci zetta laggiù, nella patria lontana! di liberarla (malgrado l’enfasi dei A Villa Lagarina Anche il nostro Mah! 18/9. Piove a dirotto, tutta- nostri giornali su grandi avanzate e Comune, su richiesta dell’I.R. via bisogna partire; giungiamo nel sulle difficoltà dei russi). Luogotenente del Tirolo, delibera pomeriggio al luogo destinato per L’altro tema del mese è il processo di far parte della società di soccor- accamparci, bagnati come pulcini. che si tiene a Sarajevo contro Prin- so della Croce Rossa, versando 10 19/9 Tira un’aria gelida. Si parte cip e gli altri congiurati (comples- corone per le famiglie dei richia- per tempo. La strade sono fango- sivamente sono 24 con imputazioni mati ed altre 10 per le provvidenze sissime; i poveri cavalli faticano a diverse). Alcuni ammettono di aver a favore delle famiglie dei caduti. tirare i carri e di quando in quan- avuto contatti con ufficiali serbi che Ancora in quel mese,la Croce do, qualcuno crepa sotto le stan- hanno consegnato armi e facilitato Rossa invia al Comune una circola- ghe. Siamo bagnati fradici. il passaggio in Bosnia, altri sem- Quaderni del Borgoantico 15 123

plicemente di essere simpatizzanti è ingiustamente accusato l’esercito gravi; un’unica vittima: una vacca della Serbia o “nazionalisti serbi”, germanico”. Sappiamo, purtroppo chiusa nella stalla; stranamente, si ma di non aver avuto alcuna parte con abbondanza di prove docu- sottolinea, una delle 4 case incen- nel complotto. Seguono le arringhe mentate e di processi tenuti dopo diate, era stata distrutta 2 anni fa in dei difensori che definiscono i loro la guerra, che invece atrocità sono un altro incendio. assistiti “vittime dei guerrafondai state commesse in abbondanza, La cronaca giudiziaria si occu- di Belgrado”, sono loro che hanno non solo dai tedeschi, ovviamente, pa di un quarantenne di Folgaria approfittato della giovane età ed ma soprattutto dai tedeschi, nelle condannato a 3 mesi di carcere inesperienza di Princip e degli altri prime fasi della guerra, contro per oltraggio al pudore in danno per fanatizzarli contro l’Austria- la popolazione civile del Belgio, di una ragazzina e di un bresciano Ungheria. Queste giustificazioni, accusata, quasi sempre a torto, di che dopo aver scontato due mesi di ovviamente, non fanno grande effettuare azioni di guerriglia die- prigione per falsificazione di docu- colpo sui giudici: pene severe per i tro le linee del fronte. Come si menti, viene scortato al confine e sei che materialmente hanno parte- vede, anche le notizie “vere” pos- consegnato ai carabinieri italiani. cipato all’attentato (1 solo, Cabri- sono essere usate per “falsificare Continuano le liste di feriti e di novic è maggiorenne e sarà impic- la verità” o quanto meno insinuare caduti, ed iniziano le richieste di cato, gli altri 5–tra cui Princip-sono dei dubbi. famiglie di soldati dispersi che minorenni e vengono condannati Una nota leggera: “La guerra è chiedono notizie (tipo “chi l’ha all’ergastolo), pene minori per tutti colpa della cometa?” La cometa visto” tanto per intenderci), con in gli altri. Princip morirà in prigione, Delavan è stata vista alla fine del più le sollecitazione della Croce poco prima della fine della guerra, 1913 da un osservatorio argentino Rossa ad offrire biancheria e indu- di tubercolosi. e, come si sa, è sempre stata con- menti pesanti da inviare ai soldati Intanto il Consiglio dell’Impero ha siderata foriera di disgrazie. Intan- al fronte. Sempre in tema “milita- deciso: i veicoli dovranno tenere la to, vista la stagione, un giornale si re” si ricorda ai coscritti che devo- sinistra delle strade (per evitare, si chiede: ma le operazioni belliche no presentarsi il 26 ottobre che è sottolinea, l’attuale pericolosa confu- continueranno anche in inverno? opportuno che si presentino con sione in cui ognuno va dove vuole). E come? Purtroppo, lo scopriranno biancheria e vestiti pesanti, meglio Muore il ministro degli Esteri ita- presto i militari di tutti gli eserciti! se di lana o pelliccia. liano San Giuliano (sostituito da Il 23 ottobre c’è stato una scossa di Sonnino che assicura che conti- Nel Trentino In ottobre tengono terremoto in Alta Italia (soprattut- nuerà la politica del predecessore), banco i problemi della vendem- to in Piemonte e Liguria), avverti- mentre in Italia si aggravano i pro- mia e della vinificazione (scarsità ta anche in Trentino, con qualche blemi economici dovuti al forzato di manodopera con tutti gli uomini camino caduto ad Arco, gli scolari rimpatrio di moltissimi emigranti validi alle armi e qualche focolaio che fuggono da scuola a Rovere- dai paesi belligeranti. di filossera riscontrato in Valsuga- to e molta paura tra gli ammalati Un interessante e lungo artico- na), ma si parla anche delle scorte dell’ospedale. Infine si conferma lo sulle “atrocità della guerra”: di cereali per il prossimo inverno che la caccia col fucile è permessa: si parte col ricordare che alcuni (le autorità hanno reso obbligato- erano circolate voci che fosse vie- giornali tedeschi avevano riportato ria la denuncia di tutte le giacen- tata per tutto il tempo di guerra per la notizia che in una trincea fran- ze sia presso agricoltori che com- ragioni di sicurezza, ma le autorità cese conquistata, era stato trova- mercianti); si ripetono i consigli smentiscono. to il corpo di un soldato tedesco agli agricoltori a “non disperdere “crocifisso” ed orribilmente tortu- o abbandonare nulla, anche le A Villa Lagarina Il Comune si rato; la notizia viene ora smentita più piccole parti di raccolto che occupa del Bilancio annuale del dallo stesso comando tedesco e una volta venivano lasciate; non Consorzio per il servizio di medico questo dà l’occasione al giornali- disperare, ma ingegnarsi; anche condotto che viene gestito insieme sta (pensiamo “imbeccato” dalle se il raccolto delle patate è stato ai Comuni vicini; ognuno partecipa stesse autorità militari), non solo scarso, non abbandonare l’alleva- alle spese in ragione dei propri abi- per mettere in dubbio numerosi mento del maiale, perché nel pros- tanti. Il medico (è il dottor Scrinzi episodi analoghi (crocifissione di simo inverno si prevede un forte Enrico senior), riceve annualmen- prigionieri, questa volta francesi rincaro del prezzo della carne”; a te 3.400 cor. più altre 133 per non o inglesi), che spesso erano state metà mese c’è un grande incendio aver usufruito del permesso annua- riportate dalla stampa francese per a Nomi in cui sono andate distrutte le. L’unica altra spesa è quella per dimostrare la “barbarie tedesca” 4 case del rione Piazola; provvi- il segretario (l’onnipresente Gal- (episodi in effetti non suffragati da denziale l’intervento dei pompieri vagnini Pietro che funge anche da alcuna prova), ma addirittura per di Rovereto con una potente auto- segretario comunale), ricompensa- escludere “qualsiasi atrocità di cui pompa, ma i danni sono comunque to con 50 corone. 124 Quaderni del Borgoantico 15

Altre due notizie di morte dal fron- te: il 10 ottobre è deceduto “in Gali- zia, sul fiume San”, Bolner Angelo (era nato il 30/01/1880 a Villa ed era di professione falegname); il 26 dello stesso mese muore invece “in Galizia, sul campo” Todeschi Rodolfo (nato a Villa il 3/2/1888, di professione contadino). Dal Diario di Rodolfo Bolner: 4/10. Oggi è S. Francesco, l’o- nomastico dell’imperatore, ma noi dobbiamo camminare tutto il giorno senza tregua. Quando Dio vuole, a notte buia, ci danno l’Alt! La mia squadra però è chiamata a far la guardia davanti al Coman- do. Lì, a turno, bisogna stare col fucile a baionetta innastata all’a- perto per due lunghe ore. Ci vien intorno alla cittadina di Ypres (ogni ta che in tutti gli Stati ha avuto una però recato il rancio: due cucchiai giorno si annunciano successi, ma crescita enorme, provocando una di zuppa con sopra uno strato di in realtà siamo ormai alla guerra di parallela inflazione e perdita di brodo rappreso che tuttavia passa posizione, con enorme dispendio valore della moneta stessa (ormai giù, e come… 7/10. La fame è forte di materiali e vite umane, ma senza il tempo della circolazione delle e passando per campi di cavo- alcun successo risolutivo). Viene monete d’oro o d’argento è solo un li, tutti sono addosso a divorarli annunciato che il Capo di Stato ricordo). come tante capre. Verso le 3 del Maggiore tedesco Molkte è andato Il Papa pubblica una nuova Enci- pomeriggio i due soliti cucchiai in congedo, sostituito da Falken- clica per la pace che viene definita di zuppa mentre il cannone tuona heim (elogi a Molkte, ma sappia- una voce tra i cannoni: tutti appro- non lontano.12/10. L’alba ci trova mo che in realtà è stato allontanato vano ma nessuno prova a metterla già in trincea; una specie di letto dal Kaiser in seguito al fallimento in pratica! di torrente asciutto; i russi sono della guerra lampo in Francia). a 400 passi e il fuoco di fucileria Nel Trentino Periodo di maltem- va intensificandosi; verso mezzo- Anche l’Italia (come sappiamo po: pare il diluvio universale; il giorno comincia a piovere; a qual- neutrale), approfitta del momen- Brenta è straripato, Fersina e Leno che passo da me, alcuni morti del to per occupare l’isola di Saseno sono ingrossati come non si vede- 59° Fanteria a cui abbiamo dato (davanti all’Albania): il pezzo è va da anni, molte campagne basse il cambio: impossibile seppellirli ampiamente censurato. L’Austria sono allagate; per la ricorrenza sotto il fuoco nemico. Verso sera “contiene” i russi sui Carpazi, assi- dei defunti, si raccomanda a tutti un freddo da morire. L’acqua sta- cura che all’interno della fortez- il rispetto per le lapidi ed i fiori e gnante ai nostri piedi si è gelata. za di Przemysl assediata, tutto va di non lasciar entrare nel Cimitero bene, mentre si lamenta dei serbi ragazzi non sorvegliati da adulti. che compiono violenze e ruberie Intanto si ricorda che con il primo Novembre 1914 nei paesi bosniaci da loro momen- novembre è entrato in vigore l’ob- taneamente occupati. Si annuncia bligo di circolare a sinistra con Nel Mondo Ai primi di novembre la anche che il prestito di guerra ha qualsiasi veicolo. Nuove norme guerra si allarga ancora: la Turchia avuto un grande successo (almeno per la confezione del pane: per tutta entra in guerra a fianco della Ger- 1 miliardo di corone già sottoscrit- la durata della guerra il pane deve mania e dell’Austria contro Fran- to): rende il 5,5% e verrà rimborsa- contenere al massimo il 70% farina cia Russia e Inghilterra ed inizia to dopo la guerra (purtroppo sap- frumento o segala, il resto può esse- le operazioni contro la Russia nel piamo che si trasformerà in “carta re orzo, farina gialla o patate: forti Caucaso, mentre i nostri giornali straccia” con grave danno anche multe ai trasgressori. E, già che riportano le grandi manifestazioni dei molti trentini che lo avevano siamo in argomento, viene pubbli- di simpatia davanti all’ambascia- sottoscritto). Ma proprio poche cato un elenco di contravvenzioni ta turca di Vienna; Il punto focale pagine dopo, c’è un lungo articolo a venditori di frutta e verdura che della guerra sembra la Francia del sulla circolazione della carta mone- vendevano a prezzi esorbitanti, ma Nord, dove i tedeschi premono Quaderni del Borgoantico 15 125

c’è anche l’altra campana, cioè la A Trento si scopre un “accattone naio sia in possesso di farina d’or- protesta di molti negozianti che industrioso”: accattone tradizio- zo o patate”. sostengono che i prezzi del calmie- nale (da sempre invalido da una Benvenuti Federico viene incarica- re non sono affatto remunerativi gamba) si finge reduce ed invalido to di presenziare ad una riunione a ed anzi, presto a quei prezzi impo- di guerra per impietosire i passan- Rovereto presso il Capitanato per sti, non sarà più possibile trovare ti, ma la forza pubblica lo indivi- organizzare rilievi delle scorte di merce da vendere. dua ed arresta; gli vengono inflitti cereali, farine e patate; si esamina Ci sono anche le “minime di cro- 14 giorni di prigione. Le autorità una Nota del Comune di Nogare- naca” fornite dalla polizia: un car- invitano a non spedire generi com- do sulla manutenzione della strada radore multato perché girava di mestibili ai militari al campo (dato Villa Castellano: viene dato incari- notte senza fanale; un carradore il lungo tempo del viaggio e della co a Sighele Giuseppe di sorveglia- denunciato per contegno indecoro- distribuzione, vanno quasi sempre re che “nel quantitativo di ghiaia so nei confronti della polizia e un a male). utilizzato per il mantenimento non albergatore multato per non aver Infine si ricorda che nei distretti di vi siano ladrerie a danno dei sin- rispettato l’orario di chiusura (era Riva e Rovereto, non solo è proi- goli comuni”; si esamina infine la recidivo); allontanato un calzolaio bito fare fotografie all’aperto, ma Circolare riguardante il prestito di disturbatore durante il cinemato- anche portare all’aperto apparecchi guerra (si trattava di un forte sol- grafo, ma trovati e “multati” anche fotografici (la paura dello spionag- lecito a tutte le Amministrazioni a 2 cani senza museruola. Da Rove- gio evidentemente è sempre pre- dimostrare il proprio patriottismo, reto: lode alle signore della Croce sente anche nelle zone di confine sottoscrivendo – e facendo sotto- Rossa che hanno organizzato una con l’Italia, che è ancora alleata e scrivere a tutti gli Enti sottoposti – vendita di beneficenza ricuperando neutrale). tutte le disponibilità liquide), ma si vecchie cose dimenticate in soffitta delibera che nessuna sottoscrizione ed ancora da Rovereto due processi A Villa Lagarina Si esamina il Pre- può essere fatta da parte del Comu- per oltraggio al pudore (i respon- ventivo comunale per il 1915: le ne “stante l’assoluta mancanza di sabili condannati a 3 mesi di car- entrate sono di cor.10.042, le uscite denaro e la gravezza dei debiti da cere duro) e uno per “perturbazio- cor.16.850 con un ammanco di cor. ammortizzare”. ne della religione”: in una osteria 6.808; come di consueto, per rag- Anche questo mese non manca l’accusato aveva proferito triviali giungere il pareggio del bilancio, si la notizia del decesso di un com- bestemmie e commesso atti di irri- delibera un’addizionale del 250% paesano richiamato: si tratta di verenza ad un crocefisso (ammette sulle imposte dirette (fondiaria, di Gasperotti Luigi, contadino nato il parzialmente ed è condannato a 2 industria – compreso traffico giro- 10/09/73 e morto il 4/11/14 all’o- mesi). vago- sugli emolumenti e sulla ren- spedale di Olmutz in Moravia per C’è modo anche per fare un ser- dita di capitali), un’addizionale del colera. moncino educativo dal titolo “per 90% sull’imposta di casatico classi evitare panico nella popolazione”: e 105% su casatico pigioni e 5% Dal Diario di Rodolfo Bolner: è naturale che in periodi di guer- sul reddito fabbricati; addizionale 1/11. È la Festa dei Santi; fuori il ra ci siano notizie allarmanti, ma è del 53% su dazio consumo carni e vento urla impetuoso. Quando mi importante non dar credito a tutto, del 49% su dazio consumo vino; reco alle cucine per il rancio, vedo soprattutto a quelle comari che infine un’imposta di cor. 3 per ogni tumuli ornati con qualche verde “sanno sempre tutto, che conosco- hl. di consumo birra e di cor.5 per frasca e su ognuno una candelet- no le persone giuste, che hanno le bevande spiritose. ta che arde, con un riparo di sassi saputo in via confidenziale…biso- Come ogni anno bisogna anche attorno perché il vento non la spen- gna confidare solo nei comunicati deliberare l’esonero dalla tassa sco- ga; pietoso pensiero dei compagni ufficiali delle autorità”. lastica per figli di famiglie “ritenu- ai camerati caduti. Poveri morti C’è anche la scoperta di un suici- te povere” e nominare un comitato sepolti in questa landa galiziana! dio di un diciannovenne alle Porte per decidere come suddividere la Quanti nostalgici pensieri, oggi! di Rovereto con due colpi di pisto- farina tra le famiglie assistite dalla Penso alla sera dei Santi laggiù, la alla testa; accanto un biglietto: Fondazione Riolfatti (si tratta di nei nostri paesi. Dopo la visita al “Muoio contento perché per me 29 famiglie del paese). C’è poi il Cimitero, il Rosario recitato da la vita era un continuo giogo da problema del pane: si recepisce la tutta la famiglia e poi la scorpac- sopportare; mamma perdonami”. norma appena emanata dal Capi- ciata di caldarroste, il vino nuovo Forse, si consola il giornalista, il tanato sul fatto che il pane venga e le campane che nel silenzio della giovane era affetto da una malat- preparato con il 70% di grano ed il notte, pare implorino anch’esse tia morale: anche il padre, qualche resto di orzo, farina gialla o patate, pace ai defunti…10/11. Siamo in anno prima, aveva posto fine tragi- aggiungendo una postilla quanto piena ritirata sotto una pioggia camente ai suoi giorni. mai significativa: “finchè il presti- continua e con temperature da 126 Quaderni del Borgoantico 15

nel Caucaso), c’è spazio anche per la guerra marittima con un attacco della flotta tedesca alle coste ingle- si (40 morti e 200 feriti). Si comincia a parlare anche dell’at- teggiamento dell’Italia dove è arri- vato il conte von Buelow (ex can- celliere germanico) con l’obiettivo di rafforzare la Triplice Alleanza che l’attuale guerra ha messo in dubbio; il governo italiano sta sondando l’Austria per ottenere dei “compensi” per mantenere la neutralità (si parla, ovviamente del Trentino e di Trieste, abitati in maggioranza da popolazioni di lingua italiana) e mentre l’Austria sembra poco propensa a consenti- re (Francesco Giuseppe teme che qualsiasi cedimento sul lato delle nazionalità, farebbe crollare il deli- autunno inoltrato. A sera mi accor- agosto (si vede che c’era bisogno cato equilibrio su cui si regge l’im- go che mancano alcuni compagni: di rafforzare fiducia e speranze che pero), la Germania preme perché si nei giorni scorsi continuavano a in questi mesi di guerra si erano trovi un accordo. È un argomento lamentarsi per la stanchezza. Dove molto appannate). Il successivo 3 che in Trentino certamente “scot- saranno? Forse prigionieri? dicembre gli austriaci finalmente ta” e la censura, infatti, non manca occupano Belgrado, capitale della di controllare e oscurare, notizie e Serbia, quello che (alcuni mesi fa) commenti non graditi. Dicembre 1914 doveva essere il primo obiettivo di In Austria, invece, si comincia a una facile e breve guerra, ma circa sentire il peso della carestia: da Nel Mondo All’inizio di dicem- 15 giorni dopo dovranno abban- Vienna sono numerose le segna- bre, i giornali riportano con grande donarla per un ritorno in forze dei lazioni di manifestazioni di donne enfasi, la cronaca dal Parlamento serbi (questa volta si dice però che esasperate per le lunghe file (spes- di Berlino, dove tutti i partiti si lo sgombero è “insignificante”). so infruttuose) davanti ai negozi sono detti uniti nel pericolo e fidu- Oltre alle operazioni terrestri (in soprattutto dei generi più comuni ciosi nella vittoria come lo scorso Francia, in Polonia, sui Carpazi, (pane, latte, patate); si spiega che gran parte del problema è dovuto ai rapporti tra Austria e Ungheria: quello che noi vediamo come un unico impero, è in realtà formato da due stati quasi completamente indipendenti, uniti solo dalla per- sona dell’Imperatore, dall’esercito e dai rapporti con l’estero; anche i rapporti economici venivano “con- trattati” ogni 10 anni e tra l’Austria con una forte base industriale (ma una costante deficienza di prodotti agricoli) e l’Ungheria con un note- vole surplus agricolo da vendere in cambio di prodotti industriali, le tensioni salivano evidentemen- te alle stelle in una situazione di penuria di generi alimentari come quella causata dalla guerra. Anche l’arrivo del Natale non porta la sperata pace; i giornali titolano Quaderni del Borgoantico 15 127

“Nostalgia e speranze”; riportano piglio in Piazza Erbe di Rovereto, A Villa Lagarina Il Comune esami- il messaggio del Papa per la pace; travolgendo alcuni banchetti del na l’elenco degli assistiti dalla Fon- ma gli eserciti passano un altro mercato; ancora a Rovereto, un ita- dazione Riolfatti: altre 3 famiglie giorno nelle trincee melmose delle liano accusato del furto di 3 galline vengono aggiunte, mentre si deli- Fiandre o tra le nevi dei Carpazi: (ma sospettato anche del furto di bera che d’ora in poi la Fondazione la guerra sembra voler continuare 5 conigli), viene estradato; a Riva anziché distribuire gratuitamente in eterno. un oste viene multato per disturbo la farina gialla, interverrà con un al vicinato e “gioco della mora”, contributo pari al supero del prez- Nel Trentino Avvicinandosi il mentre un accattone (italiano) si zo di cent. 32 al kg. Anche la Fon- Natale, in tutto il Trentino si molti- presenta alla polizia chiedendo di dazione Conte Federico Marzani plicano le iniziative di soccorso per venire estradato (subito acconten- chiede il parere del nostro Comune i militari al fronte o negli ospedali tato) ed ancora si registra una lite per usare 10.400 cor. disponibili e per le loro famiglie: dalla Croce tra due militari tirolesi: uno ferito, per sottoscrivere il prestito di guer- Rossa, ai tanti Comitati sorti in città l’altro arrestato; a Trento c’è stato ra austriaco, sottolineando che già e nelle borgate è tutto un fiorire di un furto con scasso ai danni di una gli altri Comuni interessati hanno vendite di beneficenza, di lotterie, povera vedova che gestisce un pic- dato parere favorevole; anche Villa di rappresentazioni teatrali con lo colo spaccio di tabacchi e un moto- aderisce; come abbiamo già detto scopo di raccogliere denaro con cui ciclista ha investito un vecchio che sopra, queste somme (che il Conte aiutare tanti bisognosi; le liste dei camminava sul bordo della strada Marzani aveva destinato al soc- caduti e feriti che settimanalmente facendolo cadere e procurandogli corso dei bisognosi), come quelle riempiono colonne e colonne dei lesioni, ma invece di fermarsi e di tanti altri enti e privati trentini, giornali, sono abbastanza eloquen- prestare soccorso, si è allontanato faranno una pessima fine in quan- ti per capire quanto i problemi toc- (ma, si assicura, è stata presa la to alla fine della guerra, saranno chino ogni comunità e tante fami- targa); in Tribunale si è tenuto il completamente persi con il crollo glie; intanto le autorità cercano di giudizio contro un “macellaio di dell’impero e della relativa mone- convincere la popolazione che le 42 anni, ammogliato, accusato di ta. normative sul confezionamento del atti osceni su una ragazzina: stante I Fratelli Baldessarini (che hanno pane (solo il 70% farina di grano, l’indole del reato, non ci è possibi- in appalto la fornitura del pane) il resto altri cereali), non è affatto le entrare in particolari. Condan- chiedono al Comune un abbuono nocivo per la salute, anzi, è oppor- nato ad 1 anno di carcere duro”.A sul prezzo dell’appalto in consi- tuno utilizzare anche patate ed altri Calliano, una bimba di 5 anni, derazione dell’aumento del prez- cereali (di cui, si dice, l’Austria è lasciata sola a casa dalla madre che zo della farina e della difficoltà di particolarmente ricca), per evitare si è recata a fare la spesa, si è ustio- reperimento (oltre che del diminu- inutili sprechi! nata gravemente e dopo pochi gior- ito consumo di pane); Il Comune Il Comune di Trento esamina il ni è morta (denunciata la madre) diminuisce di un terzo, fissando dal Bilancio ed è l’occasione per molti e per finire, a Trento si segnala il prossimo gennaio (e fino a quando consiglieri per lamentare le caren- grave incendio alla villa dell’avv. durerà la guerra) un compenso di ze: che ne è stato del progetto per Bertolini in Via Venezia: i danni 50 cor. mensili anziché le 75 pattu- la nuova sede del Museo e della sono ingenti (10-12.000 corone), ite al momento della gara. Biblioteca? Risposta del Podestà: ma totalmente coperti dall’assi- Ci sono anche richieste di riduzione visti i tempi presenti, tutto è riman- curazione; il giornalista fa notare del canone di fornitura dell’acqua dato a dopo la fine della guerra. E a che sul posto si sono recate tutte le potabile, ma il Consiglio le respinge chi si lamenta dello stato delle stra- autorità a cominciare dal Podestà. per non creare un precedente. de si risponde che gran parte dei Il tempo fa il suo corso: nella prima C’è poi una circolare del Capitana- dipendenti comunali è stata richia- metà del mese “Giove pluvio a valle to che precisa: se qualche famiglia, mata e quindi, si fa quel che si può. e neve a mezza costa”, ma dopo in seguito alla chiamata in guerra Da Riva una corrispondenza sul arriva la neve anche in fondo valle di uno o più dei suoi componenti, movimento dei forestieri nel mese e, per finire in tono meno dramma- fosse ridotta veramente alla mise- di novembre: 522 (lo stesso mese tico, si segnala che la Congregazio- ria, segnalarlo: il Comune risponde dello scorso anno erano stati 1.830): ne di Carità di Rovereto ha emesso con 1 segnalazione. ovviamente la guerra spiega questi il bando per assegnare alcune doti numeri (in verità, pensavamo che a ragazze da marito “bisognose”: Dal Diario di Rodolfo Bolner: in questo periodo i turisti fossero sono 3 doti da cor. 90 ciascuna, 1 3/12. È una bellissima giornata, completamente spariti, invece…); da 80, una da 72 ed una da 70 coro- temperatura primaverile. Il nostro sempre “densa” la cronaca nera, ne: le interessate si rivolgano alla Battaglione riposa sparso qua e sia di piccole, come di grandi cose: sede della Congregazione. là e tutti approfittano della ecce- un cocchiere sbadato crea scom- zionale temperatura per un po’ 128 Quaderni del Borgoantico 15

