Wolverine #12
WOLVERINE #12 “Armi Letali” - parte 2 by Abendsen Ammanettato ad un tavolo di metallo in un’asettica e pulita stanza degli interrogatori della centrale di polizia di Tokyo, Logan attendeva visite, ma l’odore che gli arrivava da oltre l’ingresso prima ancora che la porta si aprisse, lo sorprese. <Harada-san, è un onore.> Il Silver Samurai, impeccabile nel costoso vestito sartoriale scuro, entrò e senza dire nulla chiuse la porta e si sedette di fronte all’X-Man. <Wolverine-san.> Si guardarono l’un l’altro, il silenzio era carico di ricordi di duelli all’ultimo sangue, alleanze forzate e di quello che sembrava esserci adesso, un rispetto reciproco, ma nessuno dei due si sarebbe definito amico dell'altro. <Causare un incidente stradale, bloccare il traffico, uccidere una persona, non mi sembrano delle grandi idee. Neanche per te.> <Se il leader dei Big Hero 6 è qui a dirmi queste cose e non qualche altro poliziotto, allora non devo preoccuparmi, giusto?> <Giusto, no.> Harada Kenuchio non pareva né soddisfatto né contrariato, anzi, dal suo volto non trapelava nessuna emozione, era come l'elmo d'argento che indossava in azione, una maschera, modellato negli anni dalla ricerca del controllo assoluto della mente e del corpo che il codice del samurai, la Via della spada, richiedeva a coloro che intendevano essere veri guerrieri. Però, considerato chi sei, i nostri comuni legami e anche se ci è andato di mezzo un morto, ho fatto pressione affinché questa storia venga risolta con altri canali, per conto di altri Ministeri.> <Evviva la democrazia.> Logan fece per alzare le braccia, ma la catena a cui erano fissate le manette glielo impedì; in cambio abbozzò un cenno con la testa e Harada lo liberò dai ferri.
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