di pulizia:sono sciorinate al sole recente passato e sull’avvenire; alimentare, soprattutto a Vienna, camicie, mutande, maglie. I solda- così l’Alto Adige cerca di spiega- con le recriminazioni all’Ungheria ti, a capo chino, sembrano intenti re il senso di smarrimento davanti (che si tiene il suo grano) ed alle a chissà quale profondo problema alla catastrofe: ”L’anno 1914 per autorità che non hanno provveduto di meditazione! Sono intenti invece il mondo: impossibile condensare in tempo (stranamente, queste cro- ad una caccia spietata ai pidocchi, in poche righe tutto quello che ha nache, complessivamente piuttosto moltiplicatisi oramai fino all’inve- significato, però da quando l’Italia critiche, non sono censurate). rosimile! 6/12. È domenica oggi ha attaccato la Turchia per la Libia C’è spazio, ovviamente per la guer- e l’annuncio della festa vien dato tutto è stato sconvolto con le guerre ra russo-turca nel Caucaso (i russi dalle artiglierie che vomitano balcaniche e poi la guerra attuale stanno avanzando ma i nostri gior- fuoco incessantemente. Il paesello che domina ogni nostra azione, nali dicono di no, visto che i turchi che bruciava ieri sera, è ridotto ad ogni nostro pensiero, non c’è più sono gli alleati), e per quella turco- un ammasso nero e ancora fuman- vita civile… anche i più forti pro- inglese in Mesopotamia (qui, effet- te. È rimasta la sola bianca chie- vano un senso di provvisorietà…”. tivamente, gli inglesi sono in diffi- sina che fa uno strano contrasto Intanto le cronache di guerra con- coltà, soprattutto logistiche, nel loro in mezzo a tutto quel nero…24/12. tinuano: l’Austria annuncia una tentativo di avanzare da Bassora Vigilia di Natale. Sono triste sta- ritirata russa dai Carpazi, mentre la verso Baghdad); ma ci sono anche sera; sono molto malinconico. E guarnigione di Przemysl assediata le proteste degli Stati Uniti (ancora come esserlo altrimenti in questa resiste (anzi infligge gravi perdi- neutrali) contro la guerra sottomari- sera si cara a tutti, se fuori infuria te ai russi); si sostiene, anzi, che i na della Germania che spesso colpi- la guerra come non mai? Che delu- russi sono ormai allo stremo, con sce anche naviglio neutrale; a fine sione stasera alla cerimonia per la le reclute che giungono al fronte mese c’è la grande battaglia navale distribuzione dei doni! Nessuna senza armi e senza equipaggia- di Helgoland tra inglesi e tedeschi allusione al significato dell’avve- mento; intanto si dimette il Mini- (sarà l’ultimo tentativo della flot- nimento, ma solo discorsi di guer- stro degli Esteri Berchtold (uno ta tedesca di rompere il blocco del ra, esaltazione dell’odio, esalta- dei protagonisti, in negativo, delle commercio marittimo della Germa- zione dell’eroico comportamento frenetiche settimane che hanno nia che sta cominciando a far sen- delle truppe e dei condottieri, canti portato allo scoppio della guerra): tire i suoi effetti sui rifornimenti); patriottici, chiasso carnevalesco. ovviamente i giornali abbondano le prime notizie sono contrastanti: di grandi elogi e sottolineano che ognuna delle due parti sottolinea non si tratta di una sfiducia dell’im- le perdite altrui (navi e marinai) e Gennaio 1915 peratore, ma solo di gravi motivi nasconde le proprie, ma noi sap- personali; al suo posto è chiama- piamo che alla fine dello scontro Nel Mondo All’inizio del nuovo to Burian che-dichiara-continuerà saranno i tedeschi a ritirarsi e fino al anno è impossibile, per i giornali, l’opera del predecessore. Ma intan- termine della guerra non usciranno non fare qualche riflessione sul to si ripetono le notizie della crisi più in alto mare con la grande flotta, subendo il blocco nemico che cer- cheranno di contrastare solo con i sommergibili. Ma un grave evento oscura per alcuni giorni il tema della guerra: il 19 gennaio Avezzano e tutta la zona tra Abruzzo e Lazio, vengo- no colpite da un grande terremo- to; molti danni anche a L’Aquila e lievi danni a Roma; fin dall’ini- zio si comprende la dimensione enorme del sisma: si parla subito di almeno 30.000 morti e 50 paesi distrutti; il re Vittorio Emanuele visita le zone distrutte e dichiara subito che l’Italia farà da sé, senza attendere aiuti da nessuno; intan- to la regina Elena ha organizzato un’infermeria all’interno del Qui- rinale; l’esercito interviene a mon- tare tende e baracche; si scava tra Quaderni del Borgoantico 15 129

le macerie alla ricerca di qualche sopravvissuto; le cose più urgenti sono pane e legname da costruzio- ne; continuano scosse di assesta- mento per una decina di giorni; il tempo è pessimo e cade anche la neve a complicare l’esistenza dei sopravvissuti e dei soccorritori; il giornalista commenta: un disastro peggiore di quello di Messina!

Nel Trentino Le cronache trentine di inizio anno sembrano portar- ci ad una certa normalità: la notte di S.Silvestro è passata abbastan- za tranquilla, solo una compagnia piuttosto numerosa ha cercato di movimentarla con urla e schia- mazzi, ma i tutori della legge sono subito intervenuti; fa molto fred- do, è caduta abbondante la neve A : una valanga sullo Sca- dei caduti bisognose e con figli tra e i ragazzini con lo slittino sono nuppia travolge 40 persone, 3 non 1 e 15 anni (sono doni del Comi- un pericolo per i passanti in via si trovano, malgrado le ricerche tato Americano della Croce Rossa Cervara; c’è posto anche per una alle quali hanno partecipato molti destinati per Natale ma arrivati in poesia dialettale di Vittorio Feli- volontari del paese; A Rovereto ritardo): si compila un elenco dei ni “dal vecio al novo”; ma subito il Comune ricorda che le lampa- doni distribuiti alle famiglie delle si passa ai soliti tragici elenchi di dine elettriche per uso domestico vedove Silvina Todeschi, Piazzini caduti e feriti ed alla raccolta fondi vanno acquistate solo da Azienda Clotilde, Piazzini Egidia, Galva- della Croce Rossa, ma anche di Elettrica Comunale (nuovo listi- gnini Emma, Baldo Gisella e Piaz- lana e biancheria per i soldati al no e pene ai contravventori) e – zini Sivia. campo; “dove sono i nostri prigio- per restare in tema – c’è stato un Ancora lo stesso Capitanato invita nieri”: ecco una cartina geografica completo blackout (lo chiameremo il Comune a portare a conoscenza dell’impero russo con segnate le ora) causato da numerosi cittadini di tutti (chiedendo anche al parroco località dei campi di concentra- che hanno usato in maniera “irre- di annunciarlo in chiesa, durante le mento; l’istruttoria contro Cesare golare” la corrente elettrica (colle- S.Funzioni), che vedove ed orfa- Battisti (per bancarotta fraudolenta gando più lampadine del previsto ni di tutti i caduti ma anche degli e renitenza al richiamo militare) è o fornelli elettrici o chissà quali “sperduti”, hanno diritto alla pen- ormai conclusa, si prevede il giu- altre diavolerie): minacce “tremen- sione o a un “contributo di provve- dizio a marzo; il medico condotto de” a chi verrà scoperto. Sempre a dimento”. riferisce in Comune che le con- Rovereto: Piazza Suffragio dove dizioni sanitarie della città sono al mattino presto sostano numero- Dal Diario di Rodolfo Bolner: eccellenti: sono in calo anche le si carichi di commestibili in attesa (Bolner è diventato attendente di morti per TBC, ma qualche proble- del mercato, è il luogo preferito da un ufficiale medico e lo ha seguito ma si potrebbe avere in futuro sul molti ladri; stavolta sono stati presi all’ospedale di Wadowice, presso rifornimento alimentare (sottolinea di mira 100 broccoli: la guardia Cracovia.) 1/1. Un cielo tersissimo che i depositi comunali attendo- pubblica deve essere sempre pre- e più tardi un sole smagliante salu- no reintegro); c’è anche chi trova sente! C’è in cambio una contrav- tano questo primo giorno dell’an- nella guerra (e nelle pene altrui) venzione per maltrattamento d’ani- no nuovo…da 5 lunghissimi mesi una fonte di guadagno: “attenti alla mali contro un carrettiere che dopo dura questa guerra. Chi avrebbe truffa” qualche famiglia trentina aver caricato in modo esagerato il mai sognato un simile flagello? riceve una lettera di uno sconosciu- suo carro, pretendeva che la povera Finalmente una lettera da casa, to che scrive da una lontana città bestia lo tirasse. ma con quali brutte notizie! Da dicendo che nell’ospedale loca- 45 giorni non si hanno più notizie le si trova un ferito trentino loro A Villa Lagarina Il Capitanato di Silvio; Arturo dovrebbe trovar- parente e chiede pacchi o denaro Distrettuale manda al Comune un si sul fronte serbo, Fortunato è in che ovviamente finiscono nelle sue pacco contenente indumenti e gio- viaggio per Bressanone per pre- avide mani: diffidate! cattoli da distribuire alle famiglie sentarsi al reggimento. Secondo 130 Quaderni del Borgoantico 15

il giornale, il Papa intraprenderà ma parte verrà effettivamente fatta Nel Trentino Mentre continuano i dei passi presso tutti i belligeranti tra tedeschi e francesi); intanto problemi per la scarsa disponibilità per far cessare questa sanguinosis- Vienna pubblica un “libro rosso” di di generi alimentari (i calmieri, che sima guerra. 15/1. Nella stanzetta documenti sugli avvenimenti che i Comuni devono continuamente accanto alla mia è stato portato un hanno portato allo scoppio della aggiornare al rialzo, non bastano a soldato affetto da tetano. I medici guerra (ovviamente si dimostra che far arrivare sulle tavole dei nostri dicono che morirà presto; non è la colpa è tutta della Serbia e della nonni i cibi che servirebbero); quindi il caso di assisterlo - Russia), ma annuncia anche tutta alcuni generi vengono tesserati chiamente.. si vede che il poveretto una serie di inasprimenti fisca- (come il pane, con la solita ressa soffre terribilmente. 16/1. Il pove- li “per le spese di guerra” (bolli, degli interessati davanti agli uffi- ro fantaccino è morto; 2 soldati lo fiammiferi, imposta di successione ci che distribuiscono le tessere), hanno avvolto in un telo tenda e e si sta valutando un’imposta “una altri come le paste dolci, vengono senza alcun accompagnamento lo tantum” sui patrimoni). Ma c’è “razionati” nel senso che è vietato hanno portato alla sepoltura nella anche lo scandalo delle forniture prepararle per più di due giorni in fossa comune… poveri soldati: di scarpe “inadatte” ai nostri solda- settimana, oppure si dispone che ecco come vi ricompensa la patria! ti da parte di un’industria di Graz nei ristoranti “non venga messo (niente di nuovo sotto il sole, evi- pane in abbondanza sui tavoli, ma dentemente, anche nell’”Austria venga servito solo lo stretto neces- Febbraio 1915 felix” dei nostri nonni) e la necessi- sario chiesto da ogni cliente”; tà, ormai impellente, di organizzare tante piccole e grandi “trovate” che Nel Mondo All’inizio del mese meglio la distribuzione delle scorte non possono nascondere la realtà “fa colpo” una corrispondenza da alimentari (si parla apertamente di ben sintetizzata in un articolo del Roma: la famosa lettera di Giolit- “monopolio di Stato”). “Trentino”: anche se il consumo ti ad un amico (riportata per intero La guerra, intanto, continua con le annuo di grano per ogni trentino da tutti i nostri giornali), in cui lo sue alterne vicende: i tedeschi sono è sempre stato molto basso (prima statista italiano (al momento non ancora all’offensiva contro i russi della guerra era di 88 kg. contro i presente nel governo, ma con un lar- (grande vittoria ai Laghi Masuri, 170 medi dell’Italia), la nostra pro- ghissimo seguito tra i parlamentari con i soliti osanna ad Hindenburg duzione (media 85.000 q.) è sempre e l’opinione pubblica), commenta le paragonato a Napoleone), mentre stata deficitaria, tanto che impor- trattative in corso tra Italia ed Austria l’Austria avanza in Galizia e Buco- tavamo dall’Italia altri 285.000 a proposito delle “compensazioni vina, facendo migliaia di prigionie- q. La guerra, con il rallentamento territoriali” che l’Italia si aspetta ri (lungo articolo elogiativo sul 2° o il fermo delle importazioni, ha dall’Austria per rimanere neutrale. reggimento Kajserjaeger-formato messo in evidenza la nostra fragili- Giolitti sottolinea che il pacifismo in buona parte da trentini-che si è tà, che potrebbe essere ridotta solo di cui è accusato dai nazionalisti distinto in questi combattimenti). aumentando la produzione locale “è una leggenda, ma non bisogna Ma in Francia, sotto un tempo orri- (pia illusione, pensiamo noi, alme- entrare in guerra a cuor leggero” bile, sono gli alleati ad attaccare no a breve termine!). e termina sottolineando che “nelle (grandi perdite, pochissimo territo- Sempre in tema, appare un altro presenti situazioni, si può ottene- rio conquistato); sul mare continua articolo per ricordare le disposizio- re parecchio dall’Austria senza la la lotta dei sommergibili tedeschi ni del Capitanato, che obbligano guerra”. Questo “parecchio” sarà per bloccare le navi che dall’Ame- ogni proprietario terriero a colti- fonte di innumerevoli polemiche rica riforniscono l’Inghilterra; per vare “ogni parte, seppur piccola, tra i due schieramenti che si affron- diminuire i rischi, gli inglesi orga- dei suoi possedimenti” a scanso tano in Italia (i neutralisti, in gran- nizzano grandi convogli scortati da di pene severissime (siamo alle de maggioranza in Parlamento ma navi da guerra; i tedeschi rispondo- “grida” di Manzoniana memoria, anche nel Paese, e gli interventisti, no alle accuse di non rispettare le come si vede). Intanto il Comune che vogliono a tutti i costi la guerra, “regole della guerra navale” dicen- di Rovereto annuncia una vendita piccola minoranza in termini nume- do che è stata l’Inghilterra la prima di baccalà (ma solo ai cittadini di rici, ma estremamente vivaci ed a non rispettarle, bloccando tutto Rovereto, si sottolinea), mentre aggressivi e soprattutto appoggia- il traffico (anche di navi neutrali) un altro articolo si chiede se anche ti da una stampa che, ampiamente verso la Germania per affamarne la quest’anno potranno arrivare dal “foraggiata” dagli industriali degli popolazione innocente: insomma Bellunese le famose “ciode”, le armamenti, riuscirà a portare l’Ita- tutti hanno ragione! Intanto si apre lavoranti agricole stagionali che lia in guerra). un nuovo fronte: le flotte inglese tanto servirebbero per la nostra Negli stessi giorni il papa propone e francese bombardano i forti dei agricoltura soprattutto con l’at- lo scambio dei prigionieri, almeno Dardanelli, iniziando le operazioni tuale carenza di braccia; altro che di quelli invalidi (cosa che in mini- contro la Turchia. “ciode”, possiamo sorridere noi, Quaderni del Borgoantico 15 131

versamenti in denaro, ma con asse- gnazioni (gratuite o semi-gratuite) di farina gialla; la Congregazione, infatti ha un deficit di cor. 4000 ed il Comune (come organo tutorio) le concede di chiedere un mutuo bancario di cor.5000; ma contem- poraneamente (facendo eviden- temente le pulci alla contabilità) dispone che vengano avvertite le Congregazioni di Trento e Rovere- to che d’ora in poi, la nostra Con- gregazione non pagherà alcuna spesa a favore di nostri cittadini se non preventivamente autorizza- ta. Siamo ancora, si può dire, nel campo dell’assistenza, quando si delibera la dilazione delle imposte comunali ad una famiglia “povera” ed anche quando si concede una riduzione sul canone dell’energia elettrica ad un’altra famiglia. Si esaminano anche i candidati per il legato 4 del lascito Riolfatti (quello che prevedeva un aiuto per dall’Italia a maggio arriveranno male in una serie di pubblici eserci- consentire a giovani “volonterosi bombe e fucilate! zi, finché viene arrestato; a Trento ma di povera famiglia” di Villa di È Quaresima ed il vescovo Endrici da alcune settimane si aggirava un pagare un maestro artigiano che promulga una lettera ai fedeli rac- “falso prete caldeo” che, munito di insegnasse loro un mestiere); si comandando preghiere e peniten- documenti vaticani altrettanto falsi, stila una graduatoria e si assegna- za: in particolare il giorno 7 tutti i cercava e talvolta riusciva a turlu- no ad un giovane 4 marenghi annui fedeli sono chiamati ad un’adora- pinare ignari e creduloni sacerdoti per tre anni, ad altri tre 2 marenghi zione del Santissimo Sacramento, trentini, con richieste di raccolte sempre per tre anni; la delibera è pregando per la pace, secondo le di denaro a favore di fantomati- espressa ancora in marenghi d’oro direttive del Santo Padre. Sempre ci caldei perseguitati dai turchi in come aveva a suo tempo stabili- in tema, si annuncia che a Rove- Asia Minore; finalmente smasche- to il Riolfatti nel suo testamento: reto, nella Chiesa del Suffragio, è rato, viene condannato a due anni certamente saranno stati convertiti stato inaugurato un nuovo altare a e mezzo di carcere duro; la neve corone-carta, al cambio di 20 coro- Maria Bambina. caduta copiosa in queste settimane ne per ogni marengo. La Lega dei Contadini di Isera (che ha fatto crollare la pensilina sopra E per finire, ricordiamo che anche prima della guerra si era costitui- l’accesso al Teatro Sociale in questo mese c’è la notizia di un ta in partito politico alternativo ai decesso tra i nostri militari richia- Popolari), sconfessa il suo ex presi- mati: si tratta di Piazzini Enri- dente Patrizio Bosetti che, fuggito A Villa Lagarina I problemi co (nato a Villa il 2/6/1877) che in Italia, sta tenendo una serie di dell’assistenza, magari spiccio- muore il 06/02/1915 all’ospedale conferenze a favore dell’interven- la, ma continua, occupano anche militare di Leopoli in Galizia. Era to in guerra contro l’Austria; oltre questo mese la Rappresentanza di professione calzolaio. 2.000 soci in una grande riunione Comunale; si comincia dal ricorso protestano i loro sentimenti patriot- di una vedova che protesta perché Dal Diario di Rodolfo Bolner: tici inviando un messaggio all’im- la Congregazione di Carità non le 19/2. Una lunga fila di soldati si peratore Francesco Giuseppe che ha concesso un aumento del sussi- presenta ogni mattina alla visita risponde compiaciuto. dio: il Comune approva l’operato medica. I più vengono guariti (!) lì Terminiamo con il solito “florile- della Congregazione, ma consen- per lì con un cucchiaio di carbone gio” di cronaca nera; a Rovereto un te alla richiedente di presentare vegetale. Per essere ricoverati in figlio degenere, prende a calci la domanda per avere farina gialla; si qualche ospedale, bisogna che il porta di casa del padre, gli danneg- esaminano altre richieste di aiuto, povero paziente abbia almeno 40° gia la carrozza e poi si comporta che vengono accettate, ma non con di febbre! 20/2 Da 2 giorni non mi 132 Quaderni del Borgoantico 15

sento bene; la tosse par mi spacchi dipendenti; ovviamente le licenze “ritorna marz”, ma anche la notizia il petto; ritengo di avere anche un avverranno “a discrezione dei sin- che a è stata scoperta una po’ di ebbre. Lassù, presso la trin- goli comandi”; le cose (almeno dai necropoli pagana, risalente, proba- cea c’è un assembramento di sol- nostri giornali) sembrano volgere bilmente, a prima della conquista dati; la curiosità mi spinge a salire a favore degli Imperi Centrali, con romana del Trentino. fin la. Si sta celebrando la Messa. la Germania che sconfigge ancora Sempre abbondante e varia la cro- Molti s’accostano alla Comunione. i russi in Polonia e l’Austria che naca nera: alle Porte di Rovereto è Scena commovente: barbe lunghe, avanza in Galizia facendo miglia- stato trovato (ormai decomposto) vestiti laceri ma visi compunti. ia di prigionieri; la piazzaforte di il cadavere di un giovane soldato Torno subito al quartiere batten- Przemysl resiste ancora, anzi il 20 che era sparito a novembre quan- do i denti. Il medico mi misura la marzo si annuncia una sortita dei do, ottenuto un breve permesso dal febbre: 39 e qualche linea. Pensa difensori, evidentemente conclusa- distaccamento di Vallarsa cui era che qualche giorno di giaciglio mi si con scarso successo se il giorno mobilitato, era partito a piedi per ristabilirà, ma quando faccio per 22 deve arrendersi ai russi, dopo Borgo Sacco dove abitava la sua coricarmi, giunge l’ordine di par- 4 mesi di assedio, avendo esauri- famiglia, ma non era mai arrivato; tenza. to munizioni e viveri; anche se i si pensa ad un incidente. La Mes- giornali tendono solo a presentare saggeria (diligenza postale) che l’eroismo dei difensori e a spiega- viene da Vezzano a Trento, giunta Marzo 1915 re che “era tutto calcolato”, che si a Piedicastello “ebbe un asse rotto: tratta solo di uno scacco tempora- malconci tutti i 10 passeggeri a Nel Mondo Marzo si apre con un neo, è un grave colpo per l’eserci- bordo, niente di grave, ma se fosse piccolo segno di speranza: a segui- to austriaco: i prigionieri (tra cui capitato lungo la discesa del Bus to delle pressioni papali, Francia e molti trentini) sono oltre 135.000, di Vela?” Non mancano i soliti Germania hanno acconsentito ad avviati verso l’interno della Russia vandali che stavolta a Rovereto se un primo (quasi simbolico) scam- a marce forzate sotto la pioggia e la prendono con le finestre di una bio di prigionieri invalidi; attra- la neve. casa in Piazza Erbe, né i piccoli verso la Svizzera si sono recipro- ma ripetuti furti che fanno dire al camente consegnate 450 militari. nostro giornalista: ma dove sono le Ma intanto continuano i bombar- Nel Trentino Ancora l’agricoltu- civiche guardie? damenti sui Dardanelli con pochi ra in primo piano, con rinnovati E per finire, una piccolissima danni ai forti e molte navi distrutte appelli ai coltivatori per la pros- “breve di cronaca”, appena 4 righe o danneggiate (il nostro cronista si sima primavera (come se gli agri- al termine della cronaca da Rove- domanda se questo rappresenti il coltori, in questa situazione, aves- reto dell’8 marzo per comunicare prologo ad uno sbarco sulla costa sero bisogno di essere spronati per che “l’autorità militare ha posto il turca da parte di inglesi e francesi, mettere a frutto tutta la campagna divieto di accesso e transito lungo cosa che effettivamente avverrà il possibile). Da parte contadina ci gli argini del Leno, dal ponte sulla prossimo mese);continua anche la si chiede: come combatteremo la ferrovia allo sbocco nell’Adige”. lotta senza quartiere tra i sommer- peronospora della vite durante la Una cosa da niente, si porebbe dire gibili tedeschi e la flotta inglese prossima primavera, vista la scar- e forse lo hanno pensato anche i (“corrispondenza da bordo si un sità (per non dire totale mancanza) lettori più o meno attenti: in real- sommergibile in azione” titola “Il del solfato di rame? Si è anche rile- tà, noi – col senno di poi – sap- Trentino”); ampio articolo di un vato qualche focolaio di peste suina piamo che quella piccola notizia economista austriaco che critica la (denunciare subito anche il minimo significava che gli austriaci, ormai gestione economica della guerra sospetto all’autorità veterinaria per convinti che l’Italia, malgrado da parte dell’impero: confusione, bloccare il contagio). E per passare le trattative ancora in corso con ritardi, mancanza di dati statisti- dai maiali alle persone, si avverte l’Austria, sarebbe presto entrata in ci certi, rapporti mai chiariti tra anche del pericolo del vaiolo che guerra e quindi stavano attrezzan- Ungheria e Austria (stranamente il sta diffondendosi: vaccinatevi! do di trincee, casematte e posta- testo non viene censurato). Per alleggerire le notizie, riportia- zioni di cannoni e mitragliatrici, Una piccola, buona notizia, attesa mo che la Fiera di San Giuseppe quelli che sarebbero stati i punti di con chissà quale ansia da tante fami- a Trento si è svolta in tono mino- appoggio della linea di resistenza, glie: il Comando Austroungarico re, poche bancarelle, poca gente e come appunto lo sbocco del Leno ha deciso di concedere ai militari ancor meno soldi e voglia di festeg- nell’Adige. una “licenza agricola” di 14 giorni giare: che nostalgia per San Giu- per i lavori primaverili, con prece- seppe “de na volta”. Prova a rin- A Villa Lagarina Nel mese di marzo denza agli agricoltori diretti e suc- cuorarci i poeta Vittorio Felini che il Capitanato Distrettuale impone ai cessivamente ai lavoratori agricoli pubblica una sua poesia in dialetto Comuni di approvvigionarsi diret- Quaderni del Borgoantico 15 133

tamente di granturco in modo da Infuria una bufera di vento e neve. ra di posizione, alternativamente poter sostentare soprattutto la parte Ci fanno stare 2 ore impalati sullo lanciano grandi offensive, ogni più povera della popolazione che, stradone melmoso, quindi in mar- volta con l’impiego più massiccio a seguito dell’aumento dei prezzi, cia attraverso la cittadina incen- di artiglierie di ogni calibro, con non era più in grado di acquistare diata e rasa al suolo. La marcia un dispendio sempre maggiore di i beni indispensabili in maniera continua fino a notte. In luridissi- munizioni (ma soprattutto di vite autonoma: siamo ormai in un’eco- me topaie ci permettono di asciu- umane), senza ottenere altro che nomia di guerra e presto arriveran- garci alla meglio e riposare. 19/3. vantaggi misurati in qualche cen- no soluzioni ancora più drastiche, Oggi è l’onomastico del dottore: tinaio di metri di avanzata, il più come il tesseramento ed il razio- gli presento gli auguri, ma è d’u- delle volte perso nella successiva namento; intanto il nostro Comu- mor nero… penserà anche lui, contro offensiva dell’avversario. ne delibera di acquistare 300 q.li come faccio io, al San Giuseppe Ma non c’è solo il fronte occiden- di granturco presso il mulino della dei nostri paesi, ai nostri mandorli tale, perché gli austriaci “stanno SAV di S. Ilario che provvederà in fiore? 23/3. Nel piccolo ospeda- compiendo uno sforzo eroico per anche al disseccamento e successi- le da campo attrezzato in una villa contenere i russi sui Carpazi e in va macinazione; sintomatico della abbandonata, giungono molti feri- Galizia”, si sottolinea che i russi situazione assolutamente “fuori ti, lesi quasi tutti da pallottole di hanno perso in pochi giorni più controllo” è il fatto che la delibera schrapnel. Sul far della sera i feriti di 100.000 uomini, ma che sono stabilisce che il prezzo verrà fissa- capitano a frotte: i nostri hanno stati vigorosamente contrattacca- to appena ci sarà la certezza della attaccato due volte alla baionetta, ti dai nostri (stranamente non si disponibilità della merce: siamo ma con esito sfavorevole, lascian- parla mai di perdite “nostre”). E il ormai in una situazione di scarsi- do il terreno coperto di morti e giornalista rincara la dose parlando tà tale che i compratori (in questo feriti. ampiamente della barbarie russa: caso il Comune) sono costretti ad uccisione di prigionieri, mutilazio- accettare qualsiasi prezzo, purché ne di feriti, soprusi sulla popolazio- la merce arrivi. Aprile 1915 ne locale, soprattutto se di religio- Lo stesso problema della disponi- ne cattolica e via dicendo (anche bilità della materia prima, si ritrova Nel Mondo “Pasqua insanguina- qui sarebbe troppo facile “fare la anche nel caso del pane: il Comune ta” titolano i giornali riportando le tara” su queste cattiverie del nemi- sospende l’accordo in essere con la cronache dai fronti: tuonano le arti- co e pensare che purtroppo la guer- ditta F.lli Baldessarini (che da molti glierie sulla Mosa e sulla Mosella ra rende tutti crudeli e cattivi). A anni vinceva l’appalto) e lo sosti- dove francesi e tedeschi, cercando proposito di “cattiverie”, possiamo tuisce con un nuovo accordo “fino di uscire dalla palude della guer- ricordare che il 22 aprile i tedeschi alla fine della guerra” con il Panifi- cio di S. Ilario (che evidentemente riusciva a garantire la fornitura); ovviamente anche il nuovo forni- tore dovrà impegnarsi a vendere il pane in paese “in un apposito fon- daco”, ma questo nuovo contratto deve essere stato più oneroso del precedente, visto che il Comune chiede subito il permesso “all’Ec- celsa Giunta Provinciale del Tiro- lo” di imporre una tassa del 10% sul consumo di pane. Non mancano, anche in questo mese, le richieste di aiuto da parte di “poveri sovvenzionati”: di solito sono richieste di aumento (10-20 cent.) del contributo giornaliero, ma in tutti i casi il Comune preferi- sce non concedere denaro ma 1 kg. giornaliero di farina gialla.

Dal Diario di Rodolfo Bolner: Fronte dei Monti Carpazi 3/3. 134 Quaderni del Borgoantico 15

ad Ypres usano per la prima volta quella che fa il governo italiano guerra, come quando due ragazzi gas velenosi per attaccare il nemi- (anche se il primo ministro si giu- “giocano” con cartucce trovate e si co (il gas prenderà appunto il nome stificherà con il “sacro egoismo” feriscono alle mani ed al volto. di iprite e causa soffocamento e della Patria), perché tutto si svol- cecità), ma l’esempio verrà presto ge mentre l’Italia è ancora alleata A Villa Lagarina Il Comune scri- imitato anche dagli altri eserciti. dell’Austria-Ungheria (la disdetta ve al Capitanato che si trova in Intanto un altro articolo medita del patto avverrà solo il 3 maggio). difficoltà finanziarie: ha antici- sul mistero di questa guerra: chi pato (come prescritto dallo stesso avrebbe mai previsto questa guerra Nel Trentino Ormai anche la crona- Capitanato) i contributi previsti di posizione (soprattutto sul fronte ca trentina è dominata dai problemi per l’assistenza alle famiglie dei francese) che dura ormai da mesi causati dalla carestia generalizzata, richiamati per oltre 500 corone, e sembra non voler mai finire, mentre i Comuni cercano di alleg- sempre attendendo di venire a sua perché i vuoti tremendi di morti e gerire i problemi con “vendite cal- volta ripagato, ma ora non può più feriti vengono subito riempiti da mierate” di solito di farina (bianca continuare per mancanza di fondi nuove leve che continuano arrivare o più spesso gialla); arrivano le in cassa: o il Capitanato provvede al fronte. Ma fino a quando potrà “carte di legittimazione per ritira- o il Comune cesserà i pagamenti. durare? re il pane e la farina” (siamo ormai Ma il Capitanato (almeno per il Nei lontani Dardanelli, si ripeto- al tesseramento, prima introdotto momento), non provvede, anzi no le incursioni delle flotte ingle- nelle grandi città, come Vienna, emana un’ulteriore Circolare a se e francese per cercare di pene- ma ora anche a Trento e Rovereto, tutti i Comuni per ricordare che (su trare nello stretto che conduce ad con il solito strascico di polemiche disposizione del Ministero) il con- Istambul: è la preparazione di uno sulla burocrazia e sui “casi partico- tributo di sostentamento può essere sbarco che avverrà a Gallipoli il 25 lari” non contemplati dalla norma- concesso anche a patrigni, matri- di questo mese, aprendo un altro tiva); dalle autorità centrali viene gne e figliastri purchè regolarmen- fronte nel tentativo di “smuovere” la disposizione che il pane dovrà te a carico del militare richiamato la guerra di posizione: tentativo essere confezionato solo con metà in servizio: che i Comuni si arran- sanguinoso e del tutto inutile per- grano (prima era il 75%), il resto gino, diremo noi, ma certamente i ché gli alleati dovranno ritirarsi cereali vari e patate; nel frattempo soldi saranno arrivati, anche per- dopo alcuni mesi di feroci combat- si vieta l’uso di amido di patate per ché stampare soldi – che ovvia- timenti. produrre sapone (evidentemente mente valevano sempre meno – era Il 26 aprile (ma ovviamente nes- scarseggiava anche il sapone e la la cosa più facile del mondo per sun giornale ne parla, perché è gente “si ingegnava” come poteva); tutti gli Stati in guerra, tanto infla- tenuto segreto), l’Italia firma il anche gli agricoltori si fanno senti- zione e debito pubblico alle stelle Patto di Londra con il quale si re perché manca il solfato di rame sembravano una cosa trascurabile, impegna entro un mese (ecco la per difendere le viti dalle malattie; l’importante era vincere la guerra, spiegazione del famoso 24 mag- in questa situazione di malessere e poi il nemico sconfitto avrebbe gio), ad entrare in guerra contro disagio generalizzato era più che ripagato tutto! l’Austria-Ungheria e la Germania, naturale il diffondersi di critiche ottenendo in cambio la promessa alle autorità e dicerie di ogni tipo, che a fine guerra riceverà il Trenti- per cui più volte i giornali ammo- Maggio 1915 no e l’Alto Adige fino al Brennero, niscono i lettori a non dare ascolto Trieste e tutta l’Istria, alcune isole ai soliti “bene informati da caffè”, Nel Mondo Siamo ormai al termi- della Dalmazia, qualche colo- tenere i nervi a posto ed affidarsi ai ne di questa “galoppata” nei mesi nia africana della Germania (non comunicati ufficiali. della guerra lontana, perché, come meglio specificata) e una piccola Non manca, ovviamente, la crona- sappiamo, il 24/05/1915 l’Italia colonia in Turchia. Come si vede ca nera tra incidenti (un manovrato- dichiarerà guerra all’Austria e, un grande “bottino” in confron- re della Ferrovia Trento-Malè cade all’improvviso, la guerra non sarà to del “parecchio” di Giolitti che dal treno e si sfracella una gamba), più nella lontana Galizia, ma qui, si sarebbe accontentato di quanto una serie di piccoli furti all’inter- sull’uscio di casa, anzi, dentro le offriva, certo a malincuore, l’Au- no dell’ufficio postale di Trento nostre stesse case. stria (Trento, ma certamente non (finalmente vengono arrestati due Intanto il mese “parte bene” per Bolzano ed ancor meno Trieste giovani che prestavano servizio l’esercito austriaco: il 2 maggio né l’Istria). Si concludeva così il saltuario), furti in appartamenti si scatena una grande offensiva in “tira-molla” delle trattative fatte (come quello che avviene, sempre Galizia (detta di Gorlice-Tarnow); contemporaneamente con i due a Trento, mentre la proprietaria è i “nostri” reggimenti di Kaiserjae- schieramenti in lotta tra di loro: in chiesa e spariscono oltre 2.000 ger sono nella prima ondata d’as- non è certo una “bella figura” corone), ma anche quelli legati alla salto e lasciano sul campo un gran- Quaderni del Borgoantico 15 135

de tributo di sangue, ma le linee russe sono sfondate e comincia una grande avanzata che recupera tutta la Galizia (riconquistando le ormai “mitiche” Leopoli e Przemlys), ma penetra anche nella Polonia russa; per giorni i nostri giornali sono pieni di esaltazione e di speranza di “mettere alle corde” i russi, ma ancora una volta si dimostra che non basterà una vittoria, per quanto grande, per arrivare alla pace. Intanto, come abbiamo detto sopra, il 3 maggio l’Italia “disdetta” la Triplice Alleanza che la legava all’Austria ed alla Germania e questo è il chiaro segnale per gli austriaci che le trattative per man- tenere la neutralità dell’Italia sono fallite e che presto si dovrà aprire un nuovo fronte, quello appunto contro l’Italia. Un altro avvenimento che occupa le prime pagine dei giornali segue il 7 maggio, quando un sommer- zioni che gli U.S.A. vendevano a periodo della “guerra lontana”, ora gibile tedesco al largo delle coste piene mani all’Inghilterra ed alla la guerra entra anche nelle nostre irlandesi, affonda il Lusitania, Francia. Questi morti “americani” case. piroscafo inglese che stava arri- avranno però un peso non indif- vando dagli Stati Uniti; si conta- ferente nel convincere l’opinione Nel Trentino Le notizie locali non no 1.198 morti tra cui 217 citta- pubblica americana della necessità possono discostarsi troppo dal tema dini degli Stati Uniti (come si sa, di entrare in guerra contro la Ger- generale della guerra e delle sue ancora neutrali); solito scambio di mania (che però arriverà solo nel conseguenze: il colera sta imper- accuse alla “barbarie tedesca” da 1917). versando in Ungheria, sono state un lato ed all’ipocrisia degli inglesi Poco dopo si scatena un’altra delle vaccinate tutte le truppe austro- che non vogliono ammettere che a sanguinose quanto inutili offensi- ungariche, ma è opportuno che bordo c’erano anche armi e muni- ve sul fronte occidentale: questa anche da noi vengano prese precau- volta sono i francesi che attaccano zioni; segnalare immediatamen- nell’Artois con grande dispendio di te all’autorità sanitaria ogni caso vite umane e nessun risultato prati- sospetto (non solo per il colera, ma co; gli storici parleranno poi (per per ogni tipo di malattia infettiva). tutto questo periodo della guerra di Continuano anche le polemiche posizione) di “carneficine ben pre- sui rifornimenti alimentari o sulla parate”, nel senso che a differenza loro distribuzione (commercianti dei primissimi mesi di guerra dove che nascondono la merce per poi dominava l’entusiasmo e l’improv- venderla a caro prezzo); in parti- visazione (e le carneficine poteva- colare, in questo periodo, si parla no essere “mal preparate”), adesso molto di carbone, della sua scarsità la preparazione era eccellente, si e della necessità che sia il Comune predisponevano munizioni e rifor- ad organizzare la vendita a prezzi nimenti a non finire, si dispone- calmierati; viene ordinato un altro vano decine di migliaia di uomini “censimento” di tutto il materiale pronti ad intervenire, ma alla fine metallico in possesso di commer- il risultato era appunto ed ancora cianti, in modo da consentire una solo una carneficina inutile. corretta distribuzione tra gli opifi- Ma ormai siamo al 24 maggio e ci, soprattutto quelli che lavorano tuona il cannone anche in Valla- per l’esercito. Si informa che una garina: per i nostri aesi si chiuse il parte del Pellagrosario di Rovereto 136 Quaderni del Borgoantico 15

(ospedale che era stato creato all’i- nizio del secolo per curare i malati di pellagra, particolarmente nume- rosi nelle Valli del Leno), è stato trasformato in Ospedale Militare.

A Villa Lagarina Il nostro Comune esamina il rendiconto del 1914 che si chiude con entrate per cor.19.407, uscite cor.15.625, e quindi un avanzo di cor. 3.782; il patrimonio comunale assomma a cor.2.721; c’è da esaminare anche il bilancio dell’azienda elettrica comunale che invece si chiude con un disavanzo di cor. 2.243, ma anche con molti crediti per fornitura elettrica non pagati; si delibera di “minacciare severamente” questi utenti moro- si (ci chiediamo, ovviamente, se anche queste mancanze non siano un effetto della guerra, con molti uomini richiamati che non possono più dare che un modestissimo con- tributo all’economia familiare). Si nominano 2 fiduciari per assi- stere alle consuete operazioni di aggiornamento del Catasto (opera- zione quanto mai delicata, perché da questa operazione derivavano le imposte dirette sulla campagna e le abitazioni) e si esamina il pro- blema della mammana (la levatrice comunale) che deve essere sostitui- ta: si delibera di fare un bando pub- giornali (e tanto più quando porta- blico, fissando la mercede annua in Conclusione no le notizie di morti, feriti, disper- 38 corone. si di persone che si conoscono, di Solite richieste di aiuto di solito Termina così anche la seconda parenti, di familiari), ma anche accettate, quindi evidentemen- “puntata” di questo nostro percor- con tutta una serie di imposizio- te, ben fondate, vista l’attenzione so, a metà tra cronaca e storia, della ni, di limitazioni alla possibilità di scrupolosa che i nostri Ammini- vita dei nostri genitori e dei nostri movimento, di scarsità di generi stratori hanno sempre avuto nella nonni; abbiamo seguito le loro consumo anche indispensabili. La gestione delle risorse pubbliche: ansie, incertezze e paure ai primi gente di Villa scopre che è sem- come già avvenuto nel mese prece- annunci della guerra, allo sconfor- pre più difficile procurarsi anche dente, normalmente la gente chie- to della mobilitazione, alla parten- il pane o la indispensabile polenta de soldi, ma il Comune delibera za degli uomini verso un mondo che costituiscono la base dell’ali- forniture gratuite di farina gialla. ignoto (ma ancora sorretti dalla mentazione. Quello che dai giorna- E per finire, ancora una volta speranza che si trattasse di un’e- li e dai documenti del tempo non qualcosa di più “leggero”: il deca- sperienza di breve durata) e poi riusciamo a capire (se non forse no chiede di cambiare il percor- lo scontro con la terribile realtà di ad intuire appena) è il sentimen- so della processione della prima questa “nuova guerra”. Ma abbia- to, sono i pensieri della gente, dei Rogazione: invece di arrivare fino mo seguito, passo-passo, anche soldati al fronte (appena rivelati alla chiesa di Brancolino, quando l’esperienza di questa tremen- dal diario di Rodolfo Bolner), ma si arriva alla strada detta di S. Bia- da guerra che non si svolge solo soprattutto della gente a casa, delle gio, proseguire verso la chiesa di nella lontana Galizia, ma penetra madri, mogli e figli di quei stessi S. Leonardo; il Comune approva progressivamente anche nei nostri soldati, perennemente in ansia per all’unanimità. paesi, sia attraverso le notizie dei non ricevere loro notizie, ma al Quaderni del Borgoantico 15 137

tempo stesso nel terrore di riceve- re invece terribili notizie attraver- so le comunicazioni ufficiali. Una vita di progressive privazioni dal lato materiale, e di continue ansie, incertezze, struggimento. Probabilmente la gente non pensava che la guerra potesse essere “peg- gio di così” ed invece, come si usa dire, non c’è mai limite al peggio. Infatti un altro presagio (forse da pochi “ben informati” previsto, si stava concretizzando in quei giorni del maggio 1915: l’Italia entrava in guerra ed i nostri paesi improvvi- samente non erano più una lontana retrovia (pur sopportando, come abbiamo visto, già patimenti che a noi sembrano difficili da accetta- re), ma diventavano “prima linea”, con la repentina evacuazione verso l’interno dell’impero (come avver- rà, tra i tanti, anche per Rovereto), o rimanendo qui, come sarà per gli abitanti di Villa, a vivere tutti i disagi, le paure ed i traumi della guerra combattuta, si può proprio dire “ad un tiro di schioppo”. Ma questa, come diciamo sempre, è un’altra storia. 138 Quaderni del Borgoantico 15

Il pianoforte sul Biaena Ricordi zandonaiani dalla Destra Adige nel settantesimo della morte

Giacomo Bonazza

Nessuna intenzione, in questo vicino a Sacco; erano tanti fratelli; me con quel carattere adamantino breve scritto, di aggiungere ele- mia suocera aveva tre sorelle. Mio che...non mollava, ma che faceva menti significativi alla biografia suocero era bellissimo, forte, alto, mollare gli altri. Devota, convinta zandonaiana, già indagata da ben un po’ burbero; mia suocera una e ferma nella sua religione, pra- altre competenze e base imprescin- donna purissima”. Zandonai ebbe ticante sino allo scrupolo, vera dibile per questo contributo: sola- una sola sorella, Marcellina, spen- santa donna in tutte le sue azioni mente un piccolo omaggio anche tasi a cinque anni. magari intransigente, comandava a dai paesi dei suoi genitori, Castel- La nipote di Tarquinia, Vittoria bacchetta in casa. Una sua sorella lano per mamma Carolina, Peder- Bonajuti, in Riccardo Zandonai Gilda, vedova, madre di Oliviero sano per papà Luigi, a quarant’anni nel ricordo dei suoi intimi, con- Costa, una donnina come lei, che dalla morte del maestro ed a cento ferma il ritratto genitoriale fattone professava gli stessi sentimen- dalla prima rappresentazione della dalla zia: “ Suo padre, semplice ti religiosi, ed ogni mattina era a Francesca da Rimini, estrapolan- ed onesto artigiano (calzolaio), di Messa alle cinque con la sorella, do da quegli autori qualche fram- schietti sentimenti italiani, cresciu- portando una piccola lanterna, mento attinente la sua famiglia di to alla ferrea disciplina di quelle qualunque tempo facesse, non origine ed i luoghi aviti in Destra terre allora irredente, era, come aveva mai voluto mettere piede in Adige. Un’ attenzione a cui Borgo- suol dirsi, un bell’uomo, alto e una sala di spettacoli per tema di antico ed i suoi Quaderni non pote- forte, appassionato di musica, suo- rimanere scandalizzata. vano sottrarsi, vista la caratura del natore di bombardino nella Banda Mamma Carolina consentì, una personaggio ed i suoi legami con il di Sacco e di Rovereto. Mamma volta tanto, ad assistere alle rap- nostro comune. Carolina (operaia nella grande presentazioni di Francesca da Il cognome Zandonai rappresenta manifattura tabacchi di Sacco) era Rimini a Rovereto. Poi seguì sem- già di per sé un indubitabile mar- una donnina, svelta, piccola picco- pre da lontano la carriera del figlio, chio di provenienza; il suo amba- la, molto intelligente, anche se non amandolo intensamente e pregan- sciatore più illustre rimane comun- colta, dalle linee severe del volto do molto per lui, nel segreto del que Riccardo dalle cento intitola- ch’essa trasmise al figlio, insie- suo cuore di madre”. zioni, tra vie, piazze scuole in tutta Italia, da Milano a Palermo, da Conegliano a Latina, da Firenze a Ferrara, da Roma a Pesaro, per non dire della presenza cospicua dello stesso negli stradari trentini.

I genitori

Il papà Luigi, appunto, proveniva da Pedersano, allora ancora comu- ne autonomo, dove lì era nato il 17 settembre del 1855 da Antonio e Domenica Zandonai; la mamma Carolina Todeschi, di Castella- no, era nata nel maggio del 1853 da Domenico e Teresa Lutterot- ti. Ricorda Tarquinia Tarquini, moglie di Riccardo: “Mio suoce- Il padre Luigi in un ritratto di Vittorio Ca- La madre Carolina Todeschi in un ritratto ro nacque a Pedersano, un paese setti di Vittorio Casetti Quaderni del Borgoantico 15 139

Alla madre, che morirà nel giu- giorni nella tenuta di dei del Trebbio ad aspettarvi un’ora gno del 1930 a settantasette anni, conti Marzani. Riccardo ha 8 anni conveniente per presentarsi al Riccardo dedicherà ogni anno, in ed è allievo clarino. Si attestano in Liceo. Zandonai aveva quindici occasione del 15 agosto, festa dell’ quegli anni - 1892/1893 - altri pas- anni, e benché fosse già foderato Assunta, una canzone o un inno per saggi dell’ ensemble musicale di di solida cultura musicale e sentis- coro femminile e banda, da tenersi Sacco sulle piazze e nelle sale dei se ormai in sé l’insorgere del suo a Sacco o Isera, paese quest’ultimo paesi della Destra Adige, da Isera a ingegno d’eccezione, furono pur della sua grande amica e mecenate Pomarolo, compresa Villa Lagari- tuttavia ore più d’ambasciata che Luisa de Probizer. Altrettanto farà na, sopratutto in tempo carnevali- di speranza quelle dell’uggiosa per il padre Luigi, in occasione del zio, dove il giovanissimo Riccardo notte in treno e della stanchevole suo onomastico, con alcune marce sarà chiamato addirittura a suonare sosta nello sbadigliante caffeuc- per banda. la grancassa; papà Luigi sempre al cio (...). L’esame di ammissione È davvero commovente registra- bombardino! andò a gonfie vele! Centossesanta re con quanta solerzia, mista ad Nel giugno 1894 la richiesta di le domande: 18 i posti: Zandonai un legittimo orgoglio, papà Luigi ammissione alla Scuola Musicale tra i vincitori. Suo padre lo lasciava accompagnerà il figlio nella sua di Rovereto, che sarà accolta con solo nella città: gli aveva indicato ascesa artistica, dal microcosmo l’ausilio di un piccolo stratagem- la via che conduceva alla cittadella saccense fino ai successi interna- ma da parte del Maestro Vincenzo (...)”. zionali. Gianferrari, resosi conto da subi- In soli tre anni, diciottenne, Riccar- È lui che si curerà dell’educazione to del talento del ragazzo, fermo do consegue a pieni voti il diplo- musicale di Riccardo, dopo i primi restando l’impossibilità di iscri- ma al Liceo Rossini nel luglio del rudimenti di chitarra trasmessigli zione per i residenti fuori comu- 1901, riuscendo a condensare in dallo zio Decimo Parziani, non ne alla scuola cittadina (Sacco era quello spazio temporale i nove avendo compiuto il bambino anco- ancora municipio a sé stante). “(...) ordinariamente previsti. ra sei anni.“ Dietro richiesta del Il documento porta, oltre la mia di Al suo ritorno in Trentino, ai tempi papà Luigi, - ricorda Olivero Costa ragazzo, due firme care: quella di delle sue prime incursioni milanesi, nelle sue Notizie sulla via giovani- mio padre e l’altra di mio zio Deci- dove troverà sostegno nelle nobili le del maestro Riccardo Zandonai mo Parziani (...)”, ricorderà più signore trentine Elvira de Gresti di - il piccolo Riccardo passò sotto tardi il musicista. S. Leonardo, raffinata musicista di la guida di questo Karl Hirner (di Il 15 settembre 1895, per l’entrata origine alense, e Gemma de Gre- nazionalità austriaca, ex sergen- del nuovo parroco in quel di Isera, sti, moglie di Tullo Guerrieri Gon- te della banda militare, impiegato la Banda sociale di Sacco esegue, zaga, è da ascrivere il simpatico alla fabbrica tabacchi e direttore tra pezzi rossiniani e mozartiani, episodio, targato maggio 1905, che della Banda di Sacco) che gli dava pure l’intermezzo dalla Cavalleria vede protagonisti un’ allegra briga- qualche lezione sia di violino che Rusticana di Pietro Mascagni: il ta di bandisti saccensi e roveretani di teoria musicale. Ma più che le dodicenne clarinettista Zandonai è ad animare un banchetto presso la lezioni dell’istruttore, devoto di lontano dall’immaginare che solo Locanda al Ponte a Villa Lagarina Bacco più che delle Muse, giovò tre anni dopo sarà un allievo del in riva all’Adige: fra di loro sono al piccolo Riccardo il suo innato prestigioso Liceo musicale “Gio- annoverati Zandonai padre e figlio, estro musicale. Usava insegnare acchino Rossini” di Pesaro, diretto rispettivamente al violino e bom- difatti l’Hirner picchiando con l’ar- dal grande operista livornese ! bardino. chetto sulle dita del ragazzo che, Dopo la fondamentale esperienza Sempre nell’estate del 1905 vengo- per ammansire il cerbero maestro, roveretana, sotto la guida sapiente no annotate alcune gite domenicali doveva ad ogni lezione portargli e quasi paterna del Gianferrari, che in montagna, tra Biaena e Stivo, di una bottiglia di buon vino”. lo avvierà allo studio del pianofor- Riccardo ed i suoi amici, con soste Insieme, padre e figlio, suoneran- te e dell’armonia, e che a sua volta musicali all’aperto e nelle osterie, no prima nella Banda sociale di lo solleciterà a rivolgere domanda nei dintorni di Patone, Lenzima, Sacco, fino al 1896, e poi nella di ammissione al Liceo musicale di Castellano, Torano e Cei. Civica di Rovereto. Per restare Pesaro, arriva per Riccardo Zando- Sono le zone delle sue battute di dalle nostre parti, è probabile la nai il momento della grande deci- caccia che si protrarranno puntual- presenza di entrambi, già a partire sione; papà Luigi è sempre al suo mente negli anni seguenti. dall’agosto del 1891, presso l’Al- fianco: siamo al tardo autunno del Ricorda il suo amico pittore Vitto- bergo lago di Cei, in occasione del 1898. ro Casetti: “Era abilissimo, occhio concerto della banda saccense in “ Il treno li scaricò a Pesaro, padre e mano prontissimi; stoccatore for- omaggio alla principessa Stefania e figlio, alle cinque di un freddo- midabile – e ci teneva - …Un gior- del Belgio, vedova dell’arciduca loso e piovoso mattino di novem- no Jolanda mi chiese come mai il Rodolfo d’Asburgo, ospite in quei bre. Entrarono nel piccolo Caffè babbo, di animo così buono, pote- 140 Quaderni del Borgoantico 15

A proposito di Melenis, risulta tardi in una trincea nemica, mezzo documentato un soggiorno esti- fracassato”. vo a Cei, sulle rive dell’omonimo Il ritorno in Trentino, a guerra laghetto, presso l’Albergo Stivo, finita, dopo il 4 novembre 1918, tra 7 ed il 30 agosto del 1911, dove è davvero scioccante per Zando- il maestro inizia la strumentazione nai, che riporterà i genitori nella del secondo atto dell’opera. loro casa a Sacco solo a partire Alla prova generale della France- dal marzo del ‘19. Il drammatico sca da Rimini, presso il Regio di sopralluogo alle abitazioni care, è Torino, il 17 febbraio 1914, con così descritto da Aldo Pizzagalli papà Luigi sono in prima fila, tra su “Alba trentina”: gli altri, il ventenne Damiano Chie- “... Eccola ! Quella è la mia casa; la sa, il futuro martire, studente di vedi ? - mi grida pallido il maestro ingegneria nel capoluogo piemon- -. Le imposte alle finestre ci sono, tese, ed il conte Pierino Marzani dunque... Ma la porta è spalanca- di Villa Lagarina, grande estima- ta... Ah, le piante del giardino!... tore del nostro, fondatore qualche Nemmeno una... Ah, i poveri fiori Con gli amici in gita sullo Stivo anno più tardi della Filarmonica di di mia madre!... E infila di corsa le Rovereto. scale. Alla soglia della prima stan- va uccidere degli esseri viventi. La Proprio in quel periodo viene costi- za una litania di vezzeggiativi sgra- tranquillizzai, rispondendo quanto tuita a Piazzo la “Società corale na il maestro con voluttà... Tolet- mi era capitato di assistere. Zando- Riccardo Zandonai”, che invierà ta senza specchio, armadio senza nai aveva ottenuto un permesso di il giorno 20 febbraio a Torino un sportelli, cassettone senza cassetti, caccia nella foresta di Paneveggio. telegramma di congratulazioni per letto senza materassi, cornici senza Dopo molto cammino, al limite del lo strepitoso successo della “ Fran- quadri, seggiole senza imbottitu- bosco, in uno spiazzo illumina- cesca”. ra... ah che allegria! Che consola- to dal sole, una coppia di caprioli zione!... “Ma il pianoforte?” brucava...Zandonai si volse a me Dalla terrazza sul cortile grida il e, senza parole, solo con la mano, La guerra maestro a un vecchietto: “ Ehi!, sembrò dire: io uccidere quelle il pianoforte dove l’hanno buttato stupende bestiole? No e poi no! E Allo scoppio della prima guer- ?”. Egli risponde stringendosi le rimise il fucile in spalla”. ra mondiale, il musicista, suddito spalle. - Il pianoforte! Dove poteva Con la prima de Il Grillo del foco- asburgico, non risponde alla chia- aver ficcato la sua mezza coda il lare del 1908 al Politeama di Tori- mata alle armi, venendo per questo pianoforte? - Finalmente il miste- no, inizia la formidabile sequenza condannato a morte in contumacia ro è svelato: il pianoforte sbadiglia dei capolavori operistici di Riccar- dall’Austria. in una trincea sul monte Biaena, do Zandonai. Seguiranno Conchi- Il 27 aprile 1915, poco prima della a 2000 m. sul livello del mare. Il ta, 1911; Melenis, 1912 e la Fran- forzata evacuazione di Rovereto maestro ammutolisce”. cesca da Rimini, tratta da Gabriele e dintorni per motivi bellici, arri- Luigi e la moglie Carolina vivran- d’Annunzio, del 1914. vano a Pesaro, sfollati da Sacco, i no di riflesso i trionfi successivi genitori Luigi e Carolina con due di Giulietta e Romeo (1922) e I nipotini. Racconta Vittoria Bonaju- Cavalieri di Ekebù (1925), circon- ti: “Nella loro semplicità, credendo dati comunque dall’affetto e dalla che si sarebbe trattato di un breve stima dei tantissimi fans del figlio. soggiorno... essi erano partiti così, All’indomani della prima romana con i soli abiti che avevano indos- di Giulietta e Romeo, si organizza so, chiudendo semplicemente la immediatamente una gran festa nel porta di casa (...). Non pensavano borgo natale. certo che avrebbero dovuto rima- Riporta Alberto Petrolli nelle sue nere a Pesaro quattro lunghi anni, minuziose note: “Sacco, casa al e vivere in sette nella piccola casa Vaticano, mercoledì 15 febbra- di Via d’Azeglio. La casa di Sacco io 1922, sera. Per Giulietta, festa era rimasta in balìa di tutti (...). nelle strade e nel cortile di casa Dopo il processo dell’Austria con- Zandonai con giro e concerti- tro il renitente, tutto fu confiscato no della Banda sociale, con varie a Sacco; solo il piano da concerto musiche dello stesso Z., in omag- Zandonai ai tempi di Conchita del Maestro fu trovato molto più gio ai genitori”. Quaderni del Borgoantico 15 141

Luigi Zandonai morirà il 17 aprile Il ricordo più struggente è però del 1926, a settantun anni; le ese- affidato ancora alla penna di quie celebrate nella chiesetta della Aldo Pizzagalli, nel già citato Il SS. Trinità di Sacco, essendo la ritorno di Riccardo Zandonai nel chiesa di S. Giovanni Battista in suo Trentino, quando si racconta restauro. Con Riccardo, Tarquinia dell’accoglienza del musicista e e mamma Carolina, sono presenti del suo amico giornalista, i gior- il podestà di Rovereto Silvio de ni immediatamente successivi la Francesco, don Antonio Rossaro, fine della prima guerra mondiale, il conte architetto Pierino Marzani da parte del capocomune Roberti, ed il maestro Vincenzo Gianferrari. nella casa di piazza S. Antonio a Durante il corteo funebre, sotto Pedersano, essendo l’abitazione di una pioggia ininterrotta, la Banda Sacco pressoché inagibile a causa sociale di Sacco e la Civica di delle devastazioni belliche. “Pen- Rovereto eseguiranno musiche di siamo, dunque al misero giaciglio Riccardo Zandonai. per la notte e dobbiamo concludere che la via più sicura per procurar- celo è quella che mena a Pederza- Pedersano no, un paesello sopra Villa Laga- Con il padre nei boschi sopra Pedersano rina, dove dimorano alcuni parenti I ricordi “presani” documentati del maestro. Una carretta militare legati alla figura di R. Zandonai Per tornare ai frammenti sopra ci traina fin lassù. L’ospitalità cor- sono ben pochi, ma sufficienti menzionati, il primo si riferisce alle diale montanara ci accoglie sotto per confermare una consuetudine nozze del cugino Oliviero Costa, un’ampia cappa di camino, sulla affettuosa del nostro con il paese operaio di Sacco, con Emma Fogo- cui fiamma ristoratrice vien tosto di provenienza del padre. Peccato lari di Pedersano, sigaraia, datate appeso un paiuolo... per una tazza che siano andate perse al riguardo, 28 aprile 1906, presso la chiesa di di caffè: cappa e paiuolo ampi in questi anni, delle testimonianze S. Lazzaro, dove troviamo all’or- come il cuore di quella buona preziose, di tipo orale, mai raccolte gano un Riccardo Zandonai venti- gente, dalla cui proba semplicità in maniera sistematica. treenne. vedevo disceso l’amico Riccardo, Nell’immaginario collettivo pae- Due anni più tardi, nel settembre anima schietta e chiara”. sano resiste l’immagine del Zan- del 1908, Zandonai è ospite nella Il tutto sarà allietato da un concerto donai cacciatore appassionato, che tenuta di Torano improvvisato in piazza dalla cora- faceva tappa a Pedersano, salutan- della famiglia di don Giacomo le maschile del villaggio, in onore do parenti e amici, prima di salire Antonio Giordani, dove accette- dell’ospite speciale. verso la Valle di Cei per le sue bat- rà l’invito di comporre un canto tute di caccia. mariano per coro femminile ed Viene raccontato pure l’episodio organo. La prima domenica di Bibliografia essenziale dell’arrivo in paese dei coniugi ottobre, in occasione della festi- Zandonai a bordo di una lussuosa vità della Madonna del Rosario, Cagnoli, Bruno: Riccardo Zando- automobile, da cui scendeva una sarà eseguito, presso la curaziale nai Trento, 1978 bellissima Tarquinia, dai modi ele- di Pedersano, il pezzo dal titolo O Petrolli, Alberto: Zandonai musi- ganti e raffinati, come si conveniva dolce nome, più volte ripreso negli cista. Esecuzioni Rovereto, ad una vera diva. anni seguenti. 1999 142 Quaderni del Borgoantico 15

Bianca Sandonà (1880-1967) ovvero un figlio a cavallo tra due nazioni in conflitto, due epoche, due fronti

Barbara Ritter

Non capivo da piccola perché si quei tempi…). Di questo destino di dovesse chiamare la nonna “signo- unica femmina tra cinque maschi, rina Sandonà”, non capivo perché patirà molto e molto influenzerà il suo cognome non fosse quello la sua vita questa situazione, come del mio papà e mio, non capivo ben si evince da rimandi e accen- perché “signorina”, non capivo ni numerosi a ciò nel suo breve ma non chiedevo, non capivo nep- racconto nascostamente autobio- pure perché non potessi chiedere… grafico “Gente difficile” e nel suo Era il loro modo di tutelarmi e di diarietto dove incolla un ritaglio di tutelarsi, il loro, quello dei gran- giornale: “…Ogni donna è essen- di, degli adulti, di chi ha passato zialmente costruttiva; e nulla l’at- situazioni drammatiche… E lei trista oscuramente, come il sentir era la nonna tanto seria, da sem- diminuito il concetto che ella porta pre vecchia, dignitosa, riservata, in sé della necessità e dignità della severa… mai di buon umore, ma vita” per poi poter aggiungere: neppure mai sentita lamentarsi… “questo io sentivo quando ero con- né mai per altro sorridere. Solo finata a vivere con quei cinque che molto più tardi imparai a capi- erano gli uomini della mia fami- re perché, imparai ad amarla, a glia (cancellature e aggiunte), essi tenerla in grande considerazione, che avevano stroncato in me ogni ad apprezzarla e a provare per lei impulso” (Milano, 24 gennaio tanta stima e tenerezza. 1935). Di lei so e ho pochissimo: qualche E ancora: “farsi asservire. Come importante documento, un paio feci io, nella mia incoscienza dei di lettere sue e di suo figlio, mio primi anni giovanili, da tutta la padre, a lei, due suoi brevi rac- falsità di vita che scontai poi ben conti, in parte sicuramente auto- amaramente Un eterno fantoc- biografici, una raccolta di poesie cio ero. Religione male intesa per e prose di autori vari che le piace- prima e bigottismo (cancellature). vano e le dicevano certo molto e Le amiche, le povere zie, il con- infine, trovato o riscoperto recen- Bianca Sandonà in una fotografia di fine vento. Poi…le consigliere aristo- temente, un piccolissimo quader- ‘800 cratiche postesi al mio fianco in nino nero, una sorta di combattu- quel tempo, quando tutto il mio io tissimo, conflittuale diario degli Bianca nasce il 4 aprile 1880 a San non cercava che vie semplici (can- anni ’30, ricco di cancellature, Michele all’Adige, dove c’era e in cellature)(…) accanto al terribile aggiunte, ripensamenti, citazioni, parte c’è ancora una proprietà San- barbablu di mio padre (cancellato: fonte di dirette e ancor più indiret- donà (che sembra sia stata data al un fantoccio avevan fatto di me). A te informazioni su lei e sulla sua padre Domenico, perito tecnico, 25 anni suonati mi diedi uno scos- vita, che non avevo mai avuto. per i suoi lavori alla linea ferro- sone e andai via da tutti loro – tanto Di mio nonno ancora meno, cioè viaria del Brennero), dove proba- per non crepare di rabbia, e comin- quasi niente… tranne forse una bilmente viveva la famiglia in quel ciai un’altra vita. Viaggiai, conobbi foto trovata nel libricino-raccol- periodo (non so perché non a Villa genti – ma non era ciò che volevo, ta, senza alcun nome, data, riferi- dove c’era e c’è la casa avita). non era la mia vita. Cercavo di mento… era lui Juliu Ritter? Ha due fratelli maggiori e ne ver- scomporre e ricomporre gli anelli Ma andiamo con ordine, o almeno ranno due minori, un padre-padro- della mia catena che ormai era con- proviamoci. ne e una madre probabilmente con gegnata a tal modo (…) (cancella- poca voce in capitolo (com’era a ture). Non potevo discernere in me Quaderni del Borgoantico 15 143

stessa”. (Milano, 12 ottobre 1935). la (…). Eppure lo specchio parla- verbali da parte di mia nonna o di Basti pensare che dei fratelli tre va chiaro. Dio, quanto si vedeva mio papà (morto molti anni fa, nel su quattro, in quegli anni, siamo brutta! (…) E i fratelli, per quel 1972) e accenni ancor più vaghi nel ai primi del ‘900, si laureeranno a suo viso lungo, l’avevano deno- suo piccolo diario: Vienna; in ingegneria il primo, in minata La malcontenta! Sì, lo era 24 gennaio 1935 architettura il secondo (il famoso effettivamente. Per fortuna aveva il “Quando vuoi torturarti troppo Mario, cui è intitolata una strada pianoforte, la musica, Beethoven, (…) dovresti pensare che è vero di Villa), il terzo in giurispruden- Mendelssohn e Chopin erano i suoi avrò errato tante volte, ma però ho za, mentre lei non so fino a che età grandi amici” (dal suo racconto saputo incamminarmi sopra tutt’al- abbia potuto studiare, penso si sia manoscritto Gente così difficile…). tra strada da quella che si era trac- istruita soprattutto da autodidatta. Non si sposò, “zitella” dal carattere ciata per me. Un eterno fantoccio Conosceva molto bene, parlava e indipendente, difficile, malinconi- mi volevano essi (…) E se non mi scriveva, ovviamente oltre all’i- co. A 25 anni non ne può più, deci- davo uno scossone a 25 anni suo- taliano, tedesco e francese (di cui de di prendere in mano la sua vita, nati ancora sarei là come un fantoc- dava lezioni e si sostentava a Mila- il suo destino, che sente così duro cio.- ma forse sarei crepata (…) ho no), suonava il pianoforte (anche di e segnato e, probabilmente, si reca perduto molti anni preziosi. Non questo dava lezioni) e conosceva in Francia come dama di compa- guardare ai dettagli. Guarda l’ope- bene la musica classica. Non era gnia, sì, probabilmente, perché non ra nel complesso.” bella: “… nessuno, più di tanto, abbiamo nulla se non ricordi vaghi Volle, o un po’ fu costretta, nel pareva accorgersi di lei, stenterel- di mia madre relativi ad accenni 1913, a ricevere la sua parte di futura eredità in soldi, probabil- mente per riscattarsi, liberarsi… fare la sua vita... Ma anche ciò fu sofferto, fonte di dispiaceri, taci- tata e rimossa, anche nel lungo e dettagliato testamento paterno ufficiale del 1920 solo due righe di chiarimento che non le spettava più nulla: “Mia figlia Bianca fu tacitata in seguito alla sua espressa volon- tà con atto notarile Dott. Conci 27.XII. 13 tanto per l’eredità pater- na che materna (…) Considerato poi il deprezzamento della valuta e il caro viveri, le si accordò ed essa ben di cuore accettò come da atto da essa firmato (…)”. Ben diverso è il vissuto emotivo dell’avvenimento da parte di Bian- ca, come suggerisce nel suo rac- conto: “Sdraiata sul suo letto, nella calma che la circondava, essa giudicava crudele l’averla pressoché costretta a firmare quel grande foglio stam- pigliato… Ma in realtà che altro si poteva fare? Era l’unica soluzione possibile per togliersi da una vita ove ogni desiderio, ogni aspirazio- ne a cose vitali veniva soffocata… Una pagina di quella vita ora si chiudeva per sempre (…)”. Il padre stanco dei suggerimenti dei figli maggiori e desideroso di una parola che desse affidamento, si rivolse al figlio che per aver stu- Due pagine del piccolo diario di Bianca Sandonà diato legge ne sapeva qualcosa. E 144 Quaderni del Borgoantico 15

il fratello con termini legali disse litazione generale dell’esercito e prio quando l’Italia entra in guer- che se la sorella si fosse ostinata a della leva di massa. Il proclama del ra (!) rimane incinta… Immagino pretendere denaro si poteva taci- vecchio imperatore, Ai miei popoli, i suoi pensieri, i suoi tormenti… i tarla. Si stendeva un atto presso il affisso a tutti gli angoli delle stra- suoi conflitti interiori (oltre a quelli notaio, con cui le si assegnava un de, apriva per la gente trentina il piccolo capitale ed ella era messa capitolo più cruento dell’intera sua a posto per sempre. (…) Il padre storia; un vero e proprio “martirio”, batté col pugno sul tavolo: “Bravo, come venne definito allora con è un’ottima idea!” La madre azzar- un’immagine retorica ma profon- dò una timida protesta cui nessuno damente vera: caso emblematico, fece attenzione. ancor oggi denso di significati e di Tacitazione! Come una campana la ammonimenti (…). E nulla, nessu- brutta parola le risuonava dentro. no, rimase intoccato dal conflitto.” Significava che tutto quanto era del (Il Popolo scomparso, 2003, Nico- padre, anche la tenuta e la bella fat- lodi editore, pag. 21, Diego Leoni). toria, “il maso” ove essa aveva vis- Sicuramente non rimase intoccata suto in solitudine i suoi anni miglio- mia nonna Bianca! ri, tutto sarebbe rimasto un giorno Una grande occasione per riscattar- ai fratelli. No, non era simpatico si, compiere qualcosa di importan- esser nata unica femmina fra tanti te, dare un senso alla propria vita, maschi” (da Gente così difficile). allontanarsi da casa… Queste sono parole molto probabil- Decide di offrirsi volontaria come mente autobiografiche, che fanno crocerossina con l’esercito austro- riferimento, almeno in parte, a lei, ungarico e parte per la Baviera. a suo padre e a sua madre, a suo In un ospedale da campo cono- fratello Augusto. sce un ufficiale ungherese… Lui Tutto questo per contestualizzare viene dall’Ungheria più orientale, la situazione che si venne a crea- è avvocato, forse ferito, forse già re nella famiglia Sandonà con lo sposato, si chiama Juliu Ritter. scoppio della I guerra mondiale in Lei, probabilmente per la prima e Trentino. unica volta, si innamora (?), inizia “Il 31 luglio 1914 in tutti i terri- una relazione (?) oppure vive una Iuliu Ritter in divisa di ufficiale dell’eser- tori dell’impero austro-ungarico unica notte d’amore (?). Fatto sta cito austroungarico veniva diramato l’ordine di mobi- che nella primavera del 1915, pro-

Villa Lagarina, inverno 1915. Via Cavolavilla occupata dai prigionieri di guerra intenti a produrre ghiaia per le strade. Sullo sfondo casa Sandonà con l’edicola della Madonna e la Monaco di Baviera, 1917. Al centro della fo- scritta “Morea Gasse”. Alle finestre del secondo piano della casa si intravedono alcune fi- to Bianca Sandonà in divisa della croceros- gure sa; alla sua destra il piccolo Giorgio Ritter Quaderni del Borgoantico 15 145

della guerra, che la vedono croce- na Barbara, parla di due francobol- rossina con i “nuovi nemici”). li della Romania da una lettera del Il 10 febbraio del 1916, in piena defunto nonno Giulio Ritter morto guerra, a Monaco, terra non più nell’ottobre 1933. amica, partorisce, sicuramen- Il cognome ufficialmente viene te sola, un maschietto cui dà il cambiato a partire dal I giugno nome di Giorgio (nome che non 1922; nasce Giorgio Ritter, ha un appartiene ad alcun Sandonà!). Lì padre, anche se del tutto assente, rimane ancora probabilmente fino un bel cognome di lingua tedesca, alla fine della guerra, persa dagli di famiglia ungherese, del quale io austro-ungarici, quelli con cui lei fino a poco tempo fa non sapevo era andata… per tornare, vinta, a nulla, ed anche oggi –nonostante Villalagarina, sola con un figlio alcune ricerche- continuo a non illegittimo, senza padre, di cui pro- sapere quasi nulla. babilmente in famiglia non sapeva- L’infanzia così traumatica di mio no nulla. papà ha lasciato però in lui un gran- Certo rientro non facile, in una de segno … non ne volle mai par- situazione familiare già ostica. lare… ha lasciato in me un grande Giorgino viene messo in collegio Villa Lagarina, 1929. Giorgio Ritter e non- vuoto… a Sant’Ilario, lei si trasferisce a na Augusta Bianca torna a vivere e lavorare a Milano, ha un po’ di soldi e una Milano, Giorgio in collegio. Negli piccola rendita sempre della taci- incoraggiare, in questa coraggiosa anni ’30 raggiunge la madre in città, tazione ereditaria, forse apre una decisione. Va a prendere il picco- lei riesce a farlo studiare fino alla cartoleria che ben presto chiuderà lo Giorgio, cinque anni appena, e laurea in Economia e Commercio (donna letterata e di cultura, non intraprende un lungo, avventuro- alla Bocconi di Milano (altro segno certo imprenditrice…) per vivere so viaggio. Arriva, non so come, di riscatto?!). Alla fine degli anni e sopravvivere con lezioni private in quanto tempo (ancora oggi è ’40 (o forse ancora durante la II credo di tedesco, francese, piano- disagevole e complicato), in quella guerra mondiale quando la sua casa forte. Di questo vi è traccia nel suo che era la contea amministrativa di a Milano venne bombardata) lei diarietto: Bihar nell’ex Regno d’Ungheria, tornò a Villa, nell’appartamento al I “Io sono veramente sciocca a vive- allora e oggi nel nord-ovest della piano della casa avita, prestato gen- re sempre nelle chimere. Dovrei Romania, dove viene amministrato tilmente in uso dal fratello Mario; lì guardare invece di avere più lezio- come Distretto di Bihor. La capi- la ricordo, seria, severa, dignitosa, ni (…) fare più inserzioni” (I mag- tale della contea era Nagyvárad, riservata, sempre a posto. gio ’36). da dove proveniva Juliu; la città E un anno dopo: “Ho qui sulla mia nel 1921, e tuttora, si trova in scrivania un mazzo di rose bianche Romania nord-occidentale sotto il dono gentile di miei due giovanetti nome rumeno di Oradea. Strana allievi. Quanto mi fanno piacere, coincidenza di alterne vicende di rose bianche – sono belle più delle appartenenza a due stati, di destino rosse” (20 maggio ’37). storico-politico-geografico affine Ma soprattutto vive la sofferen- al Tirolo meridionale! Nella zona za di suo figlio, che cresce con il infatti, e a Oradea in particolare, gli cognome della madre, senza padre abitanti più anziani parlano ancora alcuno e patendo molto di questa (e solo!) ungherese! situazione per la quale viene pro- Lo trova, Dio sa come… Lo trova babilmente deriso e denigrato dai e lo convince ad adottare il figlio compagni di collegio e anche dai (non a riconoscerlo, forse allo- cugini, benestanti e benpensanti… ra non si poteva o era comunque E così Bianca decide di andare a molto complicato), adottarlo e cercare Juliu, di cui sa poco, molto quindi dargli il suo cognome: Rit- poco, ma qualcosa sa, e lo troverà. ter. Anche qualche soldo, qualche Nel gennaio di quell’anno - 1921- spicciolo, ma che non pretenda era morto suo padre e forse que- nulla in eredità! Juliu risulta allora sto avvenimento non fu del tutto non avere figli, dopo chissà… Un ininfluente nella sua decisione, lembo semistracciato di foglietto Milano, 1942. Documento di riconosci- forse la madre la poté appoggiare, con la scritta di Bianca alla nipoti- mento di Bianca Sandonà 146 Quaderni del Borgoantico 15

Tutti i fratelli, e la madre, man mano sono deceduti. Nei primi anni ’60, di sua spontanea volontà, si trasfe- risce nella Casa di Riposo di Mori, dove muore l’11 marzo del 1967. Viene sepolta nella tomba di fami- glia del cimitero di Villa Lagarina, in una delle grandi edicole proget- tate dal fratello architetto. Quella famiglia che tanto la influenzò, l’unica famiglia possi- bile, che in parte la accoglie e la sostiene nella seconda fase della sua vita, attraverso le figure dei fratelli Mario, Augusto e Quintino, e della madre, di cui scrive in un frammento conclusivo del suo pic- colo diario: “Qui c’è la Mamma, lasciamo il posto a Lei che fu grande nei suoi sacrifici e nelle sue dedizioni”, frase che ben si addice, e ancor di più, a lei stessa: Bianca Sandonà. Villa Lagarina, 1959. La famiglia Ritter con nonna Bianca Quaderni del Borgoantico 15 147

Ricordo del conte architetto Pietro Marzani 23 novembre 1889 – 14 marzo 1974 Nel centoventicinquesimo anniversario della nascita e quarantesimo della morte

Antonia Marzani

Caro papà, al giorno 23 novembre 1889 dà ma veramente, per trentuno dei miei solennità alle sue sei parole: “Oggi settantuno anni sei stato presente, è nato il nostro bambino”. anima e corpo, nella mia vita o sei Così è cominciata la tua vita cir- stato soltanto un’ombra o un sogno? condato dalla mamma Maria, dal Nel silenzio delle ore tredici quan- papà Carlo, dalla zia Violante do la gente si riposava dopo aver sorella della mamma, dalla sorel- pranzato si sentiva lontano al di là lastra e cugina insieme anche lei degli ippocastani della piazza un Maria, di sette anni più grande di ronzio crescere ed avvicinarsi sem- te, e dalla cugina del papà Maria pre più e tu arrivavi dal tuo studio Garollo detta Mimi, queste due di Rovereto descrivendo a cavallo ultime nel tuo diario di bambino del tuo Motom un ampio semicer- chiamate sorelle, il più piccolo chio tra la fontana e il Santo Monte. e adorato, bello come una stella, Il tuo vivace “Pron…” risuonava in in una famiglia di un solo uomo cortile, cioè sono arrivato, si può e quattro donne, tre delle quali si andare a tavola. chiamavano Maria, segno di gran- Nel ricordare il tuo cammino sareb- de fede. be forse naturale che io lo divides- Quando avevi sette anni, nel 1896, si in due tempi, prima di me, cin- tutta la tua famiglia si è trasferita a Pietro Marzani con la figlia Carla a quantaquattro anni, e quando c’ero Tabiano nel luglio del 1943 Villa Lagarina, nella casa dall’alta anch’io, ma avrebbe poco senso: facciata sulla piazza della fontana, quinta ed ultima dei tuoi cinque dove fino ad allora né tuo padre figli, due femmine, un maschio ed ancora due femmine, ne ho soltan- to reso simmetrica la sequenza, cosa quasi dovuta per un architetto come scherzosamente dicevi. Già quando sono nata non eri pre- sente, eri alle Terme di Tabiano, dove avevi accompagnato la tua secondogenita Carla che soffriva d’asma, e la mamma, per annun- ciarti la mia nascita, temendo d’il- luderti d’aver avuto un secondo figlio maschio inviandoti un tele- gramma con “nata bambina”, che facilmente avrebbe potuto essere storpiato in “nato bambino”, e non piacendole “nata femmina”, ti ha scritto “nata femminuccia”.

Infanzia

Invece la pagina bianca dell’a- Cortile di casa Marzani con rose genda del nonno Carlo, tuo padre, Pierino 148 Quaderni del Borgoantico 15

Da sinistra: Maria Garollo, Maria Marzani Menghin, Carlo Marzani, Maria Marzani, Violante Menghin. Seduto davanti: Pie- rino né il tuo nonno Agostino avevano certi a mandarmici. In realtà tu, pur Dio fulmini chi ha potuto pensa- risieduto se non saltuariamente, ma di larghe vedute, non consideravi re di trasformare quei cortili in di proprietà della famiglia fin dal così necessario che le tue figlie si banali anticamere senza tempo e 1636. laureassero. senza carattere, con la scusante che Una tua firma infantile su un minu- Quanto era bello il nostro Liceo, scolo quadernetto appartenuto a classico e neoclassico, forse un qualcuno o forse meglio qualcuna po’ meno grigio ai tempi tuoi che dei “Marzani di là”, i cugini che ai miei, felice materializzazione di abitavano in casa Madernini, già ciò che ci studiavamo. Polveroso immortalato sul Quaderno del Bor- come il passato e razionale come goantico numero 14 fa immaginare le declinazioni e coniugazioni la scena di una signora che festeg- delle lingue indoeuropee e le clas- gia il piccolo nuovo venuto. sificazioni della zoologia e della botanica. Durante gli intervalli, usciti dalle classi, passeggiavamo Scuola sui loggiati chiusi da vetri con gli infissi di ferro che circondavano i Per alcuni anni hai studiato in casa, piccoli cortili rettangolari. “…stu- poi sei andato al liceo di Rovereto por destar potrebbe a molte metro- dove anche noi tuoi figli in seguito poli, certo essendo che in tutto il avremmo studiato, non tutti però, Tirolo non vedesi un sì magnifico Maria Beatrice, Agostino, Lamber- edifizio e pochi o nessuno può la ta ed io, Carla no perché ritenuta stessa Imperial Vienna vantare…” troppo fragile,convincimento da scriveva nel 1787 Adamo Chiuso- lei poi ampiamente smentito, ed io le nella sua descrizione della valle ho dovuto un pò penare per convin- Lagarina. Chiedo scusa, ma che Pierino ginnasiale Quaderni del Borgoantico 15 149

erano già stati modificati rispetto potranno sembrarti capaci o inca- giungere Monaco dovevi attraver- al progetto settecentesco originale. paci, simpatici o antipatici. Non è sare una sola frontiera passando Ed anche chi ha progettato alcuni tuo compito giudicarli. Tuo compi- dall’Impero di Francesco Giusep- degli edifici in cui mi è capitato to è studiare”. pe a quello di Guglielmo II. Del di insegnare, baracche senza capo tempo dell’università non ricordo né coda, quanto mai diseducative, che raccontassi mai nulla, salvo un dove è difficile perfino individuare Università particolare culinario, cioè la grande la porta d’ingresso. quantità di burro con cui tu ed i tuoi Quando studiavi tu le vetrate dove- Non avevi ancora diciott’anni compagni di alloggio cuocevate le vano avere circa cinquant’anni, quando sei uscito dal liceo e sei cotolette ed il fatto che i Monachesi messe per trasformare in scuola partito per Monaco di Baviera dicevano: “Berlin war schoen wen il palazzo della famiglia Piomarta dove hai conseguito la laurea in dir Berliner nicht waeren”, “Berli- voluto da Gaetano Piomarta morto ingegneria ed architettura. Per rag- no sarebbe bella se non ci fossero a ventidue anni nel 1773. Non hai mai detto niente di questa famiglia e neppure io ci pensavo, mi senti- vo in una scuola dove ogni anno nuovi giovani sostituiscono quelli che se ne vanno, non in una casa dove il succedersi delle genera- zioni e dei proprietari è inevitabil- mente legato a vicende dolorose quando non tragiche, nemmeno quando il bidello Arnaldo apriva una porta sulla cui soglia piazza- va il banchetto con le merende e dietro le pile di panini e di craf- fen compariva il salone un po’ in penombra, perpetuamente ingom- bro di banchi, tavoli, sedie ed altre suppellettili fuori uso. Ai tempi della scuola dormivi nell’ultima stanza in alto a sinistra guardando la casa dalla piazza, vicina a quella dei tuoi genitori, che in seguito sarebbe stata divi- sa in due parti: bagno e antibagno. Qualcuno ti svegliava e tu ti alza- vi il più tardi possibile e poi filavi a Rovereto a piedi e in diciasset- te minuti raggiungevi il liceo. Io, quando non prendevo la corriera, ne impiegavo trentacinque. Rac- contavi che se arrivavi quando la porta della classe era già chiusa ed il professore in cattedra, estra- evi l’orologio e lo guardavi stupito come a far credere che il tuo ritardo fosse colpa dell’orologio e non tua. Anche un superpuro e superonesto come te da ragazzino poteva tenta- re qualche trucchetto. Nonostante rari momenti di ribel- lione, che trapelano dal tuo diario, sei stato un bravo studente, che sono certa già sapeva quello che avresti detto a me: “gli insegnanti Orario scolastico di Pierino Marzani in Va ginnasiale 150 Quaderni del Borgoantico 15

i Berlinesi”. Mi piacerebbe aver luzione che serpeggiava tra i suoi sentito un tuo commento sulla vita allievi e docenti, ma per la sensa- di una grande città messa a con- zione che si trattasse di una rivo- fronto con quella di città e paesetti luzione sbagliata e qui non si può di periferia come Trento, Rovereto non pensare a Pierpaolo Pasolini, e Villa Lagarina, tra la vita in Ger- a Carlo Azelio Ciampi - “Non è il mania e quella dell’Austria, per te, paese che che sognavo”, Il saggia- trentino di sentimenti irredentisti tore, 2011 - nonché alla cara Anetta e mordente il freno, opprimente Tonini “Caliera” che a quei tempi e ridicola insieme, mi piacerebbe diceva: “Propri adess che se sco- averti sentito dire che leggevi “I minzieva a star en poc pu benotin i Buddenbrook” di Thomas Mann rovina su tut”. edito da Fischer nel 1901, ma non Neppure sui motivi che ti hanno è stato così. Del resto a Monaco tu fatto scegliere la facoltà di archi- sei stato tra i tuoi diciotto e venti- tettura hai mai detto niente, pur tre anni, pensavi a studiare, sicura- essendo stata la tua una scelta del mente ad andare a molti concerti, e tutto nuova in famiglia, mai fatta poi non sei mai stato né uno psico- prima da nessuno dei tuoi ascen- logo, né un sociologo. La Facoltà denti. di Sociologia di Trento fondata nel Dopo la laurea, attraversando la La contessa Eleonora Alberti Poja na- 1962 la chiamavi “Sozzologia”, frontiera che ti separava dal Regno ta Piomarta, sorella ed erede di Gae- tano non però per disprezzo per i suoi d’Italia, sei andato ad arricchire la insegnamenti né, credo, per la rivo- tua preparazione a Roma, caput

“Giornale” di Pierino Marzani avuto in dono per il Natale 1898 Quaderni del Borgoantico 15 151

no e poi a Milano, nello studio mi arrabbio moltissimo, mentre - dell’architetto Stacchini, che in come il protagonista di “1984” di seguito avrebbe progettato la Sta- Gerge Orwell cercava dai rigattieri zione Centrale. Un luogo dove io qualche traccia di un mondo più passo continuamente, ben rara- umano - io vado cercando dentro mente senza pensarti. Abitavi in i portoni quello che resta, e non è via Brera presso un conoscente poco, dell’architettura popolare di trentino, Giovanni Marzari, in una un tempo. Quando però è stata rin- casa che le bombe della seconda novata nel 1958 la sala Verdi del guerra mondiale devono aver pol- Conservatorio, ti ricordo a tavola verizzato dato che adesso lì c’è che la descrivevi e cercavi di spie- un edificio degli anni cinquanta. garci come era stato studiato il suo Attraverso i parenti Festi o altri hai soffitto per favorirne l’acustica. conosciuto almeno un po’ la buona società milanese che descrivevi come “milanesoni, coresoni”. Grande guerra Diversamente che a Roma, nella più vicina Milano sei tornato mol- Nel 1914 tu avevi venticinque anni, tissime volte dopo il 1912-14, ma tra fine ‘800 e inizio ‘900 la cultura neppure in questo caso ricordo tuoi europea aveva forse prodotto, nella commenti sull’architettura della letteratura, nella musica e nell’ar- città. Sulla chiusura dei Navigli nel te, il suo, speriamo solo per ora, 1929-30 appena qualche accenno, canto del cigno, un canto meravi- sulla ricostruzione dopo la seconda glioso, invece la cieca avidità della Pierino studente a Monaco di Baviera guerra mondiale, sulla torre Vela- politica aveva creato nel mondo sca, sul grattacielo ex-Pirelli poco uno stato di saturazione esplosivo mundi cioè un tempo capitale o nulla. Invece me ne preoccupo io, e Gavrilo Princip, un ragazzo più dell’Impero Romano e quindi cen- che recentemente mi sono iscrit- giovane di te, con i suoi amici, era tro della cultura italiana e mediter- ta all’associazione “Riapriamo pronto ad accendere la miccia. ranea cui sentivi di appartenere, i Navigli” e quando vedo o solo Anche tu dovevi andare in guer- modello infinito di architettura e sento parlare delle grandi novi- ra, ed eri tra quelli, essendo di di arte, sempre intatto dentro di te tà edilizie ideate dalle archistar sentimenti irredentisti, per cui era anche se non ci sei più ritornato. Io che servono soltanto ad arricchire ancora più difficile, perché dovevi sono andata a Roma per la prima le grandi imprese, perché riman- scegliere se obbedire alla chiamata volta nel marzo del 1962, cin- gono in buona parte inutilizzate, dell’esercito asburgico o fuggire in qunt’anni dopo, in gita scolastica con la terza liceo guidata dall’allora preside professor Umberto Tomaz- zoni. Ho visto quindi anche una Roma che tu non hai visto: Stazio- ne Termini, via della Conciliazio- ne, via dei Fori imperiali, EUR… Anche di questo mi piacerebbe averti sentito parlare, invece nulla o forse non ricordo. Però l’esplo- sione di entusiasmo dentro di me “ non ci può essere al mondo una città più bella di questa” davanti ai colli, alla luce, alla vegetazione, alle rovine romane, al barocco, al Tevere con i ponti e le statue, anche senza parole qualcuno, cioè tu e la mamma, che a Roma non è nep- pure mai stata, doveva pur averla preparata. Poi sei andato a fare pratica di architettura in uno studio di Mera- Pierino Marzani tra i commilitoni in una foto avuta da De Biasi nel 1927 152 Quaderni del Borgoantico 15

quasi “È Ttitto llà”. In quel viaggio siamo andati anche a Portogruaro in visita ai nipoti della mamma Giorgio e Bice Scarpa Bonazza che avevano avuto da poco la prima figlia Alessandra ed io, benché solo tredicenne, in silenzio osser- vavo attentamente il modo in cui avevano rinnovato il loro palazzo. Siamo andati anche a Cividale del Friuli e nel Tempietto longobardo abbiamo sostato davanti ad una lapide che ricorda tra i benemeriti restauratori del Tempietto il prozio Giovanni Battista Marzani, 1794- 1865, allora Vicepresidente della Luogotenenza del Veneto, figlio di Lorenzo,1766-1835, e fratello di Agostino, tuo bisnonno, di Loren- zo, capostipite dei “Marzani di là”, e di Pietro Ferdinando, lo “zio Pie- Pierino Marzani in visita alla famiglia sfollata a Linz rino” da cui i tuoi nome e sopran- Italia. Credo con grande senso di da quando il professor Gregorio nome. colpa non sei fuggito e come tanti Marinaz loro padre era stato inse- Ma soprattutto siamo andati al Trentini hai combattuto in Galizia. gnante a Rovereto. Enrica Marinaz Sacrario militare di Redipuglia. Non una goccia di sangue, non un era stata mia madrina di Cresima Quando quest’estate il presidente sospiro di un compagno ferito o e tutte due le sorelle, ormai un po’ Giorgio Napolitano ha dato inizio morente è mai trapelato dai tuoi anziane per affrontare il lungo viag- alle celebrazioni di commemora- rarissimi racconti di guerra. Dicevi gio per Villa Lagarina, erano felici zione della Grande Guerra, io non che se vedevi un tuo soldato allonta- di rivederti assieme alla mamma ero davanti alla televisione il 28 narsi aspettavi ad ordinare “fuoco” ed alla figlioccia . Si era in piena luglio del 2014 ad ascoltare Ric- quando eri certo che non lo avreb- rivoluzione ungherese e le due care cardo Muti e a criticare il grande be raggiunto. Dei processi che hai sorelle ci mostravano “il muro di fascio di luce tricolore che impedi- dovuto subire dicevi che ti veniva Gorizia” in Piazza della Transal- va di vedere bene il Sacrario. Ero chiesto se desideravi la sconfitta pina dicendo: “È Tito là” che con a Redipuglia con te e la mamma dell’Impero o soltanto che il Trenti- la pronuncia goriziana suonava nell’autunno del 1956, sbigottita no diventasse italiano e che rispon- devi che l’Impero continuasse pure a vivere felice, ma che il Trentino doveva diventare italiano. Dicevi anche di aver avuto l’impressio- ne che se in quei processi te la sei sempre cavata era perché un uomo giovane e laureato era considerato un valore da non perdere. In trincea cercavi di imparare a memoria La Divina Commedia. Però un momento importante di ricordo della Grande Guerra me lo hai dato. Nell’autunno del 1956 hai orga- nizzato un piccolo viaggio, tu, la mamma ed io, che aveva come meta principale Gorizia per fare visita alle sorelle Virginia ed Enrica Marinaz, amiche della tua famiglia Antonia Marzani tra le “madrine” Virginia, a sinistra, ed Enrica Marinaz Quaderni del Borgoantico 15 153

ardo,1851-1924, cresciuto in Lom- Architettura bardia e quindi arruolato, volonta- rio perché in quel periodo non in Ma tu eri giovane e cominciavi la perfetta salute, nell’esercito italia- tua carriera di libero professionista no, caduto nel Vallone del Sangue con lo studio a Rovereto, nei primi sul dosso Faiti del Carso il 18 gen- anni assieme all’architetto Giovan- naio 1917 all’età di ventisette anni. ni Tiella e poi da solo. Hai lavorato Non so se sia stato sempre un meri- molto, per parecchi anni frenato to quello della mamma di sdram- dal tuo non essere fascista e se hai matizzare, a volte sì e a volte no, voluto andare avanti hai dovuto ras- ma certo è stato durante quel viag- segnarti a prendere la tessera. Dopo gio che ha raccontato che durante la seconda guerra mondiale, dove il Fascismo si diceva che in Italia non sei stato richiamato per l’età, c’erano tre re: Re di Paglia, Vit- hai continuato a lavorare prima torio Emanuele III, Re di Piglia, nello studio di via Mercerie, inqui- Mussolini, e Redipuglia. lino della famiglia Bombieri, poi in Finita la guerra tutti felici, almeno quello di viale dei Colli, inquilino Augusto Marzani (1890-1917), figlio di Edoardo, fratello di Carlo (1849- quelli che non ci erano morti o non della famiglia Dordi, e infine nella 1933) ci avevano perso affetti e beni, il tua casa a Villa Lagarina nelle due Trentino Italiano, tutto a posto? stanze al secondo piano che erano e incantata davanti a tanto dolore, Non proprio così e qui il pensiero state salotto e stanza da letto della a tanta solennità, ma anche a tanta non può non andare a tuo padre nonna tua madre, morta nel 1955. bellezza. Tra tanti nomi lì c’è anche Carlo ed agli irredentisti della sua Hai lavorato per il pubblico e per quello di Augusto Marzani, capita- generazione, che dopo aver desi- i privati, semplici clienti ed anche no del 34° Reggimento Fanteria derato il Trentino italiano si sono parenti e amici, costruendo chie- Livorno, tuo primo cugino perché ritrovati nel Fascismo e sono morti se, asili, scuole e abitazioni, nel figlio del fratello di tuo padre Edo- senza essersene liberati. nuovo e nell’esistente con molti

Porta d’ingresso di casa Bombieri a Rovereto Architetto Pietro Marzani. Interno di asilo 154 Quaderni del Borgoantico 15

riprodurre intorno a se l’atmosfe- ricordo solo l’ultimo dei tuoi geo- ra del nostro giardino con i suoi metri, Emilio Toldo, piacente e tassi, atmosfera, ahimè, che oggi compassato, che puntualmente io respiro di più guardando quella alle tre del pomeriggio arrivava casa che non nel nostro stesso giar- da Rovereto e saliva nel tuo studio dino, anzi non la respiro più affatto sedendosi al tavolo da disegno di perché proprio in questi giorni il fronte al tuo e due tue segretarie, caro tasso delle sorelle Galvagni è l’ultima, Carla Scrinzi di Nogaredo stato abbattuto. Una volta qualche che tu chiamavi Carlas per distin- anno fa, gentilmente ospitata da guerla da tua figlia e Luisa Galva- loro a pranzo in quella villetta, mi gni, che da casa nostra dove allora sono sentita avvolta da un calore abitava raggiungeva in bicicletta il e da un affetto che nella mia vita tuo studio a Rovereto, prima in via normale non so veramente più che Mercerie e poi in viale dei Colli. cosa siano e che non potrò mai Sono entrata raramente nei tuoi dimenticare. studi di Rovereto. Il tuo recapito Dei tuoi collaboratori in ufficio a Trento, dove andavi ogni lunedì

Archivio architetto Pietro Marzani. Elenchi dei materiali conservati a cura di Mirella Duci e Francesco Samassa adattamenti e ristrutturazioni, tra cui qualcosa anche in casa tua, non poco criticato da moglie e figli. Hai progettato anche mobili, ad esem- pio le fioriere della loggetta in stile liberty e la tua stanza da letto da sposo decisamente razionalista. Sicuramente la professione non ti ha arricchito, data la tua aristocra- tica abitudine di praticare parcelle basse. Alcune tue opere sono già state demolite tra cui il municipio di Villa Lagarina. Qui nei dintorni sono ancora visibili la ristruttura- zione del castello di Castellano, il piccolo Monumento ai Caduti sem- pre a Castellano, il nostro teatro, la porta laterale della chiesa, la casa costruita per le famiglie Zandonai, Minello e Coraiola in via Seganti- ni, casa Grott in via XXV Aprile, la villetta costruita per i fratelli Oberosler a Piazzo, il cosiddet- to eremo Rossi sempre a Piazzo, l’ampliamento della chiesa di San Leonardo a Nogaredo, il grande vecchio ingresso dell’ospedale di Rovereto, il rifugio Finonchio, ma soprattutto la villetta costruita per Beppina Galvagni, vedova di Emi- lio, e le figlie Bice, Clelia, Raffael- la e Luisa qui a Villa Lagarina, fino ad allora inquiline in casa nostra, Architetto Pietro Marzani. Le due versioni del Rifugio Fausto e Fabio Filzi sul Fi- che sembrano proprio aver voluto nonchio Quaderni del Borgoantico 15 155

mattina con il treno delle sette e tra le mie infinite manchevolezze, città, la gloriosa Filarmonica che trenta finchè non siamo stati priva- non sono certo le capacità organiz- hai retto per ben quarantanove ti della fermata a Villa Lagarina e zative o la pazienza rispetto alla anni, fino al 1970 a ottantuno anni, poi con la corriera da Sant’Ilario, burocrazia le qualità che mi man- e che dopo alterne vicende tuttora dato che tu non hai mai posseduto cano? Ma forse neppure sapevi prospera sotto la presidenza dell’a- un’automobile nè avuto la paten- quello che pensavo, preso com’eri mica professoressa Luisa Canale te di guida, non so neppure dove da tutto il tuo da fare. Fedrizzi, da poco subentrata all’in- fosse. Mi rivedo una volta ragaz- gegner Andrea Condini mio com- zina in viale dei Colli ed un’altra pagno di liceo anche se non di clas- ancora bambina in via Mercerie in Musica e Filarmonica se, lui nella sezione B e io nella A, un pomeriggio buio mentre cer- e figlio del caro dottor Beniamino cavo di scrivere sulla tua vecchia Quasi contemporaneamente allo Condini. macchina da scrivere che ancora studio di architettura avevi, nel Un lungo e felice amore il tuo con troneggia nel tuo ex studio qui in 1921, fondato con alcuni appas- la musica iniziato da giovanissimo casa. Probabilmente la mamma mi sionati di musica di Rovereto la con le lezioni del maestro di pia- aveva lasciata da te per fare più prima associazione musicale della noforte Giovanni Toss e mai finito velocemente qualche commissio- ne o per andare dalle parrucchiere Piasere che avevano il negozio in via Roma al primo piano. Qualche volta però mi hai portata nei tuoi cantieri, mi ricordo una volta a Savignano e un’altra a Trento nella casa della mamma in via Cavour dove ti ho chiesto come mai spez- zavi in più parti una stanza con un magnifico soffitto a stucco e tu mi hai spiegato che si trattava di una cosa perfettamente reversibile det- tata da una temporanea necessità pratica. Nell’estate del 1962 quando dove- vo scegliere la facoltà a cui iscri- vermi, velleitaria come sono tutto lo scibile mi sarebbe piaciuto, ma costretta a stringere sono rimasta parecchio tempo incerta tra archi- tettura e lettere classiche. Guarda caso, architettura come te e lettere classiche come il nonno Lamberto padre della mamma. Io tendo sem- pre a ricominciare tutto dal prin- cipio, ma a farmi scegliere lettere classiche è stato comunque il mio timore di non poter superare gli esami di matematica e di non saper gestire uno studio da libera profes- sionista. A pochi metri dalla loggia di casa dove camminavo su e giù meditan- do c’era il tuo studio di architetto ormai trasferito a Villa Lagarina. Cara ombra o sogno, perché non sei venuto a ricordarmi che in tutta la mia carriera scolastica in mate- matica non avevo mai avuto meno Elenco delle musiche conservate nell’archivio della famiglia Marzani a Villa Laga- di sette e quanto a gestire lo studio, rina a cura di Marco Tiella 156 Quaderni del Borgoantico 15

Maggio Musicale Fiorentino in cui veniva eseguito il Wozzeck di Alban Berg. Le tue figlie Maria Beatrice e Lamberta suonavano il pianofor- te, Agostino il violoncello, Carla ha ben presto rinunciato e quanto a me, ti sarebbe piaciuto che suo- nassi il violino. Mi hai portato una domenica mattina, mi pare alla sala della Filarmonica in corso Rosmini, ad ascoltare le prove di un violinista, ma ne sono uscita terrorizzata, per cui mi hai affidato come già Lamberta alla cara pro- fessoressa di pianoforte Angiola Rossi, membro del consiglio della Filarmonica e figlia del maestro Roberto Rossi. Invano. Anch’io come Carla ho rinunciato, non so suonare, e di quell’esperienza ricordo solo la dolce parlata emi- liana della professoressa Rossi e della sua anziana mamma che veniva ad aprirmi la porta sul poggiolo al secondo piano di casa Masotti in via Tartarotti. Ricor- do subito a destra la stanza delle lezioni, non grande, lunga e stretta, con il pianoforte verticale in fondo a sinistra. A destra una o due fine- stre con le tendine bianche ben fis- sate ai vetri sia in alto che in basso. Un arredamento piccolo-borghese tra otto e novecento curatissimo. Molto solfeggio e nessuna parola che mi risvegliasse alla musica. La professoressa Rossi era una vera zitella come si poteva essere allo- ra, la mamma la chiamava Agnola, noiosa, ma estremamente buona e Livio Fiorio, Rovereto ricorda W. A. Mozart, 1756-1956 gentile. Sento come fosse allora, alla mia destra dove si metteva, anche se negli ultimi anni disturba- stesso nome Pietro, uno dei quali, la sua presenza, la sua pettinatura to, ma mai affievolito, dalla sordi- Pietro Prosser, fa il concertista. priva di civetteria, la sua camicet- tà, che hai potuto condividere con C’era qualche battibecco con la ta di setolina color avorio, il suo i numerosi soci della Filarmonica, mamma che non condivideva la golf grigio, le sue mani magre e le con i membri del suo Consiglio, tua capacità di andare dal Barocco vene dei suoi polsi sottili quando con i musicisti invitati ai concerti, alla contemporaneità, ma deside- alzava quello destro per mostrarmi con amici ed anche in casa, prima rando fermarsi sulla soglia del ’900 qualche nota. Quando ormai inde- con la famiglia dei tuoi genitori o poco dopo, più in là si turava le bolita dagli anni è stata ricoverata dove tutti suonavano come te il orecchie. in una casa per anziani di Brescia pianoforte e poi con la tua, dove Io non mi sono turata le orecchie, dove vive uno dei suoi nipoti, hai cercato di iniziare a vari stru- ma ho fatto fatica ad ascoltare e a sono andata a trovarla, non parla- menti i tuoi figli con alterno suc- capire quando negli anni in cui ero va, forse mormorava, mi sembrava cesso, e che sembra proseguire nei studentessa universitaria a Firenze che anche così sola e infelice non due tuoi nipoti che portano il tuo mi hai invitato ad una serata del volesse lasciare la vita. Quaderni del Borgoantico 15 157

Degli altri membri dei consigli libri di musica, non solo tuoi e del tana, figlio del celebre architetto della Filarmonica ricordo il dot- nonno Carlo, ma una vera storia Gino Pollini trasferitosi a Milano tor Livio Sommadossi, dentista, musicale di tutti quanti fino a noi e di Renata Melotti, sorella dello che ti ha accompagnato nel 1954 avevano posseduto libri di musica scultore Fausto, più che un ragazzo ad Amburgo per l’acquisto di in casa nostra, dal settecento fino prodigio era già un grande pianista un nuovo pianoforte: il famoso alla musica per mandolino della e tu ben prevedevi il suo futuro che Steinway di cui sei stato poi molto zia Maria, alle canzoni per piano- oggi conosciamo, solo ti delude- geloso. Lo ricordo fuori dalla forte della mamma ed ai nostri, lui va un po’ il fatto che non si sen- porta della chiesa di Villa Lagari- è venuto e ha fatto il catalogo. Ma tisse roveretano. Dicevi anche che na in occasione del funerale della non è certo solo per questa pic- aveva fama di avere un pessimo mamma. Del mondo del papà, in cola grande cosa che sono grata a carattere e che il suo professore di quella tristissima occasione ricor- Marco Tiella, gli sono grata perché pianoforte Carlo Vidusso a volte do anche l’imprenditore Francesco lo sento amico e perché è un artista. doveva supplicarlo: “va là, Mau- Leoni, padre della mia compagna Sul libro degli ospiti, alla fine del risietto”. Dopo il concerto anch’io di banco delle scuole elementari lavoro del catalogo ha scritto un pò lo ho salutato e sento ancora il Nives. scherzosamente:”Alla ricerca della contatto con la sua mano grande e Un altro membro del consiglio musica pura”. Rifacendosi all’idea morbida, sudata dopo la fatica del della Filarmonica che ricordo è di “musica pura” a te cara ed alla concerto. Con questi ricordi, una Enzo Sartori, detto Pasta, sovra- base degli scopi della Filarmonica. volta in cui l’ ho sentito parlare a no assieme alla sorella, anche lei Ma non si può parlare di te e della Milano ad una conferenza e avrei appassionata e poi insegnante di Filarmonica senza ricordare il potuto di nuovo salutarlo, non l’ho musica, della pasticceria Canton maestro Renato Dionisi, rovereta- fatto. A Milano abita in una casa in via Mazzini a Rovereto. La no di Borgo Sacco, ma residente a molto simile al palazzo Pollini di mamma, più piccante nello scher- Milano perché professore al Con- Rovereto in fondo a sinistra in via zare dei roveretani lo chiamava servatorio, tuo amico e consigliere, Mercerie e recentemente ho sentito “cannolo”. Senza nessuna malizia magrissimo e scattante, severo e dire che volentieri l’avrebbe riac- e direi affettuosamente, oltre che pungente o meglio proprio taglien- quistato, ma la cosa non sarebbe memore della bontà dei suoi can- te, ironico e autoironico anche a andata in porto. Peccato, sarebbe noli e delle sue paste Moka con la proposito della sua attività di com- una bella cosa. parola Moka sostituita da una chia- positore. Una volta però neppure Il 7 dicembre 1956 si è svolto al ve di violino. Noi però temevamo lui è stato brillante. Avendolo tu Teatro Zandonai di Rovereto quel- che tu, nella tua infinita distrazio- inviatato a cena assieme al mae- lo che - nella mia memoria - è l’e- ne ti rivolgessi chiamandolo Can- stro Bruno Mezzena, la mamma vento più importante della storia nolo a lui stesso e non potremo aveva preso la cosa abbastanza della Filarmonica: l’esecuzione mai sapere se questo sia accaduto. sul serio preparando un menù da dell’opera “Così fan tutte” di Wolf- Sicuramente il legame con i fratelli grandi occasioni e pregando la sto- gang Amadeus Mozart su libretto Sartori ed il legame musica-pastic- rica cameriera della nonna Anetta di Lorenzo Da Ponte. ceria è durato ancora a lungo dato Tonini Baldo di venire per quella Compagnia Marisa Morel, orche- che ricordo questa telefonata che sera a portare in tavola. Ma la con- stra e coro del Collegium musicum ho ricevuto quando i figli di Ago- versazione languiva e quel che è di Basilea, direttore Albert Kaiser. stino erano ragazzini cioè parecchi peggio gli ospiti non mangiavano. Fiordiligi - Aurora Guglia Dean, anni dopo la tua scomparsa: “qui Anetta, furente perché non veniva Dorabella - Maria Minetto, Despi- pasticceria Canton, devo comu- fatto onore alle fatiche della cuoca, na - Marisa Morel, Ferrando – nicare che la lezione di musica di non ha fatto il secondo giro con la Amilcare Blaffard, Guglielmo oggi è rinviata… eccetera”. seconda portata. Solo io che avrò – Gino Orlandini, Don Alfonso – Ma soprattutto ricordo Marco Tiel- avuto cinque o sei anni non mi pre- Teodoro Rovetta. la, figlio del tuo collega architetto occupavo di nulla e mangiavo a La Filarmonica, assieme ad altri Giovanni Tiella, come te architetto quattro palmenti, finchè nel silen- enti roveretani, celebrava il secon- ed appassionato di musica, dedica- zio generale ho detto:”Mamma, mi do centenario della nascita di tosi poi a tempo pieno alla musica scoppia la cintura”. Mozart. e agli strumenti musicali antichi, Anche per difficoltà logistiche la Alla preparazione delle celebra- che ti è succeduto per qualche anno tua famiglia raramente partecipava zioni aveva collaborato tra gli altri nella presidenza della Filarmonica. ai concerti della Filarmonica, ma anche lo zio Livio Fiorio, marito Avendo saputo che io in casa avevo per il concerto di Maurizio Pollini, della cugina della mamma Rache- riordinato tutti i contenuti degli allora diciassettenne, il 17 novem- le Sluca Matteoni, uno scienziato armadi compresi quelli cartacei bre 1959, hai fatto in modo che io prestato in quel caso alla storia e compreso quindi l’armadio dei potessi venire. Di famiglia rovere- della musica, con il libretto “Rove- 158 Quaderni del Borgoantico 15

proferir…” - fanno dire a Fer- rando e Gugliemo nell’incontra- re le loro ingenue fidanzate che stanno per mettere alla prova con una burla. Un bel uomo spreca- to pensavo a volte, ma anche nella cultura mi sembrava che ti mancasse qualcosa, grande nella musica, ma senza filosofia, senza i meravigliosi libri scritti dai tuoi contemporanei. Uno dei Don Giovanni che pia- cevano a me faceva l’Agente di cambio e una notte ho sognato che nell’allora salone della Borsa Valori di Milano, luogo sempre avvolto nella penombra, al posto delle due grandi corbeille e delle infinite scrivanie degli operatori con le piccole lampade orientate verso il basso c’era una grande orchestra. Entrava il direttore ed era lui, cioè tu. Un capolavoro freudiano. Eppure credo che considerassi “Così fan tutte” la più bella opera di tutta la storia della musica e negli anni seguenti hai compera- to tutta l’opera in vinile ed anche “Don Giovanni” e “Nozze di Figa- ro” sempre di Mozart con libretto di Lorenzo Da Ponte. Te ne sono grata, ho ascoltato queste opere infinite volte e continuo ad ascol- tarle ed anche tutti gli altri tuoi dischi, ben ordinati da me in ordi- ne cronologico dal Barocco ai tuoi contemporanei, tra cui anche Rena- to Dionisi, nel mobile radio da te progettato che sta nella sala grande Il libretto di “Così fan tutte” che accompagna il disco in vinile di casa nostra. Ridano pure, se ce ne saranno, i lettori di questo ricor- reto ricorda W. A. Mozart, 1756- sette anni, bello di viso e di figu- do e pure dicano che assieme alla 1956”. Un uomo grande ed umile, ra, elegante e vagamente dimesso musica io mi devo godere senz’al- di cui sarebbe lungo qui ricordare insieme. tro molti sibili e fruscii. È vero, ma meriti e riconoscimenti, combat- Per forza non ho trovato mari- tu di esecuzioni te ne intendevi e tente pluridecorato nell’esercito to! Credevo che essere come te, poi, ai tempi in cui la musica la si italiano nella Grande Guerra, per bello, intelligente, colto e gentile ascoltava solo dal vivo, c’era sem- lunghi anni preside dell’Istituto fosse normale e che ti mancas- pre silenzio perfetto? Magistrale di Rovereto e presi- se quel qualcosa in più, l’incanto Quando sono entrati in casa nostra dente dell’Accademia Roveretana del seduttore, la leggerezza, mai i primi dischi, una delle due radio degli Agiati. avresti saputo unire, come i gran- di famiglia, tutte due di seconda Io ero seduta vicino alla mamma di Lorenzo e Wolfgang Amadeus, mano, stava nel salotto della nonna nelle prime file e ti ricordo sul pal- commozione e ironia. ed a quella è stato applicato il nostro coscenico ad introdurre l’evento. “…sento o Dio, che questo piede primo giradischi, un Garrard che Entusiasta nel cuore, pacato nelle è restio nel girle avante, il mio tuttora funziona perché io, dopo parole. Eri agile nei tuoi sessanta- labbro, palpitante, non può verbo un lungo suo soggiorno in soffit- Quaderni del Borgoantico 15 159

ta, l’ho fatto riparare, e la nonna Lamberta, in una nebbiosissima stato presidente, per puro spiri- diceva: “No ghe altro ch’el Pierino giornata di novembre. Per visitar- to sociale, dato che mi sembra di che sia bon de sonar quela radio”. la insieme c’eravamo incontrati a ricordare che le tue campagne non Nella stessa stanza c’era anche il Verona con la cara cugina Maria ne facessero parte. Allora io ero tuo pianoforte, uno Schiedmayer Linda Veronese e a Milano con quasi sempre via, ma qualche volta a mezza coda, mentre quello che Carla. dopo cena ho visto arrivare il grup- era stato del nonno Carlo, Karl Nell’ambito dell’ascolto, anziché po dei “consorziati” di cui pur- Kutschera sempre a mezza coda, della creazione, questo tu hai fatto troppo non sono adesso in grado ha trascorso molti anni a Maso San con la Filarmonica, un regalo, per di ricordare i nomi. In casa nostra Vito di prestato a Silvia Conci il quale forse i Roveretani un po’ s’erano rotti quasi tutti i bicchieri Corradi, tua grande compagna di di gratitudine potrebbero mostrar- non da vetrina e proprio per disse- musica a quattro mani, madre della ti, magari dedicandoti qualche stra- tarli sono stati comprati dei piccoli mia amica Claretta e della pianista detta, piazzetta o almeno saletta. calici nuovi. Noretta. Credo che amassi molto le tue Eri un pianista entusiasta e appas- campagne, ma poichè alcune erano sionato e con gli stessi entusia- Campagna vicine al paese vedevi positiva- smo e passione ti sei dedicato per mente il fatto che avrebbero potuto tanti anni alla Filarmonica, amato Diceva la nostra domestica Eleo- diventare terreno da fabbrica. Que- e apprezzato, ma anche critica- nora Comper tanti anni fa: “El me sto secondo me faceva parte di una to, come sempre succede a chi fa por marì el gaeva quatro art, perché certa contraddittorietà insita nel qualcosa per gli altri, eri radicale l’era oste, saltor, barber e po’ l’era tuo governare famiglia e patrimo- nei tuoi gusti musicali, non potevi anca vedof”, la stessa che una mat- nio. Avevi sempre desiderato una sopportare il melodramma italiano, tina presto, rispondendo al telefono famiglia numerosa e quindi costo- non apprezzavi molto l’ammira- ad una persona che ti cercava, ha sa, eri legatissimo alle proprietà tissimo Arturo Toscanini che pro- detto: “El ghe ben el sior conte, ma della famiglia come ad un impor- prio in quello eccelleva e tendevi l’è ancora en mudande”. tantissimo valore storico e affetti- a frenare l’ammirazione dedicata Tu non sei stato vedovo, hai vo, avevi una professione, eppure ad Arturo Benedetti Michelange- lasciato vedova la mamma per preferivi pensare, per sbarcare il li, secondo te grande in Chopin diciassette anni, ma di “art” cioè lunario, di poter vendere un gior- ma non altrettanto in altri autori, attività principali ne avevi due, no come terreni da fabbrica alcune oltrechè insopportabilmente prima l’architettura e le tue campagne campagne che valorizzare di più la donna. più due hobbistiche cioè la musica tua professione ed incoraggiare noi Non amavi i giornalisti, in quanto e la montagna. figli a lavorare e a guadagnare in tendenzialmente chiaccheroni e In campagna andavi poco perché fretta per poterle conservare, dato superficiali, di molti dei quali avrai avevi poco tempo e negli ultimi che anche per noi come per te e per pensato che pretendevano di fare i anni ancora meno perché avevi la mamma avevano lo stesso valore critici musicali a proposito dei con- delegato Armando Candioli, prima storico e affettivo. certi della Filarmonica senza inten- solo giardiniere e uomo di casa, Inoltre sei stato uno dei primi soci dersene di musica, sicuramente ma curavi attentamente l’ammi- di Italia Nostra, dalla sua nasci- senza amarla come te. nistrazione e ed eri in continuo ta nel 1955, otto anni prima che Vorrei comunque spezzare una contatto con l’ambiente degli agri- questa benemerita associazione, lancia in tuo favore: quello che coltori. Hai sempre avuto grande che cerca di difendere dall’assal- hai fatto per la Filarmonica lo hai rispetto ed affetto per le famiglie to dell’affarismo e dell’ignoranza fatto in totale disinteresse, senza contadine che lavoravano per te natura e patrimonio storico-arti- il minimo secondo fine di nessun e per la mamma, Maffei, Zaffoni, stico italiani, avesse una sezione genere, per pura passione per la Vicentini, Todeschi, Giordani- in Trentino, nata appunto a causa musica, per il generoso desiderio Gobati, Fontanari e negli ultimi dai danni che il boom economico di sviluppare la cultura musicale e anni anche Piz e Graziola, sempre stava provocando, eppure non pen- di condividere con gli altri la tua ricambiato. savi di dover cominciare a difen- stessa passione. La perla della tua attività di agri- dere il territorio cominciando dalle “L’arte è un dono di quelli che coltore erano le poche bottiglie di cose tue. E così io stessa, nel 1988, hanno e che sanno a quelli che non vino che facevi per il solo consumo mi sono sono lasciata convincere hanno e che non sanno”, ho letto di famiglia, apprezzato e celebrato a vendere la campagna Sega, del in un autografo di Amedeo Modi- da chiunque lo assaggiasse. resto purtroppo ormai divisa in due gliani alla mostra a lui dedicata a Negli ultimi anni ti sei occupato dalla strada Destra Adige e privata palazzo Reale a Milano nel 1957, della costituzione del Consorzio della sua bellissima casetta vendu- dove mi avevi portato assieme a Irriguo di Villa Lagarina di cui sei ta da te. 160 Quaderni del Borgoantico 15

Montagna avevano fatto perdere l’abitudine ho sempre sentito non solo la dif- di fare fotografie. ferenza tra il carattere più rude e Parecchio tempo dopo la tua morte, In una delle foto di quel rullino, maschile delle montagne rispetto all’interno del mio lungo lavoro sviluppato dopo la tua scompar- alla liquidità femminile del mare, di riordino di tutto quello che c’è sa nel 1974 e forse già negli anni ma anche la differenza tra essere in casa, ho ritrovato la tua mac- Ottanta, compariamo tu ed io sulla più pesanti e più leggeri di cui ho china fotografica, credo il regalo Cima Bassa dello Stivo nel 1958. È parlato a proposito di “Così fan di nozze del tuo amico ingegner una foto che può trarre in inganno. tutte”. Emilio Santuari, incredibilmente Io ti ho seguito ben poco sulle mon- Infatti va bene essere seri ed amare completa di libretto d’istruzioni tagne, solo qualche volta e solo a le severe e solenni montagne, ma e garanzia, ma soprattutto con un bassa quota come in quel caso, ma secondo me non è stato giusto, rullino di foto ancora da svilup- assolutamente mai più in alto. Ho come hai fatto tu, portarci in viag- pare, macchina che ha fotografato sempre apprezzato il tuo amore per gio di nozze una sposa di quattordi- tutta la vita della tua famiglia dopo la montagna in quanto amore per la ci anni più giovane di te, amante si il tuo matrimonio fino appunto a natura, ma io ho sempre preferito della natura e della montagna, ma quel rullino, dimenticato dopo che il mare e nel considerare te uomo che certo avrebbe preferito qualche il troppo da fare o altri pensieri ti di montagna e me donna di mare, città d’arte, Roma per esempio. È cominciato allora il suo destino di scherzosa e ironica rassegna- zione al tuo essere l’amante della scomodità. Della scomodità e del brutto tempo: quando organizzavi una gita tu, portando con te i tuoi figli ed i figli dei fratelli della mamma, i suoi nipoti Cesarini Sforza e Veronese, pioveva sempre. Spero che non portassi pioggia anche alle numerose gite che facevi con la SAT, Società Alpinisti Tridenti- ni, di cui sei stato fedele socio e collaboratore per tutta la vita, ma a te il brutto tempo non faceva impressione: “Na beleza, perderse en quele nebbie!” dicevi. In dia- letto, certo, perché appartenevi a tempi di maggiore ricchezza lin- guistica, in cui si usava l’italiano per la cultura e c’erano diversi tipi di dialetto per le famiglie, a secon- da della loro appartenenza sociale e lavorativa.

Famiglia e conclusione

Il tuo viaggio di nozze in montagna si è concluso il 15 agosto del 1932 quando tu e la mamma siete arri- vati, in piena sagra dell’Assunta, davanti al portone della tua casa. Affacciati alle finestre vi aspetta- vano il nonno Carlo, la nonna, la zia Violante, la zia Maria, Mimi Garollo con il marito Adriano Fer- rari ed anche Carmela Toss, figlia Pietro Marzani con la figlia Antonia sulla Cima Bassa dello Stivo del tuo professore di musica Gio- Quaderni del Borgoantico 15 161

vanni. Non sono riuscita a scrivere glia nobile davi un valore stori- hai vissuto come un improvviso tuo padre, tua madre, le tue sorel- co, assolutamente non snobistico. invecchiamento che ti umiliava, e le, perché questa scena me l’ha La tua vita di marito e di padre è con la morte. descritta la mamma con gli occhi stata serena, salvo la grave malat- Il decano don Vincenzo Berto- di una ragazza di ventinove anni tia della mamma nel 1957, che hai lini in chiesa ti ha salutato con che arrivava, in un’afosa giornata seguito con immensa trepidazione, parole straordinarie: ”È morto un dell’agosto di Villa Lagarina, lei ma anche con ottimismo, aiutato uomo che non credeva, ma che abituata all’ora del Lago di Garda specialmente da Carla. Però negli era profondamente giusto”. Giu- che incantava e faceva ragazzo il ultimi anni hai dovuto scontrar- sto, secondo me, nei limiti in cui è suo verde , in una famiglia ti con la diversità delle persone potuto esserlo una persona genero- di tutti vecchi, la più giovane, la zia l’una dall’altra, con la difficoltà sa e buona, vissuta sempre con gli Maria, aveva cinquant’anni. di capire i figli, con problemi che altri e per gli altri senza però mai “La vostra mamma era una non immaginavi che esistessero, e sapere veramente chi ognuno di gran’donna” mi ha detto il vostro tutto questo ti faveva dire di non loro fosse. amico Fritz Fedrigotti in visita di sentirti più sereno come prima, Anch’io, cara ombra o sogno, ti condoglianze per la sua morte. ed infine con la tua malattia, che sono rimasta sconosciuta e per Aveva ragione. La mamma era bella, intelligentissima, colta, spi- ritosa e buona. Il mondo in cui era arrivata la opprimeva, ma era ugualmente capace di apprezzarne le grandi virtù ed ha saputo farne un quadro che, almeno dentro di me, ancora adesso è una specie di pre-famiglia, viva e amata quasi quanto quella che ho vissuto vera- mente: la nonna finchè c’è stata, tu, la mamma, Maria Beatrice, Carla, Agostino e Lamberta. Sei vissuto in tre periodi molto diversi: nell’Impero asburgico, nel Fascismo e nel dopoguerra. Hai visto due guerre mondiali, la prima dalle trincee e la seconda da casa tua con pericolo di bombardamenti e militari in casa. Gli straordinari cambiamenti che hai attraversa- to non mi sembra ti abbiano così tanto segnato. Sempre lontano dalla grande politica, hai avuto vari incarichi e riconoscimenti in campo sociale, economico e cul- turale. Oltre a quelli che ho già ricordato sei stato presidente del Consorzio del Ponte di Villa Laga- rina eletto nel 1929, consigliere comunale del “grande comune” di Villa Lagarina dopo la secon- da guerra mondiale e membro della Commissione edilzia, Acca- demico degli Agiati dal 1934. Mi sembra anche che tu abbia avuto un’idea equilibrata di te stesso, sapevi d’avere un certo valore, ma non ti sopravvalutavi, ritenevi fondamentali l’onestà e l’attività. Pietro Marzani e Adriana Cesarini Sforza nel giorno del loro matrimonio celebrato Al tuo appartenere ad una fami- a Trento nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 30 luglio 1932 162 Quaderni del Borgoantico 15

questo devo pagare un alto prez- Vittorio Sgarbi che dice che i suoi mi avete chiamata Antonia, quasi zo, d’altra parte neppure io sono genitori si sono scambiati le parti, Antigone, la sensibilità per la poe- un grande psicologo ed anche qui, la mamma gli avrebbe fatto le spal- sia e per l’arte me l’avete fatta tutti ricordandoti, non m’illudo mini- le o palle virili, il papà la sensibilità due. Insieme, quand’ero bambina, mamente di averti descritto com’e- per la poesia e per l’arte. mi portavate in giardino nelle notti ri, ma solo, in piccola parte, come In quest’ottica ho l’impressione di maggio ad ammirare le luccio- ti ho sentito. di aver avuto due madri: le spal- le che volteggiavano nel profumo Per cercare di concludere in scher- le non me le ha fatte nessuno, se della madreselva. zo e bellezza, lo faccio ricordando non forse con il nome, dato che

Adriana Cesarini Sforza futura moglie di Pietro Marzani Il conte Carlo Marzani padre di Pietro nel suo studio il 15 giugno 1929 Quaderni del Borgoantico 15 163

Famiglie e attività economiche di Villa Lagarina - 3

La ditta Battistotti marmi e graniti

Sandro Giordani

Introduzione

Nella scia dell’iniziativa avviata ormai da qualche anno, di fare cioè memoria delle attività artigiana- li presenti sul territorio comunale di Villa Lagarina, i “Quaderni” di Borgoantico si occupano quest’an- no della ditta “Battistotti marmi e graniti”, sita nella zona artigianale di Villa, via Pesenti 31, sulla strada che scende dalla località Lama di Piazzo verso la ex strada provin- ciale Destra Adige. Titolari dell’attività artigianale sono oggi Susi e Catia Battistotti, subentrate al padre Giusto, fonda- tore della ditta, dopo la sua repen- tina e prematura scomparsa avve- Giusto bambino a Savignano Il matrimonio con Gemma. 1966 nuta il 30 agosto del 2012. La nascita della ditta Battistotti va collocata nel fervore di inizia- tive industriali e artigianali degli anni Sessanta, quando Giusto, nella vigoria dei trent’anni, lascia la tranquillità del posto “sotto padrone” per avviare la “sua” attività.

L’attività artigianale

Giusto Battistotti nasce il 19 ottobre 1937 a Savignano di Pomarolo, ulti- mo di 11 fratelli, una famiglia patriar- cale che necessariamente vede i suoi figli cercare una propria strada su cui costruire il proprio futuro. Anche Giusto cerca la sua strada. E la trova nella lavorazione dei marmi, un settore che “tira” bene, soprattutto a partire dagli anni Ses- santa quando il boom edilizio cerca di soddisfare la crescente richiesta di abitazioni dovuta alla calata nelle città di tanti lavoratori delle La prima sede del laboratorio di marmi e graniti Battistotti negli spazi dell’antica casa Co- industrie di fondovalle provenienti moro, dietro la falegnameria Kettmaier. 1969 164 Quaderni del Borgoantico 15

dai paesi di montagna e dalle val- late. Ancora molto giovane, Giusto trova impiego presso una ditta di Trento. Per raggiungere la città capoluogo ogni mattina scende da Savignano con la bici, che lascia a Villa per salire sul treno a quel- la stazione. La strada di ritorno, la sera, è ovviamente più dura perché alla fatica della giornata lavora- tiva (ed era veramente fatica), si somma la difficoltà della salita che conduce a Savignano. Nel 1965, quando ormai ha impa- rato tante cose, trova posto a Rove- reto, presso una ditta locale. Lì si ferma quattro anni, tempo sufficiente per affinare i segreti del mestiere che gli permettono di fare il salto di qualità. Giusto con moglie e figlie nel 2001 Nel frattempo mette su famiglia sposando nel 1966 Gemma Sac- laboratorio del settore presente sul Giusto vuole essere reso partecipe chet dalla quale ha due figlie, Susi territorio comunale. Da allora in poi dei problemi, delle difficoltà, delle e Catia. (e sono 45 anni) l’attività non cono- novità che le figlie incontrano nel Il salto di qualità avviene all’e- sce più soste e sa superare anche i diventare grandi. “Diséme anca a tà dei 32 anni. È il 1969.Giusto momenti di “stanca” del mercato. mi còsa ghè”, ripete spesso ridendo avvia un’attività in società, sempre Un prezioso aiuto nella conduzio- quando vede le “sue donne” confa- ovviamente nel ramo dei marmi e ne dell’azienda è dato a Giusto bulare tra di loro, unendosi ai loro dei graniti, che durerà fino al 1974, dalla moglie Gemma e ben presto discorsi. anno determinante che lo spinge- anche dalle due figlie Susi e Catia, rà a proseguire la sua attività “in e quindi mai come in questo caso proprio”. In questo periodo il suo è appropriato il termine di “con- Bocce e funghi: le grandi laboratorio artigianale ha sede duzione familiare” dell’attività passioni di Giusto presso l’antica casa Comoro di artigianale. Tant’è che alla morte Villa Lagarina. del capofamiglia le due figlie sono Ma Giusto non è solo “lavoro e Nel 1978 costruisce nella zona arti- preparate e pronte ad accollarsi la famiglia”. Nel tempo libero infatti gianale di Villa Lagarina un gran- gestione della ditta. coltiva due grandi passioni: il gioco de e funzionale capannone, unico Ma il senso della famiglia è forte delle bocce e la raccolta di funghi. anche tra le mura di casa, tanto che Le bocce. Questo gioco prende piede a Villa Lagarina negli anni ‘70, grazie ad alcuni appassionati giocatori come Attilio Vaccari e Alberto Inama. Un primo embrione di gruppo viene costituito presso l’abitazione di Franco Pezzini (presso l’ex caser- ma dei carabinieri) alla presenza di Franco Ristori, Giusto Battistotti, Flavio Zandonai e appunto Franco Pezzini. Inizialmente il gioco delle bocce veniva praticato presso il cortile interno del bar Amicizia, ma per alcuni anni erano stati ricavati un Il nuovo capannone nella zona artigianale di Villa Lagarina paio di campi anche presso l’attua- Quaderni del Borgoantico 15 165

oltre naturalmente a Giusto Batti- prio bilancio e autonomia operativa stotti e Flavio Zandonai nominati all’interno di questa società. Questa a loro volta vice presidente e pre- esperienza durò all’incirca due anni. sidente del sodalizio che assume la Nel frattempo aumentate le esi- denominazione «Gruppo Bocciofi- genze di autonomia e di pratica del lo Lagarina». gioco delle bocce, una delegazione Nel 1976, intanto, presso il bar di bocciofili con alla testa Giusto ACLI (o Dopo Lavoro) di Peder- Battistotti e Flavio Zandonai inizia sano si era svolta una riunione pre- le trattative con l’amministrazione sieduta da Simone Bonzi in qualità comunale per ottenere dal comune di assessore allo sport del comune uno spazio in località “Giardini” da di Villa Lagarina e di Giorgio Gior- adibire a campi da gioco. Ottenu- dani in rappresentanza della mino- ta dal comune la disponibilità dei ranza consiliare, con l’intento di terreni gli amanti delle bocce si costituire una società sportiva che costruirono in proprio due campi operasse nel comune di Villa Laga- regolamentari, basti pensare che rina. Alla riunione erano presenti il tempo messo a disposizione dai tra gli altri: Fulvio Petrolli, Silvio volontari ammontarono a ben 580 Rossi, Giorgio Zandonai. Era il ore di lavoro. È in questo perio- Giusto impegnato in una partita di bocce, primo atto della nascente società do che, data la numerosa affluen- la sua grande passione «U.S. Lagarina», che su propo- za di giocatori e spettatori, nasce sta di Giorgio Giordani decideva l’esigenza di realizzare un punto le sede del Gruppo Anziani e Pen- di adottare come colori sociali il di ristoro accanto ai due campi di sionati dietro la chiesa. In diverse Bianco e il Rosso. bocce. Nasce cosi il mitico “bara- occasioni poi, Grandi, proprietario Negli anni successivi la società, alla chìm”, che fu per molti anni, fino del bar “Pesa”, metteva a disposi- cui guida c’era il presidente Mauri- alla realizzazione dell’attuale gran- zione i propri campi per svolgere zio Manica, diviene sempre più atti- de bocciodromo, punto di socia- le gare. va ed importante, portando avanti lizzazione di tantissimi visitatori Nel 1981 a fronte di una crescita attività sportive come il gioco del della Vallagarina. Certo una strut- di soci del tutto inaspettata (circa calcio e il gruppo ciclistico con tura costruita “alla buona”, ma con 400 adesioni) viene formalizza- referente Italo Todeschi; vengono tanta voglia di partecipazione e ta ed eletta ufficialmente la prima inoltre gestiti i campi da tennis, la genuinità nel contribuire all’attivi- direzione. La riunione dei soci si cui responsabile era Maria Toniatti tà; e come sempre il perno e l’ani- svolge presso la palestra dell’asi- È così che nel 1989 anche il gioco ma delle iniziative è Giusto Batti- lo; vengono eletti nel direttivo, tra delle bocce, ossia il gruppo boccio- stotti, ideatore e promotore tra l’al- gli altri: Dario Goller, Dino Scrin- filo di Villa Lagarina viene assorbito tro di una decina di tornei di bocce zi, Nereo Grott, Danilo Zandonai, dall’U.S. Lagarina, pur con un pro- che si svolgono su diverse strutture

I partecipanti ad un torneo di bocce sponsorizzato dalla ditta Battistotti 166 Quaderni del Borgoantico 15

del Trentino, la cui denominazione fu per l’appunto: «Battistitti marmi e graniti», gara che vede confluire a Villa numerosi e valenti interpreti della bocciatura al volo.

I funghi. L’altra grande passione di Giusto fu la raccolta di funghi. Per dire quanto lo “prendeva” questa atti- vità, basti ricordare che prese in affitto una porzione di bosco nella località Scanuppia (“Scanùcia”), sita nel comune di Besenello: così da poter ottenere l’autorizzazione sia di passaggio sulla strada che Un torneo di bocce promosso dalla ditta Battistotti sale dal paese a quella località, sia di raccolta funghi nei vasti boschi che vi si trovano.

Carattere determinato, ma nello stesso tempo solare, estroverso, aperto alla società in cui viveva, ha saputo creare attorno a sé una cerchia di veri amici con cui condi- videre il tempo libero e s’è attirato la stima e il rispetto delle persone che l’hanno conosciuto. Per questo la sua inaspettata scomparsa, avve- nuta il 30 agosto del 2012, è stata sinceramente vissuta dalla gente come una grave perdita non solo per la famiglia, ma anche per l’in- tera comunità.

L’altra grande passione di Giusto: i funghi Quaderni del Borgoantico 15 167

Bozza di ricostruzione storica dell’Associazione nordsud, dalle origini sino al 2003 (parte prima) ventianninordsud Le prime radici sono a Villa Lagarina

di Francesco Laterza

Sono passati venti anni da quando un manipolo di intrepidi decise di fondare in Trentino la nordsud – Associazione culturale e ricreativa, con l’intento di “...favorire l’amicizia e lo scambio etnico-culturale fra le varie Regioni d’Italia, in rapporto al contesto della società trentina...” (Art. 3 / Statuto). In questo modo venne trasformato ufficialmente in Associazione (1995) quel primitivo agglomerato di amici, che già dal 1994 avevano iniziato l’esperienza di unirsi di tanto in tanto nell’abitazione di Francesco Laterza, in via Valtrompia di Villa Lagarina, per ragioni che erano culturali e ricreative insieme. Le riunioni, sul principio prevalentemente festaiole, ma, dopo, preminentemente culturali, cominciarono a tenersi in altri luoghi viciniori: Volano, Trento, Isera, ma soprattutto Rovereto. Il nostro entusiasmo iniziale ci spingeva verso una pratica di approccio e frequentazione amicale (sia pure occasionali e sporadici), e già cominciava a farsi strada l’idea che potessero essere recuperati (e, magari, anche rafforzati) quei valori perenni dell’umanità solidale, che in quel tempo ci sembravano essere in pericolo. Perciò, diventò fondamentale quella riflessione sul nome da assegnare all’associazione, e venne fuori – con una certa facilità – l’intitolazione di nordsud: parola cominciante appositamente con la lettera “n” minuscola, per dare meglio l’immagine del nuovo conio che possa esprimere questo stupefacente valore dell’umanità che marcia insieme,senza stupide differenziazioni riguardanti il luogo dove si è nati, se a sud o a nord, se a est o a ovest, o dentro le altre più sottili e sofisticate direzioni dellarosa dei venti. Quella stretta unità e unicità di parola, cioè “nordsud” ancora oggi ha per noi una rilevanza fondamentale che va oltre il significato che si può ottenere legando insieme nord+sud , o ricavando Nord-Sud (o Sud-Nord), oppure NordSud (a Parigi, Edition NordSud; a New York NorthSouth Books). Effettivamente, nell’ideologia di fondo della nostra Associazione la parola nordsud non indica una messa insieme di due pezzi (due territori, due valori, ecc.), bensì esprime l’idea di aver superato quella tragica divisione la quale è frutto di considerazioni anacronistiche e di pensieri egoistici, e persino xenofobi. Perciò, “nordsud” anticipa e traduce sostanzialmente il concetto che dentro il nostro logo segue subito dopo, cioè che “l’umanità (intesa sia sul piano materiale che su quello spirituale) non ha confini”.

Recentemente, sul n. 3 di nordsud / 2014, il Consigliere PaoLo ciresa ha provato a mettere mano alla documentazione di archivio, ricavando alcuni dati interessanti riguardo alla distribuzione territoriale dei sostenitori e aderenti. Ciresa, analizzando all’incirca gli ultimi sette anni, e mettendo in calcolo non soltanto i soci residenti nella provincia di Trento ma anche i soci e sostenitori finanziari residenti nel restante territorio italiano, ha ricavato le 5 Regioni che presentano il maggior peso di aderenti alla nostra associazione, a cominciare dal Trentino-Alto Adige (40%), Puglia (32%), poi Campania 7%), Sicilia (6%), Veneto (5%).

Se ci volgiamo indietro e andiamo a ricordare di aver covato i primi pròdromi di questo audace programma all’interno di un semplice soggiorno di abitazione in Villa Lagarina; e di averli fatti crescere poi con le belle serate che ci hanno offerto via via anieLLo di Maio con il suo Aniello-Show, e poi musicisti e cantanti come Gianni caracristi, enzo sartori, PaoLo BuceLLa, ezio Perini, ed altri, e poi GiaMPiero Laterza (detto Mandrake) con la sua comicità spontanea e coinvolgente; e se pensiamo ancora alle prime iniziative culturali organizzate nella Sala Filarmonica di Rovereto con i sociologi enzo rutiGLiano e Franco cassano, con gli storici FaBrizio rasera e GiusePPe Vacca, con Il nostro impegno in Calabria, il Magistrato MicheLe eMiLiano, che qualche assieme all’Associazione TRENTINO-LOCRIDE 168 Quaderni del Borgoantico 15

anno dopo diventò Sindaco della città di Bari, e con altri illustri intellettuali Trentini, fra cui Mario cossaLi, GioVanni MenGon e WaLter saLìn (Molta parte per quei convegni è dovuta al fervore di impegno di aLdo Muciaccia, altro “trapiantato” in Trentino come me!); e se portiamo a memoria anche le iniziative di più

immediato adattamento (abbiamo strutturato eL’associazione allestito nordsudla “tana nacque degliin Trentino artisti”; siamo riusciti ad assestare in decorosa veste tipografica il nostro piccolonel 1995, periodico;con l’intento di sviluppare abbiamo scambi ricevuto tante attestazioni di simpatia edi etnico-culturali fra le varie Regioni d’Italia incoraggiamento, sia nel Trentino che fuori(art. dal 3 delloTrentino; Statuto). eDentro - soprattutto un evidente - dieci anni fa vivemmo qui, nella nostra sede, la grande emozione che ci regalòpercorso la visita di promozione di Monsignor sociale e culturale G iansi carLo Maria BreGantini, tenace vanno svolgendo varie iniziative che apostolo religioso e sociale, dal cui esempiocoinvolgono e dalla entusiasticamentecui parola sentimmo centinaia di rinforzare oltremodo queste nostre persone e adesso si sta tentando di allargarne idee di rimanere assieme, di continuare a percorrerelo sviluppo anche la strada in altri territori. e coltivare ancora di più e meglio il programma di considerarci ed essere né soltanto nord né• L’associazione soltanto nordsudsud, hama a Villa invece Lagarina nordsud, in Italia come in Europa e (TN) una propria sede storica, in cui nell’intero contesto dell’ecumene terrestre);…inizialmente se pensiamo si svolgevano a tutto mostre,questo, non possiamo che provare grande soddisfazione per la nostra attività svolta, accompagnatapresentazione di da libri, un recitals doveroso e convegni ringraziamentodi alle persone che hanno piccole dimensioni. creduto in noi sin dall’inizio e che continuano Lea iniziativestarci piùancora rilevanti asi svolgono,fianco invece, e a sostenerci. in altri luoghi e in Comuni diversi; • accompagnando le iniziative anche con opportune attività* * editoriali,* l’associazione promuove la valorizzazione dello studioso e dell’artista, anche se sconosciuto o poco All’incircaL’associazione per i primi nordsud nacquedieci in anniTrentino il conosciuto. (Chi viene da lontano può essere nel 1995, con l’intento di sviluppare scambi anche ospitato gratuitamente); nostro è statoetnico-culturali un percorso fra le varie Regioni saltuario d’Italia e • si riunisce almeno 12 volte l’anno (Consiglio (art. 3 dello Statuto). Dentro un evidente Direttivo allargato - senza preavviso - ogni occasionale,percorso che di promozioneé servito, sociale comunque, e culturale si primo martedì del mese, esclusi luglio e a tenerci vannoinsieme. svolgendo Ma varie i iniziativesuccessivi che agosto. Inoltre si svolgono due Assemblee coinvolgono entusiasticamente centinaia di dei soci all’anno); altri dieci persone anni, e adesso hanno si sta segnato tentando di allargarne poi un • è iscritta nel Registro Provinciale delle indirizzo lo nuovo, sviluppo anche basato in altri territori. sull’intensità, A.P.S., al n. 113/05 sezione C (con • L’associazione nordsud ha a Villa Lagarina Determinazione del Dirigente del Servizio sulla proficuità(TN) una propriae, sedesoprattutto, storica, in cui sulla per le Politiche Sociali della Provincia inizialmente si svolgevano mostre, Autonoma di Trento); continuità dell’azionepresentazione di sociale.libri, recitals e convegni di • vanta, fra l’altro, la sistematica pubblicazione piccole dimensioni. del periodico bimensile di cultura e arte Le iniziative più rilevanti si svolgono, invece, nordsud, molto apprezzato, che poco per Il nuovo passo,in altri luoghi abbastanza e in Comuni sostenuto, diversi; volta è diventato un luogo di riferimento che ebbe • inizioaccompagnando nel 2004, le iniziative fu anche dovuto con fisso e un laboratorio di impegno e stimoli opportune attività editoriali, l’associazione sociali continui, rimanendo sempre aperto soprattutto promuove alla la stabilizzazione valorizzazione dello studioso del a nuove idee e suggerimenti. e dell’artista, anche se sconosciuto o poco nostro periodicoconosciuto. (bimensile, (Chi viene da lontano a colori, può essere e VILLA LAGARINA: la tana degli artisti in via Valtrompia (interno ed esterno). con regolarizzazioneanche ospitato gratuitamente); autorizzativa del Nei primi anni è qui che affluivano per le iniziative culturali poeti, pittori, critici, • si riunisce almeno 12 volte l’anno (Consiglio artisti in genere, sia trentini che di altre regioni d’Italia. tribunale di Direttivo Rovereto). allargato - Essosenza preavviso diventava - ogni sempre più primoun giornale martedì del dimese informazione, esclusi luglio e e pubblicizzazione degli eventi, senza trascurare però, la funzione agosto. Inoltre si svolgono due Assemblee iniziale di promozionedei soci all’anno); sociale degli artisti, dei poeti e dei letterati in genere (meglio, se sconosciuti o poco • è iscritta nel Registro Provinciale delle conosciuti).A.P.S., al n. 113/05 sezione C (con Determinazione del Dirigente del Servizio per le Politiche Sociali della Provincia Autonoma di Trento); • vanta, fra l’altro, la sistematica pubblicazione 15 giornali in bianco e nero del periodico bimensile di cultura e arte nordsud, molto apprezzato, che poco per volta è diventato un luogo di riferimento Nel primofisso periodo e un laboratorio (1995-2003), di impegno e stimoli l’uscita del giornale (con modalità casalinghe e assolutamente in bianco e nero) fu assicuratasociali continui, dall’encomiabile rimanendo sempre aperto impegno di Leonardo aMadori di Rovereto, il quale, anche di notte faceva legamea nuove indissolubile idee e suggerimenti. con la testardaggine dello scrivente, che unanimemente è riconosciuto come il “fondatore della nordsud”. I giornalini in bianco e nero (complessivamente 15 numeri unici), una volta preparati sul computer, venivano portati in un negozio di via Dante, a Rovereto, per essere lì duplicati in congruo numero di copie, che venivano poi in parte consegnate a mano e in parte inviate per posta con il sistema del francobollo. Il primo numero altro non è che un foglietto fronte/retro, riproducente su una facciata un breve editoriale con i nominativi e i riferimenti telefonici dei 15 soci componenti il primo Consiglio Direttivo, mentre l’altra facciata riporta la lista degli appuntamenti dell’anno. Sopra la testata di questo primo foglio compare la seguente scritta: “Tutte le idee veramente importanti sembrano assurde quando vengono proposte per la prima volta”. Intanto, bisogna annotare che l’ufficializzazione era già avvenuta nell’anno precedente presso lo studio del notaio Guido Falqui Massidda di Rovereto (12 dicembre 1996/ Rep. 119849 Racc. 10671). All’atto costitutivo parteciparono 56 soci e il primo esecutivo risultò così formato: Gatti Franco (Presidente); Laterza Francesco (Vice Presidente); di Maio anieLLo (Amministratore e segretario). Quaderni del Borgoantico 15 169

I 15 numeri unici in bianco e nero, che partono dall’8 febbraio 1997 e arrivano al dicembre 2002, descrivono sostanzialmente il primo percorso dell’associazione. Cominciano ad apparire le recensioni con i primi “germogli di poesia”: • la socia “Doris Bussola di Volano incastona abilmente i suoi sentimenti che sono fortissimi, in una cornice pittorica che ha come riferimenti principali il lago e la montagna...”. • “Segue la voce di Maria GiacoMoni, con il suo mondo tenero, sobrio, dolce, ma nello stesso tempo così intenso e carico di forza...”. • “Per quanto riguarda le composizioni di Maria Giulia Mosillo, si tratta di una poesia simbolica, ermetica, condotta tutta al femminile...”. • “Giuseppe Mascotti di Coredo, vissuto in Argentina per 45 anni, è tornato in trentino stabilendosi a Rovereto... già vecchio ma continua a coltivare e usare con estrema perizia i versi poetici, come se stia masticando pane quotidiano...”.

A mano a mano si intensificano le feste, che si svolgono una volta qua e una volta là nel territorio vallagarino. Tra le iniziate più importanti del primo periodo, che, dalla specifica tipologia del giornalino, potremo chiamare “periodo in bianco e nero” (Parte dalle origini e arriva fino al 2003), si possono annoverare: • la mostra di pittura delle opere di dario cuPoLo, inaugurata nel Palazzo Alberti, in 8 marzo 1997 - Festa delle donne nordsud a Rovereto Corso Bettini di Rovereto (Sabato 19 aprile (saletta comunale in piazzetta D. Chiesa) 1997), con interventi dell’Assessore alla Cultura pro tempore, prof. FaBrizio rasera, e del critico d’arte Mario cossaLi, presenti anche l’avvocato Bruno BaLLardini e la professoressa donata Loss, rispettivamente Sindaco e Assessore all’istruzione del Comune di Rovereto. • Il successo delle “Geometrie mediterranee” di Dario Cupolo fu tale che la mostra venne poi replicata a Storo il 24 e 25 maggio del medesimo anno. • Le iniziative con il Coro Trentino Canto Sureño (a Malcesine, a Rovereto, a Bolognano di Arco e a Trento). • La presentazione (mercoledì 17 dicembre 1997 nella sala Filarmonica di Rovereto) del romanzo “Nelle nostre stanze vuote”, scritto da enzo rutiGLiano, docente alla facoltà di Sociologia dell’Università di Trento. Intervenne appositamente il prof. GiusePPe Vacca, docente all’Università di Bari e all’Università di Roma, nonché direttore nazionale dell’Istituto “Antonio Gramsci”. • 13 ottobre 2001: presso il palazzo de Probizer di Isera, inaugurazione della mostra di pittura degli autori GioVanni MenGon e WaLter saLin. La prolusione fu tenuta da Francesco Laterza e da Pietro MarsiLLi, con un pregevole intermezzo musicale del gruppo artistico “Salin ensamble” (cioè l’intera famiglia dell’artista polivalente Salin). • Il 18 ottobre successivo, presso il medesimo palazzo de Probizer di Isera, vennero presentati due libri di Giovanni Mengon. Francesco Laterza parlò di “Rabbi, piccola patria” e carLo ruzza (docente di Sociologia all’Università di Trento) parlò di “Italiani: tramonto di una razza?”. • A partire dal numero 9 / nordsud apparvero alcuni articoli riguardanti il libro autobiografico del dott.M icheLe casteLLaneta di Gioia del Colle (morto qualche anno dopo). L’interessante volume, dal titolo “Cielo e fiamme: tratto autobiografico di un aviatore tartarughino” ebbe successo nell’ambiente dell’aviazione, compresa l’associazione di Trento guidata dal comandante Francesco VoLPi, oggi centenario.

Si segnalano due articoli, contenuti rispettivamente nel numero 5 e nel numero 7 nordsud, perché registrano due eventi fondamentali per Rovereto e per l’intero Trentino. Il primo, a firma dello scrivente, ha per titolo “Interessante iniziativa a Rovereto: Primo Congresso dei ragazzi per la pace”. Il secondo è di aLdo Muciaccia e riguarda “Il polo Museale: agorà roveretana”. Scrive, fra l’altro, il prof. Muciaccia: “La nostra associazione nordsud, proprio per le sue finalità, non può che salutare con soddisfazione e speranza questa intrapresa, nella convinzione che crescita culturale, conservazione del patrimonio dei popoli, e quindi conoscenza degli altri, arricchiscono le comunità tutte, invitando alla tolleranza e alla pace. Questo polo museale sorge alle porte dell’Europa, con la prospettiva di poter servire le esigenze di pluralità culturale del mondo odierno...”.

E ora, facciamo parlare da se stessi i documenti. 170 Quaderni del Borgoantico 15 Quaderni del Borgoantico 15 171 172 Quaderni del Borgoantico 15 Quaderni del Borgoantico 15 173 174 Quaderni del Borgoantico 15

Presidenti della nordsud succedutisi nel tempo

1. Gatti Franco: dal giorno della ufficializzazione, nel 1996, sino al 2000 2. zenti GaBrieLLa: dal 2001 al 2003 3. LosaPio PantaLeo: dal 7 febbraio al 14 ottobre 2004 4. FiLizoLa tuLLio: dal 15 ottobre 2004 al 6 giugno 2005 5. chiasera Lucia: dal 7 giugno 2005 al 7 febbraio 2007 6. Laterza Francesco: dal 7 febbraio 2007 fino ad oggi, ininterrottamente. Si precisa che la dott.ssa Chiasera si dimise con la seguente motivazione: “... felice di aver svolto per un periodo di due anni questa carica, per motivi di lavoro che non mi permettono di seguire gli impegni dell’associazione come vorrei, presento le mie dimissioni dall’incarico, ringraziando tutti i soci ed in particolare il dott. Laterza...”; e - a sua volta – Laterza accettò il subentro, dichiarando: “Accetto il nuovo ruolo, sperando di poter ricoprire la carica in un tempo breve, in attesa che altra persona si prepari ad assumerla..”. Ma così non è stato, purtroppo!: motivo per cui, allo stato attuale – nonostante gli innegabili successi - ci sono due problemi gravi da risolvere, interconnessi tra di loro: riuscire a reperire un nuovo Presidente, ma anche una nuova sede, per sorta indisponibilità dei locali tenuti occupati sino ad oggi. Ci stiamo impegnando proprio su questo, sperando che la risoluzione dei due problemi diventi occasione per allargare ulteriormente le radici di questa associazione. Quaderni del Borgoantico 15 175

“Lettura energetica del territorio” una applicazione sperimentale di lettura energetica ancestrale dell’ambiente e del paesaggio lagarino

Sandro Aita

Proseguendo con qualche esplora- ghiacciaio poi, ritirandosi a partire ne continentale e locale (sia per le zione più audace dei temi legati al da circa il 10.000 a.C. (al termine naturali evoluzioni climatiche sta- paesaggio lagarino, accennati negli della glaciazione di Würm), ha gionale che per il microclima che scorsi numeri dei “Quaderni”, lasciato mano a mano spazio agli mano a mano si forma nelle diverse quest’anno si intende cogliere, sia effetti disgregativi e demolitori zone), generò sia l’orientamento e pure sommariamente, uno sguar- delle acque, sempre più capaci di la forza delle precipitazioni e sia la do d’insieme di quali sia state le modellare il territorio secondo i diffusione dei pollini e delle altre principali “forze generatrici” che principi della idraulica alluvionale sostanze vegetali che colonizzaro- hanno guidato i nostri progenitori naturale. Ecco così via via affio- no progressivamente le valli alpi- nell’insediarsi in questo splendido rare le parti più consistenti e dure ne. territorio costituito dalla “Destra delle rocce più profonde, ecco le Oggi possiamo solo in parte leg- Adige”, nell’asta mediana della valli e vallecole, i salti orografici, gere quei fenomeni tanto lontani Vallagarina. la modellazione di anfiteatri, valli quanto potenti e pervasivi (se ne Questa esplorazione si può suddi- e pianori sospesi sulla valle prin- leggono però bene in alcune parti videre in alcune tappe essenziali: cipale (le valli “pensili”, come può della valle, come nei salti roccio- • l’ambiente naturale e le sue pecu- essere definita parte della Destra si di quota improvvisi, nelle vici- liarità geo-morfologiche; Adige, l’altopiano di Servis e quel- nanze delle cascate e delle parti • la progressiva esplorazione lo della valle di Cei e di Gresta, franate delle pendici più esposte e e colonizzazione dell’uomo sospese sopra la valle dell’Adige), acclivie o in quelle più consumate nell’ambiente alpino e lagarino; la formazione dei molti conoidi di dalla forza imperterrita delle acque • l’insediamento sulle pendici deiezione (da dove si percepisce e dei sassi da esse trasportate). della Destra Adige e le tracce bene l’accumulo a valle di torrenti L’acqua ha lavorato nei millenni di una relazione complessa tra e corsi d’acqua secondari che ero- in modo incessante, senza trovare uomo e ambiente, per “costruire” dono le pendici della valle princi- sosta se non temporanea, con accu- il paesaggio; pale), spesso zone di buona espo- muli che poi hanno formato laghi, • le forze e le energie sottili che ne sizione e in futuro sedi di piccole e pozze, meandri lungo il corso del hanno guidato l’evoluzione, fino grandi comunità residenziali. fiume, come ancora (molto parzial- ai giorni nostri. Dalla fase post glaciale, con la mente rispetto alle origini) si può progressiva liberazione dai ghiacci leggere con uno sguardo dall’alto delle rocce, inizia la lenta ma dif- delle cime e dei costoni della valle L’ambiente naturale e le sue fusa colonizzazione della vegeta- dell’Adige. peculiarità geo-morfologiche zione che, con le piante pioniere, La forza generatrice e modellatri- inizia a diffondersi sulle terre così ce di questi elementi primordiali Sono ben note le origini tettoniche, riemerse. Si tratta di un fenomeno (ancestrali) ha caratterizzato (dato ossia delle trasformazioni profon- di estremo interesse che ha senza quindi “carattere”, identità) tutto de e di epoca geologica, che hanno dubbio segnato e marcato l’am- il nostro territorio, ben prima che interessato tutto l’arco alpino gene- biente che dobbiamo pensare pro- l’uomo comparisse all’orizzonte, rato dalle potenti formazioni calca- gressivamente passare, in pochi probabilmente inseguendo anima- ree e dolomitiche delle montagne secoli, dalla condizione di una li da cacciare e nuove terre fertili che si sono formate nei millenni landa petrosa e amorfa, inospita- che pian piano si venivano for- in epoca appunto geologica. Dai le, ad una verdeggiante distesa di mando nelle parti meglio esposte rilievi delle elevate catene mon- paesaggi multiformi. Nel gioco e e ricche della valle. Si pensa però tuose parallele alla vallata princi- lavorio incessante tra acque mete- che già prima della conclusione dei pale costituita dal fiume Adige, si oriche e di scorrimento e accumulo fenomeni glaciali, che occupavano coglie bene quella che era stata la (in torrenti, cascate, fiumi, mean- ancora il fondovalle, l’uomo prei- sede del mastodontico ghiaccia- dri, laghi e paludi), questa azione, storico esplorasse i territori alpini io che quasi tutte le ricopriva. Il combinata con i forti venti di origi- lungo le creste dei monti (da noi 176 Quaderni del Borgoantico 15

il crinale della catena del Baldo, Anche l’osservazione della vege- ta la fase nomadica), fanno riferi- dello Stivo e del -Cornet- tazione e della presenza di animali mento a questa iniziale esperienza to) appunto per inseguire animali pericolosi o utili era tenuta in alta ancestrale, che ci rimanda sempre da cacciare, ma anche per ricercare considerazione dai nostri progeni- alle origini più lontane del genere nuove “frontiere” da colonizzare. tori colonizzatori della valle, sulla umano, dove ritroviamo gli arche- La scoperta dell’uomo del Simi- scorta delle esperienze passate e tipi delle nostre più profonde ed laun (risalente all’epoca del rame, della accorta osservazione della elementari esperienze sensoriali. circa 3.200 a.C.) offre in tal senso natura. Nulla era lasciato al caso Certo la terra lagarina doveva diverse connessioni interessanti. quando si trattava di sopravvive in offrire alcune opportunità e risor- un ambiente potenzialmente ostile se naturali di discreta ricchezza se ed ogni aspetto era valutato per i ha consentito nei secoli una colo- La progressiva esplorazione suoi benefici o per i pericoli che nizzazione piuttosto diffusa ad una e colonizzazione dell’uomo presentava, anche (o forse proprio certa quota ed anche in fondovalle, nell’ambiente alpino e lagarino perché…) se non si disponeva di mano a mano che l’uomo si pote- alcuna evoluta “tecnologia”: gli va avvalere anche di tecniche e di La lunga digressione che ha intro- strumenti del tempo erano l’espe- strategie di assoggettamento e dife- dotto questa esposizione ha però rienza e la sensibilità individuale e sa dagli elementi naturali, sfruttan- consentito, credo, di cogliere sociale sedimentata nei secoli. do meglio le risorse disponibili e meglio in che contesto possiamo Vivere a così stretto contatto con utilizzando anche lo scambio con immaginare sia avvenuta l’evo- la natura sviluppava sensibilità altre popolazioni che lungo l’asta luzione dell’ambiente naturale, particolari, specie in determinati dell’Adige percorrevano numerose modellato nel tempo dalle forze individui che venivano delegati dai le valli alpine. ed energie delle acque e dei flussi nuclei sociali a scegliere luoghi e L’antropologo Annibale Salsa dell’aria, con le conseguenti intem- modalità di insediamento. All’ini- (Presidente del Comitato Scientifi- perie cicliche stagionali. zio si trattava di semplici ricoveri co dell’Accademia della Montagna L’uomo, che fin dalle origini della in grotte e anfratti sotto roccia, ben del Trentino) ha molto ben descrit- sua specie viveva giocoforza in esposti e riparati dagli elementi to e documentato in numerosi suoi stretta sintonia con le forze e le avversi. Poi da questo primo riparo contributi1 i processi insediativi e di risorse naturali, teneva in grande l’uomo primitivo passò a costruire coltivazione dei territori delle valli considerazione ogni elemento che uno o più manufatti, utilizzando i alpine, osservando come il disso- mettesse in pericolo la sua soprav- materiali del posto (pietre e legna- damento delle “terre alte” come vivenza o che al contrario ne favo- mi), magari addossandoli a zone di delle valli sia stato guidato sia da risse lo sviluppo, la crescita, la naturale riparo, come dossi, rocce, fattori economici (e di disponibilità salute. colline e anfiteatri naturali, che di risorse naturali e non) che da fat- Come detto l’esplorazione e poi la dessero la sensazione e la convin- tori e modelli colturali e culturali. Il colonizzazione del territorio, sia zione di essere “protetti”, sia fisi- tutto in un mix di fattori dove pre- alpino in genere ma nello specifico camente che psicologicamente. valeva comunque l’ottimizzazione nella nostra valle, si può fa risali- Si tratta di un processo lento e ata- delle (scarse) risorse ed il tentativo re alle vie d’accesso di alta e poi vico, di riscoperta delle origini ani- dell’uomo di svilupparsi e crescere media quota, lungo le pendici mon- mali della natura umana che, come adottando tutte le strategie che ne tane, essendo il fondovalle meno tutti i mammiferi, cerca istintiva- potevano migliorare ed estendere praticabile e sicuro, data la ancora mente di utilizzare (e costruire) un le probabilità di sopravvivenza. incontrollata presenza delle acque luogo sicuro dove essere al riparo non regimentate dell’Adige (cosa e difendersi dalle avversità, dalla che peraltro avvenne solo in epoca natura selvaggia e dagli altri ani- L’insediamento sulle pendici storica recente). mali predatori… della Destra Adige e le tracce Progressivamente si vennero ad Nelle modalità poi di evoluzione di una relazione complessa esplorare le terre più idonee alla di questo antichissimo processo tra uomo e ambiente, per possibile permanenza, in luoghi l’uomo, a seconda delle diverse “costruire” il paesaggio ritenuti più sicuri rispetto agli ele- condizioni, latitudini, relazioni menti naturali (pericolo di frane, e ambientazioni, ha saputo natu- Le caratteristiche dell’insediamen- alluvioni, venti ed esposizione ralmente adattarsi e modellare le to umano nell’ambito locale sono eccessiva ai flussi freddi da Nord, sue risposte e le sue esigenze alle naturalmente in prevalenza legate ecc., ma anche di migliore e più diverse condizioni, ma il proces- alla coltivazione agricola dei ter- favorevole giacitura, esposizio- so di selezione e di scelta di dove reni e alle necessità di adattamen- ne e protezione rispetto al sole ed stabilire la propria vita stanziale, la to reciproco dell’uomo rispetto alle altre componenti del clima. propria dimora (una volta supera- all’ambiente naturale. È infatti evi- Quaderni del Borgoantico 15 177

dente che sia l’uomo che l’ambien- Il villaggio, il borgo l’agglomerato tecnologie” del tempo, anche per te si sono dovuti “adattare” alle di due o più case, doveva nascere la forza motrice (v. i vari mulini rispettive esigenze: il terreno, spes- in un ambiente idoneo e salubre, disseminati sui torrenti, specie, so impervio e con forti pendenze, è che svolgesse una duplice funzio- ma non solo, nella valle dei Moli- stato via via terrazzato con ciclopi- ne: quella di favorire una facile ni). che opere murarie (i famosi “muri comunicazione con gli agglome- In realtà le cronache lagarine dei a secco” in pietra, spesso più resi- rati vicini e con le campagne e secoli scorsi sono piene di episo- stenti dei moderni muri in cemento al contempo proteggerne i confi- di di occasionali sciagure dovute armato, che se mal eseguiti pos- ni. Ogni lato dell’abitato, doveva agli elementi naturali, in preva- sono collassare per la pressione essere difeso in modo corretto e lenza delle acque, con disastri delle acque di monte…) confor- adeguato, con il chiaro obiettivo e danni non solo materiali alle mandosi alle modalità più agevoli di cercare di equilibrare l’elemen- povere popolazioni che doveva- di coltivazione agricola. Le curve to dell’edificio con quello predo- no ripristinare terrazzamenti o di livello sono state per secoli una minante dell’ambiente circostan- campi da eventi alluvionali. Tut- linea guida della modellazione del te. La casa doveva confondersi e tavia, a memoria d’uomo, poche paesaggio agricolo, fino a diven- quindi fondersi con l’ambiente, sono state le occasioni di disastro tarne un carattere inscindibile per pur definendone una chiara iden- nei borghi, se non per cause d’in- la sopravvivenza sia dell’uomo ma tità autonoma. cendio (o guerra), a testimonianza anche dello stesso paesaggio così In un contesto rurale di mezza che la cura nella collocazione dei rimodellato, altrimenti destinato montagna, i rapporti tra i diversi nuclei abitati era fatta nel rispet- a degradarsi e a defluire a valle elementi si possono individua- to di quelle semplici ma efficaci secondo le dinamiche idrogeologi- re come quelli che la morfologia regole sopra accennate, che privi- che ben note. locale suggerisce, collocando legiavano l’osservazione attenta Anche le caratteristiche delle abi- spesso le case addossate o nelle del territorio e della sua confor- tazioni e dei manufatti necessa- vicinanze di elementi protettivi mazione. Sembra quasi superfluo ri all’attività agricola prevalente verso monte e verso i venti freddi osservare, qui in Destra Adige, ma si sono conformati ad accogliere da Nord, con una apertura verso come in tutte le valli alpine, che i l’uomo nella sue più vitali esigen- valle e verso mezzogiorno, dove versanti più densamente popola- ze (come detto sopra essenzial- la vista poteva essere aperta e ario- ti sono sempre stati quelli meglio mente protettive e di riparo), svi- sa, tale da favorire il movimento esposti al sole ed orientati verso luppando tuttavia delle diverse e e le relazioni sia tra le persone l’ampia valle, oltre che così pro- spesso complesse modalità di arti- ma anche con lo stesso ambiente tetti dalla eccessiva esposizione ai colazione degli spazi e dei volumi, naturale o il paesaggio modellato venti da Nord, rifuggendo di collo- utilizzando sempre i poveri mate- delle campagne, avendone sotto care in zone ombrose e ventose le riali del posto, che oggi a volte controllo una maggiore estensio- abitazioni, se non se per manufatti ci sorprendono (magari perché ne. Ecco allora che ad esempio di carattere tecnico e di servizio non ne comprendiamo a fondo il i vari terrazzamenti che tra Villa (magari per sfruttarli come ghiac- significato). Porticati e profonde Lagarina e Pedersano si disten- ciaie…). Oggi si sorriderebbe cantine, ampi e luminosi balla- dono a formare, poi più a Nord forse ad osservare queste cautele, toi, androni e spazi aperti di una e a Sud (verso Pomarolo e verso ma una recente ricerca (riportata certa rilevanza sono sempre pre- Nogaredo e Isera, con le varie fra- a pag. 15 nel volume “Paesaggio senti nelle nostre contrade, a testi- zioni), un vero anfiteatro naturale lingua madre”2 dimostra che “… moniare, assieme alle dimensioni modellato e coltivato fittamente le persone si orientano sempre più ridotte dei luoghi di soggiorno e dall’uomo, rappresentano una pla- verso un ambiente che unisce tre di vita e delle relativa aperture, stica rappresentazione di questa caratteristiche ben presenti agli che il coltivatore di queste terre cura e attenzione dell’agricoltore architetti del paesaggio e agli usava le proprie case come veri e che, sasso dopo sasso, dava forma agenti immobiliari. Le persone propri strumenti di lavoro, adat- e modellava appunto il territorio, vogliono stare su un’altura pano- tandoli alle diverse esigenze del cogliendo le parti più adatte alla ramica, prediligono una radura mondo agricolo. La nota che tut- coltivazione ora di quella spe- simile a una savana con alberi e tavia si può osservare oggi è che cie ora dell’altra, trovando dove sottobosco, e vogliono stare vicini comunque era sempre ben pre- meglio collocare le case e i vari a un corso d’acqua come un fiume, sente l’attenzione ad alcuni fattori ricoveri agricoli, dove regolare un lago o un oceano. Anche se que- essenziali e ripetuti, nelle diverse le acque, dove starne distante per sti elementi sono meramente este- forme, in tutti gli insediamenti proteggersi e dove poterne sfrutta- tici e non funzionali, chi compra locali, mai distratti rispetto al ter- re la risorsa per l’irrigazione, per una casa sarà disposto a svenarsi ritorio in cui si collocavano. il trasporto e poi, con le “nuove pur di avere questo panorama”. 178 Quaderni del Borgoantico 15

Le forze e le energie sottili che darcelo ed a chiederci, sommessa- zata, se è vero che dall’antica Cina ne hanno guidato l’evoluzione, mente, di rispettarlo e di amarlo, è giunta fino a noi la disciplina del fino ai giorni nostri di averne cura e di coltivarlo: non Feng-Shui (=Vento e Acqua, risa- sono forse, oggi, definiti i contadi- lente a circa il 3000 a.C.) che tratta Quindi forse una qualche “ener- ni delle valli alpine (dal già citato proprio del come disporre meglio gia sottile” si può ritenere che i A. Salsa) come i veri “giardinieri le abitazioni e i luoghi di vita (sia nostri avi l’abbiano colta quando della montagna”? all’esterno che all’interno) per una si orientavano sulle brulle e poco Lo stesso E.O. Wilson già citato esistenza più in salute e prospe- ospitali pendici vallive della Destra sopra da Ugo Morelli in tema di ra, quando evidenze scientifiche Adige per cercare una miglio- paesaggio, viene citato in un altro dimostrano la saggezza di pochi e re collocazione possibile ai loro interessante testo3 come l’ideato- stolti agricoltori di montagna che centri abitati. Certo non dev’esse- re, nel 1984, del termine biofilia sapevano però ben osservare il ter- re del tutto un caso se quasi sem- per esprimere la necessità umana ritorio che stavano colonizzando e pre sono rispettati questi semplici di mantenere vivo il contatto con dove hanno nei secoli trasformato parametri, ovviamente adattati alle la natura. Un rapporto che l’uomo il paesaggio fino a farne quel giar- diverse situazioni, ma davvero i cerca di avere su più livelli e su dino che ancora (per molto?) pos- tre elementi essenziali sopra citati, più letture, trasversali alle diverse siamo ammirare. presenti direttamente o per qualche culture ed epoche (sono innumere- Speriamo che la saggezza antica e adattamento caso per caso, paiono voli le citazioni possibili al riguar- il discernimento moderno sappiano essere ricorrenti. do nella letteratura e nella manua- preservare ancora a lungo questi beni Anche la nostra voglia di circon- listica dell’architettura), fin dai comuni, per il bene, appunto, di tutti. darci di “verde”, dagli alberi in tempi di Vitruvio. Ma prima di lui giardino o nell’orto fino ai gerani già Ippocrate (attorno al 300 a.C.) sul balcone o alle piante in casa, sta sentiva il bisogno di sottolineare Note a significare proprio questa nostra le capacità benefiche e terapeuti- ancestrale necessità di riprendere che della natura e degli spazi verdi 1 V. in Atti del convegno: “Agricoltura e pae- contatto con la natura, anche solo saggio nell’arco alpino”, ed. Materiali di nel suo “Trattato delle arie, delle lavoro TSM-step, Trento, 2012. tramite a volte un simulacro (come acque e dei luoghi”. 2 Paesaggio lingua madre, a cura di Gianluca un acquario o una fontanella zam- Ancora acqua, aria e luoghi di vita Cepollaro e Ugo Morelli, ed. Erickson, Tren- pillante), perché troppo forti sono i favorevoli all’esistenza dell’uomo: to 2014, pag. 15 (cit. dal libro “La conquista legami indissolubili con l’elemen- sociale della terra”, di E.O. Wilson, Milano pare quasi che questi essenziali ele- 2012). to “naturale”. Il paesaggio, que- menti siano un filo rosso che lega 3 Cit. da E.O. Wilson a pag. 12 di “Bioenergetic sta natura coltivata e trasformata le tradizioni antiche più lontane e Landscape”, di Marco Nieri, Sistemi editoria- dall’uomo, è li fuori casa a ricor- la ricerca contemporanea più avan- li, Napoli 2009. Quaderni del Borgoantico 15 179

Poesie

Lia Cinà Bezzi

La me zità Spauràz

La me zità l’era Vèi chi grilet, enté sta nòt ‘si bela, na casa sola con zénto ùssi averti, canta per mi, come ‘n lumim do chìchere de òrz, parlar de sténti, nel blu gh’è sol na stéla. en batolar de mame che consola, a tamisar penséri de fregolòti e mòsa. Te ‘l sai che sóm da sol, vardo ogni dì Do stèle dentro ‘l fóch, quando ghe n’era, la tèra come se la fussa mia tegnìrse streti al calt, en segn de cróss, mili colori, ogni stagiom magia. e a rugolóm cascheva zo la sera. E quando tut el tàse e vèm la luna, Adès la me zità la va ‘mbriaga, dal paradis dei òrti che ‘mprofuma, senza bém, ne mal en l’aria ‘nfumegada, sento ‘l fià de la tèra levar. no gh’è zént su l’us che se dispera, E dai camini sbolfrar quel magóm, nessum a desmissiar vècie memorie, quei negri penséri de l’òm, ne péste de parole, ne de storie. na ghèba zidiosa che a nòt Le è nàe come le róndole d’inverno se sfanta ‘ntél nar. en zerca de quel calt de primavera, quando vardàndose ‘ntéi òci, gh’era Alor el me cór, scancèla ogni pena, na mìgola de bém, en pugn de sal en prest, vorìa sgolar, al par dei useléti e tra cristiani en piat de bona zéra. che vèm a becolar sul tréspol del me nas. Sóm en spauràz, en pòr spaventapasseri de stròpe e paia, ‘n arcobalem de strazze sbrindelàe, ma sul capel me dorme ‘n nif La mia città de pàssere ‘nsognàe. La mia città era / una casa sola con cento usci aperti / due tazze di orzo, parlare di stenti, / un cianciare di mamme che Canta grilet, ariva el vént lontam. consola, / a setacciare pensieri di fregoloti e mosa. / Due cioc- Gò ‘n nif sora ‘l capel, chi dentro il fuoco quando ce n’erano, / tenersi stretti al caldo, mi… dìndolo piam piam. un segno di croce, / e a rotoloni cadeva la sera. / Adesso la mia città va ubriaca, / senza bene né male, nell’aria affumi- cata, / non c’è gente sull’uscio che si dispera, / nessuno a svegliare vecchie memorie, / né orme di parole né di storie. / Sono andate come le rondini d’inverno / in cerca di quel caldo Spaventapasseri di primavera, / quando guardandosi negli occhi, c’era / una Vieni qui grilletto, in questa notte così bella,/canta per me, briciola di bene, un pugno di sale in prestito, / e tra cristiani come un lumino/ nel blu c’è solo una stella./ Lo sai che sono un piatto di buona cera. da solo, guardo ogni giorno/ la terra come fosse mia,/ mille colori, ogni stagione magia. /E quando tutto tace e viene la luna, /dal paradiso degli orti che profumano, /sento il respiro della terra alzarsi./ E dai camini sprizzare quel dispiacere, / quei neri pensieri dell’uomo,/ una nuvola accidiosa di fumo che a notte /si disperde nell’andare./ Allora il mio cuore can- cella ogni pena,/ vorrei volare, come gli uccellini /che vengo- no a becchettare sul trespolo del mio naso. /Sono uno spau- racchio, un povero spaventapasseri /di vincastri e paglia, un arcobaleno di stracci /sbrindellati, ma sul cappello mi dorme un nido/ di passeri sognanti. / Canta grilletto, arriva il vento lontano. /Ho un nido sopra il cappello,/ io… dondolo pian piano. 180 Quaderni del Borgoantico 15 Album fotografico

a cura di Sandro Giordani Fotografie di Eugenio Ambrosi

Durante la festa del Borgoantico 2014, abbiamo avuto il piacere di ospitare una esposizione di Eugenio Ambrosi, nato a Villa Lagarina nel 1926, geometra, residente a Trento, di case coloniche, baite e oggetti della tradizione contadina in miniatura. Eugenio Ambrosi ha messo a disposizione anche alcune foto di famiglia che riproducono il nonno (omonimo) Eugenio Ambrosi (1850-1914), “maestro di posta” ai tempi dell’impero austriaco, fondatore del Corpo dei Pompieri, segretario comunale per un breve periodo e vicepresidente della Società di abbellimento di Villa Lagarina. Alla sua morte divenne responsabile dell’ufficio postale il figlio Ferruccio (1881-1936), aiutato dalla sorella Enrichetta (1882-1969) con mansioni di telegrafista Villa Lagarina, primi del ‘900. Casa Ambrosi, oggi Frapporti. Eugenio Ambrosi (sr.) con moglie e figlie Ferruccio Ambrosi in divisa da pompiere

24 maggio 1914. Ferruccio Ambrosi con i pompieri di Villa Lagarina presso l’albergo Stivo al Lago di Cei I fratelli Ferruccio ed Enrichetta Ambrosi nell’ufficio postale di Villa Lagarina I coniugi Ferruccio Ambrosi e Maria Piccolroaz

1926. Enrichetta Ambrosi con la piccola Adriana sulla strada di Piazzo 1928. Eugenio ed Adriana Ambrosi con gli zii Piccolroaz davanti alla limonaia del parco Guerrieri Gonzaga di Villa Lagarina

1934. Prima comunione di 1926. I coniugi Ambrosi alla Eugenio Ambrosi, nella foto nascita di Eugenio (jr.) con la sorella Adriana

1926. Prima comunione di Adriana 1935. La famiglia Ambrosi in gita al lago di Cei 1935. Alle «Dame Inglesi» di Rovereto

1940. Gli Ambrosi in Bellaria di Cei 1940 A Rovereto

Ferruccio Ambrosi con Maria, Enrichetta e i nipoti Valorz, figli di Ambrosina

La famoglia Ambrosi in Bellaria di Cei, presso il capitello della famiglia Manica (Piciola). A destra nonna Bettina Ferruccio Ambrosi con i cognati a Castel Corno

Casa Ambrosi (oggi Frapporti) di Villa Lagarina Fotografie di Carlo Brandstetter

Mezzolombardo, primi anni del ‘900. Foto di gruppo per i portalettere in divisa ufficiale Vi è raffigurato Emilio Brandstetter (secondo in piedi da destra), nato nel 1880, nonno paterno di Carlo

Bruno Brandstetter (classe 1911) e Antonietta (1909), rispettivamente padre e zia di Carlo Francesco Brandstetter in divisa di autista dell’esercito imperiale

Braunau, 1915. Soldati ussari. Il primo a destra è Giovanni Goser

1915. Giuseppe Franchi Kaiserjäger, (classe 1880), nonno materno di Carlo Brandstetter Mals / Malles Venosta, 1915-1916. Posto di controllo presso la stazione ferroviaria

Polling im Innkreis (Austria), 1915-1918. Foto di gruppo per gli sfollati dal Trentino. Fradi loro anche Adamo Pompermaier (bisnonno materno di Carlo) ed Elsa Franchi Valerio Brandstetter (classe 1915), zio paterno di Carlo, vestito da scolaro nel 1922

Rovereto, fine anni ‘30. Foto di gruppo per gli operai e gli impiegati della fabbrica Komarek. Fra di loro Bruno Brandstetter e Federica Franchi (genitori di Carlo), Olga Franchi, Emilio Franchi ed Elsa Franchi (zii) che fu tra le fondatrici dell’AVIS di Rovereto San Giorgio di Rovereto, primo dopo guerra (1947). Processione religiosa con la banda musicale

Rovereto, fine anni ’40. Foto di gruppo per proprietario e dipendenti della fabbrica Xilos. Nella prima fila di persone sedute si riconoscono da sinistra: Bruno Brandstetter (secondo),il proprietario Macconi (quinto, con il cappotto), Giuseppe Todeschi (campanaro di Villa, sesto). Sullo sfondo si intravvede lo stabilimento ex Radi, attualmente Ariston della Merloni. All’epoca la Xilos era all’interno dell’area Radi Rovereto, anni ’50. I dipendenti all’interno della fabbrica Xilos. Bruno Brandstetter è il settimo da sinistra in seconda fila

Rovereto, 8 novembre1966. Interno della fabbrica ELV. Nella foto è presente Bruno, padre di Carlo Fotografia di Bruna Muraro

Rovereto, 1938. Foto di gruppo della Ditta Cofler